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Dettaglio seduta n.68 del 28/02/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 15.01 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.20)



(La seduta ha inizio alle ore 15.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bizjak e Rutallo.


Argomento: Gruppi consiliari

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Ghigo di iniziare il dibattito politico sulle variazioni dei Gruppi consiliari alla presenza della Presidente Bresso


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Dibattito politico su variazione composizione Gruppi consiliari".
La parola al Consigliere Ghigo.



GHIGO Enzo

Prima di intervenire, vorrei svolgere una considerazione alla quale spero il Presidente del Consiglio possa darmi una risposta.
Ricordo che la scorsa settimana interrompemmo il Consiglio regionale per un incidente, sul quale, chiaramente, nel corso del dibattito, avremo modo di disquisire e di confrontarci. In quell'occasione, nella Conferenza dei Capigruppo, chiesi, insieme con altri colleghi, di svolgere un dibattito sull'argomento in oggetto e, soprattutto, un dibattito sulle vicende politiche che erano state dibattute all'esterno del Consiglio regionale ma avvenute all'interno del Consiglio stesso. Quel pomeriggio quel dibattito non fu concesso in relazione al fatto che la Presidente non poteva essere presente. Allora, mi domando come oggi si possa svolgere il dibattito, avendolo spostato di una settimana, in assenza della Presidente Bresso. Chiedo al Presidente di interessarsi per garantire lo svolgimento di questo dibattito alla presenza della Presidente della Giunta, senza nulla togliere al rappresentante della Giunta, Assessore Deorsola.



PRESIDENTE

La ricostruzione del Presidente Ghigo, sostanzialmente, è corretta. Non abbiamo informazioni al riguardo. Ci è stata comunicata l'assenza della Presidente, l'attendiamo.
Chiedo ai colleghi come intendono orientarsi, in attesa di avere notizie circa la possibilità della Presidente e del Vicepresidente di essere presenti in Aula.
La seduta è sospesa fino alle 15.45.



(La seduta, sospesa alle ore 15.35 riprende alle ore 16.12)


Argomento: Gruppi consiliari

Dibattito politico su variazione composizione Gruppi consiliari


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo ora all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Dibattito politico su variazione composizione Gruppi consiliari".
Informo che il Capogruppo dell'Italia dei Valori comunica l'impossibilità a intervenire nel dibattito concordato in Conferenza dei Capigruppo per improcrastinabili impegni; comunica altresì che si riserva di intervenire sui temi oggetto della sua richiesta nella scorsa Conferenza dei Capigruppo in altra seduta consiliare.
La parola al Consigliere Ghigo.



GHIGO Enzo

Signor Presidente, non per mettere in dubbio la sua coerente interpretazione, ma ci piacerebbe conoscere, magari più nel dettaglio, il contenuto della lettera del Consigliere Buquicchio. Lei ne ha dato un'interpretazione molto riassuntiva, abbastanza riassuntiva, ma cosa c'è scritto in questa lettera?



PRESIDENTE

Presidente Ghigo, ritengo di aver dato la comunicazione che riassume il pensiero del Presidente Buquicchio, che avrà tutti i modi per esternarvelo personalmente. Ha circolarizzato una serie di documentazioni, quindi, pu aver modo di comunicarlo a tutti nel modo che ritiene più opportuno.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, immagino che il collega Buquicchio non abbia inviato una lettera personale alla Presidente - per "personale" s'intende senza passare dal protocollo dell'Ente - ma brevi manu abbia dato una lettera alla Presidente dicendo: "Questa è per te". Immagino che abbia seguito, se il Presidente l'ha letta, quello che è l'iter, cioè...



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Ci è stata data notizia di una lettera che è stata inviata, come tale ai sensi della legge sul protocollo, è stata certamente protocollata essendo un dovere dell'Ente protocollare tutta la documentazione in entrata e in uscita. Pertanto, essendo un atto pubblico, che, ai sensi della legge n. 241/1990, è accessibile a chiunque, ancorché all'ultimo cittadino della Regione Piemonte e di altre Regioni, e in misura maggiore, per valutazioni politiche, ai Consiglieri regionali, ne chiediamo formalmente copia. Sarà presso il protocollo di un Ente, quindi, non molto distante e facilmente reperibile. Pertanto, chiediamo copia della lettera.



PRESIDENTE

Il collega Vignale richiama il diritto di acceso agli atti. Mi riservo di valutarlo nei prossimi minuti con la Segreteria generale del Consiglio.
Se tale istanza rientra nel diritto di accesso, non avrà difficoltà a darne copia, a richiesta dei Consiglieri. Essendo depositata qui sopra, possiamo darne copia nel giro, come dice lei, di pochissimi minuti.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Le leggi sono leggi, lei non può dare notizia di una cosa che non esiste!



PRESIDENTE

Certo.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

No, è chiaro che si tratta di una richiesta che è stata avanzata formalmente, ovviamente.
La parola al Consigliere Ghigo.



GHIGO Enzo

Signor Presidente, comunque, noi avanziamo richiesta ufficiale, che formalizzo in questo momento, di avere la lettera.
Visto che possiamo vantare il diritto di accesso agli atti, chiedo di avere per esteso la comunicazione del Consigliere Buquicchio.
La scorsa settimana abbiamo chiesto di svolgere il dibattito all'interno del Consiglio regionale, ma, obiettivamente, questo dibattito per quanto in questa settimana si è verificato, sembrerebbe non essere più particolarmente attuale. Però, ritengo ci siano altri elementi - vale la pena di sottolinearlo - che, obiettivamente, devono essere oggetto di una discussione all'interno di quest'Aula. Illustro in modo molto sintetico le motivazioni per le quali abbiamo chiesto questo dibattito. Nelle dichiarazioni giornalistiche virgolettate - perciò, devo presumere che tali dichiarazioni fossero state effettivamente rilasciate dalla Presidente Bresso - per quanto concerne l'ipotetico ingresso dei Moderati chiaramente stiamo facendo un discorso su una situazione che oggi non sembra essere più attuale - la Presidente Bresso rappresentò l'ipotesi di valutare l'ingresso dei Moderati all'interno dell'attuale maggioranza attraverso un confronto sul programma di governo dell'attuale maggioranza.
Proprio partendo da questo spunto, mi permetto di svolgere alcune considerazioni di tipo sostanziale. Il meccanismo della legge elettorale con la riforma introdotta con la legge costituzionale n. 1/1999 sull'elezione diretta del Presidente della Giunta, prevede che il candidato Presidente della Giunta si presenti ai cittadini con un programma sottoscritto dalla sua coalizione. Tant'è vero che, lo ricordo per chi ne ha colto la differenza, il programma del candidato Presidente diventato Presidente non deve più sottostare al voto dell'Aula consiliare. Il programma viene illustrato in Aula, ma, in buona sostanza, a differenza della legislatura precedente (1995-2000), non deve più essere sottoposto all'approvazione della maggioranza del Consiglio, perché è un patto con l'elettore. Mi presento con un programma e l'elettore vota un Presidente un programma, una maggioranza.
Il meccanismo di premio della maggioranza, nel caso specifico in questa Regione, si è dovuto adeguare a un'esigenza di resti che ha portato all'allargamento del Consiglio regionale a 63 Consiglieri, rispetto ai 60 che generalmente erano stati eletti. Questo spiega il rapporto tra presentazione del programma, voto e premio di maggioranza. Nelle dichiarazioni della Presidente Bresso ho rilevato una stortura rispetto a una procedura che fa riferimento a una riforma costituzionale. Nel caso in cui questa trattativa politica - della quale non mi scandalizzo - fosse andata avanti, avremmo avuto un vulnus di tipo consiliare-istituzionale che avrebbe dovuto riportare il programma elettorale, eventualmente discusso per l'ingresso di nuovi alleati alla maggioranza, in discussione in Consiglio regionale.
Come si può modificare un programma regionale per il quale si è stati votati alla guida della Regione Piemonte per l'ingresso di nuovi Consiglieri? In teoria ci si dovrebbe ripresentare ai cittadini piemontesi e dire qualcosa del genere: "Guardate, per far entrare i Moderati, cambio programma". I moderati dicono di cambiare un atteggiamento o una determinata politica, ma se cambi programma vieni meno al tuo impegno assunto nei confronti degli elettori che, nel tuo caso, ti hanno permesso di assumere il governo di questa Regione.
Non oso pensare che la Presidente Bresso, nel fare le sue dichiarazioni non abbia colto quest'aspetto, ma non è che un programma si cambia. Lascio perdere tutte le considerazioni all'interno della maggioranza perch qualcuno potrebbe dire: "Non sono fatti tuoi, preoccupati dell'opposizione". In effetti, non ragiono su quello, ma sull'aspetto formale: voi siete chiamati a governare questa Regione in base a un programma. Perciò, cambiarlo è venir meno a un impegno che avete assunto con i vostri elettori.
Lo dico per futura memoria alla maggioranza e ai colleghi che eventualmente, volessero entrare in maggioranza: se qualcuno volesse ripercorrere queste logiche di aggregazione, dovrebbe adeguarsi al programma che questa maggioranza ha presentato ai cittadini piemontesi. Non c'è altra alternativa. Non si può cambiare il programma.
Concludo facendo una considerazione. Poi, lascio agli interventi dei miei colleghi le considerazioni sull'altro ordine del giorno che questa mattina abbiamo iscritto, che riguarda il caso della collega Cotto, che ha tutta la mia solidarietà. Mi iscrivo come primo firmatario, anche se non ho ricevuto particolari vessazioni da parte della Presidente Bresso. Ritengo che chi ha un ruolo istituzionale debba distinguere questo piano da quello politico anche nelle sue dichiarazioni e affermazioni. Mi riferisco all'affermazione che, nella chiusura dell'articolo di un giornale, la Presidente Bresso ha rivolto a noi dell'opposizione definendoci estremisti anche se la polemica era riferita a una dichiarazione fatta da un Segretario regionale di un partito.
La Presidente Bresso ha la legittimità per rispondere a un Segretario di un partito che fa delle considerazioni, però trovo obiettivamente un po' distorcente inserire nella stessa dichiarazione un giudizio sul comportamento politico dell'opposizione all'interno del Consiglio, perch così viene meno il rispetto che un ruolo importante come quello del Presidente della Regione deve nei confronti dell'Aula.
Naturalmente, respingo le accuse di estremismo, perché sia dal punto di vista culturale che comportamentale, e la mia storia lo dimostra, non credo proprio di essere un estremista, né di essermi mai comportato in questo modo.
Per quanto concerne l'interpretazione che, eventualmente, i più hanno dato a questa sua affermazione, cioè al fatto che l'opposizione faccia ostruzionismo all'interno dell'iter di leggi importanti come quella sul bilancio o piuttosto sul piano sanitario, devo dire - Presidente, mi scusi se faccio quest'affermazione, ma devo e ho l'obbligo di ricordarglielo che se io ho imparato un po' a fare l'opposizione, l'ho imparato osservando come, nei dieci anni in cui ho governato, alcuni dei suoi attuali colleghi e molti ex colleghi si comportavano. Dico questo nel senso che obiettivamente sentirsi dare degli estremisti in relazione all'ostruzionismo d'Aula che noi stiamo esercitando in questo periodo è obiettivamente un giudizio che, giunto da quella parte politica, ci sembra molto distonico.
Credo che su questo - ed è l'ultima raccomandazione che le faccio - si confronti un po' con il vostro Segretario regionale, Pietro Marcenaro, e verifichi che in realtà il nostro atteggiamento non ha nulla di diverso da quello che l'opposizione ha sempre esercitato in quest'Aula. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Credo che questo dibattito, che era nato con un certo peso e una certa importanza su richiesta particolare di un Capogruppo dell'attuale maggioranza consiliare, si stia riducendo un pochino ad una farsa, perch di fatto, visto il numero degli interventi dei colleghi che per ora hanno chiesto di parlare, non sembra assolutamente interessare nessuno.
Io le avevo chiesto in Commissione dei chiarimenti relativamente ad insolite dichiarazioni rilasciate ai giornali, fatte all'ANSA o scritte per lo meno dall'ANSA, e dai giornali.
Noi vogliamo, come Gruppo della Lega, capire in modo ufficiale che cosa succede se e quando una formazione politica o un Consigliere passa da una parte all'altra, dalla maggioranza alla minoranza, dall'opposizione al governo, perché cambiano i rapporti tra le forze politiche, cambiano rapporti importanti e delicati anche per quanto riguarda tutta quella serie di incarichi extra Consiglio che vengono assegnati con votazione del Consiglio regionale. Cambiano anche i rapporti di fiducia e di lavoro con dei colleghi, per cui lei capisce che, quando il Presidente della Regione rilascia delle dichiarazioni - perché appaiono virgolettate - ma addirittura in sede di Commissione i colleghi interessati negano che ci siano stati quei rapporti e poi, sui giornali, si legge ancora di accordi noi vogliamo che il Consiglio sappia e sia informato di come stanno le cose per poterci regolare, Presidente. Questa è la prima questione.
L'altra questione invece riguarda proprio il collega Buquicchio perché, stando alle sue parole, martedì scorso addirittura pretendeva un dibattito immediato. Il dibattito è stato poi deciso e concordato per oggi ma il collega Buquicchio stamattina è in congedo e lo sarà anche oggi pomeriggio. Ci pare alquanto strano questo comportamento da parte di un collega Capogruppo.
Per il resto, Presidente, lei sa che noi abbiamo come riferimento all'interno di questo Consiglio la sua figura, in qualità di Presidente del Consiglio regionale, quindi a lei ci rivolgiamo affinché le informazioni giungano a tutti i Consiglieri in modo preciso e puntuale. Inoltre, a parte il caso che ho richiamato e che avevo sollevato in Commissione, vi sono numerosi casi che si prospettano sui giornali.
Quindi, noi le chiediamo di essere sempre informati in modo preciso e puntuale, in modo che da poterci regolare dal punto di vista politico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che i colleghi che mi hanno preceduto abbiamo già un po' inquadrato la situazione. Come al solito, peraltro, questo Consiglio regionale discute di questioni importanti, quali la costituzione di nuovi Gruppi e quant'altro, quando ormai è trascorso troppo tempo.
Detto ciò, è ovvio che il dibattito di oggi si può risolvere in due modi e lo dico non solo alla Giunta, ma ai colleghi di maggioranza. Si pu in qualche modo prendere atto che vi è stata una modificazione all'interno dei Gruppi consiliari e vi sono articoli, anche se contraddittori, del nostro Regolamento, che sanciscono questo diritto; o si può invece provare a fare una riflessione compiuta su quanto è avvenuto.
Certamente non ci si può dimenticare di alcuni passaggi. Ovviamente non faccio il rappresentante politico del gruppo dell'Italia dei Valori, ma lo stesso collega Buquicchio, che oggi è assente, sottolinea nella propria missiva proprio questo. È un punto fondamentale ed ovviamente stiamo parlando di cose assolutamente legittime non da un punto di vista amministrativo, ma da un punto di vista politico. Vi è la necessità di un chiarimento, nel momento in cui non solo si costituisce un Gruppo consiliare, ma nel momento in cui la Giunta è interessata ad un'interlocuzione, sia relativamente all'ingresso del nuovo Gruppo consiliare all'interno del centrosinistra caldeggiato da alcuni partiti della maggioranza, sia relativamente al non ingresso in maggioranza caldeggiato da altri partiti, sia relativamente alla terza via un po' mediana, che è stata trovata o meno, del dire: "State un po' a bagna. Dopo che avrete passato qualche settimana o mese in purgatorio, possiamo in qualche modo valutare se sussistono le condizioni per entrare all'ingresso della maggioranza".
Devo dire che tutto ciò, cioè il fatto che alcuni esponenti eletti in una lista decidano di uscire dalla stessa e creare un Gruppo loro o di aderire a Gruppi già esistenti, come altri colleghi ricordavano, accade ovunque nella cronaca politica di molte assemblee, dalle assemblee elettive più rappresentative, dal Parlamento fino ai più piccoli Consigli comunali.
Ovviamente, facciamo una valutazione, da questo punto di vista relativamente all'appartenenza e, soprattutto, al mandato elettorale che uno ha ricevuto. Preferiamo chi rispetta il mandato elettorale, quindi preferiamo chi rimane all'interno del partito in cui è stato eletto soprattutto rappresentando la coalizione che ha dato voti e preferenze a quei Consiglieri eletti perché stavano o nel centrodestra o nel centrosinistra.
Al di là di valutazioni teoriche, è ovvio che vi è una valutazione più complessiva da fare rispetto a quello che è l'interesse o meno della maggioranza ad allargare se stessa. Se ciò avviene, occorre capire cosa comporta da un punto di vista programmatico, perché può comportare una semplice addizione: il programma presentato al Consiglio rimane quello, ha tempistiche di realizzazione pari a quelle precedenti e semplicemente registriamo un voto in più per ciò che riguarda la coalizione.
Diverso invece - su questo sarebbe interessante un dibattito in Aula è se i Gruppi consiliari neocostituiti richiedono modifiche programmatiche che costituiscono punti fondamentali per un ingresso o meno in maggioranza.
Si tratta di aspetti assolutamente differenti, che non sono marginali in politica: si modifica o non si modifica un programma, diventa un'addizione rispetto ad una maggioranza già esistente, o si concerta un nuovo programma. Non ha solo una valenza politica generale, ma anche una valenza politico-amministrativa. Il primo giorno in cui ci siamo riuniti in quest'Assemblea, abbiamo espresso una valutazione sul programma non più elettorale, ma di governo, della Presidente Bresso.
Queste valutazioni vanno certamente fatte. Il timore è che, essendo vicini ad una campagna elettorale, ognuno cerchi di tutelare il proprio fortino e di essere impermeabile a situazioni esterne che si vengono a creare. Sempre da ciò che leggiamo dai giornali, potremmo individuare Gruppi consiliari più intenzionati ad ampliare la maggioranza, ma altri più restii a fare la stessa cosa.
Noi riteniamo sia un punto importante da risolvere e da discutere, se pensiamo che questo sia un luogo in cui si affrontano problemi di carattere politico-programmatico. Se invece riteniamo, come spesso accade, che il luogo in cui affrontare aspetti di carattere politico-programmatico siano i media e gli incontri informali (che abbiamo conosciuto sempre tramite i media), allora prendiamo una decisione che dà minor significato alla vita del Consiglio regionale. Si demanda a soggetti terzi, ancorché autorevoli (è il loro mestiere), la comunicazione anche fra Gruppi (siano essi di maggioranza o di opposizione) e si demandano ad incontri non istituzionali valutazioni politico-programmatiche. Incontri assolutamente legittimi: esistono quelli di maggioranza e quelli di minoranza, esistono anche quelli ibridi in cui maggioranza e pezzi di ex maggioranza e minoranza cercano di incontrarsi.
Noi riteniamo, così come lo diciamo per molte altre questioni, che questo sia il luogo in cui affrontare, in modo compiuto, aspetti di carattere politico-programmatico che investono la Regione e, soprattutto l'Assemblea della Regione Piemonte. Stiamo parlando di individui che fanno una scelta politica personale, per cui ci aspettiamo, e ci auguriamo, che oggi, non dico si risolva, perché nessuno cerca soluzioni ad una situazione politica che si viene a creare, ma si chiarisca qual è l'aspetto formale all'interno dell'Aula. Ovviamente, i primi soggetti che ci permettiamo di interpellare, ma non unici, sono i Moderati.
Rappresentando noi una parte dell'opposizione vorremo capire, perch noi tutti abbiamo letto dai giornali niente di più, se ormai dobbiamo considerare i Moderati, per ora in "purgatorio" in attesa di entrare successivamente (non so quando, alle elezioni politiche?) all'interno del centrosinistra, oppure se lo stesso Gruppo ha una posizione terza nei confronti delle coalizioni che si sono presentate alle elezioni e che oggi rappresentano maggioranza e opposizione all'interno del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Sono piuttosto in difficoltà nel valutare una situazione politica in evoluzione in Consiglio regionale. Sui "trapezismi" del Capogruppo dell'UDC non saprei cosa dire in questo momento. Adesso non si capisce più se fa parte ancora dell'UDC, o se non ne fa più parte. Non posso esprimere una valutazione che in questo momento non può neanche spostare tutti gli equilibri del Consiglio regionale. In questo momento il caso Scanderebech sembra sgonfiato, per cui non posso dare una valutazione politica.
Per quello che riguarda il caso Buquicchio, l'interessato oggi non è presente, ma ha inviato una lettera al Presidente in cui dichiara che risponderà prossimamente: chiaramente una risposta data in Consiglio regionale oggi ha una valenza, data fra una settimana o dieci giorni ne avrà un'altra. Per cui si cerca di sgonfiare anche questo caso. Non so se il Consigliere Buquicchio oggi non sia presente per convenienza o perch in effetti, ha un incontro con il suo "capo" per verificare se ha qualche candidatura o meno, se va verso qualche candidatura.
Sposterei il discorso sulla mia testimonianza scomoda e non riconosciuta dalla Presidente. Ho letto su La Stampa che la Presidente ha disconosciuto una sua partecipazione alla discussione emersa in Consiglio la scorsa settimana. Quanto meno c'è un vizio di forma: non aver chiesto la parola al Presidente. La Presidente sa benissimo che bisogna chiedere la parola quando si interviene in Consiglio regionale; il Presidente ci richiama sempre al Regolamento, ma la Presidente Bresso non ha chiesto la parola, ed è intervenuta. Mi sembra abbastanza, in qualità di Presidente dovrebbe attenersi al Regolamento prima ancora di tutti i Consiglieri.
Non voglio fare il moralizzatore, è successo anche a me, in tante occasioni, magari di eccedere in una discussione politica. Tuttavia, quando ho ecceduto, ho avuto anche il buon gusto di chiedere scusa al mio interlocutore. È evidente che in una discussione politica ci possono essere degli interventi che vanno al di sopra delle righe, succede...
Presidente verifico che vuole uscire dall'Aula. Bene! Ogni volta che le viene detto qualcosa contro, vuole uscire. Stiamo parlando d'altro...
Presidente, non vuole sentire? Vede, Presidente, lei non vuole sentire nulla! Presidente, se vuole chiudo il mio intervento, non dico più nulla così, ancora una volta, dimostra di non accettare le critiche. Siamo qui anche per questo, altrimenti chiudiamo il Consiglio regionale, lei faccia quello che vuole e noi non veniamo più in Aula, se diamo così fastidio! Se diamo fastidio, Presidente, lo dica e noi non veniamo più! Oppure veniamo firmiamo e usciamo, così la Presidente è contenta e prosegue nel suo operato attraverso la Giunta senza discussione in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente.
Intendo intervenire in forma ben diversa da quella con la quale si è chiuso l'intervento del collega Monteggia. Mi pare, infatti, che a più parti abbia dato noia, fastidio, creato prurito e lasciati piuttosto perplessi, la realizzazione del nuovo movimento politico confluito nel Gruppo regionale dei "Moderati per il Piemonte".
Alle molte affermazioni vorrei rispondere con punti chiari e fermi, in modo che tutti, oggi, possano uscire da quest'Aula con maggiore serenità e tranquillità. Mi pare che qualcuno voglia solo provocare - non parlo degli interventi che mi hanno preceduto, ma di quelli che hanno causato questo dibattito - e dire cose astruse che non ci riguardano. Ho sentito parlare di mercati, di supermercati e di altre fandonie che non ci toccano.
Personalmente, nei giorni passati, non ho replicato ai giornalisti che hanno riportato solo tante invenzioni; l'ho fatto una volta due mesi fa una tantum, quando un giornalista scrisse a sproposito che il sottoscritto era passato in un certo partito. Ho replicato in forma scritta, ma, "per correttezza", non è stata pubblicata la smentita, con le scuse più varie e in particolare, che la lettera non era così chiara. Non vedo, quindi perché tutti i giorni devo smentire cose non dette. Ho detto e ripetuto che, come Gruppo, siamo pronti a smentire ogni e qualsiasi affermazione virgolettata che provenga dalle Istituzioni, e che sia quindi detta per bocca della Presidente Bresso, del Presidente Gariglio o di un rappresentante della maggioranza, ma non le invenzioni giornalistiche.
Oggi, quindi, devo porre un punto fermo, anche se, e mi dispiace, in assenza di un personaggio che dovrebbe essere qui oggi, il Consigliere Buquicchio, il quale ha porto il destro e lo spunto per questo dialogo, per questo dibattito, con una sua presa di posizione, che non voglio giudicare perché non ne sono in grado. Vi posso garantire che il mio collega Pizzale presente vicino a me, vorrebbe comunque forzatamente smentire con un intervento e una dichiarazione tranchant nei confronti di un collega che ha trovato scuse che non mi paiono attendibili. Non so se interverrà o meno poiché il collega Pizzale è galantuomo, e non vorrebbe che certi interventi venissero strumentalizzati o rivolti ad un'Assemblea che nulla può circa una presa sua di posizione. Resta il fatto, comunque, che sulle motivazioni che hanno portato il collega Pizzale a far parte del Gruppo dei Moderati lui stesso è in grado di fornire ampia chiarezza e risoluzione.
Ribadisco fermamente che non siamo in alcun "purgatorio", come qualche collega ha affermato. Si tratta soltanto di una strumentalizzazione, fatta da chi si crede intellettualmente e politicamente puro, sulla costituzione di un nuovo Gruppo politico. Non abbiamo replicato a queste insinuazioni neanche quando sono state espresse in sede di Commissione consiliare perché, come dice un vecchio proverbio che non sto a ricordare, non ne valeva la pena.
Non si deve fare, però, di tutta un'erba un fascio, anche se in questi giorni ci sono state "cavalcate" di alcuni colleghi da una parte all'altra con ritorni o non ritorni; passaggi di altri eletti in sede di consigli provinciali o comunali che hanno dato e prestato l'estro a queste critiche.
Ripeto, non si deve fare di tutta l'erba un fascio. È sbagliato parlare di transfughi quando qualcuno ritiene, con motivazioni ideologiche diverse, di costituire un nuovo Gruppo, un movimento politico.
Allo stato attuale, non abbiamo fatto né figure né passaggi da transfughi: siamo un Gruppo consiliare autonomo.
Riguardo alle adesioni ai vari partiti politici, mi pare che sia chiaro che, tolti gli estremismi sia di destra sia di sinistra, ci siano sfumature che possono consentire a chiunque di dire di essere non più da una parte o dall'altra. Nella nostra logica politica, siccome riteniamo che il bipolarismo forzato da tutti sia dovuto, ma non voluto, dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani, riteniamo che ci sia la legittimità per chiunque di noi, di superare alcune sfumature, di non avere i paraocchi e di lavorare e dialogare politicamente con chi ritiene più opportuno. Non è presunzione, ma desiderio e volontà politica di cercare di costituire o di essere i precursori - lasciateci questa presunzione - di una moderatezza di centro, di una logica operativa di partiti che, in qualche modo, con piccole sfumature, riescono a ragionare assieme.
Quanto posto prima dal Consigliere Ghigo sul programma non è un problema. È chiaro che, qualora facessimo parte della maggioranza approveremmo il programma che la Presidente Bresso ha presentato durante la campagna elettorale. È evidente e lapalissiano, però, che oggi non è così.
Oggi siamo un Gruppo che sta considerando una serie di opportunità; abbiamo offerto delle disponibilità e valuteremo tutti insieme cosa si potrà fare.
Quanto chiediamo oggi è che, da parte di tutti i colleghi, ci sia almeno la dignità politica e umana e il rispetto di un'ideologia che non è di passaggio estremistico, ma è volontà e legittima possibilità di ragionare e di dialogare da soli. "Da soli" non vuol dire "contro chiunque", "contro nessuno", ma "con tutti". Nei prossimi mesi ci riserveremo di valutare laddove arriveranno proposte legislative, con chi collaborare, con chi operare, con chi cercare di portare avanti il lavoro regionale che i cittadini si aspettano. L'unica nostra volontà e l'unico nostro desiderio è di venire incontro alle esigenze dei cittadini.
Una delle motivazioni più forti, che mi hanno convinto a fare un passo di questo genere, è stata certamente una pessima legge elettorale, che personalmente non condivido: ha tolto ai cittadini la facoltà di scelta territoriale dei loro rappresentanti, di chi lavora sul territorio, di chi opera con i cittadini. È stata eliminata questa possibilità. Secondo noi questa è una mancanza totale di una forma di democrazia che da sempre viveva in questo Paese. Non voglio andare oltre nel parlare di programmi governativi, di un Presidente piuttosto che l'altro. Continuo a ribadire in quest'Aula che non è accettabile una legge che elimini la possibilità ai cittadini di scegliere i loro referenti, i loro parlamentari, e che ci sia una forma di demagogia politica dall'alto che obbliga ad avere parlamentari che non vogliamo e che non apprezziamo perché non conosciamo. Detto questo ribadisco, ci riserviamo la collaborazione con chicchessia. Riteniamo e pretendiamo una forma di rispetto politico e umano perché non intendiamo negare collaborazione, stima e rispetto a nessun Gruppo politico di quest'Aula e, pur dando noia, mi pare che sia ovvio che anche in questo caso ci voglia la reciprocità. Quindi mi aspetto un attestato e una chiarezza da parte di tutti i Gruppi consiliari, perché se vogliono essere rispettati, lo stesso rispetto lo pretendiamo noi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, i fremiti del momento pre elettorale riguardano molti partiti. Basta aprire qualunque giornale per capire come e quanto siano difficili i momenti che ogni forza politica attraversa nella formazione delle liste. Forse sarebbe accaduta la stessa cosa con la legge precedente a chi ambiva a collegi più sicuri, ma questo è un argomento che ci porterebbe molto lontano e che ci riguarda forse soltanto parzialmente. In questi giorni, chi vi parla ha avuto un atteggiamento assolutamente sotto traccia, non è intervenuto, non ha fatto comunicati, è stato alla finestra a guardare e a commentare sottovoce, con qualche amico, gesti incomprensibili che andrebbero spiegati dai loro protagonisti in quest'Aula, perché riguarda la loro funzione di Consiglieri regionali.
Io sono fra quelli che ritiene che la politica debba avere il primato delle decisioni e degli indirizzi. Mi auguro che li abbia, che qualcuno anche il mio partito, abbia la forza e l'autorevolezza di chiudere questa vicenda grottesca che ha danneggiato innanzitutto il partito di cui faccio parte. Un partito a cui sono legato e a cui tengo, ma è grazie ad esso se ho avuto un atteggiamento responsabile e moderato.
Se la politica non riuscirà a risolvere da sola questa vicenda, ci saranno regolamenti e norme che chiariranno in che modo è composto il nostro Gruppo, chi ne è il Presidente e chi ne può far parte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Sono d'accordo con il collega Guida, bisogna soprattutto, in questi frangenti, fare delle riflessioni di carattere politico e dare spazio al primato della politica. Io penso che una delle regole principali per chi fa politica è rappresentata dal rispetto delle altre forze, evitando possibilmente di giocare in casa altrui. Credo che questa sia una regola alla quale è opportuno attenerci sempre.
evidente che, di fronte a quanto sta accadendo e a quanto è successo in queste settimane, sia utile fare alcune riflessioni anche in Consiglio regionale. Fare alcune riflessioni che vadano oltre l'Aula del Consiglio regionale, perché siamo di fronte ai primi effetti negativi (come sottolineava Manolino) di questa legge elettorale. Io non sono convinto che gli elettori non apprezzino l'assetto bipolare del nostro Paese.
Vorrei ricordare a tutti che pochi anni fa c'è stato un referendum che non è passato soltanto per 200 mila voti: il referendum per l'abrogazione sulla quota proporzionale rimasta nella legge elettorale. Non stiamo parlando di un fatto avvenuto trent'anni fa, ma risalente a cinque anni fa.
Penso che i cittadini (anche per le ragioni che diceva Manolino) si accorgeranno appieno di quanto sia sbagliato questo sistema elettorale, che rompe il rapporto diretto tra elettori e il candidato o l'eletto in Parlamento, a differenza del collegio uninominale, che stabilisce invece un rapporto diretto tra l'elettore e il deputato o il senatore. Questa legge elettorale rompe questo rapporto, impedisce agli elettori di esprimere la preferenza e scatena all'interno del quadro politico movimenti che valuteremo dopo le elezioni politiche.
Sta di fatto che, per esempio, quello che è accaduto a Torino in queste settimane all'interno di Forza Italia è qualcosa che richiede, da parte di chi fa politica come noi e ha delle responsabilità, una maggiore attenzione e una grande riflessione.
Credo che, da questo punto di vista, non soltanto noi che facciamo parte del centrosinistra, ma anche chi fa parte del centrodestra, dovrebbe fare una riflessione. La nostra è una coalizione che ha avuto il consenso dei cittadini e che in Consiglio regionale è stata sostenuta da 38 voti.
una maggioranza solida. Non abbiamo nascosto né vogliamo nascondere le difficoltà che abbiamo avuto su alcuni punti di carattere programmatico.
Questa maggioranza ha saputo uscire da queste difficoltà con coerenza intorno alle posizioni del Presidente della Giunta regionale, quindi, da questo punto di vista, abbiamo una maggioranza solida e non abbiamo bisogno di fare campagne acquisti o cose del genere.
Si è aperto un dibattito anche all'interno del Consiglio regionale e noi ne dobbiamo prendere atto. Tra l'altro, il collega che mi ha preceduto Manolino, aveva un ruolo rilevante all'interno di Forza Italia. È stato coordinatore provinciale, vicecoordinatore regionale ed è alla seconda legislatura. Il fatto che sia uscito da Forza Italia certamente rappresenta un fatto politico evidente, sul quale si è discusso in queste settimane e se ne discute ancora oggi. Si è formato un nuovo Gruppo, il Gruppo dei Moderati e, per quanto ci riguarda, credo che siamo aperti al confronto.
chiaro che noi abbiamo un programma che è quello sottoscritto dalle forze politiche che compongono questa maggioranza, che ha ricevuto il consenso della maggioranza degli elettori piemontesi e che noi coerentemente lavoriamo per realizzare. Si stanno costituendo altre forze politiche e credo che con loro sia opportuno aprire un confronto (come ha appena detto Manolino). Se si aprirà questo confronto programmatico, si tratterà alla fine di valutare che cosa potrà accadere all'interno, non solo dei Gruppi di maggioranza, ma quali saranno i nuovi rapporti che si creeranno in questo Consiglio regionale.
Quindi, apertura ad un confronto programmatico, che si deve effettuare alla luce del sole su posizioni estremamente chiare, perché non c'è nulla su cui dobbiamo nasconderci. Credo che le questioni siano queste e non altre. Noi, in quest'Aula, abbiamo assistito (anche nella scorsa legislatura) a passaggi di Consiglieri da una maggioranza all'altra o, per meglio dire, dall'opposizione alla maggioranza. Sappiamo chi nella scorsa legislatura ha fatto questo passo. Ciò non ha portato ad uno sconvolgimento programmatico da parte dell'allora maggioranza.



(Commenti fuori microfono)



MULIERE Rocco

Dalla minoranza alla maggioranza, mi riferisco al povero Tomatis, che era passato dalla minoranza alla maggioranza.
Non so se questo accadrà, sta di fatto che la maggioranza prende atto che in questo Consiglio regionale si è formato un nuovo Gruppo, con il quale la maggioranza è pronta ad aprire un confronto programmatico, al termine del quale - soltanto al termine di questo confronto programmatico si valuterà, noi e loro, se ci sono le condizioni affinché ci possa essere una collaborazione futura all'interno di quest'Aula e, siccome stanno costituendo una forza politica, anche all'esterno dell'Aula consiliare regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Signor Presidente, pensavo di non intervenire, ma l'intervento del collega Muliere, in qualche modo, mi stimola. Altre preghiere della componente clericale di Forza Italia lo auspicano e agli obblighi non bisogna sottrarsi.
Dividerò il tempo disponibile idealmente in due parti, in primo luogo svolgendo solo brevi considerazioni politiche, poi, un intervento metodologico, che oggi mi appartiene di più.
Per quanto riguarda la parte politica, il collega Muliere è una persona che stimo non soltanto come collega, ma anche umanamente, sa che la penso come lui su questa legge, come Consigliere regionale insieme ad alcuni altri colleghi del nostro Gruppo. Praticamente, tutti abbiamo sottoscritto attualmente è l'unico esempio nelle Regioni italiane - un documento, per svolgere un dibattito anche in sede politica, contro il volere del capo che non è molto democratico il nostro, non so il vostro - del nostro partito, rispetto ad una legge che, secondo noi, ha certe criticità.
Lo sottolineo - il collega Muliere sa che è stato oggetto anche di dibattiti in altra sede - in quanto è uno degli elementi portanti di questa legge che arriva da lontano e trova nella Regione Toscana un autorevole esempio. Quindi, credo che le parole dette oggi dal collega Muliere difficilmente l'attuale portavoce, il coordinatore, l'Onorevole Chiti, o l'attuale Presidente Martini della Regione Toscana, come molte altre componenti dei vertici del partito entro il quale il collega Muliere milita, potrebbe asserire diversamente - confermano che questa legge non funziona o non funziona così tanto, non soltanto per il referendum. Tra l'altro, relativamente al referendum, credo che risalga al 1995-1996, ci scommetterei un caffè perché ero tra i firmatari non solo di quello.
Secondo me, era 1995-1996, autore Pannella, per l'abolizione del 25%, ma questo lo chiariamo in sede di approfondimento di fonti.
Su altre componenti politiche, credo che oggi non sia necessario svolgere un commento, non tanto e non solo perché il caso che lo ha originato si è sgonfiato, in quanto se si addivenisse a dei commenti di natura politica dovrei ricordarmi che sono uomo di parte, dichiaratamente di parte. Quindi, per una volta, vorrei sfuggire la tentazione, che facilmente si propone tutti i giorni, oggi in maniera particolare, di soffiare sul fuoco, aggiungendo un po' di benzina. Oggi voglio rinunciarvi perché tanto so che, magari, domani mi si ripresenterà l'occasione, quindi non prendetela come una promessa.
Come ha già detto precedentemente un collega, il fatto di vedere alcune cose a distanza di giorni può aiutare la riflessione. A mio avviso, in questi giorni, si sono verificati degli incidenti. Uno di questi concerne la gestione della comunicazione circa la formazione del Gruppo, alla quale ha già fatto riferimento il Presidente Ghigo. Altri, che enumererò, si sono verificati all'interno o all'esterno di quest'Aula, che credo dovrebbero farci riflettere in quanto sono tutte incrinature. Lo dico come premessa: il fatto che, in questo caso, siano successi a voi non mi consente affatto di considerarmi come parte politica, né tanto meno personalmente, esentato.
Cito questi come esempi, convintissimo che ce ne siano altrettanti di ieri e, probabilmente, ve ne saranno altrettanti dopodomani, che potrebbero benissimo essere ascritti alla parte politica o all'alleanza nell'ambito della quale attualmente milito, quindi, ne farei un discorso di sistema.
Noi, con buona tranquillità, accettiamo, così come previsto dal Regolamento, la formazione di un Gruppo autonomo, ci mancherebbe che non rispettassimo i Regolamenti (tra l'altro, sono Vicepresidente della Giunta per il Regolamento).
Il tema del Regolamento è stato oggetto di dibattito all'inizio di questa legislatura. Il dibattito, se è consentito dirlo, tecnicamente, è mal gestito, ma questa è un'opinione, niente di più. Chi ha partecipato ieri alla Giunta per il Regolamento, presieduta dal Presidente del Consiglio, sa che ne è stato fatto un uso per così dire apocrifo, si è parlato di politica e non di Regolamento, perché era una sede in cui si poteva parlare. Questo non significa che in altre sedi non si possa.
Significa che qui dovremmo porci il problema di un Regolamento, che ha alcuni aspetti, a mio avviso, oggettivamente criticabili, qualora gli eletti di una parte, programma o non programma, passassero ad un'altra rompendo, in qualche modo, un contratto fatto con i propri elettori, ma di questo non parliamo o ne parliamo nelle sedi non idonee.
Possono dispiacermi, come Consigliere regionale di minoranza - se fossi in maggioranza me ne farei anche un problema, oltre che un dispiacere, di livello istituzionale - incidenti di percorso verbali, lo dice uno che raramente si trattiene dall'esprimere la propria opinione, soprattutto quando non dovuta.
Attenzione, se leggete qualsiasi "studiolo" - ce ne sono tanti dell'Università di Torino, potrete verificare che il termine "politico" con tutti i suoi derivati, e il termine "partito" sono tra quelli meno stimati dagli elettori. Mia madre, un'umilissima donna di 85 anni, tutte le volte che mi parla mi fa la predica, e poi conclude, ineludibilmente dicendo che la politica è una cosa sporca. Lo dice lei, conoscendomi avrà le sue buone ragioni, ma lo pensano tutti. Se lo pensano tutti, può essere un problema per noi, se lo facciamo diventare tale, ma è un problema oggettivo.
Caro compagno Robotti, tu che hai un senso dello Stato, che io apprezzo, nella totale diversità della visione di come lo Stato deve essere organizzato, non hai né fischiato né applaudito, ero dietro di te, ci vedo poco, ma ho ancora barlumi di presenza, anche se ero distratto da altre cose. Quindi, ti sei comportato come un normale Consigliere di opposizione con quello che la tua Presidente auspicava essere un rigido silenzio. Se poi, auspichi quello che io considero soggettivamente un atteggiamento diseducativo da parte di un Consigliere regionale - secondo me - non possiamo rammaricarci se la gente che ci vota - non che vota te, ma che ci vota - ritiene che siamo... Non vorrei usare aggettivi di cui dovermi scusare.
Credo che la difesa del ruolo istituzionale che noi abbiamo nell'assoluta diversità delle parti, sia oggettivamente un dovere soprattutto, quando alto è lo scontro e altissima è la differenza delle parti.
Guardate che a soffiare sul fuoco, non voglio fare la predica, lo dico parlando a me...



BURZI Angelo

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



BURZI Angelo

La stai facendo.



BURZI Angelo

Può darsi, ma sapendo di non essere neanche tanto facilmente accusabile di clericalismo, se vuoi, da domani, in sede di Commissione, ti faccio vedere l'altra parte della medaglia, non ho difficoltà. Non sono preoccupato, come Consigliere di opposizione, della parte politica.
Relativamente al lavoro che dobbiamo fare per opporci, in questo sono d'accordo con il mio Presidente di Gruppo: noi abbiamo imparato molto osservando. Non mi riconosco nello stile di opposizione che non tutta la parte politica che oggi è maggioranza rappresenta, ma che, in alcuni momenti, è stato qui esemplificato. Me lo ricordo, ho imparato e non lo svolgo, perché non è il mio modo, ma ho imparato molto da alcuni colleghi e di questo faccio tesoro.
Non sto facendo la predica, sto ricordando a tutti noi che, se ci chiamate estremisti, ad alcuni dispiace, ad altri, magari, meno, ma diventa quasi un obbligo l'esserlo per controbilanciare. Questa ricerca politica del "più uno" e del "meno uno" non so a chi convenga. Certamente, non a chi, come me, ama i progetti e le costruzioni. Può darsi che, all'interno dell'opposizione, ci siano dei momenti di indifferenziazione forte, per non credo convenga. Certamente, non diamo il buon esempio all'esterno e di questo ci dogliamo quando le fiaccole olimpiche vengono "sputazzate" e quando oggi fischiamo il Presidente Berlusconi, siccome non escludo la possibilità che rivinca. Guardate che, finiti i fischi, c'era gente che aveva una legittima curiosità: "Ma c'è Veronica Lario? Fa la ola?" Cerchiamo di ricordarci tutti insieme che rappresentiamo della gente che ha opinioni politiche diverse, ma che dovrebbe avere verso l'Istituzione che rappresentiamo un po' più di rispetto. Quel rispetto che non sempre coltiviamo diseducando in mille sedi, non soltanto allo stadio questo è l'esempio più sciocco - diventando in tal modo l'origine del male che poi critichiamo. Volendoci riflettere sopra - io ci rifletto perché il problema lo vedo bello chiaro - voi fate la vostra parte di maggioranza noi faremo la nostra nel nostro stile di minoranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve, perché non credo ci siano molte cose da dire rispetto a questa vicenda. Non fischierò il collega Burzi, lo dico così si tranquillizza. Anche perché non riesco a fischiare, per questo facevo "buu".
Penso che ogni volta che assistiamo a fenomeni di trasformismo, non sia mai una cosa bella e di cui rallegrarsi, che questo avvenga dal centrosinistra verso il centrodestra o dal centrodestra verso il centrosinistra. Sono fenomeni che riguardano un male oscuro della politica italiana, che da sempre attanaglia il nostro modo di concepire la democrazia parlamentare, i rapporti tra maggioranza e minoranza, e che spesso sono legati non tanto a nobili e importanti questioni ideali o culturali, ma a un più importante posizionamento e a una maggiore funzione in minoranza oppure in maggioranza, nella ricerca di un ruolo superiore.
Il clima che si instaura tra di noi, nella politica parlamentare nazionale, nello scontro tra i partiti e tra i poli, è condizionato dal carico di livore e di contrapposizione che poco ha a che vedere con i contenuti della politica e con le scelte strategiche che ognuno di noi e le nostre coalizioni devono compiere. Lo dico sapendo che per me non è un problema, però quando sistematicamente l'avversario viene descritto come un pericoloso sovversivo comunista, come qualcuno che vuole stravolgere il sistema democratico di questo paese, come un soggetto pericoloso per la stabilità del nostro paese in ambito europeo, è normale che il clima si infiammi e le contrapposizioni diventino nette.
Quando la mia parte politica - questa parte di sinistra che ancora ha una visione sociale molto radicata, rispetto alle classi meno abbienti di questo paese - vede il tentativo non solo di stravolgere la Carta costituzionale, ma di piegarla ad esigenze di mantenimento di ricchezze e di opulenza di una parte del paese contro un'altra parte del paese, è naturale che ogni nostra azione e possibile mobilitazione avvenga per denunciare ed attaccare coloro che sono responsabili di tanto scempio costituzionale, politico ma anche nazionale, ovvero contro i grandi interessi della nostra nazione tutta, quella che sta al Nord e quella che sta al Sud.
In sintesi, perché voglio essere veramente molto breve. Il trasformismo è da denunciare e personalmente lo denuncio, perché penso che non sia mai una cosa buona. Stiamo però attenti a non discutere di trasformismo quando in realtà i nodi sono politici, quando in realtà stiamo affrontando una delle più importanti campagne elettorali di questo paese e quando in ballo c'è non solo la credibilità internazionale del nostro paese, ma anche la possibilità di ristabilire i principi democratici e di eguaglianza che questo Governo, negli ultimi cinque anni, ha cancellato.
Ognuno di noi sa che, nei prossimi quaranta giorni, vedrà nell'altro un nemico un po' più del solito, però cerchiamo di evitare di farci troppo del male.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Siamo in campagna elettorale, ha ragione il Consigliere Robotti quando afferma una cosa molto banale che in qualche modo precostituisce un clima di un certo tipo. In queste settimane, il dibattito politico generale legato a questa campagna elettorale - io la penso così - è francamente inguardabile.
Verrebbe da dire: "Mettiamoci la cera nelle orecchie e comportiamoci come le tre scimmiette famose, non guardiamo, non vediamo e non sentiamo" perché il dibattito politico che si sta sviluppando in queste settimane non è in grado di parlare alle persone di cui dobbiamo farci carico, né di soddisfarne e rappresentarne adeguatamente le esigenze in quest'Aula.
Penso che questo dovrebbe essere lo spirito con cui affrontiamo questo tipo di dibattito. Provo a farlo e a dare qualche valutazione, perché il nostro dibattito di oggi ha a che fare con una serie di movimenti a livello politico che si stanno svolgendo anche a livello nazionale. Penso che, da questo punto di vista, ciò che succede in Piemonte, non solo in Consiglio regionale, ma anche in altre Istituzioni come il Comune e la Provincia - lo hanno ricordato altri colleghi - sia innanzitutto la prova provata, il segno più tangibile che una parte politica ha la netta impressione di trovarsi in difficoltà, di stare per perdere il prossimo scontro elettorale. Questo mi pare essere il segno di una sconfitta che si avvicina, ma è una mia valutazione, che faccio sapendo che questi movimenti non avvengono solo in Piemonte, perché stanno avvenendo anche in tantissime altre Regioni italiane.
Ritengo che la parte politica che governa questa Regione, così come la parte politica che si prepara a governare l'Italia, l'Unione, abbia delle responsabilità in questa fase. Io e il mio Gruppo politico siamo disposti a discutere con tutti nel merito, ma non a subire distorsioni - l'abbiamo anche dichiarato pubblicamente agli organi di stampa - in senso sempre più moderato del programma che abbiamo sottoscritto e contribuito a costruire.
Fatta salva questa premessa, la nostra disponibilità a discutere con tutti c'è, perché sappiamo che innanzitutto abbiamo uno punto da tenere ben presente, che è quello del rapporto con i cittadini che ci hanno eletto - è stato già ricordato da altri colleghi - e che ci aspettano, in Piemonte così come anche a livello nazionale, alla prova del cambiamento.
C'è bisogno di una forte e netta discontinuità rispetto ai Governi passati, sia rispetto al Governo che ha avuto come Presidente l'Onorevole Ghigo, sia al Governo che ha ancora come Presidente del Consiglio l'Onorevole Berlusconi. Questa è la sfida che abbiamo tutti di fronte.
Penso qualcosa in più, penso che il cambiamento oggi non si pu organizzare semplicemente tenendo conto di quello che succede nella nostra Aula o, comunque, nelle Aule istituzionali in generale, perché posso discutere - non so se verrà fatto - con alcuni Consiglieri e con alcuni raggruppamenti politici che intendono avviare con l'Unione un rapporto. Lo posso fare. Tuttavia questo non è sufficiente perché, per garantire il cambiamento e per garantire non solo il rispetto del programma che l'Unione ha prodotto, ma per garantire che sul quel programma ci sia un investimento ulteriore; che si possa andare un po' più avanti; che si possano dare risposte che vadano oltre quanto scritto (sul terreno sociale, sul terreno ambientale, sul terreno economico), ho bisogno di costruire con i miei referenti esterni (come forza politica, ma ognuno ha i propri referenti esterni) in una dinamica anche di movimento che spinga in avanti questo programma, non solo un rapporto di fiducia, ma un rapporto di controllo e di stimolo continuo.
Non abbiamo avuto paura di esporci, anche molto, su temi che ritenevamo rilevanti, mettendo in difficoltà e mettendoci in contrasto con parte della maggioranza del Consiglio (segnatamente sulla questione delle grandi infrastrutture). Penso sia sano per questa coalizione avere, fuori dall'aula, anche chi, di volta in volta, ci può criticare, ci pu stimolare. Questa per noi è una risorsa: lo è qui e lo sarà domani con il Governo nazionale.
Abbiamo bisogno di interpretare il ruolo del Governo come il ruolo del possibile distacco, del possibile cambiamento rispetto a quanto è stato fatto prima. Lì, con nostri riferimenti sociali che ci possono stimolare e che ci possono criticare, c'è una risorsa enorme che dobbiamo salvaguardare.
Con questo spirito affronteremo i prossimi mesi cercando di metterci i tappi di cera nelle orecchie, di non ascoltare gli argomenti polemici, di tenere in sordina tutte le occasioni che danno spunto ad argomenti polemici: ci vogliamo confrontare su quel terreno.
Naturalmente, ci sono anche dei grandi organismi e dei grandi organi di stampa che, in queste settimane, spingono per una soluzione diversa (è sotto i nostri occhi). Qualcuno pensa, ad iniziare dal Governo nazionale che un cambio ci può essere, ma che poi le politiche possono rimanere più o meno quelle, semmai si possono un po' temperare. No. Noi siamo favorevoli perché il cambiamento avvenga, in Regione è già avvenuto, e che avvenga anche nei fatti.
Il collegamento con le persone che vogliamo rappresentare in Aula si deve mantenere sul patto che abbiamo stipulato, semmai bisogna consentire loro anche qualcosa in più. Questa è la nostra sfida, e questa penso sia la sfida dell'Unione sia in Regione Piemonte che a livello nazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Sono per la libertà di espressione. Non so definire cos'è il trasformismo, così come credo sia difficile dire quali sono le motivazioni per cui si decide di passare da una proposta politica ad un'altra.
Personalmente, ho sempre criticato le politiche del centrodestra per quello che rappresentano come scelte liberiste, a favore della globalizzazione. So che la mia coalizione è critica nei confronti di questa proposta politica.
Proposta politica che rappresenta il punto di svolta per dare un segnale di cambiamento rispetto a chi ci ha preceduto al Governo. Se si aggiungono forze che condividono questa visione, non vedo dov'è il problema.
Saranno importanti le risposte che riusciremo a dare a coloro che ci hanno votato, conoscendoci e conoscendo la variabilità delle nostre posizioni. Certo, il momento è quello che conosciamo (la campagna elettorale), gli animi sono particolarmente accesi, quindi anche il livello di confronto e di contrapposizione si alza. Verificheremo in seguito se il percorso delineato, ricordato dai Consiglieri Manolino e Muliere, approderà a qualche risultato.
Ripeto, la richiesta del Gruppo dei Verdi è di manifestare con la massima chiarezza il segnale di rottura e di innovazione rispetto alla maggioranza che ci ha preceduto.
Voglio chiudere ricordando un particolare. Difenderò sempre, come è successo già nella passata legislatura, la necessità che sia tutelato il principio, per me basilare, della democrazia rappresentativa. Certo, si dice che la democrazia si basa sui numeri, ma dobbiamo ricordare che sono importanti anche le idee. Le idee e gli ideali, alla lunga, sono quelli che muovono anche i numeri, anche se nel momento in cui sono espressi possono dare dei riscontri minoritari.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento, chiuderei il dibattito con la replica della Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Come replica, mi verrebbe da dire "c'est tant bien gran mot". Nel senso che questo è un dibattito partito da alcune dichiarazioni, o supposte dichiarazioni, ma è andato ben al di là e non richiede una replica. Ognuno ha fatto le proprie considerazioni.
Adesso il consigliere Ghigo non è presente, ma vorrei fare i complimenti all'opposizione perché, con un escamotage d'aula, è riuscita a trasformare, con grande abilità, un dibattito su una situazione oggettiva in una sorta di attacco al presidente. Molti hanno ricordato questa situazione di fuoriuscite, in alcuni casi con rapide rientrate, ma pur sempre fuoriuscite, perché era stata firmata l'appartenenza ad un altro gruppo, non solo in quest'aula ma in molti Consigli comunali e provinciali del Piemonte, di segmenti non irrilevanti dell'opposizione. Certamente questo è o dovrebbe essere motivo di riflessione ed è un elemento di crisi evidente.
Riconosco la vostra abilità di attacco rispetto a dichiarazioni che erano in risposta al coordinatore di Forza Italia. L'onorevole Crosetto che credo sia ancora coordinatore di Forza Italia, mi aveva duramente attaccato per una mia molto pacata dichiarazione, nella quale avevo confermato che c'era stata una richiesta da parte del Gruppo dei Moderati anzi della formazione dei Moderati, di aprire un confronto programmatico con l'Unione in vista di una loro, non ancora decisa né confermata dal consigliere Manolino, possibile disponibilità ad appoggiare la maggioranza di centrosinistra, non solo in quest'aula, ma anche in altre situazioni dove si trovassero loro rappresentanti. Avevo dichiarato che lo consideravo un fatto positivo, che ero disponibile ad aprire un confronto (poi entrer nel merito delle strane elucubrazioni del consigliere Ghigo sul programma).
Sulla questione del programma, intanto il meccanismo che porta all'elezione del presidente della Regione non è, per il momento, uguale a quello in uso nei Consigli comunali e provinciali. Il candidato sindaco o presidente deposita un programma che fa parte integrante della candidatura.
In Consiglio regionale, il programma è illustrato in aula, ma non viene votato; è un patto politico che sicuramente esiste, ma è fra la maggioranza e i propri elettori. Forse questo riguarda anche l'opposizione, nel senso che anch'essa presenta un programma che, politicamente, è tenuta a seguire.
Ovviamente, c'è una responsabilità da parte della maggioranza nella difesa di quel programma anche in aula, con le azioni e le proposte di legge presentate. Non è però un vincolo forte, com'è quello cui sono tenuti i Consigli provinciali e comunali, dove viene depositato e, ex ante costituisce materia formale della campagna elettorale. In teoria il programma si potrebbe anche non presentare e illustrare semplicemente dopo al Consiglio regionale.
Al di là di questi aspetti formali, è stato chiarito, credo anche in precedenza dal consigliere Manolino, che l'oggetto di quelle discussioni era proprio confrontarsi per verificare se il nostro programma era accettabile dal suo gruppo e se ci potevano essere, ad esempio integrazioni. Nulla osta, tant'è vero che questo è ciò che avviene nel corso della legislatura, nel senso che sviluppi e integrazioni del programma devono essere coerenti rispetto al complesso del programma stesso. Le proposte di legge, le delibere, gli atti di governo, gli atti consiliari ne integrano la consistenza; altrimenti sarebbe vietato accogliere anche un solo emendamento proveniente dall'opposizione senza una verifica puntuale della sua coerenza con il programma della maggioranza.
Quando qualche consigliere è disponibile ad appoggiare quella maggioranza si deve verificare se i suoi comportamenti, le sue intenzioni e la sua impostazione politica sono sostanzialmente coerenti con il programma della maggioranza.
Questo è quello che, su richiesta, la maggioranza ha deciso di fare la volta scorsa. Tra le vicende avvenute, vi è quella un po' paradossale del capogruppo di un partito di opposizione che ha aderito ad un certo gruppo è poi tornato indietro ed oggi è felicemente candidato per il partito iniziale. Anche questo non credo sia imputabile a nessuno di noi.
Devo fare una seconda considerazione. Trovo poco gradevole un dibattito che prende le mosse dalle dichiarazioni dei giornali. È normale che un dibattito si sviluppi da interrogazioni, che si possono sempre presentare ma mi si dice che nelle legislature precedenti - certo non quelle in cui c'ero io, ma nelle ultime due - è prevalsa l'abitudine di fare dibattiti a partire dalle dichiarazioni sui giornali. D'ora in poi manderò i miei comunicati stampa e le mie dichiarazioni ANSA ai gruppi consiliari per conoscenza, perché di quelle rispondo, mentre non rispondo di come sono riportate dai giornali. I giornalisti ti chiedono una cosa, fanno una loro considerazione, virgolettano a volte cose che non hai nemmeno detto, per resta il fatto che in questo Paese esiste la libertà di stampa. Si pu richiedere una rettifica a mezzo stampa se si ravvisa un'interpretazione falsa e sbagliata del proprio pensiero, altrimenti è ovvio che i giornali interpretano quello che dici come vogliono.
Secondo me è faticoso e inutile discutere in aula gli articoli di giornale. Nelle aule consiliari troverei più normale che l'opposizione prima di dibattere, chiedesse la mia opinione su cose che risultano dette da me ai giornali.
GHIGO Enzo (fuori microfono) I cittadini non hanno questa possibilità.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Mi rivolgo al Consigliere Monteggia: come vede anche il Consigliere Ghigo interrompe. Io la volta scorsa ho interrotto per esprimere un'opinione e non per insultare. Lei ha sentito cose che io non ho detto.
Io ho solo detto che secondo me era gravemente lesivo della dignità degli assessori sostenere che sono estranei al Consiglio. Poi lo ha ribadito anche il presidente del Consiglio. In ogni caso, ognuno fa le associazioni che vuole, per gli scopi che vuole. Non credo che ci saranno tanti dipendenti che si iscriveranno.



(Commenti del Consigliere Monteggia fuori microfono)



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Anche lei fa la stessa cosa, vede? Non ho sentito, per fortuna, quindi non so cosa ha detto e non è un problema.
Tuttavia, i dibattiti si fanno sui temi che si desiderano, però, a mio avviso, questo dibattito - ed è un concetto già espresso da alcuni esponenti della maggioranza - è funzionale ad una sorta di autogiustificazione dell'opposizione rispetto a fatti che sono avvenuti e stanno avvenendo al suo interno.
Su questo tema non ho nulla da dire. Ho fatto una battuta rispetto a pesanti affermazioni che mi erano state riferite, di cui ho letto il giorno dopo sui giornali, da parte di un importante esponente politico di Forza Italia. Forse la ragione delle discussioni con il Consigliere Buquicchio è semplicemente questa: quando un consigliere, che è stato eletto con me nel listino, abbandona un gruppo e passa ad altro, oppure un altro consigliere apre un discorso con la mia maggioranza, io mi pongo il problema - immagino ve lo siate posto anche voi - di capire perché è avvenuto. Questo è stato oggetto di una discussione un po' vivace con un consigliere della maggioranza.
Identica fu la mia risposta all'onorevole Crosetto. Dissi che si doveva porre il problema del perché alcuni consiglieri comunali, provinciali o regionali abbandonavano il suo partito, o partiti della sua coalizione considerando non più vivibile quella parte politica. Sappiamo tutti che sono questioni su cui si potrebbe discutere all'infinito, quindi non entro nel merito.
La libertà di pensiero esiste anche qui, quindi se affermo che questo modo di fare l'opposizione e di gestire i Consigli, continuando a dibattere su supposte dichiarazioni ai giornali e non su temi che sono all'ordine del giorno, non mi piace molto, sono libera di farlo e non credo di insultare l'opposizione. Considero questo atteggiamento poco moderato. Leggo continuamente affermazioni sui giornali molto pesanti nei miei confronti ma non vengo qui a chiedervi perché le avete fatte.
Do per scontato che il dibattito politico in questo momento è molto teso e che forse si allenterà un po' dopo le elezioni, che sono un obiettivo politicamente decisivo. Per questo capisco che non vi possa sempre essere delicatezza nei miei confronti. Vorrei andare a prendere i verbali per leggere tutte le cose che vengono dette in quest'Aula, anche oggi pomeriggio, da parte di un consigliere.
Consigliere Monteggia, lei mi ha accusato di non essere democratica semplicemente perché ho fatto un'interruzione, ma è un qualcosa che capita regolarmente, come testimoniamo tutti i verbali parlamentari dall'inizio della storia dei parlamenti ad oggi: tutti coloro che ne hanno fatto parte hanno fatto interruzioni in aula, basta leggere i resoconti. Addirittura c'erano tempi in cui si scavalcavano i banchi per andare verso il governo.
Quando lei mi ha accusata di essere antidemocratica, non sono andata via, mi sono semplicemente allontanata dal mio posto perché ero molto irritata e non volevo interrompere un'altra volta. Se non interrompo esprimo come voglio, in quest'aula, la mia irritazione, è un mio diritto.
Francamente lei non ha la titolarità di chiedermi di stare seduta mentre ascolto. A fronte di questo, vengo ancora accusata di essere antidemocratica, ma francamente ci sono dei limiti.
A parte questo, credo di essere d'accordo con il consigliere Burzi, che ci ha invitato a smorzare questo tipo di polemiche. Credo che guadagneremmo tutti da un rapporto diverso tra maggioranza e opposizione. Vorrei solo dire ancora una cosa. Non sono stata presente nelle due precedenti tornate elettorali in quest'aula, quindi non sono in grado di dire se il consigliere Ghigo abbia ragione o torto su quanto ha detto.
In questo Consiglio, sono stata per dieci anni all'opposizione ma non ho vissuto la stessa esperienza. C'è stato un importante caso di ostruzionismo a cui ho partecipato, quello riguardante la legge sulla caccia, che cancellava un referendum regolarmente richiesto da 25 mila firme, come prevedeva lo Statuto. Per il resto ho lavorato come consigliere di opposizione presentando leggi, facendole approvare, lavorando in un altro modo. Naturalmente ognuno imita i modelli di opposizione che vuole.
Non parlo solo di me ma di tutti gli altri: questo era il clima normale che c'era in quei Consigli. Secondo me funzionavano bene.
Erano Consigli in cui c'era maggior rispetto fra maggioranza e opposizione e, come dire, una comune tendenza a discutere di problemi e di progetti di legge presentati da entrambe.
Lei ogni volta ripete che le stesse cose si facevano anche prima, ma io le dico che il Consiglio regionale che ricordo non funzionava in questo modo. Dopodiché i Consigli funzionano come possono, come i consiglieri li lasciano funzionare. Ognuno raccoglie, nel fare l'opposizione, anche i frutti di come la fa. I cittadini e gli elettori poi valuteranno. Non credo che sia un problema, non tocca me, però le dico che non è vero che questo Consiglio regionale ha sempre conosciuto modi ostruzionistici di fare opposizione. Basta andare a leggere i resoconti stenografici di ormai 36 anni di Consiglio regionale, per verificare che ci sono stati momenti anche molto diversi.
Forse il termine "moderazione" andrebbe rapportato non tanto alle posizioni politiche, che secondo me devono essere fortemente differenziate e anche molto radicali. Io penso sia giusto che ci siano forti differenze fra maggioranza e opposizione. Il richiamo alla moderazione forse andrebbe rapportato alle modalità con cui ci si rapporta tra maggioranza e opposizioni nelle aule consiliari, nell'interesse non nostro ma dei cittadini e di quel giudizio sulla politica che il consigliere Burzi richiamava. Spesso parliamo di noi stessi, di quello che ognuno di noi ha detto o ha fatto e non dei tanti grandi temi sui quali abbiamo profonde differenze e sui quali mi piacerebbe confrontarmi in quest'aula.
Preferirei confrontarmi sulle grandi questioni, peraltro all'ordine del giorno, presentate sia in progetti di legge della maggioranza sia dell'opposizione, che invece finiscono per essere continuamente posposte.
Queste sono le ragioni per cui avevo detto, con poco più di una battuta che forse qualche consigliere dell'opposizione poteva aver trovato non molto moderato il comportamento dei suoi stessi colleghi.
Credo che tutti siano liberi, dentro e fuori dall'aula, di fare battute e di esprimere giudizi politici. Questa tendenza a chiedermi sempre conto di espressioni che non sono insulti, ma valutazioni politiche, mi sembra francamente non molto comprensibile. Quest'aula non è qui per discutere di cosa ognuno di noi dice nella libera espressione delle proprie opinioni politiche, ma per fare un lavoro istituzionale al servizio dei cittadini.
Ovviamente ognuno è libero di pensarla come vuole e di essere libero di non essere d'accordo.



PRESIDENTE

Consigliere Monteggia, lei è già intervenuto nel dibattito, ma se vuole intervenire per fatto personale, la prego di concretizzare in cosa consiste.
La parola al Consigliere Monteggia.



MONTEGGIA Stefano

Sicuramente non ho accusato la Presidente di essere antidemocratica in merito all'episodio che riguardava la Consigliera Cotto, ma perché quando stavo parlando la Presidente si è alzata per andarsene.
In una discussione democratica, quando due persone si confrontano, ci vuole reciproca cortesia. Anch'io quando la Presidente stava parlando, sono rimasto ad ascoltarla per tutto il suo intervento. Sicuramente non è mio compito e mio diritto chiedere alla Presidente di fare determinate cose. La Presidente si comporta di conseguenza, ma io sono sicuramente libero di dire che, quando intervengo, se la Presidente resta ad ascoltarmi mi fa una cortesia. Se durante un intervento si alza e se ne va, non mi sembra che sia il modo migliore per essere democratici. Tutto qua. Non vorrei che fossero travisati i fatti. Non ho detto alla Presidente di essere antidemocratica prima che si alzasse e se ne andasse.



PRESIDENTE

Consigliere Monteggia, lo accogliamo più come precisazione che come intervento per fatto personale. Lei non è stato censurato per la sua condotta.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 248 "Proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2006"


PRESIDENTE

Direi che abbiamo terminato il dibattito di cui al punto 3) all'o.d.g.
Possiamo procedere con i nostri lavori al punto 4) all'o.d.g, inerente al disegno di legge n. 248.
La parola al relatore, Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Paolo, relatore

Anche se non sono al mio posto, vorrei chiarire che, essendoci stato un disguido tecnico, non posso parlare dalla mia postazione. Mi è stato assegnato quest'altro posto, ma preciso che, pur essendo in un posto che non è il mio, confermo la fedeltà al mio Gruppo della Margherita (i colleghi DS si erano già fatti qualche illusione).
Per quanto riguarda il punto relativo alla "Proroga dell'autorizzazione dell'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno finanziario 2006", leggo la relazione.
"Il disegno di legge prevede la proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno finanziario 2006 al fine di garantire la continuità nella gestione finanziaria della Regione.
La legge regionale di contabilità prevede che il Consiglio possa autorizzazione l'esercizio provvisorio per periodi non superiori a quattro mesi.
L'articolo 1 propone di prorogare l'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2006 sino al 30 aprile 2006.
La I Commissione consiliare ha licenziato nella seduta del 22 febbraio 2006, a maggioranza, il testo del disegno di legge...



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, collega Cattaneo.
Colleghi, vi prego di consentire al collega Cattaneo, che è già confinato negli ultimi posti dell'emiciclo, di poter intervenire.



CATTANEO Paolo

Ho quasi concluso.
"La I Commissione consiliare ha licenziato nella seduta del 22 febbraio 2006, a maggioranza, il testo del disegno di legge e lo ha rimesso all'Aula per la sua sollecita approvazione".
Personalmente, mi auguro che, dopo quest'approvazione, si possa procedere con una certa celerità all'approvazione del bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Susta.



SUSTA Gianluca, Assessore al bilancio e finanze

Intervengo solo per dire che oggi abbiamo presentato una nota di variazione su una questione. Sostanzialmente, è l'emendamento che voglio illustrare. Il resto della richiesta di autorizzazione all'esercizio provvisorio non è che lo slittamento al 28 aprile della data, 60 giorni richiesti, come abbiamo illustrato in Commissione.
C'era un problema di cassa, esclusivamente di cassa, per il quale abbiamo presentato una nota di variazione che riguarda l'utilizzabilità di 661 milioni di euro derivanti dall'IRPEF. È una variazione di cassa che non incide sul bilancio di merito e, quindi, di competenza, ma ci metterebbe nella condizione di effettuare più facilmente dei pagamenti, non certamente di spendere in competenza delle somme del 2006.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia!



SUSTA Gianluca, Assessore al bilancio e finanze

Il senso dell'emendamento è questo. Quindi, chiedo, se il Consiglio è d'accordo, di estendere l'esercizio provvisorio anche a questa prima nota di variazione che abbiamo consegnato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, abbiamo alcune considerazioni da svolgere.
In primo luogo, con carattere un po' di premessa, volevamo ribadire anche in questa sede che, per quanto ci riguarda, la discussione che si sta svolgendo sul bilancio tende ad approfondire i vari stanziamenti, anche perché la Giunta regionale ha più volte ribadito la volontà di rivisitare un po' tutte quelle che sono le attività della Regione, dalle partecipazioni alle contribuzioni, dalle spese dirette a tutte quelle che sono le iniziative, anche di cofinanziamento, legate a fondi comunitari e a finanziamenti di livello nazionale. Per cui potete capire che, nell'ambito di questa legislatura, relativamente al primo vero bilancio della nuova Giunta, avremmo mancato al nostro ruolo se non avessimo approfondito nelle varie Commissioni tutte le questioni sul tappeto.
Ovviamente, la IV Commissione sta discutendo e approfondendo alcuni nodi, poi si arriverà alla sintesi finale in I Commissione attraverso un percorso che, a fronte dello spostamento della data dell'esercizio provvisorio alla fine del mese di aprile, in sostanza, sarà possibile svolgere con l'approfondimento e la tempistica che noi prevedevamo.
Questo per ribadire e smentire sul nascere eventuali indicazioni che possano far ritenere il nostro atteggiamento come meramente ostruzionistico, in quanto abbiamo dimostrato in tutte le discussioni delle leggi o delle deliberazioni che sono state poste all'attenzione delle Commissioni o del Consiglio che il nostro ruolo è sempre stato costruttivo tant'è che su vari argomenti, non molti per la verità, il Consiglio ha già avuto modo di deliberare sia dal punto di vista amministrativo sia dal punto di vista legislativo.
Relativamente a questa nota di variazione, siamo rammaricati del fatto che venga presentata in questa sede. Qualche giorno fa eravamo riuniti in Commissione e secondo noi sarebbe stata quella la sede opportuna per discuterne, anche perché, ovviamente, sorgono delle domande che siamo costretti a svolgere in Aula.
Mi domando se è una variazione secca, nel senso che realizziamo una previsione di entrata da un punto di vista di cassa, quindi, materialmente di versamento di somme che vengono introitate in questa unità previsionale di base che prima non erano previste. Quindi, in qualche modo, è una novità, che, peraltro, potrebbe sembrare anche una novità positiva, perch parliamo di 616 milioni di euro, oppure questo aumento delle previsioni di cassa dell'UPB è nient'altro che una messa a punto del bilancio di cassa che era stato previsto, a mio avviso, in modo un po' singolare? Se mi ricordo bene, dalle UPB che ho sfogliato nel bilancio, pressappoco gli stanziamenti di cassa corrispondevano a quelli di competenza dell'anno in corso e non c'era la sommatoria, che di solito si faceva, tra gli stanziamenti di competenza e gli stanziamenti in conto residui.
Sotto questo profilo, avremo voluto avere questi chiarimenti in sede di Commissione. Mi rendo conto che in Aula diventa anche un po' difficile.
Poi, vorremmo avere precisazioni nel merito. Prima si parlava di IRPEF di compartecipazione a questa entrata, ma sarebbe opportuno conoscere se questa entrata, in qualche modo, sta nell'ambito degli stanziamenti di competenza, o dei residui già previsti, oppure se andrà a realizzare una maggiore entrata, in quanto, a questo punto, essendoci nuove risorse avrebbe rilevanza per lo svolgimento della discussione sul bilancio.
Detto questo e in attesa di avere delle conferme, resta inteso che il chiarimento, poiché in questa sede non potrà essere dato nel dettaglio relativamente all'articolazione sui capitoli, ci riserviamo di chiederlo complessivamente durante l'istruttoria del bilancio in sede di I Commissione. Sotto questo profilo, mi auguro che quella sia la sede per la presentazione di tutti gli eventuali ulteriori emendamenti al bilancio, in modo tale, conoscendo tutti i dati, da proseguire nella discussione del bilancio secondo i tempi che tutti insieme stabiliremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Visto che veniamo spesso richiamati e l'ha fatto anche la Presidente Bresso nel corso del suo ultimo intervento a dichiarazioni, a situazioni e comunicati che a volte possono apparire troppo aggressivi, noi stiamo semplicemente facendo l'opposizione. Sono mesi che personalmente ripeto alla Giunta di cercare un'interlocuzione con l'opposizione.
Ad oggi, nonostante qualche fugace riunione volante, non abbiamo mai ottenuto di poter seriamente dibattere su quelle che possono essere posizioni per accelerare o meno i lavori di quest'aula. Altre volte veniamo invece accusati di tenere comportamenti che sembrano essere - come qualcuno dice - ostruzionistici. Non mi stanco di farlo perché, in ogni caso, il nostro comportamento come Gruppo dipende oggi, come dipendeva sei mesi fa e come dipendeva nove mesi fa, da quello che abbiamo detto il primo giorno nel nostro intervento.
Noi accettiamo un confronto leale e franco, ma che sia un confronto che si sviluppi su temi per capire quali sono anche le esigenze dell'opposizione, che cos'è che porta l'opposizione a tenere determinati comportamenti. Questo, ad oggi non è registrato e su questo do ragione alla Presidente Bresso, perché tra poco più di un mese ci sono le elezioni politiche e se questo non è avvenuto prima, dubito che possa avvenire in questo mese, perché bisogna muoversi nei momenti politici e nelle situazione che permettono di potersi muovere agevolmente nell'interesse superiore, come a volte viene richiamato, per la Regione.
Però questo bilancio è stato presentato tre mesi fa, non è stato chiesto a me quali fossero i punti o le posizioni sulle quali il mio partito poteva esprimere - poi potevano essere accettate o meno - delle legittime aspirazioni. Questo non è avvenuto.
Io, che sono stato seduto dall'altra parte, ricordo che venivano da noi, noi chiedevamo ai Capigruppo e poi potevamo accettar o meno le proposte. Io non ho difficoltà a fare quello che è nell'interesse della mia parte politica, cioè mettere la Giunta davanti alle proprie esigenze, avete un bilancio e, se siete capaci, portatelo avanti. Ci avevate detto tanti mesi fa: "Noi faremo questo, noi entro fine anno approveremo un piano sanitario regionale, noi faremo queste. Noi siamo uomini del fare e non del dire".
Bene, come sapete non ho un carattere inizialmente rissoso o che si pone in contrapposizione a prescindere; se vedo che c'è una certa collaborazione, cerco anche di dare altrettanta collaborazione. Questi eventi, nonostante ci siamo stancati nei mesi di ripeterlo, vediamo che non avvengono; evidentemente si pensa che tutto possa essere fatto solo ed esclusivamente da questa Giunta e dalla sua maggioranza.
Benissimo, andiamo avanti come siamo andati avanti fino ad oggi. Noi non ostacoliamo, perché sappiamo che questo è un provvedimento che deve essere preso necessariamente, altrimenti se oggi non passa la Regione potrebbe essere fuori legge e quindi passibile eventualmente - e non lo sarebbe mai stata - di commissariamento da parte del Governo.
Però, rivolgendomi alla maggioranza, devo distinguere proprio il ruolo maggioranza-Giunta; con la maggioranza noi in qualche modo dialoghiamo. Se qualcuno è venuto qualche volta a chiedere quale era la nostra posizione su alcune questioni sono stati i Capigruppo di tutti i partiti della maggioranza, che forse si sono posti, al contrario della Giunta, di capire cosa la minoranza intendesse esprimere e quali fossero le aspettative. Ci rendiamo anche conto che non può essere la maggioranza a sostenere, ammesso che ne condivida, delle proposte che sono proprie della minoranza politica di questo Consiglio.
Quindi, sono settimane che ci vengono preannunciati incontri, riunioni e proposte che non vediamo; ancora oggi so che stamattina c'è stato un incontro tra un membro della Giunta e il Presidente di un Gruppo consiliare. Mi era stato detto che oggi pomeriggio ci sarebbe stato un altro incontro, siamo alle ore 18 ed ancora non vediamo nulla al riguardo.
Io non sono tra coloro che vanno a richiedere gli incontri: se queste sensibilità non vengono comprese, legittimamente ognuno vada avanti sulle sue posizioni ed andremo in Commissione.
Noi alcuni problemi li avevamo già sollevati in passato, ma non è stata data nessun tipo di risposta e nessun tipo di considerazione. Quindi, non si venga poi a dire che l'opposizione intralcia, non favorisce, perch quando si deve andare avanti ci deve essere una maggioranza, ma soprattutto una Giunta.
Ripeto che personalmente applaudo la maggioranza per il comportamento che sta tenendo con la minoranza, nel senso che è presente, non c'è nessun inciucio, non è passato un provvedimento che tra maggioranza e minoranza non sia stato concordato.
Noto che non c'è - e lo rilevo per la decima volta - nessuno rapporto invece tra questa minoranza e quella Giunta - e dico quella proprio per segnalare la distanza. Quindi, quella Giunta porti avanti i provvedimenti che crede, noi continueremo a fare la nostra opposizione come l'abbiamo sempre fatta e, mancando fatti nuovi, continueremo in questa direzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Direi che questo disegno di legge è un atto dovuto da parte della Giunta. Voglio solo far notare una questione sostanziale, cioè quello che sta accadendo nelle Commissioni.
Sappiamo che il bilancio è ad oggi bloccato in una specifica Commissione, che è la IV Commissione, su una questione pregiudiziale preliminare ancora alla discussione del bilancio stesso.
Direi che sulla discussione di bilancio si è partiti molto male infatti da parte della maggioranza abbiamo notato una chiusura totale alle richieste della minoranza. Ovviamente la minoranza continua a ripetere queste sue richieste di dialogo senza venire ascoltata. Non so se i prossimi due mesi, per cui oggi proponiamo la proroga all'esercizio provvisorio, saranno sufficienti all'approvazione del bilancio se si continua con questo muro contro muro.
Penso che si dovrà arrivare ad un ragionamento complessivo in modo da moderare le posizioni. Quindi, il mio invito rivolto alla maggioranza è di discutere e di dialogare con la minoranza anche su questioni pregiudiziali non strettamente attinenti al bilancio, come, ad esempio, il Piano sanitario.
Vorrei fare una domanda specifica per quanto riguarda l'emendamento solo che bisognerebbe richiamare l'attenzione dell'Assessore Susta.



PRESIDENTE

Vi prego, colleghi Consiglieri, di consentire, a chi deve ancora intervenire, di portare a compimento il proprio intervento.



DUTTO Claudio

Ho richiamato l'attenzione perché volevo fare una domanda molto specifica: quei 616 milioni dell'emendamento cosa sono? Ho interpretato che riguardano l'avanzo di cassa dell'esercizio 2005, ma ne vorrei la conferma.
E poi, soprattutto, vorrei la conferma sul fatto che verranno spesi ripeto, è una mia interpretazione da quanto ho sentito nell'intervento dell'Assessore - per il pagamento di residui, cioè di pregressi, non già per il pagamento di imposte relative all'esercizio 2006.
Solo su questo vorrei delle delucidazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Susta; ne ha facoltà.



SUSTA Gianluca, Assessore al bilancio e finanze

Credo di dover dire alcune cose al Consigliere Casoni. Questa Giunta non si sottrae certo al confronto. Spero che in questo non sia assolutamente diverso il nostro atteggiamento, se non di distinzione di ruolo rispetto a quello della maggioranza dei Consiglieri regionali.
Teniamo al confronto e alla possibilità di convergere su alcune questioni che possono stare a cuore della minoranza, così come è avvenuto già in sede di assestamento.
Non siamo chiusi a proposte, l'abbiamo detto in Commissione e abbiamo dato una disponibilità che - lo rilevo dal punto di vista formale - non è mai stata attuata nella passata legislatura. Un esempio su tutti: in tutte le Commissioni non è mai stato dato il bilancio per capitoli, ma per UPB.
UPB per UPB, gli Assessori hanno fatto le loro illustrazioni generali relativamente all'allocazione delle risorse.



(Commenti in Aula)



SUSTA Gianluca, Assessore al bilancio e finanze

Mettetevi d'accordo con i funzionari e leggetevi i verbali delle riunioni. Consigliere Leo, porteremo i verbali, non stiamo a perdere tempo reciprocamente su questo aspetto.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Leo)



SUSTA Gianluca, Assessore al bilancio e finanze

Che tu spiegassi è un conto, che gli atti venissero dati per UPB è un'altra questione. Ma questo mi serviva per dire al Consigliere Casoni che in questi tre mesi c'è stato il tempo per spiegare quello che è avvenuto e per confrontarci. Al di là di qualche episodio, peraltro non legato al bilancio, c'è stata tutta la disponibilità, da parte della Giunta, di discutere in modo molto sereno in Commissione. Questi tre mesi sono serviti a questo. A mio giudizio, possono anche essere troppi, ma potrebbero servire altri sei mesi rispetto al testo di regolamento che noi abbiamo.
Credo che oggi ci possano essere le condizioni per tentare di capire nel confronto tra la maggioranza e la minoranza, rispetto a norme di comportamento, ma anche a contenuti di merito del bilancio, quale pu essere un punto d'incontro tra le rispettive esigenze, quella di far approvare il bilancio nel più breve tempo possibile e quella di significare politicamente il fatto che si giunge a un ritardo rispetto all'approvazione del bilancio.
Quindi, da un lato una sottolineatura di tipo politico, che è questa dall'altro l'esigenza di trovare un momento di sintesi rispetto al prosieguo del dibattito sul bilancio, tenendo conto di quello che il Consigliere Casoni chiamava l'interesse della Regione, che non solo noi abbiamo richiamato alcune volte ma, in altre occasioni, anche l'opposizione ha richiamato su alcuni provvedimenti importanti.
Questa disponibilità la confermo e la ribadisco. Essendo trascorsi tre mesi da quando il bilancio è stato incardinato, credo sia giusto che in Commissione ci sia la reciproca disponibilità a discutere nel merito.
Ricordo che su alcune questioni, una su tutte la sanità, il dibattito di merito sul bilancio è stato frutto di un "incontro" della settimana scorsa. Non capisco perché questi tre mesi non abbiano permesso di arrivare a discutere nel merito il bilancio su alcune questioni importanti, quindi credo che sarebbe stato oggettivamente difficile individuare possibili terreni di incontro.
Credo, invece, che oggi ci possano essere, anche su queste materie delle intese o, quantomeno, delle valutazioni che rimettiamo alla verifica di ciascuno in ordine alla tempistica con cui atti fondamentali dell'amministrazione debbono andare avanti.
Sul piano tecnico, questo serve ai Consiglieri Dutto e Cavallera.
Intanto, per rispondere al Consigliere Cavallera, quest'emendamento non modifica assolutamente le previsioni di competenza - l'avevo detto - ma solo le previsioni di cassa. Se fosse stata una modifica delle previsioni di competenza avrebbe inciso nel merito del bilancio, ma così non è. Incide solo sulle previsioni di cassa, sono somme che vanno sul fondo di riserva e che dovrebbero servire per riequilibrare i residui.
Questo è il senso dell'emendamento, che non sposta nel merito nessuna delle previsioni contenute nel bilancio di previsione. Le previsioni servono solo a permettere un riequilibrio della cassa attraverso l'attribuzione delle risorse sul fondo di riserva. Quindi, da questo punto di vista, si tratta di una modifica che ha una valenza tecnica, ma non sicuramente una valenza politica perché non sposta assolutamente le previsioni di competenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
già stato detto, questa proroga è un atto dovuto. Vorrei solo approfondire l'unico nodo da sciogliere a cui si riferiva il collega Cavallera nel suo intervento, a maggior ragione dopo aver sentito l'intervento dell'Assessore Susta. Perché siamo rimasti bloccati in IV Commissione? Perché non abbiamo ancora iniziato ad entrare nel merito? Perché è mancata la volontà di capire le nostre ragioni, se ne avevamo? Abbiamo sottoscritto delle pregiudiziali. Mi stupisco che al Vicepresidente non sia stato detto tutto questo da parte del Presidente e della Commissione. Abbiamo chiesto in continuazione di approvare la bozza di Piano sanitario oppure di ritirarla dal sito, anche perché questa bozza di Piano sanitario permetteva ai componenti della maggioranza di dare interpretazioni diverse. Vi erano Consiglieri di maggioranza che avevano posizioni diverse rispetto alla bozza, ma è legittimo, ci mancherebbe altro. Però è legittimo per la minoranza sapere su cosa si discute.
Siccome sappiamo che il bilancio per l'80% risponde alla voce sanità per noi è molto importante capire se la bozza di Piano socio-sanitario presentata è condivisa dalla maggioranza. Penso che questo sia un diritto delle minoranze, non credo che qualcuno possa confutare alle minoranze di discutere su un documento approvato.
La richiesta che avanzo, per l'ennesima volta, è questa: fateci sapere cosa intendete fare. Chiedo al Presidente del Consiglio di farsi garante la Commissione sanità deve trovare il tempo per entrare nel merito e per discutere. Ricordo che non siamo ancora entrati nel merito, Presidente.
Quello che sto dicendo è importante e lo dico a futura memoria: facciamo incontri tutti i giorni, facciamo quello che sarà necessario, ma è troppo importante.
Quando rileggo dichiarazioni del tipo "un Piemonte aperto, tollerante innovativo" contenute nel programma illustrato dalla Presidente Bresso il 16 maggio 2005, verifico che non è così; ad esempio relativamente ai tempi di attesa delle prestazioni sanitarie invece di ridursi drasticamente, sono aumentati.
Quest'anno sono cambiate molte cose, mi riferisco ai LEA. In Aula in passato c'è stato un protagonista della contestazione dei LEA, ma da quando non ricopre più ruoli istituzionale i giornali non ne parlano più. Ma il problema dei LEA esiste e noi ne dobbiamo discutere in Commissione.
Raccomando al Presidente di non sottovalutare questi aspetti e di permetterci di entrare nel merito della discussione in IV Commissione. Noi non abbiamo fatto ostruzionismo, non siamo neanche capaci. Nei dieci anni passati qualcosa abbiamo imparato, ma ci vuole ancora parecchio. Concludo con la speranza che ci venga concesso il tempo per discutere nel merito delle questioni in IV Commissione.
Tuttavia, vorrei ancora fare un brevissimo riferimento al programma illustrato dalla Presidente, nella parte in cui si dice "un Piemonte aperto, tollerante e innovativo" . È vero, c'è il diritto all'irritazione c'è anche il diritto alla rabbia, ma c'è anche il dovere di rispettare la responsabilità del ruolo: purtroppo la gente, come diceva bene il Consigliere Burzi, ci sta a guardare. In seguito, ma di questo ne discuteremo quando sarà presente anche il Consigliere Buquicchio, sono curiosa di approfondire la verità sull'incidente che ci riguarda. Penso riguardi il diritto alla trasparenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Vorrei fare un intervento sull'esercizio provvisorio ma, per una ragione culturale-etica-morale, vorrei che il Vicepresidente Susta, che è sempre attentissimo, ascolti quello che dico. Mi dispiacerebbe molto, per la lunga amicizia che ci lega, che pensasse che ho detto cose non vere perché fuori microfono. Vorrei riconfermare tutto quello che ho detto a microfono.
Avvalendomi di due autorevoli testimonianze, mi duole veramente "smentire" un amico democristiano. Mi riferisco alle testimonianze dei Consiglieri Comunisti Roberto Placido e Wilmer Ronzani (il Consigliere Deambrogio mi suggerisce che una volta erano comunisti...Devo dire che siete Consiglieri non solo validi, ma molto arguti e simpatici). I Consiglieri Placido e Ronzani, dicevo, potrebbero testimoniare che abbiamo sempre consegnato un bilancio, almeno molti assessorati, per capitoli in tutti i dettagli (verifico che i Consiglieri stanno annuendo). Anzi Vicepresidente Susta, il modulo che ci ha fornito l'Assessore Oliva - che ringrazio per la chiarezza - è il modulo che riporta gli stessi meccanismi e gli stessi dati del modulo che avevo predisposto (questo per amor di verità).
Adesso per me è difficile chiedere cose - perché mi sentirei in colpa che io stesso non abbia concesso prima. D'altra parte, mi sembra difficile che qualcuno possa dire che è più democratico di me. Il mio Assessorato aveva specificato tutto, non solo il capitolo, ma anche il sottocapitolo il vicecapitolo e tutto quello che mi veniva richiesto. Ad un Consigliere preciso come il Consigliere Roberto Placido non scappava neanche una stringa delle scarpe, per cui abbiamo sempre spiegato tutto quanto.
Infine, prometto che non farò altri interventi, ma vorrei raccontare un episodio alla Presidente Bresso - che ho raccontato anche al Vicepresidente Susta - relativamente al fatto che non ci si possa allontanare dai banchi della Giunta.
Durante la battaglia sul buono scuola, se mi allontanavo dai banchi della Giunta, magari dopo sette-otto ore filate di seduta di Consiglio alcuni Consiglieri - il simpaticissimo Consigliere Chiezzi, e qualcun altro gridavano al golpe: "Non c'è rispetto per la democrazia", "l'Assessore vuole ignorarci", e quindi "sospendiamo il bilancio", anzi, "sospendiamo il buono scuola, sospendiamo il concordato".
Una volta mi trovai in grandi difficoltà non morali, non psicologiche ma fisiche, e un Consigliere durissimo di opposizione, ma anche umano, il Consigliere Placido (non riuscivo più a stare in Aula, non resistevo più avevo bevuto troppa acqua) disse: "Devo attaccare il mandante dell'Assessore Leo, il capo". Ingenuamente il Consigliere Marcenaro disse "Berlusconi" e il Consigliere Placido rispose: "Non far ridere, parlo del Papa" (il buono scuola viene da una dottrina sociale cristiana). Il Consigliere Placido disse ancora: "Devo dire un sacco di cose tremende sul Santo Padre, l'Assessore Leo non potrebbe resistere al colpo, la prego di uscire dall'Aula", così grazie a quell'intervento del Consigliere Placido riuscii a soddisfare non solo i bisogni spirituali, ma anche quelli corporali.
Ringrazio per la chiarezza l'Assessore al bilancio e il Presidente della Commissione bilancio, che ci ha aiutato molto a fare questo lavoro.
La testimonianza dei Consiglieri Placido e Ronzani può confortare sul fatto che avevo detto assolutamente la verità



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento, possiamo procedere all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Susta: all'articolo 1 viene aggiunto il seguente comma 2: "2. L'autorizzazione all'esercizio provvisorio è estesa alla I nota di variazione al ddl 190, presentata in data 28 febbraio 2006".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.40)



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