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Dettaglio seduta n.216 del 05/04/17 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 9.33 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interpellanza n. 1422 presentata da Grimaldi, inerente a "Rischio per l'economia e l'ambiente della Val Mastallone derivante dall'eventuale realizzazione di centrali idroelettriche"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interpellanza n. 1422.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Nel gennaio 2016, alcuni abitanti della Val Mastallone hanno scoperto l'esistenza di numerosi progetti di centrali idroelettriche, circa 16.
Proprio nell'agosto di quell'anno si è formato un Comitato molto partecipato, che si è trasformato in Associazione Salvaguardia Val Mastallone, con finalità di promozione, difesa e valorizzazione delle potenzialità ambientali legate all'area.
L'Associazione, come noi, ritiene che quella valle sia da considerarsi a tutti gli effetti un'area ad elevata protezione, in base all'articolo 23 del Piano di Tutela delle Acque, in qualità di sottobacino minore del sottobacino Sesia, parte dell'area idrografica Alto Sesia.
Tuttavia, noi riteniamo che, a causa di un errore cartografico nella tavola n. 7 del PTA, sulle aree a elevata protezione la porzione superiore del bacino del torrente Mastallone non risulta individuata come tale.
In base all'articolo 5 delle Norme tecniche di attuazione del PTA, in caso di contrasto prevalgono le descrizioni normative sulle indicazioni cartografiche.
In base alle stime, la produzione idroelettrica, se venisse sfruttato a pieno l'intero reticolo del Mastallone, contribuirebbe meno dello 0,2 per cento alla produzione idroelettrica regionale e meno dello 0,02 per cento a quella nazionale.
Di fatto, Val Mastallone ha conseguito, prima in Italia, la certificazione ambientale UNI EN ISO 14001.
Inoltre, come l'Assessore sa, è dimostrata l'esistenza di un deficit idrico in relazione all'attuale trend meteo-climatico.
La realizzazione di impianti idroelettrici in questa zona incrinerebbe ineluttabilmente il delicato equilibrio che governa gli ecosistemi generando un impoverimento del territorio, a partire dalla sua vocazione turistica.
Come ho descritto nell'interpellanza, il Consiglio provinciale di Vercelli si è dotato di alcuni documenti che danno mandato alla Giunta di approvare in tempi brevi la definizione della strategicità di questi progetti idroelettrici nell'Alta Valsesia e di chiedere alla Regione di estendere questi concetti alla Val Mastallone.
In particolare, con la DGR del 14 gennaio 2015 sulla valutazione delle domande per il rilascio delle concessioni a uso energetico in Val Mastallone, la Provincia di Vercelli ha stabilito di "privilegiare, nel caso di domande concorrenti e che, conclusa l'istruttoria, presentino valutazioni similari, le derivazioni che abbiano un maggiore utilizzo della risorsa idrica rispetto all'estensione del corpo idrico sotteso dall'opera".
Inoltre, l'ex articolo 38 del PTCP era molto restrittivo in merito alle derivazioni in Val Mastallone.
Allora, interpello l'Assessore per sapere per quale motivo abbia modificato il PTCP della Provincia di Vercelli senza prendere in considerazione alcuna forma di specifica tutela che garantisca il mantenimento dell'elevata qualità ambientale e, in particolare, per chiedere se non ritenga che la Val Mastallone debba essere considerata parte di quell'Area a elevata protezione, come da PTA.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Rispetto a quest'ultimo punto che richiamava il Consigliere Grimaldi segnalo che il Piano di Tutela delle Acque, approvato dal Consiglio regionale il 13 marzo 2007, è successivo al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Vercelli, che venne adottato il 28 luglio 2005. Questa discrasia deriva dal fatto che il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Vercelli non si è adeguato al PTA, ma è stato redatto prima, successivamente il PTA ha introdotto questo meccanismo delle aree di salvaguardia.
La normativa del PTA all'articolo 23 da lei richiamato inserisce tra le aree a elevata protezione il territorio del bacino idrografico del Sesia a monte dei confini comunali di Varallo Sesia.
In applicazione al principio di gradualità, il PTA ha scelto, in un primo tempo, di preservare da utilizzazioni che mettano a rischio di compromissione la naturalità delle acque e dell'ambiente due specifiche aree in tutto il territorio piemontese. Oltre alla porzione del bacino del Sesia è interessata dalla norma di Piano anche una porzione del bacino del Chiusella.
La Regione per queste due aree ha ritenuto prevalente l'interesse pubblico di conservazione del territorio rispetto a ogni altra scelta di utilizzo della risorsa, facendo eccezione per la realizzazione di opere e interventi previsti da progetti di valenza strategica.
A conclusione di un proficuo confronto con la Provincia di Vercelli che è l'ente che autorizza, non è la Regione che autorizza le centraline e con l'Unione dei Comuni montani della Valsesia, la Regione Piemonte, con la deliberazione della Giunta del 28 settembre 2015, ha approvato le "Linee guida per il riconoscimento della valenza strategica di progetti ricadenti in Aree ad elevata protezione", che hanno consentito di verificare quali tra le richieste presentate per le utilizzazioni a scopo idroelettrico della risorsa idrica svolgevano anche una funzione di volano e di sostegno per le nuove iniziative volte a valorizzare e offrire opportunità ai territori di montagna marginalizzati.
A seguito di queste Linee guida e delle istruttorie per il riconoscimento della strategicità dei progetti, quattro proposte progettuali su undici sono state ritenute capaci di valorizzare il territorio sotto il profilo socio-economico, turistico, sportivo, culturale e della qualità della vita e hanno, quindi, potuto proseguire il loro iter procedimentale, attraverso le valutazioni ambientali previste dalla norma.
Vista la positiva applicazione delle Linee guida per la strategicità che ha consentito entro le aree a specifica protezione di verificare la sostenibilità puntuale delle istanze ad oggi presentate, adesso si procederà alla revisione del PTA, dove sarà possibile valutare l'estensione di questa peculiare forma di tutela ad altre porzioni di territorio piemontese di particolare pregio ambientale, inclusa la Val Mastallone.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Nomine

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1496 presentata da Vignale, inerente a "Nomina Presidente degli Ambiti Territoriali di Caccia e Comprensori Alpini"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n.
1496.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Com'è indicato all'interno dell'interrogazione e com'è noto ai colleghi e all'Assessore, nei mesi scorsi si è proceduto alla nomina dei Presidenti degli Ambiti Territoriali di Caccia e dei Comprensori Alpini, anche ai sensi della nuova norma e dell'accorpamento derivante dalla norma stessa.
La Provincia di Asti, come le altre Province, ha convocato i Comprensori e gli Ambiti territoriali per l'elezione dei Vicepresidenti.
Nell'ATC di Asti si è arrivati all'elezione del Presidente con 13 votanti.
Va ricordato che il numero complessivo dei componenti dell'Ambito Territoriale è di 20 e che la norma prevede che l'elezione del Presidente avvenga in forma palese con la partecipazione di almeno due terzi dei componenti.
I due terzi dei componenti, pertanto, corrisponde al numero 14, perch come la sentenza di Stato (la n. 1038 del 2005) rammenta, in un caso analogo di componenti di un Consiglio comunale non si possono computare le frazioni, salvo un arrotondamento che va sempre calcolato all'unità superiore, e quindi in questo caso la maggioranza qualificata prevista dalla legge, nella delibera sarebbe dovuta essere di 14.
Pertanto, la presente interrogazione è per sapere se la Regione ritiene che la votazione in oggetto sia valida, con tutto ciò che ovviamente ne consegue, nel senso che, qualora una votazione non si ritenesse valida anche i successivi atti che un Ente strumentale della Regione andrà a svolgere saranno, ovviamente, atti che potrebbero essere inficiati da un'elezione di colui il quale rappresenta l'Ambito Territoriale di Caccia non corretta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore alla caccia e pesca

Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Vignale.
Il Settore aveva già risposto su interrogazione del Commissario dell'ATC, dicendo che il numero per cui si intendevano i due terzi è 13, e quindi l'elezione è valida. Questo, in base alla giurisdizione prevalente per cui c'è una sentenza del TAR citata, che poi - naturalmente - le lascio.
Non sono invece applicabili i riferimenti che lei ha citato nell'interrogazione, perché riguardano altre casistiche. Nella fattispecie credo sia un Consiglio comunale per la nomina di un Difensore Civico (cose del genere).
Pertanto, nella giurisprudenza cui fa riferimento il Settore, si intende che l'arrotondamento avviene per i decimali più vicini all'unità: essendo 13,3 il decimale inteso sui due terzi dei 20, il virgola tre è più vicino al 13 che al 14.
Questo è il metodo che hanno applicato e che intendono valido.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.54 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Chiedo alla Giunta una comunicazione relativamente alle dimissioni del dottor De Micheli. Nel senso che - per carità - che un dirigente regionale intenda dimettersi dal suo incarico può essere assolutamente normale. Lo è un po' meno nel momento in cui, nell'arco di pochi mesi, la Regione perde per scelta del personale, sia il Direttore alla sanità sia il Vicedirettore alla sanità, nonché dirigente delle politiche sanitarie territoriali.
Pertanto, per evitare le valutazioni da giornale, ritengo che sarebbe corretto che venisse data una comunicazione in merito.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Vedo, dai documenti del Consiglio, che l'Assessore Saitta non c'è quindi mi faccio carico di chiedere alla Giunta quando l'Assessore sarà disponibile per svolgere la comunicazione.
Approfitto, perché anche l'Assessora Cerutti era disponibile a fornire una comunicazione che era stata chiesta dal Consigliere Pichetto, che per non vedo in aula. Magari ci mettiamo d'accordo, perché oggi pomeriggio l'Assessora non c'è.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Noi, invece, vogliamo chiedere comunicazioni alla Giunta in merito all'evento di lunedì che ha riguardato il tema FM5 e TAV.
Non so se oggi il Presidente Chiamparino, che ha partecipato attivamente all'incontro e ha anche rilasciato alcune dichiarazioni, sia presente o se ci sia l'Assessore Balocco, o - meglio - se ci siano entrambi. Vorremmo avere delle informazioni rispetto ad alcune dichiarazioni che abbiamo letto dall'ANSA, anche perché non eravamo presenti.



PRESIDENTE

Per favore, chiedo un po' di silenzio.
Grazie, Consigliera Frediani.
Mi informo, perché in questo momento non sono in aula né l'Assessore Balocco né il Presidente Chiamparino.
Le facciamo sapere.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Presidente, le chiedo, invece, di consentire a quest'Aula di osservare un minuto di silenzio per le vittime dell'attentato alla metropolitana di San Pietroburgo, visto che è stato fatto per molti altri casi analoghi di attentato terroristico. Ritengo, sinceramente, giusto che l'Aula tributi un minuto di silenzio in onore delle vittime e di vicinanza al popolo russo.



PRESIDENTE

Sì, Consigliere Marrone (lo comunico anche a tutta l'Aula): è stato programmato nel pomeriggio, sia per le vittime di San Pietroburgo sia per i bambini dell'attentato di ieri, in Siria. Quindi, oggi pomeriggio facciamo le due commemorazioni e i due ricordi, da questo punto di vista.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Ferraris e Pentenero.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 28 e 29 marzo 2017.


Argomento: Gruppi consiliari

c) Costituzione nuovo Gruppo consiliare


PRESIDENTE

In data 30 marzo 2017, l'Ufficio di Presidenza ha preso atto che, a decorrere dal 1° aprile 2017 il Consigliere Domenico Walter Ottria, che assume le funzioni di Presidente, e la Consigliera Silvana Accossato costituiscono il gruppo Articolo 1, Movimento Democratico e Progressista.
A decorrere dalla stessa data il Gruppo consiliare Partito Democratico passa da 26 a 24 Consiglieri.


Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministro ha esaminato, in data 31 marzo 2017, la seguente legge regionale e ha deliberato la non impugnativa: legge 7 febbraio 2017, n. 1, "Revisione della disciplina regionale in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina delle attività di volo in zone di montagna. Modifiche della legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2".


Argomento:

e) Riassegnazione proposta di legge n. 231 in sede referente


PRESIDENTE

È pervenuta una nota a firma dei Consiglieri Mighetti, Bertola, Bono Campo e delle Consigliere Batzella e Frediani in cui comunicano il parere negativo in merito all'esame in sede legislativa della proposta di legge n.
231, "Iniziative finalizzate al benessere sociale attraverso l'esercizio fisico strutturato e adattato. Istituzione dei percorsi e delle palestre salute degli stati generali dello sport e del benessere. Istituzione della settimana regionale dello sport e del benessere".
Tale provvedimento verrà quindi riassegnato in sede referente all'esame in sede congiunta della IV e della VI Commissione permanente.


Argomento:

f) Programmazione comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Comunico, infine, che l'Assessora Cerutti è disponibile a svolgere, in apertura di seduta, la comunicazione richiesta dal Consigliere Pichetto Fratin a seguito delle notizie apparse degli organi di stampa in merito al coinvolgimento delle istituzioni pubbliche in soggetti appartenenti al sistema delle cooperative nella gestione del sistema della solidarietà.
Ci metteremo d'accordo per una nuova riprogrammazione delle comunicazioni.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 14 e 15 marzo 2017.


Argomento:

Esame disegno di legge n. 237, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2017-2019"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 327, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2017-2019", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Gallo, che ha facoltà di intervenire.



GALLO Raffaele, relatore

Grazie, Presidente.
Oggi consegniamo al Consiglio regionale il disegno di legge sul bilancio dopo una lunga analisi e un lungo lavoro di Commissione in cui abbiamo esaminato circa 179 emendamenti, attraverso i quali abbiamo discusso sia di variazione di bilancio e di stanziamenti, sia di articolato del disegno di legge.
Oggi consegniamo all'Aula un disegno di legge che, prima di tutto focalizza l'attenzione su un bilancio in equilibrio tra le entrate e le spese; un equilibrio che si è riusciti a raggiungere grazie alla riduzione delle spese e alla profonda riorganizzazione messa in atto in questi anni anche nella macchina regionale, grazie ad un recupero dell'evasione che viene stimato in circa 70 milioni di euro, sia sul tema del bollo auto sia sul tema dell'IRPEF, che ci consegna, quindi, risorse aggiuntive da investire nella spesa per investimenti e nella spesa all'interno della nostra Regione.
Un bilancio che ha dei tratti molti importanti di investimento e di allocazione di risorse sul tema dello sviluppo economico e delle attività produttive. Questo è un bilancio che iscrive 20 milioni di euro di risorse nuove all'interno del bilancio per le attività produttive, in particolare modo focalizzato sulla legge n. 1 relativa all'artigianato, quindi rifinanzia le iniziative legate alle botteghe scuole-artigiane: rifinanzia la legge n. 1 a sostegno dell'artigianato, rifinanzia la legge n. 28 a sostegno dei centri commerciali all'aperto, quindi lo sviluppo commerciale dei nostri territori, e iscrive a bilancio risorse per circa 12 milioni di euro sul contratto di insediamento, una misura a oggi esaurita e che ha portato importanti investimenti sul nostro territorio Questa è una delle principali misure inserite nel disegno di legge finalizzate allo sviluppo economico, all'attrazione di investimenti e quindi, alla creazione di lavoro.
In questo bilancio si garantiscono le spese fondamentali della Regione Piemonte, quindi la spesa per il trasporto pubblico locale, che viene garantita anche nel pluriennale; viene garantita la spesa per il sociale quindi la spesa per il welfare a sostegno delle persone meno fortunate. La spesa sociale viene garantita per una parte attraverso il bilancio della sanità e per l'altra attraverso fondi regionali che vengono totalmente iscritti a bilancio, per un totale di 70 milioni di euro.
Vengono confermati gli stanziamenti per il diritto allo studio, per l'EDISU, per tutto quello che è il tema università e scuola. Su questo, in particolare, sono stati inseriti anche fondi per gli scuolabus e per il sostegno degli scuolabus in territori montani.
È un bilancio che, oltre ad essere in equilibrio, investe e garantisce risorse stabili anche nei prossimi anni sui temi fondamentali, in un contesto in cui - è sempre bene ricordarlo - ci troviamo a gestire una Regione che oggi mette in bilancio il pagamento di debiti legati alla situazione debitoria del bilancio per circa 547 milioni. È l'anno in cui noi paghiamo più rate relative ai mutui, anche perché rientrano in ammortamento i mutui della Cassa Depositi e Prestiti, su cui c'era stato un preammortamento.
Viene garantita la copertura dei disavanzi del 2014, la copertura relativa ai residui attivi e passivi, quindi un decimo e un trentesimo relativi a questi disavanzi. Una Regione che, in un contesto sempre difficile - ed è bene ricordarlo perché, dopo parecchi anni che si parla di una situazione difficile della Regione Piemonte, alle volte la si dà per scontata, non si ricorda più e si è assuefatti - noi riusciamo a garantire le spese sul sociale, sulla scuola e sul trasporto pubblico in modo stabile; riusciamo a investire risorse sulle attività produttive e, insieme a questo, ad avviare nelle prossime settimane il percorso per programmare l'attività di Finpiemonte, che con lo scorso bilancio 2016 era stata trasformata nella nuova finanziaria della Regione Piemonte. Oggi arriva al compimento del suo percorso, quindi con l'approvazione della delibera di Consiglio regionale potrà avviare la sua attività sul territorio.
Si tratta di un'operazione che smobilizzerà circa 600 milioni di euro per le attività produttive e, insieme a questo, inseriamo nel disegno di legge una misura legata agli investimenti per circa 25 milioni di euro a sostegno degli Enti locali. Attraverso questa misura, andiamo a dare delle risposte ai tanti temi aperti, che in questi anni abbiamo affrontato in Commissione, relativi al dissesto idrogeologico, alle bonifiche ambientali finalizzate all'amianto, al recupero del patrimonio delle case ATC all'edilizia scolastica e a piccoli interventi di manutenzione che i nostri Comuni potranno avviare sul territorio per le piccole manutenzioni di strade ed edifici pubblici e scolastici che attendono da tanto tempo. Una misura ulteriore che stimolerà gli investimenti.
Certo, in questo bilancio si potevano inserire tante altre cose; alcuni temi sono stati oggetto di discussione all'interno della Commissione sia da parte della maggioranza, sia da parte dell'opposizione e vedranno ancora una discussione in Consiglio regionale. In particolare, come maggioranza abbiamo posto l'attenzione in Commissione su due temi fondamentali.
Il primo è legato agli investimenti in ambito turistico e, in particolare, al sostegno alle micro-stazioni sciistiche, che sono un patrimonio per lo sviluppo turistico e dei territori montani e rispetto alle quali oggi dobbiamo fare un ragionamento di sostegno.
L'altro tema importante è rispetto allo stanziamento di ulteriori risorse a sostegno delle persone più deboli, in particolare per quanto riguarda il fondo morosità incolpevole.
Su questi temi abbiamo discusso in Commissione e continueremo a discutere in Consiglio regionale per perfezionare un disegno di legge comunque buono, che restituisce risorse alla collettività per gli investimenti, che smobilizza risorse per gli Enti locali, che garantisce la spesa sociale, la spesa per il diritto allo studio e la spesa per il trasporto pubblico in questo anno e nei prossimi e che garantisce, inoltre il pagamento dei debiti che gravano sul nostro bilancio per un totale, tra debiti e risanamento del disavanzo, di circa 800 milioni di euro.
Questa è una cifra che, purtroppo, dobbiamo sottrarre alle spese di investimento e alle politiche che potremmo mettere in atto a sostegno della Regione Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono, relatore di minoranza.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Noi siamo giunti oggi in Aula, che è il 5 aprile, a iniziare la discussione generale sul bilancio di previsione del 2017, che si porta dietro ovviamente anche il bilancio 2018 e 2019.
Prima di tutto, un rilievo in ordine alle tempistiche. È del tutto evidente che i bilanci previsionali, come dice la parola, dovrebbero essere di previsione, cioè dovrebbero essere approvati prima dell'inizio dell'anno a cui si riferiscono; quindi, la scadenza naturale dovrebbe essere il 31 dicembre dell'anno precedente a quello di riferimento. Di conseguenza, oggi siamo, come minimo, in ritardo di 3 mesi e mezzo.
Questa Regione, quindi, è una Regione particolare, lo sappiamo e lo diciamo da anni; è una Regione in grande difficoltà economico-finanziaria.
Abbiamo passato anni a cercare di capire di chi fossero le responsabilità e, soprattutto, anni per cercare di capire come uscirne.
Devo dire che il collega Gallo è stato ancora sobrio rispetto a un collega in I Commissione che si lasciò andare, dicendo che era un momento storico, un bilancio storico perché finalmente risanava la Regione. Quindi abbiamo apprezzato di più la sobrietà del collega Gallo, perché approvare un bilancio ad aprile significa comunque mettere in difficoltà anche tutti gli enti che dipendono dai finanziamenti della Regione, innanzitutto gli Enti locali.
Mi sono fatto un breve prospetto per dire che non è questa maggioranza non è il Vicepresidente Reschigna a fare i bilanci in ritardo, ma siamo sostanzialmente in ritardo almeno dal 2009, e non è che con la legislatura 2005-2010 della Bresso le tempistiche corrispondessero poi a bilanci migliori o più veritieri. Nel 2010 abbiamo approvato il previsionale il 1 giugno 2010, con il cambio di legislatura - e sottolineo a giugno.
Nel 2010 siamo riusciti ad approvare il previsionale del 2011 entro il 30 dicembre, mentre nel 2011 non abbiamo fatto l'assestamento e il previsionale venne approvato a maggio dell'anno successivo. A maggio dell'anno successivo fu approvato anche il bilancio previsionale del 2012 a febbraio dell'anno successivo fu approvato il previsionale del relativo al 2013, mentre il previsionale del 2014 fu approvato a maggio 2015 - e quindi qui siamo già alla Giunta Chiamparino con il Vicepresidente Reschigna - e il previsionale del 2016 fu approvato ad aprile 2016. Il previsionale del 2017, come ci auguriamo tutti, sarà approvato entro aprile 2017, perché sappiamo che l'esercizio provvisorio - oggi siamo in esercizio provvisorio - si può concludere entro quattro mesi dall'inizio dell'anno per evidenti ragioni di tempo; in questo caso si pagano solo le spese obbligatorie in dodicesimi. Quindi, si procurano grandi e gravi difficoltà all'Ente Regione e agli enti che dipendono dal finanziamento della Regione Piemonte.
Come prima cosa, considerando la questione delle tempistiche, siamo ad aprile e, quindi, abbiamo potuto vedere a febbraio lo scostamento nel bilancio 2016. Quindi, facciamo un passo indietro e ragioniamo sul bilancio 2016, perché il Presidente Gallo ha detto che ci sono una serie di temi che abbiamo finanziato, tra cui gli scuolabus e il diritto allo studio, e che stiamo puntando sul fondo per le morosità incolpevoli. Sono tutti temi che la nostra forza di opposizione ha sollevato.
Però noi dobbiamo dire una verità in questa sede di bilancio ancora in fase di previsione: i numeri che scriviamo, che scriviamo insieme - un po' di più la Giunta, un po' meno la maggioranza e quasi per nulla le opposizioni, nel senso che non riusciamo a emendare e a contribuire a scrivere - sono numeri sulla carta, fino a che non vengono assegnati. Anche se adesso mi si potrà correggere, perché non si dice più tecnicamente "assegnazioni", ma la sostanza è quella, cioè finché non vengono assegnati agli Assessorati a fine anno.
Abbiamo potuto vedere che nel 2016, a fronte di una serie di stanziamenti e su una serie di capitoli, anche frutto di emendamenti dei Gruppi di maggioranza e di opposizione, queste cifre, che sono sulla carta non sono state date agli Assessorati, quindi non sono state impegnate e, di conseguenza, non sono state pagate.
Un esempio su tutti è quello del fondo sociale per le morosità incolpevoli per gli inquilini degli alloggi di edilizia popolare. Noi avevamo fatto una battaglia su questo, perché lo prevede la legge: la Regione deve coprire il 60 per cento delle morosità incolpevoli degli inquilini degli alloggi di edilizia popolare. Questo 60 per cento ammonterebbe tra i nove e i dieci milioni di euro. La Regione ha impegnato milioni di euro, a fronte di una scrittura sui documenti di bilancio di sei. Quindi, è stato approvato un emendamento che incrementava a sei milioni il fondo sociale per la morosità incolpevole, ma poi ne sono stati erogati quattro.
Pertanto, già da oggi, cioè ad aprile - e ancora di più se faremo l'assestamento a novembre - chiediamo un'operazione trasparenza e un'operazione verità da parte del Vicepresidente Reschigna e della Giunta.
Se vengono stanziate delle risorse, chiediamo che queste siano il più possibile attinenti, vicine e prossime a quelle che poi verranno realmente impegnate, altrimenti andiamo a fare due volte un lavoro inutile.
Ci è stato detto che i Gruppi di opposizione facevano ostruzionismo in Commissione, quando abbiamo presentato un'ottantina di emendamenti tutti di merito, e questo dovrebbe essere un lavoro inutile. Il lavoro è ancora più inutile se viene approvato qualcuno di questi emendamenti, ma poi durante l'anno questi soldi scritti sulla carta non vengono erogati e non vengono assegnati.
Quindi, dobbiamo cercare di prenderci degli impegni, soprattutto se sono impegni scritti in un bilancio, e devono poi essere onorati, quindi devono essere impegnati e pagati.
Anche sull'altro tema sollevato dal collega Gallo relativo ai contributi ai Comuni e consorzi di Comuni per l'acquisto di scuolabus per il trasporto di alunni della scuola materna, l'anno scorso avevamo messo 500 mila euro, però poi è stato assegnato zero. È ovvio che non possiamo dire di avere ottenuto un risultato, se poi non viene assegnato e stanziato.
Questo è il primo grande tema su cui abbiamo chiesto conto alla Giunta.
Ci è stato dato un documento e c'è nella nota integrativa, un allegato che dice quali quote parti di quelle spese, scritte ma non assegnate, sono state poi riprese nel 2017. Questa diventa due volte una politica discrezionale della Giunta, che una prima volta decide che cosa realmente impegnare di quanto il Consiglio ha deciso; una seconda volta decide cosa riprendere l'anno dopo di quello che non ha impegnato. Su questo ci sentiamo di dissentire.
Ripetiamo che non è solo una pratica di questa maggioranza e solo del Vicepresidente Reschigna, perché si faceva, forse anche di più, nella scorsa Giunta, ma forse sarebbe ora di finire con questo comportamento, che è un comportamento, se mi si permette, non corretto nei confronti del Consiglio e dei Consiglieri, soprattutto non corretto nei confronti di coloro i quali si aspettano questi finanziamenti.
Il terzo tema riguarda la legge in sé. Dico una cosa abbastanza banale: la legge di bilancio dovrebbe essere una legge di bilancio.
Dovrebbe essere una legge che iscrive al suo interno l'Allegato 1 con tutti i capitoli di spesa in cui è suddiviso il bilancio, gli accantonamenti, tutti gli articoli che devono spiegare il bilancio. Noi qui abbiamo 22 articoli di cui solo i primi cinque o sei si riferiscono al bilancio, gli altri sono relativi a modifiche di leggi o di norme, quindi stiamo facendo una finanziaria, sostanzialmente.
La scorsa legislatura, il Vicepresidente Reschigna era abbastanza d'accordo anche con noi nel dire che un conto è il bilancio e un conto è la finanziaria. Perché il bilancio deve avere un andamento snello e veloce visto che spesso in questa Regione si fa in ritardo per le difficoltà di cui abbiamo già detto. Nel momento in cui si inseriscono 15 articoli che modificano delle leggi, noi lo recepiamo come un "libera tutti", nel senso che noi possiamo presentare, oltre all'ottantina dei nostri emendamenti di merito sul bilancio, un altro centinaio di emendamenti su modifiche di leggi che riteniamo più opportune.
Quindi, è solo per comprendere se questa è la prassi, perché noi siamo sempre stati, da questo punto di vista, coerenti con quello che dicevamo: nel bilancio non si fanno emendamenti di modifica di leggi e quant'altro.
Visto che, però, lo fa la Giunta e anche la maggioranza, con anche un emendamento - sicuramente condivisibile - che abbiamo votato, quello sul registro del contrassegno regionale dei disabili, allora a questo punto siamo coerenti, ma non siamo fessi, e presentiamo anche noi un po' di emendamenti di modifica di leggi.
Nella prima parte della relazione si parla del parere del CAL.
Il parere del CAL è un parere condizionato, cioè gli Enti locali danno un parere sulle leggi della Regione, perché a loro arrivano risorse dalla Regione, dice che è "condizionato ad assicurare i trasferimenti agli enti locali"; la Regione dice sostanzialmente che vengono mantenuti i trasferimenti per quanto riguarda i trasporti, e questo è corretto, e vengono mantenuti i trasferimenti alle politiche sociali.
Su questo mi permetto di aprire una parentesi, visto che è un tema all'attenzione del nostro Gruppo consiliare, di tutti i Gruppi consiliari e anche del Vicepresidente Reschigna.
Uscendo dal Piano di rientro sulla sanità, oggi la Regione può erogare dei servizi ulteriori rispetto a quelli sanciti dalle norme sui cosiddetti LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), quindi può anche pagare con risorse della sanità delle spese che prima non si potevano fare, perché si potevano fare con risorse della Regione. Sostanzialmente, ci sono due bilanci nella Regione Piemonte: uno è quello della sanità, che è intoccabile e che va alla sanità, e tutto il resto, che sono spese che la Regione può decidere dove allocare.
In passato, però, è successo che alcune ASL, come le ASL di Torino investivano molte risorse, fino a 28 milioni di euro, sugli assegni di cura per le cure domiciliari, ma altre ASL non facevano altrettanto. Noi abbiamo chiesto questo ripetutamente in Consiglio regionale; fermo restando che come dicono sempre il Vicepresidente Reschigna e l'Assessore Saitta, è più facile trovare 30 milioni in un bilancio di otto miliardi (bilancio sanità), che 30 milioni in un miliardo, anzi, anche 500 milioni di soldi liberi della Regione, quali garanzie ci date che le ASL adotteranno sul territorio un comportamento omogeneo e uniforme nei confronti di cittadini che hanno gli stessi diritti e le stesse esigenze? Perché se ci è stato detto, facendoli passare in sanità e la sanità è universalistica, e anche lì dovremmo dire "più o meno", ormai e quindi possiamo garantire gli stessi diritti a tutti, poi nelle ricadute concrete avete o abbiamo degli strumenti per garantire questo? Perché sulle politiche sociali, se si va a guardare il bilancio, la prima cosa che dice non è vera! Reschigna sta dicendoci bugie, ma non è esattamente così, nel senso che i soldi sono meno stanziati perché si è fatto un accordo per cui le ASL dovranno erogare la quota parte che manca degli assegni di cura domiciliari, degli extra LEA. Quindi, mancavano una cinquantina di milioni 19 sono stati aggiunti con l'emendamento n. 174) al fondo delle politiche sociali e noi siamo contenti, perché chiedevamo di recuperare buona parte della cifra, ma ne mancano ancora 31. Su 31 bisogna avere, come minimo, un accordo, quindi presenteremo un ordine del giorno in questo senso, perch non possiamo fare altro, che impegni la Regione, il Direttore generale dell'Assessorato alla sanità e i Direttori generali delle ASL a far sì che venga rispettato quanto stiamo dicendo.
Infine, l'ultimo tema, visto che il tempo stringe, riguarda il Piano di assorbimento del disavanzo finanziario al 1° dicembre 2014, come diceva il collega Gallo, un trentesimo della ricognizione straordinaria dei residui che erano due miliardi, e un decimo del disavanzo finanziario reale, che era un miliardo e due.
Il famoso Piano di riequilibrio finanziario. Sa che glielo diciamo riferito a tutti i bilanci: nella nota integrativa c'è una paginetta in cui c'è qualche cifra rispetto al Piano di riequilibrio finanziario, ma un piano di riequilibrio è un piano e non una paginetta all'interno della nota integrativa.
Stiamo continuando a chiedere se riusciamo prima della fine della legislatura, che non sappiamo se sarà al 2019 o un anno prima, magari, per le sentenze sulle firme...



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide, relatore

Beh, quando sarà, sarà. Visto che potrebbe esserci questa alternativa di una durata minore, riusciamo a consegnare un piano di riequilibrio finanziario ai posteri, alla prossima legislatura, che dica 2018, 2019 2020, riduzione di spesa su questi capitoli, in maniera ben fatta e concreta? Perché ci sono state scritte tante cifre, ma di tutte queste cifre complice anche l'empasse grattacielo, ne sono entrate molto poche, molto poche: sono entrati un po' di affitti e sulle partecipate; l'unica cosa che è stata fatta è stata la riduzione di un milione sulle ATC con l'accorpamento, e invece di risparmiare sulle partecipate, giustamente, è stato messo un fondo rischi di 13 milioni di euro. Quindi sulle partecipate non vedo risparmi; sul personale, c'è stata una riduzione, ma dall'altra parte c'è stato l'ingresso del personale delle Province. Dovevano esserci venti milioni di risparmio sui trasporti con le gare - poi ne parleranno i colleghi, sicuramente meglio di me - e non si è visto nulla.
Sostanzialmente, è una Regione che, dopo i primi due anni di fermento si è fermata. A noi sembra che stiate "vivacchiando" pur nelle difficoltà ovviamente, finanziarie, che ci sono, nazionali e non, forse in attesa "scollinata" la metà del mandato, di una sentenza di qualche tribunale o della fine naturale della legislatura.
Chiediamo un impegno, un coinvolgimento dei Consiglieri di opposizione che sono in grado di dare una mano e fare delle proposte concrete, per cercare di rilanciare questa Regione e farla uscire da quel tunnel che oggi ancora non è stato assolutamente imboccato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al secondo relatore di minoranza, Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo, relatore

Grazie, Presidente.
Voglio iniziare con una considerazione nei confronti del Vicepresidente, che è quella di apprezzamento per un lavoro di ristrutturazione fatto in questi anni dal punto di vista contabile e tecnico, così come di tutta la struttura, certamente indiscutibile.
Naturalmente, da questo lavoro, come dicevo, entra in gioco la scelta politica, quello che tutta l'Assemblea, con tutta la maggioranza, si trova a preparare nel bilancio di previsione.
Qui emergono tutta una serie di considerazioni e di riflessioni che ci trovano abbastanza distanti da quello che ci è stato proposto in Commissione e da quello che è arrivato in Consiglio.
Dico questo perché anche dalla relazione del collega di maggioranza sorge spontanea una considerazione: il recupero dell'evasione dovrebbe essere ordinaria amministrazione; non credo, quindi, che occorra un proclama. Dovrebbe essere considerato la normalità.
Per il resto, è vero che quest'anno la rata legata al debito residuo è importante, però, purtroppo, ce la porteremo fino al 2045; anche nei prossimi anni, se non erro, si aggirerà sui 500 milioni. È un elemento che dunque, non riguarderà solo questa Giunta, ma anche quelle future.
Quello che emerge dalla proposta è, sostanzialmente, "ordinaria amministrazione", il che ci induce a fare qualche considerazione. Le considerazioni nascono proprio dal fatto che la tanto declamata uscita dal piano di rientro, in questo caso non si vede in modo così eclatante soprattutto per quanto concerne i numeri legati alla mobilità passiva (chiederemo il dettaglio in modo puntuale e ben definito). Se non sono cambiati i dati, si parlava di 250 milioni (alla fine prendono anche qualcosa del precedente): sono certamente numeri importanti, soprattutto quando vanno a crescere. Ciò significa che, da una parte, si è fatto un percorso, ma che, dall'altra parte, le strategie portate avanti fin'ora non hanno portato a quei grandi risultati auspicati a inizio legislatura quando era iniziato un percorso di ipotetica ristrutturazione del mondo sanitario. Dunque, da una parte si taglia, dall'altra si mette: questo chiaramente, non è un percorso che porta a dei risultati; semmai indebolisce la possibilità che ha la Regione di investire sulle politiche regionali.
A questo punto, direi che possiamo entrare un pochino più nel merito delle tematiche che, come Gruppo consiliare, abbiamo sollecitato.
Rispetto agli anni precedenti, dove magari l'azione esercitata era sicuramente più forte, ma soprattutto più votata ad un muro contro muro abbiamo cercato di mettere sul tavolo degli emendamenti puntuali di merito anche se, naturalmente, sono stati cassati. Per carità, si potrebbe anche accettare la situazione se dall'altra parte si scorgessero delle strategie di una certa logica. Ma nel momento in cui non riscontriamo alcuna strategia globale che porti ad azioni di grande impatto sul mondo regionale, quindi sui cittadini, in termini positivi, sorgono ulteriori preoccupazioni. Potrei capirlo su tematiche non dico di profilo inferiore perché ogni tematica ha la sua importanza, ma parlando, ad esempio, di trasporto pubblico, non vediamo grandi investimenti a livello strutturale non vediamo grandi potenziamenti. Anzi, vediamo delle riduzioni, leggendo e confrontandoci con i territori locali.
Anche qui ci poniamo delle domande: è vero che lo Stato trasferisce delle risorse e su questo perimetro la Regione cerca di muoversi; per sappiamo benissimo che la sufficienza non c'é mai. Quindi, alla fine bisognerebbe cercare di investire di più.
Per quanto concerne le realtà locali, non dobbiamo dimenticare che da alcuni anni - precisamente dalla legge Delrio in poi - il territorio regionale è vittima di questa legge folle che ha sostanzialmente demolito i territori, a partire dalle Province, creando un grandissimo caos, tra l'altro in una situazione di stand by (perché il referendum ha cassato, di fatto, l'azione, di conseguenza oggi siamo in uno stato di limbo) situazione aggravata ulteriormente dal fatto che non si trasferiscono risorse. E qui entrano in gioco una serie di ricadute di carattere pratico perché parliamo di strade, parliamo di scuole, parliamo comunque di situazioni importanti: trasferimenti di questo tipo non consentono alle realtà locali di sostenere questo tipo di investimenti. E chi ne paga le conseguenze? Le pagano i cittadini. Perché possiamo immaginare cosa pu succedere agli ambiti scolastici, dove la sicurezza è fondamentale. Questa è una problematica.
Vi sono altri aspetti che riteniamo abbiano una valenza di carattere regionale: mi riferisco, ad esempio, alla Polizia locale, altro elemento da cui non possiamo più prescindere. Perché è vero che la configurazione è più localistica, però dobbiamo partire dal presupposto che siamo la Regione e come tale, abbiamo determinate competenze, per cui dobbiamo cominciare a metterci in gioco; non possiamo più permettere che ci si muova a compartimenti stagni. Questa è un'altra problematica di grande rilievo.
Ci sono altri aspetti che in parte sono stati purtroppo "coperti" (avevo in mente un altro termine, ma non credo sia il caso di usarlo) dalle disgrazie dal punto di vista delle calamità naturali. Mi riferisco ovviamente, al problema della gestione dei fiumi e dell'assetto idrogeologico. Va riconosciuto che in questo settore qualcosa è stato impegnato, però sull'assesto idrogeologico sono quisquilie. Fortunatamente qualcosa è stato trasferito a seguito delle alluvioni, sebbene, anche lì ci sarebbe da discutere, perché ci sono stati territori che hanno ricevuto grandi benefici, altri che ne hanno ricevuti decisamente meno. Ma questa è un'altra storia. Anche qui, c'era la possibilità di prevedere qualcosa in più, a livello di risorse, dal punto di vista delle ricollocazioni.
Il problema vero è che ci sono molti altri territori che, sebbene non siano stati fortunatamente colpiti dall'alluvione, risentono comunque di problemi di dissesto idrogeologico. E sappiamo bene che un dissesto non curato nell'immediato può creare in futuro costi nettamente superiori.
Stando a quanto diceva il Vicepresidente, pare che sulla legge n. 18 debbano entrare delle risorse: lo auspichiamo. Perché in questi anni abbiamo denunciato queste criticità anche nei confronti dei Sindaci e degli Amministratori, che oramai sono alla canna del gas con le poche risorse a disposizione per governare i territori. É, dunque, un aspetto positivo anche se, naturalmente, attenderemo di vedere i numeri.
Ci sono altre situazioni che avevo toccato precedentemente e che riguardano l'ambito regionale: mi riferisco, ad esempio, all'adeguamento degli strumenti urbanistici. Sembra un aspetto banale, ma non lo è: tutti sappiamo che la legge nazionale sul consumo del suolo - così come quella regionale, che vuole essere più realista del re - richiederebbe una revisione globale della materia: noi destiniamo un milione di euro. Il che vuol dire che su 1.200 Comuni che dovrebbero rimettere mano agli adeguamenti eventuali e addirittura al rifacimento dei piani regolatori potete immaginare che daremo mille euro a ogni Comune. Il che ovviamente mi pare abbastanza paradossale.
Inoltre, c'è un altro aspetto che ritengo dovrebbe essere una vera linea strategica e politica. Questa Regione negli anni passati, pur ribadisco - anche facendo qualche mutuo, ma soprattutto qualche investimento importante, è però una Regione che si caratterizzata sull'aspetto turistico-culturale. Onestamente, in questi anni, grandi strategie e grandi investimenti su queste tematiche e ancora su questo bilancio non mi pare di vederne.
Se mi mettessi al posto del Vicepresidente, mi renderei conto che è difficile, ma quello che manca sono più le strategie che non gli elementi di sostanza. Quello che non emerge è una strategia, cioè la caratterizzazione di determinate logiche, tematiche e soprattutto di determinati settori che potrebbero invece dare uno sprone, ma soprattutto continuare ad alimentare gli investimenti. Perché credo non sia possibile che determinati governi e determinate legislature percorrano una strada e altre legislature ne percorrano altre o, meglio, è vero che ogni linea pu avere una caratterizzazione, però è anche vero che non si possono mandare (tra virgolette) "a ramengo" determinate strategie, soprattutto determinate politiche, fatte bene nel tempo, che quindi possono dare risorse economiche e ritorno economico.
Sappiamo che in alcuni casi non sono necessari grandi investimenti, ma sono necessarie determinate linee che possono essere di stimolo agli investimenti e alle azioni territoriali dei singoli imprenditori o dei singoli cittadini che si vogliono ricaratterizzare, anche alla luce del fatto che noi abbiamo una situazione di disoccupazione, a livello generale di persone tra i 40 e i cinquant'anni che sono rimaste "con il cerino in mano".
Allora, anche questa strategia, unita ai fondi di FESR, legata alla formazione e a tutto il resto, potrebbe essere un elemento di raccordo finalizzato a stimolare nuove iniziative e nuove piccole iniziative imprenditoriali, oltre a tutto quello che gira attorno al settore turistico, al mobiliare, servizi, enogastronomia e tutto il resto. È vero che c'è il PSR, è vero che ci sono altre opportunità a livello di sviluppo economico, non dimentichiamo che questa Regione ha tre miliardi da gestire sui fondi europei, quindi credo che determinate linee che vadano in parallelo o che convergano su questo tipo di azione siano molto importanti.
Ecco, questo aspetto noi non l'abbiamo colto, ma se il Vicepresidente ci illuminerà, saremo sicuramente nella condizione di poter anche accogliere le considerazioni, però in questo caso, obiettivamente, a noi questo manca molto.
Sicuramente, ci sono altre situazioni su cui non è il caso di entrare situazioni minori seppure sempre importanti, però sicuramente ci sono anche i colleghi che avranno modo di essere più esaustivi di me.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "ENGIM Piemonte" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto "ENGIM Piemonte" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 237, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2017-2019" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 237, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2017-2019", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Procediamo con la discussione generale sul provvedimento.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Penso che il mio collega Massimo Berutti abbia già fatto un intervento che riassume quello che è il pensiero di Forza Italia, ma credo sia importante, in funzione anche di quella che è stata la relazione del Consigliere di maggioranza, fare alcune riflessioni.
Devo dire che avevo immaginato alcune riflessioni ma poi, aprendo un autorevole organo di stampa di Torino, qui presente anche in Aula, vedere due pagine sull'allarme vaccini con un "marchettone" - scusatemi se lo definisco così - sulla Regione Piemonte, mi manda in bestia, perché noi per mesi abbiamo sottolineato come autorevoli rappresentanti dell'Assessorato dicevano di non vaccinare i bambini. Quindi, capite che ogni tanto l'opposizione diventa leggermente nervosa nel momento in cui vediamo un Piemonte, come diceva precedentemente anche il collega Gallo (l'unica cosa su cui siamo d'accordo) assuefatto. Lui prima ha usato la parola "assuefatto".
Ebbene, noi siamo assuefatti alla crisi, assuefatti al fatto che il Piemonte tanto non può andare diversamente da come sta andando adesso assuefatti al atto che dobbiamo continuare a redigere un bilancio esattamente come si fa da 25 anni.
Ribadisco ciò che ha detto il collega Berutti: ringrazio il Vicepresidente Reschigna, non è piaggeria perché sappiamo del lavoro egregio che ha fatto, ma mi chiedo solo dov'è il resto della Giunta. Mi chiedo dov'è l'impegno alla non assuefazione della Giunta; mi chiedo come si possa dire che usciamo dalla crisi con 12 milioni di euro sui contratti di insediamento, quando ricordo a tutti e, soprattutto, ai colleghi che c'erano nelle precedenti legislature, che soltanto per la Pirelli di Settimo abbiamo messo sette milioni e non è finita. Con 12 milioni, collega Gallo, non andiamo da nessuna parte, perché i contratti di insediamento devono avere una strategia industriale dietro, cosa che questa Regione in questo momento non ha.
Le uniche risorse che possiamo usare per far uscire la Regione dalla crisi sono i fondi FESR e FSE, con misure che ricalcano pedestremente la programmazione di dieci anni fa, perché ricordo che la programmazione del vecchio POR-FESR-FSE risale a dieci anni fa. Abbiamo pedestremente copiato ciò che la Regione Piemonte aveva immaginato non dieci, ma 15 anni fa perché si comincia a ragionare sui fondi europei almeno due o tre anni prima.
Domanda: ma dove vogliamo andare? Dove vogliono andare maggioranza e opposizione? Dove vogliono andare gli organi di stampa, che continuano a immagine non solo una Torino che non esiste, ma anche un Piemonte che non esiste? Allora Forza Italia, e mi permetto di parlare a nome del centrodestra è pronta a giocare una partita. Mi pare che anche negli emendamenti che sono stati sistematicamente bocciati perché ricordo - sempre al collega Gallo - che quelli di maggioranza sono stati ritirati, non sono stati neanche discussi, li avete ritirati. Quelli a firma Gallo-Gariglio sono stati ritirati, oppure non eravate presenti e quindi non sono neanche stati discussi.
Gli emendamenti dell'opposizione, emendamenti di natura costruttiva...



(Commenti del Consigliere Gallo)



PORCHIETTO Claudia

Non eravate presenti, ma mi permetto di sottolineare che non eravate presenti su una parte delle riunioni: infatti, sono stati ritirati e neanche discussi. Dopodiché, avete fatto la scelta di ritirarli tutti, ma ci mancherebbe.
Se la Commissione non serve e quindi si chiede di bocciare tutti gli emendamenti, a parte qualcuno che è soltanto filosofico e non di contenuto io mi chiedo il motivo per cui continuiamo a passare delle ore in Commissione, nel momento in cui anche un'opposizione cerca di costruire un percorso per far uscire il Piemonte dalla crisi. A me non sembra che questo si stia facendo.
Non abbiamo un percorso di strategie; sul tema delle società partecipate - l'hanno già detto prima i colleghi sia del Movimento 5 Stelle sia il collega Berutti - non abbiamo ancora capito, dopo tre anni, qual è il percorso che si vuole portare avanti in merito. Lo dice chi non c'è riuscito nella precedente legislatura, ma d'altronde siamo andati a casa e ci sarà stato un motivo per cui siamo andati a casa! Mi permetto di sottolineare che è successo mica soltanto a causa di "rimborsopoli", in cui c'eravamo dentro tutti quanti, ma forse perché il Piemonte non era soddisfatto. Non penserete mica che il Piemonte sia soddisfatto della gestione che c'è in questo momento di centrosinistra? Le lamentele ci sono! Allora, se siamo persone che hanno un senso di responsabilità, come maggioranza e opposizione possiamo immaginare un percorso condiviso che decida però dove vogliamo mandare il Piemonte? Se il Piemonte è ancora una regione, così come fanno Veneto e Lombardia, che ha una tradizione manifatturiera, allora a dispetto di tutti investiamo veramente. Ricordo, Vicepresidente Reschigna, solo perché c'è lei in questo momento sui banchi della Giunta, oltre chiaramente ai tre colleghi, che però gestiscono deleghe diverse, che sul tema della mappatura dei siti industriali - mi scusi l'inglese tecnico, ma mi piace dirlo così siamo al "pian dij babi", perché non è stato fatto nulla! Lo stiamo chiedendo da anni! Le risorse, forse, continuano a essere allocate, Finpiemonte non ha fatto nulla! E l'abbiamo nuovamente richiesto con gli emendamenti che abbiamo presentato.
Come immaginiamo di fare crescere delle nuove imprese, start up o meno se neanche sappiamo quali sono i siti che possiamo mettere a disposizione? Le crisi delle aree complesse non le abbiamo definite; ci sono delle misure, anche di livello nazionale, su aree di crisi non complesse che potrebbero essere condotte con risorse nazionali, ma in cui occorre una cabina di regia a livello regionale. Abbiamo intere aree che sono ricomprese in questo pacchetto, eppure non c'è stata assolutamente una cabina di regia per uscire da questo impasse.
Vicepresidente, lei lo sa - io non mi soffermo su altro, cerco di essere brevissima - abbiamo bisogno veramente che la Regione nei prossimi due anni cambi il passo, oltre a gestire in modo encomiabile quello che è stato il pregresso. Lo abbiamo fatto anche noi, più o meno male non ve lo so dire, ma su questo non ho nulla da dire, ho da dire sulle strategie, che non esistono, della Regione Piemonte.
Auspico che i colleghi prendano questo - permettetemi - sfogo non come e non lo è assolutamente - un attacco alla maggioranza, non lo è, è un provare a caricare la sveglia e chiedere un cambio di passo alla Giunta regionale e alla maggioranza di questa Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Volevo ricordare che usciamo da un lavoro di Commissione che, come sempre, è stato da parte nostra molto partecipato. Abbiamo cercato di dare il nostro contributo con emendamenti di merito, infatti ne abbiamo presentati in seduta di Commissione ben 80, che sono stati tutti illustrati con motivazioni a supporto, riteniamo condivisibili, che però sono stati tutti bocciati. Quindi, come sempre, arriviamo in Aula con un bagaglio di 80 bocciature di nostre proposte. Ovviamente, la discussione qui riparte e noi torneremo a portare all'attenzione dell'Aula i temi che ci sembrano più rilevanti e sui quali chiediamo un maggiore impegno da parte della Giunta.
Vorrei partire dall'articolo 4 dello Statuto della nostra Regione, che recita: "La Regione esercita la propria azione legislativa, regolamentare e amministrativa al fine di indirizzare e guidare lo sviluppo economico e sociale del Piemonte verso obiettivi di progresso civile e democratico".
Noi crediamo che questo tipo di ragionamento sia venuto un po' a mancare negli ultimi anni, soprattutto nella parte relativa allo sviluppo economico e sociale, particolarmente per quanto riguarda gli obiettivi di progresso, un progresso che sia civile e democratico.
Questo è particolarmente evidente nell'ambito della cultura - mi spiace, l'Assessore Parigi non se ne abbia a male. L'Assessora è abituata alle mie osservazioni, siamo qui per dialogare, quindi, sicuramente io rispetto il suo ruolo e, ovviamente, lei, come sempre, rispetterà il mio pertanto spero ascolti quanto sto per dire.
La disponibilità dei fondi nella cultura non è sempre garanzia di crescita nel sistema culturale, perché bisogna vedere anche come questi fondi vengono gestiti e utilizzati.
A nostro avviso, come più volte abbiamo fatto presente, nella gestione dei fondi della cultura ci sono alcuni meccanismi che non consentono una partecipazione attiva di tutti i soggetti che potrebbero contribuire alla crescita del sistema culturale.
Ricordiamo le principali leggi; tra l'altro, viviamo un momento di revisione del sistema normativo della cultura, e proprio a questo punto dobbiamo intervenire per cercare di riprendere quei principi che hanno dato origine alle leggi che hanno fondato il sistema culturale per tutti questi anni. In particolare, nella legge n. 58/1978 leggiamo che la Regione si pone l'obiettivo di favorire la tutela, la valorizzazione l'utilizzazione...



PRESIDENTE

Consigliera Frediani, solo un secondo: colleghi, permettiamo ai ragazzi di ascoltare gli interventi e a chi interviene di procedere in tranquillità.
Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, gliene sono grata.
Riprendo un attimo la citazione della legge n. 58/1978: l'obiettivo della Regione è "favorire la tutela, la valorizzazione e l'utilizzazione da parte di tutta la popolazione dei beni culturali e di promuovere l'incremento e la gestione democratica delle relative strutture".
Poi, la legge n. 68/1980, un'altra delle leggi fondamentali del sistema culturale della Regione, recita "al fine di contribuire ad una maggiore fruizione sociale dello spettacolo di prosa e alla crescita civile e culturale dei cittadini". In altre parole, nelle leggi fondanti il sistema culturale non si fa riferimento al turismo, all'aumento di visite, al richiamo degli eventi.
Queste sono le finalità del sistema culturale della Regione, quindi è a questo che noi vorremmo tornare. Sono principi che sicuramente sono ancora validi, speriamo - noi faremo in modo che questo possa realizzarsi - siano ripresi nel testo unico legislativo che stiamo elaborando.
Però, notiamo che, a fronte di questi impegni della Regione - che sono presenti nelle leggi fondanti della cultura - c'è un abuso di alcuni strumenti, quale quello della convenzione, che è sicuramente uno strumento flessibile, che può, in alcuni casi, cercare di evitare quelle lungaggini dovute, magari, anche al sistema di rendicontazione, che viene imposto agli operatori del sistema, tuttavia, molte volte, diciamo che si affida un po' troppo alla discrezionalità delle scelte dell'Assessorato. Se pensiamo che su 25 milioni per iniziative in ambito culturale solo sei sono affidate con procedura di evidenza pubblica, diciamo che, se vogliamo parlare di apertura del sistema culturale, di democraticità e di garanzia di accesso per tutti, siamo un po' lontani dall'obiettivo.
L'ultimo esempio più lampante - se n'è occupato anche il collega Appiano la scorsa settimana attraverso un'interrogazione - riguarda il Museo delle Scienze, che è un caso emblematico.
Il Museo delle Scienze, tra l'altro, è destinatario di alcuni fondi stanziati anche in questo bilancio previsionale, già ne sono stati impiegati parecchi, speriamo che a breve possa essere riaperto. Sappiamo che è stato istituito con legge regionale n. 37/1978, però sappiamo anche che c'è un progetto in corso che prevede una sorta di privatizzazione di questo museo. Anche qui mi rifaccio alla legge che l'ha istituito, con precise finalità: "1) Promuovere l'incremento della cultura scientifica di massa incentivando l'interesse della popolazione, soprattutto giovanile, per le scienze naturali; favorire attraverso la messa a disposizione di apposite strutture, la formazione di quadri tecnici specializzati nel campo museologico e della divulgazione scientifica e migliorare la preparazione di quelli esistenti, anche attraverso l'aggiornamento scientifico e la sperimentazione delle moderne tecniche di trasmissione della conoscenza.
2) Mettere a disposizione degli studiosi e della popolazione piemontese una struttura idonea a conservare, utilizzare e valorizzare le collezioni di proprietà dell'Università di Torino".
Quindi, non dobbiamo dimenticare i motivi per cui è nato questo Museo che sono soprattutto obiettivi di utilizzo da parte dei cittadini e di arricchimento scientifico e culturale.
Allora, se pensiamo di rendere questo un museo di grande richiamo per i turisti, forse, siamo sulla via sbagliata, dovremmo pensare alle finalità del museo e a un tipo di programmazione che, invece, possa valorizzare proprio quelle finalità, cercando di conservarlo come ricchezza per i cittadini piemontesi, ma non solo, ovviamente; diciamo che l'aspetto di studio e di formazione dovrebbe servire anche a richiamare un pubblico proveniente da fuori regione, ma sempre tenendo fede alle finalità per cui è nato. Dunque, consegnarlo ai privati non è sicuramente una opzione prevista in queste finalità.
Parlando invece di altri aspetti di questo bilancio, quali l'istruzione e gli investimenti in istruzione, noi, come Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle, abbiamo dato un segnale forte restituendo, questa volta, i nostri fondi derivanti dalla rinuncia a una parte degli stipendi, all'edilizia scolastica.
Per noi è un tema sicuramente prioritario. Ci rendiamo conto che si tratta di una goccia nell'oceano, però ha voluto essere un segnale per dire quali siano per noi le vere opere che devono essere al centro delle priorità della Regione Piemonte. Quindi, prima di tutto, l'edilizia scolastica, perché è impensabile mandare degli studenti in una scuola con il rischio che un controsoffitto crolli sulla loro testa, come purtroppo è successo molte volte nei nostri istituti.
Per quello che riguarda gli investimenti, quindi quello che la Regione decide di destinare alle famiglie, noi crediamo sia necessario dare massima priorità a questi fondi. Adesso siamo in un momento di passaggio per quello che riguarda i buoni scuola, non abbiamo ancora un riscontro rispetto ai voucher, non sappiamo se tutte le richieste verranno esaudite probabilmente ci sarà qualche famiglia che non sarà esattamente soddisfatta di questa innovazione e di questo passaggio ai voucher. Sicuramente l'impegno dovrà essere costante nel tempo, quindi non basta investire i primi anni, stanziare i fondi i primi anni e poi far mancare risorse negli anni successivi. Speriamo che ci sia l'occasione di fare il punto della situazione in Commissione per vedere se le risorse dovranno essere rimodulate nei bilanci successivi.
Chiediamo, ovviamente, un maggiore impegno per l'aiuto alle famiglie soprattutto per quello che riguarda i trasporti. Ci sono studenti che si trovano al di fuori dell'area Formula ferroviaria che sono costretti a pagare degli abbonamenti assolutamente indecenti. Non è possibile che non si possa garantire il trasporto pubblico a studenti che devono raggiungere la propria scuola. Da questo punto di vista, l'emendamento presentato in Commissione è bocciato. Ci aspettiamo che ci sia una maggiore sensibilità da parte della Giunta.
Per quello che riguarda il tema del lavoro e dello sviluppo, abbiamo sotto gli occhi di tutti che manca una strategia complessiva, che stiamo vivendo un po' alla giornata, che affrontiamo anche le crisi aziendali un po' come arrivano, un po' alla volta, senza avere una risposta a lungo termine che sia in grado di risolvere questa crisi che da troppi anni investe la nostra regione.
Le risposte che sono state date utilizzando degli strumenti come i buoni che vengono consegnati ai disoccupati, purtroppo, molto spesso, si perdono nei meandri del sistema formativo. Noi preferiamo che i fondi arrivino direttamente ai lavoratori o, meglio, ai disoccupati, alle persone che vogliono ricollocarsi, e che vengano dati meno fondi alle agenzie formative, agli enti intermediari che ormai campano sulla disoccupazione.
Per loro il disoccupato è un business. Noi chiediamo che venga dato maggior sostegno ai disoccupati e meno sostegno a tutti quegli enti che vivono un po' di questo stato di disoccupazione che, purtroppo, è molto diffuso nella nostra regione.
In ultimo, chiediamo maggiore attenzione per il lavoratori, soprattutto per quelli che sono impiegati all'interno di appalti, in enti che hanno a che fare con la Regione Piemonte. Credo sia inutile fare cenno ai lavoratori della Venaria Reale, ma è il caso emblematico di una situazione sulla quale la Regione avrebbe dovuto sicuramente fare di più ma purtroppo, fino adesso, non abbiamo visto risultati concreti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Cercherò di fare una valutazione sul bilancio non relativo alle modifiche che apporteremo con gli emendamenti nel corso della discussione di bilancio, ma una discussione di carattere generale.
Anzitutto sulla validità stessa del bilancio e l'importanza della nostra discussione. Presidente e Vicepresidente Reschigna, il Consigliere Gallo, giustamente, diceva che abbiamo passato molti pomeriggi in sede di I Commissione, prima ancora nelle sedi competenti, per analizzare settore per settore il bilancio e per analizzare una serie di emendamenti che i partiti e di maggioranza e di opposizione hanno proposto.
Al di là del fatto che quando gli emendamenti sono interamente cassati il rischio è quello di assistere a una ritualità - l'opposizione li presenta, così come la maggioranza, e la Giunta dà parere negativo - ma il tema è un altro. Il tema vero è che noi rischiamo sul documento più importante che la Regione ha, perché è il suo documento di programmazione triennale - poi tornerò su questo aspetto - rischiamo di recitare un po' a soggetto. Oggi facciamo una discussione importante perché discutiamo il bilancio della Regione, tanto sappiamo che il documento che la prossima settimana andremo ad approvare, al di là di chi voterà a favore o contro non è il documento che vincolerà i singoli Assessorati e non è il documento che darà le risorse a singoli Assessorati.
Mi permetto di partire dall'anno passato. Nel mese di ottobre abbiamo recitato.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Recitato non è il termine corretto, abbiamo svolto lo stesso ruolo.
Si discuteva in assestamento di bilancio, un assestamento di bilancio particolarmente significativo perché, per la prima volta dall'inizio di questa legislatura, aveva una disponibilità economica: circa 250 milioni di euro sul biennio 2016-2017, 126 milioni sull'anno 2016.
Nel valutare la chiusura del bilancio del 2016 noi osserviamo ovviamente dalle tabelle di bilancio che ci ha fornito la Giunta regionale che 153 milioni di euro sono stati approvati dal Consiglio regionale con l'approvazione del bilancio, ma non sono stati stanziati agli assessorati di competenza. Sono stati assegnati e non sono stati deliberati; per dirla in modo semplice, non sono stati spesi. Ricordo: 153 milioni di euro, una cifra superiore a quell'avanzo di 126 milioni di cui abbiamo discusso per settimane in sede di I Commissione e poi di Consiglio regionale.
È interessante capire dove sono andati quei 153 milioni o, meglio, dove non sono andati. Cento milioni di euro sono risorse che riguardavano investimenti e non sono stati indicati. E ve n'è una parte, che consiglierei al Consigliere Gallo di leggere, che riguarda il mondo del lavoro. La politica, a volte, rischia di avere un brutto vizio, cioè quello di declamare azioni che non corrispondono a numeri. È come se un'impresa dicesse che ha il bilancio a posto, che ha aumentato il fatturato, che va benissimo, ma poi se si va in Camera di Commercio e si prende il suo bilancio, si vede che ha diminuito il fatturato e che non sta andando bene come dice.
Se noi prendiamo i fondi che sono stati tagliati, vediamo che ci sono quattro milioni sugli obiettivi investimenti in favore della crescita e dell'occupazione, un milione sull'internazionalizzazione, tre milioni e 600 sul bando casa e molti altri. Lo dico su quei settori in cui, per esempio si dice si è investito molto sul tema del lavoro. È assolutamente evidente che il taglio degli investimenti avvenuto nel 2016 per 100 milioni di euro ha ridotto fortemente le possibilità di sviluppo economico.
Arriverò poi a fare una valutazione sul bilancio di quest'anno, ma l'aspetto fondamentale dovrebbe essere che sarebbe una grande vittoria se il Consiglio regionale riuscisse a votare un bilancio che, alla fine, vede non dico la totalità delle risorse stanziate - a volte ci sono dei ritardi per esempio, anche sugli investimenti, che sono inevitabili: il progetto definitivo non è pronto, è inutile che investo delle risorse che poi rimangono e non posso spendere - ma su alcuni temi sì.
Ne voglio ricordare solo alcuni. Ho ricordato quelle sul mondo del lavoro, ma sulla montagna noi abbiamo l'Associazione Amici della montagna e lo scorso anno abbiamo venduto come importante e significativo un aumento di risorse, che nell'assestamento di bilancio passavano da 11 a 13 milioni di euro; peccato che poi i due milioni non siano stati assegnati e l'Assessore Valmaggia si sia trovato con gli stessi uguali, identici soldi di quando l'iter dell'assestamento era cominciato.
Oppure, parliamo del fondo sociale per l'emergenza abitativa, sul quale intervenivano molti emendamenti trasversali - mi pare del centrosinistra e certamente, del Movimento 5 Stelle e del Centrodestra -, alcuni dei quali sono stati anche approvati o presi come indicazione di carattere generale che subisce un taglio di due milioni di euro; o del diritto allo studio che ha un taglio di quasi cinque milioni di euro, o le parrocchie che ne hanno uno di 800.000. Questo, dunque, è ciò che ci siamo lasciati alle spalle nel 2016.
E ora veniamo, nel tempo che mi rimane, al 2017. Quali sono, per titoli, i limiti che io intravedo in questo bilancio? Non è un bilancio di progetto; innanzitutto perché, nonostante noi abbiamo uno strumento fondamentale che il D.lgs. 118 ci ha dato, cioè quello di votare un bilancio triennale, solo in alcuni settori si interviene realmente in modo triennale, ma in altri no. E voi pensate, invece, quanto significhi intervenire con una copertura di alcuni settori nel triennio; quanto significhi per un'impresa sapere che per tre anni le risorse sono a disposizione; quanto significhi per una famiglia che deve fare una scelta di libertà educativa sapere che le risorse ci sono; quanto significhi per le politiche assistenziali oppure per il TPL sapere che le risorse nel triennio sono disponibili.
Ora, non nego che, rispetto ai bilanci che votavamo, nell'arco del triennio sia meglio. Ma il provvedimento manca di un progetto, perché è un po' un bilancio che in qualche modo, nella difficoltà del bilancio stesso cerca di fotografare le esigenze principali e inserirle dentro. E guardate vi faccio un esempio: quando il bilancio è stato approvato dalla Giunta regionale ed è arrivato in Commissione, aveva un numero limitato di investimenti. Gli investimenti rimangono limitati, ma c'è un significativo aspetto positivo che questo bilancio contiene: sono i 25 milioni di euro investiti in opere pubbliche, cosa che noi chiediamo da anni.
Grazie ad un ordine del giorno a prima firma del sottoscritto, che venne presentato nell'assestamento di bilancio, si chiese un intervento per alcuni milioni di euro sugli investimenti - per esempio sulla legge 18 che quest'anno ci sarà. Ma perché abbiamo i 25 milioni? Li abbiamo perch sono uno strumento indispensabile per avere 60 milioni di euro di possibilità di pareggio di bilancio; lo dico nel modo che io capisco e che sia più facilmente comprensibile. Altrimenti, infatti, quando il provvedimento è stato licenziato, queste risorse che sono fondamentali - lo dirò poi negli interventi successivi - non c'erano.
Tratto un ultimo aspetto. Noi crediamo che serva una politica delle entrate, dove non solo vi sia il recupero dell'evasione del bollo auto pregevole e positivo -, ma dove vi sia un intervento relativo alla vendita delle società partecipate e del patrimonio pubblico assolutamente più consistente.
Quante volte il Presidente Chiamparino - ma anche il Vicepresidente ha detto che andremo verso un'alienazione significativa? Se io scorro il bilancio nella parte delle entrate, leggo che questa Regione intende incassare per il 2017, 2018 e 2019 tre milioni di euro per singola partecipata. Allora, è sufficiente vendere la quota di Barricalla quest'anno - che ha fatto un ottimo utile - per ottenere subito una cifra verosimilmente superiore; e c'è tutto un elenco di azioni sulle partecipate, che abbiamo più volte presentato in termini di emendamenti al bilancio che non sono mai stati accolti. Tant'è che, come ha fatto in Commissione, il Movimento Nazionale presenterà i propri emendamenti sull'aumento delle entrate, perché quando una Regione, una famiglia o un'impresa - e così un Ente pubblico - è in difficoltà, vende i gioielli di famiglia: vende le partecipate e vende l'immensa proprietà abitativa che possiede. E credo che questo si debba fare e non soltanto declamare perch di nuovo, i numeri ci dicono una cosa differente rispetto alle dichiarazioni.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Io mi soffermerò sui capitoli del bilancio di previsione che riguardano l'ambiente. Dopo i primi due anni della legislatura, nei quali avevamo visto su diversi capitoli una piccola ripresa di stanziamenti - certo non sufficienti a coprire tutte le esigenze, ma tali da dare un segnale positivo -, quest'anno riscontriamo un deciso passo indietro. È giusto ricordare che, parlando di tutela ambientale, stiamo parlando di tutela della salute e anche, per molti aspetti, di possibilità di sviluppo per la nostra Regione; altrimenti i riferimenti all'economia circolare e alla green economy rischiano di essere delle frasi vuote che si usano nei convegni per fare bella figura. E va anche ricordato che la nostra Regione è profondamente inquinata, prendendo in considerazione tutte le matrici ambientali: il suolo, l'aria e l'acqua.
Iniziando dalle bonifiche, parliamo subito dell'amianto. Abbiamo approvato lo scorso anno il Piano regionale per la rimozione dell'amianto nella nostra Regione, dagli edifici pubblici ma soprattutto da quelli privati; in Piemonte abbiamo dai 50 ai 70 milioni di metri quadrati di coperture in amianto da rimuovere. È chiaro che quando si approva un piano poi ci vanno i fondi per sostenere le azioni in esso ricomprese.
Da questo punto di vista, se lo scorso anno - sia con l'approvazione di nostri emendamenti sia con stanziamenti che erano già previsti dalla Giunta c'erano dei fondi per la rimozione dell'amianto, quest'anno su questa voce troviamo uno zero: uno zero che non è stato risolto con l'approvazione di un nostro emendamento, che invece è stato bocciato, ma rispetto al quale oggi abbiamo un impegno piuttosto vago, nel senso che nel fondo per gli investimenti della legge 18 creato con un emendamento della Giunta sono previsti anche dei possibili investimenti per la rimozione dei manufatti contenenti amianto dagli edifici pubblici, però - appunto - non ci sono ancora una destinazione e un'assegnazione specifiche. E va detto che, se veramente vogliamo far sì che da qui a qualche anno non siano più presenti manufatti contenenti amianto, non possiamo ragionare soltanto sulla rimozione dei manufatti amiantiferi dagli edifici pubblici, ma dobbiamo ragionare anche su ciò che può convincere e portare i privati a rimuovere l'amianto presente nelle loro proprietà.
Per quanto riguarda i siti inquinati, anche a questo proposito abbiamo avuto rispetto all'assegnazione di risorse per la bonifica dei siti inquinati del Piemonte, giacché non dobbiamo pensare sempre e solo ai siti di interesse nazionale - perché quelli godono di finanziamenti statali - ma dobbiamo pensare anche ai più di 1.600 siti inquinati della nostra Regione molti dei quali richiedono ancora degli interventi.
Parlando, invece, di un'altra matrice ambientale importantissima, cioè l'aria, anche qui risulta sempre più urgente l'adozione di un piano regionale sulla qualità dell'aria; un piano che, nei fatti, diventa un vero e proprio piano di rientro, non solo rispetto alla nostra inadempienza a livello comunitario rispetto alla qualità dell'area, ma rischia di diventare anche un piano di rientro dal punto di vista economico, perché se a livello comunitario si decidesse di applicare le sanzioni sugli sforamenti dei PM, in Piemonte non arriverebbe più un euro di fondi europei, e questo sarebbe molto grave.
Noi abbiamo già dichiarato la nostra disponibilità a collaborare e a fare la nostra parte, anche se come opposizione, ma come opposizione sempre di merito e costruttiva anche sul tema della qualità dell'aria, ma al momento abbiamo solo visto circolare delle bozze.
È chiaro che un piano va poi sostenuto, allo stesso modo del piano amianto, da investimenti, che non sono solo sull'attuazione specifica del piano, ma sono anche stanziamenti che vanno a sostenere delle misure strutturali contorno e che riguardano magari capitoli anche esterni all'ambiente, ma che poi vanno a contribuire a migliorare la qualità dell'aria. Anche su questo non abbiamo visto grandi interventi. Abbiamo fatto degli esempi, proprio con degli emendamenti che abbiamo proposto, su come sia necessario agevolare l'utilizzo dei mezzi pubblici con delle agevolazioni rispetto agli abbonamenti per le famiglie, come ad esempio sia necessario migliorare l'infrastrutturazione della ricarica elettrica per i veicoli, come sia necessario l'ammodernamento delle stazioni di servizio aumentando il numero di stazioni di rifornimento del metano. Quindi, sono tutte misure che magari non sono specifiche nei capitoli dell'ambiente, ma che poi andrebbero a creare una situazione per cui un piano sulla qualità dell'aria può essere attuato.
In ultimo, volevo parlare della parte riguardante i rifiuti. Siamo in una fase molto importante, perché abbiamo approvato un piano regionale sui rifiuti - che noi, come Movimento 5 Stelle, non abbiamo votato, ma rispetto al quale abbiamo collaborato e siamo riusciti a far passare alcuni concetti. Dopo il piano, al momento stiamo discutendo una legge, che è quella che riordina anche la governance, che sarà una legge molto importante per la nostra Regione.
Da questo punto di vista, un piccolo segnale positivo lo vediamo nello stanziamento di 4,6 milioni di euro per la minor produzione di rifiuti.
Questi fondi saranno molto utili se verranno utilizzati bene, quindi se andranno a permettere l'attuazione del piano rifiuti e, di conseguenza, il raggiungimento degli obiettivi previsti nel piano regionale rifiuti, ma anche nella stessa legge che stiamo discutendo in Commissione, al momento il disegno di legge n. 217, che anche ai fini delle sanzioni giustamente prende come riferimento non tanto la percentuale di raccolta differenziata raggiunta dai vari Comuni, ma il quantitativo in peso del rifiuto indifferenziato pro capite. Questo va preso sia per le sanzioni, ma anche per gli incentivi.
Rispetto a questi fondi bisognerebbe trovare il modo di aiutare i Comuni, le zone e i territori più in difficoltà rispetto al raggiungimento degli obiettivi, ma impegnandoli a raggiungerli. Pertanto, una corresponsione di fondi a fronte di impegni specifici di realizzazione degli obiettivi del piano rifiuti. In caso contrario, si rischia di andare ad aiutare, con un intento premiale, delle realtà già virtuose e lasciare chi è più indietro al palo, oppure si rischia di dare dei finanziamenti a pioggia.
Complessivamente, la domanda che vogliamo rivolgere alla Giunta Chiamparino è questa: cosa vogliamo fare oggi in Piemonte per promuovere ed introdurre i principi dell'economia circolare? Altrimenti senza interventi seri, anche dal punto di vista delle risorse, inserire i riferimenti all'economia circolare nelle leggi rischia di diventare una mera enunciazione di principio. È un po' come quando si approvano degli ordini del giorno sulla pace nel mondo, che è un qualcosa che tutti vogliamo, per non basta un ordine del giorno approvato in Consiglio regionale.
Se ci limitiamo a riempirci la bocca di parole come green economy economia circolare e necessità di tutela ambientale, ma senza fare nulla di concreto, rischiamo in quel caso di essere superficiali e anche cinici.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo a completamento dell'intervento di altri colleghi intervenuti precedentemente e, per non ripetermi, cercherò di legare una serie di concetti che sono stati espressi, ma di legarli in un modo che possa essere di analisi rispetto all'argomento che stiamo trattando, cioè la legge di bilancio.
Anche da un punto di vista strettamente culturale, devo dire che gli anni passati su questo banco mi hanno visto anche sotto il profilo dello studio della storia di questa Regione, anche e soprattutto di come nasce la Regione Piemonte, di quali sono state le considerazioni che hanno portato alla definizione dello Statuto e poi del Regolamento del Consiglio. Questo mi riserverò di farlo anche nel prossimo futuro, perché esistono delle documentazioni e delle pubblicazioni piuttosto interessanti.
Devo dire che, dall'analisi dello Statuto della Regione Piemonte, si vede che questo è un Ente di programmazione, non di gestione. È un Ente che dà gli indirizzi legislativi e non partecipa all'attività amministrativa chiamiamola così, di società o di attività soggette a operazioni vere e proprio sul territorio piemontese. Doveva essere un Ente che generava leggi ed era demandato a una struttura di tipo amministrativo, costituita allora dai Comuni e dalle Province, la realizzazione o l'applicazione delle stesse in ambito territoriale.
La critica che questa mattina è venuta dai banchi della minoranza, ma soprattutto dai colleghi Berutti, Porchietto e Vignale, è che non si capisce qual è la filosofia complessiva del bilancio, se non da un punto di vista meramente numerico. Cioè esiste una difficoltà, esiste un foglio excel, dobbiamo far quadrare questi numeri all'interno del bilancio e benissimo, siamo stati bravi, li stiamo facendo quadrare, quest'anno riusciremo ad avere anche delle risorse. Ma l'indirizzo su cui ci si muove ormai da tre anni a questa parte ci è assolutamente oscuro.
Ci è oscura la filosofia che conduce un'applicazione quotidiana ciclopica - mettetela come volete - in ordine ai debiti contratti in passato e anche alle necessità del futuro, ma non si vede qual è la locomotiva che trascina questo tipo di approccio entro il quale la legge fondamentale che andiamo a discutere in questo momento - la legge di bilancio - abbia poi un'applicazione rispetto a tutti gli altri Assessori che debbono suddividersi i compiti in relazione alle deleghe che hanno e fare un'azione politica sul territorio. Questo è l'elemento che ci sfugge sin dall'inizio.
Lo dico perché vi è una Regione statica rispetto ad una società assolutamente dinamica. Oggi abbiamo dei mutamenti reali nella società che sono mutamenti di tipo sociale, per rispondere ai quali noi siamo anche andati ad affrontare leggi particolari, come quella sulla casa, sulla quale ci sono stati dibattiti piuttosto complessi all'interno dell'Aula e anche di grande novità di tipo culturale, come quello relativo all'applicazione della legge Cirinnà al provvedimento regionale sulla casa ed altre discussioni che stiamo facendo. Vi sono dunque dei mutamenti reali e anche economici e questa Regione così statica non tiene presente nella legge di bilancio - e quindi nella filosofia che noi stiamo affrontando all'interno dell'Aula - di mutamenti che hanno anche un'implicazione quotidiana completamente diversa negli investimenti che gli imprenditori facevano una volta.
Nel boom economico e nell'attività cui eravamo abituati, della nostra società-tipo, c'erano degli imprenditori e delle banche che li finanziavano. Oggi sono emerse tutta una serie di regole che vanno anche a incidere sull'attività economica di coloro i quali vogliono investire quotidianamente e che vanno a differenziare le procedure per le quali gli stessi imprenditori possono operare. Una volta, infatti, vi era un rapporto diretto e anche fiduciario tra banche e imprenditore e oggi invece - lo sapete - con le Direttive di Basilea 1, 2 e 3 (e forse ne usciranno ancora altre) l'imprenditore è diventato un numero e se va a chiedere dei soldi deve averli in banca, altrimenti gli vengono dati con grande difficoltà.
Ora, in un mutamento epocale come quello che stiamo vivendo, la Regione Piemonte - che dev'essere un elemento di programmazione importante, perch sappiate che il PIL prodotto nel Nord Italia, insieme alla Baviera, alla restante parte meridionale della Germania, all'Austria e altri Paesi confinanti, è uno dei più alti al mondo - partecipa a pieno titolo ad un contesto di questo genere. Anche a questo proposito, vediamo il bilancio della Regione Piemonte solo come una somma di numeri e non vediamo invece qual è la filosofia che indurrà una serie di investimenti e di cambiamenti rispetto ai mutamenti sociali ed economici che dicevo poc'anzi, quale elemento di rilancio del nostro territorio.
E parimenti ci sfugge anche l'organizzazione della Regione, dopo che gli italiani il 4 dicembre hanno bocciato un referendum su cui si era costruita una politica nazionale; per quanto ci interessa, con l'abolizione delle Province e pure con una semplificazione amministrativa.
Probabilmente gli italiani avevano un'opinione differente rispetto alle singole materie referendarie, ma le si è affrontate tutte insieme e vi è stata la bocciatura. E oggi bisogna comprendere qual è l'organizzazione della Regione rispetto a quel tipo di bocciatura, argomento di cui penso in questo bilancio bisognerà discutere: rispetto a queste Province, si dà loro ancora un ruolo operativo, vista questa bocciatura e visto che il termine "Provincia" rimane all'interno della Costituzione? Vorremo dare loro un ruolo, o no? Anche da questo punto di vista, quindi, quale filosofia è sottesa, per esempio, come dicevano i colleghi del Movimento 5 Stelle anche sotto il profilo dell'economia circolare, al modo di affrontare una legge a spizzichi e bocconi come stiamo facendo, perché ormai sono anni che ne discutiamo, sulla revisione della legge sui rifiuti? Nell'ambito della legge, alle Province era già stato cambiato il nome in "Enti di area vasta" e oggi, dopo la bocciatura del referendum, questi soggetti tornano con prepotenza come "Province": dovremmo capire se ci sarà un'altra revisione della norma e in che modo agiranno questi Enti, che nel frattempo hanno avuto un fuggi fuggi di una serie di dipendenti e dirigenti e che oggi, per una grossa parte, o sono svuotati o hanno lavoratori interni con un'età media talmente alta da non avere neanche l'entusiasmo per poter lavorare in una situazione complessa come quella dell'applicazione delle norme ambientali. Vorremmo capire, anche a questo proposito, che tipo di bilancio e quindi di approccio la Regione intende adottare, ma questo aspetto, che è un altro degli elementi sui quali non abbiamo notizie, ci sfugge.
Valori e regole che devono essere contenuti, al di là dei numeri, in questa proposta di legge li vediamo sempre solo sotto il profilo di qualche soldo in più o qualche soldo in meno, o di quanto riusciamo a spendere quest'anno meglio dell'anno scorso; ma non c'è un contenuto che invece vorremmo adagio, adagio comprendere; insomma, adagio: ormai la legislatura va verso il termine perché abbiamo superato, come si dice in linguaggio velico, il giro di boa.
Vorremmo capire qual è l'abbrivio che darà questa Regione, anche in funzione delle elezioni nazionali che - probabilmente con la fine naturale della legislatura - andremo ad affrontare. Bene, qual è la filosofia di una Regione che dovrà far fronte a una competizione di tipo nazionale con le prossime elezioni politiche, con la quale noi ci proponiamo? Evidentemente speriamo di comprenderlo, per poter proporre un Piemonte diverso e anche più protagonista rispetto al passato, dal momento che oggi, invece, non lo è.
L'altro elemento, quindi, è la revisione della macchina burocratica: qual è, cioè, il rapporto con le Province, quali sono le relazioni con i dipendenti della Pubblica Amministrazione e qual è il tipo di formazione dei lavoratori della Regione rispetto a questi cambiamenti epocali? Quali sono gli elementi che vengono discussi all'interno della Giunta e dei singoli Assessorati rispetto a questo tipo di approccio? Ulteriore aspetto sul quale noi non vediamo una consistenza politica ovviamente, per quanto ci riguarda - sono le opportunità future di internazionalizzazione. Ormai vi è una globalizzazione molto spinta nell'ambito della nostra Regione; e questa globalizzazione ha portato sicuramente a un modello organizzativo delle nostre imprese e del loro insediamento sui nostri territori diverso rispetto a quello del passato.
Vorremmo capire, rispetto a questo modello organizzativo, il ruolo del nostro aeroporto di Torino e qual è la collaborazione con quello di Malpensa, che è il più vicino rispetto alle relazioni internazionali.
Sulla logistica mi ha risposto l'Assessore Balocco la settimana scorsa ma devo dire che mi sono riletto cinque volte quella risposta e non ho capito la filosofia complessiva e se la Regione Piemonte intenda investire in logistica; e quindi, se investiamo in logistica, come si ponga la Giunta rispetto al consumo del suolo. Voi sapete infatti che la logistica ha bisogno di grandi consumi di suolo. Questa è una filosofia o teniamo tutte le filosofie? Cioè, non utilizziamo aree oggi a vocazione agricola? Termino semplicemente con un'ultima frase anche perché, Presidente prima del suo arrivo gli altri miei colleghi hanno parlato un pochino di più e invece lei mi chiede di rispettare i tempi.



PRESIDENTE

No, lei è al dodicesimo minuto, ma mi è simpatico e quindi non le metto limiti: vada avanti, senza fretta. Siamo in discussione generale sul bilancio e ci mancherebbe altro! Prego, Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Dicevo prima che anche in questo caso, ad esempio, sugli investimenti infrastrutturali, decidere qual è - sotto il profilo della considerazione agricola, piuttosto che di tipo industriale, sulla logistica - la posizione, quali sono le idee e quali sono gli investimenti che si vogliono fare: in un modo o nell'altro.
Insomma, voglio concludere dando un'indicazione: una legge di bilancio merita di essere affrontata in modo diverso. Ci sono sempre coloro che presentano gli emendamenti ("voglio 500.000 euro in più", piuttosto che un milione), ma manca una discussione politica sulla legge di bilancio. Questo devo dire la verità - è un elemento che sento estremamente mancante.
Il bilancio non va visto come un documento solo numerico: deve essere visto come un documento dinamico e attivo, di volta in volta, con la possibilità di individuare quelle filosofie, quei principi, quei concetti che contraddistinguono una politica di una Giunta rispetto ad un'altra. In questo modo, tutti noi potremmo dire qual è la nostra tesi e quali sono i nostri elementi contrari oppure di condivisione, rispetto a quel tipo di filosofia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Inizierò partendo dal quadro in cui si inserisce questa manovra (come diceva il relatore della legge, si inserisce in un quadro): quello della definitiva entrata in vigore, a partire dal 2016, del vincolo costituzionale del pareggio di bilancio, quindi il conseguente divieto di prevedere investimenti coperti con debito, e la necessità di concorrere al mantenimento degli equilibri di finanza pubblica, che - per intenderci con l'articolo 46 della legge 66/2014, vuol dire (per le Regioni italiane) quasi due miliardi e 211 milioni, per il solo anno 2017.
Molti hanno parlato del quadro in cui si è inserito questo risanamento della Regione, che ha avviato quel percorso che l'Assessore Reschigna ha descritto bene nell'ultimo assestamento: un disavanzo che nel 2014 era pari a un miliardo e 300 milioni, cui si sono aggiunti quei famosi due miliardi al seguito del riaccertamento straordinario dei residui, e quegli ancora più famosi quattro miliardi e 800 milioni legati al fronte di anticipazione della liquidità destinata al pagamento dei debiti pregressi.
L'Assessore Reschigna ha più volte provato a descriverci una manovra in cui ci sono tante leve, fra cui la riduzione generale di una parte della spesa (c'è una nota su tutti i temi della spending review, che vanno dalla pre-Fornero ai costi stessi della politica, in cui credo che questo Consiglio possa onorarsi di aver contribuito con 15 milioni di euro di riduzione dei costi), così come altre leve, fra cui quella del Protocollo d'intesa con l'Agenzia delle Entrate, che per ora è entrata in campo con dei primi risultati simili a quelli dell'accordo precedente.
Oggi, cioè, possiamo dire che ci sono 67 milioni in più di entrate per la parte riguardante il bollo, mentre quella riguardante l'IRAP e l'IRPEF potrebbe, almeno nella previsione delle entrate, ottenere un ingresso di altri 70 milioni di euro.
Tutto questo si inserisce in un quadro - anche quello sanitario - in cui ritengo di poter considerare come fiore all'occhiello due dati: ovviamente, l'imminente uscita dal Piano di rientro e le anticipazioni di liquidità (fatto che in un solo anno - forse è un dato che è uscito poco ha consentito di ridurre del 25 per cento i tempi di pagamento).
Ma in che quadro si inserisce tutto questo? Leggevo da poco (non so se il Vicepresidente e il Presidente hanno fatto attenzione) le ultime note dell'IRES, che ci dice che il PIL del Piemonte aumenta più o meno dello 0,7, in linea con la media italiana ricordandoci che è, più o meno, una cifra che va a metà del dato europeo che si spinge intorno all'1,6. Ci dice che la spesa per investimenti non decolla e la vicenda del pareggio di bilancio mi pare consolidare il fatto che continuerà a non decollare, anche se ci sono i primi segnali soprattutto in questo bilancio, di inversione di tendenza almeno su dei grandi progetti (e parleremo anche dei 25 milioni di euro per i piccoli Comuni); ci dice che mancano all'appello, dal 2008, ancora 62.000 posti di lavoro, che le persone in cerca d'impiego sono raddoppiate (sono 205 mila) che solo nel comparto sanitario e sociale dello scorso anno c'è stata una caduta di 13.000 addetti.
Ecco, se possiamo fare qualche stima in positivo (che il tasso di disoccupazione scende dal 42 al 38 per cento), di fatto la riduzione si traduce in un aumento dell'area di inattività fra i più giovani, lasciando immutati i livelli occupazionali.
Tra l'altro, ci descrive un altro dato che già l'altro anno definivo preoccupante (lo dicevo proprio all'Assessora Cerutti, che è Assessora alle politiche giovanili), a proposito dei giovani inattivi: i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano (i cosiddetti NEET) arrivano al numero straordinario del 21 per cento di tutti i coetanei. Questo è un dato molto preoccupante, soprattutto per le Regioni del Nord.
A proposito dei temi che ovviamente presidia l'Assessora Cerutti, c'è un dato molto positivo, che spero che il Presidente Chiamparino sappia rivendicare davanti all'opinione pubblica e anche davanti ad altre Regioni italiane: siamo una delle poche Regioni italiane in cui aumentano gli iscritti alle università (il dato è straordinario, rispetto al calo generalizzato). Il sistema universitario supera le 109 mila unità, con circa il 2,6 per cento in più di iscrizione rispetto all'anno precedente.
Questi sono numeri che ci fanno ben sperare, anche perché, per la prima volta (altro dato che spero che il Presidente metta "lì"), non solo da quando abbiamo aumentato le borse di studio e siamo arrivati a una copertura del 100 per cento, sono aumentate le iscrizioni in tutti gli Atenei piemontesi, ma recuperiamo sul saldo dei giovani che sappiamo attrarre rispetto a quelli che perdiamo.
Ecco, io credo che quello sia l'oggetto degli oggetti: l'idea che dobbiamo saper crescere e curare la generazione che ha creduto in questo territorio, che si è formata qua, offrendole maggiori opportunità, non pensando che l'idea di andare all'estero sia solo per una mancanza di opportunità, perché anche in quella polemica che ho sentito esprimere da alcuni Ministri, non si capisce che un conto è dire che siamo una generazione un po' più fortunata, perché siamo la generazione Erasmus perché si può girare, perché non ci sono state le barriere (finora ricordo), un altro conto è descrivere quella massa (perché stiamo parlando di una massa incredibile) di giovani che, dopo essere stati formati nel nostro Paese, sono costretti ad andarsene via per l'assenza di opportunità.
Presidente, mi faccia dire che, per quanto sono orgoglioso di alcuni risultati che abbiamo ottenuto, primo fra tutti - lo ricordo - il valore di questa assise, il fatto di aver riportato credibilità a questo ente, a partire dalla gestione delle sue risorse e dalla capacità di affrontare quella crisi enorme con un altro tipo di atteggiamento. Su questo non credo che altri possano impartire lezioni, visto che, in qualche modo, non abbiamo tenuto in ostaggio questa discussione sui cinque miliardi che ci siamo trovati sulle spalle.
Però mi faccia dire, Presidente, che ci sono delle cose che proprio non vanno. Gliene dico una (gliel'avevo già anticipata la scorsa settimana tramite i media): la grande vicenda degli appalti. Abbiamo stilato delle linee di indirizzo in cui mettevamo al centro il tema della giusta retribuzione, cioè dell'utilizzo di contratti collettivi nazionali di maggior favore per i lavoratori; mettevamo al centro il tema delle clausole sociali; mettevamo al centro un tema che dovrebbe essere assai caro a lei che, per primo, da Sindaco italiano, ha eliminato i ribassi sui costi del lavoro dagli appalti del Comune di Torino.
Chiedo proprio a lei e al Vicepresidente Reschigna com'è possibile che ci siano ancora Assessori della sua Giunta che si presentano in Commissione semplicemente per difendere le stazioni appaltanti, dicendo: "Si è fatto tutto come norma desidera".
Guardate che la vicenda dell'ANAC, dei costi medi della CONSIP dell'utilizzo strumentale di dire che ci sono contratti collettivi firmati sotto la soglia di decenza, perché stiamo parlando di questo, cioè di un contatto collettivo nazionale in particolare, quello dei servizi fiduciari che è indecente! Presidente, mi sono rotto le scatole di sentire Direttori delle nostre ASL o Direttori dei nostri Musei che si trincerano dietro al fatto di aver rispettato le norme. Sa cosa direi a tutti questi Direttori? Direi loro: "Ci mancherebbe! Ci mancherebbe altro!".
A quegli Assessori che ritengono il nostro protocollo superato dalla storia - lo avete firmato un anno fa con CGIL, CISL e UIL - chiedo di chiarire in Giunta questo tipo di atteggiamento.
Presidente, rivolgiamoci ad una platea più vasta, chiediamolo ad un Dirigente, chiediamolo ad un semplice lavoratore: noi chiederemmo mai di fare lo stesso lavoro per il 30 per cento in meno del reddito? Secondo i dati dell'IRES siamo una delle Regione con la più grande performance sul turismo e sulla cultura: è normale vedere aumentare le file davanti alla Venaria Reale e poi spiegare a quei lavoratori che sono di troppo? È normale tutto ciò se ci sono le file alle biglietterie? Ce lo possiamo permettere? Possiamo permetterci di vedere le lavoratrici della Dussmann che già guadagnavano 900 o 1.100 euro al mese, fare oggi le stesse superficie, senza investimento tecnologico, per il 30 per cento del reddito in meno? Se non affrontiamo qui, durante il bilancio, la questione, se non espelliamo il tema della riduzione del costo del lavoro dagli appalti facendo sì che le gare economicamente vantaggiose... perché non sono gare al massimo ribasso: ha ragione il Presidente Chiamparino, non lo sono! Ma rischiano di esserlo quando nel 40 per cento dell'offerta c'é un 30 per cento di taglio delle ore. Perché il punto è un altro.
Cari Direttori delle ASL, è possibile che la riduzione si faccia sempre sulle spalle di chi ha già pagato? È così impossibile trovare un modo per far sì che il costo del lavoro non sia l'oggetto delle riduzioni della spesa pubblica? Io credo - e lei, da economista, lo sa bene, Presidente che sia questo a portare alle spirali recessive; è per questo che non si fanno né ulteriori investimenti, né ulteriori aumenti di spesa.
Un'ultima considerazione, che introdurremo in questa delibera sottoscritta da tanti Consiglieri: se i Direttori delle ASL e delle nostre Fondazioni non saranno capaci di garantire almeno lo stesso salario e gli stessi diritti dell'appalto precedente, anche loro perderanno il premio di produttività. Perché o ci assumiamo tutta la responsabilità politica di ci che abbiamo sottoscritto, o anche loro - parlo dei dirigenti pubblici delle stazioni appaltanti - si assumeranno le responsabilità degli atti che firmano.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Siamo di nuovo a discutere di bilancio, questa volta di previsione.
Come considerazione generale non posso che sottolineare che sta diventando sempre di più un "esercizio di futilità", perché, come ha già sottolineato il collega Bono nell'intervento iniziale del nostro Gruppo, la possibilità per le opposizioni di incidere attraverso la partecipazione di merito sulle voci di bilancio quest'anno è stata sostanzialmente stroncata. Noi comprendiamo pienamente il fatto che la situazione economico-finanziaria della Regione sia disastrosa, né più né meno di quanto lo fosse quando siamo entrati nel 2014.
Quello che invece non possiamo apprezzare è il fatto che in Consiglio si intervenga dicendo: "Siamo orgogliosi, abbiamo fatto un ottimo lavoro abbiamo liberato risorse, siamo usciti da un piano di rientro sulla parte sanitaria, siamo in grado di far partire investimenti e assunzioni in alcuni settori". Considerazioni, evidentemente, poco veritiere. Perché, a fronte di questo tipo di libertà sbandierata, in realtà operiamo tagli su altre voci: riduciamo i servizi ai cittadini e non eroghiamo servizi sufficienti a garantire la fruibilità dei diritti costituzionalmente sanciti ai cittadini piemontesi.
Ho sentito prima il collega Grimaldi parlare di lavoratori; io far riferimento, invece, agli anziani non autosufficienti, al fatto che oggi anche entrare nella struttura che per la parte pubblica ha il costo più basso (mi riferisco alle RSA) diventa oneroso per chi non ha il reddito per poterselo permettere (gravando, di conseguenza, sulle famiglie); inoltre non ci sono strutture sufficienti ad accogliere tutti coloro che ne avrebbero bisogno: ricordo che parliamo di non autosufficienze, quindi di persone che non possono in altro modo gestire la propria vita. Questo è uno dei tanti esempi, ma - volendo - possiamo prendere in esame qualsiasi settore, dalla scuola al trasporto pubblico locale, alla sanità stessa dove l'assistenza sociale e socio-assistenziale è il solito "figlio minore".
Ma non è tanto di questo che mi interessava parlare; mi premeva semmai, fare questa nota di carattere generale, perché è inutile glorificare il fatto di aver portato sotto controllo il cavallo imbizzarrito del bilancio regionale - di cui, talvolta, non si sapevano neanche i totali, o le singole voci - se poi, in realtà, queste cose ci portano comunque ad avere un'incertezza sui conti fino all'ultimo momento a non essere in grado di fare il previsionale e l'assestamento nei tempi previsti dalla legge, a non essere in grado di fare le discussioni in Commissione su dati certi, perché le modifiche ai totali e ai conti avvengono anche con emendamenti dell'ultimo minuto prima di portare la discussione in Aula. Questo, ovviamente, al di là del fatto che già la discussione in Commissione è di nuovo un'azione futile (perché nulla viene approvato, con la giustificazione che è tutto blindato per far quadrare i conti), ci dice comunque che si naviga a vista.
Questa non è solo una critica legata alla gestione della Giunta, cui riconosco gli sforzi nel gestire una situazione difficile, ma è legata anche all'incertezza del quadro economico a livello nazionale, che viene modificato costantemente, legato anche ai vincoli economico-finanziari internazionali, ma soprattutto a una politica economica che non ha una visione. Purtroppo questo però si ribalta ed è endemico a tutti i livelli delle nostre Pubbliche Amministrazioni, quindi anche qui in Regione.
Diceva giustamente prima la collega Porchietto: "Dove vogliamo andare? Non riusciamo a capirlo!". Anche perché quando il bilancio ci viene raccontato in sede di Commissione dai diversi Assessori sulle diverse voci ed è già più di quello che si fa ad esempio nei Comuni, poi però alla discussione sul bilancio e sugli emendamenti partecipa solo l'Assessore al bilancio. È evidente che non esiste una discussione su dove si voglia arrivare con questo bilancio, che è pluriennale.
Noi andiamo a definire le risorse in un quadro triennale che dovrebbe poi esprimersi magari in una successiva finanziaria, o in un allegato, che permetta di definire le politiche, quelle con la "P" maiuscola, che dovrebbero mirare a risolvere i problemi e le esigenze dei cittadini della nostra Regione, delle imprese, del tessuto economico e sociale, ma questo non lo facciamo.
Vengo su due punti che mi sono sempre stati a cuore, su cui veramente poco si discute e forse non li si affronta.
Il primo è quello dei derivati.
Continuo a dire che forse stiamo arrivando almeno a una rappresentazione coerente di anno in anno dei quadri economici sul problema dei derivati, ma non stiamo facendo una rappresentazione di come lo stiamo affrontando. Infatti, dopo che è fallita la trattativa per cercare di liberarcene anche con l'aiuto del Ministero - è evidente che nessuno si vuole prendere questo miliardo e otto di derivati in degenerazione, di cui vediamo il mark to market peggiorare di anno in anno - il problema diventa solo il fatto che lo raccontiamo negli allegati al bilancio, ma non prendiamo più nessun tipo di provvedimento per affrontare la questione e non vediamo neanche più quel grafico, che ci è stato presentato nel primo anno di legislatura, che faceva vedere la curva in impennata e che mostrava un punto di insostenibilità della gestione del debito dei derivati, dopo il 2020.
È su questo che io vi critico o, meglio, è questo che solleva le nostre perplessità. Noi ovviamente non siamo stati al governo di questa Regione...



(Commenti fuori microfono)



CAMPO Mauro

Li ha fatti la Bresso.
Però non è tanto quella la questione; la questione è che questo problema dobbiamo affrontarlo, altrimenti spostiamo la questione a quando l'insostenibilità si presenterà.
Noi abbiamo affrontato la questione del DL 35, del fatto che parte di quel prestito in realtà è diventato nuova spesa e doveva servire per coprire delle spese certe e documentate. Invece, è diventato una nuova spesa e anche un disavanzo e, quindi, lo paghiamo due volte. Abbiamo ottenuto un "salvapiemonte" dal Governo con un giochino, per certi versi contabile, che permette di rendere sostenibile il bilancio con quel cattivo uso del DL 35. Ricordo che è vero che ci sono quei cinque miliardi, ma poi abbiamo attinto anche noi al DL 35. Quindi, per certi versi abbiamo incrementato il debito. Sarà stato necessario, per carità, però la questione che voglio sottolineare è che, sui derivati, vorremmo sapere che cosa vogliamo fare, a parte accantonare quanto prescritto dal contratto per restituire il capitale a fine giochi, ma io gli interessi che ogni anno prevediamo e poi peggiorano nella successiva previsione me li sono guardati tutti. Ora aspetto il rendiconto del 2016 e poi vedremo il 2017.
Quella che manca è una politica chiara e un confronto su come vogliamo affrontare questa questione traguardando le prossime legislature; non basta scaricare il problema sulle prossime legislature.
La seconda cosa, e riprendo un argomento già citato, sono i fondi strutturali. Questa sembra sempre, all'interno della discussione sul bilancio come una cosa già trattata.
Le voci FESR e PSR sono voci che non vengono spiegate, dicendo che sono nella programmazione. A parte che siamo partiti in ritardo, e questa è la critica strutturale che si può fare sempre e magari lascia anche un po' il tempo che trova, però sull'attuazione, sul fatto che siano voci del bilancio, sul fatto che siano le voci del bilancio che permettono di fare investimenti produttivi, quindi quelle che di fatto permettono alla Regione di avere delle risorse per fare delle politiche; ebbene, vorremo ci fosse un po' più di dibattito. Infatti, di questi temi vediamo la tardiva presentazione generale nella programmazione, con i "numeroni" e gli assi ma poi vediamo elencate in maniera veloce, quasi furtiva, le voci specifiche sul bilancio, come se fosse tutto chiaro. Non è tutto chiaro perché non ci viene mai raccontato nulla del FESR; qualcosa di più del PSR ma non ne discutiamo, non discutiamo se queste misure stanno incidendo da qualche parte, se in che modo stanno funzionando, se abbiamo dei problemi.
Abbiamo solo qualcosa di più sull'agricoltura, ma proprio qualcosetta.
Allora, noi siamo nuovi, per carità, però su queste, che sono voci importanti del bilancio, anche se sono (tra virgolette) "partite di giro" ma investimenti che indirizziamo noi con le nostre programmazioni, ci aspetteremmo qualcosa di più anche nella possibilità eventuale di reindirizzarle. È ovvio che è un'ulteriore fatica e che la Giunta dice che queste risorse possiamo gestirle un po' come vogliamo, anche se poi non è così, perché poi in Europa ci "mazzulano", com'è successo sul PSR, quando facciamo malamente il "copia e incolla" dalle gestioni precedenti. Però la programmazione a livello europeo, come obiettivi, è cambiata, perch succede anche questo, e poi dobbiamo correre.
Però in questa cosa il Consiglio è veramente poco coinvolto, anzi zero coinvolto!



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio (fuori microfono)

Chi è che fatto il copia e in colla sul PSR? La vecchia Amministrazione regionale, il Presidente Cota.



CAMPO Mauro

Ma perché vi dovete attaccare a chi ha fatto che cosa? A me interessa che il problema ce l'abbiamo noi adesso!



(Commenti dell'Assessore Reschigna)



CAMPO Mauro

Invece, il POR-FESR l'abbiamo presentato noi nell'ottobre 2015 programmazione 2014-2020, a ottobre 2015. Però non facciamo discussioni su queste cose. So che è un documento generale, poi vedo le voci sul bilancio e meno male che in qualche caso ci vengono rappresentate correttamente perché in altri casi alcuni Assessori non sanno nemmeno di che cosa parlano. Parlano i funzionari. Parlano i funzionari! Allora, vorrei capire! È collegato a questo e poi ci sono tutti gli altri temi, se questi sono i fondi che ci permettono di investire e di fare le politiche. È stato citato il discorso delle partecipate, ma anche lì stiamo andando veramente "a braccio", con la Corte dei Conti che ogni anno ci dice che non abbiamo le idee chiare.
Queste sono le questioni.
Come li vogliamo affrontare i problemi? In un traguardo che non sia solo far quadrare i conti quest'anno, che, capisco, è già una fatica gigantesca, ma che sembra solo ricadere sulle spalle del Vicepresidente Reschigna, l'unico che c'è sempre nelle discussioni in I Commissione bilancio. Invece mi aspetterei che sugli emendamenti di merito ci fossero anche gli Assessori di merito, che ci hanno illustrato la parte di bilancio che loro compete, ma poi non ci dicono perché ciò che proponiamo viene brutalmente bocciato se non per le esigenze specifiche di far quadrare i conti! Scusate se mi sono dilungato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Intervengo in particolare sull'argomento dei trasporti regionali, ma ribadisco alcuni concetti già richiamati dai colleghi Bertola e Campo sul tema delle politiche ambientali.
Tutti gli anni siamo qui a chiedere maggiori investimenti sull'ambiente, perché è un circolo virtuoso per la salute dei cittadini piemontesi. Se si investe in politiche ambientali,si risparmiano soldi su altri comparti, come la sanità e il sociale, perché, alla fine, nelle nostre politiche diciamo sempre che l'ambiente è un po' la madre di tutti gli altri temi. Infatti, se curiamo quell'aspetto, risparmiamo un sacco di altre voci di spesa, quindi anche le politiche sui trasporti e altri tipi di politiche vanno nella direzione di creare situazioni più facili per la vita dei piemontesi, con più efficienza anche della macchina regionale per, diciamo, una società più civile e più attenta al mondo in cui vive.
Ribadisco il concetto del collega Campo: occorre guardare un po' più in là del nostro naso, dando anche indicazioni politiche circa gli obiettivi che si vogliono raggiungere, perché, veramente, seppure l'encomiabile lavoro del Vicepresidente Reschigna per fare quadrare i conti del bilancio qui, secondo noi manca del tutto la propositività nell'indicare politicamente la direzione che si sta seguendo. Quindi, al di là del tappare i buchi e chiudere i bilanci, non capiamo dove questa Giunta politica voglia portarci.
Adesso passo all'argomento dei trasporti. Qui, innanzitutto, abbiamo evidenziato dei problemi nella lettura e nella stesura dei bilanci. I numeri principali riguardano il fondo trasporti, per la parte autobus e per la parte treni, quindi vediamo sui ferroviari delle cifre che decrescono in modo evidente nel triennio. È chiaro che non può essere così, però anche nella presentazione la forma è sostanza; quindi, se ci sono 260 milioni sul 2017 e, poi, ne vediamo 160 sul 2019, cosa dobbiamo pensare? Perché presentare i bilanci in questo modo - è incomprensibile! - con cifre che ondeggiano in modo evidentemente irrealistico, perché rispetto alla spesa storica la spesa corrente sui trasporti è più o meno sempre la stessa, può oscillare un pochino, però, una cifra così non ha nessun senso.
Quindi, anche lì, quando ci viene messa la pulce nell'orecchio, pensiamo magari, che, prudenzialmente, si tenta sempre di fare quadrare un po' i conti sugli anni successivi, provando a togliere di qua e di là.
Anche per quanto riguarda la comunicazione delle scelte del bilancio ormai, su molte scelte ci affidiamo a fondi non regionali.
Per carità, la dinamica è questa: quella dei fondi europei, che si sono sostituiti alle finanze regionali, in un'ottica di maggiore controllo della spesa e di maggiore efficienza; che sia più difficile buttare via i soldi o fargli seguire dei rivoli dove normalmente vengono spesi senza alcuna utilità per i cittadini? Questo non lo so, lo lasciamo giudicare anche ai cittadini se sta succedendo questo.
Fatto sta che spesso troviamo questi fondi allocati su spese specialmente di investimento, già decise, senza alcun tipo di dibattito.
Quindi, non vi è dibattito che coinvolga il Consiglio regionale, i Consiglieri e le Commissioni competenti. Faccio un esempio: sulle ferrovie abbiamo una situazione disastrosa. Ci siamo trovati con tutte le linee sospese, prima dalla Giunta Cota e, poi, ancora in parte, da questa Amministrazione. Diciamo che mancano le risorse per riattivarle, per fare gli investimenti e per sistemare quelle cose che non funzionano, poi, per le priorità politiche sono state altre. Per carità, sono state elettrificate parti di linee ferroviarie; si è cominciato ad elettrificare l'Alba-Bra; adesso, mi pare si sia cominciato sulla Biella.
Si stanno compiendo opere di elettrificazione, che, per carità, sono tutte buone opere, ma, nell'impegno delle priorità, forse non ha più senso investire su linee che sono chiuse, dove la gente non ha un mezzo pubblico efficiente per spostarsi (ci sono molti territori del Piemonte che non hanno più una linea ferroviaria per spostarsi), oppure "migliorare", tra virgolette, un tipo di servizio a chi ce l'ha già? Ho detto "tra virgolette", perché i risultati sulla Alba-Bra, sulla SFM, sono stati al momento peggiorativi, nel senso che i pendolari hanno riscontrato molti disservizi da questa nuova configurazione, e ci sono anche dei motivi tecnici che non sto qui a spiegare per non annoiare l'Assemblea e gli Assessori. Però, si poteva prevedere prima, si potevano mettere i fondi su linee che davvero avevano bisogno, che adesso sono chiuse, su cui non circolano treni, invece di andare ad incasinare situazioni che più o meno funzionavano.
Questo è quello che dico: anche la priorità di questi interventi è mai stata discussa da una Commissione, entrando nel tecnico per capire come verranno spesi questi soldi? Questo non è avvenuto, ci siamo ritrovati con le opere già pianificate, i progetti redatti e, poi, ci si continua a raccontare che, ad esempio, la ferrovia delle Langhe, la Asti-Alba, non si può aprire, l'Alba-Alessandria non si può aprire perché c'è una galleria che blocca tutto.
Allora, non facciamo il gioco delle tre carte, non venite a raccontarcela. I soldi ci sono, sono stati spesi su opere che non erano prioritarie, e intanto mezzo Piemonte sta fermo a casa o prende la macchina o intasa le statali. Insomma, noi chiediamo più condivisione perch crediamo che la condivisione con il Consiglio e con le Commissioni competenti sia un momento in cui si può anche cambiare idea, si può entrare nel merito delle proposte e cambiare insieme la direzione di questa Regione. Quindi, se questa Assemblea ha ancora un senso, non deve più stare qui solo a ratificare bilanci e l'assunzione di decisioni, ma deve contare qualcosa nel dibattito. Gli spazi ci sono, le Commissioni ci sono.
A nostro modesto parere, il tempo di quelle Commissioni si potrebbe investire meglio. Poi, si dice che c'è anche l'ostruzionismo delle minoranze, ma questo deriva dal metodo di lavoro che la Giunta adotta, che evidentemente, non trova condivisione, perché, se ci venissimo incontro e trovassimo una condivisione, i tempi persi a fare ostruzionismo - che sono tempi persi per tutti, anche per noi - non troverebbero motivazione e potremmo lavorare e approfondire soluzioni migliori.
Faccio un altro esempio relativo alla scarsa trasparenza. Per carità condivido l'impostazione generale per la quale tutto il potere della pianificazione dei trasporti - è ancora in fase di transizione - è stato dato all'Agenzia della Mobilità, e questo va anche bene, poi, per arriviamo in Commissione e troviamo una voce di bilancio unica in cui è affogato tutto: le spese per i servizi dei trasporti, le spese per le agevolazioni tariffarie a disabili, studenti, fasce deboli e le spese per i rinnovi dei CCNL tutte affogate in una voce sola e non si capisce cosa sia una e cosa sia l'altra.
Allora, memori del dibattito anche molto acceso con la Città di Torino in cui si discuteva del rinnovo delle sovvenzioni per i disabili - se queste cose c'erano o no non si capiva mai - un'unica voce di bilancio non ci facilita molto la comprensione.
Di nuovo, qui torniamo al gioco delle tre carte: "Ci sono?". "Sì, li abbiamo messi, sono quelli lì", poi, però, la coperta è troppo corta, non basta a coprire tutte le spese di servizio e tutte le agevolazioni tariffarie, allora da qualche parte si toglie, però lo scopriamo di nuovo all'ultimo, perché questa scelta non è più stata compiuta in Consiglio regionale e in Giunta, ma è stata demandata all'Agenzia della mobilità, che diventa anche un capro espiatorio delle decisioni che non si vogliono assumere qui o non si vuole dire che si vogliono assumere.
Quindi, eliminare le agevolazione tariffarie lo lascio fare all'Agenzia, perché io non ho scritto da nessuna parte nel bilancio che inserivo cifre su questo o su quella voce, c'è solo una voce unica e noi Consiglieri non siamo in grado di poter denunciare se questo è successo però, io denuncio che questo non è possibile riscontrarlo in bilancio.
Quindi, se succederà, si sappia che i Consiglieri non sono stati messi a conoscenza della ripartizione di queste cifre. Dopodiché, ben vengano tutti gli organi di organizzazione, anche perché, obiettivamente, il trasporto pubblico doveva essere rivisto e doveva essere coordinato meglio, per allora, vogliamo più informazioni da parte degli Assessori competenti.
Allora, rinnovo la richiesta avanzata anche dal collega Campo, perch la presenza sia dell'Assessore al bilancio e sia dell'Assessore competente per materia aiuterebbe un po' a non rimpallarsi le responsabilità su cifre che, qualche volta, sono inspiegabili.



PRESIDENTE

Consigliera Porchietto, il Consigliere Pichetto ha chiesto una comunicazione all'Assessora Cerutti, la quale ha dato disponibilità questa mattina, essendo assente questo pomeriggio. Possiamo fare l'ultimo intervento sul disegno di legge n. 237 e poi passare alle comunicazioni? L'Assessore Balocco, come ho comunicato alla Consigliera Frediani, farà le comunicazioni sulla TAV oggi pomeriggio dopo il question time.
Comunicherò all'Assessore Saitta, oggi assente, che è stata avanzata la richiesta, da parte del Consigliere Vignale, di una comunicazione sulla sanità.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
L'andamento dell'economia piemontese è molto condizionato da scelte nazionali, più che regionali. Lo vediamo sia nell'ambito sanitario sia nell'ambito delle scelte economiche industriali.
Nell'ambito sanitario, il Piemonte è stato costretto, obtorto collo, a subire dei tagli lineari, oltretutto ha fatto la scelta, non per uscire dal Piano di rientro ma per sua decisione, di tagliare posti ospedalieri con tagli superiori a quanto richiesto dagli standard nazionali. Questo ci ha consentito di uscire dal Piano di rientro, dopo un'ulteriore gabella da un miliardo e mezzo dovuta al fatto che, allegramente, le amministrazioni passate utilizzavano i fondi sanitari per altro tipo di spesa. Riconosco i grandi sforzi fatti da questa amministrazione per fare un'operazione di rendicontazione di spese fuori bilancio, ma anche di rendicontazione di spese che non venivano coperte da alcuna voce.
In ambito sanitario, crediamo che la situazione sia preoccupante per quanto riguarda il piano di edilizia sanitaria. Pensate che, solo per quanto riguarda la Città della Salute di Torino e di Novara, si parla di un miliardo o due che verranno spesi con contratti di partenariato pubblico o privato. Alla fine, allo stato attuale, noi non sappiamo quale sarà la cifra che andrà a gravare sui bilanci sanitari piemontesi per il prossimo trentennio. Questo è un tema molto caldo, perché sappiamo che l'Assessorato sta seguendo direttamente le trattative al Dipartimento specializzato su questo tipo di contratti, ma non vi è completa chiarezza su questo tipo di contratti e su quanto questi contratti andranno a gravare sui bilanci sanitari futuri.
Noi temiamo che le scelte politiche, anche coraggiose - come lo è realizzare quattro nuovi ospedali - rischiano di compromettere la capacità di dare un servizio sanitario adeguato nei prossimi anni. Basta andare a guardare i piani economico-finanziari. Guardiamo quello dell'ospedale della Città della Salute di Novara, per guardarne uno. Di fatto, questo si riverbererà sui conti sanitari regionali con una tassa di concessione che pagheremo per i prossimi 26 anni. Temiamo che questi saranno dei soldi che potranno, in qualche modo, compromettere i servizi sanitari già compromessi. Diciamolo una volta per tutte che le riforme non hanno mai posto al centro la tutela della salute, ma sono sempre state anzitutto piani finanziari.
Definirle riforme sanitarie, secondo me, è un volo pindarico molto ardito, in realtà si chiamano tagli lineari, non è neanche una spending review. Purtroppo i cittadini piemontesi hanno la scappatoia andando oltre confine, vanno in altre regioni a cercare servizi sanitari, oppure lo vediamo nella crescita della spesa out of pocket, cioè di loro portafoglio per i cittadini, che purtroppo in Italia è seconda solo a quella degli Stati Uniti.
Se poi andiamo a vedere anche il dato dei cittadini che si indebitano per accedere alle cure, anche questo è un dato veramente importante e impressionante. Inoltre, la vicenda dei lavoratori delle pulizie e la vicenda del centro unico di prenotazione di Verbania messo in discussione indicano che i tagli andranno ad avere un risvolto sociale diretto sui lavoratori.
Il Consigliere Grimaldi ha parlato di 13.000 lavoratori. Nella relazione dell'IRES avevo visto, dal 2010 ad oggi, la perdita di 3.500 posti di lavoro nell'ambito sanitario piemontese. Diciamo che l'uscita dal piano di rientro ha avuto un pesantissimo costo in termini di occupazione in Piemonte.
La sanità è la prima azienda di questa regione, tant'è vero che ha avuto anche delle conseguenze sull'aggravamento della crisi, come sappiamo bene perché ne abbiamo parlato più volte.
Chiaramente questo piano preventivo ha avuto come conseguenza una riduzione della capacità di spesa, se n'è parlato diffusamente. Tuttavia noi crediamo che, per quanto riguarda gli investimenti, questa regione stia sottovalutando quella che è stata definita la liofilizzazione di Finmeccanica. Ci siamo incontrati più volte con i lavoratori di Finmeccanica, ma è una scelta nazionale completamente sbagliata, e non ne parlo dal punto di vista strategico-militare, ma dal punto di vista industriale. Investire un miliardo per fare uno stabilimento in provincia di Novara per assemblare la parte più povera degli F-35 ha, di fatto impoverito il tessuto industriale piemontese in questo comparto e ha impedito la nascita di progetti industriali aeronautici civili. Quest'anno lo stabilimento di Caselle non avrà lavoro per sei mesi (parliamo di 2.000 lavoratori).
Credo che questa Regione debba chiedere al Governo un confronto sul tema. Sono usciti parecchi articoli su La Stampa, in cui si parlava di un'assenza di strategia industriale. In Piemonte abbiamo circa 3.000 dipendenti Finmeccanica che rischiano di pagare a caro prezzo questa situazione.
Chiedo a questa maggioranza di prendere in mano la situazione, perch dopo il fallimento del progetto civile ATR e dopo il fallimento del progetto civile sul COI, il settore progettuale di Corso Marche e di Caselle rischia molto dal punto di vista industriale. Al di là dei piccoli investimenti e del fondo da 25 milioni, c'è una politica industriale che va rimessa in discussione. Credo che questa Regione debba prendere in mano la situazione e chiedere al Governo delle garanzie su questo fronte.
Detto questo, se andiamo ad affrontare l'agricoltura e il PSR - ne parlava prima il Consigliere Campo - più volte noi abbiamo chiesto degli interventi importanti sulla risicoltura che è in fortissima crisi. Lo era da anni, ma d'altronde una risicoltura che si aggrappava ad un falso riso bio è in crisi da anni. Abbiamo chiesto un disciplinare per la coltivazione del riso bio, ma questo disciplinare non è stato fatto.
Concretamente, abbiamo seguito alcuni agricoltori - abbiamo fatto un documentario video che è a disposizione - e sappiamo che la coltivazione del riso bio deve seguire determinate tecniche pratiche agricole, cosa che sappiamo non viene fatta dagli agricoltori bio, considerando che la stragrande maggioranza di questi agricoltori non chiedono nemmeno i fondi.
Tra l'altro, i fondi versati a sostegno dell'agricoltura bio sono bassissimi, pari a solo quattro milioni su un miliardo e 97 milioni del PSR, vengono. Probabilmente, se gli interessati lo chiedessero, non vi potrebbero accedere; tra l'altro, il riconoscimento di questi fondi è stato rinviato di 180 giorni.
Noi crediamo che vadano fatti dei controlli tecnici, che si possono fare velocemente in tutte le aziende bio della risicoltura tra il mese di aprile e maggio, perché quella è la fase fondamentale dove si può capire tranquillamente, che non ha bisogno dei controlli sul campo, perché con un semplice controllo visivo è facilmente individuabile l'azienda che effettivamente svolge questo tipo di attività e partire con un'etichetta trasparente che si ispiri all'etichetta trasparente pianesiana per riconoscere quelle aziende che lavorano effettivamente rispettando un disciplinare del riso bio, che purtroppo non è stato prodotto da questa Regione.
Termino parlando dell'ambiente. Noi crediamo che la scelta di individuare 700 ex cave come siti potenziali per discariche di amianto sia una scelta sbagliata e anche, per certi versi, che potrebbe avere dei risvolti pericolosi, perché ovviamente se una ex cava viene ritenuta idonea a ospitare materiali contenenti amianto è anche logico pensare che poi possa contenere anche altri tipi di materiali.
Noi abbiamo più volte proposto altre strade e speriamo che ci sia un ripensamento su questo fronte. Siamo in attesa di un piano energetico regionale, che tarda pesantemente ad arrivare. Abbiamo visto un piano energetico all'inizio di questo mandato e non l'abbiamo più visto, per vediamo andare avanti, sostenuto da questa maggioranza, un progetto completamente sbagliato di privatizzazione delle linee ad alta tensione che è il progetto Interconnector per portare l'energia nucleare dalle regioni vicine in Italia. Tra l'altro, con soldi ricavati dalle bollette che pagano tutti i cittadini.
Siamo in attesa di un piano operativo che renda concreto quello che era il Piano dei rifiuti approvato dall'attuale maggioranza, ma che noi non abbiamo approvato. Ciò non toglie che il piano operativo era una delle condizioni per approvare quel piano o, comunque, era indicato come una conseguenza di quel piano. A un anno dall'approvazione del Piano rifiuti siamo ancora in attesa del piano operativo e speriamo che arrivi nei prossimi giorni.
Grazie.


Argomento: Nomadi

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Business della solidarietà - coinvolgimento della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

L'Assessora Cerutti è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Business della solidarietà - coinvolgimento della Regione Piemonte".
Prego, Assessora.



CERUTTI Monica, Assessora all'immigrazione

Grazie, Presidente.
La richiesta di comunicazione che ci è giunta riguarda il cosiddetto business della solidarietà e la richiesta rispetto a quali possano essere i gradi di coinvolgimento o coinvolgimento tout court della Regione in questa partita.
La risposta è che non vi è alcun livello di coinvolgimento della Regione su quello che leggiamo anche noi sui giornali. Così come è stato ricordato - tra l'altro, anche stamattina ho ascoltato gli interventi dei Consiglieri rispetto al lavoro regionale - la Regione, in particolare sulla questione dell'inclusione di Rom, Sinti e Caminanti, ha un ambito di azione che è di orientamento, di programmazione e di coordinamento, e non di gestione.
Da questo punto di vista ricordo ai Consiglieri, prendendo come occasione la richiesta, che esiste la Strategia nazionale di inclusione delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti e, in particolare, per quanto riguarda la Regione Piemonte, in attuazione di questa Strategia, con DGR del 10 febbraio 2014 - quindi precedente a questa legislatura e pertanto nella passata Giunta - è stato istituito il Tavolo regionale composto da rappresentanti delle amministrazioni periferiche statali, degli Uffici regionali, degli Enti locali, delle associazioni e degli organismi della società civile impegnate nella tutela di queste comunità.
Nello specifico, per scelte dalla passata Giunta, le associazioni di Rom, Sinti e Caminanti componenti del Tavolo erano e sono le seguenti: AIZO, Rom e Sinti Onlus, Idea Rom, Opera Nomadi e Romanò Ilo.
Il Tavolo ereditato con quest'Amministrazione ha provato, così come erano le indicazioni, ad approfondire quattro assi (lavoro, salute, casa e istruzione) e anche a sensibilizzare i territori sulla tematica monitorando l'attuazione della strategia e contribuendo alla programmazione delle politiche regionali per l'integrazione, elaborando i piani locali monitorando e valutando gli interventi.
Abbiamo riunito due volte questo Tavolo, precisamente il 16 ottobre 2014 e la seconda volta il 30 luglio 2015. Però, al fine di costruire una fotografia più precisa delle realtà locali, abbiamo organizzato incontri territoriali. Infatti, fra i mesi di febbraio e aprile 2015 con i funzionari della Direzione abbiamo effettuato nove incontri sui territori che hanno coinvolto circa 50 Comuni interessati dalla presenza di popolazioni Rom e Sinti per raccogliere le esperienze positive replicabili e individuare eventuali criticità. A questi incontri hanno partecipato i rappresentanti delle Amministrazioni locali dei territori coinvolti, degli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali, delle Polizie municipali e delle associazioni che operano localmente sulla materia in oggetto. In seguito, in base agli spunti emersi a livello locale, si sono organizzati quattro Tavoli tematici su istruzione, lavoro, abitare e status giuridico che si sono avviati nell'ottobre 2015.
Al momento, abbiamo chiuso un primo giro per ogni tematica. Gli incontri, grazie anche alla partecipazione attiva dei rappresentanti delle Amministrazioni e delle associazioni, hanno restituito spunti utili ai lavori.
Attualmente è in fase di approfondimento con la Direzione regionale competente il tema dell'abitare, perché è una delle questioni che ci è stata posta, soprattutto da Comuni della provincia di Torino e della Regione, rispetto alla molto delicata questione degli abusi edilizi, in modo da comprendere se c'è la possibilità di intervento, così come peraltro hanno fatto altre Regioni. Su questi aspetti pensiamo di convocare nelle prossime settimane il Tavolo di coordinamento regionale.
Questo è il lavoro che abbiamo portato avanti sulla tematica specifica quella di inclusione delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti che, come ripeto, prevede per la Regione un ruolo strategico di coordinamento e di programmazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Ringrazio i colleghi di Forza Italia per aver introdotto questo tema perché ci consente un momento utile di dibattito politico anche in questa sede istituzionale, che non è quella direttamente coinvolta, perché voce in capitolo l'ha avuta e continua ad averla soprattutto il Comune capoluogo e la Città metropolitana.
Ritengo che dobbiamo guardare agli ultimi anni di intervento istituzionale sul tema, togliendo un po' di paraocchi e, soprattutto, con un po' di onestà intellettuale, dicendo che noi abbiamo sempre sostenuto che per affrontare il tema servivano risorse. Potevamo, al limite - e l'abbiamo fatto - dividerci e scontrarci sui settori in cui investire queste risorse. Chi ha una visione più di ordine pubblico chiaramente avrebbe preferito investirle nelle dotazioni delle forze dell'ordine che sarebbero chiamate ad applicare la legge; chi ha una visione legittimamente, più solidaristica, invece avrebbe preferito investirle per favorire strumenti di integrazione della popolazione nomade, sempre che un giorno sia dimostrabile che questa integrazione è davvero ottenibile o meno.
Il problema, però, è che il nostro territorio ha avuto dei soldi ed ha avuto cinque milioni di euro. E su questi cinque milioni di euro si è invece scelto (ed è stata una scelta politica) di creare delle condizioni di concorrenza tra gli enti del privato sociale, di favorire la nascita perché è avvenuta con una delibera comunale - di un mostruoso consorzio che riuniva sostanzialmente tutte le realtà associazionistiche operanti nell'area del nomadismo, dalle cooperative e associazioni più "bianche" a quelle più "rosse", passando per tutto il pantano delle sfumature "rosa" con il risultato di aver creato un cartello che si è spartito milioni di euro pubblici secondo delle prassi che erano - misuro le parole perché c'è un'indagine penale in corso - comunque assolutamente diverse dall'obiettivo dettato dal capitolato d'appalto.
Io, da Consigliere di opposizione al Comune di Torino, ho approfondito il tema e ho visto molti aspetti che non tornavano: ho visto che troppi Rom invece di essere rimpatriati con i rimpatri assistiti e invece di essere integrati in soluzioni lavorative e abitative, così com'era stato promesso dalle cooperative - venivano parcheggiati - perché il termine giusto è questo - in un housing sociale abusivo, perché non era nemmeno accatastato come immobile abitabile, di proprietà di un noto palazzinaro che - io non mi permetto giudizi - le cronache giudiziarie hanno ormai definito come il "ras delle soffitte" e che, grazie all'Amministrazione comunale di Torino e al buonismo che ha impedito di affrontare quella dinamica col giusto rigore, è diventato un interlocutore istituzionale della Città. E lo è diventato per la mediazione di realtà associative come Animazione Valdocco (vertici indagati per truffa ai danni dello Stato), Terra del Fuoco (vertici indagati per truffa ai danni dello Stato) e Associazione italiana Zingari oggi; e permettetemi la nota di colore: evidentemente loro possono chiamarsi "zingari", mentre noi non li possiamo chiamare così; però loro si chiamano Associazione italiana Zingari oggi (vertici indagati per truffa ai danni dello Stato).
Ora, vedete, queste indagini sono peraltro evolute con un sequestro preventivo da parte del GIP (quindi non della Procura, ma del Giudice delle indagini preliminari) per mezzo milione di euro. Per carità, aspettiamo gli esiti perché siamo garantisti con tutti, però si tratta di indagini che vanno avanti da oltre un anno, che sono in stato piuttosto avanzato e che ci danno una fotografia dell'assoluta inefficacia di quell'azione.
Quell'appalto, infatti, impegnava questo apparato associazionistico e cooperativo ad arrivare al superamento del campo di Lungo Stura Lazio e del campo abusivo di Via Germagnano e alla riconduzione e messa a norma (e quindi gestione) dei campi regolari di Via Germagnano e Strada Aeroporto.
Invece siamo arrivati, con estrema fatica, al superamento di metà del campo di Lungo Stura Lazio, perché poi alla fine l'altra metà - penso che ce ne siamo accorti tutti - è stata rimossa con le ruspe e con le Forze dell'ordine e non con le "emersioni", i "patti di convivenza", le "autodecostruzioni" e tutte queste belle cose con questi bei termini tutti politicamente molto corretti ma che poi sostanzialmente sono "fuffa".
Il problema è che tutti gli zingari - lo dicono loro: "zingari" - che sono finiti parcheggiati in quell'housing sociale, quando sono finiti i quattrini dell'affitto che evidentemente si intascava il ras, sono finiti di nuovo per strada e, non potendo più tornare in Lungo Stura Lazio, sono andati ad ingrossare l'altro campo Rom abusivo più grande di Torino, che è quello di Via Germagnano che infatti, da essere dietro le Basse di Stura e l'AMIAT, adesso si è allungato praticamente quasi fino alla strada; e quindi sono finiti di nuovo tutti in strada. Peccato che nel frattempo milioni di euro sono scomparsi.
Sinceramente, non è solo per polemica politica che ricordo questi dati anche per quello, non mi nascondo -, ma è ovvio che poi sono costretto ahimè, permettetemi - a tirare in ballo i colleghi del Movimento 5 Stelle che però in questo caso non hanno alcuna responsabilità: loro sono Consiglieri di minoranza in Regione, ma questa Città da quasi un anno è amministrata dal vostro Movimento.
BONO Davide (fuori microfono) Ma è un'ossessione!



MARRONE Maurizio

Non è un'ossessione, ma un fatto che può piacere o no.
Io non capisco una cosa e ne approfitto per lanciare degli interrogativi; chi vorrà e chi potrà mi risponderà, se no rimarrò senza risposta come mi sta accadendo in diverse sedi. Io vorrei capire come mai con un'indagine che vede queste tre realtà - AIZO, Animazione Valdocco e Terra del Fuoco - indagate per truffa ormai da un anno, addirittura con sequestro di soldi pubblici come oggetto del reato- perché questo dice la magistratura -, noi ci troviamo a fine 2016-inizio 2017 ancora quegli stessi soggetti associativi e cooperativi usati come interlocutori, con delibere da decine (e in certi casi centinaia) di migliaia di euro pubblici che continuano ad arrivare dagli Enti pubblici - a partire dal Comune di Torino - a quelle stesse associazioni.
Sono indagate per truffa ai danni dello Stato e continuano ad avere in affidamento diretto la gestione dei nomadi! Continuano ad essere finanziate! Addirittura, allargandoci, il risultato è che il Vicepresidente di Terra del Fuoco - ma con un'abile operazione di maquillage societario hanno messo in un angolo quell'Associazione e hanno creato una cooperativa Babel, che ha le stesse persone che la dirigono e che fa affari d'oro con le Prefetture e non più con lo SPRAR del Comune, perché lì avevano gli assistenti sociali sul collo e invece con la Prefettura non hanno più alcun problema -, indagato per truffa ai danni dello Stato, è ancora oggi Amministratore unico delle Farmacie comunali del Capoluogo regionale quando in realtà il regolamento di nomina consente al Sindaco, in ogni momento in cui voglia, di provare che è venuto meno un legame fiduciario e di revocare la nomina.
Quindi, o è cambiato l'atteggiamento che ha il Movimento 5 Stelle quando arriva al potere, rispetto ai procedimenti penali e giudiziari in ordine alla gestione e al sottogoverno della cosa pubblica, oppure mi sono perso qualcosa. Infatti - e concludo - sul tema della gestione dei nomadi che è costato milioni di euro di erario pubblico, che non ha sostanzialmente cambiato un tubo a livello di risultato - perché i Rom tolti da Lungo Stura Lazio sono finiti in un altro campo nomadi abusivo della stessa Circoscrizione torinese, quindi si tratta proprio di un gioco delle tre carte - e dopo un'indagine penale per truffa aggravata ai danni dello Stato a carico di alcune Associazioni, non è cambiato niente. Questo è un altro tema, cioè, in cui la discontinuità non c'è e ci sentiamo dire che quelle associazioni e quegli enti sono ancora gli interlocutori. Ma io non ho capito: c'è una specie di obbligo divino, di cartello monopolistico per cui non si può evitare di finire in mano a gente che - almeno secondo la Procura - annovera affaristi fraudolenti sui fondi pubblici per il nomadismo e per l'immigrazione? Dopo quello che abbiamo visto succedere su Mafia capitale! Guardate, lancio questi interrogativi perché mi piacerebbe che un giorno qualcuno ci dicesse - e concludo sul passaggio regionale - se esiste un orientamento di soluzione del problema e non di fronteggiamento di un'emergenza che, a fronte delle indagini della Procura, ormai non ha più alcun tipo di giustificazione. Vorrei ricordare infatti che la definizione di "nomade" la dà la legislazione regionale, che è rimasta ferma - se non ricordo male - alla fine degli anni '90 e quindi, sostanzialmente, ad un altro mondo, quando anche la dimensione del fenomeno era molto, molto più limitata.
Ora, dal centrodestra sono arrivate proposte di ridefinizione legislativa di quel settore, perché dovremmo anche finirla di definire nomadi delle persone di etnia rom che vivono da generazioni sul nostro territorio. A casa mia, infatti, se non ci si sposta non si è nomadi: si è semplicemente abusivi. Si può avere la carta di identità che si vuole e molti sono anche italiani, tra l'altro, perché i Sinti sono tutti cittadini italiani. Eppure nei Comuni, grazie a questa definizione di nomade dipendono dall'Ufficio stranieri e nomadi e hanno dei canali diversi.
Noi, quindi, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Basta usare come interlocutori quelli che fanno business sui nomadi e basta soprattutto, con l'abitudine di non assumerci le nostre responsabilità nel legiferare su quel tema e dare ai Comuni gli strumenti per adottare delle decisioni risolutive. Altrimenti, infatti, nella globalizzazione e nell'epoca di Schengen, diventeremo semplicemente il parco giochi del nomadismo europeo; perché questo è l'Italia, allo stato dell'arte.
Concludo davvero dicendo che addirittura alcuni cittadini rumeni spesso ci prendono in giro, in amicizia, nel farci notare che uno dei motivi principali per cui i Rom di cittadinanza rumena lasciano la Romania per venire qua è che da loro li fanno trottare, a livello di legislazione penale; mentre da noi tutto è concesso. Allora, sinceramente, già dall'Europa riceviamo tante fregature; esserne anche lo zimbello comincia a diventare davvero eccessivo.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Ci sono ancora tre interventi, però chiedo all'Aula, visto che l'Assessora Cerutti aveva già detto che oggi pomeriggio non ci sarebbe stata, se intende continuare in sua assenza la discussione su questo tema o se lo rimandiamo ad un prossimo Consiglio.
Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Ritengo importante che l'Assessora sia presente. Pertanto, sapendo già precedentemente che non avrebbe potuto esserci nella seduta pomeridiana penso sia opportuno rinviare alla prossima settimana, alla prima data in cui l'Assessora sarà presente.



PRESIDENTE

Va bene, riprogrammiamo con la Giunta.
Intanto, sono già iscritti a parlare il Consigliere Vignale e le Consigliere Conticelli e Porchietto.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.58)



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