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Dettaglio seduta n.127 del 23/02/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.33 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 921 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Diritto allo studio per Valeria, Luca e Mattia"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
921, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione "casca a fagiolo" in questa giornata in cui parliamo di diritti.
Poiché questa mattina ci sono state diverse citazioni di diversi pensatori e autori, ho invece pensato di citare nelle premesse di questa interrogazione l'articolo 27, comma 2 della nostra Costituzione, che dice che la responsabilità penale è personale, che l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva e che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
E' proprio in base a questi principi che chiedo che ci sia un intervento o, perlomeno, una presa di posizione da parte della Giunta rispetto a quanto sta succedendo a tre ragazzi, Valeria, Luca e Mattia, che sono stati fermati in seguito ad alcuni eventi che si sono verificati all' Università, eventi che hanno visto degli scontri tra diverse parti di collettivi di studenti e di organizzazioni, che ovviamente avevano diverse opinioni in merito ad alcuni temi.
Ma noi non siamo qui a decidere chi abbia ragione fra le diverse fazioni, non ci interessa neanche troppo l'oggetto del contendere, anche se questi ragazzi sono anche persone vicine al movimento NO-TAV. Dicevo, in questo caso, non ci interessa tanto quale sia il motivo per cui siano sottoposti a misure cautelari e non possano seguire le lezioni, ma ci interessa proprio in che modo possiamo garantire il loro diritto allo studio.
Quindi, questi tre ragazzi non hanno ancora messo piede in un'aula di Tribunale, ma purtroppo già da alcuni mesi non possono frequentare i corsi universitari; possono sostenere esami, ma soltanto se accompagnati dalla polizia fin dentro le aule e la loro richiesta di poter seguire i corsi è stata respinta.
In merito a questa situazione, noi ci chiediamo se ci sia una reale ragione per impedire a questi ragazzi di poter continuare a frequentare i corsi universitari, rifacendoci al principio che abbiamo enunciato all'inizio dell'illustrazione, quindi al fatto che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato. Tra l'altro, qui parliamo di persone che non sono state neanche condannate e speriamo ovviamente che non lo siano.
A maggior ragione, riteniamo sia doveroso un intervento che possa in qualche modo sostenere il loro diritto a seguire le lezioni quindi il loro diritto allo studio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessora al diritto allo studio universitario

Grazie, Presidente.
Rispetto alle considerazioni che faceva la Consigliera Frediani, quindi rispetto a quella che è la risposta alla questione posta, ci preme sottolineare che la Regione Piemonte è impegnata quotidianamente nel garantire la più ampia estensione del diritto allo studio universitario attraverso, in particolare, con l'EDISU, rimarcando, tra l'altro, fino ad oggi una forte discontinuità con quello che è stato il quadriennio 2010 2014, quindi in una logica del diritto allo studio.
Tuttavia, teniamo anche a sottolineare che non spetta a noi giudicare i provvedimenti di cui sono destinatari gli studenti citati, né compete all'Università il potere di derogare a divieti o misure restrittive imposte a seguito di procedimenti giudiziari.
Detto ciò, sulla base delle verifiche effettuate dal nostro Assessorato, vi è piena disponibilità da parte dell'Università a venire incontro alle eventuali esigenze ulteriori nella piena osservanza appunto di quanto previsto dalle autorità.
Al momento non sembrano esservi state richieste formali - questo ci è stato detto dall'Università - poste dai legali incaricati all'attenzione del Dipartimento e dell'Ateneo.
Quindi, da questo punto di vista, essendo stata sollevata la questione siamo disponibili ad ogni ulteriore approfondimento con la Consigliera.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.


Argomento: Nomine

Interrogazione a risposta immediata n. 919 presentata dalla Consigliera Motta, inerente a "Nomina Commissario straordinario dell'IPAB Città di Asti" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 919, presentata dalla Consigliera Motta.
Chiedo all'Assessore Ferrari di fornirmi risposta scritta, poiché siamo sprovvisti di colleghi dell'Ufficio di Presidenza.
Grazie.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Presidi privati di diagnosi e cura

Interrogazione a risposta immediata n. 922 presentata dalla Consigliera Batzella, inerente a "Coinvolgimento delle associazioni dei pazienti nei Tavoli di programmazione, monitoraggio e vigilanza"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 922, presentata dalla Consigliera Batzella, che ha la parola per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Oggi vorrei portare in Aula un caso molto importante, sotto gli occhi di tutti, e ne hanno parlato tutti, un episodio gravissimo che non dovrà più ripetersi; mi auguro che non possano più accadere episodi di tale brutalità.
Mi riferisco al caso di Borgo d'Ale.
Abbiamo appreso nei recenti giorni dai quotidiani in merito ai 18 arresti nella residenza la Consolata di Borgo d'Ale, dove gli anziani ospiti e i malati psichici venivano presi a schiaffi e a calci, strattonati per i capelli, picchiati con manici di scopa e chiavi, subendo umiliazioni di ogni genere; alcuni pazienti venivano anche legati e costretti a giacere per terra mentre venivano calpestati. Si tratta di medici, di infermieri e di operatori sanitari che avrebbero maltrattato pesantemente gli ospiti con schiaffoni, a volte inferti anche con oggetti, con manici di scopa e con chiavi, ma anche con pugni, spintoni e umiliazioni.
Tutto questo è stato riportato e lo potete trovare in un articolo de La Stampa.
Non è chiaro se l'attività di vigilanza da parte dell'ASL competente sia stata eseguita correttamente, né se nei confronti dei responsabili dell'ASL verranno presi dei provvedimenti di qualche tipo. Non è chiaro perché l'Assessorato competente non svolga il ruolo di vigilare sul vigilante in modo da esercitare un'attività di controllo di secondo grado.
Sembra invece evidente che ci sia la necessità di coinvolgere l'utenza per valutare la qualità di questi servizi erogati dai privati, ma pagati vi ricordo - con soldi pubblici! E talvolta, per la quota di compartecipazione definita dai LEA, dall'utenza stessa.
Interrogo l'Assessore per conoscere quali provvedimenti intenda intraprendere in merito ai controlli di vigilanza nelle strutture private al fine di valutare anche la qualità dei servizi erogati e di renderli efficaci ed efficienti.
Chiedo che la Regione Piemonte intervenga assolutamente con priorità! Ritengo che le associazioni dei familiari e dei pazienti debbano intervenire e debbano rendersi partecipi a questi monitoraggi che avvengono all'interno delle case di riposo e in questi luoghi di assistenza a dei malati gravi, perché la dignità delle persone non può essere in alcun modo calpestata. Quindi, il mio appello, oltre che interrogare l'Assessore, è rivolto a tutti: alla Giunta e a tutto il Consiglio regionale, affinché si prendano immediati provvedimenti e affinché queste brutalità non possano e non devono più accadere.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Grazie, Presidente.
Condividiamo il contenuto delle parole della Consigliera Batzella.
Anzitutto, non bisogna indebolire la negatività e la brutalità di quello che è successo, perché da quello che abbiamo letto e da quello che abbiamo visto è stata messa a dura prova la dignità di persone e la dignità di persone particolarmente vulnerabili in una struttura che ha il compito e il dovere di tutelarle.
Quindi è chiaro che questo non si può tollerare e vengono presi in considerazione, ma sono già in atto, tutti gli interventi anche da parte dell'autorità giudiziaria perché i responsabili di quanto accaduto paghino fino in fondo per quello che hanno fatto.
L'interrogazione, però, pone un problema più strutturale, che ha a che vedere con i livelli di vigilanza rispetto a queste strutture che, in rapporto a persone fragili come anziani non autosufficienti o che soffrono di Alzheimer o come soggetti disabili, devono essere garantiti. La risposta scritta che gli Uffici presentano è una risposta che entra nel dettaglio e che quindi noi mettiamo a disposizione, dando da subito la disponibilità insieme all'Assessore Saitta, ad ulteriori informazioni su questo aspetto.
La risposta si articola soprattutto su tre punti, che voglio sommariamente richiamare.
Innanzitutto, a che cosa deve puntare la funzione di vigilanza che è in capo alle Strutture regionali? La funzione di vigilanza deve puntare non solo a verificare l'appropriatezza dei requisiti strutturali, organizzativi e gestionali dei servivi: deve puntualmente valutare che i servizi siano effettivamente finalizzati al benessere fisico e psichico della persona.
Secondo: chi deve esercitare questa funzione? Lei lo ha già ricordato collega Batzella: la esercita direttamente l'ASL territorialmente competente, attraverso le Commissioni di vigilanza, che devono svolgere periodicamente degli interventi ispettivi per fare tutte le valutazioni che richiamavo precedentemente e rispetto alle quali devono presentare anche alla Regione puntuali verbali in ordine a quello che viene visto e ravvisato all'interno delle strutture.
Sulla situazione specifica della struttura di Borgo d'Ale, certamente noi possiamo dire che bisogna sempre fare di più e meglio. Ma non possiamo dire che negli anni e nei mesi che abbiamo alle spalle la Regione Piemonte sia stata ferma su questa struttura. Vorrei infatti far presente - e lo si esplicita dettagliatamente nella risposta scritta - che fin dal 2011 soprattutto per quanto riguarda il nucleo disabili di questo presidio, sono state effettuati, anche su richiesta esplicita della Struttura regionale momenti di ispezione relativi a questo edificio, per verificarne l'adeguamento strutturale rispetto a delle prescrizioni che erano state date e alla qualità del servizio che veniva erogato.
Vorrei precisare anche che in una di queste attività - siamo esattamente a novembre del 2015 - proprio perché sono state evidenziate varie criticità anche a livello di struttura (un fabbricato che manifestava in varie parti una sua precarietà), la Commissione ha ritenuto in seduta collegiale di sospendere l'autorizzazione al funzionamento, che è stata poi resa effettiva con un provvedimento del 4 dicembre 2015, con un blocco degli inserimenti fino al ripristino delle condizioni igienico-sanitarie e strutturali richieste nei verbali precedenti.
Ancora, sempre negli ultimi mesi del 2015 - quindi non abbiamo agito in relazione alle notizie che sono poi drammaticamente apparse, ma si trattava di un'azione già in atto da parecchio tempo - l'ASL di Vercelli trasmetteva alla Procura della Repubblica di Vercelli la segnalazione, a loro pervenuta, relativa a maltrattamenti nei confronti di un ospite della struttura, effettuando altresì un incontro con gli Ufficiali del Comando dei Carabinieri di Vercelli al fine di stabilire il tipo di intervento da realizzare.
Ancora, sempre nel dicembre del 2015, vi è stato un ulteriore sopralluogo di vigilanza, da cui risulta una situazione sostanzialmente invariata rispetto al sopralluogo di due mesi prima e pertanto, nelle more degli adempimenti complessivi, si prescrive, con tanto di verbale l'attuazione entro 60 giorni - quindi la valutazione cade proprio in questi giorni - di alcuni interventi, dando atto che, in difetto, si procederà alla revoca - non soltanto alla sospensione, quindi, ma alla revoca dell'autorizzazione al funzionamento.
Ci sono quindi degli atti ben precisi, anche su richiesta della Struttura regionale, affinché la vigilanza intervenga in maniera diretta forte e incisiva su alcune questioni che erano evidenti già da tempo su questa struttura. Dunque è chiaro che quanto è accaduto non fa altro che aggravare una situazione già molto critica e noi faremo di tutto perch queste cose non succedano effettivamente più. Ma avremo modo di aggiornare la situazione ancora nei prossimi giorni e siamo disponibili, già nella seduta di martedì prossimo, a rendere un'ulteriore informativa.
Aggiungo in conclusione - perché l'interrogazione metteva in evidenza anche un altro aspetto, relativo alla partecipazione dei familiari alla valutazione del servizio - che questo è un punto da approfondire, che non va affrontato in maniera semplicistica; e dico il perché, leggendo espressamente quanto contenuto nella risposta scritta.
Pregherei di valutare queste parole non con l'intenzione, da parte nostra, di bypassare il problema, ma di valutarlo in tutta la sua complessità e profondità, perché è un problema articolato. La prospettata necessità di coinvolgere l'utenza nell'attività di vigilanza, infatti, deve tener presente che quest'attività va garantita con la terzietà dell'organo vigilante, così come previsto in tutti gli altri organi istituzionali. Se venisse meno questo principio, bisognerebbe anche prevedere il coinvolgimento dei gestori delle strutture, quali controparti, onde evitare contenziosi giurisdizionali ed ulteriore appesantimento dell'attività di vigilanza.
Inviterei quindi - abbiamo fatto bene a sollevare il problema, per fare in modo che ci siano tutte le condizioni per poterlo valutare in maniera precisa - a stare attenti a non prendere delle scorciatoie o innescare dei cortocircuiti che, poi alla lunga, metterebbero in difficoltà la terzietà di un organo di vigilanza che deve garantire effettivamente un giudizio di merito ed estremamente rigoroso, senza avere appesantimenti ulteriori.
Detto questo, ribadisco che non da oggi la struttura ha un occhio di sorveglianza particolare, perché aveva ed ha contemporaneamente problemi di carattere strutturale e problemi legati già da qualche tempo ad episodi di maltrattamento delle persone, rispetto ai quali sono già stati presi dei provvedimenti ben precisi, fino alla possibile revoca dell'autorizzazione al funzionamento. Abbiamo dunque questi giorni per valutare ulteriormente i provvedimenti da assumere.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
Data la delicatezza dell'argomento, le ho concesso dieci minuti, ma ricordo che la Giunta ha cinque minuti a disposizione, mentre i Consiglieri ne hanno tre.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 920 presentata dal Consigliere Ottria, inerente a "Lunghi tempi di attesa e indisponibilità del servizio di 'libera professione' per la cura delle malattie reumatiche dell'Azienda Ospedaliera 'S.S. Antonio e Biagio e C. Arrigo' di Alessandria"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 920, presentata dal Consigliere Ottria.
Come sapete, l'Assessore Saitta oggi non è presente, pertanto risponderà all'interrogazione l'Assessore Valmaggia.
La parola al Consigliere Ottria per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda la cura delle patologie reumatiche, una patologia molto grave che generalmente si evidenzia molti anni dopo la sua insorgenza e che molto spesso è irreversibile.
Queste malattie, se non vengono curate adeguatamente, dopo 10-15 anni rischiano di causare anche inabilità lavorative.
Dai dati ISTAT del 2012, su una popolazione regionale complessiva di circa quattro milioni e 300 mila abitanti, i malati reumatici erano 57.900 di cui 20.000 soffrivano di artrite reumatoide, 16.000 di spondilite anchilosante, 18.000 di artrite psoriasica, e 3.000 di altre patologie reumatiche.
La struttura dell'ospedale di Alessandria (l'ospedale S.S. Antonio e Biagio e C. Arrigo) è all'avanguardia, in questo campo, perché utilizza moderne tecniche di cura e dei protocolli, sia nazionali che internazionali, tant'è che la Regione Piemonte ha autorizzato la struttura stessa, con una delibera, all'impiego di farmaci biologici per la terapia dell'artrite reumatoide e di altre importanti patologie.
Insomma, quest'apparato è ritenuto all'avanguardia sia dalla comunità scientifica sia dal giudizio dei pazienti che usufruiscono del servizio.
Fino al settembre scorso poteva contare sulla presenza di un direttore molto valido, che è andato in pensione appunto nel mese di settembre, oltre ad un'équipe di medici altrettanto valida.
La problematica che porto a conoscenza, e che ho vissuto anche direttamente, sta nel fatto che l'ospedale civile attualmente ha dei tempi di attesa, per una visita, di circa sei mesi. Analogamente, vi è la possibilità di usufruire di un servizio di libera professione, anch'esso non usufruibile da alcuni mesi, in quanto il medico non è disponibile.
Inoltre, da una ricerca fatta anche sul territorio, altre strutture di cura non sono usufruibili o presuppongono lunghi tempi d'attesa.
Nell'interrogazione, pertanto, si chiede all'Assessore - e mi spiace che oggi non sia presente - quali azioni intenda mettere in atto per assicurare un servizio con tempi d'attesa più brevi e per far fronte ad un adeguato e fondamentale supporto in libera professione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La Struttura Semplice Dipartimentale di Reumatologia dell'Azienda Ospedaliera di Alessandria effettua circa 4.000 prestazioni all'anno (una cifra consistente). La ragione delle lunghe attese può essere, in parte spiegata nell'intensa domanda e, pur non essendo una specialità di primo livello, la struttura dell'Azienda Ospedaliera di Alessandria rappresenta un riferimento per un ampio bacino di utenza (Piemonte sud Orientale). Va evidenziato che storicamente anche l'attività in libera professione intramoenia (ormai limitata ad un solo medico) ha sempre registrato lunghi tempi d'attesa, anche per la riconosciuta professionalità del centro.
Le liste d'attesa non risultano di sei mesi, ma, a febbraio 2016 l'attesa è a 106 giorni e si sottolinea che le prestazioni urgenti sono erogate nei tempi stabiliti.
L'Azienda ha integrato la struttura con l'assunzione di un nuovo medico a gennaio scorso e questo ha permesso di incrementare i giorni dedicati alle visite ambulatoriali.
Va sottolineato che sono numerose le prestazioni dedicate alle patologie complesse, come previsto dal ruolo di riferimento per un hub, per cui sono previsti ambulatori ad hoc, nonché gli studi attivi in cui la struttura è inserita a livello nazionale, in particolare per i farmaci biologici. I casi più complessi sono anche soggetti a ricovero: si rammenta che la Reumatologia di Alessandria è tra le poche realtà piemontesi ad avere alcuni posti letto dedicati.
L'Azienda ha già attivato alcuni provvedimenti utili ad assicurare un servizio in tempi più brevi, provvedimenti che andranno integrati con un'azione territoriale comune con l'ASL di Alessandria, in quanto nelle province di Alessandria e Asti l'offerta si è effettivamente molto ridotta con il pensionamento di alcuni specialisti.
Grazie.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 917 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Prenotazione visite mediche di idoneità alla guida per il rilascio di patenti speciali"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 917, presentata dalla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Sono a conoscenza di un problema legato alle prenotazioni delle visite mediche di idoneità alla guida per il rilascio di patenti speciali.
Ricordo brevemente l'iter: per conseguire, rinnovare o ottenere la revisione della patente speciale è necessario richiedere la visita di idoneità presso la commissione medica dell'ASL competente. Purtroppo, per il sistema di prenotazione non permette l'accesso diretto ai funzionari professionali delle autoscuole, che devono rapportarsi con gli operatori ASL per gestire e inoltrare le pratiche degli utenti che ne facciano richiesta.
Spesso gli utenti hanno difficoltà a raggiungere gli sportelli, li devono frequentare più volte, mentre le commissioni mediche - ricordo sono oberate di nuove richieste. Dall'altro lato, la prenotazione costituisce documento valido a prorogare la patente speciale scaduta.
Questo, ovviamente, in caso di persona diversamente abile rappresenta anche una necessità primaria.
In genere, la prenotazione della visita di idoneità è causa di notevole disagio per la persona disabile e per i lunghi tempi d'attesa allo sportello, che - ahimè - sono stati verificati. So che più volte l'Assessorato è stato sollecitato proprio al fine di individuare un sistema organizzativo, rispetto alle patenti speciali, più snello e più efficace ed è per questo che chiedo di sapere se è in previsione una riorganizzazione del sistema di prenotazione delle visite di idoneità, in modo da poter fare accedere direttamente (questa è una possibilità) al portale del CSI gli operatori professionali delle autoscuole, oltre ovviamente, a fornire l'applicativo alle commissioni mediche locali delle diverse Province.
Certamente, il metodo che ho sintetizzato permetterebbe alla persona diversamente abile di muoversi, rispetto ai vari sportelli, in un minor numero di volte, di ridurre i tempi e, molto probabilmente, di decongestionare gli sportelli, per tutti coloro che hanno la necessità di rinnovare la patente.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Il DPR n. 68/2013, che modifica i commi da 1 a 5 dell'articolo 330 del DPR 495/92, in materia di Commissioni Medico Locali, dispone, tra le altre cose, che le Commissioni Medico Locali sono costituite una per ciascuna ASL, con provvedimento del Presidente della Regione, presso i servizi dell'Azienda Sanitaria Locale che svolgono funzioni in materia medico legale.
La Commissione è composta da un Presidente (nominato con provvedimento dal Presidente della Regione), due membri effettivi ed almeno due supplenti individuati tra i medici delle amministrazioni e corpi di cui all'articolo 119, comma 2 del Codice della Strada, tutti in attività di servizio e designati dalle Amministrazioni di competenza.
La Commissione opera presso idonei locali dell'Azienda Sanitaria Locale, facilmente accessibili e nel rispetto dell'abbattimento delle barriere architettoniche.
Per ogni Commissione opera un ufficio di segreteria che organizza le sedute, curando, altresì, la convocazione, così come contemplato dalla normativa vigente, di coloro che devono sottoporsi agli accertamenti sanitari e la raccolta e l'archiviazione della documentazione sanitaria degli esaminati.
Il Presidente convoca la Commissione in relazione al numero ed alla natura delle richieste ed assicura il funzionamento dell'ufficio di segreteria della Commissione avvalendosi di personale in servizio presso l'Azienda Sanitaria Locale.
Il Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell'Economia e Finanze, sentiti il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni, determina i diritti dovuti dagli utenti per le operazioni di competenza delle Commissioni Mediche Locali, le quote da destinare per le spese di funzionamento delle stesse, comprese quelle relative all'ufficio di segreteria, oltre alle quote per gli emolumenti ed i rimborsi di spese ai componenti delle Commissioni medesime. La misura dei diritti dovuti dagli utenti deve essere determinata in modo tale da garantire l'integrale copertura delle spese di funzionamento delle Commissioni in argomento.
E' necessario specificare che si tratta di attività con spesa a totale carico dell'utente, quindi di tipo privatistico e non soggetta a vincoli di residenza, pertanto la visita medica può essere effettuata presso qualsiasi ASL del territorio piemontese, atteso il minor tempo di aspettazione.
Le particolari modalità di prenotazione - questo è uno dei punti richiamati dall'interpellanza - per la visita presso la Commissione Medico Locale, che contempla la consegna di modulistica, bollettini di pagamento e foto tessera, non consente la prenotazione presso i CUP regionali.
Il coinvolgimento degli operatori professionali delle autoscuole peraltro, non è previsto dall'attuale normativa che indica dettagliatamente gli attori interessati.
Questa è la risposta.
Se posso aggiungere, condivido la necessità di semplificare un iter che è gravoso, soprattutto per chi ha delle difficoltà e richiede una patente di tipo speciale.
Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Liceo Classico "Lagrangia" di Vercelli


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti del Liceo Classico "Lagrangia" di Vercelli in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione a risposta immediata n. 918 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Acquedotto municipale di Costa Vescovato"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 918, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come la Giunta sa, l'acquedotto municipale in questione, del Comune di Costa Vescovato nell'alessandrino, è una realtà che ormai ha più di cent'anni. In qualche modo è normale che i suoi abitanti e l'amministrazione lo difendano, in quanto questo acquedotto è stato tenuto in efficienza per più di un secolo e continua a portare acqua fresca dalle sorgenti ai rubinetti delle case (tra l'altro, per una modica cifra di 0,46 al metro cubo, contro tariffe, come sapete, di due euro dei gestori circostanti).
Il suo bilancio è in attivo e il Sindaco e il Consiglio comunale continuano a considerarlo un bene comune. Ad oggi, come sapete, hanno declinato tutti gli inviti - le ingiunzioni dello stesso ATO-6 e circolari della Regione - a chiudere questa esperienza.
Dalla lettura ufficiale dei dati emersi dal sito dell'ATO-6 ci risulta che dal 2007 in poi non sia più stato aggiornato il Piano d'Ambito che invece, come ricorderete bene, deve essere aggiornato ogni tre anni.
Fa un po' specie, quindi, che si dica ad Comune cosa deve fare e come si deve applicare la legge, quanto l'ATO-6 stesso non ha neanche svolto le funzioni che dovrebbero essere svolte.
Così come ci risulta che non ci sia ancora un gestore unico dell'ATO-6 che, tra l'altro, continua a vedere: il 91% del servizio idrico integrato in mano a gestori diversi (AMAG-S.p.A. di Alessandria, Gestione Acqua S.p.A.; il Consorzio intercomunale di Madonna della Rocchetta - Società Acque Potabili, ecc. ecc. ) e l'8% ancora in capo ai Comuni che effettuano la gestione in economia, come dicevamo.
Tra l'altro, dal sito non risulta se e quale obiettivo abbia seguito l'APSE, cioè l'Acque Piemonte Sud Est, e a che punto sia il cosiddetto passaggio di unificazione.
Ricordiamo, tra l'altro, dei punti della normativa.
Intanto, l'articolo 62, comma 4 lettera B della legge 221 del 2015 consente ai Comuni sotto i mille abitanti la gestione diretta del loro acquedotto. Non è vero, quindi, che non c'è la possibilità di una gestione in economia fatta direttamente all'interno delle funzioni del Comune.
La Giunta regionale, dopo aver invitato la circolare n. 2 del 16 marzo 2015, che chiedeva un gestore unico dell'acqua, non si è neanche attivata per sapere che cosa è successo del processo di unificazione.
Secondo noi sarebbe incresciosa la nomina di un Commissario per sottrarre al Comune di Costa Vescovato il suo acquedotto che serve meno di mille abitanti e non ci risulta che l'Osservatorio Regionale per i Servizi Idrici si sia accorto che l'ATO-6 non aggiorni più il Piano d'Ambito che ha ben più di 11 anni.
Ricordiamo, sommessamente, che i referendum del 2011 hanno ampiamente indicato la volontà popolare di lasciare rigorosamente alla gestione pubblica il compito fondamentale di custodire e prendersi cura della risorsa acqua, lasciando ai Comuni la libertà di scelta su questi temi.
Quindi, oltre a ricordare che gli stessi Comitati piemontesi in difesa dell'acqua pubblica invitano le Istituzioni ad annullare ogni procedimento contrario ai diritti dei cittadini, in particolare di Costa Vescovato chiediamo se sia intenzione della Giunta regionale, viste le premesse che abbiamo fino a qui analizzato, annullare la richiesta di un gestore unico soprattutto nei confronti di un Comune che opera nell'interesse dei propri concittadini, nel rispetto dell'ambiente e della tutela della nostra risorsa idrica locale.
Capisco che le politiche ambientali debbano essere tenute anche in bacini più ampi e che gli inviti possono sempre arrivare, ma non arriviamo a trasformare gli inviti in azioni che vanno contro le decisioni democratiche assunte anche dai piccoli Comuni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Una precisazione rispetto all'intervento puntuale del Consigliere Grimaldi.
Il Consigliere sa benissimo - sicuramente se ne sarà dimenticato - che l'indicazione normativa parla di "servizio idrico integrato", cioè la gestione della filiera dell'acqua parte dalla sorgente, ma finisce dopo la depurazione. Parliamo, quindi, di acque bianche, ma anche di acque nere, in un ragionamento complessivo, non soltanto riguardante l'acquedotto, ma anche la partita delle fognature.
Nello specifico, il Comune di Costa Vescovato aveva sottoscritto la convenzione istitutiva dell'Ente d'Ambito n. 6 "Alessandrino", né ha conferito la gestione ad uno dei gestori affidatari individuati dall'Ente d'Ambito né ha richiesto all'epoca, ricorrendone le condizioni, il riconoscimento come gestione diretta ai sensi dell'articolo 148, ora abrogato, del d.lgs. 152/2006.
La recente normativa - legge n. 221/2015 "Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali", che ha richiamato anche il Presidente Grimaldi - ha emendato ulteriormente l'articolo 147 del d.lgs 152/2006, facendo salve due eccezioni, per le quali è possibile la deroga: a) le gestioni del servizio idrico integrato in forma autonoma nei comuni montani con popolazione inferiore a 1.000 abitanti già istituite ai sensi del comma 5 dell'articolo 148 (non mi pare che il Comune di Costa Vescovato rientri fra questi); b) le gestioni del servizio idrico in forma autonoma esistenti nei comuni che presentano contestualmente le seguenti caratteristiche: approvvigionamento idrico da fonti qualitativamente pregiate (mi pare che ci sia un approvvigionamento da sorgente); sorgenti ricadenti in parchi naturali o aree naturali protette, ovvero in siti individuati come beni paesaggistici ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 utilizzo efficiente della risorsa e tutela del corpo idrico.
Ai fini della salvaguardia delle gestioni in forma autonoma di cui alla lettera b), l'ente di governo d'ambito territorialmente competente provvede all'accertamento dell'esistenza dei predetti requisiti.
Sarà dunque cura della Regione, nell'ambito dell'esercizio dei poteri sostitutivi ad essa affidati dalla legge n. 164/2013, e con il buonsenso che cerchiamo di metterci nell'attività amministrativa, acquisire anche dall'Ente di Governo dell'Ambito n. 6, territorialmente competente, gli esiti dell'accertamento dell'esistenza dei predetti requisiti di cui alla lettera b), non rientrando il comune di Costa Vescovato nel caso di cui alla lettera a), ovvero dei Comuni di montagna.
L'operato della Regione Piemonte sarà, in ogni caso, improntato al rispetto della volontà della legge e delle precise responsabilità che questa pone in capo alla Regione per l'esercizio dei poteri sostitutivi così come della volontà del Comune di Costa Vescovato qualora ne ricorrano le condizioni previste dalla legge stessa.


Argomento: Nomine - Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione a risposta immediata n. 916 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Nomina dirigente esterno all'interno della dotazione organica della Giunta regionale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 916, presentata dalla Consigliera Gancia, che la illustra; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Premetto che l'articolo 1, comma 219, della legge 208/2015 (legge di Stabilità per il 2016), ha previsto il blocco, in modo quasi assoluto delle assunzioni del dirigenti per le Pubbliche Amministrazioni nel 2016 sia a tempo indeterminato, sia a tempo determinato.
Il blocco delle assunzioni delle qualifiche dirigenziali non è a regime, ma limitato nel tempo. Esso, infatti, opera nelle more dell'adozione dei decreti legislativi attuativi della legge 124/2015 (c.d.
riforma Madia), nonché in attesa della completa attuazione della legge 190/2014, articolo 1 commi 422, 423, 424 e 425.
In attesa dei decreti attuativi e della ricollocazione dei dipendenti provinciali soprannumerari, l'articolo 1, comma 219, della legge 208/2015 impone di rendere "indisponibili i posti dirigenziali di prima e seconda fascia delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, come rideterminati in applicazione dell'articolo 2 del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.
135, e successive modificazioni, vacanti alla data del 15 ottobre 2015".
Rendere indisponibili i posti vacanti, significa sostanzialmente impedire che essi siano coperti, come se fossero cancellati dalla dotazione organica.
È per questa ragione che, finché non si saranno avverate le suddette condizioni, l'articolo 1, comma 219, della legge 208/2015 impedisce l'assunzione sia a tempo indeterminato, sia a termine. Infatti, ai sensi dell'articolo 19, comma 6, del d.lgs 165/2001 gli incarichi dirigenziali "a contratto", cioè a tempo determinato, vanno a coprire la dotazione organica.
Nell'applicazione della suddetta norma ricadono le Regioni e gli Enti locali. Infatti il comma 219 ricomprende nel divieto tutte le Amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del d.lgs 165/2001, tra cui sono elencate appunto Regioni ed Enti locali.
Attualmente vi sono in servizio presso la Giunta regionale 12 dirigenti di ruolo in posizione di staff, ai quali, da agosto 2015, non è stato assegnato alcun incarico di responsabile di Settore.
Nelle graduatorie concorsuali per l'accesso alla dirigenza regionale esistono professionalità qualificate che possono assolvere a pieno titolo il ruolo di dirigente con un forte risparmio di spesa, visto che avrebbero ciascuno un costo complessivo di circa 300 euro lordi in più al mese rispetto al loro stipendio di funzionari regionali.
Il sindacato CISL-FP-SAS presso la Regione Piemonte il 15 gennaio u.s.
ha emesso un comunicato nei quale affermava - in modo preveggente - che sarebbe intenzione dell'Amministrazione regionale procedere all'assunzione a tempo determinato, di un nuovo dirigente esterno, che andrebbe ad aggiungersi "ai 7 dirigenti esterni già in organico ed ai 13 dirigenti presi dalle Province" contrariamente al "blocco della capacità assunzionale introdotto dalla legge n. 190/2014 ed all'indisponibilità dei posti vacanti nell'organico dirigenziale della legge 208/2015".
La Giunta regionale, su proposta dell'Assessore al Personale ed organizzazione ingegner Giovanni Maria Ferraris, il 25 gennaio 2016, con deliberazione 17-2832 ha affidato l'incarico di responsabile del settore SC A1408A "Controllo di gestione e monitoraggio costi per livelli di assistenza delle ASR" al dottor Antonino Ruggeri.
Il dottor Antonino Ruggeri, fino alla sua nomina di dirigente esterno regionale, era un manager privato della società KPMG-S.p.A. incaricato di svolgere, presso la Regione Piemonte, un'attività di verifica ispettiva sui conti e costi delle ASR, al fine del rispetto del piano di rientro del debito sanitario.
Tutto ciò premesso, interroghiamo l'Assessore al Personale ed organizzazione per sapere se non intenda revocare - sarebbe auspicabile la DGR 25 gennaio 2016, n. 17-2832, avente ad oggetto l'attribuzione dell'incarico di responsabile del settore SC-A1408A "Controllo di gestione e monitoraggio costi per livelli di assistenza ASR" al dottor Antonino Ruggeri, vista la palese inopportunità che il suddetto manager, che fino a ieri era il controllore, ora sia divenuto il controllato, ed attribuire l'incarico ad uno dei 12 dirigenti di ruolo regionale, in posizione di staff, oppure ad uno degli idonei delle graduatorie concorsuali per l'accesso alla dirigenza regionale, con un palese e forte risparmio di spesa pubblica regionale, oltre che per un esempio concreto di quanto blateriamo tutti i giorni.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ferraris; ne ha facoltà.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Grazie, Presidente.
In relazione all'interrogazione in oggetto, rispondo quanto segue.
L'articolo 1, comma 219 della legge 208/2015 - Legge di stabilità per l'anno 2016 - ha previsto, in sintesi, l'indisponibilità di posti dirigenziali nella Pubblica Amministrazione, norma applicabile per estensione anche alle Regioni, fatti salvi incarichi in enti pubblici o su strutture organizzative già oggetto di riordino nel 2014 e nel 2015.
Con ciò si intende rimarcare che la previsione normativa relativa all'indisponibilità stabilita come regola generale prevede un aspetto derogativi nella casistica sopra evidenziata, casistica nella quale rientra la nomina del dottor Antonino Ruggeri oggetto della presente interrogazione.
E' infatti il caso di questa Amministrazione, che in un primo momento con la DGR n. 20-318 del 15 settembre 2014 ha definito in riduzione la nuova configurazione delle Direzioni giuntali, e poi con la DGR n. 11-1409 dell'11 maggio 215 ha riorganizzato i nuovi settori (tra questi anche il settore A-1408A, Controllo di gestione e monitoraggio, costi per livelli di assistenza ASR), articolazione delle Direzioni.
In vero, a seguito della DGR n. 11-1409 di cui sopra è detto, si è provveduto a pubblicare un avviso di selezione per il personale dirigenziale per 89 settori, invitando i dirigenti a presentare da un minimo di tre fino a un massimo di cinque candidature. In quest'occasione alcuni dirigenti che prima dell'avviso erano in posizione di staff, hanno avuto la titolarità di un settore.
Attraverso questo criterio è stata dunque garantita la possibilità, per i dirigenti in posizione di staff, di poter acquisire responsabilità superiori (prima dell'avviso interno, i dirigenti regionali in staff erano 19, di cui otto sono stati nominati responsabili dei nuovi settori riorganizzati).
Per il settore A-1408A, sono pervenute esclusivamente le candidature del dottor Giorgio Lucco e Valter Baratta, entrambi nominati dalla Giunta regionale su altri settori: l'avviso per il settore di che trattasi, è andato così deserto.
La Giunta regionale, con verbale n. 72 del 14 luglio 2015, facendo proprie le motivazioni espresse dai Direttori, ha definito, tra l'altro che per il settore A-1408A si sarebbe proceduto ad avviso esterno di selezione pubblica.
Pertanto, a seguito della richiesta formale pervenuta dal Direttore competente, dott. Moirano, di concerto con l'Assessore Saitta, in data 24 settembre 2015, sul BURP n. 38 è stato pubblicato l'avviso esterno di selezione pubblica per il conferimento, tra l'altro, dell'incarico di responsabile del Settore A1408A, mantenendo i medesimi richiesti in sede di avviso interno, in special modo per l'urgenza di procedere alla copertura del settore, ritenuto di rilevanza strategica all'interno dell'organizzazione dell'Assessorato alla sanità, anche alla luce della specifica e consolidata esperienza in materia di programmazione, riparto e monitoraggio e di controllo di gestione e sistemi di contabilità delle Aziende del SSN che il ruolo richiede, non rinvenuta all'interno dell'Amministrazione regionale attraverso procedura di avviso interno estesa a tutta la dirigenza regionale di cui sopra riferito.
Al riguardo si precisa, altresì, che la normativa vigente consente il conferimento di incarichi a dirigenti esterni a questa Amministrazione nel limite del 10% della dotazione organica, limite che è attualmente rispettato.
Non solo, ma sotto il profilo delle economie realizzate con la nomina della dirigenza regionale di vertice e non, in particolare, di quella in esame, che ha visto la riduzione da 130 a 89 nuovi Settori, si sono potuti realizzare anche significativi risparmi in ordine alla spesa del personale dirigenziale.
Circa l'opportunità di attingere alle graduatorie concorsuali ancora vigenti o al personale dirigenziale proveniente dalle Province, si fa presente quanto segue.
Nel primo caso non sarebbe stato tecnicamente possibile procedere a una nomina, dal momento che si tratta di candidati idonei per l'assunzione della qualifica dirigenziale, mentre l'avviso è destinato a personale già in possesso della predetta qualifica, e pertanto non vi avrebbero potuto partecipare.
Nel secondo caso, invece, ai sensi della legge regionale n. 23/2015, si sta procedendo ad un riordino delle strutture per le quali sono state trasferite le funzioni, riordino che però non coinvolge i settori della Direzione Sanità.
Rispetto ai dirigenti provinciali, va inoltre rimarcato che i medesimi sono stati trasferiti in Regione Piemonte dal 1° gennaio 2016, mentre l'avviso per la copertura del posto in oggetto è stato pubblicato il 24 settembre 2015.
Infine, l'individuazione del candidato dottor Antonino Ruggeri è avvenuta nel pieno rispetto delle procedure: prima dell'adozione del provvedimento di nomina da parte della Giunta e della successiva sottoscrizione del contratto di diritto privato, il predetto candidato ha fatto pervenire agli uffici un documento attestante le dimissioni dal suo precedente incarico presso KPMG, rimuovendo in tal modo ogni condizione di possibile conflitto di funzioni.
Si sottolineo che, in difetto dell'atto di dimissioni, non si sarebbe potuto conferire l'incarico né sottoscrivere apposito contratto di lavoro.
Pertanto si ritiene di aver osservato le norme sull'indisponibilità menzionate in principio, di aver proceduto nell'ambito derogativo consentito dalle precitate disposizioni di legge, di aver osservato i criteri di selezione pubblica interna e successivamente esterna, di aver soddisfatto esigenze organizzative di estrema rilevanza strategica e di conseguenza si ritiene non sussistere alcun presupposto per la revoca della DGR n. 17-2832 del 25 gennaio 2016 di attribuzione dell'incarico.



PRESIDENTE

Ricordo che adesso tutte le Consigliere si troveranno nella Sala attigua per lo spot sull'8 marzo. Invece, alle ore 16, in Sala A si riunirà la I Commissione.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.30 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(La seduta ha inizio alle ore 16.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Corgnati, Ferraris, Ferrentino Laus e Monaco


Argomento: Pari opportunità

Esame disegno di legge n. 141, inerente a "Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 141, inerente a "Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale".
Abbiamo concluso la discussione generale ed è stato votato l'articolo 1.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Chiederei tre minuti di sospensione per poter ragionare ancora su qualche emendamento.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.35, riprende alle ore 16.50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Chiederei se fosse possibile, com'è avvenuto in tutti gli ultimi Consigli in cui si è svolta attività normativa, se dalle ore 18 in poi potessimo affrontare gli atti di indirizzo calendarizzati per il Consiglio di oggi.



PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, possiamo proseguire con la disamina degli emendamenti al disegno di legge n. 141 e alle ore 18 interrompere per passare agli atti di indirizzo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.51, riprende alle ore 16.59)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 141.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Graglia, Ruffino, Porchietto, Marrone e Berutti: Alla lettera a), del comma 1, dell'art. 2 del disegno di legge n. 141, dopo le parole: "discriminazione diretta o indiretta fondata su" è aggiunta la seguente: "nazionalità".
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Graglia, Ruffino, Porchietto, Marrone e Berutti: Alla lettera a), del comma 1, dell'art. 2 del disegno di legge n. 141, dopo le parole: "discriminazione diretta o indiretta fondata su" sono aggiunte le seguenti: "situazione familiare".
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Graglia, Ruffino, Porchietto, Marrone e Berutti: Alla lettera a), del comma 1, dell'art. 2 del disegno di legge n. 141, le parole: "orientamento sessuale e identità di genere" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Graglia, Ruffino, Porchietto, Marrone e Berutti: Dopo la lettera a), del comma 2, dell'art. 2 del disegno di legge n. 141, è aggiunta la seguente: "a bis) disparità di trattamento: la presenza di qualsiasi forma di facilitazione lavorativa, soprattutto interna alle istituzioni pubbliche, fondata su appartenenza politica, sindacale, sesso colore della pelle, ascendenza od origine nazionale, etnica o sociale caratteristiche genetiche, lingua, religione e convinzioni personali o di qualsiasi altra natura, appartenenza ad una minoranza nazionale patrimonio, nascita, disabilità, età e ogni altra condizione personale o sociale;".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Esporrei gli emendamenti n. 4) e n. 5 insieme e successivamente il n.
6) e il n. 7).
Gli emendamenti n. 4) e n. 5) inseriscono all'interno del testo due nuove modalità per cui venga evitata la discriminazione; una è la nazionalità, l'altra è la situazione familiare. Al di là di quelle che sono le valutazioni a volte un po' più di parte, nel senso che ognuno prova a difendere una posizione, credo che si debba essere anche molto pragmatici e, per senso di pragmatismo o, se volete, per lettura dei dati oggettivi di ciò che avviene nella nostra Regione, bisogna evitare che vi siano proprio le cose che stamattina ricordava il collega Grimaldi, cioè che vi siano casi in cui le situazioni familiari più normali o i cittadini - non i cittadini italiani, ma i cittadini piemontesi che risiedono all'interno della nostra Regione da molto tempo - abbiamo diritti inferiore ad altri.
E' la situazione che oggettivamente sta avvenendo.
Noi crediamo che una legge equilibrata, o meglio un governo equilibrato delle politiche sociali e abitative, cioè un governo delle politiche in generale di servizio ai cittadini, tende ad evitare che non nascano delle situazioni di guerra tra i poveri.
Lo vedevo stamattina in modo assolutamente casuale; stamattina leggendo Facebook, c'era una notizia riportata da un quotidiano torinese online di una famiglia torinese (padre, moglie e un figlio) che, dopo aver perso il lavoro, vivono da circa un mese al di fuori della loro abitazione perché perdendo il lavoro sono stati sfrattati. Non è la notizia in sé, che fa male, ma purtroppo è una delle tante notizie simili a cui assistiamo, ma è un dato oggettivo leggere quelli che sono i commenti a seguire: "Se erano stranieri avrebbero già trovato una casa", "si trovano in questa situazione perché.".
Bisogna prendere atto non facendo considerazioni, ma facendo estrema attenzione a far sì che una legge antidiscriminazione non abbia una lettura che sia diversa. Per questo, all'emendamento n. 5) abbiamo inserito le parole "situazioni familiari" per lo stesso motivo, perché le situazioni familiari dovrebbero indicare una priorità, cioè a parità di trattamento o a parità di situazione dovremmo tendere ad avere una legislazione regionale che sostenga famiglie.
Negli ultimi due Consigli abbiamo discusso molto di leggi che tendono ad ampliare i diritti, dimenticandoci quelli che erano una serie di diritti, che sono acquisiti per normativa, non sono più acquisiti per accesso ai servizi. Quando sull'accesso alla casa abbiamo i numeri limitati, quando sull'accesso ad alcune politiche sanitarie, sociali o di sostegno al reddito abbiamo tutta una serie di limitazioni, è evidente che non succede perché è cambiata la legislazione, ma perché è cambiato l'accesso ai servizi.
Gli altri due emendamenti, che per noi sono estremamente significativi e non c'è motivo di rammentare ancora una volta il perché, sono quelli legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere. Questo articolo circa cita il sesso, l'articolo 1 cita con particolare riferimento alla trasversalità della discriminazione fondata sul sesso.
Crediamo che se anche questa legge non contenesse le parole "orientamento sessuale e identità di genere", rimarrebbe una legge che cerca di superare le discriminazioni. Il volerlo mantenere a tutti i costi è, in qualche modo, una volontà che è più politica e di indirizzo che non pratica rispetto a quelle che sono le garanzie che una Regione può offrire nell'accesso ad esempio ai servizi ai cittadini.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
In sintesi, il Consigliere Vignale ha illustrato gli emendamenti n. 4) 5), 6) e 7).
Rimangono da illustrare gli emendamenti n. 8), 9) e 10).



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Perfetto. Va bene.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: Alla lettera b), del comma 1, dell'art. 2, del disegno di legge 141, le parole: "direttamente o indirettamente e salve le azioni previste dagli articoli 3 e 11" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: La lettera c), del comma 1, dell'art. 2, del disegno di legge 141, è soppressa.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: La lettera d), del comma 1, dell'art. 2, del disegno di legge 141, è soppressa.
Con il consenso dei proponenti li diamo per illustrati.
La parola all'Assessora Cerutti per il parere della Giunta.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Grazie, Presidente.
Rispetto a questo blocco di emendamenti sull'articolo 2, il parere è favorevole sull'emendamento n. 4), mentre il parere è negativo su tutti gli altri, fondamentalmente perché emendamenti di carattere soppressivo.
L'emendamento n. 4), che è propositivo, lo accogliamo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Per riassumere: il parere è favorevole all'emendamento n. 4) e negativo su tutti gli altri.
Procediamo con la votazione degli emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale che la Consigliera Batzella ha espresso voto favorevole.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Sia riportato a verbale che i Consiglieri Frediani e Andrissi hanno espresso voto contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Sia riportato a verbale che i Consiglieri Frediani e Andrissi hanno espresso voto contrario.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Sono stati presentati gli emendamenti che vanno dal n. 11) al n. 55).
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: L'art. 3, del disegno di legge 141, è soppresso.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: Il comma 1, dell'art. 3, del disegno di legge 141, è soppresso.
Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: Il comma 2, dell'art. 3, del disegno di legge 141, è soppresso.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: La lettera a), Il comma 2, dell'art. 3, del disegno di legge 141, è soppressa.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: La lettera b), Il comma 2, dell'art. 3, del disegno di legge 141, è soppressa.
Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: La lettera c), Il comma 2, dell'art. 3, del disegno di legge 141, è soppressa.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: La lettera d), Il comma 2, dell'art. 3, del disegno di legge 141, è soppressa.
Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: La lettera e), Il comma 2, dell'art. 3, del disegno di legge 141, è soppressa.
Emendamento rubricato n. 19) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: La lettera f), Il comma 2, dell'art. 3, del disegno di legge 141, è soppressa.
Emendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: La lettera g), Il comma 2, dell'art. 3, del disegno di legge 141, è soppressa.
Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: La lettera h), Il comma 2, dell'art. 3, del disegno di legge 141, è soppressa.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Illustro gli emendamenti che vanno dal n. 11) al n. 21).
Relativamente all'articolo n. 3, abbiamo posto una serie di emendamenti che sono soppressivi anzitutto dell'articolo, perché gli ambiti di intervento sono quelli che vengono non soltanto disciplinati dalla legge ma sono quelli che in teoria dovrebbero essere, come poi alcuni articoli successivi ricordano, in tutte le normative regionali.
Se è vero che il comma 1 stabilisce che vi sia "parità ad ogni persona di trattamento nell'accesso ai servizi e nell'acquisizione di beni ed attuazione positive per il superamento di eventuali condizioni di svantaggio", è bene ricordare che, a emendamento votato, non cambia quasi nulla, salvo che per alcuni soggetti, ma non sostanzialmente non cambia quasi nulla, però noi introduciamo un principio normativo che prevede la parità di accesso a tutti nei servizi e questo è, ovviamente, già quasi quanto previsto dalla normativa regionale.
Ricordo che la normativa della nostra Regione, per esempio, non garantisce parità di accesso a tutti nei servizi, perché noi molto spesso legittimamente, facciamo distinzioni che riguardano il censo, ma anche la nazionalità. Per cui, rispetto ad alcuni aspetti, se l'articolo viene approvato è evidente che ci dovrà essere una successiva modifica rispetto a quelle che sono una serie di norme regionali. E il trattamento deve essere pari per ogni persona.
Perché poi crediamo che il comma 2 debba essere soppresso? Perché in realtà indichiamo una serie di diritti, che sono certamente diritti importanti, ma che, rispetto alle prestazioni e ai servizi che la Regione (e non soltanto la Regione) eroga, non sono tutti diritti, anche se sono i diritti principali. Infatti, negli ambiti di intervento si ricordano la salute, le prestazioni sanitarie e sociali, il diritto alla casa.
Potremmo fermarci qua perché, mentre rispetto al tema della formazione o soprattutto a quello dell'istruzione, noi oggettivamente siamo in grado di dare servizi in modo quasi universale ai soggetti che ne fanno richiesta, se vediamo già i primi tre punti - cioè quelli relativi alla salute, alle prestazioni sanitarie, alle politiche sociali, al diritto alla casa - o, ancora dopo, quelli attinenti alle politiche del lavoro e alla promozione dell'imprenditorialità, ci rendiamo conto che, salvo che non mentiamo rispetto alle politiche e ai servizi che questa Regione offre, noi non li eroghiamo a tutti i cittadini piemontesi: noi li eroghiamo ad una parte e, in alcuni casi ,ad una parte percentualmente molto piccola di cittadini piemontesi.
Questo è il motivo per cui chiediamo la soppressione di quest'articolo perché queste rischiano di essere enunciazioni di principio che poi non si concretizzano in attività reali.
Mi fermo qua e poi interverrò ulteriormente in discussione generale rispetto all'emendamento n. 55).



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 55) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Cerutti: "Dopo il comma 2 dell'art. 3 del disegno di legge regionale 9 Luglio 2015 n. 141 (Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale) è inserito il seguente: 2 bis. La Regione, in conformità con quanto sancito dall'articolo 117 comma 7 della Costituzione, promuove la rimozione degli ostacoli che impediscono la piena parità di accesso alle cariche elettive e introduce correttivi volti al perseguimento di una compiuta democrazia paritaria".
La parola all'Assessora Cerutti l'illustrazione.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è qui riproposto e riformulato. Si tratta dell'emendamento che ha presentato il Presidente del Consiglio regionale Laus, che noi abbiamo riscritto e portiamo in Aula e il cui testo così recita: "Dopo il comma 2 dell'art. 3 del disegno di legge regionale 9 luglio 2015, n. 141, è inserito il seguente: 2bis. La Regione, in conformità con quanto sancito dall'art. 117, comma 7, della Costituzione promuove la rimozione degli ostacoli che impediscono la piena parità di accesso alle cariche elettive e introduce correttivi volti al perseguimento di una compiuta democrazia paritaria".
Questa modifica è funzionale anche in relazione al fatto che nel frattempo, come i Consiglieri sanno, è stata approvata una legge nazionale che introduce appunto il tema della democrazia paritaria all'interno delle leggi elettorali dei Consigli regionali: si tratta di una legge che è stata approvata ai primi di febbraio di quest'anno.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo se vi siano ulteriori richieste di intervento, essendo terminata l'illustrazione degli emendamenti all'articolo 3.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento è stato modificato, se non ricordo male, rispetto al testo presentato in Commissione, ancora in un aspetto difficilmente comprensibile in relazione a ciò che riguarda i "correttivi volti al perseguimento di una compiuta democrazia paritaria". Anche l'attuale norma nazionale, infatti, introduce criteri molto più stringenti nella formulazione delle liste. E ricordiamo che, per la garanzia della parità dei generi, le modalità sono due. Una, quella più tradizionale, è quella di garantire che le liste abbiano un numero minimo di persone rappresentative di un sesso; una seconda - che hanno alcuni Stati, anche quelli più impensabili (l'Afghanistan, il Botswana) - che invece introduce criteri correttivi: se, per esempio, devono entrare 25 donne in Consiglio regionale e i primi eletti sono invece 30 uomini e 20 donne, vuol dire che in questo modo alcuni uomini non verranno eletti e saranno surrogati da chi ha preso meno voti, ma per garantire la parità di genere. Lo dico solo in termini di modalità normative: non dico certamente che ad una io sia favorevole e all'altra contrario. Però non si capisce in questo caso quali siano i correttivi.
Detto ciò, perché tanto non vale niente, la cosa singolare è che noi più o meno da un anno e mezzo, dovremmo discutere di legge elettorale; ma siamo stati molto interessati - o, meglio, il Presidente del Consiglio è stato molto interessato - a discutere di legge elettorale quando nel luglio dell'anno passato c'era il timore che si tornasse ad elezioni. E quindi per esempio, l'abolizione del listino sembrava dovesse essere una priorità da mettere all'immediata attenzione del Consiglio regionale. Dopodiché, da allora, di legge elettorale non abbiamo più discusso.
Allora, noi crediamo che sia il momento di farlo e che non si possa solo declinare dei principi all'interno di una norma. E', infatti, evidente a tutti che se noi approviamo questo articolo, e non discutiamo di una legge elettorale che preveda almeno una parità di accesso rispetto alle candidature, noi gli non daremo mai attuazione. E il nostro timore è che così avvenga: ci salviamo la coscienza votando questo articolo, ma non discuteremo mai di legge elettorale, in particolar modo con questo principio. Io, infatti, sarò curioso di vedere come, per esempio nei collegi piccoli della nostra Regione, questo articolo verrà calato.
Noi non abbiamo problemi nell'esprimerci anche favorevolmente rispetto a questo emendamento. Vi è solo un aspetto che chiedo all'Assessore di chiarire, visto che è la presentatrice dell'emendamento: la dicitura "introduce correttivi volti al" perché - come dicevo - questa è una modalità che per esempio in nessuna Regione italiana e in nessuna norma elettorale italiana (dalle Circoscrizioni, ai Comuni, al Parlamento nazionale) è contemplata.
Le norme introducono, in alcuni casi, pari possibilità di accesso alle elezioni, ma nessuna introduce correttivi. Allora vorrei solo capire cosa questi significhino perché, ad emendamento 55 approvato, dovremo fare una legge elettorale che risponda e tenga puntualmente conto di questa indicazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, la parola all'Assessora Cerutti.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Siccome il Consigliere Vignale mi ha chiamata in causa, rispondo che il termine "correttivi" è quello che abbiamo usato, ma sarà poi compito dei Consiglieri andare a stabilire quali correttivi andare a introdurre nella legge elettorale. Si potrà quindi trattare di un numero minimo in termini di percentuale di donne e uomini presenti nelle liste, della doppia preferenza, ecc. Però questo sarà oggetto di discussione all'interno del dibattito sulla legge elettorale.
In questo disegno di legge, dunque, si stabilisce semplicemente un principio e quindi non si va a specificare di quale tipo di strumento ci si andrà a dotare, perché questo sarà sicuramente argomento di discussione quando si andrà a rivedere la legge elettorale, così come previsto, tra l'altro, dalla legge nazionale.



PRESIDENTE

Chiedo all'Assessore di riprendere la parola per l'espressione dei pareri sugli emendamenti, così poi possiamo passare alla votazione.
Intanto ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale, ma do prima la parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Tranne che su quest'emendamento, sugli altri diamo parere negativo, in quanto si tratta di emendamenti tutti di carattere soppressivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per dichiarazione di voto.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ci asterremo relativamente all'articolo, per le stesse motivazioni che abbiamo espresso nell'illustrazione degli emendamenti. Intendiamo far presente - come dicevamo precedentemente - che sono due le modalità per garantire la parità di accesso ai ruoli elettivi: una, è quella usata in quasi tutto il sistema elettorale, cioè l'obbligo di presentazione di una percentuale minima o pari - chi dice al 40, chi al 50% - all'interno delle liste.
Pochissimi Stati nel mondo (ma alcuni ce l'hanno) hanno criteri correttivi, ed è quello che noi diciamo all'interno dell'articolo: "Introdurre correttivi volti al perseguimento". E' l'introduzione di un correttivo, non è la piena parità di accesso alle cariche elettive, perch la piena parità di accesso alle cariche elettive è quello che affermava l'Assessore: il 40% delle liste deve essere composto da donne. Inseriamo la doppia preferenza: se esiste il listino, deve essere anch'esso, come minimo, composto per il 40% da donne.
Sono esempi assolutamente banali, ma che esistono in altre regioni.
I criteri correttivi sono, invece, una cosa differente: significano che, ad elezioni tenutesi, s'individua una percentuale minima di rappresentanza dei due sessi. C'è addirittura uno Stato nel mondo che ha un criterio correttivo che oggi tutela il genere maschile rispetto a quello femminile. Assessore, fa ridere, ma è così. Nel Botswana accade questo: è così! Tutela un genere che oggi è sottorappresentato rispetto a quella legge.
Questo è solo il tema, ma non fa sorridere! Se approviamo questo emendamento, quando scriveremo la nuova legge elettorale (cosa che ci auguriamo di fare) dovremo garantire, come noi riteniamo sia giusto fare, la tutela di un genere (la collega Porchietto è prima firmataria di un emendamento che prevede che il 40% dei candidati all'interno di ogni lista sia come minimo di un genere), oppure dovremo introdurre una modalità assolutamente innovativa nel panorama normativo italiano, che è quella della correzione successiva alle elezioni.
Questo ci vedrebbe un po' contrari, perché significa che, invece di premiare il consenso di un cittadino verso un candidato, si premia il sesso del candidato. Questo ci troverebbe contrari, non fosse altro per rispondere ad una legittima esigenza dei cittadini, di vedere eletti coloro i quali hanno ottenuto più preferenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola per dichiarazione di voto.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Vi è un emendamento più o meno analogo all'emendamento n. 55) presentato in Commissione e firmato, peraltro, dal Presidente del Consiglio, Laus.
In quella circostanza, l'avevamo ritenuto un fatto abbastanza inopportuno: pare che la formulazione dell'emendamento sia piuttosto vaga perché enuncia dei principi ("democrazia paritaria") sui quali possiamo essere tutti d'accordo, ma, poi, nell'applicazione del principio stesso potrebbero esserci delle legittime differenze di vedute.
Richiamo anch'io il fatto che in Parlamento si stia discutendo un provvedimento che obbliga delle quote nell'assemblea elettiva (parliamo del 40%) oppure nella lista (parliamo del terzo), come rappresentanza di genere.
Sono questioni su cui si può ampiamente discutere. A mio avviso, appare più logica la norma esistente per i Comuni al di sopra dei 15.000 abitanti che stabilisce la presenza di almeno un terzo di quota di genere nella lista e, poi, la possibilità di esprimere una doppia preferenza nel momento in cui si vota, purché la doppia preferenza riguardi un uomo e una donna.
E' uno strumento utilizzato da circa tre o quattro anni nell'elezione dei Consigli comunali, per i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, che ha dato, anche dal punto di vista statistico, buoni risultati. Il dato statistico generale è sovrapponibile a quello che ha avuto anche la nostra forza politica, e su quello discuterei. Mi piacerebbe di più discutere nello specifico della norma, magari nell'ambito della discussione di una nuova legge elettorale della nostra Regione, perché se passa un provvedimento del genere, a livello nazionale, siamo obbligati...



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

E' già passato!



BERTOLA Giorgio

Pertanto, se discutiamo un provvedimento del genere, una legge elettorale nuova, nel momento in cui andiamo a toccare la legge elettorale siamo obbligati ad adeguarci alle modifiche apportate a livello nazionale.
Ripeto: preferirei ne parlassimo nell'ambito della legge elettorale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti per dichiarazione di voto.



RAVETTI Domenico

Solo per confermare, Presidente, quello che ha detto l'Assessore: lo spirito e l'obiettivo dell'emendamento è un'enunciazione di principio che condividiamo e che rimandiamo ad una discussione seria, appropriata precisa e puntuale nella nuova legge elettorale, che è un impegno del Presidente Chiamparino, della maggioranza e del Presidente del Consiglio regionale.
Lì, ovviamente, ci atterremo anche ai dispositivi nazionali, oltre che allo spirito dell'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 55).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: "Il comma 1, dell'art. 4 del disegno di legge n. 141, è soppresso" Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: "Il comma 3, dell'art. 4 del disegno di legge n. 141, è soppresso" Emendamento rubricato n. 24) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: "Al comma 4, dell'art. 4 del disegno di legge n. 141, le parole: "anche su segnalazione delle associazioni e degli enti che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni, di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 215 (Attuazione della direttiva 2000/43/CE per la parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica)", sono soppresse" Gli emendamenti vengono dati per illustrati.
Emendamento rubricato n. 56) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Berutti e dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Cerutti: "All'art. 4, comma 4, le parole da "anche su segnalazione." fino a ".dall'origine etnica", sono sostituite con: "anche su segnalazione delle associazioni che tutelano i soggetti di cui all'art. 3 comma 1 lett. a" Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Approfitto per comunicare che l'emendamento 24) è ritirato.
L'emendamento 56) prevede che gli Uffici regionali competenti verifichino il rispetto di tale principio, cioè che garantiscono il principio della parità di trattamento di cui all'articolo 2.
Il rispetto di tale principio può essere fatto - dice il testo attuale su segnalazione delle associazioni e degli enti che svolgano attività nel campo della lotta alle discriminazioni.
Noi crediamo, considerando che all'articolo 2, comma 1 lettera a) viene indicata una serie di soggetti verso i quali dobbiamo garantire che non vi siano discriminazioni, che tutte le associazioni che tutelano i soggetti di cui all'articolo 2, comma 1 lettera a), possano fare segnalazioni.
Potrebbe essere l'associazione che si batte per le discriminazioni di carattere sessuale o razziale, ma potrebbe anche essere l'associazione per i diversamente abili piuttosto che quello di pazienti, insomma tutti coloro che possono ritenere di aver subito o chi vi sia stata una discriminazione per quei soggetti previsti all'articolo 2.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 25) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone, Ruffino, Berutti, Sozzani: "Il comma 5, dell'art. 4 del disegno di legge n. 141, è soppresso".
L'emendamento 25) viene dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 54) presentato dalla Consigliera Batzella: "Dopo il comma 5 dell'articolo 4 si aggiunge il seguente comma: "6. Per il raggiungimento delle finalità della presente, la Regione ed i suoi Enti strumentali producono e pubblicano, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della seguente legge, sul proprio sito ogni anno una relazione dettagliata su quanto realizzato ai sensi della Legge 12 marzo 1999, n. 68 "Norme per il diritto al lavoro dei disabili".
Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo che venga aggiunto, dopo il comma 5 dell'articolo 4: "Per il raggiungimento delle finalità della presente, la Regione ed i suoi Enti strumentali producono e pubblicano, entro 90 giorni dall'entrato in vigore della seguente legge, sul proprio sito ogni anno una relazione dettagliata su quanto realizzato ai sensi della legge del 12 marzo 1999, n. 68, che sono le norme per il diritto al lavoro dei disabili".
Avevamo già presentato un emendamento simile in Commissione, ma ci era stato respinto per una questione di formula, quindi l'abbiamo riformulato.
Abbiamo pensato sia molto importante perché nel mondo del lavoro i disabili sono continuamente discriminati, ed è giusto che siano rese pubbliche tutte le assunzioni fatte in favore delle categorie protette, in base alla legge n. 68.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
La parola all'Assessora Cerutti per il parere della Giunta.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Parere positivo sugli emendamenti 54) e 56); negativo sugli altri.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Procediamo alle votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 56), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 54), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 26) presentato dai Consiglieri Vignale Porchietto, Graglia e Marrone: Il comma 1, dell'art. 5, del disegno di legge n. 141, è sostituito dal seguente: "1. La Regione, nell'ambito delle proprie competenze, nella volontà di sostenere prioritariamente coloro i quali risiedono da almeno cinque anni in Piemonte e in particolar modo i nuclei familiari, dando prevalenza a quelli con minori, assicura parità di accesso ai servizi pubblici e privati".
Emendamento rubricato n. 27) presentato dai Consiglieri Vignale Porchietto, Graglia e Marrone: Il comma 2, dell'art. 5, del disegno di legge n. 141, è soppresso.
Non essendovi richieste di intervento, darei la parola all'Assessora Cerutti per esprimere il parere della Giunta regionale.
Gli emendamenti sono dato per illustrati dai proponenti.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

La Giunta regionale esprime parere negativo per entrambi gli emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Diamo atto per il verbale che il voto del Consigliere Campo è da intendersi favorevole, mentre quello del Consigliere Berutti è di astensione.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 28) presentato dai Consiglieri Vignale Porchietto, Graglia e Marrone: Alla lettera b), del comma 1, dell'art. 6, del disegno di legge n. 141, le parole: "in collaborazione con le organizzazioni sindacali e professionali e con i soggetti pubblici e privati che operano per le finalità della presente legge" sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il concetto è simile a quanto già detto precedentemente: all'articolo 6, il comma 1, lettera b) recita: "La Regione promuove iniziative di formazione, aggiornamento del personale delle Aziende Sanitarie Locali e dei medici di base sul divieto di discriminazione e sul principio della parità di trattamento". E poi aggiunge "in collaborazione con le organizzazioni sindacali e professionali e con i soggetti pubblici e privati che operano per le finalità della presente legge".
La nostra contrarietà verte soprattutto su quei "soggetti pubblici e privati che operano per la finalità della presente legge", non tanto perch non sia condiviso, ma perché rischia di diventare una cosa pletorica. Nel senso che è evidente che se si intendono promuovere iniziative di formazione e aggiornamento al personale delle Aziende Sanitarie Locali bisognerà fare attività formativa a favore dei dipendenti, tanto che essi siano dipendenti delle Aziende Sanitarie Regionali o soggetti esterni che prestano la loro attività all'interno delle stesse, ma non con il coinvolgimento di tutta la galassia di chi si occupa di discriminazioni a 360 gradi, come siamo riusciti a sancire con l'emendamento n. 54).



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, darei la parola all'Assessora Cerutti per esprimere il parere della Giunta regionale; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

La Giunta regionale esprime parere negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 29) presentato dai Consiglieri Vignale Porchietto, Graglia e Marrone: Alla lettera a), del comma 1, dell'art. 7, del disegno di legge n. 141, le parole: "indipendentemente dalle condizioni descritte all'articolo 2, comma 1, lettera a)" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 30) presentato dai Consiglieri Vignale Porchietto, Graglia e Marrone: La lettera b), del comma 1, dell'art. 7, del disegno di legge n. 141, è soppressa.
Emendamento rubricato n. 31) presentato dai Consiglieri Vignale Porchietto, Graglia e Marrone: Al comma 2, dell'art. 7, del disegno di legge n. 141, le parole: "In ambito formativo, la Regione promuove, inoltre, nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, la diffusione della cultura dei diritti della persona e la valorizzazione delle differenze." sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 32) presentato dai Consiglieri Vignale Porchietto, Graglia e Marrone: La lettera a) del comma 3, dell'art. 7, del disegno di legge n. 141, è soppressa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Mi preme, in particolar modo, illustrarne due. Il primo aspetto riguarda l'emendamento n. 29).
L'articolo 7 recita: "Nell'ambito delle proprie competenze in materia di istruzione e formazione professionale, la Regione: a) opera perché ad ogni persona, indipendentemente dalle condizioni descritte all'articolo 2 comma 1, lettera a), siano garantiti l'accesso ai percorsi di istruzione e formazione e l'effettività del diritto all'istruzione e alla formazione durante tutto l'arco della vita".
Vi è un inciso, che potrà sembrare insignificante, ossia le parole "indipendentemente dalle condizioni descritte dall'articolo 2". In realtà l'articolo 2 è quello su cui si fonda la norma: noi facciamo una norma per evitare che i soggetti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a) possano subire delle discriminazioni.
Il secondo aspetto che invece ci preme sottolineare è quello legato all'emendamento n. 30), che è quello che prevede la stipula di accordi con l'Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, finalizzati alla realizzazione di percorsi di sensibilizzazione, formazione e aggiornamento per il personale scolastico, i genitori e gli studenti "sul divieto di discriminazione, in collaborazione coi soggetti pubblici e privati che operano per la finalità della presente legge, nel rispetto dell'autonomia scolastica".
Di nuovo, questo ripetersi di "in collaborazione coi soggetti pubblici e privati" traducendolo, che cosa significa? Significa che faremo un accordo con il MIUR, con l'Ufficio Scolastico Regionale, che evidentemente non manderà dei propri dipendenti presso le scuole, ma avremo le scuole che, o all'interno del loro piano formativo e in virtù di una norma regionale o con contributi regionali, potranno utilizzare alcune associazioni (come già in alcuni casi accade) per fare in modo che si svolgano corsi all'interno delle stesse.
Ritengo che vi siano alcuni temi che sono certamente oggetto di formazione del personale scolastico, ma credo che debba poi essere il personale scolastico a svolgere un'attività di sensibilizzazione, non solo e non tanto nei confronti dei genitori, quanto nei confronti degli studenti. Insomma, al di là di chi ovviamente è diventato, come diceva il collega Marrone questa mattina, un professionista della lotta alla discriminazione, penso che un insegnante che sappia fare il proprio lavoro come la quasi totalità, sa bene quando si interviene se si parla di discriminazioni.
Poi, se parliamo di discriminazioni esistenti nella scuola di cui la norma non parla o di cui facciamo finta di non accorgerci, allora potremmo parlare di alcune discriminazioni vere in atto, sulle quali questa Giunta ha tanto declamato e poco attuato. Se parlassimo, per esempio, della situazione dell'autismo all'interno delle scuole, ci renderemmo conto che noi oggi stiamo discriminando una parte dei cittadini piemontesi senza fare sostanzialmente nulla, ancorché promesso. E allora bisognerebbe fare attenzione, ma partendo dal presupposto che non ci va nessuno che faccia i corsi per evitare le discriminazioni: bisogna far sì che ognuno faccia il proprio lavoro e, al limite, fare delle attività formative nei confronti dei docenti, non nei confronti dei genitori e non nei confronti degli alunni.



PRESIDENTE

Il parere dell'Assessora Cerutti?



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Per questi emendamenti sull'articolo 7), il parere è positivo sull'emendamento n. 29) e negativo sugli altri.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
I Consiglieri Vignale, Graglia e Gancia Vigna chiedono la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 30); tale richiesta è avallata da altri cinque Consiglieri.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 31) presentato dai Consiglieri Vignale Porchietto, Graglia e Marrone: Al comma 1, dell'articolo 8, del disegno di legge n. 141, le parole "in raccordo con gli organismi di parità regionali" sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 33) è solo un emendamento più utile all'intervento sull'articolo che non ad altro, perché rammento che ogni Amministrazione pubblica, fra cui la Giunta e il Consiglio regionale, deve dotarsi di attività di buone pratiche, e credo che le attività delle buone pratiche almeno così avveniva nella precedente Amministrazione - venissero realizzate dall'Assessore al personale, di concerto con l'Assessore alle pari opportunità.
In teoria, l'emendamento all'articolo 8 è pletorico ai sensi della legge dello Stato; tuttavia, visto che viene inserito, chiederemo in sede di I Commissione all'Assessore Ferraris e all'Assessore Cerutti, perché la competenza è comune, di illustrarci quali sono state le buone pratiche realizzate nell'arco di questo anno e mezzo, quasi due anni, da quando governa il centrosinistra, in modo tale che all'aspetto normativo vi sia anche una declinazione sugli atti formali e su una legge dello Stato che possa dire che questa, come noi temiamo, non è soltanto una legge spot, ma è una legge che, in qualche modo, si declina in atti concreti.



PRESIDENTE

Assessora Cerutti, desidera esprimere un parere?



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

L'emendamento n. 33) ha parere negativo.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 34) dei Consiglieri Vignale, Porchietto e Graglia: Al comma 1, dell'art. 9, del disegno di legge n. 141, la parola "attiva" è sostituita dalla seguente "promuove".
Emendamento rubricato n. 35) dei Consiglieri Vignale, Porchietto e Graglia: Al comma 1, dell'art. 9, del disegno di legge n. 141, le parole "e i propri strumenti informativi, apposite campagne di comunicazione per promuovere" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 36) dei Consiglieri Vignale, Porchietto e Graglia: Alla lettera c) del comma 2, dell'art. 9, del disegno di legge n. 141, le parole "in una visione pluralistica dell'etica e della società" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 37) dei Consiglieri Vignale, Porchietto e Graglia: Alla lettera c) del comma 2, dell'art. 9, del disegno di legge n. 141, le parole "e organismi culturali operanti nel settore dell'informazione nonché sui contenuti delle convenzioni che possono essere stipulate dalla Regione in ambito locale con i concessionari privati." sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nella diffusione dell'informazione, credo che la Regione abbia strumenti necessari come gli Uffici per le relazioni con il pubblico e tutti i settori di comunicazione della Giunta regionale per fare attività di comunicazione.
Apposite campagne di comunicazione ricordano un precedente, che veniva ricordato stamattina dall'Assessore Cerutti, quando l'Assessore Manica presentò il disegno di legge sulle discriminazioni e venne seguito da una meravigliosa campagna per il valore complessivo, se non ricordo male, di 900 mila euro.
Qualche collega ricorderà quei grandi poster 6x3 che, invece del volto ad esempio, di Dante, avevano il volto di uomini di colori differenti.
Vorremmo evitare che l'attività di comunicazione istituzionale, che pu passare per i canali tradizionali, anziché con apposite campagne di comunicazione per promuovere il principio della parità, siano, in realtà una spesa che l'Ente con difficoltà dovrebbe sostenere e di cui, devo dire non vediamo una particolare priorità, salvo quello dell'utilizzo degli strumenti che già l'Ente possiede.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti per il parere della Giunta.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Il parere è positivo sugli emendamenti n. 34) e n. 36), mentre è negativo sugli altri due, il n. 35) e il n. 37).



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 37), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 38) dei Consiglieri Vignale, Graglia, Porchietto e Marrone: L'art. 10 del disegno di legge n. 141 è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi chiediamo la soppressione dell'articolo 10, non perché non lo si condivida. L'articolo 10 sancisce un principio che è assolutamente condiviso: "La Regione garantisce il diritto alla mobilità di ogni persona ed opera per assicurare pari opportunità nel raggiungimento delle aree del territorio regionale e a rimuovere gli ostacoli che limitano l'accessibilità delle infrastrutture e dei servizi di trasporto. La Regione garantisce l'accessibilità delle strutture ed i servizi regionali".
Siamo totalmente favorevoli a questo, ma il problema reale è che la Regione Piemonte, nel corso del tempo, ha fatto una serie di norme proprio per garantire, in particolare modo, le persone diversamente abili, ma non solo, perché poi la rimozione di ostacoli aiuta anche le persone anziane e quelle con difficoltà motorie. Da un certo numero di anni, compresi quelli in cui governava il centrodestra, alcune di queste leggi non vengono più finanziate, neppure quest'anno, ad oggi, cioè nell'attuale bilancio preventivo. Poi se nel consuntivo vi saranno modifiche ne prenderemo atto in modo favorevole.
E' evidente che rischia di essere un po' una campana stonata il fatto di votare degli articoli totalmente condivisibili, ma che non trovano un minimo di corrispondenza reale anche solo negli atti di bilancio che stiamo approvando.
Quindi, la nostra richiesta di soppressione non è motivata da una contrarietà, ma perché non riusciamo a sostituire il materiale rotabile che garantisca l'accessibilità alle persone diversamente abili, non riusciamo a svolgere una serie di attività per favorire la rimozione di ostacoli all'interno delle strutture, delle case, delle abitazioni e delle strutture alberghiere e quant'altro. Evitiamo quindi di scrivere che lo facciamo altrimenti rischiamo di essere non soltanto distonici rispetto a quello che facciamo, ma rischiamo di prendere in giro le persone che davvero avrebbero un diritto alla mobilità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti per il parere della Giunta.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Il parere è negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Come concordato con l'Aula, sospendiamo la discussione del disegno di legge n. 141 per passare alle mozioni, in particolare alla n. 627, che era già stata portata in discussione nel precedente Consiglio.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Proseguimento esame mozione n. 627 presentata dai Consiglieri Ruffino Benvenuto, Berutti, Gancia, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani e Vignale, inerente a "Emergenza neve Regione Piemonte"; ordine del giorno n. 628 presentato dai Consiglieri Rostagno, Accossato, Caputo, Corgnati Gariglio, Ravetti e Valle, inerente a "Agenda di priorità a favore del sistema neve e del Turismo invernale piemontese"


MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame della mozione n. 627 e dell'ordine del giorno n 628, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Si erano già prenotati nel Consiglio precedente per intervenire i Consiglieri Valetti, Andrissi, Bono e Accossato.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Il mio intervento era per calare nel contesto globale quella che è la ratio dei provvedimenti sugli incentivi, o comunque metodi per diminuire i danni dovuti dalle condizioni climatiche di inverso inverno, ma in generale degli ultimi inverni, verso gli stabilimenti invernali da sci e da discesa che sono stati particolarmente colpiti in Piemonte.
Per carità, tutelare dei settori è doveroso, perché può anche darsi che si tratti di crisi passeggere, tuttavia bisogna anche considerare che rischiamo sempre di andare a mettere la toppa su delle situazioni che sono molto più grandi, quindi di perdere il punto di vista generale della situazione. Ovvero, che negli ultimi anni abbiamo registrato continui aumenti della temperatura, per cui ogni anno è più caldo di quello precedente. Quindi bisogna anche verificare che le misure di agevolazione degli impianti sciistici siano sostenibili e non rischiano solo di essere un buco nell'acqua. Perché, già escono le prime previsioni che nel prossimo quinquennio il bacino dell'Europa meridionale, quindi del Mediterraneo, la tendenza, perché si tratta sempre di proiezioni, quindi non possiamo darle per certe, è questa: potrebbe avvenire un aumento di 1,6 gradi medi annui di temperatura. Questo solo nel bacino del Mediterraneo e solo nei prossimi cinque anni.
Questa sarebbe una condizione molto peggiorativa rispetto agli obiettivi ambiziosi che si pone la comunità internazionale e che detta l'IPCC (Pannello internazionale per il controllo dei cambiamenti climatici), che vuole contenere l'aumento di temperatura a due o tre gradi entro metà secolo, quindi, procedendo in questo modo, di raggiungerla molto prima. Diciamo che in questo caso farebbe un po' sorridere dare misure di incentivo così blande come quelle che si propongono per gli impianti invernali.
Nessuno vuole fare il "gufo", però teniamo presente che probabilmente se dobbiamo investire risorse pubbliche, dobbiamo farlo per politiche che riducano fortemente tutti quegli elementi che stanno causando questa cosa.
Quindi, si ritorna a questioni un po' più grandi di quelle che da sola questa Assemblea può affrontare, ma è inevitabile che poi ci si ritorni: pensiamo alle politiche per la mobilità, le politiche per la riduzione delle emissioni. Ognuno deve fare la sua piccola parte e anche il Piemonte la deve fare; noi cogliamo sempre queste occasioni, visto che il problema del comparto neve è un problema reale e che esiste, poi, andiamoci a pensare quando ci facciamo le proposte sul contenimento delle emissioni e quando chiediamo più ambizione e più forza del Governo regionale quando si interfaccia anche con il Governo nazionale, perché non è detto che tutto quello che non si possa fare poi non si possa invece rivendicarlo a gran voce e richiedere misure più stringenti su quello nazionale.
Per carità, la CO2 la emettono tutti, la emette tutto il mondo, non siamo i soli, però noi stiamo andando a curare proprio gli ultimi effetti di un processo che è molto più grande. Quando andiamo a cercare di incentivare gli impianti da sci, probabilmente ogni euro dato direttamente lì avrebbe un valore molto più alto se investito sui comparti di contenimento delle emissioni e su qualche cosa che tenti di risolvere il problema alla fonte.
Detto ciò, pensiamo anche a un modo di dare vita all'economia montana e agli sport invernali e non solo che abbiano sempre più una valenza annuale e non periodica, che ci sia un sistema, diciamo, anche di tolleranza e di resilienza alle condizioni climatiche che si stanno creando dell'economia della montagna, dell'indotto che adesso si impiega nel settore turistico dello sci, tentando di incentivare forme sempre più trasversali di sport montani ed invernali, perché la montagna deve vivere e auspichiamo che l'economia di questi territori, già molto impattata dalle condizioni di crisi e già molto spopolata, trovino diverse vie di sussistenza. E' lì che secondo me, noi dobbiamo puntare, quindi a dare più strade alla montagna più vie di fuga anche nel caso in cui le condizioni climatiche continuassero a peggiorare quelle che sono la praticabilità degli sport invernali.
Mi rendo conto che questo è un discorso forse un po' catastrofista, ma anche realista, perché se ne parla ormai su tutti i giornali e la comunità scientifica è abbastanza concorde; quindi, io penso su un periodo anche medio-lungo, perché la mia sensibilità va particolarmente verso la montagna di cui sono anche originario e che vedo sempre più carente di proposte imprenditoriali e innovative che possano adattarsi alle condizioni economiche mutate. Quindi oggi ci troviamo una montagna sostanzialmente depauperata, spopolata e con scarso controllo del territorio, perché se la montagna non è abitata e non vi è un'economia viva e residente lì, la montagna degrada e gli effetti si fanno sentire anche da chi non vive in montagna, ma magari vive in valle o nelle città.
Quindi, è molto importante cogliere l'occasione per andare oltre la questione semplicemente dell'economia dello sci per passare all'economia della montagna in generale, cosa su cui il nostro Gruppo sicuramente farà delle proposte diciamo di ampio respiro che tentino di dare un ampio ventaglio di opportunità e investimenti sulla montagna, non solo lo sci, ma anche ad altri sport più o meno sostenibili, diciamo meglio, se sostenibili, comunque per ridare vita a un territorio che adesso vive uno dei momenti peggiori della sua storia.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Quando ha detto il collega Valetti è sicuramente centrato, per quanto riguarda il cambiamento climatico. Se guardiamo i dati dei glaciologi negli ultimi anni, sulle Alpi si sono persi miliardi di metri cubi che erano immagazzinati nei ghiacciai alpini.
In Val di Susa, quando io ero un bambino, si poteva non solo praticare lo sport invernale, ma anche lo sport estivo. Quand'ero bimbo, andai in un giorno del mese di agosto di parecchi anni fa a vedere il ghiacciaio del Sommeiller; mi ricordo questo ghiacciaio spesso quattro metri. Tornai dieci anni dopo sul Sommeiller d'estate a camminare e l'impressione era veramente notevole, nel senso che si poteva vedere lo skilift sul prato verde.
Questo è il cambiamento epocale che è avvenuto in questi anni e al di là delle riserve idriche che si sono ridotte sulle nostre Alpi, che purtroppo le previsioni prevedono ancora in riduzione, quindi non si capisce neanche l'iniziativa del Ministro all'agricoltura Martina che ha ridotto il livello idrometrico del Lago Maggiore, cosa incomprensibile portandolo a un metro rispetto al livello zero, quando era a un metro e mezzo. E questo, a quanto dicono gli esperti, porterà anche ad una crisi per quanto riguarda il sistema irriguo nell'area est del Piemonte e anche per il minimo deflusso vitale del Ticino. Quello che però sappiamo è che purtroppo il cambiamento climatico porta a delle concentrazioni estreme delle precipitazioni, ma ad una loro riduzione, e spesso - com'è capitato quest'anno - con delle siccità importanti.
Se guardiamo l'ambiente alpino, vi è stato anche un altro forte cambiamento, proprio dal punto di vista fito-geografico: vi è stato un abbandono dei pascoli alpini - il classico pascolo a larice che caratterizzava le nostre vallate alpine - e si è verificato un rimboschimento di questi pascoli abbandonati che sono proprio diventati terre trascurate e inselvatichite, dove i nostri ungulati hanno potuto accrescersi perché trovavano grandi fonti di approvvigionamento; parlo della popolazione di cervi e caprioli. Nel momento in cui è stato reinserito il lupo, questo ha potuto ritrovare ovviamente forte sostentamento.
A mio parere, quindi, questa condizione - viste le basse precipitazioni, una carenza di neve e una presenza di specie selvatiche potrebbe essere stimolante soprattutto nel periodo invernale: tendenzialmente le temperature, che dovrebbero scendere maggiormente portano queste specie selvatiche ad una presenza nelle parti più basse delle vallate alpine e questo consentirebbe l'osservazione di animali selvatici che altrimenti diventa difficile. Infatti, noi non possiamo pensare di sfruttare le vallate alpine solamente per lo sci di discesa.
Dobbiamo pensare anche a "sfruttamenti" - forse questo è il termine meno appropriato - e a forme turistiche sostenibili, che vanno dall'attività di trekking a quella di osservazione di specie selvatiche di difficile osservazione che nel periodo invernale, invece, diventano di più facile osservazione.
Dico questo perché condivido la scelta di favorire una settimana di sport invernali, ma non la dedicherei solamente allo sci di discesa, che viene a dipendere sempre di più da innevamenti artificiali sicuramente non così sostenibili, sebbene utili a mantenere in vita le attività delle stazioni sciistiche alpine.
Condivido l'intenzione, quindi, tenendo conto che secondo me bisognerebbe fare molto di più, appunto, per sviluppare un turismo alpino sostenibile, magari rendendo partecipi anche associazioni come il CAI, che possono fare varamento molto nel coinvolgere le popolazione di più giovane età e nel far apprezzare quello che possono dare le Alpi anche dal punto di vista dell'ambiente naturale e della sua fruizione, non solo come un mero sfruttamento per la discesa sciistica. Occorre infatti considerare che purtroppo, il cambiamento climatico ci obbligherà a rivedere le nostre abitudini invernali in questa direzione. Le scuole del comprensorio dei miei figli già organizzano settimane bianche e quest'anno i ragazzi sono riusciti a partecipare proprio sul filo di lana, nel senso che proprio la settimana prima è arrivata la nevicata necessaria per aprire gli impianti sciistici della stazione in cui avevano prenotato; altrimenti sarebbero andati, appunto, a fare sci d'erba.
C'è il problema delle famiglie che non si possono permettere questa settimana bianca perché ha dei costi; e, soprattutto per una famiglia che ha più di un figlio che frequenta le scuole - per esempio, in questo caso parliamo di secondaria di primo grado - l'impegno economico può diventare veramente arduo. Prevedere una settimana dedicata agli sport invernali quindi, consentirebbe anche ai figli delle famiglie che non si possono permettere la settimana bianca, intesa letteralmente come quella sulle piste da sci, di fare attività sportive e ricreative. E a mio parere dovremmo pensare proprio di stimolare lo sviluppo di un'attività turistica sostenibile, che consenta di fruire dell'ambiente alpino anche da parte di chi non vuole fare attività sportive che potrebbero diventare sempre più impattanti sull'ambiente alpino, che è più penalizzato dal cambiamento climatico in corso.
A questo, purtroppo, anche la nostra Nazione ha contribuito, con notevoli produzioni di gas clima-alteranti, che speriamo di ridurre decisamente favorendo l'utilizzo di energie rinnovabili, di percorsi di recupero della materia che non preveda incenerimento di derivati dal petrolio e di un sistema di trasporto con un minor impatto e una minor produzione di sostanze nocive quali le polveri sottili.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Non voglio contingentare i tempi a nessuno, ma faccio presente che alle ore 18.32 abbiamo ancora gli interventi dei Consiglieri Bono, Accossato Ruffino e Batzella; inoltre, hanno chiesto la parola le Assessore Pentenero e Parigi. Sappiatevi quindi regolare, se vogliamo arrivare alle 19 con il voto di questi due atti di indirizzo.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In premessa dico che proverò, almeno, a non essere lungo perché i colleghi del mio Gruppo consiliare sono intervenuti in tanti e hanno già detto molto.
Partendo dall'ultimo intervento del collega Andrissi, vorrei solo risollevare alcune delle questioni che avevamo affrontato anche l'ultima volta che abbiamo discusso queste due mozioni. Innanzitutto desidero ricordare nuovamente la mozione n. 255, dal titolo "Azioni che promuovono progetti in ambito scolastico per avvicinare gli studenti allo sport sulla neve", a prima firma della collega Frediani, che è stata approvata in data 31 marzo 2015. Lo dico quindi in particolar modo all'Assessore Pentenero o Assessora, visto che oggi stiamo parlando di questi temi di non discriminazione e di pari opportunità, anche nell'ambito del Consiglio regionale - e all'Assessora Parigi, che so che mi seguono molto attentamente: soprattutto l'Assessora Parigi, che "non" viene disturbata dal Vicepresidente Reschigna né dal Presidente Chiamparino.



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



BONO Davide

Vorrei solo l'attenzione dell'Assessora Parigi: il collega Reschigna può anche non ascoltare, tanto il tema non è di sua competenza. Però do la colpa a lei che disturbava l'Assessora.
RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) No, No: è lei che disturbava me.



BONO Davide

Dicevo appunto alle Assessore Parigi e Pentenero che questo Consiglio il 31 marzo 2015 ha approvato la mozione n. 255, che un anno prima - o comunque dieci mesi prima di questo allarme - cercava di affrontare in maniera non emergenziale, ma con un minimo di programmazione, le tematiche della valorizzazione della montagna, della coesione sociale, economica territoriale, di sviluppo del turismo in genere.
Quindi, cercava di andare nell'ottica di avvicinare i giovani e gli studenti all'attività dello sport in generale, visto che il 2015 è stato l'anno dello sport per quanto riguarda il Comune di Torino, e, in generale soprattutto gli sport sulla neve. Tra l'altro - come ricordava il collega Andrissi - sulla neve non si pratica solo lo sci, ma anche molte altre attività sportive.
Occorre, però, tutelare anche le famiglie, e mi sembra che questo sia in linea con le attenzioni e le richieste dell'Assessora Pentenero, quando si sottolinea che non tutte le famiglie possono permettersi di praticare uno sport molto costoso come lo sci. Non è come nel calcio, dove basta acquistare un pallone per giocare in un campetto a costo praticamente zero: occorre acquistare o affittare l'attrezzatura dedicata, c'è lo skipass che ha un costo molto elevato, soprattutto se pensiamo che una famiglia con due o tre figli deve acquistare due o tre skipass settimanali, giornalieri, o quant'altro.
Occorre cercare di andare nel solco di quanto predisposto, da anni dall'Assessorato allo sport, con le convenzioni con il CUS, che permettono alle scuole di far sciare i ragazzi, in alcune settimane, a prezzi calmierati ed avvicinarsi, in questo modo, a questo sport.
Pertanto, la prima domanda che rivolgiamo è se sia il caso di rincorrere, o venire addirittura rincorsi, dalle emergenze, quindi presentare atti di indirizzo ai quali probabilmente seguiranno degli stanziamenti e azioni dirette da parte della Giunta, oppure si debba ragionare in un'ottica un po' più di programmazione, come dovrebbe fare un Ente come la Regione.
Vorremmo sapere, innanzitutto, quale tipo di attuazione è stata data quest'anno o si pensa di dare alla nostra mozione, altrimenti verrebbe da dire - come sa bene il Vicepresidente Reschigna, perché si diceva già diverse legislature fa - che un atto d'indirizzo non si nega mai a nessuno: possiamo approvarne 17, di atti di indirizzo (il 17 porta bene!), ma poi non si hanno conseguenze.
I due atti d'indirizzo sono per noi votabili: è ovvio che l'atto di indirizzo presentato (purtroppo) dal Partito Democratico è più strutturato nel senso che contiene anche una programmazione a medio e lungo termine.
Pertanto, occorre sicuramente affrontare con urgenza la crisi del sistema neve, anche attraverso la definizione di un piano strategico. La parte emergenziale forse ci piace meno, ma ci sono una serie di proposte di programmazione, tra cui rivedere anche la legge regionale quadro sulla neve (la n. 2/2009), ed attivarsi - si dice sempre, genericamente - con il Governo nazionale, per valutare lo stato di crisi, o quant'altro.
Tutto questo, fermo restando che è un po' paradossale chiamare ogni volta in causa lo stato di crisi, di calamità naturale se piove, perché i territori franano e c'è il dissesto idrogeologico (non investiamo nelle piccole opere di manutenzione del territorio), e poi chiedere anche lo stato di calamità naturale se non piove. Questo, ovviamente, a seconda delle Regioni: quelle bagnate dal mare, ad esempio, chiedono lo stato di calamità naturale se piove durante l'estate, mentre quelle che hanno la presenza di montagne chiedono lo stato di calamità naturale se non nevica durante l'inverno.
Assistiamo ad una situazione un po' paradossale, dove il sistema Paese ha veramente difficoltà finanziarie, ma anche di allocazione delle risorse del proprio bilancio. Per questo, collegandomi anche a quanto dichiarato dottamente dal collega Andrissi, è un po' paradossale pensare che, in un momento in cui c'è siccità generale (si dice siccità nevosa), comunque carenza di precipitazioni, quindi carenza di acqua, ci sono delle stazioni sciistiche che creano la neve artificiale. Su questo una riflessione dovremmo farla.
Ho anche sentito alcune dichiarazioni - condivisibili dal punto di vista del ritorno economico, magari meno dal punto di vista della difesa del territorio ambientale - di alcuni operatori del settore turistico, i quali hanno detto: "Va bene anche se non nevica. Se c'è il sole, la gente in montagna viene lo stesso: basta avere due o tre piste su cui aver sparato un po' di neve, i turisti fanno due o tre sciate e poi prendono il sole. Quindi, il turismo c'è lo stesso".
Giova ricordare che, se non nevica, non c'è acqua; se non c'è acqua, si rischia di non averla nemmeno per gli usi idropotabili. Vedremo, poi, in primavera che problemi avremo se non ci sarà abbastanza acqua per l'agricoltura, pertanto si tratta veramente di un problema che si protrae nel tempo.
Stiamo assistendo a cambiamenti climatici consistenti. Qualcuno, la scorsa volta, diceva che stiamo andando verso un principio di desertificazione, sia a causa di un uso intensivo del suolo sia a causa della cementificazione sia a causa della carenza di precipitazioni.
Come amministratori, siamo tenuti a fare delle scelte a lungo termine non solo emergenziali. Tra l'altro, solitamente quando ne parliamo in Consiglio regionale poi il week end successivo nevica, quindi portiamo anche bene! Sabato e domenica prossima è prevista di nuovo neve, quindi potremmo allungare questa discussione fino a fine marzo, così portiamo bene, però occorre cercare di avere una programmazione, perché magari invece - il prossimo anno sarà fortunatissimo (me lo auguro) per il turismo piemontese e ci dimenticheremo della settimana bianca e della situazione di crisi richiesta a Roma.
Chiedo questo alla Giunta e agli Assessori, e l'indirizzo che vi diamo è questo, con l'atto già approvato l'anno scorso e probabilmente gli atti che approveremo adesso: facciamo una programmazione seria, che vada da qui fino al 2019.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Anch'io auspico che la discussione su questi due atti d'indirizzo non sia conclusiva, non sia la chiusura, ma la tappa di un percorso che vede impegnato il Consiglio regionale ad occuparsi in modo organico e strutturato dell'economia del turismo montano, a prescindere dall'emergenza neve. L'abbiamo già fatto e io auspico che il Consiglio torni a farlo, così come fa la Giunta, nel suo lavoro esecutivo.
Sicuramente, la stagione invernale, che è in conclusione, così anomala per temperature e scarsità di precipitazioni nevose, è un buon motivo per dedicare la nostra riflessione a questi temi, ma poiché secondo molti questa anomalia rischia di diventare normalità, è necessario che le azioni da intraprendere siano praticabili e di lungo respiro. Sono cose che hanno già detto i Consiglieri che mi hanno preceduta.
Ritengo che, proprio a partire dal sostegno ai comprensori sciabili e anche da interventi che rendano più sostenibile la gestione degli impianti di risalita, sia necessario lavorare per diversificare l'offerta turistica montana, sia in termini temporali, e quindi uscire dalla stagionalità, sia dal punto di vista delle attività praticabili. Ripeto concetti già sentiti qui, oggi, ma nei quali credo fortemente.
Penso anche che sia necessario trovare condizioni che favoriscano l'innevamento artificiale; il tema della presenza di piccoli invasi che siano, però, sostenibili ambientalmente, esiste, però sappiamo anche che l'innalzamento delle temperature rende spesso non praticabile l'innevamento artificiale.
Dobbiamo spingere per una fruizione diversa, con altre attività all'aria aperta anche nel periodo invernale. E' necessario aumentare la volontà e l'interesse di un turismo più naturale: l'escursione l'abbinamento cultura-natura, che può essere un'opportunità per tutto l'anno.
Credo sia necessario lavorare in questa direzione. Concordo, quindi sulla necessità di favorire una diversificazione stagionale. Da questo punto di vista, pensare che tutto il nostro dibattito, il nostro impegno la soluzione di tutti questi problemi, sia qualche giorno in più di vacanza mi sembra - onestamente - riduttivo, peraltro - per dirla anche con una battuta - quando la Pasqua è bassa (mi sembra si dica così, io non sono cattolica praticante), quindi coincide con il 25-26 di aprile, il martedì grasso arriva oltre metà marzo. Cosa facciamo? Non facciamo più le vacanze a Carnevale, ma a febbraio? Insomma, lo ritengo davvero un po' riduttivo.
Per carità, di per sé non sono così contraria ad avere qualche giorno in più di vacanza - parlo anche da insegnante - però vorrei che questo Consiglio facesse uno sforzo per dare risposte più strutturate e per sostenere davvero una mutazione della cultura di avvicinamento e di fruizione della montagna e dell'attività en plein air.
Ecco perché al tema, che c'è anche nella mozione del Consigliere Rostagno, relativo alla settimana scolastica dedicata allo sport personalmente aggiungerei anche all'ambiente, visto anche il decreto ministeriale che introduce l'ora settimanale di educazione ambientale. Tale ora potrebbe anche essere utilizzata e praticata in termini aggregati; non necessariamente quell'ora deve essere praticata tutte le settimane, si potrebbe tradurre in una settimana intera dedicata all'educazione ambientale (pensiamo alla possibilità di Pracatinat o ad altre strutture di questo tipo). Una settimana dedicata a questa attività anche in periodi diversi, perché non è necessario che tutte le scuole d'Italia lo facciano nella stessa settimana, consentirebbe anche di uscire dalla logica di un turismo che lavora a picchi, che ha momenti di alta stagione affollati ed elitari (e anche cari), per consentire invece un allungamento della fruizione, una partecipazione più estesa e magari anche più conveniente economicamente, magari con uno sforzo da parte degli operatori che mettono a disposizione pacchetti accessibili alla scuole e alle famiglie, fuori da questo periodo, magari prevedendo anche un sostegno in questo senso.
Tutto ciò consentirebbe di avvicinare alla pratica del turismo montano anche nuova utenza. I bambini e i ragazzi che hanno questa opportunità potrebbero essere i clienti di domani, magari portando poi i loro genitori e le loro famiglie.
Noi dobbiamo garantire lunga vita al turismo in montagna.
Credo che il nostro dibattito dovrebbe riuscire a dare gli spunti giusti per lavorare a favore della nostra montagna, affinché ci sia davvero un'occasione di sviluppo del nostro territorio tutto l'anno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Anch'io volevo esprimere le mie considerazioni, anche se i colleghi che mi hanno preceduto l'hanno ben spiegato; tra l'altro, ne condivido il pensiero.
Credo sia giunto il momento di sostenere veramente l'economia della montagna, investendo sulla montagna.
Valutando i due atti di indirizzo, condivido la linea dell'ordine del giorno del PD, perché è un documento completo in cui si richiede una serie di interventi ed un nuovo piano, anche rivedendo la stessa legge sul turismo.
Condivido un po' meno, invece, la mozione presentata dai colleghi di Forza Italia, per quanto riguarda la settimana bianca e la vacanza di carnevale.
Comprendo che, nel periodo di vacanza, una settimana in più potrebbe anche essere vista positivamente dagli insegnanti e dagli studenti, per c'è da dire che ci troviamo in un momento di grande crisi economica del nostro Paese e della nostra Regione.
Parliamo di tutte le problematiche legate alle politiche sulle famiglie: famiglie che versano veramente in condizioni disagiate, famiglie che riescono a malapena, con grandi sacrifici, a permettere ai loro figli di andare a scuola.
Credo, quindi, che non tutte le famiglie possano permettersi di pagare una settimana bianca.
Oltretutto, non dobbiamo concentrarci sullo sci e sullo sport dello sci di discesa, ma anche, come già detto dai colleghi che mi hanno preceduto anche da tanti altri sport. Esistono anche altri sport, oltre allo sci di discesa. Se parliamo di montagna, parliamo anche di benessere fisico e psichico, perché ci sono persone che scelgono di fare una vacanza in montagna, non solo per sciare, ma anche per riposarsi, rilassarsi respirare aria salubre, dedicarsi al trekking, a passeggiate e ad escursioni.
Occorre mettere in atto un piano strategico per potenziare il turismo montano piemontese e non solo pensare all'emergenza neve che ha colpito la nostra Regione, ma che in realtà colpisce anche tante altre Regioni d'Italia. Però ci sono altre Regioni in Italia, non tanto lontane (penso alla Valle d'Aosta e al Trentino-Alto Adige) che hanno sicuramente un piano strategico, dal punto di vista turistico, molto superiore al nostro.
Si potrebbero offrire pacchetti vacanze, offerte o accordi per le famiglie, in modo tale da rendere i prezzi accessibili alle famiglie, dal punto di vista turistico.
Ci sono già questi pacchetti, ma la Regione Piemonte dovrebbe comunque favorire ed incentivare questi pacchetti vacanza, per permettere a tutti di andare in montagna e potersi avvicinare, non solo allo sci, ma anche a tanti altri sport. Sarebbe uno stimolo per avvicinare i giovani agli sport invernali e alla montagna. Non tutti i giovani sono attratti dalle bellezze della nostra montagna. Quando si pensa alla montagna si pensa all'inverno alla neve e allo sci, però non si pensa ad altri tipi di sport o alla natura e all'ambiente, su cui noi dovremmo veramente concentrarci e puntare.
Occorre, quindi, un nuovo piano di organizzazione, un piano strategico e attivarsi, come già detto dal collega Bono, visto che Torino è stata capitale dello sport, nel vero senso della parola, affinché la Regione Piemonte sia degna di essere davvero la capitale dello sport, non solo con slogan e varie forme di pubblicità, ma con azioni concrete per permettere di avere dei benefici e dei risultati.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Brevemente, si inserisce a latere questo discorso.
È corretto parlare di settimana bianca e di tutti i temi di cui abbiamo discusso finora, ma il problema di base è un altro: sarebbe come se una casa stesse bruciando e ci si occupasse delle tende, anziché di spegnere il fuoco! Nel senso che il problema che ha il Piemonte, così come hanno altre Regioni, deriva della concorrenza con le Regioni a Statuto speciale.
Chiederei assolutamente di tenerne conto, perché è una battaglia che prima o poi dovremo affrontare. Poco fa la collega Batzella citava la Valle d'Aosta e il Trentino: non possiamo metterci in concorrenza con Regioni che ricevono dello Stato delle cifre vergognose! Questa è veramente concorrenza sleale e dobbiamo pretendere che ciò non avvenga più.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera regionale; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie. Ho chiesto di intervenire solo per alcune veloci considerazioni, anche perché ci avviciniamo alle ore 19 e le mozioni verranno votate in un altro momento.
Vorrei soltanto ricordare quante volte in quest'Aula il nostro Gruppo abbia presentato emendamenti e mozioni per cercare di favorire le politiche sulla montagna che, troppo spesso, vengono dimenticate, anche per l'assenza delle risorse, come quelle, ad esempio, per la messa in sicurezza dei territori montani.
La montagna non è nei nostri pensieri soltanto perché esiste un'emergenza e una difficoltà legata alla carenza di neve. Siamo consapevoli che esistano ben altre problematiche, per le quali spesso, anzi direi spessissimo, abbiamo anche avanzato delle proposte.
Credo sia proprio di questi giorni l'emozione di rivivere le Olimpiadi: mi ha colpito molto l'attività portata avanti dal Comune di Pragelato con "Racchette in Valle", piuttosto che dal Comune di Pinerolo. Ma perché? Perché le Olimpiadi sono state un momento importantissimo per noi, che molto probabilmente ci ha riempiti di orgoglio e ci ha permesso di alzare la testa. E il nostro territorio ha rivissuto, forse, una riscossa con interventi importanti per la montagna, ma anche per la città, e certamente per Torino.
Siamo coscienti che sia necessario un progetto più ampio, che chiaramente preveda delle risorse; altrimenti ci ritroveremmo in quest'Aula a parlare di "progetti nebulosi", come diceva qualche collega, che incontrano sempre una grande difficoltà a concretizzarsi.
Voglio soltanto ricordare lo sforzo enorme portato avanti in questi anni dai Comuni che hanno voluto investire sulla montagna per i propri ragazzi, dando vita a tantissime attività nei piani per l'offerta formativa, costruendo osservatori, organizzando gite e uscite sul territorio, portando i propri ragazzi a sciare, investendo sia in interventi a favore dell'abbattimento del costo del giornaliero, piuttosto che sul trasporto. Credo che quelle Amministrazioni abbiano ben compreso cosa significhi essere un "Comune di montagna", perché hanno permesso ai ragazzi di conoscere e di vivere la montagna.
Sicuramente i piani per l'offerta formativa andrebbero sostenuti ulteriormente, non bastano le risorse dei Comuni. Questo ovviamente per la crescita dei nostri ragazzi.
Ho accolto con grande favore, ad esempio, anche l'impegno dei Comuni che sono sede di stazioni sciistiche che si sono dichiarati disponibili a fare la loro parte e ad investire (non soltanto da parte dei Comuni, ma anche da parte delle società).
Sono dell'idea che questi passi in avanti debbano essere accolti in modo favorevole.
Intanto la nostra mozione ha permesso a quest'Aula di parlare di questo problema, di portarlo in discussione. Alla nostra mozione si è collegata quella del Partito Democratico.
Il nostro atto di indirizzo conclude in questo modo: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale ad individuare una soluzione che possa garantire il giusto equilibrio" - è stato rimarcato anche da alcuni colleghi - "tra le esigenze didattiche legate all'anno scolastico e quelle del turismo montano piemontese".
Siamo dunque coscienti che esistono due aspetti che devono essere salvaguardati; dall'altro lato, però, siamo altrettanto coscienti che quest'Aula debba prendere una posizione, per non ritrovarci il prossimo anno, come ho detto nel mio precedente intervento, a riparlare di un'emergenza a cui non siamo riusciti a dare delle risposte. Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Con la replica della Consigliera Ruffino possiamo considerare conclusa la discussione, esclusi gli interventi della Giunta, che vengono rimandati alla prossima seduta consiliare.
Grazie e buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.03)



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