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Dettaglio seduta n.52 del 21/12/05 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 11.46 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Larizza, Moriconi e Rostagno.
Comunico altresì che in sede di Conferenza dei Capigruppo si è convenuto di stralciare dall'o.d.g. dei punti 3) i seguenti provvedimenti: Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 31 "Integrazione degli articoli 21 e 22 del Regolamento interno del Consiglio regionale per il monitoraggio degli interventi e delle opere connesse ai XX giochi olimpici e paralimpici invernali 2006 e sport invernali e della fase post-evento" 7) Disegno di legge n. 161 "Modifiche alla legge regionale 19 luglio 2004, n. 17 (Modifiche alla legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1 'Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422')" - relatore Rutallo 8) Disegno di legge n. 148 "Disciplina delle associazioni di promozione sociale" - relatrici Pozzi e Cotto 9) Proposta di deliberazione n. 45 "Legge n. 560/1993. Autorizzazione all'Agenzia Territoriale della Casa della Provincia di Torino all'utilizzo dei proventi derivanti dalle alienazioni di alloggi per il ripianamento di disavanzi finanziari".
Contestualmente i presentatori hanno ritirato le richieste di iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.


Argomento:

Riassunzione progetti di legge, ex articolo 77 del Regolamento: adempimenti


PRESIDENTE

Passiamo al punto 2) all'o.d.g. inerente a "Riassunzione progetti di legge, ex articolo 77 del Regolamento: adempimenti".
Propongo la riassunzione, ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento, e il contestuale rinvio in Commissione dei seguenti provvedimenti, presentati nella precedente legislatura, per i quali non è stata esaurita la fase referente:


Argomento: Musei

Progetto di legge "Creazione del marchio museale piemontese e del relativo sistema integrato regionale delle aree e dei siti di interesse culturale" (ex progetto di legge n. 160) richiesta dei Consiglieri Leo, Ghigo, Nastri Pichetto Fratin e Cotto


(L'Aula, all'unanimità acconsente)


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Progetto di legge "Incentivi per la realizzazione di un progetto integrato di coltivazione, trasformazione e commercializzazione della canapa" - (ex pdl n. 565) richiesta dei Consiglieri Manolino, Leo, Ghigo, Nastri, Burzi Pichetto Fratin e Cotto


(L'Aula, all'unanimità acconsente)


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Produzione e trasformazione dei prodotti

Progetto di legge "Istituzione in Piemonte delle agroteche regionali" - (ex ddl 577) richiesta dei Consiglieri Cavallera, Manolino, Leo, Ghigo, Nastri Pichetto Fratin e Cotto


(L'Aula, all'unanimità acconsente)


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 194 "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2006" (di cui al preavviso scritto ai sensi dell'articolo 51 del Regolamento)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 2) bis relativo a "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2006".
E' relatore il Consigliere Rabino, che ha pertanto facoltà di intervenire.



RABINO Mariano, relatore

Signor Presidente, signori colleghi relaziono circa il disegno di legge regionale n. 194 presentato il 14 dicembre 2005 "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2006".
Il ricorso all'esercizio provvisorio del bilancio regionale per l'anno 2006, si pone come una conseguenza del persistere di rilevanti incertezze sulla natura e sull'entità delle ripercussioni della legge finanziaria statale per l'anno 2006 sulla manovra di bilancio della nostra Regione.
Il presente disegno di legge autorizza l'esercizio provvisorio del bilancio 2006 per la durata di 2 mesi, quindi fino al 28 febbraio p.v.
L'entità del limite sulla gestione degli stanziamenti del disegno di legge n. 190 "Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2006 e bilancio pluriennale 2006-2008" originariamente previsto in un sesto del loro ammontare è stato precisato a seguito dell'approvazione di apposito emendamento in I Commissione in un dodicesimo per mese.
L'approvazione di un secondo emendamento presentato dalla Giunta regionale che ha accolto una seconda richiesta formulata dalla minoranza ha provveduto a ridurre le deroghe al limite del dodicesimo per mese sulla gestione degli stanziamenti del bilancio 2006 alle seguenti fattispecie: spese obbligatorie, spese per interventi collegati alle calamità naturali spese per la tutela dell'incolumità pubblica, spese per la realizzazione dell'evento olimpico 2006.
La I Commissione consiliare ha licenziato a maggioranza il disegno di legge n. 194 il 16 dicembre 2005.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Siamo in materia di discussione generale, quindi vorrei sapere come è organizzato il dibattito.



PRESIDENTE

C'è stata la relazione del Consigliere Rabino, è aperto il dibattito generale. La Giunta può intervenire quando ritiene nel corso del dibattito ed immagino interverrà in chiusura di dibattito. Dopo di che procederemo alle dichiarazioni di voto e alla votazione finale.



BURZI Angelo

Ci sono limiti di tempo o di interventi per gruppo?



PRESIDENTE

Non è stata prevista alcuna limitazione. Dopodiché colgo l'occasione della sua richiesta di precisazione per dire che si è convenuto di stralciare dall'o.d.g. dei nostri lavori anche i punti 7, 8 e 9.
Dichiaro aperta la discussione generale Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Direi che il dibattito avviene in un momento utile per tutti noi, ed anche per la data in cui il dibattito avviene, per consentirci di fare qualche riflessione. Io ne suggerisco due che mi paiono importanti, ma l'elenco potrebbe essere molto più ampio.
Una riguarda il tema. Ho apprezzato il lavoro che l'Assessore competente, nonché Vicepresidente della Giunta, ha fatto non solo in quest'aula, ma soprattutto in Commissione anche nell'ambito della predisposizione di questa legge che giunge in aula - come il collega Rabino ha ricordato - in parte accogliendo una serie di suggerimenti che le minoranze, soprattutto il mio gruppo, hanno voluto fare.
C'è stata l'accettazione da parte dell'Assessore competente che in un momento di difficoltà, quando un'Amministrazione si riduce a dover presentare l'esercizio provvisorio e a dibatterlo il 21 dicembre, è evidentemente un momento di difficoltà, qualunque sia l'analisi dei motivi che a ciò l'hanno portata.
Quindi, bene è stato, secondo me, l'aver mostrato flessibilità nelle modifiche con cui questo testo di legge arriva all'approvazione.
Peraltro nelle fasi precedenti, sia in termini di p.f.r. sia in termini di annunci su quello che doveva essere il bilancio preventivo, che è in fase di consultazione, sono state dette una serie di cose che credo sia importante che sia chi le ha dette - e parlo del Vicepresidente - ma anche chi le ha ascoltate, vengano ricordate.
Per esempio, si è detto in un momento di forte difficoltà e di carenza di risorse, che ci sarebbe la volontà da parte della Giunta sia in fase di predisposizione del bilancio sia in fase di discussione dello stesso, di non considerarlo un elemento di continuità con il passato, senza fare a ci attribuire necessariamente valenza politica rispetto al fatto che questa predisposizione caratterizza una nuova maggioranza rispetto a quella che ha caratterizzato i dieci anni precedenti, ma anche perché quando le risorse non sono sufficienti rispetto alle ambizioni e ai progetti che un'Amministrazione si pone, bisogna ripensare non in senso di continuità ma andando a ridiscutere le singole rispetto a quanto nel tempo si sono originate.
Credo che sia un approccio condivisibile. Posso anche dire - e l'ho già detto in altra sede - che chi ci ha provato negli anni precedenti non sempre è stato fortunato nell'ottenere i risultati, ma siccome la tesi era e rimane giusta, credo sarebbe una modalità certamente faticosa, certamente portatrice di polemiche non necessariamente fra parti politiche anche all'interno delle stesse parti politiche, ma credo che un bilancio come quello della Regione, che pareggerà intorno a 33-34 mila di miliardi delle vecchie lire, quindi in milioni di euro, abbia in linea di principio tutta la disponibilità che servirebbe al Piemonte di domani, ma so anche tutte le rigidità, tutti i limiti e tutti i vincoli che lo rendono non disponibile.
Quindi, ci si aspetta in termini di proposta ed anche in termini di critica che ci sia un lavoro di rimozione di vincoli e di rigidità altrimenti ci si ridurrebbe - e credo che questo francamente non sarebbe gradito da parte di nessuno né dalla maggioranza né certamente dalla minoranza - ad un pianto greco del tipo "il Governo ci taglia i fondi e noi quindi non possiamo garantire tutte le cose che vorremmo fare o che più semplicemente in campagna elettorale abbiamo promesso".
Le risorse complessivamente ci sono, però sono vincolate. Ricordo a tutti noi che il bilancio di previsione, che la vostra Giunta ha portato all'esame dell'aula e sulla base del quale oggi deliberiamo una fase di breve provvisorietà, credo preveda alcune migliaia di miliardi di residui attivi ed alcune migliaia di miliardi di residui passivi. Parlo sempre di vecchie lire e le traduzioni in milioni di euro credo che ognuno di noi le sappia fare.
Questa Regione non è diversa dalle altre; una Regione che abbia un forte indebitamento formale - e la nostra ce l'ha -, un forte tasso di residui attivi - e la nostra ce l'ha - un forte tasso di residui passivi automaticamente invita ad un esercizio di efficienza contabile e anche di efficacia politica.
Questo era stato l'annuncio che prima della formulazione del bilancio il Vicepresidente volle fare, e lo riconfermò anche in Commissione. Su questo l'attendiamo non con la logica della sfida, o meglio non con la sfida in senso inutilmente competitivo di parte politica, ma dell'esercizio difficile a cui credo una forza come la nostra di governo voglia ispirarsi.
La seconda considerazione è la seguente: il 23 dicembre non è tempo di bilancio finale, ma è tempo di auguri; tuttavia, qualche considerazione deve essere fatta, perché poi, se ho ben capito, non ci vedremo più fino a nuovo anno.
Questa maggioranza non mi sembra abbia prodotto molto. Alcuni dei miei maestri dicevano che una legge non fatta, può essere un errore in meno certo è che, rispetto alle aspettative e alle dichiarazioni - la mia è una considerazione del tutto soggettiva - grandi livelli di produzione non ci sono stati. Faccio un esempio per tutti, e faccio l'esempio più eccellente (mi spiace che l'Assessore Valpreda non sia presente): l'area della sanità è stata semplicemente, eccellentemente non presidiata. Eccellentemente perché nulla ho da dire (e anche se lo avessi non lo direi) sulla persona che quest'area ha ricoperto, ma semplicemente è un lungo elenco di cose non fatte. Molte delle cose non fatte, ripeto, potrebbero costituire un'eccellente idea, ma molte meritavano, avrebbero meritato e meriterebbero, proposte e soluzioni.
Non credo che una sintesi così apparentemente dura non sia condivisibile, nelle sedi competenti avremmo modo di esplicarla se e quando l'occasione, in termini di proposta, lo consentirà. Certo, qualora alcuni esponenti della maggioranza sul punto convenissero, e sarei stupito che su questo non ci fosse una ragionevole condivisione, si pone il problema di come fare perché il Governo - assente, quindi carente di errore (non facendo, è anche difficile sbagliare) - possa porre rimedi.
Noi riteniamo che il tempo dell'attesa, o dell'avvento, sia scaduto essendo scaduto il tempo dell'avvento - colgo l'occasione per fare a tutti noi e alle vostre famiglie un sincero augurio di buone feste e buon anno il tempo dell'attesa, riteniamo che dal 9 gennaio sia ora di iniziare a lavorare: da parte vostra avanzando proposte e da parte nostra criticando.
Ove la prima parte, come in questo semestre, non si verifichi, ci permetteremo, nell'ambito del possibile, di sostituirvi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie Presidente.
Così come ci siamo impegnati nella Conferenza dei Capigruppo faremo in modo che la discussione possa essere rapida. Tuttavia ci piacerebbe anche sentire dei brevissimi interventi da parte della maggioranza perché il provvedimento merita qualche considerazione.
Condivido in pieno l'intervento del Consigliere Burzi sul tema. Ricordo solo che la Regione si appresta ad affrontare due importanti eventi: a febbraio le Olimpiadi e all'inizio di aprile un'elezione nazionale. Con tutte le conseguenze che questi due eventi comporteranno, è indubbio che occorrono delle linee chiare se si vuole giungere per tempo a provvedimenti. Non ci sembra assolutamente così. Siamo alla vigilia di Natale, viene improvvisamente presentato un documento di autorizzazione all'esercizio provvisorio e non abbiano ancora approfondito uno dei temi principali che ci porta a valutare invece il bilancio preventivo 2006, il vero documento finanziario della Regione. Se si procede di questo passo non ci venite poi a dire che la minoranza ha ostacolato, non ha fatto andare avanti dei provvedimenti quando, ad oggi, non si conoscono le linee non possiamo esprimere dei giudizi, non possiamo dire cosa vorremmo o cosa non vorremmo. Questo vuol dire che quando arriveremo sui temi, noi diremo quali sono esattamente le nostre opinioni; le forzature hanno dimostrato che non si arriva da nessuna parte. Quando la maggioranza, in alcune occasioni, ha tentato delle forzatura, le stesse non hanno prodotto risultati concreti.
Ci deve essere un sano confronto su un documento presentato velocemente, tra opposizione e maggioranza un confronto leale e franco che permetta di portare dei documenti in Aula in tempi utili e con un grado di soddisfacimento di entrambi gli schieramenti. Altrimenti quello che noi oggi ci apprestiamo ad esaminare, sarà il primo di un esercizio provvisorio e probabilmente, se questo non avverrà, sono quasi pronto a scommettere che il 10 o il 15 febbraio avremo un altro documento che recita: "nuova autorizzazione, bilancio provvisorio dal 28 febbraio, al ...". A quel punto, probabilmente, bisognerà andare oltre alle elezioni politiche ricordo che mediamente i lavori del Consiglio si chiudono un mese prima delle elezioni per la campagna elettorale (da Statuto, nei 28 giorni del periodo antecedente alle elezioni, non si possono convocare Consigli).
Bisogna trovare sistemi e procedure che permettano una soluzione altrimenti non si venga a dire che la minoranza non ha permesso il passaggio di documenti importanti o fondamentali per l'attività della Regione. E' un compito della Giunta presentare documenti e delle Commissione discuterne e dei rapporti tra maggioranza e minoranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie Presidente.
Vorrei rimarcare una parte del contenuto della relazione che mi sembra veramente patetica. Mi riferisco ai punti in cui si cerca di ribaltare sul Governo nazionale e sulle manovre della finanziaria il motivo per cui oggi in Regione Piemonte, stiamo andando in esercizio provvisorio.
L'esercizio provvisorio non scandalizza più nessuno, sono in Regione Piemonte da tanto tempo, è un'azione normale; ma se ci sono dei motivi per cui si va in esercizio provvisorio stanno nel modo di procedere normale del Consiglio e della maggioranza, sicuramente non possiamo scaricare sul Governo le colpe di questo nostro procedere.
Appreso che il provvedimento è stato modificato sia in Commissione sia in Aula, come richiesto dalle opposizioni, noi ci asterremo su questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida, ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Presidente, credo che a tutti i Consiglieri sia ormai chiaro che mettere in votazione un provvedimento in quest'Aula sia un fatto raro e per certi versi. Al di là della votazione di questo provvedimento, che possiamo ancora definire tecnico, pur condividendo personalmente quanto poco fa ha detto il Consigliere Dutto cioè che prima o poi si finirà di addossare al Governo nazionale tutti i problemi e le conseguenze di carattere finanziario che riguardano la Regione. Credo che la pausa natalizia che ci apprestiamo ad affrontare possa servire, anche alla maggioranza, per riflettere non soltanto sui rapporti fra Giunta e Consiglio, ma anche fra Giunta e opposizione. Migliori rapporti, infatti potrebbero consentire approcci diversi su molte problematiche, perché, alla fine, si dovranno valutare i risultati e tirare le somme su ciò che è stato fatto in questi mesi: e proprio un granché, oggettivamente, non è stato fatto.
Il nostro voto di astensione e la disponibilità odierna nelle trattative in sede di Conferenza di Capigruppo rientra in questa fase, che non è di concertazione o di una contrattazione in qualche modo scontata sulle nostre richieste avanzate in sede di Commissione, ma è sul modo in cui la maggioranza, e soprattutto la Giunta, deve coinvolgere il Consiglio.
Proprio questa mattina abbiamo appurato che quando ciò non accade, questo aspetto viene messo in evidenza non soltanto dalle parole della maggioranza, ma anche dai suoi silenzi (mi riferisco, ad esempio, al caso dell'Assessore Manica in merito alla delibera sulle pari opportunità, di cui si è parlato stamane).



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Volevamo presentare, come Gruppi della minoranza, un emendamento: ma non lo faremo, in quanto sarebbe stato un emendamento alla relazione, che non è emendabile.
Tuttavia, vorremmo dire al collega Rabino, che formalmente è il Relatore, che le bugie fanno venire il naso lungo! È vero che sotto Natale le favole vanno per la maggiore, ma le bugie fanno sempre venire il naso lungo e, soprattutto, non si devono dire, quantomeno per noi cattolici.
Non si devono dire, collega Rabino, perché a meno che lei non abbia preso questa relazione - e non lo credo - in maniera pedestre, non è possibile che le prime quattro righe della stessa imputino, alle incertezze della legge finanziaria, la stesura e il voto di un esercizio provvisorio di un bilancio.
Forse, al collega Rabino è sfuggito che il bilancio è come se non lo aveste ancora presentato, nel senso che siete arrivati, in articulo mortis alla fine dell'anno a portarlo in Commissione.
Collega Rabino, è tutto vero: in politica ci sta quasi tutto. Evitiamo però, queste forzature, che sono oggettivamente sbagliate e non hanno alcun riferimento con la realtà. E visto che questo bilancio parla di numeri, e quindi di realtà, e posto che non possiamo emendarlo nonostante il clima di embrasson-nous generale che contraddistingue sempre le sedute pre natalizie, vorremmo quantomeno stigmatizzare questo suo intento di mistificare la realtà degli atti, dei fatti e anche di ciò che è stato fatto o non fatto da parte del Governo centrale, che può essere opinabile e oggetto di critica legittima, ma che in questo caso - ci consenta di dire fa parte di una critica aprioristica, pregiudiziale e soprattutto - questo è l'aspetto che più ci dispiace - assolutamente infondata.
Ci tenevamo comunque a segnalarlo, a futura memoria, anche alla sua attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato gli interventi che mi hanno preceduto con l'attenzione che è dovuta ai colleghi che hanno preso la parola e che rappresentano l'opposizione in questo Consiglio regionale, e credo che il ricorso all'esercizio provvisorio debba essere considerato un fatto eccezionale, e non un episodio ordinario.
In passato, spesso e volentieri, abbiamo dovuto discutere e approvare il bilancio della Regione Piemonte nei mesi di febbraio o marzo. Quest'anno è capitato anche a questa Amministrazione.
Sono portato a ritenere - ma questa è la mia opinione, collega Burzi lo verificheremo negli anni successivi - che si tratti di un episodio assolutamente eccezionale, giustificato dal fatto che questa Amministrazione, che ha assunto responsabilità di Governo soltanto qualche mese fa, ha dovuto, per la prima volta, misurarsi con l'atto di Governo principale, cioè con il bilancio e i documenti finanziari.
Credo che sia giusto porsi l'obiettivo di rendere l'esercizio provvisorio un episodio circoscritto a quest'anno. Naturalmente, parliamo di un impegno politico, di un'esigenza che noi rimarchiamo con molta forza: saranno gli esercizi finanziari successivi a dimostrare se questo impegno verrà onorato.
Certo, hanno concorso una serie di cause, ma credo - e mi rivolgo al collega Ghiglia - che così come in passato hanno reso più difficile la predisposizione del bilancio le incertezze che hanno caratterizzato la politica finanziaria del Governo, non c'è dubbio che anche quest'anno una serie di elementi che hanno in qualche modo contribuito a rendere non chiaro sin dall'inizio quali sarebbero stati i trasferimenti del Governo alle Regioni, hanno contribuito, diciamo così, a creare delle difficoltà e ad aggiungere nuovi problemi. Però non vorrei, con questo, collega Ghiglia trovare un alibi: prima ho precisato che la ragione principale è quella che ho ricordato poco fa.
Non è questa la sede, colleghi, per tornare sulla filosofia della manovra che è stata presentata dalla Giunta regionale: lo faremo a gennaio come hanno ricordato alcuni Consiglieri che mi hanno preceduto.
Io ritengo, ma, come ripeto, torneremo su questa discussione, che il bilancio che è stato consegnato alle Commissioni (domani inizieranno le consultazioni) contenga delle novità che ci consentano, in qualche modo, di individuare la filosofia che dovrebbe caratterizzare la politica del Governo regionale nei prossimi dodici mesi.
Credo invece - questo sì - che l'obiettivo che dobbiamo porci come Consiglio regionale, indipendentemente dalle collocazioni dei Gruppi che hanno preso la parola in quest'Aula, sia quello di adoperarci, ciascuno per le proprie responsabilità, affinché il bilancio possa essere approvato entro il 28 febbraio (data entro la quale scade l'esercizio provvisorio).
Ritengo - e qui vorrei fare, invece, una considerazione politica - che la discussione sul bilancio (è la prima che affrontiamo dopo un cambiamento di Governo alla guida della nostra Regione) debba consentirci - userei questo termine - di chiudere una fase e di aprirne un'altra (lo dico rivolgendomi ai colleghi Burzi e Casoni). In che senso, però? Nel senso che auspico (credo che questo sia un obiettivo che ci poniamo come maggioranza di Governo di questa Regione) che si apra un confronto di merito sulle questioni che sono al centro della politica di bilancio di questa maggioranza e di questa Giunta regionale.
In fondo, sappiamo che il bilancio è lo strumento con cui si realizza il programma con il quale una Giunta regionale si è candidata a governare questa Regione. Questo, intanto, è il primo problema che abbiamo dimostrato di voler risolvere, per dimostrare una coerenza fra i documenti finanziari di bilancio che saranno al nostro esame e il programma con il quale ci siamo presentati agli elettori piemontesi nel corso della precedente campagna elettorale. Ma soprattutto vi è l'esigenza - su questo punto convengo, come hanno ribadito alcuni colleghi che mi hanno preceduto - di aprire un confronto di merito.
Compito della maggioranza sarà quello di dimostrare che esiste questa coerenza e valorizzare la filosofia e le scelte che sono contenute nella politica che cercheremo di realizzare attraverso il bilancio che abbiamo presentato.
Compito dell'opposizione, attraverso un confronto aperto, libero e stringente, sarà quello di far emergere una proposta alternativa alla politica di bilancio che abbiamo in qualche modo disegnato e prefigurato nonché sollecitare eventuali modifiche e correzioni alla stessa. Il tutto naturalmente, all'interno di un contesto che valorizzi - su questo aspetto sono d'accordo - il ruolo del Consiglio regionale, in un corretto rapporto tra Consiglio regionale e Governo regionale, ma anche un corretto rapporto tra maggioranza e opposizione. Si possono avere opinioni diverse sul bilancio e sulle politiche che questa maggioranza andrà a realizzare attraverso il bilancio che viene presentato. E' interesse del Consiglio regionale rendere questo confronto il più libero e aperto possibile, in modo che a trarne vantaggio sia la Regione, in quanto insieme, pur avendo responsabilità politiche e ruoli diversi, siamo chiamati, in qualche modo a governare.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Susta per la replica.



SUSTA Gianluca, Vicepresidente della Giunta regionale

Signor Presidente, sulle osservazioni fatte, soprattutto dai Consiglieri di opposizione, ritengo vada fatta questa riflessione: nessuno nasconde le ragioni per le quali noi, oggi, arriviamo all'esercizio provvisorio. Abbiamo trovato in Commissione uno spirito di dialogo e di attenzione sulle ragioni della minoranza e dell'opposizione, che non hanno accompagnato solo questo momento, ad esempio, hanno accompagnato anche la discussione di un momento importante quale quello dell'assestamento di bilancio, che ha consentito un percorso che, oggi, possiamo anche definire agevole. Però, è opportuno ricordare nella sua tempistica che l'assestamento venne presentato il 4 luglio e venne votato - se non sbaglio il 29 settembre, quindi, era una mediazione e una tempistica, un sistema di reciproche attenzioni, che, comunque, pagava lo scotto di tre mesi di lavoro interrotto dal giorno 6 agosto fino a fine mese.
La ragione vera dell'esercizio provvisorio e anche delle modalità con cui il disegno di legge approda in Aula trovano certamente spiegazione nell'iter di avvio di una Amministrazione, ma direi quasi in modo oggettivo: abbiamo approvato il rendiconto, all'inizio di luglio abbiamo consegnato al Consiglio l'assestamento, il Consiglio, nella sua libertà, lo ha licenziato a fine settembre e a fine novembre abbiamo presentato il bilancio di previsione al Consiglio regionale, in mezzo abbiamo anche consegnato il DPFR, che domani dovrebbe - il condizionale è sempre d'obbligo nelle nostre contrade - completare il suo iter di discussione in Commissione per poter approdare in Aula.
Credo abbia ragione il Consigliere Ronzani: questo resoconto sulle tappe e sui documenti finanziari fondamentali dell'Amministrazione regionale si giustifica perché, nei mesi compresi tra il primo luglio e il 30 novembre, la Giunta ha consegnato e ha approvato il rendiconto l'assestamento, il DPFR e il bilancio di previsione. Un bilancio di previsione che - avremo modo di confrontarci e, sicuramente, daremo valutazioni opposte - a mio giudizio, per buona parte risponde a quei criteri che avevamo posto a base della manovra finanziaria, che il Consigliere Burzi richiamava, seppur lasciando intravedere un suo giudizio diverso, citando la questione della sanità, ma immagino non volesse limitarsi solo a quello.
Ripeto: ha ragione il Consigliere Ronzani, la ragione vera è interna alla storia del lavoro di questi cinque mesi. E' un lavoro che, comunque deve fare riflettere il Consiglio regionale in senso lato, maggioranza e opposizione. Non è solo compito della minoranza, anzi, è compito soprattutto della maggioranza creare le condizioni per un dialogo e un rapporto costruttivo all'interno dell'Aula.
Una riflessione la dovremo pur fare se il tempo medio, in una situazione normale, non particolarmente caratterizzata da scontri, per un assestamento è di tre mesi e se i mesi trascorrono tranquillamente, dopo che un bilancio viene consegnato all'Aula, senza che questo sposti il confronto - è praticamente dov'era - quando Città come Milano o Torino, o la Provincia di Torino, approvano documenti finanziari, che sono anche più importanti del nostro dal punto di vista quantitativo, in due o tre giorni.
Questa è una riflessione che, comunque, dobbiamo fare sull'efficacia del nostro lavoro, al di la del ruolo che riteniamo di avere o che abbiamo e al di là della differenza, che comunque non è gerarchica o di ordinamento, che c'è tra Regione, Province e Comuni.
Un'ultima riflessione: le ragioni del ritardo e della mancata approvazione entro fine anno sono queste.
Detto questo, credo non possa completamente sfuggire, e lo dico tenendo conto di quanto diceva il Consigliere Ghiglia, che non è sicuramente colpa della presentazione della Finanziaria l'unica ragione per la quale noi presentiamo in ritardo questo documento e, quindi, chiediamo l'esercizio provvisorio. Non possiamo neanche far finta che il problema non ci sia perché più andiamo avanti, e più le norme nazionali diventano stringenti.
Sappiamo che è così, visto il maxi emendamento della Finanziaria, anche se va letto alla luce della sentenza della Corte Costituzionale. Non diciamo che è la causa essenziale del verificarsi del ritardo con il quale il bilancio viene presentato e con il quale si chiede l'esercizio provvisorio ma non possiamo non renderci conto che la totale incertezza sugli equilibri di bilancio porta la Regione, come qualsiasi altro Ente locale, a fornire un documento tecnico, ma non un documento di bilancio.
Dobbiamo chiederci se vogliamo presentare entro le scadenze dei documenti tecnici, che entrano in un modo e strada facendo vengono stravolti, per rispettare un dato tecnico, come si è verificato per la Finanziaria di quest'anno. Il Parlamento ha completamente stravolto il testo originale: ha soppresso imposte che il 30 settembre erano vigenti e ne ha istituite altre che non erano contemplate, modificando i saldi, i tetti e le norme.
Se questa è la strada, è facilmente risolvibile il problema. D'altra parte, è una scelta che personalmente ho fatto. Se continuerò ad avere questa responsabilità, credo che dovrò fare di tutto affinché quello che sto per dire diventi realtà.
L'assestamento di bilancio lo dovremo consegnare a maggio o giugno al Consiglio regionale. Siamo assolutamente in grado di consegnare anche a settembre, forse anche prima, il bilancio di previsione. Il problema è capire se lo facciamo per dotarci di uno strumento tecnico, che ci ponga al riparo da accuse di ritardo, o se costruiamo documenti politici che abbiano davvero la valenza di un documento finanziario che incide sulla vita degli Enti locali, delle comunità, delle imprese che guardano a noi e che quindi, in tutt'uno con il DPFR, diventa lo strumento che noi abbiamo a disposizione.
Credo che potremo anche scegliere questa strada. Sarebbe invece preferibile che, immediatamente dopo il varo del documento di programmazione economico-finanziaria a livello nazionale, Comuni, Province e Regioni fossero in grado di preparare un bilancio che sia, sì modificabile strada facendo, ma non stravolgibile rispetto ai dati essenziali; anche avessimo voluto, anche avessimo potuto, noi avremmo consegnato ai primi di ottobre, e non a fine novembre, un documento di bilancio che non sapeva né i saldi né, dal punto di vista normativo, quali erano le prospettive reali che avevamo davanti.
Quindi ha ragione l'opposizione quando dice che non è stato il ritardo con cui abbiamo conosciuto i contenuti della finanziaria la ragione per la quale arriviamo in ritardo a presentare il bilancio e quindi a chiedere l'esercizio provvisorio.
Non possiamo ritenere, in un'Aula di questa autorevolezza, che sia corretto il rapporto che esiste oggi tra la finanziaria nazionale e i documenti di bilancio delle istituzioni locali regionali perché, se così dicessimo, faremmo sicuramente il gioco delle parti in modo corretto, ma non rappresenteremmo quella che è la reale situazione di un sistema delle autonomie nei confronti dello Stato, che solo oggi, con grave ritardo conosce i dati fondamentali per costruire i propri bilanci e ancora al 22 di dicembre non conosce con certezza né qual è il quadro dei saldi né qual è il quadro normativo dentro al quale va a proporsi.
Questo è un aspetto fondamentale e importante, sicuramente risolvibile dal punto di vista tecnico. Teoricamente, il bilancio di previsione potremmo anche farlo a febbraio per il 2007, appena finito il bilancio di previsione per il 2006, ma non credo che adempiremmo a un requisito di sostanza che i documenti contabili, economici e finanziari devono avere: quello della corrispondenza tra il dato che noi andiamo a deliberare e l'ordinamento generale della finanza pubblica dentro al quale il nostro sistema è collocato.
Credo che questo riposizioni giustamente la responsabilità che ci assumiamo totalmente rispetto al ritardo, ma sicuramente ciò invita tutti a una riflessione su quello che è, anche dal punto della tempistica, il quadro dell'approvazione degli strumenti finanziari che, così com'è, non giova allo Stato, ma non giova neanche alle istituzioni locali.



PRESIDENTE

Gli emendamenti presentati dai Consiglieri Lupi e Giovine vengono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Procediamo con la votazione del relativo articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
Non vi sono richieste di intervento per dichiarazioni di voto sull'intero testo di legge.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SI' 32 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Esame disegno di legge n. 154 "Disciplina della diffusione dell'esercizio cinematografico in Piemonte" - relatori Cattaneo e Leo - collegati ordini del giorno n. 148, inerente a "Riduzione del fondo unico per lo spettacolo sul disegno di legge 'finanziaria 2006'", (predisposto ed adottato all'unanimità dalla VI Commissione il 27 ottobre 2005), n. 149 inerente a "Valorizzazione di sale cinematografiche mediante la promozione di attività culturali" e 24 inerente a "Sospensione concessione nuove autorizzazioni cinema multisala"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 154.
Ha chiesto la parola il relatore, Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero, relatore

Ovviamente, se il collega Cattaneo vorrà poi intervenire, ne sono lietissimo. Volevo soltanto dire che col collega Cattaneo e tutta la Commissione abbiamo fatto questo lavoro e, in spirito natalizio, avremmo deciso di non leggervi la relazione, per passare subito al voto. Quindi trattenendomi da qualunque altra considerazione, do per letta la seguente relazione: "Nell'ambito della diffusione dell'esercizio cinematografico, a livello nazionale si sta attraversando una fase di profondi cambiamenti, causati sia dall'apertura di numerosi complessi multisale e multiplex sia dalla distribuzione cinematografica.
Dopo una prima fase di trasformazione dell'esercizio esistente, ha avuto un rapido impulso la creazione di multiplex, che ha radicalmente trasformato l'assetto dell'esercizio cinematografico. L'apertura di queste grandi strutture, caratterizzate dall'offerta contemporanea di numerosi prodotti cinematografici e dalla collocazione all'interno di centri commerciali e per il tempo libero, unitamente alla comodità di parcheggio per le auto, ha determinato lo spostamento delle preferenze degli utenti causando una situazione di crisi per le sale cinematografiche tradizionali.
Questo fenomeno si è sviluppato, in particolare, nell'area metropolitana torinese, dove si è passati, nell'arco di tempo che va dal settembre 2002 all'aprile 2003, da 46 a ben 81 schermi, con una diminuzione dell'incasso medio per schermo da Euro 290.939,00 a Euro 185.892,00.
L'incremento del numero di schermi è stato infatti solo in piccola parte compensato dall'aumento del numero di spettatori (+2,29% nella stagione 2002/03).
Il provvedimento in esame era già stato presentato nel corso della VII legislatura, nel mese di novembre del 2004. La VI Commissione aveva allora indetto le consultazioni, nel corso delle quali i rappresentanti del settore avevano ampiamente descritto la situazione di profondo disagio in cui versano imprenditori e lavoratori della categoria.
La crisi colpisce in modo particolare l'esercizio cinematografico tradizionale (monosale e multisale) che hanno a disposizioni minori fondi da investire per rimodernare le sale, sia per quanto riguarda la tecnologia che le strutture, nonchè minore voce in capitolo all'interno del sistema distributivo.
A tale proposito si sottolinea che, per quanto concerne gli investimenti di carattere strutturale, l'esercizio cinematografico sconta rilevanti difficoltà ad accedere al sistema creditizio, in quanto il sistema bancario esige garanzie reali ben superiori all'importo dei mutui richiesti. Tale situazione ha indotto proprio quest'anno la Giunta Regionale, previo parere positivo unanime della VI Commissione consiliare a ridefinire le priorità di intervento della L.R. 16/1984 'Sostegno a iniziative concernenti la ristrutturazione e l'ammodernamento di strutture culturali e dello spettacolo', mediante la costituzione di un fondo rotativo rivolto in particolare al sostegno delle attività delle piccole e medie imprese operanti nel settore dell'esercizio cinematografico.
Ai problemi specifici e interni al settore dell'esercizio cinematografico, focalizzati come si è visto sul generalizzato calo dei rendimenti dell'attività delle piccole e medie imprese di esercizio, si aggiunge il rischio di un radicale mutamento nella fruizione dei centri storici, conseguente alla chiusura sempre più frequente di sale cinematografiche collocate nei centri urbani.
Con lo spostamento del sistema-sale verso le periferie urbane, si rischia inoltre di perdere la fascia di pubblico meno giovane, poco disposta a spostarsi nelle grandi strutture di esercizio ubicate in periferia creando un circolo vizioso che occorre interrompere prima che l'offerta cinematografica venga depauperata nelle componenti della eterogeneità e dell'animazione urbana.
In tale contesto generale, il Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.
28 (Riforma della disciplina in materia di attività cinematografica, a norma dell' articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137), nel dare attuazione alla delega di cui all' articolo 10, comma 1, della legge n. 137 del 2002, in materia di cinematografia, risponde, in primo luogo all'esigenza di coordinare le disposizioni in materia, sparse, nel quadro vigente, tra le diverse fonti normative, a partire dalla legge 4 novembre 1965, n. 1213, al fine di ricondurre l'intera disciplina ad un sistema unitario e coerente, sia sotto il profilo dell'individuazione e dell'attuazione delle politiche pubbliche di settore, sia sotto quello della gestione delle risorse assegnate.
La normativa in tema di cinematografia, difatti, è stata caratterizzata, negli ultimi decenni, da un affastellarsi di disposizioni promananti da diverse fonti, primarie e secondarie, anche di natura regolamentare, rendendo indispensabile una complessiva opera di riordino della materia, volta a dare alla stessa un assetto di maggiore semplicità e chiarezza.
Il sistema vigente in materia di apertura delle sale cinematografiche che faceva capo alla legge 4/11/1965, n. 1213 e successive modificazioni, e al Decreto Ministeriale 29 settembre 1998, n. 391, prevedeva un'autorizzazione ministeriale per le sale con un numero di posti superiore a 1.300, e la competenza degli enti locali per le sale di dimensione minore.
Tale disciplina è stata con il nuovo Decreto rimessa alla legislazione regionale, salvo per le multisale con un numero di posti complessivi superiore a 1.800, per le quali l'autorizzazione viene rilasciata dall'autorità statale, previo parere conforme della Consulta territoriale delle attività cinematografiche.
Tuttavia, l'articolo 27 del D.Lgs. 28/04 dispone al comma 4 che la normativa vigente in materia di apertura di sale rimane in vigore nelle Regioni nelle quali non siano state emanate le leggi di cui al comma 1 dell'articolo 22 citato e fino alla data di entrata in vigore delle stesse.
Pertanto il quadro finora delineato assegna alla Regione la competenza a disciplinare con propria legge le modalità di autorizzazione all'apertura di sale cinematografiche con capienza fino a 1.800 posti, mentre l'autorizzazione all'apertura di multisale con numero di posti superiore a 1.800 è di competenza dello Stato su parere della Consulta territoriale delle attività cinematografiche. In caso di mancata emanazione della legge regionale, resta in vigore la norma per cui necessitano di autorizzazione statale le richieste di apertura di sale con capienza superiore ai 1.300 posti.
Nel panorama normativo appena tracciato viene ora ad inserirsi un nuovo elemento, rappresentato dalla recente sentenza della Corte Costituzionale n. 285 del 19 luglio 2005, emanata a seguito di un ricorso avanzato dalle regioni Toscana ed Emilia Romagna su diversi aspetti del D.Lgs. 28/04, che introduce un'ulteriore innovazione nell'assegnazione della competenza regionale in materia.
La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 22, comma 5, del citato decreto legislativo, in base al quale l'autorizzazione all'apertura di sale cinematografiche al di sopra di 1.800 posti veniva rilasciata dal Direttore generale per il cinema, su parere conforme della Consulta territoriale. È stato, per connessione, dichiarato incostituzionale anche l'articolo 4, comma 5, del decreto legislativo, che prevedeva l'espressione di tale parere. È stata in tal modo sancita la competenza complessiva delle regioni in materia di apertura di sale cinematografiche, senza più distinzione compiuta sulla base delle loro dimensioni.
La Corte Costituzionale non ha, invece, censurato l'art. 27, comma 4 in base al quale in via transitoria, per le Regioni nelle quali non siano state emanate le relative leggi, resta in vigore il D.M. 29 settembre 1998 n. 391.
Pertanto, la situazione complessiva del mercato e il permanere (in caso di mancato intervento del legislatore regionale) di un quadro normativo statale di sostanziale liberalizzazione delle autorizzazioni per complessi di capienza fino a 1.300 posti, pongono la necessità urgente di dotare l'Amministrazione regionale di uno strumento di governo nel settore dell'esercizio cinematografico. La Regione deve quindi disciplinare con propria legge le modalità di autorizzazione all'apertura di sale cinematografiche, nonché di trasformazione e adattamento di immobili da destinare a tale uso, ovvero di ristrutturazione e ampliamento di sale e arene già in attività".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Paolo

Un intervento brevissimo, per dire che eravamo d'accordo, dato anche il clima, di non leggere la relazione, ed era un consenso, direi, unanime. A questo si era aggiunto un ordine del giorno (prima firmataria la Consigliera Paola Pozzi) circa la valorizzazione delle sale cinematografiche anche mediante l'approvazione di attività culturali tenendo conto soprattutto di quel pubblico di anziani e di giovani delle scuole che a volte non hanno possibilità di uscire o hanno difficoltà ad uscire dal centro storico.



PRESIDENTE

C'è un ordine del giorno collegato, il n. 149, a prima firma Paola Pozzi (in realtà, erano tutte prime firme); poi c'è l'ordine del giorno n.
24 "Sospensione concessione nuove autorizzazioni cinema multisala", primo firmatario il collega Dutto; infine, vi è l'ordine del giorno n. 148 "Realizzazione fondo unico per lo spettacolo".
Visto il clima, non so se è possibile procedere alla discussione e alla votazione degli ordini del giorno.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Si tratta di due ordini del giorno, almeno quelli che sono a mia conoscenza, che hanno ricevuto un ampio consenso da parte di tutti i Consiglieri facenti parte della VI Commissione. Uno è un ordine del giorno che auspica, anche se mi rendo conto che adesso è fuori tempo massimo, una non riduzione del fondo unico per lo spettacolo nella legge finanziaria e rileva come la riduzione del fondo unico per lo spettacolo costituisca un bonus per la crescita della cultura nel nostro paese. L'altro ordine del giorno è invece un auspicio che la Giunta operi anche per sostenere le sale cinematografiche, soprattutto nei centri storici cittadini, attraverso la promozione di attività culturali e non soltanto attraverso la pur apprezzata legge che oggi è in discussione.
Sono due ordini del giorno entrambi scaturiti dal dibattito della Commissione ed entrambi con un notevole consenso da parte di tutti i Consiglieri che ne fanno parte. Quindi auspico che sia possibile procedere alla votazione contestualmente a quella della legge.



PRESIDENTE

Nessuna preclusione, in effetti sono sullo stesso argomento. Quindi rimane atteso che adesso voteremo i vari articoli e, prima di passare alla votazione sul provvedimento nel suo complesso, voteremo gli ordini del giorno.
Mentre gli altri due ordini del giorno, quelli a cui faceva riferimento la collega Pozzo, sono firmati da forze politiche e da colleghi rappresentativi di tutti i Gruppi consiliari, vi è invece ancora un terzo ordine del giorno, il n. 24 del 15 giugno, avente come prima firma quella del Consigliere Stefano Allasia.
Il Consigliere Allasia chiede la parola; ne ha facoltà.



ALLASIA Stefano

Volevo solo fare riferimento all'ordine del giorno presentato nel periodo di giugno, che era collegato al provvedimento della Giunta relativo alla sospensione delle concessioni per l'autorizzazione alla costituzione di nuovi supermercati. Si voleva discutere l'ordine del giorno in quel periodo riferito proprio a quel provvedimento, dato che c'era un'urgenza di bloccare anche le concessioni, secondo la nostra visione, per l'autorizzazione alla costruzione di nuovi multiplex e multisala.
La cosa che ci rammarica più che altro è che il documento era stato bloccato da più parti dai vari uffici, dato che era in atto la discussione nel merito, che non era di competenza né della Giunta né del Consiglio regionale, ma esclusivamente di competenza ministeriale (Ministero delle Telecomunicazioni). Poi vedendo, col passare del tempo, nei mesi successivi, presentare un ordine del giorno della maggioranza sottoscritto anche dalla Lega Nord, noi appoggiamo pienamente il documento, anche perch il nostro non è più presentabile, perché faceva riferimento a discussioni avvenute prima di giugno. La proposta di legge della Giunta è sicuramente senza usare colorite espressioni gergali piemontesi, meglio di niente.
Sicuramente si poteva presentare un provvedimento molto più restrittivo e non così allargato, come quello relativo alla sospensione delle concessioni delle autorizzazioni, che ha innescato un vertiginoso aumento delle concessioni negli ultimi mesi. Il nostro voto è sicuramente favorevole al provvedimento, sperando che si possa affrontare, soprattutto in Commissione, altre problematiche che i multiplex comportano, con tutte le discussioni che potranno avvenire in futuro.
Grazie.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Non essendoci richieste di intervento, possiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
Prima di procedere al voto finale, pongo in votazione gli ordini del giorno collegati.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 148 inerente a "Riduzione del fondo unico per lo spettacolo sul disegno di legge 'finanziaria 2006'", presentato dai Consiglieri Pozzi, Leo, Clement Manolino, Vignale, Auddino, Boeti, Cattaneo, Cotto, Ristagno e Nastri, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, premesso che il disegno di legge riguardante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge Finanziaria 2006), approvato dal Consiglio dei ministri del 29 settembre 2005, prevede una variazione dei fondi stanziati per la legge 163 del 1985 (Nuova disciplina degli interenti dello Stato a favore dello spettacolo) considerato che la suddetta variazione prevede una diminuzione del fondo di 142.183.000 euro, pari ad una flessione del 30% circa dell'intero ammontare del fondo rilevato che il disegno di legge è attualmente all'esame del Senato e che pertanto è suscettibile, in questa fase, di modifiche; considerato infine che nelle sedute della VI Commissione del 20 e del 27 ottobre i Commissari hanno posto in evidenza come la diminuzione dei fondi implichi gravi difficoltà delle Regioni a assegnare gli stessi finanziamenti attribuiti nel corso degli anni precedenti accertato che se le risorse diminuiranno assumerà proporzioni più importanti la crisi in cui già ora si dibatte il settore dello spettacolo impegna la Giunta regionale ad intervenire urgentemente presso il Governo affinché si adoperi nel reperire le risorse necessarie a non variare il fondo unico per lo spettacolo".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 149 inerente a "Valorizzazione di sale cinematografiche mediante la promozione di attività culturali", presentato dai Consiglieri Pozzi, Vignale, Clement, Reschigna Dutto, Travaglini, Rostagno, Ricca, Leo, Nastri, Moriconi, Muliere Dalmasso, Rabino, Cotto, Robotti e Allasia,il cui testo recita: "Il Consiglio regionale, viste le finalità e i principi generali individuati all'articolo 1 della deliberazione legislativa recante 'Disciplina della diffusione dell'esercizio cinematografico in Piemonte" volta a promuovere una più adeguata presenza, una migliore distribuzione la qualificazione e lo sviluppo delle attività cinematografiche sul territorio; le finalità e i principi di cui alle lettere a) e d) del comma 2 del suddetto articolo 1 consistenti, rispettivamente, nella centralità dello spettatore e nella valorizzazione della funzione dell'esercizio cinematografico per la qualità sociale delle città e del territorio tenuto conto degli indirizzi di programmazione di cui all'articolo 3 della su richiamata deliberazione legislativa valutato che sia necessario intervenire non solo per favorire la permanenza delle strutture ma per sostenerne l'attività impegna la Giunta regionale a inserire nell'ambito della propria programmazione, o a sostenere a tal fine gli enti locali, attività ed iniziative culturali mediante la valorizzazione di sale cinematografiche inserite nei centri urbani e nei contesti sociali cittadini, individuandone quali sedi privilegiate di promozione culturale rivolta, con particolare attenzione, alle scuole, al mondo giovanile e alla 'terza età'".
Il Consiglio approva.
L'ordine del giorno inerente a "Sospensione concessione nuove autorizzazioni cinema multisala", presentato dai Consiglieri Allasia Dutto, Monteggia e Rossi è ritirato dal Consigliere Allasia.
Non essendoci richieste di dichiarazioni di voto sul disegno di legge procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno SI' 42 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame proposta di legge n. 61 "Norme per la valorizzazione delle costruzioni in terra cruda"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge n. 61: "Norme per la valorizzazione delle costruzioni in terra cruda".
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco, relatore

Se il Consiglio è d'accordo, darei per letta la relazione (il cui testo recita: "Nel nostro Paese è presente un notevole patrimonio di costruzioni in terra cruda, che si differenzia da regione a regione per sistema costruttivo, quantità e qualità del costruito. Esemplari di case in terra cruda sono presenti nelle Regioni Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo Calabria, Sardegna, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Basilicata.
Il graduale abbandono di questa tecnologia, soppiantata dall'utilizzo di materiali meno "poveri", oltre che da preconcetti di natura culturale e sociale, ha comportato, a partire dal secondo dopoguerra, l'innescarsi di un inesorabile processo di degrado delle costruzioni di terra.
In questi dieci anni, tuttavia, si è venuta consolidando, ad opera di studiosi e ricercatori, la volontà di salvaguardare questo patrimonio. Ci si è limitati, in alcuni casi, a valutarne sommariamente la consistenza numerica, prendendo in esame gli schemi tipologici e costruttivi; in altri casi (Sardegna, Abruzzo, Marche), un'accurata catalogazione degli edifici esistenti è stata la premessa per fornire indicazioni in merito a idonee tecniche di restauro e, più in generale, per affrontare problematiche di tipo gestionale.
All'interno di un diffuso interesse a livello internazionale si sono tenuti, anche nel nostro paese, numerosi convegni e seminari incentrati su questo tema, che hanno visto impegnati ricercatori di varie Università studiosi, professionisti e hanno coinvolto, in molti casi, gli enti locali: Quartu Sant'Elena (CA) (1990); Roma (1994); Merano (1996); Torino (1997) Novi Ligure (1997); Casalincontrada (1997-98-99-2000); Villasimassargia (1998); Pescara (1999).
Secondo le statistiche dell'Organizzazione delle Nazioni Unite circa il 40 per cento della popolazione mondiale vive in case di terra e nei paesi industrializzati questo materiale, abbandonato negli anni della ricostruzione postbellica, viene ora riscoperto per le sue qualità di risparmio energetico, di ecocompatibilità e di salubrità nonchè per il suo comfort abitativo.
Una parte cospicua del patrimonio architettonico in crudo presente nel nostro Paese è localizzato in Piemonte in ambito sia rurale, sia urbano: si trovano costruzioni in mattoni crudi nell'astigiano, nell'alessandrino, nel torinese. Fino ad ora, nella nostra Regione, non molto è stato fatto per la conservazione di questo patrimonio: sporadiche ricerche, dichiarazioni d'intenti o poco più.
A fronte di queste premesse e della constatazione che è in corso una richiesta sempre più pressante di "qualità abitativa", nell'ottobre 2001 è stata presentata la proposta di legge n. 345 rivolta ad affrontare il tema ritenuto non più procrastinabile, della valorizzazione delle costruzioni in terra cruda.
La proposta di legge, nella sua versione iniziale, presentava una caratteristica di sostanziale sperimentalità degli interventi proposti e rinviava ad una fase successiva l'individuazione di più puntuali forme di tutela ed utilizzazione delle costruzioni.
Partendo da questo approccio, l'esame in Commissione si è svolto cercando di ampliare l'angolo visuale per arrivare ad una disciplina organica, non sperimentale, comprensiva di azioni mirate al sostegno delle attività di ricerca e di formazione e di azioni rivolte al sostegno finanziario degli interventi di recupero delle costruzioni in terra.
Sono state attentamente esaminate le iniziative che a livello centrale erano giunte ad un livello di approfondimento importante, in particolare è stato tenuto in considerazione il testo unificato derivante dai progetti di legge n. 2347 e n. 4019 il quale assume la finalità di promuovere e sostenere l'edificazione in terra cruda attraverso una duplice linea di azione, l'una rivolta al recupero del patrimonio esistente, l'altra diretta all'incentivazione alla produzione del materiale.
Sono stati valutati i contributi resi dai soggetti consultati e le osservazioni formulate dagli uffici, è stato acquisito il parere della I Commissione, è stato a lungo dibattuta l'opportunità di trasporre i contenuti della proposta di legge nella legge regionale n. 35 del 1995 relativa all'individuazione, tutela e valorizzazione dei beni culturali archittettonici nell'ambito comunale, arrivando in fine alla conclusione del mantenimento della formulazione in un testo a sè stante della disciplina appositamente dedicata alle costruzioni in terra cruda.
Il testo licenziato a maggioranza dalla II Commissione è composto da 7 articoli.
L'articolo 1 individua le finalità della legge ossia la conservazione e la valorizzazione della costruzioni in terra cruda. Per raggiungerle individua due percorsi: il primo è costituito dalla conoscenza precisa del patrimonio esistente, il secondo dal sostegno finanziario degli interventi di recupero delle costruzioni.
La conoscenza è assicurata sia dal censimento (articolo 2) sia dallo sviluppo dell'attività di ricerca e di formazione (articolo 3). Il censimento dovrà essere effettuato dalla Regione con il coinvolgimento dei comuni. Alla Giunta regionale viene demandato il compito di individuare le procedure e le modalità, anche di natura informatica, per svolgere la catalogazione delle costruzioni e del loro stato di conservazione o degrado, da sottoporre poi a costante monitoraggio. Dovranno essere tenute in considerazione le raccolte dati eventualmente esistenti in virtù del censimento dei beni culturali architettonici promosso con la citata legge regionale 35/1995 e dovrà essere ricercato il raccordo con le analoghe iniziative previste a livello nazionale.
Il sostegno all'attività di ricerca, promossa in collaborazione con il Politecnico e con gli Istituti di istruzione secondaria di secondo grado, è costituito dalla previsione di borse di studio agli studenti, mentre lo sviluppo dell'attività di formazione viene raggiunto attraverso la realizzazione di specifici corsi di aggiornamento professionale ed il sostegno ai soggetti, pubblici o privati, in grado di offrire contributi significativi alla divulgazione delle tecniche di edificazione e di recupero delle case di terra.
Non va in proposito sottaciuto come la rivitalizzazione di questa particolare tecnica costruttiva, che non comporta l'utilizzo di processi industriali per la produzione del materiale da costruzione, ma procedure artigianali o impianti a parziale meccanizzazione, possa offrire un contributo significativo in termini occupazionali nel settore artigiano.
Anche l'impatto ambientale delle eventuali strutture di produzione meccanizzata di mattoni in terra cruda (impianti di produzione per lavorare la terra con mezzi meccanici, impastatrici, impianti di essicazione e di conservazione del materiale lavorato) è incommensurabilmente minore rispetto agli altri impianti di produzione non essendo richiesti nè processi di lavorazione complessi e inquinanti, nè l'uso di solventi, nè cotture ad alte temperature.
Desidero inoltre sottolineare come le dimensioni dell'attività di produzione si configurino come quelle della piccola e media impresa che produce in situ utilizzando le risorse reperibili in loco per evitare l'aggravio dei costi di trasporto che renderebbero non competitivo il materiale prodotto rispetto a quello di produzione industriale e come possa, di conseguenza, essere raggiunto il duplice vantaggio di un contenimento del trasporto con mezzi pesanti per lunghe distanze e lo sviluppo di una edificazione tipica e omogenea con la composizione del sottosuolo.
Gli articoli 4 e 5 disciplinano la concessione di contributi regionali in conto capitale a fondo perduto per gli interventi di manutenzione straordinaria e di restauro e risanamento conservativo. Le due tipologie di intervento sono state individuate in quanto corrispondenti a quelle che più assicurano la finalità di conservazione del patrimonio esistente: l'ammissibilità al finanziamento è ovviamente condizionata all'utilizzo del materiale tipico e all'individuazione, avvenuta o in corso, della costruzione originaria nell'ambito del censimento regionale. L'ammontare del finanziamento concedibile è stato mutuato dai limiti previsti per gli interventi di recupero dell'edilizia economica popolare così come la previsione di inalienalibilità o di mutamento di destinazione d'uso per un quinquennio delle costruzioni oggetto di contributo. Sono previsti criteri di priorità nella scelta dei beneficiari fondati sulla proprietà pubblica o ecclesiastica del bene, sulla fruibilità pubblica, sulla rilevanza del manufatto rispetto al contesto paesaggistico.
L'articolo 6 tratta del regolamento di attuazione della legge e ne definisce i contenuti principali. Esso dovrà essere assunto dalla Giunta regionale entro novanta giorni dall'entrata in vigore della legge, sentita la competente commissione consiliare.
Infine l'articolo 7 è dedicato alla norma finanziaria: i fondi complessivamente previsti per il 2005 ammontano a 2 milioni di euro e sono così ripartiti: 200 mila sono dedicati alle borse di studio, 300 mila alle attività di formazione, 1 milione 500 mila a favore degli interventi di recupero.
Mi auguro che la proposta di legge venga tempestivamente approvata dall'Aula e che essa raccolga un ampio consenso".) Ricordo che è un provvedimento discusso più volte nella scorsa legislatura e affrontato definitivamente in questi mesi dalla Commissione competente. È un provvedimento importante che potrebbe diventare, se il Consiglio lo approverà, un punto di riferimento anche per altre Regioni. Le costruzioni in terra cruda non interessano soltanto la regione Piemonte, ma sono presenti anche in altri regioni del nostro Paese. Dato che in questo momento è in discussione anche al Parlamento, potrebbe diventare un testo di riferimento per altre regioni che vogliono affrontare il problema.
Le discussioni in Commissione hanno migliorato il testo in molti aspetti. Lo ritengo un fatto estremamente positivo, quindi ringrazio tutti i Consiglieri per aver voluto dare il loro contribuito all'elaborazione della proposta di legge.
Ringrazio tutti anche per l'approvazione unanime in Commissione.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Non voglio aggiungere nulla alla relazione e all'intervento del Consigliere Muliere, voglio solo ricordare che vi è una normativa, oggi in discussione, che prevede interventi per il censimento e il recupero di queste particolari costruzioni.
Da tempo, la Regione Piemonte ha avviato un percorso eco-museale che salvaguarderà e renderà fruibile, da un punto di vista didattico e delle esigenze delle comunità locali, determinate costruzioni che testimoniano l'attività dell'uomo.
In questo momento abbiamo in discussione i nuovi ecomusei della Regione Piemonte in Commissione. Ci sono state ampie assicurazioni da parte di tutti gli Assessori, però devo assolutamente ricordare che il voto viene dato nell'intesa che venga inserito anche l'ecomuseo delle case di terra nel novero degli ecomusei regionali. Lo ricordo solo per memoria, affinch resti agli atti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Allasia; ne ha facoltà.



ALLASIA Stefano

Parlo a nome della Lega Nord, non potendolo fare a nome del Consigliere Rossi, che in Commissione ha svolto un notevole lavoro a favore della proposta di legge. Spererei che il censimento venga effettuato in modo oculato al fine di favorire non gli amici degli amici ma esclusivamente la popolazione piemontese.
In riferimento alla proposta di legge, la Lega Nord esprime parere favorevole al progetto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Termina oggi l'iter di questa legge. Ricordo che era già stata presentata dal Consigliere Muliere nella scorsa legislatura; aveva passato l'esame della Commissione, ma poi, per problemi di tempo, non fu possibile discuterla in Aula.
soddisfacente che venga affrontata oggi.
Il fenomeno delle case di terra è molto presente in tutto il Piemonte ma in particolare nella Provincia di Alessandria, dove costituisce una delle particolarità di costruzioni. È giusto, quindi, prestare molta attenzione a questo fenomeno costruttivo che costituisce sicuramente un momento di esaltazione delle nostre tradizioni e delle tradizioni delle nostre campagne.
Con questa legge, oggi potrà essere preservato meglio di quanto lo sia stato finora. Anche il nostro voto sarà positivo.



PRESIDENTE

Possiamo procedere alla votazione del relativo articolato ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alla votazione finale nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SI' 43 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Musei

Esame proposta di legge n. 65 "Istituzione dei centri di comunicazione nell'area della Benedicta nel Parco delle Capanne di Marcarolo"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) all'o.d.g. inerente a: "Esame proposta di legge n.
65 'Istituzione dei centri di comunicazione nell'area della Benedicta nel Parco delle Capanne di Marcarolo'". Relatori i Consiglieri Muliere e Rossi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco, relatore

Mi dispiace che non sia in Aula il Consigliere Rossi, il quale in Commissione ha concordato, insieme ad altri Consiglieri, la costituzione del centro di documentazione della Benedicta del parco Naturale delle Capanne di Marcarolo.
Anche in questo caso non leggo la relazione, in quanto credo che sia una proposta condivisa da tutta l'Aula.(il cui testo recita: "Il luogo Il cascinale della Benedicta, situato nel Comune di Bosio, nel cuore del Parco regionale Capanne di Marcarolo, rappresenta uno dei luoghi più importanti nella storia della Resistenza alessandrina ed italiana.
Convento benedettino nel Medioevo, centro della proprietà terriera degli Spinola in età moderna, divenne la sede del comando partigiano della III Brigata Liguria nella primavera del 1944: nell'aprile di quell'anno i nazifascisti attaccarono in forze i partigiani, uccisero decine di ragazzi ne avviarono centinaia ai campi di concentramento e distrussero il cascinale.
Nel dopoguerra i ruderi della Benedicta vennero lasciati in un colpevole stato di abbandono, che provocò un progressivo degrado ambientale e una quasi completa cancellazione dei segni della violenza fascista.
L'evento Intorno al Monte Tobbio nell'inverno 1943-1944 cominciarono a rifugiarsi i primi nuclei di giovani partigiani e renitenti alla leva, che rifiutavano di continuare la guerra e iniziavano il loro percorso di opposizione al fascismo.
I partigiani collocarono il loro comando alla Benedicta, un grande cascinale che all'epoca rappresentava il cuore della proprietà agraria della nobile famiglia genovese degli Spinola ed era stata in epoca medioevale un convento benedettino (da quell'ordine religioso prese il nome che conservò nei secoli). Nella primavera 1944 i giovani affluiti in montagna erano ormai diverse centinaia. Anche se molti di loro erano male armati e privi di istruzione militare, la loro presenza rappresentava un pericolo potenziale per tedeschi e fascisti, che decisero di organizzare un rastrellamento il cui scopo era duplice: sgominare le bande e creare il terrore nella popolazione civile.
Il 7 aprile 1944 ingenti forze nazifasciste circondarono la Benedicta e le altre cascine dove erano dislocati i partigiani e colpirono duramente i giovani, spesso impossibilitati a difendersi per la mancanza di un adeguato armamento e di esperienza militare.
Il rastrellamento proseguì per tutto il giorno e nella notte successiva. Molti partigiani, sfruttando la conoscenza del territorio riuscirono a filtrare tra le maglie del rastrellamento, ma per centinaia di loro non ci fu scampo.
In diverse fasi i nazifascisti fucilarono 147 partigiani, altri caddero in combattimento; altri partigiani, fatti prigionieri, furono poi fucilati il 19 maggio, al Passo del Turchino. Chi arrivò per primo nei pressi dei ruderi della Benedicta trovò uno spettacolo difficilmente immaginabile.
Altri 400 partigiani furono catturati e avviati alla deportazione in Germania: 200 di loro riuscirono fortunosamente a fuggire durante il trasporto, alla stazione di Sesto San Giovanni; quasi tutti i loro compagni lasciarono la vita nei campi di concentramento.
Il rastrellamento della Benedicta, che nelle intenzioni dei nazisti e dei fascisti avrebbe dovuto fare terra bruciata intorno alla resistenza non riuscì tuttavia a piegare lo spirito popolare. Anzi, proprio dalle ceneri della Benedicta il movimento partigiano, dopo aver avviato una riflessione anche spietata sugli errori compiuti, riuscì a riprendere vigore: la divisione "Mingo", attiva nell'ovadese, una delle formazioni partigiane più importanti e organizzate dell'appennino ligure-alessandrino ebbe tra i suoi promotori proprio alcuni degli scampati alla Benedicta.
Altri partigiani reduci alla Benedicta continuarono la loro esperienza sino alla Liberazione in formazioni della Val Borbera e in altre divisioni partigiane dell'appennino alessandrino.
La divisione Garibaldi "mingo" partecipò attivamente, oltre che alla liberazione del territorio alessandrino, ai movimenti insurrezionali che portarono alla liberazione di Genova.
Il valore della memoria Nel luogo dove si compì l'eccidio, per iniziativa di vari Enti locali guidati dalla Provincia di Alessandria presieduta all'epoca dall'On.
Giovanni Sisto, negli anni Sessanta venne innalzata una zona monumentale dove ogni anno si svolge una manifestazione sempre imponente caratterizzata dalla presenza di migliaia di persone provenienti soprattutto dalle province di Alessandria e di Genova. A testimoniare l'importanza della manifestazione è sufficiente segnalare la presenza, ogni anno, di importanti personalità politiche, militari, religiose, tra cui spiccano le due visite degli allora Presidenti della Repubblica Giuseppe Saragat e Sandro Pertini.
La Benedicta è luogo di visita non solo in occasione della manifestazione che ha luogo all'inizio di aprile: ogni anno raggiungono il sacrario e i ruderi del cascinale decine di migliaia di persone, e numerose sono le presenze degli alunni delle scuole dell'alessandrino e delle province limitrofe.
Purtroppo l'assoluta mancanza di strutture coperte rende la visita anche in considerazione delle condizioni climatiche non di rado sfavorevoli, non sempre agevole. La creazione di un centro di documentazione rappresenta quindi un indispensabile strumento per una corretta fruizione didattica del sito da parte delle rappresentanze scolastiche che vi si recano in visita e un valido supporto sia logistico sia culturale e di informazione per tutti i visitatori, anche occasionali che ogni anno raggiungono questo territorio: non bisogna infatti dimenticare che la zona, situata nel cuore del Parco delle Capanne di Marcarolo, ha una spiccata vocazione turistica e che un centro di documentazione favorirebbe il turismo culturale e la corretta conoscenza storica del territorio.
Bisogna segnalare che da qualche anno si è costituito un Comitato promotore per la valorizzazione del sito e la creazione del centro di documentazione. Al comitato, guidato dalla provincia di Alessandria partecipano numerosi enti locali, le associazioni partigiane e istituzioni culturali. Grazie all'attività del comitato è stato possibile consolidare i ruderi dei cascinali, fermando il progressivo degrado di ciò che resta di un'emergenza architettonica che è insieme testimonianza civile e segno della storia secolare del territorio.
La presente proposta di legge regionale si compone di 4 articoli: Art. 1.
La Regione Piemonte, con riferimento alla legge regionale n. 41 del 18 aprile 1985, al fine di valorizzare uno dei luoghi emblematici della Lotta di Liberazione in Piemonte ed a completamento delle opere già realizzate dagli Enti territoriali locali e dalle Associazioni Partigiane, onde rendere funzionale l'accesso a l'uso, promuove la costruzione del Centro di documentazione nell'area della "Benedicta" del Parco delle Capanne di Marcarolo, luogo nel quale conservare e valorizzare le testimonianze e il materiale d'archivio relativo alla guerra e alla resistenza nell'Ovadese e più in generale, la storia, la cultura e le tradizioni delle popolazioni dell'area.
L'intendimento è quello di proporre il Centro come motore di assistenza didattica alle scuole, anche attraverso scambi culturali con realtà di altre province italiane ed europee, ed offrire strumenti di conoscenza ai cittadini ed ai turisti dell'area Parco di Marcarolo, nonchè favorire nuove occasioni occupazionali nel settore del turismo verde e culturale.
Art. 2.
Con la realizzazione di questo intervento, attraverso una contenuta struttura polivalente, si vuole garantire alle migliaia di visitatori e di pellegrini, oltre all'accoglienza, gli indispensabili servizi, un serio e documentato approccio con la storia della Resistenza e sul martirio delle 147 vittime della "Benedicta".
Art. 3.
La progettazione e l'esecuzione, nonchè la liquidazione del costo delle opere, vengono affidate alla competente Provincia e al Comune di Bosio alla Comunità Montana, al Parco delle Capanne e al Comitato della Benedicta, mentre il Comitato della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione Repubblicana, di cui alla legge regionale 22 gennaio 1976, n. 7, è chiamato a formulare competente parere.
Art. 4. Norma finanziaria.
Al 12/2/2003 Relazione tecnica Generalità La proposta di legge in oggetto promuove finanziariamente la costruzione del Centro di documentazione nell'area della "Benedicta" del Parco delle Capanne di Marcarolo.
Riferimento al bilancio annuale La quantificazione della spesa prevista per l'anno 2003 ammonta complessivamente a euro 250.000,00. Si tratta di contributi in conto capitale. Il riferimento normativo è la legge regionale 41/1985 attualmente vigente. Le modalità di attuazione dell'intervento sono previste all'articolo 3 della proposta. In questo articolo, oltre a prevedere un apposito parere sulla progettazione ed esecuzione dell'intervento da parte del Comitato della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione Repubblicana, si precisa che l'assegnazione dei contributi avviene all'ente locale o al consorzio di enti locali territoriali proprietario del terreno su cui si vuole costruire l'opera. Il centro di responsabilità della spesa prevista è individuato nella unità previsionale di base n. S1012 (Gabinetto Presidenza della Giunta Rapporto Stato Regioni Tit. II spesa di investimento).
La copertura finanziaria dell'intervento è individuata nella dotazione finanziaria della UPB 09012 (Bilanci e finanze Bilanci Tit. II spese di investimento) che presenta, al momento, nel bilancio di previsione per l'anno 2003 la necessaria disponibilità (1). Si fa presente che il DDL 469 è, al momento, in discussione presso l'Aula consiliare. Il presente provvedimento costituisce integrazione dell'elenco n. 3 allegato al bilancio 2003 per i provvedimenti legislativi in corso recanti spese di investimento ove viene aggiunta la voce "Istituzione del Centro di documentazione nell'area della 'Benedictà nel Parco delle Capanne di Marcarolo".
Riferimento al bilancio pluriennale La spesa di investimento per gli anni 2004 e 2005, quantificata per ogni anno in 250.000,00 euro, trova copertura nelle dotazioni finanziarie della UPB 09012 del bilancio pluriennale 2003-2005 (2)".
Si tratta di un atto molto importante, perché la Benedicta rappresenta un luogo della memoria. Non sto a raccontare il perché e cosa è successo alla Benedica: credo che molti dei Consiglieri sappiano cosa è successo nel 1944. È un luogo dove si sono già recati tre Presidenti della Repubblica.
Questa proposta è attesa in Provincia di Alessandria, e non solo perché la Benedicta è un punto di riferimento anche per la Regione Liguria.
Sono stati molti i partigiani liguri morti fucilati in quel luogo.
Per questo motivo ritengo che sarebbe un atto molto importante e significativo per il Consiglio regionale, considerato che quest'anno si commemora il 60° anniversario della Liberazione, approvare, tra gli ultimi atti di quest'anno, la proposta in esame. Sarebbe un segnale molto importante alle popolazioni di quella valle. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Anche noi condividiamo le finalità di questo provvedimento. Peraltro devo ricordare che sia la Regione che anche altre istituzioni pubbliche hanno già realizzato interventi nella zona del sacrario della Benedicta, e quindi, questo, ovviamente, può essere un intervento che la rende anche più fruibile, sia sotto il profilo del ricovero delle persone che vi si recano sia della multimedialità, con una maggiore documentazione storica disponibile.
Nel condividere il testo, rileviamo l'importanza del coinvolgimento delle comunità locali. La Provincia è l'ente esponenziale del territorio e quindi è giusto appoggiarsi alla Provincia.
Mi rivolgo al Presidente del Consiglio e naturalmente al Comitato di coordinamento per i valori della resistenza a cui aderiscono i vari Gruppi ricordando il ruolo delle popolazioni locali e quindi, dei Comuni del territorio, dal momento che si vogliono ricordare con questo provvedimento.
Mi riferisco soprattutto al Comune di Bosio, che è il Comune competente per territorio, e al quale appartiene il territorio di Marcarolo. Nel momento delle celebrazioni, della progettazione delle nuove opere, è senz'altro necessaria anche la competenza tecnica della Provincia e degli enti che hanno una maggiore consistenza organizzativa.
Ricordiamoci, però, che il parere delle comunità locali sarà fondamentale, perché sono i custodi della testimonianza diretta di coloro che hanno vissuto sulla loro pelle, insieme ai martiri della Resistenza queste vicende. Volevo sottolineare solo questo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Ho ascoltato le parole del Capogruppo Muliere, e, nonostante ci si trovi in un clima pre-natalizio, credo che alcune valutazioni su temi tanto importanti vadano fatte.
Faccio una valutazione a titolo personale (anche se penso che altri colleghi la farebbero), perché credo che vi siano situazioni che riguardano le coscienze delle persone anche riguardo ai fatti storici.
Personalmente, voterò a favore della proposta di legge che è stata presentata, con l'augurio (senza volere innescare polemiche o troppe discussioni) che non vi sia più miopia rispetto al passato o che non ci siano più passati sconosciuti, né misconosciuti. Lo dico anche al Capogruppo Muliere, perché se è interessante fare una valutazione e fare in modo che il Consiglio regionale voti una proposta di legge per l'istituzione di un centro di documentazione, è altrettanto importante che vi sia, non dico una memoria condivisa, ma una memoria conosciuta. Ovvero che in questo paese vi possano essere atti e fatti accaduti dal '43 al '47 che diventino patrimonio storico della Nazione.
Non necessariamente io e i colleghi del centrosinistra daremo una lettura simile alla storia, e questo perché la storia è come la legge. Vi sono dati oggettivi, che si possono interpretare in modo soggettivo rispetto alla cultura che uno ha, rispetto alle tradizioni politiche e culturali da cui proviene. Per cui lo dico senza mistificazioni, senza volontà di nascondere quello che è successo in un periodo di guerra e di post-guerra, ma per fare in modo che tutti, non soltanto le nuove generazioni, conoscano i fatti. Il collega Muliere sa perfettamente che a questo atto efferato corrisposero, nei mesi seguenti, altri atti altrettanto efferati. Non vi sono questioni di impurità rispetto al dato.
Non vi sono questioni di valutazione rispetto alle questioni storiche che in qualche modo, stiamo affrontando. Certamente credo ci sia bisogno che anche gli istituti storici che questa Regione ha e che funzionano molto bene, per fare storia (perché quello è il loro compito), debbano avere il coraggio - perché di questo si tratta - di raccontare oggettivamente tutti i fatti storici. Poi - ripeto - soggettivamente ognuno di noi, ma soprattutto le persone che stanno al di fuori di questo Consiglio, leggendo gli atti e i fatti che sono accaduti, li vedranno così come credono.
Non penso sia utile soffermarsi su quello che è un concetto storico che rischia di diventare geografico e mai in movimento, perché la storia invece, è movimento. Chiunque si è occupato o si occupa di storia sa che chi scriveva di storia nel 1820 a proposito di Napoleone, lo descriveva verosimilmente come uno dei più criminali o efferati despoti della storia francese; oggi, gli stessi storici francesi (anche cinquant'anni fa) ne parlano in modo diverso. Non per fare dei parallelismi, ma soltanto per dire che la storia è movimento, ed è movimento da quando esiste il concetto di storia.
Pertanto, così come vi sono, senza citarli, storiografie ufficiali o meno che hanno guardato ad ampi spettri, e non solo ad una faccia, del conflitto bellico, sarebbe opportuno raccontare certi fatti, senza per questo cambiare le valutazioni politiche, non storiche, dal '43 al '47 o anche degli anni precedenti o successivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Dopo l'8 settembre 1943 l'esercito tedesco occupava il nostro Paese.
Esisteva un Comitato di liberazione nazionale, che dipendeva dal comando alleato, che cercava di liberare il nostro Paese dall'aggressione nazista e dall'invasione dell'esercito tedesco. Esistevano dei partigiani che dipendevano dal Comitato di liberazione nazionale, quindi dal comando delle forze alleate, che combattevano per liberare dall'aggressione e dall'occupazione straniera il nostro Paese.
Sono d'accordo che la storia debba essere studiata con grande oggettività e con grande coraggio, ma tutte le questioni e tutti i tasselli, devono restare bene al loro posto. Da una parte c'erano persone che combattevano per liberare il nostro Paese (si sono fatti ammazzare per liberarlo), dall'altra c'erano aggressori stranieri al soldo dei quali erano schierati alcuni miliziani italiani che, alle loro dipendenze, quindi alle dipendenze di una forza non nazionale, tenevano sotto scacco e spesso insanguinavano le nostre terre, i nostri paesi, le nostre campagne e le nostre montagne. La chiarezza, indispensabili nelle sedi istituzionali deve essere ribadita con coraggio, senza mistificazioni, senza voler stendere veli che in qualche modo rendano non chiara, soprattutto alle nuove generazioni, una pagina della nostra storia gloriosa per alcuni, e infamante per altri.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Farò una dichiarazione velocissima, affinché resti a verbale.
Noi non siamo assolutamente per alcuna visione agiografica della storia, neanche per una qualunque lettura di parte, edulcorata o meno.
Siamo perché tutti i fatti vengano raccontati, perché tutto venga detto perché venga alla luce tutto, in qualunque epoca. Pensiamo, però, senza ripetere la battuta di un allenatore di calcio di qualche giorno fa (mi riferisco all'allenatore Ezio Rossi della Lazio), che non si possa fare di tutta l'erba un fascio. Crediamo che i fatti accaduti in Italia fra il '40 e il '43, in particolare fra il '43 e il '45, non possano diventare leggenda, assolutamente, ma debbano essere chiaramente messi in luce i punti di vista delle due parti. Che moltissimi giovani, ne siamo convinti siano morti in buonissima fede servendo la Repubblica Sociale Italiana, ma che la buona fede, di per sé, non sia assolutamente sufficiente a garantire quello che sarebbe stato un sistema assolutamente dittatoriale che si manifestava attraverso l'ordine nuovo voluto da Hitler, con i lager ...
(Commenti fuori microfono del Consigliere Chieppa)



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Chieppa!



DALMASSO Sergio

Ho dato una valutazione soggettiva che il Consigliere Chieppa non condivide. Credo che molti giovani di diciotto anni abbiano fatto una scelta neanche molto semplice, comunque lasciamo perdere, ne parleremo in altra sede.
La brevissima dichiarazione fatta serve a questo, a dire che il ricordo di questi anni deve essere netto e chiaro, ma che non deve dare adito a nessuna confusione fra le parti. Lo stesso Comitato che il Consiglio regionale ha in piedi da lungo tempo, di cui alcuni di noi fanno parte deve lavorare in questi anni in questa luce e con queste finalità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Condivido le considerazioni del Consigliere Robotti e non voglio riprendere quelle del Consigliere Dalmasso. Questa legge serve, come ha detto il primo proponente, il Consigliere Muliere, a conservare la memoria.
Credo che questo sia un dovere importante per un'istituzione come la nostra, come per tutte le istituzioni. Voglio fare un richiamo ad un viaggio che ho fatto nel settembre scorso in Austria presso i campi di concentramento di Mauthausen, Gusen e Ebensen, e alla testimonianza di un superstite di Mauthausen che diceva: "La mia preoccupazione è che qualcuno domani, possa non ricordare quanto avvenuto, e non ricordando non credere che questo sia avvenuto".
Il nostro futuro deve essere basato anche sulla memoria e, a fronte di atteggiamenti che vogliono negare o sfumare quanto avvenuto in passato, le Istituzioni devono rafforzare l'esercizio della memoria per testimoniare con forza che stanno dalla parte di chi ha difeso certi valori, piuttosto che altri.
Per tutte queste motivazioni, il Gruppo dei Socialisti Democratici Italiani esprimerà un convinto voto favorevole al provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Prendo spunto dalla considerazione di come sia importante studiare la storia, conservare la memoria, ecc.
Questo mattina mi trovavo all'istituto Regina Margherita a parlare di politica di fronte a 500 studentesse. Mentre raccontavo della mia esperienza, dell'attentato che ho subito dalle Brigate Rosse (a suo tempo Patrizio Peci mi onorò di questo), una fanciulla, da una parte pensando che fossi più vecchio del giusto e dall'altra confondendosi un po', ha detto: "Allora lei ha fatto la Resistenza". Ma io non sono così vecchio da aver fatto la Resistenza e le Brigate Rosse con la Resistenza non c'entrano nulla. Questo per dire che un po' di conoscenza storica non fa male anche perché ci sono persone che dovrebbero essere più colte, che non dovrebbero confondere la storia e i fatti.
Mi permetto di fare un'altra battuta raccontando un altro aneddoto. Ero alla Festa dell'Unità, ad un dibattito sul terrorismo in occasione della presentazione di un libro molto serio, un libro sul terrorismo. Dopo aver citato alcuni dati relativi agli attentati, alle violenze nelle Università alle Brigate Rosse ecc, l'allora direttore dell'Unità, Furio Colombo, mi disse una cosa del tipo: "Basta tirare fuori questi dati da libracci fascisti, da provocazioni, nessuno ha mai sparato ai democristiani!" Il libraccio fascista, in realtà, era un libro di Dino Sanlorenzo, un bellissimo e pregiatissimo volume.
Richiamo questi esempi per ricordare che c'è chi la storia non la conosce e chi non la vuole capire, quindi più ne discutiamo, più diffondiamo cultura e conoscenze, meglio è.
Devo dire che, dopo l'episodio che ho appena raccontato, mi scrisse Rocco Larizza per scusarsi per l'uscita non proprio felice di Furio Colombo, dimostrando, Larizza, di essere un padrone di casa eccellente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Molto velocemente per sottolineare un principio che mi sta a cuore.
Ho visto con piacere che nella relazione si parla di valore storico della Resistenza e di centro di documentazione: questa funzione dobbiamo sottolinearla e tenerla ben presente. I valori della Resistenza meritano di essere tenuti presenti nella società attuale per ricordare che cosa significa democrazia, che cosa significa libertà, partecipazione e discussione a tutti i livelli, sia della vita civile sia nelle istituzioni.
Credo che molte volte si corra il rischio di imbalsamare i valori della Resistenza e in questo modo di consegnarli all'oblio. Credo che rispettare il principio di questa proposta di legge regionale significherà anche nel futuro difendere questi valori di democrazia, libertà e partecipazione che erano i valori basilari di quella lotta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Allasia; ne ha facoltà.



ALLASIA Stefano

Finalmente il Presidente mi ha dato la parola. Avevo chiesto la parola prima del Consigliere Muliere, ma il Presidente è impegnato a guardare alla sua sinistra. Non entro in polemica, visto che sono stati tutti interventi moderati e molto ecumenici e mi hanno impressionato gli interventi di alcuni Consiglieri, non certamente del Consigliere Leo, su queste considerazioni.
I due relatori sono i Consiglieri Muliere e Rossi, perciò è evidente che il collega Rossi, essendo del gruppo Lega Nord, dà l'appoggio a questo provvedimento.
Il mio unico stupore è che questo provvedimento arrivi dopo 60 anni dall'evento. Sicuramente la Lega appoggia questi provvedimenti essendo un partito molto tradizionalista e difensore delle tradizioni popolari. Il detto "Per non dimenticare" fa parte anche del verbo della Lega, perci sicuramente appoggeremo il provvedimento in toto senza esclusione di colpi o discussioni politiche sinistra-destra o nord-sud.



PRESIDENTE

Grazie, collega Allasia. La rassicuro che in genere io guardo al centro, come penso tutti quanti, tranne quando mi volto, e quindi guardo sia a sinistra che a destra, tant'è che alla mia destra ha parlato il collega Leo.
Ha chiesto la parola per la replica l'Assessore De Ruggiero; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore ai parchi ed aree protette



PRESIDENTE

Volevo solamente sottolineare il particolare favore con cui vediamo questa proposta di legge regionale, che certo arriva a 60 anni di distanza ma meglio tardi che mai, per garantire il massimo senso di responsabilità da parte del sistema dei parchi piemontesi di ricevere questo ulteriore mandato.
E' un mandato di documentazione su quello che è avvenuto in quelle zone e che amplia il significato della protezione di alcune zone.
Oggi il senso della protezione di alcune zone non è più quello solo naturalistico, ma è un senso più generale: proteggiamo quello che è memoria di quelle zone, alcune volte sono memorie di fauna, altre volte sono memoria di flora, altre volte sono memoria di boschi ed altre ancora sono memoria di sacri monti, mentre altre volte sono memorie sabaude. In questo caso è una memoria della Resistenza.
Quindi, è con particolare favore che prendiamo questo impegno della tenuta della documentazione della memoria di questa zona e crediamo anche che il sistema dei parchi sia quello più adatto a garantire un accesso che viene sempre definito turistico, ma in questo caso è un accesso gentile delicato ed attento sia delle scolaresche che di coloro che vorranno visitare questi luoghi della memoria.
E' un impegno che il sistema dei parchi prende con molto piacere.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. La mia dichiarazione di voto vale per l'articolo 1 e per il testo complessivo.
La riflessione che abbiamo provato a fare, enunciando il voto favorevole, era esattamente quella di provare a vedere se vi era interesse a non fare una valutazione politica della storia.
Noi certamente non vogliamo fare cambiare idea ai colleghi del centrosinistra rispetto al periodo che va dal 1943 al 1947, precedente o successivo. Rilevavamo solo un dato: attualmente, in particolar modo, i soggetti regionali che fanno storia e anche quelli più istituzionali hanno deciso di occultare un pezzo della storia del nostro paese o di non studiarla.
Io non faccio lo storico, credo di conoscere un po' meglio la storia del collega Robotti, perché quando si dice che "ci sono pochi italiani al soldo di..." significa che non si conosce la storia di quel periodo. Poi le valutazioni politiche uno le fa come crede e come meglio ritiene più opportune, ma c'è certamente un dato che a noi preme. Non è certo quello di creare - e lo dicevamo nella relazione - una storia condivisa, perché non vi è alcun paese che ha una storia condivisa, ma tutti i paesi europei hanno una storia, che non ha pezzi non conosciuti, e su quella storia ci si confronta.
La Francia, che ha avuto Vichy, non è che non conosce quello che è accaduto durante il regime di Vichy, ma lo confronta e i partiti successivi al 1945 si sono confrontati anche al loro interno sulla posizione da tenere rispetto al regime di Vichy.
Purtroppo in Italia vi è un pezzo di storia fatta all'interno delle istituzioni, perché fortunatamente - come dicevo prima - la storia è in movimento, per cui da destra, al centro, a sinistra sulla storia non conosciuta e sul debito di memoria che questa nazione ha, c'è qualcuno che scrive.
Noi ci auguravamo che un'istituzione, che non esprime valutazioni necessarie, che non vuole fare riformismo dicendo che quelli che erano buoni, diventano i cattivi e quelli che erano i cattivi diventano i buoni ma alcuni pezzi di istituzione hanno il dovere di tratteggiare e di individuare quelli che sono stati pezzi di storia che oggi non è tale perché è nelle conoscenze di alcune persone e basta.
Quindi, questa volontà purtroppo non vi è stata, anche se abbiamo apprezzato alcuni interventi piuttosto che altri. Io ho apprezzato l'intervento un po' particolare e con una certa riflessione fatto dal collega Dalmasso, che oggettivamente è differente rispetto a quello del collega Robotti, che non ha fatto una geografia resistenziale, ma era proprio con la bandiera in mano.
Ma con quattro parole e con la bandiera in mano, credo che ci si debba interessare quando si pongono alcuni quesiti a chi oggi frequenta non le scuole elementari o medie, ma le scuole medie superiori e con conosce alcuni dati salienti della battaglia resistenziale. Quindi, chi ha a cuore quei principi crede che si dovrebbe preoccupare della non conoscenza piuttosto che del santino.
Detto ciò esprimeremo un voto di astensione perché una minima richiesta di apertura, non perché qualcuno cambiasse posizione, ma perché la Regione intendesse muoversi in modo un po' più speculare rispetto alla storia, a quanto accadde al di fuori di quel...



(Commenti del Consigliere Chieppa fuori microfono)



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Chieppa! Le ricordo che è un Consigliere Segretario! (Commenti del Consigliere Chieppa fuori microfono)



PRESIDENTE

Collega Chieppa! Collega Chieppa, per cortesia!



VIGNALE Gian Luca

Comunque ha sempre un microfono sui banchi!



PRESIDENTE

Collega Chieppa, se vuole intervenire si può accomodare ad un microfono. La prego di non interrompere.
Collega Vignale, le chiedo scusa, ma il tempo a sua disposizione è scaduto.



VIGNALE Gian Luca

Abbia pazienza, Presidente, avrò anche sforato di qualche secondo, ma credo che vadano considerate anche le interruzioni, che vanno comunque benissimo; anzi, rendono un po' più divertenti alcuni interventi molto monotoni che anche il sottoscritto certamente farà.
Concludo dicendo che l'apertura che, in qualche modo, era stata richiesta ad un'istituzione, noi rileviamo che non vi è stata.
Per questo motivo, assumeremo un voto di astensione, che credo vada colto in quanto tale: è un voto di astensione. Lo dico al collega Chieppa e ad altri.
sempre stato molto più semplice prendere e andare al bar, come tanti altri colleghi fanno (non nel merito delle leggi, perché non ci sono).
Sarebbe stato molto più comodo fare così, ma siamo qua e votiamo assumendoci, anche dai banchi dall'opposizione, delle responsabilità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Vi ricordo che siamo sempre in fase di dichiarazione di voto sull'articolo 1.
Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Signor Presidente, voteremo a favore dell'articolo 1, così come degli altri articoli, senza "se", senza "ma" e senza reticenze.
La storia è quella che è: dobbiamo prenderne atto. Soprattutto per chi ha una tradizione politica in una Provincia che ha fatto dell'antifascismo una ragione culturale e morale, è doveroso aderire a questa iniziativa.
Ecco perché ho firmato questo provvedimento.
Vorrei però ricordare in riferimento all'intervento del Consigliere Chieppa che da noi vige anche un detto: non c'è niente di più intollerante che l'antifascista che si comporta in modo intollerante.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Guida.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo, per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



CATTANEO Paolo

Anche noi ci dichiariamo totalmente consenzienti e soddisfatti approvando interamente la proposta di legge. Ne abbiamo già parlato in Commissione, e vi è stata una condivisione direi quasi totale.
Come ha sottolineato il collega Muliere, è molto bello che, a sessant'anni dalla Resistenza, venga approvata l'istruzione di questo Centro di documentazione.
Personalmente mi fa ancora più piacere vedere che si affianca ad un'altra istituzione che esiste già proprio nella mia terra, il territorio novarese: mi riferisco alla Casa della Resistenza Fondo Toce, dove in quegli anni avvenne un terribile eccidio.
Non si tratta di semplici ricordi, ma di rinnovare la memoria, per non lasciar cadere quei valori di grande dignità umana, di democrazia e di libertà.
Certo, nella discussione di oggi sono emerse, com'era logico, tesi differenti. L'essenziale è che da ogni parte si abbia il coraggio del rispetto della verità, anche quando questa può dar fastidio.
Sappiamo che in ogni momento storico, anche nel Risorgimento, ci sono state luci e ombre. Ci possono essere state delle ombre anche nella Resistenza: ciò non toglie l'altissimo valore e la libertà riconquistata.
Questo dev'essere un punto fisso per ciascuno di noi, per chi ci crede, ma anche per chi non crede.
Quando sento dire che se avessero vinto gli "altri" allora ci sarebbe stata la politica dei vinti, immaginiamo, per un momento, se avesse vinto Hitler: sarebbe stata la stessa cosa? Pensiamo anche a questo aspetto.



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione dell'articolato.
Se non vi sono altre dichiarazioni di voto, procediamo con la votazione dell'articolo 1.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine, per dichiarazione di voto sull'intero testo di legge.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, la dichiarazione del mio Gruppo è assolutamente favorevole, poiché è previsto un Centro documentale che, al di là delle considerazioni di merito di natura politica che oggi sono state fatte che, personalmente, ho ritenuto anche di dubbio gusto - la valenza culturale che ne verrà fuori per l'area e per l'intera Regione è di primissimo livello.
Ogniqualvolta l'Aula andrà a proporre dei provvedimenti volti ad arricchire l'offerta culturale e di supporto storico alla nostra Regione il mio Gruppo darà sicuramente il suo apporto più che positivo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giovine.
Passiamo alla votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SI' 38 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 106 "Disposizioni transitorie in materia di revisione dei dimensionamenti delle autonomie scolastiche statali - Anno Scolastico 2006/2007"


PRESIDENTE

Passiamo all'ultimo argomento originariamente iscritto all'o.d.g. che si è deciso di trattare, ovvero la proposta di deliberazione n. 106 "Disposizioni transitorie in materia di revisione dei dimensionamenti delle autonomie scolastiche statali - Anno Scolastico 2006/2007", di cui al punto 10) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Come abbiamo appurato in Commissione, si tratta di un lavoro di recezione delle Autonomie Locali, delle scuole e delle Province, che è stato svolto molto bene dagli Uffici dell'Assessorato. Voteremo a favore.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Leo.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 106.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 106, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Commercio - Norme generali sui trasporti - Trasporti su ferro

Esame mozione n. 203 inerente a "Istituzione di un fondo per il rimborso dei pendolari", presentato dai Consiglieri Cotto, Pichetto Fratin, Nastri Ghigo e Cavallera (Rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 203, presentato dai Consiglieri Cotto, Pichetto, Nastri, Ghigo e Cavallera.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Non si tratta di un ordine del giorno, Presidente, ma di una mozione voluta per promuovere un dibattito.
Ho saputo che durante la Conferenza dei Capigruppo si è deciso di rinviare questa mozione in Commissione: ne chiedo conferma al Presidente o ai Capigruppo.



PRESIDENTE

Sì, è stato deciso di rinviarla in Commissione.



COTTO Mariangela

Se devo essere sincera, un po' mi spiace; mi auguravo che il Consiglio regionale trovasse mezz'ora di tempo per discutere di questa importante mozione, dal momento che mezzo Piemonte avverte un disagio. Ho già avuto modo di illustrare ieri questa mozione e di ribadirne i concetti più importanti.
Prendo atto della decisione - non può essere diversamente - di rinviare tale provvedimento in Commissione per un approfondimento.
Chiedo al Consiglio, per aiutare i lavori della Commissione, di farsi dare da Trenitalia i dati su quanti sono gli abbonati pendolari della nostra Regione, in modo che la Commissione abbia anche la possibilità di iniziare a quantificare la cifra per l'istituzione di questo fondo per il rimborso dei pendolari.
Ovviamente, chiedo anche che questa mozione, che dovrà poi ritornare in Consiglio, venga esaminata nella prima riunione della Commissione competente.



PRESIDENTE

Si dispone che la mozione venga rinviata alla II Commissione per un esame.
Faccio notare che, come sono a conoscenza alcuni colleghi, la Commissione è già impegnata in un lavoro sui disagi patiti dai pendolari sulle linee del trasporto ferroviario regionale.
Quindi, la Commissione sta già lavorando su questi temi e, sicuramente l'esame di questa mozione potrà essere utile a dare una via d'uscita rispetto ad un problema che è già all'attenzione della Commissione.
Ci sono poi gli ordini del giorno n. 205, n. 206, n. 207 rispettivamente dei Consiglieri Rossi, Ricca e Cavallera, che, come convenuto, vengono rinviati alla prossima seduta consiliare.



(L'Aula, all'unanimità acconsente)



PRESIDENTE

Colleghi, siamo giunti al termine della seduta. Rammento che è necessaria una Conferenza dei Capigruppo per calendarizzare la prossima seduta di martedì 10 gennaio. La Conferenza dei Capigruppo è convocata per il giorno 28 dicembre, alle ore 14.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



PRESIDENTE

Buon natale e buone feste a tutti.



(La seduta ha termine alle ore 16.59)



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