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Dettaglio seduta n.532 del 19/01/10 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 14.30 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bossuto, Bresso, Buquicchio Cavallaro, Comella, Ferraris, Gariglio, Laus, Moriconi, Pizzale, Rabino Robotti, Ronzani, Rostagno, Spinosa e Turigliatto.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Presidente Placido, intervengo con ulteriore piacere durante la sua Presidenza, perché i colleghi Dalmasso, Bossuto e io aspettiamo una sua firma.
Stamattina il collega Bossuto ha dato l'adesione anche per il collega Dalmasso, conoscendo la sua sensibilità, per un ordine del giorno che abbiamo presentato a prima firma insieme, ma manca, e ci teniamo, se possiamo contarci, la firma del Vicepresidente Placido. Questo documento chiede che le realtà giovanili siano inserite nel Comitato, per l'Anno dei Giovani.
Nel frattempo, la Consulta Regionale Giovani si è presentata al Comune di Torino. So di fare una radiocronaca che non appassiona moltissimi, ma credo nei giovani e nella loro partecipazione; non so a sinistra, non so a destra, non so dove, ma spero che qualcuno creda ancora nella partecipazione democratica e nei giovani.
In base a quanto mi hanno riferito i membri della Consulta Regionale Giovanile (il Vicepresidente Placido ne saprà più di me), i funzionari dell'Assessorato del Comune di Torino, da tempo tutti cambiati , hanno risposto: "Non disturbate il manovratore, cosa volete con queste storie della partecipazione e della democrazia? Lasciate lavorare chi sa lavorare voi toglietevi".
Ho sentito l'amarezza dei giovani di sinistra, collega Muliere, quando hanno sentito questa risposta, l'amarezza degli altri giovani che si sono rivolti ad una istituzione e che, devo riconoscere, hanno fiducia nel Vicepresidente Placido per come ha condotto - io aggiungo egregiamente - e con grande democrazia le vicende della Consulta Giovani.
Sono onorato che i colleghi Bossuto e Dalmasso siano primi firmatari con me di questo ordine del giorno, perché significa che qualcuno crede ancora nella democrazia e nella partecipazione. Manca la sua firma Presidente Placido, perché lei è stato impeccabile nella difesa della Consulta Regionale Dei Giovani, anche di fronte a disattenzioni della Giunta di sinistra, da attacchi, ecc.
Non chiedo che sia discusso oggi l'ordine del giorno - vorrei che seguisse questo passaggio, Presidente Placido - perché lascia una settimana di riflessione alle istituzioni, però, rispetto alla sua proposta di accogliere i Giovani almeno quali membri permanenti, credo che la risposta sia stata: "Sì, possono passare di lì a sentire".
No, grazie tante! Possono venire a sentire ma non votare né parlare! Alla faccia della democrazia e della sinistra che considera la democrazia e i giovani una risorsa! Ripeto: il suo comportamento, Presidente Placido, è stato ineccepibile ci tengo a dargliene atto in Aula e a ringraziarla. La sua è una proposta di mediazione, però le chiedo ufficialmente se vuole apporre la firma e ringrazio il Capogruppo Clement per avere autorizzato i suoi colleghi a firmare. Le chiedo cortesemente...



PRESIDENTE

Caro collega Leo, non vorrei interromperla, però il tempo è terminato.



LEO Giampiero

Ha ragione, Presidente, e la ringrazio per la cortesia consueta. Non chiediamo la discussione dell'ordine del giorno nella seduta odierna lasciamo una settimana...



PRESIDENTE

L'ordine del giorno è già stato depositato ed iscritto.



LEO Giampiero

Manca la sua firma.



PRESIDENTE

Lo firmo volentieri. Lei ha citato la sinistra che ormai, per alcuni non so se è uno stato dell'anima o altro; lo devo capire, ma lo firmo perché sono fermamente convinto.



LEO Giampiero

Lei può anche modificarlo come ritiene; ha la mia fiducia assoluta.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richieste inversioni punti all'o.d.g. (all'articolo 51, comma 5, del Regolamento)


PRESIDENTE

Passiamo alle richieste di inversione di punti all'o.d.g., in base all'articolo 51, comma 5, del Regolamento.
Richiesta inversione rubricata n. 1) presentata dai Consiglieri Dutto Novero e Filiberti: All'o.d.g. della seduta consiliare del 19/1/2010 dopo il punto 4) Nomine si chiede venga inserito il punto 21) Proposta di legge n. 495 "Norme in materia di delocalizzazioni, incentivi alle imprese e sviluppo dell'autoimprenditorialità collettiva". (Richiamato in Aula ai sensi dell'articolo 34, comma 4, del Regolamento. Scade il 21 gennaio 2010).
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. È la prima di una serie di inversioni all'o.d.g.
che proponiamo, in attesa di chiarimenti sull'andamento generale dei lavori. Avevo intenzione di chiedere una sospensione dei lavori, ma vedo pochi colleghi della minoranza, per cui bisognerà attendere perlomeno l'arrivo di alcuni Capigruppo.
Intanto, propongo quest'inversione e direi che si può procedere al voto.



PRESIDENTE

Collega Dutto, se ho capito bene, lei ha chiesto la sospensione dei lavori appena ci saranno le condizioni per convocare una riunione di minoranza. Se gentilmente lo fa presente, l'accordo volentieri.
A questo punto, chi interviene in senso contrario, rispetto a questa proposta d'inversione di punto all'o.d.g.? La parola al Consigliere Clement.



CLEMENT Gian Piero

Respingiamo la richiesta d'inversione dell'o.d.g.
Ritengo, però, che stiamo veramente sfiorando il ridicolo, nel senso che siamo impegnati ormai da tre o quattro sedute di Consiglio su questa vicenda ed è da tre o quattro sedute di Consiglio che sembra esserci la possibilità di un'intesa per chiudere questa legge.
una legge che, per motivi diversi, credo sia attesa un po' da tutti.
Ieri doveva esserci un incontro per capire se c'erano ancora delle questioni da affrontare, ma, per motivi che non si capiscono bene l'incontro è saltato.
Andiamo pure avanti fino a quanto non ci sarà la presenza in Aula dei Capigruppo, di chi può farsi carico di questa situazione, però ritengo indispensabile che si svolga una riunione dei Capigruppo, per tentare di capire, una volta per tutte, quali sono le leggi che possono essere approvate in questi 20/25 giorni che mancano alla fine della legislatura.
Confrontiamoci serenamente, al di là dei soliti rituali, rispetto ai desiderata dei singoli Gruppi della maggioranza e dell'opposizione, e troviamo una quadra su una serie di provvedimenti legislativi.
Diversamente (l'ho già detto più di un mese fa), sospendiamo i lavori e smettiamola con questo stanco rituale che sta sfiorando il ridicolo, perch se non ci fossero gli interventi sull'o.d.g. e il sindacato ispettivo, mi chiederei veramente cosa facciamo oggi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Clement. Interpreto il suo intervento anche come parere contrario all'inversione dell'o.d.g., oltre alla richiesta di una riunione dei Capigruppo.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione rubricata n. 1.
Il Consiglio non approva.
Richiesta inversione rubricata n. 2) presentata dai Consiglieri Dutto Novero e Filiberti: All'o.d.g. della seduta consiliare del 19/1/2010 dopo il punto 4) Nomine si chiede venga inserito il punto 10) "Conclusione lavori della Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 31 lettera a), dello Statuto (Attività associazione Premio Grinzane Cavour)".
La parola al Consigliere Dutto, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Su questa richiesta di inversione all'o.d.g. vorrei richiamare l'attenzione di tutta maggioranza, perché questa potrebbe essere una soluzione seria per impegnare utilmente un po' del nostro tempo.
Visto che siamo in attesa e che si è ben lontani da un accordo sulla legge in materia di Edilizia residenziale pubblica (perlomeno, per quanto ho sentito), la proposta che rivolgo ai Consiglieri di maggioranza sarebbe di accettare questa proposta di inversione in modo da impiegare utilmente questa giornata a discutere il punto 10), cioè la conclusione dei lavori della Commissione Speciale con il compito di indagine conoscitiva sull'attività dell'Associazione Premio Grinzane Cavour.
Cominciamo a fare questo, che è da fare.
Anzi, a questo punto, proporrei ai Consiglieri di maggioranza, se volete, una sospensione di cinque minuti per parlarne coi Capigruppo.
Vediamo di parlarne, perché sarebbe un peccato bruciare questa inversione e non poter più affrontare questo punto all'o.d.g. trovandoci poi spiazzati su tutto.



PRESIDENTE

Ci sono interventi di parere contrario, oltre che nel merito all'intervento del collega Dutto? Colleghi, per cortesia, la Presidenza non può mettere in votazione se non c'è un intervento di parere contrario alla richiesta di inversione.
Inoltre, il collega Dutto ha argomentato sull'opportunità di una sospensione per la riunione dei Capigruppo.
La sospensione ci può anche essere, ma deve essere condivisa.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

La riunione dei Capigruppo si può anche fare, il problema è di capire a che cosa possa servire.
La scorsa settimana avevamo concordato una riunione informale dei Capigruppo e dei membri della II Commissione: ieri, a parte il collega Filiberti, dell'opposizione non c'era nessuno.
Siccome è noto che, per quanto riguarda la maggioranza, questo è un testo di legge a cui noi teniamo e siamo convinti - ma non per noi! - che sia utile arrivare fino in fondo anche per quelle persone che la Lega cerca di tutelare (anche una parte del centrodestra), forse, sarebbe opportuno arrivare al termine di questa discussione.
Se sospendere e fare una riunione dei Capigruppo è utile al fine di uscire da questa situazione, per quanto ci riguarda, Presidente, va bene.
Facciamo anche la riunione dei Capigruppo. Se poi vogliamo anche - lo dico con molta chiarezza - fare anche una riunione dei Capigruppo - se serve alla presenza della Giunta e rendersi conto, di qua al termine del nostro lavoro (ormai mancano poche sedute del Consiglio regionale) quali sono le leggi di interesse della minoranza, e quali sono quelle di interesse della maggioranza, ci si mette d'accordo e si arriva a un'intesa generale sulle cose da fare; se siamo intenzionati, per quanto ci riguarda, c'è la piena disponibilità.
Le riunioni devono essere...



(Commenti in aula)



MULIERE Rocco

Beh, insomma, il Capogruppo della Lega ci chiede che cosa ne pensiamo.
Noi siamo d'accordo: se non ci sono gli altri Capigruppo, non è responsabilità né del Consigliere Dutto e neanche mia.



PRESIDENTE

Il numero legale è 26.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione rubricata n. 2.
Il Consiglio non approva.
Richiesta inversione rubricata n. 3) presentata dai Consiglieri Dutto Novero e Filiberti: All'o.d.g. della seduta consiliare del 19/1/2010 dopo il punto 4) Nomine si chiede venga inserito il punto 11) Testo unificato del disegno di legge n. 573 e del progetto di legge n. 151 "Riconoscimento alla Provincia del Verbano Cusio Ossola di speciali condizioni di autonomia ai sensi dell'articolo 8 dello Statuto regionale"- relatore Reschigna (licenziato a maggioranza dalla VIII Commissione il 4 maggio 2009).
La parola al Consigliere Dutto, per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

A questo punto, non resta che continuare su questa linea. Pertanto richiediamo l'inversione del punto all'o.d.g. con il punto 11) che è il disegno di legge n. 573, sul riconoscimento alla Provincia del Verbano Cusio Ossola di speciali condizioni di autonomia, ai sensi dell'articolo n.
8 dello Statuto regionale.
Sappiamo che lo Statuto prevede, per le Province con carattere montano la possibilità di concedere particolari competenze. Sarebbe la prima volta che ciò accade, e cioè che la Regione si avvale del proprio Statuto su una linea che è comunque la linea del federalismo, che intende assegnare maggiori competenze agli Enti locali sottraendole, in questo caso, alla Regione. Quindi, riterremmo opportuno affrontare, discutere e analizzare questa proposta di legge.



PRESIDENTE

In merito alla richiesta di inversione di punti all'o.d.g. test avanzata dal Consigliere Dutto, interviene contro la Consigliera Barassi ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Siamo contrari alla richiesta di inversione di punti all'o.d.g.
avanzata dal collega Dutto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione rubricata n. 3.
Il Consiglio non approva.
Richiesta inversione rubricata n. 4) presentata dai Consiglieri Dutto Novero e Filiberti: All'o.d.g. della seduta consiliare del 19/1/2010 dopo il punto 4) Nomine si chiede venga inserito il punto 12) Proposta di legge n. 526 "17 febbraio Istituzione Giornata regionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero" (licenziato con voto negativo dalla VIII Commissione il 14 dicembre 2009).
La parola al Consigliere Dutto, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Con tale richiesta di inversione del punto dell'o.d.g. chiediamo la discussione sulla proposta di legge n. 526, "Istituzione della giornata regionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero".
Devo sottolineare che su tale proposta abbiamo delle serie riserve motivo per cui vorremmo discuterla. L'istituzione della giornata regionale non fa che confermare una serie di principi già accolti nella nostra Costituzione e già riconosciuti a livello universale. Proprio perch accettati universalmente, non ci sono più contrasti, quindi ci fa pensare che tale istituzione sia una spesa del tutto inutile (ricordo bene infatti, che la proposta di legge prevedeva una spesa di 100 mila euro annui per l'organizzazione di tale giornata).
Ci pare un ennesimo spreco da parte della Regione e ci pare che tutto quanto organizzato con questo finanziamento sia del tutto superfluo, se non del tutto inutile. Viste le attuali ristrettezze economiche, direi che è nostro dovere centellinare e utilizzare il denaro pubblico per scopi migliori e non in manifestazioni o in ricorrenze che, ripeto, appaiono del tutto superflue.
Vorremmo quindi capire la necessità, il motivo per cui è stata proposta l'istituzione di tale giornata; vorremo capire qualcosa di più, cosa si vorrebbe fare in tale giornata. Motivo per cui chiediamo di entrare nel merito della discussione di tale argomento.



PRESIDENTE

In merito alla richiesta di inversione punti all'o.d.g. testé avanzata dal Consigliere Dutto, interviene contro il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Abbiamo sostenuto in mille modi l'utilità di tale legge per la giornata che riconosca libertà di religione, coscienza e pensiero. L'abbiamo sostenuta in Commissione e in Aula più di una volta. Siamo pertanto nettamente, totalmente, profondamente e visceralmente contrari all'inversione proposta dal Consigliere Dutto.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sulla richiesta d'inversione all'o.d.g.
rubricata n. 4.
Il Consiglio non approva.
Richiesta inversione rubricata n. 5) presentata dai Consiglieri Dutto Novero e Filiberti: All'o.d.g. della seduta consiliare del 19/1/2010 dopo il punto 4) Nomine si chiede venga inserito il punto 14) "Disegno di legge n. 456 'Norme per la realizzazione, la trasparenza ed il contenimento dei costi degli organi gestionali delle società e degli organismi a partecipazione regionale" relatore Rostagno (licenziato a maggioranza dalla I Commissione il 16 settembre 2009).
La parola al Consigliere Dutto, per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
La richiesta di inversione di questo punto all'o.d.g. è rivolta ad affrontare la discussione e l'approvazione del disegno di legge n. 456 "Norme per la realizzazione, la trasparenza e il contenimento dei costi degli organi gestionali delle società e degli organismi a partecipazione regionale", ritenuta da noi, in questo momento, particolarmente significativo ed importante. In un momento di crisi finanziaria globale, di crisi economica del Piemonte e di crisi di tutte le strutture pubbliche degli enti pubblici, dallo Stato ai Comuni, di crisi per carenza di liquidità e per carenza di risorse finanziarie, diventa importantissimo tentare di realizzare tutti i risparmi possibili.
La Regione Piemonte ha una lunga serie di organismi gestionali e di società controllate direttamente o tramite la Finpiemonte, nonché di altri vari organismi vari su cui sicuramente i costi possono essere contenuti, a cominciare da quelli degli organi gestionali.
Abbiamo infatti una serie infinita di Consigli di Amministrazione Presidenti e Vicepresidenti, direttivi, Revisori dei conti ed organismi vari e molti di questi percepiscono anche delle retribuzioni di carattere decisamente elevato, in molti casi ben più alte di quelle percepite da noi Consiglieri regionali che tanto vengono contestate dagli organi di stampa e più in generale criticate dai cittadini.
Quindi, sarebbe quanto mai utile mettere mano a questa piccola giungla di sottogoverno che è venuta a crearsi nel tempo per mettere un po' di ordine, eliminando innanzitutto tutti gli organismi inutili - e ce ne sono sicuramente - e riducendo il numero delle società partecipate - cosa più che fattibile, perché ricordo che solamente Finpiemonte ha qualcosa come 50/52 società partecipate, molte delle quali del tutto inutili o perlomeno con un'operatività limitatissima e che pertanto potrebbero tranquillamente essere sciolte o fuse in altre società. Altrettanto vale per molti altri organismi di garanzia o di rappresentanza istituiti nel tempo dalla Regione Piemonte.
Una prima revisione di tutti questi organismi ha lo scopo di sfoltirli di ridurne il numero, e quindi ridurre i costi.
Una seconda revisione di quanto percepiscono gli organi preposti alla gestione di tutti questi enti, che vanno dal Consiglio di Amministrazione delle società ai vari Presidenti e Consiglieri di tutti gli altri organi rappresentati dalla Regione.
L'insieme di queste due azioni potrebbe sicuramente portare un netto beneficio alle casse regionali. È pressappoco quello che sta facendo il nostro Ministro Calderoli a Roma nel Governo centrale, dove dopo avere iniziato ad eliminare una lunghissima serie di leggi ormai diventate inutili, ha ora proposto la soppressione di numerosissimi enti inutili.
Pertanto, direi che in questo modo potremmo indirizzare l'azione della Regione nella stessa linea di indirizzo dell'azione dell'attuale Governo.
Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione rubricata n. 5.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Inversione all'o.d.g. ed esame proposta di legge n. 670: proposta di legge al Parlamento, inerente a "Modifica alla legge 15 febbraio 1996, n. 66 (Norme contro la violenza sessuale)"


PRESIDENTE

Propongo un'inversione di punti all'o.d.g. non fra quelle presentate fino a questo momento.
Si propone di invertire il punto 20) all'o.d.g., proposta di legge n.
670: proposta di legge al Parlamento "Modifica alla legge 15 febbraio 1996 n. 66 (Norme contro la violenza sessuale)", con il punto 4) all'o.d.g.
Mi pare che su questa proposta di inversione vi sia la condivisione dell'Aula.
Se non vi sono indicazioni in senso contrario, consideriamo accolta la richiesta di inversione punti all'o.d.g. testé avanzata.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame della proposta di legge n. 670, firmata da tutte le Consigliere e licenziata l'11 gennaio 2010.
La relatrice che intende intervenire deve poi indicare a quale ramo del Parlamento, perché in base al Titolo V, articolo 121 della Costituzione bisogna indicare a quale ramo del Parlamento si invia la proposta di legge.
Questa proposta di legge contiene un solo articolo.
Le relatrici, Consigliere Cotto e Pozzi, danno per letta la seguente relazione: "In un contesto in cui gli atti di violenza compiuti sulle donne rappresentano un grave fenomeno criminale ancora molto diffuso è compito delle istituzioni intervenire con iniziative volte alle prevenzione e al contrasto del fenomeno nonché al miglioramento dell'assistenza alle vittime di violenze e maltrattamenti.
Con la presente proposta di legge al Parlamento si intende, pertanto prevedere un sostegno anche a livello processuale alle donne vittime di violenza nel delicato e sofferto percorso processuale teso al riconoscimento in sede giudiziaria della responsabilità penale dell'autore/i del reato e del danno, morale e materiale, subito.
A tal fine si è ritenuto di ampliare le prerogative del difensore civico nel senso di ricomprendervi anche la facoltà di costituirsi parte civile nei processi penali in cui la vittima sia una donna che ha subito violenza. Ciò in analogia con quanto già disposto dall'articolo 36, comma 2 della legge 5 febbraio 1992 n. 104 (Legge-quadro per l'assistenza l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate) che prevede tale facoltà per determinati reati contro la persona che vedono parte offesa una persona handicappata.
I reati per i quali la proposta di legge prevede la possibilità di costituzione di parte civile del difensore civico, nonché dell'associazione alla quale risulti iscritta la donna o un suo familiare sono quelli di cui alle sezioni I, II, III del capo III del titolo XII del libro secondo del codice penale commessi nei confronti delle donne.
Si tratta di delitti contro la persona e, in particolare, di una serie di delitti contro la libertà individuale, ovvero quelli ricompresi nelle sezioni dedicate ai delitti contro la personalità individuale, contro la libertà personale e contro la libertà morale.
Per quanto attiene le citate sezioni si rammenta che diversi articoli in materia di delitti contro la libertà personale sono stati introdotti nel codice penale dalla legge 15 febbraio 1996, n. 66 'Norme contro la violenza sessuale' e che l'articolo 612 bis rappresenta una recente innovazione del legislatore che ha annoverato tra i delitti contro la libertà morale anche gli 'atti persecutori' a seguito del dettato del decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11 convertito nella legge 23 aprile 2009, n. 38, recante 'Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori'.
Si evidenzia che la legittimazione del Difensore Civico a costituirsi parte civile nei processi penali per i reati sopra indicati è finalizzata alla tutela dei diritti delle persone più deboli ed è uno strumento ad hoc che viene previsto in modo autonomo ed indipendente rispetto all'eventuale costituzione in giudizio per la tutela degli interessi da parte di altri soggetti, quale ad esempio l'amministrazione comunale sul cui territorio è stato commesso il reato. Infatti la costituzione di parte civile è volta a tutelare non un interesse proprio dell'ente, bensì un interesse collettivo di perseguire determinati reati commessi a danno di persone indifese.
La presente proposta di legge al Parlamento è composta di un unico articolo che prevede di aggiungere, dopo l'articolo 17 della citata legge 15 febbraio 1996, n. 66 recante 'Norme contro la violenza sessuale', un nuovo articolo che sancisce la possibilità di costituzione di parte civile del difensore civico nonché dell'associazione alla quale risulti iscritta la donna o un suo familiare per i procedimenti penali per i reati di cui alle sezioni I, II, III del capo III del titolo XII del libro secondo del codice penale commessi nei confronti delle donne".
aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Le chiedo scusa, ma non ho capito se siamo sull'esame dell'articolo o siamo ancora sulle dichiarazioni sull'inversione.



PRESIDENTE

Sulla proposta di legge al Parlamento, condivisa, è stata proposta un'inversione all'o.d.g.
L'Aula ha acconsentito, quindi è stato invertito il punto all'o.d.g. e stiamo trattando la proposta di legge al Parlamento n. 670, che è di un solo articolo.
stata data per letta la relazione, quindi o si interviene sull'articolato o per dichiarazione di voto.
La parola al Consigliere Vignale, che interviene sull'articolato.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Faccio un unico intervento sull'articolo, ma anche per dichiarazione di voto.
Nel merito, comprendendo la finalità assolutamente condivisibile delle colleghe, ho solo qualche perplessità, non tanto ovviamente rispetto alla finalità che viene anche indicata nella relazione e che la legge si pone.
Quindi, questo lo condivido e condivido la stesura e il principio che la legge vuole perseguire.
Nutro, tuttavia, qualche perplessità rispetto a quella che è la situazione giuridica italiana: negli ultimi quattro anni nel nostro Paese sono state presentate circa quattro milioni di denunce per violenza sessuale, di cui solo il 3,97% (secondo fonti del Ministero di Grazia e Giustizia) si è concluso con una condanna del denunciato. Perché oggi, come rileva qualunque camera penale, lo strumento della denuncia penale soprattutto nelle cause civili, è particolarmente utilizzato per ottenere alcuni "aspetti" che, nelle separazioni non consensuali, che in Italia sono più di 160 mila l'anno, non si otterrebbero durante la "trattativa" fra i coniugi.
Tutto questo ci induce a sostenere che il 96% circa delle denunce sempre secondo fonti del Ministero di Grazia e Giustizia - sia infondato.
Ciò significa che nel momento in cui vi è la possibilità di costituirsi parte civile non soltanto da parte del Difensore Civico, che per me sarebbe un aspetto tutelante, ma anche delle associazioni, che, in alcuni casi (non dico che lo siano tutte, ma potrei citare alcuni esempi evidenti di associazioni che su questo hanno anche creato modifiche normative all'interno della nostra nazione), sono proprio i soggetti che inducono alla denuncia... Ho detto "in alcuni casi", perché potrei citare degli esempi con nome e cognome di associazioni che hanno, a proprio carico, dei procedimenti penali da parte dei soggetti che sono stati denunciati.
Le mie perplessità sorgono proprio su questo aspetto, perch introdurremmo una misura che andrebbe ad aggravare ancora di più una situazione già in difficoltà, per la quale il Parlamento peraltro sta cercando, sia pure con mille difficoltà, di trovare delle soluzioni.
Ricordo che ai sensi della norma nazionale la casistica che la legge tratta non è solo quella delle violenze sessuali, per le quali sarebbe assolutamente condivisibile la misura che la legge vuole trattare, ma, a seconda della legislazione nazionale, anche dei maltrattamenti e soprattutto, degli abusi, che sono il 90% dei motivi di denuncia. Vorrei ricordare che l'abuso, dal punto di vista giuridico, è un atto non comprovabile da alcuna prova se non con la testimonianza. Pertanto, se mia moglie sostiene che ho abusato di lei, o viceversa, non c'è altro che la testimonianza del denunciante e quella di alcuni soggetti; in molti casi di denunce di abusi sono le stesse associazioni che testimoniano dell'avvenuto abuso.
Rammento sempre quello che è il dato che citavo inizialmente, che è oggettivo, per cui non è discutibile, ovvero che il 97% delle denunce non arrivano a condanna, ma non nel senso di persone che non denunciano, perch a fronte di quello ci sono altre decine di migliaia di situazioni davvero gravi che non portano a denuncia.
Noi stiamo parlando solo dei casi di denuncia: solo il 3,97% delle denunce termina con una condanna.
Per questi motivi, pur condividendo totalmente quelle che sono le finalità della norma, che comprendo positive, esprimerò un voto di non partecipazione - perché l'astensione nella nostra Aula, com'è ben noto equivarrebbe ad un voto contrario, ma non sono affatto contrario a questo tipo di legge - perché credo che comporterebbe qualche problema in più sia per i denunciati, il 97% dei quali sono innocenti, sia per l'iter processuale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie, Presidente.
Poiché abbiamo dato per letta la relazione, non intendo ritornare sulla decisione assunta, però ci terrei, a questo punto, a sottolineare il significato di questa proposta di legge al Parlamento.
Il Difensore Civico è una figura istituzionale presente anche nella nostra Regione. Recentemente abbiamo provveduto a nominare il nuovo Difensore Civico, che, tra l'altro, abbiamo incontrato come Consulta delle Elette, e abbiamo ascoltato dalle sue parole l'importanza che lo stesso attribuisce a questa proposta di legge.
Lo dico perché i timori che sono stati espressi dal collega Vignale circa il fatto che non tutte le denunce in realtà si concludano con la condanna, perché talvolta possono essere fatte in modo strumentale, è una argomentazione che, sinceramente, credo non possa condizionare il nostro giudizio su questa legge.
Intanto il Difensore Civico è una figura che si avvale anche di collaboratori e ha la possibilità di non assumere la decisione di costituirsi parte civile per qualsiasi e qualsivoglia procedimento sia stato intentato. Inoltre, ha un ruolo di rappresentante non tanto e non solo degli interessi della parte lesa specifica, quanto di rappresentante della comunità, che si costituisce parte civile proprio per segnalare e per sottolineare che la violenza sulle donne non è un problema di quella donna soltanto che l'ha subita, ma è un problema che riguarda tutti noi, riguarda la comunità. Ed egli, nella sua veste di Difensore Civico, non è difensore solo di quella persona, ma è difensore della qualità della vita nella nostra comunità.
Quindi è estremamente importante che egli possa costituirsi parte civile in questi procedimenti, perché è un segnale e un messaggio che viene inviato non soltanto al Tribunale e al dibattimento che si svolge, quanto come dicevo prima, all'intera comunità.
Noi avanziamo questa proposta proprio perché, per quanto riguarda le norme contro la violenza sessuale, non è prevista questa possibilità, che è riservata soltanto al Sindaco del Comune di residenza della persona che...
Quasi che il problema della comunità riguardasse soltanto il rappresentante dell'Amministrazione locale di quel territorio e non, invece, l'intera comunità, costituita da donne e da uomini, di cui il Difensore Civico è per sua natura e per istituto, colui che la deve difendere.
Per quanto riguarda la possibilità di costituzione di associazioni ritengo che sia allo stesso modo importante, perché molte associazioni si occupano da anni di questo tema. Noi stessi abbiamo votato una legge che è stata proposta e sottoscritta da migliaia di donne, su stimolo ed iniziativa di associazioni femminili, noi pensiamo che anche da questo punto di vista la possibilità di costituirsi parte civile sia, di nuovo, un messaggio culturale e politico che diamo ai nostri territori.
Se poi dei dibattimenti si concludono con l'assoluzione per non aver commesso il fatto non possiamo che rallegrarci, perché vuol dire veder scendere il numero delle migliaia di donne che ogni anno nella nostra regione sono vittime di violenza sessuale, fuori o in famiglia, avendo il procedimento giudiziale rilevato l'inesistenza della violenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Avendo già in Commissione votato a favore della legge, rivoteremo sicuramente in tal senso senza problemi, ci mancherebbe, volevo soltanto fare un'osservazione tecnica.
Siccome, oltre al Difensore Civico regionale, abbiamo Difensori Civici in alcuni Comuni, per lo meno nelle città di maggiori dimensioni, e in parecchie Province, volevo domandare cosa intendiamo in questa legge per Difensore Civico. Inoltre, mi chiedo se non sarebbe forse più utile specificare esattamente a quale difensore civico ci riferiamo, salvo che con l'indicazione di "Difensore Civico" si voglia volutamente aprire a tutte le possibilità, quale quella per un Difensore Civico comunale di intervenire. In questo caso, però, sarebbe logico intervenisse per un reato commesso nel suo Comune, non vedo come potrebbe intervenire complessivamente su altro, a mio avviso sarebbe fuori competenza.
Pertanto, chiederei ai proponenti una riflessione su questa questione: cosa intendiamo relativamente al Difensore Civico, se vogliamo aprire la possibilità di intervenire ai Difensori Civici provinciali e comunali o se invece, vogliamo limitare tale opportunità al Difensore civico regionale.
Ritengo che questo punto sia comunque importante, a livello di chiarimento affinché questa legge possa essere applicata. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Dutto.
Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Cotto, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi Vignale e Dutto che con i loro interrogativi permettono di approfondire la riflessione e anche di spiegare la ratio di questa proposta di legge che arriva verso la fine della legislatura.
Ci si potrebbe chiedere come mai la Consulta delle Elette, che da cinque anni si occupa di contrasto del fenomeno della violenza contro le donne, non ci ha pensato prima, quando ha steso la proposta di legge per l'istituzione di un fondo di garanzia per la tutela legale delle donne vittime di violenza o quando ha recepito la proposta di legge popolare per l'istituzione di un Centro antiviolenza in ogni provincia con case rifugio.
Avevamo pensato a questo, anche se tutta la nostra attività è stata un po' finalizzata a dare alle donne che hanno subito violenza il coraggio di denunciare chi ha fatto loro del male.
Incontrando il Difensore Civico, in un discorso di approfondimento dei vari ruoli, nell'apprendere quali erano tutte le funzioni del Difensore Civico - che ovviamente non elenco - abbiamo notato che la normativa nazionale sulla disabilità (legge n. 104/1996) in un punto prevedeva anche la possibilità per i diversamente abili di chiedere al Difensore Civico la costituzione di parte civile nei procedimenti. Allora, per noi è stato facile pensare di dare forza anche a queste donne che hanno il coraggio di denunciare. Poi, chiaramente, siccome la materia è di competenza nazionale non abbiamo dato indicazioni, proprio per rispetto del ruolo parlamentare.
Noi ci limitiamo a segnalare la questione; siamo certi che i nostri parlamentari sapranno valutare in ordine a questa possibilità, se attribuirla solo al Difensore Civico regionale o anche a quello provinciale e/o a quello comunale, non avendo voluto intenzionalmente allargare il discorso, per evidenti ragioni di competenza.
Quindi, la nostra proposta fa parte di tutte quelle iniziative che continuano a mantenere i riflettori accesi su questo problema. Sappiamo benissimo che questa legge non risolve la problematica, però può aiutare.
Presidente, rispondendo anche alla sua domanda, a quale ramo del Parlamento intendiamo rivolgerci, dopo avere consultato le colleghe scrutandole negli occhi, annuncio che avanzerei la proposta al Senato proprio perché c'è meno lista d'attesa e sono certa che i senatori e le senatrici del nostro Piemonte ci daranno una mano per il prosieguo dell'iter. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cotto.
A questo punto, possiamo procedere con la votazione dell'articolo 1.
Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 34 Consiglieri Il Consiglio approva.
Il testo del provvedimento sarà inviato al Senato, come indicato nell'intervento.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media "San Francesco D'Assisi" di Mergozzo (VB)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola media "San Francesco D'Assisi" di Mergozzo (VB), in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Avete appena assistito alla votazione sulla proposta di legge relativa alle violenze, da inviare a un ramo del Parlamento, in base al Titolo V della nostra Costituzione, articolo 121.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Clement, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Sull'ordine dei lavori, Presidente.
Il nostro Gruppo non esprime perplessità sul fatto che si affronti la questione del dimensionamento scolastico, però - l'ho già chiesto nell'intervento precedente - considero opportuna una breve riunione dei Capigruppo, per decidere le questioni che saranno affrontate oggi.
Diversamente, non dico che ci siano dei colpi di mano, ma vengono avanti le questioni più diverse.
Per noi si può affrontare tranquillamente il dimensionamento scolastico; ci sono anche alcune nomine che probabilmente possono essere approvate nella giornata odierna. Sappiamo che ci sono tre leggi che riguardano la montagna (i rifugi, la sentieristica e le strade militari) sollecitate anche in quest'aula dal Presidente dell'Associazione "Amici della montagna", il Consigliere Travaglini. Noi non le condividiamo completamente, ma non abbiamo particolari perplessità rispetto ad esse.
Chiediamo, però, all'Aula e ai Capigruppo di affrontare, insieme a queste tre leggi, anche la legge sulle radiazioni ionizzanti, largamente condivisa. Inoltre, chiediamo di discutere la legge che abbiamo richiamato in Aula, sulle delocalizzazioni.
Sappiamo che questa legge probabilmente non accoglierà la maggioranza dei consensi dell'Aula, però chiediamo di poterla discutere, eventualmente bocciarla, in modo che sia chiaro ai cittadini di questa regione qual è il pensiero dei Gruppi consiliari sulla vicenda delle delocalizzazioni.
Per essere molto concreto, chiedo di sospendere i lavori per cinque/dieci minuti e fare una riunione dei Capigruppo, per definire un percorso da seguire oggi ed eventualmente per la prossima seduta consiliare.
Se così non è, vista la situazione in Aula, ma anche la situazione politica esterna, non credo che il nostro Gruppo continuerà a garantire la presenza e il numero legale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



PRESIDENTE

stata richiesta una riunione della Conferenza dei Capigruppo, ma vedo pochi Capigruppo della minoranza.
Ci sono interventi contrari?



PRESIDENTE

LEO Giampiero (fuori microfono)



PRESIDENTE

Siamo a favore.



PRESIDENTE

Questa è una richiesta del Consigliere Clement, che - devo dare atto era già stata avanzata dal Consigliere Dutto e, se non erro, era stata respinta.
Chiedo agli altri Capigruppo se c'è un parere contrario; se non c'è parere contrario, sospendo il Consiglio per quindici minuti, per favorire la riunione dei Capigruppo, in Sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.11 riprende alle ore 16.49)


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame testo unificato delle proposte di deliberazione n. 488 e n. 503 inerente a "Approvazione dei criteri per la definizione del Piano regionale di dimensionamento della rete scolastica piemontese"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La Conferenza dei Capigruppo ha concordato di dare priorità al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 488 e n. 503, "Approvazione dei criteri per la definizione del Piano regionale di dimensionamento della rete scolastica piemontese", di cui al punto 8) all'o.d.g., con un'informativa da parte dell'Assessore competente.
Al termine dell'intervento, sospendiamo i lavori per permettere all'Assessore, in via informale, di sciogliere qualche dubbio e dare informazioni ai colleghi che già si sono prenotati.
Prego, Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
La proposta di criteri per la definizione del Piano regionale di dimensionamento della rete scolastica della nostra regione nasce dal decreto legislativo n. 112, da una competenza attribuita da tale decreto, e dal DPR 233 del 18 giugno 1998.
A seguito del Piano programmatico e della norma finanziaria dell'anno 2009, sono state poste delle condizioni per le quali è stato messo in evidenza come forse non sempre le Regioni avessero esercitato fino in fondo la propria competenza, in merito al dimensionamento scolastico.
In quell'occasione, la nostra Regione aveva ricorso contro l'articolo 64 della legge n. 133 e la Corte Costituzionale aveva ribadito la competenza assoluta nella programmazione e nel dimensionamento scolastico da parte della Regione.
Peraltro, nell'approvazione del Piano dell'anno scolastico 2009/2010 ricordo un ordine del giorno approvato a maggioranza dei Consiglieri, dove si invitava a riformulare dei nuovi criteri che tenessero in considerazione le nuove esigenze del nostro territorio, le leggi che un attimo fa ho citato e la delibera dei criteri, approvata da questo Consiglio, nell'anno 2000.
I criteri sono stati presentati tenendo in considerazione le specificità del nostro territorio. Abbiamo fatto un'analisi approfondita dei numeri che caratterizzano la nostra regione: oggi abbiamo una popolazione scolastica di 108 alunni con un rapporto alunni/classe di 21,6.
Ricordo che il rapporto alunni/classe nella scuola primaria è di 18,91 nella scuola secondaria di secondo grado gli alunni sono 156.954 con un rapporto alunni/classe pari a 21,70.
Rispetto all'anno precedente, il numero delle autonomie scolastiche è rimasto pressoché invariato, poiché sono stati istituiti anche 15 CPIA che nell'anno scolastico precedente non hanno avuto la propria attivazione, ma a fronte dell'approvazione del regolamento da parte del Ministero, potranno vedere l'avvio della sperimentazione per l'anno scolastico 2010/2011 benché su questo stiamo ancora attendendo indicazioni da parte del Governo non appena, appunto, sarà approvato il regolamento.
I criteri che abbiamo definito attengono anzitutto il dimensionamento delle autonomie e si fa riferimento ai parametri di legge, cioè 500 alunni con un massimo di 900, con la possibilità di andare in deroga per quanto riguarda i Comuni montani.
In seguito alla definizione dei numeri per le autonomie scolastiche abbiamo individuato i parametri per la razionalizzazione della rete scolastica, quindi per la definizione di tutti i plessi che compongono una rete significativa ed importante che caratterizza la nostra regione, ossia una rete che è costituita da 3.579 edifici.
Quindi, per quanto riguarda le autonomie scolastiche, come dicevo poc'anzi, i numeri sono tra 500 e 900; laddove ci sono istituti che si trovano in aree con alta densità demografica non si applica, qualora non sia strettamente necessario, il numero massimo di 900 alunni, anche perch alcuni istituti già oggi superano questo numero massimo.
Dicevo che per i Comuni montani è possibile ottenere la deroga rispetto al numero minimo e nelle zone indicate al punto c), cioè nelle zone montane e che si trovano in particolare isolamento, sono costituiti istituti comprensivi di scuola di ogni ordine e grado.
Nel momento in cui ci sono meccanismi di razionalizzazione, deve essere data priorità agli istituti comprensivi. Si deve tenere in considerazione il numero massimo degli Enti locali che sono interessati ad un istituto comprensivo e alle specifiche competenze in materia di gestione e funzionamento, quindi ragionamenti che devono attenere alle questioni legate all'edilizia scolastica e al diritto allo studio.
La composizione delle classi dovrà essere il più possibile equilibrato tra le scuole dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, questo qualora si decidesse di istituire un istituto comprensivo per garantire il più possibile un'ottimale distribuzione dell'offerta formativa sul territorio.
Dicevo che abbiamo dato anche indicazioni per quanto concerne i punti di erogazione del servizio, che è un po' una novità rispetto a quelli che sono i piani di dimensionamento degli anni precedenti. È una novità, ma crediamo sia quanto mai opportuno al fine di dare un visione completa della la rete dei plessi e dei punti di erogazione del servizio della nostra regione, soprattutto nel momento in cui una riduzione del personale mette in evidenza tutta una serie di contraddizioni se non si è ancora proceduto all'applicazione del Titolo V.
Quindi, alla luce di uno studio che abbiamo effettuato sul nostro territorio e anche di una comparazione avvenuta in sede tecnica con le altre Regioni italiane, dopo un'analisi attenta, abbiamo provato ad individuare questi criteri che sottoponiamo all'Aula.
I plessi della scuola dell'infanzia sono costituiti, di norma, in presenza di almeno 20 alunni; i plessi di scuola primaria sono costituiti di norma, in presenza di almeno 35 alunni; le sezioni staccate di scuola secondaria di primo grado sono costituite, di norma, in presenza di almeno 40 alunni. Se parliamo di scuole site nei Comuni montani e nelle aree geograficamente caratterizzate da situazioni di marginalità, i parametri sono modificati in questo modo: i plessi di scuola dell'infanzia si potranno tenere aperti in presenza di almeno 10 alunni; i plessi di scuola primaria di norma in presenza di almeno 18 alunni; le sezioni staccate di scuola secondaria di primo grado sono costituite di norma in presenza di almeno 20 alunni.
Per favorire condizioni di stabilità sarà necessario valutare le prospettive per il punto di erogazione del servizio, quindi che sia in grado di mantenere il rispetto dei parametri previsti, in modo particolare nel medio periodo. L'analisi dovrà essere effettuata da parte delle Province e dei Comuni, tenendo in considerazione i flussi demografici, e consentirà di stimare quali possano essere gli iscritti anche nell'anno successivo rispetto a quello al quale si stanno predisponendo gli atti per poter determinare l'avvio.
Al fine di garantire il servizio anche agli studenti residenti nei Comuni classificati in situazione di marginalità, si propone di unire il criterio della consistenza numerica degli alunni in tempo di percorrenza tra il punto di erogazione del servizio ed il punto che dovrebbe accogliere gli studenti. L'applicazione di questi criteri numerici si attua soltanto se, dopo aver fatto un'analisi sulla percorrenza reale delle strade, per tutto l'intero periodo di apertura delle scuole, il punto di erogazione del servizio in grado di ospitare gli alunni rispetto al punto soppresso e con la disponibilità di aule che rispettino le norme in materia di edilizia scolastica e sicurezza si trova, per le scuole dell'infanzia, nel raggio di cinque chilometri con una percorrenza non maggiore di 15 minuti; per le scuole primarie, tra i cinque e i nove chilometri con una percorrenza in non più di 20 minuti; per le scuole secondarie di primo grado fino ad un massimo di 10 chilometri da percorrere in non più di 30 minuti.
Per individuare, in caso di soppressione di un plesso, il punto di erogazione del servizio prevalente rispetto a quello che occorrerà chiudere, bisogna tenere in considerazione la rispondenza ai requisiti igienico-sanitari, le caratteristiche delle aule in termini di capienza massima, l'indice di vetustà dell'edificio, eventuali investimenti che sono stati sostenuti dai Comuni o che sono stati programmati, la presenza di eventuali vincoli sull'edificio scolastico, la proprietà dell'edificio da parte dell'Ente locale, il rispetto degli standard metri quadrati per alunno e superficie totale/alunno, che sono disciplinati dal Decreto Ministeriale del 1975 ed eventuali possibilità di ampliamento.
Questi criteri dovranno anche valere per l'istituzione dei nuovi punti di servizio; attualmente risulta non essere possibile l'apertura di nuovi punti di erogazione del servizio.
Per quanto riguarda la scuola secondaria di secondo grado sono stati stabiliti dei criteri a fronte del fatto che siamo in attesa dell'approvazione dei due regolamenti: il regolamento che attiene agli istituti tecnici e gli istituti professionali e il regolamento che attiene i licei.
I criteri che proponiamo e che le Province dovranno rispettare nell'attuazione dei propri piani sono criteri che intanto devono prevedere la confluenza dei singoli indirizzi e di quanto ad oggi ci è dato conoscere dai regolamenti attualmente in fase di discussione presso le due Camere.
Quindi, anche secondo le indicazioni del Ministero, abbiamo chiesto alle Province di lavorare sulla confluenza dei singoli indirizzi.
Dopodiché abbiamo dato come indicazione che non si potranno attivare nuovi indirizzi salvo laddove si possano verificare situazioni di buchi all'interno della programmazione e dell'offerta formativa in quella determinata provincia o in quel determinato territorio.
I parametri per le autonomie scolastiche fanno riferimento, come i parametri per la scuola dell'obbligo, a 500 e 900 alunni, con la possibilità di deroga quando si tratta di Comuni montani; quando si tratta invece, di unificare istituti di secondo grado, si deve cercare innanzitutto e prioritariamente, di accorpare edifici, istituti che si trovino nella medesima area.
Si può procedere, quindi, all'unificazione di istituti di diverso ordine o tipo qualora, separatamente, non rientrino nei parametri dei punti precedenti, cioè ritenuti in Comunità montane o che abbiano numeri di studenti inferiori a quelli previsti, cioè 500 e 900, e possono assumere la denominazione di istituti di istruzione secondaria superiore.
Ovviamente, per quello che riguarda la soppressione di eventuali plessi relativi alle scuole superiori, vale sempre il concetto della percorrenza e della distanza, nonché tutte le norme di riferimento che attengono alle strutture, quindi l'agibilità della struttura sia in termini di rapporto superficie dell'aula/alunni, sia per quello che concerne la messa in sicurezza dell'edificio nella sua complessità.
Un'ultima parte è dedicata all'educazione degli adulti e all'educazione permanente, cioè all'attivazione dei CPIA, per i quali avevamo già individuato nel programma precedente alcune autonomie da dedicare all'educazione per gli adulti. Oggi introduciamo alcuni criteri di definizione.
Nell'ultima parte vengono individuate le modalità alle quali le Province devono attenersi per la definizione e l'adozione dei piani di programmazione della rete dell'offerta scolastica formativa integrata.
Ricordo soltanto che, con una circolare emanata la scorsa settimana dal Ministro della Pubblica Istruzione, le iscrizioni, per quello che riguarda la scuola dell'obbligo, sono state confermate a fine febbraio; per quello che riguarda la scuola superiore sono state prorogate a fine marzo.
Ciononostante, una circolare del Ministero ci invita ad approvare i piani di dimensionamento scolastico entro il 31 gennaio. Questo perché le procedure che attengono al caricamento dei codici e al caricamento della rete della programmazione dell'offerta formativa, nonché le mobilità legate al personale docente, hanno procedure lunghe e complicate.
Se quest'Aula non esercitasse quello che dicevo prima essere una competenza esclusiva, cioè il dimensionamento scolastico e la programmazione dell'offerta formativa, oltre a rinunciare ad una sua peculiarità, correrebbe il rischio di compromettere l'inizio dell'anno scolastico. Le fasi preliminari e la preparazione di tutto quello che attiene le procedure per l'apertura dell'anno scolastico - assegnazione del personale docente e non docente, trasferimento e mobilità - potrebbero non fare rispettare le tempistiche necessarie, quindi potremmo mettere in difficoltà il servizio scolastico.
Quando l'Aula avrà licenziato i criteri, se i piani delle Province saranno attinenti a quanto scritto all'interno dei criteri, saranno successivamente approvati e ci auguriamo di poter completare tutto il percorso entro il 31 di questo mese.
Ovviamente, resto a disposizione per ulteriori approfondimenti e per eventuali osservazioni che i Consiglieri volessero muovere.


Argomento: Questioni internazionali

Iscrizione all'o.d.g. ed esame proposta di deliberazione n. 517, inerente a "Approvazione finanziamento emergenza ad Haiti"


PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Prima di chiudere i lavori e prima di permettere l'incontro informale per i chiarimento richiesti, propongo di iscrivere ed approvare all'o.d.g.
la proposta di deliberazione n. 517, inerente a "Approvazione finanziamento emergenza terremoto da Haiti", così come è stata approvata all'unanimità dal Comitato di Solidarietà questa mattina.
Il Consiglio regionale delibera il riconoscimento dell'esistenza di una situazione di emergenza ad Haiti per il sisma che ha colpito l'isola il 12 gennaio 2010; il finanziamento di euro 250 mila destinati ad interventi di urgenza e a progetti di ricostruzione, anche tenendo conto delle indicazioni del Governo italiano; l'attivazione del conto corrente postale n. 480111, intestato a Regione Piemonte e di trasmettere la presente deliberazione alla Giunta regionale affinché provveda agli adempimenti conseguenti.
Se l'Aula acconsente, data l'urgenza, la iscriviamo all'o.d.g. e l'approviamo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese della deliberazione n. 517, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'informativa dell'Assessore Pentenero, se non ci sono interventi di chiarimento generale, sospenderei così come concordato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Nella scorsa seduta si era ipotizzato con il Consigliere Clement un emendamento con il quale si dava mandato alla Giunta di approvare i piani di dimensionamento, di fare un passaggio informativo sentito il parere...Vediamo come formulare l'emendamento, l'importante che sia preventivo. Questo per evitare che i Consiglieri apprendano queste novità mi auguro sempre la stretta applicazione dei criteri - successivamente, con tutti i disagi del caso.
solo un modo per coinvolgere il Consiglio senza tornare indietro rispetto all'orientamento che si era preso precedentemente. Questo di carattere generale.
Se si possono chiedere dei dettagli direttamente all'Assessore, come i Consiglieri, mi riservo successivamente di intervenire.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di intervento per chiarimenti di carattere generale, per cui l'incontro informale richiesto con l'Assessore si svolgerà immediatamente in Sala A. Ricordo la Conferenza dei Capi gruppo domani alle 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.10)



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