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Dettaglio seduta n.8 del 28/06/05 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 10.10 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.40)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Bertetto.


Argomento: Calamità naturali - Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione n. 27 presentata del Consigliere Cavallera inerente a "Incendio all'oleodotto di Baracca di Sarezzano (AL)"


PRESIDENTE

Risposta scritta ad interrogazione n. 36 presentata dai Consiglieri Botta Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale inerente a "Incendio del tratto di un oleodotto di Sarezzano (AL)"



PRESIDENTE

Passiamo all'esame delle interrogazioni e interpellanze, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Iniziamo con l'interrogazione n. 27 presentata dal Consigliere Cavallera, relativa all'oleodotto di Baracca di Sarezzano.
Sullo stesso argomento è stata presentata l'interrogazione n. 36, dal Gruppo di Alleanza Nazionale, per la quale era stata richiesta la risposta scritta. Possiamo abbinare le due risposte, rimanendo intesi che l'Assessore distribuirà il testo scritto della risposta stessa.
La parola all'Assessore Caracciolo, per la risposta.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla protezione civile

La Regione Piemonte, non appena avuto la notizia dell'evento incidentale in argomento, ha intrapreso, attraverso il Settore Protezione Civile, le azioni previste nelle procedure operative, adottate per seguire le emergenze, verificando la fonte e la segnalazione e prendendo contatto con la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco, che dava conferma dell'incendio.
Successivamente, si è comunicata immediata notizia al Settore regionale Grandi Rischi Industriali, in quanto la ditta Sigemi risulta essere inserita nel Registro regionale delle aziende a pericolo d'incidente rilevante, ex legge regionale 32/1992, oggi ricadente nell'ambito della disciplina prevista dal D. Lgs. 334/1999.
Contestualmente, si è verificato se i soggetti istituzionalmente preposti alla gestione dell'emergenza fossero già stati avvisati. Si è potuto, quindi, accertare che tutte le componenti del sistema di Protezione Civile erano state informate e quelle preposte alla gestione dell'intervento erano operative.
Per quanto attiene, in particolare, alla posizione dello stabilimento Sigemi, sito in Arquata Scrivia (AL), ai sensi del D. Lgs. 334/1999, è da evidenziare che lo stesso è soggetto agli obblighi di cui agli artt. 6,7 e 8 del D. Lgs. 334/1999 e, di conseguenza, a due differenti tipologie di controllo: la verifica ispettiva sul Sistema di Gestione della Sicurezza ex art. 25 del D. Lgs. 334/1999, di competenza del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio (effettuata nel primo semestre del 2001) e l'istruttoria tecnica ex art. 21 del D. Lgs. 334/1999, di competenza del Comitato Tecnico Regionale, organo tecnico periferico centrale, presieduto dal Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco del Piemonte (conclusa nell'aprile 2004).
I suddetti controlli non hanno analizzato in dettaglio l'oleodotto in questione, poiché quest'ultimo è dato in concessione alla ditta Sigemi di Lacchiarella (MI), soggetta agli stessi controlli, ai sensi del D. Lgs.
334/1999.
A seguito della notizia avuta dal Settore Protezione Civile regionale anche il Settore Grandi Rischi Industriali ha provveduto a contattare il referente competente dell'ARPA e quello della Provincia di Alessandria, al fine di avere ulteriori elementi sull'evento e verificare l'eventuale inquinamento delle diverse matrici ambientali.
Per quanto attiene all'ARPA e con riguardo alla "Rottura Tubazione ed Incendio. Oleodotto 'Genova-Lachiarella'" Società Sigemi Srl, in località Baracca (AL), è stato riferito che il reperibile del Servizio Tutela e Vigilanza del Dipartimento ARPA di Alessandria, Sig. Toso, unitamente ai tecnici del Servizio Vigilanza Ambientale della Provincia di Alessandria Sigg. Robutti e Badino, si recavano presso il sito interessato dall'evento incidentale, al fine di esperire gli accertamenti di competenza. Nel frattempo, venivano allertati il funzionario reperibile esperto in qualità dell'aria, dott. Baruscotti, nonché il dirigente reperibile, ing. Fulvio Bonardo.
La fuoriuscita del gasolio ed il relativo incendio dell'oleodotto interessavano un'area di circa 2500 mq. Visivamente si rilevava che il materiale fuoriuscito dalla condotta era quasi completamente combusto. Si rilevava, inoltre, che l'area interessata non si trovava a stretto confine con abitazioni o edifici.
In ogni caso, i tecnici, dott. Baruscotti e sig. Orsi, procedevano ad effettuare un campionamento mediante canister, in corrispondenza del vicino abitato della località Baracca.
I tecnici provvedevano, inoltre, ad eseguire prelievi di campioni d'acque superficiali del torrente Grue, nei punti accessibili posti a circa 100 metri, sia a monte sia a valle, al fine di verificare un'eventuale contaminazione, nonostante all'apparenza non si notassero iridescenze tipiche della presenza d'idrocarburi.
Tali campioni venivano successivamente inviati per le analisi al Laboratorio del Dipartimento ARPA di Alessandria.
Alle ore 17.30, tecnici della Ditta Ecoge di Rivarolo (GE), Società convenzionata per gli interventi di messa in sicurezza ambientale, attivati dalla Ditta Sigemi Srl, Società che gestisce l'oleodotto, intervenivano sul posto dove peraltro era già presente la Ditta Tre Colli, addetta alla manutenzione della linea dell'oleodotto.
Con la stessa ARPA, inoltre, è stato concordato di procedere, in occasione del prossimo incontro con la ditta (trattasi di verifica ispettiva sul Sistema di Gestione della Sicurezza, ovvero per la definizione del Piano di Emergenza Esterna), ad un approfondimento delle misure di sicurezza presenti sull'oleodotto, con l'intento di prevenire eventuali altri sversamenti e conseguenti inquinamenti delle matrici ambientali, anche se la stessa infrastruttura non è direttamente gestita dallo stabilimento di Arquata Scrivia (AL).
La Società Sigemi Srl di Lacchiarella (MI), Società che gestisce l'oleodotto "Genova-Lacchiarella", ha provveduto a comunicare nei tempi e nei modi previsti dall'articolo 7 del D.M. n. 471/1999 (entro le 48 ore successive all'evento) quanto accaduto in seguito alla rottura di una tubazione dell'oleodotto e i conseguenti interventi di messa in sicurezza d'emergenza adottati.
In particolare, sono stati realizzati alcuni scavi in prossimità del punto di rottura (profondità di circa 3 metri), con aspirazione in continuo del prodotto in galleggiamento e dell'acqua contaminata.
È stata effettuata una scarificazione del terreno più direttamente coinvolto, con accumulo dello stesso su teli in polietilene, ai fini del suo campionamento.
Sono stati realizzati piezometri a valle del punto di rottura, con verifica periodica della presenza di prodotto e dei livelli freatimetrici.
Giornalmente viene verificata la qualità dell'acqua del torrente Grue tramite fotoionizzatore ed a giorni alterni vengono effettuati prelievi e campionamenti dell'acqua del torrente stesso.
Il successivo intervento di bonifica e ripristino ambientale sarà effettuato sulla base di apposita progettazione che, ai sensi dell'articolo 10 del D.M. n. 471/1999, si articola in tre livelli di approfondimenti tecnici progressivi: Piano della caratterizzazione, Progetto preliminare e Progetto definitivo.
Pertanto, è stato comunicato che a giorni verrà presentato ufficialmente il Piano di caratterizzazione, i contenuti del quale sono stati già esposti informalmente agli Enti Locali da parte della Società SIGEMI s.r.l. e dei consulenti della stessa. Per la verifica del funzionamento dei piani di emergenza e delle strutture di protezione civile, operazione che s'intende condurre congiuntamente con la Provincia l'Ufficio Territoriale di Governo e il Comune, si rimane in attesa di una rendicontazione tecnica che descriva l'evoluzione dell'evento, dalla quale si possa cogliere l'adeguatezza o le eventuali integrazioni da apportare alla pianificazione di protezione civile.
Per quanto attiene la Protezione Civile della Regione, per l'evento in oggetto, e secondo i disposti normativi regionali, non sono pervenute, da parte della Provincia di Alessandria e del Comune di Sarezzano richieste per la messa a disposizione di risorse strumentali, umane e finanziarie.
Con riferimento, invece, al Piano di Emergenza Esterno ex art. 20 del D. Lgs. 334/1999, la Prefettura di Alessandria ha avviato le attività per l'aggiornamento del piano di emergenza preesistente relativo allo stabilimento in oggetto.
In occasione dell'aggiornamento del Piano di emergenza Esterna comunque, sarà presa in considerazione anche la gestione dell'emergenza dell'oleodotto almeno a livello di mappatura dello stesso e di attività procedurali da attuare nell'immediato, anche se tale infrastruttura non è in concessione al deposito SIGEMI di Arquata Scrivia (AL), ma al deposito SIGEMI di Lacchiarella (MI).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera per la replica.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Dico subito che ringrazio l'Assessore Caracciolo per l'ampio intervento e il resoconto di tutta la vicenda. Peraltro ritengo che il sistema di protezione civile che è stato messo in atto in questi anni ha dimostrato in questo caso di funzionare.
Vorrei però sottolineare soprattutto l'ultimo punto dell'interrogazione, perché noi ci troviamo in una Regione che ha 2700 chilometri di oleodotti e metanodotti.
Siamo una Regione che garantisce il collegamento con l'estero attraverso la Svizzera e la Francia sia per quanto riguarda l'approvvigionamento del gas e sia per il passaggio soprattutto per quanto riguarda la parte meridionale del Piemonte, quindi l'alessandrino, dove ci sono tutti gli oleodotti che portano l'olio combustibile sia per l'utilizzo nella pianura padana, ma anche nel centro e nord dell'Europa. Infatti, ci sono tutti i terminal della zona ligure e dei porti liguri. Quindi, si convive con questi rischi, ma per fortuna c'è la legge Seveso e tutte le norme che in qualche modo imbrigliano e mettono sotto controllo l'esistente. Però io vorrei lanciare un allarme sotto questo profilo queste infrastrutture sono state realizzate alcuni decenni fa, vi è una manutenzione continua e su questo non dubito.
Però io credo che veramente sarebbe necessario - e qui il discorso forse dalla protezione civile va anche ad altre competenze energetiche e ambientali - porsi il problema dello stato di conservazione di queste infrastrutture.
Quindi, probabilmente è necessario un confronto con il gruppo Eni, con la Snam e con altri gruppi privati che operano nel settore petrolifero e dell'approvvigionamento energetico anche a gas per fare una verifica in ordine alla vetustà e al mantenimento in esercizio di determinati tronchi e rami.
In questi anni senz'altro sono state realizzate un maggiore numero di valvole di intercettazione, di dispositivi di sicurezza e di rilevazione di guasti. Teniamo presente che questi sono anche obiettivi sensibili per quanto riguarda eventuali attentati. Noi, per fortuna, non ne abbiamo registrati, ma questa è un'attenzione anche dal punto di vista della sicurezza pubblica.
Senz'altro devo fare un plauso a coloro che operano, Arpa, Prefetture forze dell'ordine e quant'altro, ma intrinsecamente vi è una situazione che, a mio avviso, deve essere approfondita e monitorata soprattutto per quanto riguarda la prevenzione del periodo futuro.


Argomento: Boschi e foreste - Interventi per calamita' naturali

Interrogazione n. 9 presentata dai Consiglieri Botta, Casoni e Vignale inerente a "Focolai di malattia alle piante di quercia in Val Cerrina"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 9, cui risponde l'Assessore Sibille che ha pertanto facoltà di intervenire.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Grazie, Presidente.
Il focolaio di infezione che colpisce le piante di quercia in val Cerrina è riconducibile essenzialmente agli attacchi della Tortricide verde delle querce (Tortrix Viridiana).
Intervengono come fattori scatenanti condizioni di stress idrico delle piante che si stanno verificando in questo periodo, siccità o allagamenti non controllabili e carenza di predatori.
Questo lepidottero, una piccola farfalla, è localizzata in molte parti dell'Italia e vive a spese delle querce. Gli adulti sfarfallano in maggio e giugno e depongono le uova sui rametti più piccoli. Le uova svernano e le larve, che nascono a primavera, rodono prima le gemme e poi la pagina superiore delle foglie. Ne arrotolano e saldano i lembi con fili sericei o uniscono tra loro due foglie vicine. In pieno attacco delle foglie rimangono solo le nervature mentre i fili di seta sono sparsi un po' dappertutto anche al di sotto delle piante.
In maggio le larve costruiscono il bozzolo tra i lembi dell'ultima foglia attaccata e quindi, tra maggio e giugno, riprende il ciclo con lo sfarfallamento degli adulti.
Queste forti infestazioni si ripetono per quattro, cinque anni. In alcuni casi si arriva al completo defogliamento, al quale la pianta a volte reagisce con un'anomala emissione di nuove foglie. La conseguenza di questo processo è l'indebolimento della pianta.
Molto importanti per contenere questo parassita sono gli uccelli insettivori, cince e fringuelli in modo particolare. Svolgono opera di contenimento della piccola farfalla anche alcuni insetti come coleotteri ditteri e imenotteri. Il loro numero aumenta in corrispondenza della crescita degli attacchi e riporta il focolaio a dimensioni di normalità.
Per rispondere a questo problema va invece scartato il trattamento con insetticidi. In questo modo si distruggerebbe il parassita ma anche gli insetti utili a contenerlo. Inoltre, considerate le dimensioni delle piante, sarebbe non sempre di agevole applicazione. E' utile invece un trattamento con Bacillus thurigensis che risparmia i parassiti e i predatori. L'uso di questa misura va tuttavia valutata con una certa attenzione dal settore fitosanitario regionale, in quanto l'efficacia del trattamento è connessa alla possibilità di colpire le larve giovanili in aprile prima che queste abbiano già compromesso la fogliazione primaverile.
Nell'attuale periodo dell'anno questo trattamento non è utile, ma va fatto al momento opportuno. Ci sono rischi di inefficacia di questo processo legati al fatto che va irrorata tutta la chioma, spesso assai alta. Se poi subito dopo il trattamento dovesse piovere, l'operazione si dovrebbe ripetere.
Il mio Assessorato seguirà con attenzione la vicenda - e ringrazio il Consigliere che me l'ha sottoposta, ma avevo immediatamente chiesto un intervento al settore che se ne occupa - non solo prendendo i provvedimenti sopra enunciati, ma attivandosi per monitorare attentamente l'evolversi della situazione qualora gli eventi lo richiedessero, e definire ulteriori decisioni atte a combattere con incisività questo focolaio di infezione e a portare a una positiva conclusione del problema che ha dei risvolti sia dal punto di vista delle piante ma anche dal punto di vista tartufigeno e quindi, di notevole importanza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Ringrazio l'Assessore per la risposta che ci ha fornito. L'importanza della segnalazione è relativa proprio, aldilà della questione legata alla sopravvivenza di queste piante non solo in val Cerrina, perché ma il problema si estende anche in altre località, anche per il fatto che l'Assessore ha sottolineato al termine del suo intervento, del fatto che queste piante sono legate al tartufo. Pertanto, non si tratta soltanto di un problema ambientale legato a questa specie di pianta: alcune zone del Piemonte, evocate per l'eccellenza del tartufo, potrebbero subire delle ricadute estremamente negative, sia dal punto di vista economico, che turistico, che enogastronomico.
La promessa che nei tempi opportuni si attui un'azione preventiva rispetto alla manifestazione della problematica ci lascia ben sperare.
Saremo lì a verificare, nella realtà dei fatti, questa vostra attenzione.


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione - Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori

Interpellanza n. 42 presentata dai Consiglieri Pichetto Fratin, Pedrale Manolino, Leo, Cotto, Ghigo, Ferrero e Cavallera inerente a "Interventi multiassiali di supporto all'attività economica"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 42, presentata dai Consiglieri Pichetto Pedrale, Manolino, Leo, Cotto, Ghigo, Ferrero e Cavallera inerente a "Interventi multiassiali di supporto all'attività economica".
Risponde l'Assessore Susta.



SUSTA Gianluca, Assessore alle attività produttive

Desidero, innanzitutto, fornire alcune informazioni prima di entrare nel merito delle valutazioni che conseguono la presentazione dell'interrogazione, rivolgendomi, in particolare, al Consigliere Pichetto.
Attualmente gli uffici della Direzione Industria hanno esperito l'istruttoria formale di ammissibilità delle istanze presentate ed è in corso la consultazione con le rispettive Amministrazioni provinciali per la conseguente valutazione dei progetti da ammettere a contributo a valere sulla misura 3.4 - DOCUP 2000/2006.
Dalle prime risultanze, si evidenza che dei 34 progetti pervenuti una quantità molto esigua risulta essere allineata agli obiettivi e alle finalità delle linee guida della misura approvata dalla Giunta regionale con provvedimento del 25/10/2004.
È una valutazione. Forse i Consiglieri che hanno presentato l'interrogazione fanno riferimento a queste mie dichiarazioni in un incontro con i Presidenti di Provincia o loro delegati, perché altre dichiarazioni pubbliche in materia non ne ho rilasciate. Pertanto probabilmente, come tutte le informazioni riportate, peccano di superficialità.
Va da sé che, terminate le consultazioni con le Amministrazioni provinciali, se i progetti ritenuti ammissibili al finanziamento non dovessero assorbire l'attuale stanziamento di circa 40 milioni di euro previste per detta misura, è ipotizzabile una riapertura dei termini per la presentazione di ulteriori manifestazioni di interesse, fermo restando che il cronoprogramma della misura dovrà necessariamente essere compatibile con i tempi della Commissione Europea, che stabilisce il 31/12/2008 quale termine ultimo per la quietanza, da parte del soggetto beneficiario, di tutte le spese sostenute per la realizzazione dell'intervento.
Si evidenzia, peraltro, che l'eventuale riapertura dei termini è in sintonia con le risultanze emerse e discusse nell'ambito del Comitato di Sorveglianza del 27 maggio scorso, dove si è ipotizzata una riprogrammazione finanziaria dei fondi da definirsi entro il 30 settembre prossimo venturo.
Ricordo ancora che l'eventuale riapertura dei termini per altri progetti è un'opportunità che stiamo valutando insieme alle Province - è programmato un incontro a metà mese - ma non escludo in questa sede (sar comunque più preciso nella riunione della Commissione convocata il 7 luglio) che possano anche pervenire autonome proposte regionali di intervento sui settori principalmente in crisi nelle aree considerate.
Pertanto, la quota di fondi che non sarà destinata a soddisfare i progetti ritenuti non ammissibili, potrà essere utilizzata direttamente da misure regionali.
Dunque, le alternative sono le seguenti: destinare alla riapertura dei bandi le somme che residueranno - se ne residueranno - oppure finanziare interventi ad hoc presentati dalla Regione.
Per quanto riguarda il quadro degli interventi attuati con le misure a favore di enti pubblici (2.3, 2.5b, 3.1a, 3.2, 4.1.a, 4.2.b) si evidenza che nel complesso sono state ammessi a contributo 942 progetti (275 progetti in aree Phasing out), per un totale di investimento rideterminato che supera i 664 milioni di euro (circa 165 in aree Phasing out) e per un totale di contributo pari a 446.14 milioni di euro (108.17 milioni di euro in aree Phasing out).
Ad oggi, risultano avviati 778 progetti e 19 risultano conclusi. Il dato afferente gli interventi conclusi è comunque prudenziale e sottostimato, in quanto è stato riscontrato che spesso il soggetto beneficiario non inserisce nella procedura informatica le informazioni conseguenti la conclusione dell'intervento.
Per quanto riguarda invece i PIA, i progetti ammessi a finanziamento sono 568 (174 in aree Phasing out). L'investimento totale ammonta a 181 milioni di euro (circa 38 nelle aree Phasing out), mentre il contributo assegnato ammonta a circa 124.5 milioni di euro (24.4 nelle aree Phasing out).
Ad oggi risultano avviati 536 progetti e 3 risultano conclusi. Anche in questo caso, il dato afferente gli interventi conclusi è comunque prudenziale e sottostimato, in quanto è stato riscontrato che spesso il soggetto beneficiario non inserisce nella procedura informatica le informazioni conseguenti la conclusione dell'intervento.
Infine, qualche considerazione conclusiva. Nell'interpellanza il Consigliere Pichetto e gli altri colleghi che l'hanno sottoscritta ricordano, giustamente, lo scopo di questa misura, soprattutto della 3.4: "Interventi multiassiali di supporto all'attività economica".
Non possiamo far finta di non vedere che non sempre i progetti presentati a livello di singola Provincia non rispondono a questa valenza strategica. Spesso l'elemento della riqualificazione urbana, nella migliore delle ipotesi, è il vero contenuto progettuale.
L'indicazione che abbiamo dato in fase istruttoria che, come ripeto, si sta completando nei confronti delle Province, è semplicemente coerente al titolo della misura e alle ragioni che condividiamo interamente, che erano poste a base della delibera che l'aveva istituita, e cioè "Interventi multiassiali di supporto dell'attività economica".
Non può essere questo lo strumento per finanziare interventi che non sono stati rifinanziati dalla Commissione stessa (vedasi gli Urban per l'Italia) o ciò che non riusciamo a finanziare direttamente come Regione Piemonte su altri capitoli (opere pubbliche, commercio, riqualificazione pianificazione territoriale, accordi di programma, programmazione, ambiente e così via) o gli stessi Enti locali.
Questa è una norma che deve rispondere ad un requisito strategico quello di andare a verificare nei territori di area vasta, possibilmente all'interno di ogni Provincia, quei progetti che davvero sono in grado di dare un grande contributo allo sviluppo economico di questa terra.
D'altra parte, non questa Amministrazione, ma l'Amministrazione precedente, aveva previsto che avessero - o dessero - un notevole grado di incidenza sulle politiche di sviluppo dei settori interessati.
A questa norma, Presidente, inevitabilmente l'istruttoria formale si atterrà.
I progetti sono molti, ma è possibile che si generi un lieve risparmio dovuto al fatto che non rispondano in misura sufficiente. Ho testé esposto come potranno essere utilizzati gli eventuali fondi residuali: o verso misure direttamente proposte dalla Regione, e quindi cantierabili nei termini che la Giunta precedente aveva stabilito, oppure con una rimodulazione generale delle risorse disponibili secondo quanto ha concordato il Comitato di Sorveglianza e la Commissione, per trasferire risorse sulla 3.4, anche provenienti da altre misure che si sono evidenziate come meno interessate o più capienti, per liberare risorse in questo momento da destinare nel settore dello sviluppo economico, al di là di qualche sfumatura polemica, anche nelle esigenze poste all'attenzione dei Consiglieri dell'opposizione.



PRESIDENTE

La parola al consigliere Pichetto Fratin



PICHETTO FRATIN Gilberto

Sono d'accordo con le conclusioni che ildel Vicepresidente Susta portava in merito alla necessità di un' eventuale riprogrammazione, qualora vi fossero SFRIDI sfridi su altre misure o sulla misura 3-4. Lo ringrazio anche per la comunicazione dataci sullo stato dei progetti in corso, dove si evidenzia peraltro, il gran numero di progetti avviati anche con i PIA (progetti ammessi nel finanziamento), di che vorrei ricordare erano le gestioni provinciali e in gran parte presenti nella provincia di Torino.
Devo dire che la misura 3- 4 è stata pensata e prevista proprio come ultimo grande giro per quelle che sono le grandi azioni di sistema. Grandi azioni di "sistema", significa il completamento (venendo meno nella programmazione 2007/2013) di quelle che possono essere le zonizzazioni, con una serie di interventi più "hard" a favore di modelli di intervento molto più "soft." Ritengo sia stato - un banco di prova - per le amministrazioni comunali e provinciali come ruolo e coordinamento, oltre che di proposta (perché anche le Province potevano proporre) e di programmazione di base. Personalmente nE' chiaro che io non sono in grado di fare delle valutazioni puntuali su quelli che sono i progetti. Ho ricevuto l'elenco di quelle che sono state ledelle domande presentate sulla 3-4, pertanto inviterei la Giunta a porre il massimo dell'attenzione proprio su una serie di questioni che investono la 3-4.
Elemento importante: la tempistica; se si tratta di grandi progetti normalmente hanno unala tempistica che non è brevissima e, quindi, sarebbe meglio non correre il rischio (cosa che spesso accade nelle pubbliche amministrazioni). Il Vicepresidente Susta (avendo già ricoperto il ruolo di Sindaco) sa che ciò può capitare e che poi si è costretti a trovare dei percorsi "rifugio". Ma i percorsi "rifugio" devono essere l'ultima soluzione e attuarli solo in caso di emergenza.. La via maestra è quella di intervenire sulle quelle che sono le grandi azioni di sistema, che diano poi frutti successivamente ripetibiliuti..
Condivido il percorso che Lei ha delineato, richiamando la delibera settembre-ottobre/2004 di avvio della misura 3-4.
Altro elemento che pongo come attenzione politica è che tutti i territori del Piemonte, debbano devono avere eguale considerazione se nella presentazione dei loro progetti, sussistono elementi di coerenza con quelle che sono le indicazioni della misura. Questo era anche nello spirito già della misura stessa, riuscire ad intervenire (naturalmente modulato modulando con quelli che sono gli interessi delle varie realtà locali) e congrande attenzione per tutti i territori.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interpellanza n. 54 presentata dai Consiglieri Cavallera, Ferrero e Manolino, inerente a "Parco vetture regionali"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 54.
La parola all'Assessore Susta per l'illustrazione.



SUSTA Gianluca, Assessore al patrimonio

La Regione Piemonte si procura i veicoli assegnati agli amministratori di regola, attraverso un contratto globale di noleggio a lungo termine.
Quest'anno è scaduto il contratto stipulato nel 2000, pertanto i veicoli forniti in virtù di tale contratto saranno sostituiti nelle prossime settimane con quelli oggetto del nuovo contratto. Quest'ultimo è stato stipulato con scrittura privata rep. del 9-5-2005, a seguito di aggiudicazione avvenuta il 15-2-2005 e approvata con DDN. 1450 del 20-12 2004; la gara è un pubblico incanto con aggiudicazione al prezzo più basso era stata indetta con DD n.1287 del 17-11-2004, che aveva altresì approvato il capitolato speciale d'oneri.
Il nuovo contratto prevedeva che agli Assessori fossero assegnate vetture modello Lancia Thesis 2,4 Multijet 20V Executive, per le quali era prevista un canone mensile di noleggio pari a euro 980,00 oltre IVA.
Questo modello era stato inserito nel capitolato speciale (con possibilità di offrirne uno equivalente in ossequio alla normativa in materia di gare pubbliche) con l'assenso del Presidente della Giunta regionale che ai sensi dell'art. 4, comma 1 , del Regolamento sull'utilizzazione degli automezzi regionali, adottato con D.G.R. n. 38-209 del 12-6-2000, " stabilisce le caratteristiche delle autovetture di rappresentanza da assegnare ai componenti della Giunta regionale".
La nuova Giunta regionale, subito dopo l'insediamento, aveva dato indicazione ai competenti uffici affinché si addivenisse ad una riduzione della spesa per gli automezzi destinati agli amministratori.
Ovviamente, in ossequio al principio di separazione tra funzioni di indirizzo politico-amministrativo e funzioni di gestione, la direttiva si era limitata ad individuare l'obiettivo lasciando ai competenti organi di gestione la valutazione della sua fattibilità tecnico-giuridica e la scelta dei mezzi per conseguirlo.
La direttiva non era stata esternata in forma scritta poiché la sua natura e il contenuto non erano tali da renderla necessaria. Come noto laddove nessuna norma impone una determinata forma per l'esternazione dell'atto, questa si deve ritenere libera. Al riguardo, si fa notare che lo stesso art. 4, comma 1, del Regolamento sull'utilizzazione degli automezzi regionali, già citato, pur attribuendo al Presidente della Giunta regionale la competenza di stabilire le caratteristiche delle autovetture da assegnare ai componenti della Giunta, non prescrive una particolare forma per il relativo atto.
In attuazione della predetta direttiva, l'ufficio competente ha individuato nell'art. 1 del capitolato speciale lo strumento giuridico per consentire il conseguimento dell'obiettivo indicato.
Tale norma contrattuale prevede uno ius variandi in capo all'Amministrazione regionale, che può quindi, entro certo limiti concordare con il fornitore la consegna di un nuovo prezzo.
Avvalendosi di tale possibilità giuridica, l'ufficio ha chiesto all'aggiudicatario di formulare un'offerta per un modello di veicolo alternativo a quello inizialmente previsto dal contratto; l'aggiudicatario ha proposto la fornitura di vetture modello Alfa Romeo 166 2,4 JTD Classic con un canone mensile di euro 890,00 oltre IVA.
La predetta offerta è stata sottoposta alla Giunta regionale, ai sensi dell'art. 4, comma 1, del Regolamento sull'utilizzazione degli automezzi regionali, che ha espresso il suo assenso, comunicato all'ufficio competente con nota del Vicepresidente datata 31-5-2005 (registrata a protocollo il 1-6-2005 con il n. 15056).
A seguito di tale assenso, il dirigente dell'ufficio competente ha provveduto alla variazione contrattuale, avvalendosi, come si è detto, del diritto potestativo previsto nell'art 7 del capitolato speciale.
Si è trattato, quindi, di un atto attinente alla fase d'esecuzione del contratto, e non di formazione della volontà contrattuale; poiché almeno per quel che riguarda gli appalti di forniture, la fase d'esecuzione è retta interamente dal diritto privato, non vi è stato bisogno d'alcun atto amministrativo (determinazione dirigenziale) e l'effetto giuridico è stato conseguito con un mero atto negoziale di natura privatistica (in concreto la lettera prot. 15070/10.6 del 3-6-2005).
Quanto ai costi, nel 2004, vigente il precedente contratto l'Amministrazione regionale aveva noleggiato 15 automobili di rappresentanza, dodici assegnate agli Assessori, due di riserva e una a disposizione presso l'ufficio di Roma. Per 12 vetture era previsto un canone mensile di noleggio di euro 998,00, per 2 di euro 1485,06 e per una di euro 1,505,27, tutti al netto di IVA; ne segue che l'importo complessivo annuale dei canoni di noleggio, al lordo di IVA, era pari a euro 236.896,12.
Il nuovo contratto, dopo la variazione sopra illustrata, prevede invece il noleggio di 17 vetture al canone mensile di euro 890,00 oltre IVA, per un importo complessivo annuale, al lordo di IVA, pari a euro 217.872,00 .D'altra parte, se non si fosse proceduto alla variazione contrattuale e fossero state quindi noleggiate 17 vetture del modello inizialmente previsto nel contratto, l'importo complessivo annuale dei canoni sarebbe ammontato a euro 239.904,00. Ne segue che la soluzione adottata comporta un risparmio annuale di euro 19.024,12 (pari all' 8,0%) rispetto al 2004 nonostante il numero dei veicoli sia passato da 15 a 17, e di euro 22.032,00 (pari al 9,2%) rispetto all'ipotesi inizialmente prevista nel nuovo contratto.
Da quanto detto, emerge che la riduzione dei costi è dovuta alla scelta di un modello di vettura meno oneroso, non certo alla maggiore o minore appetibilità sul mercato del suo colore. In effetti, è del tutto improbabile che optando per colori poco graditi si riescano ad ottenere prezzi inferiori: da anni ormai i costruttori di automobili hanno adottato sistemi produttivi che consentono loro di non lavorare più "per il magazzino", ma di programmare la produzione sul breve e brevissimo termine modulando in relazione alla domanda di mercato. Ne segue che ben difficilmente un produttore si verrà a trovare con uno stock di veicoli invenduti di un certo colore, poco gradito dal mercato, e sarà disposto ad abbatterne il prezzo pur di smaltirli. In ogni caso, anche ipotizzando che ciò avvenga, ne potrebbe beneficiare chi acquista i veicoli in proprietà non chi li noleggia. Com'è noto, infatti, la componente più rilevante di un canone di noleggio è rappresentata dalla quota di ammortamento del bene quota che è funzione della differenza tra il valore all'inizio e alla fine del contratto; il primo termine della sottrazione è il prezzo di vendita del veicolo, il secondo il suo prezzo sul mercato dell'usato; poiché la minore appetibilità del veicolo riduce sia l'uno sia l'altro prezzo, la sua incidenza sul canone di noleggio finirebbe per elidersi.
Negli ultimi mesi del 2003 la Regione aveva acquistato un'autovettura modello AUDI A8 4.2 CV e l'aveva fatta blindare, per assegnarla ad un componente della Giunta regionale nei confronti del quale il Ministero dell'interno aveva disposto la misura di protezione della "tutela su auto specializzata" (livello 3, ai sensi dell'articolo 8 del DM interno 28.05.2003). Sulla base della segnalazione del Ministero degli Interni l'Assessore destinatario della misura di protezione, con nota prot. 1085/UC del 1.9.2003, aveva richiesto la fornitura urgente di un'autovettura blindata; l'ufficio competente, a seguito di tale richiesta, aveva avviato una trattativa privata per l'acquisto del veicolo e la sua blindatura. Si fa notare che il ricorso alla procedura della trattativa privata è inevitabile in casi come questo, stante l'urgenza e, soprattutto l'esigenza di riservatezza che connota la fornitura. L'esito della trattativa privata era stato formalizzato con D.D. n. 914 del 20-09.2003 che aveva portato all'acquisto della vettura e all'effettuazione dei lavori di blindatura, con una spesa complessiva d'euro 150.000,00 circa, oltre all'IVA. Era stata acquistata una vettura di marca straniera poich l'impresa affidataria dei lavori di blindatura aveva fatto presente che nessuna vettura di fabbricazione italiana, tra quelle in quel momento sul mercato, era in grado di sopportare adeguatamente il soprappeso di circa 600 kg derivante da una blindatura con protezione balistica "livello 4 Kalashnikov", qual era quella richiesta per il veicolo in questione. Si tratta dell'unico caso di vettura di marca straniera destinata al servizio di un amministratore regionale. La vettura era poi stata data in comodato alla Questura di Biella (scrittura privata rep. 9109 del 27.04.2004), che doveva mettere a disposizione il personale di polizia addetto alla sua conduzione.
Con la nuova legislatura regionale, il componente della Giunta destinatario della misura di protezione è cessato dall'ufficio ed è conseguentemente venuto a meno l'onere per la Regione di mettere a disposizione il veicolo destinato all'attuazione della misura stessa; si è quindi risolto il contratto di comodato con la Questura di Biella, che ha prontamente restituito il veicolo. Stante l'impossibilità di usare altrimenti il veicolo restituito, d'intesa con la Presidenza della Giunta l'ufficio competente si è mosso per la sua vendita, nonostante l'evidente difficoltà di collocare sul mercato dell'usato un veicolo con queste caratteristiche, con una percorrenza di circa 100.000 km in poco più di un anno; il veicolo è stato venduto (il dirigente competente ha provveduto al passaggio di proprietà) per euro 95.000,00 che fa recuperare all'amministrazione regionale oltre il 60% del valore iniziale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

A fronte dell'ampia e articolata relazione del Vicepresidente Susta non possiamo non fare alcune considerazioni. Prima di tutto in ordine alla formalizzazione della direttiva. Si può anche ipotizzare che non si debba adottare una formale delibera, ma la Giunta è un organo collegiale e quando si trattano certi argomenti, per conoscenza personale so che rimane traccia agli atti nel verbale di Giunta. Posso anche comprendere che su determinati argomenti non si formalizzi una delibera vera e propria. In questo caso non si capisce come la direttiva sia stata redatta; tuttavia un atto è stato redatto ed è stato diffuso il comunicato stampa. Certamente gli organi di informazione hanno dato ampio risalto alla questione e alla differenza degli atti formali, delibere o determine, con le loro premesse e la loro parte dispositiva, quindi tutto è consequenziale. E' chiaro che gli organi di informazione, dovendo fare informazione, forniscono comunicazioni e notizie che più colpiscono i lettori.
Abbiamo ritenuto assolutamente necessario portare in Consiglio la questione, in quanto si delineava un comportamento della precedente Giunta regionale, assolutamente non corrispondente all'impegno assunto per ridurre i costi. Compiuta la scelta di non avere più auto di proprietà si è passati, con gara, ad individuare il soggetto che fornisse il servizio con costi che hanno determinato - parlo di vecchie lire - un risparmio immediato. Ci ha colpito la sottolineatura di quei 19,024 euro cui faceva riferimento il Vicepresidente, il quale, però, ha omesso di precisare che essendo aumentate le auto (da 15 a 17), è aumentato il consumo di benzina o gasolio e la manutenzione. Le due auto in più consumeranno meno ma se facciamo un bilancio, al di là del costo di noleggio, avremmo un costo ancora tutto da determinare.
Non era questo l'obiettivo principale dell'interpellanza, ma di mettere in risalto come determinate scelte dell'amministrazione siano state imposte da provvedimenti dell'autorità di pubblica sicurezza che, come è stato detto, ha autorizzato l'interessato, incaricato di una funzione nell'interesse della Regione, di dotarsi di un'auto blindata. La procedura è stata seguita dai dirigenti e dai funzionari e, da quanto mi risulta, si è determinata una situazione per cui in questi anni la benzina e il personale di servizio veniva pagato dal Ministero dell'interno. Se pensiamo che l'auto in oggetto è stata acquistata per 40 mila euro e venduta per 20 mila, che in tutti questi anni i costi di gestione sono stati pagati dal contribuente e non dalle casse regionali, forse la differenza di costo è senz'altro inferiore al noleggio di una vettura equivalente.
Tutto viene ridimensionato e si incanala nel solco di un'amministrazione coerente e finalizzata alla necessità dell'amministrazione stessa. Ragion per cui si è dovuto ricorrere alla sottolineatura del colore della vettura che, indubbiamente, aveva un significato un po' ironico. Chi ha letto i vari articoli apparsi sui giornali in cui si riportavano le dichiarazioni dell'amministrazione poteva essere tratto in inganno, visto che si diceva che non utilizzando più auto blu, l'amministrazione avrebbe ridimensionato i costi.
Io credo che invece si debba lavorare tutti insieme per contenere i costi. Questo è quanto si è sempre fatto: è dovere di ogni amministratore erogare servizi e svolgere funzioni, cercando di contenere le spese imputate al bilancio.
Prendo atto della risposta all'interrogazione del Vicepresidente Susta ma mi dichiaro, per le ragioni suddette, solo parzialmente soddisfatto.


Argomento: Enti strumentali - Organizzazione turistica

Interrogazione n. 28 presentata dal Consigliere Monteggia inerente a "Eliminazione Agenzia Turistica Regionale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 28, sulla quale risponde l'Assessore Manica.



MANICA Giuliana, Assessore al turismo

L'ATR è un consorzio a maggioranza di soci pubblici, al quale la Regione partecipava per l'82%; per il 18% altri soci che, in quanto soci pubblici, sono: il Comune di Torino, la Camera di Commercio di Torino, la Camera di Commercio di Cuneo, l'Automobil Club, il Comune di Sestière, la Comunità montana Val Maira; la restante parte di questo 18% è costituita da alcuni soci privati.
È stata istituita con legge regionale del 27/10/1996, n. 75 - in particolare, segnatamente agli articoli 6-7-8 - per valorizzare le risorse turistiche del Piemonte, favorire la creazione di prodotti turistici concorrenziali, gestire la promozione turistica ottimizzando l'uso delle risorse e migliorando l'efficacia delle azioni. Dell'ATR fa parte l'Osservatorio turistico, previsto dall'articolo 5 della stessa legge regionale n. 75, con funzione di monitoraggio e analisi dell'offerta, della domanda, delle attività di promozione e di accoglienza, che opera in stretta connessione con la Direzione. La legge demanda alla Giunta regionale il compito di organizzare l'Osservatorio turistico; Giunta regionale che ha ritenuto, in quella data, di avvalersi dell'ATR.
Pertanto, divido la mia risposta in due parti.
Osservatorio turistico: è uno strumento della Giunta e dell'Assessorato, come avviene in ogni Regione italiana e come la legge 75 ribadisce: "E' facoltà eventuale della Giunta decidere di avvalersi dell'Osservatorio attraverso un'agenzia e non direttamente". Riteniamo quindi, che questa funzione debba essere ricondotta, com'è anche lo spirito della legge 75, il più possibile a ridosso dell'Assessorato e della Giunta essendo, questo, elemento di grande importanza. Sarà da valutare sul piano tecnico come questo potrà essere realizzato, stante la situazione di saturazione degli organici regionali. È solo una soluzione tecnica, quella che si deve rilevare.
Ho voluto rispondere prima sull'Osservatorio perché tra Osservatorio e ATR non c'è alcuna coincidenza: sono due organismi diversi e separati, con attribuzioni diverse e separate e con un rapporto diverso tra Giunta Amministrazione regionale e la struttura.
Detto questo, vorrei elencare alcuni dati relativi ai finanziamenti.
Per l'anno 2003 è stato dato un contributo, da parte del Settore Organizzazione Turistica, di 2.943.573 euro; nell'anno 2004 un contributo di 2.407 mila euro e nello stanziamento del 2005 sono previsti 2.300.
Per quanto riguarda la situazione del personale, ad oggi ci sono quattordici dipendenti a tempo indeterminato; una sostituzione maternità due dipendenti a tempo determinato; tre dipendenti con contratto a progetto. (Quattro dei quattordici dipendenti fanno parte dell'Osservatorio su cui ho fatto un'osservazione preliminare).
Per quanto riguarda la Giunta regionale e le sue intenzioni, espresse dalla Presidente nella seduta di apertura del Consiglio regionale in cui ha illustrato il programma della legislatura, pensiamo si debba realizzare in Piemonte, un rapporto tra promozione, da svolgere in modo più dispiegato sia a livello internazionale sia a livello nazionale (in particolare sui livelli internazionali) offerta e organizzazione turistica. In questo accogliendo anche l'importante occasione dell'evento olimpico, che gli esperti ci dicono debba essere utilizzata per promuovere il Piemonte a livello internazionale. Entro i primi due anni, considerati anni strategici, abbiamo bisogno di un potenziamento e dell'efficacia di tutti i nostri strumenti.
In questo senso stiamo lavorando sul potenziamento, sulla riorganizzazione dell'Assessorato e sul reperimento delle competenze a livello internazionale più significative.
Abbiamo bisogno, però, per quanto riguarda la promozione, il coordinamento tra promozione, offerta ed organizzazione turistica, di uno strumento tra i più moderni e complessivi possibili. Le più grandi regioni italiane e le più grandi regioni dell'area mediterranea in Europa, che hanno caratteristiche simili al Piemonte (e che hanno dati assai significativi, per quanto riguarda il turismo, dal punto di vista dell'incoming e non certo dell'outcoming, che non è la parte che qui ci interessa ed è per noi irrilevante) hanno assunto scelte significative. La Regione Piemonte si sta prestando ad intraprendere una strada analoga. Le scelte si traducono in un discorso di promozione internazionale della Regione di ordine complessivo, che riguardi il turismo, le attività produttive, l'agricoltura e il commercio. Stiamo lavorando con l'Assessore Bairati ad un progetto di legge sull'internazionalizzazione, dentro alla quale confluiscano le competenze che prima avevano le Agenzie che si occupavano di turismo, di attività produttive e di internazionalizzazione ai vari livelli, per dare vita, su questi settori, ad una nuova e più grande struttura che assuma i temi dell'internazionalizzazione in modo complessivo, e che abbia, al proprio interno, diverse business unit: sul turismo, sull'agricoltura e sulle attività produttive.
Quindi, una serie di competenze che prima erano di una struttura più limitata, che si occupava a spettro più ridotto dei progetti di internazionalizzazione; tant'è che i risultati, dal punto di vista dei processi di internazionalizzazione del Piemonte rispetto ad altre Regioni hanno uno scarto rilevante. Pensiamo di andare in questa direzione: le strutture precedenti troveranno la confluenza delle proprie funzioni e delle proprie competenze.
Non ci sarà alcuna soppressione, ma la costruzione di un momento più grande in cui confluiscano competenze e funzioni. Nello stesso tempo avremo una struttura che saprà rispondere in modo più compiuto, sia in termini diretti rispetto alle Olimpiadi sia in termini di prospettiva.
Non vi sarà alcuna soluzione di continuità tra le attuali Agenzie ovunque siano collocate (al turismo, all'agricoltura, alle attività produttive) e il momento della costituzione di quella nuova: fino al momento della costituzione della nuova Agenzia - come si sa e com'è ovvio sopravvive il vecchio.



PRESIDENTE

Ha facoltà di replica il Consigliere Monteggia.



MONTEGGIA Stefano

L'Assessore ha svolto un intervento piuttosto fermo, ma non mi ha assolutamente convinto: la soppressione ci sarà. Se un ente viene dichiarato un moloch inutile, o si sopprime o si mantiene. Non penso che si possa conservare e si possa far funzionare un moloch inutile, anche perch sarebbe controproducente.
D'altra parte, siamo alla vigilia di Olimpiadi che necessitano di un supporto; non penso che il suo Assessorato possa, senza l'ATR, organizzare alcunché. Ad esempio, non potrà organizzare la BIT (Borsa Internazionale del Turismo) dell'anno prossimo. Senza ATR e senza Osservatori lei, con il suo Assessorato, dovrà occuparsi di tutto in prima persona. Vedremo l'anno prossimo come sarà organizzata la BIT: sarà la prova. Faremo la controprova l'anno prossimo, a febbraio, quando ci saranno delle difficoltà per recarsi a questa fiera.
Il piano è evidente: dopo l'ATR ci sarà, non la soppressione, ma il commissariamento di tutte le ATL piemontesi, cercando di accentrare tutto come d'altra parte lei ha detto poc'anzi, sull'Assessorato.
Non mi sembra, questo, il modo migliore per svolgere una funzione turistica da parte della Regione. Stiamo andando verso un decentramento dei poteri per la Regione, mentre, in questo caso, si accentra e si cerca di convogliare tutto sull'Assessorato, per controllare qualsiasi movimento e magari anche quelle ATL che non sono state espressione di una certa parte politica.
Ritengo che alcune ATL abbiano lavorato bene, abbiano fatto tutto quello che potevano fare con le loro competenze, ma oggi, forse perché non appartengono ad una certa parte politica, sono penalizzate da questo strano sistema, che porterà ad un commissariamento.
Prossimamente vedremo questo commissariamento, ma mi sembra che si sia già parlato di un Commissario che sarebbe andato a verificare qual era il discorso regionale su tutte le ATL.
Assessore, lei ha parlato di area mediterranea, ma ci sono delle caratteristiche differenti tra l'area mediterranea e il Piemonte o la Lombardia. Sono sistemi turistici diversi, pertanto ogni provincia del Piemonte ha la sua ATL, che si occupa di turismo.
Considero, dunque, inopportuno andare verso un accentramento di poteri rispetto alle competenze della Regione: invece di decentrare, la Regione accentra.
Assessore, l'ATR la lasci funzionare almeno fino dopo le Olimpiadi. A parte il discorso promozionale sulle Olimpiadi che deve essere potenziato vedremo quanto lei saprà fare dopo la soppressione dell'ATR.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 23 presentata dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti Botta e Vignale, inerente a "Parabole in via Centallo 72"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 23, del Consigliere Ghiglia e altri.
La parola all'Assessore De Ruggiero, per la risposta.
DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente Nell'ambito dell'organizzazione delle Olimpiadi, uno degli obiettivi è quello di offrire l'opportunità ai diversi canali e alle news del mondo, di riprendere le gare.
Una delle opportunità era quella di utilizzare la tecnologia satellitare Eutelsat per la convenzione a banda larga.
Quel sistema di comunicazione ha trovato nel teleporto di Sky Logic Italia il maggior centro di comunicazione satellitare al servizio dei Giochi Olimpici.
Per quanto riguarda l'autorizzazione, l'installazione di impianti di questo tipo è soggetta alla disciplina quadro nazionale, la legge n.
36/2001. Per quanto riguarda il Piemonte, la legge regionale n. 19/2004, in attuazione della legge quadro nazionale, ha riaffermato, perché è una decisione già presa, che la partita autorizzativa venga attribuita ai Comuni.
Per quanto concerne gli aspetti tecnici e di attività di controllo questi sono assegnati in termini esclusivi all'ARPA, per cui i Comuni e l'ARPA sono i principali attori di questo processo autorizzativo.
L'impianto di cui si tratta nell'interrogazione, della ditta Sky Logic prevede l'installazione di 15 antenne paraboliche, di 5-6 metri di diametro, con antenne puntate verso satelliti geostazionari, pertanto hanno una direzione di irraggiamento fissa.
Nel medesimo piazzale è già installato un impianto di Telecom Italia Mobile, che ha un sistema di telefonia cellulare formato da tre celle UMTS.
Quest'ultimo impianto ha avuto l'autorizzazione dall'ARPA in data 20 settembre 2004.
L'ARPA ha provveduto a svolgere tutte le valutazioni teoriche dei livelli di campo elettromagnetico, come è prassi, nel raggio di 300 metri.
Ovviamente, tali valutazioni sono state effettuate a partire dalle caratteristiche tecniche dell'installazione e dalle caratteristiche del sito.
Esse hanno portato a una conclusione: risulta essere verificato il rispetto dei valori limite fissati dal DPCM del luglio 2003 e, in particolare, come è prassi fare, vengono anche controllati i livelli di esposizione di inquinamento nelle condizioni meteorologiche più avverse cioè in caso di neve, pioggia o grandine, quando le precipitazioni potrebbero modificare il livello di diffusione delle irradiazioni.
Da questa valutazione è emerso che, pur essendo sempre rispettato il limite di esposizione, il valore di attenzione - previsto dal DPCM del luglio 2003 - veniva superato a un'altezza di 10 metri dal colmo delle abitazioni più vicine.
Quando avvengono situazioni di questo tipo, si dà comunicazione - e mi sono accertato che l'Agenzia ha provveduto a darne comunicazione al Comune dei valori di campo, che sono a un livello di altezza di 14 metri perché, pur non causando un pericolo diretto, è bene, conformemente al principio di precauzione, che ci sia la segnalazione degli eventuali rischi che potessero sorgere per esposizioni di tipo anche occasionale (lavori nell'edilizia, gru, ponteggi e quant'altro).
Si usa spesso relazionare sullo stato dell'arte, ovviamente con le dovute attenzioni e precauzioni in caso di eventi occasionali.
Queste misure sono state ripetute in data 13/5/2005 e, ancora una volta, non sono stati riscontrati superamenti di legge. I dati, pertanto sono stati trasmessi al Comune di Torino. L'ARPA ha poi rilasciato un parere favorevole all'impianto, in data 7/6/2005.
Ovviamente, spetterebbe soprattutto al Comune di Torino rispondere a questi quesiti. Stando alle informazioni in nostro possesso, ma solo perch sono contenute nel parere dell'ARPA, l'area in oggetto, secondo il Piano Regolatore Generale del Comune di Torino, è destinata a installazioni tecnologiche. In questo caso, c'è anche una particolare convenzione urbanistica per cui questo impianto sarà impiegato per le trasmissioni in mondovisione dei Giochi Olimpici del 2006.
Colgo l'occasione per ricordare che nella regolamentazione regionale manca ancora un ultimo tassello, ma è già in iter autorizzativo la terza delibera-direttiva tecnica, prevista dalla legislazione regionale, che è quella che detta con più attenzione la regolamentazione in campo di localizzazione degli impianti radioelettrici e anche le modalità e gli strumenti di garanzia degli Enti locali, in campo di pianificazione locale.
Si tratta di garantire due diritti che oggi si confrontano: da un lato il diritto alla salute e alla tutela dell'ambiente e, dall'altro, il diritto a un corretto e ordinato sviluppo della comunicazione.
La terza direttiva tecnica, prevista dall'articolo 5 della disciplina regionale, è quella che detta con più attenzione la regolamentazione in campo di localizzazione degli impianti radio-elettrici e anche le modalità e gli strumenti di garanzia degli enti locali in campo di pianificazione locale.
Questo per garantire due diritti che oggi si confrontano, da un canto il diritto alla salute e il diritto dell'ambiente e, dall'altro lato, il diritto al corretto ed ordinato sviluppo della comunicazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia per la replica; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Ringrazio l'Assessore De Ruggiero per l'esposizione. Vorrei chiedere se è possibile avere copia del parere dell'Arpa con cui si dà il parere favorevole all'impianto.
Mi vorrei soffermare su un dato, cioè il valore di attenzione, perch come l'Assessore sa, la legge pone due tipi di valore rispetto alle misurazioni e rispetto alla soglia di attenzione che occorre tenere per questo tipo di emissioni - e parliamo di 15 antenne del diametro di 5-6 metri.
Oggi il valore di attenzione è superato anche nei limiti che diceva l'Assessore prima, quindi non in maniera preoccupante, potrebbe diventarlo nel momento in cui queste parabole fossero continuamente in funzione rispetto alla funzione per cui sono state installate in quel posto.
Voglio dire se oggi a basso regime e ad utilizzazione pressoché nulla notiamo un superamento dei valori di attenzione, è molto probabile, per non dire certo, che questi valori di attenzione, fino ad arrivare ai valori limite, saranno superati quando le antenne saranno utilizzate per la mondovisione dei giochi olimpici.
Io non sono un estremista anti-antenne, ho contribuito a fare quel D.P.C.M., nel senso che ho contributo a difenderlo e a votarlo e lo ritengo come l'Assessore sa - il più garantista in Europa, nel senso che i nostri valori sono i più ampi possibili rispetto a tutti gli altri paesi d'Europa per non parlare degli Stati Uniti.
Il fatto però che, proprio perché il D.P.C.M. è largo, vengano superati in un momento di non uso o solo di prova i valori di attenzione dell'impianto, per me è un elemento di grande preoccupazione, perché vuole dire che, a norma cioè in uso normale, questi valori di attenzione verranno superati, sfondati potenzialmente.
Quindi, vorrei subito, posto che l'autorizzazione spetta al Comune di Torino e prendendo atto che l'Arpa ha già comunicato al Comune il superamenti di questi valori, cominciare a porlo questo problema. A mio avviso, stante che l'autorizzazione non spetta a noi, riterrei opportuno che l'Arpa svolgesse mensilmente, in quella zona e in quel sito che sarà il sito centrale in cui Sky oggi installa tutte queste parabole e attraverso il quale passeranno le trasmissioni un rilevamento mensile per controllare che i valori di attenzione non siano più superati, per vedere oggi fare delle modifiche tecniche rispetto al non ulteriore superamento di questi valori di attenzione, e per far sì che tutti i cittadini che abitano in quella zona possano essere costantemente informati e tranquillizzati sul fatto che quello che è un insediamento eccezionale - perché non è un insediamento ordinario il fatto che sul piazzale ci siano 15 parabole di sei metri - non rappresenti un pericolo reale, o anche solo potenziale perché le soglie di attenzione servono a evitare anche solo il pericolo potenziale, per la loro salute.
Quindi, io vorrei raccomandare all'Assessore che intervenire presso l'Arpa al fino di avere un controllo sistematico mensile, quanto meno fino ai giochi olimpici - poi si vedrà se queste parabole rimarranno o meno per controllare che non vengano più superati i limiti di attenzione. E chiaramente darne anche solo in Commissione ogni tanto o ad esempio ogni due mesi anche al Consiglio regionale una comunicazione per evitare la formalità di continuare a presentare e creare lavoro inutile.
Però credo che controlli sistematici, informazione corretta anche nella zona, facendosi l'Assessore promotore anche presso il Comune di Torino di questa opera di sensibilizzazione, siano fondamentali. E - lo ripeto - il superamento dei valori oggi mi sembra un dato da non sottovalutare.
Vorrei il parere dell'Arpa, se è possibile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Ruggiero per una brevissima replica.
DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente Sono d'accordo su tutto, volevo solo sottolineare il fatto che stiamo parlando di valori di attenzione dove non ci sono persone. Vorrei che fosse chiaro questo.


Argomento: Procedimento ed accesso atti amministrativi

Iscrizione nuovo punto all'o.d.g. inerente all'esame del disegno di legge n. 38 "Nuove disposizioni in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il provvedimento n. 38 inerente a "Nuove disposizioni in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi", così come concordato nella Conferenza dei Capigruppo.
Indìco la votazione palese sull'iscrizione del nuovo punto all'o.d.g.
Il Consiglio unanime approva.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento all'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 31, inerente a "Adunata Nazionale degli Alpini a Cuneo", presentato dai Consiglieri Ferrarsi, Cirio Ristagna, Rubino, Guida, Lepri, Guida, Muliere, Robotti, Turigliatto Buquicchio, Giogo, Allasia, Casoni, Burzi, Ferrero, Manolino, Dutto e Costa Enrico


PRESIDENTE

Il Consigliere Ferraris ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



FERRARIS Giorgio

Vorrei formulare una richiesta all'Ufficio di Presidenza. Insieme ai Consiglieri Rostagno e Rabino avevo presentato un ordine del giorno per sollecitare un impegno della Regione per la candidatura avanzata dalla Città di Cuneo per l'Adunata Nazionale degli Alpini.
Ne è stato presentato un altro da alcuni Consiglieri dell'opposizione.
L'ordine del giorno sarebbe stato unificato e porta la firma dei Capigruppo di tutti i Gruppi. Quindi, chiediamo che possa essere iscritto nella giornata odierna.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Ribadisco quanto detto in precedenza, per cui abbiamo già concordato all'interno di questi banchi il testo, che trova l'accordo pieno di tutti.



PRESIDENTE

Non essendoci interventi contrari, indìco la votazione palese sull'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 31 testé citato.
Il Consiglio approva.


Argomento: Ristrutturazione industriale - Problemi del lavoro e della occupazione

Sull'ordine dei lavori con particolare riferimento all'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 33 presentato dai Consiglieri Cavallera, Deambrogio, Clement, Botta, Rossi, Barassi, Dalmasso, Bossuto Muliere, Rutallo), inerente a "Crisi negli stabilimenti IAR-SILTAL Occimiano e Ticineto (AL)"


PRESIDENTE

Sempre sull'ordine dei lavori relativamente all'iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 33, ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Era per chiedere l'iscrizione all'o.d.g. di un ordine del giorno presentato a firma mia e del collega Botta, che marcia in parallelo con un altro ordine del giorno presentato che riguarda una situazione di crisi aziendale ed occupazionale veramente preoccupante riguardante il Gruppo IAR Siltal di Occimiano e Ticineto, che ha il proprio centro direzionale e produttivo nel casalese, ma ha anche insediamenti in altre zone italiane.
Ci sono delle scadenze che riguardano l'assemblea dei creditori per quanto riguarda l'ammissione all'amministrazione controllata. Ci sono sollecitazioni da rivolgere alle banche; ieri sera si è tenuta un'assemblea pubblica a Ticineto a cui abbiamo partecipato ed è pervenuta una richiesta generale di pronunciamento, da parte del Consiglio, che impegni la Giunta ad intraprendere alcune iniziative.
Ne chiederei, pertanto, l'iscrizione all'o.d.g..



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
La mia richiesta è collegata allo stesso tema su cui è poc'anzi intervenuto il collega Cavallera.
Ieri sera ho partecipato anch'io all'Assemblea dell'Unione dei Comuni a Ticineto, ed è emersa una situazione decisamente preoccupante. Peraltro come ricordava lo stesso Consigliere Cavallera, il prossimo 5 luglio si terrà una riunione dei creditori: questa convocazione rappresenterà uno snodo decisivo per la possibile risoluzione della crisi.
So che la Regione e gli Assessori competenti si sono già interessati della grave faccenda.
Sarebbe utile, per rispondere in tempi brevi a questi lavoratori che attendono notizie positive in tal senso, poter discutere dell'ordine del giorno che ho presentato, come primo firmatario, questa mattina.



PRESIDENTE

Consigliere Deambrogio, le comunico che tale ordine del giorno è già a mani della Presidenza.
Se non vi sono interventi in senso contrario, pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno che ha come primo firmatario il Consigliere Cavallera, e dell'ordine del giorno che ha come primo firmatario il Consigliere Deambrogio.
Indìco la votazione palese sull'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 33.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Riassunzione progetti di legge, ex articolo 77 del Regolamento: adempimenti

Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Riassunzione progetto di legge "Disciplina e finalità del Consiglio delle Autonomie locali" - (già progettop di legge n. 672) richiesta dal Consigliere Ghigo


PRESIDENTE

Procediamo con il punto 3) all'o.d.g., relativo a "Riassunzione progetti di legge, ex articolo 77 del Regolamento: adempimenti".
Si tratta della riassunzione del progetto di legge "Disciplina e finalità del Consiglio delle Autonomie locali" richiesta dal Consigliere Ghigo. Vi ricordo, a tal riguardo, che non si era esaurita la trattazione in fase referente.
Per tale progetto di legge viene pertanto disposto il rinvio in Commissione ex articolo 77 del Regolamento.
Se non vi sono osservazioni, l'Aula, unanime, approva il rinvio in Commissione ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame disegno di legge n. 1 "Disposizioni in merito ai Comitati regionali di Controllo"


PRESIDENTE

Esaminiamo il disegno di legge n. 1, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola alla relatore, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, relatore

Il disegno di legge, presentato dalla Giunta regionale in data 16 maggio, è stato assegnato, per l'esame della Commissione, in data 8 giugno ed è stato licenziato a maggioranza in data 20 giugno 2005.
Il provvedimento si compone di due articoli.
L'articolo 1 prevede la soppressione delle disposizioni regionali conseguenti all'abolizione dei Comitati regionali di Controllo.
L'articolo 2 stabilisce l'impegno che viene assunto dal Consiglio regionale di promuovere una legge con la quale verrà istituito in servizio di consulenza a favore, soprattutto, del sistema dei piccoli Comuni.
La discussione all'interno della Commissione regionale ha consentito un miglioramento del disegno di legge, sia in alcuni aspetti di natura formale, sia, soprattutto, nell'individuazione di un lasso temporale - 180 giorni - entro il quale la legge istitutiva del servizio di consulenza a favore dei piccoli Comuni dovrà essere approvata da parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gianluca

Grazie, Presidente.
Così com'era stato annunciato in sede di Commissione, il nostro Gruppo consiliare non ha votato questo disegno di legge, sostanzialmente per un motivo. Al di là delle variazioni significative che sono state apportate al provvedimento, è stato presentato in Commissione con l'attuale articolo 2 ancorché non nella stessa formulazione che oggi abbiamo sotto gli occhi (era l'articolo 1, e viceversa). Sembrerà cosa di poco conto, ma non lo è nel senso che, così come lo avevamo letto, pur con tutti i limiti del medesimo, il principio che la Regione voleva sancire con il progetto di legge era l'istituzione di un servizio di consulenza per i Comuni e l'abrogazione, all'articolo 2, dei Comitati regionali di Controllo.
Alcuni colleghi, forse più sottoscritto, hanno fatto riferimento all'anomalia della proposta di legge che veniva presentata, in quanto la Regione si accingeva a votare un disegno di legge che rimandava ad un successivo provvedimento legislativo. Ma su questo entreremo successivamente nel merito.
La cosa importante da sancire oggi è che, di fatto, la Regione va ad abrogare un servizio senza istituirne un altro. Mi spiegherò meglio.
È pur vero che i Comitati regionali di Controllo perdono nel tempo la propria finalità (fortunatamente, perché erano organi di impaccio per molti Enti locali), ma è altrettanto vero che, se non reiterati con apposito provvedimento, decadono con la fine della legislatura.
Avendo perso, da anni, non solo le competenze sui Comuni ma anche sugli Enti parco e quant'altro, i Comitati regionali, di fatto, non hanno più alcun ruolo da esercitare: questa è una descrizione che raffigura la realtà. Di fatto, i Comitati regionali di Controllo, anche se non rientrava fra i loro compiti, negli ultimi anni hanno svolto un ruolo di consulenza per le Amministrazioni locali. Non è ciò che prevede la legge, ma la verità è quella: vi erano alcune persone che non avevano più funzioni da esercitare e quello facevano nei confronti degli Enti locali.
Oggi, con questo provvedimento, abroghiamo gli stessi - scelta che certamente condividiamo - e ci concediamo 180 giorni di tempo per istituire una nuova legge.
Al di là del fatto che, come dicevamo precedentemente, si interrompe un servizio per non erogarne un secondo, anche nel merito di provvedimenti che oggi sono in Aula (o che sono stati annunciati dalla Giunta con comunicati stampa legittimi) la Regione vuole procedere ad una delegiferazione della stessa.
Ma anziché emanare un provvedimento di legge che prevede, all'articolo 1, di abrogare i CORECO e, all'articolo 2, di istituire un servizio di consulenza per i piccoli e i medi Comuni, noi proponiamo un disegno di legge in cui, sostanzialmente, si vanno ad abrogare i CORECO nell'articolo 1 e nell'articolo 2 - seppure più stringente rispetto al testo presentato la prima volta in Commissione - si rimanda ad una successiva legge, che la Commissione e il Consiglio dovranno individuare nel termine previsto di 180 giorni.
La proposta che il nostro Gruppo consiliare formula con un emendamento che presenteremo al termine della discussione è esattamente quella di fare tutto assieme: abrogare, cioè, i CORECO e istituire, contestualmente, dei servizi di consulenza per i piccoli e i medi Comuni.
Credo che non si possa non tener conto della particolarità della Regione Piemonte: sugli ottomila Comuni italiani, più di mille sono all'interno della nostra Regione. Moltissimi di questi è una percentuale che supera l'80% in un paese con meno di 5000 abitanti.
Un ente importante come la Regione, così come altri enti sovracomunali deve intervenire perché questi piccoli enti, con limitata capacità interna e particolare situazione del personale (non certo per colpa loro, ma per natura stessa di queste amministrazioni), hanno necessità di un serio intervento da parte degli enti sovracomunali. Prevedere una pausa di sei mesi in cui il Consiglio non assicura alcun servizio di consulenza è sbagliato, al di là del fatto di interrompere o meno un servizio. Questo quanto noi asseriamo, pur conoscendo già le risposte che l'Assessore ci darà: "I CORECO non sono tenuti a erogare servizi di consulenza".. In ogni caso, vi era la possibilità oggi, come fra una settimana o 15 giorni, di istituire un servizio di consulenza e non certo di attendere i 180 giorni che questo provvedimento di legge invece si dà. Da questo punto di vista crediamo che questa volontà si possa fare. Tra l'altro, l'emendamento che presenteremo non è altro che una legge della Regione Basilicata, per cui non abbiamo inventato assolutamente nulla ed era una cosa che credo l'amministrazione regionale avrebbe già dovuto fare, sia in sede di commissione, che in Aula, presentandosi con un provvedimento che davvero istituisse il servizio di cui abbiamo parlato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Volevo intervenire in merito a questo argomento. Mi pare una buona transazione a livello di Commissione, riuscire ad arrivare in Aula con questo provvedimento, conseguente al fatto che purtroppo la scadenza dei CORECO ormai è tassativa dal punto di vista legislativo e che quindi è imminente.
Devo dire però che la discussione in Commissione aveva evidenziato (senza colpevolizzare più di tanto l'Assessore) una blanda intenzione di realizzare questo nuovo ente di collaborazione, di consulenza e di informazione per i Comuni. Nel testo originario lo si diceva tra le righe e in una forma molto blanda. La forzatura che noi abbiamo fatto in Commissione per cercare di sollecitare la volontà della Giunta regionale e la volontà dell'Assessore Deorsola di dare un'alternativa alla CORECO, è stata quella di iniziare in Commissione per mettere un termine che non è perentorio ma che per il momento è solo ordinatorio.
Per quanto riguarda l'articolo 2 del testo legislativo: i 180 giorni che dovrebbero essere una manifestazione di volontà (mi associo completamente a quanto ha poco fa detto il collega Vignale ) se è vero che in Commissione noi abbiamo cercato di trovare questa forma di transazione per venire in Aula e dire - va bene questa volontà c'è - questo tempo l'abbiamo dato - vediamo di utilizzarlo al meglio, è altrettanto vero che sei mesi senza una scadenza, una perentorietà, senza nessuna conditio sine qua non, dovuto al fatto che questo non avvenga, mette la Giunta Regionale e l'Assessore, nelle condizioni di agire liberamente e, quindi, mette i Comuni in un rischio tangibile, un rischio vero, che fra sei mesi, fra un anno, fra due, questa legge non sia ancora operativa e non ci sia questo nuovo istituto regionale che deve dare la consulenza che i comuni attendono.
Mi pare un pochino povera la scusa che i CORECO, già da prima non erano un ufficio di consulenza, quindi, ciò significa che non gli è stato tolto nulla e che stiamo solo tardando nel dargli il sostegno di cui hanno bisogno. Questo lo abbiamo già dibattuto e sviscerato e abbiamo già detto unanimamente in tutti i Gruppi consiliari, che era già un male il fatto che prima non ci fosse, quindi non vedo perché dobbiamo perseverare in quest'operazione. E' altrettanto vero che l'Assessore Deorsola e la Giunta regionale, se veramente hanno questa volontà, non credo abbiano bisogno di sei mesi e non credo abbiano bisogno di tanto tempo per formalizzare una specie di trasformazione su di un istituto già esistente. Credo che si possa fare addirittura nel giro di trenta giorni. Creare una situazione ex novo fra tre mesi o sei o un anno, sarà molto più difficoltoso e creerà problemi non solo di relazione finanziaria ma sicuramente di strutture creerà problemi di compagine, di adattamento ad una situazione nuova e quindi credo che sarà molto difficile per questo nuovo istituto riuscire a vedere la luce nell'arco di sei mesi.
Vorrei far presente all'Assessore e alla Giunta regionale, proprio perché il livello di questi centri di assistenza degli enti locali potrebbe essere ridotto, che non è necessariamente obbligatorio averli in tutte le Province ma che si potrebbero distribuire equamente sul territorio. Direi che due o al massimo quattro sedi operative di consulenza e di assistenza per i piccoli Comuni, potrebbero sicuramente essere sufficienti. Vorrei invitare l'Assessore e la Giunta a modificare innanzitutto il termine e quindi non lasciare i 180 giorni, ma dare un tempo decisamente più limitato, perché questo vorrebbe dire una vera volontà della Giunta di dare una risposta. Se così non è, debbo pensare che questo sia uno stratagemma per prendere tempo e per dilatare nel tempo questa forma di assistenza e sicuramente se fossi un piccolo Comune non mi sentirei certamente tutelato.
Sono d'accordo a sottoscrivere l'emendamento del collega Vignale per quanto riguarda la contemporaneità. Sono d'accordo che entro il mese di luglio noi potremmo utilmente procedere alla proposta di istituzione di questo nuovo servizio e sono altrettanto convinto che l'Assessore Deorsola se pure non ha chiaramente espresso motivazioni diverse, credo di capire che abbia davvero la volontà di attivare questo tipo di servizio e quindi dichiaro la disponibilità mia e del gruppo per una collaborazione in questo senso magari, riuscendo prima delle vacanze a formulare un testo operativo che prima della fine di luglio si possa discutere ed approvare in Commissione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Credo che nessuno sentirà nostalgia per la scomparsa dei comitati regionali di controllo così come oggi funzionano; esprimo quindi un giudizio positivo sulla proposta di legge, soprattutto perché non si limita all'articolo 1, ma propone, con il secondo punto dell'articolato l'istituzione di un servizio di consulenza gratuito a favore dei Comuni piemontesi e in particolare per quelli di minore dimensione demografica.
Come Sindaco, anche se oramai in fase di dimissioni, non posso che approvare e sottolineare positivamente la volontà dell'amministrazione regionale del Piemonte, di assicurare un servizio importante, assolutamente sentito e richiesto da parte dei Comuni e di dare con questo il segno tangibile di un rapporto di cooperazione e non di antagonismo tra Regione e Autonomie Locali piemontesi. Ritengo che rispetto alla questione dei tempi di attuazione posta dagli interventi che mi hanno preceduto, non sia tanto significativo il fatto se si pensa di avviare il servizio in tre mesi piuttosto che in sei, ma, soprattutto, di attivarlo con una concertazione ampia con le rappresentanze dei Comuni: l'ANCI, l'UNCEM, la Lega delle Autonomie locali, non dimenticando il ruolo delle Province, che dal punto di vista legislativo hanno competenza anche in materia di assistenza agli Enti locali.
Credo sia necessario porre l'attenzione non tanto sul termine entro il quale attivare la nuova legge regionale richiamata dall'articolo 2, quanto sulle modalità, sul metodo, sulla concertazione che si vuole attivare con i Comuni e con le altre Autonomie locali per dare vita ad un forte rapporto di cooperazione. Strada da percorrere per arrivare alla piena attuazione del decentramento di funzioni e, in prospettiva, al federalismo da tante parti invocato e voluto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Cercherò di non ripetere il dibattito che abbiamo già svolto in Commissione dove, mi pare, avessimo si è raggiuntao un'intesa sulle questioni di carattere generale che stiamo discutendo oggi.
L'intesa raggiunta aveva portato, anche con la disponibilità della Giunta, ad una modifica del testo licenziato a maggioranza. Ripeto, mi pare si fosse raggiunta un'intesa sulle questioni di carattere generale, e io Iintendo intervenire in aula a partire da quegli elementi di fondo, di carattere generale, sui quali siamo tutti d'accordo. Esiste una prima parte del provvedimento rispetto alla quale il Consiglio regionale non ha poteri discrezionali;, nel senso che se anche se noi oggi non adottassimo nessun alcun tipo di provvedimento, i CORECO, alla loro scadenza, non esisterebbero comunque più.
Il provvedimento che adottiamo oggi è importante, perché segniiamo la fine di un organismo - che immagino costoso anche per le casse regionali che da diverso tempo non aveva più alcuna funzione di controllo e di tipo amministrativo.
Contemporaneamente, assumiamo un impegno temporalmente preciso per venire incontro ad alcune esigenze, manifestateche specialmente dai piccoli comuni Comuni.
hanno manifestato.
Sulle questioni di carattere temporale, che venivano poste prima, cioè ovvero sulla contemporaneità dell'abolizione dei CORECO e dell'a istituzione di organismi di consulenza gratuita nei confronti dei Comuni mi permetto, rispetto agli interventi dei Consiglieri di opposizione intervenuti precedentemente, di fare alcune osservazioni e di avallare, in qualche modo, la tesi indicata nel documento licenziato dalla Commissione in cui si dice: "Si farà la legge entro 180 giorni".
Faccio aAlcune osservazioni. La prima. Non mi risulta che in questi anni vi sia stata stato una così grande numero richiesta di Comuni che avevano nostalgia dei CORECO o richiedevano consulenze su materie complesse. Non mi pare che abbiamovi siano risultanze di questo genere se non in alcuni casi sporadici, e di questo bisogna tenerne conto.
La seconda osservazione riguarda l'intervento del Consigliere Vignale nel passaggio in cui quando ha citato i provvedimenti della Regione Basilicata. La Regione Basilicata si è basata - per sostituire i CORECO con forme di consulenza - sull'articolo 129 del Testo Unico n. 267 laddove si dice: "possono essere attivati, nell'ambito dei comitati regionali di controllo, servizi di consulenza". Essendo intervenuta successivamente la riforma del Titolo V che ha abrogato i Comitati regionali di controllo evidentemente l'articolo 129 del decreto n. 267 di cui parlavo non ha un significato pregnante, così come citava il Consigliere Vignale. A quel che mi risulta, oltre alla all'approvata, riforma del Titolo V, approvata anche le altre proposte di riforma costituzionale presentate dal centrodestra, che sono oggi oggetto di esame del Parlamento presentate dal centrodestra, non contemperano al loro interno nessuna alcuna forma che possa essere riconducibile ad una istituzione di CORECO. Su questo siamo d'accordo.
Un'altra osservazione riguarda il ruolo delle Province. su questi termini. Qui sì che il decreto 267 non è confliggente come prima rispetto alla riforma del titolo V. L'articolo 12 e l'articolo 19 del decreto n. 267 del Testo Unico sugli Enti locali, recita: "Spettano alla Provincia le funzioni relative alla raccolta ed elaborazione dati, assistenza tecnico amministrativa agli Enti locali".
Quindi, se gli Enti locali da un lato e le Province dell'altro vogliono esercitare le loro competenze, anche in questa breve fase di vacatio che oggi determiniamo attraverso l'approvazione del provvedimento, se i alcuni piccoli comuni Comuni avessero esigenze immediate di consulenze su materie specifiche e complesse, esistono le Province, che tra i compiti formali stabiliti dal decreto legislativo n. 267 hanno anche quello di consulenza nei confronti degli Enti locali -, quindi nei confronti dei Comuni.
Un'ultima osservazione rispetto all'emendamento. è di questo genere. La volontà del Gruppo de "La Margherita" - ma penso di interpretare anche il giudizio pensiero di altri Gruppi di maggioranza - è di arrivare alla formulazione di una buona legge anche in tempi più brevi dei 180 giorni stabiliti.
Per fare una buona legge sulla materia in discussione, nel momento in cui ci rivolgiamo a forme di consulenza con gli Enti locali - più volte i Consiglieri di minoranza hanno chiesto in Commissione di esercitare consultazioni anche su argomenti diversi - a me pare sia assolutamente inevitabile, fondamentale e necessario esercitare in VIII Commissione forme di consultazione con i rappresentanti degli Enti locali, per costruire la proposta di legge che noi vogliamo fare nel più breve tempo possibile ricordo che più volte i Consiglieri di minoranza hanno chiesto, in sede di Commissione, di convocare delle consultazioni su argomenti diversi..
Queste sono le ragioni per cui riteniamo che il provvedimento debba essere approvato, nei termini in cui è stato licenziato dall'VIII Commissione.



PRESIDENTE

Ricordo ai Consiglieri che siamo ancora in sede di discussione generale sul disegno di legge. Consigliere Manolino, avrà modo di intervenire sui vari articoli.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Manolino; ne ha facoltà



MANOLINO Giuliano

Dopo l'intervento del Consigliere Bizjak, volevo richiamare l'attenzione dell'aula su un fatto. Il dibattito che stiamo facendo sui tempi, sulle date e su quanto annesso e connesso al provvedimento di abrogazione (i CORECO che vengono eliminati, che non esisteranno più.) non ha niente a che vedere con il provvedimento che noi stiamo discutendo che è un provvedimento di consulenza ...



PRESIDENTE

Mi scusi Consigliere Manolino, non mi costringa ad assumere un atteggiamento antipatico. Lei ha già parlato in sede di discussione generale, adesso se ha un'osservazione di ordine procedurale la pregherei di farla, altrimenti considererei chiusa la discussione generale, darei la parola all'Assessore Deorsola per la replica della Giunta, dopodiché ha avrà occasione di intervenire e sviluppare l'intervento sui singoli articoli.
La parola all'Assessore Deorsola.



DEORSOLA Sergio, Assessore al decentramento e rapporti con enti locali

Desidero solo ribadire come con questo provvedimento si prende atto della cessazione delle funzioni del Comitato Regionale di Controllo e conseguentemente, ad abrogare numerose disposizioni regionali, elencate all'articolo 1.
Con questo provvedimento, la Regione prende atto della mutata attenzione del rapporto tra Regione, Enti locali e Autonomie locali. La mutata impostazione deriva dalla riforma del Titolo V della Costituzione: non c'è più alcun controllo repressivo, ma si passa ad una proposta di collaborazione. Non si tratta dell'abrogazione di un servizio di consulenza che non esisteva - ma di attenzione alle esigenze delle Autonomie locali.
Per questo motivo, ritengo adeguato il tempo individuato di 180 giorni (non amplissimo ma nemmeno di pochi giorni, perché sul provvedimento intendiamo consultare anche le associazioni dei Comuni). Non si tratta di cattiva volontà o di repressione nei confronti delle Autonomie locali, ma di rispetto e di valorizzazione.
In questo senso, le Autonomie locali e i Comuni non devono essere visti come sezioni decentrate o come filiali della struttura regionale; devono essere valorizzati per la loro capacità ad affrontare e prospettare problemi.
In tale prospettiva, credo che una forma di aiuto - già esistente nella nostra legislazione, come richiamava prima il Consigliere Bizjak - sia doverosa.
Il provvedimento, quindi, deve essere approvato così come licenziato dalla Commissione. Le osservazioni formulate dai Consiglieri saranno prese in considerazione come elementi della proposta complessiva.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dei singoli articoli.
ARTICOLO 1 Sull'articolo 1 ha chiesto di intervenire il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'articolo 1 ribadendo il concetto affrontato in sede di discussione generale. Parliamo di abrogazione. Siamo tutti d'accordo che nel provvedimento portato in Commissione dall'Assessore Deorsola l'articolo 1 conteneva una chiara manifestazione di volontà; nel testo legislativo licenziato dalla Commissione, l'abbiamo posticipata facendola diventare l'articolo 2.
Riferendomi a quanto detto prima dal collega, il problema degli Enti locali non è di sostituire il Co.Re.Co. Il collega diceva: "Non ho sentore che i Comuni abbiano quest'esigenza". Non è vero: da anni i Comuni chiedono un aiuto. E' vero, la Provincia, in base alla legge, dovrebbe prestare consulenze agli Enti locali, anche per quanto riguarda la consulenza tecnico-amministrativa, relativa a progetti di manutenzione e di rifacimento di opere: sfido chiunque a dimostrarne l'esistenza (parlo della provincia di Torino per non uscire dal mio territorio). La Provincia di Torino non ha strutture e ha dato, a dieci Comuni su trecento, il "progettino" del ponte, piuttosto che della strada...
Ve lo posso dire perché li ho seguiti direttamente e so che molti Comuni non hanno neanche avuto il "progettino" realizzato dalla Provincia per carenza di personale e di uffici.
Questa necessità dei Comuni è da anni che si manifesta, ma oggi la esprimiamo approfittando dell'abrogazione dei Co.Re.Co. La richiesta di trasformazione dei Co.Re.Co in Enti di consulenza e di supporto l'avevo già proposta nella passata legislatura, ma si era atteso perché la legge non arrivava alla scadenza dell'abolizione dei Co.Re.Co.
Oggi, a trenta giorni dalla scadenza, dobbiamo dimostrare buona volontà dicendo: "Non aspettiamo i 180 giorni". È vero che in 180 giorni si possono organizzare audizioni con gli Enti locali e i Comuni, ma se c'è davvero la volontà, da parte della Giunta regionale, di dare questo supporto di consulenza, l'Assessore avrebbe dovuto presentare in Commissione un disegno di legge alternativo dicendo: "Qui abroghiamo, qui realizziamo questo nuovo Istituto per.".
Oggi, 180 giorni è un termine davvero lungo perché, come ho detto prima, non dà alcuna garanzia di perentorietà.
Invito i colleghi de La Margherita ad approvare, insieme a noi, gli emendamenti successivi riguardanti l'articolo 2. E' la riduzione del tempo previsto per la presentazione di questa nuova proposta di legge.
Se davvero fossero intenzionati a dare questo tipo di supporto, non avrebbero nulla in contrario a ridurre i tempi sufficienti per le consultazioni e far entrare in vigore questo nuovo Istituto prima della fine dell'anno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Nell'intervento precedente ho detto che i Comuni non hanno nostalgia dei Comitati Regionali di Controllo; mentre, come ho detto in Commissione l'esigenza dei piccoli Comuni, in particolare su materie riguardanti le questioni di carattere finanziario, contabile e giuridico, è assolutamente presente. Su questo vorrei che non ci fossero dubbi, ma neanche che si confondessero i due punti. Siamo su due piani diversi.
Intendevo semplicemente precisarlo, affinché il nostro pensiero sul provvedimento fosse chiaro, da questo punto di vista.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gianluca

Grazie, Presidente. Per altrettanta chiarezza, proprio perch l'articolo 1 è una parte condivisa del provvedimento, preciso che ciò che abbiamo provato ad evidenziare non è certo il mantenimento dei Co.Re.Co.
Condivido quanto detto dal collega che mi ha preceduto: non si tenda a dire che il centrodestra vuole mantenere i Co.Re.Co. Sappiamo quanto i Co.Re.Co hanno ingessato gli Enti locali e sono stati, in molti casi, malvisti dagli stessi.
Per onore di verità, se si vuole davvero fare colui che si attiene a ciò che legge recita, è un conto, ma attenersi alla verità di quanto accade, è un altro. Noi proviamo a recitare la seconda parte, consci della prima. È pur vero che la legge prescrive che i Co.Re.Co. non hanno alcun potere e alcuna possibilità di consulenza, ma è altrettanto vero - se l'Assessore Deorsola chiama qualche amministratore locale di qualche piccolo Comune ne avrà conferma - che negli ultimi anni, essendo stati svuotati dei loro poteri di controllo, in moltissimi casi i CO.RE.CO. hanno svolto questa attività.
E allora, il problema è che, nonostante le differenti posizioni, oggi stiamo interrompendo un servizio che prima veniva erogato.
Al di là di quanto sosteneva il collega Bizjak - per certi versi ha ragione rispetto alle competenze - non c'è una legge che stabilisca quale Ente debba prestare il servizio.
Le Province sono strutture sovraccomunali, hanno un potere che non è solo di intervento, ma è anche di dimensionamento e coordinamento degli Enti locali; in moltissimi casi svolgono un servizio in merito alle questioni urbanistiche e di politica del territorio, che è una loro competenza tradizionale. Infatti, la quasi totalità delle Province piemontesi ha un Settore che si chiama "Servizi Enti locali", che si occupa più che altro di progettazione e non fornisce una consulenza a 360 gradi.
Come è stato detto, il punto dal quale dobbiamo partire è la particolarità della nostra regione: su 8000 Comuni italiani, 1200 appartengono al Piemonte, moltissimi dei quali sono di piccolissime dimensioni. Non possiamo prenderci questo lasso di tempo, che riteniamo troppo elevato - ma nel merito entreremo con gli emendamenti presentati all'articolo 2 - dicendo: "Abbiate pazienza, fra otto, dieci mesi o un anno interverremo per pensare anche a voi".
E' un lasso di tempo che molti piccoli e medi Comuni non possono sopportare e, in ogni caso, è un'occasione persa.



PRESIDENTE

La parola al relatore, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, relatore

Molto brevemente. Dopo aver ascoltato gli interventi dei Consiglieri Vignale e Manolino, senza alcun intento polemico, voglio esprimere due brevissime considerazioni.
La prima: l'abrogazione dell'articolo 130 della Costituzione è avvenuta con la legge costituzionale n. 3, del 18/10/2001. Questa legge ha determinato l'abolizione dei poteri di controllo delle Regioni sul sistema delle Autonomie locali.
Consentitemi, però, di ricordare che dal 2001 ad oggi sono passati quattro anni, senza che un disegno di legge, che accompagnasse la soppressione dei CO.RE.CO. e l'attivazione di questi servizi, sia stato valutato all'interno della Commissione regionale e soprattutto all'interno della discussione in Aula.
Dire che i 180 giorni sono un tempo eccessivo, a fronte dei quattro anni alle spalle, nel quale questo provvedimento deve arrivare in Aula ed essere approvato, mi sembra un po' un'esagerazione dei termini.
La seconda considerazione (ribadisco un concetto che aveva già espresso il Consigliere Bizjak nel suo intervento, che condivido ampiamente): non è che si vada a sopprimere un servizio e non se ne attivi un altro.
Semplicemente, si prende atto che, con la riforma del Titolo V della Costituzione, è venuto a cessare un arcaico sistema di controlli di legittimità sui provvedimenti delle Autonomie locali e si assume l'impegno di stabilire rapporti su basi nuove e diverse tra la Regione e quest'ultime, avendo soprattutto grande riguardo e attenzione al sistema dei piccoli Comuni.
Terza e ultima considerazione: sia nella discussione in Commissione sia questa mattina in Aula, ho visto un'ampia condivisione, che attraversa maggioranza e opposizione, sull'importanza che la Regione Piemonte approvi una legge regionale che attivi questo servizio.
La condivisione rispetto a questo obiettivo renderà sicuramente molto agevole e positiva la discussione, sia in Commissione sia in Aula, circa l'approvazione in modo celere - su questo sono convintissimo - del nuovo disegno di legge che, entro 180 giorni - ma ritengo molto prima - mi auguro possa essere esaminato e approvato dall'Aula in modo favorevole.
Di fronte a una condivisione di obiettivi e di strategia, avendo alle spalle 4 anni un po' persi, mi sembra più opportuno dedicare le nostre attenzioni ad avviare positivamente il confronto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Grazie, Presidente. Non volevo intervenire in merito all'articolo 1, ma l'intervento del Consigliere Reschigna me ne dà l'opportunità.
Solo per valutare serenamente un percorso che è utile intraprendere. Se nel merito condividiamo l'abolizione dei CO.RE.CO. - e il nostro Gruppo la voterà, sull'articolo 1 - e concordiamo sul fatto che rimangono scoperti dei servizi di consulenza ai piccoli Comuni (immagino i Comuni veramente marginali che devono assumere provvedimenti e che erano abituati, negli ultimi tempi, ad utilizzare in modo anomalo i CO.RE.CO), ci domandiamo perché aspettare 180 giorni quando oggi potremmo, come dice il nostro emendamento all'articolo 2, prendere atto dell'abolizione dei CO.RE.CO. e sostituirli con un servizio regionale di consulenza ai piccoli Comuni e agli Enti che ne facciano richiesta.
Prendo anche atto che in quattro anni non è stato fatto niente, ma adesso che il provvedimento è arrivato in Aula, adesso che tutti i Gruppi possono prendere una posizione, perché non prevedere nello stesso provvedimento l'una e l'altra cosa? Parliamo tanto di sburocratizzare, di non emettere leggi continuative, di non moltiplicare le leggi; ebbene, se con l'articolo 1 aboliamo i CO.RE.CO. e con l'articolo 2 istituiamo il servizio di consulenza regionale - quindi non diciamo che lo istituiremo fra 180 giorni - e concordiamo sul metodo per istituirlo, con un unico provvedimento di legge saremo in grado di garantire continuità di servizio a tutti i Comuni del Piemonte.
Mi sembra un ragionamento che all'esterno di quest'Aula chiunque farebbe; parliamo di sburocratizzare e vogliamo fare due leggi: una che dice una cosa e una che ne fa un'altra, una oggi e una fra 180 giorni.
Dovremo riunire le Commissioni, spendere tempo, carta e risorse.
Chiedo, allora, se non sia possibile fermarci un'ora e cercare di ragionare su questo provvedimento (è un vostro provvedimento, non è presentato dalla minoranza) in modo più funzionale e utile, non per la Regione, che con un'unica legge norma due concetti, ma soprattutto per i piccoli Comuni.
Questi, se oggi approviamo questa legge e finché non sarà approvata l'altra, non potranno rivolgersi a nessuno in caso di necessità su una delibera urgente, una determina, un procedimento amministrativo complesso o rispetto alle nuove competenze che sono state attribuite ai Comuni.
Immaginiamo che in Piemonte esistano centinaia e centinaia di Comuni con 50, 70, 100 o 150 abitanti. Come faranno questi Comuni? A chi si rivolgeranno? Oggi chiamano i servici centrali del CORECO che, di fatto, forniscono loro un servizio di consulenza.



(Commenti in aula)



CASONI William

È vero.
Quelli grandi no di certo: non mi riferisco ai Comuni come Biella o Cuneo, ma vi garantisco che Elva si rivolge al CORECO quando ha un problema. Anche altri piccoli comuni sono abituati da tempo a farlo.



(Commenti in aula)



CASONI William

Perché, allora, concordate che questo debba essere fatto, se non lo usano i Comuni? Di fatto è questo che state dicendo: c'é anche una contraddizione nei termini.
Se dev'essere istituito, è perché sapete che già oggi questo viene fatto, altrimenti a nessuno verrebbe in mente di istituirlo. Ci sono e funzionano, di fatto, in questo modo.
Da tempo svolgevano altre funzioni, sia per conoscenza, sia perch questi Enti sono abituati, da decenni, a collaborare con i Comuni.
Ovviamente lo fanno in forma indiretta, non certo per iscritto, perch logicamente non è un compito a loro demandato.
Quando si ha bisogno di un consiglio, si contatta il CORECO, che fornirà dei suggerimenti su come operare su quella pratica amministrativa ad esempio, spiegherà un determinato provvedimento o un'attribuzione o quant'altro. Come ripeto, non si tratta di una cosa formale, perché il CORECO non potrebbe svolgere questa funzione, però, di fatto, si attiva nella sostanza e nella praticità di ogni giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; Ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Colleghi e Presidente, vorrei ricordare al Consigliere Casoni che un provvedimento inerente lo stesso argomento è rimasto fermo in Commissione per cinque anni durante la precedente legislatura. Questo, ovviamente nulla toglie all'esigenza di fare in fretta. Volevo soltanto ricordare questo particolare, perché questa "urgenza di oggi" nei cinque anni passati c'è stata, ma non in questi termini. Lo preciso, tanto per parlar chiaro.
Questa urgenza di mettere in piedi un sistema di servizi per i piccoli Comuni, che giustamente avvertite, e che io, peraltro, condivido, per cinque anni è rimasta lì, lettera morta, presso la VIII Commissione.
Lo dico per chiarire ai colleghi nuovi che questo problema è aperto da ben cinque anni in questo Consiglio regionale.
Ciò detto, Presidente, ha ragione il collega Bizjak quando afferma che sono due piani diversi. Noi dobbiamo abrogare i CORECO, ma non perché siamo cattivi o perché lo vuole la Regione Piemonte, ma perché è stabilito giustamente, io credo - dalla riforma del Titolo V della nostra Costituzione. È un atto dovuto.
Dobbiamo eliminare un sistema di controlli che, in nessun modo, i Comuni, in questi anni, hanno percepito come servizio, diciamo la verità.
Abbiamo immaginato, per fortuna, un superamento di un sistema di controlli che molte volte ha rappresentato, per tanti Comuni, un elemento di condizionamento dell'iniziativa delle autonomie locali.
E siccome tutti parliamo di "autonomia" e di "federalismo", questo era un atto dovuto: immaginare un sistema delle autonomie locali che non fosse dentro questo meccanismo dei controlli. Questo è il primo problema politico che noi, oggi, risolviamo con questa norma, all'articolo 1: prendiamo atto del fatto, cioè, che bisogna abrogare - noi condividiamo questo assunto il sistema dei controlli vigente.
Non stiamo abrogando, quindi, un servizio. E non stiamo dicendo a questi Comuni: "C'é una vacanza tra questa servizio e il dopo". Abroghiamo i controlli.
Vi è, poi, una seconda esigenza che è emersa già nella precedente legislatura: indipendentemente da questo atto dovuto, per cui occorreva eliminare i controlli, noi potevamo ragionare sull'esigenza avvertita da molti Gruppi consiliari, sia di minoranza che di maggioranza, secondo cui in una Regione con tanti Comuni (ben 1206), fosse ragionevole immaginare un sistema di consulenze e di servizi per questi Comuni.
Non tocco qui un tema cruciale, Presidente, che riguarda la sfida di questa legislatura: riorganizzare le autonomie piemontesi, perché non funziona (o non può funzionare per molto tempo) una Regione che ha 1206 Comuni. Va attuata una politica con la quale costruire, attraverso gli incentivi, una riorganizzazione del nostro sistema istituzionale, superando questa frammentazione che oggi è il prodotto di una situazione che ereditiamo, ma che va corretta attraverso quelle politiche che la Giunta precedente non ha fatto, volte a favorire i processi di unione tra i piccoli Comuni.
Siccome questo è un processo che si apre, penso che sia corretto immaginare che la fase di transizione vada governata mettendo in piedi un servizio che può essere utile per i piccoli Comuni - basato sulle consulenze - che oggi riscontrano delle difficoltà di varia natura, sia finanziaria che di personale, e che, proprio per questo, molte volte si trovano nell'impossibilità di avere quelle conoscenze e quelle competenze necessarie che, invece, possono essere decisive per governare bene le loro comunità.
Colleghi Vignale e Casoni, non c'é discussione su questo secondo punto.
Non si discute, cioè, come ha ricordato bene il collega Reschigna sull'esigenza di immaginare questo sistema di servizi. Il punto è: lo si fa adesso o ragioniamo come farlo? La risposta è semplicissima: se si vuole "agitare" la questione va bene, ma se si preferisce offrire un servizio che serva ai piccoli Comuni, dobbiamo, a mio giudizio, costruire con loro un percorso e capire, sempre con loro, quali sono le consulenze di cui hanno bisogno, per offrire un servizio che non costituisca l'ennesimo "ufficio" che eroga prestazioni magari neanche richieste o poco utili, ma dimensionate sull'esigenza del sistema delle economie della nostra Regione e, segnatamente, quelle dei piccoli Comuni.
Se questo è l'obiettivo, collega Casoni, ci possiamo trovare, perché il termine di 180 giorni è puramente indicativo. È del tutto evidente che, se maggioranza e opposizione convengono sull'esigenza di avviare appena possibile questo servizio, ci possiamo mettere al lavoro alacremente e in fretta per definirlo nel più breve tempo possibile, affinché ciò che sorge per iniziativa della Giunta e del Consiglio comunale, sia ciò che serve a quei piccoli Comuni a cui tutti diciamo di voler guardare.
A me non piace l'idea di offrire un servizio a scatola chiusa. Avete ragione sui sei mesi, ma è un termine massimo, una fase nella quale decidere, consultando rapidamente i piccoli Comuni e la Conferenza delle Autonomie, ciò che, in questo momento, vogliamo prevedere con quel servizio. Mi sembrerebbe, francamente, il percorso più corretto, perché da una parte prende atto del fatto che superiamo il vecchio e sorpassato sistema dei controlli, dall'altra ci concediamo il tempo necessario per costruire, con quella concertazione di cui sempre parliamo - ma di cui spesso ci dimentichiamo - un testo che serva a garantire un servizio che obbedisca, soddisfi e risponda alle esigenze dei piccoli Comuni piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Volevo entrare nel merito dell'argomento perché l'ho seguito in Commissione.
L'Assessore, dopo la discussione molto animata della scorsa settimana in Commissione, aveva recepito le due richieste principali che, come Gruppo della Lega Nord, avevamo avanzato, che prevedevano di anteporre il punto 2 del disegno di legge al punto 1.
In pratica, si trattava di eliminare, all'inizio del testo, la parte inerente la necessità di creare un'apposita legge regionale per assicurare un servizio gratuito di consulenza ai Comuni piemontesi, in quanto, a nostro giudizio, il senso della legge riguardava il CORECO; di conseguenza come primo punto, avrebbe dovuto parlare proprio di CORECO.
L'Assessore ha dunque accettato tale modifica, con la trasposizione dell'articolo 2 al posto dell'articolo 1, anteponendo l'abrogazione del CORECO, come prevista dalla legge.
Il secondo suggerimento che l'Assessore ha recepito riguarda il testo dell'articolo 2 (ex articolo 1 nella proposta originale). La proposta prevede l'introduzione di un termine entro cui la Giunta regionale deve emanare un'apposita legge regionale per assicurare il servizio di consulenza a favore dei Comuni piemontesi, singoli o associati: il termine stabilito in Commissione è di 180 giorni.
Credo che il testo licenziato dalla Commissione possa sicuramente permettere alla Giunta - prima - di legiferare e al Consiglio - poi - di trasformare il disegno di legge della Giunta in legge regionale, senza alcun problema e con un termine assolutamente serio, perché sei mesi è un tempo sufficiente per lavorare, in modo adeguato, prima in Giunta, poi in Commissione e in Consiglio.
Accorciare ulteriormente questo termine ci sembrerebbe pleonastico perché, di fatto, non potrebbe essere rispettato; così come ci parrebbe pleonastico cercare di modificare, adesso, in Aula, con una serie di emendamenti (su alcuni, peraltro, si potrebbe anche essere assolutamente favorevoli), un documento comunque approvato dalla Commissione: se interventi dovevano esserci, avrebbero dovuto essere esposti direttamente in Commissione, visto che è stata una Commissione abbastanza lunga e in alcuni momenti anche accesa. Per cui arrivare adesso in aula, dopo un voto favorevole ottenuto dal documento in Commissione con delle modifiche che lo stravolgono interamente, sinceramente ci pare abbastanza inutile oltrech dannoso.
Come Gruppo della Lega Nord abbiamo infatti presentato un solo emendamento, che poi gradiremmo eventualmente discutere in fase di valutazione degli emendamenti, con il quale chiediamo che alla frase "il servizio gratuito di consulenza a favore dei Comuni piemontesi singoli ed associati" si aggiunga "e comunità montane e collinari".
Quindi, potremmo inserire questi due termini e da parte nostra, come Gruppo Lega Nord, con questa modifica potrebbe esserci un voto favorevole sul testo.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, ha facoltà di replica l'Assessore Deorsola.



DEORSOLA Sergio, Assessore al decentramento e rapporto con enti locali

Vorrei provare a riassumere il senso della discussione. Credo che tutte le forze politiche presenti in Consiglio, e anche la Giunta ovviamente sono sostanzialmente concordi sul fatto che i Comitati di controllo non hanno più funzioni e quindi vanno abrogate alcune leggi, per pulizia di corpus normativo.
Credo che ci sia anche il consenso su quello che è l'obiettivo dell'articolo 2, cioè di fornire un servizio di consulenza a favore degli enti locali.
Voglio ricordare che formalmente, ma anche di fatto, oggi un servizio di consulenza viene svolto dagli uffici della struttura regionale. Questo mi stupisce che non venga riconosciuto e vengano sostenute tesi diverse da chi ha avuto esperienze di Giunta regionale.
Il problema qual è? Si poteva adottare un ordine del giorno, ma mi sembrava poco. Quindi, fin dal primo momento ci si è resi conto che occorreva dare una forza a questo impegno.
Quindi, l'inserimento in un testo di legge - mi auguro in una legge regionale -dà serietà alla proposta e fissa anche dei termini. Posso dire che il termine dei 180 giorni ritengo di non doverlo utilizzare tutto, ma essendo un termine ordinatorio credo se la Giunta possa licenziare questo d.d.l. in un termine ridotto circa della metà.
Teniamo conto che andando verso un periodo che è quello di luglio agosto in cui si registrano dei momenti di minor produzione, e credo che si possa sostenere tranquillamente.
Quindi, a chi sostiene che il termine dei 180 giorni possa essere ridotto dico: "fateci un'apertura di credito, se così possiamo chiamarla".
180 giorni è un termine che credo non utilizzeremo pienamente.
Voglio ricordare che i Comuni in forma associata già stanno utilizzando questo servizio; infatti proprio in questi giorni sono partite delle forme di consulenza nei confronti di unioni collinari, perciò non è vero - per chi ha conoscenza concreta di come si svolgono i fatti - che i Comuni siano soggetti abbandonati al loro destino.
Con le comunità montane e collinari bisogna riuscire ad individuare le forme più opportune di collaborazione perché qualcosa stanno facendo e qualcosa potranno fare nel caso in cui ci sia una forma di collaborazione.
Ho sentito la proposta di completare o di migliorare l'articolo 2. In realtà, è già prevista Consigliere Rossi questa forma. Quando si dice "Comuni piemontesi singoli e associati" vengono intese anche le comunità montane e collinari, che già lo utilizzano. Perciò è implicito che sia così, e di fatto è così.
Quindi, chiedo l'approvazione in tempi rapidi del provvedimento che mi pare sostanzialmente condiviso; in questo modo cominceremmo bene una forma non di collaborazione, perché ognuno deve rappresentare le proprie posizioni, ma quando le posizioni sono così sfumate e sono - mi sento di poterlo dire - sostanzialmente coincidenti, credo che non ci debba essere un rallentamento delle operazioni di approvazione. Grazie.



PRESIDENTE

Consideriamo chiusa la discussione sull'articolo 1.
Non essendoci dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'articolo n. 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Passiamo ora all'esame dell'articolo 2.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Presidente, al di là del fatto che sono d'accordo su tutte le considerazioni svolte nel manifestare un'esigenza che ha una struttura territoriale, amministrativa ed istituzionale come quella piemontese, con più della metà dei Comuni che sono piccolissimi, di avere un supporto.
Peraltro è un supporto che fino al 1990, fino all'entrata in vigore della legge n. 142, era dato dal visto di legittimità apposto dai Segretari comunali.
Dopo la "sciagurata bufala" che sopprimeva questo ruolo speciale dei Consigli comunali, come lunga mano delle Prefetture, ma nel contempo obbligava i Comuni a pagare i Segretari comunali ugualmente, senza capire quale funzione svolgessero ancora, molti Comuni si sono trovati abbandonati. Quindi, su questo sono d'accordo.
Non so quale possa sempre la strutturazione di questi uffici, perch bisogna fare attenzione a non cadere nelle consulenze politiche, chiunque governi (destra o sinistra).
Il mio intervento nasce proprio sull'articolo 2 ed è forse in contrasto con l'opinione del mio gruppo.
Che senso ha - e lo chiedo all'Assessore che è avvocato, ma lo chiedo anche al Presidente del Consiglio a garanzia dell'indipendenza del Consiglio regionale - che in una norma si scriva questo: "la Regione entro 180 giorni con specifica legge regionale.". In un articolo di una legge regionale scriviamo che entro 180 giorni facciamo una legge regionale per raggiungere per raggiungere l'obiettivo. Legisticamente mi sembra una cosa che stride un po'.
La soluzione sarebbe quella di togliere il termine di 180 giorni.
Sarebbe opportuno travasare il contenuto dell'articolo 2 in un ordine del giorno, oppure, con l'iniziativa del Consiglio o della Giunta, esprimerlo attraverso un progetto o un disegno di legge, magari bipartisan.
Mi sembra però una limitazione della libertà del Consiglio fissare il termine di 180 giorni in legge. Se lo poniamo con una legge è un qualcosa che stride molto con quelli che sono i percorsi di un sistema legistico.
Questo è quanto chiedo al Presidente del Consiglio regionale.
Naturalmente, voterò conformemente alle indicazioni del mio Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Manolino



MANOLINO Giuliano

Vorrei brevemente precisare che condivido dal punto legislativo, la preoccupazione del collega Picchetto. Il collega Pichetto che probabilmente non era presente in Commissione, forse non ricorda che c'era la disponibilità, da parte dell'Assessore Deorsola, di togliere quest'articolo, ma che noi abbiamo invece chiesto che la manifestazione di volontà avvenisse in forma chiara e temporalmente molto circoscritta perché altrimenti si baypassava questa volontà.
Onestamente, credo che se il problema legislativo si può ovviare con un ordine del giorno, con il quale si dà un tempo che è quello che noi chiediamo per fare questa nuova legge e istituire questo nuovo istituto di assistenza, le cose non cambiano. Il motivo per cui intervengo, è solo quello di avere la certezza e la tranquillità che entro tempi brevi, se possibile brevissimi, si possa dare una risposta agli enti locali.
La richiesta che ha fatto l'Assessore Deorsola - apertura di credito sui tempi - mi pare molto ragionevole e giusta. Condivido invece dei 180 giorni (che poi non sono perentori ma indicatori), l'ipotesi dei 90 giorni entro cui avere il provvedimento in Aula, cui seguono le consultazioni ecc., Ha ragione l'Assessore nel dice che un provvedimento della Giunta in 90 giorni lo portiamo tranquillamente in Commissione. Abbiamo dimostrato la nostra buona volontà. I Comuni possono stare tranquilli che l'iter è avviato e da lì in avanti partono le consultazioni. Da questo punto di vista, sono d'accordo a sottoscrivere e a votare un provvedimento di questo genere e con queste tempistiche.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Deorsola



DEORSOLA Sergio, Assessore al decentramento e rapporti con enti locali

Desidero precisare, se non sono stato sufficientemente chiaro, che le parole "con specifica legge regionale", che peraltro non mi paiono scorrette da un punto di vista sistematico-normativo, possono essere sostituite con le parole "con successivo provvedimento", nonostante la sostanza non cambi. E' previsto che ci sia una norma che fissa un principio. E' preferibile, a mio avviso, fissare questo principio, in un articolo di legge regionale e non in un ordine del giorno a lato. Se il problema è "con specifica legge regionale", sono assolutamente d'accordo a sostituirlo "con successivo provvedimento".
Sul resto della tempistica, credo che la Giunta debba essere su questo e su altro ritenuta credibile. Vi chiederei di lasciare andare avanti il provvedimento con questa tempistica, impegnandomi, con il consenso della Presidente e dei colleghi, a presentare uno specifico disegno di legge nei tempi cui accennato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto Fratin sull'ordine dei lavori.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Diamo la possibilità all'Assessore Deorsola di scrivere l'emendamento approvando il quale è come se dicessimo: "Rispettiamo almeno le fonti del diritto". Se poi il Regolamento non basta, allora si vedrà



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale sull'ordine dei lavori.



VIGNALE Gianluca

Volevo solo fare una domanda? Gli emendamenti sono stati distribuiti?



PRESIDENTE

Si, sono nelle mani dei Consiglieri.



VIGNALE Gianluca

In merito all'articolo 2, credo che la discussione verta sugli emendamenti, quindi abbiamo la possibilità di illustrarli subito o successivamente.



PRESIDENTE

La discussione è sul corpo dell'articolo 2, dopodiché metteremo in votazione i vari emendamenti, che dovranno essere anche illustrati.



VIGNALE Gianluca

Nel merito dell'articolo, credo che, come peraltro altri colleghi hanno fatto già presente e come abbiamo illustrato durante i nostri primi interventi, se si vuole andare verso una soluzione positiva: noi siamo favorevoli rispetto alle congruenze che ci sarebbero fra differenti schieramenti politici; pare chiaro a tutti che questo servizio sia utile, e che si possano accorciare i tempi. Almeno questo è quanto è stato detto da alcuni colleghi, anche se mi è parso che l'Assessore intendesse mantenere i 180 giorni come tempo che magari non si utilizza. E' altrettanto vero che se vi è un tempo dato, sappiamo che è il tempo che, in qualche modo Commissione e Consiglio devono rispettare; tempo che come spiegheremo illustrando gli emendamenti che abbiamo presentato all'articolo 2 riteniamo debba essere rispettato.
Crediamo che sia ( è stato già annunciato in sede di Commissione anche da altri Gruppi consiliari) un po' un'anomalia, anche rispetto alle altre leggi di altre Regioni.
Le Regioni sostanzialmente hanno operato in due modi: abrogando semplicemente i CORECO o abrogando i CORECO e istituendo - lo ha fatto una sola Regione per la verità - il servizio di consulenza. Ci pareva, dal punto di vista formale, ancorché si ritenga necessaria la contestualità dei due provvedimenti, che fare una legge in cui si abrogano all'articolo 1, i CORECO mentre all'articolo 2 si rimanda ad una successiva legge,una procedura perlomeno anomala. In sede di Commissione un collega, faceva presente che in questo modo si potrebbero presentare centinaia di leggi che, abrogando un comma di una legge regionale, rimandano all'istituzione del servizio, ad una seconda legge.
Da un punto di vista non soltanto dello snellimento della legislazione regionale, ma anche con un minimo di criterio nella stesura di un atto ci sembrava che le vie possibili fossero due. E questa davvero era la scelta politica che in qualche modo abbiamo rivendicato: abrogare i CORECO e basta; abrogare i CORECO - seconda ipotesi - e istituire il servizio di consulenza. E' vero che, quando si fa il gioco delle parti, è facilissimo non ascoltarsi; oppure, ascoltando e avendo compreso, è facilissimo far finta che questo non sia avvenuto, ma non continuiamo a dire che i CORECO avevano solo una funzione di controllo, quindi ai Comuni non erano così utili. Questo è senz'altro vero se parlassimo dei CORECO di tre anni fa, ma è molto meno vero parlando dell'istituzione di oggi, come in più di un'occasione abbiamo fatto presente. Le opzioni erano due, ma il Consiglio pare scegliere l'opzione meno interessante per i Comuni, cioè quella di intervenire immediatamente nell'istituzione di un servizio, il quale poteva contenere - come evidenziato nell'emendamento che poi illustreremo - un termine fisso per la realizzazione del servizio stesso. Il principio dell'istituzione vèeniva formalmente decretato con apposita legge, oggi stesso.
Questa è la contestazione maggiore che manifestiamo asull'articolo in oggetto, e che cercheremo di sviscerare meglio nell'illustrazione degli con gli emendamenti presentati.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione sull'articolo 2.
Passiamo ora all'esame degli emendamenti presentati.
Emendamento rubricato n. 4 presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Casoni e Manolino: l'articolo 2 è sostituito dal seguente: Articolo 2. "La Regione Piemonte nel rispetto delle normative vigenti, istituisce un servizio gratuito di consulenza ai quali gli Enti locali possono rivolgersi per le finalità e nei modi di cui al successivo articolo 2".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gianluca

L'emendamento riporta quanto detto nel corso del dibattito, ed è il punto centrale di tutti gli emendamenti presentati, quelli a seguire costituiscono le modalità di espletamento dei servizi. L'emendamento recita: "La Regione Piemonte istituisce un servizio gratuito di consulenza ai quali gli Enti locali possono rivolgersi per le finalità e nei modi successivi all'articolo 2". Questa è la scelta politica che il centrodestra propone e sulla quale ci si confronta votando l'emendamento.
Faccio presente ad alcuni Gruppi di maggioranza che hanno dichiarato la propria positività rispetto all'istituzione di questo servizio, che non era necessario votare il provvedimento oggi,; ma vi era anche la possibilità di un suo rinvio in Commissione per un esame abbastanza repentino e licenziarlo prima dell'estate.
Come il Consigliere Ronzani ricordava, certamente non ho esperienza come Consigliere regionale;, non partecipando da spettatore, ma soltanto leggendo i giornali, ricordo che era abbastanza utilizzato usuale per ildal centrosinistra il principio di spostare il voto di una legge. Non ci stiamo comportando allo stesso modo perché gli emendamenti presentati sono pochi e si esauriscono nella giornata.
E' ovvio che se vi è unadi fronte ad una posizione poco comprensibile per cui vi èvi fosse un largo schieramento che teoricamente è favorevole alle nostre proposte che noi enunciamo, e l'Assessore esprimesse comunque la sua ma poi si esprime con contrarietà, le modalità per fare opposizione le conosciamo benissimo anche noi,, in particolare modo quando si chiede l'istituzione di un servizio, che e quando il centrosinistra dice no all'istituzione di un serviziorifiuta. , le conosciamo benissimo anche noi.
Diventa difficile comprendere un Assessore che imperterrito continua a dire: "i CORECO non svolgono un servizio di consulenza", "i CORECO, per legge" (ma per legge ha ragione) " svolgono un servizio di controllo", "noi dobbiamo abolirli"; Assessore, o che in sede di Commissione consiliare commette la leggerezza di non rendersi non si rende conto che i presentatori degli dei vari emendamenti non sono di un unico Gruppo politico, - ma più gruppi politici e si rivolge ad un unico presentatore...: commette la leggerezza di dimenticarne altri.
Queste leggerezze non vanno commesse soprattutto a fronte di un organismo che ha un regolamento che consente di tutelare posizioni di assoluto principio nei confronti di Enti locali, con possibilità - che non sono certo quelle di oggi: dove vogliamo soltanto sottolineare una possibilità che la Regione ha perso - di bloccare provvedimenti, in particolare modo quando questi sono assolutamente antitetici alle posizioni che abbiamo tenuto all'interno del nostro programma e nei dieci anni di Governo della Giunta di centrodestra.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Boniperti e Manolino: sostituire "entro 180 giorni" con "entro 30 giorni".
Consigliere Vignale, mi pare che l'emendamento sia chiaro, deve intervenire?



VIGNALE Gianluca

Sarò brevissimo, solo per non dare la facoltà al Presidente di scegliere quando far intervenire o meno i Consiglieri.



PRESIDENTE

Non me lo permetterei mai.



VIGNALE Gianluca

L'emendamento è ovviamente chiarissimo. Faccio altresì presente che gli emendamenti 2 e 3 prevedono anche tempistiche differenti. Se le parole spese da alcuni Consiglieri della maggioranza hanno un valore, un costrutto reale nel trovare un punto di mediazione al quale crediamo, credo che gli emendamenti - non so quale dei tre, non sta a me dirlo - possano essere accoglibili.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento n. 4 sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 2 presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Boniperti e Manolino: sostituire "entro 180 giorni" con "entro 45 giorni".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.
Il Consiglio non approva Emendamento rubricato n. 3 presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Boniperti e Manolino: sostituire "entro 180 giorni" con "entro 60 giorni".
La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Per un'ultima riflessione, poiché è stata respinta la proposta che abbiamo presentato per di addivenire contestualmente ad un servizio di consulenza gratuita ai comuni Comuni e visto che è stata espletata, e condivisa da molti interventi dell'aula, la volontà di farlo agire concordemente.
Credo che sul merito del provvedimento non ci siano particolari difficoltà e, nello stesso tempo, se presentato velocemente in Commissione così velocemente può ritornare in aula con il parere positivo di tutti i Capigruppo.
Noi abbiamo indicato un termine di 60 giorni, anche se siamo disponibili a modificarlo. Se c'è veramente questa volontà e questa comunanza di indirizzo, sono disponibile a modificare l'emendamento nel termine dei 90 giorni. Tre mesi potrebbero essere sufficienti per portare a termine una questione che tutti, a parole, dicono di volere.
Un provvedimento di questa portata è semplice da organizzare, redigere e presentare: passerebbe subito in Commissione e arriverebbe in tempi celeri in aula. In questo modo, si dimostrerebbe la volontà di dire: "Non lo possiamo approvare contestualmente - come avete detto voi, anche se noi non eravamo d'accordo - però dimostriamo di volerlo approvare velocemente".
Siamo favorevoli al termine dei novanta giorni per un provvedimento sul quale tutti - non ho sentito una sola voce difforme dal contenuto e dalla volontà di istituire questo servizio di consulenza gratuità - concordano.
Chiedo all'Assessore di fare quest'ultima valutazione. Nel caso di una valutazione negativa, ci troveremmo nell'opportunità di comunicare ai Comuni che questa nostra posizione non è stata accettata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio, Assessore al decentramento e rapporti con enti locali

Non intervengo tanto sull'emendamento che si sta discutendo, avendo un'altra portata, quanto su un discorso complessivo.
Come ho già detto in precedenza - lo voglio ripetere con maggiore chiarezza - il termine dei 180 giorni non può che essere ordinatorio, anche se lo voglio intendere come un termine eventualmente da non utilizzare per intero. Non posso dire: "90 giorni sì" o "89 o 50". Ci sarà il rispetto dei tempi, il più veloce possibile, compatibilmente con il periodo che andiamo ad affrontare. Su questo mi sono impegnato - lo ribadisco - ma chiedo che il provvedimento prosegua con questo termine, sapendo che non vorremmo utilizzarlo tutto.
Ridurre di dieci o cinque giorni mi sembra improprio. Il problema resta quello di ribadire, in un provvedimento di legge, la volontà di istituire una cosa nuova e di cambiare, dalla forma repressiva dell'annullamento ad una forma di collaborazione, il rapporto con gli Enti locali.
Questo è il dato. I tempi sono anche sufficientemente ridotti, quindi chiederei di approvarlo in questo modo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghigo sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Intervengo sull'ordine dei lavori.
Siccome in Conferenza dei Capigruppo era stato stabilito l'orario di interruzione della seduta antimeridiana e l'orario di inizio della pomeridiana, le chiederei di sospendere i lavori dopo la votazione di questo emendamento.



PRESIDENTE

Dopo questo emendamento ne rimangono soltanto altri due: uno presentato dalla Giunta, che accoglie una richiesta presentata da un Consigliere del suo Gruppo, e uno della Lega Nord che, però, è da intendersi superato (mi pare che il Consigliere Rossi abbia acconsentito al suo superamento, nella logica di interpretazione del concetto di Comuni singoli o associati).
Potremmo, quindi, terminare la fase di esame degli emendamenti, fermo restando, se i Consiglieri lo ritengono, di procedere alla votazione complessiva all'inizio della seduta pomeridiana.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



CASONI William

Ci sono emendamenti che devono ancora essere discussi. Dato che dobbiamo rimanere qui per alcuni anni, è meglio stabilire adesso, ad inizio legislatura, le procedure da seguire. Quando si parla di "doppia sessione" o di "doppia seduta consiliare", è previsto un intervello tra una seduta e l'altra, in cui i Consiglieri possono prendere appuntamenti.
Non si tratta di approvare adesso un emendamento e poi riprendere (perché potremmo presentarne altri e perdere ancora del tempo, ma non è questa la volontà e non è un intento ostruzionistico), quanto di permettere ai Consiglieri di svolgere le attività previste durante l'intervallo quando non viene convocato un Consiglio in sessione unica.
Da sempre, quando è previsto un intervallo, la seduta antimeridiana si conclude alle ore 13.30.



PRESIDENTE

Colgo l'osservazione e d'ora in avanti cercherò di stare più attento nel rispetto di quanto deciso sulle modalità di interruzione dei lavori. Mi pare, comunque, che ci sia un ampio consenso a terminare l'esame degli emendamenti, fermo restando l'idea di rinviare alla seduta pomeridiana la votazione finale sul disegno di legge.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gianluca

Credo che il Presidente abbia dimenticato due emendamenti presentati dal nostro Gruppo. Lo dico, non tanto per il numero, ma perché, essendo il corpo dell'emendamento presentato, gradiremmo poterli illustrare con un po' di tempo e con un po' di attenzione da parte del Consiglio. È il corpo centrale dell'emendamento che chiede di istituire un servizio di consulenza ai Comuni.
Se l'intenzione è di sospendere i nostri lavori, sarebbe opportuno illustrare questi emendamenti in apertura della seduta pomeridiana unitamente agli altri.



PRESIDENTE

Va bene.
Se questi sono gli intendimenti dei colleghi, la seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.50)



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