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Dettaglio seduta n.493 del 22/09/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


COTTO MARIANGELA



(Alle ore 14.00 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.10)



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bossuto, Bresso, Buquicchio, Lepri Laus, Moriconi, Placido, Spinosa, Travaglini e Turigliatto.


Argomento: Questioni internazionali - Commemorazioni

Commemorazione dei caduti in Afghanistan nell'attacco terroristico del 17 settembre 2009


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, si sono svolti ieri a Roma - alla presenza del Presidente della Repubblica, del Presidente della Camera, del Presidente del Senato e delle massime autorità nazionali - i funerali di Stato dei paracadutisti della Folgore Antonio Fortunato, Matteo Mureddu, Giandomenico Pistonami, Massimiliano Randino, Davide Ricchiuto e Roberto Valente, caduti nell'attacco terroristico a Kabul il 17 settembre scorso. Già ieri le istituzioni e la società piemontese, con la cerimonia svoltasi al Sacrario militare presso la Gran Madre, hanno espresso la partecipazione ed il cordoglio al grave lutto che ha colpito il nostro Paese.
Il nostro pensiero va a questi giovani uomini che hanno perso la vita nell'adempimento del loro dovere, derivante dal giuramento di fedeltà all'Italia e alla Costituzione repubblicana.
Il nostro pensiero va inoltre ai genitori, alle consorti e ai figli dei caduti, che stanno sopportando con gran dignità il loro immenso dolore causato da un tragico evento che, per quanto qualsiasi soldato possa mettere in conto, nessuna famiglia può mai pienamente accettare.
Ai quattro loro commilitoni colpiti, ma scampati alla morte - Sergio Agostinelli, Ferdinando Buono e Rocco Leo, anche loro del 186° Reggimento della Folgore, e Felice Calandriello, del 61° Stormo dell'Aeronautica formulo a nome di tutti l'augurio di rapida guarigione.
Desidero rivolgere anche un pensiero alle decine di vittime afgane quasi tutte civili - dello stesso attentato.
Come ha detto nell'Angelus di domenica il Santo Padre, questi "sono fatti cui mai possiamo abituarci e che suscitano profonda riprovazione nonché sconcerto, nelle società che hanno a cuore il bene della pace e della civile convivenza".
Con le missioni internazionali di pace, nelle quali il nostro Paese s'impegna e si distingue positivamente - come anche ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - aggiungo anche con importanti contingenti di militari che partono dalla nostra regione l'Italia dà un apporto significativo, non solo per contribuire ad un miglioramento delle relazioni internazionali, ma anche per le attività di ricostruzione e di solidarietà nelle aree interessate da emergenze belliche e umanitarie. Io ho avuto l'opportunità e la fortuna di vedere di persona la capacità di ricostruzione, di lavoro e di legame sviluppato con la popolazione civile dei nostri militari in Afghanistan, nel corso di una visita che ho avuto occasione di fare a nome del Consiglio regionale lo scorso anno, insieme al Sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto. Questo è avvenuto grazie ad una scelta di questo Consiglio regionale e del Comitato di Solidarietà, che, come sapete, ha sostenuto l'attività di ricostruzione a fini umanitari del nostro contingente militare in Afghanistan.
Chiedo quindi all'Assemblea di osservare un minuto di silenzio e desidero esprimere ai vertici delle Forze Armate i sensi del nostro profondo cordoglio e dell'affetto di tutta la comunità piemontese.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Il mio non è un intervento polemico.
È un gran peccato che il Consiglio regionale non riesca a mantenere l'unanimità neanche quando si osservano i minuti di silenzio rivolti a coloro che sono deceduti, è un peccato, è un'occasione persa. Non solo l'appello è caduto nel vuoto, ma vedo che anche altri colleghi del Consigliere Moriconi hanno deciso di non partecipare.
Secondo me - voglio che rimanga agli atti - è un fatto gravissimo, che questo Consiglio, comunque, deve stigmatizzare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Vede, Presidente, l'unitarietà, anche delle forze politiche, si vede spesso nei momenti difficili di questo Paese. Posso comprendere che alcuni colleghi non siano in accordo con i Governi del loro stesso colore politico che hanno preceduto i due Governi Berlusconi, eppure i soldati le missioni le avevano sempre fatte.
Nel momento in cui dovremmo essere uniti, soprattutto di fronte alla morte di giovani, che, a loro volta, lasciano sbigottiti i propri figli, e di fronte alla dignità delle stesse famiglie che hanno perso i loro figli che hanno fin da subito dimostrato, con un gran senso dello Stato, credo che da parte di chi rappresenta le istituzioni sia assolutamente poco corretto non partecipare ad un minuto di silenzio rivolto ai caduti.
Francamente, lo ritengo un fatto vergognoso, soprattutto rispetto a coloro i quali hanno pubblicamente dichiarato stamani...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia!



TOSELLI Francesco

Ripeto, che hanno dichiarato di non voler partecipare al minuto di silenzio.
Grazie.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi!



(Scampanellio del Presidente)



PRESIDENTE

Scusate, per cortesia!



(Commenti del Consigliere Chieppa)



PRESIDENTE

Collega Chieppa! Consigliere Segretario, la invito a rispettare il suo dovere!



(Commenti del Consigliere Chieppa)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi!



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Collega Cirio e collega Toselli!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

I Consiglieri che erano presenti hanno partecipato tutti alla commemorazione: lei non ha titolo, nessuno di noi ha titolo di giudicare e dare una lettura particolare alle assenze in quest'aula dei Consiglieri che possono derivare da vari ordini di motivi. Non occorre essere un oculista per vedere quanti e quali Consiglieri manchino in questo momento in quest'aula, quindi non possiamo dare una lettura del comportamento dei Consiglieri diversa da quella derivante dalle loro dichiarazioni.
La parola al Consigliere Clement.



CLEMENT Gian Piero

Presidente e colleghi, sono arrivato leggermente in ritardo e di norma non sarei entrato in aula, se si fosse commemorato un collega o qualsiasi altra cosa, perché ritengo che questi momenti siano connotati da una loro sacralità e anche l'ingresso di una persona può disturbare.
Invece, ho voluto entrare e arrivare al mio posto proprio per evitare che la mia assenza fosse giudicata nel modo in cui qualcuno può averla giudicata.
Voglio ribadire questo, senza aprire qui alcun confronto o dibattito perché probabilmente non è questa la sede e, magari, non è questo il momento: oggi, probabilmente, dovremo affrontare altre questioni maggiormente legate alla nostra regione. In questi giorni abbiamo sentito tante parole e, purtroppo, anche tanta retorica; c'è stato anche un dibattito politico su questa vicenda, con proposte provenienti da fronti diversi. Il nostro partito ha sempre avuto una posizione precisa su questa vicenda. In alcuni momenti l'abbiamo anche pagata pesantemente.
Però, dopo otto anni di presenza militare in Afghanistan; dopo che in quel Paese si continua a morire; dove le elezioni sono state definite - non dal sottoscritto, ma da rappresentanti ed onorevoli esponenti dell'OCSE un enorme broglio, poiché si parla di quasi un terzo di voti da annullare credo che sia del tutto legittimo, anzi sarebbe opportuno, che tutti s'interrogassero se, dopo otto anni, quest'occupazione deve continuare ad esserci, o se invece bisogna provare a mettere in piedi altri strumenti per tentare di affrontare e risolvere i problemi in quel Paese.
Credo che dopo otto anni sia chiaro a tutti che l'occupazione militare non è servita a nulla; anzi, per alcuni versi, ha rilegittimato un movimento talebano che sembrava in discesa e che sembrava stesse perdendo la sua legittimazione in Afghanistan.
Credo che, unito al momento di raccoglimento che ritengo sia un momento doloroso e dovuto nei confronti di qualsiasi scomparsa - e non voglio entrare nel merito di polemiche su morti sul lavoro in un senso o nell'altro - si debba, da parte di tutti, riflettere sulle cose che ho cercato di dire, magari impropriamente e senza avere una conoscenza approfondita di questi argomenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Presidente, non sia così sconsolato, perché sarò molto rapido. Io ho commemorato i nostri caduti, così come vorrei commemorare tutti i caduti che, adempiendo al proprio dovere civile o militare, muoiono per motivi di servizio, cosa che ripeto tutte le volte che commemoriamo qualche caduto e che in quest'Aula non accade.
Muoiono circa mille persone all'anno per motivi di lavoro, però questi sono da noi completamente dimenticati, perché non vestono la divisa, perch non hanno delle mostrine, perché non sono lì con la bandiera tricolore a rappresentare il nostro Paese! E questo è il primo aspetto.
Il collega Clement ha già ricordato il fallimento della missione afghana. Io però vorrei ribadire questo concetto, riportando ai colleghi alcune cifre. La missione italiana in Afghanistan costa circa tre milioni di euro al giorno. Ripeto: tre milioni di euro al giorno! Noi siamo qui a ricercare poche migliaia di euro per dare un sostegno e un aiuto alle popolazioni italiane in difficoltà a causa della crisi economica ed ogni giorno buttiamo, nella guerra afgana, tre milioni di euro dei contribuenti italiani! Questo è il primo e gigantesco aspetto di cui noi dobbiamo tenere conto.
Il 92% del territorio afgano, dopo otto anni di intervento umanitario e di questi splendidi lavori svolti dal nostro esercito che il nostro Presidente del Consiglio ha potuto vedere al fianco dell'Onorevole Crosetto, è senza acqua potabile e senza luce elettrica. Dopo otto anni di presidio e di intervento di ricostruzione dell'Afghanistan! L'hanno ricostruito così bene che manca l'acqua al 92% della popolazione dell'Afghanistan.
C'è un unico presidio di chirurgia intensiva, che è quello organizzato a Kabul da Emergency; non c'è nessun ospedale afghano che garantisca la terapia intensiva ai cittadini di quel Paese; c'è un unico presidio con la terapia intensiva a Kabul ed è organizzato da Emergency, oltre ai due ospedali da campo militari. Ma sappiamo benissimo che lì non ci entrano i civili, ma solo i militari o coloro che vengono feriti durante gli scontri militari.
L'87% della popolazione afghana risulta ancora essere analfabeta: non sa né leggere né scrivere.
Questo è il risultato di otto anni di missione umanitaria dei nostri gloriosi corpi militari in quella terra maledetta, che è l'Afghanistan.
Credo che sia giunto il momento, e mi sembra che anche il centrodestra ne sia convinto.



PRESIDENTE

Consigliere Robotti, però non può imputare le carenze strutturali dell'Afghanistan ad otto anni di presenza dei nostri militari.



ROBOTTI Luca

Mi correggo: ad otto anni di presenza militare, italiana e degli altri Paesi NATO che sono lì ad occupare illegalmente quel Paese.
Credo che sia arrivato il momento che quelle truppe si ritirino. Credo che sia arrivato il momento, anche da parte del centrodestra, cosa che sta già avvedendo, di rivedere questa posizione - che ritengo illegittima - di avere invaso l'Afghanistan a fianco delle altre truppe NATO, ma soprattutto dobbiamo ribadire che, fino ad oggi, non è stato fatto nessun intervento per migliorare le condizioni di vita materiali, culturali e di libertà di quella popolazione, che si trova ancora soggiogata non solo dalla cultura taleban, ma anche da quella dell'occupazione militare, che non vede la luce e non vede la fine del tunnel.
Ritiriamoci dall'Afghanistan! Liberiamo quel Paese! Diamogli democrazia!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Sinceramente, non capisco i termini dello sdegno che il centrosinistra richiama dopo gli interventi dei colleghi Cirio e Toselli. Perch stamattina - se non mi sbaglio, ma ci sono i verbali e i testimoni che erano in Aula - tutti hanno sentito che un collega, il Consigliere Moriconi che tra l'altro stimo e con il quale condividiamo da circa dieci anni il lavoro in Consiglio regionale - ha chiaramente detto che lui non avrebbe partecipato al minuto di silenzio, qualora ci fosse stato.
Lo dico perché è una dichiarazione che lui ha fatto in maniera molto limpida e cristallina. Quindi, non capisco perché il fatto che venga ricordata la dichiarazione di un collega appartenente al centrosinistra e alla maggioranza che sostiene Mercedes Bresso crei grida di vergogna e grida di scandalo, quando la dichiarazione è stata fatta non coortata, non concordata con nessuno e con la massima libertà. È una posizione.
Del resto, riflette la scarsa attenzione nei confronti delle missioni militari e nei confronti del ruolo internazionale dell'Italia, nei confronti dei caduti dell'Italia in tutti gli scenari del mondo che il centrosinistra ha sempre palesato.
Le fotografie che evidenziano, come sono state evidenziate anche in questa occasione, le scritte dell'estrema sinistra, come lo scritto di due o tre giorni fa ("Meno sei"), così come qualche mese fa e qualche anno fa c'era l'esaltazione dei contrari a Nassiriya con la scritta "Una, dieci mille Nassiriya", fanno parte del patrimonio genetico dell'estrema sinistra.
Quindi, cari amici e sostenitori della maggioranza di Mercedes Bresso non dovete scandalizzarvi! Se poi - lo dico ai colleghi Robotti e Clement vogliamo aprire un dibattito sul ruolo dei militari italiani e della missione italiana in Afghanistan, noi andiamo a nozze.
Il Presidente del Consiglio non è il solo ad essersi recato in Afghanistan. Noi ci siamo stati qualche anno prima del Presidente del Consiglio regionale, senza le guarantigie della Presidenza del Consiglio regionale, nel senso che ci siamo andati perché ritenevamo giusto andarci insieme al collega Vignale, e abbiamo preso visione di quello che stanno facendo i militari italiani. Siamo quindi disponibili ad aprire con voi un confronto qui sul ruolo in Afghanistan delle truppe italiane, degli alpini della Taurinense ed oggi degli amici - vorrei usare un altro termine invece di amici, ma non lo dico - della Folgore e dei tanti altri reparti dell'esercito italiano che si sono susseguiti in questi anni.
Se volete aprire un dibattito politico sul ruolo dei militari italiani in Afghanistan, facciamolo! Facciamolo! Però quello che non possiamo accettare, soprattutto da chi ha difeso l'occupazione della Cecoslovacchia soprattutto da chi ha difeso l'occupazione di gran parte dell'Est europeo l'invasione di gran parte dei Paesi liberi dell'Est europeo, a pochi giorni dal 9 novembre, è di far passare i militari italiani come occupanti di un territorio.
Questo è inaccettabile! Questo è inaccettabile, perché le falsità e le bugie non possono neanche avere asilo in quest'Aula, perché chi dice queste cose mente sapendo di mentire! Noi non occupiamo alcunché! Un governo legittimo, sotto lo scudo dell'ONU, ci ha chiesto di intervenire e, insieme a Paesi democratici, noi siamo intervenuti, per sanare una situazione di degrado sociale e politico.



(Commenti del Consigliere Robotti)



BOTTA Marco

Se poi il collega Robotti vuole diventare un alleato dei talebani, lo dica chiaramente! Se preferisce che l'Afghanistan oggi; domani, magari l'Irak; dopodomani il Pakistan e poi tutta quell'area diventi un'area a dominazione talebana, lo dica chiaramente! Ma non si trinceri dietro le supposte truppe di occupazione, che non esistono. Soprattutto, non imputi la situazione al Governo attuale e a quelli precedenti, perché - ripeto la strategia in Afghanistan è condivisa almeno da sette o otto anni.



(Commenti in aula)



BOTTA Marco

La situazione è degenerata, ma non è sicuramente colpa di nessuno.
Stiamo ai patti e stiamo anche alla libertà di uno o più Consiglieri di assumere degli atteggiamenti diversi rispetto a questo problema atteggiamenti che sono - ripeto - patrimonio dell'estrema sinistra italiana da sempre e che voi non rivendicate più perché adesso, evidentemente, dà fastidio, ma...



PRESIDENTE

Collega, per cortesia. Lei è Consigliere Questore: la prego di rispettare almeno lei le regole.



BOTTA Marco

Chiudo, Presidente, invitando a fissare con i Capigruppo un momento per le commemorazioni, in maniera tale che tutto l'emiciclo sia informato preventivamente. È un dispiacere, per me personalmente, vedere che, a volte, si commemora alle 11 del mattino; un'altra volta...



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Botta.



BOTTA Marco

Per favore, se si potesse poi fissare o una regola o, comunque, una consultazione preventiva per informare tutti, sarebbe particolarmente gradito.



PRESIDENTE

Consiglieri, ovviamente io mi muovo nei limiti del Regolamento, quindi non ho la titolarità di impedire di intervenire a coloro che intervengono o che richiedono di intervenire. Ritengo, però, che interventi a seguito di commemorazioni che scatenano e ampliano le polemiche non contribuiscono di sicuro a dare prestigio a questo Consiglio e, per quanto mi concerne - se mi consentite di esprimere un giudizio personale - non giovano nemmeno a un Paese che si è stretto, con la partecipazione di tutte le cariche del nostro Stato, a fronte di un sacrificio che ha visto soldati morire e famiglie perdere i propri familiari. Non solo i nostri soldati, ma anche tante famiglie afgane.
Tanti altri colleghi hanno chiesto di intervenire; io ritengo, per che le celebrazioni abbiano un momento di solennità, siano momenti in cui ci si riunisce per fare commemorazione e ricordare persone che sono morte nell'adempimento di un dovere, mandate lì da decisioni assunte da organi legittimi del nostro Stato. Decisioni che possono essere condivise oppure no, ma sono decisioni che comunque sono prese dagli organi della Repubblica.
Inviterei, se è possibile, a non continuare in speculazioni, interventi politici, a non aprire il discorso sull'opportunità o meno di missioni nel momento in cui ricordiamo la morte e commemoriamo il sacrificio di nostri soldati e di tanti altri civili afgani.
Se si vuole aprire un dibattito in seno a questo Consiglio sull'opportunità o meno della presenza dei militari italiani, facciamolo però - vi prego - non facciamolo a seguito della commemorazione di caduti che potrebbero essere nostri concittadini o nostri amici: sono persone che per quanto ci concerne, sono lì in adempimento di un ordine da essi ricevuto e attribuito loro dai competenti organi della Repubblica.
Ci sono altri colleghi che desiderano intervenire? La parola al Consigliere Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Chiedo solo un secondo per scusarmi per non essere stato presente al momento di raccoglimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non interverrò nel merito, perché credo che il richiamo del Presidente del Consiglio sia da accogliere. Dico che è soltanto per il grande senso di appartenenza che sentiamo di avere nei confronti delle forze armate, e soprattutto di quelle impegnate in teatri difficili come quello afghano quello libanese e molti altri (e non aggiungo altro), che ci asteniamo dall'intervenire.
Tuttavia, ci sono dei doveri che una maggioranza ha, più di altri, se vuole svolgere un ruolo che è quello di una funzione di governo che si espleta all'interno di un'Assemblea legislativa.
Un senso di responsabilità, che certamente non esercitiamo per questa istituzione, ma che esercitiamo - ripeto - per un senso di appartenenza che abbiamo con i militari italiani, fa sì che interrompiamo quelli che intendevano essere i nostri interventi. È evidente che tutto questo incide sui lavori dell'Assemblea.
Il collega Robotti fa un po' di campagna elettorale gratuita rimangiando quello che ha fatto il suo partito negli anni e nei mesi precedenti, ma non importa. Ci fermiamo qua e continuiamo con i punti successivi: rendiamo onore alle truppe, però renderemo non onore, ma il disonore che ha meritato all'interno di quest'Aula nei provvedimenti successivi.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati - Edilizia scolastica

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Riduzione fondi per l'edilizia scolastica della Provincia di Cuneo e situazione della scuola piemontese alla luce della 'Riforma Gelmini'"


PRESIDENTE

È stata richiesta una comunicazione della Giunta regionale, da parte dell'Assessore Pentenero, sul tema "Riduzione fondi per l'edilizia scolastica della Provincia di Cuneo e situazione della scuola piemontese alla luce della 'Riforma Gelmini'".



(Commenti del Consigliere Leo)



PRESIDENTE

Collega Leo, eravamo già passati al punto successivo.
La parola all'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Credo che la richiesta si riferisca a quanto la scorsa settimana è comparso sui giornali relativamente ad una riduzione di 5.500.000 euro riferiti alla Provincia di Cuneo, che erano stati destinati a seguito dell'intesa siglata con la Regione Piemonte.



(Commenti in aula)



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

I dati che mi hanno fornito danno quest'importo. Probabilmente, c'è qualche errore; probabilmente sarà sbagliato il mio dato, chiedo scusa per questo. In ogni caso, credo che la vostra richiesta di comunicazioni si rifacesse a questo tipo di situazione.
Ci tengo a sottolineare che si tratta di due aspetti diversi in riferimento alle leggi n. 28 o n. 23. Le somme destinate in questi anni alla Provincia di Cuneo sono state ripartite in base a criteri utilizzati per le otto province e all'interno di una distinzione prevista dalla legge n. 23 e dalla legge n. 28.
Le risorse di cui parliamo sono quelle che derivavano dall'intesa istituzionale siglata all'inizio del mandato di quest'Amministrazione con la Provincia di Cuneo. Queste risorse, all'inizio del mese di giugno risultavano non ancora spese, perché la progettazione non era stata portata avanti nella sua articolazione, così come richiesto dall'intesa.
La situazione complessa e articolata del bilancio, anche a seguito della necessità (peraltro noi ritroviamo queste risorse all'interno dell'assestamento) di individuare risorse per far fronte allo stato di crisi che si è venuto a creare all'interno della nostra regione e quindi la necessità di trovare risorse all'interno del bilancio, ha fatto sì che alcune intese, per le quali non era stato portato avanti l'impegno assunto dalla Provincia - che non riguarda solo attività legate all'edilizia scolastica - siano state decurtate le risorse delle Intese nella loro complessità. Potevano riguardare, quindi, attività legate all'edilizia o altre attività definite con le singole Province. La parte di risorse decurtata è stata destinata alle attività di crisi e di emergenza che ci troviamo a dover affrontare.
In un incontro che si è tenuto la scorsa settimana tra la Presidente della Provincia di Cuneo e la Presidente della Giunta regionale Mercedes Bresso, quest'ultima si è assunta l'impegno di ritrovare delle risorse per far fronte ai due interventi ritenuti più urgenti - dei quattro programmati per quanto attiene alle questioni legate alla messa in sicurezza delle scuole della Provincia di Cuneo (in particolare il polo scolastico di Mondovì e l'ex caserma Musso).
Questo è l'impegno che la Presidente si è assunta nei confronti della Provincia di Cuneo: trovare una soluzione, a testimonianza del fatto che non è stato messo in atto un intervento nei confronti dell'edilizia scolastica, ma un intervento nei confronti di intese che, in questi anni non avevano avuto piena attuazione, e che quindi non erano state portate avanti con una tempistica che permettesse di utilizzare le risorse in tempo debito.
Le risorse, dagli Accordi di Programma e dalle varie intese, sono state destinate ad un pacchetto-crisi sui quali siamo chiamati a rispondere a seguito di una richiesta di intervento del Governo alle Regioni all'interno delle questioni che attengono agli ammortizzatori sociali. Si è rilevata, pertanto, la necessità di utilizzare questo tipo di risorse fermo restando che le stesse - che all'interno della legge n. 28 e la legge n. 23 da sempre sono programmate con criteri utilizzati in modo assolutamente uniforme su tutto il territorio regionale - continuano ad essere erogate secondo criteri che abbiamo a disposizione.
Questo il quadro legato alla questione specifica della Provincia di Cuneo. Ovviamente sono a disposizione - se si vogliono avere - i dati complessivi delle risorse destinate in questi anni al tema dell'edilizia scolastica nella sua complessità, su tutto il territorio piemontese.



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Sulla base della documentazione trasmessa a tutti i Consiglieri di tutte le forze politiche della Provincia di Cuneo, i fatti mi risultano diversi da quanto oggi ha riferito l'Assessore.
Esisteva un'intesa per un finanziamento di 6,3 milioni per quattro interventi straordinari di edilizia scolastica in Provincia di Cuneo.
L'intesa era del 2006. Negli anni successivi la Regione non ha mai compiuto alcun atto che rendesse disponibile queste somme.
La Provincia di Cuneo, da parte sua, ha provveduto a nominare il RUP (Responsabile Unico del Procedimento) e ad iniziare la pratica. Ha anche provveduto a richiedere le opportune autorizzazioni alla Soprintendenza delle Belle Arti di Torino - alcune scuole sono vincolate - e ha ottenuto le autorizzazioni per procedere.
La Provincia di Cuneo è andata avanti al limite di quanto poteva: non avendo la Regione ufficialmente stanziato queste somme, la Provincia non poteva, a sua volta, andare avanti con le gare di appalto e con l'assegnazione dei lavori.
Nel 2008, c'è stato un secondo accordo fra Regione e Provincia di Cuneo: gli stanziamenti erano confermati. La prima Intesa, del 2006 riportava una scadenza, vaga, nel 2009; ma la seconda intesa, del 2008, che confermava questi fondi, non riferiva alcuna scadenza precisa. Sappiamo benissimo che, nei cosiddetti contratti di programma che stipula la Regione con gli Enti locali, le scadenze sono estremamente indicative. I tempi tecnici per la progettazione, per tutte le autorizzazioni per bandire delle gare, eccedono i tempi inizialmente previsti. Ma non mi risulta che in nessun caso, per lo sforamento di questi termini, la Regione abbia mai proceduto ad una qualche revoca. Mi sembra che tutte le Intese di programma esistenti, anche quando gli Enti locali hanno tardato anni, sono state riprese e sono andate avanti.
Improvvisamente, guarda caso dopo le elezioni di Gianna Gancia Presidente leghista della Provincia di Cuneo, arriva la lettera in cui la Regione revoca i fondi. Non capisco come quei fondi, destinati all'edilizia scolastica - quindi fondi d'investimento - possano essere stati impiegati nel pacchetto anti-crisi, dove gli esborsi sono spese correnti. Me lo spiego in altro modo. In realtà, questi fondi, in Regione, non sono mai esistiti.
La Regione non li ha né stanziati a bilancio né impegnati; la Regione ha assunto l'impegno preciso, firmato dalla Presidente, di autorizzare questi interventi in Provincia di Cuneo; poi, di punto in bianco, si è rimangiata completamente l'accordo.
Sono a conoscenza di un incontro della settimana scorsa fra la Presidente della Regione e la Presidente della Provincia di Cuneo. Incontro in cui la Presidente della Regione si è comunque impegnata a reperire una parte - gli interventi, da quattro passano a due, i più urgenti - dei fondi. Da parte mia - ma penso da parte di tutti i Consiglieri di Cuneo capisco le difficoltà di bilancio della Regione in questo momento, ma apro una parentesi - sulle variazioni e sull'assestamento di bilancio assistiamo ad una serie infinta di tagli di tutte le risorse destinate alle Province e ai Comuni. Questa è la ciliegina sulla torta.
Quanto chiediamo è una cosa precisa: nell'assestamento, sia chiaramente recepita, non voglio chiedere l'impossibile, la somma necessaria affinch la Provincia di Cuneo possa procedere alle gare di appalto e all'assegnazione dei lavori. Dopodiché, chiedo che sia riconfermato l'accordo iniziale di 6,3 milioni di euro da reperire nei prossimi anni sulla base dello stato di avanzamento dei lavori. Ma - attenzione! - queste cifre devono essere impegnate in modo che la Provincia possa procedere alle gare. Perché altrimenti si stipula l'accordo, si dice "ti diamo questi soldi", dopodiché la Provincia non può procedere perché materialmente tali fondi non ci sono, e la Regione li revoca. Sarebbe veramente una presa in giro.
Ripeto, pertanto, le nostre richieste: chiediamo che venga riconfermato completamente l'accordo iniziale e che già in questo bilancio si trovino le risorse affinché la Provincia possa procedere a mettere in pista questi lavori, con l'impegno, negli anni futuri, di reperire i fondi per il pagamento degli stati di avanzamento.
Non sto qui a ripetere che questi interventi sono di carattere eccezionale - anzi, per la Provincia di Cuneo direi che sono di carattere eccezionalissimo! - e risultano assolutamente indispensabili per avere delle scuole a norma di legge. Come ripeto, questi interventi servono a mettere in sicurezza gli edifici scolastici e a garantire lo svolgimento delle lezioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Dutto. Aveva chiesto la parola il Consigliere Chieppa ma l'Assessore Pentenero voleva fare un'integrazione a quanto detto precedentemente.
Prego, Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Mi pare che fosse stato chiesto di relazionare non soltanto in merito alla questione dell'edilizia scolastica legata alla Provincia di Cuneo, ma anche sulla questione complessiva legata al numero dei docenti all'interno della nostra Regione a seguito della riforma Gelmini. Ne chiedo conferma.
DUTTO Claudio (fuori microfono) Da parte nostra no.



PRESIDENTE

Scusi, collega, ma secondo le note degli uffici il 22 settembre l'Assessore Pentenero avrebbe informato l'Aula sulla riduzione dei fondi per l'edilizia scolastica nella Provincia di Cuneo e sulla situazione della scuola piemontese alla luce della riforma Gelmini. I Capigruppo erano informati di tale comunicazione.
DUTTO Claudio (fuori microfono) Io avevo solo chiesto la prima parte. Non mi risulta che nessun altro avesse chiesto la seconda.



PRESIDENTE

È pervenuta la richiesta di ampliare la discussione, e di non limitarsi alla prima parte.
Prego, Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Ovviamente il quadro non è ancora determinato in tutti i sue aspetti poiché sono ancora in corso le chiamate da parte degli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali e si sta passando alle chiamate attribuite alle autonomie scolastiche.
La nostra Regione, nell'anno scolastico che è appena iniziato, ha registrato, come dato complessivo, un aumento di 1.422 alunni su tutta la Regione Piemonte.
I dati degli organici che oggi abbiamo a disposizione - si tratta peraltro, di un dato ormai assestato - indicano che l'organico di diritto per l'anno scolastico 2008-2009 si è attestato su 46.328 docenti.
Nell'anno scolastico 2009-2010, ovvero quello in corso, l'organico di diritto è sceso a 44.509 posti, con una differenza di 1.219 posti.
Per quello che attiene l'organico di fatto, siamo passati da 48.992 a 46.482, con un totale complessivo di 2.510 posti in meno. Alla scuola primaria sono stati decurtati 516 posti; alla scuola secondaria di primo grado 721; alla scuola secondaria di secondo grado 572; 356 alla seconda lingua comunitaria; 335 come ulteriore taglio dovuto agli organici di fatto.
Peraltro, va precisato che i 40 posti che erano stati attribuiti nell'anno scolastico 2008-2009 per le scuole materne, che nell'anno successivo di solito vengono confermati nell'organico di diritto quest'anno sono stati attribuiti all'organico di fatto; pertanto, il contingente di posti a disposizione - è un contingente ridotto e tagliato rispetto a quelle che erano le necessità - ha subito un ulteriore aggravio dovuto al fatto che i posti di scuola materna attribuiti nell'anno scolastico 2008-2009 hanno avuto a loro volta un'ulteriore riduzione di 40 posti per arrivare alla sistemazione delle sezioni di scuole materne che erano state attribuite nell'anno precedente, e di ulteriori 27 spezzoni nella scuola primaria. Ad oggi, restano ancora 53 posti per coprire la lista di attesa, quindi per coprire le richieste avanzate dai Comuni; ci significa che 913 bambini, di cui 208 nati entro il 30 aprile del 2007 stanno attendendo una risposta relativamente alla scuola dell'infanzia.
Si rileva una sofferenza per quanto riguarda gli insegnanti di appoggio. Sono stati attribuiti 6.086 posti - sono stati quindi confermati i posti per gli insegnanti di appoggio che avevamo nell'anno precedente ma si è registrato un aumento delle certificazioni di 600 unità all'interno della scuola. Emerge dunque una situazione di sofferenza segnalata sia dall'Ufficio Scolastico Regionale, sia dalle Associazioni dei disabili, che ci confermano il fatto che non si riuscirà a garantire il rapporto di uno a due, a seconda della gravità, all'interno della nostra Regione.
Credo che sia utile fornire un ulteriore dato, sebbene sia ancora da attestare: si sono registrati, nella nostra Regione, 2.138 pensionamenti.
Se facciamo la differenza tra i 2.510 posti in meno e i 2.138 posti destinati al pensionamento, risultano 372 posti in meno. Per il personale ATA abbiamo 956 posti in meno e 529 pensionamenti, con 427 posti di lavoro in meno.
Come ho detto, però, sono dati provvisori, che non hanno ancora avuto una loro determinazione definitiva.
Per quanto riguarda le scuole di montagna, abbiamo 131 autonomie scolastiche all'interno dei territori montani (una ad Asti, dieci ad Alessandria, 35 a Cuneo, 45 a Torino, 13 a Biella, sei a Vercelli e 21 nel Verbano-Cusio-Ossola), all'interno delle quali abbiamo riscontrato una situazione di sofferenza. Intanto, anche grazie al sussidio della Regione di 1.600.000 euro sono stati mantenuti i plessi esistenti. Non è importante andare a vedere il numero delle pluriclassi, che sostanzialmente è aumentato soltanto di dieci, ma andare a notare che oggi possiamo sdoppiare una pluriclasse quando siamo in presenza di 18 bambini, mentre l'anno scorso lo facevamo in presenza di 12 alunni. Abbiamo quindi una situazione di sofferenza nella gestione didattica, poiché i numeri all'interno di una pluriclasse sono aumentati in modo significativo. Ci sono 35 pluriclassi uniche, cioè dalla prima classe alla quinta, che raggiungono i 18 alunni per ogni classe attribuita.
Come ho detto, questi sono dati che attengono ancora ad una situazione provvisoria.
Attendiamo ancora la definizione completa del dato relativo al numero dei precari - altro elemento sul quale si sta ragionando - che non avranno un incarico annuale all'interno della nostra Regione. Stimiamo che siano circa 300 le persone che hanno l'abilitazione, ma che non avranno un incarico.
Stimiamo intorno ai 700 coloro che, presumibilmente, non avranno un incarico, ma un'articolazione per la quale potranno avere delle chiamate da parte dei singoli istituti.
Siamo in attesa del decreto che dovrebbe riconoscere un'indennità di disoccupazione, denominata "contratto di solidarietà", all'interno della quale troverà risposta per lo meno la prima categoria, a seconda delle informazioni che noi oggi abbiamo, ma il decreto non è ancora stato pubblicato, quindi ancora non siamo in grado di capire a quali categorie il contratto di solidarietà si rivolge, abbiamo soltanto delle comunicazioni informali.
Questi sono i dati complessivi della nostra Regione. Sicuramente è una situazione di sofferenza nella sua complessità, che quotidianamente ci viene testimoniata: con la riduzione dell'attività di compresenza all'interno della scuola media le numerose attività di laboratorio e di sostegno alle fasce più deboli di popolazione scolastica non si sono potute attivare e soprattutto nella scuola elementare c'è una significativa riduzione del tempo scuola. Occorre fare attenzione quando si parla di riduzione del tempo scuola, perché va contestualizzata.
Se noi ragioniamo sui valori assoluti delle sezioni autorizzate di tempo pieno, in effetti, sono aumentate del 10%, però la nostra Regione che da questo punto di vista si è sempre comportata in modo virtuoso, con un'articolazione del tempo scuola seppure non autorizzata come sezione a tempo pieno, ma come attività modulare, riusciva a garantire un tempo scuola molto simile al tempo pieno.
Questo è un dato che stiamo cercando di quantificare, ma non è facile.
Sappiamo che molti sono i Comuni che oggi stanno progettando attività di integrazione del tempo scuola - quello avuto dal Ministero non è in grado di rispondere alle esigenze delle famiglie - la cui articolazione è un dato in progress, che stiamo cercando di costruire attraverso una cabina di regia istituita con il coinvolgimento dell'Ufficio Scolastico Regionale delle Province, dei rappresentanti delle Province, dei Comuni, delle Comunità montane, dei piccoli Comuni e delle organizzazione Sindacali.
La cabina di regia ha il compito di monitorare quanto è accaduto dall'attribuzione degli organici e cosa sta accadendo ora nelle scuole.
Sono tutti dati che potranno avere una definizione più chiara non appena ci sarà stata l'attribuzione definitiva di tutti gli organici. Ad oggi sono ancora molte le scuole, anche per effetto del provvedimento che permette l'iscrizione in almeno quattro Province diverse del corpo docente abilitato, che non hanno avuto il personale docente. Le chiamate stavano per essere completate in questi giorni e l'Ufficio Scolastico Regionale stava per autorizzare gli istituti a nominare autonomamente, partendo dalla seconda fascia per poi arrivare alla terza fascia, qualora ci siano ancora posti disponibili.
Sono disponibile ad approfondire argomenti che i Consiglieri ritengano opportuno analizzare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pentenero.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chieppa, presumo sull'ordine dei lavori...



(Commenti del Consigliere Chieppa)



PRESIDENTE

Sulla comunicazione dell'Assessore, prego.



CHIEPPA Vincenzo

Posso intervenire?



PRESIDENTE

Volevo solo capire, perché sono dieci i minuti a disposizione sulla comunicazione; mentre se l'intervento è sull'ordine dei lavori i minuti sono due.



CHIEPPA Vincenzo

Impiegherò un minuto.



PRESIDENTE

Prego, collega. Interviene in qualità di Consigliere.



CHIEPPA Vincenzo

I numeri, i dati e ancora l'incontro di questa mattina che abbiamo avuto, proprio qui in Regione, con una delegazione di insegnanti hanno confermato quanto già sapevamo, cioè che i provvedimenti del Ministro Gelmini stanno devastando la scuola pubblica. Quindi, chiediamo...



(Commenti in aula)



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Collega Toselli, non è al suo posto, la prego di non interrompere e comunque, di non esprimere commenti durante l'intervento di un collega.
Prego, collega Chieppa, tanto lei non si intimidisce, né perde il filo per un fatto del genere.



CHIEPPA Vincenzo

Credo sia arrivato il momento, anche politico, ma a norma di Regolamento, che quell'ordine del giorno, depositato insieme ad altri colleghi, che attiene proprio agli atti compiuti dal Ministro Gelmini, sia al termine della discussione, votato dall'Aula.
Non ho altro da dire. Vorrei che l'Aula, dopo la relazione dell'Assessore, potesse esprimere un giudizio politico - i dati provengono da tutte le parti - sugli atti compiuti dal Ministro all'istruzione Gelmini; la ritengo una richiesta, anche a norma di Regolamento ineccepibile. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
L'ordine del giorno n. 1265 è depositato presso la Presidenza e al termine del dibattito rispetto alla comunicazione dell'Assessore lo porremo in votazione.
Dopo l'intervento del collega Chieppa, che assolutamente ha rispettato i tempi, lo riconosco, la parola al Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'Assessore, a cui era stata richiesta una comunicazione in merito ai fondi dell'edilizia scolastica, ha correttamente fornito al Consiglio una comunicazione relativamente ai dati del corpo insegnanti - credo sia ricompreso anche il personale ATA - all'interno della nostra Regione, che sarebbe utile poter avere, non so se stava vedendo delle note.
Mi fermo alla prima per rilevare il secondo aspetto: i colleghi ovviamente, si stanno esercitando, lo sta facendo anche l'Assessore, in una critica ai provvedimenti assunti dal Governo relativamente al mondo della scuola. Questo è assolutamente legittimo da parte dei Consiglieri, ma occorre che i Consiglieri facciano sempre i Consiglieri. In particolare mi rivolgo al collega Bellion che, legittimamente, si è occupato della vicenda delle scuole di Viù e Ceres, che rappresenta la Commissione. Non so se ha convocato o voleva convocare...
(Commenti del Consigliere Bellion)



VIGNALE Gian Luca

Perfetto, ha convocato una Commissione sulle scuole di montagna, che ha avuto luogo ieri, alla quale ero assente.
Così come l'Assessore sta partecipando ad alcuni incontri in cui, con il ruolo di Assessore, assume alcune posizioni che, anche in questo caso sono legittimamente contrarie nei confronti del Governo.
Al di là della correttezza istituzionale, che credo non vi sia più da tempo, come non vi era nei mesi passati - ovviamente, più ci avviciniamo alla campagna elettorale più la correttezza istituzionale verrà meno - si deve solo fare attenzione a come si esercita il proprio ruolo quando è istituzionale, cioè quando si ricoprono incarichi di rappresentanza, tanto della Giunta quanto delle Commissioni. Se il gioco è quello del "dagli al Governo" per prendere più voti, esercitiamoci pure, sappiamo bene che questo Consiglio regionale, che poco ha prodotto nel corso degli anni precedenti e quasi nulla nell'arco di questo anno, assolutamente niente produrrà nei mesi a venire. Soprattutto, occorrerebbe almeno avere la capacità di conoscere gli atti che uno fa - questo al collega Chieppa purtroppo, non possiamo chiederlo, ma all'Assessore sì - perché, nel momento in cui si critica la scuola, quest'anno poi noi tagliamo più di 10 milioni di euro sull'edilizia scolastica rispetto a quanto ha stabilito una legge votata nel dicembre 2008 da questo Consiglio e un piano triennale votato nel gennaio di quest'anno da questo Consiglio, ci va una bella faccia tosta! Ricordo ai Consiglieri un po' smemorati del centrosinistra.



CLEMENT Gian Piero (fuori microfono)

Nel 2007!



VIGNALE Gian Luca

Ha ragione: il 2007 e il successivo del 2008, ha assolutamente ragione.
Ricordo ai Consiglieri un po' smemorati del centrosinistra che noi abbiamo votato la legge n. 28 del 2007, che prevedeva uno stanziamento annuale di 30 milioni di euro. Dato confermato dal Piano triennale sulla scuola.
Quest'anno voteremo l'assestamento. Noi presenteremo un emendamento come tutti gli anni, e se verrà approvato ovviamente ne saremo ben lieti ma abbiamo licenziato in Commissione o, meglio, la maggioranza ha licenziato in Commissione una modifica all'assestamento a 24 milioni di euro, ma quei 24 milioni di euro sono ben inferiori alla somma stanziata che non sono solo i 30, perché quando noi abbiamo previsto 30 milioni questo era escluso dagli Accordi di Programma.
Gli Accordi di Programma dipendono da come si vogliono far quadrare i conti; se non si vogliono far quadrare, si mettono dove devono stare, cioè in capo alla Presidenza. Se invece vogliamo fare aumentare un po' il quantum delle spese, li mettiamo all'interno degli Assessorati. In realtà le UPB sono differenti e se guardiamo i soldi stanziati dall'Assessorato sull'edilizia scolastica sappiamo che quest'anno, a malapena, arriviamo a 20 milioni di euro rispetto ai 30 previsti in legge.
Dopodiché, andiamo pure all'inaugurazione del Liceo "Darwin", il primo giorno di scuola - l'Assessore ha partecipato e ha fatto benissimo - ma forse, se quel giorno fosse andata stanziando almeno i 30 milioni che ricordo ai colleghi - fanno lo 0,6% degli investimenti che questa Regione stanzia, allora uno avrebbe anche titolo per andare a Viù o a Ceres per contestare i provvedimenti del Governo e fare tutto quello che crede. Noi non ce l'abbiamo, perché non rispettiamo neppure le leggi che questo Consiglio approva.
Dopodiché, si pone il problema - sono lieto che sia uscito il Vicepresidente Peveraro, si vede che era stufo di ascoltarlo per credo la cinquantesima volta, così come i colleghi - di cosa serva questo Consiglio in merito al bilancio. Perché fintanto che noi voteremo un bilancio preventivo in cui c'è scritto 28 milioni e voteremo un assestamento in cui se non ricordo male, c'è scritto 26, ma in realtà ne spendiamo 22, perché è quanto ha deciso la Giunta nel Programma Operativo, allora non fateci votare né il preventivo né l'assestamento! O scrivete un bilancio come si deve, o lo variate in assestamento per rispettare il Patto di stabilità altrimenti è una presa in giro che ovviamente nessun cittadino comprende, e legittimamente, perché la distinzione tra il bilancio, il Programma Operativo ecc. credo che non la sappia spiegare nemmeno il collega Chieppa ma diventa davvero difficile fare battaglie che non siano altro che battaglie di principio contro il Governo.
Dopodiché, dico all'Assessore: chiediamo ovviamente la presenza del Direttore generale, che magari avrà anche il modo, visto che manda in giro legittimamente esponenti del MIUR, ma si vede molto poco. Lo dico da Consigliere: noi abbiamo posto una serie di domande che credo da sei, otto dieci, dodici mesi attendono una risposta. Avrà anche una responsabilità rispetto alla capacità gestionale e organizzativa, così come i docenti avranno anche questa capacità.
Lo dico all'Assessore: ovviamente, i dati ognuno di noi è capace ad elaborarli come crede, in particolar modo quelli sulla scuola. Se si sta facendo questa cabina di regia, questa cabina di regia faccia anche una cosa che è molto utile: individui l'organico per plesso e lo divida per sezioni, perché il trucco del mantenimento delle sezioni sotto numero o a numero minimo, quindi ne tengo tre a 17, per evitare di farne due e quindi recuperare due insegnanti.



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Beh, non è così? Io posso portare una serie di esempi che fino all'anno scorso c'erano e quest'anno magari non ci sono più, perché la razionalizzazione ha consentito di usare come si deve gli insegnanti.
Dopodiché, e concludo, tocco un altro aspetto, che è esclusiva competenza delle Regioni: la razionalizzazione. La razionalizzazione questa Giunta doveva farlo l'anno scorso, in realtà l'ha fatta il Direttore generale mandandola a Roma, ma questo non importa, quest'anno dovrebbe farlo; se non è il 30 novembre, non so quale data vorrà utilizzare la Giunta, ma l'utilizzo degli organici che la Direzione regionale ha a sua disposizione passa attraverso la razionalizzazione, con tutte le tutele della montagna e quant'altro.
In questa ottica, siamo disponibili ad un ragionamento, così come visto che abbiamo un Piano triennale, ci spiegherete come avete speso il milione a favore delle scuole, così come ci spiegherete come mai - e magari lo spiegherete anche ai cittadini piemontesi - perché l'anno scorso, sui fondi destinati alla scuola, non ricordo quale numero, ma svariati milioni destinati agli studenti della scuola pubblica sono stati tagliati per essere accantonati nel fondo generale. Tutte cose che dovete spiegare ai piemontesi, ma anche a voi stessi, altrimenti facciamo chiacchiere! Vogliamo far chiacchiere? A fare demagogia siamo bravissimi tutti. Se vogliamo provare insieme a fare qualche atto concreto, lo possiamo fare quando arriverà: voteremo l'assestamento e manterremo in modo consistente i fondi per la scuola, di spesa corrente e sugli investimenti. Poi c'è chi schiaccia il bottone e ha un nome e un cognome; il resto sono chiacchiere! Ma io lo risottolineo: mentre le chiacchiere sono consentite ai Consiglieri e quindi a me stesso ovviamente, sono meno consentite a chi ha un approccio istituzionale, a chi ha una veste istituzionale. Cioè a chi fa il Presidente di Commissione, a chi fa l'Assessore, altrimenti lo sono anch'io Presidente di Commissione. Ho ancora sei mesi davanti, mi esercito anch'io in un campo che - guardate quanto è accaduto a Pinerolo nell'ultima settimana - è un'autostrada da percorrere.
Non c'è il collega Clement, perché sa bene che cos'è un affidamento di qualcosa che vale qualche milione di euro con una lettera scritta dall'Assessore, che è arrivata tre giorni prima alle società che potevano partecipare, ma di queste cose ci occuperemo in seguito, ovviamente senza investire la Commissione.
Fare il Presidente non vuol dire non essere più un Consigliere, ma se questo sarà il vezzo, lo useremo tutti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bellion, per fatto personale; ne ha facoltà.



BELLION Marco

Il collega Vignale ha toccato un aspetto sul quale ritengo di aver sempre prestato molta attenzione: la distinzione dei ruoli, legati alla carica di Presidente della Commissione, da quello dell'uomo politico.
È chiaro che nel momento in cui ci si reca presso una scuola che è stata duramente colpita dall'applicazione della riforma Gelmini, come tante altre scuole della nostra montagna - questo è un dato e non credo possa essere contestato da nessuno, né dal Presidente della Commissione né dai Consiglieri, basta frequentare queste realtà per rendersene conto - il fatto di aver precisato che l'atteggiamento del Governo in questo momento era un atteggiamento che appiattiva tutto, era una considerazione legata al fatto - ma questo lo avevamo sperimentato anche in passato - che la montagna veniva dimenticata. Era la riprova che la montagna veniva dimenticata.
Credo che dire queste parole come Presidente della Commissione non sia dimenticare di essere Presidente della Commissione. Il fatto di sottolineare un atteggiamento poco attento da parte delle istituzioni romane nei confronti della montagna, anche in termini di risorse economiche, mi pare sia solamente dire che da questo punto di vista dobbiamo - come ci è stato ricordato più volte ricordato a Roma - farcene carico noi come Regione, e questo è quanto è avvenuto dopo aver sentito anche l'Assessore Pentenero, che era a Roma a trattare la possibilità di avere meno tagli drastici a seguito di una riforma, in un territorio come quello piemontese, dove il 50% è costituito da montagna. Dopodich l'informativa di ieri dell'Assessore Pentenero (anzi, della dottoressa Salvan dell'Assessorato alla montagna, che in collaborazione con l'Assessorato all'istruzione, da anni, lavora sulla vicenda delle scuole di montagna) ha semplicemente confermato in peggio i dati di ieri, già preoccupanti. Magari, li verificheremo successivamente, in sede di discussione dell'ordine del giorno: credo sia bene affrontarli in quella sede. Pertanto respingo l'accusa di aver mescolato i due ruoli. Grazie.



PRESIDENTE

Collega Bellion, al di là del fatto personale, quanto ha riferito, vale anche come intervento?



BELLION Marco

Mi sono riservato di intervenire successivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Giorgio

In merito alla prima parte della relazione dell'Assessore, che riguarda il problema dei fondi destinati dall'Intesa di programma ad alcune sedi scolastiche della Provincia di Cuneo, credo che la Regione si sia comportata come si comporterebbe qualunque istituzione in una situazione in cui è necessario destinare fondi per risolvere un problema sociale di grande importanza. Ovviamente, i fondi bisogna attingerli da qualche parte questi sono stati attinti su impegni e capitoli non ancora spesi.
In precedenza, il Consigliere Dutto ha affermato che questi soldi non sono mai stati messi a disposizione della Provincia; ma anche se così fosse stato, l'Amministrazione provinciale di Cuneo non sarebbe stata in grado di spenderli. Personalmente, conosco bene la vicenda del liceo scientifico e dell'istituto magistrale di Mondovì (la più rilevante, perché da sola copre metà dell'importo): a gennaio di quest'anno non era ancora ben chiaro su quale edificio si dovesse intervenire. Questo lo sai anche tu...



(Commenti in aula)



FERRARIS Giorgio

Al di là delle esasperazioni, questo dato non deve essere vissuto come una cosa punitiva e meno che mai legata al fatto che il Presidente della Provincia sia della Lega; è successo anche per altre Province, con un Presidente di centrosinistra: non c'è alcuna motivazione che possa avere un riferimento di questo genere.
C'è stata un'incertezza legata anche a motivi oggettivi; ad esempio nel caso di Mondovì l'ultima sede identificata si è resa disponibile soltanto recentemente, quando è stato trasferito l'ospedale: non sarà colpa della Provincia, ma di sicuro non è colpa della Giunta regionale. In questo momento è chiarissimo che se oggi la Giunta regionale mettesse a disposizione i soldi in contanti, la Provincia non sarebbe in grado di spenderli, per alcune problematiche da risolvere.
Credo che la soluzione emersa dall'incontro tra la Presidente della Giunta regionale e la Presidente della Provincia riveli la grande disponibilità dell'Amministrazione ad intervenire sulle situazioni più importanti e più urgenti dal punto di vista della sicurezza, come quella del liceo di Mondovì e della caserma Musso di Saluzzo.
Seconda parte della comunicazione. Abbiamo la prova del fatto che tutte le discussioni sul maestro unico, sul grembiulino, eccetera, fossero solo di contorno alla sostanza: un taglio netto del numero degli insegnanti, una diminuzione della qualità dell'insegnamento.
Il collega Bellion ha già accennato al discorso delle scuole di montagna: sulle scuole di montagna la Regione da anni svolge un lavoro egregio. È chiaro che non siamo nella condizione in cui la Regione possa sostituirsi allo Stato nel pagamento degli insegnanti; questo non avrebbe alcun significato: è competenza dello Stato.
Anche il potere che ha la Regione sul dimensionamento scolastico viene messo in discussione. Nelle zone di montagna, al di là della chiusura di alcune scuole, abbiamo il problema consistente dell'aumento del numero delle pluriclassi, perché essendo aumentata la soglia d'età degli alunni abbiamo pluriclassi con 15/16 bambini, che riescono a dare una qualità di insegnamento discreta grazie all'integrazione della Regione. Anche chi non è nell'ambiente scolastico sa che insegnare in una pluriclasse è complicato, perché vi è un insegnante con diverse classi. Su questo c'è stato un impegno notevole (ieri ne abbiamo parlato in Commissione) che per non riesce a supplire e a completare il quadro delle carenze dal punto di vista degli organici.
Oltretutto, abbiamo visto che i tagli degli organici continueranno nei prossimi anni; da questo punto di vista, quindi, per le scuole di montagna e anche di collina dei paesi più isolati, o delle zone marginali si prospetta una situazione preoccupante: inevitabilmente porterà la chiusura di altre scuole e una diminuzione complessiva della qualità dell'insegnamento. Un ulteriore incentivo all'abbandono dei paesi nella zone di montagna, che già "tribulano".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Anche in quest'Aula la questione della scuola è stata trattata in modo prettamente strumentale. È vero, Assessore? Che ha passato molto tempo al telefono anziché ascoltare gli interventi dei suoi colleghi Consiglieri...
Perché la questione della scuola si è nuovamente dimostrata strumentale? L'Assessore, quando parlava dell'edilizia scolastica ricordava che si trattava in realtà soltanto delle riduzioni della Giunta Bresso alle Province. Successivamente, nella seconda fase della sua relazione, parlando della riforma Gelmini non ho sentito parlare di riduzione di organico, ma di tagli. Quindi, a seconda di come si vuole vedere l'identica questione si inducono due sostantivi: riduzioni e tagli.
L'altra questione che reputo strumentale è il comportamento dei sindacati: è semplice scendere in piazza contro la riforma Gelmini a fianco delle famiglie e degli studenti, ma non ho sentito nessuno del mondo sindacale chiedersi come mai la Giunta Bresso aveva provveduto a ridurre diciamo "ridurre" o preferisce "tagliare"? Per me è uguale - le assegnazioni delle risorse stabilite con le intese istituzionali degli anni passati.
Nella seconda parte della relazione del Ministro ho sentito numeri molto grandi, che poi, man mano, nella relazione dell'Assessore, si sono fatti più piccoli. Forse, perché si sta ridimensionando il problema del corpo dei docenti scolastici e del personale? Mi sembra che, rispetto a quanto diceva l'Assessore, si è in attesa di un'indicazione, reiterata per iscritto dal Ministro Gelmini che dia, effettivamente, indicazioni sul merito della questione. È stata sollevata una serie di polemiche sulla riduzione del personale: partita con numeri grandi, ma poi tra pensionamenti e interventi di sostegno non reintegrato, i numeri, alla fine, sono scesi drasticamente.
Tuttavia, è sulla prima parte della comunicazione dell'Assessore che si sofferma la mia attenzione. La settimana scorsa, unitamente ad altri colleghi, ho chiesto in quest'Aula che l'Assessore ci venisse a spiegare come mai erano stati operati tagli - o riduzioni - alle Province del Piemonte e, in particolare, alla Provincia di Cuneo.
Dagli interventi di alcuni colleghi sembra che il problema della scuola, da voi sempre sostenuto come problema sociale, oggi, di fatto venga meno. A fronte del problema sociale del mondo della scuola, si dice: "La coperta è corta", "Abbiamo ridotto gli stanziamenti all'edilizia scolastica e li abbiamo messi sul comparto-crisi".
È una scelta politica aver preferito gli ammortizzatori sociali all'emergenza della scuola, sulla quale tutti, indistintamente, ci "marciano" facendo addirittura dei cortei.
La Presidente Bresso ha assunto l'impegno di reintegrare parte delle risorse, sei milioni e 300 mila euro, in fase di assestamento di bilancio quasi fosse una cortesia, che io invece chiamo elemosina, rispetto ai chiari accordi istituzionali intercorsi fra i due Enti (uno del 14 giugno o ottobre 2006, l'altro di giugno o ottobre 2008). Un mio caro amico avvocato che, informalmente, si è occupato dei documenti che avete sottoscritto messe in atto le opportune verifiche, ha voluto dimostrarmi che alla Provincia di Cuneo sono stati tagliati sei milioni e 300 mila euro.
Possiamo girare la frittata come vogliamo, ma sono stati tagliati sei milioni e 300 mila euro.
Se qualche collega di maggioranza della Provincia di Cuneo, per ordine di scuderia, si è prestato a non occuparsi del mondo della scuola in riferimento all'edilizia scolastica, lo posso anche capire. Tuttavia ricordo loro che non bisogna solo stare in maggioranza e sostenere la Giunta quando le cose vanno bene, ma anche quando si ha un'opinione contraria; soprattutto quando si partecipa a cortei e a riunioni nel mondo della scuola solo per parlare male della riforma Gelmini. Non si ha il coraggio di dire "anche noi stiamo difettando perché, rispetto alla legge regionale che abbiamo approvato" - quella che richiamava il Consigliere Vignale - "dei 30 milioni di euro, ne abbiamo tagliati sei". Ma queste cose non sono dette. Lo posso capire: non lo comprendo, ma posso capire.
Sull'elemosina che la Presidente Bresso farà in fase di assestamento qualche briciola per farci rimanere in silenzio - le posso dire, cara Assessore, che noi non siamo assolutamente d'accordo. Sarebbe opportuno forse, aprire un altro tavolo di confronto e fare in modo che si trovino le risorse necessarie per ridare a Cuneo quello che apparteneva a Cuneo. Non si chiede niente di più.
Ho apprezzato molto che quell'Intesa sottoscritta nel 2006 e reiterata nel 2008, concedesse delle risorse alle Province piemontesi - al di là del loro colore politico, così come fa una buona Amministrazione - proprio sul settore dell'edilizia scolastica: sulla manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole. Non è un problema sociale, questo? No! "La coperta è corta"; parliamo di riduzioni, verifichiamo dov'è possibile togliere o tagliare, e collochiamo le risorse da un'altra parte.
Non siamo nelle condizioni di trovare, all'interno del nostro bilancio risorse necessarie per gli ammortizzatori sociali; quindi, cerchiamo di "girare intorno alla torta", di rimescolare nella pentola e di trovare attraverso l'edilizia scolastica, il modo per carpire risorse e portarle altrove.
Questo non lo ritengo corretto; mi si deve spiegare, meglio, si dovrebbe spiegare al mio avvocato, un amministrativista, come mai l'Intesa del 2008 rivela che il Piano triennale parte dal 2008. Mi pare che la Provincia di Cuneo abbia tutti i requisiti per lavori che, ovviamente programmerà con un'attenta riorganizzazione dei sei milioni e 300 mila complessivi che la Provincia di Cuneo continua a dire di aspettarsi.
I Consiglieri regionali di maggioranza si comportino come meglio credono; facciano finta che nulla sia successo, ma questa cosa non è passata inosservata nel mondo della scuola in Provincia di Cuneo. Pensiamo forse, che i giovani abbiano portato il cervello all'ammasso e che le famiglie siano un branco di deficienti che quando si fanno i cortei scendono serenamente in piazza facendo finta di credere che quanto viene detto loro sia vero? Forse il mondo è un po' cambiato, anche nel mondo della scuola. L'intelligenza straordinaria del popolo italiano vi ha dimostrato che, anche per il mondo della scuola, vi hanno mandato a casa.
Dunque, se si cambia mentalità e approccio e si discute della scuola non in modo strumentale, forse qualche ragionamento comune potremmo farlo altrimenti continuiamo a parlare solo perché uno sta da una parte e l'altro dall'altra di quest'aula.



PRESIDENTE

Consigliere Toselli, le segnalo che è un minuto oltre. La ringrazio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Effettivamente, molte delle argomentazioni sollevate dai colleghi che mi hanno preceduto potrebbero riassumere le motivazioni che spingevano il sottoscritto a voler intervenire.
Si possono dire tantissime cose sull'argomento; tra l'altro giustamente, il Consigliere Chieppa ha chiesto, in chiusura delle comunicazioni, la discussione dell'ordine del giorno che mi riprometto di leggere e giudicare in modo assolutamente non partitico.
Posso dire di essere stato fra coloro che, a suo tempo, quando è stata proposta la "riforma Gelmini" è andato a difendere sul territorio, non solo torinese, il modello di riforma proposto anche in base a tutta una serie di cose non vere che erano state usate in campagna elettorale.
Mi ricordo, e posso dirlo senza paura di essere smentito, che molti di coloro che oggi si scaldano - anche da questa parte dell'aula - a difesa del modello Gelmini, in allora sparivano. Ricordo invece molto bene che insieme al sottoscritto, a difendere il provvedimento del Governo c'erano gli amici della Lega (ricordo almeno in due occasioni il collega Novero), a volte del Consiglio regionale, a volte del Consiglio provinciale, a volte del Consiglio comunale che, puntualmente, difendeva quella che all'epoca era la cosiddetta "riforma Gelmini".
Molti di coloro che oggi si scandalizzano noi non li abbiamo visti nelle aule in cui hanno avuto luogo i dibattiti pubblici, quando c'erano le famiglie arrabbiate, perché si metteva in dubbio il tempo pieno, le piccole scuole, le piccole classi di montagne e via discorrendo. Molti di quanti oggi sono pronti a ergere il bandierone della libertà della riforma Gelmini all'epoca non c'erano, ma, Presidente, chiudiamo questa piccola polemica.
Io c'ero, ma un pochino sono pentito, non tanto sul provvedimento, ma su quelli successivi che sono stati collegati alla riforma Gelmini.
Non ultimo, Presidente - il mio è un atto di denuncia - richiamo le dichiarazioni del Ministro Gelmini contro gli insegnanti che - poveracci cattivoni, cattivoni - osano fare politica! Come? Secondo il Ministro Gelmini chi fa l'insegnante non può candidarsi ad alcuna carica elettiva e non ha diritto a partecipare all'amministrazione della cosa pubblica come tutti gli altri cittadini, quasi fossero sub-umani o cittadini di serie B che perdono, solo perché fanno gli insegnanti, i loro diritti politici! È di una gravità allucinante! Spero che il collega Chieppa l'abbia inserita - se non l'ha fatto, vi provveda ora - nell'ordine del giorno che ha presentato, perché tale dichiarazione va assolutamente censurata da parte di questo emiciclo e degli altri emicicli parlamentari della nostra Italia, ma stiamo scherzando? Perché io che faccio l'insegnante non posso fare politica, non posso candidarmi in un Comune, in una Circoscrizione o nella Comunità montana, non posso fare il Consigliere regionale? Qual è la motivazione? Questa è una bestemmia civile allucinante, che è passata nell'indifferenza totale, ma penso rimarrà lettera morta, essendo talmente tanti - vivaddio! - gli insegnanti che partecipano alla cosa pubblica anche nell'ambito del centrodestra e della Lega. Conosco eletti a livelli anche importanti della Lega, che sono Consiglieri comunali e Assessori, che giustamente hanno il diritto di contribuire, con le loro conoscenze e la loro maturità tecnico-scientifica, all'esercizio e alla gestione della cosa pubblica. Magari il Ministro Gelmini è stato frainteso, i giornalisti volevano significare altro, ma il messaggio uscito è stato assolutamente devastante.
Nella fattispecie della comunicazione richiesta - occorre darne atto dal collega Toselli, che solo poco fa ha potuto svolgere la sua relazione al riguardo, sono preoccupato delle presunte, in questo caso, promesse mancate. Lo ha ricordato il collega Dutto: le poste di bilancio non sono mai state iscritte, né sono stati mai impegnati quei soldi, di cui giustamente, adesso la nuova Presidente della Provincia lamenta la mancanza.
Questa azione, dal punto di vista formale, in effetti, è ineccepibile: si decide di fare questa cosa insieme e che verranno dati i fondi per risolvere questi problemi nell'edilizia scolastica - in particolare, come mi ricordava il collega Dutto, per quanto riguarda la sicurezza, quindi, di fatto, gli adeguamenti di legge - ma poi cambiano le condizioni politiche e nessuno ha più voglia di farlo. Maliziosamente, i colleghi mi ricordano che, effettivamente, magari le condizioni politiche cambiate non sono di natura istituzionale o economica o di bilancio, ma sono di natura politica perché è cambiato il colore politico della Giunta.
Siccome non mi sembra che sia l'unica Giunta provinciale in Piemonte ad aver cambiato colore politico nell'ultima tornata elettorale, a questo punto, chiedo all'Assessore se per le stesse problematiche ed esigenze quindi le stesse richieste, da una parte, le promesse e, dall'altra evidentemente, un cambio di destinazione d'uso dei fondi promessi, sia avvenuto anche in altre Province.
Certo, la situazione nella Provincia di Cuneo è particolarmente parcellizzata, forse lì c'era una maggiore necessità di fondi rispetto ad altre realtà, però immagino che fondi e adeguamenti, soprattutto sulla sicurezza, per l'edilizia scolastica siano stati richiesti anche da altre Province che, più o meno indirettamente, all'epoca erano governate da maggioranze di centrosinistra - non tutte, ma buona parte.
In ordine a questo comportamento, che non giudico eccessivamente dannoso, mi rendo conto che i colleghi cuneesi si risentono particolarmente, ma sono scelte politiche, le quali si pagano in sede politica; nella fattispecie, avendo di fronte una importante consultazione elettorale, quale occasione migliore - colleghi Dutto, Toselli e Cirio per utilizzarlo nella prossima campagna elettorale! Quale Consigliere regionale che si occupa di tutta la Regione, mi chiedo se anche nelle altre Province, Assessore, si sono verificati casi analoghi, in che funzione, con quale percentuale rispetto alla Provincia di Cuneo e se, come penso, sia stato generalizzato indipendentemente dal colore politico che, nella fattispecie, la Provincia riveste in questo momento.
Immagino che sia così, magari lei ci dirà che lo avete fatto solo casualmente nelle Province in cui ha vinto il centrodestra; magari, anche lì ci sarà una risposta politica. Spero che le stesse promesse non siano state mantenute anche sulla Provincia di Alessandria - vedo l'amico Cavallera - dove c'era una Giunta di centrosinistra, così come adesso.
Voglio capire se, invece, lì, i fondi promessi sono rimasti inalterati oppure se si è verificata un'altra situazione, analoga a quella riscontrata nella Provincia di Cuneo e spero anche nelle altre Province.
Assessore, è ovvio che questo renderebbe il tutto un peccato veniale che evidentemente necessita di una risposta in sede politica. Comunque è un peccato, perché difficilmente le Amministrazioni provinciali potrebbero continuare ad operare bene con promesse non mantenute, soprattutto in un campo importante e fondamentale quale quello della sicurezza e dell'edilizia scolastica, che per il futuro della nostra generazione è di importanza prioritaria.
Grazie, Presidente e Assessore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Giovine.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Prima di entrare nel merito delle due questioni, pongo due problemi di metodo.
In primo luogo, ieri, in III Commissione, c'è stata semplicemente una comunicazione da parte di un funzionario dell'Assessorato, che ci ha fornito i dati sulle scuole di montagna e quelli sulla spesa che l'Assessorato ha effettuato in questi anni. Avendo a disposizione i dati tutta la Commissione ha convenuto che se ne sarebbe discusso oggi, in quanto doveva svolgersi la comunicazione dell'Assessore.
La comunicazione dell'Assessore non avviene solo per sua volontà, ma a seguito di un'esplicita richiesta formulata dai Capigruppo nella Commissione, che ha chiesto all'Assessorato di venire a riferire soprattutto sullo stato dei numeri della scuola in Piemonte. Fatte queste premesse sull'edilizia scolastica, non intendo entrare nel merito della vicenda della Provincia di Cuneo. Mi limiterò a due semplici considerazioni.
La prima - continuerò a parlarne fintanto che avrò occasione di discutere di edilizia scolastica - si riferisce al fatto che nella nostra Regione ci sono 38 Comuni inseriti in fasce sismica 2, le cui scuole finora non sono state oggetto di alcun tipo di intervento. Io continuo a ritenere che questa sia una priorità sulla quale bisognerebbe intervenire, anche se credo - l'ho già detto altre volte - che questa competenza non possa essere esclusivamente di carattere regionale, ma debba essere una competenza che lo Stato, insieme alla Regione e ai Comuni, cerca in qualche modo di affrontare.
In secondo luogo, come giustamente ricordava il collega Vignale, quando si è "costruita" e poi votata la legge sul diritto allo studio, il tema dell'edilizia scolastica è stato largamente condiviso da quest'Aula. E quando si ragiona su tali argomenti, non si possono tenere dei comportamenti difformi rispetto alle affermazioni fatte: se noi abbiamo inserito nella nostra legge sul diritto allo studio 30 milioni annui per l'edilizia scolastica, pur essendo l'edilizia scolastica non una competenza di carattere regionale, è perché riteniamo - credo di poterlo dire in maniera condivisa - che sia una situazione tra virgolette emergenziale, e che in qualche modo debba essere affrontata.
Credo, quindi, che su questa partita, in sede di assestamento di bilancio, dovremmo fare assieme le opportuno verifiche per capire se quello stanziamento previsto dalla legge rimane confermato anche per quest'anno.
Ringrazio comunque l'Assessore Pentenero per la sua comunicazione e mi auguro, come già richiesto da altri colleghi, che possa fornirci i dati da lei evidenziati nella sua relazione, anche per approfondire tutta una serie di ragionamenti.
È del tutto evidente che dalla fotografia che viene scattata emerge una situazione molto molto preoccupante (non me ne voglia il collega Toselli!) una situazione per molti versi disastrosa, almeno sotto due versanti: il primo riguarda senz'altro la situazione occupazionale.
Da questi dati si evince in maniera chiara - ho cercato di fare i conti a memoria, per cui potrò sbagliare di qualche centinaia di unità, non so se in più o in meno - che sono oltre 2.000 i posti di lavoro in meno nella nostra Regione. Poi ci si potrà preoccupare o meno, sarà un dato che potremo ancora verificare, ma non ci sono molti altri elementi da valutare: stiamo aspettando il decreto sul contratto di solidarietà dei precari chiamiamolo così, o cassa integrazione se preferiamo. Ma i numeri, alla fine, sono quelli. Questo è un primo dato.
In una situazione di crisi drammatica, agli attuali disoccupati cassaintegrati o in mobilità - coloro che stanno pagando prezzi pesantissimi a causa di questa crisi - noi andiamo ad aggiungere altri 2.000 lavoratori, come minimo. Credo che questo sia il primo dato che ci debba far riflettere.
Non credo, poi, che la scuola pubblica debba essere intesa come "assistenzialismo", sia ben chiaro. Credo, piuttosto, che l'investimento fatto sul settore scolastico sia sempre in positivo. Tutte le discussioni a livello internazionale, anche di carattere economico, concordano nel sottolineare che investire sullo studio e migliorare il livello di formazione dei nostri giovani è una garanzia per il futuro, in qualsiasi modo lo si voglia vedere.
Quello che sta succedendo oggi va chiaramente nella direzione opposta.
E non sono strumentalizzazioni; sono dati concreti, questioni che tocchiamo con mano tutti i giorni e che dobbiamo avere il coraggio di approfondire.
Purtroppo, alla fine, questo taglio (o riduzione, non mi spavento dei termini usati) si riversa soprattutto sulle situazioni di maggior criticità: chi è che paga in maniera più pesante questa situazione? Come dicevano già altri colleghi, le pagano le scuole di montagna.
Lo stanziamento dell'anno scorso sulle scuole di montagna, pari a 1.322.000 euro, quest'anno anziché coprire un po' di pluriclassi o aumentare l'offerta formativa per sostenere corsi di lingue o quant'altro rischia di andare tutto verso un'unica direzione, ossia per sopperire un pezzettino di quei tagli che sono stati fatti.
Veniamo, poi, alla questione dei disabili. Credo che nessuno intenda strumentalizzare la questione, ma abbiamo sentito il dato fornito dall'Assessore? Risultano 600 ragazzi certificati in più nelle nostre scuole. Noi sappiamo che la certificazione della legge n. 104 non è cosa che si ottiene andando dal primo tabaccaio o giornalaio! Anzi, in molti casi sono le stesse famiglie che non la richiedono, perché prefigura un certo percorso di vita per quel figlio. Qualcosa come 600 ragazzi certificati in più e non c'è un insegnante in più? Gli insegnanti sono quelli dell'anno scorso, questo è il dato.
Io non voglio strumentalizzare la questione, ma mercoledì scorso è stata pubblicata su La Stampa la lettera di un genitore di una ragazzina disabile gravissima: andate a leggerla, e vedrete che cosa significa! Questa situazione si va a sommare a quella sollevata dall'Assessore: il tempo pieno non è stato toccato. Laddove le nostre scuole, grazie anche al grande impegno dei dirigenti scolastici e degli insegnanti, riuscivano a coprire un orario scolastico superiore alle 30 ore, utilizzando le classi a modulo, ora stanno scendendo in maniera drammatica: stiamo arrivando, in tantissime situazioni, a 27 ore e mezza. A tal riguardo, le soluzioni possono essere soltanto due: alcuni ragazzi potranno tornare a casa - chi avrà la fortuna di avere qualcuno che li può guardare - sicuramente a scapito della didattica, dello studio e della socializzazione; altri invece, rimarranno a scuola, laddove i Comuni riusciranno ad organizzare dei servizi integrativi, che non saranno, però, gratuiti! Vi è , poi, la questione legata alla sicurezza. Chi ha fatto l'amministratore in Comune e si è occupato, in particolare, di istruzione sa quante carenze presentano le nostre scuole dal punto di vista strutturale e dal punto di vista delle norme sulla sicurezza. Sa anche che molte volte le classi vengono fatte col bilancino: quella classe, con quei metri quadri, può ospitare solo 18 o 21 ragazzi, quindi magari inserisco l'handicap...
Questi rapporti stanno saltando tutti! In molte situazioni, vi sono classi (soprattutto nelle scuole medie e superiori) di 30, 31 o 32 ragazzi.
Senza discutere, poi, quello che può essere il rapporto di carattere pedagogico, di carattere educativo o di istruzione.
Credo che tale situazione non sia per nulla strumentale. È una situazione che, purtroppo, per larghi versi, avevamo previsto. È una situazione che, purtroppo, ci darà - e continuerà a crearci - nei prossimi giorni, nelle prossime settimane e nei prossimi anni notevoli problemi.
Ritengo estremamente importante che questo Consiglio regionale si pronunci con un ordine del giorno su questa vicenda, così come è estremamente importante il lavoro svolto dall'Assessorato sinora, in stretta collaborazione con il MIUR, perché l'Assessore.



PRESIDENTE

Collega, mi scusi.



CLEMENT Gian Piero

Ho finito. L'Assessore, in qualche momento, può anche avere ecceduto dal punto di vista della polemica, e a questo va il mio plauso, ma sicuramente ha mantenuto in tutti questi mesi (credo possa essere confermato da tutti) un livello di collaborazione molto stretto con il MIUR, che è la rappresentanza del Ministero nei nostri territori.
Ritengo che questo lavoro debba continuare, soprattutto sul versante dei lavoratori precari, dove penso possano esserci delle opportunità di intervento anche per noi, come Regione. Dobbiamo cercare di far procedere insieme le due cose; la cassa integrazione - passatemi il concetto - sarà messa in pista dal Governo, con eventuali risorse, non per lasciare gli insegnanti a casa o per farli sentire dei cassaintegrati in giro per il mondo, ma perché questi insegnanti possano tornare nelle nostre scuole rispondendo a quei problemi che ho cercato di individuare (le scuole di montagna, i disabili, la dispersione scolastica).
Ritengo che si debba lavorare in questa direzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Presidente Placido, avrei dieci minuti; conto di impiegarne tre.



PRESIDENTE

Così ci fa recuperare lo sforamento del collega Clement e di qualche altro Consigliere.



LEO Giampiero

Presidente, vorrei fare delle proposte. Ho detto tre minuti, anche perch di questi tre, mezzo minuto lo recupero sull'intervento di prima, quando non ho potuto intervenire sulla vicenda, precedente per permettere al Consiglio di andare avanti. Alla fine, dunque, recupero mezzo minuto.
Ho ascoltato i diversi interventi, quello del bravo ed esperto collega Vignale, ma soprattutto quello del collega Clement,: a parte il giudizio sulla Giunta, non sull'Assessore, ma sulle politiche complessive della Giunta, che ovviamente ci vedono divisi, quello che il collega ha detto è molto importante e positivo. Intendo nel senso che quella della scuola è veramente un'emergenza enorme, che bisogna affrontare con lo stesso spirito con il quale abbiamo affrontato la vicenda della legge sul diritto allo studio.
C'è proprio una convergenza tra le varie esigenze, a parte le dichiarazioni fatte in campagna elettorale. Alcuni colleghi hanno fatto un grande sacrificio per permettere ad una legge, complessivamente molto buona, di andare avanti - mi pare che sia quello lo spirito - fermo restando che tutto quello che ha dichiarato il collega Vignale, come sempre, è assolutamente molto ben detto.
Pertanto, quali proposte formulo? La prima: chiedo all'Assessore Pentenero la cortesia di farci avere, se esiste - esisterà senz'altro, ma nella forma più completa - un parere della Conferenza Stato-Regioni, in materia di istruzione. Lo chiedo, essendoci un coordinamento delle varie Regioni; a suo tempo, per esempio, la Lombardia o il Piemonte hanno lavorato molto bene su questo, anche quando si trattava di contrastare il Ministro Moratti.
Pertanto, desidererei un documento della Conferenza Stato-Regioni e del coordinamento degli Assessorati all'istruzione. Non ricordo chi è adesso il coordinatore, se ce lo vuole dire.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

Il Lazio.



LEO Giampiero

Il Lazio coordina, ai nostri tempi faceva parte del gruppo ristretto la Regione Piemonte, che si muoveva comunque benissimo; so quanto Lei si impegna per partecipare, a differenza di altri colleghi che i coordinamenti nazionali li snobbano un pochino. Ma non ne faccio questione adesso.
Infine, sarebbe utile un lavoro di istruttoria, facendoci partecipi dei dati del MIUR e, se è il caso, riascoltando in Commissione quei tre-quattro soggetti - il MIUR ci interessa ascoltarlo anche direttamente - che ci possano dare indicazioni.
Presidente, ho terminato l'intervento sulla scuola.
Adesso, mezzo minuto, solo perché non sono potuto intervenire prima sulle vicende dell'Afghanistan. Mi riconosco con ammirazione - io sono infinitamente meno autorevole - nelle parole che sia il Santo Padre sia il Presidente Napolitano hanno espresso sulle vicende occorse recentemente in Afghanistan. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio.
La parola al Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elio

Non interverrò in merito alla discussione generale sulla scuola, perch non ho competenze specifiche.
Sulla questione attinente alla prima parte della relazione dell'Assessore, riguardo alla riduzione di 6.300.000 di euro della disponibilità per la Provincia di Cuneo e i fondi a suo tempo pattuiti per l'intesa istituzionale, intendo aggiungere qualcosa rispetto a quanto detto dai colleghi, perché ho avuto l'occasione di vivere in diretta la vicenda come Consigliere regionale e provinciale.
Se i colleghi del centrodestra, in particolare il collega Toselli, che oggi si sono fatti carico di denunciare la questione, dicendo che sono stati sottratti dei fondi, ecc., vanno a vedere bene le pratiche, si renderanno conto che, purtroppo, in questa occasione, il fatto di essere cuneesi non ci ha fatto particolarmente ben figurare, premesso che si trattava di un'intesa e che in quest'intesa non si assumevano impegni di rilevanza di contratto. I contraenti, in questo caso, si impegnano a collaborare sulla base di una ricognizione programmatica delle risorse finanziarie disponibili dei soggetti interessati a delle procedure amministrative, per la realizzazione del Piano pluriennale di interventi di interesse comune o funzionalmente collegati.
C'era una scadenza di tre anni, quando si firmò l'impegno, il 13 ottobre 2006. Questa scadenza, peraltro, venne ricordata in una lettera della Presidente, dove si segnalava che, in assenza di Accordi di Programma, atti cioè che assumono un valore contrattuale, rispetto alla semplice intesa, entro l'esercizio 2008 i fondi accantonati sarebbero stati destinati ad altri interventi.
È vero che nel 2008 si arrivò a discutere di una parziale riformulazione e di un'integrazione dell'Accordo di Programma, perché la Provincia di Cuneo aveva inserito, sulla parte della viabilità, delle opere che erano già altrimenti finanziate e su questo c'è stata una lunghissima discussione. Si erano inseriti anche altri interventi, però la parte attinente alla scuola non ha subito modifiche e i ritardi sono veramente da imputarsi alla totale incapacità, da parte della Giunta provinciale e degli Uffici dei Comuni interessati, di arrivare ad una definizione.
La totale incapacità è dimostrata, ad esempio, dal fatto che uno dei quattro, che non è in questo momento tra quelli che verranno riproposti (due mi pare che possono trovare una ridefinizione, sono anche quelli più sostanziali, da oltre 2.000.000 e rotti di euro cadauno - parlo del Liceo scientifico "Vasco" di Mondovì e della caserma "Musso" di Saluzzo), quello relativo al recupero del fabbricato della stazione ferroviaria, per istituire a parte un corso di carattere alberghiero, questo contraente era con la Regione e la Provincia, il Comune di Barge, e la documentazione attestante il cofinanziamento del Comune di Barge, cioè la quota a carico del Comune di Barge, è pervenuta a mezzo fax il 14 settembre 2009.
Per quanto attiene alle tempistiche della Provincia, pur essendo stato ricordato, a chi doveva procedere nella stipula degli Accordi di Programma che c'era questa scadenza, il responsabile del procedimento è stato indicato (visto che l'accordo era stato firmato il 13 ottobre 2006, in tempi che io non ritengo particolarmente brevi) il 22 luglio 2008; e la pubblicazione sul BUR (visto che la nomina del responsabile del provvedimento deve essere pubblicata sul BUR) è avvenuta il 22 gennaio 2009! Per la pubblicazione sul Bollettino è stato necessario aspettare da luglio a gennaio, dopo tre anni di attesa e in un momento di crisi come l'attuale! Non si è riusciti ad attivare le risorse: è bene che ognuno sia messo di fronte alle proprie responsabilità.
Io, come Consigliere della Provincia di Cuneo e come cittadino, che ritiene che tutte le scuole debbano essere mantenute non solo in piena sicurezza, ma anche in modo adeguato, affinché i nostri giovani, insegnanti e personale addetto possano lavorare e vivere in contesti adeguati e in strutture degne delle attività che vi si svolgono, ritengo sia stato un bene, almeno per i due casi con maggiori problemi di sicurezza, che da parte della Presidente ci sia stato l'impegno a stabilire che vadano utilizzate nuove risorse.
Speriamo che l'Amministrazione provinciale di Cuneo questa volta non aspetti, di nuovo, anni per presentare i progetti o per fruire di queste risorse! A Mondovì il Liceo "G. Vasco" cambia sede ogni anno! Ad ogni discussione della situazione si decideva una sede diversa.
Diventa difficile affrontare una programmazione triennale se, per un'opera così impegnativa come la rilocalizzazione di una scuola, si cambia idea ogni pochi mesi o una volta all'anno.
Mi auguro che noi cuneesi, che a volte ci prestiamo ad essere presi in giro, questa volta non si perda l'opportunità di utilizzare questi fondi: sarebbe un'ulteriore presa in giro, visto che ci mettiamo anni a decidere interventi pur utili ed essenziali.
Non è possibile chiedere risorse, con un'Intesa di programma, per il finanziamento di opere che vanno messe in sicurezza per poi non riuscire nel giro di alcuni anni, a stabilire su quale struttura intervenire e con quale modalità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Si stanno delineando ruoli anche comprensibili dato il tema del quale stiamo trattando. Io ricondurrei questa vicenda, come ha fatto il collega Rabino, che resosi conto...



PRESIDENTE

Collega Casoni, non abbiamo capito chi disturba chi. Se è il Consigliere Dutto a disturbare il Consigliere Rabino o viceversa. È cosa cuneese, presumo, quindi lei dovrebbe capire, perché c'è un asse cuneese "Casoni-Dutto-Rabino".



CASONI William

Un conto è quanto si dice in quest'aula, altro quanto si dice sul territorio: è chiaro che è stato compiuto un torto di carattere politico.
Il territorio ha perfettamente compreso la natura di tale torto, tant'è vero che il Consigliere Rabino ha detto che, probabilmente, la vicenda non è stata seguita bene.
In fase di assestamento sarà nostra cura ripristinare questi fondi: fra tutti i fondi destinati all'edilizia scolastica sfido chiunque a dire quali siano quelli oggi imputabili a progetti realmente cantierabili. Non mi riferisco soltanto a quelli dell'Assessore Pentenero, ma a quelli dell'intero Ente Regione. È vero: abbiamo firmato l'anno scorso, due anni fa, tre anni fa; ma se questo è il metodo andiamo a fare una verifica sui 35 milioni dati alla FIAT per l'acquisto dei terreni di Mirafiori, dove ad oggi avrebbero dovuto esserci le rilocalizzazioni di aziende industriali.
Sono state realizzate? No. Allora chiediamo indietro i 35 milioni di euro alla FIAT, recuperiamo quei fondi! Su quanti progetti delle Amministrazioni locali non giunti alla cantierabilità, i fondi sono ancora assegnati? Sarebbe stato meglio dire che in Piemonte molti interventi nell'edilizia scolastica non procedono e magari, che ce ne sarà stato uno nella Provincia di Cuneo, uno nella Provincia di Torino o un altro nella Provincia di Biella. È possibile che tutte le altre Province abbiano progetti cantierabili e che la Provincia di Cuneo non ne abbia neanche uno? Questo concetto, evidentemente, non sta in piedi ed è stato dimostrato.
Dico a quei colleghi, anche di maggioranza, della Provincia di Cuneo che hanno assunto posizioni diverse - che rispetto - che do credito a quanto ha detto il collega Rabino: rimetteremo questi fondi in assestamento.



(Commenti in aula)



CASONI William

Avevo letto i tuoi comunicati stampa in cui sostenevi questo.



PRESIDENTE

Colleghi, scusate, non vorrei disturbare il Consiglio provinciale di Cuneo, ma vi riporterei al Consiglio regionale!



CASONI William

È molto importante questo fatto, perché denota quanto non si pu nascondere: è stato fatto un torto politico: molti Consiglieri di maggioranza sanno - fra sé e sé - che questo è quanto è successo, ma esternamente ognuno tiene le proprie posizioni differenziate, per "tenere botta" sul territorio. Di fatto, è parso come una sorta di punizione verso un'Amministrazione provinciale di un certo colore politico.
Dico semplicemente quanto si pensa in Provincia di Cuneo: Torino deve sistemare gli affari suoi e prende i soldi dalla Provincia di Cuneo per sistemarli! Questo è quanto il 90% dei cuneesi...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega, quindi non c'è solo "Roma ladrona", ma anche "Torino ladrona". Questo è un inedito!



CASONI William

Ripeto, si potevano togliere i soldi in maniera più elegante, perché la motivazione data non sta in piedi: tutti sappiamo che l'ex Presidente Costa (persona molto precisa, che raccoglie documenti, biglietti, eccetera) sta preparando un bel dossier che renderà pubblico sul suo giornale Il Duemila in tutta la Provincia di Cuneo, per far capire che la cosa è stata manipolata in altro modo rispetto alle finalità con le quali è stata giustificata.
Ripeto, presenteremo un emendamento in fase di assestamento per il ripristino di questi fondi. Saremo lieti di accogliere la prima firma del Consigliere Rabino, che era d'accordo sul ripristino di questi fondi in assestamento. Quindi, oltre a presentare un emendamento faremo una battaglia in sede di assestamento.
Dunque, o si rivede questa norma o si compie un esame di tutte le procedure appaltabili di questa regione non arrivate a esecutività chiedendo di ritirare i fondi relativi a quelle opere. Il metro deve essere uguale per tutti! Chiedo a tutti gli Assessori (all'Assessore Borioli, all'Assessore Taricco e agli altri) di ritirare i finanziamenti assegnati per l'anno in corso non ancora impegnati. Chiedo di ritirarli e non di prorogarli al 2010: verifichiamo quanti progetti finanziati abbiano effettivamente rispettato i tempi previsti nei piani di programma, nei piani annuali, nei piani biennali, o triennali.
Tutti noi, che abbiamo amministrato, sappiamo bene che si può fare una cernita, ma non la si può fare affermando che in sette Province funziona tutto perfettamente, e in una non ha funzionato niente. Almeno, si poteva agire in maniera più elegante.
C'è un paio di interventi da realizzare da più vecchia data, come diceva il Consigliere Rostagno: s'intervenga su quelli. Non si possono prendere tutti i finanziamenti per l'edilizia scolastica in quella Provincia per utilizzarli in altre Province. La giustificazione è stata che si dovevano utilizzare quei soldi a Torino, per l'emergenza-crisi torinese.
È una giustificazione legittima; allora si dica "abbiamo tolto - ed è quello che è stato capito - dei soldi ad una Provincia e li abbiamo trasferiti su Torino". Probabilmente quella Provincia si chiederà come mai solo a lei, e non anche ad altre. Ricordo che la Regione Piemonte è composta da tante Province.
Organizziamo un confronto aperto tra l'ex Presidente Costa, l'attuale Presidente Gancia e l'Assessore Pentenero e verifichiamo chi ha sbagliato.
L'ex Presidente Costa è noto per essere persona molto meticolosa e molto attenta a tali questioni. A noi è pervenuto un dossier di passaggi precisi che nei prossimi giorni sarà anche pubblicato - di domande della Provincia di Cuneo alla Regione, di richieste di autorizzazione e quant'altro, alle quali non è stata data risposta. Se ci sono dei ritardi verifichiamo a chi sono attribuibili! Senza piangerci addosso, si tratta di ripristinare una situazione di equità regionale - così la chiamo. Faccio appello agli Assessori cuneesi.
Se c'è un problema di reperimento di risorse, si faccia fronte ragionando all'interno della Giunta sui possibili risparmi nei vari interventi, nelle varie situazioni. Non si vada a colpire una Provincia o settore che non lo merita. Sono convinto che la situazione di Cuneo non è molto diversa da quella di Alba e provincia, compresa Torino stessa.
Noi chiederemo, legittimamente, che ci sia dimostrato che tutti gli altri interventi siano perfettamente in linea, perfettamente attivabili da domani.
Concludo dicendo che in sede di assestamento di bilancio solleveremo nuovamente il problema e se quei fondi non saranno ripristinati difficilmente l'assestamento della Regione passerà.



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rabino; ne ha facoltà.



RABINO Mariano

Vorrei precisare al Consigliere Casoni che non sono intervenuto né per iscritto né oralmente, in alcuna sede, nelle ultime quattro settimane, sul tema dell'edilizia scolastica in Provincia di Cuneo. L'unico intervento è stato in sede di assestamento di bilancio, relativamente ai fondi per le Pro Loco.
Probabilmente il Consigliere Casoni mi confonde con qualche altro collega. Poiché ho avuto l'onore di essere stato più volte citato dal Consigliere Casoni, voglio precisare che sul tema non ho pronunciato alcunché.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie, Presidente.
Non intendo intervenire sulla questione relativa alla Provincia di Cuneo, oggi protagonista dei lavori del Consiglio: protagonista questa mattina, protagonista questo pomeriggio. Non so se ci sia un collegamento tra le questioni di cui abbiamo parlato questa mattina e quelle del pomeriggio, lo ignoro; mi limito a prendere atto che oggi la Provincia di Cuneo è stata protagonista.
Mi riferisco, invece, alla seconda parte della relazione dell'Assessore. Non intendo intervenire, lo dico al Consigliere Vignale e ad altri Consiglieri, contro la "Riforma Gelmini", per il semplice fatto che non è una riforma.
Intendo intervenire contro i provvedimenti del Ministro Gelmini.
Chiamare questi provvedimenti "riforma", significa dare loro una dignità pari alla riforma della Scuola Media del Ministro Gentile. Insomma, momenti importanti della vita scolastica e culturale del nostro Paese.
Non di questo si tratta. Si tratta di un'operazione che, utilizzando il consenso nell'opinione pubblica - leggiamo anche noi i sondaggi pubblicati le risposte che danno i cittadini alle interviste, le telefonate che giungono ai programmi televisivi - ha, in realtà, costituito solo ed esclusivamente un intervento di riduzione drastica della spesa che, con altre parole, normalmente, si usa definire "taglio", senza alcun interesse alle vicende della scuola.
Siamo consapevoli che con un bilancio della pubblica istruzione costituito per oltre il 97% da stipendi, un'operazione di controllo della spesa fosse necessaria. Del resto, l'allora Ministro Fioroni era intervenuto con una proposta di progressiva riduzione della spesa attraverso un'opera di migliore distribuzione dell'offerta e di razionalizzazione, con l'impegno per cui ogni intervento di riduzione della spesa per stipendi, corrispondesse immediatamente ad un aumento della spesa per aggiornamento, per formazione e qualità.
Questo non è avvenuto con il Governo di centrodestra, poiché la riduzione della spesa per gli stipendi degli insegnanti e degli operatori scolastici non è al momento - lo sarà forse fra tre anni - all'interno del bilancio dell'istruzione. Sono risorse veramente sottratte al sistema di istruzione del nostro Paese.
Se è vero che quantità non equivale, automaticamente, a qualità, è pur vero che c'è una soglia indispensabile per garantire la qualità. Al di sotto di quella soglia, la qualità non può più essere garantita. Noi riteniamo che le soglie di cui ha parlato l'Assessore Pentenero nella sua relazione non garantiscano più la qualità.
Noi abbiamo un problema che ha due lati che non intendo confondere cioè non intendo affrontare in modo uguale. C'è un problema serio di occupazione intellettuale giovanile, diciamo così, che in questo momento di crisi e di difficoltà per molti precari del nostro Paese non doveva essere aggravato aggiungendo un problema occupazionale anche nella scuola. È una questione seria, perché riguarda l'occupazione di centinaia e centinaia di persone che hanno lavorato per un certo numero di anni in un settore quale quello scolastico e che adesso si ritrovano disoccupati, insieme ai tanti altri di altri settori. Non stiamo parlando soltanto di disoccupazione nel settore scolastico; ma la disoccupazione nella scuola si aggiunge alla disoccupazione di migliaia di altre persone per le quali dovremo necessariamente intervenire, non essendo, questo Paese, dotato di un sistema di ammortizzatori sociali e di welfare universale che garantisca il lavoratore anche nei periodi in cui il lavoro non c'è più.
Da una parte, quindi, si registra un serio problema di occupazione, da non sottovalutare; dall'altra, però, c'è un problema di efficienza del servizio. In pratica, per usare un termine che non si usa spesso a proposito della scuola, c'è un problema di produttività e di efficienza.
Il sostegno alle difficoltà, al disagio e all'handicap non è un problema di tipo assistenziale: si tratta di consentire a tanti bambini e bambine, che hanno il diritto di frequentare la scuola, di ottenere, da questa scuola, le chance e gli strumenti per diventare, fra qualche anno cittadini in grado di vivere autonomamente.
Se abbandoniamo questi bambini, se non ci prendiamo cura di loro e non gli garantiamo questi strumenti, la loro vita sarà soltanto lasciata all'assistenza e non saranno persone in grado di guadagnarsi da vivere.
L'autonomia scolastica deve essere valorizzata non tanto attraverso l'organico di plesso, di cui parlava il collega Vignale, ma attraverso l'organico funzionale. Noi dobbiamo consentire alle scuole di utilizzare al meglio il personale dato secondo parametri concordati, che tengano conto delle esigenze del territorio (scuole di montagna), della situazione sociale ed economica (pensiamo alle periferie delle grandi città, dove c'è molta immigrazione, per esempio) e della situazione di disagio fisico psicologico e relazionale che possono avere i bambini.
Questa dotazione organica dovrà essere utilizzata in modo adeguato.
Tutt'altro! Non è questo ciò che il Governo di centrodestra sta facendo! Non è questo ciò che sta facendo il Ministro Gelmini. Sta facendo un'operazione che si limita a dire: "Cari signori, dobbiamo spendere di meno. Questi sono, pertanto, i tagli che noi applichiamo", secondo parametri che non sono stati minimamente rispettosi delle caratteristiche che prima indicavo.
Quale Programma Educativo Individualizzato - definito normalmente PEI possono fare le scuole quando non viene loro dato un numero di ore di insegnanti di sostegno sufficienti? Quale progetto educativo e di vita potrà essere costruito per quei bambini? Ritorniamo a ragionare in termini costruttivi, se vogliamo ragionare sulla scuola. Ma facciamolo seriamente.
Credo che in un Paese civile non si debbano fare "battaglie di bottega" sulla scuola. In un Paese civile, sulla scuola si ragiona con serietà, con concretezza e con prospettive. Si cerca di dare al Paese la miglior scuola di cui si ha bisogno.
Questo è ciò che una classe politica seria e responsabile, che vuole essere classe dirigente, può fare.
Non è la cosiddetta "riforma" del Ministro Gelmini. Non sono i suoi provvedimenti. Di tutt'altro ha bisogno questo Paese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Presidente, sarò costretto a trattare un "pezzo" di materia già trattata negli interventi di chi condivide la medesima appartenenza provinciale del sottoscritto e che si è espresso con termini molto duri in merito a quella vicenda.
È vero quanto diceva poc'anzi la collega, riferendosi al fatto che tale vicenda ha tenuto banco questa mattina, per un verso, con i fondi delle calamità naturali, e oggi pomeriggio, per un altro verso, con i fondi dell'edilizia scolastica.
Non intendo entrare nel merito della riforma Gelmini; trovo per assurdo che una persona faccia una riforma che sia "completamente sbagliata", o che faccia provvedimenti aprioristicamente "completamente errati". È proprio una visione diversa che abbiamo della scuola.
Personalmente, considero la scuola non come fonte di lavoro per i cittadini italiani, ma come servizio di educazione per i miei figli. Da una parte, mi spaventa l'esistenza dei precari, per cui credo che si debba fare di tutto per affiancarli e aiutarli a trovare una nuova occupazione, ma nello stesso tempo, se la scuola italiana deve reggere determinati numeri deve stare all'interno di quei numeri. Non è che si può pensare di averne il doppio di quelli che servono (o servivano) perché si deve garantire una fonte di lavoro.
Ma al di là di questo aspetto - come ripeto, però, non credo neanche che sia questo il luogo per discuterne, posto che a Roma perdono già ore ed ore a dibattere di questi argomenti, loro che poi devono decidere, per cui credo che sia inutile farlo anche in questa sede, dal momento che noi non decidiamo - volevo segnalare all'Assessore e al collega Rostagno che quanto è avvenuto purtroppo per la Provincia di Cuneo è molto grave.
Quell'episodio ha inaugurato un rapporto istituzionale che ha avuto la seconda puntata ieri con il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Se non si ha rispetto di un ruolo istituzionale indipendentemente dai colori politici che ciascuno legittimamente veste non si va a finire da nessuna parte. Mi spiego meglio.
Il collega Rostagno ha detto: "Non era un contratto, era un'intesa". Ma chi se ne importa che era un'intesa! Quando si stipula un'intesa con qualcuno, per il solo fatto che non è un contratto, ci si sente liberi di non rispettarla? In secondo luogo, la Regione si permette di ritirare dei soldi perch qualcuno è in ritardo, quando lei stessa è la prima ad essere in ritardo verso tutti i fornitori, che aspettano ancora il saldo delle fatture? Ci sono aziende di escavazioni e di movimento terra che aspettano i pagamenti per lavori eseguiti nel 2006! Aspettano che la Regione li paghi con un ritardo di quattro anni! E si permette di andare a dire ad un altro che è in ritardo? Ancor di più - lo ripeto - in un rapporto tra le istituzioni in cui, purtroppo, il ritardo è all'ordine del giorno! La Regione e le Province sono le prime ad essere in ritardo, tra di loro, nei rapporti reciproci! La Presidente Bresso, allora, avrebbe dovuto richiamare alla necessità di accelerare i tempi, non revocare il finanziamento.
Capisco che politicamente può far bene creare un problema per poi ergersi a paladino di colui che ha risolto il problema. Ma è un atteggiamento meschino. È un atteggiamento che non possiamo concepire.
Soprattutto è un atteggiamento che inaugura un rapporto tra questa Regione e le altre istituzioni, compreso lo Stato, difficile e pericoloso. Cosa dovrebbe fare la Provincia di Cuneo? Saltare il Governo regionale e andare al Governo centrale e farseli dare direttamente, come ha fatto per i danni delle strade? Dobbiamo fare così? Dobbiamo arrivare a questo? La Presidente Bresso, invece di avere un rapporto che rispetta l'istituzione Governo, ogni giorno denuncia e condanna gli atteggiamenti del Governo. Poi, però, dall'altra parte, non ci si può aspettare che il Governo sia, lì, pronto a fare da zerbino a tutte le esigenze della Regione.
L'autorevolezza di una Giunta e di un Presidente è data anche, pur nel rispetto del ruolo politico e dei colori che deve difendere, dal saper volare più in alto! Non voglio una Presidente che toglie i soldi ad una Provincia perché è in ritardo di un mese, quando abbiamo uffici regionali ingolfati e bloccati, che non si muovono, che devono espletare pratiche ferme da mesi e anni! Ci saranno anche in Provincia di Cuneo, caro collega Rostagno, che, per almeno cinque anni, hai gestito insieme al tuo amico Presidente Costa! Vi è sempre andata bene, non credo che tu abbia presentato tante interpellanze per sollecitarlo! Spererei davvero si volasse più in alto, altrimenti non ne usciamo! Anche nei normali rapporti commerciali, in prossimità della scadenza di un'intesa, si sollecita il mantenimento degli adempimenti che l'intesa prevede e a maggiore ragione negli enti pubblici! Pacta sunt servanda scrivevano, "i patti vanno rispettati", sempre! La Presidente Bresso prima non riceve, poi riceve, poi promette metà.
Ma dove siamo? È la Presidente della Regione Piemonte, è anche la mia Presidente! Gradirei non facesse i dispetti agli altri Presidenti di Provincia, ma si sedesse lì e, anche se lei è di sinistra e l'altro è di destra, insieme trovassero il modo di andare avanti, perché magari la sinergia di un rapporto privilegiato che un Presidente di Provincia pu avere con il Governo aiuta a risolvere anche i problemi della Regione! No bisogna vederli negativamente e condannarli, sempre! Non lo ritengo un atteggiamento giusto, ma profondamente deludente.
Il collega Casoni parlava di innalzare barricate; mi dispiace, amici cari, non faremo alcuna barricata! Se i soldi ce li date, per rispettare un'intesa, bene, altrimenti, a marzo ci saranno le consultazioni regionali e spiegheremo ai cittadini della Provincia di Cuneo che quei soldi non ci sono.
Relativamente alla scuola di Mondovì, dove non riusciremo a sistemare la scala degli invalidi, tanto cari al collega Clement, spiegheremo che non ci sono i soldi perché gli uffici hanno tardato nel redigere una pratica! Però, alla mamma di quell'invalido "non gliene frega niente" - scusate l'espressione - dell'intesa istituzionale, perché la Presidente Bresso è di un partito e la Presidente Gancia è di un altro! Sono soldi finalizzati a questa tipologia di interventi! Allora, se tutti quanti ci attenessimo ad un'operazione di buon senso reciproco, almeno quando si tratta della sicurezza dei nostri figli nelle scuole piemontesi, magari otterremo risultati maggiori. Poi possiamo contrapporci e condurre battaglie ideologiche sul Tibet o su altre materie di carattere personale, ideologico e spirituale, ma, quando parliamo di amministrazione, pretendiamo che facciano gli amministratori! La Bresso è anche la mia Presidente e di questo lei dovrebbe ricordarsi; è la Presidente della Regione e non la Presidente della Provincia di Torino.
Capisco che gli Assessori incontrino un po' di difficoltà a fare valere il loro pensiero nei confronti di una persona così autorevole, che nello stesso tempo li ha messi nelle condizioni dimissionarie di non poter essere reintegrati nel loro ruolo di Consiglieri. Insomma, cari Assessori, sarebbe bello che anche voi, ogni tanto, aveste un moto di orgoglio! Altrimenti qui abbiamo un'unica testa - quella della Presidente - con tante mani, tante gambe, tanti occhi e tante lingue che parlano e non va bene, proprio voi che vi lamentate di Berlusconi! Non va bene, è sbagliato! Ogni tanto gli Assessori dovrebbero dire alla Presidente che sta sbagliando. Lei può avere una visione ridotta della situazione, non pu sapere tutto; invece no, "yes man" e avanti così. Lo ritengo sbagliato! Indipendentemente dalla "totale incapacità" denunciata dal collega Rostagno - ai dipendenti della Provincia, che votano in Provincia di Cuneo invierò il tuo intervento, collega, dove dici: "Totale incapacità degli uffici provinciali di saper fare i contratti in tempo", così che tutti sappiano che non è il Ministro Brunetta, ma Rostagno, il vero mattatore dell'efficienza degli uffici pubblici provinciali! - ci auguriamo tutti insieme che si reperiscano questi fondi, non per far fare bella figura, a destra e a sinistra, a chi farà l'emendamento, ma in modo che la signora Maria, a Mondovì, possa accompagnare il figlio disabile nella sua classe senza farsi aiutare da quattro bidelli, che non ci sono a causa dei tagli del Ministro Gelmini! Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Con grande e particolare entusiasmo anche io porto il mio contributo al dibattito...



CLEMENT Gian Piero (fuori microfono)

Voliamo alto!



LUPI Maurizio

Sì, voliamo alto.



(Commenti in aula)



LUPI Maurizio

Magari dopo avremo tempo di parlare di legge elettorale.
Era facilmente intuibile che il dibattito sulla scuola tendesse ad assumere una connotazione sostanzialmente strumentale. Nel dibattito politico italiano è tradizione che si spari facilmente, indipendentemente dal colore, sul Ministro della Pubblica Istruzione. Nella storia della Repubblica, tale Ministro è stato tradizionalmente oggetto di critiche di ogni tipo, spesso magari anche meritate, attirando l'attenzione addirittura dei comici. Luciana Litizzetto, ogni volta che è ospite del programma di Fazio dedica sempre il primo intervento caricaturale a Maria Stella Gelmini, perché, evidentemente è facile...



(Commenti in aula)



LUPI Maurizio

...Maria Stella.
Persino la Litizzetto ogni volta che interviene utilizza questa come figura di riferimento per i suoi interventi.
Evidentemente, anche oggi il dibattito è stato caratterizzato da questa finalità strumentale di parte, nel senso che molti degli interventi, più che orientati a sviscerare gli eterni problemi della scuola italiana, si sono caratterizzati per una presa di posizione riferita ai rispettivi schieramenti.
Invece, specialmente nel giudicare le vicende della scuola italiana degli ultimi tempi, dovremmo avere la capacità di assumere un atteggiamento un pochino meno di parte e più distaccato. Se è vero che esiste il problema del precariato, che si trascina da decenni nella scuola italiana, è altresì vero che, in questo caso, il provvedimento salva precari, in qualche modo ha parzialmente tamponato la situazione, in quanto molti dei precari probabilmente, avranno comunque un contributo del 60% dello stipendio e un accesso preferenziale alle supplenze brevi; probabilmente potranno fruire anche di una serie di iniziative delle singole Regioni, che, in qualche modo, permetteranno loro, altresì, di salvare il punteggio. Quindi la situazione in cui siamo non è così drammatica come vorremmo far credere.
Il problema c'è, forse poteva essere affrontato diversamente, magari con tempi un pochino più lunghi; già il prossimo anno, probabilmente, con una serie di pensionamenti e prepensionamenti una parte del problema del precariato avrebbe potuto essere assorbito in maniera meno traumatica.
Su questa questione attendiamo delle iniziative. Il Governo, in parte alleggerendo la propria responsabilità, ha cercato di scaricare sulle Regioni la richiesta di iniziative a sostegno del reddito dei precari.
Naturalmente, compatibilmente con le difficoltà del bilancio regionale, ci aspettiamo che una serie di iniziative anche da parte dell'Amministrazione regionale possano interessare il sostegno al reddito dei precari.
Altre importanti questioni, che molto bene sono state sottolineate da alcuni colleghi, in particolare dalla collega Pozzi, si riferiscono all'area del sostegno, anche se qui esistono errori di programmazione che risalgono a passati Governi. Sicuramente nessun Governo ha mai considerato con molta attenzione il problema degli insegnanti di sostegno, così come verifichiamo oggi. Basterebbe verificare le chiamate per posti riservati agli insegnanti di sostegno per vedere quante di queste siano state rifiutate. Da parte di nessun Ministro dell'istruzione è mai stata fatta una politica seria di incentivazione e di valorizzazione degli insegnanti di sostegno.
Oggigiorno gli insegnanti di sostegno sono considerati di serie B. Già lo status sociale dell'insegnante negli ultimi cinquant'anni è andato via via precipitando: oggi la figura dell'insegnante, a livello di percezione sociale, viene considerata inferiore all'impiegato di basso livello. E la percezione degli insegnanti di sostegno è ancora più bassa. L'insegnante di sostegno spesso viene considerato quello che non riesce a trovare un posto da insegnante nella propria materia e, quindi, come ripiego, fa il babysitter scolastico della persona diversamente abile. Una politica corretta sarebbe stata, nel tempo, quella di creare incentivi per chi si assume l'impegno di fare l'insegnante di sostegno, proprio perché, dal punto di vista dell'impegno professionale, la figura dell'insegnante di sostegno è molto più impegnativa dell'insegnante delle normali materie.
Naturalmente, nessun governo ha mai pensato di premiare a livello economico e di punteggio coloro che s'impegnano a fare l'insegnante di sostegno. Il risultato è che in questi giorni alle chiamate per gli insegnanti di sostegno abbiamo avuto un numero enorme di rifiuti, perch non viene considerato un ruolo socialmente riconosciuto.
Sarebbe importante che sulla questione degli insegnanti di sostegno la Regione assumesse un ruolo da protagonista più diretto, valorizzando la formazione, forme di incentivazione premiale rispetto agli insegnanti di sostegno in modo che questi insegnanti non continuino ad essere considerati di serie B, producendo il fatto che alle chiamate degli insegnanti di sostegno nessuno risponde.
Tant'è vero che abbiamo avuto proprio in questi giorni chiamate per centinaia di persone alle quali hanno risposto poche unità. È vero che alcune di queste chiamate erano cosiddette "di coda", ma a volte, abbiamo avuto situazioni in cui poche persone hanno risposto. Questo lo dico per dare un'idea del fatto che non si è cercato di valorizzare la figura degli insegnanti di sostegno.
Per quanto riguarda la vicenda specifica di Cuneo, se può reggere in maniera molto generica la giustificazione per cui i fondi erano stati dirottati per una sorta di emergenza sociale - siamo disponibili ad ammettere che quei fondi siano stati dirottati su un impegno che realmente costituiva un'emergenza sociale - non può passare in second'ordine che le questioni della scuola non siano allo stesso modo questioni sociali. Sulla scuola si gioca il futuro del Paese, come da sempre viene rimarcato, ma queste considerazioni, come ha giustamente sottolineato il collega Vignale devono essere poi supportate da fatti concreti, da impegni di bilancio.
La scuola piemontese esce da una tragedia che avrebbe dovuto insegnarci qualcosa, perché la tragedia del liceo "C. Darwin" avrebbe dovuto insegnarci che se proprio si devono decurtare dei fondi, non li si decurta dall'edilizia scolastica: semmai, si tolgono da altri settori, ma certamente non dall'edilizia scolastica e dalla sicurezza.
In parte, a dimostrazione del dibattito odierno, la lezione di quella tragedia probabilmente non è stata ancora...



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Lupi.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente, anzitutto perché non vorrei che questa discussione, prolungandosi, rendesse impossibile per la seconda volta quella successiva di un ordine del giorno presentato ormai quattro anni fa sulla moratoria per la tipica fauna alpina. Quindi, intervengo rapidamente.
Condividendo molti degli interventi di questa parte politica, vorrei sottolineare come, anziché chiamarla "legge" o "riforma Gelmini" (chiamiamola "legge Gelmini" per i motivi che sono stati detti su cosa distingue una legge da una vera riforma), questa legge sarebbe da chiamare "legge Tremonti". Viviamo in una nazione dove forse ci siamo dimenticati soprattutto da parte di chi in questo momento è al governo a livello centrale, che le entrate fiscali, quest'anno, per colpa delle scelte del Ministro Tremonti, sono diminuite di sei miliardi di euro (ovvero 11 mila miliardi di lire).
Allora chi propone soluzioni futuristiche e facili per trovare fondi se fosse venuto stamattina con quanti lavorano nel mondo della scuola (ben 45 mila licenziamenti, quest'anno per arrivare a 200 mila il prossimo) si sarebbe reso conto che, semplicemente, mancano i fondi. E che si decide di tagliare nel mondo della scuola.
Naturalmente, i fondi per fare altro si trovano: si trovano i soldi per fare le portaerei, si trovano i soldi per gli F35 e, magari, anche per le grandi opere.
La considerazione è una sola, anche per noi del centrosinistra: la manovra sulla scuola altro non è che una riproposizione, di quanto si fa in molti altri campi: distruggere il pubblico per favorire il privato.
A questo fenomeno noi, come centrosinistra, vogliamo essere in grado di rispondere non pensando, semplicemente, di trovare altri fondi, come fa qualcuno del centrodestra ipotizzando - che so? - di stamparne di più visto che non si vogliono prendere soldi laddove sarebbe giusto prenderli ma con una giusta politica fiscale.



PRESIDENTE

Non ho più richieste di intervento.
Chiudiamo il dibattito con la replica dell'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Non voglio replicare, se non per aggiungere una serie di informazioni che possono essere utili.
Anzitutto, l'operazione fatta sulla Provincia di Cuneo ha riguardato anche la Provincia di Alessandria: questo va a smontare l'opinione che l'operazione fatta su Cuneo fosse legata ad una Provincia dal colore diverso della Giunta regionale.
L'importo che ho citato è legato all'edilizia scolastica. È vero che l'Accordo di Programma ammonta a sei milioni 300 mila euro, ma tocca altre opere, previste all'interno dell'Intesa. Quindi, l'importo citato era legato esclusivamente all'edilizia scolastica.
Ricordo che l'accordo prevedeva 20 milioni di euro e che 14 milioni sono già stati erogati sui lavori già eseguiti e che le varianti richieste dall'Intesa da parte della Provincia di Cuneo sono state ben quattro.
Aggiungo ancora un'ultimissima informazione per il Consigliere Vignale in merito alla questione del liceo "C. Darwin": nel momento in cui la Provincia ci ha chiesto di intervenire, perché era una questione di emergenza, la Regione è intervenuta erogando 500 mila euro.
Il Ministero - non lo dico per polemica, ma semplicemente a titolo informativo - dopo aver annunciato risorse destinate al Liceo "C. Darwin" non ha messo un euro. Questo semplicemente a titolo di informazione, perch non voglio fare polemica: voglio testimoniare il fatto che sul Liceo "C.
Darwin" si è intervenuti immediatamente nel momento in cui c'è stata la tragedia, ma di queste risorse, ad oggi, non abbiamo avuto nessuna comunicazione.
L'ente Provincia, l'ente proprietario, non ha avuto ancora nessuna comunicazione.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 1265 dei Consiglieri Chieppa, Dalmasso, Barassi Bossuto, Caracciolo, Cavallaro, Comella, Moriconi e Turigliatto, inerente a "Immediate dimissioni Ministro Gelmini"


PRESIDENTE

Colleghi, ai sensi del Regolamento dobbiamo votare l'ordine del giorno n. 1265, i cui primi firmatari sono i Consiglieri Chieppa e Dalmasso avente per oggetto "Immediate dimissioni Ministro Gelmini".
Non ci sono Consiglieri che desiderano intervenire.
Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1265, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale verificato che: gli atti compiuti nel primo anno di Governo, dell'attuale Ministro dell'Istruzione Gelmini, risultano unicamente indirizzati ad indebolire la scuola pubblica attraverso il pesante taglio di risorse economiche che sta provocando enormi difficoltà nell'avvio dell'anno scolastico, peggioramenti delle condizioni di lavoro per tutto il personale scolastico, ulteriore calo del livello culturale e formativo della scuola il taglio di risorse economiche ha comportato l'allontanamento di migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori precari della scuola (insegnanti e ATA), la caduta dei livelli didattici, il crescere dei costi economici a carico delle famiglie.
Richiede Alla luce delle considerazioni su esposte e della complessiva situazione di grave soffe renza del mondo scolastico, alla Ministra all'Istruzione Gelmini di rassegnare immediatamente le dimissioni dall'incarico attualmente rivestito al fine di liberare l'intero comparto della scuola italiana da una presenza così dannosa".
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Consiglieri, penso che non ci siano le condizioni per procedere con i nostri lavori.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.03)



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