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Dettaglio seduta n.73 del 24/03/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.03 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(Alle ore 10.30 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.07)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Clement, Moriconi, Rabino e Valloggia.


Argomento: Trasporti su gomma

Iscrizione nuovo punto all'o.d.g.: Mozione n. 293 relativa a "Criticità sull'autostrada A4 Torino-Milano"


PRESIDENTE

Comunico che è stata richiesta l'iscrizione all'o.d.g. di una mozione relativa a "Criticità sull'autostrada A4 Torino-Milano". Tale mozione ha come primi firmatari i Consiglieri Bizjak e Placido ed è stata successivamente firmata anche dai colleghi di tutti i gruppi consiliari.
Infatti è stata firmata dai Consiglieri Buquicchio, Ricca, Clement Robotti, Ferrero, Guida, Audino, Monteggia, Turigliatto, Cattaneo, Comella Ghigo, Nastri, Boniperti, Pichetto e Pedrale.
Propongo quindi di iscrivere all'o.d.g. tale mozione.
Indìco la votazione palese sull'iscrizione del nuovo punto all'o.d.g.
Il Consiglio approva.


Argomento: Piani pluriennali

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 48 inerente a "Documento di programmazione economico-finanziaria regionale - DEFR 2006-2008 Legge regionale 11 aprile 2001, n. 7"

Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 191 inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2006"

Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Proseguimento esame disegno di legge n. 190 inerente a "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2006-2008"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 2) all'o.d.g. e riprendiamo il dibattito generale sulla proposta di deliberazione n. 48 "DPEFR", sulla legge finanziaria e sulla legge di bilancio 2006.
Ricordo che sul dibattito generale il tempo consentito per intervenire è di 20 minuti.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Già ieri i colleghi di Forza Italia hanno svolto gli interventi osservando come questo bilancio non metta in risalto nulla di nuovo rispetto anche al vostro programma presentato il 16 maggio qui in Consiglio, il "Programma per un Piemonte aperto, tollerante ed innovativo".
Il Presidente del Gruppo Ghigo ha fatto presente che state andando avanti nella continuità e forse anche con meno entusiasmo.
Quindi, ho cercato di analizzare la non continuità su alcuni settori e parto con ordine con il DPEFR. A pagina 20 si parla di "cooperazione internazionale". Si parla di cooperazione internazionale con l'India, con i paesi dell'America latina, ma non si fa cenno alla cooperazione internazionale con i paesi del Sahel.
Voglio ricordare che nel 1996 il Consiglio regionale, all'unanimità, ha approvato un ordine del giorno, una mozione ispirata dal Consigliere Pasquale Cavaliere e, da allora, ha impegnato sempre più soldi per questi paesi.Non ce n'è cenno. Non c'è cenno per dimenticanza o perch l'amministrazione Bresso vuole solo più andare in Asia? Noi desideriamo fare cooperazione internazionale con tutto il mondo, ma non possiamo certo permettere che si dimentichi l'Africa, che non ci sia alcun cenno.
Recentemente, l'Assessore all'agricoltura Taricco è stato a Capo Verde l'abbiamo letto dai comunicati stampa - a verificare un progetto della Regione Piemonte che ha attivato anche finanziamenti da parte del Governo.
Inoltre, leggiamo, sempre a pagina 20, che le attività di cooperazione internazionale dovranno coinvolgere oltre che le Università, anche le organizzazioni internazionali non governative, enti istituzionali e si cita l'IPLA, Finpiemonte e l'associazione "Piemontesi nel mondo". Non vengono citati i Comuni, le Province, né si parla di cooperazione decentrata.
L'iter degli Stati Generali della cooperazione internazionale è stato interrotto, in questo ultimo anno non sono stati convocati.
Ringrazio l'Assessore che mi sta ascoltando, perché credo che questo discorso meriti una risposta. Abbandoniamo la cooperazione decentrata e non andiamo più nei paesi del Sahel: è stata solo una dimenticanza nel DPEFR il non aver scritto quello che è stato fatto in Africa? Mentre il Comune di Roma organizza le notti bianche a favore dell'Africa, noi abbandoniamo quello che è stato fatto? Penso proprio di no. Penso che non si possa, per dare un segno di discontinuità con il passato, rinunciare alla cooperazione decentrata che ha fatto sì che tanti Comuni, associazioni e Province del Piemonte lavorassero ad un sistema Piemonte, mettendo soldi perché la nostra filosofia era proprio "Metà consigli, metà soldi".
Per me è importante che su questo argomento ci sia una risposta della Giunta, una cooperazione decentrata sui finanziamenti che in passato hanno visto il Piemonte essere la prima Regione nel campo della cooperazione decentrata.
Non vorrei, Poiché questi argomenti sono di sinistra, non vorrei che deste per scontato che la gente sa che ci siete e dunque potete permettervi di non fare. Questo non ve lo permetteremo noi, proprio in virtù di quanto è stata fatto in passato.
Vedo qualche collega che sorride e sono contenta di vedere questi commenti, ma io vorrei nero su bianco, vorrei vedere cosa c'è scritto, al di là delle facili battute.
Per quanto riguarda la cooperazione decentrata, nel DPEFR si fa un riferimento all'India e all'America latina, però non si dice nulla dell'Africa e dei Paesi del Sahel. Quindi, chiedo che mi venga data una risposta sia sui motivi della dimenticanza sia sul discorso della cooperazione decentrata, perché vorrei capire il motivo per cui l'iter avviato dagli Stati Generali della cooperazione decentrata due-tre anni fa quest'anno è stato interrotto e si è fatto quasi niente per la cooperazione decentrata.
Quando presenteremo i vari emendamenti, avremo modo di approfondire i singoli argomenti. Ora passo alla pagina 68, al discorso delle pari opportunità. Prima ho visto in aula l'Assessore competente; quindi penso sia nelle vicinanze e penso che mi possa sentire.
Qui in effetti c'è una novità: "... adottare il bilancio di genere e valutazione di impatto sul genere delle politiche regionali". Guardando il bilancio, ho chiesto anche ai colleghi Cavallera e Leo se avevano visto il bilancio di genere, e mi hanno risposto di no. Ho chiesto anche all'Assessore alle pari opportunità in Commissione. E' stato annunciato il 16 maggio con il programma della Presidente Bresso, è annunciato a pagina 68 del DPEFR: dov'è il bilancio di genere? Io ripeto sempre a me stessa che si è credibili per quello che si fa e non tanto per quello che si dice. Qui è stata adottata una politica dell'annuncio. Diciamo alle donne che siamo vicino a loro, che faremo il bilancio di genere ma poi perché non è stato fatto? A tutto questo ci vuole una risposta. Avete detto, avete scritto, come Giunta avete deliberato, avete chiesto anche al Consiglio di nominare più donne nei posti decisionali. Non possiamo che essere d'accordo. Ma attenzione! Anche su questo, come donne, non vogliamo essere prese in giro. Vogliamo che siate credibili e accenderemo i riflettori sulle nomine dei direttori generali delle ASL.
Dovrete nominare una trentina di direttori e vi siete impegnati a lasciare spazio alle donne. Io non so se farete come è stato fatto per la Giunta, che per mettere due donne in più, si è passati da dodici a quattordici Assessori. Le nomine riguardano circa una trentina di direttori generali, non so se andrete a quaranta per inserire dieci donne.
A noi non interessa chi stabilirete di nominare. A noi interessa che facciate in fretta. Mi spiace che non ci sia l'Assessore alla sanità, per devo far notare che in quest'ultimo anno siamo andati indietro. C'è stato un accanimento terapeutico nei confronti di direttori di ASL che sanno di dovere andare via, ma che dall'anno scorso non sanno quando. Se ci saranno dei commissari, se dopo un mese, se fra sei mesi.
difficile fare programmazione quando si hanno le ore contate. E penalizzato è il territorio perché quando si va al pronto soccorso non si hanno le risposte giuste, e non si hanno le giuste risposte quando il figlio disabile viene messo in lista di attesa, perché l'ASL non paga le quote di integrazione. Ci sono centri diurni per disabili che funzionano sul territorio, centri diurni per disabili previsti per venti unità, ma se ne attivano solo quindici, con quattro in lista di attesa perché l'ASL deve risparmiare. Magari il manager deve dimostrare all'Assessore che riesce a fare delle economie, quindi risparmia sui disabili e non applica le convenzioni. C'è qualche genitore che dice: sto pensando di far ripetere l'anno scolastico a mia figlia perché non so dove mandarla, come sollievo.
Allora non basta che noi deliberiamo tante cose se poi non verifichiamo quello che succede sul territorio. Queste cose succedono se si vogliono fare delle economie che sono sbagliate. Economie che non danno risposte al sociale, per motivi di cassa. È già stato detto che la sanità ha i suoi costi e che si vuole razionalizzare. È giusto evitare gli sprechi, ma attenzione alla caduta dei servizi. Attenzione agli anziani non autosufficienti. Noi abbiamo sempre lavorato perché l'anziano potesse rimanere a casa propria. Lo abbiamo fatto in tanti modi insieme ai Comuni ripartendo finanziamenti perché la famiglia potesse aver cura e sollievo per i problemi che l'anziano non autosufficiente può arrecare.
Non è vero, collega Ronzani, a meno che nell'emendamento sia previsto che avete fatto molto di più in questo settore. Voglio ricordare che, nel 2004, proprio il Consiglio regionale ha fatto inserire nell'assestamento di bilancio dieci milioni di euro, che si andavano ad aggiungere agli altri venti. So che lo ricorda bene, perché è stata una grande battaglia.
Noi siamo d'accordo che il settore sociale, per qualsiasi aggiunta si possa fare, è sempre quello più debole, perché ha sempre bisogno di maggiori risorse. Siamo coscienti che i problemi non saranno mai risolti perché non è possibile risolverli al 100%, però è possibile avvicinarsi alla soluzione prestando maggiore attenzione. La sanità deve farsi carico del sociale. Non è possibile leggere sui giornali che una persona viene dimessa dal pronto soccorso all'una e mezza di notte e che agli operatori sanitari non interessa come farà questa persona a tornare a casa. Non è colpa della sanità se in città non ci sono i taxi. Voi dite che bisogna mettere la persona al centro dell'attenzione. È chiaro che con comportamenti simili non si mette la persona al centro.
Abbiamo letto il programma dell'anno scorso e abbiamo sentito la Presidente Bresso dire: "Per la sanità vogliamo valorizzare l'apporto della componente privata secondo criteri di integrazione con il pubblico e non di sostituzione". Allora chiediamo che l'Assessore Valpreda ci spieghi cosa significa l'emendamento aggiuntivo che il Vicepresidente Susta ha consegnato in Commissione e che forse, mi dicono, sia stato ritirato l'articolo 15 quater: "Riordino rete ospedaliera". Qui si dice: secondo criteri di integrazione con il pubblico, non di sostituzione. Con questo emendamento si dice: "La società finanziaria regionale Finpiemonte è autorizzata ad acquisire partecipazioni totalitarie o di controllo di società proprietarie di case di cura operanti in aree territoriali che presentano una dotazione di posti letto in esubero rispetto al fabbisogno al fine di procedere alla conversione e adeguamento dell'attività, in termini compatibili con le esigenze della programmazione".
E' dunque importante capire dove stiamo andando, perché abbiamo la chiara sensazione che, in Giunta, ognuno coltivi il suo orticello. Che la programmazione, vanto della Presidente Bresso, come anche il DPFER, il bilancio e la legge finanziaria, non trovi il giusto sviluppo. In genere nel primo anno di vita di una Giunta, si costruisce il programma da realizzare negli altri quattro anni. Qui abbiamo l'impressione che, al di là della politica dell'annuncio, gli uffici vadano avanti con quello che c'era e che non ci sia ancora un vero programma.
Leggiamo, anche, alla voce trasporti che non c'è un preciso impegno a far sì che i treni viaggino in orario; non c'è un cenno ai pendolari e questo non va bene.
Voglio ricordare, oltre al fatto che non è stato messo in atto il programma, che non si sono neanche rispettati gli ordini del giorno - lo dico a lei, Presidente del Consiglio - del Consiglio regionale. Fino a dicembre abbiamo approvato 32 ordini del giorno. Solo cinque di essi sono andati, non dico a buon fine, ma hanno avuto un esito, mentre gli altri neppure questo.
Questo significa che la Giunta non prende in considerazione gli indirizzi che il Consiglio regionale, attraverso gli strumenti a sua disposizione, cerca di portare avanti.
Il tempo scorre, voglio dire ancora una cosa - so di poter approfittare della bontà del Presidente - che riguarda il discorso delle politiche per la casa: non c'è stato un cenno all'adeguamento e alle ristrutturazioni delle case. Questo è grave per una Giunta di sinistra.
C'era un programma che, con l'Assessore Botta, avevamo portato avanti: "La casa nelle stagioni della vita".
Mi fermo qui, per non fare arrabbiare il Presidente, che gode di tutta la mia stima e simpatia, proprio all'inizio del Consiglio. Però, su questi argomenti ci ritorneremo ancora.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cotto, anche per l'esternazione nei miei confronti.
Sulla vicenda degli ordini del giorno, come lei sa, abbiamo istituito l'Osservatorio strumentale a garantire che gli ordini del giorno faticosamente votati dal Consiglio siano attuati, i risultati della cui attività porteremo all'attenzione dei Presidenti dei gruppi consiliari.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Nastri; ne ha facoltà.



NASTRI Gaetano

Grazie, Presidente.
Esiste una vocazione, una sorta di carattere scritto nel DNA dell'Amministrazione di centrosinistra, che si chiama ricorso sistematico alla tassazione di tutto. Il bilancio regionale ne è la prova provata.
Il vizio di mettere le mani nei portafogli dei cittadini si coniuga mirabilmente, in questo bilancio, con un'altra abitudine conclamata dalla sinistra: il sistematico ricorso ad enti e società inutili al bene del Piemonte, utilissimo per la moltiplicazione delle poltrone e dei gettoni.
Dalle nuove tasse la Giunta conta di ricavare circa settanta milioni di euro, imponendo dei balzelli da Medioevo che avranno il risultato di gravare sulle tasche dei cittadini e di aggiungere nuove crisi ai settori produttivi che necessiterebbero di aiuti e non di vessazioni.
Questa Giunta intende tassare l'acqua, un bene primario che, a parole essa rivendica come patrimonio dell'umanità. Si introduce con un atto d'imperio la tassa sulle acque minerali.
La Giunta propone un canone di imbottigliamento pari a un euro al metro cubo. Una cifra eccessiva, se paragonata a quanto previsto da altre Regioni: lo 0,51 al metro cubo in Lombardia, lo 0,50 in Umbria, lo 0,30 in Basilicata, lo 0.65 in Veneto. La nostra sarà la Regione con tassa più elevata sull'acqua minerale in bottiglia, comprese le bibite confezionate con l'aggiunta di acqua.
Una manovra sconsiderata che avrà alcuni effetti deleteri e non solo per le imprese. Le piccole e medie imprese che sono presenti in Piemonte danno un'occupazione stabile a quasi mille persone nelle aree montane, dove è difficile trovare lavoro. Così esiste il ragionevole rischio di mettere in crisi le aziende e di ricorrere alla cassa integrazione per questi operai, o peggio di arrivare alla chiusura delle stesse.
Un aumento della tassazione comporterà un aumento del prezzo al consumo e, quindi, un aggravio economico per chi consuma le acque piemontesi. I consumatori si orienteranno verso acque con un prezzo inferiore provenienti da altre regioni.
La Giunta Bresso dovrebbe avere il coraggio di parlare chiaro e di dire che, quando dichiara, con ridondanza di aggettivi e frasi corpose, di voler ridare competitività alle imprese, intende rendere più competitive le imprese lombarde, umbre o venete, ma non sicuramente quelle piemontesi.
Capisco che, per una sinistra malata di collettivismo, anche l'acqua minerale è un bene borghese che va scoraggiato e punito, specie se si tratta di acqua che potrebbe, un giorno, andare a finire in una bottiglia di coca cola. Vorrei tanto vedere con i miei occhi se la Giunta Bresso, per i prossimi sei mesi, berrà acqua che esce dai rubinetti e non dalle bottiglie.
Il prossimo anno, la Giunta intende tassare chi respira l'aria salubre delle montagne e delle colline? Per fortuna non abbiamo coste marine altrimenti avremmo già la tassa sullo iodio, inalato indebitamente dai cittadini.
Ma non basta. La Giunta Bresso intende aumentare i canoni di escavazione di cave e torbiere. Che diamine! Questi capitalisti che si arricchiscono deturpando il paesaggio, devono essere puniti. Quindi, con una manovra che, solo con il settore cave, si tradurrà in 13 milioni di euro, ovvero il 25% di costo del lavoro in più. Un aumento di quattro volte per scavare sabbia, argilla e ghiaia, non sicuramente oro.
Per incrementare le entrate, il centrosinistra presenta un emendamento che obbligherà gli esercenti di cave e torbiere a versare un diritto di escavazione, oscillante tra i cinquanta centesimi al metro cubo per argilla, calcare, calce e sabbia, fino a due centesimi al metro cubo per le pietre ornamentali.
Ogni anno in Piemonte vengono estratti quasi 22,5 milioni di metri cubi. Il danno di questa tassa iniqua è che non solo colpisce le 361 cave piemontesi e i suoi oltre 1250 addetti, rendendo le nostre produzioni scarsamente competitive, ma soprattutto il consumatore finale e cioè i cittadini piemontesi.
Questi provvedimenti produrranno effetti devastanti sulle aziende che operano in questi settori, avranno un effetto a cascata sull'edilizia e su altri settori collegati.
Altro colpo sulle tasche dei piemontesi verrà dall'aumento della tassa sui rifiuti, sia speciali che urbani, e dall'IRAP per banche e assicurazioni. Tutte azioni che si ripercuoteranno sui prezzi dei materiali e servizi, quindi sempre sui cittadini piemontesi.
Il nuovo gettito non viene finalizzato a iniziative specifiche e quindi finirà nel calderone della spesa corrente, quello che è più sotto il controllo della Giunta stessa. Non ci sono investimenti significativi che possono migliorare la qualità della vita dei cittadini. Già con l'assestamento 2005 si sono fatte slittare opere agli anni successivi. Gli investimenti sono stati tagliati drasticamente. Nulla di fatto per la viabilità, la tutela del suolo, il comparto sanitario e molto altro che non riceve attenzione, ma solo spostamenti di responsabilità su altri enti che vengono lasciati soli, senza finanziamenti e con la sola via di ridurre la qualità dei servizi per i cittadini.
L'attenzione verso le piccole e medie imprese è pari a zero. In compenso, però, dalla Giunta Bresso spunta il coniglio vincente: l'istituzione di una nuova società a capitale pubblico per gestire fondi di garanzia alle imprese. Quindi, nuovi direttori, megamanager, funzionari consigli di amministrazione, nuove cariche politiche da spartire, nuovi gettoni e, soprattutto, compensi.
indubbio che questo documento fa grande ricorso alle parole. Un documento che ridonda di richiami a indirizzi europei, a principi generali anche condivisibili negli obiettivi da realizzare, ma che non riesce a nascondere l'incapacità di proporre un percorso piemontese in grado di inserirsi autonomamente e in modo brillante all'interno delle linee guida europee e nazionali.
Il sistematico ricorso ai rimandi della legge finanziaria dello Stato che viene bugiardamente - ripeto, bugiardamente - indicata quale unica responsabile di un restringimento dei trasferimenti a favore delle Regioni non è altro che la scusa a cui ricorre ogni amministrazione di sinistra per dare un alibi all'incapacità cronica di affrontare una realtà che è profondamente cambiata e che necessita di abolire gli sprechi di un sistema amministrativo caratterizzato soprattutto da investimenti inutili, di facciata o, peggio, volti a consolidare un insieme di privilegi e di relazioni inutili ai cittadini, ma considerate fondamentali per la sopravvivenza del potere che oggi governa la Regione Piemonte.
Ricordo, ad esempio, che la legge finanziaria, che secondo questa sinistra è la fonte di ogni male, rappresenta invece il serio strumento per obbligare l'Amministrazione a ridurre le spese inutili e dannose, a ridurre gli sprechi incoscienti e ad affrontare la gestione della cosa pubblica con responsabilità e buonsenso.
La menzogna che siano stati ridotti i fondi per il sociale e la sanità che voi tirate fuori ad ogni occasione, non basta a nascondere la vostra incapacità o, peggio, la vostra mancanza di volontà ad attuare una reale progettualità razionale e logica a sostegno delle imprese, delle famiglie (quelle vere, quelle normali), dei giovani e dei cittadini tutti.
Un'incapacità che si manifesta dal vostro insediamento e che si riverbera chiaramente nella mancanza di coesione di intenti al vostro interno.
Avete discusso sei mesi sui buoni scuola, per licenziare un bando in ritardo, e nel documento di oggi scrivete chiaramente che "azione prioritaria sarà la modifica della normativa regionale vigente in materia di diritto allo studio". Avete assegnato consulenze inutili per 3 milioni di euro. Avete sperperato milioni di euro per acquistare i terreni FIAT di Mirafiori e Campo Volo in un progetto che non garantirà di certo i lavoratori, ma gli interessi del Gruppo Auto torinese. Avete disatteso la dichiarazione di mettere un freno alla grande distribuzione, autorizzando 260.000 metri quadrati di nuovi centri commerciali.
State riducendo, smantellando, accorpando, comprimendo gli ospedali della Regione, specie nelle zone più disagiate, in dispregio del programma di edilizia sanitaria avviato dalla precedente Giunta. Continuate a praticare il vizio della lottizzazione delle cariche, scannandovi tra di voi, anziché pensare ai cittadini. Siete completamente incapaci di risolvere il nodo anti-TAV, immobili dietro a generiche dichiarazioni di intenti a favore dell'opera, mentre una bella percentuale di maggioranza è impiegata a part-time sulle barricate.
Non siete neanche in grado di mantenere il numero legale, ogni volta è un problema per andare avanti; in compenso, intendete sprofondare la sanità del Piemonte in un modello toscano di ispirazione marxista anni '70 accorpando le parti, chiudendo ospedali, lasciando il territorio vuoto e abbandonandolo a se stesso.
Sono contento che in questo momento sia arrivato anche l'Assessore Valpreda. Per quanto riguarda la nostra provincia, la provincia di Novara l'Assessore Manica - sono contento che sia presente - si è sempre battuta validamente negli anni passati per dare non solo visibilità al territorio ma anche per cercare di fare una battaglia per un nuovo ospedale.
Ebbene oggi, dopo nove mesi, quasi un anno dal vostro insediamento dell'ospedale di Novara non se ne parla. Non se ne parla perché c'è solo un gruppo di lavoro, e noi sappiamo perfettamente che in Italia, quando si costituiscono gruppi di lavoro, lo si fa soltanto per ritardare, per non fare, e questo è un problema per tutti noi.
Io non posso che concordare con la collega Cotto quando dice che oggi i cittadini hanno grossi problemi all'interno della sanità. Soprattutto in una provincia come Novara, dove ci sono 300.000 abitanti, dove abbiamo un ospedale che purtroppo non regge più le necessità e le urgenze che quotidianamente comunque ci sono, oggi la Regione Piemonte è completamente assente, e questo dispiace perché c'è un rappresentante che dovrebbe essere una valida opportunità per il territorio e invece oggi è una persona completamente assente su quelli che sono i problemi del nostro territorio.
Voglio citare soltanto l'esempio delle Olimpiadi. L'Assessore Manica ha sempre detto che sarebbe stato un traino di sviluppo non solo per la Regione, ma anche per l'intera Provincia. Eppure abbiamo visto in maniera significativa che sulla nostra Provincia sono stati completamente abbandonati quelli che sono gli alberghi, sono state completamente abbandonate quelle che erano le esigenze del territorio, sono stati completamente abbandonati quelle che dovevano essere caratteristiche importanti e peculiari per la nostra Provincia.
Oggi la ricaduta delle Olimpiadi ce l'abbiamo solo su Torino, le altre province sono state completamente abbandonate. Ecco perché, Assessore Manica, secondo me lei dovrebbe avere il coraggio di dire apertamente in questa assise, ma anche all'interno della sua provincia, che oggi, dopo dodici mesi del suo governo, la sua figura come Assessore è completamente nulla. Lei non è riuscita a fare nulla per quanto riguarda il nostro territorio e per quanto riguarda la sua provincia.
Si scorge anche una grande attenzione a quello che doveva essere un obiettivo a indirizzo strategico per quanto riguarda le piccole e medie imprese. Mentre invece oggi sul vostro documento si legge (e questo è anche molto grave): "Governare la decolonizzazione della produzione di fascia più bassa e delle fasce produttive standardizzate, non solo export di beni, ma investimenti all'estero e utilizzo delle forniture nelle aree a basso costo", le piccole e medie imprese che sono da sempre forza produttiva della penisola stanno subendo il generale rallentamento dei consumi e devono fronteggiare la crescente concorrenza cinese, che invade i mercati imitando prodotti e marche italiane.
Il sistema industriale italiano presenta un numero esiguo di grandi gruppi e una costellazione, invece, di piccole e medie imprese con meno di 250 addetti, che grazie a produzioni di alta gamma di qualità e innovative hanno espresso una forte creazione di valore e hanno generato, nel 2002 esportazioni per ben 121 milioni di euro, nonché un saldo commerciale di ben 71 milioni di euro. Ora occorre però un nuovo miracolo, che sicuramente voi non riuscirete a realizzare, che si basi sul rilancio del ruolo dei pilastri industriali nella ricerca e nell'innovazione, per garantire una posizione competitiva adeguata al sistema Italia nell'arena della competizione internazionale.
Ma come pensate di ottenere tutto questo? Basta andare su Internet estrapolare quello che è il programma dell'Unione e pensare di rivitalizzare le piccole e medie imprese. Quanti di voi sanno che nel programma dell'Unione si dice chiaramente che "le ragioni del declino economico italiano sono le aziende di piccole dimensioni, specialmente quelle a conduzione familiare"? Un bilancio che somiglia ad un minestrone senza sale, in quanto il sale che manca è l'insieme degli investimenti necessari a garantire proprio quelle fasce deboli che tanto sono care a voi, alla sinistra; un bilancio che potrebbe essere riassunto in due slogan, che poi sono comuni a tutta la sinistra italiana: "Più tasse per tutti" e "Stop alle opere".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, devo dire che intervengo con un certo imbarazzo perché in questi mesi, i mesi in cui questi documenti sono stati presentati, hanno subito tali e tante variazioni da rendere difficile un discorso razionale, organico, ma soprattutto da rendere impossibile un discorso serio sul bilancio e sul DPEFR della Regione.
Io comincio, Vicepresidente Susta, con una notazione di carattere puramente stilistico. La prossima volta che fate scrivere un documento omnibus come il DPEFR, che qualcuno banalizzerebbe "il libro dei sogni" e altri potrebbero condensare in un vaso pandoriano in cui rientra tutto, ma forse e soprattutto il suo contrario, usate almeno un ghost writer che sia non di stretta osservanza leninista, nel senso che il linguaggio usato, la formulazione dei periodi, l'astrusità e la vacuità della sostanza rende evidente che è stato un leninista con pessimi voti in sociologia e in scienze politiche a scrivere questo documento, che definire documento significherebbe dargli un valore, un peso, ma soprattutto considerarlo una cosa seria.
Non lo è né per quanto riguarda la sostanza e nemmeno... Basta leggerlo; solo che vedete, colleghi, questo è come il programma di Prodi: non lo legge nessuno, perché è talmente vacuo, talmente lungo che non solo è inutile leggerlo, ma ci si stufa subito. Potevate fare un condensato delle cose che ritenevate prioritarie, ma, anche nel vostro caso, come nel Programma di Prodi, non avreste potuto, perché sappiamo tutti che non andate d'accordo su nulla e sui veri nodi politici, amministrativi e gestionali di questa Regione, siete in pesante, palese, evidente ed oggettivo disaccordo.
Allora, è chiaro che - ma prendo a caso, colgo fior da fiore (si fa per dire), anzi tolgo qualche petalo a La Margherita, che in questo periodo ne ha tanti, di quelli già entrati o di quelli che sono sulla soglia, per vedere cosa capita il 10 aprile; si sono messi in lista d'attesa col bigliettino, come dal salumiere) - sulla sicurezza ad esempio...



(Commenti del Consigliere Robotti fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Non posso fare nomi e cognomi, non mi provocate. Li so, ma non li posso fare.
Non mi provocate così!



(Commenti del Consigliere Robotti fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Ho detto che i nomi non li faccio! Li ho consegnati ad un notaio e li rendo noti...



PRESIDENTE

Collega Robotti, per cortesia!



GHIGLIA Agostino

Stavamo parlando di sicurezza.
Questo è bello: "Bisogna alimentare una forte cultura democratica come premessa indispensabile per edificare una società multiculturale ed integrata". Non l'ha scritto Kofi Annan, caro Presidente Gariglio, ma un oscuro ghostwriter della Giunta Bresso-Susta (e forse Peveraro e qualcun altro), che non sapeva cosa dire sul tema "sicurezza", che invece è argomento serio, per il quale avete cancellato i fondi che erano a bilancio destinati al finanziamento della legge 6/2004: sei milioni e mezzo di euro destinati alla sicurezza.
Ma visto che siete dei demagoghi, e visto che quando la sinistra sente la parola "sicurezza" mette mano alla fondina, non c'é niente di meglio che ricorrere ad un linguaggio peraltro tradotto male da un discorso di Kofi Annan per parlare di sicurezza: il nullissmo militante.
Voi non siete dei comunisti, siete dei nullisti; questo è peggio.
Perché se aveste il coraggio di essere almeno rudemente, ruvidamente e virilmente (non me ne vogliano le signore) comunisti, avreste una linea.
Invece...



GHIGLIA Agostino

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Poi ci spieghi cosa significa "virilmente comunista".



GHIGLIA Agostino

Non lo so: in effetti "comunista" e "virile" sono termini in contraddizione. Ha ragione! Mi interrogherò.



PRESIDENTE

Per cortesia!



GHIGLIA Agostino

Presidente, mi provocano e io devo rispondere! Lei sa, Presidente, che io sono un moderato, sono un cattolico, per se mi provocano ho la guancia sensibile.
Stavo dicendo che siete dei nullisti, nel senso che preferite il nulla del messaggio e della sostanza rispetto agli impegni, perché gli impegni non li potete prendere: non li potete prendere sulla scuola; non li potete prendere sulla scuola libera che state tentando di smantellare sulla quale riprenderete a litigare l'11 aprile; non li potete prendere neanche sulle grandi infrastrutture, colleghi, perché se vi dovessi prendere sul serio e andare a leggere quanto avete scritto sulle infrastrutture, emergerebbe che non avete avuto il coraggio di scrivere che è prioritaria la linea ad Alta Capacità, ma che occorre potenziare le infrastrutture ferroviarie est-ovest, nord-sud, senza specificare se alludete alla tratta Santena-Givoletto, ovvero alla tratta Moncalieri Falchera. Perché dal Documento di Programmazione Finanziaria della Regione, le infrastrutture, visto che non c'é altra specificazione potrebbero addirittura intendersi zonali.
Questo per dire che non riusiamo a fare un discorso veramente serio colleghi, perché ce lo impedite. I discorsi seri si fanno sulle scelte sulle "non scelte" diventa un po' difficile: sarebbe come commentare una canzone dei Beatles degli anni Settanta. Quando si scrive un nonsense commentarlo è difficile; bisognerebbe cantarne un altro. Ed è quello che in fondo sto facendo io, perché mi rendo conto di non dire cose particolarmente pregevoli. Ma cosa volete che vi dica? Occorre sempre adeguarsi a quella che è la linea che la maggioranza in qualche modo ci impone.
Sulla sicurezza, quindi, non dite niente, ma avete cancellato tutti i soldi, perché è chiaro che parlare di sicurezza contraddice il fatto di andare a braccetto coi violenti che aggrediscono le Forze di Polizia e proteggere gli anarco-insurrezionalisti dei centri sociali, amici di Bertinotti, di Rifondazione Comunista e dei Comunisti Italiani. Questa è la verità. Sicurezza e sinistra non possono andare d'accordo, quindi si cancellano tutti i fondi.
Sulla sicurezza abbiamo detto; sulle infrastrutture hanno detto i giornali; hanno detto le aggressioni che alcuni vostri Sindaci militanti hanno perpetrato nei confronti delle Forze dell'Ordine, disonorando la fascia tricolore che indossavano. Ci auguriamo che la Magistratura ancorché sufficientemente schierata, sia molto rigorosa nel perseguire questi reati. Veniamo alla sanità.
Vicepresidente, sulla sanità io passo così. L'altro giorno avevo detto che avete una gestione bancarottiera della sanità. Devo fare ammenda: mi sono sbagliato. Ma mi sono sbagliato perché per avere una visione bancarottiera, occorre avere i conti certi e sapere che il bilancio è talmente andato in dissesto che si è alla bancarotta. Invece Vicepresidente Susta, come lei stesso ha ammesso, i conti veri non li potete avere, perché a quasi due anni di distanza non avete ancora i consuntivi delle Aziende Ospedaliere. Ergo, state dando i numeri, e questo non soltanto ideologicamente, che per la sinistra è un fatto normale, ma state dando i numeri tecnicamente, perché non essendo in grado di sapere veramente a quanto ammonta l'eventuale dissesto, non siete in grado di attuare alcuna politica seria per cercare di ripianarlo. Tant'é che avete le idee talmente chiare che per tre mesi avete lasciato sul sito della Regione Piemonte non un atto amministrativo, come noi abbiamo chiesto tante volte, non un atto di politica sanitaria, come noi abbiamo chiesto tante volte, ma avete inserito, trasformando il sito ufficiale della Regione Piemonte in un blog, un documento general-generico in cui tutti i cittadini sono stati chiamati con fantasia, comprese le mie mille e-mail in cui vi ho scritto : "Vergognatevi, approvate il Piano Sanitario". Ne ho mandate mille, perché ho voluto dare il mio contributo, e spero che le abbiate lette: "Vergognatevi, approvate il Piano Sanitario".
Avete trasformato in un blog il sito ufficiale della Regione per farvi dare dei consigli, perché non sapete cosa fare, salvo poi la tattica dell'Assessore Valpreda - vecchia, ma sempre valida - che è andato in giro per il Piemonte con un sacchetto, una specie di "Pollicino della sanità" (lo dico con simpatia, non è un'offesa e glielo dimostro subito).
Cosa ha fatto Pollicino Valpreda? Pollicino Valpreda, col suo sacchettino, é andato in giro per il Piemonte a buttare pietre. Arriva a Casale e dice: "Vi chiudo l'ospedale", facendo insorgere il Senatore dei Comunisti Italiani, non più ricandidato (perché voi siete seri, bravi!) il quale, comprando una pagina a proprie spese sui giornali locali, ha ribadito: "L'ospedale di Casale non deve chiudere".
Poi è andato all'Oftalmico, e ha buttato nel laghetto di Italia 61 un'altro sassolino: "Smantelliamo l'Oftalmico", con una conseguente rivolta popolare e una dissociazione di larghe fasce della maggioranza. Insomma anziché un documento politico in cui vi è una strategia in quella che è la politica fondamentale di una Regione, ovvero la politica sanitaria, che dovrebbe tutelare il bene più prezioso per tutti, ossia la salute, avete lanciato, non sapendo assolutamente cosa dire, un progetto provocazione progetto provocazione che, oltretutto, ha sortito, come effetto immediato, la presentazione di altri due contropiani, uno de La Margherita lo abbiamo già detto più volte - e uno dei Comunisti Italiani.
Mi stupisco che Rifondazione Comunista non abbia scritto niente perché, di solito, siete in competizione tra comunisti, potevate anche affaticarvi un po' voi. Tanto, guardate, per quello che è scritto in tali documenti, facevate in fretta, non vi dovevate impegnare molto.
Detto questo con un po' di ironia, la cosa grave è che non avete una politica sanitaria, procedete per provocazioni oppure per demagogia, senza conoscere i conti, perché non siete neanche in grado di dire se potrete cartolarizzare. Non conoscete i conti, quindi non potete cartolarizzare, n potete procedere a una seria politica di bilancio per ripianare eventuali deficit, salvo il balletto di cifre che, in parte, è stato smontato e, in parte, è stato montato. Per voi, è evidente, i soldi, soprattutto quando sono degli altri, non hanno molta importanza, quindi vi potete permettere che un giorno ci sia un miliardo e 55 milioni, il giorno dopo 800 e il terzo 900. Insomma, il solito balletto delle cifre.
Il ticket: bravi, avete fatto bene! Noi del centrodestra avevamo, nella passata finanziaria, allargato la no tax area a 15 mila euro, cioè chi guadagna fino a 15 mila euro non paga le tasse.
Avete fatto una cosa buona perché l'avete copiata da Berlusconi e da Fini, cioè avete allargato la fascia delle persone esentate, però, non siete in grado di dirci quanto costerà e come la pagherete, colleghi, a fronte di un bilancio dissestato! È giusto, io sono contento. Doveste porla in votazione a stralcio, io ve la voterei, perché socialmente è utile.
Peccato che risulti demagogica nella misura in cui si tratta dell'ennesimo provvedimento scoperto, perché chi non sa quanto deve come può sapere quanto può spendere? Non so se ho reso a sufficienza il concetto: se non so quanto devo ancora al salumiere, come faccio ad andare a comprare le bignole? Lo rendo semplice, perché dalle vostre dichiarazioni non traspare mai questo fatto oggettivo.
Ci sono state, poi, delle stranezze. Le stranezze derivano dal fatto che, dopo mesi di discussione, l'altro giorno, con molta nonchalance, il Vicepresidente Susta sia venuto in Commissione e abbia depositato, come fosse la carta della caramella appena succhiata, una serie di emendamenti completamente stravolgenti rispetto all'impianto e al quantum dei documenti fino ad allora presentati.
Su questa carta da caramelle, con frasi scritte a mano e con parole mancanti, noi abbiamo trovato delle preoccupanti chicche e ci siamo immediatamente attivati per farle modificare. Ad esempio, nella prima stesura della legge finanziaria, all'articolo 13, voi avreste voluto autorizzare la Giunta regionale a costituire con atto unilaterale una società a capitale interamente pubblico a ciò dedicata, cioè, praticamente una società in house, una Finpiemonte 2. Con tutte le enormi competenze che volete mettere in questo nuovo scatolone, la volevate passare come nulla fosse all'interno di una finanziaria in cui avete messo tutto.
Presidente Gariglio, pongo anche a lei e al Vicepresidente Susta, anche se non gliene frega nulla, un grande e grave problema di democrazia.
Vede, Vicepresidente Susta - ricordo al Presidente Gariglio che oggi dovete iniziare con la comunicazione dell'Assessore Bairati su TNE, come da impegno preso - noi non siamo più disposti a guardare senza reagire al fatto che la tecnocrazia di Finpiemonte si sostituisce alle scelte politiche e operative di una Regione. Voi state usando Finpiemonte in maniera distorta. Tra l'altro, poi, subito dopo il bilancio, apriremo la grande partita della modifica dello Statuto di Finpiemonte, perché voi state delegando tutto a Finpiemonte.
Cari colleghi comunisti, voi lo sapete che, mentre almeno la Provincia di Torino vota lo Statuto di "Torino nuova economia", il vostro Assessore Bairati, se non gliela chiedevamo noi, non ve ne dava neanche la comunicazione? Questo tanto per dirvi quanto vale il nostro controllo sulla società capeggiata della FIAT anche solo con il 10%: non vale un tubo, ci stanno esautorando completamente! Questa nuova società in house è un'ulteriore esautorazione del controllo della politica a favore di qualche tecnocrate nominato dalla Presidente Bresso. Noi non ci stiamo a questo.
Mi auguro che qualcuno abbia ancora un pochino di fiato per dire che queste cose, colleghi, non sono né di destra né di sinistra, ma sono la democrazia della trasparenza. Un Consiglio regionale non può intervenire dopo aver conosciuto in maniera incidentale scelte così pesanti per il futuro di questa Regione e dei suoi cittadini.
In conclusione, affrontiamo la questione Olimpiadi.
Vicepresidente Susta, la sollecito a procurarmi il materiale che le ho chiesto di nuovo venti giorni fa.



GHIGLIA Agostino

SUSTA Gianluca (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Già fatto.



GHIGLIA Agostino

Già fatto, ma non me lo ha mandato.



(Commenti fuori microfono del Vicepresidente Susta)



GHIGLIA Agostino

Lei lo chiede, ma lei me lo deve dare, perché lei, che è potente, pu ottenerlo. Io sono qui, poverino, a mendicare per conoscere i conti del buco del Cavalier Castellani. Lei che è potente ci faccia vedere i conti del Cavaliere, perché quello del neo Cavalier Castellani sì che è stato un conflitto di interessi, caro Vicepresidente Susta, con tutti i soldi che ha dato ai suoi amici e di cui vorremmo essere informati.
Sì, Presidente Gariglio, ai suoi amici, ai suoi ex Assessori, ai suoi compagni di partito, con nome e cognome. Se vuole glieli elenco, l'ho sempre detto. Presidente, mi ha querelato Ardito, si figuri se mi spavento di un Castellani qualunque.
Per concludere, Presidente, rispettando i venti minuti assegnati, voi come maggioranza che governa la Regione Piemonte, avete dimostrato una sola cosa e, forse, vi accontentate di questo: essere l'opposto di Berlusconi perché, anche in questa finanziaria, il vostro unico slogan è "Più tasse per tutti", visti gli aumenti vergognosi e indecenti che vorreste imporre al Piemonte.


Argomento: Varie

Saluti agli alunni e insegnanti della Scuola media "Zandrino" di Mombercelli


PRESIDENTE

Colgo l'occasione per salutare a nome di tutto il Consiglio regionale i ragazzi della Scuola media Zandrino di Mombercelli, in visita presso il Consiglio regionale. Siete entrati in Aula durante la fase di discussione della legge di bilancio 2006, cioè si sta discutendo di come ripartire tra le varie attività regionali le risorse a disposizione dell'ente per fare tante cose, dai trasporti al funzionamento della sanità, alle scuole, agli interventi sui giovani e al turismo. Tale argomento è il più importante che viene affrontato nel corso dell'anno. Vi auguro buona continuazione di visita.


Argomento: Piani pluriennali

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 48 inerente a "Documento di programmazione economico-finanziaria regionale - DEFR 2006-2008 Legge regionale 11 aprile 2001, n. 7" (seguito)

Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 191 inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2006" (seguito)

Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Proseguimento esame disegno di legge n. 190 inerente a "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2006-2008" (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Signor Presidente, devo ammettere che, negli ultimi minuti, ho dovuto ridefinire la linea di questo intervento, perché, intervenendo dopo l'amico e collega Nastri e il Consigliere Ghiglia, evidentemente, non posso inseguirli nella linea delle critiche, che sarebbe perdente tale è stata l'efficacia dei loro interventi in questa direzione.
Quindi, per essere originale, cercherò di trovare una modalità diversa per proporre queste poche parole. Tra l'altro, l'ho detto più volte, qui in quest'Aula, non c'è nessuno da convincere.
I giornali odierni ci dicono che esiste tuttora una larga parte dell'elettorato indeciso: il 20-25%, mi pare che La Stampa di questa mattina parli del 30%. Notate la mia scarsa propensione a considerare i giornali come fonte del mio lavoro e anche come fonte di effettiva informazione. Di sicuro, questo 30% non alberga in quest'Aula, quindi, non credo di avere nessuno da convincere.
Cercherò di fare un discorso a prevalenza tecnica, se possibile, perch anche la tecnica ha il suo valore, e a scopo preventivo, perché anche la prevenzione ha la sua importanza. Tra l'altro, è anche uno dei pochi punti al di là della stima personale, che mi accomuna alla visione dell'Assessore Valpreda.
Partiamo dagli aspetti positivi. Un bilancio è composto da due parti: entrate e uscite. Sembra di dire una cosa banale, ma non lo è. Non ho difficoltà - l'ho già fatto in sede ufficiosa - a fare i complimenti al Vicepresidente Susta e ai funzionari che su alcuni aspetti hanno lavorato in modo molto efficace. I documenti, su cui i Consiglieri hanno lavorato sono stati presentati in modo molto più omogeneo di come li presentavamo noi. È una documentazione più semplice da leggere, ma anche da criticare.
Questa maggiore semplicità è un merito per chi l'ha prodotta.
Implicitamente ne deriva la richiesta di continuare sulla strada dell'omogeneità. È già difficile imparare, meglio se quando alcune cose sono positive e su di esse ci si attesta.
Chiederei, perché penso sia un percorso non impossibile, di utilizzare di più la disponibilità di questi documenti distribuiti via Intranet a coloro che operano, in modo da evitare agli uffici di produrre un gran numero di fotocopie, ma anche per essere interattivi nella gestione delle prossime leggi finanziarie, che sarà onerosa.
Sempre a proposito di entrate, non mi sembra ci siano state grandi novità rispetto a quanto era stato - forse un po' ottimisticamente prospettato o proposto.
Certo è un peccato, per chi l'ha proposto, non averlo potuto rispettare, ma credo che lo sia anche per la Regione, che è di sé utente.
Devo dire che non mi pare che si sia fatto nulla di quel tentativo di rivedere l'impianto delle spese, riposizionandole non solo su base storica su base, come è ovvio che sia, delle richieste emergenti dalle varie direzioni o deleghe, ma su base zero. Il Vicepresidente Susta ricorderà un suo intervento in merito prima ancora che il bilancio arrivasse nelle mani dei Consiglieri e della I Commissione.
Questo è non tanto e non solo un impegno non rispettato, se i problemi fossero quelli, sarebbero pochi, ma è un'occasione persa. È un'occasione difficile, ma è un peccato certamente per l'attuale maggioranza complessivamente per la Regione, non riuscire mai a ridiscutere l'impianto complessivo della Regione.
Non mi pare ci siano altre novità serie dal punto di vista delle entrate, anche se, apprezzo il tecnicismo della cartolarizzazione che perseguibile o no che sia, è semplicemente un tecnicismo che non modifica per nulla la soluzione strategica del problema del finanziamento complessivo della sanità, ma risolve gli aspetti tattici.
Se qualcuno fa debiti, buchi o disavanzi, a qualcun altro compete qualunque sia il colore politico o il momento storico, colmare quei buchi quei deficit o quei disavanzi.
Sentivo che il Consigliere Ghiglia ne criticava alcuni aspetti di praticabilità, ma certamente niente sul piano strategico. Tuttavia, mi pare anche alcuni elementi di strategia, a livello di entrate, non siano solidi.
E' apprezzabile che il disegno di legge attinente al discorso delle acque minerali, presentato dall'Assessore De Ruggiero con una procedura anomala in un'altra Commissione - ci arriveremo se e quando il dibattito sul discorso degli emendamenti toccherà l'argomento - sia stato ricomposto da una diversa e più omogenea, anche dal punto di vista procedurale, visione di Giunta. Tutto questo è un po' poco per dire che c'è stata la capacità o la volontà di rivisitare anche l'impianto delle entrate.
Delle due l'una: o quello che facevamo noi, ed è la versione che riputo più convincente, non era poi così male, al di là di ciò che ciascuno di noi tende a dire al di fuori dall'aula, oppure la modifica di un impianto esistente è oggettivamente molto più difficile di quanto si sostenga in sedi più squisitamente politiche.
Fine delle novità e delle novità positive. Non entro nell'ambito delle spese sulle critiche e sulle valutazioni di natura politica, condividendo ciò che molti miei colleghi hanno detto precedentemente. Mi soffermo a focalizzare, invece, alcune cose che la Giunta deve ancora decidere. Quindi prevenire è meglio.
Risulta, dagli impegni e dalle dichiarazioni, che, quanto prima, la Giunta si proporrà e ci proporrà un Piano regionale sanitario. Non spreco una parola in valutazioni su quanto è stato fatto, avremo modo di discuterne in sedi più politiche.
Consentitemi di aprire una parentesi. Voi non state andando affatto bene, è un'opinione soggettiva, ma non intendo aiutarvi ad andar meglio. Lo dico perché tante volte dalle minoranze della passata legislatura arrivavano consigli, condivisibili o meno, su ciò che dovevamo fare.
Secondo me, ripeto, dal punto di vista politico voi state andando benissimo. Il mio problema, ma credo anche il nostro, è che mancano ancora quattro anni alle elezioni. Se invece mancasse solo un anno, ci sarebbe da festeggiare. Il problema è che ne mancano ancora quattro e non credo che gli strumenti tecnici invoglino qualcuno di noi a pensare che le legislature regionali si interrompano anticipatamente.
Suggerirei un contesto di attività non tanto in sede politica, che va bene così, ma per i piemontesi, perché alla fine almeno una volta ogni tanto bisognerà pensare a coloro che più o meno degnamente rappresentiamo.
La sanità. Arriverà il Piano regionale sanitario. Non richiamo l'attenzione della Presidente, né tanto meno quella dell'Assessore. So che l'Assessore Valpreda non è convincibile in questa direzione perché, da sempre, è molto coerente nelle scelte che persegue, quindi nulla quaestio.
Ma, buon Dio, non tutti la pensano come lui.
Alcuni commenti. Guardate che le forme organizzative di gestione della sanità si possono misurare prima. È inutile che voi arriviate a dirci in un dibattito che abbiamo ridotto da 29 a 7 senza dirvi e, suggerirei, senza dirci, dal momento che vi verrà chiesto: "Perché? Dov'è il vantaggio?" Per vantaggio intendo spendere meno o meglio risorse pubbliche. Le strutture organizzative - il Piemonte è una culla di organizzazione aziendale - si possono misurare prima. Vi invito a misurarle prima sul piano quantitativo in sede politica.
Vi è inoltre un altro punto. Uno degli elementi importanti non discussi, perché abbiamo perso tempo a discutere di altro in IV Commissione, ma ci arriveremo prima o poi, riguarda il bilanciamento che esiste tra mobilità attiva e passiva.
Al di là delle cifre - mi pare di ricordare 1 miliardo e 900 milioni l'Assessore potrebbe essere molto più preciso - in questo momento la sanità piemontese è in equilibrio tra sanità attiva e sanità passiva.
E' un risultato che riteniamo di aver ottenuto noi nel quinquennio precedente, ma è un non risultato. Chi conosce e legge i documenti dell'Assessore Valpreda, sa che per lui è un risultato buono, perch l'Assessore non si pone l'obiettivo di avere una mobilità attiva: vede la sanità come servizio e non come mercato. Alcuni di noi, come il sottoscritto, vorrebbero una Giunta che dicesse: siamo in pari, vogliamo lavorare per uno, due, tre, quattro cinque anni affinché la mobilità attiva della Regione Piemonte sia pari a più di 300, 400, 500 milioni. Cosa significa? Significa che non ci si fa un vanto di natura estetica sull'eccellenza, ma si trasforma l'eccellenza in occasioni di scuola, di sviluppo, di mercato, di lavoro per tutti i piemontesi che attorno a quel mondo operano. E' una visione molto diversa da quella dell'Assessore Valpreda, che mi è nota da quando lo conosco e che mi sembra affatto lontana da quelle di altri Gruppi della maggioranza.
Prima che venga presentato il Piano, pretenderemo e pretenderò, in IV Commissione, che i Consiglieri che fanno parte di Gruppi a cui non fa riferimento l'Assessore Valpreda, che è coerente nelle sue posizioni dicano se su questo tema hanno cambiato idea, come la pensano e che ci facciano capire che tipo di sanità vogliono.
Ulteriore elemento. La legge n. 502, da cui nasce tutto il processo di aziendalizzazione della sanità, è fortemente, oserei dire distruttivamente, criticata dall'Assessore Valpreda, il quale di nuovo, con molto coerenza, critica quel modello, proponendone un altro. Al di là del fatto che il modello che suggerisce Valpreda è in questo momento contra legem, ma non è l'oggetto della discussione, è indispensabile che l'attuale maggioranza sappia che tipo di sanità vuole: basata su aziende e in che numero; o basata su modalità diverse, come sembra proporre e suggerire il collega Valpreda. Io ho le mie opinioni, qualunque siano quelle della maggioranza le discuteremo, ma è indispensabile pretenderlo.
Quarto e ultimo punto. Se vi degnaste (l'ho chiesto più volte in IV commissione) di vedere i consuntivi del 2004, non ancora approvati, i pre consuntivi del 2005 neanche ancora esaminati, e i budget 2006, soltanto distribuiti, chiunque di voi, anche chi non si occupa di questa materia vedrebbe delle incongruenze interne, senza dimenticare per un attimo l'esame tra ciò che una ASL rappresenta e il territorio che a quest'azienda fa riferimento.
Guardatele, perché il silenzio che in questo momento c'è attorno a questo tema, non è un silenzio di consenso, ma è il silenzio del timore di chi, all'interno della struttura sanitaria (non avendo in questo momento la sanità piemontese fatto assolutamente niente nel corso dell'ultimo anno) ha (non essendo vocato al martirio) l'esigenza di primum vivere, deinde philosophare .
Non aspettatevi che l'infermiere, quello che è in attesa della nomina o della conferma (per non parlare della splendida gerarchia dei direttori generali) faccia dei commenti, magari critici, senza prima essere sicuro di potersi esprimere. Non è mai successo! Si chiedono i miracoli, ma i miracoli li faceva un gentile Signore vissuto 2000 anni fa, ma purtroppo pare avere difficoltà a ritornare tra noi e illuminarci di nuovo.
Non è consenso, è silenzio stupefatto e attonito. Ma siccome i numeri parlano per una loro magia interna, guardateli perché non tornano. Né se li vedeste all'interno della logica di Valpreda che, ripeto, almeno è chiara dogmatica e coerente; né tantomeno se li vedeste nella logica che, come mi è parso di capire, negli scorsi anni, era stata praticata da gente della Margherita, dei DS o di altri Gruppi attualmente in maggioranza.
Mi fermo solo qui per dire che ciò che noi ci aspettiamo dalla prossima assunzione di programma sanitario è un documento che ha ben chiaro che ci sono le difficoltà di assumerlo. Per cui credo che abbiate fondamentalmente due strade. Mi permetto di fare un pronostico conoscendo alcuni degli attori: o lo assumete prima delle elezioni e sarà uno dei tanti documenti in cui le parti politiche (non soltanto quelli di maggioranza), parlano per ore e scrivono pagine senza dirci assolutamente niente (penso sia la cosa più probabile); oppure vi confrontate su temi oggettivamente difficilissimi e forse (ma spero che non accada) dalla maggioranza che ha vinto le elezioni, potrebbe anche nascere una maggioranza di governo. Non credo che capiti, mi spiace per i piemontesi.
Sono molto contento per la parte politica che noi rappresentiamo e che sta cominciando a lavorare per renderci il percorso più semplice. Purtroppo mancano ancora quattro anni. Speriamo che già domenica 9 aprile qualcuno riesca a fare sillogismo. Se non funzionano qui perché dovrebbe funzionare là? Ma qualcuno dovrebbe auspicare un'intelligenza da parte di tutti gli elettori su cui io non sempre riesco a dormire tranquillo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Il pessimismo antropologico che il Consigliere Burzi ha dimostrato, è condiviso in alcuni casi, per cui ho qualche timore anch'io per il 9 e il 10 aprile, ma in senso opposto.
Noi daremo un giudizio positivo sui tre documenti. Ricordiamo che questo è il primo bilancio di questa Giunta, che l'assestamento permetterà di intervenire maggiormente e meglio sui singoli temi, alcuni dei quali sono stati qui ovviamente aperti.
Il DPFER si presenta, oggi, forse un po' vecchio. È stato scritto a luglio, corretto a settembre, avremmo dovuto discuterlo immediatamente. Non so se accadeva anche negli scorsi anni o no, ma comunque se ne parla, e poco, solamente oggi. Forse avrebbe meritato una discussione specifica.
un documento che forse si sofferma eccessivamente su specifiche politiche piuttosto che su obiettivi specifici e su strumenti da utilizzare. È un documento che fissa alcune linee generali per la predisposizione di quello che è il bilancio attuale. Contiene, rispetto alla prima bozza, una maggiore specificazione della parte propriamente finanziaria, che prima era piuttosto debole. Sarebbe, a parere nostro dovuto essere maggiormente selettivo e definito, in quanto non sempre emergono idee forti e, talvolta, gli obiettivi ci appaiono un pochino generici.
Non emerge fino in fondo, a parere nostro, da questo documento un'idea strategica su cui lavorare. Mi auguro succeda nei prossimi quattro anni.
Sta di fatto che l'analisi di contesto di questo documento mette in luce una situazione critica dal punto di vista della crescita dell'economia e che i nodi evidenziati siano nodi estremamente complessi, soprattutto quelli ragionati sulla scala internazionale. Anche su alcuni settori specifici, come il riposizionamento dell'economia regionale nel quadro internazionale di indirizzi programmatici coerenti con l'analisi di contesto, il documento rischia in alcuni casi di non essere selettivo, di non essere chiaro fino in fondo.
Credo che nei prossimi anni, forse occorrerebbe (l'Assessore cambierà magari alcune cose saranno differenti) ragionare su un documento più agile un documento maggiormente discutibile subito da luglio. Un documento che dia ai Gruppi consiliari strumenti di discussione politica chiara. Questo documento, che ci dà un quadro abbastanza preoccupante sui settori e sulla politica economica complessiva, si colloca, a parere nostro, anche in un quadro nazionale e internazionale estremamente preoccupante.
Credo che i punti di crisi e di arretramento dell'economia regionale e nazionale (almeno negli scorsi anni), ma soprattutto delle condizioni di vita e di lavoro nei settori importanti di questa società, siano ovvi. Ci sono segnali preoccupanti per i lavoratori. Aumentano i tassi e le percentuali di povertà. Le disuguaglianze sociali sono ulteriormente cresciute in questi anni, anche se è un processo che, almeno in Italia, è in corso da vent'anni. Sono cresciute le ore di cassa integrazione e sempre più settori profondi di questa società vivono in un clima di incertezza profonda, non solo in relazione al futuro a lungo termine, ma anche immediato.
Al tempo stesso, la restrizione sui bilanci degli enti locali fa sì che gli enti locali conoscano ristrettezze e difficoltà sempre maggiori nell'affrontare non solo i bilanci specifici, ma anche una politica programmatoria che, a parer nostro, è necessaria e fondamentale.
Al tempo stesso abbiamo su alcuni settori - penso all'uso del territorio, alla scuola (pubblica, naturalmente) - un fenomeno regressivo e progressivo che produce anche in questi campi difficoltà sempre crescenti.
Non si tratta di dividerci tra ottimisti e pessimisti; un importante personaggio di questo paese accusa la nostra area politica di essere triste. Noi saremmo quelli che, quando si guardano allo specchio alla mattina, piangono, perché siamo tristissimi! Questo faceva sì che molti di noi temessero che il bilancio regionale avrebbe presentato elementi profondamente regressivi.
Invece a noi pare, e naturalmente sono giudizi diversi da quelli che abbiamo sentito finora e che sentiremo fra dieci minuti, che ci sia un lievissimo rilancio produttivo in questa Regione.
Deriva dalla FIAT, deriva dalle Olimpiadi: se sarà congiunturale e definitivo non lo possiamo dire. Possiamo però dire che ci sia una parziale modificazione di conti in alcuni settori; la sanità stessa, le cui cifre fornite dalla Consigliera Ferrero sono certamente corrette - c'è un deficit drammatico di un anno, 380 milioni di euro - dimostra che siamo davanti a dati che stanno leggermente migliorando o peggiorando un po' di meno anche se molto poco.
Mi pare che, a differenza di altre Regioni, lo stato sociale e il welfare non abbia subito, almeno da parte regionale, tagli che da altre parti stanno avvenendo.
In questo quadro si inseriscono alcune iniziative che il nostro gruppo ha compiuto, richieste che abbiamo avanzato anche nelle discussioni di maggioranza, che corrispondono a nostre scelte politiche profonde.
La prima questione riguarda il trasporto locale. Noi abbiamo discusso in quest'aula di quanto la circolazione sia grave ed ulteriormente peggiorata negli ultimi tempi, su quanto siano necessari investimenti e scelte prioritarie. Abbiamo inserito nel programma triennale investimenti che devono riguardare non tanto questa o quella linea, ma alcune scelte fondamentali su quelli che sono i settori più deboli, sulle linee storiche che devono essere elettrificate e raddoppiate.
Può sembrare una questione piccola - riguarda un centinaio di lavoratrici - ma in bilancio è comparsa una cifra che tenta di dare una sicurezza a queste lavoratrici che da molti anni lavorano negli enti locali, che sono state sempre rinviate di sei mesi in sei mesi, la cui situazione noi speriamo si possa stabilizzare mediante aiuti agli enti locali perché il lavoro di queste persone, che in gran parte hanno 50 anni possa essere stabilizzato.
Vi è poi il diritto allo studio. Ricordiamo che vi è già stato un assestamento corposo di finanziamenti per il diritto allo studio (libri trasporti, mense ed aiuti ai Comuni, che in alcuni casi possono soccorrere situazioni di difficoltà).
Ricordiamo che in questo bilancio compare un ulteriore incremento di non poco conto su una stessa voce. Anche qui siamo ancora lontani da quelle che sono le necessità, da quella che è la situazione della scuola, che è più complessa. Non abbiamo negato e non neghiamo neanche oggi - e la minoranza lo sa - che vi sono differenze al nostro interno su quella che dovrà essere una legge fondamentale, che dovrebbe nascere nei prossimi mesi e che dovrebbe riguardare la situazione più complessiva, ma riteniamo che questi passi siano stati importanti e che nell'assestamento possano essere ulteriormente incrementati.
Il malessere sociale è profondo e la nostra lettura politica deriva certamente dalla natura sociale di questa società e di questo quadro internazionale che, a parer nostro, aggrava ed aggraverà ulteriormente le differenze, le discriminazioni, le rotture fra questa e quell'altra parte del mondo e fra ceti sociali maggiormente privilegiati e ceti sociali che non lo sono: i lavoratori e i dipendenti, cioè la forza lavoro complessivamente intesa.
Crediamo che questa voce veda - non posso dire per la prima volta perché non conosco approfonditamente i bilanci successivi - un tentativo che alcuni Consiglieri hanno proposto e che anche il nostro gruppo ha appoggiato, trovando un accordo in maggioranza per offrire aiuto a ceti sociali che sono stati colpiti ulteriormente in questi ultimi tempi da gravi processi, da ristrutturazioni e da cassa integrazione, da chiusure di fabbriche che hanno visto decurtato il loro reddito e peggiorate nettamente le loro condizioni di vita.
C'è il tema immigrazione. Avevamo ricordato come nel DPEFR non ci fosse un rigo su questo tema che, per noi, è importante, perché crea un problema profondo in questa società. L'immigrazione ormai è un elemento che sempre più è connaturato alla società, al lavoro, a come si è strutturato in questi anni e come si strutturerà ancora maggiormente. E' un fenomeno che crescerà ulteriormente nei prossimi tempi sia per i dati complessivi internazionali, economico-ambientali sia per la stessa situazione strutturale delle fabbriche e della concorrenza internazionale. Noi crediamo che anche su questa voce occorra un intervento preciso.
La minoranza ha usato termini che corrispondono ad alcuni stereotipi che continuano e continueranno anche oltre i 15 giorni che ci restano di campagna elettorale.
Abbiamo sentito un Consigliere dire che noi riterremmo che il consumo di acqua minerale sia un consumo sostanziale borghese. Abbiamo sentito un altro Consigliere addirittura parlare di ghost rider, di stretta osservanza leniniana: una bella frase molto piacevole.
La nostra posizione sull'acqua è molto chiara: comprendiamo i problemi di concorrenza, non comprendiamo un sistema economico nazionale in cui ogni singola Regione può imporre meccanismi di tassa che rendono una Regione diversa rispetto alle altre. Io continuo a credere che ci vorrebbe una politica economica nazionale; ci vorrebbe un quadro nazionale all'interno del quale compiere delle scelte specifiche. Sono contrarissimo a questa devolution e mi sono trovato in alcuni interventi alla Camera tristemente d'accordo con l'on. Fisichella, che ha un percorso un po' diverso dal mio.
Sono situazioni un po' particolari, perché ci si ritrova a dire le stesse cose e quindi ci si sente un po' strani.
Tuttavia, la questione che poniamo - ed esiste un'assise internazionale che lo ha confermato - riguarda il problema della mancanza dell'acqua in un terzo del mondo; infatti, un terzo della popolazione oggi non dispone di acqua e dalle statistiche emerge che il fenomeno nei prossimi 20 anni diventerà sempre più ampio.
Il discorso dell'acqua come bene pubblico diventa un fenomeno profondo ed un fenomeno internazionale. Quando ci dicono che noi politici siamo tutti uguali, noi diciamo che nell'unica Regione in cui c'è un Presidente del nostro partito, Nichi Vendola, il più grande acquedotto meridionale - e non solo perché è il più grande acquedotto italiano - è stato tenuto sotto mano pubblica ed a dirigerlo è stato messo il responsabile internazionale del contratto dell'acqua, Riccardo Petrella,che non è del nostro partito ma che corrisponde alle cose che noi pensiamo su questo grande tema.
C'è una necessità profonda di una politica su questo grande bene che lo renda bene pubblico, cioè una politica di inversione di consumi.
Non è una questione del consumo borghese o altro, che pone il problema dei rifiuti, pone il problema del vetro e della plastica, pone il problema che, se si bevesse l'acqua di rubinetto, forse le cose sarebbero differenti, eccetera. C'è un problema che si porrà all'attenzione del mondo nei prossimi vent'anni. Le politiche locali, nazionali e regionali devono correre dietro a fenomeni di questo tipo, devono correre dietro a tutte le modificazioni in atto. Possono tentare di porre questi grandi problemi nella loro effettiva luce? Lo chiedo.
Il problema della FIAT. Il Consigliere Ghiglia non c'è, ma gli vorrei ricordare che anche il nostro Gruppo ha chiesto che venga convocata la Commissione sulla TNE. Siamo preoccupati anche noi, siamo interessati anche noi a una discussione su questo fatto, l'avevamo detto già nella discussione complessiva sul caso FIAT. Riteniamo che l'enorme problema che si pone è che, nonostante i notevoli investimenti, resta la situazione di mille e più lavoratori in cassa integrazione, un problema sociale drammatico che ci troviamo davanti ogni giorno e che quell'intervento parzialmente pubblico che si è fatto dovrebbe servire ad attenuare almeno in parte.
Noi vorremmo che, nel giro dei prossimi mesi, ci fosse un piano e un programma serio, studiato, elaborato e concordato affinché i lavoratori rientrino, perché l'attività di ricerca in FIAT continui, eccetera.
Ultima questione è la sanità. Non tocca a me ovviamente rispondere l'Assessore lo può fare molto meglio di me. Stiamo cercando una strada, noi abbiamo tentato una strada di consultazione, parsa giusta a tutti noi quella per cui un documento non calasse semplicemente dall'alto, ma venisse concordato con le parti sociali, con gli Enti locali, eccetera. La cosa forse, non è avvenuta al cento per cento, forse le parti sociali sarebbero dovute intervenire maggiormente, ma riteniamo che questa consultazione sia iniziata. Pensiamo che il documento che i primi di aprile verrà fuori dovrà essere ulteriormente discusso, verificato e valutato collettivamente. A nostro parere, la società e gli operatori nel loro complesso dovranno intervenire su questo, mi auguro non in chiave clientelare, non in chiave puramente localistica, ma secondo un discorso complessivo di un piano regionale che tenti non solamente di salvare, ma di migliorare, di incrementare e di valorizzare profondamente una sanità che presenta evidentemente criticità.
Non si tratta di andare in cerca di responsabili, si tratta di prendere atto di una situazione che c'è e che è quella che verifichiamo ogni giorno con le code, con i problemi che si manifestano, con l'intreccio fra sanità privata e pubblica.
L'intervento sui ticket. Ricordo che era stato valutato anche nella campagna elettorale e noi saremo tra coloro che chiederanno la sua attuazione al 100%. I primi due pezzettini che si sono manifestati, il primo l'estate scorsa e il secondo ora, ci pare vadano nella giusta direzione; non sono certamente il tutto, ma vanno comunque nella direzione della riduzione dei ticket che era stata chiesta.
In base a queste considerazioni e in base ad altre richieste che nella maggioranza porremo in particolare sulle grandi questioni sociali, sulla scuola pubblica, eccetera, noi diamo un giudizio positivo su questi tre documenti. Esprimeremo un voto positivo, rimandando le discussioni sulle specifiche questioni (TNE della FIAT, post-olimpico e situazione del commercio) alle valutazioni che il nostro Gruppo porrà sui singoli temi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Vorrei articolare quest'intervento su tre argomenti che anticipo, anche se so bene come a volte sono noiosi i dibattiti sul bilancio: 1) il ruolo del Consiglio, ci tengo a parlare del ruolo del Consiglio; 2) un passaggio sul bilancio; 3) sulle nomine. Mi rivolgerò, di volta in volta, a chi ritengo voglia ascoltare.
Sul bilancio. Sul bilancio tanti interventi sono stati già fatti da altri e li condivido pienamente. In particolare - così non disturbo tutti collettivamente, ma richiamo l'attenzione di volta in volta - le prime considerazioni sono rivolte all'Assessore Susta.
Assessore Susta, devo farle i complimenti per essere riuscito a fare quello che noi non eravamo riusciti a fare: l'utilizzo del conto capitale per le Fondazioni. A me sembra una cosa positiva. C'erano molte obiezioni in Consiglio; il mondo cambia, ma la sinistra allora era contraria a questo utilizzo e anche il Direttore del bilancio, dottor Lesca, diceva che era impossibile. Prendo atto della bravura dell'Assessore e, indubbiamente degli argomenti con cui ha spiegato come è riuscito a farlo.
Assessore, mi domando se sia possibile fare altrettanto sulle scuole materne. La mia è una interlocuzione, non una richiesta né una pretesa. Con la collega Cotto, abbiamo presentato un emendamento sulle scuole materne.
Poiché c'è comunque un fondo sufficientemente capiente sulle scuole, noi riteniamo che lo stesso atteggiamento di intelligente fantasia si possa tenere anche sulle scuole materne. Passando tramite i Comuni, Assessore Susta, forse sarebbe possibile "dare" anche alle scuole non statali. Dalle informazioni che io e la Consigliera Cotto abbiamo preso, sembra sia possibile, passando tramite i Comuni.
Assessore Susta, l'utilizzo prezioso che lei ha fatto del conto capitale in altre parti e anche l'interpretazione che ha trovato per i beni culturali ecclesiali è significativo. Secondo noi, quanto suggeriamo è realizzabile: vi preghiamo di verificarlo. Lo verificheremo anche noi e ovviamente, incalzeremo su questo aspetto.
Al collega Dalmasso, i cui interventi sono sempre interessanti soprattutto quando parla di scuola pubblica, vorrei dire che, secondo la legge Berlinguer, è tutta pubblica la scuola, per cui il termine che lui usa è corretto, ma la scuola pubblica si divide in statale e non statale.
Devo dire che Rifondazione Comunista allora non era stata d'accordo, ma la legge Berlinguer l'ha definita tutta scuola pubblica, quindi ben volentieri la chiamo così.
Un altro passaggio non riguarda l'Assessore al bilancio, ma una scelta politica della Giunta, una scelta politica di settore. Abbiamo letto che non si intendono più finanziare - mi rivolgo a Rifondazione Comunista, al collega Turigliatto e ad altri - le attività relative ai centri studenteschi autogestiti. È stato dichiarato che non si intende più proseguire su questa strada. Dal canto mio, potrei dire: "Piazza dei Mestieri è stata fatta, sto tranquillo". Ma non sono mai stato così parziale, anzi vorrei ricordare che l'esperienza era partita proprio dalle manifestazioni e dalle proposte del movimento studentesco sull'autonomia.
Allora vorrei invitare i Consiglieri Bossuto e Turigliatto, che hanno seguito queste iniziative, a sollecitare, non dico l'Assessore al bilancio che qui non c'entra, ma la Giunta a riaprire il capitolo dei centri studenteschi autogestiti, che si vuole chiuso. Mi sembra un'esperienza interessantissima. Anche l'altro ieri, la bella manifestazione che abbiamo fatto con Libera, cui hanno partecipato molti colleghi del Consiglio, ha ricordato alla cittadinanza l'importanza dei luoghi di prevenzione e di educazione alla legalità. Ebbene, i centri studenteschi sono un luogo potente sotto questo aspetto.
Ho questo atteggiamento, per questo apprezzo i colleghi che credono nel ruolo del Consiglio, cui mi rivolgo: mentre quando difendo il buono scuola evidentemente - me ne assumo la responsabilità - è una scelta di parte, in questo caso veramente credo di poter dire che si tratta di esperienze positive, a prescindere. Anche perché la legge sugli oratori è stata rifinanziata e alcuni centri, tipo Piazza dei Mestieri, sono già stati conclusi.
Ripeto, mi pare che questo esperimento sia davvero positivo considerando che perfino la Repubblica ne ha parlato bene (e non è facile).
Se perfino Il Manifesto ha parlato così bene di Piazza dei Mestieri eccetera, vuol dire che il modello funziona, il Piemonte l'ha lanciato sarebbe un peccato chiuderlo.
Mi rivolgo ai colleghi che possono interloquire, come tutti. Potremmo fare un ordine del giorno. Mi pare che questo abbia portato il Piemonte all'avanguardia.
Se durante le Olimpiadi, se durante la manifestazione di Libera c'è stata tanta partecipazione è anche perché una certa politica culturale giovanile e studentesca degli anni precedenti è stata molto attiva.
C'erano molti colleghi alla manifestazione di Libera. Mi permetto di ricordare che il percorso di preparazione è iniziato, tre o quattro anni fa, con il mio Assessorato, con assemblee nelle scuole, finanziamenti alle campagne d'educazione alla legalità. Il merito è soprattutto di Libera, di tutti noi e di tutto il Consiglio, ma la collega Cotto ed io abbiamo fatto molto per la preparazione. Sarebbe un peccato, nonché un paradosso, oserei dire, che una Giunta di centrosinistra non proseguisse, non dico di più perché non mi aspetto di più, ma almeno altrettanto come ha fatto il Giudice con la sua sentenza su queste politiche.
Vado poi sul discorso delle nomine. Un ragionamento analogo. Mi rivolgo soprattutto agli amici più moderati della maggioranza, in senso culturale.
Non parlo delle nomine nel campo della sanità, che non conosco, ma di quelle nel campo della cultura. Eravamo stati molto equilibrati, avevamo usato dei criteri bipartisan per scegliere le persone più adatte.
Non vorrei che ci fosse un'inversione di tendenza, anche sulla base di quello che ha scritto, prendendosene la responsabilità, un articolista su la Repubblica, in "Avviso ai naviganti", dove diceva "Chiunque abbia accettato nomine dal centrodestra deve essere punito". Non l'ha detto la Giunta, ma un giornalista. Però, alcune cose stanno avvenendo.
Ho visto con piacere la dichiarazione di Stazzonino, responsabile cultura della Margherita, che prendeva posizione in merito. Su questo inviterei, non a non esercitare il proprio ruolo, ma ad avere prudenza ed equilibrio, perché scegliere le persone migliori, anche se non completamente appartenenti, è più intelligente che scegliere persone scadenti, anche se completamente appartenenti.
Mi permetto di affermare che ho sempre fatto, come i colleghi ricordano, quella scelta. Basti ricordare che per il Comitato per le celebrazioni erano state nominate all'unanimità tre persone che sono state riconfermate. Non sono state, anche negli altri campi, scelte di parte.
Sono state scelte, secondo me, condivisibili e che non meritano di essere emendate con colpi di mano, ma semmai con un dibattito, com'era allora, in Commissione.
Pensate alle nomine del Teatro Stabile e del Museo del cinema all'equilibrio che è stato raggiunto e che ha consentito che le varie culture fossero contemperate. Soprattutto a Torino c'è il rischio che una certa sezione della cultura, un certo gruppo omogeneo e costante, che ha nobili discendenze, la faccia da padrone.
Non dico di non nominare persone della maggioranza (il collega Vernetti ha usato un termine più forte del mio). Comunque, a Torino c'è un Gruppo che la fa da padrone sulla cultura, da sempre. Noi, come centrodestra, non spostiamo a destra l'equilibrio, ma vogliamo rendendolo più aperto, più democratico, più dinamico. Non vorremmo che si tornasse alle cattive abitudini.
Per quanto riguarda il ruolo del Consiglio - lo dico ai colleghi Consiglieri - non sono un pentito. Nel senso che, quando ero membro della Giunta, ero molto attento ai suggerimenti dell'Aula. Non vedo il collega Burzi in Aula, ma lo voglio citare perché mi rimproverava sempre perché, a suo dire, davo troppo retta al Consiglio, ero troppo attento al ruolo del Consiglio. Lo dico al Presidente Gariglio e alla Giunta: non sono uno che quando era in Giunta, sosteneva che toccasse tutto alla Giunta. Sostenevo che il ruolo del Consiglio era importantissimo. Quest'atteggiamento era criticato dai colleghi di Giunta.
Il Consiglio è un Parlamento regionale, che, con il nuovo sistema elettorale, che anziché eleggere nomina dei rappresentanti alla Camera e al Senato, raccoglie i rappresentanti più diretti e rappresentativi del popolo. Pensate cosa vuol dire, in Province non grandi come Torino, essere eletti. Penso ad alcuni miei colleghi che sono presenti (Cotto, Nastri ecc.): sono i veri rappresentanti del territorio. Un Consigliere regionale eletto con circa 12.000 voti è il vero rappresentante del territorio.
Quindi, rivendico con orgoglio il ruolo del Consiglio regionale e la sua importanza. Di un Consiglio che, grazie al Presidente Ghigo, non si è allargato in passato. Abbiamo votato per avere solo 60 Consiglieri, per non diluire la rappresentanza. Allora, facciamo valere veramente questo ruolo.
Ho la sensazione - lo dico alla Giunta - che alcuni Assessori, non essendo passati attraverso il ruolo del Consiglio regionale, non avendo partecipato alle attività del Consiglio regionale, non abbiano la contezza di cosa sia il Consiglio regionale. Per esempio, i Presidenti di Commissione che hanno esperienza di Consiglio svolgono il loro ruolo in maniera eccellente. Ho la sensazione che alcuni Assessori - lo dico con rispetto - che non hanno mai fatto i Consiglieri, che sono stati presi ex abrupto e nominati Assessori, non abbiano la contezza del ruolo del Consiglio. Non ne hanno colpa. Loro sono stati improvvisamente investiti del ruolo assessorile senza esserne preparati.
Da questo punto di vista, mi permetto di sottolineare l'importanza dell'esperienza di tanti colleghi di lungo, nobile e democratico percorso consiliare. È necessario far comprendere agli Assessori che questo ruolo del Consiglio è importante. Per esempio, non ho mai immaginato, quando ero Assessore, di assentarmi dal Consiglio, durante il dibattito del bilancio.
Ho apprezzato che la Presidente, anche se parzialmente, abbia partecipato.
Non ho mai immaginato, almeno durante il dibattito del bilancio, di non seguire tutti gli interventi dei Consiglieri. Oggi sono presenti quattro Assessori, se conto bene. Sapete quanto a lungo debbano essere trattate le questioni della sanità. Segnalo quest'aspetto, forse, in un modo non altrettanto deciso, come avrebbero fatto i colleghi dell'opposizione precedente. Tengo a segnalare al Presidente del Consiglio e al Vicepresidente Susta che, almeno in queste occasioni, gli Assessori siano presenti. Altrimenti quando e come interloquiscono gli Assessori con il Consiglio? Se così fosse, avrebbe ragione la collega Cotto quando ha detto come sempre con verità e con saggezza concreta, con tutto il rispetto per il ruolo della Giunta, che alcuni Assessori si considerano non solo esterni, ma anche un po' estranei al Consiglio. Infatti, li vediamo molto poco.
Continuo sul ruolo molto importante del Consiglio. Secondo me, dovrebbe essere istituito l'osservatorio che ha proposto la collega Cotto sugli ordini del giorno. A questo proposito, ho una proposta: votiamo un minor numero di ordini del giorno, ma quando li votiamo discutiamoli e prendiamoli sul serio.
Mi rivolgo ai colleghi qui presenti, come Dalmasso e Ronzani, che mi prendono molto sul serio. La collega Cotto ha proposto, giustamente l'osservatorio. Piuttosto approviamo meno ordini del giorno, ma non facciamone un gioco o uno scherzo. Un ordine del giorno, così come un patrocinio, non si nega a nessuno. Altrimenti sviliamo il ruolo del Consiglio. Presentiamone un quarto o un quinto, ma su quelli presentati discutiamo e prendiamo degli impegni veri.
Mi permetto di fare questo richiamo anche alla Giunta e alla Presidenza del Consiglio affinché tengano conto degli ordini del giorno e li sostengano.
Infine, sul ruolo pubblico del Consiglio richiamerei, anche se so che è sempre molto attento, l'attenzione del Presidente Gariglio. Voglio rivolgermi a lui, il cui ruolo stimo molto, proprio perché stimo molto il ruolo del Consiglio. Trovo che la gestione dell'Aula sia estremamente garbata ed equilibrata, ma all'esterno - è un invito che rivolgo - dobbiamo avere meno pudore e meno tiepidezza.
La grande manifestazione dell'altro giorno aveva come ordine del giorno, presentato dal Consiglio, la legge presentata dal Consiglio.
Secondo me non ci sta che in grandi manifestazioni pubbliche - non dico quelle settoriali (il convegno sulla sanità, il convegno sui lavori pubblici) che competono soprattutto alla Giunta - il Consiglio non abbia un suo ruolo, perché è il parlamento del Piemonte e i Consiglieri hanno la stessa dignità dei parlamentari piemontesi.
So che alcuni Consiglieri di maggioranza e di minoranza sono molto autorevoli e molto presenti presenti, e quasi non vengono riconosciuti alle manifestazioni: sono Consiglieri regionali! Come ripeto, la manifestazione c'è stata, non faccio polemica.
Delibera, a mio giudizio, un intervento del Presidente del Consiglio Presidente Gariglio; glielo dico perché apprezzo il ruolo, e sarebbe stato appropriato: era il Parlamento regionale, e avrebbe parlato a nome di tutti noi sessanta Consiglieri che abbiamo votato l'ordine del giorno. Mi sembrano aspetti importanti. Chiedo quasi scusa se richiamo queste cose, ma essere eletti è importante.
Io, ripeto, non sono un pentito; se lo fossi, non avrei diritto di parlare, ma quando ero Assessore - chi si ricorda potrà confermarlo dicevo le stesse cose; non ho cambiato parere dopo aver cambiato il posto in cui siedo. Per questo motivo mi permetto di sostenerle con forza; così come, quando rivendico il pluralismo sulle nomine, lo faccio perch corrisponde a quello che praticavo. Altrimenti starei zitto.
Il ruolo pubblico, quindi, va rimarcato, Presidente del Consiglio anche dai suoi dirigenti, che, dal punto di vista dell'efficienza consiliare, sono straordinari: basti pensare alla competenza della Dottoressa Garabello o della Dottoressa Bertini. Presidente, anche i suoi dirigenti esterni, quando vanno a trattare sulle manifestazioni, facciano sentire - è un invito - il ruolo del Consiglio, anche perché questo ruolo come ripeto, cade a pioggia su tutti i Consiglieri. L'importanza del ruolo del Consiglio non è soltanto ad personam, ma è di tutta un'istituzione.
Vorrei ricordare - vi sono, infatti, molti nuovi colleghi - che alcuni Presidenti del Consiglio precedenti (potrei anche citare i nomi) fecero interrompere delle manifestazioni pubbliche - so che lei è così garbato ed educato che non lo farà mai - perché il ruolo della Presidenza del Consiglio non era stato riconosciuto.
Come ripeto, queste sono le posizioni che sostenevo quando ero Assessore, non ho cambiato opinione.
Ricordo, per esempio, un'iniziativa dell'Onorevole Picchioni, che promosse gli Stati Generali del Piemonte. Insomma, il Consiglio pu svolgere un importantissimo ruolo.
A questo proposito, vorrei dire una cosa in controtendenza, Presidente Gariglio: io non ho condiviso il taglio del bilancio del Consiglio. Altrove non si è affatto tagliato, e il Consiglio è davvero importante.
Presidente, è un invito che le rivolgo: lei è stato virtuosissimo, ma non ho condiviso il taglio effettuato, perché il Consiglio ha un ruolo importante.
Lo dicevo mille volte quando ero Assessore e lo ripeto anche ora: non ci può essere una sproporzione così grande di ruoli.
Sono contento, infine, che si stiano riattivando alcuni organi del Consiglio. La Consulta Regionale Giovanile - mi rivolgo ai Gruppi consiliari - non è stata riattivata dall'inizio della Legislatura. Adesso il Vicepresidente Placido mi ha comunicato che sta procedendo in tal senso per cui sono contento, anche perché se non ci crediamo noi, chi crede a questi strumenti? In sostanza - e concludo il mio intervento - sono dispiaciuto che siano rimasti due Assessori (il Vicepresidente Susta lo considero presentissimo!) durante un dibattito così rilevante. Non mi straccio sicuramente le vesti, ma se non ci crediamo noi al ruolo del Consiglio come possiamo pretendere che i cittadini credano a questo strumento? Capisco che esistano dei momenti di defaillance, capisco tutto. Non lo dico soltanto rispetto al dibattito di oggi, ma è un appello che rivolgo ai colleghi: se al ruolo del Consiglio non crediamo noi, e se non confermiamo autorevolezza a tale istituzione, sarà un danno per tutti, un danno per la democrazia. E quando qualcuno si domanda perché il Consiglio non lavora tanto bene, è perché lo stesso slancio, lo stesso stile o la stessa convinzione è debole.
Rivolgo questo appello - concludo con questo invito - alla Giunta a prendere sul serio gli ordini del giorno, al Consiglio di avanzare queste proposte. Credo di poter argomentare i singoli temi con gli ordini del giorno, ma mi sembrava che alcuni particolari sul conto capitale e sugli asili nido - ricordo quello importantissimo proposto dalla Consigliera Cotto - dovessero essere rimarcati.
Con la Giunta ho discusso anche di altre questioni - mi appello anche al collega Ricca - insieme alle associazioni: ho trovato delle resistenze, ma so che in proposito esistono delle sensibilità in Consiglio.
Ringrazio chi ha potuto ascoltare. Sarebbe opportuno, però, che su tali interlocuzioni - lo dico al Presidente Gariglio - alla fine del dibattito l'Assessore Susta per la Giunta e il Presidente Gariglio dessero un cenno di risposta sulle proposte avanzate (so che il Presidente ha seguito l'intero dibattito), perché altrimenti vorrebbe dire che veramente il Consiglio non conta più. Allora non avrebbe senso essere seri e non avrebbe nemmeno senso chiederci di non fare ostruzionismo. Grazie.



PRESIDENTE

Collega Leo, la ringrazio per le sue affermazioni. Per quanto concerne la vicenda che lei ha chiamato in causa, sicuramente sarà mia cura, anche tramite l'Ufficio di Presidenza, incidere affinché il Consiglio regionale, specie dal punto di vista del Settore Relazioni Esterne, si dia un'organizzazione idonea a raggiungere gli obiettivi che tutti quanti auspichiamo. Sarà mia cura difendere le prerogative del Consiglio regionale.
Comunico, pertanto, che è sconvocato il gruppo di lavoro sulla pesca previsto per oggi alle ore 13.00.
La seduta pomeridiana del Consiglio regionale inizierà alle ore 15.00 con la comunicazione dell'Assessore Bairati, così come concordato nella seduta di ieri, cui seguiranno la normativa sul commercio e i punti successivi all'o.d.g.
Il Consiglio è aggiornato alle ore 15.00.



(La seduta ha termine alle ore 13.04)



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