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Dettaglio seduta n.62 del 07/02/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(La seduta ha inizio alle ore 10.08)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto X) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo la Consigliera Motta.


Argomento: Variazioni di bilancio

b) Deliberazioni di variazioni al bilancio di previsione


PRESIDENTE

Devo comunicare le variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2005. La Giunta regionale, in data 27 gennaio 2006, ha trasmesso per comunicazione al Consiglio n. 9 deliberazioni del 19 dicembre 2005, n. 8 deliberazioni del 28 dicembre 2005.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula e quindi i colleghi possono immediatamente prenderne visione.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla verifica del numero legale richiesta dalla Consigliera Ferrero


PRESIDENTE

Passiamo quindi al sindacato ispettivo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Vorrei che si effettuasse la verifica del numero legale, per cortesia.



PRESIDENTE

Collega Ferrero, rispetto alla sua richiesta e consultandomi con gli uffici che detengono la conoscenza del Regolamento molto più di quanto lo conosciamo noi e anche delle prassi, la verifica del numero legale, come lei sa, ai sensi dell'articolo 52 si fa in prossimità di votazioni. Tant'è che il Regolamento prevede che il Presidente verifichi la presenza del numero legale prima di procedere a votazioni o, comunque, che questo avvenga obbligatoriamente qualora lo chieda un Consigliere, però in prossimità di votazioni.
Quindi, non siamo in prossimità di alcuna votazione, quindi non vedo le condizioni per procedere nel senso indicato.
Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Io però chiederei alla cortesia del Presidente di verificare se c'è il numero legale in Aula, perché mi sembra una garanzia per tutti.



PRESIDENTE

Le firme ci sono, quindi il numero legale è garantito. Dal punto di vista del regolamento non posso procedere ex articolo 52 del Regolamento però in base ai badge che sono stati ritirati ed inseriti risulta - e lo vedete anche dallo schermo - presente un numero sufficiente di Consiglieri.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni ed interpellanze

Argomento: Polizia rurale, urbana e locale - Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione n. 63 dei Consiglieri Scanderebech, Guida inerente a "Sicurezza e ordine pubblico a Torino - Compartimento olimpico"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 2) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze" e, in particolare, all'interrogazione n.
63, inerente a "Sicurezza e ordine pubblico a Torino compartimento olimpico", cui risponde l'Assessore Caracciolo.
Non essendo presenti i Consiglieri interroganti, viene data risposta scritta.


Argomento: Protezione civile

Interrogazione n. 456 dei Consiglieri Cavallera, Cotto e Ferrero inerente a "Misure per fronteggiare gli eventi calamitosi della stagione invernale" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 456, cui risponde l'Assessore Caracciolo, che ha pertanto facoltà di intervenire.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla protezione civile

Grazie, Presidente.
In merito alle argomentazioni esposte con l'interpellanza in oggetto si forniscono gli elementi conoscitivi in possesso del Settore di Protezione Civile regionale che ha operato costantemente, prima attraverso il servizio di pronta reperibilità di 24 ore al giorno e poi con l'attivazione della propria sala operativa dalle ore 11.30 del giorno 3/12/2005 alle ore 23.30 del giorno 5/12/2005 per fronteggiare all'emergenza derivante dalle abbondanti nevicate che hanno colpito il basso Piemonte.
Per quanto riguarda le misure di protezione civile, secondo una ormai consolidata esperienza, esse sono riconducibili principalmente a due momenti: uno preventivo e l'altro operativo.
La fase preventiva per eventi in qualche modo prevedibili, come quella dei fenomeni meteorologici, è direttamente collegata alle disposizioni della direttiva PCM 27 febbraio 2004 inerente gli indirizzi operativi per la gestione organizzata e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile e recepita a livello regionale con la DGR n. 37/15176 del 23/3/2005.
Sulla base delle procedure previste nel disciplinare approvato con la predetta deliberazione regionale, nel rispetto degli indirizzi nazionali già nella giornata del 30/11/2005 il bollettino di vigilanza meteorologica per il Piemonte elaborato dall'Arpa Piemonte e divulgato dal Settore Protezione Civile regionale a Province e Prefetture interessate prevedeva nevicate abbondanti sul basso Piemonte.
Così è stato anche per i giorni a seguire fino al giorno 4/12/2005. Le Province e le Prefetture interessate provvedevano a loro volta ad informare i Comuni e le strutture di competenza, secondo le modalità e gli accordi previsti in sede locale.
In armonia con le disposizioni della sopRAIndicata direttiva del DPCM 27 febbraio 2004, la Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile con nota del 2/12/2005 emanava a sua volta "Avviso di condizioni meteorologiche avverse" e nell'elenco di diramazione comprendeva, tra gli altri, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e l'ENEL.
Ai fini, dunque, dell'allertamento, che è compito precipuo delle strutture di protezione civile, gli Enti istituzionali ed i Gestori di servizi essenziali erano preventivamente ed opportunamente informati.
La fase operativa riguarda invece la risposta ottimale che le strutture di protezione civile, ai vari livelli (comunale, provinciale, regionale e nazionale) devono dare tempestivamente a soddisfazione dei bisogni rappresentati dai territori colpiti dalle calamità.
A questo proposito si evidenzia come la Regione Piemonte, attraverso il Servizio di pronta reperibilità del Settore Protezione Civile, si sia immediatamente attivata ed a partire dal tardo pomeriggio del giorno 2 dicembre u.s., per tutta la serata ed in nottata, in raccordo con le Amministrazioni nazionale, provinciali e gli Enti locali interessati ha raccolto le segnalazioni di criticità provenienti dal territorio riguardanti in questa prima fase principalmente l'interruzione della percorribilità dell'autostrada A6 Torino-Savona; ha assunto informazioni dalle Province, Prefetture e dal Volontariato circa lo stato delle iniziative di assistenza agli automobilisti intrappolati; ha assunto informazioni dal gestore dell'infrastruttura autostradale circa i tempi presunti di ripristino della viabilità; ha fornito il necessario supporto informativo alla struttura regionale ed al Dipartimento della Protezione Civile.
A partire dalla tarda mattinata e nel primo pomeriggio del 3 dicembre u.s. sono cominciate ad arrivare presso la sala operativa del Settore Protezione Civile Regionale, che nel frattempo era stata attivata, notizie di criticità riguardanti l'interruzione del servizio di erogazione dell'energia elettrica su vaste aree dell'alessandrino, dell'astigiano e del cuneese.
A seguito delle conseguenti richieste di supporto logistico degli enti territoriali e locali colpiti dalle abbondanti nevicate, e nel rispetto del principio di sussidiarietà, la Protezione Civile della Regione Piemonte ha inviato 14 gruppi elettrogeni nelle Province di Alessandria ed Assessorati per fronteggiare i disagi legati all'interruzione dell'energia elettrica.
In particolare, sono state messe a disposizione le risorse della Protezione Civile della Regione Piemonte presenti al CAPI (Centro Approvvigionamento Pronto Intervento) di Alessandria, al Presidio Territoriale Regionale di San Michele (AL), nonché quelle in dotazione al Coordinamento Provinciale del Volontariato di Alessandria.
Al fine di migliorare ulteriormente la qualità dell'informazione preventiva ed ottimizzare la risposta operativa sono, altresì, già in atto iniziative per la promozione di un incontro con il gestore della rete elettrica e le Province piemontesi.
In situazioni particolarmente critiche estrema rilevanza riveste la corretta informazione alla popolazione, affinché la stessa sappia comportarsi in maniera adeguata, riconoscendo i segnali di preavviso e reagendo prontamente, evitando atteggiamenti inconsulti o di panico che possono aggravare la situazione.
Per cercare di ottenere questi risultati, la Regione Piemonte ha predisposto un "progetto di comunicazione" coordinato dall'Ufficio stampa della Giunta regionale, in collaborazione con il Settore Protezione Civile volto a fare conoscere i compiti della Protezione Civile nei rapporti con i cittadini, in condizioni normali e in situazioni di crisi, attraverso la divulgazione periodica sull'emittenza radiofonica piemontese.
Inoltre, per apprestare un miglior coordinamento tra la Protezione Civile ed erogatore di servizi pubblici, si segnala l'audizione in VIII Commissione dei responsabili per il Piemonte degli enti gestori delle linee elettriche e telefoniche avvenuto lo scorso 16 gennaio.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Signor Presidente, l'occasione di risposta a quest'interrogazione mi permette di segnalare alla Presidenza del Consiglio la necessità, per alcuni tipi di interrogazioni che il Consiglio propone, di percorsi diversi, relativamente alla velocità di risposta, rispetto all'iter solito delle interrogazioni. Questa è una interrogazione che avrebbe avuto senso discutere e approfondire a ridosso di un evento come quello che si è verificato qualche mese fa, che è stato ripreso nell'ambito dell'interrogazione e oggi illustrato come gestione da parte dell'Assessore.
Quindi, per quanto riguarda il primo aspetto, mi permetto di rilevare Presidente Gariglio, che per alcuni tipi di interrogazioni sarebbe utile fare una adeguata verifica dell'opportunità di rispondere con una tempistica diversa rispetto a quella che questo Consiglio abitualmente sta portando avanti.
La seconda considerazione riguarda il contenuto della risposta dell'Assessore Caracciolo, che, sostanzialmente, evidenzia una convinzione che noi abbiamo forte, vale a dire che il sistema della Protezione Civile in quanto struttura di rapporto tra enti pubblici, volontariato e quant'altro, è un sistema che, di fatto, si sta movendo positivamente sul territorio e sulla gestione delle emergenze. Prima l'Assessore Caracciolo parlava di passaggio di informazioni tra ARPA, Regione ed Enti locali anche di una sorta di disponibilità da parte della Regione, in quei giorni a mettere a disposizione mezzi, attrezzature e supporti per gestire questo tipo di rapporto.
Quello che è mancato e che ci pare continui a mancare è di altrettanta rilevanza e importanza, proprio nel momento in cui le verifiche indicano relativamente a eventi di una certa portata, la capacità da parte della Regione di essere interlocutore forte nei confronti delle aziende di grandi servizi (TELECOM, ENEL, Autostrade e quant'altro), nel senso che in quell'evento ci si è resi conto di quanto, pur conoscendo l'estensione dello stesso, di fatto, non ci sia stato un atteggiamento di prevenzione nei confronti di questi grandi interlocutori.
L'interrogazione che noi abbiamo sottoscritto, insieme ad altri colleghi Consiglieri del Gruppo di Forza Italia, tendeva proprio a rilevare un tassello fondamentale che il sistema della Protezione Civile ancora deve definire, che è proprio quello del rapporto con i grandi servizi.
Al contrario, rispetto alla gran nevicata, ricordo, qualche anno fa un'altra emergenza: la gran siccità. In quell'occasione, la Regione insieme al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, fu attore principale nella gestione dell'emergenza con i grandi interlocutori e i grandi fornitori di servizi. Questa dovrebbe diventare un'abitudine e una modalità operativa stabilita a monte, prima del verificarsi degli eventi.
Volevamo fare questa segnalazione, ritenendoci, ovviamente parzialmente soddisfatti per quello che è stato il meccanismo del sistema di Protezione Civile in quanto rapporto Regione-Enti locali. Siamo assolutamente insoddisfatti per quanto riguarda la capacità che la Regione in questo specifico contesto, ha avuto come ruolo prioritario. Non è più tempo di attendere che la Prefettura si faccia carico di questi meccanismi la Regione a pieno titolo è entrata nel sistema di Protezione Civile e ha funzioni di coordinamento prioritario rispetto agli eventi anche di questa portata.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni e interpellanze

Argomento: Fiere, mostre e mercati

Interrogazione n. 448 del Consigliere Rossi inerente a "Fiera Santa Caterina a Novi Ligure: irregolarità" (risposta scritta)

Argomento: Protezione civile

Interpellanza n. 466 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale inerente a "Situazioni di grave disagio conseguenti alle precipitazioni nevose nell'Alessandrino" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta da parte degli Assessori competenti alle seguenti interrogazioni e interpellanze: interrogazione n. 448 del Consigliere Rossi inerente a "Fiera Santa Caterina a Novi Ligure: irregolarità" interpellanza n. 466 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale inerente a "Situazioni di grave disagio conseguenti alle precipitazioni nevose nell'Alessandrino".


Argomento: Commercio - Interventi per lo sviluppo dell" offerta - Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione n. 412 dei Consiglieri Ferrero, Pichetto e Cavallera inerente a "Realizzazione di strutture dedicate al consumatore-turista in occasione delle Olimpiadi"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 412, presentata dai Consiglieri Ferrero Pichetto e Cavallera.
Risponde l'Assessore Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore al commercio e fiere

In merito a quanto viene richiesto nell'interrogazione in oggetto si risponde che la Presidente della Giunta regionale e l'Assessore sono a conoscenza della proposta dell'ACU (Associazione Consumatori Utenti) riguardante la creazione di sportelli di assistenza al turista da istituire presso le sedi delle ATL durante il periodo di svolgimento delle Olimpiadi invernali. Peraltro, tale proposta, inviata per posta elettronica il 7 novembre ultimo scorso come generica richiesta di disponibilità da parte della Regione Piemonte, è stata presentata, articolata in un progetto specifico (denominato "Sportello dei turisti") con previsione delle spese necessarie per la realizzazione, ammontanti ad euro 129.200,00, agli uffici della Direzione Commercio e Artigianato soltanto il 13 gennaio ultimo scorso.
Si sottolinea inoltre che altre proposte relative ad iniziative finalizzate ad un potenziamento dell'assistenza e tutela dei consumatori turisti nel periodo di svolgimento delle Olimpiadi 2006 sono state presentate dall'associazione Federconsumatori. Si tratta nello specifico: a) programma di iniziativa comunitaria Interreg III A ALCOTRA intitolato "PASSPARTOUT: sportelli transfrontalieri d'informazione ai consumatori Olimpiadi 2006" presentato dalla Regione Piemonte il 25 ottobre 2004. Il programma, finanziabile con fondi dell'Unione Europea, dello Stato e dei soggetti attuatori, senza oneri finanziari per la Regione Piemonte, è stato tuttavia inopinatamente bocciato dalla precedente amministrazione. Tale programma prevedeva una spesa di euro 1.398.212,00; b) Progetto "Monitoraggio dei prezzi e tutela dei consumatori durante le Olimpiadi e le Paraolimpiadi 2006", presentato il 26 ottobre u.s. (prot. 14917/17.3/2005) del valore di 47.000,00 euro.
Vale la pena ricordare che non risultano essere pervenute domande formali di contributo da parte delle associazioni dei consumatori, ai sensi dell'art. 10 della l.r. 21/85, relative a iniziative da realizzarsi con specifico riferimento all'evento olimpico.
Tali proposte sono in corso di valutazione, in considerazione del fatto che è stato attivato un programma che consente di assicurare ai cittadini e ai turisti ospiti la trasparenza nei momenti di acquisto di beni e servizi la verifica del rispetto delle norme commerciali, turistiche, sanitarie fiscali, amministrative, contrattuali, oltre ad una rapida risoluzione di eventuali contestazioni fra consumatori e imprese.
Tale programma è il frutto di una serie di incontri organizzati a partire dal 29 settembre u.s. e proseguiti il 28 ottobre, 4 e 16 novembre 5 e 16 dicembre, con le istituzioni coinvolte e con l'Assessorato al turismo, finalizzati al coordinamento delle azioni e dei mezzi già a disposizione.
Si è proposto l'organizzazione di sedi in cui mettere a disposizione materiali informativi e raccogliere segnalazioni e reclami. Tali luoghi sono individuabili nelle sedi delle Aziende Turistiche Locali (ATL) sfruttandone la presenza capillare sul territorio interessato dalle olimpiadi.
Le iniziative intraprese dalla Regione Piemonte intendono, quindi valorizzare le competenze delle istituzioni in materia di assistenza al turista, coinvolgendo in primo luogo le ATL ed inoltre Provincia di Torino Comune di Torino, Camera di Commercio di Torino, Guardia di Finanzia Giudici di Pace, NAS, in relazione alle competenze attribuite dalla normativa vigente.
Ai sensi dell'art. 10, comma 1, lett. b, l.r. 75/1996 s.m.i., le ATL già devono svolgere un ruolo istituzionale in tal senso; infatti "forniscono assistenza ai turisti, compresa la prenotazione dei servizi ricettivi, turistici, di intrattenimento e di svago e la tutela del consumatore turistico".
Inoltre si ricordano le competenze attribuite dalla legge 580 del 1993 alle Camere di Commercio in materia di procedure conciliative tra consumatori e imprese. Tali procedure sono utilizzabili, da chi fosse interessato, anche on line. Dal luglio dello scorso anno la CCIAA di Torino ha attivato un servizio di conciliazione specializzato in materia di turismo.
Infine, non meno importanti sono le competenze dei Comuni sulla vigilanza del rispetto delle norme fiscali e amministrative da parte dei commercianti e operatori turistici nell'offerta di prodotti e servizi ai consumatori, sollecitate all'attenzione dei Comuni con specifica corrispondenza, oltre che facilitata, nella sua attuazione, con l'incremento di 146 agenti di polizia municipale messi a disposizione dei Comuni sede degli eventi olimpici.
Tra le iniziative intraprese in tal senso, la Camera di Commercio di Torino, in collaborazione con Regione Piemonte, Provincia di Torino e Comune di Torino, d'intesa con le associazioni di categoria, ha sollecitato il rispetto delle regole da parte del sistema distributivo e di accoglienza, con l'invio a 15.000 commercianti di Torino e dintorni di un dépliant: "Cinque consigli per conquistare la clientela olimpica".
Inoltre la Regione Piemonte, d'intesa con i gestori della rete distributiva dei carburanti, ai sensi della l.r. 14/2004, ha ricordato ai Comuni della Provincia di Torino la possibilità di allargare la fascia oraria di apertura degli impianti di distribuzione dei carburanti, che potranno rimanere aperti dalle 7 alle 22, da una settimana prima dell'inizio delle olimpiadi fino ad una settimana dopo la loro conclusione.
La valutazione che di conseguenza si sta svolgendo, perviene, per un verso la congruenza delle proposte avanzate dalle associazioni dei consumatori prima citate con il quadro organizzativo che abbiamo delineato per un altro la disponibilità di risorse finanziarie disponibili, da mettersi a disposizione per la realizzazione dei progetti da queste ultime avanzate.
Si tenga anche conto del fatto che, nel corso della scorsa legislatura l'attuale minoranza non aveva previsto nel bilancio 2005 e pluriennale 2005 2007 alcuna risorsa finanziaria per l'attuazione di politiche di tutela dei consumatori, rendendo quindi complesso il problema del suo reperimento. La proposta in discussione in Consiglio, di bilancio 2006, assicura a quelle finalità la copertura finanziaria, anche se l'attuale regime di esercizio provvisorio di tale bilancio ne rende parziale l'utilizzo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Assessore, pur ringraziandola per l'ampiezza della risposta, non possiamo dichiararci soddisfatti, per una semplice ragione: già conosciamo tutte le questioni e i punti che lei ha sottolineato, che riguardano la dinamica dei programmi comunitari, l'ALCOTRA (che ovviamente aveva le sue motivazioni per quanto riguarda le decisioni della Giunta), così come anche tutto quello che è il complesso dei finanziamenti inseriti nel bilancio nonché il ruolo delle ATL o delle Camere di Commercio. Tuttavia, noi riteniamo che nel periodo olimpico non solo sia importante svolgere i compiti istituzionali (i Vigili Urbani per quanto riguarda il controllo dei mercati, le Camere di Commercio per dirimere le controversie, le ATL per vigilare sugli alberghi e anche le altre strutture ricettive), ma altrettanta rilevanza deve avere il ruolo delle Associazioni dei consumatori.
Con quest'interrogazione, noi volevamo sottolineare proprio quest'aspetto, nel momento in cui possono esserci delle sbavature che creano una brutta immagine, perché se un turista sportivo presente nel periodo olimpico dovesse rientrare e far scrivere sui vari giornali cose poco simpatiche, è chiaro che questo ci darebbe un grosso danno, magari amplificato dall'attenzione che i media stanno predisponendo per Torino durante il periodo delle gare olimpiche.
Certo, sappiamo benissimo che ci sono questi compiti istituzionali e potremmo anche dire: "Allora, visto che c'è l'Ispettorato del lavoro, è inutile che ci sia ancora il sindacato"; oppure: "Visto che c'è l'INPS, è inutile che ci siano i Patronati". Ma ciascuno deve fare il proprio mestiere.
Le Associazioni dei consumatori sono state anche consultate recentemente per un provvedimento in Commissione. L'Assessore ha richiamato anche l'attenzione per quanto riguarda i capitoli di bilancio. Ebbene senz'altro noi saremo attentissimi nella discussione in I Commissione sotto questo profilo e, visto che vi è una sensibilità comune in questo senso chiederemo senz'altro di rafforzare gli stanziamenti in questa direzione.
La nostra intenzione non era tanto quella di formulare una critica rispetto all'impostazione consolidata della Regione in questo senso, ma ci aspettavamo un programma straordinario (chiaramente di competenza del nuovo Assessore) che accompagnasse la vigilanza e le iniziative attive di difesa dei consumatori nel periodo olimpico, andando oltre quelli che sono i compiti istituzionali che certamente svolgeranno egregiamente Camera di Commercio, ATL, Comuni e ogni altro soggetto pubblico interessato. Ben diversa è la sensibilità e l'attivismo delle associazione dei consumatori che comunque agiranno indipendentemente dall'aiuto pubblico, perché se ci fosse stato un coordinamento pubblico, un sostegno più incisivo da parte della Regione, avrebbero raggiunto le finalità che competono loro.
La ringrazio, in ogni modo, Assessore, per l'ampiezza della risposta ma, come le dicevo, da un punto di vista politico e operativo, rimane quest'insoddisfazione.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni ed interpellanze

Argomento: Fiere, mostre e mercati

Interrogazione n. 372 dei Consiglieri Botta e Rossi inerente a "Rilancio del mercato ortofrutticolo di Alessandria" (risposta scritta)

Argomento: Tempo libero - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione n. 120 dei Consiglieri Spinosa e Moriconi inerente a "Sfratto Associazione 'Nella terra dei cavalli'" (risposta scritta)

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interpellanza n. 196 della Consigliera Cotto inerente a "Miglioramento e potenziamento dei progetti di contrasto alla noia nelle case di riposo" (risposta scritta)

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 143 del Consigliere Pedrale inerente a "Interventi socio sanitari a sostegno di anziani non autosufficienti" (risposta scritta)


PRESIDENTE

L'Assessore Caracciolo deve rispondere all'interrogazione n. 372 dei Consiglieri Botta e Rossi, inerente a "Rilancio mercato ortofrutticolo di Alessandria" diamo risposta in forma scritta. L'Assessore Oliva risponde in forma scritta all'interrogazione n. 120 dei Consiglieri Spinosa e Moriconi inerente a "Sfratto associazione...cavalli" con il consenso dei proponenti.
All'interpellanza n. 196 della Consigliera Cotto inerente a "Miglioramento e potenziamento dei progetti nelle case di riposo", l'Assessore Migliasso risponde in forma scritta in assenza della Consigliera. Per la risposta dell'interrogazione n. 143 del Consigliere Pedrale inerente a "Interventi socio sanitari a sostegno degli anziani non autosufficienti" possiamo darla in forma scritta.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione n. 48 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale inerente a "Buoni scuola"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 48, cui risponde l'Assessore Pentenero.
La parola all'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

L'interrogazione era volta a conoscere se è intenzione della Giunta regionale modificare il Regolamento, e se le somme destinate alle scuole sarebbero state diminuite. Su questo, posso comunicare che, con il parere della stessa Commissione consiliare, in data 10 ottobre la Giunta regionale ha approvato la modifica del regolamento per l'attuazione della legge n. 10 relativa al buono scuola, dando il via alla proclamazione del bando.
Possiamo affermare che, ad oggi, le domande pervenute (seppur in riferimento alla preoccupazione espressa dai Consiglieri) risultano essere lo stesso numero dell'anno scorso. Come voi sapete il Regolamento approvato dalla Giunta in data 10 ottobre, prevedeva una riduzione delle fasce massime ammissibili dai 30 mila euro ai 25 mila euro secondo gli indicatori previsti dalla legge n. 10.
Per quanto ci risulta, ad oggi, le domande non sono diminuite e le somme destinate per il buono scuola relativo all'anno scolastico 2005/2006 sono le stesse stanziate nell'anno scolastico 2004/2005. Peraltro, tali somme, relative all'anno scolastico 2005/2006 rientrano all'interno del disegno di legge sul bilancio, che è in fase di discussione nelle varie Commissioni.
Le somme scritte nel disegno di legge della finanziaria dell'anno 2006 riguarderebbero il pagamento del buono scuola per l'anno scolastico 2005/2006. Quindi, in riferimento alla vostra interrogazione, si comunica che la modifica del regolamento è stato approvata con la delibera della Giunta del 10 ottobre. È stato fatto regolare bando e le somme a disposizione sono le stesse dell'anno scolastico 2004/2005.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Scusi, Assessore, ma mancano tutte le risposte. C'e una serie di domande e non ci sono le risposte.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, prendiamo atto della sua insoddisfazione alla risposta dell'Assessore.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Se fa riferimento all'interrogazione 48, in cui si chiede se il regolamento sarà modificato, vi comunico che il Regolamento è stato modificato con delibera del 10 ottobre della Giunta regionale. È stato modificato abbassando la soglia di reddito da 30 mila euro a 25 mila euro.
I fondi destinati sono gli stessi previsti dal disegno di legge. I fondi destinati al diritto allo studio non sono stati assolutamente ridotti anzi, sono stati aumentati. Queste sono le quattro risposte che mi avete chiesto e quattro risposte ho dato.



PRESIDENTE

Non è stato rituale, però accogliamo la replica dell'Assessore Pentenero.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Presidente, stamattina ero molto ben disposto nei confronti dell'Assessore Pentenero, perché ho visto (l'ho appreso dai giornali) che sta vincendo la parte laico-cattolica contro la parte comunista-comunista della maggioranza. Quindi ero ben disposto nei confronti dell'Assessore Pentenero, perché non verrà posto in essere il tentativo di cancellare il principio della libera scelta scolastica.
Naturalmente avalliamo la sua proposta e ci riserviamo di approfondirla quando disporremo del testo scritto. È una proposta interessante. Non possiamo che aderire a quest'impostazione culturale del principio della libera scelta, che abbiamo difeso e per il quale abbiamo lottato per tanti anni. Quindi ringraziamo l'Assessore Pentenero per questa sensibilità e ringraziamo anche la Giunta per la scelta di campo laico-cattolica e non comunista-oltranzista-radicale che sta operando.
però evidente che, alla luce di queste novità (per carità, la risposta è letterale), a nostro avviso, questo tema meritava una risposta estensiva. Vede, Assessore, c'è una delibera della Giunta che modifica il Regolamento, ma c'è una proposta, che oggi compare su tutti i quotidiani piemontesi, che dice tutta un'altra cosa, cioè che scardina, pur mantenendo fermo il principio, tutto il contesto del buono-scuola, modificandolo completamente. Mi sembra un po' contraddittorio che si venga a dare una risposta ormai vecchia rispetto a quello che oggi apprendiamo da pagine intere dei quotidiani.
Presidente Gariglio, vorrei sapere, da lei e dal Vicepresidente della Giunta, qui presente, se questi temi hanno un risvolto generale sui rapporti minoranza-maggioranza, minoranza-Giunta. Assessore Pentenero Vicepresidente Susta e Presidente Gariglio, non si sfugge ai temi politici se la risposta che mi viene data oggi è una risposta vecchia e secolare rispetto a quello che oggi leggo sui giornali.
Come si pretende che la minoranza subisca di essere presa per il naso? Nonostante apprezzi - l'ho detto prima - l'impostazione che la Giunta sta dando al problema "buono scuola", come faccio, Presidente Gariglio Assessore Pentenero e Vicepresidente Susta, ad accettare una risposta in cui si parla della guerra di Troia, mentre dovremmo parlare del conflitto in Iraq? È come se La Stampa (e sicuramente lo è), la Repubblica (e sicuramente lo è), Torino Cronaca (e sicuramente lo è), Il Giornale del Piemonte (e sicuramente lo è) fossero più importanti e più degni di essere ufficialmente informati delle prese di posizione di questa Giunta regionale e di questi Assessori, rispetto ad un Consiglio regionale regolarmente eletto.
Avrei preferito - glielo dico con molta sincerità, Assessore Pentenero che lei avesse detto: "Guardi, c'è una delibera, però, come avrà potuto apprendere dai giornali (mi accontentavo anche di questo) c'è una novità enorme e stravolgente rispetto a quella modifica".
Personalmente chiedo ai colleghi di prestare attenzione a quanto viene detto, perché poi non ci si può lamentare se si fa un tipo di opposizione eccessiva, nel momento in cui, magari anche senza la volontà, ci venite a prendere in giro. Continuate a non ascoltare, e vedete che i lavori non procedono da nessuna parte; continuate a non dare risposte, e subirete un'opposizione che diventerà crescente.
Personalmente non mi sta bene ad essere meno informato de La Stampa, di Torino Cronaca, de Il Giornale e de la Repubblica. Non sono disponibile. Vi potrà non piacere il fatto che in democrazia le minoranze hanno il diritto ad una corretta informazione; potrete preferire il rapporto privilegiato con i giornali anziché con l'opposizione, però sappiate che a queste azioni, che personalmente considero offensive, corrispondono reazioni regolamentari che voi considererete ostruzionistiche. Lo dico per il buonsenso comune che dovrebbe guidare le azioni, soprattutto di chi governa. Non si può essere così solidamente e intellettualmente disonesti.
chiaro? Non si può, perché noi, per quel poco che potremmo fare, lo impediremo. Non venga poi detto che in qualche modo la minoranza blocca perché chi blocca, qua, è solo ed esclusivamente la maggioranza.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni ed interpellanze

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 178 dei Consiglieri Chieppa e Robotti, inerente a "Ospedale di Biella" (risposta scritta)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 424 del Consigliere Rossi, inerente a "Pronto Soccorso e laboratorio analisi di Nizza Monferrato (AL)" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interpellanza n. 178 dei Consiglieri Chieppa e Robotti e all'interrogazione n. 424 del Consigliere Rossi.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori

Interpellanza n. 535 dei Consiglieri Ferrero, Cavallera, Pichetto, Nastri Ghigo, Pedrale, Cotto e Burzi inerente a "Programmazione delibera CIPE"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 535, sulla quale risponde l'Assessore Susta.



SUSTA Gianluca, Assessore alla programmazione

Grazie, Presidente.
La delibera CIPE n. 35/2005 assegna al Piemonte risorse complessive per euro 98.081.169,00 di cui 78.679.233,00 euro per opere infrastrutturali in aree sottoulizzate (30% alle opere strategiche, 3% agli studi di fattibilità, 0,65% per azioni di sistema) e la restante quota per la ricerca e la società dell'informazione e per interventi nelle aree urbane.
La Giunta regionale, con proprio provvedimento del 25 luglio 2005, n.
39-577, ha chiesto alle strutture regionali di individuare e selezionare gli interventi da proporre al finanziamento a valere sui fondi CIPE 2005 sulla base dei criteri previsti dallo stesso Comitato.
Dal momento che i progetti presentati dalle Direzioni prevedono un fabbisogno di risorse di gran lunga superiore a quello assegnato dalla delibera CIPE in oggetto, la Giunta regionale, con DGR n. 3-1683 del 5 dicembre 2005, ha deliberato di cofinanziare con fondi CIPE i quattro settori (Difesa del Suolo, Risorse Idriche, Trasporti e Beni culturali) ritenuti di rilevanza strategica per la Regione.
Per quanto attiene gli interventi relativi al settore Turismo approvati con DGR si specifica che essi sono stati individuati dal settore competente sulla base dei criteri di seguito descritti.
Integrazione APG Turismo Termale: l'intervento del Comune di Acqui Terme "Percorso di fruizione turistica risorse termali" ritenuto idoneo nell'ambito della graduatoria DOCUP, ma non finanziato per insufficienza di risorse; - Linea di intervento 2.5b "Sviluppo del sistema dei prodotti turistici territoriali e termali", aree ob.2, e quello dal Comune di Garessio, "Riqualificazione turistica Terme di Garessio" sono stati proposti in quanto integrano e completano l'APQ Valorizzazione Turistica in corso di attuazione Nuova programmazione nell'ambito dei Piani strategici d'area per il turismo: sono elencati i progetti proposti dagli enti locali ricadenti nelle aree oggetto dei Piani strategici d'area per il turismo (in via sperimentale, al momento, province di Novara e VCO) Infrastrutturazione turistica e sportiva collegata al "Programma regionale Piemonte 2006" - Opere di accompagnamento: i progetti sono collegati al Programma regionale Piemonte 2006, proposti dagli enti locali anche tramite le rispettive province coinvolte nella gestione del programma Impiantistica turistico-sportiva (L.R. 4/2000 - Piano di attuazione 2002); i progetti degli enti locali sono stati ritenuti idonei dalla graduatoria relativa al piano di attuazione 2002, ma non finanziati per insufficienza di risorse selezionatati (in lista di attesa) "Sviluppo del sistema dei prodotti turistici territoriali" (DOCUP 2000/2006 - Linea di intervento 2.5b Phasing Out): sono progetti di natura turistico infrastrutturali e ritenuti idonei dalla graduatoria relativa all'area Phasing Out, ma non finanziati per insufficienza di risorse selezionati (in lista d'attesa).
Dal momento che l'approvazione definitiva (prima dell'invio al CIPE al 31 marzo 2005) degli interventi è legata sia alla verifica della fattibilità e sul rispetto dei requisiti stabiliti, come pure della normativa di settore vigente, gli interventi relativi al settore Turismo sono rinviati, pertanto, alle procedure di selezione e di finanziamento previste della normativa di riferimento, non rientrando al momento all'interno di una programmazione strategica (finanziabile con fondi CIPE).
L'approvazione degli interventi tramite DGR esclude, quindi, qualsiasi meccanismo di automatismo. Pertanto verrà promosso un nuovo bando, che stabilirà tempi e modalità di finanziamento, al quale potranno partecipare anche gli interventi indicati in Delibera. Sono stati inseriti in delibera perché ritenuti strategici dal settore Turismo e compatibili con la normativa nazionale, ancorché non finanziabili all'interno della scala di priorità che abbiamo adottato con la delibera ricordata, la n. 35 del 2005.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Vicepresidente Susta per l'illustrazione e la risposta all'interpellanza. Abbiamo già avuto occasione di discutere, in una serie di sedute di Commissione con l'Assessore Manica, del contenuto e dell'impostazione della delibera. La dicitura della stessa, nel momento in cui si dice che viene approvato un certo elenco di programmi, è assolutamente incompatibile con l'andamento solido della gestione delle leggi di settore.
Apprendiamo con piacere quanto detto oggi dal Vicepresidente Susta: "Il contenuto di questa delibera è da intendersi solo ed esclusivamente come elemento di proposta fatta al CIPE, ma per carenza di risorse non sono state ricomprese e quindi si attiveranno, nelle leggi di settore, tutta una serie di percorsi a bando". Questo è quanto ci auspicavamo, quindi ringraziamo, parzialmente, l'Assessore Susta per aver sostanzialmente detto che la delibera rimane come tale, ma deve essere interpretata in questo modo.
Ovviamente, noi terremo conto di quest'interpretazione e, per questo motivo, chiediamo, per il nostro Gruppo, il resoconto della risposta dell'Assessore.
Ciò che non ci convince e ci lascia molto perplessi è il merito della proposta che l'Assessore Manica ha avanzato alla Giunta nell'ambito della proposta CIPE.
Quello che è balzato agli occhi di molti già all'interno della Commissione, è solo uno dei tanti esempi - magari altri Consiglieri leggendo le verifiche dei progetti strategici qualche elemento avranno ancora da dire - quello che maggiormente ci ha colpito, è il fatto che all'interno della delibera l'Assessore Manica propone alla Giunta, che approva, un intervento strategico: velodromo di Novi Ligure, 15 milioni di euro di investimento. E' strategico per la Regione tanto da proporlo nell'ambito della delibera CIPE.
Ricordo che circa un anno fa lo stesso Assessorato - con a capo un altro Assessore, ma gli uffici hanno comunque effettuato le istruttorie e le verifiche - ha finanziato il velodromo di San Francesco al Campo un'opera di rilevanza regionale e nazionale. Come probabilmente non tutti sanno, ma quelli che vivono la realtà della provincia di Torino sicuramente ne sono a conoscenza, si tratta di un velodromo all'interno del quale ormai da sei anni, si espletano gare internazionali e quant'altro (tra l'altro si tratta di un'opera cofinanziata dalla Federazione Ciclistica Nazionale).
L'aspetto che noi rileviamo è che se da un lato l'Assessore Susta sostiene che il contenuto della delibera deve essere interpretato secondo le indicazioni che abbiamo dato (comunque tutto verrà messo in discussione con i bandi), dall'altra ci preoccupiamo del fatto che, nonostante tutto la Giunta ha selezionato come strategici una serie di interventi che qualche mese prima li aveva già finanziati come tali, nel senso che la scelta era già stata compiuta.
Non so se fra le intenzioni della Giunta c'è anche quella di investire cospicue risorse su due strutture sostanzialmente identiche - noi personalmente abbiamo forti dubbi - quindi segnaliamo all'attenzione della Giunta che nel momento in cui avanza proposte così importanti per il CIPE che mette a disposizione risorse rispetto alle esigenze limitate, sarebbe utile che, sulla base dello storico delle varie proposte non finanziate facesse una valutazione critica delle proposte avanzate.
Diversamente, è ovvio che l'impostazione data è assolutamente discutibile. Tra l'altro, anche a livello territoriale, allarmano un po' le realtà locali che avevano inteso, con la scelta compiuta della Regione, che una strategia fosse posta in essere. La preoccupazione che noi Vicepresidente Susta, solleviamo sta nel fatto che capita spesso che nella raccolta delle ipotesi non complessive, ma strategiche che la Giunta compie, si ha un po' la sensazione che sia una collezione di interventi selezionati, ma non valutati criticamente.
Questa è una forte preoccupazione che abbiamo, auspichiamo che la modalità di bando possa essere un elemento attraverso il quale operare al meglio la selezione.


Argomento:

Risposta scritta a interrogazioni ed interpellanze

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 291 del Consiglieri Ghigo, Cotto, Ferrero e Leo inerente a: "Chiusura dell'ambulatorio di dialisi e prevenzione delle malattie renali di Corso Regina Margherita 107/a" (risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 483 del Consigliere Pichetto, inerente a "Rinnovo dei contratti degli ex lavoratori socialmente utili" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 291 dei Consiglieri Ghigo, Cotto, Ferrero e Leo e all'interrogazione n. 483 del Consigliere Pichetto Fratin.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati - Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 353 dei Consiglieri Pichetto, Cavallera e Ghigo inerente a "Riunione della Giunta regionale e impennata di Determinazioni Dirigenziali nella giornata del 14 ottobre 2005"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 353, sulla quale risponde l'Assessore Susta.



SUSTA Gianluca, Assessore al bilancio e finanze

Con riferimento all'interrogazione in oggetto indicata, si forniscono i seguenti elementi di risposta: la D.G.R. del 14 ottobre era stata predisposta per assegnare alle Direzioni regionali le risorse ancora disponibili, tenuto anche conto che la tardiva approvazione dell'assestamento aveva ridotto il tempo a disposizione per la loro utilizzazione.
Come indicato nella D.G.R. del 17 ottobre, un esame più approfondito del provvedimento ha fatto emergere l'esigenza di meglio definire i criteri e le modalità di utilizzazione delle risorse non desumibili direttamente dalla normativa di riferimento o da provvedimenti già assunti dall'esecutivo. Le determinazioni delle Direzioni regionali assunte in attuazione della D.R.G. del 14 ottobre sono da mettere in relazione con i tempi brevi disponibili per l'assunzione degli impegni; la verifica del rispetto del criterio dell'individuazione certa del soggetto destinatario spetta agli uffici amministrativi che registrano i provvedimenti di impegno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Con quest'interrogazione volevamo sottolineare un atteggiamento da non condividere qualora dovesse corrispondere a verità il pensiero che sottende all'interrogazione stessa.
Poiché si parla di tagli di congelamento nell'utilizzazione dei fondi la Giunta regionale delibera di accantonare, come diceva il Vicepresidente Susta, tutte le risorse ancora disponibili sui vari capitoli di bilancio per dar luogo ad una maxi operazione di impegno di tutti i fondi. In tempo reale si coinvolgono tutte le direzioni della Regione con centinaia di provvedimenti che poi, presi dalla furia antiberlusconiana esposta con dichiarazioni di fuoco da parte di Presidenti di molti Regioni, al momento della presa d'atto del provvedimento presentato per regolare meglio i conti e i saldi finanziari del 2005, si fa retromarcia: vengono adottati provvedimenti di disimpegno dei fondi stessi.
L'Assessore Susta si è limitato a dare una riposta puramente formale.
Quello che volevamo sottolineare è vero che l'impegno dei fondi è un atto serio, motivato e deve essere chiaramente individuato il soggetto che ha titolo all'impegno stesso. Se emergono dei contenziosi con il Governo questi devono essere trattati nella sede propria, come faceva il Presidente Ghigo e come fa ancora adesso la Conferenza Stato Regioni, piuttosto che ricorrere a sistemi di accelerazioni improvvise, frenate, o aggiramento degli ostacoli con atti che, tutto sommato, rimangono lì ad appesantire la gestione.
Nel momento in cui tutti insieme dovessimo concorrere al mantenimento degli equilibri finanziari del paese, al di là delle posizioni politiche di ciascuno di noi - anche per rispondere all'invito del Presidente Ciampi che non perde tempo di richiamare tutte le istituzioni ad un principio di leale collaborazione - gli atti compiuti dalla Giunta in quei momenti, che noi abbiamo inteso censurare con quest'interrogazione, certamente non vanno ascritti ad un comportamento in sintonia con i più volte richiamati appelli del Presidente Ciampi.


Argomento:

Risposta scritta a interrogazioni ed interpellanze

Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Trasporti su ferro

Interrogazione n. 451 del Consiglieri Pedrale e Ghigo inerente a "Tassazione degli indennizzi a titolo di occupazione di urgenza ai proprietari e coltivatori di terreni interessati dalle opere dall'Alta Velocità Torino-Milano" (risposta scritta)

Argomento: Cooperazione

Interpellanza n. 289 del Consiglieri Botta e Vignale inerente a "Legge regionale n. 23/2004, 'Deliberazione della Giunta regionale del Piemonte n. 9-602 del 1 agosto 2005'" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 451 dei Consiglieri Pedrale e Ghigo e all'interrogazione n. 289 dei Consiglieri Botta e Vignale.
Dichiaro chiusa la fase di sindacato ispettivo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Passiamo alla sessione straordinaria, ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto, che prevede l'esame del punto relativo a "Rilancio della sede RAI torinese a partire dal Progetto Torino".
Il Consigliere Ghiglia ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

C'è una questione preliminare da porre. Riterrei opportuno che, prima di procedere con l'ordine del giorno, il Vicepresidente Susta ci chiarisse un po' come procede la fiaccola olimpica.
Dico questo perché, come al solito, Presidente, è fondamentale - tant'è che il primo firmatario è il collega Vignale - la questione RAI di Torino però a volte - e questa è l'ennesima volta - abbiamo la sensazione che quando scendiamo in questa sala, viviamo in un altro mondo. All'esterno ci sono i centri sociali che boicottano, i comunisti, Rifondazione Comunista e Bertinotti (che fanno parte di questa maggioranza) che dicono chiaramente che sono contrari alle Olimpiadi, danno il loro sostegno morale politico...



PRESIDENTE

Scusi, collega Ghiglia, lei propone una mozione preliminare prima della sessione straordinaria?



GHIGLIA Agostino

Sì, perché noi vogliamo capire, e lo dico al Vicepresidente Susta. Si parla della RAI, è fondamentale ed è giusto; poi ci sono i provvedimenti. A questo punto, colleghi, ve lo dico sempre con molto garbo: volete approvare dei provvedimenti che sono licenziati e approfondirli nel merito o volete l'ostruzionismo aprioristico e motivato fatto sulle virgole e sulle inversioni? Questo diventa il nostro unico modo per difenderci e per difendere la dignità di questo Consiglio. Non è possibile che la Presidente Bresso minacci fuoco e fiamme nelle interviste ai giornali e che poi qui non succeda niente, non si sappia niente e si proceda in un clima ovattato su tutti altri temi.
Quindi, noi vogliamo capire quali sono gli intendimenti della Giunta nei confronti dei partiti della maggioranza, che ancora stamattina persistono nel volere bloccare non tanto la fiamma olimpica, ma che si dichiarano contrari alle Olimpiadi e che avallano gli atteggiamenti di chi in maniera illegale, blocca il percorso olimpico. Vogliamo sapere qual è la posizione ufficiale della Giunta.
Visto che la Presidente Bresso, imparando dal sindaco Chiamparino - che però rischia molto meno - sta giustamente (dal nostro punto di vista) facendo la dura sui giornali nei confronti di parti rilevanti e determinanti della sua maggioranza, noi chiediamo che uguale durezza venga fatta pubblicamente nel luogo deputato, cioè l'assemblea del Consiglio regionale.
Per noi questa è una questione preliminare d'importanza fondamentale e ci auguriamo che, per il corretto svolgimento dei lavori, si voglia dare una risposta e aprire su questo un dibattito.



PRESIDENTE

La questione preliminare è stata spiegata, la richiesta è stata avanzata. Penso che la situazione si potrebbe risolvere in questo modo: fare la sessione straordinaria, che è prevista e che è a seguito di espressa richiesta ai sensi del Regolamento, successivamente posticipare la discussione o, comunque, durante la sessione ordinaria, prima dell'esame dei punti della sessione ordinaria, consentire una comunicazione della Giunta per avere notizie sullo sviluppo dei lavori.
Mi pare che potrebbe essere una soluzione che potrebbe rendere edotti i Consiglieri della questione, sempre che la Giunta sia attrezzata.
In questo senso mi rivolgo al Vicepresidente della Giunta, il quale mi conferma che la comunicazione verrà data alla ripresa dei lavori, quindi all'apertura della sessione ordinaria del Consiglio.



GHIGLIA Agostino

Alle ore 12.30 si sospendono i lavori?



PRESIDENTE

Sì, alle ore 1.30 la seduta sarà sospesa e riprenderà alle ore 14.30 come da convocazione.


Argomento: Informazione - Comitato RAI

Dibattito relativo a "Rilancio della sede RAI torinese a partire dal Progetto Torino" richiesto dai Consiglieri Vignale, Casoni, Botta Boniperti, Ghiglia, Monteggia, Ghigo, Burzi, Pedrale, Cotto, Nastri, Rossi Ferrero, Manolino, Leo, Pichetto e Cavallera


PRESIDENTE

Apriamo pertanto la sessione straordinaria, ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto, che prevede l'esame del punto relativo a "Rilancio della sede RAI torinese a partire dal Progetto Torino".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo per sottolineare due aspetti, che sono quelli che hanno motivato la richiesta del Consiglio straordinario in merito alla RAI.
Ringraziamo tutti i colleghi che hanno voluto acconsentire affinché il Consiglio fosse convocato e anche l'Ufficio di Presidenza.
Abbiamo anche depositato un ordine del giorno in merito. Perch chiedere una sessione straordinaria ad un'istituzione locale in merito al problema relativo alla RAI? Innanzi tutto per ricordarci, se ce ne fosse bisogno, l'importanza che la RAI torinese rappresenta all'interno di tutta la RAI italiana.
Va ricordato che il polo RAI torinese è il secondo per importanza, dopo quello di Roma, di tutta Italia e che è l'unico polo ad avere tutte le divisioni della RAI sul proprio territorio, anzi per alcune attività è l'unico in Italia, nel senso che alcune delle divisioni - quali quella dell'Orchestra RAI e del Centro Ricerche - sono unicamente a Torino.
Non è solo una questione di rilevanza storica, perché la RAI, con definizione differente, nacque a Torino, ma perché riveste attualmente ancora un valore assoluto.
Come scriviamo, dei circa 10.000 dipendenti RAI su tutto il territorio nazionale, più del 10% (1.132) operano a Torino, cosa che non accade in nessun'altra sede RAI. La RAI torinese si occupa della riscossione del 90 degli abbonamenti sul territorio nazionale grazie ad una divisione (l'APA) che è a Torino.
A fronte di tutto ciò, quindi a fronte di dati che si direbbero strutturali e che, in qualche modo, pongono il polo RAI torinese all'attenzione delle istituzioni locali, ma anche dell'informazione locale e nazionale, abbiamo visto nel corso degli anni un depauperamento di quelle che sono le potenzialità del polo RAI torinese.
Anche nella campagna elettorale la Presidente Bresso, così come in questi giorni il sindaco Chiamparino - e lo leggiamo anche sui giornali di oggi - s'interessarono per una rivisitazione immobiliare, ma non solo, di quella che è la situazione RAI. Lo leggiamo sui giornali e lo sappiamo dalle volontà dell'amministrazione Comunale: il Comune di Torino acquisirebbe il palazzo della radio di Via Verdi, quindi c'è un interesse diretto delle istituzioni locali all'interno della RAI torinese.
I partiti di centrodestra e anche il partito in cui milito si sono occupati più volte di richiedere un rilancio con un progetto organico della RAI torinese. In più di un'occasione è stata evidenziata la volontà di presentare un "Progetto Torino", che doveva essere presentato ai dirigenti RAI e alle istituzioni locali il 30 novembre 2005. Ciò non è accaduto, ma non c'è sembrato che le istituzioni locali piemontesi, in particolar modo la Regione, il Comune e la Provincia di Torino (le istituzioni all'interno delle quali insiste il polo RAI) si siano in qualche modo attrezzate per sollecitare alle Direzioni RAI la presentazione del "Progetto Torino".
Vi sono poi alcuni timori anche rispetto alla vicenda olimpica, che valevano nel momento in cui abbiamo richiesto il Consiglio straordinario e che oggi valgono molto meno, essendo ovviamente le Olimpiadi alle porte.
Crediamo, però, indispensabile che vi sia un'attenzione quanto mai presente delle istituzioni locali relativamente al polo RAI di Torino soprattutto in merito a ciò che rappresenta il polo per il futuro della televisione italiana e della televisione pubblica italiana.
La presenza del Centro Ricerche RAI, che primo in Italia ha iniziato a studiare il digitale terrestre, dovrebbe garantire una presenza e uno sviluppo in termini non soltanto di messa in onda, ma soprattutto in termini di produzione e di lavorazione del settore digitale, partendo da un'eccellenza RAI che è appunto il Centro di Produzione.
Pertanto, l'ordine del giorno che abbiamo presentato, così come la richiesta di Consiglio straordinario, vuole un po' sottolineare la necessità di una maggiore attenzione da parte degli Enti locali verso una problematica che è di carattere lavorativo.
Possiamo ricordare le riduzioni in termini di addetti all'interno del polo RAI torinese (banalmente, ma non tanto banalmente, si tratta di posti di lavoro): mentre in Italia la RAI ha avuto una riduzione del 15% dei dipendenti dal 1989 al 2004, quindi in un lasso di tempo che certo non è quello degli ultimi due anni, il polo RAI torinese ha visto nello stesso periodo una riduzione che supera il 40% in termini di addetti. Questo significa alcune centinaia di posti di lavoro assolutamente qualificati che sono stati in qualche modo non perduti (ovviamente non si è provveduto a dei licenziamenti), ma in occasione di pensionamenti, di dimissioni o quant'altro, non si è provveduto a mantenere la stessa forza lavoro in termini di produttività, di numero di dipendenti, di qualità, ecc. che la RAI aveva fino al 1989.
Vi è quindi il rischio e il sospetto che, in qualche modo, con l'indifferenza degli Enti locali, salvo alcuni interessati più a operazioni di carattere patrimoniale che non a operazioni industriali - eppure parliamo di un ente che fa informazione, che fa cultura, che fa informazione pubblica - l'ente venga dimenticato, con tutte le prospettive che abbiamo di fronte relativamente all'informazione pubblica all'informazione pubblica digitale ecc.
L'amministrazione precedente affrontò in qualche modo la possibilità di individuare un canale digitale tematico per dare un'informazione locale più capillare. Credo che questo o altri progetti vadano in qualche modo perseguiti con maggiore attenzione da parte degli Enti locali.
Quindi, sottoponiamo all'esame del Consiglio l'ordine del giorno che abbiamo presentato, dicendo che è un documento modificabile, nel senso che l'interesse che il Gruppo di Alleanza Nazionale manifesta è quello del rilancio della RAI torinese, con la disponibilità ad accogliere i suggerimenti e le informazioni da parte di tutti.
Il secondo aspetto che teniamo a sottolineare è augurarci che "da domani in poi", al di là delle operazioni di carattere immobiliare, gli enti pubblici abbiano, su un polo tanto importante per i motivi che ho esposto nel corso dell'intervento quale quello della RAI torinese un'attenzione maggiore, quindi seguano il "Progetto Torino", nel senso che almeno lo si presenti, visto che lo si attende dal 30 novembre 2005, e lo si segua per vedere che, con il mantenimento e lo sviluppo di quella che era la produzione, ci sia davvero la possibilità dell'innovazione del polo RAI torinese e non si vada invece verso un progressivo depauperamento che faccia della RAI torinese un centro meno importante nel panorama nazionale.
ovvio che, in qualche modo, gli Enti locali hanno un ruolo determinante, perché a nessuno sfugge che uno dei limiti che la RAI ha avuto, non solo nella realtà torinese, ma in tutte le altre realtà, è quello di un sempre maggiore potenziamento della sede centrale di Roma e depotenziamento delle altre sedi centrali. Un dato: degli ultimi 29 dirigenti che sono stati nominati, 27 siedono sulle poltrone romane, uno è a Torino e uno è a Napoli. Questo per dare un po' il panorama complessivo.
Tutto questo accadeva negli anni e nei quinquenni precedenti. Noi ci auguriamo che ci sia un'inversione di rotta. Gli Enti locali devono avere un ruolo predominante nel rivendicare l'importanza non solo del mantenimento, ma, dirò di più, anche dello sviluppo del polo RAI torinese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Credo che i colleghi che hanno chiesto di dedicare una parte della seduta del Consiglio regionale alla questione RAI abbiano posto un problema reale e concreto, che non deve essere ignorato dalla nostra istituzione.
Il collega Vignale, che mi ha preceduto, ha fornito alcuni riferimenti rispetto al ridimensionamento che ha toccato la struttura torinese nel corso di questi anni, che va ben al di là di quella che è stata una riorganizzazione anche all'interno della RAI nazionale e che quindi pu denotare una volontà di ridimensionare Torino rispetto ad altre sedi.
Già è stato detto di una riduzione nazionale attorno al 15%. Per quanto riguarda Torino, il Centro Amministrativo di Via Cernaia ha superato il 42 di ridimensionamento; il Centro di Produzione di via Verdi è attorno al 35%; il Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica di Corso Giambone è sull'ordine del 50%. Tra i settori più colpiti, vi è quello della radiofonia, con significative perdite di tecnici e carenza di affidamenti di trasmissioni, nonostante la disponibilità di autori interni ed esterni di registi e di tecnici.
Il Centro di Produzioni Televisive ha subito negli anni un pesante drenaggio, sia di tecnici sia di figure professionali, al punto che oggi è a rischio di non essere più in grado di realizzare trasmissioni che richiedano un consistente impiego di personale tecnico qualificato. E credo che questo, negli anni, sia stato il motivo aggiuntivo, usato anche strumentalmente per non realizzare nuove trasmissioni a Torino. Quindi negli ultimi tre o quattro anni si è assistito ad un totale disinteresse da parte dell'azienda di utilizzare al meglio il Centro di produzione; un disinteresse che, probabilmente, non è stato davvero sufficientemente contrastato dalle istituzioni e dagli Enti locali.
Credo che molti dei problemi dei quali discutiamo oggi partano proprio da una mancata fermezza di chi ha rappresentato le istituzioni in passato.
Deve essere sottolineato con forza che non si deve permettere che i giochi continuino ad essere fatti nella sede romana, a Torino i programmi arrivano già confezionati, con la sola eccezione di personale tecnico o di qualche impiegato. Le produzioni a Torino costano e la sede di Roma ha buon gioco nel dire che venire a lavorare a Torino è un problema. Si deve dire con forza che è necessario smettere di fare i giochi nella sede centrale per poi finanziare con forza, magari in modo rilevante, chi viene a realizzare qualcosa qui.
Nonostante nella nostra Città siano presenti giornalisti, attori e conduttori, vediamo anche arrivare in massa da altre regioni figure e attori sconosciuti (per riempire cast di fiction), che, magari, non hanno le stesse capacità professionali dei nostri.
Dovremo contrastare con forza questa impostazione. Faccio un paragone: se un gruppo di torinesi andasse nella sede di Napoli a fare un programma RAI, credo che, giustamente, in quella sede ci sarebbe una rivolta.
Si potrebbe citare tutta una serie di trasmissioni anche di rilievo che, inizialmente, erano state programmate a Torino, poi, per motivi non spiegati, sono state realizzate in altri luoghi, non ultima la trasmissione di Fabio Fazio che, alla fine, è stata realizzata a Milano.
Quindi, in qualche modo, dovremmo individuare le modalità per chiedere all'azienda di utilizzare al meglio anche il Centro di Torino, che è saturato soltanto per il 70% delle sue potenzialità, tenendo conto che questo 70%, in ogni caso, costituisce meno della metà della potenzialità di una quindicina di anni or sono.
Il Centro amministrativo di Via Cernaia è stato privato di personale e di funzioni. Molte funzioni che un tempo erano svolte qui sono state trasferite nella sede centrale senza plausibili motivi di carattere economico e logistico.
Il collega Vignale ha accennato anche alle questioni di carattere immobiliare che interessano le proprietà della RAI in Torino e le trattative in corso con il Comune di Torino, sia per la cessione di alcuni stabili, come quello di Via Verdi, oppure il cambiamento di destinazione d'uso di altri immobili per consentirne, da questo punto di vista, la vendita da parte della RAI.
Non vorrei che in questa operazione fosse tutt'altro che estranea la volontà da parte della RAI di un ulteriore drastico e definitivo declassamento della sede di Torino a sede regionale, al pari di quelle di Genova, Firenze e Bologna. Viene il sospetto che finora questa operazione non sia proseguita semplicemente perché coloro che sono stati impiegati in RAI, a Torino, negli anni '80, attualmente non hanno ancora raggiunto quei requisiti di pensionabilità per cui spostarli è un problema, mentre diventa difficile accompagnarli con un percorso verso la pensione.
Questo è un sospetto che viene fotografando la situazione che riguarda la sede RAI di Torino. Da questo punto di vista, forse, davvero bisogna dire che le nostre istituzioni, in passato, affrontando questa questione non hanno brillato per fermezza.
anche evidente che non c'è un reale motivo di carattere economico industriale, di costi di produzione o del lavoro, di logistica e di sinergia perché la RAI possa giustificare una sostanziale dismissione delle sue lavorazioni a Torino. C'è, probabilmente, in modo molto smaccato, la volontà di favorire altri sedi (Roma, Napoli, Milano e Palermo), dove forse, le pressioni politiche sono molto più forti rispetto alle nostre.
Quindi, da questo punto di vista, credo che dovremmo serrare un po' le fila e chiedere un piano industriale che salvaguardi almeno l'esistente e lo proietti verso un futuro di sviluppo e rafforzamento.
Naturalmente, non dovremo accontentarci di rassicurazioni di carattere generico, di manifestazioni di volontà, buoni intenti e impegni, ma credo sia necessario chiedere all'azienda un piano industriale, nel quale sottoscrivere la quantificazione degli stanziamenti a breve e a lungo termine del personale tecnico-amministrativo che si intende impiegare.
Come SDI, da questo punto di vista, vorremmo fare anche alcune proposte. Credo ci siano le condizioni per il mantenimento delle competenze di Via Cernaia e ci sia la necessità di un rafforzamento della radiofonia del Centro di produzione, del Centro di ricerche e, anche per quanto riguarda l'orchestra sinfonica nazionale, di impegni formali e definitivi di mantenimento a Torino e di investimenti sulla qualità del complesso.
Potremmo anche individuare una modalità, visto che c'è un ordine del giorno, per scrivere un documento, se il Consiglio lo ritiene, condiviso dai Gruppi consiliari, mi auguro in modo ampio, in modo tale da rafforzare la presa di posizione che il Consiglio potrà esprimere alla fine di questo dibattito.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente della Giunta regionale, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Intervengo brevemente per ricapitolare la situazione e la nostra posizione sul tema.
Ricordo che nell'anno 2004 - per non andare più indietro nel tempo - ci fu una promessa formale da parte del direttore generale della Rai Cattaneo, di occuparsi subito di Torino. Disse - unico dato concreto di quella vicenda - che avrebbe fatto partire subito RAI ALP, progetto peraltro richiesto dagli Enti locali, oltre che dai parlamentari presenti.
Di norma, a queste iniziative sono sempre presenti Merlo, Nigra, Napoli Ghiglia, Crosetto e, a volte, anche alcuni altri.
Il Comune, la Provincia e la Regione si dissero disponibili a contribuire economicamente al progetto.
Il 5 ottobre 2005, a Torino, in una sala dell'ITIS Avogadro, si è svolto un confronto sulla situazione, a partire da quelle premesse, con la direttrice del TGR, Angela Buttiglione. Oltre a me stessa, erano di nuovo presenti Saitta e Chiamparino, i vertici nazionali di Usigrai, in particolare Roberto Natale.
Il Sindacato riassunse le richieste, che peraltro erano quelle concordate con il sistema degli Enti locali da tempo: il potenziamento del segnale di ricezione sul Piemonte (sappiamo che parte della Regione ha un segnale debole o non lo riceve affatto); il decollo del polo scientifico ambientale, con l'allargamento di Ambiente Italia, Leonardo e spazi di approfondimento; l'avvio di RAI ALP che, nel frattempo, non era partita maggiore attenzione alle risorse umane e alla logistica di tutte le sedi regionali.
In quella sede, si accennò nuovamente alla possibilità di contratti di servizio regionali, ma la questione non venne approfondita perché non ci fu una risposta precisa da parte della RAI. È previsto il contratto di servizio ma, ogni volta che si pone la questione, la RAI sfugge.
Io posi la questione alla direttrice Buttiglione, in particolare, della quasi totale carenza nel palinsesto del TGR delle notizie e informazioni provenienti da Province al di fuori di quella di Torino. La direttrice mi diede ragione. Forse avrete notato che qualche miglioramento, nel frattempo, c'è stato: si è vista una maggiore presenza delle altre Province sul TG regionale.
Successivamente, anche a seguito di quell'incontro e a seguito della nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione, si tenne un incontro il 3 novembre 2005 con Chiamparino, Saitta, Bresso, Petruccioli, Meocci (Direttore generale) e l'avvocato Vecchione (Direttore Centri di produzione RAI in Italia).
In quella sede, l'avvocato Vecchione ci illustrò verbalmente - non vi è nulla di scritto - una proposta denominata Progetto Torino, che si impernia su alcuni filoni.
Canali tematici (RAI Utile, RAI doc, RAI futura): di cui è prevista la produzione a Torino, ma è ancora in discussione l'ideazione.
RAI Notte: produzione della fascia televisiva notturna (un'ora di trasmissione dopo le ore 23.30/24.00), responsabile il Direttore Gabriele La Porta.
RAI Ragazzi: è una produzione di programmi pomeridiani per ragazzi (Melevisione, Albero Azzurro, già prodotti a Torino).
Scambio di immobili: attività del centro (trattativa avviata con il Comune di Torino) Sviluppo Centro ricerche di Corso Giambone.
Valorizzazione orchestra sinfonica.
Ci venne comunicato che questo piano, comprendente anche la previsione di utilizzo degli studi per il 2006 e 2007, prevede investimenti per circa 10 milioni di euro.
A parte, la spesa per il completamento (già avvenuto) della ristrutturazione dell'Auditorium che è stato recentemente riaperto.
Ci venne annunciata, entro fine novembre 2005, una proposta scritta quella a cui i Consiglieri intervenuti facevano riferimento, che doveva prevedere anche delle valutazioni sulla radiofonia.
Noi chiedemmo una proposta scritta, che definisse il ruolo di Torino sulla radiofonia. Valutammo interessante l'approccio "sistematico" che ci era stato proposto. Siamo però tuttora in attesa della formalizzazione della proposta.
Di nuovo, in quella sede, adombrammo e mettemmo sul tappeto la possibilità di un "Contratto di servizio regionale" con l'Azienda, come previsto dalla legge.
Se questa proposta perverrà per iscritto, siamo disponibili a trasformarla in un accordo che definisca anche delle regole reciproche, e quindi in un contratto di servizio. Ad oggi, l'unica cosa avvenuta è che noi, come Regione, abbiamo sottoscritto la convenzione con la RAI, che ha consentito l'avvio della nuova rubrica dedicata alla montagna (nota convenzionalmente come RAI ALP); come sapete, oggi si chiama Soprattutto va in onda ogni giovedì dalle 9.15 del mattino e dura mezz'ora.
Questa convenzione, alla fine, l'abbiamo sottoscritta solo noi, perch la Provincia ha perso l'interesse. Il costo per la Regione Piemonte, per le 35 puntate, è di euro 300.000 e corrisponde al 50% del costo preventivato dalla RAI per l'intero ciclo.
In realtà tutto quel che è partito è finanziato al 50% dalla Regione ciò pur di far partire RAI ALP, che era l'unica cosa concreta e aggiuntiva ad essere emersa.
Non abbiamo ancora rilevazioni di audience. Non è stato nominato il caporedattore dei servizi giornalistici da quando Geraci è andato in pensione; attualmente, la responsabilità è esercitata ad interim dal vicedirettore nazionale del TGR Camilli. Anche su questo aspetto non è chiaro quando verrà risolta la situazione.
Quindi, noi confermiamo che siamo in attesa di quanto promesso. Ci è stata garantita che sarebbe arrivata una proposta scritta, entro novembre 2005; siamo a febbraio 2006 e la proposta scritta non è arrivata, malgrado il fatto che noi, nel frattempo, abbiamo dato corso all'accordo su RAI ALP che era uno dei temi allora affrontati e da risolvere fra di noi per poter partire.
Anche in questo senso, ritengo che il percorso non possa più essere quello di promesse anche scritte, perché tanto una promessa scritta vale essenzialmente come una orale: l'abbiamo verificato più volte. Abbiamo già avuto proposte scritte, ma non è mai cambiato nulla. E' essenziale che la proposta scritta si trasformi in un contratto di servizio regionale.
evidente che questo obiettivo sarebbe più realizzabile se il Governo e il Parlamento e la Commissione di vigilanza imponessero alla RAI di stilare e firmare questi contratti di servizio, che sono previsti, ma che non sono mai diventati realtà. È evidente che, se diventa solo un atto fra la Regione e la RAI, siamo di nuovo in una situazione di poteri nulli perché al di là del teorico contratto di servizio, l'unica cosa che noi possiamo fare è concordare alcune cose che paghiamo.
La legislazione dice che la RAI deve avere un maggiore rapporto con le Regioni. Le Regioni devono avere la loro Commissione di vigilanza attraverso il CORECOM; però, tutto ciò non si traduce poiché non c'è nessuno che lo impone con un contratto di servizio che definisca con precisione che cosa deve essere fatto.
La situazione occupazionale, grosso modo, è quella che viene descritta negli ordini del giorno: 1.111 persone nel febbraio 2006.



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Prendo atto della disamina corretta del percorso, che correttamente ha illustrato poc'anzi la Presidente Bresso. Purtroppo, è pesante vedere come passino gli anni e per la RAI di Torino non cambi mai nulla. Passano gli anni, cambiano i Governi e cambiano le maggioranze, ma la costante è sempre quella: la RAI di Torino va progressivamente indebolendosi. Non perché, ad oggi, il Centro di produzione non produca; non perché oggi gli studi non lavorino, ma perché nel disegno nazionale dell'azienda pubblica (posto che in futuro sia ancora pubblica) manca un ruolo preciso di prospettiva per la RAI di Torino.
La RAI di Torino, come dicono gli anglofili, non ha una mission. Manca una prospettiva di futuro per l'azienda di Torino, e da questo punto di vista non ci appassiona particolarmente la parte immobiliare della vicenda che, per carità, ha un suo peso, un suo valore in termini reali materiali ma poco c'entra con l'obiettivo dell'azienda a livello nazionale di conferire un ruolo per il futuro della RAI torinese. Non è che se si vende un palazzo o si tiene un palazzo cambia qualcosa. Tutto sta a capire se qualcuno vuol far fare ancora qualcosa a Torino o no.
In questo, colleghi, vi devo dire, con una punta di amarezza personale che tutti gli sforzi che su questo tema sono stati comuni, perch riconosciamo anche noi che la Presidente Bresso (come Presidente prima della Provincia e poi della Regione) e prima ancora il Consigliere Ghigo (come Presidente della Regione), addirittura il Sindaco Chiamparino hanno messo l'impegno in prima persona su questa vicenda, nonostante trasversalmente i parlamentari di tutti gli schieramenti si siano più volte mossi nella direzione di trovare un futuro per la RAI di Torino, fino ad oggi il Piemonte ha fallito. Abbiamo fallito tutti in questa partita: non siamo riusciti ad ottenere assolutamente nulla. Anche RAI ALP! RAI ALP dura lo spazio di un respiro, e nel momento in cui verrà meno l'iperinteresse olimpico e la sovraesposizione mediatica che, grazie al cielo, almeno in questo periodo, c'è rispetto alle nostre vallate e allo sci alpino, la stessa RAI ALP, per mezzora alla settimana, pagata al 50 dalla Regione Piemonte, dimostrerà tutta la sua inconsistenza, perché manca una struttura, una prospettiva, un ruolo, mancano le idee.
RAI ALP diventa un doppione, di volta in volta, di Sereno Variabile o di un'altra delle tante trasmissioni, in cui vi sono delle conduttrici apro una parentesi - sconosciute e romane, tutte. Ho visto alcuni programmi RAI nei giorni passati dedicati alle Olimpiadi, dove andavano nei vari Comuni: tutte romane, tutte sconosciute e tutte assolutamente ignoranti.
Non ho mai visto dei servizi così malfatti e così superficiali, in cui si passava da Sestriere a Bardonecchia, o non si capiva dove si era; si raccontava magari "La leggenda della strega della Torre di Giaveno", ma si perdeva completamente il senso di queste trasmissioni, la promozione dell'immagine del Piemonte e di Torino; si perdeva il senso stesso di ci che si andava a dire e a proporre.
Ecco che anche RAI ALP, mancando una visione sistemica del futuro della RAI di Torino, inevitabilmente diventerà un fatto residuale e temiamo rischi di scomparire.
Purtroppo nessuno di noi è riuscito a fare lobby, tant'è che chi ha fatto lobby, ha ottenuto di più.
Mi spiace dirlo, ma guardate che i lombardi sono molto più bravi e determinati di noi. Noi, alla fine, ci siamo riuniti tante volte: ricordo ancora quando avevamo detto a Cattaneo che avremmo piantato la tenda davanti alla sede della RAI; poi non l'abbiamo fatto, sbagliando forse.
Forse, avessimo fatto più scoop, avremmo ottenuto qualcosa.
I romani ottengono: Roma non solo è la capitale, ma ha lo status speciale nella nuova Costituzione. Milano ha i soldi. E Torino? Non ha nulla. Probabilmente avremmo dovuto fare più scoop, perché da una parte vi è il potere politico, dall'altra vi è il potere dei soldi e noi siamo gli sfigati di turno. Lo dico perché non mi sembra possibile, oggi, avere a Torino Violante, Martinat - l'ho inserito perché pure lui fa il Viceministro, non so per quanto - Fassino, Bertinotti, la Presidente...
Avremmo, anche rispetto ai partiti nazionali, una forza pesante. Eppure non so il motivo - non siamo riusciti ad ottenere nulla, salvo un sacco di prese in giro. Perché l'azienda nazionale - di questo, per quanto mi riguarda, faccio anche ammissione personale - ci ha solo e sempre preso in giro, sia quando era Presidente Lucia Annunziata, che ricevette i Parlamentari col suo consulente Ardito, sia col vecchio capo del Centro di Produzione RAI Torinese e Nazionale, sia col Direttore successivo l'attuale fidanzato di Sabrina Ferilli (lo dico perché è del centrodestra e lo voglio citare).
Tutti ci hanno preso in giro: ci hanno rassicurati, abbiamo fatto valanghe di parole sul digitale terrestre, sui canali tematici, su Torino proprio perché aveva il know how, e non solo per un fatto emotivo e di cuore, perché la RAI è nata qua: Torino aveva le strutture, le intelligenze, la forza lavoro e le capacità. Torino sarebbe stata la sede più adatta, ad esempio, per i canali tematici del digitale terrestre: questa poteva essere una grande ipotesi di sviluppo, che andava ben oltre cari amici, a tre assunti a tempo determinato, appartenenti all'area del centrosinistra, per gestire RAI ALP; tutti del centrosinistra. Non è così che si assicura il futuro alla RAI di Torino. Non è così.
vero che la Regione paga metà, però tre tutti di centrosinistra...
(Commenti in aula fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Uno no? Uno non è di centrosinistra: poi mi dite qual è, perché...
Allora, due di centrosinistra e uno di sinistra, perché c'è voluta la divisione democratica...
Ma non è questo il futuro. Noi abbiamo proposto questo ordine del giorno, che è l'ennesima petizione di principio e l'ennesima manifestazione di volontà. Però, colleghi, è ora di chiederci (lo chiediamo anche alla Presidente della Regione) - lo dico anche se i Direttori ancora oggi sono prevalentemente indicati da un'area a cui appartengo - se non sia il caso lo dico con garbo - di alzare il livello dello scontro con Roma.
Io non sono un secessionista, però bisogna alzare il livello di scontro, perché altrimenti facciamo la figura di quelli che possono essere assolutamente presi in giro, e non contiamo assolutamente nulla.
Decidiamo come, facciamolo tutti assieme, ma secondo me è arrivato il momento di alzare il livello dello scontro con Roma, anche con delle prese di posizioni eclatanti, magari rispetto al canone.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ghiglia.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio regionale ai docenti e agli allievi della scuola elementare "Salgari" di Torino, in visita a Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Informo i colleghi che sono in visita a Palazzo Lascaris gli allievi della Scuola Elementare Salgari, coi loro insegnanti, che salutiamo.
Ricordo loro che stiamo svolgendo un Consiglio straordinario sulla RAI a Torino.


Argomento: Informazione - Problemi del lavoro e della occupazione

Dibattito relativo a "Rilancio della sede RAI torinese a partire dal Progetto Torino" richiesto dai Consiglieri Vignale, Casoni, Botta Boniperti, Ghiglia, Monteggia, Ghigo, Burzi, Pedrale, Cotto, Nastri, Rossi Ferrero, Manolino, Leo, Pichetto Fratin e Cavallera (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Grazie, Presidente. Ci pare opportuna questa discussione.
Torino aveva, un tempo, la sede legale della RAI, la Direzione della radiofonia, un Centro di produzione radiofonico, il Centro di produzione TV, l'esclusiva sulla produzione TV per i ragazzi, una produzione del 20 sul totale nazionale, un Centro meccanografico - divenuto poi informatico gli uffici amministrativi, concorsi, abbonamenti, il Centro per la sperimentazione, un Laboratorio di nuove tecnologie e l'Orchestra Sinfonica Nazionale (l'unica a livello nazionale).
Nell'anno 2006 il Centro di produzione radiofonico è pressoché fermo il Centro di produzione TV resta, ma la produzione si aggira intorno al 5 sul totale nazionale; il Centro informatico esiste, ma è gestito dall'esterno; gli uffici amministrativi sono stati ridotti dal 35%, così com'è stata notevolmente ridotta la sperimentazione di nuove tecnologie.
La variazione di dipendenti RAI negli anni 1989-2004 vede un calo del 15% a livello nazionale; la sede di Via Verdi ha un 35% in meno; in Via Cernaia il 42% in meno, in Corso Giambone il 50% in meno.
La RAI ha definito un bipolarismo Milano-Roma con alcune appendici: Napoli per Roma e, appunto, Torino.
Roma prevale nettamente; Napoli è una sorta di succursale di Roma, con dirigenti tecnici che si recano a Napoli pochi giorni alla settimana o che si trasferiscono da Roma ogni giorno.
Mi dava una valenza importante solo perché acquisisce produzioni esterne; in altre parole, i format nazionali e internazionali, così come i reality vengono trattati da questa sede. La sede di Napoli è trattata come se ad essa si dovessero riapplicare, i sistemi di sovvenzionamento a pioggia.
La sede di Torino è stata progressivamente prosciugata, ma ci pare che nel piano di Cattaneo ci fosse la volontà di tagliarne ulteriormente le attività. Ecco come si spiega la richiesta della RAI per la vendita dell'immobile di Via Verdi, con trasferimento in altro immobile sulla stessa strada; il cambio di uso, e successiva vendita, del grattacielo di via Cernaia e del centro ricerche, con ricollocamento degli addetti in altro insediamento unitario. Si dovrebbe valorizzare anche tutta l'area di Via Cernaia, a causa della metropolitana e della nuova Stazione di Porta Susa, e la trasformazione dell'Orchestra sinfonica nazionale, l'unica esistente, in una fondazione.
In cambio, si proponeva un generico aumento dell'attività del centro di produzione tv, un po' di attività radiofonica (non si sa bene dove inserita) e un generico nuovo posizionamento del centro di sperimentazione e di nuove tecnologie.
Ricordo che queste tecnologie sono tali che sarebbe molto difficile trasferirle, perché trasferirle vorrebbe dire perderle. Non ho conoscenze tecniche, come tutti sanno, ma il silenzio assoluto, per esempio, stando a quanto mi hanno detto persone che se ne intendono, è difficilmente trasferibile.
L'offerta è stata respinta anche per un'iniziativa di tutti i Parlamentari piemontesi variamente schierati, ma è stata riproposta e resta comunque viva ancora oggi.
Col passare degli anni, Torino ha perso tutte le direzioni amministrative, tranne una (i dati occupazionali sono stati ricordati oltre che dal sottoscritto, anche da altri).
Si sono perse produzioni televisive di notevole importanza e per il mancato turn over si è prodotta una grave e progressiva depauperazione tecnica. Sono svanite anche produzioni radiofoniche: molti studi non sono più utilizzati e, con i pensionamenti, viene completamente meno qualunque intervento su questo settore.
Contestualmente, si è perduta l'attività legata al centro informatico.
Il centro di Corso Giambone, considerato forse il più importante nel mondo, per quanto riguarda l'ideazione, la sperimentazione e la realizzazione delle nuove tecnologie, ha subito un rallentamento progressivo.
Un dato positivo è quello relativo al nuovo Auditorium, restaurato dopo tredici anni di lavori durante i quali l'attività dell'Orchestra è stata ridotta per qualche tempo. Personalmente non conosco le spese dell'affitto della struttura del Lingotto, né chi siano state pagate: forse sarebbe interessante, per una semplice conoscenza, sapere questi dati.
Gli ultimi dati parlano anche di un problema relativo alla dirigenza.
Manca completamente. Pare che sia legato anche all'esito elettorale (mancano due mesi e due giorni) con nomi che si inseguono e scenari differenziati che, ad oggi, propongono un quadro di sostanziale stallo, con le ovvie preoccupazioni per il personale. È scontato che le proposte devono essere quelle di un ovvio rilancio della RAI torinese. Tale obiettivo si può raggiungere con la collocazione nel centro di produzione torinese di strutture decisionali per le tre reti, almeno per alcune trasmissioni importanti, con relativa garanzia di produzione in città dei programmi relativi; inoltre, con la collocazione anche a Torino delle varie strutture delle reti che sovrintendono a tutto il palinsesto concertistico, con riferimento all'innegabile aumento dell'impegno per l'Orchestra sinfonica nazionale, la cui importanza è fuori discussione.
Oltre a questo, è opportuno proporre una soluzione per il teatro Scribe, che deve essere ristrutturato per sanare una delle ultime offese della guerra, che si stanno trascinando ancora oggi.
da risolvere, in tempi molto rapidi, il problema di una dirigenza che abbia la capacità di affrontare questi nodi, risolvendo alcune delle questioni poste senza limitarsi alle solite promesse, degli ultimi anni che hanno portato alla situazione negativa, progressivamente sempre più negativa, cui oggi siamo giunti.
I lavoratori esprimono profonde preoccupazioni; temono che il trend manifestatosi in questi anni non solo continui con la stessa velocità, ma rischi di accelerarsi progressivamente, con la conseguente permanenza puramente residuale della RAI, che farebbe perdere, a questa città un'altra delle attività produttive che l'hanno caratterizzata per lungo tempo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Credo che il caso della RAI, in questo Consiglio, sia stato dibattuto più volte, a seguito di interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno ma fino ad oggi di risposte non ne ha trovate, anzi. Devo dire che sia a livello centrale (parliamo quindi di RAI romana), sia a livello ministeriale (quindi parlo del Ministero competente) reali intenzioni di finanziare, rilanciare e qualificare il Centro di Produzione RAI - Radio Televisione - di Torino, se ne sono viste poche. Anche quando è stata potenziata la struttura milanese; anche quando è stata potenziata la struttura napoletana, in realtà, per la RAI torinese ben poco è stato fatto e ben poco è stato dato.
A questo punto, crediamo che il Consiglio regionale debba prendere una posizione forte e chiara e dire quello che vuole per il futuro della RAI.
Ovviamente, la Presidenza e la Giunta regionale si dovranno allineare a quanto deciderà il Consiglio regionale.
Innanzitutto, credo sia importante garantire il livello qualitativo e il numero dei lavoratori del centro RAI; dopodiché, verificare che le cessioni annunciate delle varie strutture, oggi di proprietà della RAI siano veramente conseguenti all'acquisizione della nuova struttura e al mantenimento di quella in Corso Giambone, perché non possiamo permettere che si vadano a vendere gioielli di famiglia e, in cambio, non si acquisisca la struttura alternativa che permetterebbe di continuare a mantenere la presenza RAI sul Piemonte. Dopodiché, RAI va potenziata.
Dobbiamo riuscire a far sì che il segnale RAI sia percepito in tutte le province del Piemonte. Penso alle provincia di Novara e di Alessandria. Ad Alessandria città, in molte zone, il segnale RAI non arriva, per quanto riguarda RAI3. Questo è un grave danno, perché non è pensabile che in alcune zone della provincia di Alessandria si debba guardare il TG di RAI3 Lombardia, in altre zone quello della Liguria.
Riteniamo che per fare tutto ciò sia indispensabile finanziare RAI, che ci risulta abbia perso trasferimenti per qualcosa come 25 milioni di euro in tre anni.
La RAI è importante per il Piemonte, particolarmente per l'informazione che dovrebbe dare ma che non riesce a dare, perché è chiaro che RAI3 Piemonte è torinocentrica; mancano redazioni sul territorio. Faccio l'esempio di due televisioni locali come Telecity e GRP, che riescono ad avere addirittura redazioni locali, con studi locali e operatori locali mentre RAI3 mantiene una sola struttura centralizzata, senza una presenza fissa sul territorio.
importante aiutare RAI3 affinché abbia redazioni locali in tutte le province e sia in grado di dare, con telegiornali regionali differenziati anche le informazioni delle province, quindi l'informazione locale, per avvicinare sempre più utenti ad un servizio di informazione pubblica che deve garantire la RAI, in particolare RAI Tre in Piemonte.
Noi chiediamo che non si perda la cultura radiofonica di Radio RAI, a tal proposito chiediamo che venga istituito a Torino un corso di preparazione per coloro che vogliono lavorare nel mondo della radio, in collaborazione con la facoltà esistente del DAMS. Chiediamo venga potenziato, ampliato e strutturato meglio il Museo della Radio e delle teche; chiediamo sia dato uno spazio importante a quello che dovrà ancora nascere e chiamato Borgo della Cultura; sia mantenuto e dato uno spazio importante alla storia della radio, alla storia della televisione, nata a Torino, e del cinema (abbiamo già il Museo nazionale del Cinema).
Ricordo ai cronisti della stampa che il progetto del Borgo della Cultura, in realtà, non è un'invenzione del Sindaco Chiamparino e dall'Assessore Alfieri, come citato nell'articolo. Di questo progetto ne aveva già parlato tempo fa l'Assessore Leo con Boglione, l'allora Presidente di Film Commission. L'idea di trasformare quell'area di Torino vicino a facoltà universitarie, in Borgo della Cultura, non arriva di certo e non solo dal Sindaco Chiamparino e dell'Assessore Alfieri, ma da Boglione e dall'ex Assessore Leo: bisogna dire sempre la verità.
Le nostre proposte, che analizzeremo quando si discuterà l'ordine del giorno, riguardano una serie di interventi che riteniamo fondamentali per il mantenimento sia dei lavoratori sia delle realtà RAI a Torino, realtà forti. Oltre tutto quello che riguarda la produzione del settore satellitare, di trasmissioni, di programmi - ci mancherebbe altro qualcosa di innovativo secondo noi deve esserci. Una forte realtà culturale con archivi, teche, Museo della Radio. Il trasferimento di Radio Tre RAI completo e, dove ci dovranno essere studi radiofonici, l'auditorio pertinente. Infine una scuola nazionale di radiofonia, con un centro formativo professionale di sperimentazione in collaborazione con l'Università di Torino, il DAMS.
Per scendere nel particolare e per dare ulteriore prova di come la RAI piemontese sia stata sottoconsiderata, basta valutare l'evento olimpico. Lo hanno detto anche altri Consiglieri che sono intervenuti prima di me.
L'evento olimpico è stato, di fatto, gestito quasi in toto da troupe televisive non piemontesi: questo non è corretto. Abbiamo una struttura RAI, abbiamo delle professionalità forti e capaci, dovevamo essere in grado di utilizzare quelle professionalità. L'evento olimpico doveva essere interamente gestito, trasmesso, registrato e commentato da RAI Tre Piemonte che, in quel caso, avrebbe lavorato per la RAI nazionale: sia RAI Sport sia per i canali principali RAI1 e RAI2 . Si è persa un'ulteriore occasione.
La nostra richiesta è che la Giunta non faccia polemiche, ma collabori chieda fortemente al Governo e a RAI un intervento per la RAI piemontese che deve essere potenziata e arricchita nelle garanzie del mantenimento dei posti di lavoro e delle professionalità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghigo, ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Su un tema come questo sono già state messe in evidenza Molte questioni dai Consiglieri e alcune considerazioni sono anche emerse dalla Presidente Bresso, ma bisogna immaginare un possibile percorso.
D'altro canto io sono la persona meno adatta per criticare o esaltare quello che è stato fatto: in questi anni, il Consigliere Ghiglia lo ha detto molto bene, tutti abbiamo contribuito, o tentato di contribuire, a trovare una soluzione per il problema della RAI di Torino. Lo hanno fatto i parlamentari a livello nazionale, sicuramente le istituzioni a livello locale, ma la soluzione, onestamente, se si vuole essere chiari e coerenti con se stessi, non si è concretizzata, per un insieme di motivi geopolitica, che hanno preso maggiormente in considerazione le valutazioni e le capacità propositive e, forse, le capacità di lobby parlamentare e ministeriale che alcune Regioni hanno saputo mettere in atto rispetto alla nostra (mi riferisco chiaramente alla situazione della Campania e della Lombardia).
indubbio che la RAI di Torino ha le carte in regola per contrastare questo depauperamento: sia dal punto di vista tecnico, che dal punto di vista professionale. Abbiamo agito molto nell'esaltare una caratteristica che in questi anni si è venuta ad identificare nel nostro territorio, anche attraverso la creazione della Film Commission, con la realizzazione di prodotti seriali per la televisione. Non dimentichiamoci che proprio sul nostro territorio esiste un polo privato, a San Giorgio Canavese, che produce ben due prodotti seriali per la televisione che hanno il grosso vantaggio di garantire un livello occupazionale costante per un numero di anni consistente, oltre a far crescere una professionalità presente nel nostro territorio.
L'aspetto che, a mia memoria, ha sempre fortemente condizionato le scelte della RAI rispetto a Torino, è di tipo immobiliare. Qualcuno lo ha ripreso, ma io voglio sottolinearlo. Ad un certo punto, anche dalle considerazioni che il Comune aveva rappresentato attraverso l'Assessore Alfieri, sembrava che sull'area di Via Verdi si volesse creare, acquisendo alcune aree immobiliari della RAI, una specie di parco culturale legato alla storia della radio televisione e della filmografia, visto e considerato che quell'area esiste ed è presente l'esperienza già collaudata del Museo del cinema, che ha un particolare successo. Questa partita, non voglio entrare negli aspetti che pure conosco né, tantomeno, voglio fare polemica con il Comune di Torino, non ha avuto uno sbocco positivo. Come succede tante volte nelle transazioni immobiliari, tranne in alcune sulle quali concludendo farò alcune riflessioni, non si trovò un punto di incontro e non si poté realizzare quello, chiamiamolo così, scambio tra la città di Torino e l'azienda RAI che avrebbe sicuramente portato ad una soluzione delle problematiche legate agli studi RAI che oggi, convengo anch'io, vengono un po' tacitati con la realizzazione della trasmissione RAI ALP (oltretutto, mi sembra abbia cambiato nome e adesso si chiami Sopratutto, se non vado errato, che con le Alpi e con l'idea iniziale con la quale era stata definita e scelta, ha poco a che fare).
Se il problema è di carattere immobiliare, sono convinto che una chiave di volta per gli insediamenti immobiliari che la RAI ha sul territorio torinese vi sia. Credo - ed è questa la riflessione che riprendo dalla parentesi che ho aperto prima - che se la Regione Piemonte ha trovato una soluzione immobiliare ad un problema articolato come quello della FIAT, di cui abbiamo chiaramente discusso più volte in questa sede, si dovrebbe trovare soluzione analoga nei confronti della situazione RAI. Se comprando gli immobili si risolvono i problemi occupazionali e di rilancio delle varie aziende, la mia domanda è: l'abbiamo fatto per un'azienda privata e non vedo perché non dobbiamo farlo per un'azienda pubblica, che in ogni modo tra poco sarà collocata anche sul mercato, quindi non sarà neanche più pubblica, ma diventerà anch'essa privata.
Poiché dalle mie conoscenze - ma può darsi che in dieci anni mi sia distratto un attimo - la vera ragione per cui la RAI ha sempre avuto un atteggiamento un po' ostico nei confronti degli investimenti e degli insediamenti nella città di Torino è dovuto al fatto che la si ritiene molto esposta dal punto di vista del capitale immobile, credo che da questo punto di vista valga la pena verificare se esistono i presupposti per attuare alcune iniziative immobiliari che possano essere propedeutiche a riaprire una trattativa con un approccio di maggiore forza, perché dal punto di vista contrattuale avere la disponibilità e la possibilità di dire "siamo in grado di acquisire alcuni immobili di vostro interesse" potrebbe essere, nella logica di una trattativa per acquisire produzioni radiofoniche e televisive sulla piazza di Torino, sicuramente utile.
Convengo con il Consigliere Ghiglia che ci ha rappresentato gli aspetti del digitale terrestre, gli aspetti dei canali telematici come situazioni nelle quali si sarebbero verificati importanti investimenti. Tutto questo non è avvenuto, è ovvio che dobbiamo riprendere il discorso e credo che il suggerimento che mi permetto di dare possa essere accolto dall'attuale Giunta nel tentativo di arrivare ad una soluzione.



SPINOSA MARIACRISTINA



PRESIDENTE

IlVvicepresidente Placido chiede la parola in qualità di Consigliere ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. L'ha già detto qualche collega: non è la prima volta - e devo dire anche stancamente - che parliamo di un problema molto importante, se consideriamo che anche in Piemonte, a Torino la RAI è la prima azienda culturale del nostro Paese e della nostra Regione.
Dico stancamente, perché non vorrei che passasse una sorta di fatalismo che sulla RAI non possiamo fare niente. E quando dico che non possiamo fare niente mi riferisco non solo alla Regione e al Consiglio regionale, ma anche agli Enti locali piemontesi, quindi alla Provincia e al Comune di Torino, come anche ai parlamentari che più volte hanno sollecitato interventi degli Enti locali e del Governo sul problema della RAI.
Riporto brevemente qualche cifra: poco più di dieci anni fa c'erano duemila dipendenti alla RAI in Piemonte, oggi solo la metà, poco più di mille, ma rimane la più importante presenza, a parte Roma e Lazio, a livello nazionale.
Non voglio ripeterlo, perché l'hanno già detto altri colleghi, ma abbiamo l'Orchestra RAI, l'unica rimasta di quattro orchestre RAI. In realtà, c'erano anche quattro cori, ma anche questi non ci sono più ed è rimasta una sola orchestra.
Oggi, dopo otto-dieci anni, è stato riaperto l'Auditorium, ma non è scontata che l'Orchestra RAI rimanga a Torino, perché il fatto che altre città ed altre Regioni siano interessate non è una novità.
Il Centro Ricerche, fiore all'occhiello dell'azienda, langue; non si capisce bene quali siano le prospettive del digitale terrestre. Così vale per il centro di produzione, utilizzato non al 100%, come dice qualcuno in azienda, ma al 30-40% nonostante lo Studio Uno del Centro di Produzione della RAI di Torino sia il più grande d'Europa. E nonostante questo, solo l'anno scorso qualcuno disse che non si poteva realizzare la produzione nello Studio Uno di Torino, perché mancava un metro di lunghezza. Nello studio più grande d'Europa non era possibile realizzare la produzione perché mancava un metro. Questo dà l'idea da un lato della sfacciataggine ma anche dell'improntitudine rispetto ad un problema così importante. E così riguarda anche altri aspetti importanti, ma su questo espongo alcune perplessità che noi abbiamo, ma anche una richiesta.
La perplessità è se quello che vi è di importante a Torino qui rimanga e cito l'amministrazione, anche se la direzione è stata portata a Roma.
Bisogna ricordare che da Torino passano tutti gli abbonamenti nazionali, il che vuol dire tutto il flusso economico degli abbonamenti, che è il più importante flusso economico di liquidità nella nostra Regione, legato in questo momento solo all'accordo con le banche, ma non vi è nessuna garanzia che questo importante flusso economico rimanga nella nostra Regione, in quanto la direzione è già a Roma.
Non è solo una partita immobiliare sugli edifici, cui evidentemente è legato il palazzo di Via Cernaia. Quindi, bisogna assolutamente difendere l'amministrazione e bisogna difendere il centro contabile o ITC, perché da Torino passano i collegamenti informatici di tutta l'azienda RAI. Se vogliamo riferirci sempre agli strumenti, si tratta di 10.500 computer dei dipendenti RAI, gestiti da Torino, collegati dall'ex Direttore generale particolare che tanto affascinava il collega Ghiglia - all'ultimo assunto.
Come qualche collega ha ricordato, Torino è l'unica realtà insieme a quella romana dove tutte le produzioni e le istituzioni RAI sono presenti.
Io vi dico quali sono le perplessità. È stato importante che la Regione abbia in qualche modo fatto partire l'ex RAI ALP non solo perché si è potuto così assumere tre persone a tempo determinato. Quindi, è un segnale importante e l'ente Regione si è fatta carico con proprie risorse di dare un segnale di disponibilità.
Questo è importante, ma vengo alle perplessità. La RAI ha questo progetto, a Torino è venuto il direttore generale del personale Comanducci, ieri o l'altro ieri, con i sindacati nazionali a Torino per riproporre il progetto Torino. Così come lo propone la RAI, ritengo che sia inaccettabile.
Per quanto riguarda la vendita del palazzo di Via Verdi e la vendita del palazzo della radio, l'ho detto anche al comitato che con gran merito ha sollevato il problema del salvataggio del palazzo della radio, ma ritengo che non sia un problema fondamentale. Il problema non è quello che la produzione radio, invece di occupare un palazzo che è mezzo vuoto, venga trasferita sulla manica dell'ex caserma di Via Verdi-Via Rossini. Non pu essere solo una partita immobiliarista per cui si vende il palazzo di Via Cernaia, indipendentemente dal fatto che lo acquisti la Reale Mutua o meno che la RAI trasferisca i dipendenti sulla spina tre, come propone la Città di Torino, o una parte la trasferisca al Centro di produzione. Il Centro Ricerche ha 60 persone, noi abbiamo appena approvato una legge sulla ricerca ed è evidente che fare ricerca senza assumere nessuno, diminuendo il personale, cioè senza assumere ingegneri, diventa solo una dichiarazione di principio e non si fa nessuna ricerca.
Allo stesso modo, non è accettabile pensare che si trasmettano i programmi satellitari. Estremizzo: basta un tinello per trasmettere i programmi satellitari. Come quando c'è stata detta una bufala clamorosa, e cioè che qua veniva il segretariato sociale.
Colleghi, il segretariato sociale era già a Torino, quindi mi sembra che ci hanno venduto la Fontana di Trevi: una cosa che avevamo già.
Ricordate Totò, che vendeva la Fontana di Trevi? Molti parlamentari, non occupandosene, hanno detto: "Grande risultato portiamo il segretariato sociale": quattro persone che c'erano già da tempo, frutto di un accordo firmato anni prima. Allora, è evidente che in queste condizioni diventa difficile.
Le proposte. Intanto, la proposta fondamentale è che a Torino sia effettuata una produzione rivolta ai ragazzi, perché c'è una certa vocazione e tutta una tradizione. Benissimo, faccio l'esempio di Napoli.
Napoli ha avuto risultato non tanto perché bisogna portare la fiction, è relativo, noi parliamo di una produzione: ha avuto un risultato perché lì è andata anche la testa della Direzione. In sostanza, se non si concorda non con la RAI che a Torino si faccia la produzione di qualche cosa con la testa, con la Direzione, noi non porteremo a casa nessun risultato. Quindi che sia fiction non mi affascina; che siano le trasmissioni sulla radio o l'educational, come ci sembra normale, è evidente che il contributo al Centro di Produzione al mantenimento della situazione torinese e anche all'incremento avviene solo trasferendo la produzione, compresa la Direzione.
Su questo, mi rivolgo alla Presidente Bresso. Penso che non è questo il momento, perché ci sono le Olimpiadi; poi ci saranno le elezioni politiche e le elezioni amministrative; poi ci saranno anche le vacanze. Penso che la Regione e la nostra Presidente possano svolgere un ruolo non secondario insieme agli altri Enti locali. Credo che, molto serenamente - non è tempo di proclami o di lotte, ce ne sono anche troppe! - con la RAI bisogna aprire una vera e propria vertenza, non garantendo - è come il parere delle Circoscrizioni, non è vincolante - il contratto che lega la Regione alla RAI, ma mettendo in discussione i rapporti che ci sono, concordando e coinvolgendo la città rispetto al patrimonio, cosa a cui la RAI tiene moltissimo e a cui è molto sensibile, per non sentire più le promesse che Manducci ieri ha ripetuto ai sindacati nazionali e locali.
Oramai di promesse sarà più di dieci anni che ne sentiamo. Bisogna chiedere che su una produzione (io preferirei l'educational o la TV dei Ragazzi, perché qui c'è una tradizione) venga non solo la produzione, ma anche la Direzione, mantenendo fondamentalmente l'amministrazione, col flusso economico che è il più importante della nostra Regione, il Centro di Produzione e il Centro Ricerche.
Tanto non spostiamo una rete a Torino; ci provò l'Onorevole Craxi da Presidente del Consiglio e ci hanno provato gli amici della Lega, ma anche per loro è finita malamente. Non si sposta nessuna produzione; la stessa Fininvest fa fatica a mantenere a Milano le richieste di spostamento di tutte le relazioni a Roma.
Invece, la questione di mantenere gli abbonamenti è portare una produzione e una Direzione, perché sul digitale e sul Centro di Produzione i nuovi media passano, per forza di cose, attraverso il Centro di Produzione di Torino.
Su questo, invito la Presidente Bresso ad aprire serenamente una vertenza con la RAI il prossimo autunno, tanto abbiamo aspettato dieci anni, non saranno quattro o cinque mesi a modificare la situazione. La RAI è un'azienda a tutti gli effetti molto romana, i tempi sono molto, molto lunghi: i nostri quattro mesi sono quasi un battito d'ali.



GARIGLIO DAVIDE


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti - Problemi del lavoro e della occupazione

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Rossi di verificare l'ipotizzata chiusura dello zuccherificio di Casei Girola


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per mozione d'ordine il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, chiedo due minuti di attenzione a lei e alla Presidente Bresso.
Pochi minuti fa sono stato informato di un fatto che ritengo estremamente grave, se dovesse risultare vero.
Mi risulta che sia stato posto sul tavolo del Ministro dell'Agricoltura, Alemanno, il decreto con cui si dichiarano gli zuccherifici da salvare e quelli da chiudere. Su sei zuccherifici, ne verrebbero salvati tre in Emilia, uno in Molise, uno in Veneto. Lo zuccherificio che dovrebbe essere chiuso definitivamente (stando a questo decreto di oggi pomeriggio) è quello di Casei Girola. Al di fuori di 200 lavoratori e del fatto che è in Lombardia, noi stiamo parlando di circa 8.000 produttori di barbabietole da zucchero in Piemonte che non saprebbero più dove conferire il materiale; tra l'altro, verrebbero informati della chiusura a campagna già avviata e quindi le barbabietole, praticamente pronte da seminare fra poco più di un mese, si dovrebbero buttare via.
Le chiedo innanzitutto di verificare se è vero che oggi c'è l'intenzione di firmare questo decreto, visto che saremmo ancora in tempo per bloccarlo e, se possibile, di evitare questa possibilità, assolutamente negativa per il nostro territorio. Credo che, piuttosto di chiudere quello zuccherificio e mettere in crisi 8.000 aziende agricole, si possa - visto che c'è una riunione a Bruxelles il 24 febbraio - andare a ritrattare la percentuale di riduzione della produzione delle barbabietole.
Mentre la Comunità Europea ha chiesto ai Paesi membri di accettare una riduzione almeno del 17%, risulta che il nostro Ministro abbia trattato per l'Italia, una riduzione del 50% e allora forse, andando a fare una certa trattativa e allineandosi agli altri Paesi europei sulla riduzione in percentuale della produzione di barbabietole da zucchero, potremmo salvare lo zuccherificio di Casei Girola.
Ovviamente quello di cui parlo è un sentito dire di questi ultimi momenti: il decreto sarebbe sul tavolo del Ministro; non lo avrebbe ancora firmato, ma lo firmerebbe nelle prime ore della giornata. Ebbene, le chiedo se è possibile intervenire prima. La ringrazio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion per mozione d'ordine; ne ha facoltà.



BELLION Marco

Per certi versi, la notizia che il Consigliere Rossi ci da è una notizia che, dopo l'audizione avvenuta in Commissione lunedì con l'Ente interessato, ci coglie di sorpresa, anche perché le posizioni che abbiamo assunto come Regione (anche a Roma, in Conferenza Stato-Regioni) e le caratteristiche dello stabilimento di Casei Girola non andavano assolutamente in quella direzione.
Credo che se il Governo, tramite il Ministro Alemanno, decide di firmare un atto del genere, sarebbe gravissimo, sarebbe un atto che non registra gli sforzi che sono stati fatti nella nostra regione - credo che anche il Consigliere Cavallera possa esserne testimone - da parte dei nostri produttori e delle loro associazioni in questi mesi per arrivare a fornire anche una progettualità di rilancio che tenga conto della riforma dell'OCM dell'Unione Europea, di una riforma che sicuramente va nella direzione, rispetto al nostro Paese, di rilancio del settore. Ecco, sarebbe un atto gravissimo.
Quindi anch'io mi rivolgo alla Presidente affinché queste notizie, come il Consigliere Rossi ha denunciato, possano essere definite, nel senso sostanzialmente di rinviare una decisione del genere a un incontro fra Stato e Regioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.
Successivamente lascerò la parola alla Presidente Bresso e quindi sospenderò la seduta antimeridiana.
Rammento a tutti i Consiglieri che al primo piano del Palazzo si inaugura la Mostra sui Giochi Olimpici Invernali, quindi tutti coloro che lo desiderano possono visitarla.



CAVALLERA Ugo

Presidente, a questo punto, visto che eravamo d'accordo di approvare gli ordini del giorno che erano stati presentati da più parti, proporrei di votarli, dopo che ovviamente avrà preso la parola la Presidente Bresso perché l'unico atto che può fare il Consiglio è adottare degli ordini del giorno.
Sono documenti condivisi e quindi poi se ne darà comunicazione: saranno un aiuto a tutti coloro che opereranno nelle prossime ore per cercare di impedire quanto adesso si teme.



PRESIDENTE

Se vi è un'ampia adesione fra i Consiglieri, potremmo anticipare, vista l'urgenza, la votazione dei tre ordini del giorno che, se non erro, sono condivisi. A tal riguardo, però, gradirei ricevere un cenno di conferma da parte dei colleghi.
Ha chiesto la parola la Presidente della Giunta regionale, Mercedes Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Vi comunico che abbiamo rintracciato l'Assessore Taricco: sta arrivando e potrà farsi subito carico della gestione della questione.
Anch'io penso che sarebbe opportuno, in primo luogo, anticipare il voto degli ordini del giorno - se tutti sono d'accordo - in modo da rafforzare la posizione dell'Assessore. Facciamo le opportune verifiche per intervenire subito e per cercare di bloccare questo decreto.
Faccio rilevare un particolare: è pendente, presso la Conferenza Stato Regioni, una proposta di accordo avanzata dalla sottoscritta, in qualità di coordinatrice delle politiche comunitarie. È una partita (questa ed altre ma adesso stiamo parlando di agricoltura) troppo importante per le Regioni e da tempo noi dovremmo essere presenti con un nostro rappresentante nel Consiglio Europeo - in questo caso nel Consiglio dell'Agricoltura, ma nei Consigli europei per tutte le materie di competenza, perché questo prevede la Costituzione - ma la cosa è bloccata artatamente dal Governo, con la scusa che non si è trovato un accordo. Ma noi abbiamo già accettato, e teoricamente la delegazione italiana dovrebbe essere presieduta dall'Assessore regionale competente, essendo materia regionale.
Su questo c'è stato un conflitto. Noi abbiamo controproposto che l'Assessore regionale - e la delegazione delle Regioni - abbia non la Presidenza, ma la delega di capo delegazione aggiunto, ovvero che vi sia un capo delegazione nella persona del Ministro e un capo delegazione aggiunto che è il Ministro regionale (o l'Assessore regionale, perché nelle Regioni a Statuto speciale talvolta si chiama Ministro). Abbiamo altresì proposto che vi sia l'obbligo di voto conforme, ovvero che il Ministro non possa votare senza il parere conforme del capo delegazione aggiunto.
Questa sarebbe una proposta ragionevole di compromesso, per non togliere al Ministro il coordinamento delle politiche (in questo caso agricole, ma in generale delle politiche nazionali), ma anche per garantire gli interessi delle Regioni quando le materie sono principalmente di competenza regionale.
Su questo accordo-proposta vi era una disponibilità del Ministro La Loggia, che però non l'ha mai portata in Conferenza per chiudere l'accordo e renderlo operativo.
Abbiamo altresì ribadito che, pure in pendenza di accordo sulla Presidenza della delegazione, ritenevamo che non si potesse evitare la presenza del rappresentante delle Regioni nella delegazione. Tuttavia, il Governo su questo non ha ancora dato una risposta: sta traccheggiando su questa vicenda ormai da cinque anni, posto che la riforma costituzionale è del 2001.
Queste sono le conseguenze di una materia nella quale il Governo continua ad assumere decisioni in difformità dalla Costituzione: questa è materia che dovrebbe essere trattata e decisa dalle Regioni a livello europeo, sia pure con la presenza del Governo.
Purtroppo questa è la situazione.
un momento difficile, visto l'approssimarsi delle elezioni, e il Governo, a prescindere dal vincitore, non sarà comunque più lo stesso.
Pertanto, nessun Governo è oggi in grado di prendere delle posizioni.
Ma su questa vicenda, come sul caso della RAI, di cui stavamo parlando a mio giudizio vanno aperti, a questo punto, formali conflitti di competenza sulle materie che sempre di più sono regionali e vengono negate dai Governi, qualunque essi siano.
Questa e la vicenda RAI dimostrano - la vicenda della finanza appunto è regionale - che questo non è uno Stato diventato federale, ma continua ad essere uno Stato in cui si ricentralizzano ogni giorno competenze che sono formalmente e costituzionalmente delle Regioni, che ci obbligano a continui conflitti avanti la Corte Costituzionale.
Credo che sia un tema che il Consiglio dovrà affrontare - magari in una seduta speciale, dopo le elezioni - aprendo un fronte di confronto e di eventuale conflitto con il Governo, qualunque sia la parte politica che vincerà le elezioni.
Su questa partita, comunque, se li votiamo adesso, l'Assessore si attiverà subito per effettuare le opportune verifiche e le prese di iniziativa.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Bresso.
Cogliendo l'orientamento dell'Aula, sospendiamo la sessione straordinaria.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti - Problemi del lavoro e della occupazione

Discussione congiunta degli ordini del giorno n. 244 "Gravi problematiche relative all'applicazione della nuova normativa europea in tema di produzione zuccheri", presentato dai Consiglieri Rossi, Allasia, Dutto e Monteggia, n. 207 "Consolidamento della filiera bieticolo-saccarifera del Nord-Ovest e salvaguardia dello zuccherificio di Casei Gerla", presentato dai Consiglieri Cavallera, Botta, Cotto, Rutallo, Rossi, Muliere e Motta, e n. 235 "Salvaguardia delle produzioni nello zuccherificio di Casei Gerla" presentato dai Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale


PRESIDENTE

Dichiaro aperta la sessione ordinaria del Consiglio regionale.
Se l'Aula, unanime, acconsente, chiederei di operare un'inversione dell'o.d.g. e di anticipare il punto 10) inerente a discussione congiunta dei seguenti ordini del giorno: n. 244 "Gravi problematiche relative all'applicazione della nuova normativa europea in tema di produzione zuccheri", presentato dai Consiglieri Rossi, Allasia, Dutto e Monteggia n. 207 "Consolidamento della filiera bieticolo-saccarifera del nord ovest e salvaguardia dello zuccherificio di Casei Gerola", presentato dai Consiglieri Cavallera, Botta, Cotto, Rutallo, Rossi, Muliere e Motta n. 235 "Salvaguardia delle produzioni nello zuccherificio di Casei Gerola", presentato dai Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale.
Non essendovi osservazioni e richieste di intervento, ind'co la votazione palese dell'ordine del giorno n. 244, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte Premesso che: la decisione dell'Unione europea di ridurre del 50% la quota di produzione zuccheri, determinerà la chiusura di 13 dei 19 zuccherifici italiani sottolineato che: sono a rischio più di 200.000 ettari investiti a bietola, l'attività di oltre 46.000 aziende coltivatrici interessate e di 19 zuccherifici, circa 7.000 dipendenti del settore bieticolo saccarifero, senza considerare l'indotto, ovvero oltre 80 milioni di euro di trasporto bietole, un fatturato agricolo di 600 milioni di euro e un fatturato industriale di 1.300 milioni di euro che impiegano complessivamente oltre 77.000 unità assunto che: il Piemonte fa parte di un unico bacino bieticolo con la Lombardia e conferisce ad uno dei più grandi zuccherifici d'Italia, quello di Casei Gerola (PV) l'80% della materia prima la struttura di Casei Gerola è all'avanguardia a livello internazionale l'unica di tutto il Nord Ovest che dispone di impianti concorrenziali e non obsoleti rilevato che: la coltura della barbabietola da zucchero in Piemonte, soprattutto in Provincia di Alessandria, ha una lunga tradizione e, anche se numerosi importanti stabilimenti sono stati chiusi nel corso degli anni, la bietola continua a essere tra le colture privilegiate del territorio appreso che: il Ministro dell'Agricoltura, Gianni Alemanno, ha ipotizzato nei giorni scorsi di posticipare di un anno l'applicazione della riforma e che a giorni ci sarà un incontro tra il Governo e gli operatori del settore dal quale dovrebbero arrivare segnali decisivi per il comparto considerato che: il settore vive un momento di profonda incertezza, sia in riferimento a come assorbire la produzione in eccesso del 2005 ma, soprattutto l'imbarazzo riguarda i bieticoltori che ad oggi non sanno ancora se seminare barbabietole o meno e si tratta di una decisione drammatica se si considera che la barbabietola è una coltura non facilmente riconvertibile sottolineato, altresì, che: in data 14.06.2005 il Consiglio regionale del Piemonte aveva approvato all'unanimità un ordine del giorno che impegnava la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo, affinché nelle sede decisionale del Consiglio dei Ministri UE, si potesse sviluppare un'ampia e ferma azione negoziale in grado di modificare la nuova OCM Zucchero - in allora non ancora approvata per salvare il diritto italiano a produrre bietole e zucchero scongiurando il pericolo che nelle nostra regione e nell'intero Paese potesse essere cancellato, senza giustificazioni, un importantissimo comparto produttivo considerato, altresì, che: a difesa dello stabilimento, dei lavoratori e dell'aziende del settore, si sono già schierati i Comuni di Tortona e Casei Gerola, le Province di Alessandria e Pavia, le Regioni Piemonte e Lombardia, oltre alle Associazioni di categoria ribadito che: la chiusura dello zuccherificio di Casei Gerola (PV) sarebbe devastante per un'area che basa in gran parte la propria economia sul comparto bieticolo saccarifero e avrebbe ricadute disastrose sui livelli occupazionali impegna il Presidente della Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo, affinché le decisioni che saranno assunte in questi giorni possano salvare lo stabilimento di Casei Gerola anche attraverso lo slittamento dell'entrata in vigore della nuova normativa che, medio tempore, garantirebbe la continuazione dell'attività e permetterebbe ai bieticoltori di conoscere la destinazione delle colture per la prossima stagione, decisione che non può più essere procrastinata nel tempo".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 207, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale esaminata la situazione del settore bieticolo saccarifero e la prevista riorganizzazione industriale del settore che metterebbe in discussione la presenza dello "zuccherificio" di Casei Gerola ubicato in Lombardia ai confini della Regione Piemonte a cui fanno riferimento i bieticoltori alessandrini e piemontesi preso atto delle risultanze dell'incontro tenutosi a Casei Gerola in data 19/12/2005 a cui hanno partecipato le O.P.A. ed i rappresentanti istituzionali delle Regioni Lombardia e Piemonte e delle Province interessate e di numerosi Enti Locali piemontesi e lombardi ritenuto fondamentale per la bieticoltura regionale il proseguimento dell'attività dello zuccherificio di Casei Gerola facente capo all'ITALIA ZUCCHERI" vista la rilevanza della nostra quota produttiva in campo nazionale e la qualità delle barbabietole coltivate impegna la Giunta regionale a proseguire e rafforzare le iniziative già intraprese dalla Regione Lombardia per il consolidamento della filiera bieticolo-saccarifera del Nord-Ovest e la salvaguardia dello zuccherificio di Casei Gerola".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 235, il cui testo recita: "Premesso che: gli accordi definiti a Bruxelles lo scorso 24novembre hanno previsto di ridurre del 50 % lo zucchero prodotto in Italia e le superfici coltivate a bietola da zucchero in Piemonte e in Lombardia la produzione della bietola riveste un'importanza fondamentale e strategica nell'economia di diverse migliaia di aziende agricole lo zuccherificio di Casei Gerola (PV) è all'avanguardia per quanto riguarda l'innovazione tecnologica e la qualità delle produzioni lavorate e ottenute le produzioni bieticole si sviluppano su terreni vocati, irrigui e le aziende agricole interessate hanno raggiunto una grande capacità professionale è anche di fondamentale importanza l'aspetto occupazionale, sociale ed economico rappresentato da oltre 5.500 imprenditori agricoli, da più di 280 lavoratori (tra fissi e avventizi) operanti nello stabilimento e dalle migliaia di persone operanti nell'indotto lo zuccherificio di Casei Gerola è l'unico stabilimento di trasformazione della barbabietola per tutto il Nord-Ovest. Lo stesso è al servizio di un bacino bieticolo tra i più importanti in Italia;è situato in un'area strategica non solo dal punto di vista agricolo ma anche dal punto di vista dei collegamenti stradali e della localizzazione delle più importanti industrie alimentari del Nord Italia lo stesso stabilimento è stato oggetto anche di notevoli investimenti tecnologici al fine di aumentarne la competitività,sia in termini di capacità di lavorazione che in termini di qualità e diversificazione dei prodotti tutto ciò premesso il Consiglio Regionale del Piemonte chiede che lo zuccherificio di Casei Gerola continui la sua attività, in quanto possiede tutte le potenzialità competitive a livello di lavorazione e commercializzazione sottolinea che la sua chiusura comporterebbe la fine della bieticoltura del bacino interessato e di tutto ciò che ruota attorno a questo comparto rivendica che la vocazionalità dei terreni, la professionalità degli addetti di tutta la filiera e gli investimenti degli operatori siano doverosamente tutelati chiede ancora che venga dato immediatamente il via alla sottoscrizione dei contratti di coltivazione per l'anno in corso sollecita l' intervento della Regione Piemonte affinché l'impegno delle Istituzioni venga portato ai massimi livelli decisionali, al fine di una immediata e favorevole soluzione dei problemi invita la Società "Italia Zuccheri" ad inserire con la più alta convinzione e determinazione lo zuccherificio di Casei Gerola tra gli stabilimenti da salvaguardare, per dare una reale certezza alla bieticoltura e per assicurare una concreta prospettiva per l'intera economia".
Il Consiglio approva.
Il Consiglio è convocato alle ore 14.30 per la sessione pomeridiana.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.51)



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