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Dettaglio seduta n.56 del 17/01/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 14.48 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(Alle ore 15.08 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.20)



(La seduta ha inizio alle ore 15.20)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso e Cattaneo.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla Conferenza dei Capigruppo convocata sulla questione dei concorsi per il personale dei Gruppi e degli Uffici di comunicazione della Giunta regionale


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione su "Mobilità ferroviaria nella Regione Piemonte. Iniziative da adottare per superare i gravi disservizi registrati soprattutto nel trasporto locale regionale ed interregionale".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni per mozione d'ordine ne ha facoltà.



CASONI William

Segnalo a lei, Presidente, in quanto responsabile di quest'Aula e quindi delle convocazioni delle Conferenze dei Capigruppo, che per le ore 13, immediatamente a seguito della seduta, era stata convocata una riunione dei Capigruppo, come correttamente comunicato dal Vicepresidente Placido in Sala dei Presidenti, alla presenza dell'Assessore Borioli. Abbiamo atteso 25 minuti. Erano presenti tutti i Consiglieri, peraltro anche di opposizione, dopodiché ci siamo allontanati. Ci sembra che qui si stia veramente superando il limite della decente collaborazione tra Giunta e Consiglio.
Non rivendico il mio diritto di essere presente, poiché erano presenti i Capigruppo di tutti i partiti, ma era stata convocata una riunione per le ore 13.00. Tutti i Capigruppo per 25 minuti hanno atteso invano l'arrivo dell'Assessore Borioli. Nel frattempo, l'Assessore Borioli faceva una Conferenza stampa - una specie di Conferenza stampa - in aula con i giornalisti, con cui si è intrattenuto per venti minuti, anziché andare alla riunione dei Capigruppo, dove lo stavano aspettando.
Noi abbiamo abbandonato la seduta. Le comunico solo la totale insoddisfazione del mio Gruppo e, credo, anche di tutta l'opposizione.
Occorre ristabilire le regole di corretto rapporto tra Giunta e Consiglio e tra Giunta, maggioranza e opposizione, perché siamo arrivati al punto che non vengono rispettate nemmeno le riunioni dei Capigruppo.
Mi rivolgo a lei, infatti, come Presidente del Consiglio, e la invito a tutelare il nostro diritto: se ci convoca, lei dovrebbe fare in modo che sia garantita la presenza di coloro che devono partecipare alle riunioni perlomeno dei soggetti principali. Un Capogruppo può non venire o delegare un altro Consigliere, ma se manca l'interlocutore principale, saremmo tutti andati a pranzo e nessuno si sarebbe preoccupato di andare nella sala dove si riuniscono i Capigruppo.
Si tratta anche di una questione di rispetto personale nei confronti dei Consiglieri.



PRESIDENTE

Ha ragione, Consigliere Casoni, c'è stato un ritardo che ha impedito la seduta della riunione straordinaria dei Capigruppo, convocata per discutere un tema di interesse di tutti i Consiglieri. Ho provveduto a rammaricarmi per l'episodio con l'Assessore competente, che peraltro si è scusato, ma la situazione non era dovuta - e da questo punto di vista sento di farmi portavoce del suo messaggio - a una malafede o ad una scarsa considerazione dei Capigruppo.
Purtroppo l'Assessore è stato bloccato qui in Aula - come sa chi ha avuto incarichi di Governo - da una serie concomitante di persone che chiedevano delucidazioni. Il tempo è volato molto in fretta, quindi siamo stati nell'impossibilità di tenere la nostra riunione. Oggettivamente spero che ciò non accada più. Avremmo dovuto farla; cercheremo comunque di ricalendalizzarla al più presto, sperando che l'occasione per la ricalendarizzazione permetta anche di fare passi in avanti rispetto alla questione, oggetto di discussione, che purtroppo non riusciamo a risolvere causa anche le difficoltà normative che ci impediscono di arrivare alle soluzioni organizzative che vorremo adottare.
Consigliere Casoni, avrò modo, da adesso in avanti, di stare molto attento a fare rispettare, per quanto mi è possibile, i tempi delle nostre Conferenze dei Capigruppo.
Spero anche che i Consiglieri si rendano conto della necessità di essere puntuali rispetto alle tempistiche che ci diamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Non li difenda più, lasci stare... Mi offro come body guard dell'Assessore Borioli la prossima volta che avrà la possibilità, o il dovere, di incontrare i Capigruppo per una Conferenza da tanto tempo prevista. Il fatto che sia stato trattenuto a viva forza, in quest'aula sinceramente... "Lassuma sté ch'a le mej".
Detto ciò, vista l'importanza che per tutti noi ha la questione, vorrei chiedere al Presidente, se è possibile, di convocare subito o nella giornata di oggi, la Conferenza dei Capigruppo che si doveva svolgere.
Oppure che la stessa possa avvenire in coda all'argomento in questione, o in coda all'argomento sul TOROC. Non è che le cose passano così! stato detto :"L'Assessore è stato trattenuto". immagino già i due colleghi, uno de La Stampa che tiene per un braccio l'Assessore Borioli mentre quello dell'Ansa lo colpisce con un PC per impedirgli di partecipare alla Conferenza Capigruppo: evitiamo di cadere nel ridicolo! Vista che per noi la questione è dirimente, non solo importante, non è che la calendarizziamo il giorno di San Mai. Diteci oggi, subito, quando intendete convocarla. Il giorno di San Mai, Presidente, è scaduto prima dell'assestamento di bilancio.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, la Conferenza dei Capigruppo sul tema si terrà.
una prerogativa del Presidente dell'Aula convocare la Conferenza dei Capigruppo e sicuramente non verrò meno a tale prerogativa.
La Conferenza dei Capigruppo è convocata domani, in seduta ordinaria per discutere sull'ordine dei lavori della prossima seduta di Consiglio. In quella sede, i Capigruppo presenti (è abituale la seduta del mercoledì per discutere dell'ordine dei lavori del Consiglio del martedì successivo) daranno la disponibilità sulla base della quale calendarizzare la Conferenza.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Senza voler ripetere cose già espresse da altri Consiglieri precedentemente, anch'io voglio sottolineare che quello che è successo oggi ha una particolare gravità. Non si può non partecipare, o partecipare con enorme ritardo, ad una Conferenza dei Capigruppo convocata dal Presidente del Consiglio. Torno a ripeterle, Presidente, in forma pubblica, quello che ho già avuto modo di dirle privatamente: Presidente, si faccia valere di più nei confronti della Giunta! Glielo dico anche in base alla mia esperienza di dieci anni di rapporto: si faccia valere di più! Non è tanto una mancanza di rispetto nei confronti dei Capigruppo o dell'opposizione che un Assessore non dovrebbe minimamente permettersi di avere, ma è una mancanza di riguardo nei confronti dell'istituzione che lei rappresenta.
Il Presidente convoca una Conferenza dei Capigruppo alle 13 l'Assessore non si presenta se non dopo le 13.30, vi è soprattutto una mancanza di rispetto nei suoi confronti. Poiché noi ci sentiamo rappresentati da lei, la faccenda ci dispiace molto. Di conseguenza ritengo che il Presidente debba proporre oggi, nell'ambito della seduta pomeridiana del Consiglio regionale, una soluzione al problema. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Sull'ordine dei lavori, ma come mozione d'ordine in merito a quanto già detto dai Consiglieri.
Non sottolineerò nuovamente quanto già espresso, mi aspettavo che qualche altro Consiglieri della maggioranza facesse presente questa mancanza. Sono un nuovo eletto del Consiglio regionale, ma rilevo che, in qualunque assemblea elettiva definita tale, nel momento in cui si calendarizza una Conferenza dei Capigruppo e la medesima non si pu svolgere per l'assenza dell'Assessore che doveva parteciparvi, emerge un'insurrezione da parte di coloro che rappresentano il Consiglio, cioè i Gruppi consiliari (parlo per il Gruppo di Alleanza Nazionale).
importante che chi ricopre ambiti istituzionali, quindi la Giunta in questo caso, ma come in altri casi l'Ufficio di Presidenza o esponenti del Consiglio, abbiano ben presente quali sono le priorità. La priorità è il rispetto della calendarizzazione dei lavori del Consiglio, un'altra priorità, che però non deve scavalcare, è anche il dialogo con i giornalisti.
accaduto un fatto che noi riteniamo estremamente grave, in altri consessi o in altre legislature, come mi suggeriscono Consiglieri con maggiori esperienza della mia, ci sarebbe stato un tumulto maggiore rispetto a quanto noi stiamo, in modo molto sobrio, ancorché intransigente manifestando. Pertanto le chiediamo, pur sapendo che la competenza della calendarizzazione della Conferenza dei Capigruppo, ai sensi dello Statuto e del Regolamento, è di competenza del Presidente, di calendarizzare oggi stesso, alle 17 o alle 18, la Conferenza dei Capigruppo per risolvere un problema di cui certamente il Presidente non è responsabile, ma di cui certamente la Presidenza del Consiglio ha il dovere di porre una soluzione.
La responsabilità non è del Presidente del Consiglio, ma il Presidente del Consiglio, secondo noi, non svolgendo il ruolo che lei degnamente ricopre deve o dovrebbe far sì che una Conferenza dei Capigruppo straordinaria e non ordinaria, comunque si svolga.
Questo è l'invito che facciamo al Presidente, augurandoci che quel richiamo alla Giunta che fece in merito alla presentazione del Piano sanitario, che concordammo ampiamente tutti i Gruppi consiliari, valga sempre. Non valga solo per i casi più gravi (noi riteniamo che questo sia un caso grave). Faccia sì che l'autonomia dell'Ufficio di Presidenza sia alta, rappresenti davvero le istanze del Consiglio e non debba cercare giustificazioni per le mancanze della Giunta. Noi chiediamo di convocare la Conferenza dei Capigruppo alle 17 o alle 18, concordiamolo anche con gli altri Gruppi consiliari, con gli altri Presidenti e avremmo messo una toppa ad una mancanza fatta dalla Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Inviterei i Capigruppo a non drammatizzare troppo l'avvenimento, in fondo siete stati trattati come i pendolari che arrivano alla stazione e non trovano il treno (a volte neanche l'indicazione "Treno soppresso").
Quindi siamo in sintonia. Trenitalia, in genere, fa in modo che magari qualche ora dopo il treno possa portare a destinazione i pendolari che aspettano. Mi auguro che tra qualche ora ci possa essere un treno per la Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Sicuramente il fatto che non si sia tenuto l'incontro dei Capigruppo con l'Assessore Borioli, com'era previsto, è un fatto che non aiuta la soluzione dei nostri problemi, la discussione che abbiamo, il confronto aperto sulle questioni che sono all'ordine del giorno.
un incidente di percorso non voluto dall'Assessore Borioli. Conosco da tanti anni l'Assessore Borioli: se c'è una cosa che lo contraddistingue è il rispetto delle istituzioni e degli altri colleghi che in quest'Aula rappresentano i vari Gruppi consiliari; lo ha fatto in altre istituzioni e continua a mantenere questa impostazione del suo lavoro. Quindi, sono certo che si tratta soltanto di un incidente che va preso per tale.
Siccome abbiamo bisogno di confrontarci su questa questione, che era oggetto dell'incontro dei Capigruppo con l'Assessore Borioli, occorre decidere adesso quando trattare questo argomento.
Credo che oggi abbiamo molte questioni da affrontare e dobbiamo terminare il confronto sulle questioni del trasporto ferroviario, una questione che interessa quest'Aula. È stato chiesto un Consiglio straordinario, ma non possiamo iniziare la discussione in una seduta straordinaria del Consiglio e interromperla per affrontare altre questioni: terminiamo questa questione.
Abbiamo, a seguire, la comunicazioni dell'Assessore Susta sulla questione del TOROC, e io mi auguro che si riprenda il confronto e il dibattito sull'articolato della legge sulla ricerca.
Comunque, ritengo che sia utile fissare questo incontro. Faccio una proposta: siccome nella giornata di domani l'Assessore Borioli - mi pare che l'avesse già comunicato - non ci potrà essere e giovedì sarà una giornata piena di Commissioni, chiederei se fosse possibile venerdì, dopo la riunione della IV Commissione, tenere l'incontro della Conferenza dei Capigruppo con l'Assessore Borioli. Credo che sia importante procedere oggi con il calendario che ci eravamo dati e decidere adesso quando tenere questo incontro con l'Assessore Borioli.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per cinque minuti.
Prego i Presidenti dei Gruppi di accomodarsi al banco della Presidenza per definire le modalità di prosieguo dei nostri lavori.



(La seduta, sospesa alle ore 15.43 riprende alle ore 15.58)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
A seguito della Conferenza dei Capigruppo, comunico ai Consiglieri che la seduta odierna proseguirà con il seguente ordine: termineremo il dibattito sulla mobilità ferroviaria nella Regione Piemonte, dopodiché la seduta sarà sciolta e istantaneamente verrà convocata una riunione dei Capigruppo, alla presenza dell'Assessore Borioli, per discutere delle vicende relative ai concorsi banditi dalla Giunta regionale e dal Consiglio regionale alla fine della scorsa legislatura.


Argomento: Commercio - Trasporti su ferro

"Mobilità ferroviaria nella Regione Piemonte. Iniziative da adottare per superare i gravi disservizi registrati soprattutto nel trasporto locale regionale ed interregionale" - richiesta dei Consiglieri Ghigo, Cavallera Cotto, Leo, Pichetto Fratin, Burzi, Lupi, Dutto, Ferrero, Ghiglia, Vignale Boniperti, Casoni, Guida e Botta ed esame ordini del giorno n. 15, 53, 81 210 e 230 e mozione n. 203 collegati (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sulla mobilità ferroviaria, come da sessione straordinaria ,ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto.
Il primo iscritto a parlare è il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Ringrazio la Consigliera Cotto per avermi dato l'aggancio per unire i temi e quindi non rompere il ghiaccio in questo momento come primo intervento pomeridiano sull'argomento treni. Un argomento che - hanno già detto altri esponenti autorevoli del Gruppo - sta a cuore al nostro Gruppo ma anche al Consiglio.
uno degli argomenti forti di questo periodo; l'altro argomento forte è quello legato ai contratti dei metalmeccanici e alla vicenda FIAT, che sarà posto in discussione martedì prossimo.
Si tratta di due grossi temi che stanno letteralmente sconvolgendo la vita di molti piemontesi, di molti nostri concittadini. Due temi: per quanto riguarda il primo, abbiamo avuto risposta stamattina. Mi pare una risposta attenta alla gravità del problema che durante la mattinata si è più volte descritto. Forse occorrerebbe fare un quadro più ampio, che parte non solo dal Piemonte, ma dal sistema Italia.
A me spiace un po' che l'oggetto sia il sistema ferroviario dei trasporti in Piemonte, perché in realtà ogni giorno assistiamo a notizie inerenti alle ferrovie che riguardano gran parte del nostro territorio nazionale. Poi, se andiamo a focalizzare il Piemonte, allora sarebbe interessante usare alcuni dati che proprio stamattina l'ex Consigliere Allasia ci ha fornito sulla mobilità che questa Provincia ha in entrata e uscita.
Scopriamo così che 120 mila pendolari ogni giorno entrano in Torino dalla cintura e 80 mila escono, tra l'altro con un curioso sbilanciamento di 40 mila persone nei confronti di chi giunge in città. Quindi è chiaro basta soltanto fare mente locale, focalizzare questo dato per capire quanto sia vasto e forte, direi quasi capillare il movimento che ogni mattina caratterizza in entrata e in uscita la città di Torino.
Ebbene, questo movimento sicuramente contrasta molto con un sistema ferroviario che rischia di mettere anche in serio pericolo i posti di lavoro. Se ogni giorno - come è successo soprattutto prima di Natale - i treni arrivano in stazione con forti ritardi, a volte addirittura vengono annullati per guasti ai sistemi di sicurezza o alle macchine, a quel punto diventa difficile per i pendolari riuscire a giustificare ritardi continui e più volte si sente e si fa riferimento in stazione anche a timori per il proprio posto di lavoro.
Quindi è un argomento davvero complicato. Penso che stamattina questa consapevolezza e questa coscienza sia nata e sia più che evidente. Non è assolutamente un tema su cui si è voluto abbondare di interrogazioni e ordini del giorno, ma è un tema reale e concreto, su cui quotidianamente vediamo uno sfacelo che prende sempre una dimensione più ampia.
Lasciamo perdere l'elenco - l'hanno già fatto tanti Consiglieri - dalla rotaia unica che ancora caratterizza molte tratte ferroviarie ai sistemi di sicurezza spesso carenti (alcuni incidenti, come quello di qualche settimana fa a Frosinone, quindi non a Torino, ce lo ricorda ampiamente quindi non è solo la Val di Susa stamattina, ma è anche Frosinone qualche tempo fa), ma pensiamo ancora anche a queste macchine che si rompono e che non partono più. Sembra un po' di rivedere - magari ci sbagliamo - i segni inconfondibili di quel virus che a volte si porta spesso dietro la privatizzazione. A volte si privatizza un servizio convinti che poi questo servizio vada bene, di colpo elimini sprechi, elimini carenze, elimini ritardi, elimini tutto e poi si scopre amaramente che ogni volta che si tratta questo argomento e si va in quella direzione, voilà, il quadro è quello: un quadro fatto di manutenzioni mancate, di inefficienza, di difficoltà col personale che spesso non vede riconosciuti neanche i propri diritti.
Ricordo ancora quel servizio sulle ferrovie mandato in onda su Report qualche tempo fa, che costò il posto di lavoro, addirittura, ai due macchinisti che osarono portare con sé i giornalisti lungo la tratta per segnalare tutte le difficoltà nei sistemi di sicurezza, la tratta tipica del sistema rete piemontese. Bastava andare a Natale nelle stazioni per vedere il clima qual era e per vedere i tabelloni, e si rischiava anche, se si era individuati come politici.
Tra l'altro, in più occasioni, si è rischiato di arrivare a delle tensioni dure e anche a scontri fisici tra le vittime, da una parte i pendolari e dall'altra parte i lavoratori che nulla potevano, ma erano spesso individuati quali controparte solo per la divisa che questi portavano.
Una cosa che ha scosso un po' gli animi è stata la tariffazione che è modificata; alcuni treni regionali che di colpo si sono visti trasferire come denominazione Intercity e quindi è cambiata la tariffa, è cambiato l'abbonamento con degli aggravi grossi sempre per le tasche dei lavoratori ma non è cambiato né il tempo di percorso né il percorso. Quindi, è stata vista come "oltre la beffa, anche il danno".
Questo è l'oggetto dell'ordine del giorno del gruppo che è stato presentato tempo fa, con il quale si chiedeva di intervenire su questa ingiustizia attuata ancora una volta ai danni sicuramente involontari delle categorie più deboli della nostra Regione e del nostro paese.
Naturalmente l'idea è quella che in questo quadro generale in cui si parla molto di infrastrutture enormi, e vediamo spesso gli spot che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ci regala ogni sera sulle grandi infrastrutture. L'impressione è un po' quella che qualcuno ha descritto tempo fa cioè che si parla di grandi ponti e grandi tratte ferroviarie che bucano le montagne, ma che arrivano nel nulla.
Tempo fa un signore aveva fatto un quadro di questo tipo: abbiamo immaginato una rete di sentieri in terra, di colpo compare una grande opera e la si percorre con un grande sorriso ed una grande soddisfazione, poi si ricade nei sentieri in terra per poi girarsi e chiedersi se quello indietro era un monumento all'ambizione di qualcuno oppure un atto concreto, un qualcosa di utile o un sogno vano.
Noi vorremmo che questo non avvenisse e che prima ancora che parlare di opere monumentali e di opere impressionanti si badi prima a questi 120 mila pendolari che ogni giorno entrano, 80 mila che escono; si badi un po' di più alla quotidianità e un po' meno alla fantasia che a volte diventa volo pindarico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Grazie, Presidente.
Innanzitutto devo dire all'Assessore che quando parla di decentramento sfonda una porta aperta con noi, perché siamo d'accordissimo sulle sue affermazioni per il decentramento di alcune competenze.
Però a noi non interessano quelle che sono le responsabilità pregresse anche perché vorremmo più che altro la soluzione del problema e non andare ad individuare chi nel passato non è riuscito a risolvere questa situazione.
Quindi, guardare solo il proprio orticello non porta di solito molti vantaggi, ma porta sempre al solito poco o nulla.
Veniamo alla linea ferroviaria Torino-Milano, perché è il fulcro di tutte le situazioni. Sta nascendo una TAV, che dovrebbe essere avveniristica e poi sul locale abbiamo dei disastri incredibili, ed è qui che vorremmo che si intervenisse perché è vero che c'è una TAV, ma è anche vero che ci sono migliaia di pendolari che tutti i giorni percorrono questa tratta.
La linea ferroviaria Torino-Milano è assolutamente inadeguata alle esigenze di questi pendolari e la Regione deve far valere quindi il contratto di servizio con Trenitalia ed imporre con tutti i mezzi un miglioramento dei servizi in tempi rapidi.
Quando guardiamo, vediamo porte non funzionanti, arredi in cattivo stato, devastati da atti di microvandalismo, sporcizia nei vagoni, nei corridoi e nelle toilette, sedili rotti e macchiati, finestrini che non si aprono, vetri rigati, riscaldamento che non funziona in inverno ed aria condizionata fuori uso in estate. Questi sono solo alcuni dei disagi che devono subire i pendolari, che però da tempo si sono riuniti anche in comitati.
Voglio leggere un vademecum che è uscito da un comitato di pendolari che è informativo e proprio fa capire come questi pendolari sono disperati: "Piccolo vademecum informativo: come attuare lo sciopero bianco del biglietto.
1) Alla richiesta da parte del controllore del titolo di viaggio, rifiutati cortesemente e con fermezza di esibirlo, manifestando la tua insoddisfazione nei confronti del servizio 2) cerca di prendere tempo: accertati sempre che il capotreno abbia berretto e tesserino distintivo, e fai notare i problemi del treno su cui stai viaggiando (minuti di ritardo, porte, riscaldamento, illuminazione non funzionanti) 3) cerca e dai solidarietà ai tuoi compagni di viaggio se li vedi in difficoltà o in balia di un controllore particolarmente ostinato 4) lo sciopero bianco è una forma di protesta che possiamo attuare tutti: non corriamo alcun rischio di sanzione, nonostante le eventuali minacce di multa 5) cerca la solidarietà anche del personale delle ferrovie, spiegando le nostre ragioni e ricordando che le nostre cattive condizioni di viaggio corrispondono alle loro pessime condizioni di lavoro; se non si rivela una persona comprensiva, non esagerare, esasperando la situazione, e mostragli il tuo abbonamento".
Voi capite che se nascono questi comitati, significa che la situazione è proprio disperata sulle ferrovie, perché non ci sono grandi margini; per noi dobbiamo dare delle risposte perché a questi disagi strutturali, si aggiungono frequentissimi ritardi, che causano non pochi problemi a lavoratori e studenti.
Quindi, è una situazione che deve trovare una soluzione rapida, tanto più che la Regione ha in mano una carta molto importante, il contratto di servizio stipulato nel giugno 2003 con Trenitalia, a cui con D.G.R. n.
80/35 del 31/3/2003 è stata affidata la gestione del servizio pubblico ferroviario ad interesse regionale e locale: "Il mancato raggiungimento degli obiettivi di puntualità dà luogo su base mensile ad ogni punto percentuale di scostamento in diminuzione dell'applicazione di penalità".
Quindi, occorre che la Regione faccia valere questo contratto di servizio per imporre a Trenitalia l'adozione di iniziative volte al miglioramento del servizio e la riduzione di disagi e ritardi.
La precedente Giunta regionale, su proposta del Gruppo della Lega aveva introdotto il meccanismo dei bonus ai pendolari, e sappiamo che anche voi state richiedendo questo bonus, però occorre proseguire su questa strada. Ma non basta sicuramente risarcire i viaggiatori, occorre invertire la tendenza e realizzare quindi un sistema di trasporto ferroviario che sia davvero funzionale alle esigenze dei viaggiatori, se è il caso intervenendo e modificando proprio il contratto di servizio ma in maniera pesante e non in maniera blanda.
Inoltre volevo dire che alcuni titoli di giornale parlano chiaro: "I pendolari: preferiamo treni in orario ai rimborsi" oppure "Febbraio gratis per i pendolari: Trenitalia accetta l'ultimatum della Regione".
Vorremmo vedere come si riusciranno ad avere, e qui vorrei fare alcune domande: chi ha l'abbonamento annuale, come farà ad avere il rimborso? Quindi come avrà la restituzione di questi soldi? Quali abbonamenti bisogna conservare per avere questo bonus? Quindi, proporrei di dare un'informativa seria su come avere i rimborsi con un piccolo vademecum visto che lo fanno i comitati dei pendolari, non penso che la Regione non possa fare un piccolo vademecum per dire a chi deve avere i rimborsi come agire e come fare.
Ricordo ancora che l'anno scorso in un certo periodo anche le prenotazioni che si facevano normalmente sugli Eurostar, che si pagano 3 euro, hanno avuto un disservizio pauroso. L'anno scorso non sono state evase 100 mila prenotazioni e se moltiplichiamo i 3 euro per 100 mila prenotazioni, andiamo a vedere una situazione pesantissima, non solo per i pendolari ma anche per le stesse Ferrovie dello Stato perché ci hanno rimesso questi soldi.
Questo non tanto perché c'erano ritardi, ma perché mancavano sempre delle carrozze: su 12 carrozze che devono arrivare, ne arrivano solo 9; per cui chi ha prenotato su quelle tre è penalizzato e non sa dove salire.
Oppure, se sale, si ritrova in piedi perché non ha più il suo posto, e quindi ha un disservizio notevole anche sugli Eurostar.
Quindi, in questo momento non stiamo parlando solo dei soliti pendolari che percorrono queste tratte, ma dello stesso Eurostar. Se quando sarà in funzione l'alta velocità, andremo incontro a questi disservizi, avremo delle gravissime conseguenze, anche solo per l'immagine di tutti e non dimentichiamoci che fra poco inizieranno le Olimpiadi e quando i turisti scenderanno all'Aeroporto di Malpensa e dovranno raggiungere Torino verranno "scaricati" a Settimo Torinese o a Porta Nuova; non avremo quindi, quelle percorrenze teoricamente veloci, secondo le quali si dovevano impiegare trenta o quaranta minuti da Malpensa, perché si impiegherà ugualmente un'ora o un'ora e dieci.
A questo punto, faremo vedere anche noi al mondo che non abbiamo una linea ad Alta Velocità, ma un disservizio.
Proporrei, quindi, all'Assessore di intervenire su Trenitalia, anche in vista del periodo olimpico: facciamo vedere che almeno qualcosa di Trenitalia funziona, non solo con la tratta Caselle-Torino, ma anche con quella Malpensa-Torino.
Assessore, interveniamo, perché parlare solo di TAV non è sufficiente interveniamo su Trenitalia per la definizione di un servizio regolare e normale, specialmente per il pendolarismo.
Non vorremmo che l'erogazione di questo bonus rappresentasse lo "zuccherino" per addolcire una parte di utenza e dopo il mese di febbraio si tornasse alla normalità, a quella normalità che in questo momento non va assolutamente bene. Si chiede una "normalità" effettiva, che possa assicurare dei treni dotati di carrozze decenti, puntuali e che tengano conto del pendolarismo, perché è molto più importante in questo momento. Se andremo avanti così, avremo grosse difficoltà anche sul discorso dell'Alta Velocità. La questione del pendolarismo dev'essere risolta velocemente e con incisività.
Lei intervenga con tutte le sue forze. Quelle che noi le potremmo dare se questo Consiglio approverà questo ordine del giorno, mi sembrano piuttosto importanti. Questo Consiglio le dà un mandato: risolva questo problema; dia una soluzione a tutti quei pendolari che quotidianamente soffrono per questi disagi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Condivido i contenuti della relazione di questa mattina dell'Assessore Borioli e non intendo, nel mio intervento, delineare nuovi scenari per le politiche dei trasporti nazionali, che sono sicuramente interessati da questioni che riguardano sia gli aspetti gestionali e organizzativi sia le scelte politiche e infrastrutturali. Vorrei solo ricordare che nel nostro Paese oltre 6.000 chilometri di strada ferrata sono a binario unico, con una percentuale sul totale che è la più bassa dei Paesi europei.
Non voglio neanche richiamare altre questioni di carattere generale riguardanti i trasporti a livello regionale, rispetto ai quali credo sia opportuno avere un quadro di dettaglio da parte dell'Assessore, in modo da poter affrontare - in altro momento, certamente - una specifica discussione avendo ben chiari dei riferimenti di carattere più puntuale rispetto alla gestione complessiva del trasporto ferroviario regionale, i chilometri dei vari gestori che intervengono, le scelte e gli indici gestionali riguardanti le varie tratte, oltre che, naturalmente, avere un quadro riferito al collegamento Torino-Milano dopo l'entrata in funzione dell'Alta Velocità fino a Novara e sapere, quindi, quale assetto viene ad assumere il collegamento fra queste due realtà metropolitane a partire dal mese prossimo.
Vorrei entrare più nello specifico dei disservizi che ho richiamato con l'interrogazione a mio nome, che, a questo punto, ritengo non esaurita rispetto ai suoi contenuti e quindi da non cancellare rispetto alla programmazione dei lavori così com'è stato prospettato all'inizio della mattinata.
Nella mia interrogazione richiamavo la tratta Torino-Chivasso-Ivrea Aosta e, in particolare, mi riferivo ai collegamenti tra Ivrea e Torino: una storia non solo locale, ma conosciuta anche a livello nazionale e richiamata in un articolo de Il Sole 24 ore del febbraio dell'anno scorso avente per titolo "Pendolari: 15 linee ad alto rischio". È una ricognizione a livello nazionale dei disservizi che interessano gli utenti del trasporto pubblico. Ebbene, quella tratta, come un'altra del nostro Piemonte, la Pinerolo-Torino, figura ai primi posti nazionali tra le tratte a percorrenza più bassa, con maggiori disservizi. Dopo due della Lombardia e una del Lazio, troviamo al quarto posto la Pinerolo-Torino: 38 chilometri con una percorrenza media di 59 minuti. Al quinto posto troviamo la tratta Ivrea-Torino: 62 chilometri addirittura in un'ora e ventisette minuti, con una percorrenza media di 42,7 chilometri all'ora, velocità che oggi è considerata scarsa anche a livello ciclistico. Ma non sarebbe questo il guaio: se si sa che per percorrere 62 chilometri si impiega un'ora e ventisette minuti, l'utente sa quando parte e quando arriva. Il problema è che non è così, perché si aggiungono, a queste pesanti percorrenze, dei ritardi "casuali", assolutamente ripetitivi. Voglio fornirvi qualche altro dato relativo ai primi quindici giorni di dicembre, che confermano un aspetto che ha richiamato il collega Casoni questa mattina, ovvero il peggioramento degli indici nei mesi di novembre e dicembre.
A dicembre, nel collegamento in andata Ivrea-Torino è stato registrato un ritardo di trentuno minuti, più una serie di altri ritardi che si aggirano intorno ai dieci o undici minuti. Al ritorno, si è toccata una punta di ben quarantuno minuti, accompagnata da un'altra di venti, un'altra ancora di quindici, e da altre di minore entità.
Anche se i ritardi medi sulla tratta si aggirano intorno ai nove o dieci minuti, ci sono punte assolutamente non accettabili, se non addirittura soppressioni di convogli senza preavviso, com'è avvenuto, per esempio, nel collegamento Torino-Aosta delle ore 17.25 del 28 novembre scorso.
Non ritardi saltuari, quindi, ma guasti, problemi e ritardi che caratterizzano un numero talmente elevato di viaggi da dover parlare non più di "servizio" ma di "disservizio".
L'attuale gestione di Trenitalia, per quanto riguarda quella tratta, fa rimpiangere quella precedente del Genio Ferrovieri, all'epoca fortemente contestata.
Questa linea, quindi, ha problemi sia di carattere strutturale, perch a binario unico, sia di carattere gestionale. Sicuramente la gestione non potrà migliorare troppo se non si risolveranno i problemi di carattere infrastrutturale.
Assessore, quando è prevista l'elettrificazione della linea? Quando partiranno i lavori? Mi pare che sia calendarizzata per quest'anno.
Sono convinto che l'elettrificazione migliorerà sicuramente la qualità del servizio, ma non risolverà completamente i problemi della tratta.
Dovendo incrociare su binario unico altri convogli in senso opposto, se le cose non funzioneranno in maniera perfettamente "oliata" - ho avuto modo di sperimentarlo personalmente - si allungheranno i tempi di attesa fra una stazione e l'altra per consentire l'incrocio dei vari convogli.
Volevo inoltre chiedere all'Assessore quando è previsto il rifacimento di un ponte danneggiato dall'alluvione del 2000 e se non ritenga opportuno su quella tratta, prevedere interventi di carattere infrastrutturale come un collegamento tra Montanaro e Volpiano, immettendo la tratta ferroviaria sulla Canavesana, con indubbi vantaggi di scambio all'incrocio con la Stazione Stura di Torino.
Credo anche che tutta una serie di disservizi siano da riferirsi a interventi che "rattoppano", per così dire, un materiale obsoleto a disposizione, e questo spiegherebbe perché gli impianti di ventilazione per esempio, a volte funzionano a volte no. Avendo anche parlato con il personale addetto al servizio, ho constatato un grande impegno da parte loro, ma di fatto lo sforzo è vanificato dalla qualità del materiale rotabile che hanno a disposizione.
Domando anche all'Assessore, che non vedo in questo momento, se non pensi a iniziative che portino ad una diversa distribuzione dei gestori sulle tratte, riconsiderando quelle in questione, per esempio, come componenti di un sistema metropolitano allargato, quindi, ipotizzando una gestione in capo a GTT piuttosto che il mantenimento a Trenitalia, anche se so che questo, trattandosi di una linea interregionale, potrebbe comportare qualche problema con i collegamenti con la Valle d'Aosta.
Voglio porre ancora qualche domanda all'Assessore in relazione all'accordo siglato con Trenitalia per quanto riguarda il bonus di febbraio a favore dei pendolari che hanno registrato dei disservizi, sottolineando l'impegno dell'Assessore in questa direzione e anche la positiva conclusione di questo primo momento di confronto.
Per esempio, mi viene domandato - è un aspetto che è già stato richiamato nell'intervento precedente - in quale misura potranno essere parzialmente risarciti gli abbonamenti annuali, gli abbonamenti "Formula" e, soprattutto, se i biglietti a tariffa "21A" potranno essere presi in considerazione anche per chi è residente in Piemonte, ma, per motivi di convenienza economica, per raggiungere Torino, fa l'abbonamento partendo da una stazione, per esempio quella di Point-Saint-Martin, in bassa Valle d'Aosta, in quanto più conveniente di ben 20 euro mensili.
L'altro aspetto che vorrei mettere in rilievo concerne i pendolari, che hanno ben presente che il rimborso non deve essere inteso come la sanatoria di tutti i mali, a loro interessa relativamente il rimborso. Quello che soprattutto interessa è la qualità del servizio erogato, quindi i treni in orario. Pertanto, la riduzione o la gratuità dell'abbonamento non diventi un alibi per continuare ad erogare un servizio non all'altezza degli standard richiesti.
Questi sono gli aspetti da affrontare con immediatezza per quanto possano riguardare particolarità specifiche di quella linea, ma che suppongo comuni anche ad altre. Pertanto, chiedo anche quale sia lo stato dei rapporti con la Regione Valle d'Aosta, riconfermando la richiesta di avere un quadro di dettaglio più puntuale sul sistema dei trasporti ferroviari regionali. Mantengo l'interrogazione che avevo presentato per avere, poi, nello specifico, risposte - se non potranno essere date oggi relativamente agli aspetti particolari che ho sollevato nell'intervento riguardanti la tratta Torino-Valle d'Aosta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Signor Presidente, posso parlare in prima persona come pendolare, visto che, ormai, sono dieci anni - sono all'inizio della terza legislatura - che continuo ostinatamente a servirmi del treno per raggiungere Torino, non sempre, per la verità, ma nella maggior parte dei casi.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, non si riesce veramente ad ascoltare il Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Vorrei tracciare una rapidissima storia di questi dieci anni di viaggi in treno, ovviamente, parlo per esperienza e mi riferisco alla linea Cuneo Torino, ma ritengo che la mia esperienza possa estendersi anche alla maggior parte o, addirittura, a tutte le altre linee piemontesi e non solo.
Dieci anni fa c'erano pochi treni, ma qualcuno era veramente veloce: si percorreva la tratta Torino-Cuneo in un'ora, un'ora e tre minuti addirittura cinquantotto minuti, cose di questo genere. Questo a livello di orario, perché, in realtà, i treni arrivavano tutti in ritardo, ma erano quei cinque minuti, massimo dieci minuti, che davano un po' fastidio, ma ai quali il viaggiatore era preparato. Ovviamente, c'era chi trovava il servizio comodissimo, perché il treno veloce corrispondeva alle sue esigenze, ma c'era chi trovava il servizio scomodissimo, perché non aveva treni nelle fasce orarie in cui ne avrebbe avuto bisogno o quelli che c'erano avevano percorrenze molto lunghe e si dovevano fare dei cambi, cioè il servizio generalmente era scomodo.
Per quanto riguarda il servizio rotabile, eravamo ancora nel medioevo: c'erano ancora le carrozze di ex III classe, locomotori di prima della guerra, cose di questo genere; però, i treni avevano una corretta manutenzione, funzionavano ed erano decisamente puliti. Sono trascorsi dieci anni, in cui abbiamo assistito ad un progressivo aumento del numero dei treni. Con l'introduzione, tre anni fa, del Memorario, il servizio è diventato obiettivamente capillare, perché, oggi, tra Torino e Cuneo abbiamo un treno ogni mezz'ora, però, i tempi di percorrenza sono aumentati notevolmente. I treni di Memorario impiegano da un'ora e un quarto a un'ora e mezza, mentre, dieci anni fa, si arrivava a Cuneo da Torino in un'ora.
Bisogna dire che vi sono molte fermate in più, non è che i treni siano diventati più lenti. I treni impiegano più tempo perché fanno molte più fermate, per cui, sotto un certo punto di vista, il servizio è senz'altro migliorato a livello di capillarità. Quello che manca oggi è un servizio veloce su questa linea.
Per quanto riguarda ritardi e irregolarità del servizio, ho assistito a un miglioramento negli ultimi anni, dall'anno 2000 all'anno 2003, fino all'anno 2004 compreso. Quest'anno non so cosa sia successo, ma, già a inizio anno, si è verificato un peggioramento, che è decisamente aumentato immediatamente dopo l'estate, in quanto non c'era più un solo treno in orario. Il disastro è avvenuto con il nuovo orario: un disastro da barzelletta, perché l'ultimo orario ha rappresentato un'inversione di tendenza dei fattori positivi di cui ho detto. Cioè, l'ultimo orario entrato in vigore ha comportato l'eliminazione di treni (sulla tratta Torino-Cuneo ne sono stati tolti sei) e di fermate, con la giustificazione di dare maggiore regolarità agli altri treni. In realtà, sulla carta non sono affatto diminuiti i tempi di percorrenza, si è, invece, arrivati al collasso a livello di regolarità. Ad esempio - si tratta tutti di fatti occorsi al sottoscritto - si arriva in stazione a Cuneo e si constata che il treno che doveva arrivare da Torino non c'è, non è mai arrivato, al posto c'è il pullman, il guaio è che il pullman da Torino a Cuneo impiega quasi tre ore, due ore e mezza-tre ore. Altro caso: si prende il treno per Savona, che ha la coincidenza a Fossano, ma si arriva a Fossano con sette otto minuti di ritardo, per cui il treno per Cuneo è partito vuoto, perch da Fossano a Cuneo ci saranno stati tre o quattro viaggiatori, un minuto prima che arrivasse quello da Torino per Savona. Questa è un'altra barzelletta, è una cosa che non ha nessun senso.
Questi sono fatti che ormai si ripetono, sono diventati normali, cioè arrivare a Fossano e aspettare mezz'ora o tre quarti d'ora il treno successivo è diventata la normalità, accumulando così ritardi ai ritardi.
Altra constatazione: ho già detto che una volta si viaggiava su treni vecchi di III classe e di prima della guerra, ma, obiettivamente, in questi anni, progressivamente, il materiale è cambiato, e direi pesantemente proprio negli ultimi tempi, con l'entrata in funzione, ad esempio, dei TAF.
Oggi, la maggior parte delle corse su Cuneo è effettuata con i TAF oppure con carrozze di una ventina d'anni, ma completamente riarredate e con l'aria condizionata. Perciò, nel materiale c'è stato un netto miglioramento. È lo stato del materiale che ha subito un netto peggioramento, a partire dal livello di manutenzione, perché viaggiamo su treni con le porte che non si aprono, con l'aria condizionata che in estate non funziona, con il riscaldamento che in inverno non funziona, senza posacenere, con le toilette chiuse.
Questo per quanto riguarda la manutenzione, ma c'è ancora un altro aspetto a fianco, strettamente collegato alla manutenzione, che non va: la pulizia. Ma non è tanto questione di pulizia, quanto una questione soprattutto di microvandalismo. I vetri sono ormai tutti rigati dall'esterno sono tutti verniciati e pitturati con opere pseudoartistiche che veramente danno un immagine penosa. All'interno i treni hanno i sedili tagliati e imbrattati da scritte fatte con pennarelli, i posacenere sono divelti. Comunque, al di là della sporcizia (ma questo, a mio avviso dipende da un altro grave fatto) c'è un assoluta mancanza di controllo e purtroppo, una grande maleducazione di una parte dei viaggiatori o, per meglio dire, di una parte dei viaggiatori, che non sono i pendolari.
Ho visto partire da Torino dei treni puliti e quando sono arrivati a Cuneo c'era già gente che ci aveva mangiato lasciando lo scompartimento pieno di briciole. C'erano bottiglie vuote che rotolavano per terra, gente che stava (il treno non era completamente pieno) con i piedi e con le scarpe sui sedili di fronte. Il risultato è che quel treno arrivato a Cuneo faceva schifo. Evidentemente, nel viaggio di ritorno chi saliva trovava il treno in condizioni disastrose.
Sicuramente esiste il problema della pulizia perché le pulizie vengono fatte come vengono fatte, ma a monte c'è un problema di educazione e di microvandalismo assolutamente da evitare. Spero che con l'introduzione delle telecamere la situazione migliori, ma in questo campo bisogna fare qualcosa di più: riuscire a far pagare i danni a qualcuno.
Questi microcriminali bisognerebbe mandarli a lavorare nelle officine a ridipingere un treno o semplicemente a pulirlo per fargli capire che il treno è un bene pubblico e chi ci viaggia oggi torna a viaggiarci anche domani. Non bastano le proteste, bisogna collaborare.
Inviterei l'Assessore ad aprire gli occhi sulla possibilità di utilizzare altre società. Nel servizio merci, operano ormai in Italia diverse società private e ho visto la pubblicità di una di queste ditte che affermava che ad oggi, nel primo mese di esercizio, aveva organizzato seicento treni merci, con nessuna soppressione e nessun ritardo. Penso che siamo su mondi completamente diversi. Basta vedere la vicina Svizzera. In Svizzera esistono le SBB, che corrispondono alle Ferrovie dello Stato, ma gestite con criteri privati.
Esistono tantissime piccole società private che operano sulle ferrovie regionali e locali, la Svizzera è famosa perché i treni arrivano puntuali.
Copiamo la Svizzera!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Auddino; ne ha facoltà.



AUDDINO Angelo

Credo che il dibattito sul trasporto ferroviario, deciso oggi, sia stato molto importante perché il 2005 è stato un anno nero per tutti i trasporti in generale e, soprattutto, per il trasporto ferroviario. Per l'Italia intera è stato un anno nero e lo è stato in particolare per il Piemonte, come lo è stato per le autostrade e per le ferrovie.
In realtà noi assistiamo a un degrado del trasporto in generale, quello ferroviario in particolare, non soltanto nel 2005, ma è ormai una tendenza che va avanti da anni e, se possibile, nel 2005 si è ulteriormente aggravata.
Noi abbiamo visto nel mese di dicembre, alle prime nevicate, la paralisi delle autostrade verso la Liguria, con i passeggeri, durante la notte, imprigionati nelle loro macchine. Abbiamo visto in questi mesi i passeggeri e gli utenti delle ferrovie bloccati lungo le vie ferroviarie più importanti d'Italia, come pure sulle linee locali, su quelle della nostra Regione Piemonte. Questa è una storia che ormai si ripete drammaticamente e basta leggere in qualunque giorno il giornale per scoprire una novità. Dell'incidente di Bussoleno abbiamo letto tutti questa mattina.
Credo che i Governi che si sono succeduti in questi anni, diciamo da decenni, tutti, indistintamente, si sono sempre impegnati in modo solenne a migliorare la situazione dei trasporti. L'attuale Governo Berlusconi, in carica ormai da cinque anni, nel famoso patto con gli italiani, aveva indicato nella costruzione delle infrastrutture e dell'ammodernamento dei trasporti un proprio punto di forza. Credo che, dopo la questione delle tasse, la questione delle infrastrutture e dei trasporti era posta al secondo posto dal Governo Berlusconi.
Anche questa Regione, Consigliere Casoni, è stata governata da Ghigo e da Casoni per dieci anni. Altro che i sei mesi della gestione Borioli dei trasporti piemontesi! Il Governo ha fallito in modo pesante in questa direzione. Le cose non sono andate come era stato promesso. Oggi in particolare, come è emerso in tutti gli interventi dei Consiglieri di maggioranza e di minoranza, basta trovarsi su un treno Torino-Novara, su un Domodossola-Milano o sulle linee di tratte nazionali Torino-Reggio Calabria o Torino-Palermo, per rendersi conto che la situazione è precipitata.
Eppure noi viviamo in un epoca dove sono necessari spostamenti rapidi ordinati, puntuali sia per le persone che per le cose.
Un sistema di trasporti efficiente è necessario ed essenziale per l'economia di un paese e anche per la qualità della vita delle persone che vivono al suo interno. Nel settore dei trasporti, l'Italia in questi anni e, in modo marcato, negli ultimi mesi, accusa una grande debolezza. Dà l'impressione di essere un paese che arranca e che arretra, non organizzato.
In quest'Aula, colleghi, abbiamo più volte discusso del trasporto ferroviario in modo particolare. Abbiamo anche parlato del grande progetto dell'Alta Capacità o Alta Velocità che dir si voglia e noi confermiamo l'importanza, per l'Italia e per il Piemonte, di puntare sul quadruplicamento veloce della ferrovia, ma non possiamo pensare che questo possa essere sostitutivo oppure un alibi per trascurare la rete ordinaria nazionale e quella della nostra Regione.
Come si diceva prima, tutti vediamo ogni giorno lavoratori e pendolari che passano ore intere della loro vita sui treni. Credo che sia nostro dovere, secondo la gerarchia delle responsabilità che competono a ciascuno di noi, cercare di risolvere questo problema e assicurare loro, a questi cittadini, condizioni di mobilità sostenibili e accettabili. Muoversi in sicurezza, in pulizia e con la puntualità necessaria, è un diritto loro e di tutti i cittadini. È altrettanto vero, però, che è compito del Governo delle Ferrovie italiane, di Trenitalia, di Rete Italia, di RFI e, per quanto compete, anche della Regione, del nostro Assessore e di tutti noi che governiamo la Regione, assicurare un trasporto efficiente.
Purtroppo, la realtà è che i maggiori finanziamenti al sistema dei trasporti arrivano da finanziamenti governativi. Noi sappiamo che la Finanziaria del 2006 ha tagliato cifre da tracollo per la rete ordinaria quindi per le grandi tratte, le tratte nazionali. Pensate che, a fronte di 3 mila e 200 milioni di euro che Governo e Ferrovie avevano stabilito fossero necessarie, sono stati stanziati semplicemente 276 milioni di euro praticamente un dodicesimo di quello che è il fabbisogno per far funzionare la rete. Altrettanto vale per la manutenzione. Anche in questo caso, i tagli sono stati di 569 milioni di euro. Questo, tradotto nella pratica significa affrontare il 2006 con una situazione ancora più complicata e ancora più difficile. Di sicuro questi tagli si ripercuoteranno come una "mazzata" - e poi non possiamo piangere - sui pendolari e sui cittadini sia sulla rete sia sul servizio delle Ferrovie. Non si potrà, quindi acquistare carrozze, materiale rotabile e fare investimenti sulla rete.
Questa è una conseguenza della mancanza di fondi e di risorse certe da parte del Governo. A mio avviso, siamo di fronte a un completo fallimento da parte del Governo e dei vertici delle aziende di trasporto (Trenitalia e RFI), della politica delle infrastrutture e dei trasporti.
Penso che la politica della propaganda e degli annunci debba essere sostituita, soprattutto in questo settore, da una politica seria che garantisca risposte certe. Occorre predisporre piani aziendali credibili e condivisi con le parti sociali, con la Regione, con i sindacati, sia per quanto riguarda la rete sia per quanto riguarda la gestione del servizio un piano che porti al superamento dell'emergenza; un piano che guardi, in modo anche graduale (nessuno chiede tutto e subito) al rinnovamento della rete e del materiale rotabile.
A volte occorre anche pensare alle professionalità che ci sono all'interno e che vengono poco valorizzate. Troppo, a detta di tutti, si esternalizza sui servizi e si ricorre a personale precario, soprattutto in un settore dove questo crea, di fatto, disservizio e gravi disagi verso gli utenti.
Anche per quanto riguarda il Piemonte, da subito, la Direzione di Trenitalia deve operare affinché il sistema ferroviario piemontese non si degradi ulteriormente. Noi abbiamo un patrimonio da difendere e dobbiamo per quanto possibile, migliorarlo.
Trenitalia deve intervenire anche sulla questione degli orari, per una gestione degli orari discussa con gli Enti locali, con la Regione, con i sindaci e con i Comitati dei pendolari, veri clienti di Trenitalia. Non deve più capitare che manchino informazioni quando si cambia l'orario quando si sopprime una o più fermate o, addirittura, quando si sopprime una corsa. Non ci deve più essere una sorta di agire, a volte anche in modo arrogante, senza un confronto con l'utenza.
Trenitalia Piemonte deve garantire, da subito, uno standard di qualità minimo sulla puntualità, sulla sicurezza, sulla pulizia e sulla frequenza delle corse. Questo è stato detto da tutti.
Apprezziamo l'impegno dell'Assessore Borioli e di questa Amministrazione per quello che, nel limite delle possibilità, stanno facendo in queste settimane e in questi giorni, sia verso Trenitalia sia verso il Governo. La questione dei rimborsi può essere una questione di principio: non risolverà il problema, però intanto, per la prima volta, ci poniamo nei confronti di Trenitalia con pari dignità e non in modo subalterno.
Di questo va dato atto all'Assessore che si sta muovendo in modo intelligente. Sappiamo che l'Assessore Borioli parteciperà ad un vertice convocato a Roma con il Ministero e con le Regioni del nord Italia. Ci auguriamo - e ne siamo sicuri - che anche in quella sede verranno poste le questioni del territorio piemontese, per migliorare il servizio ferroviario già da subito (ma anche nel medio e lungo termine), proprio per garantire il deterioramento della rete ferroviaria piemontese.
Mi avvio alla conclusione dicendo che nelle difficoltà del trasporto il Piemonte è particolarmente penalizzato. Sui giornali leggiamo la questione delle autostrade che non funzionano. Le autostrade verso la Liguria bloccate per la neve e l'autostrada per Milano diventata, ormai una pista lenta, pericola e costosa, inducono le ferrovie a prendere provvedimenti per sopperire anche a quel tipo di utenza che in questo momento si trova in difficoltà.
Mi auguro che nel futuro Governo gli schieramenti predispongano seri programmi che verranno mantenuti, e non siano solo spot elettorali.
Per quanto ci riguarda, il centrosinistra pone grande attenzione a questo problema e vigileremo che, dopo il voto, il programma venga puntualmente attuato anche, e soprattutto, dal Governo nazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere breve e di non ripetere le puntuali osservazioni espresse dai colleghi, sia di maggioranza sia di minoranze, per presentare il disagio che i pendolari stanno vivendo in condizioni sempre peggiori nonostante le tante voci che si levano per la loro tutela.
Il Capogruppo Casoni, ex Assessore ai trasporti, questa mattina ha documentato, dati alla mano, come in questi ultimi mesi la situazione stia peggiorando. Mi unisco ai colleghi che hanno espresso solidarietà ai lavoratori di Trenitalia, tante volte assediati da pendolari esasperati che con qualcuno devono sfogarsi, e loro sono le prime vittime di questi sfoghi.
Ogni giorno, i giornali riportano notizie sulla situazione, chiamiamola così, dei trasporti. Su La Stampa di oggi leggiamo: "Caos treni. Esposto del Comune di Novi".
Posso riferire, come hanno riportato anche i giornali, che la Commissione trasporti della Provincia di Asti ha voluto verificare insieme effettuando viaggi, l'andamento e gli orari dei treni. Si è riscontrato quello che i pendolari lamentavano.
Consiglierei al Presidente della Commissione trasporti di valutare l'opportunità di organizzare una seduta di Commissione sul treno, in modo da dare la possibilità, a tutti i Consiglieri regionali, di verificare com'è la situazione, ovviamente in forma anonima, altrimenti ha ragione il Consigliere Bossuto.
Dobbiamo restituire credibilità alle istituzioni, guai a lasciar prendere il sopravvento alla sfiducia; dobbiamo dire ai pendolari che ci siamo e che faremo tutto il possibile per far funzionare i trasporti, per far sì che questo disagio venga veramente eliminato.
Avanzo una proposta all'Assessore che parlava di un tavolo di confronto: istituiamo un tavolo di confronto a livello regionale con la Giunta, i rappresentanti di Trenitalia, la rete ferroviaria, Province e ovviamente rappresentanti del Consiglio regionale. Allora si potrà approfondire la questione sulla rivisitazione degli orari. Quando un treno è sempre in ritardo, forse è il caso di riscrivere l'orario in modo da non far perdere troppo tempo ai pendolari. Servono controlli sulla sicurezza della carrozze, oltre che la pulizia delle stesse, ma bisogna anche capire chi è il responsabile di ciò che accade, perché quello che tante volte fa rabbia è non capire di chi è la responsabilità.
Viaggio regolarmente in treno e una volta capita che il treno è soppresso perché manca il macchinista, un'altra perché non c'è il controllore. Ho sentito tante lamentele, ma mi hanno fatto veramente più male quelle di donne con bambini a casa con le baby sitter o con la nonna.
Parliamo tantissimo di conciliare gli orari della famiglia con gli orari del lavoro, parliamo molto di pari opportunità, ma poi tralasciamo le problematiche relative ai disagi dei lavoratori e delle donne lavoratrici.
Abbiamo chiesto di convocare un Consiglio regionale su questi argomenti perché non siamo riusciti a far iscrivere all'o.d.g. la mozione per l'istituzione di un fondo per il rimborso dei pendolari. In questo modo teniamo accesi i riflettori sul problema. Lo sappiamo tutti che non è rimborsando i pendolari che si risolvono i problemi. Se c'è qualcuno che deve pagare, attenzione, non deve essere solo la Regione, ma chi ha responsabilità.
importante che, dopo le verifiche e il monitoraggio effettuati dal tavolo tutti ci assumiamo l'impegno di riparlarne fra sei mesi in Consiglio regionale. Manca la cultura della verifica. Partendo da oggi, lasciando stare il passato e le polemiche, verifichiamo cosa succede giorno per giorno, settimana per settimana, mese per mese per capire fra sei mesi se valeva la pena affrontare la discussione, oppure se tutto è come prima magari peggio. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Molte cose sono già state dette, quindi cercherò di contenere il mio intervento in pochi minuti.
Anche al sottoscritto, come a molti Consiglieri in quest'Aula, capita tutti i giorni di essere sollecitato su questo tema, non solo via e-mail.
Essendo pendolare ferroviario, capita tutte le mattine di incontrare direttamente pendolari che si recano a Torino per lavoro, per studio o per altre ragioni.
Proprio questa mattina, parlando con alcuni pendolari, ho comunicato loro che oggi, in Consiglio regionale, si sarebbe affrontato il dibattito intorno al problema dei trasporti. La risposta mi ha sorpreso, infatti mi è stato detto: "Ancora!" Questo non significa che consideri il dibattito di oggi inutile, ma dà l'idea di quale sia lo stato d'animo e l'esasperazione che vivono queste persone: la fase della denuncia quotidiana è già stata superata. Se su questo tema c'è una cosa che oggi non manca, sono i dibattiti.
Se ne stanno occupando il Parlamento e tutti i Consigli regionali provinciali e comunali d'Italia.
Non è questa la questione centrale che noi oggi dobbiamo analizzare, ma è portare il tema (condivido l'impostazione della relazione che ha fatto questa mattina l'Assessore Borioli) su un piano diverso.
Occorre iniziare ad articolare una serie di risposte concrete: questo è quello che la gente si chiede di fronte ad una situazione che sul piano nazionale, come è stato detto, in questi ultimi mesi, è collassata. Non serve affrontare ulteriori dibattiti sull'analisi della situazione, serve trovare risposte concrete che consentano, nel giro di alcuni mesi, un sensibile miglioramento della situazione. Mi pare la premessa fondamentale nel momento in cui affrontiamo un dibattito di questo genere.
Non credo che il Consiglio regionale, nel suo dibattito, abbia chiamato in causa solo il Governo: il Governo si è chiamato in causa da solo, era inevitabile. Il Ministro Lunardi ha convocato, repentinamente, i vertici di Trenitalia e, di fronte a quella situazione, ha preso atto delle responsabilità a seconda dei compiti istituzionali e delle funzioni.
Sulla relazione dell'Assessore vorrei fare tre osservazioni. La prima è quella che interessa maggiormente i pendolari: gli orari. Come tutti hanno detto, la situazione è ulteriormente peggiorata dal 10 dicembre, quando è stato introdotto il cosiddetto orario invernale. Naturalmente bisognerebbe chiedere alle società di gestione come si è introdotto questo tipo di orario. Vedete, non si possono scindere le problematiche dei treni nazionali da quelle dei treni locali. Mi spiego meglio. Il problema deve essere complessivamente analizzato sul piano degli orari. Una complicazione che si è aggiunta sulla linea che conosco di più, la Torino-Milano, è stata l'introduzione degli Eurostar. Se verificassimo le statistiche che questa mattina sottoponeva alla nostra attenzione il Consigliere Casoni, in particolar modo da quando sulla linea Torino-Milano sono stati introdotti gli Eurostar, faremmo delle scoperte interessanti sui livelli di ritardo che hanno interessato i treni interregionali e regionali Tutti sappiamo che gli Eurostar hanno una traccia - si dice così tecnicamente - più lunga degli altri treni. Questo comporta per i treni susseguenti agli Eurostar, se questi ultimi sono in ritardo, una reazione a catena. Così come mi piacerebbe conoscere qual è il livello di frequenza di passeggeri sui treni Eurostar sulla Torino-Milano. La mia impressione è che questi treni non siano largamente utilizzati. Su questo si potrebbe fare un ragionamento e dare delle risposte.
Faccio un altro esempio. La soppressione di alcune fermate alla stazione di Settimo Torinese è stata determinata dalla biforcazione tra la stazione di Torino Stura e la stazione di Settimo, che provoca rallentamenti a tutti i treni. Naturalmente, per mantenere tempi di percorrenza e scorrimento di treni, a partire dagli Eurostar inevitabilmente si sono soppresse delle fermate, creando così una serie di disagi. Tutte le cose sono collegate e hanno una spiegazione, ma su questo la prima risposta è sollecitare il più possibile il rispetto dei tempi.
Abbiamo bisogno che sulla linea Torino-Milano, una delle arterie principali della nostra regione, i treni Eurostar vengono rapidamente trasferiti almeno sul tratto Torino-Novara, sulla linea ad Alta Capacità ferroviaria.
Questo è un elemento fondamentale e una prima risposta per tentare di rimettere in sesto almeno su questa parte la situazione.
Inoltre io credo che sia stato un errore, fatto a livello nazionale in questi anni, che l'azienda Ferrovie dello Stato sia stata spezzata in diversi tronconi.
Oggi ci sono diverse società: chi si occupa del materiale rotabile, chi si occupa della gestione delle stazioni, chi si occupa della linea.
All'interno di ogni società ci sono livelli decisionali diversi e questo crea ulteriori problemi.
Allora la seconda sollecitazione che deve arrivare dal tavolo nazionale al Ministro e ai vertici delle Ferrovie dello Stato è che non bisogna tagliare teste in questa fase.
Questo probabilmente può essere utile, ma bisogna incominciare a pensare ad una riorganizzazione complessiva di questo, accorciare i livelli decisionali e concentrare le energie siccome le risorse sono poche.
Terza questione: è sorprendente notare come il livello degli investimenti italiani rispetto ad altri paesi europei sia stato in questi anni superiore alla media rispetto alla Francia e alla Germania. Io credo quindi sia lecito chiedersi come sono stati indirizzati questi investimenti se ci troviamo di fronte a questa situazione.
Io ho l'impressione che siano cresciuti rispetto alla media europea gli investimenti nazionali, ma che siano diminuiti invece i trasferimenti dallo Stato alle Regioni e questo è un altro elemento che secondo me bisogna porre alla nostra attenzione.
Su questo che cosa si chiede? Rapidamente incominciare a fare funzionare l'alta capacità ferroviaria. Il secondo elemento lo diceva l'Assessore stamattina e noi concordiamo: bisogna andare a rivedere il contratto, bisogna mettere clausole più restrittive, ma soprattutto elementi di valutazione e verifica puntuale. All'interno del contratto credo che possano essere indicate le nuove norme sui materiali, soprattutto le nuove norme sui sistemi di sicurezza. Oggi ci troviamo nella paradossale situazione che le ferrovie introducono sulle proprie linee un sistema di sicurezza avanzato, ma la gran parte del materiale rotabile, cioè delle motrici, non è in grado di comunicare sul piano informatico e della comunicazione con il sistema di sicurezza che è stato introdotto. Le motrici non leggono i segnali che arrivano dai centri direzionali. C'è un problema di compatibilità tra i diversi sistemi.
Allora tutte queste questioni devono, insieme ad altre, essere inserite nel contratto, insieme alle questioni del materiale rotabile e della pulizia. Non si capisce perché ci sono ritardi anche nell'utilizzo dei nuovi materiali.
Su questo non abbiamo avuto risposte neanche nell'audizione e in Commissione bisognerà avere risposte puntuali. Anche noi esprimiamo solidarietà ai lavoratori delle ferrovie perché in questo momento vivono la situazione più difficile.
Terza questione: la partecipazione ed informazione. L'hanno già detto altri e io sottolineo questo aspetto; si stanno organizzando più o meno spontaneamente - alcune Province si sono date da fare - comitati di pendolari. A me pare essenziale che la Regione sviluppi da questo punto di vista un ruolo di coordinamento, perché questo consente di concentrare le energie e di convogliarle su obiettivi il più condivisi possibile.
Io non so se sia necessario introdurre una norma legislativa, così come alcune Province hanno fatto alcune deliberazioni, facendo addirittura regolamenti ed istituendo le consulte dei pendolari, ma su questo tema quello della partecipazione e dell'informazione - questo è un elemento essenziale e mi permetto di dire anche di discontinuità che dobbiamo creare.
Credo che il risarcimento ai pendolari per il disservizio sia una buona azione e non è un caso che altre Regioni stanno copiando quello che stiamo facendo, e rappresenta un elemento che deve essere sistematizzato, cioè qualora si verifichino disservizi, noi automaticamente sappiamo che procediamo al risarcimento degli utenti.
Poi ci sono altre questioni: c'è la questione dei treni a lunga percorrenza, e non si capisce perché si continuano a mantenere treni a lunga percorrenza che si sa già preventivamente alla partenza che accumuleranno ritardi.
Su questo occorre un piano di riorganizzazone sui cosiddetti rami secchi e anche su questo è fondamentale la partecipazione e la concertazione con i comitati dei pendolari.
Ultime due questioni: innanzitutto l'apertura del mercato mi pare un elemento essenziale. Credo che la fine del monopolio anche in questo ambito possa essere un elemento di stimolo per migliorare complessivamente i servizi.
Su questo siamo abbastanza d'accordo e si può cominciare a partire su alcune linee e la Regione su questo può avere un ruolo, quindi diciamo all'Assessore che su questo vada avanti.
L'ultima questione è la verifica periodica. Lo diceva la Consigliera Cotto e su questo siamo d'accordo.
Abbiamo bisogno, nel momento in cui ci concentriamo sulle risposte, di riuscire a riferire agli utenti quali sono i risultati che insieme abbiamo costruito e raggiunto.
Non si può ogni 6-8 mesi o ad ogni cambio di maggioranza - mi permetto anche di dire questo - ripartire da zero. Questo non è possibile, quindi bisogna costruire una serie di rapporti, di meccanismi e di strumenti che consentano di andare a verificare gli effettivi miglioramenti. Questi ci paiono gli elementi essenziali.
Non so come concluderemo il nostro dibattito, ma noi vorremmo che con degli ordini del giorno che verranno votati o nella modalità che si renderà opportuna, questi elementi essenziali che ho cercato sinteticamente di esporre trovassero puntuale risposta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente, Assessore e colleghi.
Mi sembra che il leitmotiv di questa seduta di Consiglio su questa tematica importante dei disservizi del sistema ferroviario piemontese ormai si sia incanalato in maniera ovvia.
C'è chi dalla maggioranza cerca di riversare ogni responsabilità su una ipotetica attività o non attività del Governo nazionale su questo campo, e c'è chi invece cerca di riportare la discussione sulla questione regionale che è quella che a noi interessa.
Devo dire a coloro che, a mio avviso in maniera inopinata, hanno attaccato anche virulentemente il Governo su tutta la politica infrastrutturali, dovremmo innanzitutto ricordare che tutta la procedura di privatizzazione delle ferrovie, che sta un po' alla base di questa situazione, non è certo frutto dell'azione del Governo di centrodestra.
Se la memoria non mi inganna fu frutto di un'azione molto significativa del Governo precedente di centrosinistra, e quindi vorremmo poi anche capire, contraddizione nella contraddizione, come farà, qualora malauguratamente dovesse vincere il centrosinistra, a gestire una delle tante situazioni - ma questa in particolare - legata alle privatizzazioni di tanti parti dello Stato che hanno dato questo frutto.
Come non è certo frutto dell'azione del Governo di centrosinistra la scelta operativa strategica di fare delle Ferrovie dello Stato uno spezzatino, dividendo l'azienda in una complessità di tronconi che, visti i risultati che tutti stiamo visionando, non ha dato buon frutto di sé.
Tutte cose - ripeto - che se hanno una paternità, non è sicuramente quella del centrodestra, ma del centrosinistra e che quindi qualora dovesse esserci un nuovo Governo dopo il 9 aprile, bisognerà capire come gestirà sentite anche alcune non solitarie affermazioni da parte di responsabili di partiti che di quella coalizione fanno parte.
Quindi, noi riteniamo inaccettabile la critica al tentativo sicuramente difficile e complesso, ma finalmente iniziato, di modernizzare la rete infrastrutturali di questo paese, perché è una critica ingenerosa.
Sapete meglio di me che negli ultimi 30 anni le infrastrutture di questo paese non si sono rinnovate e non perché mancassero i progetti o le risorse, ma perché mancava la volontà politica di procedere al rinnovamento e la stessa volontà politica che mancherà il 9 aprile se dovesse cambiare la maggioranza a livello nazionale.
Detto questo per onore almeno di parziale verità, e non abbiamo sicuramente l'illusione di essere detentori, come altri, della verità totale, riportiamo il discorso sulla questione regionale, sui disservizi che, ormai da alcuni mesi, sempre più contraddistinguono il nostro territorio.
Capisco che per lei può essere motivo di nervosismo e anche di irritazione vedere come i grafici indichino un crollo di efficienza del sistema ferroviario regionale. Ma proprio perché la conosco da molti anni non mi sento di imputare a lei totalmente questa situazione: sarebbe francamente ridicolo, a meno che non si possa evocare che sia scesa su di lei una "sindrome burlandiana". Sappiamo che il peggior Ministro dei trasporti della nostra Repubblica è stato l'Onorevole Burlando e non vorremmo che, per vicinanza e per contiguità territoriale, la famosa sfortuna di Burlando, diciamo così, si fosse trasferita oltre confine e sia entrata in Piemonte.
Ma al di là della battuta - mi scuserà l'Assessore, vista l'amicizia che lo lega al Presidente Burlando - se andiamo a vedere i numeri che ha fornito il Presidente del mio Gruppo Casoni, e i grafici che ne sono derivati, che non richiedono commenti, tanto sono esplicativi, si evinceranno delle curve che scendono sempre più in basso. Ormai non c'è più neanche spazio sul grafico tanta è la discesa: sono i ritardi registrati non solo sulla tratta Torino-Genova, ma anche sulla Torino-Bardonecchia sulla Torino-Cuneo (qui la situazione raggiunge veramente un livello comatoso), sulla Torino-Milano (la cui tragicità ci accompagna ormai da qualche mese), o ancora sulla Torino-Pinerolo.
così chiaro il baratro e l'abisso che si apre da qualche mese che se si esclude la "sindrome burlandiana", non rimane che l'esistenza di qualche problema nel governo del nostro sistema ferroviario piemontese; non pu esserci altra spiegazione: se non é la sfortuna che perseguita l'Assessore dovrà esserci per forza qualche problema. Non si potrebbe spiegare diversamente il coacervo di problematiche che si sono scatenate sul nostro servizio ferroviario regionale: ritardi, mancanza di pulizia, mancanza di informazione, e una rassegna stampa che, quotidianamente, ci dà il segnale di questa linea divelta che si oltrepassa di giorno in giorno.
Peraltro non sono neanche d'accordo col collega Bizjak, che dice: "Ormai la critica l'abbiamo capita, passiamo alle soluzioni". Giustissimo.
Ma giornalmente, da tutto il Piemonte, si registra un florilegio di criticità. La collega Cotto ha citato titoli tratti da La Stampa di oggi proprio relativi alla mia Provincia: "Caos treni. Esposto del Comune di Novi".
La rabbia ormai lascia il passo all'ironia: "Solo i disservizi sono puntuali"; "Sui treni piemontesi viaggiano puntuali soltanto le polemiche" "Pendolari: 'denunceremo Trenitalia'". Ci sono anche titoli simpatici: "Trenitalia come Silvan", perché spariscono i treni! Caro collega Deambrogio, noi sappiamo che il Comitato Pendolari Casalesi ha denunciato due volte che i treni delle ore 06.04 per Vercelli e delle ore 05.56 per Mortara sono stati soppressi. Vi renderete conto che questi poveri pendolari si trovano in stazione alle sei del mattino d'inverno, e devono tornare a casa, ma non perché il treno abbia registrato un ritardo, ma perché è stato soppresso: parliamo del primo treno della giornata! Non si può neanche giustificare col fatto che arrivi da Canicattì! Questi pendolari devono tornare a casa, prendere l'automobile e recarsi alla stazione più vicina o usare mezzi alternativi.
E potrei veramente continuare.
Se la situazione segnalata dai grafici che ho citato per le linee regionali di maggior significato è questa, la situazione sulle linee cosiddette minori, ad esempio la Mortara-Asti o la Alessandria-Vercelli che mi riguardano più da vicino, è senz'altro peggiore.
Sapete che ci sono pendolari valenzani che più di una volta si sono trovati a dover scendere dal treno in piena campagna e raggiungere a piedi la Stazione di Valenza sotto la scorta di un ferroviere, con la pila perché il treno non andava più avanti e non si poteva fare nient'altro? E questo non una volta - perché l'eccezionalità è concessa - ma periodicamente.
Di fronte a questa situazione, è chiaro che non possiamo che attenderci una presa di posizione decisa da parte del nostro Assessorato regionale.
Non si potrà pensare di ottenere, come per magia, il rinnovo completo del materiale rotabile, l'elettrificazione delle linee mancanti o la costruzione delle seconde linee dove ce n'è una sola; ma sicuramente dobbiamo porre un freno a questo stillicidio di problematiche.
Assessore, al di là dei ruoli diversi che rivestiamo in questo Consiglio, c'é la volontà, su questo problema, di concederle, per quanto possibile, la massima fiducia. Bisogna, però, che ci siano delle prese di posizione e dei minimi raggiungimenti di obiettivi anche a breve, perché si dia una risposta positiva a questa agonia del nostro sistema ferroviario regionale; una risposta positiva anche alle necessità di quelle migliaia di pendolari, lavoratori, studenti e cittadini piemontesi, che ogni giorno vivono il viaggio in treno ormai come un'esperienza non dico mistica, ma sicuramente densa di interrogativi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Cercherò di rispettare l'accordo preso dai Capigruppo di ridurre i tempi di intervento - posto che sono ormai le ore 17.22 - per lasciare spazio ad altri interventi e chiudere il Consiglio per le ore 18.
Sono state dette molte cose, e alcune le vorrei sottolineare, perché se il 2005 è stato un anno da dimenticare dal punto di vista dei trasporti certamente le valutazioni su quanto è accaduto sono state veramente folcloristiche e singolari.
Sicuramente è stato un anno da dimenticare, ma non perché il Direttore Generale di Trenitalia, quando era in carica l'Assessore Casoni, tremava dalla paura, mentre adesso, con l'Assessore Borioli, se la ride allegramente, o ancora perché lei, Assessore, è stato colpito dalla cosiddetta "sindrome burlandiana".
Mi sembrano veramente affermazioni banali, se mi concedete il termine che non affrontano la vera situazione, che è quella di avere avuto un anno precedente che non era certamente migliore di questo.
Ho recuperato del materiale da un Consigliere regionale che oggi non è seduto in questi banchi: solo nell'ultimo anno è stata prodotta questa documentazione inerente i trasporti sui sit-in di pendolari e consumatori davanti a Palazzo Lascaris, in cui si chiede alla Regione di risolvere il problema della sicurezza, dell'affollamento e dei ritardi; oppure si chiede l'intervento della Magistratura o di Trenitalia, con scioperi per l'abbonamento; si plaude finalmente alla guerra per ottenere il bonus a favore dei pendolari (queste solo nel mese di gennaio 2005); si chiede che cosa si farà dei 40 treni chiamati "Minuetto", considerati, oltretutto anche pericolosi.
Potrei andare avanti per ore, ma non mi sembra questo il modo di affrontare la situazione di questo dibattito. Lo diceva bene il Consigliere Bizjak.
La situazione la conosciamo, l'Assessore né è altamente consapevole.
Oggi è necessario dare risposte ai pendolari sulla puntualità dei treni sulla sporcizia dei vagoni, sui continui guasti, sui problemi di sovraffollamento, sull'assenza di sicurezza, sulla mancanza di informazioni, sulla riduzione del numero delle carrozze, sulle centinaia di stazioni che sono state chiuse, lasciando i pendolari al freddo e alla pioggia nell'attesa del treno.
Il Piemonte ha un primato relativamente alle penali inflitte a Trenitalia: nel 2003 ammontavano a 3 milioni e 613 mila euro, ma nel giro di un anno sono raddoppiate, siamo arrivati a circa 6 milioni di euro.
Se tutti i problemi che abbiamo affrontato, di cui stiamo dibattendo da questa mattina, sono veri e seri, non possiamo limitarci a dire che il Comitato dei pendolari non vuole più il rimborso. Non è vero, il Comitato pendolari vuole il rimborso e vuole il bonus, ma non vuole che il bonus sia un alibi affinché Trenitalia ignori la questione.
Assessore, questo non lo possiamo permettere. Certamente, dobbiamo ottenere il rimborso per i danni subiti dai pendolari, ma dobbiamo chiedere a Trenitalia risposte concrete, investimenti seri, un ammodernamento serio della rete ferroviaria, così come la manutenzione. Dobbiamo chiedere risposte per chi viaggia per motivi di lavoro e di studio. Però, dobbiamo anche sapere come intendete utilizzare le risorse delle multe pagate da Trenitalia, questo è importante. Queste risposte le vogliamo. Vogliamo sapere come intendete coinvolgere maggiormente i Comitati pendolari e l'Associazione dei consumatori nella predisposizione dei nuovi orari e nella gestione di tutte queste emergenze.
Sono sicura, Assessore, che le sue risposte saranno puntuali e precise.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore Borioli, intanto vorrei ringraziarla per il fatto che lei oggi, insieme a tante altre cose, ha annunciato un provvedimento che la Regione ha negoziato e ottenuto da Trenitalia.
La collega Motta ha fatto riferimento al fatto che nel mese di febbraio i pendolari verranno rimborsati, cioè non pagheranno il costo del biglietto. Questa è piccola cosa, non voglio enfatizzarla più di tanto però, Consigliere Casoni, è il segno di un atteggiamento diverso, se me lo consente, nei rapporti tra Trenitalia, amministrazione delle Ferrovie e Regione Piemonte; non era così in passato. Adesso non voglio aprire questioni che riguardano i vecchi rapporti tra Trenitalia e questa Regione ma certo questa iniziativa è il segno di una Regione che si pone nei rapporti con Trenitalia, assumendo il punto di vista dei cittadini che hanno tutti quei disagi che voi raccontate e che tutti noi conosciamo. So molto bene che questo provvedimento è transitorio, dura un mese, e che di per sé non avrebbe alcun significato se, nel frattempo, noi non ci ponessimo anche altri obiettivi, per esempio, non ci ponessimo il problema sacrosanto di rinegoziare il contratto di servizio.
Colleghi, anche qui, se ci poniamo il problema di rinegoziare il contratto di servizio, lo dico prescindendo da ogni riferimento polemico naturalmente, è perché avvertiamo l'esigenza che in quel contratto, che noi vorremmo sottoscrivere, sia possibile introdurre vincoli più cogenti per rendere il rapporto con Trenitalia più paritario, nel quale l'Amministrazione regionale cerca di affermare principi, diritti e sanzioni, che ci consentono di tutelare meglio il diritto del cittadino che utilizza il treno per andare a lavorare o a scuola.
Assessore Borioli, non sottovaluto questa questione, non sottovaluto neppure la scelta di Trenitalia di creare un'apposita direzione per gestire questo tipo di trasporto ferroviario e questi rapporti, anche se mi rendo conto che noi dobbiamo manifestare una sfiducia totale nei confronti di una società che, in questi anni, ha dimostrato di avere pochissimo rispetto nei confronti delle persone che utilizzano il treno. Dovrebbe cambiare l'atteggiamento di fondo: chi viaggia in treno è un utente che ha dei diritti che vanno rispettati.
Consigliere Botta, svolgo una seconda considerazione rivolgendomi a lei. So molto bene che non possiamo sempre discutere di questioni generali però, non credo che voi possiate ignorare il fatto che, in questa vicenda rischia di pesare moltissimo in futuro la scelta del Governo di tagliare in misura massiccia le risorse, le autorizzazioni di spesa alle Ferrovie italiane. Per quanto riguarda l'anno 2006, parliamo di 8.600 milioni di euro e, relativamente al piano triennale delle Ferrovie, la politica degli investimenti comporterà tagli per 15 milioni di euro. Questo non è ininfluente. C'è poco da fare, avrà un impatto formidabile sul quarto addendum il programma tra Ferrovie e Stato italiano.
E' del tutto evidente, Consigliere Botta, che gran parte di quegli investimenti, che credo tutti insieme in Parlamento abbiamo considerato essenziali per un ammodernamento delle Ferrovie, resteranno al palo.
E' inutile discutere di diritto alla mobilità, relativamente a un sistema che, dal punto di vista della competitività, perde colpi, se, poi quando arriviamo al dunque, rinunciamo a fare politiche di investimento che sono essenziali per far compiere al sistema delle Ferrovie un salto.
Semplicemente, vorrebbe dire trasferire quote di traffico passeggeri e merci dalla strada alla rotaia, o impedire che la strada assorba quote di traffico, correttamente e giustamente immaginabili, ferroviario. Qui, c'è una responsabilità, non c'è niente da fare.
Caro Assessore Borioli, non so se può dircelo, ma voglio porle una domanda: i tagli operati dalla legge finanziaria quali ricadute comporteranno sul contratto di programma, sottoscritto tra Regione Piemonte, Ministero dei trasporti e Ministero dell'economia? Noi dovremo dire ai nostri pendolari che il prossimo anno avranno problemi, perché quell'accordo di programma non negoziato dall'Assessore Borioli - tanto per essere chiaro - ma sottoscritto dal Consigliere Casoni tanto per essere chiaro - sarà un contratto di programma che non verrà finanziato! Quindi, gran parte degli investimenti che voi avete ritenuto fondamentali per ammodernare il sistema non potranno essere realizzati! Questo non vi indigna? Questo vi autorizza a dire che non vi è un problema che riguarda la politica del Governo nazionale? Ma come fate a dirlo!



RONZANI Wilmer

CASONI William (fuori microfono)



RONZANI Wilmer

Ci sono più treni nuovi adesso che prima.
RONZANI Wilmer



RONZANI Wilmer

Parlo del programma di investimenti, Consigliere Casoni, che riguarda il prossimo anno, ho parlato di dati e di cifre.
Correttamente, su questo punto, dovremmo, come Regione italiana e come Regione Piemonte, aprire con il Governo un contenzioso, perché ne va di mezzo la politica di investimenti di Regioni intere. Per quanto ci riguarda, ne va di mezzo la possibilità di realizzare quel piano di investimenti che voi avete considerato essenziale per modernizzare il sistema ferroviario piemontese.
L'ultima considerazione concerne le ricadute locali che questi tagli comporteranno. Consigliere Casoni, le ricordo che, ad esempio, i nuovi Eurostar - ricordate quanto detto dal collega Bizjak, molto preparato e informato su queste questioni - avranno un impatto formidabile sugli orari dei treni e comporteranno una modifica degli orari. Per quanto riguarda alcuni treni che conosco, provocheranno un anticipo delle partenze, non consentendo a moltissimi pendolari biellesi di prendere il treno ad un'ora ragionevole, cioè alle ore 18.30, dovrebbero prenderlo con venti minuti d'anticipo. Se qualche disgraziato ha la sfortuna di sbagliare pullman, di non riuscire a prenderlo e quindi di arrivare in ritardo alla stazione, a quel punto troverà moltiplicati per duecento quei disagi che tanto c'indignano. Quindi esiste un problema di confronto immediato con Trenitalia per impedire che queste modifiche possano determinare un'ulteriore condizione di disagio nei confronti di coloro che oggi utilizzano il treno per viaggiare nella nostra Regione.
In sintesi, ho finito, Assessore Borioli, noi siamo d'accordo con lei sull'esigenza di negoziare il contratto di servizio. Dovremmo farlo mettendoci tanta grinta e ponendoci il problema di un contratto di servizio che assuma il punto di vista degli utenti e dei cittadini, e che ci consenta di individuare quelle sanzioni che danno a noi, Regione Piemonte e ai cittadini, qualche strumento in più per impedire che venga negato il diritto alla mobilità in tempi certi e in condizioni di sicurezza (e dico anche di confort, se me lo consente).
La Regione deve aprire un confronto-scontro, se necessario, con il Governo nazionale e in sede di Conferenza Stato-Regioni. La questione deve essere posta all'ordine del giorno essendo del tutto evidente che noi rischiamo di compromettere l'ammodernamento del sistema ferroviario piemontese.
Vorrei che noi, Assessore - gliela pongo come questione problematica cominciassimo a porci il problema di rompere il monopolio di Trenitalia perché questa è l'altra via per aumentare la capacità di avere con questa società un potere di contrattazione. Il modo per rompere il potere e il monopolio di Trenitalia è di verificare se non sia possibile, limitatamente ad alcune tratte della nostra Regione, magari facendo delle gare d'appalto fare in modo che possano esserci altri gestori di queste tratte.
una linea credibile, di una Regione che si pone il problema di modernizzare il sistema ferroviario, di farlo utilizzando e rivendicando le risorse per fare questo tipo d'intervento, ma anche per affermare, nei fatti, il diritto alla mobilità delle persone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Abbiamo sentito tante parole, tante lamentele da parte di tutti. Noi della minoranza, giustamente, facciamo opposizione e portiamo avanti una serie di problematiche e di esigenze del territorio. Qualche collega della maggioranza, per giustificarsi, giudica soltanto cosa ha fatto o cosa non ha fatto il Consigliere Casoni (mi riferisco al collega Ronzani, che ha svolto l'ultimo intervento). I problemi ci sono sempre e, in ogni caso su tutte le linee e per tutti i pendolari. Lo dice uno che ha fatto l'Assessore per cinque anni in Provincia di Novara e, purtroppo, ha gestito la Biella-Novara, perché si sa che, per buona parte, passa attraverso il mio Comune. Quindi ho seguito questa vicenda e sono stato il primo a salire sul nuovo "Minuetto" che, grazie a Casoni, è arrivato su questa linea dando...



SUSTA Gianluca, Assessore al bilancio e finanze (fuori microfono)

Pagato da noi per un milione e mezzo!



BONIPERTI Roberto

Pagato dalla Provincia di Biella per quanto riguarda la ristrutturazione, per cui, dopo la seconda corsa la Provincia di Biella o forse anche il Comune...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Susta)



BONIPERTI Roberto

L'hanno tolto per il semplice fatto che prima di mettere...



PRESIDENTE

Per cortesia, lasciate parlare il Consigliere Boniperti!



BONIPERTI Roberto

Va bene, va bene, Presidente, è proprio la dimostrazione che siamo tutti qui per lavorare e per migliorare queste cose.
Mi ricordo quando il collega Susta (allora Sindaco di Biella) finanzi la ristrutturazione dei due treni. Al secondo viaggio - in piena estate il condizionatore non funzionava e il secondo treno si bloccò a Chiavazza non riuscendo a rientrare a Biella. Questo era stato il risultato della strutturazione pagata dal Comune, non sicuramente per colpa della Regione ma sicuramente per colpa di chi doveva mettere a posto questi mezzi, ovvero l'azienda Trenitalia, ma che non li ha mai messi a posto.
Il problema fondamentale (lo ripeto, lo dice uno che per cinque anni "si è fatto il mazzo" a correre tra un'associazione e l'altra dei pendolari, e a venire in Regione da Casoni per vedere di sistemare e migliorare le cose) consiste nel fatto che bisogna trovare la maniera di inchiodare Trenitalia. Non ci siamo riusciti in cinque anni, c'è riuscito parzialmente Casoni, perché, più di qualche multa o più dell'imposizione o comunque, della trattativa per far comperare 40 minuetti da mettere sulla rete, di fatto Trenitalia non mantiene le buone promesse che fa. Non le ha mantenute nei cinque anni precedenti, sono pronto a scommettere con tutti che non le manterrà per i prossimi cinque anni. Bisognerà trovare la maniera di essere trasversali, riuscire a rifare il contratto con Trenitalia e imporre delle scelte che siano drastiche, a pena di scindere il contratto con Trenitalia e cercare qualche altro gestore. Non c'è un'altra soluzione.
bello venire a scagliarsi gli uni contro gli altri? Sapete qual è il risultato? Che alla fine della fiera chi ci va di mezzo sono sempre e solo i pendolari di Biella, della Varallo-Sesia e di altre linee delle Province piemontesi. La questione non è se l'Assessore è più o meno bravo, non voglio venire qua ad accusare Daniele Borioli, che anche lui, per cinque anni, era al mio fianco quando protestavamo contro Trenitalia. È un problema di metodo, sul piano contrattuale: abbiamo a che fare con un soggetto -Trenitalia - che ci sente e forse se ne frega di quel che diciamo. Questo è il dato di fatto. È inutile scaricarci contro il Consigliere Casoni, che non voglio difendere perché è del mio partito, ma perché in cinque anni, quando c'erano i problemi e aveva fatto avere il tesserino di libera circolazione ai dipendenti dell'Assessorato e dell'ente per verificare e segnalare le anomalie, faceva di tutto per venire incontro ai pendolari e ai viaggiatori. Sappiamo benissimo che chi si alza la mattina alle cinque o alle sei per prendere il treno non lo fa per sport e neanche perché la mattina non ha nient'altro di meglio da fare: lo fa purtroppo, per andare a lavorare. E poi ci sono i ragazzi che prendono il treno, per fortuna, per andare a scuola (qualcuno ogni tanto anche per "bigiare"). Il problema è questo: se vogliamo fare veramente un lavoro che possa portare un aiuto ai nostri pendolari, dobbiamo intenderci trasversalmente, senza farne una questione di colori politici, e inchiodare Trenitalia sulle proprie posizioni. Non è necessario attaccare per questo l'Assessore Borioli, che si prenderà la sua parte di parole come, d'altra parte se l'è presa Casoni per cinque anni. È normale per chi va a sedersi sui banchi della Giunta. Oggi c'è Daniele Borioli, c'è Susta, ci sono gli altri Assessori, sarà così per tutti, per cinque anni. Se c'è qualcosa che non va, a chi dobbiamo cercare di dare la colpa? Diamo la colpa agli Assessori, ed è normale. Governate voi, non governiamo noi. Adesso vedo che fortunatamente l'Assessore Borioli è rientrato e voglio fargli sapere che prima ho ricordato che per cinque anni la solfa è sempre stata quella. Che ci fosse Borioli, Casoni o Boniperti, Trenitalia ha fatto sempre quello che le conveniva. Purtroppo il sistema di gestione di un'azienda simile fa sì che, fintanto che non ci saranno prese di posizione drastiche, la situazione sarà sempre quella.



PRESIDENTE

Non essendoci più richieste d'intervento, chiudiamo la discussione.
La parola all'Assessore Borioli per la replica della Giunta.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Approfitto della circostanza di questa replica per scusarmi con il Presidente del Consiglio e con i Capigruppo per l'incidente dell'ora di pranzo. Non era mia volontà mancare di rispetto istituzionale, però terrei a sottolineare che, poiché si evoca il concetto di rispetto personale, mi permetto di fare un rilievo sul concetto di rispetto personale, che è cosa diversa da quello istituzionale.
Il rispetto istituzionale si applica a seconda delle leggi e dei regolamenti che ordinano la vita di quest'Aula, ma ci dovrebbe essere un rapporto di reciprocità: visto che si pongono delle questioni alla Giunta e agli Assessori, sarebbe opportuno rimanere ad ascoltare le repliche che la Giunta e gli Assessori intendono svolgere.
Vorrei intanto, se mi è consentito, rispondere ad una battuta con una battuta e tranquillizzare l'amico Marco Botta: se fossi sicuro di recare con me le virtù che, a mio giudizio, erroneamente venivano attribuite al Ministro dei trasporti Burlando, le assicuro che ne approfitterei per vivere di prepotenza, semplicemente fingendo, nei confronti di chi mi sta di fronte, l'attivazione delle mie presunte virtù per poterne trarne profitto personale.
In realtà, credo che il dibattito di oggi abbia evidenziato molti punti, su cui vorrei fare qualche precisazione, partendo da qualche elemento di informazione, che mi pare utile perché è stato chiesto.
Poiché i cittadini, utenti del trasporto ferroviario, sono soggetto rilevante e non secondario di questo dibattito, molti Consiglieri hanno richiamato, innanzitutto, la questione del ristoro dell'abbonamento. Sul punto voglio dare una risposta precisa. Credo che entro le prime ore di domani mattina avremo un modulo operativo, compilando il quale gli utenti del trasporto ferroviario regionale, quando si recheranno agli sportelli che normalmente utilizzano per rinnovare l'abbonamento - gli sportelli di Trenitalia - a partire dal 28 del mese precedente, (comunque tutti questi dettagli operativi saranno forniti alle utenze e adeguatamente divulgati attraverso i canali informativi che sia noi sia Trenitalia attiveremo nella maniera più efficace possibile) potranno usufruire dell'abbonamento gratuito per il mese di febbraio.
Per chi varrà questo intervento? Varrà per tutti i titolari di un abbonamento mensile a tariffa regionale Piemonte, quindi per gli utenti del trasporto regionale e per tutti gli utenti piemontesi, cioè residenti in Piemonte, che usufruiscono del servizio di trasporto ferroviario interregionale a cosiddetta Tariffa Nazionale 21, ivi compresi, quindi coloro che utilizzano linee di trasporto interregionale di competenza di altre Regioni. Noi ne abbiamo alcune che ricadono nel contratto di servizio della Regione Valle d'Aosta (quelle evocate dal Consigliere Ricca), altre della Regione Lombardia, altre ancora della Regione Liguria. Tutti i residenti piemontesi, a condizione che la stazione di origine o di destinazione siano collocate in Piemonte, potranno usufruire dell'abbonamento gratuito. Da questo punto di vista, credo di essere stato abbastanza chiaro.
Per quanto riguarda l'abbonamento annuale, nel meccanismo concordato con Trenitalia è previsto che, al momento del rinnovo dell'abbonamento annuale - e sarà data adeguata informazione perché gli utenti conservino il titolo di viaggio di abbonamento - verrà scontato loro l'equivalente di una mensilità, in modo da porli nelle stesse condizioni in cui sono stati posti gli utenti che usufruiscono di un abbonamento mensile.
Per quanto riguarda il "Formula", la situazione è più complessa. Noi partiamo da uno zoccolo che poi vedremo se nell'evoluzione dei prossimi mesi riusciremo a rendere più cospicuo, dato che il meccanismo di riparto nel rapporto tra Trenitalia e i gestori dei servizi automobilistici urbani ed extraurbani, è un rapporto di compartecipazione al gettito molto complicato (che adesso non vi sto a spiegare), che attribuisce a Trenitalia il 30%, su "Formula". Pertanto, in questa prima fase l'abbonamento non sarà ristorato integralmente, ma nella misura del 40%, quindi una misura che riconosce, intanto, una percentuale del 10% più alta rispetto alla quota di competenza Trenitalia dentro la tariffa "Formula". Naturalmente, dato che si tratta di un meccanismo molto complesso, nel prosieguo cercheremo di vedere se alla fine si potrà, rispetto alla quota parte ferroviaria completare, pur essendo un meccanismo molto complicato da gestire, anche nei confronti degli utenti di "Formula".
Questa è la platea degli utenti cui certamente, nelle prossime ore e nei prossimi giorni, verrà dettagliamene spiegato come fare per avvalersi di questo beneficio, naturalmente documentando, con l'esibizione di una certificazione, la loro residenza in Piemonte, perché, per un meccanismo di reciprocità, agli abbonati di altri territori penseranno le altre Regione.
Devo dire che la nostra iniziativa sta stimolando, in Lombardia e non solo, tentativi di imitazione che noi, in questo caso, non diffidiamo perché ci auguriamo che, a beneficio degli altri utenti a noi vicini vadano in porto.
Per quanto riguarda alcune questioni puntualmente poste, credo che sia stata richiamata in maniera molto rilevante da molti Consiglieri - ricordo i Consiglieri Deambrogio, Motta, Bizjak - la questione di come noi organizziamo e governiamo, in maniera più efficace, trasparente e traducibile anche nella sensazione che l'utenza possa concorrervi attraverso strumenti partecipativi, la definizione degli orari. Sappiamo che si tratta di materia complessa perché l'utenza reca, nel suo complesso e per ciascun singolo utente, dei diritti che però vanno conciliati in un programma di esercizio che non tiene conto del soddisfacimento al 100% di ciascuna testa portatrice del diritto. Il trasporto ferroviario è un flusso e, quindi, occorre organizzarlo.
In questo senso siamo pronti per avviare con le Province - lo avevo già annunciato negli incontri fatti con i territori - una procedura che adeguandola e correggendola se è nel caso, estenda quel meccanismo che, mi permetto di dire, in Provincia di Alessandria avevamo avviato pionieristicamente un po' di anni fa, con la costituzione della Consulta del trasporto pubblico locale, però conferendo alla Consulta e alle Amministrazioni provinciali un ruolo di coordinamento, di ascolto della domanda e di tentativo di traduzione della domanda stessa in proposte articolate che poi, trovando compendio e sintesi a livello regionale consentano di predisporre orari e programmi di esercizio più confacenti alle esigenze delle utenze.
Non c'è nulla di più sbagliato che non riflettere sugli errori commessi nel percorso. Lo dico per rassicurare tutti: non sono qui per sfuggire alle responsabilità della mia gestione, ma ci sono altri collocati in postazioni ben più autorevoli di me che, dovendo dar conto al Paese del disastro prodotto in questi cinque anni, esibiscono l'edizione de L'Unità in cui si annunciava la morte di Stalin diversi decenni fa. Non è mio costume comportarmi così e non lo farò neanche in questa circostanza.
Credo che occorra rimettere mano alla riprogrammazione dell'orario invernale. Si era partiti da un'ipotesi che presupponeva una razionalizzazione, ovviamente anche passante attraverso qualche riduzione di servizio. Ora, la situazione che si è determinata impone una riflessione a Trenitalia, nel contesto della discussione più generale che bisognerà attivare nelle prossime settimane.
Mi rivolgo al Consigliere Casoni. Lei ha parlato di numeri. I numeri sono oggettivi, ma occorre sapere quale paradigma matematico si utilizza per leggerli. Nel paradigma in vigore nei Paesi che solitamente frequentiamo, per esempio rispetto all'entità dei chilometri tagliati, il riscontro è che con l'ultima razionalizzazione sono stati ridotti, in termini di servizi ferroviari, 550 mila chilometri treno, a fronte di un volume complessivo di 2 milioni di chilometri treno che la Regione Piemonte mette a contratto. Questo - se riesco a fare i conti - dà, grossomodo, una somma uguale al 2,5-3% e non al 15% da lei evocato.
Seconda questione, sempre relativa ai numeri.
Vorrei tranquillizzare il Consiglio: i soldi attribuiti alla Direzione e a questo Assessorato, pari a trenta milioni, sono solidamente nelle nostre casse e sono elemento, visto che dobbiamo chiudere la partita di questo ultimo terribile trimestre del 2005, che andremo a gestire nel rapporto contrattuale con Trenitalia, a fronte anche dell'esigenza del rinnovo di cui siamo alle liste. Sono lì, sono ben custoditi e andremo a vedere quali garanzie ci verranno date sul servizio e, intanto, come contabilizzare le sanzioni da applicare per l'ultimo trimestre. Stiano sicuri, quindi, i Consiglieri e i cittadini del Piemonte, che i loro soldi non sono stati presi, girati a Trenitalia e poi, "chi ha avuto avuto e chi ha dato ha dato". Sono lì.
Questo, a mio modo di vedere, senza evocare metafore che ricordino esibizioni muscolari, è un modo serio di contrattare. Vede, l'esibizione di muscoli si dovrebbe fare con due braccia, perché se con un braccio esibisco il muscolo, l'altro braccio lo rilascio per riconsegnare più della metà del pacchetto di sanzioni che ho applicato allo stesso soggetto vincolato a quelle sanzioni perché ha procurato un disservizio creo, negli anni, un rapporto con il mio interlocutore contrattuale che lo mette al sicuro circa il fatto che, comunque, alla fine, la partita economica che recupererà da me, sarà sempre la stessa, più o meno forfettariamente impostata.
Il primo elemento da introdurre nel prossimo contratto di servizio questa è l'unica esibizione di muscoli che conosco - è dire a Trenitalia che non rivedrà nemmeno più un centesimo di euro dei soldi che gli verranno sottratti attraverso le sanzioni per i disservizi causati. Saranno un danno economico prodotto all'azienda e al contraente - poi si tratta di capire se Trenitalia effettivamente finanziava con i nostri soldi o se, comunque aveva già in programma di fare, quindi semplicemente rimpinguava le proprie casse con i soldi che noi, attraverso le sanzioni, ristoravamo - in una partita molto opaca e priva di logica. Trenitalia, da adesso in avanti saprà che tutti i soldi che gli verranno tolti in termini di sanzioni verranno prima di tutto utilizzati per restituire agli utenti il loro dovuto.
Ripeto, questo non risolve i problemi dei disservizi, ma certamente riconosce all'utenza un diritto sacrosanto: quando l'utenza non ha un servizio, non è giusto che paghi per un servizio che non ha avuto. Ragion per cui quei soldi verranno utilizzati soprattutto per il ristoro del disservizio.
La questione nazionale. Non si tratta di buttare la palla fuori.
Abbiamo letto tutti i giornali in queste settimane, sarebbe troppo facile dire: "È una materia delegata alle Regioni, adesso ci pensino le Regioni".
Non è così. La materia è stata delegata alle Regioni, ma non viene svolta da un soggetto qualunque, viene svolta da un'azienda che si chiama Trenitalia, che utilizza le linee di un'altra azienda che si chiama RFI mentre entrambe fanno parte di un gruppo che si chiama Gruppo FS S.p.A.
che ha, come unico azionista di riferimento, il Ministero del Tesoro, il Governo italiano. Se un'azienda denuncia - è uscito sui giornali in questi giorni - che chiuderà il bilancio di quest'anno con 500 milioni - dicasi 500 milioni - di passivo e denuncia una situazione che costringe Catania a separare la gestione del trasporto passeggeri da quello del trasporto regionale, nonché ad una riorganizzazione del management rispetto al quale a fronte dello sciagurato ritiro di 500 carrozze quest'estate per fare un coup de theatre (a fronte del fatto che si trovavano le zecche) ammette attraverso i giornali: "Abbiamo sbagliato tutto, pensavamo di rimettere in circolo quelle carrozze in vista dell'attivazione dell'orario invernale, ma non ci siamo riusciti". Questa è una delle ragioni rilevanti per cui è successo tutto il pasticcio del mese di dicembre.
evidente che siamo di fronte ad un caso in cui certamente la Regione deve fare la sua parte ma, poiché siamo tutti espressione massima della classe dirigente piemontese, non possiamo raccontarci che, senza un cambio di tendenza radicale da parte del Governo, che comporta la decisione di investimenti di risorse su un'azienda di Stato, questa situazione migliorerà nel giro di qualche settimana. Non è così. Se vi raccontassi un cosa del genere, vi racconterei una favoletta.
Non ho la responsabilità di chi mi ha preceduto, nel senso che non ne ho le responsabilità personali, ma dico che oggi si tratta di impiantare una serie di strumenti di programmazione che, forse - questa delega non è di lunghissima data, ma ha ormai qualche anno alle spalle - se si fossero reimpostati per tempo, ci avrebbero consentito, oggi, di guardare alla situazione con qualche elemento di progettazione in più.
Faccio un esempio per tutti, un esempio bipartisan.
Oggi ci confrontiamo, purtroppo, con una tragedia: l'incidente al passaggio a livello di Bussoleno. Sulla questione dei passaggi a livello altre Regioni come Veneto, Emilia Romagna e Toscana hanno concluso, negli anni passati, attraverso una legge regionale che poi ha consentito la stipulazione di un accordo di programma pluriennale con RFI, dei programmi di investimento, ad esempio, sui passaggi a livello e su tutta una serie di questioni che riguardano gli impianti tecnologici a servizio delle linee ferroviarie su cui si svolge il trasporto (se non funzionano le linee possiamo anche utilizzare i treni dell'ultimissima generazione, che non servirebbero a niente), che ha consentito di programmare una serie di interventi di soppressione dei passaggi a livello e di adeguamenti. Questi strumenti non li abbiamo, li dobbiamo impiantare tutti.
Qualcuno oggi ha evocato: "Apriamo il mercato anche a nuove aziende abbiamo soggetti importanti come GTT, ci sono le Ferrovie Nord al confine possiamo far crescere, in alcune realtà, attraverso le azienda pubbliche e private esistenti, dei soggetti in grado di svolgere pacchetti di trasporto regionale, di rivitalizzare linee minori". Quest'operazione non s'improvvisa in due minuti, da questo punto di vista siamo all'anno zero questo è l'elemento che voglio evidenziare al Consiglio. In questo senso nulla fino ad oggi è mai stato programmato.
Come affrontiamo, da adesso in avanti, questo business di non semplice soluzione? E qui veniamo agli investimenti che evocava il Consigliere Casoni. Per comprare treni nuovi per 66 milioni finanziati attraverso un meccanismo, previsto dalla legge 166, la Regione ha fatto un mutuo con le banche e lo Stato, via via, per quindici anni, ripiana. Da quest'anno forse, non possiamo più fare quest'operazione perché la finanziaria impone alle Regioni di non contrarre mutui per dare contributi ad aziende che comprano materiale rotabile, quindi bisogna che c'inventiamo un'altra storia: una società di leasing operativo, o altri strumenti che, in questi anni, non sono mai stati pensati. Denuncio questo, perché, probabilmente si trattava di far fronte ad una prima fase di gestione di una materia nuova. Probabilmente i problemi erano molti complessi, ma questa è lo stato dell'arte da cui partiamo.
L'impegno personale e individuale c'è tutto. È evidente che se, in questo coordinamento che nasce nel rapporto tra Regioni e Stato, non ci sarà un impegno serio, ad invertire la tendenza, se noi nella sostanza avremo sempre solo e soltanto i nostri 170 milioni di euro scarsi, che sono gli stessi, da temporibus illis, per gestire e basta, continueremo a sentirci rispondere, come di fatto è, ad oggi, da RFI quando andiamo a porre il problema dell'elettrificazione e del raddoppio delle linee dalla Biella-Santhià a quella di Casale-Vercelli, che non c'è un euro.
Rappresento, per onestà e serietà al Consiglio regionale, che i passi in avanti che potremmo fare saranno molto stentati, stentorei e probabilmente, ci ricostringeranno qui chissà quante altre volte a rifare una discussione che, senza una corresponsabile assunzione di impegno, da parte nostra certamente, ma anche da parte del Governo, non porterà a modificare la situazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Borioli.
Prima di chiudere la sessione straordinaria del Consiglio regionale dobbiamo passare alla votazione degli ordini del giorni collegati. Li pongo in votazione in ordine di presentazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 15 avente per oggetto "Trasporto ferroviario locale", presentato dai Consiglieri Monteggia Allasia e Rossi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerati i continui disagi cui sono sottoposti quotidianamente i pendolari piemontesi per recarsi nei luoghi di lavoro o di studio percorrendo le tratte ferroviarie regionali, molto spesso evidenziati dagli organi di stampa, in particolare quelli che percorrono la linea ferroviaria Torino-Milano rilevato che il servizio fornito agli utenti che usufruiscono del trasporto pubblico regionale è inadeguato, a titolo esemplificativo si ricordano le carrozze sporche ed insufficienti, servizi igienici inutilizzabili, problemi di riscaldamento in inverno e di condizionamento dell'aria in estate e i cronici ritardi che quotidianamente penalizzano i viaggiatori premesso che, con deliberazione della Giunta regionale n.2-8835 del 31.03.2003 è stata affidata alla società Trenitalia S.p.A. la gestione dei servizi di trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale e, successivamente, è stato approvato il relativo schema di 'contratto di servizio' con relativo 'Addendum' in data 26 giugno 2003 ritenuto che, Trenitalia, dimostra ogni giorno di più di fornire un servizio inadeguato ed insoddisfacente e la Regione deve pretendere un'inversione di questa tendenza che sta penalizzando la qualità del trasporto ferroviario locale, creando disagi insopportabili e sempre più frequenti per gli utenti che utilizzano il mezzo ferroviario per raggiungere il luogo di lavoro e che si vedono costretti, sempre più spesso, a prolungare oltremodo i loro tempi di permanenza fuori casa considerato che, si sono costituiti alcuni comitati dei pendolari per protestare contro i disagi causati dai ritardi, dalla scarsa frequenza delle corse, soprattutto nelle ore serali, dal frequente mancato rispetto delle coincidenze con altri treni o altri mezzi pubblici su gomma, dal militato livello di pulizia dei vagoni e in particolare dei servizi igienici (spesso inagibili) ed ancora, una composizione dei treni che spesso presenta scompensi macroscopici, che presentano pochissime vetture nei momenti di punta e molte vetture durante orari a bassa frequentazione di pendolari rilevato, altresì, che è stato firmato un protocollo d'intesa tra la Regione Piemonte e Trenitalia, per il finanziamento di nuovi treni destinati al trasporto regionale piemontese e che la Regione ha avviato su diverse tratte (tra cui quelle interessate dalle proteste dei comitati dei pendolari qui segnalati), un monitoraggio della qualità del servizio ferroviario; constatato che tale contratto di servizio, all'articolo 23 comma 1, prevede, su base mensile, che il mancato raggiungimento degli obiettivo di 'puntualità' fissati nell'allegato 2.1, darà luogo, per ogni punto percentuale di scostamento in diminuzione, all'applicazione di penalità; impegna il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore ai Trasporti ad intervenire sui vertici di Trenitalia affinché si adoperino per migliorare il servizio che sta diventando insopportabile per i viaggiatori, in particolar modo per i pendolari che lo utilizzano quotidianamente, assumendo iniziative in grado di ridurre i disagi e i ritardi, modificando, eventualmente, il contratto in essere con Trenitalia per il trasporto locale".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 53 avente per oggetto "Quadrante ferroviario di Torino -orario dei treni e fermate", presentato dai consiglieri Robotti e Chieppa, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: l'orario ferroviario 004/2005 in vigore non rispetta le osservazioni e le discussioni avute nel corso dei lavori del tavolo tecnico del quadrante di Torino, anzi peggiora rispetto a quello dell'anno precedente; le variazioni di orario penalizzano gravemente tutti coloro che vogliono servirsi del mezzo pubblico, rendendo inutilizzate strutture come il Movicentro di Chieri, costo due milioni di euro, finanziato dalla Regione Piemonte e dal Comune di Chieri, il numero degli utenti, di conseguenza, nei primi mesi del 2005 è diminuito; il coordinamento dei Comuni del quadrante ferroviario di Torino ripropone la classificazione dei treni regionali come 'treni metropolitani' avente fermate in tutte le stazioni dell'area metropolitana di Torino: Settimo, Torino Stura, Torino Dora, Torino Porta Susa, Torino Lingotto, Moncalieri, Trofarello, Cambiano, Pessione, Villastellone e Carmagnola; il consulente della Regione Piemonte, dottor Borzini, al tavolo tecnico del quadrante ferroviario del 23 marzo 2005 dichiara che: 'occorre operare scelte, che non possono essere disgiunte dalle indicazioni fornite dai Comitati e dalle Associazioni del pendolari' ricordato che: la Regione Piemonte ha la competenza sul trasporto pubblico locale e sulla concessione di contributi alla stessa Trenitalia; ad una considerevole erogazione di denaro pubblico per la mobilità corrisponde una media di passeggeri trasportati sensibilmente bassa impegna il Presidente della Giunta regionale ad intervenire presso Trenitalia per sostenere le necessità di una rete ferroviaria metropolitana che sia accessibile e fruibile dal maggio numero di cittadini, evitando soprattutto la soppressione di ulteriori corse e fermate a rendere 'partecipato' e non imposto da Trenitalia l'orario ferroviario; a far rispettare il protocollo d'intesa del 1997, sottoscritto da: Regione Piemonte, Provincia di Torino, Ferrovie dello Stato, GTT (ex Satti) e dai comuni di Moncalieri Trofarello e Chieri sul servizio ferroviario metropolitano, con almeno 30 treni al giorno con partenza da Chieri cadenzati ogni 30 minuti; al mantenimento delle fermate istituite in corso d'orario, eliminando le soste prolungate nelle stazioni intermedie dei treni provenienti da Chieri diretti a Torino ad istituire nuove fermate di tutti i treni anche Eurostar Intercity ed Espressi nella stazione di Torino Lingotto".
Il Consiglio approva.
Esaminiamo l'ordine del giorno n. 81, inerente a "Disservizi Trenitalia" presentato dai Consiglieri Auddino, Bellion, Boeti, Buquicchio, Cavallaro Dalmasso, Laus, Muliere, Pizzale, Placido, Pozzi, Ricca, Robotti, Rostagno Spinosa, Travaglino e Turigliatto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Auddino; ne ha facoltà.



AUDDINO Angelo

Ho chiesto la parola per precisare che ritiriamo questo ordine del giorno, in quanto è superato da un altro ordine del giorno che abbiamo provveduto a distribuire questa mattina.
L'ordine del giorno rubricato al n. 81, datato 7 settembre, in realtà è superato dagli eventi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Auddino.
Comunico, quindi, che l'ordine del giorno n. 81 è ritirato.
Procediamo all'esame della mozione n. 203 inerente a "Istituzione di un fondo per il rimborso dei pendolari", presentata dai Consiglieri Cotto Pichetto Fratin, Nastri, Ghigo e Cavallaro.
Non essendovi richieste di intervento, indico la votazione palese su tale mozione, il cui testo recita: "Premesso che ormai da tempo, ogni giorno e malgrado le innumerevoli proteste, i pendolari sono costretti a viaggi in treno a condizioni non più tollerabili: ritardi, sovraffollamento, sporcizia, freddo valutato che la qualità del servizio di Trenitalia è inaccettabile tenuto conto che i pendolari a causa dei ritardi dei treni perdono ore di lavoro e ciò significa un danno anche per l'economia piemontese cosiderato che le donne, in particolare, subiscono maggiormente i disagi dovendo conciliare vita familiare e lavoro e, necessariamente, far coincidere i propri impegni e orari con le esigenze dei figli sottolineata la necessità di recuperare credibilità alle istituzioni, che devono attivarsi affinché sia garantito il regolare funzionamento delle linee ferroviarie esistenti, a maggior ragione in un momento in cui è attuale il tema dell'alta velocità che altrimenti rischia di essere considerata un'opera irrealizzabile il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a istituire un fondo apposito per provvedere al rimborso dei pendolari per le ore di lavoro che sono costretti a perdere a causa dei ritardi dei treni, ed indennizzarli per i disagi che ogni giorno sono obbligati a subire, rivalendosi successivamente su Trenitalia".
Il Consiglio non approva.
Procediamo all'esame dell'ordine del giorno n. 210 inerente a "Sistema ferroviario piemontese", presentato dai Consiglieri Bossuto, Clement Valloggia, Deambrogio e Barassi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto dei gravi ritardi che caratterizzano ormai da mesi il sistema ferroviario italiano e dei disagi che contraddistinguono alcune tratte regionali, ma anche nazionali evidenziato: come il cambiamento di orario sembra aver peggiorato la situazione già di per sè precaria delle linee in oggetto come la modifica di alcune tratte da Regionali ad Intercity, modifica solo di forma e non di fatto, ha però determinato solo un appesantimento dei costi a carico dei viaggiatori considerato l'estremo disagio e le difficoltà a cui sono quotidianamente soggetti i pendolari che fruiscono delle nostre tratte per recarsi al posto di lavoro impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo e le Ferrovie Italiane per porre fine a tale drammatica situazione inoltre, se ne sussistono i presupposti giuridici, ad adire le vie legali nei confronti degli enti responsabili del disservizio pubblico".
Il Consiglio approva.
Procediamo all'esame dell'ordine del giorno n. 230 inerente a "Disservizi Trenitalia", presentato dai Consiglieri Auddino, Bizjak, Rutallo, Motta Muliere, Robotti, Dalmasso, Valloggia, Turigliatto, Deambrogio, Moriconi Bertetto, Ronzani, Travaglini, Ricca, Buquicchio, Boeti, Bossuto, Barassi Bellion, Reschigna, La rizza e Cavallaio, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale interprete del disagio degli utenti delle ferrovie per i continui disservizi, in primis rispetto alle condizioni igieniche delle carrozze interprete dei disservizi nel trasporto regionale (ritardi, orari frequenze) che coinvolgono migliaia di lavoratori e pendolari consapevole che occorra invertire la logica dei tagli indiscriminati alle risorse e al personale, che riducono un grande patrimonio ad un sistema da 'terzo mondo' convinto che tale politica di abbandono induca i cittadini a non utilizzare i treni, facendo loro preferire l'uso del mezzo proprio considerato che l'immagine di Trenitalia, delle ferrovie pubbliche italiane e, più in generale, quella dell'intero Paese ne esce fortemente lesa chiede alla Giunta regionale di intraprendere nei confronti di Trenitalia e del Ministero dei Trasporti iniziative idonee a porre rimedio ai vergognosi disservizi nel trasporto ferroviario e nei confronti della Direzione regionale di Trenitalia per porre rimedio ai disservizi della rete regionale piemontese".
Il Consiglio approva.
Resta inteso, come già verbalizzato nel corso della seduta mattutina che le interpellanze ed interrogazioni collegate, la cui rubrica è stata letta nella seduta di questa mattina, sono considerate evase con il dibattito tenutosi in seduta odierna.
L'elenco delle interrogazioni ed interpellanze collegate è il seguente: interrogazione n. 157 "Debito di 30 milioni di euro verso Trenitalia" presentata dai Consiglieri Casoni, Boniperti, Botta, Ghiglia, Vignale interpellanza n. 186 "Soppressione corsa ferroviaria giornaliera Genova/Limone/Genova", presentata dai Consiglieri Dalmasso, Deambrogio Barassi interpellanza n. 323 "Servizio ferroviario regionale: ritardi e disservizi. Provvedimenti nei confronti di Trenitalia S.p.A.", presentata dai Consiglieri Casoni, Botta, Boniperti, Ghiglia, Vignale interrogazione n. 344 "Linea ferroviaria Torino PN - Modane", presentata dal Consigliere Travaglini interrogazione n. 383 "Programma di Trenitalia S.p.A. per la soppressione di 14 linee ferroviarie piemontesi", presentata dai Consiglieri Ronzani Muliere, Ferraris, Cavallaro, Bertetto, Comella, Bizjak, Bellion, Motta Rutallo, Rabino, Rostagno, Pozzi, Dalmasso, Valloggia, Bonassi, Reschigna Moriconi, Bossuto, Auddino, Deambrogio, Clement, Robotti, Turigliatto interrogazione n. 395 "Disagi per i pendolari delle linee ferroviarie dell'Acquese", presentata dai Consiglieri Deambrogio, Dalmasso, Bossuto Clement, Valloggia interrogazione n. 413 "Tratta ferroviaria Saluzzo-Savigliano - disagi dei pendolari", presentata dai Consiglieri, Dalmasso, Barassi Bossuto, Clement Deambrogio, Valloggia interrogazione n. 422 "Ritardi nei servizi della linea ferroviaria Torino Bardonecchia", presentata dalla Consigliera Spinosa interrogazione n. 458 "Ritardi e disservizi sulla tratta ferroviaria Torino - Aosta", presentata dal Consigliere Ricca interrogazione n. 487 "Problemi pendolari linea Genova-Torino" presentata dal Consigliere Ross interrogazione n. 501 "Pendolari e disservizio ferroviario in Piemonte" presentata dai Consiglieri Dalmasso, Deambrogio, Bossuto, Barassi, Clement Valloggia interrogazione n. 504 "Disagi del sistema ferroviario, bonus per i pendolari, stazioni dismesse", presentata dalla Consigliera Motta interrogazione n. 510 "Piccole stazioni ferroviarie del Piemonte" presentata dai Consiglieri Vignale, Boniperti, Casoni, Botta, Ghiglia interrogazione n. 519 "Soppressione fermate di treni nella stazione di San Germano Vercellese", presentata dal Consigliere Pedrale interrogazione n. 522 "Contributo Regione a Trenitalia per viaggi gratuiti a febbraio 2006", presentata dai Consiglieri Casoni, Botta Boniperti, Ghiglia, Vignale interrogazione n. 523 "Disfunzioni nel collegamento sostitutivo tra Casale Monferrato e Vercelli", presentata dai Consiglieri Botta, Casoni Boniperti, Ghiglia, Vignale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori con particolare riferimento alla sollecitazione dell'esame del punto 5) dell'o.d.g. relativo a: "Testo unificato disegno di legge n. 144" e proposta di legge 117 "Disposizioni inerenti alle strutture ricettive denominate bed-and-breakfast relative all'anno 2006", e del punto 14) all'o.d.g. relativo a ordine del giorno n. 227 "Candidatura di Stefania Belmondo al ruolo di ultimo tedoforo e simbolo dei Giochi Olimpici di Torino 2006"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Avevo chiesto, nel mio intervento, che l'interrogazione n. 458 non fosse considerata evasa.
Visto che l'Assessore ha comunque dato delle risposte, sia pur parziali, la riproporrò con contenuti diversi. Consideriamola, quindi evasa, diversamente a quanto avevo inizialmente precisato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ricca.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bellion; ne ha facoltà.



BELLION Marco

Presidente, come comunicato verbalmente e visti gli accordi presi con i Capigruppo e con l'Assessore Manica, noi avremo l'esigenza, già evidenziata in Commissione, di approvare il testo unificato del disegno di legge n. 144 e la proposta di legge n. 117, che permetterà alle aziende bed and breakfast di poter operare durante l'evento olimpico.
Mancano ormai pochi giorni e se questo Consiglio non adempirà in questa serata a questa approvazione, rischiamo di rendere vano il disegno di legge, ma soprattutto la possibilità, per i bed and breakfast, di operare durante l'evento olimpico.



PRESIDENTE

stata avanzata dal collega Bellion la richiesta di invertire l'o.d.g.
e procedere ad una celere approvazione della legge relativa ai bed-and breakfast.
Se vi è la volontà del Consiglio possiamo procedere in tal senso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente; non chiederò più la parola nel merito dell'articolato della legge, tantomeno per dichiarazione di voto, anche se è un'espressione di dichiarazione di voto ma che non entra nel merito della legge, quanto sul metodo.
Noi esprimeremo un voto di positività. È bene ricordare - il Presidente lo sa - che non è una legge iscritta ai lavori del Consiglio da qualche mese. È un provvedimento che ha fatto il proprio iter in Commissione e che da poche settimane, in modo tardivo, è iscritta all'o.d.g. del Consiglio, e quindi - sempre in modo tardivo - la approviamo.
Dico questo perché non vorrei che apparisse che ci sia stata, in qualunque momento dell'iter legislativo del provvedimento, una qualche forma di blocco. Anzi, il Presidente ricorderà bene che sollecitammo in qualche modo il provvedimento dicendo: "Siamo vicino alle Olimpiadi e se non arriva all'esame dell'aula quanto prima, non servirà assolutamente a niente".
Anche in questo caso, così come si è fatto questa mattina, sarebbe bene comprendere che una buona volontà nei lavori del Consiglio consente ad alcuni provvedimenti importanti di arrivare a termine.
Dico anche - e concludo - che a fronte di una disponibilità della Giunta di un confronto reale con il Consiglio, che noi riteniamo venire sempre meno, per quanto ci riguarda sarà uno degli ultimi sconti che facciamo alla maggioranza. È vero che il Consiglio è l'organo sovrano che emana le leggi, ma è altrettanto vero che se il Consiglio deve emanarle in ritardo perché si è perso tempo a fare altro, il Consiglio, e soprattutto la minoranza, avrà minor responsabilità nell'espressione delle leggi stesse.
Noi la votiamo. Il Presidente ha fatto bene a far riferimento a tutto il Consiglio, anche perché tutto il Consiglio ha approvato il provvedimento in oggetto. Ma è bene ricordarsi che, in qualche modo, la pazienza ha sempre termine. Grazie.



PRESIDENTE

Posso considerare accolta da tutto il Consiglio la proposta del collega Bellion.
Ha chiesto la parola il Consigliere Costa sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



COSTA Enrico

Chiedo, in virtù della stessa urgenza legata all'evento olimpico, se è possibile votare - è infatti già iscritto all'o.d.g. - l'ordine del giorno che ritengo non abbia bisogno di un grande dibattito, inerente al sostegno per la candidatura ad ultimo Tedoforo olimpico di Stefania Belmondo, in quanto piemontese e in quanto donna.
Chiaramente, se andassimo a votarlo a ridosso dell'evento olimpico, non avrebbe più alcun significato.



PRESIDENTE

Se non vi sono osservazioni in merito, vengono accolte le due proposte.
Si inverte pertanto l'o.d.g.: procediamo alla votazione della legge sui bed and- breakfast e, successivamente, alla votazione dell'ordine del giorno richiamato dal Consigliere Costa.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Esame testo unificato disegno di legge n. 144 e proposta di legge n. 117 "Disposizioni inerenti alle strutture ricettive denominate bed-and breakfast relative all'anno 2006"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il testo unificato del disegno di legge n. 144 e della proposta di legge n. 117, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Se l'aula è d'accordo, potremmo dare per letta la seguente relazione del collega Buquicchio: "Illustre Presidente, Egregi Consiglieri, con l'approssimarsi dell'evento olimpico "Torino 2006" è nata l'esigenza di incrementare e diversificare l'offerta dei posti letto in Piemonte durante lo svolgimento delle manifestazioni.
Si è quindi ritenuto opportuno prendere in considerazione la richiesta da parte degli esercenti di prolungare, limitatamente all'anno 2006, il periodo complessivo di apertura delle strutture ricettive denominate bed and-breakfast, previsto in 270 giorni annui dall'alinea del comma 4 dell'articolo 15 bis della legge regionale n. 31/1985 (Disciplina delle strutture ricettive extralberghiere), introdotto dalla legge regionale n.
20/2000.
Tale proposta è supportata: a) dall'eccezionalità ed occasionalità dell'evento b) dall'elevato numero di prenotazioni ormai in esubero rispetto alla quantità di posti letto disponibili nell'area in cui si svolgeranno le gare olimpiche c) dal ritorno di immagine che l'evento olimpico comporterà per il Piemonte, non solo durante il periodo delle gare, ma sicuramente per l'intero anno 2006.
Si ribadisce la temporaneità del presente provvedimento - frutto dell'unificazione del disegno di legge n. 144 e della proposta di legge n.
117 - che estenderà i suoi effetti al solo anno 2006.
In sede di Commissione si è inoltre aggiunto un articolo che prevede per l'esercente l'attività di bed-and-breakfast l'obbligo di comunicare all'ATL competente per territorio l'articolazione del nuovo calendario di apertura per l'anno 1996, sostitutivo del precedente inviato entro il 1 ottobre del 1995 ai sensi del comma 10 dell'articolo 15 bis della legge regionale n. 31/1985. Si è infine aggiunto l'articolo 3 che prevede la dichiarazione d'urgenza per il provvedimento in oggetto." Resta inteso che il Consiglio adesso è convocato in seduta ordinaria.
Passiamo, quindi, all'esame dell'articolato.
Procediamo ora alla votazione del relativo articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato Sì 41 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame ordine del giorno n. 227 inerente a "Candidatura di Stefania Belmondo al ruolo di ultimo tedoforo e simbolo dei Giochi Olimpici di Torino 2006"


PRESIDENTE

Passiamo infine all'esame dell'ordine del giorno n. 227, di cui al punto 14) all'o.d.g., presentato dai Consiglieri Costa, Casoni, Ghigo Cavallera, Guida, Scanderebech, Cirio, Rabino, Dutto, Rostagno, Ferraris e Dalmasso.
Indìco la votazione palese di tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che l'8 dicembre è partito da Roma il Viaggio della Fiamma Olimpica di Torino 2006 che per due mesi attraverserà il territorio nazionale visitando tutte le Regioni e le Provincie italiane che l'evento si concluderà il 10 febbraio 2006 allo Stadio Olimpico di Torino con la Cerimonia di Apertura dei XX Giochi Olimpici Invernali che tra i 10.001 tedofori, chiamati a rappresentare lo Spirito Olimpico, vi sono tante personalità del mondo dello sport, della cultura e dell'impresa e i campioni olimpici italiani delle ultime due edizioni dei Giochi considerato che non è ancora stato designato l'ultimo tedoforo, destinato a salire sull'Olimpo dello Stadio di Torino per accendere il braciere che darà il via ufficiale alle Olimpiadi 2006; che il Piemonte annovera, fra i suoi numerosi atleti, Stefania Belmondo, la campionessa italiana che, in assoluto, ha vinto più medaglie ai Giochi Olimpici che la proposta di sostenere la candidatura di Stefania Belmondo a ultimo tedoforo ha trovato l'immediato e amplissimo consenso di tutta la popolazione cuneese e delle istituzioni della Provincia di Cuneo a cominciare dalle Comunità Montane e in particolare dalla Comunità Montana Valle Stura dove è nata e risiede Stefania Belmondo vista la rilevanza mediatica planetaria dell'evento, il più importante da molti anni a questa parte per l'Italia e in particolare per la nostra Regione atteso che l'atleta cuneese Stefania Belmondo rappresenta, per la passione sportiva, l'impegno agonistico e per il posto occupato nella storia dello sport del nostro Paese, un esempio altissimo di cultura sportiva e il testimone ideale dello Spirito dei Giochi e dei valori che sono alla base delle Olimpiadi: fratellanza, pace e unità tra i popoli si impegna sostenere in tutte le sedi necessarie a cominciare dal Toroc la candidatura di Stefania Belmondo - donna atleta piemontese cuneese - al ruolo di ultimo tedoforo e simbolo dei prossimi Giochi Olimpici di Torino 2006".
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.27)



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