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Dettaglio seduta n.512 del 10/11/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


CHIEPPA VINCENZO



(Alle ore 14.31 il Consigliere Segretario Chieppa comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



(La seduta ha inizio alle ore 15.03)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Bresso, Buquicchio Caracciolo, Cattaneo, Ferraris, Gariglio, Laus, Lepri, Moriconi, Placido Robotti, Ronzani e Turigliatto.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Conclusione lavori della Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 31, lettera a), dello Statuto (Attività associazione Premio Grinzane Cavour) (richiesta inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Caramella; ne ha facoltà.



CARAMELLA Luca Giuseppe

Grazie, Presidente. Vista la necessità di concludere - anche a seguito delle dichiarazioni sui giornali - i lavori della Commissione speciale d'indagine sul Grinzane, chiederei di spostare il punto 6) all'o.d.g. e portarlo attualmente all'attenzione dell'Aula.



PRESIDENTE

Lei chiede di anticipare il punto 6) al punto 4) all'o.d.g.
Il Consigliere Cirio esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è aggiornata alle ore 15.35.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.05 riprende alle ore 15.47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La votazione sulla richiesta presentata dal collega Caramella di inversione punti all'o.d.g., nello specifico spostare il punto 6) all'o.d.g. al punto 3 bis), non è risultata valida, pertanto dispongo la ripetizione della votazione su cui è venuto meno il numero legale.
Invito tutti a votare dal loro posto; altresì, invito i Consiglieri Questori, in particolare la collega Spinosa, a procedere nella verifica della votazione.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Enti strumentali

Ordine del giorno n. 1367 dei Consiglieri Barassi, Bossuto, Clement Moriconi, Deambrogio, Dalmasso, Turigliatto, Buquicchio, Larizza e Comella inerente a "Situazione CSI Piemonte" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Ordine del giorno n. 1368 dei Consiglieri Deambrogio, Moriconi, Barassi Comella, Dalmasso, Manolino, Pizzale, Travaglini, Larizza, Buquicchio Turigliatto, Caracciolo e Valloggia, inerente a "Amianto, subito il fondo per le vittime e una nuova legge nazionale" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Intervengo molto velocemente per dire che sono stati depositati due ordini del giorno di cui chiedevo l'iscrizione all'o.d.g.: uno sulla situazione del CSI Piemonte e uno in ordine alle problematiche amianto, che sollecita il Governo per una legge nazionale e ad intervenire con un fondo nazionale, anche a seguito della Conferenza Nazionale sull'Amianto svoltasi nei giorni scorsi a Torino.
Grazie.



PRESIDENTE

Bene, ci procuriamo gli originali e procediamo con l'iscrizione.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Nel frattempo, procediamo all'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Dobbiamo effettuare la nomina del rappresentante della minoranza del Museo Regionale di Scienze Naturali. Volevo sapere se c'era un'indicazione da parte della minoranza. Gli unici due candidati sono Emanuele Costa e Giulio Pavia: si tratta di docenti ricercatori della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali di competenza nel settore.



LEARDI Lorenzo

Presidente, noi indichiamo il dottor Costa. Grazie.



PRESIDENTE

Allora, si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 463 "Museo regionale di Scienze naturali Comitato scientifico - Integrazione di 1 dei 3 membri previsti scelti fra docenti e ricercatori della Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali di riconosciuta competenza nel campo della ricerca e della didattica scientifica, comprovata da specifici titoli od attività (minoranza)" (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 303 48096 del 10 novembre 2009)


PRESIDENTE

Nomino scrutatori il Consigliere Caramella e il Consigliere Bossuto.
Invito la Consigliera Segretaria Spinosa a procedere alla chiama.



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata; possiamo procedere con lo spoglio delle schede.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Ordine del giorno n. 1368 dei Consiglieri Deambrogio, Moriconi, Barassi Comella, Dalmasso, Manolino, Pizzale, Travaglini, Larizza, Buquicchio Turigliatto, Caracciolo e Valloggia, inerente a "Amianto, subito il fondo per le vittime e una nuova legge nazionale" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

In merito alla richiesta avanzata dalla collega Barassi, desidero comunicare che l'ordine del giorno n. 1367, relativo a "Situazione CSI Piemonte", viene assorbito dall'ordine del giorno n. 1311, "Nomina commissario per il CSI e revisione mission dell'ente strumentale", di cui al punto 31) all'o.d.g. dell'odierna seduta e pertanto, verranno trattati insieme.
L'ordine del giorno n. 1368, inerente a "Amianto, subito il fondo per le vittime e una nuova legge nazionale" può essere iscritto, poich risultano esservi 42 voti. Se l'Aula acconsente, lo diamo per iscritto.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "P. Impastato" di Monteu da Po (TO)


PRESIDENTE

Desidero salutare i docenti e gli studenti della Scuola elementare "Impastato" di Monteu da Po in visita a Palazzo Lascaris. Abbiamo appena scelto un membro della Commissione che dovrà guidare il Museo di scienze naturale.
Adesso i nostri lavori procederanno con l'esame di una legge che istituisce il Garante per i diritti dei detenuti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta, da parte del Consigliere Clement, di procedere all'esame dell'ordine del giorno n. 1313 dei Consiglieri Clement, Bossuto, Cavallaro, Barassi Deambrogio, Comella, Robotti e Dalmasso, inerente a "Problema produttivo e occupazionale di 'Agile' (ex Eutelia)"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Clement, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Non so se sono ancora in tempo, ma visto che questa mattina si è tenuta, davanti alla sede del Consiglio regionale, una manifestazione dei lavoratori Agile (ex Eutelia) e poiché alla chiusura della seduta antimeridiana vi è stato un incontro con la loro delegazione, vorrei ricordare che è iscritto all'o.d.g. dell'odierna seduta un ordine del giorno sull'argomento in oggetto, nel quale sono state recepite anche le ultime considerazioni ribadite proprio questa mattina.
Chiederei, se possibile, di porre in votazione tale ordine del giorno credo, peraltro, che non siano necessarie grandi discussioni sull'argomento altrimenti si potrebbe correre il rischio che la discussione non decolli o venga a mancare il numero legale, perdendo un'importante occasione per approvare tale provvedimento.



PRESIDENTE

Collega Clement, è iscritto all'o.d.g. dell'odierna seduta l'ordine del giorno nella stesura originaria, non quello modificato.
Pertanto, se il documento è da approvare in una stesura diversa, la prego di fornirla alla Presidenza. Se vi sarà il consenso dei Presidenti dei Gruppi, lo poniamo in votazione. Non appena disporremo del nuovo testo lo diffonderemo e se, come penso anche io, non vi saranno indicazioni in senso contrario - del resto, chi ha assistito all'incontro con la delegazione dei lavoratori Eutelia ha compreso la gravità del problema e ahimè, anche le dimensioni dello stesso, (che superano, peraltro, la nostra possibilità di intervento) - credo potremmo porlo in votazione.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Proseguimento esame testo unificato delle proposte di legge n. 94 e n. 130 inerente a "Istituzione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale"


PRESIDENTE

L'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 94 e n. 130 "Istituzione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale", di cui al punto 5) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta antimeridiana del 29 ottobre avevamo iniziato l'esame degli emendamenti relativi all'articolo 1.
Resta da esaminare l'emendamento rubricato n. 105.
Emendamento rubricato n. 105) presentato dai Consiglieri Botta, Casoni Boniperti, D'Ambrosio e Vignale: emendare l'articolo 1, punto numero 1, sostituendo "contribuire e garantire" con "garantire, nel caso di necessità reale ed in conformità".
La parola al Consigliere Vignale, per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie Presidente.
L'emendamento prevede la modifica del testo della norma dell'articolo 1, al comma 1.
Laddove recita "al fine di contribuire a garantire", si chiede di aggiungere "nel caso di necessità reale ed in conformità ai principi fondamentali della Costituzione nell'ambito delle materie di competenza regionali, i diritti di tali persone".
La precisazione "nel caso di necessità reale" può apparire pleonastica, ma in realtà è un rafforzativo che tende soprattutto a sottolineare la necessità che il Garante regionale possa intervenire laddove si riscontrino delle reali necessità di intervento.
Se posso permettermi un inciso, comprendo poco la scelta (peraltro assolutamente legittima) di individuare alcune priorità, fra le quali quella dell'istituzione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, norma sulla quale pendono una serie di emendamenti (complessivamente 126) che certamente tendono a migliorare e ad approfondire il testo, ma che, in qualche modo, rallentano l'attività di approvazione della norma stessa.
Questo, com'è stato detto in altre occasioni, al di là del merito significativo dell'emendamento, implica una serie di valutazioni. La prima è che noi riteniamo che possa essere istituito il Garante per i detenuti (o per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale), ma sarebbe necessario dedicare attenzione anche ad altri soggetti che operano all'interno del carcere, come la Polizia penitenziaria, che, in molti casi vivono una situazione che non possiamo certo definire simile, perché non hanno una restrizione della libertà personale, ma che, a tutti gli effetti per le possibilità economiche garantite dallo stipendio da guardia penitenziaria, anche per la situazione in cui si trovano ad operare all'interno delle carceri, con difficoltà per esempio hanno la possibilità di utilizzare delle abitazioni che siano al di fuori di quelle previste dall'istituzione carceraria per l'ora all'interno del carcere.
Quindi, è vero che possono scegliere e non hanno una restrizione della libertà. È altrettanto vero che, come la totalità dei detenuti presenti all'interno del carcere, vivono in una situazione, anche da un punto di vista della limitazione non tanto della libertà quanto della possibilità di avere una vita normale, che per certi versi rischia di essere simile a quella dei detenuti.
Un altro aspetto è quello relativo al fatto che la norma prevede non soltanto le persone verso cui un provvedimento giudiziario ha limitato all'interno di un penitenziario la libertà personale, ma anche quelle ammesse a misure alternative.
In terzo luogo, non riteniamo che questa sia una priorità e in ultimo e concludo - ci sembra che, avendola licenziata nel 2006, l'ostinazione nel volere approvare questa legge sia più finalizzata al convegno del 13 novembre piuttosto che non a dotarsi realmente del Garante dei detenuti.
Altrimenti doveva essere una priorità anche negli ultimi tre anni e non solo nelle ultime tre settimane.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Capisco l'ostinazione del collega Vignale, ma vorrei che si rispettassero anche le idee degli altri colleghi. Tra l'altro, non mi sono mai permesso di discutere sulle priorità della minoranza, perché in quest'aula abbiamo discusso di alcune leggi della minoranza che sinceramente non ritenevo né opportune né prioritarie, ma non mi sono mai permesso di fare queste considerazioni, come non mi sono mai permesso di fare considerazioni sull'opportunità o meno di discutere una legge se era finalizzata a che cosa.
Sinceramente l'ultima si poteva anche risparmiare, cioè il 13 c'è un convegno, ma che adesso noi discutiamo di questa legge per il convegno sinceramente vuol dire che ha poca considerazione. Ne prendo atto, ma le assicuro che non è finalizzata a quello.
Le voglio dire anche un'altra cosa: che non è prerogativa di nessuno discutere con alcune categorie. Come lei discute con le forze sindacali dei lavoratori delle guardie carcerarie, ci discutiamo anche noi. Mi pare di averlo fatto più di una volta. E le posso assicurare che la figura del Garante dalle guardie carcerarie non viene vista come un ostacolo, anzi viene vista come una figura di mediazione tra il loro lavoro e la figura del detenuto.
Mi pare che questa considerazione non stia in piedi. E noi dobbiamo avere tanta considerazione del lavoro che svolgono le guardie carcerarie, e in più devo dire che le guardie carcerarie, fortunatamente e giustamente hanno forze sindacali che aiutano e sostengono i diritti dei lavoratori all'interno delle carceri.
Prendo atto di quest'ostruzionismo nei confronti di questa proposta di legge e non mi stancherò mai di dire che non capisco l'atteggiamento del PdL, tanto più che molte Regioni governate da governatori del PdL la legge che istituisce il Garante è stata approvata non su proposta dell'opposizione, ma su proposta di governatori del PdL.
Mi sembra davvero incomprensibile questa forma di ostruzionismo, tanto più - ritorno a dire - che una parte del Gruppo consiliare PdL ha sottoscritto questa proposta di legge.
Ora, se ci si vuole opporre, è pienamente legittimo, ma è anche legittimo da parte nostra considerare questa proposta di legge una legge da approvare in questo Consiglio regionale.
Quindi, mi rivolgo a lei come agli altri membri dell'opposizione perché se ci si vuole opporre lo si faccia tranquillamente, ma non in modo ostruzionistico. Non sto qui a ricordare chi ha firmato questa proposta di legge insieme al sottoscritto. Tra l'altro, credo che sia una delle poche leggi presenti in Consiglio regionale con le firme della maggioranza e dell'opposizione.
Vorrei che altri colleghi dell'opposizione che hanno firmato questa proposta di legge battessero un colpo e si facessero sentire in Aula.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi e dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 105.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 26) presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti Casoni, Rossi: Riga 4, cassare: "del territorio".
Non essendoci altre richieste d'intervento e dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 105.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Concludiamo infine l'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
"Museo regionale di Scienze naturali - Comitato scientifico - Integrazione di 1 dei 3 membri previsti scelti fra docenti e ricercatori della Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali di riconosciuta competenza nel campo della ricerca e della didattica scientifica, comprovata da specifici titoli od attività (minoranza)". (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 303 - 48096 del 10 novembre 2009) stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo designato, quale membro in seno al Comitato Scientifico del Museo Regionale di Scienze Naturali, il signor Costa Emanuele, scelto fra docenti e ricercatori della Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali, in rappresentanza delle minoranze consiliari.


Argomento: Questioni internazionali

Proseguimento esame testo unificato delle proposte di legge n. 94 e n. 130 inerente a "Istituzione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 94 e n. 130, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto, Guida Novero: al comma 1, sostituire la parola "competenza" con la parola "spettanza".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto, Guida Novero: al comma 1, sostituire la parola "competenza" con la parola "pertinenza".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 53) presentato dal Consigliere Giovine: all'articolo 1, comma 1, si propone la sostituzione delle parole "i diritti" con le parole "i diritti e i doveri".
La parola al Consigliere Giovine, per l'illustrazione.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente. È un emendamento di merito, perché chiede la sostituzione delle parole "i diritti" con le parole "i diritti e i doveri".
evidente che la società esterna possa avere la sensazione - magari a torto - che il lavoro svolto dalla Magistratura, dalla Polizia, dai Carabinieri, da tutti i soggetti atti alla tutela e alla sicurezza dei cittadini rischi di essere vanificato, perché puntualmente i colpevoli, o i presunti tali, sono messi in libertà, la fanno franca o magari riescono ad ottenere il beneficio della prescrizione. Quest'ultimo non è un beneficio ma, nella logica del legislatore (non di oggi, ma dei tempi in cui vi era ben altra difficoltà nel fare il legislatore) la prescrizione è vista tengo a precisarlo - come un diritto a tutela di tutti i cittadini e non un'arma a favore dei rei, perché rimangano impuniti.
Nella fattispecie, si chiede al Consiglio di far sì che la figura che ci si appresterà ad esprimere, ovvero quella del Garante regionale per le persone sottoposte a misure restrittiva della libertà, stringatamente definita il Garante dei detenuti abbia, fra le proprie competenze, quella di tutelare e verificare i diritti delle persone a sottoposta misura restrittiva della libertà personale, ma anche i doveri.
Per quanto possa sembrare un po' strano, in realtà credo che sarebbe percepito più correttamente da parte della cittadinanza, se andasse, anche solo a livello normativo, ad immaginare azioni che, non solo ne garantiscono i diritti, ma anche i doveri.
Non si capisce per quale motivo, per le persone tutte, per i cittadini tutti, non si debbano immaginare sistemi e leggi che contemplino non solo i diritti, ma ovviamente anche i doveri, mentre così non debba essere fatto per chi ha compiuto degli illeciti e, per questi illeciti, sta scontando la pena in una situazione detentiva.
Noi riteniamo che questa specificazione sia assolutamente di buonsenso e che non cambi di molto il compito e il lavoro gravoso del Garante.
sicuramente un'attenzione in più per chi è vittima delle malefatte, dei reati compiuti da chi è costretto a stare in regime di detenzione, proprio in virtù del male che ha compiuto nei confronti di chi è estraneo a quella situazione spiacevole.
Crediamo, pertanto, sia un emendamento da accogliere; non so chi sia l'Assessore competente nella fattispecie, essendo un provvedimento che nasce in Consiglio, ma chiediamo un accoglimento, perché ci sembra assolutamente di buonsenso.
Ci sono anche altri emendamenti che hanno una loro utilità normativa ma riteniamo che questo, seppure dal punto di vista operativo non modifichi granché, dal punto di vista ideale ed ideologico dia un segnale corretto a tutte le vittime dei reati, che attendono giustamente che siano rispettati i diritti, ma anche richiamati i doveri di chi si trova in quella situazione perché ha compiuto qualcosa contro la legge. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Ritengo che il collega Giovine sia una persona intelligente e profondamente conoscitore della realtà vera della vita, e non di quella che avremmo piacere che fosse.
Credo che il collega sia assolutamente consapevole che un detenuto quando varca il cancello della prima cella di detenzione, dopo l'arresto perde ogni forma di dignità umana, politica, sociale e culturale e diventa in una prima fase - un oggetto di proprietà delle Forze dell'Ordine che lo arrestano e - in una seconda fase - delle guardie carcerarie della Polizia penitenziaria, che lo detiene nella casa circondariale in cui è inserito.
I casi di questi giorni, venuti a galla grazie ad una stampa coraggiosa, sono solo la punta dell'iceberg delle continue persecuzioni cui sono sottoposti i carcerati, non solo da parte delle guardie carcerarie, ma anche dagli altri carcerati, di una condizione di vivibilità interna al carcere al limite della decenza e della civiltà, e soprattutto sono l'esempio di come i diritti civili di cui tutti noi godiamo siano un puro eufemismo all'interno del carcere.
Le botte sono all'ordine del giorno, la violenza verbale è all'ordine del giorno, la mancanza di normali condizioni igieniche sono all'ordine del giorno: i carceri stanno diventando delle polveriere che, nel giro di qualche tempo, non si riuscirà più a gestire, perché sono sovraffollati pieni di persone che hanno problemi a livello psichiatrico, ma che nessuno aiuta; di persone che dovrebbero essere reinserite in società, o quantomeno gestite dai servizi psichiatrici delle ASL, che vengono buttate in carcere per aver commesso dei reati legati alla loro patologia psichiatrica. E potremmo andare avanti oltre.
Nella legge occorre specificare che il Garante deve garantire i diritti di queste persone, deve garantire che queste persone siano trattate come siamo trattati io e lei, Consigliere Giovine, esattamente come siamo trattati io e lei, e non, proprio perché vivono questa condizione di restrizione della libertà personale, come cittadini di serie B o di serie C.
Non occorre andare a Roma a vedere il povero Cucchi, che è stato ammazzato di botte e lasciato morire in ospedale, senza nemmeno la presenza dei genitori, a dargli un ultimo conforto; basta vedere ciò che è accaduto al carcere delle Vallette, non più tardi di un mese e mezzo fa, dove un ragazzo con problemi psichiatrici, dichiarati da oltre vent'anni, è stato messo in carcere perché condannato a tre anni e sei mesi di reclusione per avere fatto un sorpasso azzardato e non essersi fermato all'alt dei Carabinieri, ed è morto perché imbottito di farmaci, che non gli erano stati prescritti da nessuno: solo per tenerlo buono è stato imbottito di quei farmaci.
Questi fatti non devono più accadere, un Paese civile non può accettare che accadano simili episodi. Allora, noi dobbiamo respingere quest'emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
A parte alcune considerazioni del Consigliere Robotti, l'intervento mi ha rammentato che, tutto sommato, purtroppo - anche grazie al ricco contributo del Vicepresidente Peveraro - la violenza verbale esiste anche in Consiglio e in sede di Commissione I. Chiunque ha potuto essere presente ieri in Commissione I ha potuto assistere al brillante show del Vicepresidente Peveraro, nella sua espressione di pura e piena violenza verbale, ma lasciamo ai colleghi queste ampie riflessioni.
Ciò detto, invece, mi hanno convinto le considerazioni del Consigliere Robotti, per cui ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 53 è dunque ritirato.
Emendamento rubricato n. 19) presentato dal Consigliere Vignale, Boniperti Casoni e Botta: cassare il comma 2 dell'articolo 1.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento 19 prevede di cassare il comma 2 dell'articolo 1. In alternativa, si potrebbe cassare "nonché le persone ammesse a misura alternative", perché, in realtà, anche il titolo parla di "persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale", in modo più sbrigativo, tanto si dice la stessa cosa, si parla di Garante dei detenuti.
Evidentemente, prevedere all'interno del comma 2 che i soggetti per cui è istituito il Garante regionale non sono soltanto quelli ristretti in istituti penitenziari o istituti penali per minorenni, ma anche le persone ammesse a misure alternative, mi sembra eccessivo, dipende da quanto la legge vuole intendere. Vi possono essere misure alternative che riguardano la salute di detenuti, che, se non fosse per il loro stato di salute sarebbero all'interno di un istituto penitenziario, cioè quei detenuti verso cui vi è stata una limitazione forzata della libertà. Altresì penso all'istituto della detenzione domiciliare, ma anche alla libertà condizionata o a differenti modalità di scontare una pena. Ricordo che nelle misure alternative rientra, dove è possibile, la trasformazione in sanzione amministrativa di un reato penale. Un esempio banale è quello della guida in stato di ebbrezza, dico banale perché è semplice e ovviamente, si riferisce ad un numero elevato di persone.
Credo che queste poche parole, in realtà, attribuiscano alla legge un senso differente rispetto a quello che prevede la legge, nel senso che le persone ammesse a misure alternative sono decisamente in numero maggiore rispetto a quelle sottoposte a restrizione della libertà personale pertanto proponiamo di cassare l'intero emendamento.
Se, così come si dice al comma 1, è istituito l'Ufficio del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, si comprende chiaramente quali sono i soggetti che rientrano nella tutela eventuale del Garante. Nel caso in cui si voglia lasciare il comma 2 per specificare meglio i soggetti di cui al comma 1, credo andrebbe cassato "nonché le persone ammesse a misure alternative", altrimenti il titolo della legge dovrebbe essere differente, cioè dovrebbe riferirsi al Garante delle persone che hanno subito una condanna, non al Garante delle persone sottoposte a una misura restrittiva della libertà personale.
Nel nostro Paese, salvo che per reati particolari, tutte le persone alle quali è stata inflitta una pena inferiore ai quattro anni, a meno che il reato non sia reiterato, non entrano all'interno di un istituto penitenziario. Poiché già solo il titolo e il comma 2 dell'articolo 1 dicono due cose differenti, occorrerebbe comprendere di cosa stiamo parlando. Da questo deriva la proposta emendativa formulata nell'emendamento 19.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Dutto e Novero: al comma 2, sostituire la parola "rientrano" con le parole "fanno parte".
Tale emendamento viene dato per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto Guida, Novero: al comma 2, sostituire la parola "ristrette" con la parola "detenute".
Ha chiesto la parola il Consigliere Novero, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Indipendentemente dalla natura dell'emendamento - posso anche capire che la maggioranza voti contro per principio - ritengo che la parola "detenuto" sia più coerente con la materia.
Per carità, anche "ristretto" ci stava, ma il termine "detenuto" lo trovo più appropriato.
Pertanto, voteremo a favore dell'emendamento.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega Novero, ma non ho capito la sua determinazione.



NOVERO Gianfranco

In base a quanto illustrato, voteremo a favore dell'emendamento.
Col mio intervento ho anche assorbito la dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Novero, per la sintesi assolutamente subalpina.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto Guida, Novero: al comma 2, sostituire la parola "ristrette" con la parola "rinchiuse".
Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Per questo emendamento vale lo stesso ragionamento di prima. Noi ritenevamo che la parola "detenute" fosse più corretta, anche se magari ha ragione il collega Robotti nel sostenere che talvolta questi detenuti sono effettivamente "ristretti", nel senso di "rinchiusi in spazi troppo limitati". In senso lato, quindi, il termine "ristretti" è appropriato sebbene sia sbagliato, perché dovrebbero essere detenuti in locali idonei.
In ogni caso, noi riteniamo che la parola "rinchiuse", dal momento che non avete voluto approvare il precedente emendamento, sia più corretta.
Colgo l'occasione per precisare al collega Robotti, al di fuori del discorso attuale, che ritengo sia l'azione del delinquere a farmi perdere la dignità.
Ma, a parte questo aspetto, concordo sul fatto che le nostre carceri abbiano bisogno di... Mi pare che nessun Governo, né di centrodestra né di centrosinistra, abbia mai risolto il problema.
Concorderei con i colleghi se facessimo un'azione non dico per risolvere il problema (perché tanto non riusciremo mai a risolverlo), ma quantomeno per attenuare il fenomeno della ristrettezza e della situazione carceraria.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto Guida, Novero: al comma 2, sostituire la parola "ammesse" con la parola "sottoposte".
Ha chiesto la parola il Consigliere Filiberti; ne ha facoltà.



FILIBERTI Giuseppe

Grazie, Presidente.
L'emendamento al comma 2 dell'articolo 1 va nell'ottica di dare alle leggi che noi proponiamo in questo Consiglio regionale la massima trasparenza e chiarezza per chi le deve leggere. Difatti, si propone di sostituire la parola "ammesse" con la parola "sottoposte". Perché questa richiesta? Perché, in fondo, si va incontro a quello che è il titolo della legge, che recita: "Istituzione dell'ufficio del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive delle libertà personali". Pertanto richiamare al comma 2 dell'articolo 1 la stessa parola utilizzata nel titolo della legge - ovvero "sottoposte" - mi sembra un grosso contributo nella facoltà che ha questo Consiglio regionale, alla chiarezza e ad un facile lettura delle proposte di legge che vengono sottoposte all'esame.
Credo che nel merito di questo emendamento non vi sia alcun aspetto politico particolare, se non quello di evidenziare il richiamo alla parola "sottoposte" che, come ho precisato poc'anzi, è inserita nel titolo della legge proposta. Grazie.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Rossi, Boniperti Casoni, Botta: cassare il comma 3 dell'articolo 1.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
L'emendamento è totalmente soppressivo del comma 3, dell'articolo 1 che recita: "Il Garante, nell'esercizio delle sue funzioni e nel rispetto dei limiti di cui al comma 1, contribuisce a garantire i diritti delle persone presenti nelle strutture sanitarie in quanto sottoposte al trattamento sanitario obbligatorio, delle persone ospiti dei centri di prima accoglienza o trattenute nei centri di permanenza temporanea e assistenza per stranieri".
chiaro che non si tratta di un emendamento ostruzionistico, aspetto che non appartiene alla nostra tradizione, ma è un emendamento chiaramente di merito. Perché approvare il comma 3 così come formulato dai proponenti è un ulteriore allargamento delle ipotesi di intervento del cosiddetto Garante, che, a questo punto, si trasforma da Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale - più volgarmente detto Garante dei detenuti - a Garante anche di coloro che si trovano nei centri di permanenza temporanea, nei centri di prima accoglienza, con un ampliamento di funzioni che appare sinceramente eccessivo.
Devo dire che poi su tutta la tematica dei CPT esiste una letteratura vasta, che probabilmente non richiama alla necessità che esista un Garante per queste persone, fortunatamente in diminuzione come presenza nei CPT perché grazie all'azione di questo Governo ci sono meno immigrati clandestini, meno sbarchi di clandestini sul territorio nazionale, e quindi anche minore presenza nei CPT.
Quindi, questa norma evidentemente risulta già subito datata. Si riferisce forse ad un momento critico diverso, quando c'era un famoso Governo che è durato fortunatamente pochi mesi, che invece apriva le porte all'immigrazione clandestina per poi mandare i clandestini nei CPT, dove altri componenti del Governo andavano a fare sceneggiate; prima li facevano entrare e poi volevano farli uscire dai CPT. Quindi, un balletto che è stato compreso anche dagli italiani in maniera netta, visti i risultati.
Quello che tengo a dire è che la proposta di soppressione di tutto il comma 3 è proprio relativa all'oggetto dello stesso comma, che sposta la funzione del Garante non solo rispetto alle persone dei detenuti, su cui argomenteremo, rifletteremo insieme e faremo conoscere con profondità la nostra posizione di contrarietà, ma anche rispetto ad altre situazioni dove evidentemente non c'è una vera e propria restrizione della libertà, ma la necessità di appurare provenienza, identità e di provvedere a far ritornare al loro paese le persone entrate clandestinamente, quelle che ancora sono presenti nei CPT.
Quindi, riteniamo che sia un emendamento assolutamente accoglibile da un'Aula così attenta come quella del Consiglio regionale. Per questo lo manteniamo e lo sosteniamo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 54) presentato dal Consigliere Giovine: All'articolo 1, comma 3, si propone la sostituzione delle parole: "nell'esercizio delle sue funzioni" con le parole "nel rispetto delle leggi vigenti".
L'emendamento rubricato n. 54 è stato ritirato dal proponente.
Emendamento rubricato n. 103) presentato dai Consiglieri Botta, Casoni Boniperti, D'Ambrosio, Vignale: Emendare l'articolo 1, punto numero 3, modificare la frase in tal modo: "...garantisce ove strettamente necessario, in quanto diritti già ampiamente previsti dalla Costituzione repubblicana, i diritti delle persone presenti......".
Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Sarei voluto intervenire in mattinata, poi era in programma un incontro, drammatico sotto molti punti di vista, con persone (i/le dipendenti della Eutelia) che vivono una situazione difficilissima.
Noi questa mattina siamo stati, in Consiglio, due ore circa - perch abbiamo iniziato con i soliti sessanta vergognosi minuti di ritardo - a discutere su che cosa discutere. C'è stata una discussione metodologica che ci ha impegnati per un'ora e tre quarti. Gli studiosi di letteratura usano il termine "metaletteratura" per indicare la letteratura sulla letteratura.
Quindi, non so se noi abbiamo fatto una meta discussione o un "meta" Consiglio regionale, oppure un "meta" ordine del giorno o qualcosa di questo tipo.
Sul problema specifico, il Consigliere Vignale chiedeva il perché di questa fretta negli ultimi mesi, ritenendola dettata da motivi elettorali.
Vorrei ricordare semplicemente, per difendere il nostro Gruppo, che questo è stato il primo atto che abbiamo presentato. Il Consigliere Bossuto lo ricorderà sicuramente, perché la prima firma è stata la sua nel lontano giugno 2005, ritenendolo non l'unico problema di questa Regione, ma uno tra i maggiori.
Chi conosce un minimo le carceri sa che c'è una questione drammatica di fondi, in questi ultimi anni. I fondi vengono tagliati progressivamente davanti ad un aumento molto consistente di carcerati; siamo a 65 mila contro la possibilità di 40-43 mila "posti"; sono tagliati progetti iniziative e i tentativi che vengono fatti di una minima integrazione e di lavoro scolastico.
Al tempo stesso, la situazione strutturale è drammatica; molte carceri sono state costruite negli anni chiamati delle cosiddette carceri d'oro e presentano problemi - su cui dovrebbero indagare altri e non certo un Consigliere regionale - di impianti che non funzionano, di docce che non funzionano, di tetti da cui filtra l'acqua e potrei citare numerosi casi come i riscaldamenti che talvolta funzionano e talvolta non funzionano. Il sovraffollamento accresce ancora la gravità della situazione.
I problemi della polizia penitenziaria sono problemi grossi: i sindacati - un po' troppi, a parere mio - della polizia penitenziaria denunciano un abbandono ("ci abbandonate, non c'è un'attenzione sufficiente rispetto a questo tema"); alcuni considerano inferiore la valutazione del loro corpo rispetto ad altri (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza ecc.).
Non credo che questi problemi siano completamente sconnessi rispetto alla situazione complessiva delle carceri. C'è un problema di organici che non mi pare sia affrontato in alcun modo, perché il numero dei carcerati cresce, i problemi delle carceri crescono, mentre il numero dei dipendenti della polizia penitenziaria rimane esattamente tale e quale, senza modificazione alcuna.
I fatti accaduti negli ultimi giorni (il Consigliere Robotti ne ha citato uno) sono tali da mettere in luce questo aspetto. Non vorrei che i giornali se ne occupassero solo con toni scandalistici, come quelli usati per le Molinette qualche mese fa, e che poi calasse il solito silenzio perché i fatti servono solo quando ritraggono la notizia, servono per un giorno o due, poi scende il solito silenzio.
Una persona si è uccisa in un carcere: dire che non condividiamo nulla di quanto lei pensava ed ha fatto è inutile - mi auguro - ma rimane il problema di una persona malata e abbandonata per lungo tempo, che è morta tragicamente in carcere.
Il numero dei suicidi in carcere e degli atti di autolesionismo è cresciuto esponenzialmente in quest'ultimo anno: 48 nell'anno solare 2008 28 nei primi cinque mesi del 2009. Questo dato, proiettato sull'intero anno, significa un aumento del 30-40%.
Un giovane è morto perché aveva 20 grammi di qualche sostanza (ieri, il sottosegretario Giovanardi ha rilasciato una dichiarazione che riteniamo vergognosa); l'intercettazione di una telefonata tra alcuni poliziotti in un carcere sollevano, per usare un'espressione da Consiglio regionale interrogativi inquietanti sui fatti in sé, ma anche sulla formazione della Polizia penitenziaria, sulla cultura che sta alle spalle di alcuni comportamenti.
Non comprendo, a questo punto, per quale motivo la legge non debba passare, perché siamo davanti ad un numero di emendamenti tale da rendere impossibile l'approvazione di questo provvedimento. Il Consiglio di oggi si trascinerà votando emendamenti, finché un Consigliere dirà: "Dobbiamo discutere sul crocifisso". Vedremo se ci sarà ancora il numero legale o meno, non so se sia un gioco delle parti per cui alcuni Consiglieri di minoranza hanno firmato giustamente...



PRESIDENTE

Scusi, collega Dalmasso, però la prego di terminare.



DALMASSO Sergio

Riprendo dopo; seconda puntata al prossimo emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente. Poiché l'emendamento precedente è stato bocciato, a mio avviso inopinatamente, come mi si suggerisce dai banchi della Giunta che di bocciature è esperta (non scolastiche - non mi permetterei mai - ma politiche), ecco che giunge in nostro soccorso l'emendamento n. 103.
Questo, andandosi ad inserire nel testo della legge, ne apporta perlomeno un contenuto migliorativo, in particolare laddove si dice che il Garante, nell'esercizio delle sue funzioni e nel rispetto dei limiti di cui al comma 1, garantisce, ove strettamente necessario, in quanto diritti già ampiamente previsti dalla Costituzione repubblicana, i diritti delle persone presenti, riagganciandosi poi al dettato del comma 3 dell'articolo 1.
Questa limitazione - io preferisco chiamarla "precisazione" - essendo un approfondimento, mi pare possa apportare un miglioramento generale, al comma 3 dell'articolo 1.
La normativa che si va ad affrontare richiede - è giusto che richieda un'ampia discussione. Già solo sull'intervento del collega Dalmasso potremmo aprire un ampio confronto: come si fa a non essere d'accordo rispetto ai casi di mala-giustizia, di mala-attuazione della giustizia che in questi giorni si sono verificati nel nostro Paese ed hanno comportato il sacrificio ingiusto di una vita umana? Le cifre che investono il cosiddetto "pianeta carcerario" non possono che richiedere una riflessione anche da parte del Consiglio regionale, che non ha competenza propria su questa materia, ma i Consiglieri regionali sono tra le personalità deputate a visitare le carceri, a constatare di persona lo stato delle guardie carcerarie, dei carcerati e delle strutture carcerarie. Pertanto, pur non avendo una competenza diretta, sentono una responsabilità in questo ambito.
Io, nel mio piccolo, come sicuramente avrà fatto il collega Dalmasso più di una volta mi sono recato nei carceri della mia provincia, per riscontrare le giustissime lamentazioni provenienti, in particolare, dal Corpo di Polizia Penitenziaria.
Come diremo nel prossimo intervento, occorre tenere presenti anche le condizioni in cui opera il Corpo di Polizia Penitenziaria, non soltanto a Roma, Napoli o in Sicilia, ma anche qui, nell'evoluto, avanzato e progredito Piemonte. Se c'è sofferenza per chi, avendo compiuto degli errori, e, sulla base di questi errori e delle condanne che ne conseguono deve scontare una pena e sta dietro le sbarre per un periodo di rieducazione, per poi essere reinserito nella società, c'è anche sofferenza per quelle decine, centinaia e migliaia di uomini che dentro quelle strutture dovrebbero svolgere un lavoro in maniera dignitosa, senza essere sottoposti a turni stressanti o senza dover correre pericoli di lesioni personali, di tentativi di suicidio o di problemi psicologici molto gravi che, a differenza di quelli dei carcerati, non vengono mai menzionati.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 103.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 97) presentato dal Consigliere Muliere: All'articolo 1, comma 3, le parole "trattenute nei centri di permanenza temporanea e assistenza" sono sostituite dalle seguenti: "presenti nei centri di identificazione ed espulsione".
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. È un emendamento di carattere tecnico, perché, dopo gli ultimi provvedimenti emanati dal Governo, i Centri di Permanenza Temporanea e Assistenza si chiamano Centri di Identificazione ed Espulsione, quindi dobbiamo adeguarci alle norme in vigore.
Si tratta, pertanto, di un emendamento di carattere tecnico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere.



BOTTA Marco

vero che è un emendamento di carattere tecnico, nel senso che prende atto di una diversa denominazione, ma dietro alla quale c'è anche una sostanza.



(Commenti in aula)



BOTTA Marco

Per alcuni è peggiorativa, per altri è migliorativa, non lo so.
Se noi raffrontiamo anche soltanto i testi, il vecchio e il nuovo ravvisiamo una diversità sostanziale, nel senso che quando erano in funzione i vecchi CPT, evidentemente, la permanenza delle persone che lì venivano collocate poteva essere anche molto prolungata e non aveva come obiettivo certo l'espulsione.
Oggi, invece - del resto lo dice la stessa formulazione che il collega Muliere fa rientrare per adeguare il comma 3 al dettato legislativo nazionale - parliamo di Centri di identificazione e di espulsione. Quindi anche la tempistica con cui si svolgono queste operazioni è ben diversa rispetto a quella dei CPT e lo stesso obiettivo è ben chiaro: le persone vengono condotte lì solo per essere identificate ed espulse.
Allora, mi domando se ha senso prevedere anche per queste persone, che si trovano in una condizione di limitazione della libertà personale, ma che sicuramente avranno un destino molto chiaro, altrimenti avrebbero avuto un altro tipo di percorso, la presenza del cosiddetto Garante dei detenuti.
Proprio perché la formulazione è cambiata ed è mutato il senso di questi centri, la presenza della figura del Garante, a mio avviso, dovrebbe essere esclusa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Esprimo una certa meraviglia per il fatto che in un consesso, che dovrebbe rispettare principi liberali, si stia facendo ostruzionismo sull'approvazione dell'istituzione dell'Ufficio del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive.
Ritengo che, nel momento in cui si commina una pena a chi ha commesso dei reati, a cui segue la condanna, la pena debba potersi esaurire nella perdita della libertà personale, null'altro deve essere ascritto in termini di castigo a tali soggetti. Quindi, eccedere rispetto alla perdita della libertà, molto spesso ledendo la dignità di questi soggetti, penso sia un argomento che debba toccare la coscienza di tutti.
Mi rendo conto di quanto, purtroppo, avviene in una società piuttosto fredda e disinteressata ai problemi degli altri, soprattutto dei diversi perché coloro che commettono dei reati sono ritenuti tali - ed è bene che in termini di certezza della pena vengano sottoposti a giudizio e, se colpevoli, condannati a scontare una pena, ma questa deve andare al di là della privazione della libertà personale? Siamo noi legittimati a pensare che debba in modo giusto ledere la loro dignità? Penso di no.
Quando poi tocchiamo - da medico sono sempre stato molto interessato a questo argomento - l'aspetto della violenza, quella esercitata tra detenuti e avallata da coloro che, invece, dovrebbero prevenirla, quella esercitata nel carcere da coloro che svolgono un determinato lavoro - anche se meritano tutto il rispetto e la nostra vicinanza per le gravi difficoltà in cui lo svolgono, non dovrebbero mai essere autorizzati a sfiorare e toccare il capello di un detenuto - sappiamo che, purtroppo, si ricorre a questo strumento, così come sappiamo che tale uso avviene prima che il detenuto giunga in carcere, in altri ambienti, magari di polizia giudiziaria. Questo è grave! È molto grave, perché, se da una parte, ci deve essere la certezza della pena, un equo giudizio e la possibilità di scontare anche in modo severo la pena relativa al reato che ognuno di noi ha commesso, dall'altra ci deve essere la tutela per tutti quegli elementi che poc'anzi ho elencato.
Relativamente alla violenza avviene qualcosa di inaudito: in carcere ho visto, da medico, detenuti pestati a sangue che per timore, il giorno successivo o dopo due giorni, di subire lo stesso "castigo", fra virgolette, negavano di essere stati picchiati, o da loro colleghi detenuti o dalla polizia, e dichiaravano di essere caduti dalle scale. Questo è grave, siamo nel terzo millennio, viviamo in un paese democratico e dovremmo essere tutti sensibili a correggere queste disfunzioni.
Per cui mi auguro che termini l'ostruzionismo nei confronti di questa legge e che, almeno, in piccola misura, si possa contribuire al progresso su questo grave problema. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Segretario Botta in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Veramente, devo ringraziare il collega Buquicchio, che stimo, lui lo sa; però, ritengo inammissibile la morale da parte di chi, insomma appartiene ad un partito il cui Segretario non ha avuto problemi, quando faceva il magistrato, a incarcerare e tenere in carcere! Saranno state le condizioni carcerarie, saranno state le condizioni psicologiche, ma alcune di quelle persone incarcerate - in questo momento mi sovviene il nome del dottor Cagliari - si sono anche suicidate per quelle situazioni, per quelle lunghe carcerazioni che, molto spesso, servivano ad ottenere rivelazioni e confessioni.
Per carità, ma è inaccettabile venire qua a farci la morale sostenendo che, fondamentalmente, le Forze dell'Ordine si macchiano di comportamenti non conformi, che la Polizia penitenziaria chiude gli occhi o abbassa lo sguardo, se non è direttamente e attivamente responsabile di comportamenti non conformi! Ecco, vedete dove ci sta portando una tale norma: ci sta portando a mettere in discussione i comportamenti, la lealtà, lo spirito di sacrificio degli appartenenti allo Stato, perché ci sono realtà, momenti ed episodi che vanno chiariti, approfonditi e messi in piena luce, perch succedono alcune cose.
Ma se un partito dell'ordine, per appoggiare una proposta di legge che, per carità, ha la medesima dignità di tutte le altre proposte di legge arriva a sostenere queste cose, mi domando se l'azione che una parte dell'opposizione sta facendo non sia più che giusta. Se ci si viene a dire come tra le righe si legge nell'ultimo intervento, che questa legge - e quindi, il Garante dei detenuti - va votata perché ci sono comportamenti contrari alla legge prima dell'arrivo del detenuto o dell'arrestato in carcere, e dopo che lo stesso è arrivato in carcere, e che quindi quei carabinieri, quei poliziotti, quei finanziari, quei vigili urbani, quegli agenti di polizia penitenziaria devono essere criminalizzati e messi in un angolo, con la garanzia del Garante del detenuto, rispondo che abbiamo una visione del nostro apparato di repressione del crimine perlomeno un po' particolare, che, francamente, non posso assolutamente condividere, anzi la respingo nella maniera più assoluta. Se vi sono dei comportamenti che vanno sottoposti a critica o ad un giudizio, lo si faccia. Ma non si giustifichi l'approvazione di una legge generalizzando su comportamenti che non esistono, con argomentazioni che, a mio avviso, sono inaccettabili.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bossuto, per dichiarazione di voto.



BOSSUTO Iuri

Presidente, naturalmente la dichiarazione di voto è quella che ha già espresso il collega Buquicchio, ma è doverosa una motivazione.
Tale posizione è legata anche ad un pericoloso alone di demagogia che avvolge questa legge.
Forse sarebbe il caso di evitare la demagogia - lo dico guardando quei banchi, e non questi - perché nessuno di noi ce l'ha con la polizia penitenziaria, sia ben chiaro. Noi visitiamo anche le caserme e abbiamo appurato le condizioni in cui vivono questi ragazzi: peraltro, denunciamo pubblicamente che quest'estate la polizia penitenziaria era "talmente piena di soldi" che si è costruita la divisa estiva da sola. Visto che lo Stato non forniva i soldi - perché è facile fare demagogia, per poi non fare le cose neanche quando si possono fare: lì sì che occorre dimostrare che non è demagogia! - questi uomini e queste donne si sono arrangiati addirittura nel curarsi la divisa, ottenendo la nostra piena solidarietà.
Abbiamo ascoltato sia loro che i detenuti e abbiamo appreso quanti problemi ci siano, per quanto fossimo già consapevoli della loro situazione dal momento che siamo frequentatori di quelle strutture (per fortuna non da utenti, ma da soggetti che si pongono dei problemi). Sappiamo benissimo che in quella realtà, purtroppo, si vive una grande situazione di disagio, che coinvolge gli uni e gli altri. In questo senso, le guardie penitenziarie hanno un ruolo fondamentale, perché svolgono un lavoro difficile complicato e frustrante; a loro va tutta la nostra solidarietà. Tutta. Per ci piacerebbe tanto che questo Governo, oltre a prendere posizioni a parole, intervenisse concretamente per aiutare davvero questi ragazzi, non ostacolando una simile proposta di legge, che, a guardarla senza demagogia probabilmente migliorerebbe anche la loro vita. Perché instaurare un rapporto coi detenuti, non significa sottrarre qualcuno alla pena o rendere la loro vita più facile. Vuole semplicemente dire andare in quell'ottica di recupero e di inserimento sociale su cui si basa addirittura il Codice Rocco, che risale agli anni passati. Infatti è ancora in vigore, perch guarda al recupero, anche se poi, i reati di opinione, che la Lega conosce bene come noi, forse portano ancora la matrice fascista di quel Codice.
Francamente, non capisco la presa di posizione di quei banchi nei confronti di questa legge, dal momento che ritengo che aiuti il lavoro di quelle guardie penitenziarie, e non vada ad ostacolarlo.
Mi preoccupa, inoltre, il fatto che in alcuni interventi si evinca una sorta di occhio di riguardo quando il detenuto è un "colletto bianco" o comunque, arriva dal mondo della politica: in questo caso, diventa una vittima, un martire o una persona che viene schiaffata dentro da Di Pietro perché è cattivo; insomma diventa una persona da tutelare.
Quando, invece, è un detenuto che arriva da quel popolo che voi dite di rappresentare, allora diventa una persona da sbattere dentro e buttare via la chiave.
Qua, di nuovo, ci troviamo di fronte a principi strani, in cui ci sono due pesi e due misure: c'è un detenuto comune, che possiamo dimenticare in cella e lasciarlo marcire, senza occuparci del suo recupero, magari tornando indietro di duecento anni alla carceri sabaude (anzi, quelle ad un certo punto si erano poste il problema, qua invece pare che il problema non esista proprio), oppure ci affidiamo alla buona volontà di un direttore carcerario che prende a cuore il problema con tutta la sua energia, aiutato magari dalla polizia penitenziaria, e cerca di risolvere personalmente il problema.
Oppure andiamo soltanto ad immaginare che vada curato il detenuto che entra per reati bancari o finanziari, per reati di concussione o per reati legati all'abuso di potere? Perché, in quel caso, mostriamo un occhio di riguardo, altrimenti dimentichiamo tutto. Credo che non sia né legge né uno Stato di diritto ciò che è scaturito da alcuni interventi che mi hanno anticipato in Consiglio. Quindi, a maggior ragione ascoltando quegli interventi, credo che questa legge vada portata avanti e chiederei a tutti di fare uno sforzo ad immaginare quale può essere il risultato reale di questa legge, che non è un abbreviare la pena o un'impunità che chi ha un debito con la giustizia. Ma è semplicemente una legge che si pone dal punto di vista della una società e che tenta di fare i conti con quel disagio, di non portarlo avanti all'infinito ma di risolverlo con strumenti reali e non soltanto demagogici.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 97.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti Casoni e Vignale: cassare il comma 4 dell'articolo 1.
Ha chiesto di intervenire, per l'illustrazione dell'emendamento, il Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

L'emendamento in oggetto ci pare appropriato in quanto il comma 4 riconosce, o riconoscerebbe, al Garante la piena autonomia di giudizio e di valutazione, rispetto ai compiti che gli vengono affidati.
Che il Garante sia autonomo è comprensibile, perché se è una figura terza rispetto ai corpi dello Stato che, costituzionalmente, sono demandati a garantire la giustizia, l'effettività della pena e il suo svolgimento e le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, è chiaro che l'azione del Garante non può che essere autonoma.
Altro problema è quello dell'indipendenza di giudizio e di valutazione.
Cosa vogliamo fare del Garante? Una sorta di quarto appello? Un momento superiore ad ogni entità costituzionalmente garantita che interviene sulle situazioni che può riscontrare nella materia in cui è chiamato a confrontarsi, cioè quella relativa alle persone la cui libertà personale è sottoposta a misure restrittive? Cosa vogliamo dire? Sarebbe interessante che i proponenti della legge ci specificassero cosa intendono per indipendenza di giudizio e di valutazione. Che le decisioni del Garante sono indipendenti da ogni altro tipo di costruzione normativa? Da ogni altro tipo di vincolo presente nel nostro corpo normativo? C'è da garantire l'autonomia del Garante? Oppure, per indipendenza intendiamo non un posizionamento di superiorità del Garante rispetto a tutte le altre istituzioni? Allora, il comma non è necessario, è pleonastico, è una precisazione che non ha importanza.
Se, invece, vogliamo dire che il Garante si pone in una posizione superiore a qualsiasi altra istituzione legata al mondo della giustizia o della restrizione della libertà, questo aspetto va esplicitato fino in fondo.
Mi pare che su questo punto una spiegazione da parte dei proponenti non possa che essere significativa e pregnante per capire l'importanza o la pleonasticità del comma.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Mi spiace se nell'intervento precedente ho sforato il tempo a mia disposizione. Guarderò l'ora e i secondi che scorrono inesorabili come nella vita di tutti noi.
I motivi di queste leggi - questo testo è la fusione di proposte differenti e pensavamo che, essendo giunto in Aula fondendo le differenti proposte, fosse ormai abbastanza pacifico per tutti - sono spiegati chiaramente nella relazione, nelle pagine introduttive e negli interventi che vi sono stati nella prima delle numerose sedute che abbiamo dedicato alla questione.
Altri Garanti sono stati votati, in questi anni, dal Consiglio regionale e nessuno pensa a soluzioni miracolistiche. I Garanti hanno spesso una scrivania, un telefono, o strutture minime, ecc., tuttavia ci pare che l'attenzione a questo tema, come ad altri altrettanto importanti sarebbe necessaria da parte del Consiglio, in questa ultima fase dei suoi lavori.
Questa proposta non vuole costituire una polemica verso la polizia penitenziaria, che vive una situazione problematica, perché ha problemi di vario tipo. Li ho ricordati prima: sovraffollamento, condizione delle carceri, differente tipologia di detenuto che si è manifestata in questi anni. Cinquant'anni fa i detenuti avevano una certa tipologia, vent'anni fa un'altra, oggi un'altra ancora, e può essere in modificazione progressiva a causa della modificazione progressiva della società. A questo si aggiunge la decurtazione continua di fondi.
Una parte più attenta della stessa polizia penitenziaria dichiara che laddove sono in atto scuole, progetti, idee, lavori, forme di volontariato le condizioni all'interno delle carceri sono infinitamente migliori.
Laddove funzionano palestre, strutture sportive e quant'altro, la situazione è infinitamente migliore. Gli atti di autolesionismo calano progressivamente.
Mi chiedevo prima se il fatto che tre Consiglieri di minoranza abbiano giustamente firmato questa proposta e altri cerchino di impedire, di fatto che la stessa passi (il numero di emendamenti, moltiplicabile nelle prossime sedute, è tale che chiaramente questa proposta non passerà), sia una sorta di gioco delle parti o se derivi da sensibilità differenti che esistono nei partiti della minoranza.
Quello che mi preoccupa è che atteggiamenti ostruzionistici di questo tipo impediscano, sostanzialmente, il funzionamento del Consiglio - l'ho già detto altre volte - e rendano quasi vani i lavori che vi saranno.
Continuo a credere che l'assestamento dovrebbe passare, che una bozza di bilancio, per quanto tecnico, dovrebbe passare, e alcuni provvedimenti di legge che potrebbero passare non devono essere visti solo come fatti puramente clientelari di questa maggioranza per la prossima campagna elettorale che mi sembra, anche da atteggiamenti in Consiglio, essere già in corso da lungo tempo.
Ricordo al Consigliere Botta - non la pensiamo allo stesso modo e saremmo preoccupati l'uno e l'altro se questo accadesse, anche su un fatto specifico - che sostenere e raccontare in giro che noi facevamo venire i migranti in questo Paese, il Governo apriva le porte e noi andavamo a fare sceneggiate, porta molti voti. Ce ne siamo resi conto, lo sappiamo. È una campagna scorretta perché davanti alle questioni che il mondo vive catastrofi ecologiche, guerre che si sono moltiplicate in questi anni ricordo che non c'è stata la pacificazione, come lei crede, vent'anni fa anzi, è sbagliato usare questa demagogia. È una campagna di una scorrettezza politica profonda che può servire a guadagnare voti, seggi assessorati, maggioranza di governo dove non state dando grande prova.
Invito ancora lo stesso Consigliere, per quanto ha detto circa fatti accaduti vent'anni fa - cioè tangentopoli - poiché c'era e poiché era iscritto ad un partito che si chiamava MSI, il cui Presidente si chiamava Gianfranco Fini- a leggersi la stampa di allora del suo partito; che cosa diceva su tangentopoli, sugli scandali emersi, rivedere il termine "ladroni" che il Presidente Fini usava continuamente, e vedere gli atteggiamenti che tenevano - ad iniziare dai cappi portati nell'aula della Camera - i suoi attuali alleati nel Governo e in tante amministrazioni locali.
Non so se farò un terzo intervento, ma questa volta sono stato nel tempo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Stiamo trascorrendo un'altra inutile giornata mentre consumiamo questi tre mesi che mancano alla fine della legislatura e alle prossime elezioni che speriamo siano più proficue per i piemontesi.
Dato che stiamo perdendo tempo, volevo rivolgere una considerazione al collega Botta perché ricordo anch'io che il dottor Borrelli era uno dei leader, allora, di Alleanza Nazionale, il partito a cui appartiene. Ricordo anche voi, il ladrone di cui parlava prima il Consigliere.
Oggi, che la Lega Nord si appresta, dopo gli incontri del Presidente del Consiglio e del Ministro Bossi, a votare leggi che eviteranno, magari al Presidente del Consiglio di andare in galera, votare il testo sull'istituzione del Garante potrebbe essere utile a tutti, non si sa mai anche al Presidente del Consiglio. Allora agitava cappio per fare vedere appunto, che sarebbe stato opportuno, ma fa parte della storia politica di questo Paese: a volte si hanno atteggiamenti, a volte se ne hanno altri dipende assolutamente dalla mancanza di coerenza e dall'opportunità politica che determina questi atteggiamenti. Il dottor Borrelli e il dottor Di Pietro facevano il loro dovere, noi con questa legge non stiamo dicendo che i delinquenti non devono essere perseguiti o arrestati, Consigliere Botta, ma diciamo che devono avere gli stessi diritti di tutti i cittadini che, invece, sono fuori dalle mura delle carceri, dato che può capitare a tutti e in qualunque momento - la storia politica di questo Paese ce lo insegna - di andare in galera; pertanto, forse, è opportuno che quei diritti siano in qualche modo garantiti a tutti. Consigliere, credo vi manchi una parola semplice e banale, che si chiama "umanità" e le dichiarazioni odierne del Sottosegretario Giovanardi rispetto alla morte di Stefano Cucchi indicano quanto questo sia assolutamente e tristemente vero: il Sottosegretario, che è responsabile del settore delle tossicodipendenze non ha una parola di pietà nei confronti di un uomo di trent'anni che è entrato sano ed è uscito morto, dopo essere stato affidato allo Stato di questo Paese. Del resto, se un Ministro delle riforme costituzionali dice che con la bandiera tricolore lui si può pulire il "sedere", penso che Giovanardi possa anche dire quanto oggi ha detto rispetto alla morte di questo povero uomo! È vergognoso che la famiglia abbia saputo dopo due giorni che un uomo di trent'anni era morto, senza che nessuno abbia sentito il dovere di avvisarli! Può capitare a tutti - lo dico da medico - di avere un figlio tossicodipendente, che un giorno potrebbe fare la stessa fine in un paese che è paragonabile ai paesi dittatoriali, soprattutto in questa evenienza! In ultimo, ho visto l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Giovine: sicuramente questo sarà un dibattito avvincente, che coinvolgerà questo Consiglio regionale rispetto all'obbligo di affiggere l'immagine di Cristo in tutti gli edifici pubblici. Se Cristo esiste davvero - spero veramente che esista per tutti noi - appendendolo là sopra, visto che Cristo è umanità e pietà, vi incenerirebbe! Secondo me, vi conviene non presentare questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire in qualità di Consigliere, per dichiarazione di voto, il Consigliere Segretario Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Secondo me, oggi, il Consigliere Boeti ha mangiato pesante, perché in un unico intervento è riuscito a fare la storia d'Italia degli ultimi vent'anni, terminando, giustamente, con la citazione del Consigliere Giovine, che non è mica da poco.
Guardate...



(Commenti in aula)



BOTTA Marco

Esatto. Partendo dal basso è arrivato ai massimi sistemi, la sintesi è una qualità, non è mica negativa.
Lei, che è una persona sicuramente di buonsenso, che anche per i ruoli che ricopre fuori da quest'Aula si è trovata di fronte a tante situazioni difficili, vorrebbe venirci a raccontare che i fatti gravissimi, su cui tutti noi crediamo occorra fare chiarezza, andando in profondità e individuando delle responsabilità, se ci sono, verrebbero evitati con il Garante dei detenuti?



(Commenti in aula)



BOTTA Marco

Ecco. Allora diciamo che il Garante dei detenuti con questo fatto non c'entra niente.
Lei imputa a quest'Aula di stare perdendo un'altra giornata: ma è "colpa", tra virgolette, di quest'Aula? Insomma, "colpa" è una parola grossa, soprattutto dopo i fulmini e le saette divine, da Vecchio Testamento, però, Consigliere Boeti. Il nostro Dio è "amore", non è "fulmini e saette, incenerimenti di avversari o di legatori". Diteci se volete il Dio del Vecchio Testamento o il Dio del Vangelo, almeno poi ci regoliamo.
A parte questo, chi ha avuto l'idea, più che giustificata, di proporre questa legge, a mio avviso, forse, non si è reso conto - diciamo così anche tratto in inganno da una Conferenza dei Capigruppo, dove può essere sembrato che questa legge potesse procedere rapidamente, che la realtà non era questa. Oggi ci sono 100 emendamenti - diciamo così - ma quando l'abbiamo presa in mano, dopo due anni di sonno, gli emendamenti erano già 50 o 60.
Non dobbiamo avere l'esperienza parlamentare dei colleghi Cavallera e Leo, insomma, dei padri nobili di quest'Aula, che hanno vent'anni di esperienza di Consiglio regionale, per capire che questa era una legge che avrebbe impiegato il tempo che impiegherà, non dico mica che non passerà passerà. Le leggi passano tutte, l'amico Chiezzi, in dieci anni, ci ha insegnato che tutte le leggi passano, basta avere la pazienza di andargli dietro.
Ci sono esigenze di tempo e di rapidità? È un problema reale e forte ma occorreva pensarci prima, mediare prima e confrontarsi maggiormente prima.
Lei pretenderebbe che con l'argomento "fate perdere tempo al Consiglio regionale", noi ci adopereremo per far passare una norma che non approviamo? Sarei il primo, a posizioni ribaltate, a non chiederlo.
Noi facciamo la nostra modestissima battaglia politica, per la quale abbiamo già ricevuto simpatici avvertimenti di incenerimento e di rozzezza ma andiamo avanti. Anzi, a maggior ragione continuiamo, ci piace, eravamo abituati a essere trattati male e adesso tutto questo comportamento positivo, politically correct, come dicono da altre parti, un po' stona per noi che veniamo da esperienze politiche lontane.
Non potete imputare a noi questa situazione, come io non la imputo ad altri, però è così, impiegheremo tre, quattro o dieci sedute, vedremo; si potranno trovare anche momenti di confronto, se vogliamo. Se li vogliamo trovare, noi siamo anche disponibili, però, evidentemente, occorre andarli a cercare questi momenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere, per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Non penso che si stia perdendo tempo. Più di altre, ritengo che questa sia, per quanto mi riguarda, una battaglia giusta.
Guardate che non c'entrano niente le elezioni! Sappiamo di chi stiamo parlando, quindi non c'entrano assolutamente nulla le elezioni.
Per quanto mi riguarda, è una battaglia di civiltà e fortunatamente in questo Paese - non ne voglio fare una lotta ideologica - ci sono persone appartenenti sia al centrosinistra che al centrodestra che queste battaglie le vogliono fare, e magari anche insieme.
Mi chiedo, nuovamente, come mai Regioni o città governate dal centrodestra, come Reggio Calabria - ne cito solo una a titolo di esempio con un Sindaco che, insieme a Chiamparino, è uno dei più amati dai cittadini, secondo alcuni sondaggi, oggi del PdL, prima di Alleanza Nazionale, ha istituito, e ne va fiero da quanto ne so e da quanto leggo il Garante per i detenuti.
Mi domando, quindi, come mai ci sia una posizione ostruzionistica in quest'Aula, quando ci sono, appunto, amministratori del centrosinistra e del centrodestra che hanno lavorato in questi anni per istituire la figura del Garante.
Come mai quando abbiamo iniziato a parlarne in quest'Aula c'era solo una Regione ad averlo già istituito, mentre adesso le Regioni sono quasi dieci o undici? Noi - sperando di poterci riuscire! - arriveremo dodicesimi. Se lo avessimo fatto nel 2006, saremmo stati i secondi in Italia, ma non è questo il punto. Credo che l'importanza di istituire la figura del Garante sia stata più che mai esplicitata in quest'aula.
Vorrei ribadire che l'istituzione di tale figura non va contro qualcuno, tantomeno - lo ripeto - contro chi lavora all'interno delle carceri. Assolutamente! Non vuole essere una battaglia contro, ma una battaglia per questo! Siccome penso che vi siano persone che possono condividere gli stessi obiettivi, sia che appartengano al centrosinistra che al centrodestra ritengo che questa sia una legge molto importante e fortunatamente - lo ricordo ancora - le firme in calce alla stessa sono sia della maggioranza che dell'opposizione.
Per me è un valore estremamente importante, che voglio difendere con forza.
Per questo motivo, credo che sia pienamente legittimo pensarla in maniera contraria, così come credo che sia altrettanto legittimo fare una battaglia come questa per istituire la figura del Garante. Trovo sbagliato però, fare ostruzionismo, tanto più che quando ne avevamo sospeso la discussione, l'avevamo fatto per un motivo molto semplice: le forze di opposizione, infatti, volevano discutere la legge sulla sicurezza e inserire nella stessa alcune norme per garantire le vittime di reato.
Così abbiamo fatto, perché ce l'avevate chiesto. Questo obiettivo era giusto: abbiamo approvato la legge sulla sicurezza e abbiamo inserito delle norme per garantire le vittime di reato.
Oggi siamo qui per approvare questa legge, che - lo ripeto - è condivisa sia dai Consiglieri di maggioranza che di opposizione. Credo sia una battaglia giusta e di civiltà. Pertanto, credo che sia opportuno proseguire. Spero di poter fare in modo che questo Consiglio regionale possa approvare questa legge.
Non volete farcela approvare oggi? Lo faremo martedì o il prossimo ancora. Credo, comunque, che sia utile farlo, per tanti motivi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 55) presentato dal Consigliere Giovine: Art. 1, comma 4, si propone la sostituzione dell'intero comma con le parole "Il Garante opera in autonomia".
Comunico che l'emendamento rubricato n. 55 è stato ritirato.
Emendamento rubricato n. 109) presentato dai Consiglieri Botta, Casoni Boniperti, D'Ambrosio e Vignale: emendare l'articolo 1, punto numero 4, eliminandolo in toto e sostituendolo con "Il Garante si attiva solo se il suo intervento risulta necessario allorquando siano violati diritti costituzionalmente garantiti per il detenuto".
La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

un emendamento con il quale si chiede la sostituzione del comma 4 con il seguente: "Il Garante si attiva solo se il suo intervento risulta necessario, allorquando siano violati diritti costituzionalmente garantiti per il detenuto", onde evitare che vi siano interventi a pioggia, oppure interventi non significativi per i casi che vengono sottoposti da questa figura del Garante.
Poiché non è stata fornita alcuna precisazioni sulla delimitazione dell'azione del Garante, rimane un po' un dominus senza limiti di ogni tipo di azione in relazione alla materia assegnata.
Noi poniamo, evidentemente, alcuni paletti all'attività che il Garante può mettere in essere rispetto alla materia delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, dicendo che l'intervento innanzitutto deve essere necessario e la necessità è data dalla violazione di diritti costituzionalmente garantiti per il detenuto.
Anche riprendendo in parte l'intervento del collega Muliere, rilevo che lo spirito che lo ha contraddistinto mi sembra quello giusto.
Probabilmente, un elemento di facilitazione al fatto che questa legge, con i tempi che l'Aula riterrà opportuni, possa anche giungere ad un'approvazione, verrà dato proprio dal convegno di cui mi pare abbiate già parlato circa un'ora fa, perché le esperienze delle realtà comunali e regionali potrebbero essere di aiuto per comprendere meglio la materia di cui stiamo discutendo.
Mi pare che il convegno presenti un panorama nazionale e un panorama locale. Il panorama regionale, per una questione di ospitalità, è dato dal Piemonte, che interviene con due Consiglieri e due Assessori, ma vi sono altri esponenti come il Direttore della Caritas Diocesana e tutta un'altra serie di personalità autorevoli, sia del Parlamento nazionale, sia dell'amministrazione giudiziaria e penitenziaria regionale. Il convegno coincide con il periodo della discussione, se non dell'approvazione, della legge.
Secondo me, se avessimo organizzato il convegno all'inizio di settembre, quando la normativa ancora non era sui nostri banchi, avremmo potuto trarne qualche giovamento in più, anche per migliorare una legge che, a mio avviso, presenta necessità di revisioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Non ho capito la risposta che ha dato il Consigliere Botta ad una domanda cui interessava sentire la risposta. Vorrei capire che cosa si pu fare per uscire da questa situazione. Sollecito una risposta a quella famosa domanda.
Mentre in altri casi è evidente ciò che si chiede, si vuole e si cerca di portare a casa con un atteggiamento di tipo ostruzionistico, questa volta non ne ho capito le ragioni. Se non fosse che viene da un collega di cui ho grande stima e rispetto, penserei che sia una manovra di tutela di piccole lobby di cui non conosco l'esistenza.
Poiché sono certo che non sia così, chiederei una risposta precisa alla domanda, in modo che io stesso possa capire per quale motivo, al di là del fatto che a me la legge va bene così, devo discutere per accogliere, venire incontro, trovare quella quadra che si pensava già trovata e che oggi appare lontana.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non voglio dare una risposta, perché la domanda era stata posta al Consigliere Botta... Era una battuta. Erano valutazioni, peraltro, date in più di un'occasione nella precedente seduta di Consiglio.
Noi crediamo che questa legge abbia una serie di limiti. Uno è essenziale, ma non pregiudiziale, per l'approvazione della stessa, ed è un dato di priorità (parlo per il nostro Gruppo). Se avessimo dovuto indicare una serie di norme da portare all'attenzione dell'Aula consiliare soprattutto in un momento in cui il Consiglio regionale ha due mesi di tempo per trovare norme che non afferiscano al bilancio, non mi sembra che questa sia una priorità. Questo è un dato, ma non è in alcun modo pregiudiziale.
Tuttavia, su questo abbiamo rilevato, senza voler ledere la stima nei confronti di alcuni collega, che, comunque, questa legge è stata licenziata nel 2006 e di questa legge abbiamo iniziato a parlare per volontà della maggioranza, che ne ha chiesta l'iscrizione tre settimane fa. Ricordo che il Consiglio regionale ha passato il mese di settembre a discutere - perch quasi null'altro era iscritto all'o.d.g. o perché quelle erano le richieste avanzate dai Gruppi di maggioranza - di ordini del giorno sulle dimissioni della Gelmini, sul nucleare e quant'altro. La fondamentale legge sui cani non me ne voglia il Consigliere Buquicchio - di nuovo, non ritenevamo fosse una priorità.
Poi vi sono alcuni aspetti discutibili nel testo, e ne ricordo soltanto due. Uno avevamo provato a modificarlo con un emendamento, quello relativo all'articolo 2 del comma 1. Con quell'emendamento si chiedeva che il Garante non si dovesse occupare soltanto delle persone la cui libertà era limitata all'interno di una struttura carceraria, ma anche dei detenuti che, in qualche modo, accedevano alle pene alternative. Posso immaginare che il rapporto numerico fra i detenuti in carcere e i condannati che utilizzano misure alternative, quali, per esempio, la libertà condizionale o gli arresti domiciliari sia di uno a cinque. È evidente che anche l'arresto domiciliare è una limitazione della libertà, ma sono altrettanto evidenti alcuni problemi di cui, correttamente, alcuni colleghi parlavano e che altrettanto correttamente il Consigliere Botta ribadiva, perché non penserete davvero che l'annoso problema delle carceri lo si risolva con il Garante! Il Garante è uno strumento. Abbiamo istituito tanti Garanti nelle Regioni, ma non sono figure che hanno risolto i problemi. Possono, ogni tanto, fare alcune segnalazioni.
L'altro aspetto è proprio quello di una legge che rischia di essere più simbolica che reale. Noi stanziamo, se non ricordo male, 200 mila euro, una parte consistente, a norma non modificata. Ora, il Consigliere Muliere mi ha detto non durante un intervento pubblico, ma discutendo della legge, che vi è l'intenzione di ridurre il compenso del Garante. Guardate, lo dicevo non perché fossi favorevole o contrario al compenso individuato, ma se uno fa il calcolo relativamente al compenso e a quanto stanziamo in norma finanziaria, si rende conto che la legge, oltre a pagare lo stipendio al Garante dei detenuti, non ha molte più risorse a disposizione. Le vie sono due: o si riduce lo stipendio o si aumenta la dotazione.
Se istituiamo un Garante, o riteniamo che sia una figura simbolica che cinque volte all'anno fa il giro delle carceri del Piemonte e verifica la situazione dei detenuti, oppure riteniamo che sia davvero una figura a cui le famiglie dei detenuti, i detenuti stessi o quant'altri possano rivolgersi. Una figura che possa avere anche una sua autorità che rimane per legge, morale se ritiene, come qualunque cittadino, ma che ancor più avendo un'investitura che una norma regionale gli dà, può permettersi, nel caso in cui veda esserci delle oggettive limitazioni dei diritti dei detenuti - non della loro libertà, che è già limitata - di intervenire nei confronti dell'amministrazione carceraria regionale, o del Ministero di Grazia e Giustizia.
Questi sono alcuni problemi che poniamo relativamente alla legge. Poi nessuno si offenda perché, lo ripeto, tenere la legge bloccata per due anni e richiamarla a tre settimane dal convegno, non ci sembra un atteggiamento particolarmente qualificante per una legge che si ritiene prioritaria.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 109.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Dichiaro aperta la discussione sul presente articolo.
La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
L'articolo 2 è particolarmente importante perché disciplina nella sua complessità la figura del Garante e ne stabilisce tutti i meccanismi di nomina, di durata in carica, di incompatibilità e di revoca. Quindi, anche gli emendamenti presentati su questo articolo hanno una loro significatività.
chiaro che parlare del Garante, a nostro avviso, può avere un significato se noi, intesi come Consiglio regionale, vogliamo in maniera cosciente e vigile portare la nostra attenzione sul pianeta carceri altrimenti chiacchierare di istituire una figura...



(Commenti del Consigliere Robotti)



BOTTA Marco

Siberia occidentale in primavera, spero, tanto ci sono i tempi della giustizia italiana o fai intervenire la giustizia popolare ex sovietica? O astigiana? Fammi capire.



(Commenti del Consigliere Robotti)



BOTTA Marco

Non c'è più, ne fanno un albergo.



(Commenti del Consigliere Robotti)



BOTTA Marco

Prendo una camera lì, se vuoi, al limite.



(Commenti del Consigliere Robotti)



BOTTA Marco

Se noi apriamo la discussione su...



(Commenti del Consigliere Robotti)



BOTTA Marco

Tutto a verbale.
Voi scrivete tutto, mi raccomando, così...



(Commenti del Consigliere Robotti)



BOTTA Marco

Ecco, io rifiuto questa denominazione, che il Consigliere...



(Commenti del Consigliere Robotti)



BOTTA Marco

No, no, guarda, tu ti sbagli con esponenti della tua coalizione nel Lazio...



(Scampanellìo del Presidente)



BOTTA Marco

Qui siamo in Piemonte...



(Commenti fuori microfono)



BOTTA Marco

PRESIDENTE



BOTTA Marco

Per cortesia, colleghi!



BOTTA Marco

Presidente, ho la parola, mi faccia esercitare...
Sempre protagonista il Consigliere Robotti.
Riportiamo l'attenzione sul pianeta carceri. Guardate, qui, giustamente il Consigliere Turigliatto chiedeva perché facciamo tutto questo.
Secondo lei, collega, noi dovremmo aderire entusiasticamente a questa proposta di legge, che crea un Garante dei detenuti? È una proposta che per noi non rientra nelle priorità di questo Consiglio. A nostro avviso, i Garanti che i piemontesi attendono sono ben altri e, magari, nel corso di questa discussione, che sarà impegnativa anche in termini di tempo potremmo parlare dei tanti Garanti prioritari per i piemontesi, che questo Consiglio, invece, evita non solo di prevedere, ma addirittura di evocare.
Ci sono gruppi di cittadini che meriterebbero non un'attenzione maggiore, ma almeno uguale rispetto a quella dei detenuti, che, invece, non rientrano mai nelle discussioni di questo Consiglio.
Se vogliamo parlare del mondo delle carceri, allora parliamone. Sarebbe interessante che la stessa Commissione che ha esaminato questo provvedimento - vedo là appollaiato il collega Reschigna...



(Commenti in aula)



BOTTA Marco

Per appollaiato intendo comodamente seduto.
Consultiamo i soggetti direttamente interessati al mondo delle carceri se è vero come è vero che, oggi, nel nostro Paese, abbiamo raggiunto il più alto numero di detenuti mai presenti nella storia del sistema carcerario italiano, oltre 65 mila, con circa 39 mila agenti di polizia penitenziaria in servizio.
Questo dato merita qualche commento. Se pensiamo che nei 13 penitenziari piemontesi abbiamo all'incirca 4.900 detenuti, a fronte di 3.300 posti; se pensiamo che in Piemonte abbiamo una media di detenuti stranieri pari a circa il 60% dei detenuti presenti nelle strutture penitenziarie; se pensiamo che in Piemonte operano 2.800 agenti di polizia penitenziaria contro i 3.720 in organico; se pensiamo che ci sono carceri come la Casa Circondariale Don Soria di Alessandria che ha una percentuale del 72% di detenuti stranieri...



(Commenti in aula)



BOTTA Marco

Cioè, non alessandrini, evidentemente. Per noi tutti quelli di fuori Alessandria sono stranieri.



(Commenti del Vicepresidente Placido)



BOTTA Marco

Ad Alessandria c'è il 72% dei detenuti.
Se noi pensiamo a tutti questi dati, forse varrebbe la pena, cari colleghi, prima e prioritariamente rispetto alla creazione della figura del Garante dei detenuti di consultare questi soggetti, di consultare i Direttori delle carceri, di consultare i rappresentanti degli agenti di Polizia penitenziaria, di fare una seduta del Consiglio regionale specifica sulla situazione penitenziaria.
Si fa presto a lavarsi la coscienza creando il Garante dei detenuti che qui è sommariamente descritto, la cui nomina dura per la durata della legislatura, che viene fatta a maggioranza dei due terzi dei Consiglieri assegnati in Regione, che dura cinque anni e comunque rimane in carica fino alla nomina del successore, che non deve avere altri incarichi né di lavoro autonomo né di lavoro subordinato. E così andando avanti nelle indicazioni che questo articolo 2 ci dà.
Rimane questa situazione che deve, a mio avviso, essere assunta dal Consiglio regionale in tutta la sua gravità e sulla quale il Consiglio regionale deve assumere una posizione.
Cosa facciamo? Quali messaggi mandiamo ai 2.800 appartenenti alla polizia penitenziaria che lavorano per 3.700 persone? Quale messaggio mandiamo ai 4.900 detenuti che stanno in penitenziari che potrebbero occuparne 3.300? Gli forniamo la figura del Garante dei detenuti e sono contenti così? Sono contenti di avere un sovraffollamento che ha raggiunto il 146%, con oltre il 60% di detenuti stranieri? Questi sono i problemi veri. Poi il Garante dei detenuti può essere uno strumento, la conseguenza di una riflessione, che però deve essere amplia e non può essere limitata soltanto ad un progetto di legge.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi sull'articolo 2, passiamo all'esame degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 31) presentato dai Consiglieri Botta Boniperti, Casoni: Il comma 1 dell'art. 2 è soppresso.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 111) presentato dai Consiglieri Boniperti Botta, Casoni, D'Ambrosio e Vignale: Emendare l'articolo 2, comma 1, modificandolo in tal modo "Il Garante è nominato, dalla prossima legislatura, con decreto del Presidente della Regione, su indirizzo del Consiglio regionale, tra soggetti di competenza e professionalità riconosciuta, operanti nel settore giuridico, psichiatrico criminologico e forense".
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Questo è un emendamento importante, che stempererebbe probabilmente anche qualche momento di nervosismo e toglierebbe anche qualche dubbio, che non sollevo e a cui sinceramente non ho neanche pensato rispetto alla strumentalità temporale della ripresa dei lavori su questa norma.
Mi pare che l'emendamento sia molto chiaro. Il Presidente ne ha già dato lettura e io lo ripeto per chi di noi è stato poco attento. "Il Garante è nominato dalla prossima legislatura" - quindi si sposta il momento della nomina e si può andare ad approvare la legge, ma la nomina viene posta in capo ai colleghi che saranno presenti in questi banchi nella IX legislatura - "con decreto della Presidente della Regione". Anche su questo mutuando anche un percorso che, ad esempio, viene usato per i Presidenti dei parchi. Quindi, è un'assunzione di responsabilità anche del Presidente o della Presidente della Giunta regionale, "su indirizzo del Consiglio regionale fra soggetti di competenza e professionalità riconosciuta operanti nel settore giuridico, psichiatrico, criminologico e forense".
Quindi, c'è questo duplice momento: da un lato, lo spostamento dell'entrata in carica del Garante all'inizio della prossima legislatura dall'altro, un'assunzione di responsabilità non solo del Consiglio regionale, ma anche della Giunta regionale che, proprio perché ci troviamo di fronte ad un provvedimento di natura consiliare, ha una posizione terza.
Non l'abbiamo mai sentita esprimersi, com'è giusto che sia, ma che potrebbe invece assumere un ruolo di protagonista, se questo emendamento n. 111 trovasse accoglimento nell'Aula.
Quindi, spostare il termine di entrata in carica del Garante, una nomina spostata all'inizio della prossima legislatura. Del resto, che senso avrebbe nominare una persona la cui attività sarebbe limitata a pochi mesi forse sei mesi, e che quindi vorrebbe dire non dare che un significato simbolico a questa attività? Invece la possibilità data al nuovo Consiglio di offrire alla Giunta una rosa di nomi, su cui il Presidente della Giunta poi può esprimere il suo parere, mi pare una proposta tutto sommato condivisibile, che consentirebbe alla legge di procedere, evitando anche quelle ipotesi di strumentalità che - ripeto - non fanno parte del mio interloquire politico ma che potrebbero, per i più maliziosi, venire riscontrati, visti i passaggi temporali a cui questa normativa è stata sottoposta: uno stop di circa tre anni, una rapida ripresa, il tentativo di un'approvazione ugualmente veloce, l'indizione di un convegno in un periodo che poteva essere pensato come ormai successivo all'approvazione della norma stessa.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 111.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Inversione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 1313 dei Consiglieri Clement, Bossuto, Cavallaro, Barassi, Deambrogio, Comella, Robotti e Dalmasso, inerente a "Problema produttivo e occupazionale di 'Agile' (ex Eutelia)"


PRESIDENTE

Poiché sull'articolo 2 sono stati presentati una trentina di emendamenti, se i colleghi sono d'accordo c'era un impegno a votare l'ordine del giorno condiviso e partecipato sulla drammatica situazione del gruppo Agile (ex Eutelia), che abbiamo incontrato oggi.
Siccome mi sembrava che ci fosse un intendimento congiunto da parte dei colleghi, se l'Aula acconsente potremmo sospendere la discussione sugli emendamenti in oggetto e votare l'ordine del giorno n. 1313, inerente a "Problema produttivo e occupazionale di 'agile' (ex Eutelia)".



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Procediamo pertanto con l'esame dell'ordine del giorno n. 1313, avente ad oggetto "Problema produttivo e occupazionale di 'Agile' (ex Eutelia)" di cui al punto 32) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste di intervento, lo pongo in votazione con le correzioni apportate successivamente all'incontro di oggi tra i lavoratori dell'Eutelia-Agile e l'Assessore Bairati. Tali modifiche invitano la Giunta ad attivarsi sul Governo affinché ci sia un intervento significativo.
dunque in distribuzione sia il testo dell'ordine del giorno n. 1313 che le integrazioni allo stesso.
Se i colleghi sono d'accordo - mi rivolgo, in particolare, al Consigliere Clement, in qualità di primo firmatario - lo diamo per illustrato, dal momento che molti colleghi erano presenti all'incontro di oggi.
I Consiglieri che volessero aggiungere la firma sono pregati di recarsi al banco della Presidenza.
Possiamo porre in votazione, quindi, l'ordine del giorno n. 1313. Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1313, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che l'azienda Agile proviene dalla cessione di ramo d'azienda in seguito alla dismissione del comparto IT di Eutelia avvenuto a maggio 2009 tale processo ha interessato circa 150 persone a Torino e circa 200 ad Ivrea il giorno 22 ottobre la dirigenza Agile ha aperto la procedura di licenziamento collettivo di 1192 persone in tutta Italia su un totale di 1937 persone a Torino tale procedura riguarda 110 persone su un totale di 139 e ad Ivrea di 109 persone su un totale di 172 l'Azienda ha dichiarato nella procedura, presentata al Ministero del Lavoro, di non voler utilizzare ammortizzatori sociali il personale di Torino lavora in subappalto TLC e quello di Ivrea su numerose commesse pubbliche, anche della Regione Piemonte Agile non paga i fornitori ed i dipendenti sono impossibilitati ad erogare i servizi con la conseguente perdita di clienti importanti. Tra questi c'è la minaccia di Poste Italiane di disdire il contratto per inadempienza di Agile. I lavoratori, per quanto non pagati, stanno continuando a seguire Poste Italiane per evitare il peggio l'azienda non paga stipendi e rimborsi spesa vari da mesi l'azienda ha dichiarato di non prevedere l'incremento di nuove commesse di lavoro reputando inammissibile tale vicenda da parte di Eutelia che ha visto la cessione di ramo d'azienda al solo scopo di "liberarsi" di personale considerato in esubero a causa dell'incapacità della proprietà e del gruppo dirigente esprime la propria solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori di Agile (ex Eutelia) e il proprio sostegno alle mobilitazioni in corso.
Auspica che si arrivi, in tempi rapidi, alla nomina di un Commissario che affronti questa grave situazione impegna la Giunta Regionale ad attivare il tavolo regionale su crisi ed occupazione sulla vicenda Agile Eutelia e con particolare attenzione alle commesse pubbliche che la riguardano a svolgere una riunione con i rappresentanti delle Regioni dove hanno sede in diversi stabilimenti del gruppo ad attivarsi al fine di coinvolgere direttamente la Presidenza del Consiglio, anche in veste di Tavolo Interministeriale, per avviare una trattativa difficile con un'azienda di cui non si riesce a rintracciare la proprietà a inviare la presente al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro per lo Sviluppo Economico, ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari di Camera e Senato".
Il Consiglio approva.
A questo punto, visto l'argomento, mi sembra che non sia il caso di trattenervi ulteriormente in Consiglio.
Giusto perché sia chiaro a che punto interrompiamo la discussione possiamo chiudere i nostri lavori avendo, se non altro, approvato un ordine del giorno importante su un tema che tocca migliaia di lavoratori e quindi, di famiglie...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

...che non hanno il Garante. Non tenderei, però, a banalizzare la situazione, perché il problema sollevato, al di là dell'opinione per la proposta di legge in questione, è di estrema importanza, oltre che di attualità.
Grazie a tutti, colleghi. Vi auguro una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.32)



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