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Dettaglio seduta n.495 del 29/09/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



(Alle ore 14.30 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(Alle ore 15.02 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(La seduta ha inizio alle ore 15.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Buquicchio, Chieppa Clement, Gariglio, Larizza, Lepri, Pedrale, Robotti, Rostagno, Spinosa Turigliatto e Valloggia.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori - Richiesta inversione dell'o.d.g. al fine di esaminare il punto 8) ordine del giorno n. 99 "Salvaguardia della tipica fauna alpina - gallo forcello, lepre variabile, coturnice e pernice bianca è ridotta ormai sull'orlo dell'estinzione" presentato dai Consiglieri Turigliatto, Leo, Robotti, Dalmasso, Lupi, Cavallaro, Dutto, Pizzale Moriconi, Valloggia, Bossuto, Spinosa, Boeti.


PRESIDENTE

Consigliere Burzi, ho controllato il numero legale, ne mancava solo più una firma, quella del sottoscritto. Posso garantire, e gli Uffici mi confortano in questo, che c'è il numero per poter aprire i lavori della seduta pomeridiana n. 495 del 29 settembre 2009.
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Chiediamo un'inversione dell'o.d.g. al fine di esaminare il punto 8) ordine del giorno n. 99 "Salvaguardia della tipica fauna alpina - gallo forcello, lepre variabile, coturnice e pernice bianca è ridotta ormai sull'orlo dell'estinzione" presentato dai Consiglieri Turigliatto, Leo Robotti, Dalmasso, Lupi, Cavallaro, Dutto, Pizzale, Moriconi, Valloggia Bossuto, Spinosa, Boeti.



PRESIDENTE

Il collega Pedrale ha chiesto un'inversione di punti all'o.d.g., e conseguentemente di passare non al punto 6), ma al punto 8) avente ad oggetto l'ordine del giorno n. 99: "Salvaguardia della tipica fauna alpina".
La parola al Consigliere Reschigna che interviene in senso contrario.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Intervengo per esprimere la contrarietà rispetto alla richiesta d'inversione del punto all'o.d.g.
Peraltro mi sembra non ci siano i presupposti per tale inversione considerando altresì il fatto che il sesto punto all'o.d.g., quello che dovremmo affrontare, è il proseguimento dell'esame del disegno di legge n.
620: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2008", disegno di legge rispetto al quale è già stata svolta la relazione da parte del sottoscritto nonché il dibattito generale. Pertanto, sarebbe quanto mai opportuno che il Consiglio regionale potesse procedere all'esame dell'articolato del disegno di legge, portando celermente alla sua approvazione, anche in considerazione del fatto che non ci sono ragioni e disquisizioni politiche particolari che ne impediscono la sua celere approvazione.
Peraltro ritengo altresì opportuno che questo Consiglio regionale, che nel corso delle ultime sedute non ha avuto modo di poter esaminare o di poter proseguire disegni di legge o proposte di legge possa ritornare anche ad esprimere un minimo di propria operatività non solo sulle comunicazioni richieste dalla Giunta, non solo sull'esame degli ordini del giorno, ma soprattutto esaminando nel merito i disegno di legge e le proposte di legge.
Per queste ragioni, signor Presidente, come Gruppo, noi esprimiamo la contrarietà rispetto alla proposta d'inversione così come illustrata dal Consigliere Pedrale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta d'inversione di punto all'o.d.g.
Ricordo che il numero legale è 28.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, per cortesia, non siamo né al bar né al mercato!


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Proseguimento esame disegno di legge n. 620: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2008"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 620, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ricordo che il relatore è il collega Reschigna, che ha già svolto la relazione; il dibattito generale si è concluso nella scorsa seduta.
La discussione prosegue con l'esame dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 1 C'è una serie di emendamenti presentati dal collega Giovine.



(Commenti del Consigliere Toselli)



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori?



(Commenti del Consigliere Toselli)



PRESIDENTE

Dell'articolo 1?



(Commenti del Consigliere Toselli)



PRESIDENTE

Collega Toselli, il dibattito generale è già stato svolto, di conseguenza...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, forse scambiate quest'Aula per altri posti ai quali qualcuno è abituato! Vi invito a mantenere il decoro necessario! Chiunque può intervenire, basta alzare la mano.
Il dibattito generale è già stato svolto. Siamo all'articolo 1, sul quale sono stati presentati i seguenti emendamenti.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Giovine: Si propone di modificare il testo dell'articolo così come segue: "Con le risultanze evidenziate dall'Allegato A viene approvato il rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario dell'anno 2008".
La parola al Consigliere Giovine per l'illustrazione.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, faccio ammenda perché riconosco di essere fra i colleghi che testé ha tenuto un atteggiamento più goliardico che adatto all'Aula che abbiamo l'onore e l'onere, ancora per pochi mesi, di praticare. Credo che i risultati elettorali risulteranno illuminanti per alcuni e forse anche una sorpresa, per altri che, invece, pensano di essere più tranquilli.
Le tendenze, oramai, sono quelle di permettere, diciamo così, un forte ricambio di quest'Aula consiliare - premetto che ho fatto ammenda ad inizio del mio intervento.
Concordemente come preannunciato alla Presidenza, chiederò di votare il primo emendamento, ma non gli altri che ho presentato. A meno che l'Assemblea accolga il primo: in questo caso, sarò costretto a porre in votazione gli altri (ma ho l'impressione che non ci sia questo indirizzo).
Presidente, le chiedo, sottolineando l'ammenda che il sottoscritto a nome di altri colleghi ha fatto, di riprendere in considerazione la richiesta del Consigliere Toselli. Non che io voglia avere dei meriti nei confronti del Consigliere Toselli, però se il collega abbia tutto il diritto di chiedere all'Assessore Peveraro di illustrare il provvedimento anche se siamo sull'articolo 1 e abbiamo esaurito la fase della discussione generale. L'Assessore Peveraro può anche rifiutarsi, ma non mi sembrerebbe né utile né intelligente per lo svolgimento dei lavori dell'Aula.
Peraltro, mi pare una richiesta non del Consigliere Toselli, ma del Gruppo di Forza Italia verso il Popolo della Libertà. Se qualcuno non fosse stato troppo attento, o fosse assente, o avesse bisogno di ulteriori delucidazioni, credo abbia tutto il diritto di richiederle. Non mi pare una richiesta finalizzata a dilazionare, sine die, i lavori dell'Aula nel merito del provvedimento.
Converrete con me, colleghi, che ho utilizzato parte dei cinque minuti che l'illustrazione dell'emendamento mi consente per fare un po' l'avvocato del collega Toselli; non che ne abbia bisogno. Peraltro, è appena entrato in aula un altro avvocato, il Consigliere Cirio, nonché cuneese: sicuramente difenderà meglio di me l'istanza del collega Toselli.
Chiedo all'Assessore Peveraro se può, in modo anche molto sintetico illustrarle il disegno di legge n. 620 che ci apprestiamo a votare ed anche, come "cappello" finale, un pronunciamento sulla mia proposta emendativa: capire se è a favore, contrario, si astiene o lascia libertà di voto.
Presidente, non era nostra intenzione far scadere l'aulicità di quest'Aula: ci scusiamo se questo è stato l'intendimento pervenuto all'Ufficio di Presidenza. Ciò non di meno, richiediamo con forza che l'Assessore Peveraro risponda alle istanze testé motivate dal Consigliere Toselli.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Sarà l'Assessore Peveraro, se lo riterrà, a fornire ulteriori informazioni sull'articolo 1, che sostiene l'allegato A.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente.
Il mio intervento non era previsto, ma l'atteggiamento del Presidente nei confronti dell'intervento del Consigliere Toselli mi ha stupito. Il Consigliere era soltanto reo di non sapere, di non aver visto o di non aver vissuto direttamente un passaggio, che chiedeva potesse essere ripetuto.
Non era sicuramente nelle volontà del Consigliere Toselli venir meno all'aulicità dell'Aula. Tutti coloro che siedono in questi banchi sanno bene dove siedono. L'Aula, Presidente, si rispetta sempre: quando si fanno i minuti di silenzio, come quando si fa rumore. Ci sono momenti e momenti per rispettare l'Aula.
Il Consigliere Toselli auspicava, e il Consigliere Giovine ribadiva ulteriormente, un intervento del Vicepresidente Peveraro. Un intervento che auspico anch'io a nome dei colleghi. Al di là di quanto già avvenuto, al di là dell'irritualità della richiesta, siamo persone di sostanza e ci piacerebbe che fossero enucleati ed esposti, dalle vive parole dell'Assessore al bilancio della Regione, i contenuti di questo documento.
Crediamo che, in questo modo, si restituisca un ruolo istituzionale a quest'Aula.
Non dimentichiamo, essendo un'Aula istituzionale inserita all'interno dell'ordinamento dello Stato, che oggi è il compleanno del Presidente del Consiglio dei Ministri e sarebbe bello, signor Presidente, se lei ...



(Qualche Consigliere di maggioranza propone un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi. Per i colleghi della maggioranza valgono le stesse cose che ho detto per i colleghi dell'opposizione.



CIRIO Alberto

Vedo che alcuni colleghi ironizzano sui minuti di silenzio per le sei vittime in Afghanistan. Non credo sia questo il tema.
Se si vuole restituire decoro istituzionale a quest'Aula, quest'Aula deve prendere atto che oggi è il compleanno del Presidente del Consiglio dei Ministri, che potrà piacere o non piacere. Mi augurerei, Presidente...



(Commenti di alcuni Consiglieri di maggioranza)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia.



CIRIO Alberto

Ho deciso che parteciperò alla manifestazione sulla libertà di espressione, che non c'è più, nel nostro Paese...
Ripeto. Per decoro istituzionale di quest'Aula, oggi, giorno del compleanno del Presidente del Consiglio dei Ministri, sarebbe un bel gesto Presidente Placido, (volevo proporlo quando presiedeva il Consigliere Chieppa, ma gliel'ho risparmiato) se la Presidenza di questo Consiglio facesse pervenire un augurio al Presidente Silvio Berlusconi.



PRESIDENTE

Personalmente, la giornata di oggi mi è più cara perché è San Michele Arcangelo, e perché ricorda una bella canzone di Mogol-Battisti portata al successo dall'Equipe 84. Oggi, oltre che del Presidente del Consiglio, è anche il compleanno di Lech Walesa e di Pierluigi Bersani. Sono in tanti a compiere gli anni oggi, a tutti vanno i nostri auguri. Visto che spesso siamo abituati a ricordare solo personalità e uomini politici, ricordo che oggi è anche il compleanno di uno dei collaboratori del Consiglio: a lei vanno gli auguri di tutti noi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Vorrei ricordare anche il mio compleanno: il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, un'altra Santa come San Michele Arcangelo.
Sono contento che la festa di San Michele cada il giorno di compleanno del nostro amatissimo Presidente del Consiglio. Inviterei la Presidenza, a nome di tutto il Consiglio, senza far torto a nessuno, a far partire un dispaccio attraverso il nostro Segretario alla Difesa che in "pompa magna" potrebbe recarsi presso la Presidenza del Consiglio e consegnare brevi mani al Presidente gli auguri di tutti i Consiglieri regionali.
Ma, bando alle simpatiche, allegre e spensierate considerazioni Presidente, non ho nulla in contrario a svolgere i lavori così come previsto; sono disponibile a votare, o a far votare, l'articolo 1 e a proseguire gli interventi nel merito degli emendamenti, qualora fosse necessario, o degli articoli. Pertanto, nulla osta al fatto di proseguire senza intoppi. Per una questione di chiarezza istituzionale, mi sembra che stamattina, nella pausa del Consiglio, l'Aula si sia lasciata sostenendo che, dopo le comunicazioni - che sono avvenute - e dopo il sindacato ispettivo, avrebbe provveduto a discutere il disegno di legge regionale n.
620. Può darsi che mi sia perso qualcosa, ma mi pare che le interrogazioni e le interpellanze stamattina non siano state esaminate, e ricordo che il sindacato ispettivo sarebbe dovuto essere affrontato prima del disegno di legge n. 620.
Non ho sentito, dal nostro Presidente, alcuna notizia in merito. A me va bene proseguire con il disegno di legge n. 620, ma almeno riconosciamo che quanto abbiamo deciso stamattina non è stato mantenuto nel pomeriggio.
Voglio, poi, chiedere - Presidente - relativamente al richiamo istituzionale che lei mi ha fatto in precedenza, ricordandola su quei banchi nei cinque anni passati, l'autorizzazione ad avere lo stenografico delle sue dichiarazioni. Questo, perché, se fra pochi mesi cambieranno i ruoli, io non avrò alcun problema, non solo a ricordarle, ma anche a farle leggere come ci si comporta in aula.
Noi, istituzionalmente, ci comportiamo nel modo più corretto che ella Presidente, ha richiamato, ma la invito sin d'ora a comportarsi conseguentemente, viste le sue dichiarazioni, che chiedo in copia e di cui doterò tutto il Gruppo, affinché, qualora io non ci fossi, almeno loro se ne possono ricordare. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Collega Toselli, la ringrazio e le faccio gli auguri di poter essere nuovamente in quest'aula, per poter verificare i comportamenti della maggioranza o dell'opposizione, a seconda della parte in cui si troverà.
Per quanto riguarda i miei numerosi interventi nella scorsa legislatura non bisogna confondere la veemenza di un intervento con il comportamento.
Sono due cose diverse.
Scusatemi colleghi, ma il collega Michele Giovine - oggi è anche il suo onomastico, a proposito dei tanti Michele presenti - mi sta distraendo.
La parola al Consigliere Leardi.



LEARDI Lorenzo

Sarò velocissimo: il Consigliere Toselli ha posto un interrogativo importante. Ci eravamo lasciati dicendo che alle 14.30 avremmo ricominciato...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega, se la interrompo. Alle ore 12.00 circa c'è stata una riunione dei Capigruppo che ha modificato, concordando, il tema da trattare all'apertura dei lavori.
Mi scuso per non averlo comunicato in apertura; chiedo scusa anche al collega Toselli, perché avrei dovuto dirglielo subito: il motivo per cui siamo passati al punto 6) all'o.d.g., dopo la votazione sul punto 8), è perché questo è stato concordato nella riunione dei Capigruppo.



LEARDI Lorenzo

Presidente, di fronte alla Conferenza dei Capigruppo ci fermiamo tutti.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega. Ringrazio anche il collega Toselli.
Sull'emendamento rubricato n. 1, sul quale è intervenuto il collega Giovine, l'Assessore Peveraro ha la parola.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Non ho alcun problema a relazionare nuovamente in merito al bilancio consuntivo del 2008 e lo faccio anche con piacere e grande divertimento.
Segnalo solo alla Presidenza che il collega aveva ritirato la richiesta, ma proseguo, nel senso che posso tranquillamente illustrare almeno le caratteristiche essenziali e fondamentali, così come si evincono nella relazione di accompagnamento, che peraltro è stata illustrata dal collega Reschigna.
Il conto del bilancio evidenzia il risultato finanziario alla chiusura dell'esercizio 2008, che tiene conto del risultato della gestione di competenza, con entrate per 12.245.842.425 euro e spese per euro 12.411.154.749,77, e della gestione dei residui degli anni precedenti.
Esaminando la gestione dell'esercizio finanziario, si evince che il risultato ammonta a euro 6.124.742,66. Questo avanzo di amministrazione pur esiguo, è comunque l'effetto della combinazione dei residui attivi e passivi e delle competenze. In particolare, i residui passivi nel 2008 pari a euro 5.091.606.660,93, risultano coperti per un ammontare complessivo di 4.854.074.297 euro. Di questo totale complessivo di residui passivi, una parte significativa, pari a euro 3.054.452.420, è relativa all'anno 2008 (si sono formati nell'anno 2008), mentre l'ammontare di 2.630.797.138,13 euro è relativo agli esercizi precedenti.
Come ho avuto modo di dire nella precedente relazione, anche il trend dell'anno 2008 conferma gli andamenti, per quanto riguarda l'impegno della spesa corrente e della spesa di investimento, rispetto agli stanziamenti iniziali.
Ricorderete - è stato oggetto di diverse discussioni in aula - il confronto circa il livello degli impegni sugli stanziamenti. Quest'anno è confermato anche per il 2008 che gli ammontari impegnati, relativi alla spesa corrente, rispetto agli ammontari stanziati sono circa il 97%, mentre l'ammontare complessivo delle spese di conto investimento impegnate sull'ammontare complessivo stanziato è circa il 75%.
Sono percentuali che confermano l'andamento degli ultimi 10 anni. Cosa vuol dire questo? Vuol dire semplicemente che, anche se si contiene il volume delle spese di investimento, in particolare, e così certamente è accaduto almeno in sede di assestamento, non si riesce mai ad impegnare nel corso dell'anno, l'ammontare complessivo degli stanziamenti, almeno nella spesa di investimento. Invece, ciò che viene stanziato nella spesa di investimento, entro la fine dell'anno viene impegnato.
Questo mi permette di segnalare e sottolineare un altro aspetto certamente importante, cioè l'aspetto relativo al rispetto, anche per il 2008, dei livelli previsti dal Patto di Stabilità. Questo aspetto è certamente significativo anche in relazione alle sanzioni che le Amministrazioni pubbliche ricevono nel caso di mancato rispetto del Patto di Stabilità.
Nonostante quanto è stato più volte ribadito in quest'aula, in particolare dal Capogruppo del Popolo della Libertà, cioè che non vi erano le condizioni per il rispetto del Patto di Stabilità, devo comunicare che anche nel 2008 il Patto è stato rispettato.
certo che il 2008 ha visto, in particolare nell'ultima parte dell'anno, i primi effetti e riflessi della congiuntura negativa.
Voglio solo ricordare che, per esempio, la partita relativa al fondo di riassicurazione nasce alla fine del 2008 come un intervento assunto, credo con grande tempestività dall'Amministrazione all'avvicinarsi e al manifestarsi dei primi effetti significativi della crisi. Lo segnalo anche perché questo, evidentemente, ha comportato circa 40 milioni di stanziamento per il sostegno delle piccole e medie imprese.
Ma a fianco di tutti gli importanti interventi che sono stati fatti a favore del sistema industriale e imprenditoriale della nostra Regione certo si è mantenuto molto elevato anche il livello del supporto ai servizi alla persona, soprattutto agli individui più deboli.
Nel 2008, voglio ricordare che comunque sono stati stanziati ulteriori 15 milioni di euro per l'integrazione del reddito delle persone in cassa integrazione o senza lavoro.
L'anno successivo, com'è noto, ha risentito e risente tuttora di quelli che sono gli effetti che si sono manifestati anche in tutta la loro drammaticità nel corso del 2009 e che hanno necessariamente comportato, da parte dell'Amministrazione regionale, una serie di interventi aggiuntivi straordinari rispetto a quella che è la norma del bilancio.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dal Consigliere Giovine: Si propone di modificare il testo dell'articolo così come segue: "Con le risultanze stabilite dall'Allegato A viene approvato il rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario dell'anno 2008".
Il Consigliere Giovine ha chiesto la parola; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare che ritiro questo emendamento, così come gli altri 58 emendamenti relativi all'articolo 1 del disegno di legge n. 620 in oggetto.



PRESIDENTE

Quindi, tutti gli emendamenti si intendono ritirati.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Credo che l'importanza del documento richieda qualche commento, naturalmente non su tutti gli articoli, ma almeno su un articolo importante qual è quello della situazione di cassa.
Vorrei in qualche modo domandare al Vicepresidente come si pensa di uscire da una situazione critica da un punto di vista finanziario, visto che questa situazione ha dei connotati di tipo strutturale. C'è una triangolazione tra i residui (in questo caso mi riferisco ai residui passivi che aumentano, sono 200 milioni in più: da 4.800 all'inizio dell'esercizio 2008, alla fine siamo a 5.091) e la situazione di cassa che ovviamente, è condizionata dai trasferimenti, ma anche dall'ingabbiamento del Patto di stabilità, che per quanto riguarda la nostra Regione mette dei tetti anche ai movimenti di cassa.
Finora, ci siamo limitati, un anno per l'altro, a prendere atto delle cifre, però adesso, se ci fosse un'esercitazione di previsione del futuro chiunque possa essere l'Assessore che potrà sedere su quegli scranni nella prossima legislatura, come pensa - a fronte di una situazione strutturale non congiunturale, non momentanea, ma profondamente strutturale, perch chiunque si sieda al governo ha i vincoli da parte del Patto di stabilità europeo e, a cascata, fino a noi - come immagina di uscire? A meno che non si possa intervenire non solo su una revisione dei residui, ma su una riduzione dei residui, ovviamente laddove questo fosse possibile.
Ecco, questo è un dubbio che ho e che domando nel momento in cui approviamo l'ultimo consuntivo di questa legislatura.
Soprattutto per il verbale e per le previsioni che tramandiamo alla prossima legislatura, vorrei fare una domanda all'Assessore, esperto in materia; quindi, non una domanda retorica, ma sostanziale: stante il quadro attuale, mi pare ci siano grosse difficoltà ad uscirne fuori. D'altronde l'Assessore riferisce di un trend costante, confrontabile negli ultimi 10 anni: è vero, però tende a non consentire livelli eccezionali, superiori alla norma, di pagamenti o di trasferimenti particolarmente cospicui una tantum da parte degli altri livelli esterni.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Peveraro, per il parere della Giunta.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Non è un parere: mi è stato richiesto - se non altro per il verbale di svolgere alcune considerazioni circa la situazione di cassa della Regione.
L'articolo n. 4 rappresenta una situazione assai ingessata, per certi versi; risottolineo che i residui passivi quest'anno sono influenzati dall'introduzione di una nuova disposizione, che ha previsto per i residui passivi in conto capitale l'allungamento di un anno dei termini di perenzione, a fronte dei quali vi era l'atto di liquidazione. Disposizione sacrosanta: se dopo quattro anni, a fronte di un impegno non c'è ancora l'atto di liquidazione è giusto che i residui periscano; ma se c'è già l'atto di liquidazione, si registra solo un problema di cassa e non di altro genere. Quindi, abbiamo ritenuto di mantenerli in vita.
Questo ovviamente ha aumentato il volume dei residui passivi. Se non ricordo male (sto andando a memoria, quindi potrei sbagliare, ma non credo di molto) questo ha comportato 120 milioni di residui che non sono andati in perenzione. Evidentemente, nell'assetto complessivo, anche questo aspetto ha, in particolare, compresso l'avanzo di Amministrazione.
Detto questo, permane una criticità, secondo me, molto significativa proprio in merito alla situazione di cassa dovuta, in parte, come diceva il Consigliere Cavallera, anche ai vincoli del Patto di stabilità, che nel 2008, se non ricordo male, una percentuale di aumento dei movimenti di cassa dell'1,6% rispetto al biennio 2005/2007; nel 2009 ci sarà una decrescita di -0,6%. Comunque, nel 2008 si prevedeva questa ridottissima crescita e, nell'ambito di questa, ovviamente, noi ci siamo dovuti posizionare, escludendo la partita relativa alla sanità.
Tuttavia, a mio avviso, non intervengono soltanto questi vincoli; nella rigidità della situazione finanziaria complessiva della nostra Amministrazione intervengono altri elementi. Certamente, il fatto che negli anni 2006/2009 sono fortemente diminuiti i flussi di cassa del Titolo II delle entrate legate, in particolare, a tutte le attività finanziate con fondi comunitari/fondi statali. Perché sono diminuiti? Anzitutto, perché il DOCUP 2000/2006 stava esaurendosi e il nuovo DOCUP 2007/2013 non aveva ancora intrapreso il suo cammino in modo importante come, invece, secondo me, capiterà alla fine del 2009, nel 2010 e negli anni prossimi.
Secondo: certamente ci sono state situazioni (che purtroppo riguardano sia il Governo di centrodestra sia quello di centrosinistra) in cui con troppo ritardo sono stati effettuati i trasferimenti alle Regioni per le competenze proprie.
Lo ribadisco come punto di attenzione; molto spesso parliamo di federalismo - peraltro è già stata approvata una legge-quadro -: se solo ci permettessero, anche a stralcio rispetto al disegno più complessivo di federalismo fiscale, di poter incassare direttamente i tributi di competenza della Regione versati dai cittadini piemontesi, avremmo degli effetti finanziari notevolissimi, che non toccherebbero i limiti e i livelli del Patto di stabilità, ma certamente andrebbero a toccare l'indebitamento della Regione. È chiaro: se a fine anno ho fondi e risorse per poter coprire anche le spese di investimento non accendo altri mutui.
Altro e ultimo punto principale: la propensione alla spesa, in particolare di investimento, della nostra Regione, a mio avviso, è assolutamente sproporzionata rispetto a quella di altre regioni e a quanto ci possiamo permettere.
Dico "sproporzionata" perché con il trend di flussi di cassa attuale è minima la parte di spese di investimento (spese in conto capitale, Titolo II) coperte con le risorse del Titolo II delle entrate e quindi la restante parte deve essere coperta con mutuo: la quadratura non può che avvenire così.
La prospettiva, a mio avviso, passa inevitabilmente su due questioni: aumentare, in termini di efficienza, il contenimento della spesa corrente.
In tal senso, però, sinceramente, al di là del comparto Sanità, credo che quanto fatto in questi anni abbia ricondotto tale spesa a cifre difficilmente ulteriormente comprimibili. Invece, sulla politica in conto capitale - non tanto sugli investimenti veri e propri, e penso all'edilizia sanitaria - su tutta una serie di partite è necessario avviare un'operazione di contenimento importante, che metta nelle condizioni di aumentare il livello e l'ammontare delle spese di investimento, coperte con le entrate del Titolo II, per ridurre l'indebitamento.
Ridurre l'indebitamento significa ridurre lo stock di debito fisiologico che comunque annualmente dovrà essere assunto da questa Regione: obiettivamente, la coperta ormai si è fatta veramente un po' stretta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Ricordo che il numero legale è 30.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Intervengo per fare una valutazione, ma anche per ricevere un chiarimento da parte del Vicepresidente.
Di fatto, noi, votando l'articolo 5, prendiamo atto dei bilanci presentati alla Regione Piemonte dalle società partecipate e dai consorzi.
Al di là del fatto che vi sono alcune società che sono la somma di altre società - penso a Finpiemonte Partecipazioni che sarà l'addizione dei vari bilanci - la domanda è se vi sono tutti. Ciò perché, in base a com'è scritto, e cioè "che hanno presentato nell'esercizio finanziario i loro bilanci alla Regione", credo che (poi mi posso sbagliare) vi siano società che non hanno presentato alla Regione il bilancio e che pertanto non vengono indicate nell'elenco.
Immagino che la nostra legge di contabilità preveda che nel rendiconto debbano essere inseriti anche i rendiconti consuntivi delle società partecipate e dei consorzi.
Credo che, se così è la legge - e, se non ricordo male, è così - in questo caso vi sia non un'omissione, ma che l'articolo sia incompleto, nel senso che, in teoria, sarebbe opportuno approvare il rendiconto nel momento in cui tutte le società hanno trasmesso alla Regione il bilancio dell'esercizio finanziario 2008.
Quindi, se mancano dei bilanci - se è così, e crediamo che sia così ci domandiamo il perché e ci chiediamo altresì se sia corretto approvare un articolo all'interno del quale mancano i bilanci di alcune di queste società.
Sarebbe poi interessante, come abbiamo detto in molti casi, fare un ragionamento complessivo sulle partecipate così come sui consorzi.
Per la verità, non sono il primo Consigliere a farlo presente e credo che non riguardi soltanto questa legislatura, ma certamente in questa perché di questa posso parlare, essendo presente - varrebbe la pena ogni tanto fare una riflessione, in particolar modo sulle partecipate regionali.
Sarebbe interessante valutare quali hanno davvero la necessità di essere mantenute, e quando è corretto che la Regione n'esca perché non ha più valore la sua presenza come volano iniziale per far crescere una società.
Comprendo che, non avendolo fatto nei 4 anni e 7 mesi precedenti, con difficoltà riusciremo a farlo nei prossimi 5 mesi. Non dico che non si sia mai parlato di partecipate, ma è un aspetto presente in molti Enti locali.
Ricordo che anche quando ero in Provincia di Torino vi era la stessa gestione - forse perché il Presidente della Giunta era sempre il medesimo.
Però che la Giunta un anno si sia presentata o in sede di bilancio previsionale o in sede di rendiconto o in un momento dell'anno in cui riteneva opportuno fare il punto sulle società, al fine di individuare quali fossero quelle prioritarie su cui era importante continuare ad investire, e quali quelle su cui valeva la pena dismettere per liberare delle risorse e intervenire su altre società o su altri pezzi dell'economia piemontese, non è mai stato fatto.
Rilevo soltanto, facendo un esercizio di memoria estremamente semplice che delle ATL provinciali mancano ben sei bilanci; le società partecipate al di là di quelle contenute all'interno di Finpiemonte Partecipazioni ritengo siano ben di più di quelle indicate all'interno dell'allegato.
Quindi, ci troviamo di fatto a votare un rendiconto che è parziale rispetto ad un articolo importante, perché riguarda pezzi di bilancio che sono esterni alla Regione, ma ovviamente estremamente rilevanti anche per la preparazione di un rendiconto consuntivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Peveraro; ne ha facoltà.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio

Ho chiesto solo di verificare e confermare, ma mi veniva detto che questi non sono solo quelli, società e consorzi, che hanno presentato il bilancio, ma sono tutti quelli nei confronti dei quali la Regione ha una partecipazione diretta.
E' ovvio che, per esempio, non vi sono tutte le società possedute indirettamente attraverso la Finpiemonte Partecipazione o anche consorzi o agenzie o parchi che sono posseduti attraverso la Finpiemonte SpA. Questa è la mera elencazione. I bilanci ovviamente sono a disposizione presso l'Ufficio.
Concordo con il Consigliere Vignale nel fare una valutazione di carattere generale, che renderebbe dal mio punto di vista opportuno effettivamente prevedere che ci sia anche una sorta di bilancio aggregato della Regione Piemonte, che metta nelle condizioni di avere ovviamente la struttura della "mamma", ma sotto, a cascata, agenzie, società e consorzi.
Questo, secondo me, è una buona esercitazione per la prossima Amministrazione e credo che sia un atto anche di grande interesse nei confronti dei cittadini. Questa Amministrazione non ha utilizzato partecipazione o consorzi per sottrarre all'attenzione dei cittadini attività o filoni di attività, ma lo ha fatto scientemente per cercare le migliori forme e le forme più efficienti di gestione. Però il fatto di potere avere un quadro complessivo generale, secondo me, è un buon obiettivo che l'Amministrazione si dovrebbe porre.
A me ha incuriosito molto un dato che - ammetto - ho scoperto da poco in linea teorica noi possediamo in Finpiemonte SpA un tesoro dall'ammontare molto consistente. Non si tratta solo della disponibilità di cassa, su cui secondo me, abbiamo già fatto interventi molto interessanti, introducendo il cosiddetto cash-bowling: la possibilità di utilizzare le varie leggi che e, di fatto, ha diminuito il livello complessivo delle disponibilità finanziarie.
Punto certamente importante, che in un quadro aggregato si rileverebbe facilmente. Per esempio, un ammontare di 330 milioni di euro di ratei passivi - perché si tratta di una SpA - che Finpiemonte ha iscritto nel proprio bilancio nei confronti della "mamma", cioè della controllante, a fronte del quale, per il semplice fatto che questo è un bilancio finanziario, non ci sono residui attivi da parte dell'Amministrazione regionale. Dunque, quei residui attivi si manifestano nel momento in cui vengono o bloccate le erogazioni delle leggi (e, quindi, ciò che ne residua) oppure (in linea molto teorica, me ne rendo conto) se si dovesse mettere in liquidazione la Finpiemonte: in tal caso, dentro vi sarebbero tutti gli interessi attivi maturati da Finpiemonte, girati sulle leggi e che non sono transitati nei bilanci regionali; avrebbero, quindi, degli effetti positivi. L'aggregato permetterebbe una visione più chiara dal punto di vista finanziario, dal punto di vista dell'indebitamento ed anche dal punto di vista del quadro generale della macchina regionale. Tuttavia potrebbe anche riservare qualche sorpresa interessante e positiva.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Peveraro.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale, per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Prenderei, come auspicio, la seconda parte dell'intervento del Vicepresidente Peveraro, improntata sull'importanza della conoscenza delle società partecipate o controllate dalla Regione Piemonte. Perché è assolutamente evidente che, di fatto, abbiamo due bilanci: un bilancio regionale di facile lettura, che comunicato per macrocifre è comprensibile dai cittadini, e dei "pezzi" di bilancio regionale molto meno noti ai cittadini - anche se rilevo che per alcuni addetti ai lavori, magari navigando nei siti delle società partecipate, è possibile individuare.
Penso, per esempio, relativamente ad un settore di cui abbiamo anche dibattuto questa mattina, a quanto incida, sia dal punto di vista economico sia da quello sulle scelte di indirizzo, l'AreSS rispetto alla sanità; o quanto incida SCR rispetto alle politiche degli investimenti all'interno di questa Regione.
Ma mentre è noto il "bilancio della mamma", come lo definiva il Vicepresidente, i bilanci e gli interventi delle società partecipate sono certamente meno noti.
Questa è, dunque, un'esigenza che condividiamo. Siamo certi che nella stesura del bilancio preventivo del 2010 potremo fare una riflessione parallela a questo ragionamento (perlomeno ce lo auspichiamo).
Questa è una valutazione di carattere generale che condividiamo, ma ve n'è un'altra sulla quale, invece, nutriamo maggiori perplessità: mi riferisco al voto dell'articolo.
All'interno dell'articolo in discussione vi è un elenco delle società che hanno trasmesso il bilancio, e non delle società cui partecipa la Regione. Giustamente, non sono presenti quelle all'interno delle quali la Regione non ha una partecipazione. È certamente vero, come abbiamo più volte precisato, che Finpiemonte Partecipazioni e Finpiemonte SpA rappresentano, per addizione, i bilanci delle società in qualche modo affiliate da Finpiemonte Partecipazioni, o delle società all'interno delle quali siamo presenti con il patrimonio di Finpiemonte SpA. Ma ritengo che molte altre (penso, ad esempio, alle ATL) manchino.
In ogni caso, per questo motivo non parteciperemo al voto. Chiediamo però al Vicepresidente - mi rivolgo anche alla Presidenza del Consiglio di fornire, se fosse possibile, nelle sedi in cui si riterrà più opportuno (in I Commissione o nella posta dei Consiglieri), l'elenco delle "eventuali" società che non avessero presentato il bilancio (che non siano ricomprese, quindi, all'interno della descrizione di cui all'articolo 5).
Per quanto l'articolo sia ottimo da un punto di vista della filosofia rispetto al riscontro pratico si dovrebbero analizzare i bilanci attraverso valutazioni non meramente ragionieristiche, ma anche di carattere politico allora avrebbe un senso reale.
Comprendiamo, quindi, il motivo del legislatore quando, nel rendiconto ha previsto di inserire i bilanci. E, magari, nella risposta che ci verrà fornita si dirà: "No, effettivamente abbiamo compreso tutte le società in cui c'é una partecipazione" (abbiamo comunque l'elenco, per cui potremo verificarlo nell'arco di mezz'ora, ne avessimo il tempo). Ma qualora questo non fosse accaduto, come noi crediamo, non avremmo rispettato, di fatto, il dettato della legge, che non dice: "Iscriviamo quelle che ci hanno materialmente trasmesso il bilancio", ma dice: "Iscriviamo tutte". Se uno non l'ha trasmesso, è omissivo; pertanto, prima della votazione del rendiconto, gli si sarebbe dovuto chiedere di trasmettere il bilancio.
Questo è il motivo per cui non parteciperemo al voto rispetto a questo articolo: noi riteniamo che sia incompleto di tutti i documenti necessari ricordati nell'allegato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Poniamo in votazione l'articolo 5.
Vi ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
Non essendovi altre richieste di intervento per dichiarazione di voto pongo in votazione l'intero testo di legge.
Informo l'Aula che il numero legale ora è 31.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 33 Consiglieri hanno votato NO 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Prima di procedere con eventuali interventi sull'ordine dei lavori comunico che in sede di Conferenza dei Capigruppo è stato concordato questo percorso: dopo il provvedimento che abbiamo appena licenziato, si svolgerà la votazione - senza dibattito - di tre ordini del giorno sui quali, nelle precedenti votazioni, era mancato il numero legale.
Mi riferisco all'ordine del giorno n. 1265: "Immediate dimissioni Ministro Gelmini", di cui al punto 7) all'o.d.g.; all'ordine del giorno n. 1252: "Centrali nucleari in Piemonte", di cui al punto 15) all'o.d.g., e alla mozione 1267: "Libertà di stampa", di cui al punto 16) all'o.d.g.
In seguito, procederemo con la discussione su tre ordini del giorno: l'esame degli ordini del giorno n. 1284 "Sbarramento 4% per attribuzione seggi nei consigli regionali, provinciali e comunali"; n. 1282 "Proposta di legge n. 2669 'Modifiche alla legge 2 luglio 2004, n. 165, e norme transitorie per le elezioni dei consigli regionali e dei presidenti delle giunte regionali da tenersi nell'anno 2010, nonché modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di elezione dei consigli comunali e provinciali".
Tali ordini del giorno devono essere iscritti, naturalmente se l'Aula acconsente.
Intanto informo che, circa due ore fa, in via Alfieri n. 15, davanti all'ingresso del Consiglio regionale, si è tenuto un presidio della Federconsumatori. È stato chiesto un incontro, che è stato concordato con loro per domani pomeriggio alle ore 14.30 in Sala Viglione.
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Signor Presidente, la ringrazio e le chiedo una gentilezza.
Mentre lei, cortesemente, mi risponde in merito ad un fatto meramente tecnico chiedo se può richiamare in aula la Presidente Bresso o il Vicepresidente Pevararo, in assenza dell'Assessore De Ruggiero, che forse sarebbe stato più idoneo a rispondere in ordine all'argomento che sto per sollevare. Però, nelle premesse e nell'attesa, volevo capire che fine ha fatto quell'ordine del giorno sul disegno di legge Alfano, che ho presentato questa mattina in occasione della Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Infatti, primo avevo parlato di tre ordini del giorno, ne ho citati due sulla legge elettorale. In realtà ho detto prima che sono tre e sono tutti e tre da iscrivere. Se ho capito bene il dibattito inizia da quelli sullo sbarramento e sulla legge elettorale, poi quello sul disegno di legge Alfano.
Intanto, si è materializzato il Vicepresidente Peveraro: il Consigliere Buquicchio, in assenza dell'Assessore De Ruggiero, le voleva porre un quesito.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Vicepresidente della Giunta regionale per l'attenzione che intenderà porre sull'argomento.
Ritengo si sia verificata una questione estremamente grave per la cittadinanza piemontese, che riguarda l'hub di Malpensa.
Con lettera del 24 settembre ultimo scorso, l'ENAC ha convocato per il 6 ottobre, con urgenza - perdonatemi se intervengo con urgenza, ma ovviamente, non ho tempo per attendere ulteriormente una risposta su una questione così grave - la Commissione Aeroportuale.
In passato, per chi ha curato questo argomento, si era faticosamente riusciti ad inserire a quel tavolo sia l'Ente Regione Piemonte, sia la Provincia di Novara, ma sono stati praticamente retrocessi ad osservatori senza diritto di voto; quindi noi riteniamo irrituale e illegittimo questo provvedimento. Infatti, noi riteniamo che la Circolare APT 26, con cui l'ENAC giustifica l'intervenuto mutamento del quadro normativo, sia un mero atto interno, che non abbia alcuna rilevanza esterna.
Valutiamo estremamente importante per la cittadinanza piemontese, non solo per la provincia di Novara, avere urgentemente una risposta qualificata da parte della Regione. Però, non ci aspettiamo solo una risposta, intendiamo chiedere in modo energico alla Regione di intervenire per sottolineare sia l'irritualità e sia l'illegittimità, facendo sedere nuovamente a quel tavolo coloro che legittimamente devono sedere per sostenere gli interessi della regione e di tutta la provincia.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Peveraro.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Ovviamente, non sono in grado di intervenire in merito alla linea d'azione che l'Amministrazione assumerà in merito nella vicenda che è stata posta, anche perché non la conosco nel merito, come, invece, il Consigliere Buquicchio ha dimostrato di conoscere.
Da quanto riferito dal Consigliere, ritengo fondamentale che al tavolo dell'ENAC siedano a pieno titolo Provincia di Novara e Regione, soprattutto per i riflessi di impatto ambientale e occupazionale che l'aeroporto riveste sul nostro territorio. Per cui, mi farò certamente portavoce, forse più con il collega Borioli che con il collega De Ruggiero, per fare sentire la voce nella direzione e secondo le indicazioni che dava il Consigliere.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ricordo che dobbiamo votare tre ordini del giorno, senza dibattito.
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Anche io ricordavo bene. Credevo che dopo le tre votazioni degli ordini del giorno senza discussione, così come avevo compreso nella Conferenza dei Capigruppo, il primo ordine del giorno in discussione sarebbe stato il n.
99 sulla tipica fauna alpina. Volevo delucidazioni in merito perché mi sembrava che questo fosse l'iter previsto.



PRESIDENTE

Mi dispiace per il gallo forcello, che avevo già evocato questa mattina.
Da quanto mi comunicano, nella riunione dei Capigruppo è stato concordato, dopo il provvedimento che è stato votato, di votare senza dibattito i tre ordini del giorno che ho già elencato prima e di passare successivamente all'iscrizione, se l'Aula acconsente, di tre ordini del giorno (due sono sullo sbarramento della legge elettorale e uno sul disegno di legge Alfano) e di trattare prima quelli sulla legge elettorale. Questo è quanto mi è stato comunicato.
La parola al Consigliere Burzi sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Probabilmente mi sono distratto alla fine della riunione dei Capigruppo di questa mattina.
Premesso che sono e rimango favorevole a qualsivoglia iscrizione all'o.d.g., non ricordo di avere preso alcun impegno e, qualora lo avessi preso, lo recupero all'assenza di discussione.
Quest'Aula è autorizzata - ci mancherebbe - a discutere l'ordine del giorno quando e come ritiene opportuno. Sono assolutamente interessato, se riteniamo opportuno, ad intervenire. Ciò detto, ogni ordine del giorno viene assolutamente iscritto, come è sempre stata prassi, chiunque e qualunque Consigliere lo ritenga.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
Il mio "senza discussione" non voleva assolutamente essere limitativo della facoltà di qualsiasi Consigliere. In ordine a tutti e tre gli ordini del giorno citati è mancato il numero legale, di conseguenza non c'è discussione, ma ripetizione della votazione, in questo senso "senza discussione"; assolutamente non è da intendersi come limitativo della facoltà di qualsiasi Consigliere ad intervenire.
Il mio è un obbligo, come lei sa, però queste situazioni ci permettono di ricordare a qualche collega il procedimento del nostro...



PRESIDENTE

BURZI Angelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Troppo tardi! Non c'è più niente da fare!



PRESIDENTE

Troppo tardi, non c'è più niente da fare... è stato bello sognare! Oggi, 29 settembre ci porta ai ricordi degli anni 60-70...!.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Proseguimento esame ordine del giorno n. 1265 "Immediate dimissioni Ministro Gelmini" presentato dai Consiglieri Chieppa, Dalmasso, Barassi Bossuto, Caracciolo, Cavallaro, Comella, Moriconi, Turigliatto


PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 1265 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale verificato che gli atti compiuti nel primo anno di Governo, dall'attuale Ministro dell'Istruzione Gelmini, risultano unicamente indirizzati ad indebolire la scuola pubblica attraverso il pesante taglio di risorse economiche che sta provocando enormi difficoltà nell'avvio dell'anno scolastico, peggioramenti delle condizioni di lavoro per tutto il personale scolastico, ulteriore calo del livello culturale e formativo della scuola; il taglio di risorse economiche ha comportato l'allontanamento di migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori precari della scuola (insegnanti e ATA), la caduta dei livelli didattici, il crescere dei costi economici a carico delle famiglie richiede alla luce delle considerazioni su esposte e della complessiva situazione di grave sofferenza del mondo scolastico, alla Ministra all'Istruzione Gelmini di rassegnare immediatamente le dimissioni dall'incarico attualmente rivestito al fine di liberare l'intero comparto della scuola italiana da una presenza così dannosa".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi energetici

Proseguimento esame ordine del giorno n. 1252 "Centrali nucleari in Piemonte" presentato dai Consiglieri Deambrogio, Barassi, Bossuto Moriconi, Comella, Dalmasso, Larizza, Spinosa


PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 1252 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che nel 1987 il popolo italiano si è pronunciato per via referendaria sulla fine della produzione di energia nucleare nel nostro paese nel mondo, pur essendo attive molte centrali nucleari, la percentuale di energia prodotta resta modesta (il 6,4 per cento), costosa (rispetto alle altre fonti), in via di esaurimento (a causa del combustibile uranio) anche dopo il 1987 frequenti sono stati gli incidenti; intatti e pericolosi restano gli impatti ambientali (in particolare per il consumo e gli sprechi d'acqua), i rischi per la sicurezza della popolazione e le incertezze sullo smaltimento delle scorie radioattive, certi sono gli aumenti dei costi dell'uranio nel mondo altri paesi hanno chiuso centrali, hanno ridotto o annullato programmi di costruzione di nuove centrali, mentre restano grandi i rischi di proliferazione delle armi nucleari e di azioni terroristiche l'Italia non si è dotata di un coerente organico piano energetico nazionale che sostituisse nucleare e combustibili fossili con politiche e misure per l'efficienza, per il risparmio, per fonti rinnovabili e scelte efficaci per la fase di transizione molte Regioni, tra cui la Regione Piemonte, hanno comunque adottato Piani energetici e ambientali regionali che prescindono totalmente dal possibile apporto dell'energia nucleare e considerano prioritari investimenti e regole per favorire risparmio ed efficienza nei consumi energetici, fonti rinnovabili e tecnologie efficienti per le produzioni energetiche, con impianti, reti, iniziative già positivamente avviate sul territorio è aumentato il consumo di territorio che renderebbe comunque praticamente impossibile localizzare democraticamente un sito nucleare con idonei requisiti di lontananza dalle abitazioni, di sicurezza, di trasparente gestione premesso inoltre che l'articolo articolo 117 della Costituzione prevede che le Regioni relativamente alla produzione dell'energia, esercitino una propria potestà legislativa concorrente con quella dello Stato il d.lgs. 230/95 "Attuazione delle direttive 89/618/Euratom 90/641/Euratom, 92/3 Euratom e 96/29/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti" assegna specifiche competenze alle Regioni è, in ogni caso, compito della Regione assicurare la tutela della popolazione e dell'ambiente dai rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti preso atto che il Senato della Repubblica, in data 8 luglio 2009, ha definitivamente approvato il testo della legge "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" che, fra l'altro, delega il Governo ad adottare, entro sei mesi uno o più decreti legislativi di riassetto normativo recanti la disciplina della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché dei sistemi per il deposito definitivo dei materiali e rifiuti radioattivi visto il Piano Regionale Energetico Ambientale approvato dal Consiglio Regionale il 3 febbraio 2004 rilevato che desta preoccupazione, nei Cittadini e nelle Associazioni di Tutela Ambientale, il fatto che l'area di Leri Cavour, nel Comune di Trino (VC), pur essendo totalmente non idonea per l'insediamento di un qualsiasi impianto o deposito nucleare, in quanto si trova al centro delle produzioni agricole più importanti del Vercellese ed è situata in area a elevatissima vulnerabilità delle falde, si porta dietro l'eredità della sua individuazione, venticinque anni fa, come area idonea per un insediamento nucleare, e questo potrebbe costituire una qualche specie di titolo preferenziale, anche se non oggettivo, per un suo utilizzo a tale scopo tutto ciò premesso, preso atto, visto e rilevato dichiara l'indisponibilità del territorio regionale alle procedure di individuazione di siti idonei all'attivazione di centrali nucleari conferma l'orientamento della Regione in merito all'energia nucleare, così come espresso negli "indirizzi generali" del Piano Energetico Ambientale che prevedono "l'abbandono delle tecnologie nucleari per uso energetico" valuta che la localizzazione nel territorio del Piemonte di impianti o depositi nucleari di qualsiasi tipo non sia appropriata rispetto alla vulnerabilità dell'area e alle numerose criticità ambientali già presenti impegna la Presidente, la Giunta Regionale, il Presidente del Consiglio ed il Consiglio stesso ad operare nelle sedi istituzionali affinché resti valido il pronunciamento referendario del 1987 per tutto il territorio nazionale a sollecitare l'adozione di un piano energetico nazionale entro il 2009 basato sulle fonti rinnovabili e sul risparmio e l'efficienza energetica sviluppando politiche di sufficienza diffusa nel territorio ad accelerare l'attuazione del Piano ambientale energetico regionale e potenziare ulteriormente il ricorso alle fonti di energia rinnovabili e la promozione del risparmio energetico a rivendicare il diritto della Regione a partecipare alle decisioni statali in campo energetico, come previsto dalla Costituzione a promuovere una indagine sulla sostenibilità energetica ed ambientale dell'intero ciclo di vita del nucleare a scongiurare preventivamente l'utilizzo dell'area di Leri nel Comune di Trino (VC) per future centrali nucleari, o per futuri impianti o depositi nucleari, provvedendo ad acquisirne la proprietà e vincolandola ad esclusivo uso agricolo di salvaguardia ambientale ad emanare appositi provvedimenti legislativi affinché, in ogni caso, in occasione di eventuali proposte di realizzazione in Piemonte di centrali nucleari, l'espressione da parte della Regione del parere positivo per l'intesa con lo Stato sia subordinata al risultato di una consultazione di tutti i cittadini attraverso un apposito referendum regionale".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Vignale ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Solo per invitare l'Ufficio di Presidenza ad una verifica più puntuale di chi esprime il voto. Potrei fare l'esempio di chi certamente non era in aula, ed è risultato votante (mi riferisco al Consigliere Rabino, che non era in aula e ha votato). Ma non c'è mai stato in aula, anche nell'ultima votazione. E' successo anche nella votazione precedente, ma non riguardava lo stesso collega.
Per verificarlo, basterebbe contare il numero dei Consiglieri presenti.
Nella precedente votazione è stato richiesto l'appello nominale e, pur prendendo per buona la prassi, ormai consolidata, che è sufficiente che un Consigliere faccia capolino in aula che il suo collega di banco pigi il tasto della votazione, basterebbe contare le teste dei Consiglieri seduti ai banchi o quelli che hanno fatto capolino, per verificare che per due votazioni c'è stato un voto in più.
Non è influente perché il numero legale c'era lo stesso, ma si tratta di una questione di buona creanza, come abbiamo detto più volte, che qualche volta dovrebbe essere rispettata.



PRESIDENTE

Ricordo ai Consiglieri che il voto può essere espresso esclusivamente dal Consigliere stesso. Se si dovessero verificare altre situazioni, il voto sarà ripetuto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine, ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Solo per chiederle, in merito alla votazione sull'ordine del giorno sulla fauna alpina, qualora non lo avesse richiesto - in quel caso chiedo scusa - l'appello nominale per la prossima votazione.



PRESIDENTE

L'ho detto all'inizio, i tre ordini del giorno sono votati per appello nominale.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Proseguimento esame mozione n. 1267 "Libertà di Stampa" presentata dai Consiglieri Robotti, Comella, Pozzi, Turigliatto, Travaglini, Cavallaro Auddino, Deambrogio, Clement, Dalmasso, Barassi, Spinosa


PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 1267 il cui testo recita "Il Consiglio regionale visto che l'articolo 21 della Costituzione della Repubblica italiana dispone che "La stampa non può essere sottoposta ad autorizzazioni o censure"; il Parlamento si appresta ad approvare un disegno di legge firmato dal Ministro della Giustizia Alfano che prevede il carcere per i giornalisti e pesanti sanzioni per gli editori qualora pubblichino notizie riservate esercitando il diritto di cronaca. Si sono avviate cause milionarie di risarcimento danni contro importanti testate giornalistiche da parte di protagonisti della politica; è presente nel nostro Paese una forte concentrazione di mezzi di comunicazione e di potere politico considerato che la Federazione Europea dei giornalisti, nella seduta del 19 maggio 2009, ha approvato due mozioni urgenti in difesa della libertà di opinione, informazione e di stampa e contro le pressioni sul giornalismo le azioni costituite e le dichiarazioni rivolte verso la stampa destano enorme preoccupazione non solo tra i giornalisti italiani; questo clima di continua esasperazione ha indotto la Federazione Nazionale della Stampa italiana con altre associazioni di categoria a promuovere per il 19 settembre una manifestazione nazionale in difesa della libertà di stampa impegna la Giunta Regionale a promuovere tutte le iniziative necessarie per favorire un clima nel quale il diritto di cronaca possa essere pienamente esercitato e la differenza di opinione sia un terreno per favorire il confronto, e pertanto ad aderire alla manifestazione indetta dalla FNSI e da diverse associazioni per la libertà di stampa; a farsi portatore presso il Governo di tutte le istanze a tutela del diritto di cronaca ed informazione secondo gli standard delle democrazie più avanzate".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 33 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita' - Rapporti Regione - Parlamento

Ordine del giorno n. 1284 "Sbarramento 4% per attribuzione seggi nei consigli regionali, provinciali e comunali" presentata dai Consiglieri Dalmasso, Clement, Barassi, Cavallaro, Moriconi, Manolino, Valloggia Pizzale, Robotti, Turigliatto, Caracciolo, Scanderebech, Nicotra, Giovine Comella (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita' - Rapporti Regione - Parlamento

Ordine del giorno n. 1282 "Proposta di legge n. 2669 'Modifiche alla legge 2 luglio 2004, n. 165, e norme transitorie per le elezioni dei consigli regionali e dei presidenti delle giunte regionali da tenersi nell'anno 2010, nonché modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di elezione dei consigli comunali e provinciali" presentata dai Consiglieri Robotti, Manolino, Clement Caracciolo, Comella, Dalmasso, Cavallaro, Giovine, Nicotra, Lupi

Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Ordine del giorno n. 1283 "Disegno di legge Alfano" presentata dai Consiglieri Buquicchio, Spinosa, Turigliatto, Laus, Moriconi, Larizza Dalmasso (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Consiglieri, in sede di Conferenza dei Capigruppo è stato concordato di inserire, se l'Aula acconsente, tre ordini del giorno: n. 1284 "Sbarramento 4% per attribuzione seggi nei consigli regionali provinciali e comunali" presentata dai Consiglieri Dalmasso, Clement Barassi, Cavallaro, Moriconi, Manolino, Valloggia, Pizzale, Robotti Turigliatto, Caracciolo, Scanderebech, Nicotra, Giovine, Comella n. 1282 "Proposta di legge n. 2669 'Modifiche alla legge 2 luglio 2004, n.
165, e norme transitorie per le elezioni dei consigli regionali e dei presidenti delle giunte regionali da tenersi nell'anno 2010, nonch modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n.
267, in materia di elezione dei consigli comunali e provinciali" presentata dai Consiglieri Robotti, Manolino, Clement, Caracciolo, Comella, Dalmasso Cavallaro, Giovine, Nicotra, Lupi 1283 "Disegno di legge Alfano" presentata dai Consiglieri Buquicchio Spinosa, Turigliatto, Laus, Moriconi, Larizza, Dalmasso L'Aula acconsente all'iscrizione dei tre ordini del giorno?



(L'Aula, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori - Richiesta d'inversione proposta dal Consigliere Burzi (discussione dell'ordine del giorno n. 1283 prima degli ordini del giorno n. 1282 e n. 1284); richiesta d'inversione proposta dalla Consigliera Barassi (discussione dell'ordine del giorno n. 99, prima degli ordini del giorno n. 1284, n. 1282, n. 1283)


PRESIDENTE

Il Consigliere Burzi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Mi servirebbe avere, quando gli Uffici l'avranno disponibile, l'esito per appello nominale dei tre ordini del giorno che abbiamo testé votato.
Non appena avremmo gli esiti disponibili, chiederei la cortesia dell'Aula di concedere ai Gruppi di opposizione cinque minuti di riflessione sull'argomento.
Nel merito del passaggio successivo, visto che adesso abbiamo iscritto tre nuovi ordini del giorno, suggerirei un'inversione rispetto all'ordine dei lavori - come lei ha correttamente ricordato - concordato nella Conferenza dei Capigruppo. Desidereremmo discutere prima l'ordine del giorno inerente il disegno di legge Alfano. quindi noi proponiamo un'inversione rispetto agli altri. A noi piace di più il "lodo Alfano" quindi vorremmo discutere subito quest'argomento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi. La sua proposta la votiamo dopo l'interruzione, o prima?



BURZI Angelo

Anche dopo.



PRESIDENTE

Facciamo quindi un'interruzione di 10 minuti.
Prima dell'interruzione - questo può essere utile anche per i colleghi che discuteranno durante l'interruzione - avevano chiesto di intervenire la collega Barassi e i colleghi Vignale e Buquicchio.
Prego, Consigliera Barassi.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente, sull'ordine dei lavori. Sono favorevole all'iscrizione dei tre ordini del giorno e della proposta di legge sul "lodo Alfano", però ritengo che prima di questi provvedimenti si debba discutere e votare l'ordine del giorno sulla salvaguardia della tipica fauna alpina. È la terza volta, in queste ultime settimane, che viene iscritto all'o.d.g. del Consiglio regionale; continuiamo con un rimbalzo tra Consiglio regionale e Commissione. La discussione in Commissione è avvenuta, i tempi sono ormai quelli che sono, ma ritengo indispensabile arrivare oggi a un'espressione del voto rispetto a questo ordine del giorno, prima di andare all'esame di qualsiasi altro documento.
Chiudiamo la partita; vada come vada, nel senso che ognuno liberamente esprimerà il proprio parere e voto, ma ritengo che un ordine del giorno presentato nel 2006, se non sbaglio, possa anche essere discusso e votato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Barassi. Può chiedere lo stenografico, ma, vado a memoria, dopo la votazione ho detto: "In base all'o.d.g., dovremmo passare al punto 8), relativo al gallo forcello". Ho usato "gallo forcello" per indicare il punto all'o.d.g., ma, rifacendomi all'accordo della Conferenza dei Capigruppo, ho chiesto all'Aula se acconsentiva ad inserire prima del punto 8) all'o.d.g. (gallo forcello e fauna alpina), gli altri tre documenti.
Collega Barassi, lei ha un Capogruppo; la prego di rapportarsi con il suo Capogruppo, su un tema così importante. Dopodiché, se l'Aula acconsente a fare un'ulteriore inversione, la Presidenza non può che prenderne atto.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Prima ascoltiamo tutte le richieste e poi passiamo alle votazioni.
Il Consigliere Vignale rinuncia all'intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

La richiesta del Consigliere Burzi, potrebbe evitarmi l'intervento però intendo specificare che nella Conferenza dei Capigruppo c'è stato sicuramente un equivoco. È vero che ho detto che, se la discussione di quell'ordine del giorno oggi fosse terminata in nocumento al regolare svolgimento dei lavori d'aula, sarei stato disponibile a discuterlo domani.
Poiché, però, ci siamo fermati al punto operativo del rendiconto e abbiamo discusso solo ed esclusivamente ordini del giorno, ritengo che non si debba assolutamente dare per scontato che la discussione dell'ordine del giorno da noi proposto debba slittare a domani.
In presenza della richiesta del Consigliere Burzi - non voglio fare un torto al collega Robotti - comunico che, qualora la richiesta sia posta ai voti, non potrò che votare a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robotti, sull'ordine dei lavori.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente. Molto velocemente: al di là della sopravvivenza del gallo forcello o della lepre variabile, credo che oggi sia un tema importante anche quello della sopravvivenza dei "rifondaroli forcelli" e dei "comunisti variabili", pertanto ritengo indispensabile discutere l'ordine del giorno sulla legge elettorale. Questo non cambierà nulla, ma almeno manderà un segnale preciso al Governo.
Se noi l'anno prossimo saremo esclusi da quest'aula, credo che i cacciatori non avranno neanche più il problema di regolarsi o di darsi dei limiti: andranno a cacciare con i bazooka, e non con le doppiette! Quindi ritengo ci sia innanzitutto un tema da affrontare, che è quello di garantire che le forze della sinistra rimangano in quest'aula. Poi discuteremo il tema del gallo forcello.
Chiedo, inoltre, al collega Buquicchio la sua disponibilità nel sostenere la necessità di affrontare subito il tema della legge elettorale perché ricordo al collega che nel 2005 il suo partito si trovava nelle stesse condizioni in cui ci troviamo noi oggi. Se, cioè, i dati fossero quelli del 2005, oggi anche l'Italia dei Valori correrebbe il rischio di essere falcidiata dalla legge elettorale che si propone.
Pertanto, chiedo al collega Buquicchio la disponibilità a garantire un confronto sui due ordini del giorno sulla legge elettorale. Il mio impegno è di restare in aula per discutere anche l'ordine del giorno sul "lodo Alfano".
Ripeto: mi impegno a restare in aula, però chiedo al collega di dare la possibilità all'Aula di discutere gli ordini del giorno sulla legge elettorale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Robotti.
Per la precisione, poiché ho sempre citato il gallo forcello, devo comunicare che c'è anche la lepre variabile, coturnice e pernice bianca.
Così non facciamo discriminazioni sulle specie interessate.
A questo punto, colleghi, andiamo per ordine di richiesta d'inversione.
Naturalmente, se il Consigliere Burzi è d'accordo, intendo il suo intervento sull'ordine dei lavori come un intervento a favore, nel senso che, per rigore, l'intervento sull'ordine dei lavori potrebbe, volendo fare l'intervento...



(Commenti del Consigliere Burzi)



PRESIDENTE

Per quello, la ringrazio, io cerco di rispettare il Regolamento. Ci sono interventi contrari all'inversione del dibattito sui tre ordini del giorno? Colleghi, per essere chiari, il Presidente Burzi ha utilizzato il tempo sull'ordine dei lavori per proporre un'inversione di dibattito sui tre inserimenti, non i due sulla legge elettorale, ma il terzo, quello sul "lodo Alfano". Ha svolto un intervento a favore, chiedendo di invertire ulteriormente l'o.d.g.
Se non ci sono interventi contrari, passiamo alla votazione. C'è qualcuno contrario alla proposta di discutere prima l'ordine del giorno sul "lodo Alfano"? Il Consigliere Robotti è contrario. Prego, collega.



ROBOTTI Luca

L'ho già detto prima: sono contrario all'inversione dell'o.d.g.



PRESIDENTE

Grazie, dopo l'intervento a favore del Consigliere Burzi e quello contrario del Consigliere Robotti, indìco la votazione sulla proposta d'inversione del dibattito sull'ordine del giorno n. 1283 "Disegno di legge Alfano", prima dei due ordini del giorno sulla legge elettorale.
Ricordo che il numero legale è 31.
Il Consiglio non approva.
Informo i colleghi che, nel far partire la votazione, ho informato che il numero legale era 31.
Nel frattempo si è scongedato il Presidente Gariglio, quindi, a votazione effettuata, il numero legale è 32.
Passiamo alla seconda proposta d'inversione dei punti all'o.d.g., cioè di non dibattere dei due ordini del giorno sulla legge elettorale, ma di proseguire e ritornare (come a mia e a vostra comunicazione) al punto 8 dell'o.d.g., ordine del giorno n. 99 sulla "Salvaguardia della tipica fauna alpina: gallo forcello, lepre variabile, coturnice e pernice bianca".
già intervenuta la collega Barassi esprimendo un parere favorevole.
La parola al Consigliere Burzi, per il parere contrario.



BURZI Angelo

Intervengo volentieri contro. Se la Consigliera Barassi interviene a favore, l'istinto mi porta ad intervenire contro, non certo pare dare ragione al Consigliere Robotti, ma tra l'importanza del gallo forcello e quella di avere le componenti della sinistra presenti in aula, non vedo davvero differenza di priorità... Mi sembra più importante averli qui anziché sparsi per tutta la provincia, così li controlliamo Sono a favore di una discussione, prima, della legge elettorale e poi sul gallo forcello.



PRESIDENTE

Possiamo dire che fra la fauna alpina e i "comunisti variabili" preferisce i secondi.
Dopo l'intervento a favore della collega Barassi sul tornare al punto 8) per discutere sulla salvaguardia fauna alpina e quello contrario del collega Burzi, mettiamo in votazione la richiesta d'inversione, ricordando che il numero legale è 32.
Il Consiglio respinge.
Quindi, passiamo, dopo un percorso democraticamente ineccepibile, ma un po' tortuoso, alla legge elettorale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Muliere ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Presidente, vorrei porre una questione. Abbiamo fatto una riunione dei Capigruppo dove abbiamo deciso gli argomenti da discutere in aula.
Tuttavia, se in aula, legittimamente, ogni Consigliere pone una sua questione e continuiamo a votare inversioni all'o.d.g., evitiamo di convocare la riunione dei Capigruppo. Potremmo tranquillamente riunirci in un'assemblea libera, dove ognuno viene, fa, disfa.
Al contrario, se vogliamo lavorare con un po' d'ordine, cerchiamo di attenerci a quanto deciso nella riunione Capigruppo. Così, soltanto per la cronaca!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Intervengo molto brevemente per contestare la posizione Consigliere Muliere, anche se mi è molto simpatico. Nella riunione dei Capigruppo l'o.d.g. è stato cambiato! Quindi non mi sembra prassi inusuale che l'Aula si esprima su un cambiamento avvenuto nella riunione dei Capigruppo.
Adesso in questi momenti magari c'è più tensione e c'è più voglia di accelerare, ma certe volte per accelerare si finisce per complicarsi la vita.
Ricordo soltanto che l'ordine del giorno di cui stiamo discutendo è stato depositato circa quattro anni fa: non capisco perché non debba essere discusso.
Per quanto attiene al ruolo degli animali e a come possono essere considerati, non partecipo ad una certa ironia che girava nell'aula: tutti sanno che sono presidente di un'associazione che si chiama "Per i diritti degli animali". Non credo di dover intervenire ulteriormente per spiegare la mia posizione nei riguardi degli animali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Chieppa, che interviene Chieppa sull'ordine dei lavori come Consigliere... Che non vedo...: ah, lo cercavo a sinistra e lo trovo al centro.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente.
Intanto, prendo atto del grave fatto politico da parte del PD naturalmente - che ci impedisce di votare di una questione sulla quale da mesi chiediamo di poterci esprimere: in Commissione; veniamo rimandati in Aula, dall'Aula andiamo di nuovo in Commissione e viceversa. Ma in Aula non riusciamo mai a votare!



(Commenti in aula)



CHIEPPA Vincenzo

Mi fate parlare? Io dico quello che voglio, mica...



PRESIDENTE

Collega Muliere, faccia terminare il Consigliere Chieppa.



CHIEPPA Vincenzo

Io non dipendo dal vostro Gruppo e neanche dal vostro partito. Dico quello che mi passa per la testa.
Peraltro, stiamo impegnando l'Assessore Taricco, al quale devo dare atto che, correttamente, non ha portato in Giunta i piani di prelievo sulla tipica fauna alpina, attendendo che il Consiglio si pronunciasse. Voglio dargliene atto: è giusto farlo quando ci si comporta lealmente.
Detto questo, Presidente, ritengo importante "trovare una quadra" per far sì che il Consiglio riesca ad esprimersi senza paralizzare l'atto della Giunta.
Io non sono preoccupato per i "comunisti variabili", come diceva il Consigliere Robotti, che probabilmente si riferiva agli esponenti di "Sinistra e Libertà", comunisti che hanno variato, recentemente, in gran parte: quelli che variano sempre.



(Commenti in aula)



CHIEPPA Vincenzo

Si riferiva sicuramente al suo partito.



PRESIDENTE

Collega Robotti, per cortesia! Le opinioni, se rimangono all'interno, sono tutte esprimibili anche se non condivisibili.



CHIEPPA Vincenzo

Noi siamo "comunisti invariabili": restiamo comunisti. Fatto sul quale non ci può essere alcun dubbio.
Invece di ironizzare, credo sia utile che il Consiglio regionale si esprima per dare mandato alla Giunta su come procedere. Volevo puntualizzarlo.



PRESIDENTE

L'Aula si è appena espressa sul punto da lei richiamato: se l'Aula acconsente l'ordine del giorno su gallo forcello, lepre variabile coturnice e pernice bianca potrebbe essere discusso domani mattina, come primo punto all'o.d.g.
Lascio la decisione all'Aula.
La parola al Consigliere Burzi, sull'ordine dei lavori



BURZI Angelo

Intanto, non so cosa le faccia presumere che la discussione che si sta per iniziare sarà già conclusa prima di domani mattina. Questo ottimismo che lei connota dell'Aula... Io non cercherei di castrare la democratica possibilità dell'Aula di esprimersi sul tema della legge elettorale. Credo indispensabile una coda per domani mattina; purtroppo molti colleghi non sapendo che cosa si perdevano oggi, non ci sono, ma sono certo che in serata vorranno prenotare il loro contributo e domani portarlo all'Aula.
Domani mattina, vediamo: è così lontana.
Ricordo al Presidente che avevamo chiesto, senza alcuna fretta, una piccola sospensione dopo che i dati (che tra l'altro ci sono stati forniti) fossero stati forniti. I dati ci sono e quando l'Aula ritiene, avremmo bisogno di due minuti.



PRESIDENTE

Collega Burzi, la ringrazio, perché ha ripreso quanto ho detto precedentemente del percorso tortuoso. Dopo aver definito il percorso riconfermato come scaturito dalla riunione dei Capigruppo, vi saranno dieci minuti di sospensione, per richiesta dei Consiglieri dell'opposizione, in sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.24 riprende alle ore 17.44)


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento - Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 1282 inerente a "Proposta di legge n. 2669 'Modifiche alla legge 2 luglio 2004, n. 165, e norme transitorie per le elezioni dei consigli regionali e dei presidenti delle giunte regionali da tenersi nell'anno 2010, nonché modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di elezione dei consigli comunali e provinciali" presentata dai Consiglieri Robotti, Manolino Clement, Caracciolo, Comella, Dalmasso, Cavallaro, Giovine, Nicotra, Lupi

Argomento: Rapporti Regione - Parlamento - Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 1284 "Sbarramento 4% per attribuzione seggi nei consigli regionali, provinciali e comunali" presentata dai Consiglieri Dalmasso, Clement, Barassi, Cavallaro, Moriconi, Manolino, Valloggia Pizzale, Robotti, Turigliatto, Caracciolo, Scanderebech, Nicotra, Giovine Comella.


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prima della pausa eravamo arrivati al dibattito sui due ordini del giorno inerenti la legge elettorale, sbarramento e quant'altro, per i quali possiamo considerare una discussione unica, anche se ci sono delle differenze Ci sono due ordini del giorno. In base all'ora di presentazione il primo ordine del giorno reca: "Proposta di legge n. 2269: Modifica della legge 2/7/2004 n. 165 e norme transitorie per l'elezione dei Consigli regionali e dei Presidenti delle Giunte regionali da tenersi nell'anno 2010, nonché modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18/8/2000, n. 267, in materia di elezioni dei Consigli comunali e provinciali".
In qualità di primo firmatario ha chiesto la parola il Consigliere Robotti, che ha pertanto facoltà di intervenire.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Nei giorni scorsi, anzi ormai nei mesi scorsi, esattamente il 30 luglio, il deputato Calderisi ha depositato una proposta di legge la n.
2269, che è stata poi assegnata alla I Commissione Affari Costituzionali alla Camera, che reca come titolo: "Modifica della legge 2/7/2004 n. 165 e norme transitorie per l'elezione dei Consigli regionali e dei Presidenti delle Giunte regionali da tenersi nell'anno 2010, nonché modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18/8/2000, n. 267, in materia di elezioni dei Consigli comunali e provinciali".
Tradotto, signor Presidente, significa che il deputato Calderisi propone una modifica sostanziale alla legge n. 108, che regola l'elezione dei Consigli regionali e fissa le norme anche per le elezioni dei Consigli provinciali e comunali: sostanzialmente, introduce il principio secondo il quale queste modifiche vengano applicate già nel prossimo turno amministrativo delle elezioni regionali del marzo 2010.
La legge sostanzialmente verte su due punti: da un lato la richiesta di sbarramento al 4% su base circoscrizionale, e, quindi, su base proporzionale, per i partiti che intendono accedere ai livelli consiliari dei Consigli comunali, provinciali e regionali. Per quanto riguarda le elezioni regionali, estende questo sbarramento al 4% - anzi, sarebbe meglio dire che lo accoppia - anche sulla parte maggioritaria: dunque, i partiti o le coalizioni dei partiti per poter accedere alle elezioni dei Consigli regionali dovranno ottenere il 4% sul proprio candidato Presidente "e" quindi non "e"/"o" - sulla parte proporzionale.
L'altro tema su cui verte la proposta di legge n. 269 riguarda, invece la necessità di fissare nel numero stabilito dallo Statuto, per le Regioni che lo abbiano approvato, il numero massimo di Consiglieri regionali. Vi è però, un problema che il Deputato Calderisi non risolve nella propria proposta di legge: da un lato, noi sappiamo che la legge n. 108, perlomeno nelle sue interpretazioni giuridiche più correnti, stabilisce che venga garantita l'assoluta regolarità numerica nell'attribuzione dei seggi ai partiti che risultano perdenti le elezioni regionali o provinciali dall'altro lato, l'articolo 123 della Costituzione (se non erro, ma in tal caso i Dirigenti mi correggeranno) fa sì che ci sia l'obbligo di un premio di maggioranza per i partiti che risultano vittoriosi nelle competizioni elettorali.
Se dovesse essere applicata la norma così come l'ha definita il Deputato Calderisi, non si potrebbe più garantire il numero di seggi spettanti sulla base dei voti raggiunti dai partiti che risultassero minoritari o perdenti le elezioni regionali. Perché per garantire il premio di maggioranza sarebbero sottratti seggi proprio a coloro che, invece risultano perdenti.
un grande vulnus e questa norma non chiarisce, sostanzialmente, come poter garantire, da un lato, la governabilità e, dall'altro, la giusta ed equilibrata assegnazione di seggi spettanti ai partiti che risultino non vittoriosi nelle competizioni elettorali.
L'altro tema, come i colleghi potranno immaginare, riguarda l'applicazione allo sbarramento al 4%. Molti di voi hanno già visto i risultati dell'applicazione di uno sbarramento al 4% alle elezioni della Camera dei Deputati, del Senato della Repubblica e del Parlamento Europeo: milioni di elettori italiani, che hanno espresso il proprio voto, la propria preferenza per un partito o per più partiti, non hanno poi visto in qualche modo riconosciuta la possibilità di vedere i propri rappresentanti eletti nei livelli parlamentari della Camera, del Senato della Repubblica o del Parlamento Europeo. Si stima che circa 15 milioni di elettori europei siano stati sostanzialmente esclusi dalla possibilità di veder presenti i propri rappresentanti nel Parlamento Europeo; 15 milioni di elettori che si sono recati alle urne, hanno segnato un simbolo sulla scheda elettorale hanno espresso magari una preferenza laddove esiste il sistema a preferenze, come nel nostro Paese, e all'apertura delle urne, proprio perché quei partiti avevano raggiunto magari una percentuale che si avvicinava al 4% (ma che non era quella), quei partiti sono stati esclusi dall'assegnazione dei seggi.
Noi riteniamo che non ci possa essere un'assimilazione al modello di Governo e al modello istituzionale delle Regioni, dei Comuni e delle Province ai livelli parlamentari della Camera, del Senato della Repubblica o del Parlamento Europeo.
La caratterizzazione del Governo degli Enti locali ha appunto un aspetto territoriale: riguarda il governo diretto dei nostri cittadini e la loro vita quotidiana. Pertanto, anche le istanze di cui loro sono portatori devono trovare - ovviamente lo credo anche per i livelli superiori, ma in modo particolare per i livelli territoriali - rappresentanza e voce all'interno delle Aule parlamentari regionali o dei Consigli comunali e provinciali.
Non penso, quindi, che sia possibile accettare una norma che tenda ad escludere migliaia di nostri concittadini elettori dalla rappresentanza politica ed elettorale nei nostri livelli istituzionali legati agli Enti locali.
Così come penso che se abbiamo voluto modificare il Titolo V della Costituzione, assegnando alle Regioni il compito di definire una propria normativa elettorale, non penso che sia giusto che il Parlamento nazionale con una propria norma, intervenga per limitare il diritto ad esercitare questo ruolo assegnato dalla Costituzione, o individui norme che stringano i Consigli regionali a definire proprie leggi elettorali che, in qualche modo, si racchiudono all'interno di quei principi stabiliti dalla norma nazionale.
Se vogliamo oggettivamente andare verso un sistema federale, così come molti credono ormai ovunque, trasversalmente, sia nel centrosinistra che nel centrodestra, è giusto che le Regioni abbiano il diritto di poter costruire autonomamente un proprio disegno elettorale, una propria legge elettorale, senza che qualcuno, nei livelli parlamentari più alti, ne possa imporre modalità, limiti, o possa stringere i cordoni legislativi intorno ad alcuni principi che, sostanzialmente, vanno a snaturare la funzione delle Regioni.
Non avrei altre cose da aggiungere, se non che esiste un problema politico che non riguarda solo i partiti che oggi, nel nostro Paese, non superano il 4% o che hanno dimostrato di non farcela a superarlo; riguarda tutti. Riguarda la democrazia, il pluralismo; riguarda la natura stessa con cui è costruito il sistema politico e partitico del nostro Paese. L'idea che si possa giungere ad un bipartitismo imponendolo attraverso la via legislativa, trovo che sia sbagliata, che sia antidemocratica.
Si può anche giungere ad un sistema bipartitico, ma si può arrivare a quell'obiettivo solo se i due partiti più grandi sono in grado, attraverso la politica, attraverso il confronto, attraverso la dialettica, di conquistare l'elettorato dei due schieramenti, sia di centrodestra che di centrosinistra, annullando il ruolo delle forze minori che stanno sia nel centrodestra che nel centrosinistra.
Se la scelta che si vuole operare è quella adottata per la Camera, per il Senato e per il Parlamento Europeo (e adesso potrebbe avvenire anche per le Regioni), che prevede di tagliare le forze minori attraverso la scure legislativa, per spartirsi il bottino tra due, tra tre o tra quattro, trovo che sia scorretta e antidemocratica; lo ripeto e lo risottolineo.
Noi chiediamo, quindi, al Presidente del Consiglio regionale e alla Presidente della Giunta regionale di impegnarsi per comunicare al Presidente del Parlamento del nostro Paese, l'Onorevole Gianfranco Fini, e ai Capigruppo dei partiti presenti in Parlamento, la contrarietà del Consiglio regionale piemontese alla proposta avanzata dal deputato Calderisi e di iniziare a chiedere ai costituzionalisti, attraverso l'impegno che possiamo far assumere da quest'Aula, un parere di costituzionalità su questa proposta, che io giudico lesiva della modifica del Titolo V, in modo particolare dell'articolo 122 della Costituzione, che affida alle Regioni il compito di definire una propria legge elettorale.
Non avrei altre considerazioni da fare, anche perché ho finito il tempo a mia disposizione. Chiedo al Consiglio regionale di votare a favore di questo ordine del giorno e chiedo a tutti i colleghi, sia di centrosinistra che di centrodestra, di impegnarsi affinché arrivi ai nostri partiti nazionali e ai nostri Gruppi parlamentari un'accorata richiesta di riflessione su ciò che si sta per compiere. Questo Paese rischia di essere menomato di punti di vista e di opinioni importanti, che hanno fatto tanto per questo Paese e che possono continuare a fare.
Soprattutto, i livelli istituzionali rischierebbero di essere non rappresentativi di tante istanze e vertenze sociali che oggi richiedono di essere integrate nel tessuto e nella dialettica politica, e non di essere escluse e cacciate dal confronto che si svolge nelle aule parlamentari.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Mi fa un po' impressione sentire il collega Robotti citare il Presidente della Camera Fini con così tanto affetto...



(Commenti del Consigliere Robotti)



CIRIO Alberto

No, no...



(Commenti del Consigliere Robotti)



CIRIO Alberto

Fa piacere che ci si affidi...



PRESIDENTE

Collega Robotti, la prego di non interloquire con chi interviene, meno che mai con affermazioni di un certo tipo, che sono assolutamente fuori luogo.
Prego, Consigliere Cirio.



CIRIO Alberto

Non credo che sia il Consigliere Robotti ad essersi spostato, più che altro è Fini che si è spostato, per cui è normale che, ogni tanto relativamente a determinate situazioni, ci possano essere certe convergenze che possono risultare un po' anomale ed estranee all'interno di questo Consiglio.



(Commenti del Consigliere Clement)



CIRIO Alberto

Molto spesso non si capisce più niente! Ho ascoltato con attenzione l'intervento del collega Robotti, che stimo quale persona intelligente e capace, soprattutto quando interloquisce in ordine ad una certa materia, documentato per poterla affrontare.
Considero altresì interessanti le sue argomentazioni, sotto un profilo oggettivo, anche in considerazione del fatto che è l'esponente di uno di questi partiti definiti erroneamente "minori" dal sottoscritto: i partiti sono maggiori o minori non sulla base dei voti che prendono, ma sulla base delle idee che esprimono. Pertanto, non credo che il vostro possa essere definito un partito minore, anche se non ne condivido gli ideali.
Ritengo però che queste argomentazioni contengano questo vizio iniziale, proprio perché provenendo da una visione di parte, finalizzata a salvaguardare un'esigenza di rappresentanza e di spazio politico di parte a volte, perdono un po' della necessaria obiettività e lucidità.
Evidentemente, la proposta dell'Onorevole Calderisi è comparsa nel cielo come un fulmine - lo dico anche da parte del centrodestra, non è una posizione maturata o condivisa - e proprio questo costituisce la sua ragion d'essere.
Mi spiego: ormai, in questo Paese, è in atto una tendenza, quella della semplificazione della politica. Capisco quanto dice il collega Robotti, che è anche condivisibile sotto un certo punto di vista: se vuoi semplificare semplifica prendendo i voti e non cambiando le leggi, mi è parso di capire.
Se questo è vero da una parte, dall'altra è altrettanto vero che, invece spetta al legislatore costruire un meccanismo che, tenendo conto delle esigenze del nostro Paese e, naturalmente, della libertà degli elettori altresì rispettando la democrazia, permetta di inserire all'interno di una griglia ordinata, rappresentata dalle leggi elettorali, il sistema di voto degli elettori.
In quest'ottica, anche sulla base di quanto gli italiani hanno detto e continuano a dire ad ogni elezione, la semplificazione del quadro politico è un'esigenza fondamentale, che sta alla base di un principio ancor maggiore della rappresentanza dei minori: quello della credibilità della politica in generale.
Tutti noi ancora ricordiamo l'episodio conclusivo dell'ultimo Governo Prodi. Lo cito non perché sono di Forza Italia, ma perché ha rappresentato un chiaro esempio della frammentazione della politica, della possibilità di dover dare a tutti, a chiunque, anche a chi rappresenta 25 persone, uno spazio, contributi pubblici e soldi ai partiti, solo perché esistono, e che significa altresì Gruppi in Parlamento. Questo la gente non lo vuole più, è un qualcosa che non fa bene alla politica, ma, ancor prima, non fa bene alle istituzioni, soprattutto non è foriero di qualcosa di positivo.
Evidentemente, occorre creare un meccanismo affinché anche chi rappresenta lo 0,1% possa dire la sua ed essere ascoltato, ma un conto è poter dire la propria, altro è poter rappresentare il Paese, è diverso, è totalmente diverso! Dobbiamo creare meccanismi per cui chiunque possa presentare le sue istanze e sporgere le sue lamentele, ma questo non vuol dire dare a tutti anche a quelli che hanno rappresentanze - quelle che, un tempo, Umberto Bossi chiamava "da prefisso telefonico" - la possibilità di condizionare l'attività di un'Assemblea legislativa o di un Governo. Davvero sarebbe una situazione assurda: è vero che, in questo modo, si garantiscono le minoranze, ma, per far questo, si impedisce alle maggioranze di compiere il loro dovere, quello per cui sono state elette e quello che la legge o la Costituzione ha affidato loro.
quanto meno forzoso ritenere che la proposta dell'Onorevole Calderisi violi l'articolo 122 della Costituzione per l'autonomia regionale. Parliamo di materia elettorale e sappiamo che questa materia, in parte, è stata demandata alle Regioni per quanto compete l'elezione dei propri organi interni, ma all'interno di quelli che possono essere i paletti che lo Stato in questa materia dà e continua a dare. Per cui, in una misura peraltro temporanea, non significa che le elezioni di medio termine sono meno importanti, la considerazione che colloca le elezioni di medio termine è puramente temporale e logistica.
Allora sarebbe importante collocarla nel suo punto giusto e dire: effettivamente, è vero, alcune rappresentanze che oggi sono in quel Consiglio regionale sarebbero danneggiate, così come negli altri paesi d'Italia. Fin qui tutto vero, allora sediamoci intorno ad un tavolo e vediamo come fare in modo che tutti possano avere il loro spazio, ma non diciamo che è una violazione dell'autonomia di questa Regione. Credo davvero sarebbe una considerazione un po' forzosa, come è un po' forzoso dire che non giova alla stabilità: è evidente che giova alla stabilità, ma sotto un profilo puramente aritmetico, se non politico.
In ordine alla stabilità, non si può dire che, però, le Giunte non sono mai cadute. È vero che le Giunte non sono mai cadute, ma è altrettanto vero che i ricatti attuati dietro alle Giunte che stavano in piedi, invece, sono ben evidenti per chi fa e conosce la politica, e li vede tutti i giorni.
La politica non deve basarsi sui ricatti tra le forze politiche, bensì sui programmi e, in modo molto chiaro, sulle alleanze, quali che siano comunque tali alleanze devono essere esplicitate prima con molta chiarezza così come deve avvenire su quanto si intende fare insieme.
Per questa ragione, non sono d'accordo con questo ordine del giorno.
Ritengo che, davvero, come accade molto spesso, per salvaguardare l'esigenza dei pochi, si dimentichino le esigenze dei molti, impedendo ai molti di svolgere in maniera corretta la propria attività e il proprio lavoro.
Ricordo che qui parliamo del 4% e, per fortuna, in Europa, come si dice, c'è l'esclusione della rappresentanza parlamentare per milioni di italiani, altrimenti sarebbe un gran pasticcio, per non usare un termine sbagliato, come già, di fatto, è il Parlamento europeo in queste situazioni. Pensiamo se ancora avessimo altre forze. Ogni forza politica che arriva in un consesso, regionale o nazionale, ha diritto al Gruppo alla Segreteria, alla struttura, a fare il giornale di partito e altro: ci rendiamo conto cosa significa tutta questa roba qui! È una questione assurda! Parliamo di 4%, parliamo di un numero: 4%.
Allora, se noi pensiamo che sia quattro...



(Commenti del Consigliere Robotti)



(Scampanellìo del Presidente)



CIRIO Alberto

Allora perché non tre, perché non due, perché non uno? Il principio...



(Commenti del Consigliere Robotti)



PRESIDENTE

Collega Robotti, per cortesia! Consigliere Cirio, si rivolga pure alla Presidenza. Grazie.



CIRIO Alberto

Arriviamo a un milione e 501 mila. Qual è la differenza, qual è il discrimine per poter dire quattro, tre, due, uno? Il concetto è che da un minimo di rappresentanza bisogna partire perché la Costituzione parla di rappresentanza qualificata. Non è pensabile che domani mattina il sottoscritto dia vita ad un partito insieme al collega Pedrale - prendiamo due voti, più quello delle nostre mogli quattro - e da questo scaturisca un diritto, perché siamo quattro persone! Altrimenti dappertutto è così! questo il principio, al di là dei contenuti, anche condivisibili delle argomentazioni. Il principio è: se entriamo in quel meccanismo di ragionamento, perché quattro, perché tre, perché due? Le esigenze di un milione sono meno importanti delle esigenze di cinquanta persone o di cinque o di una? È lì l'errore di fondo, sono le stesse.
Allora occorre necessariamente un punto di partenza, affinché la politica abbia una sua credibilità e una sua dignità. Perché in questa proposta si ragiona sul 4%? Il problema è se si è d'accordo o meno, secondo quello che dicono i sondaggi. Se è al 4,5 si è d'accordo, al 3,5 non si è d'accordo. Non è questo il meccanismo con cui va trattata.
per questo che, pur condividendo l'impegno e, soprattutto, le argomentazioni serie dei Consiglieri proponenti, non siamo d'accordo su questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Colleghi, vi ricordo che sono iscritti a parlare ancora otto Consiglieri. La proposta che avanzo è di terminare i lavori alle ore 19.00 e, se l'Aula condivide, continuare la discussione nella seduta di domani mattina.
Alle 19.00 verifichiamo quanti sono ancora i Consiglieri iscritti a parlare.
Mi sembra che la maggioranza dei Consiglieri sia per terminare i lavori del Consiglio alle ore 19.00 e di riprendere domani mattina.
Il Consigliere Robotti ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Purtroppo domani ho un impegno di carattere nazionale, quindi non potr essere in Aula. Chiederei che si votasse questa sera almeno il mio ordine del giorno.



PRESIDENTE

Capisco le motivazioni del Consigliere Robotti, ma i due ordini del giorno sono collegati. Non si può effettuare una votazione su un ordine del giorno stasera, e riprendere la discussione e votare l'altro ordine del giorno domani.
Non ho problemi ad andare avanti fino alle ore 20.00 però mi sembrava di capire che le 19.00 fosse un'ora condivisibile.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Partendo dal suo spirito, che mi sembra abbastanza condiviso suggerirei di fissare l'ora di termine dei lavori, a quel punto si vedrà a che punto siamo. Non si tratta di materia secondaria, quindi chi ha chiesto la parola intende intervenire. Se stabiliamo di terminare alle ore 19.00 a quell'ora si chiude e se per quell'ora arriveremo al voto, si voterà altrimenti si proseguirà domani mattina.



PRESIDENTE

Alle 19.00 faremo il punto della situazione. Verificheremo i Consiglieri iscritti a parlare; se non ce ne saranno più si voteranno i due ordini del giorno, altrimenti la discussione e il dibattito continueranno nella seduta di domani mattina.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1284 ; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Concordo con le osservazioni del Consigliere Robotti. I due ordini del giorno, pur se abbastanza simili, presentano alcune differenze.
Quello proposto dal nostro Gruppo - ma abbiamo firmato anche l'altro è critico sulla proposta Calderisi, ritiene che tale scelta confligga con l'autonomia che l'articolo 122 della Costituzione assegna agli Enti regionali; che l'introduzione dello sbarramento abbia comportato, e comporterà, l'esclusione di molti cittadini, cittadine ed elettori, di qualunque rappresentanza (su questo punto penso in modo opposto rispetto al Consigliere Cirio); che la proposta di legge, in modo assurdo, dica di voler garantire la stabilità delle Giunte, che nella legge regionale è già stabilita enormemente dal rapporto 60-40 (chi faceva parte della Commissione sulla legge elettorale sa che io avrei modificato in basso questo rapporto); che intacca fortemente il pluralismo democratico (direi queste cose anche se facessi parte di un Partito che non ha le percentuali minime che abbiamo, purtroppo, ottenuto in questi ultimi tempi); che questo sia ancora più grave perché tocca Province e Comuni, quindi esclude dalla rappresentanza le forze minori anche in ambiti molto piccoli, in tutti i casi; che sia grave anche perché vi è un confronto sul codice delle autonomie, e si parla e straparla, ne abbiamo discusso in quest'aula - io ho una posizione particolare - del tema del federalismo, non solamente fiscale; che è una proposta ipocrita perché i voti che sarebbero esclusi essendo inferiori al 4%, concorrerebbero ad eleggere i Presidenti delle singole Regioni (in molti casi c'è la gara ad avere molte liste, ognuna delle quali può portare anche un piccolo fardellino per l'elezione dei Presidenti stessi).
Noi pensiamo che fra le tante inclinazioni che la democrazia pu scegliere, si scelga, anche in questo caso, quella maggiormente sfavorevole alle ragioni di una società plurale e di un pluralismo politico istituzionale.
Spetta ai singoli Consigli regionali, e non al Parlamento nazionale definire le proprie leggi; la proposta Calderisi, sostanzialmente sottrarrebbe qualunque scelta sui sistemi elettorali regionali, lasciando alle Regioni solamente le normative di contorno e di scarsa importanza.
Peraltro, questo è anche espresso nella stessa relazione di accompagnamento della proposta Calderisi alla Camera che dice espressamente, che la legge dello Stato può intervenire sul sistema elettorale regionale, solo stabilendo principi fondamentali e non, quindi intervenendo sulla formula di trasformazione dei voti in seggi o nei calcoli elettorali. Un'automatica introduzione di uno sbarramento, in questo caso al 4%, è una regola specifica che, applicandosi automaticamente e senza adattamenti differenziati, impone, invece, una formula meccanica di trasformazione dei voti in seggi.
La norma confligge fortemente con l'articolo 122 della nostra Costituzione, (non quella del '48, ma quella modificata: conoscete la nostra posizione critica su tale modificazione), che afferma che il sistema di elezione è disciplinato con legge regionale nei limiti dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica. Confligge, quindi fortemente, con il fatto che lo Stato centrale deve assicurare un quadro unitario, dei principi fondamentali che garantiscano l'unità e l'indivisibilità dello Stato - cosa da sottolinearsi in particolare oggi in questi frangenti politici - come imposto dall'articolo 5 della nostra Costituzione.
Pensiamo - non posso ergermi a giudice costituzionale, non ne ho certo la competenza - che, qualora il Parlamento nazionale approvasse una disposizione di questo tipo, le Regioni, o alcune Regioni, potrebbero ricorrere alla Corte Costituzionale per chiedere che sia riconosciuto un proprio ambito di autonomia in materia elettorale.
L'Italia conta molte leggi elettorali, diverse per ogni sistema di Governo, eterogenee fra loro; crediamo che: ognuna di queste abbia concorso a produrre la più acuta crisi di rappresentanza che il Paese abbia vissuto in tutta la sua storia, forse in questi ultimi centocinquant'anni, in cui il più grande legislatore è stato naturalmente, l'attuale Presidente del Consiglio.
la legislazione elettorale sia stata usata - ci sono sette modalità di voto differenti, che fanno perdere qualunque principio di sistema - in molti casi, a seconda dei risultati auspicati di volta in volta. Ne è un esempio l'attuale legge con la quale votiamo per il Parlamento nazionale che è stata modificata in extremis e che ha consegnato l'esito elettorale a una differenziazione nella composizione politica delle due Camere; l'esito era volutamente ricercato con una distorsione del premio di maggioranza usato in una sola delle due Camere.
la stabilità del Governo, spesso molto predicata, vada a scapito della capacità di rappresentare il pluralismo sociale. Non mi richiamo tanto a un pluralismo di partiti e di forze politiche, quanto al pluralismo di idee, di modi di essere, di forme, di istanze sociali presenti nella società.
Noi pensiamo che: questo abbia impoverito fortemente la nostra democrazia, portando ad una semplificazione non del quadro politico, ma della realtà sociale complessa e della nostra democrazia.
questa mutazione sia avvenuta su un cardine della rappresentanza convertendola nel suo opposto, che è quello che le forze popolari, non solo quelle comuniste e socialiste, ma anche le altre, hanno sempre chiesto cioè che la rappresentanza fosse specchio della complessità che la società vive e che si potesse riassumere in un'entità plurale espressa dal corpo elettorale. Questo trasforma sempre di più la scelta elettorale nella investitura di un Capo di Governo, o non solo Capo di Governo, ed ha portato a molte conseguenze: l'esclusione della rappresentanza di posizioni che non sono compatibili con le forze maggiori, uno slittamento del potere politico progressivo a favore del semplice Governo, depauperando gli organismi elettivi, la cancellazione della sovranità popolare, ridotta molto spesso, alla semplice scelta di un capo, all'aspettativa dell'essere governati.
una deriva secondo noi preoccupante, che si manifesta fortemente in moltissimi Paesi e che in Italia è vissuta altrettanto fortemente negli ultimi 30 anni, legandosi anche alla crisi della forma partito, alla crisi dei partiti popolari, alla modificazione di questi, e può giungere alla delegittimazione della nostra Costituzione, a un revisionismo costituzionale, a spinte antiparlamentari e antiparlamentariste, che sono sempre state presenti nella nostra storia già dall'800. Non parliamo poi naturalmente, degli anni '20, . Quindi, alla sostituzione del regime costituzionale repubblicano con un regime politico monocratico.
Vorrei ricordare al Consigliere Cirio che in questo Consiglio esistono molti partiti, anche nella sua parte politica, che nelle scorse elezioni non hanno raggiunto il 4%. E non mi pare, simpatia o antipatia che possa sentire verso di voi Consiglieri, che i limiti di questo Consiglio.
Credo che tutte le forze abbiano diritto di essere rappresentate e che sia sbagliato dire: "Noi siamo liberali, ci batteremo fino alla morte perché voi possiate esprimere le vostre idee diverse dalle nostre", ma negarlo e cancellarlo nei fatti. Quelle dei Consiglieri dell'altra parte politica, non solo le mie, sono molto differenti, ma ritengo che abbiano tutto il diritto di essere rappresentate, se, pensando in modo diverso rispetto a me, cittadini e cittadine li hanno scelti cinque anni fa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente, cercherò di occupare solo il tempo che mi è dato.
A differenza del collega Dalmasso, vorrei fare un ragionamento molto meno filosofico e molto più pratico.
Vorrei essere più crudo nella considerazione di quello che sta succedendo. Mi spiace che non sia presente il collega Cirio, perché direi due cose riguardo alle considerazioni che il collega ha fatto.
Voglio partire da lontano e affermare che questo non è che l'ennesimo colpo di mano, l'ennesimo blitz, che stiamo subendo dopo aver subito la legge elettorale che ha portato i nostri parlamentari ad essere nominati senza voti, senza preferenze, senza rappresentanza di collegi, quindi senza democrazia. Quella democrazia che il collega Cirio, come altri, chiama "semplificazione". Questa non è una semplificazione, questo è l'abbattimento di una democrazia reale, che esisteva all'interno della nostra nazione.
Abbiamo subito quella legge elettorale, oggi discutiamo della libertà di stampa, della libertà di parola e sento il collega dire (parliamo di giornali, naturalmente, di media): "Ma non è un problema di rappresentanza nelle aule istituzionali, noi vogliamo che tutti possano parlare ed esprimersi!" - ma parlare è un conto, essere rappresentati in un'aula come questa è un'altra cosa - "L'importante è che ci siano i Gruppi maggiori, ma ognuno per volta ha la possibilità di parlare".
Bella considerazione! Comoda per chi vive in una grande balena, e quindi sta adagiato, non deve pilotare, usare la propria testa e il proprio timone. Ma chi non è in una balena e ha il coraggio delle proprie azioni ed anche la voglia di fare una propria politica, non mi pare che possa considerare questa una democrazia.
Comoda anche la semplificazione del collega Cirio, quando sostiene: "In fondo eviteremo tante spese, tanti Gruppi, tante Segreterie e tanti finanziamenti!". Certo, senza contare che i finanziamenti risparmiati sarebbero sommati per i grandi Gruppi, quindi non si risparmierebbe assolutamente nulla, ma avremo l'egemonia anche finanziaria di questa Regione e di quest'Aula parlamentare.
Credo, poi, Presidente - lo dico a tutti i colleghi - che ci sia davvero un abbattimento totale dell'idea di federalismo, e dico questo incominciando dai grandi partiti (PdL e PD), che, a quanto mi risulta (e i fatti mi danno ragione), un accordo di questo genere lo avevano già stipulato quest'estate. Nessuno dei responsabili del PdL e del PD in quest'aula, però, mentre dibattevamo la legge elettorale a luglio e all'inizio di settembre, ne hanno avuto notizia o sentore.
Questo mi è stato confermato da più parti e, se permettete, è ancora più grave perché significa che non vi è federalismo nemmeno nell'ambito del proprio partito, che non è così democratico da divulgare, consultare parlare, informare i propri addetti nelle varie Regioni, di ciò che succede. Nessuno ha saputo niente.
Ritengo che questa sia una colpa gravissima che hanno i grandi partiti che ha il Governo, naturalmente, per quello che riguarda il PdL, ma anche il PD, che in questo caso dimostra, a livello romano, di non essere affatto democratico.
Questo è l'esempio che viene dopo il famoso "veltronismo", per il quale abbiamo imbroccato la strada seguendo l'orma del podestà, cioè del nostro Presidente del Consiglio, che aveva deciso una cosa e il PD, io dico con gli occhi fasciati, ha seguito, allora, con l'ipotesi di Veltroni, di unitarietà.
Oggi, come Gruppi regionali, ci troviamo a discutere una proposta di legge di cui nessuno sapeva nulla, anche se da tre mesi il PD e il PdL nazionali avevano fatto un accordo.
Detto questo, mi pare che le considerazioni siano ovvie. Presidente credo che la democrazia si debba esplicare non a numeri, ma con il diritto di rappresentanza e il diritto di rappresentanza lo devono dare gli elettori, non lo deve decidere un parlamentare o un Gruppo politico. Che poi il numero sia 2, 3, 4 o 5, è ininfluente. Quello che conta è il principio.
E se parliamo di principio - Presidente, mi permetta - non posso essere d'accordo sulla violazione palese dell'articolo 122, non tanto per il numero che la proposta Calderisi prevede, perché Calderisi dice "4%" (poteva dire 3,5 o 5%, ci stava tutto); no l'articolo 122 dice chiaramente che la Regione, con una propria legge, decide il sistema di elezione - non parla neanche di percentuale. Parliamo di "sistema". Allora, se può essere omologabile o accettabile uno sbarramento del 4% - ognuno ha le proprie opinioni - non è accettabile che tale modalità venga applicate, con un altro blitz, così come fatto a livello nazionale, e che valga per tutte le Regioni. Un "sistema" prevede che sono tenuto a decidere le modalità, la rappresentanza, la formazione dei Gruppi e ogni Regione - come la nostra ha una legge regionale che stabilisce quanti devono essere i Gruppi, quanto compete ai singoli Gruppi, come possono essere formati o modificati dopo le elezioni. Questo è il "sistema". Vorrei invitare quest'Aula, oltre a non leccarsi le ferite, a respingere fortemente questa proposta e ad approvare gli ordini del giorno. Mi auguro che almeno la maggioranza abbia una visione minimamente democratica e capisca che questa è una forzatura antidemocratica e antifederale. Credo che la Lega (tanto per incominciare) non possa non farsi parte diligente: è inutile andare a Venezia, al Monviso, e laddove si vada a sbandierare il federalismo, che in tal modo verrebbe ulteriormente tarpato, violato e annullato.
Mi pare che questo non sia né democrazia né federalismo.
Infine, al di là della dichiarazione del nostro Gruppo, vorrei proporre di votare a favore degli ordini del giorno e avanzare una proposta molto semplice: è da due mesi che discutiamo di ipotesi di legge elettorale, di tabelle, di simulazioni, di proposte per garantire una forma di democrazia e il Vicepresidente Gariglio ne è primo testimone. Inoltre, abbiamo discusso (e lo stesso PD, non sapendo che i loro responsabili romani avevano deciso questo blitz) ipotizzando di eliminare il listino vagliandone le modalità di ripartizione degli indici, eccetera.
Riconosco, quindi, che a livello locale c'era buona fede; oggi, per abbiamo sulla testa questa "spada di Damocle", e quando dico "abbiamo" intendo anche i partiti maggiori: non credo che i "grandi carrozzoni" composti da una pluralità di idee politiche possano esprimere maggioranze.
Anzi, ritengo non possano che creare camere da scoppio che prima o poi detonano.
Detto questo, abbiamo discusso due mesi su ipotesi di legge elettorale regionale; se la legge nazionale dovesse malauguratamente diventare operativa, seppure anticostituzionale - ma sappiamo tutti che l'eventuale anticostituzionalità verrebbe dichiarata a posteriori e sicuramente molto in ritardo rispetto alle elezioni - contestiamo la prevaricazione, proviamo a dire che, dato e non concesso che questa possa diventare legge, la Regione Piemonte potrebbe anche subire ed accettare obtorto collo la percentuale del 4%, però, quantomeno, mantenendo la facoltà di decidere il sistema, come prevede l'articolo 122 della Costituzione. Quindi, accettiamo il 4%, accettiamo la permanenza del listino, però, diciamo chiaramente che il 4% va ad esclusione di tutte le forze che creano coalizioni democratiche in campagna elettorale.
Quantomeno stabiliamo questo: è di una semplicità lapalissiana! Se lo vogliamo fare, quantomeno dimostreremmo a livello regionale di aver avuto la voglia, il coraggio, la capacità di darsi un indirizzo di sistema, dopodiché, se proprio deve capitare che dobbiamo subire questa legge, avremmo almeno tentato di salvare un'altra fetta di democrazia che se ne sta andando.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Prima di entrare nel merito dell'ordine del giorno credo sia necessaria una premessa. Il legislatore nazionale da alcuni anni ha previsto la possibilità per le Regioni di dotarsi di Statuti autonomi e di leggi elettorali differenti, tuttavia questo non avveniva nel momento in cui è stata approvata la prima norma sulla legge elettorale e neanche relativamente alla norma sull'elezione diretta del Presidente della Regione. Il legislatore nazionale ha quindi dato possibilità ai Consigli regionali di dotarsi di una loro legge elettorale, proprio nel principio che ricordava, seppur al contrario, il collega Manolino. I colleghi sanno bene però che, ad oggi, non essendoci dati, come Regione, una legge elettorale continuiamo a votare con la legge nazionale in vigore, che vale certamente per tutte le Regioni che non sono state in grado di formare una loro legge. Quindi, nessuno scandalo.
Possiamo esercitare una potestà che peraltro è stata oggetto di numerose discussioni in sede consiliare e, soprattutto, nelle Commissioni competenti, non ultimo in ordine di importanza, il gruppo di lavoro istituito a luglio. Quindi, sta esclusivamente a noi la possibilità di discutere l'approvazione o meno della legge elettorale, come previsto dal legislatore nazionale. Ed anche la proposta di legge presentata a livello nazionale non va a modificare le competenze che attengono alle singole Regioni; anche qualora la legge venisse modificata varrà per le Regioni che ad oggi adottano la normativa nazionale e non sono dotate di una propria legge regionale.
Allora, se si ritiene che il federalismo, l'autonomia normativa siano aspetti positivi e portino con sé l'individuare i Parlamenti regionali come luoghi in cui definiscono non soltanto la loro politica, ma anche le loro regole istituzionali, qualora non lo facessero diventerebbe difficile scagliarsi contro il Parlamento nazionale antifederalista, centralista e quant'altro.
Il collega Manolino - lo cito soltanto perché l'ultimo Consigliere intervenuto, quindi è più facile non certo voler controbattere, ma utilizzare il filo del suo discorso - rivendica la centralità del Parlamento regionale rispetto alla possibilità di definire una legge elettorale e, quindi, anche di decidere qual è l'eventuale soglia di sbarramento che si vuole introdurre per garantire, da un lato, la rappresentanza anche ai partiti cosiddetti "minori" e, dall'altro, il levitare (come ricordava qualche altro collega) che certamente questo sistema permette, della proliferazione delle liste. E' certo che la proliferazione delle liste ancorché piccole, ancorché da prima cifra di prefisso telefonico, alla fine, danno comunque un saldo positivo. Cioè se il PdL e Lega si inventano quattro o cinque "listine", la somma dei voti presi dalle liste minori rappresenteranno una parte di voti di cittadini che avrebbero votato PdL e Lega, ma se si fa il calcolo complessivo il saldo è positivo.
Ma questo lo sappiamo bene perché è un esercizio che ormai tutti fanno soprattutto alle elezioni locali: nei comuni sopra i 15.000 abitanti il numero delle liste che affiancano il candidato Sindaco è spesso un saldo positivo, perché appunto questo rappresenta.
Occorre decidere cosa vogliamo fare. Vogliamo decidere in modo democratico? Voi sapete bene che questo Consiglio lo può fare davvero; la democrazia è pur sempre democrazia, anche laddove esistono Regolamenti che danno la possibilità alla maggioranza del Consiglio di approvare una legge anche in termini elettorali: può non piacere quel Regolamento, può non piacere quella modifica di norma, ma è pur sempre democrazia.
I colleghi sanno bene che, invece, all'interno del nostro Parlamento regionale, anche con la modifica del nuovo Regolamento, che i colleghi sanno meglio di me non essere in vigore in questa legislatura. Anche qualora il Regolamento vigesse da oggi, i colleghi sanno bene che sulle modifiche statutarie elettorali si è mantenuto quello che era il Regolamento precedente, il quale - come i colleghi sanno bene - consente a chiunque di poter esercitare quasi un diritto di veto allorché la legge non sia di proprio gradimento e quindi sarebbe difficile approvare una legge elettorale regionale che in qualche modo tenti di non garantire rappresentanza dei partiti minori.
Detto ciò, però, la potestà normativa non può essere adottata a giorni alterni come aspetto positivo o negativo a seconda che la legge nazionale fatta sempre dal legislatore nazionale, piaccia o non piaccia. Per questo motivo, mi ricollegavo all'intervento del collega Manolino, ma potrei anche riprendere alcuni aspetti di quanto diceva il collega Robotti.
Che uno si possa dichiarare contrario alla semplificazione della politica così detta, cioè il fatto che esistano pochi partiti che rappresentino molti elettori, con i limiti che questo ha, cioè che ci sia una fascia sempre più consistente di elettorato che in realtà non ha rappresentanza all'interno dei Parlamenti, in questo caso del Parlamento regionale, è una critica sacrosanta. Per molti anni, i Governi francesi hanno escluso dal Parlamento nazionale circa il 25% dell'elettorato. Un quarto dell'elettorato francese non aveva rappresentanti all'Assemblea nazionale, ma mai nessuno si è scandalizzato per l'antidemocraticità di quel sistema elettorale: è un sistema elettorale.



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Anch'io, però non ho mai sentito un coro che si levasse contro.
Visto che uno dei due soggetti che veniva escluso era il Front National di Jean-Marie Le Pen, allora diciamo che andava bene; il fatto che da una parte il Front National, dall'altra parte i Verdi, anche arrivando a superare il 20% dei consensi, non avessero neppure un parlamentare all'Assemblea nazionale andava bene. Ma questo è il gioco dei diversi sistemi elettorali.
Ma arrivo alla conclusione. Una legge nazionale non può piacere o non piacere, se possiamo esercitare una potestà all'interno del Consiglio.
Ergo: non può valere che un mese fa o venti giorni fa, sentendo gli interventi in cui si dice "non si tocchi la legge elettorale perché questa garantisce il mantenimento del listino", che può arrecare - legittimamente per carità! - a qualche collega o a qualche formazione politica...



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Io sto facendo un ragionamento.
Come dicevo, non può valere che ci sia chi è favorevole ad una norma e quindi dice "non cambiamo la legge" e poi, a un certo punto, ci si scagli contro il legislatore nazionale. Il legislatore nazionale continua a fare quello che ha fatto, cioè una legge elettorale per le Regioni con un significativo passaggio, dicendo però alle Regioni: "Se vi fate la legge la mia legge non interviene sulle vostre norme".
E allora, colleghi: facciamoci la legge, sia quel che sia! Abbiamo lavorato parecchio in termini di elaborazione e molti di noi hanno maturato alcune opinioni. Non mi sembra vi sia, per esempio, una percentuale consistente di Consiglieri che siedono in quest'Assemblea che sarebbero favorevoli all'eliminazione del listino e altri aspetti, ma non ritorno su quanto abbiamo già detto per molte sedute nel gruppo di lavoro.
In sostanza, o esercitiamo la nostra potestà legislativa, che è data oppure ci teniamo quello che ci dice il legislatore nazionale, perché nella logica del federalismo o autonomia, chiamatela come credete, se c'è autonomia legislativa e non la si esercita, è inevitabile che qualcun altro decida per noi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Intervengo solo un minuto per fare una dichiarazione di voto sui due ordini del giorno.
Da parte nostra, ci sono perplessità sul merito degli ordini del giorno rispetto ad alcune questioni. Tuttavia, siccome è da alcuni mesi che stiamo lavorando per cercare di trovare una sintesi che non so se saremo in grado di definire, per quanto ci riguarda la priorità era elaborare una legge regionale che avesse i presupposti che avevamo fissato in un ordine del giorno che abbiamo approvato a luglio.
Su questo noi abbiamo lavorato seriamente, come Gruppo del PD, credendo nell'opportunità di arrivare ad una riforma della legge elettorale. Il tentativo che sta emergendo a livello nazionale ci pare un tentativo sbagliato, perché effettivamente, dal punto di vista dell'autonomia regionale, un'imposizione di questo tipo va a ledere un diritto che noi abbiamo.
Ciò nonostante, dovremmo anche fare una valutazione. Fino a che punto crediamo in questa autonomia, se poi non arriviamo ad elaborare una legge elettorale? Quello che sarebbe sbagliato, ci pare di capire, è che la legge nazionale pone dei vincoli su alcune questioni, in particolar modo sullo sbarramento, alle Regioni che hanno già o che hanno intenzione di elaborare una nuova legge.
Quindi, la situazione ci pare davvero complessa. Approvare degli ordini del giorno che hanno un indirizzo, che è quello di invitare il Parlamento a fermarsi e a lasciare i Consigli regionali a difendere la loro autonomia e quindi a elaborare una legge elettorale credo che sarebbe comunque opportuno.
Ecco perché voteremo a favore degli ordini del giorno. Tra l'altro volevamo chiedere se era possibile rivedere alcune cose, ma non è essenziale. Vogliamo affermare, con gli altri Gruppi consiliari, la volontà di arrivare ad una legge elettorale, invitare il Parlamento a fermarsi da questo punto di vista e vedere che cosa saremo in grado di fare nei prossimi giorni.
Ci sarebbe molto da dire, molto da discutere sulla questione della legge elettorale; del resto è da due mesi che lo stiamo facendo. Ad ogni modo, noi abbiamo le nostre idee e le abbiamo espresse nel gruppo di lavoro.
Ribadisco che, per quanto ci riguarda, una sintesi era stata trovata nella proposta elaborata dal Presidente del Consiglio (Gariglio) e noi vorremmo andare avanti possibilmente su quella base. Se ciò sarà possibile da parte nostra ci sarà la piena volontà di lavorare in quella direzione se non sarà possibile, ne prenderemo atto, ma poi ne pagheremo le conseguenze.
In ogni caso, questo è quanto volevamo affermare in questi pochi minuti. Ripeto, noi daremo il voto favorevole, ma non convinto anche per i contenuti che sono stati espressi all'interno dei due ordini del giorno,.
Complessivamente, comunque, condividiamo l'indirizzo politico contenuto all'interno dei due ordini del giorno. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Ho sentito tanti ragionamenti, ma ritengo che l'Italia non si possa muovere, specialmente oggi, senza guardare ciò che succede in Europa, negli altri continenti, nel mondo.
Forse, uno degli errori dell'Italia, senza addebitarli ai governanti di centrodestra, di destra, di sinistra o di centrosinistra, è stato proprio quello di arrivare sempre in ritardo sulle grandi scelte che venivano adottate dalle democrazie più rappresentative del continente europeo, ma direi anche del mondo.
Siamo un Paese che ha determinate caratteristiche e che si annovera tra i paesi "benestanti" del mondo. Economicamente, siamo una forza-paese che in questo momento, suscita il rispetto sia in Europa che in altre parti del mondo. Vediamo, allora, ciò che succede nelle altre democrazie che talvolta ci vengono portate come esempio: mi riferisco, in particolare, a quella americana, a quella inglese o a quella francese, dove non entrano in Parlamento partiti che oggi possono raggiungere il 10%, l'11% o il 12%. Qui si è arrivati a capire, sia pure lentamente (in questo, forse, l'Italia accusa un ritardo rispetto a queste grandi democrazie), che senza creare degli schieramenti chiari, non più con dei frazionamenti in decine di partiti, ma attraverso un processo di aggregazione in partiti più grandi che sappiano rappresentare in maniera più estesa grandi fette di elettori...
Queste grandi fette di elettorato, con la loro scelta, hanno già dimostrato di sapersi muovere con il voto segreto.
Vorrei far rilevare un aspetto che non deve passare inosservato: alle ultime elezioni politiche ed europee i cittadini sapevano benissimo che se non garantivano una certa forza ad alcuni partiti, gli stessi non avrebbero avuto rappresentanza parlamentare. Mi pongo, dunque, una domanda: come mai quei partiti hanno perso voti proprio in quelle elezioni? Probabilmente perché gli elettori di quei partiti ritengono che, comunque, sia da favorire un processo di aggregazione.
Credo che la perdita elettorale che ha subito Rifondazione Comunista ma anche la destra di Storace o altri partiti che erano accreditati di percentuali più alte (avevano sempre ottenuto percentuali più alte), sia dovuta al fatto che quando queste scelte sono diventate una regola, una parte di questi elettorati ha dato indicazioni di seguire il partito più grande rispettivo delle due coalizioni.
Questo è un messaggio da non sottovalutare: dovremmo chiederci che cosa muove queste scelte nel mondo. Come mai questi processi sono avvenuti in Francia, in Inghilterra o in America? Anche lì, 30, 40, 50 o 60 anni fa c'erano moltitudini di partiti. Ma forse hanno capito prima di noi che le grandi coalizioni e i grandi partiti, sebbene al loro interno debbano rappresentare... è vero, è un problema che per esempio il Popolo della Libertà sta dibattendo in questi giorni: quali devono essere i livelli di democrazia interna in un grande partito che ne ha aggregati altri unendosi? Credo che altrettanto debba fare o stia facendo il PD.
Non bisogna, con questo, emarginare nessun tipo di proposta politica purché tale proposta abbia la volontà di muoversi nella direzione dell'aggregazione più grande, e non mantenere lo status quo del piccolo partito, che deve essere garantito e che garantisce delle posizioni talvolta più personali che politiche.
Tutti quei partiti che ritengono di non raggiungere il 4% potrebbero muoversi intelligentemente per creare, all'interno dei due schieramenti delle forze interne emergenti, rappresentando delle situazioni politiche più forti di quelle che un domani potranno rappresentare se non saranno eletti o se non saranno rappresentati.
Ritengo che sia interesse di Storace, per porre un esempio e rimanere nella mia "parte", tentare di fare uno sforzo e dire: "Mi interesserebbe rientrare nel Popolo delle Libertà, affinché le mie idee possano trovare spazio. Posso tentare di formare una aggregazione all'interno che rappresenti con forza le mie posizioni", piuttosto che dire stupidamente: "Io corro, ottengo l'1,5% e non conterò più niente", così com'è successo alle ultime elezioni politiche ed europee.
Non si può fermare il mondo con un dito: se tutto il mondo va in questa direzione, se tutte le grandi democrazie mondiali si muovono in questa direzione, non può essere l'Italia, che già è fin troppo in ritardo, a sfavorire o andare verso un processo contrario a quello che gli stessi elettori dei due schieramenti chiedono. Sia nel centrodestra che nel centrosinistra questi processi sono stati premiati dagli elettori. Se oggi facessimo un sondaggio, una sorta di referendum tra gli italiani, chiedendo quale possa essere lo sbarramento che ritengono più idoneo per entrare nel Parlamento, credo che non direbbero il 4%, ma il 10%, il 12% o addirittura il 15%. Questa, a nostro avviso, è la volontà degli italiani. Logicamente ci sono alcune situazioni che determinano, in maniera legittima, delle aspettative e delle posizioni. Ma chiederei proprio a questi amici di fare uno sforzo per tentare di dialogare con i partiti più grandi. Non deve sembrare una costrizione o un atto di forza; ma se uno crede nelle proprie idee, tenta di rappresentarle in tutti i luoghi ove queste idee possono essere rappresentate, e non si affeziona al "singolo contenitore". Abbiamo potuto vedere l'emozione e lo sforzo provato da alcuni partiti che erano radicati su tutto il territorio: mi riferisco, per esempio, avendolo conosciuto bene, al partito di Alleanza Nazionale; abbiamo visto le persone piangere! Queste stesse persone, però, oggi ci confermano che è stato un processo giusto e necessario e all'interno del PDL tentano di trasferire dei valori che, viceversa, non sarebbero stati rappresentati. Concludendo ricordo che, alcuni mesi fa, noi abbiamo chiesto a questo Consiglio regionale di crearsi una propria legge elettorale, ma non c'è stata la volontà di addivenire a questa modifica.
Oggi il Parlamento, probabilmente, presenta una legge che è in linea con quelle presentate negli ultimi due anni, con quello che fanno gli altri Paesi e con tutto quello che succede nel mondo. Allora non possiamo rimanere l'unico Paese che non si ade gua a questi processi, che credo favoriscano democrazie più solide e rappresentative, nelle quali non è vietato l'ingresso a nessuno.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Prima di procedere come concordato precedentemente, ricordo che ci sono ancora dieci richieste d'intervento.
A questo punto, se siamo d'accordo, potremmo chiudere i lavori pomeridiani del Consiglio regionale con l'intervento del collega Casoni e riprendere la discussione domani mattina alle ore 10.00.
Vi informo che l'incontro con la Federconsumatori delle ore 14.30 si svolgerà nella Sala dei Presidenti, in quanto la Sala Viglione è già occupata.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.01)



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