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Dettaglio seduta n.411 del 27/03/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 12.06)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola per due questioni. So che non si dovrebbe, ma è l'ultima volta, per cui chiedo.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Invito i colleghi a consentirci di ascoltare l'intervento del Consigliere Bono e chiedo alle persone ai lati dell'aula di stare in silenzio.



BONO Davide

Avanzerò una richiesta di comunicazioni da parte della Giunta regionale e una richiesta sull'ordine dei lavori.
La richiesta di comunicazioni riguarda un articolo apparso su alcuni giornali nei giorni scorsi relativo alla vendita di terreni riguardanti Pininfarina da parte di Finpiemonte Partecipazioni, in cui si parlava di una minusvalenza di 12 milioni di euro.
A seguito della notizia apparsa sui giornali, non abbiamo avuto modo di presentare un'interrogazione urgente; preferivamo sentire dalla viva voce dall'Assessora De Santis o dal Vicepresidente Reschigna comunicazioni nel merito.
Faccio presente che l'articolo era abbastanza preoccupante, nel senso che parlava addirittura di un possibile danno erariale. Vorremmo quindi capire se avete fatto delle valutazioni come Giunta e se ci sono delle preoccupazioni in questo senso, oppure se potete rassicurare noi come amministratori, tutti i piemontesi e, quindi, gli organi di stampa.
La seconda richiesta verte, invece, sull'ordine dei lavori. Siccome sono le ore 12.15, volevo solo segnalare che il nostro relatore ha un impegno improrogabile: sostanzialmente, qualora dovesse proseguire la discussioni generale, chiederemmo di poter svolgere la relazione di minoranza dopo la pausa pranzo. Grazie.



PRESIDENTE

Per quanto concerne la relazione di minoranza tutto si può fare se si è d'accordo, non ci sono problemi.
In merito alla richiesta di comunicazioni da parte della Giunta verificheremo la disponibilità dell'Assessora De Santis. Basta che non ci sia discussione: non apriamo un dibattito su tale questione, altrimenti non possiamo concludere i lavori del Consiglio.
Nell'arco della giornata verrà comunque svolta tale comunicazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Chiederei, se possibile, l'iscrizione all'odg dell'odierna seduta dell'ordine del giorno n. 1619, inerente il futuro della farmacia dell'Ospedale Martini di Torino.



PRESIDENTE

Non vedo l'Assessore, non so darle una risposta.



GIACCONE Mario

Al limite, se ci fosse domani, potrei riproporre la richiesta.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, non si capisce niente! Non riesco a sentire il collega Giaccone! Le chiedo la cortesia di ripetere la sua richiesta, Consigliere, magari alzando un pochino la voce.



GIACCONE Mario

Chiedevo di calendarizzare l'ordine del giorno n. 1619 riguardante il futuro della farmacia dell'Ospedale Martini di Torino.
Se oggi non fosse presente l'Assessore, lo potremmo trattare nel primo momento utile, spero prima della fine della legislatura.



PRESIDENTE

Parleremo con l'Assessore Saitta e vedremo cosa deciderà in merito.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Consigliere Andrissi, è prevista una sola richiesta per Gruppo consiliare.



(Commenti del Consigliere Andrissi fuori microfono)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Avevo già chiesto comunicazioni alla Giunta regionale in merito alla questione siccità, ma tali comunicazioni non sono mai state date (mi riferisco, ovviamente, alla settimana passata).



PRESIDENTE

Stiamo aspettando che piova! Quella sarebbe la risposta migliore!



ANDRISSI Gianpaolo

Facciamo la danza della pioggia!



PRESIDENTE

Vediamo.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Chiamparino, Ferrari, Ferraris, Ferrero, Gallo Molinari e Valle.


Argomento: Montagna

Esame disegno di legge n. 332, inerente a "Disposizioni in materia di valorizzazione e di sviluppo della montagna"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame del disegno di legge n. 332, inerente a "Disposizioni in materia di valorizzazione e di sviluppo della montagna" di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Rostagno; relatori di minoranza sono i Consiglieri Mighetti e Vignale.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza in sede congiunta dalla I e dalla III Commissione il 21 marzo 2019.
La parola al Consigliere Vignale, per la relazione di minoranza.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Il disegno di legge in materia di valorizzazione e sviluppo della montagna nasce, come i colleghi sanno, da un disegno di legge più generale che riguardava tutta una nuova normativa: il vecchio Titolo I e Titolo II così com'era stato licenziato dalla Giunta, facevano riferimento ad una nuova norma sugli enti locali, e solo il Titolo III riguardava la nuova norma sulla montagna.
I primi due Titoli sono stati cassati nel lavoro della Commissione anche su presentazione di emendamenti da parte dei Gruppi dell'opposizione (anche del sottoscritto), quindi oggi discutiamo esclusivamente di una norma che riguarda lo sviluppo della montagna.
Va detto che il Consiglio delle Autonomie Locali non ha espresso, in seno all'Assemblea, un voto favorevole a questo disegno di legge. Peraltro non ne ha neanche espresso uno contrario. Semplicemente, è mancato il numero legale, ma non perché non si siano presentati i componenti dell'Assemblea del CAL, ma perché quattro Presidenti delle Province (Asti Alessandria, Verbania e Biella, se non ricordo male) hanno ritenuto di allontanarsi dall'Aula unitamente ad altri esponenti.
Lo dico perché il Consiglio delle Autonomie Locali, com'è noto, ai sensi della norma della Regione Piemonte, esprime un parere rispetto a molte leggi regionali. È evidente che la non presenza di un voto favorevole all'interno di una legge che interviene proprio sugli Enti locali è significativa. Perché la mancanza del numero legale su un parere o sul Testo Unico dell'agricoltura avrebbe avuto un valore. Quando gli stessi Enti locali non esprimono un voto favorevole all'interno del CAL su una legge che li riguarda, credo sia da tenere in debita considerazione.
Fatte queste premesse, proverò a spiegare per quali motivi, proprio in termini di relazione alla norma, credo non sia opportuno che il Consiglio regionale discuta oggi questo disegno di legge.
I motivi sono due: uno, di metodo; il secondo, di merito.
Il primo motivo è rispetto all'utilità della legge stessa e al periodo in cui essa viene votata. Come i colleghi sanno, nella seduta, al più tardi di venerdì, il Consiglio regionale della X Legislatura terminerà la propria attività, quindi fra tre giorni noi non abbiamo più potestà di legiferare perché vengono convocati i comizi elettorali per le elezioni del 26 maggio.
E' un po' anomalo, quindi, che a tre giorni dalla conclusione della legislatura si intervenga con una legge di riordino di tutto il mondo della montagna.
E' anomalo, innanzitutto, per un motivo di opportunità, nel senso che a tre giorni dalla fine della legislatura non riteniamo sia opportuno vincolare l'Amministrazione che verrà, qualunque essa sia, a una legge che non produce alcun effetto in questa legislatura. I colleghi potranno vedere come questa norma ha tutta una serie di delibere attuative che dovrà porre in essere la futura Amministrazione regionale.
Il secondo motivo è di opportunità anche rispetto al metodo con cui si è prodotta la norma.
La Regione Piemonte ha una legge sulla montagna? Sì, la Regione Piemonte ha una legge sulla montagna, la legge n. 3 del 2014; legge certamente non completa, perché venne promulgata in un momento in cui era indispensabile legiferare per la costituzione delle Unioni montane, e all'interno della quale non potemmo mettere tutti gli articoli licenziati dalla Giunta regionale, proprio perché il Consiglio lavorava, dopo il noto scioglimento del gennaio del 2014, in ordinaria amministrazione e non in straordinaria amministrazione.
Sempre per metodo, credo che, proprio al termine della legislatura, la modalità più consona ad una modifica stessa della norma sarebbe stata quella di andare a modificare una legge esistente con alcuni articoli.
Quanti fossero non importa, ma con alcuni articoli che intervenissero su una legge esistente.
Si è invece voluto fare, credo più per appuntarsi - fra virgolette una medaglia, che non per l'altro, perché questa legge non porterà alcun esito, positivo o negativo che sia, all'interno di questa legislatura un'intera norma.
Vi sono poi alcuni aspetti di merito per cui riteniamo che questa legge non si dovrebbe porre in votazione, come il fatto di essere largamente insufficiente e incompleta.
Guardate, ve n'è uno sostanziale, che sarà anche la modalità che ci consentirà di provare a fare un'analisi rispetto a ciò che è stato fatto per la montagna piemontese nell'arco di questi cinque anni. E' un po' anomalo che un'Amministrazione regionale addivenga a una presentazione di una norma licenziata il 21 marzo 2019, cioè proprio allo scadere della legislatura.
Non dico che una Giunta regionale debba produrre un disegno di legge su un tema così complicato e importante per la nostra Regione appena si insedia, ma certamente il momento, al più tardi della metà legislatura, è quello in cui, se uno ha un'idea di sviluppo delle montagne piemontesi e di norme sulle montagne piemontesi, predispone un disegno di legge che inizierà ad attuarsi durante la legislatura stessa.
Questo secondo noi è la certificazione del poco che è stato fatto rispetto al tema.
Guardate, parto da un aspetto che la precedente Amministrazione ha lasciato e consegnato a questa Amministrazione. Con un grande lavoro rispetto al documento strategico unitario, che è il documento che definisce come vengono utilizzati i fondi europei all'interno della nostra Regione noi licenziammo un documento strategico unitario che, non a detta del sottoscritto, ma a detta del mondo della montagna piemontese largamente inteso (dalle associazioni degli Enti locali al mondo delle imprese) aveva una grande novità.
Il documento strategico unitario, per chiunque lo volesse leggere (che è ancora il documento che regolamenta l'utilizzo dei fondi europei all'interno della Regione Piemonte), conteneva e contiene una parte che si chiama "programmazione strategica in area montana" che era, a nostro modo di vedere, fortemente innovativo per un motivo.
In area montana vengono utilizzati fondi europei che arrivano esclusivamente da un asse: l'asse del PSR, nei suoi differenti assi, in particolar modo nell'asse 4, per ciò che riguarda i gruppi di azione locale, ma anche nell'asse 2 e nell'asse 3, relativamente a tutte quelle misure di incentivazione di reddito in agricoltura, che sono legate al PSR.
La grande novità che la programmazione strategica in area montana apportava, e che non è stata minimamente utilizzata, era di tentare, nel momento in cui si definiscono i piani regionali sul FSE - Fondo Sociale Europeo - e sul FESR (quindi tanto le misure legate al mondo dell'istruzione, delle politiche sociale e della formazione professionale quante alle misure dedicate al sostegno all'impresa di fare una programmazione interasse, come ci chiede l'Unione Europea, in modo tale che quei fondi possano essere utilizzati per favorire le aree montane.
Ricordo un dato, che magari può essere modificato, ma io ricordo quello che, in qualche modo, mi feci certificare da IRES nel 2013, quand'ero Assessore alla Montagna. Ogni anno, i Comuni montani piemontesi "beneficiano" (fra virgolette) di due fondi: uno è quello per la montagna previsto con fondi regionali della Regione Piemonte, poco più di 10 milioni di euro; una seconda misura sono i 67 milioni di euro - ripeto: 67 milioni di euro - di fondi strutturali europei che ricadono selle aree montane.
La vera sfida che poneva la programmazione strategica in area montana era di usare quei 67 milioni di euro nel modo migliore possibile, in modo tale che non finanziassero, in favore di persone residenti in montagna, il corso di formazione professionale relativo all'informatica o ad altre professioni, che non hanno alcuna caratterizzazione con il mondo della montagna; se si parlava di formazione, d'istruzione e di politiche sociali dovevano riguardare interventi sulla montagna.
Rammento, per esempio, alcune province delle Alpi italiane, che grazie al FSE, hanno finanziato assegni di natalità o anche assegni di residenzialità nelle aree montane o come con il FESR si siano finanziati assegni d'incentivazione economica per chi rimane o investe in area montana.
Tutto questo, che rappresentava la vera sfida lanciata a quest'Amministrazione regionale, in termini di programmazione e che fa parte del documento strategico unitario (mai modificato), non è stato oggetto delle politiche di quest'Amministrazione.
Entrando nel merito di alcune parti di questa legge, alcuni aspetti sono simbolici di quanta attenzione si sia prestata.
La legge ha molti articoli; il primo Capo riguarda le funzioni montane inoltre ha dei Capi successivi, il Capo 3 e il Capo 4. In particolar modo il Capo 4 riguarda le disposizioni per la salvaguardia del territorio e lo sviluppo socio-economico delle zone montane.
Ciò che riguarda, in termini simbolici, i servizi essenziali in area montana è relegato all'articolo 23, preceduto da tutta una serie di altri aspetti che riguardano il territorio montano; aspetti certamente significativi, ma non tanto importanti, quanto i servizi essenziali da garantire ai territori montani; inoltre, un tema significativo quale quello dei trasporti - ancorché le Unioni non abbiano alcuna delega e io temo anche scarsa capacità d'intervento rispetto all'Agenzia - è relegato all'articolo 24, così come gli incentivi per gli insediamenti nelle zone montane, sono relegati all'articolo 30, ben dopo tutta un'altra serie di aspetti, certamente essenziali, ma non determinanti. Noi, invece, riteniamo che la garanzia dei servizi essenziali e la garanzia dello sviluppo economico, incentivando chi sta in area montana, siano gli aspetti più significativi.
Ricordo altri due aspetti e ho concluso: non è contemplata, pur prevedendola in un ordine del giorno del Consiglio regionale, una fiscalità di vantaggio per le aree montane. Abbiamo votato all'unanimità del Consiglio regionale un ordine del giorno che impegnava la Giunta in tal senso - atto che è stato disatteso - così come una novità inserita dalla legge n. 4, cioè il fatto che i Comuni montani a più alta presenza di residenti in fasce altimetriche più elevate avessero un contributo maggiore rispetto a coloro i quali vivono in fasce altimetriche meno elevate. Anche questo tema viene richiamato soltanto con l'eventuale possibilità che fra i criteri sia previsto che a beneficiarne sia chi vive in aree altimetricamente più elevate rispetto a chi vive in aree altimetricamente meno elevate.
Sono solo alcuni passi, non tutti, perché altri li vedremo durante la discussione generale e durante gli interventi rispetto ai pochi emendamenti di merito presentati.
Ritengo questo ddl non soltanto un atto tardivo, ma anche che rischi di essere, in alcune sue parti, inutile rispetto agli effetti che prefigura.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Ormai sono quasi trent'anni che m'impegno in Amministrazione, un po' meno seguendo il tema della montagna.
Ebbene, in questo arco di tempo, relativamente alle politiche della montagna è aumentata la sensibilità e sono aumentati i provvedimenti legislativi. Parto dal cammino che si è fatto nelle valli per le Comunità di valle (diventate poi Comunità montane) con delle espressioni, anche molto virtuose, di progettualità e anche con qualche criticità.
Queste politiche, tra l'altro, sono state anche tradotte in legge, la n. 16 del 2000, quella che qualcuno chiama la "legge Vaglio"; tra l'altro questa legge è stata abrogata con la legge n. 11. La politica della montagna, in questo momento, è inserita in 23 leggi regionali.
Un processo legislativo ampio ha consentito di arricchire la normativa e andare a centrare una serie di problematiche e politiche.
Ho portato con me il rapporto "Montagna Italia", che fa una bella fotografia - non è più così recente, perché risale all'anno scorso - sul contesto della montagna, ovviamente italiana, concentrando le analisi sulla montagna piemontese. Emergono alcuni aspetti che ci sono noti: intanto il fenomeno delle tendenze migratorie. Si tratta di un fenomeno che, quasi in forma ineludibile, sta portando alla grande concentrazione (pare che aumenti fino al 2050) della popolazione negli agglomerati urbani di maggior dimensione. È un fenomeno non solo italiano, ma mondiale, che acuisce alcune manifestazioni nello spopolamento della montagna; spopolamento che per noi è iniziato nel secondo dopoguerra, ma che ancora oggi per alcune aree fa rilevare elementi di criticità.
Pensiamo al sistema scuole: chiudere una scuola a Torino è un problema perché qualche genitore magari deve impiegare un quarto d'ora in più per portare a scuola il proprio figlio; chiudere una scuola in montagna vuol dire allontanare delle famiglie. Il processo di riduzione demografica incide in forma maggiore sulle aree di montagna perché sono aree che hanno una popolazione anziana percentualmente più alta.
Vorrei ancora aggiungere che, quando parliamo di montagna, va sottolineato che non tutta la montagna è povera: c'è anche una montagna non marginale. Va anche detto che ci sono delle aree ad alta marginalità che invece non hanno nulla a che vedere con la quota altimetrica.
Allora io credo che, in questi anni di politiche della montagna, tutti noi abbiamo un po' assistito al fatto che chi si è occupato di montagna a volte sia un po' caduto nel tranello di lavorare per difendere la montagna.
Sono convinto che ci debba essere una nuova era in cui la montagna non ha bisogno di essere difesa: la montagna ha le sue occasioni per essere protagonista. Alcuni fenomeni sono anche incoraggianti, perché in molte realtà montane stanno prendendo residenza dei giovani con nuove iniziative sono fenomeni incoraggianti sotto quell'aspetto.
L'organizzazione delle Autonomie locali ha avuto il suo apice normativo con la legge 11/2012, che ha predisposto un processo di riordino amministrativo che è stato poco virtuoso, veramente poco virtuoso; fenomeno che in questi anni abbiamo anche la responsabilità di aver accompagnato, ma che ha consentito di costituire molte Unioni dei Comuni, molte Unioni montane, ma molte che non hanno di fatto attivato delle politiche di buona gestione associata dei servizi.
È una legge che non abbiamo approvato con questa maggioranza intendiamoci; tra l'altro, una legge che ha poi avuto un'ulteriore normativa di accompagnamento e di attuazione, che è la legge 3. Mi rincresce sia andato via il Presidente Vignale: avrei voluto ribattere su alcune delle questioni che ha trattato.
La legge n. 3 non parla di montagna. La legge che parlava di montagna che la sua maggioranza ha abrogato, è la legge 11; e in questo momento le norme che noi inseriamo nel disegno di legge 332 non sono scritte in nessuna normativa legislativa vigente.
Aggiungo poi che proprio la legge n. 3 è stata approvata negli ultimi giorni di una passata legislatura, quindi non ci vedo nulla di così strano se noi, in coda a una legislatura, approviamo una legge.
Sono assolutamente rammaricato per il fatto che sia stato tolto dal dispositivo legislativo il Titolo II, che permetteva un riordino del sistema degli Enti locali. Ci prendiamo la responsabilità. Sarebbe stato necessario un tempo più lungo per affrontare la normativa in Commissione: non ce l'abbiamo fatta. È comunque un lavoro che è stato predisposto, è stato oggetto delle audizioni degli organi più rappresentativi e la prossima legislatura può dunque partire da un lavoro fatto anche dagli Uffici.
Se mi permettete, stigmatizzo il comportamento del CAL. In molti anni in cui io ho fatto politica e amministrazione non mi sono mai allontanato dal contesto di una seduta, perché le battaglie si fanno in sede, non si fanno facendo mancare il numero legale, men che mai lo deve fare un organo consultivo come il CAL.
Tanto rispetto per il CAL, di cui io ho anche fatto parte, ma credo sia stato un comportamento poco virtuoso e stigmatizzabile, che non porta a nulla, perché non cambia nulla: ci si doveva soltanto pronunciare, in sede di CAL, ed esprimere un parere contrario, se c'era qualche norma che contraddiceva gli interessi degli Enti locali.
Adesso vorrei parlare della legge. Allora, cosa cambia questa legge? Intanto offre degli strumenti, e ne cito tre: 1) consente una programmazione annuale che prima non c'era: una montagna che sia attiva è una montagna che deve essere anche un po' pensata dalla politica in un'ottica di programmazione, e la programmazione annuale consente di attivare politiche di bilancio che hanno quella visione; 2) la Conferenza dei Presidenti delle Unioni montane mi sembra il luogo adatto per attivare in modo costante un'interlocuzione che consenta ai Presidenti delle Unioni montane di essere auditi e di essere partecipi di un processo delle politiche di programmazione regionale; 3) il tema dell'Osservatorio della montagna, perché la montagna ha bisogno di essere monitorata: se vogliamo pianificare e programmare, è assolutamente necessario che si mantenga un livello di studio e di approfondimento costante.
Le disposizioni del testo di legge, di fatto, mettono in luce le specificità di tutte le azioni, dei servizi e dei sistemi che caratterizzano le pratiche della montagna. Cosa che prima non c'era.
Vado alla conclusione. Credo che, affrontando una legge di questo tipo possiamo vivere la montagna sotto diverse forme. Lo possiamo fare - come normalmente si fa - con un atteggiamento romantico, lo possiamo fare con un atteggiamento conservativo e di salvaguardia oppure, come spesso si fa pensando alla montagna come una bella palestra e un parco giochi che si abbandona quando non interessa più. Credo che anche nell'attività legislativa incida il sentimento e la sensibilità rispetto ad alcuni argomenti.
Per questo credo che sia corretto richiamarci, nel votare questo provvedimento o anche nell'affrontare la discussione che verrà dopo, al rispetto di chi in montagna si identifica, al rispetto nei confronti di coloro che per stare in montagna fanno sacrifici e alla montagna dedicano del tempo. Parlo degli amministratori e di coloro che scelgono iniziative di volontariato in montagna, che consentono di mantenere vive delle attività locali. Lo dico con una frase che si usa per chi fa sport in montagna: il rispetto alla montagna vuol dire non sfidarla; ma vorrei parlare dei montanari e credo che rispettare i montanari voglia dire cercare sentieri per il loro futuro. Sono convinto che questa legge lo faccia.



PRESIDENTE

Abbiamo deciso che la relazione del Consigliere Mighetti sarà svolta nel pomeriggio, quando il Consigliere sarà presente.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Turistico "Ciampini Boccaldo" di Novi Ligure


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Turistico "Ciampini Boccaldo" di Novi Ligure in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Montagna

Esame disegno di legge n. 332, inerente a "Disposizioni in materia di valorizzazione e di sviluppo della montagna" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 332, inerente a "Disposizioni in materia di valorizzazione e di sviluppo della montagna" di cui al punto 4) all'o.d.g.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

La legge sulla montagna che cominciamo a discutere oggi in Consiglio ha già visto le nostre critiche nella discussione in Commissione, perché si pensa di portare a fine legislatura il completamento di alcuni percorsi come abbiamo fatto di recente per le aree protette - e di incardinare portandola a termine, una norma importante e centrale per il Piemonte, che vede il 44% della propria superficie occupata dalle aree montane e che vede le aree montane come elemento centrale della tutela del territorio dell'approccio alle cosiddette aree interne e anche a problematiche di marginalità economica, lavorativa e sociale, di deficit infrastrutturale e di servizi pubblici. Problematiche che sono andate accumulandosi negli anni e peggiorando nel corso di questi ultimi anni dai movimenti tettonici, dal continuo mutare, anche piuttosto traumatico, delle configurazioni istituzionali.
Abbiamo visto cambiare l'assetto delle gestioni delle funzioni fondamentali dei Comuni nelle aree montane, passando dal discorso delle Comunità montane - prima numerose poi riunite, poi soppresse e trasformate in Unioni montane - sempre in maniera paternalistica, calata dall'alto e senza grande attenzione alle conseguenze pratiche e concrete sul funzionamento delle istituzioni più vicine ai cittadini: i Comuni.
Questo è un tema già importante che, in parte, si provava ad affrontare in un primo pezzo di questa legge, poi stralciato, che affrontava il tema della gestione associata delle funzioni dei Comuni; tema, anche questo, che avremmo dovuto affrontare all'inizio della legislatura, disintegrando il prima possibile la legge cosiddetta "Maccanti" che, nel 2012, ha creato il problema che ci siamo trascinati per tutta la legislatura, la liquidazione delle Comunità montane e del passaggio alla struttura delle Unioni di Comuni attualmente ancora estremamente disfunzionali.
Questa legge non affronta questo problema, anzi nella parte che rimane rischia ancora di essere tutto sommato una legge per il finanziamento delle Unioni di Comuni nelle aree montane, cosiddette Unioni montane, legge che purtroppo, poco farebbe per affrontare in maniera sistematica e sistemica gli effettivi problemi accumulatisi nel tempo, proprio perché la politica spesso si è nutrita di piani e di norme prodotte a fine legislatura per il fatto che, purtroppo e in alcuni casi anche per fortuna, cambiando il colore politico della Giunta, cambiavano gli approcci al problema.
Uno dei problemi di fondo del fatto di arrivare con una norma così importante a fine legislatura è che non sapremo mai se il suo dispiegamento e la sua attuazione sarà quella che i proponenti intendevano dare. Infatti immagino che, anche sul tema delle leggi citate poc'anzi dai colleghi, ci fossero certe intenzioni, ma purtroppo le cose sono andate diversamente. E sono tanti "purtroppo" importanti, perché parliamo di nuovo di territori in difficoltà, che hanno delle potenzialità, ma che sono sempre state viste in termini di sfruttamento.
Viene in mente il tema classico delle politiche energetiche. In tutte le legislature si è sempre parlato dello sfruttamento delle biomasse forestali che in Piemonte, ovviamente, si concentrano nelle aree montane.
Ma è sfruttamento. E' sfruttamento perché già i numeri di due legislature fa, ci dicevano che consumiamo più biomassa di tutta quella che potremmo produrre se avessimo una gestione efficiente delle foreste. Cosa che non abbiamo mai fatto.
Non siamo mai veramente intervenuti sulle questioni di fondo sull'accessibilità delle zone montane che, prima ancora di essere accessibili per poter produrre, poter sfruttare o anche solo poter mantenere e tutelare tutto quello che volete, dovrebbero essere accessibili per poterci vivere. Non esiste sviluppo, non esiste attenzione e non esiste soluzione alle tematiche della montagna senza qualcuno, lì, che ci possa vivere.
Il presidio agricolo, il presidio del territorio, il presidio dei servizi pubblici è fondamentale affinché possano poi svilupparsi quei presupposti legati anche ad un'attività economica. Se non ho scuole, non ho trasporto pubblico, non ho servizi sanitari, ho difficoltà a raggiungere certi luoghi, non ho internet o ce l'ho molto scarso, vado a tagliare le gambe anche a politiche interessanti.
In questa legislatura abbiamo approvato, ad esempio, alcune innovazioni sul tema dell'ospitalità extralberghiera in linea con altre iniziative. In altre parti d'Italia si era pensato di mettere, quasi obbligatorio, la disponibilità di internet all'interno dei bed and breakfast o degli affittacamere. Purtroppo l'abbiamo tolto perché oggi, anno del Signore 2019, ci sono aree, in particolare quelle dove l'ospitalità extralberghiera è più diffusa e che può sfruttare abitazioni normali offerte ai turisti non sono coperte da un servizio internet funzionante. Non solo, ci sono Comuni e anche centri abitati con servizi pubblici di tipo scolastico che non sono in grado di offrire internet nelle scuole, negando l'educazione all'informatica e all'uso delle nuove tecnologie all'interno delle scuole.
Questo nel 2019, quando ci riempiamo la bocca del piano per la banda ultra larga - oramai in ampio ritardo di oltre due anni: è uno scandalo, mai affrontato, non perché non sia stato scritto in qualche piano, in qualche programmazione. Sono stufo di vedere programmazioni senza risultati. Questo è il problema.
Noi abbiamo provato a lavorare su questo, ma purtroppo il tempo è stato poco (questo ci dispiace molto); non sapremo, vedremo nella prossima legislatura cosa succederà, se cambierà, se si proverà a dare almeno attuazione. Abbiamo lavorato su un concetto abbastanza pratico, sul fatto di definire - visto che non l'abbiamo fatto prima - invece di cose calate dall'alto, quali sono i servizi essenziali pubblici per garantire vivibilità e residenzialità per poter vivere in montagna e nelle aree montane.
E non c'è solo la montagna, ma anche le valli. Abbiamo cinquanta chilometri di valle, con una strada provinciale piena di buche e a volte interrotta. Ci sono Comuni isolati da cinque anni (esempio il Comune di Elva). Ogni anno ho chiesto almeno di fare uno studio di fattibilità per risolvere la viabilità provinciale. Vogliamo arrivare con le fibre ottiche in tutte le abitazioni, ma non ci arriviamo con le persone (quindi non so chi userà mai questa banda, semmai arriverà). Queste sono le problematiche.
La prima cosa su cui abbiamo lavorato è stato definire quali sono i livelli essenziali, lo abbiamo fatto per la sanità e lo abbiamo fatto per tante cose, ma definiamo anche che cosa serve per poter vivere in montagna.
Non dico in maniera uguale alle aree di pianura, ma almeno con un livello di servizio accettabile in termini di scuole, istruzione e formazione. In termini di presidio sanitario che vuol dire disponibilità di medici di famiglia e di pediatri: non si dovrebbero fare 15-20 chilometri per andare dal medico di famiglia o dal pediatra. In termini anche di servizi internet.
Sono questioni per cui occorrerà adeguare concretamente le politiche regionali, cui si dovrà fare riferimento quando la Conferenza dei Presidenti delle Unioni Montane si riunirà, come organo consultivo, per vedere con la Regione come affrontare il tema da Domodossola a Novi Ligure.



PRESIDENTE

Ci sono altri Consiglieri che chiedono di intervenire in discussione generale?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Possiamo chiudere il Consiglio regionale.
Ricordo che alle ore 14.15 proseguono i lavori della VI Commissione la cui seduta è stata sospesa. Il Consiglio riprenderà subito dopo la Commissione e proseguirà fino alle 20.00.
La seduta è tolta (La seduta ha termine alle ore 12.53)



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