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Dettaglio seduta n.522 del 15/12/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.32)



PRESIDENTE

Apriamo i lavori dell'odierna seduta del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Bresso, Caracciolo Comella, Gariglio, Larizza, Moriconi, Pizzale, Pozzi, Rabino, Robotti Rostagno, Rutallo e Travaglini.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato sul processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Nomine

c) Elezione Presidente della Commissione di Garanzia


PRESIDENTE

Comunico che, in data 1° dicembre 2009, la Commissione di garanzia ha scelto, a scrutinio segreto, come suo Presidente, il dottor Corrado Canfora, Magistrato a riposo nel ruolo dei Magistrati di Cassazione.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'ordine del giorno: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che il giorno 10 dicembre 2009 sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle sedute del 24 novembre 2009. Se non vi sono osservazioni, s'intendono approvati.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Mi spiace disturbare sempre il Presidente Placido.



PRESIDENTE

Se mi permette, provo ad anticiparla.
In questo momento, è assente la Giunta regionale e lo ritengo un fatto disdicevole. Lo stesso commento vale quando non c'è il numero legale, che è una responsabilità del Consiglio tutto, se mi permettete.
Basta usare i toni forti, almeno nella voce e nei termini, che la Giunta si materializza nella persona dell'Assessore Sergio Conti, che ringrazio.
In ogni caso, a parte la presenza dell'Assessore, non è certo uno spettacolo bello da vedere, ma la Giunta è presente, e, come si sarebbe detto in altri tempi, lotta insieme con noi.
Grazie, Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Innanzitutto ringrazio il Presidente Placido, perché mi conosce così bene da aver immediatamente colto il tenore della questione. Molte cose le ho imparate quando lui faceva così bene opposizione!



PRESIDENTE

Bisogna sempre restare allenati!



LEO Giampiero

In secondo luogo, vorrei far rilevare che alle ore 11 - non lo pongo neanche più in termini eccessivi, lo dico solo per far presente che leggo le comunicazioni - il Sindaco Chiamparino, la Presidente Bresso e il Presidente Saitta - potrebbe essere l'occasione perché il Sindaco Chiamparino e il Presidente Saitta si parlino! - c'invitano alla conferenza stampa per la Fiera internazionale del libro.
Noi ringraziamo per l'invito la Presidente Bresso, il Sindaco Chiamparino e il Presidente Saitta, ma siamo dispiaciuti di non poter accettare. Ormai la pongo in questi termini, perché non posso dire altro! Volevo soltanto far presente questo, caro Presidente Placido: spero che il collega Muliere, persona di gran pazienza, apprezzi che anche il sottoscritto ha usato tutta la pazienza e il garbo in questa mia osservazione.
Come ho detto, dispiace soltanto non poter accettare l'invito della Presidente Bresso per l'importante conferenza prevista per questa mattina.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Leo.
Colleghi, siamo alla fine dell'anno e bisogna essere più buoni. Del resto, siamo anche a fine legislatura.
Lo abbiamo detto e scritto "n" volte...



LEO Giampiero

Non protesto neanche!



PRESIDENTE

Mi auguro solo che non dicano: "Che maleducati questi Consiglieri regionali, non sono neanche presenti alla conferenza stampa di presentazione!", perché sarebbe, oggettivamente, troppo. Auspico che ci giustifichino dicendo: "I Consiglieri regionali non sono presenti perch accidentalmente, il martedì è convocato il Consiglio regionale".
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Volevo richiamare l'attenzione della Presidenza su una richiesta che avevo avanzato nell'ambito del sindacato ispettivo, per ricevere copia delle procedure e della documentazione relativamente alla gara d'affidamento della gestione delle Terme d'Acqui, prevista per 50 anni salvo proroga.
Sono oramai trascorsi due mesi. Mi rivolgo quindi a lei, Presidente Placido, che è esperto di quest'attività di sindacato ispettivo...



PRESIDENTE

Una volta i tempi erano più rapidi e di questo me ne dolgo.



CAVALLERA Ugo

Qualora non si materializzassero queste fotocopie - lo dico alla suocera perché lo senta la nuora! - non vorrei essere costretto, domani per richiamare l'attenzione, a sottoscrivere con qualche collega una serie di richieste d'inversioni punti all'o.d.g., procedura che non mi appartiene, come indole. Tuttavia, devo rendermi conto che, talvolta seguendo le procedure più dirette (ma meno istituzionali), si ottiene ci che, per le vie istituzionali, probabilmente non si riesce ad avere. Chiedo alla Presidenza del Consiglio, che tutela i Consiglieri nell'opera di sindacato ispettivo, di sollecitare l'Assessorato competente, perché pare che abbiano scritto alle Terme di Acqui, dicendo di inviarci... Tuttavia se passano i mesi, è chiaro che fra un po' sciogliamo l'Assemblea e il discorso è bello che fatto.
Sollecito veramente un intervento risolutivo da parte della Presidenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Stiamo verificando la data di presentazione della lettera e il conseguente iter per fornire, possibilmente in giornata, già una risposta a quanto segnalato.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

La ringrazio, Presidente.
Con il collega Turigliatto avevo presentato, una decina di giorni or sono, una richiesta formale alla Presidenza del Consiglio - mi rivolgo quindi, a voi dell'Ufficio di Presidenza - per valutare la possibilità di devolvere un gettone di presenza a titolo simbolico per i dipendenti dell'Agile-Eutelia, che ancora oggi sono qui fuori e chiedono di essere ascoltati.
Siamo consapevoli che sono altre le iniziative che, sia a livello centrale sia periferico, si sono messe in moto per cercare di risolvere questo problema. Tuttavia, penso che possa essere attuato un segno simbolico per manifestare loro la nostra vicinanza. Chiedevo, cortesemente di conoscere in che modo l'Ufficio di Presidenza ritiene di doversi attivare - se ritiene di doverlo fare - e le modalità che riguardano quest'ipotesi. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio anche per avere segnalato una situazione che abbiamo già affrontato: lei ricorderà sicuramente, dal momento che era presente, che abbiamo recentemente incontrato i lavoratori Eutelia nella Sala Viglione la cui questione è stata anche oggetto di documenti nonché ordini del giorno presentati in quest'Assemblea.
Verrei informarla che nel corso dell'ultima Conferenza dei Capigruppo è stato deciso (perlomeno dalla maggioranza dei Capigruppo) di non dare corso alla sua proposta, in quanto, drammaticamente, le situazioni drammatiche mi scuso per la ripetizione - sono tante e diventa difficile scegliere quale privilegiare tra loro.
evidente che chiunque di noi può contribuire, in termini solidaristici, devolvendo le cifre che riterrà opportuno alle varie situazioni, che, ahimè, oltre a quelle abituali di fine anno che sono uso di molti colleghi, si aggiungono anche quelle legate alla grave crisi occupazionale della nostra Regione.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Nell'ultima Conferenza dei Capigruppo, avvenuta giovedì della settimana scorsa, era stata sollecitata dal collega Chieppa - primo firmatario, con la sottoscrizione di moltissimi Consiglieri - la discussione di un ordine del giorno che impegnava la Giunta a varare un provvedimento simile a quello varato dalla Regione Toscana proprio per tentare di venire incontro a situazioni drammatiche come quelle dei lavoratori Agile ex Eutelia situazioni in cui i lavoratori non sono né in cassa integrazione né in mobilità, ma sostanzialmente da agosto non percepiscono lo stipendio.
Si pensava di poter votare quest'ordine del giorno già nella riunione di giovedì scorso; poi giovedì non c'era il numero sufficiente per iscrivere questo documento (mancavano i 42 Consiglieri presenti).
Nell'o.d.g. odierno non è previsto quest'ordine del giorno, allora o lo si considera iscritto ed è assieme a tutti gli altri ordini del giorno che non vengono più riportati nella convocazione e quindi verrà comunque discusso in giornata, oppure chiedo che appena il numero lo permetterà - e penso che in giornata dovremmo arrivare a 42 - s'iscriva questo punto all'o.d.g. e poiché mi sembrava una questione condivisa, si arrivi rapidamente al voto.
Ripeto, siamo in una condizione molto difficile; tutti i giorni leggiamo sui giornali di situazioni di grandi criticità, e quella dell'Agile ex Eutelia è una delle situazioni più drammatiche da questo punto di vista. C'è la possibilità di costruire un provvedimento come quello già approvato dalla Giunta della Regione Toscana e ritengo che anche la nostra Regione debba attivarsi in questa direzione.
Seconda questione, solo per segnalare il problema. Una decina di giorni fa (giovedì della settimana prima), in VII Commissione abbiamo incontrato le rappresentanze sindacali e la direzione del CSI. In quell'occasione, è stato evidenziato che, ad oggi, sono presenti all'interno di CSI una trentina di lavoratori precari (lavoratori interinali) che rischiano di non essere confermati e che quindi, dopo oltre due anni, in alcuni casi quasi tre anni, rischiano di dover lasciare l'azienda. Poiché giovedì - mi dicono ci sarà un Consiglio di Amministrazione del CSI, credo che la Regione come azionista di maggioranza di quest'ente, debba far pressione affinch questa situazione venga affrontata. Mi sembra incredibile pensare che un'azienda con oltre 1.200 dipendenti, un'azienda che assegna all'esterno oltre 60 milioni di euro all'anno a consulenze o comunque a imprese esterne, non riesca a dare stabilizzazione a 30 lavoratori, per un costo che potrebbe essere attorno al milione e mezzo di euro. Diamo due milioni in meno di consulenza all'esterno e stabilizziamo i 30 lavoratori del CSI altrimenti tutte le volte che parliamo contro il precariato e additiamo come questo fenomeno rischi di diventare uno dei drammi della nostra società, soprattutto per i più giovani, parliamo al vento.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 1387 dei Consiglieri Toselli, Burzi, Caramella, Leardi e Leo, inerente a "Solidarietà nei confronti del Presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente. Chiedo cortesemente all'Aula di iscrivere all'o.d.g. della seduta odierna un ordine del giorno che ha come oggetto la solidarietà nei confronti del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Credo che quest'Aula abbia dimostrato sempre buon senso e non abbia mai negato l'iscrizione di nuovi ordini del giorno.
Qualora ciò non avvenisse oggi, ovviamente ne terremo conto nelle sedute successive e quant'altro fosse possibile anche nella prossima legislatura.



PRESIDENTE

La prego di farlo pervenire alla Presidenza.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Presidente, ricordo la discussione che abbiamo fatto nella Conferenza dei Capigruppo. Mi riferisco all'ordine del giorno sui lavoratori Agile ex Eutelia, molti dei quali della nostra regione.
un ordine del giorno che ha sottoscritto anche il centrosinistra, o meglio, i Capigruppo che erano presenti nella riunione della Commissione.
Dato che ne avevamo già discusso in sede di Capigruppo e c'era un'unanime condivisione rispetto a quell'atto... Unanime condivisione firmata da tutti: lo voglio dire così. E nel momento in cui andremo a discutere di questo documento, io di questo darò atto: pur essendo primo firmatario darò atto che si tratta di un provvedimento assolutamente non di parte.
Questo voglio che sia chiaro fin d'ora.
Presidente, ne abbiamo discusso ai Capigruppo e non c'è nell'o.d.g.
votiamo questo ordine del giorno, lo si può fare anche senza discussione: centrodestra e centrosinistra senza alcuna differenza.
Cerchiamo di ragionare sulle questioni; siamo in grado di dare una risposta concreta; votiamo questo ordine del giorno, firmato da tutti i Gruppi consiliari di maggioranza e di opposizione e andiamo avanti almeno su un punto dove c'è concordanza fra tutti.



PRESIDENTE

Collega, l'ordine del giorno a cui si riferisce è il n. 1386, "Accordo Regione-Banche per anticipo stipendi ai lavoratori piemontesi", firmato da molti Consiglieri; chi ritiene, può aggiungere la propria firma.
Il primo firmatario è Chieppa, poi Scanderebech, Spinosa, Moriconi Casoni, Nicotra, Cotto, Dutto, Clement e altri che possono eventualmente aggiungere la firma. Io stesso conto di sottoscriverlo e, ripeto, chi volesse aggiungere la firma, può venire al banco della Presidenza.
Naturalmente, colleghi, per votare questo ordine del giorno, dobbiamo essere chiari, in modo tale che, come avvenuto nelle ultime sedute, poi non ci sia qualcuno che, legittimamente, si alzi e dica: "Ma perch quell'ordine del giorno?". Se siamo d'accordo tutti, nell'ambito della seduta odierna lo possiamo votare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Leardi; ne ha facoltà.



LEARDI Lorenzo

Grazie, Presidente. Chiederei solamente che venga distribuito questo ordine del giorno, in modo tale che si possa leggere, dopodiché faremo le nostre valutazioni. Non abbiamo motivo di dubitare delle parole del collega Chieppa, però almeno leggerlo ci sembra assolutamente indispensabile.



PRESIDENTE

Allora, prima di decidere cosa fare, prego i commessi di distribuire l'ordine del giorno n. 1386.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente. Non ho la più pallida idea di cosa dica l'ordine del giorno di cui adesso si chiede l'iscrizione e, contrariamente a quella che è la prassi - ma la prassi si utilizza soprattutto quando c'è un affidamento fra le parti e una correttezza dei rapporti, quindi un mantenimento anche degli accordi presi - chiedo la votazione per l'iscrizione dell'ordine del giorno proposto dai colleghi. Non sono contrario, ma ne chiedo l'iscrizione formale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giovine. Appena ci saranno le condizioni previste dal Regolamento, lo faremo; al momento, non è possibile.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Chieppa, sull'ordine dei lavori, in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Se posso, vorrei fare un appello personale al Consigliere Giovine.
Stiamo cercando di "portare a casa" un provvedimento, che è assolutamente bipartisan - anche se non mi piace questo termine - sottoscritto dalla maggioranza e dall'opposizione. Forse (siamo in Aula, quindi diamoci del lei), lei non era presente a quella riunione, pertanto le chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno, perché così siamo in grado di precostituire la possibilità....



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Chieppa, ho capito il senso e lo condivido senz'altro. Solo un'informazione: al di là di quello che ha chiesto il collega Giovine, che si può condividere o meno, per proseguire abbiamo la necessità, in base al Regolamento, di avere la presenza di 42 Consiglieri.
Questo, come informazione...



CHIEPPA Vincenzo

Questo viene in automatico: una volta raggiunta la presenza di 42 Consiglieri...



PRESIDENTE

Sempre quando ci sono almeno 42 Consiglieri...



CHIEPPA Vincenzo

Avviene normalmente in automatico. Chiedo pertanto, visto che parliamo di situazioni pesanti, rispetto ad alcune migliaia di lavoratori piemontesi che non percepiscono lo stipendio, magari per questa volta di evitare...
Consigliere Giovine, so che la sua sensibilità è enorme, quindi mi sono permesso di farle questo appello.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chieppa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Colleghi, ritiro la richiesta precedente. Resta beninteso che tutte le richieste proposte alla Presidenza dal collega Nicotra rimangono in vigore.
Accolgo, pertanto, l'invito del collega Chieppa.



PRESIDENTE

Grazie, colleghi. Sapete che, al di là di chi presiede, c'è un Regolamento che regola i lavori del Consiglio.
Possiamo passare, ora, al punto 3) all'o.d.g.: il sindacato ispettivo.
Sono state presentate una serie di inversioni di punti all'o.d.g. da parte del collega Nicotra, che saranno trattate dopo il sindacato ispettivo.


Argomento: Varie

Saluto delegazioni dei lavoratori Eutelia ex Agile e del Sindacato Inquilini


PRESIDENTE

Nel frattempo, informo i Consiglieri e chi è presente in Aula che stanno assistendo ai nostri lavori - e li salutiamo - due delegazioni: una dei lavoratori Agile-Eutelia - ne abbiamo parlato prima - che abbiamo incontrato recentemente e che salutiamo, conoscendo la loro situazione l'altra, è una delegazione del Sindacato Inquilini, anche loro incontrati recentemente.
Sono presenti relativamente alla necessità di affrontare la discussione sul disegno di legge sulla casa, il disegno di legge n. 313, "Testo unico delle leggi in materia di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata". Se permettete, colleghi, sono due dei bisogni primari di qualsiasi persona: la casa e il lavoro.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 2897 del Consigliere Toselli, inerente a "Futuro della Cartiera CDM di Verzuolo"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 2897 del Consigliere Toselli.
La parola all'Assessore Migliasso, per la risposta.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente. Come il Consigliere Toselli sicuramente sa, la grave crisi finanziaria del gruppo toscano CDM Group ha comportato il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, per i lavoratori in forza allo stabilimento di Villanovetta (vicino a Verzuolo) a decorrere dal 13 luglio 2009 e per 12 mesi.
La grave crisi finanziaria ha intricato ulteriormente una situazione già molto complessa: prima la vendita di parte delle azioni ad una finanziaria londinese (la Vecafin), che si è rivelata inconsistente ed inaffidabile al punto da essere oggetto di una causa legale per la restituzione delle quote; poi il tentativo di rilevare lo stabilimento da parte della Ital Tissue che, con capitale sociale di 10.000 euro proponeva un piano di ristrutturazione subito bocciato, ovviamente e giustamente dalle organizzazioni sindacali e dai rappresentanti delle Istituzioni, per le scarse garanzie occupazionali offerte.
Dalla metà di novembre è mutato l'assetto societario: alla CDM Group è stato nominato il nuovo Presidente del Consiglio di Amministrazione.
Personalmente, insieme ad altri rappresentanti della Provincia e Consiglieri regionali, ho partecipato ad un'assemblea, o meglio, ad un Consiglio comunale aperto, convocato dal Sindaco e dalle Istituzioni locali, per discutere del futuro della Cartiera CDM di Verzuolo.
Nella convinzione che il cambiamento potrebbe aprire nuovi spiragli, le organizzazioni sindacali hanno richiesto un incontro con il nuovo Presidente per riuscire a capire le reali intenzioni del gruppo e fare chiarezza sul futuro dei lavoratori.
In modo particolare, i sindacati hanno richiesto garanzie sul pagamento del trattamento di fine rapporto ai lavoratori: sia quello maturato presso la CDM sia quello acquisito per effetto della procedura di cessione avvenuta nel 2006, della Kimberly Clark a CDM.
La difficoltà nell'incontrare un valido interlocutore, che però sembra si stia profilando, ha vanificato finora la possibilità di concretizzare gli sforzi delle Istituzioni per trovare soluzioni alle problematiche industriali e occupazionali del sito.
Personalmente ho parlato con l'Amministratore Delegato d'Italia della Kimberly Clark che, a fronte di una serietà dell'azienda che dovesse rilevare la CDM, guarderebbe con un occhio di favore la possibilità di mantenere un certo numero di commesse, se non altro perché ha lavorato nel tempo addietro al sito di Villanovetta e conosce la competenza e la professionalità di quei lavoratori.
Quindi, un insieme di sforzi che, peraltro, sono stati pubblicamente riconosciuti anche dalle organizzazioni sindacali, che auspicano, con il cambio al vertice aziendale, un confronto per ribadire le richieste che continuano ad essere: il lavoro, una giusta retribuzione e la necessità di vederli garantiti con trasparenza.
Questo penso sia il minimo richiesto, nel momento in cui si deve vivere, mandare avanti una famiglia, pagare gli affitti, insomma misurarsi con la vita quotidiana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta all'interrogazione.
Le questioni su cui l'Assessore ha riferito erano già di mia conoscenza. Infatti, se si considera la data dell'interrogazione si comprende che questa è stata presentata ben prima del primo incontro che l'Assessore ha avuto unitamente all'Amministrazione comunale e all'azienda.
Intervengo per rilevare un fatto: quando si parla di crisi economica si sostiene sempre, Assessore, che in tutto il Consiglio regionale, al di là delle appartenenze politiche (personali, istituzionali e politiche) ci si debba unire nel trovare quelle soluzioni territoriali rispetto alle aziende in difficoltà, quindi le Istituzioni lavorino tutte nella stessa direzione dando non soltanto la solidarietà, ma anche, dal punto di vista istituzionale, un aiuto concreto per sostenere i lavoratori e le imprese in difficoltà.
Il Sindaco di Verzuolo è iscritto al suo partito. Assessore, lei è andata ad una riunione soltanto con i Consiglieri regionali iscritti al suo partito e nessun Consigliere regionale eletto in Provincia di Cuneo del centrodestra è stato invitato.



(Commenti dell'Assessore Migliasso)



TOSELLI Francesco

Se si vogliono risolvere...



PRESIDENTE

Assessore, per cortesia.



TOSELLI Francesco

Se si vogliono risolvere le difficoltà economiche delle aziende, non continuiamo a farne sempre e solo una questione politica e non lamentiamoci dopo. Quindi, rispetto alla questione prendetevi i meriti, le responsabilità e, eventualmente, i demeriti perché, come ella ha elencato comincia ad essercene qualcuno.
Grazie.



(Commenti dell'Assessore Migliasso)



PRESIDENTE

Assessore Migliasso, per cortesia! Se ha intenzione di intervenire, chieda la parola ed io gliela concedo ma non dialoghi con il Consigliere Toselli! Collega Dalmasso, mi scusi, ma sulle interrogazioni e interpellanze non si può intervenire, a meno che non voglia intervenire sull'ordine dei lavori.
Prima di lei, però ha chiesto la parola l'Assessore Migliasso.
La parola all'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Mi rendo conto che questo darà ovviamente il destro, se si vuole continuare una polemica, che peraltro è assolutamente sterile, da parte di chi la comincia e in particolare da parte del Consigliere Toselli...



(Commenti del Consigliere Toselli)



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

La prego.



PRESIDENTE

Collega Toselli, per cortesia, vale per lei quello che ho detto all'Assessore.
Ha risposto alla comunicazione dell'Assessore e se vuole pu intervenire, ma deve chiedere di poterlo fare.
Prego, Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Vorrei precisare che sono stata invitata dal Sindaco, che era colui che diramava gli inviti, ad un'assemblea sotto forma di Consiglio comunale aperto. Come lei ben sa, quando posso e non ho già altri impegni, partecipo molto volentieri a queste iniziative, anche a smentita di questo luogo comune che circola dappertutto, secondo cui la Regione sarebbe torinocentrica e gli Assessori lavorerebbero su Torino.
Come lei ben sa e come ho anche scritto qualche volta ai giornali locali, per me un lavoratore di Cuneo vale un lavoratore di Pinerolo, come un lavoratore del Verbano Cusio Ossola, e ogni posto di lavoro è prezioso e va tutelato. È mio dovere, quando posso - non ho ancora il dono dell'ubiquità e della "triquità" - intervenire.
Si trattava di un'assemblea, convocata dalle Istituzioni, a cui ho partecipato; non era responsabilità mia sapere chi fossero gli altri invitati. Quello che io so è che ho visto Consiglieri regionali e rappresentanti della Provincia, che, fino a prova contraria, non sono della mia parte politica (non del centrosinistra), ma appartengono alla sua parte politica, il centrodestra. Il che vuol dire che gli inviti erano stati diramati indipendentemente dall'appartenenza politica, come è giusto che un'Amministrazione comunale faccia.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dalmasso, sull'ordine dei lavori.



DALMASSO Sergio

Chiederei copia scritta della risposta dell'Assessora. Avevo segnalato questo caso al Consiglio alcune settimane fa. Ben venga l'interrogazione del Consigliere Toselli. Non entro nella polemica sugli inviti, ma segnalo di non aver ricevuto invito alcuno; in ogni caso, la cosa finisce qua per quanto riguarda me personalmente.



PRESIDENTE

Assessore Taricco, siamo nell'ambito di un'interrogazione. Capisco che la lobby cuneese è sempre attenta.
La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore regionale

Volevo solo dire che ho partecipato - mi spiace che non ci sia il Consigliere Toselli - a questa iniziativa non per aver ricevuto l'invito perché non ne ho ricevuti, ma perché sui giornali on-line era uscita la notizia che a Verzuolo sarebbe stata fatta questa assemblea. Per questo motivo sono andato a quella riunione.



(Commenti del Consigliere Toselli)



PRESIDENTE

Collega Toselli, per cortesia! Abbia la cortesia. Lei le regole le conosce benissimo: se vuole conferire personalmente con l'Assessore Taricco, può parlare con lui direttamente fuori dell'aula.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 1386 dei Consiglieri Chieppa, Spinosa, Moriconi Casoni, Nicotra, Cotto, Buquicchio, Clement, Cavallaro, Dutto, Placido Laus, Bizjak, Boeti, Auddino, Dalmasso, Lupi, Robotti, Giovine Turigliatto, Caramella, Pace, Muliere, Scanderebech e Toselli, inerente a "Accordo Regione-Banche per anticipo stipendi ai lavoratori piemontesi" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Propongo di iscrive l'ordine del giorno indicato in precedenza, il n.
1386, inerente a "Accordo Regione-Banche per anticipo stipendio per lavoratori piemontesi", firmato da un numero considerevole di Consiglieri.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Segretario Chieppa ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente.
Ovviamente, non voglio interrompere l'esame di questo punto all'o.d.g.
però, anche in considerazione delle brevi valutazioni che facevo prima credo che su questo ordine del giorno non vi saranno grosse discussioni.
Poiché è stato firmato praticamente da tutti i Gruppi consiliari che hanno inteso sottoscriverlo, chiedo che, al termine delle interrogazioni e delle interpellanze, ma prima della comunicazione dell'Assessore Artesio (che credo svilupperà un dibattito sul tema della sanità), il Consiglio possa votare e, io credo approvare - dai segnali che ho, auspico all'unanimità - l'ordine del giorno in questione, cosicché possiamo avviare questo percorso che tanti lavoratori della nostra regione aspettano.



PRESIDENTE

Alla fine del sindacato ispettivo, prima di passare alla comunicazione della Giunta su una richiesta precisa sulle liste di attesa in sanità metterei in votazione l'ordine del giorno sull'accordo della Regione con le banche per l'anticipo dello stipendio lavoratori piemontesi.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 2932 del Consigliere Chieppa, inerente a "Avvio procedura di mobilità per riduzione del personale nell'Azienda ZF Sachs Italia di Villar Perosa" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 2932 del Consigliere Chieppa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 2950 del Consigliere Chieppa, inerente a "Crisi occupazionale alla SMAC di Beinasco" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 2950 del Consigliere Chieppa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 2998 del Consigliere Chieppa, inerente a "Avvio procedura di cassa straordinaria per chiusura stabilimento Flat Glass Italia s.r.l. di Cuneo" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 2998 del Consigliere Chieppa.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1766 dei Consiglieri Cotto e Leo, inerente a "Pratiche Reiki"


PRESIDENTE

Vorrei ricordare che è in corso la maratona di solidarietà Telethon. So che molti di voi, compreso il sottoscritto, hanno avuto occasione di partecipare. È una delle tante forme di solidarietà importanti che si svolgono nel nostro Paese.
Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1766, sulla quale risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

I Consiglieri interroganti fanno riferimento alla diffusione delle pratiche Reiki in alcuni nosocomi piemontesi, come il Cardinal Massaia di Asti e le Molinette di Torino, pratica di origine orientale affiancata alle terapie convenzionali della medicina biologica, finalizzata alle cure palliative, all'attenuazione del dolore e all'attenuazione dell'ansia. Si chiede, quindi, di conoscere la risultanza di tali progetti sperimentati presso alcuni ospedali; l'evidenza scientifica del risultato e l'informazione data al paziente che vi aderisce.
Ovviamente, ogni qualvolta si tratta di validare scientificamente i percorsi sperimentali praticati, quando non parliamo di contesti già determinati da normative, come nel caso dell'impiego sperimentale dei farmaci, il nostro riferimento è l'Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari. È interessante sottolineare come proprio l'AReSS si sia indirizzata, su mandato del Piano Socio Sanitario Regionale, in un particolare capitolo del proprio programma di attività, che riguarda le medicine complementari. Il nostro Piano Socio Sanitario, però, definisce il perimetro delle medicine non convenzionali e le contestualizza nelle pratiche di agopuntura, di fitoterapia e di omeopatia.
Come i Consiglieri sapranno, per aver letto il Piano di attività dell'Agenzia regionale, sono ormai due anni che l'AReSS, attraverso gruppi professionali (includendo anche i professionisti e i tecnici delle medicine non convenzionali), ha definito le linee guida per l'applicazione di tali pratiche ed ha individuato i due centri regionali di riferimento: uno per l'agopuntura presso il Sant'Anna di Torino e l'altro, per quanto riguarda le cure palliative e l'omeopatia, presso il Gelso di Alessandria, che è anche sede della rete delle medicine non convenzionali.
Per quanto riguarda il nostro Piano Socio Sanitario, il lavoro compiuto è sufficientemente solido, dal punto di vista dell'aver suffragato le pratiche in essere e, in quanto tale, al momento fa riferimento esclusivamente agli ambiti precedentemente richiamati.
Se dovessimo rispondere sulla disponibilità dell'inserimento di queste pratiche all'interno di filoni di attività attualmente legittimati, con gli indirizzi del Piano Socio Sanitario, non potremmo considerare la loro possibile diffusione.
Ovviamente, è uno degli elementi di ulteriore approfondimento, ma va ricordato che quando queste pratiche vengono realizzate all'interno di presidi sanitari ospedalieri, così come viene ricordato in questo documento, sia l'aspetto del consenso informato, quindi tutti gli elementi relativi a livello di consapevolezza della popolazione, sia l'aspetto del monitoraggio sugli esiti effettivi, vengono garantiti dall'inserimento in un presidio di carattere ospedaliero.
Fino a questo momento, la procedura seguita dall'AReSS, che è molto simile a quella seguita da altre Regioni, ad esempio la Regione Toscana che ha anticipato tutte le Regioni con una propria legislazione sull'impiego della medicina non convenzionale, si è rivolta prevalentemente, rispetto all'ordine dei medici, a verificare quali tipi di riconoscimento, a seguito di percorsi professionali specifici, debbano essere considerati per i medici che praticano le terapie non convenzionali e a verificare se sia possibile indicare, all'interno dell'iscrizione all'ordine, degli specifici albi che considerino la competenza particolare di quei medici che hanno seguito attività di specializzazione e di pratica applicata in ordine all'impiego delle medicine non convenzionali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Innanzitutto, ringrazio la collega Cotto per aver sollecitato l'attenzione su questo punto. Desidero esprimere all'Assessore Artesio l'apprezzamento per la completezza della risposta. Mi è sfuggito solo un passaggio, ma non le chiedo di ripeterlo in Aula: magari potrà spiegarmelo più tardi.
Per il resto, pur sapendo che la malattia è una condizione dolorosa e che al malato non si possono dare troppe illusioni (personalmente soffro di emicranie feroci dalla nascita, ma i medici mi hanno sempre detto: "Te le devi tenere") tutto quello che umanizza, che aiuta, che porta sollievo, va con equilibrio e con serietà, come avviene al Sant'Anna, sostenuto e sperimentato.
Ringrazio molto l'Assessore. Siamo soddisfatti della sua risposta. Le rubo solo un momento, Assessore, ma lei, essendo professoressa, non avrà problemi nel fornirmi spiegazioni e a darmi una ripetizione privata.
Grazie.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 3003 del Consigliere Cavallera, inerente a "Proroga ticket sanitario"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 3003, sulla quale risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Il Consigliere Cavallera interpella rispetto alla possibilità di stabilire una proroga dell'esenzione sul ticket regionale per i farmaci individuata dalla volontà regionale, come strumento di supporto per i cittadini a basso reddito, in modo da evitare che i cittadini stessi debbano sottoporsi, presso gli sportelli delle Aziende sanitarie, ad un ulteriore espletamento di pratiche burocratiche.
Quando è stata presentata la richiesta si era nel mese di ottobre 2009 quindi devo dire che da parte nostra non c'è stato un particolare ritardo nella risposta.
Il tema posto dal Consigliere Cavallera, cioè la proroga degli attestati al 31 dicembre 2009, era già stato ampiamente risolto con un'indicazione data alle direzioni generali delle ASL, ulteriormente ribadita con una nota, diffusa recentemente dai nostri uffici stampa e dagli uffici relazioni con il pubblico, secondo cui la Giunta regionale intende adottare la proroga degli attestati di esenzione già in possesso degli aventi diritto, con particolare riferimento alla popolazione anziana fino al 30 giugno 2010. Questo, quindi, consente un automatismo nella validità degli attestati, che eviterà alle persone di doversi recare agli uffici aziendali delle ASL per il rinnovo.
Anche in questa proroga varrà lo stesso tipo di comportamento adottato il 1° gennaio 2009, relativamente all'esenzione per coloro che, pur avendo condizioni reddituali, in stato di ordinarietà, superiori al livello di reddito esente, siano incorsi nelle procedure legate alle condizioni lavorative di cui il Consiglio si è recentemente preoccupato e quindi, pur avendo un modulo dei redditi dell'anno precedente più vantaggioso, si trovino oggi, concretamente e praticamente, in una condizione di sofferenza economica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Devo dire che, al di là della notizia ripresa dalle dichiarazioni dell'Assessore, ad esempio, su Alessandria, quando vi è stata recentemente di comunicati istituzionali sui giornali non ne ho visti.
Dato che noi paghiamo su tutti i giornali del Piemonte delle pagine di comunicazione istituzionale, domanderei all'Assessore se su queste pagine di comunicazione istituzionale, al di là delle foto del Presidente o di altri autorevoli rappresentanti della Regione, abbiamo o non abbiamo messo in grande evidenza, visto che ci rivolgiamo anche alle persone anziane, che c'è stata questa proroga del ticket.
Ora, non mi lancio in una polemica se è venuta prima la sollecitazione mia o se è stato fatto un ripensamento da parte della Giunta. Direi che visto che convergiamo tutti sulla necessità di fare questa proroga e visto anche il momento di crisi che difficilmente, per quanto riguarda gli anziani e i pensionati, fa sì che quando un soggetto ha una pensione e, al limite, l'alloggetto dove abita, difficilmente - a meno che non vinca la lotteria di Capodanno - vede aumentato il proprio reddito, sollecito ancora l'Assessore a utilizzare tutti i canali, che sono molti, che la Giunta regionale pratica quotidianamente, e parlo di quelli della Presidenza della Giunta.
Essendoci questa proroga, ribadisco quello che ha aggiunto l'Assessore in conclusione, cioè che, per quanto riguarda le persone che versano in condizioni di precarietà, si utilizzino le procedure di cui si è parlato prima nel dibattito, per avere veramente la possibilità di dar corso ad un'agevolazione per quanto riguarda il ticket.
Ringrazio ed invito ad essere più attenti alla comunicazione, perch sono soggetti che hanno anche bisogno di essere rassicurati.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 2863 del Consigliere Cavallera, inerente a "Applicazione da parte della Regione Liguria del protocollo d'intesa sulla regolazione dei flussi di migrazione sanitaria dei cittadini piemontesi e liguri"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 2863.
Risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

La questione posta dal Consigliere Cavallera è molto complessa anche dal punto di vista normativo, perché fa riferimento agli accordi interregionali sulla regolazione della mobilità interregionale e i flussi di migrazione sanitaria. Pertanto, mi tocca fare riferimento a moltissime fonti normative.
A seguito della deliberazione di Giunta regionale del dicembre 2008 d'intesa con la Regione Liguria, si sono regolati i flussi di migrazione sanitaria dei cittadini piemontesi e liguri.
Il Consigliere interpellante ritiene nella sua interpellanza che sia fortemente penalizzante verso le eccellenze piemontesi, senza dimenticare l'elevato numero di cittadini del basso Piemonte che scelgono di curarsi in strutture ligure.
Da tale rilievo del Consigliere discende la richiesta di evitare eccessivi tagli di risorse alle strutture convenzionate, con conseguente riduzione di attività, nonché la proposta alternativa di risaltare ed ottimizzare la specializzazione dei vari centri ospedalieri affinché i pazienti dell'area tra il Piemonte e la Liguria possano disporre di una scelta più ampia di strutture di alto livello.
Si tratta, nel complesso, di affermazioni che scontano però una complessità del problema maggiore rispetto a come rappresentata nelle osservazioni del Consigliere Cavallera. E su questa complessità insistono riferimenti tecnici importanti di studio in sedi regionali e nazionali.
L'Amministrazione regionale ha dato attuazione non ad una volontà di legge regionale o di deliberazione regionale, ma alle disposizioni contenute nell'articolo 8 quinquies del d.lgs. 502/92, ribadite nel 1999 in ordine all'obbligo esistente per le aziende sanitarie di stipulare contratti per ogni singolo erogatore accreditato e le ASL di riferimento.
In questi contratti, sempre per leggi nazionali, devono essere contenuti come elementi vincolanti il volume massimo delle prestazioni, il corrispettivo complessivo economico, all'interno dei quali deve essere compresa l'attività extra-Regione. Con ciò valeva la legislazione regolare per legge su questa materia.
Il regime contrattuale è ricondotto anche al settore dell'ospedalità privata, all'interno della regola ordinaria del tetto di spesa, confermata e rafforzata dagli elementi sanzionatori della altissima legislazione nazionale 112/2008. Cioè non solo i contratti aziendali si sarebbero dovuti stipulare ai sensi della legge istitutiva dell'aziendalizzazione sanitaria (502/92), ma il decreto legislativo n. 112, meglio noto come finanziaria del 2008, imponeva alle Pubbliche Amministrazioni la stipula di contratti aziendali volti a contenere il tetto di spesa, in modo particolare delle prestazioni specialistiche e delle prestazioni degenziali.
In questo quadro, alcuni erogatori privati portatori di particolari interessi all'attività extra-regionale, in ragione della loro particolare ubicazione, hanno manifestato preoccupazioni ed hanno cercato di contestare l'attuazione di queste regole. Vale a dire, in alcuni casi hanno cercato di sottrarsi al tetto di spesa previsto dal sistema, proprio rivendicando la mobilità interregionale come quota di libertà aggiuntiva che avrebbe permesso loro di non limitare il trattamento dei ricoveri.
Di qui è scaturita la concreta ragione di dover regolare questo rapporto tra i livelli istituzionali per non abbandonarlo ad una relazione tra singolo utente e singolo offerente delle strutture privatistiche.
Peraltro, va ricordato che il compito di coordinarsi tra Regioni di confine non è una scelta particolare di questa Amministrazione, che pure lo condivide, ma discende anch'essa da un articolo di legge (l'8 sexties) del decreto legislativo n. 502, che così dispone: "Il Ministero della Sanità...
definisce i criteri generali per la compensazione dell'assistenza prestata a cittadini in regioni diverse da quelle di residenza. Nell'ambito di tali criteri, le Regioni possono stabilire specifiche intese e concordare politiche tariffarie, anche al fine di favorire il pieno utilizzo delle strutture e l'autosufficienza di ciascuna Regione, nonché l'impiego efficiente delle strutture che esercitano funzioni a valenza interregionale e nazionale".
Quindi, la disposizione di legge evidenziava il sistema delle intese tra Regioni, per conseguire gli obiettivi dell'autosufficienza e dell'efficiente impiego. In sostanza, i meccanismi di compensazione monetaria tra le Regioni sono uno strumento di passaggio alla logica dell'autosufficienza e del pieno e appropriato utilizzo delle strutture regionali, nell'ottica di superare i fenomeni migratori a fini sanitari propri di sistemi che non hanno un livello di maturità adeguato.
Il sistema nazionale quindi desiderava che le Regioni si comportassero in modo da rientrare, superate le fasi transitorie, nei limiti di quella mobilità extra-regionale che viene dichiarata fisiologica, che è del 5%, in modo da risultare accettabile, avviando la regolazione dei flussi migratori nel segno della normalità Qualora non bastassero le norme del 1992, va ricordata anche la circolare n. 28 del 2001 del Ministero dell'Economia e delle Finanze (il cui titolare era il medesimo ora in carica) e la relazione dell'Ispettorato Generale di Finanza, trasmessa a tutte le aziende del territorio nazionale intitolata "Trattamento dei ricoveri per non residenti". In quelle due circolari venivano apportate le risultanze degli accertamenti effettuati in ordine alla particolare mobilità di cui stiamo parlando.
Al riguardo, vi si evidenziava che la procedura di compensazione prevista per il trattamento dei ricoveri per i non residenti, trovava la propria ragion d'essere in quanto "l'esclusione dei sistemi di contenimento della spesa delle tariffe per prestazioni rese a favore dei residenti pu sembrare una via obbligata per evitare complicazioni nei rapporti economici tra Regioni, ma non si può tralasciare di considerare che la modalità di trattamento di tali prestazioni costituiscono un ulteriore fattore di moltiplicazione della spesa e di incontrollabilità della stessa nella misura in cui fosse più o meno accentuato il fenomeno della mobilità regionale".
Lo stesso rapporto del Ministro Tremonti e della Guarda di Finanza precisa che le ragioni di crescita della spesa per tali prestazioni si caratterizzano "per un maggior costo unitario", nonché per un "costo di giornata-degenza maggiore di quello fatto registrare per le prestazioni a favore dei residenti, confermando la possibilità che proprio sui ricoveri di fuori regione si riversa la tendenza opportunistica delle case di cura".
Si aggiunge alla stessa relazione che "in termini generali, nell'arco di cinque anni, si è pervenuto ad oltre il raddoppio dei trattamenti per fuori regione", circostanza che nella Regione Piemonte si è determinata mediante un picco di incremento del 130% manifestatosi nel solo anno 2000.
Si legge nel prosieguo che, "a fronte della situazione riscontrata, appare alquanto incongruo che, solo per evitare complicazioni gestionali, sia in fase di remunerazione diretta, sia in fase di compensazione fra regioni, si debba dare per scontato che una uguale prestazione possa costare di più o di meno a seconda se resa a favore di un residente nella regione di competenza della casa di cura o, in genere, di qualsiasi struttura anche pubblica, nel caso si rientri nell'ipotesi di esubero rispetto a prestabiliti tetti di attività o di spesa".
Infine, "finché si fa luogo a compensazioni per prestazioni rese da strutture a gestione diretta, l'eventuale maggior costo resta nell'ambito dello stesso circuito pubblico delle risorse e si risolve in un maggiore finanziamento a favore delle aziende sanitarie ed ospedaliere; al contrario, quando si tratti di remunerare strutture accreditate, si ha un puro e semplice trasferimento di risorse al privato, il quale, peraltro potrebbe trovare una maggiore convenienza proprio nell'accogliere, se non incentivare, l'utenza esterna alla regione di appartenenza, al fine di assicurarsi ricoveri più remunerativi, specialmente quando si fosse in una situazione di esubero rispetto all'attività massima consentita" (questa non è opinione dell'Assessore, ma del Ministero dell'Economia).
Né devono trascurarsi ulteriori elementi negativi che derivano dalla discrasia tra il pagamento anticipato da parte delle aziende sanitarie alle case di cura per le prestazioni rese ai non residenti rispetto al recupero tardivo (a volte dopo un biennio di riscontri nelle sedi interregionali e ministeriali) dei relativi importanti valori economici; tale recupero di risorse risulta particolarmente grave in un contesto di perdurante carenza di liquidità delle aziende sanitarie.
Un ulteriore ordine di effetti negativi discende dalle cosiddette partite contestate, cioè quelle non definite in base ad un consenso.
Infine, sotto il profilo del valore di sistema, si richiama la circostanza che le Regioni che registrano saldi passivi, ne subiscano gli effetti senza aver potuto esercitare un controllo sull'appropriatezza delle prestazioni rese, controllo che è nella disponibilità della Regione dove ha sede la struttura privata e non dalla regione da cui provengono i pazienti.
Si tratta, quindi, di effetti negativi che inducono i sistemi regionali più attenti a controllare l'uscita dai limiti fisiologici della mobilità per il ricovero dei pazienti provenienti da altre regioni o dei propri verso altre regioni, e che rispetta il principio della logica dell'autosufficienza prima richiamato.
Quanto finora dedotto porta a concludere che la tendenza da assumere nei confronti della regolazione di questa materia debba andare nella direzione di un accordo tra le amministrazioni regionali di cui entrambe ravvisano la convenienza, l'una a controllare l'andamento della spesa l'altra ad evitare comportamenti opportunistici.
Di qui, l'accordo con la Regione Liguria. Sono stati esaminati valori della produzione 2007 per i cittadini fuori regione di alcune strutture notoriamente operanti verso la regione Liguria ovvero verso il Piemonte tra le quali alcuni degli erogatori piemontesi e liguri, che hanno evidenziato la presenza di valori di attività extraregionale e fuori linea rispetto agli indici di fisiologia indicati dal Ministero, cioè superiore al 5%. Tali livelli, che si manifestavano fino a dieci volte superiori risultavano accompagnati alla presenza di alti livelli di inappropriatezza delle prestazioni, ovvero di rischio di ricovero opportunistico, non per opinione della Regione, ma per gli standard applicati nell'accordo Stato Regioni. Contestualmente, ulteriori analisi di sistema hanno evidenziato che si riscontrava un immotivato tasso di fuga dei cittadini del territorio dalle medesime specialità trattate in extraregionale dalle strutture stesse, cittadini che, a loro volta, si rivolgevano ad altre strutture di altre regioni ancora, secondo un circuito alterato che nulla aveva in ordine al rapporto di appropriatezza e di eccellenza.
Vale la pena richiamare la curiosità delle annotazioni di una struttura della Liguria che, nel dolersi dei limiti imposti dall'intesa tra le regioni, sottolineava, giustamente, l'eccellenza del clima ligure trascurando che il Servizio Sanitario Nazionale prevede le cure, ma non la bellezza climatica.
Alla luce di queste analisi e degli elementi che abbiamo dedotto e che valgono ad un corretto utilizzo delle risorse pubbliche, riteniamo, quindi che l'argomento dei contratti interregionali sia un argomento di regolazione in termini di costi e in termini di appropriatezza dell'offerta sanitaria. È talmente vero questo stile di comportamento che non solo la Liguria ha convenuto con il Piemonte l'accordo interregionali, ma anche la Lombardia ci ha chiesto di fare lo stesso, in virtù del fatto che il Piemonte ha recentemente contestato il rimborso dovuto alla Regione Lombardia a seguito di numerosi ricoveri di cittadini piemontesi su funzioni ad alto rischio di inappropriatezza. È risultato più conveniente per le parti concordare ciò che potesse essere fatto in un regime di mobilità.
Potrei ulteriormente sottolineare aspetti specifici, ma credo che i Consiglieri abbiano ben compreso che stiamo agendo nell'ambito del rispetto delle leggi regionali, nell'ambito dell'interesse di tutela della popolazione per l'appropriatezza delle cure da adeguarsi, nell'ambito della convenienza economica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Ringrazio l'Assessore per l'ampiezza della risposta. L'Assessore ha ricordato una serie di paletti normativi, legislativi e amministrativi che ovviamente, sono dati per scontati.
Colgo l'occasione per sottolineare due questioni. La prima è che sono d'accordo sull'appropriatezza, che deve essere verificata e deve essere un obiettivo generalizzato sia per l'assistenza diretta, sia per quella che viene erogata tramite i soggetti accreditati e convenzionati. Questo è anche nell'interesse dello stesso paziente, perché deve seguire percorsi di prevenzione e di intervento nella fase acuta e di riabilitazione effettivamente necessari, senza essere sottoposto né ad accertamenti diagnostici eccessivi e neanche a degenze o percorsi che non sono assolutamente necessari. Sull'appropriatezza nulla da sottolineare.
Sappiamo che esiste anche un principio costituzionale e legislativo che è quello della libera scelta del luogo di cura. Sotto questo profilo dobbiamo avere una grande capacità di discernere e di prevedere un sistema che garantisca al cittadino - paziente - la possibilità di potersi curare laddove vi è maggior possibilità di essere assistito e di ricevere interventi o terapie risolutive.
Per quanto riguarda i rapporti interregionali, la questione è certamente complessa e difficile. Del resto, vi sono talmente tante temperature climatiche differenti - mi riferisco non solo al clima meteorologico, ma anche al clima amministrativo, politico e burocratico al Nord, al Centro e al Sud Italia, per cui comprendo anche le difficoltà interregionali. Tuttavia, per quanto concerne le tre Regioni interessate Piemonte, Liguria e non possiamo non guardare anche alla Lombardia - non possiamo non considerare che in una Provincia come quella di Alessandria ad esempio, che è quella in cui sono eletto in questo Consiglio regionale vi sono tradizionalmente riferimenti anche di tipo universitario, clinico e di aggiornamento costante da parte dei medici, che guardano anche verso altre realtà regionali.
Nel caso particolare, mi aveva colpito una segnalazione di tipo sindacale che diceva: "Nel momento in cui ad Alessandria, ad esempio, vi è una casa di cura che costituisce un riferimento anche per altre Regioni per quanto concerne interventi complessi, se vi fosse un'applicazione eccessivamente burocratica e rigorosa - credo che i nostri sanitari e operatori sapranno discernere l'appropriatezza dal contrastare la libera scelta del luogo di cura, che non è all'ordine del giorno e non lo è stata neanche nelle parole dell'Assessore; ma a volte dobbiamo anche pensare male per poter avere, poi, un comportamento corretto - le case di cura alessandrine potrebbero o dovrebbero rivedere anche i propri organici, e magari rivolgersi all'Assessore Migliasso registrando dei cassaintegrati in più, dovuti alla improvvisa diminuzione del loro volume di attività".
Finché parliamo, quindi, di orientamenti e di organizzazioni interregionali che devono, il più possibile, indirizzare verso la Regione di appartenenza, va bene. Stiamo solo attenti a non far sì che questioni di principio, che sebbene siano corrette sono pur sempre principi, diventino prassi imposte come "camicie di forza", che, a mio avviso, non avrebbero senso.
Per concludere, il modo migliore per poter trattenere i pazienti nella Regione ritengo che sia quello di potenziare le nostre strutture da un punto di vista di qualità, soprattutto quelle di rete. A tal riguardo finalmente, anche nella nostra Provincia si stanno facendo azioni in quella direzione - potrei produrre le numerose interpellanze presentate in tal senso in questi cinque anni! - come il ritorno del "robot". Peraltro, sui giornali viene presentato come novità, ma c'era già il "robot chirurgico" a indirizzo oncologico. Viene quindi ripristinato ad Alessandria e in tal modo, con un'offerta di qualità, scoraggiamo la mobilità passiva e potenziamo le attività delle nostre parti. Grazie.



PRESIDENTE

Dopo aver terminato la discussione dell'ultima interrogazione, possiamo dichiarare conclusa la fase di sindacato ispettivo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media "Dante Alighieri" di Torino


PRESIDENTE

Prima di procedere, come concordato, all'esame dell'ordine del giorno avente ad oggetto "Accordo Regione-Banche per anticipo stipendi ai lavoratori piemontesi", saluto i docenti e gli studenti della scuola media "Dante Alighieri" di Torino, in visita a Palazzo Lascaris.
Informo i presenti che abbiamo appena terminato in punto all'o.d.g.
relativo al Sindacato Ispettivo, che prevede l'esame delle interrogazioni o interpellanza che uno o più Consiglieri presentano agli Assessori competenti.
In questo caso, ci riferiamo all'interpellanza presentata dal Consigliere Cavallera, della Provincia di Alessandria, inerente la sanità a cui ha fornito risposta l'Assessore Artesio.
Stanno inoltre assistendo ai nostri lavori due delegazioni distinte una dei lavoratori di Agile-Eutelia, azienda del settore telecomunicazioni e telefonia, che sta vivendo un periodo di grave crisi, tutta italiana, e una del Sindacato Inquilini, per il problema della casa.
Benvenuti a Palazzo Lascaris: vi auguro buona permanenza.
Ne approfitto, inoltre, per porgervi gli auguri per le festività ormai prossime, a voi e alle vostre famiglie.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 1386 dei Consiglieri Chieppa, Spinosa, Moriconi Casoni, Nicotra, Cotto, Buquicchio, Clement, Cavallaro, Dutto, Placido Laus, Bizjak, Boeti, Auddino, Dalmasso, Lupi, Robotti, Giovine Turigliatto, Caramella, Pace, Muliere, Scanderebech e Toselli, inerente a "Accordo Regione-Banche per anticipo stipendi ai lavoratori piemontesi"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1386, avente ad oggetto "Accordo Regione-Banche per anticipo stipendi ai lavoratori piemontesi", presentato da un numero considerevole di Consiglieri regionali.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente su questo punto, per ringraziare, innanzitutto, i Gruppi consiliari - tutti, sia di maggioranza che di opposizione - per aver colto immediatamente il senso della proposta da me avanzata, che spiegher rapidamente.
Siamo colpiti da una gravissima congiuntura finanziaria/produttiva/occupazionale, che comporta una serie di pesantissime ricadute negative che si ripercuotono sui nostri lavoratori.
Alcuni di essi sono coperti da ammortizzatori sociali, laddove le aziende li hanno attivati: su questi lavoratori vi sono una serie di problematiche ma oggi non rientrano nell'oggetto della discussione. Altri lavoratori godono della cassa integrazione in deroga.
Vi è, poi, una tipologia di lavoratori che si trovano in una sorta di "limbo": le loro aziende, infatti, per crisi di liquidità oppure perché ci troviamo di fronte ad imprenditori "banditi" (non nel senso di cacciati, ma nel senso di "pirati"), non attivano gli ammortizzatori sociali, per cui i lavoratori continuano ad essere formalmente in forza e in servizio, ma piccolo particolare! - non percepiscono gli emolumenti: in pratica, non percepiscono il loro salario alla fine del mese.



(Commenti dell'Assessore Migliasso fuori microfono)



CHIEPPA Vincenzo

Già polemizzano, come al solito!



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Siamo all'interno del tempo che ciascun Consigliere che ha sottoscritto l'ordine del giorno ha a disposizione per illustrarlo.
Prego, Consigliere Chieppa.



CHIEPPA Vincenzo

Come ripeto, non lo illustro per convincere qualcuno, ma semplicemente per informare tutti dell'oggetto dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Chiunque può intervenire.



CHIEPPA Vincenzo

Naturalmente.
Uno dei casi simbolicamente più rilevanti è quello dei lavoratori dell'Agile, ex Eutelia, ma ve ne sono molti altri (fortunatamente in Piemonte non sono moltissimi, perché parliamo di qualche migliaio), che sono creditori nei confronti delle loro aziende per i salari non corrisposti. Questa situazione crea, com'è comprensibile a tutti, dei disastri nelle famiglie di quelle lavoratrici o di quei lavoratori; ognuno di noi credo ne conosca qualcuno e quindi ognuno di noi, ogni Consigliere è a conoscenza di questa situazione. È, come dire, una situazione, una condizione inedita anche sul nostro territorio: dobbiamo quindi, in qualche modo, trovare soluzioni inedite.
Ho ripercorso con la memoria i provvedimenti che abbiamo varato come Consiglio regionale. Ad esempio, vi è un provvedimento che riguarda le piccole imprese, per le quali la Regione si fa garante presso il sistema bancario rispetto ai prestiti attivati nei loro confronti. Dico questo come appunto nella memoria di ognuno di noi.
Avanziamo una proposta alla Giunta regionale, che è un impegno formale contenuto nell'ordine del giorno. Noi crediamo che la Giunta regionale debba avviare urgentemente - vuol dire in pochissimi giorni - un tavolo tecnico, nel cui merito oggi non entriamo perché ne chiediamo l'istituzione; un tavolo tecnico con istituti bancari, fondazioni e rappresentanze dei lavoratori, finalizzato a raggiungere un obiettivo: dare liquidità a quelle lavoratrici e a quei lavoratori.
Come? Quei lavoratori - lo ripeto - sono creditori nei confronti delle loro aziende. La Regione si faccia garante nei confronti del sistema bancario piemontese dell'anticipo dei crediti che quei lavoratori vantano rispetto alle aziende, semplicemente così come si fa nei confronti delle piccole imprese. Garante: in caso di comprovata impossibilità da parte di quei lavoratori di restituire la somma percepita dopo 36 o 48 mesi (non so quale sarà il tempo che il tavolo tecnico definirà, ma sarà appunto un lavoro del tavolo tecnico), la Regione si fa garante. Poi credo che la Regione possa anche aprire un'interlocuzione di tipo risarcitorio con quell'azienda, con quegli imprenditori. In sostanza, si tratta di fare una scelta chiara dalla parte di quei lavoratori, che sono l'anello debole di tutta la catena. Quindi garante sull'eventuale mancata restituzione dei salari anticipati, di cui - lo ripeto - quei lavoratori sono creditori.
Vado rapidamente alla chiusura con la seconda questione. La Regione comunque copra gli interessi passivi di questi prestiti. Questa seconda misura l'abbiamo mutuata da ciò che ha già deliberato la Regione Toscana.
Non è la Repubblica dei Soviet, ma è la Regione Toscana, la quale garantisce il pagamento degli interessi passivi su quelle somme. Questo lo dice una delibera della Regione Toscana: è scritta in italiano e io fino a lì ci arrivo.



(Applausi provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Per cortesia, signori, non sono permessi né segni di assenso né di disapprovazione, altrimenti vi devo chiedere di abbandonare l'aula. Non lo sapevate, però è mio dovere intervenire. Le regole dell'Assemblea legislativa sono queste.
Vi ringrazio della comprensione.



CHIEPPA Vincenzo

Il secondo e il terzo punto sono mutuati dalla delibera della Giunta regionale della Toscana. Inoltre, chiediamo all'Assessore alla sanità di predisporre un provvedimento di esenzione dal pagamento del ticket sanitario per quella tipologia di lavoratori piemontesi, quindi i punti sono tre. Rispetto a ciò che è stato fatto dalla Regione Toscana c'è un punto in più, che è il primo che ho esposto, ovvero la garanzia da parte dell'Ente Regione nei confronti del sistema bancario piemontese.
Voglio chiudere con un punto importante su questa vicenda di nuovo sottolineando che questo ordine del giorno è sottoscritto e condiviso dalla totalità dei Gruppi consiliari regionali, quindi ho semplicemente portato questo atto all'attenzione del Consiglio regionale, ma poi ho potuto registrare concretamente una condivisione ampia, molto ampia su questo provvedimento.
Visto che è presente il Vicepresidente Peveraro, chiedo di dare corso immediatamente alla richiesta di istituzione del tavolo tecnico tra Regione, banche, fondazioni e organizzazioni sindacali.
Assessore Peveraro, subito dopo l'approvazione, attivi immediatamente con urgenza questo tavolo tecnico per dare risposte concrete a quei lavoratori.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente. Io ho sottoscritto l'ordine del giorno e lo condivido: credo che sia un passaggio importante.
In questi anni, abbiamo lavorato molto per aumentare la spesa in favore dei lavoratori, l'abbiamo fatto anche grazie all'attenzione con cui l'Assessore Migliasso ha sempre guardato questo tipo di provvedimenti e alla sua disponibilità a raccogliere le istanze che arrivavano dalla sinistra.
Ho solo una serie di problemi. Visto che la coperta è una coperta molto corta, come tutti sappiamo, e che i soldi per l'assistenza sociale non sono molti, soprattutto i soldi indirizzati a provvedimenti di welfare relativi agli ammortizzatori sociali, al sostegno al reddito e alla copertura di parte del reddito dei lavoratori che non hanno garanzie legate al welfare nazionale, agli ammortizzatori sociali, ecc., chiederei all'Assessore Peveraro e all'Assessore Migliasso un chiarimento.
Abbiamo un fondo libero che non so ancora di quanto sia, ma che era di 15 milioni di euro, se non sbaglio, destinato ad una sorta di provvedimenti di emergenza relativi a una serie di casi eventuali. Visto che le banche non sono enti di beneficenza, non fanno mai nulla per nulla e chiederanno garanzie economiche che dovremo coprire noi come Ente regionale, vorrei capire dove troviamo queste risorse. Primo aspetto.
Secondo aspetto. Vorrei avere la certezza che queste risorse che si vanno a trovare non vengano sottratte ad altri provvedimenti già in atto relativi ad alcune tipologie di lavoratori, perché non possiamo togliere soldi a lavoratori che ne hanno già pochi per darne a pochi lavoratori che non ne hanno per niente, nel senso che non possiamo innescare una guerra tra poveri, che non avrebbe nessun senso e, anzi, non giocherebbe a nostro favore in termini anche di qualità del provvedimento legislativo.
Terzo aspetto. Sappiamo che tra circa un mese questo Consiglio regionale smetterà di funzionare, così come anche la Giunta, nel senso che non potremo più spendere ciò che vogliamo spendere, ma dovremo solo garantire la normale amministrazione, poiché c'è questo approssimarsi alle elezioni regionali e la legge ci impone di fare questo. Ebbene, vorrei capire i tempi di un provvedimento di questo tipo, nonché i termini di trattativa con il sistema bancario, nel senso che un'operazione di questo genere richiede una trattativa lunga e complessa con il sistema bancario ma vi è di mezzo la pausa delle vacanze natalizie (noi possiamo anche lavorare, ma le banche non lo fanno) e vi è di mezzo la chiusura al 20 gennaio o giù di lì dell'attività d'aula del Consiglio...



ROBOTTI Luca

CHIEPPA Vincenzo (fuori microfono)



ROBOTTI Luca

Sei a favore o sei contrario?



ROBOTTI Luca

Ho già dato una risposta, collega Chieppa, nel senso che sono ovviamente a favore e ho anche sottoscritto l'ordine del giorno.
La mia preoccupazione è legata alla tempistica, perché non voglio prendere in giro nessuno: con il mio voto, non voglio prendere in giro dei lavoratori creando un'aspettativa che poi non verrà confermata in termini di provvedimenti, perché le tempistiche sono quelle che indicavo.
Soprattutto, non voglio che vengano sottratte risorse - poche, quelle che siamo riusciti a strappare in questi anni - ai lavoratori che le aspettano perché le abbiamo stabilite con loro. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente. Non presto orecchio alle polemiche cui siamo abituati, tutte interne al centrosinistra, a volte anche frutto di incomprensioni, come credo in quest'occasione, ma chiedo di poter apporre la firma all'ordine del giorno in questione.
Non ho dubbi sul successivo operato del Vicepresidente Peveraro, che credo darà corso immediato, dopo l'approvazione, all'ordine del giorno relativamente all'incontro più allargato, al fine di entrare Consiglio al Vicepresidente Peveraro di dare un'informativa alla Conferenza dei Capigruppo, su come intenderà muoversi, proprio per dare corso a quanto stiamo per approvare. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Toselli.
Ha chiesto la parola il Consigliere Larizza; ne ha facoltà.



LARIZZA Rocco

Presidente, per ribadire il sostegno del Gruppo del PD a questo ordine del giorno, facendo una semplice considerazione: noi Consiglieri, oltre alla Giunta, siamo impegnati da mesi a discutere, in diverse sedi, della situazione della crisi e dei problemi che questa sta determinando.
Ci siamo resi conto che il sistema degli ammortizzatori sociali, che pure ha retto nel corso degli anni, si è rivelato importante per alcuni lavoratori coinvolti dalla crisi, ma ne ha esclusi molti altri.
Questo è il dato generale, il dato più allarmante sul quale non c'è stato ancora un intervento adeguato...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Larizza: Assessore Migliasso e Consigliere Chieppa, per cortesia, se dovete concordare sull'argomento, siete pregati di farlo fuori dall'aula.
Prego, Consigliere Larizza.



LARIZZA Rocco

Avevo capito che non stavano contestando me, ma che si contestano tra di loro.



PRESIDENTE

Stanno semplicemente concordando rispetto al problema!



LARIZZA Rocco

importante dare un messaggio unitario del Consiglio regionale, a fronte di una legislazione che dovrà essere aggiornata, per tenere conto dei problemi emersi dalla crisi.
Come ha detto il collega Chieppa, oltre ai problemi oggettivi, che hanno coinvolto centinaia di migliaia di lavoratori, la crisi ci ha messi di fronte a casi che con la legge hanno niente a che fare, cioè di fronte a vere e proprie speculazioni da parte di alcuni che si pregiano del titolo di "imprenditori", ma che probabilmente andrebbero considerati in altro modo.
Questi casi vanno seguiti con più attenzione, perché rischiano di sfuggire all'attenzione dell'Amministrazione Pubblica. So che la Giunta ha seguito in modo particolare i casi più gravi, quindi alcune risposte sono già state date. L'ordine del giorno, pertanto, vuole semplicemente sostenere un'azione già intrapresa dalla Giunta.
Ritengo che, in base al lavoro svolgo in questi mesi, nella discussione ed approvazione della legge quadro sul lavoro, le preoccupazioni sollevate dal Consigliere Robotti non dovrebbero esistere. Abbiamo tutti presente che le risorse a disposizione sono scarse, ma viene prestata un'attenzione particolare nell'affrontare le questioni secondo una logica di priorità.
Dobbiamo quindi intervenire - e l'ordine del giorno sollecita in questa direzione - tenendo conto dei posti di lavoro a rischio e di quei redditi dei lavoratori che sono stati messi in discussione.
Abbiamo tutti ben presente quali siano state le conseguenze sulle famiglie di lavoratori che avevano già un reddito scarso; conseguenze che non riguardano solo la vita dei lavoratori in quanto tali, ma le loro famiglie, i loro figli, i ragazzi che frequentano una scuola.
Per queste ragioni - e altre si potrebbero aggiungere - ho voluto richiamare l'attenzione sull'impegno del PD in questa direzione, e quindi ribadire il sostegno all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente. Molto sinteticamente, per dire che sottoscrivo l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chieppa, con una preghiera e un affidamento all'Ufficio di Presidenza di fare, una volta votato, quelle necessarie correzioni di natura ortografica di cui, da una prima e veloce lettura, l'ordine del giorno necessita. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Giovine.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente. Esprimo anch'io poche parole sintetiche: oltre a ringraziare il collega Chieppa per l'ordine del giorno che ha redatto, che è completamente condivisibile, annuncio l'aggiunta della mia firma anche per ricordare al Consiglio un dramma che a volte viene dimenticato.
In questi cinque anni, in VII Commissione abbiamo assistito ad innumerevoli casi di aziende che hanno conosciuto chiusure, licenziamenti e cassa integrazione. Molte di queste hanno conosciuto anche, per quanto riguarda la parte imprenditoriale, un sostegno economico pubblico.
Sorrido amaramente quando penso che in VII Commissione è stata fatta un'audizione, tra l'altro sollecitata dai colleghi del centrodestra, dei dirigenti dei Phone Centre, tra i quali c'era Phonemedia - ricordi Chieppa? e altri datori di lavoro di quelle realtà che venivano a vantare il loro operato, a consegnarci le slide, dei dossier in cui sembrava che tutto andasse bene e fosse eternamente positivo. Tra l'altro, facendo ordine nel mio ufficio, qualche giorno fa ho trovato quel materiale e il sorriso è stato molto amaro.
Pertanto, ritengo vadano bene e siano importanti gli aiuti che l'Assessore Peveraro e l'Assessore Migliasso riusciranno a portare in campo, così come va bene il sostegno che la Regione Toscana ha portato avanti e ha inaugurando in questa triste stagione. Ribadisco, però, che occorre una riforma legislativa importante, forte, che non ci veda sempre come testimoni e assistenti dei danni che i "banditi" (e riprendo il termine che il collega Chieppa ha usato) creano in questa nostra economia.
Il mondo delle imprese è un mondo variegato: ci sono sicuramente molti imprenditori buoni, ma quegli stessi imprenditori sono danneggiati, messi in cattiva luce; oltre ai lavoratori, che pure ne subiscono le conseguenze sono i soggetti sui quali ricade maggiormente questa politica sciagurata di tutti quegli imprenditori che fanno dell'industria un campo di battaglia finanziario, dove si prende, si prosciuga e si butta via, alla faccia di coloro che ne pagheranno le conseguenze.
Ormai questa Amministrazione non può più farlo, ma vorrei tanto che la prossima riuscisse a mettere mano a una riforma legislativa che permetta alla Regione di assistere le imprese sane e non aiutare, nel modo più assoluto, ma controllare in maniera precisa e puntuale, quelle aziende che sane non sono. Occorre creare delle reti e dei paracaduti per quei lavoratori che sono vittime di quegli imprenditori, che diventano anche oggetto di attenzioni importanti, ma pur sempre nel campo dell'assistenza del welfare, mentre il problema non riguarda solo quell'ambito.
Tra l'altro ricordo, anche per rispondere a una richiesta che è stata fatta da parte dei colleghi: Eutelia, se non sbaglio, ha un conto corrente quindi, al di là del nostro gettone (che mi pare non sia la linea oggi perseguita dal Consiglio) ogni Consigliere può sostenere questa realtà tramite propri versamenti a un conto corrente bancario, se ricordo bene.
Poi, magari sulle banche dovremmo aprire un capitolo ulteriore, perch non è neanche sbagliato quello che qualcuno ha detto riguardo a un sistema assolutamente incontrollato e micidiale. Comunque, c'è un conto corrente bancario su cui poter intervenire, ricordando che in queste ore è stato dato un segno di grande solidarietà, riuscendo a costituire una cassa di assistenza, in cui valutano i problemi che i lavoratori hanno; ossia, c'è una commissione interna che valuta quali sono quelle famiglie che hanno bisogno di aiuto e di sostegno.
Se i Consiglieri e i Gruppi consiliari avranno la bontà di versare qualcosa sarà sicuramente un aiuto per alcuni dei tanti lavoratori che hanno problemi in questa regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo, unitamente a altri colleghi, ha sottoscritto questo ordine del giorno. Pertanto, lo condividiamo e lo riteniamo importante perché prova a dare una soluzione. Tuttavia, pensiamo sia fondamentale (poi, su questo attendiamo non la replica, ma l'intervento della Giunta) che a ciò si dia immediatamente corso, perché i colleghi sanno bene (forse non tutti coloro che ci ascoltano lo sanno) che gli ordini del giorno non sono leggi che la Giunta regionale deve applicare, ma sono una sorta di invito che il Consiglio regionale fa alla Giunta e dovrebbero essere applicati, ma in molti casi sono anche disattesi.
Mentre per altri ordini del giorno il Consiglio ha anche la possibilità di rammentare alla Giunta un indirizzo, dato in precedenza dal Consiglio stesso, che però non sta seguendo, in questo caso (per motivi che sono evidenti a tutti e non devo ricordare) i tempi sono invece assolutamente fondamentali per addivenire a una soluzione reale che comporti un intervento economico immediato nei confronti dei lavoratori.
Dopodiché, esprimendo un parere favorevole, è evidente che su alcuni aspetti come questo o per le migliaia e migliaia di lavoratori in cassa integrazione (quindi è una situazione differente) che attendono da mesi la cassa integrazione da parte dell'INPS, perché le aziende non riescono più ad anticipare, sarebbe stato molto meglio se la nostra Regione come, per esempio, abbiamo ricordato durante molte discussioni come quella sull'assestamento, avesse avuto un rapporto con gli istituti di credito che altre Regioni hanno. Altre Regioni sono state in grado di sottoscrivere accordi e voi no. L'ABI, a giugno, ha siglato un protocollo con le organizzazioni sindacali che in molte regioni è servito a far sì che la cassa integrazione straordinaria venisse anticipata, ma in Piemonte questo non avviene. È stata fatta una misura tampone per un numero limitatissimo di aziende e il 91% dei lavoratori non è in grado di disporre di uno strumento che consenta loro di avere l'anticipazione delle risorse.
Pertanto, va bene l'ordine del giorno, se verrà attuato, perch risponde a un singolo problema - questo è importante - ma teniamo conto che, risolto questo singolo problema, ne abbiamo decine, decine e decine a cui non è stata data una risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Clement.



CLEMENT Gian Piero

L'ordine del giorno che andiamo a votare, che dà un indirizzo alla Giunta su come si possa affrontare questo tipo di problema, tenta di intervenire su una situazione che, oggettivamente, finora non avevamo messo in conto. Tutti i provvedimenti che la Giunta Regionale ha messo in campo (in molti casi, anche con il consenso e l'apporto significativo del Consiglio) erano e sono stati provvedimenti finalizzati a sostenere quei lavoratori di moltissime aziende della nostra regione che erano comunque in attesa della cassa integrazione; per esempio, ricordo il provvedimento che dà mandato all'Agenzia Piemonte Lavoro di lavorare sugli anticipi. Questa situazione di non corresponsione degli stipendi non si era ancora affrontata, quindi credo che la Giunta lavorerà per dare una risposta a questo problema, anche se ci rendiamo conto che la risposta a questo tipo di problema non sarà semplice e rischia anche di non essere immediata.
Tuttavia, credo sia importante che si parta con questo lavoro e che indubbiamente nei tempi più brevi possibili, che però non credo che saranno dell'ordine di qualche giorno, si tenti di dare una risposta.
Seconda considerazione. Non dobbiamo dimenticare che attorno a questo aspetto, che sta alla base di questo ordine del giorno, c'è la vicenda Agile ex Eutelia: una vicenda paradossale.
Il Vicepresidente Placido, quando ha annunciato questo ordine del giorno, ha parlato di un'azienda in crisi. Dai dati che abbiamo noi non è assolutamente "un'azienda in crisi" (tra virgolette), ma è un'azienda che una dirigenza scellerata sta cercando di portare al disastro per obiettivi che, magari, a qualcuno sfugge, ma che ad altri sono più chiari.
Credo che bisogna continuare, come avevamo chiesto in un ordine del giorno approvato circa un mese e come, poi, ha fatto la Giunta, che si è attivata anche nei confronti del Governo, affinché questa situazione venga affrontata.
Quindi, chiediamo che in tempi brevissimi il Governo nomini il commissario, il quale potrà iniziare a dare delle risposte, da una parte per tutelare il reddito dei lavoratori e, dall'altra, per garantire che questa azienda possa uscire da questo momento particolarmente difficile e possa riprendere il suo cammino, che fino a sei mesi fa (almeno fino ad agosto) sembrava non avesse particolari problemi ad andare avanti.
Da una parte, riteniamo importante l'ordine del giorno di questa mattina, perché tenta di dare una risposta dal punto di vista dell'assistenza ai lavoratori in un settore completamente nuovo e dall'altra, la nostra attenzione e il nostro intervento devono continuare affinché la vicenda Agile trovi una soluzione con le caratteristiche che dicevo prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Filiberti.



FILIBERTI Giuseppe

Intervengo brevemente per sottolineare che il Gruppo della Lega Nord ha sottoscritto fin da subito questo ordine del giorno, quindi lo condividiamo, ma secondo me dovrebbe essere sottolineato sotto alcuni aspetti.
Il primo aspetto è che sarebbe importante, in questo tavolo tecnico che impegna la Regione a farsi garante verso le banche, capire bene quali potranno essere le modalità di questa operazione, ma soprattutto, secondo me, in questo tavolo tecnico bisogna affrontare anche un altro aspetto, e cioè analizzare con chiarezza quelle società che, eventualmente, hanno goduto di finanziamenti regionali e statali, magari gestite da imprenditori che ben poco hanno dell'imprenditore, ma che semplicemente vogliono, come è stato da più parti sottolineato, "rottamare" le loro aziende. Sarebbe veramente indegno che il pubblico finanziasse aziende che hanno come unico scopo quello di fare speculazione finanziaria alle spalle degli operai.
Questo è un aspetto importante che, come è stato già evidenziato, deve andare oltre a quelli che sono i tempi della politica: dobbiamo essere celeri, perché se la politica ha i suoi tempi, i lavoratori che non percepiscono stipendi, hanno tempi legati alla vita quotidiana: mangiare pagare le bollette e pagare l'affitto.
Se tutti condividiamo - come pare - questo ordine del giorno, una vera dimostrazione di efficienza di questo Consiglio regionale sarebbe predisporre, in tempi brevissimi e non solo urgenti, questo Tavolo, per arrivare a dare risposte concrete ed immediate alle esigenze dei lavoratori.
D'altra parte, il mondo del lavoro è in crisi in tutta la regione. Ci sono aziende che hanno la possibilità di accedere alla cassa integrazione e quindi il problema si sente meno, ma nel caso in esame il problema è più evidente.
Parallelamente a questi interventi, ritengo importante e doveroso, da parte di questa Assemblea, aiutare le aziende sane, affinché possano creare posti di lavoro per assorbire lavoratori che, purtroppo, non hanno più fonti di reddito. È un peccato che nella Commissione specifica una proposta di legge della minoranza, con la quale s'intendeva aiutare le piccole imprese, sia stata addirittura bocciata.
Per chi, come me, è da poco che si onora di essere in questo Consiglio regionale, in questa decisione ha trovato un qualcosa di incredibile, in quanto ritengo che non si possa provvedere sempre e solo con aspetti assistenzialistici o di aiuto personale, ma occorre lavorare forte per dare la possibilità alle aziende, soprattutto quelle piccole, ossatura fondamentale della nostra economia, di andare avanti affinché possano mantenere i posti di lavoro. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Non ho problemi a votare questo ordine del giorno, ma vista la presenza di quanti sono ansiosi di vedere che fine farà questo documento, ma soprattutto, di coloro che stanno vivendo un dramma e vivranno le conseguenze di quanto abbiamo inserito nell'ordine del giorno, dobbiamo essere sinceri, reali e coerenti.
Questo ordine del giorno è strumentale, Presidente, ed è questo che più mi rammarica. Cari amici, che prima avete battuto le mani: fate attenzione! Colleghi, prestiamo attenzione; questo ordine del giorno è strumentale, li stiamo prendendo in giro! Se veramente vogliamo dar loro una mano predisponiamo un articolato, come abbiamo fatto per i familiari dei morti sul lavoro. Facciamo la stessa cosa! Facciamo una leggina: apriamo un piccolo fondo, come abbiamo fatto per altri, e allora potremo veramente dare risposte a questi operai che stanno vivendo una situazione drammatica.
Assessore Peveraro, se vogliamo veramente intervenire facciamo subito una leggina, la votiamo subito tutti in Commissione, la portiamo in Aula troviamo un fondo di copertura e diamo risposte a questi lavoratori.
Diversamente, indipendentemente da chi l'ha firmato e da chi l'ha presentato...
Attenzione, Chieppa, lei sta facendo il suo dovere in difesa dei lavoratori, quindi non accuso l'ordine del giorno di essere fine a se stesso; però, una volta tanto, diamo risposte concrete ai molti lavoratori che stanno vivendo un dramma.
Facciamo subito due articoli - ci vogliano dieci minuti - portiamoli subito in Commissione, li riportiamo qui in Aula, troviamo un capitolo di spesa e possiamo farvi fronte. Naturalmente inseriamo condizioni e paletti su come finanziare questi stipendi. Diversamente, questo ordine del giorno avrà solo l'effetto temporaneo della solidarietà; ma oggi a loro non serve solidarietà: hanno bisogno di risposte! Allora, Presidente, smettiamo il teatrino della politica: io a questo teatrino non ci sto - non ci sto! - soprattutto nel momento così delicato in cui si trovano queste famiglie.
Quindi, caro Consigliere Chieppa, visto che fa parte della maggioranza convochiamo i Capigruppo, assumiamoci l'impegno, firmiamo subito quanto ho proposto e andiamo avanti. Al prossimo incontro, la legge sarà votata.
Diamo risposte reali e smettiamo di prendere in giro i lavoratori. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente.
Ribadisco che i Moderati, a differenza di quanto sostenuto dal collega che mi ha preceduto, sono solidali e d'accordo sull'ordine del giorno, che non ritengono assolutamente un teatrino, anche se non può essere la soluzione di tutti i mali.
Man mano che passa il tempo, ci si sta adattando ad una crisi economica che non coinvolge soltanto un anticipo di stipendi per lavoratori piemontesi o i ticket, ma l'intera produzione; crisi della quale abbiamo già discusso parecchio e a lungo in quest'Aula.
Non mi sembra così facile predisporre due articoli di legge, per quanto giusti possano essere, perché non è così facile risolvere il problema. Il problema è che la Regione può farsi garante solo se le banche usano atteggiamenti e disponibilità che finora non hanno avuto. È di questa mattina la notizia, letta sui giornali, dell'atteggiamento del Presidente Obama rispetto alle banche americane: "Bene, noi con fondi pubblici più volte in questa occasione vi abbiamo salvato. Adesso vediamo in che modo voi riuscite a dare, come contropartita, un aiuto concreto ai cittadini che ne hanno bisogno".
Credo che l'ordine del giorno vada in questo senso. Non lo considero assolutamente strumentale, proprio perché è di larghe intese e credo che sia...



(Commenti del Consigliere Scanderebech fuori microfono)



MANOLINO Giuliano

Scanderebech ha la bacchetta magica, ma io no.



(Commenti del Consigliere Scanderebech fuori microfono)



PRESIDENTE

Collega Scanderebech, la sua opinione è legittima, ma lo è altrettanto quella del collega Manolino.
Preso, Consigliere, proceda.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente: il collega Scanderebech giustamente fa la sua parte ed io non ho nulla da dire. Dico solo che deve rispettare, anche se non condivide, le opinioni altrui.
Un atteggiamento di questo genere, cioè un ordine del giorno che riesca, per intanto, ad impegnare la Giunta ad attivarsi da subito per fare da garante e, soprattutto, per "lavorare al corpo" le banche perch garantiscano questa liquidità. Mi pare che sia un atto non solo dovuto, ma importante in questo momento. Credo che poi un articolato di legge, come il collega suggeriva, sia cosa buona, vada fatto e sia utile farlo e possiamo anche tutti insieme impegnarci a lavorarci, ma non è - e lui lo sa meglio di me...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Collega Chieppa, per cortesia.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, state offrendo uno spettacolo indecente. Vi prego di uscire dall'aula se dovete dirvi qualcosa.
Collega Manolino, prosegua il suo intervento.



MANOLINO Giuliano

Volevo solo dire, e concludo: facciamolo, lavoriamoci, impegniamoci.
Questo non preclude assolutamente nessun articolato legislativo, per vogliamo almeno dimostrare la buona volontà, l'intendimento, l'indirizzo che non è di destra o di sinistra, ma che è un indirizzo globalizzato a livello di responsabilità istituzionale da parte di tutti i partiti per affrontare le difficoltà di questi cittadini e di questi lavoratori.
Non possiamo dire che è strumentale, possiamo dire che è un primo passo importante che va fatto a condizione che - e lo dico chiaramente - la Giunta e, in particolare, l'Assessorato di competenza attivi da subito questo tavolo, attivi da subito la forma di garanzia e non faccia passare altre settimane ed altri mesi, perché in quel frangente avremmo davvero il tempo di predisporre altri articolati e altre normative.
Quindi, i Moderati sono assolutamente d'accordo a votare questo ordine del giorno, augurandoci che l'effetto di rimbalzo che deve avere sulle banche venga prodotto dalla Giunta in tempi brevissimi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Aggiungiamo volentieri la nostra firma all'ordine del giorno, ma sottolineiamo due cose.
La prima è che temiamo che questo ordine del giorno non possa avere gli effetti che pur si auspicano il primo firmatario.
La seconda è che lo troviamo sorprendente in questa sede, che ha visto non più tardi di quindici giorni, fa un dibattito su un disegno di legge già presentato, collega Scanderebech, visto che non c'era da presentarne uno nuovo, perché l'avevamo già fatto. Siccome si chiama ddl n. 626, è già successo e basta andare a rileggerlo e andare a rivedere le discussioni che ci sono state in Commissione.
Le nostre sessioni sono utilmente pubbliche e credo che se fossero sempre frequentate sia da persone fisiche sia da persone che, ove potessero, vedessero anche in diretta quello che qui accade, si domanderebbero: come mai, collega Chieppa, lei è il primo firmatario di questo ordine del giorno (che io firmo) e lei, se era presente, ha votato contro il ddl n. 626? Mi permetto di ricordare a lei, ai colleghi Bossuto e Robotti - cito solo quelli di cui ho sentito l'intervento, Scanderebech era fuori a prendere voti e quindi si era dimenticato che aveva firmato il ddl n. 626 e il collega Manolino non so dove fosse - che il ddl n. 626 si proponeva esattamente l'obiettivo di dare liquidità alle imprese che ne avessero bisogno in un elemento di crisi. Evidentemente non distingueva perché non è compito di un disegno di legge, che comunque si può rileggere visto che è stato scritto, di distinguere tra aziende corrette e aziende scorrette. Altra è la sede, altri sono gli organi di controllo che non solo in questa situazione ma anche in altre devono sistematicamente provvedere a discernere i comportamenti legittimi da quelli illegittimi. Ma si proponeva esattamente di dare liquidità.
Cito un ulteriore esempio oltre a quello utile che è stato citato da lei, collega Chieppa, della Regione Toscana. La Regione Lazio, oggi commissariata, successivamente al voto contrario che questa maggioranza ha dato a quel disegno di legge, per un unico motivo, cioè che portava come primo firmatario un collega non di maggioranza, ha approvato un provvedimento analogo. Perché se lei lo volesse rileggere, vedrebbe che quanto lei qui chiede come impegno alla Giunta su un ordine del giorno, che è strumento certamente autorevole e che io condivido, tant'è vero che lo firmo, è certamente meno efficace di un disegno di legge, a maggior ragione se votato.
Voi avete votato contro legittimamente, ma avete votato contro non perché non lo condividevate, ma semplicemente perché era una proposta che veniva dagli altri banchi.
A riprova di ciò, vi sono le iniziative non che farete, come invoca il Consigliere Bossuto a tre mesi dalla fine della legislatura, ma quelle che avete fatto. Ci sono gli emendamenti che questa Giunta ha presentato, e che voi avete votato, a sostegno delle aziende. Vogliano i lavoratori qui presenti e quelli che leggono vedere quali erano le nostre proposte e quali sono stati i rimedi già proposti. Vogliano fare le loro congratulazioni alla Giunta che tanto li ha difesi rispetto alla Regione Lazio e alla Regione Toscana e, se possibile, evitiamo delle inutili ipocrisie sulle spalle degli altri.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Ruberò pochissimi minuti all'Aula per ribadire solo due aspetti. Su questo argomento è ovvio che formalmente ci siamo interessati tutti; c'è chi si è interessato prima e chi si è interessato dopo, chi ha rivendicato paternità di intervento prioritario e quant'altro.
Però questo non significa assolutamente nulla, perché i lavoratori chiedono - e ritengo che lo chiedano in modo legittimo - che qualsiasi provvedimento, di qualsiasi provvedimento si tratti, la politica si faccia carico non più a parole ma nei fatti di una soluzione che possa alleviare la loro situazione.
Ed è per questo che lo dico con estremo rispetto, oltre che affetto: l'Assessore Peveraro deve poter prevedere un impegno nella forma che riterrà più opportuna, nella forma che riterrà compatibile e sostenibile ma deve poter stabilire, anche in termini di data, quella che deve essere la risposta ad una legittima richiesta.
Ricordo che più di un mese e mezzo fa la Giunta con l'Assessore Bairati e l'Assessore Migliasso aveva ascoltato certe istanze nel Palazzo della Regione, e da allora tanti passi probabilmente sono stati fatti, non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale.
Tra questi voglio ricordarne uno, perché è un altro grido d'allarme che potrebbe, se non risolto, peggiorare la situazione. Bisognerebbe che la Regione si facesse carico di ricordare al livello nazionale l'impegno assunto nei confronti della RAI, che minaccia di non rinnovare i contratti con le ditte di cui ci stiamo occupando, ma di trasferire i contratti ad altre società. Questo non va bene ed è un altro elemento concreto su cui si potrebbe intervenire.
Quindi, concludo rinnovando il mio invito all'Assessore Peveraro affinché si possa dare nei limiti di quello che è possibile e di quello che si inquadra in un discorso di sostenibilità - e penso che vi siano ampi spazi - una risposta alla legittima richiesta dei lavoratori. Grazie.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, ha chiesto la parola il Consigliere Giovine ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Volevo suggerire, nel caso fosse percorribile, una modalità operativa all'Assessore Peveraro, quindi era più utile che intervenissi prima della sua risposta. So che esiste una procedura che, a dire il vero, si adotta soprattutto nei casi di fallimento o amministrazione controllata. Nei casi in cui, ad esempio, i crediti di aziende, anziché passare all'azienda o al curatore fallimentare, vanno direttamente ai lavoratori per coprire le retribuzioni mancate nel corso degli anni.
Questo non è, chiaramente, il caso applicabile, ma credo che una via simile si possa applicare per analogia. Esemplifico in quale casistica.
L'azienda principale, oggetto dell'ordine del giorno, è creditrice di una serie di società strumentali che, direttamente o indirettamente, fanno capo alla Regione Piemonte. Credo che una verifica in questo senso, Assessore Peveraro, si possa fare. Sicuramente ci sono delle società strumentali sicuramente ci sono delle ASL che sono fornitrici e di cui Agile-Eutelia è fornitrice, quindi sono creditori di questa società. Credo che sia possibile fare una verifica, fare in modo che i crediti, i soldi di queste società, di queste realtà anche istituzionali, controllate direttamente dalla Regione, passino direttamente ai lavoratori per coprire le mensilità di cui essi fanno legittima richiesta. Tra l'altro, non è una novità. Lo avevo accennato anche in VII Commissione, in cui avevo chiesto al Consigliere Bossuto di farsi carico e di farsi latore di questa richiesta alla Giunta. Non so se sia stato fatto, ma colgo l'occasione per riproporla. Ovviamente, visto che sono in dichiarazione di voto, il mio voto sarà assolutamente favorevole all'ordine del giorno, che peraltro ho sottoscritto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Migliasso per una replica.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Intervengo su una parte, poi prenderà la parola l'Assessore, nonch Vicepresidente Peveraro.
Vorrei dire a tutti i Consiglieri e le Consigliere che hanno firmato l'ordine del giorno e che sono intervenuti così numerosi e con notevole passione politica, come credo l'argomento meriti, che il caso Agile Eutelia, come può essere apparso a qualcuno che è intervenuto (non a tutti per la verità), non è il classico caso di crisi di ordinativi. È il caso di un'azienda che, all'interno di un complesso gioco di scatole cinesi, come adesso usa dire, ha commesse di lavoro, ha lavoratrici e lavoratori professionalizzati (anche molto professionalizzati, di cui si avvale anche la Regione Piemonte); peccato che il tutto faccia parte di una sorta di scatolone più grande, all'interno del quale non si capisce bene chi possiede che cosa. Il tutto fa capo al Fondo Omega, fondo internazionale.
Che non sia una crisi derivante da carenza di ordinativi è dimostrato dal fatto che, dopo il primo incontro con la sottoscritta, l'Assessore Bairati e alcuni Consiglieri; dopo un ulteriore incontro in Regione cui avevano partecipato, oltre alla sottoscritta e l'Assessore Bairati numerosi lavoratrici, lavoratori e organizzazioni sindacali; dopo numerosi viaggi a Roma (alcuni andati deserti, altri più produttivi); dopo che la Regione Piemonte aveva chiesto un incontro, come peraltro molti altri Enti locali e organizzazioni sindacali, al massimo livello, con la richiesta che la questione fosse espunta dal Ministero delle Attività Produttive per approdare al tavolo della Presidenza del Consiglio, pare che, finalmente il 23 dicembre Agile-Eutelia si incammini, attraverso un'udienza già prevista presso il Tribunale di Roma, verso la dichiarazione di insolvenza e poi, si spera, verso l'amministrazione straordinaria, come anche noi auspichiamo insieme alle organizzazioni sindacali, per procedere quindi alla nomina, con procedura rapidissima, da parte del Ministero per le Attività Produttive, dei Commissari (in questo caso credo saranno almeno tre).
Ricordo che per la Bertone erano stati nominati tre Commissari.
Trovandoci qui in presenza di una massa di lavoratrici e di lavoratori, per giunta con una seria complicanza della situazione, è presumibile che anche in questo caso, se tanto mi dà tanto, saranno sicuramente tre i Commissari nominati.
Ho chiesto di intervenire per due ragioni. La prima. In un dibattito come questo, con la presenza di una delegazione di lavoratrici e di lavoratori e anche di un altro uditorio che, forse, vorrebbe anche sentire parlare dell'altro argomento per cui è venuto - immagino che ce ne sarà il tempo - non vorrei che si fosse smarrito il senso di un lavoro preciso e puntuale effettuato dal Consiglio e dalla Giunta in questo anno e mezzo di crisi.
A qualcuno può sembrare che la crisi sia scoppiata l'altro ieri, ma per chi gestisce, quotidianamente, le situazioni come la sottoscritta, come l'Assessore Bairati e l'Assessore Peveraro, vi posso assicurare che i giorni pesano tutti. Abbiamo monitorato tutte le situazioni direttamente o tramite gli uffici preposti. Non vorrei che si avesse l'impressione che la Regione Piemonte non si sia mossa, soltanto perché alcune Regioni probabilmente anche in virtù di una loro diversa organizzazione sul territorio che dà alle Province delle competenze minori di quante non ne dia la nostra legge regionale, non si sia data da fare.
Vorrei ricordare i 115 milioni che abbiamo messo per pagare un terzo delle casse integrazioni in deroga alle lavoratrici e ai lavoratori privi di ammortizzatore sociale; vorrei ricordare la fatica compiuta dalla sottoscritta per strappare al Governo, dopo mesi e mesi di richieste che non venivano soddisfatte, altri 100 milioni per la cassa integrazione in deroga (ricordo che la Lombardia ne ha ricevuti 250 a luglio). Non voglio dimenticare che abbiamo assunto una delibera regionale che prevede che le aziende in procedura concorsuale, le aziende che hanno cessato l'attività o che sono in particolare crisi dal punto di vista territoriale e determinano una particolare crisi sociale, possono avere, tramite l'Agenzia Piemonte Lavoro, come ieri è avvenuto per l'ex Imit di Castelletto Ticino in quel di Novara, la possibilità di avere, come lavoratori, un anticipo della cassa integrazione, pari a 600 euro mensili, come avviene in alcune parti della nostra Provincia, nel Comune di Torino, attraverso il Patto territoriale della zona ovest, e nella Provincia di Alessandria.
Non sarà sfuggita a nessuno in questi giorni (a meno che non si leggano i quotidiani, ma ritengo che ciascuno di noi lo faccia) la complicata vicenda che si è determinata in Provincia di Torino con Unicredit. Vorrei ricordare che non stiamo parlando di enti di assistenza e beneficenza, il cui scopo è quello di assistere; parliamo di banche che prestano denaro e che pretendono - non giudico se sia giusta o meno - la loro remunerazione.
Pare che abbiano chiesto una serie di garanzie a quei lavoratori che dovevano avvalersi dell'accordo sottoscritto insieme alla Provincia di Torino, tali che arrivavano fino alla garanzia del TFR, che ci pare effettivamente - lo dico in tono ironico - un po' esagerato.
Vorrei fornire un'altra informazione: quando abbiamo assunto questa delibera generale per le aziende in procedura concorsuale, abbiamo chiesto a tutte le Province del Piemonte se intendevano aderire a questa misura chiedendo loro di dircelo formalmente. Quasi tutte hanno risposto "non ci interessa, facciamo per conto nostro", tanto è vero che ieri il dottor Dutto, dell'Agenzia Piemonte Lavoro, si è recato a Castelletto Ticino per firmare, con i lavoratori dell'ex Imit, l'accordo per l'anticipo della cassa integrazione.
Vorrei aggiungere un'ultima considerazione, per rassicurare e perch non si abbia, anche in questo caso, l'impressione che quanto è stato fatto non conti più, ma conti l'ultima cosa che è alla nostra attenzione, che è importantissima e che travolge, o rischia di travolgere, le famiglie piemontesi, segnatamente le famiglie delle persone presenti in questa sala ma non solo. Credo che sia corretto fornire un'esatta informazione altrimenti affrontiamo l'ultimo problema che sorge, ma non vediamo la complessità dell'azione fatta nei confronti di tutti i lavoratori e le lavoratrici della Regione Piemonte.
Non vorrei che si dimenticasse - è per questo motivo, che intendo rassicurare - che quest'anno abbiamo stanziato, come Regione, su richiesta del Consiglio regionale oltre che per volontà della Giunta, 35 milioni di euro per il sostegno al reddito di lavoratrici e lavoratori già licenziati che non avevano alcun rapporto di lavoro: è un bando da 15 milioni, che è in corso in questi giorni. Vi informo che i primi 300 o 400 lavoratori hanno già ottenuto l'erogazione di 3.000 euro e si continuerà anche nelle prossime settimane. Apriremo un ulteriore bando non appena verrà approvata la delibera che dovrebbe ricevere il via, spero positivo, giovedì prossimo in VII Commissione, presso la quale è stata inviata per il parere. Tale delibera è rivolta ai lavoratori in cassa integrazione o che godono di qualche forma di ammortizzatore sociale, come integrazione al reddito.
Volevo quindi rassicurare chi aveva posto il problema - mi riferisco al collega Robotti - che non destineremo queste cifre ad altro.
Come Giunta che deve dare corso alla volontà del Consiglio regionale e può farlo ottenendo lo stesso risultato in un modo o in un altro cercheremo, quindi, su sollecitazione dell'ordine del giorno, di venirne a capo, affinché si ottenga un risultato per i lavoratori spendendo il meno possibile nei confronti della collettività. Perché meno spendiamo per ottenere lo stesso risultato, e meglio è per tutti, soprattutto per chi dovrà percepire la giusta retribuzione.
Ci adopereremo, naturalmente, per attivare delle misure congrue che soddisfino le necessità, che non sono solo quelle dei lavoratori e delle lavoratrici di Agile-Eutelia, ma sono anche di altre situazioni.
La seconda ragione per cui ho chiesto di intervenire: mi sarebbe piaciuto, però, che si ricordassero le responsabilità anche a livello governativo. Perché ormai, a cascata, per tutto e su tutto, la responsabilità ricade sempre sulle Regioni, come se detenessero tutte le competenze, comprese quelle di assumersi i costi della cassa integrazione che dovrebbero essere, invece, a carico dello Stato, compreso il pagamento dei lavoratori assunti ad hoc per sveltire le pratiche all'INPS. In tutto questo, il Governo centrale non c'entra nulla, non ha responsabilità e nemmeno la competenza per accelerare i tempi. Invece di far andare i lavoratori due o tre volte a Roma, in settimane o mesi successivi, se il Governo avesse affrontato sin dall'inizio la vicenda, così com'era stato richiesto, i risultati, compresi il commissariamento e l'Amministrazione straordinaria che tutti aspettiamo con ansia, sarebbero già in atto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Migliasso.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente della Giunta regionale Peveraro ne ha facoltà.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Innanzitutto vorrei precisare che condivido lo spirito e l'obiettivo dell'ordine del giorno. È evidente che questo provvedimento, o, meglio questo ordine del giorno, si inserisce bene, come ha giustamente ricordato la collega Migliasso, in una serie di provvedimenti che l'Amministrazione ha già assunto in sede di approvazione del bilancio di previsione 2009 e poi, del bilancio di assestamento approvato il 30 novembre scorso.
In particolare, è già stato ricordato il sostegno alle fasce deboli, ai lavoratori in cassa integrazione e in mobilità. Vorrei altresì ricordare il forte impegno che abbiamo dimostrato sul fronte della difesa della piccola e media impresa in particolare.
Nell'ambito di queste iniziative, a mio avviso ci sta tranquillamente anche un'azione e un provvedimento che, in qualche modo, tenda a raggiungere gli obiettivi qui esposti.
abbastanza complesso, per com'è stato qui indicato. Sostanzialmente si immaginano due strumenti: un fondo di garanzia delle anticipazioni che il sistema bancario dovrebbe dare ai lavoratori, e un secondo provvedimento che dovrebbe ristorare banche/lavoratori degli oneri finanziari sulle anticipazioni erogate.
Non escludo - lo dico anche al collega Scanderebech - che, per poter dare una piena attuazione a quanto qui indicato, si debba intervenire con una norma di legge. Non lo escludo perché, in realtà, tutti gli strumenti di cui disponiamo in questa fase e quelli che possiamo anche utilizzare senza riferimenti normativi rientrano nella legge 34, ma sono sull'intesa qui dobbiamo individuare invece degli strumenti che intervengano direttamente a supporto e a sostegno dei lavoratori.
Allora, io che cosa suggerisco? Seguo il percorso indicato anche nell'ordine del giorno, che non mi sembra in conflitto con ciò che sosteneva il collega Scanderebech. Noi dobbiamo attivare subito il tavolo tecnico; nell'ambito del tavolo tecnico, capire gli strumenti che dobbiamo mettere in atto. Per quanto riguarda le risorse, credo si possano trovare nell'ambito dei fondi già stanziati a favore delle imprese e del welfare.
Dopodiché è possibile immaginare che (magari prima di Natale) si possano approvare fare - nel prossimo Consiglio di martedì o eventualmente in una sessione straordinaria - i provvedimenti necessari per dare piena attuazione alle indicazioni contenute nell'ordine del giorno.
Dovremo costituire un fondo di garanzia per i lavoratori e dovremo costituire uno stanziamento destinato ad alleggerire gli oneri finanziari o ad azzerarli. Credo che poi dovremo essere anche precisi sulle modalità con cui predisporre questo intervento, onde evitare che - com'è stato ricordato questo non diventi una scappatoia per le aziende e, in particolare, per imprenditori particolarmente scaltri, per non pagare gli stipendi perch tanto c'è la Regione o il sistema finanziario che paga.
Bisogna, quindi, definire bene modalità e paletti, e personalmente ritengo che ci siano le condizioni per procedere in tempi rapidi (com'è stato richiesto e come, secondo me, è necessario fare), eventualmente accompagnando il tutto con un provvedimento di legge.
Visto che l'ordine del giorno è sostanzialmente firmato da tutti i Gruppi consiliari, credo che lo si possa approvare veramente in tempi rapidissimi, come veniva ricordato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Peveraro.
A questo punto, dopo ampio e vivace dibattito, possiamo passare al voto dell'ordine del giorno n. 1386, "Accordo Regione-Banche per anticipo stipendi ai lavoratori piemontesi", firmato da un elevato numero di colleghi sia di maggioranza che di opposizione. Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1386, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale atto che, a seguito della gravissima congiuntura finanziaria determinata dalla crisi economica ancora in corso, numerose aziende sul nostro territorio fanno registrare pesanti ritardi nella corresponsione delle competenze ai propri dipendenti a causa la mancanza di liquidità in atto verificato che in altre situazioni invece a seguito e per causa di comportamenti scandalosi da parte di sedicenti "imprenditori" i lavoratori sono in attesa di quanto ad essi dovuto da molti mesi (si veda come emblematico esempio la vicenda AGILE-EUTELIA) preso atto che tale situazione, che in alcuni casi perdura ormai da molto tempo, genera un terribile impatto a livello sociale sulle famiglie dei lavoratori che rimangono, di fatto, prive di alcuna forma di reddito e sostentamento ritenuto che la Regione Piemonte non possa esimersi dall'intervenire a sostegno di tali lavoratori e delle loro famiglie consentendo l'anticipo delle spettanze loro dovute considerato infine che è necessario individuare uno strumento valido ed efficace atto a garantire la liquidità sufficiente per i lavoratori in oggetto impegna la Giunta regionale ad avviare urgentemente un tavolo tecnico con istituti bancari, fondazioni e rappresentanze dei lavoratori finalizzato alla stipula di un accordo che renda possibile l'erogazione da parte delle banche dell'anticipo delle spettanze dovuto ai lavoratori che si trovano nella condizione di creditori nei confronti delle aziende, per la restituzione del quale la Regione si faccia garante nei confronti del sistema bancario piemontese a garantire, in ogni caso, la copertura totale degli interessi passivi conseguenti all'erogazione dei sopraindicati anticipi, così come ad esempio già realizzato dalla Regione Toscana l'Assessore alla Sanità a predisporre un provvedimento di esenzione dal pagamento del ticket sanitario per la tipologia dei lavoratori in questione, così come già realizzato, anche in questo caso, dalla Regione Toscana".
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 1387 dei Consiglieri Toselli, Burzi, Caramella, Leardi e Leo, inerente a "Solidarietà nei confronti del Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

A questo punto, è stato presentato l'ordine del giorno annunciato questa mattina dai Consiglieri Burzi, Toselli e altri, avente come oggetto "Solidarietà nei confronti del Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi".
Poiché ci sono i numeri sufficienti, lo riteniamo iscritto.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Liste d'attesa esaurimento budget"


PRESIDENTE

Passiamo ora alla comunicazione della Giunta regionale in merito alle liste d'attesa in sanità ed esaurimento budget, come richiesto dal Consigliere Burzi.
La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Distinguerei dall'introduzione che ha fatto il Presidente dell'Assemblea il tema "liste d'attesa" dal tema "esaurimento budget" perché la questione esaurimento budget si risolve con un'informativa assolutamente sintetica.
L'Amministrazione regionale ha applicato, nell'anno 2009, quel che ogni Amministrazione regionale deve applicare dall'anno 1999, vale a dire quanto previsto dall'articolo 8 quinquies del decreto legislativo 502/92, dalla successiva legge nazionale 229/99 e recentemente dalla legge finanziaria 112/2008, ossia la prescrizione per il sistema sanitario di contrattare le prestazioni acquisite nel privato accreditato convenzionato attraverso lo strumento del contratto aziendale stipulato tra l'ASL in cui ha sede la struttura erogatrice e le differente strutture erogatrici.
Questo contratto aziendale, definito dalla legislazione nazionale, deve contenere la programmazione delle prestazioni pubbliche garantite attraverso la gestione diretta delle Aziende sanitarie o delle ASL che insistano nel territorio e l'indicazione di quelle funzioni e di quei volumi per i quali la sola produzione pubblica non sarebbe adeguata in rapporto al fabbisogno verificato sull'andamento della domanda. Questo quindi è quello che è stato fatto.
Ogni Azienda sanitaria ha stipulato, sulla base di una modulistica comune, il contratto aziendale con i soggetti erogatori. Ogni Azienda sanitaria ha differenziato le funzioni da acquisire anche rispetto agli anni precedenti, perché poteva accadere che funzioni prima acquistate perché mancavano nella produzione pubblica, nel frattempo fossero state attivate nel sistema pubblico e non fosse più necessario acquistarle viceversa, poteva accadere (come nel caso della lungodegenza per quello che riguarda i ricoveri o delle dimissioni protette) che nuovi stili organizzativi del sistema ospedaliero richiedessero altre funzioni che nel pubblico non erano ancora presenti, come nel caso delle dimissioni protette. Questo, quindi, è quello che è stato fatto.
La relazione con le due organizzazioni di rappresentanza della sanità privata ARIS e della sanità privata AIOP è stata una negoziazione vivace in relazione a questo problema. L'abitudine, la consuetudine dei due enti di rappresentanza del sistema privato non era quello di aderire ad un contratto locale stipulato con l'Azienda, bensì di contrattare direttamente con l'Amministrazione regionale i volumi di attività in base ad una crescita di trend storico.
evidente che in Regione non si può conoscere se si è attivato quell'anno quella particolare attività chirurgica sul piede e quindi non è più necessario acquisirla dal privato, perciò trattando sul tavolo regionale l'effetto trascinamento crescita, era assolutamente scontato.
Prima obiezione.
Seconda obiezione. Si sarebbero così legittimate le associazioni di rappresentanza ARIS e AIOP, che non avrebbero potuto che accompagnare i loro singoli titolari di struttura e quindi perdere il ruolo associativo.
Questa è l'obiezione politica.
Si sono poi manifestate le obiezioni sui volumi di attività; volumi di attività che vengono assegnati come responsabilità alle Aziende sanitarie: erano loro che, in base alla programmazione, avrebbero dovuto valutare se crescere, decrescere o differenziare. Mediamente hanno valutato che l'andamento della spesa storica del 2008 fosse una buona base per il budget del 2009. Alcune sono andate in crescita, perché si sono trovati in condizioni, come sistema pubblico, di deficienza; penso alle ristrutturazioni di reparti, alla necessità di acquisire quell'attività presso il privato. Altri hanno diminuito perché hanno attivato autonomamente le spese "funzioni pubbliche"; penso ad Asti, che ha portato nell'ospedale funzioni che prima venivano acquistate nel sistema privatistico.
Diciamo che la base di riferimento è la base del volume del denaro e di attività del 2008. Dopo un monitoraggio del primo trimestre, in ordine all'applicazione di questi contratti, è parso immediatamente evidente che il comportamento nell'offerta delle prestazioni sanitarie non era mutato da parte degli erogatori privati, per il solo fatto che noi avessimo applicato la legge. Vale a dire che continuava un eccesso di produzione nello stesso stile con il quale negli anni passati si arrivava a metà dell'anno in Regione, dichiarando che non si poteva fare fronte a una domanda che cresceva sempre e che se la Regione non avesse potuto pagare ci sarebbe stato uno strumento: la regressione tariffaria, vale a dire: "Quelle pagatemele il 30% in meno, quelle altre pagatemele il 50% in meno".
Peccato che questo stile, primo, non fosse più possibile ai sensi delle legislazioni, ricordo l'ultima legge, la n. 112 del 2008; secondo, l'averlo applicato a lungo, compresi i primi due anni di questa Amministrazione, non ha affatto modificato l'entità della spesa, ma sicuramente ha aumentato il volume delle attività, perché per compensare un minore risarcimento venivano realizzate maggiori attività.
Pertanto, con una trattativa di metà anno, si è concluso con gli erogatori privati il seguente accordo: non c'è ragione che tenga rispetto ad una programmazione scorretta, fatta nel passato, per la quale vi possiate permettere, nell'ultimo trimestre o nell'ultimo quadrimestre dell'anno, di ridurre l'offerta nei confronti della popolazione; se avete fatto una sovrapproduzione, perché non avete applicato una programmazione di questo non devono essere vantaggiati i cittadini. Quindi, dovete garantire, nell'ultimo periodo dell'anno, il 33% di quello che era pattuito.
Questo è stato deliberato, cioè il contratto originale, l'accordo di settembre, è stato deliberato. Gran parte delle strutture si sono adeguate a questo stile; peraltro, sollevare il problema a dicembre, quando è chiaro che una prenotazione corretta porta gli utenti a gennaio, perché va fatta entro 60 giorni, non significa segnalare una deficienza di questo accordo.
Anzi, se oggi, a dicembre, prenotano per gennaio vuol dire che stanno rispettando l'accordo.
Altri non l'hanno rispettato, con stili più o meno furbeschi, quali affiggere dei cartelli negli studi dichiarando che, per colpa di un taglio regionale delle finanze, non si poteva più garantire l'opportunità ai cittadini, o, viceversa, offrendo sistemi più rapidi di svolgimento di visite e di prenotazioni, laddove il cittadino fosse addivenuto a pagare direttamente la prestazione e non passare attraverso la prescrizione medica e il banale pagamento del ticket.
Sui furbetti si è cercato d'intervenire, attraverso periodiche sorveglianze delle unità di vigilanza.
Questo - concludo - è il tema "liste d'attesa e accordi contrattuali".
Ovviamente, gli accordi sono biennali, si rivisitano ad inizio anno ed anche questo dato dovrà essere rivisitato per affrontare il primo capitolo dell'argomento sul quale mi è stato chiesto d'intervenire, sperando di aver interpretato bene.
Affrontando la questione di cosa scrivere nei futuri contratti, ma anche di cosa chiedere in più alle Aziende Sanitarie e alle ASO, non si pu eludere la questione della costante crescita della specialistica ambulatoriale, quindi la nostra programmazione parte da lì. Parte dal fatto che, per quanti livelli di tetto di budget, di linee guida, di appropriatezza si cerchi di introdurre, la specialistica ambulatoriale è in crescita, non solo perché è una conseguenza dell'aver potenziato l'assistenza territoriale, e fortunatamente più persone possono evitare di andare in ospedale ed essere ricoverate, ma trovare cure sul territorio anche perché c'è un livello di forte induzione dell'offerta che ha bisogno di tempi lunghi, per controllare e ricondurre in appropriatezza: dalla medicina generale all'induzione interna nella specialistica ambulatoriale.
Basti un dato: le province del Piemonte si differenziano straordinariamente per il consumo di specialistica ambulatoriale. La provincia di Torino ne consuma il 10% a fronte del 7% di Vercelli, del 3 di Biella, e così via. Poiché non è immaginabile che a Biella o a Vercelli stiano tre volte o sette volte peggio di quanto stanno a Torino, è del tutto evidente che c'è un'altra spiegazione su Torino. Forse la spiegazione sta nel fatto che a Torino c'è la concentrazione dei due terzi del sistema di erogazione privata delle prestazioni.
Questo è il quadro: un quadro che ai cittadini è difficilissimo spiegare, perché il cittadino si vede prescritta una pratica e quella vuole fare; vuole farla nel più breve tempo possibile, quindi questo è un fatto della politica, non è un fatto della comunicazione sociale.
Come si comportano la politica e la programmazione istituzionale di fronte a questo problema? Intanto voglio dire che, non da oggi e non con la delibera di novembre, ma almeno da quattro anni - e prima di me l'hanno fatto le Amministrazioni precedenti - si danno indicazioni alle Aziende Sanitarie di lavorare per il contenimento delle liste d'attesa. In modo particolare, se dobbiamo rilevare i dati del primo trimestre del 2009 nella produzione delle ASL, vediamo che sono tutti dati in crescita rispetto al 2008. Cito solo quelli della provincia di Torino, per la specificità che ho detto: To1, +8.000 prestazioni; To2, +4.000; To3, +4000; To5, +1.000. ASL e ASO territoriali: San Giovanni Battista, +1.000; San Luigi, +3.000.
Questo, per dire che c'è un aumento delle attività nel sistema pubblico volto a ridurre le liste d'attesa. Tuttavia, le liste d'attesa continuano a comparire come elementi di sofferenza nell'espressione dei cittadini, o come elementi di polemica nella rappresentazione mediatica.
Sappiamo che, per legge, un sistema è appropriato e giusto quando consente la prima visita entro 30 giorni e l'esame diagnostico entro 60 giorni. Nella rilevazione del primo trimestre del 2009, abbiamo una situazione per la quale le prime visite specialistiche vengono garantite nella misura dell'80%, quindi dobbiamo correggere una distorsione che riguarda non l'universalità dei bisogni delle persone, ma un quinto delle condizioni delle persone.
Questo, per quello che riguarda la prima visita. È ovvio che l'80% che riceve la prestazione entro 48 ore, entro 15 giorni, piuttosto che entro 30, non si lamenta, mentre il 20% che non la riceve e magari la riceve entro il quarantesimo, se ne lamenta. Se andiamo ad esaminare la diagnostica per immagini, la situazione (leggo soltanto per alcuni valori perché non voglio turbare ulteriormente l'Assemblea a quest'ora prandiale come ha detto qualche colto prima di me) è che quasi tutte le radiografie sono ormai ad accesso diretto, quindi le effettuiamo nella media contemplata, nel 99% delle prestazioni.
Prendiamo altri valori. L'esame audiometrico: To1, 98,8% entro 60 giorni To2, 93,2%; To3, 92%; To4, 94,9%; To5, 85,3%. Elettroencefalogramma: To1 98,9%; To2, 99,3%; To3, 97,6%. Ecografia dell'addome: 96%, 97%, 90%, 90 così nell'addome superiore e nell'addome inferiore. Nell'addome completo: 95%, 97%, 89%. Ecocardiografia: 94%, 91%, 88%. Ecodoppler degli arti: 99 99%, 96%, 90%. Tomografia computerizzata del capo: 100%, 99%, 99%.
Queste sono le percentuali nei 60 giorni.
Tomografia del collo: 100%, 98%, 100%, 96%. Tomografia massofacciale: 100 99%, 100%. Rachide e colonna vertebrale: 100%, 99%, 100%, 98,6%. Torace: 98%, 97%, 96%, 96%. Risonanza magnetica del tronco encefalico: 99%, 99 100%, 100%, 100%.
E così via, non voglio disturbare e, soprattutto, non voglio che poi qualcuno dica che l'Assessore dà i numeri.
Ci sono delle oggettive sofferenze in alcune parti: la colonscopia l'elettrocardiogramma dinamico e anche l'applicazione dell'holter.
Anche su queste disfunzioni abbiamo chiesto di varare il programma straordinario chiedendo alle aziende sanitarie non di fare quello che banalmente devono fare per dovere d'ufficio, cioè ridurre le liste d'attesa, ma di introdurre programmi straordinari che recuperano le assenze delle situazioni delicate e riducono ulteriormente i tempi dai 60 ai 40 e dai 30 ai 20.
Quindi, a chi ha dichiarato sui giornali che candidamente scopro l'esistenza di un problema di liste di attesa e mi attivo a gennaio del 2009, voglio dire che gli obiettivi sono stati dati ai sanitari per quattro anni e qualche risultato qui c'è; che quello che si chiede di fare non è l'ordinario dovuto, ma lo straordinario, quindi in qualche modo contenere un aspetto anche culturale d'ansia rispetto al fatto che si consumano a volte prestazioni in gran parte inappropriate.
Dopodiché, rispetto grandemente qualunque denuncia di ogni singolo cittadino e di ogni singolo Consigliere anche se appartiene solo allo 0,1 degli insoddisfatti, al 15% degli insoddisfatti o al 3% degli insoddisfatti, nel momento in cui evidentemente verso quella persona c'è stata una mancanza.



SPINOSA MARIACRISTINA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'Assessore ha diviso la comunicazione su due aspetti diversi, perché è vero che, da una parte, l'esaurimento delle disponibilità economiche per le strutture private non riguarda direttamente e unicamente le liste di attesa. L'Assessore sa però altrettanto bene che una parte non consistente ma una parte importante delle disponibilità di trasferimenti che la Giunta eroga al mondo della sanità privata va a incidere sulle prestazioni diagnostiche.
Pertanto, è vero che i due temi sono apparentemente slegati fra loro ma è altrettanto vero che in realtà sono fortemente legati, nel senso che basterebbe vedere il dato quantitativo relativo alla sanità privata.
Anche questo è un dato interessante da presentare ai tanti colleghi che vedono la sanità privata come il fumo negli occhi, ai quali ogni volta ricordiamo che durante questa Giunta l'aumento percentuale della spesa nei confronti della sanità privata è aumentato piuttosto che ridursi, per questo noi lo vediamo come un aspetto positivo e non negativo. Poi, vi sarebbe anche da fare una valutazione tra i vari comparti della sanità privata, ma di questo parleremo nelle prossime settimane, quindi non spariamo cartucce a vuoto in Aula.
Dico solo che ci sono pezzi della sanità piemontese a cui altri pezzi della sanità privata sono estremamente attenti, altri un po' meno, ma dipende dai soggetti, perché tanto sono delibere e atti consiliari delibere di Giunta e delibere del Consiglio.
Che si inserisca nel sistema sanitario una clinica privata con delibera della Giunta regionale ancorché sia formalmente valido (io continuo ad avere le mie grandi perplessità) evidentemente è uno strumento un po' incompleto, senza comunicazione alla Commissione, se non venire successivamente a chiedere i piani e la delibera di variazione del piano sui posti letto. Un altro aspetto che ci conferma che c'è sanità privata "amica" e sanità privata "meno amica". Almeno questo.
Al di là di queste considerazioni di carattere generale, è evidente che si intersecano i due... Assessore, io sto ancora attendendo dal suo Assessorato una risposta sui pagamenti IRMET perché nonostante le abbia trasmesso la richiesta 90 o 120 giorni fa non l'ho avuta ancora. Anzi, le rammento una domanda: considerando che è noto perché lo screening IRMET è al suo Assessorato e quindi lo sa bene anche lei che IRMET utilizza tre macchine PET e non due, in una lettera a lei trasmessa circa 90 giorni fa ho chiesto se ne è a conoscenza e, se ne è a conoscenza, che cosa vuole fare. Visto che con la terza macchina hanno fatturato qualche milione di euro in più, vorrei sapere se questa Regione intende chiedere indietro i soldi o no anche alla società del figlio del Presidente del Sanpaolo.
Io questo voglio sapere. Non credo interessi ai colleghi del centrosinistra, che sono invece molto più interessati ad altri aspetti. A noi e a me personalmente interessa capire se, quando ci troviamo di fronte a un pagamento verosimilmente - io non lo so, ma verosimilmente - in debito, alla Giunta interessa chiedere indietro i soldi a tutti o solo a qualcuno.
Quindi, a me interessa sapere se le valutazioni e le ispezioni che sono state fatte, giustamente, all'interno delle strutture private in cui facevano i "furbetti", come ha detto l'Assessore, sono estese a tutti oppure solo a qualcuno a seconda del grado del legame politico o di importanza del soggetto che dirige la struttura privata.
Detto ciò, è evidente che sulle liste d'attesa c'è un aspetto che non può essere banalizzato con i numeri, seppure importanti, che l'Assessore ha ricordato, per due ordini di motivi. L'Assessore sa bene che, tant'è che la Giunta è intervenuta con una deliberazione su alcune tipologie diagnostiche, mentre le liste d'attesa (questo non da oggi, ma da sempre) non sono un problema per un numero assolutamente consistente di cittadini piemontesi, sono un problema per un numero limitato di cittadini piemontesi, ma che hanno patologie di una certa complessità.
anche vero che ormai alcuni dei cittadini piemontesi sono abituati alla liste, per cui le liste d'attesa - come nel caso della cardiologia non corrispondono esattamente al tempo d'attesa, perché se io so che ci occorrono quattro mesi, il giorno immediatamente successivo aver fatto la visita (o otto mesi prima, perché questo è necessario rispetto ad alcuni esami particolari), io prenoto quella successiva, perché so che riesco a farla entro il tempo utile. Ovviamente è una degenerazione, però non rappresenta a tutti gli effetti una lista d'attesa.
Tuttavia, è evidente che le liste d'attesa esistono, ma è altrettanto evidente che noi abbiamo contrastato non soltanto questo aspetto, perché vi è un altro problema. Fintanto che la sanità piemontese non avrà un sistema informatico unificato, i sistemi delle ASL non dialogheranno fra loro.
Ricordo un caso concreto di una donna che nel corso della stessa serata è stata portata in due differenti pronto soccorso (Maria Vittoria e Maria Adelaide). Si tratta di un caso che poi è stato segnalato alla Procura dal barelliere coinvolto. Il dato è che, salvo che non siano all'interno della stessa ASL o che non abbiano programmi che possano dialogare fra loro, è difficile riuscire a coordinare gli interventi.
Per quanto riguarda il Sovracup, che è stato esternalizzato, secondo me è stato commesso un errore, perché si perdono competenze interne alla sanità piemontese, così come è già avvenuto con il numero verde regionale: anche se si tratta sempre dello stesso soggetto, al di là di chi vince resta il fatto che competenze interne alla sanità piemontese diventano esterne. È vero che nella deliberazione è scritto che la società esterna dovrà garantire formazione ai dipendenti, però abbiamo visto che per il numero verde non è accaduto.
Quando il collega D'Ambrosio divenne Assessore regionale, nei primi mesi del mandato, era stato presentato il progetto dell'informatizzazione della sanità piemontese per addivenire anche a questo servizio. Ad oggi lo stiamo ancora attendendo, ovviamente a causa di responsabilità di molti. Il sistema che attualmente sostiene l'informatica sanitaria è, oggettivamente una delle cose meno comprensibili, se pensiamo che molte ASL non hanno ancora un sito unificato.
Al di là di questo particolare, che non c'entra niente con le liste d'attesa, è evidente che ci sono due aspetti: uno è quello degli oggettivi ritardi su alcune tempistiche, perché è sufficiente andare sul sito della Regione Piemonte, dove ASL per ASL vengono riportati i tempi d'attesa. I dati, per carità, coincidono, perché nella massa complessiva è evidente che c'è un 1%, ma dire 99% non fotografa quello che è il problema, perché è evidente che se non vi è alcun tempo d'attesa per i prelievi e se, a fronte di 10.000 prelievi, c'è una cornografia, è evidente che quella cornografia messa insieme al numero complessivo degli esami rappresenta lo 0,001. Se invece leggiamo - com'è possibile fare sul sito della Regione - le tempistiche, per ogni singola azienda, per ogni singolo esame, sicuramente ci sono tempi differenti ASL per ASL. Anche in questo caso vi è una concentrazione del privato in alcune ASL della regione e un'assoluta mancanza del privato in altre. Sempre relativamente alla cardiologia, vi sono alcune ASL, molto vicine alle città, che hanno tempi di attesa più lunghi rispetto ad altre i cui tempi di attesa sono pari a zero.
Verosimilmente, bisognerebbe modificare qualcosa sugli accreditamenti di soggetti privati per aree omogenee.
C'è ancora un altro aspetto da considerare: la delibera proposta dalla Giunta. È evidente che l'Assessore non lo scopre gli ultimi cinque mesi; un conto è predisporre un provvedimento eccezionale per una serie di interventi (sinceramente, anche se non avessimo modificato i giorni, non credo che quattro milioni di euro sarebbero stati sufficienti), però è evidente che se con questi soldi pensiamo di intervenire laddove vi è una cronicità di problemi relativamente alle tempistiche delle liste di attesa ma anche di ridurre tutto ciò che è a 60 e 40 e tutto ciò che è a 30 e a 20, è una sacrosanta necessità nei confronti dei cittadini piemontesi. Non credo, però, che questo risultato si ottenga con quattro milioni di euro.
Non credo che le liste di attesa si riducano solo con l'investimento economico; molto attiene all'organizzazione. Se qualcuno ha il piacere di leggere il rapporto annuale dell'AIOP (per carità, sono soggetti privati che fanno valutazioni e quindi legittimamente di parte), rileva un grado di inefficienza abbastanza elevato all'interno delle nostre strutture.
Tuttavia, è sufficiente fare un esercizio ancora più semplice: si prende un centro privato che fa diecimila esami ed uno pubblico che ne fa altrettanti, della stessa tipologia. Guardiamo quanti dipendenti operano nel centro privato e quanti nel centro pubblico. I riscontri che ho trovato sono i seguenti: sette e 25; otto e 40. Questo è l'aspetto su cui è necessario intervenire. È evidente che l'intervento deve essere esente dalle logiche di carattere sindacale che, all'interno degli ospedali, in qualche modo paralizzano questo tipo di attività.
Ricordo che fino a una decina di anni fa in un ospedale venivano somministrati i pasti ai pazienti alle ore 7, 11 e 16, perché entro le ore 17 i dipendenti dovevano terminare il turno di lavoro, fino a quando un giorno il Direttore sanitario ha stabilito il seguente orario: 7, 12 e 19 e si è fatto così. Sicuramente non sarà stato il Direttore sanitario più amato all'interno di quell'ospedale, ma credo che alcune valutazioni, che purtroppo oggi sono solo di carattere incentivante rispetto agli stipendi attengano agli ambiti dell'organizzazione.
Lo dicemmo nei primi giorni di questa legislatura e continuo ad esserne convinto: ci dovrebbero essere clausole oggettive di possibilità di rinnovo dei Direttori generali, ai quali andrebbe rinnovato annualmente il proprio contratto se ottemperano a quei cento punti, enumerati in modo molto articolato, che la Giunta ha indicato loro per un buon servizio, tra cui la riduzione delle liste di attesa. Fossi in loro mi darei un po' più da fare e non penserei tanto all'incentivazione dello stipendio, che al limite fa quattro o 8.000 euro di differenza ("chi se ne frega", potrei dire io al loro posto).



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Il tema affrontato in questa ultima parte del Consiglio è davvero propizio per vedere come la volontà riformatrice di questa Giunta, e dell'Assessorato alla salute, abbia potuto dispiegarsi in un contesto in cui la necessità di accesso alla struttura sanitaria viene ritenuta dai cittadini, per molti versi giustamente, come un diritto inalienabile.
Inoltre, viene ritenuto un diritto personale da ottenere nel più breve tempo possibile, sulla base del fatto che il cittadino stesso è, in prima battuta, un contribuente del fisco e che, nel momento in cui ha un problema che riguarda la salute, lo deve risolvere nel più breve tempo possibile e nelle migliori condizioni possibili.
Sono richieste sacrosante che, però, rimandano ad un problema culturale più di fondo, di cui parlerò in seguito, già accennato dallo stesso Assessore nella sua relazione.
Parlavo di volontà riformatrice perché i temi affrontati questa mattina (fissare regole precise al settore privato e affrontare il tema così spinoso e, a torto o a ragione, così rilevante delle liste di attesa) sono sicuramente un cimelio tra i più complicati e i più difficili per un'amministrazione pubblica, in particolare per la nostra amministrazione pubblica. Tra l'altro in Piemonte, almeno per quanto riguarda la partita del privato in sanità, ci siamo trovati di fronte ad una situazione, non dico di "libera tutti", ma priva di regole certe e con la prevalenza di procedure, magari non scritte, ma che si realizzavano nei fatti.
Questa mattina l'Assessore ha ricordato una certa tradizione, dal punto di vista della produzione sanitaria dei privati abituati ad avere un ripiano da parte del pubblico: la regressione tariffaria. Insomma, era invalsa, da parte dei privati, un certo tipo di comportamento, di fatto istituzionalizzato, che questa Giunta ha provato ad affrontare, per porre delle regole.
Il solo fatto che questa Giunta abbia voluto provare ad imporre regole ha avuto, sul terreno della reazione della sanità privata, una serie di comportamenti abbastanza energici (ci sono stati anche ricorsi al TAR) semplicemente perché questo tipo di sanità, organizzata in quel modo, non era abituata ad avere regole certe e non voleva che queste regole venissero applicate.
Tra l'altro, uno degli ultimi interventi citati questa mattina, cioè di provare, a livello di azienda, quindi a livello locale, a stipulare contratti per cui fosse e sia il pubblico ad avere in mano l'elemento della programmazione e decidere in base alle proprie capacità di produzione quale sia la parte residua da affidare al privato, penso che sia stato un tipo di azione decisiva per dare un segnale, non solo alla sanità privata, ma al mondo della sanità, quindi ai cittadini, che esiste un pubblico che sa programmare, che sa e che vuole far funzionare le proprie strutture a pieno regime e che sa vedere le proprie potenzialità interne, dal punto di vista professionale e le vuole mettere complessivamente a disposizione dei cittadini.
Penso che questo sia stato davvero un elemento di rimessa in piedi di un sistema di regole che, a me viene da ridere di pensare che sia un sistema punitivo per il privato. Semplicemente si prova a far fare al privato quello che serve per il sistema e non lo si lascia libero di agire in territori dove fosse lui a decidere quali interventi fare, spesso quelli più remunerativi dal punto di vista finanziario, e magari quelli che non servivano di più da quel punto di vista al cittadino utente.
C'è stata poi qui un'accusa veramente ingenerosa, anche e ancora da parte del Consigliere Vignale, che ha detto che questa Giunta sta spendendo di più, continua a spendere di più per la sanità privata rispetto a quella pubblica, si incrementano le spese per la sanità privata.
Sì, certo, mi pare qualcosa intorno al 20%, a differenza di cifre percentuali ben diverse conosciute in passato, quando si parlava del 130%.
Quindi, credo che se davvero si mettono a confronto questi due dati si capisce quale sia il peso che questa Amministrazione intende dare al privato e quale sia il penso che vuole dare al pubblico.
Per quanto riguarda le liste d'attesa, penso che le azioni che sono state messe in campo, tra l'altro anche per ridurre gli stessi limiti che aveva imposto l'allora Ministro della Salute, Storace, siano azioni che intanto mettono le aziende sanitarie a livello locale di fronte al fatto che maggiori investimenti che questa Regione vuole fare - ricordo, quattro milioni e 250 mila euro - non possono essere disgiunti da un'effettiva e seria riorganizzazione del sistema, che ha significato e significherà anche ridiscutere con i professionisti e con le organizzazioni sindacali e chiedere uno sforzo ulteriore al mondo della sanità, a fronte di una premialità finanziaria che però deve lavorare a portare nuovi risultati tangibili soprattutto a beneficio delle persone che accedono a questi servizi.
Concludo questo intervento con un richiamo a ciò che dicevo all'inizio.
L'Assessore ricordava come in realtà le liste d'attesa in ambito torinese ma si può vedere anche più in generale, vengono gonfiate non solo dalla presenza di strutture private, ma dalla presenza di strutture private e dalla convergente azione di medici prescrittori che non sempre prescrivono esami utili ed appropriati per i propri pazienti.
Penso che qui ci sia un doppio lavoro da fare, e lo dico perché siamo anche alla fine di una mandata amministrativa, legislativa e politica quindi, c'è una parte di lavoro che attiene ancora alla Giunta, lavoro che mi pare si stia facendo in termini di sorveglianza e di vigilanza per ricondurre entro i protocolli e linee guida il livello delle prestazioni in modo che siano appropriate, ma penso che ci sia un lavoro più politico che riguarda complessivamente anche forse una capacità programmatoria ulteriore. Penso che sia un cimento anche per tutto il centrosinistra che si voglia ripresentare di fronte ai propri elettori.
C'è il bisogno di ricostruire ambiti pubblici che non siano semplicemente ambiti istituzionali, dove si torni a parlare un linguaggio comune tra operatori della sanità, cittadini e professionisti. Si torni a ricostruire un'idea comune della malattia, si torni a ricostruire un'idea delle priorità da decidere insieme e su cui riversare di volta in volta questo o quel finanziamento.
Questo significa fare un'operazione che era stata fatta egregiamente e che aveva dato la possibilità alla riforma sanitaria del 1978 di vedere la luce, che oggi dal punto di vista complessivo ha perso peso, perché non esistono più quei luoghi pubblici che c'è bisogno di ricostruire.
Penso che questa ricostruzione, questa idea che insieme si definisce parta dal presupposto di intendere la salute non più, non solo e non soltanto come un diritto individuale esigibile, ma anche come un bene comune. Il mio diritto alla salute non può finire intorno alla mia persona.
Il mio diritto alla salute vive se vive un diritto alla salute per tutti e se tutti insieme decidiamo priorità, decidiamo che cos'è più importante decidiamo dove investire.
Penso che questo sia un elemento che solo ad un osservatore disattento può sembrare non collegato a quello di cui discutevamo stamattina.
Penso invece che su questo bisogna insistere di più ed una politica attenta dovrebbe farlo. Poi so che la polemica politica spesso ci conduce invece di più a discutere e a litigare su questo o su quel dato.
Concentriamoci di più anche su questo aspetto culturale, perché, secondo me, è determinante.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Solo per chiedere, Presidente, se, vista la desolante presenza in questo momento in aula, non varrebbe la pena sospendere un desolante dibattito e riprenderlo dopo. Mi era parso che ci fosse questa opzione perché mi sembra del tutto inutile, soprattutto per gli assenti che devono essere puniti e devono essere indotti ad essere presenti e a sentire tutte le contumelie che gli riverserei contro, non certo per i presenti. Siamo rimasti in "quattro gatti in fila per tre col resto di nove", quindi credo che diventi inutile andare avanti.



PRESIDENTE

Tra l'altro, c'è una richiesta di interruzione da parte delle Consulta delle Elette. Quindi, proporrei di interrompere il Consiglio, riprendendolo alle ore 14.15.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13.50 riprende alle ore 14.28)



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni della Giunta regionale in merito a liste di attesa ed esaurimento budget, non ho più richieste di intervento.
L'Assessore Artesio aveva già comunicato la sua impossibilità ad essere presente in Consiglio nella seduta pomeridiana. Sulle comunicazioni della Giunta il dibattito, sostanzialmente, si era concluso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Su un dibattito abbastanza serio, sulle comunicazioni della Giunta, non ha niente da eccepire, Presidente? Devo aiutarla? Con chi parlo? Solo per sapere. Non ho nulla in contrario a parlare con i colleghi, ma lo faccio in Commissione - dove sono convinto di trovare una maggiore comprensione - ma il titolo del dibattito è "Comunicazioni della Giunta" ma quale Giunta? La cosa mi preoccupa, perché se gli Assessori non sono in Aula vuol dire che sono fuori e, se sono fuori, vuol dire che fanno danni.



PRESIDENTE

Mi spiace che non si sia potuto terminare il dibattito, ma era pervenuta all'Ufficio di Presidenza la richiesta di sospendere il dibattito a causa dell'incontro delle amministratrici coinvolte nella Consulta delle Elette, quindi di sospendere per venti minuti i lavori d'Aula. Purtroppo ciò ha coinciso con la dipartita dell'Assessore Artesio. Dipartita temporanea.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Purtroppo temporanea, ancorché anche solo in sede politica. Non è esatto, Presidente, mi permetto di puntualizzarla perché lei non era presente.
Sono intervenuto perché poco prima dell'interruzione i banchi del Consiglio erano ancora più scarnamente rappresentati. Ho solo detto: "Se questo dibattito interessa a pochi, lo sospenderei". A ciò si è aggiunta una comunicazione sull'incontro della Consulta delle Elette di cui, giuro non faccio a nessun titolo parte (escludo di averla fatta io, per implicita differenza di genere), che si è sommata.
Se fossi stato informato che l'Assessore Artesio - niente, di grave abbiamo visto di peggio - non sarebbe stata presente, mi sarei, con delicatezza, opposto perché avrei voluto intervenire su un dibattito che ho sollecitato. Tutti toni molti cauti e tranquilli, ma il Vicepresidente Peveraro, che ha già capito poco di edilizia sanitaria nello scarso periodo in cui è stato competente (e lo è ancora), ha già una serie di problemi per cui mi sembra inutile tediarlo, non attribuendogli nessun intento di sofferenza ulteriore, a parte quella che egli già prova e che ha provocato ai piemontesi. Se non c'è neanche l'Assessore, faccio un comunicato stampa va benissimo, e andiamo avanti.
Ci penseranno i piemontesi a porre fine alla malattia terminale.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, non vorrei che il sostantivo "dipartita", che ho indebitamente usato avesse scatenato associazioni di idee da cui ero ben lungi. Mi dolgo dell'Assenza dell'Assessore, ma la Giunta è formalmente presente con la presenza del Vicepresidente. Tuttavia, se ritiene di non poter concludere gli interventi, mi pare che il dibattito sia stato ampio e appassionato sul tema. Propongo di procedere, al punto 4) all'o.d.g.
"Nomine". Ci sono alcune nomine urgenti che sono state sollecitate.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Non vorrei che lei se ne avesse a male, ma mi piacerebbe che ricordasse alla Giunta che la sua presenza in Consiglio non è prevista ogni tanto.
prevista!



PRESIDENTE

Ha perfettamente ragione, Consigliere Burzi. Pregherei gli Assessori di avere una rappresentanza in Consiglio garantita.
Sono state presentate 121 richieste di inversione di punti all'o.d.g. Prima di procedere alla discussione e alla votazione di tutti i punti, chiedo se non sia opportuno un momento di incontro informale tra i Presidenti dei Gruppi consiliari per verificare le modalità con cui procedere con i nostri lavori.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Secondo me no. Sottoscrivo tutte le 121 richieste. Non ho avuto il tempo di firmarle perché cercavo di informarmi cosa faceva la Consulta delle Elette, ma le consideri tutte sottoscritte!



PRESIDENTE

In attesa della presenza della Giunta, sospendo la seduta fino alle ore 14.45.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14.36 riprende alle ore 14.56)


Argomento:

Richieste inversioni punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Come dicevo, ci sono 121 richieste di inversione di punti all'o.d.g.
Cominciamo ad esaminare la prima.
Richiesta di inversione rubricata n. 1) presentata dai Consiglieri Nicotra e Burzi: si chiede, ai sensi dell'art. 51, comma 2, l'inversione del punto all'ordine del giorno della seduta odierna originariamente contraddistinto dal n. 5 con il punto originariamente contraddistinto dal numero 6.
Ha chiesto la parola per l'illustrazione il Consigliere Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Riccardo

Grazie, Presidente.
Proprio in queste ore, nel Paese, non si parla d'altro che di correttezza di comportamenti, di abbassamento dei toni, di rispetto delle regole e delle istituzioni.
In buona sostanza, al di là delle normalissime differenze ideologiche programmatiche e amministrative che ci possono essere fra i Gruppi, fra i partiti, fra i Consiglieri, fra i Deputati e i Parlamentari, ci sono degli impegni che, a prescindere da tutto questo, vanno comunque rispettati: è il modo migliore per operare in qualsiasi Pubblica Amministrazione, ma non solo.
Una di queste regole d'oro è quella che, quando in una Pubblica Amministrazione o in un Parlamento, in particolare, nasce una Commissione di garanzia o una Commissione di inchiesta, la Presidenza di quella Commissione vada alla minoranza, ma non con le furberie per cui è la maggioranza che sceglie chi della minoranza va a presiederla.
Al di là delle parole, con le quali siamo tutti più o meno bravi a spiegare che la colpa è "dell'altro" che non ha capito, il fatto è che la maggioranza vuole determinare chi deve presiedere una Commissione di garanzia.
Per la prima volta, il sottoscritto, da solo, coglie l'occasione di presentare una richiesta di inversione punti all'o.d.g.
un'azione che mai avrei pensato di compiere nella mia vita politica ma dato che la regia politica di queste cose è talmente alta da far invidia allo staff che ha eletto il Presidente degli Stati Uniti Obama, allora l'ho presentata. Adesso vorrei sapere se questa regola d'oro non esiste più in Consiglio oppure se si è trattato di un semplice "errore di percorso", al quale qualcuno riterrà tranquillamente, serenamente e normalmente di porre rimedio. Perché se così non è, cioè se quelle regole d'oro non esistono più, vale per tutti, soprattutto per i Gruppi "numerosi", composti da un componente solo, come il mio. A differenza degli altri sessanta e più Consiglieri regionali, le mie responsabilità sono per un sessantatreesimo qualsiasi cosa accada, tanto per essere chiari.
Poiché credo che sia ancora possibile rimediare, partendo dal presupposto di ritenere ancora, per il momento, che vi sia stata la buona fede di tutti e che la situazione sia un po' sfuggita di mano - poniamola in questi termini - vorrei ricordare che fino al giorno prima c'era un accordo preciso - fino al giorno prima! - discusso con chi aveva competenze a comunicare una volontà.
Vediamo, dunque, se c'è questa buona fede, perché voglio ancora pensare che questa buona fede ci sia. Vedremo, nei prossimi minuti, nelle prossime ore o domani, se sarà il caso di presentare qualche migliaia di richieste di inversioni punti all'o.d.g.
In merito a questa regola d'oro attendo una risposta: esiste ancora? Se esiste, visto che talvolta è stata violata, soprattutto nei confronti del mio piccolo Gruppo, ripetutamente, e ne sono tutti a conoscenza, anche coloro che diventeranno Consiglieri regionali nella prossima Amministrazione...
Se questo è un prosieguo di quel discorso, ne prendo atto e gli ultimi tre mesi li passeremo in quest'aula. Se, invece, questa volta c'è stata la buona fede, come verbalmente un po' tutti sostengono, non c'è problema: qualcuno mi spiegherà ciò che accadrà nelle prossime ore, domani mattina o prossimamente; prenderò atto che si è trattato di un mero incidente di percorso e non ci sarà alcun problema. Può capitare, per carità! Ma sono troppe le coincidenze, in questo caso, che mi fanno pensare che forse la buona fede - sempre in questo caso - non è completa. Tuttavia, mi posso sbagliare; anzi, mi auguro di sbagliare. Perché se così non è significa che siamo completamente nella situazione in cui si può dire tutto contro tutti e vediamo che cosa succede.
Faccio dunque appello al Presidente, con cui ho parlato fino al giorno prima della riunione della Commissione in questione, di farmi sapere quale di queste ipotesi è quella più vicina alla realtà, se è quella in cui le regole esistono ancora o se è quella in cui le regole non ci sono più.
Chiedo solo di saperlo, perché in base a quella risposta mi regolerò.
L'unica eccezione che in questo momento mi sentirei di fare è che se per un fatto molto più grave di questo - mi riferisco all'attentato al Presidente Berlusconi - si volesse discuterne, sono disponibile, ma soltanto per quello.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di intervento in senso contrario alla proposta di inversione punti all'o.d.g., la pongo in votazione.
Vi ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione rubricata n. 1.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Pertanto, ai sensi dell'articolo 52, comma 4, del Regolamento del Consiglio regionale, sospendo la seduta.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 15.00 riprende alle ore 15.35)



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripetiamo la votazione della proposta di inversione punti all'o.d.g.
risultata non valida per mancanza del numero legale.
Il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione rubricata n. 1.
Il Consiglio non approva.
Richiesta di inversione rubricata n. 2) presentata dai Consiglieri Nicotra e Burzi: si chiede, ai sensi dell'art. 51, comma 2, l'inversione del punto all'ordine del giorno della seduta odierna originariamente contraddistinto dal n. 5 con il punto originariamente contraddistinto dal numero 7.
Ha chiesto di intervenire, in senso contrario, il Consigliere Giovine ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Intervengo in senso nettamente contrario, perché ritengo che il proseguimento dell'esame della proposta di legge n. 593, "Norme per il sostegno dei genitori separati e divorziati in situazioni di difficoltà" debba avere la priorità rispetto al punto attualmente rubricato come n. 7) testo unificato delle proposte di legge n. 162 e n. 363, "Norme sulla protezione dei rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti" e "Protezione dai rischi di esposizioni a radiazioni ionizzanti", la cui relatrice è la collega Barassi, licenziato in data 15 ottobre a maggioranza dalla IV e V Commissione.
Già nella scorsa seduta avevamo avviato la discussione sulla proposta di legge n. 593, "Norme per il sostegno dei genitori separati e divorziati in situazioni di difficoltà". Ne sostengo, quindi, il proseguimento perch pur non condividendone alcuni aspetti o passaggi normativi, a nostro avviso insufficienti rispetto alle proposte iniziali, ritengo che sia comunque uno strumento utile per affrontare il dibattito in Aula e assicurargli una proficua e felice proposizione.
Peraltro, questa proposta di legge era stata anche richiamata in Aula con una scadenza piuttosto ravvicinata. Ricordo benissimo che il Consigliere Bossuto ed altri colleghi avevano ritenuto di dare un'accelerazione al dibattito. Per motivi che dal punto di vista dei cittadini rimangono oscuri, ma che dal punto di vista di chi fa politica purtroppo hanno una chiara matrice e una chiara paternità - ovvero per motivi di bandiera politica - si è ritenuto assolutamente inopportuno, in quella sede, con qualche escamotage di natura procedurale, procedere in tal senso. La discussione si è bloccata dopo aver votato, se non erro, i primi due articoli.
Personalmente, avrei anche delle obiezioni sulla titolarità della legge. Pertanto, presenterò degli emendamenti in tal senso e spero che vi sia il buonsenso da parte del proponente della proposta di legge - una delle poche di iniziativa consiliare e non di iniziativa della Giunta.
Spero ci sia il buon senso, da parte dei proponenti - credo sia il collega Bossuto il primo firmatario - di accettare le modifiche suggerite. La richiesta è di ritornare alla formulazione originale, inizialmente proposta dal collega Vignale, perché non ci dobbiamo prendere in giro.
C'è una situazione che è chiaramente sfavorevole nei confronti dei genitori di sesso maschile. Mentre in passato c'erano sicuramente diverse risultanze di natura procedurale e processuale, oggi si è arrivati ad un'eccessiva tutela del ruolo della mamma a discapito della tutela del papà.
Quindi, dal punto di vista normativo, dal punto di vista terminologico anche se questo può non avere una valenza reale nella scrittura dell'articolato - e dal punto di vista legislativo, credo fosse più corretta la dicitura proposta, mentre trovo questa assolutamente insufficiente. Ricordo che il collega Vignale è stato uno dei primi a sostenere le battaglie sui padri separati.
A volte anche dai titoli delle leggi si può capire se il buongiorno si vede dal mattino.
Grazie, Presidente, e grazie, colleghi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Esprimo parere contrario.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione rubricata n. 2.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Procediamo con le successive richieste di inversione all'o.d.g.
Richiesta di inversione rubricata n. 3) presentata dai Consiglieri Nicotra e Burzi: si chiede, ai sensi dell'art. 51, comma 2, l'inversione del punto all'ordine del giorno della seduta odierna originariamente contraddistinto dal n. 5 con il punto originariamente contraddistinto dal numero 8.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Riccardo

Grazie, Presidente.
Solo per chiedere, se è possibile, una sospensione di dieci minuti per una riunione con i colleghi della minoranza.



PRESIDENTE

Poiché abbiamo già avviato la discussione sulla richiesta di inversione n. 3, prima procediamo con la votazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Esprimo parere contrario.



PRESIDENTE

Dopo l'intervento contrario, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione rubricata n. 3.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, si è svolta la votazione dopo la richiesta del collega Nicotra di una riunione dei Capigruppo. Avete sentito tutti, tra l'altro...



(Commenti del Consigliere Pace fuori microfono)



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, la ricreazione mi sembra possa essere terminata! Ci mancherebbe, quando viene richiesta la ripetizione si è sempre ripetuta. Nel frattempo, considerando che il collega Nicotra ha chiesto prima della votazione su questa proposta di inversione, una riunione dei Capigruppo in sala B (perché la sala A è occupata), prima ripetiamo la votazione, poi sospendiamo il Consiglio e infine ci sarà la riunione dei Capigruppo.
Prima la votazione, collega Giovine. Ricordo che il numero legale è 30 invito i colleghi a votare. È aperta la votazione per appello nominale.
(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, ci può essere...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate, se sulla Presidente Bresso qualcuno può avere dei dubbi, anche se l'ho vista personalmente in Aula, per quanto riguarda i colleghi seduti nei banchi in fondo, che non si sono alzanti e sono rimasti seduti, hanno evidenziato che il voto non è apparso sul tabellone...



(Commenti del Consigliere Toselli fuori microfono)



PRESIDENTE

Mi scusi, la faccio. Sono sempre disponibile e nessuno può mettere in dubbio che questa Presidenza ha garantito il rispetto del Regolamento! Dopodiché, siccome è stato richiesto e sta al Presidente decidere, chi presiede l'Aula decide di ripetere la votazione! Si ripete la votazione per appello nominale. Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione nominale sulla richiesta di inversione rubricata n. 3.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale.
Sospendo i lavori del Consiglio per permettere un incontro informale dei Capigruppo della minoranza chiesto dal Consigliere Nicotra.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 15.50 riprende alle ore 16.06)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Nicotra.



NICOTRA Riccardo

Grazie, Presidente.
Vorrei proporre una riunione dei Capigruppo in sede politica con tutti i Capigruppo.



PRESIDENTE

Se non ci sono indicazioni in senso diverso, dispongo la sospensione del Consiglio fino alle ore 16.30.
convocata una seduta in sede politi ca della Conferenza dei Capigruppo in Sala B.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.07 riprende alle ore 16.51)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La Conferenza dei Capigruppo ha definito di sospendere a questo punto i lavori del Consiglio.
Il Consiglio è convocato domani in seduta unica, come da avviso che avete già a vostre mani.
La Conferenza dei Capigruppo si terrà domani nel pomeriggio compatibilmente con i lavori dell'Aula.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.52)



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