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Dettaglio seduta n.491 del 15/09/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(La seduta ha inizio alle ore 15.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:



PRESIDENTE

Congedi



PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bossuto, Bresso, Buquicchio, Lepri Robotti, Ronzani, Valloggia e Spinosa.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, la parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere notizie dell'Assessore Pentenero, perché, come si pensava stamani, l'Assessore Pentenero, seguendo l'ordine alfabetico viene prima dell'Assessore Peveraro, pertanto avremmo piacere di ascoltare dalla viva voce dell'Assessore Pentenero la questione in merito all'edilizia scolastica. Tra l'altro, è questione che è stata sollevata informalmente anche da diversi Consiglieri regionali di maggioranza, che mi piacerebbe partecipassero a questa richiesta, per conoscere cosa ha da dirci l'Assessore Pentenero proprio sulla questione dell'edilizia scolastica.



PRESIDENTE

Consigliere Toselli, per la simpatia che ho nei suoi confronti, non mi dolgo del fatto che non abbia ascoltato quanto detto prima.
Facendo la lista di quanto concordato nell'Assemblea dei Capigruppo, ho ricordato che l'Assessore Pentenero, diversamente da quanto previsto per oggi, non potrà intervenire, essendo impegnata per motivi istituzionali legati alle proprie deleghe in una missione a Roma. Non conosco l'argomento specifico, ma possiamo informarci dagli Uffici - magari è con il Ministro Gelmini, evocata questa mattina, per cercare di affrontare i problemi, e dovremo, tra virgolette, "accontentarci", nel senso buono del termine, di tre Assessori su quattro.
La parola al Consigliere Robotti sull'ordine dei lavori.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
In chiusura della seduta antimeridiana avevo chiesto l'iscrizione di un ordine del giorno sulla libertà di stampa, anche in previsione della manifestazione del 19. Pertanto, chiedo se si poteva procedere in tal senso.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
L'argomento è stato dibattuto questa mattina rispetto ad analoga richiesta relativa ad un altro ordine del giorno. Si è concordato di iscriverlo oggi pomeriggio, sempre se l'Aula acconsentirà. In questo momento non abbiamo le 42 firme minime presenti per poter, se l'Aula acconsente, iscrivere l'ordine o gli ordini del giorno. Quindi, appena ci saranno le firme necessarie, faremo presente la questione e se lei lo riterrà, come penso, riproporrà la richiesta d'iscrizione dell'ordine del giorno.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Approvazione Programma Operativo dei Direttori regionali anno 2009 contenente tagli di spesa"


PRESIDENTE

Dopo gli argomenti trattati questa mattina, passiamo ora all'esame del punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni della Giunta regionale", con le quattro comunicazioni concordate nella Conferenza dei Capigruppo, che riguardavano gli Assessori Taricco, Pentenero, Peveraro e Artesio. L'Assessore Pentenero è a Roma per motivi legati alle proprie deleghe; L'Assessore Taricco arriverà per le ore 16 e l'Assessore Artesio dopo le ore 17.
Se non ci sono altre richieste d'intervento sull'ordine dei lavori, la parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Peveraro, che è pronto ad intervenire sull'approvazione del Programma Operativo dei Direttori regionali, anno 2009, contenente tagli di spesa.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Grazie, Presidente.
stata richiesta una comunicazione da parte della Giunta in merito alla predisposizione e approvazione da parte della Giunta stessa del Programma Operativo 2009. L'approvazione è avvenuta con una prima indicazione, a livello di Direzioni, il 4 agosto scorso e con un successivo provvedimento, assunto lunedì 7 settembre, di maggiore dettaglio rispetto alla delibera del mese d'agosto, che, in qualche modo, dava indicazioni di carattere più generale.
Voglio precisare e ritornare su un argomento che abbiamo già affrontato in più circostanze e che ritengo opportuno ribadire in questa sede. Il PO con la configurazione che ho illustrato, è uno strumento relativamente recente, che abbiamo introdotto, dopo una fase di sperimentazione nel 2007 nel 2008, che ha un principale obiettivo, quello di semplificare e alleggerire il lavoro amministrativo, con un'impostazione del tutto analoga a quell'assunta negli ultimi trent'anni dalle Amministrazioni regionali.
Qual è la differenza? Un certo numero di volte l'anno - il provvedimento del PO non è uno solo - certamente molto ristretto, viene elaborato un piano di disponibilità cui le singole Direzioni possono attingere.
In precedenza accadeva esattamente lo stesso, cioè si arrivava esattamente allo stesso obiettivo finale, ma con un numero di provvedimenti amministrativi che è stato stimato all'incirca nel numero di sette ottocento, salvo un numero molto ridotto di casi in cui le Direzioni, su alcuni settori, redigevano un piano annuale e determinavano il fabbisogno di risorse, sulla cui base la Giunta autorizzava gli impegni.
Quindi, è esattamente quanto veniva fatto prima, ma raggruppando in un unico atto amministrativo la valutazione delle necessità per l'intero esercizio, che in qualsiasi momento la Giunta può rettificare.
Faccio un esempio, perché, com'è noto, questo non è il primo provvedimento, perché ne abbiamo già assunto uno all'inizio dell'anno quando era appena stato approvato il bilancio di previsione. In una determinata situazione, che riguardava la collega Sibille per le opere pubbliche, se non ricordo male, e il collega Ricca per quanto riguarda la Protezione Civile, vi era l'esigenza di aumentare la disponibilità degli importi impegnati, così abbiamo fatto un provvedimento che andava a modificare il PO, ovviamente esclusivamente per le Direzioni interessate a questo ampliamento di fondi di risorse, in una valutazione complessiva che non può che essere dell'organo amministrativo, ovviamente nell'ambito o nei limiti degli importi stanziati nel bilancio di previsione.
Questo è ancora più vero se riflettiamo su un altro argomento che ci ha qui visti impegnati nel 2008 per diverse sedute: su quanto è e qual è il livello d'impegno medio rispetto ai valori stanziati nel bilancio di previsione. Lo ricorderemo quando, auspicabilmente nella giornata riusciremo ad affrontare anche il punto all'o.d.g. relativo all'approvazione del bilancio consuntivo, che ormai giace in Consiglio dal mese dello scorso giugno.
Ebbene, anche il 2008 è un anno in cui abbiamo applicato il PO, abbiamo fatto un bilancio di previsione, che è stato sofferto, come tutti ricorderanno, con l'approvazione nel mese di maggio e abbiamo fatto un assestamento altrettanto sofferto. Alla fine dell'anno consuntiviamo che sulla spesa corrente, quindi sul Titolo I, l'impegnato rispetto allo stanziato è il 91% e sul Titolo II l'impegnato rispetto alla stanziato è il 76%, perché questo è fisiologico.
Alla luce di questa situazione fisiologica, con il documento che abbiamo presentato in Giunta e che la Giunta ha approvato nei due passaggi uno di sintesi d'agosto - credo senza nessun sotterfugio, cui il Consigliere Burzi faceva riferimento nel suo intervento stamattina - e l'altro, il 7 settembre di quest'anno, di dettaglio, abbiamo assunto decisioni coerenti con gli obiettivi che si sono dati ai Direttori generali delle singole Direzioni e rispettosi di quello che è un obiettivo che questa Amministrazione ha e che conferma: il rispetto del Patto di stabilità.
evidente peraltro che questa situazione e questa soluzione è stato possibile redigerla e predisporla nel momento in cui avevamo tutti gli elementi del bilancio d'assestamento, che in buona parte riflette anche quelli che sono gli obiettivi del Patto di stabilità, e riflette quindi anche quelle che sono le riduzioni e il contenimento delle spese nelle varie Direzioni.
Infatti, nella sostanza, ciò che poi si vedrà quando entreremo più nel dettaglio del provvedimento di assestamento al bilancio, che è in discussione nelle Commissioni, le rettifiche negative portate nel bilancio stesso sono rettifiche negative in parte compensate da altre rettifiche positive, per lo più destinate a risorse per la sanità, e quindi al Patto di stabilità. Sono per 261 milioni nelle partite d'investimento e per 84 milioni nella partita corrente; quindi, oltre 350 milioni di riduzioni.
Che cosa vuol dire? Anche questo non significa che allineiamo il bilancio di previsione post-assestamento all'obiettivo del PO, ma certamente facciamo una fase di assestamento.
Mi si potranno fare moltissime critiche e me se ne fanno, ma certamente non mi si potrà accusare di avere cambiato in questi anni né opinione n percorso rispetto a quella che è la mia valutazione del concetto e dell'impostazione di un bilancio di previsione, di un bilancio di assestamento, di un PO e poi di un consuntivo e, soprattutto di un obiettivo che rimane in vita per l'Amministrazione regionale, come positivamente accertato anche dalla Corte dei Conti, che è il rispetto del Patto di stabilità.
Questo percorso lo abbiamo anche osservato nel 2009 ed intendiamo osservarlo. È un percorso che credo sia tecnicamente fattibile sulla base di quelle che sono le dotazioni finanziarie oggi e gli obiettivi amministrativi che la Regione si pone, che ovviamente si possono contestare, ma va detto che la modalità ha dimostrato nel tempo la sua efficacia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Interverrà anche il collega Burzi, ma ritengo che il Vicepresidente Peveraro sia veramente abile nell'infiorare una situazione che non è delle più rosee, nel senso che ci troviamo di fronte alla necessità di apportare dei tagli o dei contenimenti di spesa per adeguarci, da un lato, alle disponibilità e dall'altra anche per non superare i tetti che, a livello legislativo e a livello di coordinamento nazionale, sono stati posti all'interno di questo fatidico Patto di stabilità.
Quello che, da parte nostra, abbiamo sempre sostenuto era una riflessione su quelle che sono tutte le elencazioni di cifre nell'ambito delle UPB e, di conseguenza, dei capitoli, che prima presuppongono un approccio che viene definito formalmente di competenza; quindi, in teoria la possibilità di autorizzare spese entro un determinato limite di equilibrio teorico-finanziario del bilancio. Poi non si potrà mai raggiungere il 100% degli impegni, e questo è un fatto fisiologico che comprendiamo benissimo. Di fatto però da qualche anno - e su questo possiamo dire che il Ministro Tremonti non si è discostato tantissimo dal suo predecessore Padoa-Schioppa, in termini di contenimento dei bilanci delle Regioni e degli Enti locali - interviene un'indicazione che ci fa stare ad un livello inferiore.
Quindi, mi metto nei panni di un cittadino che voglia in qualche modo sfogliare il bilancio. Gli si dice: in quella UPB, ad esempio, per i trasporti o per l'economia o per l'ambiente, la cifra è 100, però poi in realtà potremo operare solamente su 80, su 90 o su 75, a seconda di quelle che sono le decisioni autonome della Giunta. Poi ovviamente c'è ancora tutta la partita del "se pago non pago nel corso dell'anno", quindi subentra la colonna e lo stanziamento di cassa. Poi, se non si riesce ad operare nel corso dell'esercizio, lo si porta a residuo.
Siamo d'accordo che ci voglia una certa manicatura per approcciare tematiche di questo tipo, ma sta anche di fatto che abbiamo la vocazione ad essere un po' barocchi nella nostra operatività.
Torno a ripetere, non solo per le giustificazioni che parzialmente condivido dell'impossibilità di realizzare completamente il complesso degli stanziamenti, perché sono condizionati da fatti esterni a quelle che sono le decisioni regionali e molte volte sono collegati al versante delle entrate. Questo lo capisco, ma laddove ci si trova da due o tre anni a questa parte in presenza di indicazioni precise che vengono dalla legge finanziaria dello Stato, perché il Patto di stabilità lo si conosceva all'inizio quando discutevamo il bilancio di previsione, mi domando che bisogno c'è di ricorrere ad un andamento sinusoidale e parabolico, per cui si mette la cifra che risulta dalle possibilità teoricamente consentite alla Regione, ed intanto si deve subito fare un provvedimento "all'ingrosso" di limitazione generica e generalizzata di spesa dell'ordine del 15-20%, ma lo può dire meglio l'Assessore. Poi arrivo alla seconda stretta prima delle vacanze estive, per cui dico che le decisioni sono queste nelle varie aree, quindi stanziando un tot a questa e quella Direzione.
Adesso ditemi nel dettaglio all'interno delle varie Direzioni quali sono le cifre; alla fine lasciate poi la facoltà non dico di scegliere l'albero a cui impiccarsi, ma di compiere delle decisioni in ordine alla priorità o all'urgenza di determinate spese.
Assessore, comprendiamo benissimo la sua spiegazione, però domandiamoci tutti insieme se questo possa essere un sistema da mantenere a regime.
Probabilmente va semplificato.
Ma, attenzione, mi riferivo al cittadino, ma ci sono altri osservatori: gli amministratori comunali, il sistema delle imprese. Tutto un sistema di operatori molto attenti ai nostri bilanci, e che a volte possono essere tratti in inganno, poiché la cifra di stanziamento in bilancio potrebbe risultare - poi - effettivamente inferiore.
Quindi, voglio intervenire non tanto nella strategia temporale o nella strategia operativa, tipica dell'Assessore al bilancio, il quale a volte deve intervenire anche andando - se mi è consentito - "contropelo" (come si suol dire) per poter raggiungere un risultato.
Voglio comunque intervenire soprattutto per raccomandare una riflessione, qualora dovesse essere confermato questo sistema; adesso il piano operativo viene giustificato soprattutto a fronte del Patto di stabilità. In precedenza, era sufficiente dire alle Direzioni di realizzare un accantonamento unico nell'ambito della Direzione: il risultato era lo stesso. Chiamiamolo pure "accantonamento" o "piano operativo": non cambia molto.
Se diventasse un sistema di lavoro a regime, occorrerebbe modificare la norma in modo che il Consiglio non sia tagliato fuori dalle scelte effettive; la facoltà statutaria di decidere sulle UPB, sui capitoli eccetera, è del Consiglio, che approva. Ma successivamente, per assurdo, la Giunta potrebbe decidere che una determinata UPB vada a zero, per reggerne un'altra che invece riporta il consenso della Giunta, eventualmente con criteri che possono anche essere condivisibili, ma a noi totalmente ignoti.
La questione è sui rapporti tra Giunta e Consiglio e anche sui ruoli del Consiglio: di fatto, siamo estromessi dal compito statutario di stabilire i livelli di spesa nell'ambito delle varie UPB.
So bene che lei ha dovuto agire con tempestività di fronte a situazioni anche incalzanti, però il problema resta. Il problema è garantire ai Consiglieri la possibilità di prendere cognizione di scelte che, attraverso un meccanismo ingegnoso, di fatto, sono sottratte alla competenza del Consiglio e dei Consiglieri.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per un'integrazione, il Vicepresidente e Assessore Peveraro; ne ha facoltà.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Un'integrazione e alcune osservazioni sulle considerazioni del Consigliere Cavallera.
Ovviamente, non sono entrato nel merito delle singole operazioni (ci saranno tempo e modi per farlo); tuttavia, condivido l'affermazione secondo la quale il sistema è esattamente come prima. Prima, venivano fatti "enne" accantonamenti l'anno; oggi, ne facciamo due o tre, nel corso dell'anno: si poteva benissimo dare quella disposizione. In realtà, qualche Settore già lo faceva un programma annuale, sulla base del quale accantonamento e sulla base di quell'accantonamento, gli impegni di amministrazione.
Abbiamo dato un'impostazione diversa, ma sostanzialmente identica; un cittadino che verifica il nostro bilancio, oggi o cinque anni fa, vedrebbe esattamente la stessa cosa: stanziamenti iniziali e impegni finali che guarda caso, (ma non è ovviamente un "caso", come ho cercato di dimostrare l'anno scorso) hanno livelli di impegnabilità del tutto analoghi nel corso del tempo. E per la ragione che diceva lei, Consigliere Cavallera: vi sono impossibilità tecniche ad arrivare ad un impegno totale dello stanziamento.
Se noi allineassimo i nostri bilanci nella fase iniziale al Patto di stabilità, correremmo il rischio di trovare la sorpresa, a fine anno, di non arrivare neanche all'obiettivo del Patto di stabilità stesso.
Proprio per la parte "fisiologica", in particolare delle spese di investimento - più che per le spese di partita corrente, per le quali la differenza di non impegnabilità varia tra il 10 e il 5% - dove registriamo il 25% di differenza fra stanziato e impegnato (ma per difetto), ho l'impressione che non avremmo risolto il problema, anzi, ho la certezza che avremmo creato una complicazione, perché riusciremmo ad impegnare significativamente meno rispetto ai limiti imposti dal Patto di stabilità.
in tal senso che parlo di manovra di avvicinamento, in fasi successive, ai livelli del Patto di stabilità. C'è una prima ipotesi quella del bilancio di previsione, a fronte del quale inevitabilmente bisogna ipotizzare un PO che forfettariamente contenga le spese. C'è una fase mediana, quella dell'assestamento; successivamente, entreremo nel dettaglio, ma ho cercato di dare l'ammontare, anche significativo, delle riduzioni su quest'assestamento e, conseguentemente, di avvicinamento al Patto di stabilità. Inoltre, dovremo necessariamente fare un'operazione che riguardi la fine dell'anno, proprio sulle valutazioni di quelle che saranno ancora le disponibilità.
Voglio aggiungere ancora una cosa, relativamente a quanto lei ha affermato, ovvero che si limiterebbe la possibilità del Consiglio regionale di determinare le politiche da realizzarsi da parte dell'amministrazione con quelle risorse. È vero in parte, perché in realtà il Consiglio continua ad indicare gli importi massimi teoricamente utilizzabili; ma il suo timore, che paradossalmente potrebbero essere azzerate delle UPB per concentrarne le risorse su altre, come lei sa, è possibile solo con legge.
Le variazioni delle UPB, ovviamente, le realizziamo in sede di bilancio di previsione e di assestamento - salvo per le spese obbligatorie, quelle compensative.



(Commenti del Consigliere Cavallera)



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Il taglio, sì, è possibile; però, oltre la spesa stanziata nell'UPB e approvata dal Consiglio regionale non possiamo andare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Peveraro.
Vedo dall'espressione del collega Cavallera che non corriamo il rischio di una controreplica. Non vorrei sollecitarla oltremodo, non sia mai; ma possiamo deludere il Vicepresidente Peveraro e ritenere non esauriente la sua integrazione?



(Commenti del Consigliere Cavallera)



PRESIDENTE

"Una" parola non si nega a nessuno, Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Volevo, appunto, chiedere al Vicepresidente Peveraro di non minimizzare troppo, perché quando la differenza tra i PO e lo stanziamento è di circa un miliardo, o comunque di una cifra di poco inferiore, cioè di centinaia di milioni, il discorso ha la sua rilevanza. Andremo avanti in Commissione.


Argomento: Informazione

Mozione n. 1267 dei Consiglieri Robotti, Comella, Pozzi, Turigliatto Travaglini e Cavallaro, inerente a "Libertà di stampa" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Il Consigliere Robotti aveva avanzato la richiesta di iscrivere all'o.d.g. una mozione. Se vuole, può riformulare la sua richiesta Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Questa mattina ho presentato una mozione in difesa della libertà di informazione e di stampa, a firma anche di altri colleghi come i Consiglieri Comella, Cavallaro, Pozzi e Travaglini.
Come molti colleghi sanno, il 19 settembre si svolgerà una manifestazione nazionale in difesa della libertà di stampa e di informazione organizzata dalla Federazione Nazionale della Stampa (quindi non è una manifestazione organizzata da un partito o da un soggetto politico). Sarebbe opportuno che il Consiglio regionale del Piemonte discutesse di questo argomento prima del 19, quindi votarlo e accoglierlo o respingerlo. Vedremo quali saranno i numeri in favore delle ragioni e delle motivazioni che hanno spinto gli organizzatori a mettere in calendario l'appuntamento di sabato prossimo. Chiedo l'iscrizione all'o.d.g. di tale mozione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Robotti.
Se l'Aula acconsente, diamo per iscritta la mozione n. 1267, come da richiesta del Consigliere Robotti.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

La mozione n. 1267 è iscritta all'o.d.g.
A questo punto, in attesa dell'Assessore Taricco per la sua comunicazione, o passiamo al punto 5) all'o.d.g., oppure sospendiamo il Consiglio.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Leo ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

So che l'Assessore Peveraro si sta prodigando per risolvere la questione dei fondi della Finpiemonte. Gli chiediamo se può gentilmente anche non ufficialmente, riferirci sulla questione, perché complicata. La Consigliera Pozzi ha assistito all'audizione durante la quale l'Assessore Oliva ha dichiarato che "da ieri" i soldi erano a disposizione (ieri vuol dire 15 giorni fa), invece i soldi non ci sono. I soldi non sono disponibili ancora oggi.
Mi rendo conto delle difficoltà, quindi non è una polemica, più che altro un incoraggiamento e un'informazione. Ad un'audizione pubblica, con tutte le associazioni, l'Assessore Oliva ha dichiarato "sono già in pagamento". Ovviamente, non rispondendo questo al vero ha creato un certo disagio, perché le cose sono complicate. Se avessimo una parola di certezza su questo o di approssimativa certezza, sarebbe opportuno, e lo chiedo per evitare, Assessore Peveraro, anche eventuali telefonate di proteste agli Assessorati.
Devo ringraziare il Presidente Placido perché questa mattina ha espresso la conferma dell'orientamento del Consiglio regionale. Qualcuno mi ha fatto cenno che l'Assessore Manica sarebbe rientrata in Aula, poi qualcuno ha detto: "L'Assessore è ad una conferenza stampa, rientra subito in Aula". Io non l'ho vista, non è arrivata nessuna giustificazione nessuna forma di scusante. La conferenza stampa era convocata presso l'Assessorato, quindi non era un luogo sconosciuto.
Se qualcuno mi dice "non sappiamo se c'è una conferenza stampa presso l'Assessorato"... Capisco che dobbiamo preoccuparci di chi frequenta Palazzo Grazioli, ma sono preoccupato di chi frequenta l'Assessorato...



PRESIDENTE

Consigliere Leo, proprio da lei, un accostamento del genere!



LEO Giampiero

Trovo sconveniente che certe persone frequentino Palazzo Grazioli, sia chiaro. Lo trovo molto sconveniente, così la mia posizione è chiara.
Tuttavia, trovo anche sconveniente che si tenga una conferenza stampa presso l'Assessorato e l'Assessorato mi dica "non sappiamo niente". Sono cose un po' stravaganti. Almeno l'altra volta l'Assessore Oliva si è scusato, qualche motivazione è pervenuta in Aula. L'Assessore Manica non ha sentito neanche questo bisogno. Non so se nella prossima legislatura sarà Assessore, Capogruppo o cosa, ma questa schizofrenia...
Capisco la sinistra quando invita alle regole, ma poi quando i propri esponenti le violano così marcatamente, in spregio del Consiglio, in spregio delle Commissioni, allora vale la doppia morale.
Ho detto: sono d'accordo a esecrare comportamenti scorretti di qualunque area politica del Consiglio, ma mi aspetterei che anche qualcuno della sinistra, oltre al Presidente Placido che l'ha fatto, dicesse che questo di oggi, di un Assessore della Giunta Bresso non è un bel comportamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Leo.
Confermo quanto l'Ufficio di Presidenza ha già segnalato più volte alla Giunta in merito all'inopportunità della concomitanza di conferenze stampa convegni e seminari con sedute di Consiglio.
In questo caso, però, almeno dalle prime notizie, mi permetto un ulteriore approfondimento. La conferenza stampa della Turin Half Marathon è stata organizzata dal comitato organizzatore. In questo caso la sede dell'Assessore è solo luogo fisico, è come se ci chiedessero la Sala Viglione in Consiglio per qualche iniziativa, la conferenza stampa non è stata organizzata dall'Assessorato. Il problema, quindi, è da far presente agli amici che organizzano la Turin... in questo caso la "mezza maratona" che è più semplice, così capiamo tutti. Non condivido assolutamente questo provincialismo culturale per cui bisogna sempre usare termini inglesi. Mi spiace che non ci sia l'Assessore Oliva che in merito a questo potrebbe dire qualcosa.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Piano di prelievo venatorio della tipica fauna alpina"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Taricco per le annunciate comunicazioni della Giunta regionale in materia di caccia, come da punto 4) all'o.d.g.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

Grazie, Presidente.
Solo per comunicare quanto credo sia già in larga parte a conoscenza dei Consiglieri, cioè che, così come prevede la normativa regionale, la Regione Piemonte ha predisposto, per quanto riguarda le quattro specie che sono accomunate dalla definizione di tipica fauna alpina (il fagiano di monte, la pernice bianca, la coturnice e la lepre variabile) delle linee guida che hanno il compito di definire le modalità con cui regolare la caccia a queste specie e la gestione faunistica di queste specie.
Con delibera della Giunta regionale del 21/04/2008, proprio per avere una gestione rigorosa di queste specie, sono state approvate le linee guida per il monitoraggio e la ricognizione faunistica della tipica fauna alpina in Regione Piemonte. Sono, sostanzialmente, le disposizioni che poi vengono date a tutto il territorio per fare i censimenti - lo dico brutalmente operare i controlli e le valutazioni, alla luce dei quali individuare i percorsi con cui si definiscono puntualmente i numeri e le possibilità (se vi sono) d'eventuale prelievo di questi selvatici nella stagione venatoria.
Per maggior rigore gestionale, i risultati di tutte le valutazioni dei censimenti sono oggetto di parere da parte dell'Osservatorio faunistico regionale. In pratica, l'Osservatorio concorda, definisce o chiede correzioni ai tecnici faunistici che presiedono questo lavoro, che verrà poi inviato all'Istituto Nazionale di Fauna Selvatica (la cui sigla non è più ISFN, ma ISPRA), che esprimerà il proprio parere e la propria valutazione su come detti censimenti, dette valutazioni e dette analisi debbano essere svolte.
Alla luce di tutto questo, la Giunta regionale assume una delibera d'orientamento e di definizione puntuale.
Su questo, l'esperienza degli anni passati induce a ritenere che ogniqualvolta la valutazione che andiamo ad esprimere si discosta dai riferimenti di valutazione tecnica discendenti dalle linee guida, dagli orientamenti dell'Istituto Nazionale o dall'Osservatorio, puntualmente i ricorsi che vengono presentati vedono la Regione soccombente. Pertanto nella discussione affrontata in Giunta, si è pervenuti - la Presidente mi ha pregato di ricordare anche quest'aspetto - che, pur avendo la stessa Presidente una visione assolutamente conservativa delle specie, su questo vi sarà, quest'anno come gli altri anni (a meno che non vi sia un diverso pronunciamento da parte del Consiglio), un orientamento verso una scelta di tipo conservativo, che tenga però conto dei pareri espressi dall'Osservatorio e dall'Istituto Nazionale di Fauna Selvatica.
In sostanza, avremo presumibilmente un parere che ci definirà i numeri dei potenziali prelievi nei singoli ATC e CA. Ci tengo a ricordare che molte specie, in parecchi ATC e CA, non subiscono alcun tipo di prelievo in quanto già ci siamo dati regole molto conservative in base alle quali se si scende al di sotto di un certo numero di capi potenzialmente prelevabili, non si preleva nulla.
Contestualmente (o nei giorni prossimi) avremo un'ulteriore valutazione da parte dell'Istituto Nazionale di Fauna Selvatica (ISPRA); alla luce di queste due valutazioni sceglieremo la strada più conservativa, tenuto conto, altresì, dell'andamento stagionale di questa primavera.
L'orientamento, comunque, a meno che non emergano indicazioni giuridiche cogenti da parte del Consiglio, è quello di attenerci alle indicazioni di tipo tecnico che perverranno dalle valutazioni dell'Osservatorio e dell'Istituto Nazionale di Fauna Selvatica.
Questo per spiegare qual è lo stato dell'arte, la situazione esistente e qual è l'orientamento, in termini di rapporto con la situazione, che pensiamo di mettere in campo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Quando ormai quasi quattro anni fa, insieme ad alcuni colleghi di destra e di sinistra, decidemmo di presentare l'ordine del giorno n. 99 al Consiglio, non intendevamo riproporre in un altro modo il tema "caccia sì" o "caccia no", perché altrimenti avremmo presentato un ordine del giorno nel quale si chiedeva la sospensione dell'attività venatoria sine die.
Intendevamo - e intendiamo tuttora, credo, forse oggi persino con più forza - sollevare il problema della tutela di una parte della nostra fauna di cui temiamo seriamente la scomparsa.
Ne abbiamo discusso, ci abbiamo ragionato sopra e abbiamo visto cosa è successo nelle altre Regioni. Peraltro, ha ragione il collega Cavallera quando ricorda che ogni Regione ha una sua disciplina, per cui è difficile richiamare pedissequamente comportamenti che altrove hanno un senso pretendendo di applicarli anche qua. Ma certamente abbiamo colto da più parti, in particolare rispetto alla tipica fauna alpina, forti segnali di preoccupazione, poiché la stessa non è assediata soltanto dalla caccia, ma anche dall'aumento delle temperature, dell'inquinamento e dall'antropizzazione del territorio. È vero che la caccia rappresenta soltanto uno di questi fattori, ma è anche un elemento sul quale si riesce ad intervenire - mi spiace dirlo in questo modo, ma è la verità - in modo più semplice e più rapido.
Tuttavia, ritengo che non sia un problema soltanto di sensibilità ambientalista o animalista rivendicare questo aspetto o questa attenzione quanto, piuttosto, il fatto che tutti noi, in qualunque modo la pensiamo dobbiamo avere a cuore quello che è un patrimonio collettivo - perché è anche un patrimonio collettivo l'insieme della flora e della fauna - degli ambienti che compongono nella fattispecie la nostra Regione.
Dunque, la preoccupazione e l'invito ad andarci più cauti ancora rispetto a quello che sarebbe normale attendersi deriva da questo, per quanto riguarda il sottoscritto. Non vorrei mai che un giorno, proprio perché i censimenti sono fatti in un modo che qualcuno critica e qualcun altro meno... perché in Italia, da almeno vent'anni a questa parte, quando non si è d'accordo su un aspetto, si critica il modo con cui questa decisione è stata assunta. Abbiamo imparato che oramai tutto è relativo persino il tempo! Effettivamente, fare censimenti a campione di specie che non ci sono praticamente più, se non in pochissimi esemplari, qualche problema lo genera, per cui è anche giusto che venga tenuto in debito conto. Ma il fatto che ci sia, anche da parte di soggetti che non hanno una spiccata sensibilità verso i temi dell'opposizione radicale alla caccia credo che debba renderci tutti un pochino più attenti nel tutelare tali specie, per quanto sia possibile, affinché vi sia, laddove lo spopolamento è acclarato, un ripopolamento naturale.
Credo che sia da cogliere positivamente quanto ci veniva ricordato nella comunicazione dell'Assessore circa il fatto che la nostra Regione la Giunta in particolare, riprendendo la legge - ha una regolamentazione molto ferrea nel definire come si fa a decidere che cosa cacciare e in che misura farlo, anche per quanto riguarda la fauna tipica.
Non mi pare di aver scorto nell'o.d.g. della seduta odierna l'ordine del giorno che avevamo presentato quattro anni fa. Per la verità, avevo scritto una lettera al Presidente con la quale chiedevo di richiamarlo in Aula, ma non c'è. Pazienza, l'importante è che ci sia almeno la prossima volta.
Richiamerei però l'attenzione dell'Assessore e della Giunta, visto che questa settimana si decide sostanzialmente tutto, circa il fatto che è meglio muoversi con prudenza conservativa, come lei richiamava, piuttosto che cedere magari alle lusinghe, agli urli, agli strepiti o alle minacce di chi (quei pochi, perché anche i cacciatori, perlomeno quelli più responsabili, qualche preoccupazione sulla fauna tipica ce l'hanno) pur di sparare, vorrebbe la liberalizzazione totale.
Ripeto: qui non sono in gioco le questioni etiche "caccia sì, caccia no". È in gioco il fatto che non dobbiamo diventare in alcun modo responsabili di quella che, un domani, potrebbe rappresentare la definitiva sparizione di queste specie (non uso il termine "estinzione" perch vivaddio, ce ne va prima che questo accada!) Stiamo lavorando per quello: con giudizio e con cognizione si proceda verso una direzione che accontenti tutti. Queste, di solito, sono le decisioni migliori.
Ecco perché, forse, non è nemmeno così negativo il fatto che l'ordine del giorno - sebbene non mi piaccia tanto la cosa - non sia stato iscritto all'odierno o.d.g., ma venga rimandato alla prossima settimana. Perché sono certo e confido che la Giunta saprà ben operare, dopo aver sentito le odierne osservazioni, per dare corso a questa sollecitazione contenuta nell'ordine del giorno, che spero di aver sintetizzato in modo comprensibile e adeguato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Turigliatto.
Rispetto a quanto diceva, l'ordine del giorno in questione, rubricato n. 99, di cui lei è il primo firmatario, si intende assorbito dall'informativa dell'Assessore, un po' come per le interpellanze (sullo stesso argomento, vengono assorbite tutte dall'intervento della Giunta).
Naturalmente, se lo richiederà, si potrà discutere - lo ha già fatto in un certo senso - e votare.
Prego, collega Turigliatto.



TURIGLIATTO Mariano

L'ordine del giorno è di chi lo ha sottoscritto; in questo caso esprimo un'opinione del tutto personale.



PRESIDENTE

Lei è il primo firmatario. Quindi è evidente che...



TURIGLIATTO Mariano

Sì, ma non ho avuto neanche il tempo di consultarmi con gli altri firmatari.
Per la verità, avevo chiesto al Presidente del Consiglio, per una comunicazione ancora di luglio, di iscriverlo all'o.d.g., in modo che venisse votato oggi come indicazione alla Giunta...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega, forse non sono stato chiaro: essendoci un dibattito specifico sul tema in oggetto attraverso una comunicazione della Giunta da parte dell'Assessore Taricco, tutti gli ordini del giorno, eventuali interpellanze o interrogazioni che riguardano il medesimo tema vengono automaticamente assorbiti e possono essere trattati.
Naturalmente, si interviene nel merito e, in questo caso, si chiede la votazione dell'ordine del giorno.



TURIGLIATTO Mariano

Adesso ho capito.



PRESIDENTE

Allo stesso modo, se fosse un'interpellanza o un'interrogazione, ci si potrebbe ritenere soddisfatti o meno dell'intervento della Giunta.



TURIGLIATTO Mariano

Chiedo scusa, non avevo proprio capito.
Mi sembra che le parole dell'Assessore ci invitino a lasciare che la Giunta formuli il suo... Così ho inteso. Per cui, se si ritiene di rimandarlo di una settimana, non ho alcun problema a votarlo la settimana prossima, magari con un passaggio precedente in Commissione. Sarebbe interessante farlo sulla scorta delle deliberazioni che la Giunta assumerà questa settimana in ordine ai piani di abbattimento. Magari la Giunta potrebbe decidere che non si abbatte neanche un esemplare della tipica fauna alpina, per cui il nostro ordine del giorno risulterebbe inutile, a quel punto.
Poiché mi pare che vi sia un'apertura su questo tema, sarei dunque orientato a soprassedere. Come ripeto, però, quello che avevo in mente oggi era altro.
Un passaggio in Commissione, come suggeriva adesso il Presidente potrebbe essere utile proprio alla luce di quello che accadrà.



PRESIDENTE

Se lei e i colleghi che hanno sottoscritto l'ordine del giorno siete d'accordo, rimandiamo il provvedimento...



(Commenti del Consigliere Chieppa)



PRESIDENTE

Mi sembra che il "signor no" abbia qualcosa da dire.
L'Assessore Ricca ha ricordato Mike Bongiorno, cui va il nostro pensiero: un grande personaggio del nostro Paese! La parola al Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere.



CHIEPPA Vincenzo

Presidente, ovviamente, siamo in fase di comunicazione da parte dell'Assessore.
La Giunta, per conto dell'Assessore Taricco, ha fatto una comunicazione e si stanno facendo i censimenti. Io esprimo quella che è la mia posizione: in ogni caso, oggi si arrivi ad un voto.
Io ho sottoscritto l'ordine del giorno, ma per sospenderne la discussione dovremmo cambiare la data, perché si parla di "stagione venatoria 2005-2006", per cui dovremmo aggiornarlo. Ma si parla di sospensione e, quindi, di moratoria, sostanzialmente.
Mi pare che le chiacchiere stiano a zero. Oggi si vota: chi vuole che si continuino i prelievi sulla tipica fauna alpina vota "sì", chi è contrario, vota "no" e l'Assessore ne prenderà atto, ovviamente. Poiché vi è una legge regionale, l'Assessore si atterrà alla legge regionale, ma prenderà atto dell'orientamento maggioritario del Consiglio.
Credo, quindi, che si debba assolutamente votare l'ordine del giorno anche per appello nominale, perché è giusto che si sappia, anche singolarmente, chi - legittimamente - la pensa in un modo e chi altrettanto legittimamente - la pensa in un altro.
una questione trasversale; su questo, quindi, non vi sono problemi.
Ma poiché oggi c'è stata una comunicazione da parte della Giunta, si è aperta una questione - considerato che prima non si è potuto discutere di controriforma della scuola pubblica (non è presente l'Assessore, altrimenti avrei riproposto quella discussione) - e sono state avanzate alcune richieste in sede di Commissione, oggi si vota, a meno che l'Assessore non sospenda la procedura, dicendolo formalmente in questa sede, fino a quando il Consiglio non riuscirà ad esprimersi. Non può farlo? Quindi si voterà oggi. Si assuma una posizione su questa tematica.
Noi siamo fermamente contrari a che si proroghi e si confermi la possibilità di prelievo sulla tipica fauna alpina. È un segnale che questo Consiglio deve dare con grande chiarezza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Chieppa.
Sono pervenute diverse richieste di intervento, a partire dal Consigliere Casoni, Bellion e Cavallera.
Colleghi, vi informo di una modifica tecnica apportata sul testo dell'ordine del giorno n. 99: nel dispositivo, all'ultimo capoverso dell'impegno, dove c'è scritto "stagione venatoria 2005-2006", è da intendersi "2009-2010". È evidente, proprio per attualizzare il contenuto.
Prima di cedere la parola ai colleghi che hanno chiesto di intervenire inviterei a trovare una condivisione fra i firmatari dell'ordine del giorno. Perché se l'ordine del giorno è da porre in votazione, vi pregherei, quantomeno, di trovare una condivisione. Perché il collega Turigliatto aveva acconsentito a rimandare l'ordine del giorno in una discussione più approfondita in Commissione con l'Assessore competente Taricco. Lei, altrettanto legittimamente, si oppone e chiede di votarlo adesso (sto sintetizzando). Nel merito, quindi, mentre si susseguiranno gli altri interventi, se i colleghi firmatari volessero trovano una sintesi su cosa fare, ne sarei grato.
Seguiranno, quindi, gli interventi dei colleghi Casoni, Bellion Cavallera, Barassi e Dalmasso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Credo che simili questioni, anziché essere poste en passant, in un "buco" del Consiglio, vadano approfondite nelle sedi appropriate.
Concordo con quanto detto dal Consigliere Turigliatto: sicuramente essendo le nostre finalità non comuni ma differenziate, credo che non si possa chiedere di votare un argomento di questa portata, che sappiamo coinvolgere aspetti delicati della nostra Regione, tra una cosa e l'altra.
Sono dunque favorevole al rinvio del provvedimento in Commissione perché non credo che si possa risolvere in un quarto d'ora, con accordi interpersonali, una materia come quella del prelevamento della fauna alpina, che sappiamo che nella nostra Regione poi scatena ripercussioni sull'intero territorio regionale.
Non è un aspetto secondario, come si tende a far passare, che si faccia un ordine del giorno, lo votiamo, vedendo anche le presenze in Aula; magari con metà e metà si può correre il rischio che passi e questo poi vincola l'azione della Giunta.
L'Assessore ha preso delle posizioni; se ci sono delle posizioni ancora da chiarire, questo è un argomento da porre con precisione all'o.d.g. in modo che tutti i colleghi ne siano informati. Quando tutti i colleghi ne sono informati, si fa la discussione appropriata e si mette in votazione un eventuale documento. Non si sfruttano pause del Consiglio per tentare di forzare decisioni.
Concludendo, invito l'Assessore a prendere atto della proposta che ha fatto il Consigliere Turigliatto, cioè di tornare in Commissione. C'è bisogno di un approfondimento della questione, quindi in Commissione sarà approfondita, ritornerà in Aula e quanto ritornerà in Aula sarà messo con precisione ad un punto dell'o.d.g. preciso con un'ora della quale saranno informati tutti i Consiglieri, e tutti i Consiglieri verranno ad esprimersi su questo punto, che - ripeto - non è un punto secondario della politica piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

Grazie, Presidente.
Se arrivano i pareri, il calendario che avevamo valutato di fare era quello di andare lunedì prossimo in Giunta.
Detto questo, se il Consiglio ritiene che sia necessario un approfondimento, stante il fatto prima conferito con il Presidente della III Commissione Bellion, che mi dice esserci un tema lunedì in Commissione ma che non dovrebbe occupare tantissimo tempo - poi saranno i Capigruppo e il Presidente a valutare la procedura - se si vuole fare una discussione ad hoc in Commissione per poi portare la risultanza qui in Consiglio martedì prossimo, e noi rimaniamo con la delibera ferma fino a mercoledì in modo da avere approfondito la questione, la disponibilità ci può essere, in modo che le questioni che sono emerse possiamo provare ad affrontarle e ricomporle, avendo questo tema nelle prossime due questioni all'o.d.g.
Non è due giorni prima o due giorni dopo che fanno cambiare il quadro generale. Quindi, se questo può servire per fare un approfondimento del caso, vi è la disponibilità in tal senso a procrastinare di un paio di giorni.
Mi rimetto alla volontà dell'Aula.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Colleghi, abbiamo ancora gli interventi dei colleghi Bellion Cavallera, Barassi e Dalmasso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bellion; ne ha facoltà.



BELLION Marco

Non intervengo in quanto Consigliere, ma come Presidente della III Commissione, poiché abbiamo riflettuto sulla comunicazione dell'Assessore anche a seguito dell'intervento del Consigliere Casoni, che condivido.
Stiamo parlando di una materia che sicuramente non può essere affrontata in un Consiglio in cui la metà dei componenti non ha sentito l'informativa dell'Assessore. Ed è una materia che ha anche delle ripercussioni non solo sull'attività venatoria, ma ha delle ripercussioni anche sui territori stessi, dove questa attività venatoria viene esplicitata.
Lunedì ci sarebbe la possibilità di affrontare questo tema con la dovuta conoscenza del problema. Devo ammettere che ci erano pervenute delle comunicazioni nel mese di luglio e il fatto che ci sia stato il mese di agosto e che come III Commissione non abbiamo ancora potuto riunirci dal rientro delle vacanze estive, perché la giornata di lunedì è stata occupata, in seguito alle decisioni della Conferenza dei Capigruppo, dal gruppo di lavoro sulla legge elettorale. Ritengo che invece lunedì, se sarà possibile e se i Capigruppo convergeranno su questa possibilità, si potrà affrontarlo seriamente, in modo tale che si possa arrivare ad una decisione. Anche io ho delle questioni da porre che naturalmente devono essere affrontate in una sede come quella della Commissione, per essere sviscerate con gli uffici competenti.



(Commenti del Consigliere Chieppa)



PRESIDENTE

Collega Chieppa, utilizzi il microfono, perché se desidera intervenire non le tolgo la parola.
Voglio ricordare che sull'argomento che oggi viene assorbito dalla comunicazione dell'Assessore, in Commissione la decisione presa era che questo era un argomento da trattare in Aula. È evidente che l'Aula è sovrana, quindi se l'Aula ritiene, condividendo tutti che l'argomento deve essere trattato in Commissione, nulla osta, perché, come sempre, l'Aula più della Commissione, è sovrana.
Quindi, se oggi si decide che l'argomento deve essere trattato in Commissione, va benissimo.



PRESIDENTE

CHIEPPA Vincenzo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Quando l'avevo chiesto io, non andava bene! PRESIDENTE



PRESIDENTE

Però adesso che lo propone il Presidente del Consiglio facente funzioni, magari viene accolto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Credo che occorra fare delle precisazioni. La prima precisazione è che se si decide di iscrivere un argomento all'o.d.g., questo va iscritto decidendo nella Conferenza dei Capigruppo. Per cui ad un certo punto si trova indicato nell'o.d.g. il numero corrispondente; in questo caso porta un numero basso, perché l'urgenza di sospendere la caccia alla tipica fauna alpina era stata segnalata a settembre del 2005.
Questo lo faccio presente, perché nel frattempo non è che le specie si siano estinte; quindi, consideriamo questo fatto, perché qui perlomeno da quanto risulta da un accertamento sommario, i presupposti per consentire la caccia alla tipica fauna alpina quest'anno ci sono ancora. Per cui questo documento sarebbe già obsoleto nelle sue premesse.
Ma al di là di questo, quando i signori Capigruppo lo metteranno all'o.d.g. come ordine del giorno lo approfondiremo.
Naturalmente rimangono sempre i 42 voti necessari per poterlo iscrivere, ma certamente questo non rientra nella casistica del gentleman agreement, perché è chiaro che è molto più importante che tutti i colleghi siano informati, viste le firme che sono apportate ecumenicamente, ed è giusto che ci sia il plenum per prendere una decisione importante.
L'altra considerazione che volevo fare è che ho dei forti dubbi che si possa con un ordine del giorno andare contro una previsione di legge.
La legge prevede che in Piemonte si segua una procedura molto rigorosa.
Direi, da quanto mi risulta, forse la più rigorosa in Italia come procedura di verifica preventiva e di controllo, proprio allo scopo di avere la massima salvaguardia, essendo noi pedemontani per definizione - abbiamo attorno la corona delle Alpi.
Pertanto, ci potranno essere dei dubbi se abbiamo coperto il 100% del territorio con i censimenti, ma state pur certi che prima di arrivare ad un prelievo dalle nostre parti, occorrono delle procedure veramente rigorose nel controllo degli obiettivi.
Quindi, secondo me, un ordine del giorno di questo genere, ancorch approvato, avrebbe un valore puramente politico, ma non avrebbe alcun effetto da un punto di vista amministrativo, perché non credo che la Giunta (qualunque essa sia) voglia prendere una decisione che sarebbe arbitraria: è vero che il Consiglio può dare le indicazioni, ma poi sta di fatto che chi deve prendersi le responsabilità deve applicare le leggi.
Facendo altre considerazioni, visto che l'Assessore ha parlato di caccia, credo che si debba auspicare un sistema che valorizzi l'approccio al tema della caccia, non dico solo rigoroso ma anche cautelativo, così come si ha nella nostra Regione.
notorio che in Italia se c'è una Regione dove è consentito meno della legge quadro nazionale, ma in modo rilevante, questa è la Regione Piemonte.
Basta! Io dico: abbiamo una situazione di questo tipo, magari in futuro si può allargare, ma per adesso limitiamoci ad attuare le norme che ci sono senza forzature.
Qualche tempo fa, noi abbiamo chiesto una seduta segreta per parlare di persone. Io non voglio parlare di nominativi di persone, però faccio presente che a seguito della riorganizzazione - e mi rivolgo anche all'Assessore Peveraro - noi abbiamo una legge che prevede che l'Osservatorio sulla caccia sia inserito nel Settore della caccia. Quindi qual è il significato dell'Osservatorio? Ha il significato di avere una struttura rafforzata, al di là degli Uffici, per seguire una certa tematica? Però è arrivato il momento di cercare di semplificare le cose.
possibile pensare di avere un dualismo? Da un lato, c'è il responsabile del Settore caccia e dall'altro c'è un Osservatorio che, come se fosse su una nuvoletta, presume di avere il potere di indirizzo, di vita o di morte.
Questa, a mio avviso, è una situazione da rimuovere, anche perché le persone sono state indirizzate ognuno in un nuovo incarico, per cui si dia organicità all'operatività del Settore caccia riportando l'osservatorio in quest'ambito.
Naturalmente, credo che tutti abbiamo la massima fiducia nelle persone che nel corso degli anni sono state nominate a dirigere il Settore caccia e si è anche avuta una conferma, perché la nomina della persona - mi riferisco al Settore caccia - è stata prorogata con lungimiranza e anche con rispetto delle persone: le cose devono comunque essere messe a posto perché adesso non lo sono.
Allora nascono i "tiramolla". Signori, abbiamo una legge rispettiamola! Non è pensabile di poter arrivare qui perché la metà più uno alza la mano per infischiarsene delle leggi e sospendere o bloccare. Questi sono tutti modi non rispettosi, perché la sede nella quale si pongono i limiti e i paletti è al momento della discussione delle leggi. Poi, una volta che il Consiglio ha approvato la legge, piaccia o non piaccia, questa legge deve essere attuata, fermo restando i provvedimenti di emergenza che vengono sempre presi quando nevica, quando ci sono particolari epizozie che intaccano anche le specie selvatiche.
Insomma, ne abbiamo già visti di tutti i colori in questi anni e abbiamo anche una struttura veterinaria molto qualificata nella nostra Regione: gli Osservatori sono gestiti da persone professionali e, tra l'altro, pagate grazie a un contratto preciso.
In conclusione, secondo me, la caccia deve proseguire seguendo i binari, che sono già ristretti, sui quali è andata avanti in questi anni anche in questi anni di Giunta Bresso. Sulle scelte di questi anni abbiamo avuto delle riserve e delle critiche da fare: una è quella dell'Osservatorio.
Se vogliamo cimentarci su un ordine del giorno, se c'è una richiesta a norma di regolamento, venga presentato e posto in discussione. Tuttavia preannuncio già adesso che è assolutamente illegittimo pensare che si possa bloccare un preciso disposto di legge regionale con un ordine del giorno: sarebbe una decisione che si presterebbe assolutamente a ricorsi e che comunque sarebbe assurda, soprattutto nei confronti dei cacciatori, ma anche nei confronti di chi gestisce i comparti alpini e anche di un mondo venatorio che nella nostra Regione è molto cambiato, rispetto ad uno stereotipo di quindici o vent'anni fa, e che annovera persone che - lo dico io che non sono un cacciatore - sono sensibili e disponibili a dialogare.
Mi sembra che, in questi ultimi tempi, il dialogo non alberghi da altre parti, cioè dalla parte di coloro che in modo viscerale sono sul fronte del cosiddetto "anticaccia".



CHIEPPA VINCENZO



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Barassi.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Grazie, Presidente.
Intervengo molto brevemente per dire che prendo atto favorevolmente delle posizioni espresse dall'Assessore Taricco, che afferma che nella definizione del piano di prelievo della tipica fauna alpina metterà elementi ulteriori di cautela rispetto a quelli già posti gli scorsi anni.
Prendo atto anche favorevolmente della sua disponibilità a rinviare la decisione dopo la convocazione della III Commissione. Ne prendo atto favorevolmente anche perché, quando abbiamo pensato di richiamare in Aula il provvedimento, lo abbiamo fatto durante una discussione in Commissione avvenuta lo scorso lunedì e proprio, in quella sede io avevo proposto (anche sulla base della richiesta presentata dal Consigliere Chieppa) di approfondire l'argomento in Commissione, partendo anche dai dati relativi alla definizione dei numeri e allo stato dell'arte sul territorio piemontese e, eventualmente, presentare un ordine del giorno in Commissione per poi arrivare in Consiglio.
Lo scorso lunedì questo non era possibile, mentre oggi si rende possibile. Va benissimo.
Andiamo in Commissione lunedì, giustamente, per approfondire il tema.
Chiedo comunque formalmente all'assemblea dei Capigruppo di iscrivere per martedì prossimo l'ordine del giorno che propone la moratoria sulla caccia alla tipica fauna alpina, perché, indipendentemente dalla discussione di lunedì in Commissione, martedì dovremmo porre in votazione questo ordine del giorno e dare modo al Consiglio di esprimersi dando delle indicazioni e delle direttive precise alla Giunta.
Poi, che sia illegittimo o meno lo vedremo, ma, secondo me, il Consiglio deve discutere di questo ordine del giorno e ognuno deve assumersi la responsabilità rispetto alle indicazioni della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

Penso abbia ragione il Consigliere Turigliatto nel distinguere un problema etico molto grosso: è legittima la caccia o no? Io non comprendo come ci si possa divertire nell'andare in giro ad impallinare animali terrorizzati. Ma, naturalmente, è un mio limite.
Una questione ancora più ampia è quella se la nostra specie abbia il diritto di togliere la vita ad altre specie, ma anche questo è un problema che si dibatte da alcune migliaia di anni, da parte di scuole filosofiche religioni e pensieri diversi. Il Consiglio regionale ha compiti molto più limitati, questo è ovvio, e l'ordine del giorno presentato oltre quattro anni fa - sono tra coloro che aveva messo la propria firma - si limitava ad una questione specifica. C'è uno stato di conservazione critica di alcune specie, l'habitat diventa sempre più stretto, più debole, sempre più colmo di rischi per queste specie; c'è un abbandono della montagna e di attività specifiche nella montagna che rende la vita di queste specie sempre più complessa.
Non so dire se queste specie rischiano di scomparire in uno, due o cinque anni, comunque siamo davanti a questo fatto, all'interno di un quadro complessivo mondiale in cui le specie viventi scompaiono con una rapidità sconcertante, sempre più veloce e più rapida in ogni campo: aria terra e mare. La richiesta era di una semplice moratoria della caccia, di una sospensione della caccia a queste specie.
I problemi sono due. Intanto una questione che abbiamo sollevato altre volte: la sorte e l'esito che hanno gli ordini del giorno. Ordini del giorno, presentati quattro anni fa, rimangono nei cassetti perché non si riesce a trovare un meccanismo rapido, un'autoregolazione che il Consiglio si può dare perché tutte le istanze siano discusse. Potremmo citare queste ma potremmo fare un elenco chilometrico di altri temi più o meno ampi.
La seconda questione è che i tempi sono molto stretti. La stagione venatoria è alle porte. Alcuni hanno chiesto che i tempi e i confini di questa fossero ristretti, che il numero di specie cacciabili fosse profondamente limitato. Questo non è sostanzialmente accaduto ma, al di là di ciò, noi siamo davanti a tempi stretti.
Ripeto anch'io quello che ha detto la Consigliera Barassi: siamo un po' sconcertati perché davanti ad una richiesta di discussione in Commissione lunedì scorso, ci hanno detto che quella non era la sede adatta, si doveva andare in Consiglio perché quella era la sede naturale per una discussione di questo tipo. Oggi, veniamo rispediti in Commissione. Speriamo che questo gioco dei quattro cantoni non duri in eterno.
Le considerazioni erano queste. Mi auguro che si possa arrivare ad un voto martedì prossimo, perché è necessario e indispensabile. Non so quanto il voto possa influire in caso di esito positivo su leggi e provvedimenti ma questa è una questione molto ampia.
Credo, comunque, che si debba andare ad una scelta. Non voler discutere alcuni temi perché possono dividere, perché ci possono essere pareri contrari, non mi è mai sembrata, né qui né in altri campi, la scelta giusta. Alla fine, questi problemi si sommano fra di loro e rischiano di creare scontento in tutti: in associazioni che da anni si impegnano su questi temi e in tantissimi cittadini che ce lo hanno anche segnalato in modo continuo in questi giorni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Anch'io condivido quanto ha detto il Consigliere Dalmasso e la Consigliera Barassi sul fatto che, comunque, è un ordine del giorno che giace da molto tempo e non abbiamo mai trovato l'occasione per votarlo.
Vorrei tranquillizzare anche il Consigliere Cavallera: non è una discussione sulla caccia. Fosse una discussione sulla caccia, avremmo bisogno di molto più tempo per affrontare tutti gli argomenti.
Semplicemente, l'ordine del giorno pone il problema di specie che sono considerate a rischio, di specie che sono numericamente poco presenti sul nostro territorio, ed è per questo che i cosiddetti piani di abbattimento prevedono un numero limitato di animali da uccidere.
Questo problema ha due ordini di conseguenze. Uno è ambientale. Il mondo ambientalista si chiede perché permettere l'uccisione di animali la cui specie è seriamente in difficoltà nel mantenere la propria sopravvivenza. Si sa che diminuendo il numero degli animali che rappresentano la specie, la specie stessa è a rischio di estinzione.
Dall'altro lato c'è il mondo protezionista, il mondo della tutela dei diritti degli animali che, invece, vede in queste uccisioni l'accanirsi contro specie che già di loro fanno fatica a sopravvivere.
Accettando la caccia - la caccia è accettata perché permessa dalle leggi italiane - si vorrebbe che almeno nelle situazioni problematiche ci fosse, da parte della Giunta, un atteggiamento di comprensione della situazione, quindi un salvare un certo numero di animali che, ripeto rispetto ai milioni di animali uccisi ogni anno con la caccia, è ben poca cosa. Ma questo implicherebbe la dimostrazione di un atteggiamento di comprensione verso tutto quel mondo che si impegna e lavora per la difesa dei diritti degli animali.
Sulla vicenda della caccia in questi giorni - l'Assessore lo sa - si sta vivendo un ulteriore gradino di quell'annosa vicenda del referendum sulla caccia. Siamo arrivati ad una vicenda decennale per la quale il referendum sulla caccia - che in Piemonte si sarebbe potuto ottenere, viste le firme raccolte - tra corsi e ricorsi e nonostante una serie già consistente di pareri favorevoli allo svolgimento, questo referendum in Piemonte non si è ancora potuto espletare.
Ed è per questo che l'ordine del giorno, qualunque sia l'esito che avrà la votazione, si presta ad un'analisi, ad una diagnosi da parte anche di chi ci ha votato e da parte dei cittadini del Piemonte. Si potrà sapere quali sono veramente i pensieri dei Consiglieri in questo caso, quindi, in un certo senso, è anche uno sgravare la Giunta, che spesso è stata accusata di atteggiamenti non favorevoli nei riguardi degli animali. In questo modo sarà il Consiglio, tutto, che si assumerà la responsabilità di dire qual è il proprio pensiero nei riguardi della tutela o meno di specie di animali.
Se si arriverà al voto, avremo modo di approfondire, in parte, questa discussione. Voglio lanciare un segnale al Consigliere Cavallera quando dice che il mondo della caccia è molto cambiato. Io non so come e quanto il mondo della caccia sia cambiato, so però che gli avvelenamenti di animali liberi e selvatici continuano. Di questo mi potrete dire che nessuno pu accusare questo piuttosto che quell'altro, però si è constatato che questi avvelenamenti avvengono sempre in particolari situazioni e in particolari momenti.
Un altro fatto molto grave che testimonia come certi mondi abbiano difficoltà a cambiare, è quello che sta avvenendo in una zona del cuneese tra Bagnolo e Barge - negli ultimi tempi, in cui si è rilevata una fioritura di trappole. Sono stati trovati gatti presi al laccio, sono stati trovati animali uccisi dalle trappole. Una signora si è presa il dispiacere di seguire tracce di sangue: ha trovato un tasso morto dopo un chilometro dal punto in cui aveva individuato una trappola. È chiaro che, ripeto nessuno può accusare questo o quello di questi fatti, ma, personalmente sono convinto che il giorno che chiuderemo la caccia - chissà quando questi fatti non accadranno più.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, prendiamo collettivamente nota che questa discussione proseguirà lunedì, in sede di III Commissione (casualmente, il Presidente Bellion è assente dall'Aula in questo momento).
L'ordine del giorno non è formalmente assegnato alla Commissione, ma sussiste un accordo di massima per discuterne i contenuti. Dopodiché, in ogni caso, martedì vi è l'impegno collettivo di iscriverlo all'o.d.g., ma anche di permettere al Consigliere regionale di potersi esprimere attraverso un voto, su questo punto.
Sono certo che l'orientamento del Consiglio sarà tenuto in grandissima considerazione da parte della Giunta e da parte dell'Assessore regionale qualunque sarà l'esito di quella votazione, immagino. Dopodiché, vedremo.
Ovviamente, non è un richiamo, ma una semplice considerazione.
Possiamo considerare conclusa, quindi, la discussione su questa vicenda.
Prima di procedere con l'esame della proposta di deliberazione n. 442 "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2008", di cui al punto 5) all'o.d.g., era stata avanzata, da parte del Consigliere Robotti, la richiesta di discussione e votazione - è già stata iscritta all'o.d.g. - di una mozione avente ad oggetto "Libertà di stampa".


Argomento:

Sull'ordine dei lavori - Richiesta, da parte del Consigliere Robotti, di un'inversione di punti all'o.d.g. per esaminare la mozione n. 1267 dei Consiglieri Robotti, Comella, Pozzi, Turigliatto, Travaglini e Cavallaro inerente a "Libertà di stampa"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Per la verità è la quarta volta che argomento tale richiesta! Il sottoscritto, insieme ai colleghi Cavallaro, Comella, Turigliatto Pozzi, Travaglini e altri ancora, ha presentato un ordine del giorno che richiama due temi specifici.
Con tale provvedimento si chiede al Consiglio di esprimersi a favore di una generale richiesta di libertà di stampa e di informazione nel nostro Paese, e si dà sostegno a coloro che, in questa fase, si battono affinch non vi siano forme di limitazione o di ricatto nei confronti di chi esercita il diritto di informare in modo libero ed imparziale.
Abbiamo presentato l'ordine del giorno in data odierna perché sabato prossimo, 19 settembre 2009, alle ore 18, in Piazza del Popolo a Roma, la Federazione Nazionale della Stampa ha organizzato una manifestazione che avrà per oggetto questi temi e che tenderà a sollecitare al Paese una maggior attenzione e una maggior vigilanza nei confronti di queste tematiche.
Devo solo argomentare la mia richiesta?



PRESIDENTE

In pratica, lei chiede un'inversione dei punti all'o.d.g



ROBOTTI Luca

Esatto, chiedo che venga discusso.



PRESIDENTE

Ricordo che vi sono altri punti iscritti all'o.d.g., tutti importanti.
Mi permetto di sottolineare che anche la questione della scuola era altrettanto importante.
In merito alla richiesta formale avanzata dal Consigliere Robotti, ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Nel rivestire un ruolo che non mi spetterebbe, mi rivolgo a chi dovrebbe gestire i lavori d'Aula in nome e per conto della maggioranza: se è piacevole per la maggioranza passare quelle poche giornate di Consiglio che ci rimangono ancora da vivere assieme interessandoci dei grandi problemi dell'umanità - dal gallo forcello alla libertà di stampa - per noi va benissimo.
Ma, allora, durante la Conferenza dei Capigruppo di domani, si faccia un elenco di tutti gli ordini del giorno, anche quelli che abbiamo depositato noi nel corso di questi ultimi giorni, da trattare nei Consigli che si terranno da qui fino a gennaio, o quando ci sarà lo scioglimento.
Se invece veniamo in Consiglio per approvare ancora qualche piccolo provvedimento, qualche rendiconto o quant'altro che si dovrebbe fare, visto che siamo già in ritardo... Diteci qualcosa. Poi, sul tema della libertà di stampa, si sono riempite intere biblioteche dal 1700 ad oggi, quindi è sempre un tema di grande interesse. Non ci si venga però a proporre, un domani, di convocare sedute notturne, doppie, triple o quadruple sedute consiliari alla settimana soltanto perché vi è la necessità di terminare dei provvedimenti, quando passiamo delle giornate ad interessarci di argomenti sicuramente di grande valore e significato, tutti di grande pertinenza politica, ma che, evidentemente, rendono meno rapidi - per usare un eufemismo - i lavori del Consiglio regionale.
Se la maggioranza intende, dapprima con una discussione, mettere quasi in discussione un Assessore, poi con un'altra rallentare i lavori del Consiglio, basta saperlo; basta che ci sia un accordo e per noi va benissimo. Anzi, se noi decidiamo che non riuniamo neanche più il Consiglio fino allo scioglimento, per noi va bene uguale. Però ditecelo. Poich domani è convocata la Conferenza dei Capigruppo, si dica: "Non si riunisce più il Consiglio, tanto per discutere di ordini del giorno, ognuno se li fa a casa sua o sui giornali!". Così evitiamo di venire qui ad impiegare del tempo, sempre utilmente, ma con poco costrutto sui piemontesi.
Ho letto l'o.d.g. quando era stato convocato il Consiglio e ho visto che ci sono dei provvedimenti importanti, che il Piemonte aspetta da anni.
Per carità, discutere del gallo forcello e della possibilità di sfiduciare un Assessore a noi avrebbe potuto anche fare molto piacere, così come la possibilità di dibattere sulla libertà di stampa ci riempie veramente di gioia. Direi, anzi, di rinviare la questione sulla libertà di stampa per dedicare un'intera sessione del Consiglio ad un tema così importante, se la sensibilità è così forte, e non ritagliare mezz'ora, un'ora o un'ora e mezza per arrivare alle 18.30 e andare a casa! Dedichiamo un Consiglio straordinario sulla questione della libertà di stampa, ma facciamolo con la dovuta serietà.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Condivido gran parte delle osservazioni mosse dal collega Botta, nel senso che ci sono provvedimenti ben più importanti e più urgenti.
Ma poiché avevo dimenticato di dirlo prima, faccio ora presente che avrei un'iniziativa politica alle ore 18. Visto che l'iniziativa nazionale è organizzata il 19 settembre, avrei piacere che questo ordine del giorno venisse discusso oggi, possibilmente in mia presenza. Se invece il Consiglio ritiene che si può rimandare, rimandiamolo. Io non pongo problemi.



PRESIDENTE

Consigliere Muliere, sono stato richiamato sul fatto che il Regolamento imporrebbe un intervento in senso favorevole e uno in senso contrario però, considerato che ci sono alcune questioni, mi assumo questa responsabilità.
Prego, Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Solo trenta secondi per dire che proseguirei con l'esame dell'o.d.g.
affrontando al termine della seduta questo ordine del giorno, per un semplice motivo.



(Commenti in aula)



MULIERE Rocco

Non c'è il Consigliere Robotti, ci sono gli altri firmatari che possono benissimo sostenere le tematiche dell'ordine del giorno.
Il mio suggerimento è di proseguire adesso con il rendiconto. Poi, al termine della seduta, se siamo d'accordo, affrontiamo con un voto l'ordine del giorno; naturalmente, con un voto a favore o in senso contrario. Mi auguro che il collega Botta possa unirsi a noi con un voto favorevole.
Quindi propongo di andare avanti con l'o.d.g.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Muliere.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per una domanda, perché non c'è il due senza il tre.
Visto che c'è l'ordine del giorno per le dimissioni del Ministro Gelmini e l'ordine del giorno a difesa della libertà di informazione e di stampa, forse qualcuno ha dimenticato "Ballarò", Floris e Santoro: sono dimenticanze gravi! Domandavo se per caso è all'o.d.g...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Va benissimo. Credo che dovremo prendere nota del suggerimento del Consigliere Cavallera e presentare al più presto ordini del giorno a difesa di "Ballarò" e "Annozero". Colgo prontamente il suggerimento, datemene atto.
Non ci sono altre richieste d'intervento.
Chiedo al Consigliere Robotti se conferma la sua richiesta.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Accogliamo la proposta del Consigliere Muliere e procediamo nell'esame dei punti all'o.d.g.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame proposta di deliberazione n. 442, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2008 del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 442, di cui al punto 5) all'o.d.g., che è stata licenziata all'unanimità dalla I Commissione il 22 aprile 2009.
Ricordo che, essendo una deliberazione, non c'è relatore.
La Vicepresidente Cotto, che in Ufficio di Presidenza ha le deleghe sul bilancio, si è dovuta assentare.
Il numero legale è 29.
Non essendoci richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 442, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Prendiamo atto dell'intenzione di voto in senso favorevole del Consigliere Novero, che pertanto aggiungiamo agli altri.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 620, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2008"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 620, di cui al punto 6) all'o.d.g., che ricordo essere stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione il 27 maggio 2009.
La parola al relatore, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, relatore

Grazie, Presidente.
Come giustamente lei ha ricordato, il disegno di legge è stato licenziato dalla I Commissione il 27 maggio.
Il conto del bilancio evidenzia il risultato finanziario alla chiusura dell'esercizio finanziario 2008, che tiene conto sia del risultato della gestione di competenza delle entrate sia della gestione dei residui degli anni precedenti. Si rileva un avanzo di amministrazione ammontante a euro 6.124.742,66, nonché il rispetto della normativa relativamente ai vincoli del Patto di stabilità.
Per quanto riguarda i residui passivi del 2008, pari a euro 5.091.606.660, risultano da pagarsi sulle spese impegnate per la competenza 2008, oltre tre miliardi di euro e da pagarsi, sui residui degli anni precedenti, più di due miliardi di euro.
Il conto generale del patrimonio evidenza le attività e le passività finanziarie e patrimoniali. La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali 2008 è pari a oltre sei miliardi di euro a fronte della consistenza delle passività finanziarie e patrimoniali pari a oltre nove miliardi di euro.
Si rileva dal conto generale del patrimonio che i debiti, i mutui e prestiti a carico della Regione a fine esercizio 2008 sono pari a euro 4.114.207.379.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto volevo domandare se, al di là della relazione, sintetica ma completa rispetto ai numeri, del collega Reschigna, il Vicepresidente Peveraro intendeva fare una valutazione in merito al disegno di legge presentato.
Dopodiché, mi domando se valga la pena proseguire la discussione su questo o piuttosto sia preferibile fermarsi alla discussione generale, per poi continuare l'esame dei singoli articoli nella prossima seduta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Ritengo - aspetto cenni da parte dell'Aula - che, avendo svolto la relazione, una soluzione fattibile potrebbe prevedere di svolgere una discussione di carattere generale, l'intervento dell'Assessore Peveraro e proseguire la prossima seduta con gli interventi sull'articolato. Ci sono sei articoli più un allegato che ha una certa consistenza, non fosse altro per l'allegato c) con una serie di società partecipate dalla Regione.
L'allegato è questo malloppo; credo che si possa risparmiare la stampa e la distribuzione, in quanto sarebbe un costo eccessivo ed un fastidio per molti colleghi. Quindi non stampiamo copia dell'allegato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Faccio un intervento su quelle che sono le macrocifre, così come sono state indicate correttamente, per la verità, all'interno della relazione allegata alla legge che è fatta dal collega Reschigna, con una premessa. I rendiconti un po' dappertutto, anche all'interno dell'Assemblea regionale come in altri enti, vengono un po' passati come un atto ragionieristico nel senso che si prende atto di quanto avvenuto nell'anno precedente e lo si approva.
Certamente sono in parte anche questo; vi è un'altra parte di analisi che è altrettanto importante, perché dà il consuntivo al documento che meglio di ogni altro - il Vicepresidente e i colleghi lo sanno bene fotografa quella che è la situazione del bilancio della nostra Regione, e per bilancio intendo la capacità di spesa, tanto di spesa corrente quanto di investimenti, della capacità di liquidazione pagamento. Fotografa appieno quella che è la macchina regionale; diversi sono i bilanci preventivi che danno invece un'indicazione di carattere generale su quelle che saranno le politiche.
Nel nostro Ente non è la prima volta che lo diciamo: la legge è questa quindi così è. Certamente scontiamo il fatto che, salvo il piano operativo che però, come ci ha ricordato ancora oggi il Vicepresidente, è uno strumento di Giunta, che i Consiglieri possono leggere, ma successivo all'approvazione del bilancio - in realtà, a differenza dei bilanci degli Enti locali, non abbiamo alcun documento tanto nel bilancio previsionale quanto nel bilancio consuntivo che possano mettere insieme, ad esempio, un aspetto, quanto rispetto al dato non numerico, ma di attuazione delle politiche e di governo della Giunta, quanto rispetto alle indicazioni previste nel bilancio previsionale e che si sono poi in realtà attuate leggendo il consuntivo.
Vi sono certamente alcuni dati numerici che sono quelli sui quali noi intendiamo fare una maggiore sottolineatura. Uno è relativo ai mutui contratti a fine 2008, che superano i quattro miliardi e 100 milioni di euro, che certamente segnala con una possibilità di indebitamento autorizzata dal Consiglio ancora maggiore per ciò che riguarda la possibilità della Giunta regionale, ma un altro dato altrettanto significativo è quello relativo ai residui passivi ancora da pagare da parte dell'Amministrazione regionale. Perché, come evidenziato all'articolo 3, per il conto consuntivo si rileva che, relativamente al 2008, vi sono tre miliardi e 54 milioni di somme impegnate da pagare per ciò che riguarda il 2008 e due miliardi e 37 milioni per gli esercizi precedenti, con le motivazioni e le giustificazioni più differenti.
Certamente nel bilancio leggiamo quanti trasferimenti scritti non risultano accertati e quindi due miliardi di euro solo per il 2008 che sarebbero dovuti essere nelle casse regionali e in realtà non lo sono stati per il 2008 (ne sarà arrivata una buona parte, ma non tutta, nel 2009). Ci sono cifre altrettanto importanti per ciò che riguarda gli esercizi precedenti.
Certamente vi è un dato. Considerando che vi sono alcune spese fisse che sono quelle che mantengono la macchina regionale, che non si possono non pagare, i cinque miliardi di euro che la Regione Piemonte ha impegnato ma non ha liquidato né nel 2008 né negli esercizi precedenti, ricadono in gran parte su quella che è l'economia piemontese, perché ovviamente a fine mese si pagano gli stipendi dei dipendenti regionali - non dico dei Consiglieri, perché abbiamo appena approvato il bilancio del Consiglio - e si pagano tutta una serie di spese indispensabili per il funzionamento della macchina.
Quando alla fine bisogna fare quadrare i conti rispetto alle risorse che mancano, una buona parte di queste criticità viene poi fatta pesare al mondo produttivo, che attende con tempi sempre maggiori i pagamenti da parte della nostra Regione. E poiché questo avviene soprattutto in un momento di crisi economica quale quella che stiamo attraversando, si tratta di un aspetto assolutamente negativo.
Ovviamente ognuno porta gli esempi di Amministrazioni vicine da un punto di vista politico per un dato oggettivo. Uno dei primi interventi che la Regione Lombardia ha fatto nell'affrontare la crisi economica è stato il dimezzamento dei tempi di pagamento. Se consideriamo che la Regione Lombardia pagava al massimo a 90 giorni e con una media generale intorno ai 70-80 giorni, ha ridotto di 20-30 giorni i tempi di pagamento.
Questa è certamente una misura che è andata a favorire le imprese perché l'accesso al credito di gran parte delle imprese lombarde per il sistema Regione Lombardia, a confronto dell'accesso al credito o delle spese di credito per le imprese piemontesi nel rapporto con la Regione Piemonte, certamente svantaggia le nostre imprese, che, in attesa dei pagamenti ma dovendo ovviamente pagare i dipendenti, le forniture, l'IVA le tasse e quant'altro, devono garantire questa possibilità grazie al credito.
utile secondo noi sottolineare un altro aspetto: quanto costano in più i lavori che vengono svolti all'interno della nostra Regione considerando questo fattore. Cioè è evidente che le imprese, posto che non vogliano rischiare il fallimento e non possano lavorare a guadagno zero conoscendo i tempi di pagamento della Regione, saranno anche costrette a fare offerte leggermente superiori, perché caricheranno e considereranno anche una parte di questi ritardi. Tant'è che l'Assessorato alla cultura cito un caso riferendomi a un settore che sembra meno produttivo di altri ha inserito nelle rendicontazioni delle associazioni, quindi di enti non a fini di lucro, anche le spese per il pagamento di aperture di linee di credito che le associazioni fanno, nell'attesa che vengano pagate dall'Amministrazione regionale.
La somma dei soldi che il mondo produttivo piemontese (sia esso con fini di lucro o senza fini di lucro) paga al sistema bancario per i ritardi della Regione è una cifra che il nostro Gruppo o il sottoscritto non sa contabilizzare, ma sicuramente riguarda molte, molte e molte decine di milioni di euro, per il piacere delle banche e per lo sfavore, in particolare modo, del mondo produttivo, ma anche di quello associazionistico. Crediamo che questo sia un punto fondamentale.
Non faccio grandi digressioni sulla legge sul federalismo fiscale (la n. 42), che è stata approvata quest'anno, quindi sulla possibilità di entrata diretta in misura decisamente maggiore per le casse regionali, per è evidente che questa legge consentirà - quando verrà attuata - di gestire in modo più efficiente, per chi ne sarà in grado (al di là del colore politico) il rapporto con il proprio tessuto produttivo, associazionistico e quant'altro, perché non si dovrà passare direttamente dalla Tesoreria unica, ma si avrà la capacità di incasso.
L'Ente locale, anzi le istituzioni che più pagano questo dazio sono certamente le Regioni (l'intero sistema delle Regioni), che percentualmente sono i soggetti che hanno, rispetto al loro bilancio, una percentuale di incasso diretto assolutamente esigua rispetto all'incasso complessivo.
Dunque, queste sono alcune delle motivazioni che ci fanno esprimere criticità sul bilancio consuntivo, non fosse altro perché, così come per un aspetto politico ragionieristico, il bilancio consuntivo esprime le politiche del bilancio preventivo del 2008. Avendo espresso grandi criticità su quel bilancio, è inevitabile che anche in merito alla fotografia del medesimo non possa che esprimere una valutazione negativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
La sede del conto consuntivo è interessante ed importante, perch consente di fotografare tutto ciò che è avvenuto nel corso dell'esercizio finanziario. Inoltre, sappiamo che sul consuntivo si concentra l'attenzione anche della Corte dei Conti, la quale fornisce una valutazione che poi viene portata a nostra conoscenza attraverso un provvedimento anch'esso molto importante anche per conoscere eventuali criticità e storture o rilievi, come vengono definiti.
Direi che possiamo dare per scontato che l'operatività del Tesoriere e l'ordinaria gestione da parte delle struttura regionali possano avvenire secondo le regole previste. Naturalmente, la nostra attenzione deve essere di tipo politico, perché considerati tutti i paletti che ci sono nel corso dell'esercizio, compreso anche il rispetto del Patto di stabilità, andare in una direzione piuttosto che in un'altra (per esempio, perseguire una spesa, insistere o operare perché si realizzi un'entrata) sono scelte che da un lato, possono costituire un obiettivo per i dirigenti e, dall'altro anche un risultato politico-amministrativo dell'Amministrazione.
Andiamo a vedere, essendo a mio avviso fondamentali, soprattutto quelle cifre che sono indicative e che possono costituire (come quando si legge il termometro) l'indicazione di un'eventuale febbre o, magari, di uno stato di depressione all'interno dei conti regionali.
Indubbiamente, vediamo che l'avanzo d'amministrazione si è assottigliato, per cui il risultato finanziario, come recitano la relazione e anche l'articolato, ammonta a 6.124.742,66 euro. È quel "66" che è significativo, vero, Assessore? Questo vuol dire che questo consuntivo non mette in risalto di possibilità di elasticità.
Un altro fenomeno o serie di cifre da esaminare riguarda il fondo di cassa, che sappiamo essere condizionato anche dai trasferimenti dello Stato; diciamo pure che le misure del Ministro Tremonti, anche sotto questo profilo, assomigliano un po' a quelle dell'ex Ministro Padoa-Schioppa, nel senso che dovendo assicurare a livello nazionale un flusso di cassa predeterminato (articolo n. 1 legge finanziaria nazionale), questo in seguito determina lungaggini o mancati trasferimenti di somme di cui siamo creditori, come Regione, che quindi arrivano col contagocce.
Però, fatte tutte le "conciliazioni contabili" - diciamo così - tra i conti regionali e quelli del Tesoriere, vediamo che la chiusura dell'esercizio 2008 è pari a euro 644.890,94. Si possono dare varie interpretazioni: è stato speso tutto perché i fornitori attendevano di essere pagati, però, anche in questo caso, quando le cifre hanno pochi zeri, è chiaro che si denota mancanza di elasticità.
Un'altra cifra significativa è quella che riguarda la gestione dei residui: anche se vi sono regole precise per riportarli di esercizio in esercizio, salvo quando inciampano e cadono in perenzione, all'interno di queste cifre possono però annidarsi anche scelte amministrative in ordine soprattutto a quelle entrate che, magari, erano state previste con ottimismo. Un ottimismo a cui siamo richiamati da autorevoli personaggi, ma che però, in materia contabile, purtroppo, non aiuta a pareggiare i bilanci nei conti pubblici.
Inoltre, vediamo che, a fine anno, è stato accertato un importo minore di riscossione sui residui, quindi un'eliminazione dei residui pari a euro 476.376.514,89. Sono previsioni di trasferimenti che sono definitivamente messi nel dimenticatoio, cioè non più ipotizzabili, oppure sono previsioni non centrate. Insomma, sta di fatto che questa, a mio avviso, è una cifra che può essere preoccupante e tutte le cifre che ci vengono sottoposte sono veramente tante e, viste una sull'altra nei fascicoli, assommano ad una spanna, ma questo meriterebbe un commento finale da parte dell'Assessore.
Naturalmente, abbiamo anche la riduzione di spesa corrispondente, per ahimè - mentre la riduzione di entrata è di 476 milioni, la riduzione di spesa sui residui è di 369 milioni. La differenza è di oltre 100 milioni.
Avendo avuto un avanzo precedente, che può stato tamponato nel corso dell'anno, ci possono essere altre motivazioni, per esempio riscossioni effettuate e spese non coincidenti nell'esercizio finanziario, eccetera.
Comunque, ritengo che un chiarimento, di differenza tra riduzione di residui attivi e minore riduzione dei residui passivi, atteso che noi lavoriamo su dati contabili che prevedono una significativa corrispondenza su due versanti - entrate e uscite - meriterebbe un approfondimento.
Per concludere, non posso non sottolineare la cifra rilevante che si vede analizzando i dati patrimoniali. Mi attengo alla pagina significativa della relazione del Consigliere Reschigna. Si rileva, dal conto generale del patrimonio, che i debiti, i mutui e i prestiti a carico della Regione a fine 2008, ammontano a 4.114.207.379,81. Quattro miliardi, Assessore sono veramente una bella cifra.
Questo è un indebitamento che viene anche da lontano. È la somma di tutte le partite che vanno sotto la definizione di debiti mutui e prestiti.
Indubbiamente è un bel fardello che andrebbe analizzato sotto tutti i profili, soprattutto sotto il profilo del costo del servizio del debito augurandoci che non ci siano ulteriori sorprese o ulteriori indicizzazioni che lo possono appesantire durante gli anni futuri, quando andrà in ammortamento e dovrà, comunque, essere rimborsato.
Un altro dato che mi preoccupa è quello dell'aumento dei residui perenti. Alla fine dell'esercizio precedente erano 266 milioni, alla fine dell'esercizio 2008 siamo a 327 milioni. Naturalmente, c'è una definizione ben precisa per considerare cosa si intende per residuo perente.
Indubbiamente gli uffici avranno operato correttamente, non ho nessun dubbio, ma anche qui credo che un minimo di precisazione sommaria da parte dell'Assessore potrebbe essere utile.
Ho svolto qualche considerazione sulle cifre più significative che ovviamente, costituiscono la sintesi dell'azione amministrativa, politica e finanziaria della Giunta regionale nei confronti della quale, essendo collocato all'opposizione, si può immaginare quale possa essere in sede di voto il giudizio personale e del nostro Gruppo. Tuttavia, è anche importante l'opera di approfondimento e di chiarimento. Ringrazio l'Assessore se poi vorrà dire due parole in ordine alle osservazioni che ho sollevato.



PRESIDENTE

Grazie.
Non ci sono più richieste di intervento per il dibattito generale.
La parola al Vicepresidente Peveraro per una replica.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Mi soffermerò principalmente sulle considerazioni svolte dai colleghi avendo imparato in questi anni - almeno così mi hanno insegnato - che quando viene presentato il bilancio, che sia di previsione, assestamento o consuntivo, è al relatore che spetta la relazione introduttiva. Anzi, mi si rimbrottava simpaticamente che, normalmente, facevo relazioni che ripetevano il contenuto della relazione del relatore. Obiettivamente, mi sembra, invece, corretto che l'impostazione sia quella che abbiamo seguito.
Anche perché, evidentemente, credo sia più interessante, magari, affrontare le questioni che vengono poste dal dibattito, piuttosto che una relazione di carattere generale e, inevitabilmente, ripetitiva. Mi fermer principalmente, sulle considerazioni svolte.
Rimando un po' alla comunicazione di inizio pomeriggio sul quadro generale: a) del raggiungimento degli obiettivi del Patto di stabilità; b) dell'ammontare delle somme impegnate rispetto agli stanziamenti anche in relazione al fatto che, obiettivamente, il trend è piuttosto comune rispetto al passato.
In questa fase sono due i temi che credo meritino una riflessione: l'inelasticità del bilancio e la questione finanziaria più di carattere generale.
La poca elasticità di questo bilancio è un tema che preoccupa molto, ne sono assolutamente consapevole. Sono anche convinto che vi siano ragioni strutturali che, in qualche modo - poi ogni considerazione è valida - hanno consolidato una spesa che non è solo una spesa corrente, ma anche una spesa di investimento che non trova facilmente paragoni nelle altre Regioni italiane.
Questo è avvenuto perché nel passato, sostanzialmente in situazioni diverse, sia nel livello dei trasferimenti, sia nella rapidità dei trasferimenti, sia nella disponibilità di risorse non regionali, la possibilità di utilizzo, così come la legge di contabilità prevede, di queste fonti e di queste risorse ha teso a far espandere la spesa, coperta da entrate di carattere per certi versi straordinari, e ha portato quella spesa ad aumentare in modo sproporzionato rispetto alle disponibilità routinarie o, comunque, rispetto a quelle disponibilità che si stanno riducendo nel tempo per questioni in parte ineludibili, ovvero riparti difficoltà nei trasferimenti, sicuramente anche contenimento nei trasferimenti stessi e nelle disponibilità.
Non mi riferisco, certamente, alle questioni legate al mondo della sanità, ma a tutte le altre entrate di altra natura. Un'incapacità, se vogliamo, di contenere la spesa in relazione a quelli che sono i mutati andamenti delle entrate.
Aggiungo un terzo elemento, un elemento che, in qualche modo, ha in parte delle responsabilità: in passato, in particolare quando è stata introdotta l'addizionale aggiuntiva dello 0,5% destinata alla copertura della sanità, quelle risorse non sono state utilizzate per quella finalità ma sono state utilizzate per coprire altre spese. Nel momento in cui si è arrivati ad una corretta allocazione di quelle entrate sulle voci, sulle fonti della spesa, ovviamente la coperta è rimasta corta per coprire le altre spese. Allora, o si faceva un intervento importante di taglio, e parliamo di centinaia di milioni di quelle spese, oppure, inevitabilmente ci si trovava in difficoltà.
In più, non per attribuire specifiche responsabilità, certamente la modalità corretta, dal punto di vista contabile dei fondi da reimpostare, è una modalità devastante, perché sostanzialmente costringe l'Amministrazione ad inseguire eventi del passato e a non essere nelle condizioni di pianificare, in modo coerente, il proprio bilancio.
Vorrei ricordare che dentro questo bilancio consuntivo che andiamo ad approvare vi sono 327 milioni di fondi reimpostati, che, obiettivamente rappresentano una cifra consistente. Il bilancio del 2009, a mio avviso, va anche oltre quella somma, considerando, ovviamente, anche l'assestato.
In qualche modo, questo contribuisce a rendere ancora meno elastico il nostro bilancio.
Con questa premessa, è chiaro che anche la situazione finanziaria subisce le ripercussioni che conosciamo. Noi non abbiamo assunto il provvedimento che ha assunto, invece, la Regione Lombardia e che ricordava prima il collega Vignale. Mi permetto soltanto di far rilevare che neanche la Regione Lombardia riesce a seguire quei termini di pagamento, perch sono molto più elevati. Però noi abbiamo fatto un'operazione che comunque ci ha permesso di "buttare" sul sistema economico piemontese 567 milioni di euro, ricavati attraverso lo sconto dei crediti che l'Amministrazione vanta nei confronti dello Stato centrale antecedenti il 2004 - garantiti dallo Stato - che ci hanno permesso di ottenere le risorse con cui l'Amministrazione, prima dell'estate (non ricordo esattamente i termini, ma fra aprile e maggio), ha pagato 567 milioni di fatture del sistema della sanità, chiudendo tutto ciò che era registrato nel sistema sanitario con data antecedente al 31 dicembre 2008.
Ciò significa, sostanzialmente, aver neutralizzato quelli che sono (o che erano) i ritardi dei pagamenti da parte del sistema sanità nei confronti dei suoi fornitori.
evidente, però, che anche quello è considerato (o considerabile) un fatto eccezionale. Ma è altresì ovvio che se non riusciremo a mantenere una costanza nei flussi e nei trasferimenti, torneremo ad avere nuovamente dei tempi di pagamento, soprattutto sul sistema della sanità, non corretti e non adeguati a quelle che sono le esigenze degli operatori, in particolare in un momento di crisi, dove il principale fattore di criticità è proprio l'accesso al credito e la disponibilità di risorse liquide.
evidente che in questo quadro la situazione finanziaria della Regione ne risente, per cui è una situazione certamente impegnativa che, però, al momento, trova la capacità di chiudere e di recuperare tutti gli oneri finanziari non attraverso l'emissione di nuovo debito, ma con entrate regionali classiche. Questo aspetto, da un certo punto di vista tranquillizza rispetto al quadro complessivo.
In merito alla questione dei residui (certamente ha avuto influenza nel gioco e nella cancellazioni di residui attivi e residui passivi), vorrei solo ricordare il fatto non irrilevante - stavo cercando di ricordare a quanto ammontava, ma non riporto cifre perché non vorrei fare citazioni fuori luogo; mi riprometto, però, di riferirle in Commissione domani mattina - che quest'anno abbiamo introdotto un cambiamento nella normativa di perenzione dei residui: abbiamo sostanzialmente prolungato di un anno il periodo di vita dei residui, per quei residui a fronte dei quali vi era un atto di liquidazione in corso.
evidente che tutto ciò ha portato un maggior volume di residui passivi esistenti. Perché mentre di anno in anno ne veniva cancellata una parte, per cui si riduceva il complesso dei residui degli anni precedenti nell'ambito degli storni i residui attivi stornati sono superiori ai residui passivi stornati e ovviamente per effetto di questo elemento si è arrivati ad un incremento dei residui passivi.
Anche in questo caso senza la minima velatura di polemica, sulla questione dei residui, in particolare di quelli attivi (perché quelli passivi hanno una loro fisiologica cancellazione alla luce delle disposizioni di legge), ritengo che sia da segnalare che l'Amministrazione fa un lavoro di "pulizia annuale", che non sempre è stato fatto. Diciamo che cerchiamo, di anno in anno, di cancellare tutte quelle situazioni che comunque, non sono appropriatamente contabilizzate, onde avere, di anno in anno, sul fronte dei residui, delle situazioni pulite.
Il Consigliere Cavallera ha brevemente ricordato anche la verifica che la Corte dei Conti effettua sul bilancio regionale. Vorrei solo ricordare anche in questo caso molto sommessamente - che l'anno scorso abbiamo trascorso una giornata intera di Consiglio regionale perché era stato fatto un rilievo. Ci tengo quindi a sottolineare in questa sede, visto che non abbiamo avuto modo di presentarlo nella Commissione competente, alcuni tratti della conclusione.
La Corte dei Conti, che peraltro esamina tutte le poste, inclusa la questione relativa all'indebitamento e alla capacità della Regione di coprire l'indebitamento stesso, dice: "La gestione finanziaria della Regione Piemonte relativa all'esercizio finanziario 2008 rileva un miglioramento della capacità di programmazione dell'Amministrazione.
Infatti si evidenza una diminuzione dello scarto tra i dati del bilancio di previsione e i dati del rendiconto" Prosegue: "Si riscontra, nel complesso, un miglioramento degli indici nel settore in esame - ovvero nei vari settori della gestione - sia sotto il profilo della capacità programmatoria, che sotto il profilo della capacità operativa.
Per quanto riguarda le anticipazioni di cassa, si prende favorevolmente atto della riduzione del ricorso a tale strumento, conseguente anche alla sincronizzazione delle poste di bilancio.
Con riferimento al personale, i dati a disposizione indicano una diminuzione sia in termini quantitativi, che in termini di spesa.
Per quanto attiene all'attendibilità e correttezza dei dati contabili, si evidenzia positivamente, a partire dal 2008, l'avvio di procedure interne agli uffici ragioneria e bilancio, idonee a garantire l'affidabilità dei dati contabili, svolte con modalità preordinate e stabilite in un apposito regolamento".
Credo che comunque siano...



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

CAVALLERA Ugo (fuori microfono)



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Dice "positivo aumento del debito"?



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

No, non dice "positivo".
Lo leggo, perché c'è una sezione dedicata al debito: "Emerge un equilibro tra le forme di indebitamento: i mutui rappresentano il 46%, i prestiti obbligazionari ne rappresentano il 53%". Dà una tabella di suddivisione, ma non puntualizza commenti.
Ovviamente è disponibile, è pubblica; anzi, credo che addirittura sia stata distribuita, perché era inviata al Presidente del Consiglio, oltre che alla Presidente e all'Assessore competente. Ma non rilascia dei warning, come si direbbe in gergo, cioè degli allarmi.
Conseguentemente, ritengo che, tutto sommato, sia da segnalare che, con l'approfondito esame che la Corte dei Conti ha fatto, è emerso quello che ho letto. Grazie.



PRESIDENTE

A questo punto, potendo dichiarare conclusa questa parte iniziale del dibattito, passeremo all'esame dell'articolato del disegno di legge n. 620 nella prossima seduta.


Argomento: Informazione

Esame mozione n. 1267 dei Consiglieri Robotti, Comella, Pozzi, Turigliatto Travaglini e Cavallaro, inerente a "Libertà di stampa"


PRESIDENTE

Prima di chiudere i lavori consiliari, ricordo l'ordine del giorno presentato dal collega Robotti, che l'Aula ha acconsentito ad inserire all'o.d.g.; più che un ordine del giorno è una mozione, avente ad oggetto "Libertà di stampa" e quale primo firmatario il Consigliere Robotti.
Se non ci sono obiezioni, lo possiamo esaminare. Non ci sono altre richieste di intervento.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1267, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale visto che l'articolo 21 della Costituzione della Repubblica italiana dispone che "La stampa non può essere sottoposta ad autorizzazioni o censure"; il Parlamento si appresta ad approvare un disegno di legge firmato dal Ministro della Giustizia Alfano che prevede il carcere per i giornalisti e pesanti sanzioni per gli editori qualora pubblichino notizie riservate esercitando il diritto di cronaca; si sono avviate cause milionarie di risarcimento danni contro importanti testate giornalistiche da parte di protagonisti della politica; è presente nel nostro Paese una forte concentrazione di mezzi di comunicazione e di potere politico considerato che la Federazione Europea dei giornalisti, nella seduta del 19 maggio 2009, ha approvato due mozioni urgenti in difesa della libertà di opinione informazione e di stampa e contro le pressioni sul giornalismo; le azioni costituite e le dichiarazioni rivolte verso la stampa destano enorme preoccupazione non solo tra i giornalisti italiani; questo clima di continua esasperazione ha indotto la Federazione Nazionale della Stampa italiana con altre associazioni di categoria a promuovere per il 19 settembre una manifestazione nazionale in difesa della libertà di stampa impegna la Giunta regionale: a promuovere tutte le iniziative necessarie per favorire un clima nel quale il diritto di cronaca possa essere pienamente esercitato e la differenza di opinione sia un terreno per favorire il confronto, e pertanto ad aderire alla manifestazione indetta dalla FNSI e da diverse associazioni per la libertà di stampa a farsi portatore presso il Governo di tutte le istanze a tutela del diritto di cronaca ed informazione secondo gli standard delle democrazie più avanzate".
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Pertanto, ai sensi dell'articolo 52, comma 4, del Regolamento del Consiglio regionale, rinvio la ripetizione della votazione ad una seduta successiva.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 18.03)



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