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Dettaglio seduta n.396 del 26/02/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
In parte questa discussione l'abbiamo già affrontata in Conferenza dei Capigruppo ma, visto che la convocazione del Consiglio aperto con FCA, il Consiglio comunale di Torino e le parti sociali, come sapete, è saltata, ho voluto inviare una lettera al Presidente del Consiglio e al Presidente Chiamparino per capire.
Credo che su questa vicenda non si possa più tacere. La scorsa settimana diverse centinaia di lavoratori hanno organizzato un'assemblea davanti ai cancelli di Mirafiori facendo un appello a tutte le istituzioni, in primis alla Regione e al Comune, affinché la vicenda degli investimenti di FCA non venga dimenticata.
Credo non solo che sia un bene che la Giunta possa rendere le comunicazioni prima possibile sulla vicenda, ma credo che anche il Governo non possa dopo gli errori durante la Finanziaria, far finta che da lì parta un pezzo dello sviluppo del nostro Paese, soprattutto un pezzo della salvaguardia industriale.
Per questo motivo, chiederei al Presidenza o alla Conferenza dei Capigruppo di calendarizzare, il prima possibile, le comunicazioni della Giunta in materia e di avviare un dibattito pubblico anche in Aula.



PRESIDENTE

Domani ne discuteremo durante la Conferenza dei Capigruppo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sinatora; ne ha facoltà.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Nei primi giorni di febbraio, appena avuta notizia degli sviluppi sulla querelle delle piastrelle del famigerato Palazzo Unico, il Gruppo Lega Nord presentò un'interrogazione urgente, tuttora senza alcuna risposta da parte della Giunta, per chiedere spiegazioni circa l'ennesimo problema sulla ripresa dell'esecuzione dei lavori del cantiere che, verosimilmente, farà ritardare ulteriormente il completamento dell'edificio e della relativa possibilità del suo utilizzo.
Ricordo che i cittadini stanno continuando a pagare le rate del mutuo per un edificio che non potrà essere utilizzato ancora per molto tempo e annullando il beneficio ipotizzato sul risparmio degli affitti delle altre sedi.



PRESIDENTE

Consigliere Senatora, mi scusi, non si può fare un intervento sulle piastrelle. Se ha una richiesta da fare, la faccia. È un argomento da discutere in Conferenza dei Capigruppo, ma non questa mattina, perché il Regolamento non prevede questo modo di lavorare. Porti avanti la questione alla Conferenza dei Capigruppo e il suo Capogruppo presenti l'urgenza affinché la Giunta risponda a questo tipo di interrogazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bona; ne ha facoltà.



BONA Angelo Luca

Grazie, Presidente.
Chiediamo se, nell'arco della giornata, sia possibile trattare un ordine del giorno che abbiamo presentato sull'utilizzo delle bioplastiche nell'ambito delle feste piemontesi.
In questo momento è un tema di grande attualità, perché tutte le associazioni piemontesi stanno organizzando e programmando la stagione delle sagre, che coinvolgerà circa 100.000 volontari in Piemonte e qualche milione di pezzi di plastica.
Se nell'arco della giornata fosse possibile trattare questo ordine del giorno, potrebbe essere una cosa utile.



PRESIDENTE

Non è inserito nell'o.d.g. di oggi e il suo Capogruppo non ha chiesto alla Conferenza dei Capigruppo di inserirlo; vedremo come si configurano i lavori di oggi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Visto che si fa un gran parlare di internazionalizzazione del Piemonte e di apertura del Piemonte verso gli altri Paesi, soprattutto perché alcuni politici sono molto innamorati dei buchi nelle montagne e dei cantieri, due parole sulla crisi dell'aeroporto di Torino le vuole dire il Presidente Chiamparino in questo Consiglio regionale? Sono settimane che si rincorrono sui principali giornali nazionali o sulla cronaca locale (La Stampa, Repubblica, Il Corriere della Sera, ma anche Torino Cronaca), articoli in cui si parla di un continuo depauperarsi delle rotte del nostro aeroporto internazionale. È vero che la Regione inopinatamente, e anche il Comune di Torino hanno venduto le quote azionarie all'interno di SAGAT, ma visto che dovevamo essere, alla fine del mandato del Presidente Chiamparino, la nuova Borgogna, forse due parole sull'aeroporto per non farci cannibalizzare.



PRESIDENTE

Qual è la richiesta, Consigliere Bono?



BONO Davide

Una comunicazione su quali possono essere le strategie - mi sembra chiaro della Regione.



PRESIDENTE

Domani alla Conferenza dei Capigruppo, come per gli altri temi che sono stati presentati, affronteremo la questione e la calendarizzeremo.



BONO Davide

Grazie, Presidente.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Batzella, Cassiani, Cerutti, Ferrari e Gancia.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 19 febbraio 2019.


Argomento:

c) Costituzione nuovo Gruppo consiliare da parte del Consigliere Molinari


PRESIDENTE

È pervenuta nota, da parte del Consigliere Molinari, con la quale comunica di lasciare il gruppo Partito Democratico a decorrere dal 1° marzo e di aderire al Gruppo Misto. Il Consigliere Molinari Comunica, altresì, di rassegnare dalla medesima data le dimissioni dalla carica di Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza. Precisa che continuerà a restare all'interno della maggioranza.


Argomento:

d) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma nove del Regolamento interno


PRESIDENTE

In data 20 febbraio 2019 la I Commissione Consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato all'unanimità la deliberazione legislativa avente a oggetto "Autorizzazione delle richieste di anticipazione di liquidità, ai sensi dell'articolo 1, commi da 849 a 857 della legge 30 dicembre 2018, n.
145".
In data 25 febbraio la I Commissione consiliare riunita in sede legislativa ha approvato le deliberazioni legislative avente a oggetto "Istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) e modifiche alla legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 'Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali"; "Modifica dell'articolo 3, della legge regionale 3 agosto 2011, n. 15 (Disciplina delle attività dei servizi necroscopici funebri e cimiteriale, modifica della legge regionale 31 ottobre 2007 n. 20)".


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso


Argomento:

f) Richiesta di comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Il 13 febbraio il Consigliere Tronzano ha presentato richiesta di comunicazioni della Giunta regionale relativamente all'analisi costi benefici della realizzazione della linea ad Alta velocità Torino-Lione.
È altresì pervenuta la richiesta del Consigliere Grimaldi di comunicazioni in Aula del Presidente Chiamparino sul futuro di FCA.


Argomento:

g) Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Evoluzione questione TAV - collegamento Torino-Lione"


PRESIDENTE

In data 22 febbraio è pervenuta la richiesta del Presidente della Giunta regionale di poter fare comunicazioni su questo tema, anche al fine di verificare la possibilità di indire una consultazione popolare ai sensi dell'articolo 86 dello Statuto della Regione Piemonte.
Il Presidente Chiamparino svolgerà comunicazioni sul tema dell'Alta velocità.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 13 febbraio 2019.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento:

Nomine

Argomento:

Proposta di deliberazione n. 391 "Fondazione CRT - Cassa di Risparmio di Torino - Consiglio d'indirizzo" - designazione di due terne, nel cui ambito la Fondazione provvederà a nominare due Consiglieri


PRESIDENTE

Ai sensi dei commi 1 e 2 dell'articolo 79 del Regolamento interno del Consiglio regionale, rammento quanto segue: "Qualora il Consiglio debba procedere alle nomine o designazioni di più di due persone e non ne siano previste le modalità di votazione, ciascun Consigliere limita il proprio voto, ove non sia diversamente proposto con parere unanime della Commissione consultiva per le nomine, ai due terzi degli eligendi, con arrotondamento della eventuale frazione di numero all'intero più vicino. A seguito dello spoglio delle schede, si procede alla determinazione della graduatoria dei candidati in ordine decrescente rispetto ai voti riportati.
A parità di voti prevale il più anziano di età".
Per la designazione delle due terne di candidati per il Consiglio d'indirizzo si procede con due votazioni distinte; nella prima votazione si voterà la prima terna di candidati e, una volta proclamate la prima terna, gli Uffici predisporranno una nuova scheda di votazione per la quale saranno scorporati i nominativi dei soggetti proclamati eletti nella prima terna e si procederà con una seconda votazione.
Invito, pertanto, i Gruppi consiliari di minoranza di procedere all'assunzione del proprio candidato per la formazione della prima terna di candidati relativi alla Fondazione CRT.
Ricordo, infine, ai signori Consiglieri di prestare attenzione ai casi di omonimia e, in tale ipotesi, di riportare sulla scheda anche il nome del candidato.
La minoranza dovrebbe indicare la persona che, in rappresentanza della minoranza, dovrebbe essere inserita all'interno della terna.
Le minoranze hanno un nome da indicare?



PRESIDENTE

FLUTTERO Andrea (fuori microfono)



PRESIDENTE

Dobbiamo votare?



PRESIDENTE

Dovreste indicare un nome in rappresentanza delle minoranze; naturalmente non siete obbligati.
Procediamo con la votazione.
Nomino scrutatori i Consiglieri Ottria e Bertola.
Prego la Vicepresidente Motta di procedere all'appello nominale.



(La Vicepresidente Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

Svolgo ancora una comunicazione, come da "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", di cui al punto 1) all'o.d.g.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

h) Approvazione Piano degli indicatori di bilancio relativi al bilancio 2019-2021 del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Ai fini degli adempimenti di comunicazione di cui all'Allegato 4.11 del decreto legislativo, comunico che l'Ufficio di Presidenza ha approvato, ai sensi del decreto legislativo, il Piano degli indicatori di bilancio relativi al bilancio 2019-2021 del Consiglio regionale, comprensivo della nota integrativa.
Il Piano è parte integrante dei documenti di programmazione e di bilancio di ciascuna Amministrazione pubblica, ed è rappresentato da un sistema di voci riferite ai programmi e agli altri aggregati di bilancio.
Per ciascuno degli indicatori previsti vengono riportati alcuni rapporti significativi tra alcuni macroaggregati di entrate e di uscite e la definizione del valore percentuale relativo all'incidenza per ciascuna delle tipologie delle entrate e delle missioni e programmi di spesa.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Evoluzione questione TAV collegamento Torino-Lione"


PRESIDENTE

Adesso darei la parola al Presidente Chiamparino per le Comunicazioni della Giunta regionale aventi a oggetto "Evoluzione questione TAV - collegamento Torino-Lione".
Invito ognuno a prendere il proprio posto per consentire al Presidente di svolgere il suo intervento.
Prego, Presidente Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente; grazie di aver accettato la mia richiesta di fare un breve intervento di comunicazioni su una questione che ormai sta diventando annosa, ovvero quella del blocco dei lavori sul collegamento Torino-Lione che il Governo Lega e 5 Stelle sta perpetuando.
Non faccio la storia, anche se sarei tentato, perché basta accendere una radio o una televisione in qualsiasi momento del giorno e su questo tema si assiste a una divulgazione di fake news di massa, spesso non contraddette anche da chi potrebbe farlo, che inviterebbero, ogni volta che uno ha l'occasione di parlare, a rifare tutta la storia - ma non voglio approfittare del tempo e non lo faccio.
Mi limito a parlare delle cose per le quali ho chiesto la comunicazione cioè le novità che nascono da quando (dieci giorni fa), nel Consiglio d'Amministrazione di TELT, che è la società di gestione che sta realizzando il traforo, su richiesta del Governo italiano, c'è stato l'ennesimo rinvio sull'indizione dei bandi di gara per la prosecuzione dei lavori - ripeto che si stanno svolgendo e che, senza i nuovi bandi, si bloccheranno al più tardi entro la primavera.
A questo rinvio si è aggiunta una lettera messa a verbale dal Responsabile dell'INEA, cioè dal Responsabile ufficiale dell'Agenzia della Commissione europea, il quale, nero su bianco, scrive che, se entro la fine di marzo non partiranno i bandi, si cominceranno a perdere 300 degli 818 milioni che l'Unione Europea ha già stanziato per la parte internazionale.
Quindi questo è il primo segnale concreto, ufficiale e formale che quanto andavamo dicendo da tempo, e cioè che vi era il rischio di perdere dei contributi europei, non è una fake news, non è una "balla", ma è semplicemente la verità pura e semplice.
Seconda questione. Dal momento che io ritengo che la "melina" del Governo sia unicamente finalizzata a spostare qualsiasi decisione a dopo le scadenze elettorali di fine maggio, in particolare quelle europee, vedo su questo un rischio aggiuntivo più grave. Come sapete tutti voi meglio di me le elezioni europee eleggeranno un nuovo Parlamento; un nuovo Parlamento porterà con sé una nuova Commissione europea e nessuno, ma proprio nessuno può escludere che una nuova Commissione europea.
A parte i tempi, che vuol dire sicuramente scavallare l'estate, periodo necessario affinché la nuova Commissione si sia insediata e giustamente esamini i dossier che sono sul tavolo.
Dicevo, nulla esclude (io non mi sento di escluderlo) che qualcuno possa dire: "Ma sapete cosa? Visto che gli italiani hanno così bisogno di approfondire su questo pezzo cruciale di un corridoio europeo, che è il Corridoio 5, detto Corridoio Mediterraneo (da Kiev a Barcellona), ci sarebbero due o tre progettini nei Paesi baltici, sui porti del Nord dell'Europa e nei Balcani: cominciamo a metterli lì, i soldi. Intanto voi riflettete e vedremo".
Questo è il rischio più concreto, perché non sono i tre o quattro mesi in più o in meno (seppure il tempo non sia una variabile indipendente), ma è il fatto che, con un nuovo scenario europeo, possa seriamente essere messa a repentaglio la realizzazione dell'opera.
Non credo di doverla ripetere qui, perché ce la siamo già detta tante volte e non voglio rifare la storia, ma intendo stare sulle questioni che richiedono una risposta politica immediata, però non vi è dubbio che bloccare quell'opera vuol dire pregiudicare in modo radicale la possibilità di collegamenti ambientalmente sostenibili con la Francia e con l'intero ovest dell'Europa. Anche perché ne ho "basta" della storia che è sufficiente migliorare il tunnel attuale, quando chiunque vada a vedere il tunnel attuale, scopre che non ci sono le uscite di sicurezza, che bisognerebbe costruire una canna nuova, che le pendenze sono quelle che sono e non sono modificabili, che i raggi di curvatura sono quelli che sono e non sono modificabili, e così via. Quello sì - è inutile ripeterlo sarebbe uno spreco di soldi! Quello sì! Destinare un miliardo e mezzo o due invece di tre per costruire un'opera a 1.300 metri sarebbe inutile! Peraltro, non lo farebbe nessuno.
Dunque, il rischio è che si pregiudichi in modo serio la possibilità di avere un collegamento più sicuro e ambientalmente più sostenibile, al di là di quello che pensa il professor Ponti (mi riferisco al fatto di spostare il più possibile su rotaia il traffico di merci e passeggeri), e quindi la possibilità di avere uno dei due assi, insieme al Terzo Valico, che consentirebbe di investire strategicamente sulla logistica e sul sistema di trasporto come fattore di sviluppo economico sostenibile e come fattore di crescita.
Quanti posti di lavoro si perderebbero non lo so: ciò che so di sicuro è che se si blocca quest'opera, mille lavoratori che stanno attualmente lavorando sarebbero a casa. Questo lo so, perché sono lì, basterebbe contarli. Stanno lavorando e se l'opera si blocca, come minimo vanno in cassa integrazione per un po' di tempo.
Questo è un danno sicuro, cui, ovviamente, si aggiungono tutti gli altri relativi alle mancate prospettive di crescita.
Io ritengo che su questo il Consiglio debba far sentire la sua voce, in modo forte e chiaro: bisogna che il Governo decida.
L'11 marzo, cioè fra due lunedì, il Consiglio di TELT torna a riunirsi (anzi, non è mai stato chiuso, è stato mantenuto aperto proprio per questo). Come ho detto, l'11 marzo all'ordine del giorno ci sarà l'indizione dei bandi di gara: il Governo scriva una lettera che dia il via libera ai bandi.
Non c'è bisogno di continuare a fare pantomime elettorali a favore delle telecamere per dire "io sono a favore" o "io sono contro". Basta decidere! Basta decidere! Basta decidere!



(Commenti della Consigliera Frediani)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Io gioco di rimessa, cara Consigliera Frediani!



PRESIDENTE

Lasciamo intervenire il Presidente, poi ciascuno potrà fare le proprie considerazioni.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Parlo di "gioco di rimessa", come si dice in gergo pseudocalcistico, perch credo, in questo modo, di difendere quello che pensa la stragrande maggioranza dei piemontesi e, soprattutto, gli interessi del nostro territorio.
Però - lo ripeto - il Governo decida: basta con le pantomime elettorali.
C'è la scadenza: 11 marzo. C'è il luogo: il Consiglio di Amministrazione.
Basta una lettera che dica "andate avanti con i bandi".
Se non si fa questo - io spero lo si faccia, anche se temo che non avvenga i rischi che, a questo punto, tutto vada rimandato a dopo le elezioni europee, con le conseguenze che ho detto, sono molto seri.
Due parole, infine, sull'ipotesi della cosiddetta "mini TAV", che sembrerebbe un'ipotesi.
Non contiamoci balle anche su questo: scusate se uso un linguaggio poco "oxfordiano"! Se "mini TAV" significa non far fare la stazione di Susa a una qualche archistar, io non ho nulla in contrario, lo dico subito. L'importante è che ci sia una fermata, fatta anche da qualche ingegnere delle Ferrovie, un luogo dove i treni che vogliono servire il turismo della Valle e dell'Alta Valle si possano fermare. Quindi se stiamo parlando di risparmiare neanche un centinaio di milioni su un totale di un miliardo e sette, io sono d'accordo, lo dico in questa sede in modo che si sappia, è chiaro? Susa val bene una messa! Detto questo, però, il resto della "mini TAV" c'è già, perché è quella fatta in precedenza dall'ultimo Governo Berlusconi e dai Governi di centrosinistra che hanno progressivamente cambiato il progetto, dopo che era stato spostato sulla destra della Dora, cancellando il sottopasso dell'Orsiera e utilizzando la linea storica, e cancellando la cosiddetta "Gronda merci" attorno a Torino. È chiaro questo? Questa è la "mini TAV".
Se, invece, "mini TAV" vuol dire che non si raggiunge più lo scalo merci di Orbassano, questo vuol dire non fare proprio la TAV, o perlomeno vuol dire non fare la TAV per la cosa che serve di più, cioè avere un mezzo di trasporto merci di lunga portata che abbia in Torino un punto di riferimento strategico.
Quindi, comunque la si metta, che si faccia la galleria sotto la collina morenica o che si trovi un altro tracciato (non so se è possibile, perch non sono un tecnico) o comunque una linea dedicata che arrivi all'interporto di Orbassano, bisogna farla! Per quanto riguarda il costo, se riusciamo a ridurlo di qualcosina va benissimo, ma bisogna sapere che questo è un nodo. Perché se si taglia fuori il passante ferroviario di Torino, con le sue stazioni passeggeri, e l'interporto di Orbassano, questo vuol dire fare non la Milano-Torino Lione, ma vuol dire fare la Milano-Lione, e questa è un'altra cosa.
Mi avvio alla conclusione. Io credo che su questa scadenza dell'11 marzo si debba esercitare ogni forma di pressione politica.
Conoscendo lo Statuto dalla Regione, ho visto che l'articolo 86 consente di indire una consultazione popolare. Capisco che il referendum debba essere centrato su argomenti di carattere legislativo-amministrativo regionale quindi non è considerabile a questo fine. Per cui chiedo sommessamente e umilmente alla Presidenza del Consiglio regionale di verificare se è possibile attivare questa procedura, che è un modo per dare voce ai cittadini piemontesi nel modo più a basso costo possibile.
Sono anche favorevole all'ipotesi avanzata per primo da Mino Giachino, se ricordo bene, di farla in concomitanza con le elezioni regionali, sempre che non si sblocchino prima le cose. Perché c'è una data, che è una deadline, come si dice, che è l'11 di marzo: se l'11 marzo partono i bandi sarò il primo a dire: "Bene, si è sbloccata l'opera".
Se invece non parte, c'è bisogno di un luogo in cui far sentire cosa pensano i piemontesi. Mi va benissimo quell'ipotesi - lo ripeto - per spetta alla sovranità della Presidenza del Consiglio verificarne le modalità e le possibilità.
Noi abbiamo il dovere, come Consiglieri regionali del Piemonte, di trovare un modo per far sentire cosa pensano i piemontesi, qualora persisterà il blocco della TAV.
Io non chiedo che si vada a sentire la voce dei piemontesi sulla TAV perché hanno ragione quelli che dicono che in realtà è già stata decisa dai Governi e dal Parlamento europeo, per cui non c'è bisogno di un altro referendum. Ciò che chiedo è che si dia la voce ai piemontesi, sempre che non si sblocchi prima la situazione, per far sentire cosa pensano del fatto che il Governo Conte-Salvini-Di Maio ha bloccato o intende bloccare o probabilmente, intende mettere a repentaglio la realizzazione della TAV.
Questo è il quesito che va posto ai piemontesi, non quello "volete la TAV sì o no?", perché quello l'hanno già detto, la vogliono, è il Governo che la sta bloccando.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo di nuovo qui a parlare di TAV, su richiesta del Presidente della Regione Chiamparino. Siamo di nuovo a parlare di TAV. Siamo a parlare di TAV prima del bilancio, perché diciamo anche quali sono le nostre competenze: ai piemontesi, in questo momento, serve un bilancio previsionale per l'anno 2019 e lo dobbiamo fare noi. Questo è quello che dobbiamo dare in questo momento ai piemontesi, però prima del bilancio bisogna di nuovo parlare di TAV.
Secondo il Presidente Chiamparino, bisogna parlarne dopo che è stata pubblicata un'analisi costi-benefici che era all'interno di un impegno che due forze politiche si sono prese nel momento in cui hanno avuto l'incarico di Governo.
Questa analisi costi-benefici certifica che il TAV è un'opera inutile e costosa, perché le spese sono di oltre sette miliardi di euro superiori ai benefici. Su questo, ci dovrà essere una decisione politica del Governo.
Noi ovviamente, per parte nostra, siamo di nuovo a chiedere che quest'opera venga fermata perché non serve ai piemontesi e, soprattutto, non serve agli italiani.
Invece siamo ancora qui a parlarne perché lei, Presidente Chiamparino, di occuparsi delle priorità dei piemontesi non ha più nessuna intenzione. Non ha più nessuna intenzione; ha già scritto il suo programma che porta un unico punto: il TAV; tutto il resto è una serie di titoli, un'elencazione di titoli di cose che lei avrebbe già potuto e dovuto fare in questi cinque anni, e che invece non ha fatto.
Per cui, invece di parlare del suo fallimento, parla ancora di TAV, prima di approvare un bilancio.
Prima della fine della legislatura ci sono ancora provvedimenti che devono trovare approvazione per i piemontesi perché, attenzione, lo dico perch questi sono tecnicismi e non tutti lo sanno (poi ovviamente ci ascoltano anche da fuori e noi abbiamo il dovere di spiegare bene cosa facciamo), la fine della legislatura non è il 26 maggio quando si vota per il rinnovo, ma tecnicamente è prima.
Pertanto, ci sono provvedimenti che dobbiamo licenziare, nell'interesse dei piemontesi, entro la fine di marzo o l'inizio di aprile, perché poi si sospende l'attività legislativa.
Questo è quello che è bene che sappiano i piemontesi.
Sono provvedimenti di competenza regionale, quindi è il nostro lavoro quello per cui i piemontesi ci pagano (qualcuno viene pagato profumatamente, noi invece una parte la restituiamo, ma questo ormai fortunatamente, lo sanno tutti).
Adesso è uscita questa pantomima, per usare le sue parole, del referendum della consultazione popolare.
Sono contento che dopo la prima gaffe - però può capitare a tutti di fare delle gaffe - lei sia andato a leggersi lo Statuto della Regione Piemonte perché all'inizio aveva parlato di referendum, articolo 33 quando - l'ha detto lei oggi - sa benissimo che non si può fare, innanzitutto perch manca ancora una legge a regolamentarlo. È scritto nello Statuto, ma non si è mai fatto, e poi un referendum regionale deve riguardare provvedimenti di natura regionale e non nazionali o addirittura sovranazionali, come il progetto di una linea ferroviaria internazionale.
Adesso si parla di consultazione popolare che, se devo ragionare come lei (bisogna sempre mettersi nei panni degli altri e io lo faccio), è qualcosa che è meno che simbolico. Mesi fa, quando si parlava delle proposte sull'autonomia, io avevo detto: "Presidente, però secondo me hanno fatto meglio Lombardia e Veneto perché hanno fatto prima un referendum, hanno consultato i cittadini". Lei disse: "Sì, però un referendum sarebbe simbolico".
Benissimo, e allora, se il referendum è una cosa simbolica, una consultazione popolare (anche che non si capisce ancora come può essere fatta e quali soggetti può consultare) deve avvenire solo per alcuni soggetti, perché se li consulta tutti, allora è un referendum. Se è una consultazione popolare, allora la Giunta regionale decida di consultare una/due/tre/cinque categorie (per età, per popolazione, per residenza, per categoria professionale).
Quella è una consultazione popolare. Se il referendum è un fatto simbolico una consultazione popolare è qualcosa di meno che simbolico.
Per cui, il Presidente Chiamparino vuole occupare il Consiglio regionale anzi, prima le Commissioni regionali, perché non pensiate di portare un atto direttamente qua in Aula! Non si è mai fatto e non ci sono precedenti: prima se ne discute in Commissione (e vogliamo avere tutti i dettagli tecnici e normativi) e poi al limite si discute in Aula.
Pertanto, mentre i piemontesi aspettano un bilancio e altri provvedimenti il Presidente Chiamparino vuole occupare l'Aula del Consiglio regionale e le Commissioni regionali parlando di una consultazione popolare.
Vuole far perdere tempo e denaro ai cittadini piemontesi. Questo è bene che si sappia. Tra l'altro, vuol far perdere tempo per qualcosa che sa già lui benissimo che non si può fare, perché non ci sono i tempi per farlo. Ci fossero anche, noi non ve li daremo, ma comunque non ci sono. Non ci sono quindi diventa addirittura simbolico parlarne, non solo fare una consultazione popolare.
Poi magari qualche colpo di mano tipo scrivere ai Ministeri lo tenterete però sappiate che stiamo prendendo in giro - state prendendo in giro - i cittadini piemontesi.
Poi, Presidente, mi devo togliere un sassolino dalla scarpa. Lei parla sempre di Piemonte nell'angolo, Piemonte umiliato. Sono parole forti, ma ovviamente ciascuno si prende la responsabilità di quello che dice. Se lei sente questo, fa bene a dirlo. Però poi riflettiamo sulla base della nostra esperienza politica, del nostro attivismo e delle cose che sentiamo anche dai cittadini. E cos'è che, in questi 10-15 anni, ha messo il Piemonte nell'angolo? Secondo noi, ciò che ha messo il Piemonte nell'angolo e ha umiliato il Piemonte è l'aver raggiunto più di dieci miliardi di euro di debito, con questa classe politica: centrodestra e centrosinistra, non c'erano altri! Presidente Chiamparino, lei fa politica dal 1975, quindi non è arrivato ieri. E anche le persone che sono sedute a fianco a lei: Giunta Bresso Giunta Ghigo (la Giunta Cota ha firmato il piano di rientro) e poi la Giunta Chiamparino. Quindi, la classe politica è questa. Unica Regione del Nord in piano di rientro per la sanità.
Ciò che ha umiliato il Piemonte è lo scandalo delle firme false centrodestra e centrosinistra. Tutti ci siete, perché la passata legislatura è caduta prima perché non c'era più il numero di firme necessarie. Voi vi siete salvati per il rotto della cuffia, perché il numero di firme buone - non quelle false che avete preso - era di poco superiore al minimo necessario. Però mi risulta ci siano nove esponenti del centrosinistra che hanno patteggiato e uno che forse è ancora a processo.
Quindi, quello è truccare, cercare di fare una corsa truccata.
Questo umilia il Piemonte? Secondo noi, sì. Il Piemonte è stato umiliato e messo all'angolo dallo "scandalo rimborsopoli", che è diventato famoso per le mutande verdi. Però un paio di mutande costano dieci euro, le condanne penali e anche contabili riguardano cifre un po' più importanti di una decina di euro. Quindi, qualcuno ha sottratto parecchio, questo dicono le sentenze. Tutto ciò ha umiliato e messo all'angolo il Piemonte.
Secondo noi, il Piemonte è umiliato anche dallo scandalo Finpiemonte, di cui non si parla più. Volevate creare una banca, volevate avere una banca anche voi, volevate che Finpiemonte diventasse una banca e poi non siete neanche stati in grado di mettere in piedi un sistema di controlli decente.
Poi ci saranno le sentenze dei Tribunali, ma quello che è successo è da "Repubblica delle banane". Questo è. Secondo me, dovreste andare a casa solo per quello.
Queste sono le cose che hanno umiliato il Piemonte e i piemontesi, hanno messo nell'angolo il Piemonte e l'hanno fatto uscire in modo negativo, e non altro. Non altro, perché il TAV è stato un fallimento, ma è un fallimento perché se ne parla da 30 anni, perché non c'è nulla, a parte un tunnel geognostico.
Poi, Presidente, facciamo finta che tutto sia deciso, che si fa il TAV, che si va avanti. Facciamo finta, ma il TAV non è una competenza del Presidente della Regione Piemonte. Non è lui che ferma l'opera o che la manda avanti.
Quindi, secondo me, qui bisognerebbe parlare di altro, soprattutto quando ci si presenta ai piemontesi chiedendo il loro voto, perché è un po' pochino.
Il Presidente della Regione, se vuole, al massimo, può andare a vedere i cantieri del TAV. Però, Presidente, se lei ha voglia di andare a vedere qualche cantiere, può andare a vedere il cantiere del grattacielo della Regione. Perché voi parlate di grandi opere, ma non siete stati capaci di finire un palazzo di 42 piani, il cui inizio lavori era datato 30 novembre 2011. Non c'è una cosa che sia andata bene e non vi assolve il fatto che un'azienda abbia lasciato il cantiere, perché in quel periodo non si è stati capaci di mettere dei vetri decenti, ce ne sono più di mille difettosi e nemmeno i pavimenti vanno bene. Quello è il cantiere che pu andare a vedere, quello è il monumento allo spreco, è il monumento alla vostra incapacità.
Quindi, se volete continuare a parlare di TAV per i prossimi mesi, fatelo.
Noi parleremo delle priorità dei cittadini piemontesi.



OTTRIA DOMENICO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Fluttero; ne ha facoltà.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Utilizzerò la definizione "la TAV", perché "il TAV" è il treno ad alta velocità e noi ragioniamo sulla costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità. I treni già ci sono e non dobbiamo decidere di costruire dei treni che ci sono e che funzionano molto bene.
Ho avuto l'onore di essere Sindaco di Chivasso quando si è costruito il tratto della linea ad alta velocità da Torino a Milano. C'erano grandi preoccupazioni, ma oggi la linea da anni funziona e ha portato efficienza e sicurezza nei servizi a tutto il territorio del Nord Italia, ma collegandoci con quella che viene chiamata "la metropolitana d'Italia". Il tratto che ci collegherà con la Francia è semplicemente un prolungamento di questa metropolitana d'Italia, che la collega a un sistema di metropolitana europeo, se possiamo usare questo concetto.
L'ho già detto e lo ripeto, perché quando si parla di TAV, sembra che si parli di una cosa straordinariamente complessa e pericolosa, come se fossero dieci centrali nucleari. Sono dei binari che, anziché portarli a 1.200-1.300 metri di altezza, si fanno correre in basso, facendo dei tunnel più lunghi. Anziché un tunnel solo - pericoloso perché fatto con i criteri dell'Ottocento - se ne fanno due. Si fanno i collegamenti di sicurezza ogni 333 metri e si costruisce un'opera in linea con gli standard di sicurezza e di efficienza attuali e non quelli ottocenteschi.
Lo ripeto, perché può sembrare banale, ma spesso quando si parla di quest'argomento, le persone che ascoltano non si rendono conto che si sta parlando semplicemente di una linea ferroviaria con gli standard di oggi.
La sperimentiamo e la usiamo in tanti, anche coloro che sono contrari alla TAV, per muoversi in tutta Italia e non vedo francamente per quale motivo dovremmo essere contrari al fatto che ci si colleghi con tutta Europa.
Fatta questa premessa, e ribadito che continuerò a chiamarla "la TAV" perché è una linea ferroviaria e non un treno, mi permetto di rispondere all'appello del Presidente Chiamparino.
Presidente, apprezzo i suoi sforzi e la sua proposta di questa mattina.
Certamente, in linea di principio, il nostro partito non può essere contrario ad ascoltare i cittadini. Bisogna interrogarsi sulla reale utilità di quanto lei ha proposto come elemento di riflessione al Consiglio. E quindi, l'ha già detto anche lei nel suo intervento l'obiettivo è l'11 marzo. È una consultazione al di là dei tecnicismi - la chiamiamo "consultazione" o la cambiamo "referendum", ha già corretto lei stamattina, secondo l'articolo 86 e non l'articolo 33 dello Statuto, come prima ricordava il collega del Movimento 5 Stelle correggendo...



(Commenti della Consigliera Frediani)



FLUTTERO Andrea

Hai detto 33. È 86 e non 83, ma lui ha detto 33.



(Commenti fuori microfono)



FLUTTERO Andrea

Non fa niente, era una battuta. Poi, basta sentire le registrazioni: sono così, ma non importa. Basta sentire le registrazioni, ma non è grave.
Al di là dei tecnicismi e dell'utilizzo dello strumento più o meno appropriato, questa mattina lei ha anche detto che le sembrava di buonsenso indire questa consultazione popolare in concomitanza con le elezioni, che sono il 26 maggio. È di tutta evidenza come, rispetto a una deadline dell'11 marzo o di fine marzo, una consultazione a fine maggio non sia particolarmente utile.
Pertanto, siamo d'accordo in linea di principio e siamo fortemente perplessi sulla reale utilità, peraltro su un'opera che è in corso e che com'è stato detto da tutti ed anche da lei, è sostenuta da leggi dello Stato italiano, accordi internazionali, opere in corso, appalti in parte già assegnati. Francamente, non si comprende quale possa essere l'utilità.
Tuttavia, come le dicevo, non essendo, per principio, contrario ad ascoltare i cittadini, quello che mi pare di buonsenso dire (poi, ne parleremo; credo che lei abbia proposto quest'elemento di riflessione affinché se ne parli magari in Conferenza dei Capigruppo, con il Presidente), non essendomi consultato con i colleghi di Gruppo, poiché la sua comunicazione è stata anticipata ai mezzi di comunicazione, come capita spesso in quest'epoca di comunicazioni rapide, più rapide di quelle che stanno all'interno di un'Assemblea come questa, è che se l'obiettivo è quello di sentire un'altra volta i piemontesi, mi pare che si siano già espressi nelle piazze torinesi e in molte altre occasioni a favore di quest'opera.
CAMPO Mauro (fuori microfono) Si sono espressi anche contro.



FLUTTERO Andrea

Si sono espressi contro, come mi suggerisce il collega Campo, spesso purtroppo, anche in maniera abbastanza incivile, ma questo lo lasciamo perdere.
Dicevo che, a buonsenso, se dobbiamo immaginare di esprimerci in concomitanza con le elezioni regionali, senza inventare degli strumenti particolari e costruire modelli di consultazione aggiuntivi che possono appesantire un turno elettorale già gravato da elezioni comunali, regionali ed europee (elezioni comunali in moltissimi Comuni del Piemonte), a me pare che la cosa più logica, se si vuole avere quest'ulteriore prova, sia quella di dire che se le elezioni regionali del Piemonte saranno vinte dal Movimento 5 Stelle, significherà che i piemontesi non vogliono la TAV.
Diversamente, sarebbe la conferma - se ancora ce ne fosse bisogno - che i piemontesi sono favorevoli alla TAV.
Questo mi sembra molto semplice: non c'è bisogno di aggiungere schede e peraltro, evita che qualcuno possa immaginare (io non lo immagino) che lei Presidente, voglia, in qualche modo, cavalcare quest'argomento con un referendum, o come lo si vuole chiamare, per la sua parte politica in campagna elettorale. Questo, ovviamente, non le farebbe onore e creerebbe anche un indebolimento dell'idea stessa di sostegno alla TAV, perch verrebbe vista come una strumentalizzazione elettorale. Non è una strumentalizzazione elettorale ed è condivisa pienamente dalla mia coalizione (la coalizione di centrodestra).
Mi auguro che tutta quella che sarà la sua coalizione la condivida e, se così sarà, ci confronteremo alle urne con gli amici del Movimento 5 Stelle che sono forti propugnatori del blocco della TAV. Se avranno un grande risultato, vuol dire che i piemontesi saranno contrari alla TAV.
Diversamente, non vedo, francamente, a fine maggio cosa potrà incidere questo tipo di espressione di parere rispetto alle dinamiche che sono di Governo.
Per quanto riguarda le dinamiche di Governo, prendo atto con soddisfazione delle numerose dichiarazioni fatte da parte del Vicepremier Salvini, che ha ribadito che la Lega e lui stesso sono fortemente favorevoli alla TAV dicendo: "Come sempre, troveremo una soluzione in ambito di coalizione di Governo".
Quindi, sono fiducioso nella possibilità che il Vicepremier Salvini trovi questa soluzione, a maggior ragione dopo che, sia in Abruzzo che in Sardegna, gli amici del Movimento 5 Stelle hanno ricevuto una sonora bocciatura sulle loro politiche da parte dei cittadini di quelle due Regioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sinatora.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Presidente Chiamparino, capiamo che la disperazione fa brutti scherzi e fa travisare la realtà. Lei, oggi, accusa il Governo di voler bloccare la TAV dimenticando l'inerzia della propria amministrazione. È più facile guardare la pagliuzza biblica rispetto alla trave nel proprio occhio, perché oggi lei accusa Salvini (il mio Segretario) di quello che ha fatto anni fa un'esponente autorevole del suo partito. Mi riferisco a Mercedes Bresso che modificò il progetto cambiando addirittura nome all'opera - da TAV a TAC, sembrava una visita! - e facendo la fortuna di un noto "No TAV" di allora: l'attuale Consigliere Ferrentino.
Può chiedere a lui come si brandiscono i "No TAV", oppure può chiedere le motivazioni dell'opposizione alla TAV a un esponente di sinistra come Plano, che lei ben conosce.



(Commenti del Presidente Chiamparino)



SINATORA Benito

Sì, va bene, comunque lei è intelligente e lo capisce! Io sono un po' ignorante e mi spiego come meglio posso.
Ora, Salvini - dicevo - ripete la stessa operazione: realizzare l'opera con una riduzione dei costi, mantenendo gli impegni internazionali. Quindi, è meglio chiarire subito come stanno le cose.
Presidente, per la campagna elettorale non usi la TAV, spalleggiato dai media a lei favorevoli: parli piuttosto del grattacielo; il suo grattacielo.
Concludo ricordandole che, come Lega Nord.



(Commenti del Presidente Chiamparino)



SINATORA Benito

No, non è il mio. Io parlo per quello che posso rispondere, Presidente.
Come Lega Nord, il 10 gennaio abbiamo presentato una mozione con la richiesta di un referendum (se lei la può leggere) e il mio Segretario nazionale, Molinari, conferma che, a suo avviso, prima di mandare tutto a monte (parlo di Lega Nord, chiaro? Prima di prendersela con Salvini chiariamo come stanno le cose!) bisogna riflettere bene e, nel caso in cui non si trovi un accordo, l'ultima parola dovrebbe essere data ai cittadini.
Chiaro? Qui si parla lo stesso linguaggio, non accetto accuse verso il Segretario nazionale e confederale della Lega (parlo di Salvini e di Molinari). Penso di aver parlato in modo chiaro e senza equivoci.
La ringrazio se ha voluto accettare la prima proposta, se mi sono sbagliato ci vediamo dopo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Parto dalle cose scontate. Non posso che ricordare quanto il nostro partito sia distante dalle posizioni del Movimento 5 Stelle e quanto, sul piano politico, personale e culturale, io non sia abituato a sopportare con facilità le strumentalizzazioni e tutte quelle più o meno piccole forme di violenza con cui vengono piegati i numeri, a favore di una tesi e contro un'altra. Teatrino al quale stiamo assistendo ormai da mesi.
Giudico, altresì, più che ridicolo l'esito della Commissione del professor Ponti, peraltro mi pare costata circa 300 mila euro dei soldi degli italiani. Giudico oltremodo paradossale il fatto che sia proprio il Movimento 5 Stelle a negare tutto un pacchetto di pesanti, oggettive e indiscutibili ricadute ambientali che sono legate al progetto della TAV e che porterebbero un netto miglioramento, non solo del delicato sistema alpino del Nord-Ovest, ma di tutto il bacino padano.
Se penso alla crisi dell'industria, in particolare dell'industria dell'edilizia, in particolare in questa regione, non posso ricordare quanto il nostro partito, la nostra area politica e tutto il centrodestra siano sempre stati vicini alle ragioni delle categorie produttive. Non ho mai preso la tessera del partito di quelli che sostengono che "tutti gli industriali e i costruttori sono mafiosi". Siamo molto preoccupati per le conseguenze di questo patetico tira e molla, siamo preoccupati per le conseguenze sul piano occupazionale e sul piano economico. Siamo molto preoccupati per il fatto che tutto questo porti a consolidare ulteriormente, una posizione non favorevole del Piemonte nel panorama economico italiano.
Detto tutto questo, non posso non riconoscere al Movimento 5 Stelle importanti profili di coerenza, oggi come ieri e, probabilmente, come domani. Il Movimento 5 Stelle si dice a favore - in sintesi, dico io dello sviluppo di questo Paese e dello sviluppo di questa regione, ma ci sarà mica qualcuno sorpreso qui dentro delle posizioni rappresentate dal Movimento 5 Stelle? Io non sono certamente tra questi, cerco di essere abbastanza attento nell'ascoltare le ragioni degli altri, così mi tocca fare anche nei confronti delle ragioni che non condivido, così ho fatto nei confronti delle ragioni del Movimento 5 Stelle.
Anche oggi ho semplicemente constatato che la loro linea non è cambiata almeno nel Gruppo consiliare della Regione Piemonte. Questo non vale per il centrosinistra, in parte lo ha anticipato il Consigliere Sinatora meglio di quanto non potrò fare io. Ma che il centrosinistra abbia avuto in casa e sul pianerottolo, per molti anni, sostenitori di posizioni particolarmente ambigue, è un dato di fatto almeno quanto è un dato di fatto che il Movimento 5 Stelle sia sempre stato sfavorevole all'opera.
Voglio ricordare, proprio per chiarezza e per onestà nei confronti di quei poveri sfortunati che ci ascoltano, che per molti anni si è avuto un centrosinistra favorevole a livello nazionale e con qualche campione a livello locale. Presidente, ricordo e riconosco che lei è sempre stato tra questi, ma ciò è avvenuto molto meno a livello locale: amministratori Sindaci, Presidenti di Comunità montane che per anni hanno manifestato fieramente e veementemente le loro posizioni e le loro contrarietà all'opera, continuando a militare all'interno dei vari partiti di sinistra che pian piano hanno cambiato nome per arrivare fino all'attuale Partito Democratico.
Devo ricordare quanti sono e quanti sono stati i centri sociali - non dico spalleggiati perché sarebbe da querela, me ne rendo conto, con i quali la sinistra non è mai riuscita a litigare così tanto in certe epoche, in particolare in questa città - a manifestare ancora oggi e anche con la violenza contro l'opera, contro gli operai al cantiere e contro le forze dell'ordine mandate a presidiare in maniera decisamente onerosa per garantire la sicurezza di chi vi lavora.
Questi elementi non li posso non ricordare. Non posso, quindi, non ricordare che il rapporto della sinistra con le grandi opere in generale quindi con la TAV in particolare, sia stato per molto tempo particolarmente conflittuale, a parte qualche rara eccezione. Lei, signor Presidente, è tra queste eccezioni ma lei è, soprattutto - questo di lei l'ho sempre pensato un uomo particolarmente fortunato. Per lei questa storia della TAV si è trasformata in un Natale che dura da mesi, immagino che a lei non sembri vero di poter avere, ogni martedì, ma anche ogni mercoledì, ogni giovedì e ogni venerdì, un motivo per trovare una ribalta e per rappresentare il Chiamparino pensiero.
Tuttavia, visto che siamo stati tutti un po' prosaici e questa mattina lo sarò anch'io, credo che oggi lei l'abbia fatta un tantino "fuori dal vaso".
Rispetto alla sua proposta, come potrei dirmi contrario quando il nostro partito è stato il primo, quasi un anno fa, a proporre un referendum popolare su quest'argomento? Non potrei dirmi contrario.
Certo è che se si fosse svegliato prima, quantomeno sarebbe stato più facile, per tutte le forze politiche che improntano il proprio agire sulla ragione, magari assecondarla, perché sarebbe stato più difficile intravedere qualche secondo fine nella sua proposta. Oggi facciamo davvero fatica a non leggere questa sua proposta come una boutade di stampo puramente e biecamente elettorale, perché le è già stato detto che l'esito della consultazione popolare ci sarà alla fine di maggio.
I cittadini piemontesi avranno modo di potersi esprimere nel sostenere qualcuno piuttosto che qualcun altro anche a favore o contro l'opera. Da una parte, avranno un centrosinistra che ultimamente ha trovato l'unità a favore della TAV; dall'altra, avranno un centrodestra che, in tempi non sospetti, si è sempre detto a favore dello sviluppo, dell'ambiente dell'economia e della produttività, contro le violenze, i "no" a tutto questo, quindi, a favore degli interessi del Piemonte e dei piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravello.
Il Presidente Chiamparino ha chiesto di uscire un minuto, quindi sospendiamo il Consiglio per qualche momentaneamente.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.10, riprende alle ore 11.12)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sulla fiducia, il Consigliere Ferrentino ha già alzato la mano. Ormai, è un istinto, come il cane di Pavlov. Non so, se vuole possiamo anche intervenire insieme: facciamo un intervento a due, una parola a testa.



PRESIDENTE

Sembra non sia interessato, ma immagino nemmeno lei.



FREDIANI Francesca

Devo dire che faccio un po' fatica a intervenire con il giusto distacco che ha avuto il mio collega, nonché nostro candidato a Presidente, Bertola, ma credo sia evidente a tutti quale possa essere il mio stato d'animo.
Voi avete deciso che il TAV - il TAV - che poi non sarebbe neanche TAV perché non parliamo di alta velocità, ma ormai parliamo soltanto di un tunnel, quindi potremmo chiamarlo "il tunnel", sia diventato il vostro tema da campagna elettorale, ed è un tema che vi unisce tutti: tutto l'emiciclo ad esclusione dei sette Consiglieri presenti in questa zona, sono tutti uniti per il sostegno a questa grande opera.
Noi spesso diciamo che siete il "partito del cemento" e lo dimostrate ogni giorno: non passa giorno senza che esprimiate le vostre opinioni su quest'opera, anche tecniche, criticando anche i tecnici. Non vi siete preoccupati assolutamente della costi-benefici contenuta nel Quaderno 8 dell'Osservatorio! Quello andava benissimo! Secondo me, non l'avete nemmeno letta, tant'è che avete criticato l'inserimento delle accise e dei carburanti, che erano già presenti anche nella vecchia costi-benefici, ma voi non l'avete nemmeno notato.
Siete stati lì a fare le pulci sul professor Ponti, sui suoi conflitti d'interesse, ma nessuno si è posto il problema del professor Bacelli, che ha fatto la costi-benefici contenuta nel Quaderno 8, e oggi siede nel C.d.A. di TELT. Quello vi è andato benissimo! Su quello non avete mai avuto nulla da dire.
Adesso siete tutti tecnici, esperti, tutti candidati per l'antitrust, e ogni giorno siete lì che tirate fuori uno slogan nuovo, che parlate di sviluppo, di isolamento del Piemonte, ma forse dimenticate che in Val di Susa abbiamo già dei valichi che consentono di andare oltralpe, abbiamo una linea ferroviaria, questo tanto vituperato tunnel del Frejus, per non parlare di Cavour, poveretto, che l'avete risvegliato dalla tomba.
Addirittura, siete andati a deporre una corona di fiori sulla tomba di Cavour! Ma io spero che esista un aldilà e che Cavour vi veda e riesca a esprimere quello che realmente pensa, perché è troppo comodo mettere i pensieri in testa a chi non può più parlare. Troppo comodo scegliersi dei simboli, senza avere il consenso, senza che queste persone possano esprimere realmente il loro parere. Tuttavia, voi continuate a farlo.
Avete anche cercato di creare una piazza; ci avete provato un po' tutti: avete cercato di prendere dei personaggi, le famose signore che sono scese in piazza, che non sono riuscite neanche a fare il cambio di stagione "poverine", che propinavano cracker ai loro mariti, perché non avevano il tempo di fare la cena. Vi siete resi conto di quanto sia stato ridicolo tutto questo e di quale teatrino abbiate costruito? Tant'è che, l'8 dicembre, avete ricevuto una risposta da parte del movimento "No TAV" e questo avrebbe dovuto farvi capire che, dopo trent'anni, il movimento non è assolutamente stanco e che ancora adesso è forte delle sue ragioni, tant'è che è riuscito a riempire una piazza non per un paio d'ore prima dell'aperitivo, ma per un corteo; questo lo facciamo l'8 dicembre di ogni anno, dal 2005, e non siamo assolutamente stanchi di farlo! Adesso che cosa pensiamo noi, visto che adesso vi interessa sapere che cosa pensa la popolazione? Io vi posso dire quello che pensiamo noi, ma già lo sapete: finalmente, è arrivato un Governo.
Lo so che fate un po' fatica ad accettare la democrazia, nonostante l'abbiate nel vostro nome, però c'è un Governo eletto democraticamente, che ha sottoscritto un contratto che contiene alcuni punti e tra questi punti c'era la famosa costi-benefici; costi-benefici che ha dato un certo esito e rispetto a questo esito adesso il Governo deciderà che cosa fare.
Noi in tutto questo finalmente vediamo la possibilità di essere ascoltati quindi non prendiamoci in giro: quella consultazione popolare - che tra l'altro proponete in modo totalmente assurdo e irragionevole, ma ce lo confermerà spero poi anche la Presidenza del Consiglio cui vi siete appellati - in realtà è soltanto un ennesimo spot, e l'ha pure confermato lei, Presidente, dicendo prima che non sarà una consultazione sul TAV, ma una consultazione sul Governo, perché è soltanto uno strumento da campagna elettorale, né più né meno.
Quindi è inutile che ora vi riempiate la bocca con le parole "democrazia" "chiediamo ai piemontesi". Anche perché, se davvero vi fosse interessato sapere cosa pensava la popolazione della Val di Susa, magari ogni tanto sareste venuti a chiederlo. Mentre adesso che cosa fate? Organizzate i vostri convegni un po' al chiuso, blindati. Ma che bisogno avete di chiudervi in un hotel con tutte le forze di polizia fuori, se veramente volete confrontarvi con i cittadini? Che paura avete? Perché non avete mai chiesto alla popolazione della Val di Susa se fosse d'accordo a veder militarizzare un'intera area del territorio, costringendo le persone che lavorano e producono, quindi i lavoratori che hanno delle aziende agricole in quella zona, a fare dei giri allucinanti per riuscire a raggiungere le loro aziende agricole? Tutto questo non vi è mai interessato. Quindi siete un po' i sostenitori della democrazia quando conviene, solo se conviene a voi e soltanto nelle vostre forme.
Poi non parlate mai di un'altra cosa: non parlate mai della devastazione che quel cantiere ha portato. Forse è perché non ricordate com'era la Maddalena prima che si creasse questo cantiere. Non parlate mai degli alberi abbattuti, non parlate mai della cementificazione, non parlate mai del modo in cui avete reso invivibile quella zona; ne parlate sempre come se fosse un cantiere lindo, pulito, dove si fanno le cose perfettamente.
Non parlate mai neanche dello smarino che dovreste estrarre, se si decidesse di proseguire e scavare quel famoso - anzi famigerato - tunnel.
Non parlate mai dei giri di camion che sposterebbero lo smarino verso Salbertrand, né parlate mai del modo in cui un tunnel di base taglierebbe completamente fuori da qualsiasi comunicazione tutta l'Alta Val di Susa, di come la vecchia linea diventerebbe un ramo secco. Tutto questo non lo dite.
Ma un'altra cosa che non dite mai quando parlate dei 1.000 lavoratori che perderebbero il lavoro è che voi proponete il TAV come via di sviluppo come via di crescita, come risposta per l'economia piemontese, ma se anche si dovesse fare, sarebbe una risposta che arriverebbe tra vent'anni o trenta e per la quale, tra l'altro, non siamo neanche pronti, perché non si è fatta nessuna politica concreta e seria per spostare le merci da gomma a ferro.
Inoltre, vi ricordo che stiamo parlando di un tunnel che entra da Susa ed esce dall'altra parte in Francia e trova delle linee storiche. Stiamo parlando di cosa? Continuate a parlare di grandi Corridoi, ma in realtà non c'è nient'altro: stiamo parlando soltanto di un tunnel di 57 chilometri. E voi in quella cosa lì vedete e fate credere che ci sia sviluppo e crescita.
Ma di cosa stiamo parlando? Veramente, vi rendete conto? Nel frattempo, a tutti i lavoratori che stanno perdendo il lavoro nella nostra regione che cosa offriamo? Di quello però non parlate mai. Vi concentrate su quei 1.000 lavoratori (ammesso che siano 1.000), ma non parlate mai delle risposte immediate che potreste dare da subito a tutte le persone che in Piemonte vivono in condizione di povertà o che rischiano di perdere il lavoro. State cercando di distrarre i piemontesi, perché non avete altro da offrire.
Adesso devo chiudere perché sto finendo il mio tempo, ma dico solo una cosa: rispetto a questa ipotesi di "mini TAV" che sento dire (anche la Lega ieri ha lanciato quest'idea del "mini TAV"), sia ben chiaro che la popolazione della Val di Susa e il movimento "No TAV" in generale non sono disposti ad accettare nessuna opzione che preveda il tunnel di base. Quindi non prendiamoci in giro: la stazione internazionale già da un pezzo non è più prevista.
Noi non vogliamo quel tunnel, e questo deve essere ben chiaro a lei e a quest'Aula, ma non solo!


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico Industriale "Leonardo Da Vinci" di Borgomanero (NO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II E dell'Istituto Tecnico Industriale "Leonardo Da Vinci" di Borgomanero in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Evoluzione questione TAV collegamento Torino-Lione" (seguito)


PRESIDENTE

Torniamo al dibattito sulle comunicazioni del Presidente Chiamparino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Diciamo che, come rappresentante del Movimento 5 Stelle della provincia di Cuneo, sono un po' stufo che i Consigli regionali vengano dirottati su un tema che, tutto sommato, non riguarda l'attività della Regione Piemonte.
Siamo all'ennesima discussione su quest'argomento, ma non abbiamo mai discusso altrettanto di nessuna opera che è di competenza regionale, e non è che non ce ne siano, anche da tempo immemorabile.
Il collega Bertola ha citato il grattacielo della Regione, rispetto al quale, appunto, mi corre l'obbligo di ricordare che, quando ci insediammo a fine 2014, si diceva: "Trasferiamo tutti ad aprile 2015". Ebbene, siamo ancora lì con l'opera da finire e i costi che vanno verso le stelle.
Nella mia provincia abbiamo un bellissimo ospedale in costruzione perenne su una collina che viene giù, che doveva essere finito nel 2006, inaugurato a dicembre: si sono fatti scucire i soldi (finalmente ce l'avete fatta!) alla Fondazione nuovo ospedale per comprare l'attrezzatura e poi non è partito, ma sono certo che farete qualche inaugurazione "farlocca" pre elettorale, e chissà poi quando vedremo effettivamente aprire i battenti.
Anche lì opere neanche tanto grandi per un livello di quel genere: solo per fare due tornanti per arrivare a quella struttura ancora da finire, ci abbiamo messo secoli con soldi stanziati nel 2009, messi a cantiere nel 2018.
Allora, questi sono i temi. La questione del TAV, tutto sommato, è veramente un problema nazionale su cui ha senso discutere - per carità! ma non tenendo in ostaggio un Consiglio regionale che ha tutta una serie di problematiche anche urgenti da dirimere, visto che, tendenzialmente, quando partiranno i 45 giorni della campagna elettorale prima della data delle elezioni, chiuderà i battenti.
Guardate che di temi, di proposte di legge o di atti da approvare ce ne sono ancora tanti. E, volendo, anche di argomenti su cui dibattere che riguardano le infrastrutture.
L'altro aspetto che colpisce è il fatto che, di colpo, tutti si risveglino interessati all'opinione popolare.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, Consigliere Campo.
Posso chiedere ai colleghi la cortesia di non parlare uno con l'altro? Altrimenti non sentiamo gli interventi.
Prego, Consigliere Campo, può proseguire.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Dicevo, ci si risveglia con l'interesse per l'opinione popolare, quando magari - si sarebbe potuta chiedere quando si ebbe l'idea di fare un'opera di tale impatto, o quando si cambiò idea su quello che doveva essere, o ancora, quando si cambiarono anche i percorsi, o quando si cambiò tutto (perché non va neanche più a Lisbona, ma va ad Algeciras, quindi andiamo in Spagna e non in Portogallo).
La questione è veramente un po' penosa: ci riduciamo all'ultimo mese di Consiglio regionale a perdere tempo per fare un po' di campagna elettorale.
Tra l'altro - lo dico anche per rispondere al collega Fluttero - spero che i piemontesi vadano a vedere quali sono le idee per i loro problemi di tutti i giorni, che non sono certo quelli di una linea ferroviaria per il trasporto merci verso Lione, che peraltro c'è già e che è non è neanche troppo utilizzata; inoltre, non mi risulta che ci siano imprenditori e imprese (insomma, chi vuole spostare merci) che abbiano problemi a spedire le merci da e per Lione. Così come non mi risulta che sia così complesso andarci in treno, se non per pasticci creati da altri. Perché - lo ricordo diventa persino complicato comprare i biglietti per certe destinazioni francesi grazie ai dissapori tra Trenitalia e SNCF: per certe tratte infatti, dall'Italia non si riescono a comprare i biglietti, per cui bisogna comprarli nella prima stazione francese. Sono tutti aspetti gestiti dai Governi precedenti.
Così come mi corre ricordare che ci sono altre questioni che riguardano il trasporto ferroviario su cui questa Giunta ha veramente fatto il minimo storico, il minimo sindacale: parliamo, in particolare, delle linee sospese.
Se devo far riferimento alla mia Provincia, tra tutte le linee sospese, che cosa abbiamo riattivato al minimo? La Saluzzo-Savigliano, metà della linea sospesa Cuneo-Saluzzo-Savigliano. Non abbiamo parlato di Cuneo-Mondovì. Non abbiamo fatto neanche un altro importante lavoro relativo al collegamento tra Alba e Asti. Né abbiamo rinegoziato e rimesso a gara il contratto di servizio scellerato di Trenitalia sottoscritto dalla Giunta di centrodestra precedente, che ha costi eccessivi e che a inizio legislatura doveva essere assolutamente messo da parte e rimesso a gara per poter offrire nuovi servizi.
Non riusciamo a risolvere i problemi infrastrutturali. Le nostre strade provinciali sono a rotoli. Sono anni (dall'inizio della legislatura) che segnalo che c'è una strada provinciale, anche patrimonio paesaggistico, che è chiusa oramai da quasi cinque anni, perché non si fa neanche uno studio di fattibilità per capire quanto costerebbe metterla in sicurezza senza devastarla (perché la Provincia propone un progetto faraonico che prevede un ennesimo tunnel, eliminando il valore paesaggistico di questa strada), e così via.
Quanti sarebbero i temi da dibattere, invece di avvitarci sempre sulle stesse discussioni sul TAV? Si voleva fare la consultazione? Ci siamo mai posti il problema di far sì che l'articolo, anzi gli articoli dello Statuto della Regione che prevedrebbero l'incentivazione e la fattiva partecipazione della popolazione piemontese alle scelte politiche (o almeno una loro consultazione in merito), fossero attivati? Non è venuto in mente prima, ma è venuto in mente adesso, perché? Perché fa comodo. Perché non si sa più cosa fare. Perché finalmente c'è un Governo che ha messo in dubbio una vita di sprechi, e un'opera che, peraltro, non è sostanzialmente neppure iniziata, su cui si andrebbero a spendere miliardi.
Ha sollevato questo dubbio e ha costituito una Commissione tecnica che ha proposto uno studio. Poi in Italia siamo oramai al punto in cui tutti gli studi vengono comunque messi in discussione da chiunque. Quindi è vero che alla fine, le decisioni sono politiche e si fanno discussioni politiche. Ma si vuole coinvolgere il popolo solo quando fa comodo a qualcuno, mentre quando non fa comodo, si mandano invece i militari a militarizzare una valle.
Quando non fa comodo militarizzare qualcosa, si ascolta che cosa dicono le popolazioni locali, e molto spesso si rinuncia anche a cose che sarebbero invece utili.
Se si voleva fare un dibattito pubblico, abbiamo avuto quasi trent'anni di tempo per farlo! Da quant'è che si parla di quest'opera? Se si fossero voluti consultare i cittadini, quanto tempo abbiamo avuto e buttato via? Non lo si è mai voluto fare, perché? Perché hanno sempre governato coloro che volevano devastare il territorio con opere assurde, sproporzionate e mal controllate (come tutte le altre opere), in modo che non rispettino mai i tempi e i costi, in modo che i tempi si allunghino e i costi crescano a dismisura. Cito di nuovo quel bellissimo ospedale che non è stato ancora inaugurato, che doveva costare 98 milioni e che invece veleggia felice verso i 200! È sovradimensionato, e lo stesso Assessore Saitta ha più volte dichiarato che nascerà oramai vecchio e inadeguato, per cui avrà un intero piano vuoto.
Sono tutte queste le cose che voi avete portato avanti in tutti questi anni. L'altro giorno ero a Cuneo anche per parlare della Asti-Cuneo, un altro progetto delirante, che ha visto addirittura da parte di un vostro Ministro la cancellazione dell'ennesimo tunnel demenziale sotto la collina franosa su cui si sta finendo - forse - quel famoso ospedale, di fatto cancellando l'autostrada, tra l'altro progettata in modo da avere il percorso più scomodo possibile ed economicamente non sostenibile. Tant'è che si doveva ricorrere a premialità e a regalie per il concessionario per terminarla.
Quindi cosa ci si trova? Si trova tutto il gotha di coloro che avrebbero dovuto risolvere i problemi, quando i problemi li sta risolvendo qualcun altro. E questi qua, che hanno fatto i pasticci e bloccato di tutte le opere, prolungando indefinitamente i tempi facendo crescere mostruosamente i costi, adesso dicono: "Eh no, state sbagliando, non fate le cose giuste noi avevamo la soluzione giusta".
La vostra soluzione non è neanche arrivata a compimento, quindi di quale soluzione parlate? Voi create solo problemi, come il dissesto economico, di cui questa Regione ne è una dimostrazione plastica.
Non vado fino alla Giunta Ghigo, ma sono bastate le due legislature Bresso e Cota a radere al suolo la capacità economica e finanziaria di questa Regione: la Bresso, portando il debito alle stelle e Cota trasformando quello che doveva essere il pagamento dei debiti in nuova spesa e in deficit che poi abbiamo dovuto trasformare in ulteriore debito perché non saremmo riusciti a ripianarlo in poco tempo, come previsto dalla legge facendoci fare un Salva-Piemonte.
Queste sono le cose di cui bisognerebbe parlare e di cui non si parla; non di quella cavolata di TAV che finalmente un Governo sensato forse deciderà di eliminare dal contesto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Per un intervento di natura politica, per cui spero di essere apprezzato per il garbo e la gentilezza con cui dirò alcune cose. Mi auguro che nessuno se ne abbia a male.
Negli interventi che ho ascoltato prima, in particolare dai colleghi del Movimento 5 Stelle, mi è chiara la difficoltà, rispetto a quello che è capitato nell'ultimo mese e nelle ultime settimane. Si cerca di parlare d'altro per non parlare del tema posto dal Presidente Chiamparino.
Lo capisco. Mi aiuto con un proverbio abruzzese: "A chi pecora se fa' va er lupo e se la magna". Chi si fa pecora viene mangiato dal lupo.
I detti popolari aiutano sempre a capire il senso delle cose. Capisco che c'è la necessità di alzare il tono parlando d'altro e non del merito perché gli ultimi atteggiamenti del Movimento 5 Stelle, nella dimensione nazionale, hanno permesso, a chi aveva la metà dei voti ed è partner del Governo nazionale, di farsi lupo e mangiare - ovviamente è una metafora la pecora. Per cui il tono diverso lo comprendo e per certi versi, da un punto di vista politico, lo apprezzo pure.
A questo punto, però, mi aiuto con un altro proverbio, questa volta sardo: "Ascutta sorga po intendi nura". Ascolta la suocera per sentire la nuora.
Non è una novità l'atteggiamento del Movimento 5 Stelle; sappiamo cosa pensano da tempo della TAV e delle grandi opere. È un atteggiamento completamente differente rispetto a quello che pensiamo noi.
Mi pare di comprendere che le parole del collega Sinatora siano completamente diverse dal pensiero di Salvini. Allora si mettano d'accordo.
Si mettano d'accordo, perché sono al governo di questo Paese e noi parliamo del Piemonte, parliamo di questioni che riguardano questo Consiglio regionale e lo sviluppo di questa Regione nella dimensione europea.
Parliamo di noi, non è che parliamo d'altro. Si mettano d'accordo e ci ascolti il leader del Governo di questo Paese, Salvini. Ci ascolti il vero leader politico di questo Governo, come nei fatti l'Abruzzo e la Sardegna hanno dimostrato.
Ho ascoltato, sempre con molto rispetto, l'intervento del Capogruppo di Forza Italia. Ho ascoltato una sorta di atto politico, un tentativo per evitare di restare esclusi dal cammino glorioso del leader, continuando a parlarne bene rimanendone agganciato. E va bene, anche questo ci è toccato sentire, ma con la coerenza di chi sostiene l'opera da sempre, quindi non con particolare cambiamento d'opinione.
Dicevo, rispetto al leader del Governo nazionale, che è l'unica speranza del centrodestra qui in Piemonte. Non si discute mai dell'opportunità delle opere in Lombardia e in Veneto; si discute sempre del Piemonte. Non so se c'è, ma se c'è non mi pare sia molto pubblicizzata l'analisi costi-benefici di alcune opere che sono in corso di realizzazione o in progettazione nell'asse lombardo-veneto.
Quando diciamo che vogliamo tutelare gli interessi del Piemonte, non possiamo scordarci quello che è successo rispetto alle Olimpiadi invernali (e ne abbiamo parlato parecchio in Aula).
Credo che nella riflessione del Presidente Chiamparino ci sia anche questo ci sia anche questa preoccupazione; ci sia questa preoccupazione che è una preoccupazione per il futuro del Piemonte. Lo ha detto: "Aspettiamo entro la metà di marzo" - se ho ben capito - "gli atti conseguenti".
Non si può avere l'atteggiamento del Movimento 5 Stelle o le dichiarazioni del collega Sinatora. O una cosa o l'altra. O si è conseguenti in un modo o si è conseguenti nell'altro, non si galleggia per affrontare le elezioni in Piemonte e tirare a campare nel governo del Paese. Non si galleggia. Noi chiediamo posizioni certe, chiare e, per usare l'ultimo proverbio piemontese, "pat-ciàir, amicissia longa", patti chiari e amicizia lunga.
Pertanto, a proposito di chiarezza, dateci una piattaforma informatica dateci dei gazebo; dateci dei fogli o delle biro, ma noi vogliamo mettere nelle condizioni i piemontesi di pronunciarsi sul loro futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Policaro; ne ha facoltà.



(Le Consigliere Caputo, Cassiani e Conticelli esibiscono cartelli recanti la scritta "Sì TAV")



PRESIDENTE

Invito i colleghi a posare i cartelli. Invito a posare i cartelli e invito il.
Non mi fate sospendere il Consiglio.
Prego i commessi di procedere a sequestrare i cartelli.
Posateli, altrimenti devo sospendere il Consiglio. L'avete fatto, basta, va bene. Abbiamo consentito sempre a tutti di esibire i cartelli, ma adesso basta.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, li hanno ritirati, li hanno messi a terra.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ve li volevamo togliere, perché non li tiravate giù. Non abbiamo sequestrato i cartelli a nessuno.
Li abbiamo ritirati altre volte..



(Tumulto in aula)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.42, riprende alle ore 11.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Le persone che sono alla mia sinistra e alla mia destra sono invitate a stare in silenzio; non siamo un mercato.
La parola al Consigliere Policaro.



POLICARO Giuseppe Antonio

Grazie, Presidente.
Con oggi è cominciata la campagna elettorale; anzi, a dire la verità, per il Presidente Chiamparino è cominciata già da un pezzo.
Mi chiedo se questo sarà un simbolo presente nella lista delle coalizioni che appoggiano il Presidente Chiamparino. Io sono presente qui da un anno e abbiamo approvato mozioni e ordini del giorno, abbiamo parlato praticamente in ogni Consiglio regionale della TAV e sappiamo quali sono le posizioni.
Cioè, tutti, l'opposizione di centrodestra, la maggioranza protempore di centrosinistra, con qualche sfumatura, sarebbero d'accordo nel portare avanti l'opera della TAV, tranne l'opposizione del Movimento 5 Stelle. C'è una posizione politica precisa, soprattutto della maggioranza che appoggia il Presidente e, ribadisco, anche la nostra, ma alla fine si fanno soltanto proclami, boutade.
Addirittura è stato detto che, laddove lo Stato italiano non avrebbe portato avanti l'opera della TAV, ci avrebbe pensato Chiamparino e la Regione, di fatto sobbarcandosi due miliardi e mezzo di costi -mentre in questo momento lo Stato italiano sta valutando o, comunque, sta prendendo tempo in ordine a una valutazione complessiva dell'opera - considerando che abbiamo un debito che, tra il debito che conosciamo e quello fuori bilancio, è di 12 miliardi. Anche questa è una boutade, così come - e l'ha detto bene chi mi ha preceduto - è una boutade quella di proporre oggi un referendum soltanto sulla TAV, magari da collegarsi con le elezioni regionali ed europee e magari, perché no, presentando nella coalizione che appoggia il Presidente Chiamparino un simbolo come questo (SI TAV).
Un conto è parlare in termini seri e dire quella che, dal mio punto di vista, è una posizione politica, e su questo siamo tutti d'accordo; altro invece, è strumentalizzare fino all'eccesso una situazione che, peraltro non è mai stata portata avanti dalla sinistra. In questi giorni, infatti non ha fatto altro che prendere atto di un movimento popolare che è nato in primis, nelle piazze, e si è cercato di mettere il cappello sopra tutto ciò che conosciamo e che ha visto in più occasioni riempire le piazze torinesi e non solo, proprio perché si vuole quest'opera.
A questo punto, ripeto quello che tutti sappiamo, anche per chiudere questo mio intervento magari non sfruttando tutti i dieci minuti: noi del Gruppo Fratelli d'Italia, consideriamo fondamentale portare avanti lo sviluppo del nostro Paese. Dobbiamo essere credibili (l'ha detto anche il Ministro Tria), non ci si può rimangiare la parola data e, soprattutto, pacta sunt servanda, come diceva Grozio. I contratti devono essere rispettati, gli accordi devono essere rispettati.
Noi abbiamo degli accordi internazionali che prevedono la costruzione della TAV; TAV che non è soltanto un collegamento regionale, ma è un collegamento nazionale e soprattutto internazionale. Come ha già detto bene il mio Capogruppo Ravello, purtroppo non guardiamo allo sviluppo economico del nostro territorio (si parla di 50.000 posti di lavoro in meno, oltre agli 8.000 che già stanno lavorando, se non si realizzerà la TAV), ma soprattutto rischiamo di essere miopi nel non capire che c'è bisogno di collegamenti, di una logistica seria, di portare avanti lo sviluppo evitando provincialismi e tutto ciò che finisce con "ismi". Occorre pensare che dobbiamo essere uniti all'Europa e al mondo e far crescere le nostre imprese, dando loro la possibilità di avere strutture adeguate.
Il traforo del Frejus fu contestato più di cent'anni fa, quando fu ipotizzato; oggi non consente di portare avanti o, comunque, di accogliere tutti i passaggi dei treni che sarebbero necessari, ma lavora al 50% delle proprie capacità, pertanto sarebbe necessario un ulteriore collegamento.
Spiace - e parlo anche da persona che cerca di valutare obiettivamente l'opera - quando non si riescono a fornire dei numeri precisi. È vero che la politica tende un po' a enfatizzare ciò che piace e a diminuire ciò che non piace, però, quando si parla di analisi costi-benefici e non si hanno presenti neanche i costi di partenza e soprattutto i costi contrattualmente stabiliti, mi viene qualche dubbio.
Il Ministro Toninelli, in alcune interviste, ha affermato che l'Italia avrebbe dovuto spendere circa nove miliardi e 600 milioni per sostenere i costi della TAV, quando sappiamo che i costi effettivi sono 7,6 miliardi (anche questi stabiliti da contratti e soprattutto convenzioni internazionali) e che di questi 7,6 miliardi all'Italia spetterebbe il 40 quindi il computo è presto fatto: intorno ai due miliardi. Il costo per costruire la TAV è di circa due miliardi ed è sicuramente più basso rispetto alle penali che andrebbero versate nel caso in cui non portassimo avanti l'opera, quindi ciò che dovremmo restituire ai francesi e all'Europa, che finanzia per il 30% quest'opera infrastrutturale.
Evidentemente, si può parlare di valenza strategica dell'opera o di visioni politiche che possono e devono essere legittimamente diverse, perché si rappresentano anche sensibilità diverse, però quando si parla di numeri forse sarebbe il caso di essere più precisi, pur nel rispetto - ribadisco delle posizioni reciproche.
Mi fermo qui. Spero e penso che si potrà parlare di TAV anche nella prossima legislatura. Sono convinto che il 26 maggio 2019 il centrodestra vincerà le elezioni e sono convinto che non ci saranno dubbi rispetto al fatto che la TAV verrà portata avanti e non ci saranno più questi stop and go che non fanno altro che rallentare e, in definitiva, portare nocumento ai piemontesi, creando quella confusione - e termino davvero il mio intervento da dove sono partito - che ha preceduto l'inizio del mio intervento e che non fa bene a nessuno: non fa bene alla politica, non fa bene a quest'Aula e non fa bene agli italiani e ai piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bona.



BONA Angelo Luca

Grazie, Presidente.
Non entro troppo nel merito dei discorsi politici che abbiamo in gran parte ascoltato, perché quest'opera è sempre stata considerata come una scelta politica più che un'infrastruttura di tipo economico e di sostenibilità ambientale qual è. Sin da quando è stata concepita, il principale problema della TAV è stato quello di essere considerata una scelta politica, ora da una parte ora dall'altra.
In realtà, se ne parla da trent'anni come se fosse determinata da qualche altra considerazione, mentre è una parte di una grossa infrastruttura europea che manca al collegamento transalpino, al di là delle nostre Alpi il collegamento tra Torino e Lione che interconnette il sistema logistico ed economico del Nord Italia con l'Europa. Quindi, è un'infrastruttura di tipo economico che le imprese reclamano.
Prima, purtroppo, abbiamo assistito a uno spettacolo che considero indecoroso, perché si sta parlando del futuro economico di moltissime persone e di moltissime aziende che si sono più volte dimostrate preoccupate di quanto sta succedendo. Abbiamo assistito a uno spettacolo assolutamente indecoroso a Roma, in Parlamento, quando è stata votata una mozione insensata e anche abbastanza imbarazzante dal punto di vista delle imprese, perché - purtroppo - il lavoro non si crea con le parole, ma con le possibilità economiche che si danno alle aziende.
A seguito del problema TAV, le aziende si sono trovate unite, così come le associazioni di categoria (oltre 30, abbiamo letto) e i sindacati, che capiscono quanto sia messa in pericolo la potenzialità lavorativa del Piemonte, che negli ultimi anni ha segnato il passo e che oltretutto s'inserisce in un contesto di recessione economica dell'Italia. Siamo il fanalino di coda in Europa, pertanto continuare a dire "no" a tutte le occasioni di lavoro non fa che peggiorare la situazione, perché non è con i massimi sistemi e con le considerazioni di tipo politico fine a sé stesso che si creano posti di lavoro e si dà l'opportunità alle aziende di creare economia.
Il Presidente parlava della deadline dell'11 marzo, quindi non ci sono i tempi per organizzare consultazioni referendarie a maggio: questo è un altro dato di fatto. Però, partiamo da una considerazione: la TAV e tutto il sistema degli appalti sono basati su delle leggi votate dal Governo di Roma. Poiché abbiamo anche proposto dei ricorsi alla Consulta su altri temi, cerchiamo di mettere la questione di fronte alla responsabilità di chi sta stoppando i cantieri, alla responsabilità personale, perché si stanno disattendendo leggi di carattere nazionale e leggi votate.
Di conseguenza, se qualcuno non adempie al proprio dovere politico o tecnico, deve essere chiamato davanti alle proprie responsabilità. Questo è un tema che vorrei sottolineare perché, come tutti, dobbiamo rispettare le regole, il bilancio e il Patto di stabilità che ci impone Roma, ma anche Roma deve rispondere personalmente a chi fa o non fa degli atti. Ciascuno ci deve mettere la faccia e ciascuno ci deve mettere la propria responsabilità.
Vorrei anche concludere ricordando una legge, una norma che è stata votata da questo Consiglio a novembre, cioè l'attuazione dall'articolo 116 della Costituzione sull'autonomia differenziata che, con un nostro emendamento ha visto inserire i rapporti con l'Unione Europea diretti dalla Regione e con gli Stati confinanti che fanno parte dell'ambito di trattativa con lo Stato. Questo penso sia un tema, oltretutto, che avevamo già posto anche con un ordine del giorno in cui si chiedeva di acquisire direttamente le quote della società TELT per l'attuazione della Torino-Lione. Questo potrebbe essere un tema economico importante, forse un quesito da referendum, ma sicuramente applicabile dagli organi esecutivi della Regione e del Governo centrale.
Questi sono i temi, le chiacchiere stanno a zero, contano i fatti; contano soprattutto in questo momento, in cui si avvicinano scadenze importanti e mai come in questo momento bisogna badare al concreto e ai fatti. Penso che ci sia un'unità di intenti da parte di tutte le forze politiche, a eccezione di una che, oltretutto, mantiene una propria coerenza (questo gli è stato già dato atto). Non è che dobbiamo dire loro di cambiare idea, ne fanno una battaglia politica, ma sta agli altri trovare gli strumenti che ci sono per non far perdere al Piemonte un'occasione assolutamente storica e irripetibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
È ovvio che il mio sarà un intervento di carattere generale, ma sicuramente non intervengo per rispondere a colleghi che citano argomenti che dimostrano di non conoscere o conoscere molto marginalmente.
Parto da due date. Il 15 dicembre 1991 si costituisce a Condove, in Val di Susa, un comitato denominato Habitat per seguire un argomento che interessava il territorio, in primis il territorio della Val di Susa.
Successivamente, il 19 marzo 2005 fu uno dei momenti più importanti, e penso anche unico nel panorama nazionale, quando 40 Consigli comunali si riunirono in piazza Castello (parlo dei Consiglio comunale con i Comuni della Gronda di Torino, Collegno, Grugliasco, Rivoli, oltre a quelli della Val di Susa) per ribadire una cosa importante, il no a quel progetto, non alla Torino-Lione.
Quel progetto è stato, per fortuna, abbandonato - questo lo riconoscono adesso tutti - perché avrebbe marginalizzato il Piemonte, avrebbe marginalizzato sicuramente Torino, avrebbe reso inutile l'interporto di Orbassano che aveva impegnato un milione di metri quadri di terreno fertile per rispondere a una logica trasportistica che voleva collegare i porti della Liguria.
Le manifestazioni del dicembre 2005 cercavano di far comprendere che far partire quel progetto in sinistra orografica della Dora che arrivava a Venaria a Novara e, di fatto, collegava Milano con la Valle del Rodano sarebbe stato un errore, come - lo ribadisco - per fortuna è stato riconosciuto da tutti. Quando poi il 10 dicembre 2005 venne convocato dall'allora Berlusconi ter, presente anche il Ministro Fini, per dire qual era la richiesta della Val di Susa, dissi a nome di tutti i Sindaci che la Val di Susa chiedeva di abbandonare quel progetto e di far partire un tavolo tecnico. Cosa che successe.
Periodicamente, almeno tre volte al mese, ho avuto modo di incontrare il Sottosegretario Gianni Letta. Quando ci propose il nome di Mario Virano insieme con i Sindaci lo ricevemmo in Comunità montana e demmo l'ok al nome di Mario Virano come Presidente dell'Osservatorio, ma secondo me il movimento non capì che, con l'abbandono di quel progetto, si apriva una fase straordinaria di confronto che rendeva protagonista il territorio. Non capì e ricordo che fummo bloccati all'interno della sede della Comunità montana per ore e ore, con il Commissario designato. Ma questo è nella logica delle cose.
Il 2007 a Pracatinat, nel Comune di Usseaux del collega Rostagno, ci trovammo con una decina di Sindaci e due tecnici (Andrea Debernardi e il professor Tartaglia). I due tecnici acconsentirono, con il nostro avallo, a raggiungere l'accordo cosiddetto di Pracatinat. Da questo è emersa tutto una serie di confronti che hanno portato al progetto attuale.
Oggi, l'ha detto già il Presidente, la "mini TAV" non esiste. La Comunità montana aveva commissionato uno studio attraverso le Alpi, che fu presentato nel 2003, in cui chiedevamo che venisse realizzata, per fasi quel collegamento. Noi riteniamo che la tratta internazionale sia una delle fasi, ovviamente indispensabile, ma poi si deve continuare. Sarebbe veramente incredibile se ciò non avvenisse. L'unica cosa che si pu tranquillamente mettere in discussione è la necessità, stante questo progetto per fasi, della stazione internazionale di Susa.
Anch'io riconosco che è stata un po' pomposa questa presentazione. Ricordo che, sicuramente, nello scalo ferroviario di Bussoleno c'è un'area enorme che ospitava la manutenzione dei locomotori e che dava lavoro a 600 persone, quindi di fatto è la naturale interconnessione anche con la linea attuale dell'alta valle.
Guardate, io non ho mai usato in vita mia la vecchia linea, o linea storica, perché quella linea è stata assolutamente ammodernata due volte ed è tranquillamente in grado di realizzare il collegamento ad alta velocità che già oggi assolve. Lo scalo ferroviario di Bussoleno, ospitando più treni merci, toglierebbe i TIR dalle strade. L'unico intervento ambientale che servirebbe alla Val di Susa è togliere un migliaio di TIR al giorno dalla strada.
Mi fa sorridere poi il fatto che in Val di Susa ci siano tunnel di serie A e tunnel di serie B. Infatti, si può tranquillamente scavare nella stesso massiccio, a poche centinaia di metri, e trovare "nutella", quando scava una società che realizza il raddoppio del tunnel autostradale, ma se si pensa di scavare un tunnel per far passare i treni, troviamo amianto uranio, kryptonite.
Non c'è nulla in quel massiccio se non calcisistici, come dice non Ferrentino, ma come dicono tutti gli accademici e come dicono le 64 stazioni dell'ARPA.
In tutte le Alpi si stanno realizzando sei tunnel analoghi. Non è che noi siamo i primi del mondo: attraverso l'arco alpino sono stati completati o sono in via di completamento sei tunnel con quelle dimensioni. Tutti cretini? Svizzeri, austriaci, tedeschi sono tutti cretini! Gli unici che capiamo siamo noi valsusini che facciamo raddoppiare i tunnel stradali e blocchiamo quello ferroviario.
Il prossimo mese sarò presente a Innsbruck come componente italiano del direttivo della Convenzione delle Alpi. Come al solito, sarò deriso da tutti, perché dicono che siamo gli unici che fanno realizzare il tunnel autostradale e invece bloccano i tunnel ferroviari.
Militarizzazione della Val di Susa: qualcuno vede la militarizzazione della Val di Susa. Quel personale militare sta lì perché qualcuno di notte, in modo vigliacco, va a tirare pietre e altri oggetti a operai e poliziotti e quindi, giustamente il Questore e la Prefettura devono tutelare i poliziotti e i lavoratori da questi vigliacchi che assaltano con pietre e altro i cantieri. Si tratta di una risposta obbligata per cercare di tutelare i lavoratori che operano in quel cantiere.
È fuorviante usare termini forti. Io abito da 45 anni in Val di Susa e ci abitano i miei figli. Questa militarizzazione la vede solo qualcuno, non esiste nessuna militarizzazione in Val di Susa. Esiste una giusta risposta dello Stato per tutelare un cantiere che è stato approvato dai due rami del Parlamento.



(Commenti della Consigliera Frediani)



FERRENTINO Antonio

Che è stato approvato dai due rami del Parlamento ed è un cantiere, tant'è vero che a San Martino a poche decine di chilometri di distanza ogni volta (ci sono andato un sacco di volte) di tutto questo non c'è traccia: c'è un omino, non armato, di una società che alza e abbassa la sbarra, e siamo a 30/40 chilometri di distanza. Lì, per fortuna, il tunnel sta andando avanti, ogni giorno vengono realizzati 16 metri della canna Francia-Italia del tunnel principale, dove passeranno i treni.
I treni passeranno, perché sono certo che quest'opera, così come sembrerebbe a chiunque abbia visitato quel cantiere, non può assolutamente essere fermata. Sono manfrine che spero finiscano, perché.



PRESIDENTE

Concluda.



FERRENTINO Antonio

Anche al collega della Lega, adesso non è più il momento di manfrine, ma è il momento di far partire il bando. L'11 marzo sapremo se c'è qualcuno che sta continuando a giocare in vista delle elezioni, oppure se vuole dare il via ai bandi per 2,3 miliardi di euro per completare un'opera che sarebbe molto più complicato e costoso fermare piuttosto che completare.
Certo, ognuno che non conosce l'argomento può dire quello che vuole.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico Statale "Leonardo Da Vinci" di Borgomanero (NO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Tecnico Statale "Leonardo Da Vinci" di Borgomanero in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Evoluzione questione TAV collegamento Torino-Lione" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sulle comunicazioni rese dal Presidente Chiamparino.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Prima di entrare ancora un'altra volta nel merito delle opere di cui stiamo parlando, entrerei nel merito della richiesta di consultazione popolare ai cittadini piemontesi in merito a quest'opera del Presidente Chiamparino e anche del Partito Democratico piemontese.
Anzitutto, salta all'occhio che in trent'anni di cantieri TAV nessuno ha pensato di fare una consultazione popolare ai cittadini piemontesi per sapere che cosa pensassero in merito all'utilità di quest'opera. Sembra strano, forse, dipenderà dal Governo in carica. Potrebbe essere: facciamo quest'ipotesi o, forse, è che quando le cose vanno come volete voi Presidente Chiamparino, non c'è bisogno di sentire i cittadini. Quando invece, non vanno più come volete voi, allora cercate una sponda nei i cittadini. Un po' comodo così. Molto comodo.
Ci sono altre opere assai richieste in Piemonte; ricordo che tra il 2012 e il 2014 sono state chiuse ben 14 linee ferroviarie del Piemonte, pari al 25% della rete regionale. Da lì in poi nessuno ha pensato di chiedere un referendum se i cittadini pensavano che fosse utile riaprirle. Nessuno.
Nessun Consigliere di maggioranza o opposizione, nessun Presidente di Giunta ha chiesto ai cittadini se pensavamo che le Ferrovie dovessero girare per i pendolari. È molto strano, perché mentre sulla TAV ci sono delle ipotesi di utilizzo, queste ferrovie trasportavano globalmente all'incirca 10.000 passeggeri al giorno, quindi erano persone reali che usavano servizi. Questi tagli ai servizi sono stati effettuati dalla Giunta di centrodestra e confermati dalla Giunta di centrosinistra, che ha detto che avrebbe riaperto le ferrovie sospese, mentre oggi siamo al palo quasi su tutto.
Se poi parliamo anche delle cifre e le compariamo, scopriamo che per aprire una ferrovia sospesa il più delle volte bastano poche decine di milioni di euro. Direte: "Molto, molto costoso". Quanto sono dieci miliardi di euro per fare un tunnel, invece? Quante ferrovie riapriamo con dieci miliardi? Probabilmente ne apriamo di nuove, praticamente raddoppiamo le ferrovie del Piemonte, ne facciamo una in ogni paese del Piemonte, dove la domanda di mobilità c'è, perché di questo abbiamo i dati. Magari facciamo anche un po' di metropolitane, perché nelle svariate amministrazioni di Chiamparino a Torino non si sono fatte, ma abbiamo fatto solo un pezzettino di una linea e, insomma, diciamo che, in tutto il Novecento e una parte di anni Duemila fare un pezzettino di linea di metropolitana non è un grande risultato.
Non è un grande risultato non trovare i soldi per portare una rete di metropolitane in decine e decine di anni di amministrazione della Città di Torino e continuare a promuovere in modo un po' ossessivo - e francamente un po' incomprensibile - il fatto di spendere invece una decina di miliardi per un tunnel dalle dubbie probabilità di utilizzo; molto dubbie perché, se ci fosse uno studio tombale ed epocale che stabilisce definitivamente che quest'opera serve, sarebbe molto difficile che quasi la metà degli italiani sostenesse le forze politiche che ritengono che invece questa cosa non vada fatta. Sarebbe molto difficile o, quantomeno, ci avremmo messo una pietra tombale e anche i cittadini della Val di Susa avrebbero dovuto accettare l'evidenza dei fatti. Stranamente, non è così.
In quattro anni e mezzo di amministrazione, il centrosinistra non è riuscito neanche a rimettere i treni per i pendolari e adesso vuole chiedere ai cittadini piemontesi cosa ne pensano della TAV. Francamente questa cosa sfiora il ridicolo. Allora facciamo anche una consultazione popolare per chiedere che cosa ne pensano della riduzione dei posti letto negli ospedali; facciamo una consultazione per chiedere che cosa ne pensano dell'accentramento dei servizi sanitari in poche strutture; chiediamo che cosa ne pensano dell'impoverimento delle strutture periferiche dei nostri territori. A questo punto, facciamo le consultazioni anche sulle cose che non piacciono al Presidente Chiamparino.
Noi chiederemo - l'abbiamo fatto con degli ordini del giorno depositati di fare una consultazione per la riapertura di ogni linea ferroviaria che è stata chiusa e non riaperta dalla Giunta Chiamparino. Chiederemo anche alcune opere di modesta entità che servono a potenziare o a riaprire delle ferrovie.
Pensiamo, tra tutte, in particolare alle ferrovie delle Langhe. A oggi l'intero territorio delle Langhe, una delle perle del Piemonte, non ha un treno che ci passa sopra, neanche un treno: sarà normale? Chi vuole andarle a visitare anche dall'estero, dalla Germania, dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, che sono alcuni dei popoli che più apprezzano le bellezze del nostro territorio, ci deve andare in macchina, ahimè, perché i servizi pubblici non ci sono.
Pensiamo anche solo nel Torinese a ferrovie di proprietà regionale, tra l'altro. Infrastrutture come la Canavesana e come la linea Torino-Ceres sono di proprietà della Regione, non bisogna dimenticarselo; sono infrastrutture di proprietà della Regione Piemonte che cadono letteralmente a pezzi. Però quello che è capace di fare il Partito Democratico che governa è dare sempre la colpa a qualcun altro; dà colpa ai gestori quando fa comodo, però di fare investimenti in modo previdente su queste ferrovie non ci ha pensato.
Adesso ci sono questi poveracci dei pendolari, che quando va bene si fanno mezz'ora o un'ora di ritardo e quando va male gli si cancella il treno su ferrovie regionali: facciamo una consultazione anche lì per capire cosa ne pensano di cinque anni di amministrazione Chiamparino in cui non sono stati sistemati questi problemi.
Ci sono molte idee propositive che ci hanno stimolato, quindi ringrazio il Presidente che, insomma, ha voluto portare a dibattito quelle che potrebbero essere delle consultazioni utili per i cittadini. Chiaramente c'è sempre un po' d'interpretazione soggettiva: se la propongo io magari tende un pochino a toccare alcuni temi, se la propone il Presidente toccherà un po' di più altri temi. Diamo però sempre la possibilità ai cittadini di esprimere la propria opinione, anche se poi non è vincolante il risultato della consultazione, così per sapere cosa ne pensano: visto che siamo sotto elezioni, può essere utile sapere cosa ne pensano delle cose non fatte da questa Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Devo dire che raramente abbiamo discusso di un tema in così tanti Consigli ravvicinati, ma non è la prima volta che accade. Il tema è sempre il medesimo, cioè quello relativo al TAV. Però, quando il Consiglio regionale discusse praticamente quasi ogni mese di questo tema, l'esigenza proveniva da chi avanzava le richieste di contrarietà alla TAV. Perché è vero che in una o in più stagioni politiche possono cambiare non tanto gli attori, che sono più o meno sempre gli stessi, ma possono cambiare le loro idee in merito a un progetto o a un'opera, ma porsi dalla parte di coloro i quali hanno voluto sempre l'opera, dalla parte politica che ha sempre voluto un'opera è un po' singolare rispetto alla storia che uno ha.
Al di là della memoria personale, la memoria digitale ci ricorda tutta una serie di aspetti ed evidentemente il collega Ferrentino, con semplicità dice: "Noi non eravamo contro l'opera: noi eravamo contro un progetto. E quando il progetto è stato migliorato, siamo magicamente diventati tutti favorevoli". Ebbene, non era così prima e non è così dopo, nel senso che quei tutti continuano a non essere tutti, perché il Sindaco di Susa, Sandro Plano - insieme al collega Ferrentino sono sempre stati due leader della battaglia "No TAV" - continua a essere convintamente contrario all'opera così come molti Amministratori valsusini che continuano ad avere in tasca la tessera del Partito Democratico o così come alcune componenti che il Presidente Chiamparino non certamente vorrà nella sua coalizione elettorale, non perché lo dice il Consigliere Vignale, ma perch pubblicamente sostengono che non vi è tutta questa positività rispetto alla TAV.
Ricordiamo alcuni aspetti, perché nel tempo possono cambiare i progetti, ma non cambiano gli approcci, in particolar modo due: se qualcuno ha memoria ricorderà che negli anni Novanta e nei primi anni Duemila, in qualunque ambulatorio medico della Val di Susa c'era un manifestino affisso dai "No TAV" (quando uno dei leader dei "No TAV" era il collega Ferrentino), che sosteneva che, poiché le nostre montagne contenevano minerali pericolosissimi, se si fosse scavato un buco in quelle montagne ci saremmo ammalati, o perlomeno i valsusini si sarebbe ammalati tutti di tumore.
Se questo concetto fosse stato vero allora - e lo uso, ovviamente, per motivare un ragionamento - dovrebbe essere vero anche adesso: cioè o allora si raccontava una bugia, quindi non era vero che qualunque buco si fosse fatto (sia a destra che a sinistra della Dora, perché le montagne sono sempre quelle) avremmo contratto un tumore, oppure hanno levato l'uranio all'interno della nostre Alpi.
Ovviamente non è così. Era una delle tante bugie che si raccontavano non per contrastare un progetto, ma per contrastare un'opera.
Come ho già avuto modo di ribadire in un altro intervento, ho rivestito il ruolo di misero Presidente di Circoscrizione all'inizio degli anni Duemila prima delle Olimpiadi, quando la Circoscrizione IV (quella in cui vivo) era sostanzialmente chiusa dai cantieri della metropolitana e del passante ferroviario. Ricordo che allora si volevano chiudere contemporaneamente Corso Francia, Via San Donato, Via Cibrario e Corso Regina, che, per chi non conosce Torino com'è lecito che sia, sono quattro arterie importanti una parallela all'altra. Il sottoscritto, insieme ad altre persone che in qualche modo erano favorevoli all'opera ma contrari a una chiusura assolutamente insostenibile per la città, chiese semplicemente all'Amministrazione comunale e alle Ferrovie italiane di modificare le chiusure, perché non eravamo contro l'opera. Cioè noi non abbiamo costituito il "Comitato No Metro" o il "Comitato No Passante". Abbiamo semplicemente chiesto dei miglioramenti, dicendo da subito che eravamo favorevoli alla metropolitana e al passante ferroviario.
Da quando nacque il Movimento "No TAV", nella ricostruzione parzialmente vera che fa il collega Ferrentino, non ha mai cambiato né modalità, n comportamento, né idea. Qualcuno l'ha cambiata, però il problema attiene a chi cambia idea nella vita, soprattutto quando, da leader di un movimento diventa leader di un altro. Ma io uso il collega Ferrentino solo per dire che un pezzo consistente di centrosinistra ieri, e un pezzo consistente di centrosinistra oggi, è stato ed è contrario all'alta velocità, è stato ed è contrario a quel progetto. Lo dico perché faccio parte, invece, di una coalizione che - sbagliando, perché certamente il progetto di oggi è migliore di quello di ieri - è sempre stata favorevole al concetto che si dovesse unire la nostra Regione con la Francia, passando al di sotto delle Alpi.
Vi è un secondo aspetto determinante da questo punto di vista: nonostante i tanti distinguo che sono stati presi anche dall'ala istituzionale del Movimento "No TAV", cioè quello dei Sindaci (ciascuno di voi può andare su internet e trovare tranquillamente le tante iniziative), io non partecipo a un'iniziativa in cui, seppur in coda, seppure di lato, ci sia qualcuno che fa della violenza uno strumento di battaglia politica. Questo aspetto, dal primo giorno ad oggi, ha sempre contraddistinto il Movimento "No TAV". Ma è sufficiente vedere ciò che è avvenuto in tutta una serie di movimenti e di momenti: mi riferisco a Soledad, a Massari e a tutta una serie di soggetti che decisero - a mio avviso non legittimamente - di fare della violenza politica uno strumento.
Io non ho mai manifestato per chiedere solidarietà per chi voleva abbattere i tralicci di Mediaset o della RAI, o per chi faceva attività. Mai! Mai! Non possono dirlo tutti. Perché anche rispetto a quel tema, era sufficiente essere dalla parte della contrarietà alla TAV per essere dalla parte giusta.
Detto questo, ogni tanto è bene che questo Consiglio regionale ricordi la coerenza delle persone e delle parti politiche. Perché, altrimenti, sarebbe troppo facile alzarsi domani mattina e fare il "No TAV" o il "No Caccia" cambiando, in qualche modo, un pezzo della storia della mia parte politica.
Non è così.
Non è così perché le contrarietà e i "no" del Partito Comunista e della sinistra sono gli stessi "no" che il Partito Comunista e la sinistra avevano detto all'autostrada in Val di Susa, perché era sufficiente potenziare la Strada Statale 24, una cosa che abbiamo rivisto a livello nazionale sull'autostrada del Sole, e su molti altri aspetti.
Faccio un'ultima considerazione, che invece non ha nulla a che vedere con questo.
Non c'è bisogno che dica - perché è nella mia storia e in quella della mia parte politica - quanto crediamo sia indispensabile la realizzazione della TAV. Però io ho letto il suo programma, Presidente, quello dei "sì".
All'interno di quel programma ovviamente la TAV spicca al primo posto. La TAV è fondamentale per la nostra Regione, ma non è la risoluzione dei problemi della nostra Regione. Se dobbiamo parlare di sanità - non lo faccio perché ho finito il tempo e non è presente l'Assessore Saitta quello che scrivete all'interno del programma è tutto da fare, o quasi tutto, però sono passati cinque anni. Se oggi fossimo nel 2015, avrebbe assolutamente ragione lei; ma dopo alcuni anni, credo che la TAV rischi di essere un meraviglioso strumento di confusione, rispetto a ciò che non è stato fatto in questi cinque anni di legislatura, per dire: "Il nostro obiettivo è quello".
È quello; ma è anche l'Asti-Cuneo; è il potenziamento di una mobilità che manca nella nostra rete stradale. Ricordo l'atterramento delle Provincie fatto dal Partito Democratico con la Delrio-Renzi, per cui le nostre strade provinciali non sono quasi più percorribili.
Ci sono tanti - tanti e tanti - punti di cui dovremmo parlare e con i quali ci confronteremo in campagna elettorale, che non possono essere solo la TAV.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie, rapidamente, anche data l'ora.
Questa mattina ho sentito parlare quasi esclusivamente di passato. Non si è parlato di futuro, né per i nostri giovani né per la nostra Regione. Questa è un'opera infrastrutturale che serve al futuro della nostra Regione. Ai piemontesi serve sviluppo e i piemontesi non si distraggono.
La nostra è un'epoca demagogica in cui bisogna contattare tutti attraverso il web su qualsiasi cosa, anche sulla scelta delle scarpe o della colazione la mattina. Dobbiamo uscire da questa pantomima perenne del "no tunnel": non si tratta neanche più di entrare nel merito del perché "sì" o del perché "no" del tunnel, perché ormai siamo oltre. Non solo perché è già stato scavato un quarto del tunnel, ma perché le motivazioni che venivano addotte dieci o 15 anni fa alla base di questa battaglia, oggi non ci sono più.
I piemontesi devono poter dire la loro e siamo assolutamente sicuri che i piemontesi non si distrarranno e sapranno esprimere la propria opinione sul futuro di questa Regione.
Qualche settimana fa il Ministero, in una conferenza stampa, ha fatto l'elenco dei "sommersi" e dei "salvati" delle opere infrastrutturali che questo Stato intende portare avanti e di quelle che intende bocciare. Molti giornali avevano pubblicato la cartina. Vi invito ad andarvela a vedere perché in questo Governo della pantomima e della sostenibilità, il via libera va tutto a strade e autostrade, cioè va a traffico pesante, ai TIR e alle merci senza l'interconnessione e non su ferro.
"No TAV" è nato, è vero, come simbolo - qualcuno ricordava - della lotta di un territorio ed è diventato un simbolo politico. "Sì TAV" non è un simbolo politico, non è una parolaccia, non è vilipendio alla Repubblica, è un modo per dire "basta, adesso basta". Vuol dire sì a una linea di trasporto moderna e di questa strumentalizzazione siamo stufi noi e sono stufi soprattutto i piemontesi.
La scorsa settimana mi è capitato di assistere, in un paese del dell'area metropolitana, a un dibattito proprio sul tema dell'alta velocità organizzato e condotto dai ragazzi degli istituti superiori.
Questi ragazzi ci ricordavano che la loro è la prima vera generazione europea e che vanno a formarsi all'estero, non perché qui manchino le buone università o l'alta qualità, non perché all'estero ci sia maggior prestigio, e non vanno all'estero pensando di non tornare più indietro, ma vanno all'estero perché vogliono l'opportunità della scelta, perché il collegamento li fa crescere come cittadini europei e come persone, anche attraverso il confronto.
Sapete qual è la vera disparità che denunciavano questi giovani? Quella tra i giovani piemontesi e i giovani milanesi.
I giovani milanesi possono andare a seguire un seminario a Lione e tornare in giornata (abbiamo già visto come ha cambiato il movimento e dato opportunità in più, anche culturali, l'alta velocità con Roma e con Napoli), mentre i coetanei torinesi questo non potranno farlo.
Qui siamo in una sede politica, quindi è giusto che tutti si assumano le proprie responsabilità, tutti i partiti politici, perché è facile fare i "Sì TAV" a Torino e poi fare i "No TAV" a Roma.
In questo contratto di governo, che comprendeva tutto e il contrario di tutto, un partito in particolare del centrodestra, la Lega Nord, ha venduto il Piemonte con un patto scellerato.
Questa non è propaganda, è realtà di governo. Questa è la verità che i piemontesi sono in grado di comprendere e di capire.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie.
Al di là delle scuse verso quei pochi o tanti che ci ascoltano o ci vedono per il momento di bailamme che c'è stato a metà della seduta mattutina, che credo non faccia bene al dibattito in senso lato, penso sia sfuggito volutamente, in gran parte degli interventi dei Gruppi di opposizione, il vero senso dell'idea lanciata della consultazione.
Il vero senso non è quello di far cambiare opinione ai Gruppi consiliari non è decidere se il TAV vada fatto o non vada fatto; se occorra stoppare o non stoppare cantieri che già esistono e che stanno già lavorando; ma è di mettere tutti davanti all'evidenza del cinismo e dell'ipocrisia che, per salvaguardare un patto di governo nato da forze contrapposte, che ora si sono affezionate (evidentemente al mantenimento delle poltrone), rischiano di svendere la nostra Regione.
Nella mente della forza politica, pur minoranza come parlamentari, ma maggioranza nel Governo, nel definire la linea politica, Lombardia e Veneto stanno certamente in primo piano rispetto al Piemonte, da cui non esprimono una parte significativa di classe dirigente.
Io non mi sono stupito nell'ascoltare le posizioni sull'opera in sé ed è ben chiara la posizione del Gruppo Movimento 5 Stelle, che non si svela oggi, di contrarietà all'opera, ma richiamo volutamente le parole della collega Frediani.
La collega ha detto, in modo onesto intellettualmente e coerente rispetto alle proprie visioni, che il succo di questa opera è il tunnel di base quindi non c'è "mini TAV" che tenga. La contrarietà è radicale, a partire soprattutto dal tunnel di base.
Per cui è inutile che si debba assistere alla manfrina sui giornali, nei telegiornali o nelle piazze dicendo "adesso vediamo se si trova un compromesso sulla mini TAV", perché la forza principale come numeri purtroppo o per fortuna a seconda dei punti di vista, non principale dal punto di vista della linea politica è contraria comunque a ragionare di Torino-Lione, a partire dal tunnel di base.
Ha fatto bene il Presidente Chiamparino a ricordare in poche parole, chiare e nette, quali sono i punti salienti di questo corridoio. Sono un tunnel ferroviario che eviti le pendenze, i raggi di curvatura e i limiti dimensionali del tunnel esistente, che in quanto tale non è in grado neanche con tutti gli artifici possibili, di attrarre nuovo traffico ferroviario, perché incompatibile per limiti fisici e dimensionali, e che rischia tra qualche anno di essere anche ridimensionato nell'utilizzo attuale per ragioni di sicurezza. Bene ha fatto il Presidente Chiamparino ad affermare che possiamo ragionare di una posizione strategica di Torino e del Piemonte solo ed esclusivamente se la piattaforma nodale e il sito ferroviario di Orbassano trovano una loro valorizzazione.
Senza questi due elementi, abbiamo finito di discutere. Quindi, il concetto di mini TAV, così come da alcuni viene caldeggiato e raccontato, è un'arma di distrazione di massa, nella migliore delle ipotesi per prendere tempo e dare il benservito ad un alleato di Governo all'indomani delle elezioni europee. Nella peggiore delle ipotesi, è il modo per marginalizzare definitivamente il Piemonte. D'altra parte, la contrarietà al progetto originario nasceva proprio dal fatto che Torino veniva tagliata fuori dal discorso del trasporto ferroviario e dell'interscambio merci tra gomma e ferro. Quindi, quella posizione era forte in allora e resta forte oggi.
Mi spiace, colleghi del centrodestra, in particolare per il collega della Lega Nord. Qui si chiama Lega Nord, mentre a livello nazionale ormai non si chiama più Lega Nord, ma si chiama Lega con Salvini e in ogni Regione si vedono gli abitanti della stessa come i primi da considerare, quindi non è più il Nord e men che meno il Piemonte il punto nodale della strategia della Lega.
Se si ritiene che l'opera, così come tracciata e disegnata da trattati internazionali, è talmente irrinunciabile da mettere anche a repentaglio l'attuale alleanza di Governo, allora bisogna essere consequenziali, non tra tre , quattro, cinque o 6 mesi, ma a partire dalla scadenza che vi è tra due settimane, quando ci saranno scelte ben precise da assumere: sì o no rispetto a degli appalti, sì o no rispetto alla prosecuzione di un'opera già in corso, sì o no rispetto a prospettive occupazionali, sia il mantenimento di quelle attuali sia l'implementazione con quelle future.
Oppure - è legittimo anche questo - pur di mantenere il patto anomalo di Governo nazionale si è disposti a dire: "Mettiamo da parte l'alta capacità ferroviaria e mettiamo in particolare da parte lo sviluppo trasportistico del Nord-Ovest, perché è più importante mantenere le poltrone nel Governo del Paese con l'attuale assetto".
È legittimo, però bisogna dirlo con chiarezza. La cosa è inaccettabile e per questo l'idea di una consultazione di popolo nella forma più soft light ed economica possibile, è necessaria. È necessaria, perché si smascherino ipocrisie e cinismi. Cinismi che, ahimè, vedono sacrificare anche principi ben più importanti e delicati rispetto a quelli del trasporto su merce o su gomma.
Guardate che, proprio in questi giorni, nel territorio in cui vivo e di cui sono stato e sono amministratore comunale ancora oggi, alcune decine di persone che erano ospitate in centri di accoglienza straordinaria, in virtù di un decreto cosiddetto sicurezza e votato senza remore dai due alleati di Governo, sono state sostanzialmente deportate, strappate dalle comunità in cui si erano radicate e in cui si stava lavorando per un'accoglienza positiva e sicura e mandate non si sa bene dove; pare, si dice, nel centro di Settimo, quindi con una strategia di nuovo di concentrazione.
Perché cito questo? Perché non vorrei che il cinismo e la conservazione delle poltrone sia così forte, come interesse, da sacrificare addirittura diritti inviolabili delle persone. Figuriamoci un'infrastruttura ferroviaria! Figuriamoci lo sviluppo di una regione come il Piemonte! Quindi, non ce la possiamo cavare, come un altro collega ha detto nel suo intervento, dicendo: "Va bene, ma se al 26 maggio vinceranno le forze di centrodestra o le forze di centrosinistra, vorrà dire che i piemontesi sono sostanzialmente a favore dell'opera. Se invece vinceranno i 5 Stelle, vorrà dire che i piemontesi sono sostanzialmente contrari all'opera". Eh no questa posizione è proprio una grande ipocrisia, perché, ripeto, non è in discussione il convincimento individuale dei partiti e delle forze politiche. È in discussione fino a che punto la conservazione del potere nazionale e romano porti a sacrificare la benché minima coerenza.
Invito ad andare avanti e a stanare questa ipocrisia con decisione e con forza nel rispetto di tutte le posizioni, perché anche qui non bisogna essere manichei.
Chiudo, dicendo che non accettiamo neanche le lezioni di chi vuole, in modo sommario, affermare che per noi ciò che conta in Piemonte è solo l'alta capacità ferroviaria e tutti gli altri problemi non esistono, perché in questi cinque anni - e lo dico soprattutto ai colleghi di centrodestra questa Amministrazione regionale ha dovuto risanare un bilancio che, in gran parte, è stato indebitato e ridotto in disavanzo proprio dai vostri Gruppi e dai vostri partiti. Ha fatto uscire la sanità dal Piano di rientro che la Giunta precedente aveva siglato e, rispetto al quale, nel 2004 è segnalata - basta guardare nel sito del Ministero della Sanità la deadline per il sovraindebitamento, da cui è partita tutta la procedura conseguente che nel 2010 ci ha fatto piombare nel piano di rientro. E ha dovuto riportare la Regione a essere un soggetto degno di questo nome dignitoso, e questo a prescindere da chi vincerà le prossime elezioni.
Crediamo di avere bene in mente quali siano le priorità sociali, di istruzione, ambientali, trasportistiche (quindi a 360 gradi). Non possiamo però negare il baratto cinico e ipocrita su scelte sancite addirittura da trattati internazionali, facendo credere che si possa cambiare idea come se quei trattati non esistessero, senza penalizzazioni e senza conseguenze.
Non prendiamo in giro i piemontesi. Questo non siamo disposti a farlo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Avevo già il sentore che questo dibattito finisse come sta finendo adesso come tra l'altro è iniziato anche con le dichiarazioni del Presidente Chiamparino oggi, ma anche in altre giornate, cioè in una pagliacciata elettorale. Questa è, sostanzialmente, una pagliacciata a fini elettorali! Siamo a tre mesi dal voto; tante volte è stato detto che qualcuno, magari il nostro Gruppo consiliare, strumentalizzava fatti e accadimenti, ma mi sembra che stiate veramente raschiando il fondo. Ho sentito dire tante castronerie, tante illazioni anche da persone che ritengo quasi sempre utilizzare il cervello in maniera molto consona e coerente. Oggi forse è andato un po' troppo sangue al cervello, nell'ottica elettorale.
Ho sentito anche trasformare questo dibattito sull'alta velocità in una richiesta di dimissioni del Governo nazionale. Colleghi, siamo nel Consiglio regionale, non so se ve ne siete resi conto e ricordati! Forse avete anche dei rappresentanti a livello nazionale. Pertanto, se avete qualcosa da dire al Governo nazionale, avete l'Assemblea nazionale dove sfogarvi. Lo fate già abbastanza laconicamente in Parlamento: fatelo anche lì, ma non venite a far perdere tempo e a trasformare un dibattito politico in Consiglio regionale in una pagliacciata elettorale per la Regione e contro il Governo nazionale.
Ho sentito il Presidente Chiamparino ritrattare ormai due volte: era partito con il referendum consultivo, ma - l'ha ricordato meglio di me il collega Bertola - probabilmente lo Statuto non è che se lo fosse letto tanto! Devo dire che su questo dobbiamo tirargli un po' le orecchie: lo Statuto e il Regolamento consiliare non li aveva letti granché! Gli Uffici gli hanno comunicato che il referendum consultivo non si pu fare. Allora, ha sfogliato e ha letto la pagina successiva, che all'articolo 86 parla della consultazione popolare. Oggi, giustamente, gli Uffici del Consiglio regionale (dico giustamente, perché non è che si inventano una linea politica, essendo, fortunatamente, dei tecnici e non dei politici) ci dicono cosa si può fare e cosa non si può fare. Gli Uffici ci dicono che non si può attivare la consultazione popolare a marzo, perch mancano i regolamenti attuativi, le delibere attuative.
Io sono profondamente convinto che serva una legge regionale, esattamente come per il referendum consultivo, che riguardi tutti gli istituti di democrazia diretta, ma, tant'è (e di questo dirò qualcosa dopo), il Presidente del Consiglio regionale ha detto: "Mah, tutto sommato chiediamo sommessamente al Ministro dell'Interno se ci fa aggiungere un foglietto una scheda aggiuntiva alle elezioni".
Quindi, dovremmo avere la scheda per le elezioni europee, la scheda per le elezioni regionali e poi un foglietto, sul valore del quale lascio intendere ai giornalisti cosa potrebbe fare chi non è interessato alla votazione. Diciamo che, oltre a questo, potremmo chiedere anche due fette di pane e una bella fetta di mortadella, se possibile per tutti i gusti (anche vegetariana e vegana), così avremmo fatto una bella votazione seria nel "Chiamparino style" e nel "PD style".
È veramente un grande esempio di democrazia, d'intelligenza, di acume politico e di rispetto di quest'Aula, che diamo all'esterno! Stiamo raschiando veramente il fondo del barile.
Io spero che si chiuda il bilancio regionale e, a questo punto, chiedo che si chiuda anche il Consiglio regionale, perché stiamo arrivando.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Prestateci la piattaforma Rousseau!



BONO Davide

Bravo, Presidente, su questo siamo d'accordo: chiudiamo baracca e burattini, perché stiamo dando uno spettacolo veramente penoso di quest'Aula, a chi ci segue dall'esterno.
Dicevo che avete un concetto di democrazia che francamente mi spaventa perché io sono stato portato un po' a spasso dalla vostra definizione ontologica: vi chiamate Partito Democratico, quindi pensavo che aveste dentro di voi concetti di democrazia molto forti. L'altro giorno discutevo con i colleghi sul fatto che, in effetti, ormai il termine "democratico" lo usano tutti. In Polonia, il partito al Governo, se non ricordo male, si chiama "Democrazia e giustizia" - qualcosa del genere - e diciamo che non sono molto vicini a voi, ma hanno dei posizionamenti molto forti e alcune volte poco democratici. La stessa cosa avviene in Ungheria. Quindi, ormai il termine è abusato e questo l'abbiamo capito anche in Italia.
Presidente Chiamparino, non può, nel 2019, alla tenera età di settant'anni superare i rigidi dettami dello stalinismo di partito e scoprire la democrazia diretta! A due mesi dal voto! Presidente, ma lo dico anche ai colleghi del Consiglio regionale: ci sono in Consiglio, delle proposte di legge, tra cui una mia (non lo dico appositamente, perché è la mia; può essere qualunque altro tipo di proposta di legge) che affrontano i temi della democrazia diretta. L'ho depositata a luglio 2014 (sono passati quattro anni e mezzo) e affronta il tema del referendum deliberativo, cioè propositivo.
Se avessimo approvato quella legge, il Presidente Chiamparino avrebbe potuto far raccogliere le firme alle "madamine" sue amiche o a Giachino che è anche suo amico, è tutto un po' un mischione! Si sarebbero raccolte le firme per un referendum deliberativo che proponeva di fare, non so qualcosa.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Il TAV in salsa regionale. Non lo so.
C'era l'ipotesi del referendum confermativo, c'era l'ipotesi del referendum consultivo. Adesso la colpa non è del Presidente Chiamparino, in questo senso, ma è della maggioranza, perché in quattro anni e mezzo non abbiamo parlato di democrazia diretta. Abbiamo discusso di tutto, tranne quello. Di più, quando questa Regione si è trovata di fronte a un referendum popolare abrogativo - non voi, questa volta, ma il centrodestra, qualche responsabilità la diamo anche al centrodestra - ha addirittura cancellato la legge su cui insisteva tale referendum.
Siamo questa Regione, colleghi! Non è che adesso ci possiamo inventare di essere la Regione che - come continuità amministrativa negli anni - decide di consultare il popolo, perché oggi il Presidente si è svegliato bene e ha deciso di fare qualcosa. No: ci deve essere, anche in questo senso, la continuità amministrativa.
Siamo una Regione che se ne frega altamente dei suoi concittadini possiamo dirlo, questo? - perché non abbiamo mai celebrato neanche un referendum abrogativo e, tra l'altro, non abbiamo neanche gli istituti altri che sono stati inseriti nei Comuni o in altri enti per quanto riguarda la democrazia diretta.
Noi siamo per la democrazia diretta, assolutamente. Pertanto, l'invito che rivolgo - visto che non riusciremo più a farlo in questa legislatura - a chi avrà la continuità, la memoria di questi dibattiti, a luglio, quando ripartirete con il nuovo Consiglio, è di chiedere di discutere tutti gli istituti di democrazia diretta, così andremo avanti. Magari ci sarà il Presidente Chiamparino, magari qualche altro Presidente (noi ci auguriamo) che potrà dire: "Oggi mi sveglio e faccio una consultazione popolare su un tal specifico tema e su quello che più credo interessi un po' ai cittadini un po' alla mia parte politica".
Sulla linea ad alta velocità, non siamo contrari al progetto mini TAV; il progetto mini TAV è il progetto di oggi, non sono due progetti diversi. Il progetto mini TAV è il tunnel di base e sostanzialmente, poi, poco o niente come intervento in valle. Ne discutiamo da tanto tempo con i colleghi. Poi guardate - io, e credo anche i colleghi, siamo abbastanza keynesiani convinti, cioè siamo convinti che i soldi pubblici servano a rilanciare l'economia e il territorio. Keynes si cita sempre, si cita la famosa questione di scavare le buche. Ora, voi siete un po' quelli che vogliono scavare le buche o i buchi nelle montagne, ma, francamente, con i soldi pubblici non potremmo anche fare qualcosa di utile? Rilanciamo l'economia, ma, nel frattempo, realizziamo anche qualcosa di utile. Non abbiamo i soldi per costruire gli ospedali, chiediamo ai privati e paghiamo il doppio gli interessi perché non abbiamo i soldi per costruire gli ospedali.
Sono state chiuse 12 linee ferroviarie, qualunque persona prenda un treno s'incavola come una iena; qualunque persona prenda un pullman anche a Torino - perché i fondi sono anche della Regione e del Comune di Torino s'incavola come una iena. Non faccio sconti a nessuno perché sono eredità che scontiamo da anni. L'unico obiettivo che perseguiamo sugli investimenti è quello lì che, francamente, non serve ai piemontesi.
Ho sentito dire dai colleghi una cavolata stratosferica che voglio ricordare: i milanesi riescono andare a Lione a fare convegni e seminari. È pieno di convegni e seminari a Lione, tutti i weekend vado a Lione a fare seminari e convegni e i torinesi no! Ma il TGV non ferma più a Torino? Avete tolto la fermata del treno a Torino nella settimana? Fino a sabato c'era. Il TGV ferma a Milano, Torino, Bardonecchia e poi va a Lione.
Ho sentito veramente piegare la realtà a concetti assurdi.
L'opera non serve, signori! Vi ripeto ancora un volta per non essere poi smentito: siamo d'accordo a fare investimenti sul territorio piemontese.
Secondo noi, la cosa che serve di più è una linea di metropolitana a Torino, possibilmente che non giri all'interno di Torino come il Partito Democratico sosteneva in origine, ma che esca verso i Comuni limitrofi.
Vogliamo rilanciare le linee ferroviarie, vogliamo fare gli ospedali con i soldi pubblici: cose da fare ce ne sono, però non potete innamorarvi di una cosa perché forse una forza politica che vi sta particolarmente sulle scatole la sostiene! A questo punto, l'unico concetto è quello. Le idee si cambiano, Presidente dopo trent'anni possiamo trovarci insieme e dire avevamo sbagliato, l'opera non serve, non si fa, il tunnel esiste e ci passano già i treni merci basta incentivarli un po'.
Sfido ad andare a Parigi in treno anziché con l'aereo, perché adesso sembra che una delle principali compagnie aree stia andando via dall'aeroporto di Torino. Ricordo che un volo aereo low cost per Parigi lo paghi 50 euro, ma un viaggio in treno 300. Chi prenderà quel treno? Se facciamo un tunnel quel biglietto costerà il doppio.
Se proprio volete realizzare l'opera a tutti i costi, chiedete che venga fatta con i soldi delle aziende oppure dei concittadini: il tunnel della Manica è stato pagato dai contribuenti britannici e francesi. Per chi lo vuole fare, ho la fetta di mortadella e il foglio su cui scrivere "Sì TAV" e si può anche lasciare un obolo. Magari in vista delle elezioni regionali valutiamo di dare un contributo in questo senso.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 4) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 391 "Fondazione CRT - Cassa di Risparmio di Torino - Consiglio d'indirizzo" - designazione di due terne, nel cui ambito la Fondazione provvederà a nominare due Consiglieri Designazione della prima terna, nel cui ambito il Consiglio di indirizzo e la Fondazione provvederanno a nominare un Consigliere.
Proclamo designati, quali componenti della prima terna di cui all'articolo 12, comma 2, lettera A) dell'Istituto della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino i signori Leo Gianpiero, Rocio Carlo e Negro Livio.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Il dibattito sulle comunicazioni della Giunta regionale riprenderà nel pomeriggio.
Comunico al Movimento 5 Stelle, che ha presentato altri sei ordini del giorno, che noi ritenevamo non ammissibile i primi tre. Noi avevamo ipotizzato la presentazione, comunque, per una possibilità di dibattito, ma se restano nove non sono ammissibili perché non c'entrano con il tema di cui stiamo discutendo. Ne riparliamo oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.57)



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