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Dettaglio seduta n.515 del 24/11/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.03 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.45)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Auddino, Bellion, Bresso Buquicchio, Comella, Laus, Moriconi, Pizzale, Placido, Rabino, Spinosa e Valloggia.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta, da parte del Consigliere Robotti, di iscrivere all'o.d.g. e di procedere all'esame dell'ordine del giorno n. 1374 dei Consiglieri Robotti, Clement Dalmasso, Deambrogio, Bossuto e Chieppa, inerente a "Disordini tra studenti dell''Onda' e rappresentanti istituzionali del PdL"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente. Nella giornata di venerdì mattina, un gruppo di studenti, tra l'altro poco numerosi, che fanno capo al movimento che si batte per la difesa dell'Università e della scuola pubblica, si è recato presso la sede provinciale e regionale del PdL, il Popolo della Libertà perché in quella mattinata era prevista una visita informale, non ufficiale, del Ministro Gelmini, il Ministro della Pubblica Istruzione.
L'arrivo di questi studenti (una ventina, peraltro nessuno di questi appartenenti ai movimenti antagonisti No global - posso garantirlo perch ho una certa conoscenza di quei movimenti e tra quei ragazzi non c'era nessuno di questi) nell'androne del palazzo, dove ci sono altri uffici e abitazioni civili, è stato accolto da alcuni funzionari di Polizia peraltro non in divisa, e da alcuni esponenti del Popolo della Libertà (in particolare, ne ho conosciuti due, ovvero l'onorevole Ghiglia e il Consigliere comunale Ravello).
È iniziata una serie di diverbi, legati al fatto che il Consigliere comunale e l'onorevole Ghiglia si sono frapposti tra l'androne e i ragazzi e ad un certo punto, prima il Consigliere comunale Ravello e poi l'onorevole Deputato - e lo dico tra molte virgolette - Agostino Ghiglia si sono sfilati la cinghia dai pantaloni, hanno avvolto la stessa intorno alla mano e con il pugno chiuso, protetto dalla pelle della cinghia, hanno letteralmente preso a cazzotti gli studenti dell'Onda. Quando questi ragazzi, reagendo stupiti in seguito ad un atteggiamento così aggressivo e violento da parte di una persona che tra l'altro non conoscevano, perch non sono ragazzi informati della politica, hanno chiesto le ragioni di quel tipo di atteggiamento.



PRESIDENTE

Scusi, collega Robotti, questo non c'entra con l'ordine dei lavori. Lei è intervenuto sull'ordine dei lavori: la prego di avanzare la sua proposta.



ROBOTTI Luca

La sto per avanzare, Presidente. Quando questi ragazzi si sono rivolti all'onorevole, l'onorevole ha risposto: "Io ti sciolgo nell'acido; stronzo io ti sciolgo nell'acido".
Credo che parole e atteggiamenti di questo tipo, da parte di un deputato della Repubblica, cioè una persona che ha la responsabilità istituzionale e politica di rappresentare tutti i cittadini italiani, non solo quelli torinesi o piemontesi, sia intollerabile.
La informo, Presidente, che non ho alcuna intenzione di far svolgere i lavori del Consiglio regionale sino a quando questo Consiglio non affronterà una discussione su tale argomento e non voterà un ordine del giorno di censura nei confronti di atteggiamenti violenti, fascisti intollerabili da un punto di vista democratico, che delegittimano la politica e allontanano i giovani, che stanno rivendicando il loro diritto allo studio, dalle nostre istituzioni.
Pertanto, Presidente, non intendo far svolgere il normale o.d.g. del Consiglio sino a quando questo Consiglio non si fermerà e discuterà un ordine del giorno o una mozione di condanna nei confronti di questi atti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Robotti. Sappia che non intendo permettere che questo Consiglio sia condizionato dalle velleità dei singoli Consiglieri. Questo Consiglio è stato convocato in sessione straordinaria ai sensi dello Statuto; c'è un argomento da discutere e si discuterà questo argomento, che a lei piaccia o no.
Per quanto riguarda l'istanza che lei pone, cioè discutere di questa questione, ovviamente, come su tutto ciò che viene richiesto, ne discuteremo, comunicando a tutti i colleghi interessati che ne discutiamo e approfondiamo i fatti.
Possiamo votare ogni deliberazione sul punto, ma previa calendarizzazione o previa discussione, specie su una questione politicamente così deflagrante come quella che lei ha richiamato. Io non conosco i fatti, ma, specie su una questione così deflagrante, discuteremo avendo informato tutti i Presidenti dei Gruppi.
Sul fatto di specie non mi pronuncio; faccio solo notare che gli eventi sono avvenuti sulla porta di casa di un partito, quindi c'era una situazione che m'induce ad una prudenza nell'esaminarli. Comunque, ne discuteremo a tempo debito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Presidente, concordo con la proposta di affrontare prossimamente, come dice lei, la questione sollevata dal collega Robotti. Io ero presente e posso garantire che quelli dell''Onda' non erano una Contrada del Palio di Siena, ma erano 40 persone che si sono presentate; non so neanche se il Consigliere Robotti fosse presente, perché ha detto alcune cose inesatte quindi probabilmente non era nemmeno presente.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere.



MONTEGGIA Stefano

Presidente, mi faccia la cortesia: ha parlato il collega Robotti voglio parlare anch'io, tanto sto nel minuto e mezzo, neanche nei due minuti.
Questi ragazzi - dicevo - sono entrati e sono saliti sulle scale stavano cercando di entrare nella sede di un partito e questo non mi sembra un atteggiamento molto tollerante. Ho anche rischiato di ricevere qualche legnata dai Carabinieri, perché quei ragazzi, siccome erano dei santi picchiavano contro gli scudi della Polizia.
Non mi sembra che sia stata una manifestazione molto tollerante, se aspettavano solo il Ministro Gelmini o cose del genere. Pertanto, va bene discutere di questi fatti.
Sinceramente, non so cosa abbia detto l'Onorevole Ghiglia; non lo posso testimoniare, perché ero lontano, ero dietro e gli altri erano già passati e saliti.
Se si vogliono difendere questi personaggi, ci si informi prima, perch probabilmente il collega Robotti non ha ben capito da chi fosse composta questa pattuglia di persone che era arrivata per contrastare il Ministro Gelmini, o per picchiare.
Io sono dovuto scappare: faccia il conto lei, se erano tutti tranquilli o santi, ma sicuramente - ripeto - non erano la Contrada dell'Onda o della Torre del Palio di Siena! Erano ben organizzati. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente. Non metto minimamente in dubbio l'importanza dell'argomento sollevato. Il Consiglio regionale troverà il tempo per discuterne, però dobbiamo affrontare il problema degli interventi a sostegno delle piccole e medie imprese in temporanea crisi di liquidità.
I problemi che dovremmo affrontare sono decine e decine, ma questo è iscritto all'o.d.g. odierno. Non è possibile che perdiamo del tempo anziché partire subito, su questo argomento.
Poi mi stupisce che tale atteggiamento arrivi da chi i lavoratori dovrebbe difenderli. Forse i proprietari delle piccole imprese non sono lavoratori? Non lavorano queste persone? Si ha l'impressione che i lavoratori siano solo alcuni.



PRESIDENTE

Collega Novero, le chiedo scusa. Se non vi sono altri interventi sull'ordine dei lavori, passiamo dalla discussione sul metodo alla discussione sulla sostanza, che penso sia la ragione per cui questa assemblea è convocata.
Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente. Io chiedo un impegno esplicito da parte sua a discutere di questo argomento nella giornata di oggi come primo punto all'o.d.g.
Noi proporremo un ordine del giorno: chiedo che lei lo metta in votazione subito e chiedo alla maggioranza di sostenere la necessità di discutere questo documento, altrimenti da parte mia non c'è la disponibilità a permettere la discussione di questo punto all'o.d.g. questa mattina.



PRESIDENTE

Collega Robotti, non posso impegnarmi perché, per quanto riguarda l'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g., la prassi prevede che vengano iscritti; per quanto riguarda la discussione e l'esame, in deroga al calendario l'abbiamo sempre fatto se c'era l'intesa dei Gruppi consiliari.
Se c'è questa intesa larga, non ho ragione di evitarlo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Ricordavo al collega Robotti che la discussione che sollecitava anche il collega Novero non è una discussione basata sull'o.d.g.: è un impegno statutario e regolamentare relativamente a una richiesta di Consiglio straordinario regolarmente effettuata e regolarmente firmata da almeno 15 Consiglieri, che quindi non è patteggiabile in sede politica perché sta negli obblighi.
Noi abbiamo chiesto che oggi, a 15 giorni - non prima - dalla data in cui la richiedemmo, avvenisse questa discussione. In tal senso, il Presidente ha semplicemente eseguito una norma regolamentare, che non è modificabile per volontà politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Grazie, Presidente. Credo che anche i segnali che arrivano stamattina da quest'Aula indichino un clima difficile e incandescente che si sta generando soprattutto nella nostra città; un clima nel quale manifestare contro qualsiasi cosa sembra che stia diventando un reato; un clima dove si passa dallo scontro verbale allo scontro fisico nel giro di pochissimi secondi.
Ritengo che sia estremamente opportuno che il Consiglio regionale affronti e discuta questo tema ed eventualmente stigmatizzi anche comportamenti che sicuramente non fanno onore a chi è chiamato a rappresentare le istituzioni nel nostro Paese, anche se non si può mettere sullo stesso piano chi ha responsabilità molto diverse.
Tuttavia, penso che questa mattina siamo impegnati in una discussione che può vederci anche divisi sulle soluzioni da adottare, che però ci vede e ci ha visto (sia nella Conferenza dei Capigruppo sia in altri momenti della discussione in Commissione bilancio) concordare sul fatto che esiste un problema significativo che stanno vivendo tante piccole e medie imprese e che merita di essere discusso, affrontato e rispetto al quale vanno trovate delle soluzioni.
Ci sono delle proposte in campo; proposte da parte dell'opposizione e proposte da parte della Giunta, che l'Assessore Bairati potrà illustrarci.
Chiedo un impegno da parte di tutti i Gruppi a iscrivere l'ordine del giorno del collega Robotti appena ci sarà il numero idoneo di Consiglieri presenti, ma su questo non dovrebbero esserci particolari problemi; oggi pomeriggio, assieme agli altri punti - ma anche su questo dobbiamo essere concordi - affronteremo anche questo documento.
Abbiamo altri provvedimenti da discutere, due in maniera significativa in più avremo questo ordine del giorno. Credo che sia importante che questo Consiglio regionale discuta questa mattina le problematiche delle piccole e medie imprese e che oggi pomeriggio si affronti anche questo tema, perch ripeto - il clima di intolleranza, di scontro fisico che sta salendo in città è un clima che va assolutamente contrastato e rispetto al quale le istituzioni devono prendere posizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Presidente, è chiaro che siamo tutti d'accordo ad affrontare questa mattina un tema che ci sta a cuore: il futuro delle nostre imprese e la situazione del sistema economico del Piemonte. Questa mattina dobbiamo assolutamente discutere di questo. Poi, per quanto riguarda altri ordini del giorno, come abbiamo sempre fatto in quest'aula, questi si iscrivono e si concorda la discussione (tra l'altro, abbiamo anche altri ordini del giorno urgenti).
Credo che poi o con i Capigruppo o con lei, Presidente, dovremo trovare un'intesa su come affrontare anche la questione degli ordini del giorno quindi alla ripresa dei lavori di oggi pomeriggio affronteremo la questione, ma credo che adesso sia opportuno passare alla discussione sulla questione per cui era stato convocato il Consiglio straordinario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Credo che, al di là del fatto che l'o.d.g. va rispettato in particolar modo quando ci si trova di fronte a una sessione straordinaria del Consiglio e di fronte a un tema tanto importante come quello che il Consiglio vuole affrontare, se l'ordine del giorno verrà iscritto, nella seduta pomeridiana affronteremo il tema che il documento pone.
È evidente che la ricostruzione che prima il collega Robotti e poi il collega Clement hanno fatto è una ricostruzione di parte: su questo ripeto, discuteremo.
L'utilizzo della violenza quale strumento di lotta politica credo che sia evidente da quale parte sta e chi quotidianamente o settimanalmente lo utilizza, ma avremo modo discuterne se e quando l'ordine del giorno verrà iscritto.
La tematica sul lavoro è una tematica a cui le imprese e i cittadini piemontesi attendono una risposta e credo che questo Consiglio la debba dare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Chiedo scusa, Presidente, ma noto oggi una cosa un po' strana. Abbiamo passato parecchi Consigli, proprio tanti, su argomenti altrettanto importanti a discutere se esaminare ordini del giorno di condanna a movimenti e a realtà di partecipazione, diciamo così, prendendo per spunto momenti di tensione o scontri. Abbiamo passato molti Consigli così.
Ogni qualvolta la destra ha presentato un ordine del giorno di questo tipo c'è stato un piegarsi a questa volontà e ad andare avanti. Oggi sono un po' dispiaciuto per il taglio di censura che stiamo dando alla proposta del Consigliere Robotti.
Accetto la mediazione, nel senso che mi rendo conto - per carità - che ci sono le priorità. Altre volte abbiamo sempre avuto le priorità, ma altre volte le abbiamo superate e ci siamo passati sopra. Oggi - abbiamo anche degli ospiti in tribuna, penso sia questo forse il motivo più importante mi piego a questa volontà, però ricordiamoci che non ci sono due pesi e due misure, ricordiamoci che anche le proposte che giungono da questi banchi hanno la loro dignità di priorità di ascolto.
Vorrei rassicurare il collega Monteggia che erano studenti quelli che l'altro giorno hanno dato vita a quella protesta. Studenti; non c'erano facinorosi per quello che ci risulta. Studenti, quindi parte della nostra cittadinanza, nostri cittadini piemontesi, torinesi.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

"Interventi regionali a sostegno delle piccole e medie imprese" richiesta dai Consiglieri Burzi, Casoni, Cavallera, Cotto, Giovine, D'Ambrosio Caramella, Toselli, Ferrero, Pedrale, Leo, Leardi, Monteggia, Filiberti Dutto, Novero, Boniperti, Nicotra, Cirio, Lupi e Vignale - Esame proposta di legge n. 646, inerente a "Interventi a sostegno delle piccole e medie imprese in temporanea crisi di liquidità"


PRESIDENTE

Colleghi, la seduta odierna vede il Consiglio convocato in sessione straordinaria, ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto, per discutere gli interventi regionali a sostegno delle piccole e medie imprese, come richiesto dai Consiglieri Burzi e altri, e quindi per l'esame della proposta di legge n. 646, "Interventi a sostegno delle piccole e medie imprese in temporanea crisi di liquidità".
Il relatore di maggioranza è il Consigliere Pace; il relatore di minoranza è il Consigliere Burzi.
La proposta è stata licenziata a maggioranza, con voto negativo, dalla VII Commissione, il 9 novembre 2009.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Mi sembrava che l'Assessore Bairati volesse intervenire, non voglio far perdere tempo. Ci dovrebbe essere una relazione di maggioranza del Consigliere Pace. Se il Consigliere legge la relazione di maggioranza, io leggo quella di minoranza



PRESIDENTE

Intendiamoci, la convocazione del Consiglio era una sessione straordinaria per la discussione di un tema preciso, a questa abbiamo abbinato una proposta di legge che è stata licenziata dalla Commissione quindi possiamo interloquire in sede politica con la sua relazione, oppure passare all'esame della proposta.
Lascio la decisione in merito a coloro che hanno chiesto la seduta di Consiglio.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Dalle parole del Consigliere Bossuto abbiamo preso atto che ormai lei è stato accreditato alla destra, quindi questo ci onora, ci sorprende un po' ma ci onora.
Il tema è la legge n. 646. La legge n. 646, come certamente i Consiglieri sapranno, è stata bocciata in VII Commissione un po' di tempo fa. Da lì è nata la nostra richiesta di convocare un Consiglio straordinario, che si sta tenendo in questo momento.
Essendo l'oggetto un disegno di legge, ci deve essere una relazione di maggioranza, quindi pregherei il Consigliere Pace, che è relatore di maggioranza, di leggerla.
Ben volentieri leggerò la relazione di minoranza, e poi si procederà secondo le modalità previste. L'Assessore Bairati, credo che abbia delle cose da dirci, quindi se vorrà intervenire lo ascolteremo, come al solito con la dovuta attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pace, relatore di maggioranza.



PACE Massimo, relatore

Grazie, Presidente.
La proposta di legge, considerata l'attuale situazione di sofferenza finanziaria in cui si trovano ad operare le piccole e medie imprese piemontesi, si pone come strumento temporaneo e straordinario prevedendo finanziamenti agevolati alle stesse con l'obiettivo di ripristinare una situazione di liquidità aziendale equilibrata per il proseguimento e il rilancio dell'attività e la tutela del livello occupazionale. In particolare, sono disciplinati interventi finalizzati a: trasformare i debiti a breve delle aziende in debiti a medio-lungo termine; contribuire agli investimenti sostenuti dalle imprese con risorse proprie negli ultimi due anni; metterle in condizione di far fronte con puntualità agli adempimenti fischiali e contributivi; favorire il reintegro dei dipendenti esclusi nell'anno 2009 dal processo produttivo; regolarizzare lo stato patrimoniale delle imprese prevedendo, quale condizione vincolante per l'erogazione del finanziamento, la destinazione del 20% del medesimo alla ricapitalizzazione dell'azienda.
Pur considerando la bontà della proposta di legge e la condivisibilità di molti obiettivi che si prefigge, si deve, tuttavia, sottolineare che agli stessi è già stata data risposta in larga misura con interventi assunti a livello sia regionale che nazionale finalizzati a ricostruire la liquidità delle piccole e medie imprese.
A seguito del confronto avvenuto nell'ambito del Comitato di indirizzo per le misure anticrisi costituto presso la Presidenza della Regione, che ha visto la partecipazione degli Enti locali, delle associazioni imprenditoriali e del sistema bancario, sono state individuate le modalità di intervento ritenute più idonee a migliorare la capacità di accesso al credito delle imprese colpite dalla recessione innescata dalla crisi finanziaria.
A tal fine, sono stati istituiti dalla Giunta regionale i fondi di riassicurazione per le piccole e medie imprese e per l'artigianato piemontese, che favoriscono l'aumento della percentuale di garanzie offerte dai confidi alle imprese che provengono da un passato recente industrialmente sano e che, essendo interessate da un calo del fatturato o degli ordinativi, potrebbero cadere in una situazione di tensione finanziaria. Ai fondi in oggetto sono stati assegnati 40 milioni di euro di cui dieci riservati al fondo di riassicurazione per l'artigianato piemontese e 30 al fondo di rassicurazione per le piccole e medie imprese non artigiane.
Ai fondi suddetti è stato affiancato un fondo di garanzia, con una rotazione di risorse regionali di 15 milioni di euro, per agevolare l'accesso al credito di imprese con oltre 250 dipendenti, esposte al rischio di carenza o indisponibilità di credito bancario nell'attuale fase di crisi economica e finanziaria.
Un ulteriore intervento della Regione consiste nel sostegno al sistema dei confidi mediante la ripartizione tra le strutture di garanzia operanti in Piemonte di 22 milioni di euro e la patrimonializzazione di circa 54 milioni di euro già conferiti ai confidi ai sensi di normative settoriali.
È inoltre allo studio, di intesa con le altre Regioni, un'iniziativa per consentire la moratoria temporanea sui finanziamenti ai sensi di normative regionali, in quanto tale intervento inerente ai finanziamenti pubblici non è attivabile in base all'Avviso comune sottoscritto tra l'ABI e le associazioni imprenditoriali finalizzato alla sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema creditizio. Considerato il carattere di eccezionalità dell'attuale congiuntura, l'obiettivo dell'Avviso è di favorire la continuità dell'afflusso di credito al sistema produttivo, fornendo alle piccole e medie imprese con adeguate prospettive economiche e che possano provare la continuità aziendale, liquidità sufficiente per superare la fase di maggiore difficoltà e giungere al momento della ripresa economica nelle migliori condizioni possibili.
Nello specifico vengono individuati diversi interventi: sospensioni per 12 mesi del pagamento della quota capitale delle rate di mutuo; sospensione per 12 ovvero per sei mesi del pagamento della quota capitale implicita nei canoni di operazioni di leasing rispettivamente immobiliare ovvero mobiliare; allungamento a 270 giorni delle scadenze del credito a breve termine per sostenere le esigenze di cassa, con riferimento alle operazioni di anticipazione sui crediti esigibili; contributo al rafforzamento patrimoniale delle imprese di piccole e medie dimensioni, prevedendo un apposito finanziamento e altre forme di intervento per le aziende che realizzano tali processi di rafforzamento.
Considerate pertanto le iniziative suindicate, la Commissione ha discusso del disegno di legge e ha ritenuto opportuno licenziare a maggioranza con voto negativo, la presente proposta di legge.
Perché con voto negativo? È importante collocare le diverse situazioni.
Credo, e lo dico senza nessun infingimento, così come la penso, che la proposta di legge presentata, è da considerarsi assolutamente strumentale.
Per un motivo molto semplice: a fronte di una grossa disponibilità, da parte della maggioranza e della Giunta ad affrontare questi temi, anche in Commissione, tutte le volte che se n'è avuta l'opportunità, si è voluto forzare strumentalmente la discussione della proposta di legge.
Credo che, a questo punto, si tratta di fare anche una piccola digressione. È davvero incredibile, cari colleghi e Presidente, che il vuoto dell'iniziativa della destra, a livello nazionale, su temi di questo tipo, si trasformi in rivendicazioni così animate a livello regionale.
Ripeto, il vuoto della proposta, l'assenza dello Stato rispetto ai problemi, oppure promesse che, di fatto, non si mantengono mai. È certo che in un momento di crisi economica è necessaria la giusta coesione da parte di tutte le forze sociali. Ed è soprattutto utile la coesione della politica. Non bisogna giocare a fare i primi della classe su queste materie, oppure affrontare questo tema solo ed esclusivamente in chiave elettorale.
Credo che così sia stata vissuta da parte nostra. Certo, questo tipo di atteggiamento e questo tipo di comportamento, cioè che a fronte di disponibilità si arrivi a rigettare tale disponibilità, credo che sia davvero una caduta di stile.
Permettete che io giudichi sbagliato promettere per promettere su questi temi, che non sono né di destra né di sinistra, ma sono i problemi della nostra economia, ai soli fini della propria visibilità.
Concludo il mio intervento, dicendo questo: grazie a Dio questa maggioranza ha la maturità ed avrà la maturità di non cadere nella semplice strumentalità e continua ancora oggi a manifestare la disponibilità a raccogliere i giusti stimoli e i giusti spunti che dal progetto di legge ci sono e che sicuramente vanno assunti. Credo che la Giunta sarà in grado di fare le proposte adeguate, così come ha tentato invano di fare in Commissione.
Grazie, Presidente e Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi, relatore di minoranza.



BURZI Angelo, relatore

Grazie, Presidente.
Sono contento che ci abbia raggiunto la Presidente Bresso anche a connotare l'importanza del tema, al di là di quello che sarà l'esito della discussione di oggi e delle sessioni successive.
Credo che nell'intervento del collega Pace quale relazione di maggioranza, per la parte che era già stata distribuita, ma anche e soprattutto per la parte finale, ci sia un po' la sintesi al momento di quella che è la situazione per come la percepiamo noi.
Dice la relazione di maggioranza ad un certo punto: "Pur considerata la bontà della proposta di legge e la condivisibilità degli obiettivi che si prefigge" - quindi la bocciamo, perché questo è avvenuto, ma attenzione a quel che è scritto subito dopo - "si deve tuttavia sottolineare che agli stessi è già stata data risposta in larga misura con interventi assunti sia a livello regionale che nazionale finalizzati a ricostituire la liquidità delle piccole e medie imprese".
Questa frase si sposa un po' meno con la definizione di vuoto da parte del Governo nazionale, ma queste sono polemiche che trovo ragionevolmente inutili in questa sede, che è una sede regionale. Mentre il fatto che ci interessa sottolineare è se la risposta che è stata data in sede di competenza, questa nella quale noi ci muoviamo, sia essa sufficiente o no sia per gli strumenti individuati che per l'entità delle risorse che ad esse siano state dedicate.
Il collega pace ha perfettamente ragione nel sostenere che la finalità del disegno di legge - che è una proposta e nient'altro, fatta da un Gruppo di opposizione, e ringrazio tutti i colleghi del Gruppo di AN, della Lega e degli altri Gruppi minori che l'hanno voluta sottoscrivere - è certamente una finalità strumentale. Ma la parola "strumentale" nel vocabolario che avevo io significa essere "strumento per", ed è esattamente quello che propone il disegno di legge.
Per i pochissimi che eventualmente non ne fossero ancora informati riassumo quella che, secondo noi, era la situazione nel momento in cui la presentammo, ed è la situazione oggi.
Il mondo delle imprese vive un momento di difficoltà che noi abbiamo da tempo definito di emergenza. Ricordo solo e soprattutto ai colleghi della maggioranza che l'approvazione del bilancio in questo momento in essere quello del 2009, che è stato approvato il 23 dicembre dello scorso anno, è avvenuta grazie ad un forte spirito di collaborazione, non di certo di condivisione del merito, da parte dei colleghi dell'opposizione, che allora ritenevano che fosse indispensabile dotare l'ente Regione di uno strumento pur non condivisibile nell'ambito di come era stato scritto, ma di uno strumento operativo, proprio perché temevamo che sarebbero arrivati tempi più difficili, che ci sembra oggi siano quelli in essere.
Chi legge i giornali di questi giorni, anche quelli di oggi, constata che i sintomi di ripresa a livello finanziario si stanno già evidenziando.
Lo testimoniano le Borse di tutto il mondo, anticipando i segnali di una ripresa, ma ancora per un certo tempo i segnali di ripresa finanziari o i macrosegnali non si trasmetteranno al mondo delle imprese, soprattutto a quelle piccole, piccolissime e micro, che stanno soffrendo e temo - anche se spero di sbagliarmi - che soffriranno della crisi nel prossimo periodo.
Che cosa si prefiggeva il disegno di legge e qual è, secondo me l'argomento della discussione di oggi, "considerata", come dice la relazione di maggioranza, "la bontà della proposta e la condivisibilità degli obiettivi". Fare in modo che questa condivisibilità degli obiettivi si traduca in azioni, siano esse disegni di legge o emendamenti di leggi o utilizzi di leggi esistenti o atti di governo o deliberazioni, che abbiano la finalità della condivisibilità degli obiettivi che, a nostro avviso, non sono ancora stati raggiunti al meglio possibile, che non esiste, ma dedicando a queste finalità il massimo delle risorse possibili oggi.
Se l'emergenza è oggi, è inutile che immaginiamo degli strumenti che agiscano nel corso del 2010 o del 2011, quando invece ci auguriamo, a ripresa già consolidata, si tratterà di accompagnare la ripresa con gli strumenti di sistema, perché l'emergenza si affronta con le misure di emergenza. Quando c'è l'alluvione si usano le idrovore e le pale per togliere il fango e si alzano gli argini; quando l'alluvione è terminata e il fango è stato rimosso dalle case dei cittadini e dalle imprese, si definiscono strumenti di sistema, vuolsi la pulitura dei letti del fiume vuolsi una strutturazione dell'equilibrio idrogeografico, in modo che nuove emergenze o non si verifichino o si verifichino con minori danni.
Che cosa dice oggi, secondo noi, il mondo dell'impresa? Che hanno tre problemi: in primis, carenza di ordini. Su questo credo che la competenza locale e la competenza nazionale, tranne che per l'area della pubblica appaltistica, poco possa e debba fare. Se ci sono appalti pubblici cantierabili immediatamente nel sistema infrastrutturale, è evidente che generano un flusso benefico al mondo dell'impresa locale. Se ci sono interventi nell'ambito dei lavori pubblici, evidentemente hanno le stesse finalità. Operano nella stessa direzione gli interventi a favore del mondo dell'edilizia, su cui anche quest'Aula si è confrontata nel corso del recente passato, perché è noto che le crisi che hanno contraddistinto le fasi precedenti della nostra collettività, quando hanno un momento di ripartenza, vedono il mondo dei lavori pubblici e il mondo dell'edilizia come il primo segmento, alla ripartenza del quale poi si aggancia la ripartenza dell'intero settore. Quindi, sugli ordini credo che possiamo fare poco o nulla, ma mi piacerebbe essere smentito.
In secondo luogo, vi è l'accesso al credito. L'accesso al credito è stato ed è uno dei temi più lungamente dibattuti in tutte le sedi sia quelle locali che quelle nazionali.
Lo riassumo con una modalità un po' breve. Se non ci è riuscito Tremonti, che notoriamente non ha uno splendido carattere da un lato e notoriamente non è un fautore o un simpatizzante del mondo bancario in senso lato - dai Tremonti bond e dallo scarso utilizzo degli stessi dubito che ciò in cui non è riuscito il Governo nazionale di oggi nel fare in modo che l'accesso al credito venga mantenuto o aumentato a quello che le banche chiamano il credito buono. Ma qual è il credito buono? A giudizio delle banche, a giudizio di un terzo si è tentato di creare un osservatorio da parte dei Prefetti sulla funzionalità di questa iniziativa, di cui Burzi condivide la finalità. Dubito che abbia avuto effetti di efficacia nell'ambito dei percettori del credito stesso.
Rimane il terzo punto: la liquidità. Questo disegno di legge - che ci fa piacere che la maggioranza condivida nelle finalità - ha lo scopo di dare, nell'ambito del possibile, liquidità al mondo delle aziende (piccole piccolissime e micro) subito, cioè bombole di ossigeno in modo da aiutare il mondo delle imprese a "passare 'a nuttata" - come direbbe Eduardo De Filippo - ma non perché questo risolva il fatto del sistema. Nessuno ha questa ambizione e neanche questa convinzione, ma perché ci si immagina che, riducendo il numero delle vittime soffocate da carenza di liquidità queste strutture, sopravvivendo, e quindi non dovendo soffrire la criticità dovuta alla carenza di liquidità odierna per una serie di voci, si possa verificare, essendo fondamentalmente aziende sane, una ripresa del ciclo produttivo e del ciclo economico, che le accompagni; magari utilizzando anche strumenti di sistema verso una ripresa più stabile.
Quindi, il disegno di legge elenca una serie di voci che potrebbero essere finanziabili. Il quanto diventa poi l'oggetto principale della discussione, ma prima di decidere quanto utilizzare, bisognerebbe convenire sul come e sul dove, già definendo nell'ambito della finanziabilità di questi interventi una finalità di sistema, che è quella di dedicare una parte di prestiti bancari, facilitati da questo tipo di intervento, una componente (che noi ipotizziamo sia del 20%) alla patrimonializzazione delle imprese stesse.
Sappiamo benissimo che il mondo delle imprese (sia quelle piemontesi sia quelle operanti nel tessuto italiano e sicuramente nel Nord Italia) soffre di un'endemica sottocapitalizzazione, di cui credo che le principali responsabilità stiano nel mondo dell'impresa stessa e in un sistema fiscale di accesso al credito che certamente non ha favorito la capitalizzazione delle stesse. Quindi, erogare prestiti a condizioni facilitate o facilitarne l'erogazione a parte del costo degli interessi eventualmente derivanti e fare in modo che una parte significativa della cifra venga indirizzata alla capitalizzazione delle imprese, costituisce un elemento di irrobustimento del sistema, un elemento di garanzia reale che dovrebbe facilitare il colloquio tra il mondo del credito nella sua pluralità e il mondo delle imprese stesse. Il compito della Regione è quello appunto di facilitare questa modalità immediatamente.
Nell'ambito delle discussioni che sin qui sono state poste in essere il collega Pace non ce ne vorrà - non abbiamo accentuato nessun tono polemico, sia perché, come ben sapete, siamo dotati, anche personalmente di un eccezionale buon carattere, quindi la polemica sfugge da ogni e qualunque tentazione che ci riguardi (noi non facciamo polemiche neanche quando siamo sicuri di aver ragione, figuriamoci se la faremmo oggi), al di là delle battute, ci interessa ottenere dei risultati. Se dovessimo utilizzare la leva della polemica (ripeto, che almeno per oggi non faremo) credo che avremmo da dire tutta una serie di cose, ma che non diciamo perché il nostro obiettivo è tornare alla frase della relazione di maggioranza ("la condivisibilità degli obiettivi che si prefigge"). Se gli obiettivi sono condivisibili, prendiamo atto che la nostra proposta essendo strumentale (il che è vero, perché era lo strumento per portare liquidità alle piccole, piccolissime e medie imprese) è stata cassata; non ce ne faremo per questo un motivo di preoccupazione. Sentiamo autorevolmente da parte della maggioranza che cosa si può fare per migliorare quanto è già stato proposto.
Ci sembra invece che (perché altrimenti finisce che alle provocazioni si reagisce, nonostante siano tutti studenti che erano lì per manifestare il loro diritto allo studio, nel caso dell'ordine del giorno che discuteremo oggi pomeriggio, ma anche in questo caso), se la proposta dell'opposizione non è condivisibile totalmente, perché in parte realizzata, adesso competa alla maggioranza e alla Giunta, o alla Giunta e alla maggioranza, dire delle cose che noi già garantiamo che, se condivisibili, saremo lietissimi di approvare, visto che gli obiettivi erano e rimangono condivisi, e il nostro obiettivo non è vincere le elezioni - questo lo decideranno gli elettori e non il collega Pace, né in quelle locali né in quelle nazionali), ma dare subito (è passato più di un mese da questo discorso, decisamente di più) liquidità immediata soprattutto alle piccole e piccolissime aziende, perché temiamo che corrano un rischio notevole. Questo rischio ci preoccupa molto per gli imprenditori, per i dipendenti degli imprenditori, ma anche per il territorio piemontese, perché il mondo delle imprese, insieme al mondo della famiglie, secondo noi, è un elemento importante della vera realtà patrimoniale di questa regione, inquinato e indebolito il quale si è indebolito il contesto di tutti, l'essenza della nostra realtà stessa, non il colloquio tra la maggioranza e la minoranza.
Quindi, nessuna polemica. Attendiamo con utile e positiva disponibilità che le manovre previste (alcune delle quali erano allo studio, altre probabilmente ad oggi sono già state maggiormente definite) possano essere proposte ed esaminate, e se solo garantiscono un aiuto al mondo delle imprese, da parte nostra anche votate.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto superiore "G. Colombatto" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto superiore "G. Colombatto" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Inizialmente, avete assistito a un dibattito sul tema degli interventi regionali a sostegno delle piccole e medie imprese piemontesi.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

"Interventi regionali a sostegno delle piccole e medie imprese" richiesta dai Consiglieri Burzi, Casoni, Cavallera, Cotto, Giovine, D'Ambrosio Caramella, Toselli, Ferrero, Pedrale, Leo, Leardi, Monteggia, Filiberti Dutto, Novero, Boniperti, Nicotra, Cirio, Lupi e Vignale - Esame proposta di legge n. 646, inerente a "Interventi a sostegno delle piccole e medie imprese in temporanea crisi di liquidità" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con il dibattito sul tema degli interventi regionali a sostegno delle piccole e medie imprese piemontesi.
La parola all'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore all'industria e energia

Grazie, Presidente.
Poiché gli incipit, sia della maggioranza che della minoranza coincidono sulla necessità di interventi in favore del sistema imprenditoriale piemontese, vale forse la pena fare qualche precisazione e qualche aggiornamento sui segni di perdurante preoccupazione rispetto allo stato dell'economia. Infatti, nelle ultime settimane abbiamo visto alternarsi e affollarsi diversi consuntivi e diverse previsioni per il 2010, che però hanno, mi pare, un punto di convergenza, che è anche la premessa dalla quale parte la proposta di legge, di cui abbiamo ascoltato le relazioni, e anche alcuni dei provvedimenti che sono già stati elaborati dalla Giunta e che la Giunta intende assumere proponendoli alla riflessione dell'Aula.
Queste considerazioni sono le seguenti: tutti gli istituti concordano sul fatto che il processo recessivo sia giunto al suo punto più basso, nel senso che si sia fermato, ma che sia difficile oggi parlare di ripresa perché il processo di ripresa pare ancora lento, confuso e incerto.
Infatti, le previsioni, come sapete, per il 2010 di crescita del PIL stanno in una forchetta - nelle previsioni - tra lo 0,5 e lo 0,8, il che vuol dire che (stando alle parole sia del governatore Draghi che del Ministro Tremonti) per recuperare quella caduta di sei punti percentuali del PIL del 2009, a questi tassi di crescita tendenziali, ci vorrebbe un arco di tempo compreso tra gli otto e i 12 anni.
Nel frattempo, però, la situazione complessiva dei mercati è una situazione che comprende zone di ripresa brillante: il trimestre del mercato americano, che è molto importante per l'economia nazionale, segna 3,5, l'area euro -0,2, l'Asia +6%, l'Italia -0,5.
I consuntivi dell'anno si assesteranno probabilmente (tornando alla nostra regione) su circa -18%, frazione più, frazione meno, di produzione industriale negativa rispetto al 2008.
Unici segni positivi da non trascurare (il Consigliere Burzi faceva riferimento ad alcuni di questi) sono una debolissima ripresa degli ordini interni, una discreta (+10%) ripresa degli ordini dall'estero, e una conferma del positivo contributo - ormai quasi esclusivo - alla bilancia tecnologica nazionale da parte della nostra regione.
Aggiungo (non ce n'era cenno nelle relazioni dei Consiglieri) che ovviamente la preoccupazione maggiore in questo momento riguarda il trascinamento lungo per l'occupazione nelle nostre imprese, che ha dei dati oggettivamente preoccupanti, se consideriamo che il primo semestre conta un saldo negativo di -18.000 unità complessive e -27.000 nelle nostre imprese industriali.
Quindi, la situazione è grossomodo quella che vi ho sommariamente descritto. Poi, altri indicatori sono disponibili, ma la situazione permane, a mio modo di vedere, molto critica e tale rimarrà anche sul fronte occupazionale.
Il disegno di legge poneva tre questioni di fondo: la questione relativa alla liquidità, la questione inerente al sostegno e alle agevolazioni degli investimenti, soprattutto nella piccolissima dimensione e, infine - ultima questione molto importante posta dal Consigliere Burzi la patrimonializzazione delle imprese di piccola dimensione.
Rispetto alla prima questione, farei due considerazioni. Innanzitutto gli strumenti già operativi deliberati dalla Giunta regionale - si tratta in sostanza, di un fondo di controgaranzia per le piccole imprese e proprio in questi giorni si sono chiuse le domande per il fondo di garanzia delle imprese che un po' impropriamente definiamo di grandi dimensioni (questa è la nomenclatura europea), cioè quelle al di sopra dei 250 addetti - che hanno una leva complessiva sulla liquidità del sistema di circa un miliardo di euro, stanno cominciando a produrre i primi risultati. Quasi 800 imprese hanno presentato domanda di garanzia sul fondo dei piccoli e 23 imprese (che contano più di 10.000 addetti) hanno presentato domanda di garanzia sul fondo dei grandi.
In qualche modo, quindi, riteniamo che ad alcune questioni poste dal disegno di legge una prima risposta sia stata fornita, sia pure parziale gli strumenti si possono ulteriormente potenziare, ma esistono.
Su alcune questioni poste - occorre dirlo - ci sono strumentalità di ordine nazionale. Ne cito due operative, che usano anche le imprese piemontese: esiste un fondo di controgaranzia disposto dal Governo e in gestione al Mediocredito centrale; esiste un atto, da parte del Governo, di moratoria per i debiti delle imprese, che è attivo da qualche mese.
Riteniamo, pertanto, che su una serie di voci, in particolare quelle relative alla fiscalità di ordine nazionale, gli strumenti esistenti predisposti dal Governo siano quelli corretti e coerenti rispetto alle misure di liquidità che si intendono prendere (moratoria dei debiti nei confronti dello Stato e concorso nel pagamento delle imposte dirette indirette e degli oneri contributivi, così come riportava il disegno di legge).
Relativamente al ragionamento e alla proposta di lavoro che, peraltro ho già articolato ed illustrato in Commissione, ma che riporterò oggi al dibattito dell'Aula, vi sono tre questioni: la prima riguarda la crescita dimensionale e la patrimonializzazione; misure che, peraltro, erano già state disposte in passato, ma che non avevano avuto particolare successo (forse la situazione era diversa e il problema della patrimonializzazione dei piccoli non era così sentito come oggi, invece, pare essere).
La nostra proposta è quella di attivare, all'interno della legge n. 34 (legge quadro relativa alle attività produttive), una misura che grossomodo, risponda ai requisiti che sono stati illustrati e che metta a disposizione del sistema delle piccole e medie imprese prestiti partecipativi, che sono uno strumento che si presta particolarmente a rafforzare la struttura patrimoniale. I prestiti partecipativi hanno una durata sufficientemente lunga, tassi agevolati e caratteristiche che, di fatto, li rendono simili a veri e propri interventi sul capitale di rischio.
La proposta, quindi, è quella di strutturare, come un fondo di rotazione all'interno della legge n. 34, un fondo specifico che, avendo natura di fondo rotativo, si concretizza nella concessione di un finanziamento per la durata di un massimo di cinque anni, compreso l'anno di preammortamento, ovviamente con forchette relative all'intervento sulla struttura patrimoniale da determinare e con tassi di interesse da definire in accordo con il sistema bancario e l'ABI.
In merito alla seconda questione, è stata posta una corretta osservazione, che prevede di disporre di misure di rilancio degli investimenti. Su questo vorrei fare una precisazione/osservazione e una seconda proposta di lavoro all'Aula. La proposta/osservazione riguarda una misura che vale 70 milioni di euro, che la Giunta ha già varato. Il bando è già stato aperto. Esisteva qualche legittima preoccupazione circa le possibilità di accedere ad una misura che aveva - lo ricordo - una soglia di ingresso per investimenti di 250.000 euro e che, quindi, poteva essere considerata troppo impegnativa.
Tale misura, in realtà, ha avuto un buon successo nei confronti della piccola e media impresa. Abbiamo ricevuto più di 200 progetti che, ahimè sopravanzano la dotazione attuale, che era di 70 milioni di euro: abbiamo ricevuto proposte per circa 100, ma abbiamo fatto un approfondimento e un ragionamento sul tessuto della piccola e microimpresa. Pertanto, proponiamo un secondo intervento che abbiamo, in qualche modo, già articolato, e che ovviamente, sono disposto ad illustrare nel dettaglio, che abbatte radicalmente questo tetto di accesso, soprattutto in favore della microimpresa, e che interviene su investimenti sostitutivi delle tecnologie, di innovazione, di processo e di prodotto, con qualche piccolo paletto relativamente all'apprezzamento di investimenti che hanno, nella riduzione dell'impronta ambientale ed energetica, la loro caratteristica (ma di questo, ovviamente, si può discutere), abbassando drasticamente la soglia di accesso a 50.000 euro e offrendo, quindi, ad una platea decisamente più ampia di imprese, la possibilità di accedere a questi investimenti agevolati.
La terza proposta - se non erro, era uno degli argomenti trattati nel disegno di legge - riguardava il sostegno alla internazionalizzazione. La ripresa sui mercati esteri è, ovviamente, uno degli elementi essenziali di ripresa competitiva della nostra economia.
La nostra proposta tiene anche conto di una serie di osservazioni mosse dalle associazioni di impresa e da gruppi di imprese - alcuni dei quali sono qui presenti - finalizzate, ovviamente, al sostegno ai piccoli e medi che hanno più difficoltà a disporre di risorse per immettersi sui mercati in particolare, in questo momento, per la partecipazione ai sistemi fieristici di carattere commerciale, che sono una delle ragioni di presidio importante dei mercati, in cui noi corriamo il rischio di perdere il posizionamento e, quindi, di rallentare, in qualche maniera, quello che sembra essere uno dei dati positivi di cui dobbiamo tener conto, che è quello di un po' di recupero di competitività sui mercati esteri e, in particolare, sull'area BRIC.
La terza proposta che la Giunta avanza prevede di inserire una terza misura emendativa - per seguire il ragionamento dell'Aula - della legge n.
34, di sostegno per le imprese sul fronte dei mercati internazionali.
Il ragionamento fatto in Commissione e il lavoro svolto successivamente dalla Giunta si sintetizza, sostanzialmente, in tre parti. La questione dei tempi che è stata richiamata è, a mio modo di vedere, una questione decisiva.
Questa è la ragione per cui noi siamo anche giunti alla proposta che vi ho formulato, cioè quella di non legiferare nuovamente, ma intervenire in una legge, che peraltro tutti giudichiamo una legge di buon impianto integrandola con tre tipologie d'intervento, che sono richiamate nel disegno di legge.
Anche nella relazione di maggioranza si sollecita un'azione incisiva: patrimonializzazioni, piccoli investimenti e sostegno ai mercati internazionali per la piccola e media impresa.
La proposta della Giunta è di lavorare in modo congiunto, se questa è una proposta accettabile, che ridurrebbe i tempi d'intervento, e se abbiamo la disponibilità a scrivere tre misure, insieme alla maggioranza e all'opposizione. Queste, come nell'iter corretto della legge 34, possono essere oggetto di un passaggio in Commissione e, successivamente, di una delibera immediata della Giunta, che ne dà esecutività.
Ritengo che sarebbe un mosaico abbastanza completo tra interventi regionali sulle liquidità, con il sistema delle garanzie di cui ho detto investimenti di media, piccola e piccolissima taglia, sostegno ai mercati internazionali, patrimonializzazione della piccola dimensione.
Come ho già detto, sono interventi che si integrano a due misure predisposte dal Governo nazionale, sulla moratoria e sul sistema di controgaranzie.
Aggiungo un'ultima considerazione che è parte finale della nostra proposta e che riguarda la moratoria di carattere regionale. Come sappiamo esistono una serie di dispositivi di legge che, o in forma rotativa o in forme diverse di finanza agevolata, prestano danaro alla piccola e media impresa. Questo danaro ha dei tempi di rientro. Noi abbiamo previsto un quadro dei flussi di cassa dei rientri di questi 12 mesi; i flussi di cassa complessivi riguardano tre dispositivi, ossia attività produttive commercio e finanziamenti per la creazione d'impresa e i rotativi predisposti dai fondi europei della passata tornata (per intenderci 2000/2006).
Questo parco di interventi comporta - questo è stato dettagliato e io ho consegnato un quadro di cash flow alla Commissione la scorsa settimana la possibilità di intervenire su un insieme complessivo di imprese di circa 8.000 piccole e medie imprese su quei tre blocchi di che vi dicevo (commercio, industria e artigianato, creazione di impresa). La stima in corso - chiedo scusa all'Aula se forse sono un po' impreciso - riguarda circa 2.000 imprese coinvolte dai fondi rotativi europei. Stiamo parlando di una platea di interlocutori imprenditoriali che potrebbero essere coinvolti, di circa 10.000 soggetti.
In questo caso, chiaramente, si tratta di una misura in favore di liquidità indiretta, non si tratta di dare loro del denaro, ma è una misura estremamente importante, perché consente alle imprese di ritardare - ripeto rispetto ai dispositivi regionali e comunitari di cui abbiamo competenza nella gestione, un'importante quantità di liquidità.
Questo potrebbe essere l'ultimo elemento che inseriamo nel pacchetto complessivo di interventi in favore delle PMI.
Aggiungo che la Giunta ha dato disponibilità e ha disposto risorse anche per risolvere un annoso e doloroso problema, riguardante i crediti che le imprese hanno maturato per la ricollocazione da - ahimè - vecchi eventi alluvionali. Noi siamo in attesa di ricevere perlomeno risposte, se non risorse, relativamente ad un fondo che spettava alle imprese piemontesi, di 149 milioni e 800 mila euro. Questo fondo è desaparecido per tante ragioni che non vi sto a dire. Esisteva una disponibilità bipartisan, da parte delle forze politiche parlamentari, a restaurare almeno in parte questa dotazione.
Noi, quanto meno, interverremo con una misura una tantum in conto interessi, per fare in modo che le imprese che da tanto tempo aspettano le risorse per investimenti autorizzati e già realizzati, abbiano un alleviamento di una situazione finanziaria che è diventata estremamente gravosa. Questo a completamento del ragionamento.
Questo è un po' il complesso della proposta; ovviamente siamo disponibilissimi ad entrare nel dettaglio.
Il richiamo che tutti noi facciamo, ma mi pareva che le condizioni ci fossero, visto che le premesse sono comuni e le strumentalità possono essere decise in maniera differenziata - ognuno ovviamente ha idee diverse in proposito, ma mi sembra che lo spirito fosse quello - è di trovare una strada rapida per poter intervenire in una situazione così delicata e preoccupante. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Se volessimo fare un ragionamento complessivo dovremmo partire dalle valutazioni che il centrodestra ha fatto da un anno a questa parte. Tutti ricorderete che, nella sessione di bilancio del 2010 che iniziammo l'anno scorso più o meno in questo periodo, forse addirittura qualcosa prima, sottolineammo da subito, anche con iniziative mediatiche il fatto che il bilancio non fosse condivisibile, al di là delle motivazioni solite che l'opposizione dà rispetto ad un bilancio di chi governa, principalmente per un aspetto: era un bilancio che noi consideravamo pressoché ordinario.
Non era un bilancio che stanziava risorse sufficienti per intervenire ed affrontare il problema che abbiamo affrontato in questi mesi, tant'è che la proposta avanzata dai Gruppi di opposizione era di fare efficienza, o comunque di ridurre alcune spese per destinare i fondi alle imprese (sono i fondi inseriti nel provvedimento presentato dal Consigliere Burzi, come primo firmatario, e dai colleghi del PdL e dagli altri Gruppi dell'opposizione). Anche le iniziative che abbiamo indicato durante la discussione del bilancio erano esattamente quelle che sono state riprese all'interno della legge.
Ma, parlando del passato, non risolviamo i problemi dei cittadini occorre solo ricordare che, da un punto di vista normativo, la proposta di legge n. 646 interviene in modo più organico rispetto alle problematiche delle imprese ed è una misura una tantum. È una misura che ha una scadenza temporale, con la possibilità di decidere, da parte del legislatore, se estendere i tempi di intervento della legge, perché è una legge fatta per dare una risposta al momento di crisi.
Potevamo stanziare risorse sulla legge n. 34, oppure potevamo stanziare risorse maggiori sulla legge n. 4; potevamo stanziarne per tutto il comparto della filiera automobilistica, sulla legge n. 14 del 2005, quella che ha comprato le aree FIAT e che aveva un magnifico articolo, scritto in parte anche dall'opposizione - l'articolo 5 - che prevedeva interventi a sostegno della filiera automobilistica.
Come è noto e conosciuto dai colleghi, la legge FIAT è servita per la costruzione delle aree, per la costruzione del fallimentare progetto di TNE e non è mai stato stanziato un euro a finanziamento dell'articolo 5.
Ma cercheremo di essere propositivi, partendo dalla fine del ragionamento dell'Assessore. L'Assessore fa l'elenco delle misure fin qui adottate e il collega Pace, relatore di maggioranza, dice che la legge è di per sé una buona legge, però in qualche modo viene superata dai provvedimenti che già la Giunta ha fatto, perché va in linea con quei provvedimenti. L'Assessore termina il suo intervento indicando quattro provvedimenti possibili che non sono ancora stati presi.
Tutto ciò significa che verosimilmente qualcosa è stato fatto nel corso dell'anno, ma che questo qualcosa non è assolutamente sufficiente per risolvere il problema delle imprese e dei lavoratori che all'interno di queste imprese lavorano o lavoravano o sono in situazione di precarietà lavorativa.
Allora, senza voler fare polemiche che sarebbero semplici, io mi permetto di ricordare due aspetti. Da qualche settimana, ci è stata consegnata la finanziaria 2010, che sarà pure un bilancio tecnico, ma personalmente non credo all'esistenza dei bilanci tecnici: i bilanci sono bilanci e, quando c'è qualcuno che li scrive, inevitabilmente rappresentano un'indicazione politica della Giunta che li ha proposti. Ebbene, io rilevo che l'allegato A, quindi il documento che rifinanzia le leggi regionali sulla legge 34 vede un drastico crollo degli investimenti (dai 31 milioni di quest'anno ai 2,8 milioni dell'anno a venire), così come la legge 4 vede una riduzione di otto milioni di euro del finanziamento della legge stessa.
Ciò significa che, a bilancio invariato, se oggi noi votassimo il bilancio proposto dalla Giunta regionale, anziché avere i 69 milioni di euro previsti come finanziamento della legge su fondi regionali, avremmo 32 milioni di euro, quindi andremmo a ridurre del 50% le già insufficienti risorse (insufficienti come ricordava anche l'Assessore relativamente al bando sugli investimenti) presenti nel bilancio 2009.
Questo aspetto è legato a un'altra parte, che è quella che a noi più interessa della relazione dell'Assessore, ovvero quella di apportare modifiche alla legge 34. Le modifiche indicate dai prestiti partecipativi a un finanziamento di un bando con un limite minore di ingresso, alla moratoria sui finanziamenti regionali e alle altre indicazioni date dall'Assessore sono per noi condivisibili, rischiamo solo che il tempo sia scaduto se non ci diamo da fare.
Faccio un solo esempio. La moratoria sui finanziamenti regionali riguarda in questo momento il pagamento delle rate che sono trimestrali, e il trimestre prossimo scade quasi per tutti la prima settimana di dicembre.
In sostanza, questo Consiglio regionale (o la Giunta) ha una settimana di tempo per far sì che fra 15 giorni decine di migliaia di imprese piemontesi che beneficiano di un finanziamento regionale non siano costrette a restituire la rata trimestrale del finanziamento che la Regione ha loro erogato.
Si può essere assolutamente disponibili alle modifiche indicate dall'Assessore sulla legge 34, però c'è una sostanziale differenza nel ragionamento che stiamo facendo qui oggi: da un lato, abbiamo una legge che, se approvata nella sua interezza o modificata quando vi è un lavoro consiliare, garantirebbe la possibilità di intervenire immediatamente dall'altro lato, abbiamo una relazione, parte della quale può essere anche condivisa dall'Assessore Bairati.
Temo che l'Assessore Migliasso si occupi di lavoro come delega; l'ho vista entrare, per la verità, una decina di minuti fa, ma credo che si sia dimenticata questa mattina di avere questa delega.
Dicevo, la differenza è che noi vorremmo vedere scritte le proposte modificative della legge 34, perché - come l'Assessore sa bene - diventano norme soltanto nel momento in cui c'è una modifica.
Ritenendo prioritari gli interventi su questo settore - lo diciamo da un anno, quindi non è certo una novità, io lo dico anche al Presidente - si convochi quanto prima una Commissione congiunta VII-I, VII e basta, si faccia un incontro informale, fate quello che credete, ma fintanto che non avremo una stesura delle modifiche della legge 34, tutto il tempo che passeremo in quest'aula sarà tempo sprecato.
Con tutto il rispetto per la legge che oggi andremo ad affrontare sugli usi civici o un appassionantissimo dibattito sugli scontri avvenuti venerdì a Torino, credo che oggi sia preminente dare una risposta - l'unica che questo Consiglio può dare, cioè una risposta normativa - alle esigenze delle imprese. Di conseguenza, Presidente, se dovesse servire anche un'interruzione dei lavori del Consiglio o la modifica della convocazione delle Commissioni da domani in poi, questo lo dobbiamo fare, altrimenti il rischio è che davvero le proposte dell'Assessore possano essere anche condivise, ma.
Se si formula prima una modifica della norma e, in secondo luogo, se questa norma viene approvata in Commissione e portata in Aula - e se c'è la volontà politica lo possiamo fare nel Consiglio di giovedì, non serve molto più tempo e l'abbiamo dimostrato con una legge di un impatto nei confronti dei cittadini fondamentale quale quella della presentazione delle liste per la prossima consultazione elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale se c'è la volontà politica, possiamo approvare le modifiche che l'Assessore indicava nella seduta di giovedì, ovviamente con la discussione in Commissione. Sono modifiche importanti e quindi non possono essere n prese a scatola chiusa né non discusse, ma se c'è la volontà politica, come abbiamo fatto in molte altre occasioni, la giornata di giovedì può dare una risposta a questi problemi.
Ovviamente la nostra valutazione sul progetto di legge 646 è assolutamente positiva, anche perché ne siamo firmatari. È evidente che per noi la votazione del progetto di legge 646 è la via maestra da imboccare tuttavia, essendo realisti e avendo già visto l'esito della Commissione, di cui ogni Gruppo politico che ha espresso un voto si è assunto ovviamente come sempre accade all'interno delle Commissioni o dell'Aula, una responsabilità, chiediamo che ci sia una soluzione legislativa a questi provvedimenti.
L'Assessore Bairati venne già circa 15 giorni fa in sede di VII Commissione ad indicare queste possibili modifiche. Sono passati 15 giorni e rimane....



(Interruzione dell'Assessore Bairati)



VIGNALE Gian Luca

Come vede, non mi sembra di essere stato molto critico: sto dando un'indicazione che noi riteniamo proceduralmente utile a fornire una risposta alle imprese; risposta che non può che essere normativa e politica.
Dico soltanto che, da quei 15 giorni a oggi, le volontà - peraltro condivise dalla quasi totalità dei Consiglieri - non sono diventate modifica di norma. A questo vi invitiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Se è compatibile con la forma regolamentare - ma so che lo è - più che un intervento di commento, perché non lo vuole essere il mio è un intervento di chiarimento su alcune cose che l'Assessore Bairati ha detto, visto che ha concluso le sue considerazioni dichiarandosi ben disponibile a fornire ulteriori approfondimenti, qualora richiesti.
Allora ricomincio non dall'inizio, ma quasi.
Patrimonializzazione. So che c'è stato in un incontro giovedì 19 novembre in cui la Giunta, o parte di essa, ha incontrato le associazioni di categoria; ci sono state consultazioni più o meno formali in cui è stato toccato il tema della patrimonializzazione. Confermo che anche in sede di I Commissione, in parte, si è affrontato, perché la logica della patrimonializzazione di impresa è, come lei ha detto, uno degli obiettivi che il disegno di legge n. 646 si poneva.
Vorrei rivolgere due o tre domande all'Assessore. Se ho ben capito l'impostazione, per ora orale - non la veda come critica, intendo dire che non abbiamo qualcosa da votare - da parte della Giunta, riprendendo una logica già usata in passato all'interno dell'Obiettivo 2 (senza esagerare nei tecnicismi), si può accedere solo se si è società di capitali: questo può essere un problema. Se la direzione è quella di andare verso le aziende piccole, piccolissime e micro, la struttura della società dei capitali non è l'unica che a noi, nell'ambito del disegno n. 646, ci interessa fare oggetto di iniziativa.
Mi pare che ci sia un obbligo di passaggio, mi correggerà l'Assessore se sbaglio, al Collegio Sindacale, qualora si superino i massimali previsti dalla normativa vigente in tema di diritto societario. Anche questo, per la logica del Collegio Sindacale, diventerebbe un vincolo comprensibile se fossimo all'interno del mondo delle società di capitali, assolutamente difficile o, addirittura, incompatibile per il resto delle figure giuridiche che vi risultano di indirizzo nella nostra logica.
Infine, l'azienda che volesse partecipare deve fare anche un rogito notarile, quindi un'ulteriore componente di costo. L'Assessore sa benissimo che nel disegno di legge n. 646 immaginavamo che il ruolo della Regione fosse di abbattimento parziale degli oneri passivi derivanti dal rapporto azienda di credito e azienda ricevente, anche nell'abbattimento del costo delle procedure. Questo per quanto attiene alla patrimonializzazione. Sarei grato se lei volesse darci qualche delucidazione.
Tetto d'accesso. Ottimo modificare nei prossimi bandi, perché, se ho ben capito, la capienza dei primi è stata esaurita. Ottimo il punto di accesso su 50 mila euro, è il taglio che anche noi suggeriremmo in tema di questa iniziativa. Evidentemente, purtroppo, questo avrà operatività funzione nei nuovi bandi delle due dotazioni finanziarie, in un futuro che per quanto celere sarà l'azione dell'amministrazione, non sarà immediato. I tempi della definizione di bandi, delle domande e delle istruttorie, per quanto celeri.ma se l'Assessore su questo ci vuole dare ulteriori elementi non sono inutili.
Garanzie e controgaranzie. Nel suo intervento l'Assessore ha detto di avere operato con un certo successo: mi pare che avesse detto che 23 aziende, con un numero totale di addetti estremamente significativo, hanno risposto positivamente, anche perché questa iniziativa era rivolta alle aziende sotto i 250 dipendenti. Questo ci fa piacere, anzi, piacerissimo. A me piacerebbe che non solo 23, ma 2.300 aziende, con più di 250 dipendenti potessero accedere alle iniziative proposte dalla Giunta o dalla maggioranza siano esse condivise o meno, perché ci preoccupano, come lei può ben capire, le migliaia che per dimensioni e per struttura non hanno idoneità a questa modalità.
L'Assessore sa bene che, soprattutto per quanto attiene alla garanzia di secondo livello, il problema non è tanto la dotazione dei fondi, pur limitato, quanto delle garanzie di primo livello. È evidente che se Eurofidi ha le pratiche pronte, per citare un esempio che ci capiamo tutti ma la garanzia di primo livello erogata dal sistema bancario non arriva, la garanzia di secondo livello, pur essendo positiva nell'ambito delle procedure svolte, non può essere operante perché manca il tassello iniziale che garantirebbe e faciliterebbe l'operatività della garanzia di secondo livello. Questo non è tanto e non solo un problema di accesso - pur esistendo, mi pare lei abbia detto, volendo essere risolto nel prossimo futuro da parte della Giunta - ma di inoperatività del primo livello di garanzia. Torneremmo, quindi, al discorso del mondo del credito.
Sulla moratoria regionale ha già detto il Consigliere Vignale - lei lo sa, è molto critico, non ha un carattere dolce come il sottoscritto, quindi vorrà perdonarlo per questi minimi spunti di criticità - ma ci servirebbe capire la parte regionale della moratoria e con quale modalità.
Ho sentito i conti che l'Assessore ha fatto in termini di numero di aziende e di importi in funzione del numero di aziende che dovrebbero essere soggette alla moratoria. Se è vero, come a me sembra perché anche le mie informazioni sono in tal senso, che l'operatività della moratoria parte dal 1° dicembre, i tempi di un'azione per essere efficace, in termini di riduzione e di esborsi, quindi di incisività immediata sulla liquidità delle aziende, devono essere, qualunque sia la modalità che la Giunta vorrà proporre, veramente immediati.
Lascio perdere i crediti per l'alluvione, per un attimo. Mi serve solo ricordare che è vero il discorso del fondo nazionale di 140, ma siamo occhio e croce, a luglio 2009, se non ricordo male, o forse a luglio 2008 alla prima azione di pulizia da parte del Ministro Tremonti per coprire delle voragini di enormi dimensioni. Proprio per cercare di ovviare parzialmente, in sede regionale, a questa criticità che esiste, abbiamo deliberato a luglio, in sede di finanziaria, uno stanziamento di cinque milioni di euro, che però - mi corregga l'Assessore se sono parzialmente disinformato - non è ancora del tutto operativo per le ragioni che lei ci vorrà spiegare.
Infine, rispetto agli obiettivi del disegno di legge, non la prenda come battuta, ma se serve agevolarne l'approvazione, io tolgo il nome. Se vuole che si chiami disegno di legge Bairati, e viene approvato, sono assolutamente favorevole. Non mi interessa il nome, il nome mi interessa il 29 marzo, ma adesso mi interessano le misure.
Ci sono tre argomenti su cui mi piacerebbe, se lei avesse già delle opinioni o delle ipotesi, che si potesse soffermare un attimo. Oltre alla patrimonializzazione delle aziende - sia nell'impostazione che noi suggerivamo che in quella che lei ha proposto con le piccole, o meno piccole criticità che ho citato nel secondo intervento - noi sostenevamo anche l'esigenza che le aziende avessero, a prescindere dalle dimensioni un processo di revisione della propria struttura di debito.
Le aziende hanno, fondamentalmente, tanti problemi, ma due principali.
Della sottocapitalizzazione abbiano sin qui parlato, è una struttura dei propri debiti verso terzi molto più orientata, purtroppo, al breve che al medio-lungo periodo. Le ristrutturazioni dei debiti sono un percorso procedurale che può essere affrontato con modalità diverse. Suggerivamo che il percorso di consolidamento dei debiti, quindi di allungamento della struttura del debito evidentemente garantito sia professionalmente che giuridicamente, potesse trovare delle forme di agevolazione della parte dell'Ente Regione, considerando il mondo delle imprese parte del proprio patrimonio.
Ci eravamo soffermati, e lei questo tema non l'ha toccato nel suo intervento, sul discorso del sostegno alla base delle tasse, quelle che stanno per essere esatte o richieste da parte degli organi competenti del prossimo futuro e degli oneri ai dipendenti, che sappiamo benissimo essere oneri contributivi, una delle partite critiche all'interno della contabilità delle aziende. Noi suggerivamo una modalità che stava tra le autocertificazioni degli organi contabili delle aziende, cioè di fare in modo di dare una mano a quelle che hanno i DURC a posto in sede tecnica.
Infine, ci sembra che sia importante, visto che stiamo lavorando nel mondo del sostegno alle imprese anche in termini di ammortizzatori sociali una delle parti che ci sembrava essere utile era il favorire il reintegro all'interno dei quadri aziendali di persone che ne fossero state, nel recente passato, allontanate, in modo che la ricostituzione parziale degli organici dell'azienda potesse trovare un sostegno immediato a tempo, perch questo contribuiva immediatamente all'aumento dell'occupazione o alla minor riduzione della stessa, che è uno degli elementi di possibile criticità e preoccupazione, e contestualmente, qualora questi fossero ancora a carico degli oneri di ammortizzatori sociali complessivamente stabiliti, anche una riduzione degli stessi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Dopo le precise indicazioni che la Giunta ha voluto rappresentare alla nostra Aula e alle persone qui presenti, che ci ascoltano con attenzione credo si possa fare - e lo faccio in modo particolare a nome del mio partito - almeno due ordini di considerazioni.
La prima riguarda il metodo che abbiamo seguito in questi mesi e in queste settimane, che mi pare un metodo positivo. Lo voglio dire in modo particolare alla Giunta, che ha saputo dare ascolto ad importanti suggerimenti che sono arrivati da categorie, da imprese che si sono organizzate e che hanno saputo dare anche dei suggerimenti chiaramente lungimiranti, dimostrando la teoria schumpeteriana secondo cui non sempre gli imprenditori più grandi sono quelli capaci di rappresentare le idee migliori.
Siamo di fronte a realtà organizzate di piccola dimensione e di rappresentanza che hanno saputo dare attraverso un confronto politico con la Giunta e le forze di maggioranza e di minoranza, degli utili suggerimenti che siamo stati capaci - il dibattito sta andando in questa direzione - di recepire con attenzione.
Voglio anche ricordare come l'impegno della Giunta e nostro della maggioranza, peraltro, non si sia limitato all'ascolto.
Prima il collega Burzi ricordava l'impegno della nostra maggioranza in occasione della finanziaria 2009, nella quale abbiamo stanziato moltissime risorse anche oltre alle misure già ricordate per altri comparti che qui non sono stati citati, ma che sono evidentemente parte del sistema produttivo. Penso alle misure per l'artigianato, penso alle misure per la cooperazione, che sono state rafforzate sia dal punto di vista della finanziaria sia dal punto di vista della capitalizzazione e che stanno dando un effetto anticiclico a fronte di questa gravissima crisi.
Quindi, credo di dare un giudizio molto positivo sul modo con cui abbiamo saputo affrontare questa vicenda, non con una contrapposizione Giunta-Consiglio o maggioranza-minoranza, ma con un dialogo che sta portando ad un risultato molto positivo.
Naturalmente queste misure, dalla moratoria dei pagamenti nei confronti della Regione, all'abbassamento della soglia - e questo è molto importante, perché era un limite che alcuni di noi avevano anche evidenziato - e il fatto di poter far partecipare anche le piccole e piccolissime imprese a bandi per finanziamenti su investimenti anche di piccola taglia, abbassando quindi la soglia di investimento, è un risultato importante, che consente di ampliare la platea dei beneficiari e soprattutto, di rafforzare quel tessuto delle piccole e medie imprese che rischiavamo inconsapevolmente di trascurare, limitando la soglia ad un livello che pareva a molti un po' elevato.
Così come mi sembra importante la misura annunciata dell'Assessore Bairati per consentire la presenza delle nostre imprese ai circuiti fieristici internazionali e anche la sollecitazione nei confronti del Governo. Mi piacerebbe che ci fosse anche una nota di impegno da parte dei colleghi della minoranza, perché quei fondi sulle alluvioni da troppo tempo sono attesi e non arrivano, quindi non sono richieste al Governo della nostra Regione, ma mi attenderei anche impegni da parte dei colleghi del centrodestra per sollecitare gli impegni che non arrivano da parte dello Stato centrale.
Comunque sia l'impegno che assumiamo oggi a trovare modalità per abbattere o anticipare, per lo meno in conto interessi, gli oneri che dovranno essere assunti dalle imprese per affrontare le spese per contrastare i danni alluvionali, anche questo mi pare un importante segnale.
Ci resta solo da rappresentare alla Giunta e all'Assessore l'attesa affinché questi provvedimenti, a fronte di un'urgenza che a loro non sfugge, siano affrontati con la massima determinazione, dalla scadenza prossima per la moratoria per i crediti al bando per ampliare anche i benefici degli investimenti alle piccole e piccolissime imprese, abbassando la soglia, ai contributi per le fiere e alla modifica della legge n. 54 per inserire strumenti di incentivo alla patrimonializzazione. Tutte queste sono misure che attendiamo con molta sollecitudine, quindi da parte nostra certamente c'è anche la disponibilità a modificare l'ordine dei lavori per far sì che si possa arrivare celermente ad assumere in Consiglio queste importanti misure.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Facoltà di Agraria e Scienze Forestali ed Ambientali dell'Università di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Facoltà di Agraria e Scienze Forestali ed Ambientali dell'Università di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
State assistendo ad un dibattito sulle possibilità di sostenere le piccole e medie imprese piemontesi in crisi di liquidità.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

"Interventi regionali a sostegno delle piccole e medie imprese" richiesta dai Consiglieri Burzi, Casoni, Cavallera, Cotto, Giovine, D'Ambrosio Caramella, Toselli, Ferrero, Pedrale, Leo, Leardi, Monteggia, Filiberti Dutto, Novero, Boniperti, Nicotra, Cirio, Lupi e Vignale - Esame proposta di legge n. 646, inerente a "Interventi a sostegno delle piccole e medie imprese in temporanea crisi di liquidità" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con il dibattito in merito a "Interventi regionali a sostegno delle piccole e medie imprese" Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
C'è un vecchio detto diventato abbastanza famoso che dice che le banche danno l'ombrello quando c'è il sole e poi lo tolgono quando piove. Penso che mai un detto sia così appropriato a quella che è stata la politica bancaria di questi ultimi tempi.
Se infatti andiamo a vedere nel periodo di espansione, nel periodo in cui le economie mondiali sembravano lanciate verso una crescita inarrestabile, le banche elargivano credito a piene mani, inventandosi derivati e nuovi strumenti finanziari pur di creare nuova circolazione di moneta.
Ovviamente le imprese, soprattutto i grandi gruppi industriali usufruivano chiaramente di questa situazione idilliaca ed ottimale. Poi è arrivata la crisi e la crisi ha colpito duro e ha colpito soprattutto le banche.
Premettiamo subito che per quanto riguarda il nostro Paese le cose sono andate bene, nel senso che in Italia nessun istituto bancario è arrivato al fallimento. Diversamente è andata in altri Paesi, addirittura nei paesi trainanti, perché negli Stati Uniti mi pare che siano fallite più di cento banche.
Ma non è tanto la storia delle banche che ci interessa quanto la storia della nostra economia, e in questo caso soprattutto la storia delle piccole e piccolissime imprese.
Cosa è successo? Che in un momento in cui le banche hanno dovuto restringere il credito e stringerlo pesantemente, sono state proprio le piccole, le piccolissime e le medie imprese a patire maggiormente di questa restrizione.
Faccio ancora un passo indietro, perché le piccole e le microimprese sono quelle che, sotto un certo punto di vista, sostengono maggiormente gli utili delle banche, in quanto avendo uno scarso potere contrattuale sono quelle che usufruiscono del credito anzitutto con delle grosse difficoltà di accesso, ne usufruiscono solo contro la corresponsione di adeguate garanzie, ma soprattutto ne usufruiscono a prezzi altissimi. In altre parole, gli interessi che le banche applicano alle piccole imprese e alle microimprese sono decisamente più alte rispetto a quelle che le banche applicano ai grossi gruppi industriali.
Questo causa per tutto il settore delle piccole e medie imprese delle grosse difficoltà, perché già questo è un settore taglieggiato a livello di imposizione fiscale, già è un settore che incontra enormi difficoltà nel rispetto delle leggi sulla sicurezza, delle leggi sull'ambiente, sui trasporti e molte altre cose. Inoltre deve affrontare costi decisamente superiori rispetto alle grosse industrie per quanto riguarda il credito.
Pertanto, bisogna veramente dire che tutti questi piccoli imprenditori queste piccole imprese, tutte queste microimprese stanno facendo miracoli per riuscire a sopravvivere e ad andare avanti.
Per contro, è interessante osservare come (soprattutto in Provincia di Cuneo, direi, ma in Piemonte in generale) a chiudere gli stabilimenti siano state le grosse multinazionali che avevano trovato conveniente insediarsi sul nostro territorio all'epoca in cui, come dicevo, l'economia tirava e tutto andava bene. Tutti hanno avuto i profitti che potevano fare in quell'epoca, ma ora che le cose sono cambiate chiudono mettendo però sul lastrico molti nostri lavoratori lasciandoli a casa. Cosa che non succede invece proprio per quelle piccole e medie imprese che continuano ad arrabattarsi, magari senza utili, senza guadagni, ma che continuano a sopravvivere, ad andare avanti e difficilmente licenziano i lavoratori anche perché fra i piccoli imprenditori e i loro lavoratori si sono creati dei rapporti anche di carattere personale che vanno molto al di là di un puro rapporto di lavoro. Consideriamo, poi, che molte di queste imprese sono a carattere familiare, il che per fortuna aiuta a superare questi gravi periodi.
Sicuramente, queste imprese dovrebbero essere aiutate a superare questa crisi e la proposta di legge n. 646 (che anch'io ho sottoscritto) andava proprio in questo senso e, soprattutto, poneva rimedio a quella questione strutturale che ho illustrato poc'anzi. Perché se queste piccole e medie imprese avessero avuto la possibilità di sostituire il credito a breve contratto con le banche con del credito a medio e lungo termine (contratto con la Regione o con Finpiemonte) a tassi decisamente inferiori o molto vicini allo zero, avrebbero avuto quel respiro, quella possibilità di continuare la loro attività più in tranquillità e di superare questo periodo di crisi sperando poi che la ripresa arrivi comunque il più presto possibile.
Quindi mi sembra comunque un grave errore bocciare a priori questa proposta di legge.
Prendiamo atto dei vari provvedimenti del Governo e anche della Regione che sono stati messi in campo, che veramente danno aiuti parziali, limitati e diretti soltanto a qualcuno, quindi non così generalizzati come poteva invece avvenire con l'accoglimento della proposta di legge n. 646.
Concludiamo con un invito generico, che riguarda la Giunta e tutto il Consiglio, che ci vorrebbe una maggiore attenzione proprio rivolta a questa situazione, a questo settore (piccole e medie imprese), che è un settore trainante o basilare dell'economia piemontese e, più in generale, del Nord Italia, e che invece è abbandonato a se stesso; anzi, le piccole e medie imprese sono quelle che devono sopportare i costi maggiori, perché, come ho detto, mancando di potere contrattuale, da una parte vengono taglieggiate dallo Stato con le imposizioni fiscali, dall'altra sono taglieggiate dalle grosse industrie e, infine, sono taglieggiate proprio dalle banche, che impongono loro interessi altissimi ai prestiti fatti.
Quindi l'invito a tutti è di una maggiore attenzione su questo settore che invece è importantissimo nel panorama economico della nostra regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Faccio solo una premessa legata alla discussione di prima. Giammai etichetterei il Vicepresidente Gariglio come elemento di destra, quindi se qualcuno ha capito questo ha sbagliato. Mi scuso con il Vicepresidente se avesse mai capito, anche lui, un'affermazione di questo tipo.
Per quanto riguarda la discussione di oggi, anche noi riteniamo che sia gusta, perché anche noi siamo stati interessati da problematiche legate al mondo della piccola e media impresa. Anche a noi sono giunte telefonate allarmate, sono giunti richiami di attenzione su quello che è un mondo importante per il tessuto sociale, che anche noi riconosciamo come tale. Un mondo che non è solo importante per il tessuto sociale, ma anche per l'apprendistato al lavoro, per il tirocinio di giovani immessi nel mercato del lavoro, per la vita dei territori che spesso con queste realtà interloquiscono, che spesso con queste realtà hanno anche modo di intrecciare rapporti che danno lustro ai territori stessi. Parliamo di artigianato, di piccole aziende, ma precise e importanti nel lavoro che eseguono.
Anche a noi è giunta la richiesta di attenzione per quelle che erano le vicende che queste aziende vivono quotidianamente, legate tutte quante ad una carenza di liquidità: l'abbiamo detto e lo hanno detto i colleghi. Una carenza di liquidità dovuta a due fattori che la relazione del collega Pace bene esplicita, ossia una difficoltà nel pagamento delle fatture che spesso sono emesse, sia verso il pubblico sia verso il privato, a tanti giorni avanti in scadenza: parliamo di 90, 180, 200 giorni. Il pubblico ha anche un ruolo importante in questo caso, perché anche alcune commesse pubbliche sono segnate dal ritardo nei pagamenti, un ritardo che a volte strangola l'impresa e naturalmente anche i lavoratori che operano nelle imprese. E poi, dall'altra parte, vi è il ruolo delle banche, che noi continuiamo a giudicare importante, nella negatività, nei confronti del mondo del lavoro: le banche sono esigenti e applicano dei tassi che spesso rasentano il limite - specifico "il limite" - dell'usura. Sono imprese, questo sì, ma particolari, che talvolta dimenticano che hanno a che fare con cittadini e con altre imprese, perché applicano dei tassi di interesse al limite di quello che è un atteggiamento quasi usuraio e provano una sorta di insensibilità nei confronti dei problemi dei loro colleghi imprenditori e dei cittadini stessi.
Questa vicenda sicuramente non aiuta il mondo dell'impresa, soprattutto quella piccola e media; anzi, lo butta nella disperazione totale, fino a far dire che "piove sempre sul bagnato": laddove la grande impresa riesce a trovare continui canali di credito, la piccola e media impresa, invece, si limita ad annaspare e arrancare.
Pertanto, di fonte a questo quadro di sintesi che ho illustrato crediamo che oggi la Giunta abbia risposto bene e con attenzione. Questo non impedisce, però, anche al Consiglio di essere portatore, nelle sue componenti di maggioranza e minoranza, di soluzioni aggiuntive, perché in ciò che il Consiglio vorrà proporre ci saranno sicuramente degli spunti che noi stessi potremo ritenere interessanti.
Naturalmente, è doveroso rivolgere il nostro sguardo ai lavoratori.
Solo ieri abbiamo appreso da la Repubblica - Affari e Finanza (quindi non da Liberazione, il nostro organo di partito, diciamo così), che si registrano 100.000 nuovi disoccupati nei primi sei mesi del 2009: parliamo di giovani, di ragazzi al di sotto dei 34 anni. Abbiamo un tasso di disoccupazione giovanile in Italia del 25%: un giovane su quattro è a rischio continuo di disoccupazione. Non sono stati più rinnovati 200.000 contratti a termine nella prima metà dell'anno.
Pertanto, credo che sia sempre più importante, quando parliamo di impresa, collegare il termine "impresa" anche a quello di "lavoratori" perché altrimenti dimenticheremmo un tassello importante del problema.
Spesso le imprese piccole e medie fanno del loro rapporto coi lavoratori un rapporto organico, quasi di insieme, come di "famiglia allargata", che lavora e, assieme, tanta di risolvere i problemi che quotidianamente si affacciano in quel mondo.
Noi crediamo che i provvedimenti che la Giunta sta elaborando, anche a seguito dei suggerimenti che il Consiglio oggi proporrà, siano utili ed importanti.
Riteniamo che nella proposta avente come primo firmatario il collega Burzi ci siano spunti interessanti come garanzie. Perché siamo sempre più decisi e determinati nel legare gli aiuti che sotto diverse forme si offrono alle imprese a dei ritorni, considerandoli, cioè, non solo dal punto di vista economico, ma anche come garanzia. A noi piacerebbe peraltro, lo evidenziamo da tempo - che lavoratori e imprenditori non siano racchiusi nella stessa barca soltanto nei momenti di crisi, come una barca che accomuna gli uni e gli altri, ma sia una barca da condividere sempre anche nei momenti in cui la crisi non c'è, nei momenti in cui si inizia a fare profitto, nei momenti in cui, in qualche modo, l'azienda guarda avanti e, così facendo, guarda ai propri dipendenti.
Da tempo noi crediamo che sia utile affiancare ai necessari aiuti a questo mondo anche delle norme di garanzia che facciano sì che questi aiuti siano regolati da contratti. La proposta del Consigliere Burzi ne illustra proprio l'opportunità, seppur legando questi contratti al mondo bancario quindi a dei tassi di interesse - non dobbiamo dimenticare che in questa proposta è la banca la protagonista principale assieme al Pubblico - quindi la banca continua ad essere un veicolo importante, senza pagare, per alcuno scotto dei finanziamenti. Questo un po' turba, perché in realtà sembra quasi che si rafforzi la banca, ovvero che sia soggetta a controlli ma che comunque ne diventi la protagonista.
A nostro avviso, le banche dovrebbero svolgere un ruolo più ridotto nell'ingresso del Pubblico; crediamo, infatti, che il Pubblico debba essere in grado, tramite le sue strutture, di finanziare, naturalmente a fronte di garanzia. Addirittura proponiamo una rinascita dell'IRI, sotto alcuni aspetti: nessuno se ne abbia male o sorrida, ma noi riteniamo che l'IRI non sia quel "baraccone" spesso disegnato da ironie e sarcasmi, magari a volte anche da eventi reali, ma sia, in questo caso, un soggetto pubblico che aiuti le imprese e, quindi, anche il mondo del lavoro.
Come dicevo, le garanzie dovrebbero vertere su un contratto di territorio - anche di questo troviamo delle tracce su questa proposta - che vincoli gli aiuti pubblici che vengono giustamente forniti a questo mondo anche a dei ritorni, legando, cioè, una qualità del lavoro e di professionalità ad un trattamento più che dignitoso dei lavoratori, che rientri all'interno delle leggi che già lo garantiscono. Tra l'altro, la proposta presentata mi pare che lo citi in uno dei suoi articoli (forse uno degli ultimi), perché fa riferimento proprio alla garanzia della tutela sindacale e della dignità dei lavoratori. Ma è importante anche la garanzia verso i territori, per evitare che dopo poco tempo queste imprese volino via; imprese che, magari, hanno ricevuto un aiuto finanziario e chiudono i battenti con fallimenti pilotati oppure che si dirottano altrove, verso più ghiotte proposte di business, per cui dopo aver ricevuto questi sostegni prendano e volino verso altri lidi, danneggiando, naturalmente, anche le imprese che rimangono.
Credo che il mondo dell'impresa, così come tutto il mondo degli esseri umani, sia suddivisibile in due microcategorie: quella degli imprenditori seri e onesti, che sono convinto siano i più, e, purtroppo, gli imprenditori che amo definire "banditi", che sono una minima parte, ma che rischiano di inficiare col loro lavoro anche gli imprenditori seri e onesti.
Quando parlo di garanzie, non guardo naturalmente a vincoli burocratici che tappano le ali alla creatività e alla progettualità degli imprenditori seri e onesti, ma si deve in qualche modo fare i conti con quei loro colleghi che buttano cattiva luce su tutto quel mondo che a volte riesce a beneficiare di contributi pubblici per poi dimenticarsene e volare altrove in cerca di migliori affari, lasciando sul lastrico famiglie, lavoratori e anche territori. Perché l'abbandono industriale non implica soltanto la rovina per molte famiglie, ma anche per i territori che piangono i costi delle scelte di questo tipo.
Crediamo che sia apprezzabile e da rimarcare il fatto che la Giunta che abbia dato ascolto a quelle grida di allarme che hanno raggiunto anche le nostre sensibilità; una Giunta che ha già attivato dei meccanismi importanti, attraverso confidi e altro, rivolgendo lo sguardo anche al mondo delle cooperative, anch'esso taglieggiato da situazioni di questo tipo, affinché si sappia raccogliere questo grido di allarme ancor più in questa occasione, portando al più presto a provvedimenti che però tengano conto degli uni e degli altri, ossia delle piccole e medie imprese artigiane, artistiche, quasi culturali, sicuramente preziose per il nostro tessuto sociale e imprenditoriale, e i lavoratori, che rappresentano l'ossatura di queste realtà, ma anche i territori stessi. Sono tre, dunque i soggetti che piangono, e non solo uno. Quindi le nostre normative devono tener conto di questi tre soggetti, perché sono i protagonisti della vita economica italiana. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Il mio intervento, ovviamente, sarà più contenuto nei tempi e soprattutto tende a puntualizzare alcuni aspetti, per capire effettivamente, in che cosa consiste la disponibilità che è stata illustrata dalla Giunta regionale.
Intanto partirei da un presupposto, che mette in risalto il fatto che se tutto fosse stato già previsto in modo sufficiente ed adeguato ovviamente non saremmo qui a discuterne.
È chiaro che vi sono delle assolute necessità ed urgenze, per cui occorre integrare quelli che sono i filoni e le possibilità di sostegno alle imprese che fin qui sono state messe in campo. Questa è una considerazione che va fatta, anche per rendere giustizia all'atteggiamento della nostra parte politica che, per quest'anno, soprattutto in materia di sostegno all'impresa, è sempre stato molto costruttivo.
Desidero chiedere all'Assessore Bairati, anche in previsione di una sua eventuale replica, un maggiore dettaglio degli interventi, soprattutto in termini di risorse aggiuntive. Ritengo che nessuno, non tanto noi dell'opposizione, quanto il sistema delle imprese piemontesi, possa accontentarsi di una risposta del tipo: "Abbiamo già previsto, è in corso vedremo, ci muoveremo di conseguenza".
Occorre essere più concreti; occorrono misure effettive e stanziamenti integrativi, che sono quelli cui mirava il nostro disegno di legge naturalmente finalizzato a quelle criticità legate alla liquidità delle piccole e medie imprese, che derivano dal sistema dei rapporti col sistema bancario, il quale ha o non ha i suoi problemi, agisce o non agisce in un modo condivisibile (a mio avviso spesso criticabile).
A questo proposito, voglio sottolineare il ruolo attivo, propositivo e stimolante che abbiamo avuto nel corso di questi ultimi mesi. Faccio un esempio: abbiamo lo strumento principe per sostenere l'internazionalizzazione del nostro sistema, che è stato individuato nel cosiddetto CEIP (Centro Estero per l'Internazionalizzazione del Piemonte).
Avevamo raccomandato fin dall'inizio di non vederlo come l'unico strumento esaustivo di tutte le possibilità d'intervento, ma di riservare anche ed ancora un ruolo ai Consorzi per l'esportazione. Abbiamo sollecitato fortemente questa direzione e naturalmente più di noi l'hanno sollecitata gli interessati, ovviamente attraverso i loro organismi rappresentativi, e finalmente vi è la disponibilità della Giunta ad intervenire in questo senso.
Ho fatto quest'esempio perché siamo in una fase nella quale occorre mettere in campo tutti gli strumenti possibili: quelli a regia pubblica, ma anche quelli a coinvolgimento diretto delle espressioni organizzate del mondo produttivo.
Quando parlo di mondo produttivo, parlo in senso lato. A questo proposito, ritengo che nell'individuazione dei soggetti beneficiari potremmo anche aggiungere le imprese agricole che, nelle loro varie forme di presenza o di orientamento al mercato, agiscono come tutte le altre imprese, fermo restando le specificità esistenti per l'agricoltura, che sono esclusive e sono contenute all'interno dei Piani di Sviluppo Rurale e quant'altro.
Come definizione di principio, dobbiamo vedere tutto il nostro sistema economico nelle sue fasi produttive di base, ovviamente nelle sue fasi di trasformazione ed anche di commercializzazione, con un grosso sostegno alla fase commerciale.
Tornando alle misure - non sto più a ripeterlo - nella replica dell'Assessore mi attendo un cambiamento di orientamento e quindi un'accettazione, magari con modifiche del disegno di legge. Qualora così non fosse, nelle ventilate ed indicate alternative operative già messe in atto, sarebbe opportuno conoscere nel dettaglio le opportunità ed anche le maggiori coperture finanziarie, precisando la provenienza, l'impegnabilità e l'inseribilità di queste risorse nel Patto di stabilità che determina l'eventuale spendibilità in tempi rapidi o meno. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Grazie, Presidente. Sono firmatario della proposta di legge n. 646 ed ho seguito la relazione dell'Assessore, così come gli interventi e le considerazioni dei colleghi sulla stessa.
Per prendere una posizione concreta, com'è mia abitudine assumere cerco di fare una sintesi rispetto alle puntualizzazioni che sono state espresse stamattina.
C'è una proposta di legge presentata: come hanno detto molti colleghi al di là che le misure prese in precedenza dalla Giunta siano state positive o meno (comunque oggi non ci troveremmo in una situazione di emergenza, ma questo tema lo lascerei, non è il problema di oggi; se oggi le aziende sono in crisi di liquidità evidentemente c'è un problema che non è stato bene affrontato prima), come affrontiamo concretamente il problema esistente? Come ha ricordato il collega Vignale, ci sono delle misure cui l'Assessore ha accennato, che devono essere immediatamente tradotte - e quando si dice "immediatamente", vuol dire domani, al massimo dopodomani in provvedimenti che vengano scritti e inviati immediatamente alla Commissione, in modo che martedì prossimo si possa procedere all'approvazione di eventuali interventi al punto cui l'Assessore ha fatto cenno.
Come ha spiegato il collega Burzi, nell'intervento previsto rimangono fuori alcuni punti che avevamo accennato nel disegno di legge, ad esempio la revisione del debito, che consideriamo un punto importante e concreto.
Oggi non vogliamo esaminare tutti i nostri punti, ma porre una domanda centrale all'Assessore, che penso farà una breve replica al termine del dibattito. A me interessa capire una cosa, Assessore: delle misure che lei ha elencato, quale sarà la somma che lei stanzierà con decorrenza da martedì prossimo? Inoltre, come la vogliamo distribuire ed equiparare (ma questo è un macrodato che m'interesserebbe capire già nella discussione di questo tema, perché stiamo parlando di risorse da destinare ad un settore)? Qual è la cifra che si pensa di tradurre in questi disegni di legge, quindi l'eventuale volano che questa cifra può attivare? Chiedo ancora, visto che sono state elencate una serie di misure, che sia prestata attenzione a quella fase che il collega Vignale diceva, del bilancio 2010. Se nel bilancio 2010 ci sono delle poste che vengono passate, ridotte di 30 milioni di euro, proprio sulla legge che dovrebbe essere centrale, non mi sembra che sia un biglietto da visita interessante anche se formale, per dire che s'interviene su questo tema.
Pertanto, occorre mettere a punto immediatamente quest'aspetto: non ci vuole tanto, basta fare una rettifica immediata al bilancio 2010 riadeguando la posta in gioco.
Dunque, dicevo; soldi che si intendono impegnare con le misure che questa mattina l'Assessore oralmente ci ha illustrato, quindi quanto e dove; ripristino perlomeno delle cifre originarie a bilancio 2010 e - terzo anche una proposta che l'Assessore potrebbe fare sul tema, che è sfuggito perché non indicato da lui, ma indicato con forza nel nostro disegno di legge, degli aiuti alla revisione del debito, al fine di individuare uno strumento che permetta, attraverso la revisione del debito, di alleggerire ulteriormente le imprese, con posizioni che si possano prendere immediatamente.
Questa mattina ho incontrato il Presidente dell'ABI e mi diceva che è questo il vero cuore del problema: molte aziende hanno indebitamento forte non hanno più garanzie e hanno necessità di ristrutturare il debito. Di conseguenza, questo non è un tema che può essere eluso. Rispetto ai tanti soldi che destiniamo su altre misure, questo rappresenta un tema centrale per molte piccole e medie imprese.



CHIEPPA VINCENZO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Non so che film stiamo guardando oggi. Non so se vogliamo continuare a prendere in giro o se vogliamo dare delle risposte concrete. Qui sembra che i problemi delle imprese siano quelli che sono stati elencati fino a oggi e invece non focalizziamo, non cerchiamo di capire quelli che sono le vere questioni.
Ci si fa vanto delle 700 piccole imprese che hanno usufruito del fondo di garanzia, Assessore: 700 imprese. In Torino e provincia vi sono 60.000/70.000 imprese in ginocchio: farsi vanto delle 700 che hanno usufruito del fondo di garanzia è paradossale. Fondo di garanzia che non funziona, Assessore Bairati! La Regione si deve far carico di come funzionano le banche, ma soprattutto gli istituti di garanzia. La verità è che non funzionano. I nostri imprenditori, che hanno già l'acqua alla gola, non riescono ad accedere al credito perché, se non hanno degli utili in bilancio, se non adoperano gli strumenti di Basilea 2, non possono usufruire del fondo di garanzia. Questo è il problema, cari colleghi. Qui ci stiamo prendendo tutti in giro e prendiamo in giro tutte le imprese: questo è il problema! Io non se questa è una responsabilità. Assessore Bairati, non so che potere abbia lei e non me la prendo con lei - ci mancherebbe! - però noi come politica, cosa facciamo rispetto a tutto questo? Le imprese non possono fare utili perché non c'è lavoro, non possono accedere al fondo di garanzia perché non fanno utili e quindi le banche e tutti gli enti preposti a dare ossigeno alle nostre imprese non le fanno accedere al credito. Questo è il problema.
Allora la politica - quella con la "p" maiuscola, e qui ci mettiamo tutti: destra, sinistra, estremismi, tutto quello che c'è - come pu risolvere il problema? Come possiamo noi affrontare e incidere su questo problema? Questo è il punto. Qui voglio delle risposte, cari amici e cari colleghi. È questo il punto per il quale le nostre imprese ogni giorno sono in difficoltà.
Torino è diventata l'epicentro a livello europeo della disoccupazione e della mancanza di lavoro; Torino e provincia, su cinque milioni di posti di lavoro persi in Europa negli ultimi 12 mesi, è diventata l'epicentro a livello europeo. Questi sono i problemi.
Perché accade questo? Perché le piccole e medie imprese sono quelle che principalmente devono chiudere e non hanno - attenzione - nessun ammortizzatore sociale. Gli artigiani e i commercianti che non hanno lavoro e che sono costretti a chiudere, che non riescono a pagare quello che dovrebbero pagare, non hanno la pensione, non hanno niente: c'è questo vuoto legislativo che non so se noi siamo all'altezza di colmare. Questo è l'altro punto.
I punti principali sono: 1) non c'è un sistema legislativo che tuteli l'artigiano o il commerciante che, una volta in cui giunge al punto di non poter produrre e di dover chiudere la saracinesca, non ha a disposizione nessun ammortizzare sociale e quindi diventa povero, ma povero di fatto; 2) noi, come istituzione, dobbiamo dare delle risposte, perché i commercianti e gli artigiani non hanno pensione, non hanno niente! Questo è l'altro punto. Quindi c'è il problema dell'accesso al credito e il problema che gli artigiani e i commercianti, una volta che perdono il posto di lavoro, non hanno nessun ammortizzatore sociale che li aiuti. Quindi sono questi due punti di cui la politica si deve far carico.
Non so, a livello regionale, come possiamo incidere sulle banche, sui fondi di garanzia, sui crediti. Questi due punti come li si affronta? Ritardare il pagamento di un anno a coloro che possono già farlo è, sì, un aiuto, ma non poter intervenire direttamente su coloro che non riescono più a sopravvivere e che hanno chiuso la saracinesca né con ammortizzatori sociali né con l'accesso al credito è forse il punto da cui dobbiamo partire, è il punto di cui la politica si deve far carico.
A Torino, in mancanza della monocultura industriale, siccome la politica è anche responsabile della delocalizzazione della FIAT, ci si deve far carico almeno dei problemi cha ha creato tale delocalizzazione, e oggi la politica non se ne sta facendo carico, indipendentemente dal colore politico! Mi rivolgo al Presidente, che rappresenta il diritto al lavoro: di questi problemi, chi se ne fa carico? La politica? E come ce ne facciamo carico? Andando in televisione a raccontare cazzate, tutti? Noi dobbiamo dare risposte concrete, dobbiamo cercare di essere pratici, efficienti adoperare il più possibile le nostre risorse e i nostri strumenti.
Non ci sono strumenti legislativi? Creiamoli!



PRESIDENTE

Consigliere, voglio solo richiamarla a un linguaggio consono all'Aula.



SCANDEREBECH Deodato

Scusi se ho detto qualche cazzata.



PRESIDENTE

Lei può continuare, ma si ricordi che si trova in una sede istituzionale e stiamo parlando di problemi estremamente seri.



SCANDEREBECH Deodato

Presidente, lei più di me conosce la realtà, ma dovrebbe venire con me davanti alla FIAT a fare le battaglie in favore delle piccole e medie imprese, in favore dei lavoratori: io ci sono.
Chiamparino. Qualcuno dice che ce l'ho con lui. Chiamparino è diventato il terzo Sindaco più amato d'Italia, ma è stato responsabile della delocalizzazione della FIAT: cosa facciamo davanti a questo? Questi sono i temi da affrontare uno dopo l'altro.
Ritorniamo all'oggetto del contendere, lasciamo stare Chiamparino.
Presidente, questi sono discorsi seri. Noi Consiglieri regionali indipendentemente dall'appartenenza politica, abbiamo delle grosse responsabilità. Io non voglio ribaltare la questione all'Assessore Bairati a questa Giunta, dico che ci sono questi vuoti legislativi, che ci sono questi problemi che stanno mettendo in ginocchio l'occupazione e lo sviluppo della nostra regione e che noi dobbiamo fare qualcosa.
Diversamente, il fatto che oggi siano venuti qui degli imprenditori o che altri lavoratori sciopereranno o che noi presteremo la nostra solidarietà, non è sufficiente. Allora la politica, in mancanza dei poteri forti, in mancanza di quella grande FIAT che ha costruito l'occupazione e lo sviluppo nel nostro territorio, si deve far carico di questi problemi.
Oggi purtroppo, in mancanza di programmi forti, in mancanza delle organizzazioni preposte a difendere il diritto al lavoro dei cittadini e dei lavoratori tutti, la politica si deve far carico della pianificazione dello sviluppo dell'occupazione del nostro territorio; tra l'altro, la Regione è preposta a fare quello. Non ci sono - lo ripeto per la quarta volta - strumenti legislativi che consentano di far fronte a questi problemi? Creiamoli! Studiamoli assieme! Io ci sono, purché si cerchi di affrontare quello che è il vero problema.
Presidente, poi mi spiegherà che cosa ho detto di anormale. Vuol dire che ancora non ho capito come esprimere l'arte del pensiero. Sono a disposizione anche per imparare, ma fino adesso ho imparato troppo poco da coloro che hanno difeso il diritto al lavoro dei cittadini in regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Ho pochissime riflessioni da fare, anche perché altri colleghi della maggioranza sono già intervenuti sottolineando l'importanza della discussione di questa mattina, che nasce da una situazione di gran difficoltà. Non credo che ci sia bisogno di aggiungere altro rispetto alla sofferenza di migliaia e migliaia di imprenditori e piccoli imprenditori al forte disagio sociale chi si è venuto a creare anche nella nostra regione in seguito alla crisi. Difficoltà dei nostri imprenditori difficoltà di tante famiglie e di tanti lavoratori che oggi vivono una situazione di estrema difficoltà.
Credo che in questi anni, in quest'ultimo anno e mezzo in particolare la Giunta e la maggioranza abbiano messo in campo provvedimenti utili ad affrontare la situazione. Certamente non risolutivi. È chiaro che abbiamo alcune competenze rispetto alle quali dobbiamo avanzare delle proposte. Mi pare che qualche riflessione bisognerebbe farla anche in termini generali ma non mi pare che il Governo, in quest'ultimo anno, abbia messo in campo misure adeguate alla drammaticità della situazione. Questa può essere soltanto una riflessione di carattere politico. A noi spetta, visto che siamo un'assemblea legislativa, avanzare delle proposte per cercare nell'ambito delle competenze della Regione Piemonte, di proporre provvedimenti che vadano nella direzione di affrontare la situazione di difficoltà sia delle imprese sia dei lavoratori.
In quest'ultimo anno e mezzo, dopo l'apertura della crisi che ha coinvolto non soltanto la nostra regione perché, come abbiamo detto più volte, è una crisi a livello internazionale, abbiamo assunto provvedimenti che andavano nella direzione di sostegno delle nostre imprese e, nello stesso tempo, misure per affrontare questa situazione di forte disagio sociale che c'è anche nella nostra regione.
A questo punto della discussione bisogna trovare delle soluzioni rispetto al da farsi. Forse il Consigliere Scanderebech non ha sentito la relazione iniziale dell'Assessore Bairati. L'Assessore ha fatto delle proposte e siamo qui, oltre a discutere delle proposte avanzate dalla minoranza attraverso la proposta di legge presentata più di un mese fa dal Consigliere Burzi, anche quelle avanzate in nome della Giunta dall'Assessore Bairati. Credo che dovremmo vedere, per dare una risposta concreta anche a chi questa mattina è venuto ad assistere ai nostri lavori che cosa fare nei prossimi giorni.
Avanzo una proposta. Domani si riunisce la I Commissione che deve spero, concludere il confronto sull'assestamento di bilancio e giovedì è convocato il Consiglio sull'assestamento di bilancio. È stato chiesto di trovare una strada per accelerare i tempi e mettere in pratica le proposte possibili e le proposte avanzate. Domani, ripeto, si riunisce la I Commissione. Credo che potremmo chiedere alla Giunta di presentare un emendamento all'assestamento di bilancio, domani pomeriggio convocare anche la VII Commissione congiuntamente alla I (già convocata), chiedere alla Giunta di presentare un emendamento e portare in discussione, nella giornata di giovedì, quest'emendamento all'interno dell'assestamento di bilancio. In questo modo potremmo accelerare i tempi della nostra discussione, senza presentare disegni di legge, delibere, ecc.
Abbiamo lo strumento dell'assestamento. L'Assessore domani presenti un emendamento, la I Commissione è già convocata, convochiamo anche la VII approviamo quest'emendamento in Commissione, giovedì lo portiamo in Aula e approviamo l'emendamento all'interno dell'assestamento di bilancio: diamo una risposta immediata ed evitiamo di perdere tempo.
Credo che questa sia una risposta concreta, che va nella direzione delle esigenze nate. Tra l'altro, voglio sottolineare con positività il fatto che sia nato in questi mesi un movimento da parte degli imprenditori che ha sollecitato le istituzioni e credo che le istituzioni hanno saputo ascoltare. Il nostro dovere è quello di proporre, ma anche quello di saper ascoltare. La politica ha anche il ruolo di saper ascoltare quando ci sono delle richieste, quando c'è un disagio all'interno della società come oggi noi viviamo, in questo caso da parte degli imprenditori. Il fatto che le istituzioni sappiano ascoltare, cerchino di discutere e dare una risposta credo che sia un fatto positivo. Anche la minoranza ha sollecitato la maggioranza attraverso la presentazione di una proposta di legge su cui nel merito, non concordiamo su molte questioni, ma abbiamo raccolto la sollecitazione, quindi dopo la discussione di questa mattina dobbiamo uscire con una soluzione.
La proposta che avanzo anche alla minoranza è questa: presentiamo un emendamento all'assestamento di bilancio, giovedì portiamo in votazione l'emendamento con l'assestamento e diamo una risposta immediata alle esigenze nate questa mattina.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

E' emersa una proposta sulla quale dobbiamo decidere per il prosieguo della discussione di oggi. Il Consigliere Muliere proponeva un percorso preciso: domani è già convocata la I Commissione, alle 9.30 e alle 14.30.
Si potrebbe ipotizzare la convocazione della VII Commissione nel pomeriggio (per Regolamento non possiamo che convocarla di pomeriggio, essendo adesso le ore 13) congiuntamente alla I Commissione alle 14.30. Ripeto, domani è convocata la I Commissione alle 9.30 e un'altra nel pomeriggio alle 14.30.
Raccogliendo, se c'è unanimità di orientamento, la proposta avanzata dal Consigliere Muliere, convocheremmo anche la VII Commissione congiuntamente nel pomeriggio con la I Commissione. Questo per consentire la discussione e l'approvazione di un emendamento al documento di assestamento di bilancio che recepisca una serie di elementi emersi nella discussione di questa mattina.
Il Consigliere Dalmasso ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Proporrei che il Consiglio regionale, per mettere immediatamente in atto una illuminata proposta di un illuminato esponente di questo illuminatissimo Governo, sospendesse da oggi la pausa pranzo.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Ordine del giorno n. 1374 dei Consiglieri Robotti, Clement, Dalmasso Deambrogio, Bossuto e Chieppa, inerente a "Disordini tra studenti dell'Onda e rappresentanti istituzionali del PdL" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Ordine del giorno n. 1376 dei Consiglieri Leo, Guida, Monteggia e Scanderebech, inerente a "Assalto alla sede regionale del PdL" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Presidente, sto per depositare un ordine del giorno sulle vicende di cui stamattina ho riferito all'Aula.
Chiedo che venga iscritto all'o.d.g. in apertura dei lavori o anche immediatamente se fosse possibile, e di poterlo discutere nella giornata di martedì prossimo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Anch'io ho presentato un ordine del giorno sulla stessa materia.
In quanto alla proposta del collega Dalmasso, che è arguta e simpatica direi che se poi il digiuno si facesse con un fioretto, avrebbe più significato.



PRESIDENTE

Possiamo considerare iscritti all'o.d.g. gli ordini del giorno presentati dal Consigliere Robotti e dal Consigliere Leo, con l'impegno di discuterli la prossima riunione del Consiglio regionale, naturalmente dopo aver fatto una discussione in merito nella Conferenza dei Capigruppo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Consigliere Dalmasso, cogliamo la sua come una sollecitazione ad una riflessione rispetto all'importante proposta del Ministro Rotondi.
La accogliamo e rifletteremo su questa vicenda.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.17)



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