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Dettaglio seduta n.497 del 30/09/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


COTTO MARIANGELA



(Alle ore 14.34 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(Alle ore 15.02 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



PLACIDO ROBERTO



(La seduta ha inizio alle ore 15.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Auddino, Bellion, Cattaneo Clement, Comella, Deambrogio, Moriconi, Pozzi, Robotti e Rostagno.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla segnalazione, da parte del Consigliere Boniperti, riguardo all'utilizzo illecito dei posti auto riservati ai Consiglieri regionali


PRESIDENTE

Il Consigliere Boniperti ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente. Intervengo per una questione annosa, che non ha una soluzione.
Presidente, scusi, ma vorrei che mi ascoltasse perché si tratta di una questione abbastanza delicata.
Da diversi mesi alcuni Consiglieri sono diventati nomadi, soggetti a spostamento dell'auto. L'ultima soluzione, datata 4 luglio, ci assegna un posto auto in Via Confienza, fuori del cortile in cui per quattro anni abbiamo parcheggiato le auto, dove di fatto non c'è mai posteggio perché lì sono sempre presenti camion e auto parcheggiate, senza avere la possibilità di utilizzare il posto assegnato. Spesso ci si ritrova, com'è successo oggi al sottoscritto, a dover girare per un'ora intera poiché il posto auto non è libero.
Non si può andare avanti di questo passo e siamo stufi di essere trattati veramente come i nomadi. Ci sono parcheggi che sono utilizzati da persone che non sono Consiglieri, e i Consiglieri (io impiego un'ora e mezza per arrivare a Torino) si ritrovano a dover continuamente girare in macchina.
Ne abbiamo abbastanza di questa cosa. Quindi, annuncio che la prossima volta parcheggerò la macchina davanti all'ingresso della Regione, dopodich me la portino via i Vigili, facciano quello che va fatto, andremo su tutti giornali, perché è veramente una questione vergognosa.



PRESIDENTE

Approfitto della questione posta dal Consigliere Boniperti, informare i colleghi non toccati dall'argomento: vi è una serie di lavori in corso che hanno riguardato sia Palazzo Lascaris, recentemente, sia la sede di Palazzo Tournon in Piazza Solferino. All'uopo la struttura del dottor Crescimanno ha chiesto dei posti aggiuntivi alla Città di Torino, i quali sono stati assegnati e anche delimitati con apposite strisce gialle. Naturalmente, non tutti sono rispettosi della segnaletica, come sappiamo benissimo. Saranno installati i dissuasori, così come nelle vicinanze di Palazzo Lascaris, ma è evidente che se qualche collega non mette il lucchetto, a quel punto sarà un problema di coloro che non li adoperano correttamente.
La parola al Consigliere Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Presidente, scusi, preciso che i dissuasori non possono essere installati perché il Comune di Torino ha prestato alla Regione Piemonte questi parcheggi per un mese, e da un mese siamo in queste condizioni. I funzionari dell'Ente, peraltro, si sono dati da fare e hanno chiesto l'intervento dei Vigili, che non è mai avvenuto. Il risultato finale è che comunque chi percorre un'ora e mezza di macchina, una volta arrivato a Torino è senza parcheggio e deve continuamente girare per la città.



PRESIDENTE

Collega, "casa grande non canta miseria" come si suol dire. Sarà cura...



BONIPERTI Roberto

Allora mi spieghi perché alla maggioranza nessuno tocca i parcheggi qua fuori.



PRESIDENTE

La maggioranza non ha i parcheggi qua fuori, perché i posti auto qui intorno sono equamente distribuiti fra l'Ufficio di Presidenza - che, come lei, sa è composto da maggioranza e opposizione - e i Consiglieri sia di maggioranza sia d'opposizione. Le farò avere la piantina così potrà verificare di persona.
Faremo mettere i dissuasori col lucchetto per un mese, se lo ritiene quando sarà finito l'utilizzo da parte nostra (è evidente che è un costo) saranno tolti per riconsegnare alla città lo spazio così come c'era stato affidato in partenza.
La ringrazio di aver segnalato il problema.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Richiesta inversione punto all'o.d.g., al fine di esaminare l'ordine del giorno n. 99 dei Consiglieri Turigliatto, Leo, Robotti, Dalmasso, Lupi Cavallaro, Dutto, Pizzale, Moriconi, Valloggia, Bossuto, Spinosa e Boeti inerente a "Salvaguardia della tipica fauna alpina (gallo forcello, lepre variabile, coturnice e pernice bianca)"


PRESIDENTE

Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Vorrei chiedere un'inversione di punti all'o.d.g.
Visto come stanno andando i lavori con le lungaggini che ci sono sull'ordine del giorno in discussione, vorrei che invece venisse affrontato l'ordine del giorno n. 99, "Salvaguardia della tipica fauna alpina", anche perché, se continuiamo così, quando affronteremo quest'argomento la fauna alpina sarà tutta morta. Di conseguenza, richiedo quest'inversione per affrontare oggi questa discussione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Dutto. Il gallo forcello diventerà famoso, insieme alla lepre variabile, la coturnice e la pernice bianca, che fanno parte della fauna alpina.
C'è un intervento contrario alla proposta d'inversione? La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Le vengo volentieri incontro, perché non vorrei che sfuggisse che l'iniziativa congiunta che abbiamo architettato ieri sera ad Arcore insieme a Claudio Dutto è tesa a vedere se il numero legale stavolta c'è davvero.
Poi, siccome toccherebbe a me parlare nel prosieguo per fatto personale, e preferisco parlare perché sono due giorni che aspetto e quindi intervengo contro, so che Claudio Dutto non si irrita se votiamo e quindi vediamo di andare avanti.



PRESIDENTE

A questo punto, dopo un intervento a favore e uno contrario sulla proposta d'inversione testé avanzata dal Consigliere Dutto, possiamo passare alla votazione. Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sulla proposta d'inversione di punti all'o.d.g.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è rinviata di 30 minuti.



(Commenti del Consigliere D'Ambrosio)



PRESIDENTE

Collega D'Ambrosio, stamattina - e non solo stamattina - chi era presente ha potuto verificare che non ho avuto un attimo d'esitazione a chiudere i lavori del Consiglio dopo due votazioni non valide.
Ritengo che tutto un pomeriggio impegnato per lavori di Consiglio valga assolutamente la considerazione di chi presiede di rinviare di 30 minuti la seduta per una seconda votazione, e mi auguro che sia d'accordo con me. La ringrazio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.12 riprende alle ore 15.53)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo i lavori con la ripetizione della votazione sulla proposta d'inversione di punti all'o.d.g., dopo gli interventi a favore e contro e la votazione non valida non avendo raggiunto il numero legale.
Informo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla proposta d'inversione di punti all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame ordine del giorno n. 1282 dei Consiglieri Robotti, Manolino, Clement Caracciolo, Comella, Dalmasso, Cavallaro, Giovine, Nicotra e Lupi, inerente a "Progetto di legge n. 2669 'Modifiche alla legge 2 luglio 2004, n. 165, e norme transitorie per le lezioni dei Consigli regionali e dei Presidenti delle Giunte regionali da tenersi nell'anno 2010, nonché modifiche al Testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di elezione dei Consigli comunali e provinciali'"

Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame ordine del giorno n. 1284 dei Consiglieri Dalmasso, Clement, Barassi Cavallaro, Moriconi, Manolino, Valloggia, Pizzale, Robotti, Turigliatto Caracciolo, Scanderebech, Nicotra, Giovine e Comella, inerente a "Sbarramento 4% per attribuzione seggi nei Consigli regionali, provinciali e comunali"


PRESIDENTE

Passiamo quindi alla continuazione del dibattito sui due ordini del giorno legati alla legge elettorale, sbarramento e altro, già iniziato nella seduta del 29 settembre 2009.
Era iscritto a parlare il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Intanto prendiamo atto dell'evoluzione della maggioranza, che è un fatto dinamico: questa maggioranza proteiforme, che si allarga e si restringe, che è presente ora qui, ora là.
Colgo l'occasione, all'inizio dell'intervento, di chiedere un'informativa alla Giunta (l'ho già fatto in sede di Conferenza dei Capigruppo). Siccome il Vicepresidente ci ha informato che su un argomento successivo, quello appunto dell'ordine del giorno cui alcuni colleghi stavano alludendo, la Giunta ha preso delle deliberazioni, riterremmo utile, oserei dire indispensabile, che la Giunta ci dicesse quali deliberazioni ha preso, poiché è un tema che ha occupato non soltanto quest'Aula, ma anche i Capigruppo, con un po' di dibattito sull'ordine dei lavori e sull'urgenza che il Consiglio su tale argomento deliberasse.
Visto che la Giunta ha deliberato, chiedo se ci fa sapere qualcosa in merito e magari ci opponiamo, ma è solo per comprendere bene in che direzione opporci. Mi rivolgo in particolare alla cortesia dell'Assessore Taricco - che non vedo - perché credo che sia l'Assessore competente.
Torniamo alla legge. Mi spiace di non aver sentito gli interventi di ieri pomeriggio, non tutti. Quello che a me interessa sottolineare rispetto a ciò che i firmatari degli ordini del giorno avvertono come criticità significativa e - sia ben chiaro - per molti versi incomprensibile, è che non credo si possa vedere un fatto semplicemente con gli occhi della parte che in quel momento si rappresenta.
evidente che chi si occupa di leggi elettorali, ancor più di leggi elettorali che hanno finalità di comporre assemblee legislative, come è quella dell'Assemblea regionale in cui viviamo o come potrebbe essere quella del Parlamento o come lo è in misura ancor più evidente quella dell'Unione Europea, si deve porre come scopo la ricerca di un equilibrio difficilissimo (che mai può soddisfare tutti, ovviamente) tra due esigenze ugualmente interessanti, ma non facilmente compatibili.
Una è l'esigenza che i cittadini che ne hanno diritto vengano rappresentati, e da lì si apre evidentemente il tema di quanto e come i voti vadano dispersi nel far sì o nell'impedire che questi trovino, per gli scogli, gli sbarramenti, le regole, adeguata rappresentanza nelle Aule di destinazione. L'altra esigenza, altrettanto importante, è quella della governabilità.
evidente che chi, come me, da un lato perché appartiene a un partito che nato grosso, forse fin troppo grosso, ma comunque grosso e con forti vocazioni di governo, ha una naturale propensione a vedere nell'esigenza della governabilità una preferenza, ma a me non interessa convincere coloro che hanno tesi contrarie che la governabilità sia un valore maggiore della rappresentatività dell'Aula rispetto agli elettorati che la esprimono: mi interessa che nessuno si senta autorizzato a non comprendere come entrambi i criteri abbiano e debbano continuare ad avere totale legittimità e totale cittadinanza in ogni e qualunque dibattito.
Quello che stiamo facendo, tra l'altro, è un dibattito che ha una sua originalità, perché tende ad anticipare degli esiti rispetto a un progetto di legge di cui nemmeno chi vi parla, che fa parte dello stesso partito dei proponenti, ha chiarezza del se, del come e del quando diventerà legge.
Mi sembra ben strana cosa, per un Ente Regione che da anni ha rinunciato - per scelta, credo non casuale - a legiferare sulla materia di cui ha delega. Perché noi - lo ricordo bene a tutti i colleghi e soprattutto a coloro, pochissimi credo, che seguono distrattamente questo dibattito - abbiamo facoltà di legiferare in termini di legge elettorale di competenza regionale semplicemente rispetto a questa delega. Delega che almeno nel recente passato, non abbiamo deciso di esercitare e oggi viviamo nel timore che qualcuno legiferi in qualche modo al nostro posto. Al nostro posto, tra l'altro, è già una tesi eccessiva, perché il Parlamento è l'organo legislativo di questo Paese, quindi non è al nostro posto. Siamo noi che evidentemente, in maniera deviata rispetto a come il Parlamento attuale nelle sue due Camere viene rappresentato, soprattutto, come al solito, ci occupiamo di quello che devono o non devono fare gli altri trascurando, come spessissime volte capita, quello che possiamo o, secondo me, dovremmo fare.
Entro solo nell'ambito del tema, e mi riguarda poco di quello che il Parlamento farà perché non sono un parlamentare, sono un umile Consigliere regionale, ma entro nel tema perché il tema fondamentalmente tocca gli sbarramenti.
Vorrei che fosse chiaro a tutti che l'esigenza di ridurre la frammentazione dei partiti politici e dei Gruppi consiliari, che sono due malattie diverse, che non hanno affatto sintomatologie apparentemente identiche, deriva da temi molto diversi. Deriva l'una dalle leggi elettorali che si sono andate formando nel tempo, l'altra dai Regolamenti di Aula che, relativamente alle leggi elettorali, consentono modifiche rispetto al quadro elettorale che è già espresso.
Credo che a nessuno sfugga - e quest'Aula dovrebbe farsene carico, in un momento di fine legislatura, non dico con spirito di autocritica, ma come presa di coscienza - che non siamo più i Gruppi consiliari che vennero eletti dalla legge elettorale nel 2005: molti di noi (e sia ben chiaro che nelle mie parole non c'è alcuna critica, ma è una semplice constatazione) sono in questo momento in sedi, collocazioni, coalizioni, formazioni politiche diverse da quelle che la legge elettorale espresse.
Questo perché? Credo che ciascuno di noi su questo abbia delle opinioni e non credo che sia utile esprimere delle opinioni, poiché mi pare che di divisioni di opinioni quest'Aula sia già ricchissima senza bisogno che io ne introduca altre, ma certamente la frammentazione - se qualcuno la volesse vedere così, e io la vedo così - nell'ambito dei Gruppi consiliari della Regione Piemonte non è figlia della legge elettorale, è figlia del Regolamento. E non solo è figlia del Regolamento: è figlia della gestione del finanziamento dei Gruppi.
Siamo ormai a fine legislatura e credo che l'ignoranza non vada più consentita a nessuno; se uno è ignorante che almeno se ne vergogni! Evidentemente una legislazione regionale che privilegia in maniera specifica la formazione di Gruppi piccoli, autorizzandoli e soprattutto iperfinanziandoli (non credo di dover porre esempi a nessuno, di giornalisti ce ne sono pochi), se non è un atto di ipocrisia palese e conclamata...
Credo che questo induca a fare una riflessione rispetto a chi oggi rileva, ponendolo come vincolo rispetto ad una lesione di rappresentatività, che esiste come tema, un problema irrinunciabile.
Non faccio neanche dell'ironia sul fatto che alcuni dei firmatari rispetto a questo "tsunami emergente" oggi non ci siano, perché pu capitare di avere impegni d'aula diversi da quelli che si presume avere nel momento in cui l'ordine del giorno è stato firmato.
certo che se si tratta di un'emergenza - a parte il fatto che l'emergenza c'è in alcuni momenti, mentre in altri diventa prioritario altro tema - mi sembra che non sia particolarmente sentita.
Torniamo a noi. Io credo che il compito che si debba assegnare quest'Aula - peraltro è stato un tema che ha coinvolto apparentemente tutti i Gruppi consiliari di quest'Aula nel mese di luglio - sia quello di dotarsi di una legge elettorale. Quale? La migliore che quest'Aula saprà esprimere, votandola con almeno 38 voti, perché così richiede il nostro Statuto.
Dirò di più: 38 voti lo considero il numero minimo, perché credo che una legge elettorale, magari criticabile ma la migliore che in questo momento codesta Regione dovrebbe esprimere, debba avere il maggior numero di voti possibili, senza cullarsi nel mito dell'unanimità, ma nemmeno senza distrarsi rispetto alle possibilità oggettive che quest'Aula ha in questo momento.
La legge nazionale, su questo, non essendo finalizzata né tantomeno iniziata la discussione, dubito fortemente che possa trascurare, se non altro in sede politica più che in sede tecnica, un parere legislativo (da legge approvata) che la Regione Piemonte assume, avendone il diritto e oserei dire, avendone anche il dovere.
Per quanto ci riguarda, crediamo che una legge elettorale figlia di questa legislatura e di questa Regione probabilmente sarebbe meno incisiva nel ledere i diritti di chi tanto difende comprensibilmente la rappresentatività, rispetto ad un'espressione letterale che la legge che denominiamo "Calderisi" in questo momento sta, apparentemente nelle parole sostenendo.
Noi crediamo, cioè, che si possano rispettare i vincoli o la ricerca di minor frammentarietà, e quindi di sbarramenti, anche in quella legge auspicata, senza estenderne gli esiti in maniera così completa e complessa come l'articolato della legge Calderisi suggerirebbe nella sua prima estensione.
Evidentemente, questo passa attraverso uno sforzo legislativo che questa Regione, a mio avviso, deve compiere. Noi non possiamo obbligare nessuno a seguire questa strada. Possiamo semplicemente convincere quelli che saranno disponibili ad essere convinti e - questo sì! - fare in modo che la Regione, nel senso di Aula, impegni un po' del proprio tempo a dibatterne, perché così si disse nel mese di luglio, e così furono gli impegni assunti. Gli impegni, in qualche modo, dovranno essere mantenuti.
Gli esiti saranno quelli che saranno, ma il dibattito sulla legge elettorale in quest'Aula avverrà.



PRESIDENTE

Prima di cedere la parola al Consigliere Bossuto, il Vicepresidente Peveraro voleva fare alcune precisazioni in merito alla comunicazione richiesta all'Assessore Taricco.
Prego, Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Purtroppo l'Assessore Taricco non potrà essere presente nel pomeriggio perché è impegnato in Consiglio provinciale a Cuneo. Ovviamente, ha dato totale e piena disponibilità nella mattinata di martedì (o quando il Consiglio deciderà) ad illustrare i dettagli della delibera che effettivamente, è stata assunta alle ore 13 di questa mattina.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Chiederei alla Giunta la cortesia di voler fornire al Consiglio il testo della delibera, posto che un atto pubblico, affinché i colleghi, in attesa dell'incontro di martedì, possano ragionare sul documento in questione.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Indipendentemente da ciò che potrà dire martedì prossimo l'Assessore Taricco, anche se la Giunta ha già deliberato, sarebbe opportuno concludere oggi la discussione rispetto a quell'ordine del giorno che molti di noi hanno sottoscritto. Un po' perché mi pare che questa giornata sia, in qualche modo, già compromessa, per cui, forse, compromettere anche quella di martedì prossimo sarebbe inutile. Un po' perché mi sembra grave il fatto che questo Consiglio regionale non sia riuscito, dopo tre o quattro anni, a discutere di un ordine del giorno perché ogni volta un Consigliere anticipava le sue esigenze, i suoi pensieri o le sue aspettative.
Pertanto, sull'ordine dei lavori, dirò ciò che penso: dopo la discussione che stiamo affrontando, chiedo che si discuta di quell'ordine del giorno - se si porrà ai voti, naturalmente verrà bocciato - che non deve essere né anteposto né postposto, ma che ha il diritto di essere discusso, per concludere questo ragionamento in giornata, così come ha fatto oggi la Giunta.



PRESIDENTE

Vorrei solo informare l'Aula, visti i tortuosi percorsi odierni, tra una sospensione e una mancanza del numero legale, tra la seduta antimeridiana e quella pomeridiana, che in base all'o.d.g. a vostre mani terminato il dibattito - se mai ci arriveremo! - sui due ordini del giorno relativi alla legge elettorale e sull'ordine del giorno relativo al disegno di legge Alfano, che al momento è soltanto inserito all'o.d.g. del prossimo Consiglio, in base ad una decisione assunta durante la Conferenza dei Capigruppo il primo punto all'o.d.g. da trattare sarebbe quello relativo all'ordine del giorno n. 99, più volte citato, avente ad oggetto "Salvaguardia della tipica fauna alpina (gallo forcello, lepre variabile coturnice e pernice bianca)".
Pertanto, al termine di questo dibattito, il punto all'o.d.g. da trattare sarà quello relativo alla fauna alpina. Naturalmente l'Aula è sempre sovrana.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Rispetto all'istanza dei colleghi che hanno sempre curato quest'argomento, vorrei confessare, in tutta onestà, il fatto che non me ne sia occupato, perché non sono né un cacciatore, né un animalista. Tuttavia nella vita mi piace sforzarmi di fare cose di buonsenso.
E proprio relativamente al buonsenso, volevo fare due considerazioni: innanzitutto è legittimo che coloro che si sono occupati di questo argomento oggi ne chiedano, a rigore di ordine prestabilito, la discussione e la votazione di tale documento. Ma a cosa serve?



BUQUICCHIO Andrea

BOETI Antonino (fuori microfono)



BUQUICCHIO Andrea

Perché l'ordine del giorno relativo al lodo Alfano qui a che cosa serve?



BUQUICCHIO Andrea

No, un momento...



PRESIDENTE

Collega Boeti, per cortesia, non interrompa il Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Il mio è un intervento a favore di questo argomento.
Io non ce l'ho con chi vuole discutere di questo ordine del giorno. In questo momento - consentitemi di dirlo in maniera chiara, così come sono abituato a fare - ce l'ho con la Giunta! Ce l'ho con la Giunta perché di fronte ad un problema del genere, è vero che oggi avrebbe dovuto deliberare, ma poteva farlo sia in un modo sia nell'altro. E ha scelto, forse, il modo più offensivo. Perché, a questo punto, mi metto in mezzo anche io, sebbene mi sia sempre disinteressato di questo problema. Adesso, invece, questa decisione della Giunta ha suscitato in me un interesse enorme! Sono molto interessato, perché lo vivo come un vulnus, la vivo come una violenza. Una violenza assassina nei confronti di quelle specie animali in via di estinzione e un vulnus nei confronti di uno spirito democratico e del rispetto di molti alleati che purtroppo, troppo spesso, sono calpestati nelle decisioni di qualcuno. È per questo motivo che intendevo intervenire a difesa. Non accetto che si debba prendere sottogamba una questione del genere. La decisione svolta con quell'ordine del giorno aveva anche uno spirito di testimonianza: vogliamo farlo? Facciamolo. Dico addirittura che possiamo farlo anche prima dell'ordine del giorno sul disegno di legge Alfano. Parte della popolazione si ribella a determinate leggi e a determinate decisioni di governo. E si sa quali sono gli obiettivi di questo governo.



PRESIDENTE

Collega Buquicchio...



BUQUICCHIO Andrea

Quindi, sono pronto a sacrificare e a posporre la discussione sull'ordine del giorno relativo al disegno di legge Alfano rispetto a questo, tuttavia voglio sottolineare la decisione della Giunta, rispetto a quello che era stato richiesto con tanto calore non dal sottoscritto spesso mi tocca di dover difendere cause che non mi appartengono ma che sento.
Grazie.



PRESIDENTE

Mi fa piacere sapere che la Giunta, fra le tante cose, genera attenzione nei colleghi Consiglieri; questo non può che rallegrarmi.
La parola al Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Chiedo pazienza, ma credo che l'intervento del Consigliere Buquicchio così appassionato, meriti una risposta.
Com'è noto, la Giunta doveva assumere questo provvedimento già due settimane fa. In relazione alla presentazione di un ordine del giorno che doveva essere discusso nella prima occasione utile, la Giunta, ovviamente ha sospeso la deliberazione.
Al momento della discussione in Aula è mancato il numero legale; e lunedì scorso la Giunta doveva assumere il provvedimento. Proprio con quello spirito ha convocato una riunione di Giunta per martedì mattina (ieri mattina) all'una, per arrivare poi alla discussione in Aula. Credo ricordi in che modo sono andati i lavori, ieri, e la Giunta ha deciso di rinviare ad oggi all'una; così come credo conosca in che modo sono andati i lavori della mattinata odierna.
A questo punto, il collega Taricco - non entro nel merito della determinazione con cui riteneva improcrastinabile l'assunzione del provvedimento - ha assunto il provvedimento stesso.



PRESIDENTE

Il Consigliere Scanderebech è uscito dall'aula; la parola quindi al Consigliere Turigliatto, sull'ordine dei lavori.



TURIGLIATTO Mariano

In quanto presentatore di quest'ordine del giorno quattro anni fa volevo dire che non lo tratterei come una clava per...
Abbiamo avuto quattro anni di tempo per cogliere il senso dell'ordine del giorno; se l'ordine del giorno non ha trovato spazio nei lavori del Consiglio, pazienza.
Sarebbe bene, prima o poi, come giustamente diceva il Consigliere Boeti, metterci mano e chiudere con un voto la questione: è evidente che viene meno gran parte del senso che aveva il documento quattro anni fa, tre anni fa, due anni fa e un anno fa.
Quindi, se deve continuare a girare come una specie di mina che tutti cerchiamo di evitare, è meglio toglierlo dall'o.d.g. del Consiglio e farla finita. Se, invece, prima o poi, abbiamo intenzione di discuterne, lo calendarizziamo, lo discutiamo e lo votiamo, possibilmente in armonia con quelle quattro o cinque questioni cui dovremmo adoperarci come Consiglio regionale da qui alla fine della legislatura.
Come già dichiarato in sede di Capigruppo, considero questo tema non di secondaria importanza, altrimenti avrei ritirato il documento da un pezzo: il modo con cui noi pensiamo alla nostra fauna è lo stesso con cui pensiamo alla nostra regione.
Facciamo come vogliamo, pazienza: è stato lì fino adesso e starà lì ancora un po'. Stiamo parlando degli ordini del giorno sulla legge elettorale, occupiamoci di quelli e portiamoli alla fine, e poi si vedrà.
Per questo chiedevo al Vicepresidente e al Presidente del Consiglio di proseguire con l'ultima versione dell'o.d.g. stabilito. Poi, si vedrà: quanto si riuscirà a fare si farà.
Comunque, sottrarrei quest'ordine del giorno dagli oggetti contundenti che potremmo adoperare nel nostro dibattito per significare altre cose.



PRESIDENTE

Condivido. Chi presiede non può che uniformarsi al Regolamento rispetto a chi richiede di intervenire sull'ordine dei lavori o altro. Quanto penso rispetto alla fauna alpina - come lei sa, intervengo molto raramente - sarà oggetto di un mio intervento: infatti, mi sono iscritto a parlare sui due ordini del giorno.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech, sull'ordine dei lavori.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Oggi non ho potuto essere presente alla riunione dei Capigruppo, per avevamo assunto un impegno preciso sulla mia proposta di legge, quella che contrasta la prostituzione selvaggia. Si era deciso di parlarne per chiarire come affrontare l'argomento.



PRESIDENTE

Non ho capito l'argomento, mi scusi.



SCANDEREBECH Deodato

C'è una mia proposta di legge che giace tra gli atti del Consiglio regionale, sul contrasto alla prostituzione selvaggia.
Nella riunione dei Capigruppo di ieri avevamo definito che questa proposta di legge dovesse essere messa al primo dell'o.d.g. Penso si debba stabilire la procedura, però né in Aula né in Commissione non ho avuto ancora una risposta.
Il Presidente Gariglio si era impegnato a risolvere il problema, che voglio porre all'attenzione di tutti i colleghi presenti. Questa è una proposta di legge che deve seguire il suo iter come tutte le altre iniziative politiche, amministrative e legislative di questo Consiglio regionale! Lasciamo perdere la proposta sul contrasto delle stragi del sabato sera, contro la povertà, in favore dell'invecchiamento sano e attivo della nostra popolazione! Ieri, avete fatto una seconda riunione dei Capigruppo e vi ho detto gentilmente ed educatamente che questa proposta di legge deve essere messa alla pari di tutti gli altri provvedimenti in quest'Aula.
Quindi, stabiliamo il percorso. Decidetelo. Fate un'altra riunione o fate quanto ritenete opportuno, però questa proposta di legge deve essere affrontata, perché sulle strade nelle nostre città si sta ripetendo quanto si era ripetuto sette o otto mesi fa: dobbiamo intervenire.



PRESIDENTE

Collega Scanderebech, avevo capito "costituzione selvaggia" quindi avendo la delega, mi ero preoccupato. Per questo le avevo chiesto quale fosse l'argomento.
In base alle intese, nel Consiglio di martedì prossimo il provvedimento, come concordato, sarà inserito nell'o.d.g. per essere votato e rinviato in Commissione. Questo l'accordo raggiunto...



PRESIDENTE

SCANDEREBECH Deodato (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non è questo l'accordo raggiunto.



PRESIDENTE

Non dialogate; se si avvicina al banco della Presidenza ne parliamo direttamente.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Anche se la decisione è già stata presa - non ne entro nel merito: poteva essere di un certo tipo rispetto ad un altro - credo che la discussione su questo ordine del giorno sarebbe ugualmente importante.
l'occasione per parlare degli argomenti legati alla caccia in modo diverso.
Sovente, relativamente alla caccia, siamo partiti da un principio di non tutela degli animali, ovvero degli abbattimenti. Con questo ordine del giorno si potrebbe discutere della tutela degli animali, salvaguardandone alcune specie.
Specifico subito che l'argomento - non approfondirò più di tanto unisce sia principi di ordine ambientale per la difesa della biodiversità sia, soprattutto, problemi che riguardano la tutela dei diritti degli animali. La tipica fauna alpina conta circa mille animali; numericamente, è assai ridotta rispetto ai milioni di animali che ogni anno uccidiamo, solo in Italia. Per chi si impegna nella difesa dei diritti degli animali, il concetto di base è che anche un solo animale ha diritto alla vita, anche per un solo animale è necessario, se possibile, intervenire per salvaguardarne la vita e la non sofferenza.
Per questo ritengo che, anche se le decisioni sono state prese, fare una discussione su questo argomento sia importante per il Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Pur non concordando quasi per niente con le posizioni del Consigliere Moriconi, concordo perfettamente sulla richiesta fatta in questo momento.
Questa mattina sono venuto in Consiglio quasi solo per parlare di quest'ordine del giorno. A maggior ragione, dopo la decisione della Giunta ritengo importante intervenire.
Le perplessità che emergevano in precedenza - secondo le quali un eventuale ricorso al TAR avrebbe peggiorato la situazione - non esistono più. Secondo me, sarebbe importante che il Consiglio potesse pronunciarsi.
Personalmente, voterei oggi l'ordine del giorno.
Il timore che nutrivo precedentemente, ovvero che una richiesta di moratoria totale potesse far sì che con un eventuale ricorso al TAR la moratoria non sarebbe stata neanche parziale, non c'è più.
Possiamo pronunciarci con serietà e coerenza: per favore, lasciateci dire cosa pensiamo su quest'argomento! Vorrei potermi pronunciare su quest'argomento!


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame ordine del giorno n. 1282 dei Consiglieri Robotti, Manolino, Clement Caracciolo, Comella, Dalmasso, Cavallaro, Giovine, Nicotra e Lupi, inerente a "Progetto di legge n. 2669 'Modifiche alla legge 2 luglio 2004, n. 165, e norme transitorie per le lezioni dei Consigli regionali e dei Presidenti delle Giunte regionali da tenersi nell'anno 2010, nonché modifiche al Testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di elezione dei Consigli comunali e provinciali'"

Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame ordine del giorno n. 1284 dei Consiglieri Dalmasso, Clement, Barassi Cavallaro, Moriconi, Manolino, Valloggia, Pizzale, Robotti, Turigliatto Caracciolo, Scanderebech, Nicotra, Giovine e Comella, inerente a "Sbarramento 4% per attribuzione seggi nei Consigli regionali, provinciali e comunali" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione sugli ordini del giorno relativi alla legge elettorale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Oggi, naturalmente manca un po' il pathos che si era creato ieri; il dibattito è un po' frammentato. Gli argomenti non mancano: abbiamo sentito gli ultimi del Consigliere Scanderebech, altri stamattina; si sono inserite parecchie discussioni, per cui è facile perdere il filo. Evidentemente, c'è ancora dibattito, anche se, a volte, alcune misure legislative sembrano non le sue, Presidente - voler ridurre gli spazi fino a creare delle Aule controllate, blindate, in cui diventa difficile rappresentare le proprie idee. Tutto sommato, forse, un domani, potremmo rimpiangere - speriamo di no - la vivacità del dibattito che oggi ha caratterizzato i nostri lavori.
Naturalmente, il ringraziamento va a chi, oggi, ci ha permesso di proseguire i lavori. C'è ancora una serie di colleghi che intende intervenire sul tema della legge elettorale; ma, su una votazione precedente, ancora una volta, abbiamo corso il rischio di non avere il numero legale. Quindi, un "grazie" a chi ha permesso oggi di esprimerci, e magari, di chiudere l'argomento.
Da ieri, si affronta la legge elettorale con definizioni piuttosto auliche ed elevate; si è parlato di democrazia, e di molte altre cose. Ieri l'attenzione era piuttosto vivace; era più facile imbastire il filo del discorso.
Naturalmente sul termine "democrazia" si sono dette molte cose in questi secoli. "Democrazia" è un termine su cui si è discusso, su cui hanno scritto filosofi e personaggi importanti nella storia della nostra civiltà.
Arrivare oggi - non è illusione - in quest'Aula, a ricucire o rifare una sintesi su questo termine, penso sia impossibile. Tuttavia, credo che alcuni principi siano fondamentali e temo che la proposta di legge - che giace ancora in discussione in Commissione a Roma - si basi su principi che di democratico hanno ben poco: quando si blinda o si chiude l'ambito di una discussione, o di una compagine politica, limitandone gli appartenenti fino al punto di scrivere nome e cognome di chi dovrà sedere nelle istituzioni la discussione politica muore e la democrazia muore con lei.
Qualcuno ieri dichiarava che dobbiamo imitare altri Paesi. Altri Paesi hanno sbarramenti, chiusure, limitazioni: non sempre imitare altri Paesi è cosa giusta. Se fossimo stati all'inizio degli anni Venti avremmo imitato poi l'abbiamo fatto - la Germania di Hitler o altre dittature? Credo di no.
Poi si è caduti in quell'errore, ma credo che, proprio per quel motivo, non sia opportuno prendere esempio da altri Paesi. Ogni Paese e ogni nazione ha un suo percorso storico, culturale e politico: una forma parlamentare all'inglese può andare bene in Inghilterra, ma non è detto che vada bene in Italia, per tante altre ragioni storiche e caratteristiche dei nostri luoghi.
Sulla democrazia, come ho detto, si può dire molto. Qualcuno ieri ha affermato che la gente, in realtà, preferirebbe un sistema elettorale che privilegi il dualismo di forze, quindi il bipartitismo - chiamatelo come volete. Io vorrei contraddire quest'affermazione: la gente si adatta, temo.
Tra l'altro, gli ultimi risultati elettorali - delle ultime amministrative ci annunciano che la gente non si adatta più granché ai pacchetti che le leggi elettorali buttano in bocca. Leggi elettorali che - l'impressione perlomeno è quella - nascono sempre più come abiti di sartoria, quindi cuciti addosso a chi siede in Parlamento o altrove, più nell'interesse di mantenere quello status quo che nell'interesse di un principio democratico che, ripeto, ancora una volta, va lentamente ad annacquarsi in interessi di parte, in interessi di categoria e nelle volontà di conservazione del proprio potere.
Un segno di democrazia potrebbe tradursi nello sviluppare un pensiero sul concetto di potere: come si esprime, come si manifesta e quali risultati può dare: poteri buoni, poteri cattivi. Ma non è neanche quella una cartina di tornasole, non può essere quella la ragione per cui si va oggi a legittimare una proposta di legge nazionale che alza lo sbarramento ed impone uno sbarramento anche nelle Regioni, perché non è la risposta che la gente vorrebbe. Non abbiamo una prova che sia quello che vogliono le persone.
La prova contraria invece l'abbiamo avuta nelle ultime elezioni amministrative, quando abbiamo visto molte coalizioni provinciali vincere con una manciata di voti, con un astensionismo che è arrivato, non dico a Torino ma anche a Torino, a circa il 45% degli elettori.
Poi certo quanto si vince o si perde, chissà perché non si pensa più e non si valuta più la questione dell'astensionismo. Infatti qualcuno in quest'aula ieri ha vantato il sistema democratico americano come il sistema migliore, la vera democrazia compiuta, dove c'è il bipartitismo, anche in questo caso dimenticando i dati: tolte le ultime elezioni in cui, complice il fenomeno Obama e la speranza che questo fenomeno ha dato alle categorie più devastate socialmente, si è vista un'affluenza maggiore alle urne normalmente il Presidente americano veniva eletto con il 15% del voto totale dei cittadini americani. Quindi, se quella è democrazia, auguri! Se questo è il modello che vogliamo importare e se questo è il modello che vogliamo introdurre in Italia, e mi pare che siamo già sulla buona strada, auguri! Auguri sinceri a tutti, soprattutto ai cittadini che a volte avallano inconsciamente, nell'abitudine o nel disinteresse e ormai delusione, alcuni modelli per poi non trovare più dei riferimenti, al punto che quando hanno un problema non sanno più a che santo rivolgersi, se non a qualche "potentato" locale che gli dà retta, in cambio di una elargizione sicuramente elettorale.
In realtà, temo che il problema più grosso stia tutto nella visione molto economicista che abbiamo della politica, quindi l'economia vuole velocità nelle scelte. Per carità, anche i cittadini la vorrebbero e abbiamo dovuto negli ultimi giorni prendere atto che non è proprio sempre così. E la volontà dell'economia forse sovrasta quella del diritto e quella della volontà stessa dei cittadini, che di colpo viene annacquata in una illusoria velocità che, a volte, è una sintesi, a volte è non un miglioramento ma una semplificazione del sistema politico che poi non va loro incontro, perché magari è più veloce nel riuscire ad approvare riforme economiche nel deserto politico e culturale in cui le Aule monocratiche riescono a decidere grandi cose, senza comunque dare risposte ai cittadini che continuano ad avere e patire gli stessi affanni ogni giorno e a non avere un riscontro, con un'ulteriore frustrazione e delusione, scoprendo infine nell'astensione l'unica possibilità di via d'uscita.
Quindi, la governabilità è una scusa, la semplificazione è una baggianata enorme - se mi permettete il termine - perché abbiamo avuto l'esempio di semplificazione negli anni Venti e un partito solo era il massimo: i treni arrivavano in orario, così dicono gli apologeti di quei tempi, ma pare non fosse così neanche quello, e sicuramente il partito unico decideva tutto.
Quello era un buon esempio di semplificazione e mi pare che la via sia quella. Anche in questo caso faccio gli auguri! Io non vorrei farne parte anzi in un caso di questo tipo mi porrei addirittura al di fuori di questi confini nazionali, perché non mi appartiene. Però temo che stiamo andando verso quella via e tutte le proposte che abbiamo sotto gli occhi sono ad esempio regolamenti che semplificano il dibattito, lo riducono a poco o niente (evviva!) - magari per poi lo stesso perdersi in altri rivoli, ma il dibattito è semplificato e questa è la cosa importante - e leggi elettorali che innalzano questi strabenedetti livelli. Dimenticando ogni volta l'hanno già detto tutti i colleghi - che ogni volta che si alza il livello vuol dire che una fetta della popolazione non ha più una rappresentanza non ha più nessuno a cui riferirsi, con le conseguenze di cui si prende atto, ossia scollamento tra palazzi, città e territorio, scelte varie e variegate e tutto quello che questo comporta.
Quindi, credo che la legge nazionale non è così libera. Qualche collega mi ha permesso di leggerla e mi ha facilitato il lavoro, perché non ho neanche dovuto cercarla. Mi pare che il vincolo sia quello; anche se una legge regionale interviene, quello rimane il vincolo: dal 4% non si esce per ogni Circoscrizione, quindi neanche come media regionale, e quindi o si passa e in ogni circoscrizione si supera il livello oppure si sta a casa.
Io ho letto questo all'articolo 1.
Ad ogni modo, mi pare che sia una cosa su cui è bene prendere posizione, su cui è importante dire qualcosa.
Ultima cosa e concludo.
Diciamo che i meccanismi sono quelli dei soldi e anche del potere economico; per chi si candida è già così, per i partiti che ancora riescono ad esprimere i candidati a botte di soldi e non di partecipazione democratica. Arriviamo al punto di scoprire per caso che il Parlamento nazionale abroga una norma garantista verso i cittadini, che è l'articolo 4 del decreto legislativo luogotenenziale del 1944, emanato ancora in tempo di guerra, in cui si decideva che un cittadino che si trovava di fronte all'abuso di potere del pubblico aveva il diritto di reagire e non era condannabile per le sue azioni.
stato abolito nel silenzio generale: una garanzia per i cittadini e con il nostro silenzio, perché naturalmente la semplificazione porta a questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Io, insieme ad altri colleghi in quest'aula, da diversi mesi stiamo cercando di arrivare alla definizione di una nuova legge elettorale. Per purtroppo è caduto dall'alto come al solito, in una democrazia compiuta dove tutto c'è meno che democrazia, è arrivata la mannaia dall'alto e di colpo si è spenta quella piccola luce che ognuno di noi cercava di intravedere come quella stella polare, unico riferimento di ognuno di noi.
Di colpo si è spenta quella luce ed è comparsa questa nuova proposta e questo nuovo disegno di legge elettorale nazionale che stabilisce lo sbarramento del 4%! Ahimè, noi tutti - parlo almeno per me e per la mia modesta intelligenza intellettuale - pensavamo che la legge elettorale fosse una questione che ci riguardasse personalmente, che fosse una questione di natura e di carattere esplicitamente regionale e di questo Consiglio.
Invece c'erano altre insidie spostate sempre dove c'è il potere oligarchico, dove c'è il potere vero che ci domina, ci sovrasta e stabilisce anche quelle che sono le nostre condizioni economiche e sociali e forse qualcos'altro - e a questo punto anche la nostra libertà di esprimerci. Di colpo è caduta questa notizia, questo disegno di legge che prevede lo sbarramento del 4%.
Parto da questo presupposto.
Lasciamo stare gli altri indirizzi programmatici che ci sono in questo disegno di legge, ma mi chiedo e continuo a chiedermi: è costituzionalmente valido e risponde a quelle che sono le indicazioni e le prescrizioni della nostra Costituzione e, soprattutto, del nostro Statuto che il 4% non sia un termine perentorio che spetta a questa Assemblea? E non delle linee generali che spettano al soggetto nazionale? questo il punto da cui tutti dobbiamo cominciare a parlare. Quindi ho firmato questo ordine del giorno, perché non ritengo giusto che s'imponga dall'alto quello che invece è di competenza di questo Consiglio.
Poi - ripeto - ci sono i principi generali, i principi generali possono essere tutti gli altri elencati in quella proposta di legge, ma non il vincolo del 4%, perché è un vincolo, è qualcosa di normativo, è qualcosa di ben preciso che localizza quelli che sono i limiti massimi e minimi, quindi è discriminante. Non ha un'indicazione di massima, non propone un terzo di donne e due terzi di uomini o viceversa, cioè non dà indicazioni di massima o degli orientamenti e dei principi. No, non è un principio, ma è una soglia, un numero.
E questo mi sembra che sia in contrasto con quelle che sono le valutazioni del nostro Statuto, delle nostre leggi e della Costituzione.
Nel 1970, anno in cui sono nate le Regioni, io non c'ero in quest'aula ma dal primo giorno che sono entrato, nel 1995, qualcuno mi ha spiegato che la competenza delle leggi regionali, vista quella nazionale del '94-'95 che dava indicazioni generiche e di massima, era che ogni Regione si doveva dotare della propria legge elettorale. Io ho sempre saputo questo fino a quando, invece, è caduta dall'alto questa legge! Indipendentemente, Presidente Placido, da quello che faranno i "miei" quelli dell'UDC - a Roma, sono contrario a questo modo di gestire la politica nazionale e di dare gli indirizzi programmatici, perché questo è un vero e proprio indirizzo programmatico che riguarda la nostra Regione.
Introdurre il 4% vuol dire far fuori una parte di forze politiche rappresentative del nostro territorio, che oggi siedono nei banchi di questa Assemblea. Quindi, lo ritengo un vulnus, in contrasto con i principi del nostro Statuto e, soprattutto, le leggi attualmente esistenti.
Sono ancora dell'idea che occorra andare avanti e farci la nostra legge. Personalmente ritengo si debba togliere il listino, è la mia battaglia. Anche relativamente a questo non so se il mio partito è d'accordo o meno: io sono per il principio d'espressione della libertà popolare, quindi deve essere il cittadino a decidere e non i partiti; qui non devono esserci Consiglieri paracadutati dall'alto, che occorre si confrontino con la gente.
Presidente, oggi, ho pubblicato un comunicato stampa in contrapposizione a quanto dice il Sindaco Chiamparino, che si alza al mattino ad annunciare che "Damiano dovrà fare il sindaco di Torino". Chi è Chiamparino per dire una cosa del genere! Capisco che La Stampa lo scrive ma con quale diritto acquisito si permette di dire una cosa del genere? Quindi, i cittadini che oggi leggono La Stampa vengono a sapere che "hanno deciso che Damiano sarà candidato sindaco di Torino" e noi tutti che andiamo in giro a raccogliere consenso, a confrontarci e a prenderci "m...." perché non riusciamo a dare risposte vediamo il nostro lavoro vanificato da un articolo, da un'idea che è stata partorita dal mattino alla sera, così, senza una logica, senza una progettualità! Ebbene, non ci sto a questa politica, Presidente Placido! Pertanto ho provveduto alla stesura di un comunicato stampa dove indico le caratteristiche del prossimo candidato sindaco di Torino, che tutto pu essere tranne che un piemontese, non perché ce l'abbia con i piemontesi Dio mi è testimone! Li rispetto e ho tanti amici, peraltro mia figlia è nata a Torino, quindi è diventata anche lei torinese, nonché piemontese.
Detto questo, oggi, tra pugliesi, siciliani e calabresi, Torino rappresenta tre quarti della popolazione torinese, insieme ai propri figli.
Questo cosa vuol dire? Vuol dire che questa città deve cominciare a parlare con i deboli, con i forti, con i ricchi e con i poveri.
Ribadisco che il 75% - così si capisce meglio - della popolazione di Torino è di estrazione meridionale, genitori e figli.
Questo cosa vuole dire? Vuol dire che c'è una maggioranza democratica.
Vuol dire che c'è una società che sta evolvendo e che ha bisogno di comunicare e dialogare. A questa società occorrono risposte concrete, ma questa società non dialoga! Non è pensabile che uno al mattino si alzi e decida il nome del Sindaco! Noi dobbiamo opporci a queste decisioni sabaude, che peraltro non valgono più niente, lasciano il tempo che trovano; però, la gente che legge i giornali ancora crede alla favola di Biancaneve.
Mi auguro che quanto fatto a Roma non venga replicato a Torino. Mi auguro di essere aiutato dai miei colleghi in questa battaglia indipendentemente dall'estrazione sociale e dall'appartenenza politica e geografica.
Torino deve scegliere un Sindaco che deve rappresentarci tutti, anche i piemontesi - oggi mi allargo un po' di più; soprattutto deve essere un Sindaco scelto dalla gente, con la quale deve dialogare. Deve essere un Sindaco che scende sul territorio, perché la gente, oggi, semplicemente vuole essere ascoltata, tanto le risposte concrete non riusciremo mai a darle! Tanto lì c'è gente che, oggi, sul territorio non arriva alla quarta o, addirittura, terza settimana, ma questa gente vuole parlare! Una volta, all'inizio delle elezioni, il Sindaco Chiamparino riceveva i cittadini, ma adesso non li riceve più: è sbagliato, li può ricevere lo stesso, anche se non riesce a dargli un lavoro! Noi lo capiamo, non ha la bacchetta magica, ma i cittadini devono parlare con qualcuno! Ecco, questo deve essere il nuovo Sindaco: deve parlare con la gente e deve rappresentare le loro istanze, quindi non può essere scelto, così solo perché al mattino Chiamparino si alza e nomina questo Damiano! Chi è Damiano? Da dove arriva? Questo vale per Damiano e per qualsiasi altra persona.
Mi auguro che queste scelte avvengano in modo condiviso, che sia la politica a farsene carico, senza lasciare alla decisione di altri il futuro dei nostri figli qui in Torino e provincia. Mi auguro che almeno a quest'ultima scelta si possa addivenire con il consenso di tutti e, in modo particolare, con l'aiuto del sottoscritto.
Invece, cosa possiamo fare per la legge nazionale che blocca anche questo? Attenzione, Presidente Placido: questa legge nazionale, in qualche modo, influisce direttamente sulle scelte del prossimo candidato sindaco per Torino, perché, anche lì, alcune forze politiche di questa Assemblea possono essere estromesse, perché anche lì c'è lo sbarramento del 4%! Ecco perché sto parlando del Sindaco di Torino! Le scelte in ordine alle istanze dei cittadini e della società civile devono essere condivise da tutte le forze politiche; anche quelle minoritarie devono avere questa possibilità, perché loro vivono in questi territori e, quindi, non possono essere escluse alcune forze rappresentative democratiche che hanno fatto la storia qui a Torino, la storia del fordismo e la storia del diritto al lavoro! Queste forze non possono essere escluse! Non sono di Rifondazione Comunista; sono in contraddizione con quanto pensano loro, ma solo per quanto riguarda il rispetto: rispetto gli ideali altrui e mi confronto, ma non possiamo estrometterlo da una libera e democratica competizione.
Attenzione, questa legge elettorale ci cadrà addosso come un macigno che alcune volte si può trasformare anche in una limitazione democratica e di scelta per i nostri territori, perché il 4% è previsto anche per le elezioni comunali e provinciali.
Mi auguro che questo ordine del giorno venga votato e qualcuno a Roma magari che siede un po' più in alto dei nostri rappresentanti, possa veramente prenderlo in considerazione e comportarsi nel giusto modo possibile.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Scanderebech.
Mi scusi, mi ero relativamente distratto perché parlavo con la collega Cotto di Damiano, che è stato anche Ministro, e di San Damiano in Provincia di Asti, che è qui vicino.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Credo che la discussione di questo ordine del giorno, forse, sia un po' inutile e pleonastica. Intanto, sappiamo che tale decisione verrà assunta in altra sede e non in questa; sappiamo anche che per avere una qualche rilevanza questo ordine del giorno dovrebbe essere votato all'unanimità.
sufficiente rivolgere lo sguardo dove solitamente siedono i rappresentanti dell'opposizione per vedere la scarsissima partecipazione e capire che questa unanimità non sarà assolutamente raggiunta.
Vorrei rapidamente svolgere alcune riflessioni.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Moriconi.
Consigliere Scanderebech! Grazie.
Prego, collega Moriconi.



MORICONI Enrico

Vorrei svolgere delle riflessioni relativamente ad alcuni principi perché in questa discussione si è parlato molto di governabilità, della necessità di Assemblee che garantiscano questa governabilità, che sembra essere diventata il mito ispiratore di tutte le decisioni che si devono prendere.
Ad esempio, volevo leggervi poche parole che fanno riflettere su cosa significa governare, che può essere una riflessione sulla democrazia e sulla governabilità.
Si può democraticamente scegliere di portare la guerra contro paesi non allineati alla propria politica, si può democraticamente inquinare e persino provocare modificazioni climatiche, si può compromettere l'ambiente e lasciare un deserto alle generazioni future. Tutto questo non è solo una possibilità dei regimi democratici, ma è esattamente quello che sta avvenendo.
Allora che senso ha la libertà in una democrazia moderna di fronte ai problemi del nostro tempo? Di fronte al problema della conservazione del pianeta, per esempio, è ovvio che è in gioco il rapporto con tutte le generazioni passate e con tutte quelle future. Lo stesso principio maggioritario mostra da questo punto di vista i suoi limiti, che sono innanzitutto temporali. Le decisioni che prende una maggioranza politica in maniera pienamente legittima possono alterare o compromettere le condizioni di vita nel futuro.
Non ci è possibile dire se nel prossimo futuro la democrazia sarà travolta dalle sue contraddizioni, se il fragile progetto democratico sarà battuto dal caos e dalla violenza globale o se lascerà il testimone ad una forma di politica nuova, ancora in gran parte inimmaginabile, ma idealmente capace di esprimere valori di partecipazione, di autodeterminazione, di giustizia, con una maggiore saggezza nei confronti dell'ambiente, di tutte le forme viventi che abitano nel pianeta e della vita stessa che ci precede e deve proseguire dopo di noi.
Noi siamo chiamati a decidere se vogliamo ricercare una forma sociale in qualche modo compatibile anche con le libertà e il benessere del resto del mondo e delle generazioni future, rinunciando dunque alla massimizzazione delle nostre libertà, del nostro sviluppo, del nostro benessere, o se vogliamo al contrario massimizzare i nostri interessi, ma condannarci ad un conflitto permanente contro il resto dell'umanità.
L'alternativa è, infatti, un'epoca di guerre condotte da democrazie occidentali per difendere al proprio interno il lusso del benessere e il diritto esclusivo di decidere per sé e per altri.
In altre parole, oggi è necessario comprendere e pensare in modo nuovo a quel profondo intreccio che lega in maniera indissolubile tre questioni chiave del nostro tempo: libertà politica, sostenibilità e pace.
Cosa c'entra, questo, con gli argomenti che stiamo trattando nell'ordine del giorno? In effetti, è collegato con uno dei principi contenuti nei brani che ho letto, ovvero con l'idea del maggioritario e del presidenzialismo: quanto più si vanno comprimendo le forze chiamate a decidere all'interno delle assemblee legislative, tanto più è facile che le idee si coagulino attorno ad alcuni principi e venga sempre meno il discorso sul confronto e sulla crescita delle idee.
Qualcuno sostiene che con lo sbarramento si possa risolvere quello che da alcuni, è visto come un problema, ovvero la frammentazione e l'abbondanza di forze politiche. Questa è la dimostrazione di come ciascuno possa "vedere" le cose a proprio modo; perché laddove non ci saranno più piccoli partiti, ma grandi forze politiche, ci saranno comunque le correnti. Credo, infatti, che nessuno possa pensare che le idee possano essere imbavagliate e che una maggioranza, sia pure giustificata dal voto o dalla forza politica all'interno di un'organizzazione, possa impedire alle opinioni di circolare e alle idee diverse di esprimersi.
questo, io credo, uno dei problemi che si porta dietro una certa idea della politica; l'idea che sia più corretta e più governabile quella che viene definita "democrazia decidente", ovvero quella democrazia che fa della sua capacità di decidere, ma quindi anche di imporre le idee di alcuni sulle idee di tutti gli altri, la propria forza.
Probabilmente, questo ordine del giorno non produrrà nessuno degli effetti che si prefiggevano i propositori. Tuttavia, credo che la discussione al nostro interno su questi argomenti sia comunque positiva.
Sinceramente, da quando l'Italia ha deviato i suoi sistemi elettorali sempre più verso il sistema maggioritario e il presidenzialismo, così come hanno fatto altri Paesi, credo che sia ridotta l'affluenza al voto. Durante le elezioni, infatti, le prime analisi rilevano sempre preoccupazione sulla scarsa affluenza al voto. Nelle ultime elezioni europee, per esempio, si può affermare che il primo partito in Italia sia stato quelle dei "non votanti", perché al 34% di chi non è andato al voto vanno aggiunti i tre milioni di schede bianche, che portano al 40% la percentuale di coloro che pur avendo diritto di voto, non lo hanno espresso.
Ebbene, di fronte a questa denuncia di sfiducia nei confronti di tutti gli eletti, le risposte sono preoccupanti: in un primo momento, tutte le forze politiche sostengono, più o meno, che si tratti di un problema da risolvere. Poi, però, si continua, inevitabilmente, sulla strada intrapresa, quella di forzare sempre di più verso quei sistemi elettorali e di Governo che scoraggiano sempre di più i cittadini. Più volte abbiamo sentito in quest'Aula che per un cittadino la massima espressione del proprio potere democratico sia quella di recarsi al voto e di eleggervi i rappresentanti. Questo è un atto importante, potremmo quasi definirlo "fondamentale" in una democrazia elettiva.
Credo che sbaglino coloro che, quando sono eletti nelle diverse Amministrazioni, ritengono che il cittadino abbia dato una "delega in bianco" e abbia accettato, con il voto, tutto quello che chi si trova ad amministrare ritiene di dover fare.
Quando si fanno simili affermazioni, credo che ad una fetta consistente di questo Consiglio venga subito in mente il nostro attuale Presidente del Consiglio, che dà quotidianamente prova di interpretare i voti che ha preso come un capitale da poter usare a proprio uso e consumo.
Purtroppo, questo ordine del giorno non avrà i risultati che noi auspichiamo, ma credo che sia un peccato, proprio perché non porta neanche una piccola pietra per correggere una deriva che mi preoccupa molto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Come sapete, la Lega è un movimento che da sempre lotta per il federalismo; federalismo che è ancora molto lontano dalla sua realizzazione, o perlomeno che necessita di un percorso ancora molto lungo per essere completato. Tuttavia, qualcosa di "federalista" alle Regioni è arrivato.
Se esaminiamo le competenze che deteneva la Regione vent'anni fa rileviamo che erano decisamente inferiori rispetto alle attuali. Dunque qualcosa di utile la Lega l'ha fatto, e continuerà a lottare sempre per questo programma.
Perché ho fatto questa premessa, sebbene fosse quasi scontata? Perch in realtà, questa proposta di legge, nel senso federale, fa un deciso passo indietro: oggi la riforma costituzionale ha riservato alle Regioni la competenza sulla propria legge elettorale. Con questa proposta, verrebbe introdotta una pesante interferenza, da parte del Governo centrale, su una materia che è chiaramente di competenza regionale.
vero che alle Regioni è stata attribuita la competenza di redigere la legge elettorale, purché le stesse si attengono ad una serie di principi previsti e contenuti in una legge dello Stato centrale. Ma i principi devono essere tali: con questa proposta, invece, si introduce un paragrafo molto fisso. Si introduce, cioè, lo sbarramento secco o fisso del 4%.
Se nei principi l'Onorevole Gasparini, o comunque il nostro Parlamento si fosse limitato ad introdurre un'indicazione generale per cui nelle leggi regionali occorreva prevedere una soglia di sbarramento, questo sarebbe stato sicuramente accettabile, perché era un principio generale. In pratica, si diceva che bisognava introdurre una soglia minima di sbarramento; soglia che i partiti avrebbero dovuto superare per avere dei seggi assegnati alle elezioni.
Invece, l'introduzione di un dato preciso e secco, come quel 4 sicuramente va ad interferire con quanto è di competenza della Regione.
Sotto questo punto di vista e ampliando il mio discorso, si potrebbe arrivare a mettere in dubbio la validità di una simile legge. A nostro avviso, una simile legge sarebbe sicuramente anticostituzionale, proprio perché il Governo centrale andrebbe a legiferare su un campo che la Costituzione riserva invece alle Regioni.
Al di là dell'incostituzionalità, è comunque una legge che sicuramente interferisce nelle competenze delle Regioni, quindi questa legge non pu trovarci favorevoli.
Ho anche interpellato i nostri rappresentanti di Roma, che si sono espressi esattamente come mi sto esprimendo io in questo momento.
Probabilmente, questa legge non verrà approvata o, perlomeno, non verrà approvata così come è stata presentata.
A questo punto, chiaramente il parere del mio Gruppo diventa decisamente contrario alla proposta di legge così come presentata in Parlamento. Di conseguenza, diventa favorevole ai due ordini del giorno così come presentati al nostro Consiglio, anche se devo dire che questi ordini del giorno si spingono un po' più là, facendo altre considerazioni non del tutto condivisibili.
Una volta affermato che deve essere la Regione a decidere nella sua legge elettorale quale Parlamento introdurre, a questo punto però devo dire di essere a favore di uno sbarramento, perché oggi la frammentazione dei partiti e dei Gruppi presenti in questo Consiglio è sicuramente eccessiva.
Se andiamo a contarci, mi pare che siamo arrivati a 17 Gruppi consiliari che sono veramente un'esagerazione.
Sarebbe un'esagerazione per la parte opposta tentare di ridurre tutto il panorama politico ad un bipartitismo. Ma un numero ragionevole di partiti è sicuramente compreso tra i due estremi che ho detto, cioè se due partiti sono troppo pochi e potrebbero addirittura mettere a rischio la democrazia, 17 sono troppi, perché mettono a rischio il sistema stesso, la politica, la governabilità, il funzionamento del Consiglio e, soprattutto mettono a rischio il funzionamento delle maggioranze.
Pertanto, da una parte è logico cercare di contenere comunque il numero di Gruppi e il numero dei partiti, evitando un continuo spezzettamento, lo spezzettamento che c'è già stato, la continua riduzione in "partitini" o il proliferare delle liste durante le elezioni; dall'altra, come dicevo, non è nostro obiettivo quello di arrivare a un bipartitismo perfetto. Anzi saremo pronti a combattere e a metterci di traverso su questa strada, per ripeto, arrivare a un'equità, a un sistema logico basato su cinque, sei o sette partiti (ma non di più, oltre a questi numeri comincerebbero a diventare troppi!) potrebbe essere una cosa utile.
Quindi, riassumo: la proposta di legge Gasparini è da noi ritenuta, da una parte, anticostituzionale, dall'altra come un interferenza illegittima dello Stato nelle competenze della Regione. Pertanto, siamo sicuramente contrari a questa proposta di legge. Per contro, in un'ipotesi di legge regionale saremmo invece a favore dell'introduzione di sbarramenti scelti però da noi in base alle analisi politiche che facciamo noi nel panorama politico piemontese e secondo la nostra esperienza, in modo da raggiungere quell'equilibrio cui facevo cenno prima.
Quindi, voteremo comunque a favore di questi ordini del giorno, anche se non li condividiamo al 100%, ma condividiamo la parte essenziale di questi ordini del giorno, cioè invitiamo il Parlamento a non procedere all'approvazione di questa legge.
Dopodiché, tornando sull'argomento della legge elettorale, auspico che si riesca a trovare un accordo il più vasto possibile fra maggioranza e minoranza, in modo da varare una legge elettorale della nostra Regione che venga il più possibile incontro a quei principi che già erano stati fissati con un nostro ordine del giorno e che vada nel senso che ho detto prima.
Cioè una legge elettorale che sia la più condivisa possibile nel rispetto delle minoranze, nel rispetto della governabilità e nel rispetto di un equilibrio.
Con questo non voglio dire che vogliamo arrivare a due partiti, ma che 17 partiti sono troppi, perciò dobbiamo trovare una strada intermedia.



SPINOSA MARIACRISTINA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Placido che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Raramente intervengo per ovvi motivi, come è comprensibile che sia per chi svolge un ruolo istituzionale, ma su quest'argomento mi sono sentito in dovere di intervenire in qualità di Consigliere, per fare alcune considerazioni.
Mi dispiace che molti colleghi di Rifondazione Comunista, dei Comunisti Italiani, di Sinistra e Libertà che hanno presentato questi ordini del giorno non siano qui ad ascoltare gli interventi nel merito.
Naturalmente, non mi riferisco ai presenti: è evidente. Collega Cavallaro, mi fa piacere vederla. L'avevo vista quando ho buttato l'occhio: lo faccio sempre sia a destra sia a sinistra.
Venendo agli argomenti (vado velocemente e mi dispiace, perché si perde la linearità dell'intervento), non si può non rilevare che (al di là degli argomenti importanti: leggi, provvedimenti, ma lasciamo perdere) mentre intendo ci sia la necessità di intervenire a compiere uno dei nostri doveri, come è scritto anche nel nostro Statuto, quello di varare la legge elettorale, noi passiamo molte ore a discutere di due ordini del giorno da mandare al Governo e al Parlamento, affinché il Deputato, Onorevole Giuseppe Calderisi, uno dei più preparati parlamentari sulla materia, li prenda in esame. È vero che c'è una tradizione di legulei che arriva da un determinato movimento - abbiamo avuto anche la possibilità di poterne apprezzare in quest'Aula la scorsa legislatura - di grande preparazione al di là delle opinioni, ma invece di discutere e operare affinché si faccia una legge elettorale, passiamo due sedute su due ordini del giorno.
Cari colleghi, sappiamo tutti che un ordine del giorno non si nega a nessuno, ma come potete pensare, colleghi che avete firmato i due ordini del giorno, che l'onorevole Calderisi, il Governo, il Parlamento e il Presidente della Camera si facciamo impressionare da un ordine del giorno del Consiglio regionale del Piemonte, rispetto a un accordo eventuale (se c'è o non c'è)? Poi, apprendo dal collega Dutto una novità, legittima come tutte le novità, e quindi invece di assolvere il nostro compito che da quatto anni e mezzo ci impone di fare una legge elettorale trovando la massima condivisione, noi passiamo due o tre sedute a dibattere su due ordini del giorno, con un percorso tortuoso, con numeri legali che mancano, e poi chi firma gli ordini del giorno nemmeno è presente.



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Per carità, uno.
Io però se considero un argomento di vitale importanza, ritengo che abbia priorità rispetto ad altre questioni.
evidente che ci sono delle priorità: la famiglia, i genitori, i propri cari, i notai. Mi auguro che l'assenza non sia determinata da queste cose urgenti.
Poi, vengo invece al merito.
Come spesso succede a sinistra - di cui faccio, storicamente e da sempre, parte - invece di provare a fare la sintesi, si fanno le analisi.
Invece di ragionare come mai c'è la crisi della sinistra, o dei partiti di centrosinistra in tutta Europa, ragioniamo su quali espedienti di ingegneria elettorale possono essere utili per garantire la presenza nelle assemblee elettive.
Cari colleghi, la crisi della sinistra e del centrosinistra colpisce tutta l'Europa Occidentale - ma non l'America, non il Brasile, non il Giappone, dopo più di cinquant'anni.
In Germania, il partito cui posso far riferimento - SPD - ha avuto un tracollo (ricordo che la soglia è il 5%, non il 4%); i Verdi e la Linke hanno ottenuto uno straordinario risultato che permette loro - nonostante lo sbarramento al 5%, nonostante il partito cui faccio riferimento abbia ottenuto un pessimo risultato - non solo di avere superato lo sbarramento del 5%, ma di avere raddoppiato i loro voti: sono entrambi oltre il 10%. Lo stesso vale per il Portogallo e per altri Paesi.
Forse, più che delle ingegnerie elettorali la sinistra e il centrosinistra, dovrebbe preoccuparsi...



PLACIDO Roberto

SCANDEREBECH Deodato (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Parla della sinistra, perché il centrosinistra non esiste.



PLACIDO Roberto

Il centrosinistra esiste: il Partito Democratico è un partito di centrosinistra all'interno del quale, caro Consigliere Scanderebech, esiste chi fa riferimento a posizioni di centro e chi a posizioni di sinistra (pensavo fosse un dato acquisito). Ed anche in un partito di sinistra c'è chi è più su posizioni di centro e chi è più di sinistra.
Dunque, non si ragiona sulle motivazioni che hanno portato il Partito Democratico - voglio parlare del mio partito, non mi permetto di parlare di Rifondazione o di Uniti a Sinistra - a perdere quattro milioni di voti e capire le cause di tale scollamento, della distanza dall'elettorato che non vota oppure preferisce votare altri partiti (sono dati ufficiali: dei quattro milioni di voti persi dal Partito Democratico si calcola che due milioni e seicento elettori non siano andati a votare, un milione e quattrocento abbia votato qualche altro Partito). Invece di ragionare dicevo - su quali siano i motivi, i problemi, la crisi di rappresentanza il non avere individuato alcuni ideali con i quali proporsi come alternativa alla guida del Paese e ai valori del centrodestra (valori che individuo nella religione, nel sangue, nel territorio) e quindi su quali valori e su quali ideali i nostri partiti dovrebbero presentarsi agli italiani per essere una credibile alternativa di Governo, si perdono ore di sedute, pensando, poi, che i "cattivi" sono Calderisi e il Parlamento.
Concedetemi lo sconcerto, e quindi, la non condivisione: non voterò questi due ordini del giorno.
Perché non ci preoccupiamo di fare il nostro dovere, ovvero elaborare una legge elettorale, sul quale siamo inadempienti da quattro anni e mezzo? Conoscete tutti le mie posizioni sul numero di Consiglieri; confortato dall'Onorevole Calderisi sono anche più sereno, tranquillo e di buon umore sia sul numero di 60 sia su altri aspetti (scherzando con alcuni colleghi ho detto: è evidente che gli ho indicato la linea, e lui ha messo in atto immediatamente, il provvedimento). Perché non utilizziamo il tempo ancora a nostra disposizione per entrare nel merito della legge elettorale? complicato, a fine legislatura. Ricordo quando si passò dal sistema tradizionale a quello dei Collegi, con tutte le modifiche: certo, fu un provvedimento imperfetto. Ed era chiaro che i tre quarti di quell'Aula quando votò la legge sotto la pressione dell'opinione pubblica, sapeva che non sarebbe tornata in Parlamento. Eppure votò quei provvedimenti.
Si tratta di capire se siamo in grado di votare una legge, non partendo da quale sarà il nostro futuro, la nostra prospettiva, ma da quale pu essere la legge elettorale utile alla nostra Regione.
Questa è la differenza; altrimenti, non voteremo la legge. Se non si vota la legge elettorale, è evidente che abdichiamo al nostro ruolo, che non è di utilizzare, obtorto collo, una legge nazionale in vacanza di una legge regionale - e questo pur con tutte le resistenze alle eventuali modifiche dello Statuto che ho sempre dichiarato - con la conseguenza, se non passa, che, ancora una volta, un'istituzione terza dovrà decidere su quanti saranno i prossimi Consiglieri regionali. Far decidere ad un'istituzione terza, è una sconfitta per la politica e per chi, in quel momento, è eletto in quell'istituzione.
Cari colleghi, vi invito, al di là di percorsi tortuosi, a ritornare all'argomento, ad intervenire sul dibattito sulla legge elettorale - al di là del fatto che avremmo dovuto farlo quattro anni e mezzo fa; ma lasciamo perdere, pazienza - per approdare ad una legge, per quanto mi riguarda proporzionale e senza listino.
Ci sono alcuni Partiti che, in termini di gestione leninista, mi hanno ampiamente scavalcato; ma ricordo a tutti che noi siamo qui eletti senza vincolo di mandato e siamo chiamati a lavorare nell'interesse generale prima ancora che nell'interesse di parte e di partito. Siamo in grado di fare una legge elettorale senza listino, che rimandi e ridia completamente ai cittadini l'autorità di scegliere chi eleggere, e non per quarti di nobiltà, per appartenenze o per essere familiari di qualcuno. Questo il nostro compito.
Se riusciremo a svolgere tale compito avremmo fatto qualcosa, forse non nel nostro interesse personale, ma di sicuro nell'interesse delle Istituzioni. Diversamente, non ci si potrà lamentare se il corso delle cose ci passerà sopra o sotto la testa perché qualcun altro deciderà al posto nostro. Se dovesse accadere questo, la responsabilità sarà tutta nostra compresi coloro che non sono presenti in Aula. Tenevo ad intervenire, al di là di chi è presente o meno, affinché l'intervento restasse agli atti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Non so se la gestione dell'Ufficio di Presidenza, antecedente alla Presidenza della Consigliera Segretaria Spinosa, abbia fatto sì che il caso mi permettesse di parlare dopo il Vicepresidente Placido. Se invece così non è stato, ma è stata la sorte a darmi questo onore, sono particolarmente lieto. Finalmente, posso avere un momento di contraddizione forte con molte delle tesi sostenute dal Vicepresidente Placido.
Anzitutto, volevo fare un apprezzamento a molti degli interventi che mi hanno preceduto, e, ovviamente, a tutti i firmatari dell'ordine del giorno.
Un apprezzamento anche all'intervento, nella giornata di ieri, del Consigliere Muliere, ed uno, particolare, all'intervento del Consigliere Dutto: intelligente, calibrato e misurato. E, molto indicativo - lo lascio come punto di riflessione - anche per i colleghi di quei partiti che hanno l'ambizione di essere trainanti ed egemoni nella prossima legislatura nelle prossime tornate elettorali regionali, e non solo.
Il Consigliere Dutto lascia chiaramente intendere che la Lega è composta da una classe politica che fa delle analisi non nel breve termine ma nel medio e lungo termine. Il Consigliere, molto argutamente e correttamente, ha fatto una fotografia del passato, di come si è arrivati a questa situazione. Ha fatto una scelta di campo che, peraltro, non so se ai colleghi sia chiaro, chiude tutti gli spazi a qualunque tipo di passaggio successivo, perché quando un movimento importante come la Lega Nord si esprime nei termini, con la chiarezza e con la determinazione con la quale si è espresso il collega Dutto, credo che sia inutile, dopo la votazione dell'ordine del giorno, fare ulteriori passaggi sulla legge elettorale perché allora sì, Presidente Placido, sarebbe inutile perdere tempo e sprecare i soldi dei cittadini.
Il collega Dutto ha fatto una scelta di campo e, conoscendo gli amici della Lega, non l'ha fatta lui, ma l'ha fatta perché il partito l'ha fatta una scelta che prevede un sistema dello Stato, un'organizzazione, una governance che non sia utile solo al medio e breve termine, perché la Lega che adesso vale il 12% dei sondaggi nazionali, ha tutto l'interesse a mettere soglie di sbarramento altissime. Fa piazza pulita veramente! Ma siccome la Lega sa da dove è partita, sa che è arrivata e dove è arrivata, partendo con lo 0,5 nelle elezioni europee del 1989, che le ha permesso di eleggere all'epoca due eurodeputati - credo che fossero Speroni e Bossi - e precedentemente di eleggere un senatore ed un deputato Giuseppe Leone deputato e Umberto Bossi senatore nel 1987 - e da lì costruire quel consenso che le ha permesso di arrivare a quello che è oggi con forza, con determinazione e con il coraggio anche di fare cadere un Governo al buio. Ricordiamoci che la Lega è determinante ed importante perché, ad un certo punto, ha detto a Berlusconi in modo molto chiaro "ciao!", e ha spento la luce.
Così come oggi, in modo molto chiaro ed illuminante, il collega Dutto ha detto alcune cose, ed invito i colleghi a riprendere l'intervento del collega Dutto sulla questione della legge elettorale, perché se vogliamo fare finta che il collega Dutto non sia intervenuto in questi termini evidentemente stiamo davvero prendendo in giro noi stessi e i cittadini e sprecando i loro soldi.
Mi rivolgo al collega Placido, che è sempre interessato ai costi e alla spesa pubblica.
Sinceramente non ho capito qual è il fine che il collega Placido si vuole prefiggere con il suo intervento, perché è evidente che lui voleva ritornare alla questione dello sfondamento del tetto del numero massimo di Consiglieri previsti attualmente dallo Statuto, nelle more della modifica del secondo passaggio che è in essere. Ma ha sbagliato, perché mi pare che l'ordine del giorno non parli assolutamente di quello; parla di soglie di sbarramento, parla di rappresentanze e democraticità in quest'Aula. Non parla di governabilità, non parla di rappresentanza e numeri tra maggioranza ed opposizione. Dice semplicemente che se alcuni partiti partecipano alla coalizione, che vinca o che perda, ed ottengono il quorum naturale che - voglio ricordarlo, non è mica lo 0,5%, ma è il 2,8%, quindi è abbastanza alto - hanno tutto il diritto di avere i voti dei loro cittadini rappresentati in quest'Aula! Invece si vuole dire: "No, chi fa il 4,01% ha diritto di esprimere gli eletti; chi fa il 3,99% no. Peccato! Mi spiace!".
La Lega si ricorda che nel 2001 ha fatto il 3,99% proprio sul proporzionale e che per un nonnulla, magari anche per dei voti annullati non ha eletto 35/40 deputati che le sarebbero stati molto utili nella legislatura 2001-2006, quindi ha una memoria storica che molti qua dentro non hanno, anche di molti di quelli che ieri ho sentito e che hanno detto: "Come? Noi siamo i partiti più grandi ed accoglieremo i partiti più piccoli". Ma perché devo entrare in un partito più grande? Io esprimo e dico cose diverse, io sono diverso dal PD e diverso dal PdL e ho l'orgoglio di essere diverso dal PD e dal PdL, perché se questa discussione e questa imposizione di entrare riguarda i cosiddetti partiti più piccoli, passando il tempo riguarderà anche i partiti medi. Riguarderà anche il collega Buquicchio, che adesso si sta allontanando dall'Aula, e la Lega sa che lo faranno anche a lei, perché questo è l'obiettivo, questo il risultato a cui si vuole tendere.
Per questo ringrazio il collega Muliere per l'intervento di ieri, che è stato utile e chiarificatore e, per quanto ci riguarda, molto importante.
Tra l'altro, la bozza Calderisi ha dei palesi dubbi di costituzionalità, perché a me non interessa da dove arriva il professor Calderisi, collega Placido. A me interessa se è un ex Radicale. Non è che gli ex Radicali abbiano il bollino rosso e tutto quello che dicono è sacrosanto, inoppugnabile ed inattaccabile. I Radicali hanno anche detto delle scempiaggini e fatto anche diversi danni, alcuni dei quali li stiamo pagando tuttora nel nostro Paese. Ci sono stati dei referendum che sono costati delle cifre assurde a questo Paese, grazie ai Radicali, e questo va bene così. E parliamo di centinaia di milioni di euro, solo perché qualcuno doveva farsi la campagna elettorale sui referendum! Qui si confondono piani logici, si parla dei Gruppi presenti in Consiglio regionale e dei partiti politici. Sfatiamo anche questo mistero perché dalla prossima legislatura costituire Gruppi autonomi con fuoriusciti da altri partiti sarà molto più difficile di adesso, perch occorrono tre Consiglieri. Voglio vedere quanti saranno in grado di mettere insieme tre Consiglieri per fare un Gruppo autonomo. Sarà molto difficile e se ciò avverrà, avverrà evidentemente perché vuol dire che a livello nazionale si è creata una frattura dentro un partito più grande, con ricadute a livello regionale.
Quando si è formato il PD molti pensavano che ci sarebbe stata una fuoriuscita da parte dell'ex Gruppo dei DS che avrebbe creato un megagruppo erede dell'ex DS. Così non è stato, c'è stata una fuoriuscita di persone degne, autorevoli e rappresentative, ma che numericamente corrispondeva a due persone. Ne vedo una qui davanti a me che mi sta ascoltando e la ringrazio di questo.
Non è assolutamente detto che le regole che vengono scritte siano calzanti per chi se le propone, anzi spesso e volentieri poi si ritorcono contro chi le aveva immaginate in prima istanza.
Il maggioritario ha creato un'esplosione di micropartiti, ma non pensate che mettendo le asticelle di sbarramento, per quanto alte siano la potete mettere anche al 20%! - la gente smetterà di fare politica o smetterà di presentarsi. Ci presenteremo tutti lo stesso! Io lo farò con il mio partito dei Pensionati, il collega Lupi lo farà con i Verdi Verdi, così come lo faranno, collega Placido, tanti altri colleghi in quest'aula e tanti altri che sono esclusi dalle istituzioni. Perché? Perché siamo fatti così, perché il fatto di essere eletti è secondario rispetto alla possibilità di fare politica e di cercare di dare delle risposte alle persone.
Quindi, se qualcuno pensa di eliminarsi il problema alla propria sinistra, o alla propria destra, mettendo delle asticelle alte, sbaglia di gran lunga, perché non sarà così che si dipanano le questioni.
Si cerca di dare risposte tecniche a quelle che sono invece esigenze politiche. Nella prima repubblica c'era il proporzionale puro, con i resti e bastava fare il quorum in una circoscrizione ed automaticamente scattavano tutti i resti a livello nazionale. Eppure c'erano 10/12 partiti e i due partiti maggiori avevano il 70% dell'elettorato assoluto. Perché? Perché quei partiti all'epoca davano delle risposte all'elettorato. Oggi i partiti maggiori non riescono più a darle. All'epoca c'era dibattito interno ai partiti maggiori: si ammazzavano - per carità - ma lo facevano al loro interno, e comunque davano risposte agli elettori.
Oggi la verità è che purtroppo questi partiti cercano di risolvere i loro problemi endogeni con una soluzione estrogena: cercare di aumentare la propria massa elettorale sforzandosi di eliminare gli altri.
Non voglio abusare ulteriormente del tempo, perché eventualmente, se ci sarà l'occasione, utilizzerò la dichiarazione di voto per fare ancora un appunto, anche perché voglio lasciare ad altri colleghi il tempo per potersi esprimere.
La ringrazio, anche per la cortesia.



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giovine.
Prima di dare la parola al collega Lupi, non posso assolutamente ribattere, ma fornisco solo un'informazione, perché è agli atti. In tutta la scorsa legislatura non ho mai votato né firmato un documento dei colleghi Radicali. Il che non vuol dire non riconoscere capacità di leguleo ad uno dei colleghi che appartenevano a quel Gruppo. Sono due cose diverse.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Intervengo anche a nome del collega Nicotra, che mi ha detto di voler rinunciare all'intervento.
Nella riunione dei Capigruppo, ho già avuto modo di commentare le gesta di Giuseppe Calderisi, perché ritengo che quel progetto di legge possa avere profonde ripercussioni, non soltanto in generale sul nostro sistema democratico, ma anche sul dibattito specifico a livello di Consiglio regionale. Proprio per questa ragione, penso occorra sottolineare con forza l'importanza dei concetti espressi dal Consigliere Dutto.
L'intervento del Consigliere Dutto, con molta lucidità, ha sottolineato che quel provvedimento costituisce una pesante interferenza del Governo centrale; ha messo in luce i profili di incostituzionalità di quel progetto di legge; ancora, ha sottolineato che si tratta di una interferenza illegittima dello Stato.
Perché sono importanti queste considerazioni, al di là del merito delle stesse? Sono importanti perché queste considerazioni, finalmente chiariscono una situazione e un posizionamento sulla legge elettorale.
In qualche modo, le parole del Consigliere Dutto rispecchiano il pensiero dei principali leader dei partiti regionali del centrodestra, che hanno una precisa posizione sulla legge elettorale: la legge elettorale deve rimanere così com'è. Forse non era ancora molto chiaro, probabilmente ci sono ancora dei tentativi per modificare questa situazione. È importante sottolineare questo fatto, altrimenti proseguiamo in una situazione di commedia dell'arte in cui ci si rimpalla reciprocamente la responsabilità per il fatto che non si riuscirà arrivare ad una nuova legge elettorale del Piemonte, a causa di colpe reciproche. In realtà, il discorso è oggettivamente chiuso ed è inutile rimpallarsi la responsabilità reciproca tutti si sono impegnati al meglio.
Il gruppo di lavoro guidato, come meglio non poteva essere fatto, dal nostro Presidente del Consiglio ha cercato in tutti i modi di addivenire ad una situazione di rinnovamento della legge elettorale. Però, oggi, occorre altresì la capacità di prendere atto che, innanzitutto, le posizioni delle Segreterie dei maggiori partiti del centrodestra sono orientate al mantenimento di questa legge elettorale. Altresì, mi sembra che ci siano posizioni - ormai non più tanto minoritarie - all'interno di tutti i Gruppi che, realisticamente, ritengono che questa sia l'unica possibile situazione all'interno del dibattito della legge elettorale e non prenderne atto sarebbe veramente una perdita di tempo.
In merito al costante atteggiamento per cui si ribadisce quanto avremmo dovuto fare, posso affermare che abbiamo fatto di tutto per dar vita ad una nuova legge elettorale. Il fatto che il nostro Consiglio regionale decida di non fare la nuova legge elettorale non autorizza comunque qualche altro che non ne ha il potere a norma di Costituzione, ad invadere dei campi che non gli competono.
Allora, non è tanto la valutazione del merito del progetto di legge Calderisi, che probabilmente non ci compete; quello che ci compete, invece è un moto d'orgoglio a livello di istituzione in cui si ribadisca che quelle competenze sono esclusivamente regionali. Allo Stato centrale spettano esclusivamente i principi generali della legge elettorale regionale, di cui fa parte il rispetto della rappresentanza delle minoranze e alcuni altri principi, che non possono certamente portare il legislatore ad una invasione con costruzioni di architettura elettorale, che determinano nello specifico la legge elettorale.
Quindi, da questo punto di vista, credo occorra da parte nostra un orgoglio unitario nel ribadire al Parlamento nazionale che quelle sono competenze esclusivamente regionali! Il Parlamento nazionale si occupi dei principi generali e non interferisca su questioni che competono a questo Consiglio regionale. Quindi, non è tanto una valutazione di merito, ma prima di tutto di principio, di carattere costituzionale.
Noi certamente non mettiamo in dubbio la preparazione dell'Onorevole Calderisi, sappiamo che è uno dei migliori esperti di legislazione elettorale, però gli chiediamo di leggersi cosa all'articolo 122 prescrive la nostra Costituzione, per poi operare, nella funzione di legislatore secondo quanto prevede il nostro testo costituzionale.
Anche il Vicepresidente Placido ha ironizzato, ed anche giustamente sul fatto che questo documento non avrà alcun effetto a livello di decisionalità politica, ma questo passa in second'ordine, perché noi semplicemente rivendichiamo, con un moto d'orgoglio regionale, le nostre prerogative e la nostra posizione. Semplicemente ribadiamo che, se si dovrà fare una legge elettorale, la farà questo Consiglio regionale e non il Parlamento nazionale, poi probabilmente la storia andrà in maniera del tutto differente.
Fin da quando a scuola ci raccontavano le favole - il primo verso della favola più famosa è proprio superior stabat lupus - sappiamo che sicuramente ci calpesteranno, nonostante tutte le possibili ragioni che si possono avere, così come l'agnello veniva accusato dal lupo di inquinargli l'acqua, ma non per questo noi rinunciamo con forza a ribadire le nostre posizioni.
Sappiamo con certezza di avere ragione; sappiamo con altrettanta certezza che, probabilmente, saremo calpestati, ma questo non ci fa rinunciare ad un moto d'orgoglio - questo, sì, dovrebbe essere unitario da parte di tutta l'Aula - per rivendicare competenze che sono esclusivamente regionali e non appartengono al Parlamento nazionale.
chiaro che il dibattito nazionale sulla legge Calderisi non è scevro di ripercussioni sulla nostra discussione. È evidente che, fino a quando sarà in discussione, o quando sarà approvata, la legge Calderisi, sarà del tutto inaccettabile, per tutta una serie di raggruppamenti politici accettare il rischio, oltre che di dover subire da Roma lo sbarramento del 4%, anche di perdere l'ultima possibilità di rappresentanza in Aula consiliare, costituita, a quel punto, dal listino.
chiaro, quindi, che i due piani non sono completamente indipendenti perché si intersecano. Ed è altrettanto evidente che fino a quando esisterà l'opportunità di una modifica della legge elettorale nazionale, qualunque ipotetica possibilità di nuova legge elettorale regionale sarà del tutto illusoria. Perché è del tutto inaccettabile, per le forze politiche che già rischiano di essere falcidiate dal provvedimento nazionale, rinunciare anche a quell'ultima possibilità di rappresentanza in sede di Consiglio regionale.
Pertanto, ribadiamo con forza il nostro parere favorevole rispetto ai due ordini del giorno, sottolineando che l'importanza di questi due documenti non risiede tanto in una valutazione tecnica del contenuto della legge elettorale, quanto nel riferimento ai principi costituzionali che in qualche modo verrebbero calpestati. Ovviamente, noi non possiamo che augurarci che questo non avvenga.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Sicuramente in un'Aula stanca e con pochi presenti potrebbe anche risultare inutile lo sforzo di esprimere il proprio pensiero. Tuttavia ritengo che non sia mai inutile lo sforzo di comunicare con gli altri anche perché, obiettivamente, in questo caso abbiamo la fortuna di avere delle persone che verbalizzano, per cui tutto, comunque, rimarrà scritto.
L'intervento del Vicepresidente Placido è stato ricco di contenuti che, chiunque ami far politica in un certo modo, non può che apprezzare.
Personalmente l'ho apprezzato in diversi passaggi.
Indubbiamente, per onestà intellettuale, rilevo che alcune considerazioni potrebbero sembrare, ad una prima analisi - forse superficiale - contrastanti con il pensiero da lui espresso, ma ritengo che meritino, comunque, una riflessione.
Il partito che ho l'onore e l'onere di rappresentare è uno dei due partiti che negli ultimi anni è riuscito, partendo da zero, ad affermarsi nell'ambito del panorama partitico nazionale. Ed è partito, come ripeto, da zero.
Ricordo che il primo appuntamento elettorale, che non poté che darci grande delusione, fu quello del 2001, quando, per pochissimi voti, non avendo raggiunto la soglia del 4%, ci lasciò fuori di fatto dalla Camera dei Deputati. Eleggemmo soltanto un rappresentante al Senato della Repubblica, che, dopo neanche 48 ore, decise di salutarci, perch probabilmente, ci riteneva perdenti. Difatti, in quel momento lo eravamo.
Il tempo ci ha dato modo di poterci riscattare da quella sconfitta ricominciando sempre da zero, ma cercando un radicamento nelle varie Amministrazioni locali dove, da sempre, è ancora più difficile poter esprimere con delle percentuali molto basse la rappresentanza in termini di seggi.
Oggi la situazione è diversa e se non avessi un minimo di onestà intellettuale, dovrei pormi dalla parte di coloro che, di fatto, hanno tutto l'interesse a spostare il ragionamento su questioni di carattere più ampio, politologico, dimenticando quell'esigenza che qualcuno da questi banchi prima faceva trapelare in modo vibrante, che è quella della speranza democratica. "Speranza di democrazia" significa che chiunque, in un Paese democratico, deve potere ambire e sperare. Perché se si toglie anche la speranza, come voi mi insegnate, si toglie molto alla vita e alle ambizioni più vere, più sincere e più profonde di un uomo. Ambire, quindi, ad un'affermazione in termini di rappresentanza, penso che non sia un delitto ma sia legittimo. Si può essere d'accordo o meno, può far piacere oppure no, ci può essere utile o non utile, ma è un principio che dobbiamo rispettare.
E proprio con questa forma di massimo rispetto vorrei spostare il ragionamento su un piano pragmatico, più tecnico. Per la verità, non so chi mi sta a sentire, però sicuramente queste mie affermazioni rimarranno scritte, e probabilmente la storia mi darà ragione.
Sul piano tecnico, spostando il ragionamento, vorrei fare alcune considerazioni: amico Lupi, noi eravamo al punto di discutere in Aula una legge elettorale che tutti sappiamo con quali modalità era approdata all'o.d.g. di quest'Aula. Sapete anche quanto io sia stato severo e come abbia condannato quella modalità con la quale si era introdotta la discussione potenziale della legge elettorale, spostando il tiro da un altro ambito.
Come ho detto, eravamo al punto di discutere una legge elettorale e non lo abbiamo fatto perché a qualcuno... E io mi sono sforzato, in quel gruppo di lavoro, di capire sino in fondo le esigenze di tutti. E ho anche modificato il mio pensiero - non mi sono vergognato e l'ho detto apertamente - laddove ci si preoccupava della modalità di distribuzione di un premio di maggioranza, detto listino, qualora lo stesso listino fosse abrogato. Ed è lì che ricordo che c'era un accordo: io non l'avevo sottoscritto, ma tutti gli altri sì. Tale accordo prevedeva di discutere della legge elettorale, di abolire il listino, di abbassare lo sbarramento dal 5% al 3%, ma per chi? Per chi non è in coalizione. E poi si doveva discutere del discorso sul genere e via discorrendo.
Noi stavamo per affrontare la discussione di una legge che ad alcuni non piaceva soltanto per le modalità di ridistribuzione di quel listino una volta abolito.
Oggi, cari amici, ci troviamo di fronte ad una situazione ben più grave: a prescindere dall'abolizione o meno del listino, e quindi a prescindere dall'appartenenza ad una coalizione o meno, si vuole, dal livello nazionale, imporre uno sbarramento al 4%.
Ripeto, questo a noi (come ad altri ben più grandi di noi) potrebbe anche far comodo, ma non è giusto. Non è giusto.
Non sono d'accordo con il Consigliere Giovine, che propone di bloccare tutto finché "Roma" non chiarisca cosa succede. Da Roma non si chiarirà assolutamente niente. Da Roma arriva o non arriva la scure, o, una volta arrivata, sarà tardi, la testa sarà tagliata! Quindi, per senso di responsabilità e condividendo sia le istanze del Vicepresidente Placido sia quelle del Consigliere Lupi (che possono sembrare in contraddizione, ma non lo sono), penso che questo consesso debba partorire una legge elettorale, preservando il rispetto di quegli obiettivi, in termini di sbarramento, fissati nell'ordine del giorno al 3 per i candidati fuori coalizione; peraltro, se dobbiamo essere onesti sino in fondo, all'interno della coalizione non c'era alcuno sbarramento, quindi non dobbiamo imporlo all'ultimo momento.
Però, siete voi che dovete farvi promotori, rispettando quei criteri affinché si discuta una legge elettorale. Ho ascoltato bene ogni sua parola, collega Lupi: con uno scatto di orgoglio dobbiamo dimostrare a Roma di volerci esprimere e non di dover subire passivamente l'imposizione della legge nazionale. Io sono d'accordo, però dobbiamo fare qualcosa.
Come un vecchio amico imprenditore mi ha insegnato - mio padre - con l'interlocutore bisogna cercare di trovare la mediazione più giusta, più sana, più dignitosa, non si può pretendere di mettergli il coltello alla gola. Ed è quanto noi dovremmo fare nell'ambito di questo consesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere, per dichiarazione di voto.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Ho già espresso molto brevemente la mia opinione ieri, anche se avrei voluto argomentare ulteriormente: ci sarebbero molte cose da dire, anche rispetto al dibattito. È già tardi; non mi dilungo per rispetto dei colleghi, anche se molte argomentazioni richiederebbero ulteriori riflessioni.
Intervengo per ribadire il nostro voto a favore, ma anche che negli ordini del giorno ci sono alcune considerazioni che non ci trovano d'accordo come Gruppo del PD. Tuttavia, riteniamo importante lanciare oggi un messaggio al Parlamento, per quello che serve... Ripeto, non è che gli ordini del giorno mi appassionino molto per la loro utilità; ma questa è una mia opinione e non mancanza di rispetto nei confronti dei colleghi che presentano gli ordini del giorno, ci mancherebbe.
Concordiamo con l'ipotesi presentata dal Presidente Gariglio di riformare l'attuale legge elettorale - lo ribadisco. Proviamoci! Se c'è ancora una possibilità, procediamo in quella direzione.
Proprio per questo credo utile approvare i due ordini del giorno, per verificare se si possano ridurre certe distanze che ci differenziano, per permetterci di approvare una legge elettorale che superi il listino: questo l'elemento che contraddistingue la proposta del Presidente Gariglio.
Quindi, se c'è una possibilità anche minima, credo utile approvare i due ordini del giorno.
Siccome non abbiamo il numero legale, o c'è un'intesa a chiudere il dibattito con un voto che comprenda anche quello dei colleghi di maggioranza, altrimenti rischiamo di rinviare la votazione e ritrovarci a discutere sempre le stesse cose.
Ecco perché credo sia utile chiudere questo dibattito con un voto, al di là dell'appartenenza alla maggioranza o alla minoranza, per iniziare un lavoro serio e concreto (non che questo non lo sia stato). Dunque concludiamo questo dibattito e decidiamo cosa fare nelle prossime sedute.
Invito tutti i colleghi a votare - contrari o favorevoli - in modo tale da chiudere finalmente questo dibattito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Manolino, per dichiarazione di voto.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, per ribadire il voto favorevole da parte del nostro Gruppo agli ordini del giorno, se non altro per salvare sia la dignità della Regione sia quella dell'Aula nonché il rispetto di una Costituzione che, a nostro giudizio, rischia di venire forzata da una proposta di legge.
Inoltre, ritengo superfluo l'invito del Consigliere Muliere rivolto a tutti i Consiglieri a votare, anche se lo condivido; credo sia un obbligo morale di tutti i Consiglieri, non è un problema di maggioranza o di minoranza, ma di dignità e di orgoglio.
vero, la proposta formulata - pessima - può aver risvegliato in qualcuno il senso di appartenenza non dico partitica, ma almeno regionale personalmente, credo che dovrebbe stimolarci a presentare velocemente una nostra proposta.
Non credo che riusciremo a trovare un accordo sulla proposta del Consigliere Muliere (quella formulata dal Presidente Gariglio); la provocazione nazionale per ora rimane tale, in quanto non sappiamo se verrà approvata o meno, se verrà portata avanti o meno a livello parlamentare...



(Commenti in aula)



MANOLINO Giuliano

Non lo sappiamo, non so se il collega Lupi ne abbia certezza.
Credo sia stato utile far maturare nella coscienza democratica ed elettorale, sia dei gruppi di maggioranza sia di quelli di minoranza, la possibilità di una soluzione che, pur avvicinandosi all'eventuale accettazione di questa provocazione parlamentare, faccia salve sia le coalizioni, quindi lo spirito di appartenenza di ognuna delle due grandi coalizioni, sia lo spirito di democrazia che deve consentire la partecipazione regolare in questa Regione di forze democratiche, seppure più piccole, ma certamente non inutili e non ininfluenti.
Mi pare molto, molto più facile e semplice adeguarsi, pur lasciando l'ipotesi della soglia del 4% che non era quella prevista nell'ordine del giorno votato in Aula, ma che salvaguarda le coalizioni e le liste elettorali di appartenenza ai Gruppi: ciò potrebbe, a nostro avviso risolvere il problema della nuova legge elettorale.
Mi auguro che i Capigruppo dei più grandi partiti, oltreché piccoli di questa Regione si facciano parte diligente e che, nel giro di breve spazio di tempo, riprendano in mano la questione, in parte per il lavoro svolto in Aula, in parte per rivedere lo "spauracchio" che a livello nazionale ci deriva dalla proposta dell'Onorevole Calderisi. Quindi noi siamo d'accordo.
Credo che tutti debbano comunque votare gli ordini del giorno, non tanto per mantenere il numero legale, ma per dimostrare che la Regione è unita nel rivendicare la propria autonomia prevista dalla Costituzione.



PRESIDENTE

Possiamo mettere in votazione i due ordini del giorno.
Mi scusi, Consigliere Giovine, non era assolutamente mia intenzione guardavo a sinistra, porti pazienza.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Lei ha questo vizio, Presidente. Più che un vizio potrebbe essere anche un pregio. Chissà dove guarderanno gli elettori piemontesi il 14 marzo 2010. Secondo me, ci saranno delle belle sorprese.
Annuncio, ovviamente, il voto favorevole su entrambi gli ordini del giorno che, peraltro, anche perché rimanga a verbale, ho sottoscritto.
Entrambi gli ordini del giorno sono scritti molto bene, particolarmente interessanti gli impegni che si chiedono alla Giunta.
Colgo l'occasione però - visto che ha fatto parte del dibattito, era un po' il leit motiv della giornata - per dire che - purtroppo, lo dico anche con gran dispiacere e con la morte nel cuore - sono stato uno dei quattro dell'Ave Maria che ha iniziato, in un certo senso, con maggior apertura verso le liste, quindi con una maggiore democraticità. Sono partito dalla questione importante dello sbarramento in senso opposto a quello che invece, chiede l'illustre, l'illuminato, l'immarcescibile professor Calderisi.
Da lì è partito un discorso: si sono unite altre esigenze, si sono richieste delle garanzie per le donne, si è chiesto di superare il meccanismo del listino che, per quanto ci riguarda - voglio sottolinearlo affinché sia chiaro e rimanga a verbale - per noi andava benissimo così, ed era in realtà un punto di equilibrio molto interessante. Non si trattava di una nostra richiesta, tutt'altro, a noi andava benissimo il mantenimento del listino, perché ritenevamo fosse un punto di equilibrio importante per le Province, per le quote rosa, per i partiti minori, per le coalizioni per le segreterie di partito, per fare eleggere persone meritevoli ma che magari, non avevano tempo, soprattutto soldi, per la campagna elettorale, e così via.
Riconoscevamo che questa era l'esigenza di altri partiti e di altri Consiglieri, più che di altri partiti. Correttamente il Consigliere Lupi ha ricordato che alcuni partiti a livello nazionale hanno una posizione completamente e diametralmente opposta a quella che i Gruppi o, meglio, i singoli Consiglieri regionali, sempre più isolati, continuano a portare avanti in modo spasmodico e sempre più solitario.
Purtroppo, o per fortuna - dico per fortuna che ce ne siamo accorti per tempo - è arrivato il "macigno" Calderisi, quello che il mio collega chiama "errore Calderisi"; rimarrà lì fino a dicembre, gennaio, addirittura fino ai primi giorni di febbraio. L'esperienza che abbiamo visto con le elezioni europee è illuminante; se il passato è garanzia dell'avvenire, qui si farà terra bruciata. L'unico modo che si ha per garantire le alleanze e le coalizioni, e quindi - lo dico anche ai colleghi del centrosinistra, per una certa parte di questa Assemblea - per giocare la partita alla pari e rimediare a quell'impietoso risultato che si è avuto con le elezioni politiche ed europee - cioè, di fatto, un evidente dislivello e disavanzo elettorale - è una coalizione la più alta e la più omogenea possibile. Se dovesse passare la tagliola Calderisi, se dovessimo suicidarci levando il listino, non ci sarà più possibilità di fare alcunché. Lo dico perch questo è un dato tecnico e inoppugnabile.
La proposta Calderisi prevede, lo dico in modo che sia chiaro a tutti i colleghi, l'inserimento del 4% di sbarramento, indistintamente all'interno e all'esterno delle coalizioni, "in ogni caso"; non c'è alcun modo di aggirare quella proposta legiferando prima, legiferando dopo, legiferando a metà, cercando opposizione alla Corte Costituzionale che, comunque arriverebbe sempre tardi, dopo l'esito elettorale. Quindi assolutamente inutile. Anche nel caso in cui la proposta Calderisi dovesse essere ritirata - ma non credo proprio - la disponibilità iniziale, e non parlo solo del mio Gruppo, ma anche di altri che si sono convinti di questa linea, a discutere di una modifica della legge elettorale, è assolutamente nulla.
Il dibattito che, a fatica, si era portato avanti - riconosco perlomeno ai tecnici che se ne sono occupati di trovare un punto di sintesi - è stato completamente inquinato, irrimediabilmente, da influenze nazionali. Non arriverà alcuna sentenza dalla Corte Costituzionale in tempo. Purtroppo non possiamo fare altro che prendere atto che rimarremmo con l'attuale sistema elettorale, con l'unica variante che potrebbe esserci, o meno, uno sbarramento del 4% anche all'interno delle coalizioni. Pazienza se faranno questo, se ci sarà questa cosa, se la Corte Costituzionale non si pronuncerà in tempo, ma, vivaddio, almeno ci sarà il listino compensazione.
Voto a favore degli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1282, il cui testo recita: "Premesso che la prima commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, ha iniziato l'iter di discussione della proposta di legge n. 2269, di cui il deputato Calderisi è il primo firmatario la proposta interviene su due ambiti. Da un lato introduce una soglia minima di sbarramento del 4% per l'accesso all'elezione nei consigli regionali, di quelli provinciali e comunali; dall'altro lato prevede che per le regioni i cui statuti determinano un numero fisso di consiglieri non trovino più applicazione le disposizioni della legge statale n.
108/1968 'Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale" o delle leggi elettorali regionali vigenti che consentono l'assegnazione di un numero aggiuntivo di seggi l'articolo 1 della proposta di legge si propone, in particolare, di ridurre la frammentazione della rappresentanza introducendo, come principio fondamentale per la scrittura della legge elettorale regionale, una soglia minima di sbarramento del 4% su base regionale; l'articolo 2, poi, prevede in via transitoria che fino a quando le regioni non abbiano dato attuazione a tale principio, la soglia minima del 4% viene applicata per le liste circoscrizionali e regionali l'articolo 3 interviene sull'assegnazione dei seggi aggiuntivi e sancisce che, nelle more dell'entrata in vigore delle specifiche leggi elettorali regionali, 'alla lista o alla coalizione collegata al candidato proclamato eletto presidente della giunta regionale, le norme della legge 17 febbraio 1968, n. 108 e quella delle rispettive leggi elettorali regionali vigenti che attribuiscono alla lista o alla colazione collegata al candidato proclamato eletto presidente della giunta regionale una determinata quota di seggi, si applicano sottraendo tale quota al numero dei seggi assegnati dallo statuto al consiglio regionale e attribuendo i seggi restanti alle liste non collegate, secondo le altre modalità stabilite da ciascuna legge elettorale regionale". Pertanto il premio di maggioranza, non potendo più esserci un aumento del numero di consiglieri che superi il tetto stabilito dallo Statuto, verrà, di fatto, assegnato a discapito dei seggi spettanti alle minoranze, così snaturando la filosofia della stessa legge che è invece volta ad assegnare alle minoranze tutti i seggi conseguiti nella fase proporzionale così come la stessa giurisprudenza ha più volte affermato intervenendo sulla materia l'articolo 4 prevede l'applicazione delle disposizioni, relative alla soglia minima di sbarramento del 4%, anche per le elezioni dei Consigli Provinciali e Comunali.
Rilevato che l'articolo 122 della Costituzione assegna alle regioni il compito di stabilire con propria legge il sistema con cui eleggere il Presidente della Giunta ed il Consiglio Regionale; rilevato che il portato normativo contenuto nella proposta di legge n. 2269, qualora approvato dal Parlamento, si sostanzia in una insopportabile ed ulteriore limitazione dell'autonomia legislativa in materia elettorale delle regioni a statuto ordinario, così come sancito dalla riforma del Titolo V, parte V della Costituzione italiana.
Rilevato che gli eventuali seggi spettanti al partito o alla coalizione collegata al Presidente che risulta vincente nella competizione elettorale, tesi a garantire la governabilità, come previsto dall'articolo 123 della Costituzione, nel caso che questi ottengano un risultato inferiore alla somma dei voti ottenuti dai partiti o coalizioni collegate ai candidati presidente che risultano sconfitti, verranno sottratti a questi ultimi mentre la giurisprudenza afferma che devono essere garantiti i seggi spettanti alle minoranze derivanti dai voti espressi.
Rilevato altresì che: la proposta di legge, non rivedendo la formula elettorale a seguito delle modifiche proposte nell'attribuzione dei seggi, rischia di rendere inoperativa la stessa legge n. 108 del 1968, con conseguenti ricadute sulle prossime elezioni regionali le ultime elezioni europee, cui è stata applicata la soglia di sbarramento per l'accesso alla distribuzione dei seggi, hanno visto alcuni milioni di nostri concittadini esprimere un voto che non ha avuto riscontro nell'assegnazione dei seggi, escludendo dall'attività parlamentare formazioni politiche, radicate da decenni sul territorio nazionale.
Considerato che le elezioni regionali ed amministrative, per la loro specificità territoriale, non possono essere classificate, come definite dal deputato Calderisi 'elezioni di medio termine' peraltro introducendo una definizione estranea al nostro ordinamento costituzionale e politico, essendo, altresì un voto fortemente caratterizzato sui temi amministrativi del governo locale.
Considerato infine che attraverso l'introduzione di ulteriori soglie di sbarramento, si tende ad introdurre nel nostro ordinamento una forma di bipartitismo, del tutto estranea alla natura sociale, culturale e politica del nostro Paese.
Il Consiglio Regionale esprime la più ferma contrarietà all'introduzione delle norme contenute nella proposta di legge n. 2269.
Impegna la Presidente della Regione ad intervenire presso il Presidente della Camera dei Deputati per esprimere la contrarietà del Consiglio Regionale alla proposta avanzata dal deputato Calderisi a richiedere un parere di costituzionalità della proposta in oggetto e a prevedere uno specifico ricorso presso la suprema Corte Costituzionale, nel caso la proposta di legge n. 2269 dovesse essere trasformate in legge a ricercare il massimo di unitarietà possibile con gli altri enti locali per opporsi a tale provvedimento, assumendo pubblica posizione di contrarietà alla proposta in oggetto".
Ricordo che il numero legale è 28 Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1284, il cui testo recita: "Considerato che la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputato ha avviato l'esame della proposta di legge n. 2669 avente ad oggetto le modifiche alle legge 2004 n. 165 e norme transitorie per le elezioni dei consigli regionali e dei presidenti delle giunte regionali da tenersi nell'anno 2010, nonché le modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 valutato che con la proposta di legge AC 2669 contiene l'introduzione di una soglia di sbarramento pari al 4% per l'attribuzione dei seggi nei consigli regionali provinciali e comunali, indipendentemente dall'appartenenza ad una coalizione che imporre una soglia minima di accesso come principio fondamentale del sistema di elezione dei consigli regionali interferisce pesantemente con l'autonomia che l'art. 122 della Costituzione assegna alle regioni che l'introduzione di un medesimo sbarramento alle elezioni europee ha già determinato l'esclusione dalla rappresentanza parlamentare in Europa per milioni di italiani, pari al 13% degli elettori ritenuto che con la proposta di legge AC. 2669 non giova affatto alla stabilità delle giunte in quanto le attuali leggi elettorali assicurano tutte consistenti premi di maggioranza che non consentono alle forze politiche minori di determinare la caduta degli esecutivi, ne sia prova il fatto che negli ultimi 5 anni nessuna giunta regionale è stata sfiduciata che lo sbarramento del 4%, come per le elezioni europee, intacca il pluralismo democratico e limita la rappresentanza di milioni di italiani che non si riconoscono nelle attuali forze politiche presenti in Parlamento che la medesima soglia elettorale per i Comuni e le Province non tiene affatto conto della diversità di funzioni tra lo Stato e gli Enti locali e che l'autonomia delle istituzioni locali deve esplicarsi attraverso la rappresentanza in consiglio di ciascuna minoranza presente sui territori che in tal modo viene annullato il confronto in atto per la definizione del nuovo codice delle autonomie col paradosso di restringere la rappresentanza democratica nei comuni e nelle province senza aver deciso quale sia il ruolo fondamentale di tali enti nell'ambito del provvedimento sul federalismo che la proposta di legge risulta ipocrita nel momento in cui, per le regioni, cancella dal diritto alla rappresentanza milioni di elettori riconoscendo tuttavia agli stessi la possibilità di essere conteggiati nel calcolo delle preferenze ai "governatori" che la proposta è del tutto funzionale al rafforzamento degli esecutivi e degli assetti presidenzialistici ed a ridimensionare ancor più il ruolo delle assemblee elettive il Consiglio regionale chiede che la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati respinga la proposta di legge n. 2669 dispone l'invio del presente ordine del giorno approvato ai Capigruppo delle forze politiche in Parlamento, ai componenti della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, ai Presidenti ANCI e UPI, al Presidente della Conferenza delle Regioni".
Ricordo che il numero legale è 28.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Richiesta, da parte del Consigliere Giovine, di procedere all'esame dell'ordine del giorno n. 99 dei Consiglieri Turigliatto, Leo, Robotti Dalmasso, Lupi, Cavallaro, Dutto, Pizzale, Moriconi, Valloggia, Bossuto Spinosa e Boeti, inerente a "Salvaguardia della tipica fauna alpina (gallo forcello, lepre variabile, coturnice e pernice bianca)"

Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Richiesta, da parte del Consigliere Buquicchio, di procedere all'esame dell'ordine del giorno n. 1283 dei Consiglieri Buquicchio, Turigliatto Dalmasso, Laus, Moriconi e Larizza, inerente a "disegno di legge Alfano"


PRESIDENTE

Consiglieri, a questo punto, negli accordi della Conferenza dei Capigruppo, con il percorso tortuoso che molti di voi hanno vissuto in diretta, c'era l'intesa per iscrivere tre ordini del giorno: due sulla legge elettorale (da discutere) e quello sul disegno di legge Alfano (solo da iscrivere). A questo punto, c'è necessità di capire se l'ordine del giorno sul disegno di legge Alfano lo discutiamo dopo averlo iscritto considerando che molti colleghi dell'opposizione non sono presenti, o se terminiamo i lavori dell'Aula avendo rispettato l'accordo, che prevedeva l'iscrizione di tutti e tre gli ordini del giorno e il dibattito sui due ordini del giorno. Attendo lumi da parte vostra.
Hanno chiesto di intervenire, prima, il collega Giovine e, poi, il collega Buquicchio.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Non so bene che fine ha fatto l'ordine del giorno inerente alla fauna alpina e al gallo forcello. Ritengo intelligente se, eventualmente, si volesse porlo in votazione come punto d'onore, senza discuterlo.
Non ho problemi, però, a questo punto. Vedo che, onestamente, il collega Vignale è rimasto fino ad ora, pertanto chiedo a lui cosa intende fare l'opposizione sull'ordine del giorno riguardante il disegno di legge Alfano; per me lo si può iscrivere, discutere e votare.
Comunque, siamo anche disposti, per correttezza e sensibilità istituzionale, dovesse mancare il numero legale, a mantenerlo anche nella votazione dei due ordini del giorno. C'è responsabilità anche perch sappiamo che sono già partiti i comunicati stampa contro il sottoscritto e il Consigliere Lupi per aver tradito il patto di opposizione, però, almeno l'ordine del giorno sulla fauna alpina credo si debba porlo in votazione.
Però, chiedo al collega Muliere e anche al collega Vignale di illuminarmi sul restante passaggio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Giovine.
Ha chiesto di intervenire il collega Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Mi rendo conto che, probabilmente, questo argomento è diverso da quello della legge elettorale, non tocca una sensibilità bipartisan - non so in quale parte la tocchi! - quindi è un argomento piuttosto delicato.
Per quanto mi riguarda, cerco sempre di essere corretto e di rispettare gli accordi, me lo hanno insegnato fin da bambino: gli accordi vanno rispettati. Sicuramente, negli accordi non c'era l'inserimento all'o.d.g.
dell'ordine del giorno sul disegno di legge Alfano, già inserito ieri su mia richiesta; quindi si trattava di individuare o meno la disponibilità a discuterlo.
Non insisto affinché questo avvenga, mi rendo conto che potrebbero anche mancare i numeri su questo discorso. Ricordo altresì, siccome le parole hanno un senso, quanto ho detto prima nel mio intervento, a dimostrazione del reale, concreto e sincero interessamento in merito alla problematica della deliberazione di Giunta: qualora si trattasse di dare semplicemente un voto, anche prima di quello del disegno di legge Alfano non mi rimangio le parole, per me la parola è importante e ha un significato - il voto senza discussione lo si può anche tranquillamente dare. Però, chiedo che al rispetto delle sensibilità altrui debba corrispondere altrettanta sensibilità e si rimanga tutti inchiodati alla sedia per poi discutere di un altro argomento, anche se non tocca la vita o la morte imminente di animali, che a me piacciono tanto. Ho il piacere di poter dire ad alta voce di non averne mai ammazzato uno in vita mia; se mi capitasse di doverne curare e soccorrere lo farei volentieri come se si trattasse di una persona, peraltro fa parte della mia missione di medico.
Detto questo, mi meraviglio - mi meraviglio! - che le problematiche inerenti al disegno di legge Alfano non tocchino la sensibilità di tutti in quest'Aula, da una parte e dall'altra. Si può anche pensare in modo diverso, ma non si può sottacere il veleno che esiste, che è stato immesso nelle condutture di questo sistema - una volta, potabile! - che sta diventando imbevibile nel nostro Paese! Si sta uccidendo la democrazia! Decidete voi, ma secondo coscienza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il collega Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Siccome è abbastanza tardi, dico solo una parola come firmatario di quell'ordine del giorno sulla fauna alpina.
Noi siamo disponibili a che si possa votare l'ordine del giorno senza discussione; peraltro, le posizioni sono ormai delineate per tutto e per tutti, è inutile perdere tempo.
Vorremmo che il Consiglio esprimesse un parere, non ci interessa il risultato della votazione, riteniamo impresentabile che in tanto tempo non si riesca a votare un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi non abbiamo alcun problema ad affrontare l'ennesimo ordine del giorno. Evidentemente, vi sono aspetti differenti, nel senso che vi sono ordini del giorno che non riguardano in alcun modo l'attività di questa Regione.
Per cui, come è avvenuto relativamente altri ordini del giorno, per quanto ci riguarda si può anche procedere al voto, tanto trovandoci nei banchi dell'opposizione è solo tempo perso per il governo di questa Regione. Quindi, più tempo perde il centrosinistra a non governare questa Regione, tanto meglio è per il centrodestra che, correttamente, si allontana dai banchi. Il sottoscritto rimane per dovere di firma, non per altro.
In presenza di prassi che in qualche modo si stanno consolidando faccio presente al Presidente del Consiglio che se il centrosinistra richiede legittimamente che vengano votati i provvedimenti prioritari per il governo di questa Regione (l'ordine del giorno sulla stampa, quello sul nucleare, quello sulle dimissioni del Ministro Gelmini, quello sul lodo Alfano e avanti), evidentemente, il centrodestra presenterà altri temi sul governo mondiale, che avranno pari dignità di discussione all'interno di quest'Aula.
Quando sono stato eletto credevo che quest'Aula avesse il dovere di fare le leggi - credo che ancora l'abbia - e che questo fosse il nostro compito.
Rilevo che mancano pochi mesi alla fine di questa legislatura dopodiché, se il centrosinistra vuole intrattenerci con inutili ordini del giorno, li discuteremo. Quello sulla fauna alpina non è inutile, perché è l'unico che ha attinenza con i provvedimenti regionali.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno sulla fauna alpina, noi siamo certamente disponibili ad addivenire alla discussione, vorremmo solo che si evidenziasse prima qual è la posizione dei Gruppi consiliari. Se questa è chiara, è evidente che non saremmo certo noi a negare la legittimità di porre ai voti un ordine del giorno. Altrimenti, se non fosse chiara la modalità, che riteniamo un po' anomala - poi entreremo nel merito quando se ne discuterà - faccio presente che per quanto concerne il prelievo si fanno alcune valutazioni al fine di consentirlo o meno e stabilirne le quantità.
Mi permetto di dire - ovviamente è una valutazione - che non è un ordine del giorno di carattere ideologico che stabilisce che un certo tipo di fauna può essere o meno cacciabile; quanto esprime la nostra legge non può essere sovvertito da un ordine del giorno.
Risulterebbe che la Giunta abbia già assunto provvedimenti rispetto ai prelievi venatori, è utile votarlo? Certamente sì, perché lo abbiamo iscritto molte volte senza arrivare al voto, quindi è corretto.
Rilevo altresì che se facciamo l'elenco degli ordini del giorno che giacciono da alcune decine di sedute, senza mai essere stati discussi, o addirittura depennati per non arrivare mai all'onore dell'Aula, da tutte le parti....



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Qui non ce n'è. Ce n'è uno presentato dal sottoscritto il primo giorno della legislatura, il 16 maggio, per andare avanti, ma non importa.
Non mi sottraggo alla sollecitazione, però su questo vogliamo solo che prima siano chiare le posizioni; non chiedo una riunione della Conferenza dei Capigruppo, è sufficiente che ce lo diciate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Sarò brevissimo e chiarissimo. Per quanto ci riguarda, siamo disponibili per l'ordine del giorno sulla tutela della fauna alpina a dare il voto immediato.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno sul disegno di legge Alfano riteniamo che un po' di discussione ci voglia, per cui proporremo di rimandarlo al prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Credo che avesse ragione chi ha detto che sul tema, pur a spizzichi e bocconi, quello che c'era da dire l'abbiamo detto.
Perciò, dato che mi pare ci sia la disponibilità a votare l'ordine del giorno sulla tipica fauna alpina, chiederei, senza indugio e senza discussione, non per tarpare le ali a nessuno, ma ormai abbiamo già detto davvero di tutto, di passare alla votazione, così quanto meno è un tema risolto.
Come poi la Giunta vorrà tenerne conto, ancorché con un po' di ritardo della questione, è un tema che saremo costretti a vedere da quando votiamo l'ordine del giorno in avanti e magari, perché no - ma spero di no proponendone un altro. Ma non sarà così.



PRESIDENTE

Ci sono stati alcuni interventi, tutti nel merito, in particolare quello del Consigliere Vignale, che non ha posto contrarietà a votare.
Chiede però che sull'argomento ci sia la possibilità di un dibattito.
Sulla materia l'Assessore competente Taricco martedì farà una comunicazione. Il tema è già inserito all'o.d.g. del prossimo Consiglio regionale, di conseguenza una comunicazione della Giunta assorbe anche gli ordini del giorno collegati e chiunque in quella occasione, quindi martedì prossimo, potrà intervenire. Così con una settimana di tempo in più si chiude definitivamente l'argomento e ognuno voterà come meglio crede.
Quindi, se siamo d'accordo si potrebbero chiudere i lavori adesso tenendo conto che martedì prossimo ci sarà l'intervento dell'Assessore Taricco sul merito.
Nel dibattito su quello che dirà l'Assessore si assorbirà anche l'ordine del giorno e qualsiasi Gruppo, come richiesto dal Consigliere Vignale, potrà intervenire se lo ritiene. Alcune cose sono state dette e così si chiude con qualche anno di ritardo un annoso e lungo ordine del giorno che, secondo le intese, come il disegno di legge Alfano, sono ormai in vetta nella discussione del Consiglio regionale.



(Commenti del Consigliere Buquicchio)



PRESIDENTE

Colleghi, non ci sono problemi. Io ho fatto, come penso sia mio dovere presenti alcune istanze che sono state sollevate dai colleghi.
Siccome l'Aula è sovrana, mettiamo in votazione sia l'ordine del giorno sul disegno di legge Alfano sia l'ordine del giorno n. 99.
Ho fatto presenti quali erano le posizioni e mi sembra di capire da parte della maggioranza che ci sia l'intenzione di votare, quindi passiamo alla votazione.
Quindi, partiamo dalla votazione dell'ordine del giorno relativo al disegno di legge Alfano, che ha come primo firmatario il Consigliere Buquicchio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Vignale.
Cari colleghi, abbiamo acconsentito ad un accordo dei Capigruppo di fare un inserimento nell'o.d.g. di tre ordini del giorno: due sulla legge elettorale e uno sul disegno di legge Alfano. Nel momento in cui si inseriscono tre ordini del giorno, è evidente che questi vengono prima dell'o.d.g. che abbiamo ricevuto da convocazione.
Esaurita la discussione sui tre ordini del giorno, l'ultimo dei quali è quello relativo al disegno di legge Alfano, si passa al successivo punto all'o.d.g. a nostre mani, che è il punto 8), cioè l'ordine del giorno n.
99.
Ho detto tutto ciò per precisare.
Il Consigliere Vignale aveva già iniziato a parlare e dato che il Presidente può interrompere, so che il collega non ne avrà a male.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Negli interventi dei colleghi Presidenti tutti hanno chiesto di procedere alla votazione dell'ordine del giorno sul gallo forcello. Lei Presidente, ad un certo punto, nella sintesi ci ha proposto di votare martedì prossimo, dopo le comunicazioni dell'Assessore.
Mi pare che la maggioranza non abbia colto questa sintesi e abbia chiesto di procedere alla votazione dell'ordine del giorno n. 99.
Io non ho firmato questo ordine del giorno, ma mi pare che debba essere mantenuto, anche perché magari sul disegno di legge Alfano legittimamente e correttamente qualche intervento nel merito si deve fare.
Non vorrei che poi mancasse il numero legale per il primo ordine del giorno e per il secondo. Almeno uno votiamolo.
Lei ha detto, Presidente, che da Regolamento i nuovi argomenti che si inseriscono si "infilano" al fondo, ma possiamo anche, sempre a norma di Regolamento, con l'unanimità e la compiacenza dell'Aula, fare un'inversione all'o.d.g. e mettere subito in votazione l'ordine del giorno n. 99.
Credo di essere stato corretto, sempre a norma di Regolamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Giovine.
Io ero intervenuto nel merito, perché il collega Vignale rappresentante di un autorevole Gruppo presente nel nostro Consiglio, ha chiaramente detto che sul tema sarebbe stato necessario ed opportuno poter intervenire.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ma lei non può decidere chi deve intervenire o meno! Quindi, ho posto all'Aula il problema se accettare la proposta del collega Vignale di arrivare martedì prossimo ad una discussione più amplia o meno.
Recepito che la maggioranza era per votare, ho proposto di passare alla votazione.
Se qualcuno, e voglio intendere l'intervento del Consigliere Giovine in tal senso, non propone l'inversione dell'o.d.g., devo far votare prima l'ordine del giorno sul disegno di legge Alfano e poi quello sulla fauna alpina.
Intendendo il suo intervento come proposta di inversione di punto all'o.d.g. per votare prima l'ordine del giorno n. 99 e poi l'ordine del giorno relativo al disegno di legge Alfano, chiedo se c'è un intervento contrario alla richiesta di inversione di punto all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Se non ho capito male, l'intervento contrario è rispetto alla richiesta del Consigliere Giovine di inserire prima il...



(Commenti in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Non la votazione! Il problema è questo: non la votazione! Perché il Consigliere Vignale ha già detto chiaramente che una discussione va fatta.
Allora il mio impegno, se le parole hanno un senso, era quello di votare prima l'ordine del giorno sul gallo forcello nell'ipotesi in cui si voti senza discussione...si gallo forcello!



(Commenti in Aula)



PRESIDENTE

Collega, il gallo non è porcello, ma forcello.



BUQUICCHIO Andrea

Se, viceversa, c'è la volontà di discutere, abbiate pazienza, ma cade quell'impegno e manteniamo l'o.d.g. così com'era dei tre ordini del giorno tra cui il disegno di legge Alfano, e poi si vedrà.
Ritengo che questa sia la soluzione più equa.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Ordine del giorno n. 99 dei Consiglieri Turigliatto, Leo, Robotti Dalmasso, Lupi, Cavallaro, Dutto, Pizzale, Moriconi, Valloggia, Bossuto Spinosa e Boeti, inerente a "Salvaguardia della tipica fauna alpina (gallo forcello, lepre variabile, coturnice e pernice bianca)" (richiesta inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Colleghi, dopo un intervento a favore e uno contrario sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g. (l'intervento a favore del Consigliere Giovine e quello contrario del Consigliere Buquicchio), e cioè di votare prima l'ordine del giorno sulla tipica fauna alpina e poi quello sul disegno di legge Alfano, mettiamo in votazione la proposta di inversione di punti all'o.d.g.
Ricordo che il numero legale è 28 e invito i colleghi a votare.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Vignale ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Avevo chiesto la parola e lei correttamente l'ha data al collega Buquicchio, perché persona interessata all'ordine del giorno sul disegno di legge Alfano.
Il collega Buquicchio ha fatto una valutazione, pur esprimendo la sua contrarietà, che partiva dal presupposto che si votasse l'ordine del giorno n. 99 senza discussione e poi si giungesse alla discussione e alla votazione dell'ordine del giorno sul disegno di legge Alfano.
Posto che non vi sia nessuna possibilità di avanzare una proposta che preveda che un ordine del giorno non venga discusso, io esercito ed eserciterò a lungo la possibilità di interventi in merito agli ordini del giorno, non fosse altro perché questo è l'unico ordine del giorno che interviene in modo concreto su quelle che sono competenze di carattere regionale.
Le valutazioni che avanzeremo, tanto con la discussione di carattere generale, quanto con la presentazione di emendamenti sull'ordine del giorno, vertono su un punto che è sostanziale rispetto a quanto prevede la normativa.
Noi abbiamo una normativa, in alcune parti richiamata all'interno dell'ordine del giorno, che prevede le modalità di individuazione di criteri corretti e oggettivi per attuare i piani della disciplina venatoria. Questo è quanto la Regione deve fare e quanto la Regione fa, ai sensi della propria legge.
L'ordine del giorno, che richiama studi non propriamente aggiornatissimi - come lo stesso ordine del giorno - è rilevante per le possibili conseguenze: se venisse approvato, posto che la Giunta lo tenga in considerazione, non si terrebbe più conto di criteri oggettivi con i quali individuare i prelievi venatori, ma secondo il dettato gli ordini del giorno che passano all'interno del Consiglio regionale.
Faccio presente ai colleghi firmatari che se questa metodologia venisse presa per buona varrebbe anche quella contraria. Noi potremmo richiedere l'interruzione dell'attività venatoria su alcune specie sulle quali la Regione da un punto di vista oggettivo, cioè dagli studi fatti, ritiene che non vi siano le necessità previste in legge di salvaguardia della specie allo stesso modo, al contrario, il Consiglio potrebbe vincolare la Giunta con un ordine del giorno che, invece, impegna la stessa ad aumentare i prelievi venatori, andando magari a ledere la conservazione della specie.
Le leggi sono tali per cui non si può intervenire con un ordine del giorno che rischia di avere valenza maggiore rispetto alla norma. Si tratta soltanto di un ordine del giorno di indirizzo, tant'è che i Gruppi di centrosinistra, in particolar modo alcuni, hanno sollecitato fortemente la Giunta per portare in discussione l'ordine del giorno, chiedendo in più di un'occasione alla Giunta di non approvare i piani di prelievo venatorio fintanto che l'ordine del giorno non fosse messo in discussione.
evidente che questa non può essere una modalità con cui ottemperare a tutta una serie articolati, una modalità con cui si attua la legge regionale. Questo è il motivo principale e unico della nostra contrarietà.
evidente che cercheremo di utilizzare gli stessi sistemi che gran parte dei colleghi hanno utilizzato, allorquando nella legislatura precedente si tentò di...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Vignale. Colleghi, per cortesia.
Tra l'altro, questo è un documento che parla della stagione venatoria 2005-2006, quindi invito il primo firmatario di modificarne il titolo: non può essere certo la Presidenza a cambiare arbitrariamente un ordine del giorno presentato ufficialmente. Poi, quando un collega interviene nel merito non si riesce neanche a capire che cosa dice. Gli stessi che devono esercitarsi a scrivere quello che diciamo fanno una fatica notevole.
Quindi, colleghi, per cortesia. Chi non è interessato alla problematica della fauna alpina, è pregato di accomodarsi fuori. Se poi ritiene di entrare a votare, lo ringrazio in anticipo.
Prego, collega Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dicevo, fintanto che ci sarà possibile utilizzeremo gli stessi strumenti utilizzati dai Gruppi consiliari della sinistra, allorquando fecero ogni tentativo ostruzionistico (che tra l'altro andò a buon fine) nell'evitare che la legge n. 70 del 1976 venisse modificata.
Ma quanto stiamo dicendo è vero (è sufficiente leggere l'ordine del giorno) non soltanto rispetto alla stagione venatoria, come richiamava il Presidente, ma nel settembre 2005, momento in cui la Giunta doveva stabilire i piani di prelievo venatorio, si scriveva che "la Giunta regionale, per motivate ragioni, in merito alle disposizioni annuali del calendario venatorio, può ridurre l'elenco delle specie cacciabili all'interno delle attività dell'esercizio venatorio". Questo quanto prevede la legge.
La Giunta regionale è fornita dei dati del censimento operati nei comprensori alpini che giustificherebbero la decisione di sospendere il prelievo venatorio, in quanto fauna selvatica componente fondamentale dell'ecosistema". Questo lo abbiamo scritto - anzi, lo avete scritto - nel 2005. Ora, o abbiamo un Assessore e una Giunta - che ricordiamo essere un organo collegiale - di scriteriati, che, pur avendo in mano dei dati assolutamente critici rispetto alla situazione della fauna alpina, ha sempre fatto degli atti di prelievo venatorio, con i quali è stato possibile, invece, continuare il prelievo nella stagione 2006, 2007, 2008 e 2009, nonostante questi dati critici, oppure, come noi riteniamo (ne abbiamo la certezza, perché è sufficiente esaminare gli studi), questa situazione di criticità non esiste, o almeno non tanto quanto viene segnalata, ma esiste, al limite, nella riduzione del prelievo, ma non certo nella volontà di sospensione della caccia per questo tipo di specie e quindi, si procede con un atto che, di fatto, è ideologico - è da quattro anni che è uguale e, non guardando un dato, rimane ideologico - e lo si vuole portare al voto.
A noi sembra che sia assolutamente anomalo, posto in che in quest'Aula abbiamo fatto tutto e il contrario di tutto, che di un dato come questo che non è l'ordine del giorno di indirizzo classico, general-generico, ma assolutamente puntuale, se ne possa discutere senza avere una valutazione da parte della Giunta all'interno dell'Aula.
pur vero che in sede di III Commissione si discusse di questo ordine del giorno, ma è altrettanto vero che le considerazioni che ha fatto per esempio l'Assessore non portavano alle indicazioni che dà l'ordine del giorno.
Allora, dobbiamo solo comprendere se riteniamo che si possa introdurre una modalità con cui gli ordini del giorno hanno un valore che supera la legge, oppure dobbiamo attenerci a quanto la legge prevede.
Noi, ovviamente, ci auguriamo di vincere le elezioni, e, come è noto una parte del centrodestra non è contraria alla criminalizzazione dell'attività venatoria. Rilevo che con questo documento, votato e approvato, si può fare l'esatto opposto. Quindi, per certi versi, visto che avremo a che fare con una sola stagione venatoria in cui verrebbe attuata questa limitazione - credo che la delibera sia già stata votata dalla Giunta - questo potrebbe essere usato, in realtà, a favore delle attività venatorie.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Vignale: siamo in fase di dibattito generale, ma se vorrà potrà disporre di altri cinque minuti in fase di dichiarazione di voto. Vorrei solo capire se il suo intervento è da intendere comprensivo anche di questi cinque minuti di dichiarazioni di voto.



VIGNALE Gian Luca

No, no. Io mi fermo, presento degli emendamenti, li illustro...



PRESIDENTE

Le ricordo che l'ordine del giorno non è emendabile, se non dai firmatari.
Oppure gli stessi possono accogliere le sue proposte.



VIGNALE Gian Luca

Avanzerò una serie di proposte ai firmatari, che non saranno intese come forme di emendamento...



PRESIDENTE

Ma non con il voto. Lei può proporre di aggiungere, togliere modificare o inserire qualcosa, ma non con votazione nel merito.



VIGNALE Gian Luca

Però, dovrò in qualche modo farlo presente?



PRESIDENTE

Certo. Lei avrà dieci minuti a disposizione, cinque per l'intervento.
In questi cinque minuti potrà entrare nel merito e proporre al primo firmatario eventuali modifiche o proposte.



VIGNALE Gian Luca

Il Regolamento è Regolamento, per cui va bene.
Si sappia solo - e concluderò a 15 minuti - che questi colpi di mano si pagano. Ma si pagano! Ve lo dico apertamente, in modo assolutamente chiaro: questo, per quanto mi riguarda, blocca l'assestamento di bilancio. Perché con l'opposizione assente, per responsabilità che sono dell'opposizione... Ma ricordate che questa maggioranza ha aperto il Consiglio sulla legge elettorale con due voti dell'opposizione, in una giornata in cui il Consiglio non si è neanche aperto la mattina: se questo è il modo di affrontare un tema importante quale quello del prelievo venatorio, a noi va benissimo. Dopodiché, l'assestamento di bilancio ve lo votate! Tanti auguri.
Io ho concluso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Colleghi, vi ricordo che siamo in fase di dibattito generale, che prevede interventi di dieci minuti sull'ordine del giorno in questione. Il collega Vignale ha appena terminato un intervento sul dibattito generale facendo le considerazioni che avete sentito, e adesso hanno chiesto di intervenire sia il collega Manolino che il collega Turigliatto.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Manolino ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Presidente, sarò brevissimo. Volevo soltanto chiedere, siccome nella riunione dei Capigruppo su questo tema era richiesto formalmente al Vicepresidente di poter disporre del testo del deliberato della Giunta quantomeno per capire, prima di esprimere un voto, se nei confronti dell'ordine del giorno che è giacente in Aula e che stiamo discutendo c'erano grosse difformità.
Qualcuno aveva garantito che il documento sarebbe stato portato in Aula nel pomeriggio e distribuito; io non l'ho visto.
Chiedevo soltanto di poterne prendere atto per capire, prima di votare con cognizione di causa. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Se la discussione e la votazione di questo ordine del giorno deve diventare l'occasione - io non avevo proprio capito! - per accendere l'ennesimo conflitto, lasciamo pure perdere! Sinceramente, non mi aspettavo questo epilogo, perché sono stato a sentire l'intervento nel merito del collega Vignale e mi stavo preparando a rispondere, sempre nel merito.
Francamente, non ritengo che sia il caso di avanzare una questione pregiudiziale, così com'è stata posta in questo momento, su un ordine del giorno relativo alla tipica fauna alpina, perché altrimenti l'avremmo presentata quattro anni fa, tre anni fa o due anni fa, se le cose stavano in questo modo.
Tra l'altro, non credo che sia interesse di nessuno - proprio perch riguarda la Regione Piemonte e non l'universo, lo spazio o quant'altro votare un documento di questo tipo in un clima di scontro rovente e furente.
Ho tuttavia l'obbligo di segnalare almeno due questioni: le leggi compresa quella sulla caccia, non devono mai essere violate. Bisogna dunque leggerle e capire quali sono gli aspetti interpretabili e quali no.
Inoltre, proprio perché questo ordine del giorno esprime prima di tutto una grossa preoccupazione, che si avvertiva già nel 2005, nel 2006, nel 2007 e nel 2008 e che si riscontra in tutte le relazioni, anche in quelle certamente meno ideologiche, chiede una misura concreta a tal riguardo. Se quella sia la misura giusta non lo so, ma certamente è una misura che altre Regioni, non certamente di estrema sinistra, hanno adottato. In ogni caso è proprio dalla discussione e dal dibattito che emergono proposte e soluzioni in grado, magari, di cambiare quella risoluzione o quell'indirizzo.
Segnalo soltanto, a titolo puramente esemplificativo - scusate se sono entrato nel merito, ma così ci togliamo il pensiero - che la nostra legge sulla caccia, ad esempio, prevede che siano cacciabili le specie censite.
Di una specie, quindi, si deve conoscere l'ubicazione e il numero presunto in base ai censimenti fatti secondo le modalità stabilite con Regolamento della Giunta regionale, che discendono dall'applicazione della legge.
Ebbene, per quanto riguarda la lepre variabile, la stessa non è censita. Se non è censita perché non ce n'è abbastanza per censirle, o se non è censita perché è talmente variabile che scappa da tutte le parti e cambia colore ogni cinque secondi, a noi non è dato di saperlo. Vedete allora, che una banale interpretazione della legge può dar luogo a interpretazioni differenti? Stante questo pronunciamento, però, siccome mi sembra un argomento troppo interessante - è un po' che insisto! - andiamo tranquillamente a martedì, rimandiamo a martedì come aveva proposto il Vicepresidente. Non credo che dobbiamo fare una forzatura al punto da creare un incidente diplomatico. Non è questo il senso.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Non c'è motivo di ipotizzare che questo è un colpo di mano. L'andamento dell'Aula è quello che possiamo vedere, non è colpa di chi è assente se quelli presenti, propongono di votare documenti che sono inseriti nell'o.d.g. Ripeto, è un ordine del giorno che giace da quattro anni quindi qualcuno l'avrà letto.
Nel mio precedente intervento sulla legge elettorale avevo sottolineato come le democrazie decidenti hanno la tentazione di forzare e di dare un'importanza agli argomenti di cui si vuole parlare.
La posizione che ha assunto il Consigliere Vignale ha suscitato reazioni diverse in alcuni Consiglieri. Parlare di animali significa parlarne sia in termini ambientali, come ha appena ricordato il Consigliere Turigliatto, sia in termine di difesa dei loro diritti. Anche se il Consigliere Vignale e altri pensano che di un essere vivente, solo perch non è umano, se ne può fare l'uso che se ne vuole fare, ci sono tante persone nel mondo che non la pensano come lui.
In una democrazia non decidente, in una democrazia dove tutti possono esprimere le loro opinioni, in una democrazia dove ognuno può, ancorch eletto, liberamente decidere di votare o no un'ipotesi di moratoria della tipica fauna alpina, non vedo nessuna forzatura. Trovo assurdo minacciare ritorsioni su altri sistemi di leggi. In questo caso c'è una questione ambientale e c'è una questione dei diritti di animali. Se si pensa che questa sia una forzatura, credo davvero che sia una speculazione per altri interessi, non in linea con quello che si esprime nell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

A questo punto, colleghi, il primo firmatario dell'ordine del giorno se ho interpretato bene, ha proposto di non proseguire sull'ordine del giorno ma di rinviare a martedì, quando ci sarà la comunicazione della Giunta nel merito.
La proposta che avevo fatto prima, mi è sembrata chiara. Se vi fidaste di più di chi presiede l'Aula, non saremmo arrivati ad una situazione del genere. Avevo detto che martedì prossimo si potevano chiudere i lavori dell'Aula perché, insieme alla comunicazione della Giunta, che assorbiva l'ordine del giorno, si poteva esaurire l'argomento, compreso l'ordine del giorno sul disegno di legge Alfano.
A questo punto, se l'Aula acconsente, avendo il primo firmatario proposto di dibattere martedì, rimane la questione dell'ordine del giorno sul disegno di legge Alfano: chiedo al primo firmatario se dà un segno alla Presidenza se lo votiamo martedì o questa sera.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Chiedo una cortesia, se è possibile.
A questo punto ritengo che, quanto meno, si possa iniziare la discussione sull'ordine del giorno del disegno di legge Alfano. Vorrei chiarire, perché mi sembra che ci sia un grosso equivoco: stiamo parlando del disegno di legge Alfano - intercettazioni e libertà di stampa - non del lodo Alfano.
Se per orario o altre considerazioni si vorrà rimandare il voto a quando si deciderà, per me va bene, ma "date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio": iniziamo almeno una breve discussione sull'argomento.



PRESIDENTE

La bozza dell'o.d.g. di martedì 6 ottobre, al punto 5), prevede l'ordine del giorno relativo al disegno di legge Alfano. Al punto 6) l'ordine del giorno n. 99, "Salvaguardia della tipica fauna alpina". Un ordine del giorno non si incardina, non è una legge che prevede una relazione. Con questo o.d.g., che domani il Presidente firmerà, è come se avessimo incardinato l'argomento che sarà il primo punto da discutere nella prossima seduta di Consiglio.
Se siamo d'accordo su questa ipotesi, vi ringrazio della collaborazione e dell'attenzione, chiudiamo i lavori della seduta pomeridiana del Consiglio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.00)



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