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Dettaglio seduta n.267 del 08/11/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


BERTOLA GIORGIO



(Alle ore 14.30 il Consigliere Segretario Bertola comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00 per mancanza del numero legale)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 15.03)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Accossato, Baricco, Boeti, Cerutti, Corgnati Ferrari, Ferrentino, Giaccone, Pentenero e Ravetti.
Non sono presenti l'Assessore Saitta e l'Assessora Parigi.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame disegno di legge n. 272, inerente a "Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2017-2019 e disposizioni finanziarie"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 272, inerente a "Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2017-2019 e disposizioni finanziarie" di cui al punto 4) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta antimeridiana, è stato votato l'articolo 16 ed è iniziato l'esame dell'articolo 1, con l'illustrazione degli emendamenti rubricati 3), 2), 92), 95), 94), 172), 83), 93), 4), 97), 98), 187), 198), 5), 202) 11), 99), 170), 9), 173), 23),19), 10), 6), 7), 8), 15), 12), 101), 113) 14), 102), 105), 103), 191), 104), 16) e 106.
Nella seduta pomeridiana, l'illustrazione degli emendamenti riprende con l'emendamento rubricato n. 17), a firma della Presidente Frediani.
Siamo alla Missione 06.02.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 17) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo uno stanziamento di risorse, per l'annualità 2018-2019, di 200 mila euro sul capitolo destinato ai contributi ad Enti locali, associazioni e cooperative giovanili, per la realizzazione di interventi a favore dei giovani. Siamo sulla legge 16 del 1995.
Si tratta di una legge molto importante per la nostra Regione.
Ovviamente, si unirà all'illustrazione anche il collega Giorgio Bertola che, come sapete, segue anche il tema della Consulta giovani; una Consulta che il Consiglio regionale, poco tempo fa, ha avuto anche modo di provare a simulare con un Consiglio regionale dei giovani, per cercare di entrare un po' di più nelle dinamiche che portano a elaborare testi di legge, una nuova normativa per la nostra Regione. Proprio in quest'ambito, è stata elaborata quella proposta di legge, che stiamo analizzando e portando avanti insieme alla proposta di legge del collega Rossi, sul contrasto al bullismo e cyber-bullismo.
Questo per sottolineare l'importanza del coinvolgimento dei giovani nella politica regionale, e per politica non intendo solo le dinamiche tra partiti, ma il modo in cui funzionano le Istituzioni, il modo in cui interagiamo tra di noi, per cercare di ottenere - perlomeno, è quello che speriamo di fare - il meglio per i cittadini; l'importanza di un qualcosa che va assolutamente sostenuto e portato avanti.
Ovviamente, questa è solo una piccola parte di quello che è previsto nella legge 16 del 1995; c'è tutta una serie di politiche per i giovani che vengono delineate all'interno di questo testo normativo. Queste politiche ovviamente, devono essere portate avanti e richiedono l'utilizzo di risorse e qui, come sempre - come si suol dire - "casca l'asino", nel senso che, a volte i testi di legge, su carta, sono scritti perfettamente e hanno delle finalità assolutamente condivisibili e molto attuali, pur essendo questa una legge del 1995, però manca la "benzina" e quindi non riusciamo a portare avanti tutte quelle attività che consentirebbero la piena realizzazione di quelle finalità.
Il dubbio l'abbiamo posto, l'abbiamo paventato anche in riferimento alla legge che stiamo per licenziare dalla Commissione, relativa al bullismo e al cyber-bullismo, quindi la nostra proposta di finanziamento di questo capitolo è anche un po' mirata a vedere quale sia il sentimento della Giunta rispetto al fatto di rendere disponibili fisicamente delle risorse, per poter attuare le politiche giovanili in modo molto concreto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento propone un intervento di 200 mila euro sull'annualità 2018-2019 per le risorse disponibili per i contributi a Enti locali associazioni e cooperative giovanili, per la realizzazione di interventi a favore dei giovani. Ovviamente, come Consigliere delegato alla Consulta dei giovani, mi sento di sostenere personalmente quest'emendamento, accanto alle iniziative portate avanti dalla Consulta giovani, che ha una suo piccolo budget, poiché è un organismo del Consiglio regionale e ovviamente, servono delle politiche attive da parte della Regione Piemonte.
Tra l'altro, la legge cui facciamo riferimento, la legge 16 del 1995 verrà modificata, poiché la Giunta regionale, anche se oggi non è presente l'Assessora Cerutti, ha già predisposto un nuovo testo, un nuovo disegno di legge, che ha portato all'attenzione sia del mondo giovanile sia della Consulta giovani, che per suo statuto ha anche una funzione consultiva in questo senso. Poi chiaramente il disegno di legge rispetterà le code dei provvedimenti della Giunta regionale, però riteniamo, nel frattempo, che sia importante destinare queste risorse a quel capitolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Emendamento rubricato n. 109) presentato da Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Questo è un emendamento importante che presentiamo tutti gli anni.
In realtà, per onestà, bisogna dire che è stato fatto un passo in avanti sulla legge n. 36, quella sulle Pro Loco, perché siamo passati da un'ipotesi di zero euro nel 2016 a 500 mila euro per quest'anno, ma ho visto che la proposta del Vicepresidente è di un milione di euro.
Noi chiediamo comunque un aumento di 500 mila euro e sarebbe un passo concreto di grande rispetto del ruolo delle Pro Loco. Quindi, la nostra richiesta è di 500 mila euro in più sulla legge n. 36.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Sicuramente questa richiesta è ulteriormente supportata dalle nuove norme in materia di sicurezza, che incidono profondamente sugli Enti locali, ma anche sulle Pro Loco. A maggior ragione, speriamo che la richiesta venga presa in considerazione.
Sicuramente i benefici con le passate, seppur minime, risorse sono stati importanti. Il nostro Piemonte in materia di turismo ha necessità di interventi vitali e fondamentali, come riteniamo solo le Pro Loco sappiano fare.
Quindi, l'impegno del collega Graglia, che è partito in questa battaglia, è assolutamente sostenuto e condiviso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Emendamento rubricato n. 18) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Questo è un emendamento che riproponiamo ciclicamente in tutte le discussioni di bilancio. È un emendamento che va a chiedere uno stanziamento di 500 mila euro per il capitolo 188787, che è quello relativo ai contributi alle associazioni Pro Loco per la realizzazione dei programmi di attività, in base alla legge n. 36/2000.
Mi rendo conto che effettivamente per i colleghi che non vivono in piccoli paesi, come succede a me, quest'emendamento possa provocare magari una sorta di ilarità, perché da sempre la visione delle Pro Loco è, non dico in senso spregiativo, ma come un po' sminuente, se magari si pensa alle feste e sagre locali.
In realtà, le Pro Loco svolgono una funzione importantissima sul territorio e molto spesso sopperiscono anche alle carenze di quel sistema turistico che abbiamo recentemente rimaneggiato con una nuova normativa in Regione; sistema che però non riesce ad essere così capillare e così attivo su tutto il territorio.
Come sempre, anche su questo tema del turismo e della promozione del territorio, ci affidiamo molto all'opera dei volontari; quindi, il fatto di andare a sostenere le Pro Loco ci consente di mantenere un presidio sul territorio, di consentire a queste persone di mantenere e rivitalizzare le eccellenze del nostro territorio, con un impegno economico che, come vedete dall'impegno da noi richiesto, è tutto sommato contenuto.
Si tratta come sempre di andare a sopperire a carenze del sistema turistico regionale - vedremo come uscirà da questa riforma che abbiamo elaborato nei mesi scorsi - e dare un segnale forte di presenza sul territorio, soprattutto dove abbiamo dei piccoli Comuni in territori che vengono definiti marginali, ma che molto spesso sono dei veri e propri piccoli centri di vita culturale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

È molto gentile la collega Frediani, che mi dà la possibilità di esprimere in modo prioritario la mia posizione su quest'emendamento che abbiamo ampiamente condiviso. Credo che il ruolo delle Pro Loco non sia sottovalutato anche dai colleghi, perché interessano non solo paesi, ma anche città di piccole e medie dimensioni e sono un supporto all'attività dell'Amministrazione.
Diciamo pure che spesso le Pro Loco sono un po' confuse - forse erroneamente, ma è quasi come una sorta di riconoscimento della loro attività - con l'attività istituzionale anche degli stessi Comuni.
Quest'emendamento porta la competenza sul 2017 a 500 mila euro per consentire di aumentare le risorse disponibili sul capitolo "Contributi regionali alle associazioni". Questo serve anche per sostenere soprattutto iniziative già poste in essere e che hanno il diritto, secondo le modalità di accesso che la Regione definisce per il finanziamento alle attività della Proloco, di completare il finanziamento o il cofinanziamento delle attività eseguite nell'anno in corso.
Questo si concentra sull'anno in corso e proporremo comunque emendamenti simili anche in fase di bilancio previsionale, per riportare un minimo di risorse anche nel prossimo triennio del bilancio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Solo per permettere al collega Campo di sistemarsi, perché ci teneva particolarmente a fare un intervento sull'emendamento n. 18), sul tema delle Pro Loco. Tema che ha seguito in prima persona per conto del Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle.
È una richiesta di incremento di risorse sul 2017.
È ovvio che si tratta di garantire adeguati finanziamenti alle Pro Loco come centro nodale di sviluppo delle politiche di promozione del territorio e di attrazione turistica. Le risorse oggi stanziate, se non sbaglio, vado a memoria, sono circa un milione con gli emendamenti che vengono posti in essere. Nel 2018-2019 c'è un definanziamento sostanziale, si riduce di un terzo il finanziamento del fondo dedicato. Noi chiediamo, sostanzialmente un incremento di risorse nel 2017 ma, se fosse accolto, potremmo anche spostarlo sul 2018.
Non possono esserci questi finanziamenti con un andamento sinusoidale: un anno c'è un finanziamento, l'anno dopo ce n'è un terzo, l'anno dopo il doppio, quello dopo ancora la metà. Risulta veramente difficile fare delle politiche sensate sul territorio in assenza di una qualunque minima certezza di continuità dei finanziamenti. Gli enti, le associazioni, le persone che ricevono i contributi e le aziende sappiano almeno che la politica è discontinua, ma discontinua in modo ciclico, ricorrente. Per un anno possono fare qualche spesa in più, oppure mettere da parte un po' di foraggio nei granai e poi l'anno dopo, con meno risorse, possono vivacchiare, sopravvivere. Diventa veramente difficile, anche per noi comprendere la ratio e la logica dietro questo andamento sinusoidale dei finanziamenti regionali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo;ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo di dare un po' di stabilità a livello di sovvenzionamento delle realtà Pro Loco. Su questo tema abbiamo discusso a suo tempo, quando si è definita la modalità di erogazione dei finanziamenti e della gestione degli stessi. Riteniamo che le realtà Pro Loco, le realtà locali, siano un elemento essenziale del funzionamento della vita culturale e sociale nei piccoli centri, in particolare nelle aree cosiddette marginali. Sono le realtà che, alla fine, riescono a coordinare tutto il mondo associativo con le varie iniziative che si imperniano nei vari territori. Sotto questo profilo, sono un elemento importante.
A suo tempo, avevamo manifestato alcune perplessità anche su alcuni livelli di politicizzazione a livello della gestione da parte del dell'UNPLI. Da un lato, ci interessava una maggiore attenzione al controllo di terzietà nell'impiego delle risorse che venivano distribuite a livello di UNPLI, dall'altro riteniamo fondamentale quello cui ha accennato prima il collega Bono, ossia il fatto di dare un minimo di certezza ai livelli di finanziamento disponibili di anno in anno.
Sapete bene che tutte le volte - i miei colleghi mi prendono anche in giro - parlo di programmazione pluriennale e parlo di attenzione nel costruire una visione di quello che si vuole realizzare, e questo è più importante quando stiamo investendo, per certi versi, molte energie e anche qualche risorsa economica sulla crescita turistica e culturale dei territori, proprio perché c'è una risposta anche dal punto di vista dell'interesse turistico e culturale verso l'intero territorio piemontese.
Nella mia zona, in particolare, negli ultimi due anni, c'è stato un forte incremento della richiesta turistica. Ci sono fermenti importanti anche di attività culturali, sociali e di intrattenimento, che vanno oltre la semplice tradizionale sagra paesana che vedeva i piccoli centri ognun per sé. Ci sono dei tentativi di mettere a sistema reti di offerta turistica sociale e culturale che andrebbero incentivati; le Pro Loco sono una delle realtà che garantiscono un po' di continuità e un po' di organizzazione di tutto quello che si sta muovendo nel substrato piemontese.
Purtroppo il tempo è poco, ma sarebbe un argomento interessante da approfondire in maniera più dettagliata.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Emendamento rubricato n. 110) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Mi dispiace che non ci sia né l'Assessore Ferraris né l'Assessora Parigi, perché magari avremmo potuto cogliere da loro anche - spero - un assenso a quest'emendamento, quantomeno una condivisione di riflessioni.
Abbiamo presentato quest'emendamento rispetto all'opportunità e alla possibilità, da parte della Regione, di intervenire con quote associative su associazioni, enti, istituzioni e comitati legati a eventi turistico sportivi perché, sempre di più, la necessità che si presenta sui territori del Piemonte è quella di vedere la Regione compartecipare agli eventi di natura turistico sportiva, che fanno parte di quel sistema del turismo green, di quel sistema del turismo sportivo che è sempre più richiesto non soltanto per un tema benessere, ma anche proprio per un tema di avvicinamento di quel turismo internazionale che guarda al turismo sportivo come un punto di riferimento.
Noi, come Regione Piemonte, oltre al turismo invernale legato alla neve, abbiamo la facoltà e l'opportunità di sviluppare, insieme agli enti alle associazioni e ai Comuni di riferimento, una possibilità di attrazione di nuovi turisti, che permetta, altresì, di generare attività economiche in quei Comuni e in quegli ambiti dove è difficile trovare insediamenti industriali di natura produttiva.
Ciò che si richiede con quest'emendamento non è tanto di ricevere dalla Regione dei contributi a fondo perduto, quanto di vedere una sua co partecipazione.
Alcuni esperimenti condotti la scorsa estate hanno evidenziato che attraverso un intervento fattivo della Regione (in quel caso a costo zero) a favore di alcuni insediamenti dei Comuni dell'alta Val di Susa e delle valli olimpiche, si è riusciti a promuovere un connubio turistico-sportivo in cui, ad esempio, la Regione non erogava contributi di natura economica ma metteva in circuito quell'azione di marketing o di comunicazione. In che modo? Rimanendo estranea all'associazione e, quindi, non avendo una voce in capitolo.
Quello che invece si vorrebbe fare attraverso la nostra proposta di emendamento (peraltro, con cifre non enormi) è vedere una co-partecipazione della Regione in questi Enti e in queste associazioni. In primo luogo perché crea un legame e una maggior possibilità di controllo, da parte della Regione, su ciò che avviene sul territorio; in secondo luogo, perch l'effetto moltiplicatore che potrebbe fare questa partecipazione, mettendo a disposizione l'esperienza, l'organizzazione e la gestione che la Regione sa fare rispetto a quei Comuni o a quelle associazioni che non hanno chiaramente queste competenze, ma che vivono soprattutto di volontariato permetterebbe di raggiungere obiettivi con un intervento di natura economica non significativo, ma che avrebbe, invece, una ricaduta rilevante sul territorio, molto importante anche per il mantenimento della vitalità di quelle zone che, altrimenti, sarebbero talmente marginali da non potersi permettere queste iniziative di natura sportiva.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
Emendamento rubricato n. 112) presentato da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 111) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Quest'emendamento prevede l'erogazione di contributi per la promozione e la commercializzazione dei prodotti turistici a consorzi di operatori turistici e - se posso, mi collego anche all'emendamento 111) - alle Agenzie Turistiche Locali.
Credo che su queste due realtà vada portata un'attenzione particolare perché si è dimostrato negli anni che il turismo è per la nostra Regione un settore importante trainante. Nel tempo è stato costruito un sistema strutturale basato, appunto, sulle agenzie e sui consorzi, con un senso di responsabilizzazione a livello locale legato, chiaramente, ai privati.
Alla luce di questo, credo che non si possa abbassare la guardia, così com'è stato fatto a livello di ATL. Perché è vero che, modificando lo Statuto, si è anche consentito l'ingresso anche ai privati, con la possibilità di recuperare fondi anche all'esterno. Però il vero problema è che forse è il momento meno indicato per non sostenere queste realtà locali.
Dunque, sia per gli operatori che per le ATL credo che vada posta una forte attenzione per il bene turistico dalla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Berutti.
Emendamento rubricato n. 107) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Rispetto al tema che ha appena anticipato il collega Berutti, con quest'emendamento si pone l'attenzione su un intervento di natura economica a più ampio respiro (il collega, invece, aveva individuato nei consorzi per la promozione, il soggetto eventualmente beneficiario di questi contributi).
Nella richiesta che viene effettuata attraverso quest'emendamento invece, si sottolinea più in modo generico la richiesta di contributi per la commercializzazione del prodotto turistico. Ovvero, ricollegandoci a quanto detto precedentemente dalla sottoscritta e poi dal collega Berutti il problema che oggi si incontra sul territorio piemontese è forse la mancanza di risorse per la promozione del prodotto turistico in tutti i territori al di fuori del Piemonte, ma da parte di tutti i territori piemontesi, soprattutto per quanto riguarda gli ambiti più piccoli e i territori meno vicini ai punti attrattivi, che possono essere le grandi città o, comunque, quei territori (mi viene in mente la Langa) che hanno delle specificità per cui attraggono turismo. Gli altri territori, invece fanno sicuramente molta fatica a commercializzare il proprio prodotto turistico e molto spesso non riescono neanche a partecipare a quelle che sono le iniziative più ampie che vengono fatte dalle città più grandi appartenenti alla loro provincia o, comunque, a loro quadrante, perché non ne hanno la forza.
Sarebbe importante cominciare, invece, a fare un percorso con questi soggetti non solo di natura formativa e informativa, ma anche di sostegno e di aiuto per promuovere alcune peculiarità che potrebbero probabilmente risollevare anche le sorti economiche di alcune zone, soprattutto quelle a carattere montano o quelle più lontane dai luoghi attrattivi, che altrimenti rischiano di essere completamente dimenticate; non per una volontà specifica, ma perché non c'è la forza di seguire tutti quanti.
Poter avviare un processo anche di natura sperimentale, che permette però di creare questo volano, potrebbe consentire, dopo il triennio, di creare un esempio e una leva virtuosi, per cui poi non sarebbe neanche più necessario spendere queste, cifre perché l'avvio dei percorsi ci sarebbe sicuramente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Porchietto.
Emendamento rubricato n. 108) presentato da Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 108) riguarda la cosiddetta "seconda" legge che finanzia le Pro Loco: il famoso articolo 16 della l.r. 75/96, poi sostituita con la l.r. 14 del 2016.
Permettetemi una riflessione. Sono molto contento, perché nel giro di due anni siamo passati da una non attenzione verso le Pro Loco a un cambiamento: nel 2016 era previsto zero. Sono riuscito a compattare non solo la maggioranza, ma anche la minoranza, perché adesso in previsione ovviamente il lavoro del Vicepresidente è concreto - c'è un milione di euro; quindi si tratta sicuramente di un grande aiuto.
Noi avevamo chiesto qualcosetta in più, ovviamente, ma è significativo soprattutto, che anche il Movimento 5 Stelle abbia capito l'importanza delle Pro Loco e del lavoro che queste svolgono nei loro Comuni. Quindi questo mi fa assolutamente piacere, perché ci siamo compattati tutti sull'utilità delle Pro Loco.
Con quest'emendamento, noi chiediamo ulteriori 500.000 euro, in aggiunta alla cifra che è già stata stanziata.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
Emendamento rubricato n. 196) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento riguarda un intervento in particolare e in generale una finalità, cioè quella di investire delle risorse - più di quante non siano già previste - sul sistema delle ciclovie piemontesi, perché non è un un'opinione del Movimento Nazionale, ma un dato oggettivo rispetto ai flussi turistici, che investimenti relativamente piccoli come quelli avvenuti sulle ciclovie portano un numero di frequentatori per più giornate quindi si tratta di turisti che si fermano più notti - che hanno condotto a cifre assolutamente significative.
Non sono solo da citare i casi più noti, come la ciclovia del Danubio o quella della Loira - anche se va ricordato che dieci anni fa la ciclovia del Danubio quasi non esisteva - ma in molte altre realtà in cui si è investito sul sistema delle ciclovie oggi abbiamo presenze turistiche che variano dalle tre alle 400 mila al superare il milione.
È quindi evidente che in una Regione come la nostra, che di fianco alle ciclovie ha un sistema culturale e ambientale di assoluto rilievo, questo elemento costituisce una priorità.
Noi ci siamo permessi, nell'emendamento, di indicare una ciclovia perché su questa si sta facendo un grande lavoro, ma a oggi non era prevista nel sistema ciclo viario piemontese - che è quella legata al Naviglio di Ivrea. Lo abbiamo fatto per due motivi: perché il Naviglio di Ivrea legherebbe altri due progetti che ha la Regione Piemonte, quello sulla più nota pista "VenTo" (la ciclovia del Po) e quello sul Canale Cavour, che solo grazie a questo intervento potrebbero essere fra loro collegati; inoltre perché quella sarebbe l'unica ciclovia che consentirebbe, non solo dal nord del Piemonte ma dell'Europa, di unire anche la Città.
Noi pertanto crediamo che questo intervento sia un intervento estremamente importante e, più in generale, crediamo che sia importante intervenire sul sistema ciclo viario piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 115) presentato da Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento noi chiediamo un aumento delle risorse, per sette milioni, per quanto riguarda gli investimenti relativi alla riqualificazione e alla sostenibilità ambientale ed energetica e al potenziamento e alla valorizzazione del patrimonio impiantistico delle aree sciabili e dell'offerta turistica (la famosa l.r. 2/2009).



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
Emendamento rubricato n. 114) presentato da Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con i proponenti, ne diamo il testo per illustrato.
Ho saltato l'emendamento n. 113): chiedo scusa, Consigliere Vignale rimedio subito.
Emendamento rubricato n. 113) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 177) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Presidente, vorrei illustrare sia l'emendamento n. 113) che l'emendamento n. 177), poiché intervengono entrambi sulla legge n. 2.
In particolar modo, credo che sia importante - lo dico anche al Vicepresidente - quanto prevede l'emendamento n. 113).
Il n. 113) interviene sul finanziamento della parte corrente della legge n. 2; il n. 177) sulla parte riguardante gli investimenti.
Le chiedo scusa, Vicepresidente, ma non tutti gli emendamenti, come lei sa, sono uguali. Dicevo, gli emendamenti intervengono sulla legge n. 2 l'emendamento n. 177) interviene sugli investimenti e sulla categoria B dove è innegabile che la Giunta regionale abbia fatto un grande sforzo nel prevedere un investimento di più di 20 milioni di euro, finalizzato per agli accordi di programma, e quindi noi riteniamo che riguardi non soltanto quest'anno, ma anche il 2018 e il 2019.



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



VIGNALE Gian Luca

No, riguarda solo il 2018 e il 2019, proprio per questo motivo, perch noi riteniamo che gli accordi di programma saranno indispensabili, ma non saranno sufficienti a garantire tutti quelli che non sono interventi da accordo di programma (diciamo interventi di potenziamento), mentre vi è tutta una serie di scadenze che il mondo dell'impiantistica di risalita ha.
Se nel bando di quest'anno dei due milioni di euro riuscissimo a garantire una continuità nei finanziamenti, si potrebbe avere una programmazione già da oggi rispetto a un impianto che, è vero che magari scade nel 2019, ma, com'è noto, tanto che uno lo debba modificare o che lo debba sostituire quanto che uno lo debba revisionare, i tempi non sono esattamente quelli della revisione di un'autovettura.
L'emendamento n. 113), sempre sulla legge n. 2, riguarda la spesa in conto corrente e prevede un investimento di un milione di euro sul 2017 che è la parte che più ci sta a cuore, e poi cinque milioni di euro sul 2018 e 2019. Devo dire che queste due voci saranno un tema che vedremo anche nel documento di bilancio del Consiglio, però tutti i nostri emendamenti sono stati presentati per i motivi che ho avuto modo di esporre nell'illustrazione generale nel relativa al triennio.
Perché crediamo che sia importante l'emendamento n. 113), almeno per ciò che riguarda il 2017, relativamente all'assestamento di bilancio? Perché quest'anno la Giunta regionale ha previsto uno stanziamento di risorse - e il Consiglio ovviamente, nell'approvazione del bilancio relativamente alla legge n. 2, lettere a) e c), quelle sull'innevamento sulla gestione delle piccole stazioni e quant'altro, inferiore rispetto agli anni passati.
Ebbene, a noi pare che, proprio nell'anno in cui si dà un segnale importante di disponibilità economica rispetto agli accordi di programma prevedere una riduzione per tutte le stazioni che hanno presentato domanda in termini di gestione annuale della stazione stessa sia non soltanto in controtendenza, ma un po' difficile da capire. Ci saranno - giustamente, e noi di questo siamo molto lieti - stazioni che beneficeranno di un accordo di programma, ma vi è tutta una serie di stazioni - ed è il vero principio della legge n. 2 - medie, piccole e grandi (in particolar modo le medie e le piccole) che, grazie ai fondi della lettera a) e della lettera c) quindi non sugli investimenti ma sulla spesa corrente, possono garantire un'esistenza della stazione stessa.
Da questo punto di vista, credo che, proprio nella discussione del bilancio poter prevedere le risorse - come ha visto il Vicepresidente e come spesso accade, si fa riferimento al fondo di riserva, perché anche nelle volte in cui abbiamo tentato di prenderle da un'altra parte poi ci è stato detto, correttamente, che quelle risorse dovevano coprire spese già previste - sia un impegno in tal senso. Che sia un milione, che siano 500 mila euro, tale impegno serve per evitare che quest'anno ci sia questa sorta di voce doppia che dà il Consiglio di grande attenzione agli investimenti, ma tornando indietro rispetto al passato relativamente alle spese correnti. Ciò è complicato, anche perché - ricordiamoci - veniamo da due annate (l'ultima un po' meno, ma complessivamente le due annate) in cui le aziende non hanno brillato per ricavi nell'impiantistica di risalita, in particolar modo per quelle stazioni piccole e medie che hanno una limitata capacità di innevamento programmato.
Di conseguenza, credo che nel disegno complessivo di risorse in cui stiamo discutendo solo di "area neve", credo che ci dovrebbe essere lo spazio per aumentare la disponibilità sulle lettere A e C della legge n. 2.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 176) presentato dal Consigliere Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 180) presentato dal Consigliere Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 114) presentato da Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con i proponenti, ne diamo il testo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 116) presentato da Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
È una richiesta di un milione di euro sulla famosa legge 4 del 2000 relativa al miglioramento qualitativo dei territori turistici. Lo consideriamo un emendamento importante.
Ricordiamo che c'è ancora una graduatoria di qualche anno fa che eventualmente, potrebbe andare a scorrimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Graglia.
Emendamento rubricato n. 117) presentato da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con i proponenti, ne diamo il testo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 190) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento interviene al finanziamento della legge 12 del 2010 legge relativa al recupero e alla valorizzazione del patrimonio escursionistico in Piemonte.
In realtà, la legge 10 interviene principalmente sulla valorizzazione del patrimonio escursionistico, ma non solo, anche su tutte quelle che sono le attività di turismo all'interno delle aree montane.
La legge non è finanziata; per questo noi presentiamo un emendamento che inserisca delle risorse, ricordando come e quanto l'escursionismo nelle aree montane abbia rappresentato e stia rappresentando un ritorno economico significativo.
Qual è l'aspetto che noi, come ho avuto modo di dire anche in altri interventi, non conosciamo? È la lettura che dovrebbe essere comparata, rispetto al documento di bilancio, relativa all'utilizzo dei fondi europei. Negli anni passati, gran parte delle finalità previste dalla legge 12 sono state finanziate con fondi del PSR degli assi relativi alla montagna, o con risorse che, sempre nel PSR, ma nell'asse 4 dei fondi relativi ai gruppi di azione locale hanno finanziato, non la legge 12, ma le finalità che la legge 12 si pone.
È per questo che in più occasioni, anche in questo momento, vogliamo sottolineare come diventi davvero impossibile una lettura del bilancio regionale senza avere una conoscenza dell'utilizzo dei fondi comunitari.
In alcuni casi - lo dicevamo sul sostegno all'export e lo diciamo adesso sulla valorizzazione del patrimonio escursionistico del Piemonte - è possibile avere la legge a zero, ma avere poi degli investimenti, come noi ci auguriamo, sui fondi comunitari.
Questo è il motivo, perché dovendo discutere il bilancio e non conoscendo puntualmente le scelte che l'Amministrazione intenderà fare rispetto all'utilizzo dei fondi del PSR, inevitabilmente dobbiamo agire sul documento di bilancio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 21) presentato da Mighetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo è uno dei primi emendamenti di una serie legata a quelle che ho già definito nella discussione generale come un complesso di interventi atti a migliorare la situazione della pianificazione regionale e dell'adeguamento ai nuovi strumenti che abbiamo innovato in questo periodo in Regione Piemonte, cioè il Regolamento edilizio, che andremo ad approvare nelle prossime sedute, e il Piano paesaggistico regionale che, invece, è già stato approvato.
In questo caso, chiediamo una somma minima di 15.000 euro, ma una somma minima che si ritiene congrua per finanziare attività di formazione per tecnici degli Enti locali, al fine di semplificare il dialogo tra enti sovraordinati ed Enti locali.
Questa somma sarebbe interessante per promuovere dei corsi per i tecnici comunali e per instaurare delle politiche di comunicazione con gli Enti locali, proprio per creare una regia sull'attuazione del Piano paesaggistico regionale.
Sappiamo che il Piano paesaggistico regionale è un sistema complesso di norme. In realtà, molte di queste sono una sintesi di vincoli già preesistenti, quindi un sostanziale riordino e presa d'atto di quello che già vigeva in passato, ma ci sono tutta una serie di questioni che devono essere raccolte dai Piani regolatori dei singoli Comuni.
Come sapete, noi abbiamo una teoria molto semplice: il Piano paesaggistico regionale non ha senso se non viene applicato in seno a piani regolatori intercomunali, che delineino una politica di uso del suolo che sia complessiva, organica e soprattutto foriera di economie dal punto di vista della spesa di pianificazione.
Va da sé che se tutti i 1.200 Comuni vanno a fare il singolo adeguamento del loro PRG, avranno una spesa enorme, non sopportabile dagli stessi, né da soli né con il contributo regionale. Al contrario, se i Comuni si mettono insieme, potranno, da un lato, fare una pianificazione più opportuna e integrata e, dall'altro, avere dei risvolti economici migliori.
Grazie.



MOLINARI GABRIELE



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Emendamento rubricato n. 20) presentato da Mighetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento fa il paio col precedente.
Questo capitolo prevedeva un sostegno agli enti che intendono divulgare e predisporre i Piani territoriali paesaggistici, oltre che i Progetti Territoriali Operativi.
È un altro capitolo del nostro bilancio che ci permette di dare delle piccole risorse per fare questa operazione di divulgazione.
So che l'Assessore Valmaggia sta compiendo, in questi giorni, una sorta di tour nelle province piemontesi. Mi dispiace che questo tour coincida con la seduta di bilancio; chiederò ai miei colleghi se mi lasciano una libera uscita domani, nel pomeriggio, per partecipare alla riunione che ci sarà ad Alessandria.
Queste occasioni di incontro sono molto importanti anche per i Consiglieri regionali e per i singoli Gruppi consiliari che hanno partecipato al dibattito, che hanno anche il compito di portare il messaggio della Regione nei Comuni e nelle zone in cui questo messaggio giocoforza, non arriverà. Quindi, mi auguro che non siano gli unici incontri che si faranno sul territorio e che non coincidano con le giornate di Consiglio.
Detto questo, è importante che i momenti di incontro siano costruttivi per capire quali sono le ulteriori problematiche sollevate dai Comuni e la ratio su cui si è operato fino adesso, al fine di dare tutti gli strumenti alla Regione Piemonte e ai Comuni piemontesi per far sì che il Piano paesaggistico sia un'occasione di omogeneizzazione, di tutela, di sviluppo del Piemonte e non un'occasione per mettere in crisi il sistema di norme dei piani regolatori.
Come il precedente, anche quest'emendamento stanzia delle risorse minime, che secondo noi sono opportune per finanziare questi eventi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Intervengo volentieri a sostegno di quest'emendamento, che ripone l'attenzione sugli strumenti integrativi al Piano paesaggistico, cioè quello che il Gruppo diceva attraverso il nostro portavoce sul tema Mighetti: è importante non solo delineare il Piano paesaggistico, ma occorre anche fornire ai Comuni gli strumenti per poterlo attuare.
Si tratta di una preziosa occasione di scambio, perché è vero che si forniscono loro le risorse per fare degli studi e predisporre i piani territoriali - e questo lo facciamo implementando il capitolo 116986 - per è anche un'occasione per capire quali sono le esigenze degli Enti locali rispetto alle linee guida del Piano paesaggistico.
Sappiamo che sovente questo Piano è stato anche oggetto di compromessi fatti per non mettere in difficoltà le Amministrazioni.
Capiamo che questa sia, tutto sommato, una buona intenzione, per purtroppo molte delle varianti già approvate dai Comuni negli ultimi anni relative a grandi porzioni di suolo che sono già state commutate in edificabili, ma sono ancora terreni vergini, in questa fase molto delicata rischiano di diventare altro solo consumato, perché sfortunatamente le nostre Amministrazioni, avendo usato spesso come cassa gli strumenti degli oneri di urbanizzazione, hanno accumulato parecchie di queste pratiche e si sono portati avanti di anni. Quindi, ora abbiamo superfici e volumetrie previste che si basano su previsioni del tutto irrealistiche di insediamenti abitativi, anzi, siamo in contrazione, quindi, bisognerebbe più che altro tutelare l'esistente sui suoli già compromessi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 19) presentato da Mighetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 22) presentato da Mighetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Illustrerei il 19) e il 22), che sono simili, nel senso che cambia solo l'importo: da una parte, abbiamo un intervento di un milione di euro sul 2018-2019 e, dall'altra, di 800 mila sul 2018-2019.
Questi emendamenti riguardano il sostegno per i Comuni che dovranno adeguare la strumentazione urbanistica alle nuove nome regionali, perch il secondo passo, oltre al momento di incontro e oltre alla formazione dei tecnici, è quello del sostegno economico, che seppur minimo da parte dalla Regione Piemonte, diventa importante e fondamentale per far sì che i Comuni possano adeguare i loro piani regolatori.
Inoltre, ad avvalorare quanto dicevo poc'anzi nell'illustrazione dei precedenti emendamenti, è necessario fare squadra all'interno delle Unioni dei Comuni, dei Centri zona e di tutte quelle comunità che hanno necessità di aggregarsi, per ottimizzare le risorse di spesa per l'adeguamento di questi strumenti urbanistici.
Crediamo che la Regione Piemonte debba farsi regista di questa politica; mi dispiace che l'Assessore Valmaggia sia uscito in questo momento, perché mi pare un discorso che per lui è abbastanza importante.
Noi abbiamo sempre mantenuto una posizione di dialogo costruttivo su questo fronte e pensiamo che ascoltare le nostre parole non sia cosa, diciamo vana e inutile. Detto questo, continuo a parlare, tanto impegnerò Valmaggia in un angolo del Consiglio e gli dirò tutto quello che penso.
Dicevo che la Regione si deve fare portavoce e regista di questa programmazione e deve aggregare i Comuni. So che non è cosa semplice, ma è l'unica possibilità che abbiamo affinché questo Piano paesaggistico abbia un futuro e un'utilità e, chiaramente, ci dev'essere un apporto dei tecnici della Regione, che devono fare un lavoro un po' diverso da quello che hanno fatto in questi anni, cioè un lavoro di vera e propria pianificazione territoriale e geografica, andando a delineare quali sono i punti di aggregazione del territorio, i Centri zona, e quali sono i territori che a essi afferiscono.
Se facciamo una pianificazione in questo senso, se abbiamo il sostegno dei Centri zona sui piccoli Comuni, allora l'adeguamento dei Piani paesaggistici potrà avere veramente un risvolto positivo per l'ottimizzazione dell'utilizzo del suolo e una crescita del Piemonte, una crescita edilizia urbanistica; anzi, auspicherei una decrescita dal punto di vista di occupazione del suolo, ma uno sviluppo dell'economia legato all'urbanistica, quindi una rigenerazione e un miglioramento dei terreni attualmente occupati dalle costruzioni, per avere un paesaggio migliore, un territorio sfruttato in maniera ottimale dal punto di vista agricolo agrario e urbano.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti e grazie, Assessore Valmaggia, per la sua presenza.
Emendamento rubricato n. 185) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Riteniamo che quest'emendamento sia estremamente importante per due motivi.
Innanzitutto, perché riguarda nuovamente attività d'investimento e abbiamo cercato - seppure non sia semplice - nell'attività di un Gruppo Consiliare, di declinare le valutazioni che abbiamo fatto nella discussione generale.
Lo riteniamo importante per questo motivo, ma anche per un altro aspetto, di cui abbiamo, per esempio, discusso nel Piano paesaggistico senza però destinare un solo euro, ed è il riuso del patrimonio abitativo esistente oggi in Piemonte, di tutto il patrimonio abitativo; nel senso che noi crediamo, al di là delle valutazioni che abbiamo fatto sul Piano paesaggistico, quindi l'eccesso di vincoli e quant'altro, che se c'è un aspetto che condividiamo contenuto all'interno del Piano, è certamente il concetto di riuso.
Condividiamo questo concetto, perché ne abbiamo presentato un emendamento a un assestamento di bilancio, nella parte normativa che riguardava il riutilizzo di capannoni industriali oggi esistenti e non necessariamente dismessi. Lo condividiamo, perché da più tempo presentiamo emendamenti in tal senso. Avevamo presentato la proposta di legge insieme a parte del Consiglio regionale che poi è diventata la legge regionale sull'autorecupero delle case ATC.
Si tratta di una serie di misure finalizzate, da una parte, a recuperare l'immenso patrimonio abitativo che la nostra Regione ha e dall'altra parte, a garantire che questo recupero consenta non soltanto come spesso viene ricordato dalla Giunta o da altri Gruppi consiliari, la limitazione del consumo di suolo, ma anche di creare un volano positivo da un punto di vista economico.
Gli esempi che dimostrano che investire sul riuso sia positivo sono decine; oggi abbiamo una parte di patrimonio abitativo nel mondo rurale piemontese - non dico soltanto quello montano, ma dico quello rurale - su cui sarebbe interessante che si valutassero gli esiti. Faccio un esempio che non riguarda la montagna, ma che riguarda la Provincia dell'Assessore Ferrero.
Nella Provincia di Asti molti Comuni hanno avuto un incremento del numero di abitanti ed erano proprio quei Comuni più marginali, per un motivo molto banale: perché il valore abitativo è inferiore. Per cui uno invece che andare ad abitare nel Comune proprio di fianco in cui c'era stato un investimento di nuove costruzioni, che però costano di più, si è fatto carico di una ristrutturazione, senza però che sia minimamente incentivata.
Rammento che, ad esempio, nel Piano casa del periodo della Giunta di centrosinistra (2005-2010) fu introdotto un voucher per la ristrutturazione della prima casa che aveva avuto un esito estremamente interessante.
Credo che questa o un'altra, ma comunque politiche di riuso, se davvero crediamo che si debba andare in tal senso, debbano essere anche finanziate altrimenti diventa complesso per chi non ha la possibilità economica di farvi accedere.
Ricordiamo che il riuso è sempre un volano; a fronte di un euro che investe il pubblico, ve ne sono almeno due o tre investiti dal privato.
Quindi, è proprio uno dei classici esempi di intervento che definiremmo anticiclico oppure di buonsenso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 23) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è un altro degli emendamenti veramente importanti e che riteniamo fondamentali per un assestamento di bilancio 2017 che si possa considerare veramente dalla parte delle persone più in difficoltà e più fragili, le persone con problematiche economiche e finanziarie.
Stiamo parlando del Fondo sociale per la morosità incolpevole degli alloggi di edilizia popolare, fondo che serve a coprire le morosità, cioè le difficoltà di pagamento o non pagamenti delle bollette degli utenti degli alloggi di edilizia sociale, che tendenzialmente se hanno un ISEE sotto i 4.000 o i 6.000 euro hanno il canone di affitto minimo, cioè pari a 40 euro al mese (480 euro all'anno) e il suo pagamento è il discrimine per essere considerati morosi incolpevoli, così come sulle bollette delle utenze di energia elettrica e riscaldamento.
Con l'Assessore Ferrari abbiamo fatto alcuni interventi di norma di legge e di regolamento per andare ad individuare dei piani di rientro sostenibili, perché succedeva spesso che le persone avevano dei piani di rientro insostenibili, cioè dovevano pagare magari una prima rata di 1.500 2.000 euro e quindi, alla fine, risultavano morosi colpevoli.
Quindi, è importante che ci sia un fondo sociale che possa seguire passo passo le difficoltà anno per anno delle famiglie che non riescono a pagare le bollette del riscaldamento, perché magari ci sono stati anche degli errori. Abbiamo fatto un dibattito in Consiglio regionale su delle bollette di diverse migliaia di euro che arrivavano a distanza di anni perché magari per anni non c'erano stati i controlli dell'acqua, oppure magari c'era stata una rottura in una tubatura. Sono cose che assolutamente succedono nella vita dei condomini tutti i giorni per chi ha la fortuna, o sfortuna secondo i punti di vista, di vivere a Torino in grossi condomini.
E succede anche nei condomini nelle case ATC.
Chiediamo che la legge regionale n. 3/2010 venga rispettata e questa legge dice che il 60 per cento della morosità incolpevole degli utenti delle case ATC è pagata dalla Regione. Lo dico al Presidente Chiamparino che so che ascolta.
È un tema importante e lei lo sa bene, perché è stato anche Sindaco della Città di Torino per dieci anni, quindi sa bene quanto il tema sia importante per un'Amministrazione regionale e per l'Amministrazione comunale a cascata.
Chiediamo al Vicepresidente Reschigna, al Presidente Chiamparino e al Presidente Laus di intervenire in questo senso e di arrivare almeno a coprire il 60 per cento delle quote che vengono richieste dai Comuni.
Arriviamo a otto milioni di euro e, ripeto, abbiamo trovato otto milioni per le borse di studio degli studenti universitari. Va bene, l'abbiamo detto: è uno sguardo sui giovani, uno sguardo sul futuro e sull'innovazione, poi molti di questi giovani vengono da altre Regioni e probabilmente andranno in altri Paesi, però questo è un problema secondario. Non riusciamo a trovare tre milioni di euro e spenderli per coprire una norma di legge nazionale che dice che dobbiamo coprire il 60 per cento della morosità incolpevole? Se non riusciamo a coprirlo, come ho già detto tante volte, dopo la prossima legge di bilancio presenterò un emendamento che coprirà la cifra che riusciamo a coprire, a seconda delle scelte politiche della maggioranza. Sono scelte politiche della maggioranza, non del Consiglio regionale. Non mi voglio prendere la responsabilità di non rispettare una norma di legge. Prima o poi qualcuno chiederà conto anche agli amministratori regionali che fanno le leggi, perché le approvano e poi non le applicano. C'è un tema o non c'è un tema su questo dato? Non abbiamo i soldi per coprirlo? Benissimo, cambiamo la norma di legge. Non benissimo male, però cambiamo la norma di legge, almeno non siamo attaccabili da qualunque cittadino che risieda nelle case ATC.
L'anno scorso abbiamo stanziato sei milioni di euro e poi ne sono stati impegnati quattro; quest'anno ne abbiamo stanziati cinque, chiediamo di arrivare a otto e impegnarne otto. La richiesta c'è, non è un tema su cui si dice non arriva la richiesta a fine anno, quindi non le paghiamo.
Mettiamo questi soldi e diamo un aiuto concreto perché le persone che non pagano non vengono sbattute fuori casa e diventino emergenza abitativa. Non ha senso farli uscire dalla porta più o meno sicura dell' ATC e farli rientrare dalla porta dell'emergenza abitativa.
Chiedo su questo tema veramente un impegno del Consiglio e della Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
È un tema molto sentito su tutto il territorio regionale, che sta creando disagi sociali veramente importanti. Non parlo solo delle oltre mille decadenze nell'ATC Nord, ma non si ha certezza di un diritto alla morosità incolpevole e il fatto che non si abbia un reddito sufficiente per pagare la locazione e le utenze porta, di fatto, a una creazione di un disavanzo di bilancio. I Comuni si trovano anch'essi in difficoltà e tutto questo provoca un corto circuito che porta all'emissione di cartelle pazze come diceva il Consigliere Bono poco fa.
Abbiamo visto cartelle di 4.000 se non 5.000 euro recapitate a famiglie che vivevano con una pensione di invalidità, ma anche a situazioni dove la fragilità sociale particolarmente forte ha fatto sì che non si riuscisse a contattarle per chiedere la loro dichiarazione ISEE. Non presentando la loro dichiarazione ISEE perché, di fatto, non si ha certezza di questi fondi, oltre che a una fragilità dovuta al disagio sociale, succede che, in pratica, ci siano famiglie o persone singole e anziani che si ritrovano nelle fasce più alte delle locazioni, pur avendo diritto addirittura alla morosità incolpevole. Questa situazione è veramente paradossale e crea disagi su disagi.
Ho incontrato delle famiglie veramente disperate per queste cartelle.
Famiglie, devo dire anche la verità, che stavano "bene", che si potevano definire di media borghesia, che si ritrovano da un giorno all'altro con cartelle di 5.000 euro e che verrebbero messe in difficoltà. È questo che si sta vivendo sul territorio. Si è creato una confusione assurda a partire dalla mancanza della copertura di un fondo regionale che riconosce la morosità incolpevole. Credo che su questo la Regione tema debba cambiare completamente registro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo è uno degli emendamenti - mi sbilancio nel dirlo - più importanti tra quelli che abbiamo presentato all'esame dell'Aula all'interno del bilancio di assestamento. Com'è già stato richiamato, è direttamente connesso anche alla crisi economica che ancora perdura nel nostro Paese e nella nostra regione.
Oltre a questo, qualche disguido, per usare un eufemismo, c'è stato a livello di cartelle, bollette dell'acqua e quant'altro. C'è l'esigenza, c'è la richiesta, quindi pensiamo che un intervento nel senso da noi richiesto debba veramente essere una delle priorità della Giunta regionale quando sarà portata a considerare e a valutare quale degli interventi proposti dalle varie forze politiche, nel caso specifico la nostra, debbano trovare totale o parziale accoglimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento dà anche lo spunto per ricordare che, a un primo intervento che abbiamo fatto nel riorganizzare la governance della gestione dell'edilizia popolare, non ha fatto seguito il successivo riordino della materia. Sostanzialmente, continuiamo con una situazione che, per certi versi, è ingessata in un passato in cui le cose potevano essere gestite in una maniera più lasca e che viene sostanzialmente massacrato da una prassi ringiovanita legata alla necessità di contenere le risorse spese in questo sistema; prassi che ha portato, appunto, al riordino delle ATC e, quindi alla riduzione dei loro organi di gestione e di controllo (continuo a pensare che, ridotto il controllo, le criticità non possano che aumentare!).
Dall'altro lato, anche le norme su cui abbiamo provato a lavorare - mi riferisco, ad esempio, al tema della morosità incolpevole - si scontrano in effetti, con l'esiguità delle risorse che servirebbero per sostenere queste tematiche dal punto di vista pratico (ovvero quando la norma, i diritti o le problematiche si scontrano, dal punto di vista concreto, sul territorio, nell'interfaccia tra la Pubblica Amministrazione e il cittadino che avverte questi problemi o queste esigenze).
Da questo punto di vista, noi riteniamo che non si possa pensare di trattare di nuovo un tema che, invece, andrebbe affrontato finalmente in modo complessivo, partendo, però, dall'avere un pool di risorse sufficienti almeno per poter garantire di affrontare le problematiche che si avvertono concretamente al giorno d'oggi. Questo non lo stiamo facendo.
Con quest'emendamento, che mobilita risorse consistenti (ci aspettiamo quindi, che verrà bocciato), vogliamo sollevare in modo forte la questione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 182) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 183) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Sono due emendamenti diversi, per cui li tratterò separatamente. Sono temi che afferiscono sempre alla legge regionale n. 3, ma sono differenti.
Partirei da una brevissima premessa: credo che il Consiglio regionale abbia perso un'occasione nel luglio del 2014, quando iniziammo a discutere dell'armonizzazione delle ATC piemontesi. In quell'occasione, il sottoscritto (insieme ad alcuni colleghi del Gruppo di Forza Italia) presentò una serie di emendamenti di modifica alla legge regionale n. 3 perché ritenevamo urgente intervenire su una di quelle norme che oggi garantisce maggior welfare all'interno della nostra Regione, cioè il diritto alla casa. Da allora, abbiamo sostanzialmente perso tre anni di tempo in cui, salvo la misura sull'autorecupero, non è stato fatto assolutamente nulla, se non alcune delibere che, ovviamente, utilizzavano fondi nazionali (per cui diciamo che non è stato fatto nulla). Certamente una revisione di una norma scritta nel 2008 e votata nel 2010 andava fatta.
Ciò detto, una delle discussioni a mio avviso più qualificanti che ci furono a proposito della legge regionale n. 3 - il Vicepresidente lo ricorderà bene - fu proprio quella sulla morosità incolpevole. Passò anche tramite un emendamento firmato dal sottoscritto e dal collega Chieppa del Partito dei Comunisti Italiani, tanto per sottolineare quanto fosse trasversale il tema. Perché era un tema di buonsenso! Io credo che su questa materia si debba prestare grande attenzione perché è evidente che, avendo la precedente Amministrazione modificato alcune misure, per esempio quella dei 40 euro mensili e quant'altro, se non si interviene sulla copertura della morosità incolpevole, abbiamo non soltanto una criticità sociale, ma anche una distorsione nelle modalità di assegnazione. Cioè noi - questo è un tema di carattere più generale - non assegniamo quasi più alloggi per graduatoria; ne assegniamo una gran parte per urgenza nelle Commissioni d'emergenza abitativa: questo non è certo un segno di programmazione.
Ancor di più, se non garantiamo la copertura della morosità incolpevole, vengano meno proprio al principio più basilare contenuto all'interno della legge n. 3.
Presidente, illustrerei anche il successivo, così faccio un intervento unico di sei minuti.
Se questo Consiglio regionale ritiene che la morosità incolpevole sia una priorità, non credo che non abbia la possibilità di individuare due milioni di euro: lo dico proprio in termini pacati e chiari. Che sia la cultura, che sia l'impresa, che sia lo sport o qualunque altra misura, non ha la stessa.
Lo dico anche rispetto ai trasferimenti ai consorzi socio assistenziali: io credo che una riduzione della copertura della morosità incolpevole abbia un impatto devastante, non pari alle risorse economiche che dovremmo investire. Questo è un aspetto.
Il secondo emendamento, invece, è molto più politico, però ci teniamo molto, perché prevede misure di housing sociale per le famiglie italiane.
Gli interventi sono di due tipi: il primo sull'housing sociale. Se avessimo fatto una nuova legge n. 3, questo avremmo dovuto scrivere.
Credo che non si possa continuare a gestire l'emergenza abitativa e il bisogno di una casa con le misure degli anni '80; perché la legge 3, in termini di filosofia, è una rivisitazione della precedente legge: c'è un numero piccolo di cittadini piemontesi che ha necessità di un alloggio di edilizia popolare, che diamo loro attraverso un bando. Allora, quel mondo lì e quella filosofia che ha ispirato la stessa legge 3 è un mondo che non esiste più. Noi oggi, però, abbiamo enormi opportunità: abbiamo decine di migliaia di alloggi sfitti, che non saranno mai affittati perché i proprietari non vogliono entrare in causa con chi non pagherà loro l'affitto. E quindi per la Pubblica Amministrazione questa è una grande opportunità di utilizzare patrimonio esistente e darlo a terzi, garantendo al proprietario il pagamento dell'affitto. Ma tutto questo - noi l'abbiamo anche scritto, perché un emendamento in merito l'abbiamo presentato in più occasioni - non l'abbiamo fatto.
Allora, crediamo che attraverso l'articolo che c'è nella legge 3, cioè quello dell'housing sociale, alcune di queste misure si possano realizzare.
E mi permetto di dire, senza alcuna vena di razzismo, oggi c'è un'urgenza all'interno della nostra Regione che riguarda principalmente le famiglie italiane a bassissimo reddito o in stato di povertà: è la prima urgenza in termini numerici della nostra Regione.
Poi accade quanto si sente in giro. Se qualcuno di voi è ancora abituato a frequentare i quartieri della nostra Città o i Comuni della nostra Regione, in particolar modo nei grandi centri, sentirà dire che le case le danno tutte agli extracomunitari. Non è vero, il regolamento è uguale per tutti. Ma è assolutamente vero che, per la situazione in cui oggi vivono, le famiglie di immigrati hanno un beneficio in termini di punteggi - perché hanno tanti figli, perché c'è una sola persona che lavora, perché, perché, perché. - rispetto agli italiani; tant'è che più della metà delle case che vengono assegnate vengono assegnate al nove per cento della popolazione e non credo che ciò sia corretto.
Se questo è inteso come pensiero razzista, si può trattare solo di un razzismo al contrario rispetto a quella povera gente che ha la sfortuna di non essere straniera.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 24) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anche questo è un emendamento importante - ma riteniamo un "pelino" meno rispetto alla lista di quelli veramente considerati prioritari e anche rispetto a quello precedente - che tratta però di un tema che abbiamo affrontato tante volte in Consiglio per cercare di andare a terminare la graduatoria dei contributi ai Comuni per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.
Se è vero che possiamo avere posizioni magari diverse sulla necessità che la Regione finanzi interventi di eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati, vista la difficoltà di bilancio della Regione Piemonte, è pur vero che questa norma esiste - è una norma del 1989, anche di ambito nazionale - e che sostanzialmente non è stata più finanziata negli anni da parte della Regione stessa; anzi, non è mai stata finanziata. In teoria, lo scorso anno erano state stanziate risorse, ma poi non erano state impegnate.
Il tema, quindi, è se vogliamo andare a intervenire su questo capitolo che, se non sbaglio, è il 236785 (vado a ricercarlo nel bilancio di assestamento). Noi, dunque, avevamo sostanzialmente un milione e mezzo nel 2016, ma poi non avevamo impegnato nulla: zero.
Sappiamo che la Regione Piemonte nel 2017 ha stanziato un milione e mezzo, ma ci chiediamo - e chiediamo attenzione da parte del Vicepresidente Reschigna - se quest'anno il milione e mezzo che è stanziato verrà poi fattivamente impegnato: il Vicepresidente mi fa cenno che è già stato in parte impegnato e vogliamo sapere.



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



BONO Davide

Mi dice il Vicepresidente che è stato impegnato per il 100 per 100 quindi totalmente impegnato.
Vorremmo poi capire, quindi, cosa ne sarà negli anni successivi. Nel 2018 sono stanziati con una variazione in assestamento 2.300.000; vogliamo sapere se termineremo la graduatoria con il 2018 (con il milione e mezzo più i 2.300.000). Noi riteniamo che non si debba e quindi per questo abbiamo chiesto un incremento di risorse. Ovviamente potremmo anche sbagliarci -certo abbiamo meno mezzi a disposizione rispetto all'Assessorato - però vogliamo avere delle cifre certe e delle sicurezze sul fatto che, appunto, si arrivi almeno ad attuare una norma di legge che è stata fatta, ma alla quale poi non era mai stato dato seguito.
Infatti, continuiamo a fare norme di legge che poi non vengono finanziate e finiamo per perdere totalmente credibilità tra i cittadini piemontesi (e non solo), appunto perché abbiamo questa potestà legislativa che utilizziamo a volte impropriamente, proprio perché la norma non è seguita poi dal finanziamento stesso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 119) presentato da Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento chiede un milione di euro sulla l.r. 13 dell'89 che riguarda l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati. Ovviamente è una richiesta che va incontro alle persone più disagiate che magari alcune volte si trovano ad affrontare, durante la vita, delle situazioni che non si aspettavano.
Questa ci sembra dunque una buona presa di posizione e confidiamo nel buonsenso della Giunta per l'accoglimento di quest'emendamento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 120) presentato da Ruffino, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo contributi per il superamento delle barriere architettoniche per gli edifici destinati alla propria abitazione.
È un emendamento riportato anche negli anni passati. Sappiamo che c'è un arretrato importante: anche qui segnalo ai colleghi l'importanza di dare certezze e garanzie, soprattutto a chi è ovviamente in difficoltà, per fare in modo che la casa per molti disabili non diventi una prigione, e sappiamo benissimo che per tanti è così.
Vorremmo che ci fosse continuità di finanziamento negli anni, che ci fosse una velocizzazione nell'iter, in questo caso anche uno snellimento e una semplificazione, perché la pratica è onerosa e costosa, ha ovviamente una spesa tecnica non indifferente; spesa tecnica che viene sostenuta per progetti che poi spesso non vengono finanziati.
Non ho avuto il tempo di andare a verificare, se non per alcuni Comuni con cui ho visto la lista d'attesa delle pratiche, quante siano le domande inevase a livello di Regione, ma sono tante, troppe: se fosse soltanto anche una sola, in ogni caso sarebbe già tanto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Emendamento rubricato n. 84) presentato da Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 90) presentato da Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Sperando di farle cosa gradita, illustrerò congiuntamente sia quest'emendamento sia il successivo, il n. 90).



PRESIDENTE

D'accordo.



RAVELLO Roberto Sergio

Si parte dall'analisi di un problema - mi fa piacere che sia presente l'Assessore Valmaggia in questo momento - legato all'elemento acqua, al rapporto e alle conseguenze dell'elemento acqua con il nostro territorio.
Con questi due emendamenti, chiediamo di dare maggiore capienza: alla legge n. 54, dedicata agli interventi idraulici forestali, e alla legge n.
38, dedicata alle opere di soccorso e ripristino che si rendono necessarie a seguito di calamità cui questa Regione, purtroppo, è ormai da tempo abbastanza abituata.
La richiesta non nasce da una mera natura speculativa, ma nasce da una riflessione rispetto a quanto sostenuto dagli strumenti di controllo e di monitoraggio del nostro territorio; mi riferisco in particolare all'ISPRA che ha evidenziato come più del 93 per cento dei Comuni sul territorio piemontese sia interessato da aree a rischio, frane o alluvioni.
Non è interesse di nessuno scatenare allarmismi ingiustificati, ma è semplicemente doveroso - riteniamo - sollevare e segnalare la dimensione oggettiva di un problema di fronte al quale non si può che rispondere con due elementi: l'uso oculato delle risorse, che però dipende da un elemento propedeutico a questo, e cioè la disponibilità delle risorse. In questo senso, chiediamo di compensare quella che riteniamo essere una gravissima carenza sul piano economico - e conseguentemente finanziario - per far fronte a tutti i rischi di natura idraulica ed idrogeologica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravello.
Emendamento rubricato n. 25) presentato da Mighetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento, che stanzia due milioni di euro sul 2019, riguarda gli interventi utili a supportare la messa in sicurezza dei bacini montani e delle opere idrauliche e idrauliche forestali di competenza della Regione Piemonte.
Che valenza ha quest'emendamento? Quest'emendamento innanzitutto si prende la libertà di agire sul 2019 per un semplice motivo: che questi interventi dovrebbero essere il più possibile pianificati e, se non ci sono le risorse a stretto giro, è necessario comunque prevederle per gli anni prossimi, per stabilire quali sono le priorità e andare ad operare laddove e più necessario.
Sappiamo quale sia la fragilità del nostro territorio e sappiamo quale sia la priorità, dal punto di vista idrogeologico, della parte montuosa della nostra Regione. Nel nostro Consiglio arrivano con una carica, diciamo anche di pathos, come possiamo definirla, quella che hanno mostrato gli alluvionati del 1994 del Comune di Alessandria; va da sé che l'acqua arriva da monte, con il fango e i detriti; gli alberi abbattuti arrivano da monte e a monte bisogna incominciare a operare, per cui a nulla valgono gli interventi che vanno ad operare su una piccola parte delle nostre aste fluviali.
Dobbiamo sempre più capire che su questo fronte occorre operare con logiche di bacino; sappiamo, per esempio, come l'Emilia Romagna, vista anche la maggiore omogeneità del proprio territorio, ha saputo operare in tal senso, andando a creare corrispondenze tra consorzi di bonifica, ATO acqua e politiche di intervento sul territorio.
Noi abbiamo un territorio più complesso; un territorio al cui interno ci sono molteplici differenze: abbiamo gli Appennini, la Pianura Padana e le Alpi, quindi anche noi dobbiamo fare uno sforzo di programmazione che vada oltre la contingenza.
Ora dobbiamo capire qual è il punto di svolta. Secondo noi, il punto di svolta è anche la concertazione degli interventi, sia con AIPO sia con i Comuni del Piemonte coinvolti nelle aste fluviali, che rappresentano i punti di maggior pericolosità del sistema idrografico del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Il Consigliere Mighetti è stato esaustivo in tre minuti - complimenti per la sua capacità di sintesi e per la sua chiarezza espressiva - però mi preme sottolineare il fatto che stiamo parlando di un emendamento che va a incidere sulle competenze per il 2019.
Il fatto che sia stata citata una questione di programmazione degli interventi non sottolinea abbastanza la situazione effettiva in cui ci veniamo a trovare; situazione che, purtroppo, viene messa in evidenza ogni qualvolta ci sia un evento meteorologico avverso.
È evidente che ormai da lungo tempo il nostro territorio non ha la manutenzione che gli compete e gli interventi che servono a tutelarne l'integrità ideologica, a causa di una progressiva riduzione delle risorse disponibili. Mentre qua interveniamo sul tema degli interventi per la messa in sicurezza dei bacini montani e delle opere idrauliche e forestali (che sono di competenza della Regione), ben sappiamo che anche sul tema dei bacini irrigui e di tutta la gestione del sistema idropotabile e irriguo le risorse sono talmente limitate, per cui abbiamo progetti già pronti, o in fase di definizione definitiva, che non sappiamo se saranno finanziati progetti che cubano centinaia di milioni di euro.
Stiamo di nuovo parlando di tamponare, con alcune piccole manutenzioni problematiche che richiederebbero un Piano Marshall, diciamo, e investimenti significativi per mettere in sicurezza il nostro territorio sotto questo singolo punto di vista, perché poi bisognerebbe intervenire su tanti altri, come abbiamo visto con l'emergenza incendi di recente.
Il discorso della programmazione o, almeno, della definizione delle problematiche che andremo a incontrare nei prossimi anni, che non sono solo i prossimi due anni, anche se la programmazione di bilancio in questo momento arriva fino al 2019, ma lo vedremo meglio nel DEFR, dovrebbe cercare di affrontare il tema del prossimo decennio.
I cambiamenti in corso, sia dal punto di vista del presidio territoriale da parte della popolazione, in calo e anche in fase di invecchiamento, sia dal punto di vista delle modifiche climatiche, che sono progressive e continue (perché non si ha un'inversione di tendenza dal punto di vista dei gas climalteranti, ad esempio, nonché della pessima gestione di tutto ciò che va ad incidere sul territorio, quindi il consumo di suolo, l'inquinamento e tutto il regime dei controlli), ci portano a evidenziare che sono necessari piani per affrontare quelle che saranno le problematiche, ormai evidenti a tutti, mitigando gli affetti della malagestione e della scarsità di risorse che si stanno accumulando e rischiano, progressivamente, di travolgerci, se non vengono affrontati in maniera più strutturata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Emendamento rubricato n. 121) presentato da Sozzani, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con i proponenti, ne diamo il testo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 86) presentato da Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Come richiamato in un precedente intervento, con questi emendamenti questo ed il successivo n. 85) in particolare - abbiamo inteso richiamare l'attenzione della Giunta di fronte al problema della presenza di manufatti ancora contenenti amianto nel nostro territorio.
Abbiamo già ricordato quale sia il fabbisogno stimato per la definitiva la rimozione di ogni elemento che, come ben si sa, rappresenta un pericolo gravissimo per la salute delle persone.
La sensibilità politica rispetto a questo tema è alta, mediamente alta o, comunque, alta con dei picchi particolari nel momento in cui, per qualche motivo, l'attenzione dei media viene sollecitata. Tuttavia, il tasto realmente dolente di queste dinamiche è legato all'indisponibilità o alla mancata volontà di rendere disponibili risorse per favorire interventi di rimozione di amianto da edifici pubblici e/o privati.
In questo senso, chiediamo di dare capienza ai due capitoli della legge 30: uno, riferito al finanziamento di bandi per facilitare la rimozione di amianto dagli edifici pubblici; l'altro, per fare la stessa identica cosa su edifici privati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravello.
Emendamento rubricato n. 26) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento 26) siamo a proporre...



PRESIDENTE

Trovata copertura? Ah, va bene. Prego, prego.



BERTOLA Giorgio

Semplicemente, ho recepito la richiesta formulatami dal nostro prezioso Ufficio legislativo, di non andare a specificare il capitolo di prelievo perché non esatto.
L'intervento che proponiamo è sul capitolo che riguarda i contributi a soggetti pubblici per interventi di rimozione e bonifica di manufatti contenenti amianto. La legge di riferimento è la legge n. 30 del 2008.
L'intervento che proponiamo è di un milione e 500 mila euro sulle annualità 2017-2018 e di due milioni sul 2019. È uno degli interventi che proponiamo quasi sempre quando siamo in esame di bilancio.
Abbiamo un Piano regionale per la rimozione dei manufatti contenenti amianto, approvato a larga maggioranza da questo Consiglio regionale. Anche noi avevamo dato il nostro parere favorevole.
Chiaramente, l'attuazione di un Piano importante come quello deve essere sostenuta da adeguate risorse.
Abbiamo, nella nostra regione, dai 50 ai 70 milioni di metri quadri di coperture in amianto e di manufatti contenenti amianto da rimuovere. Gran parte di essi riguardano, ovviamente, edifici e strutture private, ma una buona parte anche edifici e strutture pubbliche.
Pertanto, è importante sostenere o, meglio, permettere l'attuazione del nostro Piano regionale con adeguate risorse. Di conseguenza, abbiamo proposto questo intervento.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Un altro emendamento che riguarda la necessità di un intervento più organizzato e meglio supportato dalla nostra istituzione, in merito a un argomento che ci perseguita ormai da anni.
Abbiamo approvato - ormai da un po' di tempo - il nuovo Piano amianto ci siamo dati degli obiettivi per una volta leggermente sfidanti, ossia di arrivare a una completa rimozione e bonifica dei manufatti contenenti amianto (in questo caso parliamo dei soggetti pubblici).
Siamo nuovamente nella situazione in cui facciamo delle bellissime leggi, norme, piani, regolamenti, ma nell'attuazione siamo leggermente scadenti. Perché? Perché, alla fine, si fanno delle cose con le risorse che sono disponibili, magari leggermente scarse.
Bisognerebbe avere un po' più di coraggio e noi questo lo diciamo anche a livello macroeconomico nazionale, perché l'imbecillità di aver sottoscritto un Patto di stabilità sotto il Governo Monti, e quindi aver messo in Costituzione anche il pareggio di bilancio, che tanto rimandiamo di anno in anno, perché non sarà mai possibile realizzarlo, ha fatto sì che si siano prosciugate tutte le capacità di investimento reale nel nostro Paese.
Questo, ovviamente, discende dal Piano nazionale, fino a quello locale.
Ora, posto che magari qualche anno fa le Regioni erano effettivamente dei luoghi in cui i soldi venivano gettati al vento e senza neanche sapere come (abbiamo visto i bilanci, ad esempio, della sanità quando siamo entrati in questa Assemblea), ma visto lo sforzo di risanamento che viene fatto, oggi forse sarebbe il momento di andare a livello nazionale e dire: "Cari signori, i nostri compiti li stiamo facendo, stiamo raggiungendo degli obiettivi, ce li stiamo ponendo anche in termini di gestione del territorio, dell'ambiente, delle problematiche che ci perseguitano da decenni; sarebbe il caso che cacciaste i soldi per fare le cose come vanno fatte"; e che lo si dicesse chiaramente anche agli altri livelli, compreso quello dei soliti burocrati europei, servi di alcuni potentati economici.
Sotto questo profilo, la salute dei cittadini, la tutela del territorio e del paesaggio non possono essere inseriti in Patti di stabilità o in ridicole limitazioni.
Tra l'altro, qui non stiamo parlando neanche di miliardi di euro, ma stiamo parlando di investimenti reali per un Piano che abbiamo scritto e per degli obiettivi che ci siamo dati e che vorremmo rispettare nelle loro tempistiche.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 122) presentato da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con i proponenti, ne diamo il testo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 85) presentato da Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Parto, anche qui, da un richiamo a un documento essenziale per determinare le politiche della Giunta regionale. Mi riferisco alla relazione sullo stato dell'ambiente del 2016 nella parte in cui nell'analisi relativa allo Stato delle risorse idriche del nostro territorio si evidenzia come la falda superficiale nella nostra Regione sia compromessa e riporti lo status di "buono" mi pare soltanto nel 17 per cento dei casi, mentre nella restante parte sia "scarso".
Credo che ci siano due ordini di problemi o, comunque, due ordini di necessità rispetto a questo elemento. Il primo è di natura etica nei confronti delle responsabilità affidate a chiunque sia chiamato a governare un territorio rispetto alla comunità che deve rappresentare e rispetto alla propria tutela e alla tutela della propria salute; l'altro riguarda il rispetto di tutta una serie di norme di Settore, mi riferisco in particolare a norme comunitarie, in assenza delle quali il rischio di incorrere in procedure d'infrazione portano con sé rischi ancor più gravi per quanto riguarda la possibilità di essere chiamati a pagare sanzioni salatissime.
Come dire che, da un lato, si risparmia e si manca di contribuire al rispetto di norme e discipline comunitarie e, dall'altro, si rischia di pagare molto di più di quanto si è risparmiato.
Un altro elemento - sperando di non disturbarlo, chiederei l'attenzione anche del Vicepresidente Reschigna - è il seguente: le norme di settore, se non sbaglio e se non ricordo male, per quanto riguarda la tutela quali quantitativa dei corpi idrici, prevedono e richiamano l'obbligo che una quota pari ad almeno il cinque per cento di quanto introitato - per esempio, dalla Regione - dai canoni per le acque pubbliche venga reinvestito per interventi di miglioramento e di tutela del sistema di gestione del servizio idrico.
Credo, quindi, legittimo da parte mia chiedere quanto questo passaggio della norma sia rispettato, se resta valido e se non sono io ad aver preso un abbaglio. Qualora non fosse così, è evidente e viene da s Vicepresidente, che dovremmo fare una riflessione congiunta, dopo una serena presa d'atto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravello.
Emendamento rubricato n. 27) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo sempre sui contributi per la rimozione dei manufatti contenenti amianto, ma in questo caso siamo sull'altra parte, forse, quella preponderante rispetto al totale, che è la rimozione dell'amianto dai manufatti contenenti amianto per i soggetti privati poiché, come dicevo prima, gran parte dei manufatti contenenti amianto, purtroppo presenti ancora nella nostra regione, sono in strutture private.
Dicevo che ritengo importante un'attività capillare di informazione ai cittadini, portata avanti soprattutto dalle Amministrazioni comunali, che sono quelle più vicine al cittadino, sulle modalità corrette di smaltimento di questi manufatti, poiché spesso capita di vederli abbandonati da qualche parte; tuttavia, è altrettanto importante che ci siano anche dei contributi che permettano una più facile rimozione di questi manufatti. Il tutto sempre, come dicevo prima, per dare vera attuazione al Piano regionale adottato un paio di anni fa altrimenti, come sempre, si rischia che questi documenti di pianificazione contengono anche delle misure utili importanti ma che poi si riducono in pure dichiarazione d'intenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Da quando è iniziata questa legislatura il Consigliere Bertola lavora proprio sul finanziamento della rimozione di materiali contenenti amianto.
Sappiamo che, a livello regionale, sono ancora presenti sul territorio tre quarti di questo tipo di manufatti, che possono rilasciare microfibre con un fortissimo impatto sulla salute: conosciamo tutti la vicenda di Casale. Quindi, è importantissimo fare un salto di qualità nella rimozione perché rimuovere questo tipo di materiale vuol dire muovere il fattore di rischio per nuovi casi di mesotelioma.
Sappiamo anche che l'Assessore e il Settore Ambiente qualche mese fa hanno fatto una deliberazione in cui riconosceva come possibili discariche di amianto circa 600 ex cave.
Noi, invece, per lo smaltimento di questi materiali piuttosto che le cave, che possono venire a contatto con la falda freatica, proponiamo miniere dismesse. Sappiamo anche che vi sono delle miniere che potrebbero rientrare come siti geologicamente idonei per questa funzione, in quanto il 50 per cento del materiale contenente amianto che viene smaltito in Italia finisce proprio in miniere dismesse dell'Austria e della Germania.
Credo che sarebbe un passo in avanti, oltre a sviluppare tecniche alternative a quella dello smaltimento, che consentono l'inertizzazione completa del materiale contenente amianto, portando a temperatura di fusione i minerali presenti in questi materiali e, quindi, a una rimineralizzazione in silicati, che non danno completamente materiali inerti per quanto riguarda l'impatto sulla salute, quali anfipodi, olivine pirosseni e altri tipi di materiali minerali della famiglia dei silicati che non hanno questo impatto sulle vie respiratorie e non solo.
Abbiamo ormai le conoscenze, abbiamo la possibilità di attuare questo Piano amianto. Vorrei fare un punto: è inutile continuare ad approvare piani, se poi non ne finanziamo gli obiettivi, altrimenti rimangono degli scritti di buonsenso che non hanno operatività dal punto di vista delle politiche regionali.
Quindi, diamo un senso anche al Piano regionale amianto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Rispetto a quanto detto dal collega Andrissi, sono purtroppo meno ottimista e proprio per tale motivo ritengo quest'emendamento più importante rispetto addirittura a quello che andava a cercare risorse per le strutture pubbliche.
Penso che, in molti casi, non ci si ponga neanche il problema che l'amianto venga conferito ad aziende che poi magari lo portano persino all'estero.
Purtroppo la costosità dello smaltimento dell'amianto e il rischio nell'interazione con le istituzioni nel ritrovarsi un'imposizione costosa e quindi anche un rischio di multe per lo smaltimento corretto degli eventuali materiali contenenti amianto residuati magari da ristrutturazioni, da demolizioni o da sostituzioni di coperture - fa sì che spesso queste cose finiscano nei cassonetti delle macerie, magari in piccole parti insacchettate alla bell'e meglio.
Questo lo dico, perché effettivamente nel patrimonio privato l'amianto è ampiamente diffuso. Io, nella mia piccolissima esperienza personale avendo ristrutturato tre volte in tre diverse situazioni delle case estremamente diverse (dal centro storico di Cuneo fino al cascinale in campagna), ho sempre trovato pezzi di amianto nelle tubature o nelle canne fumarie o addirittura in parti di coperture. E non è banale gestirli correttamente, non è banale ed è costoso.
Quindi, servono un po' di risorse in più per venire incontro ai privati, che magari in alcuni casi, soprattutto in campagna, dove ci sono ancora coperture significative per stalle e magazzini realizzate in amianto, i costi diventano veramente significativi. E talvolta piuttosto che sostenere dei costi, le cose vengono accumulate in un angolo, se non addirittura, secondo vecchia prassi, interrate in un bello spazio da qualche parte in campagna, quelli meno utilizzati magari nei pressi di un torrente dove si possono fare meno lavori dal punto di vista agricolo.
Sotto questo profilo, al di là dell'aver fatto un bel piano che si pone dei begli obiettivi, occorre intervenire in maniera concreta a sostegno delle attività concrete e pratiche che si devono fare per poter smaltire correttamente amianto, almeno nel senso di toglierlo dalle strutture dove si trova; dare la possibilità, a chi lo vuole fare in maniera corretta, di accedere ai servizi per poterlo fare, ci sembra un elemento fondamentale.
Anzi, è la base di qualsiasi iniziativa volta all'attuazione e realizzazione di un piano che vuole fare sì che non ci sia più amianto in Piemonte a partire da una certa data.
La nostra potrebbe essere una sollecitazione che dovrebbe spingere la Giunta a dire "in realtà può servire di più". I dati ci dicono che, data la stima delle coperture - e parliamo solo di copertura e non di ulteriori infrastrutture che possono venire fuori da ristrutturazioni più significative - ce ne vogliono forse di decisamente più significative quindi potete benissimo anche aumentare rispetto a quanto da noi proposto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Proverò a sintetizzare maggiormente quanto detto dal collega Campo anche perché è un argomento che conosciamo molto bene perché, sin dal primo bilancio, presentammo un emendamento che fu approvato dal Consiglio per l'inserimento di 500 mila euro sui manufatti contenenti amianto per i finanziamenti a privati, quindi non a enti pubblici.
Sono fabbricati che vediamo un po' intorno a noi, li vediamo specialmente in campagna, sovente sono in pessime condizioni e a volte anche abbandonati. È qualche cosa che aggrava il proprio danno potenziale ma mano che viene lasciato in essere, quindi non è vero che possiamo affrontare il problema un po' per volta stanziando delle piccole cifre ogni anno. Anzi, dovremmo addirittura ridurre il potenziale danno sanitario che è difficilmente stimabile e individuabile negli anni, anche per gli effetti molto ritardati nel tempo che possono avere sulla popolazione.
È necessario stanziare tutte le risorse possibili, il prima possibile.
Colpevolmente per il Consiglio e per la Giunta, dopo il 2015 non si è ripetuto più lo stanziamento che il Movimento aveva chiesto per la rimozione dei manufatti.
Vi sono numerosi strumenti, come dicevano i colleghi prima di me quello delle cave. Senz'altro l'impermeabilità delle cave, per cui non vi è rischio di infiltrazioni di manufatti di amianto verso le falde e verso nessun altro tipo di ambiente a contatto con la popolazione, può costituire una soluzione. Vi sono anche tecnologie innovative per ridurre l'amianto e riutilizzarlo nei processi, riducendolo a degli stati in cui non è più nocivo e non può più sfibrarsi e quindi causare le microfibre che poi possono essere inalate e causare il mesotelioma negli esseri umani.
Si tratta più che altro di volontà politica, non è un problema inaffrontabile, è un problema molto grande che richiede un impegno costante, tutti gli anni. Pertanto, noi non manchiamo di ricordare tutti gli anni che questo problema esiste e va affronto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 28) presentato da Andrissi, XX, XX e XX.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Proponiamo, con quest'emendamento, un investimento a favore dello sviluppo del Piano rifiuti speciali. Piano rifiuti speciali che riguarda un quantitativo di materiale che è veramente notevole. Stiamo parlando di nove milioni di tonnellate. Ho avuto già modo di parlarne nel mio intervento sul bilancio di assestamento, è un po' la cartina di tornasole dello stato di salute di quella che noi definiamo, in tanti articoli e in tanti scritti l'economia circolare. È importantissimo per comprendere la possibilità di sviluppare l'economia circolare, per intervenire sui cicli produttivi industriali, e non solo industriali, a livello regionale, comprendere quello che può essere migliorato sul territorio regionale.
Credo che questa sia una sfida fondamentale che la Regione dovrebbe affrontare d'impeto se, effettivamente, ritiene centrale la questione ambientale, la sostenibilità delle produzioni che avvengono in questa regione e, non ultima, la sfida al cambiamento ambientale. I rifiuti urbani sono circa un milione e 900 mila tonnellate; parlare di nove milioni di tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi vuol dire entrare nel cuore delle attività produttive, vuol dire entrare nel cuore di quello che è anche l'impatto delle attività produttive sulla salute dei lavoratori e dei cittadini.
È fondamentale che questa Regione abbia un monitoraggio effettivo di tutti i processi produttivi e abbia la possibilità di comprendere, fino in fondo, le possibilità che, attualmente, vi sono per migliorare questi processi produttivi e ridurre l'impatto sull'ambiente e sulla salute. Per fare ciò, credo che occorrono risorse; risorse che, effettivamente facciamo fatica a comprendere dalla lettura del Piano rifiuti speciali. Nel senso che vengono indicati una serie di obiettivi per i rifiuti da costruzione e demolizione, per i rifiuti da pneumatici dismessi, per una serie di altre categorie e codici CER, ma non si comprende quanto questa Regione voglia effettivamente agire su questi cicli produttivi e su questi materiali che ritroveremo, poi, nelle discariche per rifiuti speciali o che, comunque, la Regione dovrà smaltire o incenerire nel proprio territorio.
Noi proponiamo quest'emendamento al fine di avviare un piano generale fondamentale - di miglioramento della situazione ambientale e produttiva su tutto il territorio regionale.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
La gestione dei rifiuti è un tema che sta molto a cuore al nostro Gruppo. Visto che siamo in fase di discussione del Piano dei rifiuti speciali, dopo avere già discusso quello dei rifiuti urbani, con l'emendamento a prima firma del collega Andrissi si chiede responsabilmente, l'incremento di un milione di euro sul capitolo per gli investimenti per il sistema integrato di smaltimento dei rifiuti, che comprende rifiuti urbani e assimilati che usufruiscono del pubblico servizio.
In questo momento, affrontando proprio il problema dei rifiuti speciali, apriamo gli occhi su un mondo che spesso è distante dalla vista dei cittadini, ma che è di gran lunga più importante, in termini di dimensione di rifiuti prodotti, rispetto a quello dei rifiuti urbani, che invece vediamo e che i cittadini hanno sotto gli occhi quotidianamente: parliamo di più del doppio delle tonnellate prodotte dal solo ciclo dei rifiuti urbani! Perché, quindi, è importante investire? È importante perché, com'è emerso nel corso della discussione in Commissione, vi è un grosso problema a intercettare e a stimare i quantitativi di rifiuti speciali che vengono immessi nel mercato. Perché, al contrario di quelli urbani, la loro origine spesso non è nota, in quanto il mercato è globalizzato e, dunque, i cittadini non comprano prodotti che sono stati realizzati solo in Piemonte ma comprano prodotti ovunque. Pertanto, il mercato è decisamente liquido e variabile, e si fa fatica a censire totalmente l'immissione di questi materiali sul territorio piemontese.
È comunque necessario disporre di un censimento sempre più preciso e innescare quelle filiere di riciclo che servano a farci raggiungere obiettivi migliori. Ad esempio, curiosamente la filiera dei pneumatici usati, che pure ha un potenziale riutilizzo, finisce non solo fuori dall'Italia, ma spesso anche fuori dall'Europa: quasi la metà dei rifiuti piemontesi da pneumatico finisce addirittura in Corea, perché viene utilizzata negli impianti di incenerimento e di recupero energetico definiamolo così, di quel Paese.
Questo non sembra affatto un modo ottimale di concludere il ciclo vita di un qualche cosa che ha già, di per sé, un impatto ambientale molto forte sul nostro Paese, ma anche sul pianeta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo in un momento di transizione nella nostra Regione in materia di gestione rifiuti, almeno per quanto riguarda la parte legislativa. Abbiamo approvato un Piano regionale dei rifiuti urbani, ma non abbiamo ancora una nuova legge sulla governance dei rifiuti, perché il disegno di legge 2017 deve ancora approdare all'esame dell'Aula. Contestualmente, stiamo anche discutendo in Commissione del Piano regionale sulla gestione dei rifiuti speciali. Dunque, è ancora provvisoriamente vigente la legge n. 24/2002.
Relativamente a questa legge, con quest'emendamento proponiamo di incrementare di un milione di euro sul 2018 il capitolo che riguarda i contributi per investimenti per il sistema integrato di smaltimento rifiuti (in questo caso, per i rifiuti speciali assimilati ai rifiuti urbani).
Nella discussione che stiamo portando avanti in IV Commissione peraltro molto costruttiva, stiamo esaminando tutte le varie tipologie di rifiuti speciali e stiamo anche sottolineando come si possa fare molto, da questo punto di vista, anche sui rifiuti speciali, che, in realtà, sono assimilabili ai rifiuti urbani.
Dunque, anche nelle more dell'approvazione del disegno di legge 2017 e soprattutto, del Piano regionale sui rifiuti speciali (che è altrettanto urgente, poiché, come dice spesso l'Assessore Reschigna, è uno degli aspetti sui quali la Regione rischia di andare in sanzione), proponiamo questo intervento.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 91) presentato da Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In assenza del proponente, lo consideriamo illustrato.
Emendamento rubricato n. 31) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Mighetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questo è un altro emendamento sui capitoli che riguardano l'ambiente quindi la Missione 9, Programma 0905: sul Titolo 1 abbiamo i contributi finalizzati alla tutela dell'ambiente e alla comunicazione; e noi li destiniamo, in particolare, a finanziare i corsi di formazione e di aggiornamento per le guardie ecologiche volontarie.
Purtroppo, con la DGR 54-5263 la Regione ha aggiornato la disciplina ma non ha contemplato trasferimenti alle Province. Noi, quindi, cerchiamo di colmare questa lacuna legislativa per dare un contributo diretto nei capitoli del bilancio regionale. Si tratta dunque di 400.000 euro a partire dal 2017 sino al 2019, per i quali troviamo la copertura nella Missione 2001.
Ricordiamo quanto sia importante il ruolo del volontariato (l'abbiamo visto), ma noi abbiamo proposto emendamenti che riguardano in generale la tutela dell'ambiente e del nostro territorio di montagna: quindi la prevenzione e la manutenzione che servono sia nelle annate convenzionali ma anche nella limitazione dei danni da eventi calamitosi, che a volte sono di natura umana come il triste episodio degli incendi che abbiamo vissuto nell'ultimo mese. In questo caso, invece, sulle guardie volontarie chiaramente si rivolge un'attenzione ai presidi legati alla pulizia del territorio, ma anche ad attività come i controlli boschivi e la dispersione e l'abbandono dei rifiuti, tutte attività che sono - io userei un termine piuttosto forte - un po' abbandonate dalle istituzioni: infatti, vuoi per la vastità del territorio e un pochino per l'abbandono del presidio dei cittadini, comunque le Istituzioni appaiono incapaci dal punto di vista delle funzionalità e dal punto di vista economico a vigilare su tutto il territorio, mantenendolo integro, pulito e tutelato.
È molto importante, quindi, usare l'effetto moltiplicativo che hanno le opere di volontariato, perché ci permettono di sostenere con delle spese iniziative di lavoro volontario che sono proprio un pilastro e una risorsa fondamentale per la nostra Regione, in quanto coprono tutte le attività che abbiamo già trattato nei giorni scorsi e nelle sedute scorse.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Si parla di guardie ecologiche volontarie e nello specifico l'intervento che proponiamo chiede un incremento di 400.000 al capitolo riservato alle spese per la loro formazione e il loro aggiornamento. I casi, purtroppo anche tragici, di cronaca delle ultime due settimane nella nostra Regione ci hanno portato a parlare anche di prevenzione di tutti gli eventi calamitosi che possono verificarsi sul nostro territorio; e più che altro, anche, di come evitare e limitare il più possibile i danni che questi eventi possano causare.
Non c'è dubbio che una delle componenti della prevenzione sia anche il presidio del territorio e su questo, ovviamente, le guardie ecologiche volontarie possono svolgere un'attività molto utile.
È più che mai a fuoco e più che mai importante, infatti, la proposta di un intervento come questo all'interno della discussione dell'assestamento di bilancio, poiché se già questo era un intervento comunque utile e importante le altre volte che lo proponevamo all'esame del bilancio previsionale o dell'assestamento, lo è quanto mai in questo periodo, visti i fatti, appunto, delle ultime settimane.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Emendamento rubricato n. 30) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani e Mighetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con il primo firmatario, ne diamo il testo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 29), presentato da Valetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani e Mighetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
In quest'emendamento proponiamo invece uno stanziamento di 200.000 euro sul capitolo dei contributi a soggetti privati e associazioni per sostegno di attività finalizzata alla tutela dell'ambiente, comprese le iniziative di comunicazione, a integrazione di quanto detto prima sul supporto alle guardie ecologiche.
Noi, infatti, immaginiamo attività di lavoro sul campo, sul territorio tuttavia possiamo estendere il discorso anche alle attività di comunicazione e sensibilizzazione alla popolazione. Ciò non toglie, quindi che possono essere coinvolti altri Enti pubblici e altri soggetti associativi che possono lavorare insieme per sensibilizzare i cittadini a fare prevenzione.
Questo è particolarmente importante, visto che affrontiamo anche la doppia fase epocale di un passaggio ad un'economia più sostenibile alle direttive dell'economia circolare.
Pertanto, è molto rilevante sensibilizzare i cittadini ad avere comportamenti virtuosi in linea con questo tipo di logica e di visione del mondo, perché anche le dispersioni di rifiuti che spesso vediamo fanno un po' parte di una cultura dell'usa e getta e dello sfruttamento del territorio, come se ci fosse sempre ancora un angolino di terra da poter intaccare, da poter sporcare, da poter inquinare, perché comunque non vi è un'educazione che tutti questi atti e tutte queste azioni comunque non è che non hanno risultato: hanno un effetto molto visibile sul territorio perché siamo un'area che dispone di grandi terreni agricoli coltivabili, di fiumi e di pascoli, per cui non si tratta semplicemente della gestione dell'educazione civica di come ci si comporta in una grande città, ma si tratta di dover tutelare un territorio molto grande e non avere spesso le capacità di tutelarlo e, non avendo i cittadini dalla propria parte, è molto difficile riuscire a fare questo tipo di operazioni sistematiche diventa man mano più difficile quando ci si allontana dai grandi centri abitati, perché comunque la densità abitativa e la vastità del territorio rende le operazioni molto difficili, quindi ogni cittadino deve diventare un po' controllore di sé stesso e controllore degli altri, ed è questo il motivo per cui le attività di comunicazione e sensibilizzazione devono continuare a essere finanziate, per dare una mano alle istituzioni a gestire il territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Come diceva il Consigliere Valetti, è un presidio fondamentale sul territorio. Pensiamo a quella povera persona che è stata uccisa da un cacciatore qualche settimana fa a Ghemme: noi crediamo che la presenza di guardie ecologiche volontarie possa evitare anche incidenti di questo di questo tipo. Ma non solo; come diceva il collega: l'abbandono di materiali contenenti amianto.
Ne abbiamo parlato poco fa: il Parco del Ticino è costellato da depositi abusivi di eternit, nascosti tra i boschi. Spesso la Guardia di Finanza - si legge sugli articoli dei giornali - ha trovato un deposito abusivo di materiali contenenti amianto; sappiamo che i Guardiaparco vanno in pensione e non vengono più sostituiti, quindi c'è una riduzione della presenza sul territorio di tantissime figure professionali, non da ultimo il Corpo Forestale che è stato smembrato. Quindi è fondamentale agire con corpi volontari che possono costituire veramente un presidio importante sul territorio e mitigare quei comportamenti abusivi e illeciti che possono avere un impatto rilevante sulla qualità e la possibile fruizione dell'ambiente che ci sta intorno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 123) presentato da Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Ne approfitto - giusto per non chiedere la parola due volte - per intervere in merito all'ordine dei lavori per quanto riguarda la mozione di cui si parlava ieri sera. Voglio chiedere se alle ore 18 si potrà discuterla: la Vicepresidente Ruffino aveva preso un impegno in tal senso ieri sera.



PRESIDENTE

Sì, avevamo detto intorno alle 18.



BERUTTI Massimo

Era solo per ricordarlo, dopodiché vado avanti con l'emendamento.



PRESIDENTE

Ci sarà però anche la delibera dell'Assessora Pentenero, che è urgente: così avevamo detto. Comunque sì, l'impegno lo manteniamo.



BERUTTI Massimo

Okay.
In merito a quest'emendamento, qui tocchiamo un argomento assolutamente di attualità, perché chi gira sui territori come noi ha modo di verificare l'argomento legato ai danni provocati da fauna selvatica anche all'interno delle aree protette. Di conseguenza, siamo a sollecitare un'attenzione forte in tal senso.
Ci troviamo in una situazione rispetto alla quale non ci si deve fermare solo ed esclusivamente agli aspetti dei contributi per la ristorazione dei danni, ma probabilmente è importante studiare una serie di soluzioni, proprio in questo momento, se non altro per cominciare a dare dei segnali anche al mondo agricolo, perché sul territorio la situazione sta veramente degenerando. Effettivamente, se ci mettiamo i danni legati alla siccità piuttosto che all'alluvione, alle gelate e a tutto il resto capite che la situazione sta peggiorando sistematicamente. Di conseguenza chiediamo che in questa fase si ponga forte attenzione a tale questione, ma anche in fase di bilancio previsionale dovrà essere posta ancora più attenzione a questo problema.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 206) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 206) è un emendamento finalizzato a garantire la copertura finanziaria rispetto ai danni causati alle colture agricole montane o agli allevamenti dai lupi.
Ne abbiamo già discusso in Consiglio regionale ed è noto ai colleghi che il Progetto Lupo, così come prevede politiche di reinserimento, prevede come i nostri cugini francesi stanno già facendo - anche piani di abbattimento, perché è evidente che il numero dei lupi nella nostra regione è un numero che certamente non va a calare, ma andrà ad aumentare e perch se non adeguatamente gestito con i piani di azione e le azioni di contenimento, creerà danni ulteriori, per un motivo molto banale: il lupo è, come altri animali, un superpredatore e il superpredatore non ha predatori, se non l'uomo, e la convivenza di queste specie avviene con l'intervento dell'uomo.
Sappiamo che il lupo è una specie non cacciabile, per cui non c'è quel tipo di necessità, ma c'è invece la necessità di un intervento selettivo.
Ovviamente nel bilancio non chiediamo questo, perché questa è una politica che non attiene alle politiche di bilancio, ma visto che la Regione Piemonte non soltanto non si è fatta parte attiva per chiedere attività di contenimento, ma il Consiglio regionale ha votato un ordine del giorno che va proprio in senso opposto, ossia chiedere al Ministero dell'Ambiente di bloccare le attività di contenimento, credo che almeno si debba intervenire sull'aspetto fondamentale della garanzia dei danni che i lupi causano nelle aree montane.
Questo non se lo inventa nessuno di noi, è sufficiente conoscere le realtà montane, a partire dal Cuneese (lo dico non casualmente, essendo le zone in cui c'è una maggior presenza, come nella parte meridionale dell'arco alpino torinese: Valle Germanasca, Pinerolese, Chisone, Valle di Susa e Valli di Lanzo), per vedere come i danni causati agli allevamenti sono assolutamente rilevanti.
Credo che, come segnale di vicinanza a chi continua a vivere la montagna portando le bestie in alpeggio d'estate, una misura dedicata a questo tema vada prevista.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 124) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento comporta un impegno in conto capitale - lo sottolineo in particolare, visto che, giustamente, il Vicepresidente Reschigna sottolinea sempre com'è importante fare un ragionamento di prospettiva e quindi, su temi del conto capitale - rispetto al recupero delle strade militari dismesse.
In realtà, questo è un tema che nelle settimane scorse, anche a latere l'Assessore Parigi ha toccato per quanto riguardava il tema dei rifugi alpini e non solo.
Credo che oggi, anche in funzione di quanto è accaduto nelle scorse settimane rispetto agli interventi necessari per gli incendi boschivi, il tema delle strade militari dismesse, che sono particolarmente importanti nelle zone alpine e prealpine, possa essere un tema importante, sia per quanto riguarda una prevenzione rispetto alla possibilità di intervenire in modo veloce su strade che, a oggi, sono di difficile percorrenza, anche da parte dei mezzi di pronto intervento, sia per quanto riguarda una valorizzazione dal punto di vista turistico.
Siamo una regione che ha un forte patrimonio, relativo alle strade militari, ai forti che si possono raggiungere e alle ex postazioni militari dismesse. Il fatto di non andare a recuperare questo patrimonio significherebbe perdere la possibilità di fare un turismo diverso e alternativo, che in altre parti d'Europa è fortemente in ascesa e che è molto richiesto anche sul territorio piemontese.
Per questo, chiediamo l'intervento, in conto capitale, di 600 mila euro per l'anno in chiusura ed eventualmente - ma questo lo dico al Vicepresidente Reschigna - si potrà fare la valutazione di fare un ragionamento sull'anno 2018, chiaramente nel caso in cui si ritenga non sia fattibile nel 2017, vale a dire nell'anno in chiusura.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Porchietto.
Emendamento rubricato n. 200) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Anche quest'emendamento rientra nei numerosi emendamenti che il nostro Gruppo consiliare ha presentato in tema di investimenti.
L'emendamento prevede uno stanziamento di due milioni e mezzo per l'apertura di un capitolo di bilancio che preveda il finanziamento a privati e imprese per opere di recupero e razionalizzazione del patrimonio abitativo esistente in area montana.
In Piemonte, come dicevamo già precedentemente nel capitolo di carattere generale sul riuso del patrimonio abitativo, vi sono migliaia di case che potrebbero essere riutilizzate. Questo tema è particolarmente significativo nelle aree montane, in cui c'è un patrimonio abitativo consistente e, complessivamente, anche di pregio per la qualità della costruzione. Si tratta, però, di un patrimonio abitativo vetusto, che in alcuni casi va riutilizzato con interventi di manutenzione straordinaria pensando banalmente anche solo a quelli che sono gli aspetti legati all'impiantistica o ai sistemi di riscaldamento.
Noi crediamo che questo sia estremamente utile e consentirebbe davvero di recuperare parte del patrimonio abitativo, perché da questo punto di vista vi è anche una richiesta. In particolar modo, noi dovremmo anche tener conto delle differenti dinamiche che avvengono: negli ultimi due-tre anni, e non solo per un aspetto meteorologico, cioè di belle estati, noi abbiamo avuto un aumento delle presenze estive in area montana, legate proprio all'utilizzo di seconde case; un ritorno dell'utilizzo di seconde case, importante.
Questo determina un aspetto positivo relativamente allo sviluppo economico di alcune realtà. Noi crediamo che questo sviluppo vada in qualche modo accompagnato.
Abbiamo previsto un investimento significativo nelle politiche di bilancio (non significativo in termini generali) e crediamo che misure di questo tipo siano estremamente utili, proprio in alcuni ragionamenti che sono condivisi - almeno a parole - da tutto il Consiglio regionale, che andrebbero poi declinati in atti concreti rispetto alle modalità di attuazione.
Per questo, crediamo che l'istituzione di un capitolo dedicato al riuso del patrimonio abitativo in area montana sarebbe di grande utilità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 201) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 192) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Illustro anche l'emendamento n. 192), poiché, sia il 201) sia il 192) così come il 200), peraltro, sono finalizzati all'intervento in aree montane, anche se con finalità diverse.
Abbiamo già visto l'emendamento precedente, sul riutilizzo del patrimonio abitativo.
L'emendamento n. 201) interviene sul potenziamento dei servizi di assistenza socio-sanitaria domiciliare nelle aree montane. Per un motivo molto banale: come abbiamo avuto modo di dire nell'intervento di ieri, su un emendamento della collega Porchietto, noi crediamo fortemente nella necessità di potenziare i servizi socio-sanitari in tutto il Piemonte.
Crediamo che queste dinamiche siano particolarmente importanti e utili nelle realtà montane. Intanto, per un motivo molto banale: perché sono le più lontane dai presidi ospedalieri che al loro interno contengono anche poliambulatori, che svolgono una serie di funzioni.
Pertanto, alcuni investimenti che portano la sanità presso i luoghi più lontani del Piemonte, che non costringono i cittadini a muoversi verso i luoghi in cui sono presenti i servizi (siano gli ospedali o la futura Casa della Salute), sono uno strumento utile, sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista sociale, che coniuga l'efficienza economica alla garanzia di umanità del servizio, della cura o dell'assistenza (o di entrambe, cura e assistenza) di cui le realtà più marginali hanno bisogno.
L'emendamento n. 192) interviene, sempre con misure a sostegno delle aree montane, a favore della natalità.
Abbiamo previsto uno stanziamento di un milione di euro per la promozione di azioni di sostegno alla natalità nei Comuni aventi altimetria superiore ai 600 metri.
C'è un bell'esempio in Italia, che è quello dell'Alto Adige, che dà un assegno mensile legato al sostegno alla natalità (certamente l'Alto Adige ha risorse differenti rispetto alle nostre, su questo non c'è dubbio) e vi sono anche singoli esempi di singole realtà, alcune in Provincia di Varese dove l'incentivo alla natalità in aree montane ha permesso che non ci si allontanasse da quei luoghi o che, addirittura, si ritornasse.
Noi sappiamo bene quanto sia importante la presenza di nuovi nati nelle aree montane, per i motivi più diversi. Il primo - più banale - è il mantenimento di nuclei familiari; il secondo è il mantenimento dei presidi scolastici.
In termini più generali, i nuclei familiari con bambini e il mantenimento dei presidi scolastici fanno, delle realtà montane, realtà vive, che quindi possono continuare a dare una prospettiva di futuro alla montagna.
Da questo punto di vista, pertanto, sono indispensabili delle misure.
Ricordo che, in alcune realtà italiane dell'arco alpino, alcune misure di incentivo alla natalità sono state portate avanti con l'utilizzo di fondi europei.
Si tratta di un ambito complesso, perché sappiamo quanti regolamenti europei complichino e siano rigorosi rispetto all'utilizzo, ma questa possibilità, legata a una ricaduta socio-economica positiva, è certamente perseguibile.
Pertanto, se vogliamo parlare di tutela e sviluppo delle aree montane dobbiamo pensare a qualche politica da attuare. Noi abbiamo provato a indicarne qualcuna: politiche del riuso; politiche di sostegno alla natalità; politiche di sostegno alle attività di sanità e assistenza domiciliare; politiche di sostegno all'edilizia scolastica; politiche che in qualche modo diano davvero il senso che ci occupiamo in modo pratico cioè investendo risorse, delle aree alpine e dell'Appennino della nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 194) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 205) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Li illustro insieme, perché sono sempre emendamenti che, pur avendo finalità differenti, riguardano lo sviluppo economico delle aree montane.
Inizio con il n. 205), anche se viene dopo, per consecutio nel ragionamento che facevo.
Quest'emendamento prevede un investimento di 500 mila euro per l'istituzione di un Fondo regionale finalizzato alla riduzione dei tributi locali per imprese che garantiscono un incremento occupazionale o nuovi insediamenti nei comuni delle zone montane. Viene individuata anche una modalità, che però affidiamo alla Giunta, di modulazione del contributo a seconda dell'altimetria.
Perché noi crediamo sia importante quest'emendamento e spieghiamo anche come i 500 mila allo possono essere importanti? In molte realtà montane gli esercizi commerciali, siano essi di vicinato, siano essi ristoranti bar o altro, non resistono e, alla fine, chiudono, non tanto per la già ingente tassazione nazionale, ma perché la tassazione locale - faccio un esempio - in particolar modo, quella sui rifiuti, in alcune zone, diventa insostenibile. Noi abbiamo un buon esempio, una buona pratica nella nostra Regione: l'Amministrazione comunale di Arona ha fatto un regolamento che incentiva e, in qualche modo, riduce la tassazione a quelle imprese che rimanendo nel comune, garantiscono il mantenimento e la crescita occupazionale.
Anche questo crediamo sia un segnale tangibile di come sarebbe possibile garantire la vita di alcuni esercizi che sono chiusi, per cui per esempio, si è desertificata l'attività commerciale. In alcune realtà, e peraltro è previsto anche nella nostra legge 28 del commercio, se non vi è un sostegno a quello che a tutti gli effetti non è solo un'impresa, ma è un presidio territoriale, diventa difficile poter competere con Comuni estremamente piccoli ma che certamente hanno un po' di vitalità e, quindi qualche esercente in più nei momenti delle festività, ma poi vivere da metà settembre fino a maggio è estremamente lungo.
L'altro emendamento, il n. 194), chiede di investire per finanziare l'albergo diffuso. Noi abbiamo ha fatto una buona legge, che venne già approvata durante la scorsa legislatura e che è stata confermata in questa sull'albergo diffuso.
Come i colleghi sanno, l'albergo diffuso ha la positività di utilizzare più locali che sono le stanze di un singolo albergo, però è necessario che da questo punto di vista, si intervenga con un sostegno. Poi, il sostegno può anche avvenire non direttamente tramite il bilancio regionale, ma pu anche avvenire tramite indicazioni che l'Assessorato dà, come, per esempio ai gruppi di azione locale sui servizi; su tutti quelli che hanno misure sul turismo, e sono tutti GAL piemontesi e certamente tutti GAL in area montana, ma è importante che questo avvenga perché, di nuovo, attraverso l'albergo diffuso non soltanto sosteniamo una potenziale economia, ma sosteniamo anche il riutilizzo di locali.
Possiamo fare molti esempi di alberghi diffusi di fatto, che già esistono all'interno della nostra regione. Credo che, da questo punto di vista, occorra però un incentivo, in una logica che, come abbiamo provato a dimostrare con questi cinque emendamenti consecutivi legati alla montagna non è casuale. Si tratta di cinque emendamenti che riguardano una singola area, ovviamente, ne potevamo presentare di più, ma volutamente ve n'è uno che riguarda il mondo dell'agricoltura, ve n'è uno che riguarda il riutilizzo, ve ne sono altri due che riguardano il mondo dell'impresa e lo sviluppo economiche e ve n'è un quinto, che riguarda i servizi socio assistenziali ma, prima di questi, ne abbiamo discussi altri due che riguardano sia l'edilizia scolastica che i servizi aggiuntivi in area montana.
Credo che noi dovremmo provare a declinare questo tema con politiche che peraltro - lo rammento - sono contenute nel nostro Documento di programmazione unica sui Fondi europei, dove nello sviluppo strategico delle aree montane è proprio previsto l'utilizzo delle risorse europee come strumento di volano per le nostre montagne.
Ricordo che ogni anno nei Comuni montani ricadono più di 60 milioni di euro di Fondi europei; molte di queste risorse però ricadono in modo diciamo, non percepibilmente utile per le comunità che vivono i territori appenninici ed alpini.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 33) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Quest'emendamento chiede per i prossimi tre anni uno stanziamento di 400 mila euro per ogni annualità (2017-2018-2019) sul capitolo 156591 finalizzato al mantenimento dei servizi nelle aree montane.
Credo che, mai come in questi giorni, sia importante sottolineare l'importanza del mantenere la vitalità delle aree montane e mantenerne soprattutto la vivibilità. Tutto questo si può realizzare soltanto se investiamo risorse sulla montagna.
Abbiamo già avuto modo di sottolineare anche durante la seduta di ieri come, dal nostro punto di vista, il turismo montano sia importante e come il sistema neve vada sostenuto, qualora ci siano delle difficoltà dovute magari alla mancanza di precipitazioni nevose, e come non si possa assolutamente concentrare la maggior parte delle risorse soltanto su questi aspetti.
La montagna deve ritornare a essere un territorio vivibile da chi decide di vivere tutto l'anno in quelle zone e il mantenimento dei servizi è una condizione fondamentale.
Quindi, il fatto di investire delle risorse per mantenere dei presidi consente di tenere la montagna viva, di mantenere il presidio attivo e anche, magari, di arginare dei fenomeni, come quelli cui purtroppo abbiamo assistito nelle ultime settimane, che sono dovuti soprattutto all'incuria del territorio.
Quando sono andata in sopralluogo dopo gli incendi nelle borgate sopra Mompantero era evidente come nelle zone in cui le borgate sono vive e le persone vivono e hanno recuperato le loro baite - anche se, purtroppo molte di queste sono andate distrutte - l'incendio è stato contenuto proprio perché c'è una sorta di manutenzione del territorio. Quindi, il presidio territoriale consente anche di collaborare in quell'opera di manutenzione che l'Ente pubblico non è più riuscito a sostenere in questi ultimi anni.
Questo è possibile anche attraverso il mantenimento dei servizi parliamo ovviamente delle scuole, dei trasporti, dei servizi socio assistenziali, ma anche dei servizi per le imprese, perché ci sono sempre più giovani che scelgono di trasferire la loro impresa nelle aree montane e questo non significa occuparsi unicamente di agricoltura o di allevamento, ma anche di scegliere di lavorare in remoto.
Quindi, per poter lavorare a distanza è necessario dotarsi di strumenti informatici adeguati ed è fondamentale avere dei servizi informatici adeguati e un'infrastruttura digitale che sia all'altezza delle performance consentite, invece, nei centri urbani.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento fa parte della campagna che abbiamo fatto a partire dall'emergenza incendi per contrastare l'abbandono dei territori montani per mitigare un po' i disagi sia di chi ancora vive la montagna sia di chi pensa di tornarci a vivere.
Sono un milione 200 mila euro in tutto distribuiti su tre anni che risultano, in effetti, un'azione simbolica per dimostrare che la Regione ha un pochino imparato la lezione e quindi vuole reinvestire anche con segnali politici e simbolici come questo per dare una mano a questi territori e alle persone che vi si vogliono avvicinare.
Oltre alle risorse già stanziate per la prevenzione delle emergenze e oltre alle risorse che il nostro Gruppo conferirà nella prevenzione e nella manutenzione da eventi calamitosi al sostegno dei volontari che si occupano delle manutenzioni boschive, chiediamo a gran voce anche questo contributo che è decisamente contenuto. Proprio specificatamente noi lo associamo all'abbandono delle aree montane, quindi i soldi che vengono investiti qui non vanno direttamente a curare interventi, ma vanno a sostenere quelle persone e quei cittadini che indirettamente poi aiutano le istituzioni e lo Stato a manutenere il territorio e a fare prevenzione.
Abbiamo portato spesso l'esempio di Regioni più fortunate, ma perché si sono date più da fare, come il Trentino, dove c'è lo Statuto autonomo, ma la gente ha mantenuto un presidio e ha sfruttato e valorizzato la risorsa montagna senza depauperare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Quello che chiediamo con quest'emendamento è un aumento delle risorse per quel capitolo di spesa finalizzato a confrontarsi con il graduale abbandono di chi vive delle aree montane.
È evidente che è in atto dal 2014 la strategia nazionale e l'approccio nazionale per le aree interne con tanto di progetti e analisi preliminari delle politiche che già sono state messe in piedi dalla Regione nelle epoche passate e finalizzate a cercare di intervenire su quello che effettivamente è un problema, perché nonostante interventi che ormai spaziano sui decenni, la situazione nelle aree montane in particolare continua a essere quella di un progressivo abbandono, legato soprattutto al fatto che non ci sono servizi per le famiglie. Vivere e lavorare nelle aree montane è più difficile, faticoso e complicato da realizzare rispetto anche solo nelle aree di fondovalle. Risulta come tipico un progressivo accrescersi dell'invecchiamento e dello spopolamento delle aree montane.
Ovviamente ci sono le risorse nazionali, ma la Regione deve fare la sua parte, quindi riteniamo che le politiche, oltre a essere costruite e progettate, vadano anche debitamente sostenute con le necessarie risorse.
Conseguentemente siamo qui a chiedere un investimento, che non è neanche troppo significativo, sul triennio di programmazione di bilancio.
Come continuo a dire, ciò che manca è un'effettiva visione di quello che si vuole realizzare nelle aree montane. Continuano a esserci significativi sforzi, anche interessanti, volti a rafforzare alcuni aspetti dell'economia montana, ad esempio l'investimento sulla parte ambientale turistica e lo sviluppo dell'offerta turistica territoriale. Tuttavia, continua un'attenzione forse ancora insufficiente o forse una pianificazione ancora insufficiente, in relazione agli effettivi bisogni di chi vive nelle aree montane in termini di servizi. Ricordo il problema degli uffici postali, la questione delle scuole e del servizio di trasporto pubblico locale, che continuano ad avere significative carenze. Qui stiamo parlando proprio degli elementi base che caratterizzerebbero i diritti costituzionali dei cittadini nei nostri territori.
Non parliamo dello spopolamento o, meglio, del diradamento delle strutture di assistenza sociale e, addirittura, di presidio sanitario, in favore di una visione che vede nella concentrazione in pochi hub particolarmente apprezzati dei servizi sanitari regionali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 32) presentato da Mighetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento fa il paio con il precedente. L'emendamento n. 32) è l'iscrizione, sull'annualità 2018-2019, di 500 mila euro per anno. Rispetto all'emendamento precedente, cambia il capitolo di spesa, sempre riferito ai fondi per la montagna e cambia l'importo.
Con quest'emendamento intendiamo incentivare il fondo per la montagna con la dotazione di 500 mila euro sul periodo 2018-2019. Sappiamo bene quanto il fondo della montagna sia importante per le aree marginali piemontesi e le aree montane che, probabilmente, i piemontesi non percepiscono come montane, ma appartengono a quelle zone altimetriche che sono state riconosciute tali e che hanno, sostanzialmente, le stesse problematiche di aree ad altitudini molto elevate come troviamo nella zona alpina.
Ci sono anche aree appenniniche con altitudine più modeste, ma che hanno le stesse problematiche. Io vivo in una di queste aree. Un'area vicino all'Acquese, che ha tutte le caratteristiche per essere un'area montana, marginale e con le problematiche da risolvere che hanno le aree alpine.
In alcuni casi queste aree sono ancora più svantaggiate, proprio per il problema di non avere risvolti turistici di tipo invernale come le vallate alpine. Dalle nostre parti non si pratica lo sci, quindi non abbiamo neanche questa prerogativa, queste entrate e questa attrattività per lo sviluppo economico.
Per questo motivo, sono necessari interventi pubblici che siano idonei a supportare tutta una serie di servizi che, da soli, possono consentire ai cittadini che occupano queste aree di mantenere la loro presenza sul territorio.
Sappiamo come - l'ha già citato prima la collega Frediani - la presenza sul territorio sia uno degli elementi fondamentali per mantenere un equilibrio idrogeologico e manutentivo delle vallate montane. Sappiamo quanto l'equilibrio di queste vallate si ripercuota su tutto il resto del territorio piemontese, in maniera positiva o in maniera negativa a seconda di come questa marginalizzazione venga trattata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Anche con quest'emendamento chiediamo di aumentare lo stanziamento di competenza per gli anni 2018-2019 sul Fondo per la montagna. Questo è collegato al discorso precedente, ma in parte anche al fatto che, negli ultimi anni, forse ci siamo un po' troppo preoccupati di controllare come gli Enti si gestiscono tra loro, o di come questi gestiscano le loro funzioni: ricordo la transizione tra Comunità montane e Comunità montane accorpate, poi le Unioni di Comuni e adesso ci stiamo inventando qualche altro nuovo giochino per far gestire le funzioni, e ci mettiamo dentro anche i fondi per lo sviluppo della montagna.
Forse, bisognerebbe preoccuparsi un po' meno del coordinamento delle "seggiole" e pensare, effettivamente, agli interventi e alle risorse che servirebbero per il territorio. Perché il panorama degli ultimi anni ha visto un progressivo svuotamento della capacità, ma anche della volontà.
Rattrista un po', purtroppo, il fatto che mettersi insieme e costruire reti tra Enti per associare funzioni e servizi sembra essere diventato, in molti casi, un modo per garantirsi dei finanziamenti più che per un'attuazione e una visione di una strategia per realizzare nuovi servizi magari più efficaci (si parla sempre di efficacia ed efficienza), per spendere soldi che sono, però, sempre meno.
Pensiamo, ad esempio, ai problemi del personale: alla fine, stiamo replicando anche sul modello pubblico il dumping sul personale, facendo in modo che le Unioni siano viste come una soluzione per sopperire alle carenze di organico dei Comuni, laddove, invece, bisognerebbe garantire a quei Comuni, che in molti casi in Piemonte hanno i conti a posto, la possibilità di avere a posto anche gli organici per poter garantire i servizi; altrimenti, "efficacia" ed "efficienza" significano semplicemente assumere qualcuno che deve sbrigare più lavoro e sopperire a quello che le Pubbliche Amministrazioni non sono state in grado di garantire da sole, per semplice mancanza di risorse (sebbene, in molti casi, siano disponibili).



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Credo che si sia detto ormai tutto anche durante l'illustrazione dell'emendamento precedente. Tornerei a sottolineare nuovamente, a sostegno di quest'emendamento del collega Mighetti, l'importanza del mantenimento dei servizi, in particolare quello di trasporto per le aree montane servizio che, purtroppo, soprattutto negli ultimi anni, è stato progressivamente non dico abbandonato, ma sicuramente reso meno efficiente.
Oltre a questo, il mantenimento dei presidi scolastici: dove c'è una scuola, rimane viva la comunità. Dunque, il fatto di mantenere le scuole aperte nelle aree montane è sicuramente uno dei primi fattori che pu portare una famiglia a scegliere l'area montana per stabilirvi la propria residenza.
Non ultimo, ovviamente, il presidio sanitario, per consentire di mantenere perlomeno una tranquillità in caso di emergenza sanitaria.
Sono tutti aspetti che, messi insieme, contribuiscono, per l'appunto, a rendere la montagna un territorio vivibile.
Considerato che la nostra Regione ha una grandissima parte di territorio montano, investire sulla montagna significa credere nella montagna come fattore di sviluppo; fattore di sviluppo che, però, va guardato con rispetto: una montagna che non dev'essere soltanto depredata o sfruttata dal punto di vista turistico, ma dev'essere un territorio in cui si vive rispettandola e cercando di mantenere una buona convivenza con la natura, l'uomo e i suoi abitanti non umani.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Continuiamo con l'illustrazione degli emendamenti sulla montagna. La collega ha citato tutti i servizi essenziali che permetterebbero alle persone di continuare a presidiare quei luoghi senza doversi spostare con grandi disagi verso altre zone: parliamo, quindi, di scuole e di ospedali più vicini, anche in situazioni di carenza di servizio di trasporto pubblico, che, come vediamo, subiscono tagli costanti anno per anno.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, cerchiamo di concludere questi emendamenti, così passiamo alla trattazione dell'ordine del giorno richiesto.
Permettete ai Consiglieri di poter illustrare i loro emendamenti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente. Noi abbiamo ancora un certo numero di emendamenti che vorremmo analizzare con cura.
Il Testo Unico delle leggi sulla montagna - legge regionale n. 16 del 02 luglio 1999 - definisce tutti quegli interventi che possono essere fatti a sostegno dei territori montani, anche classificandoli in base alle marginalità territoriali. Abbiamo, dunque, anche una base legislativa molto importante per riuscire a capire come distribuire meglio gli interventi.
Certo, da quando è stata approvata questa legge la situazione montana non è migliorata; perché, salvo quelle poche zone che hanno sviluppato un'intensa attività turistica, lo spopolamento continua, specialmente nell'ovest e nel nord del Piemonte.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 125) presentato da Porchietto, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) In accordo con la prima firmataria, ne diamo il testo per illustrato.
Con quest'emendamento chiudiamo quindi la discussione sulla Missione 0907.
Se siete d'accordo, interrompiamo l'esame dell'articolato del disegno di legge n. 272 per passare alla proposta di deliberazione n. 272, che ha urgenza di essere approvata.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)


Argomento: Organizzazione scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 272, inerente a "Criteri per la programmazione e la definizione del Piano regionale di revisione e dimensionamento scolastico e del Piano regionale per la programmazione e l'offerta formativa per l'anno scolastico 2018-2019"


PRESIDENTE

Passiamo, come concordato, a esaminare la proposta di deliberazione n.
272, di cui al punto 4.1) all'o.d.g.
La parola all'Assessora Pentenero per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
Con questa delibera, proponiamo i criteri per la programmazione dell'offerta formativa e il dimensionamento per l'anno scolastico 2018 2019.
Mi soffermo solo su alcuni aspetti. Per quello che riguarda il dimensionamento, abbiamo chiesto anche quest'anno le deroghe per le realtà montane e per i piccoli Comuni, immaginando dei parametri diversi rispetto a quelli nazionali, per quello che attiene alle scuole dell'infanzia e alle Primarie di primo e secondo grado. I punti di erogazione dei servizi dovranno quindi rispettare i parametri previsti dalla delibera e sono anche stati ripresi i tempi di percorrenza. E questo è sicuramente un elemento che caratterizza le zone collinari e quelle di montagna.
Sono stati riconfermati i 12 CPIA, anche perché non pare ci siano elementi che determinino l'aumento del numero delle autonomie dedicate all'educazione degli adulti. Per quanto concerne l'autorizzazione di nuove scuole dell'infanzia, è stata rivista la modalità con la quale verranno assegnate, tenendo in considerazione la programmazione che avrà l'Ufficio Scolastico Regionale rispetto all'organico e anche in considerazione del Decreto 06, che è stato approvato all'inizio dell'anno.
Per quello che riguarda la programmazione dell'offerta formativa, sono stati introdotti tre aspetti. Il primo è legato al Decreto sugli Istituti professionali e quindi alla confluenza delle qualifiche professionali tra il sistema della formazione e il sistema dell'istruzione pubblica. È stata introdotta la possibilità, fatte salve le indicazioni che saranno contenute nella circolare esplicativa, di istituzione di nuovi Licei musicali, così com'è stata concessa la possibilità di riattivare Licei sportivi, fino all'anno scorso contingentati.
Questi, in estrema sintesi, sono gli elementi che caratterizzano la delibera, che in alcune parti riprende gli aspetti che erano già stati presentati negli anni precedenti e che ha come elementi innovativi in modo particolare quelli che afferiscono all'offerta formativa delle scuole superiori, che è l'ulteriore passaggio, oltre al dimensionamento, che noi dobbiamo attivare all'interno degli elaborati.
Si determina la programmazione e quindi la tempistica entro la quale le Province e la Città metropolitana devono definire i Piani, che a loro volta dovranno essere presentati in Regione). Dunque è necessario avere il tempo per valutarne la coerenza rispetto ai criteri determinati dalla delibera regionale, per poi arrivare, prima della fine dell'anno, all'approvazione del dimensionamento e del Piano della programmazione dell'offerta formativa, affinché vengano inseriti i nuovi codici su eventuali nuovi punti di erogazione dei servizi e siano inseriti i codici per quello che riguarda le scuole superiori, in modo tale che l'anno scolastico possa partire prima con le iscrizioni, poi con l'attribuzione degli organici e si arrivi alla definizione delle attività all'interno di ogni punto di erogazione del servizio e consentire un avvio dell'anno scolastico rispettoso della programmazione e, quindi, della competenza regionale attribuita dalla legge.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Sarò velocissima perché, come chiesto dal collega Berutti, c'è un ordine del giorno da portare in discussione e votare.
Dell'argomento abbiamo già parlato in Commissione e ho già specificato anche all'Assessora la nostra contrarietà rispetto agli Istituti musicali: ci pare non ci sia stato sufficiente impegno e attenzione su questo progetto, che riguarda tantissimi ragazzi piemontesi. Da un lato si continuano a richiedere indirizzi musicali - e su questo sono pienamente d'accordo - per le nostre scuole medie; dall'altro non vengono dati sbocchi sugli Istituti superiori.
Per questo motivo, il nostro Gruppo non parteciperà al voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessora Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Chiedo scusa, ma in risposta a quanto è stato appena detto faccio una precisazione, perché forse non mi sono spiegata.
Nella delibera è previsto che le Province, all'interno dei loro piani chiedano l'attivazione di nuove sezioni di nuovi licei musicali. Poich oggi abbiamo una norma nazionale che afferma la non possibilità di attivare nuovi licei a indirizzi musicali, quello che si dice è che si autorizzerà se il Ministero ci concederà la possibilità di attivarli, perch diversamente resta fermo il contingentamento che oggi è previsto. Quindi possono essere presentate, ma possono essere presentate con la condizionale che il Ministero ci permetta di autorizzarle.
Se il Ministero non permetterà l'autorizzazione, è evidente che non potremo autorizzarle, ma possono essere inserite all'interno dei piani cosa che diversamente non potremmo scrivere.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 272, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 1227 presentato da Berutti e Pichetto Fratin inerente a "Fusione tra l'Azienda Sanitaria Ospedaliera di Alessandria ASO e l'Azienda Sanitaria Locale di Alessandria ASL"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1227, di cui al punto 23) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente, e grazie per l'opportunità che mi è stata data in quanto avevo chiesto di discutere questo documento a seguire di quello discusso ieri, quindi ringrazio l'Aula.
Detto questo, abbiamo presentato questo documento, che in qualche modo non è allineato a quello votato ieri, il cui primo firmatario era il collega Ravetti. Il Consigliere Ravetti oggi non è presente, ma noi ci siamo già confrontati su queste cose, perché abbiamo una visione differente di quello che è un percorso legato a quest'ipotetica fusione.
La prima considerazione che ci viene da fare è relativa a una nota che è stata fatta dall'Ufficio stampa del Consiglio, dove si parlava di privilegio dalla Provincia di Alessandria in merito a questa azione e a questo provvedimento. Ebbene, io non lo reputo un privilegio. Noi pensiamo che una fusione di due Aziende, che in qualche modo valgono, a livello di movimentazione e a livello di capienza finanziaria, circa un miliardo di euro, debba essere un qualcosa che si muove a livello di strategia regionale e non semplicemente su una provincia.
Sappiamo che c'è la Provincia di Cuneo che ha una situazione analoga la Provincia di Novara idem, di conseguenza questa è già un'anomalia; è un'anomalia perché stiamo parlando di un qualcosa che certamente cambia le dinamiche, cambia le strategie, cambia le sorti.
Non eravamo già d'accordo sulla riforma ospedaliera; poi, barricandoci dietro al piano di rientro, naturalmente tutto questo è passato alla Giunta. A questo punto, qui ci troviamo di nuovo in una combinazione dove sostanzialmente è stato dato mandato alla Giunta di presentare un piano.
Qualche settimana fa, avevamo votato tutti insieme, uniti, un provvedimento legato a uno studio commissionato a IRES per analizzare quello che poteva essere l'ospedale nuovo di Alessandria o dell'Alessandrino, che avesse comunque un'attinenza sul discorso di evoluzione dalla sanità alessandrina. Ci pareva invece che la mozione - mi sembra, adesso non ricordo se un ordine del giorno o una mozione approvata all'inizio dell'anno, in qualche modo, impostasse un discorso dal punto di vista strategico, cioè: studiamo l'evoluzione ospedaliera naturalmente a seguire di fronte a quello che poteva emergere, unitamente anche a un discorso legato all'IRCS (l'Istituto di ricerca), all'eventuale percorso legato all'Università di medicina, quindi in un quadro molto più strategico e dettagliato. In qualche maniera si poteva, alla fine di quel percorso, arrivare a un'analisi legata alla fusione che poteva anch'essa essere eventualmente commissionata a IRES e a quel punto fare un'analisi ma dove il Consiglio poteva prendere coscienza in modo dettagliato ribadisco - di un percorso che vede comunque sul tavolo circa un miliardo di euro.
Come diceva ieri il mio Presidente, addirittura sul tavolo nazionale le fusioni non sono viste in modo, diciamo così, estremamente positivo, ma anche quello è un discorso che, quando conviene, si fa riferimento al tavolo nazionale. Quando invece non conviene, si va per la propria strada senza guardare in faccia nessuno, e i territori alessandrini hanno già ampiamente pagato, con la riforma ospedaliera, dazi.
Mi risulta, notizia di qualche giorno fa sulla Gazzetta di Reggio che il Presidente dalla Provincia di Reggio Emilia, in una Regione tanto decantata per aver fatto un certo tipo di percorso legato alla fusione stia facendo un pesante retromarcia su un'azione fatta 15 anni fa, e che oggi stanno tornando a lavorare per sviluppare gli ospedali minori o quantomeno, territoriali, perché si sono resi conto che la fusione è stata un fallimento.
Se una Regione, notoriamente orientata in un certo modo e comunque organizzata (perché bisogna dare atto che sicuramente non è una Regione di sprovveduti), fa retromarcia, noi riusciamo, in via prettamente singolare e sperimentale, a fare un percorso legato a questa strada e a questo percorso? Tra l'altro, e ritorno al discorso del fondo ospedaliero, si era parlato di un percorso che vedeva un potenziamento, a livello territoriale dei distretti sanitari che dovevano essere maggiormente finanziati.
A oggi, non ho visto quella grandissima evoluzione legata ai territori e ai distretti sanitari, per cui anche qui mi faccio delle domande.
Obiettivamente, qualcosa in questo percorso e in questa strategia ci suona strano: prima si ragionava sul discorso infrastrutturale e poi d'emblée - è arrivata questa accelerazione.
Credo che questo non vada verso una strada per arrivare a strategie comuni, anche perché il territorio fa già fatica a recepire determinate azioni; se in più vengono fatte in modo estremamente repentino, è ancora più difficile.
C'è poi un altro elemento che va assolutamente evidenziato.
Nel momento in cui si pianifica un'azione come questa, e alla fine il capoluogo la fa da padrone - e questo, ribadisco, è sottolineato anche dal Presidente della Provincia di Reggio Emilia - a questo punto serve un piano strategico anche per gli ospedali territoriali, che siano cardine o territoriali. Perché? Perché dire che saranno gli ospedali di continuità assistenziale mi sembra riduttivo. Abbiamo già avuto problemi sull'indebolimento legato ai DEA; qui non possiamo scherzare. Se noi dettagliatissimo tutte le criticità che abbiamo sui territori a livello di criticità, nella gestione del servizio ospedaliero e con le ambulanze del 118 che girano, e purtroppo anche con qualche decesso, chiaramente ci dobbiamo porre delle domande.
Ancora di più, quindi, serve un piano strategico.
Io non ho motivo di dubitare sulla competenza tecnica, ma ho motivo di dubitare che le cose fatte troppo in fretta o, quantomeno, non ponderate con gli addetti ai lavori, la politica e tutto il sistema territoriale potrebbero avere una ripercussione assolutamente pesante sul territorio.
Alla fine, chi paga sono sempre i cittadini.
In questo ordine del giorno chiediamo che gli approfondimenti vengano fatti in Commissione consiliare, però questo deve nascere da un lavoro iper articolato, da un lavoro presentato, da un lavoro di confronto e da un lavoro che, se viene definito sperimentale, non deve lasciare nulla al caso ed essere valutato e analizzato nei minimi dettagli.
Se tutto si riduce a un meccanismo di polemica finalizzato - e vado a chiudere - al fatto che uno può guadagnare di più rispetto ad altri abbiamo sbagliato tutto, si è sbagliato tutto. Quello è, a mio avviso l'elemento minore. Nel momento in cui si parla di salute, quello che conta è che si dettagli ogni tipo di percorso. Gli stessi ospedali o, meglio, gli stessi territori che oggi si lamentano - giustamente si lamentano - perch hanno avuto indebolimenti o problemi di carattere strutturale, oggi si trovano addirittura di fronte a un'azione che rischia, non dico di indebolirli, ma di creare delle criticità.
Non dimentichiamo che la Provincia di Alessandria, come potrebbe essere quella di Cuneo, ha comunque tutto un sistema territoriale legato all'Appennino e, quindi, con grandissime difficoltà.
Come tale, credo che un percorso come quello ipotizzato - domandato alla Giunta, rispetto ad un organo come il nostro, che è il Consiglio, che è quello che dovrebbe avere la competenza e il potere decisionale in materia di sanità - sia la strada da fare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Berutti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
È una discussione un po' a macchia di leopardo; cerchiamo di mantenere il filo logico, ma la cosa ha la sua complessità, anche perché veniamo da ore di discussione in quest'aula.
Anticipo la decisione del nostro Gruppo, che sarà di astensione rispetto a questo ordine del giorno, di cui riconosciamo certamente elementi di assoluta ragionevolezza.
È di tutta evidenza che ci si deve muovere con coerenza su un terreno così delicato. Noi, tuttavia, questa coerenza la vediamo, perché qui si parla spesso della delibera 1-600 come di un atto dispotico di Giunta, non condiviso. In realtà, si tratta di un atto programmatorio assolutamente significante, che - pur nel rispetto del Piano 2012-2015 - fissa dei paletti che rendono coerente con quella delibera l'impegno che ci assumiamo a verificare se già qui e ora ci sono le condizioni per unificare l'ASL e l'ASO di Alessandria.
Quali sono questi elementi della delibera 1-600? Sono una rete ospedaliera organizzata per Quadranti (nord, due a sud e l'area metropolitana); sono l'integrazione tra sanità ospedaliera e territoriale sono - ovviamente - le economie di scala e i risparmi che abbiamo effettuato soprattutto sul comparto amministrativo, andando a rivisitare in modo sostanziale le strutture complesse.
Tutto questo, evidentemente, indica una direzione che è a senso unico ed è verso l'addensamento, perché se ci sono i Quadranti e all'interno degli stessi ci sono più ASL o ASO, è evidente che la delibera 1-600 fa capire qual è la direzione.
Ora, non avremmo mai aperto una discussione che andasse nella direzione opposta, ma - nel momento in cui si ipotizza, e andrà verificato se effettivamente il territorio è "compliante" - con una fusione dell'ASL e dell'ASO, noi siamo perfettamente coerenti con quello che dice la delibera.
Pertanto, non vedo perché fermare un percorso, se è maturo, stanti i determinanti della delibera 1-600, che vanno in questa direzione.
Ciò detto, noi accogliamo assolutamente l'invito a verificare negli altri Quadranti qual è lo stato dell'arte. Dubito che di qui a fine legislatura si possano fare atti sostanziali, come si fecero già per la TO1 e per la TO2 e come noi auspichiamo si faccia per l'Alessandrino, però mi sembra doveroso e coerente porre le premesse e lasciare degli appunti nell'agenda di chi dovrà governare in Piemonte nei prossimi cinque anni rispetto agli impegni assunti.
Pertanto, noi inviteremo l'Assessore ad aprire analoga discussione, ma la discussione sarà tanto più coerente ed efficace se, nel frattempo avverrà un altro addensamento che - torno a dire per la terza volta - è assolutamente coerente con la nostra visione della sanità ospedaliera e territoriale.
Aggiungo un altro elemento, e concludo, perché ho ascoltato ieri l'intervento del collega Pichetto, che ha sottolineato - giustamente l'asimmetria che c'è da sempre tra sanità ospedaliera e sanità territoriale: un'asimmetria elevata.
Questo non deve sorprendere, perché evidentemente gli operatori si concentrano in ospedale e gli interessi si concentrano in ospedale.
Prendiamo l'esempio della aritmologia, per capirci: è evidente che, se pensiamo all'interesse che ha chi produce defibrillatori impiantabili ad andare in questa direzione, è evidente un meccanismo incentivante piuttosto significativo, verso questo approccio terapeutico. Ma non è detto che la fusione aumenti questa asimmetria, anzi noi la vediamo come un elemento che accorcia le distanze, perché se sulla scrivania dello stesso Direttore c'è il costo dei defibrillatori impiantabili (parliamo di migliaia di euro, sono dei computer sofisticatissimi), ma c'è anche il costo di quanto comporta gestire questi strumenti sul territorio, in termini di consulenza, di capacità della Casa della Salute di gestire anche i problemi psicologici che comporta l'avere un defibrillatore impiantabile che può comportare uno shock, di costi della rilevazione, della trasmissione della lettura dei dati a distanza, che sono operazioni immateriali, nel senso che si svolgono online attraverso il telefonino allora qualcosa dal budget dell'acquisto si trasferisce al budget del monitoraggio della sequela di questo delicato segmento di pazienti.
Pertanto, comprendiamo e accogliamo la riflessione intelligente del collega Pichetto, ma riteniamo che uno dei modi per risolvere quest'asimmetria sia quello di accorciare le distanze e fare in modo che i costi di ciò che "rende" siano affiancati ai costi di ciò che "non rende" in termini di ricadute economiche, di circolarità dell'economia.
Questo cambia la vita del paziente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Allemano.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Io credo che l'ordine del giorno presentato dal collega Berutti abbia un grande buonsenso.
Noi abbiamo già assistito a un'unificazione al buio, che è quella dell'ASL della Città di Torino, cioè abbiamo deciso - sostanzialmente perché si è allontanato un Direttore Generale - di unificare un'ASL avendo come documento di programmazione, e quindi di scelta per il Consiglio regionale (facemmo, in Aula, la Commissione congiunta fra le Commissioni IV e V della Città di Torino), sei pagine che, in qualche modo, motivavano quella scelta.
Fu una scelta - ripeto - dettata da un Direttore che se ne andò e non da una strategia, tant'è che stiamo vedendo, nella creazione e nella stesura dell'atto aziendale che è avvenuto, come in realtà questo ovviamente secondo noi - porterà delle complicanze piuttosto che non delle realtà.
Segnalo che queste realtà (quella torinese, quella cuneese, quella novarese e altre realtà) hanno un soggetto che fa produzione; l'ASO è un soggetto che, invece, gestisce il territorio, oppure con la presenza degli ospedali, cioè l'ASL.
La mozione che abbiamo approvato, che avete approvato, ieri i colleghi del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle, parte da alcune enunciazioni che vengono date per scontate, e cioè che è impraticabile una collaborazione fra Aziende; allora, se è impraticabile una collaborazione fra Aziende, è impraticabile in Provincia di Novara, è impraticabile in Provincia di Cuneo, in Provincia di Alessandra e anche di Torino e, quindi se ne deduce che il concetto stesso di ASO e di ASL è un concetto sbagliato. Ma sappiamo che così non è, perché se così fosse, sarebbe esteso al resto del Piemonte.
La mozione di ieri, ripeto, parte da assunti che vengono dati per scontati - poi spiego perché e li cito - e deriva dalla necessità, ormai non più procrastinabile, di procedere all'accorpamento che non costituisca la mera somma di due realtà esistenti, ma una rilettura dei bisogni della domanda e dell'offerta dei servizi.
Qua mi fermo. Provo a spiegare al collega Mighetti, che diceva che non gli era chiaro quali sono le contrarietà, nel modo più semplice - ciò non vuol dire che non capisce, ma forse ce io non riesco a spiegarmi bene perché non ho mai visto una fusione - mai - negli oltre dieci anni che sono qui dentro, fra un grande presidio e piccoli presidi; non ho mai visto una fusione in cui sia stato il piccolo a beneficiare rispetto al grande, mai! Quando l'Ospedale San Luigi è stato fuso con il Mauriziano, dove sono andati una serie di servizi? Non stiamo parlando di Acqui, stiamo parlando del San Luigi e del Mauriziano, cioè due ex DEA di secondo livello. Chi ci ha perso? Ci ha perso il San Luigi. Quando sono state accorpate altre realtà, chi ci ha perso? Ci ha perso l'Ospedale piccolo nei confronti dell'Ospedale grande.
Allora, l'unificazione, la distinzione fra ASO e ASL che, secondo noi oggi ha invece una grande valenza, e cioè quella di lasciare il portafoglio della gestione sanitaria pro capite, la spesa pro capite in mano all'ASL e invece, la produzione per il pagamento di DRG all'ASO, perché oggi il dirigente dell'ASL è quello che ha in mano la borsa con cui comprare o pagare i servizi, anche all'interno dell'ASO.
La mozione presentata dai colleghi del PD dice soprattutto di raggiungere economie di scala, di efficienza e di gestione. Allora economie di scala, di efficienza e di gestione, a casa mia, significa "riduzione di servizi". Perché anche noi, quando abbiamo governato, li abbiamo chiamate "efficienze", ma abbiamo tagliato i servizi.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

A differenza sua, io lo dicevo quand'ero in maggioranza. Poi potremmo anche testimoniarlo.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Sa qual è la differenza? Che noi abbiamo votato degli atti insieme cioè la scorsa legislatura, per quanto "sgarrupata" fosse quella maggioranza, ha prodotto delle modifiche al Piano Socio Sanitario votate insieme da pezzi del centrodestra, dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle. Mi permetto di dire che quegli emendamenti o quegli ordini del giorno, a tutela delle emodinamiche, a tutela dell'Ospedale Oftalmico o di altri presidi, sono stati un atto di coerenza che esponenti dei territori hanno fatto.
Detto ciò, perché sono un po' stufo di storia e di ciò che è avvenuto invece io temo questo, ma temo soprattutto che ci sia un'attività - diciamo un'iperattività - di fine legislatura da parte del Presidente della IV Commissione che io capisco essere in difficoltà, perché aver fatto il Presidente della Commissione sanità nella provincia che ha 2,27 posti letto in Piemonte lo è.
La Provincia Alessandra è quella che vanta il minor numero di posti letto e noi in quella Provincia dobbiamo fare efficienze? In quella Provincia dobbiamo dire una cosa e ha ragione il collega Mighetti, perch in un comunicato stampa il partito che rappresenta ha posto un titolo mal fatto, nel senso che ha anticipato, in cui si dice: "Prima l'ospedale e poi l'ASL, l'ennesima promessa del centrosinistra". Noi intendiamo dire che, se vogliamo dare servizi ai cittadini alessandrini, dobbiamo garantire un aumento dei posti letto, un aumento delle prestazioni sanitarie ospedaliere e domiciliari, poi possiamo parlare di ospedali, possiamo parlare di accorpamenti di ASO e ASL, possiamo parlare di ciò che volete.
Allora, perché ha un grande buonsenso l'ordine del giorno presentato dal collega Berutti? Perché con la sanità non si scherza e, soprattutto, è una materia complessa, cioè abbiamo già prodotto un'unificazione in questa regione fra ASO e ASL? Ve lo dico io: no.
Abbiamo unificato ASO, Città della Salute, abbiamo unificato ASL l'ultima è la Città di Torino e molte altre prima. Non abbiamo mai unificato un'ASL con un ASO e non è semplice, perché unificare chi fa produzione e viene pagato per produzione, unificandolo con chi viene pagato per teste è complicato.
Vi faccio un esempio banale. Con questa modalità, l'ASL di Alessandria perderà delle risorse e non sarà una mozione , in cui si dice "a parità di risorse" a decretarlo, perché un conto è pagare le prestazioni che svolge l'Ospedale di Alessandria, un conto è pagare 1.800 euro che ogni alessandrino vale in termini di valore sanitario.
Nel momento in cui non ci sarà più un pezzo di quella produzione che viene fatta anche per altre realtà, gli alessandrini avranno i 1.800 euro pro capite, non avranno una cifra aggiuntiva rispetto alla produzione dell'ASO. Questo vale in tutti, perché se guardate i bilanci di un'ASO e di un'ASL, vedrete casualmente che i bilanci dell'ASO sono sempre più elevati.
Può anche essere giusto quanto dicono i colleghi del centrosinistra cioè che una fusione fra ASO e ASL può essere corretta. Io non lo so perché non l'abbiamo mai vista, ma vogliamo almeno, come chiede il documento del collega Berutti - e comunque noi lo chiederemo al Presidente della Commissione Ravetti, visto che è anche alessandrino - provare a sederci e discutere, prima di deliberare una fusione scellerata. Poi magari le carte mi diranno che ho torto, perché l'ospedale di Alessandria perderà o meno il valore anche economico di un ospedale di rilievo nazionale perderà meno risorse perché fa produzione e non ha solo il valore per testa.
Andiamo in Commissione e valutiamo se davvero ci sono le condizioni per arrivare a una fusione; successivamente, procediamo con la fusione.
Credo che il buonsenso del governare una cosa tanto delicata come la salute delle persone e il buonsenso di governare una cosa tanto complessa come la materia della sanità, dovrebbe portare a questo.
Non dico cosa penso rispetto alla scelta, ma credo che sia una scelta molto più legata alle persone, e non parlo dei Direttori generali presenti oggi. È molto più legata alle persone che non a una scelta di prospettiva però questo è un mio secondo pensiero e lo lascio lì, perché non vale niente.
Invece, se andassimo in Commissione a verificare se davvero è utile o non è utile, potremmo tornare fra 90 giorni a deliberare e, mi permetto di dire, che deliberiamo noi, perché è una competenza nostra.
Per quale motivo io, che ho la competenza, devo delegare la Giunta a fare un atto di cui sono competente? La competenza di programmazione sanitaria è una competenza esclusiva del Consiglio.
Se si vuole fare una delibera, il Gruppo del Partito Democratico farà una PDCR di fusione dell'ASO e dell'ASL e la presenterà al Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ottria.



OTTRIA Domenico

Molto velocemente, non mi addentrerò nelle ragioni per le quali ho sottoscritto la mozione di unificazione delle due Aziende. Dico al collega Vignale che concordo sull'esigenza di garantire i migliori servizi sanitari possibili.
Questa è la ragione per la quale ho sottoscritto questa mozione, non per strane ragioni che non conosco e che comunque non mi appartengono. L'ho sottoscritta, perché credo che sia uno strumento che può servire a migliorare la situazione del servizio sanitario nella nostra provincia almeno per quello che io conosco, per i limiti che ho visto non solo negli ultimi tempi, ma da qualche anno e, a maggior ragione, anche dopo la delibera 1-600. Questo l'ho già detto altre volte.
Credo anch'io che con la sanità non si debba scherzare e non credo che stiamo scherzando, così come i colleghi della minoranza non vogliono scherzare. È un tema troppo importante per i nostri cittadini per scherzare. Pertanto, do per scontato che l'approccio su questa materia sia serio da parte di tutti e non ho dubbi su questo.
Nel mio intervento nella seduta in cui abbiamo presentato la mozione avevo detto che, oltre a condividerne le ragioni, questa per me era l'opportunità per parlare nuovamente in Consiglio regionale, e in Commissione a maggior ragione, di questo tema. Questo l'ho detto con convinzione per aprire finalmente il dibattito e per questo volevo invitare anche il collega Vignale a sottoscriverla non nella sostanza, ma proprio nella modalità.
Una delibera proposta da un Gruppo politico è solamente un inizio dopodiché credo che un atto che vada ad accorpare due Aziende Sanitarie così importanti debba arrivare dalla Giunta. Successivamente lo esamineremo e magari lo miglioreremo, nel caso sia necessario.
Ripeto che condivido l'idea, ma io stesso mi riservo di vedere come sarà l'atto, perché magari io stesso potrò trovare delle problematiche e cercherò di dare il mio apporto per migliorarlo.
Concludo dicendo che condivido la mozione del collega Berutti nell'impegno, ma dal mio punto di vista mi sembra anche scontato. Non condivido magari gran parte delle premesse che ha citato, in particolare alcune frasi.
Credo che su questo tema dobbiamo essere seri, dobbiamo avere un approccio magari dettato anche dalle polemiche legittime della politica e delle parti di appartenenza, ma senza farci condizionare da interessi, e non dubito sul fatto che qualcuno di noi abbia degli interessi.
Anche il collega Berutti ha citato le dichiarazioni di alcune parti anche importanti, credo un'associazione di medici, che ha detto che con l'unificazione ci sarebbe il problema di unificare gli stipendi. Di fronte a un'affermazione del genere rimango allibito, perché non credo che sia questo l'approccio adeguato. Chiaramente ci sarà anche quel problema, ma in una scala da uno a cento, credo che questo sia il centesimo problema che dovremo affrontare. Credo che prima dovremmo entrare nella sostanza.
Per quanto mi riguarda, l'ordine del giorno è condivisibile nell'impegno, che per me è scontato, ma non è condivisibile nelle premesse e in alcune affermazioni.
Per me le ragioni sono chiare e per questo motivo mi asterrò anch'io nella votazione.



PRESIDENTE

Ho ancora iscritti a parlare il Consigliere Mighetti e la Vicepresidente Ruffino. Se siete d'accordo, riprendiamo domani l'argomento.
Alle 9.30 è convocata la Conferenza dei Capigruppo e si deciderà quando proseguire con la discussione dell'ordine del giorno.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.00)



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