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Dettaglio seduta n.96 del 20/06/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.02 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.38)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bertetto, Boeti, Chieppa, Larizza Pizzale e Turigliatto.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

b) Nomina Vicepresidenti Gruppi consiliari Gruppi Lega Nord Piemonte Padania e Moderati per il Piemonte


PRESIDENTE

Comunico che i Presidenti dei Gruppi consiliari della Lega Nord Piemont Padania e dei "Moderati per il Piemonte" hanno comunicato la nomina dei Consiglieri Gianfranco Novero e Giovanni Pizzale quali Vicepresidenti dei rispettivi Gruppi.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Varie

d) Precisazione della Presidenza del Consiglio sull'utilizzo degli spazi auto riservati ai Consiglieri regionali


PRESIDENTE

Mi corre anche il dovere di richiamare i signori Consiglieri a rispettare le norme adottate dall'Ufficio di Presidenza sull'utilizzo degli spazi auto, perché alcuni colleghi continuano a lamentare l'impossibilità di trovare posto.
Ciò è avvenuto anche nella seduta odierna e poiché il numero dei colleghi Consiglieri è visibilmente inferiore al numero dei posti, è evidente che qualche collega ha subappaltato a terzi l'utilizzo del proprio posto auto; e la cosa, ovviamente, non è corretta.
Quindi, prego di verificare l'utilizzo dei posti auto assegnati.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione n. 507 del Consigliere Cavallera, inerente a "Ipotesi del trasferimento del servizio tecnico ENEL operante ad Ovada presso altra sede"


PRESIDENTE

Passiamo alla fase di sindacato ispettivo, di cui al punto 2) all'o.d.g., iniziando con l'esame dell'interrogazione n. 507, cui risponde l'Assessore De Ruggiero, che ha pertanto facoltà di intervenire.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'energia



PRESIDENTE

Sarò breve, collega Cavallera. Ci siamo informati sulla sua sollecitazione sapendo che questo rientra in tutta una fase di razionalizzazione, quindi è materia di qualche preoccupazione.
Per la verità, in questo momento ENEL precisa che attualmente non è prevista l'adozione d'alcun'iniziativa concreta in tal senso, pur ovviamente confermando che ve ne sono nel quadro d'azione e di razionalizzazione e riequilibrio di presidi nel territorio, cosa di cui siamo ben consci.
Mi corre anche l'obbligo di ricordare che sono stati fatti due incontri specifici - che i miei uffici definiscono chiarificatori, e mi auguro che sia così, perché chiarificatore è un termine che usano spesso ottimisticamente - con gli enti interessati. Uno è stato fatto con i Sindaci della zona circostante Ovada, e questo già il 27 dicembre 2005 presso il Comune di Ovada e l'altro presso la Provincia di Alessandria il 17 febbraio 2006.
Quindi, in questo momento posso solo assicurare che qualsiasi informazione avessimo o qualsiasi informazione di azione concreta o anche di ulteriori approfondimenti di ciò in cui sostanzierà l'ipotesi di razionalizzazione, sarà data direttamente ai Consiglieri interessati nel più breve tempo possibile. Ovviamente chiedo anche ai Consiglieri che operano in zona o ai Sindaci che certamente hanno attenzione a queste problematiche di farsi anche loro carico di fornire informazioni nei confronti della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Ringrazio l'Assessore De Ruggiero. Ovviamente non poteva dare altra risposta che quella che ha fornito.
Però colgo l'occasione per sottolineare due cose; naturalmente devo dare atto all'amministrazione comunale di Ovada, ai Comuni contermini e anche alla Provincia che si sono molto sensibilizzati su questi problemi.
Noi sappiamo che in Italia abbiamo un costo dell'energia molto elevato e questo deriva proprio dalla struttura stessa del parco di generazione e anche dal sistema di trasporto e di distribuzione.
Non potendo comprimere più di tanto il momento produttivo naturalmente anche in questo caso le privatizzazioni e le liberalizzazioni non hanno dato un grosso contributo perché sono state condite un po' troppo in salsa italiana ed è un discorso da fare non in questa sede - a volte si ha l'impressione che la società preposta, l'ENEL, in qualche modo voglia risparmiare un po' troppo sulla distribuzione. Ovviamente tutte le fasi del ciclo elettrico interessano la Regione, ma in modo particolare la distribuzione, perché è quella che serve ai singoli cittadini e anche alle varie attività produttive.
Ci rivolgiamo in particolare all'Assessore De Ruggiero, ma anche all'Assessore Caracciolo, in quanto Assessore alla protezione civile dicendo che sappiamo come sia importante avere delle presenze tecniche sul territorio per il pronto intervento in caso di disservizi.
Negli ultimi anni, avendo ridotto molto i ranghi tecnici sul territorio, quando ci sono delle forti calamità - in genere succede nel periodo invernale, quando ci sono forti nevicate - ci sono delle zone del territorio che stanno senza energia elettrica per parecchio tempo, in qualche caso 24 ore ed anche di più, proprio perché concentrando le strutture tecniche si ha minore personale, ovviamente minori costi in regime ordinario, ma quando c'è da fare l'intervento non si ha quella vicinanza al territorio e anche quella disponibilità di uomini e di mezzi che l'automazione finora non è stata in grado di sopperire. È pur vero che in questi anni tutti i sistemi di telecomando delle reti sono stati molto potenziati.
Quindi, da un punto di vista economico-manageriale capisco le scelte della dirigenza ENEL, però devono trovare, a mio avviso, un giusto contraltare e una giusta contesa con l'amministrazione regionale e le amministrazioni provinciali e comunali.
L'Assessore Sibille ha raggiunto un'intesa con le Poste ed io lancerei l'idea di fare un confronto, sia in regime ordinario sia in regime straordinario, e di pronto intervento con l'ENEL, proprio per avere una struttura minima, ma dando alla definizione minima quello che è necessario per garantire un servizio sempre più efficiente e un servizio che possa essere ripristinato al più presto quando ci sono disservizi. Questo ovviamente, è fortemente collegato al fatto di avere presenze sul territorio.
In una Provincia come quella di Alessandria, dove ci sono sette centri (Alessandria, Novi, Ovada, Acqui, Casale, Tortona, ecc.) togliere una presenza ad Ovada vuol dire arretrare fortemente sotto questo profilo. Già sono state eliminate negli anni presenze in centri minori, però fermiamoci dove siamo, perché a mio avviso vi è un dimensionamento minimo. È chiaro che questo non riguarda la parte contrattuale, perché va da sé che si risolve via internet, con i call center, su cui non discuto. Viceversa, la parte tecnica, dove vi sono materialmente gli impianti e vi la necessità di intervenire, richiede una presenza sul territorio, che solamente con una ramificazione adeguata può essere garantita. Grazie.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione n. 417 dei Consiglieri Ghigo e Pichetto, inerente a "Attuazione dell'art. 13 bis - Disposizione in materia dei canoni ex L.R. n. 9/2004"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 417, cui risponde l'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore alle risorse idriche



PRESIDENTE

Il punto riguarda il canone per l'uso di acqua pubblica, che da cinque anni all'incirca è incassato direttamente dalla Regione e, devo dire, anche con maggiore successo, alla luce dei superiori introiti incassati a livello regionale rispetto al precedente livello nazionale.
Quindi, fu effettuato questo trasferimento direttamente in Regione, a costo zero (anche perché di quelle entità furono tagliati i fondi statali).



PRESIDENTE

Rilevo, in premessa, che questa maggior attenzione rivolta alla partita dei canoni, svolta a livello regionale, ha permesso, in effetti, non solo un'evoluzione dalla forma cartacea a quella informatica - con una conseguente "bollettazione" degna di questo nome - ma anche un miglioramento diretto dal punto di vista dell'entità di finanziamento.
Nel fornire le risposte, partirei proprio dall'ultimo punto dell'interrogazione, che richiedeva se era sottoscritto tale accordo (in caso contrario, quando si intendeva sottoscriverlo).
A tal riguardo, confermo che l'accordo è stato siglato dal sottoscritto e dal Presidente della Giunta provinciale del Verbano Cusio Ossola in data 12/04/2006.
Per quanto attiene la richiesta di conoscere gli importi, gli stessi risultano di una certa consistenza. Ciò deriva - lo rammento - dal fatto che si è riconosciuto, in legge finanziaria, che per le cosiddette Province montane (laddove il territorio montano è superiore al 95%), l'incasso dei canoni vada direttamente alle casse provinciali. Stiamo parlando, dunque di un ordine di grandezza di notevole entità per il Verbano Cusio Ossola (vedo l'Assessore al bilancio che di questo verrà presto edotto, anche se probabilmente conosce già la situazione), pari a 4.639.000 euro per l'anno solare 2004, e di 4.780.000 euro per l'anno solare 2005 (l'unica accortezza è che il trasferimento avvenga quando la Regione è assolutamente certa dell'incasso). Da questi importi occorre decurtare il 5% (è la percentuale del finanziamento per la gestione totale della partita di risorse idriche) che ammonta, per l'anno 2004, a 231.000 euro e, per l'anno 2005, a 239.000 euro.
Questo è il dettaglio riguardante l'accordo firmato e l'entità della cifra. La questione, ovviamente, si è trascinata fino al mese di aprile perché si riteneva che non si potesse modificare, in una norma che ha caratteristiche di natura finanziaria, l'organizzazione della gestione delle risorse idriche: non abbiamo accettato la proposta della provincia del Verbano Cusio Ossola, che, sostanzialmente, voleva estendere il ragionamento della fruizione delle risorse economiche anche sulla gestione dell'intera partita, creando - forse esagero un po' - una "Repubblica autonoma" in campo di risorse idriche. Non sembrava questo, infatti, il senso della legge, posto che si trattava di una questione economica inserita nella legge finanziaria. Vi è stato, pertanto, un certo rallentamento nel raggiungimento di un protocollo di accordo e della conseguente firma.
Ovviamente, tutto questo è riportato dettagliatamente nella risposta scritta all'interrogazione: se gli interroganti si accontentato, in un certo senso, di questa semplificazione dell'intera partita, che è molto complessa, per la verità, mi fermerei qui.
Nella risposta scritta, comunque, sono dettagliati i vari momenti.
Ancora un'ultima precisazione: nel momento in cui si è stabilito che le risorse delle Province montane - sei in tutta Italia - non erano più gestibili a livello regionale, ma erano direttamente trasferite ai livelli provinciali, nella legge finanziaria era previsto un fondo, affinché le Regioni venissero ristorate per queste netta perdita.
Mentre il totale delle Province montane (come ripeto, sono sei in tutta Italia) ammonta a 20 milioni di euro, lo Stato ha previsto per il ristoro 2 milioni di euro: ciò significa che verremo ristorati per una cifra che si aggira intorno a 300.000 o 400.000 del totale di cui parlavo (invece di 4 milioni mal contati, parliamo di 300).
Questo è un punto che abbiamo rimesso all'attenzione dell'Assessore all'ambiente, così come aveva fatto lo stesso collega Cavallera in più di un'occasione.
Contestualmente a questa firma abbiamo nuovamente inviato all'attenzione del Coordinamento delle Regioni in materia ambientale l'iter di questa partita e ci si augura che sia ancora una materia (fra le tante) di confronto con il Governo, perché di questo si tratta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera, per una breve replica.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
La questione ha vari profili e parte da posizioni di principio che ovviamente, si possono condividere o meno: dura lex, sed lex, per cui bisogna assolutamente applicarla.
L'azione esercitata a suo tempo a livello nazionale non riuscì ad ottenere la totale copertura da parte dello Stato: adesso che il testimone è passato ad altri, sia a livello regionale che a livello nazionale, mi auguro, essendo un cittadino della Regione Piemonte, che quest'azione per la copertura vada comunque in porto. All'epoca del decreto legislativo n.
112 del 1998, il Ministro del tesoro, Carlo Azelio Ciampi, era stato ragionieristicamente molto preciso, perché aveva detto: "Se avete la delega sul demanio idrico, il controvalore verrà scalato dal trasferimento della cosiddetta legge Bassanini". Purtroppo lo scalarono a valore nominale e non a consuntivo, come sarebbe stato meglio fare (ovvero si incassa una certa cifra e l'anno dopo si compensa ciò che si è incassato).
Forse, tutto sommato, è stato meglio così, perché c'è stata la "corsa" per evolvere, anche da un punto di vista informatico, il sistema di riscossione. Attualmente, abbiamo un sistema di riscossione - forse unico caso - che entro il 31 gennaio riscuote tutti i canoni (certo non con gli applausi di chi deve pagare, siano essi idroelettrici, o imprenditori o derivatori a scopo civile). Tutto ciò è un bene per le casse della Regione ma certamente solleva qualche problema: forse, nella legge finanziaria si potrebbe prevedere un minimo di rateizzazione, dal momento che i nostri sistemi informatizzati potrebbero consentirlo, soprattutto nei casi in cui gli importi superano una certa cifra, per alleviare le difficoltà di agricoltori o di imprese che, talvolta, a gennaio non sempre riescono a farvi fronte. Questo dal punto di vista generale.
Nello specifico, è chiaro che la legge prevede di dare forti somme alla Provincia del VCO, dell'ordine di 4 o 5 milioni di euro all'anno.
Eravamo rimasti sorpresi del ritardo nella sottoscrizione della convenzione che era già stata ipotizzata. Temevamo che non venisse più sottoscritta, ecco il motivo dell'interrogazione.
Forse - è un auspicio o un suggerimento che possiamo dare alla Giunta una maggior sintonia tra la Giunta regionale e quella provinciale potrebbe, in qualche modo, agevolare il raggiungimento dell'obiettivo ipotizzato, quello di contrattare l'utilizzo di queste risorse. Perché non sfugge a nessuno che abbiamo un salasso di 4 o 5 milioni di euro che hanno un senso. Sono anche d'accordo a favorire le Province montane, perché hanno mille difficoltà, però, con quei famosi programmi di sviluppo - vedo anche l'Assessore alla montagna - di riqualificazione del territorio e di sviluppo socio-economico, definiamolo sostenibile, per intenderci, cioè con tutti quegli interventi di sviluppo adeguati che quelle zone è giusto che abbiano.
Adesso ignoro il testo letterale dell'accordo, presumo che, comunque regoli soprattutto gli aspetti finanziari. Condivido il fatto di aver previsto che il versamento venga fatto dopo la riscossione, ma soprattutto, pongo una questione politica. Credo che anche altri Consiglieri regionali, che sono direttamente originari di quella zona possano esprimere una condivisione: magari, si può effettuare una regolazione con la finanziaria regionale, perché credo che alla Provincia interessi avere la risorsa finanziaria, di contro, può anche essere, in qualche modo, disponibile ad un indirizzo da parte della Regione.
Concludo facendo presente che, comunque, la convenzione è molto importante, perché dà il ruolo di regista alla Regione. Vi era una fortissima preoccupazione da parte degli operatori che, non avendo altre risorse, la Provincia, in qualche modo, potesse, magari, aumentare i canoni oltre certi limiti, creando anche problemi di sbilanciamento competitivo per quelli che sono inseriti in un mercato unico, nel quale, comunque tutti devono avere le stesse opportunità.
La convenzione ha anche lo scopo di portare questo territorio all'interno delle dinamiche di valorizzazione e di determinazione dei canoni che segue la Regione su tutto il territorio regionale.
In ogni caso, è una partita aperta sulla quale, ovviamente, diremo ancora la nostra in sede di assestamento di bilancio e di legge finanziaria 2007.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interpellanza n. 462 dei Consiglieri Cavallera e Ghigo, inerente a "Costituzione del Piemonte come Regione libera dalle sostanze OGM"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 462, presentata dai Consiglieri Cavallera e Ghigo.
Risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, molto semplicemente, l'interpellanza a firma dei Consiglieri Cavallera e Ghigo chiedeva con quali atti normativi la Regione intendesse dare corso alla decisione di costituire il Piemonte come Regione OGM free, quale fosse il coinvolgimento del Consiglio regionale, la posizione della Giunta e quale valutazione si esprimesse in ordine alla definizione a livello nazionale delle linee guida sulla questione OGM, che in quel momento, erano in via di definizione da parte del Ministero.
Su questo tema svolgo due precisazioni. Relativamente alla prima, la Regione non ha, come dice l'interpellanza, deciso di costituire il Piemonte come Regione OGM free. Ovviamente, una discussione del genere la svolgeremo in Consiglio, ma una decisione in tal senso, allo stato attuale, richiede una serie di definizioni puntuali che, in questi termini, ora, non sarebbero neanche genericamente percorribili. Mi spiego meglio: in questo momento, l'attuale quadro normativo è molto indefinito, in quanto, come tutti sanno, la questione OGM free ha inizio con una direttiva europea che, sostanzialmente, chiede ai Paesi membri di definire le modalità di convivenza delle produzioni OGM e non OGM. Alla luce di questa direttiva europea, il Governo italiano, in un primo tempo, ha emanato una moratoria nazionale e ha dato vita ad un Tavolo che doveva definire le linee di indirizzo, alla luce delle quali le Regioni avrebbero dovuto emanare una normativa regionale di recepimento della normativa nazionale. A seguito dell'impugnativa di una Regione, è stata annullata la parte di legge nazionale che stabiliva la moratoria e il percorso con il quale si sarebbe dovuti arrivare alla legislazione regionale.
Quindi, in questo momento, siamo in assenza di un recepimento sostanziale della direttiva europea e anche della moratoria, se vogliamo perché il quadro normativo è questo.
Tornando alla domanda iniziale, la Regione Piemonte ha aderito alla rete delle Regioni che hanno a cuore l'approfondimento della tematica della convivenza tra le coltivazioni, con particolare attenzione alla possibilità di tutelare e salvaguardare le produzioni OGM free. La rete europea è una rete di studio, di ricerca, di approfondimento e di attenzione alla tematica, alla quale noi abbiamo aderito, così come molte altre Regioni italiane ed europee; non è una dichiarazione della Regione Piemonte quella della costituzione della Regione OGM free. Quindi, questa è la posizione.
Il Consigliere Cavallera è a conoscenza del fatto che in III Commissione, alla luce della sentenza che ha abrogato parte della normativa nazionale, è giacente la proposta di recuperare la moratoria a livello regionale e di avviare il percorso per creare i presupposti di una normativa regionale che normi le modalità di convivenza tra produzioni OGM e produzioni non OGM.
Su questo tema, sia a livello nazionale e sia a livello internazionale si stanno svolgendo riflessioni e dibattiti. Recentemente si sono svolti degli incontri a Vienna e prossimamente ve ne saranno altri che permetteranno di approfondire meglio la tematica.
Siamo venuti a conoscenza del fatto che lo stesso Ministero ha riconvocato un Tavolo, che avrà luogo nelle prossime settimane, per rivedere tutto il quadro che è stato abrogato dalla sentenza e vedere qual è la nuova posizione nazionale su questo tema.
Quindi, nella sostanza, rispondendo agli interpellanti, noi non ci stiamo movendo per dare corso - così come dice l'interpellanza - alla creazione del Piemonte come Regione OGM free, perché allo stato questa è una decisione che, formalmente, così come è espressa, non è prendibile, in quanto le normative parlano di convivenza delle culture e, in secondo luogo, perché la linea e le modalità di convivenza saranno...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi!



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Quindi, la linea e le modalità con cui effettueremo questa costruzione all'interno di un quadro normativo sono da individuare, in quanto, a seguito dell'approvazione della legge, che in questo momento è giacente in III Commissione (sono già state effettuate le audizioni, ma ancora deve svolgersi la discussione), poi, dovranno essere assunte.
Per quanto concerne i controlli compiuti, c'è un piano di controlli regionali, approvato con deliberazione di Giunta regionale del 4 novembre 2005, cui sta dando attuazione il Settore igiene e sanità pubblica. Le aziende sanitarie hanno dato vita a una serie di controlli, prevedendo 60 lotti in due tranche di controlli, sulle sementi per verificare se esistono contaminazioni in tal senso. Appena avremo le risultanze di questo piano di controlli che è stato varato, sicuramente, informeremo il Consiglio.
Questo è lo stato dell'arte su questa materia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera per una replica.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Vorrei articolare il mio intervento in più punti.
Prima di tutto, è chiaro che la nostra interpellanza mirava a mettere in risalto una certa disinvoltura nella comunicazione della Giunta regionale, che lasciava intendere qualcosa del genere: "Facciamo decidiamo, assumiamo la decisione di partecipare ad associazioni, o a reti più o meno definite, di Regioni europee".
Personalmente credo che questo dovrebbe avvenire previa l'assunzione di un atto formale, perché un conto è andare come osservatori - e mi rivolgo anche al Presidente del Consiglio - a riunioni di livello internazionale ed europeo, altra cosa è comunicare ai cittadini che siamo entrati in un'associazione di Regioni o di enti locali OGM free. Credo che una simile decisione debba essere assunta seguendo un determinato percorso.
Sono d'accordo sugli OGM free - e vorrei che ci fosse un'occasione per intervenire nel merito - ma mi rendo conto che occorre esaminare, come diceva l'Assessore, il quadro normativo europeo e italiano. Sappiamo che la Commissione europea, quando era presieduta da Prodi (molte volte ritratto in vignette vestito da Monsignore), ha trovato una soluzione un po' consona a quell'indicazione, nel senso di dare un colpo alla botte e un colpo al cerchio. Da un punto di vista operativo, a livello europeo non decidiamo nulla, decidono gli Stati; all'interno degli Stati decidono le Regioni e poi, naturalmente, nelle grane finiranno i produttori.
Occorrerebbe, invece, prendere una decisione molto chiara - sì o no o, comunque, operare distinzioni territoriali molto precise, perché in Regioni come la nostra, dove abbiamo tante DOP, tante IGP, tante DOC e tante DOCG, diventa difficile garantire una coesistenza, se per coesistenza intendiamo la possibilità, su vaste aree, di produrre anche OGM. Si possono prendere decisioni che riguardano i cereali e determinate produzioni, per occorre stare molto molto attenti.
chiaro che ci troviamo in una situazione intricata perché, al momento, in Europa, come in Italia, non possiamo avviare coltivazioni OGM perché non sono ancora attuate le direttive, però, di contro, possono circolare cereali OGM a livello commerciale. Ovviamente questo crea disorientamento tra i consumatori e tra i cittadini, e impone naturalmente, la necessità di essere molto drastici a livello di controlli.
Sotto questo profilo, anche per esperienza diretta, non ho dubbi che la Regione Piemonte sia attrezzata, però è chiaro che è materia sulla quale non bisogna né scherzare né lasciare intendere che il problema sia risolto.
Se, come cittadino, leggessi sul giornale che la Regione Piemonte è entrata nell'associazione europea delle Regioni OGM free e in tal modo abbiamo risolto il problema, direi: nossignore, non è così. Se è per dire che abbiamo l'autorizzazione a partecipare a determinati convegni a livello europeo delle Regioni interessate mi va anche bene, però tutta la partita deve ancora essere affrontata.
Giustamente l'Assessore diceva che il provvedimento è fermo in Commissione, però mi sembra che da parte dell'Assessore non ci sia - e forse non ci potrebbe neanche essere - una netta proposta di fare del Piemonte una Regione OGM free.
Sotto questo profilo mi riservo personalmente, d'intesa con il Gruppo di esprimere le mie valutazioni sulla materia in sede opportuna. Adesso interessava riportare sotto i riflettori la problematica, che al momento è molto complessa e molto inquietante; problematica nella quale, a tuttora non hanno certo la possibilità di districarsi facilmente né i consumatori né i produttori agricoli, perché vivono costantemente sotto la spada di Damocle dell'incertezza, e questo vale soprattutto per coloro che producono agricoltura biologica e prodotti a denominazione.
Questa è una situazione che sicuramente l'Assessore conosce benissimo.
Grazie, ma ne riparleremo.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione n. 644 dei Consiglieri Cavallera, Ghigo e Cotto, inerente a "Rimedi preventivi per la lotta alle cavallette"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 644, sulla quale risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
L'interrogazione in oggetto, primo firmatario il Consigliere Cavallera chiedeva notizie sulle motivazioni che hanno spinto la Giunta a adottare il progetto di lotta biologica con le faraone alle cavallette e quali fossero complessivamente, le strategie che si intendevano adottare per contenere quello che era il problema che in più annate, in particolare l'anno scorso aveva fortemente caratterizzato il decorso estivo con situazioni, seppur localizzate, di grave problematicità del fenomeno cavallette.
Proprio alla luce dell'esperienza dell'anno passato, la Regione Piemonte ha creato un gruppo di lavoro che già in gennaio si è riunito per valutare le strade percorribili per contrastare la problematicità del fenomeno dell'invasione delle cavallette.
In quell'occasione è emersa una serie di dati oggettivamente condivisi da tutti: un problema di monitoraggio, in modo da individuare le aree probabilmente oggetto di maggiore infestazione; un problema di informazione e sensibilizzazione, nel senso che, al di là di tutti i discorsi concretamente percorribili, non sempre c'è la sufficiente valutazione della problematicità e della necessità di intervento (oltretutto, se le condizioni atmosferiche sono favorevoli, si rischia di creare il problema) un problema di difficoltà di lotta chimica, di posizionamento e di eseguibilità della stessa in alcune aree dove il rischio di contaminazione con prodotti chimici oggettivamente esiste. C'era poi una serie di esperienze che avevano dato risultati assolutamente positivi in alcune aree del territorio nazionale, in particolare in Emilia Romagna. Sono andati a verificare la modalità di intervento ed è emerso che l'intervento con le faraone (per il secondo anno), dava risultati assolutamente lusinghieri e comparabili con quelli di una lotta chimica molto estesa, ma con un impatto assolutamente inferiore e con una compatibilità, sulla qualità della vita molto molto superiore. Si è quindi deciso, congiuntamente a questa specie di unità di crisi, di dare vita a questo progetto, con una prima sperimentazione di un numero consistente di faraone distribuite a tutti i Comuni e le aziende agricole che ne avevano fatto richiesta.
stato varato questo percorso sperimentale, che verrà valutato in conclusione dell'annata, congiuntamente ad un rafforzamento del lavoro di monitoraggio e di informazione sulle misure alternative legalmente percorribili, in termini di trattamenti antiparassitari possibili.
stata fatta in parallelo, quindi, un'operazione di sperimentazione del processo attraverso le faraone e un'intensa informazione sul territorio. Proprio in questi giorni ho visto comparire, su alcuni giornali agricoli, le prime informazioni in questo senso. È una valutazione che andremo a fare alla fine dell'annata. Il lavoro di ricerca ha affiancato e sta affiancando costantemente la messa in pista di questo modello di sperimentazione. Noi siamo convinti che possa sortire risultati positivi proprio sulla base delle esperienze dei territori che già l'hanno praticata.
Credo però che il giudizio sulla sperimentazione che abbiamo messo in campo, oltre all'informazione, la comunicazione, il monitoraggio e il lavoro di ricerca, possa essere, ovviamente, dato soltanto a conclusione dell'annata in corso. Potremmo valutare così se i risultati raggiunti già in altre aree sono da rafforzare per l'annata prossima. Così facendo, si potrebbe trovare la soluzione a questo problema. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Taricco.
La parola per replica al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Batterò la questione del mezzo scelto, per contrastare e quindi successivamente delle faraone. Vorrei fare una premessa. Noi in questi anni abbiamo seguito, sia l'evolversi delle varie pizotie che ci sono state nel settore degli allevamenti, anche di tutte le fitopatie e di tutte le malattie dei vegetali che abbiamo registrato, con fortissima preoccupazione (per esempio, la flavescenza). Ovviamente c'è una serie di malattie dovuta ad insetti che sono a cavallo delle competenze dei settori della sanità pubblica e dell'osservatorio sulle malattie delle piante o settore fitosanitario regionale che dir si voglia.
Una conclusione, secondo me, possiamo trarla. Forse questo è un settore nel quale, più passa il tempo, più diventano complesse le problematiche magari a causa delle selezioni genetiche. Non mi riferisco agli OGM, ma al miglioramento della qualità delle sementi dei vegetali che sono coltivati e che sono maggiormente sottoposti a queste aggressioni. Magari poi possono proliferare anche per ragioni di tipo climatologico o ambientale. Forse occorrerà pensare ad un rafforzamento della presenza dei servizi tecnici sul territorio. Questo lo dico perché ci sono delle discussioni sulla sostenibilità o meno dell'assistenza tecnica che, per certi versi, è svolta in modo sussidiario anche dai settori tecnici e dalle organizzazioni. Forse occorre pensare ad una conversione parziale in questo senso.
Torno a ripetere, non c'è settore che non sia coinvolto dalla globalizzazione: dalla diabrotica del mais alla flavescenza, ogni giorno ce n'è una. Alcuni sostengono che queste malattie si diffondono anche a causa dei voli aerei, tant'è che le zone intorno agli aeroporti sono zone di innesco di infestazioni che poi si diffondono sul territorio.
Quindi volevo sottolineare, ma ritengo che la Giunta ne sia perfettamente edotta, quanto sia importante un rafforzamento ed un indirizzo di risorse finanziarie e umane in questo campo. Magari riciclando o riconvertendo quello che fin'ora era l'assistenza tecnica di primo livello. In quel caso le aziende agricole sono molto migliorate e anche le nuove generazioni di agricoltori. Tutti hanno studiato (scuola superiore o laurea), quindi hanno meno bisogno dell'esperienza aziendale, ma vediamo se possiamo convertire in questo senso.
Se parliamo delle faraone, pensiamo alla prelibatezza di questo animale, ma nel momento in cui lo si utilizza, sempre nel rispetto delle direttive europee sul benessere degli animali, mi auguro che vengano meno alcuni dubbi che possono sorgere in ordine all'impiego in campo aperto di questi soggetti che contrastano efficacemente le cavallette. Certamente ci è possibile se vi è un impegno dell'azienda agricola locale, che magari alleva questi soggetti "arruolati" contro le cavallette dentro recinti o terreni recintati o comunque controllabili. Diversamente, non riesco a pensare ad un'ipotesi in qualche modo efficace. Comunque siamo in fase di attesa dei risultati.
Devo anche dire che mi ero domandato se non si potesse in qualche modo coniugare il contrasto alle cavallette con il ripopolamento dei fagiani per la caccia. So che gli ambiti territoriali di caccia procedono a ripopolamenti di questo tipo. Per esempio nella Provincia di Alessandria in questi anni si è lavorato bene, ma troppo sul ripopolamento delle lepri a livello autoctono. È un fatto positivo, però le ATC non hanno le risorse finanziarie per il ripopolamento dei fagiani. Il fagiano per sua natura vive in campo aperto. Se fosse efficace il contrasto con il fagiano, si potrebbe, magari dando qualche risorsa finanziaria alle ATC e agli ambiti territoriali di caccia, da un lato contrastare (ammesso che fosse efficace il contrasto), dall'altra incrementare la fauna selvatica che, ovviamente segue il ciclo venatorio nel rispetto dei calendari.


Argomento: Caccia

Interpellanza n. 701 del Consigliere Pedrale, inerente a "Riadozione del brevetto ENCI per le mute dei cani"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 701, cui risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

L'interpellanza sostanzialmente interpellava la Giunta per chiedere se intendesse procedere alla riadozione del brevetto ENCI delle multe per cani, che prevede la possibilità da quattro a dieci cani per conduttori quando invece la legislazione piemontese permette soltanto, a seconda delle condizioni, da due a quattro cani.
Molto brevemente, la risposta è abbastanza sintetica, nel senso che noi abbiamo avuto già alcuni incontri con alcune associazioni per canilinieri con cui abbiamo avuto occasione di approfondire il tema. Molto sinteticamente, c'è l'interesse a ricostruire la possibilità di adozione di brevetto ENCI. Il problema è che dovremo modificare la legge. È una delle modificazioni di legge che abbiamo in programma. Se il Consiglio supporterà questo percorso, c'è sicuramente la disponibilità e l'interesse a portare avanti questa modifica, che non creerebbe problemi e che permetterebbe un sacco di possibilità aggiuntive anche in termini di iniziative che potrebbero essere fatte sul nostro territorio e che invece, con la legislazione che abbiamo, oggi sono vietate per legge.
Quindi la risposta è sì, l'interesse c'è, ma bisognerà che, oltre al pacchetto delle modifiche che stiamo predisponendo alla legge sulla caccia modifichiamo la legge stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Mi ritengo parzialmente soddisfatto della risposta dell'Assessore Taricco. Ricordo e sottolineo il fatto che il brevetto ENCI era precedentemente in vigore prima della vigente legge regionale sull'attività venatoria in Piemonte, che è adottata da molte altre Regioni italiane e europee. Soprattutto ricordiamo che l'ENCI non è un ente delle associazioni venatorie ma è un ente riconosciuto dal punto di vista statale e ministeriale, quindi è un brevetto che in qualche maniera contempla varie istanze dal punto di vista sia venatorio sia del quadro di equilibrio faunistico e ambientale.
Da quanto mi avevano detto alcuni esponenti delle associazione venatorie mi sarei aspettato un'indicazione dei tempi più precisa da parte dell'Assessore per quanto riguarda la modifica della legge venatoria vigente.
Mi auguro che in Commissione l'Assessore Taricco ci indichi al più presto i tempi e quindi possibilmente una proposta di collaborazione su questa materia.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare "Clotilde di Savoia" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola elementare "Clotilde di Savoia" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interpellanza n. 711 della Consigliera Cotto, inerente a "Violenta grandinata nei Comuni di Portacomaro, Calliano, Castell'Alfero e Tonco"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 711, fuori elenco, ma alla quale l'Assessore Taricco è disponibile a rispondere.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

L'interrogazione della Consigliera Cotto chiede, a seguito dell'evento della grandinata che il 9 maggio 2006 ha colpito i Comuni della zona nord di Asti, tra Portacomaro, Calliano, Castell'Alfero e Tonco, quali siano gli interventi che la Regione intende mettere in essere per andare incontro alle produzioni danneggiate dalla grandinata.
Il problema è, purtroppo, molto semplice, nel senso che, a seguito della modifica, attraverso la legge n. 102/2004, della precedente legge n.
185 che riguardava gli interventi in casi di calamità naturali, la nuova legge ha, sostanzialmente, stabilito il principio che per quelle avversità per le quali è previsto il sostegno assicurativo non è più possibile intervenire con contributi in caso di calamità naturali.
Pertanto, essendo la legge ormai - anche se il decollo è stato fatto slittare di qualche tempo - non più eludibile, siamo nella condizione di non poter più intervenire a sostegno dei danneggiati da grandinata, perch la grandine è una di quelle calamità per la quale è previsto il contributo da parte di Stato e Regione per l'assicurazione.
Quindi, assolutamente, per legge non si può più intervenire.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Assessore.
Ero al corrente della modifica della legge. Spiace, perché, come lei sa, vi sono anche dei proprietari che, con molto sforzo, coltivano la vigna per evitare che il gerbido possa favorire la flavescenza dorata e danneggiare il vicino; proprietari che si trovano senza alcun risarcimento in caso di grandinate.
Il problema è reale. Dovremmo vedere di studiare, immaginare e sostenere in qualche modo questi piccoli proprietari che si vedono così gravemente danneggiati.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interpellanza n. 420 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Ritardi nella costruzione dell'ultimo margine del fiume Tanaro ad Alessandria"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 420, sulla quale risponde l'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore alle opere pubbliche e alla difesa del suolo

I lavori di sistemazione della sponda sinistra del fiume Tanaro, in Comune di Alessandria, nel tratto compreso tra il ponte Cittadella e l'autostrada Torino-Piacenza, appaltati dalla città di Alessandria con contratto 2061, in data 23/04/2002, risultano ad oggi ultimati, ad eccezione di quanto concerne un piccolo intervento che riguarda l'interferenza con i lavori di costruzione del nuovo ramo di tangenziale di Alessandria in prossimità della confluenza in alveo fluviale del Rio di Loreto, in corso di positivo superamento di concerto con ANAS, nonché di alcune opere di miglioramento della regimazione delle acque, ovvero la canalizzazione di acque meteoriche gravanti sul bacino interessato dall'intervento anche per usi irrigui. Quindi, di per sé l'intervento è ultimato al 95%.
A maggiore chiarimento faccio presente che ai fini di cui sopra, con Determinazione Dirigenziale n. 630 in data 28/02/2006, è stata approvata apposita perizia suppletiva e di variante n. 1 che prevede, tra l'altro, le seguenti opere: realizzazione di n. 3 chiuse secondarie ed un solo battente; realizzazione di n. 10 paratoie primarie; realizzazione di n. 12 paratoie secondarie; bonifica del piano di posa sez. 1-4 per successivo inghiaiamento; realizzazione di canale a sezione trapezoidale dalla sezione 65 alla sezione 61 bis per regimazione delle acque piovane e loro regimazione mediante paratoie primarie e secondarie; opere di sistemazione della ex S.S. 494 "Vigevanese" e ripristino di accesso stradale come da convenzione Comune/ENEL conseguente all'avvenuto spostamento dell'elettrodo ivi interferente; provvista e posa in opera di tubazioni in PVC per regolarizzazione e raccolta di reflui provenienti da scarichi direttamente tendenti al fiume Tanaro in corrispondenza della chiusa primaria in sezione 29 con cambio di tipologia d'opera tra muro spondale in cemento armato e rilevato arginale.
Come possono vedere gli interpellanti, questi interventi sono quelli di chiusura dell'opera a monte di cui parlavamo.
Le succitate maggiori opere consentono la messa in sicurezza di tutta la zona denominata "Osterietta" nonché la salvaguardia delle attività artigianali e produttive ivi insediate.
I lavori attualmente sospesi in attesa di approvazione della succitata perizia suppletiva e di variante, tenuto conto del tempo necessario all'impresa appaltatrice per disporre le relative forniture di materiale avrebbero già dovuto avere inizio, ma avranno inizio in questi giorni e dovranno essere conclusi in giorni novanta naturali e consecutivi, a far data dal verbale di ripresa lavori.
Eventualmente, vi posso consegnare quando è stato dato il verbale di consegna lavori.
Comunico inoltre che le opere eseguite, ancorché minimamente difformi dal progetto originario approvato, risultano comunque concordate, allo stato di fatto in cui si trovano, tra le Regione e l'AlPo di Parma.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire per replica il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Per dirci soddisfatti della risposta. Poi, leggendo nel dettaglio la nota dell'Assessore, trarremo le adeguate conseguenze, ma il fatto che sia già stato appaltato e che si proceda nei lavori dà una certa tranquillità.
Ovviamente, sappiamo quanto tempo è trascorso dall'alluvione del 1994, per il fatto che, anche se con un po' di anni di ritardo, si arrivi ad aver realizzato grandi lavori e si vada in conclusione è certamente una buona cosa.
Colgo l'occasione non solo per richiedere all'Assessore la nota scritta dell'interpellanza, ma anche per ricordare al Presidente del Consiglio una buona abitudine che abbiamo dimenticato: lei si ricorda che, in più di un'occasione, avevo chiesto che fossero almeno indicate le interpellanze scadute, alle quali non è stata data risposta.



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Se sono lì, ne sono lieto. Ma credo che dovrebbero essere consegnate ai Consiglieri soltanto per far presente quali sono gli Assessori adempienti e quelli non adempienti. Riesce difficile svolgere il lavoro, anche relativamente agli atti ispettivi, quando alcune interpellanze e ovviamente, non si può valutare l'importanza se non dalla segnalazione dei Capigruppo, però alcune interpellanze magari non segnalate o anche se segnalate attendono risposta ormai da mesi, alcune da più di un anno.
Pertanto, sarebbe almeno opportuno che ci fosse non l'elenco dei buoni e dei cattivi, ma almeno disporre oggettivamente di un registro di coloro i quali hanno risposto alle interpellanze e chi no.



PRESIDENTE

Il Consigliere Vignale ha senz'altro ragione, il documento era qui a mani del Segretario Generale. Lo fotocopiamo e lo distribuiamo seduta stante perlomeno ai Presidenti di ciascuno Gruppo consiliare, e sarà nostra cura sollecitare formalmente la risposta alla Giunta regionale.
L'unica cosa che non troverà nel documento è l'attribuzione al singolo Assessore dell'interrogazione, perché rientra nelle facoltà della Giunta (in alcuni casi, sono peraltro anche incerti).
Quindi, troverà l'elenco di tutte le interrogazioni inevase e l'elenco dei firmatari; è riportata la data di presentazione e quindi i giorni decorsi.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazioni della Presidente della Giunta regionale, Bresso, in materia di Alta Capacità e Alta Velocità ferroviaria (collegati ordini del giorno n. 356, n. 368, n. 261, n. 327 e mozione n. 369)


PRESIDENTE

Prima di procedere secondo quanto previsto dal nostro o.d.g., sono state richieste da alcuni colleghi Consiglieri nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi una comunicazione da parte della Presidente della Giunta regionale in materia di Alta Capacità ferroviaria.
La Presidente della Giunta è disponibile, quindi renderà al Consiglio le comunicazioni richieste.
La parola alla Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Mi è stato chiesto di fare una comunicazione sullo stato della TAV. In realtà, ho poco da comunicare. Credo che tutti conosciate la situazione.
Per quanto sappiamo dai giornali e anche, in questo caso, per conoscenza diretta ma occasionale di incontri avvenuti durante il periodo di permanenza della nostra delegazione in Parlamento per l'elezione del Presidente della Repubblica, i Ministri competenti e il Presidente del Consiglio hanno dichiarato che il Corridoio 5 resta strategico e che la TAV è tra le priorità del Governo.
Io ho visto la scheda delle priorità indicata dal Ministro Di Pietro e mi sembra corretta, cioè che l'ordine delle priorità riporti ciò che è già in cantiere. Certo, ci sono i cantieri che non si devono fermare, i cantieri che possono essere aperti da domani se ci sono i finanziamenti, le opere prioritarie che sono ancora in fase di progettazione e per le quali bisogna disporre dei fondi per la progettazione.
Mi pare che la situazione sia del tutto coerente con gli obiettivi che anche noi abbiamo. Indubbiamente, le elezioni hanno prodotto un lungo ritardo. Ricorderete che l'istituzione del Tavolo di Palazzo Chigi e dell'Osservatorio era ancora opera del Governo Berlusconi e realizzata dal Sottosegretario Letta: il Tavolo è stato istituito e mai convocato per circa due mesi; eravamo chiaramente sotto periodo elettorale, quindi il Governo ha preferito non convocare il Tavolo e, di conseguenza, non istituire l'Osservatorio, pur avendone individuato il responsabile.
Dopo le elezioni ovviamente c'è stato il periodo di insediamento del nuovo Governo e fino al momento della fiducia era impensabile che qualcuno potesse convocare il Tavolo.
Oggi ci è stato assicurato che sarà convocato, ma al momento non c'è nessuna convocazione, e la stessa cosa vale per l'Osservatorio, dal momento che è il Tavolo politico che deve farlo partire.
Per quanto mi riguarda, ho chiesto un appuntamento per dopodomani con il Sottosegretario Letta Enrico, che ha la stessa funzione prima ricoperta da Gianni Letta a Palazzo Chigi, per sollecitare la convocazione del Tavolo politico e per illustrare lo stato dell'arte. Ho chiesto anche un appuntamento con il ministro Di Pietro, fissato per il 28 giugno, che immagino, dovrà seguire poi l'Osservatorio, perché questa era quanto meno l'opzione definita con il Governo precedente.
Questo è lo stato dell'arte. Abbiamo preso un'iniziativa come Presidenti delle Regioni del Nord per ricordare che quando si parla di TAV o di TAC, non si parla della Torino-Lione, ma del Corridoio 5. Occorre controllare lo stato di avanzamento da Novara a Milano, da Milano a Brescia, da Brescia a Verona, da Verona a Padova, da Padova a Mestre che è in corso di costruzione, da Mestre a Trieste, come il passaggio delle Alpi a oriente, su cui - come sapete - esiste uno stato di progettazione.
stata appena costituita la CIG, quindi la vicenda è abbastanza rallentata per ragioni che sono a tutti evidenti. Essendo un'opera corridoio che deve consentire all'Europa del Sud-Ovest di andare verso l'Europa dell'Est e alle merci che arrivano a Genova di essere, attraverso il terzo valico smistate sull'asse Est-Ovest, deve esistere l'intera opera.
Noi abbiamo sollecitato e richiamato il Governo a questo dato di fatto cioè che si sta parlando di un corridoio in parte realizzato, in parte in corso di realizzazione e in parte consistente da realizzare.
Non dimentichiamo che i nuovi paesi dell'Unione Europea, con i due nuovi che arriveranno (Bulgaria e Romania), hanno tassi di sviluppo elevati (3-4%), cioè sono nella fase di reindustrializzazione e di crescita economica e vedranno aumentare fortemente i loro scambi con l'Europa occidentale.
Questi scambi possono passare a nord o a sud delle Alpi. Mi pare che il Presidente Prodi abbia detto con chiarezza che devono passare a sud altrimenti il nostro paese sarebbe tagliato fuori, ma anche se, per ipotesi, fosse realizzata la Torino-Lione, non potrebbero passare se non esistesse nella Pianura Padana il grande asse.
La ragione per cui tutti siamo intervenuti è per richiamare l'unitarietà di progettazione e di finanziamento, che devono essere mantenute. Anche sotto questo aspetto le aziende che operano su cantieri di queste dimensioni non sono molte in Europa. Quando si costituisce una competenza di persone, di tecnici e di ingegneri, non può essere abbandonata a se stessa per mesi e mesi se per un anno si interrompono i cantieri e poi si riaprono.
Sappiamo tutti che questo crea gravi danni all'organizzazione delle imprese stesse ed ai lavoratori, che si ritrovano senza lavoro. Quindi, la regolarità e la continuità della progettazione degli appalti, come anche della realizzazione delle opere, è un fatto prioritario per il buon funzionamento dell'economia.
Questi sono gli aspetti che abbiamo voluto ricordare con l'appello al Governo dei Presidenti delle Regioni attraversate da quest'opera.
Mi risulta che Rhône-Alpes abbia avviato la raccolta delle firme su un appello più largo, che non riguarda solo le Regioni italiane, ma tutte le Regioni attraversate dal Corridoio 5, a partire dalla Regione di Lisbona fino a quelle dei paesi dell'Est europeo, in modo da segnalare l'importanza che in tutti i territori attraversati da questo corridoio le opere vadano avanti perché, mentre in Francia e in parte anche in Spagna ciò sta avvenendo, nell'Est europeo sono ancora in stato di progettazione.
chiaro a tutti che l'obiettivo è raggiungere i paesi dell'Est, perch sono quelli ad avere in questo momento maggiore bisogno di collegamenti con i paesi dell'Unione Europea. Ovviamente, quelli del Nord avranno altri percorsi, che fanno parte dei corridoi studiati dall'Unione Europea. Il nostro - il cosiddetto Corridoio 5 - consentirà il collegamento di merci e passeggeri nell'Unione Europea del Sud.
Man mano che l'Europa si allarga, bisogna compattare i tempi, perch altrimenti, diventerà sempre più difficile realizzare l'unificazione economica.
Queste sono le considerazioni che abbiamo espresso e che esporremo nuovamente al Governo. Per il resto, in termini di eventi, non ho nulla da segnalare, se non il fatto che in data 4 luglio è prevista la CIG a Lione.
Io sarò presente, dal momento che mi era stato chiesto da tempo dagli amici di Rhône-Alpes di presenziare alla seduta, perché sarà il momento per fare il punto della situazione.
In quell'occasione, i rappresentanti del Governo dovranno evidentemente, esprimere ufficialmente la loro posizione.
Questa è la ragione per cui ho sollecitato gli incontri prima di questa scadenza.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Bresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Ringrazio, altresì, la Presidente Bresso per la relazione testé svolta.
Intendo dare atto alla Presidente di essersi mossa coerentemente con quanto aveva scritto nel suo programma.
Ciò che mi preoccupa, invece, è il fatto che, sia a livello governativo, sia a livello regionale, provinciale e comunale, non tutta la maggioranza che sostiene tali Enti sia d'accordo. A tal riguardo, abbiamo letto dichiarazioni totalmente contrarie rispetto a quanto la Presidente sosteneva, a partire dal livello governativo: mentre il Ministro Di Pietro ha ribadito, giustamente, che l'opera deve proseguire, il Ministro dei trasporti ha precisato che l'opera non si farà mai (vi è stata una dichiarazione in tal senso).
Anche a livello regionale abbiamo delle forze politiche che continuano a ribadire che l'Alta Capacità non si deve realizzare, non sarà oggetto delle azioni di questa legislatura e non si eseguiranno opere senza il consenso di alcuni partiti che sorreggono l'attuale maggioranza.
Come giustamente sottolineava la Presidente, questa è un'iniziativa a lotti, per cui man mano che gli altri lotti avanzano, impegnando cifre consistenti per le casse dello Stato (è indubitabile che la Torino-Novara sia costata molto, o ancora la Novara-Milano, i cui lavori sono attualmente in corso, o ancora la Milano-Brescia e verso il confine orientale), va da sé che l'opera debba essere considerata ormai un tutt'uno.
In questo caso, anche la discussione fra nord o sud delle Alpi diventa automatica: a sud sono già state realizzate molte tratte e altre sono in corso di realizzazione; a nord delle Alpi, invece, al momento non è in progettazione alcuna tratta, per cui sarebbe necessario partire da zero sprecando migliaia di milioni di euro per realizzare un percorso che, a quel punto, non servirebbe a niente senza gli sbocchi terminali verso Lione; perché, come sa bene la Presidente, da Lione verso Barcellona e Madrid alcune tratte sono già realizzate, altre sono in corso d'opera. Per quanto concerne la liaison dei Corridoio 5, da Lisbona a Kiev, nella parte centrale di questo asse - è vero che si è appena costituita la CIG per la parte orientale italiana - molti lotti sono già stati realizzati negli altri Paesi (altri sono attualmente in corso d'opera, altri ancora sono comunque, cantierabili a breve).
Ci preoccupa, invece, non vedere avanzamenti concreti a livello di progettazione sulla tratta Torino-Lione. Cosa intendo per "avanzamenti concreti"? Come tutti sanno, si dovevano effettuare dei sondaggi, nei quali si paventavano chissà quali risultati. Alcuni sono stati effettivamente realizzati (ricordo, tra l'altro, che è stato fatto un sondaggio "sotterraneo" in cui si diceva: "Vedrete che troverete chissà che cosa", ma alla fine la stessa ARPA ha dato altri risultati).
Facciamoli questi sondaggi: il mio stimolo è proprio nel farli! Lei sostiene, giustamente, che ne è stato fatto uno. Ma la debolezza che denuncio è proprio dovuta al fatto che è stato fatto un solo sondaggio.
Era stata richiesta, espressamente dalla Regione, una moratoria per un determinato periodo, proprio in virtù delle elezioni e delle Olimpiadi.
Vi era una serie di motivazioni per le quali non era opportuno passare dalle parole ai fatti, per cui si era deciso di confermare questa linea ma di richiedere una moratoria, dal momento che le elezioni o le Olimpiadi potevano creare turbolenze in questa fase.
Dal momento che le Olimpiadi sono terminate e le elezioni ormai sono superate, credo sia giunta l'ora di dare dei forti segnali sulla Torino Lione, che è il tratto più arretrato (siamo ancora nella fase dei sondaggi volti a capire esattamente che materiali si troveranno nelle montagne) rispetto a quelli citati prima. Andiamo avanti con i sondaggi, col tunnel di Venaus e con quant'altro per dimostrare una reale volontà di proseguire.
Posso altresì affermare - credo che questa sia una dichiarazione importante che qualora la Presidente ritenga di non avere una maggioranza, troverà da questo lato dell'Aula, sicuramente i voti che potrebbero mancarle dall'altra. Logicamente, lo faremo notare ai cittadini, perché riteniamo che l'interesse superiore della nostra Regione e del nostro Paese talvolta vada al di sopra della politica.
Denunciamo comunque l'incapacità di questa maggioranza di avere, su un tema così importante, la giusta coesione. Vi ricordo che questo è uno dei primi punti del programma della Presidente Bresso.



PRESIDENTE

Si sono iscritti ad intervenire molti Consiglieri, a cui daremo la parola rispettando, ovviamente, le composizioni e la dialettica tra i vari Gruppi.
Ai sensi del Regolamento sono previsti due minuti per ciascun intervento, ma abbiamo tollerato, come avete visto, tempi più lunghi, anche in ragione del fatto che mi pare di capire che vi sia un orientamento di discutere e votare, insieme a questo argomento, anche un ordine del giorno collegato, presentato dal Gruppo di Forza Italia.
L'intesa, dunque, pare essere quella di effettuare un'unica discussione, a seguito della quale arrivare alla votazione del documento finale.
Prego tutti i Consiglieri di attenersi ai tempi previsti.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Pichetto Fratin, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
La comunicazione della Presidente Bresso la definirei convincente.
Eravamo convinti delle tesi che avrebbe sostenuto e, da parte nostra abbiamo presentato un ordine del giorno a sostegno delle argomentazioni che la Presidente Bresso ha controfirmato con gli altri colleghi Presidenti delle Regioni del nord Italia.
chiaro che, però, di fronte al dibattito giornalistico che si sta sviluppando in questi giorni, ma non solo, non possiamo che manifestare la nostra preoccupazione, che non è tanto per le opinioni espresse da alcuni personaggi politici o da parte di opinioni singole, ma riguarda le opinioni espresse da parte di esponenti di Governo. Non avendo mai dichiarato di intervenire a titolo personale, si ritiene che le parole pronunciate dal sottosegretario Cento siano a nome del Governo, così come per alcune affermazioni da parte di Ministri. Speriamo vi sia stata l'omissione del "titolo personale" e, quindi, condividano la posizione espressa dalla Presidente Bresso, che ci auguriamo il Presidente del Consiglio Prodi assuma ed esprima, al di là dell'omissione nel Programma dell'Unione a livello nazionale, in quanto tale Programma non citava quest'opera.
Riteniamo che il miglior modo per confermare questa posizione sia la convocazione immediata di questo Tavolo dei Ministri, l'attivazione immediata dell'Osservatorio e l'avanzamento di tutte quelle che sono le azioni propedeutiche all'avvio vero e proprio del cantiere.
già stato detto nell'intervento che mi ha preceduto e, ormai, sono anni che si svolgono questi dibattiti in Aula, pertanto non mi dilungo nel voler esprimere quanto sia necessario nell'epoca in cui viviamo avere trasporti rapidi e collegamenti con gli altri Paesi che ci stanno vicini.
Non siamo più una società autarchica che può vivere nell'ambito dei propri confini seguendo modelli di autoconsumo. La globalizzazione e la scelta europea del nostro Paese, in cui sono convinto la maggioranza italiana creda molto, in quanto si gioca anche il futuro dei propri giovani comportano la necessità di essere collegati con quell'asse che taglia l'Unione Europea da est a ovest. Dall'altra parte, la stessa valutazione la dovremo fare sul terzo valico, quindi sul collegamento da sud a nord.
Per tutto questo, crediamo davvero sia giunto il momento per il Governo nazionale di prendere una posizione netta, pur con le dovute cautele, le verifiche, i sondaggi e il monitoraggio tecnico, con una scelta decisa e precisa. Se non ci fosse questa impressione di disagio non ci sarebbe l'iniziativa, ad esempio, di Rhône-Alpes, che, addirittura, chiede la firma dei Presidenti delle varie aree regionali, da Lisbona a Kiev, per superare quello che è un blocco nelle Alpi, in particolare nella parte sud delle Alpi. In questo momento, possiamo contare sulla solidarietà e l'impegno di tutte le Regioni dell'asse Lisbona-Kiev, proprio per le ragioni espresse dal collega Casoni, perché, dall'altra parte, a nord delle Alpi, non ci sono ancora progetti. Se perdessimo questa occasione, in questo momento rischieremmo davvero, come sistema Paese e come Regione Piemonte, centrale all'Europa, grazie a quest'opera, di essere tagliati fuori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Signor Presidente, svolgo solo una veloce premessa sull'ordine dei lavori, comprendendo il suo utile richiamo al rispetto dei tempi. Come lei sa, normalmente, salvo altra disposizione concordata, sono concessi a ciascun Consigliere due minuti, per chiarimento o dibattito, a seguito di comunicazione della Giunta. Noi abbiamo proposto che solo alcuni Consiglieri del nostro Gruppo intervengano, nel caso specifico saranno quattro. Siccome due per dieci fa venti e cinque per quattro fa venti, non vorremmo essere inutilmente richiamati a un rispetto di cui ci facciamo carico per primi, avendone uno molto profondo per i lavori di questo Consiglio.
Presidente Bresso, il suo intervento mi ha sorpreso e, per alcuni aspetti, sconcertato.
Iniziamo dalla sorpresa: non vorrei più sentir chiedere in quest'Aula se abbiamo letto i giornali, perché ciascuno di noi lo fa se lo ritiene opportuno, quando ne ha voglia e per propria documentazione. Non credo che lo scopo dei Consiglieri, per lo meno non nella nostra interpretazione, sia quello di diventare Consiglieri virtuali, che si documentano nella misura in cui lo ritengono opportuno e, qualora si siano documentati, disturbino il meno possibile l'iter dell'esecutivo.
Questo, eventualmente, è un problema della maggioranza, che lascio volentieri al dibattito, se e quando questo si verificherà.
La nostra modalità di lavoro da Consiglieri, oggi, di opposizione poi, quando sarà ora, eventualmente, se la democrazia lo vorrà, di nuovo Consiglieri di maggioranza - è pervasa da un profondo rispetto non soltanto della forma, ma anche della sostanza dei lavori d'Aula, alla quale compete il compito non piccolo di programmare il destino di questa Regione. Quindi vorrei che la cortesia che, in qualche modo, traspariva dalla sua disponibilità a comunicare, a fronte di successive riflessioni, venisse vissuta non soltanto come atto dovuto, ma anche come momento in cui la Presidenza, quale organo di sintesi di una Giunta, decide in quale misura l'Aula, che è un'Aula legislativa, possa o meno essere strumento delle volontà, delle proposte e, perché no, delle decisioni della Giunta, in particolare in un caso importante come questo, nel quale non entro nel merito perché crediamo che tutti ne siano particolarmente informati.
Oggi, dal nostro punto di vista - qui nasce un "filino" di sconcerto riteniamo la posizione della realizzazione dell'Alta Capacità estremamente a rischio e questa valutazione è per noi di estrema preoccupazione non in sede politica, ma in sede di appartenenza a questa collettività.
La preoccupazione non è unicamente politica: oltre alla progressiva assenza di alibi o di ragioni attinenti ad altri Enti o a percorsi precedenti, oggi, mi pare rimangano in campo le eventuali latitanze di RFI ed eventuali ritardi di Tavoli, siano stati essi deliberati o meno dal precedente Governo, e qui alludo all'Osservatorio del Presidente Virano. Le ragioni dell'assenza delle decisioni riguardano i tempi e le responsabilità politiche e, a mio avviso, sono sempre meno facilmente riconducibili all'esterno di quest'Aula, di questa Giunta e di questa Amministrazione.
Rimangono altissime le nostre preoccupazioni - per carità, anche con una certa soddisfazione politica - circa le enormi fibrillazioni che le maggioranze di centrosinistra ovunque ubicate hanno su questo tema e, in genere, relativamente alle infrastrutture. Però, queste preoccupazioni, che possono anche tranquillizzare chi vede il tanto peggio tanto meglio e fra quattro anni ricominciamo, purtroppo, non tranquillizzano chi, come me, non ritiene che il Piemonte possa sopportare questa situazione.
Allora, da un lato, la invitiamo, conformemente alla sostanza del suo programma elettorale - io credo anche alle sue convinzioni personali - a fare tutto ciò che le è possibile - e ne ha gli strumenti - perché l'Alta Capacità diventi una realizzazione indispensabile, per le ragioni che lei stessa conosce almeno quanto me, per il Piemonte di oggi, ma, soprattutto per quello di domani.
Riteniamo, purtroppo per lei, che necessiterà di un aiuto. Per quanto ci riguarda, il nostro sostegno non è rivolto né a lei né al centrosinistra, bensì ai piemontesi. Aiuteremo volentieri perché era una nostra convinzione di ieri, che rimane anche oggi, indipendentemente da fratture politiche. Non ci basterebbe vincere soltanto per questa che è una delle tante latitanze che l'attuale Amministrazione sta dimostrando nei primi tredici mesi del suo Governo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
L'UDC firmerà l'ordine del giorno presentato dal Gruppo di Forza Italia. Credo non ci sia molto da aggiungere, se non sottolineare la nostra posizione in generale sulle politiche delle infrastrutture della Regione Piemonte.
Siamo stati molte volte impegnati nella discussione sulla TAV e forse la maggioranza è stata un po' ammutolita da carenze che hanno influenzato le altre decisioni della Regione Piemonte sulle politiche infrastrutturali: l'assenza della Regione alla discussione sull'autostrada Asti-Cuneo; il debole confronto con le Ferrovie sul trasporto locale; le incertezze sul futuro dell'ARES; i ritardi nel finanziamento degli accordi di programma sottoscritti con le Province; la molto inadeguata attività dell'Assessorato ai trasporti sulla politica dei nodi della viabilità provinciale. Sono tutti segnali negativi che dimostrano la completa incertezza dell'attuale maggioranza sulle politiche dei trasporti e delle infrastrutture. Una situazione analoga si sta verificando anche a livello nazionale.
Era naturale e facile da prevedere che, con i Presidenti - lei in Regione e Prodi al Governo - che rincorrono i Ministri per cercare di trovare un accordo su questo o su quel tema che riguarda le infrastrutture accadesse qualcosa del genere.
Sulla vicenda della TAV le diamo atto di avere agito, negli ultimi giorni, con una maggiore determinazione. L'iniziativa intrapresa insieme agli altri Presidente delle Regioni del Nord è un fatto assolutamente positivo, che mette in evidenza una necessità. La esortiamo a proseguire su questa strada. Peraltro, l'intervista apparsa sul Corriere della Sera di oggi mette in evidenza un difficile rapporto con la rete ferroviaria italiana, da parte sua e della Regione Piemonte. Credo che sia tempo di riportare questa discussione su un livello di concertazione. Non è il caso di essere divisi su problemi di questo genere. Anche i ritardi sulla TAV sui sondaggi e il cantiere che viene chiuso, probabilmente chiariscono che non solo ci sarà un ritardo, ma sarà considerevole, quando invece tra pochi giorni dovremo dare risposte a livello...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Guida, ma chiedo ai colleghi Consiglieri di far cessare il brusio, altrimenti non si riesce ad ascoltare il collega Guida.



GUIDA Franco

Personalmente credo che faremo brutta figura se ci presenteremo all'Unione Europea senza avere una posizione chiara. Troppe volte il Governo Berlusconi è stato criticato per non aver saputo dare di sé una bella immagine all'estero. Certamente anche noi, con questa nuova maggioranza, non faremo di meglio, se sulle grandi questioni non sapremo esattamente cosa dovremo dire.
Occorre uscire dall'incertezza. Bisogna dare risposte chiare: sì o no.
In base alle risposte, ognuno prenderà le posizioni che riterrà opportune.
Anche per quanto riguarda la tutela delle popolazioni della Valle di Susa non credo che questa melina alla fine le possa soddisfare. Molti valsusini sono affidati al centrosinistra, però il centrosinistra non è capace di prendere una posizione chiara. Credo che occorra uscire da questa empasse che non può durare per i cinque anni del suo governo regionale, Presidente Bresso, perché alla fine potrà essere utilizzata anche per fini elettorali: ad alcuni, tipo noi, per dire che avete fatto poco, e a voi per continuare a dire che siete impegnati in una mediazione e in un tavolo di concertazione per andare incontro alle esigenze ambientali e quant'altro.
Le certezze devono essere garantite e, come ha scritto lei, i nodi risolti al più presto; occorre andare avanti con i sondaggi e la progettazione, in modo che i lavori possano partire dal 2010. Serve cioè sono parole sue - un cronoprogramma sicuro.
Una divagazione: mentre incontra il Sottosegretario Letta e il Ministro Di Pietro, chieda a loro che facciano il punto su altre questioni che riguardano il Piemonte. È il caso del tunnel del Colle di Tenda (è ormai arrivata la progettazione definitiva), per chiedere che quanto prima procedano al finanziamento e abbiano una posizione determinata alla prossima Conferenza intergovernativa. Tuttavia, la esorto soprattutto, a proposito dell'Asti-Cuneo, ad accertarsi - se il 28 giugno sarà già avvenuto tanto meglio - se il Ministro ha firmato l'omologazione della convenzione tra la società Asti-Cuneo S.p.a. e l'ANAS.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Interveniamo in questo dibattito, come Consiglieri di Forza Italia proprio per rimarcare l'attenzione che diamo al problema e l'importanza che gli attribuiamo.
Vorrei partire dall'affermazione iniziale della Presidente Bresso quando dichiara: "C'è poco da comunicare", dopo aver detto: "Ma non avete letto i giornali?", come rileva il collega Burzi.
Personalmente mi sarei aspettato una comunicazione più ampia, perché se dobbiamo prendere i giornali come punto di partenza, mi sembra che lì si parli di potenziamento della linea storica; del bilanciamento tra il trasporto su gomma e quello su rotaia; del medio termine dell'avvio dei lavori della TAV (o TAC che dir si voglia).
A questo punto dobbiamo, una volta per tutte in questa legislatura affermare che le linee fondamentali di indirizzo e le scelte di fondo si adottano in quest'Aula. Non possiamo passare la legislatura con una Giunta che si sottrae ad un confronto vero, approfondito e articolato in tutti i suoi aspetti, magari perché deve mettere al riparo rapporti interni alla maggioranza, dove con alcuni Gruppi hanno posizioni fortemente diversificate e la Presidente...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Cavallera. Per cortesia, colleghi, vi prego di consentire un po' di silenzio.



CAVALLERA Ugo

Poi la Presidente è molto precisa in tutte le articolazioni delle relazioni esterne. Peraltro, le riconosciamo una capacità, sotto questo profilo, che non è minimamente in discussione, ma noi riteniamo che debbano essere altre le questioni poste in Aula. Il problema è cosa diciamo noi piemontesi, cosa dice la Presidente della Giunta regionale quando va nei consessi nei quali è stata chiamata. Cosa può garantire? Quali impegni pu assumere? Quali tipi di rapporti politici e istituzionali intende intraprendere in direzione della Val di Susa e di tutte le altre realtà amministrative che qui hanno dei terminali politici? È inutile che ci diciate di sfogliare i giornali, colleghi della sinistra.
Legga pure, Presidente Bresso, non deve avere il mio permesso per sfogliare i giornali, ma lo dicevo per richiamare l'attenzione di tutti noi ad una questione di fronte alla quale non sfuggiamo.
Noi riteniamo di avere qualcosa da dire. Naturalmente si vuole affermare - e si è affermato - che non siamo stati in grado, nella precedente gestione, di portare la vicenda ad una maturazione tale che dovesse andare avanti senza più ostacoli. Ormai è la storia che lo dimostra e nessuno di noi vuole prendersi più meriti, o demeriti, a seconda dei punti di vista, di quelli necessari.
Qui si deve vedere la capacità, unità però alla volontà, di spendersi affinché venga attivato quello che, da un punto di vista politico, si afferma come obiettivo prioritario.
Ora, questa capacità non la sto vedendo. Qui siamo di fronte ad un tatticismo: preannunciare riunioni su riunioni e incontri su incontri. Mi auguro che ci vadano le persone giuste, perché ad un "Porta a Porta", o in una trasmissione del genere, ho sentito il Ministro Di Pietro affermare: "Io sono competente - per fortuna - degli impianti fissi, mentre la parte trasportistica e mobile è di competenza del Ministro Bianchi".
Meno male che sarà competente il Ministro Di Pietro. Non a caso la Presidente non ha richiamato il Ministro dei Trasporti, ma solo il Ministro delle Infrastrutture e dei Lavori pubblici. Lo conosco personalmente e lo ritengo senz'altro un Ministro idoneo ad affrontare le problematiche. Non è che noi vogliamo andare a giocare, non c'è nessuna elezione alle porte per andare a giocare in casa altrui.
arrivato il momento di fare il censimento di coloro che ci sono e che sono favorevoli a determinate soluzioni, con tutti i percorsi che è diritto e dovere di guidare da parte della Giunta regionale.
Vorrei ribadire una volta per tutte una cosa che abbiamo detto nei primi interventi dopo l'insediamento della Giunta. Abbiamo presentato ordini del giorno, si venga in Aula. Se l'Aula non è la sede giusta, si vada in Commissione, una volta per tutte, a portare il discorso sulle questioni essenziali, a partire da quale disegno ipotizza quest'onorevole Consiglio, da un punto di vista della pianificazione e della programmazione socio-economica, territoriale e infrastrutturale, come soluzione per risolvere i problemi del Corridoio 5, dello Stato italiano, della Regione Piemonte, degli abitanti della Val di Susa. Possibilmente è quasi un cerchio da quadrare, me ne rendo conto, ma è un problema da affrontare.Finché facciamo comunicati, ci destreggiamo nello slalom e in qualche modo sfuggiamo al confronto, non raggiungeremo mai nessun risultato. Ritengo che sarebbe un peccato non cogliere una disponibilità non faziosa e che non ha nessuna volta sotto la cella, e che viene ovviamente, al di là delle dovute polemiche o degli accenni che competono a questa parte dell'emiciclo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Vorrei esprimere tutta la mia preoccupazione e quella del mio Gruppo per la situazione politica che si sta creando attorno alla questione TAV.
Sappiamo che i Gruppi di estrema sinistra sono decisamente contrari alla realizzazione di questa nuova ferrovia e, purtroppo, questi Gruppi di estrema sinistra fanno parte indispensabile della maggioranza sia della Regione Piemonte, sia del nuovo Governo italiano.
Si sono già verificati, fino ad oggi, pesanti ritardi dovuti soprattutto alle gravi contestazioni accadute in Val di Susa, ma non vorrei che questi ritardi continuassero ad allargarsi ancora di più proprio con la nuova situazione politica che si è creata. Rischieremmo, infatti, di trovarci su un Corridoio 5 che parte da Lisbona e arriva a Kiev, unendo l'Europa dell'Est con l'Europa dell'Ovest, e che viene troncato all'incirca a metà percorso a causa di gravissime carenze infrastrutturali.
Una cosa sta sfuggendo ai più: le carenze della vecchia linea ferroviaria. Ho sentito parlare di previsioni a seguito delle ristrutturazioni in corso (questa linea è già ristrutturata ed è già stata modificata più volte) che mi sembrano inattendibili. Infatti, questa linea costruita nell'Ottocento e raddoppiata circa trent'anni fa, ha delle gravissime carenze infrastrutturali, cioè dei livelli di salita ormai non più ammissibili, delle curve con raggio strettissimo e i binari di precedenza delle stazioni con una lunghezza ridotta. Le livellette e le salite comportano dei gravi limiti al tonnellaggio dei treni. In doppia trazione su questa linea i treni possono arrivare a 1.150 tonnellate quando in semplice trazione su linee normali possono tranquillamente superare le duemila. Questo cosa significa? Che un treno merci, che arriva ad Orbassano trainato da una locomotiva, deve essere tagliato in due e continua con ogni mezzo o treno trainato da due locomotive. Una seconda limitazione in questo senso riguarda, appunto, la lunghezza dei binari di stazione, che è normalmente inferiore a quella dei treni merci. Pertanto concludo brevemente, lanciando quest'allarme: non illudiamoci che la vecchia linea possa dare quel servizio invece indispensabile in questo tratto, che è un punto chiave, un punto centrale mediano di tutto l'attraversamento est-ovest. Pertanto, i ritardi che si stanno accumulando sono pericolosissimi, perché arriveremo alla saturazione della vecchia linea senza ancora avere la nuova costruita, e non so cosa potrà succedere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

L'esordio simpatico della Presidente Bresso mi induce a fare un esordio altrettanto simpatico.
La Presidente Bresso ci ha quasi rimproverati di aver chiesto delle comunicazioni dicendo che basta leggere i giornali. Fortunatamente la mia edicola oggi era chiusa per turno di riposo, perché se avessi dovuto limitarmi alla lettura dell'articolo su La Stampa, firmato dall'autorevole giornalista Tropeano con il titolo "O TAV o tunnel", allora tutta questa certezza, qui enunciata, che la TAV la si vuole comunque fare, sarebbe completamente svanita nel nulla, perché stando a quest'articolo la TAV sembra essere quasi suggerita come alternativa al potenziamento dell'attuale tunnel ferroviario.
Anche su questo bisognerebbe un po' chiarire perché non si può andare sui giornali e lasciare trasparire queste due possibilità, un'alternativa all'altra, e poi in Aula dire che la TAV è prioritaria. Bisogna chiarire nel rispetto dei colleghi Consiglieri regionali, ma anche nel rispetto dell'opinione pubblica, qual è la posizione della Presidente Bresso, della sua Giunta e della sua maggioranza.
Il tunnel è un'alternativa alla TAV, la TAV è un'alternativa al tunnel? Diciamolo, perché probabilmente capiremo se stiamo discutendo di argomenti differenti.
Io credo che il richiamo allo stato dell'arte sia, purtroppo, un richiamo allo stato dell'arte povera, povera di decisioni. Uno stato dell'arte di precarietà.
Qui si continua da mesi a non chiarire qual è la posizione definitiva della Giunta regionale e di questa maggioranza consiliare. L'incertezza alla fine, provoca solamente confusione e, addirittura, un rallentamento e un rinvio di quelle decisioni che, paradossalmente andrebbero a ridurre l'inquinamento atmosferico e l'inquinamento del nostro territorio. Noto che non prendendo decisioni né trasferendo il sistema dei trasporti dei nostri autotreni su ferrovia, l'inquinamento continuerà a permanere molto forte così come evidenziano gli studi epidemiologici dell'ARPA. Per verificare il tasso di inquinamento lungo gli assi autostradali piemontesi, anche da un punto di vista cromatico vi spaventereste della differenza che c'è fra l'inquinamento atmosferico che colpisce gli assi autostradali rispetto a quelli ferroviari (decisamente inferiori).
Uno stato dell'arte precario che deve finire. Non ci sono più alibi.
Adesso l'osservatorio tecnico e il tavolo politico li aveva insediati il Governo Berlusconi, adesso non vorrei che si fossero sbagliati gli indirizzi perché il Sottosegretario alla Presidenza porta lo stesso cognome dei parenti di quello precedente, ma è chiaro che il colore politico di questa Giunta regionale e di questa maggioranza è uguale a quello che governa a livello nazionale. Quindi credo che incertezze e alibi a questo punto non debbano assolutamente più essere palesati. Come anche, da un punto di vista dei riscontri ambientali, gli studi dell'ARPA, almeno che si sconfessino gli stessi strumenti ed enti tecnico ausiliari della regione dal loro operato hanno evidenziato che non vi è traccia di amianto nei primi carotaggi e sondaggi. Pertanto, credo che la politica del tergiversare o del rinvio non sia assolutamente più possibile.
inutile che ci nascondiamo dietro a un dito: questa incertezza precarietà e indecisione nasconde un problema politico più profondo e complesso che attraversa l'attuale maggioranza consiliare. Allora, la questione della TAV potrebbe essere la prova del nove per la Giunta regionale, per la Presidente Bresso e per questa maggioranza consiliare per capire se la parte riformista di questa maggioranza riuscirà a prevalere sull'area più radicale che, fino ad oggi, l'ha attanagliata bloccata e fortemente condizionata. Noi staremo a vedere. Certo che i vostri cugini a Roma non fanno ben sperare. Le contraddizioni, le esternazioni di autorevoli esponenti come il Ministro dei trasporti e di altri esponenti di Rifondazione e dei Verdi, che hanno addirittura dichiarato che la TAV non si farà, ci fanno pensare purtroppo che questo periodo di confusione e di disordine politico-amministrativo permarrà ancora a lungo sul Piemonte.
Ci saranno dei momenti in cui non potrete più tergiversare e rinviare le decisioni e a quel punto non sarà non solo e non tanto l'Unione Europea quanto le popolazioni e il sistema economico dell'intero Piemonte a chiedervelo.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il primo giorno del Consiglio regionale, al suo insediamento, abbiamo iniziato i lavori della VIII legislatura parlando esattamente dello stesso tema. Certamente, perché è un tema che riguarda e interessa tutto il Nord Italia e l'economia soprattutto del Nord-Ovest della nostra nazione, quindi è corretto che su un tema simile ci si pronunci in più di un'occasione.
Credo, però, che vada fatta un po' di chiarezza, soprattutto in questo momento. È comprensibile che, nel periodo precedente alla campagna elettorale delle elezioni regionali o nel periodo immediatamente successivo e poi quello precedente alle elezioni politiche, si cerchi di tenere una posizione non voglio dire "cerchiobottista", ma che tenga conto della scadenza elettorale.
Per quanto ne possiamo dire, per chi svolge un ruolo di amministratore pubblico e per chi rappresenta un partito o dei partiti è invitabile che confrontandosi con gli appuntamenti elettorali non si possa fare a meno...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Vignale. Per cortesia, è estremamente difficile ascoltare, anche di qui, il Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Vede, io non credo sia estremamente difficile. Mi domando, arrivando alla quarta sessione di discussione sull'Alta Capacità, se qualcuno ha interesse a fare una riflessione che non sia quella delle posizioni che ognuno di noi ha (sì o no), oppure se ci sia un interesse a risolvere questa situazione o meglio, a dar corso ai cantieri.
Vedete, il mio intervento sarà abbastanza breve. Credo che di questo si debba parlare: passate le elezioni politiche, insediate precedentemente alla stessa Conferenza, le varie Commissioni (da quella Rivalta, a quella di Palazzo Chigi) c'è stato tutto un passaggio e tutta una serie di valutazioni in cui si sono incontrate le realtà locali, in cui abbiamo appreso che i dati che le varie agenzie pubbliche (l'ARPA ed altre) hanno dato e sono corrette. Vi è stato chi, in ogni occasione, si è permesso di smentire qualunque soggetto, sia esso rappresentante dell'Unione Europea dell'Agenzia per l'ambiente della Regione Piemonte o di altri soggetti ancora, ma in realtà lo faceva per convinzione politica aprioristica e non per i dati che venivano pubblicati.
Credo che questo sia il momento, e per questo annuncio che, come Gruppo di Alleanza Nazionale, presenteremo un ordine del giorno semplicissimo, di dire le cose come stanno e dire che cosa si vuole fare. Presidente, lei ricorderà che, molti anni fa, la Provincia di Torino da lei guidata fece una proposta alternativa o da studiare relativamente all'Alta Velocità. Noi dicevamo che già allora il tempo era verosimilmente scaduto, però si trattava di cinque o sei anni fa. Oggi, oggettivamente, il tempo è scaduto.
Credo che, oggi, un'Istituzione come la Regione Piemonte abbia la possibilità di dire due cose: sì o no. Dopodiché, si andrà a discutere o meglio, contestualmente si andrà a discutere di tutte le situazioni compensative che si possono realizzare in termini di potenziamento di servizi e di ricadute economiche sui territori. Questo è accaduto al Mugello: Giunte e amministrazioni comunali di centrosinistra hanno accettato il transito dell'Alta Velocità perché sono intervenute anche delle situazioni economiche compensative per le amministrazioni.
Noi presenteremo un ordine del giorno che invita la Presidente Bresso e la Giunta a sollecitare la ripresa dei lavori come da progetti approvati dalla Commissione intergovernativa. Non vi possono essere - secondo noi altre soluzioni. Su questo siamo ampiamente disponibili a ragionare con tutti i Gruppi consiliari di maggioranza e di opposizione che intendono far sì che l'opera si realizzi.
Non volendone fare una battaglia di bandiera, ma una battaglia per il Piemonte, credo che finalmente dovremo arrivare a una situazione di verità.
Perché i cittadini piemontesi, credo anche quelli italiani, fra le dichiarazioni governative divergenti, fra le dichiarazioni dei Governi regionali divergenti e quelle delle amministrazioni locali ancora assolutamente divergenti, non capiscono più nulla. La Regione dica se vuole o non vuole l'Alta Velocità così come i progetti sono stati presentati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Nastri; ne ha facoltà.



NASTRI Gaetano

Grazie, Presidente.
Quello che è accaduto nella Val di Susa dimostra che la condivisione di progettualità importanti per l'intera nazione sia un traguardo non ancora raggiunto. Il localismo ha trovato la forma di presentarsi come una realtà politica che si deve necessariamente confrontare con il potere centrale.
La Presidente Bresso sta cercando in tutti i modi di attuare quello che aveva detto qualche mese fa, non riesce però ad attuare quello che, secondo me, la Regione Piemonte oggi potrebbe fare. Il federalismo ormai è una cosa reale, quindi avrebbe tutte le competenze e prerogative per poterlo attuare. Il problema è che oggi c'è anche l'incapacità di trovare una posizione chiara e inconfutabile rispetto alla realizzazione dell'opera.
Troppo peso purtroppo - così come hanno detto poc'anzi altri colleghi hanno le componenti più estreme, quelle più fondamentaliste dell'ambiente.
La coalizione di centrosinistra si basa su un difficile equilibrio sia a livello regionale sia a livello nazionale. L'unico dialogo serio e costruttivo, e anche l'unico percorso che era stato portato avanti in questi mesi, è stato quello del centrodestra del Governo Berlusconi.
Quindi, l'unico Governo, che ha avuto e rappresentato il binario preferenziale, è quello di centrodestra.
Oggi, cosa sta accadendo? Accade che ci sono tante contraddizioni all'interno del centrosinistra. Abbiamo da una parte il Sottosegretario Cento, che dichiara che finché lui sarà al Governo, l'opera non sarà realizzata; dall'altra abbiamo il Ministro Di Pietro, che invece chiede che l'opera venga realizzata; da un'altra parte ancora vi è la Presidente Bresso - cui vanno i miei complimenti - che interviene dicendo che il Sottosegretario Cento ha perso l'occasione per tacere. Quindi, su questo sicuramente le faccio i miei complimenti.
Siamo di fronte sicuramente ad una spaccatura evidente nel Governo dell'Unione e nella Giunta della stessa Regione Piemonte: da una parte ci sono i moderati, che vedono la necessità di portare il paese a un livello di respiro europeo e di modernità, affiancati anche da una sinistra che deve pagare purtroppo il debito elettorale nei confronti dei poteri forti dell'economia e realizzare la TAV; dall'altra vi è una compagine molto marginale che non la vuole.
Queste persone preferirebbero, secondo me, che i trasporti avvenissero ancora sui carretti e con i cavalli, salvo poi nello stesso tempo scendere in piazza per manifestare se l'economia non tira come quella degli altri paesi.
Il progresso è possibile ed è un dovere attuarlo, senza passare sopra l'ambiente, perché di questo chiaramente abbiamo rispetto, ma in un reciproco vantaggio.
Purtroppo la Giunta, dal mio punto di vista, non ha la capacità e il coraggio di prendere una posizione forte e chiara a favore dell'ammodernamento del Piemonte. Quindi, il compito di questa Regione deve essere o doveva essere la capacità di spiegare i progetti, cercando di trovare il maggiore consenso tra tutte le comunità e dimostrando di sapere apparentemente sostenere la realizzazione di un'opera che, sicuramente riuscirà a offrire una ricaduta positiva.
Queste considerazioni sono sicuramente più calzanti per quanto riguarda il mio territorio, quindi il territorio novarese, Presidente Bresso, dove lei qualche mese fa è venuta a fare il suo tour.
Non dimentichiamoci che oggi la Provincia di Novara si trova ad essere baricentro transeuropeo, che è il luogo di intersezione tra la tratta Lisbona-Kiev e la tratta Genova-Rotterdam, e che in un domani - mi auguro prossimo - si potrà porre come esempio nello sviluppo dei trasporti verso il Mediterraneo.
Ritardando ulteriormente questo progetto si darebbe una possibilità sia alla Francia sia alla stessa Germania, che spingono per un'alternativa settentrionale nell'attuale tracciato del Corridoio 5.
Per questo ho chiesto - e lo richiederò anche oggi - un documento affinché il territorio novarese possa trovare una condivisione ed una concertazione in tutte le sue componenti istituzionali, produttive e anche sindacali, al fine di formulare e sottoscrivere proprio un protocollo di intesa che sostenga la realizzazione dell'opera attraverso una corretta valutazione dei rischi.
Quindi, sarebbe opportuno che si faccia chiarezza e, nello stesso tempo, chiedo formalmente sia al Governo e anche ai Ministri coinvolti una presa di posizione chiara, per mettersi una buona volta d'accordo e dire di sì alla TAV.
L'atto di coraggio che si chiede a tutto il Consiglio è di predisporre un ordine del giorno approvato all'unanimità per realizzare la TAV.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Ringrazio innanzitutto la Presidente Bresso e i colleghi per la franchezza e l'onestà intellettuale con cui si sta affrontando questo dibattito su un argomento estremamente importante per la vita non solo dei piemontesi, ma di moltissimi italiani.
Vorrei però che non fosse l'unico argomento di cui la Regione si deve occupare nei prossimi quattro anni. Infatti, l'invito che il mio Gruppo rivolge alla Presidente Bresso e alla maggioranza è di prendere la decisione in tempi rapidi, perché credo che non sia più procrastinabile n un'incertezza né un'ulteriore dilazione di quelle che devono essere delle decisioni ormai nette e irrevocabili.
Personalmente accetto anche una decisione opposta a quella che, ad esempio, i sottoscrittori dell'ordine del giorno n. 356, come degli altri due allegati, richiedono.
Credo che sia assolutamente corretto e ormai improcrastinabile il fatto che i cittadini debbano avere una risposta certa in merito a quanto si vuole fare con l'Alta Velocità.
Se c'è la volontà politica, e mi pare che una maggioranza politica ci sia e che sia netta e chiara in tutti gli Enti locali, in Regione (c'è una maggioranza dello stesso colore perfino al Governo nazionale), non vedo degli impedimenti, anche se so perfettamente quali sono le frizioni politiche che esistono all'interno di queste maggioranze, ma credo che i numeri per poterle superare esistono.
Credo che la Presidente Bresso sia stata chiara. La invito anche a procedere con la massima sollecitudine, anche perché c'è un aspetto dell'ordine del giorno n. 356 che vorrei ricordare. Nel terzo capoverso si ricorda che, entro il mese di giugno, la coordinatrice del progetto prioritario 6, Loyola de Palacio, avrebbe riferito alla Commissione Europea sull'avanzamento di tale corridoio, facendo una proposta per il suo cofinanziamento nell'ambito del budget europeo 2007-2013 per le reti transeuropee dei trasporti.
Ora, è evidente che se quest'opera la vogliamo fare, e il parere del sottoscritto è ovviamente positivo, tutto quello che in Europa ci pu aiutare affinché arrivino i finanziamenti adeguati per realizzarla meglio e il più brevemente possibile, non può che farci bene.
Perciò ritengo importante qualunque tipo di alto atteggiamento politico, sia dichiarazioni sui giornali di Sottosegretari, Viceministri o quant'altro, mentre atteggiamenti tentennanti da parte di importantissime e dignitosissime componenti politiche delle varie maggioranze che governano Comune, Provincia, Regione e Stato italiano sarebbero dannose e controproducenti in vista di un pronunciamento positivo da parte di quell'Europa che, tutto sommato, non ci chiede nient'altro che una coerenza di pensiero e di azione politica.
Quindi, il mio Gruppo richiede, possibilmente in tempi rapidissimi, a salvaguardia di tutto quello che anche giustamente le popolazioni locali richiedono, una definitiva decisione senza un punto di ritorno. Infatti non è più possibile continuare a perdere tempo parlando continuamente di TAV sì o TAV no, con tutto quello che vi è connesso.
Sono felicissimo delle dotte lezioni di molti colleghi ed abbiamo oggi anche sentito il collega Dutto che ci ha illuminati su molti aspetti tecnici di cui personalmente ero assolutamente ignaro - e di questo lo ringrazio - però credo che si debba andare avanti.
Ringrazio ancora la Presidente e le chiedo di procedere con la massima sollecitudine. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola per esprimere l'apprezzamento e la piena condivisioni delle dichiarazioni della Presidente Bresso, che sostiene peraltro da tempo, una posizione netta rispetto a tale questione esprimendo senza ambiguità la posizione della Regione Piemonte, così com'è avvenuto in passato, con la differenza di aver avviato, oggi, dopo l'insediamento di questa maggioranza, un confronto con il territorio che senza cedimenti sul piano programmatico, ha portato all'istituzione di un Osservatorio, da cui ci si attende la parola definitiva sull'avvio di un'opera così rilevante, in accordo coi i vari livelli interessati e coinvolti nella sua realizzazione.
Sottolineiamo come la capacità e la volontà di spendersi della Presidente sia fuori discussione e come la maggioranza l'abbia sempre sostenuta e credo allo stesso modo farà oggi, presentando un ordine del giorno sottoscritto da tutti i Gruppi di maggioranza.
Credo che oggi la Regione non possa fare nulla di più di quanto non abbia già fatto.



PRESIDENTE

Scusi, Presidente Ricca, se la interrompo.
Invito i colleghi Consiglieri a spostare fuori dall'Aula eventuali assembramenti, in maniera tale da consentire al collega Ricca di proseguire il suo intervento. Grazie.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
La Regione, come dicevo, oggi non deve fare nulla di più di quanto non abbia già fatto, da ultimo con la lettera sottoscritta dalla Presidente Bresso e da altri Presidenti di Regione del nord-ovest, sollecitando il Governo a prendere una posizione chiara sulla questione, e con la convocazione del tavolo politico e la conferma dell'architetto Virano a Presidente dell'Osservatorio, la necessità per il Governo di fugare ogni ambiguità, a cui devo dire contribuiscono anche avventate e assolutamente inopportune dichiarazioni che talvolta si susseguono. Richiediamo, quindi posizioni nette sul merito e atti che esprimano, senza incertezze e senza margini di ambiguità, soprattutto verso l'Unione Europea, la volontà del Governo di proseguire nella realizzazione di quest'opera, in concerto col territorio direttamente coinvolto.
Certamente auspichiamo che queste posizioni nette scaturiscano dai prossimi incontri con i rappresentati dell'Unione Europea, in particolare il 4 luglio con la Conferenza Intergovernativa, e si crei quella chiarezza necessaria affinché non si frappongano ulteriori ostacoli alla realizzazione di un'opera che riteniamo assolutamente utile per lo sviluppo del nostro Paese, e, in particolare, della nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Grazie, Presidente.
Assisto, in questo momento, alla proiezione di un film, che ha come attori Barcellona, Kiev, Torino e Milano. Questo collegamento, tuttavia ancora non si vede, perché Barcellona e Kiev sono distanti se non ci sarà questo trait d'union che ci permetterà di arrivare alla chiusura di questo tratto. Dicevamo, dunque, che ci sono gli attori, ma manca il titolo. E quale potrebbe essere tra questi? Sogno, utopia o realtà? Presidente, è lei che dovrà stabilirlo. Lei dovrà essere così forte da portare avanti una maggioranza che ancora non le dà la certezza di poter portare a termine la convinzione che ancora stamattina ha espresso.
Sappiamo benissimo che bisogna essere molto seri in questa decisione perché, altrimenti, questo "passaggio" sarà spostato a nord delle Alpi: questa scelta rappresenterebbe, per noi, una "tragedia commerciale". E l'Europa non crederà più, ad un certo punto, a quella parte d'Italia - che definisco Padania - che dev'essere attraversata da questa tratta.
Bisogna essere molto seri, perché se l'Europa non ci riconoscerà il titolo per poter portare a termine questo tratto, potremo avere delle ripercussioni anche sull'altro corridoio, quello che da sud va verso nord (altro corridoio importante dal punto di vista commerciale).
In questo momento, stiamo assistendo a dei giochi di parte. I macchinari sono stati portati via dalla Val di Susa, per cui ci chiediamo come verranno fatti i carotaggi: con la paletta, forse? A questo punto, vorrei saperlo, perché se sono necessari questi carotaggi e qui stiamo discutendo di un ordine del giorno dove ne è prevista l'attuazione, nel più breve tempo possibile, di tavoli politici e tecnici, nonché l'attivazione dell'Osservatorio a seguito degli accordi, ma ciò che realmente serve sono le decisioni che consentano di trovare soluzioni efficaci. Presidente, questo è compito suo: dovrà dare una sferzata alla sua maggioranza affinché si possa giungere ad una certezza perché siamo stanchi della situazione.
Voi pensate che tutti gli altri paesi o i cittadini del Piemonte o della Lombardia che saranno attraversati da questa tratta non hanno subito dei disagi? A Novara, c'è gente che ha dovuto abbandonare la casa per l'Alta Velocità (lautamente pagati, per carità, da RFI).
Non possiamo accettare il fatto che una valle condizioni così tanto i passaggi di questa linea, perché precluderebbe tutta l'Europa e non potremo avere una definizione di questa linea.
Credete, forse, che le altre popolazioni interessate dalla TAV non siano state toccate? Il territorio delle mie zone - Novara - non mi pare così bello: ciononostante, pur di realizzare questa tratta, sono state accettate le stesse condizioni.
Allora, si faccia un passo in avanti e si vada da queste popolazioni dando loro delle certezze su questi carotaggi. Tra l'altro, in questo momento non vedo neanche come potrebbero essere attuati, dal momento che i macchinari hanno lasciato Venaus.
Chiedo che questi tavoli siano attivati velocemente - e non "al più presto possibile" - e anche in un certo modo, perché, per fare una battuta conosco un buon falegname a Novara che di tavoli, se volete, ne può fare quanti volete, senza però arrivare alla risoluzione del problema! Presidente, la verità è che in questo momento la sua maggioranza non sa fare delle scelte e non ha il coraggio di prendere delle decisioni, per cui ci troviamo in una situazione di impasse e temo che fra quattro anni non saremo ancora arrivati ad una soluzione che ci potrà dare la certezza di un passaggio della linea ad Alta Velocità nelle zone che a noi interessano con un deperimento a livello commerciale che, nel Nord Italia, avrebbe potuto rappresentare un rilancio dell'economia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Signor Presidente, intervengo molto velocemente per ribadire che noi condividiamo l'attenzione con la quale la Presidente Bresso, oggi, ha descritto la situazione che stiamo affrontando. La vicenda TAV non è un elastico che si tira e si contrae a seconda del caso. È un percorso che ha avuto parecchi ostacoli, che abbiamo superato con intelligenza e capacità riaprendo un dialogo, che non era scontato, con la popolazione della Valle e con le istituzioni locali (i Sindaci e le Comunità montane della Valle).
Noi Governo regionale abbiamo sollecitato la definizione di due Tavoli, uno politico e uno tecnico, per la discussione circa il merito stesso dell'opera, sia da un punto di vista dell'impatto economico, sia da un punto di vista dell'impatto sociale, ma, soprattutto, relativamente al valore strategico di quest'opera, oltre che, ovviamente, per una valutazione di tipo tecnico-scientifico sulla fattibilità stessa dell'opera.
Quindi, si tratta di un percorso che è stato definito, che ha i suoi tempi e ha il suo sviluppo, che noi, molto semplicemente, dobbiamo rispettare, perché lo abbiamo definito insieme: voi prima eravate maggioranza di Governo, adesso, da minoranza, in qualche modo, dovete permettere che quanto abbiamo deciso tutti insieme, per una volta, si possa in qualche modo svolgere compiutamente.
Allora, non soffiamo sul fuoco da nessuna parte, non buttiamo benzina non ce n'è bisogno, troppe volte abbiamo dovuto correre ai ripari per evitare che una discussione finisse in tragedia. Abbiamo la necessità, con grande maturità politica da parte di tutti, di agevolare questo percorso di confronto e di avvicinamento tra le popolazioni della Valle e la politica la politica regionale e la politica nazionale. Abbiamo la necessità che il dibattito rispetto a quell'opera si svolga non solo sulla base di conoscenze scientifiche e tecnologiche, ma anche sulla base di ragionamenti macroeconomici rispetto a ciò che può comportare e, soprattutto, ciò che comporterà, eventualmente, la costruzione di quell'opera.
un dibattito che si sta svolgendo in modo molto serio, relativamente al quale la nostra Presidente sta svolgendo un ruolo importante nel definire le dinamiche che tengano insieme tutti gli interessi, in cui ognuno di noi deve fare la propria parte, innanzitutto senza alimentare o scatenare il confronto e lo scontro tra la politica regionale e nazionale le popolazioni e le istituzioni di quella Valle.
Noi abbiamo sempre detto in modo assolutamente lineare e trasparente che nutriamo grandi dubbi rispetto a quel tipo di progetto. Siamo contrari a quel tipo di progetto, ma non per questo ci rifiutiamo e ritiriamo la nostra disponibilità al dialogo e al confronto. Chiediamo a tutti responsabilmente, da moderati - noi non lo siamo, voi lo siete - di partecipare in modo compiuto e concreto, in modo anche pragmatico, alla definizione di un terreno unitario che leghi gli interessi e non spezzi non divida e non allontani i piemontesi rispetto alle priorità che tutti quanti noi ci diamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deambrogio.



DEAMBROGIO Alberto

Signor Presidente, intervengo anch'io molto brevemente.
Questa mattina, giustamente, la Presidente Bresso ha parlato di Corridoio 5. Guardate, nessuno, neanche chi in Val di Susa in questi mesi si è opposto con determinazione al progetto della TAV-TAC così come lo conosciamo, è contrario al Corridoio 5. Credo che questo collegamento, così come altri che, in qualche modo, ci collegano ad altri Paesi europei e anche ad altre zone del nostro Paese, sia determinante.
Come già ha detto il Consigliere Robotti, oggi più che mai c'è bisogno di dare tempo al tempo per esperire tutti i passaggi che, fortunatamente credo, sono avvenuti con il contributo determinante anche del cambiamento di Governo a livello nazionale. Sì, c'è stata una variazione, c'è stato un salto dal punto di vista dell'approccio generale.
Badate, quello che è successo ieri con lo smantellamento del cantiere di Venaus non è semplicemente un simbolo, lo è anche, ma, da un certo punto di vista, segna il cambiamento di clima e di approccio complessivo a questo problema. Si è scelta un'altra strada, quella del confronto democratico. Si è scelto di togliere di mezzo anche alcuni elementi che, da questo punto di vista, hanno potentemente inquinato il dibattito.
Il programma di questo Governo a livello nazionale dice cose molto chiare: per un'opera come questa e per opere simili a questa va semplicemente ripresa tutta la discussione che la legge obiettivo aveva completamente oscurato. D'altro canto, dice che per opere come questa va valutato attentamente quello che è il rapporto tra costi e benefici e ultimo, ma non ultimo per importanza, dice che il coinvolgimento delle popolazioni locali non è un optional.
Vedete, si può dire che ci sono delle minoranze che impediscono un progetto, ma ci si deve anche chiedere cosa oggi sia diventata la democrazia. Se oggi c'è chi dice che la "sindrome nimbi" colpisce duramente la Val di Susa, si deve capire che di questa "sindrome nimbi" è piena l'intera Italia, perché il cortile è diventato molto grande. Quindi, ci si deve domandare che rapporto ci sia tra opere di questo genere e la vita di tutti i giorni di moltissime popolazioni.
Noi siamo affezionati a questo percorso, che riteniamo non solo di buon senso, ma di recupero complessivo di un atteggiamento democratico e anche di leggi che, finalmente, non gridino più "vendetta".
Concludo dicendo che si deve dare tempo al tempo. Badate, anche a livello europeo, se si va a vedere bene cosa sta succedendo, in particolare nel momento in cui si costruisce il bilancio europeo 2007-2013, che come molti di voi sapranno, anzi, tutti, non è ancora stato del tutto definito si osserva, per esempio, secondo dati ufficiali, anche di report dell'Unione europea, che i 20 miliardi stabiliti per tutti e trenta i progetti infrastrutturali a livello europeo, oggi, semplicemente, sono diventati sette miliardi da suddividere tra tutte e trenta queste opere.
Sarà difficile capire cosa si finanzia quando ci sono Paesi che hanno già cantieri aperti con opere realizzate all'80%. Quindi, perfino sul versante dei finanziamenti, credo che si debba procedere con un po' più di calma e capacità di analisi dei problemi.
Ritengo che quanto riferito questa mattina dalla Presidente sia importante, ha detto che ci sono dei percorsi da seguire. Penso - e invito anche la Presidente da questo punto di vista - sia opportuno seguire questi percorsi senza volontà di accelerazione. Questi percorsi sono veri semplicemente se vengono esperiti fino in fondo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Signor Presidente, ormai sono trascorsi 14 mesi dal nostro insediamento, è da allora che si parla di Alta Velocità e la Giunta Bresso è arrivata a dire che la Giunta precedente aveva mal lavorato, aveva agito in modo affrettato, non aveva fatto i colloqui e non aveva preso contatti con il territorio.
Oggi, vorrei chiedere cosa è stato fatto in questi 14 mesi. Siamo ancora qui che leggiamo la costituzione di Tavoli tecnici di confronto e di democrazia. Ritengo che la passata Giunta non abbia mancato di questo, ha preso i contatti con tutti e ha tenuto conto di una cosa molto importante: il tempo è denaro, più passa il tempo e meno vi è possibilità di finire dando una svolta a questo territorio, che il collega Monteggia chiamava Padania e che noi, comunemente, invece, chiamiamo Italia, perché abbiamo un'ottica leggermente diversa.
Questa parte dell'Italia, nella fattispecie Torino, ha subito in questi anni una grossa crisi determinata dall'indotto FIAT e da una serie di altre motivazioni. La Giunta Ghigo ha cercato di dare un impulso con l'Alta Velocità, il Governo si è adeguato, ha trovato misure di legge che permettessero di sveltire il tutto. Ora si dice che tutto quello che è stato fatto è male.
Cosa dovremmo dire a tutti gli abitanti degli altri territori in cui si è lavorato, si è costruito, si è fatto, in cui si sono anche subiti notevoli disagi ambientali e di trasporto, per potere realizzare quest'opera? Cosa dovremo dire ai vostri compagni del nostro territorio che hanno votato a favore dell'Alta Velocità, credendo di dare una mano a tutto il territorio, anche alle popolazioni della Val di Susa, che sicuramente non potranno che avere dei benefici da quest'opera.
Quando la Presidente Bresso si insediò in questo Consiglio regionale ci disse che l'Alta Velocità sarebbe stata realizzata; ma non ci disse quando sarebbe stata realizzata. Questa è una delle domande che le pongo Presidente Bresso. Bisogna capire quando si vuole realizzare quest'opera.
Va bene continuare ad aspettare e ad utilizzare gli strumenti della consultazione democratica - altrimenti non saremmo in questo consesso - ma occorrerebbe un po' di decisionismo. In questo momento, temiamo di arrivare al punto in cui si rischia di perdere i fondi e di lasciare questa parte del Piemonte, la zona di Torino, separata dal Corridoio 5, separata dall'Alta Velocità e allontanata da un futuro che tutti, con l'Alta Velocità, ci saremmo auspicati e che oggi ancora non vediamo arrivare.
Presidente, anticipando una mozione che presenteremo, mi permetto di porle una domanda: quali sono le sue vere intenzioni? La Giunta Bresso ha intenzione di velocizzare quest'opera? Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Grazie, Presidente.
Anche noi ribadiamo, alla luce del dibattito odierno, cose già dette.
Tre brevi considerazioni a sostegno dell'indicazione del percorso che la Presidente Bresso ha illustrato questa mattina.
A un anno dall'insediamento della Giunta, credo che quello di oggi sia il quinto dibattito sul tema. Non è la prima volta che ne discutiamo e non sarà certamente l'ultima, perché è una questione complessa che, come diceva la Presidente Bresso questa mattina, ha bisogno di essere seguita passo dopo passo. Utili, a mio avviso, sono stati i passaggi fatti e approfonditi questa mattina, perché ritengo che chiarifichino, al di là dei reportage giornalistici, la situazione che c'è ad oggi e, soprattutto, definiscono i compiti e le decisioni a cui sono chiamati i diversi livelli istituzionali.
Non è un caso che questa mattina la Presidente richiamasse le responsabilità del Governo precedente e del Governo attuale sulla questione.
Primo punto. Riteniamo che nei prossimi mesi debba essere perseguito il percorso indicato dalla Presidente Bresso. Peraltro, ricordo che è un percorso condiviso anche dall'amministrazione provinciale di Torino e dall'amministrazione comunale di Torino.
Si è ritenuto, in modo condiviso, al di là delle parti politiche che ciascuno di noi rappresenta, di attivare un tavolo politico (riunitosi una volta con il precedente Governo in carica) e un Osservatorio tecnico.
Questi due strumenti devono essere rapidamente attivati e resi funzionanti.
Essendo previsto il 4 luglio, se non ho capito male, l'incontro tra il Governo italiano e il Governo francese, sarebbe utile e necessario riunire il tavolo politico prima di quella data, per verificare la situazione e lo stato dell'arte.
Noi sollecitiamo, condividendo le indicazioni della Presidente, che rapidamente venga riunito sia il Tavolo politico sia l'Osservatorio istituito, altrimenti non si capirebbe per quali ragioni tutti abbiamo condiviso la messa in campo di questi strumenti.
La seconda questione che voglio sottolineare e che i colleghi Robotti e Deambrogio hanno già sottolineato - condivido parte dei loro ragionamenti riguarda il rapporto con le amministrazioni e con le popolazioni locali. Se ci troviamo in tali difficoltà è anche perché in anni e tempi precedenti questo rapporto è stato gestito in un certo modo.
Oggi tutti comprendiamo che l'opera può fare concreti passi in avanti solo ricercando elementi di concertazione e di compensazione con le amministrazioni locali e le popolazioni locali.
In ultimo, per quanto riguarda il nostro Gruppo (ma credo non ci siano mai stati dubbi sul punto), ribadiamo la necessità, in termini prioritari della realizzazione di quest'opera.
Bene hanno fatto i Presidenti delle Regioni del Nord a sollecitare il Governo con quella lettera, non tanto sul tronco Torino-Lione, quanto su tutto il Corridoio 5. Ricordo che c'è una parte della nostra Regione, in particolare il territorio tra Torino e Novara, dove la linea ad Alta Velocità è già operante; ovviamente in questa fase è sottoutilizzata e percorsa solo da qualche treno passeggeri e non invece da treni merci scopo principale per cui è stata concepita. Anche per questa ragione, non possiamo lasciare quest'opera incompleta.
Queste sono le tre ragioni che ci permettiamo di evidenziare e di sottolineare in questo Consiglio, ribadendo la condivisione per il percorso illustrato dalla Presidente questa mattina.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Intervengo rapidamente perché alcuni colleghi che mi hanno preceduto hanno espresso opinioni da me condivise.
Ho molto apprezzato l'intervento della Presidente Bresso per l'equilibrio che ha dimostrato, a fronte di una proposta di discussione che, personalmente, giudico strumentale.
Il Consigliere Bizjak ha ricordato che è già la quinta volta che discutiamo di TAV. Rammento che nella precedente legislatura gli abitanti della Valle erano dovuti venire in Consiglio a sollecitasse la discussione sulla TAV. Quando sui giornali la Presidente Mercedes Bresso dichiara che occorrerà intervenire sulla linea storica, non posso dimenticare che rispondendo ad una mia interrogazione, l'allora Assessore Casoni aveva detto che la linea storica si sarebbe pensata solo dopo aver realizzato la TAV.
Credo che da parte di chi oggi ci sollecita questa discussione, cui noi abbiamo giustamente risposto, ci sia un approccio strumentale. Chi ci chiede questa discussione non può ignorare o dimenticare tutti problemi sollevati dagli abitanti della Valle - e che solleviamo noi come ambientalisti - sulla necessità di realizzare un'opera, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e strutturale. Chi oggi sostiene quest'opera si troverà davanti alcuni problemi creati dal precedente Governo della Regione, assieme al precedente Governo Berlusconi. Mi riferisco alla legge obiettivo. Tale legge, superando il confronto con le popolazioni, doveva accelerare i lavori. Nei fatti li ha rallentati ingenerando una dissennata gestione economica che ha lasciato le casse dello Stato con il pesante buco che tutti abbiamo rilevato e che aggiunge a tutti i problemi che noi vediamo in quest'opera, anche la difficoltà di reperire risorse, visto è noto che l'Europa interverrebbe solo fino ad un certo punto.
L'ordine del giorno proposto da parte della maggioranza rappresenta la realtà, anche perché, come è stato ricordato, la nostra coalizione arriva da un confronto elettorale, a livello nazionale, nel quale erano contenute precise indicazioni su modalità, tempi e procedure da seguire per quanto riguarda le grandi opere grandi che, ricordiamo, non si limitano solo, per quanto ci riguarda, ai problemi della Val Susa, ma riguardano tutta una serie di opere, di pesanti interventi sul territorio che secondo noi vanno affrontate esattamente nei modi e nei tempi come previsto dall'accordo nazionale.



PICHETTO FRATIN GILBERTO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Anch'io non posso fare altro che sottolineare la condivisione delle dichiarazioni fatte dalla Presidente Bresso. Del resto la Presidente questa mattina ha ribadito la posizione ormai nota di questa maggioranza e della Giunta regionale, rispetto ad un'opera importante per lo sviluppo dell'Italia e del Piemonte.
Nel ribadire la condivisione vorrei sottolineare alcune questioni. a prima è che proprio il ruolo della Regione ha impedito la rottura del dialogo nei mesi scorsi e la linea seguita anche questa mattina dalla Presidente va proprio in quella direzione. Credo che da questo punto di vista abbiamo svolto un'opera importante essenziale. Fare in modo che il dialogo tra le istituzioni regionali e nazionali e locali e la popolazione non arrivasse ad una rottura irreparabile.
Credo che questo ruolo sia stato riconosciuto anche dagli stessi cittadini della Valle di Susa e dalle istituzioni della Valle, anche grazie a questo impegno si è arrivati alla costituzione. Una costituzione condivisa tra tutte le istituzioni di quei tavoli importanti che oggi auspichiamo tornino presto a riunirsi.
Credo anche che se c'è un ruolo della Regione che è quello di fare in modo che si ritorni a discutere sui tavoli politici tecnici e osservatorio credo che ci sia anche un ruolo preciso da parte del Governo nazionale, per fare in modo che l'Italia si partecipe insieme ad altri Paesi a questo disegno di sviluppo, per quanto riguarda i trasporti e il cosiddetto punto corridoio cinque.
Credo anche che bisogna fare in modo che il governo deve lavorare in questa direzione perché si possa arrivare nel più breve tempo possibile, so che questo non è condiviso dall'attuale minoranza, arrivare al superamento della cosiddetta legge obiettivo, che secondo noi è astato un ostacolo al dialogo, alla partecipazione, naturalmente la vostra opinione è differente dalla mia, perché ha ritenuto e ritiene che la legge obiettivo poteva accelerare la realizzazione di queste opere, così non è stato e noi crediamo che superando la legge obiettivo si una cosa che vada fatta nel più breve tempo possibile.
Credo anche che in questa discussione non vada dimenticata la difficoltà che oggi noi abbiamo a reperire risorse da destinare alla realizzazione delle grandi infrastrutture. È un aspetto da non sottovalutare. C'è una difficoltà generale del paese e lo stato della finanza pubblica è tale per cui noi dobbiamo riflettere davvero quali sono le nostre priorità anche nel campo infrastrutturali. Ecco perché ritengo che da questo punto di vista il ragionamento e il confronto tra le Regioni ( in questo caso le Regioni del Nord) e il Governo, nel definire quali sono le opere prioritarie, sia un elemento fondamentale. Il confronto aperto tra la Regione Piemonte, i Presidenti delle altre Regioni del nord, per definire queste priorità, credo che sia un aspetto importante, Mi auguro anche che queste priorità possano definirsi nel più breve tempo possibile e noi pensiamo che la realizzazione della Torino-Lione come di altre grandi opere, siano le priorità da realizzare, da individuare, nel nostro paese per le ragioni che sono state da molti questa mattina, ma questo problema delle risorse è un problema molto serio con il quale noi dovremo fare i conti, ma soprattutto, il Governo che si trova a gestire questa situazione economica e finanziaria molto difficile. Questi sono gli elementi che volevamo sottolineare nel ribadire la condivisione della linea espressa questa mattina dalla Presidente Bresso.



PRESIDENTE

Era l'ultimo intervento in merito alla comunicazione della Presidente Bresso. Gli interventi contenevano anche il dibattito sugli ordini del giorno presentati da diversi Gruppi. In merito agli ordini del giorno chiedo ai firmatari dell'ordine del giorno del 13 febbraio 2006 (del Gruppo di Forza Italia) se superato in quanto chiedeva espressamente l'inserimento dei programmi elettorali. Altrettanto sempre l'ordine del giorno del 26 aprile del 2006 sullo stesso tema che risulta superato dagli interventi di oggi.
In merito alle comunicazioni, do la parola alla Presidente della Giunta per la replica.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Non volevo fare una replica, ma solamente precisare alcune cose sul dibattito di ieri sulla linea storica. Ho precisato che la linea storica in particolare il miglioramento del traforo storico, è indispensabile perché il sistema possa funzionare da qui a quando ci sarà la nuova linea la quale contemporaneamente deve andare avanti nella progettazione e nella realizzazione. Ma in quella sede ho parlato della linea storica perch quello era il tema del dibattito; anzi, annoto che è molto preoccupante il fatto che ci siano dei ritardi così gravi. È vero che si lavora in condizioni difficili, ma erano note; secondo me c'è, quindi, una responsabilità delle ferrovie nei ritardi continui che si stanno accumulando.
Seconda annotazione: non c'è dubbio che ci sono dei ritardi, ribadisco ben suddivisi fra i vari Governi. Questo Governo magari ne produrrà di ulteriori, ma quelli che ci sono ad oggi sono responsabilità del passato certamente anche del Governo precedente.
Il Governo italiano e il Governo francese hanno avuto alternativamente, posizioni oscillanti, che hanno prodotto notevoli ritardi anche in momenti in cui le posizioni erano molto meno forti e violente.
Concordo che più il tempo passa più valutare opzioni alternative diventa difficile e che si parla di alternative possibili al momento.
Questo è un tema che emergerà bene al tavolo politico e poi nell'osservatorio tecnico che dovrà decidere esattamente ciò che è ancora modificabile e ciò che non lo è più in base ai trattati internazionali, fra cui quelli con la Francia.
La questione è complessa ed è per questo che serve avviare il più in fretta possibile il tavolo di confronto promesso in sequenza da due Governi di colore diverso, che quindi diventa indispensabile. Una volta che si decide di fare una cosa, prima la si fa e meglio è a mio avviso. Proprio per operare nella trasparenza e anche per avere un luogo dove chiarire le posizioni reciproche. Io di tavoli che procedono in maniera rapida non ne ho mai visti: anche questo dovrà semplicemente lavorare e mi auguro che tutti coloro che ne fanno parte vogliano mettere tutto l'impegno per lavorare sul serio e non per operare su continue schermaglie.
Anche per questo credo che il nostro dibattito non sia inutile, ma dovrà essere ripreso quando avremo chiari i tempi e le modalità con cui il lavoro del tavolo politico e dell'Osservatorio inizierà e le posizioni che il Governo dovrà assumere, da qui al 4 luglio, riguardo al rispetto degli accordi internazionali. È evidente che il 4 luglio alla CIG, in cui saranno rappresentati il Governo italiano e la Regione Piemonte, oltre che il Governo e la Regione francese, occorrerà un mandato a chi rappresenta il Governo italiano ad esprimere le posizioni.
Per questo ho accelerato, al di là della partenza formale del tavolo la richiesta di confronto con il Governo: per sollecitarlo ad avere chiarezza in questa prima fase, che è quella della CIG del 4 luglio.
Per il resto, vi terrò al corrente dell'evoluzione. Eventualmente, se il Presidente lo ritiene, se ne potrebbe anche discutere in Commissione.
Perché, trattandosi di dettagli tecnici, potrebbe essere utile avere un confronto in quella sede, in cui è più facile il dibattito.Il mio impegno quando ci saranno dei dati concreti, sarà quello di riferire al Consiglio o alla Commissione, a seconda di come si deciderà di fare.



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

Procediamo, come d'intesa con i Presidenti dei Gruppi, a porre in votazione i documenti presentati. Si tratta di tre ordini del giorno, che sono stati distribuiti.
Il primo ordine del giorno, il n. 356, inerente a "Sottoscrizione della lettera aperta inviata al Presidente del Consiglio e al Ministro delle Infrastrutture per la realizzazione della TAV", presentato dai Consiglieri Ferrero, Burzi, Cotto, Cavallera, Leo, Guida, Giovine e Nicotra avente come primo firmatario la Consigliera Ferrero, è stato emendato dai proponenti.
Emendamento al testo dell'ordine del giorno n. 356: dopo le parole "tutelare gli interessi" aggiungere le parole "del Piemonte nonché dell'intero Paese".
Pertanto, leggo ai Consiglieri il nuovo testo, perché avete ancora a mani il testo originario: dopo le parole "Il Consiglio regionale del Piemonte", il periodo successivo viene così modificato: "ricordando e ribadendo l'importanza di tutelare gli interessi del Piemonte nonch dell'intero Paese, sottoscrive interamente il documento di cui alle premesse".
La parola alla Presidente della Giunta regionale, Mercedes Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

A me non sembra necessario un parere della Giunta sugli ordini del giorno. La Giunta esprime un parere se lo desidera. Ovviamente, da sempre mi sento impegnata a sollecitare e promuovere, come ho già ricordato.
Quindi, nulla ho contro questo ordine del giorno. Per quanta riguarda la maggioranza, voti come vuole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 356, inerente a "Sottoscrizione della lettera aperta inviata al Presidente del Consiglio e al Ministro delle Infrastrutture per la realizzazione della TAV" presentato dai Consiglieri Ferrero, Burzi, Cotto, Cavallera, Leo, Guida Giovine e Nicotra come emendato, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale appreso che la Presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, hanno inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro per le Infrastrutture, una lettera aperta con cui si sollecita la realizzazione della linea ad Alta Velocità considerato che con detta lettera si richiede "sia predisposto al più presto il calendario della messa in opera del progetto, rispettando le linee guida che emergeranno dai lavori dell'Osservatorio", il dettaglio delle "necessità finanziarie del progetto per il periodo 2007-2013, con espliciti impegni di pagamento secondo un ripartizione annuale", la predisposizione di "una reale politica di riequilibrio modale che privilegi l'utilizzo della ferrovia sui percorsi a lunga distanza" tenuto conto che i Presidenti delle Regioni di cui sopra ricordano inoltre che "entro il prossimo mese di giugno la coordinatrice del progetto prioritario n. 6 Loyola De Palacio, dovrà riferire alla Commissione europea sull'avanzamento di tale corridoio facendo una proposta per il suo cofinanziamento nell'ambito del budget europeo 2007-2013 per le Reti Transeuropee dei Trasporti" ricordando e ribadendo l'importanza di tutelare gli interessi del Piemonte nonché dell'intero Paese sottoscrive interamente il documento di cui alle premesse impegna la Giunta regionale a sollecitare e promuovere innanzi al Governo la realizzazione dell'opera che costituisce occasione di sviluppo non solo per la Regione Piemonte ma per l'intero Paese".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 368, inerente a"Aggiornamento sullo stato di attuazione del Corridoio 5", presentato dai Consiglieri Muliere, Lepri, Buquicchio, Dalmasso, Robotti, Moriconi, Ricca e Valloggia, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale ascoltata la comunicazione della Presidente Bresso di aggiornamento sullo stato di attuazione del corridoio 5 esprime la condivisione della dichiarazione della Presidente Bresso sollecita l'attivazione nel più breve tempo possibile dei tavoli politico e tecnico, nonché l'attivazione dell'osservatorio a seguito degli accordi".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 369, inerente a "Realizzazione linea Alta Capacità Torino-Lione", presentata dai Consiglieri Casoni, Vignale, Botta, Boniperti, Ghiglia e Giovine, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che nel programma di Governo dell'attuale Amministrazione regionale a pagina 45 si legge: "Ribadiamo la centralità del trasporto ferroviario per il cui adeguamento si prevedono come nuove opere: il completamento della Torino-Milano e il collegamento TAC verso la Francia" considerato che la Presidente della Regione Piemonte, unitamente ai Presidenti delle Regioni Lombardia e Friuli Venezia Giulia, ha sollecitato all'attuale governo la ripresa dei lavori su tutte le tratte del corridoio 5 che interessano il nord Italia rilevato che le dichiarazioni di esponenti dell'attuale governo nazionale non danno certezze circa i tempi di realizzazione dell'opera nonostante entro il mese di giugno la Commissione europea attende una risposta allo stato di avanzamento dei lavori impegna la Presidente e la Giunta regionale a sollecitare la ripresa dei sondaggi geognostici in Valle di Susa inclusa la realizzazione del tunnel di Venaus come da progetti approvati dal Governo nazionale e dalla commissione intergovernativa." Il Consiglio non approva.
Gli ordini del giorno n. 261, inerente a "Realizzazione della tratta ad Alta Velocità ferroviaria Torino-Lione", presentato dai Consiglieri Ghigo Cavallera, Cotto, Ferrero, Pedrale, Cirio, Nastri, Guida, Nicotra e Giovine, e n. 327, inerente a "Inserimento nel programma di Governo della realizzazione della TAV", presentato dai Consiglieri Ghigo, Rossi, Botta Guida, Nicotra e Giovine, risultano superati e conservati agli atti.


Argomento: Questioni internazionali

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta della Consigliera Cotto in merito all'iscrizione dell'ordine del giorno n. 26 inerente a "Accoglienza dei richiedenti asilo politico", presentato dalla Presidente Bresso, e dell'ordine del giorno n. 367, inerente a "Celebrazione della Giornata Mondiale del Rifugiato", presentato dai Consiglieri Cotto, Burzi, Pichetto Fratin e Cavallera


PRESIDENTE

La Consigliera Cotto ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Per chiederle l'iscrizione di due ordini del giorno, rispettivamente il n. 26 e il n. 367, sullo stesso argomento, la "Giornata Mondiale del Rifugiato".
Il primo l'abbiamo presentato questa mattina. Il secondo proviene dalla Presidente Bresso. Si tratta di una lettera dell'anno scorso con un ordine del giorno approvato dalla Giunta, sempre sulla "Giornata Mondiale del Rifugiato".
Penso che oggi pomeriggio possiamo dedicare un momento di discussione per l'approvazione di questi ordini del giorno.



PRESIDENTE

Consigliera Cotto, come da prassi, la richiesta dell'iscrizione di ordini del giorno è sempre stata presa in considerazione dalla Presidenza e votata dall'Assemblea ad inizio di seduta.Sarà mia cura, all'inizio della seduta pomeridiana, mettere in votazione l'iscrizione di questi due punti all'o.d.g. Quanto alla successiva discussione ed eventuale votazione, mi rimetto alla volontà dell'Assemblea.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.44)



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