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Dettaglio seduta n.7 del 21/06/05 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(La seduta ha inizio alle ore 15.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Ricca e Rutallo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Sarà un fatto solo momentaneo -e mi scusi se lo faccio notare - ma sui banchi del governo non c'è nessun rappresentante. Gradirei che almeno un rappresentante ci fosse.


Argomento:

Riassunzione progetti di legge, ex articolo 77 del Regolamento: adempimenti


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g. inerente alla riassunzione dei progetti di legge.
Per questi progetti di legge possiamo adottare la medesima procedura utilizzata nella scorsa seduta, ossia deliberarne la trattazione diretta in aula, quindi l'iscrizione all'o.d.g. e il rinvio in Commissione per ulteriori approfondimenti.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Riassunzione progetto di legge "Progetto sperimentale finalizzato al recupero e alla valorizzazione delle costruzioni in terra cruda" - (già pdl n. 345) richiesta del Consigliere Muliere (esaurita fase referente)


PRESIDENTE

Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di riassunzione ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento l'immediata iscrizione all'o.d.g. dell'Assemblea ed il rinvio in Commissione, ai sensi dell'articolo 81 del Regolamento, per ulteriori approfondimenti (nei termini temporali regolamentari) Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Riassunzione progetto di legge "Istituzione del fascicolo del fabbricato" (già pdl n. 467) richiesta del Consigliere Muliere (esaminato, ma non esaurita fase referente)


PRESIDENTE

Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di riassunzione ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento.
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Veterinaria

Riassunzione progetto di legge "Norme sulla sperimentazione animale. Applicazione regionale del Decreto Legislativo 27 gennaio 1992, n. 116" (già pdl n. 478) richiesta del Consigliere Muliere (esaminato, ma non esaurita fase referente)


PRESIDENTE

Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di riassunzione ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento.
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Personale del servizio sanitario

Riassunzione progetto di legge "Modifica legge regionale 10/1995, articolo 15" - (già pdl n. 490) richiesta del Consigliere Muliere (esaminato, ma non esaurita fase referente)


PRESIDENTE

Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di riassunzione ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento.
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Riassunzione progetto di legge "Istituzione del Centro di documentazione nell'area della Benedicta nel Parco delle Capanne di Marcarolo" - (già pdl n. 495) richiesta del Consigliere Muliere (esaminato, ma non esaurita fase referente)


PRESIDENTE

Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di riassunzione ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento.
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Riassunzione progetto di legge "Norme a garanzia della qualità del prodotto enologico piemontese" - (già pdl n. 515) richiesta del Consigliere Muliere (esaminato, ma non esaurita fase referente)


PRESIDENTE

Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di riassunzione ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento.
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Statuto - Regolamento - Consiglio, organizzazione e funzioni

Riassunzione progetto di legge "Istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali" - (già pdl n. 527) richiesta del Consigliere Muliere (esaminato, ma non esaurita fase referente)


PRESIDENTE

Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di riassunzione ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento.
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Montagna - Viabilità

Riassunzione progetto di legge "Interventi regionali per la viabilità rurale" - (già pdl n. 530) richiesta del Consigliere Muliere (esaminato, ma non esaurita fase referente)


PRESIDENTE

Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di riassunzione ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento.
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza - Tempo libero

Riassunzione progetto di legge "Istituzione dell'albo regionale dei musicisti, dei gruppi teatrali e delle corali amatoriali" - (già pdl n. 568) richiesta del Consigliere Muliere (esaminato, ma non esaurita fase referente)


PRESIDENTE

Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di riassunzione ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento.
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Informazione

Riassunzione progetto di legge "Sistema, ricerca, innovazione e sviluppo del Piemonte e reti della conoscenza" - (già pdl n. 648) richiesta del Consigliere Muliere (esaminato, ma non esaurita fase referente)


PRESIDENTE

Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di riassunzione ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento.
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.) - Caccia

Riassunzione progetto di legge "Danni agli allevamenti da parte della fauna selvatica. Misure straordinarie ad integrazione della l.r. 4 settembre 1996, n. 70 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio" - (già pdl n. 653) richiesta del Consigliere Muliere (esaminato, ma non esaurita fase referente)


PRESIDENTE

Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di riassunzione ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento.
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Commemorazioni

Esame ordine del giorno n. 6 inerente a "Solidarietà a Oriana Fallaci" presentato dai Consiglieri Rossi, Allasia, Dutto e Monteggia


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g. inerente l'ordine del giorno n. 6 "Solidarietà a Oriana Fallaci".
Per l'illustrazione ha chiesto la parola il Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente e colleghi.
Io credo che in un paese che si definisce libero debba essere data a chiunque la libertà di espressione, tanto più quando questa libertà di espressione avviene scrivendo dei libri o scrivendo dei testi che non sono pubblicamente diffusi, ma vengono letti da chi li acquista.
Credo che questo sia un metodo che nel nostro paese ha sempre funzionato e ha sempre sancito le regole della democrazia.
Ricordo che alcuni anni fa, quando ero parlamentare a Roma, avevo trovato sul sito internet della Mondadori alcune pagine di un libro di uno scrittore, che descriveva con perfetta realtà rapporti sessuali di persone maggiorenni con bambini. Un libro che assolutamente esaltava, osannava e parlava bene della pedofilia. Ma la crudità di come erano descritti gli atti sessuali sinceramente era peggio di un qualunque film pornografico.
Queste pagine erano tranquillamente visibili addirittura sul sito internet della Mondadori.
Ho provveduto a fare denuncia, ho presentato un'interrogazione parlamentare e la Mondadori l'ha ritirato dal sito, ma questo per una scelta sua personale. La risposta in aula del Ministro è stata che essendo un libro ed essendoci in Italia la libertà di parola, di pensiero e di opinione, il personaggio che ha scritto quel libro poteva tranquillamente scrivere quello che ha scritto sul libro e pubblicarlo, al di fuori del buon gusto - e questo era stato aggiunto dal Ministro.
Ora una scrittrice italiana, credo nota a livello mondiale, dà dei giudizi sui personali, magari anche crudi e duri, ma sono giudizi suoi personali su un libro.
Questo libro viene pubblicato ed è il libro di Oriana Fallaci "La forza della ragione" e a seguito della denuncia di un signore, Adel Smith, che è il Presidente dell'Unione Musulmani in Italia, si trova un magistrato che pensa bene di denunciare e di rinviare a giudizio Oriana Fallaci per vilipendio alla religione islamica.
Peccato che lo stesso magistrato non intraveda invece in Adel Smith che non ha scritto un libro, ma ha dichiarato davanti a tutti la seguente frase "Gesù Cristo, un cadavere in miniatura inchiodato ad un pezzo di legno", ha definito la Chiesa Cattolica un'associazione a delinquere di cui Papa Wojtyla era il capo (all'epoca della dichiarazione "è il capo"), e ha messo in atto delle azioni assolutamente contro logica, come gettare un crocifisso fuori dalla finestra della stanza d'ospedale in cui ricoverata la madre.
Il suo magistrato ha pensato bene di intervenire in merito, e un magistrato, in seguito alla denuncia di Adel Smith ha pensato bene di rinviare a giudizio una scrittrice per avere scritto parole, a suo dire offensive nei confronti dell'Islam e di coloro che praticano quel credo religioso.
E' partita una raccolta di firme a sostegno di Oriana Fallaci, che - vi ricordo - è anche malata terminale di cancro, per le accuse che noi riteniamo assolutamente ingiuste che le sono state mosse.
Dopo di che si può essere d'accordo o meno con quello che dice, non dico che bisogna essere d'accordo su quello che lei scrive, ma ci sono centinaia di autori nei confronti dei quali qualcuno potrà non essere d'accordo: pensate soltanto a chi ha scritto libri osannando rivoluzioni acclamando assassini o personaggi che nella storia hanno compiuto azioni deprecabili, massacrando, magari, vittime innocenti.
Ciò che chiediamo nella prima parte di quest'ordine del giorno è di esprimere solidarietà nei confronti di Oriana Fallaci per le accuse ingiuste che le sono state mosse; ingiuste nel senso che si tenta di processare una scrittrice per un reato di opinione e di pensiero.
Nella seconda parte del provvedimento, invece, l'impegno è rivolto al Presidente della Giunta affinché intervenga a sostegno dell'iniziativa firmata alcuni giorni fa - 26 maggio 2005 - da ben 70.000 persone che chiedono di portare Oriana Fallaci a Palazzo Madama, candidandola Senatore a vita.
Si tratta, quindi, di due richieste separate: la prima riguarda la solidarietà, perché riteniamo che la libertà d'opinione, di pensiero e di parola debba essere garantita; la seconda invita a sostenere l'iniziativa di proporre Oriana Fallaci come Senatore a vita, avallando la richiesta di circa 100.000 italiani, che riconoscono a questa donna un ruolo importante e pensano che sia meritevole di un'onorificenza che la Costituzione prevede per chi abbia onorato l'Italia attraverso l'opera dell'ingegno: credo che questa donna lo abbia fatto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertetto; ne ha facoltà.



BERTETTO Oscar

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo che su temi che riguardano regole di fondo della vita democratica, importanti problemi etici e giudizi sulle grandi religioni, con la complessità della loro storia e le articolate espressioni della loro vita spirituale, si possano avere due atteggiamenti: il primo è volto alla ricerca di punti comuni di confronto e di dialogo, per trovare delle prospettive unitarie; il secondo è di sollevare schermaglie strumentali, il cui scopo principale non è l'interesse per il problema, né tanto meno la pietas per la persona interessata, ma rendere visibile questo o quel Gruppo, questo o quel Consigliere.
Credo che questo sia lo spirito con cui è stato sollevato questo ordine del giorno, e non certo il primo.
Il punto principale sollevato attraverso questo ordine del giorno, su cui, forse, valeva la pena spendere qualche parola in più, riguarda appunto, la libertà d'espressione in Italia e il reato d'opinione, ancora previsto dal nostro Codice Penale; quindi, semmai, era auspicabile invitare il Presidente della nostra Giunta a adoperarsi affinché i lavori in Commissioni siano più rapidi, per approvare un nuovo testo del Codice Penale che superi il reato d'opinione.
Invece, abbiamo sentito, in questa sede, fare citazioni da libri passati, apparsi su siti internet di Mondadori; abbiamo sentito citare frasi di Adel Smith, estrapolate dal "farneticare" di questa persona.
Tra l'altro, assicuro i firmatari di questo ordine del giorno che se si estrapolassero alcuni riferimenti dai libri di Oriana Fallaci - non tanto e non solo dall'ultimo, ma anche dai primi, quando lottava per la democrazia contro i colonnelli greci - probabilmente si stupirebbero di alcune di quelle citazioni e troverebbero forse inopportune quelle frasi.
Per questi motivi, credo che il Gruppo DS non possa che astenersi. E lo dico a malincuore, perché, come sostenevo prima, sui grandi temi della vita civile si dovrebbero trovare dei punti di unione, e non di divisione.
Non possiamo che astenerci per lo spirito con cui è stato presentato l'ordine del giorno, suggerendo, peraltro, anche un minimo di eleganza nella stesura di documenti simili, soprattutto nella parte dispositiva: francamente, terminare il testo scrivendo: ".a portare Oriana Fallaci a Palazzo Madama", mi pare un modo poco elegante per sostenere che la vogliamo candidare a Senatore a vita.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Noi crediamo che Oriana Fallaci sia stata una scrittrice importante.
Nei primi anni Sessanta ha toccato questioni poco dibattute, come la condizione femminile, con uno sguardo molto critico in particolare nei confronti del nostro Paese.
Ha fatto reportage, e scritto articoli giornalistici su problemi molto gravi nel mondo, come il Vietnam o il Medio Oriente, questione drammatica ancora oggi. Ha intervistato numerosi personaggi fondamentali del mondo politico, e non solo, di quegli anni, come Arafath, Kissinger, Fellini e mille altri.
È autrice, verso la metà degli anni Settanta, di un libro sull'aborto che ha suscitato, in una fase in cui il tema era particolarmente sentito grandi polemiche (a volte, l'argomento è stato usato in modo differente nel dibattito politico-culturale).
È stato ricordato, nell'ultimo intervento, un suo testo molto interessante, scritto dopo la morte di Alekos Panagulis, suo compagno per alcuni anni, vittima della dittatura dei colonnelli in Grecia.
Negli anni successivi, in particolare dopo il famoso 11 settembre 2001 Oriana Fallaci ha subito un profondo mutamento (legittimo, per carità).
Il suo libro successivo ai fatti dell'11 settembre 2001 è un duro sfogo: è un confronto fra America e Italia; è un attacco frontale all'Islam, dove si parla di questa religione come pura portatrice del concetto di guerra santa, tale da necessitare una sorta di "guerra santa" contro se stessa. È una polemica frontale contro il Movimento NOglobal, in particolare dopo i fatti di Genova: tutti ricorderanno le durissime posizioni che questa scrittrice tenne in occasione del Social Forum di Firenze nell'autunno 2001.
Ancora più netto è il libro successivo, "La forza della ragione" del 2004, che, per coincidenza, esce il giorno dopo l'attentato alla stazione di Madrid, ovvero il 12 marzo 2004. È un libro ancora più polemico nei confronti dell'Islam, e del mondo islamico in generale, perché contiene attacchi molto duri verso tutto quello che noi riteniamo sia stato - e sia tuttora - un attore politico importante nel mondo occidentale, il movimento per la pace, in molti casi con un uso dell'insulto frontale, che a noi pare sia tipico di chi non ha, spesso, motivi di altro tipo da far valere.
Inoltre, si fa uso delle condizioni personali: tutti sanno che Oriana fallaci è malata da alcuni anni, quasi da presentarla come una sorta di martire intoccabile, malattia che spesso viene addebitata a chi la critica o a chi non la pensa come lei.
In questo emerge anche un attacco forte al tema dell'immigrazione, che come abbiamo già ribadito in questa sede, è un grave problema, che non crediamo possa essere banalizzato.
È grave, a nostro giudizio, affermare che Prato è stata occupata dai cinesi, che gli iracheni sono solamente marmaglia o, ancora, insultare cittadini di altri Paesi.
Ancor di più, o comunque della stessa misura, ci pare grave l'uso di insulti contro alcuni personaggi: si potrebbero fare, anche in questo caso citazioni che non uso, ma che vengono impiegate continuamente nel libro.
In particolare, ci sembra preoccupante quella sorta di odio espresso contro una fede religiosa. Chi non è credente come me, ha rispetto per tutte le fedi, credo che debba avere rispetto per il modo in cui tutte le religioni che si sono manifestate in epoche diverse e in forme diverse nei vari paesi del mondo e per tutto quello che la fede religiosa simbolica rappresenta.
È quindi profondamente preoccupante questo clima di odio che viene espresso, soprattutto in un mondo in cui si moltiplicano sempre di più gli scontri etnici, le contrapposizioni tra l'una e l'altra fede, ben differenti da quel dialogo interculturale e religioso di cui si parlava qualche anno fa, soprattutto in cui anche intellettuali e storici parlano espressamente di scontro fra diverse civiltà che avrebbe sostituito interamente lo scontro fra pensieri politici e fra classi sociali differenti.
Ci pare anche profondamente preoccupante questa visione, in un paese come il nostro, che sempre più ci sembra diviso e privo di riferimenti ideali e forti, in cui anche alcuni fatti avvenuti nelle ultime settimane ci paiono tali: i funerali di Varese per un fatto drammatico e grave trasformati in una specie di manifestazione politica, funerali di un ultrà della Roma, trasformati in una parata nazista e razzista; il fatto che una ragazza quindicenne violentata a Bologna sia stata inevitabilmente violentata, per gli organi di stampa e nella mentalità comune, da persone che vengono da altri paesi, cosa assolutamente ignota, almeno ad ora.
Noi pensiamo invece necessario il dialogo, il confronto tra mondi e religioni differenti, che implica come primo dato che ci si conosca, perch molto spesso odi, contrasti e contrapposizioni derivano da una mancata conoscenza di quello che gli altri sono.
Crediamo - lo diciamo in modo molto forte - necessaria ogni libertà di pensiero, di organizzazione, quindi anche persone lontanissime da noi che scrivono cose a noi opposte devono avere ovviamente tutta la libertà di scriverle sui giornali, sugli organi di stampa, di dirle alle tivù, di ripeterle nei loro libri, che tra l'altro vendono anche quantità di copie molto alte, a dimostrazione di un clima culturale preoccupante.
Ma pensiamo che questa figura non sia tale da essere proposta per la carica di Senatrice a vita, non ci pare che abbia illustrato particolarmente il nostro paese in questi ultimi anni. Ricordiamo che altre campagne - ne parleremo magari nei prossimi Consigli - sono state proposte per altri personaggi donna in particolare, da Tina Anselmi (siamo nel sessantesimo anno della liberazione) a Lidia Menapace, che ha illustrato particolarmente questo paese, il movimento della pace, il movimento delle donne, di formazione cattolica anch'essa; ricordiamo la campagna su Margherita Hack, che è una grande scienziata.
Questi sono i motivi per cui eviteremo, credo, dichiarazioni di voto, a meno che il dibattito continui in altri termini e in altro modo. Ad ogni modo, il nostro Gruppo esprime già da ora un voto contrario a questo ordine del giorno, che penso sia conseguente alle considerazioni che ho modestamente tentato di fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Che in qualche modo gli scritti della Fallaci siano stati magnificati da una parte prima e dall'altra dopo, questo è fuori discussione. Di conseguenza, la considerazione che cercheremo di fare, esprimendo una valutazione positiva sull'ordine del giorno che è stato presentato, è invece sull'interesse che gli scritti della Fallaci hanno rappresentato in questi ultimi anni.
È interessante comprendere non soltanto quanto scritto, ma quanto fortemente denunciato per capire quanto gli Stati nazionali europei e la stessa Unione europea abbiano in qualche modo incentivato o comunque creato un brodo di cultura indispensabile a uno sviluppo del terrorismo islamico in terra europea e in terra mediorientale. L'Unione europea blocca i primi finanziamenti ad alcune delle organizzazioni terroristiche più pericolose dell'area mediorientale, palestinese in particolar modo, con il semestre italiano. Fino al semestre italiano l'Unione europea finanziava, con la clausola del supporto alla nascita democratica, alcune organizzazioni palestinesi che sono indicate da tutti i paesi occidentali, non solo dagli Stati Uniti, come organizzazioni terroristiche.
Credo che il merito della Fallaci sia stato quello di rappresentare un'anima profonda non soltanto dell'Italia, ma di un pensiero europeo di coloro i quali, certamente in modo politicamente poco corretto ma esprimendo un sentire che è diffuso, sostengono correttamente, come noi facciamo, che la presenza dell'Islam all'interno delle nostre nazioni è una presenza poco regolamentata, è una presenza che non ha sicuramente integrazione fra differenti culture, è una presenza che porta, in numeri ovviamente minimali rispetto alla percentuale dei residenti ma assolutamente significativa per gli interventi che sono stati fatti, un numero di terroristi all'interno delle nostre nazioni, in quelle situazioni, in quelle associazioni, in quelle moschee che nutrono invece il più ampio rispetto da parte anche delle amministrazioni locali. Allora ci si deve interrogare per quale motivo vi siano alcune istituzioni religiose il viale di Milano dove è stato fatto più di un arresto però con successivo rilascio, o alcune moschee torinesi o alcune dichiarazioni di alcuni Imam torinesi che si sono permessi di minacciare (è il caso di Buchka prima maniera) la popolazione italiana e torinese senza che questo in qualche modo rivestisse alcuna critica da parte delle forze sociali. Ci dimentichiamo che coloro i quali mossero per l'abbattimento delle due Torri partirono, vennero addestrati e trovarono finanziamenti nelle Nazioni europee; a volte ci si dimentica che un numero elevato di terroristi ha fatto spola, in particolar modo quelli che si occupavano dell'aspetto finanziario nella nostra nazione e specialmente a Milano.
Il merito della Fallaci, merito che in qualche modo le ascriviamo, è stato quello di rompere il muro del politicamente corretto e dire le cose esattamente come stanno, esattamente come pensano centinaia e migliaia di cittadini, i quali ritengono che i loro governi non sostengano a sufficienza una lotta di sicurezza nei confronti di molte popolazioni islamiche - ovviamente di una minoranza di essi - che le politiche di integrazione troppo spesso non badino a politiche selettive nei confronti di coloro i quali invece fanno dichiarazioni o hanno atteggiamenti o manifestazioni chiaramente contro l'ordinamento dello Stato e che non hanno alcuna intenzione di attuare una politica di integrazione, così come le varie associazioni e istituzioni locali cercano loro di porgere. Questo è il dato più importante. Altro dato importante, individuato giustamente dalla mozione, è la volontà di apparire da parte di una certa magistratura.
Quella magistratura che scarcera alcuni terroristi ritenendoli non in grado di rappresentare un particolare pericolo; la stessa che non consente il rimpatrio - per le motivazioni più differenti - di alcuni, altrettanto noti, terroristi o cittadini extracomunitari clandestini; la stessa che ritiene opportuno rinviare a giudizio Oriana Fallaci: il magistrato ne ha avuto un ritorno di stampa che non avrebbe potuto avere qualora avesse svolto il doveroso lavoro di magistrato, occupandosi magari del furto delle auto e della sicurezza dei quartieri delle città.
Al di là della legittima modifica al Codice Penale in materia di reati d'opinione credo che le forze politiche debbano in qualche modo porre un argine e manifestare che vi è una misura oltre la quale non si può andare.
Non importa l'appartenenza politica, non importa il partito in cui si caratterizzano le idee che uno ha, ma, come accade in altre Nazioni europee, vi è, su alcuni temi, una comunione di pensiero, che è quella che tende a tutelare la Nazione in cui si vive e il popolo che nella stessa vi abita.
Pertanto, noi siamo certamente favorevoli a esprimere solidarietà ad Oriana Fallaci. Credo che il conferimento della nomina di Senatore a vita alla Fallaci potrebbe rivestire una grande importanza. Sarebbe opportuno essendo già stati nominati Senatori a vita personaggi come Mario Luzi recentemente scomparso, così come alcune tra le più improbabili figure della storia repubblicana. Come alcuni colleghi ricordavano, Oriana Fallaci è stata una grande scrittrice che, nell'arco degli ultimi 30-40 anni, ha sempre avuto il merito di denunciare "da una parte e dall'altra" verità scomode che nessuno prima denunciava. Sono altrettanto convinto che ogni Gruppo consiliare (i colleghi della Lega non hanno bisogno di nessun avvocato) sappia esercitare il proprio mestiere. Noi non consigliamo ad altri come si fa, perché sarebbe altrettanto opportuno che ogni Gruppo si comportasse come crede senza fare il pedagogo delle emozioni altrui.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Vignale.
La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Il nostro è un breve intervento ed una dichiarazione di voto. Voteremo contro quest'ordine del giorno. Siamo contrari ad ogni forma di strumentalizzazione soprattutto su questioni così delicate come la libertà di religione e di pensiero. Siamo convinti che quest'ordine del giorno sottende una strumentalità strisciante, che oramai la Lega Nord da alcuni anni utilizza contro le popolazioni islamiche che risiedono nel nostro paese, sostanziata da numerose campagne antislamiche in tutto il Norditalia e attivate con veemenza (a volte anche con violenza) contro queste popolazioni.
La libertà di parola e la libertà di pensiero deve essere sostanziata con il rispetto della libertà di pensiero e di parola degli altri prima ancora che della propria. Credo che questo valga per tutti, non solo per quelli che sono qui come immigrati e che cercano un lavoro e di integrarsi con il nostro modello sociale. Vale soprattutto per i cittadini italiani che sono nati in Italia e che quindi godono pienamente dei diritti sanciti dalla Costituzione, e proprio perché cittadini di un paese che ha una Costituzione avanzata - i diritti e le libertà sono un principio inviolabile - devono avere gran rispetto e grand'attenzione per le altre culture e per le altre religioni.
L'Unione Europea ha sostenuto e finanziato la cooperazione con i popoli della Palestina in ambito sanitario, scolastico e formativo. L'Unione Europea ha aperto circa 140 contenziosi legali nei confronti dello Stato di Israele, perché in molti raid militari sono state distrutte proprietà dell'Unione che erano indirizzate all'assistenza sanitaria o a quella scolastica. Quindi nessuno ha finanziato il terrorismo, nessuno ha sostenuto cellule di Al Qaida nascoste chissà sotto quali sigle, ma semplicemente si è cercato di rendere più normale la vita di tanti bambini e di tante famiglie che non godono dei diritti elementari (l'istruzione l'assistenza, la sanità) del vivere civile, in un paese che vive quotidianamente il dramma della guerra e della violenza.
Noi voteremo convintamente contro quest'ordine del giorno perch vogliamo evitare che l'attacco strumentale contro la religione islamica e gli immigrati possa in qualche modo alimentare un clima che diventerebbe un clima di odio contro tutto ciò che è diverso, contro tutto ciò che non ci piace. La convivenza, il rapporto tra le persone, il rispettarsi reciprocamente è per noi l'elemento fondamentale da cui non si pu prescindere.
Noi pensiamo che Oriana Fallaci debba essere aiutata perché è evidente che ultimamente abbia qualche problema nel formulare ragionamenti liberi e oggettivi, non condizionati dalle manie e dalle fobie che ormai la stanno perseguitando. Non mi sembra che l'aiuto che si possa dare ad una persona così gravemente malata possa essere quello di mandarla a fare la Senatrice a vita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Rispetto alle affermazioni che sono state fatte, rispetto ad affermazioni sulla dialettica democratica, sulla tolleranza, sulla comprensione, sul dialogo interreligioso, mi permetto - e i colleghi torinesi dei vari schieramenti politici lo sanno - di parlare con convinzione e serenità in nome del Gruppo di Forza Italia, anche perché la storia e i fatti, io credo, hanno sempre più valore delle argomentazioni che - ahimè - cambiano a seconda del ruolo che uno ricopre in maggioranza e in minoranza, cosa che mi dispiace molto. Dico questo perché il centro italo-arabo Dar Al Hikma, il centro di cooperazione che il Presidente Gariglio sicuramente conoscerà, ma che anche molti colleghi, il Vicepresidente Placido e altri hanno visitato, è stato fondato ed inaugurato dal Presidente Ghigo, ed è stato fondato con il contributo sostanziale dell'Assessorato alla cultura della Regione Piemonte. Fu contestato da chi aveva posizioni razziste, fu contestato dagli integralisti islamici. Su questo abbiamo puntato una campagna di dialogo convinta e profonda. Consiglierei, a chi ancora non lo conosce, di visitare il centro italo-arabo perché è un luogo veramente di dialogo interculturale, di fratellanza, di pace, di comprensione, frequentato da persone che hanno qualcosa da dire in piena libertà.
Vorrei inoltre ricordare quanto la collega Mariangela Cotto ha fatto per i paesi arabi sulla cooperazione internazionale. Lo dico, per non parlare sempre di fantasmi e per tesi precostituite. Crediamo nel dialogo interrazziale, multietnico, multireligioso e multiculturale, e la collaborazione con il Vicesindaco Calgaro e l'Assessore Alfieri del Comune di Torino ha portato a numerose iniziative in questa direzione (la Città di Torino, nel campo dell'istruzione, si è sempre mossa in questo senso). Mi sembra giusto ribadire questo punto di vista perché è assodato che quanto promuove il dialogo, la comprensione, la non violenza, oggi sia più che mai necessario.
Tanti anni fa intervenni a difendere Oriana Fallaci, attaccata dall'estrema destra per il libro "Questo è un uomo" e per le sue posizioni contro i colonnelli greci. Allora votai la solidarietà ad Oriana Fallaci oggi voto la solidarietà ad Oriana Fallaci. Un conto è dissentire sulle posizioni - ho letto con attenzione i libri: dico cose diverse quando intervengo sull'argomento - un altro è prendere la china di interventi di magistratura e di censura, avendo sempre difeso tutte le posizioni possibili (sarebbe paradossale non difendere questa).
Mi sembra strano che in questo singolare rovesciamento dei ruoli, forze che hanno sempre difeso la libertà di pensiero, oggi abbiano qualche imbarazzo: un conto sono le argomentazioni della Fallaci, altro - "non esprime solidarietà" - che possa essere perseguita per le opinioni espresse. Mi riferisco esattamente al punto dell'ordine del giorno della Lega che recita: "E' stata rinviata a giudizio dal GIP del Tribunale di Bergamo per vilipendio"...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Ronzani, lasci terminare il Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Consigliere Ronzani, proponevo - non mi ha fatto finire l'intervento di votare l'ordine del giorno per parti separate. Secondo me vanno distinti tre punti: l'opinabilità della concessione del seggio senatoriale ad Oriana Fallaci, le sue idee, il fatto che le sue idee non possano essere censurate né dalla Magistratura né da campagne d'odio. Chi frequenta l'Università sa benissimo quanto è successo pochi giorni fa, e condivido le dichiarazioni del Sindaco Chiamparino sull'ordine pubblico Invito i colleghi a leggere su Internet i messaggi di odio continuo, di violenza continua, di criminalizzazione di chiunque assuma posizioni diverse.
Il documento contiene una parte che può essere opinabile; ma chiunque sia sincero e democratico non dovrebbe bocciare la parte relativa alla solidarietà: diversamente, non è chiaro il parallelo tra democrazia e tolleranza. Così come ho votato anni fa a difesa di Oriana Fallaci, così voterò oggi. Voterò la difesa della libertà di pensiero perché tutelandola per lei, la tutelo per tutti. Avendola tutelata per tutti, la tuteliamo anche per lei.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Allasia; ne ha facoltà.



ALLASIA Stefano

Anzitutto devo fare una dichiarazione. Qualcuno ha voluto enfatizzare la propria posizione di laico o di altre appartenenze religiose: personalmente, dichiaro di essere un cristiano cattolico.
Manteniamo la posizione assunta nell'ordine del giorno: esprimiamo solidarietà a Oriana Fallaci e chiediamo un impegno affinché sia insignita del titolo di senatrice a vita. Non troviamo nulla di scandaloso nella nostra proposta, già nella storia antica abbiamo visto rendere omaggio a cavalli (resi senatori); qualche anno fa abbiamo visto sistemi democratici che candidavano a parlamentari porno star. La nostra proposta vuole essere una risposta democratica contro la dichiarazione di guerra che Adel Smith ha intrapreso contro Oriana Fallaci e, ma è un'idea personale, alla cristianità e alla cattolicità delle persone a noi vicine.
Il nostro ordine del giorno non vuole essere una strumentalizzazione non capisco - forse perché sono un neofita del Consiglio regionale - perch le nostre proposte debbano essere considerate delle strumentalizzazioni mentre quelle di altre parti del Consiglio regionale, sono attuazioni di alta politica. Non mi stupirei se nelle prossime sedute di Consiglio, con un escamotage politico o legislativo, si proponesse di rendere omaggio a personaggi come il sanguinario Mao, il dittatore Fidel Castro, rendendoli senatori a vita.
La nostra posizione è dovuta anche alle rivendicazioni apparse sul libro di Adel Smith, e di qui il nostro appoggio e solidarietà ad Oriana Fallaci che viene definita: "Una picchiatella assatanata appena fuggita senza più camicia di forza, da un manicomio criminale del Ku Kux Klan. Una donna squilibrata ed etilista all'ultimo stadio. Una povera zitella vittima di repressioni sessuali, con un padre cattolico nevrotico, violento, sadico e spietato." Il libro di Adel Smith, che vi invito a leggere, contiene anche istigazioni all'omicidio, rivendicazioni illegittime che dovrebbero preoccupare tutta la parte cattolica presente in Consiglio. Si definisce il Santo Padre: "Contorsionista rimproverato dalle bestie" (il contorsionista è Papa Giovanni Paolo II, la bestia Oriana Fallaci). Il Pontefice viene definito da Adel Smith: "Un extracomunitario che, purtroppo, ospitiamo nel nostro paese, l'Italia, insieme a tutto il suo nefando stato: il Vaticano".
Tutto ciò a pochi mesi dalla scomparsa del Santo Padre citato all'interno del libro. Mi stupisco dell'appoggio non solo della parte più cattolica della sinistra, ma anche del resto del Consiglio.
Le questioni relative ai reati di opinione le conosciamo bene. E' più di dieci anni che chiediamo l'abolizione dei reati di opinione - dagli eventi del Campanile di San Marco. Chiediamo che la Giunta si attivi al più presto presso il Governo di Roma per l'abolizione di questi reati.
Noi continuiamo a mantenere la nostra proposta e a proporre Oriana Fallaci senatrice a vita.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà



MORICONI Enrico

Ascoltando alcuni interventi, in particolare l'ultimo, non ho capito se si trattava di espressioni contenute in un libro di Oriana Fallaci o in quello di Adel Smith. Nella discussione si sostengono posizioni con l'intento non di rappresentare una posizione di solidarietà ad Oriana Fallaci, ma, piuttosto, di prendere posizione contro i rappresentanti della religione islamica.
È chiaro che iniziative giudiziarie nel senso di perseguire quelli che vengono definiti reati di opinione non ci trovano d'accordo. Non è possibile che ancora oggi - all'inizio del terzo millennio - esistano strumenti giudiziari che permettono di inquisire persone per le opinioni espresse. Su questo non ci sono dubbi. La libertà di espressione, non solo all'interno del Consiglio regionale dove non si può essere perseguiti per le opinioni che si rappresentano, deve essere garantita a tutti i cittadini in qualsiasi momento, qualsiasi sia il modo in cui essi esprimono le proprie opinioni.
Quanto non è assolutamente condivisibile in questo ordine del giorno è che nel cercare di rappresentare solidarietà alla scrittrice, di fatto si ripropone una linea antislamica, all'insegna di un basso livello di antislamismo, riprendendo delle accuse - diciamo così - al Presidente dell'Unione dei Musulmani in Italia.
In questo momento, in Italia non possiamo perdere tempo a rinfocolare discussioni sulle appartenenze religiose o sul cercare di segnare confini di separazione all'interno delle diverse comunità che vivono sul nostro territorio. Dobbiamo collaborare per costruire una visione e un atteggiamento nella direzione della coesistenza e non cercare di esasperare le diversità.
Ritengo che termini usati da alcuni Consiglieri, come "Una dichiarazione di guerra", non vadano nel senso di favorire la costruzione di una società complessa, quale quella che ormai abbiamo realizzato in Italia.
Mi stupisce l'affermazione del Consigliere Leo, che ho sempre apprezzato per la sua misura, quando definisce quest'ordine del giorno "ben fatto". Per tutti i motivi che ho enunciato, non mi sembra sia "ben fatto".
Se si intendeva esprimere solidarietà ad Oriana Fallaci ci si poteva limitare al fatto, alla sostanza: siamo contrari al fatto che ci sia ancora, in Italia, la possibilità di perseguire qualcuno per il reato di opinione.
Questo è il punto fondamentale cui si poteva limitare l'ordine del giorno, senza dilungarsi in una serie di considerazioni che nulla hanno a che fare con il punto principale. Ancora meno si capisce come sia correlato, con tutto questo discorso, l'invito alla Presidente della Giunta di impegnarsi, nei confronti del Capo dello Stato, per sostenere e promuovere Oriana Fallaci come senatrice a vita a Palazzo Madama.
Se dovessimo, come Consiglio regionale, impegnarci per la promozione a senatore di tutti coloro che incorrono nel reato di opinione, dovremmo subito chiedere di modificare gli articoli che lo prevedono: diversamente il nostro Senato diventerebbe pletorico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente. Vorrei chiedere alla Presidenza se, sul piano tecnico, la proposta del Consigliere Leo è fattibile. Concordo con lui sull'osservazione che i concetti devono essere ben distinti e separati. Se fosse possibile esprimere solidarietà alla scrittrice Oriana Fallaci, per i motivi ampiamente e lungamente discussi, noi, del Gruppo Italia dei Valori esprimeremmo voto favorevole, ma solo relativamente alla solidarietà.
Per cortesia, la Presidenza mi illumini sulla possibilità tecnica di votare il documento per parti separate. Grazie.



PRESIDENTE

Certo, Consigliere Buquicchio.
Dall'improprio dibattito sviluppatosi durante l'intervento del Consigliere Leo da parte dei colleghi Pozzi e Ronzani, è emersa una proposta tecnicamente fattibile che, personalmente, adotterei. Ai sensi dell'articolo 66 del Regolamento, difatti, l'ordine del giorno può essere votato per parti separate.
Propongo, quindi, di mettere in votazione l'ordine del giorno per parti separate. La prima votazione può riguardare tutte le premesse e il dispositivo "Esprime solidarietà a Oriana Fallaci per le ingiuste accuse che le sono state mosse"; poi, con votazione successiva, si potrebbe votare la parte dell'ordine del giorno che inizia con: "Impegna la Presidente della Giunta regionale ad attivarsi".
Si può votare, quindi, per parti separate: una votazione sull'espressione di solidarietà, l'altra relativa all'impegno della Presidente della Giunta ad attivarsi presso il Capo dello Stato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Approfitto del dibattito generale per rispondere a colleghi che hanno detto cose sicuramente non vere, per quanto riguarda la nostra posizione, ed altre politicamente vere, per quanto riguarda la loro parte politica.
Innanzitutto, siamo d'accordo con la proposta del Consigliere Leo di votare l'ordine del giorno per parti separate; è chiaro che si tratta, in parte, di un ordine del giorno che esprime una posizione politica, non tanto per quanto riguarda la solidarietà (sulla cui logica credo che siamo più o meno, tutti d'accordo) ma la richiesta di nominare Oriana Fallaci senatrice a vita. Quest'ultima può essere un'istanza politica di una certa parte del Consiglio. D'altronde, l'ordine del giorno è stato presentato e sottoscritto dai Consiglieri della Lega Nord; al collega che diceva: "L'avete fatto per sfruttare il momento", rispondo che nessuno gli avrebbe impedito di presentare un ordine del giorno in cui si parlava di solidarietà, così come di diritto di parola e di opinione. Noi abbiamo scritto un ordine del giorno in cui si rivendicano questi principi, ma vi è anche una nostra richiesta politica.
Siamo ben coscienti che una parte del Consiglio regionale può non essere d'accordo; ci stupisce il non concordare sul fatto di esprimere solidarietà ad una persona che viene rinviata a giudizio per aver espresso opinioni non pubblicamente, ma su un libro - e quindi chi vuole leggerlo se lo deve comprare.
Quindi, non è una trasmissione televisiva davanti a due milioni di persone in cui si insulta qualcuno - in quel caso certo che è giusto perseguire - ma è un libro scritto che riporta idee ed opinioni di una persona che è libera di farlo, secondo noi.
Voglio dire una cosa al collega Moriconi, e richiamo: "basso livello di anti islamismo perché quest'uomo, Adel Smith, è Presidente dell'Unione Musulmani in Italia". Che io abbia un'opinione negativa di Adel Smith e che ce l'abbia anche la Lega Nord, mi permetta collega Moriconi di poterla avere, perché una persona che offende pesantemente la mia religione, mi permetta che mi possa essere antipatico. E quando lo stesso Iman di Torino critica in televisione il comportamento di questo signore, significa che comunque una fetta di islamici non sono d'accordo su quello che questo signore afferma.
Quindi, permettetemi che io possa dire che questo signore, che comunque rappresenta una fetta di musulmani in quanto è Presidente dell'Unione Musulmani in Italia, non mi è simpatico. Quella sarà una possibilità che ho di farlo! Quindi, caro collega Moriconi, pensi a quello che riguarda la sua forza politica, ma permetta a me di esprimere un parere su chi insulta la mia religione pubblicamente, non solo in un libro, ma in televisione con fatti anche fisici, cioè prendere un crocifisso e buttarlo fuori dalla finestra di un ospedale. Questo per quanto riguarda l'intervento del Consigliere Moriconi.
Le ricordo ancora un fatto, collega Moriconi - che mi dispiace che non sia presente in questo momento, ma potrà leggere il verbale: il sottoscritto ha fior di amici musulmani e ha frequentato per anni iracheni iraniani e altre realtà, dai tunisini ai marocchini, per motivi parlamentari e per l'associazione di cui era Vicepresidente a livello europeo, che curava i rapporti con i paesi asiatici e con i paesi, in buona parte, di fede musulmana.
Per cui ho mantenuto ottimi rapporti con ottime persone, perché io nulla ho contro chi è musulmano e si comporta da bravo musulmano, ma permettetemi che io ce la possa avere personalmente con chi viene nel mio paese ad insultare la mia religione e a pretendere di obbligare me a rispettare le sue leggi, invece di venire lui qui a rispettare le mie leggi. Sono due cose nettamente separate! Questa è la questione che riguarda Adel Smith. Certo, non è la questione che riguarda altre migliaia e decine di migliaia, o milioni, di musulmani nel mondo contro i quali io non ho nulla. Quindi, sia chiaro che io non ce l'ho con i musulmani, anzi - ripeto - ho fior di amici musulmani.
Questo era per chiarire alcune dichiarazioni che non vorrei fossero travisate dagli organi di stampa.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno torno a ribadire l'assoluta disponibilità a votarlo per parti separate. Chiedo veramente che si comprenda che in un ordine del giorno possa esserci la parte politica e la parte sostanziale.
In questo caso la parte sostanziale è la libertà di opinione ed espressione di pensieri ed idee di persone libere, di persone normali che giustamente devono poter scrivere quello che pensano. E questo deve valere sia se è una persona di sinistra, di destra o di centro, se è cattolica musulmana e atea. Questo è il principio fondamentale che si cerca di difendere oggi in questo Consiglio regionale. La parte politica stralciamola pure, la voteremo noi, ma è una questione nostra, ma il succo reale è quello di difendere un principio su cui si basa la democrazia nel nostro paese, perché se quel principio viene meno, ognuno di noi può essere perseguito per le sue idee ed andremmo indietro di 60 anni. Andremmo a finire in un periodo nel quale hanno vissuto i nostri genitori e i nostri nonni e nel quale ci auguriamo di non tornare, perché quello era il periodo in cui non c'era più la libertà di stampa, di pensiero, di parola e di opinioni.
E' quello che noi dobbiamo tutelare e difendere, colleghi.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di altri interventi, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertetto per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



BERTETTO Oscar

Sarò brevissimo sulla dichiarazione di voto. Noi apprezziamo lo sforzo dello sdoppiamento del documento, ma riteniamo che rimanga il nostro voto di astensione sul documento anche sdoppiato e su entrambe le parti, perch comunque contengono delle dichiarazioni che così come sono state formulate non possono trovare a priori il nostro accordo. Nel momento in cui si parla di ingiuste accuse, in realtà noi non esprimiamo solidarietà per una situazione, ma esprimiamo un giudizio di merito su un atto che è in corso per quanto riguarda la Magistratura e in realtà il problema è un problema di Codice Penale italiano ed è un problema di come interpretare il reato di opinione e come vadano rivisti all'interno della nostra azione i grossi temi della democrazia su cui sicuramente il reato di opinione è uno di quelli più importanti che andrebbero discussi.
Per questi motivi ritengo che non possa modificarsi il nostro voto che sarà di astensione su entrambe le parti del documento se si voterà doppiamente.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Grazie, Presidente.
Esprimiamo un giudizio simile a quello testé espresso anche se poi daremo un voto contrario.
I motivi sono due: l'aggettivo "ingiuste" ci pare che entri nel merito della valutazione delle opere di Oriana Fallaci, su cui abbiamo dato un giudizio profondamente negativo. Noi siamo per la totale, completa libertà di pensiero e di espressione dello stesso in tutte le forme, modi e tempi.
Questo è ovvio.
Ci pare però che nello stesso ordine del giorno il giudizio sulle affermazioni che Oriana Fallaci ha fatto che sono, a parere nostro oggettivamente negative su una fede religiosa e sulle persone che la praticano, non possa essere cancellato dal fatto che un islamico fanatico come Adel Smith abbia scritto sulla religione cristiana nefandezze di non poco conto: "Cristo, cadavere.". Sono sciocchezze che ovviamente sono offensive non solo verso chi è credente, ma anche verso chi non lo è.
Questo vorrei che fosse chiaro.
Quindi, l'aggettivo "ingiuste" è tale da entrare nel merito e da uscire da questa discussione doverosa e necessaria sulla libertà di espressione.
Sulla seconda questione relativa allo stesso ordine del giorno del proporre Oriana Fallaci come senatrice, abbiamo detto che ci pare che non sia figura degna dal punto di vista politico, per le cose che ha scritto e per le espressioni che ha usato, di essere proposta ad una carica di questo tipo.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Io ritengo di poter riaffermare la volontà di votare a favore relativamente al primo punto, cioè quello che esprime solidarietà, perch ritengo che la parola "ingiusta accusa" va vista nel contesto e nell'insieme.
Quindi, se io ritengo che una determinata persona,abbia subito "un'ingiusta accusa" relativamente ad una legge di Stato che posso permettermi di ritenere non adatta, tant'è vero che tutti riteniamo, sia da destra che da sinistra, che vada modificata, non necessariamente ci implichi l'ingresso nel campo della disquisizione sul merito.
Quindi, "ingiusta" a me piace interpretarla in quel modo e ritengo che sia ammissibile in questo contesto, per cui relativamente a quel punto l'Italia dei Valori esprimerà voto favorevole. Relativamente all'altro sicuramente no. Grazie.



PRESIDENTE

Rammento che l'ordine del giorno viene posto in votazione palese per parti separate (ex articolo 66, comma 5 del Regolamento); la prima votazione concerne la prima parte dell'ordine del giorno, tutte le premesse e contempla il dispositivo che inizia con: "esprime solidarietà.".
La seconda votazione riguarderà il secondo dispositivo, che inizia con: "impegna la Presidente della Giunta regionale.".
Indìco la votazione palese sulla prima parte dell'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale appreso che la scrittrice Oriana Fallaci è stata rinviata a giudizio dal GIP del Tribunale di Bergamo, Armando Grasso per vilipendio alla religione islamica; secondo i giudici di Bergamo (dove è stato stampato il libro) nel libro di Oriana Fallaci "La forza della ragione" ci sono espressioni "inequivocabilmente offensive nei confronti dell'Islam e di coloro che praticano quel credo religioso" rilevato che a querelare la scrittrice era stato l'8 aprile 2004 Adel Smith, presidente dell'Unione Musulmani d'Italia, perché " Oriana Fallaci si era prodigata nel propagare l'odio contro l'Islam e i musulmani, distorcendo fatti storici reali e inventandone altri, calunniando, offendendo e diffamando a più riprese i musulmani di tutto il mondo" sottolineato che Adel Smith ha definito Gesù "un cadavere in miniatura inchiodato ad un pezzo di legno" e la Chiesa "un'associazione per delinquere di cui Woytyla è il capo" ritenuto che la libertà di espressione, pensiero ed opinione sono diritti fondamentali presenti nella nostra Costituzione, dovrebbero stare alla base di ogni sistema che si definisca democratico, impedendo che una nota scrittrice sia processata solo per aver espresso la propria opinione considerato che la commissione giustizia della Camera dei Deputati sta esaminando numerosi progetti di legge presentati sia da gruppi del centro-destra che da gruppi di centro-sinistra recanti "Modifiche al codice penale in materia di reati di opinione", con l'intento di pervenire entro breve all'adozione di un testo unificato che sancisca che per la manifestazione libera delle proprie opinioni la contropartita non possa essere rappresentata dalla custodia cautelare in carcere esprime solidarietà a Oriana Fallaci per le ingiuste accuse che le sono state mosse".
Il Consiglio non approva.
CASONI William (fuori microfono) Perché il Consiglio "non approva"?



PRESIDENTE

Collega Casoni, il Consiglio non approva perché ai sensi del Regolamento i voti degli astenuti si sommano a quelli dei contrari. Vi ricordo che gli astenuti partecipano comunque alla votazione.
Indìco la votazione palese sulla seconda parte dell'ordine del giorno, il cui testo recita: Il Consiglio regionale impegna la Presidente della Giunta regionale ad attivarsi presso il Capo dello Stato per sostenere l'iniziativa volta a portare Oriana Fallaci a Palazzo Madama, ritenendola meritevole di questa onorificenza che la Costituzione prevede per chi abbia onorato l'Italia attraverso l'opera dell'ingegno".
Il Consiglio non approva.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

In che senso sono sbagliati i risultati, scusate?



(Commenti in aula fuori microfono)



PRESIDENTE

Verifichiamo l'esito della votazione sul rapporto cartaceo. (Risultano corretti sul supporto cartaceo e non sul monitor) Comunico che l'esito della votazione è il seguente: presenti 52 Consiglieri hanno votato SÌ 19 Consiglieri hanno votato NO 20 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Come potete vedere, i conti tornano perfettamente. Purtroppo è un difetto del monitor.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Esame ordine del giorno n. 11 inerente a "Indebolimento struttura finanziaria in Piemonte", presentato dai Consiglieri Ghigo, Burzi, Costa Ferrero, Pedrale, Leo, Pichetto Fratin, Cavallera, Cotto, Nastri, Manolino e Cirio, Guida e Vignale


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 11, inerente a "Indebolimento struttura finanziaria in Piemonte", di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ghigo per l'illustrazione.



GHIGO Enzo

Grazie, signor Presidente.
Colleghi, secondo recenti notizie apprese in queste ultime settimane il Gruppo Unicredito, oltre ad aver messo a segno un'importante acquisizione della Hypovereins Bank tedesca (o Hvb), sembrerebbe - questo è il motivo della stesura dell'ordine del giorno - aver manifestato l'intenzione di ridurre fortemente l'operatività del gruppo e della presenza di Banca Mediocredito sul territorio piemontese, trasferendo, come ahimè è avvenuto tante volte, questa attività in altra sede.
Banca Mediocredito, lo ricordo per chi non avesse avuto modo di prenderne atto, presenta ottimi risultati gestionali, con una buona redditività, nonché con un organico di 250 persone altamente specializzate.
I servizi offerti da Banca Mediocredito risultano apprezzati tanto da aziende private piemontesi, quanto dalla Pubblica Amministrazione, che si è avvalsa dell'istituto per numerose attività a supporto di investimenti.
Il sostegno al sistema economico e produttivo piemontese può essere assicurato da una forte e riconfermata presenza di istituti come Banca Mediocredito, che sono ben radicati e inseriti nel territorio nazionale.
Credo che sia assolutamente importante, attraverso l'adozione di questo ordine del giorno, assumere la volontà di indicare e di invitare la Giunta ad approfondire, attraverso interlocuzioni con la dirigenza di Mediocredito, per verificare se queste notizie corrispondano a verità e nel caso in cui questo fosse confermato, nell'assumere tutte quelle iniziative che possano scongiurare l'ennesimo depauperamento di un'importante struttura qualificata sul territorio della nostra Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Penso che questo ordine del giorno sollevi una questione importante.
Sicuramente sarà opportuno approfondirla ed assumere informazioni più precise rispetto alla volontà del Gruppo Unicredito.
Approfittando di questo ordine del giorno, sarebbe interessante capire qual è la strategia del Gruppo Unicredito sul territorio piemontese soprattutto in una situazione di particolare difficoltà economica come questa, dove il Gruppo Unicredito ha intrapreso alleanze con altri Gruppi stranieri, in particolar modo tedeschi, in una fase in cui i gruppi bancari possono giocare un ruolo importante. Bisognerebbe approfittarne per allargare il discorso e comprendere il ruolo del mondo finanziario e dei gruppi bancari in una situazione delicata dal punto di vista economico e sociale come questa.
Credo che la Giunta si possa sicuramente impegnare non soltanto ad acquisire informazione e ad adoperarsi per scongiurare questo pericolo, ma anche per aprire un confronto e un dialogo con i vari gruppi bancari, in questo caso con il Gruppo Unicredito, che rappresenta un gruppo finanziario estremamente importante non soltanto per il Piemonte, ma anche per tutto il territorio nazionale.
Questa è la nostra opinione. Naturalmente, rispetto ad un ordine del giorno come questo, la nostra intenzione è di votare a favore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Anche noi voteremo a favore di questo ordine del giorno, perch crediamo che qualunque provvedimento proposto nella direzione di chiedere un maggiore coinvolgimento degli istituti bancari e un maggior controllo rispetto al loro ruolo e alla loro funzione per il rilancio della nostra economia e per il sostegno alla crisi sociale che sta investendo non solo l'economia ma tante famiglie della nostra Regione, sia una cosa giusta ed opportuna, perché permette al nostro Ente - che ricordo essere di programmazione - di individuare gli strumenti per un coinvolgimento organico e strutturale del sistema bancario all'interno di un progetto di rilancio economico e strutturale della nostra economia.
Annuncio il voto favorevole del nostro Gruppo all'ordine del giorno proposto dal Consigliere Ghigo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Intervengo per dichiarazione di voto. Chiaramente anche noi siamo favorevoli, perché riteniamo che il territorio debba sempre essere salvaguardato. Abbiamo avuto problemi analoghi quando l'istituto di credito Banca Popolare di Novara è stato assorbito dalla banca Antonveneta: anche in quella occasione, abbiamo dovuto tutelare i nostri lavoratori. Pertanto ripeto - daremo voto favorevole a questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Confermo il voto favorevole del gruppo di Alleanza Nazionale a quest'ordine del giorno per le motivazioni già espresse dai diversi Presidenti dei gruppi consiliari. L'unica annotazione che facciamo a margine del nostro intervento è che posizioni come quelle che noi stimoliamo dovrebbero essere assunte in primis dalla Giunta regionale e dall'Assessore al lavoro. In presenza di crisi, non spetta al Consiglio regionale sollecitare iniziative che la Giunta avrebbe già dovuto adottare.
Stante tale inoperosità, ben vengano gli ordini del giorno che, come questo, sottolineano la questione e ricordano alla Giunta che si deve interessare anche dei problemi occupazionali di Torino (dopo essersi vantata ed aver fatto di questo argomento una bandiera).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Il gruppo UDC voterà favorevolmente l'ordine del giorno. Vorrei ricordare che il Mediocredito è una banca in buona salute e partecipata non soltanto da Unicredit, ma anche da altre piccole banche del Piemonte compresa la Cassa di Risparmio di Bra. Con il consenso del primo firmatario, ho aggiunto la mia firma al documento, rispetto al quale ribadisco il voto favorevole del gruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Siamo favorevoli all'ordine del giorno in discussione. Naturalmente siamo molto preoccupati di ascoltare notizie (da qualunque parte arrivino) riguardanti possibili migrazioni di personale, tanto più se si tratta di personale qualificato e di alta professionalità, come le persone che operano al Mediocredito. Quindi, se l'indiscrezione o la voce riportata dai Consiglieri interpellanti fosse fondata - e non c'è motivo di dubitarne non può che essere condivisibile la preoccupazione espressa e l'appoggio al documento presentato. Da parte del nostro gruppo, c'è sicuramente il pieno sostegno a tale proposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

A nome mio e a nome dell'esecutivo, assicuro tutto il Consiglio che la Giunta si farà carico di questo problema. Non è la prima volta che mi esprimo relativamente alle questioni della finanza regionale e degli istituti finanziari regionali, che ritengo essere una componente decisiva anche se a volte sottovalutata e sottostimata, nello scenario competitivo di questo sistema.
Credo sia stato corretto inserire questo elemento nell'ordine del giorno, ma vorrei fare un breve accenno alle considerazioni svolte dal collega Casoni: le assicuro che la Giunta ha ben presenti i problemi relativi alle condizioni di competitività del sistema, ai nodi occupazionali e al recupero delle valenze che consentono di riproporre il Piemonte sulla scena internazionale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 11, il cui testo recita: Considerato che secondo notizie sempre più insistenti il Gruppo Unicredito avrebbe manifestato l'intenzione di ridurre fortemente l'operatività e la presenza di banca Mediocredito sul territorio piemontese, trasferendo l'azienda in altre sedi Banca Mediocredito presenta ottimi risultati, con una buona redditività nonché un organico di circa 250 operatori fortemente specializzati i servizi offerti da Banca Mediocredito risultano apprezzati tanto dalle aziende private piemontesi quanto dalla Pubblica Amministrazione, che si avvalsa dell'Istituto per numerose attività di supporto agli investimenti il sostegno al sistema economico-produttivo piemontese può essere assicurato da una forte e riconfermata presenza di istituti come Banca Mediocredito che sono radicati e ben inseriti nell'ambito della nostra Regione il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta regionale ad acquisire presso la dirigenza del Gruppo Unicredito ogni informazione utile relativa ai programmi inerenti Banca Mediocredito ad operare, qualora siano riconfermate le notizie circa la situazione sopradescritta, affinché il Gruppo Unicredito confermi la presenza operativa della sede di Torino di Banca Mediocredito, onde evitare un inaccettabile indebolimento della struttura finanziaria presente in Piemonte".
Il Consiglio approva.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame ordine del giorno n 21 inerente a "Necessità di collegamento aereo tra Torino e Brindisi", presentato dai Consiglieri Scanderebech, Ghigo Rossi, Vignale, Auddino, Laus, Chieppa, Pizzale, Turigliatto, Spinosa e Casoni.


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 21 di cui al punto 7 all'o.d.g.
La parola al Consigliere Scanderebech per l'illustrazione.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente e grazie anche a tutti i firmatari di questo ordine del giorno.
Ho ritenuto importante presentare insieme ad altri colleghi questo documento, considerato che nella sola città di Torino ci sono ben 75.000 pugliesi e 150.000 in tutta la provincia (che costituiscono circa 100 mila nuclei familiari). Queste persone si trovano quotidianamente ad avere problemi per ritornare nella propria terra d'origine.
Quindi, non solo per solidarietà, ma soprattutto perché il Piemonte è una delle Regioni più importanti del nord sia sotto l'aspetto strategico sia per gli interscambi economici e culturali, ritengo necessaria una linea aerea Torino - Brindisi.
Ripeto, solo a Torino ci sono 75.000 pugliesi ed altrettanti se ne contano nel resto della provincia. Queste persone hanno formato dei nuclei familiari e hanno dei figli. E' un problema di origini, di tradizioni: questi corregionali non possono recarsi in modo veloce nella propria terra nativa dove hanno ancora i genitori e, se uno di questi viene a mancare non è possibile arrivare prima di 24 ore a Brindisi per potere ancora vedere il proprio caro. Per raggiungere Brindisi via aereo è necessaria quasi una giornata e con un notevole costo: programmando l'andata e il ritorno, la spesa è di circa 400 euro, mentre il solo volo di andata costa intorno a 250 euro.
Sulla base di quello che ho detto e considerato il momento di crisi economica, il Salento potrebbe rappresentare una risorsa sia sotto l'aspetto ambientale, che sotto l'aspetto paesaggistico e turistico. Quando io chiedo ai cittadini di Torino e della provincia di fare le proprie vacanze al sud e visitare il Salento, piuttosto che andare in Marocco, in Brasile, o in Spagna, mi sento rispondere che costa molto, e che manca un collegamento diretto.
Quindi, oltre ai motivi che ho già enunciato, c'è anche una possibilità di interscambio economico con una terra così bella, che offre un bel mare e la possibilità di essere visitata. Purtroppo, però - lo ripeto - non c'è un volo diretto. Voglio citare quanto è scritto nell'articolo 2 del nostro Statuto: "La Regione opera nell'ambito dei poteri riconosciuti dalla costituzione e dalle leggi dello Stato ed esercita la propria autonomia per realizzare l'effettiva partecipazione di tutti i cittadini all'attività politica, economica e sociale della comunità regionale e nazionale"; ci rileva l'impegno che tutti noi dobbiamo assumerci.
Sono disposto ad eliminare dalla frase "rete ferroviaria ad alta velocità" le parole "alta capacità" purché la mia proposta sia condivisa da tutti i colleghi e ci sia l'accordo nel votare convinti quest'ordine del giorno.
Mi rivolgo in particolare a chi non è firmatario di quest'ordine del giorno (mi sembra il gruppo di Rifondazione Comunista e dei Verdi): se lo ritenete opportuno, possiamo togliere le parole "ad alta velocità e capacità", purché il documento sia condiviso anche da voi, in modo da poterlo votare all'unanimità.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech possiamo considerare, quindi, oggetto di un emendamento soppressivo le parole "ad alta velocità/capacità"? Dichiaro aperta la discussione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Apporremo la nostra firma in calce all'ordine del giorno per comunicare l'adesione del nostro Gruppo e per stimolare l'Assessore ai trasporti Borioli, a fare in modo che con la Società società Sagat, così come è stato fatto in passato, si possano trovare delle sinergie atte ad attivare voli che servano dacolleghino Torino con quante più città italiane possibili.
Ricordo che nel corso dell'ultima legislatura abbiamo aggiunto cinque destinazioni ai dei voli da Torino, la Regione è azionista della Sagat ed è, per parte pubblica, in maggioranza nella gestione dell'aeroporto assieme al Comune e alla Provincia di Torino, in maggioranza nella gestione dell'aeroporto. E' vero che i vettori scelgono dove volare, non può essere la politica ad indicare ad un vettore dove volare, ma certo è che la politica, specialmente nella gestione aeroportuale, può stimolare il direttore commerciale, il direttore rete dell'aeroporto di Torino a creare quei collegamenti che venivano elencati. Ricordo che fino a pochi mesi fa non c'erano collegamenti con Lamezia Terme, con Bari o con altre città: e grazie all'interessamento di più enti pubblici e istituzionali, Air One piuttosto che altri vettori -, ha coperto le rotte sopraccitate, sono state coperte trovando delle facilitazioni nei diritti di atterraggio e nelle tariffe praticate, come handling dalla Sagat di Torino.
Nello stesso tempo, inviterei asarebbe opportuno stimolare la diffusione dei voli cosiddetti Low low Ccost. Adesso abbiamo due compagnie che operano su Torino: Ryanair e Easy Jet. Ryanair è interessata anche al mercato italiano;, direi che conviene sostenere tale richiesta e far entrare quanto prima Ryanair nelle rotte nazionali, in modo da operare una deregulaetion che potrebbe servire rotte non coperte da altri vettori dall'aeroporto di Torino, come in questo caso la destinazione di Brindisi o altre rotte di aeroporti italiani ad oggi non serviti dall'aeroporto della città di Torino.
Il servizio garantirebbe a tutti i piemontesi di poter usufruire di servizi diretti con altre località. Sappiamo Essere collegati che per motivi di lavoro, per motivi famigliari, per motivi anche turistici l'essere collegati farebbe della regione un centro importante anche per le attività commerciali ed economiche che si instaurano quando vi è un collegamento diretto, comodo ed efficace con le varie zone d'Italia.



PRESIDENTE

Informo che i Consiglieri Turigliatto, Spinosa e Casoni hanno apposto la loro firma in calce all'ordine del giorno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Intervengo per confermare - ne siamo anche firmatari - il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia all'ordine del giorno.
Riprendo come riflessione generale la considerazione del Consigliere Scanderebech sui flussi di mobilità, soprattutto del turismo giovanile nelle città a noi confinanti, come Londra, piuttosto che Parigi o Barcellona; città per le quali si può volare attraverso compagnie low cost o i last minute a 50, 60, 70 euro. Calcolate che da una ricerca emersa sulla tratta Torino-Roma - naturalmente auspichiamo la realizzazione della tratta Torino-Brindisi - il costo minimo per un biglietto aereo - andata e ritorno - è di circa 200 euro.
Le tariffe per la mobilità interna al nostro Paese, sono molto, ma molto più alte di quelle verso le principali capitali europee.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Il Gruppo di Rifondazione Comunista accoglie positivamente l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Scanderebech e sulla base di questo daràal quale darà un voto di astensione, anziché un voto contrario.
Pensiamo che, eEffettivamente, ci sianoesistono problemi di collegamento tra Torino e altre città d'Italia, ma questo ragionamento deve essere fatto svolto in modo più complesso; e non pensarenon è sufficiente di mettereaggiungere voli, in modo progressivo, su una città piuttosto che su un'altra. Il problema dovrebbe essere ragionato e ripensato complessivamente. Sulla base di queste considerazioni, noi daremo un voto di astensione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 21 presentato dai Consiglieri Scanderebech, Ghigo, Rossi, Vignale, Auddino, Laus, Chieppa, Pizzale Turigliatto, Spinosa e Casoni e altri il cui testo recita: "Il Consiglio regionale, considerato che la struttura territoriale del Piemonte, addossato alle Alpi e frontiera occidentale dell'Italia ne fa una regione cerniera che necessita più di altre di trasporti ed infrastrutture adeguati. In attesa di una capillare rete ferroviaria è non solo opportuno ma ormai indispensabile che i collegamenti aerei tra l'aeroporto Sandro Pertini di Torino ed il resto del territorio nazionale siano implementati per consentire alla nostra regione efficaci rapporti commerciali industriali e turistici altrimenti rallentati o addirittura impediti. In particolare si è registrata l'esigenza da parte di molte categorie di un efficace collegamento con la città di Brindisi.
L'aeroporto di Torino è collegato con Alghero, Cagliari, Bari, Catania Palermo, Pescara, Trapani e Roma in maniera diretta mentre per volare da Caselle a Brindisi occorrono tre le tre e le sei ore ed almeno uno scalo a Roma: a ciò si deve aggiungere che il costo della tratta Torino Brindisi ha un costo che supera i 400 euro nel caso delle tariffe scontate.
Considerato infine, che occorre per rimedio a questa carenza di collegamento tra due regioni da sempre molto legate anche grazie ai molti immigrati venuti dalla Puglia in Piemonte per lavorare e che oggi a diverso titolo richiedono efficienza ed efficacia al trasporto pubblico e privato.
Impegna il Presidente della Giunta regionale a trovare una soluzione insieme a SAGAT per un nuovo collegamento aereo tra Torino e Brindisi".
Il Consiglio approva.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame ordine del giorno n. 17 inerente a "Gay pridePride", presentato dai Consiglieri Allasia, Dutto, Monteggia e Rossi


PRESIDENTE

esame mozione n. 25 inerente a "Gay Pride" presentata dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 17 "Gay pridePride" e all'esame della mozione collegata n. .25.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione dell'ordine del giorno.



ROSSI Oreste

E' unL' argomento è abbastanza delicato. Innanzitutto, e voglio subito specificare che non è unala posizione che il Gruppo della Lega Nord vuole assumere non è nei confronti di persone che vivono una sessualità diversa.
Ma, ma è contro una manifestazione a cui abbiamo già assistito - storica quella di Roma - in cui non si difendono i diritti di persone con tendenze sessuali diverse, ma si arriva all'insulto più bieco contro altre persone contro le famiglie, o addirittura contro la Chiesa - così è stato, infatti come, appunto, è stata lanella manifestazione di Roma.
Trasformare Che una la difesa di diritti si trasformi in una manifestazione folcloristica, pesante, anche volgare - tutti abbiamo visto le immagini riprese dalla televisione - e che questa abbia anche il patrocinio dell'Ente pubblico, ci dispiace. Un conto è dire: si fa un dibattito, si fa una manifestazione per parlare di diritti di coloro che hanno una sessualità diversa, un altro è abbinare il logo della Regione Piemonte, che rappresenta tutti noi, ad una manifestazione che, se viene replicata quella di Roma, è una manifestazione folcloristica, ricca di sfottò, di insulti, ricca di personaggi alquanto strani che nulla hanno a che vedere con chi vuole seriamente discutere dell'argomento.
Per questo motivo noi riteniamo assolutamente poco bello che il logo della Regione Piemonte sia raffigurato su tutti i documenti, su tutto il materiale che verrà diffuso durante la manifestazione. Nel nostro ordine del giorno chiediamo di evitare di concedere il patrocinio della Regione ad una manifestazione che noi riteniamo sconveniente e di evitare, quindi, di affiancare l'immagine del Piemonte ad un'iniziativa che potrebbe rivelarsi inopportuna. Per adesso abbiamo presentato un emendamento affinché venga ritirato il patrocinio - anche se risulta che la Presidente Bresso lo abbia già concesso. E' chiaro che come Lega nord, se la Regione dovesse mantenere la propria decisione, ci dissoceremo in tutti i modi possibili. Cercheremo di lavorare affinché nascano Comitati che difendano i diritti della famiglia tradizionale, della famiglia naturale; quella famiglia cui ci hanno abituato i nostri genitori - o, perlomeno, i genitori di molti di noi formata da un uomo, da una donna e, quando possibile, anche da figli.
Riteniamo legittimi i diritti di tutti, ma anche che determinate possibilità e riconoscimenti siano concessi a chi segue la linea della nostra tradizione, che non è detto che sia la tradizione cattolica - ci mancherebbe altro - ma che va nel senso di formare una famiglia naturale quella vera, quella che può, se non ha altri generi di problemi, procreare.
Questo quanto chiediamo al Consiglio regionale: che non venga legato il logo della nostra Regione ad una manifestazione che ha già dimostrato, in altre occasioni, di non essere una manifestazione pacifica, ma una manifestazione assolutamente inopportuna.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni per l'illustrazione della mozione correlata, n. 25.



CASONI William

Anche il Gruppo di Alleanza Nazionale ha presentato una mozione relativa alla concessione del patrocinio della Regione Piemonte alla manifestazione del "Gay Pride". Non solo perché riteniamo che i contributi e le espressioni di patrocinio della Regione debbano essere concessi con la stessa intensità anche ad altri tipi di manifestazioni, ma perché questa nello specifico, (invito tutti a vedere i servizi televisivi) è, a mio avviso, lesiva del decoro. Credo che gli interessi stessi di questa categoria potrebbero essere molto meglio difesi in forme non così palesemente offensive delle espressioni. Si sono viste persone sfilare in abbigliamenti osceni; si sono viste persone sfilare con simboli fallici in mano in presenza di bambini; si sono viste persone compiere atti lesivi e indecorosi.
Se la Giunta volesse esprimere seriamente il patrocinio ad un'iniziativa, dovrebbe piuttosto finanziare un convegno o una riunione dedicata seriamente a questi temi, evitando di associare, magari, il simbolo della Regione Piemonte a simboli non propriamente istituzionali.
Non entriamo nel merito della libertà della Giunta di difendere i diritti degli omosessuali, ma chiediamo di difenderli in maniera istituzionale e decorosa, finanziando attività fatte alla luce del sole, in situazioni dove si possa, più oggettivamente, difendere anche la stessa categoria.
Ritengo - lo ripeto e lo ribadisco - molto diseducativo abbinare il simbolo della Regione senza precise garanzie che in queste manifestazioni non si verifichino atteggiamenti lesivi, non dico della libertà degli omosessuali di manifestare la propria omosessualità, ma per il decoro che deve essere assolutamente garantito. Decoro che è venuto meno nelle edizioni precedenti; lo dimostrano fotografie, filmati e iniziative. Per carità, facciano quanto credono; in ogni caso, la forma che utilizzano non difende al meglio le loro istanze. E, soprattutto, simboli istituzionali quali il gonfalone o il patrocinio della Regione non dovrebbero essere abbinati alla manifestazione.
Sappiamo che il patrocinio a questa manifestazione è già stato concesso; chiediamo anche noi che venga ritirato, ma se permane la volontà di mantenerlo, che almeno venga destinato a manifestazioni che non siano di così evidente offesa e che non contengano rappresentazioni che possano offendere la dignità del simbolo regionale.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Personalmente, non comprendo più nulla. Qualche settimana fa ero a Roma durante le giornate in favore dell'Africa organizzate dal Sindaco Veltroni e, camminando in via del Corso, ad un certo punto mi sono imbattuto in una manifestazione di neo-nazisti di Forza Nuova che avevano croci celtiche fasci littori, alzavano il braccio, inneggiavano a Mussolini e a Hitler.
Erano chiarissimamente al di fuori del nostro dettato costituzionale che vieta l'apologia dei simboli e dei richiami al fascismo. Eppure, la manifestazione era regolarmente autorizzata dalla Questura di Roma, che ha impedito ad altri manifestanti, come il sottoscritto che si era fermato per dare una mano ad alcuni compagni romani, di cercare di contrastare quella manifestazione.
Allo stesso modo, capita di imbattersi in manifestazione leghiste (come quella dell'altro giorno a Pontida) dove ci sono folle che inneggiano alla possibilità che una parte del nostro Paese si divida dal resto della nostra Nazione e diventi una Nazione autonoma.
E' palese a tutti un bisogno di libertà che deve stare al di fuori della polemica politica; non possiamo continuamente mettere in difficoltà una amministrazione piuttosto che un'altra, una maggioranza piuttosto che un'altra, o dividere una maggioranza su questioni di carattere etico religioso o valoriale. La libertà va rispettata, a prescindere da qualsiasi polemica: tutti devono essere liberi di poter dimostrare ciò che più ritengono opportuno; sta alla maggioranza degli uomini sostenere o meno quelle posizioni; sta alla maggioranza degli uomini capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Non può essere un'istituzione o la politica ad impedire, a chiunque, di poter manifestare liberamente.
Il movimento omosessuale, lesbico, transessuale, in questo Paese e nel mondo si è battuto e continua a battersi da tempo con coraggio, per la piena emancipazione e per il diritto ad autodeterminare la propria sessualità. Credo giusto che un'istituzione democratica sostenga la battaglia di questi uomini e di queste donne, e garantisca loro la possibilità di affermazione sessuale e di manifestare con il pieno sostegno politico delle istituzioni democratiche di questo Paese.
È giusto che chi si è battuto e chi si batte contro la discriminazione contro il sopruso, contro l'esclusione sociale, riceva dalla politica il sostegno ad una piena cittadinanza attiva, che la Costituzione garantisce a tutti i cittadini.
Una mentalità ottusa e conservatrice, che non guarda al futuro ma ha sempre e solo lo sguardo rivolto al passato e pensa che ci siano cose che si possono fare in pubblico e altre che non si possono fare per pudore, è fuori dalla storia, rappresenta il passato. Rappresenta una cultura che anziché liberare gli uomini, li opprime.
Noi vogliamo che gli uomini e le donne siano liberi di esprimere la propria sessualità, il proprio credo politico e religioso, la propria fede etica.
Noi vogliamo un Paese in cui le persone possano godere di questi diritti senza chiedere "per favore", ma esercitando, semplicemente, un potere riconosciuto dalla Costituzione repubblicana, che tutti insieme abbiamo scritto.
È una polemica sterile che, ancora una volta, contraddistingue una cultura di destra che stenta ad essere cancellata e superata, e dimostra come questa destra perde il pelo, ma non il vizio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Quella del "Gay Pride" è una lunga storia di sofferenza e di oppressione, che nasce nel 1969, quando la Polizia fece irruzione in un bar, lo Stonewall, frequentato prevalentemente da omosessuali, e represse quella situazione. Da lì ebbe inizio questo percorso di liberazione che ha conquistato, nel corso degli anni, le città, le popolazioni, le menti e le culture, guadagnando uno spazio di libertà di espressione non soltanto per gli omosessuali, ma - tengo a dirlo - anche per le lesbiche, per i bisessuali e per i transessuali.
Anche gli organizzatori tengono a segnalare una cultura che si emancipa e che vuole liberarsi, in via definitiva, da un orizzonte incentrato su una tradizione tutta maschile.
Quanta strada da quel 28 giugno 1969! D'altro canto, il movimento di liberazione omosessuale è, in qualche modo, l'erede del primo movimento nato in Europa alla fine del secolo XIX per abrogare le norme antiomosessuali vigenti nei Codici Penali prussiani e inglesi.
Negli anni successivi nasce la dicitura e l'esperienza del "Gay Pride" che cambia nell'acronimo GLBT (Gay-Lesbico-Bisessuale-Transessuale): tengo a ricordarlo, perché è esattamente questa la dizione che indica un taglio culturale di un certo tipo.
Il "Gay Pride", così come l'8 marzo, diventa, nel tempo, un appuntamento fisso - l'ultimo sabato del mese di giugno - e viene utilizzato, nelle società occidentali e nelle civiltà dove l'omosessualità non è considerata reato (tutti sappiamo che in alcune zone del mondo invece, l'omosessualità è ancora considerata reato), come affermazione dei diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali.
Torino, nel 2006, raccoglierà questa storia, fatta di sofferenze ma anche di emancipazioni. E lo potrà fare anche perché, per il movimento Gay Lesbico-Bisessuale-Transessuale, è una città importante.
Gli organizzatori del Pride 2006 non vogliono semplicemente organizzare la "manifestazione" di cui si faceva nota nelle mozioni testé illustrate dai proponenti, ma un insieme di iniziative culturali e sociali che riguardano tutta la comunità torinese.
È una grande occasione per questa città, che, in questi anni, è stata colpita da una crisi economica e sociale che ha visto mettere in dubbio i legami sociali e culturali.
Questa è l'occasione per ricominciare una narrazione di se stessa: provare a guardarsi allo specchio e riprendere un discorso su ciò che questa città è diventata.
Gli organizzatori, come dicevo prima, intendono programmare manifestazioni di vario tipo. Sarà, dunque, una scelta innovativa: un Pride che durerà mesi e che sarà per tutte e per tutti, anche per conquistare quelle persone "lontane" dalle realtà gay, lesbiche, bisessuali e transessuali che ancora subiscono varie influenze e pregiudizi e su cui manifestano ancora una certa ignoranza.
È un Pride che si vorrà rivolgere, sin dall'inizio, non soltanto alle istituzioni pubbliche, ma a tutte le istituzioni culturali e sociali di Torino e di tutto il Piemonte, affinché siano queste a collaborare per costruire iniziative comuni su vari temi. Torino è una città importante per il movimento Gay-Lesbico-Bisessuale-Transessuale.
Com'è noto, a Torino è nato il primo movimento di liberazione omosessuale italiana, il Fuori, nel 1971.
È una città dove si sono sperimentate molte iniziative che oggi rappresentano il patrimonio dell'intera nazione italiana (ne cito una molto importante a livello internazionale: il Festival del Cinema Gay Lesbico).
Si tratta di iniziative culturali fatte in collaborazione proficua con le Amministrazioni pubbliche.
Gli organizzatori vogliono promuovere un Pride "amico" di questa città che sappia coinvolgere. Torino è stata anche la prima città italiana che ha avviano un confronto con le comunità Gay, Lesbiche, Bisessuali e Transessuali alla fine degli anni Settanta.
È stata la prima città ad istituire un servizio per il superamento delle discriminazioni di genere, basate sull'identità sessuale.
Da questo punto di vista, è stata all'avanguardia in tutta Europa.
Il programma è ricco, come potrete vedere. Gli organizzatori, proprio in questi giorni, stanno tentato, con tutte le istituzioni, di dare vita a una "costruzione comune".
Mi soffermo soltanto un attimo su quella che sarà la manifestazione del Pride. In una civiltà in cui, sempre di più, è necessario pagare il biglietto per costruirsi un'esperienza colturale e sociale, pensate che quella manifestazione può materialmente realizzarla in strada, cioè laddove non si paga un biglietto. Ne abbiamo un disperato bisogno in questi anni così bui, dove anche i rapporti culturali e sociali diventano mercificazione. Quel giorno sarà possibile ricostruire una comunità.
Mi sia concesso, infine, un accenno sull'intervento del Consigliere Rossi a proposito del rispetto per un certo tipo di famiglia, che lo stesso collega definisce "naturale", e forse anche per un matrimonio legato ai crismi della religione cattolica.
Io rispetto questo tipo di unione. Vorrei ricordare, però, che nelle primissime lezioni di antropologia culturale all'università si insegna che l'uomo vive diviso tra natura e storia: stiamo attenti a non "naturalizzare" un qualcosa che costituisce un fattore di lenta e rispettabile costruzione culturale.
In passato, la cultura è stata diversa. Stiamo attenti a non naturalizzare un qualcosa che è fonte di cultura.
Oggi emerge una forte richiesta per riconoscere, anche nel nostro Paese, un'unione non basata sul matrimonio tradizionale, così come l'abbiamo conosciuto finora.
Queste persone non difendono soltanto il diritto di manifestare liberamente il loro orientamento sessuale, ma anche libertà per la propria affettività.
In base a tutto quello che ho detto posso già anticipare - e vedremo se ci sarà anche una dichiarazione di voto - che comunque sugli ordini del giorno presentati poc'anzi il nostro voto sarà negativo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Personalmente non ho niente contro i gay e contro le lesbiche, però ho ascoltato gli interventi dei colleghi Robotti e Deambrogio, in particolare il Consigliere Robotti, il quale ha detto che "il futuro è la coppia dei gay". Se questo è il futuro, io preferisco rimanere all'antica ed essere considerato vecchio e non futurista. Se così fosse, significherebbe che questa società è priva di valori, ma il nostro futuro e il futuro dei nostri giovani altro non è che la famiglia, una famiglia sana in cui i sentimenti della famiglia sono sentiti, una famiglia come Adamo ed Eva ci hanno insegnato a rispettare Sarà che personalmente non sono moderno, quindi non riesco ad adeguarmi, ma preferisco fare la parte di Adamo piuttosto che fare quello che ha detto il collega Robotti.
Detto questo quello che più mi ha fatto riflettere sono state alcune dichiarazioni della Presidente Bresso nel corso di un'intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica in data 16/6/2005.
Ha dichiarato: "Il diritto a manifestare degli omosessuali è un diritto civile e penso proprio che il centrosinistra non si divida su questo. Siamo una coalizione pluralista che riconosce a tutti il diritto di sottolineare con forza e pubblicamente la sua identità. Succede in campo religioso, che cos'altro è una processione se non la manifestazione pubblica di una forte identità di credenti? E non vedo perché non debba succedere in campo sessuale da parte di una minoranza che indubbiamente è stata oggetto di persecuzioni e discriminazioni".
Io non metto in dubbio che sia stata oggetto di discriminazioni, ma paragonarla ad una processione religiosa mi sembra un po' ortodosso.
Senza entrare nel merito della concezione o meno del patrocinio al "Gay Pride" e tanto meno del diritto di tutti i cittadini a manifestare liberamente le proprie idee anche in materia sessuale, la dichiarazione ha destato profondo sconcerto fino al limite del blasfemo.
A paragonare l'esibizione di tendenza sessuale con la manifestazione di una fede religiosa non era arrivata neppure la progressista e, da taluni compianta, Unione Sovietica e ciò per il semplice fatto che nel paradiso dei lavoratori, nonostante le persecuzioni religiose, le chiese erano sempre gremite di persone.
La religiosità infatti rappresenta una insopprimibile esigenza dell'uomo fin dalla sua comparsa sulla terra; ha attraversato i tempi, la civiltà e i contenuti e nessuna repressione è riuscita ad estirparla.
Anche l'omosessualità ha radici antiche, anche se non così profonde e diffuse, ma affini alla sfera materiale e non a quella spirituale della religione, che pur nella comprensione e misericordia è considerata un peccato. Pertanto l'accostamento delle due sfere è improponibile.
La dichiarazione di un'autorevole fonte istituzionale pertanto è un'offesa non solo per i credenti, che rappresentano la stragrande maggioranza dei cittadini italiani, ma anche una manifestazione di grossolanità politica che non trova precedenti tanto sgradevoli nella storia repubblicana.
Il sottoscritto è indignato per tanta impudenza che è un ulteriore distacco crescente tra le istituzioni e i cittadini, che stentano sempre più a riconoscersi in esse. Pertanto promuoverò iniziative per spiegare ed esplicitare il nuovo corso culturale che comincia ad emergere nei rinnovati organi regionali.
Nell'offendere il sentimento religioso dei piemontesi oltre che un progetto di ghettizzarli nella clandestinità a favore di esibizioni di folla di ogni altra natura, ignorando che la verità è come il sole: per quanto si chiudano le imposte, penetra sempre da qualche fessura. E' un concetto che è stato espresso da Edoardo De Filippo, come si sa comunista ma rispetto della religione e di ogni sua manifestazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie, Presidente.
Anche io vorrei sottolineare alcuni aspetti di questa manifestazione che mi sembrano sottovalutati nei testi degli ordini del giorno e soprattutto dal tenore di alcuni interventi che ho ascoltato.
La Presidente bene ha fatto a concedere il patrocinio per questa manifestazione a Torino, dal momento che in questo caso proprio Torino non è soltanto il luogo fisico (le strade, le piazze) in cui si svolge la manifestazione, ma è il luogo culturale di una città che ha imparato nel corso degli anni ad essere democratica e rispettosa dei principi della Costituzione italiana e ha saputo dare organizzazione e voce ai diversi movimenti culturali che in essa si sono sviluppati.
Tra questi le associazioni degli omosessuali, dei gay e delle lesbiche attraverso il coordinamento di queste associazioni che in questa città si è realizzato, grazie al servizio attivato dal Comune di Torino contro ogni discriminazione legata al genere e agli orientamenti sessuali. Ha dato vita a manifestazioni culturali che datano alcuni anni e che hanno visto sempre anche la partecipazione della Regione Piemonte.
Penso ad esempio al Festival Cinema Gay e Lesbico, penso ad altre manifestazioni nel corso delle quali le tematiche omosessuali sono state affrontate; così ad esempio durante la manifestazione "Identità e differenza", ci sono stati appuntamenti durante i quali si sono affrontate le tematiche omosessuali, così come al Festival Internazionale Cinema Donne si sono, alcune volte, affrontate le tematiche omosessuali. Dobbiamo ricordare inoltre che questa Regione ha duplicato e distribuito a tutte le scuole una interessantissima cassetto video prodotta dall'associazione Agedo, che è l'associazione delle famiglie e dei genitori di giovani omosessuali.
E' una Regione che, rispetto a questi temi, si è dimostrata nel corso degli anni aperta e che oggi invece sembra, secondo le intenzioni espresse nei due ordini del giorno, volere assumere nei confronti della manifestazione "Gay Pride" uno strano atteggiamento quasi di censura preventiva.
Certo, non è possibile proibire, per fortuna, ma è una censura preventiva,negare il Patrocinio immaginando che potrebbe essere possibile che durante questa manifestazione ci siano atteggiamenti di violenza o che offendano la sensibilità e il buon gusto. Però immaginare preventivamente che cosa possa succedere durante una manifestazione e per questo motivo negare il patrocinio significa assumere un atteggiamento estremamente pericoloso.
Tra le manifestazioni che nel nostro paese sono oggetto e luogo di violenza ci sono per esempio le partite di calcio.
Le riprese televisive (cui si faceva cenno prima) testimoniano atti di vandalismo, manifesti, cartelli e striscioni offensivi della dignità di alcune persone. Assistiamo a manifestazioni che tutto hanno tranne finalità positive. Eppure nessuno ha mai pensato né di proibire le partite di calcio né di negare il patrocinio.
Mi è capitato di vedere delle riprese allo Stadio delle Alpi e di notare in primo piano il simbolo della Regione Piemonte, presente nelle parti basse dello stadio, insieme ad altre pubblicità: ma nessuno poteva garantire che durante quella partita non ci sarebbero stati episodi di violenza (spesso presenti durante le partite di calcio).
Sappiamo che il doping è una delle piaghe del nostro sport. Nel ciclismo abbiamo avuto spesso episodi di doping, ma nessuno ha mai pensato di proibire o di non sostenere la tappa del Giro d'Italia a Torino, perch si sarebbe potuto venire a conoscenza di un ciclista, macchiatosi di questa colpa.
Le censure preventive sono sempre pericolose e lo sono tanto più quando avvengono nei confronti di determinate categorie: anche perché la responsabilità è personale. Se durante le manifestazioni sportive si verificano dei reati, i responsabili ne sono personalmente - come dire responsabili (scusate il bisticcio di parole). Responsabilità individuale e personale, sulla quale ciascuno assume i propri oneri. Attribuire a categorie intere il carattere di pericolosità (in quanto potrebbero determinare comportamenti come quelli descritti negli ordini del giorno) mi sembra estremamente fuorviante.
Quando si parla di categorie, parliamo di omosessuali, stranieri, e non voglio fare altri esempi che potrebbero sembrare voler drammatizzare il discorso.
Concludo sottolineando che i "Gay Pride" tenuti in altre città. hanno ricevuto il patrocinio di Comuni e Province di centrosinistra e di centrodestra. Recentemente, la manifestazione a Milano ha ottenuto il patrocinio della Provincia, che, d'altronde, aveva patrocinato il "Gay Pride" anche quando l'Amministrazione era di centrodestra. Si tratta dunque, di attenzione e rispetto per le tematiche omosessuali, ma soprattutto per il senso di responsabilità con il quale gli organizzatori e singoli soggetti, partecipano a queste iniziative. So che il Sindaco di Torino ha già ricevuto gli organizzatori della manifestazione, che hanno presentato un interessante e significativo programma culturale. So che la stessa cosa è avvenuta nei confronti dell'Assessore alle pari opportunità della Provincia. Quindi, massima attenzione affinché questo "Gay Pride" diventi davvero un'occasione per il nostro territorio di svolgere importanti attività e riflessioni di carattere culturale e civile. Il Piemonte e Torino saranno la regione e la città in cui meglio viene rispettata e applicata la Costituzione italiana, oltre che quella europea.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Approfitto di questo ordine del giorno, così come degli altri che abbiamo discusso oggi (facendo un cennoaccennando anche ai vari documenti che abbiamo approvatoi in quest'aula nelle scorse legislature), per fare una proposta, che. Questa mia proposta nasce da un fatto nuovo. Abbiamo letto un comunicato stampa della Giunta ( ricordando la giornata mondiale a favore dei rifugiati) che propone al Consiglio un l'ordine del giorno che è stato presentato oggi. Mi sembra un po' strano il fatto che lo abbia presentato la Giunta, anche perché non eravamo abituati a questo fattoa presentare ordini del giorno al Consiglio.; E' è stato successo sempre il contrario:, era il Consiglio che presentava ordini del giorno alla Giunta.
In questao richiestadocumento, la Giunta dice al Consiglio: "impegnate la Giunta a valutare la fattibilità di provvedimenti urgenti volti a favorire la collaborazione fra gli enti locali, associazioni, organizzazioni sindacali e volontariato al fine di potenziare la capacità di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Piemonte"..
Probabilmente l'Assessore non conosceva quello quantoche già è stato fatto in questi anni, sia dalla Regione Piemonte, sia daiche dai Comuni: come il Comune di Torino, di Ivrea, dail Consorzio Cisa sud., dove la stessa Regione ha finanziato dei progetti.
Il Comune di Chieusanuova, che ospita dei ragazzi rifugiati politici ragazzi soli: in genere il rifugio politico lo chiedono gli adulti, le famiglie - , recentemente ha ricevuto 95000,00 euro. In genere il rifugio politico lo chiedono gli adulti, la famiglia. Oggi, 21 giugno, è la "gGiornata del contrasto alla solitudine": ricordo che era -se ricordo bene - tutta a tutti l'attività fatta daella Regione Piemonte con la filosofie delle. con le Province, i Comuni, le Associazioni di volontariato, con tutto il terzo settore, per contrastare la solitudine.
Nessun cenno a quello quanto che è stato fatto, ma solamente un ordine del giorno. Qual' è allora la proposta? Chiederei al Presidente del Consiglio, di valutare insieme ai capigruppoCapigruppo, l'opportunità di istituire un osservatorio degli ordini del giorno, per vedere poirilevarne, a distanza, i risultati. Volevo dire che uUn ordine del giorno non si nega a nessuno; ne possiamo discutere infervorarci, ma ho visto nella passata legislatura, ordini del giorno importantissimi, che magari impegnavano la Giunta sul bilancio, poi per motivi diversi, essere sono stati disattesi. Vedo nei nuovi Consiglieri regionali la fatica ad adeguarsi e a discutere, e per poipoi magari dopo pensareverificare che quello quanto è stato deciso che all'unanimità è stato deciso, non porta a nulla, e non capire più quali sono i ruoli.
"Il Consiglio che impegna la GiuntaGiunta regionale". . - Noi Iin genere, chiedevamo utilizzavamo sempre la formula , - "invita la GiuntaGiunta regionale" quando s'intendeva dareperché da un indirizzo l'"impegna" o un invito -. Impegna sempre quando si trattava c'è di qualcosa di più sostanziale.
Questo A mio avviso, l'ordine del giorno della Giunta per me è un atto di debolezza;, perché la Giunta non ha bisogno di un ordine del giorno del Consiglio per continuare a fare quello quantoche è stato sempre fatto, che ha trovato l'accordo con l'accordo delsul territorio.
La Presidente Bresso (come Presidente di Provincia) ricorderà tutta la collaborazione che su questi temi, c'è stata al di là degli schieramenti partitici. Questo lo vVoglio ricordarloe per dare anche un maggior senso al lavoro che facciamo. Una maggiore completezza.



PRESIDENTE

La tematica a cui fa riferimento la Consigliera Cotto sarà oggetto di analisi e dibattito in sede di Conferenza dei Capigruppo, avrò senz'altro cura di portare questa annotazione all'attenzione di tutti i Presidenti dei Gruppi Consiliari.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Presidenti e signori Consiglieri, noi ci siamo seriamente confrontati sui due ordini del giorno, in particolare su quello della Lega Nord, e in generale sul tema oggetto in queste settimane della cronaca dei giornali.
Abbiamo appreso dagli organi di stampa che la Presidente ha inteso rientra nelle sua facoltà - concedere il patrocinio alla manifestazione. Su questo punto, insieme ai Consiglieri del Gruppo Italia dei Valori, abbiamo prefigurato la possibilità di presentare un nostro ordine del giorno, che poi abbiamo ritenuto di non depositare, preferendo la discussione in aula.
In un'occasione come questa, va pienamente riconfermato il pieno diritto a manifestare, tanto più nella misura in cui si tratta di una comunità che nel corso dei secoli - fortunatamente sempre meno - fino ai giorni nostri, ha subìto persecuzioni e discriminazioni. Nessuna discriminazione, dunque. Questa è un'occasione importante per riaffermare questo principio, tanto più se siamo di fronte, come in effetti è, ad una storia di sofferenze (bene ha ricordato il Consigliere Deambrogio la situazione).
Siamo sicuramente favorevoli - anche atti precedenti della passata amministrazione regionale sono andati opportunamente in tal senso - a riconoscere il patrocinio alle iniziative culturali che si occupano nella fattispecie di questi argomenti, programmate dalle associazioni di omosessuali, ma soltanto se organizzate con serietà, approfondimenti e senza provocazioni, com'è avvenuto in questi anni. Tuttavia, siamo di fronte ad un fatto diverso, perlomeno aggiuntivo, cioè il fatto che nel 2006, oltre alle iniziative culturali che si moltiplicheranno nel corso del "Gay Pride", vi sarà anche una sfilata, una manifestazione. Naturalmente la riflessione non poteva che rifarsi alle esperienze che abbiamo registrato in questi anni, in modo particolare nelle ultime due sfilate di Roma e Milano.
Le sfilate hanno tenuto comportamenti civili e rispettosi, ma sono emerse, dalle cronache sui giornali, ma anche da opinioni espresse da esponenti della sinistra - quindi sicuramente liberi da pregiudizi - non poche osservazioni, non poche opinioni che hanno evidenziato alcuni comportamenti fuori riga: bambini che si facevano portatori di slogan travestimenti blasfemi, atti osceni, e potremmo continuare. Dunque un'ostentazione provocante, certamente non coerente con lo spirito libero e rispettoso che dovrebbe caratterizzare queste manifestazioni. Sappiamo che le provocazioni sono spesso il frutto di presunti o reali torti ed emarginazioni. In qualche modo la provocazione è anche comprensibile, certo non condivisibile, se questo è un modo per ottenere il riscatto da una presunta o vera emarginazione o torto.
Noi crediamo che il "Gay Pride" possa essere una buona occasione per confermare lo spirito di tolleranza che la nostra città e la nostra Regione ha sempre manifestato nel corso della storia; quindi siamo favorevoli a che la manifestazione si possa svolgere nella più totale libertà di espressione, ma certamente anche nel pieno rispetto delle sensibilità religiose, nel pieno rispetto del buon gusto, nel pieno rispetto del pubblico pudore. Guardate che pubblico pudore, sentimento religioso e buon gusto non sono - lo dico soprattutto al Consigliere Robotti - di "un tempo che fu", sono ancora il sentimento profondo di tanta gente, con la quale occorre fare i conti. Sono sentimenti profondi che non possono essere considerati come vecchio ideologismo o penoso perbenismo. Dobbiamo fare i conti con questi sentimenti profondi, e soprattutto dobbiamo tenerli in grande considerazione. Per questo non pensiamo, molto semplicemente, che occorra un supplemento di approfondimento da parte della Presidente.
Ho parlato anche con il Vicepresidente che è assolutamente disponibile ad accompagnare la Presidente in un confronto con le organizzazioni che stanno avviando questa iniziativa, affinché possano essere ottenute tutte le rassicurazioni tese ad evitare quei comportamenti che prima ricordavo.
Mi consenta il Consigliere Robotti - del qual ho notato la particolare verve anche polemica - di dirle che forse la sua esperienza di servizio d'ordine - naturalmente garbatamente interpretata - in questa occasione potrebbe essere utile per consentire che l'attenzione ai sentimenti comuni dei cittadini possano essere accolti e tenuti in considerazione.
Se queste rassicurazioni - che vorrei non fossero solo verbali, ma anche formali (chiedo si espliciti questo impegno anche attraverso dichiarazioni pubbliche e scritte) non fossero soddisfatte, il nostro Gruppo suggerisce alla Presidente, l'unica titolata a poter disporre in materia, di riconsiderare il patrocinio e di limitarlo alle attività culturali diverse da quelle della sfilata.



PRESIDENTE

Abbiamo discusso con alcuni Presidenti di Gruppi sull'opportunità di convocare la Conferenza dei Capigruppo al termine dei lavori, ma dato il protrarsi dell'ora non mi pare che ci siano le condizioni. Ripristino le regole ordinarie, per cui la Conferenza dei Capigruppo è convocata per domani, mercoledì 22 giugno alle ore 14.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Sono d'accordo che quella in discussione sia una questione delicatissima, di responsabilità, di intelligenza, e dall'intervento del Consigliere Lepri si rileva come queste non vadano sottovalutate. Del resto, se in Comune il Vicesindaco Calgaro ha assunto le posizioni che ha assunto, se in questi giorni in Comune di Torino si è discusso così tanto evidentemente non è un ghiribizzo dei Consiglieri della Lega che hanno presentato l'ordine del giorno e dei Consiglieri di Alleanza Nazionale, ma un dato oggettivo.
E' vero, come citato nell'ordine del giorno della Lega e ripreso dalle parola del Consigliere Lepri, in alcuni casi si è andati verso travestimenti blasfemi, atti osceni, ecc. Non c'è dubbio, come viene scritto nell'ordine del giorno, che il diritto di manifestare democraticamente il proprio pensiero debba essere esercitato entro certi limiti e senza offendere la sensibilità, il buon gusto, il pudore. Come ha dimostrato la sensibilità degli italiani ultimamente, i valori del rispetto, del pudore e del decoro non appartengono a tempi oscuri e passati, ma alla sensibilità della gente - e che grazie al cielo! continua ad avere.
Noi diciamo che non bisogna sostenere iniziative o, tanto meno vietarle. Non è neanche in discussione, anche perché andrebbe contro la storia civile di questo Paese e, in particolare, di questa Regione. La realtà omosessuale ha sofferto duramente in tanti Paesi del mondo. Abbiamo votato l'ordine di giorno sulla solidarietà ai dissidenti cubani: non dimentichiamo che alcuni di essi sono in galera carcere perché omosessuali.
Siamo assolutamente consapevoli della storia di queste sofferenze.
Il patrocinio, però, è un'altra questione. Attesta una sensibilità e un riconoscimento di un particolare valore, dignità ed importanza sociale di un programma o di un'iniziativa. Vietare di dare il patrocinio assolutamente no, anche perché, come ha detto bene il Consigliere Lepri, è una competenza della Presidente. Probabilmente, ci saremmo comportati diversamente, ma riconosciamo il diritto, a chi governa, di esercitare le proprie responsabilità.
Cosa significa questa nostra perplessità e questa nostra richiesta di attenzione, di prudenza, di intelligenza e di vigilanza? Vuol dire che siamo contrari a queste sensibilità? Assolutamente no. I colleghi Lepri e Pozzi hanno doviziosamente citato iniziative assunte dal Governo e dalla Giunta Ghigo in questasulla materia. I fatti parlano sempre più delle parole: abbiamo sostenuto il cinema gay, aumentandone significativamente il contributo a suo favore negli ultimi anni; abbiamo sostenuto iniziative culturali (quelle citate dalla Consigliera Pozzi); abbiamo sollecitato e sostenuto iniziative di educazione al rispetto; c'è stata una manifestazione in onore di un leader del movimento omosessuale, Pezzana portata avanti dall'Assessorato alla cultura della Giunta precedente. Non vorrei, tra l'altro, che la discontinuità della cultura si manifestasse nel non seguire i dibattiti. Personalmente non ne perdevo uno, seguivo ogni intervento.
(Vorrei ringraziare la Presidente Bresso per la sua significativa presenza).
Abbiamo sostenuto iniziative culturali di grande importanza, ma vorrei ricordare che quando l'Assessore Alfieri ed io concedemmo il patrocinio al festival del cinema gay, fummo richiamati per una semplice pubblicità: la pubblicità della banana. Fummo censurati e richiamati dal Comune di Torino nonché da vari Consiglieri che dissero: "E' una vostra responsabilità vigilare". L'anno successivo, dopo aver dialogato, ci siamo misurati e abbiamo verificato definito che la manifestazione avvenisse con tanto di contributo e di sostegno, ma tenendo conto di queste salvaguardie.
Ci trova d'accordo, quindi, la richiesta de "La Margherita" di una vigilanza e di un'attenzione alla sensibilità e alla cultura generale della società. Per questa ragione chiederei anche, come abbiamo sempre fatto in Commissione, che venissero presentati i preventivi, i programmi culturali e le valutazioni.
Concordo con il collega Lepri: alcune questioni possono avere tutta l'attenzione e anche di più: un supporto educativo, un supporto di valore e dei convegni. L'abbiamo dimostrato, l'abbiamo fatto, ma si sappia anche discriminare, valutare e vagliare.
Per questa ragione non parteciperemo alla votazione. Non intendiamo sostenere il divieto del patrocinio, ma riteniamo che, su questioni del genere, occorra quell'attenzione e quella sensibilità che un'aAmministrazione, che rappresenta la collettività e tutte le sue sensibilità, deve avere.
Assumiamo, come diceva la collega Cotto a proposito di altro, il serio impegno - e sono sicuro che faranno altrettanto i colleghi di Alleanza Nazionale e della Lega Nord, ma anche de "La Margherita" - di vigilare affinché sulla questione ci sia un dialogo fermo, come c'è sempre stato e come abbiamo sempre richiesto., sulla questione.
Infine, cito anch'io le parole del Consigliere Robotti. Credo che ci sia una cesura censura logica quando dice che le manifestazioni dei naziskin sono autorizzate, ma, grazie a Dio, mai nessuno le ha patrocinate e non penseremo mai di farlo. Qui, ovviamente, le cose non sono commensurabili. Non si discute se autorizzarle, perché nessuno si sognerebbe di non autorizzarle, ma neanche, come nel caso delle partite di calcio, di chiedere ai tifosi la garanzia di un contegno. Ma agli attori e ai protagonisti che faranno di queste iniziative, auspico anche con contributo pubblico, queste iniziative, lo possiamo e lo dobbiamo chiedere tutti quanti insieme. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Presidente, Consiglieri, vorrei parlare delle perplessità che ildel Consigliere Robotti ha sulla Lega; questa Lega che fa di tutto per dividere manifestazioni e suscitare violenza.
Domenica si è svolta una nostra manifestazione con la presenza di centomila persone, e di violenza, assolutamente, non ve n'è stata traccia.
Non è successo niente. Forse è stato lui che, andando a Roma, si è trovato davanti a qualcosa di brutto (dai naziskin a qualcos'altro che non ho ben capito cosa fosse). Ma bastava che rimanesse qui a Torino, dove c'erano i NOglobal che hanno disfatto la città e le vetrine, forse senza essere stati nemmeno citati da quest'Aula. Nessuno ha detto che bisogna condannare questi atti!. Queste parole non le ho sentite dal Consigliere Robotti. ! Forse sarebbe meglio condannarli tutti: i naziskin, i NOglobal. Non serve andare a Roma per trovare questi episodi, basta rimanere a Torino.
Vorrei fargli ancora presente, come ha già ricordato il Consigliere Leo, che nessuno ha concesso il patrocinio a questi eventi. Queste manifestazioni di violenza non hanno avuto il patrocinio di nessuno, né mi sembra che il Comune di Milano abbia concesso il patrocinio alla manifestazione del "Gay Pride" (probabilmente l'ha dato la Provincia, ma non l'amministrazione l'Amministrazione di centrodestra del Comune di Milano).
Presidente, il 17 settembre organizzeremo una manifestazione al Monviso;. Ddal momento che interessa anche la Regione regione Piemonte, a questo punto ne chiederemo il patrocinio. Visto che a tutte le manifestazioni si può dare il patrocinio, lo noi lo chiederemo anche noi per la raccolta dell'acqua da portare dal Monviso al Po. A questo punto, mi sembra una richiesta legittima, dopo aver sentito le cose dette in favore dei patrocini per queste manifestazioni.
Il Consigliere Lepri ha detto che vigilerà per vedere cosa succederà e che ci deve essere, da parte di questa Giunta e di questa amministrazione un controllo su ciò che non dovrà succedere (quello che abbiamo visto tanto per intenderci, l'altro giorno). Quei bimbi sorridenti sul trenino di cui parlava il Consigliere Lepri, li abbiamo tutti visti, ma voglio vedere quanto, tra un po' di anni, saranno sorridenti o se andranno in quella direzione. Questi sono ragazzini innocenti messi su un treno e portati ad una manifestazione del "Gay Pride". Voglio sapere che cosa penseranno o cosa potranno essere tra dieci/quindici anni quando saranno maggiorenni, potranno capire e non avranno scelto, perché la scelta l'avranno fatta altri per loro. Erano sorridenti su quel trenino, ma non hanno fatto nessuna scelta. Sono stati obbligati a fare questa scelta.
Permettetemi: non vorremmo più vedere scene di questo genere.
Leggiamo anche le dichiarazioni del Vicesindaco del Comune di Torino Calgaro (mi sembra appartenente al Gruppo de La Margherita): "Rischia di essere solo una carnevalata. Credo che il Comune non possa e non debba mettere la propria firma su manifestazioni che possono risultare sconvenienti e, da quello che abbiamo visto finora, queste sfilate (per finire con quella di Milano andata in scena qualche giorno fa) sono soltanto una rumorosa carnevalata che può, per molti versi, risultare offensiva". Poi, alla domanda: "Lei confermerà al Sindaco, la settimana prossima, questa posizione?", ha risposto: "Sì, certamente e penso pure che non sarò il solo a puntualizzare queste cose. Il simbolo del Comune pu finire soltanto su manifestazioni edificanti e condivisibili da tutti. Se i rappresentanti del Comitato rinunceranno alla sfilata-carnevalata, allora non avremo difficoltà a pronunciarci a favore, altrimenti voterò senz'altro contro questa iniziativa".
Non so se il Consigliere Lepri voleva andare in questa direzione, ma mi sembra che le sue parole siano abbastanza in sintonia con quelle del Vicesindaco Calgaro.
In aula sono rimasti pochi Consiglieri de La Margherita, ma mi auguro che ritornino per ribadire una loro convinzione e una loro posizione politica, sempre orientata in una direzione piuttosto conservatrice, dal punto di vista della difesa dei valori. Valori che non mi sembra siano condivisi da una certa sinistra, che forse vuole annientare il valore della famiglia - non mi sembra che queste manifestazioni siano per la famiglia.
Speriamo che ci siano anche manifestazioni - e le proporremo noi - a favore della famiglia, la famiglia naturale.
Non è vero che non esiste la famiglia naturale, la famiglia naturale c'è. Forse quando il Consigliere Scanderebech ha detto "Adamo ed Evo", la sinistra si riferiva proprio a questo; era convinta che fossero Adamo ed Evo e non Adamo ed Eva.
Questa è la posizione naturale della famiglia, quindi non mi sembra che ci siano delle posizioni che vanno in questa direzione.
Noi comunque chiediamo al Presidente di vigilare su questo patrocinio che ormai ha concesso, a cui noi siamo chiaramente contrari. Però almeno si vigili sul fatto che non ci siano queste carnevalate, come ha detto il Vicesindaco Calgaro, con cui siamo perfettamente in sintonia e vogliamo che questa non sia una carnevalata, ma nel rispetto di quelle che sono proprio le condizioni omosessuali delle lesbiche e di tutto quello che ci mettete non vogliamo che diventi un carnevale che proponga poi anche atti osceni o qualcosa di particolare, che non ci è piaciuto molto nell'altra manifestazione tenutasi la scorsa settimana.
Sono contento solo di una cosa: che quello che la sinistra chiama "pastore tedesco" sarà per fortuna la diga contro il disfacimento della morale che sempre più ci porterà alla disgregazione, come forse è già successo un tempo all'Impero Romano; disgregazione che subirà questa Europa, che è divisa su tutto. Ha solo ancora un valore comune, quello della moneta, che è una moneta da pazzi, e che noi abbiamo definito la settimana scorsa "il neuro".
Questa è stata una divagazione che però dà l'idea di come questa Europa sia ormai sfasciata anche nei valori.
Quindi, Presidente Bresso, ci raccomandiamo a lei per la manifestazione del "Gay Pride" e non per la moneta. So che lei, come Prodi, è affezionata all'euro e anche all'Europa in cui ci avete mandati e ci avete fatto fare una svalutazione non argentina, quella del 100% in due anni. Non l'ha detto nessuno che c'è stata una svalutazione, ma in effetti abbiamo avuto una svalutazione del 100% perché da mille siamo passati a 2 mila.



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, lasci concludere, per cortesia.



MONTEGGIA Stefano

Presidente, la ringrazio, ho concluso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Questa discussione mi sembra in parte la fotocopia di una discussione che si era già avuta qualche anno fa nella precedente legislatura, quando era stato presentato un ordine del giorno a favore dell'effettuazione del "Gay Pride", allora nella città di Roma, quando erano stati sollevati dei problemi sulla possibilità che questa manifestazione potesse essere tenuta.
Mi sembra che molte delle discussioni di allora ritornino oggi.
Devo dire che trovo anche un certo parallelismo e discordanza con quanto si è svolto prima nel corso della discussione sull'ordine del giorno relativo ad Oriana Fallaci, quando si difendeva la libertà di espressione.
In questo caso, non potendola vietare, come forse alcuni vorrebbero, la discussione si incentra sulla concessione o meno del patrocinio, in quanto viene detto che si deve distinguere tra la concessione dello stesso e la libertà di manifestare.
Personalmente sostengo che la Regione abbia fatto bene a concedere il patrocinio, e lo dico chiaramente, perché concedere il patrocinio per me significa riconoscere, tra le altre cose, che la nostra è una società complessa e che in questa complessità rientrano le diverse identità sessuali dei cittadini. Noi, volenti o nolenti, dobbiamo prenderne atto e riconoscere che il patrocinio è un modo per sancire anche il diritto alla propria identità sessuale.
Difendo il patrocinio perché non possiamo ignorare che queste manifestazioni nascono anche da una lunga e dolorosa storia di persecuzioni. Non possiamo infatti ignorare che per anni la discriminazione sessuale è esistita e, anche se nel tempo le cose sono cambiate, non possiamo dimenticare che, in passato, gli omosessuali sono stati trattati come eretici e arsi vivi. Noi non vogliamo dimenticarlo! I tempi sono cambiati, ma la discriminazione esiste tuttora.
Credo che ordini del giorno come questi siano la testimonianza che esiste ancora la discriminazione e che è difficile sconfiggerla.
Come dicevamo nel corso della discussione sul precedente caso del "Gay Pride" di Roma, credo che non si possa giudicare negativamente tutta la manifestazione a causa di alcuni atteggiamenti volutamente provocatori.
Credo che ci si dovrebbe interrogare anche su tutti gli spettacoli diseducativi che i mezzi di informazione propinano alla nostra società nei modi più disparati. Se vogliamo discutere della diseducazione dei giovani dovremmo considerare anche questi aspetti.
In conclusione, condivido pienamente la concessione del patrocinio della Regione alla manifestazione perché sono sicuro che l'insieme delle iniziative offrirà un momento di crescita sociale e anche civile per tutta la nostra comunità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Costa; ne ha facoltà.



COSTA Enrico

Grazie, Presidente.
Il mio vuole essere un intervento breve, perché mi ero iscritto a parlare prima di ascoltare l'intervento del collega Leo, del quale condivido, in modo praticamente totale, le considerazioni.
Le condivido perché gli ordini del giorno presentati dai colleghi di opposizione mi hanno fatto riflettere, soprattutto sulle intenzioni della Giunta regionale e della sua Presidente, nel momento in cui concedono il patrocinio.
Sicuramente non si tratta di sposare una manifestazione e di condividerne in toto le espressioni, ma si tratta di riflettere ex ante sul significato in generale di una determinata manifestazione.
Significa, da un punto di vista nemmeno troppo culturale, ma delle identità espresse nell'ambito della manifestazione, che si tratta di un atteggiamento assolutamente legittimo anche dal punto di vista sociale.
A questo proposito sono d'accordo con il collega Leo che partiamo da un presupposto: non si può vietare nulla. Ma io faccio un passo in avanti e lo faccio relativamente al patrocinio.
Se andiamo a vedere i patrocini concessi dal 1970 ad oggi, vediamo che la Regione, attraverso questo istituto, ha inteso valutare degne di considerazione tutte le manifestazioni, anche quelle poste in essere non da tutto il popolo piemontese, ma anche da una sua minoranza.
Una considerazione molto valida fatta dal Consigliere Leo è quella che attiene alla vigilanza. Nel momento in cui si concede il patrocinio - e quindi si attesta che una manifestazione gode del rispetto della Regione Piemonte - è anche giusto che la Regione stessa eserciti una forma di controllo.
Chiaramente, il controllo non può intendersi come forma di censura, ma dev'essere teso a che quelle espressioni legittime, diffuse attraverso le forme di manifestazione, vengono considerate rispettose per tutti i cittadini. E qua mi voglio fermare.
Non si tratta di un atteggiamento che va a sposare le identità espresse in questa sede, e nemmeno eventuali atteggiamenti che potrebbero porsi in essere in quella sede; si tratta semplicemente di circoscrivere l'istituto del patrocinio entro i confini che sono consoni e che sono evidenziati da tutta una serie di precedenti.
Non condivido nemmeno quella distonia tra le dichiarazioni rese oggi dal collega Robotti e dai Comunisti Italiani e le dichiarazioni che sono state pronunciate in questa sede allorché si parlava di Cuba. Perché il nostro concetto di libertà si attaglia a tutte le situazioni e mi pare invece, che per quanto riguarda Cuba, difesa con forza da tanti colleghi questo concetto di libertà non venga proprio rispettato e favorito.
Non parteciperò dunque al voto per spirito di solidarietà nei confronti dei colleghi. Mi pare, tuttavia, di aver chiarito, in modo evidente, come la penso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Credo che la Presidente abbia fatto bene a concedere il patrocinio alla manifestazione e ritengo che sia positivo che questo Consiglio regionale ribadisca questo concetto in sede di votazione. Nel mio caso, preannuncio ovviamente il voto contrario su entrambe le mozioni, sostanzialmente per tre aspetti.
Non vorrei tornare su quanto hanno già detto altri colleghi sull'argomento, perché è inutile ripetere concetti già espressi e, per quanto mi riguarda, del tutto condivisi.
Credo, però, che non vada dimenticato che il patrocinio alle manifestazioni si concede normalmente, per quel che ne so, sulla base di una valutazione di utilità e di opportunità rispetto al sistema di responsabilità del quale si risponde, in questo caso la Regione Piemonte.
Ritengo sia positiva la manifestazione del "Gay Pride" a Torino, e auspico, soprattutto, che Torino e il Piemonte si attrezzino al meglio anche con il patrocinio, per accogliere persone e realtà che apportano culture, punti di vista e modi di vedere che non possono che arricchire questa città e questa Regione. Non è chiudendosi o innalzando barriere nei confronti delle minoranze politiche, sessuali o religiosi che si costruisce una città e una Regione amica.
Credo, inoltre, che sia particolarmente importante questo patrocinio per ribadire, anche nei confronti degli abitanti del Piemonte, in particolare dei cittadini di Torino, il fatto che se si vuole uscire dalle "secche" nelle quali, a volte in modo esagerato, ci si sente, bisognerà davvero essere capaci di ospitare e di considerare positivo tutto ciò che il mondo intorno a noi, e soprattutto le civiltà che riteniamo più vicine producono dal punto di vista della liberazione di minoranze a lungo oppresse. Certamente, l'invito affinché l'impatto sia il più positivo possibile credo che vada assolutamente portato agli organizzatori (immagino che la Presidenza lo abbia già fatto; in caso contrario, lo farà sicuramente), ma soprattutto credo che non spetti a noi decidere ciò che in quel complesso di cose, sia meritorio di patrocinio e in che modo debbano essere definiti aspetti come la "decenza" o altro: per fortuna, per questo, esiste un complesso di regole che vanno al di là del nostro Consiglio regionale, che si chiamano Codice Civile e Codice Penale, che regolano i rapporti e stabiliscono quali sono i comportamenti ammessi e quali no.
Se poi ci sarà un po' di "carnevalata" - potrà piacere o dispiacere potrà suscitare reazioni diverse - ricordatevi che la ricchezza di una società plurale è proprio questa: poter discutere, poter dire: "Secondo me hanno sbagliato", "Secondo me hanno fatto bene", "Era giusto fare in modo questo modo piuttosto che in quell'altro". Se ci fosse sempre qualcuno che decide cosa è decente e cosa non lo è, e via di questo passo, che mondo sarebbe? Dopodiché, credo che siano altre le questioni di cui noi ci dobbiamo preoccupare, dal punto di vista della decenza, in questa nostra Regione e in questa nostra società.
Abbiamo il problema di portare abbozzi originali, e questi magari lo sono. Non sono gli unici. Altro che tener fuori persone che vogliono partecipare! Da questo punto di vista, ne abbiamo veramente bisogno. Ecco perch inviterei la Presidente e tutta la Giunta a tener duro su tale questione rilanciando e non difendendo la scelta; spiegando fino in fondo, semmai che le ragioni di questa scelta vanno ben al di là del merito della scelta medesima.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro chiuso il dibattito.
La parola al Presidente della Giunta, Mercedes Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Vorrei ringraziare i Consiglieri che hanno partecipato a questo ampio e utile dibattito, come i colleghi di maggioranza Robotti, Pozzi, Deambrogio Moriconi e Turigliatto, ricordando le ragioni ideali che, credo, non soltanto giustificano, ma rendono necessario il nostro patrocinio e il nostro contributo all'organizzazione della manifestazione o, meglio, a quel complesso di iniziative, che approfondirò meglio in seguito e che ritengo di grande interesse. Lo stesso Consigliere Lepri ha ribadito quelle indicazioni che, da sempre, si raccomandano nella concessione dei patrocini: le manifestazioni, nel loro svolgimento, devono rispondere a regole di democrazia e correttezza.
Non sempre, come tutti sappiamo, gli organizzatori delle manifestazioni sono in grado di controllarne lo svolgimento, ma questo fa parte dei rischi di qualunque iniziativa libera.
Posto che il Consigliere Scanderebech non ama i paragoni con le celebrazioni religiose, è stato ricordato dalla stessa Consigliera Pozzi come anche nell'ambito di manifestazioni sportive, del tutto legittime oltre che molto divertenti, si possono verificare fenomeni deprecabili che nei limiti del possibile - perché non è semplice intervenire nelle manifestazioni a cui partecipano migliaia di persone - vengono tenuti sotto controllo.
Persino durante le manifestazioni del Primo Maggio, alle feste "dell'orgoglio operaio", possono verificarsi momenti di tensione e di difficoltà, che si cerca sempre di controllare nel rispetto dei diritti delle persone ad esprimersi, purché in modo non violento, anche se in maniera "colorata".
Sono poi lieta di constatare che anche fra i banchi dell'opposizione c'è un liberale: mi riferisco al Consigliere Costa, che si è espresso con un atteggiamento liberale tipico, che ho apprezzato.
Per una volta potrei dire al Consigliere Leo, spesso tacciato di essere "cattocomunista", che in questo caso potremmo parlare di atteggiamento "cattoliberale" tenuto anche quando, da Assessore, ha sempre patrocinato e finanziato manifestazioni pur quando non ne condivideva totalmente gli intenti. Questo è capitato a chiunque abbia amministrato; lui ha ricordato alcune occasioni e sarò in grado di ricordarne anch'io.
Ho invece sentito espressioni di sentimenti e atteggiamenti che considero personalmente riprovevoli e che comunque ho apprezzato poco.
Ognuno ovviamente è libero di esprimere quello che dice e quello che scrive. La democrazia spesso ci divide non solo in maniera soft, ma alcune volte più duramente. Debbo dire però che in molti casi le cose che ho sentito sono francamente espressione di un pregiudizio che continua a esistere nella nostra società e che giustifica l'esistenza di manifestazioni come il "Gay Pride". Una manifestazione che, quindi, si spiega non solo nelle sue componenti culturali, ma anche nelle sue componenti emotive di difesa di diritti e di rivendicazione energica del proprio diritto all'espressione, non solo privata ma anche pubblica, delle tendenze sessuali. Perché è evidente che nella nostra società esiste tuttora un forte pregiudizio nei confronti dell'omosessualità. Tale pregiudizio risalta chiaramente negli interventi di alcuni Consiglieri. E' una cosa che a me fa male.
Ognuno ha una propria storia. Io vengo dai movimenti di liberazione.
Prima Deambrogio ricordava il Fuori, che è nato nel '71, insieme alla nascita non certamente delle battaglie per l'emancipazione delle donne ma dei movimenti di liberazione delle donne. Io ho sempre percepito, in modo ovviamente diverso, le discriminazioni nei confronti delle donne altrettanto solidamente ancorate nella nostra società.
Ieri l'Assessore Manica ci illustrava il programma delle pari opportunità. Siccome non è mai esistito un Assessorato alle pari opportunità in quanto tale, ci proponeva alcune linee di programma da discutere in Giunta e poi in Consiglio. Nonostante tutto, si sentiva ancora, da parte dei colleghi maschi, quella specie d'insofferenza nei confronti della discussione su un programma di pari opportunità, che appare sempre una perdita di tempo ai nostri colleghi di sesso maschile. A dimostrazione che, anche sulle pari opportunità, quando se ne parla intervengono solo le donne. E spesso gli uomini hanno l'atteggiamento di sufficienza nei confronti del fatto che ci si occupi di qualcosa che sembra ormai non avere più importanza, ma che invece continua ad averne, perché la discriminazione nei confronti delle donne continua ad essere caratterizzante dei sentimenti profondi della nostra società.
Questo, a maggior ragione, è ancora più vero e più forte nei confronti dei gay. L'omosessualità è tollerata ma non è capita come diritto d'espressione libera di una tendenza che ha lo stesso diritto di cittadinanza delle altre. Questo è il nodo che cercano di sciogliere gli organizzatori di questa manifestazione che, tra l'altro, hanno avuto attenzione nei confronti di altre esigenze della nostra città. Ad esempio: la data del "Gay Pride" dovrebbe essere il 24 giugno che, come sapete, è anche il giorno di San Giovanni. Tradizionalmente e storicamente, la data è quella. Non che l'avessero scelta apposta, non è che ovunque nel mondo il patrono della città è San Giovanni. Ebbi una discussione con gli organizzatori, peraltro in piena campagna elettorale, quando discutemmo del fatto che non era opportuno far coincidere queste due date. Infatti, la proposta è di spostare l'appuntamento alla settimana successiva, per evitare di creare un possibile conflitto fra sensibilità diverse.
La questione ha comunque destato attenzione, ma è importante sottolineare che la ragione è il permanere di quest'atteggiamento di difficoltà nel riconoscere i diritti della comunità omosessuale, non della categoria degli omosessuali. Per questa ragione, la proposta non è solo e semplicemente quella di una manifestazione o di una sfilata colorata. Lo scorso anno ho partecipato a Milano alla manifestazione del "Gay Pride" e l'ho trovata una manifestazione assolutamente civile e svolta in maniera democratica, senza nessuna forma di prevaricazione nei confronti di alcuno né nei confronti della città o di chi assisteva e partecipava. L'ho trovata colorata, divertente, simpatica, non volgare né provocatoria.
È possibile che, in altre situazioni e in altre città in cui si è svolta la manifestazione, siano avvenuti fatti non del tutto gradevoli. Mi è capitato di partecipare a molte manifestazioni di questo tipo e non ho mai trovato altro che l'espressione forte di un'identità e una gran voglia di ottenere il riconoscimento pieno dei propri diritti facendoli riconoscere agli altri. Per il nostro Paese (di un'indubbia arretratezza culturale in questo campo) la proposta non è solo quella di una sfilata, ma della presentazione di una serie di iniziative con convegni e mostre che si propongono di affrontare tutta una serie di questioni complesse e poco conosciute: la storia del movimento omosessuale, il problema dell'AIDS e della salute. Sapete che l'AIDS, oggi una delle più gravi piaghe del mondo è stato in qualche modo attribuito alla comunità omosessuale? Cosa non vera. Oggi è uno dei maggiori e più drammatici problemi dell'Africa. Credo che sia molto interessante lo sviluppo di una riflessione sulla questione soprattutto sulle fobie che ha suscitato. Sulla realtà transessuale sono previste delle mostre e dei convegni. Attraverso Focus (le politiche di Città e Regioni sperimentate in diverse parti di Europa) si affronteranno temi quali il problema dell'educazione e della formazione dei giovani al rispetto dell'identità sessuale.
Ci sono altre iniziative e avrò modo di informarvi sul programma, che è molto ricco e proseguirà in un arco di tempo superiore ai giorni della manifestazione. Prevede il coordinamento di una serie di iniziative già avviate a Torino, come il Festival del cinema gay e lesbico, nonché il collegamento della Giornata internazionale della donna, e iniziative collegate alla Fiera internazionale del libro e ad altre manifestazioni.
Ovviamente, non credo che si potrà organizzare tutto. Si tratterà poi di fare una selezione fra le molte proposte previste da questo programma.
Confermo che il patrocinio che abbiamo dato comporta l'adesione alla tematica del movimento di liberazione omosessuale e ai suoi obiettivi, come il pieno riconoscimento non solo in forma legislativa, ma anche culturale da parte della comunità italiana (in questo caso torinese) della realtà dell'omosessualità. Confermo che oggi chiederò - nei limiti del possibile di evitare espressioni che possano turbare le diverse sensibilità che possono emergere nella nostra società. Ragioneremo con loro anche sulle iniziative, a carattere culturale, che possono arricchire la manifestazione.
Voterò contro - e chiedo alla maggioranza di fare lo stesso - gli ordini del giorno, che ritengo particolarmente lesivi di alcuni diritti anche fondamentali, di libertà. Ricordo che tra i diritti, oltre a quello all'identità sessuale, c'è anche quello di manifestare liberamente. Gli ordini del giorno, alla luce dell'illustrazione avvenuta, mi paiono particolarmente preoccupanti: grave sarebbe se il Consiglio regionale li approvasse. Il Consiglio regionale deve essere, per sua caratteristica garante dei diritti di libertà di tutti e del diritto a manifestare le proprie opinioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Prendiamo atto dell'intenzione della Presidente della Giunta di fare "la maestrina dalla maglietta verde", dando la pagella ai Consiglieri: "Questo intervento è bello, l'altro no perché lesivo, ecc.". Tra l'altro noto che si è allontanata dall'aula perché, estremamente democratica com'è preferisce non stare ad ascoltare quanto ha da dire un Consigliere di opposizione. Questo fa molto piacere... Ne prendiamo atto, visto che siamo stati accusati di non essere democratici! Non solo la Giunta regionale concederà il patrocinio, ma anche un contributo all'organizzazione della manifestazione: concederemo non solo il logo, ma anche il denaro per realizzare la manifestazione.
Si criticano i nostri ordini del giorno, assolutamente puliti, senza offese nei confronti di nessuno - tanto meno verso gli omosessuali.
Semplicemente, si ribadisce che le manifestazioni del "Gay Pride" - o del "Giorno dell'orgoglio sessuale", come viene anche chiamata la manifestazione - spesso e volentieri - direi sempre - si sono trasformate in manifestazioni offensive: calunnie, diffamazioni e vilipendi con striscioni terribili, oggetti fallici ostentati e portati in corteo.
Paragonare la manifestazione della Lega ad una del genere, è vergognoso.
Soprattutto perché quella della Lega è la manifestazione di un partito che si è svolta su proprietà privata (il prato di Pontida è stato acquistato dalla Lega Nord) senza il patrocinio e il contributo di alcuno. E' una gran differenza.
Non credo proprio che la manifestazione dei nazifascisti, ricordata dal Consigliere Robotti avesse ottenuto il patrocinio e il contributo di chicchessia: in questo caso si parla di patrocinio e contributo. Patrocinio e contributo non utilizzati per iniziative culturali, ma per cortei che in casi precedenti si sono trasformati non in carnevalate - almeno le carnevalate fanno ridere - ma in una serie di insulti, provocazioni e frasi veramente offensive indirizzate a chiunque, anche verso il Papa (vale anche per i Consiglieri che hanno anche una fede diversa, non solo quella cristiana).
Non siamo contro il diritto di manifestare - ci mancherebbe altro! - ma contro un corteo che fino ad oggi si è trasformato in un qualcosa di offensivo e lesivo delle libertà altrui, e che ha ottenuto il patrocinio della Regione.
Poiché sarà concesso il patrocinio e il contributo alla "Giornata dell'orgoglio omosessuale", abbiamo già predisposto la "Giornata dell'orgoglio padano". Abbiamo già realizzato dei braccialetti (siamo veloci...); la manifestazione si terrà sul Monviso. Ci auguriamo che, oltre a finanziare e a dare il patrocinio alla "Giornata dell'orgoglio omosessuale" che si svolgerà a Torino, darete anche il patrocinio e il contributo alla "Giornata dell'orgoglio padano": la manifestazione si svolge sempre in Piemonte.



(Commento fuori microfono: da chi è organizzata?)



ROSSI Oreste

Sarà organizzata da un'associazione culturale, non da un partito politico (infatti non appare il guerriero, simbolo della Lega). E' un'associazione che non ha niente a che vedere con il partito, anzi nell'atto costitutivo c'è scritto che è apolitica, apartitica: pensate voi! Vedremo come sarà applicata la vostra democrazia nei nostri confronti anzi, nei confronti di un'altra associazione che organizzerà la "Giornata dell'orgoglio padano".
Cara Presidente (sempre impegnata al telefono; non l'ho detto prima perché non volevo esagerare con la polemica, ma ora, con la sua sedia sempre vuota, le parole me le tira fuori dalla bocca. Leggerà il verbale) a me ha dato molto fastidio che abbia paragonato il corteo dell'orgoglio omosessuale ad una "processione". Io piuttosto, la paragonerei al funerale del genere umano.



(Commenti dei Consiglieri)



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri di astenersi da qualsiasi manifestazione di commento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

I Consiglieri del centrodestra saranno anche i più bacchettoni e reazionari, ma certamente più beneducati di quelli del centrosinistra: ascoltano e, se parlano, lo fanno in modo tale da non disturbare gli altri.
Non siamo intervenuti, salvo l'intervento del Capogruppo per illustrare l'ordine del giorno. In ogni caso, nessuno ha messo in discussione la legittima libertà di manifestare; credo che il Consigliere Robotti non l'abbia notato perché, forse, non ha letto bene gli ordini del giorno. Così come invito - prendo spunto dallo stile della Presidente, che dimentica che questa è un'aula consiliare di eletti e non un'aula della Facoltà in cui insegnava molti anni fa - la Consigliera Pozzi a leggere gli ordini del giorno: il termine "violenza" non è mai presente. La Consigliera Pozzi ha incentrato due terzi del suo intervento sul termine "violenza", che non compare negli ordini del giorno. Questi, così come altri, sono interventi veramente fuori dal coro.
Apprezzo le diverse posizioni su un tema tanto complesso, come rispetto, anche se non condivido, quella del Consigliere Costa o di altri che ho ascoltato.
Su temi di questo tipo nessuno ha la verità in tasca e men che mai si può permettere, con una prosopopea non accettabile, ad un Consigliere o ad un'istituzione di dare pagelle: "questo è bravo", "questo è cattivo", "i primi quattro sono migliori"; "il quinto è abbastanza bravino".
"Non votate gli ordini del giorno". Presidente, se lei fosse la Presidente della mia maggioranza, e io fossi un Consigliere di maggioranza mi alzerei e non voterei anche se fossi d'accordo. Lei si deve ricordare che è il Presidente della Giunta, non il Presidente del Consiglio. Visto che il Consiglio ha una sua autonomia decisionale e un Presidente che la esercita, non ci deve essere la maestra che indica agli scolari come comportarsi. Tanto meno sono accettabili le posizioni in cui si fa "pedagogia" sul modo di fare politica, soprattutto, mi consenta, da chi non esercita moltissimo quest'aula ...



(Commenti fuori microfono della Presidente Bresso)



VIGNALE Gian Luca

Guardi io l'ho vista tre volte: la prima seduta consiliare, oggi a mezzogiorno, e questa sera alle sei...
In conclusione, per significare il voto ovviamente ma, soprattutto, per condannare invenzioni rispetto agli ordini del giorno presentati e valutazioni che i Gruppi della minoranza non hanno mai fatto. Ovviamente ci informeremo sulla quantità delle risorse che saranno erogate.
Permettetemi di dire, da bacchettone reazionario, che per me "il Papa con le tette", che ho visto in tutte le sfilate dei "Gay Pride", è una volgarità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Ringrazio la Presidente per i chiarimenti concessi al Consiglio e quindi, la nostra dichiarazione di voto è di contrarietà rispetto ai due ordini del giorno presentati.
Sottolineo nuovamente al Presidente l'attesa del nostro Gruppo per un successivo incontro, possibilmente alla presenza anche del Vicepresidente che sicuramente garantirà, almeno su questo delicato tema, un'articolazione delle sensibilità all'interno della maggioranza.
Ribadisco l'aspettativa, se possibile, di un formale impegno degli organizzatori a garantire quel rispetto del buono gusto, del pubblico pudore e del sentimento religioso cui prima ho fatto cenno. Naturalmente saremmo molto soddisfatti se, in proposito, vi fosse una formale dichiarazione; cosa non particolarmente impossibile, ma di buonsenso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente. Dopo le affermazioni del Consigliere Lepri e le bacchettate della Presidente Bresso sul "turbare le sensibilità diverse" mi sento un po' sconcertato per quello che sta succedendo in aula. Qui nessuno vuole turbare nessuno. Noi vogliamo che questi omosessuali, questi gay, queste lesbiche, facciano liberamente quello che vogliono fare, ma lo facciano nel rispetto della sensibilità dei ragazzi, delle ragazze, delle donne e degli uomini. Non deve succedere quello che è accaduto a Milano: ignari bambini strumentalizzati messi lì, in primo piano, quasi ingabbiati (come ha detto il collega della Lega). Non condivido, inoltre, la posizione del Consigliere Lepri quando dice: "Io voto contro, però chiedo un incontro". Cosa vuol dire: "Chiedo un incontro con lei, con il Vicepresidente"? Stiamo parlando ora di questo argomento e lei, con quelle sue affermazioni, sta delegittimando la potestà di questo Consiglio.
Se questo è un problema di sensibilità personale e religiosa, come lo è per il sottoscritto, le chiedo, Consigliere Lepri, cosa pensa delle gravi affermazioni della Presidente, che ha paragonato una libera manifestazione ad una processione religiosa. L'altro ieri sera c'è stata una processione religiosa alla Consolata: abbiamo visto belle foto, c'è stata una manifestazione corale partecipata e non è successo niente. Chi ha voluto partecipare ha partecipato, chi non ha voluto, non ha partecipato. Non c'è stato nessun patrocinio. È stata una manifestazione spontanea.
Fino a che punto possiamo intervenire in queste espressioni così delicate? Fino a che punto possiamo essere bacchettati, dal momento che ognuno di noi è libero di esprimere il proprio pensiero in merito a ciò? Come Istituzione, però, dobbiamo dare un'indicazione di massima. Ognuno di noi ha una propria storia e una tradizione politica che deve essere portata avanti in quest'aula, ma non altrove.
Nessuno vieta di concedere il patrocinio, o il contributo oltre al patrocinio, però tutto deve avvenire nel massimo rispetto di quel pudore e di quel buon gusto da lei rivendicato, Consigliere Lepri. Tutto questo però, deve essere discusso in quest'aula e, benché lei rappresenti una maggioranza schiacciante, non vi è la necessità di una riunione per chiarimenti e per prendere eventuali decisioni già assunte. Mi sembra anche offensivo nei confronti di tutta l'opposizione.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, procediamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 17, il cui testo recita: Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che da organi di stampa si apprende la notizia circa l'intenzione dell'amministrazione comunale di concedere il patrocinio alla manifestazione nazionale dell'orgoglio omosessuale ("Gay Pride") che si terrà a Torino da marzo a dicembre 2006, subito dopo le Olimpiadi il comitato "Torino Pride 2006" ha inviato una lettera per chiedere il patrocinio, oltre che al Sindaco, anche alle amministrazioni provinciale e regionale, affinché supportino quella che gli organizzatori definiscono "la più grande manifestazione di cultura, politica e spettacolo proposta dalle persone gay, lesbiche e transessuali a tutta la comunità" rilevato che, queste sfilate si sono spesso trasformate in spettacoli osceni e lesivi del pubblico decoro, con l'ostentazione di simboli sessuali e oggetti erotici che offendono ogni buon gusto ritenuto che, il diritto di manifestare democraticamente il proprio pensiero, così come ogni altro diritto costituzionalmente garantito, deve essere esercitato nei limiti della non lesione di altri diritti e che ognuno possa tranquillamente praticare la propria sessualità come ritiene ma senza offendere la sensibilità e il buon gusto considerato che, con la concessione del patrocinio le pubbliche amministrazioni informano la cittadinanza dell'apprezzamento e del pubblico riconoscimento del particolare valore delle manifestazioni e delle iniziative insignite che, solitamente, hanno un particolare significato culturale e sociale sottolineato che, le manifestazioni di questo tipo finiscono col rappresentare spettacoli diseducativi e discriminatori anche per la popolazione omosessuale che viene ridicolizzata impegna il Presidente della Giunta regionale ad evitare di concedere il patrocinio regionale ad una manifestazione sconveniente, evitando di affiancare l'immagine del Pie monte ad un'iniziativa che potrebbe rivelarsi inopportuna.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 25, il cui testo recita: Il Consiglio regionale preso atto che, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, il Comitato "Torino Pride 2006" dovrebbe richiedere il patrocinio anche della Regione Piemonte per la prossima edizione nazionale del "Gay Pride" considerato che, negli anni passati, il "Gay Pride" non si è mai rivelato una manifestazione culturale ma piuttosto un evento ai limiti della legalità diseducativo e discriminatorio per la stessa popolazione omosessuale dal momento che ridicolizza e accentua i problemi sociali dei gay e quell'immagine carnevalesca del "diverso" che, invece, dovrebbe essere annullata considerato inoltre che nel periodo del dopo Olimpiadi Torino e il Piemonte dovranno continuare la propria ripresa economica a partire da eventi realmente culturali che sappiano caratterizzare il territorio e colpire positivamente la critica internazionale impegna il Presidente della Giunta a non concedere il patrocinio della Regione Piemonte ad ogni manifestazione legata nominalmente al "Gay Pride".
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle h. 19.12)



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