Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.500 del 13/10/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

Scarica PDF completo

Argomento:


COTTO MARIANGELA



(Alle ore 14.33 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



GARIGLIO DAVIDE



(La seduta ha inizio alle ore 15.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta, Bresso, Buquicchio Moriconi, Pizzale, Rabino, Robotti, Spinosa, Cattaneo, Laus, Ronzani Bossuto e Placido.


Argomento: Commercio equo e solidale

Testo unificato del disegno di legge n. 623 e delle proposte di legge n. 279, 466 e 479 "Disposizioni per la promozione e la diffusione del commercio equo e solidale" (Richiesta inversione dell'o.d.g.)


PRESIDENTE

Colleghi, il punto 4) all'o.d.g, "Nomine", presuppone ancora un attimo d'istruzione, perché le schede sono in corso di produzione. Quindi passiamo oltre.



(Commenti del Consigliere Leardi)



PRESIDENTE

Il numero legale c'è. Se vuole, possiamo procedere ad una verifica, ma c'è.
La parola al Consigliere Leardi.



LEARDI Lorenzo

Volevo appunto verificare se c'era il numero legale, proprio per evitare che la minoranza assicuri la maggioranza.
Chiedo un'inversione di punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Collega Leardi, gentilmente, però, dovrebbe proporne una.



LEARDI Lorenzo

Va bene anche il punto successivo e quindi il punto 5) all'o.d.g.



PRESIDENTE

Consigliere Leardi, sul punto 5) era stata definita la situazione e in sede di Conferenza dei Capigruppo, si era convenuto di rinviarlo all'Ufficio di Presidenza.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il punto 6) è licenziato.
La parola al Consigliere Leardi.



LEARDI Lorenzo

Presidente, va benissimo anche il punto 11).



PRESIDENTE

Quindi, propone di portare il punto 11) al punto 3) bis? Chi si esprime in senso contrario? La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Presidente, per denunciare la vergogna di quest'iter, in senso contrario, chiedo di respingere questa richiesta.



PRESIDENTE

Il numero legale è 26.
Indìco la votazione palese sulla richiesta d'inversione di punti all'o.d.g.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta riprenderà alle ore 15.35.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.08 riprende alle ore 15.38)



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo i lavori del Consiglio ripetendo la votazione sulla proposta d'inversione del punto 11) dell'o.d.g. al punto 3) bis.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla richiesta d'inversione di punti all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'ITIS "Quintino Sella" di Biella


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'ITIS "Quintino Sella" di Biella in visita a Palazzo Lascaris, perché hanno partecipato al concorso "Ragazzi in Aula".
Questa mattina hanno simulato una Commissione che riguardava il tema dell'avvicinamento dei giovani alle Istituzioni in un rapporto tra i giovani e le Istituzioni.
Auguro loro buona permanenza a Palazzo Lascaris.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Colleghi, riceverete un plico con un numero cospicuo di nomine.
Vi prego, un attimo d'attenzione: non sono valide, quindi da non considerare, e comunque, se saranno votate, non saranno considerate le schede n. 20, 22, 23 e 24. Ripeto, non sono da votare e non saranno considerate se votate le schede n. 20, 22, 23 e 24.
La minoranza assuma i candidati di competenza.
La parola al Consigliere Burzi.
Non si fidano, forse, non è sufficiente la parola del Presidente del Consiglio regionale.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. C'è del buon senso in quel che dice.
Come minoranza, per quanto attiene l'Agenzia per la Mobilità Metropolitana, voteremo il dottor Seymandi; per quanto riguarda il Museo Regionale dell'Emigrazione, voteremo la signora Alessandra Maritano; per quanto riguarda il Centro Studi e Ricerche Storiche sull'Architettura Militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles, voteremo il signor Fabrizio Pino.



PRESIDENTE

Procediamo, pertanto, all'effettuazione delle nomine.


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 373 "Ufficio del Difensore civico" (articolo 1, l.r. 9 dicembre 1981, n. 50 e s.m.i.) - Designazione del Difensore civico

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 479 "Consorzio Agenzia per la mobilità metropolitana" Consiglio di Amministrazione (Articolo 10, Statuto dell'Ente) - designazione di 3 rappresentanti

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 473 "Consorzio Agenzia per la mobilità metropolitana" - Collegio dei Revisori dei Conti (Articolo 27 Statuto dell'ente) - Designazione di 1 componente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 484 "Ente Parco Nazionale della Val Grande" Collegio dei Revisori dei Conti (Articolo 9 comma 10, legge 6 dicembre 1991, n. 94) - designazione di un componente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 480 "Museo regionale dell'emigrazione dei Piemontesi nel mondo" - Comitato di gestione - (articolo 4 l.r. 13/2009) designazione di 3 rappresentanti

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 451 "Asperia - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Alessandria" - Consiglio di Amministrazione - (Articolo 4 Statuto dell'Ente) - Designazione di 1 rappresentante

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 458 "Consorzio per la Ricerca e l'Educazione Permanente - COREP" - Consiglio di Amministrazione - (Articolo 11, Statuto dell'Ente) - Designazione di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 469 "Consorzio per la ricerca e l'educazione permanente - COREP" - Comitato tecnico scientifico - (Articolo 13, Statuto dell'Ente) - Designazione di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 457 "ASFI - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Alessandria per la Formazione alle Imprese" - Consiglio di Amministrazione - (Articolo 4, Statuto dell'Ente) - Designazione di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 450 "Fondazione 'Ariodante Fabretti'" Consiglio di Amministrazione - (Articolo 7, Statuto della Fondazione) Nomina di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 470 "Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna" - (articolo 14, Statuto della Fondazione) Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 Revisore dei Conti

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 471 "Fondazione 'Cesare Pavese' " - Collegio dei Revisori dei Conti - (articolo 18, Statuto della Fondazione) - nomina di 1 membro effettivo.

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 474 "Fondazione I.S.I. - Istituto per l'Interscambio Scientifico" - Collegio dei Revisori dei Conti - (articolo 16 Statuto della Fondazione) - nomina di 1 membro effettivo

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 481 "CESMEO - Istituto internazionale di studi asiatici avanzati" - Consiglio di Amministrazione - (articolo 5 Statuto dell'ente) - designazione di 2 rappresentanti

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 482 "CESMEO - Istituto internazionale di studi asiatici avanzati" - Collegio dei Revisori dei Conti - (articolo 8 Statuto dell'ente) - nomina di 1 Revisore

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 426 "Associazione Museo Ferroviario Piemontese" - Consiglio Direttivo - (articolo 9 Statuto dell'ente) - nomina di 1 componente in sostituzione del signor Malavasi Fabio

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 424 "Ente di Gestione del Gran Bosco di Salbertrand" - Consiglio Direttivo - (Articolo 9, comma 11, l.r. 12/1990 e s.m.) - Nomina di 1 membro in sostituzione del signor Fausto Michialino

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 456 "Ente di gestione della Riserva naturale del Sacro Monte di Varallo" - Consiglio Direttivo - (articolo 9, comma 17 l.r. 12/1990) - nomina di 1 membro in sostituzione del signor Domenico Vetr

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 472 "Consiglio regionale di Sanità ed Assistenza - CO.RE.SA." - (articoli. 3 e 4, l.r. 30/1984 e s.m.i.) elezione di 1 esperto in sostituzione della signora Iolanda Ghibaudi

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 475 "Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra Uomo e Donna" - (Articolo 3, l.r. 46/86 e s.m.i.) - Elezione di 1 membro in sostituzione del signor Lamberto Giusti

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 382 "Centro studi e ricerche sull'architettura militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles" - Consiglio di Amministrazione - (Articolo 4, l.r. 48/92) - Designazione di 1 membro Integrazione


PRESIDENTE

Nomino scrutatori il Consiglieri Leardi e la Consigliera Barassi.
Invito il Consigliere Segretario Chieppa a procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Chieppa effettua l'appello nominale)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Mentre i colleghi funzionari provvederanno allo spoglio delle schede possiamo procedere con l'esame del punto 8) all'o.d.g., testo unificato delle proposte di legge n. 122, 287, 470, 561 "Disciplina del rapporto uomo cane per la prevenzione della salute pubblica e del benessere animale".



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, mi ero portato avanti col lavoro, pensando di aver già concluso la trattazione del punto 7) all'o.d.g.
Non me ne vogliano i colleghi Moriconi e Buquicchio, che stanno portando avanti tale questione! Del resto, il collega Moriconi, quando si parla di animali è sempre pronto! Procediamo, quindi, all'esame del punto 7) all'o.d.g.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame disegno di legge n. 488, inerente a "Legge della pianificazione per il governo del territorio"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 488, "Legge della pianificazione per il governo del territorio", di cui al punto 7) all'o.d.g.
relatore il Consigliere Reschigna, che ha pertanto facoltà di intervenire.



RESCHIGNA Aldo, relatore

Grazie, Presidente.
Vorrei innanzitutto delineare il contesto entro il quale si colloca il disegno di legge n. 488, che già a partire dal titolo ("Legge della pianificazione per il governo del territorio") vuole esprimere un elemento di novità rispetto al passato.
La Regione Piemonte è dotata di una legge urbanistica dal 1977, la n.
56. In allora la Regione Piemonte è stata tra le prime Regioni d'Italia a dotarsi di una legge urbanistica con alcuni obiettivi importanti: quello di passare da una fase in cui la disciplina del governo del suolo e del territorio era affidata a piani di fabbricazione, ad una fase nella quale tutti i Comuni piemontesi si dotassero di un piano regolatore generale quello di evitare un consumo del suolo molto forte e molto intenso; quello di privilegiare sostanzialmente le disposizioni di piani regolatori generali nella dimensione intercomunale.
E introduceva anche come elemento di riferimento a livello sovralocale quello del Piano territoriale regionale.
La Regione Piemonte in quegli anni è stata anticipatrice di un impegno da parte dei governi regionali tesi ad affrontare un'assenza che è diventata sempre più forte, soprattutto negli ultimi anni, di una moderna e nuova legge sul regime dei suoli nella dimensione nazionale.
Oggi tutti i Comuni piemontesi, credo tranne uno, sono dotati di piano regolatore generale, ma nonostante che la legge regionale n. 56, che ha subito tante modificazioni nel corso di questi anni, mantenesse ancora una dimensione fortemente centralista e dirigista con un forte ruolo di governo e di controllo da parte della Regione Piemonte, un ruolo di controllo che veniva esercitato soprattutto sulla dimensione locale, negli ultimi 15 anni, come in gran parte del nostro territorio nazionale, sia pure in presenza di una fase di grande stasi sotto il profilo demografico e sia pure in presenza di momenti molto forti nella trasformazione della vita economica piemontese, in Piemonte si è consumato molto suolo. E negli ultimi anni è venuto anche meno, essendosi fortemente ridotto, quello che era uno degli elementi innovatori e anche per alcuni aspetti un obiettivo essenziale ed importante contenuto nella legge regionale n. 56 rappresentato dallo sviluppo dell'intervento e della predisposizione dei piani regolatori nella scala intercomunale.
Oggi pochi Comuni affrontano l'esperienza della costruzione di un piano regolatore a questo livello e a questa dimensione.
E la circostanza che queste difficoltà e questi nuovi problemi, che riguardano tutto il territorio piemontese, come in gran parte delle Regioni d'Italia, siano sopravvenuti sostanzialmente in presenza ancora di un ruolo molto forte esercitato dalla Regione come momento e come funzione di controllo, ossia nonostante questo ruolo, ci dice sostanzialmente della necessità di affrontare le politiche del governo del territorio con strumenti nuovi e diversi rispetto al passato.
In questo credo che ci debba essere sia il riconoscimento del ruolo importante che ha svolto...



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, non devo aggiungere nulla perché l'ho ripetuto talmente tante volte e sapete già qual è il problema. Il relatore di un provvedimento importantissimo per tutta la nostra Regione che, se approvato, sostituirà una legge di più di trent'anni fa, passata alla storia come la legge Astengo, ritengo che meriti, se non l'attenzione almeno che non venga disturbato.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Come dicevo, il fatto che questi ultimi eventi che appartengono all'esperienza piemontese siano avvenuti nonostante un ruolo ancora molto forte di controllo esercitato dalla Regione sull'attività di sviluppo territoriale nei confronti dei Comuni, ci dice sostanzialmente dell'urgenza e della necessità di affrontare in modo compiuto e di adeguare in modo complessivo la legislazione regionale in materia di governo del territorio.
La legge urbanistica n. 56 è stata molte volte oggetto di interventi parziali nelle legislature passate. In modo particolare, voglio ricordare quella legata all'articolo 17, che ha introdotto procedure nuove e diverse per alcuni tipi di varianti non generali ai piani regolatori, strumento oggi approntato e praticato dalla stragrande maggioranza dei Comuni piemontesi. Ma anche nel corso di questa legislatura numerosi sono stati i cambiamenti introdotti sulla legge regionale n. 56, e su questo vorrei sostanzialmente soffermarmi più avanti.
Ma l'esigenza di affrontare una nuova legge di governo del territorio e le relative problematiche è ancora più forte nella realtà piemontese, che è una realtà caratterizzata sostanzialmente da una poderosa polverizzazione amministrativa e demografica.
Voglio ricordare che il Piemonte ha 1.207 Comuni, la Toscana ne ha 287 l'Emilia Romagna ne ha 341; che la popolazione media dei Comuni piemontesi è di 2800 abitanti, a fronte di un dato medio della Toscana di 12.500; che la dimensione territoriale media del Piemonte è di 21 chilometri quadrati per Comune, a fronte della Toscana che ne ha 80 e dell'Emilia Romagna che ne ha 60.
Il Piemonte è caratterizzato da una consistente polverizzazione amministrativa e demografica e, di fronte alla incapacità di affrontare i problemi dell'urbanistica e della predisposizione dei piani regolatori nella dimensione intercomunale, ciò rende ancora più difficile e problematico, a mio parere, continuare ad immaginare di avere come legge di riferimento la legge regionale n. 56/77.
Dicevo prima che nel corso di questa legislatura regionale numerosi sono stati i provvedimenti che sono intervenuti in materia di governo del territorio.
Voglio ricordare la legge regionale n. 1/2007, per alcuni aspetti anticipatrice, dichiaratamente concepita come legge di sperimentazione di alcune procedure innovative in materia di formazione e di approvazione delle varianti strutturali ai piani regolatori, con l'introduzione delle conferenze di copianificazione; la legge n. 32/2008 in materia di autorizzazione paesaggistica e di istituzione delle Commissioni locali per il paesaggio; la legge regionale 20/2009, che ha recepito in parte le intese tra Stato e Regione in materia di emergenza casa, ma che ha introdotto al Capo III alcune novità importanti in materia di riqualificazione e di intervento sul ridisegno urbano.
Tutti i provvedimenti che ho citato, approvati nel corso di questa legislatura, hanno avuto due minimi comuni denominatori, quello di operare in termini di semplificazione rispetto alle procedure e quello di operare anche attraverso una scelta, che è la responsabilizzazione delle realtà locali. Non chiamo "decentramento amministrativo" quello che è stato introdotto con tutti questi provvedimenti legislativi; lo chiamo, e mi è più caro il termine, "responsabilizzazione...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Reschigna, capisco il brusio, ma addirittura la colonna sonora mi sembra eccessiva! Anche perché non troveremmo un accordo sulla colonna sonora da utilizzare! Prego, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, mi sto abituando, però se non mi interrompe più riesco anche a terminare l'intervento, altrimenti mi è un po' difficile, visto che lavoro su semplici appunti.



PRESIDENTE

Collega, la volta precedente mi sembrava che nel suo sguardo ci fosse una richiesta d'intervento...



RESCHIGNA Aldo

Ci sono abituato! Io non chiamo un minimo comune denominatore quello del decentramento amministrativo. Mi piace di più definire tutto quanto è avvenuto all'interno della legislazione, in questa legislatura regionale, come "responsabilità delle realtà locali".
I temi del governo del territorio, della tutela del territorio e della tutela dell'ambiente e del paesaggio non possono essere affrontati unicamente con interventi di controllo da parte degli organi istituzionali sovraordinati, ma possono e devono essere affrontati anche attraverso la capacità delle comunità locali di riconoscere questi valori, salvaguardarli e portarli avanti.
Assieme a questi limiti, nel corso degli ultimi anni in Piemonte abbiamo assistito ad un tentativo, da parte di molte amministrazioni locali, utilizzando i propri strumenti urbanistici, di affrontare la predisposizione del Piano regolatore in termini di pianificazione strategica e di affrontare o di introdurre, all'interno della propria normativa urbanistica, dei propri Piani regolatori, strumenti nuovi innovatori, non appartenenti e non disciplinati compiutamente dalla legislazione regionale o nazionale, come quello della perequazione urbanistica.
Questa voglia e questo tentativo di sperimentazione di nuove strade e percorsi, che ha caratterizzato anche l'esperienza piemontese in questi ultimi 15 anni, ha reso ancora più stridente il contrasto tra una dimensione evolutiva e propulsiva di governo del territorio ed una dimensione statica, rappresentata dai Piani regolatori generali, così come oggi sono definiti all'interno della legge urbanistica regionale.
questa la considerazione che oggi rende importante una nuova legge complessiva sul governo del territorio. Molti potrebbero anche sostenere all'interno del dibattito odierno, in Consiglio regionale, che con i provvedimenti che sono intervenuti sulla legge n. 56 prima e le varianti ex articolo 17, che con la legge n. 1 del 2007, con la legge n. 20 del 2009 e con la legge n. 23 del 2008 potremmo fare a meno di una nuova legge sul governo del territorio.
Io non lo penso, altrimenti renderemmo ancora più stridente quel contrasto tra una legislazione che ha una caratteristica di staticità e che impone ai Comuni di predisporre i Piani regolatori con questa impostazione e una dimensione evolutiva che i grandi cambiamenti e le grandi trasformazioni che attraversano la nostra comunità piemontese hanno portato.
Quali sono allora i caratteri o gli elementi portanti o nuovi del disegno di legge n. 488? Non voglio abusare troppo della vostra pazienza, però chiedo ancora qualche minuto per evidenziare alcuni aspetti. Cambiano i ruoli dei soggetti in campo: Regione, Provincia e Comuni diventano i soggetti che partecipano, allo stesso livello, ad un processo di pianificazione territoriale, locale, provinciale e regionale. Non c'è un ruolo sostanziale del controllore e del controllato all'interno di un processo di pianificazione, e l'esperienza, introdotta con la legge n. 1/2007, delle conferenze di copianificazione, è lo strumento sostanziale ed il luogo nel quale questa parità di ruolo e di livello di intervento si esprime in modo compiuto e più forte.
introdotto anche un principio molto importante ed innovativo nella legislazione regionale, in materia di governo del territorio: il principio dell'adeguatezza e della proporzionalità degli strumenti alla complessità delle situazioni.
Non tutti i Comuni sono tenuti alla predisposizione del Programma Operativo Locale. L'articolo 20 del disegno di legge 488 prevede, infatti che solamente i Comuni superiori ai 15.000 abitanti (il 7% dei Comuni piemontesi) o che hanno importanti trasformazioni all'interno delle loro previsioni nella dimensione strutturale, saranno obbligati alla predisposizione del POL.
Ma vi è anche un altro elemento di novità, che soprattutto in una Regione ad elevata frammentazione amministrativa è senza dubbio da considerarsi importante. Non tutti i Comuni piemontesi potranno svolgere nella dimensione locale, la fase di predisposizione del Piano strutturale locale. La legge consente che i Comuni, soprattutto quelli di dimensione più limitata, possano richiedere che lo sviluppo del Piano strutturale locale avvenga da parte delle Province all'interno del Piano territoriale di coordinamento provinciale.
Viene introdotto e normato all'interno delle disposizioni di legge all'articolo 33, la perequazione urbanistica, che è uno strumento per consentire la crescita della città pubblica a fianco della crescita e dello sviluppo della città privata, che già oggi trova sostanziali applicazioni e momenti di sperimentazione all'interno dei molti Comuni piemontesi.
All'articolo 34 è introdotto un altro elemento di novità, quello della perequazione territoriale, che è la capacità di ripartire lo strumento che consente di ripartire oneri e onori su un ambito territoriale più ampio coinvolto da particolari fenomeni insediativi che attraversano la realtà piemontese.
Questo è un punto importante, perché uno degli elementi che, nel corso degli ultimi 15 anni, ha attraversato l'esperienza amministrativa di molti Comuni è stata anche la competizione territoriale: ciascun Comune voleva prima, procedere alla predisposizione della propria area industriale ciascun Comune ha, poi, immaginato di diventare il centro di operazioni importanti come quella degli insediamenti logistici; ciascun Comune ha poi, immaginato di diventare il centro di insediamenti di centri commerciali, all'interno della propria realtà territoriale.
Questa competizione territoriale ha rappresentato uno degli elementi che ha determinato un'accentuazione del consumo dei suoli, all'interno della realtà piemontese, ma ha anche determinato elementi di forte sperequazione, perché non sempre i benefici di quegli insediamenti che hanno attraversato molti, e soprattutto piccoli, Comuni piemontesi hanno determinato anche un'equa distribuzione dei carichi urbanistici su tutte le realtà territoriali coinvolte.
Sono mantenuti i tre livelli in cui si sviluppa la pianificazione del governo del territorio: il livello regionale, con il Piano territoriale regionale e con il Piano paesaggistico regionale; il livello provinciale con il Piano territoriale di coordinamento provinciale, fortemente modificato rispetto a quanto previsto nelle modifiche alla legge 56, nelle sue funzioni e anche nella sua capacità di interagire con l'intervento di governo del territorio nella dimensione locale; il livello locale, con il Piano strutturale locale, il Piano operativo locale e l'unico strumento - e anche questo è un elemento di novità rispetto al passato - esecutivo di gestione che è rappresentato dal PUIC, superando moltissimi degli strumenti e moltissime delle sigle (PIP, PECO, PEC e quant'altro) che hanno caratterizzato la pratica all'interno dei Piani regolatori nei nostri Comuni.
Ho parlato di dimensione locale, non di dimensione comunale. Dico questo, perché questa legge è lo sforzo che la Giunta regionale sta facendo in materia di governo del territorio, per quanto riguarda la predisposizione degli altri due strumenti importanti: il Piano Territoriale Regionale e il Piano Paesaggistico Regionale. Questa legge sta in piedi nella misura in cui la dimensione strutturale verrà affrontata, all'interno della pratica di governo del territorio, in una dimensione che non è quella del singolo Comune o dei singoli confini amministrativi. Anche questa è una scommessa sulla responsabilità della dimensione locale e degli amministratori locali.
Sempre più, quando parliamo di governo del territorio, ci riferiamo a necessità che vanno oltre i confini amministrativi dei singoli Comuni o anche delle realtà sovracomunali, così come sono state delineate.
Di questo all'interno della discussione in II Commissione si è parlato molto, perché ci sono state molte pressioni per far sì che la legge di governo del territorio definisse a priori gli ambiti o le forme di governo a livello sovracomunale da investire nella predisposizione del Piano Strutturale Locale.
L'UNCEM, sostanzialmente, richiedeva che fossero le Comunità montane qualche altro ipotizzava e si basava, come l'ANCI, sostanzialmente, a salvaguardia di un principio di volontarietà, nell'individuazione di queste forme nelle quali esercitare la dimensione strutturale della pianificazione locale.
Ci sono tanti modi attraverso i quali possiamo rappresentare cosa è oggi, un territorio e quali sono gli strumenti attraverso i quali è possibile esprimere un corretto governo del territorio.
Per me il territorio è anche e soprattutto il luogo nel quale si consumano e si sviluppano le relazioni. Sono relazioni tra ambiti comunali sono relazioni che guardano allo scambio e all'utilizzo dei servizi; sono relazioni che riguardano la qualità della vita e l'infrastrutturazione di un territorio; sono relazioni che attengono alle trasformazioni economiche.
Allora, sono le relazioni che devono portare, in un'operazione di grande responsabilità e di grande crescita culturale su questi temi, a privilegiare e individuare le forme e gli ambiti territoriali. La qualità delle relazioni deve essere l'elemento di discrimine nell'individuazione dell'ambito territoriale su cui esercitare una pianificazione, una programmazione urbanistica o di governo del territorio nella dimensione strutturale.
Sempre più i confini amministrativi non sono confacenti per i bisogni e le necessità che abbiamo di fronte.
Ultima considerazione: cambio di ruoli. Deve cambiare anche la cultura e la capacità che ciascun ruolo deve essere in grado di mettere in campo per poter rispondere alle esigenze, che sono vitali all'interno di una politica corretta di governo del territorio. Richiede una nuova cultura che, devo dire, non sempre si respira all'interno della dimensione piemontese, che molte volte è più preoccupata del fardello di un appesantimento dei tempi e delle procedure, che ha allontanato anche molti amministratori locali dal considerare come valore importante, o una responsabilità essenziale su cui caratterizzare la propria azione amministrativa, le politiche del territorio, la tutela del paesaggio e la salvaguardia dell'ambiente.
Una nuova cultura del territorio deve subentrare all'interno della comunità piemontese a tutti i livelli (regionale, provinciale e locale) negli amministratori, negli operatori economici, nei tecnici e nei professionisti. Deve anche rinascere quella passione attorno a questi temi che tanta patria ha avuto, nella fase di predisposizione e di gestione, nei primi anni, all'interno della legge regionale n. 56/1977.
Oggi, non sempre questo è così facilmente riconducibile all'interno della nostra realtà. Forse questo stesso disegno di legge nasce con ambizioni molto forti, nel momento in cui gli amministratori locali e gli operatori economici, sostanzialmente, unicamente domandavano che cosa fare in questa materia: semplificare, rendere più veloce e più snella la capacità dell'adeguamento degli strumenti urbanistici alle esigenze di trasformazione che caratterizzano la nostra comunità.
Questo ci sta all'interno del disegno di legge, ma ci sta anche un'ambizione più grande e più forte: fare in modo che la Regione Piemonte in materia di governo del territorio, sia in grado di superare i gravi ritardi che hanno caratterizzato questa materia negli ultimi 15 anni. Sono anni nei quali quasi tutte le Regioni d'Italia si sono dotate di leggi di governo del territorio di seconda o di terza generazione, mentre il Piemonte è rimasto unicamente impegnato in un'operazione tesa sostanzialmente, a individuare all'interno del corpo e della struttura della legge regionale n. 56/1977 gli strumenti con cui ridurre i tempi e semplificare le procedure.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta, da parte del Consigliere Vignale, di procedere ad un'inversione all'o.d.g. per esaminare il testo unificato del disegno di legge n. 402 e delle proposte di legge n. 411, n. 442 e n. 331, inerente a "Interventi a sostegno dell'Informazione e della Comunicazione Istituzionale via radio televisione, cinema e informatica"


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ho atteso la conclusione della relazione perché ritengo corretto aver incardinato, dopo lungo tempo, una legge così importante; nel merito ci esprimeremo. Però, al di là di quanto definito dalla Conferenza dei Capigruppo, mi sembra vi sia una priorità e in tal senso formulo una richiesta.
Nel mese di maggio, la VI Commissione ha licenziato un testo unificato in merito agli interventi a sostegno dell'informazione e della comunicazione istituzionale via radio, televisione, cinema e informatica.
Tra le altre cose, la legge prevede un intervento e un finanziamento per cercare...



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Non vorrei interrompere, ma i colleghi che stavano con molta intensità parlando...
(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Collega Nicotra, confido nella sua esperienza e calma affinché contenga anche il collega Giovine.
Prego, collega Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Tale legge, tra le altre cose, prevede un intervento anche a copertura delle spese sostenute dai soggetti interessati dalla legge per ciò che riguarda il digitale terrestre. Non faccio valutazioni nel merito, sono note a tutti le problematiche che vi sono state.
A fronte di una norma generale, quale quella sull'urbanistica, che intende dare una nuova legge regionale al Piemonte, nonostante il medesimo si sia retto per trent'anni con un'altra, credo che una settimana in più o in meno non faccia una grande differenza.
Invece, intervenire sulle priorità che in qualche modo investono la nostra Regione, quali quelle contenute nelle proposte di legge n. 411, n.
442 e n. 331, di cui al punto 10) all'o.d.g., non ritengo sia più interessante, ma prioritario in termini di esigenze. Pertanto, formalmente chiedo un'inversione di punti all'o.d.g. affinché si discuta il punto 10) essendo già stato incardinato il disegno di legge n. 488.
Mi rivolgo al Presidente: so che la mia richiesta è irrituale, nel senso che avrei dovuto formularla prima che iniziasse l'esame di questo disegno di legge. Dopo un po' di anni ho ripassato il Regolamento e dopo un po' di anni l'ho imparato.



PRESIDENTE

Giusto in tempo per cambiarlo!



VIGNALE Gian Luca

Esattamente.
Lo segnalo come priorità; dopodiché, capisco se la Presidenza o qualche collega eccepisce da un punto di vista regolamentare - lo abbiamo fatto noi molte volte, noi siamo per la legalità, per il rispetto regolamentare.
Quindi, così come lo chiediamo noi ad altri colleghi, se un collega eccepisce, ne prendiamo atto, è un aspetto politico.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Per quello che può valere, presiedendo il Consiglio, lei sa che sono assolutamente d'accordo sul provvedimento e non siamo gli unici. Ritengo ci sia un'ampia maggioranza del Consiglio, indipendentemente dalla divisione tra maggioranza e opposizione.
Penso che si possa, se lei che ha fatto la proposta è d'accordo, così come anche altri colleghi, terminare il dibattito generale sulla legge urbanistica, che è già iniziato con la relazione e alcune prenotazioni di intervento. Dicevo, possiamo perlomeno incardinare il testo sull'informazione, anche perché l'Assessore che ha la delega in materia è assente. Quindi, se chi ha proposto l'inversione concorda, non passerei all'inversione, ma proporrei di terminare il dibattito generale e, al termine, possiamo incardinare il testo e le varie proposte sull'informazione.
Ciò significa che nella prossima Conferenza dei Capigruppo si pu decidere su quale dei due percorsi ci muoviamo: se discutere la legge urbanistica o quella sull'informazione.
La parola al Consigliere Burzi, sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Quanto lei dice ha indubbiamente del buonsenso, ma penso che su una legge così importante dovrebbe essere presente un numero di Consiglieri più consistente: noi dell'opposizione siamo circa una decina di membri che normalmente variano, ufficialmente, intorno a 24 e, ufficiosamente, da 27 a 35 Consiglieri. Non è che vogliamo considerare chiuso un dibattito generale che, francamente, non pensavo si sarebbe svolto oggi.
Dopodiché, se invece si vuol seguire questa modalità, questo ci costringerebbe semplicemente a scrivere inutili emendamenti sull'articolo n. 1.
Mi sembrerebbe più serio iniziare il dibattito, per quanto tempo l'Aula lo ritenga opportuno, e se poi si condivide la tesi (peraltro, facilmente condivisibile, a mio avviso) del collega Vignale di discutere di un argomento che ha un'urgenza temporale maggiore, noi siamo assolutamente d'accordo: si fissi un orario e se per quell'epoca non ci saranno più interventi sul dibattito generale, la discussione sarà chiusa. Se - come io penso e sono quasi certo - ce ne saranno ancora, si riprende alla prossima riunione.



PRESIDENTE

Al momento sono stati prenotati quattro interventi.
Dopo questi interventi già prenotati, potremmo sospendere per un momento il dibattito generale sulla legge urbanistica, incardinare quella sull'informazione e riprendere con interventi sul dibattito generale sull'urbanistica o quello che sarà, perché non si può neanche dare per scontato che siano per forza sul dibattito generale.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame disegno di legge n. 488, inerente a "Legge della pianificazione per il governo del territorio" (seguito)


PRESIDENTE

A questo punto, colleghi, iniziamo il dibattito generale sul disegno di legge n. 488, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Indubbiamente, è una materia che consente interventi anche molto ampi però dobbiamo stare entro i dieci minuti consentiti dal Regolamento.
Anzitutto, vorrei trattare la questione dei ritardi o meno della Regione, in senso lato, perché ovviamente coinvolgono tutte le Amministrazioni che si sono succedute, compresa anche quella in carica, in ordine all'adeguamento della legge urbanistica alle più recenti disposizioni di carattere generale e anche all'evoluzione del pensiero giuridico e urbanistico e della prassi nel nostro Paese a livello europeo.
Non bisogna dimenticare che nella seconda metà degli anni Novanta la nostra regione è stata colpita da calamità molto pesanti, che hanno comportato l'impiego della stragrande maggioranza delle risorse professionali, anche dell'impegno amministrativo di tutti gli Enti locali e dei livelli superiori nell'adeguare urgentemente, per legge, gli strumenti urbanistici vigenti a quelli che sono stati via via definiti come gli strumenti legati alla difesa del suolo e all'analisi dei rischi naturali: Piano delle fasce fluviali, Piano per l'assetto idrogeologico (PAI) e così via.
Questo va considerato, altrimenti si rischia di dipingere un Piemonte ripiegato su se stesso in attesa di un domani che magari non è neanche ben delineato.
Purtroppo è un discorso che deve essere affrontato dopo i recenti fatti di Messina: credo che dopo gli eventi disastrosi nella nostra regione sono state affrontate una serie di questioni, ma piuttosto che percorrere strade puramente normative, regolamentari e regolative, si sono privilegiati soprattutto percorsi di tipo operativo e gestionale. Questo lo voglio sottolineare, perché è un elemento che non va dimenticato.
un elemento con cui dovremo fare comunque i conti anche dopo l'approvazione di una nuova disciplina urbanistica, poiché sappiamo che determinati rischi antropici e determinati rischi naturali sono in divenire. Per esempio, dal punto di vista dei rischi antropici, penso agli stabilimenti a rischio.
Possiamo anche prefigurare un futuro con una normativa semplificata, un Piano territoriale che dà indicazioni, evitando magari una proliferazione di insediamenti, un Piano paesistico che orienti per evitare di deturpare lo skyline del nostro territorio, o la salvaguardia di determinati contesti ambientali e di pregio, ma poi l'attività produttiva dell'uomo, che si avvale di insediamenti, da un punto di vista dei contenitori, già esistenti, può mettere in atto comportamenti, decisioni e azioni che vanno ad incidere magari su una pianificazione che, teoricamente, è stata fatta bene.
Allo stesso modo, dal punto di vista dei rischi naturali, il territorio è in continuo movimento. Purtroppo siamo interessati da un rischio sismico anche se medio e non alto, oltre a quello idrogeologico. Ho voluto toccare questi aspetti per rendere più complesso e per definire un giudizio retrospettivo anche per capire come stanno le cose.
Indubbiamente, oggi c'è una domanda di una regolazione molto più flessibile, di una regolazione più partecipata, di una regolazione - mi si consenta - forse, più trasparente, ma anche di una regolazione sottoposta (e non può essere diverso) a un momento di verifica, perché sappiamo che, a volte, in sede locale prendere delle decisioni, magari di diniego, è più difficile rispetto a un livello di area più vasta, dove per l'amministratore non c'è l'assillo della presenza del suo elettore diretto.
Questo è un fattore umano che coinvolge tantissime Amministrazioni.
Qui subentra la "tecnicalità", la ricerca e l'elaborazione di procedure che portano a sostenere quella che il collega Reschigna ha definito "competizione territoriale".
Al giorno d'oggi, vi è una competizione tra sistemi territoriali: se fossimo tutti all'interno soltanto del Piemonte, avremmo tutti le stesse regole, ma il sottoscritto, come anche il collega Reschigna, che opera in zone di confine con altre regioni e addirittura con altre con altre nazioni, sa che non è così. Da noi la critica che è stata fatta fin dall'inizio alla legge n. 56 non era tanto perché non fosse necessaria una legge urbanistica moderna e adeguata nella nostra Regione, ma perch obbligava a dei percorsi burocratici identici tutti i Comuni, dal Comune di Torino al Comune più piccolo della nostra Regione (non lo cito per non esprimere un giudizio negativo su un Comune piuttosto che su un altro). La realtà era questa.
Indubbiamente, con questa proposta di legge qualche soluzione è stata individuata. Naturalmente si cerca, con la strumentazione e con la norma urbanistica di pianificazione e di governo del territorio, di risolvere questioni che nelle sedi politiche proprie non sono ancora state risolte.
Quando si dice che esistono 1.206 o 1.207 Comuni nella nostra regione diciamo un qualcosa che, come amministratori o legislatori regionali continuiamo ad osservare: noi cerchiamo, con degli incentivi o con l'applicazione anche di norme nazionali, di convogliare i Comuni verso forme di cooperazione (Comunità montane, unioni collinari, unioni di Comuni), sperando di arrivare a quella famosa "interlocuzione adeguata": si parla tanto di adeguatezza in campo sanitario, ma anche in materia urbanistica esiste un'adeguatezza delle dimensioni. Perché è chiaro che ciascun Sindaco o Amministratore comunale dei circa 1.200 Comuni vede il proprio Comune, usando un termine tedesco, über alles, nel senso delle prospettive e di quelli che sono i programmi di sviluppo che si possono immaginare.
Quando si arriverà all'approvazione della legge, sarà necessaria un'assunzione di responsabilità molto ampia. Proprio per questo, ritengo sia molto arduo, in questo scorcio di fine legislatura, pensare di mandare in porto un'operazione di questo genere. Forse si potrebbe ipotizzare un intervento più limitato, volto a sciogliere qualche nodo.
Comunque, al di là di quelle che saranno le decisioni che non toccano certo al sottoscritto, saranno i Capigruppo e coloro che indirizzano i lavori dell'Aula a vedere come si svilupperà la situazione. Personalmente ritengo che sia necessario un momento di riflessione e anche un concorso da parte nostra, a trovare qualche altra soluzione per raggiungere comunque obiettivi che, in linea di massima, sono condivisibili. Questo impegno, da parte nostra, c'è. Fermiamoci un attimo e vediamo se esistono delle alternative possibili.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cavallera.
Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Ci siamo approcciati a questo percorso di riforma, utilizzando due categorie care all'Assessore Conti, né con un atteggiamento di tipo "spiritualista", né con un atteggiamento di tipo "marinettiano". Non ci interessa (e non ci interessava) semplicemente un atteggiamento di difesa dell'ambiente e del paesaggio puramente estetizzante; d'altro canto, per non ci possiamo nascondere dietro ad un dito.
Quello che è successo non solo sul nostro territorio, ma, in generale su tutti i territori del Paese, rispetto al furore marinettiano del "costruire dappertutto", ha destato qualche preoccupazione. Perch d'altronde lo citava già il relatore Reschigna - una certa foga per "consumare suolo" in questa Regione e nel nostro Paese è sicuramente sotto gli occhi di tutti. Un consumo del suolo - mi era già capitato di fare alcune riflessioni in tal senso quando si discusse dell'applicazione del cosiddetto Piano Casa del Governo Berlusconi - che in altri Paesi è, in qualche modo, persino più calcolabile e sotto controllo di quanto non accada qua. Penso, semplicemente, alla Germania, alla Gran Bretagna, alla Francia, alla Spagna, dove i Governi si sono sforzati di contrastare un consumo del suolo.
In Italia, invece, dove già negli anni Cinquanta e Sessanta abbiamo devastato tutto ciò che c'era da devastare (pensiamo alla gran parte del territorio di pianura, per restare qui in Piemonte, di valle e di costa), è difficile persino fare il calcolo di quanto è stato già usato. Se abbondano gli studi qualitativi sulla cosiddetta "città diffusa" e sulla dispersione insediativa, non si sa quanto terreno venga occupato ogni anno da lottizzazioni ed espansioni urbane (villette, villettine, capannoni discariche, strade, piazzali, discoteche e factory outlet, che sono un po' la moda dell'ultimo periodo). Eppure - in Piemonte ne abbiamo discusso più volte anche in sede di Commissione - è evidente a chiunque che il consumo del suolo aumenta ogni anno per effetto di quella che l'allora Presidente della Repubblica Ciampi ha voluto chiamare "anarchia urbanistica", generata sempre più spesso anche da una pianificazione urbanistica più sensibile agli interessi immobiliari che alla tutela delle risorse dei nostri Comuni.
Noi siamo partiti intanto da questa preoccupazioni e da alcuni punti di vista che, pur non coincidenti, a volte anche contrari con la filosofia di fondo che ha guidato la costruzione di questa legge, abbiamo tentato di mettere in campo. Quello che oggi abbiamo di fronte - ovvero il testo di legge che ci apprestiamo a votare - è parte anche di quel nostro sforzo.
Quindi per noi rappresenta, in qualche modo, un tipo di compromesso su cui abbiamo lavorato, a partire da alcuni punti di vista che cercherò di enucleare in questa sede.
Si parlava prima di "consumo di suolo": citerei semplicemente un dato a proposito di come hanno operato gli altri Paesi. In Germania - lo voglio ricordare - un Governo come quello dell'allora Cancelliere Kohl, che sicuramente non era un feroce bolscevico della prima ora, nel 1998 si pose l'obiettivo di non investire ogni giorno nell'urbanizzazione più di 30 ettari. Tale obiettivo è oggi largamente rispettato. Io non credo, visti i chiari di luna e il tipo di governo che ha oggi questo Paese, che saremo in grado di fare un'operazione simile. Ma, intanto, proviamo a fare la nostra parte.
Come dicevo poc'anzi, in che modo ci siamo mossi? Sulla base di quali principi? Almeno due grandi principali.
Secondo noi era utile - e lo è ancora oggi - partire da un'accurata determinazione dei fabbisogni di trasformazione, dalla definizione delle condizioni poste alla trasformazioni.
I fabbisogni: qualcuno li definisce uno strumento obsoleto e da cancellare, che non serve più a niente. Eppure stabilire dei fabbisogni significa oggi tentare anche di sottrarre al ciclo naturale meno aree possibili; altrimenti, rischiamo di finire in quella che Cederna ha definito, in passato, una "repellente crosta di cemento e asfalto", che, in qualche modo, possiamo ahimè vedere anche in questa Regione. Noi siamo Consiglieri regionali, per cui siamo privilegiati sotto questo punto di vista, ma basta percorrere questa Regione.
Stabilire dei fabbisogni significa anche provare a fare i conti con interessi immobiliari, la cosiddetta "valorizzazione delle aree" l'incremento occupazionale in edilizia, che in questo periodo di crisi viene anche agitato come elemento talvolta di ricatto; l'illusione di agevolare il traffico. Abbiamo qui giacente un ordine del giorno, che anche noi abbiamo sottoscritto, che riguarda la nuova tangenziale di Asti, che è l'esempio degli esempi.
Significa contrastare e non essere arrendevoli alle multinazionali che hanno devastato e devastano aree rurali, scimmiottandoci think tankers - a proposito di outlet - e svuotando il commercio delle nostre città.
Noi siamo partiti dall'idea che, invece, bisogna avere presente il ritorno alla vecchia prassi del calcolo del fabbisogno nei diversi settori della domanda di spazio: prima di individuare una quota possibile da assorbire in trasformazione, vedere quelle che sono le aree già urbanizzate e vedere come intervenire in esse laddove ci siano ancora spazi per la trasformazione urbana.
Da questo punto di vista, abbiamo tentato in tutti i modi di rendere il più limitato possibile - non credo che ci siamo riusciti fino in fondo, e qui sta anche uno dei punti su cui abbiamo avuto più difficoltà e che ci vedono più lontani dall'impostazione generale - intervenire anche sulla cosiddetta perequazione, cioè sull'idea di "spalmare" sul territorio quote di edificabilità.
Non cito il Piemonte, ma pensiamo a che cosa è successo con il piano regolatore di Roma, che cosa è stato e che cos'è l'Agro romano.
Un secondo elemento da cui siamo partiti riguarda le conseguenze tecniche stimolate dalla legge 431/85, la cosiddetta legge Galasso. Ci siamo cioè fermati su un concetto, che è quello di dire: "Prima si urbanizza per questa necessità, per questo motivo, in questo e in quest'altro modo; prima di fare questo, individuiamo quali sono le componenti del territorio connotate da un'alta qualità e da un alto valore". Perché non è necessario che si richieda necessariamente una difesa ad oltranza, una conservazione assoluta di quel che c'è. Ripeto: noi non siamo quel tipo di persone, non abbiamo un'idea estetizzante dell'ambiente.
Però servono, oggi più che mai, davvero delle regole stringenti per tutelare quella qualità. Una logica che, tra l'altro, si può vedere in qualche modo partire dalla legge Galasso, ma che è ribadita anche nel Codice del paesaggio.
Se vogliamo difendere davvero il paesaggio dal cosiddetto sprawl sul territorio urbanizzato, se non vogliamo vedere continuamente il terreno agricolo finire in costruzioni che poi non si sa a chi servano, costruzioni che vengono spinte dall'edilizia anche pubblica, privata, programmata privata spontanea, sempre più interessi pubblici per grandi strutture per il commercio, per la logistica, per l'intrattenimento, l'unico modo secondo noi, per ricondurre ad ordine è una pianificazione del territorio che abbia uno strumento fondamentale che regoli e attraverso cui si possano realizzare gli obiettivi propri del governo del territorio. Non so se siamo riusciti complessivamente a portare avanti queste idee. Questo servirebbe tra l'altro, non solo a livello regionale, ma servirebbe a livello nazionale, provinciale e comunale, a proposito di responsabilità che cediamo o aiutiamo a cedere anche verso il basso. Una pianificazione - lo voglio sottolineare - autoritativa e pubblica: questo serve e speriamo che anche in questa legge ci sia per evitare che la rendita immobiliare sia davvero, sempre e ancora, il motore della pianificazione. Da questo punto di vista, ricordiamo semplicemente che cosa è stata la proposta di legge Lupi-Mantini, per adesso ancora ferma a livello nazionale. Noi abbiamo avuto questa impostazione - e concludo - e crediamo di avere dato un contributo, che però pensiamo debba essere complessivo. L'abbiamo dato in questa legge con questa impostazione.
L'abbiamo detto però e lo ripetiamo oggi: per noi è importante che l'insieme del cosiddetto pacchetto territorio possa vedere la luce esattamente perché quegli elementi di limitazione e di attenzione al paesaggio si possano realizzare, non solo con questa legge che andiamo a votare in questi giorni, ma anche con l'approvazione parallela del Piano paesaggistico e del Piano territoriale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio l'Assessore per il lavoro che ha fatto insieme agli Uffici per questa legge molto impegnativa.
Assessore, questo l'ho gia detto a proposito di altre leggi: quando votiamo le leggi in Consiglio regionale, molti o all'unanimità, in particolare quando si vota all'unanimità, siamo convinti di fare la migliore legge possibile.
Sinceramente penso che facciamo del nostro meglio, però le leggi sono come i libri che vanno per il mondo. E il risultato del nostro lavoro e la portata di queste leggi e, nel caso specifico di questa legge, lo vedremo nel tempo e nel futuro. E io, lo dico sinceramente, sono un po' preoccupato.
Abbiamo discusso molto con l'Assessore e sappiamo che l'Assessore ha fatto tutto quello che poteva nel predisporre uno strumento che rispondesse a quelle che sono le esigenze del territorio.
Questa è probabilmente, per quanto mi riguarda, la legge più importante che stiamo discutendo in questi cinque anni, perché dal territorio parte tutto. Dal territorio vi è l'inizio di tutto quello che si svolge nella nostra Regione.
Ricordo che la riforma e il superamento della legge Astengo nella passata legislatura non era stato possibile, perché le proposte avanzate da una parte consistente del Consiglio non erano state approvate.
Dico subito che, come ricordava il collega Deambrogio, se noi giriamo per il nostro territorio piemontese e vediamo come l'abbiamo ridotto dobbiamo avere il coraggio di dirlo - è difficile essere totalmente concordi con le voci che ripetutamente abbiamo sentito dire in questi mesi relativamente cioè al fatto che la legge Astengo limitava lo sviluppo, che i Comuni e i territori avevano bisogno di investire e di strumenti più agili e snelli.
Per questo motivo, sono preoccupato. Perché la perequazione sulla carta può essere un sistema per limitare il fiorire dei capannoni industriali, ma può essere anche un sistema per aumentare l'edificazione in aree che invece si vorrebbero tutelare.
Sono molto perplesso sulla VAS; so che è una normativa europea, ma credo che qualcuno, quando ha pensato alla VAS, non abbia pensato molto al territorio. Già la VIA non ha fermato nessuna opera; ve ne stato un caso ma sappiamo poi com'è finita, nel senso che l'opera è stata fatta ugualmente.
La VAS non fermerà niente, perché la VAS è una valutazione strategica nel senso che se si vuole costruire per dieci, si chiede mille, quindi essendo la media cento, siamo tutti contenti. Sono stato molto brutale, ma funziona così e sappiamo che può funzionare così, perché lo abbiamo visto ad esempio, in occasione delle Olimpiadi. Ha funzionato così.
Affinché queste verifiche che qualcuno di noi farà quando inevitabilmente, girerà nel nostro territorio non siano troppo dolorose sarà necessario completare questa legge con un piano territoriale e con il piano paesaggistico, perché se non la completeremo, avremo davvero fatto solo un mezzo passo, neanche un passo intero.
L'Assessore sa che secondo i dati ufficiali dei censimenti agricoli negli ultimi 15 anni, dal 1990 al 2005, in Italia si sono cementificati tre milioni di ettari quadrati e il Piemonte, nella classifica di chi ha incrementato la cementificazione, non è la Regione che ha cementificato di più, ma è ben in alto della graduatoria, perché ha avuto un aumento della cementificazione del 18%.
Questo, ripeto, nonostante la tanto dileggiata legge Astengo, che secondo alcuni, avrebbe reso impossibili le costruzioni; sentiremo altri ricordarci che la legge Astengo era una negatività per quanti volevano investire nel territorio. È vero che la nostra società deve agire e decidere in fretta, però allineare la necessità di mediare tra velocità e tutela del territorio spesso porta a privilegiare la velocità della decisione rispetto alla necessità della tutela dell'ambiente.
In questi anni, a mio giudizio, abbiamo assistito ad un altro fenomeno molto preoccupante: si parla sempre più di ambiente e sempre meno si assumono decisioni di tutela dell'ambiente. È un esempio che non riguarda direttamente la legge che andiamo a discutere, ma il concetto di approccio all'ambiente. Solo ieri si sono verificati quattro eventi di una certa gravità, con morti, disastri e feriti; sono eventi che stanno aumentando la cui portata è importante proprio perché sono una conseguenza del disastro climatico che, come uomini, stiamo creando, dimenticandoci poi di risolvere i problemi che ne derivano.
Un articolo pubblicato un po' di tempo fa diceva che il quadro riguardante la cementificazione è uguale in tutta Italia: il territorio è considerato un bene da sfruttare essenzialmente per l'edilizia.
Da anni le associazioni ambientaliste si battono per impedire lo sperpero dei terreni agricoli fertili, ma case, ville e villette, capannoni industriali, strade e autostrade continuano la loro corsa verso la cementificazione, senza sosta e senza freni.
Il ritornello che si sente ripetere da ogni Amministrazione è che il territorio deve diventare il motore di sviluppo anche nelle aree protette le abbiamo sentite anche in quest'aula, queste parole - anche nei terreni di migliore qualità agricola. Per queste ragioni, la preoccupazione è che non sarà facile fermare la corsa nel prossimo futuro.
Non voglio fermare lo sviluppo del territorio - quando si parla di porre dei limiti si è subito etichettati come "gli ambientalisti del no" però ritengo che fermare la corsa al degrado dovrebbe essere un impegno di tutti, anche di coloro che privilegiano l'idea dello sviluppo fine a se stesso, senza considerare le conseguenze negative che derivano da questo tipo di scelta.
Mi auguro che questa legge dimostri che si può pensare ad uno sviluppo del territorio senza andare obbligatoriamente verso una distruzione e cementificazione selvaggia dello stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Auddino.



AUDDINO Angelo

Grazie, Presidente. Dopo l'illustrazione della relazione del collega Reschigna, gli interventi dei vari Consiglieri, soprattutto quello del collega Cavallera, hanno posto un invito, dicendo: soprassediamo, non mandiamo avanti questa legge, perché probabilmente occorre riflettere meglio e bisogna fare altri tipi di scelta.
Il collega Cavallera è partito da un'analisi, che condivido: è un'analisi di ritardo, della nostra Regione, nel dotarsi di una legge di riforma del territorio importante.
Com'è emerso nell'intervento del collega Moriconi, quando si fa una legge importante di riforma come questa, anche perché si abbandona, come una sorta di abitudine, una legge così datata, come la legge Astengo, e ci si butta in un futuro in cui alcuni elementi sembrano indefiniti ed oscuri credo sia legittimo e umano, da parte nostra e credo anche da parte delle categorie, da parte dei professionisti, degli Enti locali, avere delle preoccupazioni.
Quando si parla di riforme, però, occorre avere il coraggio di guardare un po' avanti, con la speranza, non dico la certezza, che quello che stiamo per fare sarà meglio di quello che abbiamo visto finora.
Quando parliamo della legge n. 56 del 1977 come di una legge storica della Regione Piemonte, che ha dato alcuni importanti risultati (come qualcuno ricordava, gli standard urbanistici che fino ad allora non erano previsti nell'uso del territorio, gli standard urbanistici ad uso pubblico), dimentichiamo che la legge, così com'è stata approvata nel 1977 da Astengo, non è più la stessa. La legge Astengo, di fatto, è stata modificata, superata in parte e, in alcuni aspetti, completamente stravolta.
Oggi, moltissimi Comuni anche di grandi dimensioni vanno avanti con le cosiddette varianti, quindi noi non stiamo lasciando alle spalle la legge Astengo, ma lasciamo alle spalle una serie di provvedimenti, a volte anche di uso molto limitato, ma che comunque nei Comuni importanti danno un segno di disordine ed un segno di interventi che non sono finalizzati da un disegno complessivo e da una visione globale.
Questo, credo debba esser chiaro a tutti.
Occorre apprezzare lo sforzo compiuto dall'Assessore, in primis, ma anche da tutto lo staff dell'Assessorato e, non di secondo piano, dalla Commissione competente; sono state numerosissime - credo una ventina - le riunioni, le consultazioni a tutto campo nei territori. Abbiamo sentito le associazioni, i Comuni, e guardate che la proposta di legge che abbiamo qui in Consiglio, che può anche essere rivista (in qualche punto si può anche intervenire), se la paragoniamo alla proposta fatta ormai due anni e mezzo fa, è una legge completamente diversa, che raccoglie molte esigenze emerse dai vari incontri.
Vorrei che tutti riflettessimo sul fatto che questa certamente non sarà la legge di una maggioranza, di questa maggioranza; questa è una legge di riforma di tutta la Regione Piemonte, di tutto il Consiglio regionale perché nessuno può pensare che una legge di questo tipo si possa fare senza il consenso, senza la condivisione del Consiglio nella quasi sua interezza.
Il fatto che noi vogliamo approvare questa legge, sta anche nella constatazione che i tempi necessari per una legge di questo tipo sono lunghissimi. Lo sono stati nelle passate legislature (lo dicevate tutti, lo dicevate in vari interventi, non solo oggi in Aula): in diverse legislature si è tentato di approvare una legge di questo tipo, ma poi non si è riusciti.
Oggi abbiamo la possibilità di fare una legge che probabilmente non è perfetta, ma che può anche essere resa migliorabile nella discussione e nell'approfondimento e potrà essere migliorabile anche nel futuro. Nessuno vieta i correttivi che potranno esserci nel tempo, quindi invito anche a tenere conto di questo sforzo.
Se tutti noi avessimo ben chiaro che, nella prossima legislatura magari quindici giorni dopo o due mesi o sei mesi dopo l'insediamento probabilmente, potremmo essere tutti d'accordo, potremmo dire di aspettare ma sappiamo che una legge di questo tipo ricomincia da zero e trascorrendo i mesi e gli anni ci si accorgerebbe di nuovo, tra cinque anni, di essere allo stesso livello di oggi e non la si approverebbe.
Invito i colleghi ad una riflessione, con la consapevolezza che nessuno intende avanzare la primogenitura nei confronti di una legge di questa portata.
Ho constatato molto positivamente che, anche in Commissione e nello svolgimento del dibattito, non solo i Consiglieri di maggioranza, chi ha partecipato in prima persona ha consentito comunque un confronto tranquillo e sereno, tra cui ricordo l'atteggiamento molto costruttivo del Consigliere Cavallera, ma non solo. Oggi, sarebbe sprecato non tenere conto di tutto il lavoro fatto.
Colleghi, ovviamente, nonostante le difficoltà che ci potranno essere dobbiamo anche tenere a mente che, giustamente, due anni fa, la legge di sperimentazione (n. 1/2007) è nata volutamente per verificare la procedura.
Quindi, non facciamo un salto totalmente nel buio, alle spalle abbiamo anche la gestione della legge n. 1/2007 di sperimentazione, che, a detta di tutti, comprese le categorie, gli operatori e i Comuni, ha dato frutti positivi.
Finalmente, sarebbe utile dotarci di una legge che ponga la Regione non più in posizione apicale nell'approvazione dei piani regolatori, ma quale soggetto che partecipa al processo di pianificazione del territorio, dando ai Comuni, alla Regione e agli Enti locali il giusto ruolo. Così finalmente, non si aspetterebbero quattro-cinque anni per un piano regolatore (accade, magari, che i Comuni si vedano bocciati i piani semplicemente perché una tavola è imperfetta, c'è un errore o comunque manca la firma del segretario comunale). Sicuramente faremo una legge per il Piemonte, che vale per tutti.
Come tanti altri, sono convinto che non è la migliore legge possibile comunque dobbiamo osare guardare al futuro: le riforme sono difficili questa è una riforma e noi ci auguriamo possa essere approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Grazie, collega Auddino.
A questo punto, dovremmo sospendere il dibattito generale sulla legge urbanistica - intanto si sono aggiunti altri interventi - e, oltre alla proclamazione dei nominati nei vari enti, procedere ad incardinare il testo a sostegno dell'informazione.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente.
Ci mancherebbe, non ho nulla contro il collega Auddino, però non capisco perché si debba sospendere a metà una discussione di questo tipo che non solo è importante, ma importantissima, per riprenderla in un altro momento, dopo una sospensione, perdendo così il filo logico degli interventi e delle attività dei Consiglieri. Secondo me, si perde il richiamo a certe affermazioni e a certe posizioni assunte. È chiaro che ognuno pensa a quello che avrà da dire, però non mi sembra corretto. Tale provvedimento non avremmo dovuto incardinarlo; altrimenti terminiamo il dibattito generale, in cui tutti i Consiglieri possono esprimere la loro opinione, e poi rinviamolo, perché, secondo me, è da rinviare.
Ritengo non logico tale procedimento, quanto meno non abituale, senza nulla avere contro l'incardinamento della legge che lei ha citato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega. Non sempre la logica viaggia insieme a quanto si rende opportuno.
Forse, lei prima non era presente oppure non mi sono espresso in maniera chiara, nel qual caso mi scuso: abbiamo concordato - l'Aula unanimemente ha condiviso - un percorso non usuale, che lei in qualche modo ha ripreso, cioè di effettuare una serie di interventi - quelli dei Consiglieri che si erano già prenotati, l'ultimo l'ha appena concluso il collega Auddino - per poi sospendere un attimo il dibattito generale sulla legge urbanistica e passare all'incardinamento delle varie proposte e disegni di legge a sostegno dell'informazione, altresì considerando la presenza della Presidente Bresso, che, lo ricordo ai colleghi, ha la delega sulla materia. Questo è quanto, seppure in maniera inusuale, è stato concordato e condiviso da parte del Consiglio regionale.
In questo caso, se il collega Manolino - non dico che condivide almeno è soddisfatto della risposta, passerei alla proclamazione degli eletti e, poi, all'incardinamento della legge a sostegno dell'informazione risparmiandovi l'elencazione delle varie proposte e disegni di legge.
Grazie, collega Manolino, il lieve accenno con il capo lo prendo per una condivisione e anche soddisfazione, se aggiunge un sorriso.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Allora non deve aggiungere il sorriso, collega Manolino.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 4) all'o.d.g. che reca: "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti.
Proposta di deliberazione n. 373 "Ufficio del Difensore civico" (articolo 1, l.r. 9 dicembre 1981, n. 50 e s.m.i.) - Designazione del Difensore civico.
Dichiaro la votazione non valida poiché nessuno dei candidati ha raggiunto il quorum previsto dall'articolo 12 della legge regionale 9 dicembre 1981 n. 50 che stabilisce che la designazione sia effettuata a maggioranza dei due terzi dei Consiglieri assegnati alla Regione.
Proposta di deliberazione n. 479 "Consorzio Agenzia per la mobilità metropolitana" Consiglio di Amministrazione (Articolo 10, Statuto dell'Ente) - designazione di 3 rappresentanti.
Proclamo designati, quali rappresentanti in seno al Consiglio di Amministrazione del Consorzio "Agenzia per la mobilità metropolitana", i signori Di Nisio Dante, Martina Celeste e Seymandi Roberto, quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze consiliari.
Proposta di deliberazione n. 473 "Consorzio Agenzia per la mobilità metropolitana" Collegio dei Revisori dei Conti (Articolo 27 Statuto dell'ente) - Designazione di 1 componente.
Proclamo designato, quale componente in seno al Collegio dei Revisori dei Conti del Consorzio "Agenzia per la mobilità metropolitana", il signor Lupia Felice.
Proposta di deliberazione n. 484 "Ente Parco Nazionale della Val Grande" Collegio dei Revisori dei Conti (Articolo 9 comma 10, legge 6 dicembre 1991, n. 94) - designazione di un componente.
Proclamo designato, quale componente in seno in seno al Collegio dei Revisori dei Conti dell'Ente Parco Nazionale della Val Grande, il signor Morabito Pietro.
Proposta di deliberazione n. 480 "Museo regionale dell'emigrazione dei Piemontesi nel mondo" - Comitato di gestione - (articolo 4 l.r. 13/2009) designazione di 3 rappresentanti.
Proclamo designati, quali rappresentanti in seno al Comitato di Gestione del "Museo regionale dell'emigrazione" dei Piemontesi nel Mondo, i signori Cleri Gianpaolo, Peyrot Bruna e Maritano Alessandra, quest'ultima in rappresentanza delle minoranze consiliari.
Proposta di deliberazione n. 451 "Asperia - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Alessandria" - Consiglio di Amministrazione - (Articolo 4 Statuto dell'Ente) - Designazione di 1 rappresentante.
Proclamo designato, quale rappresentante in seno al Consiglio di Amministrazione dell'Asperia - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Alessandria, il signor Merlo Luigi.
Proposta di deliberazione n. 458 "Consorzio per la Ricerca e l'Educazione Permanente - COREP" - Consiglio di Amministrazione - (Articolo 11, Statuto dell'Ente) - Designazione di 1 membro.
Proclamo designato, quale membro in seno al Consiglio di Amministrazione del Consorzio per la Ricerca e l'Educazione Permanente - COREP, il signor Inì Carmelo.
Proposta di deliberazione n. 469 "Consorzio per la ricerca e l'educazione permanente - COREP" - Comitato tecnico scientifico - (Articolo 13, Statuto dell'Ente) - Designazione di 1 membro.
Proclamo designata, quale membro in seno al Comitato Tecnico Scientifico del Consorzio per la ricerca e l'educazione permanente - COREP, la signora Maglione Tiziana.
Proposta di deliberazione n. 457 "ASFI - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Alessandria per la Formazione alle Imprese" - Consiglio di Amministrazione - (Articolo 4, Statuto dell'Ente) - Designazione di 1 membro.
Proclamo designato, quale membro in seno al Consiglio di Amministrazione dell'ASFI - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Alessandria per la Formazione alle Imprese, la signora Taverna Nadia.
Proposta di deliberazione n. 450 "Fondazione 'Ariodante Fabretti'" Consiglio di Amministrazione - (Articolo 7, Statuto della Fondazione) Nomina di 1 membro.
Proclamo nominato, quale membro in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione "Ariodante Fabretti", il signor Bugliarelli Giacomo.
Proposta di deliberazione n. 470 "Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna" - (articolo 14, Statuto della Fondazione) Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 Revisore dei Conti.
Proclamo nominata, quale Revisore in seno al Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna, la signora Mangiapelo Anna Maria.
Proposta di deliberazione n. 471 "Fondazione 'Cesare Pavese'" - Collegio dei Revisori dei Conti - (articolo 18, Statuto della Fondazione) - nomina di 1 membro effettivo.
Proclamo nominata, quale membro effettivo in seno al Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione "Cesare Pavese", la signora Mangiapelo Anna Maria.
Proposta di deliberazione n. 474 "Fondazione I.S.I. - Istituto per l'Interscambio Scientifico" - Collegio dei Revisori dei Conti - (articolo 16 Statuto della Fondazione) - nomina di 1 membro effettivo.
Proclamo nominato, quale membro effettivo in seno al Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione ISI - Istituto per l'interscambio Scientifico il signor Ricciardiello Marco.
Proposta di deliberazione n. 481 "CESMEO - Istituto internazionale di studi asiatici avanzati" - Consiglio di Amministrazione - (articolo 5 Statuto dell'ente) - designazione di 2 rappresentanti.
Proclamo designati, quali rappresentanti in seno al Consiglio di Amministrazione del CESMEO - Istituto internazionale di studi asiatici avanzati, i signori Ausilio Ernesto e Cancilla Antonino.
Proposta di deliberazione n. 482 "CESMEO - Istituto internazionale di studi asiatici avanzati" - Collegio dei Revisori dei Conti - (articolo 8 Statuto dell'ente) - nomina di 1 Revisore.
Proclamo nominato, quale Revisore in seno al Collegio dei Revisori dei Conti del CESMEO - Istituto internazionale di studi asiatici avanzati, il signor Briziobello Paolo.
Proposta di deliberazione n. 426 "Associazione Museo Ferroviario Piemontese" - Consiglio Direttivo - (articolo 9 Statuto dell'ente) - nomina di 1 componente in sostituzione del signor Malavasi Fabio.
Proclamo nominato, quale componente, in sostituzione del signor Malavasi Fabio in seno al Consiglio Direttivo dell'Associazione Museo Ferroviario Piemontese, il signor Addis Vincenzo.
Proposta di deliberazione n. 424 "Ente di Gestione del Gran Bosco di Salbertrand" - Consiglio Direttivo - (Articolo 9, comma 11, l.r. 12/1990 e s.m.) - Nomina di 1 membro in sostituzione del signor Fausto Michialino.
Proclamo nominata, quale rappresentante, in sostituzione del signor Fausto Michialino, in seno al Consiglio Direttivo dell'Ente di Gestione del Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand, la signora Barbara Gai.
Proposta di deliberazione n. 456 "Ente di gestione della Riserva naturale del Sacro Monte di Varallo" - Consiglio Direttivo - (articolo 9, comma 17 l.r. 12/1990) - nomina di 1 membro in sostituzione del signor Domenico Vetrò.
Proclamo nominata, quale rappresentante, in sostituzione del signor Domenico Vetrò, in seno al Consiglio Direttivo dell'Ente di gestione della Riserva naturale del Sacro Monte di Varallo, la signora Maria Paola Bossi.
Proposta di deliberazione n. 472 "Consiglio regionale di Sanità ed Assistenza - CO.RE.SA." - (articoli. 3 e 4, l.r. 30/1984 e s.m.i.) elezione di 1 esperto in sostituzione della signora Iolanda Ghibaudi.
Proclamo eletta, quale esperta, in sostituzione della signora Iolanda Ghibaudi, in seno al Consiglio regionale di Sanità ed Assistenza CO.RE.SA., la signora Ornella Ponchione.
Proposta di deliberazione n. 475 "Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra Uomo e Donna" - (Articolo 3, l.r.
46/86 e s.m.i.) - Elezione di 1 membro in sostituzione del signor Lamberto Giusti.
Proclamo eletta, quale membro, in sostituzione del signor Lamberto Giusti in seno alla Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra Uomo e Donna, la signora Elena Chinaglia.
Proposta di deliberazione n. 382 "Centro studi e ricerche sull'architettura militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles" - Consiglio di Amministrazione - (Articolo 4, l.r. 48/92) - Designazione di 1 membro Integrazione.
Proclamo designato, quale membro in seno al Centro studi e ricerche sull'architettura Militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles, il signor Fabrizio Pino, in rappresentanza delle minoranze consiliari.
La parola al Consigliere Bossuto, sull'ordine dei lavori.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Ho già fatto un intervento simile sull'ultima ondata di nomine e oggi lo ribadisco. Abbiamo nominato, come Consiglio regionale, una serie di soggetti a ricoprire ruoli che riteniamo abbastanza importanti, altrimenti non avremmo dedicato del tempo a questa fase.
Oggi il Consiglio ha espresso una ventina di nominativi cui vanno naturalmente, i nostri complimenti. In passato abbiamo già fatto azioni di questo tipo, per poi scoprire che in Commissione che non sempre quei nominativi erano idonei al ruolo che ricoprivano, magari con delle audizioni in Commissione che potrei definire da film dell'orrore per alcuni aspetti piuttosto raccapriccianti.
Quindi mi chiedevo se poteva essere buona prassi (io poi augurerei che nella prossima legislatura fosse normale) che almeno questi signori si presentassero in Commissione, affinché noi, come Consiglio, possiamo conoscerne il volto e per poter instaurare un rapporto con loro, perch spesso mancano i rapporti visivi, non sappiamo chi sono.
Penso che sarebbe bene che questi signori imparassero a rapportarsi con il Consiglio e magari anche con la Giunta. Quindi la prassi che lancio per oggi e anche per il futuro, ma meglio per oggi.



PRESIDENTE

Collega, la ringrazio. Le auguro di potersene occupare anche la prossima legislatura, ma la nomina dei membri delle varie società non è un casting: la Commissione deve basarsi sui curriculum. Quello è quanto dovrebbe avvenire e io posso dire che avviene. Su quello che è successo naturalmente, siamo in uno Stato di diritto e se qualcuno ritiene leso un proprio diritto nel non essere stato scelto rispetto a qualcun altro fa ricorso. Ne sono già successi anche recentemente: il Consiglio naturalmente, si oppone e tutto riprende il suo percorso.
Sul fatto che si debba prestare maggiore attenzione ai soggetti che nominiamo, condivido assolutamente. Questo vale per tutti e anche per i funzionari del Consiglio che ricoprono un ruolo importante in alcune valutazioni, ma questo già lo fanno a garanzia delle nostre decisioni.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Possiamo anche condividere, da un punto di vista filosofico, quanto diceva il collega Bossuto. Le faccio solo presente che se ci accontentassimo dei nominati a noi molto più vicini, credo che questa istituzione avrebbe già un grado di conoscenza maggiore rispetto alle cose che avvengono. In altre parole, basta vedere la presenza degli Assessori nominati da parte della Presidente che hanno una presenza in Aula che credo sia pari a quella dei nominati nelle Partecipate.
Ovviamente, non possiamo scandalizzarci che i nominati non siano noti anche per un motivo: perché sono in gran numero, anche se dobbiamo dire che fra i nominati c'è differenza. Un conto è essere all'interno di alcune importanti Partecipate regionali, un altro conto è essere nel Parco dell'Orsiera Rocciavrè (così faccio contento anche il collega Bossuto), nel senso che sono due aspetti diversi.
Nella scorsa seduta di Consiglio, abbiamo già detto come sia stata assente una politica delle Partecipate e, di conseguenza, anche il rapporto con i soggetti nominati è venuto meno, però la cosa che preoccupa molto di più è la latitanza della Giunta.
Io lo ripeto, perché l'ho già detto alla conferenza dei Capigruppo della scorsa settimana, e intendo a replicarlo in Aula, in modo tale che l'intero Ufficio di Presidenza, ma anche i colleghi (soprattutto quelli di maggioranza) lo sappiano.
Non crediate - lo dico alla maggioranza - che i colleghi di minoranza (presenti o assenti, questo è un altro aspetto) certamente percentualmente molto più presenti della Giunta, siano disponibili a far sì che la Giunta da qui al giorno delle elezioni, giri per il Piemonte (come vediamo al TG3), mentre noi siamo qua all'interno del Consiglio.
Io lo dico molto, molto chiaramente (l'abbiamo detto lo scorso mercoledì, ma magari possiamo lasciare un po' di tempo perché si abituino a fare quello che non hanno mai fatto in quattro anni e mezzo): se una rappresentanza consistente della Giunta non è presente in Aula, non passa nessun provvedimento.
Oggi abbiamo la Presidente, quindi siamo lieti. La Giunta è rappresentata quasi interamente, non solo perché è il capo della maggioranza, ma perché la vediamo talmente poco che quando c'è lo sottolineano con un aspetto assolutamente positivo. Vale almeno per quattro! Quindi con l'Assessore Ricca siamo a quasi metà della Giunta presente.
Dicevo, certamente non avverrà che noi saremo d'accordo a discutere l'assestamento di bilancio con il Vicepresidente che diligentemente sta al suo posto e con tutti gli altri Assessori in giro. Non avverrà, nel senso che discuteremo di altro, parleremo delle disgrazie del Toro, o di molte altre cose, ma certamente non dell'assestamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine, sull'ordine dei lavori.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Non me ne voglia il Consigliere Bossuto, ma intervengo a sostegno, in realtà, del suo suggerimento. Non vorrei portargli particolarmente sfortuna, anche perché mi sembra che gli abbia già portato abbastanza sfortuna la iattura del Vicepresidente Placido quando gli augurava di essere ancora presente alla prossima legislatura. Io sono malizioso Vicepresidente, ma non vorrei che ci fosse stata un'interpretazione eccessivamente malevola del suo augurio.
Ciò detto, signor Vicepresidente, mi permetto di interpretare la richiesta del collega Bossuto - mi correggerà se sbaglio - con la quale non chiedeva di far sfilare i candidati (una sorta di casting, come lei lo definiva), ma almeno di poter vedere la loro faccia, giustamente, una volta nominati. Almeno una volta. Perché, al massimo, chiederemmo di poter vedere le "candidate" che possiamo aver votato, ma non certamente la massa enorme di candidati, anche perché molti si candidano a più e più posti.
Non la giudicherei, quindi, una richiesta insensata; anzi, la trovo ragionevole. Tra l'altro, ruberebbe pochissimo tempo ai lavori delle Commissioni; addirittura si potrebbe prevedere una sessione unica, magari in I Commissione, che si occupa appunto di partecipate, dove i candidati possano presentarsi: "Buongiorno, sono Tizio", "Sono Caio", "Sono nominato lì", "Sono a disposizione", così come dovrebbe essere.
Un Consiglio dovrebbe addirittura richiedere - peraltro, mi risulta che altri enti lo facciano - una relazione annuale sulle attività svolte dai nostri nominati, e due righe su quelli che sono, effettivamente, i dati di bilancio dell'ente in cui vengono nominati. Sebbene questo venga fatto da altri Enti, non chiederò certo che venga fatto anche da noi. Tuttavia sarebbe un buon inizio - perlomeno a futura memoria - accogliere quantomeno, le sagge idee del collega Bossuto.
Mi permetta di concludere, Vicepresidente Placido, richiamando una considerazione del collega Vignale, che giudico sacrosanta: oggettivamente l'eccessiva assenza della Giunta regionale comincia a diventare poco simpatica, non tanto verso i partiti dell'opposizione, quanto verso quelli della maggioranza, che in questo momento devono assicurare il numero legale per far approvare i provvedimenti voluti della stessa Giunta, mentre questa è in campagna elettorale.
Ovviamente, il fatto che oggi sia presente la Presidente ci rende estremamente felici.
Siamo grati della sua presenza, ma riteniamo che non sia sufficiente per un corretto svolgimento dei lavori, anche per rispetto degli altri colleghi presenti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Giovine.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie, Presidente.
Sarò brevissima. Volevo solo chiedere un chiarimento.
Quando il collega Giovine dice "al massimo, potremmo chiedere di vedere le nominate", se si riferisce al fatto che sono mediamente una minoranza per cui è numericamente più comodo e rapido conoscere le poche nominate questo non fa che sottolineare una prassi negativa che si sta pian piano correggendo, sia pure lentamente. Se, invece, il motivo è un altro - spero che non sia così - lo inviterei ad evitare di fare certi riferimenti che purtroppo, stanno dilagando come abitudine nel nostro Paese e vorremmo che rimanessero fuori di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pozzi.
Ha chiesto la parola il Collega Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Intervengo per fatto personale, Presidente.



PRESIDENTE

La invito ad esplicitarlo.



GIOVINE Michele

Mi è stato indirettamente e molto velatamente addebitato un comportamento antifemminile o antifemminista, che, assolutamente, è lungi da me.
Confermo alla collega Pozzi che la prima interpretazione è quella corretta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Giovine.
A questo punto, come concordato, passiamo all'esame del punto 10) all'o.d.g., dando per condivisa la sospensione dell'esame del disegno di legge n. 488, "Legge della pianificazione per il governo del territorio" di cui al punto 6) all'o.d.g., e la relativa inversione di punti all'o.d.g.


Argomento: Informazione

Esame testo unificato del disegno di legge n. 402 e delle proposte di legge n. 422, n. 442 e n. 431, inerente a "Interventi a sostegno dell'informazione e della comunicazione istituzionale via radio televisione, cinema e informatica"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del testo unificato del disegno di legge n. 402 e delle proposte di legge n. 411, n. 442 e n. 431, "Interventi a sostegno dell'informazione e della comunicazione istituzionale via radio televisione, cinema e informatica", di cui al punto 10) all'o.d.g.
licenziato a maggioranza dalla VI Commissione in data 14/05/2009.
Relatore è il collega Buquicchio, che ha pertanto la parola.



BUQUICCHIO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Come sappiamo, la Regione, il 30 luglio 1990, si è dotata della legge regionale n. 52, inerente a "Interventi per l'informazione locale".
Tale legge rivendicava a pieno titolo il diritto di intervenire in modo organico in un settore fondamentale per garantire lo sviluppo del pluralismo e della partecipazione democratica. Questa legge superava la logica delle sovvenzioni a pioggia e dei provvedimenti mirati sul singolo intervento, cercando di ridisegnare un quadro generale di sistema.
La legge promuoveva l'informazione sugli atti di rilevanza regionale contribuendovi con la propria comunicazione istituzionale, e sosteneva l'innovazione tecnologica incentivando l'ammodernamento delle imprese editoriali.
Ad oggi, i principi e le finalità che hanno ispirato quella legge direi che restano validi. Però è necessario riammodernarla. Questa legge va rivista in funzione dei cambiamenti che negli ultimi quindici anni hanno mutato gli scenari del sistema delle comunicazioni, sia nazionali che locali. È opportuno, quindi, che la normativa in questo settore non si limiti a provvedimenti specifici, ma, piuttosto, si disponga di una legge di indirizzo che fissi con chiarezza le linee guida e le tipologie di intervento e sostegno, lasciando a provvedimenti successivi la specificazione ulteriore dei requisiti e delle procedure.
altresì fondamentale, così come è stato fatto, indicare le risorse che saranno ritenute necessarie.
Una delle caratteristiche salienti dell'attuale società della conoscenza e dell'informazione è la continua introduzione di innovazioni connesse ai processi di digitalizzazione, che determinano un'evoluzione incessante dei sistemi di comunicazione.
Si è, in questo momento, in una fase di transizione molto complessa, in cui i processi di digitalizzazione aprono importanti prospettive di informazione e comunicazione.
Lo sviluppo di contenuti editoriali di tipo nuovo deve implicare un rapporto con il territorio e mette in evidenza la centralità del problema della regionalizzazione.
Il futuro dei sistemi locali di informazione è, dunque, in quella che viene chiamata la "comunicazione di prossimità", che, oltre a fornire notizie su eventi, offre anche notizie di agenda, informazioni sul funzionamento dei servizi pubblici e "istruzioni per l'uso", avvisi di scadenze e appuntamenti vari, prenotazioni e così via. Si pensi, inoltre all'importanza che la comunicazione di prossimità, interfacciandosi con l'uso di smart card, potrebbe avere per ridurre la complessità sociale e contenere le spese dei servizi pubblici, ad esempio nel settore sanitario in relazione al pronto soccorso. Un altro esempio è il possibile utilizzo delle radio locali in situazioni di emergenza e disastro.
Il ruolo delle Regioni deve essere di tutela dell'informazione e della comunicazione locale a beneficio, ovviamente, di tutta la comunità. Questo ruolo è esplicitamente sconosciuto dalla normativa attualmente in vigore.
Dall'esame comparato della legislazione in materia, emerge che alcune Regioni si limitano a stabilire forme di pubblicità istituzionale della Regione e a promulgare singoli provvedimenti di sostegno, stanziando delle risorse in favore di uno o più settori dell'editoria e dello spettacolo.
Altre Regioni, invece, regolamentano prevalentemente la comunicazione istituzionale della Regione stessa e definiscono natura e competenza dei CORECOM, i Comitati Regionali della Comunicazione, che sono emanazione dell'autorità nazionale e organo di consulenza dell'Ente regionale.
Talvolta, nel testo di queste leggi viene anche inserito qualche articolo che specifica criteri e modalità per i provvedimenti di sostegno delle imprese editoriali.
La Commissione ha iniziato i suoi lavori nel maggio 2007, decidendo di procedere all'esame di tutti i provvedimenti riguardanti l'oggetto del disegno di legge n. 402, "Disciplina e sostegno delle attività di comunicazione e di informazioni locali", presentato dalla Giunta regionale ovvero la proposta di legge n. 396, "Interventi a sostegno dell'editoria dei quotidiani e periodici, dell'informazione radiotelevisiva e informatica del Piemonte", presentata dai Consiglieri Cattaneo, Rabino, Bizjak, Laus Lepri, Motta, Rostagno e Rutallo; la proposta di legge n. 411, "Interventi della Regione a sostegno del sistema di comunicazione", presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto e Novero; la proposta di legge n. 442, "Interventi a sostegno dell'informazione radiotelevisiva locale del Piemonte" presentata dal sottoscritto, e la proposta di legge n. 331, "Interventi a sostegno dell'informazione radiotelevisiva locale", presentata dai Consiglieri Cotto, Burzi, Dutto, Giovine, Guida, Leo, Lupi, Nastri Nicotra, Novero e Toselli.
Il 21 giugno dello stesso anno si sono svolte le consultazioni. La Commissione ha proseguito quindi i suoi lavori nell'arco di dodici sedute nel corso delle quali, pur seguendo quale testo capofila il disegno di legge, il provvedimento è stato elaborato comparando le varie proposte di legge e le osservazioni dei soggetti consultati, con un lungo lavoro mirato ad ottenere una legge organica e di sistema che tenesse nel giusto conto sia il panorama normativo nazionale sia quello regionale.
Si è rilevato, infatti, che in alcuni punti l'articolato faceva riferimento anche all'editoria cartacea e alla stampa periodica locale, le quali venivano così inglobate nella disciplina dettata per le emittenti radiotelevisive e testate in rete.
Il settore dell'editoria libraria e dei mezzi di informazione a mezzo stampa era, al momento dell'esame, già disciplinato in modo organico dalla legge regionale 25/6/2008, n. 18, "Interventi a sostegno dell'editoria piemontese e dell'informazione locale".
Si è pertanto proceduto ad espungere dal testo tutte le parti in oggetto, al fine di meglio enucleare e circoscrivere l'ambito oggettivo della legge, con la quale si intendeva fornire una tutela dettata esclusivamente per il settore della comunicazione radiotelevisiva e multimediale.
A livello generale, si è rilevato che la riforma costituzionale del Titolo V ha collocato il settore della comunicazione tra le materie di legislazione concorrente, laddove allo Stato è riservata la definizione di principi fondamentali e alle Regioni la normativa di dettaglio.
Si tratta di una collocazione ritenuta, in dottrina, connessa alla necessità di soddisfare esigenze di unitarietà, connaturate alla tutela del diritto costituzionalmente garantito di manifestazione del pensiero (articolo 21 della Costituzione), preservando, al contempo, spazi di differenziazione alle autonomie territoriali.
Va rilevato inoltre che il testo in esame, nel suo intento di fornire un contributo alla formazione e al funzionamento di un sistema multimediale integrato dell'informazione e della comunicazione su scala piemontese, si colloca nel solco della legge 3 maggio 2004, n. 112.
Nello specifico, il testo unificato vede nel Capo I le disposizioni generali, nel quale sono inserite le finalità, ovvero la promozione e il sostegno del pluralismo e della libertà di informazione, nonch dell'informazione sugli atti e sull'attività della Giunta e del Consiglio regionale.
Il Capo II sviluppa le politiche dedicate al sostegno del sistema integrato delle comunicazioni, comprendendo l'editoria fruibile attraverso internet, la radio, la televisione e il cinema, le iniziative di comunicazione di prodotti e servizi e le sponsorizzazioni. È prevista in merito l'adozione di un regolamento di Giunta, sentito il parere della competente Commissione consiliare.
Il Capo III enuncia gli interventi a sostegno delle emittenti radiotelevisive e testate on line locali.
Sono beneficiate degli interventi le emittenti radiotelevisive locali e le testate giornalistiche che operano su internet nella nostra regione, che siano iscritte da almeno due anni presso il tribunale del luogo in cui hanno sede legale e al registro degli operatori della comunicazione tenuto presso il CORECOM, che non abbiano carattere di televendita, che abbiano trasmesso nell'anno precedente, giornalmente, programmi informativi, che applichino ai propri dipendenti uno dei contratti collettivi nazionali di lavoro e che abbiano in organico almeno due iscritti all'Ordine dei Giornalisti.
Un regolamento della Giunta adottato, sentito il parere della Commissione consiliare competente, disciplinerà in dettaglio i requisiti di accesso e le procedure attuative.
La Regione si avvale, per attivare gli interventi descritti all'articolo 4, di convenzione e contratti con le società di telecomunicazione e con la società concessionaria del servizio pubblico generale di radiodiffusione. Queste ultime sono sostenute e promosse anche mediante la realizzazione di corsi di formazione e di aggiornamento, anche telematici, rivolti al personale di enti pubblici e privati.
Per quanto concerne i rapporti con il servizio pubblico radiotelevisivo, la Regione provvede a stipulare con la società concessionaria del servizio pubblico generale di radiodiffusione, d'intesa con il Ministro dello Sviluppo Economico, i contratti di servizio pubblico previsti dal decreto legislativo n. 177/2005.
Passiamo al Capo IV, che riguarda l'informazione e la comunicazione istituzionale che la Giunta e il Consiglio regionale organizzano per favorire la conoscenza delle disposizioni normative, delle procedure, delle attività delle Regioni e delle opportunità di servizi offerti.
La Giunta sviluppa altresì forme di marketing pubblico territoriale e di informazione dei grandi eventi.
L'attività di informazione è articolata attraverso le Direzioni competenti presso il Consiglio e la Giunta. I compiti dei portavoce del Presidente del Consiglio e della Giunta sono definiti nel Capo V, relativo all'informazione e comunicazione dei vertici istituzionali, il cui contratto è a tempo determinato, rinnovabile e revocabile.
Infine, vi è il Capo V, relativo alle norme finali e finanziarie, che prevede la notifica delle azioni configurabili come aiuti di Stato, il piano degli interventi a scadenza biennale, il monitoraggio sullo stato di attuazione delle politiche, l'abrogazione della legge regionale n. 52/90 e la norma finanziaria che stanzia, per il 2009, 500 mila euro.
Grazie dell'attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che sia importante la discussione del testo unificato delle differenti proposte di legge. Innanzitutto perché è la fine di un percorso che, in realtà, era iniziato in Commissione con la discussione e poi l'approvazione in Consiglio regionale di una legge a sostegno della piccola editoria libraria ed editoria locale, e che oggi vede discutere il Consiglio di ciò che rimane escluso da quella legge, che sostanzialmente riguardava esclusivamente la carta stampata.
In secondo luogo perché, come dice la stessa relazione, la legge regionale n. 52, legge sulla quale ancora quest'anno abbiamo erogato i contributi, è una legge del 1990 e, come tale, secondo la stessa stesura della legge, finanzia interventi che oggi non sono più utili (ad esempio, i fax), oppure omette ciò che ovviamente non ci poteva essere nel 1990, come tutta la comunicazione relativa al web, qualunque sia la modalità con cui viene utilizzato.
Altrettanto importante è il fatto che non riguarda solo il pezzo di Piemonte che sta già litigando con il digitale terrestre, perché, fra gli altri punti, riguarda anche la parte relativa alle spese che le emittenti locali hanno dovuto sostenere per il passaggio dal sistema analogico a quello digitale.
evidente che tutto ciò deve anche fare ragionare gli enti - nella relazione della legge in qualche modo è citato - relativamente all'utilità sociale di questi strumenti. Nei Paesi che utilizzano già questo strumento è uso che le comunicazioni in ordine al blocco di una strada piuttosto che ad interventi in una singola area avvengano a mezzo televisivo - è molto utilizzato negli Stati Uniti quando c'è il pericolo tifoni - cioè sullo schermo appare una comunicazione che raggiunge gran parte della cittadinanza ad un costo assolutamente limitato.
La legge dovrà tener conto anche nelle sue parti applicative della modalità con la quale cambieranno i sistemi di comunicazione televisiva.
sufficiente tener presente com'era impostata la nostra televisione per comprendere, nel passaggio dall'analogico al digitale, che avremo sempre più ascoltatori - per chi già aveva la piattaforma Sky, in qualche modo era molto evidente - e che da una tv generalista, che certamente rimarrà ancora per molti anni, saremo sempre più orientati verso una tv che determinerà un aspetto comunicativo dell'insieme delle singole aree, che garantirà una maggiore scelta per i cittadini piemontesi.
Certamente riguarderà un aspetto legato ai grandi gruppi di produzione sui quali noi non possiamo intervenire, ma anche la comunicazione istituzionale e non; per quanto riguarda quella istituzionale, quello che può fare la Regione e non ciò che faranno le singole emittenti locali relativamente alla comunicazione.
La Giunta Ghigo, per esempio, parlava - credo fosse una delega di cui si occupava l'allora Vicepresidente Casoni - della tv della Regione Piemonte - progetto allora osteggiato dal centrosinistra - che oggi è assolutamente attuale, perché può avere un costo certamente inferiore a quello sostenuto dalla Regione, ad esempio, per la comunicazione istituzionale di vario genere. Il salto di livello è assolutamente eccezionale rispetto all'attuale televideo che si può utilizzare su RAI3 che credo sia adoperato da un numero limitato di cittadini, anche se è uno strumento interessante, soprattutto quando è nato; mentre si può prendere in esame la possibilità di avere uno strumento, quale la tv dedicata, che già esiste.
La legge affronta anche alcuni passaggi contenuti all'interno della norma: per esempio, relativamente all'organizzazione delle attività di informazione e comunicazione, ma soprattutto in ordine ai portavoce. Non voglio dire che abbia poco a che fare, ma, da una parte, si indica una norma generale relativamente agli interventi sulla comunicazione e dall'altra, si inserisce un articolo che riguarda i portavoce sostanzialmente, del Presidente della Giunta e del Consiglio regionale, che vengono scelti con rapporto fiduciario - lo vedremo nell'esame dell'articolo in oggetto.
Certamente, la legge contiene alcune parti che sono condivisibili, che sono possibili grazie al sistema di tv digitale di cui, per gradi, si è dotata questa nazione, nel senso che hanno iniziato alcune Regioni, ora si completerà quello della nostra e si proseguirà con le altre, ma con un aspetto rilevante. Vi è un problema sostanziale, che non riguarda direttamente la legge, ma del quale non si può non tenere conto: da giovedì scorso decine di migliaia di cittadini delle Province in cui è entrato unicamente in funzione il digitale non possono più vedere i canali del servizio pubblico e anche altri canali, in realtà vedono solo Mediaset però per quanto riguarda gli altri canali è una scelta di mercato, perch non viene pagato un canone. Se La7 non vuole investire in ripetitori nelle aree meno densamente popolate è una scelta di mercato che può fare, perch è un'impresa privata. Per la tv di Stato, invece, la questione è più complessa, perché, oggi, solo nelle comunità montane, abbiamo almeno 60 ripetitori che non hanno il segnale digitale, ed è un problema. Credo che il dato esatto non lo conosca neppure la Presidente, perché sta facendo una ricognizione rispetto al numero di ripetitori che ad oggi non sono stati sostituiti. Certamente sappiamo che intere vallate della nostra regione non hanno avuto questo intervento da parte della RAI, per la quale questo non è un dovere, nel senso che il contratto di servizio della RAI prevede che si debba coprire il 93% delle utenze sul territorio nazionale. Quindi, era assolutamente evidente quanto sarebbe avvenuto, cioè che non si intendeva investire in aree montane, che sono scarsamente popolate. Oggi abbiamo alcune aree - ne cito una che conosco, perché la frequento: la Valle di Lanzo, che ad oggi ha 11 mila residenti - in cui si vedono tre canali quelli Mediaset e basta, non un canale in più, ma accade per molte altre valli della Provincia di Torino e non solo.
Questo è un problema, che verrà affrontato dall'Amministrazione regionale, ma con un ritardo assolutamente non giustificabile. Conosciamo da più di un anno la data entro la quale saremmo passati dall'analogico al digitale - peraltro, c'è stato uno slittamento di alcuni mesi, da aprile a settembre-ottobre, nello swicht off del segnale analogico - però, ci si è mossi soltanto quando si è avuta la certezza assoluta che la copertura non vi sarebbe stata, cioè qualche settimana fa. Verosimilmente, si è perso molto tempo e, oggi, questi cittadini si trovano in una situazione che per lo meno è paradossale rispetto ad un canone che deve essere pagato, in quanto tassa di possesso, per i canali RAI, che non possono vedere. Quindi pagano per una cosa di cui non possono avvalersi. Altresì, sono impossibilitati nell'accedere ad una comunicazione regionale, che non riguarda solo il TG3, ma anche le decine di emittenti locali che attendevano dalla Regione un sostegno, che non hanno avuto.
Questo è un aspetto noto, soprattutto in questi giorni. Per questo motivo (anche se non siamo ancora nel merito della legge) noi interverremo nell'articolato della legge, per far sì che vi sia una garanzia in termini di intervento economico, perché garantisce la possibilità che tutti all'interno della nostra regione, vedano la comunicazione.
Mai come in questo momento state favorendo il nemico Berlusconi, perch nel 10% del territorio piemontese, o comunque una percentuale consistente pari cioè a diverse decine di migliaia di cittadini piemontesi, in questi giorni si stanno vedendo unicamente i canali Mediaset e questo avverrà per alcuni mesi! Fossi stato in voi, in vista delle elezioni regionali, ci avrei pensato, ma al di là delle battute, credo sia un aspetto che riguarda i doveri che ha un ente importante come la Regione nel rapporto con la comunicazione locale, in particolar modo quella riguardante le emittenti locali.
Noi speriamo che questo problema possa essere risolto discutendo questa legge e apportando alcune migliorie. Sinceramente, non è giustificabile neanche il fatto che, da maggio ad oggi, non sia stato messo all'ordine del giorno questo argomento, se non con una richiesta dell'opposizione, avendo discusso così tanti ordini del giorno e, quindi, avendo votato un solo provvedimento in tutto il mese di settembre.
Siamo arrivati molto tardi, ma speriamo almeno di saper dare qualche risposta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pozzi.



POZZI Paola

Grazie, Presidente.
Dato il lungo, proficuo e condiviso lavoro svolto in Commissione per giungere a questo testo unificato di diverse proposte di legge, credo sia importante - almeno io lo ritengo tale - sottolineare alcuni aspetti di questa legge.
In primo luogo, voglio ribadire che con questa legge si definisce il sistema integrato delle comunicazioni. Non dobbiamo dimenticare che di questo sistema integrato fanno idealmente parte anche tutti quei soggetti che non sono coinvolti in questa legge, ma in quella sulla stampa e sulla comunicazione a mezzo stampa che questo Consiglio aveva precedentemente approvato.
Si chiude, quindi, un cerchio importante che riguarda gli interventi che la Regione intende mettere in atto per garantire la pluralità dei mezzi di informazione e di comunicazione sul nostro territorio e, assieme alla pluralità dei mezzi, anche la pluralità dei soggetti che possono intervenire in questo campo, senza dimenticare che nel campo dell'informazione e della comunicazione si aprono opportunità di lavoro.
Uno degli obiettivi di questa legge definita nei principi generali è proprio quello di favorire i progetti volti all'aumento dell'occupazione giovanile e femminile, così come le iniziative volte a dare una dimensione europea alle notizie e, allo stesso modo, a sostenere la progettazione dei nuovi formati di notiziario, di programmi di comunicazione di prossimità.
Su questo mi vorrei soffermare qualche secondo.
Noi viviamo in un mondo in cui la comunicazione è globalizzata e siamo in grado di conoscere quasi in tempo reale avvenimenti che si verificano a migliaia di chilometri da noi. Spesso però questa comunicazione globalizzata non è fatta che di ripetizione di una notizia o di un'informazione che fa il giro del mondo, che viene ripresa da diverse emittenti, a volte anche da emittenti locali, che però non portano nessuno valore e nessun intervento aggiunto come soggetti che fanno comunicazione.
In questo mondo globalizzato è molto importante non perdere di vista la società che ci circonda, il mondo in cui siamo inseriti, il contesto in cui ci troviamo ad operare, a lavorare, il contesto di relazioni che si muove intorno a noi. È importante non ignorare che cosa succede nella nostra città, nella nostra regione e nel nostro territorio.
Di qui l'importanza di questo accenno ai programmi di comunicazione di prossimità di interesse regionale, per evitare che in una società e in un'informazione globalizzate, in realtà, siamo tutti incapaci e nell'impossibilità di conoscere la realtà con cui siamo più vicini.
Allo stesso modo, il sostegno all'innovazione e alla ricerca qualifica questa legge, così come è qualificata la Regione e tutto il nostro impegno regionale con la legge sulla ricerca e i finanziamenti per la ricerca e l'innovazione. Anche questa legge prosegue su questa linea di indirizzo strategico per la nostra Regione, che non è soltanto quello di mantenere in vita l'esistente, ma di promuovere l'innovazione, affinché anche le emittenti locali possano essere produttrici di programmi e non soltanto acquirenti di programmi prodotti altrove. Questo è molto importante se vogliamo sviluppare la ricerca, la cultura e l'occupazione qualificata per i nostri giovani, quindi, in quanto produttrici di programmi, le emittenti locali possono rivolgere anche alle realtà locali.
In ultimo, le iniziative rivolte ai giovani, gli studi e le ricerche per piattaforme editoriali e applicative di interconnessione. Insomma tutto un mondo che è fatto di tecnologie, che è fatto di conoscenza, che è fatto di comunicazione, può ricevere da questa legge, che, ripeto, è una legge di sistema, un importante sostegno.
Come ha accennato il collega Vignale, oggi siamo in un momento particolare della nostra regione: il passaggio al digitale terrestre non è sicuramente una cosa facile. Penso che questa legge abbia un occhio di riguardo alle difficoltà che alcune emittenti locali possono incontrare nel passaggio da un sistema all'altro e, quindi, alla necessità di innovazione tecnologica che questo passaggio richiede.
Quindi, le risorse stanziate probabilmente dovranno essere prevalentemente destinate a consentire anche alle emittenti più piccole di poter continuare ad operare dopo questa innovazione che ha coinvolto per prima la nostra regione.



PRESIDENTE

Approfitto del fatto che al momento non ci sono altri iscritti a parlare sul dibattito generale sulla legge sull'informazione per darvi alcune informazioni: per organizzare il prosieguo dei lavori del Consiglio potremmo concludere il dibattito generale sulla legge sull'informazione per ritornare, se rimane tempo, al dibattito generale sulla legge sull'urbanistica, così come avevamo concordato all'inizio. Il prosieguo della legge sull'informazione lo potremmo effettuare la prossima seduta di Consiglio, più probabilmente martedì, perché giovedì c'è il Presidente della Repubblica Napolitano.
Al pomeriggio abbiamo la seduta di Consiglio già convocata, per essendo la delega della Presidente Bresso ed essendoci la presenza del Presidente della Repubblica, non c'è la garanzia che la Presidente possa essere qui. Quindi, tendenzialmente - ma lo verificheremo domani nella Conferenza dei Capigruppo - potremmo procedere in questo modo: questo pomeriggio il dibattito generale; si ritorna al dibattito generale sulla legge urbanistica; giovedì pomeriggio, più probabilmente martedì prossimo concludiamo la legge sull'informazione e domani, alla riunione dei Capigruppo, si decide anche cosa fare giovedì pomeriggio.
Questi, a grandi linee, potrebbero essere i lavori dell'Aula.
Quindi, ulteriori interventi sul dibattito generale sulla legge sull'informazione; finito il dibattito generale in merito alla legge sull'informazione, ripassiamo a eventuali interventi in merito alla legge sull'urbanistica; chiudiamo i lavori intorno alle ore 18.45-19 (vediamo quanti interventi ci sono); domani i Capigruppo chiariranno quali argomenti trattare giovedì pomeriggio, in vista della probabile definizione della legge sull'informazione di martedì prossimo.
La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Questo intervento mi dà modo anche di ricordare, con il Presidente del Consiglio Placido, qualche tempo addietro. Quando eravamo tutti e due più giovani, avevo presentato un progetto denominato "Piemonte All News", nel 2003.



PRESIDENTE

Infatti, "PAN".



CASONI William

Piemonte All News.



PRESIDENTE

Collega, mi scusi, ma c'era qualcuno prima di lei che aveva esagerato come ricorderà!



CASONI William

Noto con piacere che nell'arco di questi cinque anni si è avuto modo di sviluppare e di ampliare questa tematica, per capire, come diceva bene la collega Pozzi, che c'è bisogno di passare dal "mondiale" al "locale".
Siamo nell'era del digitale terrestre, perlomeno per coloro che lo vedono. Ma questo è un altro tema a latere che faccio presente all'Aula approfittando della presenza della Presidente Bresso: sono ancora molte le persone che non vedono il digitale terrestre. Questo, quindi, è il primo passo da compiere: la Regione e il Governo, assieme, si attivino in tal senso, affinché le migliaia di cittadini che oggi in Piemonte non vedono il digitale terrestre, non siano costretti ad acquistare parabole satellitari per vedere la televisione, con costi non conformi a quello che dovrebbe essere. Questo, peraltro, avviene nelle zone più disagiate della nostra regione. È noto, infatti, che tali disguidi avvengono proprio laddove c'è già più difficoltà a vivere, ovvero in alta montagna o nelle vallate, zone dove magari si fatica ancora a ricevere il segnale GSM per i telefonini o che non hanno l'ADSL e quant'altro.
Questa potrebbe anche essere l'occasione per integrare, in questo testo, delle misure che vadano ad affrontare alcune difficoltà. Si sta discutendo di una legge che riguarda l'informazione, per cui il primo obiettivo della stessa dovrebbe essere quello di poterne fruire.
Pertanto, per poter fruire dell'informazione è innanzitutto essenziale vedere la televisione, che oggi è in forma gratuita - perlomeno il digitale terrestre - salvo gli acquisti con le card, che rappresentano, però, un qualcosa in più. Ci sono anche i cosiddetti "giornali gratuiti", la free press, che però, come è noto, non arriva in alta montagna e nemmeno nei capoluoghi di Provincia, ma si limita al centro di Torino.
Quando si parla di comunicazione è indispensabile, quindi, chiedersi chi ne può fruire. Tale questione, nel momento in cui erano state discusse queste leggi, non era così attuale come lo è oggi. Pertanto, oltre a stabilire quante risorse destinare a questa legge e in che modo utilizzarle, dovremo anche attivarci per garantirne la fruizione ai cittadini piemontesi.
Inoltre, dovremo fare in modo che questo provvedimento non sappia di "spot di fine legislatura"; questa non vuole essere una critica, ma un aspetto da stabilire assieme.
Come dicevo, ci sono diversi proposte di legge, avanzate da più parti politiche, che convergono su questa materia. Dobbiamo stare attenti quindi, che non si tentino di inserire tanti temi - questo è un passaggio importante - con una "piccola mancia", soprattutto a fine legislatura.
Serve un ragionamento forte, che parta da questa base, per affrontare il tema della comunicazione, della sua fruibilità, delle risorse necessarie per garantire l'informazione locale, di cui parlava la collega Pozzi sappiamo, infatti, che le televisioni e i giornali locali spesso si dibattono in difficoltà economiche non indifferenti anche in questa fase e della loro distribuzione, senza che diventi - come accusava sei o sette anni fa l'allora Consigliere Placido - uno strumento di propaganda della Giunta regionale. Ripeto le parole di allora...



PRESIDENTE

Quella era "TeleGhigo", per la precisione!



CASONI William

Questa potrebbe essere classificata come "Comunicazione-Bresso": non più solo televisione, ma anche internet! Io mi riferivo solo ad una televisione, qui, invece, si parla anche di internet!



PRESIDENTE

Collega, lo sa che la sinistra è avanti!



CASONI William

Infatti, lo dicevo anche all'inizio: avete ampliato il ragionamento che avevo fatto in passato.
Allora, ricordo che pensavo, per esempio, di destinare qualche milione di euro a quella semplice iniziativa, affinché diventasse uno strumento attraverso il quale, almeno a livello televisivo, dare un'informazione reale, un aiuto al territorio. È importante, quindi, dedicare attenzione alla materia: il settore si aspetta delle leggi che non rappresentino solo una "bandierina", collega Pozzi, cioè che non si limitino ad assegnare 1.000, 2.000 o 3.000 euro a pioggia ad una serie di soggetti o di situazioni. Perché non è con queste cifre che si risolve il problema dell'informazione locale e di internet.
A tal riguardo, comunico che quando si arriverà all'esame dell'articolato, noi presenteremo degli emendamenti che vadano in quella direzione. Se una legge "s'ha da fare" sulla comunicazione, la si faccia partendo da questi principi base: la sua fruizione, con che regolamento e aspetto non indifferente - con quali ricorse. Perché è un tema molto importante e non può essere relegato in tal senso. Non sarebbe utile, n per la maggioranza, né per la minoranza, che questa legge venisse accusata di non servire a nessuno, o di essere stata fatta ad uso e consumo di qualcuno, per fare qualche comunicato stampa da mandare ad una serie di soggetti, ma che di fatto non dia nessuno aiuto al settore che dovrebbe beneficiarne.
Siamo partiti tanti anni fa con una legge che fu bloccata; l'auspicio che rivolgo a conclusione del mio intervento è che questa legge possa invece, andare avanti. Siamo a fine legislatura, per cui se una legge di questo genere deve passare, che abbia almeno il consenso e la condivisione di tutti quei principi enunciati nei nostri interventi, a partire dai due elementi essenziali: fruizione delle notizie e risorse da destinare al settore. Sono i due capisaldi attorno ai quali si deve impostare una legge seria. Noi non permetteremo una "legge bandierina", questo è il concetto.
Mentre siamo favorevoli ad approvare una legge seria, anche a fine legislatura, che sia di reale aiuto al settore delle comunicazioni e dell'editoria. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Casoni.
Ha chiesto di intervenire la Presidente Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Molto brevemente - intervenendo in merito ad alcune considerazioni che sono state fatte - credo che questa sia una legge molto ambiziosa e, in quanto tale, potrà essere applicata pienamente nella prossima legislatura.
Non ci sono oggi grandi disponibilità, essendo a fine anno, quindi possiamo mettere risorse limitate, perché ormai gli impegni sono stati quasi tutti presi e non sarebbe possibile reperire risorse importanti oggi in un momento di crisi.
In secondo luogo, il prossimo sarà un anno elettorale, nel quale non sarà possibile impostare una programmazione di attività se non dopo le elezioni. Questa legge - lo ricordo - comporta una serie di passaggi importanti, ad esempio una nuova trattativa con il Governo sul servizio pubblico, perché - come sapete - la Costituzione definisce le telecomunicazioni materia concorrente. Va dunque definito che cosa significhi la concorrenza e, di conseguenza, quale debba essere il ruolo della Regione in questo campo, il che vuole anche dire assumere responsabilità organizzative e finanziarie.
La stesso discorso vale nel caso dell'emittenza locale, che - di nuovo ha sicuramente bisogno di un aiuto per superare queste fasi difficili, ma anche di organizzarsi meglio per poter pienamente sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, che sono due: certamente il digitale terrestre - il satellitare per qualcuno, anche se per le locali è piuttosto limitato - ma anche le televisioni via internet, il cui percorso sta rapidamente crescendo e diventando sempre più interessante.
Diciamo che ci si deve soprattutto preoccupare di accompagnare l'evoluzione del sistema, garantendo che anche l'informazione locale possa sfruttare lo sviluppo tecnologico e non resti al palo di fronte ai grandi monopoli non solo italiani, ma internazionali.
Questo ovviamente non ha nulla a che vedere con la campagna elettorale.
Ne abbiamo discusso con alcuni colleghi, i quali hanno lavorato alla legge e abbiamo predisposto un emendamento finalizzato anche a dare risposta a quello che adesso chiedeva il Consigliere Casoni. Nell'attuale formulazione sono previsti 500 mila euro di parte corrente per il 2009, non è previsto nulla per gli anni successivi. L'ipotesi è di prevedere (in conto investimento, in questo caso) un milione di euro nel 2010 e un milione di euro nel 2011, entrambi (quelli correnti del 2009 e quelli d'investimento del 2010 e del 2011) destinati prioritariamente a consentire e a facilitare la transizione al digitale terrestre da parte delle emittenti regionali nonché a garantire il servizio nelle aree marginali, che è uno dei problemi su cui si sta lavorando anche con le stesse emittenti regionali, proprio quelle che hanno più difficoltà ad operare il passaggio per arrivare in tutte le aree.
Queste due indicazioni, per la parte corrente e l'investimento che faciliti la transizione, evitano anche il sospetto di un uso di tipo elettorale, perché sono di tipo organizzativo: servono a consentire l'adattamento del sistema alle nuove tecnologie e non a finanziare attività o progetti di comunicazione. In sostanza, non si finanzierebbe nessuna "TeleBresso" o "Tele-centrosinistra" o quello che vuole lei.
Contemporaneamente, si dà garanzia sia alle emittenti regionali che ai cittadini di intervenire, sia pure con risorse limitate, su questa fase che non si è ancora compiutamente realizzata.
Ricordo che nel 2010 vi sarà il passaggio al digitale di tutto il resto del Piemonte, con problematiche per certi versi ancora maggiori, perché il nostro territorio presenta delle montagne - in Piemonte qualunque Provincia ha delle montagne o delle colline - quindi vi sono i problemi della gestione delle aree in cui è difficile il recepimento del segnale. Nel caso del Piemonte est, ci sarà anche il problema della competizione con le emittenti lombarde più potenti e quindi, a seconda di come verrà gestita questa transizione, si corre il rischio che le televisioni locali della parte est del Piemonte siano coperte dai segnali di quelle lombarde. Anche per questo motivo, credo che occorra destinare prioritariamente queste risorse per facilitare la transizione e poi, fatto il quadro delle possibilità e dei fabbisogni, si valuterà se magari in futuro sarà necessario trovare qualche altra risorsa.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Cotto, che interviene in qualità di Consigliera.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente. Grazie anche per aver anticipato che questa sera ci limiteremo alla discussione generale e non entreremo nel merito dei singoli articoli, così avremo ancora tempo per una riflessione più approfondita.
Io, insieme al mio Gruppo, sono tra i firmatari di una proposta di legge intitolata "Interventi a sostegno dell'informazione radio-televisiva locale", che è stata presentata nel 2006 e non nel 2009 (è stato capovolto il numero, può capitare). Lo rilevo per sottolineare come molte leggi siano state giacenti parecchi anni in Commissione.
Non facendo più parte della Commissione cultura (ho cambiato), non ho potuto seguire tutto l'iter. Condivido molto le riflessioni fatte in parte da Vignale e in parte da Casoni; non sto a ripetere se non il fatto che dobbiamo stare molto attenti a non creare illusioni che, da parte degli editori e da parte delle televisioni locali, provenga un sostegno che probabilmente arriverà non sappiamo quando. Approvata la legge, ci sarà un regolamento da fare, anche se la sua stesura sarà senz'altro più veloce rispetto a quello della tutela legale delle donne, che ci ha fatto aspettare un anno e non sappiamo ancora bene l'iter che ha seguito. Qui magari ci saranno più aspettative e quindi sarà più facile.
Mentre la Presidente parlava dei segnali e della priorità di questo emendamento, pensavo a tutti i comunicati che ho letto ultimamente in merito al protocollo con RAI3: oggi, si diceva ieri, in tutta la nostra Regione sarà possibile vedere RAI3. Peccato, però, che in gran parte della regione si continui a vedere RAI3, ma della Lombardia. Qualche cittadino di Asti diceva: "Abbiamo letto che avremmo visto RAI3. Adesso non possiamo più neanche vedere Telecupole!".
Noi in questa sede affermiamo dei principi, facciamo comunicati che poi non hanno riscontro con la realtà. Non so fino a che punto anche voi Consiglieri di maggioranza potete sopportare una situazione simile: è imbarazzante, antipatica.
Sono contenta che le minoranze non abbiano partecipato al voto in Commissione perché ci sono dei punti da chiarire in profondità. Mi riferisco, ad esempio, al Capo V, articolo 12, "(Portavoce)", e richiamerei un momento l'attenzione di chi la vorrà concedere.
Intanto non capisco perché in questa legge ci sia questo articolo, chi l'ha voluto inserire, se era già un articolo di qualche legge precedente presentata o se questo articolo è nato in Commissione.
Come dico, non ne faccio parte, non c'ero - certo, so che la Presidente c'era - però sono curiosa di capire la situazione in ordine alle spese di questi portavoce, che sappiamo essere previsti da una legge nazionale, ma erano già contemplati modestamente dalla Regione Piemonte, quando aveva stabilito un budget per il Presidente del Consiglio e per il Presidente della Giunta: all'interno i due Presidenti potevano avere il loro portavoce.
Leggendo questo articolo sembrerebbe che questi due portavoce si aggiungano, come spesa, a quella del budget, altrimenti bisognerebbe ridurre il budget, se vogliamo arrivare allo stesso risultato.
Allora, anche qui, non illudiamo le emittenti e gli editori dicendo che "diamo soldi a sostegno di", magari non illudiamo altri giornalisti che possono avere l'incarico di portavoce. Leggo il relativo contratto a tempo determinato di diritto privato: "Il trattamento economico lordo non pu essere superiore a quello spettante ai dirigenti regionali"; sul sito internet, alla voce "trasparenza", vediamo che un dirigente costa all'Amministrazione 105 mila euro all'anno, per due fa 210 mila.
Il finanziamento di questa legge - sappiamo benissimo che non finanzia i portavoce - è di 500 mila euro, però, se spiegassi alla massaia del mio paese che facciamo una legge per sostenere la comunicazione, l'editoria e le emittenti private, stanziando 500 mila euro, poi, però, ne spendiamo 200 mila aggiuntivi...



(Commenti in aula)



COTTO Mariangela

Se non è così, ritiro.



(Commenti in aula)



COTTO Mariangela

Comunque vale per il prossimo anno. Infatti, mi aspettavo che l'emendamento non parlasse più di 500 mila euro per il 2009, ma, come sempre succede, fosse in riduzione. Anche perché, se noi approviamo questa legge ad ottobre, a novembre, probabilmente, non si riescono neanche più ad impegnare, perché senz'altro non avremo il regolamento, a meno che non sia già pronto.
Ogni momento - abbiamo anche assistito, alle ore 12.30, all'appello lanciato dalle "Imprese che resistono" - leggiamo sui giornali di crisi aziendali e di cittadini in difficoltà. Allora, mi rivolgo a tutti voi così, con molta serietà, senza voler fare del qualunquismo: diciamo sempre che vogliamo ridurre le spese e, poi, ci troviamo di fronte, forse, ad un aumento di queste spese.
Se noi leggiamo l'articolo così com'è scritto non vediamo alcun riferimento alle leggi. Come mai manca un riferimento alle leggi? In genere, tutti gli articoli che prevedono qualcosa di aggiuntivo o sostitutivo contengono un tale riferimento; quindi, in questo caso potevano fare riferimento alla legge n. 150 o alla nostra legge regionale.
Credo, però, che questo argomento - non voglio una risposta, intanto andremo avanti a discuterne giovedì - debba essere approfondito e probabilmente, stralciato da questo contesto, perché, se è una legge per interventi a sostegno dell'informazione e della comunicazione istituzionale via radio, televisione, cinema e informatica, dovrebbe essere un sostegno a loro. Se deve essere un sostegno alla nostra organizzazione, abbiamo tante leggi da modificare, integrare e rivedere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cotto.
Non essendoci altri interventi, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Sono stati presentati, a prima firma della Presidente Bresso, gli emendamenti n. 11 e n. 12; inoltre, c'è un subemendamento presentato dal collega Vignale sulla parte "Contributi e norma finanziaria".
Per un problema tecnico - questi due emendamenti intervengono in incremento su quanto indicato nel disegno di legge - occorre un passaggio in I Commissione, che, è stata convocata per domani mattina. Nel prosieguo della discussione si deciderà se approvarli o meno, però, per fare sì che vengano discussi e votati c'è la necessità di esaminarli in I Commissione ai sensi dell'articolo 80 del Regolamento, può verificare. È vero che con la testa è già al prossimo Regolamento, ma stiamo ancora lavorando con quello attuale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente.
Mi richiamo a quanto lei aveva ipotizzato sull'ordine dei lavori, prima della discussione generale su questa legge, cioè alla ripresa del dibattito generale sulla nuova legge urbanistica. Gentilmente, presento una richiesta, perché, da quanto vedo, molti dei colleghi, sapendo che non avrebbero dovuto votare, si sono già assentati. Tenuto conto che giovedì come da lei anticipato, non è possibile dibattere in ordine a questa legge sull'informazione, perché la Presidente non può essere presente, credo sarebbe ideale proseguire il dibattito a platea completa, con un minimo di attenzione, giovedì pomeriggio in Aula consiliare.
Davvero ritengo che su questa legge occorra l'attenzione di tutti i Consiglieri, ci sono molte cose da dire e non mi sembra né utile n corretto che alcuni relatori intervengano con la presenza di 45-50 Consiglieri e altri con una presenza di 20-25 Consiglieri.
Chiedo che il proseguimento del dibattito generale sulla legge urbanistica non si svolga ora, ma venga posticipato a giovedì pomeriggio salvo che domani la Conferenza dei Capigruppo non decida altrimenti.
Comunque, domani, mi farò parte diligente alla riunione dei Capigruppo per intervenire e chiedere che il dibattito venga prorogato a giovedì. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie dell'intervento.
Sono le ore 18.40. Avevamo concordato questo, seppure inusuale percorso, che è servito a incardinare il dibattito generale su una legge importante, che è attesa non solo dagli operatori del settore, ma, vista la trasformazione tecnologica, anche da mol tissimi cittadini piemontesi.
Gli accordi prevedevano di tornare al dibattito generale sulla legge urbanistica. Pertanto, se l'Aula non dà un cenno in senso contrario, la Presidenza non può che tornare a quanto concordato precedentemente. Ricordo che sono prenotati per intervenire i colleghi Manolino, Bossuto e Vignale.
L'altra soluzione prevede di chiudere i lavori a questo punto considerando concluso il dibattito generale sulla legge a sostegno dell'informazione e non concluso il dibattito generale sull'urbanistica rinviando a domani nella Conferenza dei Capigruppo la definizione del percorso sulla legge a sostegno dell'informazione, che mi sembra abbastanza condiviso e chiaro. Domani c'è questo passaggio tecnico in I Commissione sulla parte economica e martedì prossimo dovremo concludere il dibattito sulla legge. Domani pomeriggio dovremo definire il percorso della legge urbanistica e, in mancanza di una condivisione su tale legge, decidere quali leggi trattare giovedì pomeriggio, essendo già stata ufficialmente convocata la seduta consiliare.
Ricordo che i lavori consiliari avranno luogo solo al pomeriggio perché al mattino, sarà presente a Torino - occasione sempre straordinaria il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che parteciperà alle celebrazioni per l'anniversario della nascita di Norberto Bobbio.
Mi sembra ci sia condivisione, a questo punto possiamo chiudere i lavori consiliari.
Ricordo che la Conferenza dei Capigruppo si svolgerà domani alle ore 14.30 in Sala Morando.
Grazie a tutti e buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.39)



< torna indietro