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Dettaglio seduta n.64 del 14/02/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 10.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Chieppa, Robotti e Vignale.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Passiamo alla fase di sindacato ispettivo. Non sono presenti in Aula gli Assessori interessati.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.08 riprende alle ore 10.23)


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interpellanza n. 317 dei Consiglieri Cavallera, Ferrero, Cotto e Manolino inerente a "Stato dei pagamenti degli indennizzi per i danni da siccità dell'estate 2003"

Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione n. 524 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale inerente a "Ancora ritardi nei risarcimenti dei danni per la siccità"

Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione n. 230 dei Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti Ghiglia inerente a "Gli agricoltori, ancora una volta, costretti a pagare i ritardi della burocrazia, bloccati i rimborsi del 2003 sulla siccità"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interpellanza n. 317, presentata dai Consiglieri Cavallera, Ferrero, Cotto e Manolino.
Risponde l'Assessore Taricco, che ha pertanto facoltà di intervenire.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

L'interrogazione è a firma dei Consiglieri Cavallera, Ferrero, Cotto e Manolino chiedeva sullo stato di attuazione del pagamento dei danni da siccità del 2003.
Su questo c'erano già state altre risposte ad interpellanze che avevano portato sostanzialmente alla fine dell'anno scorso all'autorizzazione da parte nazionale a poter avviare i pagamenti da parte di Finpiemonte.
Con nota del 10 novembre scorso abbiamo inviato a Finpiemonte l'autorizzazione a procedere nei pagamenti. Lo stato attuale di questi pagamenti è il seguente: per arrivare al 25% sostanzialmente sono già stati trasferiti 13 milioni e mezzo di euro per avviare i pagamenti. Ad oggi ci risulta che Finpiemonte ha già liquidato poco meno di 11 milioni di euro per la precisione 10 milioni 878 mila euro.
Sono in corso le ultime verifiche, perché i trasferimenti delle risorse erano stati fatti alle Province e alle Comunità montane sulla base di quello che era il fabbisogno preventivamente da questi segnalato, che poi è stato oggetto di verifica e di riscontro concreto nel merito. Per cui risultano alcune Comunità montane e alcune Province che hanno ricevuto avuto maggiori risorse di quelle che sarebbero spettate loro sulla base dell'effettiva valutazione a consuntivo. Per cui ci risulta in corso la procedura di restituzione da queste Province e Comunità montane che hanno ricevuto in più e questo dovrebbe permettere il completamento del pagamento.
Risultano ancora da trasferire, perché non ancora iscritti a bilancio 1 milione e 200 mila euro che dovrebbero essere imminenti, ma comunque abbiamo ancora alcune settimane di tempo perché devono ritornare indietro le risorse dai soggetti, quindi Province e Comunità montane, che hanno avuto maggiori trasferimenti, in quanto trasferiti sulla base di valutazioni preventive, che poi sono risultate inferiori a consuntivo, per poter completare il trasferimento complessivo.
Questa è la situazione relativa al pagamento dei danni siccità 2003 in questo momento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Devo dire, come sa l'Assessore Taricco, avendo passato il fine settimana in mezzo ai produttori di barbabietole, che abbiamo avuto modo di fare anche il punto dello stato dell'arte del pagamento dei danni della siccità 2003.
una vicenda molto dolorosa, perché ha creato una situazione deficitaria nei bilanci di molte aziende. A volte noi abbiamo anche un'immagine di determinati tipi di agricoltura che non corrisponde esattamente a quella che è la realtà dei fatti.
Per una serie di cause concomitanti, tra cui la goccia che ha fatto traboccare il vaso è la calamità della siccità del 2003, abbiamo tantissime aziende agricole, soprattutto di pianura, che hanno situazioni di esposizioni bancarie notevoli.
Quindi, questo è veramente un grido di dolore che si leva da queste aziende in una situazione già molto difficile e se dovesse chiudere lo zuccherificio, non saprebbero più cosa fare. Ci sarebbero dei "fallimenti" nel senso che fallisce proprio la funzione produttiva dell'azienda che aveva compiuto certe scelte produttive ed aziendali.
Per quanto riguarda la siccità, si puntava e si punta ancora ad avere almeno il 40% del danno; questo è l'obiettivo cui si pensava. Si è pensato questo in un dialogo che era iniziato con la precedente Giunta, ora credo che continui ancora con l'attuale Assessore proprio per arrivare a raggiungere questo obiettivo.
Il fatto di pulire il fondo del barile, con tutte le economie e con tutti i fondi sopravvenienti è positivo perché dà una mano a raggiungere quest'obiettivo. Però, mentre mi dichiaro soddisfatto per la risposta per quanto riguarda i finanziamenti già conosciuti, credo che dobbiamo essere tutti insoddisfatti perché non abbiamo ancora raggiunto l'obiettivo del 40 medio, poi si potrà vedere dove si andrà a finire.
Quindi, dovremo fare uno sforzo quando andremo alla quadratura finale del bilancio per avere uno stanziamento integrativo. Ovviamente mi prenoto già per presentare un emendamento che mi auguro trovi la disponibilità di tanti colleghi e anche della Giunta per andare in questa direzione.
Parliamo di un 40% del danno accertato e voi sapete che il danno accertato di per sé è già inferiore al danno lamentato dall'azienda, perch ci sono dei parametri già restrittivi ed è giusto che sia così, ci sono delle franchigie.Quindi, c'è una situazione per cui per arrivare al danno accertato si ha già una decurtazione reale. In più parliamo del 40% e credo che sia proprio il minimo. Peraltro, essendo in una situazione di passaggio al nuovo regime degli aiuti per calamità della nuova legge n. 102, che è basata sostanzialmente sull'assicurazione, credo che sia interesse proprio dell'amministrazione chiudere bene il passato, nel senso che ci buttiamo sul nuovo regime senza avere delle pendenze, così siamo anche più credibili. Quindi, non ne faccio neanche tanto una questione su chi arriva prima, perché non è quello il problema, e tanto lo sanno che vi sono delle parti sensibili all'agricoltura un po' in tutti gli schieramenti.
Faccio appello all'Assessore, che è il primo preposto alla materia, ma un po' a tutti perché si trovi una soluzione in sede di bilancio.
Quest'ulteriore interpellanza serve proprio per tenere desto il problema nella speranza che in quella sede si possa andare a trovare un'ipotesi di soluzione soddisfacente.



PRESIDENTE

Sullo stesso tema pendevano l'interrogazione n. 230, a firma del Consigliere Vignale ed altri, e l'interrogazione n. 524, a firma del Consigliere Botta ed altri.
Le risposte s'intendono quindi assorbite dalla risposta data dall'Assessore Taricco sull'interpellanza n. 317.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interpellanza n. 402 del Consigliere Cavallera inerente a "Evento calamitoso agosto 2002 - stato dei pagamenti dei contributi ai soggetti danneggiati"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 402, cui risponde l'Assessore Taricco, che ha pertanto facoltà di intervenire.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

L'interpellanza faceva riferimento all'evento calamitoso di una tromba d'aria verificatasi nel 2002 in Bassa Valle Scrivia.
Con riferimento a quell'evento (tromba d'aria) e ai danni riscontrati si precisa che, a seguito dell'accantonamento disposto a favore della Direzione territorio rurale, il 21 novembre 2005, è stato possibile trasferire le risorse a Finpiemonte. In sostanza, sono state trasferite le somme a suo tempo trasferiteci dal Fondo nazionale per gli eventi calamitosi.
Relativamente a quegli eventi, sono stati trasferiti a Finpiemonte complessivamente 28 milioni di euro e sono stati praticamente gestiti parte dalla Direzione 13 (4,8 milioni di euro) e parte dalla Direzione 14 (4 milioni di euro).
Dalle informazione che ci sono pervenute da parte di Finpiemonte dovrebbe essere messa in pagamento fra pochissimi giorni la liquidazione relativa a quest'evento calamitoso. Il trasferimento è stato fatto, tutto è pronto; Finpiemonte ha ancora fatto le sue verifiche nei giorni scorsi per sapere a che punto è la situazione e ci riferisce di essere in procinto di avviare la liquidazione dei danni.



PRESIDENTE

La parola all'interpellante, Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Siamo sempre in zona, nel senso che siamo fermi a Castelnuovo Scrivia: si vede che è una zona molto bersagliata da eventi di tipo meteorologico e anche di tipo economico-produttivo.
Comunque, devo ricordare che emergono due profili: uno - ma indubbiamente non è colpa della Giunta regionale - è quello che il sistema è il vecchio sistema del pagamento a danni avvenuti, anziché quello assicurativo, un sistema che provoca dei ritardi, tant'è che siamo nel 2006 e parliamo del 2002. Lo dico io, che conosco bene la situazione: gli eventi più pesanti assorbono le risorse e quelli sempre gravi per coloro che li subiscono localmente, ma meno generalizzati, rischiano di stare un po' fermi al palo, perché non c'è un'evasione graduale. Sappiamo che, dopo la siccità del 2003, c'era stata una presa di posizione eclatante anche da parte delle organizzazioni e tutte le risorse sono andate verso quella direzione. Adesso, per fortuna, ci sono state delle ripartizioni residue da parte del Ministero con le Regioni e la Regione ha dato altri 28 milioni di euro alla Finpiemonte (penso che lì si tratti di 1 o 2 milioni di euro).
Per quanto riguarda Castelnuovo, la cosa era gravissima per i danneggiati perché gli ha sconvolto tutto, però non credo che sia molto.
Questo è un dato da considerare. L'Assessore aveva già detto (forse in una sede di Commissione) che voleva rivedere un po' le procedure.
Personalmente credo che sia veramente il caso, perché bisognerebbe lavorare nei termini fissi, anche per essere ossequiosi all'antico detto "pochi maledetti e subito" per quanto riguarda la risorsa. Tra l'altro, dopo due o tre anni, mi sembra che l'Unione Europea considera (lo dico da ex Assessore alla protezione civile) che le corresponsioni non hanno più un valore risarcitorio, ma diventano addirittura degli aiuti di Stato aggiuntivi e quindi, a questo punto, cadrebbero sotto un altro regime autorizzatorio.
Di conseguenza, sotto questo profilo bisogna creare un sistema migliore. Per fortuna, le erogazioni diminuiscono, perché la parte ordinaria dovrebbe essere coperta da assicurazione; la parte compensativa qualora rimanga in piedi per quelle casistiche, si può organizzare in modo più snello.
Un'altra considerazione, che credo sia in termini d'equità, è quella di garantire l'equo trattamento da parte di tutte le Province. Prima avevamo una Direzione regionale che aveva dei servizi decentrati sul territorio e allora eravamo sicuri che le disposizioni fossero applicate in modo omogeneo; adesso credo non sia sempre così: sostanzialmente lo è, ma non nel dettaglio, in quanto una volta assegnata la risorsa, la Provincia fa delle ripartizioni interne.
Al riguardo, sarebbe interessante far monitorare dall'Osservatorio regionale anche la liquidazione finale, cosa che adesso potrebbe essere facilitata dal fatto che è Finpiemonte che paga. La Regione dà le risorse a disposizione di Finpiemonte; le Province, come ente liquidatore, mandano le liste di pagamento e, a quel punto, Finpiemonte paga. Ecco, sarebbe interessante avere un monitoraggio finale, in modo da sapere esattamente, a fronte del danno accertato, quant'è la percentuale.
Se, ad esempio, sosteniamo che ci orientiamo su un 40% del danno potremmo vedere quello che il sistema può assicurare a fronte di eventi e potremmo fare anche un confronto con le Organizzazioni agricole per avere un sistema equo sul territorio. Anche perché in questo caso, se veramente ci fossero delle disomogeneità, non sarebbero assolutamente giustificabili.
Ad ogni modo, è comunque positivo che un qualche cosa che si era aperto qualche anno fa finalmente possa andare alla conclusione, soprattutto se pensiamo agli agricoltori che sono interessati dalle stesse cose dello zuccherificio. Tra l'altro, so che oggi c'è un ulteriore incontro - vero Assessore? - a Roma per quanto riguarda lo zuccherificio. Auguriamoci che nel pomeriggio giungano notizie positive, perché mi sembra che oggi lì riprendano la mobilitazione sul territorio e c'è una notevole attesa Grazie.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Interrogazione n. 515 del Consigliere Monteggia inerente a "Hotel Victoria di Meina"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Conti per la risposta all'interrogazione n.
515, presentata dal Consigliere Monteggia, inerente a "Hotel Victoria di Meina".



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

Questa risposta ha una certa articolazione, perché è un caso abbastanza significativo che ci ha coinvolti (anche personalmente).
L'interrogazione chiede chiarimenti in merito alla futura destinazione dell'Hotel Victoria, a seguito dell'approvazione da parte regionale della Variante al Piano Regolatore, nonché quali iniziative la Regione intenda adottare per evitare che la nuova struttura in progetto non impatti negativamente sul paesaggio lacustre.
Nel merito, evidenzierei quanto segue. Anzitutto, la variante strutturale al Piano Regolatore è stata approvata con delibera di Giunta regionale in data 5 dicembre 2005. Con detta approvazione, la Giunta ha autorizzato il cambio di destinazione d'uso del nuovo manufatto proposto dall'Amministrazione comunale. Infatti, sull'area oggetto della variante il Piano Regolatore vigente già consentiva l'intervento di demolizione e ricostruzione del fabbricato esistente, con alcune limitazioni, quali il mantenimento della destinazione alberghiera e una sensibile riduzione dei parametri edilizi (mi riferisco alla volumetria, all'altezza ecc.).
In virtù delle motivazioni espresse da parte comunale sulla difficoltà di realizzare una nuova struttura alberghiera, che per la sua collocazione non poteva essere proposta secondo gli usuali standard progettuali, la Giunta ha ritenuto di assentire alla realizzazione di un nuovo fabbricato a destinazione residenziale.
Con l'approvazione della Variante sono state introdotte nelle norme di attuazione alcune modifiche ex officio, finalizzate a tenere conto dei pareri espressi dal Settore regionale Gestione Beni Ambientali, cui competerà - come vi dirò anche in seguito - il rilascio dell'autorizzazione sul progetto edilizio, e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Si tratta di pareri propositivi, sostanzialmente indirizzati a mitigare gli impatti determinati dalla nuova costruzione del fabbricato, al fine di ottenere una corretta percezione visiva nei confronti dell'intero comparto e del contesto circostante, sia lacustre che retrostante.
In merito alle cautele da adottare nella trasformazione del luogo vengono di seguito riportate le prescrizioni più significative, che dovranno essere rispettate in sede progettuale.
Innanzitutto l'intervento è subordinato alla redazione di uno strumento urbanistico esecutivo. Detto strumento dovrà prevedere il mantenimento del verde e delle alberature esistenti sull'area in questione e la riqualificazione dell'intero ambito costruito dal sistema giardini e piazza. Dovrà, inoltre, salvaguardare - nell'area demaniale posta tra il lago e il fronte del nuovo corpo edilizio - la vegetazione arborea esistente, integrandola possibilmente con alberi ad alto fusto tipici del luogo, con funzione di compensazione e filtro visivo rispetto al nuovo manufatto edilizio.
Il nuovo fabbricato dovrà avere l'altezza massima di metri 12,50, cioè sensibilmente inferiore ai metri 18,50 proposti per il corpo di fabbrica prospiciente il lago. Questa riduzione, peraltro, auspicata anche dal Ministero, che nella sua nota pone l'accento sulla necessità di mantenere un limite di altezza che sia coerente e riscontrabile sui fabbricati circostanti l'area d'intervento, consente comunque di proporre soluzioni progettuali interessanti, che possano essere percepite come non invasive rispetto ai fabbricati e al contesto. A tal fine, è stata resa meno rigida l'obbligatorietà dell'uso dei "pilotis" a piano terra, così da lasciare ampio spazio alla stesura del progetto edilizio.
Infine, vengono fatte salve le prescrizioni di carattere geologico e idrogeologico vigenti sull'ambito, comportanti il divieto di realizzare piani abitabili, spazi pertinenziali e autorimesse al di sotto della quota di metri due sul livello del mare, nonché le disposizioni dell'articolo 18 comma 7 delle Norme di Attuazione del Piano di Assetto Idrogeologico.
Concluderei ricordando che l'ambito d'intervento in oggetto è ricompreso all'interno della fascia lacustre, normata dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ai densi dell'articolo 82 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 616/77, secondo cui compete alla Regione l'autorizzazione della realizzazione paesaggistica relativa alla trasformazione dello stato dei luoghi e al progetto edilizio del nuovo fabbricato e di assetto dell'area di pertinenza.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Monteggia.



MONTEGGIA Stefano

La risposta dell'Assessore mi da modo di capire che c'è un certo blocco di quello che doveva essere una situazione precedente, che portava una località come il lungo lago di Meina, (parliamo per l'appunto del lungo lago di Meina), che ha sempre sofferto di non avere un lungo lago. Se noi andiamo sul lungo lago e guardiamo tutte le cittadine che ci sono, da Arona, Arese, Belgirate, Stresa e Baveno tutte hanno un lungo lago, mentre l'unica che è rimasta tagliata fuori, per scelte chiaramente che non competono questa Regione, ma per scelte precedenti, che hanno messo in discussione questo lungo lago perché sono state costruite ville e case a bordo lago, per cui si è sempre sofferto di questo problema.
chiaro che quest'albergo deve essere demolito e che questa situazione deve essere risolta. Ricordiamo che questo è il famoso albergo dell'eccidio degli ebrei, ed è anche un po' lugubre per quel che riguarda la cittadina non perché ci sia stato altro ma proprio perché questo è un albergo decadente, che non mette più in sicurezza né i cittadini che stanno in quella zona, né per chi ci passa in macchina, perché è una strada molto stretta, per cui è una situazione che deve essere risolta.
Si stava portando avanti una situazione di speculazione edilizia quando il proprietario aveva acquistato quest'albergo, ne aveva acquistato un altro adiacente per cui chiudeva in mezzo tutto il lungo lago e non permetteva di potere andare avanti sull'abbattimento e sulle nuove costruzioni. Per cui la mia preoccupazione era di salvaguardare quel poco che era rimasto di lungo lago a Meina e soprattutto di non far costruire quei famosi garage che dovevano essere costruiti sul luogo di esondazione del lago, perché i garage venivano fatti in pratica vicino a quello che era una volta la Darsena che portava all'interno di questo albergo. Se fossero stati costruiti i garage sotto la costruzione, il pericolo di inondazione non era reale ma realissimo, perché era proprio sotto il livello del lago che al momento è basso, ma in tempi normali il lago supera quella zona in cui si volevano costruire quei garage. Sicuramente facendo un sacco di paratie, e qualunque altra cosa, non si sarebbe risolta la situazione, ma si sarebbe messo in pericolo chi avrebbe messo la macchina in quella zona.
un peccato che non ci sia una destinazione alberghiera, perché la destinazione alberghiera avrebbe dato un impulso anche turistico su quella parte che oggi soffre anche di una non situazione alberghiera, perch chiuso il Verbano, e il Belsite, non esiste più nessuna situazione turistica, nessun ristorante vicino al lago.
Assessore, le chiederei di vigilare su questa situazione, perché è una situazione importante per quel paese, in quanto nel primo progetto che aveva fatto Gaulendi, c'era una cementificazione paurosa in tutta la zona con una muratura che scendeva e che sembrava più un fortino e non una situazione che potesse realmente portare un impulso al turismo in quella zona in cui non esiste, in effetti, una possibilità di, quanto meno passeggiare. Io chiederei di insistere su quelle che sono le prescrizioni che sono state fatte e se chi ha acquistato quella parte, non vorrà costruire perché vorrebbe fare garage ecc. può venderla come ha già fatto vendendo l'altra parte, perché ci guadagnerebbe sempre, anche perché il personaggio di cui stiamo parlando, ha sempre lavorato in speculazioni edilizia, mai per il bene della cittadina, che è una cittadina che merita quanto tutto il resto del Lago Maggiore.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Risposta scritta all'interpellanza n. 430 dei Consiglieri Botta, Casoni Ghiglia e Vignale inerente a "Dimissione dell'ex Piazza d'Armi di Alessandria e suo futuro utilizzo"


PRESIDENTE

L'Assessore Conti risponde all'interpellanza n. 430 dei Consiglieri Botta, Casoni, Ghiglia e Vignale.



(Il Presidente viene interrotto dal Consigliere Monteggia)



MONTEGGIA Stefano

Mi scusi, le volevo chiedere se potevo avere la risposta scritta.



PRESIDENTE

Sì, l'Assessore deposita anche la memoria scritta della sua risposta.
Quindi, se vuole, può chiedere agli Uffici: le verrà consegnata.
In accordo con gli interroganti, l'Assessore Conti fornisce risposta scritta all'interpellanza n. 430.


Argomento: Interventi fondiari

Interpellanza n. 339 dei Consiglieri Cavallera, Ghigo, Pichetto Fratin Cotto e Ferrero inerente a "Iniziative a favore delle aziende agricole piemontesi"


PRESIDENTE

La parola nuovamente all'Assessore Taricco, che risponde all'interpellanza n. 339.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

L'interpellanza dei Consiglieri Cavallera e altri, sostanzialmente poneva due questioni: una è il futuro delle misure agro-ambientali, l'altra è la questione connessa alla florescenza dorata. Per quanto concerne le misura agro-ambientali, il Consigliere Cavallera sa che le misure agro ambientali concludevano la loro scadenza naturale con la fine del 2005.
Negli ultimi mesi del 2005 era stata aperta una riflessione con le associazioni di categorie e con le organizzazioni di prodotti per valutare se modificare l'impianto che aveva accompagnato, dal 2000 al 2005, la gestione di tutte le misure agroambientali attraverso la misura F1 e F2.
Dopo una riflessione che aveva riguardato anche le implicazioni di tipo tecnico e informatico che una modificazione del quadro avrebbe comportato si è poi convenuto, tra la fine del 2005 e i primi giorni del 2006, di rinnovare con la stessa procedura e metodologia (il programma quinquennale era concluso) un'ulteriore domanda per un anno, ma reiterando l'impianto delle misure agroambientali esattamente come si erano portate avanti tra il 2000 e il 2005.
In questo intervallo le misure agroambientali continueranno, di fatto pur dovendo ripresentare la domanda (presentata in questi giorni) con la stessa metodologia, le stesse ricadute, gli stessi ritorni economici con cui sono state portate avanti dal 2000 al 2005.
già in corso la riflessione su come, nel nuovo quadro di programma di sviluppo rurale, andremmo a rimodulare le misure per il 2007 e il 2013.
Tuttavia questo sarà oggetto di confronto anche in Commissione in cui decideremo insieme come strutturare al meglio la gestione delle risorse che abbiamo da amministrare.
Circa la problematica inerente la flavescenza dorata sono due sostanzialmente le questioni in atto in questo momento, al di là della revisione delle misure concretamente da adottare su cui sta lavorando l'istituto fitopatologico (anche in collaborazione con le Province e i territori interessati dove si stanno ridefinendo tutte le regole e le modalità con cui si affronterà l'evento). Relativamente alle risorse che dovranno sostenere questa azione, in un primo tempo, era stata prevista una norma specifica di rifinanziamento finalizzata all'attuazione alla lotta alla flavescenza dorata di 10 milioni di euro (in base alla legge n. 388).
In un secondo tempo, nella finanziaria, è stato azzerato quello stanziamento finalizzato, ma è stato fatto un riferimento - per quello che concerne la lotta alla flavescenza dorata - a risorse per circa 21 milioni di euro ancora presenti in Agensud. A seguito di tale definizione, abbiamo subito preso contatto con il commissario di Agensud e dalle informazioni che abbiamo in questo momento tra il Ministero, il MIPAF e Agensud, risulta esserci una copertura per 10 milioni di euro finalizzata alla flavescenza dorata. Si stanno definendo le procedure in modo da rivalorizzare l'esperienza di gestione da parte del Ministero, attraverso la legge n.
388. I tecnici della Regione, i tecnici del Ministero e i tecnici di Agensud stanno lavorando di concerto per definire procedure che valorizzino il più possibile l'esperienza fatta nell'utilizzo della legge n. 388.
Nelle prossime settimane dovremmo conoscere le modificazioni al piano di lotta complessivo ipotizzato per l'anno in corso e, sul piano delle risorse, dovremmo avere la copertura finanziaria necessaria ad attuare compiutamente il piano di lotta alla flavescenza dorata.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Abbiamo presentato l'interpellanza in oggetto per richiamare l'attenzione sulle due questioni cui ha dato risposta l'Assessore.
Dapprima le misure agroambientali che hanno una notevole rilevanza nel piano di sviluppo rurale della Regione Piemonte, anche proseguendo l'applicazione del noto regolamento 2078.
Nella nostra regione c'è sempre stata una particolare attenzione peraltro riconosciuta anche da risultati analitici finali, ai residui di trattamenti all'interno della frutta e della verdura, così come anche nella filiera zootecnica e per tutte le altre coltivazioni che hanno una rilevanza dal punto di vista alimentare. Non ci potevano essere alternative ad una proroga per il 2006 di quanto era previsto fino al 2005, ritengo anch'io che dovremmo discutere a fondo come fare nel prossimo Piano di sviluppo rurale per quanto riguarda la sezione agroambientale - Piano di sviluppo rurale 2007-2013 - che sta un po' diventando come l'Araba Fenice: mettiamo nell'agenda di lavoro una serie di problemi, augurandoci che le risorse possano essere disponibili.
Per quanto riguarda la flavescenza credo si debba dare atto ai servizi fitosanitari della Regione che in questi anni si sono prodigati. Ahimè affermiamo che l'infezione, tutto sommato, sta dimostrando i suoi caratteri di endemicità, come molti esperti avevano preannunciato quando la questione è comparsa nel nostro paese (guarda caso, provenendo da est verso ovest).
Si faceva presente, ad esempio, che in Francia convivevano da tempo con questa fitopatia avendo trovato interventi e modalità sia di coltivazione sia di trattamento tale da poterla contenere in episodi accettabili.
Ovviamente, come tutte le infezioni che raggiungono un territorio indenne l'impatto è stato disastroso sia dal punto di vista del danno effettivo sia dal punto di vista dell'immagine e dello scoraggiamento che ha pervaso molti produttori vitivinicoli.
L'attenzione deve essere sempre massima nel comparto del vivaismo, che è poi la chiave di volta per reimpiantare impianti viticoli che diano le massime garanzie per il futuro. Nel nuovo Piano di sviluppo rurale, forse occorrerà prevedere non dico tanto la Misura U, quella prevista nel Piano di sviluppo rurale in scadenza, ma una modalità di intervento nei confronti sia delle epizoozie sia delle fitopatie di tipo complessivo che, nel periodo di validità del piano, possa essere articolato dalla Regione e dalle Province con bandi a seconda delle varie emergenze. Facendo tesoro del supporto tecnico che viene sia dai servizi regionali sia dal mondo universitario, perché la ricerca in questo settore - la sensibilità mi sembra ci sia - non è mai troppa.
Prendo atto, poi lo verificheremo, dell'affermazione dell'Assessore che, per quanto riguarda il Piano dell'anno in corso, le risorse dovrebbero esserci. Magari faremo una verifica, anche dialettica, se occorressero risorse nell'ambito di quella integrazione che l'agricoltura potrebbe avere, noi diciamo dovrebbe avere, auspicabilmente in sede di approvazione definitiva del bilancio. Questo è uno di quei temi che, se adeguatamente trattato con le risposte giuste e calibrate, può contribuire a sollevare un mondo agricolo che ha tante potenzialità, ma anche tantissimi problemi soprattutto in questo momento anche il settore vinicolo che ha punte di eccellenza, punte di grande riscontro positivo sui mercati, ma anche momenti di criticità e difficoltà non dovuti a problemi interni alla regione, ma di mercato a carattere generale.
Grazie per la risposta.


Argomento: Fondi sanitari - Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione n. 386 presentata dai Consiglieri Cotto, Ghigo, Cavallera e Ferrero, inerente a "Bozza criteri riparto FSR 2005/2006 (versione 11/10/05) indice di deprivazione sociale"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione n. 386, cui risponde l'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

La richiesta inerisce al calcolo dell'indice di deprivazione sociali: gli indicatori, l'anno di riferimento, quali Regioni hanno utilizzato questo indice per il riparto del Fondo Sanitario e quale effetto di variazione, rispetto al passato, può provocare, per ogni singola ASL l'applicazione di detto indice.
Dobbiamo ricordare, in primo luogo, le indicazioni della normativa nazionale. che prevede, con il decreto legislativo n. 502, il finanziamento delle ASL sulla base di una quota capitaria corretta in relazione alle caratteristiche della popolazione residente. I criteri sono: popolazione residente, frequenza dei consumi sanitari per età e per sesso, tassi di mortalità della popolazione, indicatori relativi a particolari situazioni territoriali ritenuti utili al fine di definire i bisogni sanitari ed indicatori epidemiologici territoriali.
La Regione Piemonte, a decorrere dal 2003, ha adottato la prima soluzione: la quota capitaria è quella che assicura l'erogazione territorialmente uniforme ed efficiente dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
La quota capitaria di riferimento viene confrontata con la spesa capitaria effettiva ai fini di individuare le azioni correttive che garantiscono un equilibrio territoriale dei servizi e delle prestazioni con l'utilizzo ottimale delle risorse disponibili.
Il finanziamento mediante la quota capitaria viene affiancato da quello mediante un fondo di riequilibrio, finalizzato a sostenere processi di organizzazione, ammodernamento, riconversioni produttive.
L'applicazione del criterio della quota richiede, in via preliminare l'articolazione delle risorse disponibili fra le varie funzioni e un sistema di determinazione delle differenze dei bisogni in ambito sub regionale, e, in sede di applicazione, l'analisi dell'impatto del sistema di allocazione delle risorse, in altre parole del differenziale esistente tra i livelli assistenziali attesi ed effettivi e il costo standard utilizzato nel finanziamento parametrato e il costo effettivo (di produzione e di acquisto delle prestazioni).
peraltro evidente che altri fattori incidono sulla variabilità dei bisogni e sono degni di valutazione. A titolo di esempio, la Regione Toscana attribuisce una parte delle risorse sulla base della popolazione residente pesata in relazione alle condizioni socio-ambientali del territorio, tra cui la dimensione dei Comuni, considerata come un determinate di un diverso bisogno sanitario.
Il tema dei criteri di riparto è da tempo all'attenzione della Commissione Sanità della Conferenza delle Regioni, in particolare in occasione del riparto annuale delle risorse disponibili (quest'anno avverrà l'8 e il 9 marzo), nonché delle Agenzie Sanitarie Regionali dell'Associazione Italiana di Epidemiologia, dell'Associazione Italiana di Economia Sanitaria, che hanno organizzato numerosi incontri su questo tema.
In particolare, l'utilizzo di indici socio-economici, tra cui quello di deprivazione, è stato proposto per l'allocazione delle risorse sia a livello nazionale sia a livello infraregionale.
Recentemente l'Agenzia Regionale Sanità della Toscana, in accordo con la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, ha creato un Tavolo di lavoro su questo tema, ponendo, come primo punto da analizzare l'introduzione nella formula allocativa di un indice di deprivazione sociale.
Già nella passata legislatura, la Giunta regionale aveva valutato l'opportunità di riconoscere in via sperimentale le situazioni di particolare concentrazione di disagio sociale, in particolare la deprivazione, che incidono sui livelli di assistenza sanitaria. Con la deliberazione del 2003 si è prevista l'effettuazione di un approfondimento per ogni singola realtà territoriale. Inoltre, la deliberazione del 03/08/2004 aveva previsto, tra i parametri utilizzati per il riparto delle somme disponibili ai fini di riequilibrio, gli indici di deprivazione sociale riferiti a ciascuna ASL. L'ARESS aveva anche organizzato uno specifico filone di ricerca che aveva portato all'organizzazione di un convegno sul tema "Deprivazione e quota capitaria ponderata: il concetto e le misure di deprivazione nei meccanismi di riparto del Fondo Sanitario".
In tale convegno si erano confrontati anche relatori provenienti dalla Gran Bretagna, nazione nella quale sono utilizzati da sempre gli indici di deprivazione sociale.
Sempre nella passata Legislatura, l'ARESS aveva proposto alla Direzione Programmazione una proposta di allocazione delle risorse basata su due innovazioni: una maggiore articolazione delle funzioni assistenziali prevedendo due nuove macro-funzioni (assistenza psichiatrica e assistenza per le dipendenze); un perfezionamento del sistema di pesatura della popolazione, in altre parole una formula allocativa nella quale le risorse stanziate per ciascun livello assistenziale sono ripartite tra le Aziende Sanitarie secondo il principio della popolazione pesata per fasce d'età ristrette (in modo da cogliere la maggior parte delle differenze in termini di consumi), correggendola con fattori di ponderazione di ordine socio economico (consumi non alimentari, distribuzione e indice di deprivazione).
In particolare, l'indice di deprivazione è utilizzato per le seguenti funzioni assistenziali: l'assistenza farmaceutica, specialistica ospedaliera, limitatamente a Torino...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, comprendo che è difficile stare in Aula, ma prego coloro che devono interloquire con altri colleghi di uscire, perch l'Assessore Valpreda e gli interroganti non sono fisicamente nella possibilità di sentire e fornire la risposta.
Prego i colleghi che intendono interloquire di allontanarsi dall'Aula.
Prosegua pure, Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Come dicevo, la proposta dell'ARESS utilizza l'indice di deprivazione per le seguenti funzioni assistenziali: assistenza farmaceutica specialistica, ospedaliera, limitatamente a Torino; assistenza psichiatrica e per le dipendenze, al fine di ponderare la popolazione bersaglio delle varie ASL (sopra i 18 anni). L'indice di deprivazione è stato calcolato in conformità a tre indicatori, che la ricerca ha individuato come significativi: la disoccupazione maschile, le persone che vivono sole e il sovraffollamento abitativo.
Un esempio dell'impatto della nuova formula allocativa può essere riferito alla spesa per l'assistenza farmaceutica. L'analisi delle percentuali evidenzia che in 17 casi su 22 la nuova formula allocativa si avvicina (o è ininfluente) rispetto alle precedenti.
Delle restanti cinque ASL, una è l'ASL 2 di Torino, che registra un riparto superiore al fabbisogno effettivo, peraltro compensato su scala comunale, dalla posizione di altre ASL. Due sono della cintura torinese ASL 7 e ASL 8 - con popolazione "giovane" rispetto alla media regionale. In tal caso, subentra la correzione legata al riconoscimento di una soglia minima di finanziamento in base alla popolazione non pesata.
Rimangono infine due sole ASL, la 13 e la 18, con andamenti diversi da quelli attesi che dovranno essere analizzati.
Nella risposta è fornita anche una tabella con le differenti percentuali di riparto per il 2004/2005 riferita alle percentuali di costo sostenuto dalle aziende nel 2005.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Prendiamo atto della risposta dell'Assessore Valpreda, di cui chiediamo copia perché è corredata da tabelline ed è molto articolata.
Devo dire che quest'interpellanza è stata predisposta dalla collega Cotto e sottoscritta anche da noi proprio perché voleva avviare una riflessione ed un approfondimento sugli indici presi in considerazione da parte dell'Assessorato e della Giunta regionale per l'assegnazione dei fondi alle ASL.
Naturalmente la risposta cade a fagiolo come tempi perché abbiamo le Commissioni convocate, quindi quando si entrerà nel merito indubbiamente sarà quella anche una sede, perché partendo dal documento che ci è consegnato si possa esprimere un giudizio di tipo complessivo.
Non posso non richiamare il famoso detto del pollo del Trilussa, dove in media si mangiava un pollo a testa, anche se adesso il Trilussa sarebbe un po' in crisi a causa dell'aviaria. Comunque, auspichiamo che il consumo di carne di pollo mantenga livelli alti perché, come ci ha ricordato sia il Ministro sia l'Assessore, non si corre alcun pericolo.
A questo proposito, abbiamo proprio presentato un'interrogazione per dare la possibilità all'Assessore - se lo volesse - anche in questa sede ed anche in tempo reale, di dare un'informazione sotto questo profilo. Noi l'abbiamo presentata proprio ieri in questo senso.
Tornando al merito, devo dire che è molto difficile da capire questa cosa e l'Assessore deve anche rendersi conto che soprattutto i Consiglieri che sono espressione dei territori più lontani dal capoluogo regionale, si mettono in allarme quando hanno di fronte degli indicatori di cui non si capisce bene l'esito e dove si vada a parare.
Infatti, se è vero com'è vero che c'è la concentrazione, determinati fenomeni sociali come i single o i disoccupati, è pur vero che ci sono condizioni sociali di "privazione" anche nel territorio decentrato, dove magari può contare l'indice di abitanti per chilometro quadrato, la densità ed altre cose, che sono ponderate. Però bisogna ragionare a fondo da un punto di vista socio-sanitario e statistico.
Noi abbiamo ovviamente grande attenzione al lavoro delle Commissioni ma vorremmo capire meglio e quindi riteniamo di avere iniziato in questa sede un confronto che non termina certamente con la risposta ad un'interrogazione o un'interpellanza, ma ci prenotiamo a dire ancora la nostra opinione nelle sedi opportune.
Ovviamente, ci sono dei colleghi del nostro Gruppo, come la collega Cotto, che hanno seguito più a fondo tutta questa partita e che senz'altro troveranno il modo di intervenire in questo dibattito, perché per noi è l'avvio di una riflessione e non il termine.
Siamo un po' rimasti sorpresi dal fatto che ci sia stato un cambio di orientamento da parte della Giunta, senza sentire la necessità di un passaggio preventivo in Commissione. Credo che proprio per la rilevanza della partita sanità, decisioni storiche o comunque cambiamenti di criteri di ripartizione di fondi devono essere illustrati in Commissione.
Devo dire che proprio quella funzione di sindacato ispettivo che è connaturato nel Consigliere regionale in modo particolare nel Consigliere di opposizione, da parte nostra verrà senz'altro intensificata, soprattutto in una materia che riguarda tutti i cittadini come quella dell'assistenza socio-sanitaria.
Ringrazio l'Assessore per l'articolata risposta.


Argomento: Veterinaria

Risposta scritta all'interrogazione n. 431 dei Consiglieri Ferrero e Pedrale inerente a "Legislazione sanitaria degli equini"


PRESIDENTE

Comunico che sarà data risposta scritta all'interrogazione n. 431 dei Consiglieri Ferrero e Pedrale.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione n. 468 del Consigliere Placido e n. 495 del Consigliere Ghiglia inerente a "Fondazione circuito teatrale del Piemonte"

Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione n. 495 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale inerente a "Fondazione circuito teatrale piemontese"


PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni n. 468 e n. 495, alle quali risponde l'Assessore Oliva, che ha pertanto facoltà di intervenire.



OLIVA Gianni, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Si tratta di una vicenda cui i giornali hanno dato un certo risalto, ed è una vicenda che risale ormai ad un paio di mesi fa.
Preliminarmente credo che si debba dire una cosa: a differenza di quanto è apparso in alcune dichiarazioni, non si può immaginare che l'operato dell'Assessore e della Giunta sia stato viziato da un pregiudizio di carattere ideologico o di appartenenza politica dei soggetti coinvolti.
Dico questo perché il Consiglio di Amministrazione del circuito teatrale era formato da sette persone, di cui quattro legate variamente alla Casa delle Libertà e tre legate all'Unione; un Presidente di Alleanza Nazionale ed un Vicepresidente legato al mio partito di appartenenza.
Quindi, devo dire che è stata un'operazione che ha coinvolto un Consiglio di Amministrazione in cui erano rappresentate tutte le forze politiche presenti in questo Consiglio.
La ragione di questo intervento è nato dal fatto che la fondazione del circuito, con delle responsabilità che ritengo fossero assolutamente condivise dal Consiglio di Amministrazione da un lato e dalla direzione artistico-organizzativa dall'altra, nel giro di pochi mesi, si è trasformata in uno strumento paralizzato da contrasti interni, che ha accumulato un altissimo passivo di bilancio, che è stato quantificato dall'attuale commissario in circa un milione di euro. Ha completamente evaso i limiti statutari, trasformando quello che era un circuito di distribuzione in un circuito di produzione.
In particolare, abbiamo trovato un'iniziativa chiamata "Le montagne del fare anima" che sta all'interno delle Olimpiadi della Cultura, finanziata con 300 mila euro dal mio predecessore, Assessore Leo, e dalla Provincia (credo ripartito al 50%), che si è trasformata in un progetto di un milione e 200 mila euro senza che nessuno (né gli uffici né la Provincia né il mio predecessore) abbia mai lasciato intendere che ci sarebbe stato un incremento dell'intervento di quelle dimensioni.
Abbiamo trovato degli stipendi francamente vergognosi per le realtà di un circuito del genere, perché un costo aziendale di 161 mila euro per il Direttore e di 109 mila euro per un Direttore organizzativo, che risultava presente nella Fondazione due giorni alla settimana, rappresenta cifre non compatibili con gli stipendi della Regione o, quanto meno, dei dipendenti regionali senza voler fare altri riferimenti.
Questo è lo stato di disorganizzazione totale e tralascio tutti quelli che sono i conflitti personali ed altre cose. Io sono stato informato di queste tensioni e di queste difficoltà all'inizio del mese di ottobre con accuse e contraccuse di errori, di interventi impropri dall'una e dall'altra parte.
Ho chiesto, come mi sembrava necessario e legittimo, una puntuale relazione ai revisori dei conti, che hanno evidenziato una situazione di grande difficoltà. Abbiamo cercato di mediare come si fa in queste situazioni, perché credo che sia interesse di tutti non usare la scure, ma usare una forma di mediazione tra gli interlocutori diversi. Tutto questo non è stato possibile, quindi si è arrivati alla soluzione che abbiamo adottato, cioè di commissariare la Fondazione in quanto la Regione è organo preposto alla sorveglianza sul funzionamento delle Fondazioni stesse e ha potere nei confronti del Consiglio di amministrazione, non nei confronti di coloro che dal Consiglio di amministrazione hanno avuto un incarico.
Per quanto riguarda poi le osservazioni particolari fatte dal Consigliere Ghiglia nella sua interrogazione, mi si chiede se è vero che abbia fatto parte di questa Commissione d'indagine nominata dalla Regione la signora Paschero, consulente in materia finanziaria della Presidenza.
vero. Eravamo nel periodo in cui si stava chiudendo il bilancio e quindi non era possibile coinvolgere in un'indagine impegnativa e da fare in tempi rapidi il personale della struttura, per cui è stata individuata lei per la parte amministrativa, affiancata ovviamente dal funzionario che si occupa di teatro, nella persona di Marco Chiriotti, e da un funzionario che è stato indicato dal collega Deorsola e dal Settore Avvocatura, l'avvocato Scisciot.
Il Consigliere Ghiglia chiede se corrisponde al vero che un versamento di 700.000,00 euro per attività ordinaria sia stato fatto soltanto a fine anno. È vero. Questo finanziamento è stato trovato attraverso l'assestamento di bilancio. Dal momento in cui l'assestamento è stato approvato al momento in cui sono stati erogati questi fondi è passato il tempo tecnico che ha fatto scattare tutta la fine dell'anno, ma sa bene il Consigliere Ghiglia quali sono i tempi tecnici per l'erogazione del denaro.
Posso però aggiungere che questi fondi per il finanziamento ordinario sono stati invece spesi dalla Fondazione per il pagamento dello straordinario cioè per il pagamento di quell'attività "Le montagne del fare anima" a detrimento dell'ordinario, che invece è stato erogato ai Comuni con difficoltà soltanto nel mese di gennaio, dopo gli interventi fatti dal Commissario.
Si chiede se corrisponde al vero che mi sia arrivata una lettera firmata da alcuni dipendenti della Fondazione. È vero, è arrivata più di una lettera, firmata da una parte di dipendenti della Fondazione che non erano, però, i dipendenti a tempo indeterminato. La Fondazione ha solo due persone a tempo indeterminato, più una terza persona che era invece firmataria di queste lettere, che è un funzionario della Provincia in comando presso la Fondazione (comando che mi pare scada alla fine di agosto 2006).
Mi si chiede se corrisponde al vero che abbia sentito definire "quattro mele marce" alcuni dipendenti da parte del Direttore. Non ricordo se la frase fosse esattamente questa, ma il senso è esattamente questo, per cui confermo di aver sentito fare queste considerazioni nei confronti di alcuni dipendenti.
Se corrisponde al vero che fossi stato già informato il 5 di ottobre.
Non ricordo se il 5 o il 6 di ottobre, ma appena sono stato informato di queste difficoltà abbiamo chiesto ai Revisori dei Conti una relazione. In seguito alla relazione dei Revisori dei Conti, alla difficoltà di trovare una mediazione di buon senso, c'è stata la Commissione d'indagine con tutto il risultato.
Infine, se corrisponde al vero che io abbia dichiarato al Direttore: "Se licenziate Bottino, io commissario l'Ente". Io ho dichiarato: "Licenziate Bottino e poi commissario l'Ente". Intendo dire che il commissariamento dell'Ente è stato da me correttamente annunciato al Consiglio di amministrazione sulla base dei dati che emergevano. Siccome il Consiglio di amministrazione aveva iniziato una procedura di licenziamento nei confronti del Direttore e aveva convocato un Consiglio di amministrazione per discutere del merito un mercoledì (non ricorso se il 12 o il 14 dicembre), ho detto loro: "Io non vi commissario prima, vi lascio finire la vostra procedura". Se l'avessi commissariato prima, certo ci si prestava ad un'interpretazione faziosa, e cioè: "Si commissaria per evitare che ci sia il procedimento di licenziamento". Invece ho spiegato esattamente il contrario: "Lasciamo che finisca il vostro iter disciplinare e poi, siccome l'iter disciplinare non ha nulla a che vedere con le gravi mancanze del Consiglio di amministrazione, procediamo nell'altro senso" perché resta mia ferma convinzione che le responsabilità di quella cattiva gestione fossero assolutamente condivise dalla Direzione e dal Consiglio di amministrazione. Tant'è che l'attuale Commissario, sulla base di tutte le verifiche fatte, sta valutando con l'Avvocatura la possibilità di procedere ad un licenziamento per giusta causa del Direttore, mentre il Direttore organizzativo ha già dato le sue dimissioni in data 31 gennaio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'interrogante, Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Intanto vorrei formalizzare una richiesta di audizione del Commissario della Fondazione del circuito teatrale regionale in Commissione, ovviamente accompagnato non solo dall'Assessore - che ringrazio per la risposta, anche se non sono soddisfatto e poi le spiego perché - ma anche da tutta la documentazione che è intercorsa in questi mesi, comprese le lettere dei veleni e tutte le segnalazioni. Ritengo opportuno approfondire in un'altra sede tutte le cose che ha detto l'Assessore Oliva oggi. Guardi, Assessore su una cosa non sono d'accordo: c'è stato invece, a mio avviso assolutamente pregiudizio ideologico. C'è stata, da parte vostra, una vera e propria epurazione politica del circuito teatrale regionale, perché non era assimilato alla vostra maggioranza, perché voi culturalmente indipendentemente dalla sua volontà (perché non è lei il capo di questa Amministrazione), siete i nemici delle culture altre: chi non sta con voi soprattutto in campo culturale, è un nemico da eliminare.
Lo avete sempre fatto, dove avete governato voi lo avete fatto sistematicamente; in Provincia, in Comune di Torino, appena arrivati in Regione non vi siete lasciati sfuggire la possibilità perché, quando si parla di cultura che non sia omologata, anche ai soliti giri legati agli amici di certe parrocchie, voi li pigliate e li cacciate, indipendentemente dai motivi che andate costruendo. È per questo che io voglio una Commissione, ma poi chiederemo magari una Commissione d'indagine regionale non la Commissione di Commissari politici che ha fatto lei, Assessore Oliva, perché voi avete messo su una Commissione d'indagine con un Commissario del popolo che la guidava e non è una cosa seria. Noi, che vogliamo le cose serie, chiederemo una Commissione d'indagine regionale fatti salvi tutti i risvolti anche eventualmente amministrativi e giudiziari che qualcuno vorrà intentare nei vostri confronti, secondo una ricostruzione assolutamente di parte di tutta questa vicenda, assolutamente a mio avviso - viziata da tutta una serie di incongruenze e soprattutto di cose non dette, perché lei ha portato la soluzione, cosa ha fatto per risolvere il problema, ma ovviamente non siamo scesi nel merito di tutto quello che c'è stato. Tra l'altro, appare singolare che - occorre dirlo occorre che si sappia - un Direttore, il Direttore amministrativo che era stato all'inizio segnalato da Forza Italia qualche mese fa, poi sia andato improvvisamente a cambiare bandiera e sia stato reclutato nelle file di Rifondazione Comunista, ottenendo la protezione di un partito di maggioranza. Guarda caso, mentre i Commissari del popolo cancellano il Consiglio di amministrazione, questo Direttore viene lasciato lì, con tutte le malefatte oggettivate non soltanto dalla relazione dei Revisori dei Conti, ma anche da quella della Commissione d'indagine, nonostante ci fossero i Commissari del popolo che tendevano a coprire le magagne di Bottino per esaltare, casomai, le magagne degli altri. Guarda caso, questo Direttore si dimette alcuni mesi dopo, precisamente il 31 gennaio, è ancora lì che lavora. Fino a ieri era ancora in ufficio, anche se non capisco come mai. Mi hanno detto che ha anche appeso al muro un quadro di Che Guevara.
Come tutti i convertiti diventa più realista del re. Presenter l'interrogazione sulla possibilità di esporre l'immagine di Che Guevara negli uffici pubblici. Dall'altra parte avrà avuto anche qualche simbolo dell'ex partito di appartenenza, magari anche di Silvio Berlusconi. Questo gli ha consentito di stare molti mesi in più autoassegnandosi uno stipendio vergognoso. Assessore, non ci sono altre spiegazioni vere. Se voi foste andati - come avete fatto - con l'accetta e il machete su tutte le situazioni, usando la stessa serietà, avremmo un mondo di decapitati per quel che riguarda tutte le fondazioni e quant'altro. Non so se formalizzarlo in questa sede o scrivere al Presidente della Commissione cultura, ma ribadisco che per me si è trattato di una pura e semplice normalizzazione dell'azione politica portata avanti in maniera mafiosa e indiscriminata. A questo punto, vorrei che questa Commissione organizzasse un'audizione del Commissario, dell'Assessore e di quelli che sono stati commissariati (mi sembra giusto, visto che le persone commissariate vengono messe in difficoltà perché vengono quasi colpevolizzate di chissà che), in maniera tale che si possa ricostruire esattamente la vicenda nei suoi contorni, perché altrimenti rimarrà un puro atto di violenza politica da parte di questa maggioranza.



PRESIDENTE

La parola all'altro interrogante, il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Avevo presentato l'interpellanza sull'istituzione della Fondazione Circuito Teatrale Piemontese, che avevamo costituito dalla scorsa legislatura con un ampio accordo. Questo fatto mi permette una riflessione che va al di là delle Fondazioni e che ci fa riflettere sull'utilizzo eccessivo delle stesse. In questo caso, penso si possa ribadire che non ha funzionato per le cose che ha detto l'Assessore. Un ulteriore riflessione va fatta rispetto a coloro che nominiamo nelle Fondazioni e negli enti.
Dobbiamo preoccuparci che vengano nominate persone non per motivi di appartenenza, ma che siano in grado di gestire e che sappiano cosa vuol dire gestire un ente e una società.
Non condivido quello che ha detto il Consigliere Ghiglia rispetto a questa presunta depurazione e normalizzazione che c'è stata. Mi scuso con l'Assessore Oliva.



PRESIDENTE

Assessore Oliva, per cortesia c'è una risposta in corso.



PLACIDO Roberto

Mi rivolgo direttamente al collega Ghiglia, così evita di dover andare a leggere gli atti riguardanti quello che dico, se non altro li sente in diretta.
Non c'è stata nessuna normalizzazione e depurazione, anzi, sono convinto che l'Assessore avrebbe fatto volentieri a meno di occuparsi della materia, come avremmo fatto volentieri a meno noi di occuparcene, se tutto avesse funzionato come ci auspicavamo dalla scorsa legislatura, quando decidemmo di costituire la Fondazione indicando un direttore normalmente segnalato da Enti locali, amministrazioni e altre realtà.
evidente che, a posteriori e a consuntivo, le cose che l'Assessore ha detto nel suo intervento pongono una serie di problemi sulla situazione della Fondazione. Se non lo avesse fatto l'Assessore, avremmo dovuto farlo noi. Mi rivolgo al collega Leo per chiedergli come mai ha detto che dobbiamo riflettere sulle Fondazioni. Abbiamo avuto dei problemi sulla Fondazione della Fotografia e sulla Fondazione Teatro. Dovremmo porci anche delle domande su chi nominiamo e sulla necessità di istituire Fondazioni.
Non sono contrario a priori alle fondazioni, ma forse c'è un eccesso di fondazionismo.
Concludo l'intervento. Condivido ciò che ha detto il collega Ghiglia: è necessario un supplemento di informazione nella Commissione competente con un ulteriore intervento dell'Assessore, con un intervento del cosiddetto professionista che si è reso disponibile, alias commissario del popolo. Da qualche anno a questa parte ho scoperto che ci sono in giro tanti commissari del popolo, milioni di comunisti e non ne sapevamo l'esistenza è una cosa che ci è sfuggita. Bisognerebbe capire, quindi, che va benissimo il passaggio in Commissione con il commissario, con il personale, con il direttore e con lo stesso Assessore.
Collega Ghiglia, noi abbiamo tutto l'interesse - non solo in questo caso, ma in assoluto - a fare chiarezza perché non abbiamo nessuno da difendere se non la corretta amministrazione. In questo condividiamo il passaggio. Su questo non ci possono essere equivoci. In Commissione ascolteremo volentieri quello che c'è da ascoltare e se manca qualche punto all'elenco fatto, siamo pronti ad aggiungerlo. L'interesse che abbiamo da difendere è quello della corretta amministrazione dell'ente Regione.


Argomento:

Iscrizione di nuovi punti all''o.d.g.

Argomento: Trasporti su ferro

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 261 inerente a "Realizzazione della tratta ad Alta velocità ferroviaria Torino-Lione" presentato dai Consiglieri Ghigo, Cavallera, Cotto, Ferrero, Pedrale, Cirio e Nastri

Argomento: Trasporti su ferro

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 262 inerente a "Criticità dell'autostrada A4 Torino-Milano", presentato dai Consiglieri Bizjak Ricca, Deambrogio, Barassi, Turigliatto, Valloggia, Travaglini, Reschigna Cattaneo, Rutallo e Comella

Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Iscrizione all'o.d.g. della proposta di legge n. 243 inerente a "Attuazione della legge 23 dicembre 2005, n. 266 - disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)"

Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 112 inerente a "Richiesta, ai sensi dell'articolo 138 - comma secondo - della Costituzione, di indizione di referendum popolare sulla legge costituzionale, approvata in seconda votazione dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica con la maggioranza di cui all'articolo 138 comma primo - della Costituzione medesima, recante 'Modifiche alla parte seconda della Costituzione'", pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 269 del 18 novembre 2005


PRESIDENTE

Terminiamo lo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze.
Passiamo all'ordine del giorno. È pervenuta la richiesta d'iscrizione di alcuni punti e in particolare da parte del Consigliere Ghigo, è pervenuta la richiesta di iscrivere l'ordine del giorno n. 261 Realizzazione della tratta ad Alta velocità ferroviaria Torino-Lione primo firmatario il Consigliere Ghigo - e da parte del Consigliere Bizjak dell'ordine del giorno n. 262 (consegnato in data odierna) inerente a "Criticità dell'autostrada A4 Torino - Milano" (L'assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

Viceversa è stata richiesta dall'Ufficio di Presidenza l'iscrizione in Aula della proposta di legge 243, su iniziativa del nostro Ufficio di Presidenza inerente alla "Attuazione della legge 23 dicembre 2005, n. 266 'disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)" Se non ci sono osservazioni la diamo per iscritta.



(L'assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

stata anche richiesta l'iscrizione della "Richiesta, ai sensi dell'articolo 138 - comma secondo - della Costituzione, di indizione di referendum popolare sulla legge costituzionale, approvata in seconda votazione dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica con la maggioranza di cui all'articolo 138 - comma primo - della Costituzione medesima, recante 'Modifiche alla parte seconda della Costituzione'" pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 269 del 18 novembre 2005



PRESIDENTE

Sono appena giunti emendamenti firmati dai Capigruppo del Consiglio Regionale. Se non ci sono osservazione la richiesta viene accolta.



(L'assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

La proposta di deliberazione è iscritta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per mozione d'ordine, il Consigliere Bizjak ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Volevo comunicare, essendo il primo firmatario, il ritiro dell'ordine del giorno n. 161 relativo al DURC calendarizzato nell'o.d.g. della seduta odierna. Fortunatamente, il problema che noi ponevamo all'attenzione dell'Aula sui certificati contributivi della durata di un mese, è stato risolto dal Senato. È già stata allungata la scadenza dei DURC da uno a tre mesi, quindi è inutile procedere in Aula alla discussione dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 161 iscritto al punto 14) dell'o.d.g. viene ritirato dai proponenti e conservato agli atti.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame proposta di legge n. 180 "Modifiche alla legge regionale 3 agosto 2004, n. 21 (Rapporti tra il Consiglio regionale e i Consiglieri cessati dal mandato)" (rinvio)


PRESIDENTE

Se il Consiglio è d'accordo rinviamo la trattazione della proposta di legge ad un'altra seduta di Consiglio in modo da poter convenire con tutti i Presidenti dei Gruppi sulla gestione della normativa e sugli emendamenti.
Ripeto, la ragione del rinvio nella successiva seduta della normativa sui Consiglieri cessati dal mandato, deriva dal fatto che alcuni Capigruppo hanno chiesto di poter esaminare gli emendamenti. La proposta è una legge di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza di concerto con tutti i Gruppi quindi mi pare opportuno arrivare in modo risolutivo ad un'approvazione rapida. Non è una legge estremamente urgente, ma è certo necessaria una larga condivisione per la seduta di martedì prossimo, fermo restando che se ciò non avvenisse l'Ufficio di Presidenza dovrà essere chiamato autonomamente a porre in essere le opportune iniziative per regolarizzare la materia.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente)


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame proposta di legge n. 243 "Attuazione della legge 23 dicembre 2005, n. 266 'disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)'"


PRESIDENTE

Se non ci sono osservazioni, propongo l'inversione dell'o.d.g. e metterei in discussione la proposta di legge n. 243 ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, inerente l'attuazione della legge finanziaria relativamente alla riduzione dei costi della politica.
Passiamo dunque all'esame della proposta di legge n. 243 "Attuazione della legge 23 dicembre 2005, n. 266 'disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)" La parola al relatore, il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto, relatore.

Grazie, Presidente.
Con la proposta di legge in esame si intende dare attuazione al dispositivo della legge finanziaria 2006 che prevede, tra l'altro, misure di contenimento della spesa pubblica a vario titolo sostenute.
In particolare è data attuazione all'articolo 1, comma 54, ove è previsto che per esigenze di coordinamento della finanza pubblica sono rideterminati in riduzione nella misura del 10%, rispetto all'ammontare risultante alla data del 30 settembre 2005, gli emolumenti dei Consiglieri regionali. La necessità di approvare una legge regionale su tale materia discende dall'applicazione del dettato dello Statuto della Regione Piemonte ove è ben precisato che le indennità dei Consiglieri sono stabilite con legge regionale.
La proposta di legge precisa inoltre, a puro titolo ricognitivo, che sono in ogni caso fatte salve le modalità di determinazione delle indennità di carica previste dalla legge regionale in materia e che in applicazione delle stesse leggi l'assegno vitalizio subirà una trattenuta annua a quella operata sulle indennità di carica.
La I° Commissione ha approvato all'unanimità la proposta di legge nella seduta del 10 febbraio 2006.
Se posso aggiungere qualcosa, da parte nostra c'è stata la volontà di accettare l'indicazione politica contenuta nella legge finanziaria del Governo, ma di ribadire la potestà legislativa del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Prego di integrare la relazione con l'illustrazione dell'emendamento presentato.



PLACIDO Roberto, relatore

Facendo seguito ad alcune segnalazioni ed indicazioni giunte, abbiamo provveduto presentare un emendamento all'articolo 1 comma 1 per cui dopo le parole "le indennità di carica dei Consiglieri regionali" sono aggiunte le parole "e dei componenti dell'esecutivo".
Questo emendamento per una maggiore chiarezza, più che per una necessità, e per una coerenza rispetto alla proposta di legge. I componenti l'esecutivo, con una serie di leggi regionali, sono equiparati ad un Consigliere regionale: per rendere tutto coerente e chiaro abbiamo provveduto a presentare questo emendamento.



PRESIDENTE

Non essendoci interventi, dichiaro chiuso il dibattito generale. L'esame prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Gariglio, Placido, e Spinosa: articolo 1, comma 1, dopo le parole "le indennità di carica dei consiglieri regionali" sono aggiunte le parole "e dei componenti dell'esecutivo".
Indìco la votazione palese sull'emendamento presentato dall'Ufficio di Presidenza.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 Consiglieri hanno votato Sì 44 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 95 inerente a "Legge 24 dicembre 1993 n. 560. Stralcio di immobili dal piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica nella provincia di Asti"


PRESIDENTE

Propongo un'inversione di punti all'o.d.g. Chiederei di passare all'esame del punto 5) all'o.d.g., inerente all'esame della proposta di deliberazione n. 95: " legge 24 dicembre 1993, n. 560. Stralcio di immobili dal piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica nella provincia di Asti".
La parola all'Assessore Conti per l'illustrazione.



CONTI Sergio, Assessore all'edilizia residenziale

Cercherò di essere breve in quanto si tratta di una proposta di deliberazione del 10 maggio 2004 che la Giunta aveva proposto al Consiglio regionale.
Questa proposta è stata esaminata e licenziata con esito favorevole dalla II Commissione consiliare in data 13 gennaio 2005. Tuttavia, l'iter di approvazione non si era concluso con l'approvazione da parte dell'Aula pertanto si ritiene necessario riproporre al Consiglio regionale l'adozione della deliberazione. Richiamo molto brevemente il testo riassumendolo in questi termini. Con deliberazione del 1994 del Consiglio regionale era stato approvato il piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sito nella provincia di Asti, successivamente integrato con deliberazione del Consiglio regionale nel 1994, nel 1996, nel 2000, nel 2001 e nel 2002. Con nota del 2003 l'ATC di Asti ha inviato copia della deliberazione del proprio consiglio di amministrazione con la quale si propone l'esclusione dal piano di vendita approvato dal Consiglio regionale di 79 alloggi di proprietà dell'ente stesso. Il sopraccitato atto deliberativo dell'ATC precisa che gli assegnatari degli alloggi, dei quali si richiede l'esclusione dal Piano di vendita, sono stati formalmente informati della possibilità di acquisto e non hanno aderito alla stessa nel termine loro assegnato.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Prego coloro che hanno intenzione di trattare altri argomenti di allontanarsi dall'Aula.
Prosegua, Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

Con nota del 2003, l'Amministrazione regionale faceva peraltro rilevare all'ATC di Asti che undici alloggi per i quali si chiedeva l'esclusione dal Piano di vendita non risultavano, dalle verifiche effettuate dagli uffici inseriti nel Piano stesso pubblicato dal Consiglio regionale con delibera del 1994.
Il Consiglio di Amministrazione dell'ATC di Asti, con propria deliberazione del 2004, ha parzialmente rettificato la precedente deliberazione del 2003, dando atto che l'inserimento degli undici alloggi suddetti nell'elenco degli immobili da stralciare era stato disposto per mero errore materiale, portando quindi l'elenco di dettaglio degli immobili da escludere al Piano di vendita a 68 (sono indicati nel testo della delibera a vostre mani).
Conseguentemente, si richiede di deliberare quanto non era stato possibile fare in chiusura della precedente Legislatura, escludendo dal Piano di vendita un numero di 68 alloggi di proprietà dell'Agenzia Territoriale per la Casa di Asti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Conti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Voteremo favorevolmente questa proposta, perché ovviamente l'Assessore ha riferito, sia in termini di Consiglio di Amministrazione dell'ATC di Asti, sia in termini di vigilanza e coordinamento da parte dell'Assessorato regionale, come si è svolta tutta la procedura, che dovrà venire in Consiglio per una questione normativa. Non a caso questi piani di vendita passano in Consiglio: non sono mere attività gestionali da parte della Giunta, proprio per la rilevanza della decisione che deve essere assunta.
Da un lato, ovviamente, vi è l'auspicio e l'aspirazione, da parte degli assegnatari, di poter, nel corso del tempo, diventare proprietari degli alloggi attraverso l'acquisizione nell'ambito dei Piani di vendita dall'altro, vi è comunque la necessità di mantenere un minimo di dotazione patrimoniale a sostegno dell'attività delle singole ATC, che, tutto sommato, cercano di dimensionare i Piani di vendita, rispettando le normative di legge e cercando anche di mettere a disposizione degli alloggi per dare delle risposte che sono necessarie, a seconda delle varie emergenze sociali (in tema di alloggi di edilizia economico-popolare indubbiamente le esigenze si avvertono anche nella città di Asti).
I presupposti di fondo per una deliberazione di questo tipo ci sono tutti. Naturalmente, abbiamo già avviato una riflessione, attraverso interventi dialettici con l'Assessore e con la Giunta, perché abbiamo un quadro nazionale che non aiuta: i Fondi Gescal non ci sono più e gli stanziamenti mirati a livello nazionale sono ovviamente molto limitati. Si tratta, quindi, di una partita che, formalmente, è di competenza regionale però mi rendo anche conto che occorrerebbero risorse notevoli per affrontare un discorso di questo tipo.
Probabilmente, l'iniziativa avviata dall'Assessore in ordine ad una nuova legge urbanistica di pianificazione del territorio, potrebbe, in un contesto di edilizia convenzionata, portare nuovi aiuti nella direzione di avere alloggi a canoni contenuti, introducendo proprio questo aspetto in questa nuova urbanistica - contrattata con la 'C' maiuscola - che tende a dare risposte alle esigenze del territorio e a coloro che sul territorio abitano o vorrebbero abitare, salvaguardando anche la qualità della trasformazione urbanistica o della realizzazione edilizia.
Ritengo positivo salvaguardare il patrimonio pubblico, così come fa laddove è necessario, l'ATC di Asti. Si sappia, però, che vi sono molti problemi ancora aperti e, in sede di bilancio, avremo l'occasione di intervenire in modo mirato, con precise proposte. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cavallera.
Non essendovi altre richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Per regolamentare gli odierni lavori consiliari, proporrei il seguente calendario: potremmo proseguire fino alle ore 12.30; a seguire, una Conferenza dei Capigruppo; potremmo quindi riprendere i lavori di Consiglio alle ore 14.00 col relativo esame dei punti rimanenti, secondo le intese che si assumeranno in sede di Conferenza dei Capigruppo.
Resta inteso che, com'è stato precedentemente convenuto, la deliberazione riguardante la richiesta di referendum confermativo verrà esaminata nella seduta pomeridiana.
Invito altresì i Presidente dei Gruppi ad individuare i nominativi effettivi, e di un delegato supplente, che vadano a sostenere e a consegnare la proposta di referendum presso la Corte di Cassazione.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Scusi, Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori: questa non doveva essere una seduta unica?



PRESIDENTE

una breve sospensione che mi è stata richiesta dai Capigruppo di maggioranza e di opposizione.



BOTTA Marco

Va benissimo, ma se è una seduta unica, non possiamo riprendere alle ore 14.00 senza sapere quando finiremo. La seduta unica, solitamente prevede la chiusura del Consiglio alle ore 14.00 o alle ore 15.00. Non è che possiamo pensare di andare avanti all'infinito, senza pausa e senza che il Consiglio sia convocato in seduta pomeridiana.
Il Consiglio è convocato in seduta unica: staremo fino alle ore 20.00? Sulla base di una seduta unica, sono stati anche presi degli impegni. Di solito, la seduta unica termina alle ore 15.00. Non è possibile andare avanti...



PRESIDENTE

Collega Botta, questo era esattamente il nostro intendimento. La seduta unica non aveva un termine di durata, ma avevamo convenuto, come lei precisava, di finire verso le ore 15.00.
Dopodiché i Presidenti dei Gruppi mi hanno manifestato l'intendimento di procedere ad una breve sospensione verso l'ora di pranzo, richiesta a cui mi sono adeguato.
Mi è stato espressamente chiesto, in particolare dai colleghi dell'opposizione, di procedere alla discussione sul referendum confermativo solo dopo la pausa; peraltro, sono disposto a metterlo in discussione e in votazione anche subito, se i Gruppi sono d'accordo. Mi pareva che vi fosse un'esigenza diversa.
Per individuare qualche utilità di lavoro nella restante parte della nostra mattinata, proporrei di esaminare alcune mozioni e ordini del giorno, che sono di più facile approvazione.
Se non vi sono osservazioni, passerei alla discussione della mozione n.
90 "Sostegno all'Associazione Telefono Amico".


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Esame mozione n. 90 "Sostegno all'Associazione Telefono Amico", presentata dai Consiglieri Lepri, Spinosa, Vignale, Botta, Cattaneo, Bertetto Chieppa, Muliere, Bizjak, Buquicchio, Cotto, Deambrogio, Ghigo, Laus, Leo Monteggia, Motta, Pizzale, Rabino, Rostagno e Ricca


PRESIDENTE

Esaminiamo la mozione n. 90, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto per l'illustrazione; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Intervengo perché ho firmato questa mozione presentata dall'ex Assessore comunale, ora Consigliere regionale, Stefano Lepri, che si è fatto interprete di un sentimento che accomuna tutti noi. È il sentimento per cui l'associazione "Telefono Amico" deve ottenere dalla Regione Piemonte un giusto sostegno. Abbiamo letto sui giornali ed abbiamo sentito della chiusura di quest'ottimo servizio di ascolto che si dà ai cittadini piemontesi, proprio grazie a tanti volontari che si mettono in ascolto, che aiutano chi soffre di solitudine, che hanno salvato dal suicidio tanti cittadini piemontesi.
chiaro che ci sono dei costi, il telefono costa, anche se il volontariato è gratuità, però noi sappiamo benissimo che ci sono i costi dell'organizzazione. A me dispiace discutere questa mozione in assenza sia dell'Assessore alle politiche sociali che dell'Assessore alla sanità perché sarebbe importante sentire anche da parte loro...



PRESIDENTE

Colleghi, non è pensabile portare avanti una seduta in queste condizioni, quindi coloro che vogliono parlare si accomodino fuori dall'aula, altrimenti sospendo la seduta e riprendiamo alle ore 14.



COTTO Mariangela

Dicevo che sarebbe stato importante che alla discussione fosse presente anche l'Assessore alle politiche sociali. Prendo atto che l'Assessore alla sanità è presente.



PRESIDENTE

Collega Cotto, comunico che l'Assessore Migliasso purtroppo ha un problema di salute, quindi non può essere presente e se ne scusa. Mi ha pregato di comunicarlo al Consiglio.



COTTO Mariangela

La ringrazio.
Tenevo a sottolineare il ruolo che "Telefono Amico" ha avuto proprio in questi due settori.
Ricordavo prima che tanti tentativi di suicidio sono stati scongiurati proprio grazie alla capacità di ascolto di questi volontari. È stato festeggiato qualche anno fa il 40° anniversario della nascita dell'associazione. Come Regione Piemonte e, penso, anche come Comune o come Provincia di Torino, l'abbiamo sostenuta. In un momento in cui la Regione ha preparato un grande progetto di contrasto alla solitudine, non può fare a meno dell'opera di questi volontari che ascoltano. Una cifra non molto alta può già servire per continuare a far vivere l'associazione.
Penso che queste risorse si possano trovare, è positivo parlarne mentre ci apprestiamo a discutere anche in Consiglio del bilancio - e lo stiamo facendo nelle Commissioni. Quindi, è necessario un contributo straordinario per questa attività; tengo a sottolineare che Telefono Amico è presente in tante Province, quindi è possibile che la Regione conceda direttamente un contributo per l'attività svolta.
Annuncio fin d'ora il voto favorevole del mio Gruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Ringrazio il Presidente del Consiglio perché, anche se con un po' di ritardo, siamo riusciti finalmente a discutere questa mozione, che la collega Cotto ha ben illustrato.
In sostanza, dobbiamo fare in modo che le difficoltà che questa iniziativa così meritevole, che ha 40 anni di vita e che si è sviluppata nel corso di questi anni in modo crescente, potendo ormai assicurare un così prezioso e discreto servizio a tutti i cittadini della Regione, ha incontrato e che hanno portato temporaneamente alla sospensione del servizio attraverso il numero verde, possano essere prontamente superate.
Perché la Regione e non i singoli Enti locali? Proprio per quello che ho detto, perché ormai la dimensione dell'azione di Telefono Amico riguarda tutto il territorio regionale, quindi crediamo ragionevole, pur non essendo un compito particolare della Regione quello di erogare risorse direttamente a soggetti gestori, che in questo caso si possa ragionevolmente fare un'eccezione proprio in forza del dimensionamento regionale e delle caratteristiche particolari del servizio. Riteniamo essenziale garantire un conforto, un sostegno psicologico e non solo a persone che, per tante ragioni, solo a questo numero fanno riferimento e a questo numero si affidano.
Quindi, credo di poter interpretare il sentimento di tutto il Consiglio almeno me lo auguro, ma le firme che hanno sostenuto questa mozione sicuramente lo confermano - nel rappresentare, a nome di tutti i firmatari questa grande preoccupazione che abbiamo.
un piccolo segno, ma testimonia la capacità della Regione Piemonte di intercettare e di interpretare anche le aspettative dei cittadini, tanto più se si tratta di persone in difficoltà, come sono i cittadini che fruiscono di Telefono Amico.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, indìco la votazione palese sulla mozione n. 90, inerente a "Sostegno all'associazione Telefono Amico" il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto dell'annuncio della chiusura, dal prossimo primo ottobre, del numero verde per il servizio di Telefono Amico, a causa del venir meno di importanti risorse finanziarie considerato il ruolo significativo svolto dall'Associazione Telefono Amico che da oltre 40 anni assicura, in modo discreto ed efficace ascolto conforto e sostegno a migliaia di piemontesi che vivono situazioni di sofferenza, disagio e/o depressione riaffermando pertanto l'assoluta necessità di mantenere, e anzi potenziare un così prezioso servizio, visto anche che trattasi di attività svolte esclusivamente da volontari.
Impegna la Giunta regionale ad operare tempestivamente affinché possano essere trovate, direttamente o attraverso forme indirette, le risorse economiche per consentire, senza interruzioni, il mantenimento del servizio".
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Se i colleghi acconsentono, potremmo procedere ad un'inversione all'o.d.g. e discutere dell'ordine del giorno n. 71, che mi pare largamente condiviso, inerente a "Attuazione evento sismico dell'11 aprile 2003" presentato dai Consiglieri Rutallo, Cattaneo, Lepri, Bizjak e Rossi.
Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Il mio intervento è relativo all'ordine del giorno n. 239, che è al punto 16) all'o.d.g. Le vicende che stiamo vivendo in questi giorni renderebbero auspicabile la discussione di questo ordine del giorno.
Quindi, chiedo se sia possibile, successivamente all'ordine del giorno messo in discussione adesso, affrontare anche l'ordine del giorno n. 239.



PRESIDENTE

Collega Moriconi, avevamo stabilito di chiudere la seduta verso le ore 12.30 per fare una breve sospensione. Penso che, nel corso della seduta odierna, se c'è il consenso di tutti, si possa procedere rapidamente.


Argomento: Protezione civile

Esame ordine del giorno n. 71 inerente a "Attuazione intervento evento sismico dell'11 aprile 2003" presentato dai Consiglieri Rutallo, Cattaneo Lepri, Bizjak e Rossi


PRESIDENTE

Passiamo pertanto ad esaminare l'ordine del giorno n. 71, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rutallo; ne ha facoltà.



RUTALLO Bruno

Grazie, Presidente.
Com'è noto, l'11 aprile 2003 un movimento sismico ha interessato una parte della Provincia di Alessandria. Fortunatamente non ha causato vittime, ma ha causato ingenti danni alle strutture pubbliche e private.
Il Governo nazionale ha stabilito i primi ordini per la ricostruzione dando poi incarico alla Giunta regionale di provvedere per definire le percentuali di contributo per i privati e per il settore pubblico.
La ricostruzione è stata fatta in due fasi. La prima ha previsto il finanziamento per gli edifici pubblici, per gli edifici privati e per le prime chiese, rinviando ad una seconda fase quella delle seconde chiese e degli edifici storici. Sono ormai trascorsi tre anni da quella data e purtroppo, non ha avuto luogo la seconda fase. Chiedo pertanto all'Assessore competente di recuperare i fondi necessari o attraverso i capitoli regionali o attraverso il Dipartimento della Protezione Civile per far fronte a questa situazione di disagio, in quanto alcuni casi specialmente i campanili, rappresentano un pericolo per la pubblica incolumità.
Ritengo importante che si faccia fronte a questa seconda fase per eliminare questo stato di pericolo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Questo ordine del giorno in qualche modo ricalca un'interpellanza che avevamo presentato tempo addietro e che aveva già ricevuto un impegno da parte dell'Assessore Sibille, anche se siamo sempre in attesa che venga in qualche modo onorato.
Devo dire che questo documento è un pronunciamento del Consiglio quindi dobbiamo prestare la massima attenzione per vedere se si pu adottare un testo che possa essere di comune accordo.
Prima parlavo con il collega Botta e consideravo che quest'ordine del giorno - almeno per quanto mi riguarda - sarebbe da sottoscrivere, però con una precisazione, che ritengo non secondaria. Probabilmente questo ordine del giorno è stato scritto con l'occhio dell'amministratore pubblico, che ovviamente è cosciente che le infrastrutture pubbliche ancora devono essere completate; allo stesso modo ci sono tanti edifici storico-monumentali su cui è necessario intervenire per il completamento. Tuttavia, una dizione di questo tipo rischia di essere fuorviante, per cui in questa sede - peraltro non è presente l'Assessore Sibille per poter precisare nel dettaglio potremmo, dal punto di vista della presa di posizione del Consiglio adottare una formulazione che elimini la parola "pubblici" con "per il ripristino degli edifici, compresi gli edifici storico-monumentali ed artistici, delle infrastrutture". Semmai, se vogliamo, possiamo mettere "pubbliche", a questo punto, perché questo era senz'altro il pensiero di chi l'ha scritto, "danneggiate dal sisma dell'11 aprile 2003".
In questo modo il testo sarebbe molto più equilibrato, si estenderebbe a tutta quella che è la partita dei completamenti, naturalmente ben sapendo che poi ci sono delle regole precise, stabilite nelle ordinanze di Protezione Civile e nelle leggi regionali che distinguono ciò che è ammissibile da ciò che non è ammissibile. Invece, in questo modo, il testo così com'è presentato, rischierebbe di poter essere frainteso.
Comunque, dobbiamo cogliere l'occasione - ma lo sa bene il collega Rutallo - per sottolineare come l'intervento post-evento sia stato, per quanto riguarda il ripristino, tempestivo. Naturalmente è una partita molto delicata, perché il terremoto si dimostra più difficoltoso dal punto di vista degli interventi rispetto, ad esempio, all'alluvione: il terremoto quando non è distruttivo, crea dei danni subdoli, non sempre evidenti, reca lesioni e molte volte negli edifici più vecchi queste si manifestano gradualmente. Quindi vi è la necessità di avere ulteriori risorse, per due ragioni: 1) proprio perché a suo tempo l'intervento non fu finanziato completamente; 2) anche perché ci sono lesioni che via via vengono a manifestarsi, soprattutto negli edifici di carattere storico-artistico.
Direi che, nel momento in cui si vanno a coprire le esigenze del sisma del 2003, non dobbiamo dimenticare ancora qualche coda del 2000, in quanto molte volte i due sismi hanno colpito gli stessi edifici. Il terremoto del 2003 è un po' più spostato verso est, mentre quello del 2000 un po' più verso ovest, ma facendo sempre riferimento al territorio che va dal Monferrato fino ai Colli tortonesi, vi è un pronunciamento più verso le colline del Casalese e dell'Alessandrino per quanto riguarda il sisma del 2000 e più del Novese e del Tortonese nel caso del terremoto del 2003.
Di conseguenza, ritengo di dichiararmi disponibile alla sottoscrizione dell'ordine del giorno pubblicamente (poi lo farò materialmentre presso la Presidenza), chiedendo al collega Rutallo se ritiene di fare quella correzione, perché altrimenti sembrerebbe che gli edifici storico-artistici di proprietà privata dovrebbero essere esclusi, leggendo in modo letterale mentre non credo che sia quella la volontà del proponente.
Ad ogni modo, propongo formalmente quest'emendamento: togliere la parola "pubblici" dopo la parola "edifici" ed aggiungere la parola "pubbliche" dopo la parola "infrastrutture", in modo tale da comprendere tutta quella che è la casistica effettiva degli edifici danneggiati dopo l'evento del 2003.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Anch'io concordo con lo spirito di quest'ordine del giorno e mi dichiaro disponibile a sottoscrivere il testo.
Noi, Consiglieri che proveniamo dalla provincia di Alessandria, abbiamo vissuto in quel periodo una situazione particolare e sottolineo anch'io come il collega Cavallera - il fatto che c'è stata un'immediata reazione positiva da parte non soltanto della popolazione, ma soprattutto delle istituzioni locali, della Provincia, della Regione e della Protezione Civile. C'è stato anche un intervento e una disponibilità finanziaria che ha permesso in quei frangenti di dare una certa sicurezza, soprattutto ai cittadini che erano stati colpiti dal terremoto.
Ci sono molti edifici, soprattutto quelli storico-monumentali e artistici, che effettivamente - come sottolinea il Consigliere Rutallo nell'ordine del giorno - hanno bisogno ancora di finanziamenti per essere recuperati. Tuttavia, volevo chiedere al collega Cavallera, che propone di eliminare dopo la parola "edifici" la parola "pubblici", che cosa pu significare questo. Perché, cosa facciamo? Riapriamo la strada degli edifici privati? Questa è una strada sulla quale bisogna un attimino riflettere, perché vi è una necessità rispetto agli edifici pubblici, ma occorre distinguere rispetto alle proprietà private. Togliendo quella parola, significa che possiamo riaprire tutta la questione dei privati, per cui bisogna stare molto attenti.
Ecco, volevo un chiarimento ulteriore rispetto alla richiesta del collega Cavallera, perché, se fosse così, avrei qualche perplessità ad approvare la sua proposta o quantomeno bisognerebbe fare una riflessione ulteriore, ma non in Aula. A quel punto, bisognerebbe capire se ci sono ancora possibilità economiche per rivolgersi ai privati, ma non credo che ci sia neanche la necessità da parte dei privati di intervenire in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rutallo.



RUTALLO Bruno

Sono d'accordo che gli edifici storici possano appartenere anche ai privati, però anziché togliere la parola "pubblici" chiedo che sia aggiunta la frase "pubblici ed eventualmente edifici storici privati". Senza riaprire la partita per tutti gli edifici.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Mi sembrava giusto attendere questa precisazione del collega Rutallo che definisce, a mio avviso, in maniera più appropriata l'ordine del giorno che speriamo di poter approvare, arricchito anche di questa possibilità per i possessori privati di edifici storici o monumentali, che in realtà necessitano, come gli edifici pubblici, di ricevere un eventuale supplemento finanziario, vista l'entità del terremoto del 2003.
Quindi, chiedo al collega Rutallo di sottoscrivere l'ordine del giorno con questa modifica, e lo ringrazio per la sensibilità dimostrata nell'accettare la nostra proposta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

un ordine del giorno che condividiamo in pieno, tant'è che ne sono anche firmatario, quindi il nostro voto sarà sicuramente favorevole.
Ricordo ancora che è una realtà che ha bisogno di questi interventi, che possono definire e chiudere il capitolo "terremoto 2003". In particolare la scelta che era stata fatta di finanziare esclusivamente una chiesa per paese, aveva fatto sì che una serie di edifici di importanza storica, e non solo, ma di importanza rilevante per il territorio, non avevano usufruito di fondi. Quindi, è necessario fare questo secondo passo per completare le opere di ricostruzione.
Sono assolutamente d'accordo che il Consigliere Rutallo l'abbia recepito e che abbia aggiunto la dicitura "anche pubblica" per quanto riguarda gli edifici storici di rilevante importanza per il territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Credo anch'io che lo spirito di questo ordine del giorno sia assolutamente da condividere. Credo però, a questo punto, che occorra un approfondimento.
Le richieste del Consigliere Cavallera e gli ulteriori aggiustamenti direttamente espressi dal primo firmatario Consigliere Rutallo, ci impongono una pausa di riflessione. Questa è la mia proposta, poiché penso che ci sia bisogno di approfondire ancora di più i temi: se si apre anche sul versante privato, andrebbe fatto un approfondimento, così come richiesto anche dal Consigliere Muliere.
Per formulare definitivamente la mia proposta dobbiamo tentare di prendere quest'ordine del giorno, portarlo in Commissione e avere anche un approfondimento con l'Assessore competente in modo da predisporre una proposta definitiva e condivisa, che possa rispondere pienamente a tutte le esigenze.



PRESIDENTE

Quindi, Consigliere Deambrogio, vorrebbe chiedere il rinvio in Commissione?



DEAMBROGIO Alberto

Chiedo il rinvio in Commissione per approfondire il tema anche con l'Assessore competente.



PRESIDENTE

Il Consigliere Cavallera è già intervenuto, ma può fare un breve supplemento di intervento.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Sono stato tirato in causa direttamente dal Consigliere Muliere.
Dobbiamo subito precisare che nessuno vuole riaprire la partita dei danni ai privati che, peraltro, a norma di legge e di ordinanza, è già chiusa nel senso che hanno messo a disposizione i fondi, hanno fatto le assegnazioni e stanno liquidando i danni.
Probabilmente c'è una questione legata solo alla stesura del testo. Io insieme con il collega Botta, mi sono permesso di far notare che quando si parla di edificio pubblico s'intende quello che appartiene agli enti pubblici. Quando invece si parla di chiese o di castelli, che sono fuori dalla sfera degli interventi ordinari dei privati, allora bisogna usare una formulazione come quella che ha precisato il Consigliere Rutallo, sulla quale mi trovo d'accordo. Se poi non va bene ancora quella formulazione preciso che sono contrario ad un rinvio in Commissione.
Durante la pausa dei lavori, possiamo vedere insieme il testo, perch qui nessuno "ha la volpe sotto l'ascella" e nessuno difende nessuno.
Vorremmo avere solo il piacere, noi tutti Consiglieri, di vedere ripristinati quegli elementi che sono costitutivi del paesaggio: le chiese i castelli e le torri, che hanno avuto delle profonde ferite a causa del terremoto e che non sono stati ristrutturati attraverso gli interventi previsti per le abitazioni. Per il 99% delle abitazioni ordinarie, è stata prevista tutta una serie di interventi definiti da un prezziario e da una casistica. Ciò non è avvenuto nel caso degli edifici classificati come storico-monumentali dalla Sovrintendenza o all'interno dei piani regolatori comunali. Non a caso, il collega Rutallo ha usato la formulazione storico monumentali, che non è stata usata casualmente.
Se ci fosse l'Assessore Conti, ci direbbe che è una classificazione rilevante, non solo ai fini statistici, ma anche edilizi, quindi le formulazioni proposte da Rutallo vanno bene, però bisogna sottolineare che non ci sono solo edifici storico-monumentali di proprietà pubblica. A questo punto, mi sono solo permesso di fare presente quest'aspetto.
La formulazione secondaria, proposta da Rutallo, a mio avviso, va bene e colpisce esattamente l'obiettivo che personalmente mi ero proposto quando sono intervenuto. Questa è la precisazione, nessuno vuole assolutamente riaprire la partita dei danni ai privati (tra l'altro è già chiusa, penso anche rendicontata). Non è quello il problema.



PRESIDENTE

Dopo aver dato la parola al Consigliere Muliere, chiediamo al Consigliere Rutallo di farsi carico di una riformulazione visto che è l'unico deputato a farla alla luce degli interventi.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Ho delle perplessità rispetto ad una riformulazione. Io sarei d'accordo a votare l'ordine del giorno così come nella prima stesura, ma ho il timore che, se alla parola "pubblico" si aggiunge "anche privato", si riapre una questione. Dovremmo delegare la Giunta regionale a definire cosa si intende per edifici storico-monumentali e artistici e a classificarli.
Sono consapevole che in Provincia di Alessandria (la Provincia colpita dal terremoto) si era deciso di finanziare la ristrutturazione per il recupero di una chiesa per paese pur sapendo che ci sono tante chiese che aspettano ancora di essere ristrutturate. Fin qui sono d'accordo, ma bisogna specificare che vi sono anche edifici storico-monumentali privati.
Conosco proprietari di edifici storici privati che, per cinquant'anni, non hanno ma i riparato i tetti, ma che hanno approfittato del terremoto per ristrutturare parzialmente i loro edifici e ottenere i relativi finanziamenti.
Ecco perché abbiamo qualche dubbio. Bisogna stare attenti, perché è una strada molto pericolosa. Comunque, fate come volete, ma se si aggiungono le parole "anche privato" non do il mio voto favorevole. Chiedo di mettere in votazione la prima stesura se si aggiunge la parola "privato". Se invece troviamo una formula che eviti di interpretare l'ordine del giorno in un altro modo, sono d'accordo. Evitiamo di fare confusione nell'aggiungere termini che possono aprire strade equivoche, non è il caso. Poiché stiamo trattando una questione molto delicata, di finanziamenti e di strutture di un certa rilevanza, non dobbiamo fare confusione.



PRESIDENTE

Consigliere Rutallo, lei è il presentatore ed è l'unico che pu modificare il testo. Ai sensi del Regolamento, metteremo in votazione il testo così come ci sarà presentato dal primo firmatario. Consigliere Rutallo, può darci qualche indicazione?



RUTALLO Bruno

Non capisco le preoccupazioni del Consigliere Muliere, gli edifici artistici e monumentali sono tutti catalogati. Nel precedente evento sismico, quello del 2000, era stato previsto il ripristino degli edifici storici e artistici anche di privati.
Vi chiedo di non rinviare la questione, sono già tre anni che aspettiamo. Ho presentato questo ordine del giorno a luglio dell'anno scorso, si deve arrivare ad una conclusione. Vorrei prevedere il ripristino delle chiese e gli edifici storici anche se appartengono a privati.



PRESIDENTE

Posso interpretare le parole del Consigliere Rutallo rileggendo il testo che diventa, (ovviamente la stessa correzione è fatta sia nel "visto" sia nell'"impegno"), nella parte dispositiva: "Impegna la Giunta a adoperarsi per reperire le ulteriori risorse necessarie a completare gli interventi straordinari per il ripristino degli edifici pubblici e per gli edifici storico monumentali ed artistici anche privati e delle infrastrutture danneggiate dal sisma dell'11 aprile".
questo l'intendimento? La parola "compresi" è sostituita dalle parole "e degli edifici", e dopo la parola "artistici" sono aggiunte le parole "anche privati".
Consiglieri, siete già intervenuti due volte sul testo, vi chiedo di attenervi ai tempi consentiti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Chiedo all'Ufficio di Presidenza di mettere in votazione anche il testo iniziale...



PRESIDENTE

Non è possibile.



MULIERE Rocco

Allora ripresento il testo iniziale del Consigliere Rutallo e chiedo che sia messo in votazione.
Ci asteniamo sul testo modificato per i dubbi che ho espresso prima. Mi sembra una formulazione molto discutibile. Non sono contrario al recupero degli edifici monumentali e artistici come viene previsto dal primo testo ma ho qualche dubbio che vorrei approfondire, ragion per cui mi astengo sul testo modificato e chiedo di votare anche il testo iniziale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Condivido anch'io le perplessità del Consigliere Muliere. Se il Consigliere Muliere ripresenta l'ordine del giorno originale, anche noi siamo disponibili a votarlo, altrimenti dichiariamo voto di astensione sull'ordine del giorno modificato.
Prendo atto che la mia richiesta di un ulteriore momento di approfondimento - che forse avrebbe potuto trovare una soluzione complessiva - non è stata presa in considerazione.



PRESIDENTE

Al fine di trovare una conciliazione delle varie posizioni, eviterei di procedere subito alla votazione dell'ordine del giorno. Se i Consiglieri sono d'accordo, procediamo alla votazione alla riapertura della seduta dopo la breve sospensione. Poiché gli intendimenti non sono così sostanzialmente diversi, invito a trovare una soluzione di composizione che possa permetterci di arrivare ad un'approvazione del testo.
Invito i Presidenti dei Gruppi a recarsi in sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.50 riprende alle ore 14.43)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi. La seduta riprende.
Vi comunico il calendario delle convocazioni delle Commissioni dei prossimi giorni, così come convenuto nella Conferenza dei Capigruppo tenutasi poco fa. Vi prego di prestare attenzione, posto che abbiamo cambiato alcune date: nella giornata di domani è convocata la I Commissione alle ore 09.30; alle ore 14.00 è convocata la Conferenza dei Capigruppo mentre alle ore 15.00 la seduta della III Commissione. Giovedì alle ore 09.30 è convocata la V Commissione, alle ore 14.30 la VII Commissione.
Venerdì alle ore 09.30 è convocata la IV Commissione e alle ore 13.00 il Gruppo di lavoro sulla pesca nell'ambito della III Commissione. Lunedì alle ore 09.30 è convocata la IV Commissione; seguirà, nel pomeriggio, la Commissione Nomine e l'Ufficio di Presidenza.
Chiaramente, è sconvocata la seduta odierna della IV Commissione prevista per le ore 15.00.


Argomento: Protezione civile

Esame ordine del giorno n. 71 inerente a "Attuazione interventi evento sismico dell'11 aprile 2003", presentato dai Consiglieri Rutallo Cattaneo, Lepri, Bizjak e Rossi (seguito)

Argomento: Protezione civile

Presentazione ed esame ordine del giorno n. 263 inerente a "Evento sismico dell'11 aprile 2003, attuazione degli interventi", presentato dai Consiglieri Muliere, Deambrogio, Pozzi, Ronzani e Travaglini


PRESIDENTE

Prima della sospensione dei lavori, stavamo esaminando l'ordine del giorno n. 71, di cui al punto 11) all'o.d.g. ed eravamo in fase di votazione. Il testo è stato modificato dal proponente, ovvero dal Consigliere Rutallo.
Vi comunico che il Consigliere Muliere ha presentato un testo alternativo, che è attualmente in distribuzione.
Colleghi Consiglieri, vi prego di prestare la massima attenzione, visto che siete chiamati a votare. L'ordine del giorno n. 71, a firma del Consigliere Rutallo, impegna la Giunta a adoperarsi per reperire ulteriori risorse necessarie a completare gli interventi straordinari per il ripristino degli edifici pubblici e degli edifici storico-monumentali ed artistici, anche privati.
L'ordine del giorno presentato seduta stante dal Presidente Muliere recita la stessa formulazione, omette unicamente le parole "anche privati".
Prevede, altresì, che la Giunta si impegni a completare gli interventi straordinari per il ripristino degli edifici pubblici, e degli edifici storico-monumentali, artistici e di culto. Vengono quindi omesse le parole "anche privati" e si aggiungono le parole "e di culto".
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Soltanto due parole, Presidente, perché non siamo alla ricerca del cavillo, ma neanche del dribbling per poter successivamente, in qualche modo, pretendere cose impossibili in assenza di chiarezza.
Indubbiamente la formulazione del presentatore (o proponente primario) ovvero del collega Rutallo, centra maggiormente l'obiettivo, pertanto preferiremmo che venisse approvato questo documento.
Ma al di là del merito, di cui si è discusso in mattinata - non vorrei adesso riaprire più di tanto la discussione - è chiaro che, dovendo scegliere, posto che si possono anche votare entrambi i documenti confessiamo un certo imbarazzo.
Se ci fosse un'interpretazione autentica in base alla quale la proposta del collega Muliere fosse onnicomprensiva di tutte le tipologie degli edifici, storico-monumentali e di culto, indipendentemente se appartengono al Comune, all'ente Chiesa o al Parroco o a chi per esso (così come il castello può anche essere riferito ad un soggetto non pubblico), allora a questo punto il discorso sarebbe diverso.
Vorrei capire se la proposta del collega Muliere è onnicomprensiva: in tal caso, ci si atteggia in un certo modo; se invece è escludente, il discorso non può che indirizzarsi sulla proposta del Consigliere Rutallo.
Le chiedo questa precisazione, Presidente, per maggior chiarezza su quanto ci accingiamo a votare.



PRESIDENTE

Collega Cavallera, capisco la perplessità, ma dal punto di vista dell'interpretazione letterale mi pare che dubbi non ve ne siano, perché si parla di reperire risorse per il ripristino degli edifici pubblici e degli edifici storico-monumentali, artistici e di culto e delle infrastrutture danneggiate. Si prevedono, in pratica, tre casistiche: edifici pubblici edifici storico-monumentali, artistici e di culto, e infrastrutture.
Al di là dell'interpretazione autentica, si tratta, comunque, di un documento che ha un valore letterale per com'è formulato.
Forse per disattenzione, la stessa formulazione va riportata nella premessa.



PRESIDENTE

MULIERE Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, sì.



CAVALLERA Ugo

Scusi, Presidente, approfitto del microfono per concludere l'intervento. Mi auguro che la sua interpretazione, che è un po' ecumenica nel senso che comprende tutte le tipologie, sia anche quella dell'Assessore Sibille, che è l'Assessore competente che, per fortuna, ci ha raggiunto.
Credo che questa chiarezza sia necessaria nell'interesse di tutti anche del presentatore principale, il collega Rutallo.
Se l'ordine del giorno presentato dal collega Muliere comprende tutte le tipologie, allora noi possiamo votare entrambi i documenti.
Ma se l'ordine del giorno del collega Muliere è escludente della casistica espressamente richiamata dal collega Rutallo, che precisa "anche di proprietà privata", allora a questo punto ci atteggeremo in modo diverso.
Scusi se giro intorno al problema, ma è necessario un chiarimento.



PRESIDENTE

Mi addentro ulteriormente su questo punto, perché mi pare significativo.
Il tenore letterale è quello che ho annunciato, in altre parole si prevedono tre casistiche di soggetti per i quali si invita a reperire risorse. Se così è, e se è interpretato bene, nel senso delle parole scritte dal Presidente Muliere, mi pare che venga meno la ragione di tenere in piedi due documenti: credo, quindi, che si possano unificare, perch l'intento che era stato manifestato nell'ordine del giorno del collega Rutallo mi pare ampiamente ritrovato.
Credo che il Consigliere Rutallo avesse a cuore che fossero reperite risorse non solo per edifici pubblici, ma anche per quelli monumentali e artistici, includendo quelli di culto, nonché di infrastrutture. In qualche modo, mi pare che la riformulazione possa fare raggiungere una comunanza di intenti.
Vi chiedo se non possiamo considerare i due testi assorbiti in uno solo, perché in sostanza dicono la stessa cosa.



(Commenti in aula fuori microfono)



PRESIDENTE

C'è indisponibilità.
Posto che i proponenti manifestano la loro indisponibilità, a questo punto procediamo alla votazione dei testi.
Mi pare velleitario votare due testi che, sostanzialmente, dicono la stessa cosa, con una formulazione diversa.



(Il Presidente Gariglio e il Consigliere Muliere si consultano)



PRESIDENTE

La puntualizzazione è stata necessaria perché abbiamo una riformulazione dell'ordine del giorno presentato dal collega Muliere, che va letto in questo modo: "Impegna la Giunta a reperire risorse per il ripristino in primis degli edifici pubblici, compresi gli edifici storico monumentali artistici", quindi solo nell'ambito degli edifici pubblici e a prescindere da chi ne sia proprietario.
Quindi, i due documenti adesso hanno una differenza sostanziale, perch il testo del collega Muliere prevede che il finanziamento vada anche agli edifici storico-monumentali artistici, purché siano pubblici. Dopodich prevede un'estensione per tutti gli edifici di culto, a prescindere dalla proprietà. Quindi, c'è una distinzione letterale che giustifica la votazione separata dei due testi.
Procediamo prima con la votazione dell'ordine del giorno presentato dal collega Rutallo, che "impegna a reperire risorse per il ripristino degli edifici pubblici, degli edifici storico-monumentali e artistici anche privati e delle infrastrutture danneggiate dal sisma".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 71, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto della relazione, svolta dall'Assessore regionale alle opere pubbliche e difesa del suolo nel corso dell'audizione del 29 giugno 2005 in II Commissione, in merito allo stato di attuazione degli interventi a due anni dal sisma che ha colpito il territorio compreso nella Provincia di Alessandria considerati gli ingenti danni subiti dagli edifici pubblici - compresi gli edifici storico-monumentali ed artistici e le infrastrutture - che si sono verificati nei Comuni interessati dall'evento sismico dell'11 aprile 2003 come individuati dai decreti del Presidente della Giunta regionale 20 maggio 2003, n. 45 e 31 marzo 2004, n. 21 visto che il piano dei primi interventi straordinari per il ripristino degli edifici pubblici, compresi gli edifici storico-monumentali e artistici, e gli edifici di culto, e delle infrastrutture danneggiate dal sisma dell'11 aprile 2003, adottato con il decreto del Presidente della Giunta regionale 13 giugno 2003, n. 56, viene attuato attraverso stralci successivi di finanziamento valutato che le risorse stanziate negli stralci attuativi finora approvati risultano insufficienti a completare gli interventi già previsti nel citato piano degli interventi straordinari, ma non ancora finanziati impegna la giunta regionale ad adoperarsi, anche attivandosi presso il Governo nazionale, per reperire le ulteriori risorse necessarie a completare gli interventi straordinari per il ripristino degli edifici pubblici, e degli edifici storico monumentali ed artistici, anche privati, e delle infrastrutture danneggiate dal sisma dell'11 aprile 2003".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 263, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto della relazione, svolta dall'Assessore regionale alle opere pubbliche e difesa del suolo nel corso dell'audizione del 29 giugno 2005 in II Commissione, in merito allo stato di attuazione degli interventi a due anni dal sisma che ha colpito il territorio compreso nella Provincia di Alessandria considerati gli ingenti danni subiti dagli edifici pubblici, compresi gli edifici storico-monumentali ed artistici e le infrastrutture che si sono verificati nei Comuni interessati dall'evento sismico dell'11 aprile 2003 come individuati dai decreti del Presidente della Giunta regionale 20 maggio 2003, n. 45 e 31 marzo 2004, n. 21 visto che il piano dei primi interventi straordinari per il ripristino degli edifici pubblici e degli edifici storico-monumentali, artistici e di culto, e delle infrastrutture danneggiate dal sisma dell'11 aprile 2003 adottato con il decreto del Presidente della Giunta regionale 13 giugno 2003, n. 56, viene attuato attraverso stralci successivi di finanziamento valutato che le risorse stanziate negli stralci attuativi finora approvati risultano insufficienti a completare gli interventi già previsti nel citato piano degli interventi straordinari, ma non ancora finanziati impegna la Giunta regionale ad adoperarsi, anche attivandosi presso il Governo nazionale, per reperire le ulteriori risorse necessarie a completare gli interventi straordinari per il ripristino degli edifici pubblici, compresi gli edifici storico monumentali e artistici e degli edifici di culto, e delle infrastrutture danneggiate dal sisma dell'11 aprile 2003".
Il Consiglio approva.


Argomento: Protezione civile

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla contraddizione rilevata dal Consigliere Rossi in merito all'approvazione di due ordini del giorno (n. 71 e 263) sullo stesso argomento ma con conclusioni differenti


PRESIDENTE

Il Consigliere Rossi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, le chiedo come possa il Consiglio approvare due ordini del giorno sullo stesso argomento che dicono due cose differenti.
Io ritengo che, una volta approvato il primo, che dava un'indicazione il secondo, che reca un'indicazione contraria, non poteva essere approvato perché altrimenti è chiaro che siamo di fronte ad un'ipotesi impossibile da realizzare. Difatti, in un caso il Consiglio dice una cosa e nell'altro caso ne dice un'altra; è ovviamente impensabile che possano essere adottati due ordini del giorno uguali in tutto eccetto che nel risultato.



PRESIDENTE

Presidente Rossi, dal punto di vista logico ha assolutamente ragione dal punto di vista regolamentare, non essendo prevista dal nostro Regolamento la possibilità del voto contrapposto, anche per prassi, nonch per espresse disposizioni di Regolamento, sono sempre stati posti in votazione tutti gli ordini del giorno anche aventi contenuto diverso l'uno dall'altro.
Non per niente, ho cercato in tutti i modi di evitare di arrivare alla votazione di due testi separati, proprio perché ritenevo che così facendo avremmo approvato un atto di indirizzo di minore cogenza per il destinatario, cioè per la Giunta.
Non è stato possibile ricomporre le controversie e l'Aula, che è sovrana, si è espressa in due votazioni separate, con giudizi che sono in qualche modo confliggenti. Quindi, per la valutazione del voto mi rimetto ai singoli Consiglieri che hanno prima espresso un parere e poi un altro.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bellion; ne ha facoltà.



BELLION Marco

Sarò molto breve, Presidente. A me pare che i due ordini del giorno non siano assolutamente contrapposti come osservava il collega Rossi.
Sono, se si ha presente la logica matematica, degli insiemi che si sovrappongono: uno non esclude l'altro, cioè noi indichiamo che i beni di culto, i beni monumentali e i beni architettonici siano pubblici, ed è un insieme. Dopodiché c'è un'aggiunta dell'altro ordine del giorno, ma non sono contrapposti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Credo che sia quanto mai necessario dare corso alla richiesta del collega Ghiglia, che più volte ha chiesto di trattare con urgenza la questione della emendabilità o meno e quindi tutte le problematiche legate alla votazione degli ordini del giorno, perché si dimostra che, alla fine si va ad "imballare" il Consiglio.
A questo punto, colgo l'occasione per dire all'Assessore Sibille che chiediamo alla Giunta regionale, qualora dovessero essere messi a disposizione dei fondi per questa partita, di considerare le problematiche che sono state poste da questi ordini del giorno non in un'ottica di chiusura, ma in un'ottica di valutazione ponderata dell'interesse generale che è anche quella di salvaguardare gli edifici storico-artistici della nostra Regione.
Quindi, Assessore Sibille, spero che ci sia la considerazione delle esigenze di fondo al di là delle formulazioni, ma che non ci sia nessuna esclusione a fronte di una disponibilità di risorse.
Torno a ripetere che i problemi posti dal collega Ghiglia sulla emendabilità degli ordini del giorno è sempre più urgente da trattare.



PRESIDENTE

Sarà nostra cura fare presente alla Giunta regionale la difficoltà che nasce dall'interpretazione sistemica dei due ordini del giorno. Peraltro come sapete, abbiamo posto in essere un monitoraggio sull'attuazione degli atti di indirizzo da parte della Giunta regionale e vi è stato comunicato l'ultimo aggiornamento, che è semestrale, fornito su richiesta della Consigliera Cotto.
Il successivo aggiornamento verrà fornito a metà del 2006 e a quel punto avremo modo di verificare - lo dico in particolare a beneficio del collega Cavallera - lo stato di attuazione e la modalità dell'attuazione.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Esame proposta di deliberazione n. 112 "Richiesta, ai sensi dell'art. 138 comma secondo - della Costituzione, di indizione di referendum popolare sulla legge costituzionale, approvata in seconda votazione dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica con la maggioranza di cui all'art. 138 - comma primo - della Costituzione medesima, recante 'Modifiche alla parte seconda della Costituzione', pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 269 del 18 novembre 2005" (Divenuta DCR n. 57-5598 del 14 febbraio 2006)


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 112. La proposta è stata licenziata nella seduta del 13 febbraio scorso dalla VIII Commissione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, come i Consiglieri sanno, questo provvedimento è stato portato in Commissione in modo un po' particolare, all'ultimo momento e senza una profonda e seria valutazione.
arrivato in Commissione ieri ed oggi è già addirittura in Aula. Come Gruppo della Lega Nord abbiamo acconsentito a discutere questo provvedimento, in quanto siamo convinti che l'indizione di un referendum popolare sulle modifiche alla Costituzione apportate dal cosiddetto provvedimento sulla devoluzione sia un passo che "s'ha da fare". E "s'ha da fare" perché siamo convinti che, se seriamente e correttamente informati, i cittadini sapranno scegliere quello che è il sistema migliore per loro. E noi riteniamo che sia assolutamente il sistema previsto dal provvedimento governativo della devoluzione, che dà al territorio competenze chiare segnate e definitive su determinati ambiti. Quindi, dà al territorio il potere di decidere.
In futuro, sempre che le cose vadano come speriamo, darà anche al territorio i mezzi, con il federalismo fiscale, per attuare in modo completo i poteri che gli sono stati demandati dalla modifica della Costituzione e dal provvedimento della devoluzione.
Oggi, io e i miei colleghi presenti in Aula cercheremo di spiegare le modifiche che comporta e gli aspetti rilevanti di questo disegno di legge di riforma costituzionale, che è stato ormai approvato sia dal Senato sia dalla Camera (in prima e seconda lettura).
Si tratta di modifiche fondamentali, importanti e utili per il territorio, a partire dalla riduzione del numero dei parlamentari. La scelta di ridurre il numero dei Deputati da 630 a 400 e dei Senatori da 315 a 200 presente nel disegno di legge del Governo è stata modificata nei successivi passaggi parlamentari, registrando tuttavia, in termini di principio, un consenso piuttosto ampio.
A oggi siamo pervenuti a dei numeri comunque interessanti nel senso della riduzione: parliamo di 518 Deputati, dei quali 18 eletti nella circoscrizione estero (più i Deputati a vita che sono nominati per un totale di 3 dal Presidente della Repubblica, cui si aggiungono gli ex Presidenti della Repubblica) e di 252 Senatori (non sono più previsti i Senatori a vita né Senatori eletti nella circoscrizione estero).
Si tratta di un'innovazione condivisibile; non sembra, infatti, che una siffatta riduzione del numero dei parlamentari, che trova un consenso piuttosto ampio nell'opinione pubblica, incida sulla garanzia della rappresentanza dei diversi strati della popolazione e dei diversi indirizzi ed opinioni politiche.
Per l'eleggibilità a Deputati si scende dagli attuali 25 anni ai 21 anni. L'età per essere eletti al Senato viene abbassata a 25 anni dagli attuali 40.
Il Senato federale: la grande novità di questa riforma è proprio la sua nascita. Il testo approvato dalle due Camere conferma la creazione della seconda Camera rappresentativa delle Regioni secondo alcune linee portanti: elezione diretta dei Senatori su base regionale, requisiti di eleggibilità legati all'aver ricoperto cariche pubbliche elettive regionali o locali all'interno della Regione, all'essere stati già eletti Deputati o Senatori nella Regione, alla residenza nella Regione alla data di indizione delle elezioni.
Su queste scelte lo scontro politico ha riguardato in particolare l'idoneità di questo nuovo organo a realizzare la rappresentanza delle diverse realtà territoriali ed il fatto che i requisiti di eleggibilità così come concepiti, finiscano per favorire il ceto politico professionale ostacolando il ricambio.
Le opposizioni hanno al proposito criticato questa soluzione ritenendo più idoneo un Senato eletto sul modello del Bundesrat tedesco, i cui membri sono nominati dagli esecutivi regionali (dalle Giunte) e quindi non eletti direttamente dai cittadini, oppure il modello americano, nel quale il Senato è composto da due rappresentanti per ogni Stato, eletti in un unico collegio all'interno di ciascuno Stato (ciò si tradurrebbe in un'elezione in distinti collegi regionali).
La maggioranza governativa ha sostenuto che questi modelli stranieri sono poco assimilabili all'ordinamento italiano e al tipo di federalismo che si va disegnando.
L'elezione del Senato è stata oggetto di accesi dibattiti che si sono concentrati sull'opportunità di prevedere una con testualità dell'elezione dei Senatori in ciascuna Regione con il rinnovo dei rispettivi Consigli regionali.
Questa soluzione è diretta ad esaltare la funzione di rappresentanza territoriale che si intende attribuire alla seconda Camera.
La contestualità è ritenuta dalla maggioranza idonea a coniugare l'elezione diretta dei Senatori con l'esigenza di raccordo del Senato con il territorio, mentre le opposizioni l'hanno osteggiata, sostenendo che essa non è prevista in nessuno Stato federale e pone grossi problemi tecnici nel legare la durata del Senato a quella dei Consigli regionali.
La scelta della con testualità ha posto effettivamente dei problemi di diritto transitorio al fine di assicurare l'abbinamento delle elezioni del Senato con il rinnovo dei Consigli regionali.
La scelta da ultimo effettuata prevede che sia il mandato dei Senatori ad essere legato a quello dei Consigli regionali. Il Senato, dunque, si rinnoverà parzialmente, a seconda della durata dei Consigli regionali e per tale ragione, il nuovo articolo 63 della Costituzione stabilisce il rinnovo periodico dell'Ufficio di Presidenza.
Nel testo approvato viene eliminata la previsione che stabiliva la partecipazione ai lavori del Senato, nei casi e con le funzioni stabilite dalla Costituzione, dei Presidenti delle Giunte e dei Consigli regionali nonché dei Presidenti delle Giunte delle Province autonome di Trento e di Bolzano. L'esclusione dei "governatori" regionali dal Senato federale è stata una delle scelte più dibattute che, a giudizio di alcuni inficerebbe, insieme con l'elezione diretta dei Senatori (in luogo della loro designazione dalle Giunte o dai Consigli regionali), il carattere federale della seconda Camera.
La maggioranza difende questa scelta in relazione alla decisione di non snaturare il carattere diretto dell'elezione del Senato, che altrimenti risulterebbe avere un'eterogenea composizione mista.
tuttavia previsto che all'attività del Senato partecipino, ma senza diritto di voto e secondo le modalità previste dal Regolamento, anche rappresentanti delle Regioni e delle autonomie locali, eletti dai Consigli regionali e dal Consiglio delle autonomie locali.
La riforma del bicameralismo perfetto.
La scelta di massima, confermata dal testo da ultimo approvato, è quella di superare l'attuale bicameralismo perfetto, sia per rimediare alle lentezze decisionali del Parlamento sia per riconoscere un ruolo ben preciso al nuovo Senato federale come Camera rappresentativa delle diverse realtà territoriali e non più chiamata ad esprimere la fiducia nei confronti del Governo.
Si prevede perciò una tripartizione del procedimento legislativo.
Si delineano tre tipi di procedimento.
1) Uno a "prevalenza Camera" (articolo 70, primo comma), nelle materie di competenza legislativa esclusiva statale, in cui, salva la possibilità per il Senato di proporre modifiche nel termine di trenta giorni, la Camera decide in via definitiva 2) Uno - speculare al precedente - ma nelle materie di competenza legislativa concorrente (di cui al terzo comma dell'articolo 117) a "prevalenza Senato", in cui il Senato comunque decide in via definitiva (articolo 70, secondo comma). Non essendo il Senato legato al Governo dal rapporto fiduciario (cfr. nuovo testo dell'articolo 94 Costituzione), nel procedimento legislativo è, comunque, previsto un meccanismo - in cui è in qualche modo coinvolto anche il Presidente della Repubblica - atto a "spostare la decisione" dal Senato alla Camera (articolo 70, commi quarto e quinto) che dovrà tuttavia approvare il testo a maggioranza assoluta dei suoi componenti.
Il testo approvato infatti prevede che, qualora il Governo ritenga che proprie modifiche a un disegno di legge, sottoposto all'esame del Senato ai sensi del secondo comma dell'articolo 70, siano essenziali per l'attuazione del suo programma approvato dalla Camera, in altre parole per la tutela delle finalità di cui all'articolo 120, secondo comma, il Presidente della Repubblica, verificati i presupposti costituzionali, può autorizzare il Primo Ministro ad esporne le motivazioni al Senato federale, che decide entro trenta giorni. Se tali modifiche non sono accolte dal Senato, il disegno di legge è trasmesso alla Camera dei Deputati, che decide in via definitiva a maggioranza assoluta dei suoi componenti sulle modifiche proposte.
In altre parole, si consente al Governo di poter far valere le proprie posizioni attraverso la propria maggioranza, su questioni di grande rilevanza che pure sono attribuite alla competenza del Senato, ma che tuttavia coinvolgono l'indirizzo politico del Governo. L'innovazione è stata giudicata negativamente dalle opposizioni, in quanto comporterebbe un indebolimento del ruolo del Senato.
L'autorizzazione da parte del Presidente della Repubblica può avere ad oggetto esclusivamente le modifiche proposte dal Governo ed approvate dalla Camera dei Deputati.
3) Uno in cui le due Camere sono poste in posizione paritaria (articolo 70, terzo comma) e che prevede, nel caso in cui un disegno di legge non sia adottato nel medesimo testo dopo la prima lettura delle Camere, la convocazione di una Commissione paritetica di 60 membri, composta secondo il criterio di proporzionalità rispetto alla composizione delle due Camere incaricata di predisporre un testo da sottoporre al voto finale dalle rispettive assemblee.
Il sistema prevede anche la possibilità di istituire un Comitato di quattro Deputati e quattro Senatori, cui i Presidenti possono demandare le questioni di competenza insorte tra le due Camere.
Il Presidente della Repubblica: cambia delle funzioni.
La forma di governo assunta come modello nel disegno di legge del Governo, confermata nei passaggi parlamentari, è quella del Premierato sicché la figura del Presidente della Repubblica viene prevalentemente configurata come organo di garanzia e soprattutto di rappresentante dell'unità nazionale in chiave di bilanciamento della riforma federalista.
Si può dire che questa figura costituisca il crocevia delle mediazioni all'interno della maggioranza, che hanno condotto da una parte all'approvazione della devolution e dall'altra alla salvaguardia delle esigenze unitarie, che passano appunto attraverso la figura istituzionale del Capo dello Stato e la reintroduzione del concetto di interesse nazionale, voluto soprattutto da Alleanza Nazionale.
Il ruolo appena descritto del Presidente della Repubblica spiega la scelta di allargare la rappresentanza delle autonomie all'interno dell'Assemblea chiamata ad eleggerlo (vi partecipano i Presidenti delle Giunte delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano più dei delegati eletti dai Consigli regionali).
La nuova configurazione del Presidente è ribadita all'articolo 87 della Costituzione, come modificato dalla presente legge, nell'espressa definizione di Capo dello Stato e garante della Costituzione e si riflette sulle sue funzioni, che vengono rese il più possibile politicamente neutre.
Viene, in particolare, eliminata l'autorizzazione presidenziale alla presentazione dei disegni di legge del Governo.
Quanto alle maggioranze prescritte per l'elezione, si stabilisce che il Presidente della Repubblica è eletto con la maggioranza dei due terzi dei componenti l'Assemblea della Repubblica. Dopo il terzo scrutinio, è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei componenti. Dopo il quinto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.
Con una modifica al primo comma dell'articolo 84 della Costituzione l'età minima per essere eletti Presidente della Repubblica scende da 50 a 40 anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Premierato e lo scioglimento della Camera dei Deputati. Si introduce una sostanziale investitura diretta del Primo Ministro, il quale dovrà godere della fiducia della sola camera dei deputati che si esprime con un voto iniziale sul programma al momento della presentazione del Governo alla Camera stessa. Questo risultato si realizza nel collegamento del candidato premier alle liste dei candidati della Camera dei Deputati.
La scelta inizialmente contenuta nel disegno di legge del Governo era rafforzata dalla previsione delle indicazioni del nominativo del candidato Premier sulla scheda elettorale e dalla sussistenza del vincolo per il Presidente della Repubblica a nominare il Primo Ministro sulla base dei risultati delle elezioni della Camera dei Deputati anche nel caso si dovesse nominare un nuovo primo Ministro a seguito della morte dell'impedimento permanente o delle dimissioni non provocate da un formale voto di sfiducia del Premier in carica.
Su questo punto la maggioranza ha fatto parecchie concessioni alle obiezioni sollevate dall'opposizione, che hanno gridato alla scelta "peronista", caratterizzata dall'eccessiva concentrazione di potere nelle mani del Premier e nella forte personalizzazione della sua carica.
La mediazione raggiunta ha condotto ad eliminare l'indicazioni diretta del nominativo del candidato Premier sulla scheda elettorale e all'approvazione di un emendamento presentato dal relatore che ha cercato di accogliere le perplessità delle opposizioni sul potere di scioglimento della Camera, rendendo di fatto la maggioranza arbitro dell'eventuale prosecuzione del Governo sotto altra guida, in caso di crisi del Governo.
Il testo infatti prevede che il Presidente della Repubblica non emani il decreto di scioglimento richiesto dal Primo Ministro (e altresì nell'ipotesi di morte, impedimento permanente o dimissioni) nel caso in cui, nei successivi venti giorni, venga presentata e approvata ai deputati appartenenti alla maggioranza espressa dalle elezioni, in numero non inferiore alla maggioranza dei componenti della Camera una mozione, nella quale si dichiari di volere continuare nell'attuazione del programma e si indichi il nome di un nuovo Primo ministro. In tal caso il Presidente della Repubblica nomina il Nuovo Primo Ministro designato.
Il risultato raggiunto non vede più il Premier arbitro esclusivo dello scioglimento della Camera, ma mantiene la disposizione già prevista nel testo del governo, che stabilisce che nel caso di approvazione di una mozione di sfiducia a maggioranza assoluta dei componenti, la Camera, il Primo Ministro si dimette e il Presidente della Repubblica decreta lo scioglimento della Camera dei Deputati e indice le elezioni.
La disciplina è completata dalla previsione secondo cui il Primo Ministro è costretto a dimettersi qualora la Camera dei deputati non approvi la proposta sulla quale, previa posizione della questione di fiducia, il Premier abbia chiesto con priorità su ogni altra proposta un voto conforme alle proposte del Governo.
Il testo approvato dall'Aula del Senato conferma le disposizioni volte a rafforzare il ruolo del Primo Ministro nonostante le critiche del centrosinistra che si appuntano soprattutto sulla mancanza di adeguati contropoteri al Premier.
Queste disposizioni sono contenute principalmente nell'articolo 95 della Costituzione riformato che esalta il ruolo di direzione dell'attività dei Ministri e di garanzia dell'unità di indirizzo del Governo in capo al Premier che assume altresì il potere di nomina e revoca dei Ministri.
Le critiche del centrosinistra si sono appuntate anche sulla mancata introduzione in Costituzione, di norme sulla garanzia del pluralismo dell'informazione e sulla prevenzione del conflitto di interesse per i membri del Governo che si sono tradotte in emendamenti presentati in particolare dai Senatori Bassanini e Mancino.
La devoluzione e l'interesse nazionale.
Il capitolo più importante della riforma costituzionale per la Lega Nord è costituita dalla devoluzione sulla quale si sono raggiunti alcuni apprezzabili risultati. In concreto il testo della devoluzione aggiunge un comma all'articolo 117 della Costituzione. Con questa Giunta si prevede che spetta alle Regioni la podestà legislativa nelle seguenti materie: assistenza e organizzazione sanitaria; organizzazione scolastica, gestione egli istituti scolastici e formativi di interesse specifico della Regione definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della Regione; polizia amministrativa regionale e locale; ogni altra materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.
I punti di forza del testo approvato sulla devolution sono essenzialmente costituiti dall'importanza delle materie devolute, dalla concreta attribuzione di podestà legislative alle Regioni garantite a livello costituzionale e dagli obiettivi di efficienza ed autogoverno che si intendono realizzare.
Per quanto riguarda il primo punto si consideri come la tutela della salute richieda un'aderenza dei modelli organizzativi prescelti alle diverse realtà locali che si differenziano innanzitutto sul piano demografico, ama anche, ad esempio sotto il profilo dell'incidenza delle diverse malattie professionali. Ciò tuttavia nel pieno rispetto di standard minimi di assistenza che continuano ad essere di competenza statale (la lettera emme del secondo comma dell'articolo 117 prevede infatti che spetti allo Stato la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale e la lettera m-bis riserva allo Stato le norme generali sulla tutela della salute).
Con la soluzione approvata si realizza perciò un risultato molto importante: consentire ad ogni Regione di scegliere il proprio modello organizzativo di sanità, creando concorrenza tra le diverse regioni, ma lasciando tuttavia una disciplina uniforme degli standard minimi di tutela garantiti a tutti i cittadini.
Nell'ambito dell'istruzione e dell'organizzazione scolastica una piena autonomia a livello regionale potrà garantire una maggiore aderenza della formazione alle reali esigenze ed al contesto economico e produttivo in cui le istituzioni scolastiche operano. Anche in questo caso la concorrenza ed il confronto tra modelli differenti potrà accrescere la qualità della complessiva offerta formativa.
Il settore dell'ordine pubblico è di importanza cruciale: la devoluzione in questo ambito costituisce la risposta più razionale alla domanda di sicurezza che proviene dai cittadini. Non c'è dubbio che devolution nasce dalla consapevolezza che le diverse realtà territoriali pongano emergenze diverse.
Partendo da questa premessa il testo approvato compie alcuni importanti passi perché si possa pervenire all'attribuzione di compiti di polizia a livello regionale. Si deve infatti considerare che l'articolo 117 al comma 2, lettera h) prevede che spetti allo Stato la competenza legislativa in materia di ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa regionale e locale.
Questa ultima formula sta a significare che la polizia amministrativa regionale e locale costituisce una parte della più generale materia della sicurezza che la Costituzione assegna principalmente allo Stato.
Premettendo perciò che spetterà alla legge di individuare concretamente i compiti della polizia locale e regionale, si può tuttavia affermare che la formula da ultimo approvata e cioè la polizia amministrativa regionale e locale, consente di aprire la strada alla creazione di polizie regionali.
Quanto ai compiti si può anche prevedere che poiché le Regioni vengono ad assumere nuove funzioni legislative in materia sanitaria, di governo del territorio, ecc. è probabile che si apra innanzitutto la possibilità di prevedere che le sanzioni che le leggi regionali introdurranno nel disciplinare questi diversi settori potranno essere attribuite alla competenza di queste nuove polizie regionali o locali.
Allo stesso modo si può pensare che queste polizie potranno anche svolgere funzioni preventive di illeciti, sempre negli ambiti di potestà legislativa regionale. Il secondo importante risultato che la devolution realizza è quello di stabilire a livello costituzionale che le importanti materie sopra citate spettano alle Regioni. Ciò significa individuare dei precisi ambiti nei quali spetta alla Regione una potestà esclusiva garantita perciò nei confronti delle possibili invasioni da parte dello Stato.
L'aver affermato che la potestà è esclusiva, costituisce un importante passo avanti poiché in precedenza la Costituzione anche attraverso l'interpretazione datane dalla giurisprudenza costituzionale assegnava solo allo Stato competenze esclusive.
Ora invece anche le Regioni possono legiferare in maniera assoluta e completa in determinate materie. Le eventuali invasioni statali che non siano giustificate dalle ragioni elencate nell'articolo 120 della Costituzione (nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell'unità giuridica o dell'unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali) potranno essere denunciate davanti alla Corte Costituzionale.
Si aggiunga che la devolution prevede che alle Regioni spetti la competenza esclusiva anche in ogni altra materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato. Ciò significa attribuire una competenza generale alle Regioni per tutto ciò che non sia assegnato dalla Costituzione allo Stato.
Questa disposizione era già contenuta nella riforma del Titolo V tuttavia la portata di questa previsione è ampliata con la precisazione che la potestà regionale in queste materie non elencate è esclusiva.
Il terzo importante aspetto della devolution riguarda gli obiettivi della riforma che sono quelli di favorire l'efficienza dei servizi nelle materie sopra indicate sfruttando anche lo stimolo che proviene da una reale concorrenza tra i modelli adottati dalle varie Regioni. Le limitate esperienze che si stanno registrando in materia di istruzione e sanità a livello regionale già confermano questi effetti, destinati a prodursi in maniera assai più significativa con l'approvazione del presente disegno di legge Le esperienze di Stati stranieri organizzati in forme federali dimostrano che il federalismo realizza normalmente un'utilizzazione più razionale delle risorse rispetto a quel che accade negli Stati accentrati.
Al contrario di quanto viene strumentalmente sostenuto si può perci prevedere che la devoluzione non comporterà un incremento dei costi per lo Stato.
Diverse istituzioni ed Università si sono cimentate in queste simulazioni, prevenendo a soluzioni alquanto diversificate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Allasia; ne ha facoltà.



ALLASIA Stefano

Questi studi tuttavia non individuano costi aggiuntivi derivanti dalla devolution, ma l'entità delle risorse che sulla base dei costi aggiuntivi derivanti dalla devolution, ma l'entità delle risorse che sulla base dei costi attuali dei servizi dovranno essere trasferite dallo Stato alle regioni.
Per una corretta valutazione degli effetti della devolution è tuttavia necessaria una premessa e cioè che, "in linea di principio, i costi del decentramento costituzionale sono sempre identici a zero". A fronte dei nuovi tributi o dei nuovi trasferimenti che lo Stato dovrebbe attribuire alle Regioni e alle altre autonomie per far fronte alle nuove funzioni devolute, scomparirebbero dal bilancio dello Stato spese per un ammontare esattamente uguale. Per esempio, se l'istruzione passa alle Regioni, gli stipendi dei professori vengono pagati dalle Regioni e non più dallo Stato dunque, l'effetto contabile per il complesso delle amministrazioni pubbliche è zero.
L'unico rischio è di una moltiplicazione delle burocrazie: un ufficio si apre a livello regionale, ma il corrispondente ufficio statale non chiude, almeno non nell'immediato. Tuttavia questo non è un difetto che si possa attribuire alla devolution, ma un rischio che dovrà essere evitato nella fase della sua concreta attuazione e dipenderà quindi dalle scelte dei futuri governi.
La riforma costituzionale si è anzi fatta carico di questi problemi sia sul piano del futuro trasferimento di beni e di risorse alle regioni e agli enti locali, sia sul piano dell'attuazione del federalismo fiscale.
Ci riferiamo agli articoli 56 e 57 del disegno di legge costituzionale che stabiliscono: articolo 56 (Trasferimento di beni e di risorse) 1. Entro cinque anni dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale, il Governo assicura la puntuale individuazione dei beni e delle risorse da trasferire alle regioni e agli enti locali, la loro ripartizione tra le regioni e tra Regioni ed Enti locali, per garantire l'effettivo esercizio delle rispettive funzioni e competenze di cui alla presente legge costituzionale e alla legge costituzionale 18 ottobre 2001 n. 3. La legge dello Stato, approvata ai sensi dell'articolo 70, terzo comma, della Costituzione, come modificato dalla presente legge costituzionale, stabilisce modalità e i tempi per la ripartizione dei bene e delle risorse individuati e i successivi trasferimenti, che devono comunque essere congrui rispetto alle funzioni e alle competenze esercitate e comportano l'adeguamento delle amministrazioni statali, in rapporto ad eventuali compiti residui.
Articolo 57 (Federalismo fiscale e finanza statale) 1. Entro tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale, le leggi dello Stato assicurano l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione. In nessun caso l'attribuzione dell'autonomia impositiva ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni pu determinare un incremento della pressione fiscale complessiva.
L'introduzione della devolution ha trovato una mediazione all'interno della maggioranza nella reintroduzione del concetto di interesse nazionale.
Dopo il primo comma dell'articolo 127 della Costituzione, infatti, è stato inserito il seguente: "Il Governo, qualora ritenga che una legge regionale o parte di essa pregiudichi l'interesse nazionale della Repubblica, entro quindici giorni dalla sua pubblicazione invita la Regione a rimuovere le disposizioni pregiudizievoli. Qualora entro i successivi quindici giorni il Consiglio regionale non rimuova la causa del pregiudizio, il Governo, entro gli ulteriori quindici giorni, sottopone la questione al Parlamento in seduta comune che, entro gli ulteriori quindici giorni, con deliberazione adottata a maggioranza assoluta dei propri componenti, può annullare la legge o sue disposizioni. Il Presidente della Repubblica, entro i successivi dieci giorni, emana il conseguente decreto di annullamento".
Le competenze legislative di Stato e Regioni secondo l'articolo 117.
L'articolo 117 della Costituzione viene profondamente riformato in ordine alla distribuzione delle materie di competenza statale e regionale. Come è possibile evincere dal nuovo testo si apportano delle correzioni a norme sul riparto di competenze risultante dalla riforma del Titolo V che avevano dato luogo a conflitti Stato-Regioni o erano comunque apparse incongruenti.
Il nuovo riparto di competenze è dunque il seguente (legenda: in grassetto le disposizioni nuove; in grassetto barrato le parti eliminate.
Il quarto e l'ottavo comma sono stati integralmente sostituiti): "La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.
Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione Europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea, promozione internazionale del sistema economico e produttivo nazionale (nuove disposizioni) b) immigrazione c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi e) politica monetaria (nuove disposizioni); moneta, tutela del risparmio e del credito (nuove disposizioni) e mercati finanziari; tutela della concorrenza e organizzazioni comuni di mercato (nuove disposizioni) sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; perequazione delle risorse finanziarie f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali elezione del Parlamento europeo g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa regionale e locale (nuove disposizioni) i) cittadinanza, stato civile e anagrafi l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale giustizia amministrativa m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale m-bis) norme generali sulla tutela della salute, sicurezza e qualità alimentari (nuove disposizioni) n) norme generali sull'istruzione o) previdenza sociale; sicurezza del lavoro (nuove disposizioni) p) legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane; ordinamento della capitale (nuove disposizioni) q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell'amministrazione statale, regionale e locale; opere dell'ingegno s) tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali t) grandi reti strategiche di trasporto e di navigazione di interesse nazionale e relative norme di sicurezza (nuove disposizioni) u) ordinamento della comunicazione (nuove disposizioni) v) ordinamento delle professioni intellettuali; ordinamento sportivo nazionale (nuove disposizioni) z) produzione strategica, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia (nuove disposizioni in materia).
Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a rapporti internazionali e con l'Unione Europea delle Regioni; commercio con l'estero; tutela e sicurezza (viene annullata) del lavoro; istruzione salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi; tutela della salute (vene annullata) alimentazione; ordinamento sportivo regionale (nuove disposizioni); protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e navigazione (viene annullata) reti di trasporto e di navigazione (nuove disposizioni), ordinamento della comunicazione (viene annullata) comunicazione di interesse regionale (nuove disposizioni), ivi compresa l'emittenza in ambito regionale (nuove disposizioni), la promozione in ambito regionale dello sviluppo delle comunicazioni elettroniche (nuove disposizioni), produzione , trasporto e distribuzione nazionale dell'energia (viene annullata) produzione (nuove disposizioni), trasporto e distribuzione dell'energia (nuove disposizioni); previdenza complementare e integrativa, armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali casse di risparmio (viene annullata), casse rurali (viene annullata) aziende di credito a carattere regionale (viene annullata), enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale (viene annullata); istituti di credito a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.
Spetta alle Regioni la potestà legislativa esclusiva delle seguenti materie: a) assistenza e organizzazione sanitaria b) organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche c) definizione della parte di programmi scolastici e formativi di interesse specifico della Regione d) polizia amministrativa regionale e locale (questa è la nuova norma introdotta) e) ogni altra materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.
Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, nelle materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari e provvedono all'attuazione e all'esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell'Unione Europea, nel rispetto di norme di procedura stabilite da legge dello Stato, che disciplina le modalità di esercizio del potere sostitutivo in caso di inadempienza".
Proseguirà il collega Dutto. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Continuo la relazione.
"La potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva, salva delega alle Regioni. La potestà regolamentare spetta alle Regioni in ogni altra materia. I Comuni, le Province e le Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite.
Le leggi regionali, rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive.
La Regione interessata ratifica con legge le intese della Regione medesima con altre Regioni per il miglior esercizio delle proprie funzioni amministrative, prevedendo anche l'istituzione di organi amministrativi comuni.
Nelle materie di sua competenza la Regione può concludere accordi con Stati ed intese con Enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme disciplinate da leggi dello Stato".
La soppressione dell'articolo 116, terzo comma, e le norme di garanzia per le Regioni a Statuto speciale.
Il Parlamento ha confermato la scelta già contenuta nel disegno di legge governativo di sopprimere l'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, introdotto dalla riforma ulivista del Titolo V, che consentiva il cosiddetto "regionalismo asimmetrico", e cioè la possibilità che con una legge approvata a maggioranza assoluta si concedessero forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni che lo richiedessero nelle materie di potestà concorrente e in alcune materie di potestà esclusiva statale (organizzazione della giustizia di pace, norme generali sull'istruzione, tutela dell'ambiente e beni culturali).
L'articolo 116 è stato ulteriormente modificato per recepire le richieste delle Regioni a Statuto Speciale, finalizzate a promuovere più efficacemente il raggiungimento di intese con le Regioni e le Province autonome nel caso di modifica degli Statuti speciali.
La clausola di supremazia.
L'articolo 120, in tema di poteri sostitutivi, viene modificato significativamente, in modo da tradursi in una vera e propria clausola di supremazia statale rispetto alla legislazione regionale.
Il secondo comma dell'articolo 120 della Costituzione, in materia di potere sostitutivo, avrà quindi il seguente tenore: lo Stato pu sostituirsi alle Regioni, alle Città metropolitane, alle Province e ai Comuni nell'esercizio delle funzioni loro attribuite dagli articoli 117 e 118 nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell'unità giuridica o dell'unità economica, in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali prescindendo dai confini territoriali dei Governi locali e nel rispetto dei principi di leale collaborazione e di sussidiarietà.
Roma capitale.
La questione del riconoscimento costituzionale di Roma capitale è stata affrontata mediante il riconoscimento di forme e condizioni particolari di autonomia, anche normativa, nelle materie di competenza regionale, nei limiti e con le modalità stabilite dallo Statuto della Regione Lazio.
Il dibattito si è concentrato sull'opportunità di affidare allo Statuto regionale la definizione di queste condizioni particolari di autonomia o ad una legge.
Il primo modello avvicinerebbe Roma allo status della città-Regione sull'esempio di Berlino, mentre la seconda soluzione aprirebbe la strada alla creazione di una sorta di distretto dotato di particolari funzioni in relazione al ruolo specifico della capitale, sul modello di quanto accade per le capitali di alcuni Stati federali (ad esempio Washington e il District of Columbia).
Si consideri che tra le competenze esclusive statali di cui all'articolo 117, secondo comma, della Costituzione, è stata inserita la materia "ordinamento della capitale" (lettera p del secondo comma), sicch sembra che entrambe le fonti (Statuto della Regione Lazio e legge dello Stato) concorrano a definire lo status di Roma capitale.
Il CSM.
Le principali innovazioni consistono nell'aver affidato al Presidente della Repubblica, in forza del suo nuovo ruolo sopra illustrato, la competenza a nominare il Vicepresidente del CSM (attualmente eletto dallo stesso CSM tra i membri designati dal Parlamento) e nell'aver attribuito al Senato Federale e alla Camera dei Deputati rispettivamente l'elezione di un sesto dei membri, mentre i due terzi restano eletti dai Magistrati.
La Corte Costituzionale.
La volontà di introdurre una rappresentanza espressa dalle Regioni nella Corte Costituzionale si è tradotta nella previsione secondo cui dei quindici Giudici della Corte, quattro siano nominati dal Presidente della Repubblica, quattro dalle Supreme Magistrature, tre dalla Camera dei Deputati e quattro dal Senato Federale, integrato dai Presidenti delle Giunte delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano.
Rispetto alla soluzione originaria (cinque Giudici nominati dal Presidente della Repubblica, tre dalla Camera dei Deputati, sei dal Senato Federale della Repubblica e cinque dalle Supreme Magistrature ordinarie ed amministrative) si è perciò deciso di mantenere invariato il numero dei componenti della Corte, corrispondendo alle critiche rivolte dalle opposizioni e anche dalla dottrina. Si è infatti sostenuto che ampliando eccessivamente i membri di nomina parlamentare si sarebbe inficiata l'indipendenza della Corte a favore di una sua più spiccata politicizzazione.
Si è poi stabilita l'impossibilità di rivestire determinate cariche politiche e governative dopo il mandato di Giudice costituzionale per tre anni.
La revisione costituzionale.
L'articolo 138 è stato modificato nel senso di consentire sempre lo svolgimento del referendum costituzionale, anche nel caso di raggiungimento della maggioranza dei due terzi nella seconda votazione.
Abbiamo terminato la relazione del Gruppo della Lega Nord. Vi ringrazio per l'attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Grazie, Presidente.
Come Gruppo di Forza Italia voteremo a favore di questo provvedimento in quanto riteniamo che sia assolutamente corretto che il referendum confermativo venga indetto, affinché i cittadini abbiano la possibilità di esprimersi su questa riforma ulteriore del Titolo V, naturalmente in senso positivo. Promuoveremo una campagna informativa per spiegare la questione in maniera più approfondita e meno strumentale - diversamente da quanto ha fatto in questi mesi l'opposizione al Governo nazionale - mettendo in risalto gli aspetti estremamente positivi di questa riforma.
Tuttavia, prima di fare alcune considerazioni sull'attuale riforma, mi corre l'obbligo di ricordare - la memoria, infatti, è una cosa a cui tutti dobbiamo sempre far ricorso - che la prima riforma del Titolo V venne approvata dal Governo di centrosinistra al termine della precedente legislatura, se non ricordo male con tre o quattro voti di maggioranza alla Camera.
Questa legge - lo posso dire con cognizione di causa, avendola sperimentata in questi cinque anni di Presidenza della Conferenza delle Regioni italiane - aveva indubbiamente alcuni aspetti positivi, tant'è vero che non rinnego il fatto di aver appoggiato il referendum confermativo a sostegno di quella riforma, in quanto aveva il grosso merito di aprire una strada, di intraprendere quel percorso assolutamente necessario dopo la riforma n. 1 del 2000 relativa all'elezione diretta del Presidente delle Regioni e, di conseguenza, di creare quelle condizioni di riforma costituzionale in modo che le Regioni, attraverso l'articolo 117 sull'attribuzione delle competenze, ma soprattutto attraverso gli articoli 118-119, che sono gli articoli che creano in senso propedeutico la strada al raggiungimento dell'obiettivo finale che è quello del federalismo fiscale, attuassero un meccanismo di vera autonomia.
Con quella riforma, nella sua attuazione pratica, noi ci trovammo negli anni dal 2000 al 2001 - e forse anche prima del 2000 - ad applicare il decentramento amministrativo dell'allora Ministro Bassanini, e successivamente ci trovammo ad avere un cospicuo aumento di competenze in base alla riforma del Titolo V e di applicazione dell'articolo 117.
Nell'attuazione pratica delle competenze e dell'attribuzione delle competenze in materia concorrente si verificò una situazione, di cui tutti voi siete a conoscenza, di demandare ad una sede esterna al Parlamento le decisioni di attribuzione di competenza tra il Governo centrale e le Regioni.
La Corte Costituzionale divenne il luogo nel quale, in realtà, si decideva come legiferare in un senso piuttosto che in un altro, anche perché le Regioni di centrosinistra - anche questo è un dato di fatto e non è un giudizio - adottarono il ricorso alla Corte Costituzionale come strumento legittimo di battaglia politica nei confronti del Governo di centrodestra.
Questo ha in buona sostanza bloccato tutto l'iter legislativo e il rapporto di fluidità del meccanismo attuativo delle leggi. Il tema oggi non si discute ma è sottotraccia quello della TAV e delle grandi opere delle leggi-obiettivo, e su quella legge fu fatto un fuoco di sbarramento piuttosto consistente, con ancora parecchi ricorsi alla Corte Costituzionale da parte di alcune Regioni anche in funzione di alcune decisioni assunte per grandi opere, tipo il terzo valico piuttosto che la litorale tirrenica in sovrapposizione con la Regioni Toscana e Lazio.
Però questo elemento di blocco e di completa sclerotizzazione dei percorsi legislativi ha fatto giustamente nei legislatori di questa ultima legislatura nascere l'esigenza di rivedere il meccanismo dell'attribuzione delle competenze; di conseguenza, di rivedere l'articolo 117.
Sull'articolo 117 si è fatta - e qua permettetemi di dirlo in modo chiaro - grande strumentalizzazione sulle famose competenze. Ricordo che se ne parlò anche molte volte nei dibattiti consiliari per quanto riguarda la polizia locale, la sanità e l'istruzione. Tre elementi che, a leggere attentamente gli articoli della riforma, riducono, per quanto riguarda la sanità, il potere che le Regioni avevano con il Titolo V, in quanto c'è un richiamo all'unità nazionale che obbliga le Regioni a sottoscrivere con il Governo centrale i livelli essenziali di assistenza.
Perciò quando si diceva che con questa riforma noi avremmo avuto una sanità di serie A, una sanità di serie B e una sanità diversa da Regione a Regione, in realtà questo già esiste oggi, ma non certo per la riforma, ma perché ci sono vari livelli di sanità nelle varie Regioni.
Questa riforma, la riforma nuova, di cui oggi discutiamo, in realtà riconduce tutte le Regioni italiane a gestire chiaramente in modo autonomo la sanità sul proprio territorio, ma secondo dei principi stabiliti a livello centrale, che consistono sostanzialmente nel definire e nel concordare i livelli essenziali di assistenza, che sono di fatto la garanzia del diritto di una stessa identica sanità in Lombardia come in Sicilia o come in Calabria.
Lo stesso dicasi per quanto riguarda la famosa riforma della scuola o la devoluzione sulla istruzione. Anche in quel contesto si è cercato di far passare il messaggio che avremmo avuto le scuole dialettali in Sicilia e le scuole dialettali in Piemonte. Grandissima falsità perché non è assolutamente vero, perché in realtà, nell'ambito di tutto il programma di studi settimanale, le varie Regioni hanno la possibilità di indicare due ore alla settimana di programma legato alle specificità e alla territorialità del luogo e della propria Regione. Cosa nei confronti della quale ritengo che nessuno abbia da obiettare, perché mi sembra che questo meccanismo di determinare una piccola parte di programma specifico rispetto alla domanda specifica che ogni Regione e ogni singolo territorio ha di istruzione e di professionalizzazione, sia estremamente utile.
Terza cosa, e concludo, è la questione della polizia locale. Mai nessuno ha pensato di costituire una polizia locale. La riforma parla chiaramente di coordinamento di polizia locale. Voi sapete che oggi le Regioni hanno già competenze riferite al coordinamento e questa riforma dà maggiore corpo a questo coordinamento, senza dare adito alla possibilità di costituire nuovi corpi di polizia, in considerazione del fatto che nel nostro paese ne sono presenti già quattro e credo che questi siano sufficienti.
Io ho voluto riprendere questi tre punti perché tutta la campagna denigratoria o di contrasto nei confronti di questa riforma è stata incentrata in modo particolare su tali aspetti.
Poi, naturalmente, c'è la questione del premieriato e del ruolo del Presidente del Consiglio, ma su questo qualche altro mio collega ritornerà.
Ritengo, in relazione a queste considerazioni, che questa riforma sia un ulteriore passo in avanti verso un federalismo compiuto. Faccio una considerazione finale, che è in un certo senso un elemento sul quale o i nuovi legislatori o noi stessi, che abbiamo comunque ruolo legislativo a livello regionale, dobbiamo riflettere.
Senza una coraggiosa applicazione dell'articolo 119, cioè del federalismo fiscale, e, secondo me, senza il coraggio di dire che il federalismo nella nostra nazione non può che essere applicato a geometria variabile sul modello spagnolo (cioè le Regioni che hanno determinate caratteristiche iniziano ad avere maggiore autonomia e le altre piano piano si adeguano) qualsiasi tipo di riforma di attribuzione di competenze risulterebbe vana.
Se noi pensiamo, in base alla mia esperienza, che il federalismo nel nostro paese debba avvenire in modo sincrono in tutte le Regioni, probabilmente siamo di fronte ad un'ipotesi non facilmente raggiungibile.
Di conseguenza, concludendo, noi naturalmente votiamo per la sottoscrizione del referendum e annunciamo che faremo una campagna a sostegno di questa riforma costituzionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

A me pare utile discutere di questo tema anche se siamo quasi fuori tempo massimo. Credo vada dato atto alle minoranze di un atteggiamento estremamente corretto ieri e oggi su questo tema.
Un grazie al personale che ha dovuto fare un po' di corse, dirigenti e funzionari, per ovviare a questo ritardo collettivo.
Questa riforma costituzionale che la Lega Nord ci ha brillantemente riassunto in un intervento collettivo, che è stato bellissimo e lo dico sinceramente, perché mai avevamo visto una cosa simile, una staffetta quattro per cento di questo genere è, dal nostro punto di vista, un fatto involutivo che si lega ad altri fenomeni involutivi che il nostro Paese ha conosciuto negli ultimi anni: l'informazione, la partecipazione, il rifiuto di scelte particolari, la capacità di una lettura collettiva di temi, ecc.
Ritengo sia giusto che il referendum confermativo sia stato rafforzato da una raccolta di firme, richiesta da vari Consiglieri regionali, che sta terminando proprio in questi giorni, e sarebbe un peccato se mancasse quella nostra, soprattutto perché la modificazione costituzionale non tocca piccoli punti, ma tocca 57 articoli su 134, formandone anche tre completamente nuovi.
Noi pensiamo che questa, che nel senso comune è sostanzialmente devolution ed è legata alla devolution, abbia anche altri pericolosi significati, soprattutto (dal nostro punto di vista) per l'aumento di potere che sarà in capo al Primo Ministro.
Il Primo Ministro viene di fatto eletto direttamente senza la fiducia delle Camere. Siamo preoccupati per ogni forma di presidenzialismo, non solo per quella più ampia, ma anche per quelle che si manifestano in organismi elettivi di minore valenza e di minore peso.
Il Primo Ministro sceglie e nomina i Ministri. Questa riforma determina espressamente la politica governativa sostituendo un altro verbo, il verbo "dirigere", che ha un peso notevolmente minore.
La fiducia della Camera significa praticamente la fine per la stessa legislatura, il suicidio della camera stessa. Il Primo Ministro può imporre lo scioglimento delle Camere senza neanche dimettersi, gestendo sostanzialmente la campagna elettorale successiva, rimanendo in carica.
Davanti alle polemiche di questi giorni, ognuno di noi può vedere quanto peso potrebbe avere.
La fiducia al Governo è data da una sola delle due Camere. Il Presidente della Repubblica perde il diritto che ha oggi di sciogliere le Camere stesse. I deputati oggi vengono definiti senza vincolo di mandato e con questa riforma perdono ulteriormente potere perché, di fatto, servono solo ad accordare la fiducia al Governo già esistente. A parer nostro, si perde l'uguaglianza fra di loro, solo quelli che appartengono alla maggioranza possono assegnare fiducia oppure mantenere la fiducia per il Governo stesso. Con una maggioranza non molto alta, è sufficiente una quarantina di parlamentari. Tutto ciò potrebbe essere determinante con tutti i pericoli che già oggi esistono ma che verrebbero ulteriormente ingigantiti.
Inoltre, a parer nostro, c'è un aumento di controllo politico sulla Corte Costituzionale, undici giudici su quindici verrebbero nominati dal potere politico, mentre la magistratura può solamente nominare quattro giudici costituzionali. Vi è un elemento che ci pare gravissimo: il Senato federale, così come verrà chiamato, verrebbe eletto contestualmente ai Consigli regionali, creando quindi due Camere, elette in tempi differenti con possibili maggioranze differenti. Pensate cosa significherebbe se una delle due Camere fosse stata eletta lo scorso anno contestualmente ai Consigli regionali: ci sarebbero due maggioranze diverse con il rischio ulteriore di quell'ingovernabilità in nome della quale sono state fatte varie modifiche elettorali.
La questione della polizia amministrativa regionale (spero che il Consigliere Ghigo abbia dato un'interpretazione corretta) rischia di sommarsi ad un organismo ulteriore rispetto a quelli che esistono già e che appartengono, oltretutto, a Ministeri estremamente differenti. Si tratta di una delle tante anomalie italiane che io non riesco assolutamente a comprendere.
Si crea nei fatti una potestà legislativa con tre livelli differenti.
La prima, esclusiva dello Stato, che è la Camera; la seconda concorrente fra Regioni e Stato (Senato federale); la terza, esclusiva per le Amministrazioni regionali e per i Consigli regionali.
Per onestà, occorre ricordare che c'è il precedente che il Presidente Ghigo ci ha anche ricordato prima, che è la modifica del Titolo V della Costituzione, che ha, a parer nostro, una serie di limiti gravi per il modo in cui venne fatta a fine legislatura.
La seconda questione è per i contenuti: assistenza e organizzazione sanitaria, organizzazione scolastica, definizione certamente solo di parte di programmi scolastici formativi d'interesse specifico regionale, polizia amministrativa regionale e locale.
Crediamo che qualunque modificazione così pesante, qualunque Governo vi sia, dovrebbe avvenire non ad opera di una piccola parte di sostenitori, ma con un tentativo di ragionamento collettivo.
Ricordiamo che la Costituzione passò nel 1946 con il 90% dei voti rappresentando una volontà sostanzialmente collettiva, che non può essere modificata da colpi di maggioranza di Governi che possono cambiare ogni cinque anni o forse anche meno. Ricordiamo, sempre per onestà, che la riforma del Titolo V riguardava però un solo articolo e non ne toccava 56.
La nostra speranza è che si arrivi a questo referendum in tempi brevi.
Dovrebbero mancare pochissimi mesi. Auspico che il risultato del referendum cancelli il tentativo di cambiamento così netto e così profondo che la Costituzione vive, ricordando che modificare parte di questa significa mettere in discussione anche l'altra parte (la parte delle premesse). Tutto dipenderà naturalmente dall'esito elettorale del 9 e del 10 aprile. Il risultato del voto politico inciderà sicuramente anche su quello successivo.
Chiudo regalando due minuti a questo Consiglio, dopo questa predica un po' da "vox clamans in deserto".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Devo dire che non si deve stupire il collega Dalmasso della sua citazione, perché di questa proposta di deliberazione non frega niente a nessuno, tanto meno a voi. La dimostrazione sta nel fatto che l'avete presentata ieri frettolosamente, come dire, fuori sacco, in articulo mortis (metto anch'io un po' di latinorum). Questa proposta di referendum confermativo v'interessava talmente tanto che l'avete lasciate perire in qualche cassetto. Poi, essendovi accorti che tutte le altre Regioni, a cominciare da quelle più a sinistra di questa, l'avevano portata avanti avete detto: Dobbiamo anche noi fare la nostra "marchettina" politica e schierarci in qualche modo, veloci veloci, sul referendum".
Ringrazio il Consigliere Dalmasso per la correttezza di aver voluto riconoscere alla minoranza che vi ha lasciato fare questa "marchettina", ma giusto per dire che è ovvio che non importa per niente a nessuno. Forse se a qualcuno interessava se ne poteva parlare, magari con un po' più di enfasi, perché l'argomento meriterebbe un po' più di enfasi e di approfondimento.
Ringrazio i colleghi della Lega per aver voluto ripercorrere un po' tutti i nodi e per aver toccato le questioni fondamentali della riforma costituzionale. Mi soffermo molto brevemente e mi riallaccio a quello che diceva il Consigliere Ghigo prima, nel senso che questa è una riforma che mi auguro venga confermata con il referendum. È una buona riforma e di gran mediazione. Non è stata fatta a colpi di maggioranza, ma secondo le norme previste da questa Costituzione, che è la Costituzione che fu votata al 90 dai cosiddetti padri costituenti, quindi questa non è una riforma che è passata per un accidente della storia, e perché un giorno un manipolo di velleitari e di violenti antidemocratici hanno pensato di farla passare. E' una riforma costituzionale passata secondo le regole della Costituzione vigente, in maniera assolutamente democratica, in maniera molto approfondita ma, soprattutto, in maniera molto meno secessionista rispetto alla precedente riforma del Titolo V della Costituzione, approvata - questa sì, all'ultimo giorno utile - con un colpo di maggioranza dall'allora centrosinistra. Una prima riforma del Titolo V che lasciava aperte tali e tante forme di indeterminatezza costituzionale da consentire veramente l'inauspicabile federalismo a doppia velocità delle Regioni più ricche e di quelle più povere. Una situazione che avrebbe portato, nella sostanza, ad un'Italia a due velocità che avrebbe pesantemente rischiato di compromettere l'unità nazionale.
Unità che invece viene ribadita e riconfermata da questa Costituzione con l'inserimento della clausola dell'interesse nazionale, che viene ribadita dallo status speciale per Roma capitale e, se mi consentite, da una Costituzione che ha una grande novità: la chiarezza del messaggio politico ma, soprattutto, il rispetto totale del voto degli elettori con la norma antiribaltone, che per l'Italia rappresenterebbe una conquista storica. Finalmente non assisteremo più ai travasi immondi a cui assistiamo in Italia quotidianamente al fine di andare in soccorso dei vincitori (diventerebbero inutili i cambi di casacca il giorno dopo le elezioni); non assisteremo più a quel mercimonio della politica e della democrazia che purtroppo, ancora oggi, è quasi una costante del nostro sistema politico proprio perché non esistono norme di tutela e di salvaguardia del voto popolare come quelle previste nella nuova Costituzione. Tra l'altro, credo sia giusto ricordare a tutti noi che il referendum confermativo era già previsto.
Preannuncio che voterò a favore, però che si tratti di una marchetta ve l'ho già detto, che ve lo siete dimenticati ve l'ho già detto. Aggiungo che questa forma è pleonastica perché prevista proprio da quelli che hanno voluto la riforma. Avete voluto marcare il territorio - sapete chi marca il territorio - ma il territorio era già marcato, siete arrivati secondi anche in questo. Il referendum confermativo l'abbiamo voluto noi, l'ha voluto il centrodestra proprio perché, finalmente, fosse il popolo a decidere in maniera assolutamente libera, in una maniera da uscire finalmente dalle stanze del potere e dalle assemblee elettive e legislative per tornare fra la gente che, con il buon senso popolare del luogo comune - al di là e al di sopra della politica - deciderà per il meglio.
Questa riforma costituzionale, che noi ci auguriamo venga riconfermata dal referendum, non è ovviamente una picconata alla Costituzione, ma è una sistemazione democratica, equilibrata e solidale rispetto a quelle picconate di stampo e di sapore assolutamente secessionistico che il centrosinistra diede quando, con un blitz della passata legislatura approvò, con pochissimi voti di scarto, la riforma costituzionale.
Ho fatto questo excursus giusto per ricordarci un po' cosa è avvenuto negli ultimi anni. Spesso la memoria storica non è una delle doti principali, in generale, della politica, del centrosinistra soprattutto.
Ribadisco e confermo il voto favorevole di Alleanza Nazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliere Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Sarò ancora più generosa del Consigliere Dalmasso che ha regalato due minuti del suo tempo al Consiglio, io ne regalerò di più. Nel merito è intervenuto molto bene il Capogruppo del mio partito.
Volevo sottolineare e richiamare l'attenzione su come la maggioranza stia facendo un po' di ostruzionismo sul bilancio; mi auguravo oggi di poterne discutere in IV Commissione, di poter avere la relazione che l'Assessore Valpreda e l'Assessore Migliasso dovevano farci pervenire per oggi e che invece non abbiamo ricevuto. Allora richiamo l'attenzione del Presidente del Consiglio e del Presidente della Commissione affinché oggi ci venga consegnata quella relazione che venerdì scorso gli Assessori avevano assicurato di consegnarci. Relazione, tra l'altro, già letta ragion per cui non capiamo perché non ci sia stata consegnata; forse speravano di fare più in fretta e di impedirci, così, di approfondire l'argomento rivolgendo ulteriori domande. Mi riferisco alla relazione che accompagnava i LEA. Ringrazio anche il Presidente della Commissione che ha sottolineato come quella non fosse la relazione al bilancio, ma la risposta ad una richiesta avanzata un mese fa.
Vorrei anche sottolineare come la maggioranza sia forse troppo guidata dall'estrema sinistra. Sono rimasta colpita in VIII Commissione quando il Consigliere Cattaneo ha dichiarato: "L'altra settimana abbiamo chiesto agli uffici di preparare, di presentare una proposta di deliberazione simile, ma ci hanno risposto che non eravamo più in tempo". Hanno fatto bene i funzionari del Consiglio regionale a rispondere che non c'era più tempo perché mai e poi mai potevano immaginare...
Adesso mi piacerebbe leggere "Alice nel paese delle meraviglie" per vedere se qualcuno se ne accorge o se posso andare avanti...
Ringrazio i pochi Consiglieri che se ne sono accorti. Chiedo scusa Presidente, ho visto che l'attenzione era al massimo, allora ho provato a dire cose senza senso e ho visto che ben sette Consiglieri, mi stavano seguendo.
Questo è un voler sottolineare l'importanza della proposta di deliberazione che voi avete voluto, che i Consiglieri Chieppa e Robotti che oggi sono in congedo, hanno presentato. Una discussione perfettamente inutile perché è stato detto: "Le firme le avevano già raccolte, le Regioni si erano già pronunciate". Qualche esponente de La Margherita si era ricordato, però gli era stato detto, almeno da quello che è stato riferito ieri in VIII Commissione, che ormai era tardi. Il Consigliere Muliere ha dichiarato ieri in Commissione: "Non importa, ritengo prioritario questo argomento rispetto allo svolgimento della IV Commissione". Per noi va bene è stato dato atto della nostra correttezza, ringrazio tutti per quello che hanno fatto.
Si è creato un precedente unico dal '95 ad oggi, e questo lo dimostra la risposta degli uffici ("non si fa più in tempo"). Voi avete voluto dimostrare che si riusciva a fare in tempo. Va bene, tra l'indifferenza generale si parla di questo argomento, poi magari venerdì ci direte che dobbiamo chiudere la IV Commissione, anche se abbiamo aspettato un mese per avere la risposta sui LEA.
Sui LEA è intervenuto il Consigliere Ghigo per dire quanto sia importante il discorso dei Livelli Essenziali dell'Assistenza sanitaria su tutto il territorio nazionale. Noi non sappiamo se qui sono stati applicati. Sappiamo che è stata approntata una delibera per sostenere maggiormente chi nelle case di riposo spende più di 87 euro al giorno.
Nello stesso tempo il Consigliere Cavallera si preoccupa per le case di riposo dell'Alessandrino dove sono sotto la soglia (sono sotto ai 33 euro al giorno), ma va bene così, per carità.
In genere le Giunte di sinistra fanno una politica per i ricchi, le Giunte del centrodestra la fanno per i poveri, però su tale argomento dobbiamo avere tutto il tempo...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Travaglini)



COTTO Mariangela

così, Consigliere Travaglini, verifichi la delibera. Lo ha detto anche l'Assessore Valpreda: per 1249 cittadini nelle case è stata data un'integrazione, perché pagavano più della soglia del concordato di marzo 2005.



(Brusìo in aula)



COTTO Mariangela

Non basta l'atteggiamento di sufficienza, è così: lo so che è incredibile, ma è così, e l'ha ribadito il vostro Assessore.
Ne abbiamo già discusso in IV Commissione, ma ci ritorneremo. Il discorso che vorrei fare è proprio questo: avete fatto passare un argomento all'ultimo minuto, attribuendogli grande priorità anche se i presentatori erano in congedo. L'avete firmato; va bene tutto, ma non crediate, poi, di non concederci il tempo in Commissione per discuterne, nel merito, punto per punto.
Sappiate fin d'ora che se entro oggi non riceviamo quanto è stato promesso dagli Assessori - torno a richiamare l'attenzione del Presidente della Commissione e del Presidente del Consiglio - perché crediamo sia giusto averne copia prima della fine di questa seduta... Ma c''è qualcuno secondo voi, che mi ascolta? Spero che almeno il Presidente del Consiglio e il Presidente della Commissione stiano prestando attenzione.
Capisco anche la vostra indifferenza, ma sto facendo una precisa richiesta, che è propedeutica ai lavori di venerdì: le relazioni che sono state presentate e non consegnate venerdì, alla IV Commissione, entro la seduta odierna dovrebbero esserci consegnate. Altrimenti, chiediamo di far slittare la prossima Commissione e di convocarla lunedì, come, del resto era già programmata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elio

Nel corso dell'ultima seduta della IV Commissione sono state illustrate alcune questioni di carattere generale, che erano propedeutiche al tema specifico dei LEA.
La copia di questa relazione, illustrata dall'Assessore Valpreda, è stata fornita ai presenti. Quanti non avessero avuto occasione di ritirarla, possono farlo presso la IV Commissione.
Per la parte illustrata dall'Assessore Valpreda, ne è stata distribuita copia ai presenti durante la Commissione.



ROSTAGNO Elio

COTTO Mariangela (fuori microfono)



ROSTAGNO Elio

No, no, no!



ROSTAGNO Elio

Fermi tutti!



ROSTAGNO Elio

CAVALLERA Ugo (fuori microfono)



ROSTAGNO Elio

C'è stato detto che doveva correggerla.



PRESIDENTE

Scusate, per cortesia! Sta intervenendo il collega Rostagno: lasciatelo terminare!



ROSTAGNO Elio

Sono stati illustrati due documenti: uno forniva dati di carattere più generale, a cui si è fatto riferimento per scendere nel dettaglio dei LEA.
Tale documento è stato fotocopiato e distribuito in Commissione; ne ho qui copia, comunque possiamo chiamare...



(Commenti della Consigliera Cotto fuori microfono)



ROSTAGNO Elio

Il Presidente Ghigo si era assentato, ma i presenti hanno...



ROSTAGNO Elio

COTTO Mariangela (fuori microfono)



ROSTAGNO Elio

Io e il collega Cavallera c'eravamo!



(Commenti del Consigliere Cavallera fuori microfono)



ROSTAGNO Elio

Non è così, comunque basta che se ne faccia richiesta presso la Commissione.



(Commenti della Consigliera Cotto fuori microfono)



ROSTAGNO Elio

Se si potessero evitare le interruzioni, cercherei di spiegare la situazione.
Sono stati illustrati due documenti: uno è stato illustrato dall'Assessore Valpreda, ed è stato distribuito. L'altro, preparato congiuntamente dai due Assessorati, conteneva un'imprecisione da correggere e l'Assessore Migliasso ha precisato che avrebbe provveduto a farlo distribuire...



(Brusìo in aula)



ROSTAGNO Elio

Lo ripeto per la collega Cotto: tutti i Consiglieri presenti hanno avuto una traccia delle argomentazioni. Se non l'hanno ritirata, non è un problema del Presidente della Commissione! Comunque era presente e possiamo far portare ora le copie per chi non le avesse ricevute.
Quanto è stato illustrato dall'Assessore Valpreda, è stato distribuito in copia: chi non l'ha ritirato, non l'ha voluto ritirare. Ma chi era presente l'ha ritirato, e ce l'ha. Tant'é che è qui disponibile per chi ne volesse copia.
Per la relazione specifica sui LEA - perché questa era di carattere generale e propedeutico, mentre l'altra era specifica sui LEA - l'Assessore Migliasso ha chiesto di poter correggere dei dati che erano risultati errati e mi ha garantito di farmela avere appena avessero effettuato le correzioni. Oggi non ho ancora visto l'Assessore Migliasso, ma la far cercare adesso per sapere se le correzioni sono state effettuate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Utilizzerò il tempo disponibile dividendolo in due parti.
La prima parte è dedicata ad una considerazione, Presidente, che mi è venuta spontanea leggendo l'ordine del giorno della Giunta di lunedì, che al punto 37) recita: "Sperimentazione propedeutica per l'eventuale istituzione di un corpo di Polizia Stradale sulle strade regionali. Prime direttive per il proseguimento della fase di sperimentazione".
Noi sappiamo quale "baccano" (come veniva ricordato prima) è stato fatto in ordine alla devolution, in modo particolare per quanto riguarda le competenze di polizia locale.
Colleghi del centrosinistra, probabilmente la Giunta regionale vi sta scavalcando, o comunque sta compiendo una "fuga stradale" in avanti.
Questo mio intervento, che inizia in modo singolare, tutto sommato sottolinea quanto i temi che sono stati definiti dalla riforma costituzionale siano quanto mai di attualità e costituiscano nient'altro che una messa a punto delle tematiche che più hanno riguardato il rapporto tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali.
Noi sappiamo che la sovranità spetta al popolo, sulla base dei primi annunciati della Costituzione. Notiamo, però, quanto questa sovranità, in molte materie, soprattutto dell'Amministrazione, sia fortemente limitata dall'intervento delle burocrazie ministeriali.
Ebbene, ritengo che lo sforzo che è stato compiuto con questa riforma costituzionale, volta a definire in modo puntuale e preciso le competenze tra il livello centrale, il livello regionale e il livello locale, sia encomiabile, e che solamente degli atteggiamenti di opportunità politica abbiano impedito una convergenza su temi che, comunque, se li andassimo a spulciare, già trovano riscontro nelle iniziative che le stesse Amministrazioni appartenenti agli orientamenti politici che lo contrastano in qualche modo hanno intrapreso.
Cito soltanto questo episodio che ho sottomano, ma con la lettura della delibera e con il successivo l'approfondimento avremo modo, anche attraverso atti di Sindacato Ispettivo, di discutere in quest'Aula anche di questa tematica.
Veniamo alla seconda parte del mio intervento.
Vedo di spalle il Presidente della IV Commissione: caro Presidente, io e la collega Cotto, in genere, apparteniamo a quella categoria di Consiglieri che concorre nell'accensione della luce al mattino, e nello spegnimento al termine della seduta: nel senso che, in genere, presenziamo per l'intero svolgimento delle sedute delle Commissioni.
Indubbiamente l'Assessore Valpreda ha letto un documento: su questo non ci sono dubbi. Aveva a sue mani un testo, che ha letto, ma non so se mentre lo leggeva (o prima di leggerlo) ne abbia passato qualche copia alla Segreteria della Commissione, oppure ai Consiglieri a lui più vicini (mi riferisco a vicinanze di vario tipo). Al termine della seduta, però, quando è stato chiesto di mettere a disposizione dei Commissari la relazione, è stato detto che, essendoci delle imprecisioni, queste sarebbero state corrette e per la Commissione convocata per martedì pomeriggio sarebbe stato consegnato il documento definitivo.
Pertanto, credo che il Presidente della Commissione, che ovviamente continua a riservare, com'è giusto, maggior attenzione alla Presidenza dell'Assemblea, farebbe meglio a mettere tutti i Consiglieri nelle condizioni di avere questo documento aggiornato.
Oltretutto, vi è un servizio di posta celere elettronica: ciascun Consigliere, infatti, dispone di una casella di posta elettronica, per cui è sufficiente inoltrare tempestivamente questo documento.
Se nella Commissione competente di domani, convocata per le ore 15 tale documento non sarà disponibile, è chiaro che faremo rilevare. Venerdì mattina, quando ci sarà la Commissione, se tutta la documentazione non sarà disponibilità non potremo approfondire l'argomento.
Faccio presente che la tematica dei LEA, come ha già detto la collega Cotto, per noi è fondamentale, anzi è propedeutica per qualunque ragionamento in ordine al bilancio, perché dalla volontà politica manifestata dall'amministrazione discendono poi le varie coperture di spesa.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale sulla proposta di deliberazione n. 112.
Emendamento rubricato n. 1, presentato dai Consiglieri Muliere, Dalmasso Manolino, Ricca e Lupi: nel testo sono soppresse le parti sottostanti il "premesso" "considerato" e "rilevato".
Faccio presente che per l'approvazione della deliberazione è richiesta la maggioranza assoluta dei Consiglieri, cioè 32 voti.
Prima di procedere alla votazione ricordo che la proposta di deliberazione deve essere accompagnata dai nomi di due Consiglieri, un delegato effettivo ed un delegato supplente, che giovedì mattina si rechino a Roma a portare la deliberazione alla Corte di Cassazione.
Chiedo se qualche collega è disponibile ad esprimere la propria candidatura. Gli unici due nomi pervenuti sono quelli del collega Cattaneo e del collega Cirio come supplente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto per dichiarazione di voto sull'intero testo della deliberazione; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Voteremo a favore di questo provvedimento e vogliamo che ci sia questo referendum, perché siamo convinti che fino ad oggi la gente comune abbia avuto un'informazione molto distorta su quella che è realmente questa riforma costituzionale.
Pertanto proprio il referendum permetterà, tramite la campagna referendaria, di dare alla gente l'informazione esatta di quelle che sono state le riforme costituzionali, in sostanza, del contenuto della relazione che oggi il Gruppo della Lega Nord ha illustrato a staffetta.
Voglio ancora rimarcare una cosa: nella precedente modifica della Costituzione venivano assegnate, come competenza esclusiva dello Stato, una grande quantità di materie. Un'altra grande quantità di materie era assegnata con il sistema legislativo in concorrenza tra Stato e Regione.
Dopodiché lo Stato prevedeva che quanto non elencato fosse di esclusiva competenza delle Regioni. Peccato che di fatto fosse stato elencato tutto per cui di esclusiva competenza delle Regione non vi era praticamente più nulla.
Anche lo stesso sistema della legislazione in concorrenza tra Stato e Regione ha causato notevoli problemi e difficoltà di interpretazione tant'è che proprio la Regione Piemonte ha ben undici leggi approvate da questo Consiglio regionale che sono state impugnate e ora attendono il verdetto della Corte Costituzionale per sapere se sono valide e se quindi questo Consiglio regionale ha adottato queste leggi all'interno delle proprie competenze o se invece abbiamo erroneamente valicato le competenze che ci sono state attribuite, e quindi queste leggi non sono valide.
Ho parlato di undici leggi per il solo Piemonte, ma in tutto ce ne sono ben 231 a livello di nazione italiana e ci sono ben sei leggi statutarie di altre Regioni che attendono questo verdetto.
Con la nuova riforma alle Regioni per lo meno competono alcune materie di esclusiva competenza. Pertanto sappiamo che leggi su queste materie saranno per forza di nostra competenza e non potranno essere impugnate.
Questo è solo uno dei motivi che sottolineiamo a favore di questa riforma costituzionale; ce ne sono poi molti altri, ripeterei quanto abbiamo illustrato prima, ma ricordo, ad esempio, la riduzione del numero dei parlamentari, la suddivisione dei compiti fra una Camera e l'altra, la semplificazione dell'iter legislativo e molte altre ancora.
Sono dunque tutti questi elementi che desideriamo portare a conoscenza dei cittadini, sicuri che una volta che questi avranno compreso lo spirito di questa riforma costituzionale, voteranno a favore della stessa e pertanto, nel prossimo referendum la riforma costituzionale verrà confermata.



PRESIDENTE

La proposta di deliberazione è stata emendata, sopprimendo tutte le parole sottostanti le scritte "premesso", "considerato" e "rilevato".
I nomi dei Consiglieri, che nella proposta di deliberazione non erano indicati, sono Paolo Cattaneo come Consigliere effettivo e Alberto Cirio come Consigliere supplente.
Indìco la votazione nominale su tale proposta di deliberazione, come emendata, il cui testo verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 Consiglieri hanno votato Sì 40 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Veterinaria

Esame ordine del giorno n. 239 inerente a "Metodi per la soppressione di animali in caso di emergenze sanitarie", presentato dai Consiglieri Moriconi, Spinosa, Barassi, Deambrogio, Dalmasso, Valloggia, Clement Turigliatto, Boeti, Rutallo, Robotti, Cattaneo, Travaglini, Larizza Bizjak, Reschigna, Auddino, Ronzani, Comella, Cavallaro, Ferraris Bertetto, Motta, Rabino e Rossi


PRESIDENTE

Passiamo al punto 16) all'o.d.g., relativo all'ordine del giorno n.
239.
Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Intervengo molto brevemente per l'illustrazione. Credo che parecchi di noi abbiano visto le riprese televisive riguardanti le epidemie di influenza aviaria che si sono verificate nel mondo, con raccapriccianti scene che hanno colpito negativamente i telespettatori: animali, uccelli in questo caso, che venivano buttati vivi nei forni oppure interrati ancora vivi.
Sappiamo che la Regione Piemonte ha un protocollo che esclude queste evenienze. L'ordine del giorno è un impegno, presso le competenti autorità internazionali, a far sì che non si verifichino più queste scene. È ormai risaputo - dimostrato da rilevanti testi scientifici - che tutti gli animali, di qualsiasi specie, ordine o grado nella scala filogenetica, sono in grado di provare sofferenza. Questo è un dato di fatto che non avrebbe bisogno di studi scientifici per rilevarlo, ma, purtroppo, non sempre viene accettata l'idea della sofferenza degli animali: tanto più gli animali sono ai primi gradini della scala filogenetica, tanto meno si riconosce il loro diritto alla non sofferenza.
Per tutto questo, con l'ordine del giorno sollecitiamo gli organi competenti, il Ministero della Salute e l'Organizzazione Mondiale della Sanità, affinché emanino precise disposizioni per evitare che nel corso di abbattimenti plurimi per motivi sanitari non siano presi tutti gli opportuni provvedimenti affinché gli animali, prima di essere interrati o distrutti con l'incenerimento, siano uccisi in un modo che induca il meno dolore possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Innanzitutto, se interpretiamo correttamente le firme, constatiamo che questo ordine del giorno è stato presentato, da parte del Centrosinistra all'attenzione del Consiglio regionale, omettendo le competenze dirette della Giunta regionale, in modo particolare i servizi veterinari della Regione Piemonte, come ben sa il Consigliere Moriconi, competente in materia.
Mi sembra che non ci siano osservazioni di fondo circa l'obiettivo di migliorare le procedure di abbattimento, a fronte di epizozia o di altri eventi particolari, con metodi senz'altro meno cruenti o meno dolorosi, a seconda del caso. Credo, prima di tutto, che dobbiamo fare chiarezza a casa nostra. Quanto riferito dal collega Moriconi ha un riscontro nella nostra Regione, nelle altre Regioni d'Italia e a livello internazionale? Questo sarebbe un dato molto importante da conoscere, perché delle due l'una: o è un problema di carattere generale, e allora ci si può pronunciare con una richiesta in questo caso da rivolgere al Ministero della Salute o all'Organizzazione Mondiale della Sanità, oppure è questione che riguarda le metodiche operative dei servizi veterinari pubblici, che sono pubblici in tutte le nazioni europee. La questione è un po' di più scottante, perch potrebbe comportare violazioni procedurali. In questo caso assumerebbe aspetti particolari.
Nella nostra Regione opera, come Assessore alla sanità, Mario Valpreda che addirittura è stato responsabile dei servizi competenti per tantissimi anni e conosce direttamente la materia. Per questo motivo, prima di votare l'ordine del giorno, che nella sua essenza non possiamo che condividere, è preliminare, da parte nostra, richiedere un chiarimento. Vorremmo che il testo fosse articolato meglio e comprendere come mai il richiamo non riguarda direttamente l'operatività dell'Assessorato regionale. È vero che il Ministero emana delle direttive, ma tocca poi alle singole Regioni attraverso i vari servizi veterinari, dare le disposizioni operative, a meno che non ci sia un settore parallelo, comunque anomalo, occulto e sotterraneo, di cui noi non siamo a conoscenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Il sottoscritto è firmatario dell'ordine del giorno presentato dal collega Moriconi, quindi lo riteniamo assolutamente importante, specie al giorno d'oggi. Come lei saprà, in Italia sono stati trovati esemplari di cigno malati, per fortuna di un ceppo non particolarmente virulento. Per ora non vi sono casi di contaminazione fra animale e uomo, però nulla ci impedisce di pensare che, nell'arco delle prossime settimane, animali malati possano arrivare in volo anche sul nostro territorio. Sono state segnalate carcasse di animali sul lago d'Orta, che possono sicuramente esseri morti per cause naturali, ma potrebbero anche essere le prime avvisaglie di animali malati presenti sulla nostra Regione.
A quel punto, a parte la psicosi che si potrebbe generare nella gente ci potrebbe essere una ripercussione assolutamente negativa per chi lavora nel settore avicolo, nella produzione di derrate alimentari contenenti carni bianche (pollo ecc.) o negli allevamenti. A questo punto, se si trovassero animali malati e infetti, partirebbero sicuramente delle procedure di abbattimento. Noi non possiamo pensare, ritenendoci persone civili, che questi animali possano essere abbattuti come è stato mostrato in televisione: migliaia di galline, oche e anatre (ma pensiamo anche a cigni, aironi e rapaci) buttate dentro sacchi, bruciate o interrate vive e coperte di calce. È assolutamente inammissibile e inaccettabile.
In primis chiediamo, con l'ordine del giorno (che era stato scritto un po' di tempo fa e quindi non teneva chiaramente conto di quello che sarebbe avvenuto nei giorni successivi in Italia) che la Giunta regionale si faccia portavoce, presso il Governo, affinché tutte le procedure di abbattimento di questi animali siano effettuate senza causare loro inutili sofferenze.
In particolare, chiediamo alla Sanità della Regione Piemonte che, nel caso in cui si dovessero verificare abbattimenti di animali in Piemonte, si utilizzino metodi che non comportino sofferenze inutili agli animali. Se si dovesse verificare l'evenienza nel nostro territorio di animali infetti ricordiamoci che questi sono animali migratori che percorrono lunghe distanze in poco tempo. Sarebbe bene indicare, nell'o.d.g. del prossimo Consiglio regionale, un momento di chiarimento per sapere come ci stiamo preparando, a livello di sanità e di igiene pubblica piemontese, per affrontare un caso come questo, che sembra essere alle porte, che è difficilmente arrestabile e che certamente non dipenderebbe da noi.
Come Gruppo della Lega Nord, chiediamo al Presidente di sensibilizzare l'Assessore alla Sanità affinché martedì prossimo, se si dovesse verificare sul territorio la malaugurata presenza di qualche animale contagiato, ci desse ragguagli su quanto si sta predisponendo, al fine di evitare ulteriori casi di contagio.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Nel corso della discussione è emerso il problema relativamente al comportamento della Regione Piemonte. Come si evince dal testo, si tratta di un documento di indirizzo generale per la prassi e le metodiche previste dalla Regione Piemonte e dall'Assessorato alla Sanità. Chiaramente non sono previste deroghe ai sistemi di abbattimento degli animali. Come si legge chiaramente nella formulazione, è un atto di indirizzo verso il Ministero della Sanità e l'OMS affinché, nel caso di eventi nel corso dei quali occorre uccidere un gran numero di animali, non si deroghi alla prassi ufficiale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Voglio esprimere il voto favorevole del Gruppo dello SDI, convintamente aderente alle intenzioni dell'ordine del giorno sottoscritto da tutti gli altri Gruppi di maggioranza e solo per un disguido tecnico non sottoscritto anche dal Gruppo che rappresento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 239, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale constatato che negli ultimi anni si è reso necessario assumere sia a livello nazionale sia internazionale provvedimenti di salvaguardia sanitaria che hanno comportato l'abbattimento di milioni di animali a partire dalla sindrome dell'encefalopatia spongiforme bovina per arrivare alle ripetute ondate di influenza aviarie.
Verificato spesso in tali occasioni, le operazioni di uccisione degli animali, non si svolgono in sintonia con quanto previsto dalle legislazioni europea e internazionale. In particolare le uccisione degli uccelli, anche per la facilità della cattura e la loro innocuità, vengono sempre più frequentemente attuate senza l'utilizzo di metodi di stordimento, cosicch gli animali sono interrati o bruciati ancora vivi, come chiaramente dimostrano le immagini che giungono dai paesi nei quali si sia verificato un allarme di tal genere.
Considerato che il fatto costituisce un grave problema relativamente alla sofferenza degli animali, evidente in sé, anche dimostrabile scientificamente dato che numerosi studi attestano la capacità di provare dolore da parte di qualsiasi animale, quale che sia la sua collocazione nella scala tassonomica, ovvero qualunque sia la complessità del suo apparato nervoso.
Considerato inoltre che la visione di tali immagini, animali interrati o bruciati vivi, può suscitare indignazione e riprovazione da parte di quei cittadini, sempre più numerosi in tutto il mondo, che hanno posizioni ideali di difesa dei diritti degli animali, tra i primi quello alla non sofferenza.
Valutato altresì il carattere diseducativo che tali immagini possono avere nella formazione di soggetti giovani, estremamente sensibili e influenzabili da immagini di violenza su soggetti deboli quali gli animali portandoli alla convinzione che la violenza possa essere in alcuni casi socialmente tollerata. Valutato inoltre che recenti ricerche associano addirittura le visioni di atti di violenza nei confronti degli animali con comportamenti violenti in età adolescenziale e adulta anche nei confronti di persone.
Impegna la Giunta regionale ad assumere atto formale di richiesta al Ministero della Salute e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità affinch emani precise disposizioni per evitare che nel corso degli abbattimenti plurimi per motivi sanitari si eludano tutte le norme che garantiscono la tutela minima del benessere degli animali e sia reso obbligatorio e non derogabile lo stordimento degli animali per evitare inutili e gratuite sofferenze a milioni di animali".
Il Consiglio approva.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente - Calamità naturali

Discussione congiunta degli ordini del giorno n. 245 "Concessione di permesso retribuito per la giornata di venerdì 27 gennaio 2006"; n. 246 "Disagi conseguenti le nevicate del 27 e 28 gennaio 2006" entrambi presentati dai Consiglieri Cotto, Cavallera, Ghigo, Rossi, Lupi Turigliatto, Motta, Botta, Guida, Ricca, Bossuto e n. 248 "Manutenzione manti stradali danneggiati dalla neve", presentato dai Consiglieri Motta Lepri, Bizjak, Rutallo, Muliere, Cavallera, Reschigna, Bellion, Cotto e Ghigo


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 17) all'o.d.g., inerente agli ordini del giorno n. 245, 246 e 248, incentrati sul tema dei disagi generati dalle recenti precipitazioni nevose.
La parola alla Consigliere Cotto per l'illustrazione.



COTTO Mariangela

Per illustrare molto brevemente gli ordini del giorno n. 245 e 246. Il primo riguarda la concessione di un permesso retribuito, per la giornata di venerdì 27 gennaio 2006, per i dipendenti regionali.
L'abbondante nevicata ha impedito molti dipendenti regionali a recarsi al lavoro: un po' perché i treni non viaggiavano, un po' perché le scuole erano chiuse, un po' perché non potevano raggiungere la propria destinazione di lavoro con la macchina. Abbiamo ben presente che esiste un contratto nazionale a cui far riferimento, ma come, ad esempio, in questi giorni in occasioni delle Olimpiadi i dipendenti della Giunta regionale devono uscire prima per permettere un corretto svolgimento di tutti gli adempimenti conseguenti alla premiazione in Piazza Castello, pare giusto dare la possibilità di fruire di un permesso retribuito per tutti quei dipendenti che il 27 gennaio non sono riusciti a raggiungere il posto di lavoro. Questo può servire ad esempio anche per altre amministrazioni.
inutile ribadire che siamo solidali con il problema di tutte quelle mamme che devono per forza stare a casa perché non sanno a chi affidare il bambino quando le scuole chiudono all'improvviso.
Il documento è firmato in modo trasversale da tutti i Consiglieri, così come se il Presidente è d'accordo andrei ad illustrare l'ordine del giorno successivo che riguarda le spese che i piccoli comuni hanno dovuto sostenere per lo sgombero della neve. Si fa in fretta a dire che la "neve come viene se ne va", fermiamoci due giorni, ma così non è possibile. Le strade devono essere pulite, le ambulanze devono poter viaggiare sempre.
Voi sapete benissimo che in Piemonte ci sono 1.206 Comuni, l'80% dei quali sono piccoli comuni; si è pensato di inserire un limite di 3.000 abitanti (possono essere di più o di meno), ma è sempre difficile stabilire un limite perché noi sappiamo che anche i grandi comuni (e per grandi intendo comuni di 3.012 abitanti) comprendono tante frazioni e borgate tante località e case sparse. Bloccata a casa venerdì 27 gennaio, ho provato a scambiare una serie di sms con i sindaci dell'Astigiano, per capire come affrontavano l'emergenza neve. Ho trovato Sindaci che guidavano il trattore - non per divertimento, ma perché era l'unico modo per sgombrare la neve dalle strade - altri che mi dicevano che il grave danno non era solo la neve sulle strade, ma il bilancio.
Da qui, allora, emerge una proposta. Poiché sono convinta che, come diceva spesso un grande santo astigiano, Monsignor Morello, "bisogna essere straordinari nelle cose ordinarie", chiederei veramente un contributo straordinario per quello che è un lavoro ordinario: togliere la neve. Per alcuni dei nostri comuni significa già un salasso al proprio bilancio.
Ricordo che nel nostro ordine del giorno abbiamo voluto indicare una cifra (10 mila euro) che ha destato qualche perplessità, qualcuno diceva 11 altri 9, altri sostenevano di raccordarla ai chilometri delle strade comunali: non so quale sia la soluzione migliore, l'importante, secondo me è che venga dato un tangibile riconoscimento ai piccoli Comuni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Non aggiungo molto a quello che ha detto la Consigliera Cotto.
Naturalmente sono arrivate molte richieste da parte di Sindaci che richiedevano un intervento in tal senso, così come altri Consiglieri regionali hanno ricevuto relativamente ai propri territori di appartenenza.
L'ordine del giorno n. 248 riguarda la manutenzione dei manti stradali danneggiati dalla neve. Parlando con alcuni Sindaci è emerso che i fondi per spalare la neve ci sarebbero, ma mancherebbero poi i fondi per riparare le strade con il manto stradale dissestato dalla neve. La Consigliera Cotto aveva già presentato un ordine del giorno che riguardava la rimozione della neve dalle strade, noi abbiamo pensato di integrare, e ringrazio tutti i Consiglieri che l'hanno sostenuto, un ordine del giorno per aiutare i piccoli e medi comuni con adeguati fondi per la manutenzione del manto stradale dopo la rimozione della neve.
Riteniamo importante questo contributo da parte dei Comuni perch sappiamo che i loro bilanci sono sempre più in difficoltà e sono sempre più esigui. Nel nostro ordine del giorno non abbiamo stabilito una cifra perch pensiamo - chiediamo anche alla Consigliera Cotto di volerlo emendare anche se lo abbiamo firmato, ma pensandoci con un po' più di attenzione abbiamo ragionato in questo senso - di lasciar decidere all'Assessore competente l'entità dei fondi a seconda delle disponibilità finanziarie e delle richieste dei Comuni, per non vincolare con una cifra che, come diceva prima la collega, potrebbe essere superiore o inferiore. Lasciamo quindi, una frase più generica, anche per quanto riguarda l'ordine del giorno a firma della Consigliera Cotto, che stabilisce un contributo per affrontare le spese necessarie per la rimozione della neve nelle strade pubbliche.
Se la collega accettasse, potrebbe essere anche più facile, per l'Assessorato competente, affrontare tutte le richieste dei Comuni che ne faranno richiesta. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Esprimo tutto il nostro apprezzamento per l'azione propulsiva della collega Cotto e della collega Motta perché, provenendo da una provincia dove ci sono molti piccoli Comuni - la qual cosa riguarda anche altri colleghi provenienti dalle varie province - hanno riportato, in quest'Aula le esigenze di amministrazioni messe in ginocchio dalle nevicate o da eventi metereologici avversi.
Possiamo accedere - ovviamente d'intesa con la collega Cotto - ad eliminare i diecimila euro come cifra vincolante, però in cambio chiediamo che si definisca un intervento che non sia un'elemosina, ma significativo soprattutto per le zone maggiormente colpite dalle nevicate e quelle limitrofe, che indubbiamente sono quelle cui fanno riferimento i primi firmatari dei due documenti. È assolutamente fondamentale cercare di concentrare le risorse laddove sono maggiormente necessarie. Naturalmente questi documenti comprendono anche all'esigenza della contribuzione della Regione alla manutenzione delle strade locali.
un capitolo che forse dovremmo declinare meglio nella discussione del bilancio. La legge n. 18 è assolutamente da rivisitare, nel senso che va "rimpolpata", perché contribuire con 30/40 o 50 mila euro per interventi straordinari sulle strade è questione di vita o di morte finanziaria per determinate amministrazioni. In tal modo, i cittadini avrebbero la possibilità di andare a casa senza distruggere l'automobile. Infatti possiamo tutti capire come Comuni di 500 abitanti, nel cui territorio vi sono 30 o 40 chilometri di strade comunali, non siano in grado di fare la manutenzione.
Grazie all'Assessore per l'attenzione e grazie, ovviamente, alle colleghe per aver presentato due documenti importanti per la vita dei piccoli Comuni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Questo intervento vuole esprimere l'opinione del mio Gruppo rispetto ai tre documenti, oggetto della presente discussione.
Relativamente al primo documento, non esprimiamo una condivisione perché riteniamo che non competa al Consiglio regionale impegnare la Giunta e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale rispetto alla concessione ai dipendenti di una giornata di permesso retribuito. È una questione che lasciamo alla sensibilità dei singoli Consiglieri, ma non mi sembra che rientri tra le priorità su cui il Consiglio regionale abbia il dovere di esprimersi.
Condividiamo, invece, i due documenti - quello illustrato dalla Consigliera Cotto e quello illustrato dalla Consigliera Motta - soprattutto dopo l'accoglimento della richiesta di togliere la cifra. Li condividiamo perché chiunque conosce la realtà dei piccoli Comuni della nostra Regione sa come queste Amministrazioni ben difficilmente siano nelle condizioni di far fronte a problematiche di questo tipo. È giusto, quindi, che la Regione dimostri la propria solidarietà nei confronti di queste Amministrazioni.
Oserei anche dire all'Assessore e alla Giunta che, in relazione alle disponibilità economiche, anche se i documenti parlano di piccoli e medi Comuni, occorra una particolare sensibilità soprattutto nei confronti di quelli piccoli, che, sotto il profilo economico, non sono in grado di effettuare gli interventi necessari.
Per questo motivo, votiamo i due documenti, raccomandando l'Assessore e la Giunta che, nel riparto delle somme, si privilegino soprattutto i piccoli Comuni del Piemonte.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 245, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerate le precipitazioni nevose della scorsa settimana che hanno determinato uno stato di allerta in tutto il territorio piemontese che ha coinvolto particolarmente il settore dei trasporti tenuto conto che molti lavoratori pendolari, e non, trovandosi nell'impossibilità oggettiva di raggiungere il posto di lavoro, a causa delle difficoltà di viabilità e trasporto, sono stati costretti a richiedere un giorno di ferie tenuto inoltre conto che al fine di affrontare l'emergenza in alcune città è stata disposta la chiusura delle scuole cosicché, anche in questo caso, i genitori lavoratori sono stati obbligati a richiedere un giorno di ferie per accudire i figli valutato che in altre circostanze simili di avversità atmosferiche sono stati concessi ai dipendenti appositi permessi retribuiti impegna la Giunta regionale e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio a concedere una giornata di permesso retribuito ai dipendenti che nella giornata di venerdì 27 gennaio 2006 non hanno potuto raggiungere la sede di servizio a causa delle precipitazioni nevose".
Il Consiglio approva.
Prima di procedere alla votazione dell'ordine del giorno n. 246, ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Solo per correttezza: la Consigliera Motta ha proposto di togliere l'importo dal mio ordine del giorno e il Consigliere Cavallera ha risposto per il nostro Gruppo, che era d'accordo, quindi bisognerebbe scrivere "popolazione fino a tremila abitanti, un contributo per affrontare le spese necessarie", omettendo le parole "pari a diecimila euro".



PRESIDENTE

D'accordo. Prendiamo atto che l'emendamento è stato firmato dal proponente e quindi poniamo in votazione l'ordine del giorno n. 246 così emendato, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la nostra Regione è stata colpita nei giorni 27 e 28 gennaio 2006 da fitte nevicate su tutto il territorio che hanno causato, tra gli altri, forti disagi al settore dei trasporti, già notevolmente difficoltoso negli ultimi tempi considerato che nei comuni di minori dimensioni si è creata una situazione di emergenza dovuta alla mancata eliminazione della neve dal fondo stradale, divenuto impraticabile a quanti erano costretti, nonostante le condizioni climatiche, a mettersi in viaggio tenuto conto che tali situazioni si sono verificate a causa degli elevati costi che i comuni devono affrontare per affidare a società private la rimozione della neve dalle strade pubbliche, e che in alcuni Comuni gli stessi sindaci si sono materialmente adoperati per ripristinare le condizioni del fondo stradale impegna la Giunta regionale a compiere quanto necessario affinché le prevedibili perturbazioni meteorologiche delle stagioni invernali non rappresentino fonte di grossi disagi per la popolazione piemontese, anche residente nei Comuni più lontani dai centri cittadini a stanziare a favore dei Comuni con popolazione fino a 3000 abitanti un contributo per affrontare le spese necessarie per la rimozione della neve dalle strade pubbliche".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 248, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la nostra Regione è stata colpita da fitte nevicate che hanno causato forti disagi, in particolare al settore dei trasporti e della viabilità considerato che le nevicate non comportano solo seri problemi relativi all'eliminazione della neve, in quanto, successivamente alla rimozione della stessa, il manto stradale risulta essere danneggiato, con sfaldamenti, buche, etc., con conseguenti disagi e pericoli per le persone impegna la Giunta regionale a stanziare a favore dei piccoli e medi Comuni adeguati fondi per la manutenzione del manto stradale successiva alla rimozione della neve".
Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 241 inerente a "Monitoraggio elettorale in Bielorussia", presentato dai Consiglieri Moriconi, Leo, Boniperti Cavallera, Boeti, Dutto, Manolino, Pizzale, Buquicchio, Turigliatto Cattaneo, Bizjak, Vignale, Muliere, Cavallaro, Deambrogio, Costa e Barassi


PRESIDENTE

Procediamo con il punto 18) all'o.d.g., inerente all'ordine del giorno n. 241, "Monitoraggio elettorale in Bielorussia".
La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Tenendo conto del clima simpatico e multicolore che c'era prima, questo ordine del giorno è stato firmato da quasi tutti i Gruppi, ma non da tutti perché c'è un Gruppo di maggioranza che non lo ha firmato.



(Commenti in aula fuori microfono)



LEO Giampiero

Non mi riferisco a Rifondazione, ma ai Comunisti Italiani. Non faccio alcun commento, ma ho notato che i Comunisti Italiani hanno firmato l'ordine del giorno che denuncia i maltrattamenti agli animali - e hanno ragione - ma non hanno firmato l'ordine del giorno che denuncia i maltrattamenti ai Bielorussi. Cari colleghi Muliere e Boeti, lascio a voi le deduzioni.
Questo documento è firmato dai Consiglieri Moriconi, Leo (primo firmatario), Boniperti, Cavallera, Boeti, Dutto, Manolino, Pizzale Buquicchio, Turigliatto, Cattaneo, Bizjak, Vignale, Muliere, Cavallaro Deambrogio, Costa e Barassi. Non è firmato dal Gruppo dei Comunisti Italiani.
L'ordine del giorno contiene due elementi di estrema importanza: il primo, che è stato formulato, raccolto e predisposto (lo dico ai colleghi da questo punto di vista più collegati come Moriconi, Turigliatto ecc.) da associazioni, da ONG e associazioni giovanili che si battono per la democrazia. Segnatamente a queste, quelle che hanno organizzato la carovana Beslan, quindi un gran bel significato.
Seconda cosa: è un atto di coraggio e intelligenza perché denuncia la gravità della situazione in Bielorussia. Sembra incredibile che in Europa vi sono ancora situazioni del genere. Vorrei richiamare l'attenzione della Presidenza del Consiglio e della Giunta. Per la Giunta mi rivolgo ai colleghi Pentenero, Caracciolo e Sibille. Si tratta di un appello e di una richiesta congiunta di tutto il Consiglio regionale, rivolta alla Giunta e al Consiglio regionale, di sostenere l'iniziativa di monitoraggio elettorale e formare quindi una delegazione di cinque Consiglieri regionali che partecipino ad una delegazione internazionale di monitoraggio che sotto l'egida dell'Unione Europea, durante la giornata del 19 marzo accompagni i monitorari indipendenti (monitoraggio indipendente).
Questa può essere un po' una novità, ma devo dire che Regioni come Toscana ed Emilia Romagna, si sono già messe in questa direzione, per cui c'è stata un'attenzione. È vero che queste Regioni non hanno competenza di politica estera, ma è altrettanto vero che sulla cooperazione internazionale, come dirà la collega Mariangela Cotto, la Regione ha fatto molto, proprio con Stati come la Bielorussia. Sarebbe un atto di gran significato dimostrare che cinque eletti da un'assemblea libera e democratica affianchino un progetto dell'Unione Europea, per sostenere la transizione dei bielorussi verso la democrazia.
Nessuno vuole imporre qualche modello, nessuno vuole fare qualche imposizione o forzatura. Noi chiediamo solamente che i bielorussi possano scegliere con tutta la libertà possibile.
La nostra presenza, in una situazione difficile come quella indubbiamente, potrebbe essere d'aiuto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

Chiedo solo un attimo, solo per mettere la firma su quest'ordine del giorno che voterò. Concordo sul giudizio, sul carattere autoritario e non democratico di tanti paesi che vengono dall'ex URSS. Mi pare sacrosanto riconoscere che il metodo del voto e del suffragio universale sia ad oggi l'unico e il migliore, anche se non certamente perfetto, quindi migliorabile e sommabile con altre forme di democrazia, metodo per la democrazia di tutti e tutte.
Tuttavia (lo dico all'amico Moriconi e all'amico Leo) alcune perplessità mi hanno impedito di sottoscriverlo.
Per primo, il carattere non sempre democratico di tanti regimi che sono subentrati a quelli dell'ex URSS. Peraltro, vi sono testimoni in quest'Aula che possono testimoniare che, fin da quando ero piccolo, ho sempre sostenuto che l'URSS non fosse democratica e non fosse neanche socialista.
Secondo, molti di questi nuovi regimi hanno anche praticato scelte sociali certamente regressive anche rispetto alla realtà di prima.
Terzo, mi hanno sempre preoccupato alcuni appoggi dati da alcuni gruppi economici occidentali a questi nuovi regimi attraverso alcune forme di volontariato in questi paesi. Il caso dell'Ucraina dovrebbe essere indicativo per molti aspetti. Si è abbattuto un regime che di democratico aveva molto poco, ma quello che è venuto dopo mantiene molti dei limiti e dei caratteri autoritari e personalizzanti di quello precedente. La questione è certamente difficile, perché una transizione alla democrazia deve tenere anche conto di alcuni valori sociali e di alcune difese sociali elementari.
Questi sono i motivi per cui non avevo ancora apposto la mia firma. Lo volevo spiegare per rispetto anche verso i molti firmatari, alcuni dei quali appartenenti al mio Gruppo, per cui tra le firme mancherebbe solo la mia, il che non cambia assolutamente il prodotto finale e non avrebbe aggiunto assolutamente nulla, ma mi sembrava onesto precisarlo.



PRESIDENTE

Non essendo sono altri interventi, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 341, "Monitoraggio elettorale in Bielorussia", il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la situazione Bielorussa è caratterizzata da sistematiche violazioni dei diritti umani e civili. In particolare i diritti democratici e di associazione sono fra i più colpiti da un apparato di governo ed amministrativo che pare abbia come unico scopo quello di garantire la sua sopravvivenza eliminando qualsivoglia voce critica e di dissenso: la situazione delle ONG e dei media indipendenti bielorussi risulta pressoch drammatica che dal 2001 quasi tutte le ONG bielorusse sono state chiuse o dichiarate fuori legge, ufficialmente possono lavorare solamente quelle realtà riconosciute, e quindi controllate, dal governo che non esistono organi di informazione che non siano statali se non qualche gazzetta pubblicata in piccole città che non supera le 5000 copie e che nella capitale Minsk non ci sono media indipendenti considerato che nella scorsa tornata elettorale del 7 settembre 2001, è uscito vincitore Aleksandr Grigor'evich Lukashenko in seguito a palesi e ripetuti brogli elettorali testimoniati anche dall'Osce che in questi cinque anni la dittatura di Lukashenko ha aumentato la sua repressività e il controllo dei mass media e dell'opinione pubblica soffocando costantemente gli sviluppi della società civile venuti a conoscenza che il 19 marzo in Bielorussia vi saranno le elezioni Presidenziali impegna la Presidente della Giunta e il Presidente del Consiglio a sostenere l'iniziativa di monitoraggio elettorale, e a formare una delegazione di 5 Consiglieri regionali, che vadano formare una delegazione di monitoratori internazionali di alto profilo istituzionale e che durante la giornata del 19 marzo 2006 accompagni i monitoratori indipendenti a sostenere iniziative volte a denunciare eventuali violazioni, dando voce al bisogno di democrazia della società civile bielorussa".
Il Consiglio approva.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame ordine del giorno n. 253 relativo a "Omaggio alle vittime delle Foibe", presentato dai Consiglieri Cavallera, Ferrero, Pichetto Fratin Cotto, Ghigo, Vignale, Ghiglia, Manolino, Guida e Pedrale

Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Presentazione ed esame ordine del giorno n. 264 inerente a "Giorno del ricordo delle vittime delle Foibe", presentato dai Consiglieri Travaglini Pozzi, Bellion, Ferrarsi, Reschigna, Auddino, Boeti, Robotti, Lepri Cattaneo, Muliere, Rutallo, Ricca, Turigliatto, Laus, Motta, Rostagno Bizjak e Rabino

Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Presentazione ed esame ordine del giorno n. 265 inerente a "Giornata del ricordo - Foibe", presentato dai Consiglieri Dalmasso, Deambrogio, Barassi e Valloggia


PRESIDENTE

Passiamo adesso ad esaminare l'ordine del giorno n. 253, inerente a "Omaggio alle vittime delle Foibe", di cui al punto 19) all'o.d.g.
Sul medesimo argomento sono stati presentati altri due ordini del giorno: il n. 264, "Giorno del ricordo delle vittime delle Foibe" presentato dai Consiglieri Travaglini, Pozzi, Bellion, Ferrarsi, Reschigna Auddino, Boeti, Robotti, Lepri, Cattaneo, Muliere, Rutallo, Ricca Turigliatto, Laus, Motta, Rostagno, Bizjak e Rabino; il n. 265, "Giornata del ricordo-Foibe", presentato dai Consiglieri Dalmasso, Deambrogio Barassi e Valloggia. Questi due ulteriori ordini del giorno verranno distribuiti in Aula.
Se il Consiglio è d'accordo, riterrei di incardinare semplicemente la discussione, valutando eventualmente di rinviarla e proseguirla in una successiva seduta.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Da un punto di vista di principio, sono sempre favorevole ad un confronto per vedere se si riesce, su temi che hanno una grande rilevanza a trovare delle convergenze, fermo restando che, se non si riesce, ognuno vota il documento che ritiene.
Sotto questo profilo, sono d'accordo e voglio fare una precisazione. Il fatto che sia passato il 10 febbraio, quindi, il giorno canonico di ricorrenza delle foibe, anzi, più che delle foibe, il giorno di ricorrenza della tragedia che ha colpito le popolazioni italiane dell'Istria, della Dalmazia e della Venezia Giulia, passate sotto la competenza territoriale di un altro Stato, sia chiaro, non deve indurci a rimandare la trattazione di questo punto all'ordine del giorno.
Accetto la proposta del Presidente, a patto che ci possa essere per questo documento una calendarizzazione, possibilmente nella prossima seduta, nello spazio dedicato agli ordini del giorno, poiché lo considero comunque un ordine del giorno prioritario.
Nel frattempo, leggeremo anche gli ordini del giorno dei colleghi, li confronteremo e verificheremo o i margini di convergenza o meno.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento. Ringrazio il Consigliere Cavallera per la disponibilità.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.26)



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