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Dettaglio seduta n.55 del 17/01/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Ferraris e Gariglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Variazioni di bilancio

c) Deliberazioni di variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2005


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta regionale in data 11 gennaio 2006 ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), n.
13 deliberazioni del 5 dicembre 2005, n. 2 deliberazione del 13 dicembre 2005


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 263 dei Consiglieri Bossuto, Clement e Dalmasso, inerente a "Ancora sfitti gli alloggi ATC della Pisterna di Acqui Terme ristrutturati con 8 milioni di euro di contributi regionali per l'edilizia popolare"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 263, presentata dai Consiglieri Bossuto Clement e Dalmasso.
Risponde l'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore all'edilizia residenziale

Oggetto dell'interpellanza è una serie di interventi, precisamente due di ristrutturazione di immobili da destinare ad edilizia popolare, nel Comune di Acqui Terme. La problematica in oggetto è, ovviamente all'attenzione degli uffici della Direzione edilizia. Devo anche aggiungere che un paio di mesi addietro ho ricevuto personalmente il Sindaco del Comune di Acqui Terme. Abbiamo avuto una lunga discussione e poi siamo pervenuti a una sorta di soluzione. Ricordo, infatti, che l'interpellanza è assai datata.
Lo stato delle procedure lo sintetizzo in questo modo.
La Giunta regionale, con deliberazione del 29/12/1994, ha concesso al Comune di Acqui Terme dei finanziamenti, ai sensi della legge 179/92, per il recupero edilizio di Palazzo Olmi, per complessivi 14 alloggi, e di Palazzo Chiabrera, per complessivi 31 alloggi, da destinare entrambi a edilizia residenziale pubblica sovvenzionata. Con Decreto di Giunta regionale del 2/8/1999 è stata concessa, per gli interventi citati un'ulteriore integrazione finanziaria; l'ammontare complessivo dei finanziamenti concessi al Comune risulta, pertanto, essere di euro 3.397.916,10 per il recupero edilizio di Palazzo Chiabrera e di euro 1.
941.577,36 per i lavori di recupero di Palazzo Olmi.
I lavori di recupero di Palazzo Olmi sono stati collaudati in data 29/5/2002 e per alcuni alloggi dell'immobile, esattamente otto, il Comune ha richiesto di potersi avvalere della procedura del trasferimento del vincolo, come disciplinata dalla legge del 2003, su altro immobile di proprietà comunale. In pratica, si tratta di trasferire otto alloggi da destinarsi ad edilizia residenziale pubblica ad un altro immobile, non più localizzato in area centrale.
Tale procedura è attualmente in corso e il suo perfezionamento è subordinato all'acquisizione, da parte degli uffici regionali, di tutta la documentazione prevista per la citata deliberazione del luglio 2003, tra cui l'agibilità degli alloggi, l'osservanza delle norme in materia di barriere architettoniche, eccetera.
Per i rimanenti alloggi non interessati dalla procedura si è invitato il Comune a procedere, con la massima tempestività, alla loro assegnazione prospettando, qualora ciò non avvenga in tempi brevi, la segnalazione, da parte degli uffici regionali, alla Corte dei Conti per possibili danni erariali.
Per quanto attiene, invece, il recupero edilizio di Palazzo Chiabrera ad oggi i lavori non risultano ancora conclusi, poiché si rendono necessarie opere di completamento. Su tale aspetto, nel luglio 2005, la Direzione edilizia ha richiesto all'Amministrazione Comunale di conoscere la tipologia degli ulteriori lavori, la tempistica d'attuazione e se, nelle more d'esecuzione, fosse possibile comunque procedere all'assegnazione degli alloggi. L'Amministrazione Comunale ha solo parzialmente risposto a quanto richiesto dagli uffici regionali.
Il Comune, con nota 26 ottobre 2005, subito dopo l'incontro cui facevo riferimento a cui ero presente, ha evidenziato di aver dato corso all'iter per l'assegnazione dei sei alloggi siti in Palazzo Olmi. La conclusione delle procedure d'assegnazione è prevista entro il mese di marzo 2006.
In merito al trasferimento del vincolo di edilizia residenziale pubblica degli otto alloggi da Palazzo Olmi a quelli di Palazzo Mariscotti così come disciplinato dalla delibera della Giunta regionale dell'8/07/2003, alla data odierna la procedura amministrativa non è ancora stata conclusa da parte degli uffici comunali. Inoltre occorre segnalare che risulta pendente un ricorso amministrativo presentato da alcuni privati residenti in Palazzo Mariscotti, in merito alla scelta operata dall'Amministrazione Comunale. Relativamente all'intervento di recupero di Palazzo Chiabrera, l'Amministrazione Comunale, con la citata nota 26 ottobre 2005, conferma la volontà di addivenire all'ultimazione dei lavori mediante l'utilizzo dei fondi regionali ancora disponibili sul programma di intervento, nonché procedere all'accensione di un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti per la parte non assistita dal contributo regionale.
Per quanto attiene la tempistica prevista per addivenire all'ultimazione delle opere, la stessa è indicata per il primo semestre 2007.
Con successiva nota del 22/11/2005, il Sindaco del Comune di Acqui Terme ha comunicato di aver raggiunto con l'Agenzia Territoriale della Provincia di Alessandria, un'articolata intesa operativa finalizzata sia alla stipula di convenzione fra i due Enti per l'assegnazione e la gestione degli alloggi che per l'ultimazione dei lavori di Palazzo Chiabrera, nonch per la verifica di idoneità degli alloggi di Palazzo Mariscotti.
Il percorso individuato da Comune e Agenzia Territoriale di Alessandria, è condivisibile, dal nostro punto di vista, e può essere oggettivamente la strada che può consentire di pervenire finalmente alla conclusione degli interventi.
Ripeto, tutto questo dopo un incontro abbastanza burrascoso che si è avuto con il Sindaco. Da parte mia, e da parte dei tecnici della direzione edilizia, sembra che quella su esposta possa essere oggettivamente la strada che può portare alla chiusura di una vicenda che non è stata così limpida. A seguito dell'accordo con l'ATC di Alessandria, siamo nella condizione di chiudere la questione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

La risposta fornita dall'Assessore Conti è più che completa, ha permesso di entrare in una tematica che da un po' navigava nel buio. La vicenda degli alloggi destinati ad edilizia pubblica ad Acqui Terme era ferma da anni, come denunciava l'Assessore, creando anche qualche imbarazzo tra alcuni Consiglieri comunali che non condividevano assolutamente la vicenda stessa, già alla sua radice.
Il problema dell'emergenza casa è diffuso ovunque, l'anno scorso ci sono stati 70 mila sfratti, Acqui Terme non è una cittadina da meno ed in proporzione anche ad Acqui Terme questo problema è sentito e vissuto.
L'idea che si fossero impegnati ingenti fondi pubblici per destinare alloggi all'edilizia pubblica e questi non fossero assegnati, turbava sotto più punti di vista: dal punto di vista sociale nei confronti dei senza casa, di chi ha difficoltà a reperire un alloggio sul mercato, sia come spreco di fondi pubblici.
Circolavano voci secondo cui il Comune di Acqui volesse, vista anche la collocazione degli alloggi in palazzi particolari, ripensare alla loro destinazione d'uso, un po' la conferma l'abbiamo avuta quando si è dato vita ad un ingresso nel mercato dei medesimi, ad un'operazione di business abbastanza criticabile. A questo si sposa il concetto di emarginare gli alloggi di questo tipo sempre in periferia, quindi l'espulsione dal centro di alloggi a residenza pubblica: un'operazione ghettizzante, che ci vede ben poco favorevoli, per non dire assolutamente non favorevoli.
Questa operazione ha rimesso in gioco tutto, anche l'intervento dell'Assessore ha chiarito i punti di intervento del Comune, ha chiarito quale erano le intenzioni del Comune. Ci riteniamo soddisfatti della risposta fornitaci. Grazie Assessore.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 349 del Consigliere Cavallera inerente a "Morosità delle ATC regionali"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 349, sulla quale risponde l'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore all'edilizia residenziale

L'ammontare complessivo dei canoni di locazione degli alloggi gestiti dalle ATC del Piemonte non introitato nell'esercizio finanziario 2004 ultimo consuntivo, è pari a euro 11.466.025,29 e corrisponde al 21,3% del totale dei canoni bollettati dalle Agenzie (pari, quest'ultimi, a euro 53.852.142,53).
In rapporto al numero di alloggi complessivamente gestiti dalle ATC pari a 51.835 unità, si ha una morosità media di euro 221,20 annui per alloggio.
Di tali mancati incassi, però, una parte consistente (nel 2003 oltre 6 milioni di euro, il dato del 2004 non è ancora disponibile, ma non sarà certamente inferiore) è costituita dalla cosiddetta "morosità incolpevole" quella cioè derivante da stato di disoccupazione o grave malattia di uno o più dei componenti la famiglia che impedisca il regolare pagamento del canone.
Una rimanente parte - non quantificabile, ma certamente esistente - è costituita da semplici ritardati pagamenti delle bollette dei mesi di novembre e dicembre, che se pagate nei primi giorni di gennaio dell'anno successivo non possono essere iscritte nella cassa di quello in corso.
E' evidente che rimane, comunque, di tutta rilevanza la somma di morosità registrate dalle ATC, la quale peraltro è lo specchio di una più generale difficoltà per le famiglie piemontesi nel sostenere le spese correnti, anche quelle primarie, tra qui quella dell'abitazione.
Le ATC sono comunque tenute - nel rispetto della loro piena autonomia amministrativa, organizzativa e contabile - a porre in essere tutte le iniziative, anche di carattere legale, volte a recuperare la morosità colpevole degli assegnatari. Per quanto riguarda quella incolpevole, come sopra descritta, la disciplina regionale vigente, com'è sicuramente noto al Consigliere Cavallera e a tutti i Consiglieri in aula, tutela gli assegnatari (che non possono essere estromessi dall'alloggio) e pone in capo alla Regione e ai Comuni la copertura del debito (si tratta in questo caso di un problema di non poco conto).
Nell'ambito della revisione attuale in corso da parte degli uffici regionali della disciplina dell'accesso e dei canoni dell'edilizia sovvenzionata, sarà peraltro prestata particolare attenzione, proprio al problema della morosità e, più in generale, della tutela dei casi sociali rilevanti.
Vorrei ancora aggiungere che, in sede di bilancio preventivo 2006 è stata destinata una quota doppia rispetto a quella del 2005.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Indubbiamente un ringraziamento all'Assessore per l'articolazione della risposta e le informazioni che ci ha fornito.
Ovviamente c'è un giudizio sospeso per quanto riguarda lo scopo fondamentale dell'interpellanza, che era conoscere le proposte risolutive di questo problema che, ovviamente, come diceva l'Assessore, ha due aspetti. Da un lato il discernimento delle morosità tra colpevoli e incolpevoli, non è facile. Ci sono dei parametri, c'è un dato di conoscenza storica dei soggetti che da più anni sono inquilini delle ATC, quindi senz'altro gli uffici saranno in grado di valutare la perdita del lavoro piuttosto che la malattia o i guai famigliari che a volte possono capitare nella vita di tutti i soggetti.
Dall'altro, a fronte delle morosità incolpevoli, credo che dovremmo farcene carico sia a livello normativo, qualora le norme dovessero essere migliorate, sia a livello economico con i provenienti di bilancio. Credo che ATC - pensate in sostituzione degli IACP come delle immobiliari pubbliche, mi sia concesso il termine, anche se alquanto impreciso, che non rappresenta certamente la giusta definizione di questi soggetti, che sono enti ausiliari della pubblica amministrazione - debbano comunque garantire una redditività e agire in un equilibrio di bilancio.
Debbo anche dire, Assessore, che sono un po' preoccupato dell'altra deliberazione che abbiamo oggi all'o.d.g., che prevede la possibilità di utilizzare, da parte delle ATC di Torino, dei rientri per coprire delle ulteriori morosità. Negli anni passati, si erano fatti dei grossi sforzi per risanare, anche vendendo del patrimonio, le ATC di Torino e adesso tornare a vedere che si aprono nuove voragini ovviamente è una cosa che crea preoccupazione.
Di conseguenza, credo che non si debba accedere a nessun lassismo, ma si debba distinguere il momento dell'assistenza e della solidarietà, che deve avvenire in modo trasparente attraverso degli stanziamenti che ovviamente fanno capo alla Regione o agli Enti locali, i quali hanno un grosso ruolo nell'assegnazione di questi alloggi. Occorre anche mettere le ATC in condizione di essere un soggetto che ben amministra gli immobili che fa gli investimenti, che fa manutenzione e che cerca di mettere a disposizione nuovi alloggi, anche perché la domanda di alloggi a basso canone, purtroppo, è sempre in crescita.
Devo anche dire, quando si valutano le morosità, che si deve tenere conto che questi soggetti sono comunque soggetti già aiutati, nel senso che il canone che si paga nelle case pubbliche in genere è un 20% (forse neanche, a volte) rispetto a quello di mercato e quindi chi è locatario di un alloggio privato ha grossissime difficoltà, a volte, ben maggiori di chi è in questi alloggi. Tuttavia, se proprio ci sono dei casi di morosità incolpevole, è giusto enuclearli e in qualche modo farsene carico.
Quindi, prendo atto della risposta. Avremo modo, nella discussione di bilancio, di vedere se è possibile rafforzare questi interventi e questa politica proprio per mettere in condizione le ATC di essere dei soggetti veramente operativi e veramente in grado di assolvere alla finalità che la legge assegna loro.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Difesa idrogeologica

Interpellanza n. 366 del Consigliere Moriconi, inerente a "P.E.C. in Comune di Cumiana"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 366 presentata dal Consigliere Moriconi.
La parola all'Assessore Conti per la risposta.



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

Per quanto riguarda il primo punto dell'interrogazione (fasce di rispetto dei corsi d'acqua ridotte senza giustificazioni), si evidenzia che il Comune di Cumiana fa parte della Comunità Montana Pinerolese Pedemontano e, pertanto, è autorizzato per legge (punto a, art. 29, L.R. 56/77) ad applicare fasce di rispetto con profondità di soli 15 metri. Non si configura pertanto la necessità di ottenere motivata giustificazione e autorizzazione. In proposito, si segnala che l'inclusione nella Comunità Montana dell'intero territorio amministrato a livello comunale prescinde dalla connotazione morfologica di alcune parti del territorio stesso.
Relativamente a quanto segnalato in merito alla presenza di un laghetto contiguo alla zona industriale, è stata analizzata attentamente tutta la documentazione disponibile negli archivi della Direzione Pianificazione e Gestione Urbanistica. Tra questi, si sono presi in considerazione la carta IGM e la tavola di azionamento in scala 1:2000, che correda l'ultima variante parziale approvata autonomamente dal Comune ai sensi del 7° comma dell'articolo 17 della LUR 56/1977 e trasmessa agli uffici regionali solo per conoscenza.
Sulla cartografia IGM risulta unicamente presente un piccolo laghetto di poche decine di metri, probabilmente originato da attività estrattiva o da affioramento di falda, localizzato però a circa 650 metri dalla zona osservata e quindi non pertinente alla questione sollevata; sulla tavola di azionamento, che si presume aggiornata allo stato di fatto essendo stata redatta dal Comune solo da pochi mesi, non risulta indicato alcun laghetto in prossimità della zona industriale, confermando quindi il fatto che il Piano Regolatore Generale di Cumiana non individua (e conseguentemente non tutela) lo stesso.
Inoltre si osserva che la zona, oltre alla già citata fascia di rispetto di 15 metri, è sottoposta a vincolo di natura ambientale ai sensi della legge 431/85 (150 metri dalle sponde), che determina la necessità di una valutazione di natura ambientale per il corretto inserimento degli interventi ammessi, gestita in sub delega dall'Amministrazione comunale secondo i disposti della L.R. 20/89.
Pertanto, da tutto quanto sopra richiamato, consegue che a livello regionale non risulta possibile attivare alcuna iniziativa volta a introdurre ulteriori vincoli o norme di tutela, oltre a quelli già vigenti per legge, in particolare rispetto al laghetto segnalato in sede di interrogazione consiliare. Si ritiene infatti che solo l'Ufficio Tecnico comunale possa verificare esaustivamente la reale situazione in atto e la corretta osservanza dei vincoli esistenti, fornendo i dati richiesti circa l'origine di tale laghetto, le sue caratteristiche e le eventuali misure di tutela da osservare.
Infine - vado a chiudere - occorre evidenziare che la corretta attuazione degli interventi edilizi previsti dal Piano Regolatore Generale nell'ambito commerciale-artigianale nei confronti di tale specchio d'acqua compete alla gestione comunale nella fase attuativa (P.E.C. recentemente approvato dal Comune).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Devo ritenermi solo parzialmente soddisfatto, perché capisco le motivazioni addotte dagli uffici e dall'Assessorato, ma rimane il dispiacere. Evidentemente dovremo verificare quali iniziative si possono mettere in atto, dal momento che dalle parole dell'Assessore si potrebbe quasi dedurre che questo laghetto, che esiste praticamente non è riconosciuto dagli atti formali. Quindi è una situazione che in qualche modo dovrà essere sanata.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 362 dei Consiglieri Chieppa e Robotti, inerente a "Concorso per dirigenti presso l'ARPA"

Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 363 dei Consiglieri Chieppa e Robotti, inerente a "Staff del Direttore Generale dell'ARPA"

Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 364 dei Consiglieri Chieppa e Robotti inerente a "Violazione delle normative nazionali e comunitarie in materia di informazione ambientale"

Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 384 del Consigliere Ronzani inerente a "Staff del Direttore Generale dell'ARPA"


PRESIDENTE

Vi è una serie di interrogazioni e interpellanze relative all'ARPA che si possono accorpare: n. 362, n. 363, n. 364 e n. 384.
La parola all'Assessore De Ruggiero per la risposta congiunta alle interrogazioni ed interpellanze.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Sono due interrogazioni similari a cui è utile dare una rapida risposta. Entrambe fanno presente l'esistenza di uno staff di quattro persone, dello staff del Direttore dell'ARPA. Entrambe fanno presente il fatto che...



PRESIDENTE

Mi scusi, Assessore.
Chiedo un momento d'attenzione perché le interpellanze sono molte. La n. 500 verrà trattata a parte, anche perché non è ancora pronta la risposta dell'Assessore; mi riferisco all'interpellanza presentata dal collega Burzi.
Ci sono anche le interpellanze n. 362 dei Consiglieri Chieppa e Robotti inerenti a "Concorso per Dirigenti presso ARPA", e la n. 364 dei Consiglieri Chieppa e Robotti inerente a "Violazione delle normative nazionali e comunitarie in materia di informazione ambientale". Inoltre, vi è la n. 384, a cui già l'Assessore stava rispondendo.
Se non vi sono problemi e i colleghi sono d'accordo, potremmo accorparle e l'Assessore risponde a queste quattro interpellanze, mentre la n. 500 sarà trattata in una successiva seduta.
Ha quindi la parola l'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Tra l'altro, mi rimetto alle risposte scritte, che sono ovviamente più esaustive e più precise.
Le interrogazioni sostanzialmente rilevano che c'è un piccolo staff che ovviamente costa. Si chiede se si ritiene di doverlo mantenere, visto che altre legislazioni regionali non precisano se sia il caso di mantenerlo o meno.
chiaro che la valutazione è una valutazione di autonomia dell'Agenzia. È chiaro che siamo tutti preoccupati dei costi, è chiaro che ogni decisione, nel momento delle valutazioni, che hanno cadenza semestrale, possa modificarsi rispetto alla prima decisione presa nel 2003: possono cambiare le variabili, le emergenze in campo di programmazione delle attività, i controlli. Può modificarsi la fase storica del riordino organizzativo dell'Agenzia, possono essere considerati sostanzialmente non utili o superflui i rapporti di collaborazione che sono stati intrapresi.
Pertanto, è in corso la revisione semestrale ed è sottesa una richiesta: perché l'Assessore non è intervenuto? L'Assessore non interviene in queste scelte di autonomia, l'Assessore ovviamente sottolinea esigenze di risparmio, un'esigenza di riconsiderazione e, quindi, di ripartenza da zero della situazione.
in corso la revisione semestrale dei contratti di collaborazione e ne avrete presto comunicazione, perché saranno confermati o meno dal Direttore dell'Agenzia.
ovvio che nella risposta scritta ci sono alcune considerazioni dal punto di vista della definizione, soprattutto dei punti di legge più definiti.
C'è invece un'interrogazione, sempre dei Consiglieri Chieppa e Robotti in materia di informazione. Su questo vorrei essere particolarmente esplicito, al di là di quanto contenuto nella risposta scritta.
Negli obiettivi dell'ARPA del 2004...



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, chi ha la necessità di parlare e dialogare è invitato ad accomodarsi fuori dell'aula.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Il problema dell'informazione ambientale è un problema serissimo ovviamente. Negli obiettivi dell'ARPA vi è, vista la grande responsabilità su informazioni delicate, una valutazione anche interna dei dati che vengono portati all'interno e all'esterno.
In questo senso, condivido che uno degli obiettivi dati all'ARPA a suo tempo, a fine 2004 per l'anno 2005, riguardasse anche i meccanismi di validazione, che non vuol dire censura, ma vuol dire validazione di dati delicati, su situazioni delicate e su situazioni che, spesso, destano serie preoccupazioni tra i cittadini e che, essendo dati sensibili, vanno ovviamente trattati con particolare attenzione.
Quindi, non ritengo che ci sia una qualche violazione di normative nazionali o comunitarie in termini di informazioni ambientali. Si può fare molto di più in termini di quantità e qualità di informazioni ambientali, e sappiamo bene quanto è importante che tutta la tematica dell'informazione ambientale sia a tutto campo nei primi obiettivi di qualsiasi operazione di carattere ambientale. Ma la validazione dei dati ambientali è tema delicato e credo sia un obiettivo dell'ARPA quello della validazione dei dati che produce e delle capacità di diffusione, che va invece mantenuta anche per il 2006.
Molto tecnica è, ovviamente, la risposta sui concorsi per Dirigenti presso ARPA Piemonte, quindi la risposta è molto dettagliata. È ovvio che i Consiglieri Chieppa e Robotti giustamente tocchino un punto delicato: qual è l'autonomia dell'ARPA nelle decisioni di bandire o meno concorsi? Stiamo parlando non di implementazione di pianta organica, ma di sostituzione di personale utile. Stiamo parlando di concorsi in gran parte interni, vale a dire concorsi riservati a Dirigenti già interni e tutti nell'ambito della programmazione triennale.
Credo che sia importante, infine, affermare che è sottesa una logica come se fosse su basi di interessi legittimi, tecnico-professionali nell'attuazione di questi concorsi. Credo che si possa dire invece - ed è questo il nostro compito - che le scelte organizzative dell'ARPA e i percorsi valutativi e di giudizio sono invece sottoposti al massimo del controllo e dell'attenzione.
Di fatto, c'è una grande attenzione del Comitato regionale di indirizzo sul controllo dei concorsi che sono stati implementati.
Credo che queste quattro interrogazione evidenzino l'importanza di aumentare la capacità di controllo sulla struttura ARPA e sulla sua autonomia, che assolutamente condivido.
Quando parliamo di controllo parliamo sostanzialmente di capacità di dare obiettivi e di declinare capacità e criteri di valutazione, perché si possa valutare su obiettivi e su criteri di valutazione dati.
Quindi, è un qualcosa che non si fa in termini estemporanei, ma si fa programmando valutazione e controllo. È ovvio che da queste interrogazioni si recepisce una particolare attenzione e sensibilità sul tema, per cui c'è il massimo impegno della Presidente (che è Presidente del Comitato di Controllo) e dell'Assessore (che è Vicepresidente del Comitato di Controllo).
Peraltro, va anche detto con forza, sia pure in clima di giusta critica e di giusta preoccupazione per le capacità dell'ARPA, che non stiamo parlando ovviamente di una struttura monocratica, dipendente esclusivamente da volontà di un Direttore, ma stiamo parlando, per la verità, di una struttura di 1.300 persone, in grandissima parte - ci auguriamo professionisti seri e responsabili, che non è che sono bloccati da una logica di valutazione degli atti.
Devo dire che ho visto tutti i dipartimenti di ARPA delle diverse Province e delle diverse strutture; certo nessuno è perfetto nell'affrontare compiti seri e delicati, ma ho trovato una situazione organizzativa complessivamente buona, e ci sono ottimi rapporti con le Province e con i Comuni.
Non c'è dubbio che vi sono difficoltà finanziarie e ritardi, come pure difficoltà da affrontare di petto. Alcuni problemi sono molto seri, ma è una struttura certamente molto migliorata e vi è una capacità di controllo ambientale molto migliorata rispetto a quella che ho lasciato dodici anni fa, quando ho lasciato uno dei compiti di controllo di igiene ambientale.
Pur avendo votato no al referendum nel 1993 sulla separazione per motivi anche teorici e concettuali, devo però dire che l'organizzazione che è stata messa in piedi in questi dieci anni dalla Regione Piemonte è un'organizzazione che tiene, e di cui, come ripeto, non saremo mai pienamente soddisfatti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore De Ruggiero.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola media statale "Schiapparelli-Marconi" di Savigliano


PRESIDENTE

Prima di cedere la parola al Consigliere Burzi, presumo sull'ordine dei lavori.
Informo i colleghi che sono in visita a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, gli allievi della Scuola Media "Schiapparelli Marconi" di Savigliano, insieme ai loro insegnanti, che salutiamo.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 362 dei Consiglieri Chieppa e Robotti, inerente a "Concorso per dirigenti presso l'ARPA"

Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 363 dei Consiglieri Chieppa e Robotti, inerente a "Staff del Direttore Generale dell'ARPA"

Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 364 dei Consiglieri Chieppa e Robotti inerente a "Violazione delle normative nazionali e comunitarie in materia di informazione ambientale"

Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 384 del Consigliere Ronzani inerente a "Staff del Direttore Generale dell'ARPA" (seguito)


PRESIDENTE

Stiamo trattando la parte relativa alle interpellanze e interrogazioni: nella fattispecie, i colleghi chiedono, su vari argomenti - in questo caso stiamo parlando dell'ARPA, Agenzia Regionale Protezione Ambientale - alcune delucidazioni. Ha testé risposto, nel merito, l'Assessore De Ruggiero.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Alla cortesia della Presidenza chiederei di poter avere, rispetto alla procedura normale, che peraltro è molto efficiente, il resoconto stenografico dell'intervento dell'Assessore De Ruggiero in risposta alle interpellanze dei colleghi di maggioranza.
Lo potrei richiedere, ovviamente, seguendo la procedura normale, ma riterrei particolarmente utile riceverlo con una certa celerità. Grazie.



PRESIDENTE

Se l'Assessore è d'accordo, penso che non vi siano problemi. Prego pertanto, gli Uffici di attivarsi in tal senso nel minor tempo possibile.
Rispetto all'intervento dell'Assessore De Ruggiero, ha chiesto la parola il Consigliere Chieppa.



CHIEPPA Vincenzo

Noi abbiamo inteso sollevare, rubando pochissimi minuti al Consiglio un problema che riteniamo vero. Peraltro, la risposta dell'Assessore in qualche modo confermava le nostre preoccupazioni.
Abbiamo fatto - vorrei chiarirlo anche rispetto alcuni passaggi di questi giorni - una denuncia politica. Noi siamo abituati a fare denunce politiche, e non a recarci, a livello nazionale, alla Procura della Repubblica, per qualunque questione.
BURZI Angelo (fuori microfono) Perché, a livello locale non sapete la strada?



CHIEPPA Vincenzo

No, no, parlo a livello nazionale, ovviamente non qui.
BURZI Angelo (fuori microfono) A Roma non sei ancora abituato, qua sì?



CHIEPPA Vincenzo

Questo non rientra nella nostra cultura né nel modo di approcciare le questioni.



CHIEPPA Vincenzo

BURZI Angelo (fuori microfono)



CHIEPPA Vincenzo

una novità: ne prendiamo atto con interesse.



CHIEPPA Vincenzo

Condivido le affermazioni dell'Assessore quando sostiene che l'ARPA rappresenta un patrimonio importante di competenze e di professionalità della nostra Regione.
Gli oltre 1.300 dipendenti sono, per la gran parte, operatori che meritano l'elogio del Consiglio regionale. Ma non era questo il tema che avevamo inteso porre.
Noi riteniamo - e lo diciamo con grande tranquillità e pacatezza - che i vertici dell'ARPA, in particolare la Direzione Generale, abbiano dimostrato, in questi anni, di essere inadeguati al compito.
una posizione che poniamo con estrema tranquillità - lo abbiamo denunciato in alcune interpellanze - perché vi sono alcune questioni che devono essere, in qualche modo, "indagate" - lo dico con mille virgolette! dall'Assessore, quale compito istituzionale.
Una di esse - le ricordo rapidamente - riguarda la composizione dello staff. Peraltro, la legge istitutiva dell'ARPA Piemonte prevede lo staff del Direttore Generale, forse unico caso sul territorio nazionale (questo ovviamente, va a carico di chi ha governato questa Regione fino a pochi mesi fa).
Noi riteniamo, avendo in qualche modo valutato la situazione - anche questa è una valutazione che abbiamo portato all'attenzione del Consiglio che la composizione dello staff non risponda ai requisiti tecnici e professionali atti a ricoprire ruoli di quel genere.
Tale valutazione potrà essere condivisibile o meno, ma per quanto ci riguarda, riteniamo che sia così.
La vicenda dei Dirigenti, invece, è questione ancora più delicata Assessore, perché non si tratta di sostituzione di personale utile.
Qualche mese prima, forse nel 2004, l'ARPA, con un costo di oltre un milione di euro per i contribuenti, diciamo così, ha legittimamente attivato (era in vigore una legge che lo permetteva) una procedura di incentivazione al pensionamento dei Dirigenti. Si è trattata di un'operazione onerosa: parliamo di oltre un milione di euro.
La domanda mi pare assolutamente banale: com'è possibile, da un lato attivare una procedura onerosa di incentivazione alla pensione per i Dirigenti dell'ARPA e, successivamente, bandire concorsi per l'assunzione oppure per il conferimento di incarichi da Dirigente a personale interno dell'ARPA? Ci pare una contraddizione enorme: o l'una o l'altra.
Ad un procedimento oneroso di "rottamazione" - concedetemi il termine per semplificazione - di una parte dei Dirigenti, dovrebbe seguire una razionalizzazione, e quindi una riduzione dei posti da Dirigente, con una conseguente riduzione dei costi. Non si può fare l'una e l'altra, ovvero la "rottamazione" e l'assunzione di nuovi Dirigenti in luogo di quelli "rottamati".
A tal riguardo, Assessore, il suo intervento non solo è legittimo, ma doveroso. Riteniamo, peraltro, che sia anche in violazione del concorso alla cosiddetta "delibera Valpreda" (la banalizzo, per semplificazione) sui Dirigenti di qualche mese fa. Ma sarà oggetto di valutazione.
L'enorme contraddizione dovrà essere, in qualche modo, da lei indagata a fondo: una rottamazione a cui segue l'assunzione di nuovi Dirigenti in luogo di quelli "rottamati"? A nostro giudizio rappresenta, quantomeno, una singolarità.
Concludo e ringrazio per il tempo che mi è stato concesso anche rispetto all'attività del corpo ispettivo.
Assessore, lei è a conoscenza che nel 2004 una sorta di riorganizzazione dell'ARPA ha, in qualche modo, frenato complessivamente il corpo ispettivo, isolando quella figura professionale dal resto delle professionalità? Noi abbiamo chiesto: è vero o no che oggi gran parte dei controlli (non tutti) sul territorio da parte degli ispettori si riducono alla consegna di un questionario al soggetto controllato, che poi, in qualche modo, si compila a propria cura e gli ispettori non hanno più la possibilità di attivare quei "pool interdisciplinari" che funzionavano prima della cosiddetta "riorganizzazione" del 2004? A nostro avviso questo è... doloso? No, non lo abbiamo detto. È, però, il segno di un'incapacità vera dei vertici dell'ARPA.
E, dunque, abbiamo chiesto la rimozione dei vertici dell'ARPA. Ci pareva una richiesta consequenziale a quello che abbiamo scritto nelle interpellanze che abbiamo depositato. Ci permettiamo di insistere su questo terreno, perché è necessario ridare capacità vera ad un'Agenzia che ha grandi capacità professionali e grandi competenze, ma che oggi risulta, in qualche modo, fortemente indebolita da un'azione che noi riteniamo negativa è un parere che esprimiamo con grande tranquillità e pacatezza - rispetto all'azione dei vertici aziendali.
L'ultima delicatissima questione - Assessore, lei l'ha toccata riguarda la pubblicizzazione dei dati ambientali. Abbiamo assistito in questi anni ad un'eccessiva burocratizzazione dell'operatività interna all'Agenzia, con un verticismo che, in qualche modo, ha disincentivato sui territori l'azione di controllo, ma anche di prevenzione, altrettanto importante (se non di più).
Lei sa, Assessore, che oggi gli Ispettori che individuano un'irregolarità non possono più procedere, ma devono fermarsi e chiedere in ossequio a questo verticismo imperante, l'autorizzazione a procedere.
E poi, cosa vuole dire - Assessore, questo lo chiediamo a lei - la frase contenuta in una deliberazione della Direzione generale dell'ARPA: "Bisogna modulare le informazioni rispetto all'interlocutore con cui ci si trova a colloquiare"? Cosa vuol dire questo? Termino così l'intervento, Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore, mi dichiaro soddisfatto della sua risposta. Con questa interrogazione, il sottoscritto poneva essenzialmente due problemi, uno di carattere generale e uno di carattere particolare. Il problema di carattere generale è quello da lei riassunto nella risposta. Cioè, se abbia senso oppure no continuare a fare in modo che la legge preveda che il direttore generale dell'ARPA si avvalga di uno staff.
La questione non è nuova, i colleghi che hanno partecipato al dibattito sulla legge che ha riformato, o integrato, l'ARPA si ricorderanno che in quest'Aula si discusse della questione al momento dell'approvazione della legge. Noi, in quella sede, sollevammo obiezioni di fondo circa il fatto che il direttore dovesse e potesse avvalersi di questo staff. L'esperienza mi pare dimostri che coloro che allora criticarono questa decisione avevano fondate regioni per farlo.
Qui pongo non soltanto il fatto che siamo in presenza di una struttura che ha dei costi - li ricordava l'Assessore De Ruggiero - non c'è soltanto questo problema, Assessore. Mi pare che questa struttura costi all'amministrazione dell'ARPA qualcosa come un miliardo di vecchie lire all'anno, il che ci pone un problema di coerenza rispetto ai vincoli che tutte le volte che parliamo di bilancio, tutti noi, in qualche modo indichiamo come necessari da rispettare. C'è anche un problema di funzionalità, di sovrapposizioni che si possono determinare, di conflitti che possono sorgere tra il direttore di questa struttura, lo staff e il resto dell'amministrazione.
Per questo penso sia giusto, Assessore, porsi il problema, alla luce dell'esperienza maturata dall'anno 2002 fino ad oggi, di un superamento di questa struttura, il che presuppone, naturalmente, la revisione della legge per questo aspetto.
Il collega Chieppa ha ricordato, e io sono d'accordo con lui, che forse, siamo una delle poche Regioni italiane nelle quali l'ARPA e la figura del direttore si avvalgono di questa struttura di staff. Facciamo tesoro di questa esperienza e mettiamoci nella condizione, il più rapidamente possibile, attraverso una revisione della legge, di realizzare il superamento di questa struttura.
La seconda questione che le ponevo riguarda, invece, la verifica dei requisiti di coloro che il direttore generale ha ritenuto, nella sua autonomia, di chiamare, a suo tempo, a far parte dello staff.
Lei, giustamente, nella sua risposta, Assessore, ha sottolineato la necessità che questa questione rientri tra le competenze del direttore generale, però, sul piano più propriamente politico, fermo rimanendo che questa competenza va mantenuta in capo al direttore generale, relativamente alla composizione dello staff e all'attività che ha svolto, ho delle obiezioni sul fatto che siano stati rispettati i requisiti di professionalità e competenza previsti dalla legge. Mi pare di poter dire che per alcuni di questi componenti il principio prevalente non sia stato quello della competenza, ma, se mi consente, Assessore, quello dell'appartenenza. Questo è un fatto che, giustamente, obbliga tutti noi come Consiglieri regionali, ad una riflessione. Deve però indurre l'ARPA quantomeno, a porsi l'esigenza e l'obiettivo, fermo restando che è aperto il problema di come procedere ad una revisione della legge, di far sì che coloro che vengono chiamati a far parte di questa struttura abbiano quei requisiti che, ovviamente, la legge prevede.
Per questo, credo sia giusto che il direttore generale, nella sua autonomia, compia questa verifica, ma sia altrettanto necessario che il Consiglio regionale, nella sua autonomia ed esercitando una funzione di controllo, segnali l'esistenza di un problema che è necessario affrontare urgentemente in maniera corretta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Intervengo visto che il Consigliere Chieppa, che non vedo più, aveva chiesto di avere qualche risposta e il Consigliere Burzi, che è al telefono, aveva chiesto un'attenzione particolare sulla questione.
Ovviamente, sono convinto che si debba rispettare il livello di autonomia decisionale, su questo sono particolarmente manicheo, nel senso di rispetto delle responsabilità altrui: ognuno si prenda la sua responsabilità. È chiaro che, a livello politico, rispetto alla struttura ARPA, è necessario assumersi fortemente, con tanto di responsabilità quelle che sono le proprie parti. La propria parte consiste certamente nel definire gli obiettivi, i sistemi di valutazione ed esercitare non annualmente, ma quotidianamente, il controllo, che va fatto.
compito dell'Assessore, come di tutti i Consiglieri, avere il massimo della conoscenza dell'azienda, per cui non vi è dubbio che, in una situazione così complessa, probabilmente, molte valutazioni che ognuno fa non vanno esplicitate e verbalizzate.
Ovviamente, al direttore si segnalano le necessità e le urgenze lasciandogli l'autonomia decisionale. Certamente, lo staff è una anomalia rispetto al panorama nazionale. Anche questo, in parte, è attinente, come tutto, al problema dei costi e delle spese in una situazione non facilissima di equilibrio economico della Regione. Invece, la valutazione sull'operato dei singoli componenti lo staff va fatta dal direttore generale, anche perché le situazioni, per cui due anni fa sono state fatte alcune scelte, possono essere differenti. L'attuale ARPA non è l'ARPA di due anni fa, probabilmente, alcune esigenze si sono modificate, così come la necessità di alcune professionalità.
L'invito è di effettuare la valutazione semestrale e che ognuno assuma la responsabilità delle proprie decisioni.
La nostra è una parte importante di indirizzo, di valutazione e di controllo.


Argomento: Informazione - Artigianato

Interrogazione n. 251 dei Consiglieri Manolino e Pedrale inerente a "Pubblicazioni sul quotidiano 'La Stampa' di pagine collegate alla Rassegna sull'Artigianato Pinerolese" (non essendo presente alcuno dei relatori verrà consegnata risposta scritta)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 251 presentata dai Consiglieri Manolino e Pedrale.
Risponde l'Assessore Susta.



SUSTA Gianluca, Assessore all'artigianato

Signor Presidente, con determina n. 250 del 25 luglio 2005 si è concesso un contributo per la realizzazione di manifestazioni di promozione e valorizzazione delle imprese dell'Eccellenza artigiana e del Marchio "Piemonte Eccellenza Artigiana" a favore dei comuni di cui all'allegato della determinazione, tra i quali il Comune di Pinerolo per la 29° Rassegna dell'Artigianato del Pinerolese.
Il contributo concesso ammontante a euro 30.000, a seguito di richiesta del Comune stesso nei termini previsti dal Piano degli interventi della Regione per il 2005 per l'Artigianato Artistico, è stato approvato dal Gruppo metodologico (istituito con determina n. 30 del 20 febbraio 2003) a cui partecipano rappresentanti della Regione (Settore Disciplina e Tutela dell'Artigianato) e delle Confederazioni artigiane del Piemonte.
Secondo quanto previsto dal Piano degli interventi 2005, il contributo è concesso per l'incentivazione delle iniziative alle quali partecipano prevalentemente le imprese che hanno ottenuto il riconoscimento di "Eccellenza artigiana" nei settori già riconosciuti e per i settori per i quali sono in fase di ultimazione i disciplinari di produzione - alcuni sono anche stati approvati successivamente.
A fronte di una richiesta del Comune di Pinerolo che ha presentato un preventivo di spesa generale di euro 170.000, è stata ritenuta ammissibile una spesa di euro 40.000 a parziale copertura delle spese preventivate per le strutture e l'allestimento degli stand relativi all'area dell'Eccellenza artigiana ed in particolare di quelle dell'Eccellenza del settore enogastronomico.
Inoltre, secondo un criterio utilizzato nei confronti di tutti i Comuni interessati alle manifestazioni dell'eccellenza, il settore competente ha concordato la predisposizione di materiale divulgativo: catalogo e depliant.
Il contributo concesso di euro 30 mila, corrisponde al 75% della spesa ritenuta ammissibile di euro 40 mila. Si allega copia dell'argomentazione relativa alla richiesta e la determina di concessione contributo. In data 19 settembre 2005, è stato liquidato a favore del Comune di Pinerolo il 50 del contributo concesso pari ad euro 15,000, il saldo avverrà a seguito della presentazione da parte del Comune stesso, della relazione delle iniziative, della rendicontazione.
Pertanto, in conclusione il contributo assegnato non ha concorso al pagamento di spese pubblicitarie per l'acquisto delle pagine promozionali sul quotidiano "La Stampa". La presenza di interviste e fotografie degli amministratori non è stata sollecitata peraltro come è sempre avvenuto in passato, con gli organizzatori della rassegna o il Comune di Pinerolo, o con l'ente che ha disposto la pubblicazione.
Per quanto sopra esposto, si richiede di avere ottemperato le prescrizioni della legge regionale 52/90.



PRESIDENTE

Non essendo presente il Consigliere Pedrale, prego l'Assessore e gli uffici di fare avere la risposta scritta. Faremo ancora un'interpellanza prima di passare alla sessione sulla mobilità, così i colleghi possono regolare il loro lavoro, quindi, chiederei di informare l'Assessore Borioli che dopo questa interpellanza passiamo alla sessione sulla mobilità.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 136 dei Consiglieri Chieppa, e Robotti inerente a "Quali prospettive per la fabbrica Bertone di Grugliasco"


PRESIDENTE

L'ultima interpellanza è la n. 136 dei Consiglieri Robotti e Chieppa inerente: "Quali prospettive per la fabbrica Bertone di Grugliasco" risponde l'Assessore Migliasso.
La parola all'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Come i Consiglieri sanno, l'interpellanza ormai risale ad alcuni mesi fa, così come le informazioni che vi sto per trasmettere, ma devo anche dirvi che stamattina prima della discussione di questa interpellanza, ho provveduto a sentire gli uffici per sentire se c'erano ulteriori aggiornamenti: non ce ne sono e quindi provvederei a dare lettura di quanto predisposto dagli uffici che poi corrisponde in larga parte a ciò che già a voce avrei potuto dirvi.
Il 5 luglio del 2005, come loro sapranno, presso l'Assessorato al Lavoro, è stato sottoscritto un verbale di esame congiunto sulle domande di concessione di cassa integrazione, per ristrutturazione aziendale per l'unità di Grugliasco della fabbrica Bertone e con una decorrenza a partire dall'11 luglio 2005, per un periodo di 12 mesi.
Il ricorso di cassa integrazione interessa 850 lavoratrici e lavoratori e, mediamente 650 dipendenti a rotazione; inoltre per alcuni mesi questa cassa integrazione potrà riguardare la totalità dei dipendenti in forza.
L'intervento di ristrutturazione, pressoché totale dell'attività produttiva, trae origine dal grave andamento negativo del mercato, che fin dall'autunno 2003 ha determinato una consistente contrazione dei programmi produttivi con notevole riduzione degli ordinativi da parte della committente.
I notevoli investimenti posti in essere dalla Carrozzeria Bertone, che hanno permesso all'azienda di presentarsi con una struttura solida sia dal punto di vista della capacità progettuale e realizzativi, sia finanziaria che ha consentito di riportare, al termine di una penetrante azione commerciale, l'acquisizione di una nuova commessa per una importante casa Automobilistica Internazionale. Non dico niente di segreto se dico che si tratta della BMW.
Per l'industrializzazione di questa nuova produzione, fondamentale per il traghettamento verso il futuro dell'azienda, l'azienda stessa ha ritenuto necessario operare interventi di ristrutturazione globale con lo smantellamento delle linee e delle attrezzature relative alle precedenti commesse e la risistemazione di quelle nuove da realizzarsi per la fabbricazione del prossimo modello sulle stesse aree. Sono previsti per tale operazione investimenti pari a 20 milioni di euro.
Durante il periodo di intervento della cassa integrazione verranno attivati corsi di formazione organizzati dall'Azienda nell'ambito di programmi di finanziamento regionale e del Fondo Sociale Europeo con l'obiettivo di aggiornare e riqualificare la presenza delle lavoratrici e dei lavoratori che consentono loro di conseguire ulteriori conoscenze e miglioramenti della propria professionalità e per rendere più agevole il reinserimento nell'attività produttiva alla ripresa della stessa. Come vi dicevo, ancora stamattina ho sentito la dirigente regionale che si è occupata materialmente della procedura che ha condotto alla sottoscrizione del verbale di esame congiunto sulla domanda di cessazione di cassa integrazione, e mi ha detto che non ci sono problemi, che anche secondo le organizzazioni sindacali, procede tutto come da accordo e quindi, i lavori si vanno facendo, così come proseguono i corsi per l'aggiornamento e la formazione del personale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Siamo soddisfatti della risposta. Chiediamo soltanto che ci venga consegnata per iscritto.


Argomento: Commercio - Trasporti su ferro

"Mobilità ferroviaria nella Regione Piemonte. Iniziative da adottare per superare i gravi disservizi registrati soprattutto nel trasporto locale regionale ed interregionale" - richiesta dei Consiglieri Ghigo, Cavallera Cotto, Leo, Pichetto Fratin, Burzi, Lupi, Dutto, Ferrero, Ghiglia, Vignale Boniperti, Casoni, Guida e Botta (in sessione straordinaria ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto)


PRESIDENTE

Abbiamo chiuso la sessione relativa alle interpellanze e alle interrogazioni. Come concordato, apriamo la sessione straordinaria ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto, relativa a "Mobilità ferroviaria nella Regione Piemonte. Iniziative da adottare per superare i gravi disservizi registrati nel trasporto locale regionale e interregionale". Questa richiesta di convocazione della sessione straordinaria del Consiglio regionale è sottoscritta da un buon numero di colleghi.
Se uno o più firmatari lo desiderano, possono illustrare le motivazioni, altrimenti, se siamo d'accordo, l'Assessore Borioli interviene subito con una comunicazione.
Fra l'altro, elencherei l'elevatissimo numero di ordini del giorno interpellanze e interrogazioni che i vari Gruppi e i vari Consiglieri hanno presentato nei mesi scorsi relativamente al problema del trasporto ferroviario.
evidente che gli ordini del giorno andranno, se concordiamo, votati.
Si tratta di capire se i colleghi sono d'accordo sul fatto che interpellanze e interrogazioni vengano assorbite nella discussione e se saranno soddisfatti delle risposte fornite.
Gli ordini del giorno è il numero 15 trasporto ferroviario locale dei colleghi Allasia Monteggia e primo firmatario Rossi; l'ordine del giorno n.
53 "Quadrante ferroviario di Torino. Orario dei treni e fermate" dei colleghi Robotti e Chieppa; l'ordine del giorno n. 81 "Servizi Trenitalia" primo firmatario Auddino più un numero elevato di colleghi, anche con allegata rassegna stampa; la mozione 203 "Istituzione di un fondo per il rimborso dei pendolari" primo firmatario la Consigliera Mariangela Cotto più altri; ordine del giorno n. 210 "Sistema ferroviario piemontese", primo firmatario il collega Bossuto più altri; poi ci sono le interpellanze: la n. 157 "Debito di 30 milioni di euro verso Trenitalia", primo firmatario il collega Casoni più altri; interpellanza n. 186 "Soppressione corsa ferroviaria giornaliera Genova-Limone-Genova", primo firmatario il collega Dalmasso; interpellanza 323 "Servizio ferroviario regionale. Ritardi di servizi, provvedimento nei confronti di Trenitalia", primo firmatario il Consigliere Casoni più altri; la n. 344 "Linea ferroviaria Torino Porta Nuova-Modane", primo firmatario il Consigliere Turigliatto; interrogazione 395 "Disagi per i pendolari linee ferroviarie dell'acquese", primo firmatario Deambrogio; interrogazione n. 413 "Tratta ferroviaria Saluzzo Savigliano, disagio dei pendolari", primo firmatario Consigliere Dalmasso interrogazione n. 422 "Ritardi nei servizi della linea ferroviaria Torino Bardonecchia", primo firmatario Consigliera Spinosa; interrogazione n. 458 "Ritardi di servizi sulla tratta ferroviaria Torino-Aosta", primo firmatario Consigliere Ricca; interrogazione n. 487 "Problemi pendolari sulla linea Genova-Torino", primo firmatario Consigliere Rossi interrogazione n. 501 "Pendolari, disservizio ferroviario in Piemonte" primo firmatario Consigliere Dalmasso; interrogazione urgente n. 504 "Disagi al sistema ferroviario e bonus per i pendolari, stazioni dimesse" primo firmatario Consigliera Motta; interrogazione urgente n. 510 "Piccole stazioni ferroviarie del Piemonte", primo firmatario il Consigliere Vignale; interrogazione urgente n. 519 "Soppressione fermate di treni nella stazione di San Germano Vercellese", primo firmatario Consigliere Pedrale interrogazione n. 522 "Contributo Regione Trenitalia per i viaggi gratuiti a febbraio 2006", primo firmatario Consigliere Casoni; interrogazione urgente n. 523 "Disfunzioni nel collegamento sostitutivo tra Casale Monferrato e Vercelli", primo firmatario Consigliere Botta.
Gli uffici verificheranno se vi sono altre interpellanze e interrogazioni collegate.
Prima di dare la parola al Consigliere Ronzani su un eventuale ordine dei lavori, chiedo ai colleghi, firmatari di ordini del giorno, mozioni e interpellanze elencate (più quelle di cui verificheremo l'esistenza) di segnalarci se qualche documento non è stato richiamato.
Se siate d'accordo, dopo l'informazione sull'ordine dei lavori e su eventuali dimenticanze, inizieremo con gli interventi dei firmatari della richiesta di sessione straordinaria e verranno trattati tutti gli ordini del giorno, le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni elencate o che aggiungeremo.
Questa è la proposta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente, solo per segnalare che era compresa, tra le interrogazioni a cui rispondere, la n. 383, a firma del Gruppo dei Democratici di Sinistra e di altri Consiglieri della maggioranza.
un'interrogazione firmata da più Consiglieri, che ha per oggetto i programmi di Trenitalia e che, quindi, rientra a pieno titolo tra le questioni a cui oggi dovrà rispondere l'Assessore Borioli.



PRESIDENTE

Verifichiamo se è tra quelle citate.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nel segnalare che anche oggi vi è qualche sciopero di metalmeccanici che sta causando problemi ad alcuni colleghi a giungere in Consiglio - è soltanto un'informazione - vorrei chiedere al Presidente del Consiglio se fosse possibile avere l'elenco che ha testé citato. È stata talmente tanta la produzione di interrogazioni e ordini del giorno, da parte di ogni Gruppo consiliare, che sarebbe interessante, a prescindere dal fatto se siamo presentatori noi singoli Consiglieri o altri Gruppi consiliari averle a mano, anche per affrontare, al di là della trattazione del problema Trenitalia in generale, anche questioni più particolari che riguardano le singole tratte. Grazie.



PRESIDENTE

Gli ordini del giorno sono già a vostre mani. Consegneremo, per ogni Gruppo, una copia di tutte le interpellanze e interrogazioni che verranno trattate, al di là dei firmatari, per informazione su un argomento che riguarda l'intero Consiglio e i cittadini piemontesi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monteggia sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Presidente, vorrei capire come si intende procedere: discussione generale e poi trattazione degli ordini del giorno uno per uno, con votazione singola?



PRESIDENTE

La proposta, se condivisa dai colleghi, è di votare gli ordini del giorno uno per uno dopo la discussione; mentre le interpellanze e le interrogazioni, se siamo d'accordo, si ritengono esaurite nella discussione e nella risposta dell'Assessore Borioli.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Questo Consiglio regionale è stato richiesto, se non erro, dal Gruppo di Forza Italia, proprio per trattare un tema che ha già suscitato tantissime interpellanze ed interrogazioni. È un problema sentito tanto dalla minoranza quanto dalla maggioranza. L'elenco delle interrogazioni ed interpellanze letto dal Vicepresidente del Consiglio lo dimostra.
Noi abbiamo insistito molto, in occasione di due precedenti sedute di Consiglio, affinché la mozione presentata venisse discussa. Non abbiamo avuto l'opportunità di vederla discutere. Il giorno dopo abbiamo letto sui giornali che i pendolari, così come noi avevamo chiesto con la nostra mozione, sarebbero stati risarciti.
Mi sembra più opportuno, quindi, chiedere all'Assessore di relazionare sullo stato dei lavori. Noi leggiamo tutti i giornali, però penso che in Consiglio si debba trattare l'argomento, approfondirlo e fare in modo che la nostra Regione possa avere un servizio dei trasporti veramente degno della Regione Piemonte.
Ricordo che qualche volta l'Assessore si è anche un po' arrabbiato quando trattavo questi argomenti; ricordo la mia prima interpellanza quando avevo scritto che il non avere più l'auto blu mi aveva fatto capire il disagio dei pendolari. La risposta era stata: "Tutta colpa di Casoni.
Tutta colpa della Giunta precedente".
In questi nove mesi la situazione è peggiorata. È insostenibile. Allora penso che la nuova Giunta non possa continuare, a quasi un anno dall'insediamento, a dare la colpa alla Giunta precedente. Penso che si debbano assumere le proprie responsabilità e, quindi, è importante sentire cosa l'Assessore pensa di dire al Consiglio sul tema, dopodich interverremo.



PRESIDENTE

Se i colleghi sono d'accordo sulla proposta della Consigliera Cotto particolarmente i firmatari (quindi praticamente tutti i Gruppi e Consiglieri dell'opposizione) della richiesta di questa sessione straordinaria di Consiglio, darei la parola all'Assessore Borioli e poi aprirei il dibattito, in merito alle risposte su un argomento che ha ricevuto il maggior numero di interpellanze e di ordini del giorno.
La parola all'Assessore Borioli, che svolge la relazione.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Faccio volentieri una breve relazione introduttiva al dibattito cercando di non portare via troppo tempo.
Innanzitutto, vorrei rispettosamente correggere la Consigliera Cotto rilevando che quanto da lei appena affermato non è esatto. Non ho mai detto: "È tutta colpa dell'Assessore Casoni". Se fosse così, la prego di dimostrarmelo con i verbali delle sedute alla mano. Ho attribuito alla precedente gestione della Giunta di centrodestra alcune responsabilità soprattutto relative all'accumulo di un debito pregresso, che noi abbiamo dovuto onorare con l'assestamento di bilancio. Contestualmente, ho evidenziato alcune carenze del dispositivo contrattuale attualmente in vigore - attualmente in vigore - all'ombra del quale si sono prodotti tutti gli acuti disagi conosciuti nell'ultimo trimestre.
Sottolineo ed evidenzio in modo particolare questo aspetto, perch vorrei che al Consiglio fosso chiaro - poi faremmo un ragionamento più generale che spero e penso non sfugga all'intelligenza e all'onestà di valutazione di ciascuno di noi, inerente alla situazione generale del trasporto ferroviario in questo Paese - che per la quota parte di responsabilità della Regione Piemonte tutti i disagi, i dissesti e i disservizi che si sono verificati nell'ultimo periodo, a dicembre in modo particolarmente acuto, avvengono nella vigenza dello stesso contratto che fu sottoscritto dalla precedente Giunta con Trenitalia. Poiché dai contratti, dalla loro efficacia e incisività scaturiscono delle conseguenze, per onestà ciascuno si deve far carico della propria parte di responsabilità. Il sottoscritto non si sottrae alla propria, né sottraggo alla Giunta, di cui io sono parte, le responsabilità specifiche che dovranno essere misurate quando la Giunta avrà avuto modo di porre compiutamente mano a nuovi dispositivi contrattuali, ai quali stiamo lavorando, cioè a meccanismi più efficaci ed incisivi, programmati da Trenitalia, di ristoro all'utenza dei disservizi.
Potremo lavorare avvantaggiati da una riorganizzazione del management di Trenitalia stesso che, non a caso, ha ripristinato una specifica direzione del trasporto regionale (parlo delle decisioni assunte dal Governo e da Trenitalia negli ultimi giorni), che aveva una funzione specifica e autonoma, attribuita alle competenze dell'ingegner Laguzzi dopo che, nell'ultimo anno, il riaccorpamento sotto un'unica direzione Direzione passeggeri e direzione del trasporto regionale, affidata alla responsabilità del dottor Ghenzer, ha prodotto un progressivo scollamento negli interventi di programmazione degli orari e nelle relazioni con l'utenza, riproducendo una centralizzazione decisionale che, a mio avviso è gran parte all'origine dei mali che si sono prodotti su tutta la rete nazionale e su tutto il sistema nazionale del trasporto ferroviario.
Non penso che sfugga a nessuno che problemi e contraddizioni siano stati così incisivi ed evidenti da costringere il Governo e Trenitalia a procedere - con qualche maquillage per non dare, a pochi mesi dalle elezioni, l'impressione che stava crollando un mondo - ad una risistemazione profonda e radicale del management di Trenitalia stesso.
Quindi, lo scenario su cui ci troviamo a ragionare riguarda l'evidente precipitare di una crisi strutturale e di quella che dovrebbe essere una grande azienda di Stato, mal gestita e male organizzata in questi anni.
Andando in controtendenza rispetto alle decisioni che furono in allora assunte quando si attribuirono alle Regioni deleghe molto rilevanti, poich il riaccentramento di tutto il livello decisionale aveva prodotto nell'ultimo anno, un meccanismo assolutamente opaco di relazioni per cui noi, nell'impostare i nostri programmi di lavoro nei confronti di Trenitalia, abbiamo dovuto tener conto, ogni volta, che nessuno dei vertici locali era in grado di assumere quelle decisioni che, con più flessibilità e agibilità, avrebbero dovuto essere prese qui per adattare il modello e il sistema di erogazione del servizio all'esigenza del trasporto piemontese.
Questo è lo scenario in cui ci troviamo, che io mi auguro (naturalmente non tutto quanto dipende solo ed esclusivamente dalla Regione Piemonte, poi cercherò di dire perché) trovi correzione, quindi fattivo riscontro in un miglioramento o, quanto meno, in una fuoriuscita dalla situazione francamente impresentabile e insostenibile che si è verificata nel mese di dicembre, con il riassetto attuale, che ha ripristinato una direzione specifica per il trasporto regionale, con la quale inizieremo la nostra interlocuzione. Finalmente, grazie al fatto che le Regioni, in primis la Regione Piemonte, si sono mosse, si è aperto un tavolo di confronto a livello romano sulla questione del trasporto regionale, che avrà una sua prima puntata significativa domani. Mi auguro che quest'iniziativa faccia scaturire tutte quelle conseguenze che, dal punto di vista organizzativo sono necessarie per rivisitare, se del caso, gli orari, per capire se esiste in questo paese un gruppo FS e un Governo che lo sostenga come socio unico della S.p.A. e del gruppo, con la volontà e la capacità di programmare l'impegno, su una probabilità di anni - ovviamente i conti con la compatibilità economica vanno fatti - di quelle risorse necessarie per investire nelle infrastrutture, nelle reti e nei sistemi che controllano le reti stessi.
Oggi, purtroppo, ci stiamo confrontando con un episodio tragico che si è verificato ieri sera sulla linea della Val di Susa, che ha causato la morte di una persona.
Sono in corso delle indagini, ma l'incidente comunque ha a che fare con la difficile relazione tra il funzionamento degli impianti che gestiscono le reti e il traffico, che molto spesso si svolge in condizioni sempre più precarie e con materiale vecchio e non adeguato.
A fronte di ciò, noi non abbiamo avuto in tutti questi mesi nessuna interlocuzione con un'azienda che, come stavo dicendo prima, era ritornata a centralizzare tutto, in maniera assolutamente opaca, a livello romano con un Governo che non ha mai consentito, nonostante le sollecitazioni fino ai disastri dell'ultimo mese, di aprire un tavolo di confronto e che ha dovuto correre ai ripari nella settimana scorsa per provare perlomeno a dare all'utenza l'idea che anche la prima autorità responsabile di quello che succede nel trasporto ferroviario di questo paese, aveva compreso che forse le cose non stavano andando nel segno che qualche inopportuna pubblicità televisiva, in questi mesi, ci ha rappresentato, indirizzandoci tutti ad andare a visitare il nostro zio a Matera: un treno diretto dove non c'è nemmeno stazione ferroviaria.
Questa è la situazione a cui ci troviamo di fronte, rispetto alla quale abbiamo ritenuto di mettere mano ad un intervento che ci pareva doveroso.
Da questo punto di vista, non ho nessun particolare "pruderie" di rivendicare un primato di iniziativa. Mi è parso, anzi, di cogliere, visto che non c'era stata l'opportunità di discuterne in Consiglio, alla luce di una istanza che emergeva dal mondo degli utenti che, in qualche modo, anche in Consiglio si avvertiva di dover discutere, di operare non con un intervento che migliorerà il servizio, ma che servisse quanto meno a riconoscere la dignità che meritano, come persone, i cittadini portatori di diritti in questo paese, gli utenti che hanno subito disagi e disservizi particolarmente acuti e gravi. Disagi e disservizi ce ne sono da sempre, ma voglio sottolineare che nei trend dell'andamento del servizio che sono restituiti dai nostri uffici, l'andamento di discesa fa data dalla seconda metà del 2004, quindi ci eravamo attrezzati bene per arrivare al punto in cui ci siamo trovati nel mese di dicembre, quindi non è una cosa che si è verificata all'improvviso. Nel mese di dicembre, la concomitanza tra il cambio di orario e tutta una serie di eventi anche collegati a dinamiche di relazioni sindacali all'interno dell'azienda, hanno prodotto l'accumularsi di una situazione che poi è esplosa nella Caporetto che tutti quanti abbiamo visto.
Tuttavia, noi abbiamo ritenuto, in questo momento unica Regione in Italia, di intervenire con il riconoscimento all'utenza di un minimo di compensazione rispetto a quello che sarebbe il diritto fondamentale dell'utenza stessa, cioè quella di avere accesso ad una mobilità decente e corrispondente soprattutto alle esigenze di lavoro di chi usa il treno, non perché chi fa il turista in treno non abbia anch'esso dei diritti. Pensando soprattutto alle fasce di utenza pendolare, quelle che sono obbligate ad usare il treno per questioni di lavoro e di servizio, ci sembrava doveroso il riconoscimento di un rimborso. Stiamo aspettando i dettagli operativi da Trenitalia, perché è più efficace che l'operazione si svolga agli sportelli presso cui gli utenti normalmente si rivolgono per rinnovare l'abbonamento ma a questo punto l'iniziativa è definita nell'impianto. Per il mese di febbraio gli utenti, gli abbonati piemontesi del trasporto ferroviario regionale e interregionale (per quanto riguarda l'interregionale, anche gli utenti che utilizzano servizi interregionali non rientranti nel contratto di servizio della Regione Piemonte, ma nei contratti di servizi delle Regioni confinanti, perché per gli interregionali alcune linee dipendono da noi, altre no) avranno la possibilità di accedere per una mensilità gratuitamente ai servizi di cui normalmente usufruiscono.
Mi rendo assolutamente conto che questa misura, di per sé, non risolve il problema del servizio. Su questo tema, stiamo lavorando ad un contratto di servizio nuovo, perché quello vigente è scaduto. Registriamo, e questo è parte di quel vizio di riaccentramento cui facevo accenno prima, che troviamo resistenza da parte di Trenitalia, che è orientata a definire uno schema di contratto generale che valga per tutte le Regioni. Pertanto non è escluso che, nel giro di poche settimane, se non riusciremo a sottoscrivere, con le clausole nuove che vogliamo imporre, il nuovo contratto, ricorreremo a tutti gli strumenti di tutela legale, perché non possiamo proseguire con un contratto che ha dimostrato tutte le inefficienze che ricordavo prima.
Abbiamo bisogno di fare un contratto nuovo. Se non troveremo disponibilità con il nuovo management di Trenitalia a chiudere in fretta questa partita, ricorreremo alle strade che sono formalmente e legalmente previste.
Ad ogni modo, nel nuovo contratto noi prevediamo istituti nuovi, molto più rigorosi e severi per le verifiche d'efficienza e d'efficacia del servizio, nonché sanzioni più rigorose nella penalizzazione tanto dei ritardi quanto della non osservanza degli standard minimi accettabili relativi alla pulizia e alla sicurezza.
Ci siamo fatti carico di provvedere all'istituzione di quegli ispettori regionali che erano previsti in un addendum contrattuale, in un'intesa fra Trenitalia e Regione Piemonte e che non sono mai stati assunti, i quali avranno il compito di andare a verificare proprio e soprattutto le questioni attinenti alla pulizia dei treni. Era un protocollo contrattuale un addendum che non è mai stato applicato e che la Regione non si è mai fatta carico di applicare, perché avrebbe dovuto già essere attivato nel 2004.
Soprattutto pretenderemo, ovviamente, una consistenza precisa del materiale rotabile che sarà allocato per lo svolgimento del servizio sulla rete di trasporto di nostra competenza, perché il primo elemento per verificare se si sta firmando un contratto vero o un contratto fasullo, che poi la parte contraente chiamata ad esercitare il trasporto non sarà in grado di rispettare, è che il contraente ci dica con quale materiale, con che tipologia di mezzi, con quale consistenza intende svolgere il servizio di trasporto.
Noi sappiamo benissimo che esiste un unico vincolo - peraltro, credo alla lunga anche teorico - sui treni che sono stati acquistati con il contributo della Regione Piemonte e che, con elemento fidejussorio dovrebbero essere destinati solo qui, ma io ho l'impressione che, dopo un po' d'anni, la capacità di controllo su questo meccanismo si perda.
Viceversa, credo che sia legittimo, per un Ente pubblico che paga con risorse pubbliche dei servizi, pretendere di avere la consistenza specifica del patrimonio rotabile con cui il contraente vuole svolgere il servizio.
come quando io appalto un lavoro pubblico: devo verificare nel capitolato se l'impresa che si aggiudica quell'appalto ha le condizioni strumentali e organizzative necessarie per svolgerlo, altrimenti si stipula un contratto fasullo. Cosa che in gran parte, nella sostanza (non per cattiva volontà) è successa finora, perché in realtà sappiamo benissimo che, in molti casi il contratto prevede che Trenitalia abbia l'onere e il compito di svolgere un servizio che prevede l'utilizzo di determinate tipologie di mobilità, ma sempre più spesso è costretta a ricorrere a servizi sostitutivi con autobus perché non ha in disponibilità il materiale rotabile necessario. Allora questa verifica va fatta prima, come parte allegata e sostanziale, premessa alla stipulazione del contratto.
Infine, un ultimo accenno lo voglio fare ad un aspetto che ritengo importante. Credo che - e questo sarà parte del nuovo meccanismo contrattuale che andiamo a definire - vada ricondotta a maggior linearità logica, coerenza ed efficacia anche tutta la gestione del servizio naturalmente nell'auspicio che sempre meno siano i disservizi e che, di conseguenza, sempre meno debbano essere le sanzioni applicate nei confronti di chi i disservizi li procura.
La casistica che oggi abbiamo di fronte ci indica che, senza un intervento deciso del Governo - io dico, a questo punto, evidentemente di un Governo che politicamente abbia un'altra idea del sistema di trasporto pubblico - non si uscirà a breve da questo tipo di situazione complessa.
quindi molto importante riflettere sull'efficacia e l'incisività di quelle misure che servano perlomeno a riconoscere il fatto che, quando si produce un disservizio, con le risorse delle sanzioni si ristorano prima di tutto gli utenti del danno subito.
Ad oggi, questo meccanismo, che viene chiamato "bonus", è applicato, a differenza di altre Regioni, soltanto su una fascia molto ristretta di linee, con meccanismi sicuramente non sufficientemente adeguati: si somma alle sanzioni e, con le sanzioni che nell'arco di questi anni, dal 2001 in poi, sono ammontate a circa 12 milioni (escludendo l'ultimo trimestre del 2005, su cui il rilievo sanzionatorio sarà molto pesante, ma dobbiamo ancora fare i conti), circa 6 milioni sono stati nella sostanza ristornati a Trenitalia per servizi aggiuntivi.
Trovo che questo sia un meccanismo poco lineare, anche in qualche modo poco logico, perché è come se, a fronte del fatto che mio figlio alla mensa scolastica patisce un disservizio perché non gli danno da mangiare applicassi a chi gestisce la mensa scolastica una sanzione e, con i soldi di quella sanzione, dessi da mangiare al figlio di un altro.
Il fatto che in molti casi, con i soldi delle sanzioni, si siano pagati i servizi aggiuntivi a Trenitalia o sostenuto investimenti di carattere vario a favore di Trenitalia, alla fine ha prodotto un meccanismo per cui gli utenti, che sono quelli danneggiati, hanno avuto poco rispetto a quanto avviene in altre Regioni. Alla fine, attraverso una partita di giro, si finisce per restituire al soggetto che provoca i disservizi le stesse risorse. È vero che è nell'ipotesi che vengano erogati i servizi aggiuntivi, però in realtà servizi aggiuntivi non sono, perché sono servizi che sostituiscono quelli che non sono stati erogati e che erano dovuti, su cui si sono applicate le sanzioni.
Il nuovo meccanismo contrattuale prevedrà una separazione netta di queste partite e se, come io credo, noi dovremo mettere in conto - perch come Regione, vogliamo fare la nostra parte - la nostra compartecipazione a una politica di investimenti sulla rete e sul materiale rotabile dei servizi ferroviari, lo faremo compatibilmente con la nostra capacità di investimento e di indebitamento, ma su partite diverse, leggibili in maniera molto più chiara e trasparente, e non in questo avviluppo in cui alla fine, non si riesce a distinguere quali sono i costi e i risultati del servizio dalle politiche di programmazione e d'investimento che possiamo fare, sempre insieme a Trenitalia e a RFI, andando ad attingere a partite chiare e diverse che devono essere programmate e poi decise (naturalmente su proposta della Giunta) dal Consiglio.
Questo è uno schema di lavoro rispetto al quale credo che ci vorrà un po' di tempo, perché le cose non si capovolgono in pochi minuti.
Torno ad esprimere un giudizio: la situazione in cui si trova il trasporto ferroviario in questo Paese dipende evidentemente dal maturare di un'assenza di programmazione di lungo respiro. Naturalmente, per quanto riguarda la Regione Piemonte - l'ho già fatto - non posso che rappresentare a tutti gli utenti le scuse per tutto quello che noi, mettendo in conto quanto era nelle nostre possibilità di fare, non siamo riusciti a fare in questi mesi.
Tuttavia, credo che non sfugga all'intelligenza di nessuno che quello che è successo nell'ultimo bimestre ha sollevato un problema di grande rilievo nazionale. Questo non ci consola, ma la situazione delle Regioni vicine non è sicuramente migliore della nostra, perché purtroppo quello che è precipitato, quello che è apparso all'evidenza di tutti è il collasso di quella che dovrebbe essere una grande azienda di Stato e che, invece, è stata in questi anni mal gestita, in fin dei conti abbandonata a se stessa.
Si è cominciato a trarne qualche conseguenza andando a individuare nel management che l'ha governata in questi anni delle responsabilità; forse in quel senso i segnali potevano essere anche più intensi.
Esprimo davanti al Consiglio la fiducia al nuovo responsabile dell'area del trasporto regionale, che è stato nominato in questi giorni. Mi pare lo conosco, per esperienze pregresse - persona sicuramente competente e proveniente da una lunga esperienza nel mondo non semplice, in cui non ci si improvvisa manager, del trasporto ferroviario.
Ci attendiamo naturalmente altri segnali di attenzione nei confronti dei problemi del servizio regionale, soprattutto altra capacità manageriale e professionale, in grado di restituire agli utenti e ai pendolari una prospettiva, se non di miglioramento immediato delle situazioni di disservizio, purtroppo acute, che si verificano ancora in questi giorni e anche stamattina, perlomeno di un cambiamento vero. Su questo, come Regione, naturalmente siamo qui per fare la nostra parte.
Torno a dire - e lo ripeto, perché su questo la Consigliera Cotto ha aperto il suo intervento prima che io parlassi - non ho mai detto - e lo sottolineo qui - che tutta la colpa di quello che sta succedendo è di chi mi ha preceduto. Ho individuato precisi punti, su cui rinnovo e risottolineo le evidenziazioni critiche che avevo fatto in altre occasioni perché se ad alcune partite - questo è il mio giudizio - si fosse messo mano prima, forse non saremmo arrivati alla situazione in cui ci si trova per la quota parte attribuibile a responsabilità specifiche della Regione Piemonte, che comunque in questa vicenda non sono prevalenti e non lo sarebbero neanche state se a gestire l'Assessorato ai trasporti, invece del sottoscritto, ci fosse stato chi mi ha preceduto.
evidente che si tratta di una grande questione di livello nazionale livello al quale la riflessione deve essere portata. Questo lo voglio ribadire perché, facendo politica, la faccio anche qui: bisognerebbe chiedere conto a chi, in questo Paese, per cinque anni ha avuto in mano le leve per governare diversamente il sistema della mobilità e ha prodotto i risultati che sono davanti agli occhi di tutti.
Lo dico con molta sincerità: credo che forse qualche voce un pochino più rilevante e significativa da tutto lo schieramento politico nei confronti di chi governa questo Paese, oltre che nei confronti della Regione Piemonte, andrebbe levata, perché mi pare di un'evidenza così significativa da avere occupato tutte le pagine dei più grandi quotidiani nazionali che non c'è nemmeno bisogno che io lo sottolinei più di tanto.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola media "M.L. King" di Chieri


PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Prima di dare la parola ad altri colleghi, saluto gli allievi e gli insegnanti della scuola media King che sono in visita ai lavori del Consiglio regionale.


Argomento: Commercio - Trasporti su ferro

"Mobilità ferroviaria nella Regione Piemonte. Iniziative da adottare per superare i gravi disservizi registrati soprattutto nel trasporto locale regionale ed interregionale" - richiesta dei Consiglieri Ghigo, Cavallera Cotto, Leo, Pichetto Fratin, Burzi, Lupi, Dutto, Ferrero, Ghiglia, Vignale Boniperti, Casoni, Guida e Botta (seguito)


PRESIDENTE

Stiamo trattando una sessione straordinaria del Consiglio regionale sulla mobilità, cioè sui servizi ferroviari con una serie di problemi e disservizi che si sono verificati negli ultimi mesi.
L'Assessore Borioli è intervenuto nel merito e in seguito interverranno i Consiglieri regionali che hanno fatto richiesta. Dichiaro pertanto aperto il dibattito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Credo che abbia fatto bene l'Assessore Borioli a descrivere complessivamente un quadro che, se non vado errato, è descritto con la parola collasso, perché a questo siamo di fronte.
Credo che non sia inutile, in un contesto come questo, richiamare alcuni elementi della filosofia di fondo, della filosofia fallimentare che ha così governato il trasporto pubblico nel nostro Paese, con questo non eliminando responsabilità che la Regione ha e che deve portare avanti soprattutto nelle prossime settimane anche in fase di stesura del nuovo bilancio per l'anno prossimo.
L'Assessore citava l'incidente avvenuto in Val di Susa questa mattina.
L'incidentalità non è mai un caso, perché segnala l'accumularsi di fattori di crisi. D'altro canto, questi fattori di crisi sono stati più volte pubblicati sui giornali anche dai comitati che si sono formati e che sono in espansione. La situazione di chi lavora nelle ferrovie, quindi dei ferrovieri, certo non è migliore. Si chiede a questi ultimi di fare di tutto, compresi gli spot sui treni, tranne poi non convocarli mai per percorsi partecipati quando le scelte li riguardano direttamente. La repressione e il ricatto hanno sostituito le relazioni sindacali in questi anni; le strategie sempre diverse risultano spesso incomprensibili sia per chi lavora in ferrovia sia naturalmente per gli utenti.
L'occupazione cala, cresce il ricorso allo straordinario e alla precarietà. Si pensa, da parte delle ferrovie, di aumentare il trasportato del 5%, eppure la dirigenza, di cui parlava prima l'Assessore Borioli continua a dire che ci sono 10 mila esuberi pendenti. Il diritto di sciopero d'altro canto è sempre più compromesso.
Il bilancio delle FS è tornato in rosso e gli interventi in infrastrutture sono in larga parte incentrati sull'alta velocità, peraltro in ritardo rispetto al nodo centrale, che sono i nodi che non sono affatto sviluppati.
Non che in questi anni le Ferrovie dello Stato non abbiano fatto investimenti, non sono state ferme; è evidente da questo punto di vista l'investimento che è stato fatto sugli Eurostar, ma questo tipo d'investimento, come quello sulla TAV, non riguarda il settore dal nostro punto di vista principale, che continua a rimanere quello della mobilità diffusa e metropolitana.
Il settore merci, d'altro canto, è oggi al lumicino. Le cause dei disservizi sono sempre le stesse, con l'aggiunta di una manutenzione in crisi, e siamo a questo punto anche per la mancanza di pezzi e per lavori di scarsa qualità continuamente esternalizzati. Il Governo nazionale ha tagliato ulteriormente fondi e si stanno realizzando stravaganti gare per l'assegnazione del trasporto a livello regionale.
Mi si potrebbe dire che siamo in un quadro europeo: esistono direttive europee in questo senso. Sì, certo: molto inquietanti, molto è stato fatto da questo punto di vista per liberalizzare il trasporto merci e ora si sta ciecamente perseguendo lo stesso tipo di impostazione per quanto riguarda il trasporto dei passeggeri.
Eppure l'Europa non è un moloc. I risultati dei referendum francese e olandese ci dicono che in Europa si possono avere anche idee diverse.
Quindi, l'idea della liberalizzazione e della privatizzazione può essere sindacabile anche a livello europeo. Pensiamo in questo senso all'esempio negativo, sotto gli occhi di tutti, immortalato anche in un bellissimo film di Ken Loach. Andate a vedere quel film che, attraverso scene commoventi fa vedere che cosa sono le ferrovie inglesi.
Negli ultimi quindici anni si sono avviati rilevanti cambiamenti nell'intendere il ruolo delle ferrovie e della loro gestione, senza una riflessione - ed ha ragione l'Assessore - e senza tenere conto dell'originalità e della diversità del vettore ferroviario.
Altri cambiamenti sono in vista, ma si continua a non fare bilanci, non si fanno mai bilanci di quello che è accaduto.
A parte l'esempio inglese, altri paesi hanno teso a tutelare le loro aziende; le gare estese anche ai servizi regionali non possono essere l'estensione automatica di quelle che si fanno nel trasporto pubblico locale. Queste sono spesso fasulle, producono spezzatini aziendali e non sono consone alla soluzione dei problemi e rappresentano veri e propri cavalli di Troia per l'entrata di aziende multi nazionali o pubbliche di altri Paesi. Ciò di per sé non è un male, ma le aziende di questo tipo di servizio dovrebbero essere fortemente radicate sul territorio in cui operano. Invece, gli unici fattori che si mettono in concorrenza sono sempre e comunque il lavoro e la sicurezza. L'incidente dell'altro giorno in Piemonte.
La divisionalizzazione ha aumentato i costi e i disservizi tra Trenitalia e rete ferroviaria italiana; la concorrenza avverrebbe sulle tratte appetibili e tutto il resto diventerebbe quel ramo secco di "necciana" memoria: 10 mila chilometri di rete. Le stesse tariffe, d'altro canto, sarebbero diverse a seconda degli standard, logica che non è accettabile in un servizio a rete.
Non può sfuggire infine che, al di là di come le si vorrebbe, la liberalizzazione e le privatizzazioni portano a massimizzare i guadagni e alla finanziarizzazione delle imprese, che è altro e altro dagli obiettivi sociali di cui ha bisogno il sistema trasportistico di un paese e di una Regione.
Che fare, dunque? Provo ad elencare alcune proposte che sono di tipo generale, e proveranno altri colleghi del mio Gruppo a dire cose più in particolare.
Serve una diversa politica dei trasporti, un diverso modello l'abbiamo detto molte volte - rispetto a quello individuale basato sulla gomma. In questo senso vanno riconsiderate le scelte inerenti alle infrastrutture extraferroviarie (penso al ponte di Messina e alla TAV) e ferroviarie, i nodi e il trasporto pendolari. Per le merci, occorrerebbe inaugurare una linea di tendenza separata con il riutilizzo delle tratte secondarie.
Va recuperata l'efficacia per l'azienda nazionale del trasporto ferroviario, integrando la parte dei servizi con la parte di gestione dell'infrastrutture. Abbiamo visto uno dei punti deboli di quello che abbiamo di fronte. Va rivista la struttura di holding e di divisionalizzazione, peraltro mai siglata dal sindacato, se non a posteriori. Un nuovo quadro societario deve essere coerente con gli obiettivi sociali che questo servizio deve garantire.
Rivedere, infine, nel rispetto dei ruoli di ognuno, le relazioni sindacali, che oggi sono assenti ed inefficaci. Ci deve essere più partecipazione anche da parte dei lavoratori anche sui progetti e sui cambiamenti. Credo che il conflitto ha sempre dato la possibilità, ad un servizio come questo e ad un'azienda come questa, quando funzionava di più di crescere, perché i lavoratori che portano conflitto portano anche idee per fare crescere l'azienda nel suo complesso.
Quindi, il rispetto reale delle norme a partire dal rispetto dell'orario di lavoro e delle normative in materia di sicurezza.
Questi sono alcuni spunti generali, Assessore, e credo che, come maggioranza in questa Regione, abbiamo la necessità di portare avanti le cose che ha detto lei. C'è un nuovo contratto da fare, il livello delle sanzioni. Tutto quello che è possibile fare va fatto, anche dal punto di vista di uno sforzo all'interno del bilancio che andiamo ad approvare.
Un'ultima cosa che volevo dire - e lei da questo punto di vista credo sia già interessato - è che bisognerebbe dare una veste formale a tutti quei comitati che possono essere riuniti in Consulta o in quant'altro possiamo inventarci, affinché ci sia un contatto diretto e formalizzato tra Assessore, la Giunta e i comitati presenti sui territori.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato la relazione dell'Assessore Borioli e mi sembra - mi chiedo se sto seguendo un altro film - che si stia tentando di spostare il dialogo dal trasporto ferroviario regionale alla gestione dei treni in tutta Italia, materia, quest'ultima, non dovuta, perché, come sanno bene i Consiglieri di quest'Aula, la legge n. 422 (e conseguenti) ha delegato interamente alle Regioni la gestione dei servizi ferroviari regionali, e non nazionali.
Di questo oggi dobbiamo parlare: le lamentale che quotidianamente riceviamo, riguardano anche i treni nazionali, ma soprattutto i cosiddetti "treni pendolari", ovvero i treni regionali utilizzati ogni giorno dai pendolari.
Per chiarire alcuni concetti, non farò tanto dei discorsi di prospettiva, di passato, di che tipo di contratto di servizio era stato stipulato prima, negli anni a seguire, e quali erano i risultati; far semmai, un ragionamento basato sui numeri, perché rappresentano un dato importante.
Iniziamo, allora, da un'affermazione dell'Assessore Borioli, secondo il quale vi era un debito verso Trenitalia. È vero, ma si trattava di un debito voluto di 30 milioni di euro (peraltro, si era in trattativa col Governo per la copertura dei costi dell'IVA). Tale debito ci permetteva anzi, mi permetteva - di tenere Trenitalia per il bavero: lei sa bene che se si paga fino all'ultima lira un servizio, poi non si può più pretendere in caso di disservizi, di avere un'arma contraria. Io li ho sempre tenuti al rispetto degli indici: man mano che gli indici miglioravano, si pagava di più; man mano che peggioravano, si rallentavano i pagamenti.
Questo faceva logicamente "tremare" il Direttore regionale che li riceveva: non aveva i fondi e ovviamente doveva fare in modo che funzionassero. Comunque noi abbiamo sempre provveduto ad erogarli; anzi, a dargli ben di più.
Se l'Assessore Borioli, invece, tenta di porre la questione da un altro punto di vista, per cui, non avendo quei 30 milioni di euro, le Ferrovie non hanno erogato i servizi, potrei tranquillamente rispondere che noi di euro gliene abbiamo dati 70 milioni in più, perché abbiamo cofinanziato l'acquisto dei nuovi treni, che stanno arrivando adesso.
Lei, oggi, si trova un parco treni migliore di quello che gestivamo noi, perché, man mano, stanno arrivando i treni che noi abbiamo contribuito ad acquistare con un cofinanziamento.
Avrei un'ulteriore domanda da porre: chi ha definito il nuovo orario? Questa non è una responsabilità nazionale, ma regionale.
Sono stati convocati i Tavoli coi pendolari per concordare il nuovo orario.
Prendo solo uno spunto, ma ne ho una cartella e se l'Assessore vorrà consegnerò questo materiale: i pendolari sostengono che con l'avvicendamento dei vertici regionali - mi riferisco al Comitato Pendolari Alba-Bra, che non è certo tacciabile di "simpatia" nei confronti del sottoscritto, che era stato parzialmente attaccato durante la sua gestione il dialogo, purtroppo, si è in parte interrotto e nonostante innumerevoli riunioni, tavoli tecnici e loro suggerimenti, l'orario 2006, entrato in vigore qualche settimana fa, presenta una drastica riduzione del numero di corse sulla linea Alba-Bra dell'ordine del 16% e sulla linea Bra Cavallermaggiore dell'ordine del 19%, un decadimento della qualità del servizio sulle linee Bra-Carmagnola provocato da un ingiustificato aumento dei tempi di percorrenza e dalla perdita di importanti coincidenze a Carmagnola per la prosecuzione su Torino.
Ne ho esposto uno, Assessore Borioli, ma ce ne sono altri.
I Comitati Pendolari, che erano miei "critici", adesso mi scrivono per denunciare queste situazioni, e mi inviano direttamente i fax per segnalarle. Questo per rimarcare che non dobbiamo spostare l'attenzione da quello che è il ruolo regionale.
Una domanda, per esempio, gliela pongo subito: è vero o no che sono stati "tagliati" il 15% dei treni a chilometro col nuovo orario? Mi piacerebbe ricevere una risposta in tal senso.
vero o no, che l'ok a questo nuovo orario, con questi tagli, è stato dato dall'attuale Assessore regionale? Voglio ricordare un particolare: se i dati che mi sono stati segnalati sono veri (d'altra parte, non ho motivo di dubitarne, perché provengono da fonti certe), i treni sono diminuiti del 15% con questo nuovo orario ferroviario e con gli stessi soldi con cui si gestivano prima. Molte lamentele dei cittadini sono proprio dovuta questi tagli.
Non si può scaricare sul Governo la responsabilità di Trenitalia. Poi se vogliamo fare una discussione sul trasporto nazionale e sulle incidenze...
Adesso, però, dobbiamo parlare del trasporto regionale e di come lo gestiamo. Perché, dunque, sono stati "tagliati" questi treni, largamente usati dai cittadini? Perché sono stati eliminati dei treni, se i costi e i contratti di servizio sono rimasti inalterati? Prima di passare ai numeri, che è l'aspetto che conta di più, al di là delle parole e dei ragionamenti che maturiamo, avrei un'ultima importante considerazione da fare: lei ha vantato il rimborso dell'abbonamento del mese di febbraio ai pendolari con le multe applicate a Trenitalia. Questa pratica era già in uso, anche se in forma parziale, posto che, come si evincerà dai dati, le cifre erano diverse. Anzi, ancora oggi ricevo i ringraziamenti per aver utilizzato parte di queste multe per far salire i disabili sui treni, per alzare le pedane e per aumentare la vigilanza: se per lei questi particolari non sono importanti, per carità, è libero di rimborsare ciò che crede, ma gli stessi Comitati Pendolari rispondono: "Non ce ne frega niente del rimborso; vogliamo i treni più puntuali, come era prima".
Veniamo ai numeri. Lei potrà raccontare cosa crede, ma i numeri sono incontrovertibili e provengono da fonte ufficiale, condivisa sia dalla Regione sia da Trenitalia. Come sapete - lo dico per chi non ne fosse a conoscenza - il contratto di servizio prevede degli indici di puntualità di treni arrivati entro i cinque minuti di ritardo, oppure entro i 15 minuti dall'orario previsto.
Prenderei come riferimento il nostro ultimo mese di gestione, ovvero il periodo che va dal 20 aprile al 20 maggio (ma potrei, ovviamente, prendere come esempio anche altri mesi), quando praticamente non si era ancora insediata la nuova Giunta.
Per quanto concerne la linea interregionale Torino-Genova, noi eravamo sopra la media di puntualità del 1.67%. Nel periodo che va dal 20 novembre al 20 dicembre, siamo sotto del 6.46%: in pratica, l'8% dei treni hanno peggiorato gli indici di puntualità (parliamo degli stessi treni regionali e degli stessi soldi; anzi, probabilmente, come ho detto poco fa, qualche treno nuovo in più è arrivato). Ma questo è niente! Prediamo delle linee più importanti: parliamo sempre della tratta Torino-Genova, ma il diretto regionale. Anche allora si riscontrava una sofferenza pari a -7% nel periodo che va dal 20 aprile al 20 maggio; oggi siamo a -23%: ovvero il 15% in più dei treni di questa linea, che dipendono esclusivamente dal Governo regionale, sono peggiorati. Non centra niente Roma, non centra niente il Governo, vi è un contratto di servizio tra la Regione e Trenitalia.
Come mai ad aprile, a marzo e a febbraio c'erano questi indici di puntualità, che, oggi, sono peggiorati? Dopo glieli do questi indici.
Proseguo con altri numeri ufficiali relativamente ad un'altra linea importante: la Torino-Bardonecchia, che nel Governo Ghigo aveva un indice di puntualità del -0,59%, mentre, oggi, con il Governo Borioli, è -18,25%.
Questo si è verificato su tutte le linee.



(Commenti fuori microfono)



CASONI William

Come è possibile che tutte le linee avessero una migliore puntualità, a fronte degli stessi soldi, degli stessi treni e degli stessi ferrovieri? C'è qualcosa che non ha funzionato, evidentemente.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a sua disposizione è terminato)



CASONI William

Vi è stata una sottovalutazione, se anche i "Comitati pendolari" ci scrivono per dirci queste cose. Caro Vicepresidente Susta, i Comitati pendolari, che erano i miei oppositori più feroci, oggi, mi scrivono per dirmi che rimpiangono la mia presenza.
Questi sono dati inconfutabili. Se vuole, ho le copie originali, poi gliele darò.
Questi Comitati mi dicono anche che i Tavoli regionali che io facevo concordando gli orari, non sono più stati proseguiti.



(Commenti fuori microfono del Vicepresidente della Giunta regionale, Susta)



PRESIDENTE

Colleghi, scusate! Collega Ronzani, chi vuole intervenire è pregato di iscriversi.
Consigliere Casoni, la prego, ha ampiamente superato il tempo a sua disposizione.
Il Vicepresidente Susta è invitato a non interloquire.



CASONI William

Mi avvio alla conclusione, anche perché l'Assessore Borioli si è allontanato, evidentemente, gli dà fastidio sentire questi dati. Sono dati non parole.
Proseguo con un'altra linea importantissima, anzi, centrale, che credo interessi molti Consiglieri, la famosa linea Torino-Milano: relativamente al treno diretto regionale - non nazionale, non Intercity - nei mesi di aprile, marzo e febbraio, il nostro indice di puntualità era -2,06%, mentre l'indice di puntualità attuale è -25,92%, cioè 23 punti in più di ritardo.
Non mi stanco di ripeterlo. Poi, anch'io critico il Governo nazionale in un certo senso, su Trenitalia, per quanto concerne la politica dei trasporti, ma è un altro tema. Noi abbiamo dato dei suggerimenti a Trenitalia, la quale, con la sua gestione nazionale, non è riuscita a metterli in atto.
Questa, però, è una gestione regionale. Ho ricoperto la carica di Assessore per otto anni, so bene a chi appartiene la responsabilità o meno relativamente ai treni regionali - non nazionali - chi firma i contratti di servizio, chi decide la cancellazione dei treni. Sul nuovo orario è necessaria la doppia firma: Regione e Trenitalia.
Chiedo come mai questi indici di puntualità sono peggiorati in maniera così drastica, come mai è stato tagliato il 15% dei treni e in questa sede si tenta di dare la colpa al Governo nazionale.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi: dieci minuti penso siano ampiamente sufficienti per illustrare un argomento anche così importante, che ha creato molti problemi alla nostra regione. Vi invito a non superare il tempo assegnato, poi, si può anche migliorare e impiegare meno tempo. Prima di dare la parola al Consigliere Dalmasso, comunico che i lavori consiliari termineranno alle ore 13.
La riunione con l'Assessore Borioli su altro argomento, così come concordato nella riunione dei Capigruppo, si svolge in Sala Presidenti.
I lavori pomeridiani riprenderanno alle ore 14.30 con la trattazione sui trasporti. Successivamente, proseguiremo con l'esame della problematica TOROC e Olimpiadi invernali.
La parola al Consigliere Dalmasso, con l'invito a rispettare assolutamente i tempi previsti.



DALMASSO Sergio

Osserverò i dieci minuti, anche perché è giusto che altri Gruppi intervengano prima dell'intervallo.
evidente e chiaro a tutti che ci troviamo davanti ad una crisi: ritardi e cancellazione di treni, condizioni di viaggio che peggiorano di giorno in giorno, treni generalmente freddi, le pulizie sono completamente scomparse, fino ad arrivare ad alcune banalità, ad esempio, le porte meccanizzate o elettrificate che non funzionano, non si aprono. La parola "collasso" usata da altri Consiglieri è davanti agli occhi di tutti.
Certamente, riteniamo si debba discutere del trasporto regionale, che è il tema odierno, ma ci sono alcune cause che vanno un po' più in là.
Per quanto concerne le privatizzazioni, abbiamo assistito per anni alla logica e retorica per cui il privato era bello e, davanti ad una qualunque crisi, era sufficiente privatizzare. La stessa regionalizzazione ha portato problemi di non poco conto, sostanzialmente, creando uno spezzatino nel trasporto nazionale.
La divisione tra linee e treni, quella per cui sono nate, da una parte RFI e, dall'altra parte, Trenitalia, è un altro dato che molti hanno criticato, perché distruggeva quello che era un discorso unitario.
La concessione di continui appalti ha portato risultati sotto gli occhi di tutti, le pulizie sono le più note e ovvie.
La predilezione è stata per le grandi linee, naturalmente, sono poche quelle che rendono, con l'abbandono totale delle linee locali, quelle che trasportano solamente, tra virgolette, "studenti e lavoratori pendolari".
Siamo davanti ad un degrado di questo sistema nazionale, che deriva anche da una mancanza totale di un qualunque progetto industriale, è un termine che usiamo comunemente davanti alle fabbriche, compresa la FIAT, o davanti al quadro industriale nazionale.
Relativamente alla seconda questione, siamo davanti a disservizi che evidenziano una situazione che sembra essere sfuggita di mano o che sembra avere un qualche disegno superiore di chi dovrebbe governare questi processi.
La modifica dell'orario, oltretutto, ha aggravato la questione, perch c'è stato uno spostamento di materiale tra una regione e l'altra. Se in Piemonte abbiamo mille motivi di lamentela, è altrettanto ovvio che le regioni meridionali, soprattutto, siano state quelle maggiormente penalizzate. Nelle Ferrovie tutto il settore manutenzione sembra essere scomparso completamente. Un accordo del giugno 2005 prevedeva il rientro delle lavorazioni esternalizzate, ma non è mai stato messo in atto, quindi mancano uomini, mezzi e capacità, che le Ferrovie sicuramente possedevano.
Il settore logistica, che maggiormente è alla base dei disservizi ritardi e soppressione di treni, sembra essere completamente scomparso.
Siamo ancora davanti alla previsione della cessione di interi settori di questa attività, che ridurrebbe ulteriormente questa struttura.
già stato ricordato che le stesse Ferrovie, di fronte alla carenza o inefficienza di materiale, ricorrono sempre maggiormente a servizi automobilistici sostitutivi.
Per la prima volta, le Ferrovie evidenziano una carenza di personale quando, negli anni passati, addirittura erano state sovradimensionate. Si era svolta una grande campagna in quanto si riteneva allora che il numero dei ferrovieri fosse troppo elevato. È un elemento evidentissimo: i treni generalmente, non hanno il personale neanche lontanamente sufficiente.
Questo si evidenzia solo quando si verifica qualche incidente e molti vi sono stati, più o meno gravi, anche localmente.
I sistemi di sicurezza logicamente non li conosco dal punto di vista tecnico, ma sembrano sempre meno utilizzati e non più in grado di rispondere alle più elementari necessità. Gli stessi accordi sindacali non vengono rispettati da altri settori. Il nostro Gruppo a livello locale ha presentato numerose interpellanze. Alcune hanno avuto risposte precedenti altre sono tra quelle che il Presidente Placido ha elencato oggi.
La Fossano-Cuneo è la linea che si chiede venga raddoppiata da quando avevo sei mesi. La Torino-Savona è una linea di grande importanza strategica. Savona è un porto, importante per il trasporto merci e per il collegamento fra Torino e il mare, ma la linea ferroviaria è in uno stato penoso. Per quanto riguarda la Cuneo-Ventimiglia-Nizza, linea costruita nel 1979, noi abbiamo chiesto che venisse elettrificata in più casi. Su questa linea c'è un contenzioso che dura da lungo tempo: può o non può trasportare le merci? In tutta l'area di Alba - è stato ricordato anche nell'intervento precedente - nonostante decine di convegni fatti in pompa magna sul collegamento tra Alba e Milano, non si vedono più treni. Addirittura i treni sono stati cancellati da questa linea. L'Alessandrino, il Casalese Pinerolo e la Val di Susa è stato oggetto di numerose nostre interpellanze.. La stessa Val di Susa ha visto ulteriormente peggiorare i trasporti, con necessità di cambi ecc.
Quanto al Biellese, continuo a chiedermi se abbia senso pensare alla costruzione di un aeroporto, ma è una discussione che oggi non è al centro dell'attenzione. Vi sarebbe la necessità di raddoppi, di linee che non solo non ci sono ma che vengono peggiorate continuamente. La Torino-Milano è linea di valore nazionale che si collega anche con il Veneto, linea su cui le proteste e le lamentele dei pendolari di Vercelli e di Novara si levano quotidianamente, è totalmente inesistente.
Per esperienza personale, il 7 gennaio ho preso il treno Torino-Milano ma a Santhià siamo stati bloccati perché il locomotore non funzionava. Era il treno, che parte da Porta Nuova alle 08.55. Non ci sono più mezzi, non ci sono più le capacità per riparare il materiale stesso.
Noi siamo convinti che il rilancio di un servizio pubblico sia fondamentale. Ci auguriamo che un futuro Governo diverso dall'attuale lo annoveri fra i suoi punti centrali e fondamentali. È un problema di mezzi di personale, di orari e di tecnologie. Pensiamo che questo comporti una scelta necessaria e indiscutibile di investimenti.
Ricordiamo che in Piemonte (Regione fra le più avanzate in questo nostro Paese, pur con i mille problemi che ha) il 50% dei treni viaggia a binario unico e che il 50% delle linee non è elettrificata. Qui necessitano investimenti, si potrà vedere su quali linee sono più importanti. Sappiamo che le casse regionali non sono certamente ricchissime. Vi sono problemi di mille tipi e vi possono essere priorità che possono essere considerate maggiormente importanti, a partire dalla sanità e dal sociale. Tuttavia Assessore Borioli, noi siamo convinti che questa sia una delle chiavi strategiche che potrebbe qualificare questa Giunta di cui facciamo parte convintamente, pur tenendo conto delle ovvie discussioni che vi sono all'interno. Mi pare che vi siano delle responsabilità gravi anche per delle scelte nazionali. I Ministri sono più interessati a tagliar nastri per opere che non vengono compiute piuttosto che assicurare un trasporto ferroviario efficiente e certo. Siamo convinti del fatto che la finanziaria regionale 2006 sarà solo la prima delle tante che dovranno dare indicazioni.
Alcune scelte, iniziando anche da certe cose minime, debbono essere fatte per migliorare alcune linee (possiamo anche dire quali, in quali aree ecc.). Credo che non soltanto il nostro Gruppo ma tutti i Gruppi e tutti i Consiglieri ricevono quotidianamente telefonate e proteste di vario tipo.
stato già detto e chiedo scusa se lo ripeto per la seconda volta, ma diamo una veste normale, istituzionalizzata a queste iniziative. Su tutte le altre questioni più ampie, credo che non mancherà il tempo per una discussione più estesa, dalla questione della TAV a quella delle grandi linee, a quelle di un collegamento migliore con i porti. Si tratta di questioni che non si sciolgono in un incontro come quello di oggi, ma siamo convinti che questa - non ne incolpiamo l'amministrazione precedente, n l'odierno Assessorato, che ha svolto in questi primi mesi un gran lavoro in mezzo a grandissime difficoltà - sia una scelta strategica che debba essere compiuta in tempi rapidi, cominciando anche da alcuni piccoli segni.



PRESIDENTE

Siamo giunti all'ultimo intervento prima della pausa delle ore 13.00.
Confermo la Conferenza dei Capigruppo con l'Assessore Borioli presso la Sala dei Presidenti alle ore 13.00, dopo la fine dell'intervento del Consigliere Rossi.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Assessore, lei ha detto tante belle cose, però, come si suol dire, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
Le ricordo anche la mia interrogazione relativa alla disastrosa situazione delle autostrade piemontesi, con cui rilevavo la continua presenza di cantieri. Anche stamattina, sull'autostrada Alessandria-Torino alle nove del mattino tre cantieri su cinque erano legati alla pulitura di fossi, quindi in un orario di massima percorrenza puliscono i fossi, con restringimenti di carreggiate che passavano da due corsie ad una.
Lei si era impegnato formalmente a convocare vertici delle società autostradali in Commissione per chiedere loro chiarimenti sul comportamento scandaloso, vergognoso, irriverente e irresponsabile che tengono nei confronti degli utenti, considerati dei semplici pagatori, che obbligatoriamente devono percorrere quell'autostrada e devono pagare.
A nessuno interessa del tempo che impiegano e dei rischi che corrono per percorrere l'autostrada. Quindi, caro Assessore Borioli, le sarei veramente grato, innanzi tutto, se rispettasse l'impegno preso e convocasse i vertici delle società autostradali che operano in Piemonte, per spiegarci i motivi per cui trattano gli utenti nel modo che ho appena ricordato.
A questo punto, passiamo invece agli utenti dei treni. Lei è di Alessandria e sa bene come stanno le cose per il nostro territorio: a parte forse il capoluogo di Alessandria, tutta la popolazione del Tortonese e del Novese deve fare i salti mortali per riuscire a venire a Torino. Poche corse, segnalazioni sbagliate, corse che si accavallano in determinati orari e inesistenti in altri, oltre ai disagi di tutti i pendolari legati ai ritardi, alla sporcizia e alla soppressioni dei treni. Poco prima di Natale, siamo arrivati alla soppressione di quasi trenta corse in un solo giorno.
Assessore, è chiaro che lei deve assumere degli impegni, deve si dire che farà questo e farà quello, ma dovrebbe anche farlo, perché se i suoi programmi rimangono parole al vento, sono perfettamente inutili. Allora mostri i muscoli! Mostri i muscoli con Trenitalia, dica a Trenitalia che la novità è che si aprono delle gare di appalto, con la possibilità di assegnare la gestione delle linee anche a società straniere, o alle Ferrovie Nord, che sono comunque nazionali, alle ferrovie svizzere e alle ferrovie francesi. Cominciamo a mettere "un po' di peperoncino in quel posto" alla società che prende per i fondelli i nostri cittadini che devono viaggiare con il treno.
Ho personalmente viaggiato con i pendolari e le assicuro, Assessore che me ne hanno dette di tutti i colori. Non voglio dire che le responsabilità siano di questa amministrazione regionale, tant'è che, come Gruppo della Lega, non abbiamo risparmiato critiche, anche pesanti, al Consigliere Casoni quando ricopriva la carica di Assessore ai trasporti e al Consigliere Ghigo quando era Presidente della Giunta regionale.
Riteniamo che si sia veramente superato il limite: si riempie un recipiente fino all'orlo e poi c'è quella goccia che fa traboccare il vaso.
Credo che la società che gestisce le tratte ferroviarie piemontesi abbia veramente superato il limite.
necessario, quindi, intervenire con forza per pretendere il rispetto degli accordi o, in alternativa, con la sostituzione di chi gestisce le tratte. Capisco che non è facile. Capisco che ci sono molte tratte, specie nella provincia di Alessandria o di Novara, che transitano non solo all'interno della provincia piemontese, ma, magari per la maggior parte della tratta, anche in altre regioni come la Liguria o la Lombardia, ma è indispensabile che lei tratti anche con gli Assessori ai trasporti di altre Regioni e cerchi di individuare una soluzione definitiva nei confronti di questa società che non è in grado di garantire, ai nostri pendolari, il rispetto degli orari, il rispetto della degenza, il rispetto della pulizia delle carrozze. Molte volte queste persone perdono o rischiano di perdere il lavoro perché arrivano in ritardo. Le aziende si sono lamentate, anche se ultimamente sono più tolleranti per chi viaggia con il treno, perch sanno che spesso e volentieri arrivano in ritardo ma non per colpa loro.
una situazione che non può durare.
Tra l'altro, Assessore, le chiedo di definire una volta per tutte - sul giornale abbiamo letto prima di sì e poi di no - se anche i pendolari del nostro territorio, la provincia di Alessandria (quelle famose linee che passano anche dalla Lombardia o dalla Liguria) hanno diritto a quel piccolo aiuto: un abbonamento gratuito per un breve periodo.
Le chiedo di dare informazione, magari con un piccolo opuscolo distribuito in stazione o messo a disposizione sui treni, sulle modalità per richiedere questo abbonamento gratuito per un mese. Ad esempio, chi ha l'abbonamento annuale deve sapere come comportarsi: devono pagare l'abbonamento? Lo pagano un mese in ritardo? Occorre dare più spiegazioni alla persona, quindi al pendolare, che utilizza i treni, magari con un opuscolo distribuito direttamente nelle stazioni.
L'altra questione riguarda nuovamente le autostrade. Forse sono partito un po' caldo sulla questione, ma sa che personalmente percorro quella tratta tutti i giorni - come la sta percorrendo anche lei - e sa anche che ci sono situazioni assolutamente risolvibili senza creare alcun tipo di problema né all'utente né alla società che gestisce quell'autostrada. Un conto sono i lavori indispensabili, che sicuramente vanno fatti, ma un conto sono i lavori di pulizia dei fossi o dell'erba, che possono anche non essere fatti alle nove o alle dieci del mattino.
Credo che non si possa più tollerare oltre.
Ultimo punto. Hanno installato anche sull'autostrada Torino-Piacenza dopo ripetuti e pesanti interventi in Consiglio regionale, i tabelloni all'ingresso dei caselli, dove viene indicata la situazione sull'autostrada. Bene, non vengono mai messe le indicazioni relative alle code legate a lavori. Viene indicato dove si acquista il telepass o la viacard, ma non viene indicato - motivo per cui erano stati installati che in autostrada, per andare a Torino, ci sono due ore di coda, tre ore di coda, un'ora di ritardo, venti minuti di ritardo. Le chiedo di intervenire anche su questo argomento e, a costo zero, un aiuto all'utente perché, a quel punto, l'utente è libero di scegliere: prendere l'autostrada sapendo che c'è coda, oppure non prendere l'autostrada e tornare a casa perch tanto non arriverebbe in orario.
Questo glielo chiedo da "alessandrino" e anche perché lei conosce quel tratto autostradale.



PRESIDENTE

Se non ci sono problemi, terminiamo la prima sessione del mattino del Consiglio. I lavori riprenderanno alle 14,30. Prego i Consiglieri di essere puntuali, essendo alto il numero degli iscritti a parlare su questo argomento, e poi tratteremo la parte relativa al TOROC.
Prego i Capigruppo, con l'Assessore Borioli, di accomodarsi in Sala dei Presidenti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.01)



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