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Dettaglio seduta n.513 del 17/11/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


COTTO MARIANGELA



(Alle ore 10.01 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PLACIDO ROBERTO



(La seduta ha inizio alle ore 10.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Quella di oggi è la seduta n. 513, del 17 novembre 2009. Non essendo venerdì, non ci sono problemi particolari, per i superstiziosi!


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Boeti, Bossuto, Bresso Buquicchio, Chieppa, Gariglio, Laus, Rabino, Robotti, Ronzani, Turigliatto e Valloggia.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Distribuzione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In data odierna sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali della seduta del 10 novembre 2009. Saranno posti in approvazione nel corso della prossima seduta consiliare.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Il giorno 10/11/2009 sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle sedute del 27 e 29 ottobre 2009, e 3 novembre 2009.
Se non ci sono osservazioni, si intendono approvati.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:


PRESIDENTE

Richiesta, da parte del Consigliere Deambrogio, di iscrivere all'o.d.g. e di procedere all'esame dell'ordine del giorno n. 1370 dei Consiglieri Deambrogio, Clement, Auddino, Barassi, Dalmasso, Robotti, Moriconi Cavallaro, Turigliatto, Buquicchio, Comella, Bossuto e Larizza, inerente a "Beni confiscati alle mafie"



PRESIDENTE

Richiesta, da parte del Consigliere Toselli, di procedere all'esame dell'ordine del giorno n. 1315 dei Consiglieri Toselli, Leo, Cotto Caramella e Leardi, inerente a "Sentenza della Corte europea sull'esposizione dei crocifissi nelle aule scolastiche"



PRESIDENTE

Richiesta, da parte del Consigliere Caramella, di procedere all'esame de "Conclusione lavori della Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 31, lettera a), dello Statuto (Attività associazione Premio Grinzane Cavour)"



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio, sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente. Avrei bisogno della sua attenzione in modo particolare: nelle scorse settimane, come Consiglieri, abbiamo tutti fatto la fila per rispondere alle domande che i ragazzi di "Libera" ci proponevano, anche rispetto alle prossime elezioni. Esattamente da "Libera", e segnatamente da Don Luigi Ciotti, viene in queste ore un accorato appello.
Come è noto, è stato votato un emendamento al Senato, riguardante la legge finanziaria, che prevede la vendita dei beni confiscati alle mafie.
Con questo emendamento si tradisce - lo dice Don Luigi Ciotti, ma io sono assolutamente d'accordo - un impegno preso di fronte a un milione di cittadini che nel 1996 avevano firmato per una proposta di legge che prevedeva il divieto della vendita dei beni confiscati alle mafie. È del tutto evidente che, prevedendo la vendita dei beni confiscati, si dà la possibilità alle organizzazioni mafiose, tramite intermediari, di ricomprare gli stessi. Penso che questo sia un dato assolutamente negativo: se il tema è quello di recuperare risorse, ricordo che esiste già un fondo unico di giustizia che prevede la possibilità di recuperare fondi liquidi e poterli investire, soprattutto a favore dei familiari delle vittime della mafia.
Detto questo - lo dico anche perché "Libera" qui in Piemonte ha una base importante (lo stesso Don Luigi Ciotti proviene da questa realtà sociale) - e proprio perché i Consiglieri hanno preso quell'impegno nelle scorse settimane, oggi sarebbe importante che il Consiglio regionale si esprimesse. Potrebbe essere un ordine del giorno che arriva direttamente dalla Presidenza; so che è prevista una Conferenza dei Capigruppo alle ore 13, quindi si potrebbe anche calendarizzare e votare oggi.
Ritengo che un impegno di questo tipo, a partire da questo Consiglio sarebbe importante, non solo per ciò che dicevo prima, ma anche rispetto a quanto abbiamo detto di fronte ai microfoni di "Libera". Se così non fosse mi verrebbe da pensare che il correre ai microfoni di "Libera" sia stato per molti, una sorta di elemento di opportunismo in vista delle elezioni regionali.
Poiché ritengo che così non sia e ho molta fiducia, faccio appello a lei, affinché questo Consiglio si possa esprimere già nella giornata di oggi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega. Le chiedo se può predisporre la traccia dell'ordine del giorno da sottoporre, al di là dei numeri, perché lei sa che gli ordini del giorno, appena c'è il numero sufficiente, vengono iscritti. Cosa diversa è la trattazione; lo dico con molta tranquillità, non avendo fatto la corsa a rispondere alle domande di "Libera", anzi sono fra coloro che non hanno risposto. Mi permetto di dire che non ho apprezzato, e non posso esprimermi oltre, presiedendo il Consiglio, quanto è stato fatto uscire attraverso gli organi di stampa, da parte della stessa associazione, che per certi versi è benemerita, ma in questo caso mi permetto di essere - uso un eufemismo - perplesso.
Il discorso che lei ha fatto, invece, è assolutamente condivisibile; se arriva una traccia di ordine del giorno, vedremo se ci sono le condizioni per farlo approvare nelle due sedute odierne.
La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente. Vorrei ricordarle che martedì scorso, durante la seduta del Consiglio regionale, abbiamo iscritto un mio ordine del giorno riguardante la questione del crocifisso. Il Capogruppo del PD disse, in quell'occasione, che la questione non era ritenuta urgente, per cui non aveva inteso discutere nella giornata di martedì scorso l'ordine del giorno che pur era stato iscritto.
Sono qui, pertanto, a richiedere, sette giorni dopo, la discussione in data odierna di quell'ordine del giorno. Qualora fosse necessario chiedere una nuova votazione, con richiesta di inversione dell'o.d.g., e qualora non mi fosse concessa questa opportunità, mi riterrò di nuovo libero di chiedere una nuova votazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega. Al momento lei sa che non ci sono neanche le condizioni numeriche, necessarie in base al nostro Regolamento, per chiedere l'inversione.
La parola al Consigliere Caramella.



CARAMELLA Luca Giuseppe

Non voglio assolutamente contrappormi alla Conferenza dei Capigruppo che ha deciso l'o.d.g. insieme all'Ufficio di Presidenza, ma ritengo opportuno valutare la possibilità, a breve termine, di discutere il punto 8) all'o.d.g., quindi la conclusione dei lavori della Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva, al fine di poter fare una serena valutazione dei lavori della Commissione stessa.
Poiché siamo già finiti sui giornali e di questa questione ha parlato il Piemonte, l'Italia e forse se ne è parlato anche a livello internazionale, per serietà - la Commissione è anche costata qualche migliaia di euro, nell'arco dei suoi sette mesi di mandato - chiudiamo questo lavoro e diamo dimostrazione ai cittadini che quello che è stato fatto non è stato vano, ma viene valutato da quest'Aula.
Chiedo a lei, Presidente, di fare un'inversione dell'o.d.g. e discutere prima il punto 8), altrimenti le chiedo quale possa essere il percorso per cercare di chiudere, se possibile nella giornata di oggi, la vicenda Grinzane. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Per sua informazione e dei Consiglieri presenti in Aula, nell'ultima Conferenza dei Capigruppo avevo segnalato, presiedendo la Conferenza l'opportunità di affrontare la discussione, nelle loro disponibilità oltre che conoscenze, sulle Commissioni che si sono riunite quasi nello stesso periodo, quella sul Grinzane Cavour e quella riguardante la Società SITO.
Alle ore 13 è convocata una Conferenza dei Capigruppo, sede quanto mai opportuna per decidere cosa fare su una serie di questioni, comprese le due Commissioni e l'ordine del giorno sul tema del crocifisso.
L'Assessore Bairati è l'unico rappresentante della Giunta presente.
Consiglieri, il combinato disposto, come si usa dire, di una non massiccia presenza della Giunta (vedo ampi spazi vuoti sugli spalti, come si usava dire in passate radiocronache calcistiche) rende complicato svolgere il punto 3) all'o.d.g.
L'Assessore De Ruggiero è presente, ma non ha interrogazioni a cui rispondere. L'Assessore Artesio ha un'interrogazione, ma non è presente.
L'Assessore Borioli ha un'interrogazione, ma non è presente, così come l'Assessore Migliasso, l'Assessore Pentenero, l'Assessore Peveraro e l'Assessore Taricco.
Assessore Bairati, mi corre l'obbligo - non me ne voglia - di fare un passaggio ufficiale, per quello che serve in questa fase, come Presidenza del Consiglio rispetto ad una situazione che diventa complicata.
arrivato l'Assessore Peveraro: potremmo discutere la sua interrogazione.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione n. 2939 del Consigliere Bizjak, inerente a "Situazione della ex Cava 'Ballina' ubicata nel Comune di Livorno Ferraris (VC)"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interrogazione n. 2939, presentata dal Consigliere Bizjak.
Risponde l'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore alle attività estrattive

L'intervento estrattivo denominato "Cascina Bellina", sito nel comune di Livorno Ferraris, è stato autorizzato, ai sensi della legge n. 30 del 1999, alla Ditta Cav TO-Mi per la realizzazione della linea Alta Velocità Torino-Milano.
Questo prevede un recupero ambientale, con riutilizzo, a fini agricoli del piazzale di cava risultante. A garanzia della riuscita degli interventi di recupero ambientali previsti e riscritti, il Consorzio esercente aveva accesso ad una polizza assicurativa di 3.393,120 euro a favore del Comune.
A seguito di un sopralluogo congiunto espletato l'11 maggio 2007, cui hanno partecipato la SETIS, il Comune di Livorno Ferraris, la Provincia di Vercelli, l'ARPA e il Settore scrivente, ovvero il Settore Cave ed Estrazioni della Direzione n. 16 ed il Cav TO-MI, si è accertata la conformità dei lavori di recupero ambientale con le previsioni di progetto e si è deciso di demandare all'ARPA la verifica dei materiali utilizzati in fase di riempimento sull'area destinata agli impianti connessi all'attività estrattiva.
L'ARPA, con nota 66-121 del 15 maggio 2007, ha confermato la corretta attività svolta nell'area.
L'accertamento della conformità di recupero delle aree estrattive, e la successiva liberazione delle polizze fideiussorie, concludono l'attività estrattiva nel suolo e nel sito stesso, che non può essere considerato più cava e, di conseguenza, interrompono qualsiasi competenza del Settore Verifica e Attività Estrattive.
Considerando che la ditta Cav TO-MI ha ceduto, a titolo gratuito l'intera aera all'Amministrazione comunale e che il Comune ha provveduto alla liberazione delle cauzioni versate a garanzia delle obbligazioni ambientali assunte dalla ditta esercente, si evince che l'area è di proprietà comunale; pertanto, l'Amministrazione ne può disporre discrezionalmente.
A nostro avviso, quindi, non si può parlare di recupero ambientale di un'ex cava, in quanto questo si è già completato nel tempo.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Bizjak.



BIZJAK Alessandro

Grazie, Presidente.
Molto brevemente. Ringrazio l'Assessore Peveraro per la risposta, che non fa altro che avallare i dubbi che avevamo nei confronti della procedura che sta utilizzando il Comune di Livorno Ferraris su quel sito.
Dubbi e perplessità evidenziati dal fatto, come diceva l'Assessore rispondendo all'interrogazione che, rispetto a quel sito, non si può più parlare di progetto di recupero ambientale, perché il recupero ambientale è già stato fatto.
La procedura che si deve utilizzare non può essere quella del recupero di un'ex cava, ma dell'utilizzo di un sito attualmente a destinazione agricola, come recita il Piano regolatore del Comune di Livorno Ferraris.
Alla luce della risposta data all'interrogazione dal Vicepresidente Peveraro, valuteremo quali iniziative assumere, senza, ovviamente escludere un possibile ricorso al TAR nei confronti degli atti emanati dall'Amministrazione comunale di Livorno Ferraris.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1850 del Consigliere Guida, inerente a "Rivalutazione del periodo contributivo, ai fini delle prestazioni di aziende con esposizione a rischio di amianto. Benefici previsti di cui al decreto ministeriale del 27 ottobre 2004" (risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 2924 dei Consiglieri Bossuto, Dalmasso, Barassi e Clement, inerente a "Situazione lavoratori Ditte ALCAR di Vaie (TO) e Assystem Italia di Beinasco (TO)" (risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 2929 del Consigliere Robotti, inerente a "Licenziamenti alla Aviapartner" (risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 2932 del Consigliere Chieppa, inerente a "Avvio di procedura di mobilità per riduzione del personale nell'Azienda ZF Sachs Italia di Villar Perosa" (risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 2948 del Consigliere Auddino, inerente a "Situazione dei dipendenti della società Aviapartner presso l'Aeroporto di Caselle" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 1850 del Consigliere Guida; all'interrogazione n. 2924 dei Consiglieri Bossuto Dalmasso, Barassi e Clement; all'interrogazione n. 2929 del Consigliere Robotti, all'interpellanza n. 2932 del Consigliere Chieppa e all'interpellanza n. 2948 del Consigliere Auddino.
Dichiaro terminato lo spazio relativo al sindacato ispettivo.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Proseguimento esame testo unificato delle proposte di legge n. 94 e n. 130 inerente a "Istituzione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale"


PRESIDENTE

L'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 94 e n. 130 "Istituzione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale", di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Proseguiamo con l'esame degli emendamenti all'articolo 2.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 56 presentato dal Consigliere Giovine: all'articolo 2, comma 1, si propone la sostituzione delle parole "impegno sociale" con le parole "impegno sociale ed istituzionale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 56.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Il Consiglio riprende tra 30 minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.54 riprende alle ore 11.28)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripetiamo la votazione sull'emendamento n. 56.
Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 56.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 100 presentato dal Consigliere Giovine: all'articolo 1, comma 1, alla fine del comma 1 si aggiungono le parole "di impegno istituzionale".
Se non ci sono richieste di intervento e dichiarazioni di voto procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 100.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 32 presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti e Casoni: il comma 2 dell'articolo 1 è soppresso.
Non essendoci richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 113 presentato dai Consiglieri Botta, Casoni Boniperti, D'Ambrosio e Vignale: emendare l'articolo 2, comma 2, sostituendo "maggioranza dei due terzi" con "maggioranza relativa".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 113 Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 27 presentato dai Consiglieri Botta, Vignale Boniperti e Casoni: è soppresso il secondo capoverso, "Qualora nella prima votazione ecc.".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente. Siamo ritornati su questo importante provvedimento e analizziamo l'articolo 2, in particolare con questo emendamento il comma 2, che fissa le modalità di designazione del Garante.
La designazione del Consiglio regionale, recita il comma 2 dell'articolo 2, "è effettuata a maggioranza dei due terzi dei Consiglieri assegnati alla Regione. Qualora nella prima votazione non si raggiunga la predetta maggioranza, il Garante è designato a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati".
In realtà, con questo emendamento si vuole richiamare l'attenzione proprio sulle modalità di designazione. L'accoglimento di questa modifica che sostanzialmente sopprime la seconda parte del secondo comma e quindi fa rimanere una maggioranza alta per la designazione del Garante, ci sembra una garanzia che il Consiglio si dà affinché vi sia una designazione perlomeno condivisa. In caso contrario, evidentemente varrebbe un criterio molto più semplice, molto più raggiungibile, anche se superiore ai quorum legati alla semplice maggioranza politica.
Ritengo che questo emendamento abbia un suo significato, in quanto comporta la necessità, per la predisposizione delle designazioni, di una presentazione di personalità sicuramente di alto profilo, sicuramente non spiccatamente di parte e che quindi possano ottenere un'ampia condivisione da parte dell'Aula.
La materia, come sappiamo, è già abbastanza complessa; se noi tentiamo di renderla più condivisa anche alla fine di questo lungo percorso di approvazione della norma, ciò potrebbe giovare nel momento in cui si arriverà all'indicazione del soggetto che dovrebbe esercitare il ruolo di Garante, sperando che sia unico.
Perché speriamo che il Garante sia unico, caro Presidente? Perché qui si apre un altro problema: quanti saranno i Garanti dei detenuti in Piemonte? Delle due, l'una: o la Regione, anche attraverso questa legge, si arroga il ruolo di istituzione del Garante per le persone che si vedono sottoposte a misure restrittive della libertà personale e quindi limitiamo la figura a un Garante su tutto il territorio regionale, ma se dovessimo pensare che tutte le Città capoluogo, tutte le Province possano un domani istituire la propria figura del Garante per i detenuti, comprenderà Presidente, che in Piemonte si potrà arrivare a 16, 17 Garanti per i detenuti (ci sono già proposte di questo tipo depositate in Consigli comunali e provinciali). Questo è un problema su cui dovremmo in qualche maniera riflettere.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27.
Il Consiglio non approva.
Con questa votazione, decade l'emendamento rubricato n. 107 del Consigliere Giovine.
Emendamento rubricato n. 64 presentato dal Consigliere Giovine: all'articolo 2, comma 2, si propone la sostituzione delle parole "nella prima votazione" con le parole "nelle prime dieci votazioni".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 64.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. 63 presentato dal Consigliere Giovine: all'articolo 2, comma 2, si propone la sostituzione delle parole "nella prima votazione" con le parole "nelle prime nove votazioni".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 63.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 62 presentato dal Consigliere Giovine: all'articolo 2, comma 2, sostituire le parole "nella prima votazione" con le parole "nelle prime otto votazioni".
Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 62.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 61 presentato dal Consigliere Giovine: all'articolo 2, comma 2, sostituire le parole "nella prima votazione" con le parole "nelle prime sette votazioni".
Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 61.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 60 presentato dal Consigliere Giovine: all'articolo 2, comma 2, sostituire le parole "nella prima votazione" con le parole "nelle prime sei votazioni".
Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 60.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 59 presentato dal Consigliere Giovine: all'articolo 2, comma 2, sostituire le parole "nella prima votazione" con le parole "nelle prime cinque votazioni".
Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 59.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 58 presentato dal Consigliere Giovine: all'articolo 2, comma 2, sostituire le parole "nella prima votazione" con le parole "nelle prime quattro votazioni".
Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 58.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 57 presentato dal Consigliere Giovine: all'articolo 2, comma 2, sostituire le parole "nella prima votazione" con le parole "nelle prime tre votazioni".
Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 57.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 33 presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti e Casoni: il comma 3 dell'articolo 2 è soppresso.
Il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 115 presentato dai Consiglieri Botta, Casoni Boniperti, D'Ambrosio e Vignale: emendare l'articolo 2, comma 3, apportando questo testo alla versione attuale: "il garante dura in carica tre anni, e può essere riconfermato sulla base dei risultati raggiunti, al massimo tre volte".
La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



BOTTA Marco

Con questo emendamento, rispetto a quanto previsto nel comma 3 dell'articolo n. 2, si vorrebbe dettare una diversa modalità di durata della carica del Garante, nonché della sua eventuale riconferma.
Mentre la norma prevede una durata di cinque anni, con un'unica riconferma, per un totale di dieci anni e, inoltre, prevede che, dopo la scadenza del mandato, il Garante rimane in carica fino alla nomina del successore, la nostra proposta prevede una durata ridotta a tre anni con la possibilità di riconferma fino addirittura a tre volte, per un totale di nove anni, però sulla base dei risultati ottenuti. Vi è quindi anche un'attenzione alla qualità del servizio e dell'operato del Garante.
Ci pare che questo possa essere un elemento che leghi la figura del Garante a un dato importante che è, appunto, la questione qualitativa, ed è per questo motivo che ci permettiamo di sottoporlo all'attenzione dei colleghi.
Volevo concludere il discorso, che avevo iniziato prima e che ho dovuto abbandonare per mancanza di tempo, sulla possibilità della moltiplicazione di figure di più garanti sul territorio piemontese.
Dicevo che è ormai noto come in tanti Comuni capoluogo e in tante Province esistano proposte di deliberazioni di Consigli comunali e provinciali per istituire garanti per i detenuti. Questo è un fatto che ci lascia piuttosto perplessi.
Stiamo discutendo (e sarà una lunga discussione) sull'opportunità di un Garante regionale che, per carità, potrà essere anche legittimo (ripeto pur mantenendo posizioni diverse, in particolar modo legate alle priorità di questo Consiglio ad affrontare questa tematica e altre tematiche che riguardano la figura del Garante o altre figure di garanzia per altre categorie di persone), ma pensare che l'istituzione della figura del Garante possa dare la stura alla creazione di altre figure simili presso Province e Comuni, tanto che il Piemonte possa diventare - lo diciamo, mi auguro per assurdo, ma potrebbe non essere così - la regione con 16 o 17 garanti per i detenuti (tra l'altro, dotati di strutture ed uffici, di mezzi e di risorse, oltre ai compensi e rimborsi) ci fa domandare se tutto ciò ha un senso e se non avrebbe invece senso che, qualora dovesse esistere la figura del Garante, questa debba essere unica e legata soltanto all'entità del Consiglio regionale.
Se così non fosse, il nostro tentativo di semplificazione, verso cui anche questo Consiglio cerca di muoversi, andrebbe veramente mal riposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine, per dichiarazione di voto.



GIOVINE Michele

Voterò a favore di questo emendamento, al di là del valore normativo che può anche essere ed è sicuramente opinabile, perché la durata in carica è di tre anni, anche se non si capisce perché debba essere riconfermato al massimo tre volte. Noi troviamo questa proposta più logica e conformante rispetto ad altre norme nazionali in relazione al ricoprire cariche in modo reiterato nel tempo, e che sia più confacente il numero massimo di due volte come possibilità di essere confermati.
Ciò detto, anche perché non credo che su questo emendamento ci sia (anche se, per carità, noi confidiamo nella Provvidenza) un voto favorevole dell'Aula, credo, comunque, che il tema affrontato dal collega Botta e dai colleghi Casoni, Boniperti, D'Ambrosio e Vignale sia importante e giusto.
Ovvero, noi non possiamo rendere dei gran commis regionali in istituzioni che, di fatto - ricordiamolo - sono e devono rimanere al servizio della pubblica utilità e del cittadino.
Purtroppo, non inserendo limiti temporali o limiti numerici sulle riconferme dei medesimi, spesso e volentieri si creano casi di attaccamento alla poltrona, che non è il caso di alimentare nel futuro: già ce ne sono in Italia e nella Regione Piemonte, non credo sia il caso di proseguire su questa strada.
Qualcuno che avesse qualcosa da obiettare potrebbe dire di inserire un vincolo per i Consiglieri regionali in ordine al secondo o terzo mandato: ben venga, sarei prontissimo a votare un provvedimento del genere anche domani, se fosse applicato a tutte le cariche elettive e di nomina della cosa pubblica. Questo creerebbe una situazione di mobilità e un arricchimento di esperienze personali nell'amministrazione pubblica di tutti coloro che se ne occupano, che, alla fine, non potrebbe che far bene a chi fa questo mestiere, a chi si occupa della cosa pubblica. Ricordiamoci che qui nominiamo un Garante, ma con le regole attuali, di fatto, votiamo un Garante che sarà un politico, perché andremo a creare un altro posizionamento per un politico. È assolutamente legittimo, basta solo sapere cosa andiamo a votare e, soprattutto, che lo diciamo anche ai cittadini esternamente.
Va benissimo che sia un politico, ma nell'arricchimento dei ruoli proprio perché, comunque, riteniamo ci debba essere un continuo legame e riferimento con l'ente nominante e con il sistema amministrativo e politico della Regione Piemonte, occorre un limite temporale.
Non sono tanto d'accordo sulla durata in carica dei tre anni. Credo che, come primo mandato, tre anni siano pochi per poter effettuare un lavoro proficuo, interessante, approfondito e utile alla popolazione carceraria, che è il fine ultimo che ci prefiggiamo.
Invece, sono d'accordo sul limite della durata dei mandati: tre mi sembrano eccessivi. Credo che una corretta formulazione potrebbe essere "dura in carica quattro anni e può essere riconfermato al massimo una volta". D'altronde, se uno nella vita fa per otto anni il Garante dei detenuti, penso ne abbia già più che a sufficienza e possa anche prepararsi per fare altro.
Presidente, per questo, il mio voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, collega Giovine.
Ricordo che il numero legale è sempre 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 115.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 28 presentato dai Consiglieri Botta, Vignale Boniperti e Casoni,: all'articolo 2, comma 3, si sostituisce "dura in carica 5 anni" con "dura in carica 3 anni".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Intervengo soltanto per ribadire il concetto sostanzialmente espresso già in occasione dell'illustrazione del precedente emendamento.
Questo emendamento non richiama la riconferma del Garante, ma semplicemente accorcia il termine di mantenimento dell'incarico a tre anni.
A nostro avviso, questo accorciamento del termine potrebbe anche essere un elemento importante; naturalmente, in questo caso, si avrebbe un passaggio a metà legislatura.
Qualora, come è stato deciso, in quanto sono stati respinti gli emendamenti che imponevano maggioranze più alte, quindi una maggiore condivisione, il Garante diventi una scelta, se non della maggioranza semplice di questo Consiglio, comunque, di una maggioranza qualificata non quella maggioranza dei due terzi che noi chiedevamo - che costituisse veramente un punto di sintesi importante, il fatto di diminuirne la durata potrebbe essere un contrappeso significativo.
Volevo concludere il discorso che avevo iniziato in occasione dell'illustrazione dell'ultimo emendamento: corriamo il rischio che accanto alla figura del Garante regionale, si creino a livello provinciale e comunale altrettanti Garanti dei detenuti.
Questo vorrebbe dire che nel momento in cui, con una decisione che dobbiamo ancora assumere, si cerca di snellire il procedimento amministrativo e gli organi anche rappresentativi - pensate al progetto di legge Calderoli - mettiamo in piedi un movimento che, se non viene subito incanalato nella giusta misura, potrebbe creare 10, 12, 15, magari 16 Garanti dei detenuti.
Riteniamo che questa possibilità debba essere, da subito, evitata.
Quindi, invito anche i presentatori della legge a studiare meccanismi affinché non tutti i Comuni capoluoghi piemontesi e non tutte le Province piemontese possano istituire i propri Garanti dei detenuti. Altrimenti, in questo modo, costituiremmo un'altra figura, sostanzialmente professionale dando la visione di un gruppo di persone legate alla politica che, mentre da una parte si cerca di ridurre i margini di rappresentatività dall'altra, creano figure che, neanche basandosi su questa rappresentatività, in qualche modo, incrementano quel numero di persone che vivono, così, appoggiate alla politica.
Quindi, evitiamo questa questione, diamo maggior senso al Garante regionale, se riteniamo di istituirlo, ma evitiamo che, a livello degli Enti locali, si possano fare scelte di duplicazione o triplicazione addirittura, di questa situazione. Altrimenti, richiamo di fare una scelta che potrebbe mettere in ridicolo soprattutto le istituzioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Botta.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento rubricato n. 28.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 34 presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti e Casoni: il comma 4 dell'articolo 2 è soppresso.
Non essendovi richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento rubricato n. 34. Vi ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34.
Il Consiglio non approva.
Emendamenti rubricati n. 117 e n. 118 presentati dai Consiglieri Botta Casoni, Boniperti, D'Ambrosio e Vignale: emendare l'articolo 2, comma 4, eliminandolo nella sua interezza, eccezion fatta per "non può ricoprire incarichi o uffici pubblici di qualsiasi natura".
In pratica, si tratta del medesimo emendamento: a mio avviso, vi è stato un mero errore di riproposizione, poiché i testi dei due emendamenti sono identici.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta in qualità di Consigliere, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Questo è un comma importante, così come il successivo, perch evidentemente, pone delle condizioni personali in termini di accesso alle cariche pubbliche e di condizione lavorativa che il Garante dei detenuti deve rispettare per poter ricoprire tale incarico.
Alla predisposizione di queste condizioni, consegue, naturalmente tutta una serie di conseguenze.
Noi chiediamo al Garante, per quanto riguarda il comma 4, di non assumere cariche elettive, incarichi o uffici pubblici di qualsiasi natura.
Non può, altresì, ricoprire la carica di Amministrazione di ente, impresa o associazione che riceva finanziamenti, contributi o sovvenzioni dalla Regione, a qualsiasi titolo.
Manca, ad esempio, l'appartenenza del Garante (appartenenza non ideale ci mancherebbe ancora, ma in termini concreti!) ad incarichi di tipo politico, ad una formazione politica, ad un partito. Come succede per altre cariche, potremmo avere un Garante dei detenuti che è, sostanzialmente, un alto dirigente di un partito. A mio avviso, potrebbe essere un'ipotesi che stona. Infatti, se il prescelto non può rivestire il ruolo di Consigliere comunale a Rocca Cannuccia, ad esempio, eletto magari in una lista ultracivica, e non può essere, evidentemente, nemmeno Amministratore di qualsiasi associazione che abbia un contatto con l'ente Regione, potrebbe però, rivestire il ruolo di Segretario regionale di un partito e svolgere la sua funzione di Garante. Per questi motivi, riteniamo che l'emendamento da noi presentato possa essere assolutamente accolto. Oppure bisogna sottoporre ad un ampio lavoro di approfondimento il comma 4 nella stesura che stiamo esaminando. Perché da questo comma - sul quale ritorner discende, in realtà, il peso vero della figura del Garante; discende tutto il discorso economico legato a tale ruolo.
Noi poniamo tutta une serie di condizioni - che a volte possono apparire eccessive, altre volte, invece, come ho tentato di dimostrare sono persino troppo larghe - che comportano la necessità di assicurare evidentemente, risorse importanti per il mantenimento dell'ufficio del Garante e per consentire allo stesso di svolgere il suo ruolo, continuando ad avere, in qualche maniera, un reddito.
Noi vorremmo che su questo aspetto ci fosse una riflessione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Botta.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento rubricato n. 117-118.
Vi ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 117, e n. 118.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 35 presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti e Casoni: il comma 5 dell'articolo 2 è soppresso.
La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente. Il discorso è molto collegato, perché il comma 5 pone delle limitazioni molto forti all'attività che può svolgere il Garante, il quale, da quando diventa il Garante dei detenuti, non può più svolgere alcuna attività di lavoro autonomo né subordinato: deve fare il professionista del garantismo.
Questo fatto mi pare, con tutto il rispetto delle intenzioni dei proponenti, una richiesta molto forte. O abbiamo in mente dei Garanti pensionati, oppure - potrebbe essere una soluzione, ma non risolve il problema - dovremmo prevedere molti più Garanti, se con questa figura vogliamo vincere la disoccupazione.
Al di là delle battute, mi pare che escludere totalmente qualsiasi possibilità di lavoro, tanto subordinato quanto autonomo, per la figura del Garante, sia una scelta molto decisa, netta. Non si capisce, cioè, perch il Garante, laddove svolgesse una professione intellettuale, che non abbia delle implicazioni col proprio ruolo di Garante, non possa continuare a svolgerla. In questo modo, vogliamo creare il "professionista esclusivo del garantismo per i detenuti".
Inoltre, mi pare che, limitando l'esercizio della sua funzione a dieci anni, creiamo un disadattato sociale che, dopo dieci anni, avrà grandi difficoltà a immettersi nel ciclo della vita lavorativa e trovare un altro lavoro subordinato, se prima faceva il dipendente, oppure a riaprire quello studio o quell'attività professionale che prima svolgeva. Soprattutto, a queste richieste colleghiamo la necessità che al Garante spetti un'indennità di carica piuttosto elevata.
Capisco un'esclusione parziale dell'attività, perché un magistrato o un avvocato, quindi uno che abbia dei legami diretti con il mondo delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, è logico che debba allentare questo tipo di legame. Ma il Garante dei detenuti potrebbe anche essere persona che non proviene direttamente da quel mondo.
Perché, dunque, evitare totalmente che possa mantenere la sua professione o il suo posto di lavoro? Tra l'altro, se si tratta di un dipendente della Regione, o di altri Enti dipendenti o controllati dalla Regione, c'è il collocamento in aspettativa. Ma una persona che non lavora nel settore pubblico, si deve dimettere? Mi sembra che questo comma ponga una serie di problemi che non si possono affrontare in queste quattro righe, ma soprattutto ponga la dimensione del Garante in modo tale da creare una situazione molto ampia molto forte, troppo forte.
Una cosa è il Garante nazionale delle comunicazioni o il Garante nazionale dell'energia, che sono figure uniche e assolutamente significative, ma accostare questa figura del Garante a quelle figure legandole al livello regionale e quindi chiedendo che vengano assunte determinate posizioni, mi pare eccessivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente. L'emendamento n. 35, a firma del Consigliere Botta e altri, è assolutamente condivisibile, tant'è che lo sottoscrivo anch'io.
Il collega Botta ha usato un'espressione un po' sintomatica e surreale ma potrebbe essere davvero indicativa di quello che noi rischiamo non approvando l'emendamento.
Si è parlato del professionista del garantismo: di questo passo dovremmo istituire il Garante dei Garanti! Chi tutela tutti questi Garanti quando hanno terminato la loro attività, il loro servizio presso le istituzioni? Inoltre, nella forma normativa che è stata predisposta, noi immaginiamo ed è normale farlo - un'automatica riconferma del Garante nominato, alla fine dei cinque anni. È evidente che, dopo essersi impegnato cinque anni in questa attività, se non si possono assumere o conservare cariche elettive né incarichi in uffici pubblici di qualsiasi natura (non può altresì ricoprire la carica di amministratore di ente, impresa o associazione che riceva contributi dalla Regione), si limita fortemente l'attività di questa persona.
Pertanto, o facciamo in modo che i Garanti siano degli avvocati, e allora sì - collega Presidente e colleghi - lì io individuo un chiaro conflitto d'interesse, perché mi sembra evidente che se uno è Garante dei detenuti, al tempo stesso è più facile che trovi lavoro in quella situazione, soprattutto se è un avvocato in materie penalistiche, oppure gli permettiamo di effettuare questa attività nella pienezza dei propri diritti, anche politici e civili. Diversamente, sono assolutamente pleonastici e non applicabili alcuni commi dell'articolo 2, quello che in un'azienda si potrebbe definire il core business dell'intero quadro legislativo, insieme ovviamente all'articolo 5, che prevede le funzioni.
Nella fattispecie, riteniamo - ed è oggettivo che sia così - che quando si chiede e si prevede che il periodo di aspettativa sia solo e solamente previsto se è dipendente della Regione o di enti dipendenti o, comunque controllati dalla Regione. Parliamo, quindi, di enti strumentali partecipate o controllate. Se è dipendente del Comune di Torino? Se è dipendente del Comune di Sambuco non ha diritto a diventare Garante? Cosa succede in quel caso? Perché l'aspettativa in collocamento deve essere senza assegni? Si chiede il diritto al mantenimento del posto di lavoro: ci mancherebbe altro che non ci sia il diritto al mantenimento del posto di lavoro. Per essere un servizio meritevole di attenzione da parte della collettività, il Consiglio regionale lo nomina. Ci mancherebbe ancora che alla fine del suo mandato - probabilmente, purtroppo, nella formula legislativa che decidiamo di applicare, immagino la riconferma automatica quindi dieci anni - questa persona non dovesse essere collocata al proprio posto di lavoro se dipendente della Regione Piemonte, ma se è dipendente della Provincia di Torino? Della Provincia di Alessandria? Il Consigliere Botta è sicuramente interessato alla tutela dei dipendenti della Provincia di Alessandria e di tutti i Comuni dell'Alessandrino. Cosa succede? Perch in aspettativa senza assegni? Questo è un altro aspetto curioso che non riusciamo a comprendere. Per questo riteniamo molto più utile o la prima ipotesi, una riscrittura del comma in oggetto, oppure un accoglimento della proposta emendativa soppressiva, ovvero dell'emendamento rubricato n. 35, ovvero la soppressione completa del comma 5. Riteniamo che così com'è scritto, come peraltro suscitava altrettanti dubbi il comma 4, il comma non vada assolutamente bene.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Non avevo finito di esplicare precedentemente il mio intervento, vedo che il Consigliere Botta non è presente, quindi si compiacerà di questa ulteriore precisazione.
Noi crediamo e speriamo, è un invito accorato ai colleghi, di approvare il comma 5. Sappiamo che esiste un altro emendamento, presentato dalla maggioranza o, comunque, dall'esponente più rappresentativo della maggioranza, che diminuisce ulteriormente il compenso di questo ipotetico e futuro Garante.
lungi da noi l'idea di voler aumentare i costi o le spese, ma dobbiamo anche non prenderci in giro e immaginare che il Garante deve essere messo in condizione di lavorare in piena libertà. È evidente che se da una parte gli limitiamo l'attività professionale, dall'altra gli precludiamo completamente l'attività istituzionale e l'attività politica (attività istituzionale anche in microcomuni). Posso capire se noi avessimo limitato la contemporanea carica elettiva in Comuni superiori a 10.000 abitanti, in Province, in Comuni che, comunque, abbiano anche un valore politico, ma impedire al Garante di fare il Consigliere comunale, magari di opposizione, nel comune di Druogno, piuttosto che nel Comune di Ternengo mi sembra oggettivamente insensato.
A maggior ragione noi chiediamo la soppressione del comma in oggetto e chiederemo in seguito, in via transitoria, almeno nella fase di prima applicazione, la non applicazione del comma 4, quello precedente, quello che prevede che il Garante non possa assumere, o conservare, cariche elettive, né incarichi in uffici pubblici di qualsiasi natura. Non pu altresì, ricoprire la carica di amministrazione di un Ente, impresa o associazione che riceva, a qualsiasi titolo, sovvenzione o contributi dalla Regione.
Per la seconda parte, nulla quaestio, alla fine va bene, è corretto che non ci sia un'eccessiva canalizzazione di soldi pubblici regionali verso una sola persona, pur in forma diretta o indiretta, ma impedire a questa persona di fare il Consigliere comunale ad Arona come, correttamente e sapientemente, non so per quanto tempo ancora, il Consigliere Caramella fa ad esempio, penso sia una legittima aspettativa e un'eccessiva limitazione dei diritti politici.
Posso capire un freno e un impedimento a ricoprire cariche regionali di cui la Regione, direttamente o indirettamente, è partecipe o è responsabile. Ma impedire cariche di altro livello, o di altra natura, mi sembra oggettivamente eccessivo. Vogliamo "targhettizzare" sotto un certo livello i Comuni sopra i 10.000 abitanti? Va benissimo, ma così ci sembra iniquo.
Peraltro, è anche una finta limitazione e una finta norma. Colleghi sappiamo perfettamente che, così com'è scritto, il Garante dei detenuti si può candidare a qualunque cosa, prendere voti, magari in funzione o in forza del ruolo che riveste, e poi dimettersi da Garante perché trova più utile servire la comunità e i cittadini nella nuova veste di eletto. Su questa norma nessuno dei proponenti aveva previsto una limitazione; su questa norma era corretto, ad esempio, prevedere e impedire che il Garante potesse immediatamente candidarsi, nella legislatura in corso, mentre era Garante, indicando almeno di aspettare che passassero sei mesi prima che si potesse candidare, ad esempio, alle elezioni regionali che, guarda caso essendo materia regionale, sono di nostra competenza, quindi su questo sì che noi potevamo normare e impedire una sua candidatura. Lì, sicuramente ci sarebbe stata una scorrettezza di rapporti competitivi rispetto agli altri colleghi.
Parliamoci chiaro: una persona che si reca tutti i giorni nelle carceri, che tutti i giorni ha rapporti con i detenuti e con le loro famiglie, se si candida alle elezioni regionali, è oggettivamente avvantaggiata rispetto a chi non lo fa, perché esercitando quella funzione ha, ovviamente, una forma di potere e di pressione, anche psicologica, su tutte quelle persone bisognose. Su questo sì avremmo dovuto intervenire, ma non in siffatto modo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Botta in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Riteniamo che il comma in questione sia importante, e che il passaggio senza colpo ferire e l'istituzione non tanto del Garante, ma del professionismo nell'essere garante, meriti ancora una sottolineatura.
Corriamo il rischio di creare una situazione di difficile gestione.
L'ho detto e lo ripeto: impedire al Garante di svolgere alcun tipo di attività, anche non connessa assolutamente con il suo ruolo di Garante vuol dire creare una nuova professione. È compito del Consiglio creare nuove professioni, oppure c'è già l'idea della persona cui affidare il ruolo di Garante, che ha tutte le caratteristiche già oggi per assumere questo ruolo? Imporre delle condizioni così pesanti è un fatto che darà al Consiglio la possibilità di fare designazioni legate alla qualità? Oppure quello che capita, quello che si può perché, con queste condizioni, nessun professionista importante, nessun dipendente che ha una carriera davanti a sé, ma soltanto un limitato numero di persone...
Non vorremmo che il Garante dei detenuti diventasse...



PRESIDENTE

Consiglieri, riesco a sentire maggiormente argomenti che non riguardano il Garante, piuttosto che l'intervento, che potrà essere condivisibile o meno, del collega Botta. Vi prego, colleghi, se dovete parlare di altri argomenti, ci sono ampi spazi al di fuori dell'aula del Consiglio.
Prego, Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Non vorremmo che norme così tranchant limitino così tanto la possibilità di scelta, perché chi farà la domanda non potrà essere un professionista con ancora una carriera davanti a sé, o un dipendente con prospettive di carriera.
Ma c'è già il nome di questo Garante? Il ruolo di questo Garante deve essere un ruolo per qualcuno che magari ha bisogno di trovare una collocazione? Vogliamo costruire un altro identikit per farci nuovamente dire, dai soliti noti e con la solita malizia, che creiamo il posto per l'ennesimo "trombato"? È questo che stiamo facendo con questa legge? Non mi riferisco all'insieme della legge, ma a queste statuizioni dell'articolo 2.
Questo è ciò che si percepisce sotto la profondità, la precisione e le esclusioni poste negli articoli.
Ritengo, quindi, che sia necessaria una riflessione, altrimenti diventa troppo facile, per chi volesse strumentalizzare, poterlo fare. Non vogliamo che anche in questo caso il Consiglio regionale venga trascinato in una polemica legata ad una situazione che posso anche non condividere, ma che ritengo abbia una sua legittimità, una sua logicità e una sua idealità da rispettare.
Tuttavia, quando mi viene il dubbio che tutto venga fatto per dare un contentino a qualcuno, che corrisponde esattamente a queste caratteristiche, o ad una schiera di "qualcuno" che corrispondono esattamente a queste caratteristiche, tutto questo mi fa trasalire e mi dispiace, perché l'organo legislativo dovrebbe avere una prospettiva, a mio avviso, molto più ampia.
Darò voto favorevole all'emendamento, ma chiedo che sul punto specifico venga fatta una riflessione particolare da parte della maggioranza.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, poniamo in votazione l'emendamento.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Ordine del giorno n. 1370 dei Consiglieri Deambrogio, Clement, Auddino Barassi, Dalmasso, Robotti, Moriconi, Cavallaro, Turigliatto, Buquicchio Comella, Bossuto e Larizza, inerente a "Beni confiscati alle mafie" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Prima di passare all'emendamento n. 29, comunico che è stato presentato un ordine del giorno relativo a "Beni confiscati alle mafie", illustrato brevemente questa mattina dal collega Deambrogio. Essendoci il numero necessario per iscriverlo all'o.d.g., se non ci sono obiezioni lo diamo per iscritto, e ne verificheremo l'eventuale trattazione nel pomeriggio durante la Conferenza dei Capigruppo fissata alle ore 13.
Chi fosse interessato a firmare il documento, è pregato di recarsi al banco della Presidenza.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:


PRESIDENTE

Richiesta, da parte del Consigliere Giovine, di procedere all'esame dell'ordine del giorno n. 1295 dei Consiglieri Burzi, Vignale, Giovine Cavallera, D'Ambrosio, Cotto, Nicotra, Ferrero, Guida, Botta, Lupi e Leo inerente a "Procedure di concorso pubblico per l'accesso alla qualifica dirigenziale nei ruoli della Giunta regionale e del Consiglio regionale del Piemonte", dell'ordine del giorno n. 1305 dei Consiglieri Lepri Buquicchio, Moriconi, Clement, Turigliatto, Manolino, Ronzani, Reschigna Muliere, Laus, Bellion, Bizjak, Rabino, Larizza e Cavallaro, inerente a "Incarichi dirigenziali regionali", dell'interrogazione n. 3068 del Consigliere Giovine, inerente a "Utilizzo graduatorie dei dirigenti o congelamento dei posti da dirigente?"



PRESIDENTE

Considerazioni, da parte del Consigliere Botta, relativamente alla prevalenza, all'interno dell'apposito elenco alla data del 16 novembre 2009, di interrogazioni ed interpellanze presentate da Consiglieri di minoranza anziché di maggioranza



PRESIDENTE

Il Consigliere Giovine ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Mi sono permesso di intervenire sull'ordine dei lavori semplicemente perché lei aveva interloquito con l'Aula ponendo l'iscrizione, come da prassi, di un ordine del giorno e quindi, formalmente, anche il suo è stato un intervento sull'ordine dei lavori.
Intervengo perché c'è un'interrogazione, primo firmatario il sottoscritto, depositata la settimana scorsa (ma ci sono almeno due ordini sul giorno sull'argomento) relativo al tema corso-concorso e al tema delle graduatorie dei dirigenti. Mi pare che in Commissione abbia avuto risposte parziali, ma nei fatti sta avendo un altro tipo di esito. Ci risulta che questa mattina ci sia stato un incontro, previsto della legge 23, cui hanno preso parte l'Assessore Peveraro, parte dei direttori e, credo, anche parte dei sindacati, su una bozza di regolamento, come previsto dalla suddetta legge, in tema di integrazione dirigenziale sul personale.
Poiché alcuni articoli della bozza sono chiaramente lesivi dei diritti di chi ha già effettuato il concorso passato - fortemente lesivi dei loro diritti - e soprattutto aggirano la questione legata al corso-concorso perché congelano le graduatorie in essere, per quanto riguarda il 30%, e ciò di fatto vuol dire andare a colpire quelli che hanno fatto precedentemente il concorso, vorrei comunicare alla Presidenza che esigo una risposta all'interrogazione rapida o, in alternativa, anche una comunicazione, ad inizio della seduta di oggi pomeriggio.
Non è possibile agire in questo modo: favolette in Commissione e poi tenere comportamenti opposti, diametralmente opposti, alla luce del sole con i sindacati ed i dirigenti della Regione. Ci sembra veramente intollerabile da parte dell'Assessore al personale, casualmente Vicepresidente Paolo Peveraro.
Spero di essere stato chiaro con l'interlocuzione sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

stato chiarissimo, collega. Gli ordini del giorno in questione sono già tra i punti all'o.d.g. L'iter delle risposte è concordato con la Giunta. La Presidenza del Consiglio verificherà con la Giunta in generale e con l'Assessore in particolare, che in questo caso si tratta del Vicepresidente della Giunta e Assessore al bilancio e al personale.
L'Assessore questa mattina era presente in Aula. In ogni caso verificheremo l'eventuale disponibilità a comunicazioni in questa seduta, in quella pomeridiana o nella prossima seduta di Consiglio. Ricordo che la riunione politica dei Capigruppo alle ore 13 è la sede indicata per affrontare anche questi problemi.
La ringrazio, collega Giovine.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Coglierò naturalmente la sua raccomandazione partecipando alla riunione dei Capigruppo, ma intendo far sapere all'Aula quanto sto per dire. Leggo l'elenco definitivo delle interrogazioni e delle interpellanze, per le quali la Giunta regionale ha pronti elementi di prova, a data 16 novembre.
Sono 16, tra interrogazioni ed interpellanze: 11 presentate dalla maggioranza e cinque dalla minoranza. Dal momento che il ruolo delle interrogazioni e delle interpellanze...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Botta, vuole mica mettere in discussione il diritto della maggioranza di presentare interrogazioni alla Giunta da esse sostenuta?



BOTTA Marco

Ma io sono ben contento che il Capogruppo del PD faccia interrogazioni che tutti i Consiglieri del PD facciano interrogazioni, che non si risponda alle interrogazioni delle minoranze e che su 16 interrogazioni si risponda a 11 interrogazioni di maggioranza. Ma se il ruolo ispettivo di questo Consiglio è dovuto principalmente alla minoranza, mi chiedo se questo è un comportamento che ha ancora un senso. Se la maggioranza vuol fare maggioranza e minoranza, meglio che lo dica subito, almeno noi possiamo venire in soccorso dei banchi della Giunta: visto che ormai così si ragiona, potremmo arrivare a questo.
Ecco, ritengo che sia un fatto veramente singolare che, su 16 risposte pronte, 11 siano relative a interrogazioni e interpellanze della maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie, collega. Come sa, non ci sono neanche state completamente, ma solo in parte. La minoranza potrebbe sempre prendere in considerazione di costituire una Giunta ombra che risponda alle interpellanze della minoranza così bilanciamo le due cose.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Proseguimento esame testo unificato delle proposte di legge n. 94 e n. 130 inerente a "Istituzione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo la trattazione del testo unificato delle proposte di legge n. 94 e n. 130, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Siamo giunti all'emendamento n. 29.
Emendamento rubricato n. 29 presentato dai Consiglieri Botta, Vignale Boniperti e Casoni: all'articolo 2, il comma 5 è soppresso nel primo capoverso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Restiamo sempre sul comma 5 dell'articolo 2. Visto il non passaggio della soppressione totale e una rimodulazione di questo comma, con questo emendamento si chiede la soppressione del solo primo capoverso, laddove si dice: "Il Garante non può esercitare altre attività di lavoro autonomo o subordinato".
A mio avviso, questa è la parte che può costringe il Garante a diventare un professionista, a lasciare ogni attività, ogni suo interesse a interrompere la sua vita lavorativa, insomma a dedicarsi anima e cuore per dieci anni solo ed esclusivamente a questo compito. Sinceramente, mi pare una richiesta un po' sopra le righe. Come diceva giustamente il collega Giovine, evidentemente a questa richiesta deve discendere un'offerta.
Non si può chiedere a una persona, a meno che non sia già un pluripensionato con qualche pensione magari da Deputato o da Consigliere regionale, di abbandonare ogni tipo di attività lavorativa per venire a fare il Garante senza assicurargli giuste risorse di vita.
L'articolo 3 (quello successivo), per quanto c'è ancora scritto sulla legge, anche se sappiamo che c'è un emendamento di cui parlerò, recita che "al Garante spetta un'indennità pari alla metà di quella corrisposta al Consigliere regionale", in quanto, se uno deve essere un professionista e gli viene impedito di lavorare di svolgere qualsiasi altra attività lavorativa, è giusto che abbia un minimo di risorse per vivere.
Se questo è l'impianto, che senso ha adesso, forse per qualche timore scandalistico, predisporre un emendamento che abbassa l'indennità del Garante al 30% del valore dell'indennità del Consigliere regionale? In sostanza, una persona deve smettere di lavorare, smettere di svolgere qualsiasi attività, se è dipendente licenziarsi (a meno che non sia un dipendente regionale) e, poiché il Consiglio regionale o una parte di esso ha timore nei confronti dell'opinione pubblica di farla troppo grossa vivere con circa 1.700-1.800 euro al mese netti.
Delle due, l'una: o vogliamo un Garante che sia professionale, attivo competente, conoscitore di questo grande e difficilissimo mondo legato alle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, che per non faccia nient'altro, che faccia solo quello, allora bisogna dargli la possibilità di vivere una vita decente, o altrimenti permettiamogli di fare il Garante, ma concediamogli anche di svolgere attività che non siano in contrasto con questa sua funzione.
Il disposto di questi due passaggi (quello previsto dal comma 5 dell'articolo 2 e quello dell'articolo 3 così come verrà richiesto di essere emendato) veramente fa di questo Garante una barzelletta, perch nessuno potrà svolgere il ruolo per come gli viene richiesto con queste risorse a disposizione. Nessuno. Ci affideremo a persone di secondo, terzo, quart'ordine non per la qualità personale, ma perch probabilmente dispongono di altri redditi, e allora il Garante diventa un posto per un pensionato, per un "trombato", non per una persona che voglia veramente fare qualcosa di utile e di buono.
Per questo motivo, chiedo che il primo capoverso dell'articolo, quello relativo all'impedimento di esercitare qualsiasi tipo di lavoro autonomo e subordinato, venga eliminato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29.
La votazione non valida per mancanza del numero legale per deliberare.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico "Bonelli" di Cuneo e dell'Istituto Tecnico "Vallauri" di Fossano (CN)


PRESIDENTE

Colgo l'occasione per salutare i docenti e gli studenti della classe IV D dell'Istituto Tecnico "Bonelli" di Cuneo in visita a Palazzo Lascaris e gli studenti della classe IV A dell'Istituto Tecnico "Vallauri" di Fossano ai quali auguro buona permanenza.
I lavori sono aggiornati alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.07)



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