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Dettaglio seduta n.72 del 23/03/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(La seduta ha inizio alle ore 14.50)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bossuto, Ferraris e Rabino


Argomento:

b) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 31 gennaio, del 7, 14, 21 e 28 febbraio, i quali verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Varie

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla lettera indirizzata dalla Presidente Bresso ai Consiglieri regionali in merito all'atto costitutivo della Fondazione del Centro internazionale del cavallo della Venaria Reale


PRESIDENTE

La parola, per mozione d'ordine, al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori per porre due questioni.
In primo luogo, le chiedo, sinceramente, per il futuro - capisco il momento - che vengano rispettati i calendari dei lavori. Come è successo questa mattina, troppo spesso vi sono variazioni improvvise degli orari dei Consigli e/o delle Commissioni.
Credo che per poter organizzare in modo armonico i nostri lavori, in particolare...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Rossi.
Per cortesia, si ha difficoltà a sentire, prego i colleghi di lasciare intervenire.



ROSSI Oreste

Per i colleghi che, magari, arrivano, ma non sono membri di quella Commissione che, ad esempio, ha sostituito il Consiglio, significa semplicemente una perdita di tempo.
Quindi, chiedo per il futuro che si cerchi di fare una calendarizzazione dei lavori e che questa venga rispettata, eccetto casi eccezionali, in quanto, qui, il caso eccezionale, ormai, è diventato quasi un'abitudine.
Segnalo una seconda questione. Come lei sa, è stato deciso di convocare lunedì mattina la III Commissione e, a partire dalle ore 11, la seduta consiliare, ma è arrivata proprio oggi - a me è arrivata questa mattina una lettera della Presidente Bresso che, proprio lunedì, alle ore 11 c'invita alla firma dell'atto costitutivo della Fondazione del Centro internazionale del cavallo della Venaria Reale.
Credo sia assai importante per un Consigliere regionale partecipare all'atto di istituzione del Centro internazionale del cavallo. Tra l'altro è un progetto sul quale alcuni colleghi hanno lavorato. Penso al Consigliere Leo, all'epoca Assessore, e al Presidente uscente Enzo Ghigo.
Non essere presenti alla firma di quest'atto sarebbe alquanto spiacevole.
Io lo segnalo perché dobbiamo essere qui in Consiglio, ma la Presidente Bresso c'invita ufficialmente, con lettera personale, a partecipare alla firma di quest'atto. Lei capisce che dividersi in due diventa un po' difficile.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, colgo la sua osservazione. Devo dire che è stato anche duro per chi dirige i lavori cercare di garantire un minimo di ordine, di certezza e di conoscibilità degli impegni consiliari a tutti i colleghi. Sapete come è andata, il dibattito all'interno della I Commissione ha superato i termini che più volte abbiamo concordato a livello di Conferenza dei Capigruppo. Non posso che prendere atto del fatto che, in certi momenti, nonostante le decisioni che assumiamo in Conferenza dei Capigruppo, il protrarsi dell'attività all'interno delle Commissioni non rispetta sempre le tempistiche che ci diamo. Mi dispiace, ma purtroppo, ciò è imputabile unicamente alle dinamiche di funzionamento consiliare.
Per quanto riguarda l'invito a Venaria Reale, ovviamente, la seduta non ci sarà. Stante la concomitanza degli impegni consiliari, la Giunta ci ha comunicato che viene sconvocato l'appuntamento di lunedì.


Argomento:

Iscrizione all'o.d.g. dei seguenti provvedimenti:

Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 191 "Legge finanziaria per l'anno 2006"

Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 190 "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2006-2008"

Argomento: Commercio al dettaglio

Iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione del Consiglio regionale n. 113 "Modifiche ed integrazioni dell'allegato A alla DCR 563 13414 del 29 ottobre 1999 (Indirizzi generali e criteri di programmazione urbanistica per l'insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114) e all'allegato A alla DCR 347-42514 del 23 dicembre 2003 (Modifiche ed integrazioni all'allegato A alla DCR 563-13414 del 29 ottobre 1999)"

Argomento: Commercio al dettaglio

Iscrizione all'o.d.g. della proposta di legge n. 246 "Modifica alla legge regionale 6 luglio 2005, n. 10 (Disposizioni urgenti in materia di procedimenti ai sensi dell'articolo 9 del Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 (Riforma della disciplina relativa al settore del Commercio, a norma dell'art. 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59)"

Argomento: Commercio al dettaglio

Iscrizione all'o.d.g. della proposta di legge n. 247 "Nuove disposizioni urgenti in materia di procedimenti ai sensi dell'articolo 9 del Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 (Riforma della disciplina relativa al settore del Commercio, a norma dell'art. 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59)"

Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Iscrizione all'o.d.g. del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 158 e 159 "Ridefinizione delle dotazioni organiche della Giunta regionale e del Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 1, comma 93 della legge 30 dicembre 2004, n. 311 e secondo i criteri e le modalità indicate nel D.P.C.M. del 15 febbraio 2006".


PRESIDENTE

E' stata fatta la richiesta, da parte di alcuni Consiglieri, di iscrivere nuovi punti all'o.d.g. Procederemo prima ad iscrivere i punti già prenotati e, poi, i punti nuovi.
Dobbiamo mettere in votazione l'iscrizione del disegno di legge n. 191: "Legge finanziaria per l'anno 2006".
Possiamo darlo per tacitamente iscritto?



(L'Assemblea, unanime, acconsente)



PRESIDENTE

Se non vi sono osservazioni, sono iscritti anche il disegno di legge n.
190: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2006-2008", la proposta di deliberazione del Consiglio regionale n. 113, la proposta di legge n. 246 la proposta di legge n. 247 e e il testo unificato delle proposte di deliberazione del Consiglio n. 158 e 159 in ordine alla ridefinizione delle dotazioni organiche del ruolo di Giunta e di Consiglio regionale.



(L'Assemblea, unanime, acconsente)


Argomento:

Iscrizione nuovi punti all'o.d.g.

Argomento: Questioni internazionali

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 290 "Solidarietà ad Abdul Rahman, afgano che rischia la pena capitale perché si è convertito al Cristianesimo", presentato dai Consiglieri Rossi, Allasia, Dutto, Monteggia

Argomento: Varie

Iscrizione all'o.d.g. della mozione n. 292 "Solidarietà a don Sandro parroco della Gran Madre di Torino", presentata dai Consiglieri Rossi Allasia, Dutto, Monteggia


PRESIDENTE

pervenuta anche la richiesta di iscrizione di alcuninuovi punti all'o.d.g.
Il Consigliere Rossi chiede che venga iscritta la mozione avente per oggetto: "Solidarietà a Don Sandro, Parroco della Gran Madre di Torino" presentato in data 23 marzo e l'iscrizione dell'ordine del giorno avente ad oggetto: "Solidarietà a Abdul Rahman, afgano che rischia la pena capitale perché si è convertito al cristianesimo".
Se non vi sono osservazioni li consideriamo iscritti all'o.d.g.
ovviamente, se qualcuno volesse sottoscriverli, previo consenso del primo firmatario, può farlo. Chiaramente, sono iscritti, come tutti gli ordini del giorno, a seguire l'ultimo punto previsto all'o.d.g., ossia dopo l'ordine del giorno n. 85.



(L'Assemblea, unanime, acconsente)


Argomento: Piani pluriennali

Esame proposta di deliberazione n. 48 "Documento di Programmazione economico-finanziaria regionale - DPEFR 2006-2008 legge regionale 11 aprile 2001, n. 7"

Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 191 "Legge finanziaria per l'anno 2006"

Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame disegno di legge n. 190 "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2006-2008"


PRESIDENTE

Informo tutti i colleghi Consiglieri che si è convenuto nella Conferenza dei Capigruppo di procedere ad un'unica discussione generale sui seguenti punti: "Proposta di deliberazione n. 48: 'Documento di Programmazione economico-finanziaria regionale-DPEFR 2006-2008 legge regionale 11 aprile 2001, n. 7'", di cui al punto 2) all'o.d.g., sul punto 2) bis, "Disegno di legge n. 191: 'Legge finanziaria per l'anno 2006'" e sul punto 2) ter, "Disegno di legge n. 190: 'Bilancio di previsione 2006'".
Abbiamo convenuto che, in sede di discussione generale, proprio perch è una discussione unica sui tre punti, ciascun Consigliere avrà un tempo massimo di 20 minuti per ogni intervento, fermi restando i tempi previsti dal Regolamento per tutte le dichiarazioni di voto e per tutti gli emendamenti.
Se non ci sono osservazioni, inizierei, vista la situazione, dalla relazione del relatore.
Iniziamo con l'intervento del Vicepresidente Susta, sulla proposta di deliberazione n. 48, relativa al DPEFR, cui seguiranno le due relazioni del Consigliere Reschigna sui disegni di legge n. 191 e n. 190.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Susta per l'illustrazione.



SUSTA Gianluca, Assessore al bilancio e finanze

Ovviamente, non posso non partire dalla premessa che noi stiamo discutendo il documento di programmazione economico e finanziaria in modo strettamente connesso al bilancio e alla legge finanziaria. Quindi, molte di quelle che potevano essere le indicazioni, che nel mese di settembre avevano anticipato il quadro di riferimento sul quale, poi, si sarebbe mosso il bilancio 2006, sopratutto il bilancio pluriennale, hanno già trovato una proposta di concretizzazione nell'assestamento di bilancio presentato all'inizio di dicembre.
Un Documento di programmazione economico-finanziaria che evidenzia le criticità del sistema Piemonte, la difficoltà del suo sistema competitivo ma anche le opportunità che emergono alla luce delle politiche che possiamo porre in essere come amministrazione regionale, ma anche come sistema complessivo delle autonomie locali, a supporto del sistema produttivo della Regione.
Il Documento di programmazione economico-finanziaria evidenzia le criticità, ma anche le opportunità. Indica un quadro di riferimento che è poi quello che trova espressione nel bilancio di previsione, segnala una rimodulazione delle risorse finanziarie della Regione stessa, suggerisce un lieve incremento della pressione fiscale e l'intervento strutturale su alcuni strumenti che sono indispensabili per il perseguimento di quelle politiche che trovano nel documento di bilancio la loro attuazione.
Da questo quadro emergono alcuni strumenti importanti che abbiamo individuato, a cominciare dal supporto alle attività produttive e alla legge sulla ricerca e l'internazionalizzazione che, nel frattempo, dopo la presentazione del DPEFR, sono state approvate insieme al programma pluriennale delle attività produttive, che aggiunge ulteriori risorse a quelle previste in queste leggi e ne dà un concreto segnale di attuazione.
La stessa definizione di strumenti innovativi di politica industriale ricordo su tutti il fondo di controgaranzia previsto dalla legge finanziaria, così come il DPEFR - individuava nel fondo immobiliare della cartolarizzazione del debito della sanità e nella ristrutturazione del debito, gli strumenti alternativi all'aumento della pressione fiscale, che si sarebbe resa necessaria per supportare le politiche di sviluppo e di investimento che trovano risposta all'interno del documento di programmazione. Certo che solo questi elementi non sono sufficienti per ridare competitività al sistema Piemonte. Nello stesso tempo, le indicazioni sugli investimenti complessivi e sugli strumenti di concertazione opportunamente finanziati attraverso gli accordi di programma, come il dettagliato riferimento al finanziamento del programma al piano dei trasporti, che ha la necessità di reimpostare le risorse ricevute dallo Stato (perché andavano comunque reimpostate in settori importanti come l'edilizia, l'agricoltura, la stessa sanità, ma anche la stessa viabilità), danno il quadro di una Regione che vuole usare anche la leva pubblica per concorrere all'aumento del PIL, su cui inciderà anche l'eredità post olimpica.
Si tratta di un aumento del PIL molto contenuto, ancorché positivo, che registra le situazioni di miglioramento del sistema produttivo, con settori importanti - lo stesso automotive, e anche altri settori, come quello tessile - i cui indicatori non ritornano alla situazione di alcuni anni fa ma ad una situazione che inizia a vedere il segno più in termini di produttività e di export. Segnali positivi che dovrebbero essere supportati attraverso l'accompagnamento di politiche di incentivazione all'innovazione, alla ricerca e, soprattutto, all'internazionalizzazione e al rafforzamento delle strutture patrimoniali delle aziende. Ci permetterebbe di dare attuazione a quello che in questo documento è ovviamente un'indicazione di previsione.
Tutto questo esige un sistema di coesione sociale forte. Ecco perché il Documento di programmazione economico-finanziaria, che trova espressione nello stesso bilancio di previsione, vede nella riorganizzazione del sistema sanitario, con il potenziamento dei servizi fondamentali, con la riduzione della pressione fiscale sul sistema sanitario e con il rafforzamento delle politiche sociali del lavoro e della formazione professionale - che trovano capienza nei capitoli di bilancio indicati negli stessi strumenti finanziari - la risposta all'esigenza di compattamento del sistema, di coesione in un momento in cui ancora pesa, su molte famiglie piemontesi, quel ricorso doveroso agli ammortizzatori sociali per evitare che la crisi economica e finanziaria si trasformi in un dramma sociale ancora più forte di quello che noi vediamo.
Questo è il quadro di riferimento del documento di programmazione economico e finanziaria, che cerca di dare indicazioni alla Giunta, a noi stessi, affinché ci sia coerenza tra previsioni di bilancio e reali possibilità di intervento, nel senso di accompagnare con indicazioni anche normative sulla gestione delle risorse finanziarie del bilancio, per evitare quindi che ci sia uno scostamento eccessivo tra previsione, impegni e quello che veramente viene realizzato. Questo è uno dei problemi che emergono.
Diamo un'indicazione di investimenti che supera il miliardo l'anno contro un consolidato che è inferiore di circa il 20% e con scostamenti tra stanziamenti e impegni, di circa il 30%, che dimostrano la difficoltà con cui la macchina regionale opera. Su questo si inseriscono le politiche di riorganizzazione del personale, di riorganizzazione complessiva della macchina regionale che trovano, nel documento di programmazione economico finanziaria, il loro naturale alveo di elaborazione che, a sua volta troverà, nei disegni di legge e in alcune norme già inserite nella finanziaria, l'attuazione.
Questo è il quadro nel quale ci muoviamo. Un quadro che registra le difficoltà in cui si muove il sistema Piemonte, ma che registra anche i segnali positivi che, con l'accompagnamento delle nostre politiche, possono trasformarsi in segni più importanti, che non potranno non avere effetti sull'occupazione e sul miglioramento dei redditi. Quindi un documento che non è un "libro dei sogni", come qualcuno lo ha definito, ma un documento realista, che tiene conto delle difficoltà e indica le prospettive. Le indica nella direzione di usare l'investimento pubblico come volano dell'economia senza dirigismi verso il sistema delle imprese, ma con interventi mirati, in cui il fondo perduto viene sostituito da fondi rotativi in settori come l'industria.
previsto un potenziamento di risorse per l'artigianato e per l'agricoltura, entro un quadro di sostenibilità che vede privilegiare - lo vedremo nelle settimane prossime, affrontando gli interventi normativi perché nel documento c'è solo il riferimento - il disegno di legge sul risparmio energetico e sull'utilizzo delle fonti alternative, che è quello che aggancia il documento di programmazione economico e finanziaria anche ad un concetto di sostenibilità, che spero potrà essere da tutti condiviso quando discuteremo gli strumenti attuativi delle indicazioni di programmazione ivi contenuti.
Questo, in sintesi, il quadro di riferimento dentro il quale noi ci muoviamo e a cui abbiamo ancorato la proposta di bilancio e il disegno di legge finanziaria. Chi avrà voglia di fare un confronto tra il bilancio che mi auguro possa essere approvato nelle prossime sedute di Consiglio, e il Documento di programmazione economico-finanziaria, capirà che il primo bilancio di questa nuova amministrazione, dopo il Documento di programmazione economico-finanziaria, tiene fortemente conto delle indicazioni contenute nel documento. Per queste ragioni non rappresenta certo quello strumento illusorio come qualcuno lo ha definito anche all'interno dell'Aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna, a cui chiederei di svolgere entrambe le due relazioni sulla legge finanziaria e sulla legge di bilancio.



RESCHIGNA Aldo, relatore

Signor Presidente, il Vicepresidente Susta nel suo intervento ha delineato il quadro di riferimento della nostra Regione, le sue criticità e gli obiettivi che, con il Documento di programmazione economico-finanziaria l'amministrazione regionale ci pone per gestire questa fase importante delicata di trasformazione. Credo che il bilancio di previsione per l'esercizio 2006 e anche il bilancio pluriennale per il 2006/2008, si colloca e va letto come lo strumento temporale entro il quale, da un lato le dichiarazioni programmatiche con cui questa amministrazione regionale è stata eletta, trovano la loro se pur parziale, visto l'arco temporale concretizzazione, d'altro lato lo strumento nel quale vengono allocate le risorse per il raggiungimento di quegli obiettivi che sono stati indicati all'interno del Documento di programmazione economica-finanziaria.
Credo che il bilancio vada letto in questo contesto. Questo bilancio si pone sostanzialmente due obiettivi: il primo è favorire la crescita della coesione sociale in una Regione che ha grandi trasformazioni e grandi criticità a partire dalla trasformazione demografica; l'altro è quello di un intervento forte e sostanziale nell'allocazione delle risorse per interventi sia sulle infrastrutturazioni della Regione, sia per il sostegno e lo sviluppo delle attività economiche.
Prima di entrare nel merito di alcune di queste tematiche, vorrei brevemente ripercorrere quelli che sono alcuni condizionamenti di fondo sui quali si muovono sia il disegno di legge 190 che il disegno di legge 191.
Il primo condizionamento è dato sostanzialmente dalla legge finanziaria che impone una riduzione del 3,8% della spesa corrente sui conti consuntivi risultanti dagli esercizi 2004 e impone un incremento non superiore del 4,8% sulla spesa per gli investimenti rispetto ai conti consuntivi del 2004.
Pur ammettendo compensazioni tra i due parametri, vi sono anche altri limiti che diventano elemento di condizionamento nella predisposizione di questo bilancio. Il primo limite sostanziale è quello della crescita consistente della spesa sanitaria come percentuale rispetto al totale della spesa corrente (primo e terzo titolo bilancio della Regione). Noi passiamo da una previsione iniziale del 2005 pari al 73,05% ad una previsione iniziale del 2006, che porta la spesa sanitaria a una percentuale del 77,29% rispetto al totale della spesa corrente della Regione.
Il secondo elemento di condizionamento è la crescita dell'indebitamento della Regione. Nell'anno 2000 l'indebitamento del Piemonte era il 4,21% del totale degli indebitamenti delle Regioni a Statuto Ordinario, nell'anno 2004 l'indebitamento della Regione Piemonte per gli investimenti è pari al 10,97% del totale degli indebitamenti delle Regioni a Statuto ordinario.
L'indebitamento, che al 31/12/2005 ammonta 2.984.473,00 di euro, va letto come viene letto all'interno della legge finanziaria, come un problema da gestire perché questa Regione ha bisogno di forti investimenti, ha bisogno ancora che questa amministrazione regionale dedichi risorse alle politiche in conto capitale.
Il terzo elemento che è di forte condizionamento è quello della necessità che, a partire da questo bilancio 2006, trovino locazioni all'interno dello stesso, importanti fonti che la Regione deve reimpostare nel corso dei prossimi anni. Sono oltre 389 milioni di euro i fondi derivanti dalla necessità di reimpostazioni che sono collocati all'interno del bilancio di previsione. Fondi derivanti da trasferimenti di Stato e Comunità Economica Europea, che hanno trovato negli anni passati destinazioni diverse a quelle a cui originariamente erano destinati.
Il quarto limite, che è una scelta che si è voluta assumere all'interno di questo bilancio, è quella di un equilibrio nell'incremento della pressione fiscale, perché viviamo in una Regione nella quale sia il sistema economico, sia la condizione di vita delle persone e delle famiglie meritano rispetto e meritano attenzione. Si tratta pertanto di trovare un equilibrio tra la necessità di gestire e la necessità di garantire la qualità dei servizi, facendo in modo che tutto questo non determini un incremento esorbitante della pressione fiscale. In questa logica si muovono le scelte relativamente alla politica sull'entrata che sono contenute all'interno del bilancio. L'incremento e il passaggio al 5,5% della percentuale dell'IRAP, così come descritto all'articolo 1 della legge finanziaria, unicamente legata alle banche, enti e società finanziarie, non pone la Regione Piemonte in condizione di disuguaglianza rispetto ad altre Regioni d'Italia (voglio solo rammentare che la percentuale è la stessa che la Regione Lombardia ha assunto da anni per quanto riguarda il sistema creditizio e finanziario) e anche la scelta della variazione degli importi della tassa automobilistica regionale, così come indicato nell'articolo 2 immaginano un minimo di possibilità nell'arco dell'ambito di quello che è stabilito dalla norma di legge di differenziazione nell'applicazione della tassa automobilistica regionale rispetto ai kilovattori per veicoli.
Passiamo da un importo di 2,58 euro a kilovattora, in precedenza applicato a tutti gli autoveicoli, ad una riduzione del 2,33% per quelli fino 44 e ad un aumento fino ad euro 2,84 per quelli superiori a 110 kilovattori.
Il terzo tema che viene introdotto all'interno della legge finanziaria è quello del contributo sull'escavazione all'interno della Regione Piemonte. Su questo si è aperto un dibattito che deve essere accolto da parte dell'amministrazione regionale perché se è giusto che l'amministrazione regionale recuperi risorse da questi, come da altri settori, questo può e deve avvenire comunque in un momento di confronto con le realtà economiche. Così come per le concessioni per le acque minerali e i prelievi che portano ad una proposta contenuta dalla legge finanziaria di un euro al metro cubo di prelievo rispetto a previsioni iniziali molto maggiori.
Il confronto che c'è stato tra la Giunta, le Commissioni consiliari e la stessa maggioranza hanno determinato l'applicazione di un prelievo fortemente inferiore rispetto all'ipotesi originaria. Così come il tributo sui rifiuti speciali che non aumenta con la presente legge finanziaria, ma che trova una diversa applicazione privilegiando e abbassando, rispetto alla situazione attuale, l'importo dei rifiuti pericolosi precedentemente trattati e aumentando giustamente l'importo dei rifiuti pericolosi non precedentemente trattati.
Questa legge finanziaria individua e ha dentro di sé elementi di forte corposità e importanza, perché individua una serie di scelte e di scenari che trovavano già una loro collocazione all'interno del Documento di programmazione economico-finanziaria regionale. Vi è anche la previsione della costituzione della società in house prevista dall'articolo 13 della legge finanziaria e il fondo chiuso immobiliare per la gestione immobiliare della Regione e di altri soggetti pubblici all'interno della Regione previsto dall'articolo 6. Su questo, il dibattito svolto all'interno della I Commissione consiliare ha giustamente restituito la competenza e la titolarità al Consiglio regionale rispetto alla formulazione originale, che prevedeva una mera delega alla Giunta regionale di operare in tal senso.
Questo deve consentire, dal mio punto di vista, il fatto che la costituzione della società in house accompagni il processo di riorganizzazione delle partecipazioni in capo alla finanziaria regionale e la definizione di un ruolo preciso e diverso da parte della finanziaria regionale, come soggetto in grado di intervenire sugli obiettivi strategici che riguardano le infrastrutturazioni e l'assetto economico del territorio.
Mentre ritengo che la proposta della costituzione del fondo chiuso immobiliare restituisca negli obiettivi dell'amministrazione regionale e appartenga ad una logica di migliore valorizzazione del patrimonio regionale e immobiliare, come occasione di opportunità di recupero di risorse necessarie per il raggiungimento degli obiettivi che vengono prefissati. Così come la rinegoziazione del debito per importi e per durate anche superiori rispetto al capitale residuo da rimborsare al 31/12/2005.
Questa era già stata un'indicazione appartenente alla discussione svoltasi in Aula sull'assestamento del bilancio 2005 e trova all'interno della legge finanziaria una sua precisa collocazione. È l'autorizzazione a mettere in atto operazioni di transazione commerciale per un importo complessivo non superiore a 500 milioni di euro rispetto al debito della spesa sanitaria.
Vi sono poi alcuni altri elementi, contenuti all'interno della legge finanziaria, che credo di dover evidenziare velocemente all'Aula sia oggi sia nel dibattito che si svolgerà nei prossimi giorni: la proroga rispetto al completamento delle opere di accompagnamento olimpico previste all'articolo 15 b) e la disposizione contenuta nella legge finanziaria, che consente la possibilità di utilizzo dell'indebitamento da parte dell'Amministrazione regionale per gli interventi sul patrimonio culturale sottoposto a tutela ai sensi del decreto legislativo n. 42/2004.
Detto questo, vorrei solamente soffermare l'attenzione rispetto ad alcuni obiettivi e ad alcune scelte fondamentali contenute all'interno dei due disegni di legge. In primo luogo, una forte scelta e una forte indicazione verso una politica di investimenti. Sono oltre 3 miliardi e 500 milioni gli importi previsti nei prossimi tre anni che la Regione Piemonte intende destinare a una serie di interventi fortemente strategici, quali la promozione e lo sviluppo del sistema economico. Rispetto a quest'ultimo sono destinati oltre 854 milioni di euro nei prossimi tre anni; per la politica dei trasporti e la viabilità sono previsti oltre 427 milioni di euro; per l'edilizia e le strutture sanitarie oltre 476 milioni di euro. In sostanza, 3 miliardi e 500 milioni che alzano la media degli investimenti della Regione Piemonte, in modo particolare rispetto al livello degli investimenti a totale carico della Regione rispetto all'andamento degli ultimi anni.
Ho riportato prima il dato dei 2 miliardi e 984 milioni di euro di debito residuo per investimenti riguardo a mutui a carico della Regione.
Rispetto a questa situazione, questa Amministrazione intende investire oltre 3 miliardi e 500 milioni.
Il tema della sanità. È un tema che il bilancio affronta come allocazione e destinazione di risorse, demandando certamente al Piano socio sanitario gli obiettivi che devono essere raggiunti e, soprattutto, la definizione di scelte che rendano compatibile il mantenimento e la qualificazione dei servizi sanitari rispetto alla sostenibilità economica.
Credo che noi non possiamo immaginare che la percentuale di spesa sanitaria sul totale della spesa corrente possa crescere nei prossimi anni al ritmo di oltre il 4% così come è cresciuta dal 2005 al 2006, perché così facendo la Regione Piemonte destinerebbe risorse unicamente alla spesa sanitaria e all'onere della restituzione dei mutui.
Certamente all'interno della legge finanziaria sono indicati alcuni obiettivi e alcune scelte importanti. La prima. Da alcuni anni a questa parte, credo che sia la prima volta che il probabile deficit della spesa sanitaria rispetto al 2005 trova la sua copertura nella spesa corrente del 2006: oltre 360 milioni di euro.
La seconda. Con la legge finanziaria, si affronta il tema di come intervenire rispetto al differenziale tra spesa autorizzata e spesa realmente registrata sulla sanità al 31/12/2004, con l'autorizzazione a mettere in atto operazioni di transazioni negoziali fino a un importo massimo di 500 milioni di euro.
Per quanto riguarda gli interventi sul sistema economico, dicevo prima di queste consistenti destinazioni di investimenti per oltre 854 milioni nei prossimi anni, ma la legge finanziaria individua un intervento importante da parte dell'Amministrazione regionale, quello di controgaranzia rispetto alla realtà di un sistema delle nostre imprese caratterizzato dall'essere prevalentemente un sistema di piccole e medie imprese, le quali hanno una loro sottocapitalizzazione, una disparità e una sproporzione tra mezzi propri e mezzi derivanti dall'indebitamento che le pongono in posizione precaria, complicata e difficile nei confronti del sistema bancario.
Per quanto riguarda il tema delle politiche sociali, voglio evidenziare, rispetto all'obiettivo del favorire la crescita della coesione sociale, il fatto che la Regione Piemonte in questo bilancio non diminuisce la spesa sulle politiche sociali, pur registrando circa 37 milioni di euro in meno di distribuzione dal fondo nazionale sulle politiche sociali a partire dal 2005. Passiamo dagli oltre 61 milioni di euro del 2004 ai 37 milioni di euro del 2005 e del 2006 e, nonostante questo - credo che questo debba essere giustamente evidenziato - la Regione Piemonte integra con proprie risorse le disponibilità su questi capitoli.
Due ultime considerazioni molto veloci. La prima. Il bilancio rappresenta comunque e sempre un punto di equilibrio tra bisogni, scelte e disponibilità economiche. Il bilancio di un Ente come la Regione Piemonte come il complesso degli enti pubblici, non è in grado, per propria natura di dare risposte complessive a tutte le aspettative, a tutti i bisogni, a tutte le attenzioni e a tutte le attese; compie delle scelte, e credo che sia la responsabilità di un'Amministrazione quella di individuare alcuni assi strategici, che ho delineato nel mio intervento, verso i quali si tende a privilegiare l'allocazione delle risorse.
Secondo elemento e ultima considerazione. Il bilancio determina l'allocazione delle risorse; occorre poi definire con maggiore precisione anche attraverso il confronto sulle leggi e sugli atti di programmazione nuovi e diversi criteri nell'utilizzo di queste risorse per obiettivi che sono cambiati e soprattutto per una condizione del Piemonte che è diversa.
Da ultimo, credo che vi sia anche una necessità: quella di costruire un bilancio più rappresentabile e più leggibile per la comunità piemontese.
Molto spesso la formalità dei documenti che compongono questo bilancio non è in grado di rappresentare con sufficienza le scelte, le strategie e gli obiettivi che si intendono raggiungere. Credo che sia un diritto e un dovere di un'Amministrazione regionale predisporre e redigere dei documenti di bilancio in modo che ci sia non solamente coerenza rispetto ai documenti di programmazione economico-finanziaria, ma dai quali emergano le scelte di qualità di intervento che vuole assumere come elemento prioritario affinché il bilancio possa essere rappresentato, al di là delle cifre anche con dei ragionamenti. È un modo attraverso il quale credo che la Regione possa meglio far capire e far conoscere le proprie difficoltà e la qualità delle proprie scelte.



PRESIDENTE

A questo punto, possiamo aprire la discussione generale sui tre provvedimenti.
iscritto a parlare il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Dopo le interessanti relazioni dell'Assessore e del Presidente della Commissione, credo che ci sia parecchio da dire.
Innanzitutto, apprezzo alcune delle cose dette dai colleghi che mi hanno preceduto. In particolare, devo dire che siamo estremamente interessati all'idea lanciata dall'Assessore, ma che per ora non è ancora inserita né in finanziaria né nella programmazione, relativa a un importante intervento finanziario per l'energia delle fonti rinnovabili.
Credo che sia una direzione giusta quella di andare a favorire chi crea fonti energetiche rinnovabili non inquinanti, aiutando ovviamente per tutti i costi d'installazione degli impianti che possono produrre energie a costi agevolati è sicuramente utile, ma oggi però, Assessore, prendiamo atto del fatto che la legge che c'era una volta, che finanziava coloro che decidevano di utilizzare energia elettrica pulita (pannelli solari) non è finanziata, come ugualmente non è finanziato il bando che era ancora operativo lo scorso anno, sempre relativo alle fonti d'energia rinnovabili quelle però con grandi quantitativi di produzione d'energia.
Per quanto riguarda la relazione - e qui voglio essere un po' polemico allegata al DPEFR, Assessore forse una tiratina d'orecchie all'ente che l'ha stesa sarebbe da fare, perché l'IRES appartiene alla Regione, però se andiamo a leggerci quest'allegato al documento, che si chiama "Stato e tendenze della situazione economica e sociale del Piemonte", a cura dell'IRES, c'è da mettersi le mani nei capelli. Infatti, prende dei dati assolutamente vecchi e non aggiornati. Forse è bene dire all'IRES che i dati l'ISTAT li fornisce ogni mese od ogni tre mesi.
Qui parliamo di riferimenti del 2003, al massimo del 2004; parliamo di contesto mondiale europeo: "Il 2004 ha visto un'intensa ripresa dell'economia mondiale, addirittura il 10% rispetto al 2003". Ma cosa ce ne importa! Siamo nel 2006, parliamo della finanziaria regionale che entra in vigore nel 2006 e parliamo di dati del 2003 e del 2004 e solo per previsioni parliamo poi del 2005 e del 2006. Quindi, andiamo ancora con previsioni sugli anni passati. I dati accertati vanno addirittura in alcuni punti aggiornati al 2002.
Se si va a pagina 128, addirittura parla di tassi medi annui di crescita su valori a prezzi 1995.
Se andiamo a pagina 131, ci sono i livelli e dinamiche delle produttività del lavoro dal 1995 al 2002.
Assessore, per allegarci questi dati, sinceramente l'IRES poteva farne assolutamente a meno e lo stesso vale per tutte le valutazioni del prodotto interno lordo del Piemonte, che l'IRES dovrebbe conoscere molto bene. In questo caso siamo ancora peggio e cadiamo ancora più in basso, perché la fonte dell'ISTAT, non quella dell'IRES che viene utilizzata, è addirittura del periodo 1995-2003, con stime e previsioni del 2004-2008.
Quindi, Assessore, sinceramente l'invito che le faccio è di non prenderci per il naso, perché se andiamo a vedere l'interpretazione dei dati anche su questo piangiamo. Siamo nel 2006 e a pagina 127 si leggono le previsioni per l'economia piemontese formulate ad aprile 2005, che quindi dovranno essere oggetto di revisione verso il basso (dicono che proseguirebbe la perdita di peso dell'economia regionale rispetto a quella nazionale). Forse si erano accorti che avevate vinto voi le elezioni regionali, perché non ci sarebbe altra spiegazione.
Nel periodo relativo ad aprile 2005 nei confronti dell'anno 2005 assegnano al Piemonte un tasso inferiore a quello sperimentato nella seconda metà degli anni '90 ed inferiore alla dinamica nazionale.
Assessore, questa roba la rispedisca indietro all'IRES, perch sinceramente non è di alcun'utilità, visto che l'economia mondiale nazionale, regionale ed anche provinciale e comunale si muove sulla base di mesi e non di anni passati e non possiamo ragionare su valutazioni economiche vecchie di due, tre o addirittura quattro anni per quanto riguarda il 2002.
Dopodiché andiamo sull'argomento. Io credo che voi, come sempre, siate molto ottimisti, perché avete già idea di aver vinto le elezioni politiche quelle che ci saranno fra poche settimane, anzi vi portate avanti con il lavoro: infatti, avete fatto una finanziaria di tasse. Quindi, vi siete portati avanti con il lavoro in previsione di andare al Governo e di poter applicare nuove tasse.
vero, collega relatore, che lei ha detto che le tasse sulle automobili sono state modulate, abbassate per le auto più piccole ed alzate per quelle più grandi, ma si è dimenticato di dire che le tasse sui rifiuti aumentano e, in particolare, aumentano per la Provincia di Torino, che è una Provincia un po' indietro sul recupero e sulla lavorazione dei rifiuti.
Quindi, portando la tassa sui rifiuti non trattati al massimo previsto di legge, cioè a 50 delle vecchie lire, provocherete un salasso nelle tasche dei cittadini che risiedono nella Provincia di Torino. E mi venga pure a dire l'Assessore competente del Comune di Torino che i maggiori costi li assorbirà il consorzio e li pagherà il Comune. Magari per quest'anno faranno così, visto che si avvicinano le elezioni, ma non credo che il Comune possa assorbire sulle sue tasche i maggiori costi dello smaltimento dei rifiuti o del conferimento dei rifiuti in discarica, anche perché se tutti i Comuni della provincia di Torino, non solo il Comune di Torino, fossero in grado di potersi assorbire i costi in più sui rifiuti vorrebbe dire che fino ad oggi hanno rubato dei soldi dalle tasche dei cittadini, perché se prendevano più del dovuto ed adesso non lo prendono più, vuol dire che prima hanno rubato dalle tasche dei cittadini oppure che è una manovra elettorale: i Comuni copriranno magari la differenza per qualche mese e, passata la tornata elettorale, dovranno obbligatoriamente aumentare il costo.
Lo stesso vale per le tariffe che volete aumentare sulle acque minerali, perché si è partiti addirittura da una cifra folle: volevate portare a 5 euro il costo dell'estrazione dell'acqua minerale, mentre nelle altre Regioni vicine a noi il massimo veniva raggiunto da una Regione, il Veneto, cioè 0,65 euro, quindi una cifra sette-otto volte superiore a quella del Veneto, addirittura dieci volte superiore a quella della Lombardia, che è ferma a 0,5 ed ancora di più nei confronti della Liguria.
Tant'è che l'associazione di coloro che lavorano nel settore delle acque minerali, che è comunque un soggetto importante per chi lavora in quel settore, ha firmato una lettera datata 22 marzo, che recita: "Dopo l'audizione presso la III Commissione riguardante il disegno di legge n.
177 sulle acque minerale, credevamo che l'orientamento degli amministratori regionali fosse stato quello di consultarsi con i colleghi delle altre Regioni che hanno già legiferato in materia, in particolare Lombardia e Veneto, per individuare una misura equa ed equilibrata del contributo.
Avevamo dato, nel corso dell'audizione, la nostra disponibilità ad un tavolo ristretto in cui individuare concordemente metodi e misure che rispondessero ai criteri adottati in altre Regioni, e ciò per evitare contenziosi con le imprese, squilibri nella concorrenza tra le stesse e soprattutto, rischi di riduzione della produzione con conseguenze sull'occupazione regionale, specie in certe aree particolarmente critiche".
molto interessante andare a leggere i dati delle altre Regioni; la Regione Veneto ha appena aggiornato il contributo nell'ambito della legge finanziaria 2006, portando da 0,65 euro ad un euro al metro cubo, mentre in Lombardia il contributo è da 0,50 euro a metro cubo. Noi siamo partiti invece da 5 euro, poi, proprio perché l'opposizione ha creato problemi e ha alzato le barricate in Commissione, si è passati a 2 euro.
Ora forse si passa ad un euro e forse, con un po' di ostruzionismo, si riesce a ridurre ancora l'imposta. Però è chiaro che la vostra proposta iniziale era di 5 euro al metro cubo, portata poi a 2 euro al metro cubo e successivamente, ad un euro a metro cubo. Poi vedremo l'entità della cifra quando il provvedimento passerà.
Ma non basta, avete anche voluto mettere una tassa su un settore che è assolutamente in crisi, che è quello del materiale lapideo, cioè l'estrazione dei marmi e l'estrazione delle pietre di bellezza (le pietre di Luserna), che già sopporta la concorrenza del mercato cinese. Anche lì voi avete introdotto un'ulteriore tassa, che viene applicata non sul materiale prodotto, ma addirittura sul materiale scavato, che quindi in realtà è ben più alta sul netto del prodotto rispetto a quello che viene invece realmente scavato. Quindi, è un'ulteriore tassa.
A seguito dell'ostruzionismo e delle trattative, anche su questo la minoranza ha portato qualcosa a casa, perché avete accettato di ridurre per quanto riguarda il costo dell'estrazione da cava, da 1 euro a 0,75 euro. Più importante è la riduzione delle pietre ornamentali da 2 euro a 0,75 euro. C'è da dire, però, che i vostri conti vengono contestati dalle Confederazioni che si occupano del settore (Confartigianato, CNA e Artigianato Piemonte Casa) che lamentano, secondo i loro dati, un taglio altissimo, se questa tassa venisse applicata. Stando ai dati estremamente precisi che riportano, se si applicasse la vostra proposta, ci sarebbe un'incidenza superiore ai 13 milioni di euro. Scorporando, poi, i dati riferiti al settore pietre ornamentali si ricava un'incidenza media della tassazione per ogni cava pari a 18 mila euro.
Quindi, si andrebbe a tassare, in un solo colpo, di circa 35 milioni delle vecchie lire ogni cava, con un costo per addetto - perché in realtà sono pochi gli addetti - di 7.148 euro: addirittura, 14 milioni di costo l'anno, aggiuntivo, per addetto che "cadrebbero" dall'applicazione della norma che voi volete inserire in Finanziaria. È chiaro che provocherà altri danni, in quanto si tratta di un settore - come dicevo prima per le pietre lapidee - in crisi.
Il settore dell'escavazione per quanto riguarda la ghiaia, la sabbia e la produzione del cemento è un settore che interessa tutti e colpisce il cittadino, perché questo materiale serve anche per costruire le case, i ponti e le strade. Se costerà di più, chiaramente, i produttori dovranno farlo pagare di più. Chi pagherà? Pagherà Pantalone. Perché l'utente finale è il cittadino che ha bisogno di comprare il cemento e la sabbia tramite il muratore che gli aggiusta la casa o gliela costruisce o le imprese che fanno opere pubbliche. Il costo finale, anche in questo caso, cade sul cittadino. Come sulle acque minerali, perché un aumento del costo delle acque minerali pesa su chi compra l'acqua minerale, cioè circa il 90% dei cittadini piemontesi.
Questa è una Finanziaria di nuove tasse. Diceva bene l'Assessore: "Le tasse dove volete che le mettiamo, se non in Finanziaria?". Ci mancherebbe altro, mettetele, però, dovete prendervi le vostre responsabilità.
Questa è una Finanziaria che si sarebbe dovuto stendere e predisporre entro il 31 dicembre. Per vari motivi si è arrivati ad oggi, ma nel frattempo voi avete pensato bene di predisporre e presentare una bozza di Piano sanitario.
Noi sappiamo che la sanità grava sul bilancio per circa l'80% del suo importo. Voi non siete stati capaci, ad oggi, neanche di approvare in Giunta questa bozza di Piano Sanitario che, di fatto, ad oggi, mi risulta sia stata, addirittura, ritirata dal sito internet. Sarà, probabilmente approvato in Giunta - attenzione - il 3 aprile e sicuramente dopo che il bilancio sarà stato valutato.
Magari, non ci sarà ancora il voto finale, ma sicuramente il bilancio sarà stato valutato, gli emendamenti saranno stati visti, i documenti saranno stati stesi. Documenti importanti che non tengono conto dell'incidenza del Piano sanitario che - ripeto - andrà a toccare un settore che interessa il bilancio per l'80% del suo valore. Sarà un bilancio, se quel documento dovesse diventare Piano sanitario della Regione Piemonte, che dovrà essere profondamente modificato con delle variazioni di bilancio, fatte nel corso dell'anno, che andranno a stravolgere il documento che oggi abbiamo all'esame. Questa è la realtà.
Noi stiamo discutendo una Finanziaria e un bilancio che non ha assolutamente una corrispondenza finanziaria e contabile rispetto a un Piano sanitario che è in esame e andrebbe a modificare profondamente le tabelle.
Passo alla parte un po' più positiva, per quanto ci riguarda. Noi abbiamo presentato una serie di emendamenti, anche ostruzionistici, perch dobbiamo fare il nostro lavoro. Si tratta di emendamenti che possono essere ritirati. Nel momento in cui si arriva su quelli più importanti, che noi riteniamo più indispensabili, se la Giunta li accetterà saranno quelli che daranno qualcosa al territorio.
Siamo consci che i fondi a disposizione siano pochi. Visto che la maggior parte dei fondi sono già assegnati in base alle leggi vigenti della Regione, almeno per alcuni di questi già stamattina abbiamo avuto un parere di massima favorevole dal Vicepresidente Susta.
Sono emendamenti che, a dire il vero, erano stato concordati in occasione dell'ultima variazione di bilancio (parliamo ancora del 2005): un intervento per realizzare la sede della Protezione Civile di Novara; un intervento - l'Assessore anche su questo si è impegnato - per realizzare il ponte di Gassino per quanto riguarda la provincia di Torino; un intervento per noi fondamentale, per la promozione del patrimonio linguistico e per la tutela delle minoranze linguistiche, in quanto anche la cultura e le nostre radici devono essere difese.
Finalmente, dopo ben due ordini del giorno approvati all'unanimità, si è acconsentito all'inserimento del finanziamento per la PET a favore dell'ospedale di San Antonio e Biagio di Alessandria (ricordo è l'ultimo grande ospedale che non ha un'apparecchiatura PET a disposizione fondamentale per la sanità moderna). Ce ne sono tre a Torino, uno a Cuneo uno a Novara e Alessandria era ancora senza. Stesso discorso vale per l'intervento destinato alla realizzazione della tangenziale di Gavi, in provincia di Alessandria, e alla progettazione della tangenziale di Serravalle.
Altre richieste che noi riteniamo fondamentali come Gruppo della Lega ma che verranno valutate con i colleghi della minoranza, sono relative agli interventi sugli Enti locali per lo sviluppo dell'impiantistica sportiva.
Riteniamo fondamentale lo sport per la formazione dei giovani, per tenerli lontani dalle strade e per aiutarli a crescere in modo sano. Dare degli aiuti agli Enti locali sul territorio per realizzare impianti sportivi ci pare importante. Riteniamo importante anche rifinanziare il bando del 2004 sul turismo e la qualificazione dell'offerta turistica. Specie dopo le Olimpiadi invernali, il Piemonte è conosciuto a livello mondiale e se non riuscissimo a sfruttare questa grande occasione, sinceramente sbaglieremmo. Chiediamo ancora degli interventi per gli eco-musei, che rientrano nell'ambito culturale e turistico: l'eco-museo è cultura, ma essendo abbinato a un discorso turistico è anche turismo. Chiediamo contributi ancora per la promozione delle attività culturali. Questi sono gli emendamenti su cui chiediamo un occhio di riguardo da parte della Giunta.
chiaro che, se la Giunta confermerà quanto già anticipato questa mattina dal Vicepresidente Susta e ci darà poi soddisfazione su alcuni di questi punti da noi ritenuti estremamente importanti, saremo disponibili a rinunciare a ogni forma ostruzionistica, perché siamo coscienti che alla Regione Piemonte debba essere dato comunque un bilancio e una finanziaria.
Siamo in ritardo di oltre tre mesi.
Probabilmente, questo bilancio lo approveremo in via definitiva addirittura, dopo le elezioni, quindi a metà aprile. Coloro che hanno diritto ai contributi, in base ai bandi già espletati, non possono non prenderli perché mancano i fondi e noi non vogliamo essere accusati di bloccare un bilancio comunque utile, al di là delle tassazioni, per il territorio, per gli enti, per le imprese e per i cittadini.
Restiamo in attesa, nelle varie riunioni che ci saranno, delle posizioni ufficiali della Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Siamo giunti in Aula con un atto di fiducia, acquisito nel corso di riunioni svolte nella giornata di ieri e nelle settimane scorse, per vedere se si riesce a fare in modo che questa Regione sia amministrata giustamente, dalla maggioranza e dalla Giunta, ma con un confronto civile con l'opposizione. A volte, in Aula, piovono provvedimenti di cui addirittura, non solo la minoranza non ne è a conoscenza, ma non lo è neppure la maggioranza.
Noi abbiamo denunciato più volte questo comportamento. Vogliamo vedere se, a partire da questo bilancio, si riescono a focalizzare alcuni temi alcuni problemi e alcune situazioni, magari risolvendole, dialogando dieci minuti, un quarto d'ora o mezz'ora, e dichiarando, strada facendo, quali sono le intenzioni, i provvedimenti prioritari per la Giunta, per la maggioranza ma anche per l'opposizione, e soprattutto quali sono gli interessi della nostra Regione.
Vorrei soltanto ricordare che la nostra Regione è costituita da 8 Province e 1208 Comuni, e tutti devono avere pari dignità: ci è sembrato che in questo avvio di legislatura si sia posta molta attenzione ai problemi - sicuramente gravi e condivisi anche dal nostro Gruppo circoscritti all'area torinese, sia per alcuni eventi eccezionali che sul nostro territorio si sono svolti (mi riferisco alle Olimpiadi di Torino 2006 e a quanto correlato al loro svolgimento), sia per esigenze occupazionali e industriali di questa città. Ricordo ancora i provvedimenti espressi in favore dell'acquisizione, da parte della Regione, dei terreni di ex proprietà del Gruppo FIAT, ossigenando sostanzialmente le casse della maggiore industria piemontese, e, a cascata, molti altri provvedimenti che hanno visto Torino e la sua Provincia al centro dell'attenzione. Adesso stiamo discutendo dei Piani di attività commerciale, molti dei quali riguardano ancora questa Provincia. Si parla di costituire società che si dovrebbero occupare della gestione post-olimpica; anche in questo caso, si parla di risorse, società ed avvenimenti che riguardano esclusivamente Torino e la sua Provincia.
Per carità, si può fare tutto, ma credo che sia arrivato il momento di rivolgere qualche attenzione anche al resto del territorio: mi sembra che si stia tornando indietro di dieci o dodici anni, quando il Piemonte era identificato come "Regione torinocentrica" (così veniva definito). Forse negli ultimi anni questo aspetto era meno accentuato, ma credo che in questo momento si stia riproponendo: per carità, va benissimo; noi condividiamo molti problemi che riguardano questa Provincia, ma come ho detto poc'anzi ci sono ben 1208 Comuni, di cui oltre 1100 piccoli o piccolissimi, molti in zone montane e collinari, molti in zone disagiate e difficili da raggiungere, molti con problemi che, se rapportati alla FIAT rispetto a Torino in percentuale di abitanti, di lavoratori e di territorio, hanno un'incidenza maggiore (a livello di percentuale, infatti può essere più incidente una fabbrica che chiude, ad esempio, a Chiusa di Pesio, che occupa 50 lavoratori, che non la FIAT su Torino, con circa 2 milioni di abitanti).
Dobbiamo fare in modo di redigere un bilancio che, attraverso la sua presentazione, ma anche attraverso gli emendamenti che presenteremo, apra nuove opportunità anche a quei territori che, se non erro, non hanno ricevuto, in questa prima fase di legislatura, una particolare attenzione.
Partivo da questo aspetto per segnalare che presenteremo, logicamente una serie di emendamenti, corposa ma discutibile.
Siamo contrari - lo abbiamo già esternato - ad alcuni provvedimenti che introducono nuove tassazioni nella nostra Regione: siamo assolutamente contrari alla tassa sulle acque minerali e sulle escavazioni (cito anche il grado, perché è importante che si sappia), perché il discorso si va a collegare a quanto dicevo poco fa. Le acque minerali e le escavazioni non sono attività praticate a Torino o nella sua cintura; quasi tutte le sorgenti di acque minerali sorgono in località montane e danno occupazione a lavoratori che abitano in montagna o nelle vallate più isolate della nostra Regione.
Le escavazioni e le pietre ornamentali perlopiù avviano delle attività e quindi posti di lavoro - in zone montane, pre-montane o collinari, non di certo in pianura.
Con questi provvedimenti, volti ad introdurre nuove tasse sulle acque minerali o sulle escavazioni, andremo ad incidere ancora di più su questo divario che prima segnalavo: non solo non aiutiamo, quindi, questi territori a svilupparsi, ma infieriamo ancora con l'introduzione di tasse.
Non intendiamo sicuramente difendere gli imprenditori delle acque minerali o le cave, ma i posti di lavoro che tali imprese hanno generato, che guarda caso, sono tutti situati in zone montane o pre-montane.
Questo concetto va a collegarsi esattamente a quanto dicevo prima. Per carità, si può fare tutto, ma se riteniamo che per avere i fondi necessari a gestire il post-olimpico sia necessario depauperare ulteriormente la montagna e le zone pre-montane, ribadisco che nella gestione amministrativa di questa Regione c'è qualcosa che non funziona. Questi sono proprio i territori che avrebbero più bisogno di attenzione.
Si dovrebbe fare in modo che tali risorse fossero, tra virgolette "generate" nei territori più popolati e più abitati a favore di quelli più isolati geograficamente, più marginali nel territorio, quindi con più difficoltà a creare posti di lavoro, a mantenere quelli che ci sono, a sviluppare i relativi territori, a fare in modo di attivare un'economia veramente territoriale e non solo industriale o torinocentrica.
Coi nostri emendamenti chiederemo, dunque, di potenziare quelle leggi e quei provvedimenti che rafforzano questi settori. Il nostro Gruppo, ad esempio, ritiene che la legge n. 18 dei lavori pubblici debba essere dotata di maggiori risorse finanziarie: ci riferiamo, infatti, a quella legge destinata ai piccoli Comuni, agli interventi da 20 o 25 mila euro che spesso, nei piccoli territori, servono per asfaltare una strada, ad esempio, per mettere un lampione, per rifare l'acquedotto, per collegare un tubo rotto che, altrimenti, il Comune non avrebbe la possibilità di riparare. È un provvedimento a favore di tutto il territorio regionale perché ampliando la dotazione finanziaria di questa legge potremo stimolare tutti i Comuni della nostra Regione a mantenere i servizi essenziali a livelli adeguati; questi finanziamenti sono fondamentali per questi piccoli Comuni, in quanto non hanno altre risorse, perché logicamente non hanno molti abitanti e, di conseguenza, non possono incidere sull'ICI, non hanno attività commerciali, molte volte non hanno attività imprenditoriali sul territorio e spesso e volentieri - lo ripeto ancora - sono situati in zone più disagiate rispetto ad altri. Allora, anche le leggi n. 4 e n. 18 del turismo vanno riattivate, perché avevano generato un fenomeno, sia attraverso gli agriturismo, sia attraverso l'utilizzo delle seconde case sia attraverso l'apertura su tutto il territorio regionale - lo ripeto ancora una volta - e non solo a Torino, in Valle di Susa e a Bardonecchia di attività che possono permettere al resto di questo territorio regionale di rimanere al passo. Non mi riferisco solo alla città di Torino o alle altre città, ma alle altre località di pari livello presenti sul territorio, altrimenti, corriamo il rischio, ad esempio, nel settore degli impianti di risalita e della gestione post-olimpica, di avere le strutture realizzate per le Olimpiadi da sostenere finanziariamente nella gestione post-olimpica, perché questa società mi sembra sia deputata a questo.
Magari, l'impianto di risalita non potrà essere finanziato in altro modo neanche nel piano delle opere di accompagnamento, e dovrà essere chiuso perché mancano i 50 mila euro a Ponte Chianale per far funzionare i due skilift. Poi, magari, finanziamo milioni di euro per la gestione, giusta e importante, del Palazzetto di Pinerolo dove si svolge il curling, che sicuramente è attività meritoria e importante, ma ritengo che non solo debba vivere l'impianto di curling di Pinerolo, ma tutte le piccole realtà specialmente territoriali, che si trovano in difficoltà gestionale sul nostro territorio.
Quindi, sono necessarie maggiori attenzioni e risorse. Il nostro Gruppo è attento anche nel settore dei trasporti e della viabilità, logicamente perché riteniamo che la situazione del traffico ferroviario regionale sia ad un livello in cui abbisogni di aiuti e di interventi concreti e non più di parole. Non si deve rivangare quanto è successo in passato, quanto è successo adesso, quello che si poteva fare e non si è fatto, ma interveniamo con i numeri. Visto che qui mi sembra ci riempiamo tutti la bocca con i pendolari, che il problema dei pendolari va risolto, che il problema dei pendolari è importante, che il problema dei pendolari è forte e sentito dal territorio, allora, rendiamo disponibili delle risorse per interventi concreti, per acquistare nuovi treni, soprattutto, nuove motrici, visto che quelle attuali pare si rompano di frequente. Questa volontà era stata anche ribadita dall'Assessore. Se si vuole passare alla fase delle gare, noi siamo prontissimi a permetterlo, ma si presenti un progetto attrattivo, inserendo paletti seri e forti circa le caratteristiche che deve avere chi gestisce un servizio ferroviario regionale. Studiamo soluzioni alternative all'istituzione del fondo per risarcire il biglietto del treno che arriva in ritardo, perché una tale riduzione fa ridere. Infatti, non avevo mai accettato una riduzione del 5 o del 10% del biglietto ferroviario se quell'utente arriva tutte le mattine mezz'ora in ritardo. A quell'utente non gliene frega niente di pagare il biglietto pieno, vuole arrivare in orario.
Facciamo in modo di non impegnare risorse per restituire dei soldi, ma di investire quelle stesse risorse per acquistare qualche nuova motrice e per qualche altro intervento che permetta l'appianamento di quel disguido in modo che in futuro non si ripetano questi interventi.
Poi, logicamente, presenteremo gli emendamenti relativi al Piano della viabilità, approvato da questo Consiglio circa quattro anni fa, che elencava una serie di opere, alcune delle quali hanno avuto inizio già nella nostra legislatura. Alcune sono state annunciate quest'anno, ma ce ne sono altre che, secondo noi, sono mature per quest'anno.
Così come il sottoscritto, anno per anno, bilancio per bilancio, si faceva inserire dal Presidente Ghigo tutte le somme delle quali necessitava per gli appalti di quell'anno, l'Assessore ai trasporti, se quest'anno sono appaltatibili otto, o dieci, opere, chieda le risorse per far partire queste otto opere, altrimenti, rallentiamo l'evoluzione infrastrutturale della nostra Regione.
Un'altra parte importante di emendamenti la riserveremo anche al settore della sanità, perché riteniamo che chi, oggi, vuole tenere un anziano in casa debba ricevere un aiuto per permettere che quell'anziano possa rimanere a casa. Non necessariamente dobbiamo costruire decine di nuove case per anziani, senza prima aver verificato quante famiglie nella Regione Piemonte hanno la volontà, a una cifra prestabilita, di tenere l'anziano a casa propria. Fatta questa verifica, passeremo ad individuare quanti nuovi posti per anziani sono necessari, quindi, chiederemo di aumentare il fondo destinato alle famiglie che hanno intenzione di tenere un anziano in casa, magari, studiando insieme all'Assessore quella che pu essere la cifra che possa convincere più famiglie a risolvere questo problema, perché riteniamo sia importante per il territorio.
Altresì siamo disponibili a presentare emendamenti motivati come quello sull'abbattimento delle liste di attesa, purché ci vengano suggeriti quali sono i capitoli sui quali potremo incidere. Noi su quei capitoli presenteremo emendamenti per quanto possibile, perché il problema degli anziani, il problema degli handicappati e il problema delle liste d'attesa sono i problemi principali diffusi su tutto il territorio, in tutti i Comuni, in tutte le Province.
Domani mattina avremo ancora un incontro con la Giunta e con l'Amministrazione. Credo che, se collimeremo su alcune cose, i lavori potranno andare più spediti, perché credo sia nell'interesse generale.
Come ho già detto, non vogliamo portare a casa l'intervento "x" o "y" anche in questo Alleanza Nazionale dimostra di essere un partito che guarda alla generalità e al contesto. Noi chiediamo più soldi per le leggi diffuse su tutto il territorio: la legge per i piccoli comuni, la legge relativa al turismo e alle piccole attività, le leggi sul commercio, ma anche le leggi che permettano ad ogni famiglia di vivere più serenamente le fasi della malattia o di mantenere in casa un anziano, che così può avere anche il conforto familiare oltre a quello sanitario.
Se queste iniziative saranno recepite dalla Giunta, se questi nostri emendamenti saranno presi in considerazione, con una giusta attenzione anche noi, che presenteremo comunque molti emendamenti, saremo disponibili a ritirare o ad accelerare l'esame degli altri emendamenti. Se, viceversa su questi punti non avremo risposte, vorremo vedere esattamente se ognuno degli emendamenti che presentiamo ha il diritto o meno di essere finanziato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Prima di entrare nel merito della proposta di bilancio presentata vorrei fare una considerazione. Emergevano alcuni dubbi visto il quasi fallimento con cui era stata presentata la situazione finanziaria della Regione, per come l'aveva presentata la Presidente Bresso. Pensavo infatti, di vedere un disegno di legge che dichiarasse il dissesto, quindi presentasse il default della Giunta regionale, e quindi del bilancio regionale. Invece il bilancio è stato presentato, pertanto nell'ottima relazione del Consigliere Reschigna; nel bilancio vengono indicate una serie di iniziative, tra le quali anche un incremento degli investimenti una copertura del disavanzo sanitario, più tutta una serie di azioni (naturalmente il Consigliere Reschigna ha elencato quelle in positivo e non quelle in negativo o non finanziate).
La prima considerazione che mi viene da fare è questa: per un anno abbiamo sentito dichiarazioni sul fatto che il bilancio non era più in grado di sostenere le spese regionali, che non era possibile fare un bilancio. Nella realtà il bilancio, ancorché con scelte quanto meno discutibili, è stato presentato. Anche l'iniqua nuova tassazione prevista non è di importo così rilevante per il bilancio regionale da un lato per giustificarne l'introduzione e, dall'altro, per coprire quello che poteva essere una situazione fallimentare.
L'occasione del bilancio regionale, è anche l'occasione per fare il punto sull'intervento e le relative conseguenze sull'economia e sulla società piemontese. Concordo con quanto affermato dal Vicepresidente Susta: il documento di programmazione economico-finanziaria oggi va letto come una relazione di accompagnamento datata. Il cambiamento che stiamo vivendo e la velocità con cui cambia il mondo moderno, la nostra economia e la nostra società, è tale per cui molti dati sia di scenario che di previsione probabilmente non sono più di attualità. Certamente il documento di programmazione economico-finanziaria ha una valenza come indicazione delle scelte della nuova amministrazione regionale. Su tali scelte, come abbiamo già avuto occasione di discuterne in Commissione anche qualche mese fa, non si intravedono particolari novità, così come era invece manifestato in più dichiarazioni da parte dei rappresentati dell'Unione.
Le prospettive dell'economia piemontese nell'odierno scenario, anche con un ragionamento post olimpiadi sulla città di Torino e del torinese sono da valutare con particolare attenzione e, naturalmente, anche con interesse per quello che sarà l'evoluzione nei prossimi anni. Abbiamo subito, e speriamo sia a superamento, la crisi delle grandi industrie manifatturiere, prima di tutto la FIAT, la più grande impresa d'Italia, con tutte le sue conseguenze. Tuttavia per l'Azienda FIAT abbiamo dovuto constatare come, a fronte di contributi all'azienda di vario tipo, in alcuni casi anche camuffati da acquisti immobiliari, rispetto al passato c'è un cambiamento. Una volta, a fronte del contributo pubblico, non c'erano i licenziamenti, oggi, a seguito del contributo pubblico, ci sono i licenziamenti. Questo è un primo cambiamento.
Non posso non manifestare e denunciare anche la gestione, quanto meno particolare, dei duemila esuberi attualmente in corso, con la scadenza della cassa integrazione straordinaria a breve che ha visto, da parte del Governo nazionale, un'ipotesi di sperimentazione con un nuovo modello di ammortizzatore sociale. Non si tratta del prepensionamento di quaranta o cinquantenni ma è, anzi, era (la proposta è stata rifiutata dal Sindacato e, leggendo le Ansa di oggi, anche dalla Giunta regionale) una proposta di accompagnamento con ricollocazione entro i dodici anni con ammortizzatore sociale. Vorrei ricordare che si trattava di una sperimentazione che valeva per FIAT, ma poteva valere, essendo un provvedimento nazionale, per gli oltre diecimila lavoratori che in questo momento, in Piemonte, sono nella stessa condizione dei 2000 esuberi FIAT (forse hanno la caratteristica di essere lavoratori, cittadini di serie B, quindi possono benissimo, a scadenza del periodo di mobilità, rimanere a casa).
Colgo questa occasione per denunciare questo fatto, che è di una gravità estrema. Si è trattato di un "impiantamento" su una posizione della CGIL o di Montezemolo (non abbiamo capito bene di chi fosse la posizione sta di fatto che le posizioni di CGIL e Montezemolo coincidevano) con un danno nei confronti dei lavoratori. Questo cambiamento della struttura manifatturiera - per Torino nel settore della metalmeccanica e automobilistico, per altre realtà del Piemonte il tessile, ma non solo speriamo porti ad un nuovo modello industriale, che è il modello industriale del terzo millennio. Lo scenario mondiale fa sì che le grandi produzioni, quelle di serie, quello che faceva il nostro Paese fino a ieri con la globalizzazione siano patrimonio di altri che hanno più fame di noi e anche molte più braccia (incide certamente anche il fattore demografico).
Naturalmente tutto questo significa rimodellare la nostra economia, avere un'industria più moderna, forse più smilza, ma più competitiva per ragioni di qualità del prodotto, non per prezzo. Non siamo più capaci ad essere competitivi per ragioni di prezzo. Non possiamo, e non lo dobbiamo essere.
Essere competitivi solo per ragioni di prezzo significa non riuscire a remunerare i fattori produttivi come si deve, prima di tutto il lavoro.
Nel corso della storia la nostra società, anche attraverso lotte, ha conquistato diritti civili a cui nessuno vuole rinunciare. L'effetto demografico, l'effetto della globalizzazione determina, pertanto, nuovi modelli di produzione e nuovi modelli di consumo. Nuovi modelli di produzione e nuovi modelli di consumo hanno, come riferimento, uno scenario diverso del Piemonte. È uno scenario di produzione più leggero, uno scenario di consumo diverso, il consumo di una fascia di età più anziana che ha un consumo di beni e servizi di ogni tipo molto importante. Il modello di quella parte dell'economia del mondo rappresentata da circa 500 milioni di abitanti che possiamo considerare più progredite. Ciò a cui non prestiamo ancora sufficiente attenzione è la gestione della transizione sociale. Il cambiamento delle economie della società, determina una serie di traumi. Traumi sui fattori produttivi del lavoro, traumi sul cambiamento a cui è sottoposta la popolazione, sia la popolazione che lavora sia quella già in quiescenza.
Le gestione di questa transizione sociale determina la necessità che il soggetto pubblico - la Regione lo può e lo deve fare - accompagni con più attenzione e con strumenti anche moderni (per questo motivo che poc'anzi ho parlato della sperimentazione) le situazioni di maggiore disagio. Vorrei ricordare che l'anno scorso c'è stato un programma di sostegno al reddito.
Questo programma di sostegno al reddito non è più stato finanziato mentre era necessario finanziarlo perché ci sono alcune migliaia di situazioni di estremo disagio culturale oltre che di disagio puramente di ordine economico. Questo è competenza dell'Assessorato al lavoro. Se il bilancio regionale, il Documento di programmazione economico-finanziaria e la legge finanziaria devono dare risposte alla manifestazione di bisogni, ritengo che ci siano una serie di elementi da puntualizzare.
Quali sono questi elementi? Per esempio, la scelta di indirizzarci sull'innovazione. Questo Consiglio regionale ha approvato alcuni mesi fa la legge sulla ricerca. È stato un provvedimento positivo, approvato con il concorso di tutte le forze politiche. Ha avuto un travaglio un po' lungo iniziato tre anni or sono, e concluso solo di recente. Oggi la Giunta si deve impegnare a darne attuazione con decisione. È attraverso la ricerca che una società può definirsi avanzata (come lo è quella piemontese) e trarne i frutti per fare il salto di qualità. Ma non è solo la ricerca il punto fondamentale su cui va focalizzata l'attenzione: è il trasferimento dei risultati della ricerca, perché il modello e la struttura di impresa che abbiamo non è in grado di attingere, per gran parte, direttamente dalla ricerca.
Occorre una serie di veicoli che trasferiscono i meccanismi di conoscenza e i brevetti. Bisogna avere la capacità di elaborare prodotti innovativi. Si dovrà riconoscere che il piano del programma delle attività produttive dà una serie di risposte, e dà, almeno finanziariamente, dei percorsi di indicazione. Naturalmente come opposizione saremo vigili per verificare l'attuazione di questi programmi e i relativi risultati. Il documento economico finanziario che stiamo per approvare, accolto con soddisfazione anche da parte di quelle frange del Consiglio regionale che contestano la TAV, contiene la TAV come scelta precisa.
Quindi questo per noi è motivo di soddisfazione e siamo convinti che questa sia un'opera fondamentale per non tagliare fuori dalle grandi direttrici europee non solo il Piemonte, ma l'Italia stessa. I nostri porti, quelli del nord, sono saturi. Con le grandi linee di trasporto ferroviario possiamo diventare un crocevia di trasporto merci, di logistica, di lavoro, di occupazione e di benessere.
Il fatto che alcuni di quelli che hanno manifestato (mi riferisco in particolare alla componente più a sinistra della maggioranza, Rifondazione Comunista e Comunisti italiani), approvino in quest'Aula un Documento di programmazione economico-finanziaria, che considera senza dubbio come priorità regionale la TAV, è un dato che noi reputiamo decisamente importante. Naturalmente, se maggioranza c'è, vogliamo vederne l'approvazione e il voto.
Altro ragionamento parimenti importante è quello del percorso che vuole andare a fianco dei dati indicati in bilancio per quella che sarà la programmazione europea 2007/2013, perché i dati del bilancio regionale non possono essere letti come fini a se stessi, ma solo con la parte dei dati regionali. Dobbiamo dare atto al Vicepresidente Susta che in varie riunioni di Commissione è riuscito a dare un'impostazione globale e una valutazione economica finanziaria della struttura regionale. Valutazione globale significa tenere conto di tutti i fattori che determinano il bilancio compreso il Documento di programmazione economico-finanziaria. Ragionare su un bilancio allargato che non è solo quello strettamente legato ai numeri della competenza finanziaria regionale, ma che riguarda i fondi comunitari come anche i fondi statali con tutta la gestione dei fondi CIPE e tutta la partita del parco progetto, che la Direzione programmazione ha raccolto nell'ambito piemontese con coraggio.
Questo è un dovere di chi fa anche delle scelte, che l'opposizione potrà condividere o meno. È giusto che non venga preso tutto insieme ma valutato secondo una scala di priorità.
Naturalmente io mi rifaccio al Documento di programmazione economico finanziaria per dire che nei fondi pubblici ci sono tutta una serie di altri fondi e di soggetti che affiancano l'ente pubblico. Parlo delle Fondazioni, parlo di un ragionamento che va fatto sugli enti locali, sulla capacità di spesa e sulle difficoltà che gli enti locali hanno. È chiaro che tutto questo determina una serie di considerazioni. Una lettura del bilancio che, come ho detto prima, scopriamo oggi che non è in dissesto.
Probabilmente la precedente amministrazione non ha, come la Presidente Bresso ha avuto modo di dichiarare più volte, speso più di quello che doveva, ma ha guadagnato ancora qualcosa e lo dimostra il fatto che viene ribadita una scelta sulle grandi infrastrutture (speriamo che questa non venga smentita immediatamente con qualche comunicato stampa, durante la giornata o nella giornata di domani).
Il Capogruppo di Rifondazione Comunista sorride. Spero che convintamente voti questo documento, altrimenti valuteremo gli emendamenti che questi Gruppi consiliari presenteranno. Naturalmente a fianco del bilancio ci sono tutta una serie di scelte di organizzazione. Vorrei ricordare che abbiamo ultimato ieri sera una verifica della delibera di programmazione sul commercio. In questi sei mesi la Giunta regionale ha avuto spazi di tempo per fare un ragionamento più approfondito sulla legge 28. Ciò non è avvenuto, quindi, si vada con la verifica triennale. Questa di fatto, era la verifica triennale lanciata nel '99, quindi su per giù la precedente è stata fatta nel 2003, l'attuale nel 2006. Lo sviluppo del commercio che caratterizza la nostra Regione è il cambiamento della nostra Regione.
Ci sono anche una serie di altre cose che dobbiamo segnalare, una delle quali è la tassazione. Alcune scelte sono incomprensibili, altre meno. La determinazione di modificare i meccanismi di aliquote IRAP per le SIM o per le banche può starci. È una scelta politica che può starci. La tassazione con un ricavato esiguo dei produttori di acque minerali o delle cave (peraltro fatta tassando quanto si scava e non quanto si vende), quindi anche gli sfridi in un momento in cui la Regione necessita di una serie di interventi pre-strutturali, in gran parte condivisi da tutti, e di uno sforzo da parte del sistema, sono un controsenso, considerato che l'importo e il gettito di una tale tassazione sono insignificanti rispetto al bilancio regionale. Avendo previsto un miliardo di euro di investimenti avendo previsto una serie di provvidenze anche di parte corrente, forse con una limatura attenta si può fare a meno di andare a penalizzare settori sui quali in questo momento facciamo particolarmente leva. Sono scelte non condivisibili, che non possiamo condividere. Anzi, visto che il bilancio è ancora da approvare, ritengo che ci siano gli spazi affinché la maggioranza possa ripensarci, stornando con un emendamento fatto dalla Giunta questa quindicina di milioni di euro - che quindi non sono una gran cifra rispetto ai 16 miliardi e mezzo del bilancio regionale - e possa quindi evitare di andare a penalizzare categorie e i nostri produttori che, peraltro, sono in competizione con Regioni vicine. Si valuti piuttosto su meccanismi di consumo che riguardano prodotti che arrivano da ogni dove.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Sull'ordine dei lavori con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Ghiglia di una comunicazione della Giunta regionale inerente alla costituenda società Torino Nuova Economia


PRESIDENTE

Per mozione d'ordine, ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Vorrei, se possibile, che domani mattina l'Assessore Bairati o il Vicepresidente Susta, come avevamo chiesto in una delle mille Commissioni che avevamo fatto, riferissero sullo Statuto della "Torino Nuova Economia", approvato già dalla Provincia di Torino nei giorni passati.
Infatti, come avevamo previsto, lo Statuto di "Torino Nuova Economia" passa negli altri enti che partecipano a questa meravigliosa Newco, il Consiglio Regionale ovviamente non ne sa nulla e ne viene informato solo attraverso i giornali. Avremmo gradito un'iniziativa da parte vostra per lo meno per metterci al corrente che la cosa procedeva. Visto che non avete avuto la sensibilità politica di farlo, vi chiediamo formalmente in questa sede, possibilmente domani mattina - decidete voi quando - di darci una comunicazione su questo e, poi, di provvedere eventualmente anche ad un'audizione. Ritengo che questo Consiglio regionale non debba essere esautorato da Finpiemonte, ma sul discorso Finpiemonte e relativo statuto ci torneremo molto presto.



PRESIDENTE

Collega Ghiglia, su questo tema, come lei sa, su richiesta dell'opposizione è partita proprio nella giornata odierna la convocazione per una Commissione in materia.
Ha chiesto la parola il Consigliere Clement.
Ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Ieri mattina, in apertura della VII Commissione, il Consigliere Vignale ha posto, a nome di tutta l'opposizione, questo tipo di problema. C'è stata l'assicurazione, da parte mia, con anche la dimostrazione di interesse da parte di altri Gruppi, per avere una risposta nei tempi più brevi possibile, compatibilmente con i lavori del Consiglio rispetto al bilancio e agli altri provvedimenti che abbiamo in discussione.
Proprio oggi pomeriggio abbiamo definito con l'Assessore Bairati la convocazione della Commissione per martedì 4 aprile.
Prendiamo atto della richiesta di organizzare, insieme alla Commissione, anche l'audizione di Finpiemonte; possiamo utilmente fare prima della Commissione l'audizione di Finpiemonte, per poi procedere con la discussione in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Prendo atto di quello che dice il Consigliere Clement. Però no Presidente! Abbiate pazienza! La Provincia di Torino, che almeno vota ancora su queste cose, mentre noi non voteremo mai più, perché avete dato tutto a Finpiemonte, ha già votato.
Mi dispiace, ma per quanto ci riguarda non siamo disposti a leggere sui giornali ancora per 12-13 giorni cosa succederà della società per Mirafiori.
Non so cosa pensino i colleghi, ma per quanto mi riguarda mi sembra veramente un modo di procedere ed una mancanza di sensibilità politica e di attenzione nei confronti dei diritti del Consiglio assolutamente inusitata.
Mi auguro che non si voglia procedere su questa via.
Se il giorno 4 aprile vogliamo audire la Finpiemonte, audire i soliti che vengono a dirci le solite cose va benissimo. Tuttavia, ritengo, visto che gli altri enti stanno procedendo, che con un'informativa con un dibattito di due minuti a testa per mezz'ora, l'Assessore Bairati, che mi auguro sia preparato sul tema - e non ne dubito, conoscendo la sua smisurata apertura mentale, la lungimiranza e grandissima intelligenza tecnico-politica - possa, nella giornata di domani, dire, anche a noi poveri Consiglieri regionali, che "molliamo" 25 milioni di euro alla FIAT due notiziole, in modo da non doverle leggere su Torino cronaca, su Leggo su Metro, su La Voce, su La Stampa o su La Repubblica.
Abbiate pazienza! Chiediamo un minimo in questo Consiglio, un minimo Assessore Bairati! Non il 4 aprile, ma un minimo!



PRESIDENTE

Collega Ghiglia, penso che la Giunta abbia recepito la sua richiesta.
Abbiamo convenuto che domani ci sarà una comunicazione in materia, quindi si potrà aprire la discussione.


Argomento: Piani pluriennali

Esame proposta di deliberazione n. 48 "Documento di Programmazione economico-finanziaria regionale - DPEFR 2006-2008 legge regionale 11 aprile 2001, n. 7" (seguito)

Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 191 "Legge finanziaria per l'anno 2006" (seguito)

Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame disegno di legge n. 190 "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2006-2008" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo con la discussione generale sui tre provvedimenti nn. 48 191 e 190, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Credo che, nella discussione sulla legge finanziaria e sul bilancio dobbiamo intanto tenere conto di alcuni elementi di contesto che sono una condizione per capire e per giudicare la legge finanziaria e il bilancio che stiamo discutendo.
Penso che un primo elemento di contesto, Consigliere Pichetto, sia rappresentato dai minori trasferimenti statali, che sono un modo con il quale il Governo in carica tenta di impedire che il disavanzo pubblico rappresenti il 4-5% del PIL. Tutto questo naturalmente ha avuto delle conseguenze sul sistema delle autonomie locali e delle Regioni. Faccio soltanto un esempio che riguarda direttamente questo bilancio. Noi discutiamo un bilancio che, per quanto riguarda le politiche sociali sconta una riduzione drastica dei trasferimenti statali.
Noi siamo passati da 61 milioni di euro del 2004 ai 37 milioni di euro.
Naturalmente la Regione, questa Regione e questa Giunta regionale, così com'è avvenuto nel 2005, hanno deciso di fare che cosa? Potevano fare come la Lombardia, cioè decidere di trasferire alle autonomie locali e ai consorzi socioassistenziali le risorse trasferite dallo Stato, con ci determinando l'impossibilità di garantire, a tutti coloro che hanno utilizzato questo beneficio nel 2005, i servizi e prestazioni, integrazioni delle rette. Questa Giunta regionale ha deciso - e la cosa è avvenuta anche per il 2005 - di garantire nel bilancio lo stanziamento, comprendendo lo stanziamento statale finanziato con risorse proprie.
Lo dico perché, dovendo confrontarci con questo dato, non possiamo prescindere dal fatto che siamo in presenza di una politica che riduce i trasferimenti alle Regione e al sistema delle autonomie locali.
Inoltre, vedo un secondo elemento di contesto, credo lo ricordasse il collega Reschigna. Il secondo elemento di contesto è rappresentato dal ritardo con il quale lo Stato trasferisce alle Regioni le risorse proprie delle Regioni. Non sto parlando, in questo caso, di trasferimenti statali che lo Stato sposta alle Regioni per finanziare leggi che sono di competenza regionale o che sono in parte di competenza regionale. Penso al fatto che quelle risorse proprie della Regione, venendo trasferite con due tre anni di ritardo, un problema lo creano a questa Regione.
Diceva il Vicepresidente Susta in Commissione che siamo creditori verso lo Stato di 3 miliardi di euro e siamo debitori verso le banche di un miliardo e mezzo di euro. Se usassimo il Codice Civile dovremmo ipotecare le scrivanie del Ministro Tremonti. Questo è un dato incontestabile.
Da questo punto di vista si ponga il problema di una svolta nel rapporto tra Governo centrale e Regioni. Non c'è dubbio che una parte delle difficoltà finanziarie che noi oggi scontiamo e che sono condizionanti la politica di bilancio della nostra Regione derivano anche da questo fatto.
Colleghi della Lega, altro che federalismo fiscale! Qui siamo in presenza del contrario. Cioè di una politica del Governo che non trasferisce in tempo reale alle Regioni le risorse delle Regioni. Altro che federalismo fiscale In una fase nella quale, invece, sarebbe necessario garantire al sistema delle Autonomie locali e alle Regioni puntualità di trasferimenti da una parte e dall'altra un quadro di certezze finanziarie.
difficile pensare a politiche di sviluppo, a politiche pluriennali se sono nell'impossibilità, stante una politica finanziaria ondivaga del Governo, di immaginare un sistema di entrate sulle quali poter impostare le politiche di sviluppo. O perché mi vengono trasferite dal Governo queste risorse, o perché ho una potestà impositiva che mi consente di costruire sulle entrate che io determino, politiche di sviluppo.
Vi è infine un terzo elemento di contesto. Il terzo elemento di contesto credo sia rappresentato - lo ricordo a me e ai colleghi - dal debito della sanità al 31/12/2004. Questa questione non possiamo rimuoverla. Era presente, ne abbiamo discusso, non voglio tornare sulla questione del debito della sanità. Penso, però, che questa legge di bilancio e questa legge finanziaria, rispetto a quel problema - abbiamo quantizzato il debito in 800 milioni di euro - immagini due interventi.
Il primo è un intervento che, attraverso un'operazione di cartolarizzazione, ci consente di pagare almeno il debito dei fornitori e di portare quel disavanzo al 31/12 da 800 milioni di euro a 300 milioni di euro. Il secondo dato positivo è rappresentato dal fatto che noi, con questo bilancio e con questa legge finanziaria, interveniamo sul disavanzo della sanità determinatosi nel 2005. Si interviene sia con risorse statali che con risorse regionali.
Non ho sollevato queste questioni perché intendo riaprire la questione del debito della sanità, ma per un'altra questione. Penso che si ponga un problema - lo dico ai colleghi, indipendentemente dalla nostra collocazione di governo o di opposizione in questo Consiglio - di Governo della spesa sanitaria, che penso debba essere affrontato da qualsiasi governo.
Voteremo il 9 aprile, ma questa è una questione assolutamente presente nel dibattito politico nazionale. Deve essere affrontata in due modi. Il primo modo è quello di finanziare adeguatamente il fondo sanitario nazionale, giacché è evidente che una sottostima del Fondo sanitario nazionale è tra le cause della sofferenza nella quale oggi versano molte Regioni italiane o tutte le Regioni italiane.
Il secondo nodo da sciogliere è rappresentato dal fatto che noi dobbiamo riorganizzare il sistema sanitario. Da questo punto di vista, il Piano sanitario che la Regione si è impegnata a presentare nei prossimi giorni possa rappresentare non solo la cornice programmatoria nella quale inserire le scelte della politica sanitaria della nostra Regione, ma anche e soprattutto lo strumento con il quale, riorganizzando il sistema sanitario piemontese, sarà possibile liberare risorse per realizzare una politica di investimenti nella sanità e non soltanto.
Ricordavo gli elementi di contesto: minori trasferimenti statali, il ritardo con il quale alle Regioni vengono trasferite le risorse regionali e una crescita esponenziale della spesa sanitaria. Tutti questi fatti, è evidente - lo dico al collega Pichetto che ha fatto l'Assessore al bilancio per molti anni in questa Regione - riducono i margini di manovra di qualsiasi politica di bilancio. Richiedono, certamente, interventi strutturali, politiche strutturali con le quali rendere maggiormente disponibili le risorse con le quali intervenire sulle politiche della nostra Regione, ma tutti questi fattori, che hanno condizionato la predisposizione del bilancio regionale, non ci hanno impedito - questa è la mia opinione - di presentare una proposta di bilancio che, come ricordava il collega Reschigna, ha l'ambizione di favorire, incentivare, incoraggiare uso questo termine - politiche di sviluppo da una parte e, al tempo stesso, di non dimenticare che la crisi che investe la nostra Regione è tale da richiedere un di più di politiche sociali, senza le quali quell'elemento di forte coesione sociale, che dobbiamo realizzare, rischia di non determinarsi.
Da questo punto di vista, credo che non possa essere sottovalutato il fatto che abbiamo utilizzato tutte le risorse pubbliche disponibili per favorire politiche di sviluppo, di innovazione, di internazionalizzazione lo ricordava prima il collega Pichetto. Non c'è solo il fatto che, in questi primi mesi, con il concorso anche dei Gruppi di opposizione, abbiamo approvato alcuni provvedimenti importanti: il provvedimento sull'internazionalizzazione e sulla ricerca, ma anche il provvedimento sulla FIAT.
Tutti provvedimenti che hanno questo segno: mettere in campo gli strumenti con i quali fare un'altra politica industriale. Ma il bilancio di cui stiamo discutendo è anche un bilancio che, nelle condizione date, che prima ho ricordato, ci consente di mobilitare la maggior quantità di risorse pubbliche disponibili per fare politiche pubbliche a sostegno di viabilità, infrastrutture, reti e innovazioni. È un dato che vorrei ricordare.
Questa Regione investe nel 2006 un miliardo e cinquecento milioni di euro a sostegno di una politica di investimenti a cui vanno aggiunti vorrei ricordarlo - i 350 milioni di euro dei fondi da reimpostare, che sono anch'esse risorse che utilizziamo e destiniamo per favorire politiche di sviluppo. Questo mi pare sia il primo elemento caratterizzante la politica di bilancio. Gli elementi di contesto, le difficoltà, il tentativo di stare dentro queste difficoltà immaginando una coerenza tra questa politica di bilancio e l'obiettivo dello sviluppo della nostra Regione, ma anche il tentativo di mettere in campo politiche di coesione sociale.
Eccolo, allora, l'altro corno del problema. L'altro corno del problema è rappresentato dalle risorse che abbiamo messo in campo per favorire politiche di coesione sociale. Vorrei ricordarlo ai colleghi, perché sarà oggetto della discussione che faremo nei prossimi giorni di alcuni emendamenti che presenteranno la Finanziaria e il bilancio, non solo i Gruppi di minoranza, ma anche i Gruppi di maggioranza.
Vorrei fare una considerazione che non è polemica, ma è utile farla per capire in quale contesto ci muoviamo. Immaginiamo che la Regione debba intervenire nei prossimi mesi - non c'è il collega Robotti - attraverso una politica di sostegno al reddito. È una scelta che condivido. La crisi è una crisi che ha queste conseguenze, determina un impoverimento complessivo di settori e parti della società piemontese. È giusto che la Regione metta in campo queste politiche.
Colleghi, vorrei che si convenisse su un punto: noi dovremmo, per la verità, pretendere che queste politiche avessero una dimensione nazionale.
Ha ragione Pichetto, quando ci ricorda nel suo intervento che i processi di ristrutturazione che stanno riguardando il sistema produttivo del nostro Paese determineranno una sofferenza, per quanto riguarda l'occupazione, e quindi proprio per questo richiederanno politiche di coesione sociale, di sviluppo degli ammortizzatori sociali, di ricollocazione del lavoro, ma queste politiche andrebbero però adottate a livello di Governo. Non posso non rilevare che, nel momento nel quale questa Regione si accinge a decidere che occorre destinare 10, 6, 12 milioni di euro per sostenere il reddito delle famiglie più bisognose, siamo in presenza di un Governo che non ha ancora risposto alle esigenze e alla richiesta della Regione Piemonte di finanziare il Fondo Regionale con il quale consentire la proroga della cassa integrazione per tanti lavoratori, senza la quale perderanno il loro posto di lavoro.
Rivendico certamente il fatto che questa Regione compia questa scelta ma rilevo la difficoltà nell'immaginare anche il fatto che questa politica abbia bisogno di ben altro spessore e di bel altre risorse, che non possono che essere di parte governativa.
Sostegno al reddito e politiche di coesione sociale, quindi, ma anche colleghi della minoranza e della maggioranza, aumento dei redditi esenti dal pagamento dei ticket. Questa scelta non la considero una manovra propagandistico-elettorale. C'è, in questo, un rapporto di coerenza tra le azioni annunciate dalla Presidente Bresso durante la campagna elettorale e la scelta di andare progressivamente verso l'esenzione del pagamento del ticket, immaginando, naturalmente, una politica anche in questo caso perché uno sviluppo della politica dei farmaci generici possa ridurre l'incidenza della spesa farmaceutica sul sistema sanitario della nostra Regione, e creare quelle condizioni affinché, in un prossimo futuro, questa politica di esenzione dal pagamento del ticket sia estendibile.
Infine - ho concluso - vi è una questione a cui hanno fatto riferimento anche i colleghi Casoni, Pichetto e Rossi, che riguarda la scelta compiuta con la legge finanziaria di introdurre il canone per le acque minerali: è una questione che fa discutere, me ne rendo conto. Ci sono argomenti seri che vengono portati a sostegno della tesi di superare questo canone. Io vorrei che riflettessimo sulla questione, evitando anche di ridurla ad un fatto di propaganda politica. Perché, innanzitutto, non vige soltanto il principio secondo il quale l'acqua non è una risorsa illimitata, primo problema di cui prima ci si rende conto e meglio è; è necessaria una serie di politiche; certo non può essere presentata come una misura che produrrà chissà quali risultati, ma vi è un dato chiaro: l'acqua non è una risorsa illimitata.
In secondo luogo, colleghi della minoranza, vorrei ricordare che su questo punto arriviamo, ahimè, buoni ultimi, nel senso che il canone sulle acque minerali, che alcuni colleghi contestano, è una scelta che altre Regioni hanno adottato da molto tempo. Non voglio certamente addurre questo fatto come giustificazione, ma la Regione Lombardia, che non è certo governata dal centrosinistra - lo dico perché il collega Rossi ha quasi presentato il centrosinistra come il "partito delle tasse" - ha applicato il canone sulle acque minerali dal 1999.
Senza contare, e mi rivolgo al collega Ghiglia che mi guarda sorridendo, che mi sono permesso di fare alcune verifiche.
Siccome le imprese che producono le acque minerali pagano anche i canoni di superficie, vi farò omaggio delle tabelle dei canoni di superficie che vengono pagati in altre Regioni, per esempio il Veneto: sono trenta volte superiori a quelli piemontesi. Lo dico non perché dobbiamo imitare quella Regione, ma perché la questione è tale da richiedere un approfondimento serio.
Io penso che sia seria la decisione della Regione Piemonte, nel momento in cui si pone il problema di introdurre il canone sulle acque minerali, di dimensionarne la portata e soprattutto di immaginare che una politica del canone sulle acque minerali vada concertata a livello regionale. Ho ritenuto infatti corretto investire la Conferenza Unificata su tale questione.
Prima di concludere il mio intervento, vorrei fare ancora un'ultima considerazione. Ho sentito gli interventi dei colleghi Casoni, Pichetto e Rossi, che hanno annunciato una serie di emendamenti sui quali penso sarà possibile confrontarsi nelle prossime sedute. Credo, inoltre, che questo confronto dovrà far emergere - se questo sarà possibile, naturalmente - che rispetto al bilancio che è stato presentato esiste un'altra idea del bilancio regionale.
Questo sarebbe l'ideale: maggioranza e minoranza si confrontano; la maggioranza, presieduta dalla collega Bresso, ha presentato una politica di bilancio, che normalmente, come tutte le politiche di bilancio, è soggetta a critiche, ad osservazioni, a richieste di modifiche; la minoranza ovviamente, mette in campo una serie di critiche; ma soprattutto la minoranza è in grado di dimostrare che questa politica di bilancio sarebbe stata utilmente sostituita da un'altra politica di bilancio, nel caso in cui avesse continuato a governare il centrodestra.
Invece, credo che la proposta di bilancio che noi avanziamo sia positiva, perché affronta i nodi dello sviluppo e della coesione sociale, e soprattutto è una proposta di politica di bilancio coerente con il Documento di programmazione economico-finanziaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
Signora Presidente della Giunta e Signori Assessori, alla fine la manovra finanziaria, formata dalla variazione di bilancio - con il bilancio di previsione - dalla legge finanziaria e dal DPEF, arriva in Aula. E ci arriva rimaneggiata e corretta dopo i tanti passaggi in Commissione, in cui anche l'opposizione sicuramente ha fatto la sua parte, confrontandosi con i vari Assessori ma anche con i colleghi della maggioranza.
Peraltro, dobbiamo dire che già oggi possiamo essere certi che su molti capitoli del bilancio di previsione del 2006 sono stati fatti cambiamenti sono state riaperte poste che erano state, invece, chiuse, alcuni finanziamenti sono stati introdotti su capitoli che erano stati azzerati: di questo non possiamo che compiacerci.
Ciononostante, devo dire che questo bilancio di coesione sociale sinceramente non ho capito dove sia. Pensavo che questa manovra finanziaria dovesse essere la grande alternativa all'Amministrazione precedente, che il bilancio dovesse spaccare il capello in quattro, evidenziare di più le tendenze presunte che la sinistra mostra maggiormente sul sociale sull'attenzione ai poveri e agli emarginati, all'ambiente. Tuttavia, questi aspetti non si sono visti né nella legge finanziaria, né nell'introduzione del DPEF, né sulle ipotesi di bilancio di previsione.
Rilevo, inoltre, che è criticabile, da parte mia e da parte dell'UDC la cosiddetta introduzione di "imposte per principio": la Regione, anzich far fronte ad un sano federalismo fiscale, quest'anno introduce delle imposte per principio. Di fronte alle istanze dell'opposizione, nonché di alcuni colleghi della maggioranza, in Commissione abbiamo visto una riduzione delle aliquote di alcune imposizioni fiscali, incominciando da quelle sulle cave e su alcuni tipi di produzione del settore piemontese. Ne ha già parlato bene il collega Rossi prima.
Abbiamo visto una riduzione consistente della tassa sulle acque minerali: prima era di 5 euro, poi 4, poi 2, adesso 1. Tra l'altro, apro anch'io una breve parentesi su questa imposizione di cui si è discusso molto in Commissione: così com'è stato ribadito questa mattina dall'Assessore Susta, questa nuova tassa è stata inserita per dare un segnale, quasi per cercare un intento non tanto impositivo, quanto per educare l'imbottigliatore ad utilizzare le bottiglie di vetro.
Ribadisco ai colleghi della maggioranza e della Giunta che noi non voteremo tale scelta, perché siamo contrari. Ma visto che il nostro Gruppo ha presentato un numero considerevole di emendamenti e ci è stato risposto di fronte ad emendamenti, anche la nostra disponibilità, se quella della maggioranza può cambiare.
Chiedo che, almeno, si introduca un prezzo simile a quello di altre Regioni, come, ad esempio, la Lombardia. Se proprio dovete introdurre questa tassa per principio, visto che non fa cassa - non si incasseranno milioni di euro, anzi, credo che non si incasserà proprio nessun milione di euro - chiediamo che il canone non sia di un euro ogni mille litri, ma di euro 0,50-0,60. Credo che almeno questo possiamo chiederlo, anche se - lo ripeto - noi non introdurremo nessun canone. Questa mattina ci è stato risposto che la tassa era per principio, per dare un segnale, allora segnale per segnale, potete benissimo darlo più basso di quanto avevate previsto. Questo per quanto riguarda la legge finanziaria.
Ricordo che, anche grazie all'azione dell'opposizione in Commissione si è riconosciuta la centralità del Consiglio su alcuni passaggi delicati.
Do atto all'Assessore Susta di aver accolto le nostre richieste. Ad esempio, sulla discussa società in house si è passati da un articolo in cui si prevedeva un provvedimento di Giunta a una deliberazione di Consiglio così anche sull'istituzione del fondo chiuso immobiliare. La stessa cosa peraltro, la stiamo ottenendo sulla discussione che abbiamo svolto in Commissione, che proseguirà nei prossimi giorni, sulla costituzione della fondazione, o società, per il post-olimpico. Non posso che prendere atto di questo. Sono contento in quanto ritengo che, alla fine, il Consiglio debba avere una sua importanza, debba essere considerato, anche perché, se c'è un legame diretto con l'elettorato, quindi, con i cittadini, è proprio grazie all'attività del Consiglio.
Per quanto riguarda ancora il sistema di tassazione introdotto con le previsioni 2006, ritengo indispensabile su alcuni di questi argomenti la concertazione con le Province, ad esempio, relativamente alla tassa delle acque minerali e a quella delle cave, credo si debba aprire un confronto con le Province. Le Province non possono essere soltanto richiamate all'ordine per tutta una serie di incombenze che negli anni hanno ricevuto e, poi, non ricevere una parte di questa nuova imposizione fiscale.
Chiedo agli Assessori competenti che si apra subito questa concertazione, le Province attendono risposte chiare dalla Regione.
Devo dire che anche sul bilancio non ho visto un passaggio che, in qualche modo, indichi un miglioramento del rapporto con le Province piemontesi o che possa migliorare nei prossimi mesi. Ad esempio, quando parliamo di investimenti sulle infrastrutture, lo sapete che le Province piemontesi si lamentano perché non riescono più a trasformare i protocolli d'intesa sottoscritti con la precedente Giunta in accordi di programma e non riescono a finanziarli? Forse, si è esagerato, lo abbiamo detto in Commissione più volte, per è ora di procedere, c'è bisogno di realizzare quanto, probabilmente, è rimasto indietro, è necessario dare una risposta forte e chiara. Si era detto all'inizio dell'Amministrazione che l'ARES sarebbe stata sciolta invece, l'ARES funziona e continua ad avere la sua attività, ma allora dotiamo l'ARES di maggiori finanziamenti, perché moltissime province piemontesi hanno i progetti pronti, anzi, un criterio per finanziarli potrebbe essere proprio quello che man mano che i progetti sono pronti vengono finanziati. Questa è anche programmazione.
Relativamente alla Commissione affari sociali, con l'Assessore competente abbiamo guardato punto per punto i vari passaggi che riguardavano gli aspetti più vari del comparto in Piemonte. Ebbene, qui in Consiglio regionale, devo ricordare che, tranne gli interventi dell'opposizione, non ve ne sono stati altri, tranne un piccolo screzio sugli oratori. Sul resto non ho sentito provenir nulla dalla maggioranza soprattutto quella che per tradizione, per vocazione, per demagogia chiamatela come volete - tende a essere paladina di questa materia. Anzi era proprio lì che avreste dovuto significare che c'era questo bilancio di coesione sociale, che, da una parte, tende a fare gli investimenti e dall'altra, non lascia indietro chi ha bisogno.
Da questo punto di vista, devo dire che il bilancio è una delusione.
Dovreste dirlo voi, che, in qualche modo, avete detto ai piemontesi che si doveva cambiare Giunta, perché era una Giunta disattenta, che faceva marketing, che faceva propaganda, che faceva immagine, ma non era proprio attenta a chi era in difficoltà, soprattutto qui a Torino. Secondo me invece, la coesione sociale bisogna dimostrarla oggi, dopo il grande successo delle Olimpiadi, recuperando anche tutte quelle aree marginali che, essendoci occupati d'altro, abbiamo tralasciato.
Abbiamo fatto una grande cosa, le Olimpiadi sono state una grande cosa ma, la gestione del post-olimpico richiederà comunque molti soldi, lo sapete bene, lo abbiamo detto che, purtroppo, la nostra fondazione, a differenza di quelle nate in Canada, in Norvegia, in Francia e in altri Paesi dove si sono svolte le precedenti Olimpiadi, nasce priva di un residuo positivo della gestione olimpica, quindi, necessiterebbe di altri soldi. Questa era la grande occasione per inserire un allegato che avesse distinto la vostra maggioranza da quella precedente, ma così non è stato.
Per cui, il bilancio, al di là della roboante parola di coesione e definizione di coesione sociale, rischia di essere un bilancio tecnicista che non risponde alle esigenze del vostro stesso elettorato. Questo è il fatto principale che, oggi, dobbiamo dire.
In che cosa questo bilancio è diverso da quello della precedente amministrazione, perché a me sembra che non lo sia? Tra l'altro, si continua a far riferimento al Piano socio-sanitario dicendo che, quando sarà approvato, si razionalizzerà e si avranno maggiori risorse, quando sapete bene che è difficile avere maggiori risorse nel settore socio-sanitario, perché, comunque, la spesa è destinata ad aumentare e aumenterà ancora di più adesso che avete abolito il ticket sui farmaci.
Credo si debba essere un pochino corretti e onesti con l'elettorato e dire una volta per tutte che il sistema sanitario è quello che è perché è così. Poi, certamente, i miglioramenti si possono fare e noi non saremo tra coloro che si tirano indietro nel dare anche un contributo affinché ci possano essere delle migliorie: meno code e un sistema che possa veramente fornire un servizio adeguato. In ogni caso, tutti i dati a nostra disposizione dicono che in Piemonte la sanità funziona e che i principali ospedali piemontesi sono tra i primi d'Italia, sono considerati punte di eccellenza, di cui dobbiamo tenere conto.
La centralità del Consiglio che ci è stata riconosciuta è un passaggio positivo. Un altro passaggio positivo potrà essere individuato nelle Commissioni, nei prossimi mesi, con la discussione di importanti provvedimenti, tra cui quello del post-olimpico. Abbiamo già presentato alcuni emendamenti che vanno nella linea della tradizione culturale e politica della nostra formazione, quindi, sapete bene a cosa mi riferisco.
Su questi emendamenti cercheremo un confronto con la maggioranza e con gli Assessori competenti, in modo particolare con l'Assessore Susta. Sono certo che riusciremo a portare a casa ancora qualcosa, oltre a quanto abbiamo già potuto constatare con le nuove poste inserite dagli Assessori nelle previsioni di bilancio, che sono già state portate in Commissione.



COSTA ENRICO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Signor Presidente e colleghi, quello che esaminiamo oggi, che, a mio avviso, abbiamo utilmente esaminato in questi più di due mesi di lavoro in Commissione, sostanzialmente, è il primo vero bilancio di questa Giunta. La manovra di assestamento che abbiamo votato lo scorso autunno evidentemente, non poteva essere considerata un parto totalmente ascrivibile alla nuova Amministrazione, mentre mi pare che questo possa essere veramente un documento di programmazione e di indirizzo che la Giunta riconosce come suo e sul quale, evidentemente, possiamo fare le nostre osservazioni di tipo più politico.
Innanzitutto, c'è da chiedersi se questo sia un bilancio di continuità o un bilancio di cambiamento. A mio avviso, possiamo rispondere che si tratta sia di un bilancio di continuità e sia di un bilancio di cambiamento. È un bilancio di continuità perché tra il 30 e il 40% dei capitoli previsti nell'intero documento sono praticamente inalterati rispetto al bilancio del 2005, cioè il bilancio preventivo della vecchia Giunta Ghigo, che alcuni di voi ricorderanno essere un bilancio sostanzialmente tecnico, approvato a poche settimane dalle elezioni condiviso in gran parte e limitato proprio perché si chiedeva di svilupparlo nella fase successiva al voto. Un bilancio composto da molti capitoli uguali. Da un lato questo può sconcertare perché ritenevamo che la nuova Giunta volesse creare una divisione, un fortissimo cambiamento rispetto al passato, ma dall'altro ci fa anche riflettere. Non mancano, e questo dobbiamo ammetterlo in maniera chiara, i momenti di diversificazione, naturalmente dovuti ad un'impostazione politica che su alcuni momenti è molto diversa.
E' un bilancio che sottolinea quello che è già stato sottolineato da altri Consiglieri: la volontà di garantire, di premiare quegli strati di società più vicini alla nuova Giunta. Un contesto sociale più connaturato con la nuova Giunta. Un bilancio più attento alle logiche dei grandi gruppi industriali, e più "matrigno" nei confronti della piccola e media industria. Un bilancio che, come è già stato ricordato più volte, come impostazione iniziale, impone nuove tassazioni. Qualcuno potrebbe dire che è un fatto connaturato alle amministrazioni di centrosinistra, ma trova in questo documento una sua espressione evidentissima. Lo abbiamo ripetuto in tutti gli interventi: le previsioni finanziarie con aggravamenti di tassazione nei confronti delle banche, delle finanziarie, delle assicurazioni; nei confronti dei rifiuti, nei confronti dei bolli auto, nei confronti delle cave e nei confronti del sistema acque, sono un fatto certo perché legato a documenti molto chiari.
Esiste una volontà - come nel primo vero documento complesso e organico di questa amministrazione - di mettere le mani nelle tasche dei piemontesi.
In diversi modi, in diverse forme, anche con cambiamenti molto repentini sulle quantità di risorse da richiedere ai piemontesi.
Forse gli amici della Giunta e della maggioranza sono abituati a frequentare Paesi medio orientali, ma su tante partite abbiamo assistito ad un tourbillon di cambiamenti che noi potremo ascrivere alla nostra grande capacità di mediazione politica, che lasciano un po' perplessi se è vero come è vero, come è stato ricordato, che sulla concessione acque minerali siamo passati da cinque, a 2 di una prima versione, fino ad arrivare ad 1 euro della versione che arriva in Aula. Sulle cave, invece, siamo passati dal 2 per le pietre ornamentali, all'1 infine, allo 0,75 euro metri cubi.
Per gli altri scavi siamo passati dall'1 allo 0,75 euro. Insomma, c'è stato un movimento mediatorio che dà il senso anche della volontà ferrea della Giunta nel mantenere le sue posizioni. Una Giunta che cambia posizione pu anche essere positivo, soprattutto se serve ad eliminare alcune problematiche per i piemontesi. Certo è che tutte queste nuove imposizioni di ordine fiscale, avranno una ricaduta negativa sulla vita di tutti i piemontesi.
Guadate, noi potremo anche essere d'accordo, teoricamente, ad esempio su una maggiore tassazione alle banche, agli istituti finanziari, alle assicurazioni; molte Regioni governate dal centrodestra hanno operato in tal senso (la Regione Lombardia lo ha fatto molti anni fa indirizzando il ricavato nella diminuzione o alla quasi eliminazione dell'IRAP per le associazioni di volontariato). Questa operazione sicuramente comporta dei costi non soltanto per le banche che li subiscono, per le finanziarie o per le assicurazioni, ma sicuramente una ricaduta anche sui correntisti, sugli assicurati, su coloro che si rivolgono alle finanziarie.
La questione cave, è una delle altre questioni importanti perché questo è un settore significativo della nostra economia. Tra l'altro è uno dei settori che in questi anni ha trainato o è stato trainata da una ripresa economica che ha interessato tutta l'edilizia. E' emblematico. Le cifre in ballo, oltre ad essere molto ma molto pesanti perché anche con le nuove determinazioni si tassa un settore per circa 8 milioni e mezzo di euro quindi con un impatto molto forte, lo si tassa due volte, Assessore Susta.
Non soltanto con la determinazione dello 0,75 euro, ma con l'introduzione nell'emendamento della richiesta della perizia asseverata che ogni anno l'imprenditore deve presentare per poi pagare sulla perizia asseverata la tassa di corrispondenza. Abbiamo una doppia tassazione. Una perizia asseverata per una cava di medie dimensioni (perizia asseverata correlata da planimetrie e sezione) corrisponde ad una cifra, mediamente, di 5-6 mila euro che ogni anno un imprenditore deve versare in più per pagare una tassa.
Al di là del fatto che noi chiederemo la soppressione dell'articolo 3 ter della finanziaria, un atto almeno di buona volontà da parte della Giunta e della maggioranza potrebbe essere quello di eliminare la richiesta della relazione asseverata con le planimetrie e le sezioni, fidandosi sostanzialmente di un'autodichiarazione del titolare dell'impresa. Tanto più che ci saranno tecnici regionali che effettueranno i controlli e tanto più che in fase di rinnovo della concessione, dopo i primi cinque anni di svolgimento dell'attività, le misurazioni si effettueranno anche in maniera abbastanza rapida. Quindi abbiamo una prima scelta politica nel settore delle entrate, che corrisponde ad una scelta di imposizione di nuova tassazione.
Sul settore delle uscite, scelte ugualmente chiare. Certo, il nostro famoso e utilizzato, almeno nei dieci anni di Giunta di centrodestra principio di sussidiarietà viene messo molto in discussione nel bilancio.
C'è uno spostamento continuo di risorse e di interventi dall'associazionismo ad Enti locali che hanno uno schieramento politico di riferimento molto chiaro. Questa è una scelta che si allontana da quel principio di sussidiarietà cui tutti noi, a parole, dovremmo o vorremo riferirci.
Ma poi ci sono anche scelte politiche chiare date dalle risorse impegnate in alcuni capitoli. In fase di discussione generale non possiamo non rilevare come un capitolo significativo - pensavamo significativo per l'intero Consiglio regionale, per l'intera Amministrazione regionale perch si riferisce ad una delle problematiche più avvertite dagli italiani e dai piemontesi - quello della sicurezza, sia un capitolo assolutamente posto a zero. Questo, a nostro avviso, è un segnale politico molto chiaro. Così come la semplice conferma rispetto al bilancio, quasi tecnico, presentato lo scorso anno in alcuni settori legati al tema della famiglia, ad esempio le risorse date alle giovine coppie per l'acquisto della prima casa, ad esempio, il discorso delle risorse date alle famiglie che mantengono in casa anziani non abili, con problemi di deambulazione. Questo fa vedere come ci sia una scarsa attenzione verso questo tipo di problematiche. Sono gravi, a nostro avviso, anche le mancate previsioni di risorse significative e importanti nel settore dell'ambiente.
Questo era stato un settore che in assestamento era stato falcidiato dai cosiddetti slittamenti. Decine di milioni di euro spostati dai capitoli dell'ambiente sull'anno in corso, cioè spostati secondo la logica dell'assestamento, praticata dal centrosinistra dal 2005 al 2006.
Oggi noi vediamo che quei capitoli ambientali, alcuni molto importanti alcuni relativi ad interventi di bonifica dei grandi disastri ambientali che purtroppo questa Regione ha ereditato dagli anni '90, sono stati semplicemente rimpinguati con le risorse già proprie del 2005. Nessuna risorsa aggiuntiva, e questo ci pare assolutamente poco.
Altro capitolo molto magro è quello dell'internazionalizzazione. Anche qui, i capitoli relativi all'internazionalizzazione, all'impegno di accompagnare le nostre aziende ad affrontare i mercati esteri anche con l'aiuto della Regione, sono capitoli con fondi assolutamente insufficienti direi quasi ridicoli. Poche decine di migliaia di euro, forse meno rispetto a quelli che la Giunta precedente aveva stanziato su questi capitoli.
Cosa dire poi sulla questione della difesa del suolo? Noi abbiamo una Regione che su questo tema ha molto patito e che negli ultimi cinque anni ha invece molto investito, ma oggi si trova nelle condizioni di porre in essere gran parte delle opere di seconda fase per la messa in sicurezza dei nostri fiumi, da cui deriva un costante pericolo per gran parte del nostro territorio. Ecco, queste risorse oggi non ci sono più. In alternativa è chiaro che ci sono tanti altri nuovi investimenti. Al di là delle risorse importanti date ai nomadi (un milione e mezzo di euro), due milioni di euro per l'inserimento dei carcerati nei luoghi di lavoro e più di un milione e mezzo di euro per i capitoli sulla promozione immagine della Giunta, la compensazione su queste voci sinceramente ci lascia perplessi.
Tuttavia, come sappiamo, il centro e il cuore di ogni bilancio e della finanziaria regionale non può che essere la sanità. Sicuramente anche questo bilancio dà alla sanità una assoluta centralità perché, come ho già detto, è il cuore di ogni manovra finanziaria.
Sulla sanità l'elemento che spicca più chiaramente nella finanziaria 2006 della Giunta di centrosinistra è la diminuzione importante degli investimenti. Se è vero ciò che ci ha confermato l'Assessore in maniera molto onesta nell'ultima riunione di Commissione, che abbiamo circa 50 milioni di euro in meno di investimenti, che l'Assessore ha giustificato noi non possiamo non mettere in rilievo che 53 milioni in meno di investimenti e 130 milioni in meno di cassa costituiscono sicuramente un allarme, un segnale di preoccupazione per una sanità piemontese che ha bisogno di continuare l'opera di miglioramento tecnologico e strutturale.
Queste sono le vere grandi battaglie che la nostra sanità deve combattere.
Ci dispiace anche di aver visto tagliato il fondo alla lotta alla droga riservato alle aziende sanitarie locali. Un milione e mezzo di euro andati persi, così pure come i fondi riservati ai malati, ai ciechi pluriminorati e alle informazioni dei medici di famiglia.
Sostanzialmente è un bilancio fatto di qualche luce, laddove ha seguito l'impostazione che la Giunta precedente aveva dato alla Regione, ma di ombre profonde, laddove viene fuori l'impostazione più politica che sicuramente noi non possiamo condividere. Un bilancio, quindi, che noi cercheremo, per quanto possibile, di migliorare con una serie di emendamenti che andranno a toccare naturalmente quei settori più vicini alle corde e alla sensibilità di Alleanza Nazionale. Mi riferisco alla sicurezza, alla famiglia e all'internazionalizzazione, che dovranno fare sicuramente i conti con risorse che in qualche maniera sono minori rispetto a quelle trasferite nell'anno passato, perché le minori risorse trasferite sono servite a operazioni sociali fatte direttamente dal Governo a favore della famiglia. Sono di altissimo valore, ma non si può sempre incolpare per un sostanziale fallimento, il Governo nazionale.
Non è che quando c'era Visco al Governo alla Regione i soldi arrivassero il mese dopo che le tasse erano state esatte da Roma. Bisogna chiedere per conoscere la verità sui ritardi dei trasferimenti anche in quegli anni (abbiamo fior di Assessori che possono ricordarlo). Quindi, la volontà di attribuire sempre le colpe delle difficoltà di una manovra finanziaria che lascia molto a desiderare a questo Governo cattivo che non aiuta la Regione è una manovra, a mio avviso, spuntata, che ha un po' le gambe corte, come aveva le gambe corte l'accusa del buco sanitario che oggi apprendiamo (dopo aver letto per mesi che era di un miliardo e 50 milioni di euro) da autorevoli esponenti della maggioranza, essere di 800 milioni di euro. Attenzione! Se ogni anno il nostro buco, il buco che il centrodestra avrebbe dovuto lasciare scende di 150 milioni di euro, per il 2009 si potrà dire che il centrodestra non ha lasciato nessun buco sanitario. Duecentocinquanta milioni di euro in un anno, il minor buco sanitario riconosciuto da autorevoli componenti del centrosinistra, è un bel risultato e la dice lunga su alcune bugie che vengono mascherate dalla stessa maggioranza.



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Anch'io ho qualche considerazione sulla manovra finanziaria, sulla legge finanziaria e sul bilancio di previsione che oggi inizia l'iter di discussione in Consiglio regionale, dopo numerose settimane di approfondimento e di verifica nelle varie Commissioni sui contenuti di questo provvedimento.
Io partirei, nelle considerazioni che voglio fare, da una serie di aspetti che già sono stati evidenziati anche dai colleghi di maggioranza nello specifico, dal Collega Reschigna, relatore del provvedimento, e dal collega Ronzani, i quali sostanzialmente, prima di declinare una serie di aspetti legati alla politica, che loro ritengono sia contenuta all'interno di questo documento, individuano lo scenario. Mi pare che tutto il Consiglio - e di questo ne sono compiaciuta, visto che in passato si individuava questa come una situazione assolutamente controllabile e causa dell'incapacità di governare la Regione Piemonte da parte del centrodestra abbia sostanzialmente evidenziato due o tre aspetti sui quali mi vorrei soffermare.
Intanto, una crescita incontrollabile della spesa sanitaria. Non so se queste sono le parole testuali che sono state dette, ma di fatto si è riconosciuto che la spesa sanitaria - io dico italiana, voi potete dire piemontese - nel suo complesso è una tipologia di spesa che ha raggiunto ormai in questi anni, chiunque governi, un livello di incontrollabilità tale per cui, come voi giustamente dite, è necessario assumere una serie di decisioni.
Così come si dice, si passa dal 73% al 77% dell'erosione della spesa corrente che la sanità durante quest'anno - anno di vostra gestione - di fatto ha determinato nell'ambito della Regione Piemonte. Questa è la prima considerazione che mi sento di fare. Anche la sinistra, così capace e così intelligente, dopo un anno di esperienza di governo regionale, si rende conto che la materia della sanità è una materia complessa, sulla quale bisogna esercitare delle scelte e prendere delle decisioni strutturali che necessitano di tempo, come voi stessi avete detto.
Ormai siamo a un anno di attività, abbiamo verificato in Commissione che ci sono stati dei problemi sui consuntivi dell'ASL, sui budget arrivati in ritardo, tutti temi che abbiamo approfondito e che riteniamo siano la madre delle tante e innumerevoli difficoltà che, quest'anno, anche la sinistra ha dovuto affrontare nella gestione della spesa sanitaria.
Il secondo aspetto che avete individuato è quello legato alla crescita dell'indebitamento. Un aspetto che è sempre stato una costante nella gestione delle scorse finanziarie.
Infine, il discorso legato ai minori trasferimenti statali. Su quest'ultima questione, permettetemi di dire che quest'anno lo Stato non ci ha dato di meno. Nei dieci anni di nostra esperienza è sempre accaduto, sia che il Governo fosse di centrodestra, sia che fosse di centrosinistra, che in un'ottica di razionalizzazione complessiva della spesa e di necessità di risparmiare a tutti i livelli, anche quello nazionale, sia stata data una stretta. In questo senso, ogni livello istituzionale, per quello che ha potuto e per quello che potrà, si comporterà di conseguenza.
Quindi, non è che siete quelli che il Governo ha cercato di punire perché avete vinto le elezioni. Siete dei normalissimi amministratori che governeranno per cinque anni e che avranno da fare quello che coloro che hanno governato negli scorsi dieci anni hanno fatto come mestiere: un ragionamento con il governo nazionale, ponendosi delle priorità e cercando di avere delle risposte.
A seguito di questo scenario, voi individuate delle ricette. Dico subito che, per quanto mi riguarda, sono assolutamente d'accordo con le ricette. Perché voi dite che le ricette devono essere strutturali e le elencate. Perlomeno, l'Assessore Susta e il Consigliere Reschigna le hanno individuate: la rinegoziazione del debito, l'attuazione dei fondi immobiliari, la cartolarizzazione e poi anche, dopo Basilea 2, tutto l'aspetto della revisione dei fondi di garanzia a beneficio del comparto che riguarda il sistema delle imprese.
Mi permetto di dirvi che sono assolutamente d'accordo con questa impostazione perché anche noi, come amministrazione precedente, abbiamo iniziato ad attuarla. Peccato che all'epoca non tutti coloro che oggi plaudono all'impostazione di questa Giunta e alla riforma strutturale che si sta impostando la pensavano così.
Prendiamo atto che nel momento in cui ci si trova a confrontarsi con dei problemi di governo, ci si debba rendere conto che, se si vogliono risolvere i problemi, lo si deve fare impostando dei ragionamenti strutturali e di sistema, dunque di livello non inferiore.
Quindi, ribadisco che siamo d'accordo con queste ricette e prendiamo atto che, finalmente, anche voi lo siete.
Cosa c'è che non funziona in queste ricette? Che voi, in un certo senso, riprendete nella finanziaria, per esempio, la società in house e i fondi immobiliari, ma non funziona il modo in cui le riprendete. Nel senso che riteniamo che alcuni di questi aspetti (come una parte della riforma della legge n. 28) da voi inseriti debbano avere una dignità di legge.
Noi riteniamo che, avendo anche modificato lo Statuto regionale (mi riferisco a un articolo specifico dello Statuto, l'articolo 60, che prevede che a certi temi si dia la dignità di legge), queste giuste ricette devono essere trasformate in legge. Ecco perché quando voi avete proposto, in Commissione, una delega totale alla Giunta regionale su questi temi abbiamo ritenuto che tale proposta fosse assolutamente inaccettabile. Prendiamo atto di un piccolo sforzo che l'Assessore Susta ha fatto per arrivare in Consiglio, vale a dire quello di immaginare delle ipotesi di delibera consiliare e di stralciarne alcune parti.
Sono, comunque, fermamente convinta che, perlomeno, per quanto riguarda la società in house questo non basti. Nel senso che, se lo Statuto afferma che devono avere dignità di legge, non devono avere dignità di delibera consiliare. Poi, su questo, ragioneremo e valuteremo.
Riteniamo che su questo aspetto si debba fare una battaglia per difendere la dignità di questo Consiglio. L'attività svolta dal Consiglio ha dimostrato in questi mesi, su temi importanti come la legge sulla ricerca, ma anche ieri in Commissione per quanto riguarda la delibera sul commercio - direi anche su FIAT - che, tutto sommato, ognuno di noi ha fatto la sua parte. Il provvedimento ha avuto un percorso accettabile per le dinamiche di questo Consiglio. Riteniamo che proprio per la dignità di questo Consiglio, la Giunta debba fare uno sforzo superiore e quindi accettare che tutto il Consiglio ponga questa come una questione dirimente dal mio punto di vista, poi ovviamente i Gruppi si confronteranno riguardo al nostro atteggiamento nei confronti della discussione del bilancio.
Ritorno per un momento all'impostazione del bilancio di previsione. Noi abbiamo iniziato la discussione del bilancio di previsione con una serie di aspetti da verificare. Per quanto riguarda la situazione del Piano Sanitario, vi siete presentati in Commissione con un bilancio di previsione, con un'ipotesi di Piano sanitario. C'era da chiarire la questione del buco di un miliardo e cinquecento milioni di euro, se non ricordo male, che si è creato e quindi avevamo l'esigenza, prima di iniziare la discussione sul bilancio, di fare una serie di considerazioni.
La prima: verificato che il Piano Sanitario era una bozza, con un unico padre che si chiamava Assessore Valpreda (questo è stato dimostrato da voi nel senso che la Giunta non l'ha approvato e due giorni dopo i vari Gruppi di maggioranza hanno presentato dei contro-piani), ritenevamo che fosse importante, come primo segnale, che tale documento fosse ritirato dal sito istituzionale della Regione Piemonte, perché la Regione parla per atti e in questo caso non era questa l'impostazione.
Da "cittadina" ringrazio la Regione per la risposta. E sottolineo "da cittadina", perché il fatto che il documento sia stato ritirato dal sito l'ho appreso consultando il sito stesso: questa maggioranza e questa Giunta non si sono neanche degnate di venire in Commissione e comunicare all'opposizione - che aveva sollevato il problema - che questo era accaduto.
Noi avremmo ringraziato; magari avremmo anche detto: "Potevate farlo prima", ma rimarco il fatto che questa verifica è stata fatta da cittadina e non da Consigliera regionale.
Mi sarei aspettata un tipo di approccio e di ragionamento diverso, ma è un anno che lavoriamo insieme in questo senso ed è un anno che, tutto sommato, questo tipo di impostazione è abbastanza costante.
Veniamo al buco sanitario. Siamo partiti con un miliardo circa di debito. Finalmente abbiamo capito che non è così: la Regione è esposta per un debito che richiede un intervento immediato inferiore (al di sotto della metà o pari alla metà) rispetto a quello che si pensava (mi riferisco al discorso dei fornitori, alla cartolarizzazione e a quant'altro).
Dal mio punto di vista, però, abbiamo anche appreso un altro aspetto: nel 2005 anche la sinistra ha prodotto circa 400 milioni di buco sulla sanità. È un dato significativo - che necessita, peraltro, di interventi che faremo in futuro - perché fa pensare che i "geni" non esistono da nessuna parte; vi é soltanto la necessità, come dice il nostro Presidente Berlusconi, di rimboccarsi le maniche e cominciare in questo senso a lavorare.
Sono felice se è stato possibile coprire il buco creato nel 2005.
Giustamente, come sosteneva poco fa l'ex Assessore Picchetto, il bilancio non era poi così disastrato, perché coprite il buco e fate nuovi investimenti. Mi sembrava, insomma, che la situazione fosse tale per cui si potessero impostare queste manovre.
Mi pareva di aver capito - in tal senso mi farebbe piacere che la Giunta, nella persona della Presidente Bresso o del Vicepresidente Susta lo rimarcasse in un'eventuale replica prima della discussione dell'articolato - che si ponesse in essere un altro impegno che abbiamo letto dai giornali, vale a dire che questa Giunta, dopo ampio dibattito e insistenza da parte dell'opposizione, avesse ritenuto di adottare finalmente il Piano Socio-Sanitario Regionale.
In questo senso la situazione si è ricomposta su un fronte di discussione più sereno e, sempre in tal senso, nelle varie Commissioni ci siamo confrontati.
Il documento prevede una serie di scelte. Io vorrei rimarcare la prima anche se potrà sembrare sciocco, posto che lo hanno già fatto tutti i colleghi intervenuti: la scelta di imporre nuove tasse distingue la prima manovra finanziaria di questa maggioranza. Che siano tante o poche non so si tratta, comunque, di una scelta. Si sono individuate delle tasse da imporre ai cittadini piemontesi: è un aspetto che dobbiamo rimarcare.
Vi è un altro fattore da rimarcare: non si vede la riduzione dei ticket; o, meglio, sono state annunciate delle riduzioni, così come anticipava il collega Ronzani. Ma se la premessa è quella di fare riforme strutturali, e quindi l'attenzione è volta a trovare delle soluzioni che diano alla Regione la possibilità di gestire la spesa sanitaria in modo più corretto, va ricordato che questa modalità di esenzione del ticket - detto dall'Assessore Valpreda - ha prodotto in Regione, al di là della positiva reazione che ha suscitato in colui che ne è esentato, un'assoluta e totale conseguenza inesistente nei confronti della spesa farmaceutica. Questo concetto lo ha ribadito l'Assessore Valpreda, non noi. Lo stesso precisa: "Abbiamo fatto queste cose, però dal punto di vista dell'incidenza sulla spesa farmaceutica è una manovra praticamente inesistente".
Prendo atto che vi è stata una scelta che, secondo qualcuno, noi vogliamo definire "elettoralistica"; permettetemi di dire, però, che viste le premesse, se la scelta è quella, un pochino lo è. Ci saremmo aspettati una scelta forte e più imponente rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale.
Un'ultima considerazione sull'aspetto degli emendamenti.
Questa mattina non ero in Commissione - mi scuso per l'assenza - ma diligente, il collega Cavallera ha riportato al Gruppo gli esiti dell'illustrazione della Giunta.
Ho visto un foglio firmato dai Capigruppo di maggioranza (parlo dei numeri, non dell'emendamento politico; mi riferisco, insomma, ai contenuti della Finanziaria). Non so se è mai accaduto - me lo ricorderanno eventualmente, i colleghi Cavallera, Ghigo e Pichetto - che una maggioranza arrivasse in Consiglio e sottoscrivesse una manovra da 70 milioni di euro che va a modificare il bilancio della Giunta.
Dico anche che, visto che questa manovra è la conseguenza dei 70 milioni di tasse che prevediamo (o 50, o quello che è), non costringeteci a dire che l'Assessore Susta ha dovuto imporre le tasse per mettervi d'accordo. Perché in Commissione siete stati zitti; avete aspettato che noi sollevassimo le questioni; avete presentato degli emendamenti che ripercorrono le nostre segnalazioni e - scusatemi - avete anche previsto nuove tasse. Se è così, personalmente dico che è un modo di comportarsi un po' strano: magari li firmo anch'io i vostri emendamenti.
Se, invece, il discorso è che, dopo ampie discussioni e a seguito di valutazioni, c'è una volontà da parte della Giunta di presentare degli emendamenti, allora posso accettarlo di più.
Fate attenzione a come imposterete la cosa - magari non è così, perch adesso ci sono ancora un po' di capitoli - perché se sarà impostata in questo modo, è un atteggiamento forte, di fronte al quale, molto sinceramente, non avremmo immaginato di trovarci. Questa manovra è sempre stata immaginata come una proposta che arrivava dopo la discussione da parte della Giunta.
Sicuramente ho capito male; sicuramente ho letto male; sappiate che, di questi emendamenti che teoricamente la maggioranza propone, ce ne sono altrettanti identici dell'opposizione, che ha già presentato l'altro giorno in Commissione. Cerchiamo quindi, insieme, di immaginare un atteggiamento che faccia uscire tutti da una discussione che - lo ribadisco - rispetti la dignità di questo Consiglio, perché tacere e, poi, presentare gli emendamenti che propone l'opposizione è una cosa che si può fare, ma generalmente, viene fatta se non si è molto in buona fede.
Questa questione la pongo a livello personale. Mi auguro che l'Assessore Susta ci dia altre informazioni, diversamente, come Gruppo di Forza Italia, qualche valutazione la faremo.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Ghigo, che svolgerà l'ultimo intervento della seduta pomeridiana, comunico che la seduta di domani mattina è convocata alle ore 10.00, in cui proseguiremo il dibattito generale con l'intervento del collega Pedrale, che si è già prenotato.
Invece, la seduta pomeridiana è convocata alle ore 14.30, in cui affronteremo gli argomenti del commercio e della dotazione della pianta organica.
La parola al Consigliere Ghigo.



GHIGO Enzo

Colleghi e colleghe, nella vita amministrativa questo è il momento dell'anno più importante: al di là delle leggi approvate o che si approveranno, indubbiamente, la discussione sul DPEFR e sulla proposta di bilancio è il momento clou, e non per nulla è passato un periodo di tempo consistente per arrivare al momento della discussione in Aula e credo che in tempi relativamente contenuti si possa arrivare al varo della legge finanziaria.
Relativamente alla legge finanziaria - è già stato detto da tanti miei colleghi e non vorrei riprendere le tematiche sviluppate nel dibattito odierno - le questioni di particolare interesse che voglio riprendere in maniera significativa sono le seguenti: in primo luogo, quella rappresentata dalla Consigliera Ferrero e, in secondo luogo, vorrei svolgere due considerazioni di carattere più strategico per quanto concerne il tema della sanità e il cosiddetto "buco" della sanità.
Credo che la Consigliera Ferrero abbia posto una domanda legittima alla quale, naturalmente, ritengo di dare una risposta quasi certa: è indubbio che, per trovare la quadra su questa proposta di bilancio, come avveniva in ogni maggioranza, l'Assessore Susta abbia dovuto confrontarsi con la sua maggioranza e il costo di questo confronto è stato di 70 milioni di euro. Questo lo si deve dire con chiarezza e lo si deve evidenziare.
A fronte di questo, è necessario che voi stessi - forse in questi ultimi mesi non sempre lo avete fatto - facciate un buon esame di coscienza, iniziando a pensare che non siete, tra virgolette, se vogliamo usare un termine calcistico, quei "galattici" che, evidentemente, in campagna elettorale pensavate di essere, avendo assunto un ruolo più contingente rispetto alle difficoltà del governo.
Io che ho avuto la fortuna di governare la Regione Piemonte in questi dieci anni, ogni tanto, quando ero seduto in quei banchi e vivevo situazioni come queste, difficili, travagliate e lunghe, vi posso garantire, avendo una buona dose di autocritica e umiltà, che tra noi colleghi si facevano considerazioni sul fatto che, forse, non eravamo all'altezza o, forse, avevamo sbagliato.
Devo dire che, oggi, dopo questo lungo percorso defaticante di discussione delle vostre proposte, non è cambiato nulla. Non è cambiato nulla nella capacità di gestire il lavoro e l'iter legislativo di disegni di legge così importanti, come non è cambiato nulla nei contenuti. La vera sottolineatura che, con questo mio breve intervento, voglio fare, in senso generale, su questo prodotto è la seguente: è tutto esattamente come prima.
Adesso, non è il caso di citare Pirandello o altri grandi personaggi, per credo che questa considerazione debba essere fatta. Cioè, avete fatto una finanziaria, e ancora prima un documento di programmazione economico finanziaria regionale, che non ha nulla di nuovo. Questo non lo dico in senso critico, voglio essere costruttivo, però, nello stesso tempo, voglio che venga fatta un po' di giustizia, perché, alla fine, si fa quello che si può. Voi avete fatto quello che avete potuto, salvo la contingenza generale economica della nostra Regione, del nostro Paese e del nostro continente salvo, chiaramente, la difficoltà di gestire il rapporto tra maggioranza e opposizione in un'Assemblea dotata di un tale Regolamento.
Voi avete presentato questo bilancio alla fine del mese di novembre ricordiamo a tutti che siamo alla fine del mese di marzo. Probabilmente approveremo questo bilancio nei primi giorni del mese di aprile o successivamente, anche perché abbiamo fatto un accordo politico che prevede la contestualità tra l'approvazione del Piano Sanitario in Giunta e l'approvazione e non votazione finale del bilancio. Personalmente, non perché voglia gufare contro, mi sembra di avere capito che, forse, il 3 aprile il Piano Sanitario ancora non verrà partorito. Ci sono alcune dichiarazioni rese dall'Assessore Valpreda e riportate oggi dai quotidiani in cui si fa la data del 7 aprile. Tra le date del 3 e del 7 aprile relativamente ad un documento importante come il Piano Sanitario, non c'è nulla di scandaloso, non c'è nulla di così tragico, il fatto è che avete detto che lo approverete il 3 aprile.
Siccome avete già dimostrato tante volte - passatemi il termine - di "tirarverla un pochettino", per poi ritornare sui vostri passi, credo - ed è questo il consiglio che mi permetto di dare - possiate evincere, dopo un anno di esperienza, che il rapporto d'Aula e il rapporto con l'opposizione hanno comunque determinate regole e meccanismi, che sarà bene, secondo me che voi teniate in dovuta considerazione nei prossimi anni.
Nessuna novità o per lo meno una novità: in questo bilancio avete dovuto, tra virgolette, "ritornare sui vostri passi" per quanto riguarda lo tanto sbandierato buco sulla sanità, perché, in realtà, in questo bilancio non vi è traccia di questo buco. Soprattutto, anche qui, avete dovuto dichiarare, sollecitati dall'opposizione in Commissione, l'iscrizione nel 2005 di un disavanzo sul funzionamento della sanità della nostra Regione pari a circa 400 milioni di euro, per fare una considerazione a crescere.
Questa è la tanto sbandierata politica sanitaria che avrebbe dovuto rivoltare nell'arco di qualche settimana il sistema sanitario regionale.
Questo lo dico perché rimanevo esterrefatto nel sentire che persone che conoscono la sanità o anche colleghi, al di là dell'approccio politico e della strumentalizzazione dialettica, che conoscono a fondo la realtà della sanità, come l'attuale Assessore, potessero spingersi a dire che le cose sarebbero cambiate in tempi così rapidi.
Se avete iscritto circa 400 milioni di euro a debito significa che non è cambiato nulla neanche nella sanità, perché state facendo esattamente i debiti che facevamo noi. Adesso voi dite di essere arrivati negli ultimi 6 7 mesi e che perciò quel debito è stato fatto tutto prima, ma questa è una spiegazione che, chiaramente, non sta in piedi.
Il fatto è che il cambiamento è un processo difficile e complesso.
Soprattutto, voglio ricordare in questa sede, in quanto è stato riconosciuto anche dal Vicepresidente Susta, che la situazione finanziaria della gestione sanitaria nella nostra Regione non è nient'altro che quella delle altre Regioni. Siccome sono state citate in senso positivo relativamente alle acque minerali, la Lombardia e la Liguria, sappiate che la gestione dei disavanzi sanitari è sempre dipesa chiaramente dai trasferimenti - sempre inferiori alle necessità - e dalle capacità delle strutture amministrative delle Regioni di "trovare" quelle corrette alchimie per impostare in bilancio il disavanzo della sanità.
Se avete la possibilità di verificare qual è il disavanzo complessivo della sanità a livello nazionale, vi accorgerete che per quota di accesso termine usato per la distribuzione del fondo sanitario in ogni singola Regione - la Regione Piemonte è assolutamente in linea con tutte le altre Regioni virtuose (mi riferisco alle Regioni Emilia Romagna, Lombardia Toscana).
Questo è un punto politico al quale do una significativa importanza. Il mio ragionamento a cosa vuole arrivare? A ristabilire un minimo di verità per quello che serve! Intanto stiamo affrontando un dibattito che dal punto di vista giornalistico nessuno ascolta, che la maggior parte dei Consiglieri non ascolta. Non lo dico in senso critico, parlo, come ogni tanto si dice, soprattutto a me stesso, per gratificarmi, per il verbale.
Rimanga agli atti - magari qualcuno cercherà di smontare le mie tesi- che l'amministrazione precedente, quella gestita e guidata dal sottoscritto insieme a tanti Consiglieri, ha fatto quello che poteva, esattamente come state facendo voi. Questo è un punto di vista politico, che ritengo debba essere affermato con forza.
Abbiamo operato definendo alcune linee programmatiche. Vi ricordate la battuta che rincorre in molte situazioni politiche: "Fai qualcosa di destra, fai qualcosa di sinistra". Come se oggi, nel panorama politico del nostro Paese, fosse così facile distinguere l'azione amministrativa di destra o di sinistra. Da buon amministratore si cerca di fare le cose giuste; ogni tanto ero accusato di non fare cose sufficientemente di destra; probabilmente l'Assessore Susta, non credo la Presidente Bresso sarà accusato di fare poche cose di sinistra. Mi sembra che il costo complessivo di 70 milioni di euro sia l'esempio classico di come ci si debba muovere nel far quadrare un bilancio con la sua maggioranza, nel tentativo di mettere d'accordo una coalizione molto diversificata. Il fatto che sugli emendamenti ci siano le firme, Consigliera Ferrero, non è solo ed esclusivamente dovuto alla volontà di far partecipare la maggioranza alla stesura degli emendamenti, ma è una forma di sottoscrizione e di patto che permette al Vicepresidente Susta - che ha lavorato estremamente bene e che è stato un interlocutore assolutamente credibile e disponibile - di stare tranquillo che il bilancio, alla fine, sia da parte dell'opposizione, ma soprattutto da parte della maggioranza, lo porterà finalmente a casa. Così la Presidente Bresso potrà finalmente lasciarlo tranquillo e dargli il via libera per lidi che l'Assessore preferisce (ma qui entriamo nella sfera delle scelte personali, perciò permettetemi di fare questa piccola battuta).
Mi spiace non sia presente la Presidente Bresso, credo che a nessuno di voi sfugga che queste battute erano rivolte soprattutto a lei. Perciò è ancora doppiamente frustrante: in realtà parlavo a me stesso, perch suocera intendesse. La suocera non c'è, più frustrato di così...però ci sono i "Bresso Boy". Consentitemi un paragone calcistico: sono presenti tanti buoni portatori di palla, che in una squadra servono sempre. Basta che non siano come Gattuso, detto Ringhio...Chi vuole, intenda, è sem pre un paragone calcistico. Cosa ho detto di male? Gattuso non è soprannominato così? È un buon portatore di palla. Potrei citare anche Furino per la Juventus che è stato, per anni, un grande portatore di palla.
Queste considerazioni le ho fatte soprattutto per la Presidente Bresso perché ritengo che se c'è una cosa, oltre al merito - che è già stato ampiamente sviluppato dai miei colleghi - che ritengo estremamente negativa, è l'atteggiamento che ha poca cura - vorrei trovare la terminologia giusta - di quello che l'opposizione rappresenta o, peggio ancora, molto sprezzante rispetto a quello che l'amministrazione precedente ha fatto.
Credo che la continuità e la cultura amministrativa sia un valore, l'ho dimostrato in questi anni di Governo, e spero e mi auguro che finita l'ubriacatura delle elezioni, preso atto che governare è difficile e che bisogna farlo con molta umiltà, ci sia da parte della Presidente un cambiamento di atteggiamento.



PRESIDENTE

Come comunicato, era l'ultimo intervento.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.10)



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