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Dettaglio seduta n.381 del 20/12/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione e che è stato approvato il 18 dicembre 2018.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Campo, Chiamparino, Conticelli, Giaccone Graglia, Molinari e Pentenero.


Argomento:

b) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9, del Regolamento interno


PRESIDENTE

In data 17 dicembre 2018 la I Commissione consiliare, riunitasi in sede legislativa, ha approvato all'unanimità la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Piemonte - Regione dell'Arsenale della Pace".
In data 19 dicembre la II Commissione, riunitasi in sede legislativa, ha approvato all'unanimità la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Modifica alla legge regionale 4 ottobre 2018 n. 16. Misure per il riuso e la riqualificazione dell'edificato e la rigenerazione urbana".


Argomento:

c) Comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Informo che, a seguito della richiesta d'informativa dello scorso 18 dicembre da parte del Consigliere Bona, relativa ai fondi per le Olimpiadi all'Agenzia Torino 2006, la Giunta regionale è disponibile a fornire comunicazione in data odierna.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame proposta di deliberazione n. 354, inerente a "Approvazione, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge regionale 4 settembre 1975, n. 48 delle modifiche allo Statuto del CSI - Piemonte"


PRESIDENTE

Iniziamo l'esame della proposta di deliberazione n. 354, su richiesta dell'Assessora De Santis di dare precedenza alla discussione di questo provvedimento.
La parola all'Assessora De Santis per l'illustrazione.
Invito i Consiglieri a occupare il proprio posto e consentire all'Assessora di parlare.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Ringrazio il Consiglio per aver accettato d'incominciare con l'esame di questa deliberazione ed anche di averla affrontata in tempo utile per l'assemblea di CSI, convocata per il 14 gennaio. Si tratta di modifiche allo Statuto.



PRESIDENTE

Scusi, Assessora.
Colleghi, abbiamo incominciato i lavori del Consiglio.
Invito i Consiglieri a stare seduti al proprio posto e consentire all'Assessora di parlare.
Prego.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Si tratta di modifiche allo Statuto di CSI Piemonte, di natura puramente formale, quali: la possibilità di convocare il Consiglio d'Amministrazione anche via posta elettronica, con conferma di ricezione, la valida costituzione del Consiglio, qualora siano presenti tutti i Consiglieri, la possibilità di svolgere il Consiglio in audioconferenza, il riconoscimento del fatto che il Consiglio si debba riunire almeno tre volte l'anno non soltanto sul progetto di bilancio e sul piano delle attività, ma anche sul rendiconto semestrale, al 30 giugno, e la possibilità che le riunioni del Consiglio, se è assente il Presidente e qualora sia nominato il Vicepresidente, siano presiedute dal Consigliere più anziano di età.
Posso ancora dire che ho effettuato la verifica che mi aveva chiesto il Consigliere Bono in Commissione. Il testo di queste modifiche statutarie è stato visto e convenuto con gli Uffici, non solo nostri, ma anche del Comune di Torino e della Città metropolitana.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono Consiglieri che desiderano intervenire su questa proposta di deliberazione? Il numero legale è 22.
Se non vi sono richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 354, il cui testo sarà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 343, inerente a "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno finanziario 2019 e disposizioni finanziarie"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 343, inerente a "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno finanziario 2019 e disposizioni finanziarie", di cui al punto 12) all'o.d.g.
È relatore di maggioranza il Consigliere Appiano; è relatore di minoranza il Consigliere Bono.
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione della relazione di maggioranza.



APPIANO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
L'analisi del disegno di legge fa seguito alla Commissione bilancio che si è tenuta questa mattina, prima della seduta di Consiglio.
Il presente disegno di legge autorizza all'esercizio provvisorio di bilancio per il triennio 2019-2021 e si compone di soli due articoli.
L'articolo 1, in applicazione dell'articolo 43 del decreto legislativo 118/2011 e dei principi applicati della contabilità finanziaria di cui al punto 8 dell'Allegato n. 4/2, dispone l'esercizio provvisorio del bilancio 2019-2021 dal 1° gennaio 2018 fino al momento dell'entrata in vigore della legge di approvazione di bilancio, comunque per un periodo non superiore a tre mesi.
Si è riportata a tre mesi l'originaria previsione di quattro, a seguito di approvazione di apposito emendamento in Commissione, nei limiti degli stanziamenti di spesa previsti nel disegno di legge regionale 342 (il bilancio di previsione finanziaria 2019-2021) approvato dalla Giunta regionale il 18 dicembre scorso.
Il comma 2 individua le spese che possono essere impegnate mensilmente per dodicesimi, quanto previsto dal principio applicato della contabilità finanziaria.
Il comma 3 specifica le spese non soggette alle limitazioni previste dal comma 2: le spese solide, quelle obbligatorie, ma anche le spese d'investimento necessarie da sottrarre al regime dei dodicesimi, proprio per raggiungere quel trend d'investimento necessario a evitare il taglio da legge statale alle Regioni nel caso in cui quegli investimenti non fossero raggiunti.
L'articolo 2 stabilisce che la legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Convitto Nazionale "Umberto I" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe I B del Convitto Nazionale "Umberto I" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 343, inerente a "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno finanziario 2019 e disposizioni finanziarie" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 343.
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione della relazione di minoranza.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Su un disegno di legge che riguarda.



PRESIDENTE

Consigliere Cassiani, può consentire al Consigliere Bono d'intervenire? Però, per farlo, si deve sedere. Non mi pare che possa intervenire mentre lei sta parlando.
Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Dicevo, su un disegno di legge che autorizza un esercizio provvisorio di bilancio non c'è molto da dire. Oggi siamo al 20 dicembre e rispetto agli ultimi otto anni (tranne forse il 2010) in cui, come Regione Piemonte siamo andati in esercizio provvisorio di bilancio, siamo un po' in anticipo, nel senso che di norma l'esercizio del bilancio provvisorio veniva votato il 28 o il 29 dicembre.
Non so se leggere come positivo il fatto di non rinviare oltre l'adozione dell'esercizio di bilancio provvisorio. Spiace constatare come questa Regione da anni non sia assolutamente in una condizione di normalità per quanto riguarda il suo bilancio. Come detto, approviamo il bilancio previsionale, che dovrebbe essere una previsione rispetto all'anno successivo, nei primi mesi dell'anno, di solito a marzo, a volte ad aprile in un caso addirittura maggio o giugno, quindi creando anche delle difficoltà all'Ente. I bilanci di assestamento che dovrebbero essere approvati entro luglio al più tardi, vengono approvati a dicembre, tranne rari casi - questo, purtroppo, ormai succede da più di 15 anni - e a fine anno andiamo in esercizio di bilancio provvisorio.
Correttamente il Vicepresidente Reschigna ha modificato in Commissione la durata massima dell'esercizio provvisorio da quattro a tre mesi, per una questione molto semplice. Saremmo autorizzati a farlo al massimo per quattro, ma è del tutto evidente che ad aprile sarà difficile pensare di andare ad approvare un documento di bilancio, in quanto saremo in campagna elettorale e dalla data di indizione dei comizi elettorali e delle elezioni fatta dal Presidente della Giunta regionale, che sarà ipoteticamente a fine marzo, saremo convocabili solo per interventi ordinari. Quindi, si spera che un bilancio della Regione Piemonte arrivi prima di questa scadenza, in modo che si possa approvare un documento fondamentale per il futuro della Regione Piemonte, come minimo per tutto il 2019, poi ovviamente, essendo triennale, anche per il 2020 e il 2021.
Ci auguriamo che il documento di bilancio, che verrà discusso da gennaio e poi verrà approvato nelle settimane e nei mesi successivi, sia comunque un documento pieno, completo e integro, nel senso che non sia solo un documento che presti attenzione magari solo ai primi sei mesi dell'anno e tralasci alcune poste di bilancio, lasciando il compito alla maggioranza che subentrerà di fare poi le giuste modifiche nell'assestamento di bilancio.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Visto che subentreremo noi!



BONO Davide

Certo, ovviamente ognuno può auspicare che la propria parte possa subentrare, ma credo sia comunque importante garantire una copertura in dodicesimi, almeno una copertura su quelle che sono le spese, non dico ordinarie e obbligatorie perché sarebbe un bilancio solo tecnico, ma anche con un minimo di valutazione politica. Poi la maggioranza che subentrerà valuterà dove togliere e dove mettere, ma senza l'affanno di dover andare a coprire spese fondamentali. Penso alle politiche sociali, penso al cofinanziamento dei fondi europei e a tutta una serie di misure che ovviamente devono essere già garantite e stanziate nel bilancio previsionale. Quindi, è giusta la tempistica massima dei tre mesi, ma speriamo di fare anche prima.
Per quanto riguarda l'articolo 3, notavo ieri che comunque le spese che vanno oltre la limitazione della spesa mensile stanno lievitando pian pianino, nel senso che abbiamo ovviamente le spese obbligatorie d'ordine ad esempio le spese per il personale, i residui perenti ricavati dai creditori (che ci sono tutti gli anni), e la stessa cosa anche per il fitosanitario.
In effetti, è evidente la motivazione e credo che sia perché non è una spesa uguale mese per mese, ma ha dei picchi durante alcuni periodi dell'anno e delle diminuzioni in altri periodi. A questa valutazione forse si potrebbero aggiungere anche altre spese; penso, ad esempio, alle spese di IPLA per quanto riguarda il contrasto alle zanzare, che è una spesa che si fa soprattutto a inizio anno e non e uguale mese per mese.
Non so se questa valutazione sia corretta, perché non ho avuto modo di presenziare in Commissione, visto che sono arrivato un po' in ritardo. Per questo volevo sapere se la valutazione è corretta e se si poteva eventualmente andare ad aggiungere anche questa voce.
Per le calamità naturali ci mancherebbe, non sono programmabili mensilmente; l'incolumità pubblica anche e così pure i contratti. Viene aggiunta rispetto all'anno scorso la voce dei bandi regionali di natura pluriennale e volevo sapere il motivo per cui c'è bisogno di inserirla nel comma 3 come spese non soggette a limitazioni.
Inoltre, vi sono le spese derivanti dal subentro nei rapporti giuridici attivi e passivi di enti soppressi, e volevo chiedere a quali enti ci rivolgiamo; ad esempio, penso alla RAI ed è l'unico che mi viene in mente.
Cercavo di capire perché dobbiamo però inserirla nelle spese che vanno oltre le limitazioni.
La sanità è inserita tutti gli anni, anche se devo dire che sarebbe interessante comprendere bene perché, nel senso che la sanità riceve comunque il fondo sanitario diviso mese per mese. Vorrei saperlo, perch magari ci sono delle urgenze od emergenze di edilizia o quant'altro.
Vi sono le spese del Consiglio regionale, gli accordi di programma. Invece vengono aggiunte le spese riportate nell'Allegato A per investimenti collegati all'accordo, ai sensi del DL n. 281/97 in materia di concorso regionale alla finanza pubblica. Nell'allegato presente nel documento vengono inseriti una serie di capitoli che riguardano soprattutto fondi di garanzia, fondi rotativi e alcuni investimenti che riguardano le aziende.
Da un punto di vista politico lo comprendo, lo comprendo un po' meno da un punto di vista tecnico. Forse questo in Commissione l'ha spiegato, però se lo può ripetere, Vicepresidente Reschigna, sarebbe meglio. Infine, è ovviamente condivisibile il tema del cofinanziamento europeo, perché è ovvio che non è mensile.
Quindi, per le tre voci in più chiedo esattamente che cosa sono e se nel fitosanitario era ricompreso anche il tema del finanziamento all'IPLA per il contrasto alle zanzare, oppure se è un tema che non ha bisogno di andare al di fuori della limitazione.
Faccio ancora una domanda, visto che me lo chiedevo ieri mentre guardavo il documento. Ho visto che è stata messa la parola "sanità" e mi chiedevo perché "sanità" sì e "politiche sociali" no. È vero che le politiche sociali sono pagate, purtroppo, molto più in ritardo rispetto alla sanità nel senso che per la sanità c'è un obbligo di pagare a 60 giorni. Abbiamo discusso tante volte sul fatto che se si riusciva a sforare anche di 10-15 giorni sulla sanità, si guadagnavano mesi sulle politiche sociali, perch il comparto è molto più piccolo rispetto al comparto sanitario. Però sulle politiche sociali non sarebbe anche il caso di inserirlo come escluso dall'obbligo di limite mensile? Grazie.



PRESIDENTE

Apriamo la discussione generale sul provvedimento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo ovviamente con l'auspicio che prima o poi si riescano a rispettare quelle che sono le norme dello Stato e anche quello che prevede lo Statuto della nostra Regione, cioè licenziare entro la fine dell'anno il bilancio preventivo del 2018 e non l'esercizio provvisorio, perché in realtà questo poi ci porta a una serie di "distorsioni" (fra virgolette) che fanno sì che il bilancio previsionale dell'anno successivo entro il 31 dicembre rischi di non essere mai approvato. E lo dico relativamente a questo esercizio provvisorio, con un comma 3 che ogni anno va ingrandendosi.
L'esercizio provvisorio nasce avendo un limite, quello di poter spendere un dodicesimo delle risorse destinate nel bilancio: è ovviamente un limite perché si può in qualche modo, mese per mese, impegnare le risorse che ci sono a bilancio e non fare degli impegni che tengano conto degli stanziamenti che a bilancio ci sono per tutto l'anno. In realtà - è già accaduto l'anno passato, è già accaduto due anni fa - mentre una volta noi prevedevamo che, oltre a lavorare in dodicesimi (in mensilità), potessimo spendere risorse che diventavano in qualche modo obbligatorie (la compartecipazione a fondi europei, i bandi già aperti e tutti quegli aspetti che non è possibile dilazionare), il comma 3 prevede tutta una serie di non limitazioni.
Il comma 2 recita: "Le spese possono essere impegnate mensilmente per dodicesimi secondo quanto previsto dal principio applicato dalla contabilità finanziaria di cui alla legge n. 118". ovviamente, in questo modi si dà una limitazione rispetto all'utilizzo dell'esercizio provvisorio. Invece, abbiamo poi un comma 3 all'interno del quale vi è di tutto, nel senso che abbiamo le spese obbligatorie d'ordine, le spese finanziate con la reiscrizione dei residui perenti agli effetti amministrativi reclamati dai creditori, le spese per garantire la continuità del servizio sanitario, le spese per interventi collegati alle calamità naturali, alla tutela dell'incolumità pubblica, alla copertura dei contratti già stipulati e bandi regionali di natura pluriennale, al subentro nei rapporti giuridici attivi e passivi, ai trasferimenti e alle spese necessarie nel settore sanità, ai trasferimenti finanziari del Consiglio regionale, alle spese per il finanziamento degli accordi di programma, alle spesa riportate nell'allegato A.
In sostanza, se noi sommiamo quanto non è vincolato dal limite che la legge dello Stato pone all'esercizio provvisorio, credo che superiamo il 90% del bilancio regionale, perché ovviamente tutto l'aspetto della sanità non ha vincoli e tutta un'altra serie di aspetti, che sono quelli che enunciavo prima, non hanno vincoli. Allora si capisce bene che il rischio è che avendo approvato la Giunta un disegno di legge di bilancio qualche giorno fa, la vera votazione del bilancio regionale diventi l'esercizio provvisorio, perché con l'esercizio provvisorio, da oggi fino all'approvazione del bilancio regionale (poniamo che sia nel mese di marzo), la Giunta ha la possibilità di impegnare non tre dodicesimi delle risorse, ma i dodici dodicesimi delle risorse.
Allora capite che questo, in un anno normale, non è corretto solo per una questione di rispetto della norma dello Stato e di buon andamento del sistema pubblico. È evidente che, fintanto che noi avremo un sistema normativo regionale che consente in qualche modo, pur approvando il bilancio a marzo, di lavorare come se il bilancio fosse stato approvato il 20 dicembre, c'è poco interesse ad anticipare i tempi d'approvazione del bilancio, del consuntivo, dell'assestamento nei termini dovuti.
Noi abbiamo approvato l'assestamento poche settimane fa, ma l'assestamento andrebbe approvato entro il 30 luglio dell'anno. In un anno normale, non sarebbe una buona pratica nel rispetto della legge, ma in quest'anno elettorale, occorrono maggiori attenzioni.
Allora la cosa che chiedo al Vicepresidente è - non ho presentato nessun emendamento, non ho fatto un ordine del giorno - in qualche modo, un impegno politico: che mensilmente, in sede di I Commissione, sia presentato un elenco degli impegni fatti assunti. Infatti, nella logica della continuità amministrativa (non sappiamo chi vincerà le elezioni il 26 maggio!), bisogna solo evitare che, per fregola elettorale - legittima in chi governa e in chi sta seduto nei banchi del Consiglio, che per ovviamente non può gestire correttamente il bilancio - una parte consistente del bilancio venga usato prima che il Consiglio lo approvi.
Dobbiamo sempre ricordare che un bilancio, in realtà, ha la sua validità nel momento in cui il Consiglio - a febbraio, a marzo o quando lo farà - lo approverà. E allora è evidente che su questo tema noi chiediamo attenzione e un po' di sobrietà sabauda, insomma.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Ritengo che, in questa situazione in cui sempre più dipendiamo da uno Stato centrale impazzito, come peraltro avevamo ipotizzato ben trent'anni fa, sia stato un miracolo approvare l'esercizio provvisorio. Quello che mi dispiace è che avrei preferito - avremmo preferito tutti, come piemontesi - che il Presidente Chiamparino, il Vicepresidente Reschigna e anche l'Assessore Saitta si battessero un po' di più (questo potrà avvenire) ed evidentemente dare una forma al bilancio più consistente su molti trasferimenti che non avvengono dallo Stato rispetto ad altre Regioni.
Per esempio, per quanto riguarda la compartecipazione degli extra LEA dal fondo nazionale, come lei sa, Assessore Saitta, anche se abbiamo chiuso il Piano di rientro, noi riceviamo meno rispetto a molte altre Regioni e quindi su questo tasto occorrerà batterci.
Ormai, per ovviare a tutte le problematiche e a tutte queste discussioni che stiamo facendo da anni, la strada da imboccare è quella dell'autonomia e del federalismo, perché quella del cappello in mano e chiedere l'elemosina, senza poter neanche fare opere importanti, non ha reso molto.
Siamo tutti qui a discutere e a batterci su delle situazioni, quando sappiamo benissimo che stiamo ancora lavorando sulla spesa storica e che nessun costo standard è stato messo in atto.
Ieri pomeriggio il testo completo della legge finanziaria non era neanche ancora arrivato al Senato; quindi mi dissocio da quello che ha detto il Consigliere Vignale, perché comprendo che state lavorando in una situazione che definire imbarazzante è poco.
Se noi avessimo un po' più di autonomia, allora sì che potremmo richiamarci al nostro essere sabaudi, ma in questa situazione di centralismo che peraltro - lo ribadisco - ormai è diventata una maionese impazzita qualcosa in più si poteva fare, ma sempre con il cappello in mano.
È fondamentale, quindi, riprendere in mano con forza il discorso dell'autonomia e del federalismo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, molto velocemente.
Parto dall'intervento della Consigliera Gancia, anche perché mi dà la stura per informare il Consiglio regionale che proprio nella giornata di ieri pomeriggio ho incontrato, su delega del Presidente che era impegnato, la Ministra Stefani, assieme al dottor Franscisco e alla dottoressa Faina Direttore degli Affari Istituzionali e Dirigente dell'Ufficio Legislativo della Giunta, alla quale abbiamo consegnato l'ulteriore fase evolutiva del provvedimento di richiesta d'autonomia sull'articolo 116, che significa la traduzione, in "enne" schede, di tutte le problematiche assunte nell'atto di indirizzo della delibera del Consiglio regionale, assieme alla comunicazione sulla nomina della delegazione trattante della Regione Piemonte.
Dalla Ministra Stefani abbiamo avuto la conferma che subito dopo l'Epifania si avvieranno i tavoli tecnici e i tavoli politici tra la Regione Piemonte e i diversi Ministeri, e il Ministero degli Affari Regionali, che certamente godranno del lavoro sin qui svolto su Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, nel senso che le questioni già definite con quelle Regioni che magari sono anche oggetto di nostra richiesta di autonomia, avranno certamente minore necessità di approfondimento.
Su un articolo dei giorni scorsi è emersa una certa qualche difficoltà all'interno del Governo, soprattutto su alcune materie e su alcuni Ministeri, ad affrontare le problematiche relative all'autonomia sull'articolo 116.
Oggi, per essere chiari, ci dovrebbe essere una comunicazione in Consiglio dei Ministri su questa tema su Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, ma dalle notizie che ho non credo che ci sia l'approvazione del testo dell'intesa, che deve essere poi trasferito al Governo.
Tra l'altro, con alcuni Ministeri, peraltro nodi abbastanza rilevanti per essere chiari (sanità, ambiente ed infrastrutture), c'è ancora qualche necessità di approfondimento.
La definisco in questi termini.
Vengo al provvedimento sul disegno di legge di esercizio provvisorio.
Primo, quella prudenza richiesta dal Consigliere Vignale è la ragione per cui tutta una serie di spese non le abbiamo inserite derogabili dal vincolo dei dodicesimi. L'esercizio provvisorio è un provvedimento che non pu anticipare la discussione e le scelte politiche che riguardano la legge di bilancio. Ecco perché, nonostante le tante sollecitazioni da parte di diverse direzioni, il provvedimento ricalca quanto già assunto in tutte le leggi nel corso della legislatura, con due eccezioni: una è quella che evidenziava il Consigliere Bono, relativa agli enti in fase di scioglimento, o alle agenzie in fase di scioglimento. Il riferimento - lo confermo - è quello fatto dal Consigliere Bono nel suo intervento, ossia ARAI.
Nella legge di assestamento di bilancio abbiamo approvato un articolo che di fatto, dal 1° gennaio la Regione Piemonte subentra nelle poste attive e passive, al fine di chiudere senza fasi di liquidazione complicati che fanno solo perdere del gran tempo, rispetto alle obbligazioni di ARAI.
È chiaro che questo magari richiederà un'anticipazione di alcune spese di chiusura dell'Agenzia, che invece non possono rientrare nel vincolo e nei regimi del dodicesimo.
Il secondo è quello cui ha fatto riferimento il Consigliere Appiano nella sua relazione: il provvedimento che riguarda l'applicazione dell'intesa tra Stato e Regioni, che quest'anno è avvenuta molto in anticipo. Normalmente le intese venivano fatte a valle della legge di bilancio dello Stato mentre quest'anno le intese sono state fatte propedeutiche alla predisposizione della legge di bilancio e a fronte di possibili tagli, che per il Piemonte sarebbero stati molto forti (circa 400 milioni di euro, per essere chiaro).
Questi vengono annullati se, rispetto alle risultanze dell'assestamento di bilancio, in termini anche pluriennali, vengono garantiti investimenti aggiuntivi nel 2019, non presenti nel pluriennale assestato al 2018.
Questa è la ragione, molto semplicemente, perché abbiamo spostato tutta l'operazione - entrate e spesa - sulla riduzione del capitale sociale di Finpiemonte al 2019; perché questa massa di investimenti ci consente tranquillamente di stare dentro nell'intesa, non potendo noi ricorrere a nuovo indebitamento e non potendo noi utilizzare avanzo libero, perché non siamo in questo tipo di condizioni di fattispecie, ma ci possiamo rientrare nell'eliminazione dei tagli sulla terza fattispecie, che è quella di garantire investimenti aggiuntivi non presenti nel pluriennale assestato sul 2018.
Peraltro, sotto quest'aspetto posso garantire al Consigliere Vignale che quei capitoli che sono individuati e allegati sono gli stessi capitoli che sono parte dell'allegato approvato con la legge su Finpiemonte, quindi non è cambiato nulla; inoltre, nessun problema a garantire al Consiglio regionale quel livello d'informazione e di comunicazione richiesto, cioè che mensilmente ci sia un trasferimento di dati alla I Commissione sugli impegni assunti, soprattutto quelli che fuoriescono dal regime del vincolo dei dodicesimi di bilancio.
Per quanto riguarda IPLA (lotta alle zanzare, per essere chiari), non abbiamo ricorso al limite dei dodicesimi (Saitta non è molto contento di questo, ma come al solito ciascuno di noi deve fare buon viso a cattiva sorte). Infatti, le risorse per la lotta alle zanzare, che nel 2019 saranno aggiuntive rispetto a quelle stanziate nel 2018, poiché è stato assimilato il concetto che è un intervento di prevenzione sanitaria, che riguarda quelle comunità e quelle popolazioni, sono in massima parte ricomprese all'interno del perimetro della spesa sanitaria e il perimetro della spesa sanitaria, per sua natura, fuoriesce dal limite del vincolo dei dodicesimi quindi sotto questo profilo non c'è alcun problema al riguardo.
Sulle politiche sociali vale quel ragionamento prudente di prima, cioè non possiamo escludere dal vincolo dei dodicesimi tutto. Peraltro, il disegno di legge di bilancio conferma gli stessi stanziamenti del 2018 e anche questo è sicuramente un fatto importante; normalmente, procediamo con le determine di assegnazione sulle politiche sociali a giugno, con il bilancio che contiamo tutti di approvare prima della fine di marzo. Garantiremo pertanto, tranquillità e certezza al sistema con assegnazioni e quindi con determine prima ancora dell'anno precedente. È stato un ragionamento di prudenza, altrimenti rischiavamo veramente di portare fuori dalla legge di bilancio troppi elementi; invece, è giusto che ci sia una certo equilibrio.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, si proceda con l'esame dell'articolato.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 2.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Esame disegno di legge n. 308, inerente a "Istituzione del Comune di Lu e Cuccaro Monferrato mediante fusione dei Comuni di Lu e di Cuccaro Monferrato in Provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame del disegno di legge n. 308, inerente a "Istituzione del Comune di Lu e Cuccaro Monferrato mediante fusione dei Comuni di Lu e di Cuccaro Monferrato in Provincia di Alessandria", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana del 18 dicembre, ha svolto la relazione di maggioranza il Consigliere Giaccone e quella di minoranza Rossi Luca e il Consigliere Bono non era intervenuto per la relazione di minoranza, ma in discussione generale, se ricordo bene. In sede di discussione generale sono intervenuti la Consigliera Chiapello, l'Assessore Reschigna e i Consiglieri Bono, Vignale e Ravetti. Abbiamo deciso di riprendere oggi la discussione e, quindi, c'è spazio per nuovi interventi in discussione generale.
Prima però di cominciare la discussione generale, chiedo al Consiglio un attimo di attenzione, perché è corretto che io legga una lettera che è pervenuta dall'Amministrazione di Cuccaro, indirizzata ad Aldo Reschigna Vicepresidente della Regione Piemonte, per conoscenza al Presidente Chiamparino e a me.
"Si evidenzia che il referendum consultivo per l'istituzione del Comune di Lu e di Cuccaro Monferrato mediante fusione dei Comuni di Lu e di Cuccaro Monferrato in Provincia di Alessandria, in data 11 novembre, ha visto per il Comune di Cuccaro Monferrato la partecipazione di 216 elettori su 331 aventi diritto (65,2%), con il seguente risultato: No 337 (63,4% dei votanti e il 41% degli aventi diritto) e Sì 76 (35% dei votanti e 23% degli aventi diritto), schede bianche e nulle 3. Questo a fronte di un risultato complessivo raggiunto nei due Comuni coinvolti di Sì 368 (53,5%), No 314 (45,6%), schede nulle e bianche 6.
Da questi dati si evince la vittoria complessiva dei Sì alla consultazione ma altresì la volontà popolare della comunità di Cuccaro Monferrato di non procedere alla creazione del nuovo Comune di Lu e Cuccaro Monferrato.
Durante i dibattiti pubblici, svoltisi nel corso degli ultimi mesi, anche in presenza di funzionari dell'Ente da voi rappresentato, non era mai emersa la necessità di procedere, in seguito all'esito referendario all'indizione di un Consiglio comunale che esprimesse '. nelle forme e secondo le modalità richieste per le istanze di fusione, ovvero con deliberazione del Consiglio Comunale adottata a maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati' così come da Lei richiesto nella Sua comunicazione in oggetto: ricordo che con delibera n. 10 del 24 aprile 2018 il Consiglio comunale di Cuccaro già si era infatti pronunciato per l'approvazione del progetto di fusione nelle modalità e nelle forme da lei richieste.
Come peraltro da lei ribadito nella stessa comunicazione, riteniamo che la Regione abbia titolo, competenza e risultati per decidere in ordine alla prosecuzione del procedimento, tenendo conto della volontà dei cittadini di Cuccaro espresso nella sessione referendaria.
Infatti, considerato la Sua, alla luce dell'iter amministrativo previsto dall'articolo 11 della legge regionale 11 del 2012, che disciplina l'istituto della fusione comunale quindi dell'articolo 3 della legge regionale n. 50/1992, che disciplina le modalità di istituzione di nuovi Comuni, e degli articoli 33 e 38 della legge regionale n. 4/1973 disciplinanti l'istituto del referendum consultivo per l'istituzione nel territorio della Regione di nuovi Comuni, si evince come il Consiglio regionale sia già in possesso di tutti gli atti deliberativi comunali necessari per addivenire in tempi celeri alla propria valutazione sul processo di fusione.
Si resta naturalmente a disposizione del Consiglio per tutte le ulteriori informazioni ritenute necessarie".
Questo documento è firmato da Fabio Bellinaso, Sindaco di Cuccaro Monferrato, da Aldo Gilardi, Vicesindaco, da Davide Canepa, Assessore di Cuccaro Monferrato, da Bruno Bisoglio, Consigliere comunale di Cuccaro Monferrato, da Arianna Deambrogi, Consigliera comunale di Cuccaro Monferrato, da Igor Devasini, Consigliere comunale di Cuccaro Monferrato da Alessandro Martinotti, Consigliere comunale di Cuccaro Monferrato e da Caterina Temporini, Consigliera comunale di Cuccaro Monferrato.
Se non erro, il Consiglio comunale di Cuccaro è formato da dieci Consiglieri; qui c'è la firma di otto Consiglieri.
Ci sono Consiglieri che desiderano intervenire? Ha chiesto la parola il Consigliere Sinatora; ne ha facoltà.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
La mia è un'integrazione a quanto è stato detto adesso, perché pare che oggi pomeriggio dovremo votare la proposta di legge n. 308, che riguarda i Comuni di Lu e Cuccaro, come da lei anticipato.
La questione ha subito ulteriori imprevisti e sviluppi, che sarebbero degni di un approfondimento. Lo sto dicendo perché chi ci ascolta è qui presente per cui sa cosa sto dicendo e perché vi sto esponendo un mio pensiero, nel tentativo di trovare una risoluzione a questa situazione.
Chiedo alla Presidenza di rinviare in Commissione un provvedimento che possa rimettere in discussione l'obiettivo della legge e possa dare spazio a una riflessione che raccoglie quanto è emerso dalle successive vicende che lei, Presidente, ha giustamente elencato. Mi riferisco alle vicende che hanno portato alle dimissioni di un Sindaco, alle proteste portate in seno alla Provincia che non riconoscono la validità del referendum, ai cittadini che protestano oggi e che vogliono una risposta dalle istituzioni, cioè da noi.
Ritengo che la Regione non possa rimanere sorda, ma debba approfondire e fare chiarezza sugli esiti del referendum e soprassedere all'approvazione della legge n. 308.
Questo, come Lega Nord Piemont, è quanto mi sento di dire.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sinatora.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Come sostenitore della democrazia rappresentativa, e quindi della sovranità del Consiglio comunale nelle sue decisioni, sono assolutamente concorde. Al tempo stesso, abbiamo precedentemente votato alcune fusioni i cui esiti referendari non erano propriamente all'unanimità, come ad esempio Trausella, ma con l'ausilio di una delibera di Consiglio comunale per tutti e tre i Consigli.
Dalla lettera che lei ha letto, mi pare di aver capito che il 24 di aprile il Consiglio comunale di Cuccaro si è espresso. Ma che cosa significa? Perché la Regione Piemonte, attraverso il Vicepresidente Reschigna, scrive il 15 novembre - suggerendo, naturalmente, perché è un suggerimento e non un obbligo - che la manifestazione di volontà dovrà essere espressa nelle forme e secondo le modalità richieste per l'istanza di fusione, ovvero con deliberazione del Consiglio comunale.
Questa delibera del 24 aprile sanciva la volontà di fusione oppure no? Perché qui sta il discrimine: perché se è successo così, e quindi la delibera è stata veramente votata ed emanata, io concordo, perché quello è il punto cardine, nel senso che il Consiglio comunale è sovrano in queste situazioni da dirimere.
Nel caso in cui non fosse così, naturalmente il Consigliere Sinatora ha ragione, quindi bisognerebbe prendersi un attimo di tempo. Perché, a mio giudizio, la lettera degli otto Consiglieri di maggioranza, anche se autorevoli, non è sufficiente. Non vorrei solo creare delle distonie rispetto ad un percorso legislativo abbastanza chiaro.
Grazie.



PRESIDENTE

Prima di procedere, darei la parola al Vicepresidente Reschigna, così chiarisce anche questo punto, che è un aspetto importante.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Cercherò di ricostruire il procedimento e il percorso.
La delibera dei due Consigli comunali che è stata citata è quella che ha avviato il percorso di fusione tra i due Comuni.
Qui non siamo in presenza di fusione per incorporazione. Per essere chiari il percorso di fusione per incorporazione prevede l'avvio con le due delibere e l'indizione del referendum da parte dei due Comuni (o dei Comuni interessati); successivamente allo svolgimento del referendum consultivo che è gestito in questo caso dai Comuni, si dovrà provvedere all'invio alla Regione Piemonte del progetto di fusione. Tutto ciò si traduce, come abbiamo fatto questa settimana, nella legge regionale di fusione per incorporazione.
Ma questa non è una proposta di fusione per incorporazione. La legge individua un altro percorso, che è il seguente: i Consigli comunali interessati assumono le delibere. Queste delibere contengono le ragioni, le motivazioni e gli obiettivi del progetto di fusione. Vengono trasmesse e istruite dalla Regione, la quale, come Giunta regionale, assume il disegno di legge; lo trasmette al Consiglio regionale, che sospende l'iter dell'esame del disegno di legge e indice la consultazione referendaria che, peraltro, in questo caso, è a spese della Regione.
A valle della consultazione referendaria, il Consiglio regionale riprende l'iter di esame del disegno di legge, approvandolo oppure respingendolo.
Questo è il percorso.
Dunque, la delibera cui si è fatto riferimento esprime la volontà dei due Consigli comunali di procedere alla fusione e chiede alla Regione di avviare il percorso previsto dalla legge per addivenire alla fusione.
Già che ci sono, colgo l'occasione per precisare il contenuto di una lettera che non ho inviato solamente al Comune di Lu e al Comune di Cuccaro, ma a tutti i Comuni che, nelle consultazioni referendarie che si sono svolte indette dalla Regione, hanno avuto esiti contraddittori. Non l'ho inviata ai Comuni della Valle Mosso perché tutti e quattro i referendum hanno avuto un esito positivo, ma l'ho inviata al Comune di Lu e a quello di Cuccaro; l'ho inviata a Trausella, se non ricordo male (era quel Comune dei quattro che aveva avuto un esito negativo come consultazione referendaria) e l'ho inviata ai Comuni di Gattigo e di Veruno.
Vorrei essere chiaro, è una lettera che contiene un errore sotto il profilo procedimentale. Sotto il profilo procedimentale non c'è bisogno di una delibera assunta a maggioranza dei Consiglieri comunali, ma sotto il profilo politico - ed è questo il senso di quella lettera - a noi come Regione interessava capire, a valle dell'esito della consultazione referendaria, se permanevano o meno le volontà da parte delle amministrazioni comunali di procedere al progetto di fusione.
Nel passato è avvenuto che, a valle di consultazioni referendarie negative i Consigli comunali avessero deciso di interrompere il progetto di fusione.
Faccio un esempio molto vicino e che riguarda la mia provincia, la fusione per incorporazione tra il Comune di Verbania e il Comune di Cossogno. La consultazione referendaria era favorevole al Comune di Verbania, negativa al Comune di Cossogno: il Comunue di Cossogno ha deciso d'interrompere il percorso di fusione. La responsabilità è delle amministrazioni comunali e dei Sindaci, vorrei fosse chiaro sotto questo profilo. Non mi permetterei mai di presentare un disegno di legge al Consiglio regionale che vada contro le volontà delle amministrazioni comunali. Quello che io chiedevo con quella lettera, in sostanza, al di là di un errore o di una non esplicitazione corretta sotto il profilo formale, è se le due amministrazioni comunali intendessero ripensare al progetto di fusione alla luce della consultazione referendaria o se, invece, volessero non andare avanti.
Nella maggioranza dei casi (Trausella, Gattico e Veruno ) i Sindaci hanno convocato i Consigli comunali e i Consigli comunali, a maggioranza anche molto consistente, hanno detto: "Per noi, se anche consideriamo importante l'ascolto e la valutazione da parte delle comunità locali, questo è un progetto importante sul futuro, per cui chiediamo che venga assunta la legge regionale di fusione".
I Comune di Lu e Cuccaro hanno deciso, autonomamente, di non convocare i Consigli comunali e di mandare delle lettere. La lettera di questa mattina fa seguito a una lettera analoga sottoscritta dal Sindaco e da altri Consiglieri comunali che riguarda l'altro Comune.
Non esprimo considerazioni e giudizi, ma vorrei essere chiaro sotto questo profilo: è un problema che riguarda il rapporto tra quei Sindaci e quei Consigli comunali.
Dico francamente e onestamente la mia opinione: non capisco la ragione per cui era così complicato e difficoltoso convocare i Consigli comunali e assumersi la responsabilità di una decisione.



(Applausi provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



PRESIDENTE

Vi prego, non è consentito applaudire o fischiare in questo Consiglio regionale.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Ribadisco il concetto: a me, come Assessore regionale agli Enti locali interessava, visto che la Regione sostiene i progetti di fusione, ma non li impone ai Comuni, sapere se quei Comuni avessero avuto un ripensamento o meno alla luce delle consultazioni, al di là dell'elemento formale, e qui non mi prendo gli applausi.
Credo che le due lettere che sono arrivate dicano sostanzialmente che la maggioranza degli amministratori dei due Consigli comunali, sia pur con una forma un po' irrituale, ritengono di non interrompere la loro richiesta di fusione tra i Comuni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Vorrei chiedere al Consiglio per quante volte ancora vuole prendere in mano le patate bollenti scaricate dai Comuni. Noi intendiamo agevolare processi di fusione e creare tutti i presupposti affinché siano una realtà che domani possa creare aggregazioni più funzionali all'esercizio dei servizi sul territorio, ma dobbiamo anche pensare che non possiamo essere noi, come Regione Piemonte, a sobbarcarci i deficit di gestione di un processo che viene attuato dai Comuni stessi nella fase preliminare.
Se oggi siamo qui a discutere è perché c'è stato un deficit di partecipazione tra la volontà di un'Amministrazione e le percezioni della popolazione di un Comune. Questo ci deve invitare a pensare. Da quando siamo in Consiglio, abbiamo visto, dopo molti progetti di fusione, che le criticità sono aumentate via via.
Faccio l'esempio di Garbagna e Cassano Spinola. Primo esempio di criticità che, caso strano, ricade nella stessa provincia, come il caso di Cuccaro e Lu. In questo caso, penso che dovremmo dare un segnale ai Comuni, un segnale per cui la Regione non è più disposta a fare il lavoro sporco. Non dobbiamo dire i no e i sì che un'Amministrazione comunale non si sente di dire. Questo mi sembra un assurdo.
Le amministrazioni comunali impostano questi progetti e devono continuare a perorarli, a spiegarli ai cittadini, a proporli e a prendersi le responsabilità cui sono tenute, anche se queste responsabilità sono un'indizione di un Consiglio comunale, una votazione di Consiglio comunale che non è un adempimento di legge ma è, in realtà, un elemento per far sì che la partecipazione, che forse prima non c'è stata, possa espletarsi nel momento successivo.
Questo dovrebbe essere un forte segnale, un segnale in cui la Regione Piemonte dice: "Basta, non vogliamo più esporci in questi casi". Abbiamo chiesto ad alcuni Comuni di fare dei Consigli comunali e di esprimersi in merito alla permanenza delle volontà di fusione.
Questi Consigli comunali si sono riuniti e hanno votato. In questo caso, ci mandano una lettera (la seconda lettera). Io penso che il significato di non mandare una delibera di Consiglio comunale, ma una sola lettera, sia da ricercarsi nel fatto che non si vuole andare in Consiglio comunale, cioè in una sede dove i cittadini possono entrare. Questo è forse l'elemento di sintesi che possiamo cercare in questa volontà di non esprimersi con quanto richiesto dal Vicepresidente Reschigna. È un'ipotesi, ma non vedo altre soluzioni a questo enigma.
Detto questo, mi trovo d'accordo anche con i precedenti interventi: in questo caso, dobbiamo soprassedere. Dobbiamo soprassedere a questa decisione, perché metterà di nuovo la Regione Piemonte nelle condizioni di essere il soggetto che decide per altri, mentre gli altri devono decidere devono iniziare a decidere e a parlare con i cittadini e prendersi le responsabilità delle decisioni che si sono assunte in precedenza.
Solo in questo modo potremo evitare che altri progetti di fusione iniziati male, con scarsa partecipazione, arrivino di nuovo nelle aule di Consiglio con cittadini arrabbiati e amministrazioni comunali che non vogliono prendere posizioni attraverso una semplice delibera di Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale.
Sia il Consigliere Vignale sia il Consigliere Tronzano sono già intervenuti, però c'è un elemento nuovo rappresentato dalla lettera. Credo che un'ulteriore riflessione si possa fare.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Avrei motivato il mio intervento proprio in questo senso.
Credo che quello che il Vicepresidente ha definito - ovviamente non esito a non ritenere corrette le sue parole - come un errore formale, in realtà sarebbe una modalità formale da attuare. Voi lo sapete: non sono Comuni che riguardano la provincia cui io appartengo e l'ho detto anche per Comuni di altre province. È evidente che il Comune di Cuccaro si è espresso il 24 aprile 2018, ma successivamente c'è stato un referendum e ritengo che non si possa non tenere conto di questo aspetto.
Ma non è per questo che intervengo, perché l'ho già detto altre volte.
Personalmente ritengo che, laddove un referendum sia negativo, non si dovrebbe procedere a fusione, ma queste sono mie considerazioni. Vi è però, un dato: noi riceviamo una lettera, che è vero che ha le firme - come ricordava il Presidente del Consiglio - della maggioranza dei Consiglieri ma che dice: "Riteniamo che la Regione abbia titolo, competenze e risultati per decidere in ordine alla prosecuzione del procedimento, tenendo conto anche della volontà dei cittadini di Cuccaro espressa nella sessione referendaria".
Penso che noi possiamo fare tutto tranne i Consiglieri comunali di un Comune o gli amministratori comunali di un Comune. Ritengo che, in questo caso, davvero noi dovremmo chiedere l'espressione dell'Amministrazione comunale. Sarebbe anche un bel precedente rispetto ai Comuni in cui vince il "no", perché noi non ci possiamo sostituire a un Comune che non sceglie.
Se a noi fosse arrivata, non dico una delibera, ma una lettera (sarebbe stato ovviamente meglio una delibera) in cui ci fosse stato scritto "il Comune di Cuccaro, al di là dell'esito referendario, che è stato largamente negativo, intende procedere", avrebbe avuto un senso. Dopodiché, in occasione delle elezioni, in seguito a una scelta contraria rispetto alla volontà della maggioranza della popolazione si sarebbe visto se la scelta ha avuto un riscontro positivo o negativo. Ma non ci possono dire: "Tenete conto del fatto che c'è stato un referendum in cui l'esito è negativo, ma voi potete procedere".
Ritengo che, con molta saggezza, dovremmo dire loro: "Fate una cosa, visto che l'esito referendario è avvenuto a casa vostra; fate una bella delibera in cui decidete di procedere o meno e non una lettera in cui ci dite di decidere noi, tenendo conto dell'esito referendario". Se, infatti dovessimo fare ciò che ci scrivono i sottoscrittori della lettera, dovremmo votare contro la fusione.
Se noi dobbiamo tenere conto dell'esito referendario, è evidente che la volontà.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Posso dire quello che penso, Presidente. Io credo che ci dovremmo comportare, rispetto a come considero io la sovranità e il valore di un referendum, votando contro. Ma poiché la lettera è interlocutoria volutamente interlocutoria - io credo che l'aspetto più semplice sia chiedere all'Amministrazione di esprimersi. Ovviamente, esprimendosi valuterà l'esito referendario e quello che è avvenuto. Dopodiché, nel mese di gennaio potremo continuare rispetto a quello.
Dico che non cambia niente: se fosse una fusione per incorporazione avremmo un problema, perché dal 1° gennaio avremmo un'amministrazione comunale dove vi è un'amministrazione cessata e un'altra che deve annettere quella che ha incorporato. Quindi, avrebbe un problema relativamente a tutto quello che sono i contratti in essere. Ma qui stiamo parlando di una fusione. Cioè che il Commissario arrivi a Lu o a Cuccaro il 28 dicembre o arrivi il 16 gennaio, non cambia niente: andranno a votare sempre il 26 maggio, o i due Comuni non fusi o il singolo Comune fuso. Non cambia proprio niente: è esclusivamente una scelta politica che noi facciamo oggi.
Dico onestamente che alle posizioni pilatesche si dovrebbe rispondere con una posizione puntuale, come: "Noi non scegliamo per la vostra comunità noi siamo un Consiglio regionale che fa percorsi di fusione, molti seguendo le volontà che le comunità o le Amministrazioni comunali esprimono".
Abbiamo una volontà - è evidente - ed è la volontà popolare, ma non abbiamo neanche una volontà dell'Amministrazione comunale, pertanto ritengo che questa vada ricercata.
Guardi, anche nello spirito - che io non condivido - che sosteneva il collega Ravetti in più occasioni, noi facciamo quello che ci chiedono le Amministrazioni comunali. L'Amministrazione comunale ci chiede di scegliere tenendo conto dell'esito del referendum, che ha avuto il 60% di "no". Penso che a tutto ci sia un limite rispetto a delegare a terzi. Molto spesso si dice che la politica delega ad altri per non assumersi responsabilità. A ognuno tocca assumersi la responsabilità per la comunità che rappresenta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Intervengo nuovamente solo perché è intervenuto l'Assessore, ma non la faccio lunghissima. Tenendo conto anche del quorum, che è stato molto elevato e si è espresso in maniera inequivocabile da parte dei cittadini e in più, tenendo conto delle considerazioni dall'Assessore, personalmente questa volta ritengo che la forma sia anche sostanza. Conseguentemente, se oggi dovessimo esprimere un voto, io non me la sentirei di votare a favore di questa fusione, in ragione proprio di non creare discrasie rispetto a un percorso di legge abbastanza chiaro in questo caso e quindi inequivocabile.
Quindi, se è possibile, come diceva il collega Vignale, chiederei di interrompere momentaneamente questo percorso e chiedere al Consiglio Comunale di esprimersi, così anche noi non facciamo deroghe, perché in questi casi le deroghe sono veramente pericolose. Io non vorrei farle per non iniziare poi un percorso che magari interesserà nel futuro Comuni anche della provincia di Torino. Mi vedrebbe non coerente rispetto alle posizioni che, fino a oggi, ho mantenuto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Lo dico in premessa, Presidente: chiedo una sospensione di cinque minuti e chiedo se è possibile utilizzare la sala A per una riunione di maggioranza per riuscire ad entrare nel merito dei dettagli di questa vicenda. Poi al rientro le chiederò nuovamente la parola, se lei me la concederà.



PRESIDENTE

Se vuole, sospendiamo i lavori per cinque minuti.



RAVETTI Domenico

Mi lasci però dire una cosa in premessa e lo dico non nella riunione di maggioranza, ma lo voglio dire in Consiglio. Io sono preoccupato, perché da troppi anni abbiamo a disposizione nella dimensione nazionale e in quella regionale leggi sbagliate sulle fusioni dei Comuni. E abbiamo, più in generale, politiche sbagliate rispetto alle Autonomie locali.
Oltre alla fusione tra due o più Comuni e a una fusione per incorporazione avremmo bisogno della fusione per consunzione dei Comuni, perché molte volte non hanno alternative. Non è il caso probabilmente di Lu e Cuccaro su questo non c'è dubbio. Però sono in atto politiche sbagliate e sono molto contento di ripartire con l'anno nuovo a discutere di una nuova legge che riguarda la Regione Piemonte e il sistema delle autonomie locali nella nostra regione.
Quando sono entrato per la prima volta in un Consiglio comunale, non ero padre. Mi hanno insegnato che bisogna amministrare come un buon padre di famiglia e credo che il Vicepresidente della Giunta abbia avuto un atteggiamento da buon padre di famiglia nei confronti dei Comuni dove l'esito del referendum era diverso Comune per Comune. Diciamo che rispetto al protagonismo degli amministratori comunali, sia quelli favorevoli sia quelli contrari, c'è stato immobilismo e bisogna dirlo, perché nell'uno e nell'altro caso non serviva la lettera del Vicepresidente. Perché, a proposito di protagonismo, i Consiglieri d'opposizione o il Sindaco stesso potevano decidere o chiedere la convocazione del Consiglio comunale per tempo..



(Commenti fuori microfono)



RAVETTI Domenico

È stato chiesto martedì, mi è stato detto. Se non è vero, chiedo scusa, e dico cose sbagliate, ma mi è stato detto che è stata depositata la richiesta ufficiale..



(Commenti provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



RAVETTI Domenico

Presidente, io devo interloquire con lei, non con il pubblico.



PRESIDENTE

Parli con l'Assemblea! Ho già spiegato ai signori che non possono interferire nella discussione.



RAVETTI Domenico

Non è la pressione del pubblico che condizionerà nel bene o nel male questo voto, lo voglio dire, perché le Aule legislative mi hanno insegnato che funzionano così.
I contrari avrebbero potuto chiedere la convocazione, forse qualche giorno prima, per Statuto dei loro Comuni, e noi non siamo tenuti, peraltro, a conoscere lo Statuto di tutti i Comuni della nostra Regione. Ma, se non ho ottenuto informazioni sbagliate, bastava un quinto del Consiglio comunale ad esempio di Cuccaro, per chiedere la convocazione. Se fosse avvenuto un po' prima, ci avrebbe agevolato in questo percorso.
Così come hanno ragione i colleghi sul fatto che se il Sindaco avesse voluto interrompere quel percorso, avrebbe lui stesso convocato il Consiglio comunale per chiedere l'inversione di rotta. Lo dico, perch bisogna essere abbastanza precisi per poi alla fine decidere del futuro di una comunità, perché con il "dovrebbe" rimaniamo sempre un po' sul vago.
Noi abbiamo bisogno nella riunione di maggioranza - questo è il senso della richiesta - per interpretare meglio la volontà contenuta in quella lettera.
Questa è la prima questione.
Per quanto riguarda il rinvio, abbiamo bisogno di capire gli effetti del rinvio, e su questo credo..



PRESIDENTE

Scusi, ma lei ha chiesto una riunione di maggioranza o ha chiesto una riunione dei Capigruppo?



RAVETTI Domenico

Io, per adesso, chiedo una riunione di maggioranza o, meglio, chiedo una sospensione.



PRESIDENTE

Una sospensione per una riunione di maggioranza in sala A.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "Taricco" di Cherasco (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto "Taricco" di Cherasco in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Esame disegno di legge n. 308, inerente a "Istituzione del Comune di Lu e Cuccaro Monferrato mediante fusione dei Comuni di Lu e di Cuccaro Monferrato in Provincia di Alessandria" (seguito)


PRESIDENTE

Prima di ritornare all'esame del disegno di legge n. 308, sospendiamo brevemente i lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.15, riprende alle ore 11.24)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Consigliere Ravetti, vuole illuminarci in merito alle risultanze della riunione di maggioranza? Prego.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
A seguito della riunione di maggioranza, abbiamo concordato sull'opportunità di sospendere l'esame del provvedimento per concederci ancora un margine temporale per effettuare ulteriori riflessioni sul provvedimento stesso in Commissione, al fine di esprimerci in occasione del primo Consiglio regionale utile di gennaio anche in'Aula, assicurando una leggera modifica rispetto al disegno di legge ed eventualmente prevedere l'inizio, diciamo così, della vita del nuovo Comune dal 1° febbraio.



PRESIDENTE

Consigliere Ravetti, mi pare che nei loro interventi i Consiglieri Sinatora e Tronzano - forse anche il collega Vignale - avessero auspicato la stessa cosa.
Di conseguenza, se il Consiglio è d'accordo, sospendiamo qui l'esame di questo atto e lo riprenderemo nel primo Consiglio utile, a partire da gennaio, dopo che il Consiglio comunale di Cuccaro, convocato dal Sindaco si sarà espresso su questo tema.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 343, inerente a "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno finanziario 2019 e disposizioni finanziarie" (seguito)


PRESIDENTE

Colleghi, chiuso il capitolo precedente, vi chiedo ancora un attimo di attenzione.
L'appello nominale continua a non essere registrato, per cui sul provvedimento precedente, il disegno di legge n. 343, di cui al punto 12) all'o.d.g., è necessario procedere all'appello nominale con la chiama dei singoli Consiglieri.
Non è colpa di nessuno. Abbiamo messo prima la maggioranza e dopo l'opposizione, in maniera che l'opposizione si possa regolare, quindi chi è favorevole risponda sì e rivotiamo l'esercizio provvisorio.
Indìco la votazione nominale sul disegno di legge.



(Il Presidente Boeti effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

A questo punto, potremmo far svolgere la comunicazione che è stata richiesta al Presidente Chiamparino e che avevamo concordato. Poi facciamo anche gli ordini del giorno, ma abbiamo tempo.
Consigliere Grimaldi, dica.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come lei sa, in queste in queste ore sta nevicando forte e ci sono brutte condizioni meteo. Martedì è stato promulgato il cosiddetto omnibus e dentro l'omnibus c'era una misura molto importante per la sicurezza nelle strade e la salute dei lavoratori delle consegne.
Ebbene, visto che ieri a Bologna, tra l'altro, diverse app hanno fermato le consegne per problemi di impraticabilità delle strade e visto che da martedì questa è una legge regionale, chiederei semplicemente - senza fare le comunicazioni, perché perdiamo la mattinata - al Presidente e all'Assessora al lavoro, che tra l'alto è appena arrivata, se è possibile inviare una lettera alle imprese delle consegne e all'Ispettorato del lavoro per evitare il pagamento a cottimo, perché, come sapete, correre per avere uno stipendio orario decente non vale la pena davanti al rischio di morte, quindi la consegna di una pizza non vale la vita di quei fattorini.



PRESIDENTE

Quindi è un invito all'Assessora a verificare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo all'inserimento degli ordini del giorno, di nuovi punti all'o.d.g.? Non capisco!



PRESIDENTE

Lo so, ma abbiamo tempo per fare tutti e due. C'è stata una richiesta e il Presidente Chiamparino ha dato la disponibilità.



BONO Davide

No, no. Presidente, le sto chiedendo su quale articolo del Regolamento è intervenuto il Consigliere Grimaldi.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



BONO Davide

Ma non si possono chiedere alle 11 di mattina, Consigliere Grimaldi sovvertendo le regole del Consiglio regionale! Non è che si può sempre decidere di usare il Consiglio regionale pro marchette di Grimaldi! L'Assessorato mandi la lettera, si parlino tra di loro.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



BONO Davide

Riesco a non essere interrotto?



PRESIDENTE

Basta, Consigliere Grimaldi! Consigliere Bono, mi ha fatto una domanda: mi dia il tempo di risponderle!



BONO Davide

Mi sembra di aver capito che il Consigliere Grimaldi abbia apostrofato il nostro Gruppo con l'epiteto "buffoni".



(Commenti del consigliere Grimaldi)



BONO Davide

Ah, solo io? Solo io sono un buffone?



PRESIDENTE

Buffone non l'ho sentito.
Consigliere Grimaldi, lei ha usato la parola "buffone"? E allora questo non funziona.



BONO Davide

Chiedo formalmente l'espulsione dall'Aula del Consigliere Grimaldi e chiedo formalmente di ripristinare una modalità di lavoro di quest'Aula corretta perché non è che approviamo tutte le misure del bilancio regionale e poi.



PRESIDENTE

Le parole che ha usato il Consigliere Grimaldi saranno valutate dall'Ufficio di Presidenza. Non è prevista l'espulsione dall'Aula.
Inviterei il Consigliere Grimaldi ad avere rispetto per i suoi colleghi perché ognuno ha il diritto di dire quello che pensa.
Per quanto riguarda invece la possibilità di alzarsi e chiedere di intervenire su una questione che io non conosco, questo è stato consentito finora a tutti i Consiglieri regionali. Ogni volta che un Consigliere regionale ha chiesto "Presidente, posso dire una cosa?", io gliel'ho consentito. È valso per il Consigliere Grimaldi e vale per tutti.



BONO Davide

Ma non è così, Presidente, non è così.



PRESIDENTE

Dopodiché non posso sapere quello che ha da dire il Consigliere Grimaldi e soprattutto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.
Però, per favore, non apriamo la discussione su questo, è già intervenuto il Consigliere Bono.



MIGHETTI Paolo

No, no, ma visto che, giustamente, si chiedeva conto di una questione che deriva dall'omnibus, io chiedo, per esempio, dov'è il Regolamento attuativo della legge sulla manutenzione del territorio che aspettiamo da due anni legge del Movimento 5 Stelle che, vivaddio, non ha ancora visto un'attuazione.
Non è una cosa stratosferica, ma è un Regolamento della Giunta regionale.
Noi lo aspettiamo. Abbiamo lavorato con gli Uffici della Giunta; abbiamo chiesto e abbiamo fatto interrogazioni, ma ormai sono passati due anni dalla scadenza dei termini.
Vedete voi come si può lavorare in questo modo.



PRESIDENTE

Se però discutiamo in questo modo, non si va da nessuna parte.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi per fatto personale.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lasciamo che il Consigliere Grimaldi dica quello che deve dire e poi capirete quello che dico.
Se un Consigliere prende la parola perché vuole chiedere scusa ad un collega, per esempio, lo può fare, perché è successo mille volte.
Prego, Consigliere Grimaldi.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

È successo mille volte.
Prego, Grimaldi, sinteticamente.



GRIMALDI Marco

Consigliere Bono, averle detto che è una persona addetta a rallegrare coi suoi lazzi questa Assise è stato sbagliato, quindi ritiro l'accusa di essere un buffone. Non è una parolaccia, ma non si dice.
Le chiedo sommessamente scusa, però le ricordo che la richiesta di comunicazione è stata fatta tantissime volte da tutti i Gruppi in Aula durante la seduta. Se ho sbagliato, le chiedo scusa nel dirle buffone, per il resto era nelle mie possibilità.
Accetti le mie scuse, altrimenti andrò davanti alla Corte della Presidenza.


Argomento: Ordinamento sportivo

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Fondi olimpici Agenzia Torino 2006"


PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la comunicazione richiesta su "Fondi olimpici Agenzia Torino 2006" , dopodiché vi prego di smetterla.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Molto semplicemente.
Confermo il fatto che è stato presentato un emendamento al Senato alla legge di bilancio, che ha già avuto la bollinatura da parte della Ragioneria Generale dello Stato, senza la quale gli emendamenti alla legge di bilancio non possono essere esaminati. Tale documento prevede il prolungamento di due anni della vita dell'Agenzia e la retrocessione di 29 milioni di euro, se non mi ricordo male, dall'Agenzia alle casse dello Stato.
Su questo vorrei fare due precisazioni.
Primo. A quanto mi risulta, a oggi, questi 29 milioni di euro non sono quelli del quarto stralcio già approvato anche da Fondazione 20 Marzo degli investimenti sulle Olimpiadi. Erano 29 milioni di euro avanzati sul conto delle Olimpiadi su un'altra voce, su un'altra legge, che secondo la legge dovrebbero essere trasferiti alla Regione Piemonte, detto francamente.
Queste erano le intese, anche perché con quelle risorse dovevano essere trasferiti alla Regione Piemonte, o SCR, le due figure professionali ancora oggi presenti all'interno dell'Agenzia.
La seconda riflessione che propongo è che trovo un po' contraddittorio - lo dico così - che vengano re-incamerate sul bilancio dello Stato i 29 milioni di euro e prolungata di due anni la vita dell'Agenzia, perché a questo punto non so che cosa debba fare, visto che sinora la vita dell'Agenzia era unicamente in funzione della chiusura dei contenziosi. A quanto mi risulta i contenziosi si sono tutti chiusi, anche con esiti decisamente favorevoli (da lì tutto il tesoretto che poi è stato reinvestito sulle valli olimpiche).
Per quanto riguarda le attività legate ai finanziamenti del quarto stralcio e le opere in corso di realizzazione, a questo punto, se questa era la volontà del Governo, si poteva benissimo trovare una soluzione che prevedesse il trasferimento di quei soldi direttamente nelle casse della Fondazione 20 Marzo o nelle casse della Regione, che a questo punto avrebbe finanziato tranquillamente le opere.
Siccome il prolungamento della vita di un'Agenzia contiene dentro di s costi di funzionamento, sinceramente non so a che titolo debbano essere prolungati questi costi di funzionamento, per non svolgere attività, per due anni di vita.



PRESIDENTE

Ci sono Consiglieri che desiderano intervenire su questa comunicazione? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bona; ne ha facoltà.



BONA Angelo Luca

Grazie.
Ringrazio il Vicepresidente per la delucidazione che è stata chiesta proprio a seguito dei primi articoli di stampa.
Quando abbiamo appreso di questa retrocessione unilaterale, da parte del Governo, l'abbiamo appresa con forte disappunto, proprio perché ci sono 29 milioni di euro a disposizione del territorio piemontese (già la legge prevedeva che comunque fossero nelle disponibilità della Regione). Ci chiediamo com'è possibile che, per mezzo di una legge finanziaria, vengano tolti dalla Regione per portarli a Roma, quando oltretutto servono anche qui sul territorio, come ben sappiamo.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Quei soldi li avremmo reinvestiti nel sistema neve Piemonte.



BONA Angelo Luca

Ecco, arrivavo proprio sul secondo punto.
Vorrei capire, visto che le Olimpiadi si sono concluso nel 2006 (chiaramente hanno avuto tutti degli strascichi e gli allungamenti per terminare le opere accessorie, i contenziosi, ecc.), come mai questi 29 milioni erano ancora lì e per cosa potevano essere usati.
Una parte della risposta è già arrivata, quindi vorrei capire se adesso è ancora comunque possibile, per mezzo dei parlamentari, opporsi, anche dal punto di vista della legittimità di quest'atto e, soprattutto, se a questo punto abbiamo altri fondi - tesoretti o come le vogliamo chiamare - tutti nella disponibilità di Roma.
Con l'occasione vorrei anche ricordare una situazione avvenuta ieri, una ricorrenza. Sono 75 anni dalla sottoscrizione della Carta di Chivasso, a proposito di autonomia, federalismo e fondi che devono restare sui territori. Questo Consiglio regionale aveva anche provveduto, negli anni passati, a ricordare questa importantissima ricorrenza, che è un po' la fondazione dell'Europa moderna, ancora non pienamente realizzata (sicuramente non realizzata nel nostro Paese), ma a cui probabilmente tutti dovremmo cercare un po' più di tendere, soprattutto in questi periodi in cui dovremmo rifarci al valore delle radici e al valore delle libertà, sia d'impresa sia personale, che in questo periodo sono veramente sotto attacco.
Quindi grazie per la risposta e sollecito veramente la Giunta, il Vicepresidente e il Presidente a fare tutto il possibile per vigilare sul resto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Vorrei sottolineare il fatto che questi 29 milioni non sono gli accantonamenti per i lavori in gestione alla Fondazione, ma sono i risparmi e lo vorrei sottolineare, perché la grande paura sugli eventi è stata anche enfatizzata dalla paura che gli eventi stessi creassero dei sovra-debiti.
Questo è un esempio virtuoso di un grande evento all'interno del quale si sono creati dei risparmi. Prima questione.
Seconda questione. Trovo stucchevole e incomprensibile il comportamento del Governo, volto a sottrarre soldi alle politiche che sono precipuamente della montagna, ma anche del sistema sportivo piemontese, nel momento in cui in molte dichiarazioni, invece, si vuole dare conforto a quel sistema che ha bisogno di sostegno.
Terza questione. Non riesco veramente a comprendere come sia possibile mantenere una struttura che non serve più a nulla; mi chiedo anche se la Corte dei Conti rispetto a questo non intenda intervenire, perché una struttura ha comunque dei costi, io non so quali, ma sicuramente ha dei costi, ma nel momento in cui, per anni, si chiede di chiudere le società partecipate inutili e le strutture che non sono più necessarie, noi proroghiamo la vita di una struttura alla quale togliamo fondi. Vorrei sapere se almeno la Corte dei Conti prenderà in mano questa situazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rostagno.
La parola al Consigliere Cassiani.



CASSIANI Luca

Grazie, Presidente.
È una vicenda di cui ci siamo occupati anche in passato, in un altro ruolo nel Consiglio Comunale torinese.
Per fare chiarezza e ringraziare il Vicepresidente Reschigna e poi chiedere anche un intervento al Presidente Chiamparino, vorrei dire che i 29 milioni, in questo caso, sono stati messi a riserva, perché nel corso di questi anni si sono svolte delle azioni giudiziarie. Ovviamente, l'Agenzia dovendo far fronte alla possibilità di soccombenza, ha dovuto accantonare questa somma, che non poteva usare direttamente, perché l'Agenzia l'avrebbe dovuta passare prima alla Fondazione 20 Marzo, attraverso SCR per quella progettazione d'interventi sugli impianti olimpici, soprattutto della Provincia di Torino, ma anche in qualche caso, come per esempio relativamente al Palaghiaccio Tazzoli, che ha subito interventi di efficientamento energetico.
Il fatto che questi fondi vengano sottratti stupisce soprattutto perch vengono sottratti da un Governo che, su questa vicenda (voglio ricordare anche perché è di attualità su tutti i giornali) sono state fatte anche delle battaglie. L'attuale Capogruppo alla Camera dei Deputati della Lega Nord, che è stato Consigliere regionale per parecchi anni, ben conosce la vicenda. Ora, che la Lega, che per anni è stata sempre fautrice di un certo federalismo e del fatto che i soldi non dovessero andare dal Piemonte a Roma, adesso invece sottrae questa somma e la porta a Roma per inserirla in un bilancio, insieme ad altre poste, che sicuramente non saranno destinate a questo territorio, mi pare veramente una contraddizione e un'assurdità.
Lo dico, ovviamente, senza voler mettere in croce la Capogruppo della Lega Nord, però mi pare assolutamente assurda una vicenda di cui non si capisce la ragione, considerando che fino a ieri il Capogruppo della Lega Nord alla Camera dei Deputati era seduto in quest'aula. Non è una cosa che passa sotto silenzio sottrarre una somma di questo genere.
Peraltro, oggi l'Agenzia Torino 2006 si troverebbe ad avere due dipendenti un direttore e un presidente che non faranno nulla per i prossimi due anni e che dovranno essere anche pagati. Mi chiedo e lo dico anche al Consigliere Bono, con il quale prima ho scambiato una battuta: bisognerebbe chiedere al presidente Arcidiacono, magari in un'audizione, a che titolo si continua a procrastinare la morte di un'Agenzia che, di fatto, ha già svolto perfettamente il suo lavoro.
Se ci fossero ancora contenziosi aperti, sarei d'accordo sul tenerla aperta, perché avrebbero dovuto pagare le ditte che hanno fatto le cause.
Ci sono stati degli appalti, delle richieste milionarie di adeguamenti che sono finiti fortunatamente bene, a dimostrare che quell'operazione olimpica si è svolta non solo nella trasparenza e nella chiarezza, ma anche dal punto di vista dei contenziosi civili ha avuto un esito straordinario.
Tuttavia, non si è mai visto che soldi accantonati per eventuali cause giudiziarie venissero risparmiati tutti quanti! Mai si è visto in un evento di quelle dimensioni, quindi chiedo a tutti i parlamentari, ma in particolare alle forze di governo che hanno a cuore il Piemonte, di farsi carico di questa richiesta. Ovviamente, anche al Presidente Chiamparino di far sentire la sua voce, come sta già facendo, anche attraverso l'impegno del Vicepresidente Reschigna.
Questa è una vicenda che mette in ginocchio tutte le strutture, soprattutto gli impianti della neve, che aspettavano questo tipo di progettazione da parte di SCR e finanziamenti per poter ammodernare e rendere competitivo il sistema della neve piemontese.
È uno schiaffo alla nostra Regione e, in particolare, alla Provincia di Torino, che credo non si possa accettare.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Ordinamento sportivo

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Fondi olimpici Agenzia Torino 2006" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo al dibattito sulle comunicazioni rese dal Vicepresidente Reschigna.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anzitutto prendo atto di questo asse Forza Italia-Partito Democratico: non sarebbe la prima volta e non ce ne stupiamo. Vorrei solo constatare un'evidenza che vorrei condividere con tutta l'Aula, perché, stando a quanto detto dal collega Rostagno, direi che è facile fare un avanzo di spessa quando vengono erogati tre miliardi di euro: è evidente a tutti.
Continua questa lieta novella che la gestione delle Olimpiadi sia stata in positivo, ma è ovvio che se si è partiti da un evento che doveva costare 800 milioni di euro e per le casse pubbliche è diventato di tre miliardi per fortuna che c'è stato un avanzo di tre miliardi! Dateli a me i tre miliardi di euro e forse un "avanzino" lo faccio anch'io! A parte ovviamente, le facili e semplici battute.
Sul tema. Ritengo anche un po' irrituale questa comunicazione; non solo la richiesta di comunicazioni, ma anche la comunicazione fatta dal Presidente Chiamparino, che probabilmente si sente già in campagna elettorale, ed è giusto. Diciamo che formalmente inizierà a marzo, ma saremo già in campagna elettorale una volta chiuso il bilancio, perché è del tutto evidente che sono intercorsi e intercorrono, almeno non con il Ministro Toninelli.
Su questo, un giorno, nelle sue memorie scriverà magari anche le motivazioni, se il Presidente Chiamparino vorrà essere sincero.
Ma con il Ministero dell'Economia e delle Finanze so che il Vicepresidente Reschigna ha buoni rapporti, quindi su questo si può.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Diciamo conflittuali!



BONO Davide

Come sempre, con il Ministero dell'Economia e delle Finanze! Però riesce a discuterci.
Lei è sempre stato sincero e trasparente su questo.
Se ritenete, come maggioranza (e, forse, anche una parte dell'opposizione) che ci sia stato uno "scippo" - io non lo ritengo assolutamente, e prover anche ad argomentarne il motivo; peraltro, c'è anche nella relazione tecnica all'emendamento, che sicuramente il Vicepresidente Reschigna avrà esaminato - provate a farvi sentire politicamente sia con i vostri rappresentanti parlamentari, sia direttamente con l'istituzione.
Leggendo la relazione tecnica all'emendamento, io non ravvedo uno scippo: vedo, semplicemente, la rilettura di un'economia di spesa - così c'è scritto nella relazione tecnica, non vado ad analizzarla ulteriormente rispetto a risorse che non verrebbero ulteriormente spese.
Si parla del quarto stralcio delle opere che dovranno terminare nel 2020 questa è la motivazione per cui si mantiene in vita l'Agenzia fino al 2020 e si ritiene che le opere oggetto del quarto stralcio della legge 65/2012 andranno a terminare entro il 31 dicembre 2020, fatte salve, sempre, le lungaggini e i ritardi degli appalti del nostro Paese.
Semplicemente, le motivazioni sono queste: da una parte le risorse non sono più necessarie, perché non ci sono interventi in cantiere o in programma di questo tipo; dall'altra parte, terminano le opere in essere al 2020. Questo è scritto nella relazione tecnica. Poi, se vogliamo approfondire il tema forse la sede più opportuna sarà la Commissione consiliare più che il Consiglio, dove ognuno porterà la propria posizione: si porterà la documentazione in una Commissione ad hoc e valuteremo la questione.
Sicuramente c'è da dire che questa Regione negli anni passati (anche negli ultimi anni) non ha depauperato - non è neanche nelle intenzioni del Governo nazionale, anzi - il sistema montano per quanto riguarda gli sport invernali.
Noi riteniamo (sia pure con posizioni variegate al nostro interno) che non sia il singolo grande evento a meritare attenzione, ma che ci debba essere una logica continuativa di finanziamento e di sostegno alla montagna, tra l'altro su tutta la montagna. Perché - lo ricordo - se avessimo di nuovo optato per un'Olimpiade a Torino, avremmo nuovamente sostenuto e finanziato solo una valle alpina. Io, tra l'altro, avrei potuto gioirne, perché è la valle dove mi reco più spesso a praticare sport invernali e a fare passeggiate estive, ma è ovvio che il Piemonte si compone di tante valli alpine e tante stazioni sciistiche: ad esempio, l'area del Monterosa Ski quindi Alagna, Valsesia e Macugnaga, sono state finanziate in maniera molto corposa giusto quest'anno, con fondi regionali.
Quindi mi sembra che sia importante dare finalmente una linea di continuità al sostegno alla montagna, come fanno, tra l'altro, alcune Regioni a Statuto speciale. Citiamo sempre la Valle d'Aosta e il Trentino Alto Adige e, purtroppo, dobbiamo ammettere che, rispetto a queste due Regioni, noi perdiamo un po' in partenza, sia come offerta di piste e di impianti, sia soprattutto come offerta ricettiva alberghiera. Non c'è confronto, bisogna dirlo! Studiamo insieme - questo sì! - una misura nazionale continuativa (cofinanziata però dalla misura regionale, perché non basta solo scaricare sul livello nazionale quando, magari, non è dello stesso colore del Governo regionale) di finanziamento alla montagna, che non sia però - me lo ricordano sempre i colleghi di Gruppo che abitano nelle aree montane - solo dedicata allo sport invernale, ma anche alla destagionalizzazione.
Purtroppo dobbiamo ammetterlo: ieri è scesa un po' di neve in pianura, ed è diventato ormai un evento non dico epocale, ma un evento dell'anno, perch solo vent'anni fa nevicava copiosamente a Torino. Adesso la quota neve si è spostata prima a 1.000 metri, poi a 1.300 metri, 1.400 metri e 1.500 metri.
È evidente che sta cambiando il clima, è sotto gli occhi di tutti, quindi dobbiamo anche ragionare in un'ottica futura, essere amministratori lungimiranti e pensare anche a una destagionalizzazione della montagna alla creazione di sport alternativi a quelli legati alla neve, perché - non vorrei essere il solito pessimista - temo che, a lungo andare, negli anni vedremo che solo le località sciistiche poste sopra i 2.000 metri potranno continuare a mantenere, da un punto di vista finanziario, la sostenibilità dello sport invernale.
Non mi voglio dilungare oltre, ma parliamone pure in Commissione.
Io, però, non vedo assolutamente nessuno scippo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Io mi chiedo quali artifici una mente intelligente possa seguire per negare la forza di un'evidenza, ovverosia per ritenere che non ci si trovi di fronte ad uno scippo vero e proprio, ma a un qualcosa che, invece, ha avuto un corso naturale e che è quasi giusto che sia successo.
Il fatto è oggettivo. Il fatto che al Piemonte siano stati sottratti circa 29 milioni di euro è un dato reale. Il fatto che questi 29 milioni di euro fossero del Piemonte e fossero già destinati allo sviluppo del sistema economico che si sviluppa attorno alle nostre montagne è un fatto oggettivo, è un fatto conclamato e non è un fatto negabile.
A preoccuparmi sono alcuni retroscena che sono stati diramati e diffusi dagli organi di stampa. Sarebbe troppo facile aprire una polemica su questo, ma non voglio credere al fatto che questo scippo - continuo a chiamarlo così, convinto di non errare - sia la conseguenza di un baratto tra le economie generate dall'evento olimpico e dalla gestione del post, e il contenzioso sulla partita IMU-ICI tra Governo e Città di Torino.
Non voglio crederlo, perché sarebbe il chiaro e preoccupantissimo segnale di come le istituzioni possano piegarsi e cancellare interessi delle proprie comunità a favore di interessi e convenienze di parte. Sarebbe ancora più grave considerato che il Sindaco della Città di Torino, quindi di una delle due parti attrici di questo contenzioso, è contemporaneamente anche il Sindaco metropolitano, quindi dovrebbe essere il rappresentante di tutti quei territori che da questa operazione vengono pesantemente danneggiati.
Non voglio credere a questo; voglio semplicemente credere che ci si trovi di fronte a un paradosso perverso che porta un comportamento virtuoso, al contrario di come dovrebbe essere, ad essere pesantemente penalizzato.
Allora, di fronte a una realtà simile, non posso che alzare le mani e rivolgermi all'istituzione che mi trovo di fronte, cioè la Regione Piemonte, al di là delle dichiarazioni di stampa che, vuoi anche per la magia del Natale, sono condivisibili. Mi trovo d'accordo con quanto dichiarato dal Presidente Chiamparino, ma è solo la magia del Natale quindi non abituiamoci, capita tutti gli anni, ma fortunatamente ha un inizio e una fine questo periodo.
Al di là - lo voglio ricordare - delle responsabilità anche in capo alla Regione e alle strutture che rispondono alla Regione, penso ai ritardi che si sono generati nell'utilizzo di queste risorse e nelle progettazioni che avrebbero dovuto essere finanziate e sulle quali si sarebbero poi dovuti basare i progetti di rilancio e di sviluppo dei nostri territori montani e del sistema neve; ritardi, in particolare, che sono imputabili principalmente a SCR, ma mi domando che cosa intenda fare la Regione.
È su questo aspetto che io credo manchino dei passaggi determinanti. Che cosa intenda fare la Regione dal punto di vista del problema strategico cioè come s'intende far fronte a ciò che, probabilmente, verrà a mancare, e che era stato previsto, per favorire lo sviluppo della nostra economia montana, è un problema contingente, di cui pochi parlano. Penso a tutti quei Comuni che, per andare incontro a una certa farraginosità delle procedure hanno, magari, anticipato dei costi per avviare interventi di progettazione che, ovviamente, sono già stati sostenuti dalle comunità locali e che non è giusto che debbano essere interamente a loro carico.
Non mi preoccupa tanto l'asse tra forze politiche. Credo che la storia ci abbia insegnato che, di fronte agli interessi di un territorio, non ci si debba far condizionare dalle appartenenze politiche e dalle bandiere che siamo tutti quanti orgogliosamente chiamati a sventolare. A preoccuparmi è un asse anti-Piemonte che non è la prima volta che si manifesta, ma non è la prima volta in cui ci troviamo a dover lanciare un appello, una segnalazione, una lamentela o una forma di protesta.
Credo che, a questo punto, l'asticella del livello di protesta debba essere alzata, né che ci si possa più limitare a qualche dichiarazione o a qualche buon auspicio, facendo appello al buonsenso e alla coerenza con impegni già presi, ma credo che debbano essere usate tutte le armi che sono nelle nostre mani.
Credo che la Regione Piemonte abbia tutte le possibilità per intervenire in maniera più pesante e per ricorrere, seguendo tutte le strade possibili contro questa decisione. Mi aspetto che una risposta in questo senso ci venga data già oggi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta Regionale, Sergio Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Molto rapidamente.
Ringrazio l'Assessore Reschigna per aver introdotto questa comunicazione e confermo il giudizio che ho già dato a caldo agli organi di stampa: si tratta di uno scippo al Piemonte. Anzi, un doppio scippo perché, dopo quello delle nuove Olimpiadi, sono stati anche scippati i soldi che, grazie alle Olimpiadi del passato, erano a disposizione delle valli olimpiche per fare interventi di re-ambientamento delle valli medesime e di promozione di politiche per lo sviluppo della montagna sia invernale che estiva.
Cerchiamo di essere precisi sulle cifre. Non l'avanzo, Consigliere Bono, ma la gestione oculata, di cui io do volentieri atto all'Agenzia 2006, dei contenziosi aveva consentito di mettere un avanzo, dai contenziosi, di circa 112 milioni. Di questi, circa 80, fra opere già programmate e già impegnate - il cosiddetto quarto lotto - ne mancavano circa 31-32, di cui 29 sono stati riportati nel calderone del bilancio dello Stato. Il resto è quello che serve, sostanzialmente, a pagare i costi di un'Agenzia che resta simulacro di sé stessa, come è già stato detto da altri Consiglieri.
Vorrei solo fosse chiaro - faccio riferimento all'intervento del Consigliere Ravello - che nell'immediato siamo di fronte a un emendamento bollinato che andrà dentro un emendamentone alla legge di stabilità, che nessuno conosce nel suo insieme e che, sicuramente, sarà sottoposto nel giro di un giorno al voto di fiducia del Senato, dati i tempi e il momento in cui viviamo.
Rivolgo un appello, cosa che peraltro ho già fatto, a tutti i parlamentari piemontesi di maggioranza a non votare la fiducia al Governo. Quelli di opposizione immagino non voteranno la fiducia, ma mi rivolgo anche a quelli di maggioranza esortandoli a non votare la fiducia al Governo, a meno che il Governo non stralci quest'emendamento dall'emendamentone su cui si porrà presumibilmente la fiducia al Senato.
Solo perché siano chiare ai piemontesi le responsabilità, rammento che le responsabilità sono, in questo momento, tutte ed esclusivamente nelle mani del Governo e della sua maggioranza. Detto questo noi, anche rispondendo alla sollecitazione che veniva dal Consigliere Ravello - parlo a voce alta sarei per chiedere un intervento al Governo, ma non so se vale la pena dopo che il Ministro Toninelli non risponde dal 5 giugno e il Presidente Conte non risponde dal 29 settembre "seduto in quel caffè, io non pensavo a te".
Capite che mi sentirei abbastanza ridicolo a chiedere un appuntamento a un Governo che dimostra di saper lavorare solo per filiere di appartenenza politica e non per rapporti istituzionali, salvo rare eccezioni, come il caso della Ministra Stefani, come avevo già avuto modo di dire l'altra volta e ribadisco. Finora non ho ancora avuto il piacere di parlare, in una veste istituzionale, con qualche Ministro.
Detto questo, rifletto a voce alta. Ci dobbiamo pensare un attimo ma, alla luce dell'approvazione della legge di stabilità, non escludo un ricorso di costituzionalità valutando, nei confronti del Governo, un'indebita intromissione in violazione delle competenze della Regione, in materia di politica del turismo e di politica del territorio. Questo mi sembra lo strumento più forte e più significativo che possiamo avere in mano. Non posso dire "lo faremo" perché, essendo un ricorso di costituzionalità, va valutato con attenzione, tuttavia posso impegnarmi a dire che la Giunta farà compiere una valutazione approfondita ma, se ci saranno le condizioni minime, lo farà.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame mozione n. 1427 presentata da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Plastic Free Challenge. Liberiamo gli uffici della Regione Piemonte dalla plastica"; ordine del giorno n. 1539 presentato da Fluttero, Accossato, Batzella, Bertola, Chiappello Giaccone, Grimaldi, Monaco, Ravello, Ravetti, Sinatora e Vignale, inerente a "End of Waste"


PRESIDENTE

Esaminiamo la mozione n. 1427, di cui al punto 18) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Per presentare questa mozione siamo partiti da una campagna istituzionale che è iniziata la scorsa estate da parte del Ministero dell'Ambiente e del Ministro Sergio Costa. Questa campagna si chiama Plastic Free Challenge dove la parola challenge significa - appunto - sfida. Il primo a partire è stato il Ministero dell'Ambiente, ponendosi l'obiettivo di eliminare la plastica monouso dagli uffici del Ministero entro il 4 ottobre di quest'anno, cosa che puntualmente è avvenuta. Ha, poi, lanciato una sfida invitando tutti gli altri Ministeri e tutti gli enti territoriale a farlo: le Regioni, le Province, le Città metropolitane, i Comuni (tutti gli Enti pubblici). Il messaggio è che ognuno di noi deve dare qualcosa a questo Paese e le Istituzioni devono dare il buon esempio. Poi, ciascun individuo può e deve fare la propria parte.
A questa campagna hanno aderito diversi enti e Regioni: la prima è stata la Regione Lazio, con il Presidente Zingaretti, l'estate scorsa. È notizia di qualche giorno fa che il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato all'interno di un disegno di legge, delle norme che mettono al bando la plastica monouso nelle mense scolastiche. Insomma, ci sono - per fortuna diverse Istituzioni che si stanno muovendo in questo senso.
Mi piace ricordare che anche il Consiglio regionale del Piemonte si sta muovendo in questo senso. Come membro dell'Ufficio di Presidenza, mi sono fatto promotore di questa iniziativa. Il Consiglio regionale è una piccola comunità, composta dai Consiglieri, dai Gruppi consiliari e dai dipendenti però anche in una piccola comunità di circa 300 persone si possono portare avanti delle iniziative che, oltre a incidere, danno il buon esempio.
Parliamo di episodi di vita quotidiana: ieri, come Ufficio di Presidenza abbiamo avuto il piacere di offrire un rinfresco natalizio ai dipendenti nel corso del quale li abbiamo salutati e fatto loro gli auguri di un buon Natale. Quest'anno, per la prima volta, è stato un rinfresco plastic free poiché c'erano piatti e stoviglie monouso, ma erano compostabili e non in plastica.
Del resto, tutte le norme a livello comunitario e anche nazionale dicono che al primo posto nella gerarchia per la corretta gestione dei rifiuti c'è la prevenzione. Quindi, ancora oggi è provato che non c'è nulla come la prevenzione nella produzione dei rifiuti e la riduzione a monte dei rifiuti come pratica per la loro corretta gestione.
Perché la plastica? Innanzitutto, non tutta la plastica è riciclabile (oggi, per le nostre norme lo è quella da imballaggio) e, in ogni caso purtroppo, non tutta la plastica che oggi è riciclabile viene riciclata anche a causa di un non corretto conferimento. Qui, oltre alla spinta legislativa e normativa, c'è anche un discorso culturale, che deve ancora cambiare. Lo dico per esperienza personale, perché vivo in un condominio dove c'è il porta a porta, ma spesse volte i rifiuti non vengono conferiti in modo corretto. Inoltre, anche la plastica che viene riciclata, non si ricicla all'infinito. Il vetro può essere riciclato più e più volte, senza perdere le proprie qualità, mentre la plastica purtroppo no.
C'è anche un problema di dispersione della plastica nell'ambiente e purtroppo, nei mari (c'è una forte campagna di sensibilizzazione anche su questo, negli ultimi tempi). Il problema è che, poi, finisce tutto nuovamente sulla nostra tavola, nel cibo che consumiamo quotidianamente e addirittura nell'acqua che beviamo, perché anche nell'acqua sono state rilevate particelle di microplastica.
La Regione Piemonte, nel Piano rifiuti, pone attenzione alle normative e alla gerarchia della corretta gestione dei rifiuti, parlando della plastica e di campagne di riduzione.
Questo atto d'indirizzo vuole impegnare la Regione, anche se - va detto già nel Piano rifiuti, al Capitolo 8, sono contenute indicazioni sulla diffusione del green public procurement, per processi di acquisto su beni servizi e lavori che presentino i minori impatti ambientali possibili.
Pertanto, la nostra mozione s'inserisce proprio in questa logica.
Parlando di Istituzioni che si muovono, mi piace citare anche il Parlamento europeo, perché ci sono due livelli: il livello legislativo, normativo, e poi c'è la pratica quotidiana. Anche il Parlamento europeo, come edificio dalla prossima legislatura verrà liberato dalla plastica. L'impatto è importante, perché dentro al Parlamento europeo lavorano 10.000 persone e l'impatto delle politiche più virtuose sulla gestione dei rifiuti da parte di 10.000 persone che quotidianamente vivono e lavorano all'interno di un palazzo è, comunque, rilevante.
Già oggi, con piccoli interventi, si può fare qualcosa. Sono stato in visita al Parlamento europeo qualche mese fa e - tanto per fare un esempio la macchinetta del caffè dava la possibilità di non avere il bicchiere in plastica. Ho visto decine di persone che andavano a prendere il caffè con la loro tazza in plastica riutilizzabile più volte, oppure addirittura in ceramica.
Quindi, gli obiettivi si raggiungono in due modi: con i provvedimenti legislativi, ove ciascun Ente per la propria competenza, e poi con le azioni individuali dei cittadini, ma anche con l'esempio da parte delle istituzioni. Ed è quello che chiediamo oggi, cioè chiediamo alla Regione Piemonte di aderire a questa campagna. In questi mesi c'è un'occasione importante, perché la Regione prima o poi, cambierà casa, andrà in un palazzo nuovo, in una sede unica, intera, quando verrà conclusa, e quando si cambia casa si possono prendere delle nuove abitudini, magari delle abitudini migliori.
Contestualmente verranno mandate avanti delle procedure, ad esempio, per la ristorazione o per la distribuzione di cibi e bevande. È un'ottima occasione, visto che il Palazzo della Regione ci viene proposto - e io ci credo - come una struttura moderna, indipendente e autonoma dal punto di vista energetico per riscaldamento e raffrescamento e con le apparecchiature più moderne. Allora, perché non essere moderni e al passo coi tempi anche con quello ed eliminare la plastica monouso? Noi impegniamo la Giunta regionale a fare come ha fatto già il Consiglio regionale, quindi ad aderire alla campagna Plastic Free Challenge lanciata dal Ministero dell'Ambiente, a predisporre ogni azione necessaria affinch nella futura sede unica della Regione Piemonte vengano eliminati tutti gli articoli in plastica monouso, con particolare riguardo a quelli legati alla vendita, diretta o per mezzo di distributori automatici, e alla somministrazione di cibi e bevande; a prevedere punti di erogazione libera di acqua filtrata all'interno di tutti gli uffici della Regione (bastano anche i boccioni senza acqua filtrata); a eliminare la plastica monouso dai catering legati agli eventi e ai convegni organizzati dalla Regione, anche al di fuori dei suoi uffici; a promuovere una campagna d'informazione e di sensibilizzazione per tutti i dipendenti della Regione Piemonte e per tutti gli Enti pubblici del territorio regionale.
Mi sembrano proposte di buonsenso e, visto che tutte le istituzioni a livello nazionale si stanno muovendo in questa direzione, vogliamo che lo faccia anche il Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Fluttero; ne ha facoltà.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
La proposta di mozione del collega Bertola è assolutamente condivisibile ma ne discutiamo in un momento che rappresenta una straordinaria criticità per il sistema del riciclo nel nostro Paese.
Come qualcuno dei colleghi che segue maggiormente le questioni ambientali sa, dal 28 febbraio di quest'anno, a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato, le autorizzazioni in ordinaria per gli impianti sul territorio nazionale che si occupano di riciclare virtuosamente tutte le frazioni di rifiuto - rifiuto prodotto da comunità che, con grande impegno, hanno scelto di fare correttamente pianificazione e poi raccolta differenziata non sono più valide, perché il Consiglio di Stato ha sostenuto che, a legislazione vigente, non fosse più possibile procedere alle autorizzazioni cosiddette caso per caso, e quindi difformi da quelle rilasciate in semplificata, ai sensi del DM 5 febbraio 1998. Quest'ultimo, come tutti comprendono, è vecchio di vent'anni. Quindi, molti impianti stanno lavorando con autorizzazioni in semplificata, moltissimi altri in questi anni stanno lavorando con autorizzazioni in ordinaria rilasciate dalle Regioni o dalle Province su delega delle Regioni, a seguito o di procedure di AIA o delle procedure previste per queste autorizzazioni.
Gli importanti risultati nel settore del riciclo che il nostro Paese vanta a livello europeo, almeno nelle parti del Paese meglio organizzate, sono figlie di questo importante lavoro che le Regioni hanno fatto e che ha consentito di sviluppare questo settore industriale. Infatti non c'è economia circolare, se non c'è poi lo sbocco nel riciclo; non è che basta fare la raccolta differenziata e invocare i rifiuti zero. I rifiuti zero si ottengono se poi si hanno gli impianti per trattare le filiere di differenziata che si sono raccolte. È abbastanza semplice.
Dal 28 febbraio a oggi, il settore non ha avuto una risposta. La risposta avrebbe dovuto essere fornita dal Parlamento, che semplicemente andava a modificare la legge n. 152 (Codice ambientale), scrivendo in maniera molto semplice che, nelle more dell'approvazione dei decreti End of Waste, citati dall'articolo 184 ter della legge n. 152, continuavano a valere le autorizzazioni rilasciate dalle Regioni.
Questo che cosa ha comportato da allora a oggi? Che non è stato più possibile rilasciare nuove autorizzazioni in ordinaria e quindi impianti innovativi, brevetti. L'ingegno italiano non ha potuto essere concretizzato in investimenti, e magari per questo motivo qualche imprenditore ha deciso di andare a investire in altri Paesi. Ma soprattutto la cosa che ha preoccupato maggiormente il settore in questi mesi è stato che, mano a mano che le autorizzazioni in ordinaria andavano ed andranno a scadere, non è possibile che le Regioni rilascino una nuova autorizzazione. Quindi, si va a chiudere l'impianto con un danno all'imprenditore e perdita di posti di lavoro, ma soprattutto chiusura dello sbocco.
Per questo è inutile che si faccia la raccolta differenziata, se poi non si ha l'impianto. È inutile che facciamo tutte queste belle iniziative sulla plastica, se poi non abbiamo gli impianti, perché li chiudiamo per le questioni che ho provato a spiegare.
Cosa succede in queste ore? Che in Parlamento o al Senato sulla manovra ci sono due emendamenti. Il primo è del Ministro, del Governo, che mette in piedi un meccanismo complicatissimo - una pagina e mezza di emendamento che di fatto non solo rende impossibile il rinnovo delle autorizzazioni che andassero in scadenza, ma crea un meccanismo attraverso il quale per nove mesi si resta in attesa di un nuovo decreto del Ministero che dovrà definire dei criteri generali.
Nel frattempo, dice a tutte le Regioni, cioè a noi: "Prendete tutte le autorizzazioni che sono in essere e che sono legittimamente operative riverificatele e vedete se sono conformi a quanto previsto dal DM 5 febbraio 1998". Non lo sono, perché se lo fossero state, avrebbero ottenuto delle autorizzazioni semplificate, e invece le hanno in ordinaria con una procedura legittima ma diversa. Quindi, il Ministero dice: "Fate questa verifica. Se non sono conformi, e non lo sono, andate a fare una verifica ulteriore per capire se sono conformi al decreto che emaneremo fra tre mesi, che prevedrà nuove linee guida".
Voi capite che in questo modo si andrà a bloccare il sistema del riciclo nel nostro Paese e ridurremo tutta la nazione nelle condizioni nelle quali vediamo purtroppo in televisione molte altre parti del Paese. Questo credo sia inaccettabile; le associazioni di categoria e le associazioni ambientaliste si oppongono, cioè questo atteggiamento da parte del Governo sta creando un fronte che va da Confindustria a Legambiente - cose mai viste! - perché si sta mettendo non a rischio, ma a certezza di chiusura un settore che ha creato valore aggiunto, posti di lavoro, ricadute ambientali positive ed è l'orgoglio del nostro Paese: il settore del riciclo.
Ritengo che noi, come Consiglio regionale, dobbiamo approvare questa mozione, ma non possiamo ignorare che sta succedendo una cosa drammatica e dobbiamo prendere posizione.
Ripeto, sono depositati due emendamenti, tutti e due della maggioranza: uno del Ministro Costa, che è - come ho cercato di spiegarvi - complicatissimo e blocca il sistema; l'altro è di un Senatore che mi pare si chiami Briziarelli, della Lega, che è assolutamente ragionevole, semplice e risolve il problema in attesa che il Ministero emani i cosiddetti decreti End of Waste. E io credo che noi, proprio perché siamo il soggetto competente nel rilasciare queste autorizzazioni e abbiamo la responsabilità della qualità ambientale del nostro territorio - e abbiamo anche l'orgoglio di aver creato nel nostro Piemonte un sistema che fa la gestione dei rifiuti in maniera più che sufficiente, che può essere certamente migliorata, ma che indubbiamente, rispetto a tanti altri del Paese, che gettano un'immagine negativa a livello internazionale della nostra comunità nazionale, può sicuramente vantare dei risultati positivi - ripeto dobbiamo approvare tale mozione.
Non siamo in cima alla classifica, ma siamo ben messi. Quindi credo che dobbiamo approvare la mozione che ci è stata illustrata dal collega Bertola prima, ma dobbiamo in qualche modo far sentire la nostra voce al Parlamento, che in queste ore sta decidendo, all'interno della manovra quale dei due emendamenti deve votare.
Io mi sono permesso di far stampare questo testo, che è quello inviato in queste ore - come dicevo prima - da Confindustria a Legambiente al Ministro Costa, e chiedo cortesemente al collega Bertola se ritiene di leggerlo e di farlo proprio, allegandolo alla mozione. In questo modo potremmo, come Consiglio, certamente fare due cose buone: 1) impegnarci nei confronti della battaglia verso la plastica; 2) tempestivamente segnalare al Governo e al Parlamento questa prospettiva estremamente preoccupante per il nostro territorio e per il sistema che, con tanta fatica, i nostri cittadini hanno messo in piedi in maniera virtuosa nel nostro Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Prego, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ovviamente sono più che disponibile a leggere e a visionare l'integrazione proposta dal Consigliere Fluttero.
Faccio solo notare che la mozione riguarda il Plastic Free Challenge quindi una campagna da parte della Regione Piemonte per togliere la plastica monouso dai suoi uffici. Qui siamo su una questione molto più ampia, che peraltro condividiamo: si tratta della questione dell'End of Waste, che abbiamo evidenziato anche noi più volte perfino all'interno della discussione sulla richiesta di maggiore autonomia che abbiamo fatto allo Stato sulla base dell'articolo 116 della Costituzione, questione che non è irrisolta da mesi, ma che è irrisolta da anni; poi, nel 2018, è intervenuta quella sentenza del Consiglio di Stato che ha complicato la situazione, perché ha detto che le Regioni non possono decidere caso per caso sull'End of Waste.
Mi prendo due minuti e leggo quell'integrazione, facendo però presente che la mozione sinceramente riguarda altro.



PRESIDENTE

Quindi chiede due minuti di sospensione, Consigliere Bertola? Bene, allora sospendiamo brevemente i lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.27, riprende alle ore 12.37)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ho letto il documento del Consigliere Fluttero. Sinceramente ne condivido il contenuto, meno altre questioni formali che ho fatto presente di persona al Consigliere Fluttero.
Al di là di questo, visto che, come dicevo, quest'argomentazione non è direttamente collegata alla mozione, ma la mozione, per quanto mi riguarda rimane quella presentata, se il Consigliere Fluttero vuole collegare a questa mozione una mozione, o un ordine del giorno, che ha esattamente il contenuto del documento che mi ha fatto avere, noi siamo disponibili a dare un voto favorevole anche all'ordine del giorno o mozione presentato dal Consigliere Fruttero.
Terrei le questioni separate, perché sono diverse. Mettere questo all'interno di una mozione che è argomento diverso forse ne indebolirebbe il contenuto e non andrebbe nemmeno nella direzione sperata dal Consigliere Fluttero.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Fluttero.



FLUTTERO Andrea

Ringrazio il Consigliere Bertola della disponibilità. Mi scuso con lui dopo averlo fatto personalmente e anche pubblicamente, per avergli dato un documento che era una bozza informale che sta, come ho detto prima e quindi in maniera assolutamente trasparente, circolando tra tutte le associazioni di categoria e ambientaliste in queste ore. Reca la mia firma in calce quale Presidente di una delle associazioni che rappresentano il mondo dell'Italia e del riciclo.
Lo formalizzo, come da suo invito, come ordine del giorno collegato, e se il Consiglio voterà entrambe queste proposte all'unanimità farà sicuramente due buone cose per l'ambiente del nostro territorio e del nostro Paese.
Vista la situazione che ho illustrato prima, chiederei agli Uffici se fosse possibile, qualora il nostro ordine del giorno venisse approvato, inviarlo con urgenza al Ministero dell'Ambiente. Farebbero sicuramente un'azione altrettanto utile, perché in queste ore, se riusciamo a farci ascoltare da chi decide delle sorti, non solo del nostro Paese, su temi ambientali che ci stanno molto a cuore, faremmo sicuramente il nostro dovere.
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Fluttero, c'è un problema tecnico, perché il suo ordine del giorno non è ancora stato presentato e quindi, se l'Aula acconsente, lo facciamo, però sappiate che è una deroga al Regolamento. Vorrei che non diventasse prassi nei prossimi mesi, quindi dobbiamo essere tutti consapevoli di quello che stiamo autorizzando.
La parola al Consigliere Tronzano e poi, se ce occorrerà ancora sospendiamo.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Se fosse possibile, in attesa dell'ordine del giorno del Consigliere Fluttero, ragionare sul documento sull'editoria presentato, credo anche a nome dalla Commissione, dal Capogruppo Ravetti. È un tema molto delicato quindi chiedevo.



PRESIDENTE

No, no, scusi, pensavo che volesse parlare della.



TRONZANO Andrea

No, no, chiedevo in attesa di.



PRESIDENTE

Va bene, siamo sulla mozione n. 1427.
La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie.
Nel merito, avevo chiesto la parola per un commento e una sottolineatura di un parere positivo rispetto alla mozione presentata dal Gruppo Movimento 5 Stelle sul tema dell'uso della plastica, forse dell'abuso del materiale plastico monouso e, quindi, dell'esigenza di un impegno concreto, come Istituzione, nel nostro territorio.
Nella premessa la mozione fa anche riferimento all'impegno preso dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio, perché io credo che i primi a dover dare il buon esempio dovremmo essere proprio noi. Forse ci stava anche un'ulteriore sollecitazione nell'impegno da parte di tutti noi, come Consiglio, però l'ha fatto l'Ufficio di Presidenza molto lodevolmente quindi credo che questo aspetto vada sottolineato.
Rispetto agli altri punti, invece, credo che si possa e si debba progettare nuovi interventi con quest'ottica e anche provare a lanciare un segnale su tutto il territorio regionale, perché i cambi di abitudine hanno bisogno anche di essere stimolati e accompagnati, peraltro in una logica che sta un po' nella scia del lavoro fatto in questi anni da questo Consiglio (penso dal piano dei rifiuti ad altri provvedimenti che abbiamo emanato).
Detto questo, c'è stata questa novità del documento proposto dal collega Fluttero. Noi siamo d'accordo, anzi, personalmente sottoscriverò quella proposta perché, come vedremo nella relazione conclusiva al lavoro d'indagine che la V Commissione ambiente, insieme alla Commissione Legalità, ha condotto sul tema degli incendi dei rifiuti. La questione delle autorizzazioni in deroga per il fine vita degli impianti che si occupa del materiale riciclato è uno dei temi che crea preoccupazioni e difficoltà.
In quell'ambito, auspicavamo una soluzione, però una soluzione positiva e veloce; in questo momento il Parlamento ha delle incertezze oppure contrappone soluzioni diverse, tutte probabilmente volte a un buon fine, ma qui c'è bisogno anche di celerità e di un intervento veloce. Quindi, oltre a concordare con le proposte e a dare il nostro voto favorevole a entrambi i documenti, sollecito anche l'Assessore a farsi portavoce, accanto all'invio del provvedimento, di questa nostra presa di posizione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Accossato.
La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Inizialmente, mi soffermo sulla mozione presentata dal Vicepresidente Bertola, che condivido, nella sostanza e negli impegni; preciso che, per quanto riguarda la futura sede unica, su questo tema si lavora da tempo: è stato costituito un gruppo di lavoro interdirezionale, istituito e coordinato dal Settore Patrimonio, che si è occupato della stesura della proposta di capitolato tecnico, per la concessione del servizio di ristorazione e bar-caffetteria a ridotto impatto ambientale nella sede unica, perché chiaramente si deve passare tramite un capitolato.
A questo capitolato sulla ristorazione si lega anche il tema del catering che viene seguito dalla stessa realtà e, quindi, sotto questo aspetto, la proposta del capitolato tecnico, inviata ancora nel mese di giugno scorso dal Settore Patrimonio a SCR, per una verifica preliminare alle successive fasi di gara, prevede già il rispetto dei criteri ambientali minimi per il servizio di ristorazione collettiva. Quindi, sarà previsto un primo tema per quanto riguarda la ristorazione, il bar caffetteria e il catering attraverso il capitolato questo indirizzo per la sede unica.
Per quanto riguarda il posizionamento di fontanelle d'acqua a libero servizio, anche questo è stato un tema che è già stato affrontato: le fontanelle possono essere installate nei corner che saranno allestiti ai piani, con i distributori di bevande fredde e calde. Questi corner sono già dotati di approvvigionamento di acqua dell'acquedotto cui allacciare i distributori e, quindi, in quell'ambito si può collegare questa fontanella dell'acquedotto a libero servizio.
Piccola chiosa: ricordo che nella sede dell'Assessorato all'Ambiente di Via Principe Amedeo è stata installata una fontanella simile nel 2012, che finora ha erogato 28.000 litri d'acqua dell'acquedotto. Non si prenda questo dato per dire che i dipendenti passano le giornate a bere acqua, ma per dire che c'è e ci sarà nel Palazzo unico.
Ribalto anche il tema alla sede del Consiglio regionale, perché qui è un'altra parrocchia, un'altra Amministrazione; diceva prima Bertola che nel saluto di ieri è già stata usata e quindi anche qui si può fare già da subito; chiaramente bisogna passare il discorso delle concessioni per la ristorazione del bar-caffetteria attraverso i capitolati.
Per quanto riguarda la richiesta del Consigliere Fluttero, anche questo è un tema veramente importante: da mesi, anche con le altre Regioni, abbiamo segnalato dopo il 28 febbraio quel passaggio che è avvenuto: abbiamo segnalato più volte al Ministero la necessità di mantenere una transitorietà in capo alle autorizzazioni in corso e a valorizzare anche le Regioni nel processo autorizzativo, come abbiamo fatto anche nella nostra richiesta del 116. A differenza di quanto diceva prima il Presidente, io sono stato più fortunato, perché ho incontrato il Ministro all'Ambiente almeno una volta (era la fine di luglio), con gli altri Assessori all'Ambiente. Questo è un tema molto importante, quindi dobbiamo sicuramente far presente al Governo questa difficoltà.
Quindi, ben venga l'ordine del giorno che sta girando. Anche come Assessori all'Ambiente abbiamo fatto e continuiamo a fare tutte le segnalazioni e tutte le sollecitazioni perché il tema del End of Waste va a bloccare una serie di percorsi virtuosi legati al riciclo e a tutta la filiera della gestione dei rifiuti e, quindi, è un tema veramente di grande urgenza, di grande attualità e di grande importanza.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
I Consiglieri che vogliono sottoscrivere l'atto di indirizzo del Consigliere Fluttero vengano a firmare in Presidenza.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, ho capito. Però stiamo votando un documento che non abbiamo ancora.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1427, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Per quanto concerne l'ordine del giorno, chiedo se è stato letto, se ne siete a conoscenza o se bisogna leggerlo, almeno nell'impegno. Si chiede al Governo nazionale di prendere in considerazione l'accoglimento dell'emendamento n. 1.2330.
Assessore Valmaggia, lo ha visto?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Leggo tutto il testo o ce l'avete presente?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Va bene.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1539, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Il collega Tronzano aveva avanzato una richiesta d'inversione di punti all'o.d.g., ma se non erro c'era un accordo a votare l'ordine del giorno n.
1111, avente a oggetto "Garantire il divieto di velazione integrale in tutti gli edifici pubblici", presentato dal Consigliere Vignale, e l'ordine del giorno n. 1507, avente a oggetto "Distribuzione e somministrazione di vaccino antinfluenzale 2018 a persone cosiddette 'Homelessness'" del Consigliere Monaco.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti: ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Non vorrei scatenare le ire dei colleghi, ma ci sono due ordini del giorno che, anche senza discussione, sarebbe utile votare oggi, che riguardano il trasporto su treno nelle Province di Asti e Alessandria (nello specifico si riferiscono alla soppressione dei Frecciabianca).
L'ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle e l'ordine del giorno presentato dal collega Ottria darebbero un certo peso a un Consiglio comunale congiunto che si svolgerà nei prossimi giorni, da quanto ho capito, e che promuoverà le stesse questioni che sono riportate negli atti di indirizzo, ossia il non isolamento di queste due Province rispetto alle linee dirette verso l'Adriatico, che hanno caratterizzato il nostro territorio per un centinaio di anni. Adesso anche gli ultimi residui di un servizio, che, peraltro, funzionava, ci vengono strappati in malo modo.
Noi pensiamo, quindi, che sia un elemento da valutare da parte del Consiglio.



PRESIDENTE

Vi ricordo che mancano dieci minuti alla chiusura del Consiglio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Molto velocemente, Presidente.
Come ho già anticipato ai colleghi, siamo favorevoli ad anticipare la votazione. Mi pare di poter consigliare o auspicare un solo ordine del giorno firmato dai Consiglieri di Alessandria e Asti, perché, altrimenti assumerebbe un altro tenore (tutti avremmo potuto presentare un ordine del giorno, per cui non mi interessa chi è il primo firmatario).
Per quanto riguarda gli altri due atti di indirizzo di cui lei ha esposto l'oggetto, siamo disponibili a votarli senza discussione.



PRESIDENTE

Se tutta l'Aula è disponibile a votare senza discussione l'ordine del giorno n. 1111, presentato dal Presidente Vignale, avente ad oggetto "Garantire il divieto di velazione integrale in tutti gli edifici pubblici", e l'ordine del giorno n. 1507.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

No, allora non ho capito quali erano i due atti di indirizzo a cui si riferiva, scusi.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, però prima c'è quello del Consigliere Vignale. Si può votare contro o a favore, ma non si possono saltare, questo è l'ordine. Quindi dobbiamo trattare l'ordine del giorno del Consigliere Vignale, quello del Consigliere Monaco, quello sul pluralismo dell'informazione e sui tagli all'editoria e, infine, quello sul potenziamento dei collegamenti ferroviari.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Chiedo scusa, Presidente, ma visto che sono le ore 12.52, la questione mi sembra abbastanza semplice: se si va avanti nell'ordine in cui c'eravamo detti, in termini di esame degli ordini del giorno, c'è ovviamente la quaterna, con l'ordine giorno del collega Vignale, l'ordine giorno del collega Monaco, e si va avanti su quella linea.
Direi, a questo punto, di sforare un po' rispetto alle ore 13, se siamo tutti d'accordo. Alla fine della discussione, che spero sia rapida, potremo votare i due ordini del giorno dei colleghi alessandrini, senza aggiungere.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Questo valutatelo voi.
Senza aggiungere, però, altri ordini del giorno, perché, altrimenti, noi non siamo disponibili ad andare oltre le ore 13.
Se se ne aggiungono altri - lo ripeto - oltre a quelli stabiliti in Conferenza dei Capigruppo, noi non siamo disponibili ad andare oltre le ore 13.



PRESIDENTE

Quindi la proposta sarebbe di esaminare gli ordini del giorno dei Consiglieri Vignale e Monaco, che erano all'o.d.g., più quelli dei colleghi alessandrini. Ma senza trattare quelli sull'editoria.
Per voi la proposta sarebbe questa?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, va bene.
Visto che è stata manifestata anche la disponibilità a non chiudere la seduta alle ore 13 esatte, datemi una risposta anche su questo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Io credo che l'orario non possa essere dilatato a seconda delle richieste dei Gruppi.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

No, no, per me possiamo andare avanti fino alle ore 15, ma mi faccia spiegare.
Non è che sforare le ore 13 va bene se si vota una cosa e non va bene se se ne vota un'altra.
Noi abbiamo, credo, due possibilità: potremmo andare avanti in modo tradizionale, iniziando con l'ordine del giorno di cui sono primo firmatario, per poi procedere con gli altri.
Segnalo solo che, avendo davanti a noi sei minuti, credo che ci sia la possibilità - ovviamente questa è una proposta - di votare ciò che è votabile o utile. L'ordine del giorno che ho presentato, e che mantengo rigorosamente in quell'ordine visto che è un po' di tempo che aspetto, se viene votato il 20 dicembre o il 12 gennaio non cambia nulla. Il tema che riguarda i trasporti e l'editoria, invece, è più impellente.
Mi permetto di dire che, per una volta, ho il boccino in mano, nel senso che o si inizia a discutere il mio ordine del giorno e si va avanti su quello, oppure troviamo una soluzione che possa contemperare esigenze comuni, tanto quelle del territorio alessandrino-astigiano di questo Consiglio quanto un'esigenza strettamente legata alla legge finanziaria.
Io mi sento di avanzare questa proposta, altrimenti andiamo avanti con l'ordine del giorno n. 1111.



PRESIDENTE

La proposta del Consigliere Vignale è chiara: invertire l'o.d.g. rispetto agli accordi e votare i due ordini del giorno quello sulle ferrovie e quello sull'editoria. Vi ricordo che sono quasi le 13 e non abbiamo ancora deciso nulla.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Chiedo scusa, ma se si parla di ordine di priorità, solo per un fattore temporale e di utilità dell'argomento, c'è l'ordine del giorno sulle vaccinazioni ai senzatetto, che sono i veri ultimi e peraltro trasparenti.
È calendarizzato da circa un mese e per un motivo o per l'altro si arriva quasi al punto di discuterlo e votarlo, ma poi non si procede.
Lascio alla discrezione dell'Aula se sia utile questo ordine del giorno. Io l'ho presentato e ne sono fortemente convinto; se è prioritario l'ordine del giorno sulle ferrovie va bene, tuttavia mi piacerebbe che prima di quello si trattasse l'ordine del giorno sui vaccini ai senzatetto. Questa è una mia personalissima visione del tema.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Come ha detto il Consigliere Vignale, il Regolamento, se deve essere seguito, deve essere seguito sempre alla lettera e non solo in certe sedute, in determinate occasioni o perché ci sono ordini del giorno di alcune forze politiche che vogliono discutere il loro documento.
È capitato anche alla sottoscritta di dover aspettare tante sedute prima di discutere un ordine del giorno; anche io avevo una priorità, continuo di settimana in settimana a sollecitare, ma senza alcun successo. Il mio ordine del giorno non è urgente, ma darei priorità a quelli che lo sono.
Concordo con il Consigliere Monaco che il suo ordine del giorno è urgente perché se la vaccinazione antinfluenzale non viene fatta entro breve termine, non ha più senso discuterlo.



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, l'ordine del giorno del Consigliere Monaco deve essere discusso o possiamo votarlo? Ringraziamo il Consigliere Vignale per la disponibilità e inseriamo il suo ordine del giorno al primo punto dell'o.d.g. del prossimo Consiglio.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 1507 presentato da Monaco, inerente a "Distribuzione e somministrazione di vaccino antinfluenzale 2018 a persone cosiddette 'Homelessness"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame dell'ordine del giorno n. 1507, di cui al punto 20) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1507, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Possiamo passare all'esame dell'ordine del giorno n. 1521.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Presidente, le chiedo il rispetto delle modalità di funzionamento dell'Aula. Un conto è che il Consigliere Vignale dica che il suo ordine del giorno non è urgente e lo sospende, ma dopo c'è il 1521. La possibilità di fare un'inversione all'o.d.g. è nota e quindi qualcuno deve chiederla, ma su un ordine del giorno.
Tra l'altro, le ricordo che sono le 12.59 e tra poco chiude il Consiglio.



PRESIDENTE

Chiedo al Consigliere Mighetti se, come Gruppo, siete disponibili a votare i due ordini del giorno n. 1521 e n. 1515.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Si chiude il Consiglio con la votazione di questi due ordini del giorno?



PRESIDENTE

Se finisce l'orario, sì.


Argomento: Trasporti su ferro

Esame ordine del giorno n. 1521 presentato da Ottria, Appiano, Grimaldi Motta, Ravetti e Rossi Domenico, inerente a "Potenziamento dei collegamenti ferroviari tra le stazioni di Asti Alessandria e le dorsali ferroviarie tirreniche"; ordine del giorno n. 1515 presentato da Mighetti, Andrissi Bertola, Bono e Valetti, inerente a "Potenziamento dei collegamenti ferroviari infraregionali dell'area alessandrina e astigiana con le linee AV"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame degli ordini del giorno n. 1521 e n. 1515, di cui al punto 48) all'o.d.g.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sugli ordini del giorno n. 1521, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sugli ordini del giorno n. 1515, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Buon Natale a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.02)



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