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Dettaglio seduta n.498 del 06/10/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


COTTO MARIANGELA



(Alle ore 10.00 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PLACIDO ROBERTO



(La seduta ha inizio alle ore 10.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Gariglio, Spinosa, Bellion Buquicchio, Robotti, Auddino, Rabino, Chieppa e Manolino.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Variazione Presidenza


PRESIDENTE

Comunico che in data 1° ottobre 2009 il Consigliere Gianfranco Novero è stato eletto Presidente della Giunta per le elezioni, l'ineleggibilità l'incompatibilità e l'insindacabilità, in sostituzione del Consigliere Claudio Dutto. Al collega Novero vanno gli auguri di buon lavoro.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", il giorno 29 settembre 2009 sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 22 settembre 2009.
Se non vi sono osservazioni, s'intendono approvati.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Toselli ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Non ho nessun problema, Presidente, vado al bar e prendo la mia dose giornaliera d'acqua, però mi pare che proprio tutta l'Aula ne sia sfornita.
Noi tre abbiamo notato che non abbiamo l'acqua. Nulla di grave, ma siccome so che generalmente si ravvisa la...



PRESIDENTE

Collega Toselli, "dare da bere agli assettati" è un dovere cristiano: manca solo che non lo faccia il Consiglio regionale.
Si provvederà immediatamente. Mi scuso per il problema e possibilmente non accadrà più, almeno fino alla fine della legislatura.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interpellanza n. 2735 del Consigliere Chieppa, inerente a "Ampliamento clinica S. Anna di Casale Monferrato" (risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 2458 del Consigliere Chieppa, inerente a "Quali prospettive per i lavoratori della Cebi S.p.A." (risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 2641 dei Consiglieri Bossuto, Dalmasso, Chieppa, Larizza e Cavallaro, inerente a "Delocalizzazione dell'azienda Olimpias-Benetton di Piobesi (To)" (risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 2688 dei Consiglieri Chieppa, Dalmasso, Comella Cavallaro, Bossuto, Moriconi e Barassi inerente a "Grave crisi occupazionale alla Opacmare di Rivalta (To)" (risposta scritta)

Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 2850 dei Consiglieri Turigliatto e Moriconi, inerente a "Gruppo ILMAS S.p.A., azienda OSU. Situazione pre fallimentare del gruppo industriale e gravi insidie per i lavoratori" (risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 2858 del Consigliere Pace, inerente a "Situazione della Arancio S.p.A. di Settimo" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", comunico che viene data risposta scritta all'interpellanza n. 2735, alle interrogazioni n. 2458 e n. 2641, all'interpellanza n. 2688 e alle interrogazioni n. 2850 e n. 2858.
Il Consigliere Bossuto ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Una battuta di fine legislatura, Presidente: va bene la risposta scritta, se questo può velocizzare i lavori del Consiglio, ma in futuro anche un SMS a noi va bene, se ciò può abbreviare i tempi di risposta.



PRESIDENTE

Va bene, collega.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Interpellanza n. 2837 del Consigliere Caramella, inerente a "Servizi di vigilanza e soccorso sul lago Maggiore"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 2837, presentata dal Consigliere Caramella.
Risponde l'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Molto brevemente. Stiamo valutando l'opportunità di un'estensione del servizio a tutto l'arco dell'anno. Si tratta di un servizio che oggi, al suo secondo anno di svolgimento, viene gestito dalla Guardia costiera di Genova (così come capita sul Lago di Garda con la Guardia Costiera di Venezia). Siamo ancora in una fase che potremmo definire "sperimentale".
Abbiamo determinato l'estensione fino all'8 ottobre, rispetto al primo periodo pattuito, quindi la prospettiva è di rendere stabile questo servizio. Naturalmente, dovendolo gestire in accordo con la Guardia Costiera, si tratta di determinare la possibilità, da parte loro, di avere la dotazione di uomini e strutture che probabilmente ad oggi non è integralmente disponibile per 12 mesi l'anno sul Lago Maggiore.
chiaro che la nostra disponibilità a stabilizzare può servire anche a risolvere i loro problemi organizzativi e andare in quella direzione. Io prevedo che questo tipo di estensione, se ci sono le condizioni, possa diventare operativa già nel 2010.
Un'altra cosa che vorrei fare è stabilizzare il rapporto che ci lega alla Guardia Costiera nell'effettuare questo lavoro, perché, procedendo di anno in anno, è più difficile programmare un'estensione su 12 mesi.
L'indicazione e il suggerimento contenuti nell'interrogazione li trovo non solo condivisibili, ma opportuni ed in sintonia con quello che cercheremo di fare.
Ripeto: siamo al secondo anno di esperienza e stiamo progressivamente estendendo l'obiettivo del 2010 su tutti i mesi dell'anno. Ovviamente anche l'organizzazione del sistema di soccorso potrà tenere conto, esteso su 12 mesi l'anno, dei mesi in cui la presenza è più densa, e quindi richiede un presidio di unità operative più articolato, e di quelli in cui magari è sufficiente un presidio più ridotto, perché nella stagione invernale l'attività sul lago si contrae significativamente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Borioli.
La parola al Consigliere Caramella.



CARAMELLA Luca Giuseppe

Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore; la risposta mi convince e spero davvero che ci sia quest'impegno, perché si tratta di un'attività molto importante per il nostro lago, che rappresenta una risorsa per l'economia turistica.
Occorre considerare che durante l'estate c'è un incremento dell'utilizzo del lago come luogo per attività sportive, ludiche e ricreative, però anche in inverno è molto frequentato, non soltanto dai turisti che amano la navigazione invernale - magari maggiormente nel fine settimana - ma anche per svolgere allenamenti di vario tipo, che durante l'inverno possono essere esercitati con maggiore attenzione da parte delle associazioni, perché c'è una minore presenza di turisti.
Questo comporta una necessità di controllo e verifica, da parte delle autorità competenti, sul comportamento che si tiene sul lago, ma anche la possibilità di avere sempre a disposizione dei mezzi di soccorso attivi. Lo scorso inverno, purtroppo, si sono verificati alcuni incidenti; il soccorso è arrivato, però con i tempi che ovviamente occorrono sul lago, che è sprovvisto, in questo momento, di un presidio costante e puntuale.
Se vogliamo davvero credere che il Lago Maggiore, il Lago d'Orta e gli altri laghi possano diventare un motore economico e una risorsa, comunque ricettiva per tutto il comparto turistico, occorre dotare questi siti e questi luoghi delle opportune strutture di cui necessitano per una buona fruizione.
Ringrazio l'Assessore e chiedo che si possa arrivare ad un accordo pluriennale con la Guardia Costiera, che metterebbe i propri uomini e le proprie strutture nella condizione di programmare nel tempo la loro attività in una zona che non è molto vicina, quindi comporta loro un costo e uno spiegamento di mezzi e forze che ovviamente va pianificato.
Attendiamo il 2010 con fiducia. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Caramella.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2851 dei Consiglieri Bossuto e Moriconi, inerente a "Uso in deroga del prodotto Contest (a base di cipermetrina) per combattere il punteruolo acquatico del riso (lissorhoptrus oryzophilus)"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 2851, dei Consiglieri Bossuto e Moriconi.
La parola all'Assessore Taricco, per la risposta.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente. L'interrogazione dei Consiglieri Moriconi e Bossuto chiede se, quanto descritto nella stessa, relativamente al fatto che sia stato autorizzato in Piemonte e Lombardia l'utilizzo del prodotto Contest per quanto concerne la lotta a questo coleottero nelle produzioni risicole corrisponde a verità. In caso di conferma, quali misure alternative si possono utilizzare nella lotta a questo insetto, data la pericolosità del prodotto in oggetto.
Con riferimento a quest'interrogazione, si comunica che la sostanza attiva "Alfacipermetrina", venduta commercialmente con il nome "Contest", è stata registrata nel 2004 per la lotta agli afidi e ormai da cinque anni viene utilizzata nelle risaie per la lotta a questo coleottero.
L'estensione di impiego prevista dal 2009 dal Settore Fitosanitario della Regione Piemonte e dall'Ente Nazionale Risi, riguarda un prodotto che veniva già utilizzato in risaia per la lotta ad altri parassiti, quindi non si tratta, come è stato sostenuto da una serie di interventi su diversi organi di stampa, di una nuova sostanza introdotta in Italia senza la dovuta sperimentazione e valutazione.
Per quanto riguarda il rischio per gli organismi acquatici, precisiamo che, tra i prodotti comunemente utilizzati in risaia, ben 34 di questi recano la stessa citazione sull'etichetta, quindi è una citazione che probabilmente viene inserita per maggiore cautela, ma che è contenuta nei prodotti utilizzati per la lotta in risaia.
La registrazione dei prodotti fitosanitari è rilasciata dal Ministero della Salute dopo una valutazione dei possibili rischi per l'uomo e l'ambiente. Questo prodotto è stato utilizzato in risaia, quindi si deve desumere che, in base alle valutazioni del Ministero, sia stato ritenuto sufficientemente sicuro per gli organismi acquatici.
chiaro che l'uso deve essere "gestito" con intelligenza e,a tale proposito, si fa presente che il Settore Fitosanitario regionale ha autorizzato una deroga alle norme del Piano di Sviluppo Rurale per consentire l'utilizzo di questo prodotto nella lotta al punteruolo esclusivamente per la fascia perimetrale delle risaie infestate delle Province di Novara, Vercelli e Alessandria, e limitatamente ad un'estensione non superiore al 50% della superficie investita a riso.
Tale disposizione deve essere utilizzata per una maggiore sicurezza e garanzia.
In conclusione, abbiamo utilizzato questa sostanza perché c'era un'autorizzazione del Ministero del Lavoro e della Salute. È chiaro che, se dovessero arrivare indicazioni diverse che portino a dover riconsiderare questo tipo di soluzione, ovviamente queste sarebbero prese in considerazione.
Allo stato dell'arte, stante la necessità sul campo e stanti le valutazioni fatte dal Ministero della Salute, si è ritenuto, come richiesto, di concedere questa deroga, ripeto, in modo più limitato di quanto autorizzato dal Ministero della Salute, e quindi cercando di compendiare le esigenze di lotta a questo pericoloso parassita e la massima tutela dell'ambiente, riducendo le autorizzazioni che il Ministero stesso ci aveva concesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi per una breve replica.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Non so se sarò breve.
Dovrei definirmi perplesso, Assessore, dalle sue dichiarazioni.
Intanto, perché si era fatta l'interrogazione? L'interrogazione era stata sollecitata da movimenti ambientalisti attivi sul territorio, perch sarebbe necessario che il Ministero della Salute si "accordasse" con i produttori, poiché sulle specifiche e sulle stesse confezioni del principio utilizzato c'è scritto che il prodotto è un veleno totale, se utilizzato nell'acqua. Diciamo che, se il Ministero della Salute, anziché fare solo controlli o esami cartacei delle autorizzazioni che rilascia, provasse a verificare anche gli effetti delle scelte che compie, magari vedrebbe come ci riferiscono - quanti animali, dopo l'utilizzo di questa sostanza sono morti.
L'altro punto che mi lascia perplesso è il fatto che la stessa Regione Piemonte ha sollecitato un uso a una fascia perimetrale. Allora, la formula usata lascerebbe supporre che anche in chi ha autorizzato vi era la coscienza e la conoscenza del fatto che il prodotto, disciolto in acqua diventa un pericoloso veleno oppure, al contrario, che comunque si pensava che, utilizzandolo nella fascia perimetrale, la sua diluizione nell'acqua poteva ritenersi limitata ad una superficie ridotta e quindi indurre meno danni alla flora e alla fauna che da questo veleno totale potrebbero essere attaccati.
Io credo che, coerentemente con quanto ha detto l'Assessore al momento di concludere la risposta all'interrogazione, la Regione potrebbe istituire una raccolta dati relativamente a quanto è successo quest'anno in seguito all'utilizzo del prodotto in questione, per arrivare prima del prossimo anno ad una valutazione oggettiva se sia utile o no, se la causa-effetto sia ancora tale da giustificare l'utilizzo di questo veleno oppure arrivare ad altre forme di risposta.
Voglio dire che dovremmo anche incominciare a fare dei conti davvero rispettando l'ambiente e, senza punire i coltivatori di riso, magari sarebbe meglio rifondere i danni provocati dal punteruolo del riso e cercare forme di lotta diverse, meno invadenti e impattanti sull'ambiente se davvero ci saranno state delle conseguenze gravi per l'ambiente, come noi temiamo. Anche perché rispettare l'ambiente credo che sia non solo promuovere delle azioni di tipo ideale, ma anche fare le scelte opportune valutandone i pro e i contro.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta, da parte del Consigliere Leo, relativamente alla richiesta di sospendere i lavori del Consiglio alle ore 15.30 per consentire ai Consiglieri interessati di assistere alla lectio magistralis di Rita Levi Montalcini presso il Teatro Carignano dal titolo "A 100 anni la vita mi emoziona"


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente. Desidero porre una questione alla Presidenza, che so sensibile, all'intera Assemblea e ai Capigruppo in particolare.
Oggi pomeriggio, alle ore 16, si terrà la lectio magistralis di Rita Levi Montalcini. Come Consiglieri co-organizzatori e come Consiglio regionale, siamo stati invitati e siamo stati anche sollecitati da vari ambienti a partecipare.
Personalmente ho una stima immensa, ma penso che sia diffusissima, di un premio Nobel donna così importante e significativo. Credo che sarebbe una grande perdita per noi non poter partecipare e una grande scortesia non permettere che i Consiglieri vadano a Palazzo Carignano.
Quindi, porrei questa questione: che il Consiglio regionale si sospenda oppure che si vada avanti fino alle 15.30; quest'ultima potrebbe essere una soluzione. Ad ogni modo, si scelga quello che si vuole, ma permetteteci di andare.


Argomento: Rapporti Regioni - Enti pubblici nazionali

Ordine del giorno n. 1287 dei Consiglieri Cotto, Toselli e Cavallera inerente a "Solidarietà al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Ho testé presentato un ordine del giorno a difesa di un altro personaggio. In Italia ne abbiamo pochi personaggi di grande valore: uno è la Montalcini, l'altro è Napolitano.
Ho presentato un ordine del giorno a tutela, in difesa, in apprezzamento del Presidente Napolitano, che il solito prepotente arrogante e maleducato Di Pietro ha insolentito un'ulteriore volta.
Io chiedo, Presidente Placido, che questo ordine del giorno venga iscritto, se l'Aula concorda, e si discuta appena si può.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g.
L'Assemblea, all'unanimità, acconsente all'iscrizione


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta, da parte del Consigliere Cattaneo e della Consigliera Pozzi, relativamente alla richiesta di sospendere i lavori del Consiglio alle ore 15.30 per consentire ai Consiglieri interessati di assistere alla lectio magistralis di Rita Levi Montalcini presso il Teatro Carignano dal titolo "A 100 anni la vita mi emoziona"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Paolo

Grazie, Presidente. Ho chiesto la parola per condividere l'intervento del collega Leo.
Nella scorsa seduta, avevo chiesto alla Presidenza quali erano le intenzioni per la giornata di oggi; poi ho appreso che, nella Conferenza dei Capigruppo, si era stabilito di fare ugualmente il Consiglio nel pomeriggio. Tuttavia faccio presente che alcuni Consiglieri, tra i quali il sottoscritto, desidererebbero ardentemente partecipare alla lectio magistralis della professoressa Levi Montalcini.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie, Presidente. Anch'io, come il collega Cattaneo, volevo associarmi alla richiesta che ha fatto il collega Leo: è un'occasione estremamente importante.
Purtroppo, nel nostro Paese abbiamo l'abitudine di commemorare e celebrare i morti. Io preferisco partecipare ad una lectio magistralis di un premio Nobel vivo, partecipare ai festeggiamenti per questa grande personalità che ha dato tanto al nostro Paese e al mondo. Pertanto anch'io mi "auto-denuncio": oggi pomeriggio non sarò presente perché intendo partecipare a questa cerimonia.



PRESIDENTE

Relativamente a questo problema, sollevato da diversi colleghi, se la cosa è condivisa, potremmo, se l'Aula acconsente, fare una seduta unica fino alle ore 15, per permettere a chi lo ritiene - penso saranno molti i colleghi - di partecipare a questo grande evento: la lectio magistralis del Premio Nobel Rita Levi Montalcini.
Mi sembra ci sia condivisione. Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1037 dei Consiglieri Vignale, Casoni, Boniperti, Botta e Ghiglia, inerente a "Unità spinale al CTO"

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 1419 del Consigliere Burzi inerente a "Ritardi nella realizzazione del progetto della nuova Unità Spinale" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1037, presentata dai Consiglieri Vignale, Casoni, Boniperti, Botta e Ghiglia.
Risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

I quesiti erano i seguenti.
Motivi che hanno causato il continuo slittamento nei tempi dell'apertura.
Cronologia.
10 e 22 settembre 2003: Conferenza dei Servizi convocata dalla Direzione Regionale Trasporti.
Autorizzazione a costruire con subordinazione a rispettare prescrizioni e raccomandazioni di ordine igienico-sanitario, antincendio, permessi comunali di costruzione.
Nel progetto definitivo approvato dalla Conferenza dei Servizi erano individuati dislivelli tra i due corpi di fabbrica (CTO e Unità Spinale Unipolare). Il Concessionario ha poi elaborato il progetto esecutivo approvato nell'ottobre 2003 e validato dalla direzione aziendale il 15 luglio 2004.
Il 13 ottobre 2003 venivano iniziati i lavori con termine previsto 13 agosto 2005 (670 giorni contrattuali).
Il 15 dicembre 2004 avveniva il crollo di una parte della soletta, che causava il sequestro totale del cantiere. Questo veniva parzialmente dissequestrato nel febbraio 2005 con ripresa lavori nella parte dissequestrata. Il dissequestro totale avveniva nell'aprile 2005.
Il 4 marzo 2005 veniva approvata la prima variante lavori "antisismica" (problematica di cui in precedenza non si era tenuto conto), concedendo una proroga di 60 giorni (fino al 12 ottobre 2005).
Il 5 aprile 2005 veniva approvata la seconda variante lavori (miglioramento della zona idroterapica e ottimizzazione dell'isolamento idrogeologico), concedendo una proroga di 22 giorni (3 novembre 2005 nuova scadenza).
Il 10 novembre 2005 veniva concessa una proroga di 70 giorni (fino al 12 gennaio 2006), per sopravvenute problematiche tecnico-costruttive. Una successiva istanza di proroga, inoltrata in data 11 gennaio 2006, non veniva accolta e, essendo i lavori non conclusi, veniva contestata una penalità di 25.000 euro il giorno per ritardata ultimazione.
Il 31 gennaio 2006 veniva inaugurata la struttura con visita ai piani terra, primo e secondo. A quella data (verbale d'accertamento Direzione Lavori del 9 febbraio 2006) non erano ancora terminati: piani interrato terra, primo e secondo (lavori di finitura); piani terzo, quarto e quinto (pavimentazioni, controsoffitti, infissi, tinteggiatura, impianto elettrico e climatizzazione, posa apparecchi sanitari; passerella, coperture, area esterna, linea vapore e gas medicali, fornitura ed installazione arredi e attrezzature).
Dal 10 febbraio al 6 marzo 2006 venivano interrotti i lavori per il "Periodo olimpico".
Il 18 aprile 2006, nel corso di un incontro tecnico tra Direzione Generale e Direzione Lavori, Concessionaria e Collaudatore, si evidenzia la mancanza di linee elettriche e trasformatori d'isolamento per posti letto al quarto piano, finiture passerella, sdoppiamento della rampa di raccordo tra passerella e sbarco ascensori, prefabbricato per tecnici di sala operatoria, percorso per vapore e gas medicali. Si ipotizza essere necessari 60 giorni per gli adempimenti di competenza. Durante l'incontro il Direttore Generale invita alla risoluzione veloce del problema inerente agli ampliamenti volumetrici, ancora da autorizzarsi da parte degli enti preposti.
Sintesi a fine aprile 2006. Consistenti ritardi nel programma di effettuazione delle opere rispetto ai tempi preventivati, dovuti ad alcune carenze progettuali (pendenza passerella, opere antisismiche), incidenti e sequestri (crollo soletta), sospensioni (periodo olimpico), ritardi amministrativi per autorizzazioni di altri enti. Ritardi accumulati: 8 mesi; ulteriori ritardi ipotizzabili: due mesi. Totale: mesi 10.
Dal 1 maggio 2006 ad oggi. Da un rapporto circa lo stato dei lavori richiesto dalla nuova Direzione Generale insediatasi, alla data del 2 maggio emerge quanto segue.
Presenza di passerella non terminata con pendenza massima del 2,5 tale da non costituire una barriera architettonica importante per pazienti in carrozzina (secondo quanto previsto dal Decreto Ministeriale 236/1989) ma con potenziali problemi nella movimentazione di alcuni tipi di letto.
Esistenza di una pendenza di raccordo dell'8% tra passerella e sbarco ascensori dell'Unità Spinale Unipolare tale da costruire impedimento per le attività sanitarie. A questo proposito, dalla lettura della relazione sanitaria, approvata nel contesto del progetto preliminare con deliberazione risalente al 29 ottobre 2002, nulla si evinceva sulle caratteristiche funzionali necessarie a garantire idonei collegamenti tra le due strutture (CTO e USU).
Mancato completamento e impermeabilizzazione del tetto.
Permanere nella mancata realizzazione delle opere elencate al precedente punto 9), cioè quello che evidenziava le mancanze che ho test letto.
Ritardi di esecuzione di opere di minore impatto ma importanti, come la bonifica delle perdite d'acqua, i serramenti non posizionati, i ritardi nell'impianto di climatizzazione.
Il 26 giugno 2006, al fine di diminuire l'impatto del problema della pendenza dell'8%, l'Azienda presentava al Comune di Torino la DIA alternativa a permesso della variante protocollata n. 2003/1/11869, al fine di realizzare un montalettighe e due rampe di servizio della pendenza ciascuna del 4% per facilitare il superamento del forte dislivello esistente.
Nel periodo luglio-novembre 2006, la Concessionaria Torino Sanità S.p.A. procedeva a terminare le opere di cui ai precedenti punti e il 27 novembre 2006 veniva certificata dal Direttore Lavori la fine dei lavori.
Il 20 dicembre 2006 veniva emesso il verbale di collaudo tecnico in corso d'opera con prescrizioni condizionanti la presa in consegna della struttura e il rilascio del certificato di collaudo tecnico-amministrativo finale.
Nella stessa data (20 dicembre 2006), l'Ufficio Tecnico Lavori Pubblici della Città di Torino, Settore Edilizia Privata, trasmetteva alla Soprintendenza Regionale dei beni architettonici il progetto per la conservazione della passerella di collegamento in difformità dell'autorizzazione originaria - difformità realizzatasi durante il periodo di costruzione 2003-2005, con la richiesta di parere di competenza.
Il 20 febbraio 2007 veniva rilasciato, da parte del Ministero per i Beni e le Attività culturali, Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio del Piemonte, il parere favorevole circa l'accertamento in sanatoria di compatibilità paesaggistica, unitamente alla comminazione di una sanzione amministrativa, a carico della società concessionaria, di circa euro 8.300.
L'8 marzo 2007, la Società Concessionaria darà comunicazione verbale circa la chiusura della pratica comunale e l'avvenuta presentazione di istanza per ottenimento di agibilità da parte della ASL 1 del Comune di Torino.
Nel periodo febbraio-marzo 2007, in attesa di tutte le autorizzazioni finali dei vari enti preposti, si è proceduto ad una verifica globale delle necessità strutturali e logistiche necessarie per un'idonea funzionalità della struttura al momento dell'apertura. Questa operazione si è resa necessaria in quanto la Relazione Sanitaria risulta di carattere generale (parliamo della Relazione Sanitaria legata al progetto preliminare) e non entra in alcun modo nello specifico delle caratteristiche di una struttura sanitaria destinata a operare come Unità Spinale e quindi a rispondere alle esigenze di pazienti seriamente non autosufficienti.
Quanto sopra testimonia che a suo tempo avvenne (parliamo sempre dell'avvio del procedimento, cioè del 2003) uno scarso coinvolgimento dei professionisti sanitari nella progettazione. Di conseguenza, il progetto esecutivo è risultato carente di una serie di fattori. A scopo esemplificativo: l'accessibilità di pulsantiere, maniglie, punti di riscossione danaro; progetto assente di segnaletica interna; trasporto di pazienti allettati da e per il corpo principale del CTO; radiodiagnostica di routine per diminuire la necessità di trasporto dei pazienti; numero di parcheggi dedicati ai portatori di handicap; collocazione e capienza spogliatoi del personale; sicurezza dei percorsi da e per il garage dato in concessione; sicurezza dell'edificio in orario notturno.
Riguardo agli ultimi due punti, in un incontro avvenuto nel mese di marzo tra l'Azienda Concessionaria e Società Parcheggi Italia S.p.A. in merito alla sicurezza della struttura in funzione dell'apertura al pubblico dei parcheggi, si è concordata una soluzione tecnica tra le parti.
Sintesi a fine aprile 2007.
Ulteriori ritardi dovuti al completamento della passerella con problemi tecnici ed amministrativi derivanti dalla non corretta progettazione ed esecuzione dell'opera; non adeguata attuazione di cronoprogramma da parte della società concessionaria; eccessiva lunghezza degli iter amministrativi di sanatoria e autorizzativi.
L'attività presso l'Unità Spinale Unipolare è iniziata 19 luglio 2007 al termine del trasferimento dei pazienti e del personale dal precedente presidio CRF.
Altro quesito: costi di gestione e risorse impiegate per la realizzazione dei lavori. Da determinazione del 30 settembre 2003 l'importo del finanziamento è 28.329.159,38, così suddivisi: 1.550.000,00 euro con fondi per libera professione, di cui alla legge 254/2000; 10 milioni con fondi di cui alla legge 285/2000 per opere connesse ai Giochi olimpici; 16.779.159,38 a carico dell'Azienda mediante l'istituto della concessione.
Altri importi a carico dell'Azienda per varianti in corso d'opera (montacarichi, passerella, creazione sala radiologia, migliorie per l'impiego di servizi da parte di disabili, segnaletica, ecc.) euro 500.000.
Altra domanda: costi di gestione risorse impiegate per l'attivazione del nuovo Servizio. Per quanto riguarda le risorse umane messe a disposizione la DGR n. 76/4805 del 4 dicembre 2006, nell'approvare l'avvio dell'Unità Spinale Unipolare con una prima attivazione di 62 posti letto comprendenti 33 posti letto attivati allora presso il presidio CRF autorizzava l'aumento della pianta organica e autorizzava l'assunzione del nuovo personale necessario (con un costo aggiuntivo stimato di euro 2.200.000,00).
Per medici, sei; per terapisti della riabilitazione, 13; per caposala uno; per infermieri professionali, 20; per OSS, 16.
Le procedure per reclutamento del personale sono state iniziate nel febbraio del 2007.
Per quanto riguarda i costi di gestione, sono stati determinati, nel contesto della concessione di costruzione e di gestione unita ad un appalto di servizi in globale service, applicato l'intera azienda ospedaliera e non unicamente all'USU, per la durata di trent'anni.
Costo del canone/anno dell'edificio apprezzato euro 1.266.281 più IVA.
Costo servizi in concessione/anno.
Manutenzione impianti: 1.369.989 euro più IVA.
Servizio di ristorazione: euro 1.799.820 più IVA.
Pulizia e raccolta rifiuti: euro 2.825.477 più IVA.
Smaltimento rifiuti: euro 660.326 più IVA.
Lavaggio biancheria: euro 698.354 più IVA.
Gestione calore: euro 366.327 più IVA.
Ingegneria clinica: euro 1.141.254 più IVA.
L'ultima domanda è se non siano ravvisabili politiche e amministrative alla base della mancata apertura. Direi che le responsabilità politiche e amministrative sono in capo al percorso che evidentemente avrà coinvolto all'epoca decisori politici e direzioni generali che utilizzarono un'operazione di finanziamento a lungo termine evidentemente risultata inadeguata all'opera da predisporre.
Su altri elementi non intervengo rispettando il consueto principio della distinzione tra procedure di accertamento in sede di giuridica e procedura amministrativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Chiediamo copia della risposta scritta, che è assolutamente tecnica rispetto ad alcune delle domande poste; molto puntuale, ma non vi sono valutazioni di carattere politico, salvo quella relativa all'ultima domanda.
L'unico aspetto interessante sarebbe avere informazioni circa il funzionamento attuale dell'Unità Spinale sia relativamente ai 62 posti letto dell'Unità Spinale, sia quanto relativamente ai 12 posti letti dei day hospital, quindi con un aumento di otto posti rispetto ai quattro esistenti che, da un punto di vista dell'interesse dei servizi, è quanto segnalo come importante.
Ricordo ai colleghi (anche per una discussione di alcuni giorni fa in sede di IV Commissione) che, come si può leggere da un passo della risposta dell'Assessore, in questa regione - lo comunico - è possibile ampliare l'offerta di servizi, assumendo personale.
Io poi prenderò parte della risposta che l'Assessore gentilmente ci fornirà, la fornirò ad alcuni colleghi che, invece, segnalavano l'impossibilità di investire sul personale medico, infermieristico, tecnico e di supporto, perché almeno l'interrogazione è servita ad avere dati puntuali, ma anche a fugare ogni dubbio: ovviamente non c'è bisogno di una risposta all'interrogazione, ma così abbiamo un dato concreto che proviene dall'Assessorato alla sanità rispetto alla possibilità di potenziamento di servizi esistenti.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Vignale.
Assessore Artesio, con la risposta all'interrogazione n. 1037, inerente a "Unità spinale al CTO", ritiene esaurita anche l'interpellanza n. 1419 presentata dal Consigliere Burzi, inerente a "Ritardi nella realizzazione del progetto della nuova unità spinale"



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'interpellanza del Consigliere Burzi chiedeva entro quali tempi fosse prevista l'apertura e con quali risorse finanziarie...



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, Assessore, ma siccome il Consigliere Burzi al momento non è presente in aula, mi interessava solo sapere se...



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Per spiegarle la mia motivazione, devo leggere cosa mi chiedeva il Consigliere Burzi.



PRESIDENTE

Prego.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Il Consigliere Burzi mi chiedeva il tempo di apertura e le risorse finanziarie.
Ho riferito su questi due quesiti nella risposta. Non vorrei che il Consigliere Burzi si inquietasse per altri commenti contenuti nella risposta all'interrogazione presentata dai Consiglieri Vignale, Casoni e Boniperti, perché i loro quesiti erano più ampi e non appartenevano alle curiosità del Consigliere Burzi.
Quindi, se lei ritiene, estrapolo solo i contenuti della domanda del Consigliere Burzi.



PRESIDENTE

Poiché vale il detto "nel più ci sta il meno", presumo che sia compresa anche la risposta alle curiosità del Consigliere Burzi.
Potremmo dare per esaurito il punto all'o.d.g. relativo alle interpellanze e interrogazioni.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Ordine del giorno n. 1288 dei Consiglieri Cotto, Toselli e Cavallera inerente a "Repressione del fenomeno bullismo" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

stato presentate un ordine del giorno, avente ad oggetto "Repressione del fenomeno bullismo", da parte dei Consiglieri Cotto, Toselli e Cavallera.
Lo diamo per iscritto, essendoci il numero di presenti previsto dal nostro Regolamento.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Nomine - Difensore civico

Sull'ordine dei lavori - Richiesta, da parte del Consigliere Chieppa, di provvedere alla nomina del nuovo Difensore Civico


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere.



CHIEPPA Vincenzo

Presidente, vorrei rimettere all'attenzione dell'Aula la necessità che la maggioranza e l'opposizione trovino un accordo per nominare il Difensore Civico.
Siamo in aperta e palese violazione della normativa di legge, per cui rischiamo che gli atti compiuti attualmente dal Difensore Civico siano, di fatto, nulli (perlomeno questo prevede il testo di legge che mi sono andato a rivedere).
Il termine è ormai scaduto da oltre un anno e la legge ci imporrebbe di nominare un nuovo Difensore Civico.
Peraltro, rilevo che si tratta anche di un aspetto in merito al quale come istituzione, non facciamo certo una bella figura nei confronti dell'esterno, dei cittadini.
Il Difensore Civico rappresenta un importante elemento di garanzia, tra virgolette, per i cittadini, per gli Enti locali e per il mondo che sta al di fuori dell'Ente Regione.
Avevo anche segnalato per iscritto questa sollecitazione al Presidente Gariglio, ma non ho mai ricevuto risposta (del resto, la cosa non mi turba più di tanto!).
In ogni caso, c'è agli atti della Presidenza del Consiglio una lettera nella quale sollevavo questo problema in maniera formale, chiedendo che ne venisse investito l'Ufficio di Presidenza. Avevo inviato questa lettera molte settimane fa, ma ovviamente la risposta non è mai arrivata, neanche verbalmente. Ma questo è un modo di fare usuale qui.
Mi auguro che possa servire la mia sollecitazione per trovare rapidamente un punto di incontro, perché è necessario un ampio numero di Consiglieri per eleggere il Difensore Civico. Francamente, non possiamo più far finta di continuare a non vedere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Chieppa.
Concordo sulla necessità di provvedere alla nomina del nuovo Difensore Civico, posto che il ritardo è assolutamente non condivisibile (si parla ormai quasi di due anni), anche per le funzioni di riferimento che lo stesso svolge per molti cittadini.
Il Presidente del Consiglio ha provveduto a portare a conoscenza la Conferenza dei Capigruppo della lettera che ha ricevuto. Non posso che invitare - più che sollecitare - i Capigruppo ad un senso di responsabilità nel trovare le condizioni - voi sapete che la maggioranza richiesta per eleggere il Difensore Civico è ampia - per raggiungere questa accordo ed eliminare questo ritardo che considero assolutamente grave.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Ovviamente, condividiamo quanto è stato precedentemente richiesto.
Volevo solo far rilevare all'Aula che vi sono maggioranze variabili all'interno della stessa, a seconda di dove si inquadra il problema.
Io sono anche Consigliere provinciale e in qualche precedente seduta di Consiglio provinciale la sola lista Di Pietro, tramite il suo Capogruppo ha proprio avuto modo di intervenire sulla questione del Difensore Civico facendo considerazioni tali da far capire, nell'Aula istituzionale del Consiglio provinciale, che la Provincia poteva fare a meno del Difensore Civico.
Mi chiedo, quindi, quale sia la posizione - la vorrei comprendere in sede di Conferenza dei Capogruppo - del Capogruppo della lista Di Pietro: se qui è d'accordo, perché deve essere contrario in Provincia? Cercate di mantenere una linea politica uniforme e chiara dappertutto perché, altrimenti, anche noi facciamo fatica a comprendere con quali interlocutori confrontarci. Sono questioni di rapporto istituzionale, che valutiamo nella massima correttezza nei confronti dell'Assessore Taricco che è componente del Consiglio provinciale. Per quanto riguarda, quindi l'altra componente dell'opposizione in Consiglio provinciale, nulla quaestio.
Vorrei sapere, però, se la posizione del Capogruppo della lista Di Pietro in Consiglio provinciale sia la stessa rispetto alla posizione che mantiene in questa sede il Capogruppo a livello regionale.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura (fuori microfono)

un suo diritto.



TOSELLI Francesco

Certo. Voglio solo chiarezza.
Visto che si chiede chiarezza, anche su tale questione vorrei avere chiarezza.



COTTO MARIANGELA



PRESIDENTE

Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Direi al collega Toselli di non complicare la vita, che è già abbastanza complicata! Le questioni di Cuneo, affrontatele a Cuneo, perch qui affrontiamo già le nostre! La sollecitazione è corretta e comprensibile, perché dobbiamo assolutamente provvedere alla nomina del Difensore Civico (peraltro, ricordo che anche nella scorsa legislatura sono state necessarie più votazioni per giungere alla nomina dello stesso).
Sarebbe opportuno, a questo punto, al di là della sollecitazione, fare in modo che domani la Conferenza dei Capigruppo affronti la questione.
Se il Presidente vuole inserire all'o.d.g della Conferenza dei Capigruppo ufficialmente la questione, credo sia opportuno.
La maggioranza aveva avanzato una proposta - che riconfermiamo - che era quella del professor Caputo; abbiamo avanzato questa proposta ma naturalmente, deve trovare un consenso, almeno parziale, anche da parte della minoranza. Per Statuto, i numeri della maggioranza non sono sufficienti, ci vuole la maggioranza qualificata.
Se domani l'Ufficio di Presidenza porrà la questione in modo ufficiale credo che sia opportuno affrontarla nella Conferenza dei Capigruppo in modo tale da arrivare, mi auguro, ad un'intesa.



PRESIDENTE

Ricordo che all'o.d.g. della Conferenza dei Capigruppo è già inserito il punto relativo al Difensore Civico.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Grazie, Presidente.
Circa 15 giorni fa i membri della Commissione Nomine, ma credo tutti i Capigruppo, hanno ricevuto dalla Commissione stessa un elenco sostanzioso di nomine che dovevano essere effettuate dal Consiglio regionale. Nella Conferenza dei Capigruppo, che si è svolta in quei giorni, si era deciso di mettere all'o.d.g., per la passata settimana, tali nomine. La maggioranza da quello che mi risulta, si è incontrata per definire una proposta complessiva.
Credo che permanga un elemento di criticità sull'Agenzia per la Mobilità Metropolitana e, come ha sollevato il Consigliere Chieppa e ripreso dal Consigliere Muliere, un elemento di criticità sul Difensore Civico.
Vorrei capire per quale motivo le restanti nomine non sono poste in votazione. Ho un elenco inviato dalla Commissione Nomine, la maggioranza si riunisce e definisce le proprie scelte, credo che la minoranza abbia fatto altrettanto. Se la minoranza non l'ha fatto, si dica: "La minoranza si deve trovare e deve verificare". Fatemi capire perché, per esempio, non si eleggono i rappresentanti del Museo dell'Immigrazione, non si eleggono i Revisori dei Conti in altre situazioni, ecc.
So che ci sono problemi sul Difensore Civico e l'Agenzia per la Mobilità Metropolitana, altre questioni, almeno da parte mia, non ci sono.
Fatemi capire, poi nulla quaestio ad andare avanti. Se, invece, non c'è nulla di sostanziale, fermiamoci un attimo e votiamo tutto quello che c'è da votare.



PRESIDENTE

Gli Uffici hanno preparato le schede delle nomine ritenute più urgenti.
Ma nulla vieta di preparare le altre, se l'Aula lo desidera.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Semplicemente per affermare che sono d'accordo con il Consigliere Clement. Mi pare che ci sia la possibilità di arrivare a completare le nomine portate nella Commissione competente. Le chiedo, Presidente, se è possibile, fra tutte le nomine, stralciare, come diceva adesso il Consigliere Clement, quella per l'Agenzia della Mobilità Metropolitana ed inserirla all'o.d.g. di martedì prossimo. Tutte le altre saremmo pronti a farle se anche la minoranza è d'accordo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che si debba seguire un senso logico, che non può essere quello su cui la maggioranza si è messa d'accordo. Abbiamo tre nomine da fare dopodiché le vie da seguire possono essere soltanto due: o facciamo solo quelle tre nomine, oppure tutte. Potrei dire che la minoranza non ha ancora discusso sulle tre nomine che toccano alla maggioranza, ma il principio è: o le facciamo tutte, oppure facciamo quelle tre e ci fermiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Ho perso l'ultimo passaggio dell'intervento del Consigliere Muliere quindi probabilmente dirò delle cose scollegate, ma tant'è.
Mi ricollego, invece, ad un intervento svolto prima dalla Presidenza del Consiglio, quindi da colui che in quel momento la stava gestendo, cioè il Presidente Placido, quando si stava parlando di nomine, credo che si stesse parlando del Difensore Civico.
Giusto perché non ci siano eccessi di confusione - che mi sembra che non manchino - non si riesce votare il Difensore Civico perché, tranne che nel caso che io mi sia distratto, cosa possibile, non abbiamo alcuna proposta su cui convenire o dissentire. Poiché le regole del Consiglio prevedono, come è stato correttamente ricordato, che ci sia un voto qualificato per la nomina, prendo atto che questo Consiglio, in questo caso, non riesce ad esprimerle. Vorrei che, una volta tanto, fosse chiaro che su questo c'entriamo poco non perché se avessimo delle proposte avremmo aderito entusiasticamente, probabilmente no, ma, in assenza, ci è impedito.
Tant'è vero che ho anche detto per scherzo, ma non tanto, che a noi andava bene quello che c'era, perché ci siamo sforzati per circa mezza legislatura. Se qualcuno vuole continuare, a noi va anche bene.
Lo stesso valga per le nomine oggi esistenti, su cui credo, così ho compreso, che il Capogruppo Muliere chiedesse una pausa per ulteriori riflessioni. Non è una cosa originale, è capitato anche a noi. Tuttavia, le pause devono trovare un tempo, altrimenti si tratta di dare delle responsabilità all'Aula in maniera condivisa, quando queste non lo sono.
Sono comprensibili, niente di grave, c'è di peggio, ma responsabilità della maggioranza.
Tenderei, ogni tanto, a cercare un pochino di chiarezza su chi ha delle responsabilità e di che tipo, non cercando sempre di distribuirle uniformemente su tutto e su tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Soltanto per rispondere al Consigliere Burzi. Per quanto riguarda la richiesta di rinviare una nomina di una settimana, è una nostra richiesta.
Se poi l'Aula non vuole fare neanche le altre nomine...Decida la Presidenza. Noi siamo pronti a fare anche le altre nomine, se chiediamo di rinviare una o due questioni, non credo sia un problema, è capitato più volte. Decida l'Aula.
Per quanto riguarda il Difensore Civico, la proposta non so se l'avevo avanzata in Consiglio oppure nella Conferenza dei Capigruppo; sta di fatto che la proposta, se dobbiamo farla in forma scritta alla minoranza, la facciamo. Siccome questo nome l'ho pronunciato più volte, non ricordo se in Aula o nella Conferenza dei Capigruppo.
In ogni caso, per quanto riguarda la proposta del Difensore Civico - ne parleremo in modo approfondito domani alla Conferenza dei Capigruppo - noi avanziamo la proposta del professor Caputo. Questa è la nostra proposta. Il professor Caputo è la proposta di tutta la maggioranza.
Personalmente l'ho già fatta questa proposta, però la avanzo ufficialmente in Aula. Questa è la proposta della maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Chieppa in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Capogruppo Muliere per aver raccolto immediatamente la mia sollecitazione, relativamente al tema del Difensore Civico.
Come ho detto prima, siamo ormai in ampia violazione della normativa regionale. È chiaro che se l'opposizione prendesse una decisione anche immediata sul punto, potremmo... Il collega Burzi dice di no, va bene. Io chiedo solo.
Questo è il punto su cui mi permetto di insistere: dovremmo andare rapidamente alla nomina del Difensore Civico.
La seconda questione riguarda l'ordine dei lavori, Presidente.
Dopo aver ascoltato alcune richieste, ed anche la risposta del Presidente Placido quando presiedeva l'Aula, ritengo sia un grande errore che parte della maggioranza chieda di sospendere i lavori della seduta pomeridiana per partecipazione ad un'iniziativa, sia pure molto importante con il premio Nobel Rita Levi Montalcini (cui va tutta la mia stima, ci mancherebbe altro). Noi siamo un'Istituzione; dovremmo seguire l'ordine del giorno odierno e procedere con i lavori.
Mi hanno un po' sorpreso queste richieste. Chiederei, invece, che i lavori dell'Aula procedano. Dopodiché, sarà l'Aula a decidere, ma ritengo che sia francamente un errore sospendere i lavori.



PRESIDENTE

Grazie. L'Aula aveva già deciso, in merito all'ultimo punto da lei sollevato, di non interrompere i lavori nella pausa pranzo e di andare avanti fino alle ore 15. Lei vuole far mettere ai voti la sua proposta? Se non chiede di metterlo ai voti, allora vale la decisione presa prima dall'Aula che è sovrana.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Botta in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Mi permetto di intervenire perché, come tanti altri colleghi, ho partecipato ad una Conferenza dei Capigruppo che dovrebbe essere quel luogo dove si decide l'ordine del giorno e lo svolgimento delle sedute. Comprendo il Consigliere Muliere quando dice che in realtà non è così, per formalmente dovrebbe accadere che tre o quattro giorni prima del Consiglio si decida nella Conferenza dei Capigruppo come muoversi.
In quella occasione - forse la Vicepresidente Cotto non era presente c'era stato un lungo e appassionato dibattito sulla questione relativa alla partecipazione dell'incontro con la professoressa Rita Levi Montalcini.
Devo dire ad onor di firma - del resto i verbali mi sono facili testimoni che, dopo una prima proposta di interruzione intorno alle ore 15 per permettere di partecipare all'evento, c'era stata una levata di scudi generale, Presidente, nel dire che il Consiglio avrebbe dovuto continuare il proprio lavoro e chi voleva partecipare all'incontro lo avrebbe fatto a titolo personale.
Pur riconoscendo l'importanza della persona e dell'evento, non si possono interrompere i lavori del Consiglio, perché avremmo creato un precedente: ad ogni compleanno di un'importante personalità, qualcuno potrebbe chiedere di interrompere il Consiglio per partecipare alle cerimonie di compleanno (abbiamo visto che anche alcuni colleghi di minoranza volevano festeggiare il Presidente del Consiglio).
Queste sollecitazioni sono pervenute in particolare dai banchi della maggioranza che, in maniera molto ferma e decisa, aveva detto di continuare con i lavori del Consiglio e chi voleva partecipare lo avrebbe fatto per conto proprio, perché bisogna permettere al Consiglio di svolgere la propria attività.
Per carità, il Consiglio è sovrano e fa cosa vuole, però qual è stato il meccanismo psicologico e l'approfondimento intellettuale che ha portato ad un così deciso cambiamento di rotta rispetto a questa decisione?



PRESIDENTE

Probabilmente è stato il collega Leo che ha convinto tutti, ponendo il problema.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Sulla questione delle nomine credo di aver capito, anche da altri interventi in Aula, che la maggioranza - non intesa come maggioranza politica, ma come numero - è pronta a votare queste tre nomine, mentre sulle altre ci possono essere ancora margini di incertezza. Votiamo quindi, queste nomine e poi speriamo che il prossimo martedì si possa fare tutto quello che va fatto.
Relativamente alla questione della seduta unica, sono assolutamente convinto che sarebbe più opportuno continuare i nostri lavori. Ciò che mi lascia interdetto - non me ne voglia nessuno e non voglio sollevare polemiche - è che la questione della lectio magistralis avrebbe dovuto essere affrontata in Conferenza dei Capigruppo della scorsa settimana sapendo già da mesi di questa ricorrenza.
A questo punto allora mi chiedo a cosa serva la Conferenza dei Capigruppo. Una volta avevo la vaga idea che servisse a fissare la data delle riunioni (non l'ordine del giorno, perché ha sempre dato delle indicazioni di massima e poi in Aula, secondo quanto succedeva, si decideva come muoversi), ma adesso non serve nemmeno più a questo? Cerchiamo di capirci.
Ciò che mi incuriosisce è che, se non vado errato, il Consiglio regionale è uno degli attori che ha costruito questa iniziativa. Diciamo a tutti gli Assessori di non programmare iniziative di alcun genere, nemmeno conferenze stampa (il Consigliere Leo che si scaglia violentemente contro l'Assessore Manica per aver convocato iniziative e conferenze stampa di martedì) e poi c'è questa iniziativa, sia pure importante ed estremamente significativa, che vede protagonista una cittadina onoraria della Città di Torino, che collochiamo di martedì. Si può fare, probabilmente era l'unica data disponibile, però bastava che nella scorsa Conferenza dei Capigruppo si dicesse "non si fa Consiglio" oppure "si fa Consiglio mercoledì".
Mi sembra che ultimamente, e lo dico anche con un po' di amarezza vista la produttività di questo Consiglio (per fortuna che non siamo pagati a cottimo ma basta mettere una firma e scatta il compenso, anche se perdiamo un'ulteriore mezza giornata, non casca il mondo. A settembre abbiamo fatto un provvedimento, il resto l'abbiamo passato - scusate il termine - "minchioneggiando".



PRESIDENTE

In merito all'ordine dei lavori e quindi alla prosecuzione fino alle 15, c'era l'intesa dell'Aula e non so se il Consigliere Clement vuole rimettere in discussione la prosecuzione dei lavori fino alle 15.
Ricordo ancora ai Consiglieri che ci sono state una decina di prenotazioni per oggi al Teatro Carignano e i posti sono tutti occupati quindi se qualcuno vuole presentarsi e non ha dato l'adesione, è meglio che telefoni affinché si possa organizzare.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Rispetto a quanto concordato è stata estrapolata quella riguardante il Consorzio "Agenzia per la Mobilità Metropolitana".
Si proceda, quindi, alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 444: Centro Studi e Ricerche Storiche sull'Architettura Militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles (Articolo 3, l.r. 48/1992) Nomina del Presidente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 453: Fondazione Teatro regionale Alessandrino - Consiglio di Amministrazione (articolo 8, Statuto Fondazione - nomina di 1 rappresentante che assumerà la qualifica di Vicepresidente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 478: Fondazione Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali "La Venaria Reale" - Collegio dei revisori dei conti (articolo 14 Statuto Fondazione) - designazione di 1 membro con funzioni di Presidente


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Per quanto riguarda il proseguimento dei lavori, ho capito che oggi c'è la possibilità di votare tre nomine di cui alle schede che vi sono già state consegnate, quindi iniziamo il punto relativo alle nomine, e chiedo al collega Chieppa di iniziare l'appello nominale.
Dobbiamo anche procedere alla nomina di due Consiglieri come scrutatori.
Nomino scrutatori il Consigliere Caramella e il Consigliere Pace.
Prego il Consigliere Segretario Chieppa di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Chieppa effettua l'appello nominale)


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame ordine del giorno n. 1283 dei Consiglieri Buquicchio, Turigliatto Dalmasso, Laus, Moriconi, e Larizza, inerente a "Disegno di legge Alfano"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 1283 sul disegno di legge Alfano, avente come primo firmatario il Consigliere Buquicchio, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Buquicchio, per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente. Sarebbe stato sicuramente più opportuno - e ne avremmo avuto la possibilità, sempre in termini di testimonianza appoggiare la manifestazione che sabato scorso si è tenuta a Roma.
Ma non è mai troppo tardi per testimoniare alcuni concetti che non è mai superfluo ribadire. Oggi è una giornata particolare, nella quale - come tutti sapete - la Consulta si sta pronunciando su un'altra proposta che porta lo stesso nome del Ministro Alfano: quella del lodo Alfano. Lodo Alfano contro il quale l'Italia dei Valori ha raccolto circa un milione di firme per la richiesta del referendum; lodo Alfano che - ricordo - anche quest'Aula a maggioranza ha deliberato la stessa istanza come primo Consiglio regionale in Italia.
L'ordine del giorno invece verte sul disegno di legge Alfano e su quella iniziativa legislativa che da una parte limita e di fatto rende inutile, direi impossibile, la intercettazione, e dall'altra grava sulla libertà di stampa, poiché le sanzioni inflitte non solo relativamente alle intercettazioni, ma anche relativamente ad altri argomenti, per gli editori e quindi per i giornalisti, diventano insopportabili.
La necessità di mettere ordine sulla questione delle intercettazioni è un po' simile alla questione dell'indulto. Voi ricorderete quando per giustificare l'indulto si è detto che era un provvedimento utile, poiché le carceri scoppiavano in termini - mi va di usare un termine ironico "occupazionali". Era l'unico ambito in cui l'occupazione non era in crisi.
Quindi, per risolvere la "problematica occupazionale" delle carceri, si è ritenuto di mettere tutti in libertà. Siccome qualcuno ritiene che delle intercettazioni sia stato fatto un uso smodato, e questo abbia determinato anche riflessi non scarsi, dal punto di vista economico, rendere pressoch inutilizzabili le intercettazioni con un colpo di spugna rientra in quella stessa logica. Ci troviamo di fronte a una serie di iniziative adottate da questo Governo, ma anziché favorire il processo, in materia di giustizia quindi snellire i tempi della giustizia e gli iter processuali, sono tutte iniziative contro il processo, perché sia sempre più difficile giungere in aula e perché siano forniti elementi sempre maggiori dal punto di vista quantitativo, oltre che qualitativo affinché l'opera da una parte della polizia giudiziaria, dall'altra del Magistrato, divenga pressoché vana.
E allora, come si può non scendere in piazza e manifestare tutti su un argomento che, di fatto, determina un aiuto alla criminalità organizzata? E a proposito di criminalità organizzata, ci tengo a ricordare un elemento: è vero, in Italia i costi delle intercettazioni probabilmente sono leggermente superiori a quelli di altri Paesi occidentali, ma pensiamo alla situazione della criminalità organizzata nel nostro Paese. Quando parliamo di mafia, di 'ndrangheta, di sacra corona unita, di camorra e via di seguito, parliamo di una serie di sistemi a rete che non è assolutamente facile intercettare, ma è indispensabile poterlo fare, se non si vuole rinunciare all'unico strumento che in quei casi, in quelle situazioni, in quelle circostanze diventa elemento indispensabile per poter proseguire una lotta che abbia un senso nei confronti di queste associazioni criminali.
Ma così, evidentemente, il nostro Governo non vuole. Il nostro Governo nel timore che la Magistratura, quella Magistratura che è sempre stata considerata sin dall'inizio degli anni '90, dopo il 1994, dopo la nascita di Forza Italia e del primo Governo Berlusconi, l'obiettivo da dover sconfiggere, quella Magistratura che ha addirittura interferito con la capacità operativa del premier secondo lui o ha messo in discussione la governabilità per il Paese! Anche relativamente alla memoria dell'Avvocatura dello Stato, sul lodo Alfano di cui domani la Consulta ci si augura possa esprimere un giudizio definitivo, oltre che positivo secondo il nostro pensiero,...quale motivazione è stata addotta? Non una motivazione di merito o una motivazione giuridica, ma sempre la stessa: il premier (unto dal popolo) deve poter governare e guai a chi disturba il manovratore. Ma questa è democrazia? Questo non preoccupa nessuno? Questo ci trova tutti distratti perché presi da problematiche sicuramente importanti e serie quali la crisi, l'occupazione e il salario, che interessano sicuramente tutti e noi per primi. Ma non dobbiamo preoccuparci anche di questo enorme vulnus della democrazia? Sicuramente l'assenza da questa parte dell'emicliclo alla mia sinistra è un'assenza che ha un suo sapore e un suo significato politico, e noi ne prendiamo atto, ma sta a indicare la reale insensibilità di fronte a una problematica che invece noi sentiamo tutta e riteniamo che, in nome di quella, dobbiamo continuare a combattere perché la speranza di potersi non assuefare a questo sistema perverso è l'ultima che deve rimanere al popolo all'Italia e al nostro Paese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Sarò leggero, perché credo che il clima lo obblighi.
Intanto, partendo dalla parte finale, il Capogruppo Buquicchio non deve fare dei ragionamenti eccessivi. I nostri colleghi, senza dubbio quelli dell'opposizione, non so quelli della maggioranza, credo che in questo momento abbiano un unico elemento che li occupa, che peraltro è un elemento che occupa anche parte dei miei pensieri, che è la campagna elettorale.
Escludo che la presenza di questo ordine del giorno, ammettendo che ne fossero edotti stante l'assoluta aleatorietà della gestione dei tempi del Consiglio, li abbia invogliati a esserci e a non esserci, il che non è detto che sia una buona cosa.
La seconda cosa è che mi spiace vedere una persona che stimo molto umanamente e personalmente come il Capogruppo Buquicchio fare degli sforzi nell'ambito dell'esercizio delle sue doverose funzioni, perch conoscendolo, anche se non benissimo, si intuisce quando, con passione difende o sostiene delle tesi in cui crede e quando, con minor passione e quindi, con minore efficacia, svolge un ruolo.
capitato a tutti, non credo che questo debba andare a detrimento della valutazione politica del Capogruppo Buquicchio, cui peraltro auguro che il suo numero uno non abbia modo di sentire il suo intervento, perch certamente, stante lo stile che normalmente l'Onorevole Di Pietro usa, è molto diverso da quello che, fortunatamente per lui, a titolo personale Buquicchio usa nella sua interlocuzione con i colleghi e con l'Aula.
Differenze abissali, ma questi sono problemi che lascio volentieri alle analisi esistenziali che Andrea Buquicchio fa da solo e che certamente, in qualche misura, traspaiono.
Arrivando invece al merito, direi che l'intervento giusto sarebbe rifiutarsi di intervenire, perché noi continuiamo - noi, mica soltanto il centrosinistra, per carità, il centrosinistra lo fa con una certa testardaggine maggiore, con una certa dose di ipocrisia più significativa che peraltro è un elemento di continuità nell'ambito degli ultimi decenni delle sue attività, un doppio-pesismo sistemico che credo sia una delle cause, non l'unica, ma certamente una delle principali che connota il grosso successo elettorale che negli ultimi anni le formazioni del centrosinistra stanno avendo nell'ambito della nostra popolazione, che evidentemente queste forme di ipocrisia fa sempre più fatica a mandare giù.
E perché parlo di ipocrisia? Perché se uno leggesse i giornali di oggi sempre attribuendo eventualmente ai giornali una capacità di informazione che io non spesso gli riconosco, non può non vedere l'originalità di forze politiche che hanno partecipato a una manifestazione sabato, che è stata ipercriticata soprattutto da esponenti di centrosinistra, oggi molto interessatamente scatenata, per criticare chi? Un collega giornalista: Minzolini.
Io non so dire se Minzolini abbia torto o ragione; certo mi è molto più simpatico dei colleghi di centrosinistra, ma trovo estremamente originale che, ancora stanchi dalla marcia per la libertà dell'informazione, appena arrivati a casa, stanchi di aver sostenuto questa battaglia per i diritti civili dell'informazione, la prima cosa che fanno è prendere carta e penna e criticare Minzolini per quello che fa. E siccome Minzolini non gioca n nel Toro né nella Juve, ma fa il Direttore di un TG, questo come si coniughi con la difesa strenua della libertà di informazione io, che per sono un modesto ingegnere, faccio fatica a capirlo, ma sono certo che invece loro ce l'hanno ben chiaro. E l'hanno ben chiaro perché basta leggere, sempre sullo stesso quotidiano d'informazione, il "pezzullo" di Gramellini d'oggi che, ironizzando (neanche tanto) sul passaggio del Milan dallo schieramento del Presidente Berlusconi al Presidente Di Benedetti conclude dicendo: "Anche D'Alema è d'accordo. Infatti, rispetto a Forza Milan, che diventerà la nuova area di riferimento del Partito Democratico e Di Benedetti, D'Alema sta già creando Forza Inter". Questo per ritornare sempre su questa capacità di suddividere se stessi in particelle di pensiero che non direi debole, perché non vorrei offendere Vattimo, direi semplicemente inutile.
Torno invece al punto. Quest'ordine del giorno, condivisibile o no, è un tentativo (minimo) del tutto irrilevante e del tutto superfluo di influenzare la Corte Costituzionale. Ora, a parte che noi arriveremo credo trecentosessantesimi nella speciale classifica di chi si occupa di influenzare la Corte Costituzionale o trecentottantesimi o milletrecentottantesimi, non credo che ci si debba prestare in questa classifica del peggio. Noi viviamo in un Paese in cui si critica tutto e tutti, le fughe di notizie dal sistema della Magistratura, ormai rappresentano una caratteristica, fra un po' apriremo un'agenzia di stampa per meglio regolamentare il flusso di notizie dalle Procure agli organi d'informazione! reato? No, che non è reato, è una pura indicazione di metodo. Questo è un problema che la Magistratura certamente risolverà al proprio interno sappiamo bene con quale grand'efficacia ed efficienza, perché ne valutiamo gli esiti nella vita di tutti i giorni.
Sostenere che l'organo di controllo interno della Magistratura sia così duro e attento nell'ambito della gestione dei propri membri e così orientato all'efficienza della gestione dei propri servizi non pare essere una tesi così facilmente dissentibile, non capisco perché dobbiamo metterci anche noi.
La Corte Costituzionale faccia quello che gli compete, secondo me ha già abbastanza problemi così, senza bisogno di essere aiutati da noi, non mi pare che ci manchi il lavoro. Per carità, faccio parte di una forza di opposizione, quindi non mi compete definire né gli o.d.g. del Consiglio n tanto meno le priorità; però, ho l'impressione che, in questi quattro mesi di lavoro, a questa maggioranza non dovrebbero mancare i temi su cui confrontarsi in maniera estremamente concreta, per questa legislatura, poi vedremo se la democrazia ne concederà delle altre.
Questo, semplicemente, lo ritengo un tema su cui un'Aula consiliare seria e rispettosa di se stessa non dovrebbe confrontarsi, perché sta entrando del tutto illegittimamente, in sede politica, in casa altrui quest'Aula deve essere molto orgogliosa non consentendo che altri entrino in casa propria.
Ricordo a costoro, che, oggi, ci sollecitano una presa di posizione, la durissima presa di posizione che è stata richiesta, e poi dimenticata, nei riguardi della legge nazionale elettorale, che la si riteneva un'ingerenza perché gli altri fanno il lavoro che ci compete.
Qui stiamo dicendo alla Corte Costituzionale cosa deve fare. Io non ne ho competenza e non ne ho interesse, ma queste, sì, sono sistematiche piccole e meno piccole scalfitture - ammettendo che ci sia ancora qualcosa da scalfire - alla credibilità di una delle tre aree sulle quali dovrebbe reggersi questo sfortunato Paese: francamente, non intendo partecipare almeno per quanto mi riguarda.



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Mi permetto di intervenire per replicare al Consigliere Burzi: si parlava del disegno di legge Alfano, intercettazioni e libertà di stampa non del lodo Alfano, su cui oggi la Consulta deve pronunciarsi.
Evidentemente, c'è stato un qui pro quo, che intendevo sottolineare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Grazie.
"Presidente" è troppo, lo sa.



PRESIDENTE

Lo è stato, si è sempre Presidenti, tutti Onorevoli. Concorda anche l'infortunato collega Robotti, cui facciamo gli auguri: naturalmente è la sinistra che si è rotta!



DALMASSO Sergio

Tutti quanti abbiamo acciacchi e cerotti, non ci sono dubbi; speriamo che tra qualche anno non sia più così, altri casi non molto lontani da noi ci danno qualche speranza.
Noi voteremo quest'ordine del giorno, che riteniamo importante, anche se siamo convinti che il Consiglio abbia centomila temi e i tempi siano molti ristretti; oltretutto mancano pochi mesi alla fine della legislatura e ancora dobbiamo provvedere a leggi di grande importanza.
Abbiamo deciso di votarlo perché abbiamo una preoccupazione profondissima, quella del restringimento di libertà fondamentali in questo Paese, che va di pari passo con una crisi economica di gran peso. Alcuni evocano scenari di altri decenni sfortunati, lontani da noi, ma c'è una restrizione profonda di alcune libertà democratiche. C'è una crisi economica che morde e interviene significativamente sulle condizioni di vita di moltissime persone e sugli strati sociali profondi; mancano alcuni riferimenti che c'erano in altri casi e che hanno costituito quel tessuto democratico che ha impedito all'Italia alcune pesanti involuzioni, che abbiamo temuto in altri anni. Altresì, pesa notevolmente la presenza di ideologie reazionarie, così come un senso comune antidemocratico e razzista che sta colonizzando progressivamente l'intero spazio pubblico.
In questo caso, la querela ad alcuni giornali - la Repubblica, prima, e L'Unità, poi - l'attacco denigratorio, volgare ed offensivo contro il direttore di un quotidiano cattolico - possiamo condividere o meno le posizioni di questo quotidiano, ma non è questo il tema - sono chiaramente un segnale nei confronti di alcuni residui settori della Chiesa affinché si metta in riga, l'attacco alle TV.
Noi abbiamo sempre criticato una spartizione, che abbiamo ritenuto negativa, e critichiamo una certa gazzarra per le nomine, che esiste ancora oggi, ma, evidentemente, ci preoccupa che un ex dirigente socialista faccia la divisione tra le trasmissioni buone e quelle cattive, tra quelle che sono oggettive - Porta a Porta di Vespa - e quelle che non lo sono inserendo in questa lista di proscrizione una serie di trasmissioni molto larghe, alcune delle quali insospettabili.
Non crediamo sia un fatto nuovo, c'è da lungo tempo una concezione proprietaria delle TV, dei giornali e della politica. Alcuni di noi, in questi casi, evocano sempre la Loggia P2, che, negli anni '80, aveva tra i suoi punti fondamentali non solo la modificazione delle leggi elettorali in senso maggioritario - di cui abbiamo parlato in altri momenti in questo Consiglio - ma anche la messa in riga di giornali d'informazione e del servizio pubblico, che, per quanti limiti abbia, deve garantire pluralità di posizioni e di opinioni.
Sappiamo che, in altri casi, questi fatti (mettere in riga i giornali licenziare alcuni giornalisti, magari anche di destra, ma scomodi; usare le tv come megafono delle proprie posizioni), per primi, sono stati usati negli anni 90, quando si è prodotta una forte modificazione politica, anche intrecciata con la crisi profonda che i partiti politici hanno vissuto nel nostro Paese.
Questi non sono piccoli incidenti. Il Capogruppo di Forza Italia parlava dell'atteggiamento del direttore del TG1 come un fatto ovvio e di poco conto, mentre noi lo valutiamo in modo estremamente preoccupante perché chi, quale primo atto, dovrebbe dare informazione e, quale secondo la valutazione inverte i termini.
Sappiamo che un vero pluralismo non c'è. I nostri cerotti di cui il Vicepresidente Placido parlava prima e le nostre sconfitte, naturalmente sono dovuti a mille fatti, ma vorrei ricordare che nell'ultima campagna elettorale, per esempio, il silenzio totale sulle nostre formazioni politiche - uso un termine plurale perché riguarda anche quelle di Luca Robotti, Comella, e altre - è stato elemento forse determinante per il nostro risultato negativo. Noi continuiamo a sostenere che un pluralismo elettorale reale debba - questo è un elemento che, purtroppo, non era presente alla manifestazione di sabato - avere rispetto anche per le forze minori, per idee e istanze che vengono, invece, sempre cancellate.
In questo quadro, il fatto che il 3 ottobre a Roma vi sia stata una manifestazione importante - certamente non enorme come altre in altri anni ma comunque rilevante - ha dimostrato che una parte della popolazione intende modificare il sistema informativo per garantire libertà di informazione a tutti e partecipare alle scelte di fondo che riguardano questo Paese.
Naturalmente, è un messaggio inviato al Governo, ma anche alle forze di minoranza e di opposizione che hanno dimostrato in quest'occasione mille limiti, evidenziati anche dal voto alla Camera di venerdì scorso.
La TV, da mezzo che dovrebbe essere di acculturazione e di formazione è diventata un'altra cosa: non penso a una televisione necessariamente noiosa, anzi deve essere svago, divertimento, sostegno per tutti, ma deve anche avere una funzione di non abbrutimento, come molto spesso accade quando si valuta il cittadino come un puro consumatore di massa soggiogato completamente dal potere informativo di chi ha più soldi e più mezzi.
I partiti, da grandi strumenti di partecipazione - mi riferisco a tutti i partiti, anche quelli lontani e diverse dalla nostra storia - sono diventati comitati elettorali. E' significativo il fatto che spesso ci si affidi alla Magistratura e alla Corte Costituzionale per quella che dovrebbe essere, invece, una gran necessità di creazione di un'opposizione sociale forte e consistente, che sappia veramente modificare questo Paese e produrre una modificazione di governo...
Dico cose poco interessanti; è colpa mia, Presidente.



PRESIDENTE

Collega, ormai è una consuetudine, non è colpa sua.



DALMASSO Sergio

Temo per i prossimi quattro mesi: chissà che scene vedremo a gennaio Dicevo, affidarsi a questi organi, anziché tentare di ricostruire dal basso una forma di opposizione necessaria, è un fatto che credo sia preoccupante.
Ripeto, l'iniziativa di sabato è un segnale che deve essere accolto da tutti. Quest'ordine del giorno è certo un piccolo fatto, ma serve a due cose: richiedere una libertà di informazione e non mettere la mordacchia alla stessa, come invece si sta cercando pesantemente di fare, non mettere limiti alla Magistratura, che credo venga fortemente colpita nella sua libertà.
Assistere quotidianamente ad attacchi non solo alla cultura (ho presentato un'interrogazione cui spero venga data risposta su alcune dichiarazioni di un Ministro), ma - da parte dello stesso Ministro - anche ad attacchi alla Magistratura e a forme di libertà interne alla stessa pensiamo che sia piuttosto preoccupante.
Il voto su quest'ordine del giorno non cambierà questa situazione, ma come quello di martedì scorso sulla questione delle leggi elettorali a cui abbiamo contribuito, è un piccolo segno. Per questo motivo, il nostro Gruppo certamente sosterrà quest'ordine del giorno e crediamo che il tempo occupato in proposito non sia assolutamente tempo perso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Io non so a cosa si riferisse il Consigliere Clement quando diceva che abbiamo "gigioneggiato" (non ha usato questo termine, ma ci assomiglia) in queste ultime sedute, in quanto siamo stati poco produttivi. Questo ha detto il Consigliere Clement.
Certamente, noi rileviamo che quest'ordine del giorno fa il paio con una serie di altri ordini del giorno assolutamente fondamentali e importanti che il Consiglio Regionale ha votato: nucleare, le dimissioni del Ministro Gelmini, legge elettorale e quant'altro. Non che non siano temi importanti, ma sono temi che attengono alle competenze del Parlamento nazionale.
Dopodiché, che ogni tanto il Consiglio Regionale voglia anche dare indirizzi di carattere politico al Parlamento regionale, sapendo che questo è più funzionale ai comunicati stampa del proponente che non a una vera e possibile modifica delle norme, è un aspetto; altro aspetto è, invece, che l'attività del Consiglio per tre sedute consecutive s'incentri quasi esclusivamente su tematiche che nulla hanno a che fare con le competenze del Consiglio Regionale.
Noi sottolineiamo che, stando all'opposizione, per quanto ci riguarda se da qui alla fine della legislatura continuate a presentare ordini del giorno, per noi va benissimo. Risottolineano alla Presidenza del Consiglio che è evidente che, se c'è una volontà di richiedere la discussione di ordini del giorno da parte della maggioranza, tale volontà deve essere anche consentita alla minoranza.
Quindi, a oggi siamo cinque a zero rispetto agli ordini del giorno discussi. Vedremo nel corso di questa seduta e delle sedute che verranno di procedere con fondamentali atti di indirizzo al Parlamento nazionale.
Detto ciò, credo sia significativo fare anche alcune valutazioni, al di là di una valutazione di merito sul disegno di legge Alfano.
Il disegno di legge Mastella era mica tanto diverso dal disegno di legge Alfano, anzi per larghissima parte era assolutamente simile al disegno di legge Alfano.
I colleghi firmatari dell'ordine del giorno rappresentano partiti che in Consiglio dei Ministri approvarono il disegno di legge Mastella. Per carità, nella vita si può sempre cambiare idea, anche nell'arco di alcuni mesi. È evidente che, a seconda delle situazioni, un provvedimento pu essere buono o può essere meno buono.
Ricordiamo che il disegno di legge Mastella ebbe un'accelerazione quando il portavoce del Primo Ministro Prodi fu bersaglio di un attacco da parte della stampa per frequentazioni che attengono alla sua vita privata (di cui, personalmente, m'interessa molto poco), ma che nel momento in cui questo avvenne la Federazione Nazionale della Stampa, che è molto attenta alla libertà di stampa, intervenne anche con interventi censori da un punto di vista proprio della possibilità che la Federazione stessa ha di intervenire nei confronti di alcuni giornalisti. Per esempio, l'attuale direttore di Libero, Belpietro, allora direttore de Il Giornale, fu attaccato perché fece pubblicare una foto del portavoce Sircana, che veniva ripreso nella situazione in cui si trovava, cioè all'interno di una via romana, vicino alla quale era presente una persona che certamente non era lì per caso, una persona che immagino, guardando la foto, vendeva se stessa per guadagnare del denaro.
Quell'attività giornalistica fu oggetto di un intervento della Federazione Nazionale della Stampa nei confronti di alcuni giornali.
Ovviamente, dopo un anno, la stessa imparziale Federazione, che ovviamente sabato ha manifestato, per un motivo che Barenghi ha sottolineato in modo molto corretto, dice: "Io non partecipo alla manifestazione perché in Italia manca la libertà di stampa, ma partecipo alla manifestazione perch è contro Berlusconi. Essendo io contro Berlusconi, partecipo a questa manifestazione".
Non l'ha detto un giornalista reazionario della destra di regime, ma l'ha detto un esponente importante, un giornalista che, peraltro, io stimo al di là delle sue posizioni, relativamente alla manifestazione che si è tenuta domenica.
Anche scorrendo gli interventi di alcuni colleghi, si può fare un po' il gioco delle simmetrie a seconda di chi governa: è facile ricordare che in questo Paese il primo che avanzò una querela miliardaria nei confronti di un giornalista fu il Presidente D'Alema nei confronti di Forattini, per la vignetta del conto gabbietta. Piaceva o non piaceva...



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Ho capito, però la satira - il ragionamento è uguale - è ben fatta se la fa la Dandini, è di eccezionale livello se la fa Fazio, è giornalismo d'inchiesta se la fa Santoro; se s'invertono le parti non è più satira, ma un attacco violento. Quindi, in realtà, il primo intervento che ha fatto nascere un vezzo, che può piacere o meno, di intimidazione, o quello che credete, fu nei confronti di Massimo D'Alema. Ma anche in quel caso, non ho visto né i colleghi del centrosinistra, né la stampa, né i giornalisti manifestare contro la libertà di stampa o esprimere solidarietà nei confronti di Forattini; così come gli attacchi, certamente duri, che alcuni giornali (mi riferisco, in particolare, a Il Giornale diretto da Feltri) hanno fatto nei confronti di alcune persone: non sono mica i primi! Così come Feltri attacca Ezio Mauro perché evade il fisco, non dichiarando il dovuto rispetto all'acquisto di una casa, o attacca il Direttore di Avvenire per un aspetto oggettivo che è avvenuto: ciascuno farà le valutazioni che vorrà, giudicando se sia stato o meno killeraggio sciacallaggio o quant'altro. Credo che sia la linea editoriale che L'Espresso e la Repubblica adottano da dieci anni nei confronti dell'attuale Primo Ministro. Ma, di nuovo, nessuno si scandalizza se qualcuno (mi riferisco ai giornali del Gruppo RCS o alle trasmissioni televisive) entra nel bagno del Presidente del Consiglio: quella non è più vita privata, perché in quel caso è fondamentale che chi rappresenta le istituzioni abbia un aspetto di sobrietà. Io penso anche questo; io lo credo. Però lo credo sia da una parte che dall'altra. Non lo credo solo quando avviene in un caso.
Così come nessuno si scandalizza del fatto che in alcuni anni la RAI di Zaccaria, più di altri, sia stata davvero occupata con trasmissioni a senso unico. C'era qualcuno che manifestava perché Fazio, Guzzanti, Littizzetto Santoro e tutta la combriccola facevano ascolto, in qualche modo, con un "antiberlusconismo" che è semplice? Travaglio, che nasce come giornalista liberale, è un commerciante di se stesso estremamente intelligente, perch ha capito che c'è un filone di "antiberlusconismo" che gli consente di vendere quelle 30.000 o 40.000 copie, che non venderebbe mai con i suoi libri, e quindi replica libri che sono sempre simili su situazioni relative ai processi del Presidente del Consiglio.
Per la verità sono passati un po' di anni, ma quando tutti fraternamente stavate nel grande PCI, io mica ricordo qualcuno che lamentava il fatto che alcuni "pezzi" della democrazia rappresentata in Parlamento (penso, per esempio, al Movimento Sociale e ai Radicali) non avessero dignità di stampa e di parola sui media? Mica lo diceva nessuno? Perché? Perché avevate un grande spazio, avevate un gran consenso e ve lo tenevate ben stretto.
Oggi - fortunatamente, dico io - le cose sono cambiate e non è neanche paragonabile l'assenza di presenza sui media (anche per il numero cresciuto dei media, sia in termini di testate locali che di quotidiani), che viene dedicata (anche se in parte minore) ai partiti minori rispetto a quella che non veniva dedicata nel modo più assoluto ad alcune formazioni presenti in modo costante in Parlamento.
Mi sembra che questi aspetti, che nulla hanno a che fare con la lotta alla criminalità... Perché se andassimo di nuovo a vedere i dati relativamente al contrasto alla criminalità, credo che questo Governo proprio quest'anno, poco abbia da temere nei confronti di qualunque altro.
evidente, però, che questa è una speculazione politica, per cui i cinque ordini del giorno che abbiamo discusso e votato servono a quello.
Per quanto ci riguarda, come dicevo in apertura, continuate a presentarli: noi continueremo o a non partecipare alle votazioni, perché lo riteniamo tempo non impiegato rispetto alle nostre funzioni, o a votare contro. Ma per noi va benissimo, perché da qui alla fine della legislatura fortunatamente manca pochissimo tempo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie Presidente.
Per la verità, concordo, almeno in parte, con uno dei passaggi illustrati dal Consigliere Vignale, laddove faceva presente che può essere vero che talvolta la lettura che si dà di una vicenda dipende un po' dalla posizione che si occupa. Io cerco di non cadere in quest'errore e a livello personale - certo al Consigliere Vignale non interesserà molto questo particolare - ero stato contrario rispetto ad alcune decisioni che si volevano assumere in relazione alla vicenda di Mastella, così come mi era sembrata fuori luogo la denuncia - poi ritirata, com'è stato detto - di D'Alema nei confronti di Forattini, anche se bisogna rilevare che Forattini, nelle sue vignette, non era certo tenero, e personalmente ritengo che non avesse neanche buongusto. Ma potrebbero dire le stesse cose coloro che oggi sono all'opposizione nei confronti di coloro che, a ragione o a torto, sono accreditati come critici con una visione di sinistra.
Già da questi primi interventi ci siamo focalizzati su quelli che sono i punti fondamentali dell'argomento di cui stiamo trattando: mi riferisco in particolare, al problema delle intercettazioni e di come queste possano interferire con le attività di giustizia.
Penso che molti concordino nel sostenere che le intercettazioni dovrebbero rimanere segrete finché non arrivano in tribunale, aspetto che invece, sappiamo non avvenire, perché le intercettazioni di qualsiasi tipo sono comunicate ben prima di giungere nelle aule di tribunale. E sebbene questo possa apparire disdicevole, mi chiedo anche se il dovere di informare non sia comunque libero, per cui se si viene in possesso di un'intercettazione... Ma è interesse di tutti i cittadini che la stessa venga resa pubblica, perché quello che in Italia si sta perdendo, e di cui mi preoccupo un po', è il fatto di aver dimenticato la vecchia lezione della moglie di Cesare. Ci stiamo sempre più convincendo (o cercando di convincere gli italiani) che il pubblico non può essere privato, ovvero che il privato non può essere pubblico. È vero. Ma per chi governa, non è vero.
Perché quanto più il mio è un ruolo di responsabilità, tanto più la mia vicenda privata diventa anche un fatto pubblico, volente o nolente. Se ci tengo alla mia privacy, come si usa dire adesso usando questo termine in inglese, non scelgo di fare vita politica.
Un Ministro donna inglese si è dimesso per 70 sterline pagate dal marito e transitate come rimborso sul conto della moglie. La vicenda sta ad indicare che in altre culture ciò che è privato è anche pubblico.
Se sono chiamato ad amministrare la cosa pubblica, il mio privato diventa pubblico, perché non posso avere una doppia morale. È questo il problema che stiamo vivendo in Italia: stiamo costruendo una doppia morale.
Berlusconi può fare quello che vuole, perché lui è stato unto dal popolo o dal Signore e la sua morale non può essere sindacata dal vulgo, dal popolo o dai privati cittadini. Invece, per fortuna, le società nordiche hanno ancora il senso del ruolo pubblico, per cui chi riveste un ruolo pubblico non può, come la moglie di Cesare, non essere al di sopra di ogni sospetto.
Questo, purtroppo, è un importante principio che stiamo perdendo nella nostra società.
Sull'altro punto relativo alle intercettazioni, è inutile negare.
Sapete, tante volte in politica si cerca di spiegare, a parole, la realtà e ognuno cerca di piegare la realtà secondo la propria visione e la propria lettura. Con il decreto sulle intercettazioni, così com'è stato scritto non possiamo negare - purtroppo possiamo negarlo a parole, ma la realtà sarà di tutt'altro genere - con questo decreto sarà impossibile svolgere determinate azioni di ricerca dei colpevoli. Se devo presentare prima le prove per cui una persona è colpevole, allora non ho bisogno di fare intercettazioni.
Voi sapete che mi occupo anche di vicende legate al mondo degli animali, ho alcuni amici che da anni sono impegnati in attività volte a perseguire reati gravi contro gli animali. Ebbene, questo decreto renderà difficile, se non impossibile, anche quest'attività, non solo tutte le altre attività legate alla mafia ed altri innumerevoli reati che ci possono essere. Anche i reati sugli animali saranno colpiti da questa legge.
Qualcuno in Consiglio diceva che ci fermiamo a discutere di ordini del giorno, invece di fare proposte legislative, che discutiamo di ordini del giorno su argomenti nazionali. Certo, a livello nazionale potranno o non potranno tenere conto delle decisioni che prendiamo e del voto che daremo ma credo che, comunque, la discussione su un argomento così importante per la vita di tutti noi, per la vita anche dei cittadini piemontesi, non sia tempo perso.
Mi ha un po' preoccupato l'intervento del Consigliere Vignale, il lungo elenco che ha fatto di personalità del mondo dello spettacolo, della cultura, dell'informazione. Non vorrei fosse una lista di proscrizione quasi un editto sottinteso per indicare già quali dovrebbero essere le persone che, in un futuro più o meno prossimo, dovrebbero essere associate al reprobo Santoro che, per parte mia, ha solo la "colpa" di mettere il dito su problemi molto importanti e molto pressanti della nostra società.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

La mia è una semplicissima dichiarazione di voto.
Ovviamente voterò a favore dell'ordine del giorno e mi permetto di esprimere un punto di vista che credo sia quello di molti italiani.
Sinceramente, sono stanco di un sistema politico ormai sempre più somigliante ad un ring, anzi, ad uno stadio dove ci sono tifoserie, capi tifoserie, dove vince chi urla più forte, chi esibisce più striscioni, chi assume gli allenatori migliori o chi ha più soldi per comprare i giocatori migliori. Non è questa la politica che ho conosciuti negli anni '80, non è questa la politica per cui mi sono avvicinato alla militanza e all'impegno.
Penso che quest'anomalia, che è tutta italiana, debba concludersi al più presto. Debba concludersi con un cambio generazionale nel centrodestra e nel centrosinistra. Occorre che una leva di quadri dirigenti e di ruoli istituzionali importanti, siano assunti da persone che chiudono una lunga fase che non ha portato bene al nostro Paese, che abbia governato il centrodestra o il centrosinistra.
Questo Paese è andato indietro, invece che avanti. È andato indietro nel campo dell'economia, quindi della distribuzione della ricchezza, quindi delle uguaglianze; è andato indietro in termini di possibilità democratiche e di pluralismo. È andato indietro dal punto di vista della proposta culturale, quindi della formazione della coscienza civile delle italiane e degli italiani. Questo è il dato reale che non imputo a nessuno, se non a noi stessi, a quelli che, in questi anni, hanno cercato di tenere vivo un impegno e tenere viva una coscienza travolta da una potenza mediatica straordinaria, che nessun altro Paese ha come da noi in Italia; che è stata travolta da un costume che non si basa più sulla competenza e la qualità ma sul gradimento che il singolo leader ha delle persone di cui si circonda; che è stata travolta da un'idea della politica che è più spettacolo che contenuto, che impegno per affrontare le questioni.
Di questo c'è una responsabilità grande nel centrodestra e in Silvio Berlusconi sicuramente. È inutile che stiamo a girarci intorno. Chi detiene l'80% del mercato pubblicitario televisivo, il 70% del mercato pubblicitario radiofonico, il 60% del mercato pubblicitario della carta stampata, ha concretamente la possibilità di condizionare la carta stampata, la televisione, la radio, di decidere i palinsesti, chi deve andare in televisione, decidere qual è il messaggio da trasmettere alle italiane e agli italiani.
una responsabilità grande anche del centrosinistra che, in questi anni, ha accettato questo modello come non modificabile, come un modello che, in qualche modo, diventava elemento di distinzione di una fase storica del nostro Paese. Il centrosinistra non ha saputo contrastarlo con necessaria durezza, con necessaria capacità di stare in mezzo alla gente di continuare ad essere intellettuale e collettivo come negli anni '60, '70 e nei primi anni '80 è riuscito ad essere.
Abbiamo bisogno di uscire da questa stagnazione e ne usciremo solo quando un personaggio politico, carico di livore, che intende la politica come uno scontro mediatico più sui contenuti che sui valori, si farà da parte.
Ho grande difficoltà ad accettare che oggi l'opposizione la faccia Antonio Di Pietro ma, nei fatti, è così (in Parlamento l'unica opposizione è quella dell'Italia dei Valori); così come ho grande difficoltà ad accettare che la cultura liberale e la cultura della destra in questo Paese sia rappresentata da Silvio Berlusconi. Vorrei che sia la destra sia il centrosinistra ritrovassero quello spirito di competizione positivo e che incentivasse anche la capacità di scegliere persone che hanno a cuore questo Paese - non persone che hanno a cuore se stessi o la propria carriera, le proprie posizioni, la propria salvaguardia giudiziaria, perch anche di questo si tratta - cambiando l'Italia in un Paese migliore, più democratico e, soprattutto, con un contenuto nella proposta politica e nella proposta politica di trasformazione, ben diverso e più alto di quello che abbiamo visto e conosciuto in questi anni.
Dichiaro il mio voto favorevole all'ordine del giorno e lo dichiaro con un auspicio: che finisca l'idea per cui vince chi ha più soldi o chi la spara più grossa e vinca nuovamente la politica fatta di contenuti e di proposte che servono per tutti e non per qualcuno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente. In realtà le posizioni del Gruppo le ha dichiarate ed espresse in maniera precisa e puntuale il collega e compagno Dalmasso quindi il mio è solo un piccolo sfogo personale, o l'espressione di un punto di vista che credo valga la pena enunciare. Un punto di vista legato alla nostra storia italiana, che è molto complessa, ed è fatta di tentazioni e tentativi a volte di imbavagliamenti generali che ritengo davvero possano diventare pericolosi per tutti.
Credo che questi tentativi di imbavagliare o fare liste speciali o limitare la libertà di stampa o confondere i poteri dello Stato - poteri indipendenti ed ereditati da quella che fu la gloriosa rivoluzione francese possano ritorcersi anche contro coloro che li propongono, a volte in buona fede, a volte animati da idee ben diverse dalla buona fede.
L'antiberlusconismo - e qua rispondo direttamente al collega Vignale è fin troppo facile per alcuni aspetti, perché viene fornito dallo stesso protagonista su un piatto d'oro. Credo che se la destra avesse un leader più incline a fare l'uomo di Stato e meno a fare altro, forse l'antiberlusconismo sarebbe un'attività assolutamente inutile; entrerebbe in un dibattito politico in cui non c'è un antiberlusconismo, ma un confronto di idee, una dialettica a volte anche positiva, a volte magari anche furiosa, ma sicuramente sempre di beneficio per la democrazia o quello che intendiamo per essa.
Della democrazia potremmo parlare a lungo, con le varie formule e possibilità che questa parola offre, spesso mal sondate, se il leader della destra fosse un leader più normale, quindi più incline ad essere uomo di Stato e meno uomo di impresa o uomo d'affari (così si è autodefinito, non vuole essere né satira né un attacco da querela). Se questo leader fosse più normale, forse l'antiberlusconismo non sarebbe tale, ma rientrerebbe più nella quotidianità.
L'antiberlusconismo diventa invece speciale ed eccezionale perché lo stesso Berlusconi offre continue occasioni per discutere in maniera anche piuttosto affannosa e affannata, perché la discussione spesso è animata da serie e profonde preoccupazioni, permettendo così alla satira di fare il suo lavoro in maniera eccelsa. Una satira che - ricordo ancora a chi fa elenchi di buoni e cattivi - che spesso e volentieri non ha risparmiato bordate anche alla sinistra, perché quelle persone che spesso sono indicate come persone di parte - e non sto a fare i nomi, altrimenti rientro anch'io nella logica delle liste ed è una cosa che mi spaventa - sono persone che attaccano Berlusconi per il macro, per ciò che fa di macro, decisamente impossibile da non attaccare, perché è paradossale a dir poco. D'altra parte, non risparmia neanche degli appunti e a volte anche delle critiche pesanti alla sinistra stessa. Ricordo le battute a Bertinotti, al PD ricordo addirittura comizi in cui non c'era occasione in cui saltava su qualche intellettuale, perché ormai questi uomini di satira e questi uomini di spettacolo hanno colmato un vuoto, sono diventati loro gli intellettuali di questi anni, forse per un'assenza di altri intellettuali, a volte anche per assenza della politica. Ebbene, non c'è mai momento in cui non salti sul palco qualcuno a criticare i dirigenti della sinistra; l'ha fatto Nanni Moretti - ormai siamo abituati - ma anche altri.
Quindi, credo sia molto ingeneroso dire che questa è una satira di parte; credo sia ingeneroso perché, riconsiderando molti di questi atti di satira, potremmo scoprire che è una satira che va a colpire impietosamente tutti, a volte anche amaramente, perché, certo, si colpisce magari con più gioia colui che è visto come antagonista, ma con amarezza si colpiscono anche i propri riferimenti, specie quando sono accusati di non fare bene il loro lavoro oppure di dimenticare i loro principi ideali.
Qualcuno scriveva sulla stampa che anni fa al Parlamento si andava a votare anche con le stampelle...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega. Abbiate pazienza, c'è un telefono che a intermittenza dà la sveglia... Se non c'è il proprietario, il titolare spegnetelo definitivamente; se invece c'è il proprietario, per cortesia, ci sono mezzi ormai di bassa tecnologia per evitare rumori fastidiosi.
Prego, Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

La ringrazio, Presidente. Mi ero fermato su questa affermazione: qualcuno oggi sottolineava sulla stampa che nell'epoca in cui la politica era tale, si andava a votare in Parlamento anche con le ossa rotte e magari in barella! Oggi si ricordava Levi Montalcini e al suo cospetto bisogna levarsi tanto di cappello per quel motivo: a cent'anni si è recata in Senato, nel momento in cui il Governo Prodi era in grosse difficoltà, a votare addirittura ammalata. Questo perché era un suo dovere farlo; aveva fatto una scelta di schieramento - questo è chiaro - e questa persona di cent'anni, di cui magari non si può condividere tutto a livello scientifico so che ci sono delle correnti scientifiche che criticano, ma è bene anche quello, il lavoro che lei ha svolto - questa donna di scienza ha dimostrato che a cent'anni malandati si va a votare, cosa che magari a quarant'anni per un piccolo acciacco non si fa.
Ebbene, su questo la satira giustamente si è scatenata, e non ha colpito la destra, ma parte della sinistra. Quindi, ritengo che non ci sia da urlare allo scandalo, anzi, lo scandalo può essere quello di un Paese in cui ancora si inorridisce ogni qualvolta i giornalisti fanno il loro mestiere e purtroppo non lo fanno sempre, perché questo Paese ha delle leggi pesantissime che tutelano la privacy. È giusto che ci siano, per anche la tutela della privacy è un po' strumentale, perché la privacy tutela i cittadini, ma un po' meno i personaggi pubblici.
Noi, o qualcuno più importante di noi, in Parlamento, sa bene che è personaggio pubblico, e sa bene che non ha più una vita privata - purtroppo per lui, o per fortuna - specialmente quando abita in strutture che diventano automaticamente pubbliche, perché lo Stato spende soldi in sicurezza, in controlli in quelle abitazioni, spende soldi nella tutela di Premier e spesso anche di Deputati, Presidenti di Commissione della Camera e del Senato.
Pertanto, illudersi che ci siano ancora sedi private è un'illusione anche un po' automenzognera, perché non è così: sono sedi pubbliche, perch tutelate dal pubblico e dai soldi pubblici. Se uno patisce l'invasione della privacy fa altro, magari prende un banco al mercato e risponde ai propri clienti, ma non ha il problema di finire sui giornali ed essere osservato da tutti continuamente, perché quando si entra in politica bisogna adottare anche quella sensibilità.
Uno può fare autocritica e dire: l'avevo valutato poco o male, sono sensibile all'invasione della stampa, quindi me ne sto a casa e mi metto a fare altro.
In questo Paese la privacy è tutelata solo per alcuni, perché ricordo alcuni grandi casi di cronaca giudiziaria nera, in cui dei presunti assassini noi sappiamo tutto (vita, morte e miracoli, addirittura il numero di scarpe e quante volte sono usciti di casa o cosa hanno comprato per cena) - mentre questo non è permesso alla classe politica, che non pu essere indagata su nulla a livello giornalistico, un po' per le leggi che in Italia sono molto severe (non è così all'estero) e un po', purtroppo per l'abitudine di un'altra classe, che è quella giornalistica, che non sempre - non sempre, perché alcuni sono molto bravi - ha il coraggio di fare inchiesta.
Questi due disposti combinati e congiunti fanno sì che da noi si viva un paradosso. Per sapere le notizie in Italia, si guarda, col decoder, che è un grande disagio per le popolazioni montane, ma è una fortuna per chi ne ha l'uso, la TV francese o messicana, o altro, e si scoprono notizie sull'Italia che in Italia non è dato sapere o avere.
Questo paradosso, in tempi diversi, si sarebbe chiamato regime o dittatura. Non voglio usare termini così forti, altrimenti si rischia di fare inflazione e non essere più credibili, ma sicuramente è un vincolo, un bavaglio pesante, molto pesante, che sta diventando a tutti gli effetti percorso legislativo.
Per questo motivo, l'ordine del giorno proposto è un ordine del giorno che dolorosamente è datato. Certo non cambierà nulla, purtroppo - aggiungo però ritengo che vigilare, come Regioni o come enti minori, su questa degenerazione della libertà di stampa, di informazione e di opinione, sia importante, perché non siamo sempre di fronte a cospirazioni comuniste (Magistrati comunisti, giornalisti comunisti, ecc.), altrimenti noi dovremmo avere molti iscritti e un successo elettorale enorme, che non abbiamo, e non è neanche nella nostra cultura.
Credo che siamo di fronte a una involuzione molto pericolosa, che porterà, tra non molto, a non poter più esercitare il diritto di cronaca o di giornalismo o di verità, di opinione e quant'altro, sanciti dall'articolo 21 della Costituzione, a tutela di premier politici che magari non sempre si comportano correttamente, poi pretendono ancora che su questo loro comportamento non corretto, naturalmente, vi via il silenzio e la disattenzione più assoluta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non essendoci altre richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1283, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte preso atto che il testo attuale del disegno di legge Alfano, così come approvato dalla Camera, priva la magistratura di uno degli strumenti più efficaci per la lotta e la repressione del crimine e riduce pesantemente il diritto costituzionalmente garantito dei cittadini di essere informati in modo compiuto, completo e tempestivo considerato altresì che il diritto dei cittadini al rispetto della propria immagine e della propria privacy va garantito con misure mirate a sanzionare i singoli abusi eventualmente connessi, oltre che rafforzando gli strumenti della deontologia professionale a disposizione dell'Ordine dei giornalisti impegna il Presidente della Giunta Regionale ad attivarsi, con tutti gli strumenti in suo possesso, affinché in Senato venga profondamente modificato il testo licenziato dalla Camera dei Deputati, evitando così l'introduzione nel nostro ordinamento di limitazioni al diritto-dovere di cronaca e di sanzioni sproporzionate a carico di giornalisti ed editori oltre che di una normativa che, se approvata, inciderà gravemente sulla capacità di magistratura e forza dell'ordine di prevenire e punire i reati".
Ricordo che il numero legale è 30.
Il Consiglio approva.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 4) all'o.d.g. che reca: "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti.
Proposta di deliberazione n. 444: Centro Studi e Ricerche Storiche sull'Architettura Militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles (Articolo 3, l.r. 48/1992) - Nomina del Presidente.
Proclamo nominata, quale Presidente del Centro Studi e Ricerche Storiche sull'Architettura Militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles, la signora Viglino Micaela.
Proposta di deliberazione n. 478: Fondazione Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali "La Venaria Reale" - Collegio dei Revisori dei Conti (Articolo 14 Statuto Fondazione) - designazione di 1 membro con funzioni di Presidente.
Proclamo designato, in seno al Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali "La Venaria Reale", quale membro con funzioni di Presidente, il signor Genta Giandomenico.
Proposta di deliberazione n. 453: Fondazione Teatro Regionale Alessandrino Consiglio di Amministrazione - (Articolo 8, Statuto Fondazione) - Nomina di 1 rappresentante che assumerà la qualifica di Vicepresidente.
Proclamo nominato, quale rappresentante che assumerà la qualifica di Vicepresidente in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro Regionale Alessandrino, il signor Livraghi Roberto.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla partecipazione dei Consiglieri interessati ad assistere alla lectio magistralis di Rita Levi Montalcini presso il Teatro Carignano dal titolo "A 100 anni la vita mi emoziona"


PRESIDENTE

Prima di passare all'esame del punto 6) all'o.d.g., a seguito di alcune richieste d'informazione pervenute dai colleghi in merito alla lectio magistralis che terrà Rita Levi Montalcini, informo che da tempo abbiamo ricevuto l'invito per la prenotazione di questo pomeriggio. Attualmente la situazione è caratterizzata, solo per i posti in piedi, da 150 persone in più rispetto alla capienza del Teatro Carignano. In un primo momento la lectio magistralis avrebbe dovuto svolgersi al Lingotto, ma la concomitanza con l'ANCI ha portato gli organizzatori a spostarla tecnicamente al Teatro Carignano.
Quindi - mi rivolgo ai colleghi che non hanno prenotato - non è possibile, in una situazione con 150 persone in più rispetto alla capienza recuperare i posti necessari; forse uno o due, ma sarebbe complicato decidere a chi attribuirli e il metodo dell'estrazione non è assolutamente proponibile.
Ritenevo questa informazione doverosa nei confronti dei colleghi interessati. Nemmeno è pensabile che un Consigliere regionale arrivi e non trovi posto, quindi i colleghi che hanno prenotato hanno il posto a disposizione; per gli altri esprimo il rammarico e mi scuso, ma non è possibile fare diversamente.
La parola al Consigliere Clement sull'ordine dei lavori.



CLEMENT Gian Piero

Capisco sempre i problemi di ordine pratico, ma - scusate se uso questi termini - è vergognoso: i Consiglieri che mantengono fede ai loro impegni e che non prenotano non possono andare; quelli che hanno prenotato fregandosene altamente del Consiglio regionale, avranno la loro poltrona.
Questo è un esempio di come si gestiscono le cose nel nostro Paese perfetto!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Consigliere Clement, la ringrazio.
Posso concordare con lei per buona parte del suo intervento.
Senz'altro, nel corso della legislatura, sarà capitato anche a lei di trovarsi a scegliere quale impegno onorare, se andare o meno, anche in giornate di Consiglio. Quindi, non esprimo condivisione per aver definito in quei termini colleghi che in una occasione hanno scelto tra due impegni importanti; sfido qualsiasi Consigliere, che per un qualche problema istituzionale o meno, si sia trovato nell'imbarazzo di presenziare al Consiglio regionale o di andare ad una qualche iniziativa, a dirlo.
Concordo su tutta una serie di questioni; mi permetta di non concordare su una parte, la ringrazio.
La parola al Consigliere Novero sull'ordine dei lavori.



NOVERO Gianfranco

Non so come rientri nell'ordine dei lavori, vorrei solo far presente ai colleghi che più volte mi sono profondamente vergognato nell'andare a importanti riunioni, in cui i signori Consiglieri avevano i posti riservati, e constatare che questi erano quasi tutti vuoti. Per me questo è molto più importante del resto, su cui non entro nel merito.



PRESIDENTE

Grazie, collega Novero.
Se non ci sono altre richieste d'intervento sull'ordine dei lavori chiedo un momento di attenzione.
Come sapete, originariamente, il Consiglio era convocato al mattino e al pomeriggio, poi l'Aula ha acconsentito alla seduta unica; adesso verifichiamo tecnicamente se dobbiamo firmare anche alle ore 14.30, ve lo comunico fra pochissimo.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.) - Caccia

Esame ordine del giorno n. 99 dei Consiglieri Turigliatto, Boeti, Bossuto Cavallaro, Dalmasso, Dutto, Leo, Lupi, Moriconi, Pizzale, Robotti, Spinosa e Valloggia, inerente a "Salvaguardia della tipica fauna alpina, gallo forcello, lepre variabile, coturnice e pernice bianca"


PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento, passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 99 dei Consiglieri Turigliatto, Boeti, Bossuto Cavallaro, Dalmasso, Dutto, Leo, Lupi, Moriconi, Pizzale, Robotti, Spinosa e Valloggia, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



(Commenti in aula)



TURIGLIATTO Mariano

Cerco di essere veloce.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Turigliatto, visto che ancora non c'è un'attenzione adeguata all'argomento, informo i colleghi in ordine alla seduta pomeridiana. Visto che alcuni che erano presenti e che hanno ricevuto la convocazione non sono in grado di firmare adesso per la seduta delle ore 14.30, avendo deciso l'Aula di fare una seduta unica, comunico che la seduta delle ore 14.30 si intende sconvocata, quindi non c'è da firmare niente, tutti i Consiglieri saranno informati tramite SMS, anche per rispondere all'invito del collega Bossuto che diceva di utilizzare gli SMS per alcune questioni.
Ribadisco che, così come deciso dall'Aula, svolgeremo una seduta unica la seduta delle ore 14.30 è sconvocata, non c'è da firmare, saremo tutti avvisati con un SMS.
Grazie, colleghi.
La parola al Consigliere Turigliatto.



TURIGLIATTO Mariano

Intervengo molto rapidamente. Credo che tutto o molto di quello che c'era da dire intorno a questo tema e a questo ordine del giorno sia già stato detto, perciò volevo approfittare per, in pochi minuti, riprendere un po' il filo, non tanto del contenuto dell'ordine del giorno, ma dei ragionamenti che nel corso del tempo si sono sviluppati intorno a questo ordine del giorno. Obiezione numero uno; per capirci, l'obiezione del Consigliere Cavallera, che adesso non c'è, ma che è stata ripresa dal collega Vignale, ad esempio, nel corso della scorsa seduta del Consiglio regionale.
L'obiezione numero uno dice: la Regione Piemonte ha una sua legge per quanto riguarda la caccia: bisogna rispettare la legge. Voi, con questo ordine del giorno, vi riproponete di violare la legge.
A questa obiezione, credo che vada risposto che le leggi si rispettano integralmente dalla A alla Z, ma ritengo che sia facoltà del Consiglio...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Turigliatto, se la interrompo, ma è solo per invitare i colleghi a fare silenzio.



TURIGLIATTO Mariano

Ma io non voglio essere ascoltato...



PRESIDENTE

Abbia pazienza, ho necessità di ascoltarla almeno io. A parte il sottoscritto, deve poter sentire anche chi riprende i nostri interventi per poterli trascrivere e così farli rimanere agli atti dei posteri, se mai ve ne sarà necessità. Le stenotipiste sono molto gentili, comprensive, non si lamentano, però, oltre una certa misura, è impossibile riuscire a seguire i discorsi.
Prosegua pure, collega Turigliatto.



TURIGLIATTO Mariano

Come dicevo, il problema non è se rispettare o meno la legge: la legge si rispetta sempre; se non si concorda con una legge, si cambia attraverso i normali meccanismi della democrazia.
Il problema è che il Consiglio ha tutto il diritto - e io direi anche il dovere - rispetto quello che è riconosciuto come un tema particolare dalla stessa Giunta nelle sue relazioni che attengono appunto ai piani prelievo e via di questo passo, di esprimere un suo indirizzo. Qualora parti o nella sua integrità questo indirizzo non possa essere attuato, sta alla Giunta dire: "Caro Consiglio, tu ci hai dato un indirizzo che non è coerente e compatibile con l'applicazione della legge sulla caccia". Credo che questo rientri nella normale dialettica fra organi che concordano a governare la Regione.
Di conseguenza, questa obiezione, che è un'obiezione che ha un grosso spessore e un grande fondamento, credo che vada superata con queste considerazioni. Tra l'altro, a proposito della coerenza tra questo ordine del giorno e la legge madre sulla caccia, segnalo soltanto ancora una volta lo voglio dire adesso, poi tanto non ne parleremo più, credo - il tema della lepre variabile, che da questo punto di vista è emblematico.
La lepre variabile è una specie che non è censita o perché ce ne sono troppo poche o perché è troppo variabile o perché è volubile e se ne va con il gallo forcello, trasformato la volta scorsa in porcello, a far dell'altro, ma il risultato è che non è censita. Se non è censita, siccome la nostra legge prevede che siano cacciabili le specie censite, vorrei che almeno su questo ci fosse un'interpretazione una volta per tutte, perch non basta dire che non è censita perché, siccome è variabile, non la vediamo: mi sembra un po' semplicistico.
Secondo tema. Rispetto al fatto che tutta questa tipica fauna alpina non sia poi proprio così sull'orlo dell'estinzione, sto a quello che è scritto nei censimenti (anche quelli di quest'anno). I censimenti mettono in rilievo come in alcune zone e in alcune vallate ci sia, non dico un'abbondanza, ma in realtà si superino quelli che sono i limiti minimi al di sotto dei quali bisogna proprio smetterla e chiunque sarebbe d'accordo sul fatto di smetterla; in altre zone, invece no.
Allora, se si vuole adottare questa mozione come mozione di indirizzo da controbattere, da sviluppare, ecc., allora si adottino delle misure differenziate, a seconda delle varie zone, anche perché - come ben sapete gli animali non trasmigrano per andare a popolare le zone spopolate secondo un criterio di distribuzione più o meno omogenea.
Ma c'è - credo - tutto un tema, tutta una questione di cui qualunque Governo, qualunque Parlamento deve farsi carico: la tutela del patrimonio collettivo. Io non parlo di diritti degli animali, perché mi intendo poco di questo tema e devo dire che, pur essendo sensibile, non è una delle cose che mi stimolano e mi eccitano di più, però sono convinto che, siccome la fauna (in particolare quella fauna che non può riprodursi in cattività e che quindi deve essere tutelata ancora di più per questo motivo) è un patrimonio collettivo di quelli che vanno a cacciare e di quelli che non ci vanno, il nostro compito, il nostro dovere è, nel rispetto delle leggi cercare di tutelarla tutte le volte che abbiamo anche solo il sospetto e il sentore, suffragato da un minimo di dati scientifici, che sia a minaccia, a rischio di estinzione o di grave pregiudizio per la sua perpetuazione.
In questo senso, chiedo al Consiglio regionale, al di là delle opinioni che ciascuno di noi ha intorno al tema della caccia, di votare questo ordine del giorno, assumendolo come pronunciamento sul quale noi chiediamo alla Giunta di fare tutte le valutazioni, in coerenza con la legge, al fine di assumere delle misure che siano efficaci per la tutela di un patrimonio collettivo qual è quello della tipica fauna alpina.
Per quanto riguarda la questione relativa al fatto che la fauna tipica non sia a rischio per colpa dei cacciatori, è vero: la caccia non è probabilmente neanche il principale degli elementi che concorrono all'estinzione o comunque alla riduzione pesante del numero di capi.
Tuttavia, ci sono dei problemi: l'antropizzazione, i cambiamenti del clima e via di questo passo. Su questi, però, possiamo intervenire così come si fa su altri problemi, probabilmente con effetti più diluiti nel tempo, ma possiamo intervenire.
Sarebbe davvero un peccato se trasformassimo questa nostra possibilità di intervento in uno sterile dibattito su "caccia sì, caccia no", su chi è più fanatico verso un tema e chi lo è di meno verso l'altro. Il punto non è questo, ma un altro: a questo chiederei ai colleghi di attenersi nel valutare il proprio voto intorno a questo ordine del giorno.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Liceo classico "Vittorio Alfieri" di Asti


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe III A del Liceo classico "Vittorio Alfieri" di Asti in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Informo che questi giovani sono inseriti nel progetto "Ragazzi in Aula", che tutti conoscete e che coinvolge molti istituti. Fra gli istituti che partecipano a questo progetto, alcune classi sono vincitrici e poi parteciperanno all'incontro generale con le scuole di tutte le province piemontesi; loro sono fra i prescelti.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.) - Caccia

Esame ordine del giorno n. 99 dei Consiglieri Turigliatto, Boeti, Bossuto Cavallaro, Dalmasso, Dutto, Leo, Lupi, Moriconi, Pizzale, Robotti, Spinosa e Valloggia, inerente a "Salvaguardia della tipica fauna alpina, gallo forcello, lepre variabile, coturnice e pernice bianca" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo a trattare l'ordine del giorno sulla salvaguardia della tipica fauna alpina, che riguarda in particolare le specie gallo forcello lepre variabile, coturnice e pernice bianca.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente. Molte cose abbiamo già detto su questo argomento e ne abbiamo discusso anche nella Commissione consiliare competente, dunque ribadisco quella che è una posizione nota e ruberò all'Aula solo pochi minuti.
Noi, Assessore, le chiediamo - dico noi perché riporto indegnamente, da Segretario regionale anche dei Comunisti Italiani, quella che è una posizione nostra, che vale su tutta la regione - di dare un segnale chiaro rispetto a questo argomento. A partire da quest'anno, venga attivata una moratoria sulla caccia alla tipica fauna alpina.
Vengo subito al dunque, così rispetto quello che ho promesso all'inizio, ovvero di rubare pochi minuti. Sarebbe un segnale importante di attenzione. Assessore, io so che lei e la Giunta avete agito sempre nel rispetto della normativa regionale, questo è fuor di dubbio. Rispetto ai censimenti per valutare quanti capi si possono abbattere ogni anno perfetto, non le muovo e non le muoviamo contestazioni da questo punto di vista: ha seguito alla lettera quello che è il dettato della legge regionale. Già dall'anno scorso, però, vi sono degli elementi di cui non possiamo non tener conto.
Anche l'indeterminatezza, non la malafede - perché ognuno può dire quello che si crede - ma l'indeterminatezza e l'imprecisione oggettiva che possono avere quei conteggi della popolazione di quel tipo di fauna sul territorio della nostra regione, va considerata. È dunque necessario urgente e non rinviabile uno stop a quel tipo di prelievo venatorio.
Io le chiedo, oltre ovviamente a votare favorevolmente alla moratoria di fare suo quest'atto, di fare sua questa nostra proposta.
Dico anche una cosa a latere e poi torno su questo su questo tema: io però voglio respingere - non mi riferisco agli interventi che ci sono stati in quest'Aula, Consigliere Turigliatto, non mi riferisco a lei - questo clima che in questo Paese, ma anche nella nostra Regione c'è ormai su ogni questione, cioè il timore continuo di poter esprimere o la pressione affinché non si esprimano liberamente le proprie idee.
Voglio poterlo dire e spero di non essere "lapidato" da nessuno: io personalmente e quelli che rappresento - ripeto, indegnamente - siamo contrari alla caccia tout court! Siamo contrari! E voglio poterlo dire senza essere criminalizzato, senza essere messo in un angolo, senza essere visto o guardato con i sorrisi dicendo una cosa che non c'entra nulla: "Ma tu la carne la mangi?", cioè una cosa che non c'entra assolutamente nulla con questo tipo di impostazione. Non c'entra nulla! Tuttavia, io credo e noi crediamo che, forse non in questa occasione, sia necessario riaprire un dibattito puntuale e approfondito, un confronto sul tema della caccia complessivamente, non solo della tipica fauna alpina.
Lo dico con la consapevolezza - in questo caso e solo su questo punto di rappresentare la maggioranza, la stragrande maggioranza dei cittadini piemontesi. Certamente non le lobby dei produttori di fucili, non le lobby dei produttori di pallottole, non le lobby degli allevatori che liberano gli animali. Io quelli non li voglio rappresentare! Anzi, se posso, li contrasto.
Quindi mi rendo conto che questa battaglia, che questa impostazione contraria a quel tipo di attività non passa, pur essendo sostenuta dalla stragrande maggioranza dei cittadini piemontesi (per restare nella nostra Regione), non passa perché dall'altra parte vi sono dei forti, fortissimi interessi economici che qualcuno si alzava per difendere: già me li sento (non faccio cenni, ma possiamo immaginarli), che qualcuno si alzerà a difendere! Considerato il fatto che non chiederò a quei signori di contribuire alla mia campagna elettorale, perché qui dentro non lo farà nessuno diciamo così, ma certamente non chiederò ai produttori di fucile, a quelli delle munizioni, a tutto quel settore di sostenere la campagna elettorale mia e del mio partito. Lo dico con chiarezza. Credo invece che si debba discutere attentamente di quella vicenda, sapendo che oggi la fauna è sottoposta ad una pressione antropica ormai insostenibile, non per responsabilità nostra. Questo è il dato vero. Allora, credo sia necessario ed utile che il Consiglio Regionale, o la Regione complessivamente come ente si mettesse a capo di una battaglia che io credo largamente condivisa anche sul territorio nazionale dai nostri concittadini.
Ho aperto questa parentesi, perché voglio poterlo dire. Mi pare che questa posizione possa aver cittadinanza anche in questo Consiglio Regionale.
Nel merito, la proposta dell'ordine del giorno mi pare ragionevolissima. Non parla - come si diceva - di caccia complessivamente dell'attività venatoria complessivamente, ma ci si limiterà a segnalare la necessità di uno stop alla caccia, al prelievo venatorio sulla tipica fauna alpina: tipi di fauna che sono oggettivamente ridotti ad un numero molto esiguo, al di là dei segni indiretti che abbiamo sul territorio, ma ci pareva e ci pare ancora un segno importante e utile, un segno all'esterno che va al di là dell'atto in sé. Andrebbe al di là: darebbe il segno che noi (noi, Regione, noi Consiglio regionale) siamo sensibili alla tutela della fauna sul nostro territorio che è parte integrante, che è patrimonio di tutti, come ricordava il Consigliere Turigliatto, che condivido pienamente rispetto a quella cosa che aveva affermato e che mi sentivo di risottolineare.
Dunque il mio è un appello: i Consiglieri decideranno come credono, ma il mio appello forte, la mia sollecitazione forte va all'Assessore e alla Giunta affinché, indipendentemente dal voto di quest'Aula, facciano propria quella impostazione, dando questo segnale forte.
Quest'anno parte la moratoria sulla caccia alla tipica fauna alpina e poi si apre una discussione, complessivamente, sul mondo venatorio, su che cosa è diventato e sulla tutela e la salvaguardia del patrimonio faunistico piemontese.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Grazie, presidente.
Con la sua solita foga convincente il collega Chieppa ha cercato disperatamente di fare in modo di convincermi di votare contro questo ordine del giorno. Perché ha portato l'unico argomento che poteva portare per tentare di fare in modo che non lo votassi.
Ma io non ci casco, perché quell'argomento è troppo bello. Non ci sto ad accettare le provocazioni per fare in modo che sia solo il Consigliere Chieppa a rappresentare una certa area. Io adesso vado avanti e non faccio più riferimento e dico che, secondo me, ci sono due argomenti: uno favore e uno contro a questo ordine del giorno. Sono tanti ma due principali: il primo argomento è che chiunque, cacciatore o anticacciatore, conosca la situazione di questa fauna di cui stiamo parlando, come minimo sa che non è in eccesso, come massimo, ha paura che si estingua e io non sto neanche poi tanto a discutere su quanti lepri variabili hanno visto. Le lepri variabili sono molto abili, si nascondono e un buon conoscitore del territorio lo sa benissimo.
Avevo un amico tasso, femmina (la tassa), che abita vicino a casa mia.
Non ci siamo mai visti: so dov'è il suo nido, so cosa fa di notte perch vedo le tracce, eccetera. Quindi io di tracce di lepre variabili non ne ho mai viste, ma non ho mai visto neanche le tracce. Questo è un argomento per votare a favore. L'unico argomento che possa frenarmi è questo.
Io non ho problemi a darmi patenti di anticaccia: partecipai alla prima raccolta di firme, nei primi anni '60 (quando ero più virulento: ero un ragazzo di vent'anni, ma facevo già politica), quando probabilmente il Consigliere Chieppa doveva ancora nascere o era appena nato; fui l'unico che sia andato alla Coldiretti a chiedere i moduli per la raccolta delle firme, che aveva fatto la Coldiretti (penso che il collega Taricco se ne ricordi). Tutti mi guardavano, perché sono sempre stato contro la caccia.
Ma, negli stessi anni, scusatemi, ero anche anticomunista! Io ho sempre fatto la mia battaglia perché i cacciatori e i comunisti si estinguessero non nel senso di sparargli, ma nel senso che speravo di convincere sia i cacciatori sia i comunisti. Convincerli con la dialettica, con esempi, con argomenti. Sono anticacciatore e anticomunista: vorrei che sia i cacciatori sia i comunisti non ci fossero più, ma finché ci sono, mi sta bene che ci siano.
L'unico argomento che potrebbe frenarmi dal votare questo ordine del giorno è quello che, abilmente da parte sua, ha tirato fuori il Consigliere Chieppa. Il Consigliere Chieppa non è nato ieri, è bravo, quindi sa benissimo quale potrebbe essere stato l'esito del suo intervento. Il suo intervento era un maldestro tentativo per convincere chi non è d'accordo che si apra un dibattito sulla caccia. Oggi non parliamo di questo, questo argomento oggi non è toccato, non deve essere toccato.
Per favore, votiamo se dare un indirizzo alla Giunta - rispettando le leggi in vigore - che può valere per l'anno prossimo, se non vale per quest'anno. Comunque, diamo un indirizzo, un'idea. Noi Consiglieri regionali, che votiamo a favore di questo ordine del giorno, diciamo che siamo preoccupati e gradiremmo che la Giunta si desse da fare per quello che può fare.
Fatte queste premesse, voterò a favore dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Rapidamente, anche perché non vorrei rischiare di convincere il Consigliere Novero a non votare questo ordine del giorno (naturalmente sto scherzando).
In questo ordine del giorno, oltre ai termini che ha già illustrato chiaramente il Consigliere Turigliatto, come in tutte le questioni che riguardano le vicende della caccia, c'è una questione pratica e una questione di principio.
La questione pratica è quella che, anche in questo caso, per specie di animali che sono in chiaro declino, in chiara difficoltà di sopravvivenza è applicato quello che si chiama il principio della rendita. Ovvero, il concetto che la caccia è un'attività che non incide sulla consistenza delle popolazioni perché si limita a prelevare il surplus di presenze che ci sono sui territori; pertanto, non andrebbe a mettere a rischio la sopravvivenza stessa delle popolazioni. Questo è il principio per cui, su queste specie che sono numericamente non molto rappresentate, si permette l'abbattimento e si prevede che questo sia limitato ad un certo numero di animali. È un principio che si applica in tutte le attività della caccia. Molti studiosi e ricercatori hanno lavorato molto sul tema producendo molto materiale (vorrei ricordare Carlo Consiglio, che sul tema ha scritto molti libri).
Chi ha studiato a fondo questo problema ha dimostrato, chiaramente, che il concetto del prelievo, del surplus, della rendita, è un principio che di fatto, non si può mai realizzare. Sulla popolazione degli animali non incide solo la caccia, ma incidono molti altri elementi, a partire dall'inquinamento atmosferico e del terreno, per cui determinati animali che fanno parte della catena atrofica, vanno in difficoltà e se vanno in difficoltà gli anelli delle catene a livello inferiore, subiscono delle conseguenze negative anche gli animali degli anelli superiori; insomma, si genera una catena negativa per cui, alla fine, la presenza degli animali diminuisce drasticamente.
Che la teoria sia dimostrata anche dalla pratica, lo può verificare chiunque con i propri occhi. In quelli che erano i nostri ambiti naturali i nostri ambienti naturali, dove una volta la presenza degli animali era più numerosa, adesso ci si può accorgere che la presenza di animali è meno numerosa. Si sa che, al di fuori della tipica fauna alpina, buona parte della caccia esercitata sulle altre specie venabili ormai avviene solo più su animali appositamente allevati per essere cacciati.
Per quanto riguarda la questione di principio, questa è molto semplice e anche in questo caso riguarda direttamente la questione della tipica fauna alpina. La questione di principio si basa sull'idea della tutela del diritto degli animali.
Parlare di diritti degli animali, lo sappiamo, qualche volte lo abbiamo affrontato qui dentro, è molto difficile. C'è chi ironizza su questo dicendo: ma qual è l'animale che va dall'avvocato per farsi difendere i propri diritti? È chiaro che è un modo molto semplicistico di affrontare l'argomento.
Parlare di diritti degli animali significa mettere al centro una scelta. Sulla base di qual è il principio che noi mettiamo come punto fermo della nostra decisione, ne discenderanno delle conseguenze logiche. Nel senso che se metto al centro del mio pensiero, fra le altre cose, il fatto che ci sia un diritto degli animali da rispettare, ovvero un diritto alla vita, quindi alla sopravvivenza e un diritto alla non sofferenza, ecco che mi porrò in condizione che, in ogni caso, non penserò di risolvere nessun problema e, tanto meno, penserò di divertirmi, privando un altro essere vivente della vita. Per inciso, è chiaro che chi ha queste posizioni avrà anche un atteggiamento conforme per altre scelte della vita. Io, ad esempio, come ho già detto, sono vegetariano, quindi cerco di rispettare questo principio anche in altri momenti della mia vita.
Per spiegare perché vi siano delle persone che mettono al centro il principio della vita degli animali e quali siano le conseguenze, prendo ad esempio la polemica uscita in questi giorni in merito all'ultimo film di Tornatore. Sembra che in una scena del film di Tornatore - io non l'ho visto - sia stato appositamente macellato un bovino usando un sistema che era in utilizzo fino a quaranta, cinquant'anni fa. Il regista ha giustificato questa scena dicendo che faceva parte dei mezzi che gli servivano per spiegare un certo quale ambiente, una certa quale atmosfera un certo tipo di società. Tantissimi movimenti di tutela degli animali si sono mobilitati chiedendo, addirittura, di boicottare questo film.
Qualcuno può pensare perché tanta polemica per un bovino ucciso in una scena di un film, quando sono migliaia i bovini e animali di altro genere uccisi ogni giorno in Italia e nel mondo? Semplicemente per una questione di principio. Se il nostro principio è quello di difendere la vita degli animali, anche la vita di quel singolo bovino ucciso in modo da provocare un turbamento in chi vorrebbe, invece, difenderne la vita, questa posizione viene giustificata in nome di un principio.
Concludo associandomi a quello che hanno detto anche altri prima di me: è un piccolo atto, non è un atto, come ha spiegato il Consigliere Turigliatto, che cambia la legge sulla caccia, ma sarebbe un segnale di apertura della Regione a certe problematiche. Concludo ricordando che purtroppo, in questi giorni abbiamo saputo che la Regione Piemonte, per decisione della Giunta, ha deciso di adeguarsi ad un piano di abbattimento degli scoiattoli, che sicuramente solleciterà delle perplessità e critiche da parte di chi lavora per la tutela dei diritti degli animali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Moriconi.
La parola al Consigliere Cirio.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente. Sugli scoiattoli e sui ghiri in generale, perché è vero che bisogna salvaguardare la vita animale, ma soltanto questa settimana leggevo i dati dei raccolti delle nocciole nel territorio delle Langhe e ci sono aree in cui il raccolto è stato compromesso fino al 70 proprio a causa dei ghiri. Pensate anche a quella famiglia che deve vivere grazie a quel raccolto o a quell'azienda che deve stare in piedi, dare lavoro e pagare i dipendenti grazie a quel raccolto, perché le cose hanno senso solo se sono mantenute in equilibrio.
Non voglio entrare nel merito specifico dell'ordine del giorno, ma mi interessa segnalare due aspetti: un aspetto più politico e uno più formale e procedurale. Ritengo che quest'ordine del giorno avrebbe dovuto avere una sorta di vaglio di legittimità regionale da parte dell'Ufficio di Presidenza di questo Consiglio, cosa che non è avvenuta, ma sono convinto che il controllo potrà avvenire successivamente.
Non credo che si possa presentare un ordine del giorno che stabilisce di violare una legge vigente, perché possiamo parlare anche 20 ore, i cittadini pagano il gettone e noi parliamo, come stiamo facendo oggi, di un ordine del giorno che impegna l'Assessore alla caccia - non alla caccia perché la Presidente Bresso ha tolto la parola "caccia" dalle deleghe comunque che impegna la Presidente e la Giunta a non applicare la legge oppure a discostarsi da quanto previsto dalla legge regionale vigente.
Ritengo assurdo che la Conferenza dei Capigruppo non l'abbia fatto emergere, che la Presidenza del Consiglio regionale l'abbia accettato e che adesso siamo tutti qui a parlarne. Ma, più che dire e segnalare questi fatti - soprattutto nel mio ruolo di Consigliere di opposizione - non posso fare.
La prima considerazione - dicevo - è di carattere politico. Apprezzo molto l'onestà del Consigliere Chieppa, che rispetto anche se abbiamo idee diverse. Lui sostiene: "Noi siamo contro la caccia; sia chiaro, lo sappiano tutti". Mi fa piacere e gliene do atto.
molto meno bello quando esponenti della sua maggioranza, per prendere qualche voto in più (quello dei cacciatori, perché ci sono le lobby dei fucili e delle pallottole dei cacciatori, che sono tutte lobby diverse) per avere un sostegno elettorale, alle riunioni di maggioranza sono contro la caccia; poi, quando incontrano le associazioni dei cacciatori, sono a favore.
una situazione che prima o poi deve esplodere, come sta esplodendo perché sono cinque anni che un ordine del giorno datato 2005 viene frenato bloccato, ingessato, imboscato, chiuso in un cassetto, per poi emergere.
L'ordine del giorno emerge sulla base delle pressioni, giuste e legittime, di una maggioranza formata da una componente che è contro la caccia, così come lo è stata quando ha imposto alla Presidente Bresso di eliminare l'Assessorato alla caccia. I cacciatori piemontesi devono sapere che non esiste più l'Assessorato alla caccia, perché questa parola fa venire i brividi a qualcuno, ma - ripeto - è una posizione legittima, che non condivido.
Contestualmente a questo, in tutti questi anni si è cercato di arrivare ad una modifica della legge vigente sulla caccia. Per la modifica, la maggioranza non trova l'accordo, perché una parte di essa considera la nuova legge sulla caccia come un articolo unico: la caccia non è permessa.
Questo è l'articolo unico che la parte più di sinistra della nostra maggioranza può accettare.
Dall'altra parte, ci sono altre componenti che, per salvaguardare un certo tipo di consenso, la pensano in modo diverso.
Si dibatte all'interno della maggioranza e ci si pronuncia con un ordine del giorno che è un contentino di carattere politico per qualcuno ma che - ripeto - viola la legge regionale vigente.
Se creiamo il precedente, cioè se i firmatari di quest'ordine del giorno non si rendono disponibili a ritirarlo e a modificarne l'impianto noi oggi creiamo, caro Presidente, se mi dà ascolto...



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Cirio.



CIRIO Alberto

Avrei piacere della sua attenzione, e vedo che la richiamo molto di più non parlando, che parlando...
Questo mi fa venire qualche dubbio sulla qualità delle cose che sto dicendo...



PRESIDENTE

Collega Cirio, dipende da cosa dice mentre non parla.



CIRIO Alberto

Dicevo, Presidente, che questo è l'aspetto più politico, ed è evidente e lampante. Riconosco al collega Chieppa questa grande onestà e mi piacerebbe che la maggioranza, quando si candiderà con la Presidente o il Presidente - chi deciderete di candidare fra qualche mese - nel proprio programma mettesse una parola chiara sulla caccia, per evitare situazioni di questo tipo, che non fanno bene a nessuno, neanche agli animali, perch il tira e molla degli accordi politici (salvaguardia del cacciatore prima compensa salvaguardando anche l'animale dopo), non dà alcun tipo di risultato.
Sarebbe bello che in un programma elettorale si dicesse: "La caccia è consentita, è permessa, a queste condizioni", oppure: "La caccia non è permessa".
quell'onestà intellettuale, quella chiarezza che farebbe bene nella gestione amministrativa del problema.
L'aspetto che più mi spaventa, Presidente, è che se voi oggi accettate e mi riferisco all'Ufficio di Presidenza - di discutere e far approvare un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a discostarsi - uso questo termine per non usare la parola "violare", che è troppo forte dalla legge regionale vigente, le soluzioni potranno essere due: o la Giunta regionale lo farà, e compirà un atto illegittimo, oppure la Giunta regionale non lo farà, e allora si discosterà dalla volontà di questo Consiglio e quindi compierà un atto illegittimo sotto il profilo politico.
Qualcuno mi deve spiegare che utilità ha andare avanti nell'approvare questo documento. La legge regionale che disciplina la caccia stabilisce che, se c'è una specie a rischio, non è che un politico possa dire: "A l'an dime che c'è un problema...". Scusi se ho usato il piemontese, ma è una lingua al pari dell'italiano!



PRESIDENTE

Non voglio entrare sulle discussioni linguistiche, perché non tutti i colleghi magari la capiscono, quindi... Poiché l'importante è farsi capire.



CIRIO Alberto

Presidente, non sono leghista, ma è un grande rammarico che non tutti i colleghi capiscano il piemontese, perché siamo il Consiglio regionale del Piemonte! Al di là di questo aspetto, credo - e torno sull'argomento - che la legge regionale vada rispettata. Come viene ricordato nelle premesse, la legge regionale prevede effettivamente che, se ci sono situazioni critiche si possa intervenire sospendendo la caccia di determinate specie. Ma dice anche che questa criticità non può essere denunciata con un atto politico da parte di un partito o di un Consigliere.
Non è che una persona, sulla base del proprio legittimo - legittimo ripeto - pregiudizio nei confronti della caccia, si può alzare e dire: "Mi sembra che quelle specie siano in pericolo, e allora, cara Giunta, sospendi la caccia". Non si può. È un atto illegittimo! Se la Giunta regionale ritiene che ci sia il rischio di estinzione di alcune specie, commissiona un censimento di quella specie, quindi si fa il censimento e vengono forniti dei dati oggettivi, sulla base dei quali la Giunta, preso atto dei dati oggettivi di rischio per la salvaguardia dell'esistenza di una specie, sospende la caccia.
Questa è una procedura prevista dalla legge.
Se la Giunta regionale sospende la caccia sulla base di un atto politico - legittimo, ma politico - che arriva da parte del Consiglio regionale, viola la legge regionale che disciplina la caccia in Piemonte. E se la Presidenza del Consiglio regionale accetta che un ordine del giorno che viola palesemente la legge regionale, sia discusso ed approvato da un Consiglio regionale, credo che ce ne sia davvero per tutti e la frittata è completa, perché oggi stiamo facendo questo.
Allora, sarebbe meglio che i presentatori dell'ordine del giorno lo rimodulassero, perché si può impegnare la Giunta e l'Assessore ad attivare le forme previste dalla legge di censimento, a riferire in Commissione l'esito del censimento effettuato e, sulla base degli esiti del censimento qualora si riscontrasse l'effettiva messa in pericolo di una determinata specie, a sospendere la caccia. Questo sì che sarebbe un ordine del giorno che potremmo presentare e votare tutti. Ma non, caro Assessore, un testo in cui si dice: "La fauna è in pericolo, allora sospendiamo la caccia".
Infatti, se il Consiglio regionale approverà questo atto, il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dovranno sospendere la caccia - e non fare verifiche e poi decidere - sulla base di premesse politiche, quindi di sensazioni che i politici e i colleghi Consiglieri regionali hanno raccolto nella loro attività.
Questa è la gravità, caro Presidente, di questa discussione, sulla quale mi auguro che ci siano delle risposte. Perché se i presentatori fossero disponibili a rimodulare il documento in quest'ottica, credo che si troverebbe un più ampio consenso da parte del Consiglio.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cirio.
L'Assessore, se lo riterrà opportuno, interverrà nel merito tecnico.
Per quanto riguarda la Presidenza del Consiglio, ricordo che la stessa non entra nel merito degli ordini del giorno, perché è l'Aula che li vota.
L'ordine del giorno non rappresenta un obbligo per la Giunta (in questo caso) o per altre istituzioni, ma un atto di indirizzo, un invito, un impegno, che può essere votato da una parte o da tutto il Consiglio.
Rispetto alle sue considerazioni sulla legittimità, quindi, mi permetto di non essere d'accordo non nel merito dell'argomento, ma su quello che diceva: un ordine del giorno non costituisce un obbligo, ma un impegno, un atto di indirizzo, in questo caso - nel merito - non a sospendere la caccia, ma a valutare se alcune specie possono...



PRESIDENTE

CIRIO Alberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Allora lei non ha letto l'ordine del giorno! Lo legga.



PRESIDENTE

L'ho letto. Ma ribadisco che un ordine del giorno non è un obbligo, ma un atto di indirizzo, che la Giunta potrà valutare o meno, ma quello è un altro paio di maniche.



PRESIDENTE

CIRIO Alberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Cosa fa l'Assessore? Si dimette se non lo fa?



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Cirio, perché mi ha permesso di precisare i termini non solo di questo ordine del giorno, ma degli ordini del giorno in generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Visti i numerosi interventi, sarò molto breve.
Prima di tutto, vi è la consapevolezza che questo ordine del giorno avrà, purtroppo, un peso secondario, perché è stato approvato il decreto da parte della Giunta, quindi ne siamo coscienti.
Pensavamo, però, senza stravolgere alcunché, che si trattasse di un atto di indirizzo importante, perché parliamo, tra l'altro, di fauna che sta rischiando una rapida estinzione. Riteniamo, pertanto, che approvare simili provvedimenti, che altre Regioni hanno già adottato con un certo coraggio, possa dare lustro e una buona immagine a questo Consiglio, e sia un aspetto tutt'altro che negativo o contro la lobby dei cacciatori.
Consentitemi, peraltro, una piccola battuta conclusiva: se si arrivasse a sospendere la caccia, non ci sarebbe nulla di male, perché a questo punto la Regione Piemonte potrebbe attivare un "programma di recupero dei cacciatori", magari inventandosi delle piazzole di tiro al piattello! Del resto, se si ama sparare e non si vuole fare un torto alle lobby delle armi e delle munizioni, potremmo creare tante belle piazzole di tiro al piattello, in cui si tira a questo oggetto in plastica o ceramica garantendo comunque lavoro all'industria dei fucili e delle munizioni.
Magari, in questo modo, recuperiamo dei cacciatori che fremono, offrendo loro l'opportunità di sparare a qualcosa che non sia un essere vivente.
Potrebbe essere anche finanziata questa operazione, perché la Regione potrebbe stanziare dei fondi.
Non lo dico per scherzare, perché ne ho visti due o tre all'opera e rilevo che, tutto sommato, simulano molto bene (magari potremmo anche dare al piattello la forma di qualche specie protetta, così il divertimento diventa ancora più grande!). In questo modo, magari tuteliamo questo mondo che sta veramente andando a farsi benedire! Non è un caso che la Regione Trentino abbia bloccato, con coraggio quel tipo di attività (peraltro, non ricordo nemmeno di che colore sia la Giunta di quella Regione); ha preso atto che erano specie in via di estinzione. E una volta che quelle specie saranno estinte, non ci sarà più nulla da fare. Il che diventerebbe una delusione anche per i cacciatori che non saprebbero più a cosa sparare.
La proposta che avanzo, quindi, è di votare questo ordine del giorno come indirizzo di questo Consiglio, pur sapendo che ormai la delibera c'è e che, nel dissenso di molti ambientalisti e operatori ecologici, quelle specie verranno comunque abbattute, sia pure con una ridimensionamento di cui ringraziamo. La loro condanna a morte, quindi, è firmata.
Mi auguro soltanto che un domani alcuni colleghi e cacciatori non debbano scoprire che non solo il loro cane o il loro animale domestico è dotato di sentimenti e di emozioni, che lo rende simile ad un essere vivente, ma anche agli animali a cui sparano. Non vorrei che lo scoprire questo aspetto, che per alcuni è scontato, provochi insonnia, nella consapevolezza di aver condannato a morte esseri che probabilmente non lo meritavano.
Come ripeto, non sono un francescano, ma un essere umano che ritiene che anche gli animali, a cui spesso si spara inconsciamente, in modo assurdo e anche un po' assassino, possano provare emozioni. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Vorrei contestualizzare questo ordine del giorno in quella che è la situazione effettiva della gestione della caccia nella nostra Regione, in riferimento, soprattutto, a quell'insieme di forze politiche che in questo Consiglio regionale hanno concorso, a suo tempo, ad approvare la legge regionale n. 70, che, indubbiamente, nel panorama nazionale, è la legge regionale più restrittiva in materia di caccia, perché ha elementi di tutela molto più incisivi e ha previsto una serie di procedure di censimento. Non si deve dimenticare che quando si adottano dei provvedimenti di autorizzazione all'abbattimento di quantità di tipica fauna alpina, a monte ci sono delle operazioni che non vengono attuate solo nella nostra Regione (ricordo che la Regione ha messo anche a disposizione degli Osservatori). L'Istituto della Fauna Selvatica (denominato adesso ISPRA), che è un organismo del Ministero dell'Ambiente, esamina le operazioni fatte e autorizza, di solito, con ulteriori contenimenti.
Pertanto, già nel 2005, ovvero quando l'ordine del giorno era stato presentato, sarebbe stato discutibile.
Nella premessa numero uno, infatti, si dice: "La tipica fauna alpina è ridotta ormai sull'orlo dell'estinzione". Ma questo veniva scritto il 27 settembre del 2005. Ora siamo nel mese di ottobre del 2009, quindi abbiamo avuto modo anche di osservare, in tutto questo periodo, quello che è successo.
Indubbiamente, vi è una condizione di carattere generale che non asseconda uno sviluppo o una proliferazione di questa tipica fauna, ma non ci troviamo proprio sull'orlo dell'estinzione. È giusto farsi una serie di domande, ma, a mio avviso, vanno poste all'interno del Piano Faunistico che domandiamo alla Regione. Quella è la sede corretta in cui pianificare la gestione della caccia nei prossimi anni e nel prossimo quinquennio.
Mi domando, allo scadere di una legislatura, se valga la pena per l'attuale Giunta, che verrà sostituita da un'altra (magari dello stesso colore, anche se mi auguro di no), presentare un Piano Faunistico. Io raccomanderei di presentarlo all'inizio della nuova legislatura. In ogni caso, quella è la sede dove si può anche filosofare circa le strategie.
Ci troviamo nel contesto di una normativa vigente che prevede un prelievo numerico contenuto; siamo all'interno di procedure e di percorsi di totale garanzia, con regole che seguono non solo l'identificazione numerica ma anche l'intensità del prelievo nel tempo, collegato anche allo svolgersi degli eventi atmosferici e così via. Credo che sia difficile, per un regolatore o un normatore, pensare a regole di maggior cautela.
Oltre agli elementi giuridici portati dal collega Cirio, credo che vi siano, indubbiamente, altri elementi di merito che rendono assolutamente non accettabile un ordine del giorno come questo. Non perché non si condivide la necessità di un nuovo Piano Faunistico, che valuti l'insieme delle problematiche che in questi anni sono state messe a nudo e rilevate dai vari Piani Faunistici Provinciali.
Mi auguro che il Piano Faunistico Regionale valorizzi i Piani Faunistici Provinciali, costituendone soprattutto la mosaicatura e compiendo determinate scelte, eliminando eventuali incongruenze. In questo modo, solo perché qualcuno si ritiene più illuminato di qualcun altro o ritiene di avere la patente di miglior "tutelatore" dell'ambiente, sarebbe una manovra azzardata, che non sarebbe per nulla un appello ad essere più attenti verso la fauna, ma solamente la creazione di un alibi da un punto di vista politico, conoscendo i contrasti all'interno del centrosinistra: visto che un ordine del giorno non si nega a nessuno, magari una certa area politica interna al centrosinistra, se porta a casa almeno un ordine del giorno, qualche risultato lo avrà ottenuto.
Credo che occorra guardare alle carte e agli indirizzi, ma in questo caso assolutamente anche alla sostanza. La sostanza è che ci sono, da parte nostra, motivi di critica per quanto riguarda la gestione della caccia, ma per quanto attiene a questo specifico argomento i meccanismi previsti dalla legge regionale e dalle linee guida, tutto sommato, sono di assoluta garanzia Semmai, e qui chiudo l'argomento specifico, colgo l'occasione per risollevare la questione di questo benedetto Osservatorio faunistico - c'è una querelle tra noi e l'Assessore - che rende bicefalo il settore della caccia regionale, con un dirigente del Settore Caccia e Pesca della Regione e un altro dirigente. Se fosse così in tutte le aree, avremmo una situazione di raddoppio delle responsabilità. Per la verità, la Giunta regionale lo ha fatto anche nel campo del commercio estero, perché sappiamo che il CEIP ha due direttori, un direttore operativo e un direttore strategico.
Probabilmente anche qui, visto che sulla caccia vi sono pareri discordanti, abbiamo un dirigente formale e abbiamo - non faccio nomi perché siamo in seduta pubblica - un dirigente strategico per le strategie di contenimento della caccia, secondo una certa ottica non solo legata all'equilibrio faunistico, che va assolutamente perseguito - lo dico io che non sono un cacciatore, quindi non sono sospetto aprioristicamente di essere da una parte o dall'altre. Il mantenimento di questa doppia responsabilità, va, a mio avviso, recuperato, nel senso che il dirigente delle attività faunistiche deve essere l'unico titolare del settore della caccia. Colgo ora l'occasione per risollevare la questione per evitare di fare in merito altre richieste sull'ordine dei lavori, di comunicazioni dell'Assessore e di discussioni in Commissione. I tempi stringono verso la fine della legislatura, quindi non potevo non approfittarne.
Tornando all'argomento, per le ragioni che ho cercato di spiegare prima, il mio sarà un voto assolutamente contrario. Peraltro, anche per quest'anno la delibera è stata fatta, la Giunta regionale ha deliberato per i mesi di ottobre e novembre, per cui non sarebbe assolutamente operativo anzi creerebbe una situazione che, da un certo punto di vista, mi potrebbe tornare utile: sono all'opposizione, diamo un voto per creare confusione.
Non è il caso. La caccia ha già per conto suo situazioni difficili, non voglio andare in quella direzione.
Non prendiamoci in giro. La legislatura volge al termine, l'ultima delibera della legislatura è già stata fatta, discutiamone nel Piano faunistico quando sarà il momento, discutiamone in campagna elettorale, ma non andiamo a interferire con la gestione di una normativa che, a suo tempo, fu largamente votata in questo Consiglio, perché il Piemonte è indubbiamente tra le Regioni maggiormente attente agli equilibri faunistici.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente. Credo che la Regione abbia fatto un lavoro serio sulla strada della realizzazione di un'istituzione attenta alle questioni ambientali: penso ai 178 milioni di euro per il fotovoltaico, all'ipotesi di costruzione di stazioni solari in accordo con una ditta spagnola, al ricorso contro il nucleare e così via. Mi pare, peraltro, che molte altre Regioni, anche di centrodestra, stiano seguendo la stessa strada della Regione Piemonte.
Rispetto alla difesa dell'ambiente, ci sono certamente delle cose che ci differenziano dal centrodestra. In quest'aula, il Consigliere Novero e mi pare anche il Consigliere Dutto hanno firmato questo ordine del giorno ma ricordo che al Parlamento italiano c'è un emendamento della Lega per aprire a dismisura il tempo della caccia ed anche un aumento delle specie cacciabili (dopo il tramonto, durante l'estate, quando, come tutti sanno, i boschi delle regioni d'Italia sono pieni di famiglie che vanno a passeggio).
Mi pare che la Regione Piemonte abbia usato buonsenso, però credo anche che, rispetto a questa questione, avrebbe potuto - lo dico all'Assessore in qualche modo osare di più.
Nel 2007 e nel 2008, l'Assessorato della Regione Piemonte aveva vietato la caccia alla pernice bianca, aprendo una finestra rispetto ad un mondo che ci è vicino. Se poi le cose non stanno così, l'Assessore Taricco naturalmente dirà come stanno.
Ritengo che, rispetto a queste quattro specie che invece sono a rischio di estinzione, una maggiore attenzione sarebbe stata necessaria, anche a costo di affrontare in qualche modo il ricorso dei cacciatori, se il provvedimento - come dice il centrodestra - andava contro la legge che questo Consiglio regionale ha approvato e che oggi regola questa questione.
Ricordo all'Aula che in questo momento in alcune regioni della Spagna stanno vietando la possibilità di uccidere i tori nell'arena. Se la Spagna decide, ritenendolo un atto barbaro, di impedire la corrida, mi sembra che forse la Regione Piemonte avrebbe potuto preoccuparsi della lepre variabile; ne è stata uccisa una, mi pare, lo scorso anno - meno male che riesce a sfuggire alle pallottole dei cacciatori - e quindi forse questo avrebbe rappresentato un segnale di attenzione verso un mondo che ci è vicino.
Non credo - e finisco - che questa sia una questione tanto politica perché molti di noi qui provano una pulsione del cuore: troviamo incredibile il fatto che si possa sparare per portare a casa, alla fine dell'anno, nel carniere dieci pernici bianche; ci sembra una cosa che non sta né in cielo né in terra.
Anche questa, come altre in questo Consiglio regionale, è una discussione postuma, perché avremmo dovuto discuterne prima che la Giunta prendesse i suoi provvedimenti, ma - tengo a chiarirlo - non è colpa della Giunta; è colpa del Consiglio regionale che in quattro anni non ha ritenuto di affrontare un argomento che molti cittadini piemontesi ci hanno chiesto di trattare, qualunque sia la posizione di chiunque e qualunque sia, alla fine, il risultato di questa votazione.



PRESIDENTE

Ringrazio il collega Boeti, anche per la sinteticità del suo intervento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Abbiamo già avuto modo in altre occasioni di prendere posizione in generale sulla questione della caccia.
stato sottolineato più volte che, negli ultimi trent'anni, tutti i rilevamenti demoscopici hanno indicato che almeno il 90% della popolazione italiana piemontese è decisamente contraria alla pratica venatoria. Quindi ad oggi, non esiste alcuna ragione per mantenere questo tipo di attività.
Tra l'altro, persiste una situazione in cui la politica continua a sopravvalutare il mondo venatorio. In realtà, i cacciatori sono sempre meno, sono sempre più vecchi - l'età media dei cacciatori è sempre più alta sono sempre più marginali e la politica, nell'illusione di recuperare qualche miserabile preferenza, continua a rincorrere questa categoria. È un fatto veramente ridicolo, perché nel XXI secolo è davvero incredibile che sia possibile sostenere una pratica del genere, eppure la politica continua a rincorrerli! Ormai, sono quattro gatti - veramente, sono loro in via di estinzione! - eppure noi continuiamo a rincorrerli per una questione di poche miserabili preferenze.
A maggior ragione, è chiaro che su questi temi, come è già stato detto da molti colleghi (dai Consiglieri Chieppa, Moriconi, Bossuto, Boeti e tanti altri), occorrerebbe una presa di posizione un pochino più netta, al di là della specificità di questo ordine del giorno, che può avere, come giustamente ricordava il collega Cirio, dei limiti di ordine giuridico dobbiamo avere la forza di assumere una presa di posizione molto più netta sul problema generale.
L'Homo sapiens è stato anche cacciatore e raccoglitore, però sono trascorse alcune centinaia di migliaia di anni da quando eravamo in questa situazione e a fatica riuscivamo a stare in posizione eretta. Ora, che siamo arrivati nel XXI secolo, ci si aspetta che l'evoluzione mentale dell'umanità consenta il superamento degli odierni problemi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lupi.
Quello del Consigliere Lupi era l'ultimo intervento.
Ha chiesto di intervenire per alcune puntualizzazioni l'Assessore Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

Grazie, Presidente.
Prima di entrare nel merito della questione, voglio svolgere due o tre considerazioni generali.
Innanzitutto, tra i temi di carattere generale che hanno a che fare con questo tipo di decisione è stato citato il tema della tutela della vita.
In un contesto socio-culturale, nel quale ci sono cittadini di seria A e cittadini di serie B, in cui qualcuno si arroga il diritto di decidere quale sia una vita meritevole di essere vissuta, introdurre il tema della tutela della vita relativamente ai selvatici credo meriterebbe una riflessione più ampia di quella che probabilmente possiamo citare in questo quadro. Personalmente, credo potremmo lasciarla un attimo da parte, nel senso che ci sono questioni di carattere generale, che riguardano le persone, che ben diversamente richiederebbero un'attenzione sul tema della vita.
Relativamente alla seconda considerazione, ricordo che da parte di molti è stata sollevata la questione dell'opportunità o meno della caccia.
Non apro qui il tema della caccia perché richiederebbe una discussione amplissima. Credo però che le due situazioni non debbano essere correlate poi è legittimo che parecchi Consiglieri abbiano fatto questo tipo di riferimento; anche qui la riflessione meriterebbe di essere molto più ampia ed allargata.
Ho già sentito due o tre volte il Consigliere Cirio - mi spiace che ora non sia presente - svolgere una riflessione relativamente alla decisione assunta dalla Regione Piemonte di titolare la funzione nella quale rientra anche il tema della caccia con la denominazione: "tutela della fauna e della flora", che fa parte delle mie deleghe, in quanto viene letta come una sorta di volontà di sopprimere la caccia. Forse il collega non conosce la situazione a livello ministeriale: il Ministero dell'Agricoltura, che si occupa anche di caccia, in realtà, ha cancellato totalmente il capitolo nel senso che il tema della caccia è collocato nella sezione di lavoro delle produzioni animali all'interno delle politiche rurali; quindi, non c'è neanche il tema, né fauna, né flora, né annessi e connessi.
Per quanto concerne il merito di questi ordini del giorno, confermo quanto è stato detto prima. In più occasioni avevo annunciato che, qualora vi fosse stato un pronunciamento del Consiglio antecedente all'assunzione di provvedimenti, ovviamente non avremmo potuto non tenerne conto. Non essendo pervenuto un qualche pronunciamento, dopo aver atteso per tre settimane che il Consiglio si esprimesse, la Giunta, per rispettare i tempi entro i quali questo provvedimento doveva essere preso - l'assunzione di questo provvedimento deve avvenire precedentemente alla stagione prevista per il prelievo oppure equivale assumere un provvedimento di non prelievo ha assunto, come avevamo concordato, un provvedimento molto scrupoloso e rispettoso dell'assoluta tutela delle specie in oggetto, che è stato concordato in tutti i dettagli con i pronunciamenti dell'Istituto nazionale di fauna selvatica - ora denominato ISPRA.
Ovviamente, il pronunciamento che assumeremo sarà di indirizzo e non potrà avere efficacia sulla deliberazione già assunta, essendo già intervenuta l'assegnazione dei capi.
Nel 2007 - anno in cui è stato citato il provvedimento - assumemmo una decisione - solo nel 2007, non più nel 2008 - diversa da quanto indicato nelle valutazioni tecniche. A questo seguì un ricorso in cui la Regione soccombette, nel senso che il Tribunale sostenne che non era legittimo assumere un provvedimento che non facesse riferimento a quadri normativi tempi tecnici e valutazioni scientifiche. Quindi, sotto questo profilo, nel 2008, abbiamo scelto di rispettare pedissequamente l'iter previsto dalla normativa e le indicazioni che tecnicamente e scientificamente da queste derivavano.
Entrando nel merito del percorso con cui la Regione Piemonte è approdata all'assunzione di questa delibera e di tutto il percorso fatto voglio fare due considerazioni.
Per quanto riguarda la prima, probabilmente, in questo momento, la nostra è l'unica Regione - mi riferisco ad un'osservazione del Consigliere Cavallera, peraltro non è la prima volta che la fa - ad essersi dotata all'interno della legge n. 70/1996, di un Osservatorio faunistico, che ha il compito di esprimere tutte le valutazioni, sulla base delle normative e delle istruzioni vigenti, relative ai piani di prelievo e alle modalità con cui si fanno i censimenti e le valutazioni della fauna; è un soggetto, tra virgolette, "scientifico" a supporto delle scelte compiute dall'Amministrazione regionale.
Voglio solo dire che non ci sono due dirigenti: c'è un dirigente del settore caccia e c'è un altro dirigente che, in passato, si occupava dell'Osservatorio, che oggi è responsabile del settore controlli; svolgono due compiti diversi, sono due questioni distinte. L'Osservatorio afferisce alla Direzione regionale e al Settore, ma è un soggetto terzo, nel senso che fornisce elementi tecnico-scientifici di supporto alle decisioni che poi vengono assunte diversamente.
Ci tengo a precisare che, nell'aprile 2008, la Giunta regionale, sulla base delle indicazioni della legge, ha approvato delle linee guida che hanno permesso di codificare tutti i comportamenti da osservare nelle valutazioni, nei censimenti e in tutte le indicazioni. Questo è avvenuto perché la Regione ha scelto di avere un atteggiamento nei confronti dei percorsi sul territorio valutati dall'Osservatorio regionale e mandati all'Istituto Nazionale di Fauna Selvatica e, sulla base di queste indicazioni, assumiamo le scelte, i comportamenti sostanzialmente coerenti.
Tengo ancora a richiamare una questione (sarebbe lungo il tema da affrontare, ma lo cito soltanto): chi caccia la tipica fauna alpina normalmente, ha un approccio venatorio totalmente diverso rispetto alle altre tipologie di cacciatori, molto più attento e rispettoso. Tant'è che in moltissimi casi noi abbiamo un numero di capi che sono assegnati sulla base dei censimenti, cioè prelevabili, che poi in realtà non vengono prelevati, nel senso che noi abbiamo su molte specie intorno al 60% di effettivamente prelevato. Per cui c'è un'ulteriore attenzione messa in atto dagli stessi cacciatori coinvolti in questi piani di prelievo, rispetto agli effettivamente assegnati e quindi teoricamente prelevabili.
Nella fattispecie, la delibera che noi siamo andati ad assumere quest'anno è una deliberazione coerente con le linee guida, ed è stata assolutamente rigorosa e rispettosa delle specie.
Tengo a precisare che questa primavera è stato organizzato un importante incontro internazionale, presso di noi, proprio sullo studio degli approcci alla tipica fauna alpina, nel quale sono intervenuti i massimi esperti mondiali di tipica fauna alpina, quindi c'erano, tra gli altri, gli austriaci, i francesi e un po' tutte le categorie di soggetti impegnati, e tutti unanimemente hanno valutato come molto rigorose e corrette le metodologie con cui la Regione faceva le valutazioni e le stime.
Voglio ancora fornire un'indicazione per chiarire qual è l'approccio che la Regione ha tenuto in questi anni. Tenete presente che queste specie che sono giustamente definite delle specie "ambientalmente fragili" sono fragili per un motivo molto semplice, anche se poi le questioni che sono dietro sono molto complesse: subiscono in modo molto pesante l'impatto dell'inverno.
Cito un dato, ma è similare per tutte le specie, relativo al fagiano di monte (meglio conosciuto come "gallo forcello"). Nella nostra Regione, la presenza, da alcuni anni a questa parte, del gallo forcello, sulla base del censimento e delle valutazioni, peraltro fatte in Piemonte, è stimabile tra i 14/15/16/18.000 capi, a seconda delle valutazioni che vengono fatte. A fine estate, cioè dopo il periodo stagionale, l'inverno colpisce pesantemente la presenza di questi capi, riducendoli a 6/8.000 animali a fine inverno. Poi, l'anno dopo, di nuovo, con le covate e i piccoli che si sviluppano, torna in auge.
Noi su questa specie, che oscilla tra 15.000 e 7.000/8.000 capi dall'autunno alla primavera, autorizziamo un prelievo di 400 capi. Questo per dire che, quando parliamo di un prelievo faunistico, ne parliamo in rapporto a quelli che sono i naturali andamenti della specie sul territorio, quindi ciò di cui stiamo trattando e ragionando è marginale e minimale. Questo lo devo dire, perché va ad ulteriore testimonianza dell'approccio rigoroso che è stato tenuto.
Quindi, sotto questo profilo, credo - per carità, poi il Consiglio è legittimato ad assumere gli intendimenti e le decisioni che vorrà assumere di poter dire che l'approccio che questa Amministrazione regionale ha tenuto nei confronti di queste specie è un approccio assolutamente di tipo conservativo e di grande rigore nella gestione dei dati che afferiscono alla tutela di questa specie, pur salvaguardando quello che la nostra norma prevede, cioè il diritto dei cacciatori e degli ambiti dei comprensori alpini nei quali i censimenti lo permettono ad effettuare questo tipo di caccia.
Un'ultimissima considerazione e chiudo il mio intervento sul Piano faunistico che è stato approvato alla fine dell'estate dalla Giunta regionale, dopo un lavoro di oltre due anni di monitoraggio, censimento e validazione; entro la fine del mese scadranno i due mesi per le osservazioni relative alla Valutazione Ambientale Strategica. A quel punto la Giunta regionale approverà, recependo le integrazioni e le correzioni pervenute, il Piano come Giunta e lo trasferirà al Consiglio, che poi avvierà le audizioni. Quindi, sarà nella competenza del Consiglio decidere se concludere - i tempi ci sono - l'iter per l'approvazione del Piano faunistico-venatorio, oppure se non farlo. Sarà una questione del Consiglio.
Concludo sostenendo che, ovviamente, il Consiglio farà quel che crede.
Noi crediamo che, in realtà, quest'ordine del giorno, dopo quattro anni e mezzo dalla sua presentazione, abbia visto recepire le spinte iniziali di salvaguardia e conservazione nei comportamenti che abbiamo assunto e quindi, crediamo che in teoria non sarebbe necessario. Dopodich ovviamente il Consiglio è libero di assumere le decisioni che riterrà opportune.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno, per appello nominale con la modifica nel dispositivo "impegna", ultimo capoverso: non più le parole "venatoria 2006/2006", ma le parole "venatoria attuale". È d'accordo il primo firmatario. Voglio ricordare a chi avesse il testo originario che c'è questa variazione.
Prima di passare alla votazione, colleghi, un'informazione: noi chiudiamo i lavori alle ore 15 e abbiamo alcune votazioni da fare. Se le terminiamo, a quel punto, chiudiamo i lavori. Si tratta dell'assestamento del bilancio del Consiglio regionale (che riguarda tutti noi) e poi, in base alla condivisione dei Capigruppo, lo spostamento - se l'Aula acconsente - del punto n. 14) all'o.d.g., la proposta di legge n. 350 "Prevenzione, controllo e sicurezza in materia di prostituzione", come punto immediatamente successivo all'o.d.g., per rimandarlo in Commissione.
Questo era l'accordo.
Alla fine di questa votazione chiuderemo i lavori del Consiglio.
La parola al Consigliere Vignale, per dichiarazione di voto.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In realtà, è un aspetto tanto di dichiarazione di voto quanto di valutazione formale sul voto dell'ordine del giorno.
Noi esprimeremo un voto contrario all'ordine del giorno presentato soltanto perché, essendoci l'appello nominale, sia chiara la contrarietà rispetto all'ordine del giorno. Alternativamente, non avremmo preso parte alla votazione perché - e questo sta in capo anche alle scelte fatte dall'Ufficio di Presidenza - abbiamo una situazione un po' anomala, per cui il Consiglio regionale approva una legge (lo ricordava prima l'Assessore Taricco) e, nel momento in cui ci si è discostati da quanto la legge prevedeva, a fronte di un ricorso, evidentemente, la Regione ha perso nei confronti dei ricorrenti, perché la legge può piacere, può non piacere (ce ne sono molte che non ci piacciono), ma sono leggi regionali che vanno in qualche modo rispettate.
Noi oggi, invece, ci troviamo ad affrontare un ordine del giorno che al di là del fatto che il tratto ampiamente ideologico è confermato tanto dalle dichiarazioni degli illustratori dell'ordine del giorno, quanto dal fatto che riguardi il 2005/2006, e non è che qualcuno si è sforzato di fare una valutazione sulle diverse presenze di fauna relativamente agli ultimi studi. Anche quando sento parlare di antropizzazione delle aree montane dove sono sempre presenti queste specie, ho come l'idea che alcuni dei firmatari non sappiano bene di cosa parlino, perché le nostre aree montane in moltissimi casi, hanno il problema opposto, non quello dell'antropizzazione, ma quello dell'eccessiva forestazione o di una non corretta conservazione del patrimonio forestale. Ma, al di là di questi aspetti, il dato è sostanziale, non è solo nel merito, sul quale evidentemente, siamo contrari.
Va bene che la Giunta abbia emanato il provvedimento, ma non avrebbe potuto fare altrimenti, perché è un problema che sta all'interno della maggioranza, per cui abbiamo perso molto tempo. Noi, con questo ordine del giorno, al di là di quanto previsto dalla legge (cioè valutare, a seconda di quanto ci dice l'Osservatorio, qual era la possibilità massima o minima di prelievo), perché lo hanno chiesto alcuni Gruppi consiliari, proponiamo una moratoria.
Al tempo stesso, credo che l'ordine del giorno, così come formulato non doveva essere accettato. Del resto, non è il primo caso, perché in passato, a fronte di un emendamento sul Piano territoriale delle acque alcuni Gruppi consiliari - peraltro, in gran parte gli stessi presentarono un ordine del giorno che, così come formulato in prima battuta, non venne correttamente accettato dalla Presidenza, perch impegnava la Presidente della Giunta a non accettare la legge appena approvata.
evidente che se la gerarchia delle fonti viene invertita, per cui un ordine del giorno ha valore non di indirizzo, ma di impegno nei confronti della Giunta a superare la legge, allora presentiamo solo più ordini del giorno, senza perdere tempo in Commissione e in Consiglio a votare le leggi.
evidente che questo è un aspetto di carattere meramente elettorale.
Non mancheremo, lo dico ai tanti colleghi di centrosinistra che sono intervenuti, di trasmettere questo ordine del giorno e, soprattutto l'esito della votazione, ai tanti colleghi che non perdono occasione, in campagna elettorale, di recarsi presso gli ambienti per esempio dell'ARCI Caccia, che conta qualche migliaio di elettori spesso di centrosinistra che invece la pensano in modo assolutamente diverso e che esercitano uno sport o una passione (chiamatela come volete) rispettando le leggi regionale. E laddove non le rispettano, sono legittimamente e giustamente sanzionati.
Questo rientra, però, nel gioco delle parti. Altrimenti, si abbia il coraggio di presentare all'interno del Parlamento italiano - e, quando si governa, di approvarla - una legge in cui si dice che la caccia è vietata.
Se non lo è, ci sono norme regionali che la regolamentano. La nostra legge lo fa anche in modo troppo restrittivo. Ma, giustamente, la rispettiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cirio, per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente. Utilizzerò pochissimi minuti.
Noi voteremo contro questo ordine del giorno. Segnalo di nuovo - perch mi spiace che sia caduto totalmente nel vuoto - che anche a fronte di un precedente specifico, citato testé dal collega Vignale, oggi la Presidenza autorizza l'approvazione di un ordine del giorno che impegna la Giunta a discostarsi dalle modalità previste da una legge regionale in vigore, per sospendere la caccia di una determinata specie faunistica. Ancora di più lo si pone in votazione la settimana dopo che la Giunta, con delibera, l'ha autorizzata. Questo è un assurdo che dimostra quanto si stia parlando di "aria fritta" a spese dei contribuenti piemontesi. Pertanto, l'epilogo di questa triste vicenda sarà che la Giunta o si adeguerà alla volontà politica della sua maggioranza, discostandosi dalla legge e compiendo un atto illegittimo sotto il profilo della legittimità formale e del rispetto delle leggi formali, oppure compierà un atto illegittimo sotto il profilo politico, perché non andrà nella direzione in cui è stata impegnata dal Consiglio regionale, che è sovrano. Se si vuole - mi rivolgo ai colleghi della maggioranza - modificare la legge sulla caccia...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, c'è un'area cuneese che in questo momento viene meno all'intervento di un collega della Provincia di Cuneo. Sarebbe un precedente in assoluto! Prego, collega Cirio!



CIRIO Alberto

Il rispetto dei cittadini è quello che mi interessa di più, soprattutto a sei mesi dalle elezioni. Quello dei colleghi se c'è bene, se no fa lo stesso.
Ripeto e ribadisco che compiamo un atto non consono, irrituale, che creerà un precedente che noi utilizzeremo e che invocheremo nella presentazione di altri ordini del giorno. Soprattutto, denuncio politicamente il fatto che se la maggioranza vuole cambiare la legge sulla caccia, abbia il coraggio di farlo e di discuterne, e non utilizzi i mezzi e i mezzucci degli ordini del giorno che dicono e non dicono.
Per cui, noi voteremo contro questo ordine del giorno. All'Assessore Taricco va la nostra solidarietà umana, perché si trova a gestire e a difendere un qualcosa che la sua maggioranza vorrebbe che non esistesse; è veramente una situazione strana.
Però, da cuneese, da conterraneo e da cacciatore come te... Adesso sanno anche loro che sei un cacciatore, per cui sarà veramente la fine della Giunta!



PRESIDENTE

Non spariamo sull'Assessore, insomma...



CIRIO Alberto

Assolutamente no.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto per fatto personale; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Intervengo per fatto personale.
Credo che in questa sede ci si debba dire tutto e il contrario di tutto: è normale che sia così.
Quello che non deve mai venir meno, però, a mio avviso, è l'onestà intellettuale nel confrontare posizioni e questioni su cui si discute.
Questo ordine del giorno non è nulla di tutto quello che si è ventilato qui dentro. Non solleva questioni di legittimità, in quanto ordine del giorno, come ha già ribadito il Vicepresidente. Ma, soprattutto, non dice niente di diverso da quello che c'è scritto.
Siccome l'ho scritto e presentato io, vorrei essere chiaro su questo aspetto: se qualcuno ritiene che ci siano scritte delle cose diverse da quelle che ci sono scritte, è un problema suo. Però non può qui, dal punto di vista del confronto intellettuale, compiere delle operazioni che offendono, come nel mio caso - perché mi sento offeso - chi, in perfetta buonafede e onestà, ha posto e perorato una causa intorno ad un tema.



PRESIDENTE

Grazie, collega Turigliatto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pace, per fatto personale. Ne ha facoltà.



PACE Massimo

Intervengo semplicemente per questo motivo, Presidente: credo che non sia corretto, da parte sua, richiamare continuamente tutto e tutti, cioè l'Aula.
Se c'è qualcuno che disturba, specifichi nome e cognome. Io non ci sto tutte le volte, a prendere rimproveri immotivati, semplicemente perché c'è comportamento e comportamento. Quindi se si comporta male il collega Ronzani, lei richiami Ronzani. Se si comporta male Pace, richiami Pace. A parlare nel mucchio non va bene! Mi scusi, ma tutte le volte mi sento colpito personalmente.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Ringrazio il collega Pace. Ricordo ai colleghi dell'ultima fila che siamo sempre nell'Assemblea del Consiglio regionale del Piemonte. Vi invito, quindi, a mantenere un comportamento adeguato al luogo in cui ci troviamo e per cui siamo stati eletti, tra l'altro. Grazie.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 99. Vi ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 99, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Premesso che: la tipica fauna alpina, costituita dalle popolazioni di gallo forcello lepre variabile, coturnice e pernice bianca è ridotta ormai sull'orlo dell'estinzione gli studi regionali evidenziano lo stato critico di conservazione di queste specie le linee guida della Regione Piemonte approvate con atto deliberativo nella precedente legislatura, confermavano che: 'Lo stato di conservazione delle popolazioni di galliformi alpini e lepre variabile è critico in tutta l'area di distribuzione alpina' nelle premesse generali delle linee guida viene sottolineato che: 'le popolazioni di fagiano di monte, pernice bianca, coturnice e lepre variabile sono esposte a fattori limitanti di varia natura, come la frammentazione e la contrazione dell'habitat idoneo, a causa dello sviluppo del turismo invernale, dell'abbandono delle tradizionali pratiche agro silvo-pastorali di montagna e dell'eccessiva pressione venatoria concentrata in zone altamente vocate alle specie e facilmente raggiungibili con mezzi motorizzati' le richieste avanzate dai Comprensori alpini e destinate, se approvate, a compromettere ulteriormente la sopravvivenza di specie animali di elevatissima importanza ambientale, in quanto non ripopolabili ed appartenenti ad ecosistemi relativamente fragili Ritenuto che: gli esigui numeri di queste popolazioni richiedono l'immediata sospensione di ogni prelievo venatorio come previsto dall'articolo 1, c. 2. L. 157/1992 'all'esigenza di conservazione della fauna selvatica' la Regione, in conformità alle direttive 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979, 85/411/CEE della Commissione del 25 luglio 1985 e 91/244/CEE della Commissione del 6 marzo 1991, con i relativi allegati, della Convenzione di Parigi del 18 ottobre 1950, resa esecutiva con legge 24 novembre 1978, n. 812 e della Convenzione di Berna del 19 settembre 1979 resa esecutiva con legge 5 agosto 1981, n. 503, detta norme per la tutela e la gestione del patrimonio faunistico-ambientale e per la disciplina dell'attività venatoria deve perseguire quanto stabilito, in particolare dall'articolo 1 c. 2, lett. a) 'attuare un piano programmato di salvaguardia e di recupero dell'equilibrio ambientale-faunistico del Piemonte' e dalla lett. c) 'eliminare o ridurre i fattori di disequilibrio o di degrado ambientale' e dalla lett. f) 'disciplinare l'attività venatoria nel rispetto della conservazione della fauna selvatica consentendo i prelievi compatibilmente con l'effettiva consistenza e la capacità di riproduzione delle diverse specie selvatiche' la Giunta regionale, per motivate ragioni, nella predisposizione annuale del calendario venatorio di cui all'articolo 45 della legge regionale n.
70/1996 può ridurre l'elenco delle specie cacciabili e i periodi dell'esercizio dell'attività venatoria la Giunta regionale ha i dati dei censimenti operati dai Comprensori alpini, che giustificherebbero la decisione di sospendere il prelievo venatorio, in quanto fauna selvatica componente fondamentale dell'ecosistema alpino Considerato che: la fauna tipica alpina sia un patrimonio dell'intera collettività e che, in quanto tale, la Regione Piemonte debba tutelare impegna il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente a sospendere la caccia alle suddette specie a partire dalla stagione venatoria attuale sino a quando non si avrà la ricostituzione di popolazioni stabili su tutto l'arco alpino piemontese e la fuoriuscita delle suddette specie dallo stato di conservazione 'critico'".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 19 Consiglieri hanno votato NO 23 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame proposta di deliberazione n. 477, inerente a "Assestamento al Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'anno finanziario 2009" (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 277/42173 del 6 ottobre 2009)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 477, di cui al punto 7) all'o.d.g. su tale proposta di deliberazione c'è un emendamento tecnico: Il testo della proposta di deliberazione, al decimo capoverso della premessa, che stabilisce le modalità di utilizzo dell'avanzo di amministrazione: "preso atto che l'avanzo di amministrazione, pari a 19.985.085,63 euro viene utilizzato secondo le seguenti modalità: 9.564,373,12 euro: somme da reimpostare ai sensi dell'articolo 19, comma 8 del Regolamento per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale 500.000,00 euro: accantonamento a copertura delle ulteriori richieste dei Direttori necessarie per la realizzazione dei programmi 9.920.712,51 euro: somme integrative del fondo di riserva per spese obbligatorie ed impreviste del Consiglio regionale (capitolo di spesa 19050), iscritto nell'unità previsionale di base (UPB) DB05 (Ufficio di Presidenza) del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2009 del Consiglio regionale" è così emendato: "preso atto che l'avanzo di amministrazione, pari a 19.985.085,63 euro viene utilizzato secondo le seguenti modalità: 9.564,373,12 euro: somme da reimpostare ai sensi dell'articolo 19, comma 8 del Regolamento per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale 500.000,00 euro: accantonamento a copertura delle ulteriori richieste dei Direttori necessarie per la realizzazione dei programmi 920.712,51 euro: somme integrative del fondo di riserva per spese obbligatorie ed impreviste del Consiglio regionale (capitolo di spesa 19050), iscritto nell'unità previsionale di base (UPB) DB05 (Ufficio di Presidenza) del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2009 del Consiglio regionale 9.000.000,00 da restituire alla Giunta regionale con la finalità di dare copertura all'acquisto di un immobile da utilizzarsi da parte del Consiglio regionale;".
Occorre inoltre procedere alla conseguente modifica dell'allegato e) della stessa proposta di deliberazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento tecnico.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 477, come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Proposta di legge n. 350, inerente a "Prevenzione, controllo e sicurezza in materia di prostituzione" (Inversione punto all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Se l'Aula, unanime, acconsente invertiamo il punto 14) all'o.d.g., relativo alla proposta di legge n. 350, "Prevenzione, controllo e sicurezza in materia di prostituzione", con il punto 8) all'o.d.g., "Determinazioni in ordine alla richiesta del Consigliere Maurizio Lupi di integrare la denominazione del Gruppo consiliare "L'ambienta-lista - WWFF con le parole 'Verdi-Verdi'".
Ricordo che l'accordo è di rinviare in Commissione la proposta di legge n.
350.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione dell'o.d.g.)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sul rinvio in Commissione della proposta di legge n. 350.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14.54)



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