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Dettaglio seduta n.54 del 10/01/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


SPINOSA MARIACRISTINA



(Alle ore 14.47 la Consigliera Segretaria Spinosa comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.15)



(La seduta ha inizio alle ore 15.52)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bertetto, Cattaneo, Larizza e Valloggia.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 227 inerente a "Candidatura di Stefania Belmondo al ruolo di ultimo tedoforo e simbolo dei Giochi Olimpici di Torino 2006" presentato dai Consiglieri Costa, Casoni, Ghigo Cavallera, Guida, Scanderebech, Cirio, Rabino, Dutto, Rostagno, Ferraris e Dalmasso


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Costa, che interviene in qualità di Consigliere, per richiedere l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 227.



COSTA Enrico

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola semplicemente per chiedere l'iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 227, relativo ad un'attività di sostegno attraverso l'espressione del Consiglio regionale, alla candidatura di Stefania Belmondo al ruolo di ultimo tedoforo, simbolo dei Giochi Olimpici di Torino 2006.
Sappiamo che l'ultimo tedoforo dev'essere ancora nominato, e vista l'urgenza, penso che sia imminente questa scelta.
Vi è la candidatura autorevole di una piemontese, vincitrice di numerose medaglie olimpiche: Stefania Belmondo.
Chiedo semplicemente al Consiglio la possibilità di iscrivere questo provvedimento all'o.d.g., sottoscritto da tutti i Consiglieri della Provincia di Cuneo, luogo di nascita dell'atleta, e da molti altri Consiglieri.
comunque a disposizione per ulteriori eventuali sottoscrizioni.



PRESIDENTE

Il Vicepresidente Costa ha chiesto l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 227, relativo all'ultimo tedoforo per le Olimpiadi di Torino 2006.
Ovviamente, si tratta di un provvedimento che, per avere un minimo di efficacia, dovrà essere approvato con estrema celerità.
Possiamo considerare che l'Aula unanime acconsente?



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Ci sono cenni di diniego. Ai sensi del Regolamento, un Consigliere si può esprimere in senso contrario.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Parlo a titolo strettamente personale: con tutto il rispetto per la signora Stefania Belmondo, che ha onorato questa regione e questa nazione sul piano sportivo, permettetemi di ricordare che questa mattina le minoranze non hanno consentito l'iscrizione di un ordine del giorno su un tema altrettanto importante.
Sotto questo aspetto, personalmente voterò contro la richiesta di iscrizione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta avanzata dal Vicepresidente Costa.
Ricordo all'Aula, così come ho fatto questa mattina, che per l'iscrizione sono necessari 42 voti favorevoli.
Indìco la votazione palese per l'iscrizione all'o.d.g dell'ordine del giorno n. 227.
Il Consiglio non approva.
Non avendo raggiunto il quorum, non è possibile l'iscrizione all'o.d.g. di tale documento. Anche questo ordine del giorno potrà essere iscritto all'o.d.g. per la prossima seduta nella Conferenza in occasione della Conferenza dei Capigruppo di domani.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento al DGR 52-1607 su "Expoelette"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghigo sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Grazie, Presidente.
Nell'ultimo Consiglio regionale, ci fu un acceso ed approfondito dibattito su una delibera assunta dall'Assessore Giuliana Manica.
Nello stesso dibattito, l'Assessore, su specifica richiesta di ritiro della delibera assunta dalla Giunta - inerente a "Expoelette", tanto per parlare dell'argomento in maniera esplicita - non ha dato segni di volontà di modificare questa delibera, cosa che risulta poi essere maturata nei giorni successivi. Mi rendo conto di intervenire in un momento in cui l'Assessore Manica non è presente, ma sarebbe importante che magari la Presidente, a nome dell'Assessore, si assumesse l'impegno di riferire in Aula quale tipo di modifiche a questa delibera vogliono essere apportate perché, come noi ci auguriamo, se l'Assessore Manica avesse recepito in modo positivo le sollecitazioni che abbiamo espresso, sarebbe chiaramente motivo di particolare soddisfazione e credo anche di interlocuzione positiva tra maggioranza e opposizione.
Se la Presidente ci volesse aggiornare sull'argomento, gliene sarei grato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

L'Assessore Manica si scusa, ma è ancora impegnata in Consiglio di Amministrazione del TOROC, dove lei e il Vicepresidente Susta rappresentavano la Regione.
Confermo, comunque, anche a nome dell'Assessore Manica, che si sta predisponendo la modifica della delibera nel senso richiesto dall'opposizione. Tale deliberazione sarà portata in Commissione o visionata con i Consiglieri che avevano sollevato la questione. Penso dunque, che si troverà un accordo.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Bresso.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Se l'Assessore Manica ci raggiungerà più tardi, direi che ne potremmo parlare dopo in Consiglio.
Quella delibera mi ha incuriosita: ho fatto una ricerca su come sono stati accantonati ed impegnati i 400.000 euro che, con l'assestamento di bilancio, abbiamo riempito il capitolo delle pari opportunità (10748).
Ho scoperto che più di una delibera prevarica le competenze del Consiglio. Emerge veramente la necessità, quindi, di fare un discorso più completo: ho visto contributi concessi in assenza di un bando (per quello che ho visto io, perlomeno), alla CGIL Funzione Pubblica Piemonte e al Forum delle Donne del Mediterraneo, contributo che la passata legislatura aveva elargito con i fondi della Cooperazione Internazionale al Forum del Mediterraneo.
Non si capisce, in assenza di un bando, come sia stato giudicato più meritevole un progetto CGIL, rispetto ad un progetto CISL o UIL.
Di queste cose, però, ne vorrei parlare con l'Assessore Manica.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Questo, però, non riguarda quella delibera.



COTTO Mariangela

Riguarda, però, tutto il discorso delle elette. L'argomento è sempre il solito. Posso citare la delibera a cui mi sto riferendo: "Contributo a enti e associazioni per programmi di attività finalizzati al raggiungimento delle pari opportunità; individuazione di progetti meritevoli accantonamento di euro 21.000 sul capitolo...".
Nella delibera c'è: "Progetto: l'assunzione di responsabilità nei processi lavorativi della Pubblica Amministrazione, promosso dalla CGIL Funzione Pubblica Piemonte".
un discorso di trasparenza, che interessa tanto la minoranza quanto la maggioranza, lo abbiamo detto in più occasioni, questo discorso dei contributi e delle spese...



(Il Presidente ricorda alla Consigliera che il tempo a sua disposizione è terminato)



COTTO Mariangela

D'accordo. Comunque, vorrei intervenire appena arriva l'Assessore Manica e avere così un quadro completo di tutti gli impegni.



PRESIDENTE

Consigliera Cotto, ho preso atto nel corso dell'ultimo Consiglio delle osservazioni mosse e dei rilievi, anche molto fondati, che sono stati avanzati, ne abbiamo discusso a lungo a margine del Consiglio e anche successivamente con l'Assessore Manica, tant'è che l'Assessore Manica ha acconsentito alla proposta avanzata di ritirare la deliberazione, in realtà, la riformulerà, togliendo tutto ciò che concerne Expoelette affinché questo venga trattato come da prassi instaurata nella scorsa legislatura.
Invito a tenere distinte la vicenda Expoelette e le vicende relative alla Consulta delle elette dalle politiche relative alle pari opportunità che, invece, afferiscono ad una delle competenze per materie delegate dalla Presidente all'Assessore Manica, quindi, soggette ai suoi atti di governo discrezionali, nei limiti del bilancio, di cui risponde politicamente.
Collega Cotto, per questa cosa suggerirei atti di sindacato ispettivo affinché l'Assessore Manica sia tenuta a fornire la documentazione al Consiglio.
Per ciò che riguarda la Consulta Expoelette, anche grazie al lavoro della Consigliera Segretaria Spinosa, penso si possa addivenire, infine, ad una soluzione positiva della questione, quindi procedere alla costituzione della Consulta delle elette. Sono convinto che i tempi siano ormai maturi e sia assolutamente opportuno per il Consiglio procedere all'istituzione dell'organismo strutturalmente deputato a seguire le problematiche delle elette e le politiche relative per incentivare le stesse.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Sull'ordine dei lavori con particolare riferimento all'inversione all'o.d.g. del punto 12) Ordine del giorno n. 136 inerente a "Crisi occupazionale all'azienda Diebold di Ivrea", presentato dai Consiglieri Clement, Ricca, Auddino, Bizjak, Comella, Robotti, Spinosa, Ferrero Bossuto, Deambrogio, Picchetto, Rossi, Pizzale e Turigliatto con il punto


PRESIDENTE

3)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Clement.



CLEMENT Gian Piero

Chiedo al Consiglio un'inversione all'o.d.g.: portare l'ordine del giorno di cui al punto 12) all'o.d.g., relativo a "Crisi occupazionale all'azienda Diebold di Ivrea", al punto 3) all'o.d.g.
In data 25 ottobre, il sottoscritto ha presentato, quale primo firmatario, un ordine del giorno in VII Commissione. Poi, a causa delle vicende organizzative dei lavori, questo ordine del giorno non è mai stato discusso in Aula. L'urgenza è legata al fatto che l'Unione Industriale del Canavese, con una lettera datata 7 gennaio, ha comunicato alle organizzazioni sindacali che, essendo esaurita la fase iniziale della procedura, prevista dalla legge n. 223/1991, trascorsi trenta giorni a partire dal 5 gennaio, saranno inviate le settantaquattro lettere di licenziamento o, meglio, di mobilità.
Oggi sarebbe estremamente opportuno che il Consiglio regionale approvasse questa mozione, che, sicuramente, non risolve i problemi di questa azienda del Canavese, ma dimostra l'attenzione di una istituzione rispetto a questi problemi. La mozione contiene l'impegno alla Giunta su questa partita, ma credo che sia l'Assessore Susta e sia l'Assessore Migliasso già da tempo si occupino di questa vicenda.



PRESIDENTE

Ci sono richieste di intervento in senso contrario rispetto alla proposta avanzata dal Consigliere Clement? Il collega Clement ha chiesto di invertire l'o.d.g. spostando il punto 12) al punto 2bis), in sostanza, prima del punto 3).
Si tratta della "Crisi occupazionale all'azienda Diebold di Ivrea", che è anche oggetto nella rassegna stampa odierna di attenzione in ordine a futuri licenziamenti.
Può svolgersi un solo intervento in senso contrario.
La parola alla Consigliera Motta.



MOTTA Angela

Signor Presidente, intervengo a titolo assolutamente personale e non del Gruppo. Mi sembra ci siano ordini del giorno di serie A e ordini del giorno di serie B. L'ordine del giorno di cui al punto 13 all'o.d.g.
concerne la crisi di Arvin Meritor. L'Arvin Meritor ha chiuso il 31/12 e mi sembra che non sia stata assolutamente presa in considerazione la crisi occupazionale dell'Astigiano, che coinvolge tutti i suoi lavoratori e mille famiglie collegate all'indotto. C'è stato un impegno dell'Assessore Susta ma in Consiglio non se n'è discusso mai. Ormai, si è arrivati a gennaio 2006 e questa discussione è assolutamente inutile per quello che è stato fatto dal punto di vista consiliare. L'impegno della Regione e dell'Assessore Susta è assolutamente riconosciuto, ma in Consiglio non si è mai discusso di questo argomento.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ai sensi del Regolamento, il Consigliere Clement ha avanzato una richiesta, è stato svolto un intervento in senso contrario quindi, bisognerebbe porre in votazione la questione. È chiaro che, sullo stesso punto, lo abbiamo discusso in Conferenza dei Capigruppo, ci sono vari ordini del giorno con la stessa tematica: "Crisi occupazionale".
Mi pare di capire che ci sia la disponibilità di tutti a discutere di questi argomenti, ma registro anche dal non detto una indisponibilità della maggioranza a discuterli prima dell'esame del punto 3), relativo alla legge sulla ricerca.
Si può anche individuare una soluzione di compromesso, cioè inserirli dopo il punto 3), e convenire che, dopo il punto 3), si inseriscono tutti i punti relativi alla crisi occupazionale, che sono le mozioni di cui ai punti 11), 12), 13) e 14) all'o.d.g., presentate da vari Consiglieri, tra i quali ci sono anche quelli relativi alla crisi dell'Astigiano a cui faceva riferimento la collega Motta.
Se non si trova un'intesa, si procede alla votazione.
La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Signor Presidente, come Gruppo siamo perfettamente d'accordo condividiamo la richiesta avanzata dal Consigliere Clement, anche in merito alla mediazione che lei avviava prima che si manifestasse l'eventuale contrapposizione. Riteniamo ci siano interventi con una tempistica non dettata dalla nostra volontà: il 5 gennaio è trascorso e i trenta giorni vengono contati da calendario. Quindi, una manifestazione e un mandato a favore della Giunta ad agire relativamente a queste iniziative deve permettere di individuare spazi di tempo, affinché l'Assessore all'industria e l'Assessore al lavoro possano intervenire, convocando anche le parti, per tentare di addivenire ad una soluzione, non dopo che siano trascorsi i trenta giorni, perché questi sono termini di legge.
In merito all'intervento della collega Motta, che manifestava l'esigenza di discutere in questo Consiglio anche tutta un'altra serie di situazioni gravi presenti su questo territorio, siamo d'accordo nel fare confluire insieme tutti gli ordini del giorno e discuterli uno dopo l'altro. È chiaro che, per poter fare questo, dovrebbe esserci la presenza in Aula dell'Assessore al lavoro, che si occupa in particolare delle fasi anche terminali delle crisi lavorative.



PRESIDENTE

Prima di procedere alla votazione, siccome mi pare ci siano altre richieste di inversione di punti all'o.d.g. aventi argomento occupazionale do la parola, in maniera tale da procedere ad un'unica votazione.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, certamente, siamo a favore della proposta avanzata dal collega Clement. Riteniamo sarebbe più corretto un po' rispetto a quanto stabilito in sede di Conferenza dei Capigruppo e un po' anche per dare risposte, che da mesi questo Consiglio dovrebbe dare, qualunque esse siano. Sarebbe verosimilmente opportuno inserire i quattro punti che già sono stati calendarizzati in questa seduta, cioè i punti 11), 12), 13) e 14) all'o.d.g., prima del testo unificato sulla ricerca.
Concludendo, mi permetto di ricordare ai colleghi che sarebbe la prima volta, al di là della lunga parentesi relativa alla cosiddetta "legge FIAT", che il Consiglio regionale, e non le Commissioni, occupa del tempo per discutere e intervenire sulle crisi occupazionali. Non mi sembrerebbe di voler ledere o ritardare i tempi su una legge come quella sulla ricerca certamente importante, ma credo che siano molto attesi alcuni ordini del giorno - alcuni di luglio, altri di giugno - e quindi siamo ben oltre i trenta giorni ricordati dal Consigliere Pichetto.
Non credo che occorrerà dedicare molto tempo alla discussione di questi quattro ordini del giorno. Faremo cosa buona soprattutto per le persone e i territori coinvolti in queste situazioni di crisi occupazionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Naturalmente, anche noi siamo disponibili a discutere gli ordini del giorno relativi al futuro occupazionale di diverse aziende. Sul punto non ci sono dubbi. Avremmo dovuto coordinare meglio il lavoro anche nella Conferenza dei Capigruppo, rispetto a questi problemi. Personalmente non ero a conoscenza dell'urgenza che riguardava questa specifica azienda, ma quando viene presentato un ordine del giorno significa che quell'azienda è davvero in difficoltà. Potremmo, essendo stata chiesta la presenza dell'Assessore Migliasso, iniziare la discussione della legge sulla ricerca; ovviamente se c'è l'accordo tra di noi. Non so se saremo in grado o meno di terminare il lavoro, ma, in ogni caso, potremmo assumerci l'impegno di affrontare, prima della chiusura della seduta del Consiglio questi quattro ordini del giorno, naturalmente per la loro approvazione come è stato proposto. Non credo che ordini del giorno di questo tipo richiedano una lunga discussione, essendoci l'accordo di tutti i Consiglieri. Potremmo iniziare la discussione della legge sulla ricerca almeno con l'illustrazione della relazione, e poi, a una certa ora della seduta, valutare a che punto siamo. Organizziamo i lavori in modo tale che questi ordini del giorno si possano approvare entro il termine del Consiglio, alla presenza, non solo dell'Assessore Susta, ma anche dell'Assessore al lavoro Migliasso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Riprendendo anche l'intervento del collega Muliere, formalizzo una proposta. Va bene attendere l'arrivo dell'Assessore Migliasso, ma potremmo iniziare a discutere subito, votando l'inversione dell'o.d.g, l'ordine del giorno più urgente, quello presentato dal Consigliere Clement. Una volta discusso e votato, potremmo iniziare la discussione della legge sulla ricerca. È evidente a tutti che comporterà un'ampia esposizione e un ampio dibattito. Appena l'Assessore Migliasso sarà presente in Aula, sospendiamo e riprendiamo la discussione - speriamo anche il licenziamento - degli ordini del giorno rimanenti, riguardanti la crisi occupazionale, ovvero quelli che all'o.d.g. attuale sono rubricati ai punti 11), 13) e 14).
Chiedo formalmente, se non vi sono ulteriori - con piena disponibilità modifiche a questa mia richiesta formale, di mettere in votazione la proposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Credo che, anche in considerazione dell'arrivo del Consigliere Leo correlatore, insieme al Consigliere Placido, della legge sulla ricerca, da parte nostra possa essere accolta la proposta formulata dal Consigliere Muliere. Si potrebbe iniziare la discussione dell'o.d.g. al punto n. 3) sospenderla per affrontare gli ordini del giorno e poi riprendere il discorso sulla delibera, se nel frattempo arriverà l'Assessore Manica questa è la mia personale previsione. Noi vorremmo avere anche il tempo di esprimere alcune riflessioni sul Piano Sanitario, quindi sarebbe opportuno immaginare e pensare che oggi la legge sulla ricerca venga incardinata iniziando almeno con la relazione generale, e pensare di approvarla questa è la mia opinione - nella prossima seduta di Consiglio.



PRESIDENTE

Mi pare che la soluzione proposta dal Consigliere Muliere sia stata accolta, seppure parzialmente, da parte del Consigliere Ghigo, quindi mi pare si possa impostare in questo modo i lavori.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Il mio intervento è per un elemento di chiarezza.
Quanto detto dal Consigliere Ghigo non è esattamente la stessa cosa di quanto detto dal Consigliere Muliere.
Il Consigliere Muliere ha detto: "Iniziamo la discussione sulla ricerca e, se avanzerà tempo, prima della chiusura discuteremo gli ordini del giorno". Il Consigliere Ghigo ha detto: "Iniziamo con la relazione sulla ricerca, sospendiamo, discutiamo i quattro ordini del giorno" e poi ha preannunciato - lo preannuncio anch'io da parte nostra - richieste di chiarimenti sul Piano Sanitario Regionale, su quanto si discute oggi al C.d.A. del TOROC e su altri argomenti. Presumibilmente, quindi, si inizia la relazione sulla ricerca, si incardina il provvedimento e poi si sospende, perché gli altri argomenti sono più che sufficienti ad esaurire il tempo a disposizione da qui alla chiusura dei lavori.
Hanno detto due cose diverse, quindi vorremmo capire cosa votiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Non credo ci siano crisi aziendali di serie A e di serie B, così come non credo ci siano ordini del giorno di serie A e di serie B. Tutti i documenti inseriti all'o.d.g. sono meritevoli di discussione. La mia richiesta arrivava da un'esigenza contingente, dal punto di vista temporale. Credo sia importante che oggi questo Consiglio, prima della sua chiusura, discuta i quattro ordini del giorno. Vogliamo farlo subito? Vogliamo farlo dopo aver incardinato la legge? Non c'è problema. Mi sembra che la proposta del Consigliere Muliere andasse in questa direzione. Credo quindi, che si possa procedere in questa direzione, lasciando ai Consiglieri Placido e Leo la possibilità di esprimersi nel loro "inciucio" sulla legge sulla ricerca.



PRESIDENTE

Tirando le fila della discussione, potremmo iniziare ad affrontare la legge sulla ricerca. Verosimilmente, se è possibile, terminiamo la discussione generale. Se non è possibile, perché si protraggono i tempi prima della chiusura della discussione generale potremmo sospendere il dibattito sulla ricerca e passare a discutere i quattro punti all'o.d.g.
che contengono mozioni e ordini del giorno sulla crisi occupazionale, che verranno, quindi, discussi nel corso del Consiglio odierno.
Pertanto: relazione sulla ricerca, discussione generale sulla ricerca.
Se è possibile si finisce, se non è possibile per protrarsi dei tempi, si interrompe per passare all'esame dei quattro punti all'o.d.g. sulla crisi occupazionale.
Mi pare di aver colto la precisazione che ha avanzato poc'anzi il Consigliere Casoni, avremo modo di parlarci nel corso del Consiglio anche sugli aspetti procedurali, non mi pare opportuno definire fin da adesso i minuti e i secondi in cui sospendiamo il provvedimento. Restiamo intesi che c'è l'intendimento di iniziare la discussione sulla ricerca e poi, se è possibile, terminare la discussione sulla ricerca, altrimenti sospendere l'esame di cui al punto 3) per discutere e possibilmente votare tutti gli ordini del giorno sulla crisi occupazionale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie Presidente.
Propongo di iniziare a discutere gli o.d.g. sulla crisi occupazionale quando sarà presente l'Assessore Migliasso. Vorrei che la discussione, e poi la votazione degli ordini del giorno, sia a prescindere...



PRESIDENTE

Mi hanno appena comunicato che l'Assessore Migliasso, contrariamente a quanto dichiaratoci questa mattina, per sopraggiunti motivi familiari, non può essere presente in Aula oggi. E' comunque presente la Presidente e il Vicepresidente della Giunta regionale che possono garantire la rappresentanza ai massimi livelli.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Rispetto a quanto già diceva il Consigliere Casoni e anche altri Consiglieri. Guardando l'orologio e considerando che i quattro ordini del giorno hanno una loro importanza - non sono quelli sul telefono amico firmati da tutti i Consiglieri e votati in cinque minuti - e una loro complessità, se davvero vogliamo dare una risposta ad un pacchetto di tanti ordini del giorno sulla situazione di crisi occupazionale è necessario procedere secondo quanto diceva il Consigliere Casoni. È necessario, cioè far fare la relazione ai due correlatori, sospendere il Consiglio e procedere con la discussione degli ordini del giorno. Rilevo che, così facendo, qualora la discussione sui quattro ordini del giorno si concludesse nell'arco di mezz'ora, si continua la discussione sul testo unico. Ci vuole maggiore garanzia sugli ordini del giorno, altrimenti ci prendiamo un po' in giro.
Se alle 18.30 abbiamo concluso la discussione generale e abbiamo un tempo risicato per affrontare quattro ordini del giorno per situazioni abbastanza complesse, diventa difficile andare avanti. Altrimenti noi manteniamo, anche se sarà minoritaria, la posizione che abbiamo tenuto in apertura di seduta, ed è anche quanto rilevava il Consigliere Clement.
Credo che in una discussione generale che ha non solo una discussione sul testo unico, ma anche una discussione su ordini del giorno collegati importanti, e una legge estremamente importante che questo Consiglio deve votare, non si può chiedere una ristrettezza negli interventi o un'autocensura per poter fare gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Le proposte sono state avanzate, mi pare di capire che il Consigliere Clement ritiri la proposta di inversione. Seguiamo, a meno che non ci siano richieste formali in senso diverso che metterei in votazione, l'o.d.g.
quindi apriamo la discussione sulla ricerca, sarà cura dell'Ufficio di Presidenza far sì che il Consiglio abbia il tempo necessario per discutere gli ordini del giorno sulla crisi occupazionale inseriti nell'o.d.g. del Consiglio di oggi sapendo che l'Assessore Migliasso, per motivi sopravvenuti, non potrà essere presente (la Giunta è, comunque rappresentata ai massimi livelli).
Ha chiesto di intervenire, per mozione d'ordine, il Consigliere Ghigo ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Va bene questo modo di procedere, tuttavia nel mio precedente intervento avevo anche ipotizzato una risposta, un intervento dell'Assessore Manica in quanto il Consiglio di Amministrazione del TOROC sembra essere terminato (non in maniera particolarmente positiva). Sarebbe opportuno se nel corso della giornata l'Assessore Manica si rendesse disponibile in questo senso.



PRESIDENTE

Chiediamo agli Uffici della Giunta di verificare la disponibilità dell'Assessore Manica, appena avremo un ritorno ne comunicheremo direttamente al Consiglio.


Argomento: Innovazione tecnologica - Ricerca scientifica (Istituti regionali di studi e ricerche)

Testo unificato disegno di legge n. 135 e proposte di legge n. 26 e 70 "Sistema regionale per la ricerca e l'innovazione"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g., relativo al disegno di legge n. 135 e proposte di legge n. 26 e 70, inerente a "Sistema regionale per la ricerca e l'innovazione".
La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di relatore.



PLACIDO Roberto, relatore

Prima di leggere la relazione che ho concordato con il Consigliere Leo (leggerò la prima parte della relazione, poi terminerà il Consigliere Leo) mi rivolgo ai Consiglieri dell'opposizione. Abbiamo la possibilità compatibilmente con quanto concordato, di licenziare questo pomeriggio, se i tempi e i lavori ce lo permettono, un' importante legge. L'opposizione ha la possibilità di dimostrare maggiore sensibilità politica, cosa che tutto il Piemonte aspetta, che una parte dell'attuale maggioranza non dimostrò la scorsa legislatura. Sta ai Consiglieri dell'opposizione dare questo segnale di responsabilità. Non cambia molto da una settimana all'altra, ma occasioni del genere non capitano spesso durante la legislatura. Illustre Presidente, egregi Consiglieri, costituisce assunto fondamentale l'affermazione in base alla quale una nazione che intenda guardare al suo futuro e allo sviluppo moderno e non sussidiario debba necessariamente promuovere politiche pubbliche per la ricerca e l'innovazione, dotarsi di strumenti adeguati e rafforzare i rapporti tra i vari attori pubblici e privati interessati alla crescita complessiva del sistema ed alla valorizzazione delle risorse economiche e territoriali, professionali culturali, strumentali e finanziarie necessarie a tale fine.
Nell'attuale società delle conoscenza, la ricerca e l'innovazione sempre più segnano i differenziali competitivi e civili fra i Paesi. La ricerca non solo è fortemente legata allo sviluppo, ma è diventata una variabile con una centralità economica all'interno della produzione, e il valore crescente assunto dal sapere sia per lo sviluppo economico, sia per la vita delle presone, sia per l'ambiente.
La ricerca è dunque una risorsa decisiva per dare impulso ad una nuova imprenditoria e ad un forte sviluppo della società e per investire su applicazioni produttive innovative che contrastino il declino economico industriale culturale e sociale.
Non è infatti controvertile l'assunto che riconnette alle criticità strutturali del sistema produttivo europeo e italiano per un verso la scarsa dimensione delle imprese e per altro verso la loro bassa assimilazione e utilizzazione della conoscenza proveniente dal settore della ricerca di base.
pertanto evidente che per sostenere la competitività del sistema produttivo europeo ed italiano deve essere garantita la centralità di un forte intervento del sistema pubblico nel settore della ricerca, da attuarsi mediante un'adeguata selezione degli interventi e l'adozione di specifiche linee strategiche. La nuova politica di supporto pubblico alla ricerca è stata richiamata in maniera indiscutibile dal Consiglio Europeo di Lisbona del 2000, che ha posto quale obiettivo centrale per l'Europa quello di divenire entro il 2010 l'economia più competitiva al mondo basata sulla conoscenza, capace di una crescita economica sostenibile, con più numerosi e migliori posti di lavoro ed una maggiore coesione sociale.
A tal fine l'Unione Europea si è impegnata in una serie di azioni e di iniziative nei settori della ricerca e dell'istruzione, tra le quali possono essere ricordate la creazione dello spazio europeo della ricerca e dell'innovazione, l'adozione di un Piano d'azione per il conseguimento dei risultati previsti, l'obiettivo di aumentare lo sforzo di ricerca e sviluppo europeo fino al 3% del PIL dell'Unione entro il 2010.
Le strategie operative coordinate a livello europeo si articolano in una serie di iniziative che vanno dalla creazione di piattaforme tecnologiche chiave a livello europeo, all'intento di aumentare il supporto pubblico alla ricerca, di migliorare la condizione dei ricercatori e di favorirne lo sviluppo di nuove generazioni, di incrementare i rapporti di collaborazione tra la ricerca pubblica e le imprese, per giungere fino ad azioni dirette al miglioramento delle condizioni atte a favorire le attività di ricerca, quali regolazioni dei mercati e degli standard, una migliore definizione delle regole per la competizione.
L'attenzione rivolta dall'Unione Europea alla sinergia integrata di ricerca e sviluppo prende le basi da attenti studi settoriali condotti sulla base delle osservazioni comparative tra i vari sistemi competitivi proposti dalle più avanzate economie mondiali.
Tali studi di comparazione tra la situazione europea e statunitense, ad esempio, evidenziano come il divario riguardi soprattutto l'entità degli investimenti: le spese finalizzate alla ricerca, in rapporto al prodotto interno lordo, sono il 2,74% negli Stati Uniti e l'1,92 in Europa.
Un'altra sostanziale differenza tra Europa e Stati Uniti riguarda il capitale umano impegnato nelle attività di ricerca: mentre in Europa operano oltre 450.000 ricercatori nell'industria e circa 445.000 nel settore pubblico, gli stati Uniti contano rispettivamente 1.015.000 e 182.000 addetti.
Complessivamente il rapporto tra ricercatori pubblici e quelli privati è in Italia pari a 1,51, mentre per l'Unione europea è 1,03, per il Giappone 0,48 e per gli Stati Uniti 0,117.
Nell'ambito della situazione europea lo scenario tracciato dai risultati dell'Italia non appare particolarmente confortante.
Il mancato posizionamento dell'Italia tra i paesi più avanzati in Europa è dovuto al ritardo storico con cui sono state finanziate le attività pubbliche di ricerca, alla ridotta capacità delle strutture pubbliche di ricerca di fare avanzare i giovani con criteri meritocratici agli annosi problemi di cui soffrono gli atenei e alle caratteristiche del sistema produttivo, in cui prevale la piccola e media impresa, poco orientata ad investire sulla ricerca.
Il quadro delineato impone pertanto l'esigenza di una radicale riconsiderazione dei modelli tradizionali di intervento. La logica del modello di sviluppo lineare delle attività di ricerca, secondo la quale i forti investimenti nel settore di base pubblica promuovevano a cascata importanti effetti sull'attività di ricerca e sviluppo industriale, è stata negli ultimi anni affiancata da una nuova direzione strategica e di sostegno finanziario che prevede una stretta cooperazione tra i diversi attori, quali Università, Enti pubblici di ricerca e Industria in partecipazione congiunta.
Coerentemente con le indicazioni dell'Unione Europea, una risposta della legislazione nazionale ai nuovi modelli di sostegno pubblico alle attività di ricerca e sviluppo è riscontrabile nel "Programma nazionale per la ricerca 2005-2007", approvato dal Comitato interministeriale per la programmazione economica nel marzo 2005 sulla base delle linee guida già delineate dal medesimo CIPE nel maggio 2000.
Tale documento, riconoscendo che l'intero settore della ricerca, sia di base che applicata, riveste interesse strategico per la competitività del Paese, individua le priorità d'azione e gli obiettivi perseguibili, che vanno dallo sforzo verso la multidisciplinarietà e l'internazionalizzazione delle attività di ricerca, all'impegno per una fattiva collaborazione tra pubblico e privato in un'ottica di sistema, dalla piena valorizzazione del capitale umano all'adozione di nuove misure fiscali e di politica economica.
importantissimo inoltre sottolineare come una parte non marginale del Programma nazionale sia dedicata ai programmi di collaborazione a livello territoriale.
A tale fine, si ricorda che una corretta interpretazione del riparto di competenze delineato dal novellato articolo 117 della Costituzione prevede che i livelli regionale e nazionale evitino sovrapposizioni e duplicazioni di intervento ed operino in modo sinergico, nell'ambito di un'unica complessiva visione strategica.
Prima di lasciare con piacere la parola al collega e amico Leo, volevo ringraziare la Presidente Pozzi e tutti i colleghi di tutti i Gruppi che hanno reso possibile la presentazione di questa relazione e, naturalmente tutti gli Uffici. Per quanto mi ricordi, è la prima volta che viene effettuato un lavoro del genere con un risultato che ritengo importante.
Ascolterò volentieri l'intervento dell'amico e collega Leo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero, corelatore

Ho chiesto anche che questo incipit non sia solo una speranza per la nostra legislatura nazionale, ma non voglio chiedere di più alla Provvidenza.
In merito alla ripartizione di competenze tra Stato e Regioni nel settore della ricerca, il programma nazionale ribadisce che restino conservati alla competenza dello Stato i programmi a sostegno della ricerca universitaria, degli Enti nazionali di ricerca e delle accademie, così come i grandi progetti strategici di ricerca di base e di coordinamento della partecipazione del sistema scientifico nazionale ai grandi progetti europei e internazionali. Sono invece riservati alla competenza regionale (questo viene fortemente e chiaramente ribadito in questa legge) tutti quegli interventi quali il sostegno ai progetti di innovazione presentati da piccole e medie imprese. Le azioni a sostegno della creazione di trasferimento tecnologico, gli interventi per favorire la mobilità a livello regionale del personale di ricerca, la cui rilevanza sia strettamente connessa alle esigenze di sviluppo del singolo territorio interessato.
Il Programma ritiene inoltre realizzabili con il concorso di competenze nazionali e regionali le azioni di creazione di poli tecnologici territoriali, nelle quali accanto ad un rilievo della competenza regionale appare necessaria una forte azione nazionale per garantire a tali articolazioni una capacità competitiva che vada oltre i ristretti confini regionali e che sia tale da poter essere inserita in reti nazionali e internazionali.
Negli ultimi anni - e lo dico con piacere sedendo accanto al Presidente Ghigo e all'ex Assessore Pichetto - la Regione Piemonte sulla scorta del panorama normativo vigente, ha attivato una serie di iniziative di sostegno alla ricerca nei settori più vari, quali ad esempio l'agricoltura, dove c' stato un grande lavoro, la sanità, il risparmio energetico, nonch ovviamente nel campo della piccola e media impresa industriale.
Tali iniziative possono essere riassunte negli incentivi automatici mediante concessione di sgravi fiscali, nei bandi a favore di imprese che intendono effettuare investimenti per la ricerca industriale, l'innovazione tecnologica e lo sviluppo precompetitivo, nell'istituzione di appositi fondi rotativi.
Al di là degli strumenti già operativi, il provvedimento ora in esame dell'Assemblea regionale, frutto dell'unificazione istruttoria tra un disegno di legge e due proposte di iniziativa consiliare, è finalizzato a creare uno strumento normativo organico che valorizzi una visione sistematica degli incentivi alla ricerca e consenta nel contempo di razionalizzare gli interventi settoriali in un'ottica di maggiore coordinamento.
La necessità di dare vita ad un sistema regionale della ricerca che riconosca il contributo degli attori impegnati a diverso titolo sul tema a livello regionale ed incentivi il ruolo e l'azione della Regione nella promozione, nel coordinamento e nella valorizzazione delle molteplici attività svolte nel medesimo ambito di intervento, ha costituito il tema di fondo avanzato dall'ampia platea di soggetti che hanno partecipato alla consultazione indetta dalle Commissioni I, VI e VII, competenti per l'esame in sede referente dei provvedimenti presentati.
Devo dire a questo proposito che l'Assessore Bairati in primo luogo, ma tutti i colleghi che hanno partecipato alle audizioni e che hanno seguito in maniera veramente fattiva le tre Commissioni coordinate dalla Presidente Pozzi e dagli altri due Presidenti a latere, hanno ascoltato queste considerazioni.
Il lavoro di Commissione, guidato dalla priorità di dar vita ad un testo unificato che raccogliesse e proiettasse in una visione sistematica di coordinamento non solo i contenuti salienti dei singoli provvedimenti presentati, ma anche le sollecitazioni costruttive emerse in sede di consultazione da parte delle forze economiche e sociali, è stato proficuo anche grazie alla costituzione di un Gruppo di lavoro operativo, in cui ogni rappresentanza politica ha fornito preziosi contributi di idee.
Non commento gli articoli, perché saranno poi esaminati nel dibattito.
Molti colleghi li hanno seguiti con grande attenzione, quindi non sto ad illustrare gli articoli, e mi rivolgo al Presidente Gariglio e all'Assessore Bairati.
Arrivo invece alla conclusione.
opportuno ricordare, in conclusione, che le Commissioni I, VI e VII hanno adottato all'unanimità un ordine del giorno, che il collega Vignale in particolare aveva seguito con attenzione, collegato al presente testo di legge unificato ai sensi dell'articolo 78 del Regolamento interno del Consiglio regionale - e annuncio che per integrare questo lavoro abbiamo anche sottoscritto un ordine del giorno che ha come primo firmatario il Presidente Ricca - finalizzato ad impegnare la Giunta regionale a prevedere nell'ambito delle linee generali di intervento di cui all'articolo 4 del provvedimento in esame, che una quota non inferiore al 30% del finanziamento complessivo del sistema regionale della ricerca sia destinato a favore degli atenei piemontesi e di altri enti di ricerca a composizione esclusivamente pubblica, operanti in Piemonte. Anche su questo vi sono state le istanze svolte da vari colleghi sull'importanza del ruolo pubblico.
Possiamo dire in conclusione che chi si aspettava da parte mia una valutazione ecumenica non può restare deluso, perché effettivamente al di là la delle battute che accetto volentieri e che con autoironia io stesso mi faccio - d'altronde in questi anni dal Presidente Ghigo al Consigliere Chiezzi mi hanno abituato a queste considerazioni sul mio atteggiamento che non cambia a seconda di essere maggioranza o minoranza - in effetti se pensiamo che un lavoro iniziato dal Presidente Ghigo e dall'Assessore Pichetto, ripreso in maniera sapiente e anche riguardosa, rispettosa e saggia dall'Assessore Bairati, che ha fatto questo lavoro in Commissione, a cui tutti i Consiglieri regionali hanno dato un vero contributo.
Potrà far sorridere, ma è meglio sorridere per queste cose o insultarsi ed irritarsi su tutte le altre cose che il Consiglio non riesce a concludere? Grazie.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori con particolare riferimento al bilancio di previsione 2006 del TOROC


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Intervengo sull'ordine dei lavori, perché come avevamo detto, abbiamo acceduto ad ascoltare le relazioni, però ci è giunta una notizia che già questa mattina abbiamo sfiorato, ma che a questo punto ci piacerebbe approfondire, anche grazie alla presenza della Presidente Bresso e del Vicepresidente Susta.
Credo che sia un fatto rilevante, del quale tutto il Consiglio deve essere messo a conoscenza e deve sapere quali sono le motivazioni che hanno portato a questa decisione.
giunta notizia che il Consiglio di Amministrazione del TOROC, oggi convocato, sia stato aggiornato a lunedì prossimo sostanzialmente per una mancanza di presa di posizione sugli atti.
Tra l'altro, essendo la Regione l'ente vigilante per Statuto, invito proprio a tutelarci tutti, dalla Presidente Bresso al Vicepresidente Susta nel fare molta attenzione a votare questo bilancio e, nel contempo, per conoscere da chi era presente - quindi dal Vicepresidente Susta - quali sono i motivi che oggi hanno fatto sospendere e riaggiornare questo Consiglio di Amministrazione che doveva votare il bilancio di previsione dei XX Giochi Olimpici di Torino 2006.
Non mi sembra un fatto marginale, che conferma le anticipazioni che avevano già fatto i giornali.
Vorremmo sapere quali sono le argomentazioni, come intende muoversi la Regione, quali sono i chiarimenti che debbano emergere, anche alla luce di questi 20 milioni di euro che dovrebbero essere erogati a favore dei Giochi Olimpici e soprattutto della tutela del ruolo della Regione come Ente vigilante sulle Olimpiadi di Torino 2006. Siamo ancora in tempo - questo è il mio avvertimento - per fare bene tutte le valutazioni, affinché la Regione non spenda inutilmente o maldestramente il proprio voto a favore di questo bilancio.
Nel contempo, come Consiglieri, visto che ne parlavamo già questa mattina, vorremmo essere messi al corrente in tempo reale - senza doverlo leggere domattina sui giornali, come al solito - dei motivi che hanno indotto ad un rinvio del Consiglio. Penso che in dieci minuti o in un quarto d'ora possano essere illustrate tali motivazioni, affinché ognuno di noi sappia quanto è accaduto oggi durante il Consiglio di Amministrazione del TOROC. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi, immagino per mozione d'ordine.



ROSSI Oreste

Presidente, sono stato informato adesso, come credo anche lei, di quello che è successo in sede di valutazione di bilancio presso il TOROC.
Credo che un fatto come questo, che occuperà anche un certo spazio sui giornali di domani, debba essere affrontato dal Consiglio.
Sapere cosa sia successo dall'Assessore che era presente, penso che sia estremamente utile per tutti.



PRESIDENTE

Senza alterare l'ordine dei lavori che avevamo assunto, permettiamo alla Giunta di procedere ad una breve comunicazione - di tipo incidentale a questo punto - per aggiornare il Consiglio sugli ultimi eventi inerenti al TOROC, così come richiesto dai Presidenti Casoni e Rossi.
Dopodiché, procederemo secondo gli accordi presi precedentemente.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Comunicazioni delle Giunta regionale in merito al bilancio di previsione 2006 del TOROC


PRESIDENTE

Sulla richiesta di comunicazioni per quanto riguarda il bilancio di previsione del TOROC, ha chiesto la parola il Vicepresidente Susta; ne ha facoltà.



SUSTA Gianluca, Vicepresidente della Giunta regionale

Come ha precisato il Presidente Gariglio, riteniamo che sia giusto rendere noto quanto è avvenuto, che non mi pare esuli assolutamente dalla normale esigenza di approfondimento rispetto ad un documento così importante come l'ultimo bilancio o preventivo che il TOROC presenta prima dei Giochi Olimpici.
La necessità di aggiornamento di quella seduta (che non si è conclusa ma è stata rinviata a lunedì) è dovuta a due esigenze; la prima di tipo formale: vi era, in tal senso, una richiesta esplicita della Provincia di Torino, che non ha ricevuto la documentazione in tempo utile per poter esprimere una valutazione compiuta. Vi erano, altresì, altre due richieste di approfondimento, una del Sindaco Chiamparino e una del sottoscritto, a cui ha aderito anche il Sottosegretario Pescante, in merito ad alcuni aspetti della bozza di relazione che era stata predisposta e sottoposta al Consiglio di Amministrazione, relativamente ad alcune questioni emerse in queste settimane, che sono note, a partire dalla formazione del deficit segnalato anche pubblicamente, che nella relazione di inizio di dicembre veniva indicato in 126 milioni. Successivamente, sono stati versati 65 milioni, con un deficit rimanente di 61.
L'intervento delle Fondazioni, la sponsorizzazione della AEM, il recupero di somme (rinunciando a garanzie) da parte di Sviluppo Italia hanno ridotto il deficit a 61 milioni.
La disponibilità che noi abbiamo offerto - fermo restando che è necessario l'intervento del CIO - è di una sponsorizzazione di 20 milioni con l'assunzione, da parte del Comune di Torino, dell'ulteriore copertura fino alla concorrenza di 41 milioni.
Alla luce di queste indicazioni, è evidente che la relazione necessitava di ulteriori approfondimenti in ordine ad aspetti che, a nostro giudizio, meritavano maggiori chiarimenti: il primo riguarda come sarà gestito il gettito del "Gratta e vinci" (voi sapete che su questi particolari incidono aspetti anche di tipo fiscale e di rapporto tra il Ministero delle Finanze e il destinatario delle somme del "Gratta e vinci"); vi è, poi, la questione della valutazione del know-how del TOROC ancora, la questione, che andrà meglio spiegata, relativa ai motivi per cui si sta generando una riduzione delle vendite di biglietti rispetto alle aspettative, soprattutto al momento dell'approvazione del consuntivo, che approvammo nel mese di luglio anche alla luce del parere totalmente favorevole del Collegio Sindacale.
La necessità di capire meglio tali questioni - come funziona il "Gratta e vinci"; come si giustifica questa minor entrata dovuta al calo delle vendite dei biglietti e come si intende compensarla; la valutazione del know-how e delle immobilizzazioni del TOROC - ha indotto il Sindaco e il sottoscritto (con l'ulteriore specificazione che, per me e per la collega Giuliana Manica, era ancor più necessario, alla luce del ruolo della Regione) a richiedere un aggiornamento, per ottenere maggiori spiegazioni nella relazione di quanto oggi abbiamo trovato agli atti del Consiglio di Amministrazione.
Per consentire all'Ufficio di Presidenza del TOROC di predisporre la relazione da sottoporre al Consiglio per l'eventuale approvazione, ecco che la Presidenza si è riservata di aggiornare la seduta, di specificare soprattutto questi aspetti e di integrare la relazione, per dare modo ai Consiglieri di poter esprimere sul bilancio un voto più convinto, più motivato e più rispondente alle osservazioni pervenute anche dal Collegio Sindacale.
Credo di poter affermare, anche alla luce del lavoro svolto in questi giorni dagli Uffici in termini di verifiche, che certamente il venir meno di risorse importanti non è stato sufficiente a spiegare il "buco". Non voglio contraddire quanto sosteneva questa mattina il Consigliere Ghiglia rispetto a questo problema: è vero che il deficit che era stato rappresentato ai primi di dicembre non era dovuto solamente alla mancata copertura, da parte del Governo, di una parte delle somme che erano state impegnate. Ricordo, però, che quell'impegno era stato formalmente adottato e che, nella prima parte dell'anno, era stata la condizione che aveva permesso di approvare il bilancio di previsione dell'anno scorso e il conto consuntivo. Erano somme comunque importanti, ancorché da sole non sufficienti a spiegare il deficit di 126 milioni che si era generato.
In ogni caso, credo che con l'impegno del Comune di Torino, con l'impegno che abbiamo assunto come Giunta (ferme restando le competenze del Consiglio e della Giunta sull'intera partita) di intervenire con una sponsorizzazione importante come quella che abbiamo indicato, che farà della Regione sicuramente un dei principali sponsor, questo grande evento che per molto tempo non avrà eguali per la nostra Regione, potrà essere svolto con la necessaria serenità, ora che siamo giunti ad un mese dall'apertura dei Giochi. Crediamo che gli interventi del Comune e della Regione e il ripristino del "Gratta e vinci" nel decreto legge approvato a fine anno, possano permetterci di valutare quel bilancio, che a fine novembre e ai primi di dicembre ci preoccupava non poco, con maggiore serenità, però, l'esigenza di avere formalmente le garanzie anche su altre poste, altrettanto importanti per concorrere alla definizione di un bilancio corretto, soprattutto in pareggio, ci ha portati oggi pomeriggio a formulare questa richiesta di approfondimento, di aggiornamento, di maggiore specificazione di alcune poste nella relazione che accompagna il bilancio, per consentirci una valutazione - è stato deciso che sarà lunedì alle ore 14 - più compiuta.
Questo è avvenuto oggi, devo dire senza contrasti, a cominciare dal Presidente del CONI, che era presente in videoconferenza, al rappresentante del Governo, al rappresentante della Regione e al rappresentante del Comune, quindi, anche politicamente, con un atteggiamento concorde di tutte le più importanti istituzioni coinvolte, ci porterà, spero lunedì, a poter esprimere anche in modo più convinto rispetto a ieri, anche rispetto al nostro particolare duplice ruolo di partecipanti alla costruzione e organizzazione dei Giochi e, allo stesso tempo, di ente vigilante, un voto favorevole, se questi ulteriori chiarimenti o approfondimenti e integrazioni, richieste oggi, verranno, come credo, recepite dalla Presidenza.



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni del Vicepresidente i Consiglieri possono chiedere chiarimenti (ai sensi ex articolo 49, comma 1 del Regolamento). Ai sensi del Regolamento, sono previsti due minuti ciascuno.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Guardi, Vicepresidente Susta, non ho capito niente, è colpa mia, perch lei è sempre molto chiaro, però, vede, continuiamo a parlare di fatti...
partita la richiesta per vedere i bilanci? Scusi se sono un po' pedante, ma, finché non parliamo di cifre, dei motivi numerici e dei motivi che stanno dietro a questi motivi numerici per cui voi non aprivate il bilancio del TOROC, stiamo parlando di nulla! E' inutile che noi veniamo ogni volta ad apprendere quello che voi dichiarate ai giornali da settimane! Che non siate convinti del fatto che si possa votare un bilancio del TOROC lo avevamo già capito.
Vogliamo capire esattamente quali sono le cifre e i motivi che stanno dietro a queste cifre, che fanno sì che voi non vogliate votare il bilancio del TOROC. Non so se è chiaro questo. Finché lei continua a dirci che non è chiaro, che ci sono punti da approfondire rispetto alla relazione dei revisori dei conti, non ci aggiunge nulla.
Cosa non è chiaro? Dove mancano questi soldi? Perché mancano questi soldi? Mettiamo che sia colpa del solito Governo cattivo che ha dato solo...



(Commenti fuori microfono della Presidente Bresso)



GHIGLIA Agostino

Ha costruito tutto con circa 2-3 mila miliardi il Governo, ma il Governo è cattivo, quindi, non dà questi 21 milioni di euro. Il resto perché manca? Da dove manca? Chi lo ha fatto mancare? Rispetto al bilancio di previsione, quali sono le differenze che vi impediscono oggi di votare il bilancio vero? I numeri, Assessore! Se continuiamo a parlare di cose vaghe...



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Questo è il bilancio di previsione.



GHIGLIA Agostino

Ho capito.
Ci date dei numeri rispetto all'ultimo bilancio consuntivo, rispetto agli altri bilanci di previsione, rispetto alle relazioni dei revisori, dei numeri sui quali possiamo effettuare un minimo di riflessione e avere un minimo di conoscenza dei fatti o continuate a dirci che non siete convinti? Per quanto concerne la seconda questione, Vicepresidente Susta, come fate a sponsorizzare il TOROC? Cioè, giuridicamente, visto che fino a ieri i bilanci sono stati di fatto segreti, perché era un ente di diritto privato, come fate oggi...



(Commenti fuori microfono della Presidente Bresso e del Vicepresidente Susta)



GHIGLIA Agostino

Non fate così perché non ce li avete mai dati.
Nell'interrogazione, datata 17 marzo, esaminata questa mattina, si chiedevano anche i bilanci, che non sono mai stati forniti. Ancora tre settimane fa, quando ho chiesto la liquidazione di Rota e Pochettino, mi avete frapposto che, essendo il TOROC un ente di diritto privato, non potevate fornirmi queste notizie. Non è che me le invento le cose. È dal 17 maggio che abbiamo fatto più volte richiesta dei bilanci e non ci sono stati dati. Le notizie non ci vengono date perché è ente di diritto privato, quindi nascondeva - non mistificava - i bilanci. Allora, dove sono i bilanci? Dove sono le relazioni dei revisori dei conti? Mi sembra quasi che le chiediamo per la prima volta queste cose, mi trovo in imbarazzo. Se non è così, qual è il modo con cui sponsorizzerete il TOROC?



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a sua disposizione è terminato)



GHIGLIA Agostino

Giuridicamente qual è il modo con cui sponsorizzerete il TOROC? Prima di sponsorizzarlo, ovviamente, faremo dei passaggi. Vorremmo avere qualche cifra, è possibile? O continuiamo a sentirci ripetere in varie versioni del nulla che state spandendo da alcuni mesi sui giornali rispetto alla vicenda TOROC? Ci date qualche numero o no?



COSTA ENRICO



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Susta.



SUSTA Gianluca, Vicepresidente della Giunta regionale

Cercando di essere garbato come credo di dover essere verso un'Aula autorevole come questa, ma invitando il Consigliere Ghiglia ad avere verso di me lo stesso rispetto che, quando intervengo, io ho verso di lui sempre, mi sembra che riempire continuamente il modo di rapportarsi solo di accuse velate o non velate, sarcasmi e ironie...



SUSTA Gianluca, Vicepresidente della Giunta regionale

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



SUSTA Gianluca, Vicepresidente della Giunta regionale

Non sono velate!



SUSTA Gianluca, Vicepresidente della Giunta regionale

Ho grande rispetto per l'Aula, ma sono assolutamente in grado anche di...



SUSTA Gianluca, Vicepresidente della Giunta regionale

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



SUSTA Gianluca, Vicepresidente della Giunta regionale

Non sono velate, sono accuse!



SUSTA Gianluca, Vicepresidente della Giunta regionale

Questa mattina, alla prima richiesta in quest'Aula dei bilanci del TOROC, a nome della Giunta, mi sono alzato a dire che mi impegnavo a chiedere i bilanci al TOROC e a fornirli ai Consiglieri Ghiglia e Casoni.
In questo credo di avere esaurito con correttezza quello che è il dovere della Giunta rispetto a una domanda che è stata posta in quest'Aula oggi non per colpa della Giunta. Questo per quanto concerne la prima questione.
Relativamente alla seconda questione, ho già comunicato al Presidente Castellani che è stata avanzata una richiesta da parte di due Consiglieri regionali, che gli presenterò formalmente, nei prossimi giorni o domani mattina, quando potrò andare in ufficio, in quanto oggi non ho avuto tempo essendo stato presente in Aula, poi sono andato al TOROC e sono ritornato in questa sede: chiederemo i bilanci dal 2001 al 2005.
Non credo di aver sparso il nulla in quest'Aula. Ho detto le cose come stanno. Ho dato dei numeri che sono contenuti nel bilancio che consegneremo al Consigliere Ghiglia e al Consigliere Casoni.
Potevo riservarmi di dire che, quando il TOROC mi consegnerà formalmente il bilancio, io formalmente lo darò al Consigliere Ghiglia.
Invece di comunicare i numeri in questa sede, che vanno a verbale, li avreste ricevuti dopodomani o avreste continuato a leggerli sul giornale perché, in un paese in cui esiste la libertà di stampa, è evidente che domani, non perché li ho letti io, che non ho partecipato alla conferenza stampa, essendo qui, li pubblicherà sicuramente qualche altro.
Credo che sia assolutamente doveroso e corretto da parte nostra comunicare i numeri che ci fornirà il TOROC, visto che noi per la prima volta questi numeri li abbiamo chiesti al TOROC. Li abbiamo chiesti esercitando il potere di vigilanza, quel potere di vigilanza che - allora dobbiamo rilevarlo, se proprio vogliamo rilevarlo - per quattro anni nessuno ha esercitato rispetto al TOROC. Non è da oggi che il TOROC fa bilanci di previsione e non è da oggi che fa bilanci consuntivi, non è da oggi che qualcuno fa polemica con il TOROC! Dov'era chi per quattro anni doveva esercitare la vigilanza? Noi sappiamo che da novembre - non da quattro anni, ma dopo cinque-sei mesi dall'insediamento - abbiamo partecipato a un Consiglio di Amministrazione dove abbiamo approvato il conto consuntivo 2004, cioè quel conto consuntivo che noi non abbiamo contribuito a formare, perché altri sedevano nel Consiglio d'Amministrazione del TOROC per conto della Regione Piemonte e altri dovevano svolgere il ruolo della vigilanza per conto della Regione Piemonte. Dopodiché, Consigli d'Amministrazione non se ne sono tenuti. Nel mese di novembre, quando è stata rappresentata una situazione deficitaria noi abbiamo fatto azione di vigilanza chiedendo al TOROC che ci consegnasse la documentazione e ci giustificasse quanto avvenuto, che è esattamente quello che abbiamo fatto.
Ora, Consigliere Ghiglia, come le ho allargate prima le braccia e lei mi ha detto di non allargarle, ma mi permetta di dirle che non deve allargare le braccia, perché noi abbiamo fatto esattamente questo. Siamo nel momento in cui sta per essere presentato un bilancio di previsione cosa diversa da un conto consuntivo - che si fonda sull'attendibilità dei dati e sulle poste che devono essere chiare. Noi abbiamo esercitato il dovere di vigilanza per capire come nasceva il buco, in gran parte derivante, volenti o nolenti, dal minor gettito del Governo. È vero che ci sono due o tre milioni di euro in opere pubbliche; è vero che quel quantum è stato inserito e finanziato con la legge 285 (che non mi risulta essere stata proposta da questo Governo); è vero che gli Enti locali hanno comunque sottoscritto impegni per 150 milioni di euro. Tutto vero. È vero anche che quegli Enti locali avevano un colore di centrosinistra in un caso e un colore di centrodestra in un altro, così com'è vero che hanno concorso Governi diversi nella definizione della partita delle Olimpiadi. Tutto vero.
Nel momento in cui si è rappresentata, rispetto al mese di luglio, una situazione deficitaria, noi siamo intervenuti per chiedere spiegazioni. Nel frattempo, sono state avviate le procedure per la predisposizione del nuovo bilancio preventivo, che andava redatto entro il 30 novembre e che, invece viene presentato il 10 gennaio.
Abbiamo capito qual era la necessità del TOROC. Metteremo i Consiglieri regionali che ce lo hanno chiesto in condizione di capire perché altre voci, rispetto a quella del Governo, sono andate in sofferenza. Alla luce di questo, abbiamo assunto l'impegno di sponsorizzare le Olimpiadi.
Sappiamo tutti cosa vuol dire contratto di sponsorizzazione: il contratto di sponsorizzazione è il contratto con il quale non ci impegniamo ad elargire una liberalità nei confronti del TOROC, ma paghiamo il TOROC perché il TOROC, all'interno della manifestazione olimpica (e il CIO, che ha gestito fino ad oggi l'esclusiva dell'immagine e della promozione dell'evento) esalti il ruolo e l'immagine della Regione. Credo che la Regione, in questo momento, abbia tutto da guadagnare dalla sponsorizzazione di una platea che spero abbia davvero, come tutti si auspicano (a cominciare dal Governo della Repubblica, che ha concordato anche con noi questo tipo di intervento, nel senso che una decisione di questo genere non matura senza che col Governo si parli e si definisca un percorso), un grande successo.
Abbiamo ritenuto che uno dei modi attraverso cui compensare una palese situazione deficitaria fosse quella di sponsorizzare le Olimpiadi in modo formale, superando anche alcuni ostacoli di tipo giuridico che si frapponevano nell'intraprendere questa strada.
Credo che offrire questi argomenti al Consiglio regionale non sia venire a dire il nulla. È venire a dire quello che anche noi, che partecipiamo al Consiglio di Amministratore, siamo stati messi in condizione di capire da un mese e mezzo a questa parte, dopo che abbiamo chiesto le carte e dopo che io questa mattina, a nome della Giunta, ho assunto l'impegno di metterle a vostra disposizione.
Questa è una vicenda su cui, con tutti i doveri di cautela, di prudenza, di approfondimento e anche di severità - se è necessario dovrebbe vigere uno spirito bipartisan, che è proprio l'atteggiamento da tenere nei confronti dell'evento olimpico e la condizione che permette di eliminare le situazioni di difficoltà. Dopodiché, il Governo della Repubblica è fatto da chi prende posizioni come quelle che hanno preso Pescante o Letta, ma anche da chi ha degli atteggiamenti come quelli di Tremonti. Libero ciascuno di adeguarsi ai comportamenti degli uni o degli altri.
Finora, noi abbiamo esercitato il nostro ruolo di vigilanza attenta e prudente rispetto a questa situazione. Non ci trinceriamo dietro un dito e lunedì ci assumeremo le nostre responsabilità, anche di approvare il bilancio se ci saranno queste risposte - e non dubitiamo che ci saranno anche alla luce di quanto è emerso oggi in Consiglio di Amministrazione.
Nel contempo, fermo restando questo dovere di vigilanza, che non finisce oggi e neanche il 28 febbraio, continueremo a sostenere l'evento olimpico, cercando anche di farci carico, come ci siamo fatti carico con la Città di Torino, di quello che nel frattempo è venuto a mancare, o dei maggiori costi presentati dal Governo e della altre poste di bilancio che sono andate in sofferenza, a causa di situazioni oggettive che le spiegazioni che abbiamo chiesto ci chiariranno e che, a nostra volta trasferiremo al Consiglio regionale.
Credo che sia un atteggiamento corretto rispetto al Consiglio e all'opposizione, ma corretto anche rispetto al Consiglio di Amministrazione, a cui abbiamo partecipato oggi pomeriggio.



PRESIDENTE

La parola a Mercedes Bresso, Presidente della Giunta regionale.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Su questa vicenda non ho nulla da aggiungere all'illustrazione precisa e credo anche molto chiara, del Vicepresidente Susta. Volevo solo ricordare e spiegare al Consiglio l'atteggiamento che noi stiamo tenendo, credo responsabilmente, su tutta la vicenda olimpica.
La partita del finanziamento del deficit venutosi a creare nella gestione olimpica non l'abbiamo gestita noi, come Regione. Per quanto mi riguarda, essendo forse l'unica che ha avuto un ruolo nell'organizzazione delle Olimpiadi in precedenza ma in altra istituzione, quella partita non è stata gestita neanche dalla Provincia perché, come si ricorderà nell'ultimo anno non facevo parte delle istituzioni olimpiche. Abbiamo trovato una situazione che era stata oggetto di un accordo, a livello nazionale, fra l'allora Consiglio di Amministrazione, le istituzioni locali (grandi e piccole interessate) e il Governo nazionale.
Per una serie di vicende, in particolare sono venute a mancare risorse promesse formalmente dal Governo, sulla base delle quali era stato approvato un bilancio preventivo nel 2005, come ha ricordato il Vicepresidente, non da noi, come del resto avrebbe fatto chiunque altro a fronte di una promessa del Governo. Sono venute a mancare risorse e, in comune accordo con le altre istituzioni e con la persona che rappresenta il Governo nell'organizzazione olimpica, il sottosegretario Pescante, abbiamo operato e stiamo operando per garantire lo svolgimento delle Olimpiadi.
Il primo dovere - mi rivolgo a tutti, maggioranza e opposizione - che abbiamo in questo momento, in cui siamo sotto gli occhi del mondo, è garantire che si svolgano le Olimpiadi, assumendoci tutte le responsabilità necessarie. Per essere chiari, ci sono solo due istituzioni che, a fronte di un diniego del Governo, possono garantire lo svolgimento delle Olimpiadi: il Comune di Torino e la Regione Piemonte. La Provincia di Torino non è in grado di intervenire sul piano finanziario, anche per i vincoli posti dalla legge finanziaria. Questo peso, quindi, non può che ricadere sulle nostre spalle. Noi lo abbiamo assunto e stiamo portando a termine questo compito nella migliore maniera possibile, attenti al rispetto delle leggi. Questo ha anche comportato alcune difficoltà nella predisposizione del bilancio. Ho anche chiesto al sottosegretario Letta che, come sapete, aveva firmato l'accordo che aveva consentito l'approvazione del bilancio, di valutare se intervenire con una modifica legislativa della legge n. 285 che renda più semplice l'azione degli Enti locali, che non possono finanziare il TOROC non tanto in quanto istituzione di diritto privato (noi finanziamo moltissime istituzione di diritto privato), ma perché un articolo della legge non lo consente.
Noi abbiamo formulato una proposta di tipo privatistico, cioè una sponsorizzazione che vale per tutto il 2006, che, peraltro, farà sì che, a fronte delle risorse che impegneremo, avremo una ricaduta di immagine positiva per il Piemonte. È evidente, tuttavia, che questo lo facciamo per consentire la realizzazione delle Olimpiadi, non solo per sponsorizzare il Piemonte. Le Olimpiadi, se ben riuscite, saranno la principale fonte di sponsorizzazione non solo della nostra regione e della nostra città, ma del nostro Paese. Questo è il nostro obiettivo principale.
A fronte di ciò, noi, in particolare, e il Comune di Torino, abbiamo anche chiesto al Governo di rendere più facile il carico che ci ha obbligato ad assumere, cioè di modificare la legge n. 285 consentendo, ex post, di sanare eventuali deficit che potessero esserci. Il Comune di Torino ha votato una delibera in cui si impegna, utilizzando anche gli immobili che gli derivano in proprietà dalla realizzazione delle Olimpiadi a colmare il previsto deficit di 41 milioni (che corrispondono ai 61 che mancavano meno i 20 che la Regione Piemonte formalizzerà con un contratto di sponsorizzazione). L'intervento del Comune di Torino sarebbe reso più facile dalla modifica della legge n. 285, che ho richiesto al sottosegretario Letta.
In questo momento è chiaro a tutti - voglio che questo lo sappia anche l'opposizione, ma in particolare la maggioranza da cui io traggo l'approvazione del nostro operato - che noi stiamo camminando su un filo.
La situazione nella quale siamo stati lasciati è difficile non perché nella finanziaria fosse impossibile garantire il rispetto degli impegni, ma perché si è voluto punire il Piemonte, dove è cambiata la maggioranza.
Credo che questo sia chiaro a tutti.
Nell'arco di pochi giorni, poiché erano comunque state lasciate delle aree non coperte di costi, sono stati trovati, attraverso un intervento delle fondazioni bancarie (da noi sollecitate), 30 milioni di euro di sponsorizzazioni per coprire i 30 milioni che, comunque, anche con il lodo Letta non erano stati coperti. Inoltre sono rimasti i 60 milioni che il Governo ci ha negato in extremis togliendoli dalla finanziaria dove erano già stati inseriti.
Queste cose le sappiamo tutti, ma credo che sia serio e responsabile far sì che le Olimpiadi si svolgano bene e si svolgano secondo il programma concordato fra le istituzioni, il Governo (rappresentato da Pescante) e il TOROC, in modo da onorare il Piemonte e l'Italia. Francamente, pur nella difficoltà di bilancio, credo sarebbe ridicolo immaginare che si possa far fallire una sfida come quella olimpica per beghe fra noi e il Governo o fra noi e l'opposizione. In origine abbiamo detto che era un errore, ma abbiamo capito che non lo era leggendo che ai comunisti di Torino non si dovevano dare più soldi. Non abbiamo reagito in modo scomposto, ma abbiamo detto che il Piemonte si sarebbe fatto carico dei soldi mancanti. Ce ne stiamo facendo carico, anche con grande attenzione al rispetto della legge, pur nelle grandi difficoltà in cui ci hanno cacciato.
Volevo che questo fosse chiaro e a verbale perché quanto meno l'opposizione, che allora era maggioranza e siglò questo accordo, lo garantì e lo votò, si faccia carico almeno di questo aspetto, cioè del fatto che siamo stati lasciati in una situazione difficile, cui stiamo facendo fronte, io credo, bene.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Vorrei rispettare le regole, se riesco. Avevo chiesto la parola per fatto personale, voglio solo sapere se l'intervento della Presidente Bresso riapre il dibattito sulle comunicazioni...



PRESIDENTE

semplicemente un'integrazione, ma se ci sono degli interventi limitati...



GHIGLIA Agostino

Mi rivolgo al Vicepresidente Susta sempre con molto rispetto per la sua carica, non lancio mai accuse velate, le accuse le lancio sempre svelate e sulla mala gestione del TOROC le lancio da cinque anni indipendentemente dagli interlocutori: che si tratti di Pescante, del Vicepresidente Susta del Sindaco Chiamparino, della Presidente Bresso, del Presidente Saitta, a me non interessa. Rispetto al TOROC ho sempre chiesto la trasparenza nei bilanci e nei conti, che non c'è mai stata. Le cause di questo sbilancio checché continui a dire il Vicepresidente Susta e la Presidente Bresso, non sono, a mio avviso, ma ci dimostrate il contrario, da imputare al fatto che il Governo non abbia fornito gli ultimi milioni di euro dopo tutto quello che ha fornito per le opere (ma non devo fare io la difesa del Governo).
Volevo solo segnalare al Vicepresidente Susta, di cui ho sempre molto rispetto e simpatia nonostante sia de La Margherita e governi in una Giunta di centrosinistra (nessuno può essere perfetto, neanche il Vicepresidente Susta), che 12 giorni fa ho richiesto alla Giunta regionale, formalmente rispetto alla legge che regolamenta l'accesso agli atti, tutta la documentazione, compresi i bilanci. Sulla base della documentazione si era optato per la sponsorizzazione che avrebbe portato la Regione a fornire 21 milioni di euro.
Non è esatto dire che è stata sollevata oggi la questione sui bilanci.
La questione è stata sollevata dal mio Gruppo, dal sottoscritto in particolare, il 17 maggio del 2005 e il 28 dicembre 2005 con una lettera di accesso agli atti alla Presidente Bresso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Alla luce delle considerazioni del Vicepresidente Susta e della Presidente Bresso il Gruppo di Forza Italia chiede, come gli altri Consiglieri che hanno posto la questione, di acquisire tutta la documentazione richiesta per una serie di motivazioni.
noto a tutti che in questi anni il TOROC è stato congegnato immaginato come ente condiviso dai tre livelli istituzionali (Comune Provincia, Regione), ed è pur vero che questo ente, ricordo quando si costituì, nacque con un grande vanto: essere indipendente dalle Istituzioni. All'epoca si fece un ragionamento del tipo: meno male che c'è un ente indipendente che gestirà delle risorse. Voglia mai qualcuno immedesimarsi nella gestione o nella valutazione di queste considerazioni.
Ecco perché si scelse nello statuto l'individuazione di una persona fisica, Valentino Castellani, e non il rappresentante di un ente e a quel soggetto si volle dare massima e totale anche indipendenza rispetto alle attività che venivano scelte.
Abbiamo vari livelli istituzionali che in questi anni, compreso anche questo ultimo frangente di gestione che è quello portato avanti da voi hanno avuto, comunque, un'attività di grande disponibilità nei confronti di un deficit continuamente crescente e incontrollabile che il TOROC ha sempre manifestato e difficile da controllare. Quello che voi state vivendo è molto simile a quello vissuto nell'amministrazione passata: di mese in mese le cifre si modificavano sempre di più. La sensazione che noi abbiamo, come Gruppo, è che forse in questi anni il metodo adottato sia stato quello di dire: c'è un "buco" finanziario, corriamo dal Governo, dalla Regione, dalla Provincia, dal Comune a dire che mancano i soldi. Forse è stato un atteggiamento eccessivamente permissivo perché, al di là dell'individuazione delle risorse necessarie per coprire i buchi, forse c'è stata un'eccessiva fiducia nei confronti di una gestione che si è solo e sempre limitata a chiedere. Probabilmente dovremmo cominciare ad immaginare di valutare che non sia stata sempre negativa.
Quindi, il problema posto dai colleghi e che, a questo punto, interessa valutare a tutto il Consiglio, non è quello di individuare le risorse (cose importanti le troverete e faremo un figurone con le Olimpiadi, perché è giusto che sia così e che in questo senso operino), ma cominciare a capire come mai queste risorse, con un'attività assolutamente non sempre controllabile, siano state utilizzate con eccessiva disinvoltura. Forse acquisire questi documenti al Consiglio può essere un aiuto per la stessa Giunta per condividere insieme i problemi che stanno nascendo.
Teniamo presente, Presidente Bresso, che la sua attività è sempre stata assolutamente partecipe delle attività propedeutiche rispetto alle Olimpiadi e che lei ha avuto una pausa limitata in proposito, ma il TOROC è stato costituito diversi anni fa. Ai cancelli di partenza lei era ben presente e direi che, in questa attività, lei è stata forse una delle persone più importanti a gestire direttamente quella sede, quindi la vacanza, assolutamente legittima, mi pare sia stata sufficientemente breve per essere un alibi abbastanza convincente rispetto alla giustificazione che lei ha trovato.
In ogni caso, ognuno è libero e ha la legittimità per dire un po' quello che crede.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale. Questo è l'ultimo intervento, dopodiché possiamo ritornare all'esame della legge sulla ricerca.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Non aggiungerò molto di più di quello che ha già detto il collega Ghiglia.
Credo sia importante, ad onore di verità, individuare due fattispecie differenti, soprattutto rispetto a quanto ha detto la Presidente a proposito di una finanziaria che ha voluto penalizzare il Piemonte.
Il Governo regionale, in questo momento, sta cercando le soluzioni compatibili in termini di legge, contando sul fatto che la sponsorizzazione abbia una grande ricaduta. Può anche essere vero che una sponsorizzazione (lo dice il Gruppo di Alleanza Nazionale) ad un mese esatto delle Olimpiadi, ancor più utilizzabile per tutto il 2006, abbia un valore di 20 milioni. Tuttavia, conoscete bene anche voi il problema che state affrontando, così come le questioni relative al "gratta e vinci", con tutte le soluzioni di cui abbiamo letti sui giornali, che si stanno cercando e si cercheranno in questa settimana in cui è stata artificiosamente sospeso e prolungato il Consiglio di Amministrazione per arrivare alla votazione del bilancio preventivo del TOROC.
C'è un "però", che è il nesso fondamentale sul quale da anni il nostro partito, quindi anche il Gruppo consiliare di Alleanza Nazionale, si batte nei confronti del TOROC: la trasparenza, ancorché il Governo abbia voluto punire i comunisti di Torino, ancorché abbia mantenuto un patto che era stato sottoscritto nell'anno passato.
Posto che tutto ciò sia vero, noi ricordiamo (lo ricorda bene la Presidente, in quanto era nella cabina di regia, in qualità di Presidente della Provincia di Torino) che dal '99, quando si iniziò a discutere dello statuto del TOROC, vi fu quell'anomalia di un nome e cognome ben preciso e di una figura pro tempore come in tutti gli altri casi. Il grave problema che ci siamo portati dietro e di avere un soggetto che risponde soltanto a se stesso e non ai cittadini, fino a oggi, o meglio fino all'altro ieri.
Da una parte, vi sono le modalità con cui si intende sanare il deficit dall'altra - cosa molto più importante - è chi il deficit l'ha creato. Io credo che ad un'amministrazione ad un'istituzione debbano necessariamente interessare le due cose, in particolar modo quando si ha a che fare con un soggetto di diritto privato. Se l'Enoteca del Piemonte crea un dissesto o se altri soggetti creano un dissesto, la Regione interviene, commissaria ma ne verifica i conti, ne dà comunicazione e rispetta le motivazioni per la quale ha commissariato. Allora non si comprende come mai questo è l'unico caso in cui, a fronte di una legge dello Stato che finanziava interamente il bilancio del TOROC, apprendiamo del deficit di quest'anno e di quello dell'anno precedente dai giornali e dobbiamo andare a prenderci il bilancio se depositato in Camera di Commercio.
L'anomalia di tutto ciò, a fronte di un soggetto istituzionale ancorché di diritto privato - sapete quanto si è discusso se dovesse essere l'uno o l'altro, noi diciamo per aver le mani più libere - è che noi...



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Ho capito, ma questo non l'ha fatto il Vicepresidente Susta, ma la Presidente Bresso e l'Assessore Accossato che allora erano rispettivamente Presidente e Assessore della Provincia di Torino, l'altro è l'Assessore della Provincia di Torino. C'era anche Regione e il Comune. Vogliamo ricordare che in questa, definiamola così, complicità...



(Intervento fuori microfono dell'Assessore Susta)



VIGNALE Gian Luca

Vicepresidente, vorrei che lei tenesse a memoria quanto dice. Ho grande rispetto per quello che dice, ma se lei pretende rispetto per l'Aula, il rispetto si esercita non interrompendo le persone mentre parlano.
Detto ciò, credo che si debba essere trasparenti nella comunicazione come accade nel caso di tanti altri soggetti e diverse tipologie. Questo non può avvenire se non noi non ci esercitiamo nello sforzo della risoluzione dei problemi e del deficit del TOROC e se non ci giriamo mai indietro per capire chi i deficit li ha creati.



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bellion; ne ha facoltà.



BELLION Marco

Grazie, Presidente. Sarò brevissimo.
Credo che i colleghi sappiano quanto raramente intervenga in questo Consiglio, ma un argomento così importante per la nostra Regione e per il nostro territorio credo vada rimarcato non solo dalle parole della Presidente o del Vicepresidente Susta, ma anche dal Consiglio, perch un'azione della Regione di alta responsabilità, volta a sponsorizzare un evento come le Olimpiadi di Torino 2006, credo che meriti un riconoscimento.
Oggi non sono presenti in Aula i Sindaci delle Valli olimpiche, ma se fossero stati presenti avrebbero naturalmente plaudito a questa iniziativa non solo perché permette, come giustamente ricordava anche la collega Ferrero, di andare incontro ad una situazione difficile che si è venuta a determinare, ma anche perché - mi rivolgo, in particolare, agli amici di Alleanza Nazionale Ghiglia e Vignale, e lo dice chi, insieme ad Accossato e a Bresso, in Giunta della Provincia di Torino, ha sottoscritto già negli anni precedenti un contratto di sponsorizzazione da parte di un'istituzione pubblica (la Provincia di Torino, appunto) nei confronti del TOROC, quindi è a perfetta conoscenza di quanto siano complicate le regole che vincolano la sponsorizzazione di un ente, non solo nelle leggi nazionali, ma anche nelle norme del Comitato Olimpico Internazionale, che valgono a Torino come a Pechino, come sono valse negli Stati Uniti e come varranno a Vancouver e in tutti gli eventi olimpici - consente di recuperare il tempo perso. E credo che questo giudizio possa essere condiviso da tutti coloro che operano sul nostro territorio regionale.
La mancanza, da parte della Giunta regionale precedente, che ho sottolineato più volte, rispetto all'opportunità che offriva un evento come le Olimpiadi in termini di valorizzazione delle produzioni del nostro territorio, è andata di pari passo con la mancanza del Governo nazionale.
Collega Vignale, non so se il Governo nazionale, il Ministro Alemanno o Buonitalia abbiano voluto penalizzare i "rossi del Piemonte", come si è letto sul giornale; ma non credo.
Penso, però, che sia comunque venuto meno uno dei compiti specifici di un Governo e di un Paese: quello di saper cogliere l'opportunità di valorizzare un evento come le Olimpiadi, unico per quanto riguarda la nostra generazione (e quindi anche per la generazione del Governo attuale del nostro Paese), per promuovere la nostra "buona Italia".
Oggi, con questa sponsorizzazione, i nostri territori potranno essere presenti nei siti olimpici con il Piemonte - senza questa operazione non sarebbe stato possibile - cogliendo, come si suol dire, due piccioni con una fava: recuperare gli errori del passato - o, meglio, le mancanze - e fare in modo che questo possa diventare un elemento di volano e di sviluppo per i nostri territori.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bellion.
Non essendovi altre richieste di intervento, direi di riprendere, come concordato, la discussione relativa al punto 3) all'o.d.g.


Argomento: Innovazione tecnologica - Ricerca scientifica (Istituti regionali di studi e ricerche)

Testo unificato disegno di legge n. 135 e proposta di legge n. 26 e 70 "Sistema regionale per la ricerca e l'innovazione" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del testo unificato del disegno di legge n. 135 e proposta di legge n. 26 e 70 "Sistema regionale per la ricerca e l'innovazione", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Eravamo ancora in fase di dibattito generale.
Ha chiesto la parola l'Assessore Bairati; ne ha facoltà.



BAIRATI Andrea, Assessore alla ricerca

Grazie, Presidente. Confesso una certa difficoltà a riprendere dopo una discussione così sincopata.
Senza nulla voler aggiungere alle relazioni svolte dal Vicepresidente e dal Consigliere Leo, che apprezzo e sottoscrivo integralmente, mi premeva ricordare tre questioni riferentesi al provvedimento che stiamo discutendo.
Premetto un doveroso e personale ringraziamento per il lavoro svolto dalla Presidente Pozzi, nel trovare una sintesi alta tra i diversi disegni di legge che erano depositati in Commissione.
Il provvedimento in questione mi sembra abbia tre importanti peculiarità: la prima è che sottolinea e ribadisce, anche grazie ad un ordine del giorno allegato alla presente legge, il valore pubblico della ricerca, impegnando la Giunta e i diversi organismi che vedranno la luce con la legge, a riservare un'attenzione particolare al valore pubblico della ricerca, soprattutto a quella che nasce nei nostri atenei e nei nostri centri di ricerca a prevalente costituzione pubblica.
La seconda questione è che il disegno riequilibra, se mi permettete il termine, e dà più valore e più sostanza al lavoro del Consiglio e delle Commissioni competenti nell'esame degli atti di indirizzo e dei diversi testi relativi al provvedimento. In qualche modo, disegna un sistema di governance più completo ed integrato.
Il terzo punto è un richiamo che dall'esterno viene fatto a questa Aula, che dobbiamo riprendere nel disegno di legge, rivolto al ruolo delle piccole imprese.
Da più parti è stato sollecitato e richiamato un diverso e più esplicito ruolo delle associazioni della piccola impresa, che forse sono rappresentate in modo non del tutto adeguato nell'attuale testo.
Più forze politiche hanno presentato emendamenti in tal senso. La Giunta, semplicemente, fa propri questi emendamenti e in qualche modo ne presenterà di sintetici, a sottolineare il fatto che, negli organismi che abbiamo predisposto nella legge, questi non sono stati concepiti ad escludendum. Forse, in sede di emendamento, è bene dare maggior chiarezza al ruolo di certe associazioni, in particolare a quelle artigiane, che, da più parti, sono state richiamate come importanti nei processi di ricerca e di innovazione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo sia importante fare due valutazioni in merito alla legge: una metodologica, su come si è giunti alla votazione, se non ricordo male unanime, del testo in Commissione e, successivamente, in Consiglio (non la settimana successiva, ma soltanto per la pausa natalizia); l'altra sul merito, rispetto all'articolato e rispetto a quello che la legge pu innescare dal punto di vista delle potenzialità e di un percorso virtuoso sul quale interverremo.
Nonostante la legge sia estremamente importante per il Piemonte, ci permettiamo di dire, non essendo stati molto favorevoli alla legge sulla FIAT, che forse è la prima legge di un certo respiro che questo Consiglio esamina e che credo approverà.
Al di là dell'importanza di questa legge, credo sia più interessante e pregnante - perlomeno è quanto riteniamo noi - fare qualche considerazione che riguarda certamente i colleghi Consiglieri, ma soprattutto la Giunta regionale, relativamente al metodo che si è adottato.
Credo che dichiarazioni come "La Finanziaria ha voluto punire i comunisti piemontesi", le anticipazioni dei giornali su documenti che i Consiglieri non conoscono, le dichiarazioni parzialmente o totalmente false sul nuovo Piano oncologico per la risoluzione delle liste d'attesa, che in realtà non esistono. Insomma, tutto quello che è la quotidianità a cui in qualche modo la Giunta regionale e, in particolar modo, alcuni Assessori più di altri ci hanno abituato da aprile ad oggi, essendo, secondo noi, più occupati in una continuazione della campagna elettorale, vuoi col tour delle Province o vuoi, per esempio, con decine di disegni di legge che sono stati approvati dalla Giunta, ai quali segue testualmente il giorno stesso il comunicato stampa entro gennaio o febbraio (non ricordo quando la legge sulla casa): "Modificheremo la nuova legge sulla casa". L'aspettiamo in Commissione.
Abbiamo iscritto in Commissione molti altri disegni di legge, perché è un dovere, ma non abbiamo ancora iniziato ad affrontarli. Così, prima o poi, si creerà un imbuto in cui ci saranno cento dichiarazioni che in qualche modo la Giunta regionale ha fatto, rispetto alle attese di categorie, di cittadini semplici, insomma di chi compone la nostra regione alle quali non si dà una risposta.
Se possibile - lo dico di nuovo soprattutto per gli Assessori, ma vale ovviamente anche per i colleghi - prendiamo la modalità con cui si è operato in questa legge un po' come se fosse la scuola e la modalità da applicare per ogni testo di legge. Nascono tre proposte di legge: un disegno di legge della Giunta e due proposte di legge, una di maggioranza e una di minoranza. In qualche modo si dà la possibilità a tutti i Gruppi consiliari di apportare delle modifiche significative, ancorché ovviamente utili, al sistema della ricerca e dell'innovazione in Piemonte. Vengono esaminate in modo molto laico, senza guardare la patente o la paternità di chi le ha presentate e vengono poi inserite all'interno della legge.
A Regolamento vigente - sarebbe importante che gli Assessori lo comprendessero - è l'unica modalità possibile per presentare un disegno di legge e approvarlo, perché noi abbiamo iniziato la discussione delle tre proposte di legge alla fine di ottobre con il primo gruppo di lavoro, che si è ritrovato due volte, siamo andati Commissione e, nell'arco di una o due sedute, abbiamo licenziato il testo.
Il problema, Assessore, Presidenti e colleghi, qual è? Che questa è l'eccezione, non è la normalità. Il problema invece è La Stampa di questa mattina, è La Stampa di ieri, è La Stampa del 28 dicembre scorso sul Piano sanitario, la normalità è quella. Noi oggi ci troviamo di fronte a un'eccezione metodologica, che vediamo ovviamente di buon occhio; dopodich non può accadere sempre questo, perché è ovvio che vi sono alcune leggi su cui vi è una contrarietà concettuale dove non è possibile trovare la mediazione.
La legge sulla casa: la Giunta intende diminuire i tempi di attesa della residenza degli extracomunitari perché possano accedere alla casa.
Noi la pensiamo in modo esattamente opposto, per cui su quello mediazione non ci potrà essere mai, ma almeno cerchiamo di portare in Aula e di votare i provvedimenti come gli ordini del giorno che ancora oggi non discutiamo sui quali, verosimilmente, c'è una unanimità di parere favorevole o diciamo, la maggioranza, che è quello che conta in democrazia, dei voti favorevoli sui provvedimenti (ma non li portiamo neanche in Aula, perch perdiamo tempo a discutere di quelle cose che avremmo dovuto discutere in Commissione e in Consiglio e delle quali invece abbiamo discusso sui giornali).
Detto ciò, ho volutamente preso un tempo congruo per intervenire sulle questioni di metodo e non di merito, perché appunto le ritenevo importanti tanto quanto quelle di merito.
Per arrivare invece al merito, credo che la legge abbia alcuni punti fondamentali che ci fanno esprimere un parere che è in qualche modo positivo. Nell'articolato poi individueremo anche il contributo che in qualche modo Alleanza Nazionale ha dato a questa legge.
Ciò che riteniamo positivo è che vi sia, se così è possibile definirla una verticalità di rapporti fra l'impresa, soprattutto la piccola e la media, cioè quella che più difficilmente riesce a usufruire del mondo della ricerca, nonostante il Piemonte abbia, grazie ad alcuni istituti (il Politecnico, ma non solo), una potenzialità di ricercatori e anche delle parti degli Atenei e dei Politecnici che hanno in qualche modo disponibilità di trasferimento tecnologico immediato e potrebbero essere un soggetto molto utile da utilizzare per il mondo della piccola impresa soprattutto e anche della media, ma che poco vengono utilizzati perch manca un canale che lega i due soggetti.
Noi crediamo che, avendo inserito nella legge e nell'ordine del giorno di cui poi parlerò - una sorta di verticalità o comunque individuando quelli che sono i settori che principalmente più di altri devono fare ricerca e innovazione, si sia fatto un buon lavoro e si siano date importanti risposte tanto al mondo della ricerca riferita ai ricercatori quanto al mondo dell'impresa. Questo è un punto che per noi è importante.
Un secondo punto è che si tratta di una legge che, come altre nel panorama nazionale, cerca di essere una legge volano, cioè si cerca di fare in modo che, nel momento in cui il pubblico investe uno, questo uno diventi tre, diventi dieci, in qualche modo faccia da effetto moltiplicatore.
Un'altra positività che intravediamo è quella che ricordava anche l'Assessore Bairati, cioè quella di mettere un po' al centro le piccole e medie imprese, qualunque esse siano, che siano artigiane o di produzione perché crediamo che questa debba essere una priorità che ha il sistema Piemonte, vedendo anche chi è oggi che fa sviluppo, chi è oggi che fa occupazione, chi è oggi che fa anche, per esempio, export, che nella nostra regione sono sempre più imprese piccole e medie.
Abbiamo richiesto che il triennale delle attività produttive sia uguale alla legge che oggi votiamo rispetto agli investimenti perché ci attendiamo che le cifre che sono state indicate all'interno della parte finanziaria della legge trovino poi capienza nei bilanci dell'Ente e soprattutto trovino rispondenza nel triennale.
L'ordine del giorno che è stato presentato dal sottoscritto per il Gruppo di AN e firmato anche da tutta la Commissione è diventato quindi ordine del giorno delle Commissioni I, VI e VII; impegna la Giunta regionale, nelle linee d'intervento previste all'articolo 4 di questa legge, a prevedere una cifra non inferiore al 30% a favore degli Atenei piemontesi e degli Enti di ricerca con posizione esclusivamente pubblica.
Credo che questo accresca quanto contenuto nella legge, dandogli un qualcosa di più.
Noi non potevamo scriverlo perché dovevano essere le linee d'indirizzo del...
Presidente, ho difficoltà a parlare...



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, contavo sulla vostra attenzione, visto che il collega Vignale era verso la fine del suo intervento, anzi ha abbondantemente superato i dieci minuti a disposizione. Diventa oggettivamente complicato, per chi interviene e anche per chi vuole ascoltare, seguire l'intervento, per cui vi invito a prestare attenzione.
Chi ha necessità di parlare, può farlo negli ampi spazi al di fuori dell'Aula.



VIGNALE Gian Luca

Non è per chiedere attenzione, nel senso che le mie parole possono anche non interessare. Più che altro, è per poter concludere con maggiore tranquillità.
Credo che anche l'ordine del giorno, così come un altro presentato dal primo firmatario, Consigliere Ricca, intervenga già rispetto a quelle che saranno le linee di intervento ai sensi dell'articolo 4. È ovvio che una verifica della legge, al di là di quanto già previsto nell'articolato, sarà importante comprenderla, relativamente alle linee di indirizzo che la Giunta presenterà al Consiglio, perché lì, in qualche modo, si concretizzeranno quelle che sono le enunciazioni della legge stessa.
Concludo indicando quelli che riteniamo essere stati i contributi positivi del nostro Gruppo consiliare. Innanzitutto, la possibilità di finanziare chi in qualche modo brevetta, in quanto tale attività ha un costo molto elevato. Quindi, sostenere quanto più possibile le azioni di progettazione e tutela della proprietà intellettuale. In secondo luogo intervenire per creare poli specialistici e multidisciplinari della ricerca.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a sua disposizione è terminato)



VIGNALE Gian Luca

Sto terminando e non intervengo, come avrei fatto, in merito all'articolato, quindi, andiamo pari.
Riteniamo che la parte, come dicevo precedentemente, non ancora presente nella legge, che è stata presentata sotto forma di emendamento - e ci è parso di capire dall'Assessore che verrà recepito - cioè l'inserimento nel Comitato del rappresentante del mondo dell'artigianato a titolo fisso e non a rotazione, sia una proposta modificativa che migliora la legge. Poi procederemo alla dichiarazione di voto.
Rilevo soltanto, non è pedanteria, che, a volte, quando si procede a richiami rispetto alla necessità istituzionale, sarebbe bene rivolgerli un po' a tutti. Non è perché interviene il sottoscritto, verosimilmente anch'io parlo quando intervengono gli altri, però, ci troviamo di fronte ad una legge che investe centinaia di milioni in un settore fondamentale e l'interesse è scarso. È verosimile che l'unanimità della votazione in Commissione abbia favorito un "rompete le righe" anche relativamente all'attenzione, certamente, ma come ricordava il Vicepresidente della Regione, un minimo di cortesia istituzionale si esercita anche facendo intervenire nella maniera più semplice possibile i colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto Fratin.
Invito i colleghi a rispettare il tempo loro assegnato.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Signor Presidente, la norma che stiamo per approvare è uno strumento importante per la Regione Piemonte, in quanto a partire dal passaggio delle competenze, a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione, o ancor prima, con le Bassanini e il trasferimento di una serie di funzioni noi come Regione Piemonte abbiamo utilizzato sia gli strumenti delle vecchie leggi regionali, sia le norme nazionali, per intervenire sul sistema della ricerca. Tra le norme nazionali, vorrei ricordare la legge n.
140 e la n. 598. In questo caso, è chiaro che le norme nazionali utilizzate (la n. 140 e la n. 598) facevano essenzialmente riferimento alla ricerca applicata o a quella che i nuovi provvedimenti dell'Unione Europea chiamano "ricerca industriale". E' un termine che, forse, noi interpretiamo in modo più restrittivo, ma, di fatto, è quella che storicamente a scuola ci hanno sempre indicato come "ricerca applicata".
Naturalmente, su questo modello sono state impostate anche quelle che erano le normative libere, che non avevano alla fonte leggi nazionali o leggi regionali, ma i documenti di indirizzo dell'Unione Europea. Questi ci hanno permesso di scrivere il DOCUP 2081, che ha regolato il periodo 1997 1999, e il DOCUP 1260, che ha regolato il periodo 2000-2006, nell'ambito dei quali ci sono una serie di riferimenti, in particolare, sull'Asse 2 che ha come riferimento il sistema delle attività produttive, le imprese più specificatamente. Il tema della ricerca, dell'innovazione e del trasferimento tecnologico erano i riferimenti basilari per l'impegno di questa Regione.
Su questo Asse la Regione Piemonte aveva stanziato nel DOCUP 2000-2006 circa 400 milioni del miliardo e 20 milioni di euro, che era lo stanziamento complessivo del DOCUP 2000-2006, avviando una serie di prime esperienze di intervento non da parte dello Stato su quello che era il sistema della ricerca e del trasferimento tecnologico particolare. Alcune esperienze sono attualmente in corso, anzi, colgo l'occasione per chiedere alla Giunta, eventualmente, anche in sede di Commissione, di dare informazioni su quello che può essere lo stato di attuazione, la nuova DIA.
Mi riferisco alla nuova DIA, così come a una serie di azioni che sono state mandate avanti con meccanismi o società partecipate, o comitati di indirizzo, collegati anche agli altri Enti locali piemontesi.
Naturalmente, apprezzo il metodo che in ambito consiliare si è trovato per partorire la nuova norma. La prima stesura risale a due anni fa addirittura risaliva alla parte industria, in quanto le competenze erano modulate in modo diverso. Al di là di tutti i percorsi che ha avuto temporalmente, compreso lo stop precedente alle elezioni, è importante che si sia raggiunto l'importante obiettivo posto dall'intero Consiglio regionale all'avvio di questa legislatura, in quanto si inserisce come stimolo nel cambiamento che l'economia deve vivere nei prossimi anni in ambito regionale, nazionale e anche europeo. La competitività di una società matura come quella europea ha come riferimento obbligatorio l'abbandono o, comunque, il superamento di quelli che erano i grandi sistemi manifatturieri, il fordismo e la produzione di serie, che è patrimonio di altre realtà del mondo. È necessario sviluppare le proprie opportunità di lavoro, le proprie opportunità di benessere con riferimento a un modello di produzione industriale avanzata, a un sistema produttivo di una manifattura più moderna.
Uso sempre il termine "manifattura" per la produzione di beni, per intendere una serie di servizi che soddisfano esigenze di una società diversa, di una società ricca rispetto ai livelli di reddito e di benessere nel mondo, nella quale l'influenza dell'innovazione tecnologica - non solo tecnologia, ma anche l'influenza del trasferimento tecnologico - pu diventare determinante per mantenere alti i livelli di capacità competitiva, di reddito e, quindi, di benessere delle nostre realtà. Tenere alti i livelli di benessere delle nostre realtà significa mantenere anche una capacità, a livello europeo (non solo più nazionale o regionale) di intervenire in quello che è un necessario riequilibrio a livello mondiale.
Questo, quindi, rende necessaria l'attuazione della legge. Lo dico proprio in apertura di discussione generale: questa norma ha la caratteristica della norma quadro, dove si individuano soggetti che devono emanare provvedimenti e soggetti che devono essere consultati ed essere punti di riferimento, non soggetti decisori. Stiamo attenti nel delegare decisioni che competono al popolo e, quindi, alle istituzioni elette, e non ai referenti o ai soggetti che si autoreferenziano, ancorché importanti e autorevoli, che possiamo far sedere nei Comitati.
L'invito che rivolgo alla Giunta regionale e all'Assessore competente è di individuare, quindi, i meccanismi temporali di garanzia, di controllo e di attuazione delle proposte. Su tutto questo giocherà la capacità del Governo regionale di intervenire, stando attenti ad evitare il pericolo delle tante richieste che possono provenire da soggetti - organismi, Enti e imprese - che vedono la norma come una fonte di contributo, in alcuni casi per esistere, non come contributo per fare e ricercare.
Auspicherei, come fattispecie astratta, che le erogazioni di contributi siano assegnate solo per risultati. Mi rendo conto che si tratta di una fattispecie generica e che può essere solo di modello, ma faccio questa forzatura proprio per significare come l'interesse del nostro territorio è di utilizzare al massimo e bene i fondi che verranno stanziati per questa norma. Su questa norma è necessario, in sede di bilancio, un riordino. In apertura ho citato che negli ultimi anni sono stati stanziati, su leggi di ricerca o di innovazione tecnologica (al limite si può discutere il confine) circa 100 milioni di euro all'anno. La solo legge n. 598 ha i bandi di fine novembre ancora aperti. Si tratta di stare attenti a come equilibrare i vari interventi - industriale, agricolo, sanitario - e la parte relativa alle richieste, che ci dà la possibilità di intervenire anche sulla ricerca pura.
Questa è un'attenzione che deve avere prima di tutto la Giunta. Da parte nostra, come Consiglio, saremo vigili e daremo il nostro contributo al fine di utilizzare bene e al massimo i pochi fondi a disposizione.
Vorrei ricordare che il Piemonte è la seconda Regione d'Italia che investe in ricerca; la seconda perché ha avuto la fortuna, nella storia, di avere un numero elevato di centri di ricerca e alcune grandi imprese.
Quando si fanno i paragoni statistici con altre realtà d'Europa, si dimentica sovente quella che è la caratteristica del nostro Paese: la prevalenza di piccole e medie imprese che, in passato, hanno fatto invenzioni ma non ricerca. Era più facile fare invenzioni legate alla manualità delle proprie attività e tipicità locali. Oggi, la partita di queste piccole e medie imprese è una partita di gruppo, dove il ruolo della Pubblica Amministrazione, con i suoi interventi sui centri di ricerca e l'incentivazione all'aggregazione per nuove iniziative, può essere determinante ed elemento di svolta per lo sviluppo di interi territori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

La legge sulla ricerca è estremamente importante ed è stato un impegno sul quale l'allora Assessore Leo ha lavorato con estrema competenza e con estrema volontà di fare bene. Peccato che in allora, su questa legge licenziata dalla Commissione e portata in Aula, l'attuale maggioranza allora minoranza - abbia preferito fare ostruzionismo e impedirne l'approvazione. Forse è vero: eravamo troppo vicini alle elezioni e far passare questa legge poteva significare, magari, un "colpetto" di immagine per il centrodestra, quindi si è preferito non mandare avanti il testo. A circa otto mesi dalle elezioni che hanno visto vincere coloro che all'epoca erano all' opposizione, si vuole approvare, con un testo di fatto uguale quella legge che in allora si era voluto bloccare.
Sicuramente noi non ci comporteremo come si è comportata allora l'attuale maggioranza, ma voteremo a favore della legge, perché è una legge in cui crediamo. Riteniamo, oltretutto, che possa portare linfa vitale alla ricerca in Piemonte per due motivi. Primo, si eviteranno diversi capitoli di spesa sulla ricerca divisi su più Assessorati. Secondo, ci sarà un coordinamento unico, un Comitato Tecnico Scientifico guidato dall'Assessore, che andrà a vedere e a valutare quali saranno le linee di ricerca più interessanti e quali quelle già finanziate da altri Enti, da altre istituzioni del Piemonte e non solo. Molti dei soldi utilizzati per la ricerca in Piemonte arrivano dalle casse della Regione, ma molti arrivano anche dall'Unione europea, da Enti, da Fondazioni e da privati.
giusto, quindi, coordinare e capire dove servono fondi - e dove servono più fondi - per quelle linee di ricerca ritenute essenziali per la nostra regione e per il suo sviluppo.
Non solo. Si è anche messo in piedi un Comitato di persone rappresentanti di tutte le realtà che sul territorio vivono e lavorano proprio per cercare di utilizzare al meglio i fondi a disposizione. È un testo utile. Un testo che può servire. Un testo che può dare un risultato al Piemonte, anche perché il futuro, per il nostro territorio, è legato al sapersi differenziare e al saper produrre prodotti nuovi, prodotti innovativi nel campo del lavoro e nel campo della ricerca, legati anche alla salute. È estremamente importante perché i risultati positivi del campo della sanità aiutano chi soffre e chi ne ha bisogno.
Peccato - lo voglio rimarcare - che è proprio a causa di un centrosinistra, permettetemi di dire tra virgolette "ottuso", che ha preferito non approvare a tempo debito questa legge, ma ha voluto rinviarla fino ad oggi, che noi abbiamo perso tempo. Ormai è irreversibile il trasferimento della Fondazione Cavalieri Ottolenghi, nota a livello mondiale, nata con fondi messi a disposizione da una nobildonna di Torino che ha lasciato i suoi beni per la costituzione di una Fondazione che lavorasse sulle malattie psichiche e neurologiche. Una Fondazione cha stava lavorando benissimo, famosa a livello mondiale, che ha ottenuto risultati sull'Alzheimer, tanto che sono stati pubblicati su tutte le maggiori riviste mondiali che se ne occupano in materia. Grazie a quanto trovato dalla Fondazione Cavalieri Ottolenghi si è riusciti a ritardare l'insorgere della malattia e il propagarsi della stessa. Questa Fondazione, proprio perché non le sono stati riconosciuti fondi sufficienti, perch l'Università di Torino non ha saputo valorizzare il suo responsabile dottor Dotti, sta emigrando all'estero, in un altro Paese europeo. Una Fondazione nata a Torino, finanziata con fondi di persone residenti a Torino, una Fondazione che ha dato lustro al Piemonte a livello mondiale si trasferisce in un altro Stato, in un'altra Regione, dove quei fondi e quelle responsabilità che in Piemonte sono stati negati saranno garantiti.
Questo, permettermi di dirlo, è veramente uno schiaffo sulla faccia dei piemontesi. Aver perso questa importante Fondazione scientifica piemontese con sede al San Luigi di Orbassano, è stata veramente una vergogna per la nostra amministrazione e per il nostro territorio. Lo voglio ribadire perché credo che la Fondazione, se la legge fosse passata a tempo debito e avesse potuto gestire i fondi in modo più oculato, probabilmente non si sarebbe trasferita.
Il Gruppo della Lega Nord voterà a favore della legge, ma volevo sottolineare come, per responsabilità non nostre, la legge non sia passata quando poteva passare, cioè un anno fa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Cercherò di essere breve, anche se i ragionamenti da spendere rimangono molti e alcuni di questi ultimi sono già stati illustrati dai Consiglieri che mi hanno preceduto. Sicuramente va evidenziato - hanno già posto l'accento su questo aspetto anche il Consigliere Vignale e il Consigliere Pichetto - il metodo con il quale si è lavorato sulla legge. Un metodo che sicuramente, ha portato buoni risultati, ci ha permesso di contingentare i tempi, ha permesso a tutti i Gruppi e a tutti i partecipanti al gruppo di lavoro di apportare idee rispetto a questo tipo di problematica.
Deve essere anche valorizzato il seminario che ha permesso ai Consiglieri che vi hanno partecipato di sentire, al di là delle audizioni che sono risultati momenti sempre più formali, quali sono le esigenze di chi opera direttamente sul campo.
Non sono formali, ma veramente sentiti, i ringraziamenti soprattutto alla Consigliera Pozzi, che ha guidato il gruppo di lavoro e che ha portato alla stesura definitiva della legge, e alla disponibilità dell'Assessore Bairati, che è stato presente e ha sempre avuto la capacità politica e l'intelligenza di cogliere molte, quasi tutte, le osservazioni che arrivavano dai Gruppi consiliari.
Non possiamo oggi solo complimentarci e dire che sarà una buona legge.
Sarà una buona legge se riuscirà a vincere le sfide che abbiamo in questo momento sul territorio regionale, se saprà rispondere alle esigenze che abbiamo sul territorio. Le sfide, le domande alle quali deve rispondere la legge, sono sostanzialmente tre.
La prima è quella di una legge che deve essere in grado di fare rete cioè dare la possibilità a tutti i soggetti che sono coinvolti rispetto alla ricerca, rispetto all'innovazione, rispetto a nuove modalità di produzione o a nuovi prodotti, di lavorare assieme. Penso alle grandi aziende, ma penso anche alle università, penso soprattutto ai rapporti che possono avere le piccole e le medie aziende con gli enti universitari. Per una grande azienda la scelta della ricerca può anche essere compatibile con i suoi interessi, può trovare, all'interno delle grandi risorse delle quali dispone, delle possibilità. Per le piccole e medie aziende, sicuramente questo è un percorso molto più difficile. Il primo obiettivo e la prima sfida della legge deve essere proprio quello di dare la possibilità a tutti di poter accedere alle risorse, di lavorare insieme per costruire ricerca e produrre innovazione.
Il secondo elemento di sfida è l'elemento dell'occupazione. Arriviamo da una situazione del nostro territorio veramente drammatica. L'Assessore Migliasso ha aperto, tra la fine dell'anno e l'inizio di quello nuovo, un confronto con il Ministero del Lavoro sulla partita degli ammortizzatori sociali. Ci si è resi conto che solo la gestione normale, di normali ammortizzatori sociali, non è in questa fase sufficiente per affrontare le problematiche del nostro territorio. La sfida della legge è anche quella di riuscire a risollevare le sorti della nostra economia, dell'occupazione dei nostri territori, investendo su questa partita. Non possiamo pensare di reggere la competitività, in mercati sempre più globalizzati, attraverso la precarizzazione dei rapporti di lavoro, attraverso una diminuzione dei salari di chi lavora nell'industria piemontese, attraverso un'estrema incentivazione alle flessibilità che porta molti dei nostri giovani a dover accettare lavori anche nei giorni festivi. La vera sfida è sulla ricerca e sull'innovazione, su cui misureremo la bontà o meno della legge.
Il terzo elemento di sfida e di misurazione della bontà della legge riguarda che cosa riuscirà a produrre. Se i prodotti che verranno fuori, se le ricerche che emergeranno come risultato della legge, saranno prodotti compatibili con l'ambiente. Questo è un altro grande elemento di sfida che abbiamo in questo momento. Le risorse del nostro pianeta stanno andando ad esaurimento; il nostro pianeta, per alcuni versi, sta andando in esaurimento, la sfida di oggi è quella di continuare a garantire gli attuali livelli di vita e migliorare i livelli di vita del Terzo e del Quarto mondo (sicuramente questa è un'altra grande sfida), rispettando le esigenze del nostro pianeta.
Durante le vacanze ho visitato, insieme al Consigliere Comella, un centro ricerche di una piccola azienda del Novarese, che sta facendo ricerche sull'idrogeno come fonte energetica rinnovabile, come fonte energetica democratica, disponibile a tutti. L'idrogeno si produce attraverso i pannelli fotovoltaici, nessuno ci può chiudere il rubinetto del sole (come pensa di fare Putin, magari per costringere l'Ucraina ad accettare un certo tipo di impostazione dal punto di vista politico).
Una vera sfida è anche quella di dare sostegno a chi fa ricerca, che ci porta ad avere prodotti compatibili dal punto di vista ambientale.
Queste sono le sfide e gli obiettivi della legge. Alla fine di questo percorso e della legislatura valuteremo se abbiamo fatto un buon lavoro, se le Commissioni hanno lavorato bene, se il Consiglio regionale del Piemonte ha licenziato una buona legge.
Se non centreremo questi obiettivi, pur facendo una legge in tempi più o meno rapidi e condivisa più o meno da tutti, dovremmo porci alcuni interrogativi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Abbiamo detto più volte che uno degli obiettivi fondamentali della nostra volontà di cambiare la Regione, di cambiarla in meglio, di rendere il Governo regionale più efficace nel guidare i processi di sviluppo del nostro territorio, era proprio quello di stabilire un rapporto vero collaborativo, di interazione con tutto il mondo della ricerca scientifica e tecnologica.
La Regione Piemonte è quella che ha dato di più, in termini di innovazione tecnologica e scientifica al nostro Paese: è nata l'industria elettronica, il cinema, l'auto, gran parte dell'industria chimica e si è sviluppata l'industria aeronautica. In Piemonte abbiamo creato forse il più importante polo universitario ed tecnologico, in grado di competere con quelli che maggiormente hanno valore e prestigio nel nostro continente europeo.
Questa è una Regione che è in grado di dare molto. Ha dato moltissimo ma in questi anni è stata abbandonata la rete di ricerca tecnologica universitaria e scientifica. Ha bisogno di essere riportata su un terreno di crescita che sia reale e quando noi usiamo questo termine, lo usiamo legato ad alcune questioni fondamentali. È vero che la ricerca non pu essere una ricerca pura, slegata da quello che è il contesto produttivo, da quello che è il disegno di sviluppo economico ed industriale della nostra Regione, o almeno da quello che noi pensiamo che ancora debba caratterizzare questa Regione: l'impianto manifatturiero.
in gioco in questa Regione la capacità di continuare ad essere un grande contenitore industriale che crea sviluppo e quindi occupazione e capacità di essere competitivi dal punto di vista qualitativo sul piano internazionale. Soprattutto, pensiamo che la ricerca debba essere vincolata al principio, per cui finalità e presupposti di tipo pubblico servono e sono funzionali al benessere della collettività. La ricerca deve servire alle persone, alle comunità, alle famiglie, alle comunità scientifiche e non ai grandi interessi privati (industriali, tecnologici o quant'altro) che spesso hanno usato la ricerca e l'innovazione sino al punto in cui questa serviva a loro per poi abbandonarla, non finanziarla, non sostenerla e affossarla.
Questo è stato anche parte della storia dei processi di industrializzazione di questa Regione. Basta pensare a ciò che è accaduto con l'industria elettronica e informatica o a parte dell'industria chimica (soprattutto quella privata) o dell'industria metalmeccanica e dell'indotto.
Tutto è stato funzionale a costruire percorsi esponenziali di crescita industriale con un'aggressione di mercati, con la capacità di far entrare enormi risorse economiche e di produzione e di PIL immenso. Quando sono arrivati i primi risultati di valore economico, questi non venivano reinvestiti in parte in ricerca, non si investiva per aumentare e accrescere quella capacità di essere competitivi, non solo in termini di produzione, ma in termini di qualità e di innovazione. No! Si investivano quelle risorse in speculazioni finanziarie, in attività di borsa non legate alla ricerca e alla produzione.
Noi dobbiamo invertire questa tendenza, dobbiamo fare la nostra parte.
Noi, come Regione, lo stiamo facendo. Ha fatto bene l'Assessore Bairati ad insistere perché questa legge fosse portata presto all'esame di questo Consiglio. Le Commissioni hanno lavorato bene. Noi, oggi, ci stiamo comportando con grande senso di maturità e di consapevolezza perch sappiamo che questo è uno dei punti principali su cui rilanciare la funzione e il ruolo della nostra Regione. Dobbiamo però chiedere un impegno autentico anche a tutti i settori privati. All'investimento pubblico deve corrispondere un investimento privato che sostenga l'impegno che noi chiediamo ai cittadini piemontesi con queste immense risorse e che investiamo per il prossimo quinquennio per la ricerca scientifica e tecnologica. Così come l'ente pubblico si rende conto che questo è il vero terreno di sfida nella competizione internazionale, e che questa è la possibilità per creare nuova occupazione stabile e certa e, soprattutto un'occupazione migliore di quella che oggi molti nostri giovani subiscono a causa della precarietà e della flessibilità. Occorre, da parte dell'industria e del capitale privato, lo stesso senso di responsabilità lo stesso respiro nel guardare avanti e non fermarsi di fronte alle difficoltà che ci circondano. Voteremo questa legge con convinzione. Il nostro è un intervento che in qualche modo indica già la nostra volontà. La voteremo con convinzione perché sappiamo quale e quanto sia stato il lavoro dell'Assessore Bairati in questi mesi, per riannodare i rapporti di questo ente con tanti settori della ricerca pubblica e privata. Quanti incontri ha compiuto, quante discussioni ha affrontato, quante questioni ha inserito nella strutturazione di questa legge? Sappiamo che l'Assessore Bairati ha una forte capacità e una forte consapevolezza nel comprendere quali sono i progetti che vanno sostenuti e portati avanti e quelli che magari possono attendere. Le sfide che abbiamo di fronte sono sfide che noi comprendiamo e che vogliamo in qualche modo affrontare con consapevolezza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Robotti.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Molte osservazioni sono già state fatte su questa legge, soprattutto anche da parte dei due relatori: il Vicepresidente Placido e il Consigliere Leo. Tuttavia, vorrei aggiungere, anche se mi rendo conto che molto è già stato detto, alcune considerazioni.
Vorrei partire da quel seminario che abbiamo tenuto in preparazione della discussione di questa legge e da quanto è stato affermato durante questo seminario a nome del Rettore del Politecnico, professor Marsan Ajmone. La nostra capacità di mettere a fattore comune, di fare sistema non è sempre ottimale perché ci vogliono degli stimoli, dei contesti, dei grandi progetti e dei contenitori che siano in grado di indirizzare motivare e organizzare i ricercatori.
Forse anche per il metodo con cui questa legge è stata discussa nelle Commissioni e per la grande disponibilità dell'Assessore a mettere a disposizione delle Commissioni consiliari il suo testo di legge che insieme con gli altri due testi di legge già depositati, ha costituito un quarto testo che è quello che oggi noi discutiamo e che è uscito dal lavoro delle Commissioni, il valore e il significato di questa legge è quello di essere un provvedimento che innanzitutto propone un rapporto equilibrato e correttamente rispettoso delle competenze tra Giunta, Consiglio e altri organismi.
Si tratta di una legge di contesto, di una legge contenitore. Io non attribuisco a questo termine "contenitore" un significato dispregiativo ma anzi, gli attribuisco quel significato positivo a cui prima facevo riferimento. Una legge che può creare il clima favorevole all'innovazione sapendo che oggi non è più tempo dell'innovazione senza ricerca (lo diceva già il Consigliere Pichetto).
C'è stato un tempo in cui, soprattutto le piccole medie imprese, anche della nostra Regione, sono state capaci di grande innovazione pur senza ricerca. Oggi non è più così. Oggi, in un' Europa che si è data l'obiettivo di essere una società della conoscenza e di competere sulla conoscenza e sulla ricerca, l'innovazione non può che essere il risultato di una forte azione di ricerca e di una forte interazione di ricerca pubblica, di ricerca di base, privata e applicata.
La presenza nella nostra Regione di tante piccole e medie imprese rischia di essere un vincolo dimensionale, di natura cognitiva, per le nostre imprese. Le piccole e medie imprese hanno minore disponibilità a sperimentare il ricorso a nuove tecnologie, a investire in ricerca, dal momento che ci sono alti costi per la ricerca e la redditività di questi investimenti è troppo differita nel medio-lungo periodo. Allora, perch questi investimenti privati nella ricerca possano avvenire, è necessario l'intervento di contesto che questa Regione è in grado di fare e dimostra di saperlo fare proprio con questa legge che stiamo discutendo.
Paradossalmente, la congiuntura odierna in cui si trova la nostra Regione, quella della rilocalizzazione o, come altri dicono delocalizzazione di molte imprese, può favorire, se questo fenomeno è ben governato da una Regione che esercita il suo ruolo di programmazione e di regolazione e da un sistema territoriale della ricerca di base applicata la riqualificazione delle produzioni locali. Dobbiamo saper sfruttare anche questa congiuntura che, in questo momento, ad una visione più ristretta nel tempo e più miope, può essere soltanto una congiuntura negativa.
Quindi, passare dalla internazionalizzazione delle imprese alla internazionalizzazione dei territori, con una visione più moderna e più evoluta del termine internazionalizzazione, che non è soltanto capacità di esportazione, ma è capacità di costituire con altri territori relazioni positive, attraverso anche quella metodologia, che la Commissione Europea ci dà, che è quella delle piattaforme tecnologiche, come strumento indispensabile per riunire pluralità di attori.
Tuttavia sappiamo - e sono contenta di poter fare il mio intervento alla presenza, non solo della Presidente, ma anche dell'Assessore Pentenero che stiamo votando una legge, non stiamo acquistando una bacchetta magica. Stiamo votando una legge che ha bisogno per potere dare i suoi frutti anche di altre leggi e di altre situazioni di contesto. Noi abbiamo bisogno di attrarre immigrazione di qualità, ad esempio; abbiamo bisogno di formazione ed educazione della forza lavoro del Piemonte, perch l'innovazione e la ricerca possono portare a delle trasformazioni nel sistema produttivo che necessitano di forza lavoro riqualificata riaggiornata e scolarizzata.
Pertanto, questa legge ha bisogno, per potere dare i suoi effetti, di altre leggi sul diritto all'istruzione, sull'educazione degli adulti, sulla formazione continua e sulla riqualificazione complessiva dei cittadini del nostro Piemonte, perché possano applicare nelle imprese della nostra Regione quella innovazione che, con questa legge, è possibile realizzare grazie alla ricerca.
Abbiamo bisogno di strategie per attrarre talenti dall'estero. Tutto questo lo abbiamo sentito dire dagli interventi sia dei Rettori degli Atenei sia dal mondo delle imprese, presenti al seminario che si è tenuto e nelle audizioni, ma tutto questo è nella consapevolezza di tutti noi. Ed è per questo motivo che siamo orgogliosi tutti, come Consiglieri in quest'Aula, di aver lavorato bene per potere arrivare a questo prodotto.
Ringrazio la disponibilità di tutti i Consiglieri delle Commissioni, degli altri due Presidenti, dell'Assessore che ha lavorato con noi con molta disponibilità e - consentitemi di ripeterlo, come fatto già da altri ringrazio soprattutto gli uffici, che ci hanno dato una mano nel lavoro delle Commissioni sul provvedimento.
Ripeto che questa legge non è un punto di arrivo, ma è un punto di partenza. Ci vogliono le linee di intervento, così come altre leggi che contribuiscano a realizzare quel contesto, in cui la nostra Regione potrà trovarsi a partecipare, della società, dell'economia e della conoscenza e in questo modo essere competitiva nell'Europa e, con l'Europa, nel mondo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Cercherò nel mio intervento di evitare il più possibile ripetizioni su temi già evocati da tutti i Consiglieri di maggioranza e di opposizione sui quali siamo d'accordo.
Ci teniamo però in premessa anche noi a sottolineare e a far rilevare come questo progetto di legge è il frutto di un lavoro costruttivo di convergenza vera sui contenuti che è stato fatto nel gruppo di lavoro e nelle diverse Commissioni che se ne sono occupate.
Come ricordava il Consigliere Vignale, è auspicabile che vi sia convergenza su alcuni punti qualificanti della legislatura, come è questo.
Sarei un po' preoccupato se questa convergenza andasse oltre i limiti fisiologici della dialettica maggioranza-opposizione.
Detto questo, mi pare di dovere sottolineare che questo costituisce però un precedente positivo su una legge di grande importanza, che ha avuto una lunga incubazione e che vede la luce in questo inizio di legislatura.
Tuttavia, come veniva sottolineato, questo è un punto di partenza, è una risposta significativa e importante. Tutti gli indicatori economici e sociologici ci dicono che, per come è costruita la nostra Regione, la crescita economica passa oggi inevitabilmente da un di più di formazione di ricerca ed innovazione, e questo è un elemento assolutamente imprescindibile, se vogliamo costruire prospettiva e futuro di sviluppo per la nostra Regione.
La legge è un punto di partenza, ma gli emendamenti che abbiamo presentato come gruppo della Margherita - e mi permetto di ringraziare gli uffici, i colleghi e l'Assessore - che sono stati in larga misura accolti e che ritroviamo nella legge, vanno innanzitutto nel senso di mettere sullo stesso piano la legge e i programmi attuativi della legge. Credo che ci debba essere un percorso di continuità ed anche un percorso di continuità temporale, cioè noi tutti dobbiamo prenderci un impegno preciso di discutere e di approvare, nei tempi che abbiamo previsto nella legge, anche i programmi attuativi.
Su questo ci siamo riservati un compito ed una responsabilità importante come Consiglio regionale, che dobbiamo saper attuare; questa responsabilità, siccome questo è un provvedimento largamente atteso, la dobbiamo sapere attuare nei tempi previsti dalla legge. Non si capirebbe un'approvazione che noi tutti auspichiamo rapida della legge ed un prolungamento a dismisura invece dell'attuazione poi dei programmi.
Noi mettiamo sullo stesso piano le due questioni perché ci paiono entrambe fondamentali.
Inoltre, vorrei sottolineare alcuni nodi problematici e critici a cui questa legge dà una prima risposta, ma rispetto ai quali dovremmo dare risposte nei programmi attuativi. È già stato ricordato prima che partiamo in Piemonte da una situazione positiva sul piano degli investimenti della ricerca; pur tuttavia partiamo da una situazione in cui la percentuale di investimenti di ricerca sul PIL era superiore da parte degli investitori privati rispetto agli investitori pubblici. Quindi, è importante che questo stanziamento così consistente (270 milioni di Euro nei prossimi tre anni) serva anche a riequilibrare questo rapporto perché questo consenti di creare corresponsabilità, integrazione ed un volano positivo di integrazione tra politiche pubbliche e politiche private.
Il primo nodo è quello che riguarda la piccola e media impresa, che è una delle strutture portanti del nostro sistema produttivo.
Abbiamo valutato positivamente l'inserimento dei rappresentanti della piccola impresa nel comitato ristretto e valutiamo positivamente anche l'inserimento dei rappresentanti delle Confederazioni artigiane, e mi permetterei di dire - l'ha ricordato l'Assessore prima - anche nel gruppo più ampio dei rappresentanti del mondo dell'agricoltura, perché credo che anche il mondo agricolo sia chiamato da questo punto di vista ad una corresponsabilità. Infatti, il mondo agricolo già fa, a partire dagli ultimi anni, e questo mi pare significativo.
Occorre costruire un sistema della ricerca piemontese che veda coinvolti il numero più ampio di soggetti che operano in questo settore.
Il secondo punto è che, pur essendo lo stanziamento in termini di risorse economiche significativo, non si può e non si potrà fare tutto. Su questo bisogna essere altrettanto chiari, e quindi le linee attuative dovranno inevitabilmente individuare alcune linee strategiche su cui indirizzare le risorse e i progetti.
Da questo punto di vista, ci permettiamo di sottolineare come punto fondamentale che la ricerca non può essere sganciata dal territorio e dai territori della nostra Regione.
Questo ci pare un altro elemento fondamentale: noi dobbiamo costruire linee strategiche che tengano conto delle vocazioni dei diversi territori dei diversi Piemonti, e che siano coerenti con quelle vocazioni che si sono sviluppate nel tempo e che, anzi, rafforzino e sostengano quelle vocazioni che quasi sempre sono di piccole e medie imprese e di centri di ricerca.
Ricordo, ad esempio, l'ENEA, che si trova nella mia provincia, che oggi è in difficoltà.
Terza questione: un ruolo significativo alla ricerca di base pubblica.
Su questo abbiamo dapprima anche noi proposto e poi condiviso l'ordine del giorno, che vede come primo firmatario il Consigliere Vignale e, poi, il Consigliere Ricca, che va nella direzione di dare un ruolo significativo agli atenei, alle nostre università e ai centri di ricerca pubblici.
Quarta questione: il ruolo degli operatori della ricerca. Questo ci pare un elemento fondamentale. In questa legge le linee attuative devono servire anche per evitare - lo dico in termini anche un po' rozzi, ma è per capirci - la fuga dei cervelli migliori dalla nostra Regione verso altre parti del Paese, e all'estero. Dobbiamo creare le condizioni perché i nostri cervelli e i nostri centri di eccellenza rimangano qui e qui si sviluppi il meccanismo della conoscenza. Soprattutto, questi meccanismi devono essere sviluppati non più solo per prodotto, ma anche per processo.
La cosa più importante, oggi, quando parliamo di ricerca e innovazione, è la capacità di realizzare trasferimento tecnologico tra la ricerca di base e la ricerca avanzata, e poi il prodotto.
Oggi, il numero dei brevetti piemontesi è circa la metà, in riferimento al numero degli abitanti, rispetto ai prodotti brevettati in altre aree europee (penso ad alcune aree francesi o tedesche). Credo si debba alzare questo livello. Quindi, è necessario costruire le condizioni affinché gli operatori della ricerca abbiano un futuro garantito.
stato detto prima: noi non possiamo permetterci di creare condizioni per creare altri posti di lavoro, ma precari e a tempo determinato.
Bisogna costruire per i giovani e per i cervelli migliori del nostro territorio prospettive e garanzie di impiego in questo campo, che siano il più possibile a medio e a lungo termine, perché dobbiamo traguardare su questo a medio e a lungo termine.
La quinta questione - ed è la parte più difficile sul piano dell'applicazione - è la costruzione di un sistema della ricerca piemontese, cioè realizzare davvero l'integrazione tra soggetti pubblici e soggetti privati, il trasferimento della conoscenza. Su questo è necessario scendere in campo e destinare risorse su misure che riguardino la formazione alla ricerca. Questo mi pare un altro elemento fondamentale.
L'ultima questione, che riguarda più specificamente la legge, è relativa agli organismi che sono stati previsti dalla legge. Su questo abbiamo cercato di dare un contributo di semplificazione, di definizione delle funzioni di questi organismi. Credo che su questo vadano il più possibile evitate sovrapposizioni funzionali, che determinerebbero un appesantimento burocratico e graverebbero maggiormente sul raggiungimento degli obiettivi. Ritengo, però, che questo tema della costruzione degli organismi debba essere verificato dopo un periodo di attuazione della legge, cioè, dopo un paio di anni, dovremo verificare se questi organismi che abbiamo costruito vanno bene così oppure se necessitano di modifiche sul piano della partecipazione e della funzionalità per il raggiungimento degli obiettivi.
Sarà molto importante controllare e verificare, non solo da parte della Giunta, ma anche da parte del Consiglio, come verranno spesi questi soldi e se la spesa sarà funzionale al raggiungimento degli obiettivi e ai programmi che noi scriveremo nei prossimi due mesi.
Queste mi paiono le questioni significative che stanno dietro e che forse, sono le più importanti che devono emergere, a nostro avviso, insieme alla discussione e alla approvazione della legge. Ritengo sia quello che stiamo facendo oggi tutti insieme, ognuno nei propri ruoli e nelle proprie responsabilità, ed è un passo avanti significativo per garantire un futuro a livelli significativamente elevati per la nostra Regione, soprattutto ai giovani della nostra Regione, che qui vogliono vivere e costruirsi a loro volta un futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Signor Presidente, tempo fa ho conosciuto un giovane ricercatore giapponese che mi ha manifestato la sua preoccupazione per lo stato di salute del suo Paese, in quanto quell'anno il Governo aveva triplicato le spese per la ricerca. Per me è un'affermazione emblematica, che pu sembrare paradossale. Il Governo giapponese ha scelto di applicare i moderni studi sulla crescita endogena, che suggeriscono di aumentare le spese per la ricerca durante le fasi di recessione dell'economia, per rafforzare il sistema economico e consentirgli di affrontare le future sfide del mercato globale con attori e un sistema più competitivo.
una scelta che la dice lunga sul diverso approccio di quel Paese rispetto al nostro e alla realtà europea, che produce differenze nelle risorse messe a disposizione per ricerca e sviluppo, ma anche nella produzione di brevetti e nel numero di ricercatori impegnati, che la relazione al disegno di legge ben evidenzia.
In questo scenario, nonostante il suo buon posizionamento strategico a livello nazionale, in tema di ricerca e sviluppo, il Piemonte sta attraversando certamente una fase di stagnazione, se non di recessione, che richiede una serie di interventi mirati che potenzino le risorse investite in ricerca e sviluppo per assicurare l'aumento della competitività delle imprese locali e la crescita economica futura della Regione.
Questa legge è il risultato di una proposta della Giunta, ma anche di un ampio confronto e partecipazione dell'intero Consiglio, che ha utilizzato anche un lavoro svolto nella passata legislatura, che ha avuto momenti di consultazione non rituali, un confronto ampio con gli attori del sistema della ricerca - ricordo anch'io il seminario che si è svolto in questa sede e la conduzione della Commissione da parte della collega Pozzi.
Con questa legge, la Regione assicura una finalità ampia nell'organizzare promuovere e coordinare il sistema della ricerca piemontese all'interno dello spazio europeo della ricerca. Soprattutto, accompagna questa finalità con uno stanziamento triennale di risorse molto rilevanti. Nessuno lo ha ancora messo in evidenza: non si tratta solo di buone intenzioni, ma anche di concrete scelte di bilancio, che dicono della convinzione con la quale si sostiene l'idea di fondo, ben tratteggiata nel nostro programma, che è un po' la parola d'ordine in ogni dibattito sulle prospettive future del nostro Paese, tanto più della nostra Regione. Cioè, il fatto che la ricerca tecnologica è alla base dello sviluppo, che la competitività del Piemonte si gioca sulla ricerca e sulla capacità di trasferire innovazione sul mercato, per alimentare una nuova fase di industrializzazione avanzata. Gli esempi a cui riferirsi in questo senso non mancano certamente all'estero ma anche in Italia.
Credo che l'impalcatura di queste legge consenta al Piemonte di avviare un sistema di concertazione tra enti pubblici, atenei, fondazioni e imprese, offrendo il proprio contributo fondamentale per fare sistema, che è un'altra delle parole d'ordine fondamentali per fare massa critica e raggiungere risultati importanti.
Quindi, la legge è anche la dimostrazione che la nostra Regione sa ben affrontare il nuovo ruolo e le nuove responsabilità che discendono dalla propria potestà legislativa in materia.
Voglio sottolineare anche quelli che ritengo i cardini della legge e le azioni, puntualmente illustrate, che l'Assessore Bairati vuole mettere in campo.
Innanzitutto, l'intenzione di operare delle scelte. La ricerca ha bisogno di tempi medio-lunghi per dare risultati e non si può finanziare tutto. È necessario scegliere cosa finanziare e serve un sostegno per affrontare il lungo periodo. Fondamentale sarà la mappatura delle aree di sviluppo che si scelgono come prioritarie nell'arco temporale a medio e lungo termine.
Ritengo che l'approvazione delle linee generali di intervento costituiranno un passo fondamentale per dare efficacia all'attuazione di questa legge, che qualcuno, giustamente, ha definito legge quadro, legge cornice. Mi auguro anche che al percorso per arrivare prontamente all'approvazione delle linee generali di indirizzo possa seguire quell'iter condiviso che ha contrassegnato il percorso del disegno di legge.
Un altro aspetto importante è relativo alla valutazione costante dei risultati conseguiti. È già stato richiamato, ma vorrei nuovamente sottolinearlo per evidenziare anche un aspetto diverso. La necessità di ottimizzare l'effetto dei fondi messi in gioco è assolutamente prioritaria quindi, voglio richiamare l'Assessore su un aspetto. Si tratta non tanto di pensare solo ad una valutazione dei progetti e dei programmi finanziati ma, se così posso dire, anche della qualità dei laboratori e dei ricercatori, cui vanno destinate le risorse regionali. Penso a dei vincoli da porre a chi utilizzerà le nostre risorse, per evitare, per esempio, che nella scelta dei ricercatori, impegnati sui progetti che sosterremo prevalgano criteri - lo dico tra virgolette - di nepotismo, piuttosto che il parametro della meritocrazia.
Dire: "Ti do le risorse ma mi devi assumere due ricercatori laureati con 110 lode o che abbiano almeno una o due pubblicazioni, la cui valutazione è neutra e basata scientificamente", significa utilizzare criteri adottati a livello internazionale che, se applicati anche da noi, spingerebbero il sistema della ricerca a funzionare con meccanismi meritocratici che assorbirebbero capitale umano di alta qualità scientifica, e a bloccare meccanismi di cooptazione che a volte esistono e che hanno ridotto, a livello generalizzato, la produzione del sistema scientifico e aumentato l'esodo di validi ricercatori, che sono materia prima per la crescita scientifica e la diffusione delle innovazioni.
Val la pena, quindi, porre attenzione anche a questi aspetti che ritengo molto importanti; così come ritengo rilevante il ruolo che dovrà svolgere il Comitato regionale per la ricerca e l'innovazione, ma anche la Commissione scientifica.
Ho presentato un ordine del giorno di accompagnamento alla legge condiviso e sottoscritto da quasi tutti i Gruppi del Consiglio, per sottolineare alcuni aspetti di questi organismi che non ho avuto modo di evidenziare prima, nel corso del dibattito, in Commissione.
Per quanto riguarda il primo aspetto, relativo al Comitato per la ricerca, ho voluto richiamare l'importanza di valorizzare l'apporto di diversi organi essenziali, a partire dal Consiglio nazionale per la ricerca, ma soprattutto la necessità di integrare, secondo il mio punto di vista, la composizione del Comitato, per favorire una reale ricerca e collaborazione internazionale, con rappresentanti delle Regioni europee confinanti, per creare sinergie e un vero spazio europeo della ricerca e quindi, valorizzare quelle che nella legge, all'articolo 2, sono chiamate le collaborazioni internazionali.
Per quanto riguarda la Commissione scientifica, l'ordine del giorno evidenzia la necessità di andare oltre un compito meramente consuntivo per la medesima e di integrarne le competenze con l'attività di acquisizione di dati e di informazioni, relative alla produttività dei settori piemontesi al fine di intervenire tempestivamente nel caso in cui vi siano diminuzioni di produttività, con conseguenze negative sulla competitività e sulla qualificazione della forza lavoro. Il documento, inoltre, richiama la necessità di verificare le determinanti della crescita della produttività e le implicazioni a livello di benessere della Regione.
Infine, lascio un'altra considerazione all'Assessore e lo invito a riflettere se sia opportuno o meno pensare ad un'istituzione finanziaria regionale che si dedichi esclusivamente al finanziamento delle organizzazioni pubbliche e private, impegnate nell'attività di creazione e di trasferimento tecnologico.
Per concludere, un'ultima considerazione. Con questa legge, la Regione dà una risposta puntuale ad un'esigenza - evidenziata anche dal seminario che abbiamo organizzato - oggi più che mai sentita, e che è comune al mondo accademico, ai centri di ricerca, al mondo imprenditoriale, vale a dire quella di porre le condizioni per fare finalmente sistema per davvero e quindi, per valorizzare al meglio i punti forti del nostro potenziale scientifico, per creare un ambiente fertile e per diffondere la voglia di innovare.
Se questa è un'esigenza comune a tutti questi soggetti, voglio evidenziare come la Regione stia facendo la propria parte. Ciò implica che anche gli altri devono essere della partita e, in particolare, il mondo dell'impresa deve muoversi perché, a volte, resta il dubbio se vi sia in circolazione una forte energia imprenditoriale, decisa a muoversi in questo senso.
Penso che in Piemonte ci siano le condizioni per superare questo momento difficile, ma con questa legge, accanto alle idee, al lavoro, alle conoscenze e ai capitali, c'è uno strumento in più attraverso cui intervenire.
Se tutti faranno la loro parte, si può certamente guardare al futuro con maggiore ottimismo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Molto è già stato detto e la legge è già stata ampiamente analizzata ma vorrei richiamare alcuni concetti.
Il primo è sicuramente relativo all'impegno finanziario assunto dalla Regione. Ritengo che sia un impegno finanziario considerevole e occorre notare il fatto che tra la legge precedente, presentata nella scorsa legislatura, e quella attuale, la differenza sostanziale risiede in un molto più preciso e oneroso impegno finanziario che la Regione si assume.
Questo impegno è importante dal momento che sappiamo quanto, in Italia, la ricerca soffra proprio di mancanza di fondi. Ricordo che quando si discuteva, in quest'Aula, della legge detta del "buono scuola", avevamo proprio presentato i dati sul sottofinanziamento della ricerca a livello italiano.
In proposito, dobbiamo ricordare come, a livello nazionale, i finanziamenti siano gestiti in maniera, per quanto ci riguarda criticabile. Non possiamo dimenticare, ad esempio, che gran parte dei finanziamenti è prevista per il Centro di Biotecnologie Avanzate di Genova che dovrebbe indirizzare molte delle sue risorse - non è ancora operativo ma dovrebbe diventarlo - nel campo degli OGM.
La legge, come è stato sottolineato, si prefigge lo scopo di mettersi in gioco anche nel rapporto tra la ricerca pubblica e quella privata, e ha anche lo scopo di non far dimenticare che la ricerca non è solo la ricerca applicata, perché pensiamo che sia giusto aiutare anche la ricerca che non ha un'immediata ricaduta applicativa. Questo è importante, perché abbiamo visto le conseguenze di un fatto: la ricerca applicata, la ricerca privata (naturalmente essenzialmente applicata) ha una finalità immediata e deve avere un risultato immediato. Questo può essere giusto, non è condannabile in linea di principio, ma pone, a noi ambientalisti, alcuni problemi.
Il primo problema, finora non sollevato e che non posso fare a meno di non sollevare, riguarda le scienze biotecnologiche.
In quest'Aula, qualcuno ha parlato di ricerca non solo industriale,ma anche legata all'agricoltura. È condivisibile, ma il problema è che non possiamo dimenticare che, negli ultimi anni, gran parte della ricerca verte sulle biotecnologie. Nello stesso tempo, non possiamo dimenticare che la Regione Piemonte è stata una Regione che ha scelto, da tempo, una strada ben precisa per quanto riguarda le biotecnologie.
Personalmente, non penso che la ricerca sulle biotecnologie sia criticabile, condannabile o non accettabile in linea di principio; tutta la ricerca va seguita, compatibilmente con le forze che si hanno. Non mi sognerei mai di dire a un ricercatore quello che deve e quello che non deve fare. Abbiamo alcuni problemi sull'applicazione di alcune ricerche; abbiamo alcuni problemi sulle ricadute che possono avere le ricerche, nel settore delle biotecnologie.
Questa legge avrà un grande compito: rilanciare la ricerca e, nello stesso tempo, valorizzare quello che credo sia un ruolo importante delle pubbliche istituzioni, ovvero, un ruolo - se dire controllo può sembrare troppo duro - di indirizzo, per quanto riguarda la ricerca. Voglio dire sempre relativamente alle ricerche sugli OGM, che, in campo internazionale molti hanno messo in atto la ricerca applicata delle industrie, ma poco hanno fatto per la ricerca pubbliche relativa alle ricadute che certi applicazioni biotecnologiche potevano comportare per la vita di tutti noi.
Come diceva qualche Consigliere, questa è una legge importante, una legge che dobbiamo verificare e seguire nella sua applicazione perché, essendo un campo estremamente interessante e molto ampio, con grandi possibilità di ricadute in molteplici direzioni, inizia in questi giorni il suo cammino ma dovrà essere seguita nel corso del tempo.



PRESIDENTE

Come concordato, non ci sono altri interventi sulla discussione generale.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Iscrizioni all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 157 "Situazione stabilimento Pernigotti di Novi Ligure", presentato dai Consiglieri Cavallera, Ghigo e Cotto e dell'ordine del giorno n. 169 "Situazione stabilimento Pernigotti di Novi Ligure", presentato dai Consiglieri Deambrogio, Clement, Dalmasso, Valloggia, Barassi e Bossuto


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

In previsione degli ordini del giorno e partendo dal presupposto che si era concordato di terminare a questo punto la discussione sul disegno di legge sulla ricerca, anche se ci rendiamo conto delle difficoltà dell'Assessore Migliasso ad essere presente, al di là di ciò, vista l'urgenza degli ordini del giorno, noi saremo dell'idea di approvarli comunque, in questa seduta, salvo trovare il modo di confrontarsi con l'Assessore in Commissione o in Aula per approfondire le questioni. Volevo chiedere, se fosse possibile, iscrivere all'unanimità due ordine del giorno, quello presentato dal nostro Gruppo, sulla crisi dello stabilimento Pernigotti di Novi Liguri, e quello presentato dal Gruppo di Rifondazione Comunista che ha contenuti similari. Questi ordini del giorno hanno lo stesso significato di quelli che stiamo votando per le crisi industriali di Asti, per il Canavese. Hanno senso se sono approvati tempestivamente dovevano essere approvati prima di Natale, ma sono passate tre settimane.
Chiedo se c'è l'accordo per iscriverli all'unanimità, così possiamo metterli in votazione.



PRESIDENTE

Pertanto, oltre agli ordini del giorno già esistenti, c'è la richiesta di inserire due ordine del giorno, rispettivamente rubricati al n. 157 e al n. 169, sullo stesso argomento. La richiesta del Consigliere Cavallera è di darli per acquisiti.



(L'Aula tacitamente acconsente all'iscrizione degli ordini del giorno di cui alla richiesta del Consigliere Cavallera)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame mozione n. 117 inerente a "Rischio di chiusura per decine di imprese fornitrici della Collins &Aikman Italia", presentata dai Consiglieri Vignale, Boniperti, Botta, Casoni e Ghiglia


PRESIDENTE

Procediamo quindi alla discussione congiunta degli ordini del giorno di cui ai punti 11-12-13-14, nonché degli ordini del giorno 157 e 169 precedentemente iscritti Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 117, presentata dai Consiglieri Vignale, Boniperti, Botta, Casoni e Ghiglia, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 117 avente per oggetto "Rischio di chiusura per decine di imprese fornitrici della Collins Aikman Italia", presentato dai Vignale, Boniperti, Botta, Casoni e Ghiglia il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto che la Collins &Aikman Automotive Company Italy s.r.l., impresa operante nel settore della componentistica per auto con stabilimenti a San Benigno Canavese, Frosinone e Cassino, è stata ammessa alla procedura di Administration ai sensi e per gli effetti dell'Insolvency Act 1986 di diritto inglese, nonché per effetto dell'Administration Order emesso dall'Alta Corte di Giustizia di Londra in data 15 luglio 2005 considerato che in seguito a tale decisione del diritto inglese la società controllante Kroll ha annunciato a molti fornitori che sospenderà i pagamenti per il lavori svolti fino al 15 luglio e che invece pagherà in contanti tutte le forniture fatturate dal 15 luglio in poi rilevato che Kroll, alle imprese che hanno svolto lavori prima del 15 luglio nella riunione del 20 settembre con i creditori tenutasi a Roma, ha annunciato che i pagamenti dei lavori già svolto avverranno entro due anni per un massimo del 30% dell'importo reale; sottolineato che decine di piccole imprese piemontesi hanno fatturato prima del 15 luglio alla sopraccitata azienda lavori per decine di milioni di euro e che, pertanto un ritardo e una riduzione così consistente dei pagamenti rischia d far fallire o di mettere in ginocchio imprese sane con una reale perdita di posti di lavoro per alcune migliaia di unità impegnano il Presidente della Giunta e l'Assessore competente ad intervenire al più presto, affinché: la Regione garantisca le imprese creditrici, le quali rischiano di avere richieste di rientro da parte degli Istituti di Credito ai quali non potrebbero far fronte, hanno necessità della garanzia dell'Ente relativamente alle aperture di credito. La Regione istituisca un fondo 'Sezione crisi industriali' al fine di garantire l'erogazione di finanziamenti agevolati per le imprese della Regione che attendono il pagamento di crediti da parte di imprese che sono vincolate da provvedimenti concorsuali i quali impediscono il recupero coattivo del credito nelle forme e nei tempi previsti da legge ordinaria. L'Ente si attivi nei confronti dei nuovi temporanei amministratori (Joint Administrator), al fine di garantire certezza nei tempi nella quantità dei pagamenti alle imprese fornitrici relativamente al lavoro svolto prima del 15 luglio".
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 136 inerente a "Crisi occupazionale all'azienda Diebold di Ivrea", presentato dai Consiglieri Clement, Ricca, Auddino Bizjak, Comella, Robotti, Spinosa, Ferrero, Bossuto, Deambrogio, Pichetto Fratin, Rossi, Pizzale e Turigliatto


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 136 presentato dai Consiglieri Clement, Ricca, Auddino, Bizjak, Comella, Robotti, Spinosa Ferrero, Bossuto, Deambrogio, Pichetto Fratin, Rossi, Pizzale e Turigliatto, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 136, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che la Diebold di Ivrea, alle cui dipendenze lavorano ottanta occupati, pur non avviando la procedura di mobilità ha preannunciato e minacciato la chiusura totale della sua attività per delocalizzazione considerato che la suddetta Azienda è leader in Italia nella progettazione di impianti bancomat, non è soggetta a crisi di mercato, non è in crisi di liquidità e presenta bilanci in attivo; il personale di suddetta Azienda è mediamente giovane ed in possesso di professionalità elevata, essendo un'azienda che svolge unicamente attività di progettazione rilevato che in data 3 gennaio 2005 è stato firmato presso il Ministero del Lavoro un accordo per CIGS straordinaria nel quale l'azienda si impegna a presentare un piano di rilancio, peraltro mai presentato, senza ricorrere ad alcuna riduzione di personale; l'eventuale decisione di chiudere l'attività dell'unità di Ivrea da parte della multinazionale americana trae la sua motivazione unicamente nella volontà di delocalizzazione in altri Paesi con costi del lavoro e diritti del lavoratori inferiori per garantirsi utili più elevati; considerato che è assai deleterio sotto il profilo occupazionale ed industriale correre il rischio di perdere aziende che svolgono attività di ricerca e progettazione preziosa per la loro attività, esperienza, professionalità maturate; il territorio del Canavese ha già pagato e continua a pagare pesantemente dal punto di vista occupazionale sulle aziende nate dalla ristrutturazione e dalle ceneri della Olivetti impegna la Giunta regionale ad intervenire urgentemente presso l'Azienda Diebold Italia, affinché vengano poste in essere tutte le azioni per il mantenimento dei siti produttivi e dei livelli occupazionali di Ivrea e San Mauro Torinese; a sollecitare il Governo affinché si faccia garante del rispetto dell'accordo del 3 gennaio 2005 da parte dell'Azienda stessa".
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 41 inerente a "Crisi industriale dell'astigiano", presentato dai Consiglieri Motta, Cotto, Robotti e Spinosa - collegate interrogazioni n. 116 inerente a "Grave crisi occupazionale alla Gate di Asti", presentata dal Consigliere Robotti e n. 246 inerente a "Crisi Arvin Meritor di Asti", presentata dalla Consigliera Motta


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 41 presentato dai consiglieri Motta Cotto, Robotti e Spinosa, di cui al punto 13) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 41, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che tute le ricerche più recenti e autorevoli confermano il declino industriale del Piemonte, che in pochi anni è passato dall'essere la terza regione d'Italia al ricoprire la settima posizione premesso ancora che in Piemonte stanno diventando sempre più gravi le conseguenze economiche e sociali delle politiche di delocalizzazione, in particolare quelle attuate dalle società multinazionali, che, per ragioni di riduzione dei costi della mano d'opera, decidono per il ridimensionamento o per la chiusura di aziende presenti sul territorio piemontese (Imbraco di Riva di Chieri, TMI di Vercellli, Mattel di Novara Arvin Meritor e Gate di Asti, etc.) premesso ancora che si sta aggravando la crisi industriale del territorio della Provincia di Asti, che in questi anni ha conosciuto la chiusura di diverse aziende, tanto che la disoccupazione è salita dal 2,9% nel 2003 al 5,1% nel 2004 considerato che il Sindaco da tempo denuncia la logica speculativa che pare caratterizzare un'imprenditoria che non investe su ricerca e tecnologia, operando scelte industriali disastrose nei confronti dei lavoratori e determinando, di conseguenza, disastri sociali ed economici accertato che si registra grave preoccupazione per la sorte dell'Arvin Meritor di Asti (proprietà americana, produttrice di ammortizzatori per auto, impiega 413 dipendenti e ancor più nell'indotto) tanto che il Comune di Asti, la Provincia di Asti e i lavoratori hanno dato vita a un soggetto giuridico-economico plurimo (la Nuova Waya Assalto), che ha il compito di intervenire per il rilancio dell'Arvin Meritor e di affrontare le altre situazioni di crisi industriali dell'Astigiano accertato ancora che la GATE di Asti, azienda leader in Europa nella produzione di elettroventilatori per il sistema di raffreddamento dei radiatori (motorini e ventole) e di proprietà della multinazionale cinese Jonhson Eletric con sede generale ad Hong Kong, ha comunicato di voler trasferire la totalità della produzione dei motori elettrici in Cina lasciando alla sede artigiana il puro assemblaggio delle parti, il che comporterebbe un esubero strutturale di personale di circa 200-260 unità i sindacati denunciano il rischio di una possibile dissolvenza dell'intera unità produttiva, che occupa attualmente circa 700 lavoratori, a cui si devono aggiungere altri 400 lavoratori dell'indotto accertato ancora che alle crisi dell'Arvin Meritor e della Gate vengono ad aggiungersi quelle della HTL (recentemente chiusa) e della C.E.SET di Castell'Alfero (motori elettrici, 450 addetti) che dopo aver cambiato denominazione in Emerson Appliance Motor Europe, ha annunciato la cassa integrazione per 200 lavoratori, e le conseguenze negative sul territorio artigiano delle difficoltà dell'Embraco di Riva Chieri tutto ciò premesso, considerato e accertato chiede al Presidente della Giunta Mercedes Bresso di agire presso il Governo affinché riconosca lo stato di crisi del territorio artigiano e assuma interventi strutturali a sostegno dell'occupazione, affinché si creino le condizioni dello sviluppo e venga evitato il ridimensionamento delle aziende oggi in crisi di chiedere al Governo di adoperarsi per far inserire l'Astigiano nelle aree a declino industriale della UE e per ottenere aiuti speciali da parte della stessa UE, che consentano alle aziende artigiane di tornare competitive di convocare gli Stati Generali dell'Astigiano, al fine di elaborare un piano complessivo di interventi, in particolare nel settore dell'innovazione e della ricerca di adoperarsi per rendere più incisivo sul territorio artigiano l'operato dell'ITP (Agenzia per gli investimenti a Torino e in Piemonte) di intervenire a sostegno della Nuova Waya Assalto, affinché gli enti locali e i lavoratori non vengano lasciati soli nella gestione della crisi dell'Arvin Meritor".
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 159 inerente a "Situazione di crisi del canavese", presentato dal Consigliere Ricca


PRESIDENTE

Passiamo al punto 13) all'o.d.g. che prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 159, presentato dal Consigliere Ricca.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 159, il cui testo recita: "Atteso che la situazione occupazionale e produttiva del Canadese è caratterizzata da una serie di processi di riorganizzazione delocalizzazione e chiusura di attività (Oliit, Diebold, Wind, Getronics Cms, Finmek, Pluritec, Lamat, Elettrometallurgica, Novelis, Itca, Mvo Pininfarina, Cvo, Eaton, Olivetti Agliè, e tante altre), che in seguito alla scomparsa della Olivetti S.p.A. hanno determinato uno stato di crisi strutturale dell'area canadese. con la perdita di migliaia di posti di lavoro considerato che non tutte le situazioni sono riconducibili alla crisi della singola realtà produttiva e al posizionamento sul mercato, ma in alcuni casi sia plausibile pensare a riorganizzazioni rispondenti a discutibili criteri di 'ottimizzazione del profitti'.
Preso atto che le tradizionali modalità di gestione degli ammortizzatori sociali quale strumento per accompagnare i lavoratori all'acquisizione dei requisiti pensionistici sono di fatto non esaustivi per una realtà che vede coinvolti lavoratori di 'fascia giovane' , che dopo un periodo di mobilità si ritroverebbero disoccupati a tutti gli effetti.
Appurato che la Provincia di Torino sta approntando un Piano Strategico per il rilancio dello sviluppo in Canavese conseguente ai recenti Stati Generali del Canavese svolti a Ivrea e che la risposta alla situazione di crisi del Canavese sarà efficace solo se anche le Istituzioni sapranno 'fare sistema'.
Ricordate le positive azioni di sostegno messe in atto dalla Regione Piemonte per le realtà della Embarco S.p.A. e Fiat S.p.A. Il Consiglio Regionale del Piemonte impegna la Giunta Regionale di attivare, in raccordo con la Provincia di Torino e i Comuni interessati, iniziative di intervento a sostegno dello sviluppo dei Canavese ed in particolare: ad accelerare l'iter di definitiva approvazione e cantierabilità dei progetti già inseriti come strategici nella pianificazione del Patto Territoriale del Canavese, stanziando le necessarie risorse; a definire un nuovo 'Piano Strategico' di intervento per delineare e sostenere nuovi percorsi di sviluppo dell'area canavesana; ad attivare ogni possibile azione volta a scongiurare l'aggravarsi della situazione occupazionale, anche creando iniziative capaci di esercitare la necessaria 'pressione politica' utile a condizionare ed evitare in particolare le scelte dettate da ampi margini di discrezionalità, non strettamente legate a situazioni di difficoltà produttiva o di mercato delle aziende interessate e che penalizzano pesantemente il territorio, con l'abbandono del lavoro e la conseguente dispersione delle conoscenze costruite ed accumulate con il tempo".
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 157 inerente a "Situazione stabilimento Pernigotti di Novi Ligure", presentato dai Consiglieri Cavallera, Ghigo e Cotto


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 157 presentato dai Consiglieri Cavallera, Ghigo e Cotto.
Indìco la votazione palese su tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che lo stabilimento Pernigotti di Novi Ligure costituisce una storica e rilevante attività produttiva per il territorio e contribuisce a qualificare il settore dolciario locale rafforzandone la reputazione sia a livello nazionale sia internazionale rilevato che detto stabilimento Pernigotti versa in una situazione tale da creare preoccupazione in merito all'andamento della produzione, all'assetto proprietario e all'occupazione considerati i timori dei lavoratori per le condizioni di incertezza dell'unità produttiva rilevati l'avvio di un processo finalizzato alla vendita dello stabilimento, di cui non sono ancora noti i risultati, la mancanza di un piano industriale e l'annunciata riduzione degli organici riconosciuto che uno dei punti di forza dell'azienda è rappresentato proprio dalla diversificazione delle produzioni abbinate al marchio invita la Presidente della Giunta regionale a manifestare la contrarietà della Regione in merito ad uno smantellamento delle produzioni che caratterizzano la Pernigotti, adottando i provvedimenti di competenza per salvaguardare la permanenza dell'unità produttiva e favorirne il rilancio contrastando eventuali intenti speculativi sull'area dello stabilimento".
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 169 "Situazione stabilimento Pernigotti di Novi Ligure", presentato dai Consiglieri Deambrogio, Clement, Dalmasso Valloggia, Barassi e Bossuto


PRESIDENTE

Esaminiamo, infine, l'ordine del giorno n. 169 presentato dai Consiglieri Deambrogio, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la situazione dello Stabilimento Pernigotti di Novi Ligure sta attraversando un serio momento di crisi; che la Pernigotti, fondata nel 1860, risulta essere un marchio storico per Novi e il novese con una realtà produttiva qualificante per il settore dolciario non solo locale ma anche a livello nazionale e internazionale verificato che a tutt'oggi non si conoscono ancora gli esiti del processo avviato nei mesi scorsi con l'incarico dato a Mediobanca di valutare il valore dell'azienda appreso che il Comune di Novi Ligure ha approvato all'unanimità un documento che esprime preoccupazione nei riguardi dell'andamento produttivo, dell'occupazione e dell'assetto produttivo dell'azienda che in relazione alla mancanza di un piano industriale ed all'annunciata riduzione degli organici. Il Comune di Novi Ligure ha chiesto al Gruppo Averna, proprietario dello Stabilimento Pernigotti, l'avvio di un serio confronto con le rappresentanza sindacali dei lavoratori per un salvaguardare l'unità produttiva e il marchio della Pernigotti; impegna la Presidente della Giunta Regionale e gli Assessori competenti ad attivarsi presso la proprietà dell'Azienda affinch quest'ultima renda tempestivamente noto il piano industriale ed i conseguenti livelli occupazionali; ad adottare ogni provvedimento di propria competenza al fine di garantire la permanenza ed il rilancio dell'unità produttiva, nonché scongiurare un ulteriore calo occupazionale".
Il Consiglio approva.
Prima di chiudere i lavori, ricordo che la Conferenza dei Capigruppo si terrà domani alle ore 14.00.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.17)



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