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Dettaglio seduta n.63 del 07/02/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 14.38 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 14.45)



(Alle ore 14.52 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.15)



(La seduta ha inizio alle ore 15.15)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Buquicchio, Cattaneo e Clement.


Argomento: Informazione

"Rilancio della sede RAI torinese a partire dal Progetto Torino" Richiesta dei Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti, Ghiglia Monteggia, Ghigo, Burzi, Pedrale, Cotto, Nastri, Rossi, Ferrero, Manolino Leo, Pichetto e Cavallera


PRESIDENTE

Riprendiamo il Consiglio in sessione straordinaria, ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto, per continuare il dibattito avente ad oggetto "Rilancio della sede RAI torinese a partire dal Progetto Torino".
Non vi sono più iscritti a parlare.
Comunico che sono stati presentati alcuni ordini del giorno collegati al dibattito svolto: l'ordine del giorno n. 254, "Rilancio della sede RAI torinese a partire dal 'Progetto Torino' e dall'impegno dell'organico torinese nelle XX Olimpiadi invernali", presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti e Ghiglia l'ordine del giorno n. 255, "Rilancio sede RAI di Torino", presentato dai Consiglieri Rossi, Allasia, Dutto e Monteggia l'ordine del giorno n. 195, "RAI inesistente", presentato dal Consigliere Giovine infine, la mozione n. 256, "Rilancio della sede RAI di Torino", presentato dai Consiglieri Vignale, Ricca, Rossi, Allasia, Lepri, Turigliatto Moriconi, Robotti, Pizzale, Travaglini, Pozzi, Boeti, Cavallera, Placido e Bizjak.
Comunico che il Consigliere Vignale ritira l'ordine del giorno n. 254.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 255, "Rilancio della sede RAI di Torino", primo firmatario il Consigliere Rossi, poi firmato da tutto il Gruppo della Lega Nord, viene mantenuto o ritirato? La parola al Consigliere Allasia.



ALLASIA Stefano

Viene considerato ritirato e assorbito dalla mozione n. 256, presentata con la firma dei Consiglieri Vignale, Ricca e Rossi.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, ha chiesto la parola il Consigliere Vignale ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Avrei atteso la consegna della mozione, ma va bene lo stesso: visto che l'ho scritta assieme ad altri colleghi, cercherò di andare un po' a memoria.
Il voto del nostro Gruppo sarà ovviamente favorevole e siamo lieti che in qualche modo, la convocazione del Consiglio straordinario abbia portato non soltanto ad un documento congiunto, ma soprattutto ad un documento che pone due questioni assolutamente rilevanti: una a carattere generale, che è quella del rilancio della sede RAI facendo in modo che le istituzioni locali abbiano un ruolo centrale nel sollecitare l'azienda a livello centrale, ma anche a livello locale, rispetto ad un rilancio reale della sede RAI.
La seconda, che è più puntuale, rispetto a tutta una serie d'indicazioni presenti all'interno dell'ordine del giorno, quindi il rilancio della vocazione radiofonica del polo RAI torinese, il rilancio rispetto a nuove produzioni che garantiscano anche un aumento dei posti di lavoro (o perlomeno che non vi sia un continuo decremento dei posti di lavoro, che vada almeno in controtendenza rispetto alle percentuali che questa mattina ricordavamo: meno 15% a livello nazionale, più del 40% a livello locale), augurandosi che in questo modo ci sia un cambiamento di tendenza rispetto al periodo 1989-2004 che io e altri colleghi ricordavamo.
Inoltre, è importante un investimento tanto sull'orchestra sinfonica quanto sul digitale, tenendo conto che l'orchestra sinfonica e il Centro di ricerche RAI sono esclusivamente sul territorio piemontese e torinese nonché un rilancio del digitale terrestre e dei canali satellitari, avendo appunto con il Centro di ricerche RAI una vocazione in termini di ricerca assolutamente all'avanguardia su tutto il territorio nazionale.
Ci auguriamo, andando a concludere, che i documenti che oggi voteremo non siano soltanto l'ennesima buona intenzione, ma si trasformino realmente, soprattutto rispetto a tutti i punti che abbiamo indicato, in un progetto che veda la compartecipazione dell'Università e degli enti pubblici, una vocazione anche delle tradizioni e del patrimonio che la RAI ha relativamente agli archivi e alle teche, una vocazione al digitale terrestre e al satellitare, che - ripeto - non rimanga una buona intenzione che questo Consiglio regionale vota, ma sia un impegno concreto.
ovvio che, come sempre accade, perché il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale, dovremo esercitare non solo la nostra potestà di indirizzo, ma anche una potestà di controllo. Ciò significa che fra qualche mese - non fra molti - dovremo risederci a un tavolo, che può essere anche quello della Commissione consiliare, per comprendere, di concerto con i vertici RAI, quante delle cose indicate in questo ordine del giorno si sono trasformate in atti concreti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Devo dire che il dibattito ha portato a posizioni e a valutazioni sulla questione RAI abbastanza simili da parte di tutti i Gruppi, il che ha consentito di raccogliere in un unico ordine del giorno le varie valutazioni e le varie proposte.
Nel documento che è stato presentato, che raccoglie praticamente la firma di tutti i Gruppi consiliari, ci sono le proposte di carattere progettuale per il rilancio della RAI di Torino, che raccolgono sia le indicazioni della Presidente nella sua comunicazione sia quelle dei Gruppi che sono intervenuti.
Quello che vorrei sottolineare è che è davvero indispensabile l'elaborazione di un piano industriale che sia non soltanto una manifestazione di buone volontà e quindi il "contentino" da dare alle istituzioni piemontesi, ma sia invece l'individuazione di concreti programmi ed attività, con una quantificazione degli stanziamenti a breve e a lungo termine ed una precisa e concreta pianificazione del personale tecnico-amministrativo che si intende avviare con i nuovi progetti.
Credo che mai come in questa realtà sia possibile evidenziare come non ci troviamo di fronte a scelte industriali che fanno riferimento a situazioni di mercato o di convenienza di costi, ma c'è probabilmente una volontà di declassare la sede RAI di Torino a sede regionale e quindi di favorire altre sedi (Roma, Napoli, Milano e Palermo) dove le pressioni politiche - l'ho già detto questa mattina - sono più forti.
Di conseguenza, è assolutamente importante che la Regione Piemonte metta in campo tutta la tua autorevolezza e si raccordi con le altre istituzioni torinesi e piemontesi, perché davvero le scelte che finora hanno orientato la direzione della RAI cambino percorso e pensino davvero ad un rilancio serio della sede di Torino.



PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che risultano solo più due ordini del giorno: il n. 195, a firma del Consigliere Giovine, e il n. 256 a firma dei Consiglieri Vignale, Ricca e Rossi.
La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente, parlando con i colleghi firmatari dell'ordine del giorno, che in qualche modo raccoglie le posizioni di tutto il Consiglio la cosa è possibile sostenerla - parlo per il Gruppo dei DS - quindi condividerla.
Al di là di cose marginali, c'è un punto che segnalo all'attenzione dei colleghi di Alleanza Nazionale e della Lega, in particolare, il comma il cui testo recita: "Trasferimento del Museo della radio e della televisione nel Palazzo di Via Verdi n. 31 con creazione di uno sportello di consultazione degli archivi e delle teche RAI".
Questo è il Palazzo in cui attualmente si svolgono le trasmissioni radio ed è uno dei palazzi in fase di trattativa per l'acquisizione fra la RAI e la Città di Torino.
Quindi, chiedo se i colleghi sono d'accordo a modificare la possibilità di verificare il mantenimento in Via Verdi o in altra sede. Una tale formulazione è condivisibile. In questi termini è complicato, perché la Città di Torino si sta movendo in una direzione diversa, si può condividere o no.
Chiedo se i colleghi sono d'accordo. I colleghi di AN mi sembra di sì i colleghi della Lega anche, quindi, con questa riscrittura mi sembra ci sia la condivisione di tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

La riscrittura, quindi, la intendiamo come soppressione del punto?



PRESIDENTE

PLACIDO Roberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

La modifica del punto.



PRESIDENTE

Vi prego di modificare l'originale e di consegnare direttamente alla Presidenza l'originale già emendato.
Diamo un attimo di tempo per le ultime firme. Prego, però, di consegnarci il documento.



(Il Consigliere Placido porge il documento al Presidente)



PRESIDENTE

Nel frattempo, mentre attendiamo che venga emendato l'ultimo ordine del giorno, indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 195, avente quale primo firmatario il Consigliere Giovine, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale richiamato l'articolo di stampa datato 28 novembre 2005, su La Stampa di Torino, pagina 28 constatato che l'articolo tratta del fatto che la Presidente lamenta la carenza d'informazione da parte della RAI e che addirittura quest'ultima richiede del denaro per fornire servizi ed ulteriori informazioni sull'evento olimpico considerato che la Presidente ultimamente non ha avuto dei rapporti idilliaci con l'ente sopraccitato, poiché li ha sempre attaccati a "spada tratta" sul loro operato, e di conseguenza non si può pretendere più di tanto dalla RAI impegna la Presidente Bresso e la Giunta regionale ad assumere un atteggiamento più consono nei confronti della RAI e fare in modo che l'evento olimpico abbia gli spazi adeguati alla sua importanza tra i mass media".
Il Consiglio non approva.
Per quanto riguarda la mozione n. 256, a firma dei Consiglieri Vignale Ricca e Rossi, avverto che alla voce "impegna", il punto che inizia con le parole "Trasferimento del Museo della radio" va inteso corretto con "Verificare la possibilità di trasferire il Museo della radio e della televisione nel palazzo di Via Verdi n. 31 o in altra sede da definire".
Questa è la correzione.
Indìco la votazione palese della mozione n. 256, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la RAI torinese rappresenta il secondo polo RAI italiano inferiore solo a quello di ROMA, in quanto: dei circa 10.000 dipendenti in tutta Italia ben 1132 operano a Torino (contro gli 800 di Milano) la RAI torinese è l'unica in Italia ad avere tutte le divisioni RAI (abbonamenti, produzione ecc.) fra le quali il Centro Ricerche e l'Orchestra Filarmonica che sono soltanto a Torino la Regione Piemonte storicamente e a tutt'oggi risulta essere uno dei più importanti bacini d'utenza per il pagamento del canone RAI Torino e il Piemonte vantano una presenza capillare di iniziative produttive legate al settore culturale con forte specializzazione nelle aree della comunicazione e dello spettacolo il Centro Ricerche di Torino è l'unico dell'azienda e il luogo ideale per progettare e sviluppare nell'era digitale il futuro del servizio pubblico radiofonico e televisivo considerato che a fronte di tali numeri da anni si sta assistendo ad un continuo depauperamento della RAI torinese, nonostante le tante promesse fatte e i continui progetti di rilancio dell'azienda, con conseguente perdita di posti di lavoro e professionalità rilevato che la necessità di una forte pressione istituzionale è testimoniata dalla "sparizione" del "Progetto Torino" che si sarebbe dovuto presentare entro il 30 novembre 2005, ma che ad oggi pare essere l'ennesima promessa non rispettata. Parte integrante di tale progetto è la stipula di un accordo con il Comune di Torino che prevede tra l'altro l'acquisto dell'immobile RAI di Via Montebello, 7 e della Palazzina della Radio di Via Verdi, 31 e l'impegno della RAI ad attribuire al Centro di Produzione di Torino la messa in onda e la produzione di due canali tematici per il digitale terrestre realizzando le necessarie infrastrutture e a consolidare le attività per RAI SAT considerato ancora che, ad oggi, non è neppure chiara saper se la RAI s'impegnerà nella ripresa e messa in onda dei Giochi Paralimpici, non esistendo sui medesimi una programmazione ed essendo possibile che RAI venda i diritti ad altro soggetto impegna la Presidente della Giunta e l'Assessore competente affinché, di concerto con il Comune e la Provincia di Torino, si attivino al fine di avere quanto prima un "Progetto Torino" che rappresenti, dopo anni di depauperamento dell'Azienda, un vero rilancio della RAI torinese in termini di produzioni, maggiori fondi investiti, fine del trasferimento a Roma o in altre sedi RAI di quanto già presente a Torino ed in particolare: mantenimento delle competenze di Via Cernaia radiofonia: trasferimento a Torino dello "Spazio notturno", dell'intera Radio 3 ad eccezione del giornale Radio istituzione presso la sede di Torino di una scuola nazionale di radiofonia in collaborazione con l'Università (DAMS) verificare la possibilità di trasferire il Museo della Radio e della televisione nel Palazzo di Via Verdi, 31 o in altra sede da definire, con la creazione di uno sportello di consultazione degli archivi e delle teche RAI Centro di produzione: direzione, ideazione e realizzazione a Torino di produzioni di canali del digitale terrestre e del satellitare.
Trasferimento a Torino di RAI Educational, non escludendo la realizzazione di fiction Centro Ricerche: alimentare le attività ad alta definizione con stanziamenti pubblici (Legge regionale sulla ricerca) e privati Orchestra sinfonica: impegno formale e definitivi di mantenimento a Torino con investimenti sulla qualità e mantenimento della maggioranza RAI all'interno della futura Fondazione".
Il Consiglio approva.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g

Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Ordine del giorno n. 253 inerente a "Omaggio alle vittime delle foibe" presentato dai Consiglieri Cavallera, Ferrero, Pichetto Fratin, Cotto Costa, Vignale, Ghiglia, Manolino, Guida e Pedrale (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Ordine del giorno n. 257 inerente a "Fiaccola Olimpica", presentato dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Vignale, Ghigo, Rossi, Allasia, Lupi Ricca, Muliere, Deambrogio, Robotti, Lepri, Guida e Moriconi (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Passiamo ora alla sessione ordinaria del Consiglio regionale.
Sono state presentate due richieste di iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.
Il primo è l'ordine del giorno n. 253, avente ad oggetto "Omaggio alle vittime delle foibe", presentato dai Consiglieri Cavallera, Ferrero Pichetto Fratin, Cotto, Costa, Vignale, Ghiglia, Manolino, Guida e Pedrale.
Il secondo è l'ordine del giorno n. 257, avente ad oggetto "Fiaccola Olimpica", presentato dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Vignale Ghigo, Rossi, Allasia, Lupi, Ricca, Muliere, Deambrogio, Robotti, Lepri Guida e Moriconi.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle proteste del Consigliere Allasia in merito alla mancata concessione della parola ad alcuni Consiglieri durante il dibattito sulla RAI


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di legge n. 180, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Allasia sull'ordine dei lavori.



ALLASIA Stefano

La voglia di strafare per non essere ripreso dalla Presidente...
Però, se il Presidente che pone attenzione...



PRESIDENTE

Collega Allasia, per cortesia, intervenga sull'ordine dei lavori e si astenga da giudizi personali.



ALLASIA Stefano

Se il Presidente ponesse attenzione all'Assemblea e non avesse fretta di svolgere il suo compito, che non critico, avrebbe notato che c'erano dei Consiglieri che volevano ancora intervenire in merito al dibattito sulla RAI. Mettete in funzione concretamente il sistema elettronico o dateci un campanellino, un qualche sistema o un flobert...
Non lo so, fate voi, però, mi sembra eccessivo dovermi alzarmi e gridare. Volevo solo dire questo.



PRESIDENTE

Collega Allasia, mi dispiace, ma abbiamo aperto la discussione alla ripresa pomeridiana: ho chiesto se c'erano iscritti a parlare e nessuno si è iscritto. Ho aperto la fase delle dichiarazioni di voto, tant'è che prima il collega Vignale e, poi, il collega Ricca hanno avuto la parola. Poi siamo passati alle votazioni.
La parola al Consigliere Allasia.



ALLASIA Stefano

Prima dell'effettiva votazione avevo richiesto la parola per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Collega Allasia, mi dispiace, non ce ne siamo avveduti, non vi era alcun intento...



ALLASIA Stefano

Lo capisco, però, mi permetta l'appunto sull'ordine dei lavori, è mia facoltà.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame proposta di legge n. 180: "Modifiche alla legge regionale 3 agosto 2004, n. 21 (Rapporti tra il Consiglio regionale e i Consiglieri cessati dal mandato)"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di legge n. 180, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto, relatore

La presente proposta di legge regionale propone di modificare la legge regionale 3 agosto 2004, n. 21 (Rapporti tra il Consiglio regionale del Piemonte e i Consiglieri cessati dal mandato) alla luce della sua recente esperienza applicativa.
A tal fine, introduce modifiche alla disciplina dei rapporti tra il Consiglio regionale del Piemonte ed i Consiglieri cessati dal mandato mediante la sostituzione integrale dell'articolo 1 e la modifica dell'articolo 5 della legge regionale 3 agosto 2004, n. 21.
Il nuovo testo dell'articolo 1 della legge regionale n. 21/2004 individua le tutele e le prerogative spettanti ai Consiglieri regionali cessati dal mandato, al fine di consentire loro di svolgere l'attività istituzionale: il tesserino di riconoscimento ed il diritto di accesso alle banche dati o ad altre informazioni accessibili.
I Consiglieri regionali cessati dal mandato possono inoltre fruire dei servizi di biblioteca e documentazione del Consiglio regionale del Piemonte, ricevere le pubblicazioni della Regione, ed ogni altra informazione inerente all'attività istituzionale del Consiglio regionale del Piemonte e le manifestazioni e gli eventi promossi dalla Regione Piemonte.
Secondo la nuova formulazione dell'articolo 1 della legge regionale n.
21/2004, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e la Giunta regionale possono richiedere ai Consiglieri cessati dal mandato di partecipare alle missioni della Regione Piemonte.
Non è più riconosciuto, invece, il rimborso, precedentemente previsto delle spese di viaggio tra la residenza e la sede del Consiglio regionale o altre località del territorio nazionale.
Il comma 4 dell'articolo 1 prevede la possibilità per i Consiglieri regionali cessati dal mandato di aderire alle convenzioni definite per i Consiglieri regionali in carica senza oneri per l'Ente e nei limiti e secondo i criteri definiti dall'Ufficio di Presidenza.
I commi 5 e 6 dell'articolo 1 attribuiscono all'Ufficio di Presidenza le competenze a definire le modalità di esercizio del diritto di accesso riconosciuto ai Consiglieri regionali cessati dal mandato e ad emanare le disposizioni necessarie per l'attuazione dei diritti e delle prerogative riconosciute ai Consiglieri regionali cessati dal mandato.
L'articolo 2 della proposta di legge modifica il comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 3 agosto 2004, n. 21, al fine di coordinarlo con le modifiche introdotte all'articolo 1 della medesima legge regionale.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Solo per esprimere il nostro apprezzamento per il provvedimento così come maturato e parzialmente modificato, rispetto alla sua iniziale formulazione, che tiene in maggior conto il ruolo e la dignità dei Consiglieri cessati dal mandato.
Rimane un po' il rammarico, devo dire, per la questione dei trasporti.
In questo caso, non per creare delle guarentigie o dei falsi motivi di favoritismo rispetto ai Consiglieri cessati, rispetto ad una spesa che nell'ultimo anno utile, per questo tipo di conteggi, è risultata pari a 6.000 euro complessivi, intervenire sulla possibilità che i Consiglieri potessero avere un rimborso del trasporto dal luogo di residenza al Consiglio regionale, ci pare sinceramente che non porti grande moralizzazione dei conti del Consiglio.
Avremo modo e tempo più avanti di ritornare su questo aspetto. Va dato atto all'Ufficio dei Presidenza e, in particolare, al Vicepresidente Placido che ha seguito forse più degli altri questa vicenda, di averla calibrata, a nostro avviso, nella maniera più opportuna.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento, chiudiamo la discussione generale. Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 36 presentato dai Consiglieri Placido, Gariglio Spinosa, Ghiglia, Chieppa e Costa: prima del comma 1 dell'articolo 1 della proposta di legge. 180 è aggiunto un comma 01 che recita: "01. Ai Consiglieri regionali cessati dal mandato è riconosciuto il titolo di 'Consigliere regionale' seguito dall'indicazione della legislatura o delle legislature e dei relativi anni nei quali hanno esercitato il mandato".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36.
Il Consiglio approva.
Collega Giovine, risultano quindi superati i suoi emendamenti n. 1, 2 e 3. Parimenti risultano superati dal comma che abbiamo appena approvato gli emendamenti n. 6, 7, 8 e 9, che vi sono stati consegnati.
Gli emendamenti rubricati n. 10 e 11 non risultano collocabili in quanto non fanno riferimento al testo, di cui all'articolo 1. La stessa cosa per gli emendamenti n. 12, 13, 14, 15, 16, 17 e 18.
Emendamento rubricato n. 4 presentato dal Consigliere Giovine: il comma 2 dell'articolo 1 è sostituito dal seguente: si propone la sostituzione delle parole "l'attività istituzionale" con le parole "l'attività istituzionale".
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Scusi, negli emendamenti c'è un riferimento ben preciso al testo, non capisco perché li ha ritenuti non ammissibili. A parte quelli decaduti e che avrei potuto in ogni caso illustrare, gli altri hanno un riferimento ben preciso al testo. C'è stato un errore nella presentazione dell'articolo del comma in riferimento al testo e fa sicuramente fede.



PRESIDENTE

Sentiti gli Uffici e su proposta degli stessi ho condiviso la valutazione secondo la quale le proposte emendative non si collocano nel testo. Le parole di cui si chiede la soppressione non sono più contenute nel testo normativo che abbiamo oggi in esame.
Se vuole può avvicinarsi al banco della Presidenza, avremo modo di spiegarle nei dettagli del perché di questa decisione. È viceversa collocabile e votabile l'emendamento n. 4.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Per quanto mi riguarda, non sono intervenuto nella discussione generale perché speravo che non fosse necessario, ma vedo che, invece, non si deve mai dare nulla per scontato.
Ritengo che tutte queste modifiche che oggi discutiamo siano meramente ipocrite. Non si cambia assolutamente nulla di quello che è lo stato dell'essere, perché qui nessuno ha fatto un intervento sulla sostanza della questione.
La legge n. 180 modifica la legge n. 21 del 3 agosto 2004, mette i puntini sulle "i", ma nella sostanza contesto la forma, il metodo e la tempestività con cui si apportano le modifiche. Sicuramente non si deve fare e quest'assemblea ha assolutamente diritto di agire in piena libertà.
Non si deve agire sotto la pressione e la spinta dei media, della stampa e di quant'altro. In seconda battuta, andiamo a fare delle modifiche che sono assolutamente, modifiche che non incidono minimamente né sui costi della politica, né sull'effettiva applicazione della legge. Se andiamo agli interventi successivi, elencherò quali sono stati i veri costi di questa legge fino all'anno scorso, fino al 31 dicembre 2005. Molti di voi saranno meravigliati nel vedere che, di fatto, questa legge costa quattro copechi.
Tutti noi adesso andiamo a modificare la legge, che costa veramente quattro lire, perché ci siamo spaventati per quattro articoli e quattro titoli sui giornali. Qualcuno evidentemente deve fare bella figura e deve dare delle risposte non so bene a chi.
Personalmente rispondo solo alla mia coscienza e al mio elettorato, che vuole che io scelga liberamente. Il nostro principale compito è quello di difendere i cittadini, ma li possiamo difendere realmente quando siamo liberi di scegliere come condurre questa difesa. Ritengo davvero un pessimo esempio modificare una legge che, di fatto, in primis, punisce ex colleghi per non si capisce bene quali colpe. Secondo, colpisce gli interessi di una categoria che, in realtà, non è mai stata identificata come tale, tant'è che non ho mai visto nessuno che si identificava come ex Consigliere regionale. Tuttavia non ho mai visto Consiglieri in carica che usano questo titolo.
Credo sia chiaro a tutti che se il sottoscritto e il Consigliere Lupi avessero voluto definitivamente "affossare" questa legge, erano in grado di farlo. In altre situazioni, ben più pesanti e gravose, abbiamo dato ampia prova di determinazione e di non avere timore né della stampa né delle simpatiche frecciate provenienti dai Consiglieri.
Di fatto, voglio stigmatizzare l'ipocrisia dei proponente - lo voglio assolutamente sottolineare - e l'ipocrisia dell'Assemblea, che modifica qualcosa assolutamente inutile da modificare. C'è un costo relativo di questa legge. Non abbiamo avuto neanche il tempo di valutarla correttamente. Quando si è iniziato a proporre le modifiche (luglio dell'anno scorso), non erano passati neanche sei mesi di applicazione. Ad un anno di applicazione questa legge, nei due capitoli fondamentali, non costa assolutamente nulla sul bilancio della Regione. Sappiamo benissimo visto che è in discussione il bilancio nelle varie Commissioni competenti che una legge è semplicemente uno strumento. Quando non viene finanziata rimane assolutamente inattuata. Basterebbe semplicemente non finanziarla nei capitoli di bilancio relativi che, prossimamente, andremmo a proporre e la questione si risolverebbe tout court, senza dover affrontare questa penosa discussione e questo davvero vergognoso momento per la democrazia.
Il sottoscritto - che nella scorsa legislatura non ha votato questa legge e che probabilmente non l'avrebbe neanche votata - dovrebbe difendere l'operato del Consiglio per qualcosa che, sinceramente, dovrebbe vedere su una posizione di maggior rigore, di maggior fierezza e di maggior orgoglio altri Consiglieri della maggioranza e della minoranza che, ricordiamocelo nella scorsa legislatura hanno discusso in Commissione, emendato e poi votato tranquillamente in Consiglio questa legge. Su questo sono corretto nel dire che non mi pare ci siano state particolari voci in dissenso. Credo sia passata quasi all'unanimità, quindi sapere chi...



(Il Presidente Gariglio ricorda al Consigliere Giovine che è scaduto il tempo a sua disposizione)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Il mio intervento sulla proposta di legge è volto a sottolineare il fatto che la stessa, pur non apportando particolari variazioni complessivamente allo status di Consigliere regionale, contiene in sé un problema, per così dire, ontogenetico. La sua nascita è derivata, in gran parte, da una pressione, pur legittima, affiorata negli ultimi tempi nell'opinione pubblica e sottolineata, giustamente, anche da parte degli organi di informazione, relativa ai costi della politica. Dibattito che, in maniera aperta, ha visto intervenire parecchie testate e parecchi organi di informazione nel nostro Paese, e che ha sottolineato alcuni aspetti deteriori rispetto ai costi della politica.
In realtà, il problema della legge è che, attraverso di essa, si vorrebbe far passare l'idea di un ripensamento su una situazione che, in realtà, non è sostanzialmente modificata, per cui la debolezza del provvedimento è che viene affrontato sotto pressione. Nel senso che, in qualche modo, viene intesa, da parte del Consiglio regionale, come una modalità di andare incontro alle pressioni generalizzate dell'opinione pubblica.
Inoltre, data la ridotta operatività del provvedimento legislativo stesso, non riesce ad incidere in maniera significativa. In realtà, le variazioni sono quasi nulle. Per assurdo, ci troviamo di fronte ad uno di quei provvedimenti legislativi il cui iter finisce per costare di più dei risultati che tende ad evidenziare. Probabilmente, se noi facessimo un'analisi dei costi reali di una legge come questa, scopriremmo che l' iter complessivo di un legge del genere ha un costo probabilmente superiore agli effetti che essa produce. Questo, per chi fa amministrazione, dovrebbe essere anche uno dei criteri di valutazione.
Le nostre perplessità sono molteplici. Da una parte, vi è il fatto che si vada ad una modifica che, in qualche modo, non è scelta, ma subita.
Vogliamo dare una risposta, chiaramente di carattere moralistico, ad un attacco altrettanto di carattere moralistico. Si tratta complessivamente di una recita a soggetto sia da parte degli organi di informazione sia da parte di chi subisce questa pressione, senza che in realtà il provvedimento legislativo modifichi in termini reali la situazione.
Anche questo accanirsi contro la modifica, questo accanimento terapeutico contro gli ex Consigliere regionali, mi sembra di cattivo gusto da un punto di vista dei rapporti umani con gli ex Consiglieri. Sembra una modifica che voglia punire la figura di persone che si sono impegnate negli anni scorsi in Consiglio regionale e a cui, addirittura, viene negato l'aspetto del riconoscimento formale.
Riteniamo che questo attacco nei confronti degli ex Consiglieri regionali sia parzialmente - anche se questo non è nelle intenzioni dei proponenti - di cattivo gusto nei loro confronti, senza che in qualche modo sì addivenga...



(Il Presidente ricorda al Consigliere Lupi che è scaduto il tempo a sua disposizione)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Il voto è ovviamente favorevole perché, per quanto correttamente ha testé precisato il Consigliere Lupi, va a difesa dell'Assemblea, va a difesa dei Consiglieri regionali in carica, va a difesa di chi ha servito quest'Assemblea: il Piemonte e i suoi cittadini, con tutta la dignità che ci compete e che compete alla Regione Piemonte.
Un voto favorevole deve essere espresso dalla maggior parte dei Consiglieri che hanno a cuore le assolute e indiscutibili qualità che i Consiglieri e il Consiglio devono rivestire. Ringrazio il Consigliere Lupi per averci, giustamente, ricordato la recita a soggetto che compiamo in Aula, in cui sicuramente anche il sottoscritto e il Consigliere Lupi sono attori. Tuttavia, a differenza di altri, che svolgono un ruolo passivo, noi pensiamo di svolgere un ruolo attivo sperando di stimolare anche l'orgoglio e la dignità dei Consiglieri che, giustamente e correttamente, vogliono far politica per la gente e non per i massi media e non sotto la pressione dei mass media. Negli interventi successivi vi dirò esattamente quanto modificheremo con la legge.
Tra l'altro, per correggere quanto è stato detto prima nei corridoi: i sottoscritti non hanno un problema ideologico sulla modifica della legge ma un problema fortissimo sulla modifica della legge con questa modalità e con questa tempistica. Non abbiamo alcun problema ad affrontare più serenamente la modifica della legge. Probabilmente, forse, nella scorsa legislatura non avremmo votato, non avremmo contribuito favorevolmente, in modo così espansivo - come molti Consiglieri oggi votano - alle modifiche e alla formazione della legge e con la stessa assenza di ipocrisia, ma non possiamo dirlo con certezza perché non eravamo presenti nella scorsa legislatura.
Questa volta, invece, facciamo i guardiani della volontà dell'Assemblea della VII legislatura perché ci sembra assolutamente un diritto inalienabile che l'Assemblea possa legiferare e deliberare in modo assolutamente libero e indipendente. Più che mai, soprattutto oggi che la classe politica è sotto il mirino di tutta una serie di forze; non parlo solo dei media che, in fondo, alla fine, fanno il loro lavoro: parlo del grande capitale, parlo dei poteri forti, parlo di altre forze un po' più oscure su cui spesso e volentieri molti soggetti politici presenti in assemblea giustamente si scagliano.
Questa è un'occasione per dimostrare la nostra coerenze e la nostra forza, questa è un'occasione per dire no! La legge, per ora, va bene così com'è; la modificheremo successivamente, quando gli animi saranno più sereni, fuori da un clima elettorale, quando non ci sarà nessuno che vorrà fare bella figura sui giornali, anche se da un pulpito estremamente elevato dell'Assemblea regionale, ma sempre sotto il profilo chiaramente propagandistico ed elettorale. La modificheremo in tutta serenità, e la modificheremo anche in modo più duro di quanto oggi andiamo a proporre. Ora è assolutamente inopportuno, per la dignità dell'Assemblea, per la dignità delle Assemblee passate, per la dignità del Consiglio regionale del Piemonte.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Consigliere Lupi, se invoca il dissenso dal Gruppo, le do la parola, ma poiché il Regolamento va applicato con un minimo di credibilità e serietà le faccio presente che lei è Presidente di un Gruppo composto da due Consiglieri e intervenire in dissenso è quanto meno poco significativa soprattutto avendo lei firmato l'emendamento per cui oggi si esprime in dissenso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Lei sa, Presidente, che il Gruppo per l'Italia nasce per un'esigenza tecnica, com'è stato più volte ricordato in Aula. Ovviamente i Consiglieri componenti il Gruppo hanno un rapporto di collaborazione politica per cui quando è necessario, per presentare emendamenti, apporre la firma in un'ottica di servizio e di operatività del Gruppo, ciò avviene. Tuttavia ciò non toglie che all'interno del Gruppo ci possano essere sfaccettature diverse. In questo specifico caso la mia dichiarazione non è per un voto contrario all'emendamento del Consigliere Giovine, che in gran parte condivido, ma per una valutazione che riporta a considerare più onesta una posizione di astensione sul documento stesso.
Al di là di questa diversificazione sul voto dell'emendamento - il Consigliere Giovine ha dichiarato un voto favorevole, mentre personalmente mi orienterò per l'astensione - sostanzialmente, e l'ho già dichiarato nell'intervento precedente, condivido le motivazioni sostenute durante l'intervento. Tuttavia, ritengo che non sia lo strumento specifico di questo emendamento la strada più operativamente efficace per addivenire ad un accordo complessivo. Proprio per questo motivo mi orienterò, su questo specifico emendamento sostitutivo, su una posizione di astensione.
Parzialmente condivido le indicazioni che il Vicepresidente del Gruppo ha sostenuto, soprattutto quelle che sottolineano il fatto che non è istituzionalmente corretto che un provvedimento legislativo venga preso prima di tutto sotto pressione, e inoltre non tanto per operare modifiche sostanziali della situazione, quanto per un effetto immagine.
Sottolineiamo anche le modalità della comunicazione informativa con cui è avvenuto il lancio di questo provvedimento legislativo. Soprattutto le modalità che hanno fatto sì che, in alcuni articoli, venissero mischiate questioni che non sono interrelate fra di loro (come le questioni dei rimborsi spese) con una valutazione complessiva dei costi della politica e della moralità in politica. Questo modo di operare, che noi riteniamo strumentale, non ci porta ad un superamento dei problemi reali. Sono atteggiamenti, sono provvedimenti che, al di là delle buone intenzioni che sicuramente i proponenti hanno...



(Il campanello del Presidente ricorda al Consigliere Lupi che è scaduto il tempo a sua disposizione)



PRESIDENTE

Mi spiace, Consigliere, ma è scaduto il tempo a sua disposizione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 5, presentato dal Consigliere Giovine: il comma 2 dell'articolo 1 è sostituito dal seguente: si propone la sostituzione delle parole "l'attività istituzionale" con la parola "l'attività".
L'emendamento, a stretta interpretazione, sarebbe indeterminato anche alla luce della votazione precedente. Rispetto all'emendamento appena votato che proponeva di aggiungere un aggettivo dietro la parola "attività" questo propone di sopprimere un aggettivo, rendendo quindi più indeterminato il concetto.
Noi vorremmo considerarlo assorbito dalla votazione precedente, per chiediamo il parere del collega Giovine, che ha pertanto facoltà di intervenire.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Per dimostrare la mia buona volontà. posso anche dire che va bene, ma in realtà la questione è diversa, nel senso che un conto è l'attività istituzionale, mentre un altro conto è l'attività politico-istituzionale.
Un altro conto invece è l'attività in senso lato.
In ogni caso, consideriamolo pure assorbito, non ho problemi, però ci tengo a sottolineare che in realtà sono questioni diverse.



PRESIDENTE

Collega Giovine, sono pervenuti agli uffici gli emendamenti n. 37, 38 e 39, che sono gli ultimi tre emendamenti che lei ha presentato, che attengono complessivamente all'intero corpo dell'articolo 1 oppure al comma 1 dell'articolo 1. Sono emendamenti irricevibili perché tardivi, nel senso che siamo già passati al comma 2.
Passiamo ora agli emendamenti relativi al comma 3 dell'articolo 1. Gli emendamenti numerati come 19, 20, 21, 26, 27, 28 e 29 risultano superati dall'emendamento votato all'inizio della seduta, perché parlano ancora dei Consiglieri regionali e della dizione che abbiamo sostituito.
L'emendamento n. 22, a firma dei Consiglieri Giovine e Lupi, risulta non collocabile dagli Uffici; se il collega Giovine vuole verificare pu accomodarsi al banco della Presidenza. Allo stesso modo vengono considerati gli emendamenti n. 23 e 24.
L'emendamento n. 25, come gli altri, non è collocabile nel testo normativo così come l'emendamento n. 40.
Sul comma 5 gli emendamenti n. 30, 31, 32, 33, 34 e 35 non sono stati giudicati collocabili nel corpo normativo.
Sull'articolo 1 non ci sono più emendamenti, quindi passiamo alla votazione.
Per dichiarazione di voto ha chiesto la parola il Consigliere Giovine ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Vorrei sapere, Presidente, perché l'emendamento n. 12 è stato soppresso. Allo stesso modo vi sono anche gli emendamenti successivi.



PRESIDENTE

Sono stati soppressi perché sono stati dichiarati superati o non collocabili; superati perché la materia è stata regolamentata diversamente a seguito della votazione precedente del Consiglio regionale. Altri sono stati dichiarati non collocabili, perché nei commi di riferimento non abbiamo trovato le parole a cui l'emendamento faceva riferimento.



GIOVINE Michele

Lei intende nella nuova formulazione?



PRESIDENTE

Nella formulazione che hanno a mano tutti i Consiglieri, cioè quella che è stata licenziata dalla Commissione e che è all'esame dell'Aula.



GIOVINE Michele

Però se ci sono le parole ed io la formulazione l'ho recuperata dal testo che è stato licenziato dalla Commissione che hanno distribuito gli uffici, o mi hanno dato un testo che è falso - il che lo trovo gravissimo e non lo prendo neanche in considerazione - o evidentemente gli emendamenti rimangono in piedi, perché questo è quello che mi hanno rilasciato gli uffici.



PRESIDENTE

Collega Giovine, se lo ritiene - come l'avevo già invitato a fare - pu accomodarsi al banco della Presidenza.
Non essendoci altri interventi per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 1, come emendato.
Il Consiglio non approva.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Immagino che sia avvenuto un errore di votazione. Penso di essere stato molto chiaro: si votava sul corpo dell'intero articolo 1.
Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto per mozione d'ordine ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Non so se sia accaduto soltanto a me, Presidente, ma c'è stato un pasticcio sugli emendamenti contestati, ritirati o non ammissibili. Per cui chiederei che si ripeta la votazione, perché ho votato avendo interpretato che votavamo su uno degli emendamenti in contestazione.
Pertanto, chiedo che la votazione venga ripetuta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Presidente, senza entrare nel merito della questione, per non generare confusione soprattutto nei Consiglieri regionali, la prego di attenersi strettamente al Regolamento. Eventuali ripetizioni di votazioni non sono ammissibili e anche l'appello nominale deve essere richiesto prima dell'effettuazione del voto da almeno tre Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

Collega Casoni, ovviamente stiamo sempre molto attenti all'applicazione del Regolamento.
In questo caso, evidentemente c'è stato un errore clamoroso nel voto.
L'articolo 67 permette al Presidente, quando sussistono dubbi sul risultato, di disporre la ripetizione del voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per mozione d'ordine; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come ricordava il nostro Capogruppo, è una questione prettamente regolamentare.
L'articolo 67 del Regolamento interno - se non ricordo male, è l'articolo che ha citato il Presidente - è estremamente chiaro: "Il Presidente, qualora ritenga che sussistano dubbi sul risultato, pu disporre la ripetizione del voto per appello nominale". Ma in questo caso non esiste alcun tipo di dubbio, posto che abbiamo un terminale elettronico la cui videata indica quanti voti sono risultati a favore e quanti contro.
Dopodiché, se vi sono dei colleghi che non sono stati attenti a cosa stavano votando - perché il Presidente ha posto in votazione l'intero corpo dell'articolo 1 - non è, ovviamente, un problema che può essere allargato al Consiglio.
Tenga conto, Presidente, che questo costituirebbe un precedente: ci darà la possibilità di dire - qualora venga interpretato come tale lo faremo sempre - che ogni articolo che verrà votato, sia contro sia a favore (siamo di fronte ad una cosa respinta, ma fosse stata approdata sarebbe stata esattamente la stessa cosa), per prassi e per Regolamento - perché a quello il Presidente si appella - la votazione va ripetuta, perché non avevamo capito. Dopodiché, faccia lei.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliere Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Non ho consultato gli amici e i colleghi di maggioranza, ma ritengo che ripetere la votazione in questo momento sia sbagliato, posto che esistono altri strumenti: presentiamo un emendamento che integra l'articolo che erroneamente, è stato cassato, e lo votiamo. Troviamo dei sistemi legittimi per poterlo fare.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 16.35.



(La seduta, sospesa alle ore 16.25 riprende alle ore 16.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'esame del punto 3) all'o.d.g., relativo alla proposta di legge n.
180, è sospeso.


Argomento: Ristrutturazione industriale

Esame proposta di deliberazione n. 40 "Legge regionale 25 febbraio 1980, n. 9 (Interventi per il riequilibrio regionale del sistema industriale) 'Aggiornamento al programma pluriennale ed approvazione del relativo programma annuale di attuazione 2005'"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 40, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Darei la parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Gianluca Susta, per una breve illustrazione. Prego, Vicepresidente Susta.



SUSTA Gianluca, Assessore alle attività produttive

Grazie, Presidente.
Si tratta dell'aggiornamento del programma pluriennale e dell'approvazione del programma annuale di attuazione 2005, legato alla legge n. 9 del 1980, che è stata abrogata con l'approvazione della legge n.
34 e con la sua attuazione, che è il programma pluriennale delle attività produttive, che è entrato in vigore dal 1° gennaio, assorbendo la normativa precedente. La deliberazione era stata proposta nel mese di settembre e noi avevamo raccolto le indicazioni di alcuni Comuni del Piemonte, che avevano inserito aree industriali attrezzate nei loro strumenti urbanistici.
Con questa delibera si recepisce questa indicazione e si aggiorna il Piano che individua in tutte le Province l'entità degli interventi.
In Commissione abbiamo apportato delle correzioni, con un emendamento presentato in quel contesto, che richiama la norma delle legge n. 34 perché altrimenti ci sarebbe stata una discrasia tra i due provvedimenti: questo e quello che abroga da legge, a cui oggi noi diamo attuazione.
In questo modo, abbiamo salvaguardato le proposte che sono intervenute precedentemente all'attuazione della legge n. 34.
L'approvazione è successiva al 31 dicembre, ma attraverso l'emendamento presentato in Commissione, che è stato condiviso dai Consiglieri presenti in quella seduta, non dovremo andare incontro a problemi nell'attuazione di questo Programma.



PRESIDENTE

Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Ho chiesto la parola solamente per comunicare il voto favorevole del nostro Gruppo; voto favorevole che tiene conto del fatto che viene aggiornato questo programma di interventi, alla luce delle esigenze rilevate in tutto il Piemonte, in modo particolare dalle aree industriali e artigianali, che, da tempo, avevano fatto richiesta alla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Anche da parte nostra, il voto sarà favorevole.
Volevo soltanto rimarcare un particolare: è l'ultimo anno che il Consiglio regionale approverà l'attuazione della legge n. 9; bisogna riconoscere che questa è la legge che ha permesso, in sette Province del Piemonte (su otto), in particolare negli ultimi quindici anni, di creare una serie di infrastrutture per notevoli insediamenti industriali, peraltro creandole con una condizione di fondo rotativo che permette alla Regione Piemonte di avere, con un programma di tempi, il ritorno delle somme investite.
stata, dunque, un'esperienza estremamente positiva che, peraltro, va a merito di coloro che hanno avviato la legge n. 9 del 1980 (ha 25 anni).
Come ha avuto modo di sottolineare il Vicepresidente Susta, la legge è scaduta il 10 dicembre; pertanto, si è agganciato questo provvedimento alla legge che ha sostituito la n. 9, la n. 24 e la n. 56, ovvero il Testo Unico sulle attività produttive.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Anche noi intendiamo esprimere naturalmente il voto positivo e l'apprezzamento per questo provvedimento, anche se arriva con un piccolo ritardo.
Si tratta, però, di un provvedimento sentito e atteso dai Comuni perché permette quel mantenimento e quello sviluppo per le aree industriali e artigianali, che è fondamentale se vogliamo continuare a risanare alcune situazioni, portare anche fuori dai centri abitati le aziende (problema molto sentito in molte realtà cittadine) e dare loro la possibilità, avendo spazi adeguati a disposizione, di fare investimenti che comportino maggiore occupazione e, quindi, più sviluppo sul nostro Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Comella; ne ha facoltà.



COMELLA Piergiorgio

Grazie, Presidente.
Anche noi siamo pienamente d'accordo. La discussione si è svolta giovedì 19 gennaio e, fatto salvo questo emendamento che citava il Vicepresidente Susta, abbiamo trovato immediatamente l'intesa complessiva con tutti i Commissari Consiglieri.
Le due parti - aggiornamento del programma pluriennale 2005 e programma annuale di attuazione 2005 - costituiscono i due tronconi che vanno effettivamente a dare il contributo rispetto ad iniziative di carattere industriale e artigianale che hanno sostenuto un pezzo consistente dell'economia in Piemonte.
Oltretutto, con questa deliberazione, si va a definire un problema che in parte consistente, aveva già ricevuto uno stanziamento: difatti, la cifra complessiva era di 103 milioni di euro totali, con 85 già stanziati.
Noi confermiamo il voto favorevole. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, procediamo alla votazione della proposta di deliberazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 40, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla "Fiaccola Olimpica" ed esame ordine del giorno n. 257, collegato


PRESIDENTE

La parola alla Presidente della Giunta regionale, Bresso, per comunicazione, come da richiesta fatta nella seduta antimeridiana dal Consigliere Ghiglia sul tema della "Fiaccola Olimpica".



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

stata richiesta una comunicazione, ma credo più che altro una considerazione, in quanto penso non sia un tema sul quale sono possibili comunicazioni in più rispetto a quanto è noto a tutti dai giornali.
Come sapete, la Fiaccola è stata fatta oggetto di alcune contestazioni alcune delle quali, probabilmente, non le abbiamo neanche conosciute (quelle relative a situazioni locali, difficoltà, la chiusura di una fabbrica o un movimento che, per una qualche ragione, vuole far conoscere il proprio problema) mentre altre, invece, sono state ricorrenti, quali quelle contrarie ad alcune sponsorizzazioni. In particolare, siccome, nel nostro caso, la fiamma era sponsorizzata da Coca Cola e da Sansung, quelle contrarie alla sponsorizzazione di Coca Cola.



PRESIDENTE

Invito invano i Consiglieri al silenzio. Collega Ronzani, per cortesia.
Vi chiedo scusa, colleghi, cerchiamo di terminare i nostri lavori, anche perché la chiusura sarà anticipata causa la manifestazione del CIO.
Prego, Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Dal suo arrivo in Provincia di Torino, la fiaccola - lo abbiamo visto non c'è bisogno di dilungarsi - è stata oggetto di contestazioni in Valle di Susa da parte di alcuni esponenti del movimento No TAV e si annunciano altre possibili contestazioni nelle giornate torinesi.
Per quanto riguarda la sottoscritta e la maggioranza, in tutte le occasioni in cui c'è stata data l'opportunità, abbiamo deprecato questi atteggiamenti. Ritengo sia comprensibile perché, in presenza di un avvenimento mediatico, ormai siamo tutti abituati - non solo da noi, ma ovunque nel mondo - al fatto che chi vuole far conoscere la ragione della propria protesta sfrutti l'esposizione mediatica su altro tema per inserire la propria contestazione. Quindi, si può capire.
Personalmente, insieme a tutta la maggioranza, non approvo il tentativo di impedire o, comunque, di contrastare il passaggio della fiaccola che, in generale, è un segnale, anche estremamente forte, di pace e fratellanza.
Viene accesa ad Olimpia ed è simbolo di fratellanza tra tutti i paesi simboleggiata dalle sfide olimpiche. È anche molto legata al tema della tregua olimpica, sul quale noi ci siamo particolarmente impegnati. Quindi pur capendo le ragioni che possono spingere qualcuno a protestare, del tutto legittime, la connessione con il percorso della fiaccola pare alla sottoscritta e alla maggioranza impropria, oltre che dannosa per la nostra immagine. Questo, al limite, non più di tanto, nel senso che, per certi versi, le contestazioni ne fanno meglio emergere la presenza e il significato. Forse, non ci saremo accorti della fiaccola se non fosse stata contestata. Anche in questo caso, il tema non è il possibile danno a qualcuno o a qualcosa, è l'inopportunità di manifestazioni che sono in palese contrasto con il significato reale della fiaccola. Questo per quanto riguarda la fiaccola.
Tuttavia, quello che voglio dire è che nessun componente della maggioranza ha contestato questa posizione o assunto posizioni diverse.
Invece, possono essere diverse le valutazioni sulle modalità con le quali questo stesso percorso è stato realizzato. Sappiamo che sull'organizzazione delle Olimpiadi, su singoli fatti o su singoli avvenimenti, possono esserci posizioni più o meno favorevoli o più o meno critiche. In quest'Aula ne abbiamo sentite molte di critiche, ad esempio pur da persone che, da quanto a mia conoscenza, sono assolutamente favorevoli alle Olimpiadi. Però, si può ritenere, ad esempio, che questo circuito non sia stato ben realizzato, così come mi pare ritengano alcuni Gruppi nella nostra Regione. Ricorderete che esisteva un movimento "No Olimpiadi", che ho visto ieri essere ricomparso, esisteva, è legittimo.
Addirittura, la Valle d'Aosta tenne un referendum in cui la maggioranza dei cittadini valdostani rifiutò le Olimpiadi. Quindi, è del tutto legittimo che qualcuno non ami le Olimpiadi, non è un dettato di legge amare le Olimpiadi. È anche del tutto legittimo che qualcuno ritenga che gli ideali olimpici, in qualche modo, siano contaminati, ad esempio, dall'enorme commistione con la pubblicità che, causa le sponsorizzazioni, avviene.
Personalmente, poiché le Olimpiadi sono un fatto del nostro tempo - non sono più le Olimpiadi di Olimpia - e il nostro tempo è caratterizzato dall'utilizzo anche di risorse private, attraverso le sponsorizzazioni, non ci trovo nulla di male, lo condivido, tanto è vero che noi siamo anche sponsor delle Olimpiadi, sia pure con una pubblicità di tipo istituzionale.
Tuttavia, considero del tutto legittimo essere non favorevoli alle Olimpiadi o essere contrari alle sponsorizzazioni nelle attività olimpiche.
Ci sono opzioni e opinioni che sono del tutto legittime, anche se noi non le condividiamo, per quanto ci riguarda, come maggioranza.
Questo era quanto volevo comunicare. Ho riferito ai giornali cosa pensavo. Sono convinta che anche alla causa che, come è noto non condivido dei No TAV non faccia bene una posizione di contestazione del passaggio della fiamma olimpica. Cioè ritengo che non possa che danneggiare l'immagine di quel movimento.
L'invito che ho tentato di fare è di non esasperare i toni, perché il nostro obiettivo è che le Olimpiadi si svolgano al meglio possibile. Non credo che, né all'immagine del nostro territorio, né all'immagine, molto bella e molto pura, della fiamma olimpica, possa nuocere qualche contestazione. Ovviamente, sarebbe diverso se ci fossero situazioni più gravi di tafferugli e di difficoltà maggiore, che spero non si realizzeranno. Tuttavia, in democrazia, se ciò avvenisse, toccherà alle forze dell'ordine garantire il normale svolgimento di tutte le attività connesse alle Olimpiadi, comprese quelle della circolazione della fiamma olimpica nella nostra città e nei luoghi dove è stata prevista.
Questa è al momento la situazione. Non abbiamo notizie di cosa potrà avvenire. Sappiamo che ci sono minacce di contestazione. Le forze dell'ordine sono attrezzate per respingerle, così come hanno fatto, come sapete, in Val di Susa, dove questi episodi sono stati stigmatizzati anche dagli stessi amministratori, pur, per loro posizione, contrari alla TAV.



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni della Presidente Bresso, hanno chiesto la parola i Consiglieri Ghiglia, Manolino e Ghigo. Se ci sono altre richieste di interventi, vi pregherei di comunicarcele anche perché dovremmo terminare il dibattito in tempo utile per la cerimonia del CIO.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Quanto tempo ho a disposizione?



PRESIDENTE

Per i chiarimenti solo due minuti. Sulle comunicazioni della Giunta, si può chiedere la parola per chiarimenti e i minuti sono due. Se viceversa i colleghi chiedono di fare un dibattito, è possibile se vi è la condivisione di tutto il Consiglio. In questo momento, non c'è sufficiente tempo per un dibattito anche in previsione del prossimo appuntamento.



GHIGLIA Agostino

Prima di intervenire, chiederei l'iscrizione dell'ordine del giorno n.
257 collegato, che è stato firmato da tutti i Gruppi qui presenti in Consiglio.



PRESIDENTE

già stato iscritto all'o.d.g.



GHIGLIA Agostino

Visto che c'è anche l'ordine del giorno, ne vorrei parlare almeno per tre minuti.
Mi fa piacere che si sia raggiunto, una volta tanto in Consiglio regionale, l'unità d'intenti. Tutti i Gruppi hanno diritto alla sottoscrizione dell'ordine del giorno che, peraltro, ieri è stato votato all'unanimità dal Comune di Torino. Si tratta dell'ordine del giorno in cui si condanna senza riserve ogni atto, ogni gesto individuale o collettivo volto a impedire il passaggio della Fiaccola olimpica, da sempre simbolo di pace e di fratellanza.
ovvio che la premessa ci sta e nella premessa c'è la legittimità di ogni opinione divergente, sia sulle opere pubbliche (che con le Olimpiadi potrebbero non entrarci nulla), sia su qualsiasi altro argomento, ma vorrei dire che questo è il fondamento della democrazia.
Tuttavia, Presidente, sinceramente non credo che se la fiaccola non fosse stata continuamente bloccata e scippata non se ne sarebbe parlato anche perché non credo che il CIO e la Coca Cola abbiano concordato questa splendida operazione di marketing politico-turistico in maniera scientifica e coordinata.
Il problema è un altro. È un problema politico che da oggi ci auguriamo venga superato. È un problema politico di chi prende definitivamente le distanze da tutti coloro i quali, mescolando argomenti, magari vicini ma non necessariamente attinenti, prendono questo pretesto per bloccare la fiaccola olimpica, che in questo momento è sotto gli occhi del mondo.
Bloccare questo simbolo che viaggia per l'Italia, per le nostre valli, per le nostre città, significa ledere gravemente l'immagine dell'Italia, del Piemonte e di Torino, anche in maniera irreparabile.
Le gare andranno sicuramente bene ma se ogni giorno tutti gli stranieri saranno costretti a leggere che ci sono un sacco di movimenti che addirittura bloccano la fiaccola olimpica, simbolo di pace e di fratellanza, va da sé che l'immagine del nostro territorio potrebbe essere definitivamente lesa.
Quindi sono certo che, anche con l'approvazione di questo ordine del giorno, da oggi scatti veramente la tregua olimpica ma anche quella politica perché le manifestazioni di dissenso sono legittime. Sul ruolo degli amministratori, Presidente Bresso, non mi avventurerei, perché non più tardi di dieci giorni fa c'è stato un Sindaco che voleva impedire il passaggio dello sponsor della Coca Cola. Che qualcuno non gradisca le commistioni tra Olimpiadi e pubblicità mi può anche far dispiacere, ma lei sa benissimo che senza pubblicità non si fanno le Olimpiadi. Tutto sta nel decidere prima cosa si vuol fare. Lei lo ha detto anche correttamente in un'intervista, cioè quando abbiamo deciso di fare le Olimpiadi si doveva dire tutti, correttamente, che noi gli sponsor non li volevamo perch rappresentano - io posso anche condividere o non condividere, nel caso della Coca Cola - l'impero del male.
Detto questo, ci auguriamo che da oggi veramente inizi la tregua olimpica, Presidente, però io la prego di una cosa: il dissenso è dissenso però se un giorno si dice una cosa non è che il giorno dopo se ne dice un'altra. Lo dico perché ho apprezzato le sue prese di posizioni con molti quotidiani in questi giorni in cui ha detto: "Prendo le distanze e quindi anche la mia maggioranza in qualche modo si deve uniformare su questo indirizzo". Mi auguro che da domani sia così e che domani non ci si smentisca tutti perché ormai, persino noi di minoranza, abbiamo smesso di protestare su alcune cose. Nei prossimi giorni tutti gli occhi saranno puntati su di noi e sarebbe veramente un danno di immagine irreparabile per la nostra terra.
Aggiungo un'ultima cosa. Invito il Vicepresidente Susta a telefonare al TOROC, perché dopo che sono arrivati i primi documenti si è inceppata la fotocopiatrice, e, a tre settimane dalle richieste, per la maggior parte non sono arrivate le notizie richieste. Quindi la pregherei di farsi parte diligente. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Credo di dover essere telegrafico. Il collega Ghiglia ha già esposto alcuni degli argomenti che mi interessavano, ma volevo solo ribadire che quanto ha detto la Presidente Bresso ci trova naturalmente d'accordo. Ci trova d'accordo anche perché, quando c'è un'espressione di maggioranza come diceva la Presidente, credo che queste espressioni possono essere per tutti i partiti, (anche dell'opposizione in quest'Aula), ma credo anche che debba essere un severo monito a tutti coloro che in maggioranza hanno in qualche modo agito negli ultimi giorni per cercare di dare fiato ad alcune trombe.
Tutti hanno il timore che le contestazioni che si sono svolte in Val di Susa possano ripetersi durante queste Olimpiadi. Questi disordini sono l'espressione di un'immagine brutta che non vorremmo venisse data né a Torino né al Piemonte. Credo che allora sia stato inutile fare addirittura una trasferta a Bruxelles per propagandare la tregua olimpica, per cercare di dire agli Stati europei, e a tutte le Nazioni che tutti noi vogliamo che queste Olimpiadi siano una festa se proprio in Torino e nella Provincia di Torino, ci sono alcune anime irrequiete (dico irrequiete per fare un po' di eufemismo) che non si rendono conto dell'immagine sociale che noi dobbiamo essere in grado di dare. Noi dobbiamo essere in grado di sapere trasformare quest'immagine in una capacità di convivenza dedita alla globalizzazione dello sport, e in grado di far capire a tutti che il popolo della Provincia e della Città di Torino, quando è ora, sa veramente non soltanto vendere fumo e dire all'estero che si fa una tregua, ma la sa fare anche al proprio interno. Quindi mi trovo perfettamente allineato su questa ipotesi di tregua olimpica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Si parla di tregua, io in un certo senso l'ho evocata, per considerando che comunque l'ordine del giorno è stato sottoscritto da tutti i partiti politici, onestamente mi sento di fare due considerazioni.
Ricostruendo cronologicamente la giornata di ieri, la Presidente Bresso, obiettivamente ha un po' (come le è abbastanza usuale fare) modificato le sue posizioni nel corso della giornata, perché alla notizia delle contestazioni alle ore 15.37 di ieri ha minimizzato l'accaduto dichiarando che non era avvenuto nulla di grave.
In democrazia le contestazioni non possono non essere accettate ma è dovere respingerle. Naturalmente poi l'Ansa riporta commenti di altre voci politiche. Quando poi nel corso del pomeriggio un comunicato Ansa rappresenta il fatto che a Torino si siano riuniti gruppi che fanno capo naturalmente, ai Centri sociali, ai club di Rifondazione Comunista, ai Collettivi Universitari, al Comitato "No Olimpiadi", a questa notizia, la Presidente Bresso, in un'Ansa successiva, assume un atteggiamento più determinato e più censorio nei confronti di questi comportamenti.
Ho voluto ricostruire cronologicamente le dichiarazioni della Presidente per sottolineare che sono molto più favorevole alle ultime che ha reso, perché ritengo che sia estremamente grave quanto è successo.
Naturalmente credo che la Presidente, per le posizioni che ha assunto e per il ruolo che la Regione ha esercitato nell'organizzazione di queste Olimpiadi, debba condannare in maniera decisamente più netta e più chiara questi atti, che non sono che criticabili.
Mi rendo conto che forse è dovuta passare una giornata per rimettere insieme la sua maggioranza ed arrivare ad un'affermazione congiunta di condanna nei confronti di questi atti, ma mi sembra di constatare, dal punto di vista politico, che siamo di fronte alle solite contraddizioni: becchiamoci questa in più, rispetto a tutte le altre, a partire da quella relativa all'Alta Capacità. Speriamo che, dopo le elezioni del 9 aprile come ha annunciato il Sindaco Chiamparino, vi sia un definitivo chiarimento all'interno della maggioranza tra il centrosinistra, Rifondazione Comunista e i Comunisti Italiani.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ghigo.
Ricordo ancora che è stato presentato l'ordine del giorno n. 257 avente come primo firmatario il Consigliere Ghiglia, e sottoscritto da molti Capigruppo, in cui si condanna ogni atto e ogni gesto che sia volto ad impedire il passaggio della fiaccola olimpica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi, per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Non siamo intervenuti nella discussione generale, perché assolutamente in linea con quanto già dichiarato dai colleghi intervenuti.
Interveniamo, però, per dichiarazione di voto, semplicemente per ribadire che siamo assolutamente favorevoli a questo ordine del giorno che tra l'altro, abbiamo sottoscritto.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 257, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale pur riconoscendo piena legittimità ad ogni espressione di dissenso nei confronti della realizzazione di un'opera pubblica - quale ad esempio l'alta capacità in Val di Susa - e, più in generale, nei confronti di un determinato assetto economico, politico e/o sociale condanna senza riserve ogni atto e ogni gesto, individuale o collettivo, che sia volto ad impedire il passaggio della fiaccola olimpica, da sempre simbolo di pace e di fratellanza".
Il Consiglio approva.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Emigrazione

Esame proposta di deliberazione n. 82 "Legge regionale 9 gennaio 1987, n. 1 (Interventi regionali in materia di movimenti migratori) e successive modificazioni: articolo 3 - Programma Attuativo anno 2005"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 82, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Migliasso; ne ha facoltà.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore all'emigrazione

Grazie, Presidente.
La deliberazione che è sottoposta alla Loro attenzione riguarda il Programma Attuativo 2005 della legge regionale 9 gennaio 1987, n. 1 ("Interventi regionali in materia di movimenti migratori"), e ha dovuto attendere per la sua presentazione, avvenuta soltanto oggi, l'inizio della VIII Legislativa e il conseguente rinnovo degli organi regionali competenti nella materia in esame.
Solo dopo l'assestamento di bilancio che, come Loro ricorderanno, è avvenuto all'inizio di ottobre, la Giunta regionale ha predisposto una deliberazione in data 4 novembre 2005, con la quale ha approvato la proposta di deliberazione al Consiglio regionale per l'adozione del Programma Attuativo 2005 della legge regionale n. 1 del 1987 (naturalmente previo il parere favorevole dell'Ufficio di Presidenza della Consulta dell'Emigrazione della VII Legislatura).
In data 12 dicembre 2005 si è insediata la nuova Consulta regionale e durante la riunione plenaria del 6 febbraio 2006 ha espresso all'unanimità il parere favorevole, come previsto dal Regolamento, in merito al testo del Programma Attuativo 2005, che presenta una sinteticità nella forma e prevede iniziative culturali, formative e di supporto alle fasce deboli con il coinvolgimento degli enti pubblici, delle università del Piemonte e delle Associazioni di Piemontesi nel Mondo iscritte nel registro regionale ai sensi dell'articolo 22 della legge n. 1 del 1987.
In specifico, il Programma Attuativo allegato alla delibera presenta rispetto a quello del 2004, alcune caratteristiche, in primo luogo per quanto concerne i beneficiari delle provvidenze, a norma degli articoli 2 e 10 della legge n. 1 del 1987.
Fino al 1999 i Programmi Attuativi annuali prevedevano, quali destinatari, sia gli emigrati di origine piemontese per nascita, sia di residenza che stabilissero la loro prima residenza in Piemonte all'atto del rimpatrio (com'è previsto, peraltro, dagli articoli 2 e 10 della suddetta legge).
Senza che la legge fosse modificata, dal 1999 al 2004, per ragioni facilmente immaginabili, l'applicazione di questa normativa fu applicata ai soli emigrati di origine piemontese per nascita.
Sia pure sinteticamente, considerati i tempi, vorrei fornire al Consiglio l'esame dei dati relativi alle ultime tre Legislature: nella V Legislatura (1990-1995) hanno goduto delle provvidenze 802 emigrati rimpatriati; nella VI Legislatura (1995-2000) 348; nella VII Legislatura (2000-2005) 610 emigrati, con una scansione che passava da 61 nel 2000, si attestava nel 2002/2003 a 188 ( picco massimo), per ritornare nel 2004/2005 a 71 rimpatri.
Complessivamente, risulta che negli ultimi quindici anni 1760 emigrati rimpatriati hanno beneficiato delle provvidenze previste dalla legge.
Tutto ciò premesso, visto il limitato numero di beneficiari ogni anno sempre più in calo, si è ritenuto di ritornare alla vecchia formulazione del Programma Attuativo, riportando testualmente alla voce "Beneficiari" il testo di cui all'articolo 2, secondo il quale i beneficiari di queste provvidenze sono gli emigrati di origine piemontese per nascita o residenza che abbiano maturato un periodo di permanenza all'estero non inferiore ai tre anni consecutivi negli ultimi cinque anni.
Il secondo punto prevede alcune precisazioni rispetto al Comune dove presentare la domanda per l'incentivazione delle attività produttive, così come previsto dall'articolo 14 della legge, che prevede, appunto, dei contributi agli emigrati rimpatriati che intendano avviare nel territorio regionale attività produttive entro due anni dal rientro.
Tale disposizione non precisava dove doveva essere presentata la domanda di contributo. A tal fine, è stato specificato nel Programma Attuativo 2005 che le domande devono essere presentate al Comune presso il quale l'emigrato intende avviare la propria attività (potrebbe infatti non coincidere col Comune di residenza), entro due anni dalla data di avvenuto rientro in Piemonte, normalmente prima dell'inizio di questa attività e, in ogni caso, entro il termine massimo di sei mesi dall'inizio dell'attività medesima.
Il terzo punto precisa in merito alle previsioni di bilancio. Come dicevo poc'anzi, con l'assestamento sono stati previsti, per la gestione del 2005, 705.600 euro ripartiti fra le seguenti UPB: UPB S1041, capitolo 11892 (Rimborsi spese a Enti, Università ed Associazioni con cui sono continuate tutte le attività previste), 518.000 euro; UPB S1041, capitolo 11990 (Contributi ai comuni per i rientri ed alle Associazioni) 187.600 euro.
Non abbiamo previsto alcuna somma nell'UPB 1042, capitolo 20570 relativo ai contributi per l'avvio di iniziative imprenditoriali. Ricordo che nel 2005 non è pervenuta alcuna domanda contributiva, cosa che invece nelle previsioni di bilancio del 2006, che peraltro non sono ancora state approvate, è stato ripristinato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Avanzo alcune valutazioni facendo presente al Presidente, così come all'Assessore, che in chiusura di discussione mi sembra non dico complesso perché si può anche votare una finanziaria regionale in dieci minuti, ma affrontare una legge estremamente importante, redatta di molti articoli merita una certa attenzione. Nel richiedere la possibilità di dare spazio adeguato alla discussione di una legge che condividiamo, mi permetto di fare una precisazione.
Nella legge, così come nel dettato normativo precedente, tutte le richieste di contributi - siano esse per la prima sistemazione piuttosto che per il trasporto salme - sono fattibili entro il termine massimo di 12 mesi dall'acquisizione della prima residenza in un comune del territorio piemontese in cui l'emigrato è rientrato. Proprio all'inizio della delibera, nella domanda di concessione ed erogazione contributi, si fa riferimento a tale dizione.
Vanno fatte due distinzioni. Gli emigranti che rientrano in Italia avendo una disponibilità economica, possedendo ancora una casa nel territorio piemontese o avendo trovato, con un legame parentale, una casa in cui abitare. Quindi, di fatto, facendo una scelta di vita: ritornare a vivere in Piemonte dopo essere stati un tot di anni in un paese straniero.
Vi è una seconda tipologia di emigranti, e non casualmente l'articolo 10 prevede una serie di contributi a vantaggio di emigranti in difficoltà.
Si tratta di casi più generali, come per esempio gli emigranti argentini di alcuni anni fa, emigranti che hanno "tentato fortuna" in Paesi stranieri e che fortuna non hanno trovato (anzi, si trovano in condizioni economiche peggiori di quelle in cui sono partiti). Il caso maggiore di emigranti che tornano in Italia che hanno la possibilità di accedere ad una serie di agevolazioni che la normativa che stiamo discutendo prevede, ma solo nel momento in cui ottengono la residenza.
A tal proposito faccio un esempio pratico che mi è capitato di seguire.
Un cittadino piemontese che risiede a Mondovì si trasferisce per dieci anni negli Stati Uniti. Ad un certo punto si trova in una situazione di difficoltà economica per cui decide, anche in virtù di una serie di benefici che la normativa prevede, di tornare in Italia e, supponiamo, di trasferire la propria residenza a Torino. Un volta arrivato a Torino chiede i benefici di legge, i servizi sociali risponderanno, perché ciò che la normativa prevede, che prima dovrà ottenere la residenza e poi potrà accedere a tutti i benefici. Nel Comune di Torino per ottenere la residenza ci vogliono dalle tre settimane ai due mesi. Un conto è chiedere la residenza nel comune di Torino, un altro - ed è l'esempio a cui mi riferivo prima - è richiederla nel Comune di Mondovì: l'ufficio anagrafico torinese deve richiedere il trasferimento di residenza, come accadrebbe per qualsiasi cittadino italiano che sposta la propria residenza da Nichelino a Torino, all'ufficio anagrafico di Mondovì. Ciò comporta, in termini di tempo, un lasso di tempo che va da due a quattro mesi.
Voi comprendete che nel momento in cui votiamo una normativa che ha un articolo specifico per i soggetti in stato di bisogno, noi avremmo un cittadino piemontese che ritorna in Italia e per quattro mesi deve sostenersi senza poter accedere ad alcun beneficio di legge. Il momento difficile per il cittadino è quello, non è il momento in cui ottiene la residenza, verosimilmente una casa, o verosimilmente un posto di lavoro.
Tutti questi dati sono esclusivamente legati alla residenza: tanto l'ottenimento della casa, quanto l'ottenimento del lavoro - forse meno, ma in alcuni casi anche - quanto l'ottenimento da parte dei servizi sociali di un assegno di sostentamento o quant'altro.
Considerato che i regolamenti comunali non concedono, e l'Assessore Migliasso lo sa bene, un sostegno a chi non è residente nella città al quale chiede il sostegno, la normativa dovrebbe prevedere, e in tal senso lo abbiamo già fatto presente all'Assessore in sede di discussione del DPEFR, una modifica che preveda, nei casi di bisogno, un'anticipazione da parte della Regione Piemonte in attesa della residenza. Quello è il periodo peggiore. L'Assessore, che conoscerà bene per l'attività che ha svolto precedentemente, può verificare con i Servizi Sociali dei comuni capoluogo della Regione che vi è un numero elevato di emigranti che tornano nella nostra città e, fino a quando non ottengono la residenza, se hanno fortuna vivono presso un parente, se non hanno la fortuna di avere un legame parentale finiscono nei dormitori della nostra città.
Visto che la legge ha come finalità non dico l'incentivazione al ritorno in Patria, ma di sostegno per coloro che intendono farvi ritorno crediamo che si dovrebbe, almeno nella parte legata alla possibilità di richiesta dei contributi per i cittadini in caso di bisogno, far riferimento al domicilio e non alla residenza. Oppure prevedere una norma che imponga ai Comuni di dare residenza in tempistiche assolutamente ridotte, piuttosto nell'indirizzo della casa comunale che consenta, a chi torna in Patria, di poter accedere al contributo in tempi assolutamente brevi. Altrimenti, solo per i cittadini in caso di bisogno, non riusciamo a trasformare in realtà oggettiva quanto diciamo all'interno della normativa.
Contrariamente, presenteremo emendamenti relativamente a tutte le parti contributive. Possiamo anche votare una legge che poi non funziona, ma c'era già prima non è il caso. Magari è una legge che riguarda cento persone, in un anno anche di meno, ma poiché si prevede una normativa tesa a sostenere chi fa rientro in patria, dovremmo anche fare in modo che "funzioni" per davvero.
Chiediamo se non sia possibile riportarla, magari incardinata, magari iscritta all'o.d.g., e se è possibile concordare con l'Assessore e gli uffici, la possibilità di trovare una modifica normativa che consenta alle persone in stato di bisogno, che non hanno un legame parentale, quindi una casa in cui tornare ecc., di avere un aiuto legato al domicilio e non alla residenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Sono giuste le osservazioni avanzate dal Consigliere Vignale per quanto riguarda il discorso e la problematica del rientro dei nostri connazionali.
Vorrei sottolineare gli altri aspetti contenuti in questa delibera, che riguarda il Programma Attuativo dell'anno 2005, quindi riguarda il programma che si è svolto nella continuità di un'azione che va avanti da parecchi anni.
Recentemente non avevo più la delega relativa ai "Piemontesi nel mondo", ma, come ricordate era di competenza dell'Assessore Farassino. Per si è andati avanti sempre in una logica di assumere, incoraggiare e sviluppare iniziative ed attività culturali a favore degli emigrati, di effettuare degli studi e di sostenere le attività delle associazioni.
Siamo andati con i colleghi della scorsa legislatura a conoscere tutte le varie associazioni nei cinque continenti. Ricordo che non era mai stato fatto nulla per il Sudafrica, nonostante che le diverse associazioni lì presenti sollecitassero un contatto con la Regione Piemonte.
Ricordo i raduni fatti a Torino prima dai "Piemontesi in Europa", poi estesi a tutti i piemontesi nel mondo a Novara, proprio per mantenere i contatti culturali, sociali ed economici.
La legge è datata, lo diciamo da alcuni anni; è necessario rivederla tenendo conto delle nuove necessità.
Annuncio il voto favorevole da parte del mio Gruppo su questo programma di attività che riguarda il passato e mi auguro che la Giunta sappia veramente rinnovare quei contatti, perché le associazioni si stanno lamentando del silenzio della Regione Piemonte. Questo è veramente un peccato, soprattutto se ricordiamo le varie iniziative, quelle fatte anche con le agenzie di viaggio, in modo che tutti i cittadini piemontesi quando vanno all'estero sappiano, perché le agenzie di viaggio lo comunicano, se in quella località c'è un'associazione di piemontesi.
E voglio anche ricordare l'attività fatta a favore dei piemontesi di adozione. Diverse volte ce lo siamo detto: magari due fratelli della Sicilia, uno viene a Torino e l'altro va a New York. È chiaro che noi abbiamo dei contatti con questi amici del Piemonte che quando rientrano in Italia passano a Torino, conoscono la nostra città e la nostra Regione, e noi con questi vogliamo continuare a mantenere i contatti.
Quindi, mi auguro proprio che, come per il passato, il discorso dei piemontesi nel mondo coinvolga veramente tutto il Consiglio regionale al di là delle appartenenze partitiche.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, la parola all'Assessore Migliasso per una breve replica.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore all'emigrazione

Ringrazio la Consigliera Cotto e il Consigliere Vignale. Al Consigliere Vignale vorrei soltanto dare un'assicurazione, che è questa: quello che stiamo votando è il Programma Attuativo 2005 che, per ragioni che non dipendono dalla volontà della sottoscritta né dal Consiglio, ha potuto essere sottoposto all'attenzione del Consiglio stesso molto in ritardo.
Si è insediata la Consulta dell'emigrazione, ha già avuto due riunioni.
Il Programma Attuativo è stato approvato, come ricordavo all'inizio all'unanimità. Abbiamo deciso, vive in virtù di alcune considerazioni che ha svolto la Consigliera Cotto e che ha sottoposto all'attenzione, la necessità di andare ad una revisione della legge, che ha sicuramente prodotto dei benefici per le persone che ne hanno usufruito, ma che come tutte le cose risente un po' dell'usura del tempo.
Vorrei quindi assicurarle che la modifica che lei ipotizza potrebbe essere presa in considerazione dal gruppo di lavoro che sarà rappresentato come abbiamo stabilito durante la Consulta, dall'Ufficio di Presidenza integrato da un Consigliere di maggioranza ed uno di minoranza, che dovrebbe cominciare a ragionare sulle modifiche legislative ed anche esaminare questa problematica. Anche se la questione del domicilio, è una questione delicata. Ha sicuramente ragione lei quando dice che se uno arriva a stabilire la propria residenza nel Comune di Torino, le procedure sono più veloci rispetto a quelle di una persona che risiedeva - come il caso che lei citava - a Mondovì, e che poi avrebbe voluto stabilire la propria residenza a Torino. Quindi c'è un passaggio molto lungo.
La questione del domicilio - me lo hanno fatto notare anche alcuni rappresentanti della Consulta - è delicata, in quanto ci potrebbe essere il caso di una persona che stabilisce il proprio domicilio in uno qualsiasi dei Comuni del Piemonte, con delle provvidenze si anticipa l'erogazione dei contributi e poi questa persona può decidere di andare a stabilirsi, ad esempio, nella Regione Puglia, Marche o Veneto.
Pertanto, è materia che va sicuramente vista con l'occhio di chi vuol favorire il cittadino o la cittadina che rientra, ma che deve necessariamente tenere conto di una corretta interpretazione del dettato legislativo.
In ogni caso, assicuro la presa in considerazione di questo elemento.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, indìco la votazione palese su tale proposta di deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.35)



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