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Dettaglio seduta n.66 del 21/02/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 14.38 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.10)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Guida, Laus e Spinosa.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Precisazioni del Presidente del Consiglio su quanto avvenuto nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, convocata al termine della seduta antimeridiana (presentazione mozione d'ordine e intervento per fatto personale, ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento del Consigliere Buquicchio)


PRESIDENTE

Comunico al Consiglio come nella Conferenza dei Capigruppo si sia avuto modo di dibattere circa gli scambi di opinione che sono avvenuti nel corso della seduta antimeridiana.
Devo dire che mi tocca il compito di richiamare tutti quanti siedono a titolo istituzionale in questa sede - quindi, sia i membri della Giunta sia i colleghi membri del Consiglio regionale - di mantenere rigorosamente nell'esercizio delle loro funzioni in quest'Aula, nell'ambito delle attività del Consiglio e delle sue varie articolazioni, un comportamento decoroso e rispettoso di tutti gli interlocutori. Penso sia assolutamente necessario per il prestigio dell'istituzione.
Sono state riferite a questa Presidenza delle parole sconvenienti che parrebbero essere state pronunciate nel corso della seduta odierna.
difficile ragionare su situazioni che vengano portate de relato, ma prego tutti quanti di rendersi conto che siamo in un'istituzione e che parole sconvenienti non sono assolutamente opportune.
Quindi, prego sia i signori Assessori sia i signori Consiglieri di astenersene nel corso dei lavori successivi di questa e di tutte le altre sedute.
In particolar modo, chiedo anche di astenersi dai comportamenti che possano in qualche modo esasperare le discussioni nel corso di seduta e di usare parole che possono risultare provocatorie. Il rispetto dei colleghi è fondamentale e rispetto a questo l'Ufficio di Presidenza non avrà alcuna titubanza a richiamare pesantemente e sanzionare coloro che ne faranno uso nelle prossime sedute, a prescindere dal ruolo che essi ricoprono in questa sala.
Vi ringrazio anche in nome dei colleghi per l'atteggiamento che certamente vorrete tenere nelle sedute successive.
Per mozione d'ordine ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Presidente, capisco anche il linguaggio che lei deve usare quando fa determinati interventi in quest'Aula, però a volte non sempre è utile "parlare alla suocera senza la nuora". A volte è meglio parlare direttamente alla nuora - scusi la metafora - perché almeno il messaggio va direttamente dove deve andare.
Questo lo volevo far rilevare non tanto per rinfocolare una discussione che abbiamo fatto in sede di Conferenza di Capigruppo, però è meglio sempre circoscrivere ed individuare quello che è l'obiettivo dell'intervento. Per carità, non voglio insegnare al Presidente a fare il Presidente, è responsabilità sua, e poi magari estendere - come ha fatto lei - a tutti un richiamo ad una modalità di vita all'interno dell'assemblea.
Però sappiamo che l'incipit di tutta questa vicenda derivava da una situazione ben precisa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio per fatto personale quindi la prego di rappresentare in cosa consiste il fatto personale.



BUQUICCHIO Andrea

Il fatto personale consiste nell'avere indirizzato ieri alla nostra Presidente, alla Presidente di tutti e della Regione Piemonte una lettera ad esito della riunione di maggioranza che si è tenuta ieri mattina, ma al momento non ho ricevuto, così come ufficialmente ho chiesto, scuse e chiarimenti.
Ritengo, e chiedo al Presidente anche in assenza - e di questo mi dolgo della Presidente, di illustrare le mie ragioni, in modo che ci sarà sicuramente chi si farà parte diligente e portavoce per riferire il contenuto delle mie argomentazioni. Grazie.



PRESIDENTE

Collega Buquicchio, premetto che questa Presidenza non ha conoscenza ufficiale di tale missiva, quindi non può esprimersi in merito a fatti e a contenuti che non sono da essa conoscibili.
In secondo luogo, il tenore della norma e la prassi delle assemblee elettive configurano il fatto personale irrilevante nell'economia dei lavori se si estrinseca in quest'aula e non mi pare che il fatto richiamato sia un fatto che attiene all'economia dei lavori nel corso di quest'aula.
Pertanto, sono costretto a non potere accogliere la sua richiesta come fatto personale e quindi non posso procedere ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento, fermo restando che, se ci sono aspetti politicamente rilevanti, ci sono modalità per rilevarli attraverso un dibattito politico che può essere ampiamente promosso, ma non utilizzando l'articolo 60 del Regolamento del Consiglio regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Presidente, sulle sue comunicazioni, diciamo che lei ha esercitato il suo ruolo, giustamente quello che deve esercitare come Presidente del Consiglio. È stato piuttosto esaustivo sui fatti che stamattina sono intervenuti in quest'Aula.
Ci fa piacere che lei abbia fatto questa puntualizzazione, ma questa puntualizzazione non la volevamo tanto da lei quando dalla Presidente.
Sappiamo che oggi la Presidente non c'è, ma ci aspettiamo che martedì quando ci sarà la prossima seduta di Consiglio regionale, la Presidente venga in Aula e, secondo coscienza di quello che è successo stamattina faccia il suo intervento e quanto meno non chieda scusa a me, ma chieda scusa a tutto il Consiglio e, soprattutto, alla Consigliera Cotto.
Questa è l'interpretazione che do dei fatti di stamattina. Però mi sembra che queste cose debbano essere un po' sviscerate prima di proseguire con i nostri lavori. Oggi abbiamo deciso di proseguire e, per carità proseguiamo, però mi sembra evidente che stamattina sia avvenuto un fatto non positivo per questo Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera sempre sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Volevo rilevare anche in questa sede come sarebbe stato veramente utile entrare già oggi pomeriggio nelle tematiche che abbiamo programmato di differire a martedì prossimo, perché quando le questioni attengono proprio ai rapporti fra Giunta e Consiglio, attengono alle questioni di programma attengono alle questioni della composizione della maggioranza, credo che debbano essere da tutti considerati argomenti prioritari e tali da far fermare i lavori del Consiglio per avere chiarimenti. Poi ciascuno ovviamente, si atteggia come meglio crede e ci sono anche gli atti consiliari conseguenti.
Rimandare le cose potrebbe essere in qualche modo anche conseguenza della speranza che, passando il tempo le cose, si ammorbidiscono, oppure che si trovano altre soluzioni.
Credo che non sia così, perché sono stati tirati in ballo nei lavori di oggi e nelle discussioni questioni importanti, che attengono proprio ad un corretto rapporto tra Giunta e Consiglio.
Ovviamente non ci si formalizza alla singola parola, ma proprio alla considerazione che si ha del ruolo dei Consiglieri. È un argomento che dall'inizio della legislatura abbiamo già trattato varie volte e nonostante l'impressione che magari si arrivasse ad una svolta, poi quest'impressione è stata smentita dai fatti. Quindi, Presidente, ci consenta di sottolineare in questa sede questa assoluta esigenza. La nostra attesa è che quando si realizzerà questo confronto, possa essere veramente un confronto approfondito, un impegno ed una svolta di cambiamento nei rapporti tra Giunta e Consiglio.
Per quanto riguarda la questione sollevata dal Consigliere Buquicchio anche se non credo che il collega Buquicchio abbia bisogno del mio parere ritengo che tutto ciò che attiene al mandato del Consigliere, nel momento in cui viene leso o, almeno, si sente toccato dalle considerazioni espresse da parte di qualche rappresentante del Governo regionale, possa configurarsi un'occasione rilevante per parlarne in questa sede.
Lei ha giustamente cercato di rinviare la questione nel suo complesso dal suo punto di vista, alla seduta di martedì prossimo, ma capisco anche l'esigenza del collega di fare chiarezza al più presto possibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, la ringrazio per la precisazione sulla dignità e sul rispetto dei ruoli che spettano a Giunta e a Consiglio. Questa mattina non ero presente e quindi non mi esprimo in merito, ma mi è stato riferito un comportamento, anche se non a microfono, non proprio ortodosso. Non ho sentito personalmente, quindi non entro nel merito. Fossi stato presente e avessi sentito con le mie orecchie cosa mi è stato riferito, le posso garantire che oggi pomeriggio avremmo parlato di ben altro.
Lei ha già chiarito la questione richiamando tutti, in maniera salomonica, al rispetto reciproco; lo stesso rispetto che noi richiamiamo dall'inizio della legislatura. Speriamo che anche con la sua sottolineatura a verbale, in una seduta pubblica di Consiglio regionale - chi ha orecchie per intendere intenda - si modifichino un po' i rapporti tra Giunta e Consiglio che, a mio avviso, in questo periodo sono stati molto carenti e molto precari.
Arrivo al caso di specie.
Il collega Buquicchio - mi richiamo sempre alla dignità che ogni Consigliere regionale ha il diritto di avere - ha sollevato un problema. Ha ragione lei a dire che, non riferendosi ad un episodio avvenuto in Aula non può essere richiamato il fatto personale, ai sensi del Regolamento.
Lei, però, che è Presidente del Consiglio, deve capire qual è la psicologia del Consigliere che chiede di intervenire e non richiamarsi semplicemente alla lettera del Regolamento. Mi sembra che il collega Buquicchio abbia espresso un disagio.
Oggi abbiamo deciso che nella seduta di martedì prossimo avverrà un dibattito per fare chiarezza sui ruoli politici in quest'Aula, quindi sulla collocazione, all'interno dell'emiciclo, di alcuni Consiglieri regionali.
Credo, però, che oggi lei debba permettere al Consigliere Buquicchio di esprimersi, in modo che ognuno di noi possa riflettere e, se è il caso martedì prossimo, in sede di discussione politica, esprimere valutazioni.
Non conosciamo nel dettaglio la situazione. Il Consigliere Buquicchio ha chiesto di renderla pubblica; non vedo perché gli debba essere impedito.
Piuttosto, se ha paura di sottrarre tempo all'odierno calendario dei lavori, consentiamo velocemente al Consigliere Buquicchio di esprimersi e poi rimandiamo la discussione a martedì prossimo, in modo da non alterare il corso dei nostri lavori.
Questo diritto non può essere negato; anzi, qualora lo sia, piuttosto si ponga in votazione la richiesta. Tutti i Consiglieri regionali - oggi tocca a Buquicchio, domani potrebbe succedere ad un altro Consigliere devono avere il diritto di rappresentare liberamente e legittimamente in Aula le loro istanze, senza impedimenti di sorta. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Casoni, assolutamente non voglio togliere spazio al dibattito su questioni politiche; semplicemente, il collega Buquicchio ha invocato la sussistenza di un fatto personale. A termine di Regolamento però, non si configura il fatto personale laddove ci siano scambi verbali o considerazioni politiche tra Consiglieri e Assessori avvenuti fuori di quest'aula.
Dopodiché, se il collega Buquicchio ritiene di utilizzare gli strumenti regolamentari per chiedere che venga iscritta all'o.d.g. la discussione su un tema politico, sul punto si pronuncia il Consiglio. In questo caso non è più il Presidente, ma la collegialità del Consiglio a decidere se aprire un dibattito politico su un tema non iscritto all'o.d.g.. Ai sensi del Regolamento, però, devo procedere oltre perché il fatto personale invocato non sussiste.
Consigliere Buquicchio, intende di nuovo prendere la parola per mozione d'ordine? Prego di specificare il titolo del suo intervento, grazie.



BUQUICCHIO Andrea

Mozione d'ordine, signor Presidente. Mi consenta di non essere rispettosamente d'accordo sulla sua valutazione, sia perché simili argomentazioni, in altre circostanze, sono state considerate idonee per salvaguardare il diritto di espressione di un Consigliere, sia perché ci riferiamo ad un fatto al quale lei stesso, Presidente, ha assistito. Ci riferiamo, inoltre, ad un fatto del quale ho reso edotti tutti i Capigruppo, sia di maggioranza sia di minoranza. Ci riferiamo, infine, ad un fatto che ha trovato il giusto spazio in alcuni quotidiani della città.
Non possiamo, quindi, invocare la non idoneità dell'argomento. La prego di individuare le giuste modalità di riferimento al Regolamento e la prego di concedermi la parola, perché è importante che qualsiasi Consigliere in quest'Aula si senta tutelato nel suo sacrosanto diritto di esprimersi.
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, non è assolutamente nostra intenzione non dare tutela alle istanze e alla dignità dei singoli Consiglieri, però in Conferenza dei Capigruppo abbiamo collegialmente individuato di riservare alla prossima seduta di Consiglio regionale una discussione ed un dibattito politico sui fatti che attengono alla collocazione politica di alcuni membri di questo Consiglio e che lei in qualche modo richiama. Si è convenuto di non tenere in questa seduta il dibattito esclusivamente perché, data la rilevanza politica dello stesso, i colleghi Consiglieri specie di minoranza, hanno ritenuto necessaria la presenza della Presidente della Giunta regionale, impossibile nella seduta pomeridiana odierna.
Ragion per cui si è deciso di calendarizzare questo dibattito, cui daremo sufficiente spazio, nella seduta di martedì prossimo. Questo dibattito quindi, avverrà. Avverrà, come tutti i dibattiti, nella pienezza dei tempi regolamentari, quindi con un tempo esauriente. Mi pare, Consigliere Buquicchio, che lo spazio ci sia. Lei ha parlato due volte richiedendo di intervenire per fatto personale. Il fatto personale, ai sensi del Regolamento, non sussiste. A questo punto mi trovo nella necessità di procedere con l'o.d.g. odierno, a meno che lei, invocando il Regolamento e decidendo di ricorrere avverso alla mia decisione, chieda di porre in votazione la sussistenza del fatto personale. Spero non si voglia giungere a questo punto, anche perché il dibattito ci sarà, quindi mi pare estremamente di buonsenso che tutto il dibattito su uno stesso tema si calendarizzi nella giornata di martedì prossimo.
La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Presidente, lei non è un notaio, ma il Presidente del Consiglio, quindi non deve leggere schematicamente il contenuto degli articoli, ma interpretarli, conoscerli e applicarli. Non ho detto che oggi dovevamo affrontare una discussione politica sul tema, ma dedicare cinque minuti cinque, e stiamo parlando già da dieci, al Consigliere Buquicchio affinch possa esprimere il suo punto di vista. Martedì, quando affronteremo il dibattito, non voglio farlo sul caso del Consigliere Buquicchio, ma sulla situazione politica regionale, sulle dichiarazioni della Presidente Bresso sulla collocazione di alcuni Consiglieri regionali. Chiarezza su tutto.
Credo che lì ci sia tutto il tempo per fare quella discussione.
Questa è una legittima richiesta di un Consigliere, l'ho detto io prima, che ha sbagliato la forma. Il Consigliere poteva fare una richiesta del tipo: "Presidente, mi da cinque minuti per esprimere una mia opinione visto che provo un disagio"? Il Presidente rispondeva di sì, non si faceva dibattito e la situazione era risolta.
Martedì, nell'insieme delle questioni da affrontare, parleremo anche di questo. Martedì non vogliamo trattare del caso Buquicchio, del caso Bresso di maggioranza, o Buquicchio e maggioranza, abbiamo posto un altro problema. Visto che oggi il Consigliere Buquicchio ha presentato un'istanza invece di rappresentare un fatto personale, penso che il Presidente, nella sua intelligenza e nella sua capacità di saper condurre l'aula non esclusivamente come un notaio ma come un vero Presidente, debba perlomeno concedere cinque minuti per rappresentare il pensiero di un Consigliere. Se un Consigliere sente l'esigenza di rappresentarcelo, nessuno ha il diritto di negarglielo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Mi trovo completamente allineato con l'intervento del Consigliere Casoni.
Credo anch'io che serva, all'economia complessiva dei lavori che avranno svolgimento martedì, conoscere approfonditamente le ragioni del Consigliere Buquicchio. In modo non strumentale, ma ai fini di un'istruttoria politica delle vicende che stiamo vivendo in questi giorni che, per certi versi, sono un po' particolari e si stanno svolgendo un po' troppo sugli organi di informazione e un po' meno all'interno dell'Aula.
Se da parte del Presidente ci sarà la decisione di consentire l'intervento al Consigliere Buquicchio, tutto sommato faremo un favore non tanto al Consigliere (la tribuna ce l'ha essendo titolare di un seggio in Consiglio regionale), ma daremo un contributo perché ci si avvii ad un chiarimento all'interno dell'aula.



PRESIDENTE

Il Consigliere Manolino ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Volevo intervenire per precisare che non sono assolutamente d'accordo con la linea proposta dai Consiglieri che mi hanno preceduto. Non credo che se si parla di un fatto personale - collegato alle polemiche, agli articoli, alle interviste e a tutto quanto da questi giorni traspare da alcuni quotidiani - questo debba essere oggetto di un dibattito separato rispetto a quello che faremo martedì.
Se così non fosse, mi riservo il diritto di pensare e di credere che altri Consiglieri, dopo l'intervento di spiegazioni del Consigliere Buquicchio, abbiano il diritto non soltanto per fatto personale, ma per chiarimenti o per precisazioni, di non lasciare passare inutilmente una settimana, ma di intervenire e precisare le situazioni personali di ciascuno.
Se è così, chiedo al Presidente: se l'intervento del Consigliere Buquicchio dovesse coinvolgere persone o colleghi, chiedo la possibilità di replica e quindi la discussione del suo intervento. Se così non è, chiedo che non venga fatto alcun intervento in Aula che si differenzi rispetto a quello che sarà un dibattito completo, esaustivo e alla presenza della Presidente. Se mi sbaglio rettificherò. Mi pare di avere capito che l'intervento del Consigliere Buquicchio possa esser collegato ad una persona che oggi non è presente in Aula. Non mi sembra corretto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Credo anch'io più logico utilizzare un dibattito all'uopo convocato per discutere tutte le questioni irrisolte o che si cercherà di risolvere. Tra l'altro diamo anche il tempo ad un Consigliere - che per privacy non cito il nome, dico solo il suo nome in lingua indiana "bandiera al vento" - che da qui alla settimana prossima, magari, deciderà dove collocarsi.
Credo sia bene parlarne la prossima settimana.



PRESIDENTE

Vi siete espressi tutti.
Consigliere Buquicchio ha già parlato, ha già stravolto il Regolamento le do la parola per l'ultima volta, ci spieghi a che titolo.



BUQUICCHIO Andrea

Per mozione d'ordine, se ritiene, Presidente.
Le avevo chiesto, quale Presidente dell'Aula e di tutti i Consiglieri di individuare lei, ripeto, individuare lei, e suggerire lei, ad un Consigliere, le modalità per espletare il proprio diritto di parola.
Ne prendo atto e rimanga a verbale. Io intendevo sollevare un problema che nulla aveva a che vedere con la discussione che abbiamo deciso di fare la prossima settimana. Questo mi è negato, il Presidente se ne assume la responsabilità, e io, Consigliere di maggioranza, chiedo che sia messo ai voti in quanto non ritengo equa la sua decisione.



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, sono sicuro che possiamo anche sbagliare.
Abbiamo cercato di utilizzare un sistema di buon senso rinviando ad una seduta successiva di Consiglio in cui potesse essere presente la Presidente Bresso, che mi pare di capire sia parte fondamentale della discussione che lei vuole affrontare.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Buquicchio)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Mi auguro e spero che non si voti su una questione come questa. Non me ne voglia l'amico Andrea Buquicchio.
Il Consigliere Buquicchio vuole sollevare una questione che è stata resa pubblica anche dai giornali. Nella Conferenza dei Capigruppo, questa mattina, si è deciso di arrivare ad un confronto politico in Aula (credo sia giusto discutere in Aula quello che sta accadendo in questi giorni).
Consiglieri che hanno formato un nuovo Gruppo, altri Consiglieri che hanno intenzione di fare altri cambiamenti. Non lo sappiamo ancora, discuteremo in Aula che cosa sta avvenendo. Faremo le valutazioni di carattere politico, come è giusto fare. Penso sia più opportuno - e mi rivolgo nuovamente al collega Buquicchio - perché questa discussione venga fatta all'interno di questo confronto politico, altrimenti sembra una questione personale, mentre non lo è.
Non è una questione personale, ma è una questione di carattere politico, quindi discutiamola in quel confronto e in quel momento. La prossima settimana facciamo questa discussione, quindi evitiamo di votare su una questione di questo tipo.



(Proteste del Consigliere Buquicchio)



PRESIDENTE

Collega Buquicchio, io però le rammento che in Conferenza dei Capigruppo abbiamo convenuto sull'economia dei nostri lavori pomeridiani e abbiamo anche discusso di come affrontare le tematiche di ordine politico e lei era presente. Abbiamo convenuto di riservare a problematiche di ordine politico una seduta nel prossimo Consiglio.
Se le argomentazioni che lei pone sono diverse da quelle che, mi pare di capire, saranno poste nel dibattito richiesto dalla maggioranza, ci sono tutte le condizioni nella Conferenza dei Capigruppo che si terrà domani perché lei enunci il problema e si individui se condensarlo in un unico dibattito nel prossimo Consiglio, se farne un dibattito autonomo, se non farne un dibattito e gestirla in altro modo.
Faccio presente che quando ci sono state situazioni a seguito di ordini di stampa che hanno leso il prestigio di alcuni Consiglieri, in sede di Conferenza ne abbiamo discusso diffusamente e abbiamo immaginato anche un cammino - che, da parte mia, ho attuato per intero, anzi posso anche relazionarvi degli esiti - per cercare di porre rimedio a queste situazioni.
Non voglio assolutamente arrivare ad una forzatura o a coprire le istanze di discussione che lei vuole, ma mi pare più ragionevole che si possa individuare con i metodi classici lo spazio e la modalità per estrinsecare i problemi politici che lei pone.
Domani ci sarà la Conferenza dei Capigruppo e quindi domani stesso, se lei ritiene, avendo peraltro messo a conoscenza del problema tutti i Capigruppo sia di maggioranza che di opposizione, lei potrà richiamarlo e potremo calendarizzarlo.
Mi pare estremamente ragionevole e soprattutto farlo alla presenza della Presidente, che mi pare sia una componente fondamentale della discussione che lei vuole aprire, specie laddove lei ha rimarcato nell'intervento di poc'anzi, fuori dal microfono ma con toni sufficientemente chiari ed alti, che si riferisce ad offese patite dalla Presidente.
Quindi, anche per questo preferirei che il dibattito avvenisse alla presenza della persona interessata. Collega Buquicchio, possiamo considerarla una strada o un percorso ragionevole?



(Proteste fuori microfono del Consigliere Buquicchio)



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Buquicchio, abbiamo individuato una strada.
Stiamo tenendo fermo un Consiglio da 45 minuti su questo tema. Mi pare ragionevole pensare...



(Proteste fuori microfono del Consigliere Buquicchio)



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, la sua posizione è molto chiara, così come quella dei Capigruppo che hanno parlato dall'opposizione. La posizione dei Capigruppo di maggioranza è stata espressa dal Consigliere Muliere.
Ai sensi del Regolamento è previsto che per una questione come questa non si interviene proprio per fatto personale. Stravolgendo la prassi abbiamo fatto parlare...



(Il Consigliere Buquicchio per protesta si accinge ad abbandonare l'Aula)



PRESIDENTE

Collega Buquicchio, mi dispiace di questo atteggiamento, però abbiamo cercato di essere il più possibile concilianti.
Se viene meno la richiesta del Consigliere Buquicchio di parlare per fatto personale...
Voteremo in merito alla sussistenza del fatto personale richiesto dal Consigliere Buquicchio.



(Il Consigliere Buquicchio riprende posto tra i banchi)



(Commenti del Consigliere Buquicchio fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, stiamo facendo il massimo sforzo per cercare di trovare una soluzione di buon senso. Lei non vuole quindi che si voti sul fatto personale, ma vuole che si voti sull'iscrizione di un punto all'o.d.g. che preveda l'apertura di un dibattito sulle sue dichiarazioni? Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Posso chiedere al Presidente la sospensione di un minuto?



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.49 riprende alle ore 16.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Devo dare comunicazione che, sentita la Presidente della Giunta regionale, mi è stato richiesto di intervenire nel dibattito, comunicando l'intendimento della Presidente stessa di essere presente a questa discussione politica. Pertanto, ho chiesto al collega Buquicchio di volere accettare la proposta fatta già da me in precedenza, quindi di non insistere sulla votazione in merito alla sussistenza o no di un fatto personale, bensì di calendarizzare la discussione politica da lui invocata nel corso della seduta di martedì prossimo del Consiglio regionale.
Consigliere Buquicchio, posso darla per accolta?



BUQUICCHIO Andrea

Sì, purché cortesemente sia discusso l'argomento avulso da quello dei "transfughi" come elemento pregiudiziale. Grazie.



PRESIDENTE

Domani alla Conferenza dei Capigruppo, alla sua presenza e alla presenza di tutti i colleghi Presidenti, provvederemo a comporre l'o.d.g.
del prossimo Consiglio e analizzeremo l'esito dei lavori.


Argomento:

Iscrizione nuovi punti all'o.d.g

Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 276 inerente a "Misure a sostegno del settore avicolo", presentato dai Consiglieri Rossi, Allasia Dutto e Monteggia

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 271 inerente a "Sentenza della Corte di Cassazione su violenza sessuale", presentato dai Consiglieri Pozzi, Motta, Spinosa, Barassi, Ferrero, Ricca, Boeti, Vignale, Muliere Leo, Cavallaro, Ronzani e Dalmasso


PRESIDENTE

stato richiesto dal Consigliere Rossi e dalla Consigliera Pozzi la proposta di iscrivere all'o.d.g. rispettivamente l'ordine del giorno n.
276, inerente a "Misure a sostegno del settore avicolo", e l'ordine del giorno n. 271, inerente a "Sentenza della Corte di Cassazione su violenza sessuale".



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni)


Argomento: Problemi energetici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Petizione popolare "Nucleare: mai più di nessun tipo" (collegate due proposte di ordine del giorno: n. 233 "Piano energetico ambientale - Centri di ricerca", presentato dai Consiglieri Barassi Travaglini, Moriconi, Comella, Motta, Turigliatto, Spinosa e n. 234 "Piano energetico ambientale - Messa in sicurezza rifiuti radioattivi" presentato dai Consiglieri Barassi, Travaglini, Moriconi Comella, Motta, Turigliatto, Spinosa e presentazione degli ordini del giorno n. 274 "Depositi di scorie radioattive nei siti piemontesi", presentato dai Consiglieri Allasia Rossi, Dutto e Monteggia, e n. 277 "Disposizioni urgenti per la raccolta lo smaltimento e lo stoccaggio, in condizioni di massima sicurezza dei rifiuti radioattivi", presentato dal Consigliere Cavallera


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Petizione popolare 'Nucleare mai più di nessun tipo'".
Relaziona il Presidente della V Commissione, Consigliera Barassi, che ha pertanto facoltà di intervenire.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente. Questo punto all'o.d.g. prevede la proposta al Consiglio regionale di due ordini del giorno, che sono sostanzialmente l'esito di un lungo dibattito che è avvenuto in V Commissione.
I Consiglieri hanno a disposizione una relazione in cui viene evidenziato e segnato tutto l'iter che la petizione "Nucleare: mai più di nessun tipo", presentata ad inizio legislatura, ha avuto in Commissione con momenti di approfondimento, tramite audizioni e consultazioni..
Alla fine, dopo queste valutazioni, approfondimenti, discussioni e confronti, in Commissione sono stati votati a maggioranza due ordini del giorno, che oggi vengono posti all'attenzione del Consiglio.
Gli ordini del giorno sono due perché la petizione comprendeva parecchi punti, tra i quali vi erano richieste specifiche nei confronti del Consiglio regionale, sollecitando, in particolare, la Giunta ad assumere alcuni impegni precisi, altri invece erano molto legati alla presenza sul territorio delle scorie nucleari che, dopo la messa in sicurezza dovrebbero essere trasportate al depositi nazionale, in ottemperanza alla legge 368 del 2003, non ancora applicata.
Si ricorda, tra l'altro, che sul nostro territorio esistono tre siti nucleari - Saluggia, Trino e Bosco Marengo - su cui si stanno compiendo operazioni di messa in sicurezza delle scorie nucleari presenti ma, in attesa della scelta sul sito unico nazionale, le ipotesi che si profilano cioè quella della costruzione di depositi "temporanei", sono estremamente preoccupanti in quanto il rischio è che, in modo più o meno temporaneo questi siti diventino depositi di se stessi. A tal fine, la richiesta è di intervenire affinché ciò non avvenga, soprattutto alla luce della inidoneità e pericolosità di questi luoghi da un punto di vista idrogeologico ed antropico.
Questo è un problema che riguarda in modo particolare il Governo, che in questo momento è inadempiente rispetto alla legge 368 del 2003, che prevedeva la definizione e l'individuazione del deposito nazionale per lo stoccaggio delle scorie messe in sicurezza. Da questo punto di vista abbiamo deciso, come Commissione, di presentare un ordine del giorno specifico.
Questo primo documento chiede quindi un impegno formale alla Giunta perchè vengano espletati tutti i passi necessari, anche da un punto di vista legale, affinché il Governo dia attuazione ad una legge del Parlamento italiano, votata nel 2003, che già nel 2004 avrebbe dovuto prevedere l'individuazione del deposito unico nazionale. A tutt'oggi il deposito non c'è e non è ancora nemmeno stata nominata la Commissione che dovrebbe andare ad individuare il relativo sito nazionale.
un ordine del giorno specifico rispetto a questa problematica, che tiene conto di tutta la discussione avvenuta presso il Comune di Saluggia a cui la SOGIN ha già presentato un progetto per la cementazione delle scorie radioattive allo stato liquido, ancora presenti in quel territorio.
A Saluggia, difatti, sono stoccate quasi l'80% delle scorie nucleari presenti sul territorio nazionale e insieme alla procedura...



PRESIDENTE

Scusi, collega Barassi.
Signori Consiglieri, è pressoché impossibile continuare in questo modo il dibattito. La voce della collega Barassi è coperta dal brusio in Aula.
Prego di fare silenzio.
Prego, Consigliere Barassi.



BARASSI Paola

Nella sostanza, un ordine del giorno impegna la Giunta a chiedere al Governo di dare attuazione alla legge n. 368 del 2003.
L'altro ordine del giorno è più legato ad indirizzi che la Giunta regionale dovrebbe assumere rispetto alla partita nucleare. Si parte quindi, da una riaffermazione di quanto già contenuta negli indirizzi generali del Piano Energetico Ambientale Regionale, secondo cui deve essere previsto l'abbandono delle tecnologie nucleari per uso energetico. Tale documento chiede tutta una serie di impegni alla Giunta rispetto al piano di tutela delle acque e rispetto alla predisposizione di un piano territoriale per la ricerca, in modo che con opportuni criteri si eviti di localizzare impianti destinati alla ricerca nucleare in zone particolarmente vulnerabili dal punto di vista idrogeologico. Il documento impegna altresì la Giunta a predisporre un disegno di legge riguardante la protezione dall'esposizione a radiazioni ionizzanti nell'ambito del quale siano previsti: la pubblicizzazione dei piani di emergenza nucleare (d'intesa con i Prefetti come previsto dalla legge); la tutela delle falde ad uso potabile e della qualità dell'aria dall'inquinamento radioattivo ordinario e in caso di emergenza; l'istituzione di un Osservatorio dei Cittadini sul nucleare che possa proporre e verificare le analisi epidemiologiche, la prevenzione, i controlli ambientali ed ogni nuovo progetto, anche promovendo indagini mirate con il coinvolgimento degli Atenei piemontesi; le modalità per il coinvolgimento dei Comuni confinanti con quelli sede di installazioni nucleari e delle relative Province....
A tutt'oggi, questi Comuni sono coinvolti dalla legge nazionale, anche solo per le compensazioni, però non c'è un ragionamento complessivo che coinvolga tutti i territori vicinanti. Sappiamo bene che in situazioni di emergenza nucleare o, comunque, di presenza di scorie radioattive, se succedono incidenti, i loro effetti non sono circoscritti solo all'interno del territorio comunale sede del deposito, ma coinvolgono tutta l'area interessata. Pensiamo, ad esempio, al Comune di Saluggia. Il sito nucleare di Saluggia si trova a pochi metri dalle rive della Dora Baltea e un problema, un disastro o un incidente in quel sito coinvolgerebbe anche tutti i Comuni a valle del fiume. Questo sito, oltretutto, è vicino all'acquedotto del Monferrato, che fornisce almeno trentamila cittadini del Casalese e del Monferrato.
Quando facciamo un ragionamento complessivo sull'emergenza nucleare dobbiamo ovviamente pensare di coinvolgere tutti i Comuni confinanti e le Province.
Questi sono i due ordini del giorno. Non li ho approfonditi ulteriormente perché il dibattito è stato lungo, complesso e difficile.
Come Commissione, alla fine di questo iter abbiamo concordato questi due ordini del giorno che propongo all'attenzione del Consiglio, chiedendone l'approvazione. Grazie.



PRESIDENTE

Comunico ai colleghi Consiglieri che, oltre ai due ordini del giorno presentati dalla Commissione, il n. 233 e 234, sono stati presentati due ordini del giorno collegati al punto in titolo: l'ordine del giorno n. 274 "Depositi di scorie radioattive nei siti piemontesi", presentato dai Consiglieri Allasia, Rossi, Dutto e Monteggia, e l'ordine del giorno n.
277, "Disposizioni urgenti per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio in condizioni di massima sicurezza dei rifiuti radioattivi", presentato dal Consigliere Cavallera.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
In Commissione si è discusso a lungo questo argomento, arrivando alla definizione di un ordine del giorno solo di maggioranza. Ritengo che questo risultato non sia certamente imputabile alla minoranza, perché abbiamo sempre tenuto un atteggiamento costruttivo sulla materia.
In questa sede vorrei esprimere apprezzamento per il ruolo delle amministrazioni locali dei tre comuni, e anche di quelli circostanti, dove sorgono questi impianti. Solo negli ultimi anni le istituzioni nazionali hanno riservato un'adeguata attenzione a questi impianti. Nel passato infatti, vi era un alone di mistero su queste installazioni, anche in conseguenza del fatto che vi sono preoccupazioni, dal punto di vista della sicurezza, che hanno reso indispensabile una sorveglianza quasi di tipo militare. Oggi, grazie all'operato dell'attuale Governo, sono state adottate iniziative, anche con lo strumento dell'ordinanza, per cui i materiali che erano lì stoccati e in parte, quelli vendibili, sono stati ceduti ad altri soggetti che detengono centrali nucleari, altri sono andati al riprocessamento secondo contratti che, a suo tempo, aveva stipulato l'ENEL, comunque onerosi per l'Italia. In qualche modo questo garantisce una custodia degli elementi nell'attesa che tutti insieme si riesca a definire il sito nucleare definitivo.
Sono assolutamente d'accordo che la priorità assoluta debba essere quella dell'individuazione del sito nucleare, tuttavia è chiaro che quando si parla di sito nucleare per il deposito definitivo dei materiali irraggiati o delle scorie, è chiaro che dobbiamo anche definire delle procedure e assumere un atteggiamento - così come dobbiamo assumerlo quando si devono realizzare delle infrastrutture o degli impianti tecnologici impattanti sull'ambiente - che tenga conto dei costi e dei benefici. Un insediamento di questo tipo non si potrà mai realizzare ad impatto zero.
Preciso subito che non appartengo a quella parte politica che, quando si è presentata l'ipotesi, magari discutibile, di realizzare a Scanzano il sito definitivo, è andata a marciare contro la realizzazione dello stesso.
Ben sapendo che determinate scelte hanno anche un costo immediato, magari dal punto di vista elettorale; attuare determinate scelte, alla fine, vuol dire avere il consenso dei cittadini e, comunque, aver assolto al proprio ruolo di governo, al quale chi ha delle responsabilità non può certamente rinunciare. Ben vengano le sollecitazioni più o meno forti nei confronti del Governo per individuare il sito definitivo dove collocare i rifiuti, ma io credo che dovremmo fare uno sforzo, nel momento in cui si vuole andare in questa direzione, nell'individuare anche percorsi cogenti e vincolanti per tutti i soggetti, fatte le relative valutazioni di impatto ambientale e assicurate e le relative procedure di garanzia.
Ribadito che siamo d'accordo a volere il sito nazionale, che siamo assolutamente d'accordo che i siti piemontesi non possano, per nessuna ragione, diventare il sito nazionale definitivo di stoccaggio (credo che questi punti siano unificanti per tutti i Consiglieri), dobbiamo valutare l'attività in corso nei siti piemontesi. Mi meraviglio che ci sia una volontà di ricerca del "pelo nell'uovo" da parte delle forze di maggioranza. Tutto sommato, sono quelle forze che sostengono la Giunta regionale impegnata in questa procedura, piaccia o meno, sulla base delle leggi nazionali e delle ordinanze di protezione civile. È vero, c'è un'emergenza, lo ha detto anche un noto signore al Gabibbo (noto personaggio della televisione): c'è un pericolo di inquinamento della falde dell'acquedotto del Monferrato e per tutta la zona circostante il Monferrato. Vi è stato così un apporto di elementi utili per dimostrare quanto fossero giustificate le ordinanze di protezione civile. Se c'è veramente un pericolo incombente, è giusto che ci sia una riposta immediata.
L'ordine del giorno utile sarebbe stato quello che avrebbe approvato l'operato della Giunta. Provocatoriamente volevo presentarlo, dicendo sinteticamente, che lo abbiamo già fatto in altre occasioni. Quando si devono approvare ordini del giorno mistificatori, piuttosto non si vota il riconoscimento su una singola attività, a dimostrazione della nostra buona fede quando ammettiamo che in quel determinato campo la Giunta regionale sta operando correttamente. Si tratta di portare in porto, velocemente, le approvazioni dei progetti di disattivazione, così come lo svuotamento il più possibile di quei siti da materiali che possono essere collocati altrove dal punto di vista della correttezza del rispetto delle norme internazionali sui materiali radioattivi, venduti o mandati al riprocessamento.
Infine, dobbiamo smantellare tutti gli impianti contaminati fino ad arrivare, come obiettivo teorico, ma anche pratico, al cosiddetto "prato verde". Rimane poi la trasformazione dei rifiuti presenti a Saluggia da rifiuti liquidi a rifiuti solidi. Il problema qual è? Dov'è casca l'asino come si suol dire? Nel momento in cui sto trasformando e mettendo in sicurezza questi rifiuti, come li devo custodire? Atteso che gli elementi di combustile irraggiati vanno all'estero per il riprocessamento, atteso che i materiali di uranio naturale, detenuti a Bosco Marengo, vengono venduti, rimangono materiali che, ovviamente, devono andare al sito definitivo, ma sostanzialmente rimane la quantità di rifiuti liquidi da solidificare a Saluggia. A questo punto cosa facciamo? Li custodiamo sotto un porticato? Li custodiamo nei vecchi edifici esistenti? Oppure creiamo un ambiente sicuro per il periodo transitorio - secondo gli esperti della durata di qualche anno - nel quale si svolgeranno le lavorazioni di trasformazione di solidificazione? Sono assolutamente d'accordo che i nuovi edifici che devono essere realizzati devono avere un volume che non eccede neanche di un decimetro cubo lo stretto necessario per custodire i materiali che sono già lì provvisoriamente, in attesa che al più presto possibile vengano trasferiti nel sito definitivo.
Siamo d'accordo che i materiali esistenti devono essere custoditi e messi in sicurezza; siamo d'accordo che né Saluggia né Trino né Bosco Marengo possono diventare il sito definitivo; siamo d'accordo che il Governo deve trovare il sito definitivo, ma a questo punto diventa solo più una questione tecnico-scentifica di come si deve procedere, nel frattempo per attuare queste operazioni.
La nostra struttura regionale, insieme all'ARPA, alla Protezione Civile e a tutto quello che gira intorno alle Prefetture, è assolutamente in grado di far svolgere in sicurezza, senza rischi per la nostra realtà regionale queste fasi, come è successo fino adesso.
Viceversa, ci troviamo di fronte a ordini del giorno che sono stati infarciti un po' di tutto: da un lato c'è la corretta richiesta di una maggiore informazione, su cui siamo certamente d'accordo, ma precisiamo meglio quale informazioni chiediamo. Un conto è chiedere l'informazione di cui alla legge n. 230, connaturata agli impianti funzionanti; altra cosa è chiedere un'informazione, specialmente mirata, ad una realtà straordinaria come quella piemontese, nella quale gli impianti sono in corso di disattivazione. Questo chiaramente l'ordine del giorno non lo individua.
Ci sono altre considerazioni che possono essere fatte in ordine alle terminologie che si usano nei confronti del Governo. Mi appello soprattutto agli Assessori che siedono presso i banchi della Giunta in questo momento.
Ritengo che sia opportuno utilizzare una terminologia adeguata, essendo questo un pronunciamento istituzionale - dell'istituzione Consiglio - e naturalmente con l'avallo della Giunta di un ente che ha rapporti continui con la controparte. Occorre un riferimento nazionale per quanto riguarda la SOGIN e, per quanto riguarda la Protezione Civile nazionale, che ha sempre manifestato, nei confronti della Regione Piemonte, esprimere una certa disponibilità. Magari visto sono dei passaggi che possono anche essere criticabili, come quello della recente ordinanza di procedere a Saluggia sulla quale possiamo anche convenire che sia più opportuno seguire una via ordinaria piuttosto che una strada speciale. Però i termini da usare sono diversi, quindi mi sono permesso di ripresentare in questa sede l'ordine del giorno primario, che è stato elaborato dalla Presidente della Commissione con una serie di modifiche.
Chiedo scusa se vado oltre i minuti canonici, ma ritengo che, avendo abbinato due ordini del giorno ed avendo condensato in questi documenti tutto lo scibile della partita nucleare nella nostra Regione, non si possano restringere i termini.
Quindi, ho proposto questo ordine del giorno, a nome del gruppo di Forza Italia, ma chiedo un'attenzione perché non è tanto una questione di maggioranza-minoranza, quanto un contributo per elaborare un documento che sia, a mio avviso, maggiormente raccordato a quello che è il contesto nel quale ci troviamo.
Gli ordini del giorno sono due, ci saranno le illustrazione e la dichiarazioni di voto, per cui ci vuole il tempo necessario.
Presidente, abbia pazienza, vorrà dire che qualche collega mi cederà il tempo a sua disposizione per intervenire, perché la materia è complessa.



PRESIDENTE

Collega Cavallera, riconosco che la materia è complessa, però ci sono dieci minuti come termine. È chiaro che si possono usare tutti gli strumenti regolamentari e derogare. Non siamo stringenti nell'applicazione del Regolamento, però un minimo dobbiamo rispettarlo.



CAVALLERA Ugo

Accetto la sollecitazione e cercherò di condensare il mio intervento.
Questo documento va emendato così come abbiamo presentato l'ordine del giorno corretto. Abbiamo dovuto presentare un ordine del giorno contrapposto e, come il Presidente sa, l'emendabilità degli ordini del giorno non è ancora stata definita, ma mi auguro sia definita al più presto. Indubbiamente saremmo ugualmente incisivi e molto più istituzionali.
L'altro ordine del giorno, secondo me, andrebbe riesaminato più approfonditamente in Commissione, perché va a toccare tutta una serie di questioni che non sono state per nulla approfondite in sede istruttoria.
Infatti, mentre per i rifiuti nucleari la situazione è chiara anche per il lavoro che ha fatto l'Assessorato, e l'Assessore ci ha fornito una documentazione sulla quale abbiamo lavorato, la partita di Ignitor è una questione aperta da anni, la cui impellenza non esiste, perché non è che dietro l'angolo ci sia la sperimentazione di Ignitor. Se ne parla da anni ci erano stati rivolti degli auspici da parte del mondo scientifico ed accademico piemontese affinché la sperimentazione si potesse svolgere in Piemonte.
Il Politecnico era pronto a fare da spalla, a fronte ovviamente di finanziamenti internazionali e nazionali che, in qualche modo, erano stati anche richiesti, ma l'accordo non è dietro l'angolo.
Chiedo, per quanto riguarda il secondo ordine del giorno, maggiori approfondimenti e che venga anche audito il Politecnico. Si chiedono anche delle zone di rispetto dal punto di vista urbanistico. Ad esempio chiederei su questo ordine del giorno un parere in Commissione dell'Assessorato all'urbanistica, perché non possiamo, a mio avviso approvare degli ordini del giorno omnibus che quando attengono a competenze di altri enti possono anche essere giustificati dal punto di vista dell'imprecisione, ma quando attengono a competenze specifiche della Regione, credo che devono essere istruiti con l'approfondimento che necessario e che devono raccordarsi con le politiche della ricerca e della pianificazione, cosa che ovviamente in Commissione abbiamo privilegiato soprattutto per quanto riguarda la questione dei rifiuti.
Quindi, la soluzione che propongo, da parte mia - poi mi riservo l'eventuale dichiarazione di voto - è che si approvi emendato il primo ordine del giorno, ma si rimandi in Commissione il secondo ordine del giorno in vista di ulteriori approfondimenti per le ragioni che ho illustrato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Comella; ne ha facoltà.



COMELLA Piergiorgio

Grazie, Presidente.
Partendo dalla comunicazione iniziale data dalla Presidente provo a vedere, se mi riesce, di semplificare, partendo da quella che considero una delle spine dorsali di questo ordine del giorno. Mi pare che anche il Consigliere Cavallera prima di noi ribadiva uno degli elementi più drammatici del sito, che ha il massimo di contenuti radiologici relativi alle scorie nucleari, quello di Saluggia, e cioè la sua totale inidoneità dal punto di vista idrogeologico.
In quel luogo ci troviamo solo a 50 metri dal passaggio della Dora Baltea e siamo sopra le falde che ad un chilometro più a valle alimentano l'acquedotto del Monferrato, che serve 102-103 Comuni. Quindi, abbiamo una condizione di estremo e drammatico pericolo.
La situazione di Trino è ugualmente molto precaria sempre sul piano idrogeologico, anche se forse non così drammatica come quella di Saluggia.
La questione di Bosco Marengo è forse la più tranquilla non tanto per ragioni idrogeologiche quanto per contenuto di scorie, nel senso che non ne contiene molte.
Fissando l'attenzione in modo particolare a Saluggia, lì abbiamo stoccati circa 230 metri cubi di scorie liquide, che hanno iniziato l'accumulo non negli ultimi due-tre anni, ma dal 1960; quindi, ci troviamo con un deposito considerato da tutti estremamente pericoloso in una zona idrogeologicamente inadatta che tuttavia si mantiene da 46 anni, nonostante che gli organismi di controllo - quelli che al tempo sostituivano l'attuale APAT - avessero emanato delle norme molto rigide e prescrittive già dai primi anni '70, dove si chiedeva la solidificazione di queste scorie e soprattutto, l'asportazione per collocarle in un sito più idoneo.
Questo è il fatto di cui si discute: la rimozione nei tempi più celeri possibili di queste scorie da quei siti. Ora, in funzione di questo, nel dicembre 2003, poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale a gennaio 2004, il Governo e il Parlamento hanno messo in atto la legge n. 368, la quale recita che nell'arco di dodici mesi dalla sua pubblicazione un'apposita Commissione di 19 esperti, per lo più di nomina governativa, avrebbe dovuto individuare il sito nazionale al quale inviare tutte le scorie che dai vari centri fossero messe in sicurezza per il trasporto.
Quindi, la messa in sicurezza delle scorie non può essere interpretata come il fatto di allocare nello stesso sito quelle scorie, bensì nel metterle in condizione di essere trasportate per il sito nazionale. La legge prosegue dicendo che, scaduti i dodici mesi, avrebbe dovuto provvedere la Presidenza del Consiglio dei Ministri con atto cogente.
Sempre la stessa legge prevede che al termine di questo eventuale ulteriore provvedimento, il sito doveva inderogabilmente essere messo in atto di ospitare le scorie - quindi si tratta della costruzione del deposito entro il 31 dicembre 2008.
Ora, dal momento che siamo ancora nel 2006, ma questa partita inizia già nel 2005, la SOGIN e il Commissario delegato con il Governo a condurre tutte le operazioni di messa in sicurezza hanno iniziato a proporre una devianza da quello che prevede la legge stessa, cioè allestire dei depositi temporanei sui siti dove adesso giacciono le scorie nucleari.
Secondo noi, francamente questo modo di procedere pare anomalo, perch vuol dire effettivamente rinunciare all'applicazione di una legge della Repubblica non dico fino al suo estremo adempimento, ma neppure nel suo innesco iniziale, e faccio riferimento alla costituzione della Commissione e al fatto che questa inizi a lavorare. Praticamente siamo in presenza di nulla, da parte del Governo, per tentare di sistemare la situazione.
Per procedere alla solidificazione delle scorie liquide presenti sul territorio di Saluggia è necessaria una procedura che si svolge in due fasi: la prima prevede un travaso in nuovi contenitori di almeno il 50% di questi liquidi; la seconda corrisponde all'autorizzazione alla costruzione di un impianto di solidificazione, denominato Cemex, che sia messo in condizione di "sfornare" cementi solidificati di quelle scorie liquide.
Il cronoprogramma esposto da SOGIN prevede delle date che stanno a scavalco tra il 2009 e il 2010. La legge prevede la costruzione dell'impianto di ricovero, cioè del deposito nazionale unico, entro il 31/12/2008. Francamente, ci pare che l'unica operazione convincente sia di sveltire al massimo tutte le operazioni necessarie alla costruzione dell'impianto di solidificazione e, parallelamente, esercitare una forte e perentoria pressione nei confronti del Governo nazionale, per chiedere che questa legge, promulgata dal Governo stesso, venga applicata.
Questa è l'operazione che, a nostro giudizio, diventa indispensabile riuscire a realizzare adesso. Peraltro, la legge 368 ha degli aspetti di inadempienza anche su una serie di altri passaggi: innanzitutto, prevedeva compensazioni finanziarie per i siti che attualmente detengono materiali nucleari. Anche questi, che avrebbero dovuto decorrere già dal 2004, sono rimasti "lettera morta". Ebbene, crediamo che alcune compensazioni debbano immediatamente riuscire a vedere la luce: al di là delle varie operazioni che la Finanziaria nazionale del 2005 ha compiuto, nel senso di ridimensionare le cifre stabilite dalla legge 368, deve essere dato a quei Comuni e a quelle Province quanto previsto dalla legge che, peraltro corrisponde ad un prelievo, sulla bolletta elettrica di tutti i cittadini italiani, pari all'0,015 centesimi di euro per ogni chilowatt-ora consumato. C'è un gettito, quindi non si può dire che manca una copertura.
Infine, la questione informativa. Vorrei richiamare i colleghi ad un'operazione che già il generale Jean aveva annunciato circa un anno e mezzo fa: il progetto di asportare tutto il combustile irraggiato esistente in Italia e inviarlo, per ritrattamento, in Francia e in Inghilterra.
Questo dovrebbe corrispondere ad un volume di materiale imponente che, per condizioni geografiche, per arrivare in Francia e in Inghilterra dovrà per forza attraversare il Piemonte per rete ferroviaria, passando per Modane.
Era già stata fatta un'operazione di questo genere che riguardava complessivamente 259 barre. Qui stiamo parlando di oltre 1700, quindi anche sul dato informativo ci troviamo di fronte ad una non applicazione della legge 368.
Siamo a conoscenza di questo fatto per una sola ragione: la Regione nell'amministrazione precedente, aveva stabilito un tavolo di trasparenza a cui periodicamente il generale Jean relazionava. Da quel tavolo abbiamo appreso dell'esistenza di queste operazioni, altrimenti non ne avremmo mai saputo nulla e, in ogni caso, la questione ha riguardato solo i piemontesi.
Riteniamo, quindi, che vada ribadita la posizione indicata nell'ordine del giorno approvato a maggioranza in Commissione. Nel rivolgerci al Governo nazionale proponiamo un percorso che consenta, nella massima sicurezza, di non trasgredire un dettato legislativo, anzi di recuperarlo e di rafforzarlo, per quanto concerne il deposito nazionale.
Infine, nello stesso ordine del giorno viene ribadita un'affermazione già enunciata nel Piano Energetico Ambientale Regionale venuto alla luce nel 2004: il Piemonte rinuncia comunque all'uso della tecnologia nucleare per la produzione energetica. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
La questione è molto delicata, perché stiamo parlando di un argomento fondamentale, specie in un periodo in cui i problemi legati al reperimento di risorse energetiche si fanno sempre più pressanti. Mi riferisco non solo al caso della Russia, ma anche alla Libia, nostra fornitrice per quanto riguarda sia il petrolio sia il gas naturale, e a tutte le questioni relative a quei paesi arabi, fornitori di petrolio e di altre materie prime, i cui Governi sono assolutamente instabili. Definire oggi, con un ordine del giorno, che il Piemonte escluda, per il futuro, ogni produzione di energia ricavata da centrali nucleari, diventa assai problematico.
In una realtà come l'Europa, certe decisioni devono essere valutate in ambito europeo, perché i tempi sono cambiati. Non ci sono dubbi che le ricerche abbiano fatto passi da gigante; non ci sono dubbi che oggi vi siano impianti sempre più sicuri; non vi sono dubbi che ai confini del nostro Paese vi sono decine di centrali nucleari che, se dovessero essere colpite da attentati terroristici, spargerebbero sul nostro territorio materiale radioattivo e radiazioni che inquinerebbero le falde acquifere.
Pertanto, credo che l'argomento non possa certamente essere deciso e affrontato con un ordine del giorno di un Consiglio regionale. Ritengo invece, che debba essere affrontato in sede nazionale e, più ancora, in sede europea.
Sono convinto che se altre realtà dovessero utilizzare quell'energia ed avere energia ad un costo nettamente concorrenziale rispetto a quello che si pagherebbe in Piemonte, a quel punto dovremmo chiedere noi ai cittadini piemontesi, istituendo un referendum, se sono disposti o meno ad usufruire di un tipo di energia prodotta da centrali nucleari. Questo non vuol dire che sono favorevole alle centrali nucleari, anzi mi sono espresso più volte contro, ma piuttosto che essere costretti a scegliere tra il rimanere senza energia o l'avere energia a costi proibitivi, forse occorrerebbe ripensare a tutto un insieme di relazioni internazionali che permetta la costituzione di cordate europee per la gestione, il controllo e la supervisione degli impianti nucleari.
Detto questo, il problema delle scorie rimane, ma se anche in futuro si dovesse scegliere un programma di produzione di energia ricavata con tecnologie legate al nucleare, gli anni per avere questi impianti funzionanti sarebbero sicuramente superiori ai cinque; addirittura si parla di dieci/dodici anni di tempo.
Queste scorie, quindi, vanno in qualche modo eliminate. Noi crediamo che si possano eliminare cercando di trasportarle in altri paesi. Non parlo di paesi "terzi", abbandonando queste scorie in siti non controllati - tra l'altro, ciò è vietato dalle convenzioni - ma parlo di paesi che hanno tecnologie e siti in grado di ricevere queste scorie: parliamo della Germania, parliamo dell'Inghilterra, parliamo anche della Francia. La Germania, tra l'altro, ha la fortuna di avere miniere di salgemma che vengono utilizzate quali deposito di scorie nucleari semplicemente perch se vi sono depositi di sale da milioni di anni, vuol dire che sono depositi estremamente stabili, altrimenti si sarebbe sciolto. Quindi sono siti sicuri. Vengono fatti carotaggi e perforazioni di circa 200 metri, scavando dei pozzi. In fondo al pozzo vengono realizzati una serie di cunicoli a croce di circa 5/600 metri. A quel punto vengono depositate e cementate le scorie radioattive in siti che, da milioni di anni, sono immobili, quindi con una certa sicurezza.
Qualcuno può dire: "Comporta dei costi". È vero, ha dei costi, ma non ha più costi individuare un sito nazionale unico dove depositare le scorie? I costi, più che economici, sono enormi dal punto di vista della sicurezza della nostra gente. Quando il Governo ha operato dei tentativi per individuare il sito unico, le popolazioni sono scese in strada e non si sono più mosse da quei siti finché il Governo non ha fatto marcia indietro.
impensabile che possa essere una decisione presa solo dal Governo scegliere un luogo dove realizzare un sito. Comunque sia, quale Ente locale, quale Regione, quale Provincia, quale gruppo di Comuni può dire: "Realizzate il sito unico nel nostro territorio".
Tra l'altro, il territorio italiano, o per terremoti o per alluvioni, è geologicamente instabile. Sappiamo benissimo qual è la situazione.
Addirittura ci sono aree considerate a rischio sismico zero, come l'area della Provincia di Alessandria, che è stata comunque colpita da terremoto è stata comunque colpita da alluvioni.
Qual è l'area del nostro Paese esente da rischi sismici o da eventi calamitosi possibili? Non esiste. Individuare questo sito diventa veramente difficile, sia per il Governo di centrodestra sia per il Governo di centrosinistra. Questi sono problemi che non hanno appartenenza politica sono problemi che si trova a dover affrontare qualunque compagine governativa.
Indubbiamente, in un Paese come il nostro, dove la litigiosità politica è elevata, non si può pensare che l'opposizione, sia essa di destra o di sinistra, non vada contro quel Governo - sia di destra sia di sinistra che decide di individuare un sito in un determinato luogo. Comunque saranno fomentate le agitazioni dei cittadini di quel territorio. Se vogliamo risolvere e mettere in sicurezza le realtà del nostro territorio regionale, Saluggia, Trino, Bosco Marengo, noi dobbiamo eliminare di lì le scorie radioattive, pagare il dovuto a quei paesi che se ne prendono carico con determinate garanzie di sicurezza e risolvere, così, definitivamente il problema. Dopodiché si aprirà un dibattito a livello nazionale, a livello locale, a livello europeo, indicendo un referendum ecc. I sistemi sono tanti perché i cittadini in Italia hanno votato contro il nucleare.
Tuttavia nulla vieta che si torni a fare una proposta ai nostri cittadini per valutare se l'opinione pubblica negli anni, anche a seguito delle nuove tecnologie, è cambiata oppure no. Chiudere una porta, in modo definitivo come Consiglio regionale e con un ordine del giorno, ci pare sinceramente eccessivo.
Per quanto riguarda il trasporto, non c'è dubbio, come diceva un Consigliere, che bisognerà predisporre dei treni adeguati. Non c'è dubbio.
Ogni giorno il nostro Paese viene attraversato da camion che trasportano barre di uranio, quindi materiale altamente radioattivo e pericoloso.
Certo, sono coibentate con il piombo, ma gli autisti che guidano i camion devono essere continuamente sottoposti a visite mediche, devono avere particolari condizioni fisiche, viaggiano con rilevatori di energia nucleare addosso e a bordo dei camion stessi. Questi camion sono pericolosi a diversi metri di distanza, nonostante la coibentazione. Sono camion che circolano regolarmente, entrano ed escono dal nostro Paese senza che nessuno dica niente e se ne accorga. Sono fermi in colonna, sono fermi in galleria, sono fermi ai semafori. È normale perché non abbiamo vietato l'attraversamento nel nostro Paese del materiale nucleare che serve per produrre lastre per analisi mediche, che serve per quelle aziende che hanno bisogno di questo tipo di prodotto e di questo tipo di materiale. Non fasciamoci la testa e non facciamo finta di non saperlo.
Non vedo perché si debba dire che è impossibile trasferire le scorie pericolose sui treni - chiaramente controllati, chiaramente ben gestiti chiaramente seguiti con grande attenzione soprattutto in un periodo come questo. L'utilizzo del treno non comporta più rischi relativamente alla diffusione di materiale radioattivo di quanti non ne comportino i camion che girano per il nostro Paese, e degli stessi depositi di scorie radioattive. Se i depositi dovessero subire attentati - penso a Saluggia e Trino più che a Bosco Marengo - le conseguenze potrebbero essere pericolosissime.
Invece, se noi prendiamo il materiale radioattivo e reso inattivo perché sparisce sotto centinaia di metri di sale - in Germania o in Francia si useranno altri metodi - noi avremo messo una pietra tombale, e ci auguriamo definitiva, su queste scorie.
Con il nostro ordine del giorno chiediamo di non decidere subito se sì o no al nucleare - anche perché non è di certo competenza della Regione Piemonte o del Consiglio regionale - ma chiediamo che venga data applicazione allo smaltimento del materiale pericoloso, che venga eliminato dalla regione Piemonte e che venga portato in siti che esistono e messi in sicurezza in modo definitivo. Chiediamo che si rispetti quella norma che la Lega era riuscita anni fa, nel '99, a far inserire nella relazione fatta dalla Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti, che precisava la possibilità di non individuare il sito unico di smaltimento dei rifiuti radioattivi nel nostro Paese, in tutti quei siti che fossero già stati sede o deposito di materiale radioattivo.
Questo significa che il sito unico non può, proprio perché il Parlamento ha recepito quella relazione della Commissione Bicamerale essere individuato dove ci sono già state lavorazioni, o dove già sono stati effettuati stoccaggi di materiale radioattivo. Credo sia fondamentale ribadirlo proprio per evitare che in futuro qualunque Governo, di destra o di sinistra, possa pensare di individuare il sito unico nazionale in uno dei siti piemontesi. Questo sì che mi spaventerebbe.
Se c'è la disponibilità, va bene anche per noi l'idea di tornare in Commissione per predisporre un testo congiunto. Se ciò fosse possibile sarebbe l'ideale, non ci sarebbero problemi. Nel caso contrario, la Lega voterà a favore di alcuni ordini del giorno, su altri si asterrà e su altri ancora non parteciperà al voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Basterebbero gli atti delle Commissioni che citava all'inizio la Consigliera Barassi, basterebbe il dibattito di oggi, nella sua complessità e nella sua spigolosità, per farci rendere tutti conto che non si pu trattare in modo semplicistico gli esiti di una produzione nucleare - che nel nostro Paese è stata molto esigua - che, ormai, comporta certi livelli di difficoltà. Non dimentichiamolo mai. Siamo in un periodo in cui, sulla spinta, peraltro artatamente e ideologicamente costruita, del rilancio del nucleare, si discute dell'argomento, ma non si tiene mai conto degli esiti di una produzione di questo tipo.
Vede, Consigliere Rossi, noi oggi possiamo parlar a lungo di energia (ci sarebbe molto da dire), ma quando si parla anche di tecnologie nuove di ricerche che ci possono essere, si omette di parlare della parte finale del prodotto finale, del "fine vita" di una centrale o di un impianto nucleare. Il "fine vita" di una centrale o di un impianto nucleare ci dà oggi, in Piemonte, con una produzione negli anni passati molto piccola questo tipo di problemi, che sono problemi intermedi, anche di costi e di discussione sociale sul territorio, con implicazioni ambientali e via di questo passo.
Bene fa, secondo me, anche il secondo ordine del giorno a richiamare l'impostazione regionale sia sull'orientamento generale per l'utilizzo dell'energia nucleare sia per la localizzazione a Rondissone dell'impianto Ignitor. Fa bene farlo, lo dico ad adiuvandum, la maggioranza di questo Consiglio. Anche nel programma dell'Unione, a guida Prodi, da questo punto di vista non ci sono dubbi. Si dice che l'utilizzo del nucleare per produrre energia deve essere abbandonato, e anche quando si parla di ricerca in termini di fusione o di fissione si parla di progetti su scala internazionale. Cosa diversa è un progetto come Ignitor e voglio ricordarlo, perché secondo me questo è un aspetto saliente di questa vicenda.
Alcuni colleghi hanno già detto molto su questo, in modo particolare il collega Comella. Penso che in questa vicenda ci si sia scontrati anche con un problema di democrazia. Collega Cavallera, faccio parte di una forza politica che ha sfilato a Scanzano; penso che la legge di questo Stato, la n. 368, vada rispettata e che anzi questo Consiglio debba ribadire qui che le leggi nazionali vanno applicate e che non ci deve neanche sfiorare lontanamente l'idea che, siccome è difficile individuare questo sito allora si può benissimo pensare che la legge è stata fatta ma, siccome è difficile applicarla, va semplicemente dimenticata.
La legge va applicata, so che è difficile, ma bisogna farlo e bisogna applicarla naturalmente seguendo tutti i percorsi di coinvolgimento anche delle comunità locali, perché l'elemento della democrazia è stato sicuramente importante anche nella vicenda di Scanzano.
Credo che una comunità come quella di Scanzano non doveva e non poteva e giustamente ha fatto a ribellarsi - essere insultata in quel modo.
Posso capire che la scelta di un sito unico nazionale sia difficile, ma proprio perché difficile va fatta anche con un coinvolgimento delle comunità locali che questo sito deve ospitare.
Veniamo a Saluggia: è vero che le popolazioni di quel territorio sono abituate da molti anni a convivere con questo problema. Ricordava il Consigliere Comella come le produzioni risalgano all'inizio degli anni '60 ma il fatto che siano abituati a convivere con questo problema non significa affatto che debbano avere come destino il fatto di convivere con queste scorie ancora per un numero indefinito di anni.
Quando qualcuno sostiene che lì si stanno per costruire dei depositi semplicemente temporanei, a questo qualcuno voglio ricordare che la stessa Sogin non ha mai scritto nei suoi documenti ufficiali un termine ultimo o una scadenza ultima di questi depositi cosiddetti temporanei.
Anzi, l'ingegner Giulianelli dell'APAT ha detto parole molto chiare da questo punto di vista in Commissione; parole che qualcuno può anche considerare ciniche, ma sicuramente molto chiare.
Anche lui è uno dei pessimisti e dice che il sito unico nazionale non si troverà mai e quindi questi depositi dovete cominciare a pensare che abbiano una scadenza ed una lunghezza almeno per i prossimi 50 anni.
Leggesi una scadenza che non c'è, perché i prossimi 50 anni possono diventare 60 e possono diventare anche quello che qualcuno ha teorizzato: quel sito - sulla cui pericolosità dirò dopo - diventerebbe in questo caso il deposito di se stesso sine die.
Penso che questo vada contrastato e quindi gli ordini del giorno che stiamo per votare vanno in questa direzione.
Diceva il collega Comella che c'è tutto il tempo per fare la messa in sicurezza, e voglio ricordare che nel 2006 la Sogin ha un mandato preciso cioè quello di spostare rifiuti liquidi dai serbatoi attuali che sono in difficoltà a nuovi serbatoi più efficienti. Sogin ha questo mandato, ha la possibilità di fare questo, c'è la possibilità di realizzare la cementificazione e, nel frattempo, nel polmone di tempo che rimane è possibile che si vada ad individuare il sito unico nazionale in cui portare i cubi di cemento che contengono queste scorie.
Lì vanno portati, collega Rossi, non in Germania o da altre parti perché in primo luogo bisognerebbe capire se in Germania questi rifiuti li vogliono. Bisogna sapere che trasportare rifiuti nucleari è molto pericoloso, bisogna sapere che i rifiuti nucleari che sono stati spediti a Sellafield procurano malattie a danno di chi in quel luogo lavora e di chi ci abita (molto probabilmente vengono utilizzati anche per costruire armi).
In terzo ed ultimo luogo, come filosofia generale penso che chi produce i rifiuti in un luogo - questa volta si parla di rifiuti nucleari, ma vale per tutti i tipi di rifiuti - deve cercare di gestirseli sul proprio territorio. Quindi, non credo che da questo punto di vista si possa derogare da questo principio sul tema.
Ritorno e concludo sul tema e sul problema della democrazia. Credo che quelle popolazioni e tutte le popolazioni del Piemonte devono essere coinvolte in questo percorso di rispetto della legge nazionale. Devono essere coinvolte perché hanno vissuto sulle loro spalle questo tipo di problema. Devono essere coinvolte perché - lo voglio ricordare in questa sede - il sito di Saluggia, che, come avete sentito è collocato vicino alle sponde della Dora Baltea, è stato considerato dal Premio Nobel Rubbia, in caso di incidente, come uno dei siti più pericolosi a livello mondiale.
Abbiamo sfiorato un disastro nell'ultima alluvione. Se l'acqua fosse entrata in quella sede e se ci fosse stata una contaminazione, il Po avrebbe portato acqua contaminata nel Mare Adriatico.
Quindi, siamo di fronte a questa situazione e non ad altro.
Vi è partecipazione sicuramente, che però - abbiamo detto - è stata negata anche dall'ultima ordinanza del generale Jean. In questo ordine del giorno è richiamata l'inopportunità di questa ordinanza.
Io, come Consigliere regionale, ed altri colleghi abbiamo firmato anche una diffida nei confronti del Presidente del Consiglio, con la quale si chiede il rispetto della legge n. 368 e il ritiro dell'ordinanza. Quando si parla di un'ordinanza bisognerebbe capire che c'è un'emergenza, che va applicata immediatamente. Invece questa ordinanza, guarda caso, è stata un'ordinanza ad orologeria, cioè un'ordinanza pronta a scattare alcune settimane dopo la sua emissione.
Quindi, così proprio non va, quelle comunità e tutte le comunità piemontesi devono riappropriarsi del proprio destino e del destino che le riguarda da vicino e che le riguarda perché su quel territorio vivono.
Vogliono vivere in salute, e vogliono vivere informate e vogliono contribuire fattivamente a risolvere questo problema, che è sicuramente difficile da risolvere. Il Consiglio regionale ha il dovere di affrontarlo e di provare a dare un contributo per risolverlo, ma va risolto in termini di legge, con percorsi democratici e condivisi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Allasia; ne ha facoltà.



ALLASIA Stefano

Grazie, Presidente.
Non voglio soffermarmi sulle considerazioni del Consigliere Deambrogio perché un conto è portare a termine una centrale nucleare a fine vita, un altro conto è abbandonare le centrali come si è fatto negli ultimi anni in Italia. Per troppi anni si sono abbandonate e adesso compiere interventi strutturali o di merito al loro interno sarebbe più gravoso che ripristinarli in toto.
Non voglio neanche entrare nel merito del fatto che i rifiuti si gestiscono in casa propria. Noi l'abbiamo sempre sostenuto, anche se erano rifiuti radioattivi o rifiuti di altro genere, come quelli dell'emergenza campana, che anche la Regione Piemonte ha preso a proprio carico. Perciò se noi dobbiamo autogestirci i rifiuti, anche quelli della Regione Campania devono autogestirsi i rifiuti con i propri piani regionali e cittadini.
Entrando nel merito del nucleare, è un argomento sul quale tutto è detto senza però affrontare il problema, ponendo delle scadenze volutamente lontanissime, quasi si abbia paura di esprimere o prendere posizioni.
Demonizzare il nucleare è l'errore peggiore che si possa fare. Perché non rispondere ad alcune delle molte domande che pure ci siamo posti tutti governanti e non? Sull'opportunità di chiudere ad un'eventuale scelta diversa da quella del referendum, il nostro Paese in questo campo ha decenni di gap da recuperare rispetto ad altre nazioni che hanno costruito centrali appena oltre i confini nazionali e dalle quali siamo costretti ad acquistare energia in un quadro di riconosciuta carenza.
In sostanza, fermo restando che un eventuale ripensamento su questo tipo di energia deve essere frutto di studi, che diano garanzie quanto più possibili assolute in termini di sicurezza, c'è da chiedersi come si intenda risolvere il problema gravissimo della bolletta energetica, solo con dichiarazioni, a dir poco ignare dalle realtà dei fatti e delle mille difficoltà che si frappongono all'affermazione delle cosiddette fonti alternative energetiche. Come si farà a portare avanti un programma energetico avendo, in seno alla propria coalizione, partiti e singoli personaggi che non vogliono il ricorso al nucleare? Non vogliono nulla. Non vogliono ricorso al nucleare; non vogliono decalcificatori; non vogliono impianti eolici perché violentano l'ambiente; non vogliono i pannelli fotovoltaici; non vogliono le centrali idroelettriche perché stuprano il paesaggio; non vogliono le centrali a carbone; non vogliono le centrali a petrolio (qui mi rivolgo al collega Comella, un chimico). Nei prossimi mesi si dovrà pensare al da farsi sulle centrali idroelettriche perch realisticamente, i bacini sono a metà del loro livello e con le precipitazioni cadute nei giorni e nei mesi scorsi non ci sarà la possibilità di una produzione effettiva di energia per il fabbisogno della Regione e della Nazione.
A livello chimico, è un'aberrazione bruciare petrolio, perché il petrolio dovrebbe essere una fonte inesauribile per la produzione di materie plastiche, poi eventualmente dopo dovrebbe essere bruciato (mi rifaccio a chi di chi chimica o fisica ne capisce davvero e non fa solo demagogia politica).
Entrando nel merito dell'ordine del giorno, mi associo assolutamente essendo anche primo firmatario di questo ordine del giorno - a tutte le premesse illustrate dal mio Capogruppo Rossi. La nostra posizione è per rispettare i parametri di Kyoto ed è assolutamente a favore del nucleare o di fonti alternative, ma, in primis, a favore del nucleare. Lo Stato italiano ha sottoscritto il Protocollo di Kyoto, perciò siamo assolutamente convinti che occorra dialogare col mondo nucleare per la produzione di energia elettrica.
Per la questione dei rifiuti tossici e nucleari presenti nei tre siti piemontesi - Saluggia, Trino e Bosco Marengo - ribadisco la nostra posizione, nel senso si sollecitare un impegno, nei confronti della Giunta regionale, ad attivarsi presso il Governo affinché, in attesa dell'individuazione del deposito unico nazionale e in vista di una possibile ridiscussione della possibilità di utilizzare energia nucleare si provveda a trasferire il materiale contenente scorie radioattive in Nazioni come la Germania (non vorremmo mai che i rifiuti radioattivi passassero dalla Valle di Susa, altrimenti qualche Consigliere regionale andrebbe lì a mettersi in mezzo) che effettuano lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, onde poter procedere alla messa in sicurezza dei siti nucleari provvisori di Saluggia, Trino e Bosco Marengo.
Grazie per l'attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Nel mio intervento non ripercorrerò la storia di questa vicenda che da tanti anni grava sul territorio piemontese, né affronterò le questioni dell'approvvigionamento e della produzione di energia toccate in qualche precedente intervento, perché ritengo non sia questa la questione all'o.d.g. odierno.
Semplicemente mi limiterò a qualche considerazione di carattere politico sulla vicenda, per giungere a considerazioni sugli ordini del giorno presentati.
La prima considerazione politica è di manifestare un apprezzamento nei confronti dell'attività che la Giunta ha seguito e attivato rispetto a questa vicenda, cosa riconosciuta anche dall'intervento del collega Cavallera, che in passato aveva seguito la stessa materia. Da questo punto di vista credo ci sia anche una continuità di atteggiamento dell'Esecutivo piemontese che ha, come riferimento, l'interesse della tutela e della salvaguardia della salute dei cittadini interessati (capitasse mai un incidente, credo che gli interessati sarebbero molto più numerosi dei cittadini del Piemonte) e dell'ambiente coinvolto.
La seconda considerazione di carattere politico è che certamente vi è stato un deficit di gestione della vicenda di Scanzano da parte del Governo nazionale. È mancato un rapporto con il territorio che non ha saputo portare all'attuazione un'indicazione che individuava, in quel sito, la localizzazione più opportuna per arrivare alla collocazione nazionale delle scorie nucleari.
Si è trattato, quindi, di un'incapacità di gestire questo rapporto che va addebitata al Governo, cui è seguita un'ulteriore lentezza e incapacità di assumere decisioni derivanti dalle indicazioni di legge scaturite dalle conversione del decreto che localizzava, a Scanzano Ionico, il sito di deposito nazionale.
Su questo tema occorre innescare un'altra considerazione di carattere politico. Mi auguro che fra qualche mese il Governo esprima un diverso orientamento politico e che quindi le forze dell'Unione siano chiamate alla guida del Paese. Allora dobbiamo avere con chiarezza di fronte il fatto che...



PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, capisco che abbiamo tutti cose da dire, però vi prego di allontanarvi dall'Aula se dovete parlarvi.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
un problema che non potrà eludere neanche il nuovo Governo, che personalmente mi auguro di segno diverso dall'attuale, perché dobbiamo renderci conto che la materia va affrontata anche senza velleitarismo. Non possiamo dire in Piemonte quello che magari contestiamo in altra sede.
Nell'ordine del giorno ho letto quanto segue: "Impegna la Giunta regionale e il Presidente ad individuare le opportune urgenti iniziative presso il Governo nazionale, volte a raggiungere l'obiettivo sopraccitato (la localizzazione del sito nazionale) non escludendo una valutazione di iniziativa di tipo legale". Mi auguro che in futuro non ci troveremo davvero tra l'incudine e il martello di questa vicenda che, invece dovremmo affrontare con senso di responsabilità; senso di responsabilità che traspare nelle parole del collega Deambrogio quando dice che non è pensabile trasportare all'estero (nello specifico in Germania come è stato proposto) le nostre scorie, ma che occorre responsabilmente, là dove c'è possibilità di localizzazioni idonee, smaltire i rifiuti e le scorie nei luoghi dove sono prodotti. Mi auguro che ci siano comportamenti conseguenti, che non sempre ho trovato coerenti quando si è localizzata una discarica o un qualunque impianto di smaltimento.
Se poi volessi esprimere un'altra considerazione molto polemica - ma non voglio fare polemica oggi - mi addentrerei in una serie di riflessioni sul fatto che alle manifestazioni contro la TAV in Valle di Susa hanno partecipato delegazioni che giungevano anche da Scanzano, giustamente preoccupate, dal loro punto di vista, del problema dell'Alta Velocità sul nostro territorio, ma molto meno del fatto che un certo tipo di atteggiamento ha portato a mantenere sul nostro territorio, in condizioni di insicurezza e in un sito assolutamente non idoneo, le scorie che invece dovevano essere destinate ad altra localizzazione.
Detto questo, aggiungo qualche considerazione a quanto già richiamato.
Oggi, di fatto, il sito nazionale è in Piemonte, con l'80% delle scorie radioattive qui allocate, quindi bisogna superare questa situazione.
necessaria la solidificazione per consentire maggiore sicurezza alle scorie lì allocate, ma soprattutto metterle in condizione di poter essere trasportare altrove. Il volume è quello attuale e non si deve eccedere assolutamente rispetto a quanto c'è. È inaccettabile che si pensi di portare qui anche solo un grammo in più di materiale e quindi, attraverso gli interventi che sembrano essere stati prospettati dalle ordinanze del Commissario, di precostituire le condizioni perché, di fatto, venga istituzionalizzato il deposito nazionale in Piemonte.
L'altra questione che voglio evidenziare è che mi pare che le proposte emendative presentate dal Consigliere Cavallera al testo, siano in gran parte accettabili. Invito i proponenti a prenderle in seria considerazione perché mi sembrano migliorativi dal punto di vista degli obiettivi che si vogliono raggiungere nel testo all'esame del Consiglio.
Invece sull'ordine del giorno n. 234 ho qualche perplessità. Si chiamano in causa questioni come la localizzazione a Rondissone del progetto Ignitor, che mi pare non sia assolutamente ancora localizzato in quel sito; qualche perplessità anche in riferimento al comma attinente all'esclusione, alla penalizzazione nei confronti di attività classificabili come ricerca - per quanto con caratteristiche di rischio elevato - che credo meriti una considerazione in Commissione, quindi invito l'Aula ad assumere una decisione in tale senso.
Mi riservo di esprimere valutazioni più dettagliate sul testo, al momento della dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

La discussione sull'ordine del giorno non verte sulla questione direttamente legata a "nucleare sì, nucleare no", ma sulla sicurezza e lo stoccaggio dell'eredità nucleare che, successivamente al referendum abrogativo del 1987, abbiamo avuto in Italia. Per molti anni è sembrato che con l'abrogazione dell'energia nucleare e il non sfruttamento delle centrali, il problema fosse risolto. Nessuno si rendeva conto che, in realtà, vi era un'eredità nucleare che andava trattata.
Rispetto ai passi in avanti che sono stati fatti, il cosiddetto decreto Scanzano è, certamente, da un punto di vista normativo, una volontà di risolvere il problema (il decreto Scanzano, tra l'altro, pone come termine per l'individuazione del sito il 2008). Stiamo ragionando di una questione che dovremmo trattare in modo non ideologico, non relativamente al "nucleare sì o nucleare no", ma relativamente ad un altro problema, cioè alla messa in sicurezza di scorie nucleari presenti oggi sul territorio piemontese.
Posto che mi sembra vi sia una convergenza di tutti i Gruppi consiliari e delle forze politiche - che nasce da valutazioni tecniche sull'impossibilità tecnica che la Pianura padana, e quindi anche il Piemonte, ospiti il sito di stoccaggio nazionale delle scorie nucleari e anche da una volontà politica espressa da tutti i Gruppi consiliari nel merito, (ma, ripeto, prima tecnica che politica) - vi è da fare una valutazione su cosa intenderemo fare da adesso fino al momento in cui il sito nazionale non verrà individuato. Questo credo sia il passaggio più oneroso e responsabile.
un po' anomalo che si dica, come ha fatto il Consigliere di Rifondazione Comunista, che la legge va sempre applicata. Non si comprende se nella concezione normativa o nell'applicazione giuridica che il Consigliere di Rifondazione dà, per un verso esistano leggi che devono essere applicate perché, in qualche modo, pongono il Governo nazionale, di parte avversa a quella di Rifondazione Comunista, nell'attuale impossibilità di individuare un sito nazionale, mentre per l'altro vi sono leggi che non vanno rispettate e se ne chiede il non rispetto.
Ricordo che la TAV viene realizzata dopo che è stata votata una legge obiettivo dalla quale discende una realizzazione di una grande opera; che il Piano provinciale dei rifiuti, per esempio della Provincia di Torino discende da una legge nazionale e che il Piano prevede due termovalorizzatori nella nostra provincia, ma la posizione di Rifondazione Comunista, a livello locale e a livello provinciale (indico quello della Provincia di Torino, ma ne potremmo indicare altre) è stata di contrarietà pur ovviamente non manifestando mai alcuna posizione reale di contrarietà nei confronti della Giunta.
Bisogna fare in modo che nasca una cultura politica che riconosca la validità delle leggi; che possa, in qualche modo, combattere una legge legittimamente. Dire: "la legge che quello Stato, quel Parlamento ha votato, la riteniamo non propria (per esempio la legge Biagi, la legge Moratti, ecc.), ma essendo in vigore, la rispettiamo come tale".
Vedete, diventa difficile comprendere come si possa dire "a Scanzano ho sfilato", e potremmo elencare tutta un'altra serie di luoghi in cui i partiti della sinistra massimalista hanno sfilato. Ben inteso, a Scanzano c'erano anche esponenti del mio partito, quindi è una valutazione che vale per tutte le forze e i partiti politici, non solo quelli della sinistra massimalista. Se faremo lo sforzo di dire "le leggi, anche se non ci piacciono, facciamo il possibile perché vengano applicate", finalmente avremmo trovato un punto di intesa sul quale ragionare. È un lavoro da fare, non indifferente.
Bisogna inevitabilmente rinunciare a quelle piccole o non piccole percentuali di speculazione elettorale che si fanno su singole manifestazioni e su singole e legittime contrarietà. Vedete, il sito di Scanzano viene individuato dopo che i tecnici del Governo hanno esaminato 240 siti ritenuti più idonei. Dopo l'esame di 240 siti, il sito di Scanzano viene individuato come il migliore per l'immagazzinamento delle scorie nucleari. Ovviamente, se non avessero scelto Scanzano ma avessero trovato un sito nella regione Calabria, piuttosto che nella Regione Emilia, o nella Regione Marche, nulla cambiava. Ci saremmo trovati di fronte alla stessa situazione dell'andare a manifestare per rosicchiare una percentuale minima, oppure no, di consenso in qualunque altro sito. Non è accettabile.
Nessuno vuole insegnare come altri partiti politici devono fare politica per carità, ci permettiamo di sottolineare come esista una contraddizione fra chi dice che alcune leggi vanno rispettate, ma poi ci si batte perch altre leggi o altri regolamenti non vengano rispettati.
Detto ciò, arrivo al tema dell'ordine del giorno, ma la mia era una premessa necessaria.
Il coinvolgimento delle comunità locali. Nel comune di Saluggia noi abbiamo un sito che contiene scorie nucleari da 45 anni, che oggi è in situazione non possiamo dire di rischio, ma certamente che ha necessità di una profonda ristrutturazione, la ditta incaricata chiede all'Amministrazione comunale di poter individuare un nuovo sito l'Amministrazione comunale - lo ricordo per onore di verità - di centrosinistra fa una modifica al piano regolatore.
Un consesso consiliare viene posto nell'impossibilità di votare una deliberazione, perché nel giorno precedente alla seduta in cui si sarebbe dovuta votare la deliberazione viene invaso il Consiglio comunale, bloccati i lavori del medesimo, quindi non si procede alla votazione della deliberazione stessa.
Mi risulta che un sindaco rappresenti una comunità locale e mi risulta che se un sindaco ed una Giunta fanno una variante di piano regolatore per tutelare i loro cittadini, possono anche aver sbagliato. Io credo di no, si può ritenere che abbiano sbagliato ma non si può affermare che non esiste il coinvolgimento delle comunità locali, e non si può dire che non vi è una volontà non di dare una soluzione definitiva al problema, ma temporanea ad un problema.
Se è vero che il sito individuato può essere ritenuto - poi ci sono dei tecnici che fanno delle valutazioni sulla compatibilità del sito e dei luoghi definiti dal piano regolatore e a questi, sempre rifacendomi alla premessa, ci dobbiamo in qualche modo attenere. Quindi, comprendiamo che anche la messa in sicurezza di scorie che da 45 anni risiedono nello stesso sito e che hanno necessità di essere depositate in un altro che diventerà più sicuro, è anche una necessità cui dobbiamo rispondere.
ovvio che con la politica del no è tutto più semplice, perché si dice no allo spostamento delle scorie, no alla realizzazione del sito nazionale no a tutto. È molto più semplice, si rosicchia un po' di consenso e soprattutto, si massimalizza quello che è il potenziale elettorale in una singola zona per la propria parte politica. Certamente non si fa il bene della comunità, che quasi all'unanimità del Consiglio comunale, quindi rappresentando l'intera comunità locale, è a favore, nel caso di Saluggia della variante del piano regolatore.
Sono queste le anomalie cui ci troviamo di fronte. Mi sembra soltanto che l'ordine del giorno presentato dai colleghi di Forza Italia mantiene alcune posizioni, su alcune delle quali vi potrebbe essere una valutazione da fare, cioè quella relativamente agli indirizzi generali del piano energetico approvato dalla Regione. Sono delle valutazioni che credo si debbano riaprire, anche in virtù di quanto stiamo vivendo in queste settimane, ricordandoci sempre che il nostro è l'unico paese europeo che ha l'81% di dipendenza da produzione energetica non nel territorio nazionale che abbiamo 59 centrali nucleari solo nel territorio francese, una decina in quello svizzero.
Detto ciò, mi sembra che quell'ordine del giorno possa essere una proposta di mediazione intelligente se si vogliono perseguire le indicazioni che anche alcuni colleghi della sinistra davano, cioè quella di risolvere il problema.
Vogliamo dire che il problema - e noi condividiamo - è quello dell'individuazione quanto mai sollecita del sito nazionale. Credo che l'ordine del giorno presentato dai colleghi di Forza Italia sia un ordine del giorno che può trovare una larga maggioranza, nel senso che il Consiglio regionale del Piemonte sollecita in modo unanime o a larga maggioranza il Governo nazionale.
Se invece ancora una volta vogliamo sventolare la bandiera per riuscire fra pochi mesi a recuperare lo 0,2 in più in campagna elettorale, e scegliamo ancora una volta una valutazione che non è per il bene collettivo, ma è per un ritorno del singolo partito politico, avremo secondo me, ancora una volta fatto un errore, guardando di più alla fazione che non al bene collettivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Su questi ordini del giorno ci rendiamo conto che sono già state dette molte parole, quindi cercherò di soffermarmi su alcuni punti, in particolare, sulle finalità, che vedo diverse tra questi ordini del giorno.
Per riassumere in termini brevi, noi siamo in una situazione che vede una realtà che è quella di avere una quantità di rifiuti di scorie nucleari pari all'80%, situate in quel di Saluggia, con la necessità di provvedere alla messa in sicurezza.
Abbiamo una legge che parla della necessità di individuare un sito nazionale e sappiamo che la strada non può essere quella di trasformare in depositi nazionali i siti dove probabilmente vi sono le scorie nazionali.
L'altra realtà è che la strada individuata dalla SOGIN tramite il generale Jean è, di fatto, una strada che porta i siti a fare i depositi di se stessi. Quando si parla di una realizzazione che deve durare 50 anni è chiaro che è un tempo che non permette di fare ipotesi di natura diversa da quella della indeterminatezza della continuità della sua attività.
Un altro aspetto di questa realtà che stiamo vivendo è che la legge nazionale precisa che deve essere individuato un sito nazionale e che, una volta individuato, oggettivamente occorreranno anni prima che questo sito sia costruito.
Non mi nascondo la difficoltà, specialmente in un paese come l'Italia dove si è abituati talvolta ad essere molto viscerali nelle reazioni e poco ragionatori, di individuare un sito nazionale, ma non è il caso che si pensi di non percorrere la strada che deve portare all'individuazione del sito nazionale.
Rispetto a quanto è stato detto in altri interventi, credo che la strada che qualcuno al Governo ha seguito per individuare Scanzano come deposito nazionale sia esattamente una di quelle strade che non vanno seguite per costruire un percorso e una decisione democraticamente condivisa, perché è una decisione che deve essere condivisa anche dalle popolazioni che si troveranno a convivere con il deposito nazionale.
Credo che se esaminiamo questi punti cui dobbiamo dare una risposta vediamo che i quattro ordini del giorno presentati hanno un diverso modo di risolvere un problema. Sinceramente, non mi sembra che gli ordini del giorno presentati dal Consigliere Cavallera, come primo firmatario, e dal Consigliere Rossi, sempre come primo firmatario, vadano nel senso di rispondere alle realtà che abbiamo davanti.
Non si tratta di compensazione, ma si tratta di dire chiaramente quale tipo di percorso vogliamo individuare per la messa in sicurezza di queste scorie nucleari.
Noi crediamo, come diciamo nel nostro ordine del giorno, che la messa in sicurezza passi per la cementazione delle scorie e anche attraverso l'individuazione del sito nazionale, proprio per evitare il pericolo che le scorie rimangano dove sono.
Dobbiamo anche rispondere, e per questo serve il sito nazionale ed è un motivo in più per averlo, alle convenzioni che abbiamo sottoscritto e dovremmo accogliere le scorie prodotte all'estero in seguito ai contratti sottoscritti dalla nostra industria energetica nazionale.
Vorrei fare un commento sulla richiamata vicenda di Saluggia. La sera in cui il Consiglio comunale è stato sospeso, non è più stato ripreso; che è cosa diversa dal dire che è stata impedita con la forza l'effettuazione del Consiglio comunale.
Noi diamo una lettura diversa di tutta la vicenda: non si è trattato di una sommossa, ma di una manifestazione - alla quale ho partecipato anch'io nella quale si chiedeva al Sindaco di ragionare. È vero che il Sindaco rappresenta l'elettorato e quindi ne risponde, ma è pur vero che i cittadini, su un argomento che li riguarda direttamente, possono anche invocare il diritto di essere ascoltati e di partecipare direttamente alla decisione democratica.
Si trattava di questo e non di altro.
Gli ordini del giorno che abbiamo presentato danno risposte ai problemi e alle contraddizioni che abbiamo individuato (che tutti hanno individuato). In particolare, l'ordine del giorno n. 334, che fa un richiamo ad Ignitor, merita di essere considerato.
In questi anni si parla molto di ricerca nucleare e personalmente in quest'Aula, insieme ad altri colleghi, sono intervenuto spesso nel merito perché nella passata legislatura è stata presentata una legge tesa a sostenere l'insediamento di questo progetto.
Tutti i dubbi manifestati circa cinque anni fa su questo impianto sono tutt'ora validi. È una ricerca sulla quale esprimono dubbi gli stessi esperti attivi in quest'ambito. Si tratta pur sempre di un impianto nucleare, perché se è vero che si tratta di un impianto di fusione, è pur vero che anche gli stessi vocabolari ricordano che per nucleare si intende sia la fissione che la fusione, cioè sia quando un atomo si scinde in parti più piccole sia quando due atomi si fondono e ne formano un terzo.
Ricordiamo anche che, come è stato ricordato nello stesso programma elettorale di Prodi, si tratta di un'impresa talmente onerosa che si pu pensare di sostenerla solamente nel quadro di impegni internazionali; del resto, si può fare lo stesso discorso per l'impianto di Catarasch, per il quale è previsto l'impegno di più Nazioni.
Questa vicenda, come è stato detto, ci deve ricordare che quando si parla di energia e di come porre rimedio ai problemi di approvvigionamento energetico, invece di guardare al nucleare, dovremmo guardare meglio e di più alle energie alternative. Non è vero che non ci sono dubbi sulla sicurezza degli impianti, ma non è neanche vero che gli impianti nucleari sono sempre produttori di energia senza emettere anidride carbonica.
Studi recenti sostengono come il conto di emissione di anidride carbonica non sia così indifferente per gli impianti nucleari. Questo elemento negativo va ad aggiungersi a tutte le altre negatività che caratterizzano gli impianti nucleari; permangono dubbi sulla sicurezza e sul fatto che si tratti di un tipo di energia in grado di risolvere i problemi, perché i problemi restano e, in particolare, nessun Paese al mondo è ancora riuscito a risolvere, in modo efficace, il nodo delle scorie nucleari.
Stiamo vivendo in questi giorni il problema delle scorie, ma vale la pena ricordare che neanche negli Stati Uniti si è ancora individuato un sito nazionale. È bene che chi non vuole affrontare il problema ricordi che negli Stati Uniti una commissione appositamente riunita non è riuscita dopo sei mesi di discussioni, a venirne a capo: si è sciolta senza aver individuato un sistema per indicare, alle generazioni future, che esistono scorie pericolose. Scorie i cui effetti negativi possono durare migliaia di anni e possono anche determinare una scissione o un salto nel corso della storia umana, per cui chi verrà dopo potrebbe anche non riuscire a comunicare come comunichiamo noi: basta pensare a quello che avveniva cinquemila anni fa.
Pensando a questi problemi, vediamo come i richiami all'uso dell'energia nucleare, più che atti reali sono come i richiami delle sirene.
In conclusione, quindi, voteremo i nostri ordini del giorno (sottoscritti anche da noi), ma non sosterremo gli altri.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Grazie, Presidente.
Non essendo membro della Commissione che si è occupata di approfondire il tema, non ho partecipato alla discussione se non parzialmente nella prima fase, in occasione dell'audizione con i soggetti interessati, quindi devo desumere, alla luce di quanto hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, che questi ordini del giorno, ancorché approvati in maggioranza in Commissione, siano il frutto e il tentativo di riuscire a fare sintesi di una serie di questioni diverse fra di loro, ma oggetto di discussione in Commissione.
Apprezzo lo sforzo di sintesi fatto dalla Commissione, ma proprio perché ritengo che si tratti - se ne parla negli ordini del giorno - di argomenti complementari ma diversi tra loro, ritengo necessario, da parte nostra, fare alcune distinzioni nel merito.
Mi pare che gli ordini del giorno affrontino sostanzialmente tre argomenti: primo, la questione della produzione di energia attraverso il nucleare; secondo, la ricerca sull'utilizzo dell'idrogeno per la produzione di energia; terzo, la messa in sicurezza delle scorie attualmente stoccate nella nostra Regione che, ricordo, sono quasi l'80% del totale delle scorie di derivazione nucleare presenti nel nostro Paese.
Credo che i primi due temi non debbano essere oggetto dell'odierna discussione, ma debbano essere oggetto, qualora si riterrà, di discussione e di ulteriore approfondimento della Commissione e poi del Consiglio regionale.
Mischiando queste tre questioni non facciamo un esercizio di chiarezza ma rischiamo di non individuare alcune linee di fondo, come tenterò di fare in questo breve intervento, sulle quali concentrare la nostra attenzione che riguardano invece la sicurezza.
Sulla questione dell'energia nucleare si è riaperto, dopo una quindicina d'anni, un dibattito, per certi aspetti interessante. Sul punto se non erro, nel 2004 il Consiglio regionale ha approvato, non solo a maggioranza ma con un consenso un po' più ampio della maggioranza, un piano energetico ambientale regionale. Credo occorra ripartire da lì. Se vogliamo aprire un dibattito su temi di carattere generale , dobbiamo ripartire da un'analisi e da un approfondimento sul piano energetico ambientale regionale approvato dal Consiglio regionale nel 2004.
Personalmente, su questo tema non aggiungerei altro.
Sulla seconda questione, relativa all'utilizzo dell'idrogeno per la produzione di energia, l'interpretazione che do dell'ordine del giorno n.
234 è che si valuta, in termini negativi, la localizzazione di un certo tipo di impianto su un determinato sito. Credo che l'ordine del giorno debba essere interpretato in questo modo: facendo una valutazione delle condizioni di vulnerabilità che, sotto certi aspetti, interesserebbero l'area di Rondissone, si indica che quell'area non è idonea per una prospettiva di progettazione di questo genere. Anche da questo punto di vista, a partire da ciò che è stato indicato nel piano energetico ambientale regionale, do quest'interpretazione dell'ordine del giorno: credo che non possa essere escluso, aprioristicamente, un approfondimento e l'apertura di un dibattito sulla sperimentazione per quanto riguarda l'utilizzo dell'idrogeno presso altri siti e altre situazioni.
Detto ciò, il tema centrale è quello della messa in sicurezza. Vorrei fissare alcuni obiettivi, che vorrei che l'Assessore riprendesse nella sua replica, da definire in Consiglio regionale.
Abbiamo l'esigenza di mettere in sicurezza, nel più breve tempo possibile, le scorie, in particolare quelle allo stato liquido - mi rivolgo in particolare ai Consiglieri della Lega - che così come sono oggi risultano assolutamente intrasportabili dal punto di vista tecnico (così ci dicono gli esperti a proposito delle scorie allo stato liquido). Il livello di trasportabilità delle scorie allo stato liquido ha un tasso di pericolosità talmente elevato che nessuno può proporre un trasporto da altri parti. La messa in sicurezza vuol dire utilizzare la tecnologia della cementificazione che, inevitabilmente, va fatta sul sito. Non abbiamo alternative. Dobbiamo procedere rapidamente alla cementificazione sul sito.
Dobbiamo definire in modo molto chiaro che su quel sito, attraverso questo percorso, non ci può e non ci deve essere, da qui agli anni futuri un aumento della radioattività rispetto ad oggi: questo è l'elemento di misurazione che ci garantisce, da un certo punto di vista, la sicurezza futura di quell'area.
Ricordo invece, per quanto riguarda l'individuazione del deposito nazionale, che il tema è complesso, indipendentemente dal colore politico del Governo. Richiamo quest'aspetto anche perché siamo in prossimità di una scadenza politica molto importante: non sarà semplice, anzi, sarà molto complesso, anche per il nuovo Governo, procedere all'individuazione di un sito unico nazionale. Penso che qui si debba rovesciare il problema e si debba fare come altri Paesi hanno fatto per l'individuazione dei siti attuando una procedura esattamente opposta a quella che ha attuato il Governo in questi anni: favorire, a partire dal livello locale e territoriale, l'individuazione del deposito nazionale, non per imposizione o per scelta nazionale. Altri Paesi hanno incentivato questa modalità e sono riusciti a individuare siti e depositi di questo materiale. Questo è un elemento su cui va fatto un approfondimento.
Facciamo ancora professione di realismo: se domani mattina - dico domani, veramente - il Governo dovesse individuare il sito per il deposito nazionale e si dovessero attivare le procedure per l'attivazione occorrerebbero anni per costruire il sito nazionale e altri anni per trasferire le scorie dentro il sito nazionale. Quando diciamo, come tutti che Saluggia non può essere deposito di se stesso, e non può essere il punto dove si stoccano questi materiali per una serie di ragioni, dobbiamo comunque immaginare che passerà ancora qualche anno dalla cementazione all'individuazione del sito nazionale. Il problema è che si tratterà di rifiuti che verseranno in condizioni di sicurezza diverse rispetto a quelle di oggi. Questo è il primo obiettivo che indicavo all'inizio e che dobbiamo raggiungere.
Ultima questione. Alcuni hanno evocato le vicende che hanno caratterizzato l'amministrazione comunale di Saluggia. Non ero presente quindi non saprei dire se il Consiglio comunale è stato sospeso o interrotto. Si possono condividere o no le posizioni assunte dall'amministrazione comunale di Saluggia. Pur condividendone la maggior parte, ve ne sono alcune sulle quali non concordo. È vero che un Comune medio-piccolo sconta difficoltà e limitatezza di mezzi, ma in questi ultimi anni e in questi ultimi mesi sono state assicurate molte possibilità di confronto su tali temi. Altre se ne potranno assicurare in futuro se si deciderà di affrontare la questione con il confronto e non con lo scontro.
La questione è complessa e riguarda tutti, indipendentemente dalla rappresentanza politica cui ciascuno di noi appartiene. Ragion per cui creiamo le condizioni, anche a partire dalle responsabilità che ci competono in Consiglio regionale sia come Giunta sia come Consiglieri affinché su quel territorio riparta un confronto. Poiché tutti, secondo me condividiamo alcune linee, è possibile arrivare alle soluzioni che tutti auspichiamo.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale .
La parola all'Assessore De Ruggero in rappresentanza della Giunta regionale.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Ringrazio il Consiglio che ha voluto prestare attenzione utile ad un tema che considero prioritario in campo ambientale, perlomeno in campo della variabile di emergenza. Questa è la principale emergenza che abbiamo sul nostro territorio, se parliamo di emergenze ambientali che possono avere ripercussioni sulla salute umana. Altre emergenze possono riguardare i fiumi, le acque, il suolo, ma in questo caso parliamo di salute umana: è davvero una grossa responsabilità.
Poiché il tema è vasto, vorrei solo fermarmi da un canto agli ordini del giorno, così come presentati in Consiglio regionale, dall'altro agli atti che la Giunta ha assunto in questi mesi. È importante dire che ci sono stati tre momenti di vita di Giunta di un qualche interesse .. prego i Consiglieri di prestare attenzione perché stiamo trattando di un tema in cui il senso di responsabilità collettivo è da esercitare.
Con una delibera del 19 settembre abbiamo aperto il tavolo di trasparenza, così si chiama, sulla partita nucleare anche ad organizzazioni sindacali, ad associazioni ambientaliste e alle Prefetture interessate che non facevano parte, ufficialmente, del tavolo di trasparenza. Proprio perché riteniamo che un percorso il più possibile condiviso e partecipato e una condivisione di responsabilità, faccia bene in questo campo.
Il tavolo di trasparenza si è riunito il 29 settembre e abbiamo condiviso, ci tengo a sottolinearlo, il percorso non solo di Saluggia, ma anche di Trino e di Bosco Marengo. Per Saluggia, che è la vera prima emergenza, il percorso della solidificazione, il percorso del deposito.
Abbiamo anche visto, per esplicita dichiarazione del Generale Jean, che il Governo attuale aveva sostanzialmente abdicato a ruolo di responsabilità di ricerca continua del sito nazionale. Scelta complicata, ma aveva ufficialmente abdicato - così risulta dalle dichiarazioni - al ruolo di ricerca, di responsabilità di ricerca del sito nazionale, quindi del sito definitivo nazionale. Per altro, pochi giorni dopo, il 17 ottobre, la Giunta ha deliberato la sua parte di parere. È in corso una valutazione nazionale di cui la Regione è compartecipe. La Regione intende rappresentare sino in fondo questo ruolo di compartecipazione alle decisioni, anche per poterne dare la giusta informazione, facendo anche da cassa di risonanza rispetto al Consiglio regionale e alle amministrazioni locali.
Con la delibera di Giunta regionale di valutazione sulle proposte e su quanto presentato dal tavolo tecnico - non tanto dal generale Jean abbiamo disposto di condividere l'urgenza di destinare i rifiuti solidi attualmente immagazzinati in modo precario - usando un termine eufemistico nell'edificio 2300 del centro Eurex di Saluggia, ad un'infrastruttura che abbia i requisiti di sicurezza richiesti dall'attività di controllo (che ovviamente non compete a noi nelle sue fasi finali), nonché l'urgenza di realizzazione del nuovo sistema di approvvigionamento idrico, stante la delibera dell'autorità di bacino del fiume Po.
Mi fermo sul punto perché ha creato qualche confusione. Quando parliamo di approvvigionamento idrico ci riferiamo all'approvvigionamento idrico della centrale, non delle popolazioni civili, e quindi della funzionalità di un acquedotto di grandissima importanza, l'acquedotto del Monferrato che ha 65 anni di vita. Stiamo parlando dell'emergenza di realizzare il nuovo sistema di approvvigionamento idrico, dato che riteniamo che la situazione attuale sia pericolosa.
Oltretutto, l'ordinanza sulla partita idraulica, nel senso di rischio idraulico connesso alle attività della centrale, è stata emessa dal Commissario Barberi il 30 aprile 2001. Ciò vuol dire che, in alcune situazioni di emergenza, si va avanti anche con decisioni commissariali.
Il secondo punto deliberato come Giunta regionale il 17 ottobre è di ritenere improcrastinabile l'avvio degli iter autorizzativi ordinari, con particolare riguardo alla procedura di valutazione di impatto ambientale relativa all'impianto di cementazione dei rifiuti liquidi radioattivi Cemex e al deposito denominato D-3, da realizzarsi preso l'impianto Eurex di Saluggia. Per noi il termine "ordinari" ha in questo caso un significato importante: significa discussi quanto più è possibile nelle sedi opportune nonché condivisi quanto più è possibile e offerti quanto più è possibile alla discussione dei Consigli regionali, provinciali e comunali e anche delle sedi associative.
Il terzo punto riguarda il richiamo della finalità specifica dei depositi denominati D-2 e D-3, che dovranno avere caratteristiche e dimensioni funzionali unicamente allo stoccaggio provvisorio dei materiali pregressi e di quelli provenienti dalle attività di messa in sicurezza e di disattivazione dell'impianto Eurex, confermando l'obiettivo finale delle operazioni di messa in sicurezza dei materiali nucleari contenuti negli impianti e del rilascio totale del sito privo di vincoli di natura radiologica. In altre parole, le finalità sono legate alla messa in sicurezza dell'attuale.
In un altro punto, che ovviamente non è di dispositivo ma di narrativa si sottolinea l'urgenza di procedere sulla strada del percorso complesso della definizione di un sito nazionale finale. Ovviamente, è una grande assunzione di responsabilità in merito al fatto che i rifiuti sono oggi in uno stato precario - il termine "precario" è ufficialmente utilizzato - e che queste scorie nucleari vanno messe in sicurezza.
Successivamente, vi è stata un'ordinanza del Commissario, il generale Jean, datata 13 dicembre 2005. Come ben rilevava il Consigliere Deambrogio si tratta di un'ordinanza piuttosto strana, perché non ne ho mai vista un'altra entrare in vigore ben 45 giorni dopo la sua emissione, cioè il 1 febbraio. Ora, questo può essere un aspetto contingente, tuttavia l'abbiamo ritenuta inopportuna e controproducente perché inficia, in un momento delicato come quello attuale, il processo ordinario che si stava sperimentando e un percorso ordinario complicato, ma su cui tutti ci eravamo impegnati.
Nel contesto descritto, l'ordinanza commissariale del 13 dicembre appare, nei suoi contenuti, nelle modalità e nei tempi di attuazione inopportuna e controproducente, oltre che sbagliata, perché lascia intendere che la Regione sia d'accordo su tutto il contesto dell'ordinanza stessa, mentre invece la Regione, con la richiamata delibera del 17 ottobre, non aveva espresso parere favorevole su tutto quanto sarebbe poi stato previsto dal Commissario.
Pertanto, la delibera dell'ottobre 2005 attiene alla necessità di adottare misure urgenti circostanziali e non riguarda il riordino generale del sito che, invece, è subordinato all'autorizzazione e ad una procedura di valutazione d'impatto ambientale relativa all'intero impianto Cemex.
L'ordinanza in questione ha davvero rischiato di vanificare e mortificare gli sforzi locali che stavamo facendo, se si limita agli strumenti normativi coerenti e garanti delle regole degli interessi espressi sia sul piano locale che sul piano nazionale e non favorisce la costruzione di un clima di fiducia nel sistema pubblico preposto alle decisioni, reso ancora più difficile dalla mancata attuazione dei provvedimenti nazionali che chiudono il ciclo residuale nucleare.
Sto leggendo quanto inviato al generale Jean. È in corso una, non definirei trattativa, perché non può trattarsi di trattativa, ma certo una discussione franca e aperta, al di là sull'ordinanza, su quanto si era riusciti, anche faticosamente, a condividere.
Sulla procedura, lo stato dell'arte è essenzialmente questo. In questo momento c'è un Consiglio comunale ancora impegnato su tale partita.
Riteniamo che l'ordinanza del Commissario debba essere modificata perch in buona parte, non ha avuto alcun parere favorevole, ma neanche condivisione formale o informale.
Per quanto riguarda gli ordini del giorno, ritengo che quello presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto e Monteggia arrivi un po' tardi rispetto alla discussione approfondita e delicata fatta in Commissione e per la verità, contravvenga al punto centrale a cui tengo particolarmente in chiave generale : anziché ribadire il no al nucleare come possibilità di, mi sembra che riapra una discussione. Le discussioni si possono sempre fare, ma a noi interessa che l'ordine del giorno di questo Consiglio ribadisca il no e si rifaccia ad un Piano Energetico già votato nel 2004.
Mi sembra un punto importante.
Per la verità, noi siamo impegnati ad individuare soluzioni locali e mi sembra semplicistico il secondo punto che dice: "Cerchiamo la Germania".
una delle soluzioni, ma mi sembra, su un problema così complesso sinceramente un po' semplicistico. Oggi già mandiamo in Inghilterra quota parte dei nostri rifiuti, adesso mandiamo in Germania buona parte dei rifiuti dell'ACNA di Cengio e mandiamo anche rifiuti urbani trattati della Regione Campania, facendoci ridere dietro, perché trattiamo rifiuti e paghiamo anche per portarli in Germania. Non mi pare che questa possa essere la soluzione. È vero che è più etico mandarli in Germania anzich come si faceva una volta, nei paesi del Terzo Mondo, però ognuno deve assumersi quota parte delle proprie responsabilità.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno principale, il primo, in particolare mi pare rilevante che sia confermato l'orientamento della Regione, che ovviamente fa notare al Governo - si chiami sollecitazione o invito non ritengo sia un fatto semantico - rimarcandolo fortemente, che noi prendiamo le nostre responsabilità e che altri devono prendersi fino in fondo le loro. Interessa in particolar modo, al di là dell'impegno della Giunta, che ovviamente assumiamo, che ci sia un giudizio sull'inopportunità di una decisione commissariale in un percorso complicato, che è il percorso della definizione delle vie ordinarie, delle vie più condivise e più democratiche.
Il secondo documento è stato ampiamente discusso in Commissione e mi pare ci sia un parere favorevole della Giunta. È anche vero che potremo dire "Ignitor a che punto è", ma non è quello il problema. L'unico punto che vorrei sottolineare è che se il Consiglio, in una forma anche più ampia della propria maggioranza, ribadisce il "no al nucleare" come futuro per la produzione di energia, sarebbe un passo certamente auspicabile.
Se il Consiglio vuole sollecitare, in forme superiori alla maggioranza attuale, il Governo a farsi carico delle proprie responsabilità, sarebbe un fatto politico di particolare importanza. Ritengo anche se si giudichi inopportuno seguire vie straordinarie, quando stiamo molto avanti nel perseguire vie ordinarie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale .
Ci sono quattro ordini del giorno, evitiamo di approvare ordini del giorno, com'è successo nella scorsa seduta del Consiglio regionale, che siano in parte non uniforme o addirittura divergenti. Chiedo se è possibile in particolare alla Consigliera Barassi, Presidente della Commissione che si è fatta carico del lavoro, ad iniziare dall'esame della petizione che avvicina questo dibattito - se possibile addivenire a soluzioni un po' più ampie che evitino di votare tutti e quatto gli ordini del giorno Ha chiesto di intervenire la Consigliere Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Stavo discutendo con il Consigliere Cavallera, presentatore dell'ordine del giorno alternativo a quello presentato dalla Commissione, per verificare la possibilità di trovare un accordo, comunque di poter concordare su alcuni emendamenti. Abbiamo provato a fare una serie di passaggi, ma purtroppo ci sono alcuni aspetti su cui emergono ancora delle divergenze. Indicativamente, metteremo in votazione i due ordini del giorno. Sugli altri due ordini del giorno non c'è possibilità di mediazione. Sui primi due, che comunque erano stati molto discussi e approfonditi, rimangono delle valutazioni, magari anche sfumature, un po' diverse per cui non riusciamo a trovare un ordine del giorno comune.



PRESIDENTE

Prima di procedere alla votazione passiamo alla fase di dichiarazione di voto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Solo per chiarezza, per evitare di ripetere cose già dette.
Do atto che si è discusso approfonditamente, ma purtroppo è mancato il tempo e la volontà, all'interno della Commissione (si doveva discutere del bilancio), di trovare una sintesi migliore.
Ci sono degli elementi, quali la valutazione di quello che si è fatto in questi anni, oppure le prospettive futuro, che meritano degli approfondimenti. Nelle modifiche che mi sono sforzato di proporre al primo ordine del giorno, si teneva conto delle possibilità reali, da un punto di vista pragmatico, per attuare una solidificazione, per dire comunque no ad un deposito definito nei siti di Saluggia, Trino e Bosco Marengo, e demandando ad iniziative politiche adeguate, nelle sedi opportune eventuali ulteriori considerazioni.
A questo punto ritengo che - in "zona Cesarini" - sia difficile trovare una sintesi quando le divergenze sono così profonde, soprattutto con alcune aree e alcuni settori della maggioranza. Indubbiamente ce ne sono altri con i quali sarebbe più facile o più possibile trovare delle convergenze.
A questo punto noi voteremo il nostro ordine del giorno, non voteremo gli altri ordini del giorno proposti dalla maggioranza, in modo particolare l'ordine del giorno n. 233 e l'ordine del giorno n. 234. L'ordine del giorno n. 234 è troppo generico - lo riconoscevano anche i Consiglieri Bizjak e Ricca - non approfondisce e non inquadra lo stato dell'arte sia della ricerca e sia anche delle prospettive da un punto di vista energetico. Mi dispiace che non ci sia stata la possibilità di trovare convergenze visto anche la posizione costruttiva da noi tenuta durante tutti i lavori, ma a questo punto è meglio la chiarezza dei pronunciamenti.
Voto favorevole al nostro ordine del giorno, voto favorevole all'ordine del giorno proposto dalla Lega, e voto contrario agli ordini del giorno della maggioranza. Questo non vuol dire nulla, noi saremo sempre disponibili a svolgere la nostra attività di sindacato ispettivo, affinch tutte le attività previste nel settore nucleare vengano portate in porto dal punto di vista della sicurezza, nel migliore modo possibile. L'ordine del giorno invita la Giunta a presentare un testo di legge sul nucleare sulle competenze nucleari della Regione.
Faccio presente che noi abbiamo già presentato un testo di disegno di legge, per cui, se veramente c'è la condivisione dell'urgenza di trattare questa materia da un punto di vista operativo, non resta che mettere in discussione in Commissione il nostro testo di legge ancorché, anzich essere presentato dalla Giunta, sia presentato dall'opposizione. Questo perché contiene proposte di norme che sono assolutamente adeguate per fronteggiare la situazione esistente.



PRESIDENTE

Chiedo scusa per l'intervento non perfettamente procedurale. Onde evitare il ripetersi di votazioni su ordini del giorno che potrebbero anche essere compattati (mi pare che l'approccio non sia così necessariamente conflittuale), se vi è una disponibilità dei Consiglieri, prima di procedere alla votazione di quattro ordini del giorno presentati, di sospendere il punto e passare all'esame dei punti 5) e 6) all'o.d.g. in materia di pari opportunità. Materia che mi pare oggetto di una condivisione trasversale visti i firmatari, in modo di dar tempo, chi più si è impegnato sulla vicenda del nucleare, di arrivare ad una forma di mediazione che permetta ad un'approvazione più condivisa di un testo.
Possiamo procedere in tal senso? Possiamo tentare una riscrittura per trovare un consenso? Se non si trova concordiamo sul dar farsi se votare oggi o se rinviare in un'altra seduta.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame disegno di legge n. 223 "Modifiche all'articolo 3 della legge regionale 12 novembre 1986, n. 46 (Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna)"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g., inerente al disegno di legge n. 223.
La parola alla relatrice, Consigliera Valloggia.



VALLOGGIA Graziella, relatrice

Signor Presidente, Signori Consiglieri.
Il disegno di legge in esame si compone di un solo articolo che trova la sua ragione di essere in relazione al nuovo Statuto regionale, il quale prevede, al comma 5 dell'articolo 50, che i componenti della Giunta regionale siano nominati anche al di fuori dei componenti dei Consigli regionali, e all'articolo 93 introduce la Commissione per le Pari Opportunità tra donne e uomini.
La legge istitutiva di tale Commissione prevede che facciano parte di diritto della Commissione stessa, in numero aggiuntivo ed a titolo consultivo, le Consigliere regionali in carica. Pertanto, si tratta semplicemente di integrare la composizione di tale organismo di parità con gli Assessori donne della Giunta regionale, qualora non fossero Consigliere.
Voglio ricordare che la modifica della legge in oggetto è stata licenziata dal VIII Commissione con un consenso unanime. In proposito, mi preme sottolineare, poiché ritengo essere questo il valore aggiunto, il confronto costruttivo svolto in merito tra le Consigliere di minoranza e di maggioranza, che fa sicuramente ben sperare in un proficuo lavoro di collaborazione. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento sul punto, procediamo con la votazione. Visto il tenore della legge, essendo composta da un solo articolo, se l'Aula è d'accordo si può procedere ad un'unica approvazione sul corpo dell'intera legge, che avverrà per appello nominale.
Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 1 e sull'intero testo di legge, nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 111 "Modifica dello Statuto della Consulta delle Elette del Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) all'o.d.g., inerente all'esame della proposta di deliberazione n. 111.
La proposta di deliberazione viene data per illustrata; procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 111, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi energetici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Petizione popolare "Nucleare mai più di nessun tipo" (ed esame ordini del giorno n. 233, 234, 274 e 277 collegati) (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Torniamo ad esaminare il punto 3) all'o.d.g.: Petizione popolare "Nucleare mai più di nessun tipo".
In attesa della riscrittura degli ordini del giorno sull'energia nucleare, sospendiamo la seduta di Consiglio per 15 minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.27 riprende alle ore 18.50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Vi illustro il documento di mediazione. È un testo di ordine del giorno unificato tra l'ordine del giorno n. 233 presentato dalla Commissione e quello n. 277 presentato dal Consigliere Cavallera.
Per economicità, prendo a riferimento il testo del collega Cavallera che quindi vive nelle parole che seguono "premesso che"; "constatato che" vive tutto; "constato il perdurare" vive; "preso atto della preoccupazione espressa" vive; "rimarcato che gli interventi di trattamento e condizionamento" vive tutto; alla terza riga del paragrafo, dopo la parola "stoccaggio", va via la parola "permanenti" e rimane "in loco"; "constatato che ad oggi" vive tutto; "constato che ad oggi non si è ancora provveduto" vive; le parole "ritenuto non soddisfacente l'informazione fornita dalle autorità preposte anche alle luce" vengono soppresse e sostituite con "constatato inoltre che ad oggi non è ancora stata piena attuazione da parte delle Istituzioni a quanto è disposto", quindi il testo viene così emendato. Poi, "Richiamato l'orientamento della Regione" vive; "richiamata la risposta dell'Assessore" invece che "De Ruggero" viene scritto "dell'Assessore regionale all'ambiente". Prima di "tutto ciò premesso constatato, richiamato e rimarcato" c'é la frase A, presa dal testo n. 233 prima firma Consigliera Barassi, "preso atto dell'ordinanza del 13 dicembre 2005 del Commissario per l'emergenza nucleare Carlo Jean, che autorizza il deposito per le scorie di seconda categoria superando le norme della pianificazione territoriale vigente". Poi, "tutto ciò premesso, constatato rimarcato e richiamato, il Consiglio conferma" vive; e poi "sollecita il Governo" viene così riscritto: "sollecita il Governo nazionale a dare rapida attuazione delle leggi direttive sopraccitate, affinché la messa in sicurezza già avviata e la prevista disattivazione degli impianti piemontesi siano finalizzate all'immediata collocazione dei rifiuti radioattivi nei depositi" e segue poi invariato.
"Impegna la Giunta" rimane tutto uguale. Il secondo: "impegna la Giunta regionale a coinvolgere" rimane uguale; si inserisce un punto in cui è scritto "sottolinea la necessità di perseguire le vie ordinarie nel percorso della disattivazione da preferire all'ordinanza straordinaria".
L'ultimo capoverso "da mandato al Presidente del Consiglio regionale di trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente del Consiglio dei Ministri" vive.
Procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese del testo unificato degli ordini del giorno n.
233 e n. 277, il cui testo recita: Il Consiglio regionale premesso che l'articolo 1 del decreto-legge 14 novembre 2003, n. 314 (Disposizioni urgenti per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio, in condizioni di massima sicurezza, dei rifiuti radioattivi), convertito, con modificazioni dalla legge 24 dicembre 2003, n. 368 ('decreto Scanzano') prevede che 'la sistemazione in sicurezza dei rifiuti radioattivi (...), degli elementi di combustibile irraggiati e dei materiali nucleari (...) è effettuata presso il deposito nazionale, riservato ai soli rifiuti di III categoria' l'articolo 3 dello stesso decreto-legge prevede che 'il trattamento e il condizionamento dei rifiuti radioattivi' e la loro 'messa in sicurezza' siano finalizzati alla loro trasformazione in 'manufatti certificati pronti per essere trasferiti al deposito nazionale' sempre l'articolo 1 dello stesso decreto-legge prevede che il sito 'è individuato entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge (...) dal Commissario straordinari', e che trascorso tale termine di un anno 'l'individuazione definitiva del sito è adottata con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri' l'articolo 1 comma 100, della legge 23 agosto 2004, n. 239 (Riordino del settore energetico, nonché delega al governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia) - legge che integra ma non abroga il d.l. 314/2003 convertito dalla l. 368/2003 - prevede che anche "il sito per la sistemazione definitiva dei rifiuti di II categoria" deve essere individuato con le medesime procedure constatato che nei siti nucleari 'provvisori" del Piemonte (Saluggia, Trino e Bosco Marengo) si stanno realizzando, a cura della SOGIN S.p.A., gli interventi di trattamento e condizionamento dei rifiuti radioattivi anche ai sensi di specifiche ordinanze di protezione civile constatato il perdurare di una pregressa situazione di particolare rischio per il territorio del Piemonte, dovuta alla presenza di impianti e depositi nucleari: sia a causa della quantità di rifiuti radioattivi presenti, che per dichiarazioni rese dalla SOGIN e dal Commissario Delegato per la sicurezza dei materiali nucleari in audizioni e presso organi tecnici centrali costituiscono l'inventario radiologico più cospicuo d'Italia sia per la collocazione di tali rifiuti nei siti di Saluggia, Trino e Bosco Marengo, totalmente inidonei per ragioni di tipo idrogeologico o antropiche e, pur in presenza degli interventi di protezione fisica realizzati in forza alle ordinanze commissariali, comunque esposti a potenziali eventi bellici o terroristici preso atto della preoccupazione espressa dalle Associazioni ambientaliste e rappresentanti delle comunità locali interessate dagli insediamenti nucleari 'provvisori' rimarcato che gli interventi di trattamento e condizionamento in corso presso gli impianti di Saluggia, Trino e Bosco Marengo devono essere finalizzati - secondo quanto previsto dal decreto-legge 314/2003 convertito dalla legge 368/2003 - non allo stoccaggio in loco, bensì al trasferimento dei manufatti al deposito nazionale constatato che ad oggi oltre agli interventi di messa in sicurezza sopra indicati, non è stata data alcuna attuazione, da parte del Governo, al decreto-legge 314/2003 convertito dalla l. 368/2003 ('decreto Scanzano') e alla l. 239/2004 circa l'individuazione del sito nazionale definitivo per il deposito dei rifiuti di III categoria e di quello per il deposito di quelli di II categoria constatato che ad oggi non si è ancora provveduto, da parte del Governo alla erogazione delle 'misure di compensazione territoriale stabilite, fino al definitivo smantellamento degli impianti, a favore dei siti che ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare, ...
assegnate annualmente con deliberazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica', in base all'articolo 4 dello stesso d.l.
314/2003, convertito dalla l. 368/2003 constatato inoltre che ad oggi non è ancora stata data piena attuazione, da parte delle istituzioni a quanto disposto dalla direttiva n. 618 che il Consiglio delle Comunità Europee ha adottato in data 27 novembre 1989, la quale prevede che alla popolazione 'che rischia di essere interessata dall'emergenza radioattiva' siano fornite, preventivamente e senza che debbano essere richieste, tutte le informazioni riguardanti 'le misure di protezione sanitaria ad essa applicabili, nonché sul comportamento che deve adottare in caso di emergenza radioattiva' e che, nello specifico, non sono ancora state attuate le previsioni della sezione II 'Informazione della popolazione' di cui al decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230 (Attuazione delle direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 92/3/Euratom e 96/29/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti) e successive modificazioni in considerazione dell'attuale situazione di impianti non produttivi ed in previsione di disattivazione richiamato l'orientamento della Regione in merito all'energia nucleare espresso negli 'indirizzi generali' del Piano Energetico Ambientale Regionale, approvato dal Consiglio Regionale il 3 febbraio 2004, nei seguenti termini: 'abbandono delle tecnologie nucleari per uso energetico, con garanzia della sicurezza negli impianti nucleari piemontesi per le attività residuali di stoccaggio dei rifiuti radioattivi, nonché nelle attività di dismissione, sollecitando appropriate soluzioni complessive a livello nazionale per lo stoccaggio centralizzato dei rifiuti radioattivi' richiamata la risposta dell'Assessore regionale all'ambiente all'interrogazione n. 151/2005 dei Consiglieri Moriconi, Bossuto, Clement Dalmasso, Deambrogio inerente a 'verifica della opportunità di realizzare nuovi depositi di scorie radioattive presso il centro nucleare di Saluggia'), in cui si afferma che 'sul problema del deposito nazionale([...) la Regione avrà cura di promuovere la richiesta di un dibattito presso la Conferenza dei Presidenti delle Regioni con tutte le altre Regioni e di un incontro di chiarimento con il Governo' preso atto dell'ordinanza del 13 dicembre 2005 del Commissario per l'emergenza nucleare Carlo Jean, che autorizza il deposito per le scorie di II categoria superando le norme della pianificazione territoriale vigente tutto ciò premesso, constatato, rimarcato e richiamato conferma l'orientamento della Regione in merito all'energia nucleare, così come espresso negli "indirizzi generali" del Piano Energetico Ambientale Regionale approvato con DCR n. 351-3642 del 3 febbraio 2004 sollecita il Governo nazionale a dare rapida attuazione alle leggi e direttive sopra citate, affinché la messa in sicurezza già avviata e la prevista disattivazione degli impianti piemontesi siano finalizzate all'immediata collocazione dei rifiuti radioattivi nel 'deposito' nazionale al fine di diminuire il rischio che la popolazione sarebbe costretta ancora a subire a causa della loro mancata attuazione impegna la Giunta regionale e la Presidente anche attraverso la Conferenza dei Presidenti e la Conferenza Stato Regioni, ad individuare ogni opportuna ed urgente iniziativa di pressione sul Governo nazionale volta a raggiungere l'obiettivo sopra citato impegna la Giunta regionale a coinvolgere maggiormente e formalmente sia le Province ed i Comuni direttamente interessati dalla presenza di siti nucleari ed i Comuni immediatamente confinanti, in relazione alla finalizzazione delle misure di compensazione sopra citate e ad una corretta valutazione ambientale ed epidemiologica sottolinea la necessità di perseguire le vie ordinarie nel percorso della disattivazione, da preferire alle ordinanze straordinarie dà mandato al Presidente del Consiglio Regionale di trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell'Interno al Ministro per l'Ambiente, al Ministro per le Attività produttive e al Ministro della Salute".
Il Consiglio approva.
Passiamo all'ordine del giorno n.234, presentato dalla Commissione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Appello finale: vogliamo rimeditarlo in Commissione questo ordine del giorno? Mentre l'altro ordine del giorno era urgente perché attiene alle vicende quotidiane della gestione e della disattivazione, questo è di impostazione e di carattere generale . Credo, quindi, anche sulla base del dibattito svolto in Aula, che si potrebbe rifare una discussione utile in Commissione, anche se magari non sfocerà in un ordine del giorno unitario.
chiaro che noi comunque voteremo contro.



PRESIDENTE

stata fatta una richiesta dal Consigliere Cavallera. Se non ci sono osservazioni al riguardo, possiamo procedere alla votazione dell'ordine del giorno n. 234.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 234, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale preso atto delle problematiche sollevate da numerosi cittadini firmatari di una apposita petizione al Consiglio Regionale unitamente alle Associazioni ambientaliste a proposito degli impianti e dei centri di ricerca che operano in campo nucleare nel territorio della Regione Piemonte, nonché di una proposta per realizzare, nel territorio del Comune di Rondissone l'impianto Ignitor di sperimentazione dell'energia nucleare da fusione premesso che l'articolo 117 della Costituzione prevede che le Regioni esercitino una propria potestà legislativa concorrente in materia di ricerca scientifica e tecnologica il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230 ("Attuazione delle direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 92/3 Euratom e 96/29/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti") e successive modificazioni assegna specifiche competenze alle Regioni, e che, in ogni caso, è compito della Regione assicurare la tutela della popolazione e dell'ambiente dai rischi derivanti dall'impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti la legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) all'articolo 27, comma 7, prevede l'istituzione di fasce di rispetto attorno agli edifici industriali ed ai depositi di materiali insalubri e pericolosi il decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152 prevede, all'articolo 44 che le Regioni si dotino di strumenti finalizzati al raggiungimento di elevati obiettivi di qualità dei corpi idrici e più in generale alla protezione dell'intero sistema idrico superficiale e sotterraneo, e che la Giunta regionale dovrà presentare il Piano di Tutela delle Acque (PTA), per l'approvazione da parte del Consiglio Regionale vista la DCR n. 351-3642 del 3 febbraio 2004, con la quale è stata approvato il Piano Energetico Ambientale Regionale conferma l'orientamento della Regione in merito all'energia nucleare, così come espresso negli 'indirizzi generali' del Piano Energetico Ambientale Regionale che prevedono 'l'abbandono delle tecnologie nucleari per uso energetico' valuta che la localizzazione a Rondissone dell'impianto Ignitor di sperimentazione dell'energia nucleare da fusione non sia appropriata rispetto alla vulnerabilità dell'area e alle numerose criticità ambientali già presenti impegna la Presidente, la Giunta regionale, il Presidente del Consiglio e il Consiglio stesso a predisporre un Piano Territoriale per la Ricerca, con opportuni criteri di esclusione e di penalizzazione nei confronti di quelle attività che, pur se classificabili come attinenti alla ricerca, sono caratterizzate da elevati rischi ambientali, e criteri di attrazione per altre che, invece sono collettivamente ritenute appropriate per una certa area impegna la Giunta regionale a predisporre al più presto un disegno di legge riguardante la protezione dalle esposizioni a radiazioni ionizzanti, nell'ambito del quale siano previste: la pubblicizzazione dei Piani di Emergenza nucleare, d'intesa con i Prefetti la tutela delle falde ad uso potabile e della qualità dell'aria dall'inquinamento radioattivo ordinario e in caso di emergenze l'istituzione di un 'Osservatorio dei Cittadini sul nucleare' che possa proporre e verificare le analisi epidemiologiche, la prevenzione, i controlli ambientali ed ogni nuovo progetto, anche promuovendo indagini mirate con il coinvolgimento degli Atenei piemontesi le modalità per il coinvolgimento dei Comuni confinanti con quelli sede di installazioni nucleari e delle relative Province la tutela sanitaria e la prevenzione specifica per gli ex-lavoratori dei centri nucleari impegna la Giunta regionale ed il Consiglio regionale ad inserire nel Piano di Tutela delle Acque adeguate misure di prevenzione e di tutela delle falde, dei fiumi e delle zone umide nei confronti dell'inquinamento radioattivo, limitando opportunamente anche gli scarichi radioattivi ordinari in funzione della vulnerabilità dell'area interessata d'intesa con l'Autorità di controllo centrale a promuovere una indagine sulla sostenibilità energetica ed ambientale dell'intero ciclo di vita del nucleare ad integrare le norme urbanistiche in modo da prevedere che le fasce di rispetto inedificabili attorno ai siti nucleari debbano essere obbligatoriamente istituite ed avere una adeguata profondità".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione dell'ordine del giorno n.274, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che in Piemonte esistono attualmente tre siti in cui sono stoccate scorie radioattive: due, quello di Saluggia e quello di Trino Vercellese, sono collocati nella provincia di Vercelli, e uno, quello di Bosco Marengo nella provincia di Alessandria in detti siti è attualmente in corso l'intervento di trattamento e condizionamento dei rifiuti radioattivi l'articolo 1 del decreto-legge 14 novembre 2003 n. 314 (Disposizioni urgenti per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio, in condizioni di massima sicurezza, dei rifiuti radioattivi) convertito, con modificazioni dalla legge 24 dicembre 2003 n. 368 prevede che la sistemazione in sicurezza dei rifiuti radioattivi (...), degli elementi di combustibile irraggiati e dei materiali nucleari (...) è effettuata presso il deposito nazionale, riservato ai soli rifiuti di III categoria preso atto che non è ancora stata rilevata idonea sede per la collocazione del deposito unico nazionale per la sistemazione dei rifiuti di III categoria richiamato l'emendamento che la Lega Nord fece approvare nel 1999 in sede di Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti in base al quale il sito nazionale dove stoccare tutte le scorie non può essere realizzato in aree vicine a insediamenti pericolosi e dove fosse già stato compromesso l'equilibrio ambientale, emendamento grazie al quale la Regione Piemonte non può in alcun modo essere candidata a detto sito nazionale ritenuto che il tema del nucleare debba rappresentare una priorità dell'agenda politica, in una partita che va giocata all'interno dell'Europa, in considerazione anche del fatto che le altre nazioni, dalle quali siamo costretti a comperare l'energia con tutti i problemi emersi anche nelle ultime settimane, hanno costruito centrali nucleari poco oltre il confine, che distano appena cento chilometri dalle grandi città del nord preso atto delle legittime preoccupazioni degli abitanti delle aree interessate dagli insediamenti nucleari "provvisori", che chie dono la messa in sicurezza dei loro territori, che, oltre tutto, sono soggetti a rischio idrogeologico e in passato hanno subito anche alluvioni impegna la Giunta regionale e gli Assessori competenti ad attivarsi presso il governo affinché, in attesa dell'individuazione del deposito unico nazionale e in vista di una possibile ridiscussione della possibilità di utilizzare energia nucleare, si provveda a trasferire il materiale contenente scorie radioattive in nazioni, come la Germania, che effettuano lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, onde poter procedere alla messa in sicurezza dei siti nucleari provvisori di Saluggia, Trino e Bosco Marengo".
Il Consiglio non approva.
La Conferenza dei Capigruppo è convocata domani alle ore 14.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.59)



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