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Dettaglio seduta n.60 del 31/01/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 10.12)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Approvazioni verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g. sono stati distribuiti presso i Gruppi consiliari i processi verbali delle seguenti sedute consiliari: 27 - 28 settembre, 11 - 18 - 25 ottobre, 2 - 8 - 15 novembre 2005.
Se non vi sono osservazioni s'intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Buquicchio, Cattaneo e Robotti.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 11 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta Vignale inerente a "Aree ex FIAT Avio e Cittadella della Salute"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Svolgimento di interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interrogazione n. 11, presentata dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale.
Risponde l'Assessore Susta.



SUSTA Gianluca, Vicepresidente della Giunta regionale

L'interrogazione in oggetto, articolata in diversi punti, è diretta a conoscere, al punto 1, se abbiano fondamento di verità le notizie riportate dagli organi di stampa riguardanti: la valutazione, da parte della Regione Piemonte, circa l'opportunità di non costruire presso la zona dell'ex FIAT Avio, di proprietà regionale, il complesso della Cittadella della Salute con progetto in fase avanzata; il mantenimento in capo alla Regione della sola area antistante l'Oval; la riacquisizione, da parte del soggetto venditore, di tutta la restante porzione dell'area per la valorizzazione della stessa con la possibilità di ottenere, in cambio, garanzie dalla Città di Torino, "ad esempio, attraverso lo sconto sugli oneri di urbanizzazione".
Posto che la Cittadella della Salute sarà una struttura sanitaria di alta specializzazione ospedaliera strettamente collegata alla ricerca applicata e di base la cui realizzazione assumerà rilievo sull'assetto territoriale metropolitano, le relative scelte di merito non possono che essere intraprese nell'ambito di un contesto programmatico e strategico quale quello del Piano Socio Sanitario.
E' evidente, quindi, che parlare di progetto in fase avanzata rispetto a quest'idea che era stata approfondita precedentemente dall'amministrazione regionale guidata dal Presidente Ghigo, mi pare una forzatura. La Giunta regionale ha anche costituito un gruppo di lavoro composto da dirigenti del settore della sanità, sostanzialmente, e con il coinvolgimento di alcuni Assessori - cui ha assegnato l'incarico di valutare la fattibilità del progetto, che oggi sarebbe più corretto definire come idea.
Per quello che riguarda la seconda questione, il mantenimento in capo della Regione della sola area antistante l'Oval collegato alla riacquisizione dell'area da parte del venditore, rispondo quanto segue. Nei mesi scorsi è stata avanzata dal venditore una proposta, o meglio, è stata segnalata la disponibilità a valutare, per altro sul piano generale un'ipotesi di riacquisizione. Da questo punto di vista non c'è assolutamente una proposta concreta di riacquisizione, anzi, direi che permane una sorta di contenzioso tra noi e chi ha venduto l'area. Abbiamo anche segnalato alla Corte dei Conti il contratto e stiamo valutando l'ipotesi di impugnare quel contratto, attraverso un approfondimento legale ad hoc, proprio perché ci pare ci sia sproporzione tra quello che poco tempo prima era il prezzo per il quale era stata acquistata l'area e poi quello che è stato rivenduto alla Regione.
Nello stesso tempo, l'area di FIAT Avio è un'area importante per lo sviluppo urbanistico della città, in una posizione strategica, quindi stiamo attentamente valutando quale possa essere la destinazione futura dell'area. Al momento, non è pensabile nessuna destinazione già decisa; c'è un problema grosso che riguarda noi e chi l'ha venduto in ordine alla bonifica. La bonifica è stata pattuita in sede di cessione dell'area compatibilmente alla destinazione d'uso di tipo industriale che il Piano regolatore quell'area comprende, anche se il protocollo di intesa, a suo temo sottoscritto e che ha generato poi il rogito notarile di acquisto aveva chiaramente indicato per altri fini, che non quelli industriali l'area stessa. Non c'è assolutamente nessuna proposta concreta di riacquisizione dell'area, non c'è ancora, da parte dell'amministrazione regionale, una definizione compiuta di quale possa essere la destinazione futura dell'area ex FIAT Avio.
E' vero, invece, che permane una situazione di contenzioso rispetto a come è stato seguito l'iter per l'approvazione del rogito notarile. Oggi comunque, il prezzo è stato interamente pagato, abbiamo formulato delle riserve di tipo giuridico sul processo formativo della volontà dell'Ente che ha portato al rogito stesso.
Mi sento di poter dire oggi, visto il tempo trascorso rispetto all'interrogazione, che quella ventilata ipotesi di riacquisizione da parte di chi aveva venduto alla Regione, non è assolutamente andata avanti quindi ad oggi non c'è nessuna proposta che possa essere presa in esame dalla Regione Piemonte per poter vendere a colui che ce l'aveva venduta, o a chiunque altro, l'area di FIAT Avio.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Se possiamo dirci soddisfatti rispetto all'articolazione della risposta, non possiamo dire altrettanto rispetto alla sostanza della stessa.
Vi sono aspetti che non possono essere trascurati o sul quale il Vicepresidente, persona che ha molti anni di amministrazione, non può non comprendere. Uno è legato alla continuità amministrativa e alle scelte compiute da un Ente. Non si può definire la Cittadella della Salute solo come un'idea, è qualcosa di più di un'idea perché si è mosso un Ente che ha acquisito dei terreni e ha attuato una progettazione nel merito. E' ovvio che se poi ci si vuole trincerare dietro ad atti informali, ad oggi non adottati, è un'altra questione. Si può dire legittimamente che anche gli investimenti ospedalieri, soprattutto, e non solo quelli, sono contenuti nel Piano Socio Sanitario, ma rileviamo che nella bozza del dottor Valpreda, a nostri mani, non c'è niente di tutto ciò.
Il motivo del contendere non è la questione fra la sostanza e la forma così come, è notizia preziosa non solo per l'interrogazione presentata ma anche per la comunicazione che ci sarà in seguito, risulta difficile comprendere che emergono valutazioni differenti su vendite differenti. Mi spiego meglio. Il Vicepresidente dice che ritiene di riscontrare - lo verificheremo - un'anomalia fra il prezzo con cui il venditore acquisì il terreno e il prezzo con cui il venditore cedette il terreno stesso alla Regione. Benissimo, la trasparenza amministrativa è fatta salva, per rilevo un aspetto. Quando il Consiglio regionale deliberò 35 milioni di euro per l'acquisizione di aree FIAT, aveva una lettera di un ingegnere (non ricordo se ingegnere o architetto, ma è materia della prossima comunicazione) in cui vi era scritto: "Noi non abbiamo periziato. La perizia è in corso d'essere, vi diciamo comunque che non vale meno di 67 milioni".
Ora, non per entrare in una materia che è ad un altro punto dell'o.d.g., pare strano che un esponente di rilievo della Giunta contesti un'acquisizione, dove si individua un illecito, ancorché relativo alla Corte dei Conti. Come sa bene il Vicepresidente, se si ritiene che l'illecito contabile esiste, diventa un illecito penale quando si acquisisce un'altra area senza conoscere alcunché e senza avere in mano perizia.
Ho intralciato la risposta tra sostanza e forma, ma è importante. Il Vicepresidente della Regione non può governare l'Ente, insieme alla Giunta e alla Presidente, avendo una visione molto rigida rispetto al passato e un'altra meno rigorosa rispetto al presente e al futuro.
Se si vuole essere rigorosi - facendo valutazioni differenti rispetto a quest'acquisizione - lo si deve essere prima, durante e dopo. Una persona rigorosa non acquista nulla se non ne conosce realmente il valore.
Detto ciò, rileviamo positivamente che, ad oggi, non ci sia volontà di vendita. Ci permettiamo di formulare un quesito che rimanga a memoria: si vuole valorizzare, e in che modo, quell'area imponente, su cui la Regione Piemonte (governata da centrodestra o centrosinistra non importa perché è sempre Regione Piemonte, ancorché si cambino le scritte davanti al Palazzo della Giunta) ha investito quattrini? Questa è la domanda posta dall'interrogazione. Si chiede, altresì, se sarà lì la Cittadella della salute, oppure dove, e quando avremo un Piano Sanitario formale.
Quando inizieremo a discutere di un vero documento, potremo discutere anche di questo.


Argomento: Rapporti Regioni - Enti pubblici nazionali

Risposta scritta all'interpellanza n. 52 dei Consiglieri Robotti e Chieppa inerente a "Tutela e salvaguardia del settore aerospaziale in Piemonte" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che sarà data risposta scritta all'interpellanza n. 52 dei Consiglieri Robotti e Chieppa.


Argomento: Distributori carburante

Interpellanza n. 65 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Chiusura dei centri distribuzione del gas metano a Casale Monferrato" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 65, sulla quale risponde l'Assessore Susta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Essendo una questione locale, ancorché di grande importanza (sono cofirmatario perché comprendo l'importanza dell'interrogazione, ma non saprei cosa rispondere) chiederei al Vicepresidente di rispondere più tardi o dare una risposta scritta.



PRESIDENTE

Valutiamo questa soluzione: attendiamo l'arrivo del collega Botta cui viene data risposta orale, altrimenti verrà data in forma scritta e, se non è soddisfacente, avremmo modo di ritornarci con un nuovo sindacato ispettivo che a questo punto, essendo già stato istruito dalla Giunta, avrà una corsia più veloce.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazione n. 89 dei Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti e Ghiglia inerente a "La Regione finanza il Gay Pride"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 89, sulla quale risponde la Presidente della Giunta regionale, Mercedes Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione è datata giugno 2005 e gli interroganti chiedono se l'Istituzione ha concesso il patrocinio e un contributo economico.
Noi, con delibera del 13 dicembre 2005, abbiamo concesso il patrocinio e aderito alle iniziative - convegni e mostre, e non alla sfilata - del Torino Pride 2006. Abbiamo garantito un sostegno finanziario congiuntamente a Comune e Provincia di Torino.
A tale fine, è stato predisposto un gruppo di lavoro costituito da un rappresentante della Regione Piemonte, uno del Comune e uno della Provincia di Torino, che ha lavorato al programma predisposto e recentemente presentato, che prevede una serie di iniziative e convegni di tipo culturale.
Il contributo, che non è ancora totalmente definito, era stato ipotizzato in circa 60 mila euro, ma non è ancora stato formalizzato dalla direzione competente. Tale contributo è finalizzato alle iniziative culturali e può essere integrato o sostituito con la messa a disposizione di sedi per convegni. Se non vi è la disponibilità di sedi regionali per convegni, si può ovviare mettendo a disposizione altre sedi e pagandole noi.
Sono previsti interventi da parte dell'assessorato alla Sanità per la mostra sull'Aids, come anche dell'assessorato alle Politiche sociali e dell'assessorato alle Pari opportunità. Si tratta di interventi di partecipazione o di patrocinio nell'ambito del patrocinio generale regionale, di iniziative specifiche di tipo culturale, sanitario e sociale.
Non è stato previsto nulla per quanto riguarda la sfilata, che è di esclusiva competenza del Comitato organizzatore; quindi né sostegno n finanziamento.
Il dottor Carnazza, responsabile delle relazioni esterne della Giunta regionale, è responsabile dell'organizzazione e della partecipazione regionale all'iniziativa.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Bresso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come per l'interrogazione precedente, ringraziamo per la risposta completa. Non possiamo condividere la scelta fatta della Giunta regionale ovviamente non per motivi legati ad alcuno tipo di discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, ma per quanto riguarda l'utilizzo dei fondi.
Noi crediamo, come ben sa la Presidente e chi ha molta o poca esperienza amministrativa, che all'interno di un Ente giungono molte richieste. Con i fondi a disposizione se ne possono finanziare, più o meno un terzo, la metà o il 20%; dipende dalla disponibilità dei fondi.
Ci permettiamo di dire, senza scandalizzare nessuno, che un contributo di 60 mila euro, in termini economici o di servizi (nulla cambia per l'Amministrazione) sia un sostegno importante, anche da un punto di vista economico, rispetto ad una manifestazione che non ci pare essere ovviamente è una valutazione di Alleanza Nazionale - una delle prime nella lista come eventi da finanziare, tenendo conto anche del fatto che rispetto alla tematica omosessuale (certo una tematica da non sottovalutare dal punto di vista sociale) gli Enti pubblici investono già un numero non indifferente di soldi (penso ai fondi che vengono stanziati in merito alla rassegna cinematografica o ad altre rassegne che si svolgono a Torino).
Pensare che la mia città, la nostra città debba un po' diventare negli Stati Uniti è San Francisco - la città simbolo delle iniziative omosessuali in Italia, non per volontà di chi vuole manifestare, che è un diritto sancito dalla Costituzione (convegni, manifestazioni, sfilate, ci mancherebbe!), ma per una questione di investimento economico, ecco rispetto a questo ci pare che i fondi - senza fare demagogia, che sarebbe facilissimo - si possono usare bene e meglio, visto che ce ne sono già di fondi utilizzati e che anche la precedente Amministrazione regionale contribuiva, per esempio, per la manifestazione del cinema.
Detto ciò, vi è poi un passaggio che non è assolutamente semplice. Io mi auguro che la sfilata - lo dico da eterosessuale - sia davvero una sfilata per rivendicare un diritto, dei problemi esistenti e quant'altro, e non alcune carnevalate a cui abbiamo assistito ancora ultimamente.
però vero che, nel momento in cui c'è un Comitato organizzatore che fa tutto e ha un patrocinio per tutto, ma non per la sfilata, la questione è tecnicamente semplice da risolvere: si assicura un patrocinio su tutto il programma, tranne la sfilata. E tecnicamente si risolve.
Voi comprenderete, però, che nel momento in cui il Comitato - abbiamo ricevuto l'invito in questi giorni - ha simbolo e contributo della Regione Piemonte, per l'immaginario collettivo è facile intuire che la Regione Piemonte è anche presente nel momento della sfilata. Questo è sacrosanto perché è una scelta che è stata fatta: con artifizio, si è scelto di dividere le due cose. Farà forse sorridere, ma io ricordo - lo ricordo perché l'ho letto sui giornali, non lo ricordo per indiscrezioni del Palazzo - che anche alcuni partiti della vostra maggioranza fecero alcune rimostranze rispetto alla scelta compiuta.
Vi è poi un ultimo aspetto, che è anche di carattere culturale. Chiedo formalmente copia del programma, perché saremmo interessati a comprendere se vi è un'indicazione culturale relativamente a questo tipo di manifestazione oppure no.
Non mi scandalizzo nel vedere che il tema del primo dibattito verte credo - su omosessualità e fascismo, regime dittatoriale che, come altri regimi e democrazie di quegli anni, introdusse misure restrittive. Mi auguro che, non dico per par condicio ma per pari sensibilità, venga organizzato un analogo convegno rispetto, ad esempio, alle discriminazioni che gli omosessuali hanno subito in Unione Sovietica o che oggigiorno subiscono in Cina. Mi auguro che ci sia anche questo, perché altrimenti ci limitiamo a una visione, di nuovo, un po' strabica rispetto alla connotazione culturale e sociologica dell'omosessualità nel percorso storico.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 161 dei Consiglieri Scanderebech e Guida, inerente a "Palazzo della Regione"


PRESIDENTE

La Presidente Bresso risponde all'interrogazione n. 161 dei Consiglieri Scanderebech e Guida sul tema "Palazzo della Regione".



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione chiede di conoscere quali sono i motivi del cambiamento della scritta, quali sono stati i costi complessivi e se la nuova scritta osserva i canoni artistici opportuni.
Primo quesito. Nel Palazzo di piazza Castello, com'è noto, risiede la Giunta, che è l'organo esecutivo, quindi di governo, dell'Ente. Tuttavia io ricordo che, ai sensi del nostro Statuto, si chiama Giunta e non Governo, perché l'Italia non è attualmente, neanche alla luce dell'ultima versione della Costituzione, uno Stato pienamente federale, nel quale gli organi di governo delle Regioni si chiamano Governo e Ministri: si chiamano Giunta e Assessori.
A mio avviso, si trattava di scegliere se modificare la dicitura da "Palazzo del Governo regionale" a "Palazzo della Giunta regionale" oppure "della Regione". Sia per ragioni di costo che per ragioni di opportunità "Palazzo della Giunta" non ci è parso adeguato: si sarebbe dovuto cambiare con un costo molto maggiore. Infatti, non essendo possibile anagrammare da "Governo" a "Giunta", fare nuove lettere avrebbe comportato un costo maggiore.
Considerando il fatto che il cittadino ha come riferimento "Regione" e non lo specifico organo di governo, si è scelto di sottrarre semplicemente delle lettere e di utilizzare quelle già presenti, quindi si è scelto "Palazzo della Regione" e non "Palazzo della Giunta regionale". Le due formule possibili erano queste e se ne è discusso.
"Palazzo del Governo regionale" non ci pareva corretto ai sensi dello Statuto, un po' come il termine "Governatore". Io non ho niente contro il fatto che qualcuno si chiami Governatore, ma occorrerebbe una legge che stabilisse che ci chiamiamo Governatori e non Presidenti. Fino ad allora mi pare opportuno che continuiamo a chiamarci Presidenti, Giunta e Assessori come lo Statuto nostro prevede, e non Governo, Governatore e Ministro (come accade, ad esempio, in Germania, dove l'impianto dello stato è di tipo federale).
Non ho nulla in contrario, ma vorrei che ci fossero delle leggi che cambiassero le diciture e, in tal caso, sarei pronta a cambiare.
Il costo è stato complessivamente di 3.480 euro. Ovviamente, i canoni linguistici e artistici sono stati rispettati, poiché la scritta ricalca le forme e le dimensioni della precedente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Credo che la Presidente della Regione non potesse che rispondere così e quindi ne prendo atto. Certo, a noi è sembrato strano che, fra i primi atti della Giunta, ci fosse proprio quello di cambiare la scritta: in fondo bisognava dimostrare, anche materialmente, che c'era un nuovo Presidente e una nuova Amministrazione.
Devo dire, Presidente, che non sono né amante della precedente scritta né di quella che lei oggi ha modificato. A me andava benissimo quella che c'era prima, che tra l'altro si intonava di più, proprio come caratteri allo stile del Palazzo.
L'interrogazione da noi presentata aveva una finalità politica, non artistica o tecnica: quella di evidenziare come spesso, per mantenere il consenso, bastino gesti eclatanti e simbolici.Quindi la mia è una posizione di non soddisfazione per l'aspetto politico, ma credo che lei non potesse essere più chiara nel rispondere, a livello tecnico, sui costi e sul perché.


Argomento: Nomine - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione n. 502 dei Consiglieri Ghigo, Burzi, Nastri, Cotto, Leo Cirio, Pichetto Fratin, Ferrero, Pedrale e Cavallera inerente a "Nomina Direttore Generale ATC di Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 502, presentata dai Consiglieri Ghigo Burzi, Nastri, Cotto, Leo, Cirio, Pichetto Fratin, Ferrero, Pedrale e Cavallera.
Risponde la Presidente della Giunta regionale, Mercedes Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione verte su due punti, il primo riguarda la qualità della persona indicata e il secondo concerne le frasi che mi sono state attribuite.
Sul primo punto, voglio brevemente darvi lettura del curriculum del dottor Ventura, che, come Giunta, abbiamo ritenuto assolutamente adeguato alla funzione che doveva svolgere.
Le esperienze lavorative, che nella prima fase sono state nel settore privato, sono le seguenti: settore commerciale della Fonit-Cetra, quale responsabile e collaboratore diretto del direttore commerciale; RAI Radiotelevisione italiana, quale responsabile di progetto per l'iniziativa relativa alla ricerca e all'espansione di nuove fonti di introito aziendale, poi, Relazioni esterne, Programmazione e Risorse per la sede del Piemonte, in ultimo, responsabile del Supporto Gestionale della sede Rai per la Liguria (130 dipendenti); Comune di Udine, quale dirigente responsabile del settore Attività Culturali ed Educative, struttura composta da 290 dipendenti, da cui dipendono numerose strutture (musei biblioteca civica, istituti scolastici).
Successivamente, dal 2000 ad oggi, al1'Agenzia Territoriale per la Casa. Dal 2000 al 2005, direttore presso la direzione Innovazione di Processo, da cui dipendono l'Organizzazione, la Qualità, il Controllo di Gestione e i Sistemi Informativi. Dal giugno 2005, responsabile della direzione Innovazione e Risorse, nella quale sono confluiti la Gestione delle Risorse Interne e la Gestione Contabilità Economica e Finanziaria.
Dal primo luglio 2005, il Consiglio di Amministrazione gli ha conferito la carica di vice direttore generale.
Il curriculum comprende due lingue straniere, francese e inglese, di cui il francese è la seconda lingua madre, e numerosi corsi di specializzazione, che brevemente richiamo perché sono pertinenti: corso di Formazione Manageriale per Dirigenti (Bocconi); corso di Management Culturale (Bocconi); corso di Product Manager &Brand Manager; corso di Immagine aziendale nelle imprese di servizio; corso di Comunicazione e relazioni esterne (Bocconi); corso di Tecniche e strumenti delle relazioni pubbliche (Bocconi); corso di Controllo di gestione per aziende di software; corso di Competenze personali per dirigere gli enti locali (Bocconi) e corso di Project Management (IRI).
Al di là della battuta, di cui mi scuso, credo che il curriculum della persona sia assolutamente coerente con la posizione. Peraltro, sottolineo di nuovo che il Consiglio d'Amministrazione, di cui l'attuale presidente dell'ATC di Torino era già presidente, gli ha conferito pochi mesi fa la carica di vice direttore generale. Ci è quindi sembrata la persona più adatta per ricoprire quella carica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghigo.



GHIGO Enzo

Naturalmente, dichiaro di non ritenermi soddisfatto della risposta a questa interrogazione, perché, purtroppo, giunge dopo che questo argomento ha occupato le pagine dei giornali con una vibrante polemica.
Relativamente all'origine di questa interrogazione e alla necessità di una puntualizzazione, non è che l'opposizione abbia, per certi versi identificato un nervo scoperto della maggioranza su una procedura, ma all'interno della stessa maggioranza, che governa questa Regione, è sorta una polemica, che non fa sicuramente onore a chi ricopre ruoli amministrativi, che ha portato la Presidente Bresso a pronunciare quella frase di cui ora si è scusata. Indubbiamente, non può passare inosservata o essere dimenticata esclusivamente attraverso le scuse che, oggi, la Presidente ci ha rappresentato in Aula Senza stupore, né tanto meno con un atteggiamento di censura esasperata, voglio semplicemente sottolineare, come ho già avuto modo di fare in varie occasioni - tralascio in questa sede tutta la polemica che il Presidente Ardito dell'ATC ha naturalmente fatto sulla riduzione degli emolumenti e quant'altro - che questa Giunta, nella sua iniziale azione di governo e anche precedentemente in campagna elettorale, un po' come succede generalmente alla sinistra, si erge sempre a modello di comportamenti senza sbavature. Questa è la dimostrazione palese, chiara che anche la sinistra fa esattamente quelle cose che in varie occasioni qualche altro ha fatto e si è trovato a dover subire delle critiche.
Questo lo voglio sottolineare, lo voglio dire con chiarezza, la Presidente si è scusata, ma credo che, nel caso specifico, si dovrebbe scusare tutta la sinistra, che fa sempre la morale a tutti, e poi, fa esattamente quello che molte volte in una maggioranza si è portati a fare.
Naturalmente, senza nulla togliere alla qualità del curriculum, il Presidente dell'ATC ha scritto - non ha riferito oralmente - alla Presidente che riteneva la persona non idonea al ruolo che doveva ricoprire. Poi, naturalmente, i curriculum possono essere letti in vari modi. Sicuramente, questa persona ha le caratteristiche per svolgere un ruolo di questo tipo, però, stranamente, il Direttore dell'ATC ne voleva un altro. Dopodiché, si scopre, sulla frase pronunciata dalla Presidente, che tutto risaliva ad un accordo politico. Va bene, io non me ne stupisco però, piantatela di fare i moralisti!


Argomento: Linee elettriche - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Risposta scritta ad interrogazioni n. 148 dei Consiglieri Casoni Boniperti, Botta, Ghiglia e Vignale inerente a "Risanamento elettrodotti in alta e altissima tensione" e n. 234 dei Consiglieri Placido e Boeti inerente a "Traliccio ad alta tensione nei pressi di Via Volturno in Cascine Vica - Rivoli"


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta da parte degli Assessori competenti alle seguenti interpellanze: interpellanza n. 148 dei Consiglieri Casoni, Boniperti, Botta, Ghiglia e Vignale inerente a "Risanamento elettrodotti in alta e altissima tensione" interpellanza n. 234 dei Consiglieri Placido e Boeti inerente a "Traliccio ad alta tensione nei pressi di Via Volturno in Cascine Vica - Rivoli".


Argomento: Linee elettriche - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 406 del Consigliere Allasia inerente a "Linea ad alta tensione a Venaria Reale"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 406, cui risponde l'Assessore Susta; ne ha facoltà.



SUSTA Gianluca, Assessore alle attività produttive

Grazie, Presidente.
La legge regionale n. 19 del 3 agosto 2004, all'articolo 5, pone in capo alla Regione stessa competenze di indirizzo e regolamentazione generale, come l'indicazione di criteri di localizzazione e di definizione di procedure, affidando a Comuni e Province, l'applicazione di tali criteri e l'espletamento delle funzioni sui singoli casi concreti.
Tra queste competenze, rientrano fissare, sentite le Province, i criteri generali per la localizzazione degli impianti e gli standard urbanistici previsti della legge n. 36 del 2001; stabilire, sentite le Province, i criteri per la definizione dei tracciati degli elettrodotti ad alta tensione; disciplinare le modalità di intervento per il risanamento ambientale.
Tali azioni sono già state in parte espletate, per quanto concerne le modalità di intervento per il risanamento ambientale, con la DGR n. 39 14473 del 29 dicembre 2004 (Direttiva tecnica per il risanamento dei siti non a norma per l'esposizione ai campi elettromagnetici generati dagli impianti per telecomunicazioni e radiodiffusione (art. 5, comma 1, lettera d).
La zona oggetto dell'interrogazione è interessata dal passaggio di due linee a 132 kilo volt (la T923 gestita da AEM e la T522 gestita da Terna) e di una da 220 kilo volt (la T234 gestita da Terna).
Nel caso in oggetto, il quadro normativo di vincoli sul valore di campo elettromagnetico generato è il seguente.
Ai sensi dell'articolo 4 del DPCM 8 luglio 2003 (Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dall'esposizione ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti), "a titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo termine, (...) nelle aree gioco per l'infanzia, in ambienti abitativi, in ambienti scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere", va rispettato "il valore di attenzione di 10 micro tesla, da intendersi come mediana dei valori nell'arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio".
Dalle rilevazioni effettuate dall'ARPA in data 5 gennaio 2006, è emerso che nell'area del parco giochi e del parcheggio i livelli di esposizione al campo magnetico sono sempre inferiori a 2,1 micro tesla. Pertanto, i valori rilevati al momento della misura sono anche ampiamente inferiori al valore limite (pari a 100 micro tesla) in tutte le aree oggetto di indagine e più prossime alle linee.
Poiché i livelli di esposizione al campo magnetico dipendono dalla corrente circolante nelle linee, al fine di poter effettuare una verifica del rispetto del valore limite e del valore di attenzione per tutte le condizioni di esercizio delle linee in oggetto, l'ARPA ha provveduto a richiedere ai gestori i dati riguardanti la corrente circolante nei conduttori nell'arco della giornata in cui sono state eseguite le misure e l'andamento annuale del carico delle linee stesse.
Conoscendo, infatti, i valori di carico al momento della misura, i valori di corrente mediana sulle 24 ore e di corrente massima nell'ultimo anno di esercizio, sarà possibile estrapolare i livelli massimi di campo magnetico e quelli relativi alla massima mediana sulle 24 ore.
Secondo quanto previsto dalla legge 36/2001 (Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici) e dalla citata legge regionale, si può procedere al risanamento di siti o impianti che emettano onde elettromagnetiche (come gli elettrodotti) solo nei casi in cui i valori del campo presente superino i limiti fissati, a livello nazionale, per gli elettrodotti con il DPCM del 8 luglio 2003.
Per quanto concerne l'attività di ARPA in materia, oltre alle misure in loco programmate e realizzate su richiesta degli enti locali, la stessa ha anche compiuto una campagna di misure nei luoghi per l'infanzia in prossimità di linee ad alta tensione, volta a fornire un completamento dei dati acquisiti tramite il censimento dei siti in termini di livello di esposizione da poter confrontare con il livello di 0,2 micro tesla preso come riferimento dall'allora circolare del Ministero dell'Ambiente 3205/99/SIAR.
Le misure sono state effettuate nei siti che risultano a distanza inferiore a 150 metri dalle linee, seguendo un protocollo di misure stabilito in sede di coordinamento regionale. Il resoconto dei risultati di tale attività di monitoraggio è stato inviato alla Direzione Tutela e Risanamento Ambientale.
previsto, inoltre, che nell'ambito dei nuovi obiettivi dell'ARPA, sia intrapresa una ulteriore campagna di ricognizione in ampliamento a quella già condotta, come già previsto dai competenti uffici della Direzione Tutela e Risanamento Ambientale.
Per quanto concerne la convenzione tra ENEL S.p.A. e Regione Piemonte per lo spostamento della linea ad alta tensione nel Comune di Settimo Torinese, si precisa che rientra nel quadro più generale intraprendere, ove le condizioni tecniche, economiche e procedurali lo rendano possibile interventi anche dimostrativi rispetto a situazioni critiche, che sebbene non eccedenti le soglie di esposizione ai campi elettromagnetici stabiliti per legge a tutela della salute umana, rivelino tuttavia evidenti elementi di incompatibilità territoriale con realtà fortemente antropizzate.
L'elevata densità territoriale dovuta alla più alta densità di sviluppo della rete del sistema Italia, combinata agli effetti di pregresse politiche comunali di espansione residenziale non sempre rispettose delle servitù e dei vincoli imposti dalla presenza di elettrodotti di trasporto consente l'attuale riscontro di una consistente casistica di situazioni altamente problematiche, quando non addirittura critiche, sotto il profilo della convivenza tra l'infrastrutturazione elettrica e le aree abitate.
In merito all'intervento citato, come ricordato recentemente nella risposta in altre interpellanze, la Direzione regionale Tutela e Risanamento Ambientale, sulla base della possibilità di sfruttare le risorse relative ai cosiddetti "progetti sponda", correlati al Programma Integrativo Regionale, confermato con la decisione della Commissione Europea e su mandato della Giunta, provvedeva a stipulare con ENEL S.p.A.
in data 11 dicembre 2001, un'apposita convenzione per l'individuazione degli interventi di interramento sulla rete di trasmissione e quella di distribuzione, limitatamente alla tensione di esercizio pari o superiore a 132 kilo volt, in aree Obiettivo 2 o Phasing Out relative al DOCUP 1994/96.
I criteri preferenziali di scelta degli interventi, venivano individuati nell'implementazione di condizioni di sostenibilità dello sviluppo, quali elementi di competitività del sistema territoriale interessato anche sotto l'aspetto socio-economico-produttivo, con particolare riferimento all'utilità pubblica, alla ricaduta sulla salute dei cittadini e sull'ambiente, nonché alla sperimentazione di soluzioni innovative.
Ulteriori tentativi di utilizzare fondi nazionali per raggiungere l'obiettivo di intraprendere interventi di razionalizzazione e riduzione di impatto della rete, anche recentemente perseguiti nell'ambito delle risorse CIPE 2005 destinate alle aree sotto utilizzate, hanno visto frustrate le aspettative.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Susta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Allasia; ne ha facoltà.



ALLASIA Stefano

Ringrazio l'Assessore per la risposta, che, teoricamente, doveva essere scritta, ma ho preferito la forma orale, per udire, con le mie orecchie, la risposta del Vicepresidente, che mi ha stupito: non si è trattato, infatti, di una mera risposta tecnica, estrapolata dal "Bignami" di elettrotecnica di qualsiasi ente scolastico. Non mi interessava tanto la discussione o la quantità di micro tesla che un soggetto può assorbire in quella o in altre zone del territorio piemontese, ma far percepire alla Giunta il disagio dei cittadini di Venaria.
Si dovrebbe prendere in considerazione non tanto la quantità di elettromagnetismo che si percepisce dal corpo umano, quanto, piuttosto, il disagio che si avverte in quei luoghi abitati, posto che nei prossimi anni Venaria sarà interessata dell'Alta Velocità. Era, perciò, nostra cura e interesse dare una risposta politica e non tecnica ai cittadini residenti in quella zona.
Notiamo sempre più spesso che la sinistra utilizza la città di Venaria come bacino di voti e non esclusivamente come luogo di interesse ambientale e sanitario.
Approfitto della parola - per evitare di interrompere in altro momento la seduta - per un'ulteriore precisazione sull'ordine dei lavori, vista la presenza dell'Assessore Borioli fra i banchi della Giunta.
Nel periodo di novembre avevo presentato un'interrogazione in Commissione relativa all'ex Statale 23, la Torino-Pinerolo.
L'Assessore, diligentemente, dopo oltre un mese, ha risposto in Commissione sostenendo che non era di competenza regionale, ma provinciale.
Noi, ancora più diligentemente, abbiamo ripresentato la stessa interrogazione in Provincia di Torino e gli uffici preposti, se non l'Assessore stesso alla viabilità, hanno risposto che quel tratto, che l'Assessore Borioli conosce benissimo, non è di competenza provinciale ma è di competenza regionale.
Perciò, mancando pochissimi giorni al periodo olimpico, essendo una strada di interesse per i Giochi olimpici, sarebbe giusto che la Regione mettesse in sicurezza anche quel tratto, non solo quelli più fatiscenti o più gloriosi che l'Assessore ci ha portato a visitare con la Commissione.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni e interpellanze

Argomento: Distributori carburante

Risposta scritta all'interpellanza n. 65 dei consiglieri Botta e altri inerente a "Distribuzione gas metano nel Casale Monferrato"

Argomento: Usi civici

Risposta scritta all'interrogazione n. 432 della Consigliera Ferrero inerente a "Usi civici di San Sebastiano Po"

Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Risposta scritta all'interrogazione n. 162 dei Consiglieri Scanderebech e Guida inerente a "Provvedimenti economici nei confronti dell'agricoltura"

Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Polizia rurale, urbana e locale

Risposta scritta all'interpellanza n. 158 dei Consiglieri Botta e Rossi inerente a "Interventi per garantire la sicurezza sul territorio della circoscrizione nord del Comune di Alessandria e più in generale su tutta la città"


PRESIDENTE

Procediamo ancora nelle risposte ad interrogazioni e interpellanze.
La risposta dell'Assessore Susta all'interpellanza n. 65 dei consiglieri Botta e altri, inerente a "Distribuzione gas metano nel Casale Monferrato" viene data, con il consenso dei proponenti, in forma scritta.
La risposta del Vicepresidente Susta all'interrogazione n. 432 della Consigliera Ferrero inerente a "Usi civici di San Sebastiano Po" viene data all'interrogante in forma scritta.
L'Assessore De Ruggiero risponde all'interrogazione n. 162 dei Consiglieri Scanderebech e Guida inerente a "Provvedimenti economici nei confronti dell'agricoltura".
La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola



PRESIDENTE

La legge Galli, la legge 33/94 (i miei interroganti non sono attenti).



PRESIDENTE

Scusate, possiamo considerarla scritta, la risposta?



GUIDA Franco

Va bene.



PRESIDENTE

Allora la riceviamo in forma scritta e la trasmettiamo all'interrogante.
Anche per quanto riguarda l'interpellanza n. 158 dei Consiglieri Botta e Rossi, inerente a "Interventi per garantire la sicurezza sul territorio della circoscrizione nord del Comune di Alessandria e più in generale su tutta la città", possiamo trasmettere la risposta scritta agli interpellanti.


Argomento: Contratti ed appalti - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 75 dei Consiglieri Scanderebech inerente a "Autostrada AT/CN"


PRESIDENTE

Passiamo infine ad esaminare l'interrogazione n. 75, cui risponde l'Assessore Borioli; ne ha facoltà.



BORIOLI Daniele, Assessore alle infrastrutture.

Per quanto riguarda la domanda che viene svolta nell'interrogazione e che specificamente riguarda la data di costituzione della Società mista che dovrà ultimare e gestire l'autostrada, o quali iniziative intende assumere l'amministrazione regionale per sollecitare tale costituzione, la risposta è la seguente: la data di costituzione della società a questo momento non è dato conoscere. Le informazioni che ci risultano, dicono che il Consiglio di Amministrazione dell'ANAS nel mese di ottobre 2005 ha dato via libera alla costituzione della società del progetto, la quale società dovrà poi stipulare il contratto di concessione con l'ANAS e che avrà il compito di completare la progettazione e la realizzazione del collegamento autostradale di cui si parla.
La nuova società sarà costituita in forma S.p.A., di cui il 35% verrà partecipato dall'ANAS, e il restante 65% dalle imprese Salt Grassetto lavori e Itinera che compongono l'A.T.I. aggiudicataria dei lavori, sarà diretta da un Consiglio di amministrazione composta da nove membri di cui quattro indicati dall'ANAS, che avrà il compito di nominare anche il Sindaco Effettivo, mentre il Presidente del Collegio Sindacale sarà espresso dal ministero dell'Economia e delle Finanze. L'intero collegamento autostradale Asti-Cuneo è lungo complessivamente circa 90 chilometri, è articolato in 15 lotti per un valore di 1,6 miliardi di euro, di cui sette lotti in corso di ultimazione da parte dell'ANAS e otto lotti a carico del nuovo concessionario.
Da quanto emerso durante la riunione del Comitato di monitoraggio tenutasi lo scorso 16 gennaio presso la Provincia di Cuneo, attualmente la convenzione necessaria per formalizzare l'aggiudicazione della gara da parte di ANAS è all'esame della Corte dei Conti. Una volta approvato tale atto, la costituzione della Società dovrebbe essere automatica.
comunque previsto un incontro in merito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il giorno 1 febbraio alla presenza del Sottosegretario Letta e del Presidente ANAS e la Regione parteciperà con un suo funzionario avendolo peraltro saputo attraverso gli organi di stampa come capita spesso, evidentemente è una modalità tipica di quella parte del Piemonte. Comunque a questo incontro parteciperà il nostro Dirigente ovviamente, sulla base delle informazioni avute, se questo atto fondamentale per determinare l'automatismo della costituzione della società è all'esame della Corte dei Conti, bisognerà attendere che la Corte dei Conti che è un organo autonomo, compia la sua valutazione. Domani su questo, voglio immaginare e sperare che il Sottosegretario Letta, ben più autorevolmente del sottoscritto, possa da questo punto di vista dare conto circa i termini precisi. Certamente noi saremo lì anche per sollecitare una soluzione a breve di questa materia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Assessore, per la verità questa interrogazione l'abbiamo inviata il 16 di giugno e aveva come obiettivo quello di chiedere a lei e all'autorevole Presidente, un intervento forte e determinato nei confronti dell'ANAS e dei Ministeri dell'Economia e dei Lavori Pubblici, affinché accelerassero la costituzione della S.p.A., anche perché dalla data di costituzione della società, incomincia il tempo entro il quale - quattro anni - deve essere realizzata e deve essere completata l'autostrada di Asti-Cuneo.
Quello che manca nella sua risposta è un impegno forte della Regione Piemonte che non deve aspettare di conoscere attraverso gli organi di stampa cosa fa la Provincia di Cuneo, ma deve prendere l'iniziativa, perch questa è l'unica autostrada in costruzione nella nostra Regione ed è un'infrastruttura assolutamente necessaria, attesa da molti anni. Quindi il ruolo della Regione deve essere importante, da attore e da protagonista.
La Regione non deve essere messa al corrente dagli organi di stampa che domani mattina ci sarà un incontro con il sottosegretario Letta.
Le do io qualche notizia. Il ritardo di questi giorni per la costituzione della società, è dovuto al fatto che il ministero dell'Economia non ha ancora indicato chi sarà il Presidente del collegio sindacale. Credo che lei domani dovrebbe andare alla presidenza del Consiglio e non mandare un semplice funzionario perché è importante dimostrare quando ci teniamo al progetto Asti-Cuneo. Quindi le chiederei di fare parte domani della delegazione. Se non può farlo lei mandi una delegazione della Regione Piemonte, se non può andare nessun'Assessore, che siano delegati due Consiglieri uno di maggioranza e uno di minoranza insomma, che vi sia una rappresentanza politica all'incontro di domani a cui partecipano il Presidente della Provincia di Cuneo, e alcuni dei Sindaci della Provincia di Cuneo. Non posso che dichiararmi insoddisfatto della sua superficiale risposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Borioli per un supplemento di risposta.



BORIOLI Daniele, Assessore alle infrastrutture

Vede, Consigliere Guida, il problema non è prendere una posizione netta perché, se vuole, la prendo oggi qui.
L'ANAS è il soggetto che più di altri ha in capo lo svolgimento e la risoluzione di questa vicenda. Il Governo si è occupato, in modo particolare, dei rapporti con l'ANAS attraverso un suo autorevole rappresentante piemontese, il quale viene ripetutamente in Piemonte in ogni occasione in cui si tratta di inaugurare qualcosa e dispensi al centrosinistra lezioni su come si fanno le cose.
La posizione netta della Giunta sulla vicenda è che in tutti questi mesi, e in tutti questi anni che abbiamo alle spalle, questo Governo e il suo autorevole Viceministro per i rapporti con l'ANAS, non è ancora riuscito a dare una soluzione definitiva alla materia.
Questa è la posizione forte che la Giunta rappresenterà, così come ha rappresentato la preoccupazione su cui ancora non abbiamo avuto risposta caro Consigliere Guida, rispetto ai tagli che si ipotizzano su ANAS, che metterebbero in discussione la stessa realizzazione di molti lotti.
Sul punto, Consigliere Guida, abbiamo preso una posizione documentabile per iscritto qualche mese fa e non abbiamo avuto, né da ANAS né dal Governo, alcuna risposta. Questo è il Governo con cui ci confrontiamo.
Le do atto di non aver fatto sconti a nessuno. Mi ha sollecitato ad esprimere una posizione forte. Questa è la posizione che in questi termini verrà rappresentata al Governo, al Ministro e al Viceministro competente.
Per quanto riguarda la riunione di domani, tengo a sottolineare che quella del centrodestra è una coalizione che ha sostenuto un impianto di riforma nel senso della devolution. Ritengo che sia del tutto irritale. In qualche caso mi è stata mossa l'osservazione di rispettare i rapporti istituzionali, ma in questo caso è stata convocata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri una riunione, in merito alla quale la Regione Piemonte non ha ricevuto alcuna formale comunicazione da parte del Governo che la convoca.
Questo è il punto. Non solo apprendiamo dai giornali di una riunione ma dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione o convocazione riguardo alla riunione di domani. È evidente quindi, che la Regione Piemonte, che ha una sua propria autonomia e dignità istituzionale, non dovrebbe presentarsi e non dovrebbe partecipare ad una riunione presso la quale non è stata formalmente invitata dalla competente autorità. Questo vuole il rispetto istituzionale.
Questo è il punto, anche se noi saremo presenti alla riunione di domani, perché abbiamo a cuore la questione.
La posizione forte della Giunta è quella che ho appena finito di esprimere. Credo, però, che sia ora di finirla con questo gioco delle parti e, dimenticando che c'è un'autorità competente che non ha saputo risolvere il problema, si viene a dire che è colpa della Regione Piemonte se il problema non si risolve. Mi pare, da questo punto di vista, che non sia solo improprio istituzionalmente, ma sia anche troppo chiedere a noi di fare una parte che, magari, faremo tra qualche mese, quando gli elettori avranno deciso diversamente. Per il momento è così.
Non avendo ricevuta alcuna convocazione da parte del Sottosegretario Letta, credo che sia assolutamente opportuno che ad una riunione, alla quale la Regione Piemonte non è stata neanche invitata, partecipi, in qualità di rappresentante, l'ingegnere competente.



PRESIDENTE

Per par condicio, la parola al Consigliere Guida per un supplemento di risposta.



(Commenti del Consigliere Ghigo fuori microfono)



PRESIDENTE

Prego di lasciar fare il supplemento di intervento...



(Commenti del Consigliere Ghigo fuori microfono)



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, Consigliere Guida.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghigo sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Non per togliere la parola al collega Guida, ma per rappresentare a lei, Presidente del Consiglio, che possiamo ritenere la riposta dell'Assessore Borioli come una comunicazione di Giunta sulla questione del collegamento Asti-Cuneo, e che sarebbe opportuno aprire un dibattito sulla comunicazione.
L'opposizione fa un'interrogazione; l'interrogante rappresenta la propria insoddisfazione, ma non va bene che si debba sorbire tutto un significativo ed interessante pistolotto dell'Assessore. Allora apriamo un dibattito. L'Assessore si riservi, eventualmente, di prendere atto delle considerazioni svolte dall'interrogante, perché la procedura non è che la Giunta prende la parola e ci rappresenta la sua politica sui trasporti di qui ai prossimi dieci anni, facendo, oltretutto, considerazioni di carattere politico. Poiché l'Assessore ha fatto considerazioni di carattere politico, apriamo un dibattito politico sull'Asti-Cuneo.



PRESIDENTE

Consigliere Ghigo, è vero che in questo caso abbiamo derogato, come è già successo in passato, all'applicazione del Regolamento, ma ciò è avvenuto per favorire la completezza della risposta.
In limitati casi, abbiamo acconsentito all'Assessore, dopo la replica dell'interrogante, di dare ulteriori delucidazioni. Abbiamo sempre consentito all'interrogante, per par condicio, di dire l'ultima parola.
Tutto questo esclusivamente al fine di risolvere, in sede consiliare problematiche a beneficio dei Consiglieri, che altrimenti si sarebbero ripresentate. Ritengo fuori luogo e inopportuno allargare l'oggetto della risposta.
Se si vuole calendarizzare dibattiti in Consiglio su punti importanti come questo, esistono tutti gli strumenti regolamentari per farlo e non sarà assolutamente negato.
Adesso possiamo dare la parola al Consigliere Guida per esprimere il suo giudizio sul supplemento di risposta fornito dall'Assessore Borioli.



GUIDA Franco

So che l'Assessore Borioli è anche appassionato di storia locale quindi non avrei alcun problema e alcuna reticenza ad aprire un dibattito sull'Asti-Cuneo, così gli potrei spiegare perché siamo arrivati al 2006 senza avere l'Asti-Cuneo. Ricorderei quanti ostacoli sono stati frapposti negli anni, da questo o quel partito politico, da questo o da quel personaggio politico.
Forse l'Assessore non ha compreso il senso della mia interrogazione.
Lei non deve aspettare di essere invitato. È lei che deve invitare. È lei che deve prendere un'iniziativa. L'incontro di domani è stato organizzato perché richiesto dal Presidente Costa. Non voglio una Regione che sia un vagone, tanto per rimanere in tema di trasporti, voglio una Regione che sia una locomotiva.
Domani lei non deve mandare un funzionario perché si è sentito frustrato e perché non ha ricevuto un invito. Lei domani dovrebbe presentarsi comunque - lei o un esponente della Giunta - perché è importante partecipare ad un incontro che potrebbe risultare determinante per la politica dei trasporti in Piemonte.
Assessore, personalmente la seguo con estrema attenzione perché la trovo anche simpatico (non sono prevenuto a livello personale e so quanto ha fatto e quel che fa, quindi da parte mia non c'è alcuna prevenzione n personale né ideologica né, tanto meno, politica). Tuttavia, la smetta di esercitarsi in quello che ormai è il suo sport preferito: dare sempre la colpa al Governo, a questo o quel Sottosegretario.La Regione Piemonte non deve aspettare che sia la Provincia di Cuneo a prendere un'iniziativa. Come le ho detto prima, cercando di darle una mano, l'interrogazione risale al mese di giugno, precisamente al 16 giugno. È possibile che in questi mesi lei non abbia preso un'iniziativa? È possibile che non abbia alzato il telefono per dire all'ANAS: "Ho bisogno di chiudere questa vicenda"? possibile che la Regione non abbia preso un'iniziativa di questo genere, non a livello burocratico o epistolare, ma politico? Questo era il senso dell'interrogazione.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, mi spiace ma non posso darle la parola se non la chiede per mozione d'ordine.
La parola al Consigliere Vignale per mozione d'ordine.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Voglio fare un richiamo al Regolamento. È pur vero che qualche volta avvengono le deroghe, nella replica, relativamente alle risposte degli interroganti. Ma è altrettanto vero che quando alla deroga si deroga una seconda o una terza volta, come bene ha rilevato il Consigliere Ghigo, si apre a tutti gli effetti una comunicazione. Formale o informale che sia, ma si apre a tutti gli effetti una comunicazione. Vogliamo entrare nel merito.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, certo della sua buona fede lo ho dato la parola ma non possiamo trasformare, artificiosamente, la risposta ad interrogazioni in dibattiti.
Se vogliamo farlo, dobbiamo ricorrere ai mezzi del Regolamento quindi chiedere l'iscrizione di un punto all'o.d.g., farlo votare dall'Aula e poi procedere al dibattito. La prego, Consigliere, di attenersi al rispetto del Regolamento.
vero che abbiamo fatto una deroga ma, come diceva giustamente, per favorire una completezza di risposta azione che, in questo caso, non è stata voluta, non ha favorito la soluzione del problema, anzi, l'ha inasprito.



VIGNALE Gian Luca

Concludo brevemente dicendo a lei e all'Assessore che intanto chi informiamo è l'Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, che ha una titolarità nel richiedere alcuni incontri, a partecipare, a darsi da fare affinché le questioni vengano risolte. Poi c'è l'intelligenza degli Assessori che replicano in deroga. Mi permetto di dire che non c'è stata.
Se la replica in deroga è formulata, come a volte accade, perch l'interrogante rileva all'Assessore che non ha dato risposta ad una parte dell'interrogazione, la deroga ci sta perché la risposta non è stata completa.
Quando, invece, dobbiamo ascoltare uno sproloquio dell'Assessore che nella deroga, non dà risposte ulteriori all'interrogante, ma esprime tutto il male possibile relativamente al centrodestra sulla politica dei trasporti, certamente attiene all'intelligenza dell'Assessore, ma altrettanto certamente il Presidente non può comprendere che questo non si configura come la deroga aggiuntiva, ma, a tutti gli effetti, come un inizio di comunicazione. Non perché la si voglia trasformare come tale, ma perché, se qualcuno inizia a parlare dei mali possibili, c'è anche chi sempre in deroga, deve dire che tutti quei mali possibili non esistono. E poi c'è chi ha potestà da esercitare, ma non la esercita.
Ci fermiamo qui. Certamente non vogliamo attribuire colpe all'Ufficio di Presidenza perché il rispetto troppo rigido del Regolamento non consente di rivolgere la domanda in più all'Assessore che si è dimenticato di dare una risposta, ma in qualche modo ci permettiamo di formularla all'intelligenza dei controreplicanti perché diventa difficile una "par condicio" rispetto alle risposte che si danno.


Argomento:

Risposta scritta a interrogazioni ed interpellanze (seguito)

Argomento: Informazione

Interrogazione n. 321 del Consigliere Ricca, inerente a "Potenziamento Isoradio" (risposta scritta)

Argomento: Innovazione tecnologica

Interrogazione n. 398 del Consigliere Cirio, inerente a "Accesso al sistema ADSL per i Comuni del Roero" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 321 del Consigliere Ricca e all'interrogazione n. 398 del Consigliere Cirio.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Iscrizione punti all'o.d.g. con particolare riferimento all'o.d.g. n. 244 avente per oggetto "Gravi problematiche all'applicazione della nuova normativa europea in tema di produzione zuccheri"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la mozione n. 244, avente per oggetto "Gravi problematiche all'applicazione della nuova normativa europea in tema di produzione zuccheri".



(L'Aula, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Motta sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Ricordo che nell'ultima seduta di Consiglio avevo chiesto una particolare attenzione per l'ordine del giorno riguardante la carenza di organico dei Vigili del Fuoco, in occasione dell'evento olimpico.
Ormai le Olimpiadi sono alle porte, cominceranno la prossima settimana.
Chiedo nuovamente a tutti i Consiglieri la disponibilità, entro la chiusura della seduta pomeridiana, di poterne almeno discutere.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazione della Giunta regionale inerente la situazione occupazionale FIAT ed interrogazioni e interpellanze nn. 429, 447, 516, 474, 497 e 508 nonché gli ordini del giorno nn. 174, 216 e 217 assorbiti dal dibattito


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il punto 4) all'o.d.g., inerente a "Comunicazioni della Giunta regionale sulla FIAT".
La parola all'Assessore Susta.



SUSTA Gianluca, Assessore alle attività produttive

L'incontro che si è tenuto in Commissione qualche giorno fa, in cui sono stati sentiti i responsabili di FIAT Auto e delle relazioni esterne dell'azienda, è stato significativo. Nella conferenza stampa di ieri sono emerse ulteriori specificazioni: sono stati presentati i risultati operativi dell'intero gruppo, con particolare riferimento a FIAT Auto.
Non riprendo interamente la discussione che si è svolta in VII Commissione, anche di confronto tra Consiglieri regionali e responsabili FIAT. È confortante - e su questo noi eserciteremo tutta la nostra attività politica e istituzionale di raccordo con la FIAT - la notizia di rispettare i tempi previsti dal protocollo di intesa per l'allestimento della linea di produzione della Grande Punto a Torino. Così come sono confortanti i dati sulla vendita anche della Punto base e di tutti gli altri prodotti della FIAT che danno, per la prima volta dopo cinque anni, un risultato incoraggiante e significativo, rispetto ad un risanamento in atto. Che noi accompagneremo, come previsto dal protocollo di intesa seguito all'approvazione della legge sulla FIAT, con l'attuazione di tutti gli impegni che sono stati scritti nel documento.
evidente che nelle settimane scorse abbiamo guardato con qualche preoccupazione il rischio che l'allestimento della linea della Grande Punto slittasse ad agosto o a settembre, quindi al di là dei termini pattuiti. Le informazioni avute, in modo ufficiale ieri, sono da apprezzare. Il che non significa che queste esauriscano il nostro compito anche da un punto di vista della situazione occupazionale. Emerge anche qualche contraddittorietà a livello governativo rispetto alla questione che aveva provocato l'incontro in Commissione nei giorni scorsi e l'incontro che il Consiglio regionale ha avuto, a cui anch'io sono stato invitato a parteciparvi, con i cassa integrati.
Indubbiamente c'è un atteggiamento contraddittorio del Governo verifichiamo che alcuni esponenti piemontesi abbiano detto alcune cose perché mi sembra che il Ministro Maroni sostenga altre tesi.
Noi siamo disponibili ad assumerci la nostra parte di responsabilità anche con una funzione di mediazione e di intervento, come solitamente facciamo nei confronti di moltissime aziende in crisi. In questi mesi, in cui la Regione, insieme alla Provincia e agli Enti locali interessati viene chiamata ad approfondire in loco e a portare al tavolo nazionale determinate questioni, siamo sempre presenti. E credo che questo sia ancora l'atteggiamento che noi teniamo.
Riteniamo inoltre di poter dire che, se i risultati operativi ci saranno, se ha senso l'operazione da noi posta in essere, se davvero le aspettative che ci sono in termini di produttività della Grande Punto e quindi, di redditività per l'azienda non si tradurranno anche in miglioramenti complessivi della situazione occupazionale, credo che non raggiungeremo complessivamente gli obiettivi che ci eravamo prefissi.
fondamentale non solo il punto di vista della valorizzazione immobiliare ma anche il punto di vista delle politiche industriali e dell'incentivazione attraverso progetti di ricerca e di innovazione in cui investire le risorse erogate attraverso l'acquisizione immobiliare, in modo che vi sia un risultato anche dal punto di vista occupazionale.
Credo che, da questo punto di vista, non mancheranno - come non sono mancate - le nostre iniziative. L'attuazione del protocollo d'intesa presuppone un monitoraggio costante e periodico a cui è chiamata la Giunta e a cui è chiamato il Consiglio regionale. Lo eserciteremo fino in fondo.
Ribadiamo la nostra disponibilità a costituire anche un tavolo regionale, qualora fossimo chiamati dalle organizzazioni sindacali dall'azienda, dai lavoratori direttamente interessati per approfondire la situazione, soprattutto in questa fase in cui forse incominciamo a intravedere la fine del tunnel, con la speranza che questo possa e debba tradursi in una migliore situazione occupazionale, in particolare per coloro che in questo periodo di crisi hanno maggiormente pagato il prezzo di una situazione difficile.
Oggi il tavolo è principalmente, se non esclusivamente, "romano"; in quel tavolo notiamo delle contraddittorietà che sicuramente non sono positive e anche delle rigidità, sia nel Governo ma anche nell'azienda, che vanno superate. Il nostro sforzo, visto anche quello che abbiamo fatto nei mesi scorsi come capofila degli Enti locali, è certamente quello di comprendere le ragioni di chi, soprattutto ancora giovane e che può dare molto all'azienda, deve avere garanzie dal punto di vista del suo futuro professionale. Questo lo possiamo mettere al tavolo del nostro confronto con l'azienda stessa durante l'azione di monitoraggio. Lo faremo perché è nostro dovere, oltre che considerazione generale, quello di fare in modo che le risorse umane e professionali che ci sono in questa città e in questa regione vengano salvaguardate.
Occorrono risposte un po' più puntuali di quelle che abbiamo ricevuto finora rispetto alle motivazioni che sono state poste alla base della richiesta di allungamento - in atto nel braccio di ferro tra Governo e azienda - e che, in qualche modo, devono anche essere giustificate all'opinione pubblica, perché appartengono ad un corretto sistema di relazioni sindacali e politiche istituzionali che hanno ispirato anche l'intesa tra gli Enti locali e la FIAT.



PRESIDENTE

Devo comunicare che è a disposizione dei colleghi Consiglieri la bozza ancora non corretta dei verbali delle audizioni dei rappresentanti FIAT Auto e dell'Unione Industriale tenutasi nella VII Commissione del 26 gennaio e i verbali delle audizioni delle Organizzazioni sindacali sullo stesso tema, relativi alla seduta del 19 gennaio della VII Commissione.
Se non vi sono richieste in senso contrario, consideriamo assorbite nella discussione le interrogazioni nn. 429, 447, 516, 474, 497 e 508 nonché gli ordini del giorno nn. 174, 216 e 217, che procederei a mettere in votazione, sempre che - ripeto - non pervengano richieste in senso contrario.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Almeno per quanto ci riguarda, va bene assorbire tutti gli ordini del giorno nella discussione, però - lo dico per ricordarlo soprattutto a me stesso - adesso sulla comunicazione del Vicepresidente Susta si apre un dibattito. Vero, Presidente?



PRESIDENTE

Lo davo per scontato e ho citato anche i documenti che verrebbero assorbiti nel dibattito.



GHIGO Enzo

Ringrazio il Vicepresidente Susta per le sue considerazioni successivamente ritornerò sul tenore di alcune sue affermazioni e alcuni suoi passaggi, che sembrano un po' essere il filo conduttore di questa Giunta: è sempre colpa di qualcun altro, noi facciamo tutto bene, gli altri fanno tutto male.
Comunque, oggi è una giornata in cui dobbiamo essere tutti soddisfatti: la discussione del provvedimento - lo dico per chi ha poca memoria - è stata articolata e, da parte dell'opposizione, ha visto un ruolo propositivo.
Il disegno di legge, anche in relazione alla tempistica legata all'allestimento della linea della Grande Punto, vide un iter di discussione del provvedimento agevole. Noi, come Gruppo di Forza Italia votammo comunque contro quel provvedimento, in quanto allora ritenevamo - e riteniamo ancora oggi - che quel disegno di legge avesse degli elementi dal punto di vista immobiliare, non così definiti e non così chiari.
Rimane il fatto che nelle settimane scorse, non solo da parte nostra ma da parte di molti Gruppi di maggioranza e di opposizione in Consiglio regionale, venne segnalato un elemento di preoccupazione e di criticità sulle date di allestimento della linea. Credo che questo debba essere iscritto a merito di tutti noi, perché forse la sollecitazione che è venuta dal Consiglio, dagli ordini del giorno, dal governo regionale ha fatto sì che, a un certo punto, anche attraverso l'audizione della scorsa settimana gli impegni che l'azienda aveva assunto subissero addirittura un anticipazione rispetto alle ultime dichiarazioni: si parlava di giugno luglio e adesso apprendiamo dai giornali che la linea della Grande Punto verrà allestita entro il mese di maggio. Apprendiamo anche che alcuni modelli ancora in produzione, come la Punto, continueranno ad essere prodotti nello stabilimento di Mirafiori.
Bene, questi sono elementi che chiaramente, in prospettiva - e i commenti sui giornali di oggi ne danno un significativo risalto - noi, come Gruppo, giudichiamo estremamente positivi, perché anche noi abbiamo immaginato e pensato che la FIAT dovesse essere sempre considerata e rappresentare un elemento trainante dell'economia della nostra regione naturalmente attraverso un lento accompagnamento di uscita dalla monocultura legata all'industria automobilistica verso una costante diversificazione in altri settori, mantenendo il core business legato all'industria automobilistica.
Ricordo - ma semplicemente perché l'ha citato anche un commentatore su La Stampa di oggi - che proprio cinque o sei anni fa istituimmo il corso di laurea in automobilismo (o in meccanica automobilistica) presso il Politecnico e questo fu un segnale preciso di voler credere che il know-how che in questa città esiste nei confronti dell'industria automobilistica era un know-how che noi volevamo tramandare e continuare, in modo che potesse rappresentare un elemento di distinzione culturale e produttiva della nostra città. Bene, adesso abbiamo raggiunto un risultato e credo che il merito debba essere riconosciuto a chi ha partecipato al suo raggiungimento. Perciò, vede, Vicepresidente, noi riconosciamo anche i meriti alle persone che agiscono. In questo senso, le sue affermazioni di critica relative alla vertenza sindacale sulla mobilità, che lei ha rivolto nei confronti del Governo, mi sembrano ingiuste...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Susta)



GHIGO Enzo

Ha citato una persona che non viene presa come modello dal sottoscritto, di conseguenza, è una citazione sbagliata, mi permetta. Il Ministro Maroni e il Sottosegretario Letta hanno una vertenza - chiamiamola in questi termini - aperta che, naturalmente, tutti noi auspichiamo possa essere risolta. D'altro canto, le notizie positive dell'andamento del bilancio FIAT, seconde me, potranno essere propedeutiche per individuare un punto di sintesi e di soluzione. Però, voglio ricordare, ed è questo l'elemento in riferimento alle sue considerazioni, che non appare che questo Governo, come quello precedente, nei confronti della FIAT non abbia mai fatto nulla. Adesso c'è una situazione circoscritta legata alla mobilità che necessita di una soluzione, ma voglio ricordare - lo ricordo in maniera specifica e precisa perché all'epoca ero Presidente della Regione Piemonte - che, a partire dall'anno 2002, ma possiamo parlare anche della crisi degli anni 1993-1994, quando non c'era questo Governo alla guida del Paese, i Governi che si sono susseguiti in questi anni hanno sempre avuto una particolare attenzione rispetto alle problematiche della FIAT, oltre, naturalmente, agli aspetti di tipo sociale legati a chi lavora all'interno dell'azienda. Questa è sempre stata considerata un'azienda strategica e deve continuare ad essere considerata strategica, perché, in realtà, è l'unica vera industria rimasta nel nostro Paese. Di conseguenza credo che qualsiasi Governo debba fare tutto il possibile, anche su questo tema della mobilità, che è un elemento marginale. Concludo svolgendo queste considerazioni, perché vorrei stigmatizzare alcune affermazioni che esponenti autorevoli come lei, ma anche il signor Sindaco Chiamparino hanno rilasciato sui giornali di oggi. Voi sostenete di aver fatto tutto quello che doveva essere fatto, mentre, come al solito, il Governo non fa quello che occorre. Mi rendo conto che siamo alle porte di una campagna elettorale, anzi, qualcuno potrebbe dire che siamo già in piena campagna elettorale. Credo che in quest'Aula tali considerazioni, come prima anche quelle dell'Assessore Borioli, che sono tutte proiettate a criticare quanto è stato fatto prima o quanto il Governo non sta facendo adesso costituiscano un approccio che in questa sede, secondo me, non è corretto in quanto noi abbiamo dimostrato di essere disponibili a collaborare nell'interesse del territorio. Bene, le polemiche facciamole nelle sedi opportune, cioè nei dibattiti politici e nei comizi. In quest'Aula guardiamo le cose per quelle che sono e facciamo, ognuno nel suo ruolo quello che è importante per il territorio piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chieppa.



CHIEPPA Vincenzo

Noi Comunisti Italiani abbiamo sostenuto, in quanto lo ritenevamo e continuiamo a ritenerlo importante, l'atto relativo all'area di Mirafiori che recentemente il Consiglio regionale ha approvato, e il conseguente avvio di una linea di produzione negli stabilimenti di Mirafiori, per tenendo presente due obiettivi che si volevano raggiungere. Il primo riguarda la salvaguardia e, in qualche modo, il rilancio dell'attività produttiva manifatturiera sul nostro territorio, che non può essere scissa dal riassorbimento di quelle migliaia di lavoratrici e di lavoratori che oggi, sono fuori dal processo produttivo. Da questo punto di vista, c'è una criticità forte che noi poniamo alla Giunta e chiediamo che venga assunta come elemento prioritario di azione politica rispetto ai rapporti con i vertici aziendali.
La Regione, il Comune e la Provincia hanno dato prova di grande senso di responsabilità volendo mettere in campo una seria politica industriale di rilancio di quell'azienda. Credo che quei vertici aziendali continuino come hanno fatto per anni, a mentire sulle loro reali intenzioni. Credo che da parte dei vertici FIAT ci sia l'idea di progressivo abbandono di questo territorio. Noi lo denunciamo con forza, altrimenti non si capirebbe perch nuovi modelli o parti di nuove automobili vengano progettate al di fuori del territorio regionale e nazionale.
C'è quindi un'idea precisa che questo Governo locale - intanto parliamo di questo - di centrosinistra deve - e noi chiediamo questo con forza contrastare politicamente, se non altro, se non abbiamo gli strumenti per poterlo fare diversamente, chiediamo che venga attuata una vera azione di contrasto rispetto a questo tipo di atteggiamento.
Da parte nostra credo non ci sia bisogno di ribadire - altri lo hanno fatto - le critiche al Governo nazionale, le diamo per scontate.
Credo che si sia giocata e si stia giocando una partita pesantissima sulla pelle di migliaia di famiglie non solo torinesi e piemontesi, ma di tutta Italia. Questo gioco del Governo, che tende a voler negare l'acceso alla mobilità lunga, è - posso dirlo? - scandaloso! Forse, nella storia di questo Paese non è mai accaduta una cosa di questo genere, visto che c'è una emergenza vera e l'alternativa vera, ad oggi, non è ancora in campo ancora non esiste.
Noi non abbiamo gradito, lo voglio dire con grande pacatezza e fermezza, i veri e propri festeggiamenti che sono apparsi ieri e oggi sugli organi di informazione rispetto a questa performance finanziaria del gruppo FIAT. Certo, non siamo stolti, ci rendiamo conto, siamo felici anche noi che i conti del gruppo FIAT stiano migliorando, ma continuiamo a considerare negativamente il nesso tra ripresa economico-finanziaria del gruppo FIAT e contestuale ripresa produttiva. Il Gruppo dei Comunisti Italiani ha finora sostenuto questo percorso nella prospettiva del riassorbimento occupazionale di quell'azienda. Se questo nesso c'è qualcosa non funziona. C'è una posizione subalterna degli enti pubblici rispetto ad un potere economico forte che ha condizionato e condiziona ormai storicamente, questo territorio.
Credo, invece, che il Governo regionale e gli altri Enti locali debbano fare un'azione netta, chiara e puntuale anche rispetto all'opinione pubblica e rispetto alle lavoratrici e ai lavoratori, cioè a quelle famiglie torinesi e piemontesi che oggi vivono una condizione di grande angoscia, oltre che di grave difficoltà economica.
Noi, come Regione, abbiamo messo in campo alcuni provvedimenti legislativi che tentano anche di dare una risposta a questo tipo di situazione. Sottolineiamo che ad oggi manca - e lo chiediamo al Vicepresidente Susta, ma anche alla Presidente della Regione - una presa di posizione chiara, anche - lo voglio dire - conflittuale con i vertici aziendali. Non è obbligatorio essere comunque sempre d'accordo, festeggiare risultati positivi, ma bisogna anche esprimere remore ad andare al conflitto con i vertici FIAT quando questi non fanno l'interesse - oltre che il loro indubbiamente legittimo - anche della collettività piemontese in questo caso.
Da questo punto di vista, chiediamo una correzione di rotta rispetto all'azione presso l'opinione pubblica, all'azione presso quei lavoratori all'azione che noi crediamo debba irrigidirsi dopo tutti i segnali che questa Regione ha dato ai vertici aziendali e porre, quale primo punto, il rilancio dell'attività produttiva.
FIAT deve precisare se intende progettare e realizzare un nuovo motore e un nuovo modello su questo territorio e deve chiarire se intende riassorbire quei lavoratori che oggi sono fuori dal processo produttivo.
La Giunta deve farsi carico di queste domande. Noi chiediamo formalmente questo atto. Grazie.



(Applausi nella parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Per cortesia! Prego il pubblico di evitare atti di approvazione, perché non consoni al decoro dell'Aula e, quindi, non ammessi.
Vi prego di astenervi da analoghe manifestazioni nel corso del dibattito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Abbiamo ovviamente letto con soddisfazione dei ricavi che FIAT Auto ha dichiarato ieri, in particolare quelli legati al comparto Auto.
Dovremmo dire che FIAT è tornata in salute (poi spiegheremo perch utilizziamo il condizionale, legandolo, soprattutto, alla capacità produttiva di FIAT Auto all'interno del nostro territorio).
Questo Consiglio e i cittadini piemontesi hanno assunto un impegno economico importante, scommettendo, in qualche modo, sullo sviluppo economico e sul mantenimento della capacità manifatturiera di FIAT, ma anche dell'indotto FIAT all'interno del nostro territorio: insieme hanno speso 67 milioni di euro.
Innanzitutto, legando anche l'impegno assunto alle dichiarazioni rese questa mattina dal Vicepresidente, domandiamo formalmente, forse per la quindicesima volta, le perizie rispetto all'acquisizione - perizie che ora ci auguriamo ci siano, a protocollo d'intesa siglato - per verificare che il finanziamento individuato come modalità per rispettare la normativa europea sull'acquisto di parti di patrimonio sia stato congruo.
Come dicevo, la Regione Piemonte, assieme ad altri enti, fa un investimento importante per il mantenimento della capacità produttiva sul territorio.
Se fossimo azionisti del Gruppo FIAT, potremmo nutrire un qualche interesse dal fatto che FIAT Auto e il Gruppo FIAT funzionino meglio perch stipulano, oltre ai noti accordi in Polonia, dei nuovi accordi per nuove produzioni in Turchia piuttosto che in Russia. Ma da Parlamentari regionali credo che il nostro interesse - lo prevede la legge che abbiamo votato anche se il nostro Gruppo consiliare non la votò - sia improntato allo sviluppo e al mantenimento dell'attività manifatturiera nella nostra Regione.
Questo è un punto nodale, sul quale chiediamo l'attenzione del Vicepresidente Susta, ma anche del Consigliere Clement, in qualità di Presidente della VII Commissione, perché mentre la Giunta ha il dovere di far applicare la legge e, quindi, il protocollo d'intesa che abbiamo siglato, il Consiglio ha il dovere, ugualmente importante, di verificare che la legge che abbiamo approvato venga davvero rispettata.
Noi ci permettiamo di avanzare alcune perplessità. Le abbiamo avanzate peraltro, in sede di VII Commissione consiliare, per la verità non molto accompagnati, e le riproponiamo oggi.
Le dichiarazioni del Consigliere Chieppa, che ha votato, assieme ad altri colleghi, questa legge, sono sacrosante. Ci permettiamo di porre alcune domande e per chi ascolta - i colleghi stessi - proveremo a darci una risposta, oppure sarà la Giunta a fornirci spiegazioni in merito.
FIAT Auto (e non il Gruppo di Alleanza Nazionale), audita in VII Commissione, dice: "Con la produzione della Grande Punto - e anche a quella arriveremo - non sarà riassorbita interamente la cassa".
Apro una parentesi: un gruppo automobilistico che matura 21 milioni di utile, un gruppo FIAT che, complessivamente, ne matura un miliardo e mezzo e che ha ricevuto quasi 70 milioni di euro dagli enti pubblici, pu impegnarsi in un rientro immediato, come chiedevamo, dei lavoratori in cassa? La risposta, per noi, prima era "sì", oggi è ancora di più "sì".
Ma FIAT Auto, in Commissione, precisa che il rientro delle maestranze operanti all'interno di Mirafiori verrà completato nel 2008 con la produzione di un nuovo modello (quale sia questo nuovo modello non lo sappiamo). Rilevo che abbiamo un piano industriale che arriva al 2008 (ma approfondiremo anche questo aspetto).
Per adesso, quindi, di un rientro totale dei lavoratori in cassa integrazione non se ne parla su Mirafiori.
Per gli enti centrali, FIAT invece precisa: "Il rientro complessivo dei lavoratori in cassa negli enti centrali non ci sarà mai. Noi non utilizzeremo modalità strutturali - quindi non utilizzeremo la mobilità ma con la cassa faremo un accompagnamento alla pensione". Ma un rientro dei lavoratori degli enti centrali non ci sarà neppure nel 2008. Anche questo allora, bisogna precisarlo, perché altrimenti raccontiamo cose non vere.
Arriviamo al protocollo d'intesa, posto che abbiamo votato una legge che dava la possibilità alla Giunta di siglare un protocollo d'intesa.
La prima bozza del protocollo d'intesa, della quale peraltro abbiamo discusso per mesi in Commissione, sanciva il mantenimento dei livelli occupazionali oggi esistenti. Noi rilevavamo che un impegno di 70 milioni di euro avrebbe dovuto garantire almeno qualche assunzione in più. Ma qualcuno, come il collega Larizza, sosteneva: "Garantiamo almeno un lavoro alle persone che attualmente operano". Va bene.
Il mantenimento dei livelli occupazionali - rilevo - dal protocollo d'intesa della Giunta scompare.
Nel protocollo d'intesa firmato da Giunta e da FIAT scompare la dicitura "mantenimento dei livelli occupazionali", ed è sostituita all'articolo 3, con "mantenimento dell'attività produttiva".
Vi è un passo, però, che è interessante. Si dice: "Il Gruppo FIAT conferma che nell'ambito del nuovo Piano Gamma Prodotto, nell'area - stiamo parlando di Mirafiori - sia mantenuta l'attività produttiva, con particolare riferimento alla produzione del modello Grande Punto". E arriviamo alla Grande Punto.
Alla domanda che abbiamo posto a FIAT, al terzo tentativo abbiamo ricevuto anche una risposta: "Nel 2006 FIAT produrrà 360.000 Grandi Punto a Melfi".
In Commissione, FIAT precisa che inizieranno a produrre la Grande Punto a Mirafiori a settembre, perché è impossibile allestire una linea prima.
Bisognerà dunque attendere la pausa estiva di agosto per allestirla.
Marchionne, invece, ieri ha precisato che la faranno a maggio: meglio ancora! Avranno cambiato idea, per carità: è meglio che la facciano prima piuttosto che dopo. Ma questo dato fornisce un numero, che è la produzione: se la produzione fosse iniziata a settembre, com'era previsto, FIAT avrebbe prodotto a Mirafiori circa 50.000 auto. Adesso saranno di più, circa 60.000 o 70.000.
Questo significa che se sommiamo le 360.000 auto di Melfi, prodotte con 400 lavoratori interinali (200 di Pomigliano e 200 di Cassino) e a quelli sommiamo le 60.000 a Mirafiori, così arriviamo a 420.000 Grandi Punto prodotte nel 2006. Per tre volte il nostro Gruppo ha chiesto alla FIAT qual'è la stima prudenziale di vendita di Grande Punto nel 2006. Alla terza volta abbiamo avuto una risposta. FIAT dice: fra dicembre e gennaio abbiamo avuto 30.000 ordinativi. Tenete conto che il dato è sovrastimato perch sono i mesi del lancio; 30.000 per dodici mesi è una valutazione assolutamente ottimistica.
Facendo finta che per dodici mesi si venda come nel mese del lancio arriviamo a 360.000. Realisticamente sappiamo che saranno qualche decina di migliaia in meno, intorno alle 320.000, ma FIAT ne produrrà 420.000. A chi le vende le altre 100.000? pensabile ipotizzare che, dopo un picco di produzione, il prossimo anno lascino a casa qualcuno, può essere a Melfi o a Mirafiori, ma da qualche parte secondo noi è possibile che accada. Un'impresa produce leggermente di più di quello che deve vendere, non produce il 30% in più di quello che ha previsto di vendere. Se lo fa è perché, nel nostro caso rispetto ad un accordo che gli ha fruttato 70 milioni di euro, pu rischiare il prossimo anno di mettere persone in cassa integrazione, non sappiamo se a Melfi, a Cassino, a Pomigliano o a Mirafiori, ma teniamolo in conto. È da questa domanda e da altre valutazioni che dobbiamo, soprattutto come Consiglio, fare una vigilanza stretta rispetto a quello che la legge dice, perché se i numeri sono veramente reali (così ci dice la FIAT, non ce li siamo inventati noi), allora quello è un problema che ci dobbiamo assolutamente porre.
Un'ultima questione e concludo. Il piano industriale di FIAT (quello presentato al Governo, non quello passato di mano ad AN) dice che dal 2005 al 2008 (nuovo motore, nuova auto, nuovo modello ecc.) mentre FIAT aumenta la capacità di produzione giornaliera di 200 auto in Val di Sangro, la mantiene costante a Pomigliano, la mantiene costante a Melfi, riduce di 200 autovetture la capacità di produzione a Mirafiori passando da 1.200 a 1.000. La domanda che abbiamo posto a FIAT è se, avendo preso 70 milioni di euro, cambierebbe il piano industriale. La risposta è no! FIAT ha previsto una riduzione da qui al 2008 della propria produzione.
Ripeto, è una domanda fatta in Commissione: cambierete il piano industriale? Hanno detto di no. Cosa significa? Che FIAT non intende mantenere il livello di produzione pari a quello presentato al Governo il 3 agosto 2005.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Io credo che per affrontare la questione che abbiamo all'ordine del giorno questa mattina, sarebbe necessario una lunga disamina per contestualizzare questa situazione. Nel senso che, proprio per titoli siamo in presenza di una crisi dell'auto a livello internazionale, così si esplicita nelle dichiarazioni delle ultime settimane e negli ultimi mesi: 30.000 esuberi alla Ford e 30.000 esuberi alla General Motors.
Siamo in presenza di una crisi del settore industriale nel nostro Paese e, segnatamente, in maniera molto marcata sulla Provincia di Torino.
Il dottor Zangola dell'Unione Industriale, la scorsa settimana, durante l'audizione in VII Commissione, ci diceva che sostanzialmente, ormai da tre anni la produzione industriale, se a livello nazionale è sostanzialmente ferma, nella Provincia di Torino continua a decrescere in maniera significativa. Questi sicuramente sono dei dati che dicono che non siamo in una situazione ottimale.
Rispetto a questo, siamo fortemente preoccupati di che cosa sta succedendo in FIAT, perché se sicuramente ci sono dei segnali positivi (perché è inutile nascondere alcune novità positive di questi giorni) è però altrettanto stupido non rendersi conto di come sia effettivamente la situazione.
Indubbiamente è un fatto molto positivo che ieri in conferenza stampa l'Amministratore delegato di FIAT dica che la linea della Grande Punto partirà a maggio, ma il fatto che una rappresentanza molto significativa di FIAT, non più tardi di giovedì scorso, avesse detto esattamente che sarebbe partita a fine agosto, ci sembra che dia l'impressione di un'azienda che non abbia le idee così chiare. Una volta si diceva che naviga a vista.
Questo è un dato che ci preoccupa molto. Non che ci preoccupi che parta la linea della Grande Punto a maggio, anzi, credo che fosse nell'interesse di tutti, tutti lo aspettavano e hanno accolto positivamente questa notizia, ma questi cambiamenti di giorno in giorno ci fanno pensare che non ci siano delle politiche industriali così definite.
altrettanto vero che l'accordo che abbiamo tradotto in una legge regionale non aveva al suo interno le potenzialità per ridurre o per azzerare tutti i problemi. Io credo che chi allora sosteneva questo e chi continua a sostenerlo oggi, sbaglia. Noi riteniamo che quell'accordo abbia comunque degli aspetti positivi. Un accordo che segnala un'inversione di tendenza, ma sicuramente un accordo che non è risolutivo dei problemi FIAT.
Su questo, devo dire, e lo dico anche come presidente della VII Commissione, bisogna dare atto alla FIAT che, in tutte le audizioni che abbiamo fatto dal luglio scorso ad oggi, da questo punto di vista non ha mai barato. La FIAT ha sempre sostenuto un livello di saturazione della forza lavoro attorno al 70%. Di qua al 2008 il livello di saturazione sarebbe potuto aumentare in maniera significativa fino ad arrivare all'85 con un rientro probabile di circa 1.000 lavoratori, proprio con l'avvio della linea della Grande Punto.
C'è però tutta una serie di altri dati che ci lasciano perplessi e ci dicono che bisogna mantenere estremamente alto il livello di attenzione e d'intervento rispetto a questo tipo di problemi. Crediamo che dall'interno dell'azienda arrivino segnali contrastanti. Da una parte si punta a dire che c'è un rilancio delle produzioni, dall'altra si incentivano i licenziamenti, con cifre significative, per i lavoratori che vogliono abbandonare la FIAT (non si tratta di lavoratori che sono in cassa integrazione, ma di lavoratori che stanno attualmente lavorando).
Noi crediamo che fino a quando non ci sarà un accordo sindacale che definisca tempi, modi e numeri di lavoratori che rientrano, che definisca e sancisca il piano industriale e che definisca che a Mirafiori non solo arriverà il famoso mitico nuovo modello (del quale tutti favoleggiano ma del quale nessuno ha informazioni precise), non potremo stare tranquilli su questa partita.
C'è poi un problema grande come una casa, ed è che FIAT continua a sottovalutare, ma che rischia di esploderci tra le mani. C'è un grido di dolore che arriva dalla nostra città - Torino - e riguarda i mille lavoratori attualmente in cassa integrazione degli Enti centrali. Su questo, la FIAT fa un'operazione che personalmente non riesco a capire. Ho chiesto chiarimenti in Commissione e, da una parte, rappresentanti FIAT dicono testualmente (si può leggere il resoconto stenografico): "Non ci sono esuberi strutturali agli Enti centrali", dall'altra, si chiede al Governo (andremo poi a fare valutazioni di carattere politico) di intervenire con misure, non solo ordinari, ma ultraeccezionali.
Come si fa a dichiarare che non ci sono esuberi strutturali e poi chiedere al Governo provvedimenti di mobilità lunga, non di uno, due o tre anni come previsto dalla legge n. 223, ma addirittura di sette, otto, nove o dieci anni? Questo è un problema grande come una casa, che evidenza soprattutto il problema di mille lavoratori che, presumibilmente continueranno a rimanere in cassa integrazione.
Se dovessero passare le ipotesi contenute nel piano Maroni, sarà ancora peggio: per i mille lavoratori, che sicuramente continueranno a rimanere in cassa integrazione, non si intravede alcuna possibilità di ricollocamento all'interno di FIAT.
Come si fa a dire che c'è l'assoluta necessità di avere una progettazione su un restyling della Stilo in tempi molto stretti, diciotto mesi? Per riuscire a fare questo restyling in diciotto mesi, invece di potenziare gli Enti centrali e rilanciare i settori di progettazione, si va a dare tutta la progettazione in mano ad un'azienda austriaca.
Mi sembra un controsenso estremamente accentuato.
Altro problema. Spesso e volentieri parliamo di "quote rosa", cioè un aumento del personale femminile che rappresenta, ai vari livelli, le istituzioni. Sicuramente, il problema quote rosa in FIAT non esiste.
Sicuramente non esiste. Dai dati, non precisi che abbiamo raccolto tra i lavoratori, la percentuale di donne in cassa integrazione è esattamente il doppio rispetto alle donne occupate. Questo è un problema sul quale la Giunta, come anche la Commissione Pari Opportunità, la Consulta delle elette e tutti gli organismi di rappresentanza femminile della nostra istituzione, dovrebbero intervenire.
C'è ancora un altro problema grande come una casa.
La riforma delle pensioni da tutti applaudita (parlo già di quella del '95) sta creando tutta una serie di problemi. I lavoratori che prima della riforma avrebbe potuto andare in pensione con uno, due o tre anni, oggi si trovano a non poterci più andare e a chiedere strumenti straordinari per poterci andare.
C'è uno scandalo - lo dico molto tranquillamente - perché mentre abbiamo lavoratori in cassa integrazione a zero ore agli Enti centrali negli stessi Enti centrali c'è chi prende il super bonus per continuare a lavorare. Come su questa partita, tutti, dalla Presidenza alla Giunta hanno lavorato e hanno portato a casa risultati parziali e limitati, ma comunque significativi. Anche sulla partita degli Enti centrali dobbiamo provare a costruire, a dare alcuni strumenti, a favorire la possibilità di arrivare ad un accordo sindacale che dia un segnale di speranza a questi lavoratori.
Invito la Presidente e tutta la Giunta a lavorare su questa partita altrimenti anche quell'operazione, che potrebbe essere positiva, sia pure con tutti i suoi limiti, rischia di non essere compresa. C'è un'estrema difficoltà a capire la differenza tra un cassintegrato sulle linee e un cassintegrato in un altro reparto di Mirafiori.



(Applausi nella parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Per cortesia, non è prassi, in questo Consiglio, accettare questi comportamenti. O vi adattate o sono costretto a sgomberare l'Aula.



(Commenti da parte del pubblico)



PRESIDENTE

Per cortesia, i Consiglieri che intervengono sono stati eletti a seguito di elezioni e rappresentano la comunità piemontese. In questo consesso, la parola è riservata solo ai Consiglieri. Vi prego, per cortesia, di adeguarvi a queste direttive, altrimenti sarò costretto a sgomberare l'Aula!



(Commenti da parte del pubblico)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa e il dibattito riprende alle 14.30.



(Commenti da parte del pubblico)



PRESIDENTE

Scusate, se il clima si rasserena e i Consiglieri sono d'accordo...



(Commenti del Consigliere Vignale fuori microfono)



PRESIDENTE

Collega Vignale, sono preoccupato di garantire che il dibattito avvenga nel rispetto del Regolamento e che i Consiglieri non siano sottoposti a un giudizio che si esprime platealmente dalle persone che stanno ad ascoltare.
Pertanto, se i Consiglieri acconsentono, possiamo proseguire con i lavori del Consiglio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Come Gruppo della Lega Nord siamo d'accordo a riprendere i lavori, per è giusto che lei abbia interrotto la seduta. Noi riteniamo che non sia corretto portare - si chiamano "truppe cammellate" - persone che applaudono solo quando parlano esponenti di una certa parte politica. È da evitare.



(Commenti del Consigliere Scanderebech fuori microfono)



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Scanderebech.



ROSSI Oreste

Quindi lei ha fatto bene a richiamare all'ordine. Stiamo trattando un argomento condiviso da tutti i Consiglieri regionali: salvare FIAT, essere contenti di un risultato di utile e cercare di far riassumere le persone oggi considerate in esubero.
Credo, quindi, che una delle poche volte in cui il Consiglio sta lavorando in modo unanime, sentire persone che applaudono solo una parte politica, non è ammissibile.
Ha fatto bene a richiamare all'ordine chi disturbava.



(Commenti del Consigliere Scanderebech fuori microfono)



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Scanderebech.
La seduta riprende, ma se ci saranno "schiamazzi" sarò costretto a chiudere il dibattito.



(Commenti del Consigliere Scanderebech fuori microfono)



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Scanderebech, non si metta anche lei a turbare la seduta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pizzale; ne ha facoltà.



PIZZALE Giovanni

Grazie, Presidente.
Cari colleghi, a mio parere, parlare di FIAT con sincerità è stato quasi mai possibile. Per ragioni occupazionali, per questioni di stabilità elettorale, per il controllo dei media. Mille e più sono state le ragioni per cui il rapporto tra Stato e FIAT è risultato un'anomalia, in cui una visione capitalistica dell'economia italiana è convissuta con il partito comunista più forte in Europa ed una gestione politica di chiara ispirazione cattolica.
Inutile e controproducente non ammettere che la gestione di questo fenomeno, tutto italiano, è stato caratterizzato da un innegabile senso dello Stato, che ha di fondo una rara capacità di responsabilità, radicata in uomini sicuramente "non comuni". Tutto ciò ha permesso la gestione di equilibri in cui le reciproche convenienze venivano mediate, in funzione di una continuità vantaggiosa per tutti. Difficile o facile, ma critica.
Dipende solo da quale punto di vista o quale parametro s'intende usare per affrontare le problematiche.
Con la morte dei protagonisti di questo progetto, senza uguali al mondo, è finito anche il gioco delle parti, e la nuova generazione di proprietari è costretta, per cultura e per l'assenza di legami sentimentali al territorio, ad agire con quei criteri di redditività ed espansionismo propri del capitalismo moderno.
Criticare FIAT nelle sua attuali scelte ha lo stesso significato di criticare l'aggressività di uno squalo: non ha senso! La politica perseguita da FIAT è una politica estremamente logica.
L'Italia non è "il" mercato, è "un" mercato che sta vivendo una crisi profonda. È logico che la ripresa FIAT non può essere risolta solo attraverso l'Italia, quando gli scenari della politica economica internazionale sono ad Est. Ed è in questo senso che si sta sviluppando questa nuova politica FIAT, attraverso partecipazioni dirette in aziende operanti in quei territori, condividendone i costi. Razionalizzazione delle esperienze per aumentare la redditività, disponibilità di manodopera a basso costo: tutte le logiche di un capitalismo attuale, soprattutto vivo.
Per cercare di chiarire i criteri su cui si sta movendo FIAT, partiamo da ciò che è accaduto in Turchia, dove è stata siglata un'intesa a tre, tra FIAT, PSA Citroen e Tofas. Tale accordo prevede la costruzione di una nuova vettura a tre volumi a basso costo, ma in grado di garantire una gamma completa di modelli: nome in codice D 200, ma si parla già di Albea destinata ai mercati emergenti, ma per un terzo a quello europeo. A questo tipo di vettura, seguirà la produzione di un piccolo veicolo commerciale targato FIAT-PSA Citroen.
Senza tediarvi con particolari, gli investimenti totali previsti tra il 2005-2008, secondo i documenti ufficiali, ammonterebbero a 716 milioni di euro per arrivare ad una produzione nel 2008 di ben 300.000 unità annue da parte dello stabilimento di Bursa (Turchia). Mi auguro che vi sia chiara l'importanza di questi dati. Di questo tipo di accordi, FIAT ne firmerà nei prossimi mesi, in India, in Cina ed in Russia (quest'ultimo già siglato la settimana scorsa, anche se per ora, si parla solo di assemblaggio di pezzi prodotti a Bursa).
Semplicemente chiediamoci cosa rappresenta l'Italia per FIAT di fronte a questa vitalità, che la vede protagonista su tutti i palcoscenici mondiali.
chiaro che FIAT sa benissimo quello che vuole. Sa benissimo che nel periodo di recessione a cui andremo incontro, sarà fondamentale la competitività, la necessità di auto affidabili ma a basso costo. In un'Europa livellata verso il basso, con milioni di giovani che vivranno grazie a qualcuno, di precarietà quotidiana, anche una Punto potrà essere un sogno irrealizzabile per i più. E allora: Albea, amici, rappresenterà il futuro mercato.
Solo un cieco può continuare a credere che FIAT, in questa realtà che si sta affacciando e si consolida di ora in ora, possa avere interesse ad un mercato come quello italiano. Basta usare il parametro del costo del lavoro o quello degli oneri fiscali per capire di cosa sto parlando.
Allora domandiamoci: perché questo balletto in Italia? Semplicemente per evitare che qualche azienda, magari giapponese, o perché no, americana forse, nonostante tutto, possa, operando in Italia, risultare più competitiva. E questo per FIAT, rappresenterebbe un pericolo, che cercherà in tutti i modi di evitare e anche di sfruttare.
Sintomatiche le ultime dichiarazioni apparse sui giornali, del Presidente del San Paolo IMI Enrico Salza, ed altrettanto quelle del Presidente della FIAT Luca Cordero di Montezemolo, nelle quali il primo invita a smettere di atteggiarsi a principe del Rinascimento, quando questo non esiste più e l'altro replicando dice: "La FIAT si sta risollevando senza l'aiuto di nessuno. Deve essere un esempio per il Paese". Queste ultime asserzioni ci devono far riflettere sul ruolo svolto dalle istituzioni, inerenti al piano di salvataggio della medesima, dato che risultano non riconosciute dai vertici FIAT. Dove si andrà a collocare il rapporto con questa azienda? Azienda, che fino a ieri, nonostante un rapporto affettivo con la nostra realtà territoriale, non ha esitato a socializzare le perdite e a privatizzare gli utili.
Troppo presuntuosa questa FIAT, per non sentirsi con le spalle coperte apriamo gli occhi finché siamo in tempo, perché il rischio è che la nostra disponibilità sia vista in un prossimo futuro come complicità od ignavia.
A questo punto, una domanda è d'obbligo: quale futuro per la nostra Regione? Prendiamo atto, cominciamo ad entrare nell'ordine di idee, alle condizioni a cui si offre, non è più un'opportunità per la nostra economia ed analizziamo con sincera realtà il nuovo scenario che saremo costretti ad affrontare.
Non è accettabile discutere e pietire, per la produzione di 80.000 Nuove Punto, di fronte alle produzioni di centinaia, anzi di milioni di veicoli previsti, con gli accordi che FIAT ha concluso e sta concludendo all'estero.
Senza una presenza costante di FIAT sul territorio, si dovrà considerare in crisi tutto il nostro comparto industriale ed, in particolare, quello torinese, che rappresenta la struttura portante dell'economia regionale.
La politica di gestione dell'indotto, introdotta da FIAT, ha reso il settore della piccola media industria incapace di essere competitivo sui mercati, rappresentati da altre realtà economiche, ed assisteremo ad un complessivo (è già in atto) ridimensionamento del lavoro, dei redditi della ricchezza. Con annesse problematiche sociali.
Speriamo, allora, che a Torino rimanga almeno la "testa" del gruppo: un centro ricerche d'eccellenza, ulteriormente potenziato, per produrre prototipi di auto, un centro stile e design (anche se attualmente dà le progettazioni in Austria).
Non ultimo, una provocazione. Perché non prendere in considerazione l'idea di suggerire a FIAT di progettare e fabbricare un taxi europeo, con caratteristiche di antinquinamento, a prezzi competitivi con applicati i più moderni sistemi antirapina e un logico utilizzo degli spazi interni? Ci sono gli stabilimenti. Cent'anni d'esperienza, l'esperienza dell'indotto, l'esperienza di migliaia di lavoratori.
In fondo la nostra storia, potremmo essere noi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Larizza; ne ha facoltà.



LARIZZA Rocco

Grazie, Presidente.
Certamente non è la prima volta che parliamo di FIAT, ma presumo nonostante l'ottimismo di queste ore, che non sarà neanche l'ultima. Non sono interessato, l'ho già detto altre volte, alle polemiche. I fatti sono lì, a dimostrare come negli anni che vanno dal 2002 fino ad oggi, le diverse istituzioni hanno seguito l'evolversi della crisi FIAT. Forse è meglio concentrarsi sulle questioni emerse negli ultimi tempi, in modo particolare dalla svolta, se si può chiamare così, avvenuta nel piano industriale della FIAT dell'estate scorsa quando la FIAT ha assunto un impegno che non aveva mai preso nel corso degli anni di crisi: un tentativo di risposta sul futuro della FIAT Mirafiori.
Chi ha seguito da vicino la crisi si è reso conto che stavano emergendo dei fatti particolari, cioè se chiudeva la FIAT a Torino, e la FIAT a Torino è solo Mirafiori, persino il nome FIAT doveva cambiare connotati.
Per questo oggi il Sindaco di Torino dice: "La FIAT ha difeso la sua T". La Fabbrica Italiana Automobili Torino, direi persino l'industria automobilistica italiana, ha ragione d'essere e se ciò che rappresenta Torino, in termini di capacità produttiva, di ricerca, di tecnologie, di competenze e di professionalità, ha un futuro, allora questa industria pu avere un futuro. Se ciò non avviene, ovviamente ne risente, come qualcuno ha già richiamato, l'intero comparto industriale, almeno per quanto riguarda l'area di Torino e del Piemonte.
Se la FIAT, come pare dalle ultime notizie, può avere un futuro, Torino e il Piemonte potranno contare su un forte insediamento di carattere industriale dell'industria manifatturiera con lo sviluppo dei servizi collegati a queste imprese e con la capacità, anche, di mantenere il nostro territorio attrattivo per gli investimenti in questo campo. L'ottimismo di queste ore sembra lontano davvero molti anni rispetto al pessimismo che noi abbiamo constato all'apertura della crisi.
Ricordo sempre con una certa impressione le dichiarazioni che allora fece Umberto Agnelli, quando disse: "Io attendo, come azionista, con apprensione e con ansia che il Consiglio di Amministrazione porti avanti un piano che ci dia dei risultati".
Se Umberto Agnelli era ansioso e preoccupato, immaginate qual era lo stato d'animo dei lavoratori dentro gli stabilimenti della FIAT in quelle ore. E molti di quei lavoratori dentro quegli stabilimenti non ci sono più.
Allora l'ottimismo che compare in queste ore, anche con una certa prudenza, perché poi si fanno sempre i conti con il mercato, è un ottimismo che ci può indurre a dire che forse la svolta nella crisi c'è. Ma questo ottimismo e questa svolta - è stato già rilevato da altri colleghi stridono con le condizioni reali di molte lavoratrici e molti lavoratori in cassa integrazione. Questo ottimismo stride soprattutto con la condizione di coloro che non vedono la prospettiva di un aggancio alla pensione e stride col fatto che - com'è già stato evidenziato - tra le persone in cassa integrazione, le donne, che pure sono la percentuale più bassa di occupati, pagano un prezzo più alto. E noi questo non lo dobbiamo sottovalutare.
Gli impegni che abbiamo assunto come Regione Piemonte, assieme al Comune e alla Provincia di Torino, che abbiamo condiviso e sostenuto, ci autorizzano - penso - a chiedere alla FIAT garanzie più precise di quelle che finora è riuscita a darci negli incontri in Commissione e anche nelle dichiarazioni.
Quindi penso che, se c'è lo spazio - se ho capito bene dalle comunicazioni del Vicepresidente - per aprire un tavolo almeno di monitoraggio, di controllo, di rapporti anche a livello regionale, noi questo lo dobbiamo fare, non solo per seguire - come abbiamo deciso di fare l'applicazione dell'accordo, ma anche per seguire in modo più diretto l'azione che deve fare il Governo in queste ore. D'altronde, molti provvedimenti che riguardano i lavoratori in cassa integrazione non possono essere materia di altre assemblee o di altre istituzioni: è dal Governo che passano queste decisioni. Penso che il rapporto che hanno stabilito le organizzazioni sindacali con la FIAT e la trattativa in corso nei rapporti col Governo debbano trovare una soluzione.
Giudico positivamente il fatto che la FIAT finalmente abbia aperto un tavolo di confronto con i sindacati. Non è una cosa abituale, devo dire.
Nel corso di questi anni, oltre alla crisi della FIAT, dal punto di vista produttivo c'è stata una forte crisi industriale, una crisi delle relazioni industriali, che non voglio qui analizzare per capire di chi sono le responsabilità. Dico semplicemente che, in una situazione di crisi come questa, senza normali relazioni industriali, non c'è tutela per nessuno e chi ha il comando in mano la fa da padrone.
Quindi vedo positivamente questo tavolo, che deve essere accompagnato da un'attenzione costante da parte delle istituzioni. Bisogna cercare di capire che cosa vuol dire la FIAT quando ci dice, com'è stato ricordato: "Non ci sono esuberi strutturali".
Anch'io sostengo che, quando si chiede la mobilità lunga, anche se non si è chiesta la cassa integrazione straordinaria, vuol dire che ci si vuole liberare di una parte dei lavoratori. La mobilità lunga, come la mobilità breve, è l'interruzione del rapporto di lavoro: se non si tratta di esuberi, ci spieghino esattamente di cosa si tratta.
Alle nostre domande, la FIAT ha risposto che non ha nessuna intenzione di mandare in mobilità tutti coloro che sono attualmente in cassa integrazione. Questo dovrebbe significare, a mio avviso, che una parte di coloro che sono in cassa integrazione e che non potranno andare in mobilità perché troppo lontani dalla pensione, devono ritornare al loro posto di lavoro. Questo non è ancora un impegno firmato da qualche parte: è una cosa molto vaga, molto generica. Noi, invece, dobbiamo chiedere delle garanzie.
La FIAT ha parlato di ipotesi di formazione per il reinserimento di questi lavoratori all'interno degli Enti centrali e, con questa affermazione, ci ha comunicato che intende rilanciare gli Enti centrali non solo per ciò che devono fare per quanto riguarda la produzione FIAT, ma addirittura degli Enti centrali che sono in grado di stare sul mercato e di lavorare anche per altre aziende automobilistiche.
Sono intenzioni, sono piani di sviluppo. Credo che questo noi dobbiamo cercare di capirlo, perché questo accordo, questa intesa che abbiamo fatto anche noi con la FIAT, come Regione, ci autorizza a seguire da vicino questa crisi, per le sue ricadute produttive, per le sue ricadute anche delle potenzialità tecnologiche che la FIAT e la produzione automobilistica possono rappresentare per il nostro territorio, ma ci autorizza anche a seguirle perché noi abbiamo bisogno, secondo me, di avere garanzie più forti sui livelli occupazionali.
Noi tutti sappiamo che, nell'evoluzione dell'organizzazione del lavoro nel corso di questi anni c'è stata una riduzione dei lavoratori occupati in rapporto alla capacità produttiva. Ovviamente non penso che in Italia si possano avere tendenze diverse da quelle del resto del mondo: sarà bene guardare con attenzione cosa sta succedendo nel settore automobilistico mondiale.
Credo che sia un bene che la FIAT si sia "slacciata" dalla General Motors, guardando quello che sta capitando a questo grande gruppo americano. Però, se la FIAT deve avere un futuro e se noi, come istituzione, dobbiamo collaborare, dobbiamo tenere fermi due vincoli: una politica industriale innovativa chiara e una difesa del lavoro e delle professionalità che sono presenti nella nostra area e che sono una garanzia per il futuro della nostra area.
Quindi penso che, per quanto riguarda i lavoratori oggi in cassa integrazione, non si possa risolvere il problema con la mobilità lunga per tutti. In linea di principio, sono contrario alla mobilità lunga; credo che la FIAT debba cercare in tutta la platea degli occupati degli Enti centrali coloro che sono più prossimi alla pensione, assumere un provvedimento in quella direzione e assicurare, per coloro che non hanno la pensione prossima, un futuro occupazionale garantito anche da un punto vista professionale. Capisco le esigenze di innovazione, ma penso che la formazione debba accompagnare l'aggiornamento professionale che può servire anche a degli Enti centrali rinnovati.
Questo la FIAT ce lo deve, lo deve alle lavoratrici e ai lavoratori, lo deve al nostro territorio, lo deve a queste istituzioni che si sono fatte carico di una proposta, che forse sarebbe stata più forte se non fosse solo frutto delle istituzioni locali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Senza polemica, eviterei i riferimenti alle "truppe cammellate", che sono persone in carne e ossa, che vivono un presente difficile e che temono per un futuro che rischia di essere ancora più complesso.
Noi abbiamo firmato, ad agosto, un protocollo di intenti, seguito nei mesi successivi da delibere di vari Consigli (comunale, provinciale e regionale), in cui si diceva che gli Enti locali acquistavano aree della FIAT; che si concepiva la Newco con una quota azionaria netta da parte degli Enti locali (la FIAT, purtroppo, solamente il 10%) per valorizzare queste aree per nuove aziende (componentistica, ricerca e formazione); che la FIAT si impegnava a mantenere l'attività produttiva (linea, Punto ecc.).
Abbiamo votato questo accordo convintamente, nonostante alcuni elementi critici che sono noti, per la posizione delle organizzazioni sindacali perché i lavoratori stessi chiedevano questo per garantire soprattutto l'occupazione. Ci è parso anche uno strumento per poter proporre e rilanciare il rientro dalla cassa integrazione.
In passato non sempre è stato così. La FIAT ha spesso usato anche fondi pubblici per ridurre l'occupazione - siamo oggi a meno di 15 mila - e per ristrutturazioni continue. Non mi riferisco solo al 1980, ma anche a dopo.
Ha mantenuto un piano industriale, che a noi è parso incerto, con promesse generiche, in molti casi, e la progettazione, soprattutto, è stata ridotta notevolmente. Quando alcune attività vengono esternalizzate all'estero, la crisi degli enti centrali è abbastanza ovvia e le conseguenze si ripercuotono sul fattore umano, come abbiamo potuto verificare in questi tempi.
Nei nostri interventi, nelle nostre proposte, nelle nostre dichiarazioni di voto e in un ordine del giorno di accompagnamento, che abbiamo proposto allora (credo fosse il mese di ottobre) e concordato con la maggioranza, chiedevamo che la Newco fosse pubblica, che si mantenesse Mirafiori, che l'occupazione venisse sostanzialmente garantita, che a Mirafiori nascesse una nuova linea, non solamente la verniciatura di qualche linea vecchia, che ci fosse un modello nuovo e che ci fosse un motore.
Chiedevamo anche la fine della cassa integrazione a zero ore e che qualora la cassa integrazione fosse dovuta rimanere, si pensasse a forme di rotazione fra i lavoratori e, soprattutto, tra le lavoratrici, come ha detto il Consigliere Clement, per la questione delle quote rosa che la FIAT ha applicato con una percentuale enorme.
Chiedevamo inoltre che si riferisse al Consiglio ogni tre-sei mesi cosa che è avvenuta oggi da parte dell'Assessore. Sono ovvie, oggi speranze e preoccupazioni al tempo stesso.
Due mesi fa, FIAT ha dichiarato che la nuova linea sarebbe partita solo a settembre-ottobre e, come è già stato ricordato da altri, è stata richiesta al Governo la cassa integrazione lunga, sostanzialmente nuovi fondi, minacciando i licenziamenti.
Speriamo che questo sia fugato dalla nuova situazione o, comunque, sia fugato in parte. Nell'incontro in Commissione con la FIAT si è detto questo. La Conferenza di ieri sembra rilanciare prospettive nuove. La Stampa di oggi lo enfatizza per alcuni aspetti con pagine e pagine.
Noi, però, pensiamo che l'accordo debba essere rispettato su tutti i punti: occupazione a Mirafiori e nell'indotto.
Questa ricerca, che è stata lungamente abbandonata - pensiamo all'area della Mandria e ad altre aree - dev'essere sostanzialmente rilanciata, in quanto un'industria qualunque non ha futuro - penso alla legge che abbiamo votato cinque giorni fa in quest'Aula - se non c'è innovazione, se non c'è ricerca, se non c'è il tentativo di stare al passo con una concorrenza che ha anche difficoltà, ma è agguerritissima.
Pensiamo - la mia è semplicemente una dichiarazione - che continui ad essere fondamentale il ruolo di tutti gli organismi sindacali e di tutti i lavoratori, cominciando da questi cassaintegrati, che non devono assolutamente disperdersi, che devono mantenere forme collettive di struttura e di organizzazione. Ritengo che sia anche maggiore la responsabilità del nostro Consiglio come parte fondamentale di quell'accordo.
Mancando questo, abbiamo il timore che anche questo accordo rischi di essere disatteso e che il rilancio dell'occupazione e di una prospettava per questa città, essendo questa l'unica grande industria che oggi resta rischi di essere veramente incerto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, partirei dal titolo comparso oggi in prima pagina sul quotidiano La Stampa: "FIAT, i conti della svolta", con il sottotitolo: "L'auto è tornata a correre dopo quattro anni. Attivo di 21 milioni di euro".
Questo titolo dice tutto sulla FIAT. Da quando la FIAT ha fatto fuori il management che costruiva auto di qualità, concorrenziali nel mondo scegliendo la linea FIAT S.p.A. e banca e non FIAT produttrice di macchine e di lavoro, facendo fuori, nei primi anni '80, il famoso ingegnere che costruiva macchine, scegliendo la linea di Romiti e Cantarella, da quel momento in poi, la FIAT tutto ha fatto tranne che produrre auto. Questo lo possiamo verificare anche oggi: la FIAT pensa solo a fare banca, pensa solo a fare cassa, in quanto non è mai apparso sui giornali un titolo che annunciasse il rientro di cassaintegrati in FIAT dovuto a commesse che superavano le 30 mila, le 40 mila o le 50 mila unità. Questo non lo abbiamo mai visto perché non è nello spirito della FIAT Auto costruire macchine. Lo spirito della FIAT Auto è quello di fare cassa e di investire in settori che riguardano altri servizi, non è quello di costruire macchine. Dobbiamo partire da questo dato storico.
Caro collega Larizza, mi fa piacere che lei abbia sollevato il problema di ulteriori garanzie che dovevano essere inserite nel protocollo d'intesa.
Questo non è stato fatto e il sottoscritto, insieme al collega Guida, come UDC, lo ha ripetutamente richiesto sia in Commissione e sia in quest'Aula.
Abbiamo chiesto esplicitamente, quando si è stipulato il protocollo d'intesa, che venissero inserite garanzie scritte, affinché i lavoratori in cassa integrazione o gli esuberi o coloro che dovevano essere licenziati potessero riprendere a lavorare normalmente. Questo non è stato fatto.
La richiesta che insistentemente abbiamo posto - qui il collega Dalmasso me ne può dare atto - concerne lo svolgimento di un Consiglio aperto. Solo con un Consiglio aperto, in cui tutti gli operai possano esprimere il loro pensiero, non solo con delle battute di mano, con tutte le forze politiche, con tutte le forze sindacali, con tutte le forze che rappresentano lo sviluppo e l'occupazione di Torino, si potrebbe aprire un confronto serio, democratico e costruttivo. Questo non è mai stato fatto! Non è mai stato fatto! Allora, cari colleghi, voi siete responsabili, così come siete responsabili delle scelte, così come siete responsabili della disfatta economica e sociale di questa città. Non è sufficiente riempire la città di striscioni rossi per abbagliare la disfatta economica e sociale di questa città.
Dopo questi stendardi rossi, mi auguro che anche le lacrime corrano nel fiume Po; poi, tutti, veramente, potremo renderci conto di quanto sta accadendo a Torino. Abbagliare lo stato sociale, abbagliare una disfatta economico-sociale con questi striscioni rossi può andar bene per quindici giorni. Questi stendardi oggi luccicano un po' dappertutto, ma, dopo il 26 febbraio, che è la data conclusiva delle Olimpiadi - io non posso andare all'inaugurazione perché non ho avuto l'invito, così come altri miei colleghi - quando saranno finite questi fastose feste e queste fastose comparse mediatiche, mi chiedo cosa trarranno la città di Torino e i lavoratori, quale sarà il vantaggio di questo tutto questo grande rumore di tutte queste fastosità.
Detto questo, voi siete responsabili di questo, perché voi non avete fatto niente! Voi dovevate fare una mezza rivoluzione insieme a questi operai! Voi dovevate scendere in piazza! Voi dovevate bloccare il Consiglio! Non perché una persona si permette di battere le mani, lei Presidente, blocca il Consiglio! Il Consiglio andava bloccato come espressione di solidarietà verso tutti i lavoratori di Torino, e non solo a queste venti o trenta persone che oggi li rappresentano qui in Aula.
Siamo tutti responsabili: anche lei, Presidente, è responsabile per non aver insistito e invogliato la scelta di un Consiglio aperto. Quello sarebbe stato veramente un alto momento di interesse sociale e collettivo: non è stato fatto. Mi sono sentito un po' frustrato da questa mancata scelta. Dopo aver combattuto, per anni, delle battaglie per cercare di evidenziare i problemi, senza riuscire ad incidere, come Consigliere regionale, come Consigliere dell'UDC, come Consigliere appartenente a questa Assemblea democratica, è stata, per me, una grossa delusione.
Ma la delusione non è scaturita dall'applauso dei lavoratori verso una persona che è responsabile della loro situazione economica e sociale. La delusione, piuttosto, deriva dal fatto che noi, che come Consiglieri regionali, non siamo stati in grado di incidere su quel protocollo d'intesa e di far sottoscrivere degli impegni e delle garanzie chiare per i cittadini e, soprattutto, per i lavoratori che oggi sono in cassa integrazione, che potranno essere licenziati.
Questa è la delusione che mi porto dietro: io, per primo, non sono stato incisivo e utile alla causa di questi lavoratori e del disastro economico e sociale di questa città. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Grazie, Presidente.
Credo che abbia fatto bene ad interrompere momentaneamente la seduta perché ritengo che non si possano giustificare, sul piano istituzionale alcuni comportamenti in Aula. Tuttavia, se questi comportamenti non si possono giustificare, abbiamo quantomeno il dovere di comprenderli, perch nell'audizione della scorsa settimana con i lavoratori qui presenti era del tutto evidente il loro stato d'animo, e credo, quindi, che vada compreso.
Ma, soprattutto, ritengo che vadano trovate concretamente delle risposte alla situazione in cui stanno vivendo.
Oggi, com'è stato più volte ribadito, sul piano dei risultati finanziari e numerici, è stata una giornata pervasa da dati ottimistici.
Condividiamo, come Gruppo, l'impostazione data alla comunicazione del Vicepresidente Susta.
Credo, altresì, che occorra interpretare questi dati e dare una spiegazione: è opportuno interpretare non tanto - e non solo - cosa c'è dietro questi dati, ma anche cosa c'è insieme a questi dati.
Mi permetterei, allora, in un ambito di crisi evidente a livello mondiale del settore auto - qualcuno ricordava i 30.000 esuberi o licenziamenti della Ford - di ribadirne l'interpretazione.
Credo di poter affermare che questi dati vogliono sostanzialmente sottolineare due cose: la prima è la volontà che si è manifestata di mantenere la testa e il cervello del gruppo a Torino; la seconda è la ricerca di un rafforzamento, di un ritorno e di un legame forte tra l'azienda e il suo territorio.
Ritengo che questi siano i due elementi che mi permetto di interpretare insieme ai dati numerici. Se fosse così, a maggior ragione diventerebbe importante seguire, monitorare e valutare, nei mesi che abbiamo di fronte a seguito dell'approvazione da parte del Consiglio regionale della legge più volte citata, l'evolversi della sottoscrizione del protocollo d'intesa che abbiamo fortemente sostenuto e considerato da sempre non un toccasana ma un punto importante di politica industriale che le istituzioni pubbliche dovevano mettere in campo vista la situazione che si era determinata. Era un tassello importante.
A tal riguardo, mi pare che siano due le questioni che oggi dobbiamo esaminare, e sulle quali chiediamo un impegno particolare, da parte di tutti, ma soprattutto da parte della Presidente della Giunta.
Ha colpito anche noi - oggi lo diciamo in termini positivi, ma sul piano della strategia generale alcuni punti interrogativi rimangono - che una settimana fa la dirigenza FIAT, in Commissione, abbia detto che la linea della Grande Punto sarebbe partita l'ultima settimana di agosto mentre questa mattina leggiamo sui giornali che la partenza è prevista invece, per il mese di maggio.
Si tratta, naturalmente, di un dato positivo, ma qualche punto interrogativo rimane sul piano della strategia e della prospettiva aziendale.
Occorre, dunque, una verifica puntuale degli impegni presi, perché il rientro dei cassaintegrati sulle linee di produzione deve essere un elemento focale delle nostre azioni.
Dal verbale che ci è stato consegnato, relativo all'audizione in Commissione, si evince, com'è già stato detto, che entro il 2008 - queste sono le previsione di FIAT - si arriverà al cento per cento della saturazione degli impianti con il personale.
Credo che su questo ci debba essere un'azione forte e un impegno chiaro e definitivo, che non riguarda gli annunci positivi e negativi, che cambiano di settimana in settimana.
L'apertura di un tavolo con i sindacati - è già stato sottolineato rappresenta un ulteriore elemento positivo che la Regione e il Consiglio regionale comunque devono seguire con attenzione.
Vi è, poi, la questione altrettanto importante degli enti centrali. In questo caso, mi pare che il problema sia diverso, perché non si pu immaginare di dire che la testa del Gruppo rimane a Torino se poi la politica sugli enti centrali è quella che abbiamo visto in questi mesi e in questi settimane. Occorre una strategia di rilancio sugli enti centrali per "rilanciare" la progettazione, l'innovazione, la ricerca e conseguentemente, dare un futuro all'azienda.
Mi ha colpito molto l'audizione con i lavoratori di dieci giorni fa proprio perché sono emersi alcuni punti interrogativi: con quali criteri si sono fatte le scelte in questo ambito? Per quale ragione - lo ricordava il Consigliere Larizza - se oggi ci sono lavoratori FIAT che percepiscono il bonus oppure che lavorano più ore dell'orario giornaliero, vi sono altre persone in cassa integrazione senza una prospettiva? Mi pare che questi siano i due elementi oggi alla luce di questi dati.
Se è vero che il cervello FIAT rimane a Torino, e se è altrettanto vero che FIAT intende ritornare a svolgere quel ruolo di traino e di locomotiva con il proprio territorio (a partire dalla nostra Regione), occorre aspettarsi, nelle prossime settimane e i nei prossimi mesi, alcuni segnali importanti sul piano dell'occupazione; quell'occupazione che riguarda le linee di produzione e gli enti centrali, perché questo vuol dire progettazione, ricerca e innovazione, e, quindi, il futuro di questa azienda. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Credo che lei abbia fatto bene a sospendere il Consiglio e abbia fatto altrettanto bene a riprendere questa discussione.
Vorrei richiamare questo episodio per dire che non bisogna sempre leggere in chiave assolutamente politica gli atteggiamenti che nascono magari dalle presenze in Consiglio o che seguono i nostri lavori, perch credo che vada anche compresa l'esasperazione di chi si trova, da molto tempo, con una retribuzione quasi dimezzata e, magari, senza prospettive certe per il futuro.
Questa considerazione non vale soltanto per i cassaintegrati FIAT perché, purtroppo, è una connotazione che interessa molte altre realtà territoriali del nostro Paese.
Vorrei inoltre ricordare al collega Scanderebech che il Consiglio regionale ha fatto qualcosa di più di un "Consiglio aperto": ha varato una legge che dà una risposta di carattere strutturale alle esigenze che si sono manifestate sul territorio piemontese, in particolare per Mirafiori, e credo anche che questo non abbia impedito un percorso, anche se non c'è stato un Consiglio aperto, di ascolto, di audizione dell'azienda, delle forze sindacali e anche dei lavoratori, com'è avvenuto la settimana scorsa.
Io penso che il collega Scanderebech non creda che, una volta fatto il Consiglio aperto, la FIAT avrebbe immediatamente aperto i cancelli e fatto rientrare tutti i lavoratori il giorno dopo. Credo quindi che si sia costruito un percorso, quello praticabile, serio, per poter dare una risposta costruttiva sul piano strutturale ai grandi problemi esistenti.
Ho letto anch'io positivamente l'annuncio di questa mattina, peraltro molto più rassicurante di quanto ci è già stato detto durante l'audizione della settimana scorsa circa la volontà dell'azienda, di rispettare gli accordi che prevedevano l'avvio della Grande Punto a Mirafiori, in tempi brevi.
Debbo però sottolineare che l'ho letto con una certa sorpresa, perch se cinque giorni fa erano validi quelle comunicazioni che ci sono state fatte, che prevedevano una serie di elementi tecnici, che giustificavano l'avvio della Grande Punto l'ultima settimana di agosto, voglio leggere il cambiamento come un'accelerazione positiva e come un'anticipazione dei dati favorevoli che non erano ancora possibile comunicare la settimana scorsa e che, invece, sono stati confermati dalla delegazione di ieri da parte dell'Amministratore delegato FIAT.
Non posso quindi che accogliere favorevolmente il fatto che la Grande Punto vada bene e che ci sia un andamento aziendale assolutamente positivo.
Vi leggo l'articolo perché non è solo di interesse strategico per il Piemonte, ma penso per l'intero nostro Paese. Peraltro, che la grande Punto andrà bene, potremo verificarlo direttamente, basta andare da un qualsiasi fornitore sul territorio piemontese che lavori per la filiera della Grande Punto e sapere se gli ordini mensili raggiungono già trentamila unità sulla base dei quali saremmo attorno ai volumi che sono stati ipotizzati dal piano aziendale.
Devo però dire che proprio per questo è necessario un percorso certo e per quanto riguarda le garanzie sul piano occupazionale, che questo percorso preveda che nessun lavoratore venga lasciato per strada.
Penso che la Regione debba muoversi su due piani, forse oggi anche su tre. Il primo è quello di un nuovo rapporto con il Governo per sollecitarlo a fare fino in fondo la sua parte. Il secondo per non mollare la presa, non rallentare la pressione politica anche nei confronti dell'azienda rispetto agli obiettivi che ci siamo prefissi con l'approvazione della legge sulla FIAT e Mirafiori, che abbiamo inteso tutti non come un'operazione immobiliare ma come un vero atto di politica industriale del nostro ente.
una politica industriale che non ha come obiettivo quello di creare condizioni di produzione che facciano concorrenza sleale a basso costo del pianeta, ma di rilanciare qui in Torino la ricerca tecnologica, la ricerca d'avanguardia, sviluppare i prodotti di alto valore aggiunto per fare di Torino un centro di eccellenza capace di trasferire innovazione al sistema territoriale, di essere attrattore di altri investimenti di eccellenza, in un quadro che consenta di traghettare il passaggio dall'oggi al futuro salvaguardando il diritto al lavoro degli attuali occupati.
Credo che la Regione possa svolgere questo ruolo con forza. Lo deve fare anche perché la sua funzione, oggi, è ben diversa da chi avanza petizioni di buona volontà, perché ha le carte in regola per le modalità con le quali ha approcciato la vicenda Mirafiori per fare sentire fino in fondo tutto il suo peso politico.
Penso anche di poter dire che da questo punto di vista, sull'esecutivo a partire dalla Presidente e quindi al Vicepresidente Susta, non ci sia niente da rimproverare rispetto alle azioni che hanno fatto. Richiamo anche la necessità di relazionare e di mantenere il monitoraggio, di relazionare trimestralmente al Consiglio così come era previsto dalla legge che abbiamo approvato.
C'è un terzo piano sul quale credo sia importante che la Regione si muova e cerchi di capire gli effetti che possono essere generati da quel cambiamento di clima nei rapporti tra i vertici FIAT e il più grande istituto bancario della città e del Piemonte. Sorprende questo, perché fin dall'inizio della crisi FIAT, c'è stato un atteggiamento di accompagnamento benevolo (come è stato scritto nei giorni scorsi) da parte del San Paolo in merito agli sforzi FIAT per uscire dalla crisi. Oggi siamo forse davanti a due visioni diverse nel rapporto tra la grande azienda e l'istituto bancario e anche a visioni diverse probabilmente all'interno della stessa azienda sulle strategie con le quali affrontare il futuro.
Chiedo che la Regione capisca davvero fino in fondo come si sta movendo anche su questo piano, perché credo che questo sia importante per il futuro di Torino e per capire se si va nella direzione di un nuovo modello di sviluppo, dal quale potrebbero scaturire cambiamenti importanti non necessariamente negativi, anzi, direi positivi per il futuro della nostra area.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Credo che questa discussione non possa non iniziare (come già parecchi hanno sottolineato) dal fatto che la Regione non è stata immobile. La Regione ha emanato una legge e volevo ricordare che proprio nell'audizione che abbiamo avuto pochi giorni fa con le forze sindacali, i sindacalisti ci hanno ricordato che hanno visto favorevolmente l'approvazione di questa legge. Quindi non si può accusare oggettivamente la Regione di non aver fatto nulla su questo argomento. Nel corso della discussione su quella legge, ricordo di avere detto che era necessario che la Giunta seguisse il procedere della vicenda FIAT con attenzione, e credo che questo la Giunta lo stia facendo. Non so in che modo si potrà realizzare ma, eventualmente l'ipotesi che ha detto il Consigliere Larizza relativamente ad un tavolo di confronto sulla vicenda FIAT tra la Giunta, la Regione e la dirigenza FIAT mi sembra una prospettiva sulla quale, se è possibile, si possa ragionare.
Vorrei semplicemente e brevemente ricordare quelli che sono i punti problematici che sono già stati affrontati da altri interventi che, tra l'altro, sono anche oggetto di articoli di giornali, di interpretazioni, di analisi da parte di parecchi operatori del settore. Noi oggi siamo stati raggiunti dalla notizia (in verità nella giornata di ieri) di questo utile che l'azienda avrebbe avuto nella gestione dell'anno passato. Credo che (come hanno sottolineato alcuni analisti) su questo utile, che tutti giustamente salutiamo come positivo, si debba comunque rimarcare il fatto che rappresenta comunque un esiguo margine, un due per mille rispetto all'investimento, e come l'utile sia stato ottenuto (dicendolo con parole semplici) risparmiando sulla forza lavoro e facendo cassa sulle dismissioni.
La sfida per il futuro della FIAT (anche questo è già stato detto) sarà di recuperare la capacità produttiva e non solo della Grande Punto, ma anche di altri modelli.
Credo che la preoccupazione da parte di tanti, forse di tutti i Consiglieri, sia stata avanzata e poi la stessa che ci era stata presentata dai sindacati sulla necessità del rientro del personale che attualmente è in cassa integrazione. Su questo punto, credo che le dichiarazioni di ieri di Montezemolo non ci devono lasciare del tutto tranquilli, nel senso che Montezemolo ad una precisa domanda giornalistica ha risposto che si attende un intervento pubblico nazionale, non per salvare la FIAT ma per dare risposte ai lavoratori. Che questo significhi mobilità lunga, come diceva Larizza, potrebbe essere vero, potrebbe essere un motivo di preoccupazione.
Credo che la FIAT debba dare delle risposte per il futuro. Tra queste ad esempio, la risposta su quale modello si prevede di mettere in linea a Mirafiori per il 2008, che è l'unica prospettiva per andare veramente ad un recupero del personale impiegato a Miratori, com'è stato spiegato e come la stessa dirigenza dell'azienda ammette. Il problema, come è stato sottolineato anche dai lavoratori che abbiamo ricevuto, è che non si capisce quando gli impiegati degli Enti centrali, quindi anche gli addetti ai reparti della progettazione, rientreranno al lavoro.
Marchionne e Auci hanno detto che la progettazione della nuova Stilo sarà trasferita all'estero perché non c'è la possibilità di progettare un'auto in diciotto mesi. Se non erro, di qua al 2008 sono poco più di diciotto mesi, quindi la FIAT deve dare risposta a questa complicata questione: se in diciotto mesi la nuova Stilo non è stata progettata in Italia, in poco più di due anni si dovrebbe portare in linea un modello totalmente nuovo. Ricordo che il modello totalmente nuovo è la soluzione per avere il rientro totale della cassa integrazione.
Credo che la Regione debba continuare il proprio impegno proprio per dare una risposta a questo problema: azzerare al più presto la cassa integrazione.
Infine, occorre riflettere sul fatto che il ruolo degli Enti centrali come è stato detto, è fondamentale per questo modello del 2008, che presumibilmente dovrebbe essere un modello di tipo medio, anche se in questo momento neanche il dottor Marchionne, parlando con i Sindacati, è stato in grado di dire quale e come sarà.
L'altro problema è che il rientro degli operatori negli organi centrali è la condizione essenziale per sapere se nel futuro ci sarà un qualche modello ibrido-elettrico di produzione FIAT, che passi dallo stadio di progettazione alla produzione. Anche in questo caso, molti analisti ritengono che questi veicoli saranno uno degli elementi di transizione importante verso nuove soluzioni di trasporto.
Molte case stanno già lavorando su questa strada, già intrapresa dalla Toyota. È molto importante che FIAT sia in grado di dare al più presto una risposta in merito. In particolare, come ambientalisti, guardiamo con particolare interesse all'evoluzione verso la produzione di modelli più ecologici di quelli attuali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Il dibattito di questa mattina è stato assolutamente coerente. Tutti siamo preoccupati per coloro che rischiano di perdere il lavoro, di rimanere in cassa integrazione o in mobilità. Crediamo che auspicare che lavoratori rimangano di fatto sospesi senza lavorare, percependo un aiuto di Stato fino alla pensione, sia umiliante per i lavoratori coinvolti e sia scorretto per tutti quelli che invece a lavorare ci vanno.
Dobbiamo ottenere che i lavoratori percepiscano l'adeguata retribuzione prestando la propria opera. Su questo punto, la FIAT si era impegnata. Il sostegno a favore di FIAT da parte della Regione, della Provincia e del Comune di Torino, con l'acquisizione di aree importanti, era anche legato al riassorbimento - e la Giunta si era impegnata in tal senso - dei lavoratori che oggi non fanno parte dei ranghi produttivi. Tra l'altro, il problema non è solo FIAT. Il problema è legato a tutto il mondo dell'impresa - parliamo del Piemonte - dove molti lavoratori si trovano senza lavoro o in condizione di lavoro precario.
Faccio un esempio per tutti. Nel mio paese, lo stabilimento dell'AGV che dava lavoro a 250 persone, si è ridotto a trenta unità ed ora è definitivamente chiuso. I lavoratori chiedono un ulteriore anno di cassa integrazione straordinaria, oltre all'anno già ottenuto. Il Governo dovrà esprimersi in tal senso: sì o no.
Ricordiamoci che la cassa integrazione o la mobilità non corrispondono al 100% della retribuzione, quindi diventa veramente difficile, per il lavoratore, sopravvivere. Già con uno stipendio è difficile arrivare a fine mese, figuriamoci con una parte di stipendio. Meglio sarebbe se gli aiuti economici dello Stato e degli Enti locali fossero erogati a quelle aziende che decidono di chiudere gli stabilimenti aperti all'estero per riaprirli nel nostro Paese. Ricorrendo a quel tipo di aiuti, si garantirebbero nuove opportunità, con chiara precedenza per il nostro Paese, a chi oggi è in condizioni precarie di lavoro. Penso ad una FIAT Auto (meno male, sono contento che sia tornata in attivo) che ha stabilimenti in tutto il mondo e li chiude nel nostro Paese. Aiutiamo FIAT, ma in cambio pretendiamo che crei e garantisca posti di lavoro in Italia.
Come Lega Nord non siamo d'accordo sui finanziamenti, nazionali ed europee, destinati a quelle aziende che chiudono in Italia per trasferirsi all'estero.
Porto un esempio per tutti, molto caro ai colleghi di sinistra. Ricordo quando Prodi, allora Presidente della Commissione Europea, andò ad inaugurare lo stabilimento aperto in Romania, a Bucarest, da una nota azienda piemontese (di cui taccio il nome) con l'assunzione di cinquecento dipendenti locali. Peccato che, per assumere quei cinquecento dipendenti a Bucarest, quella stessa azienda abbia chiuso lo stabilimento a Bra, in provincia di Cuneo, lasciando a casa cinquecento dipendenti, che ci siamo caricati sul "groppone" con la cassa integrazione e la mobilità.
Quell'azienda, oltre ad aver chiuso lo stabilimento a Bra, ha preso i contributi della Comunità Europea.
Su questo non ci stiamo. Sono queste le proposte da portare avanti. Sì ad aiutare le aziende perché garantiscano posti di lavoro, ma no ad aiutare quelle aziende che aprono stabilimenti fuori dall'Italia, che creano lavoro fuori dall'Italia e che lasciano a casa i nostri lavoratori.
Questa è la linea della Lega Nord. Ciò che chiediamo al Governo, ed anche alla Regione, è di essere sempre più presente a livello comunitario per evitare che si eroghino finanziamenti ad aziende che chiudono stabilimenti nel nostro Paese per aprirli in Paesi stranieri.
Dopodiché, c'è stata una serie di ordini del giorno e una delibera votata che diventa, di fatto, un atto di questo Governo e di questo Consiglio regionale, e che impegna la FIAT, con la lavorazione e la produzione della Punto, a riassorbire i 1.500 lavoratori.
Andiamo avanti su questa linea. Siamo assolutamente d'accordo: la linea dettata da quel documento deve essere applicata. FIAT deve applicarla, la Regione deve esserne garante.
Noi siamo d'accordo sul fatto di impegnare il Governo regionale ad attivarsi e ad essere supervisore, esercitando una funzione di controllo a proposito del riassorbimento di questi lavoratori nei ranghi produttivi di FIAT.
FIAT ha avuto, FIAT deve dare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Poche parole per non togliere altro tempo al dibattito su altri punti ma è importante dire ancora qualcosa, perché spesso e volentieri, a proposito della sinistra, sono stati tirati in ballo responsabilità di chissà quali cose e di chissà quali scempi.
Credo che la sinistra abbia fatto, per quanto riguarda Rifondazione Comunista, una sua parte per la sensibilizzazione di ciò che avveniva in FIAT. Già nei lontani anni '80, gli operai si opponevano alle linee di un ridimensionamento di cui la FIAT stava dando già dei segnali. Quel ridimensionamento l'abbiamo vissuto come territorio. Io amministro un quartiere che porta il nome di Mirafiori e abbiamo visto cosa ha voluto dire, nel tempo, ridurre officine e fabbriche, ridurre quel flusso di operai che ogni giorno andava a lavorare: la marea degli anni '80, col tempo è diventata un rigagnolo, fino quasi a scomparire in questi ultimi tempi.
Oggi leggiamo di un attivo relativamente al quale non posso che dire cose già dette da altri Consiglieri, che deve essere guardato con una certa attenzione senza mai abbassare la guardia. L'attivo di cui parla FIAT potrebbe derivare da dismissioni di fabbriche, da tagli, da operazioni finanziarie, da altre operazioni ai danni dei lavoratori, tra cui spicca sicuramente la cassa integrazione, così come da altre misure che riducono notevolmente le retribuzioni per metterle a carico di Enti pubblici.
Si coglie la novità di maggio, una novità che speriamo finalmente si avvii, ma come già ricordava il Consigliere Dalmasso, deve essere affiancata alla progettazione, a nuovi motori, al mantenimento - lo diceva anche il Consigliere Bizjak - della "testa" dell'azienda a Torino e negli stabilimenti di Mirafiori.
Questo solo per rimarcare che va bene, abbiamo dato dei soldi, abbiamo approvato una legge importante, abbiamo messo anche le luci d'artista sulla palazzina di corso Traiano, abbiamo assicurato un utilizzo dei parcheggi FIAT , abbiamo dato dei segnali forti ed intelligenti per alcuni aspetti.
ora che FIAT dia qualcosa in più, è ora che FIAT rinunci ai giochi ambigui che spesso, purtroppo, la vedono protagonista. È ora che, se si parla di utili, si parli anche di investimenti, in modo che gli utili derivino anche dagli investimenti e non solo da tagli o da ridimensionamento di personale.
ora che FIAT dimostri coerenza e, purtroppo, uso un termine un po' forte, anche onestà di intenti. A questo punto si richiama ad una doverosa vigilanza da parte del Consiglio e della Giunta - che comunque ha fatto quello che era nella sua possibilità - nell'ambito europeo che vieta gli aiuti pubblici alle aziende private; ad una vigilanza doverosa, che fa pensare alla possibilità che un domani si modifichino alcuni principi.
vero, si parla, come si diceva prima, di industrie europee che trasferendo le loro produzioni hanno ottenuto maggiori guadagni. Questa è una delle conseguenze della globalizzazione, che proprio da alcuni banchi di questo Consiglio è condivisa. Il mercato libero funziona così. Laddove la produzione costa di meno si va a produrre, si fa tabula rasa, si produce per vendere a prezzo pieno in Occidente.
Occorre iniziare ad avere un'ottica diversa per quanto riguarda la tutela dei lavoratori ovunque, in tutti i Paesi: marchi etici, garanzie che impediscano la possibilità di scambiare il lavoratore come merce, che il lavoratore non diventi una merce da utilizzare dove costa di meno, e da buttare a mare dove è più tutelato.
Occorre aprire gli occhi sulla partita, puntare al lavoratore in quanto tale: un essere umano, che vive, respira e si nutre, e che quindi ha bisogno di soddisfazioni e di una dignità per portare avanti la sua quotidianità.
Questo chiediamo con una vigilanza più ampia. Per quanto riguarda FIAT chiediamo, naturalmente dopo le Olimpiadi, che si riprenda a ragionare, non vorremo che ci fosse il vuoto. Quegli stendardi rossi sono arancioni in realtà, Consigliere Scanderebech, e sono azzurrini fuori Torino, quindi non c'è stata una strana presa di potere della parte estremista di questo Consiglio, anzi noi lo vorremmo.
Chiediamo che dopo questo grande tuffo ci sia di nuovo la possibilità di tornare a parlare di investimenti, di tutele e di garanzie per i lavoratori, ricorrendo magari a qualche rotazione per agevolare i soggetti più svantaggiati all'interno della fabbrica, nell'ottica di una piena occupazione. Questa è l'unica speranza che può avere la città di Torino al di là di sogni e voli pindarici.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bossuto.
Risultano ancora iscritti a parlare i Consiglieri Ghiglia, Manolino e Pichetto. Considerata l'ora e considerato che sono stati presentati tre ordini del giorno collegati al dibattito, il dibattito proseguirà nel pomeriggio.
Il Consiglio è aggiornato alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.30)



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