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Dettaglio seduta n.202 del 17/04/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


COTA ROBERTO



(Alle ore 10.20 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.50)



(La seduta ha inizio alle ore 10.50)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Cavallera e Giordano.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Gruppi consiliari - Polizia rurale, urbana e locale

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale e relativo dibattito in merito agli atti di violenza e teppismo commessi durante la manifestazione sindacale del 16 aprile 2002 ai danni del palazzo di Via San Francesco d'Assisi n. 35, sede dei Gruppi consiliari Forza Italia, Lega Nord e CDU-PPE. Esame collegati ordini del giorno n. 518 e n. 520


PRESIDENTE

In apertura di seduta, vorrei esprimere la solidarietà ai Consiglieri regionali e a tutto il personale dei Gruppi per quanto è accaduto ieri negli uffici dei Gruppi consiliari della Casa delle Libertà, siti in Via San Francesco d'Assisi n. 35.
Si è trattato di una barbara e vile aggressione che, certamente, va contro il processo democratico e contro ogni dialogo che si potrà instaurare tra le parti sociali.
Nella giornata di ieri, ho telefonato al Questore di Torino per chiedergli conto di una mia perplessità circa il fatto che un'aggressione di questo tipo sia durata per una decina di minuti con delle modalità anche complesse e che non vi sia stata né la presenza né l'intervento di agenti di polizia.
Ho espresso tutte queste perplessità al Questore, perché ritengo che tutte le sedi del Consiglio regionale siano un obiettivo sensibile e che pertanto debbano essere attuate tutte le misure necessarie per salvaguardare l'incolumità delle istituzioni.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, mi associo al rincrescimento per quanto è avvenuto ieri nella sede degli uffici dei Gruppi consiliari Lega Nord e Forza Italia siti in Via San Francesco d'Assisi.
La grande manifestazione avvenuta ieri certamente ha colpito. Ho i miei anni e non ricordo una manifestazione di questo tipo. Bisogna risalire probabilmente alla fine degli anni '60 o ai primi anni '70, comunque è stata una grandissima manifestazione che da gesti di questo tipo può essere solo menomata.
Mi dispiace che attorno ad un episodio, che di per sé è grave, si cerchi se non di offuscare certamente di sbilanciare il significato della manifestazione di ieri.
Ieri, combinazione, per aggirare la strozzatura di Via Santa Teresa trovandomi nel corteo che arrivava da Porta Susa, ero presente in quella zona e ho visto che non si trattava di un gruppetto di ragazzi staccatosi dal corteo, ma era un gruppo più sostanzioso. Ho manifestato la mia preoccupazione per il fatto che ci fosse un grande servizio d'ordine in testa e in coda al corteo, mentre ai lati non c'era una protezione adeguata.
Voglio ricordare che vi era un furgone o qualcosa di simile con un grande impianto di diffusione che si sentiva a distanza e che rappresentava la presenza di qualcosa di un certo peso.
Questo è preoccupante, perché, evidentemente, mi pare che ci sia stata una lacuna per quanto riguarda questo tipo di controllo, anche se, in effetti, la presenza di questo gruppo in Via Santa Teresa è durata circa dieci minuti.
Pongo, però, un problema politico di fondo. Quando ero in Regione ricordo che anche il Presidente Viglione si era posto il problema di concentrare i Gruppi consiliari in un'unica struttura e aveva aperto con la Curia arcivescovile una trattativa per quell'edificio rosso situato in Via Arcivescovado, in modo da poter offrire, intanto, dei servizi in comune e poi garantire una protezione, perché il Consiglio è protetto, ma altre sedi delicate sono invece vulnerabili.
Questo rappresenta un problema di fondo, Presidente Cota, a cui lei che è preso da molti incarichi, dovrebbe dedicarsi con grande attenzione.
Bisogna trovare una soluzione al problema dei Gruppi consiliari seminati per la città in appartamenti vari. Questo sì che è un problema, che poteva essere risolto con il Palazzo dell'ex Banco di Napoli o con il Palazzo di Piazza Solferino dell'ex Mediocredito. Invece, si sono attuate delle soluzioni rabberciate e disomogenee, non risolvendo il problema politico di sicurezza dei Gruppi.
Quindi, vi è una responsabilità anche di scelta politica per la soluzione di questo problema, che va, dopo questo episodio, valutata con grande attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Signor Presidente, proporrei un'istanza, perché i fatti di ieri sono stati di estrema gravità.
Credo che quello che è successo ieri non si possa esaurire con una comunicazione che, certamente, rispecchia delle valutazioni istituzionali valutazioni da lei poste in qualità di Presidente del Consiglio, quindi al di sopra delle parti.
Credo che occorra fare delle considerazioni più approfondite e, per questo, chiedo l'apertura di un dibattito sui fatti di ieri, che porti poi all'approvazione di un ordine del giorno che io ho già presentato.



PRESIDENTE

Sulla richiesta di apertura del dibattito, tre Consiglieri o rappresentanti di un Gruppo possono chiedere che dalle comunicazioni della Giunta si apra un dibattito. In questo caso, le comunicazioni sono del Presidente del Consiglio, però, per analogia, possiamo applicare tale norma a questa circostanza.
In tal caso, il Consiglio decide se e quando svolgere la discussione e può anche decidere che la stessa si svolga in Commissione. Sulle proposte di cui al comma 2, è ammesso l'intervento di un solo Consigliere a favore e di uno contro.
Vi è qualcuno che interviene contro l'apertura del dibattito? No. Diamo per accolta la richiesta di dibattito contestuale.
La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Signor Presidente e colleghi, ieri ho assistito ad un episodio che non vedevo dai tempi in cui con l'Assessore Leo frequentavo l'Università.
Faccio una valutazione, che è certo di parte. Per questo abbiamo aperto il dibattito, perché sarebbero stati sufficienti le sue parole, signor Presidente.
Questa mia valutazione parte da fatti e arriva a considerazioni. I fatti sono i seguenti: c'è uno sciopero che è stato organizzato in riferimento a problemi di Governo; uno sciopero che è stato definito, su alcuni fatti, da Biagi, sciopero basato su menzogne della CGIL, e che si è protratto per tutta la città e ad un certo punto una fascia di aderenti al corteo, pilotata da un camioncino, si porta in Via San Francesco d'Assisi.
Superato l'angolo di Via San Francesco d'Assisi con Via Lascaris, il camioncino si ferma e comincia a lanciare delle parole di odio in riferimento al Governo, e soprattutto in riferimento alla Lega Nord. Parole che, evidentemente, hanno suscitato in coloro che erano dietro, e che si erano fermati proprio perché il camion davanti si era fermato, e quindi non potevano fare altrimenti, le reazioni che sono a tutti ben note, le cui foto sono riportate sui giornali di oggi.
Sono arrivate - e le gradisco solo dal punto di vista umano - le solidarietà degli altri partiti, i quali hanno detto: "Noi condanniamo questi fatti di violenza". Ma cos'altro potevano fare? I fatti successi sono gravi, di reato, c'è stata violenza contro la custode, è stato impedito l'accesso e l'uscita dallo stabile, sono state fatte delle scritte, ci sono state delle ingiurie, ci sono stati dei danneggiamenti al condominio e ai beni privati nostri e di Forza Italia.
Vorrei vedere, non le altre forze politiche, ma un qualsiasi cittadino italiano che non condannasse certe azioni, anzi, che le lodasse! Incorrerebbe egli stesso nel reato di apologia. Quindi, è evidente che non ci si può comportare in quel modo.
Io però ho visto che le persone che hanno fatto quegli attacchi avevano bandiere rosse, con falci e martelli. Ho visto dei signori che, mentre intervenivano i fatti a cui lei, Presidente, faceva cenno, hanno attaccato un manifesto con la scritta "Committente responsabile Enzo Iorfida c/o Partito della Rifondazione Comunista". Questi sono i fatti.
Io voglio stigmatizzare, in questo momento, un dato specifico: non serve assolutamente la solidarietà da parte di chi istiga la violenza, e credo che ci sia stata un'istigazione di violenza, che poi è stata raccolta da coloro che, pur non organicamente strutturati in una certa ala politica se ne fanno - e lo dicono liberamente - il braccio armato, anche non strutturato e non collegato.
Abbiamo avuto a Torino qualche decennio fa delle esperienza bruttissime, dove proprio i brigatisti, nelle loro lettere di pentimento rivolte solo ai magistrati e non ai parenti delle vittime, spiegavano la fisiologia di questo ragionamento. Ricordo, in particolare, il rapimento Dozier, quando le BR hanno detto: "Noi abbiamo rapito Dozier, abbiamo spiegato qual è la verità vera per il proletariato", ripresa da CGIL-CISL UIL negli scioperi che si sono susseguiti.
Leggo il comunicato stampa di CGIL-CISL-UIL, nel quale si dice: "La violenza colpisce in primo luogo i lavoratori; CGIL-CISL-UIL condannano gli atti di vandalismo che non appartengono alla storia del movimento sindacale".
Ecco, signori, siccome sono convinto della profonda cultura politica di CGIL-CISL-UIL, quando questi signori condannano gli atti di vandalismo significa che non condannano la violenza privata, che non condannano le parole dette, che non condannano l'istigazione alla violenza e non condannano gli epiteti di razzismo.
Questa è la lettura, e si conclude dicendo che "Le manifestazioni sindacali, per il loro carattere pacifico e democratico, sono la migliore risposta a qualunque strumentalizzazione". Ma quale strumentalizzazione! Diceva Bertrand Russell che "mille teorie sono state travolte da un fatto ma mai un fatto è stato travolto da mille teorie".
I vetri rotti, la custode aggredita, sono fatti e non possono essere strumentalizzazione, sono fatti che non possono essere buttati giù da alcuna teoria.
Abbiamo visto una violenza; è una violenza che viene da sinistra perché questa è l'etichetta. Dopodiché questo tipo di violenza vent'anni fa sarebbe stata chiamata "fascista"; oggi si chiama "terrorista", però è una violenza di quel tipo.
Abbiamo visto questa logica ancora una volta al Palavobis, quando si sono dette tutte le cose che sono state dette. Si badi bene che non voglio dire e mettere il meccanismo del post hoc propter hoc qua, cioè inserire un nesso causale tra quello che è successo al Palavobis e l'omicidio di Biagi ma è certo che questo è avvenuto in epoca posteriore ed è certo che è stato fomentato un humus posteriore.
Credo che le persone che ieri giravano con la bandiera della Palestina siano stati i peggiori ambasciatori della causa palestinese, perché la gente ha visto in faccia fatti di violenza inaccettabile.
Per questi motivi, Presidente, ho presentato un ordine del giorno che stigmatizza la violenza da qualsiasi parte arrivi, e questo è evidente.
Questa volta è arrivata da sinistra, come spesso accade in questi ultimi anni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Colleghi, intervengo come componente dell'Ufficio di Presidenza con delega alla sicurezza per informarvi che, come avrete già notato, dopo l'11 settembre l'Ufficio di Presidenza ha assunto tutta una serie di iniziative per migliorare i sistemi di sicurezza, in particolare della sede del Consiglio regionale.
E' chiaro che gli avvenimenti di ieri pongono in rilevanza anche il fatto di aumentare l'attenzione sulla sede dei Gruppi.
Non è fatto da poco che l'Ufficio di Presidenza abbia costituito un'unità relativa alla sicurezza, con personale specificamente demandato, e che c'è la volontà dell'ufficio di sicurezza di aumentare anche la dotazione di personale specializzato rispetto a questo problema.
E' chiaro che non si risolve il problema in questa maniera, ma sicuramente l'attenzione che l'Ufficio di Presidenza continua a dare al problema della sicurezza dei vari palazzi che compongono la dotazione del Consiglio regionale è un fatto significativo.
Devo anche dire, in risposta al collega Tapparo, che all'Ufficio di Presidenza non sfugge che, a livello di edifici che ospitano le sedi dei Gruppi e le sedi, anche distaccate, degli uffici del Consiglio regionale sia necessario un fenomeno di accorpamento.
In questo senso, l'Ufficio di Presidenza, proprio in una delle sue ultime riunioni, ha dato mandato a me e al Presidente di intensificare i rapporti per verificare la possibilità, relativamente a un edificio prossimo alla sede del Consiglio regionale e già occupato in gran parte da uffici dello stesso Consiglio regionale, di arrivare a un'acquisizione totale di quel palazzo, dove poi trasferire gran parte dei Gruppi e delle attività del Consiglio regionale attualmente sparse attorno al Consiglio regionale stesso.
Evidentemente non è un lavoro di poco conto, ma è un lavoro anche impegnativo dal punto di vista patrimoniale; ad ogni modo, la sollecitazione che proviene dall'aula, ma che è propria e già ben chiara a tutto l'Ufficio di Presidenza, verrà da oggi ancora più rafforzata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, signor Presidente, e grazie anche ai colleghi Consiglieri che hanno consentito, senza opporsi, questo dibattito sui fatti gravi accaduti nella giornata di ieri, in concomitanza della manifestazione sindacale nella città di Torino.
Dico subito che noi, come avevamo già detto in I Commissione - che è stata la prima occasione di informazione sui fatti accaduti pochi minuti prima - non abbiamo alcuna intenzione di inserire polemiche strumentali n certamente di strumentalizzare i fatti avvenuti.
Ho apprezzato la solidarietà delle forze politiche e delle forze sindacali, che con un proprio comunicato si sono dissociate dai fatti di ieri; il sindacato della CISL mi ha anche inviato una lettera personale in tal senso.
Tuttavia, rimane il fatto che è avvenuto un episodio gravissimo, e ha ragione il Presidente Cota nel definirlo tale.
I fatti sono stati raccontati dal collega Presidente Brigandì; aggiungo solo che in quei minuti - non so nemmeno dire con esattezza se dieci o venti, ma certamente minuti interminabili, e non voglio usare termini per colpire il sentimento di qualcuno - all'interno del Gruppo consiliare di Forza Italia, Gruppo consiliare che ho l'onore di presiedere, ci sono stati momenti di gravissima preoccupazione e, per alcune persone (Consiglieri e collaboratori del Gruppo), momenti di terrore.
Non si capiva bene che cosa stesse succedendo; guardando dalle finestre c'era Via San Francesco d'Assisi piena di manifestanti, con uomini e donne in alcuni casi bambini, con bandiere di ogni tipo. Era evidente che nel deflusso della manifestazione, che peraltro si era svolta pacificamente fino a quel momento, c'era una presenza di manifestanti della manifestazione organizzata da CGIL, CISL e UIL. Da questa manifestazione si è staccato questo gruppo e credo che sia da salutare anche positivamente il fatto che (sui giornali di oggi c'è) ho avuto informazione dal Questore della città di Torino che in questo senso sono già stati comunque in gran parte individuati o addirittura identificati i responsabili. Questo non pu che essere positivo, anche perché potrà portare un elemento di chiarezza alle varie teorie e teorizzazioni che sono state fatte.
C'è stata indubbiamente, a nostro giudizio - lo diciamo con altrettanta chiarezza, la stessa chiarezza con cui abbiamo detto che non vogliamo introdurre polemiche o strumentalizzazioni - qualche lacuna nell'organizzazione, ma le lacune sono anche normali quando si organizzano manifestazioni di tale dimensione.
Resta il fatto che per circa dieci minuti sotto la sede dei Gruppi consiliari di Forza Italia, Lega Nord e CDU-PPE, c'era un furgone con persone che, con frasi irripetibili, di un livore non riportabile in quest'aula, ha attaccato le forze di governo e in particolare il Presidente del Consiglio dei Ministri.
I danni e l'assalto che è stato fatto all'androne del palazzo che ci ospita sono stati riportati puntualmente in alcune fotografie nei giornali di oggi. Non hanno nemmeno avuto pietà e rispetto per l'affresco-mosaico di San Francesco d'Assisi situato nell'entrata del palazzo, che è stato imbrattato con frasi contro il Governo, contro persone, contro partiti politici ed è stato firmato con il segno distintivo di un partito.
La solidarietà ci ha fatto piacere. In particolare, ci ha fatto piacere la solidarietà espressa dagli amici radicali, che subito si sono precipitati presso la sede del nostro Gruppo e che hanno anche preso posizione durante i tumulti, perché ho sentito personalmente il Consigliere Mellano gridare "Vergogna!" dal palazzo del suo Gruppo.
Ho apprezzato la solidarietà di tutti, ma anche quella espressa dai Gruppi presenti ieri in I Commissione. In particolare, la visita presso il nostro Gruppo consiliare del Presidente Chiezzi, che è venuto, al termine della seduta della I Commissione, a portare la propria solidarietà ai collaboratori del nostro Gruppo: ragazze e ragazzi che collaborano con il Gruppo consiliare di Forza Italia e che hanno l'unica colpa di essere dipendenti o collaboratori di un Gruppo consiliare politico di centrodestra.
A loro va il mio ringraziamento, la mia solidarietà, come naturalmente anche a tutti i colleghi del Gruppo che ho l'onore di presiedere, perché la preoccupazione e il terrore a cui prima mi riferivo erano visibili nei loro occhi.
Noi continueremo a lavorare con serenità, con impegno, come abbiamo fatto fino ad oggi, senza lasciarci intimidire da nessuno, per il bene del territorio e della comunità piemontese.
Voglio fare una considerazione politica. Credo che tutti abbiano letto i giornali di oggi: c'è un invito del Presidente del Consiglio dei Ministri e delle forze politiche - non solo della Casa delle Libertà - a riprendere il dialogo su temi importanti come quello del lavoro e come quello dell'art. 18, che è un tema scottante, sul quale si è diviso il Paese e si sono divise le forze politiche.
Mi auguro che il dialogo possa essere ripreso; c'era la disponibilità da parte del Governo anche prima della manifestazione, disponibilità che ha espresso il Presidente del Consiglio dei Ministri dicendo: "Fate la manifestazione, poi ci troveremo e discuteremo".
Con lo spirito di una manifestazione pacifica che c'è stata in tutto il Paese, tenendo conto di questi incidenti (credo che non ne siano successi tanti nel Paese), mi auguro che questo avvenga.
Vorrei infine esprimere la solidarietà del Gruppo consiliare di Forza Italia all'Arma dei Carabinieri, che ha subìto un attacco, uno sfregio non so come definirlo - nella sua massima istituzione nella città di Torino: la Scuola Allievi Carabinieri di Via Cernaia.
Relativamente al ritardo della Polizia, credo che le Forze dell'ordine ieri abbiano avuto una giornata difficile, come succede quando ci sono manifestazioni importanti e quando c'è una partecipazione forse molto più importante di quella che si prevedeva. Non so né sta a me giudicare se vi è stata una sottovalutazione del rischio dell'obiettivo Gruppo consiliare di Forza Italia - Palazzo dei Gruppi; certamente, loro ieri hanno lavorato in grande difficoltà e quindi non mi sento di portare loro un attacco, una critica diretta in questa fase.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e insegnanti della Scuola elementare "Anna Frank" di Torino


PRESIDENTE

Saluto gli alunni e gli insegnanti della Scuola elementare "Anna Frank" di Torino, che sono giunti a farci visita.


Argomento: Gruppi consiliari - Polizia rurale, urbana e locale

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale e relativo dibattito in merito agli atti di violenza e teppismo commessi durante la manifestazione sindacale del 16 aprile 2002 ai danni del palazzo di Via San Francesco d'Assisi n. 35, sede dei Gruppi consiliari Forza Italia, Lega Nord e CDE-PPE. Esame collegati ordini del giorno n. 518 e n. 520 (seguito)


PRESIDENTE

Continuando il dibattito, ha ora la parola il Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Voglio iniziare con un po' di ricordi miei, tanto per fare qualche confronto.
Con la Lega Nord ho partecipato ad un sacco di manifestazioni, dal Monviso a Venezia, a Pontida; manifestazioni estremamente pacifiche, dove mai sono successi incidenti, nonostante qualche provocazione esterna.
Manifestazioni che erano seguite molto attentamente dalla Polizia.
Ricordo anche un episodio in occasione di una nostra importante manifestazione a Roma: per ottenere l'autorizzazione si era dovuto prestare una fideiussione, oltretutto estremamente salata in termini finanziari, a garanzia di qualsiasi danno che, a seguito della stessa, potesse accadere.
Anche quella volta a Roma non ci fu il minimo danno; la manifestazione fu estremamente pacifica: evidentemente la natura dei leghisti è estremamente pacifica! Ricordo anche che, a fronte di quelle manifestazioni, venivamo sommersi da una pioggia di critiche e condanne solo per le nostre parole solo per le nostre opinioni. Sovente le condanne andavano proprio nel senso di una totale mancanza di rispetto per le parole altrui.
Ieri abbiamo assistito a una manifestazione di tono ben diverso, una manifestazione che, già negli slogan, inneggiava alla violenza e la violenza c'è stata.
Infatti, in Via San Francesco d'Assisi n. 35 è stata sfondata una porta a vetri, sono entrate persone in un condominio di natura privata, sono stati rotti vetri di finestre oltretutto di un'Agenzia che nulla di politico aveva, l'ingresso e le scale sono state invase dai rifiuti, sono state fatte scritte dappertutto: sui muri esterni e sui muri interni. Il palazzo è stato oggetto di lancio di uova, che hanno imbrattato le facciate, pertanto c'è una serie di danni.
A questo punto, facendo il confronto con quanto dicevo prima, mi chiedo se CGIL, CISL e UIL si renderanno in qualche modo responsabili del pagamento di quei danni, perché è bella cosa esprimere la condanna alla violenza, ma visto che la violenza è avvenuta nell'ambito di una manifestazione organizzata da tali Organizzazioni, che dovevano in qualche modo essere garanti a livello di democrazia, significa che o queste Organizzazioni hanno lavorato male per cui è sfuggita loro la situazione di mano - mi auguro che sia solo così - o che c'è addirittura, non voglio dire una convivenza e una copertura, ma perlomeno una responsabilità indiretta.
Mi domando, pertanto, se non sarebbe giusto richiedere i danni agli organizzatori della manifestazione.
In realtà, quanto è successo ieri ha qualcosa di ben più importante alla radice, perché ieri non c'è stato un assalto a sedi di Partito, ma c'è stato un assalto a sedi istituzionali, in quanto le sedi dei Gruppi fanno parte del Consiglio regionale, perciò ieri è stato un vero e proprio assalto alle istituzioni.
Questo è gravissimo.
Questi sono fatti che sino ad oggi erano accaduti solo all'epoca del fascismo - tanto biasimato e che mai vorremmo tornasse - ma oggi questa violenza arriva dalla parte contraria, arriva dall'estrema sinistra. Di questo dobbiamo prendere atto, perché quello che ieri chiamavamo fascismo oggi ha cambiato colore, ma ha mantenuto, purtroppo, gli stessi connotati.
Su questo, lancio un grido d'allarme e voglio ancora invitare tutte le forze democratiche, se veramente sono democratiche, a voler moderare i toni, perché le frasi dette al Palavobis - e non voglio ripetere quanto ha detto il mio collega Brigandì - sono veramente pericolose.
Quello che si sta dicendo sull'art. 18 è a livello di falsità; si stanno esasperando gli animi dei lavoratori che, non al corrente delle vere riforme che il nostro Governo vuole mettere in atto, sono convinti che domani potrebbe essere eliminato l'art. 18 e che pertanto sarebbero tolte loro le garanzie che oggi hanno: questo è totalmente falso perché ai lavoratori di oggi nessuno vuole togliere garanzie.
Le deroghe che il Governo propone di fare all'art. 18 vanno nel senso di dare garanzie ai lavoratori che oggi non ne hanno, ma tutti i lavoratori che oggi sono garantiti dall'art. 18 continueranno a esserne garantiti.
Molti lavoratori sono purtroppo convinti del contrario e questo esaspera gli animi; questa è cattiva informazione e una demagogia che vengono dai Sindacati e dalle forze di sinistra.
Invito tutti, pertanto, a moderare i toni e a discutere apertamente sulle riforme. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente e colleghi. Anche noi riteniamo che i fatti capitati ieri contro la sede istituzionale che ospita, oltre al nostro Gruppo, il Gruppo della Lega Nord e quello di Forza Italia, siano di un'estrema gravità.
Riteniamo che questa vicenda, che nella parte delle scritte ha avuto una vera e propria firma (perché quelle scritte sono ancora visibili nel palazzo di Via San Francesco d'Assisi n. 35, così come la firma che è posta sotto), debba essere inquadrata, proprio partendo da quelle firme, in un ambito molto limitato, circoscritto.
Voglio essere ottimista, guardare avanti, pensare positivo: quell'episodio va circoscritto, negli autori, a chi ha ritenuto di porre la propria firma sotto le scritte.
Mi auguro, come abbiamo avuto fin da subito la solidarietà e la testimonianza dei colleghi di Gruppi consiliari e di forze sindacali, in particolare del Segretario della CISL, che oggi il Consiglio regionale sappia isolare, con un ordine del giorno unitario, quelle che voglio considerare piccole, ma pericolose frange del corteo e dare una risposta unitaria sul fatto che il metodo è quello del confronto e del dialogo e non quello dell'assalto a sedi istituzionali, a sedi di Gruppi, per far tacere quelle posizioni politiche che la pensano in modo diverso. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente. Signori Consiglieri, quello che è capitato ieri mattina, prima alla Caserma Cernaia e, poi, in Via San Francesco d'Assisi alle sedi di alcuni Gruppi consiliari della Regione Piemonte ha costituito in una giornata di straordinaria partecipazione e di contributo alla dialettica politica e sociale della democrazia italiana, quali che siano le opinioni che se ne possono avere riguardo ai contenuti sui quali, come è noto, ci sono diverse valutazioni, di diverso giudizio, in primo luogo un'aggressione a Gruppi politici, all'istituzione, e, in secondo luogo, un tentativo di offuscare e danneggiare una grande manifestazione popolare una grande esperienza di democrazia che, come sapete, ha riguardato non una piccola burocrazia o qualche piccolo gruppo, ma una parte importante della popolazione piemontese, con uno schieramento che ha interessato l'insieme delle Organizzazioni sindacali.
Su questo punto penso che non dovremmo discutere più di tanto per sapere che esiste, su questioni del genere, una posizione comune del Consiglio regionale che considera fenomeni e comportamenti di questo tipo come comportamenti che devono essere indicati e repressi.
Aggiungo una considerazione, riprendendo ciò che il Presidente del Consiglio regionale ha affermato nella sua comunicazione iniziale.
Relativamente ai fatti di ieri, come sono stati raccontati, non eravamo in presenza di qualcuno che è improvvisamente impazzito, ma di un'azione organizzata di gruppi ristretti, che ha preparato e organizzato questa iniziativa. Ragion per cui dovremmo chiedere alle istituzioni non solo di esercitare la vigilanza sull'ordine pubblico che è una loro prerogativa, ma anche un'iniziativa di prevenzione su azioni di quel tipo. Non c'è solo un compito di repressione, ma anche di prevenzione, quando siamo di fronte a gruppi organizzati che hanno i materiali necessari per compiere operazioni di quel genere.
Aggiungo ancora una considerazione, anche se non merita alcun commento talmente è ovvia.
Così come in sede di I Commissione tutti i Gruppi hanno preso una posizione univoca, è ritenuta auspicabile la soluzione che il Consigliere Deorsola proponeva nel suo intervento, cioè una posizione del tutto unitaria e comune del Consiglio regionale. Naturalmente, per fare questo bisogna, caro Consigliere Deorsola, che questo sia un intento comune a tutti.
Se invece, da quello che ho sentito da alcuni Consiglieri, si parte da questo per attaccare una manifestazione, uno sciopero sindacale e per costruire una campagna, a mio parere, inaccettabile, ne dovremmo prendere atto.
Sono francamente contento che a questa discussione sia presente anche la stampa. Penso, Consigliere Brigandì e Consigliere Dutto, che le parole che avete detto - che riportano alla natura e alla caratteristica della manifestazione sindacale, alla natura e alla caratteristica dell'opposizione di questo Paese al Governo che voi sostenete - siano state riprese dalla stampa. Spero che la stampa, nei prossimi giorni, dica con chiarezza quello che avete sostenuto in quest'aula, che i cittadini possano giudicare quelle parole: penso che sia importante.
Lo dico francamente a nome di tutti i Gruppi del centrosinistra, credo di poter parlare anche a nome di Rifondazione Comunista: ci sono tante cose sulle quali discutere, ma non vogliamo prendere lezione di democrazia da coloro che oggi parlano di istituzioni, mentre in Parlamento agitavano i cappi. No! Noi non prendiamo lezioni di democrazia da coloro che hanno alcuni tra i principali loro dirigenti - penso all'on. Borghezio incriminati per episodi di violenza. Mi dispiace, queste lezioni non le prendiamo! Con la necessaria chiarezza di giudizio, ma anche con la convinzione di chi sa che su questo punto non ha da prendere lezioni da nessuno, noi diciamo: volete, vogliamo, tutti insieme costruire, come penso sarebbe del tutto ovvio, una conclusione unitaria del Consiglio regionale? Va bene questo è anche il nostro auspicio e la nostra intenzione.
Qualcuno vuole fare un'altra operazione? La faccia, ma se ne assuma la responsabilità. Suggerisco solo, oltre a CGIL, CISL e UIL, di chiedere i danni anche a UGL e a tutte le altre Organizzazioni sindacali che hanno promosso e partecipato alla grande manifestazione, così almeno completerete il quadro!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Più che un intervento, volevo dare una breve testimonianza e fare una riflessione.
Ieri mi trovavo nella sede del Gruppo consiliare dei Radicali, situata in Via Alfieri angolo Via San Francesco d'Assisi. Appena io e altri colleghi abbiamo sentito le urla e le voci che provenivano dalla strada, ci siamo affacciati alla finestra posta su Via San Francesco d'Assisi, quasi davanti alla sede dei Gruppi Forza Italia, Lega Nord e CDU. Una parte dei manifestanti - una parte numerosa, più di un centinaio di persone, non un gruppetto isolato - gridava slogan violenti e volgari. Stupiti dal fatto che non ci fosse alcun controllo da parte delle Forze dell'ordine, abbiamo seguito per parecchi minuti la vicenda fino a quando una parte sicuramente ridotta di persone ha cominciato l'assalto - perché di assalto si è trattato - con lancio di pietre, bottiglie, sacchi dell'immondizia, proprio davanti alla sede dei Gruppi consiliari sopra citati. Sono stati davvero lunghi minuti di guerriglia.
Come reazione - ognuno reagisce come si sente e come può - noi del Gruppo Radicale abbiamo cominciato ad urlare dalle finestre di un comodo quarto piano (quindi eravamo ad una certa distanza dagli eventi): "Vergogna! Vergogna!". Certo, le espressioni, per quanto non condivisibili di pensiero e le frasi ingiuriose sono una cosa, ma l'assalto ad una sede o ad un qualsiasi edificio è un'altra ancora.
Ripeto, abbiamo cominciato ad urlare in modo molto forte e sonoro il nostro "Vergogna! Vergogna!", e qui subentra la riflessione. Alcuni dei manifestanti - per fortuna non tutti! - dediti all'assalto della sede sentendo la nostra disapprovazione e la nostra condanna, si sono voltati verso di noi minacciandoci, chiamandoci fascisti e appellandoci in tutte le forme possibili ed immaginabili (immaginate, c'erano delle donne e l'appellativo più comune è quello che è ricorso più volte).
L'aspetto su cui volevo chiedere la riflessione, tranquilla e corale dei Consiglieri, è che se è vero che solo una parte è stata violenta in modo attivo, da parte di quelle centinaia di persone c'è stata sicuramente un'adesione e una presenza consenziente rispetto a quello che avveniva.
Questo mi preoccupa ed è questo che ieri mi ha seriamente preoccupato perché è apparso evidente che quella parte di manifestazione, composta da centinaia di persone, considerava la violenza, l'utilizzo della violenza in quel modo, come uno strumento di dialogo politico, uno strumento di espressione politica, uno strumento di lotta politica. Questo ci deve fare riflettere.
Credo che in questo momento sia inopportuno usare gli episodi di ieri per parlare della grande manifestazione sindacale sull'art. 18, ma sono certo che tali episodi ci debbano aiutare a leggere cosa, ieri, nella società si è rappresentato.
Dai balconi dell'ufficio del Gruppo ho visto centinaia di persone ritenere normale assaltare una sede, normale tirare pietre, normale aggredire una custode, normale entrare in una sede con sacchi di rifiuti e occupare in quel modo qualunque sede, una sede istituzionale in particolare.
proprio su questa riflessione che invito tutti a trovare soluzioni politiche che ci aiutino a isolare, a controllare e a governare una fascia di popolazione (prevalentemente giovani, probabilmente strumentalizzati e capeggiati da qualche facinoroso) che è convinta che sia normale l'uso della violenza all'interno di un confronto duro e aspro - probabilmente anche giusto - di dialettica politica, ed è per questo che anche noi vorremmo poter votare un ordine del giorno complessivo del Consiglio regionale.
In genere, come Gruppo preferiamo che vi siano distinzioni, chiare posizioni espresse, però su questo episodio specifico dobbiamo essere in grado di votare in modo unitario una condanna secca di quello che è accaduto, ma soprattutto una risposta secca rispetto a chi, ancora oggi crede di poter usare l'arma violenta per un confronto politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Signor Presidente, mi ricollego subito all'intervento del collega Mellano perché bisogna sempre partire da ciò che realmente accade e non da ciò che si desidera non accada.
E' evidente che, come denunciava il Consigliere Mellano, quel gruppo era un po' votato a gesti di violenza, era preparato a compiere atti di vandalismo, ma noi sappiamo che anche i violenti cercano una giustificazione nelle loro azioni: vi è sempre un risvolto psicologico e morale - e, per certi versi, potremmo dire etico - in costoro.
Abbiamo presentato un ordine degli giorno che, in effetti, potrebbe essere sottoscritto da chiunque, proprio perché l'intento non è quello di accentuare gli steccati o di aprire baratri, ma di operare tutti nell'interesse comune.
Il punto è che bisogna comprendere che il confronto, avvenendo su modalità diverse, su culture diverse, su sensibilità diverse, quindi su soluzioni prospettate diverse, non può essere un confronto che ha, come unico scopo, l'interpretazione, perché andrebbe non solo contro le regole della democrazia, ma soprattutto contro la vita della democrazia. Bisogna superare questo primo aspetto metodologico per arrivare ad un aspetto più politico e morale, direi sotto il profilo istituzionale, che è quello di non demonizzare l'avversario e di non porre sempre, come problema ultimo ogni confronto politico.
evidente che i continui allarmi alla democrazia minacciata - allarmi assurdi, ingiustificabili e senza alcun aggancio - possono suscitare, negli spiriti più improvvidi e meno avveduti, delle reazioni. Questa è la situazione. Ecco perché quanto affermato dal Consigliere Mellano è molto significativo ed è proprio su questo che dobbiamo riflettere, perché non si tratta di un gruppo che si abbandona a gesti di minaccia perché è teppista o terrorista, ma è un gruppo che contiene in sé i silenti, che per finiscono per costituire quella giustificazione di cui parlavo prima e di cui vanno alla ricerca. Ma qui è successo un fatto ancora più grave.
Costoro, non solo stavano lì a dare una sorta di garanzia morale, ma alla fine, quando il Consigliere Mellano ed altri Consiglieri (che probabilmente per loro potevano essere anche soltanto dei normali cittadini) hanno reagito, a quel punto vi è stata un'ulteriore reazione di costoro che pur sembravano i cosiddetti "pacifici del gruppo". E' su questo che dobbiamo riflettere.
Abbiamo apprezzato le prese di posizioni e le reazioni delle forze sindacali e politiche che ritengono gli episodi violenti fuori dalla dinamica sindacale e democratica, ma siamo anche convinti che hanno le risorse, le capacità, la voglia e l'intenzione di isolare i violenti.
Dobbiamo riflettere fino in fondo su qual è il livello e il clima di confronto politico che vogliamo proporre.
Questo è il punto. La condanna - ci mancherebbe altro, perché non sto ad aspettare che condannino, lo so che condannano, lo so prima (è una conoscenza preventiva la mia)! - non basta: bisogna saper alimentare questa condanna con comportamenti precedenti che sono quelli che tolgono il terreno di cultura ai violenti.
E' un invito, quindi, a confrontarci senza sbiadimenti, ma con decisione, evitando di demonizzare l'avversario e scongiurando, attraverso mistificazioni, di pervenire ad un avvelenamento del confronto politico.
Prendiamo atto di tutto ciò ed è questa la ragione per cui abbiamo stilato un ordine del giorno che consideriamo aperto, perché è di condanna soltanto nei confronti di chi doveva essere condannato, senza alcuna audacia nell'affrontare sviluppi morali e accostamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Posto che è stata sollecitata da più parti la possibilità di una conclusione unitaria di questa discussione con un voto su un comune ordine del giorno, vorrei esporre la nostra opinione.
Noi proponiamo, al termine degli interventi, una breve sospensione, al fine di permettere la redazione di un ordine del giorno unitario. Questo è ciò che preferiremmo. Un ordine del giorno è unitario se viene redatto insieme. Noi non siamo disponibili a sottoscrivere ordini del giorno altrui. Proponiamo, dunque, di redigerlo insieme.
Se sussiste questa volontà, proponiamo una breve sospensione per la redazione di un ordine del giorno unitario. Altrimenti, ciascuno voterà le posizioni che crede necessarie.
La proposta sull'ordine dei lavori è di una breve sospensione per redigere insieme un ordine del giorno comune sui fatti avvenuti ieri.



PRESIDENTE

Non vi sono ulteriori interventi in merito al dibattito.
Sulla richiesta di sospensione, chiedo che qualcuno si esprima, a nome della maggioranza. Se preferite, potrei concedere cinque minuti di sospensione.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente, apprezziamo la disponibilità dei colleghi dell'opposizione. Pertanto, se si vuole sospendere la seduta per pochi minuti, non ci sono difficoltà da parte nostra, anzi, proprio come apprezzamento sincero di ciò che è stato detto.
Riteniamo, però, signor Presidente, di confermare l'ordine del giorno e quindi la relativa votazione dell'ordine del giorno presentato dai Capigruppo di maggioranza, perché stimiamo che così come nelle premesse negli inviti e nella condanna, sia un ordine del giorno veramente neutrale. Certo, ci sono dei riferimenti ai fatti avvenuti, ma è neutrale.
Offre, quindi, la possibilità, a chi veramente vuol far seguire alle intenzioni di condanna (e quindi alle petizioni di principio) una condanna reale con un voto democratico, di esprimere, con un proprio voto, la posizione su quanto riportato dall'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Propongo una sospensione fino alle ore 12.00, per poi procedere alla votazione.



(La seduta, sospesa ore 11.53 riprende alle ore 12.16)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi Cattaneo e Dutto, mi spiegate, per gentilezza, qual è la situazione degli ordini del giorno? Prego, Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ci siamo confrontati, tra Capigruppo di maggioranza e di opposizione al fine di trovare un testo che possa essere condiviso nella sua presentazione e, conseguentemente, approvato all'unanimità, o con una maggioranza più ampia possibile, da parte del Consiglio regionale.
Sostanzialmente, avremmo introdotto due elementi di novità: uno al testo, nella parte della premessa, dove la parola "durante" è sostituita con "ai margini", ovvero "ai margini della manifestazione indetta per lo sciopero generale", perché in effetti i fatti delle 11.30 circa sono accaduti, com'è noto - è stato ripreso anche negli interventi - a manifestazione conclusa, cioè nel reflusso della manifestazione.
stato eliminato il capoverso che va da "le forze politiche" fino a "storica memoria", mentre è stato inserito, quale invito del Consiglio regionale "tutte le forze politiche, sindacali, sociali e le istituzioni ad operare affinché vengano isolati" - dunque si parla di isolare - "i gruppi e tutti coloro che rendono il legittimo confronto sociale occasione di scontri e di attacchi violenti alla libera dialettica civile".
Su questo testo, che peraltro credo possa essere sottoscritto anche dagli altri Gruppi consiliari, dai colleghi Consiglieri che non lo hanno ancora sottoscritto, perché sembra esserci un'ampia condivisione, ci potrebbe essere, a nostro giudizio, la condivisione all'unanimità dell'aula.



CATTANEO Valerio

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



CATTANEO Valerio

Lo confermiamo e chiediamo la sottoscrizione.



CATTANEO Valerio

Mi sembra, ma non voglio togliere le considerazioni al collega Dutto che resti depositato l'ordine del giorno della Lega Nord.
Vorrei rivolgere un invito ai colleghi della Lega Nord, assumendomi la responsabilità politica di questa considerazione, in quanto la possibilità di uscire dall'aula con un testo di condanna condiviso e approvato all'unanimità, avrebbe veramente un grande significato se questo fosse l'unico testo approvato dal Consiglio regionale, anche perché tutte le considerazioni politiche, le affermazioni e le valutazioni espresse dai Consiglieri regionali della Lega Nord rimangono comunque patrimonio di questo dibattito e risultano, dunque, una parte importante, nel bene o nel male, a seconda dei punti di vista, del dibattito del Consiglio regionale.
Sarebbe veramente apprezzabile, da parte loro, la possibilità di valutare il ritiro di quell'ordine del giorno per l'approvazione di questo unico ordine del giorno, che comunque è, e rimane, un atto forte di condanna sui fatti avvenuti nella giornata di ieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, ma a nome del Gruppo della Lega Nord intendiamo mantenere il nostro ordine del giorno.
Non riteniamo, infatti, che l'ordine del giorno condiviso da tutti gli altri Gruppi, di maggioranza e di minoranza, sia una condanna chiara di quello che è successo ieri.
Pertanto, manteniamo il nostro ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

La mia è una dichiarazione di voto a nome del centrosinistra e forse anche di Rifondazione Comunista.
una dichiarazione di voto contraria, perché abbiamo svolto un lavoro di fronte ad un fatto che è stato condannato, con convinzione e senza alcuna remora, da tutti i Gruppi consiliari, per trovare un punto di intesa inequivoco sul fatto che le battaglie, le lotte politiche e i confronti politici avvengano utilizzando gli strumenti che la nostra Costituzione ha consegnato alle forze politiche. Quindi, gli strumenti della democrazia degli scioperi, delle manifestazioni, dei grandi pronunciamenti di massa e pacifici.
Abbiamo - è un elemento di soddisfazione - trovato un'intesa sul punto fondamentale che ci ha legati: la condanna senza eccezioni, senza furberie senza ambiguità di chi utilizza la violenza come strumento di lotta politica da qualunque parte provenga, perché l'ordine del giorno si rivolge a tutte le forze politiche.
E' un invito e un impegno a noi stessi per operare in modo da isolare tali tendenze quando si manifestano.
Vi è una dichiarazione netta e importante, come il fatto che su questo elemento si sia concentrato il punto di accordo, rimanendo tutti gli altri punti di disaccordo che sappiamo di carattere politico. C'è chi non è andato alla manifestazione e non l'ha nemmeno condivisa e c'è chi la manifestazione l'ha condivisa, ma sono due aspetti diversi, si è evitato di strumentalizzare la giornata di sciopero. Questo è un altro elemento importante.
Non so se la Lega ha ritenuto l'invito a tutte le forze politiche un invito da non accogliere, ma, viceversa, continua ad "impastrocchiare" tutto quanto; continua a voler far politica contro lo sciopero generale che è una questione che esula dal dibattito svolto sulla vile aggressione subita da sedi istituzionali, dai colleghi Consiglieri e da tutti i dipendenti.
Dispiace, ma ognuno si assume la responsabilità della propria identità che, ancora una volta, vede la Lega Nord ben isolata da un consesso che ha trovato l'unità nel ripudio della violenza.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare all'esame dell'ordine del giorno n. 518, presentato dai Consiglieri Brigandì, Dutto e Rossi Oreste, il cui testo recita: "Premesso: che in data odierna avanti la sede dei Gruppi regionali siti in Via San Francesco d'Assisi n. 35, alle ore 11.30 circa, il corteo, o parte di esso relativo al programmato sciopero generale organizzato da CGIL, CISL e UIL preceduto da autofurgone con altoparlanti che incitava indicando la sede del Gruppo come la 'sede della Lega' ha sfondato l'ingresso, danneggiato e imbrattato il medesimo, ha effettuato scritte sui muri impedendo comunque per un significativo lasso di tempo l'ingresso e l'uscita dei Consiglieri regionali, degli impiegati e di ogni altra persona presente nell'immobile che sono state anche apposte delle scritte all'esterno e all'interno dei muri che alla manifestazione partecipavano soggetti che avevano bandiere rosse con la falce e il martello, bandiere palestinesi e striscioni contro il Governo che non erano presenti bandiere israeliane che appare di estrema gravità non solo il fatto in sé e per sé che secondo la moda è definibile quale atto terroristico, ma che se fossimo nel 1970 sarebbe stato definito di stampo fascista, ma anche e soprattutto il fatto che sia stata inibita la locomozione di Consiglieri regionali che, proprio perché eletti dal popolo, rappresentano il popolo che gli organizzatori della manifestazione non hanno voluto o saputo prevedere e prevenire i fatti occorsi.
Ciò premesso il Consiglio regionale depreca i fatti terroristici avvenuti il 16 aprile 2002 in Via San Francesco d'Assisi n. 35 invita le Forze dell'Ordine e la Magistratura a perseguire con celerità tali fatti tenendo conto che gli autisti e gli speaker dei furgoni, concorrenti nel reato, sono stati certamente identificati dalla Questura che è stata avvertita in tempo reale invita le forze addette alla pubblica sicurezza ad effettuare maggiori controlli nelle manifestazioni indette dalla triplice che, evidentemente, non è in grado di gestire le proprie manifestazioni o ne è connivente".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale ordine del giorno.
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 520, presentato dai Consiglieri Cattaneo, Deorsola, Galasso, Angeleri e Vaglio, il cui testo modificato recita: "Il Consiglio regionale premesso che ieri alle ore 11.30, ai margini della manifestazione indetta per lo sciopero generale, un gruppo di manifestanti si staccava dal corteo e si dirigeva sotto la sede dei Gruppi Forza Italia, Lega Nord e CDU-PPE i manifestanti, preceduti da un autocarro che li incitava, invadevano l'androne della sede istituzionale dei Gruppi, spaccando la porta a vetri all'ingresso e scrivendo sui muri frasi violente nei confronti di Forza Italia, del Presidente del Consiglio Berlusconi e della Lega Nord, buttando sacchi di spazzatura e terrorizzando la custode con un lancio di pietre e di uova venivano imbrattati e distrutti alcuni vetri del palazzo condanna fermamente gli atti di violenza e teppismo commessi durante la manifestazione sindacale del 16 aprile ai danni del palazzo di Via San Francesco d'Assisi n. 35, sede dei Gruppi consiliari della Casa delle Libertà invita tutte le forze politiche, sindacali, sociali e le istituzioni ad operare affinché vengano isolati i gruppi e tutti coloro che rendono il legittimo confronto sociale occasione di scontri e di attacchi violenti alla libera dialettica civile invita le Forze dell'Ordine e la Magistratura ad individuare e perseguire i responsabili di questo gesto criminoso".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale ordine del giorno.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

A questo punto, è prevista un'ora di sindacato ispettivo. Vediamo se riusciamo a trattare qualche interrogazione, ad esempio, la n. 758 del Consigliere Moriconi inerente a "Rilascio di concessioni edilizie nel Comune di Pragelato". E' presente l'Assessore.
Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Volevo proporre all'aula di iniziare subito la discussione sui ticket o sulla richiesta di Consiglio che è stata avanzata.
Ci terrei ad essere presente, in quanto nell'immediato pomeriggio ho un impegno a Roma. Pertanto, se adesso si procede con l'esame delle interrogazioni e delle interpellanze, rischio di non poter partecipare al dibattito sui ticket.



PRESIDENTE

Colleghi, effettivamente il dibattito sui ticket era previsto alle ore 11.00 e senza il Presidente Ghigo non avrebbe senso politico farlo.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Sono assolutamente d'accordo che senza il Presidente Ghigo la nostra discussione sarebbe destituita della parte principale che aveva nelle finalità con cui noi l'abbiamo chiesta: la sua importanza è questa, come è del tutto evidente.
Il problema che pongo è il seguente. Visto che il Presidente deve partire nel primissimo pomeriggio, alle ore 14.00, riusciamo a contenere all'interno di poco più di un'ora una discussione di questa dimensione posto che penso ci saranno anche le relazioni dell'Assessore D'Ambrosio e del Presidente? E' un pochino incredibile! Quindi, riconosco l'importanza e la necessità della presenza del Presidente, anzi, lo ringraziamo della sua presenza, che avremmo comunque richiesto.
Temo però che, strozzata in un'ora, una discussione di queste dimensioni non riesca a realizzarsi. Per cui, vediamo - questo è un intervento sull'ordine dei lavori - se non sia il caso di inserirla in apertura della seduta di venerdì.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bussola.



BUSSOLA Cristiano

Signor Presidente, credo che la richiesta del Presidente Ghigo possa essere accolta non sospendendo la seduta del Consiglio regionale e proseguendo fino alla sua partenza. Credo che in un paio di ore si possa affrontare l'argomento abbastanza esaurientemente.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la seduta ordinaria.



(La seduta straordinaria ha inizio alle ore 12.30)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

E' aperta la seduta straordinaria.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio e relativo dibattito in merito al ritiro della deliberazione della Giunta regionale 3 aprile 2002, n. 57/5740 "Attuazione decreto legge 18 settembre 2001, n. 347 convertito con legge 16 novembre 2001, n. 405 recante 'Interventi urgenti in materia di spesa sanitaria' e recepimento DPCM 29 novembre 2001 'Definizione dei livelli essenziali di assistenza'. Individuazione interventi successivi"


PRESIDENTE

Essendo convocato per le ore 11.00 il dibattito relativo al ritiro della deliberazione della Giunta regionale 3 aprile 2002, n. 57/5740, ha la parola l'Assessore D'Ambrosio per le comunicazioni della Giunta regionale in merito.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Signor Presidente e cortesi colleghi, per meglio chiarire l'opportunità e la legittimità della DGR n. 57/5740 del 3 aprile 2002, avente per oggetto: "Attuazione decreto legge 18 settembre 2001, n. 347 convertito con legge 16 novembre 2001, n 405 recante 'Interventi urgenti in materia di spesa sanitaria' e recepimento DPCM 29 novembre 2001 'Definizione dei livelli essenziali di assistenza'. Individuazione interventi successivi'" di cui alcuni Consiglieri di opposizione hanno chiesto il ritiro e hanno ricorso al TAR Piemonte per ottenere l'annullamento, la illustro sinteticamente.
Come voi sapete, conformemente a quanto previsto dagli accordi Governo Regioni sottoscritti in data 8 agosto e 22 novembre 2001, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 (Gazzetta Ufficiale dell'8 febbraio 2002, supplemento ordinario n. 26), in esecuzione delle disposizioni di cui all'art. 1 del D.lgs. 30 dicembre 1992, n. 502 e s.m.i (517/93 e 229/99) e dell'art. 6 del decreto legge 18 settembre 2001 n. 347, sono stati definiti i livelli essenziali di assistenza sanitaria garantiti attraverso il Servizio Sanitario Nazionale, nonché le disposizioni attuative del medesimo.
Con detto provvedimento, in particolare, si individuano: le prestazioni comprese nei livelli essenziali di assistenza sanitaria garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale a titolo gratuito o con compartecipazione alla spesa (di cui al punto 3 dell'accordo del 22 novembre 2001) le prestazioni e i servizi esclusi dai livelli essenziali di assistenza sanitaria (di cui al punto 4 dell'accordo), individuati nell'allegato 2A le prestazioni parzialmente escluse dai livelli essenziali di assistenza sanitaria individuate nell'allegato 2B (di cui al punto 4 dell'accordo) erogabili solo secondo specifiche indicazioni cliniche le prestazioni che presentano un profilo organizzativo potenzialmente inappropriato o per le quali occorre comunque individuare modalità più appropriate di erogazione (di cui al punto 4 dell'accordo) individuate nell'allegato 2C la realizzazione dell'equilibrio tra le risorse e l'articolazione delle prestazioni e i servizi socio-sanitari da garantire attraverso i livelli essenziali di assistenza la soluzione delle problematiche dell'appropriatezza, variabile fondamentale per l'allocazione delle risorse, attraverso la selezione delle prestazioni erogabili.
Va altresì sottolineato che l'accordo dell'8 agosto 2001 prevede, tra l'altro, che le Regioni si impegnino a mantenere la stabilità della gestione, applicando direttamente misure di contenimento della spesa sia attraverso l'introduzione di strumenti di controllo della domanda, sia attraverso la riduzione della spesa sanitaria, sia attraverso strumenti quali l'applicazione di un'addizionale regionale all'IRPEF o altre forme di imposizioni previste dalla normativa vigente, nella misura necessaria a coprire l'incremento di spesa quantificata a carico della Regione stessa.
Occorre ricordare, inoltre, che l'accordo del 22 novembre 2001 prevede che le Regioni possano individuare prestazioni o servizi aggiuntivi a favore dei propri residenti, ponendo a proprio carico i relativi oneri.
Le Regioni, quindi, come stabilito dall'accordo del 22 novembre 2001 in sede di prima applicazione del provvedimento ministeriale, anche al fine di regolare i rapporti di mobilità interregionali, ovvero per disciplinare i criteri e le modalità di contenimento all'erogazione delle prestazioni che non soddisfano il principio di appropriatezza, devono adottare specifici atti di indirizzo entro il termine del 30 giugno 2002.
Per quanto attiene l'area socio-sanitaria, il DPCM 29 novembre 2001 individua come riferimento normativo fondamentale il DPCM 14 febbraio 2001 recante "Atto di indirizzo e coordinamento sull'integrazione socio sanitaria", da cui consegue la necessità di coordinarne l'applicazione con il coinvolgimento degli Enti locali. In sintesi, al sistema integrato sono chiamati a concorrere soggetti istituzionali diversi: il Fondo Sanitario Nazionale, gli Enti locali e gli stessi cittadini, in relazione alla situazione economica individuale, in virtù delle previsioni del D.lgs. 31 marzo 1998, n. 109 e s.m.i. In tale ambito, trovano collocazione le previsioni del DPCM 29 novembre 2001, che definisce puntualmente le percentuali da porre a carico del Servizio Sanitario Regionale (o degli altri soggetti direttamente coinvolti - cittadini o Comuni), assumendo tale previsione con i caratteri della cogenza normativa.
Le risorse stanziate a livello centrale per finanziare il Fondo Sanitario Nazionale nel periodo stabilito (2002/2004), debbono, pertanto garantire l'applicazione dei livelli essenziali di assistenza, lasciando a carico di fondi diversi, ad esempio fondi propri o quelli disciplinati dall'art. 9 del D.lgs. n. 502/92, la possibilità di far fronte ad ulteriori prestazioni (a livelli aggiuntivi di assistenza).
La Giunta regionale, quindi, assegnando, con DGR n. 44-5516 dell'11 marzo 2002, i budget alle Aziende sanitarie, ha considerato i minori costi per la sanità, indotti dall'applicazione dei livelli essenziali di assistenza, come un accantonamento a favore della riduzione delle liste d'attesa sui servizi territoriali (in particolare, la semiresidenzialità e la residenzialità nell'area socio-sanitaria e l'incremento dell'assistenza domiciliare). Nella fase transitoria, e comunque fino al 30 giugno 2002, le Aziende Sanitarie Locali continueranno a garantire anche le quote relative ai costi fino ad oggi sostenuti per le prestazioni socio-sanitarie già previste dalle norme e dai provvedimenti regionali.
Questa fase transitoria è stata opportunamente prevista per consentire alla Regione e agli Enti locali di concordare la necessaria compartecipazione alla copertura finanziaria dei maggiori oneri socio assistenziali introdotti dalla nuova disciplina sui livelli essenziali di assistenza nell'area di integrazione socio-sanitaria.
E' stato costituito un tavolo di lavoro in tal senso e a partire dal 22 aprile ci incontreremo per arrivare, presumibilmente, a fine maggio con una situazione definitiva e, quindi, procedere all'approvazione di una deliberazione attuativa del DPCM.
Considerato che il DPCM del 29 novembre 2001 nell'individuare nell'allegato 2A, le prestazioni escluse dai livelli essenziali di assistenza, prevede altresì la possibilità per le Regioni di mantenerne alcune all'interno di quelle elencate nell'allegato 2B, subordinando la loro erogabilità ad una specifica indicazione clinica e garantendone l'erogazione con le risorse aggiuntive di cui sopra, la Giunta regionale ha reputato, per tali prestazioni (quelle di cui ai codici 93.39.4 Elettroterapia antalgica diadinamica, 93.39.5 Elettroterapia antalgica elettroanalgesia transcutanea (tens, alto voltaggio), 93.39.9 Ultrasuonoterapia, 99.29.7 Mesoterapia e 99.29.1 Laserterapia antalgica) in attesa di definire, entro il termine del 30 giugno 2002, apposite linee guida e percorsi terapeutici per l'appropriatezza prescrittiva, di garantirne l'erogazione, sino alla data medesima, secondo le modalità già indicate nel nomenclatore tariffario regionale (DGR n. 105-20622 del 30 giungo 1997 s.m.i).
Analogamente, la Giunta regionale ha ritenuto di confermare le attuali modalità di erogazione delle certificazioni relative alle idoneità alla pratica sportiva agonistica nonché quelle di idoneità all'adozione. Di confermare, altresì, le attuali modalità di erogazione delle forniture di: 1) materiale extra-tariffario (DM 27 agosto 1999, n. 332): protesi fonatorie, indumenti per ustionati e altro materiale per la quantità eccedente il limite previsto dallo specifico Decreto ministeriale (decreto sulla protesica) quale, ad esempio, i pannoloni 2) materiale d'uso (DGR n. 143-14242 del 25 novembre 1996 e DGR n. 41-27169 del 24 aprile 1999): trattamento dei soggetti con lesioni midollari, tetraplegici, pazienti con spina bifida e pazienti oncologici): siringhe, guanti, sondini naso gastrici, ecc.
3) materiale di medicazione (DM 27 agosto 1999, n. 332 e DGR n. 135-721 del 31 luglio 2000): trattamento piaghe da decubito, ferite da interventi non chiuse, ecc.) materiale tecnologicamente più avanzato rispetto a quello previsto dallo specifico Decreto quale, ad esempio, gli idrocollanti, dotati di alto potere occlusivo per l'eliminazione dei processi infettivi.
4) prodotti aproteici: prodotti alimentari per pazienti nefropatici cronici.
L'elenco delle prestazioni che la Regione Piemonte, in esecuzione delle previsioni del DPCM 29 novembre 2001, si è impegnata a garantire sono comunque elencate nell'allegato A della DGR n. 57/5740 del 3 aprile 2002.
Per quanto attiene le prestazioni connesse all'area di integrazione socio sanitaria (anziani, disabili e residenzialità per malati di mente) ribadisco che, in attesa di definire con le parti interessate, per quanto sopra esposto, le diverse fonti di finanziamento degli oneri, in via transitoria e comunque fino al 30 giugno 2002, le medesime continueranno ad essere assicurate a carico del Servizio Sanitario Regionale con le modalità attualmente vigenti.
(Allegato B). Sempre ispirandosi ai principi dell'appropriatezza degli interventi e dell'economicità nell'impiego di risorse, la Giunta regionale ha reputato opportuno rimuovere alcune incongruità particolarmente evidenti nell'area dell'emergenza-urgenza ospedaliera (macro livello ospedaliero pronto soccorso), cui sono spesso ricondotte prestazioni che presentano evidenti caratteri di differibilità.
Nell'anno 2000, sono stati effettuati complessivamente n. 1.819.115 accessi in Pronto Soccorso, di cui solo il 13 % è stato seguito da ricovero.
Stimando una media di circa 3,6 prestazioni per ciascun accesso in Pronto Soccorso, si evidenzia la cifra complessiva di circa 5,7 milioni di prestazioni ambulatoriali rese dalle strutture di Pronto Soccorso.
Sempre con riferimento all'attività dell'anno 2000, nelle strutture di Pronto Soccorso nelle quali è attiva la funzione di triage infermieristico il 40 % degli accessi risulta attribuito al "codice bianco".
Tale codice contraddistingue le prestazioni che avrebbero potuto essere assicurate in forma ambulatoriale dai medici di medicina generale, dai pediatri di libera scelta, dalle strutture della cosiddetta continuità assistenziale o dagli specialisti ambulatoriali.
Si può quindi stimare in oltre due milioni il numero di prestazioni ambulatoriali rese dalle strutture di Pronto Soccorso per richieste che potevano essere evase con le ordinarie procedure di accesso ai servizi.
Questa situazione anomala ha di fatto qualificato negativamente la risposta in termini di efficienza del sistema dell'emergenza-urgenza ospedaliera creando, indirettamente, una disparità di trattamento rispetto a quei cittadini che, utilizzando i normali canali ambulatoriali, ottengono la prestazione in tempi ben più lunghi, oltre a dover corrispondere la relativa quota di partecipazione alla spesa sanitaria.
Nella Regione Piemonte, sin dall'anno 1992 (DGR n. 138-1781 del 28 dicembre 1992 avente ad oggetto "Prestazioni sanitarie erogate dalla struttura a gestione diretta. Applicazione quota di partecipazione alla spesa sanitaria"), era stato previsto il pagamento di una specifica quota di partecipazione alla spesa sanitaria per l'accesso alle prestazioni di Pronto Soccorso. Tale disposizione, ora peraltro espressamente disciplinata dall'art. 2 del D.lgs. 29 aprile 1998, n. 124 "Ridefinizione del sistema di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie e del regime delle esenzioni, a norma dell'art. 59, comma 50, della legge 27 dicembre 1997 n. 449", mettendo sullo stesso piano prestazioni diverse (purché non seguite da ricovero o non di origine traumatica) ha mostrato nel tempo, tutti i suoi limiti applicativi, non riuscendo a contenere l'uso improprio delle strutture (finalità per la quale era stata adottata) e, di fatto, ha assecondato l'utilizzo di una forma incongrua di accesso ai servizi.
La Giunta regionale, reputando opportuno che l'istituto medesimo fosse rimodulato proprio partendo dall'esigenza di regolarizzare la modalità di accesso alle prestazioni ambulatoriali rese in regime di urgenza, e considerando comunque che tale modalità di accesso, più che essere eliminata, deve essere correttamente riconsiderata come tipologia di erogazione dei servizi aggiuntiva rispetto ai livelli previsti dal DPCM 29 novembre 2001, non ha deciso di introdurre una quota di partecipazione sulle prestazioni di Pronto Soccorso per scongiurarne l'utilizzo (operazione già fallita nel passato), bensì di regolarizzare e conseguentemente, di definire una quota di partecipazione ad un servizio aggiuntivo cui i cittadini sono responsabilmente chiamati a contribuire proprio nello spirito del D.lgs. n. 229/99. In altri termini, accanto al riconoscimento di un livello aggiuntivo di servizi, si intende porre a carico dei cittadini, che ritengono di avvalersi di tale modalità, un onere adeguato (seppure contenuto nei limiti che il citato D.lgs. n. 124/98 impone a carico dell'istituto utilizzato - Euro 51,65 per accesso).
Per le finalità di cui sopra, le modalità di accesso ai servizi e l'ammontare del corrispettivo posto a carico dei cittadini che di tali modalità intendono avvalersi, sono state individuate, in armonia con il disposto dell'art. 13 del D.lgs. n. 502/92 e s.m.i., che stabilisce che le Regioni possano prevedere livelli superiori di assistenza o qualitativamente migliori nonché forme di partecipazione alla spesa sanitaria, nell'allegato B della DGR n. 57/5740 del 3 aprile 2002.
Essendo espressa volontà della Regione Piemonte garantire ai propri cittadini un livello di prestazioni elevato, certamente superiore agli ordinari standard della maggior parte delle altre Regioni, la Giunta regionale non ha ritenuto, quindi, pur potendo legittimamente operare in tal senso, sviluppare interventi che vadano nella direzione della riduzione dei servizi.
Tale scelta strategica è stata fortemente sostenuta dagli importanti interventi di razionalizzazione delle attività, finalizzati al massimo recupero dell'efficienza gestionale da tempo già sviluppati. Pur tuttavia il mantenimento di eccellenti livelli di prestazioni e il riconoscimento di ulteriori livelli di servizio, ha reso necessario disporre di un sostegno economico adeguato cui tutti i cittadini siano responsabilmente chiamati a collaborare.
La copertura della parte posta a carico dei cittadini, prevista anche a carico dei fondi integrativi, ai sensi dell'art. 9 del D.lgs. n. 502/92 e s.m.i., non è stata infatti attivata a causa della mancata operatività degli stessi. La complessità derivante dall'applicazione dei livelli essenziali di assistenza ha indotto il Ministero della Salute ad adottare (decreto del 12 dicembre 2001), di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, il "Sistema di garanzie per il monitoraggio dell'assistenza sanitaria". Si tratta cioè di un insieme di indicatori e di parametri che permettono di monitorare l'erogazione dei livelli di assistenza, anche al fine di correggere le eventuali anomalie. All'art. 1 del decreto si legge, in particolare, che il sistema di monitoraggio è finalizzato "...al monitoraggio del rispetto di ciascuna Regione dei livelli essenziali ed uniformi di assistenza nonché dei vincoli di bilancio delle Regioni a Statuto ordinario". La Regione Piemonte, in esecuzione delle previsioni della DGR n. 27-1912 del 7 gennaio 2001 ha già sviluppato un proprio sistema di verifica che le consente, trimestralmente, e in raccordo con il sistema generale di controllo, di cui alla DGR n. 59-28477 del 25 ottobre 1999 e alla Determina Dirigenziale n. 397 del 20 dicembre 1999, di valutare le anomalie ed individuare eventuali correttivi: tra le anomalie che il sistema di monitoraggio regionale evidenzia risulta particolarmente rilevante l'andamento della spesa farmaceutica. Questo è l'allegato C della deliberazione della quale è stato chiesto il ritiro o l'annullamento con il ricorso al TAR. Infatti, l'abolizione dall'1 gennaio 2001 di ogni forma di compartecipazione alla spesa da parte degli assistiti (intendendo sia la quota fissa per ricetta che il ticket percentuale sui farmaci), oltre al mancato introito, ha avuto, come effetto indiretto, il venir meno del ruolo calmieratore sui consumi. La spesa farmaceutica netta a carico del Sistema Sanitario Nazionale nel 2001 ha subìto un rilevante incremento rispetto all'anno 2000, quantificato in + 32,6% a livello nazionale, peraltro contenuto nel + 26,7% nella nostra Regione.
Alla luce del trend osservato nella nostra Regione per la farmaceutica territoriale nel 2001, ipotizzando che lo stesso si mantenga uguale e senza che intervengano ulteriori imprevisti fattori di incremento (che sono possibili), è ipotizzabile che la spesa netta per la farmaceutica per l'anno 2002 si attesti in L. 1.698 miliardi, con una differenza di L. 200 miliardi tra il netto stimato e il tetto di spesa netta attribuito al Piemonte pari a L. 1.498 miliardi (13% della spesa sanitaria totale). La Giunta regionale ha inteso, pertanto, di ristabilire congrue modalità di accesso alle prestazioni farmaceutiche che contribuiscano a incrementare il livello di appropriatezza, così da liberare importanti risorse finanziarie a copertura degli oneri che la Regione è chiamata ad affrontare per lo sviluppo della qualità delle prestazioni e dei livelli di assistenza.
Tale situazione ha, quindi, imposto la necessità di definire, in ossequio alle previsioni del comma 3 dell'art. 4 della legge n. 405 del 16 novembre 2001 e dell'allegato 3 al DPCM 29 novembre 2001, le condizioni di applicazione di quote di partecipazione alla spesa sanitaria per le prestazioni farmaceutiche quali definite nell'allegato C della DGR n.
57/5740 del 3 aprile 2002. Questo provvedimento è, tra l'altro, previsto dall'art. 85 della legge n. 388/00 che ha disciplinato la temporanea soppressione dei ticket, prevedendo un periodo di monitoraggio fino al marzo 2002; tale articolo, al comma 9, dispone che in caso di scostamento "le Regioni adottino la deliberazione per il reintegro dei ticket soppressi". Il legislatore, quindi, già nel 2000 quando aveva previsto l'abolizione del ticket aveva altresì previsto l'eventuale reintroduzione dello stesso dopo il 30 marzo 2002.
In conclusione, anche a nome della Giunta tutta, non posso che rigettare la richiesta di ritiro dell'atto deliberativo in questione, fatta da parte dell'opposizione, ritenendo, anche per quanto sopra esposto, che l'atto adottato dalla Giunta regionale sia corretto da un punto di vista giuridico-formale, coerente con le disposizioni normative nazionali e addirittura opportuno da un punto di vista politico, in quanto teso a garantire ai cittadini piemontesi un livello di assistenza qualitativo e quantitativo di assoluto rilievo, assicurando - questo è importante - un quadro di certezza di risposta ai bisogni di salute dei cittadini.
Signor Presidente, avrei terminato la mia relazione.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

MANICA Giuliana (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Potremmo avere il testo della relazione?



PRESIDENTE

Sì, anche se è un documento in più; comunque è stato lo stesso Assessore che ve l'ha offerto. Trattasi di Consiglio straordinario, quindi è giusto che parlino i proponenti. Prego, facciamo distribuire subito la relazione.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente della Giunta, Assessore e colleghi, la relazione svolta poco fa dall'Assessore D'Ambrosio e la discussione di questi giorni in Commissione dimostrano - mi pare senz'ombra di dubbio - che la manovra che voi presentate oggi è una manovra "abborracciata", ingiusta dal punto di vista sociale e inefficace dal punto di vista dei risultati che volete ottenere.
E' anche una manovra che apre non poche questioni all'interno della maggioranza che sostiene la Giunta del Presidente Ghigo. Naturalmente, si potrà obiettare su questa mia considerazione, ma è sufficiente leggere i giornali di questi giorni per avere uno spaccato delle discussioni che la manovra sui ticket sta aprendo all'interno della maggioranza di centrodestra e che io mi auguro possano avere un'eco nella discussione di questa mattina e dei prossimi giorni.
E' una manovra ingiusta socialmente, Presidente Ghigo, perché colpisce chi meno ha e chi ha più bisogno di cure e ricoveri, Assessore D'Ambrosio.
Angeleri, Cota, la Lega, non Ronzani, non Marcenaro, non Saitta, non Chiezzi, hanno in questi giorni sollevato questa questione, insieme ai Gruppi di opposizione. Per questo è ragionevole che, affrontando questa questione, si ponga intanto un problema di equità della manovra che state decidendo; di equità e di giustizia sociale. Perché, vedete, il meccanismo che avete inventato, che colpisce tutti nello stesso modo, è sbagliato dal punto di vista dell'equità e della giustizia sociale.
Il principio della progressività del reddito, che pure avevate adottato e sostenuto con la delibera sull'IRPEF, qui l'avete cancellato: il meccanismo colpisce tutti nello stesso identico modo. Per questo la questione si porrà; si porrà quando affronteremo la delibera e, per quanto ci riguarda, vi annunciamo, in ciò pensando di trovare il sostegno convinto di alcuni Gruppi di maggioranza, il problema dell'esenzione o di alcune categorie di persone anziane o di alcune categorie per fasce di reddito.
Non è sufficiente escludere dalla delibera i grandi invalidi, i sordomuti, i ciechi, i detenuti e i titolari di pensione di guerra: qui c'è un problema di equità che va posto, indipendentemente dalle altre critiche che noi stiamo formulando alla manovra che state adottando.
Inoltre, è una manovra inefficace dal punto di vista dei risultati Presidente Ghigo: vedremo fra qualche mese... Noi siamo convinti che la manovra, caro Assessore D'Ambrosio, sia inefficace dal punto di vista dei risultati che vi ponete di conseguire.
L'impennata del costo dei farmaci, della quale lei ha parlato poco fa e che è un dato del quale abbiamo discusso in Commissione e che non vogliamo esorcizzare perché esiste il problema di un governo e di un controllo della spesa farmaceutica, è un problema che non risolverete con la manovra sui ticket per le ragioni che noi abbiamo tentato di dimostrarvi nei giorni scorsi in Commissione e a cui, francamente, non avete replicato con argomenti che avessero la forza di contraddire il nostro ragionamento.
Nei giorni scorsi in Commissione dicevamo che non c'è un Pronto Soccorso, Assessore D'Ambrosio, che non prescrive a un paziente gli antinfiammatori dell'ultima generazione (lo dicono i medici; io non sono un medico, non sono un esperto, per cui mi avvalgo delle competenze che voi dovreste utilizzare quando discutete una manovra che ha questa entità e questo spessore sociale). Tali antinfiammatori costano due-tre volte tanto quelli di prima, e voi pensate di contenere il disavanzo introducendo il ticket? Non c'è uno psichiatra, Assessore D'Ambrosio, che non prescriva gli antidepressivi dell'ultima generazione, e questi costano due-tre volte tanto quelli di prima. E noi pensiamo di contenere questo tipo di spesa farmaceutica intervenendo sui ticket? Certo, lo facciamo, puniamo la persona, il giovane, l'anziano che ha quell'esigenza, ma non siamo in grado di contenere per questa via la curva della spesa farmaceutica.
Non c'è un reparto ortopedico che non prescriva l'eparina - si chiama così? - che dovrebbe essere prescritta solo nei casi in cui il paziente è ad alto rischio.
Queste sono le questioni che questa manovra sfiora, ma non affronta minimamente, perché noi, dovendo decidere come affrontare un problema reale, sacrosanto, concreto qual è quello relativo al contenimento della spesa farmaceutica, cerchiamo di intervenire laddove possiamo intervenire perché la platea è la più vasta possibile, anche se voi - per la verità ci avete detto che è difficile stimare esattamente quale sarà il gettito che pensate di ottenere con la manovra.
Si tratta di 170 miliardi su 400 complessivi, così divisi: 150 dai ticket e 20 miliardi dal Pronto Soccorso. Venti miliardi ricavati dall'intervento e dalla manovra sui ticket del Pronto Soccorso; vi domando: ma non c'è il rischio che al Pronto Soccorso, dove vi è un problema di governo degli accessi, caro Assessore D'Ambrosio, continuino comunque ad andare quelli che hanno la possibilità di spendere i 30/50 euro (indipendentemente dal fatto che vivono una condizione di salute che li spinge a recarsi al Pronto Soccorso)? E che invece con questa manovra non vadano quelli che, pur avendo bisogno, si fanno intimorire dalla possibilità di spendere 50 euro perché non li hanno da spendere? Non c'è il rischio che avremo l'affollamento di prima con il fatto che discriminiamo per selezione sociale: non ho i soldi per andare, semmai vado domani mattina al Pronto Soccorso e passo la notte per capire cosa può succedere? Venti miliardi su 170 fa ridere. E quale sarà il medico che decide se devo pagare il primo o il secondo ticket? E se io non vi pago, cosa capita? Io vengo al Pronto Soccorso di sera, a mezzanotte, perché sto male, non ho in tasca i soldi per pagare il ticket e me ne torno a casa: mi fate l'ingiunzione? Ha fatto i conti, Assessore D'Ambrosio, di quanto costa alle AA.SS.LL. riscuotere un ticket non pagato? Ha fatto i conti? Io sono convinto che le spese che voi sosterrete per l'esazione dei ticket siano superiori ai vantaggi che avrete per quanto riguarda il gettito. E sono soprattutto convinto che voi non potrete governare per queste vie il fenomeno degli accessi al Pronto Soccorso.
La manovra sui ticket è parte del tentativo di governare la spesa sanitaria. Io credo che voi non governerete la spesa sanitaria con la manovra sui ticket, intanto perché il gettito è tutto da verificare (se lo facciamo sulla base di valutazioni prudenziali), ma credo soprattutto che voi non potrete governare il disavanzo della sanità che esiste, nonostante l'Assessore abbia avuto l'ardore - o l'ardire - di presentare un bilancio con 25 miliardi di attivo in Commissione. E sapete perché? Perché voi avete sottostimato il bilancio delle AA.SS.LL.
Presidente Ghigo, ho chiesto al suo Assessore di consegnarci in Commissione le previsioni e gli andamenti di spesa delle Aziende sanitarie.
Siamo nel mese di aprile e voi dite ad ogni pie' sospinto che state governando la spesa sanitaria, che la state monitorando.
In Commissione ci hanno consegnato un foglietto nel quale sono scritti i dati relativi a 14 ASL su 29, riferiti al primo bimestre.
Sono due mesi! E noi dovremmo avere fiducia in una classe dirigente che si pone l'obiettivo di governare in questo modo la spesa sanitaria? Per non parlare del disavanzo che avete indicato, senza quantificarlo per quanto riguarda i LEA! Non penso - caro Assessore Cotto - che il 30 giugno voi potrete dire ai Sindaci: "Dovete trovare 70 miliardi per prorogare i LEA", a meno che non pensiate di farli pagare ai cittadini (ma i cittadini hanno già dato con i ticket); a meno che non pensiate di quantificare, come è necessario, tutto ciò che rimane da quantificare: il 2001 - Presidente Ghigo - non ripianato dall'IRPEF: 50 miliardi; il 2002 sottostimato; il Mauriziano, le Molinette il corrispettivo di un'altra manovra dell'IRPEF che non avete il coraggio di dichiarare che farete! In questo momento, probabilmente, conviene presentare i conti della sanità in pareggio e rinviare ad un secondo periodo, più opportuno socialmente ed elettoralmente, la manovra sull'IRPEF.
Ancora una considerazione. Il Presidente Berlusconi, l'altro giorno a Parma, ha rivendicato i meriti della signora Thatcher - lo ricordate? - ha cessato di essere il Presidente-operaio ed è diventato il Presidente che è cioè il Presidente che rappresenta gli interessi dei settori forti di questo Paese, e ha rivendicato la politica della Thatcher.
La signora Thatcher ha distrutto il sistema sanitario inglese: mancano medici e infermieri ed occorrono 18 mesi per un intervento chirurgico.
Ritengo che la politica sanitaria di questa Regione si sia incamminata su quella china.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Presidente e colleghi, è evidente che non è semplice assumere e decidere una manovra come quella che il Presidente Ghigo e la sua Giunta hanno compiuto. Credo che la Giunta abbia valutato con attenzione gli effetti e le numerose reazioni che ci sono state da parte di molti cittadini ed associazioni.
Ritengo che la Giunta abbia valutato con attenzione le reazioni che ci sono state, anche in modo evidente e con una certa forza, all'interno della propria maggioranza, non soltanto da parte della Lega Nord - che raccoglie le firme per l'abolizione del ticket - ma anche da parte del CCD, del CDU e della stessa Forza Italia che in questa sede si è ripromessa di fare in modo che la manovra venga corretta.
La sede, dunque, è importante perché dà la possibilità di verificare se le prese di posizioni, soprattutto della maggioranza, attorno alla volontà e al desiderio della correzione, di eliminare le parti inique, è una volontà che può essere soddisfatta dal Consiglio regionale oppure no.
E' la sede giusta, altrimenti rischiamo di dire tutto e il contrario di tutto.
Pertanto, richiamo tutti alla coerenza rispetto alle questioni che sono state poste, se hanno un senso, anche se mi pare che l'intervento dell'Assessore chiuda in modo definitivo la possibilità di una modifica del provvedimento. L'ha difeso, l'ha letto, l'ha sostenuto, dicendo: "La manovra è quella" e mi pare che questa sia anche la posizione del Presidente Ghigo.
I colleghi di maggioranza, insofferenti per la manovra, dovranno dunque registrare che le loro parole sono state parole al vento.
Il nostro rilievo più consistente rispetto alla decisione è che questa è stata assunta con una deliberazione della Giunta. Non si tratta di un rilievo formale o di un elemento da ricorso al TAR, ma è perché una decisione così importante doveva essere assunta attraverso una legge, in occasione del bilancio.
Tutti noi, in occasione del bilancio, avremmo potuto formulare delle proposte per una manovra alternativa, per finanziare con risorse proprie il problema derivante dall'aumento della farmaceutica sino alla situazione sanitaria.
Il non averlo fatto ed averla assunta come una decisione della Giunta significa che la Giunta ha voluto sottrarsi al confronto e alle osservazioni del Consiglio regionale, che poteva anche chiedere agli Assessori di ridurre alcune spese.
Questo la Giunta non l'ha voluto fare, pertanto la Giunta parte dal presupposto che tutte le spese regionali sono spese utili e non rinviabili.
E' questo il problema politico! Anche soltanto 5 miliardi, anche soltanto 10 miliardi, anche soltanto la manovra dei 20 miliardi era proprio impossibile evitarla facendo ricorso a risorse proprie? E' questo il tema politico! Decisioni così importanti dovevano essere assunte in Consiglio regionale! Poi, magari, la conclusione poteva essere la stessa, anche se credo che nessuno possa affermare che gli Assessori e gli Assessorati non sono in grado di rinunciare ad alcune spese che hanno previsto per il prossimo anno.
Noi abbiamo proposto una manovra alternativa possibile, e lo diremo anche in occasione del bilancio.
Colgo questa occasione, nel breve tempo che ho a disposizione, per indicare una manovra molto semplice, che riguarda la responsabilità dell'Assessorato e del Presidente Ghigo e che può essere attuata per evitare facilmente la manovra sul Pronto Soccorso, che è una manovra iniqua.
Presidente, lei sa perfettamente che, relativamente alla questione dell'emodinamica diagnostica, ci sono 17 centri in Piemonte, dei quali solo 6 hanno effettuato più di 800 esami all'anno, che è la soglia minima considerata dal Piano sanitario affinché le attrezzature siano economiche e affinché ci sia la sicurezza per gli utenti.
Di questi 17 centri - ripeto - soltanto 6 hanno effettuato 800 esami tutti gli altri hanno effettuato un numero inferiore di esami.
Assessore, lei conosce perfettamente la situazione esistente a Chivasso (304 esami) o quella dell'Ospedale di Rivoli (512 esami), o quella ancora di Moncalieri (268 esami). In quelle realtà, le attrezzature sono insicure o non vengono sfruttate adeguatamente.
Anche riguardo all'emodinamica interventistica, la situazione è simile: soltanto 11 ospedali sono dotati del reparto di cardiochirurgia, e spesso le emodinamiche sono presenti nei reparti in cui c'è la cardiochirurgia pertanto se c'è qualche complicazione bisogna andare negli ospedali in cui c'è la cardiochirurgia, ripetere gli esami, trasportare gli ammalati quindi sorgono dei problemi.
Perché, Assessore, in questi anni ha concesso le attrezzature per l'emodinamica anche se il Piano sanitario non le prevedeva? Sa quanto costa attrezzare una sala per l'emodinamica? Due miliardi, e questo è stato autorizzato a cuor leggero, perché bisognava fare la campagna elettorale o accontentare qualche Primario! Qualunque medico, qualunque persona seria sa che un'attrezzatura per l'emodinamica che effettua meno di 800 esami all'anno è pericolosa per gli utenti, oltre che economicamente folle! Lei, Assessore D'Ambrosio, sa sicuramente - e il Presidente Ghigo credo lo abbia imparato, perché è ormai da due anni che si occupa della sanità che un'emodinamica richiede la presenza di cinque-sette medici, in base al funzionamento, e che ogni medico costa 250 milioni all'anno; sa che un'emodinamica richiede quattro o cinque infermieri, due radiologi e due ausiliari. Se consideriamo il costo di funzionamento, senza considerare i costi generali, un'emodinamica costa un miliardo all'anno.
Era proprio impossibile dire "no" a chi richiedeva quelle attrezzature? Non ha ancora senso pensare ad una riorganizzazione per quadrante utilizzare al massimo e meglio le isodinamiche? Questo è uno spreco: avete sprecato almeno 12 miliardi di risorse per comprare delle emodinamiche che non funzionano e che sono insicure, perch anche i medici sono in grado di dire che soltanto quando si ha una certa praticità e un certo livello di interventi si eliminano i problemi e si danno le sicurezze.
Avete sprecato delle risorse e tenete occupati dei medici e degli infermieri, con lamentele enormi da parte dei medici stessi e da parte dei Direttori a causa della carenza di infermieri, per tenere in piedi almeno 6 emodinamiche ed utilizzare 25 infermieri per un lavoro che potrebbe essere fatto da altre parti.
Questa è la vergogna, questo è l'assurdo! Non si può pensare soltanto ad interventi che controllino la domanda: occorre considerare anche l'offerta! L'offerta che voi avete presentato è inefficiente; in questi anni (1999, 2000 e 2001) avete assunto queste decisioni anche se il Piano sanitario dice: "L'obbligo che ci sia per l'emodinamica l'unità operativa di cardiochirurgia...", ecc.
Presidente, vada a vedere e si renderà conto che il suo Assessore ha sprecato soldi. Come fa a proporci 20 miliardi per il Pronto Soccorso? E' una vergogna! Soltanto questo fatto avrebbe dovuto indurre il Presidente Ghigo a togliere la delega all'Assessore D'Ambrosio: mi pare logico, lo ha fatto per altri Assessori.
Tuttavia, questo non avviene; ne capisco anche i motivi, le logiche politiche sono state evidenziate. Ma quel che è più grave è che chi ha la responsabilità di questa spesa e oggi ricorre ai ticket non sente neppure il pudore di porsi qualche interrogativo e ci dà lezioni di economicità: ma come si fa!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Ho ascoltato gli interventi che mi hanno preceduto e devo dire che mi aspettavo qualcosa di più importante, Consigliere Saitta. Ho appreso dai giornali che il Gruppo della Margherita avrebbe avanzato delle proposte ragion per cui mi aspettavo qualcosa di più brillante, di propositivo: invece, come al solito, solo polemica, polemica, polemica! La sanità non è una questione politica, ma semplicemente una questione di buon senso. La salute dei cittadini, delle persone che ci circondano non ha colore: è semplicemente un problema di capitale importanza che investe di responsabilità le nostre coscienze.
Il fatto che il Presidente e questa Giunta abbiano aumentato l'IRPEF e imposto i ticket è stata una manovra coraggiosa, impopolare - ne siamo perfettamente coscienti noi di Forza Italia - ma un atto dovuto. Forse non compie un'azione di questo tipo il Presidente della Regione Campania che ha 1.700 miliardi di deficit, perché pensa alla sua popolarità. Ripeto, è stato un atto giusto e doveroso, perché ci sono delle responsabilità amministrative che sia il Presidente che la Giunta si devono assumere.
Le polemiche, le contraddizioni, le diversità all'interno della Casa delle Libertà, è giusto che ci siano, però tutto è orientato verso una finalità: trovare la strada giusta per pensare in grande, per proporre un progetto che metta in condizioni la sanità piemontese di essere competitiva con quella di altre Regioni e anche di altre Nazioni.
Un Consigliere del Gruppo DS citava la Thatcher: io cito Tony Blair che, in questi giorni, in un articolo apparso sui giornali, ha dichiarato di voler aumentare le tasse in cambio di un progetto importante. Non capisco perché la Regione Piemonte, che fino adesso si è vantata del modello sanitario piemontese, non possa istituire delle tasse se attraverso il Piano socio-sanitario, possiamo pensare in grande. Questo è il punto dal quale dobbiamo partire. Non capisco come mai l'opposizione sui giornali propone delle soluzioni e poi, quando è in aula, fa solo polemica senza proporre un modello alternativo. Il compito dell'opposizione è proprio quello di proporre un modello alternativo alle scelte che compie la Giunta.
E' la nostra Costituzione a garantire il diritto alla salute quale uno dei cardini fondamentali del patto sociale tra istituzione e cittadini.
Sono perciò inutili, strumentali e prive di fine le polemiche che quotidianamente manifesta l'opposizione sia in seno al Consiglio regionale sia attraverso campagne pubblicitarie in merito alla questione sanità.
Avete creato dei manifesti vergognosi, dei manifesti che non sono degni di una forza politica. Uno dei motivi per cui ieri ci sono state delle fibrillazioni così pesanti ed estremiste dipende anche dalle vostre esternazione estremiste e pericolose.
Vedasi tutti i manifesti che avete affisso per la campagna elettorale che avete già iniziato. Una campagna elettorale strumentale che non vi appartiene come forza politica. E' importante tenere, nel dovuto conto l'economicità e la questione finanziaria, ma è anche necessario porre quale base fondamentale di ogni politica sanitaria, la ricerca delle soluzioni migliori per garantire la salute dei cittadini.
Ho già citato il Presidente della Regione Campania, che non ha il coraggio di istituire nuove tasse, lasciando quindi allo sbando totale la Regione con 1.700 miliardi di deficit dichiarati. A parte le cifre che salgono e scendono, per la Regione Piemonte bisogna capire se questo è dovuto all'Assessore D'Ambrosio o a qualche Direttore sanitario che un giorno dà una cifra e il giorno dopo un'altra.
Teniamo presente che anche uno dei campioni della sinistra, Tony Blair in un articolo apparso su un giornale ha dichiarato la volontà del suo Governo di aumentare le tasse per migliorare il sistema sanitario inglese a fronte di un progetto ambizioso.
Con l'avvento dell'Unione Europea e il crollo dei muri burocratici anche in campo sanitario i pazienti potranno rivolgersi al sistema sanitario di qualunque Stato membro. Questo implicherà il cosiddetto fenomeno del turismo sanitario, con aggravio dei costi per le casse regionali. E' necessario, pertanto, ovviare a ciò sfruttando le genialità della nostra Regione (vedi i dottori Ferrando e Salizzoni). Tutti abbiamo letto in questi giorni l'intervento chirurgico, primo al mondo, eseguito dal dottor Ferrando; è solo di oggi la notizia di un altro risultato importante, primo al mondo, di ricerca in campo delle allergie.
Un progetto sanitario qualitativamente di eccellenza ha lo scopo di invertire il processo attualmente in corso, in modo che saremo noi ad importare pazienti per la nostra qualità, la nostra efficienza, la nostra professionalità, con conseguente riscontro economico e quel che ne deriva.
Ecco quindi, Assessore D'Ambrosio, che il Piano socio-sanitario deve essere per noi un'occasione unica ed importante per rilanciare la sanità piemontese.
Cito un esempio per tutti. In Francia, Sophia Antipolis del Distretto Tecnologico Industriale, finanziato da investimenti statali, ha determinato per tutta l'area sottesa uno sviluppo economico e sociale non indifferente.
Genova, ad esempio, sta investendo nello stesso modo.
Abbiamo intelligenze, abbiamo medici di altissimo livello che lasciano Torino e noi, Consiglieri regionali, rappresentanti delle istituzioni invece di difendere e di mettere in evidenza il nostro patrimonio, non facciamo altro che parlare male della sanità piemontese. Bisogna pensare in grande. E' necessario sfruttare al meglio ogni opportunità: abbiamo centri formativi di ricerche che possono partecipare a progetti ambiziosi (pensiamo al Politecnico, all'Università degli Studi di Torino); abbiamo realtà industriali, piccole e medie imprese, che non attendono altro che una possibilità. Abbiamo elementi che non chiedono altro che fiorire ed essere motivati: rimuoviamo gli incapaci e puntiamo al futuro.
E' chiaro che se fino adesso non siamo riusciti a migliorare la situazione non è solo per un problema di uomini e di gestioni politiche, ma anche e soprattutto per tecnici di struttura a tutti i livelli (questi non hanno quasi colore politico).
Abbiamo centri di eccellenza e potenzialità per il futuro: il Centro Alzheimer, noto come clinica delle Molinette, in fase di costruzione a Collegno; il Centro Studi Europeo di Neuro-scienze; l'intervento del dottor Ferrando, primo al mondo, il dottor Salizzoni; il Centro trapianti cutanei del CTO, il Centro onco-ematologico delle Molinette (che il Ministro Sirchia ha tanto evidenziato). In Piemonte esistono importanti realtà che attendono solo di essere messe in condizioni di esprimersi.
E' chiaro che serve anche un controllo affinché i mediocri, che purtroppo giungono in posizioni di comando, siano finalmente allontanati.
Nello spirito costruttivo di questo fino ad ora esposto e dopo aver analizzato attentamente tutto il materiale che mi è stato consegnato dalla Commissione di inchiesta sulla Sanità, in questi giorni ho avanzato delle richieste scritte, chiare e precise al Presidente della Commissione Consigliere Saitta, e per conoscenza al Presidente del Consiglio. Se a fronte di un modello esemplificativo non si è in grado di fornire tali dati, il significato è uno solo: la struttura burocratica - dirigenti, capi settore, ecc. - non funziona, pertanto non è pensabile che possa fornire il proprio fondamentale apporto alle decisioni politiche. E' chiaro Consigliere Saitta? Ecco perché risulta necessario modificare tale situazione, rimuovendo chi non è all'altezza del proprio compito. La richiesta è stata formulata per creare quello che potremmo chiamare dossier della sanità della Regione Piemonte nell'interesse dei cittadini, basi su cui partire per la costruzione di un progetto innovativo per la sanità piemontese. Il non voler soddisfare tale richiesta potrebbe significare che non si vuole pensare al futuro dei cittadini piemontesi.
Non è risolutivo permettere l'accesso ai dati al singolo Consigliere collega Saitta, poiché una tale concessione, conoscendo la quantità di dati da controllare, significherebbe voler comprendere volutamente l'esito dell'indagine. Per questo, i dati sono stati richiesti secondo un modello ottimizzato, che ne consente l'analisi, in breve tempo, utilizzando le tecnologie informatiche.
Il tempo in questo caso è denaro, ma anche vite umane, perciò chi deve capire, capisca.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Chiedo di intervenire adesso perché poi credo che l'Assessore D'Ambrosio, alla conclusione del dibattito, farà le sue conclusioni (come credo che ci saranno ancora altri interventi, da parte della maggioranza per chiarire alcune perplessità di carattere politico sollevate dall'opposizione); volevo tentare di dare un contributo al dibattito rappresentando due o tre elementi di carattere generale, che sono anche alla base della decisione, assunta da questa Amministrazione, di inserimento della compartecipazione alla spesa farmaceutica attraverso i ticket al Pronto Soccorso. Questi due elementi li metterei, però, su due piani diversi, essendo due provvedimenti con natura ed entità completamente diverse.
Mi scuso con i colleghi dell'opposizione, ma ho ascoltato solo gli interventi dei Consiglieri Ronzani e Saitta, quindi farò più riferimento a questi due contributi (anche se immagino che gli altri colleghi dell'opposizione avranno argomenti simili o a sostegno delle tesi che sono già state avanzate; tutto ciò è una mia supposizione, ma mi farò raccontare tutti gli interventi dell'opposizione).
Bisogna fare un passo indietro e ricordare a tutti un fatto fondamentale (che nelle discussioni, anche per ruolo istituzionale, non ho mai voluto più di tanto enfatizzare): nel dicembre del 2000, l'allora Governo Amato, a fine legislatura, decise, attraverso la Finanziaria, di abolire il ticket. Decisione legittima, presa da un Governo legittimamente in carica, ma che tutte le Regioni contestarono, in quanto l'abolizione del ticket, secondo le stime che avevamo fatto, avrebbero dato un incremento di spesa, sulla spesa farmaceutica, di circa 6 mila miliardi.
E tutto ciò, puntualmente, si è verificato nell'anno 2001.
Ho fatto questa considerazione perché il Consigliere Ronzani ha, molto attentamente, evidenziato alcune contromosse che le aziende farmaceutiche adottano, in funzione dei provvedimenti che il Governo assume per limitare la spesa farmaceutica.
Voglio, altresì, ricordare che già nell'accordo stipulato l'8 agosto esistevano provvedimenti adottati dalla Regione Piemonte, come da altre Regioni, per il mantenimento della spesa farmaceutica. Vi ricordo la distribuzione diretta, che fu un provvedimenti che la Regione Piemonte adottò immediatamente e che suscitò, anche nel dibattito parlamentare polemiche non di poco conto; ricordo anche l'inserimento dei farmaci generici, provvedimento che, e lo si può dire a distanza di quattro o cinque mesi, per il tipo di reazione che le aziende farmaceutiche hanno immediatamente assunto, oggi è quasi del tutto privo di risparmio economico nella spesa farmaceutica, perché sono uscite nuove molecole e quindi la catena di spesa, per quanto riguarda la spesa farmaceutica, ha visto le aziende farmaceutiche assumere un certo tipo di promozione di altre molecole che il mercato e i medici di base, nell'interesse dei cittadini hanno deciso immediatamente di prescrivere.
Anche questa considerazione, però, si lega ad un altro provvedimento.
strano - e arriviamo poi ad alcune considerazioni dei Consiglieri Ronzani e Scanderebech su Blair e sulla Thatcher - che un Governo di centrodestra, come quello di Berlusconi, la scorsa settimana abbia assunto un provvedimento che, di fatto, abbatte del 5% il costo dei farmaci. Quale provvedimento è più illiberale di quello? Cioè di dire ad un mercato....



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

un pasticcione! È un pasticcione! È un pasticcione, tutto lì!



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la prego di non interrompere il Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Berlusconi è un pasticcione!



PRESIDENTE

Chiunque sia il pasticcione, lei non deve intervenire.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Generalmente, il Consigliere Chiezzi esprime opinioni su di me, adesso anche sul Presidente del Consiglio! Faccio questa osservazione perché, al di là delle simpatiche battute del Consigliere Chiezzi, è da prendere in considerazione che proprio un Governo come quello Berlusconi sta assumendo, nei confronti delle aziende farmaceutiche che paradossalmente sono state pesantemente agevolate nei loro utili dall'abolizione del ticket del Governo Amato, un atteggiamento meno favorevole, perché nel 2001 le industrie farmaceutiche hanno avuto circa 6 mila miliardi di utile in più rispetto a quanto avevano avuto negli anni precedenti, proprio per l'incremento del consumo.
Potete quindi vedere che cosa sta succedendo. Le aziende farmaceutiche a fronte dei provvedimenti che noi inseriamo, per il contenimento della spesa farmaceutica (e notate che in tutti i paesi d'Europa la compartecipazione sul farmaco praticamente esiste e che questo provvedimento ristabilisce una situazione, con leggere modifiche, rispetto a quella precedente) e a fronte di tutti i paletti che stiamo inserendo per contenere la spesa farmaceutica, cosa fanno? Elaborano nuove molecole con prezzo triplo.
Quanto affermato dal Consigliere Ronzani corrisponde esattamente a verità: oggi ci sono dei farmaci che sono stati inseriti e, in questo senso, devo dire che la Commissione Unica del farmaco sta, secondo noi - e noi Presidenti di Regione abbiamo fatto grosse pressioni perché questo non avvenga più - concedendo autorizzazioni all'entrata in commercio di molecole di prodotti farmaceutici che aggirano il contenimento della spesa farmaceutica attraverso l'emissione di prodotti che sono, dal punto di vista della ricerca, sicuramente innovativi; ma questi farmaci costano mediamente il doppio o il triplo. Quindi, paradossalmente, il Consigliere Ronzani ha ragione quando afferma: "Voi fate una manovra di contenimento della spesa farmaceutica, vessate i cittadini inserendo il ticket, ma dall'altra parte, se non state attenti, limitate l'immissione nel mercato di farmaci che hanno un contenuto innovativo, dal punto di vista farmacologico, ma che costano il doppio o il triplo di quello che costano adesso".
Se tutto questo, quindi, non viene controllato, è ovvio che la riduzione del consumo viene ampiamente superata dall'incremento del costo dei farmaci, perché costano di più. Siccome la manovra che stiamo attuando è a tenaglia, vedrete - e questo lo anticipo - che tutte le Regioni la adotteranno. Naturalmente tutto questo non mi fa piacere; posso assicurare che l'aver assunto questa decisione non ha fatto piacere né a me né alla mia Giunta. Si tratta di una decisione pesante, critica e, come qualcuno ha detto, impopolare, decisione che ci costerà anche politicamente, quindi almeno riconosceteci il merito e l'onore di avere assunto un provvedimento che potrà essere migliorato o che potrà essere, secondo alcune valutazioni che faremo in sede sperimentale, aggiornato o leggermente modificato per quanto riguarda le fasce di reddito, ma che è necessario.
Vengo ora al discorso del Pronto Soccorso, altro punto che mi preme sottolineare.
Il ticket al Pronto Soccorso già esisteva, quindi non abbiamo fatto altro che riadeguarlo finanziariamente, per quanto riguarda l'entità del ticket. La delibera afferma che il ticket del Pronto Soccorso verrà messo in atto a partire dall'1 maggio, quindi oggi non è in funzione, se non quello vecchio.
prevista una riunione con i Direttori generali, ai quali spiegheremo le modalità con le quali riteniamo debba essere applicato questo ticket.
ovvio che questo ticket non vuole mettere nessun cittadino - e per "nessuno" intendo tutti quelli che hanno la necessità di una prestazione sanitaria - nella situazione di non poter usufruire di questa prestazione.
Tutti ne potranno usufruire. Ad alcuni, chiaramente, verrà richiesto, in base al livello di prestazione, il riconoscimento di una compartecipazione stessa prassi che questa persona avrebbe dovuto seguire nel caso in cui avesse deciso di seguire i canali classici per quanto riguarda la diagnostica.
Perciò colgo l'occasione per rassicurare che nessun cittadino verrà mandato a casa o non visitato o non verranno eseguiti gli esami necessari.
A tutti verrà offerto questo servizio. Si cercherà, prima di tutto attraverso un'informazione, di limitare l'afflusso al Pronto Soccorso per eventuali prestazioni non idonee. In secondo luogo, si cercherà di limitare tale afflusso attraverso il meccanismo dei ticket che, come ripeto, era già presente, ma che in Piemonte non veniva attuato. In altre Regioni, ad esempio in Emilia Romagna, questo meccanismo è già attivo.
Il gettito che ci aspettiamo dal ticket sul Pronto Soccorso è minimo.
Si tratta più che altro di una manovra che consideriamo correttiva passatemi il termine - di certe distorsioni dell'uso di un servizio. Se raggiungessimo solo questo obiettivo con questa manovra, saremmo già altamente soddisfatti, sempre nell'interesse dei cittadini, per rendere i Pronto Soccorso più liberi di interessarsi in maniera più attenta a quelle che sono le reali emergenze.
Concludo facendo un riferimento di carattere politico alle azioni che il Governo Berlusconi compie nei confronti delle industrie farmaceutiche.
Sembra paradossale, ma devo dire che, in questo ascoltano molto le Regioni in quanto la politica sanitaria viene fatta - e questo lo posso dire con cognizione di causa - in totale sintonia con tutte le Regioni. Tutti i provvedimenti di carattere sanitario che in quest'ultimo anno sono stati presi hanno visto una forte partecipazione delle Regioni nella definizione dei provvedimenti. L'abbattimento del 5 % è un provvedimento che hanno chiesto le Regioni, perché definito strumento necessario. Vedrete che in breve tempo - ma non voglio fare la "Cassandra" - l'inserimento del ticket verrà attuato anche da altre Regioni, perché è l'unico sistema acclarato e scientificamente provato per contenere la spesa farmaceutica. Non è tanto l'introito del ticket, che, sia pure nel caso del Piemonte, è significativo (una previsione di introito di 170 miliardi è significativa!).
L'Assessore l'ha detto nella sua relazione, ma lo vorrei riprendere: a fronte di questo sacrificio, qualcosa in più ai cittadini piemontesi diamo riconoscendo un certo livello di servizi essenziali che non sono previsti negli attuali livelli essenziali di assistenza; abbiamo prolungato sino alla fine di giugno tutta la quota legata al socio-assistenziale; abbiamo aperto il tavolo con l'ANCI regionale, perché la legge approvata dal Parlamento prevede che, dal momento in cui questa entra in vigore, il discorso del socio-assistenziale sia a carico dei Comuni. La Regione ha responsabilmente voluto, raccogliendo le istanze che i Comuni ci hanno rappresentato, farsi carico di una parte di questo onere. È certo che una parte dei ticket serve anche a finanziare l'eventuale quota oggetto della trattativa che avvieremo con i Comuni per capire qual è la quota che gli stessi potranno destinare al socio-assistenziale e qual è la quota di cui comunque la Regione si farà carico.
inutile nascondere che il sistema socio-assistenziale, solo con le risorse dei Comuni, non regge. Perciò noi, come Regione, dovremo intervenire. E per intervenire dobbiamo avere le risorse.
Queste considerazioni sono state tutte svolte in maniera molto approfondita. Colgo anche l'occasione per ringraziare la maggioranza per aver giustamente preso anche delle posizioni differenziate. Dal dibattito di oggi e dalle cose che sono scaturite dalle lunghe riunioni che abbiamo fatto in questi giorni, la maggioranza, sia pure con leggere differenze approverà e sosterrà la manovra che la Giunta ha assunto. Questo chiaramente, dà alla mia azione di governo anche una certa tranquillità.
D'altro canto, non disdegniamo minimamente le osservazioni che l'opposizione ha sollevato in sedi diverse e nei due interventi odierni.
In via sperimentale, per alcuni mesi, verificheremo l'andamento e il risultato di questa manovra e li valuteremo attentamente, anche in funzione della presentazione del Piano sanitario. Non dimentico di aver assunto un impegno, nei confronti dell'opposizione: dare le indicazioni, a fine settimana, su cosa intendiamo fare sul Piano; lo faremo sicuramente.
Voglio solo concludere con la questione Thatcher-Blair. Il quotidiano "la Repubblica" di lunedì titola "Sanità allo sfascio. Blair mette le tasse..." o qualcosa di questo genere.
La sanità inglese, per mio diletto, è un argomento che sto seguendo da un po' di tempo. Le notizie giornalistiche, talvolta, sono portate ad enfatizzare alcune criticità. In effetti, c'è una certa "migrazione", che non è riferita al turismo. Quando il Consigliere Scanderebech parla di "turismo sanitario", credo voglia dire una cosa che anch'io condivido: la nostra Regione, se riuscissimo a compiere degli sforzi di investimento di un certo tipo, potrebbe diventare, dal punto di vista sanitario, un punto di riferimento, anche se il Ministero ha già ribadito in maniera chiara ed esplicita che non è sua intenzione dividere il Paese in due, ovvero permettere più di tanto la migrazione sanitaria dal sud verso il nord, ma fare investimenti al sud in modo che lo stesso sud abbia una propria sanità. Ma oggi la mobilità europea è tale per cui - e vorrei ricordarlo a tutti voi, posto che ogni tanto lo scordiamo - se un cittadino torinese oggi va a farsi operare in Germania, il costo dell'operazione viene pagato dal Servizio Sanitario Regionale, come pure in Francia. Sappiate che i Ministri della Sanità francese e tedesca hanno già dichiarato, in più sedi che un loro obiettivo strategico è quello di realizzare strutture di eccellenza per fornire servizi sanitari ai cittadini europei. Oggi dobbiamo cominciare a pensare che la sanità sarà nazionale, ma anche europea.
Voi capite che in questo senso è vero che c'è una migrazione di pazienti dall'Inghilterra al continente, ma è altrettanto vero che il modello sanitario inglese necessita di alcuni aggiustamenti, come peraltro il nostro. Credo che sia errato fare il parallelismo Berlusconi-Thatcher Blair e quant'altro. È che la sanità, per usare alcuni...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

...può essere usato strumentalmente in un senso o nell'altro.



(Ulteriori commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi sembra che il Presidente Berlusconi con Blair abbia fatto solo un patto sul lavoro. La Sanità non è in agenda.
La questione inglese può essere vista in un modo piuttosto che in un altro. La sanità è chiaro che, per le Regioni, sia il principale tema di dibattito. È giusto che se ne dibatta molto e che ci siano posizioni differenziate. È altrettanto giusto riconoscere che alcune considerazioni fatte dal Consigliere Saitta su una duplicazione di servizi o non razionalizzazione di servizi nel nostro territorio esistano. Lui cita l'emodinamica. Al San Luigi c'è l'emodinamica, a Rivoli c'è l'emodinamica: una delle due va chiusa.
In questo, però, quando arriveremo a prendere tale decisione, credo e spero che ci sia poi una corresponsabilizzazione di tutti, perché è ovvio come va chiuso un ospedale. Non voglio fare nomi, altrimenti si aprirebbero dei dibattiti, ma è ovvio, è scontato che si dovranno chiudere alcuni ospedali, non si scappa. Alcuni verranno trasformati, altri modificati e verranno creati servizi territoriali di un certo tipo, ma è indubbio che quella è la strada.
In questo senso, esistono dei modelli. Non sono innamorato di nessun modello, né di quello lombardo, né di quello inglese, né di quello francese, ma vorrei, insieme a tutti, identificare il modello più giusto e più ragionevole per la realtà piemontese, che è una realtà diversificata in presenza di tanti Comuni e di tante realtà difficili.
Tutti devono essere coscienti, anche in relazione alla dinamica delle industrie farmaceutiche, che ho tentato di spiegare, che la sanità è - per usare dei termini di marketing - un mercato in cui la domanda non è comprimibile, non si può gestire la domanda.
Voi capite che fare i conti su un mercato - uso questo termine oltretutto un mercato in cui c'è un diritto sancito dalla Costituzione, che mette davanti l'interesse dei cittadini rispetto a tutto il resto, in cui la domanda non è controllabile, stare nei conti è sicuramente qualcosa di molto complesso e molto difficile: è una bella sfida.
Considerate che il costo della sanità, la qualità della vita e l'incremento della vita mediamente nel mondo cresce del 6-7% annuo. Noi siamo una delle regioni più anziane d'Italia, abbiamo dei problemi a garantire i servizi agli anziani che, come sapete tutti, consumano molta più sanità di quanto consumino i giovani. Sono tutti elementi che fanno di questo un problema molto complesso e molto difficile, dove le questioni finanziarie sono diventate un punto fondamentale nelle valutazioni; fino a poco tempo fa ci si poteva anche preoccupare poco della questione finanziaria nella sanità, perché comunque, alla fine, qualcuno avrebbe pagato. Oggi, purtroppo, la responsabilità di chi amministra nei confronti della sanità è un po' più concreta. Lo stiamo vedendo, se non facciamo quadrare i conti - qui lo dico senza togliermi dalle mie responsabilità - a pagare sono i cittadini, perché, indubbiamente, è l'unico sistema. Voi capite che questo si può fare in una certa misura, ma non si può di certo fare in altre.
Noi dobbiamo assolutamente rincorrere tutte le possibilità; fino ad oggi lo abbiamo fatto: la legge prevedeva la possibilità dell'aumento dell'IRPEF. Con la compartecipazione ai farmaci, la restituzione diretta e i farmaci generici, abbiamo attuato tutto ciò che era possibile. Adesso non abbiamo che un obiettivo: far quadrare i conti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Presidente Ghigo, nell'introduzione di questo intervento mi compete comunicarle che, nel momento in cui lei - dopo aver svolto in quest'aula un intervento importante di quasi mezz'ora, di cui noi la ringraziamo lascerà l'aula, noi interromperemo il dibattito sui ticket perché riteniamo di doverlo riprendere esclusivamente in sua presenza, soprattutto per quanto riguarda le fasi fondamentali della conclusione dello stesso.
Non riteniamo possibile proseguire la discussione in assenza del Presidente Ghigo su un argomento di tale dimensione, come se di dibattiti ce ne fossero due: uno con chi rappresenta nella sua interezza la Giunta e queste scelte e uno con chi non si sa mai cosa decide.
Pertanto, su questo punto, chiediamo che venga assunta un'immediata decisione, perché non intendiamo procedere in assenza del Presidente Ghigo.
Detto questo, vorrei svolgere alcune considerazioni.
Presidente, se lei ci voleva dimostrare che è un innovatore come Presidente dei Presidenti delle Regioni per quanto riguarda la politica sanitaria, le dico che ci è riuscito. E' riuscito a dimostrarci in modo assolutamente articolato che la sua è la Giunta delle tre "t", l'unica in Italia, e che lei propone questo modello alle altre Giunte e agli altri Consigli regionali, cioè la sua è la Giunta che ha introdotto e ha aperto la fase del federalismo sanitario e regionale all'insegna dei tagli, delle tasse e dei ticket.
Lei è un innovatore, Presidente, è vero! Il combinato disposto di tutte e tre le voci è una sua assoluta prerogativa. Non se la tolga, Presidente: è unico, è quasi unico in Italia!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Anche il Veneto!



MANICA Giuliana

E' un pochino diversa la situazione veneta.
Comunque, lei è il primo che ha messo in atto il combinato disposto ed è assolutamente un innovatore: non rinunci a questo primato e a questo privilegio che lei in Italia indubbiamente ha.
Mi auguro che la Conferenza dei Presidenti non segua la sua linea, ma segua, invece, come hanno fatto in Toscana, in Emilia e in Umbria, la linea della tre "s": salute, sicurezza e aumento dei servizi.
Presidente, le volevo ricordare che noi le abbiamo chiesto di ritirare la deliberazione da lei assunta nella Giunta regionale, che introduceva i ticket sui farmaci e sul Pronto Soccorso e diceva le cose che diceva sui LEA, per una duplice ragione: una ragione di merito relativa alla deliberazione su cui interverrò dopo e alcune ragioni di legittimità che invece voglio citare subito, sulla base delle quali noi abbiamo anche presentato un esposto al TAR, che su questioni analoghe lo ha visto pronunciarsi in senso affermativo rispetto agli esposti in altre Regioni italiane, come lei sa benissimo.
Riteniamo che quello sia non solo un esposto fondato, ma un esposto che potrebbe anche avere conseguenze rilevanti sull'andamento della deliberazione. Le questioni di legittimità di grande rilievo sono sostanzialmente tre: primo, il fatto che lei abbia assunto un provvedimento di questa portata con una deliberazione di Giunta, neanche di Consiglio per non dire una legge; secondo, il fatto che lei abbia assunto un provvedimento che ha le caratteristiche di un provvedimento che non tiene conto delle diverse condizioni economiche individuali laddove determina le condizioni di applicazione delle quote; terzo, in violazione di una legge regionale, il fatto di non avere sentito su questo il parere obbligatorio del Co.Re.S.A., il Comitato Regionale di Sanità.
Queste sono le ragioni che, per quanto ci riguarda, rendono illegittima la deliberazione, che oltretutto è ingiusta ed inefficace anche per ragioni politiche.
Presidente Ghigo, lei ha assunto questa deliberazione non nel vuoto di qualsiasi decisione di politica sanitaria e di spesa in questa Regione: lei l'ha assunta dopo aver tagliato 1.400 posti letto; dopo aver bloccato tutte le assunzioni del personale sanitario, medico e paramedico fino a giugno dopo aver introdotto una manovra IRPEF per 400 miliardi; dopo aver presentato, e la sta presentando in questi giorni in I Commissione un'ipotesi relativa al bilancio in cui i conti non tornano, perché dopo la presentazione di dieci tabelle siamo arrivati ad una - la chiamo così "tabella D'Ambrosio". Non so neanche se quella è la tabella della Giunta in cui sembra che noi, nell'anno 2002, abbiamo 25 miliardi di attivo sulla sanità, quando non conteggiamo i 400 miliardi del Mauriziano, quando non conteggiamo i 300 miliardi di LEA e quando sottostimiamo di 250 miliardi i budget delle AA.SS.LL.
Presidente, se lei avesse 25 miliardi di attivo, tabella D'Ambrosio, in I Commissione, dovrebbe almeno togliere i ticket sul Pronto Soccorso e risparmierebbe ancora 5 miliardi! Venti miliardi di ticket sul Pronto Soccorso, tabella D'Ambrosio, più 25 miliardi... Presidente, guadagna 5 miliardi! Non sa neanche come spenderli: tolga almeno quelli, modifichi la deliberazione almeno su quello, non sulla base di una tabella e via, sulla base di una tabella che il suo Assessore ha presentato alla I Commissione consiliare, alla quale siamo ancora inchiodati e non riusciamo ad arrivare in aula con il bilancio.
Presidente, glielo voglio dire in questa sede perché riteniamo queste cifre inattendibili: non dico false, perché potrebbe essere un'affermazione troppo forte, anche se magari lo pensiamo; diciamo inattendibili Presidente.
Non discuteremo in aula del bilancio fino a quando lei non verrà in I Commissione a certificare quei 25 miliardi: deve venire lei a dirci che è così e che questa è la situazione del bilancio di previsione! Pertanto, lei potrebbe già modificare la deliberazione sulla base di un'indicazione del suo Assessore.
Questa deliberazione non solo è ingiusta ed inefficace, perché viaggia di pari passo ad una manovra sanitaria grave e inaccettabile, ma è anche inapplicabile.
Presidente Ghigo, legga i giornali piemontesi in questi giorni: ci sono fior fiore di quei Direttore generali da lei nominati che dichiarano, a pieni titoli, problemi in questa direzione. Sui farmaci è già complessa la riscossione, ma, certamente, sul Pronto Soccorso non solo la possibilità di individuazione, ma la riscossione stessa e gli introiti che questa determinerà sono un'impresa praticamente impossibile.
Inoltre, le costerà di più in termini di personale amministrativo di quanto lei non riuscirà ad introitare sulla base di questa manovra.
Si renda conto che la deliberazione non solo è inefficace dal punto di vista generale per l'ordine di manovra che lei ha imposto ai cittadini piemontesi, ma è anche impossibile dal punto di vista della sua riscossione.
Inoltre, Presidente, le vogliamo fare rilevare che le misure che lei sta mettendo in atto - questa è la ragione politica più complessa alla quale bisognerebbe dare una risposta - non stanno razionalizzando la sanità piemontese, né stanno recuperando quel circolo vizioso da voi introdotto per cui avete separato nelle AA.SS.LL. la programmazione dalla gestione e dal controllo, ragion per cui si sono accumulati 1.200 miliardi di deficit nel 2000, 450 nel 2001 (secondo noi sottostimati) e 500 già ad oggi per il 2002. Ecco perché dovete fare a novembre la manovra IRPEF che oggi non volete dichiarare. Per questo inventiamo, oggi, le "tabelle D'Ambrosio"? Con queste manovre siete riusciti ad interrompere questo circolo vizioso? Avete ridotto gli sprechi delle consulenze, i 70 miliardi che lo stesso Assessore dichiara? Avete introdotto queste misure? Non le avete introdotte.
La situazione è tanto più grave perché le manovre ci paiono inefficaci ed ingiuste da tutti i punti di vista. Per questa ragione, Presidente, non possiamo continuare e concludere questo dibattito in assenza di una presenza autorevole quale la sua. Queste sono le ragioni.
A queste ragioni, si aggiungono quelle politiche della divisione nella sua maggioranza, della Lega che raccoglie le firme all'interno della Regione Piemonte contro questa misura, di una maggioranza lacerata e divisa su un problema come questo.
A ciò si aggiunge il dato, Presidente, che se queste rimangono le condizioni del dibattito, non so se lei sarà in grado di presentarsi in aula con il testo di bilancio di previsione per l'anno 2002.
Queste sono le ragioni per cui abbiamo bisogno della sua presenza per concludere il dibattito, e la prima cosa che ci aiuterebbe per rendere più credibile il bilancio sarebbe di modificare quelle cifre di bilancio e di ritirare la deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, innanzitutto sono curioso di sapere una cosa.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Angeleri. Vi è forse una richiesta sull'ordine dei lavori da parte del Consigliere Cattaneo?



PRESIDENTE

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo un minuto di sospensione.



PRESIDENTE

D'accordo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13.55 riprende alle ore 13.57)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Chiedo che venga messa ai voti la richiesta di aggiornamento.
Volevo precisare che la Lega non ha raccolto alcuna firma da nessuna parte per i motivi accennati dalla Consigliera Manica, e questo ritengo che lo si precisi in maniera ufficiale. Volevo inoltre precisare al Presidente della Giunta che non c'è alcun precedente per il quale il TAR ha risposto ad alcun esposto.



PRESIDENTE

In merito alla richiesta di calendarizzazione, se necessario, possiamo metterla ai voti, però prima bisogna avere una proposta.
La proposta è quella di riaggiornare il dibattito sul ticket a venerdì mattina? La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Volevo dire che non proseguo il mio intervento, perché mi pare che si sia trovato un accordo nell'accogliere la proposta della Consigliera Manica di riaprire il dibattito sulla sanità. Immagino che poi il collega Capogruppo di Forza Italia, Cattaneo, specificherà in merito.
Era solo una battuta quella che stavo per fare quando ho chiesto la parola: volevo sapere dal Presidente chi lo consiglia per quanto riguarda le manovre da intraprendere sulla sanità, perché ho l'impressione che chi lo consiglia, se è un Consigliere, non stia dalla nostra parte.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

A questo punto, sono io che chiedo che il dibattito sulla sanità venga ripreso in mia presenza. Avevo annunciato che ero occupato per impegni istituzionali e non posso permettermi di perdere l'aereo. Quindi, posso dire che venerdì mattina sarò a disposizione per concludere questo dibattito, e lo chiedo anche ai miei colleghi di maggioranza, tanto se non ci sono io l'opposizione non ritiene di concluderlo. Prendiamo atto di questo.
L'unica cosa che mi auguro succeda è che, durante i lavori previsti della Commissione di giovedì pomeriggio, i temi che non riguardano la sanità vengano comunque trattati.
Siccome so che sono stati convocati gli Assessori alla cultura, alla montagna, al turismo, spero che comunque il lavoro della I Commissione, a prescindere dalla sanità, vada avanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Abbiamo chiesto la sospensione di un minuto per valutare la richiesta proposta dalla Consigliera Manica, credo a nome di tutta l'opposizione.
Il Presidente della Giunta regionale ha già risposto, comunque ha dato un proprio parere e una precisa indicazione alla maggioranza che lo sostiene. Pertanto, devo dire che va bene la sospensione e nella giornata di venerdì la discussione generale sarà ripresa dal punto in cui è stata interrotta e non dall'inizio. Presidente Cota, vorrei che questo fosse precisato.
Non vorrei che venerdì dovessimo ricominciare il Consiglio regionale daccapo, perché ne abbiamo fatto un pezzo già oggi.
Ad esempio, devo dire che già sui giornali di domani non trover riportata la posizione del mio Gruppo consiliare - lo dico chiaramente.
Quindi, si riprenda almeno la discussione - lo voglio precisare - dal momento in cui è stata interrotta oggi.
Per completare e implementare la considerazione del Presidente Ghigo credo che sia opportuno mantenere la convocazione della I Commissione per domani, dove, peraltro, c'è stato un accordo nella Commissione di ieri o comunque, ci si è confrontati solo per l'attività dei lavori e prevedere che, al termine del Consiglio regionale della giornata di venerdì - che ragionevolmente penso occuperà una mattinata abbondante - si riunisca la I Commissione nel pomeriggio, per potere - se i lavori di domani saranno proficui - confrontarci sulle dichiarazioni di voto e licenziare il bilancio.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Cattaneo, accediamo alla richiesta di convocare il Consiglio su questo punto. Naturalmente, il dibattito riprenderà dall'intervento del Consigliere Angeleri nella giornata di venerdì mattina e prevederemo una convocazione della I Commissione per venerdì pomeriggio.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, prima di chiudere la seduta, visto che c'era un punto all'o.d.g. relativo all'esame di alcuni ordini del giorno in merito alla situazione in Israele e Palestina, devo riferire all'aula che tale punto è stato affrontato in sede di Congresso delle Regioni, il quale ha chiuso il dibattito con l'approvazione all'unanimità di un documento.
Darei la parola al Consigliere Chiezzi, che ha seguito tale vicenda in sede di Congresso delle Regioni, per una relazione sull'argomento.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Punto primo. Questa discussione era stata calendarizzata per un'ora diversa, per ritagliare uno spazio di discussione diverso da quello di un semplice adempimento formale di ricezione di un ordine del giorno votato da un'altra assemblea.
Punto secondo. Possiamo anche verificare da subito che non esistono i termini politici e numerici per affrontare tale discussione in modo serrato e approfondito, e allora rinviamo l'argomento.
L'unica cosa che sicuramente non facciamo - per quello che mi riguarda è adempiere a questo ingombro in cinque minuti, avendo iscritto un punto all'o.d.g. di una qualche rilevanza politica sul piano internazionale.
Dico al Presidente che se l'intenzione della Presidenza è quella di sottoporre come testo di mediazione quello del Congresso delle Regioni, per quello che mi riguarda la proposta non è accolta.
Suggerisco con prudenza di riaggiornarci al pomeriggio per una discussione approfondita nel corso di tutto il pomeriggio, oppure di rinviare l'argomento ad un altro momento.



PRESIDENTE

I lavori del Consiglio riprenderanno oggi pomeriggio, alle ore 15.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14.05)



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