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Dettaglio seduta n.535 del 02/02/10 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


COTTO MARIANGELA



(Alle ore 10.00 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



GARIGLIO DAVIDE



(La seduta ha inizio alle ore 10.39)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Buquicchio, Comella Ferraris, Manolino, Moriconi, Pizzale, Placido, Rabino, Robotti, Rostagno Rutallo e Valloggia.


Argomento:

b) Non impugnativa legge regionale 9 dicembre 2009, n. 31


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 28 gennaio 2010, la seguente legge regionale ed ha deliberato la non impugnativa: Legge regionale 9 dicembre 2009, n. 31: "Istituzione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza".


Argomento: Variazioni di bilancio

c) Deliberazioni variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2009


PRESIDENTE

La Giunta regionale in data 25 gennaio 2010 ha trasmesso, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte) n. 8 deliberazioni del 2 novembre 2009, n. 14 deliberazioni del 7 dicembre 2009, n. 2 deliberazioni del 30 dicembre 2009. Gli allegati a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Comunico che sono pervenute venti richieste d'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.
Richiesta iscrizione all'o.d.g. rubricata n. 1) presentata dai Consiglieri Dutto, Novero e Filiberti: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 1166, avente ad oggetto "Modifica del Regolamento regionale, disciplina delle concessioni del Demanio e della navigazione interna del Piemonte" all'o.d.g. della seduta odierna.
La parola al Consigliere Dutto, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Chiedo cinque minuti di sospensione per una valutazione sulle inversioni.



PRESIDENTE

Consigliere Dutto, se non ci sono indicazioni in senso contrario accoglierei la sua proposta. Sospenderei la seduta e convocherei una Conferenza dei Capigruppo, in sede politica, in Sala A. Il Consiglio riprende alle ore 10.50.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.41 riprende alle ore 11.20)


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media statale "Dante Alighieri" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola media statale "Dante Alighieri" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato una lunga serie di inversioni e di inserimenti all'o.d.g. che hanno chiaramente lo scopo di bloccare i lavori del Consiglio. Per quale motivo? Al punto 5) dell'o.d.g. sono previste delle Nomine. Riteniamo assurdo, a fine legislatura, proprio alle ultime sedute di Consiglio, procedere almeno ad una parte di queste nomine, che sono estremamente importanti. Riteniamo che tali nomine debbano essere fatte nella prossima legislatura, dalla maggioranza che risulterà vittoriosa dopo le elezioni e che avrà la potestà di governo.
Pertanto, chiediamo che il punto 5) non venga trattato. Se la maggioranza accetterà tale richiesta, ritireremo tutte le inversioni e gli inserimenti all'o.d.g. presentati e potremmo procedere con i lavori.



PRESIDENTE

Il Consigliere Travaglini ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



TRAVAGLINI Marco

La proposta avanzata dal Consigliere Dutto, posta in tal modo, non è sicuramente una proposta brillante sulla quale si possa convenire a cuor leggero.
Tuttavia, l'interesse principale di questo Consiglio è affrontare e approvare una serie di provvedimenti importanti. Pertanto, non dobbiamo ostacolare questo processo e se si tratta di rinviare, in questa seduta, il punto 5) all'o.d.g. siamo anche disponibili.
Siamo anche dell'idea che dobbiamo evitare atteggiamenti di ostruzionismo spinto come quelli annunciati. Non vorrei che ogni volta si usasse tale atteggiamento e non si affrontassero, in tale modo, questioni determinanti per l'intera comunità piemontese. Sul non affrontare, nella seduta odierna, il punto n. 5), possiamo anche convenire. Tuttavia, ci riserviamo di fare una riflessione sulle nomine perché non condividiamo l'opinione espressa dal Consigliere Dutto, non condividiamo nel merito. Ma se oggi serve a sbloccare i lavori del Consiglio e ad andare avanti sull'o.d.g. previsto e approvare anche molti provvedimenti e leggi che sono all'esame del Consiglio, siamo favorevoli. Siamo qui per lavorare e non per rimanere bloccati in un meccanismo di veti incrociati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Essendo il punto 5), dopo il punto 3) e il punto 4), non comprendo perché l'eventuale ostruzionismo, con tutta la sua potenza di fuoco, non venga sviluppato una volta approvati i punti 3) e 4). Farebbe lo stesso effetto se il problema, alla base dell'ostruzionismo, è quello delle nomine.
Volevo segnalare un'altra questione. Il 25 gennaio è stato presentato dalla Consulta delle Elette un video avente per oggetto "Donne in politica", riguardante le Consigliere regionali elette dal 1970 ad oggi. In questo video, come è stato denunciato da più parti, mancano totalmente le Consigliere elette nelle liste dell'allora Partito Comunista Italiano.
Un'ex Vicepresidente di questo Consiglio, Marchiaro, le ha scritto Presidente, una lettera chiedendole conto di questo fatto, esprimendo, in nome delle ex Consigliere del Partito Comunista, il disagio e la disapprovazione in merito. Non chiedo una risposta oggi, perché dobbiamo approvare il bilancio. Tuttavia, vorrei ricordare che dell'allora Partito Comunista si può pensare tutto il bene e tutto il male possibile, ognuno lo valuta a proprio modo, ma cancellare da un video, dalla storia di questo Consiglio regionale, un numero non piccolo di Consigliere regionali elette in questo partito, è un fatto negativo.
Non uso il termine revisionismo che usiamo per mille altre questioni ma lo ritengo un fatto di cattivo gusto, di dimenticanza voluta oppure un errore che, anche dal punto di vista storico, mi sembra estremamente grave.



PRESIDENTE

Sulla questione, Consigliere Dalmasso, essendo di competenza dell'Ufficio di Presidenza, ed essendo stata in particolare seguita dalla Presidente della Consulta delle Elette, Vicepresidente Cotto, la stessa è in grado di darle una risposta immediata.
La parola alla Vicepresidente Cotto, che interviene in qualità di Presidente della Consulta delle Elette; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Voglio rassicurare il collega Dalmasso che non si è trattato né di volontà di revisionismo né di cattivo gusto, nel modo più assoluto. La Consulta delle Elette era partita per fare una pubblicazione che riportasse gli interventi delle Consigliere durante tutta l'attività svolta in Consiglio regionale. Purtroppo pochissime hanno risposto alla richiesta di contenere in tre paginette la sintesi degli argomenti che avevano a cuore di vedere pubblicati. Allora, su suggerimento di un'ex Consigliera e di un ex Assessore, abbiamo optato per il documentario in DVD e la preoccupazione è stata quella di dare priorità agli Assessori, proprio perché il DVD voleva essere un invito alla partecipazione delle donne alla politica e non un invito al sostegno di candidature.
Abbiamo cercato di tenere un discorso equilibrato tra centrodestra e centrosinistra, tant'è che le interviste - perché tengo a sottolineare che nel DVD ci sono le schede di tutte e 47 le donne Consigliere e Assessore dovevano essere 12, limitate poi a 11 per esigenze di tempo.
Nelle interviste compaiono donne che forse non erano del PCI inizialmente: cito Mercedes Bresso, Giuliana Manica, Paola Pozzi, così come cito la Consigliera Simonetti di Rifondazione Comunista. Se andiamo a guardare, sulle 11 donne intervistate, sette sono del centrosinistra e quattro del cosiddetto centrodestra.
Non abbiamo pensato - può essere un errore, che comunque non è neanche stato corretto ed evidenziato dagli uffici che custodiscono le memorie storiche - alle correnti democristiane, così come non abbiamo pensato alle componenti comuniste: andavamo oltre questo discorso.
Nulla vieta che il prossimo Consiglio e la prossima Consulta delle Elette, nel percorso della formazione, dell'informazione, della sensibilizzazione su questi temi, possa produrre altri DVD dando maggior risalto alle donne comuniste.
Quindi, si può trattare di una dimenticanza non voluta, perch l'equilibrio non era tanto sulle componenti o sulle correnti, ma sui temi da trattare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Solo due piccole note. La prima: già nella seduta della scorsa settimana avevo avuto modo di sottolineare l'importanza di un intervento da parte dell'Ufficio di Presidenza rispetto alla pubblicazione di sondaggi incompleti e quindi non scientificamente attendibili. Dato che questa prassi di pubblicare sondaggi incompleti continua - anche nelle ultime giornate sono stati pubblicati dagli organi di informazione sondaggi che non presentano la completezza dell'intero arco politico regionale - ritengo opportuno che, proprio per una questione innanzitutto di scientificità da parte degli Uffici demoscopici e poi anche per una corretta informazione l'Ufficio di Presidenza si faccia carico di una comunicazione agli organi di informazione e agli istituti demoscopici in cui richieda che, se si fanno i sondaggi, si facciano con i crismi di scientificità che detti sondaggi richiedono.
Un'altra questione riguarda invece la pubblicazione del giornale Notizie della Regione Piemonte. In questo numero di Notizie della Regione Piemonte non è stato pubblicato l'articolo del Gruppo dei Verdi Verdi. Dato che non è la prima volta che succede - è già la seconda volta che il nostro articolo non viene pubblicato - e dato che è presente qui la ricevuta dell'invio dell'articolo nei tempi prescritti, gradirei avere una risposta.
Poiché è già la seconda volta che si ripete la stessa situazione gradiremmo conoscere le motivazioni per cui sul giornale della Regione Piemonte non appaiano gli articoli del Gruppo dei Verdi Verdi.



PRESIDENTE

Collega Lupi, m'impegno a dargliela nel giro di pochi minuti, appena avrò avuto una comunicazione in merito.



LUPI Maurizio

La ringrazio, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Segretaria Spinosa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



SPINOSA Mariacristina

Grazie, Presidente.
Io sono a chiedere il sollecito dell'iscrizione all'o.d.g. della prossima seduta, o anche di oggi se possibile, della proposta di legge presentata nel 2007 e licenziata dalla competente Commissione ad aprile 2009, avente per oggetto "Tutela e valorizzazione del patrimonio storico archivistico delle donne in Piemonte". La discussione era già stata sollecitata con lettera scritta ad ottobre 2009 e la proposta di legge era già stata inserita nell'o.d.g. dei successivi Consigli regionali, senza essere discussa.
Ritengo importante portare a conclusione il lavoro svolto finora per varie motivazioni. Discutere e approvare in Aula la proposta di legge significherebbe portare avanti l'impegno che il Consiglio regionale ha dedicato in questa legislatura verso la tutela delle minoranze e delle diversità in tutti i campi e settori.
Ritengo importante portare avanti l'impegno che il Consiglio regionale ha profuso in questa legislatura nella tutela delle pari opportunità delle donne e di tutti.
Segnalo una particolare attenzione su questa proposta di legge anche per la conservazione della memoria, elemento che appare di interesse colletti vo in quanto la memoria è un bene comune, una risorsa cui tutti possono attingere per continuare il cammino intrapreso sul piano culturale politico e sociale. Pertanto richiedo che venga iscritta all'o.d.g. questa proposta di legge, che è stata licenziata a maggioranza dalla competente Commissione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Spinosa. L'Ufficio Aula ne ha preso atto; valuteremo la sua richiesta nella prossima Conferenza dei Presidenti dei Gruppi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente. Mi spiace che non sia presente il Consigliere Travaglini, ma spero che i suoi colleghi ascoltino l'intervento e magari riferiscano.
Sarò velocissimo, solo per inquadrare il problema. Nel 1970, eletto Consigliere comunale, dissi a tutti, urbi et orbi: "Chiedete, che difender i vostri interessi e i vostri diritti". Un cittadino mi riferì che non gli lasciavano fare una casa e mi chiese di intervenire. Andando a controllare verificai che non poteva farla perché mancavano i requisiti e gli risposi: "Non puoi farla". Allora questo signore si rivolse al collega Consigliere anziano - all'epoca ero un ragazzino - e questi gli disse: "Mah, adesso vedremo, adesso vedrò". Dopo due anni al cittadino non diedero il permesso di fare la casa e lui andava in giro a dire: "Eh già, ma Novero non si è nemmeno interessato, invece l'altro è bravo".
In sostanza, ho imparato che a volte non è bello dire la verità nuda e cruda. Io continuo, nonostante tanti anni di battute, a dire la ve-ri-tà. A volte la vesto un po', non la dico nuda e cruda.
Prima ho apprezzato l'intervento del collega Dutto, il quale ha detto la verità nuda e cruda, e io adesso la vesto. Propongo che, siccome le nomine fatte in questo momento sanno di nomine... Insomma, propongo di non provvedere alle nomine, punto.



(Commenti in aula)



NOVERO Gianfranco

No, no: punto, l'argomento è chiuso.
Poi, avanzata questa proposta, parallelamente faccio un altro intervento e dico che noi abbiamo degli argomenti importanti che volevamo far discutere: abbiamo proposto delle inversioni di punti all'o.d.g.
eccetera. Siccome siamo preoccupati che il tempo a disposizione sia poco se fosse il caso, potremmo rivedere e ritirare queste richieste.
Dico anche un'altra cosa al collega Travaglini. C'è una legge, di cui sono co-relatore e di cui lui è relatore, che a mio parere, se volessimo passerebbe in cinque minuti. Ecco, metto a disposizione il tempo di intervento e mi sono già permesso di dire, chiacchierando, che probabilmente il mio collega Travaglini, che è molto serio, forse riterrebbe di fare lo stesso. Di conseguenza propongo, se il Consigliere è d'accordo, che i colleghi relatori chiedano il voto senza nemmeno parlare.
La legge sulla sentieristica è talmente condivisa, è talmente ad ampio raggio, che non vedo come non possa passare.
Ci fosse stata qualche obiezione di sostanza...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi.



NOVERO Gianfranco

Nell'ottica di arrivare a questa e magari ad altre approvazioni ampiamente condivise, suggerisco di passare alla legge riguardante quelle aziende che "abbandonano" dopo aver preso i contributi. In questo caso è più difficile, non si può dire: "Non ne parliamo". Cerchiamo di farla passare in quest'ottica. Pertanto, nell'ottica di far passare leggi come questa, potremmo anche non pretendere di discutere delle questioni cui teniamo molto e per le quali abbiamo chiesto un'inversione dell'o.d.g.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente. Approfitto della presenza in aula della Presidente Bresso, anche se non c'è l'Assessore allo sport, per chiedere se la Regione intende fare qualche passo rispetto alla questione riguardante l'impianto di Cesana Pariol per il bob.
Sembra che da mercoledì quest'impianto dovrà essere dismesso. È stata un'ultima coppa del mondo vinta da Zoeggeler con il solito straordinario risultato di un atleta italiano.
Poiché considero un errore la chiusura dell'impianto, anche in previsione dei Mondiali di slittino del prossimo anno che, in questo modo sarebbero annullati, vorrei capire se la Regione sta rispondendo alle richieste provenienti dal territorio, nella fattispecie dal Presidente della Comunità montana, e quale può essere il contributo che possiamo dare.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente alla gestione della pista di bob di Cesana Pariol (TO)


PRESIDENTE

Sulla questione, abbiamo la possibilità di avere una risposta in presa diretta da parte della Presidente della Giunta regionale.
La parola alla Presidente della Giunta, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie. Posso rispondere in presa diretta, essendo reduce dalla riunione della Fondazione XX Marzo che, come sapete, gestisce gli impianti ha fatto la gara e ha individuato il partner privato per la gestione dell'intera struttura olimpica.
Il partner privato aveva dato la disponibilità a gestire il bob, ma non a finanziare il suo mantenimento in funzione con il ghiaccio e quindi l'ammoniaca, che rappresenta il costo maggiore.
Il punto è il seguente: il sistema degli Enti locali, compresa la Regione, non è in grado di finanziare il mantenimento del bob in questa situazione, senza che lo Stato né il CONI né le Federazioni sportive accettino di contribuire alla sua gestione.
Il bob è, per definizione, un impianto che non ha economicità: più lo si utilizza più costa, perché il rifacimento continuo del ghiaccio, il mantenimento in sicurezza dell'ammoniaca, ha costi che non sono bilanciabili con gli introiti, qualunque sia il livello di utilizzo.
Era stato garantito all'origine che questo tipo di impianto si sarebbe mantenuto in attività fino al momento in cui ci fosse stata la disponibilità di Governo, CONI e Federazione Sport del Ghiaccio ad utilizzarli e a compartecipare al suo costo.
Finora ciò non è avvenuto. Oggi abbiamo concordato che la Fondazione XX Marzo, con le risorse che ha ancora, gestirà e manterrà l'ammoniaca in sicurezza per altri sei mesi, in modo da avere il tempo - siamo anche in un momento elettorale, di inizio di bilancio per Governo e CONI - di verificare con Governo, CONI e Federazioni, un'ulteriore volta, questa disponibilità.
Diversamente, non ci sono le condizioni economiche: questa struttura costa un milione all'anno e più, perché più si usa e più costa. Anche la Comunità montana non ha i soldi, perché li prende da noi, quindi ritengo che il tema non esista! Se qualcun altro vuole pagare, l'impianto è lì, tanto è vero che sarà mantenuto e utilizzato per attività ludiche che non richiedano l'utilizzo del ghiaccio e quindi dell'ammoniaca.
Pertanto, lo manteniamo per sei mesi e finanziamo, attraverso i fondi che la Fondazione XX Marzo ha ancora, il mantenimento in loco e in sicurezza dell'ammoniaca, in modo da avere il tempo di fare una valutazione.
Tuttavia, è stato chiarito con il Governo, il CONI e le Federazioni che eravamo disponibili solo a fronte di un impegno collettivo, cioè della decisione che quell'impianto venga utilizzato per tutti gli allenamenti italiani. Se non è così, è un ennesimo rifiuto, perché finora, pur essendo in pareggio la Fondazione XX Marzo, anzi finirà in attivo, non è stato caricato sulla cittadinanza della regione e della zona olimpica alcun costo.
Il bilancio della Federazione, attraverso il conferimento della gestione, andrà in pareggio e probabilmente anche in attivo, e noi non intendiamo caricare per sempre un costo così rilevante sulla collettività se non c'è un impegno formale, sia all'utilizzo sia alla compartecipazione al costo rilevante di mantenimento in funzione.
Diversamente, sarà una struttura di divertimento estiva. Come è noto, i bob hanno una durata di dieci anni, perché vengono superati tecnologicamente dai successivi, quindi l'obbligo che ci si era posti in origine con il Governo era di mantenere in funzione questa struttura per almeno dieci anni, attraverso un accordo che coinvolgesse tutti i soggetti potenziali utenti e definendo anche il numero di giorni d'uso nell'arco di una stagione, perché un impianto si mantiene in funzione se viene utilizzato e se regge finanziariamente.
Inoltre, posso confermare che la Fondazione completerà il proprio lavoro di trasferimento al nuovo gestore non solo senza costi, ma con un residuo che le consentirà di completare in questi anni le operazioni che deve fare e anche di diventare uno strumento per l'organizzazione di eventi futuri. Grazie.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Sull'ordine dei lavori, Presidente. Dopo aver appurato che la Fondazione XX Marzo ha un ruolo, perché ci siamo anche chiesti che ruolo avesse in seguito alle gare, adesso che l'ammoniaca riuscirà a dare continuità, chiedo, Presidente, se è possibile avere, magari anche oggi pomeriggio o domani, una comunicazione sulla vicenda Aviapartner di Caselle.
Mi spiace, perché so che il 28 c'è stata una riunione in Prefettura purtroppo la Regione non era "coordinata", ci sono stati gli uffici dell'Assessore Migliasso, però la richiesta del Consiglio era di tentare un recupero di questi lavoratori e non di affrontare la questione con gli ammortizzatori sociali.
Chiediamo, pertanto, se l'indirizzo politico espresso da questo Consiglio è stato adempiuto dalla Giunta e quali risultati la Giunta pensa di portare a casa in futuro.
Ancora, molto velocemente: hanno ridato fuoco al presidio "No TAV" di Bruzolo. Qui giace un ordine del giorno sul primo incendio parziale e credo che sarebbe opportuno un segnale di solidarietà da parte del Consiglio regionale, al di là delle divisioni "Sì TAV" o "No TAV", ai cittadini che subiscono atti di questo tipo.
Poi, naturalmente, la nostra richiesta è che oggi si voti la legge sulla delocalizzazione, sapendo - prevedendo o sperando - che il quadro sia quello espresso dal Consigliere Novero, anche alla luce di lettere inviate in questi giorni da alcuni lavoratori, arrivate a me per conoscenza, ma anche a lei, Presidente Gariglio, e alla Presidente Bresso. Tra queste spicca quella a firma di alcuni lavoratori della Johnson Electric, che illustra molto bene la vicenda di delocalizzazione dell'azienda in Cina e in Ungheria. In una di queste lettere è descritta molto bene la mancanza assoluta di prospettive per un uomo che, dopo 35 anni di lavoro, si è visto scippare il lavoro per sfruttare altrove la manodopera.
Ci riserviamo di intervenire sul tema. Spero di poter ancora intervenire e ci auguriamo che oggi finalmente questa legge venga discussa in modo più approfondito, andando al di là dei luoghi comuni. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Dato che nei prossimi giorni saranno convocate Conferenze dei Capogruppo per organizzare i lavori delle prossime settimane, chiedevo se era possibile, da parte sua, fare una "perlustrazione" tra i Gruppi, per verificare se ci sono le condizioni per mettere in votazione, con l'intendimento, da parte dei proponenti e dei Consiglieri, di non discuterli, tutta una serie di ordini del giorno che stanno a cuore alle varie parti del Consiglio. Personalmente ne ho qualcuno da proporre, ma solo se l'intendimento è di non discuterli ma di porli in votazione, magari la prossima settimana, in coda all'approvazione, chiamiamolo ristretto o tecnico, del bilancio tecnico.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Giovine, ma non siamo riusciti a cogliere la sua proposta. Cortesemente ce la può ripetere?



GIOVINE Michele

Anche perché se lei parla con gli Uffici, con la Presidenza e con gli Assessori...



PRESIDENTE

Ha ragione, non sono riuscito io, ma nemmeno le persone che sono molto più brave di me e che stanno alla mia destra e alla mia sinistra.



GIOVINE Michele

Chiederei se fosse possibile, prima della fine della legislatura ovviamente se c'è una condivisione ampia ed un interesse consequenziale calendarizzare per le prossime sedute alcuni ordini del giorno e mozioni che stanno a cuore ai vari Gruppi, per metterli in votazione, approvandoli o bocciandoli, ma con l'evidente intendimento di non discuterli e di non entrare nel merito. È ovvio che se si apre la discussione su uno cade tutto il giochino e quindi non si potrà porre in votazione alcun documento.



PRESIDENTE

Mi consenta, Consigliere, porto la questione ai Capigruppo di oggi convocata per le ore 16.30.



GIOVINE Michele

Perfetto. L'ho detto adesso, Presidente, perché se c'è qualche collega interessato, può già iniziare a pensare cosa richiedere per le prossime sedute consiliari.
Infine, Presidente, colgo l'occasione, visto che la Presidente ha interloquito con il Consigliere Boeti e con altri colleghi su vicende che riguardano la vita della Regione, per chiedere di conoscere qual è l'intendimento della Presidente sull'annosa questione del Comune di Mappano. Magari la mia richiesta è superata perché questa mattina è stato firmato il decreto di indizione del referendum (o magari è stato fatto ieri, non lo so, ormai leggo sempre meno i giornali e ho scoperto che vivo meglio, soprattutto leggendo meno i quotidiani piemontesi). Vorrei capire visto che siamo in sede ufficiale, e visto che come Consiglio abbiamo predisposto tutti gli atti necessari per procedere all'istituzione del Comune di Mappano, qual è l'intendimento della Presidente Bresso, visto che adesso è solamente nelle sue mani la decisione di indire o meno questo benedetto referendum e, quindi, procedere ulteriormente con la possibile creazione del Comune di Mappano, mettendo anche fine al completamento dell'iter.
Faccio presente che qualora ci siano obiezioni, come so che esistono sulla possibilità di completare l'iter in Consiglio regionale della legge istitutiva del Comune di Mappano, comunque l'indizione del referendum e la votazione referendaria da parte dei mappanesi avrebbe sicuramente un valore politico di cui qualunque Consiglio regionale e qualunque maggioranza della prossima legislatura dovrà tenere conto.
Grazie, Presidente; e grazie anticipatamente, Presidente Bresso, per la risposta.


Argomento: Contratti ed appalti - Edilizia scolastica

Ordine del giorno n. 1405 dei Consiglieri Pozzi, Barassi, Boeti, Bossuto Cavallaro, Dalmasso, Dutto, Ferrero, Leo, Lepri, Lupi, Manolino, Pace Pizzale, Spinosa, Turigliatto e Vignale, inerente a "Appalti di pulizia e servizi ausiliari negli edifici scolastici piemontesi" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie, Presidente.
Nella precedente seduta di Consiglio ho presentato un ordine del giorno, sottoscritto praticamente da tutti i Gruppi consiliari, sia di maggioranza sia di minoranza, sul tema delle cooperative sociali che lavorano nelle scuole, a grave rischio a causa di un'indicazione del Ministero di taglio del 25% dei contratti in essere.
Ricordo che nella sola città di Torino - parliamo di lavoratori di cooperative sociali di tipo B - almeno 600 persone sarebbero in gravi difficoltà e sono persone non facilmente ricollocabili in altri ambiti di lavoro.
Chiedo a lei, Presidente, che quest'ordine del giorno venga iscritto e votato. La settimana scorsa non si è potuto iscrivere per mancanza del numero sufficiente di Consiglieri presenti (eravamo meno di 42). Questa mattina mi sembra che lo siamo. So che la Giunta ha già mandato una lettera al Ministero. Credo che l'autorevolezza del Consiglio regionale possa ottenere qualche risultato, se questo documento che invieremo sarà espressione dell'intero Consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

Collega Pozzi, abbiamo il numero di Consiglieri per l'iscrizione del punto all'o.d.g. Se non ci sono controindicazioni, come da prassi, l'ordine del giorno viene iscritto all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Il Consigliere Leo ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Approfitto della presenza dell'Assessore Oliva in Aula perché so che ha inviato - e l'abbiamo molto apprezzato - una lettera al Comitato direttivo dell'Anno europeo della Gioventù, rappresentando preoccupazioni della Commissione unanime.
Premessa: mi associo alla collega Pozzi. Siamo d'accordo a discuterlo e votarlo entro oggi, per rafforzare questa richiesta della Regione e per fare chiarezza. Vorremmo che venisse votato l'ordine del giorno ampiamente bipartisan, che come primi firmatari vede il sottoscritto, il collega Lupi il collega Bossuto e il collega Dalmasso, cui ha dato adesione formale il collega Placido ed altri, essendo un documento che rafforza la richiesta della Regione.
Sicuramente l'Assessore Oliva avrà notizie, quindi ritengo che il Consiglio regionale debba esprimere un atto di volontà politica sul quale si è compattato. Penso di dover interloquire dopo l'Assessore Oliva.
Termino il mio intervento per ascoltare l'Assessore Oliva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente alla composizione del Comitato direttivo dell'Anno europeo della Giovent


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Oliva; ne ha facoltà.



OLIVA Gianni, Assessore alla cultura

Questa mattina si è insediato il Comitato direttivo dell'Anno europeo della Gioventù, Comitato che ha accolto la richiesta avanzata dalla Regione. Ha pertanto formalizzato l'invito a due rappresentanti della Consulta regionale dei Giovani per la partecipazione a tutte le assemblee del Comitato.
Al momento, è stata deliberata soltanto la loro adesione, per cui se s'intende deliberare anche la loro facoltà di voto, bisognerà proporre un emendamento allo Statuto al Comune di Torino e alla Provincia.
Come ho detto, tutto ciò è stato fatto questa mattina in presenza del sottoscritto, per conto della Regione, di Marta Levi per il Comune e di Roberto Pella per l'ANCI.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Ringrazio l'Assessore Oliva.
Il nostro intendimento - in tal senso, interpello anche i colleghi Lupi, Bossuto e Dalmasso - era quello per cui la presenza dei giovani non fosse solo formale (al momento, infatti, si limita al mero invito, ma non possono né intervenire né votare). Noi vorremmo, invece, che fosse una presenza effettiva, perché altrimenti si ha un po' l'idea che il ruolo che viene riservato ai giovani sia quello di "bella figurina".
Siccome l'ordine del giorno del sottoscritto, presentato insieme ai Consiglieri Bossuto, Dalmasso e Lupi così recita, nel ringraziare l'Assessore per ciò che ha fatto, crediamo che si possa supportare l'azione dell'Assessore con un voto, spero a larghissima maggioranza, se non unanime, del Consiglio regionale.
Pertanto, incoraggiato dalla risposta fornita dall'Assessore Oliva chiedo che venga posto in votazione questo ordine del giorno (a fine mattinata o nella seduta pomeridiana), che non ha più bisogno di essere illustrato, perché ne abbiamo già discusso adesso.
Possiamo avere una risposta, Presidente Gariglio, cortesemente?



PRESIDENTE

Collega Leo, lo recuperiamo e ne chiederemo l'iscrizione.



LEO Giampiero

Le faccio altresì notare, Presidente Gariglio, che ieri ero l'unico Consigliere presente alla sua conferenza e non mi ha citato.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega Leo. In genere non capita mai, ma...



LEO Giampiero

Sono abituato ad essere l'unico, come si evince dalla cronaca de "la Repubblica"!


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Ordine del giorno n. 1400 dei Consiglieri Leo, Bossuto, Dalmasso e Lupi inerente a "Composizione Comitato direttivo dell'Anno europeo della Gioventù" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Trasporti su ferro

Ordine del giorno n. 1401 dei Consiglieri Bossuto, Clement, Dalmasso Deambrogio e Moriconi, inerente a "Incendio presidio No Tav di Bruzolo (TO), solidarietà alla Valle Susa" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Propongo, quindi, di iscrivere gli ordini del giorno n. 1400 "Composizione Comitato direttivo dell'Anno europeo della Gioventù", i cui primi firmatari sono i colleghi Leo, Bossuto, Dalmasso e Lupi, e n. 1401 "Incendio presidio No Tav di Bruzolo (TO), solidarietà alla Valle Susa", il cui primo firmatario è il collega Bossuto.
Se non vi sono indicazioni in senso contrario, l'Aula unanime acconsente.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Gli ordini del giorno si intendono, quindi, iscritti.
Per quanto riguarda la prima richiesta, avanzata dal Presidente Dutto anche a seguito della risposta del collega Travaglini (presumo a nome dell'intera maggioranza), ritengo che non vi siano le condizioni per procedere, nella seduta odierna, all'esame del punto 5) all'o.d.g.
Pertanto, se i colleghi della Lega ritirano gli atti ostruzionistici proporrei di procedere con l'esame dei punti dal 6) e seguenti, fermo restando che riaffermo e rivendico la necessità di procedere agli adempimenti di cui al punto 5) all'o.d.g., "Nomine", poiché vi sono Enti per i quali è importante arrivare alla nomina prima dello scioglimento del Consiglio regionale.
Su alcune vicende, in particolare sulla nomina della Corte dei Conti sulla quale so esservi una contrapposizione di principio del Gruppo della Lega Nord, faccio presente che i miei predecessori, nella passata legislatura, proposero al Consiglio di provvedere in tal senso e il Consiglio si attivò con deliberazione del dicembre 2004, ovvero tre mesi prima delle elezioni.
Ho seguito, dunque, l'autorevole precedente del mio predecessore, che trattasi, in questo caso, del candidato a Presidente alle prossime elezioni regionali dello schieramento di centrodestra. Vi è, dunque, un precedente.
Vi è tuttavia la necessità di rendere possibile al Governo di portare a compimento gli adempimenti preliminari alla firma, in calce alla nomina del Presidente della Repubblica. Ciò detto, ritengo opportuno, per favorire i lavori del Consiglio.
Mi pare che le osservazioni proposte dal collega Travaglini possano essere recepite, quindi propongo di partire dal punto 6) all'o.d.g. e seguenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Ovviamente la pensiamo diversamente (mi sembra logico!). Tuttavia prendo nota della disponibilità a rinunciare alla discussione del punto 5) all'o.d.g. e a procedere con l'esame del punto 6) all'o.d.g. A queste condizioni, ritiro gli emendamenti.
Possiamo dunque iniziare con l'esame del punto 6) all'o.d.g., per poi proseguire nell'ordine.
Perlomeno per oggi, però, non sarà previsto un ritorno al punto 5) all'o.d.g. Vorrei solo che fosse chiaro questo.
Ritiriamo, quindi, le richieste di inversione di punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Grazie, collega Dutto.
Comunico, quindi, che le iscrizioni di nuovi punti all'o.d.g. e le inversioni di punti all'o.d.g. presentate dal Gruppo della Lega Nord sono ritirate.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Vorrei fare alcune brevi considerazioni.
La prima: a mio avviso, sarebbe opportuno - non è per rimandare la questione relativa al dimensionamento scolastico, che reputo senz'altro importante - riprendere il ragionamento inerente la legge sulle delocalizzazioni, che era stato interrotto nel corso dell'ultima seduta per mancanza del numero legale. Pertanto, anche per non lasciare decantare la questione, chiederei di invertire i punti all'o.d.g. e di iniziare dal punto 7), ovvero dalla proposta di legge n. 495, "Norme in materia di delocalizzazioni, incentivi alle imprese e sviluppo dell'autoimprenditorialità collettiva".
Seconda questione: più e più volte, in Aula come in sede di Conferenza dei Capigruppo, è stato sollecitato l'esame di alcune leggi licenziate delle Commissioni, molte con parere unanime, che varrebbe la pena affrontare (se non erro, ci sono tre leggi sulla montagna, rifugi sentieri, strade militari; c'è la legge sulle radiazioni ionizzanti; c'è la legge sugli assistenti familiari; c'è la legge di snellimento; c'è una legge del collega Nicotra, anch'essa largamente condivisa; ci sono due leggi sul benessere animale, e quant'altro).
In pratica, continuiamo a sentire ripetutamente richiami in questa Aula e in sede di Conferenza di Capigruppo per sollecitare tali argomenti. Poi tutti i momenti o tutte le motivazioni sono opportune per bloccare qualsiasi questione.
Credo che si debba uscire da questa situazione con un pronunciamento preciso. Il nostro Gruppo non ha alcun problema in tal senso; anzi, ritiene opportuno che queste leggi vengano affrontate, non ultima la legge sui musei delle società operaie.
Ribadisco, tuttavia, come ho già fatto più volte, che ci sono due questioni che reputo essenziali. La prima è l'approvazione del bilancio sulla quale faremo ancora un'ulteriore verifica oggi pomeriggio, dalla quale, sostanzialmente, non possiamo esimerci. La seconda riguarda il disegno di legge n. 313, "Testo unico delle leggi in materia di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata". Avevo già ribadito, durante la seduta consiliare della scorsa settimana, così come in sede di Conferenza dei Capigruppo, che su questa vicenda ci deve essere un pronunciamento chiaro.
Questa legge va affrontata e licenziata dall'Aula. Abbiamo mille famiglie che stanno vivendo una condizione di disperazione, per cui credo che il Consiglio debba affrontare, in tempi brevi, quindi tra oggi e domani questa legge. Se non si intende farlo, lo si dica almeno chiaramente. Se non si può affrontare la situazione complessivamente, facciamo la leggina che è depositata sullo stralcio, soprattutto sulla questione degli sfratti e di chi sta vivendo quella condizione.
Però - lo ribadisco - il nostro Gruppo (ma anche gli altri) non è più disposto ad accettare questa manfrina. O si decide come procedere su questa vicenda, oppure assumeremo le decisioni del caso. Ripeto, nessuno vuole bloccare leggi che sono largamente condivise, quindi si facciano e si decidano, però questo rimane il nucleo centrale dei lavori che dobbiamo portare avanti in questi ultimi dieci giorni di attività del Consiglio regionale.


Argomento: Provvidenze per la costituzione di aree industriali ed artigiane attrezzate - Problemi del lavoro e della occupazione

Proseguimento esame disegno di legge n. 495, inerente a "Norme in materia di delocalizzazioni, incentivi alle imprese e sviluppo dell'autoimprenditorialità collettiva"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 495, inerente a "Norme in materia di delocalizzazioni, incentivi alle imprese e sviluppo dell'autoimprenditorialità collettiva", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Pare che la proposta avanza dal Consigliere Clement si possa accogliere.
Ricordo che il punto 7) all'o.d.g. ha già visto un voto non valido.
Ricordo che era stato ritirato l'esame dell'articolo n. 1, che era stato presentato un emendamento del collega Giovine ed era mancato il numero legale sulla votazione dell'emendamento n. 1.
Quindi ripropongo la votazione dell'emendamento n. 1.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Giovine: Si elimina il comma 5 dell'articolo 1.
Il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio non approva.
La parola al Consigliere Clement, per dichiarazione di voto.



CLEMENT Gian Piero

Poiché non sono ancora intervenuto su questo disegno di legge, voglio intervenire per dichiarazione di voto.
Dai segnali che sono arrivati (anche se non voglio mettere il carro davanti ai buoi, come si suol dire), probabilmente questa legge non supererà l'esame di questo Consiglio e la discussione rischia di chiudersi già sull'articolo n. 1. Credo che in questo caso si perda un'occasione.
Credo che la nostra proposta di legge, che poteva essere discussa, che poteva essere modificata, che poteva cogliere anche alcune riserve che potevano essere presenti sia tra le forze di maggioranza sia tra quelle di minoranza, era ed è una legge che tenta di rispondere ad un problema oggettivo che c'è in questo Paese come in molti altri, cioè il problema che molte aziende, senza volersi assumere nessuna responsabilità dal punto di vista sociale, tendono ad arrivare sui territori, prendere tutto quanto è possibile da quei territori (sia dal punto di vista delle risorse, sia dal punto di vista dell'utilizzo del territorio, sia dal punto di vista dell'utilizzo di professionalità, anche umane) e poi quando trovano occasioni migliori, soprattutto in condizioni di dumping sociale in altri Paesi, prendono e scappano. Noi crediamo che questa questione vada affrontata in qualche modo.
Questo tema è già stata affrontato anche in altre situazioni, come hanno già detto alcuni miei colleghi, e come è già stato richiamato negli interventi della scorsa settimana. La Regione Marche ha approvato una legge che va in questa direzione e noi crediamo importante che venga definito con una legge a livello regionale un percorso che definisca che quando un imprenditore decide di venire nel nostro territorio e di fare investimenti sia siglato anche un contratto di carattere sociale con la comunità che ospita questo nuovo insediamento. Un contratto sociale che abbia come punto centrale la difesa di un diritto di tutti, la difesa di un bene comune quale il lavoro e che veda la messa in discussione, in caso di abbandono di questa impresa dell'investimento e del suo radicamento nel territorio quelli che possono essere i sostegni che sono arrivati dall'ente Regione all'investitore.
Credo che su questo, se la legge non andrà avanti, rischiamo di perdere un'ulteriore occasione: ripeto, questa problematica in qualche modo dovrà essere affrontata, come è già stata affrontata da altri Paesi. Per esempio relativamente agli ammortizzatori sociali, in Germania e in Francia ci sono normative che prevedono che il costo degli ammortizzatori sociali ricadano quasi interamente sui datori di lavoro.
Ci rendiamo conto che la scelta di abbandonare i nostri territori si traduce in un impoverimento del nostro territorio e che, in molti casi, si traduce anche in costi molto elevati per la collettività? Come succede dalle mie parti, quando un imprenditore decide di abbandonare il territorio e di andarsene (al di là del fatto che con l'attuale strumento previsto dagli ammortizzatori sociali non dovrebbe aver diritto a nulla, perché non è prevista una clausola specifica di chiusura e attività per delocalizzazione) normalmente, viene concessa, ma i costi causati dalla cassa integrazione o dalla mobilità non sono caricati su quell'azienda! L'azienda parte e se ne va, tira fuori quei pochi euro per tacitare i lavoratori e la partita è chiusa.
Questo è un tema che va affrontato. Probabilmente non possiamo affrontarlo a livello regionale, ma sicuramente quando si affronterà semmai si affronterà, il tema della riforma degli ammortizzatori sociali in questo Paese bisognerà occuparsi anche di questo aspetto.
Noi abbiamo già perso diverse occasioni per discutere di questo argomento: avevamo chiesto che questo argomento fosse inserito nella legge quadro sul lavoro approvata a dicembre 2008, ma non è stato possibile.
Avevamo chiesto che venissero inseriti dei vincoli anche sulle norme urbanistiche rispetto a questo sistema che favorisce l'abbandono del territorio, ma non è stato possibile. La Giunta ha fatto un provvedimento chiamato "contratto di inserimento", dove però la vicenda dell'abbandono non esiste nella maniera più assoluta.
Credo che stiamo perdendo troppe occasioni per affrontare questo tema che è una tema che ha una grande rilevanza, è un tema molto sentito tra i lavoratori della nostra regione.
Credo che se oggi la legge non supererà l'esame dell'Aula dovrà comunque essere ripresa nella prossima legislatura, perché, su temi così difficili e così complessi, è necessario individuare regole precise, è necessario individuare affidamenti precisi con la parte imprenditoriale.
Noi non siamo contro le imprese, ma i contratti che si fanno con le imprese non possono essere in un'unica direzione, ma devono essere contratti che prevedono un dare, ma anche un avere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Nell'ambito dell'articolo n. 1, dopo che la maggioranza avrà raggiunto se lo raggiungerà, il numero legale, esprimeremo voto contrario.
Siccome qualcuno potrebbe ritenere che il nostro voto contrario abbia delle motivazioni simili a quelle che motiveranno la contrarietà - credo di parte, si fa per dire, della maggioranza, ci tenevo a ricapitolare quanto sta succedendo.
Purtroppo, il problema è che questa cosa che sta succedendo in Aula negli ultimi giorni è molto, molto meglio del festival dell'umorismo di Bordighera.
Tra l'altro, normalmente coevo col festival di Sanremo, non lo vede nessuno ed è un peccato perché, invece, è una prestazione di assoluta eccellenza nell'ambito di una delle materie dove questa maggioranza ha dato sinora - ma sono certo che nell'ultimo mese migliorerà ulteriormente la performance - il meglio di sé, che si chiama l'ipocrisia.
Che cosa ha appena finito di dire il compagno Clement? Ha detto - ed essendo ormai in limine mortis lo dice persino con un linguaggio che persino coloro che non si occupano del nostro mestiere riescono a capire che loro, nell'ambito del rapporto mondo pubblico con le istituzioni e mondo dell'impresa, hanno una visione totalmente diversa e totalmente antagonista.
Ora sarebbe addirittura ingeneroso contraddire e spiegare al collega Clement, peraltro singolarmente persona di rara correttezza, di rara efficacia e di rara concretezza, che quanto lui sta sostenendo non solo è già stato condannato parecchie volte dalla storia ma condannato nei fatti perché il collega si illude o continua a pensare che proibendo le cose, le cose avvengano secondo il suo disegno e continua a pensare, in una sorta di delirio onirico, che le imprese facciano quello che la legge richiede nell'ambito di un consenso sociale, debba avvenire.
Spiace dover ricordare, ma probabilmente lo faranno i colleghi di maggioranza, che è esattamente il contrario; le imprese vanno dove gli conviene, perché impresa è un termine nobile, ancorché Clement si ostini excusatio non petita - a dire: "Ma non è vero che noi non ce l'abbiamo con le imprese". Fate fare un sondaggio nel mondo degli imprenditori e sentite che cosa loro pensano dell'antagonismo palesemente insito nei comportamenti di buona parte della sinistra di codesta maggioranza. Bisogna avere un consenso sociale, senza constatare che da 35 anni il numero delle imprese in questa Regione ineludibilmente scende, in particolare in questa città e in questa provincia, senza che vi si sia diffusa la peste nera, un inquinamento atmosferico o un inquinamento delle falde acquifere.
Semplicemente gli imprenditori, quelli piccoli, meno piccoli, grandi grandini e grossi reputano che qui non sia conveniente investire - e ci mancherebbe se ne trovassero la convenienza; dovrebbero essere sottoposti quelli sì, all'analisi del capello per comprendere come mai lo ritengano conveniente - e quelli che ci sono valutano se non sia il caso di chiudere e di andare da un'altra parte.
Ma loro queste cose le hanno sempre dette; trattasi di capire come mai in un primo empito di ipocrisia, per cinque anni qualcuno abbia detto che codesta qui alla mia destra era una maggioranza. Una maggioranza nel senso dei numeri, perché tutte le volte che il tema diventava serio, fosse nell'ambito delle infrastrutture, nell'ambito della politica o nell'ambito del lavoro, palesemente le differenze, pur con una certa fatica, sono venute fuori.
Ne rimane da dire anche per il centrosinistra, perché codesta maggioranza che oggi critica, cercando di motivare con dei divieti ciò che è già avvenuto per dinamica socio-economica, è la stessa maggioranza che ci ha detto con grande dovizia di motivazioni che bisognava fare il TNE, uno degli esempi più brillanti degli insuccessi e dell'interventismo pubblico nell'ambito dell'economia di questa città e di questa provincia.
Basterebbe andare a vedere chi ha votato a favore e perché e chi ha votato contro e perché, ma al di là di quello che è avvenuto all'inizio di codesta legislatura, quando questo centrosinistra che oggi critica ha regalato 70 milioni di euro, 35 del Comune di Torino (stessa maggioranza) e 35 milioni della Regione non alle aziende e ai lavoratori della FIAT, ma ai soci della FIAT, che è tutt'altra cosa rispetto al favorirne il mantenimento e lo sviluppo, oggi dice: "Perché costoro vanno in Polonia? Perché costoro fabbricano la Cinquecento là e la vendono qua?" Verrebbe da dire, se non fosse del tutto un discorso inutile e lo sarebbe stato anche all'epoca: "Non potevate parlarne prima quando avevate 70 milioni in tasca da dare?" O faceva troppo comodo all'epoca fare - non mi viene un sinonimo di "fighi" - i "fighetti" e le belle statuine di quelli che avevano fatto un accordo epocale per mantenere il tutto all'interno della provincia di Torino e di Torino? Collega Larizza, lei che se ne occupa, vada a rivedere il dibattito avvenuto quando TNE è stata votata qui, le assicurazioni sul mantenimento delle quote produttive e sulla Grande Punto che sarebbe tornata! E con chi ne parlavano il Sindaco Chiamparino o la Presidente Bresso? Fra di loro o era all'interno di una maggioranza che stava preconizzando? Terzo passaggio, un accordo tecnico. Perché se fosse finita qui, si potrebbe dire che è stata un'esperienza negativa per il centrosinistra e con questa si arriva a due solo in quest'anno, ma adesso si ricomincia da capo. Ma neanche per idea! Ricominciamo esattamente da dove eravamo. E ricominciamo in Comunità montana con Plano in lista insieme ai No TAV.
Ricominciamo qui con gli accordi tecnici, ma accordi tecnici su che cosa? Sul fatto di far correre tutti gli Assessori al proporzionale dopo averci spiegato per cinque anni che era bene che non fossero dei Consiglieri ma dei tecnici. Sul fatto di far trasparire in sede di comunicazione istituzionale sui giornali di tutta Torino che l'Assessore alla sanità sarà chiunque, tranne qualcuno di Rifondazione Comunista. Splendido! Che cosa deve leggere mia madre, che "va" da essere aiutata? Vada a leggere quello che noi stiamo cercando di spiegare, cioè che è stato un fallimento scegliere una Giunta tecnica - provare per credere - tant'è vero che attualmente la stessa candidata Presidente obbliga gli Assessori a correre.
Questo fa sempre bene, perché un po' di prevenzione podistica fa sempre bene a scopo cardiocircolatorio per ridurre i rischi inerenti ad un eccesso di obesità, ma è esattamente l'opposto di prima.
Abbiamo difeso la sanità pubblica, che oggi è sui giornali a pieno titolo con: fallimento della politica per quanto attiene ai conti - dice la riduzione del 20% sugli acquisti - l'allungamento delle liste d'attesa e giusto per metterci una ciliegina ove qualcuno non l'avesse capito chiunque potrà essere l'Assessore alla sanità, e si sprecano di nomi di autorevoli candidati, purché non sia di Rifondazione Comunista.
E che cos'è che serve ancora ad un cittadino normale per rendere inutili le elezioni ed assegnare il prossimo mandato di governo ad una squadra che spero avrà la capacità semplicemente di essere meno peggio di questa? Sul meno peggio di questa credo che sia un risultato facilissimo da ottenere.
Sull'ottimo lo vedremo il 29, come festival dell'ipocrisia non lo trovo male. L'ideale, a questo punto, sarebbe che gli accordi tecnici che presidiano autorevolmente il prossimo centrosinistra in campagna elettorale qualcuno li spiegasse non a noi che li avevamo capiti prima, ma agli elettori, perché - ve lo dico - non li hanno proprio capiti!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Il collega Clement non ha espresso il suo voto, quindi non ho idea di cosa voterà. A questi microfoni esprimo il mio voto positivo.
Una cosa che intendo fare, oltre a dare le indicazioni di voto, è un appello a questa maggioranza e a questo Consiglio. Ho ascoltato con attenzione la scorsa seduta gli interventi dei colleghi di maggioranza e di opposizione. Credo che il problema che trattiamo oggi vada al di là delle logiche di appartenenza e di schieramento. Anche perché è un problema che portiamo avanti da tempo come forza politica. Ricordo che la stessa Presidente Bresso e l'Assessore Bairati si sono addirittura impegnati tempo fa ad organizzare un convegno per discutere una misura che non era nostra in assoluto.
Noi proponevamo un tentativo di soluzione ad un problema che è drammatico, però la buttavamo lì, a disposizione di tutti e su questo si poteva lavorare. Ma purtroppo così non si è voluto fare nel modo più assoluto.
Mi spiace - e mi rivolgo al Consigliere Larizza - che proprio a lui sia toccata la parte di esprimere il dissenso del Gruppo PD a questa legge.
Peccato, perché è un uomo che ha conosciuto bene la fabbrica al contrario mio, ed è un uomo che in quella fabbrica ha lottato come altri sindacalisti e bene conosce dei temi che io butto giù giuridicamente con il Gruppo, ma che nella concretezza hanno queste soluzioni e queste problematicità.
Ci spiace apprendere questa mutazione genetica che ormai il PD sembra avere portato al suo interno, su cui chiamiamo alla riflessione. Una mutazione genetica che pare voglia mettere sullo stesso piano di equidistanza i lavoratori con la Confindustria.
impossibile, perché i lavoratori sono la parte debole, la parte fragile e non possono essere paragonati alla Confindustria. È un grave errore ed è anche drammatico portarlo avanti e perseguirlo in questo modo.
L'altra volta la Danfoss ci diceva candidamente che c'era un accordo che questa legge ha affossato e che era opportuno andare altrove. No crediamo che le battaglie si portino avanti fino alla fine e crediamo che questa bizzarria che la maggioranza sta dimostrando addirittura a scapito di quello che è avvenuto nella Regione Marche, dove questa legge è legge vada corretta.
Rivolgiamo ancora un appello per migliorare questa bizzarria. Chiedo scusa se vado veloce, ma sono tante le cose che devo dire.
Crediamo che questa bizzarria vada modificata, e vada fatto nel nome della Eaton, della Danfoss, dell'Azimut, della Cabind, della Indesit e di molte altre situazioni. Casi di lotta sconfitta, purtroppo, casi di lotta risolti parzialmente o, comunque sia, casi in cui la delocalizzazione, alla fine, ha trionfato e questo non deve più avvenire.
Un lavoratore ha scritto una lettera alla Presidente Bresso e al Presidente Gariglio che recita: "Questa mia volontà di chiedere di approvare la legge è motivata dal fatto che lo scrivente, insieme a 113 compagni di lavoro, ha subito una cessata attività della Johnson Electric di Moncalieri avvenuta il 21/04/2009 ma, di fatto, una delocalizzazione dell'azienda in Cina e in Ungheria. Questo è avvenuto nonostante il piano industriale stilato e presentato dal sottoscritto in sede regionale presenti gli Assessori competenti e nonostante un nuovo progetto realizzato e commercializzato relativo a impianti per vetture ibride e per le aziende delocalizzate. La Regione nulla ha potuto fare in merito. Questa situazione, che purtroppo nel nostro territorio non è la sola nonostante qualcuno ci dica che 'la crisi è alle spalle', ha bisogno di una regola che tuteli con forza le nostre aziende sane e innovative, poiché nei fatti oggi ricollocarsi è un'impresa possibile".
Lo scrivente prosegue dicendo che ha 35 anni di lavoro alle spalle e che trova solo porte in faccia. La mancanza di risposte è dovuta essenzialmente al fatto che è troppo vecchio per un nuovo lavoro e che dal 1° aprile la mobilità per tutti loro cesserà.
Questa lettera è drammatica, e ne sono arrivate altre: non dare risposte a questi lavoratori è altrettanto drammatico. Non posso credere che la politica deroghi, che la politica non voglia più entrare nel meccanismo dell'economia. Questo non è, Consigliere Burzi, sovietismo o un appello al vecchio, è semplicemente un coraggio che le stesse imprese ci chiedono.
Non so più come sottolinearlo, ma il mondo dell'imprenditoria è stanco di vedere soldi e contributi destinati a quel mondo sparire grazie a concorrenti sleali - perché di questo si tratta - che incassano i soldi e poi scappano all'estero. Una legge che regoli questo sistema non è una legge proibitiva, perché prevede la proporzionalità degli interventi: più l'azienda si comporta bene, più avrà; meno si comporta bene meno avrà. Se poi si comporta male ecco che il contributo ritorna nelle casse pubbliche.
una legge di buon senso, in cui non c'è divieto, chi dice che c'è divieto o è in malafede o ha letto molto male questa legge. Temo che sia il secondo caso. C'è un ostruzionismo ideologico alla legge, ma non siamo noi ideologici, lo è chi, ostinatamente, dice che questa è una legge contro l'imprenditoria: non è vero. La piccola e media impresa di questa legge ha bisogno perché saprebbe che soldi ne arriverebbero di più, che si tutelerebbero i patti del lavoro sul territorio, saprebbe benissimo che avrebbe più possibilità di sviluppo e saprebbe anche bene che quei colleghi "banditeschi" che prendono e scappano, togliendo loro delle risorse servono puliti e legati al territorio.
Sulla FIAT diciamo che era importante intervenire, ma chiedevamo garanzie, quello che dice anche il Consigliere Burzi contraddicendosi.
Chiediamo che la FIAT non vada via, che questo nostro investimento, questo nostro aiuto importante rimanga lì sul territorio: non si è voluto fare perché noi siamo vecchi, siamo ideologici. Non mi pare di essere così credo che noi stiamo dimostrando un coraggio che sfida anche questa maggioranza. Coraggio di cambiamento è quello che ci chiede anche il mondo dell'economia. È un cambiamento importante e opportuno da affrontare tutt'altro che vecchio. Chiediamo anche a chi è veramente ideologico su questo tema, che ha paura di urtare l'impresa che così non è, in un rapporto di forza squilibrato, che cambi questa visione, che davvero si adatti ad una visione più di coraggio, più progressista che davvero metta mano a quel settore, su cui noi dobbiamo mettere dei "tacun", andiamo a mettere delle toppe. Grazie agli ammortizzatori sociali, non andiamo ad affrontare il sistema che va aiutato e regolato, non controllato con le "manette" (certo, se c'è una truffa). Che va aiutato a regolarsi, che è tutt'altra cosa al controllo che il Consigliere Burzi chiedeva.
Colleghi, vi chiedo ancora una volta, appellandomi a tutti coloro che conoscono il lavoro della fabbrica, a valutare bene il voto che tra pochi secondi esprimeremo da questi banchi. Questa è l'ultima occasione per dare un segno di coraggio ai lavoratori e agli imprenditori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Faccio una dichiarazione di voto che vale anche per gli articoli successivi. Come alcuni colleghi ricorderanno, noi abbiamo avuto modo di approvare in alcune occasioni un principio generale che garantisse una maggiore presenza o una minore delocalizzazione delle imprese all'interno della nostra regione. Noi crediamo che la logica vada però invertita, che vada creata una premialità per le imprese che garantiscono alcuni degli aspetti previsti dalla legge come la permanenza all'interno della nostra regione, una garanzia contrattuale maggiore per i lavoratori, alcuni aspetti positivi che vadano garantiti con una maggiore premialità.
Non crediamo, invece, che l'aspetto di per sé negativo o "punitivo" che la legge prevede, faciliti quella che oggi è una concorrenza fra territori perché renderebbe il nostro territorio meno competitivo di altri.
Al di là di questo, pertanto esprimeremo un voto contrario sull'articolato, ma ricordo un aspetto, e lo ricordo per il verbale, perch credo che serva a non molto di più. Il Segretario nazionale di Rifondazione Comunista, in una telefonata ad una trasmissione televisiva, individuò due punti quali punti fondanti per la possibilità di creare un'alleanza con il centrosinistra. La prima era la garanzia, non tanto del mantenimento del sistema sanitario pubblico, che nessuno mette in discussione, ma il non aumentare la parte del privato all'interno della sanità regionale.
La seconda era l'approvazione della legge sulla delocalizzazione richiamando, in realtà, un aspetto che, come la TAV, dal punto di vista programmatico ci vede lontani, non è una novità, perché da anni siamo lontani su questo tema, pertanto non è un aspetto da trattare per un eventuale accordo con il centrosinistra.
evidente che noi ci troviamo di fronte ad una situazione che oggi è assolutamente acclarata con il voto che adesso andremo ad esprimere circa il non recepimento da parte del centrosinistra, cioè la coalizione all'interno della quale oggi sono Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani, di questa norma.
Sappiamo altresì dalla comunicazione politica, quindi leggendo i giornali o partecipando e ascoltando quello che viene detto in alcuni dibattiti, che anche sulla sanità le differenze sono molteplici, tant'è che l'Assessore Artesio, per tutelare non soltanto il lavoro svolto, ma anche l'idea che si ha di sanità, ha iniziato a promuovere una personale campagna utilizzando legittimamente tutti gli strumenti che oggi la comunicazione offre e da un punto di vista dell'incontro pubblico, quindi promovendo convegnistica e l'utilizzo della comunicazione informatica (Facebook, siti internet e quant'altro).
La distanza rispetto ai due punti fondanti è assolutamente evidente.
Ciò non toglie che, come è ben noto, per motivi esclusivamente legati ad una questione di sopravvivenza della sinistra, cioè il timore di non fare il 3%, quindi di rimanere fuori dal Consiglio regionale (un aspetto che con il portare avanti le proprie idee non ha nulla a che fare, ha soltanto a che fare con il mantenimento di alcuni seggi all'interno dei consigli regionali, che di per sé è assolutamente legittimo, ma è ben distante dalle logiche di programma di cui quotidianamente leggiamo, o da posizioni espresse in modo radicale e molto intransigente di cui quotidianamente leggiamo sui giornali), è evidente che tutto ciò fa parte - come dicevamo nello scorso Consiglio - di una commedia nella quale, all'interno della futura coalizione di centro sinistra, ognuno recita la sua parte. La sinistra ha la necessità di esprimere posizioni che non sono condivise dai partiti del centro sinistra per cercare di attrarre una parte di elettorato; il centrosinistra ha la necessità di non condividere queste posizioni perché, ancorché siano attrattive per una parte dell'elettorato lo sono per una parte minoritaria dell'elettorato della nostra Regione.
Ci troviamo ovviamente di fronte a un bluff che gli esponenti della sinistra oggi fanno anche nei confronti dei cittadini che rappresentano perché le due condizioni essenziali per stringere un'alleanza vengono violate. La logica vorrebbe - per carità, in politica non sempre, anche nella nostra coalizione, la logica ha passaggi che sono di assoluta omogeneità - che, dovendo esprimere un voto, pur all'interno di quella che è una parte in commedia che stanno recitando pezzi differenti di coalizione (noi ne siamo estranei), ci si impegnasse su altri fronti, per esempio nel segnalare sostanziali differenze programmatiche. Soprattutto, dovremmo comunicare all'elettorato di sinistra che, in realtà, è un elettorato che viene tradito rispetto a battaglie che si fanno in piazza ma che poi non si fanno dove si dovrebbero fare, cioè nei consessi in cui si viene eletti. E non si fanno perché, alla fine, la volontà di continuare ad essere eletti in Consiglio regionale prevale sulle battaglie che appaiono di grande intransigenza morale, ma che poco hanno a che fare, poi, con i fatti.
Pertanto, esprimo voto contrario, non soltanto nel merito della legge.
Badate, alcuni pezzi della legge noi li condividiamo, ma li avremmo trasformati nella discussione generale in termini positivi e non in termine negativi: cioè, avremmo condiviso che si prevedesse un incentivo, una premialità per quelle imprese che garantiscono il mantenimento produttivo all'interno della nostra Regione o che garantiscono degli strumenti contrattuali migliori per i lavoratori. Una parte della legge dice questo invece molte altre appaiono come aspetti punitivi nei confronti delle imprese.
Un po' per il merito della norma, un po' per il metodo di questa discussione che è più uno strumento utile per la campagna elettorale che non per tutelare davvero le realtà produttive, esprimiamo un voto contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente. Svolgerò un intervento generale come dichiarazione di voto, anche se siamo in fase di esame di un articolo. Proposta di legge recante "Norme in materia di delocalizzazioni, incentivi alle imprese e sviluppo dell'autoimprenditorialità collettiva": come possiamo votare contro una proposta con questo titolo? Una simile proposta è da applicare a tutti i costi nella nostra Regione, ma tenendo ben presente le parole scritte nel titolo ("incentivi alle imprese e sviluppo dell'autoimprenditorialità collettiva"). I miei colleghi che sono intervenuti hanno fatto presente pregi e difetti (a seconda dei vari punti di vista) di questa legge. Noi francamente, essendo questa una dichiarazione di voto, non ci sentiamo di votar contro, ma nemmeno di votare a favore, perché riteniamo che andrebbero apposti dei correttivi.
Non ci sentiamo nemmeno di astenerci, perché non vorremmo sentirci dire: "Ma come, ti astieni?" Noi garantiremo la nostra presenza proprio per dare questo segnale: è una legge che, a nostro parere, per ciò che è scritto nel titolo, deve essere applicata nella nostra Regione; l'astensione sarebbe troppo diminutiva del nostro parere. Diverso potrebbe essere il discorso se il nostro apporto cambiasse i termini della questione. Onestamente, avrei dei problemi grossi se il voto dei due componenti della Lega fosse determinante, ma non lo è. Può essere determinante l'assenza e, pertanto vi diciamo che garantiamo la presenza e ci fermiamo lì. Grazie.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio non approva.
Mi rivolgo ai proponenti: visto l'esito del voto dichiaratamente contrario sull'articolo 1, penso che si possa considerare respinto il provvedimento legislativo.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame del disegno di legge n. 456, inerente a "Norme per la razionalizzazione, la trasparenza ed il contenimento dei costi degli organi gestionali delle società e degli organismi a partecipazione regionale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 456, inerente a "Norme per la razionalizzazione, la trasparenza ed il contenimento dei costi degli organi gestionali delle società e degli organismi a partecipazione regionale", di cui al punto 8) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Rostagno, assente. Diamo per letta la relazione, il cui testo recita: "Nella seduta del 16 settembre c.a. la Commissione ha esaminato ed approvato a maggioranza il disegno di legge riguardante la razionalizzazione, la trasparenza ed il contenimento della spesa degli organi gestionali delle società e degli organismi a partecipazione regionale, il disegno di legge n. 456. Il testo legislativo si propone un obiettivo di particolare importanza sotto il profilo finanziario, quello della ottimizzazione dei costi delle sue partecipazioni societarie.
Sono state svolte le consultazioni con i soggetti interessati e durante l'esame in Commissione sono state introdotte modifiche emendative al testo originale.
La Regione Piemonte con questa iniziativa legislativa ha inteso sistematizzare ed armonizzare i propri interventi in materia, adottando una specifica disciplina normativa, che norma il livello di remunerazione degli organi gestionali delle società di capitali controllate anche in via indiretta dalla Regione, la procedura per la sua determinazione nonché il numero dei componenti regionali nei relativi consigli di amministrazione.
Il testo normativo si applica anche alle società di capitali controllate o partecipate congiuntamente dalla Regione e dagli Enti locali qualora la misura della partecipazione regionale sia pari o prevalente rispetto a quella posseduta dagli enti locali, nonché alle società controllate da Finpiemonte S.p.a. e da Finpiemonte Partecipazioni S.p.a.
Il disegno di legge 456 prevede all'articolo 2 la disciplina della compatibilità del regime retributivo dei componenti degli organi gestionali e le modalità di determinazione. A tal fine, sono stati introdotti dei limiti. Il trattamento retributivo lordo annuo del Presidente del consiglio di amministrazione e degli amministratori delle società non può superare il 50 per cento dell'indennità di carica del Presidente della Giunta regionale, percentuale elevabile al 70 per cento per le società di particolare complessità.
Per i restanti componenti del consiglio di amministrazione, la retribuzione consiste esclusivamente nella remunerazione dell'attività di partecipazione ai lavori dell'organo collegiale, riconoscendo gettoni di presenza di importo unitario non superiore ai 300 euro. In particolare, il comma 3 dell'art. 2 demanda agli statuti societari l'obbligo di conformarsi a codeste regole e prevede l'obbligo e l'esclusiva competenza dell'assemblea di individuare il tetto retributivo.
L'articolo 3 disciplina le modalità di remunerazione degli incentivi.
introdotto il principio di premialità che condiziona l'erogazione di una quota non inferiore al trenta per cento della retribuzione al raggiungimento di risultati di valorizzazione della società od al conseguimento di obiettivi di specifico interesse degli azionisti. In sede di esame in Commissione è stato introdotto un comma che prevede che i frange benefit riconosciuti agli amministratori non possono superare il 10 per cento del trattamento retributivo lordo annuo determinato di cui alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 2.
L'articolo 4 prevede norme che riguardano la trasparenza nelle informazioni sulle remunerazioni degli amministratori, nella relazione sulla gestione delle società interessate. Di particolare rilievo è l'art. 8 che estende, in quanto compatibili, le regole, i limiti ed i principi della disciplina retributiva dettata per le società, a fondazioni, associazioni consorzi e organismi associativi, in genere, partecipati dalla Regione.
L'articolo 5 nel disciplinare gli organi gestionali e di controllo introduce due limiti: 1) la componente regionale nei rispettivi consigli di amministrazione non può eccedere i tre membri 2) il numero degli amministratori complessivamente espressi dalla Regione e dagli enti locali non può superare i cinque.
Il recepimento di codeste regole di comportamento è demandato agli statuti societari e ai patti parasociali (art. 5, c. 3).
L'articolo 6 riguarda le ineleggibilità ad amministratore di società: si tratta di una disposizione che sanziona la cattiva gestione della società attraverso un'interdizione temporanea a ricoprire, per conto della Regione, incarichi analoghi a quelli già espletati e negativamente connotati.
L'articolo 7 pone un limite retributivo per i direttori generali delle società regionali: il loro trattamento retributivo massimo complessivo non può eccedere quello riconosciuto ai direttori regionali o, se superiore, il minimo previsto, per i dirigenti, dal contratto collettivo di categoria di appartenenza del settore di attività della società di riferimento. Per il raggiungimento di obiettivi di miglioramento gestionale, ad essi va corrisposta una quota non inferiore al 30 per cento del trattamento retributivo massimo complessivo. In particolare, il comma 3 del medesimo articolo prevede anche per i direttori generali che i fringe benefits non possano superare il 10 per cento del loro trattamento retributivo lordo annuo.
Infine l'articolo 9 disciplina il follow up della gestione: sono previste nel contempo misure atte a rendere di immediata percezione la rilevanza finanziaria dei rapporti intercorrenti fra la Regione e le società e gli organismi pararegionali".
Per la discussione generale, ha chiesto la parola il Consigliere Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Riccardo

Visto che, se ho capito bene, il clima è quello di procedere velocemente, sarò molto breve. Nei mesi scorsi, molte volte, abbiamo letto di critiche rispetto agli stipendi e alle provvidenze per i Consiglieri regionali. Quando abbiamo approfondito i costi della politica, ci siamo accorti che forse i veri costi della politica - anzi, senza forse - sono all'esterno di questo Consiglio regionale: sono nelle società partecipate e controllate della Regione Piemonte, che sono molte decine.
Se per ogni società contiamo cinque membri del Consiglio di amministrazione, cinque del Collegio sindacale, il Presidente, il Vice e il Direttore, e le moltiplichiamo per cento, ci accorgiamo che non sappiamo se sono più elevati gli oneri di gestione dei dipendenti del Consiglio o di quelli delle partecipate. Inoltre, non voglio ricordare altri elementi come gli stipendi che sono più alti di quelli del Governatore della Banca d'Italia; non voglio ricordare le macchine di servizio quali l'Alfa Romeo Coupé, ecc., ecc., e cose di questo genere, ma andiamo alla sostanza e non ai dettagli, che possono essere anche singoli episodi.
Questa legge è importante perché stabilisce, una volta per sempre, che i dirigenti, gli amministratori delle società partecipate o controllate soprattutto le società controllate della Regione Piemonte - non possono guadagnare più del 50-70% dello stipendio del capo del governo regionale.
Mi sembra una buona legge e ritengo che la Presidente Bresso e il Presidente Gariglio abbiano fatto bene ad accogliere le mie sollecitazioni per l'approvazione di questa legge, che è stata troppo tempo in Commissione (tre anni e mezzo).
Oggi siamo qui, è una buona cosa ed è merito del Consiglio avere messo a posto queste regole, che valgono per tutti e soprattutto per le società controllate. Voglio ricordare che anche i nostri rappresentanti nelle società partecipate hanno l'obbligo di attenersi a questa disposizione almeno per quanto riguarda il loro voto nei Consigli d'Amministrazione.
Chiudo con un pensierino che mi è molto caro: in questi ultimi giorni abbiamo letto del terrore che hanno avuto i grandi manager quando è stato chiesto loro: "Perché non equipariamo i vostri stipendi a quelli dei politici?" È scattato il terrore, perché si è scoperto che i politici non guadagnano grosse cifre, senza contare che prestano soldi ai partiti, e cose di questo genere.
Questo è l'indice: si è parlato troppe volte degli stipendi dei parlamentari regionali, che sono certificati al centesimo, e tutti quelli a cominciare da questi grandi manager, che soffiavano sul fuoco, oggi incominciano a dire che forse non è il caso di fare queste equiparazioni.
Quando si scopre che i presidenti o i direttori generali di grandi aziende private, ma anche pubbliche, guadagnano qualcosa come 40 volte lo stipendio del capo del governo, ci si accorge che i veri costi della politica sono da altre parti: nelle nostre partecipate, a livello regionale; nelle partecipate dello Stato, a livello nazionale.
La Regione Piemonte, con questa legge - se dovesse essere approvata come mi auguro (io do il mio voto favorevole, nonostante i tre anni e mezzo di blocco in Commissione) - ha il merito di mettere ordine, chiarezza e trasparenza, facendo risparmiare molti costi della politica.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Apriamo la discussione generale.
Ci sono colleghi Consiglieri che desiderano intervenire? ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 9.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Dalmasso, per dichiarazione di voto sull'intero testo.



DALMASSO Sergio

La dichiarazione di voto è ovviamente positiva e sono d'accordo con molte delle affermazioni del Consigliere relatore, se possiamo chiamarlo in questo modo.
Ritengo che stipendi, competenze, liquidazione, in molti casi, di società partecipate siano eccessivi. Presentai un'interrogazione sulle liquidazioni TOROC nei lontani estate-autunno 2005, che è rimasta lì, come mille altre tematiche che non saranno certamente affrontate in quest'ultima settimana.
Il paragone che il Consigliere Nicotra faceva tra gli stipendi o emolumenti - chiamiamoli come ci pare - di società partecipate e di quello che riceve il ceto politico - se lo possiamo chiamare in questo modo - ha un limite, perché all'opinione pubblica, alla gente che ci segue, queste cose andrebbero dette.
Occorrerebbe fare una campagna molto attenta riguardo agli emolumenti eccessivi che vengono ricevuti, e questo dovrebbe evidenziare il nostro pensiero - può essere una posizione moralistica, ecc. - sul fatto che anche i benefit che riceve il ceto politico sono eccessivi.
Al di là dei comportamenti di ogni singolo partito, ognuno segue o non segue delle regole, all'interno delle singole formazioni. Noi riteniamo che qualche atto, a livello complessivo, dalle liquidazioni dei Consiglieri (non comprendo perché debbano essere di due mensilità all'anno, anziché una può sembrare anche qui moralismo, ma vorrei che potesse essere spiegato a una qualunque persona), ad alcuni benefit che sono presenti (per quanto riguarda la questione dell'autocertificazione, che in queste ultime settimane è comparsa in molti articoli giornalistici, non so perché sono stato messo tra i Consiglieri novaresi, dev'essere il collega Cavallaro che ha fatto la spia a qualche giornale novarese e mi hanno messo nell'elenco dei Consiglieri novaresi!), andrebbe discusso.
Occorre ragionare su questi termini e questo atto, che voteremo convintamene, non deve far dimenticare quell'altro aspetto che ho cercato di ricordare e che ricorderemo ancora la prossima settimana, nel rush finale che faremo tra lunedì e mercoledì, salutandoci in questo Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente. Non è che mi senta in obbligo di difendere la categoria, però qualche volta è anche il caso di dirci le cose come stanno.
Credo che ai nostri concittadini interessi il costo globale, il nostro costo globale, ed intendo come costo il rapporto tra produttività e somme erogate. Allora ritengo che questa nostra aula (magari sono uno di quelli che non sarebbero mai venuti qua, probabilmente) anziché pensare ad un livellamento al basso, dovrebbe pensare ad un livellamento all'alto della qualità.



NOVERO Gianfranco

DALMASSO Sergio (fuori microfono)



NOVERO Gianfranco

Il figlio di Bossi porterà un aumento consistente.



NOVERO Gianfranco

Riduciamo il numero, magari nominando Assessori coloro che sono stati eletti come Consiglieri.
Sono molto preoccupato - e metto me stesso in primis - della qualità, a mio parere non troppo alta ed elevata. Non risolviamo il problema della FIAT togliendo Marchionne - dicevo la scorsa settimana a un amico - e pagando meno un altro che faccia il suo lavoro! Ritengo che il problema sia un altro: analizziamo il rapporto qualità-quantità dei costi e magari miglioriamo la qualità, pagando quello che bisogna pagare, magari riducendo il numero, quindi riducendo i costi.
Per quanto riguarda le autocertificazioni, conosco me stesso. Tutti i sabati e tutte le domeniche percorro qualche centinaia di chilometri per andare in giro a sentire la nostra gente. Qualcuno potrebbe dire che faccio propaganda elettorale, va bene, ma questo è il mio sistema. Personalmente non certifico mai niente, perché in base al Regolamento non posso certificare che sono andato alla fiera x o alla fiera y. Qualche domenica avrei potuto perdere del tempo in qualche riunione dove sono stato invitato ufficialmente da un Comune e avrei potuto farmi pagare il viaggio in macchina e il gettone con l'autocertificazione, ma il Regolamento che ci siamo dati, per me, è tale per cui i costi di questa mia attività - per carità, non mi lamento - li pago personalmente. Se qualcuno autocertifica usando male il Regolamento, è un altro discorso.
Personalmente lo trovo un po' qualunquistico questo autoflagellarsi salvo poi andare avanti con il solito tran tran.
Voterò con la coscienza pulita, non mi sento colpevole.



COTTO MARIANGELA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Molto velocemente. Ribadiamo il nostro voto favorevole a questo disegno di legge che finalmente interviene, come ricordava il Consigliere Nicotra dopo due anni dalla presentazione, per porre dei limiti alle retribuzione di tutti i dirigenti e dei rappresentanti nelle partecipate della Regione.
Oltre a questo, volevo anche sottolineare alcuni aspetti già ricordati dal Consigliere Dalmasso; in particolare la vicenda legata alla doppia indennità di fine mandato. Sappiamo essere una vicenda votata in un sessione agostana in un collegamento all'assestamento di bilancio, votato i primi di agosto del 2004, con un emendamento presentato in Aula e praticamente non discusso.
Come Gruppo chiediamo che venga posto rimedio; che si intervenga rispetto a questa anomalia. In particolare, ricordo che è stata presentata una proposta di legge, a prima firma Giampiero Clement, composta da due soli articoli. Il primo articolo chiede di ripristinare la situazione a quella che era precedentemente al 2004, quindi avere un'indennità di fine mandato corrispondente ad una sola mensilità per ogni anno di presenza e di lavoro in Consiglio, così come avviene per tutti gli altri lavoratori e lavoratrici.
Il secondo articolo, estremamente importante dal mio punto di vista chiede che i risparmi che deriverebbero dall'applicazione immediata, da questa legislatura, del dimezzamento dell'indennità di fine mandato vengano inseriti nel fondo di solidarietà a favore delle lavoratrici e dei lavoratori in cassa integrazione, dei disoccupati, eccetera.
Questo mi sembra l'elemento importante. Chiedo che i Capigruppo, nella prossima Assemblea, ragionino seriamente sulla possibilità di mettere all'o.d.g. e di votare questa proposta di legge. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Molto velocemente, anche per coerenza con il voto espresso sull'articolo 1. Voglio ricordare che questa è una delle battaglie politiche che il Consigliere Nicotra ha posto quasi dall'inizio della propria avventura politica in questo Consiglio regionale. Il sottoscritto con il sostegno pieno del Partito Pensionati e del collega Lupi, ha ampiamente sostenuto questa battaglia.
Il nostro voto, coerentemente con il voto del resto dell'articolato, è favorevole. Crediamo sia utile, anche per andare a dirimere questa grande demagogia che c'è in seno ai cosiddetti costi della politica, che noi consideriamo invece costi della democrazia.
Sicuramente si vanno a colpire spese, costi, stipendi e prebende che sono meno note, perché meno visibili alla pubblica opinione, ma sono sicuramente più incisive, più penalizzanti e sicuramente, ampiamente e totalmente, meno comprensivi di tantissimi altri costi che vengono quotidianamente sbattuti sui giornali.
Per questi motivi, colleghi, il nostro voto sarà convintamente favorevole. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci ulteriori richieste di intervento per dichiarazioni di voto pongo in votazione l'intero testo di legge.
Ricordo che il numero legale è 29.



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 35 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
La legge è approvata.
Ricordo che la Conferenza dei Capigruppo è convocata in data odierna per le ore 16.30 in Sala A, per definire il calendario dei lavori, mentre il Consiglio riprende alle ore 14.30.
Il collega Vignale non ha potuto votare. Verbalizziamo la sua espressione di voto favorevole sull'intero testo di legge.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.02)



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