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Dettaglio seduta n.489 del 31/07/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



(Alle ore 10.01 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 11.00)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Chieppa, Comella, Lepri Rutallo e Valloggia.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Distribuzione processi verbali


PRESIDENTE

Comunico che in data odierna vengono distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle sedute del 13 e 14 luglio 2009, che verranno posti in approvazione la prossima seduta consiliare.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g., "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che in data 28 luglio 2009 sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali dell'8 luglio 2009.
Se non ci sono osservazioni, si intendono approvati.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Proposta di deliberazione n. 462, inerente a "Modifica della deliberazione del Consiglio regionale n. 268-12415 del 30 luglio 1996 (Costituzione dell'Osservatorio sul fenomeno dell'usura)"


PRESIDENTE

Colleghi, propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 462, "Modifica della deliberazione del Consiglio regionale n. 268-12415 del 30 luglio 1996 (Costituzione dell'Osservatorio sul fenomeno dell'usura)", licenziata ieri all'unanimità dalla Commissione competente.



(L'Assemblea, all'unanimità, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di legge regionale di revisione statutaria n. 639, inerente a "Modifica al comma 1 dell'articolo 17 della l.r. statutaria 4 marzo 2005 n. 1 'Statuto della Regione Piemonte'"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge regionale di revisione statutaria n. 639, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al relatore, Presidente della Commissione, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, relatore

Grazie, Presidente.
La proposta di legge regionale n. 639 è stata licenziata ieri sera a maggioranza dall'VIII Commissione del Consiglio regionale. Sostanzialmente prevede di intervenire sul primo comma dell'articolo 17 della legge statutaria della Regione Piemonte, aggiungendo la frase, dopo le parole "60 Consiglieri", la frase "fatti salvi gli effetti dell'applicazione della legge elettorale previsti al fine di garantire la governabilità.".
Molto brevemente, intendo spiegare la ragione di questa proposta di legge regionale che oggi esaminiamo in prima lettura e che, intervenendo sullo Statuto della Regione Piemonte, richiederà, non prima di sessanta giorni, una seconda lettura, qualora approvata dal Consiglio regionale.
Oggi, la legge elettorale che si applica nella Regione Piemonte, non avendo la Regione Piemonte, fino ad ora, adempiuto ad una previsione statutaria, che era quella di dotarsi di una propria legge elettorale regionale, è la legge nazionale n. 108 del 1968. Con questa legge elettorale, si sono svolte le elezioni regionali nelle precedenti legislature; tale legge fissa il numero dei componenti il Consiglio regionale nel numero di 60 per la Regione Piemonte e, sostanzialmente garantisce due principi. Innanzitutto, il diritto dei Consiglieri eletti da parte delle minoranze di poter sedere all'interno del Consiglio regionale.
Il secondo, il diritto alla governabilità della maggioranza, attraverso l'applicazione di un premio di maggioranza.
Nella legge statutaria approvata nella precedente legislatura da parte del Consiglio regionale, all'articolo 17, è stato fissato in 60 il numero dei componenti del Consiglio regionale, sul presupposto - voglio ricordare il dibattito che sulla fine della VII legislatura ha impegnato lungamente il Consiglio regionale - che l'Assemblea regionale procedesse all'approvazione sia dello Statuto sia della legge elettorale regionale.
Questo non è avvenuto, per cui rimane una parte incompiuta, che dovrà essere oggetto d'esame del gruppo di lavoro istituito da parte del Consiglio regionale.
Lo Statuto della Regione Piemonte approvato nella VII legislatura non era vigente all'inizio della VIII Legislatura, per cui le elezioni regionali del 2005 si sono svolte avendo ancora come riferimento unico ed esclusivo la legge nazionale n. 108/1968.
Al fine di garantire, secondo i principi della legge nazionale, il diritto dei Consiglieri rappresentanti la minoranza eletti di potere sedere all'interno dell'Aula e il diritto della maggioranza e del Presidente eletto di poter avere la garanzia della governabilità, il Consiglio regionale è stato fissato numericamente in 63 componenti il Consiglio regionale, tenendo insieme le due esigenze o i due principi fondamentali che sono alla base della legge nazionale n. 108/1968.
Il principio della governabilità è stato ribadito anche in una recente sentenza del 2008 da parte del Consiglio di Stato, a seguito di un ricorso promosso da alcuni Consiglieri non eletti nella Regione Veneto.
Ora, se il Consiglio regionale non addivenisse all'approvazione di una legge elettorale regionale - che è l'auspicio e la volontà politica espressa ripetutamente in queste settimane da parte del Consiglio regionale in modo ampio e unanime - qualora si ripetessero le condizioni dell'esito elettorale del 2005, indipendentemente dagli schieramenti, ci si troverebbe in una condizione di difficoltà interpretativa, perché essendo stato fissato in modo rigido in 60 il numero dei componenti il Consiglio regionale, occorrerebbe scegliere - e non si sa su quali criteri e su quali basi - se violare il diritto dei Consiglieri di minoranza eletti a poter sedere in Consiglio regionale o violare il principio, per la persona eletta come Presidente, di avere una maggioranza in grado di poterle garantire la governabilità.
Con la modifica statutaria avanzata con la proposta di legge regionale n. 639 si creano delle condizioni per cui questi due principi, sino a quando il Consiglio regionale non si sarà dotato di una legge elettorale regionale, possono essere salvaguardati anche nelle prossime elezioni regionali.
chiaro - e chiudo questa mia relazione, che volutamente vuole essere tecnica e non affrontare alcuna questione di natura politica - che l'auspicio ampio e diffuso, che è stato largamente ribadito ieri durante i lavori dell'VIII Commissione, è che il problema possa essere risolto definitivamente attraverso la predisposizione e l'approvazione di una legge elettorale regionale che non solo risolva all'origine tutte le questioni interpretative, ma sancisca in termini ampi e diffusi, anche su questo tema, il principio di autonomia della Regione Piemonte nel dotarsi di una legge elettorale specifica, adeguata al proprio territorio e alla propria comunità.



PRESIDENTE

Apriamo la discussione generale sulla proposta di legge regionale di revisione statutaria.
La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Credo che abbia fatto bene il Consigliere Reschigna a svolgere una relazione tecnica, anche se nel finale ha dato un orientamento politico condivisibile o meno; io non lo condivido e poi spiegherò le ragioni.
Credo che questa vicenda debba essere valutata per il valore politico che ha. Io sono uno di quelli che era assolutamente favorevole alla modifica del Regolamento del Consiglio regionale e assolutamente contrario alla modifica della legge elettorale, ma non perché sono un convinto sostenitore del listino da assegnare al candidato o alla candidata Presidente. Stupidamente qualcuno, sia in quest'Aula sia fuori, con delle illazioni insensate, ha sostenuto un mio attaccamento al listino per una ragione che è del tutto inverosimile, visto che sono uno di quelli che in quest'Aula è stato eletto con le preferenze.
Ritengo che le discussioni sulla legge elettorale siano discussioni pericolose, perché in questa fase storica della vita democratica del nostro Paese questo confronto non fa altro che portare guai alle forze minori guai gravi. Perché c'è la tendenza ad un bipolarismo che è interpretato come bipartitismo, perché questo bipolarismo-bipartitismo porta con s l'esclusione delle forze minori che sono di intralcio, di intoppo e di fastidio alla gestione del potere da parte dei partiti maggiori e perch soprattutto, in Regioni dove ad esempio non ci sono Regolamenti come il nostro - almeno quello che è ancora in vigore - che permettono forme di ostruzionismo, sappiamo che nel momento in cui si affrontano queste discussioni i risultati che nascono da questo confronto non sono altro che strumenti che alimentano ed introducono elementi giuridici che portano al bipartitismo.
L'esempio più evidente che abbiamo sotto gli occhi di tutti è l'approvazione ieri della nuova legge elettorale della Toscana, dove si è introdotto uno sbarramento al 4% anche per le forze che sono in coalizione quindi anche per i partiti che si apparentano con il candidato Presidente perdente o vincente, e si è ridotto il numero dei Consiglieri.
Quindi, una doppia limitazione, cioè un doppio filtro di accesso al Parlamento toscano. In Toscana ci sono tanti fascisti - Mussolini era orgoglioso della Toscana - e in più vi sono residuati dello stalinismo, che si sommano e producono i mostri elettorali che abbiamo testé potuto valutare dopo l'approvazione di ieri.
Non credo che possiamo fare finta di nulla e pensare che il dibattito su questo tema non avvenga alla luce del sole, nella trasparenza delle riunioni di Commissione o di Aula consiliare.
Ho sempre detto anche ai miei colleghi più vicini che c'era un rischio di un'involuzione in questa discussione. Questo rischio lo vedo sempre più evidente, non voglio correrlo e vorrei che le forze minori che sono presenti in quest'Aula, che rappresentano però culture politiche soggettività politiche ed elementi di vertenza che esistono su questo territorio e che sarebbero esclusi da una legge elettorale come quella della Toscana, potessero restare sedute in quest'Aula anche nella nona legislatura e anche nella decima e nell'undicesima.
Orbene, il rischio che vedo è che questo possa non accadere più. Perch dico che c'è questo rischio? Perché il Presidente Reschigna testé ha detto che il problema si risolverà nel momento in cui approveremo la nuova legge elettorale. Questo cosa vuole dire? Vuole dire che la nuova legge elettorale sarà necessariamente una legge che fisserà a 60 - secondo la logica di Reschigna e del PD, ma anche del PdL - il numero dei Consiglieri.
Quindi, dovrà essere modificata nei termini dei seggi da attribuire, ovvero questo premio di maggioranza di 12, che è nell'accordo che avete siglato io ero contrario - e dovrebbe essere tolto delle mani della Presidente tolto dalle mani dei partiti e lasciato nelle mani degli elettori, dovrà per forza essere ridotto. Mentre nell'accordo era previsto che restasse inalterato, ovvero che i 12 fossero ripartiti proporzionalmente ed assegnati ai partiti collegati al candidato che risulterà vittorioso alle elezioni regionali.
Non sono d'accordo, perché una riduzione dei seggi porta con sé anche un taglio delle aree minori.
Quindi, dico al Presidente Reschigna e dico all'Aula che il problema dello Statuto, cioè di garantire uno split in crescita al numero dei Consiglieri per garantire il riequilibrio tra il premio di maggioranza e l'attribuzione dei seggi ai partiti di minoranza, va risolto. Punto! Non forse: va risolto, punto. Non c'è altra strada che modificare lo Statuto e garantire che qualunque cosa accada, sia che si modifichi la legge elettorale sia che non si modifichi la legge elettorale o che si modifichi la legge elettorale, ma nella chiave di dare garanzie precise affinché quei 12 vengano mantenuti e spalmati proporzionalmente con un voto popolare nei partiti che hanno vinto le elezioni.
Mentre se noi inseriamo delle subordinate, già immaginiamo una legge elettorale che fissa a 60 il numero dei Consiglieri, introduce quindi meccanismi di filtro anche a livello di sbarramento e lascia fuori da quest'Aula le forze più piccole, magari quelle che oltre tutto rompono più le scatole in quest'Aula parlamentare.
Noi questo non possiamo permettercelo. Allora dico - e concludo e mi riservo di reintervenire - che dobbiamo chiedere ed ottenere la modifica dello Statuto, chiedere un impegno affinché questa modifica, visto che richiede la doppia lettura, venga garantita, in prima lettura e in seconda lettura; che non ci siano furbizie o furfanterie che ci ritroveremo a dover gestire. Dico subito anche a coloro che erano più convinti di modificare la legge elettorale - e credo che siano ancora convinti, Presidente Muliere ma io non lo ero e non lo sono - che credo che sia opportuno fermarsi e riflettere un momento per evitare che questa vicenda, che inizia ad assumere caratteri di mancanza di controllo e di giuda, possa travolgerci.
Lo dico così ai colleghi delle forze minori. Una battaglia ostruzionistica per bloccare la modifica della legge elettorale politicamente la si sostiene in una settimana o dieci giorni e poi il PD insieme al PdL ci porta sotto questo palazzo 100 Sindaci che ci dicono: "La smettete di guardare i vostri interessi e di occuparvi solo di elegge elettorale? Iniziate a lavorare e a fare seriamente!".
Quindi, la battaglia ostruzionistica sulla legge elettorale non regge.
Lo dico subito a chi immagina che si potranno fare grandi cose: no, la battaglia ostruzionistica sulla legge elettorale è politicamente insostenibile.
Quindi, prima di evitare di arrivare al dunque, quando i buoi saranno scappati dalla stalla ed inizieranno a correrci contro per travolgerci, io dico: colleghi, fermiamoci un momento e piuttosto immaginiamo una exit strategy, una strategia d'uscita o una via di fuga, che garantisca che venga modificato lo Statuto e si possa aumentare il numero dei seggi, sia pure di poche unità. Perché qui non parliamo di arrivare a 80, 90 o 100 Consiglieri: questa volta siamo arrivati a 63, ma potremo al massimo arrivare a 65, perché di più, in base ai calcoli che ho fatto coi miei uffici, mi parrebbe difficile, anche se ci fosse un risultato straordinario di uno dei due candidati a Presidente e un risultato mediocre delle liste che sostengono il candidato vincente.
Insomma, una strategia di uscita che ci permetta di non "morire di legge elettorale". Qua il rischio è che si possa morire di legge elettorale. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Cercherò, in pochi minuti, di fare qualche riflessione politica. Come tutti sapete, non abbiamo assunto l'impegno, come Gruppo di Italia dei Valori, relativamente all'approvazione dell'ordine del giorno (ho infatti votato contro).
stato più volte ripetuto che il fatto di non aver votato a favore di quell'impegno non significa che intendiamo sottrarci ad un confronto sulla nuova legge elettorale; infatti ci siamo iscritti al gruppo di lavoro lavoreremo in tal senso e cercheremo di capire se ci sono le condizioni per scrivere una nuova legge elettorale. Voglio far notare, però, alcuni aspetti.
Ieri abbiamo appreso, in sede di Commissione, alle ore 16 circa, che in merito ad una leggina votata da tutti (compreso il PD), per bocca dell'amico Muliere, Capogruppo del PD, non c'erano le condizioni politiche per procedere.
Se tutto questo non deve passare come elemento politico di assunzione di responsabilità in termini comportamentali, rilevo che sia estremamente pericoloso. Perché se da una parte il sottoscritto dichiara, pur non avendo assunto un impegno, la massima disponibilità democratica ad affrontare un confronto per giungere ad un risultato di interesse collettivo generale ribadisco generale, non di parte - e, dall'altra, pur avendo assunto firmato e sottoscritto tale impegno, ci si rifiuta e si fa marcia indietro qualche cosa non funziona. Riallacciandomi, dunque, a quanto il Consigliere Robotti poc'anzi sosteneva, ribadisco che non si possono assumere decisioni facendole apparire di pubblico interesse quando s'individua un correttivo penalizzante solo per alcuni.
Mi spiego meglio: se una coalizione di qualsiasi parte ha ragion di esistere, è necessario che ognuno, ma soprattutto la parte preponderante e più pesante di quella coalizione, si assuma delle responsabilità responsabilità di coesione, responsabilità di rispetto nei confronti di tutte le parti.
Ma se così non fosse - e mi sembra (forse mi sbaglio) di intravedere elementi che suggeriscono una riflessione nei termini di una verifica di responsabilità su questo piano - penso che ci si debba fermare, rivedere le cose e i comportamenti e poi procedere. Perché una coalizione ha ragione di esistere se ciascuno si assume delle responsabilità. Perché io non posso "farmi bello", assumere atteggiamenti demagogici, così come mi sono stati rimproverati quando si è parlato delle firme, o populisti, in tante altre circostanze, sulla pelle degli altri. Lo posso fare, sì. Ma lo faccio innanzitutto, sulla mia pelle.
Io non posso pregiudicare, come qualcuno diceva, la rappresentatività o la rappresentanza di altre forze politiche, studiando un marchingegno elettorale che, comunque, preservi la mia parte. Non posso farlo innanzitutto perché non è giusto che lo faccia. Ma non è neanche giusto che io lo pensi nell'ambito di un'alleanza. Io lo posso pensare e realizzare se sono contro qualcuno: sono armi di inimicizia, non di amicizia e di alleanza. In quel caso, allora, dovrei dichiarare che sono contro Tizio Caio o Sempronio; ho la presunzione (o forse la reale forza) di poter procedere da solo e, quindi, di infischiarmene di alleati o amici di percorso e assumere determinate posizioni. Posso farlo, ma solo in questo caso, quindi. Non posso farlo invocando, contemporaneamente, la necessità di "portatori d'acqua", che devono servire comunque a salvaguardare la mia forza, ma, al momento opportuno, nei loro confronti anziché un ringraziamento, gli riservo un calcio nel didietro. Così non funziona.
Ieri ci sono stati momenti di tensione interpersonale che non condivido. Non mi avete mai sentito pronunciare, nei miei interventi di questi quattro anni e mezzo, il nome di qualcuno. Io faccio ragionamenti politici; quando c'è da parlare di "massimi sistemi" parlo di massimi sistemi; quando si tratta di problemi particolari, parlo di problemi particolari. Ma la mia non è mai un'invettiva contro qualcuno. Tutt'al più lo è contro un sistema che determina in modo reiterato, offese contro qualcuno.
Allora, se la legge elettorale che s'intende preparare, promulgare e votare non ha le finalità che ci siamo prima prefissati, e cioè quei punti che voi - non io - avete firmato, e si divaga stabilendo anche dei limiti tecnici sulla reale e possibile eventualità di trovare un equilibrio in termini di governabilità, si è anche detto ieri che se si vuole salvaguardare un aspetto etico (visto che poi sui giornali si legge chiaramente che i Consiglieri regionali vogliono farsi la legge per portare da 60 a 71 il numero dei Consiglieri) non va bene. Abbiamo detto che qualora fosse necessario, pur fissando il limite a 60, far scattare il primo, secondo, il terzo, il quarto o il quinto seggio aggiuntivo, in termini di necessità, dal punto di vista della governabilità, lo si farà senza toccare i costi generali del Consiglio: ogni Consigliere, cioè ridurrà in quota proporzionale i propri emolumenti.
Questa è un'ipotesi che si può attuare, che non viola l'aspetto etico.
Per nulla! Parliamo di governabilità e non di aspetto etico. Se poi vogliamo diffondere quel messaggio sui giornali, continuiamo pure ad insistere su quel punto, ma il problema è un altro. Il problema riguarda l'aspetto politico: siamo una coalizione che vuole andare avanti e ritrovare unità per affrontare i prossimi appuntamenti elettorali o siamo una "Armata Brancaleone" che costringe, con determinati comportamenti soprattutto da parte di qualcuno, a fare scelte diverse? Ve lo chiedo, ed esigo una risposta. Una risposta non a parole, ma nei fatti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente.
Credo che dopo l'intervento del collega Buquicchio sia difficile riportare il discorso su binari diversi da quelli improntati ad una così forte serietà di rapporto politico e di coalizione.
Presidente, credo che qui non c'entri nulla questo ragionamento. Lo dico a titolo personale, sia ben chiaro.
Da due mesi a questa parte stiamo assistendo a tutta una serie di operazioni che di politico hanno ben poco, mentre di interesse hanno molto per tutti, per chi ne ha di più e per chi ne ha di meno; sicuramente abbiamo lavorato con ricatti, con ostruzionismi - che non sono finiti - e con modi di agire che non sono quelli consoni ad un'Aula consiliare che si appresta ad una nuova tornata di elezioni regionali.
Tutti ragionamenti - l'ho già detto un mese fa - che si dovevano fare non adesso, ma quattro anni fa. Se si voleva parlare di legge elettorale sarebbe stato giusto e corretto farlo nel primo anno di una legislatura e non ad otto mesi dalle elezioni. Ma questo lo abbiamo già detto ed è già stato superato.
Credo che in quest'Aula nessuno debba scandalizzarsi più di tanto se oggi facciamo questo ragionamento di modifica al comma 1 dell'articolo 17.
Non dobbiamo fare neanche riferimento ai media, perché sappiamo che ciascuno vende il prodotto a seconda di come gli è stato propinato.
Ieri pomeriggio, all'aeroporto, ho incontrato per coincidenza, tornando da Roma, una serie di parlamentari di tutti i colori politici, che, dopo aver letto il giornale, cominciavano a "criminalizzare" quest'Aula dicendo: "Voi vi fate...", "Voi fate questo..." . Insomma, dalle parole per dirla pulita: "Tutta invidia". Dicevano: "Ah, ma no, non siamo d'accordo...". Ho risposto loro: "Guardate che la realtà è un'altra". La realtà è che oggi siamo in una fase nella quale è iniziata una procedura anomala, ed è iniziata con la leggina sulle firme relativa alla presentazione delle liste, che non era da fare adesso. È un atto non dovuto, un atto di comodità politica per tutti (lo dichiaro così, per chiudere il discordo).
Oggi siamo qua a parlare di una legge elettorale, relativamente alla quale non so quale sarà l'esito, Presidente. Non so dirle, onestamente, se fra un mese avremo raggiunto degli accordi oppure se, sempre nell'interesse singolare di ogni movimento, di ogni partito e di ogni Consigliere, ci saranno delle discriminazioni. Ciò che è certo, però, è che non sarà un interesse collettivo, ma un interesse calcolato. Sarà un interesse ragionato su quel che conviene di più.
Non dobbiamo scandalizzarci, quindi; men che meno se oggi apportiamo una modifica tecnica, che è un'integrazione allo Statuto, perché è stata un'omissione, una carenza, una situazione che non è stata ponderata e valutata in illo tempore, ossia quando è stato redatto il nuovo Statuto.
Non dobbiamo scandalizzarci perché in questa prima fase non è un problema di alleanze o di indirizzi politici. È un problema di salvaguardia. È un problema di ragionamento dovuto al fatto che l'attuale legge elettorale ci obbliga a farla, e, ragionevolmente, la dobbiamo fare.
Dico "ragionevolmente" nel senso che è inutile (lo preciso a beneficio di chi lo fatto, ma anche di tutti i colleghi) sollevare situazioni etiche di etica politica, di etica professionale o, addirittura, di pudore di quest'Aula.
Il pudore di quest'Aula, dal punto di vista economico e politico, non è stato tirato fuori - anzi, per la verità è stato richiamato dal sottoscritto, che ha presentato un'interrogazione nell'ottobre del 2005 andata ovviamente deserta, ma era una situazione nella quale avevamo un maggior costo e una diversa situazione di connotazione politica) - quando 14 Assessori regionali sono stati eletti all'esterno dell'Aula consiliare comportando un aumento di costi di 35 miliardi, se non erro, nell'arco di cinque anni. In quel caso, coloro che mostravano pudore o si richiamavano all'etica politica avrebbero dovuto dire qualcosa, avrebbero dovuto reagire, avrebbero dovuto cercare di trovare delle motivazioni o delle scusanti: ma nessuno lo ha fatto. Perché così andava bene; perché era una regolarizzazione dei numeri d'Aula, dei numeri politici, una diversificazione dell'esecutivo, rispetto all'organo legislativo. Va bene così, insomma. E in questa maniera siamo andati avanti per quattro anni e mezzo, senza renderci conto che invece di 63 Consiglieri, siamo 77. Questo è un dato di fatto.
E oggi ci stiamo a preoccupare e tiriamo fuori l'etica politica quando si tratta di garantire, con lo Statuto, una regolare garanzia di governabilità delle proporzioni previste dallo Statuto, che sono il frutto di un sistema moderno di coalizioni molto ravvicinate (mi risulta peraltro, che nelle altre sette legislature passate mai c'era stato un simile problema di aumento del numero dei 60 Consiglieri)? Ebbene, questa volta c'era. E se dovesse di nuovo capitare, dov'è il problema? Dov'è il problema della governabilità? Dov'è il problema dell'etica? Dov'è il problema dei costi? Risolviamolo diversamente il problema, se qualcuno ha davvero voglia di sostenere che qui dobbiamo dare il buon esempio oppure, come dico io prendere il pessimo esempio da quello che ha scritto la Regione Toscana cioè: "Vogliamo essere i puri".
Modifichiamo lo Statuto, allora, anche per quel che riguarda l'obbligatorietà della Giunta, il legame politico della Giunta con quest'Aula, la riduzione dei costi della Giunta regionale. Obblighiamo chi sarà al governo nella prossima legislatura ad avere almeno la metà degli Assessori componenti di quest'Aula, riducendo di gran lunga i costi e creando quel legame politico di indirizzo politico che oggi non c'è più perché - lo abbiamo detto tutti - così abbiamo voluto.
Non sto attribuendo la colpa ad un Presidente piuttosto che ad un altro. Ma è la situazione nei fatti: si utilizza la legge che si ha a disposizione.
Dunque, sarei favorevole ad approvare questa modifica, per cui esprimerò parere favorevole. Perché ritengo che oggi, con l'attuale legge elettorale, questo vada assolutamente fatto. Ritengo, altresì, che se la legge elettorale dovesse essere modificata entro il 25 settembre (o quale sarà la data di ultima scadenza), allora sarà la nuova legge elettorale che predisporrà numeri, quantitativi, garanzie, limiti ai superamenti e quant'altro. Ma oggi, poiché la legge elettorale non è stata ancora modificata, credo che questo sia un obbligo tassativo per evitare problemi a chiunque di noi in quest'Aula, oggi e domani.
Vorrei anche aggiungere che proporrei davvero di modificare anche lo Statuto in quella norma in cui accennavo prima. Sarebbe un bell'esempio di riduzione automatica dei Consiglieri, perché in quel caso, invece di 14 Consiglieri in più, di fatto pagati dalla Regione, arriveremmo al massimo a sette. Quindi, se da una parte qualcuno può, dal punto di vista etico criticare o contestare questa scelta, dall'altra parte chiunque dovrebbe dire: "Però, in qualche modo, hanno garantito un limite alla spesa e un limite allo scollegamento che oggi c'è da un punto di vista esecutivo e legislativo, perché hanno introdotto questo limite che c'è anche nella maggior parte dei Comuni". Al riguardo, vi ricordo che nei Comuni, specie quelli che non sono di grandi dimensioni, c'è un terzo degli Assessori (possono essere esterni, in alcuni Comuni dallo Statuto comunale è previsto un terzo o la metà), quindi non vedo perché anche qui non si possa fare questa modifica.
Se è vero che nella stesura dello Statuto, quando cinque o sei anni fa è stato fatto, sicuramente come non esiste il delitto perfetto, anche nello Statuto magari ci sono state delle involontarie omissioni o degli errori, è altrettanto vero che siamo in una fase nella quale, anziché scandalizzarci o gridare "al lupo!", possiamo provvedere e recuperare le cose che eventualmente non sono andate. Non è un problema di destra o di sinistra Presidente: è un problema che riguarda tutti i Consiglieri, in quanto qui ognuno sta facendo i conti con il prossimo futuro operativo amministrativo, legislativo e quindi credo che anche questa sarebbe una forma di auto-garanzia che farebbe bene a quest'Aula perché, una volta tanto, potremmo all'esterno dire e far dire ai media che abbiamo provveduto a ridurre i costi della spesa politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Utilizzerò la parte di discussione generale di questa proposta di legge per ripercorrere il posizionamento del nostro Gruppo all'interno delle ultime fasi del Consiglio, che mi sembra un contributo - io spero - non inutile a quanto avverrà nel prossimo futuro.
Se rimarrà del tempo, magari farò due commenti su quanto è avvenuto esprimendo evidentemente delle opinioni; qualora non ce la facessi interverrò poi nell'ambito dell'articolo .
Il collega Chieppa, che oggi non c'è e che spesse volte mi accusa (cosa, peraltro, sempre gradita) di gestire in maniera esterna l'ordine dei lavori, dovrebbe ricordare - e lo farebbe più facilmente se partecipasse con una certa sollecitudine alle riunioni che di volta in volta si svolgono che all'inizio del mese di giugno noi ponemmo un'ipotesi di ordine dei lavori, che ci sembra nostro diritto suggerire perché abbiamo titolo e ruolo, nell'ambito della Conferenza dei Capigruppo, per quello che noi rappresentiamo in quest'Assemblea e più immodestamente nell'ambito del Paese, di poterlo fare.
Che cosa dicemmo? Dicemmo che c'erano dei problemi urgenti, in primo luogo l'applicazione regionale del Piano casa; che ci sarebbe sembrato indispensabile discutere di Regolamento; che, a fronte di una discussione seria sul Regolamento, ci prendevamo anche l'impegno di consentire il voto (preannunciando un voto negativo) sul collegato alla finanziaria.
Chiedemmo e ottenemmo in sede di Capigruppo unicamente l'attenzione a discutere di legge elettorale, senza chiedere nessun impegno se non lo spazio della discussione. Perché lo chiedevamo? Perché eravamo (e al momento siamo) l'unico Gruppo che in materia di legge elettorale ha, com'è suo diritto fare, presentato una proposta complessiva (in realtà sono tre disegni di legge che noi riassumiamo in un'unica proposta).
Come i colleghi ben sanno, al punto n. 3) all'o.d.g., cioè al voto del collegato, ci siamo arrivati e, in attesa che l'Assemblea si sciolga consentendo a tutti un non meritato riposo, riprenderanno i lavori nell'ambito del gruppo elettorale che è già stato parte degli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto.
Che cosa succederà, per quanto riguarda il nostro Gruppo, nelle prossime fasi? Che noi parteciperemo al gruppo della legge elettorale esattamente come da impegno d'Aula, d'altronde come stiamo facendo e come faremo, pur sapendo di avere forse meno titolo di altri perché noi una proposta l'abbiamo già presentata e tendiamo ad avere poche idee.
Si sa, noi siamo del PdL, figli non diretti di Forza Italia, abbiamo poche idee, molto confuse e quando ne troviamo una a quella ci aggrappiamo poiché è stato molto faticoso trovarla, quindi non siamo coerenti per dei valori che evidentemente non ci appartengono né a titolo personale né tanto meno come storia del nostro non commendevole partito, come i colleghi del centrosinistra sanno. È ben chiaro, tra l'altro, che in Toscana il vero deus ex machina è il Presidente Berlusconi, non a caso Denis Verdini è stato Consigliere regionale toscano ed è uno dei tre attuali coordinatori.
Detto questo, saremo coerenti con quanto abbiamo presentato, quindi parteciperemo al gruppo attorno alla legge elettorale. È facile modificare la legge elettorale? Esattamente come due mesi fa. Noi ci permettiamo peraltro, di rivendicare, perché riteniamo che sia utile, che se oggi se ne discute, sarà merito di tutti, ma noi una parte di questo merito ce lo arroghiamo perché abbiamo fatto tutto ciò che era utile affinché la discussione avvenisse: abbiamo presentato delle leggi, perché in un Consiglio regionale si fa così; abbiamo chiesto ai Capigruppo che ci venisse riservato lo spazio e coerentemente, nell'ambito dello spazio che è stato ottenuto, parteciperemo.
Sarà facile arrivare a un esito? Non credo, non era facile neanche quando abbiamo presentato la legge. E perché non è facile? Perché ciascuno di noi, sia i più freschi di legislatura sia chi è più grande nel senso anagrafico del termine, ha una capacità, in alcuni innata, in altri sviluppatasi dalle cattive frequentazioni e dalle pessime compagnie, di tendere a giustificare con le parole il proprio pensiero. Pensiero che badate bene - è mutevole, più mutevole delle stagioni che attorno al nostro Paese, nel tempestoso cambio delle condizioni climatiche, stanno avvenendo.
E ci sono esempi autorevoli - nel senso che tutti noi 63 Consiglieri siamo autorevoli e quindi non vedo perché l'esempio che sto citando non possa essere considerato tale - di persone iperschierate a favore di una tesi ovviamente legittima, argomentata con dovizia di dettagli, che improvvisamente, non colpiti da un improvviso fulmine nel viaggio verso Damasco, ma da delle ipotesi di nuovi accordi friabili come le parole che hanno speso, friabili come le parole che stanno spendendo e friabili come l'esito che ne avranno, ebbene, cambiano idea (soltanto chi è stupido non cambia idea) e con la stesa autorevolezza, la stessa passione giustificano esattamente il punto di vista contrario. Quando sarà il momento, siccome tra le mie pessime abitudini vi è quello di citare date e fonti, ne parleremo in maniera più diffusa.
Che cosa è successo nelle ultime fasi? Due fatti non commendevoli.
Abbiamo votato una leggina (così ci ostiniamo a chiamarla) per la modifica della legge elettorale nell'ambito della raccolta firme. Che cos'è stata questa leggina (perché poi fuori si capisce poco)? È stata il prezzo del ricatto per avere il Regolamento. Punto.
Esiste una teoria, nell'ambito della quale - ma non fortunatamente in ambito politico - coi ricattatori non si tratta: appartengo a quel teorema ma non quando si tratta di legiferare. A me, Capogruppo del PdL di componente FI, e ai miei colleghi è parso che cedere a un ricatto politico, sia ben chiaro, nient'altro che politico, ma sempre ricatto fosse più utile in funzione del riscatto che ottenevamo. E che cos'era il riscatto? Il Regolamento.
Il Regolamento, per noi, per chi vi parla e oso sperare per qualcun altro, è una delle poche cose eccellenti fatte in questa, peraltro pessima legislatura. Poi è arrivata la proposta di modifica della legge statutaria cosa eccellente, proposta dal primo firmatario a cui si è unita una serie di altri firmatari. E qui avviene una fase di ragionevole psicodramma, cui purtroppo in qualche modo dà spazio - io credo un involontario spazio - un autorevole media del nostro territorio.
Attorno a questa leggina, che è un atto dovuto di incoerenza giuridica niente di più, ma niente di meno, ebbene cosa succede? Succede che si utilizzano spazi del tutto legittimi nell'area della politica per fare polemica, ma altrettanto è legittima la critica. E allora sia consentito al Gruppo di maggioranza relativa (per ora), nell'ambito dell'opposizione (per ora), di dire che noi non consideriamo facilmente accettabile che membri dello stesso partito, il più autorevole partito dell'attuale maggioranza firmino delle leggi, le contestino e modifichino, nell'arco di 12 ore, la propria posizione, gestendo un tema che è oggettivamente e giuridicamente ineccepibile, in un modo che dà spazio a polemiche che hanno una caratteristica nell'ambito della legittimità: quella di essere false! Buon Dio! Per le prossime fasi prendo un impegno, colleghi: quando si parlerà di assestamento, prometto che cercherò di convincervi, con diffusissimi esempi, partendo dal Consiglio, partendo dall'attuale Ufficio di Presidenza che è stato autorevole attore di tutte le fasi di questo psicodramma sia proponendo sia criticando, del costo della politica.
Non vi tedierò oggi. Oggi il tema è un adeguamento statutario, dovuto che, per mera distrazione di tutti, non siamo stati in grado di fare prima.
Distrazione di tutti, proprio di tutti. Lo Statuto che abbiamo probabilmente, non è il migliore Statuto possibile. D'altronde, uno dei fautori era l'Onorevole Marcenaro: che ci si può aspettare di più dall'Onorevole Marcenaro, Consigliere leader dell'opposizione nell'ambito di momenti in cui il Regolamento consentiva, come avete imparato sulla vostra pelle, di fare un pochino quello che si voleva, se non lo Statuto che abbiamo? Lo Statuto è lo Statuto, tarato dal capo dell'opposizione di allora che ha fatto due errori: pensava di fare il candidato Presidente (peccato per lui, ma anche per noi, perché forse era meglio Marcenaro della Bresso) e ha prodotto lo Statuto che abbiamo. Che è migliorabile, e quelli che verranno, se avranno la dignità di leggerlo - cosa che credo la maggior parte dei colleghi non abbia fatto; se qualcuno vuole fare dei test, li facciamo anche a caldo, facendo domande e risposta - probabilmente lo miglioreranno. Sono convinto che sia così. Non dimostriamo l'indimostrabile.
Per quanto ci riguarda, andiamo avanti nella strada intrapresa e guarderemo che cosa fa la maggioranza. Ieri, ha ragione il Consigliere Buquicchio, ha dato non tanto una pessima dimostrazione di sé nella differenza delle opinioni, che possono anche essere ricchezza, ma nello stile del sostenerle. Quando questo stile è rappresentato da persone che oltre ad essere i membri di un partito, hanno anche doveri nei confronti di tutta l'Aula, ebbene, questo è legittimo, ma a noi non piace e non passerà gratis!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Utilizzerò anche meno del tempo che ho a disposizione. Intervengo dopo aver ascoltato il dibattito in Aula che prosegue quello che c'è stato in Commissione e anche fuori. Di questi argomenti si parla da molto tempo, sia in via ufficiale sia in via ufficiosa, finché si è arrivati al percorso e su quell'aspetto, almeno su quello, su cui concordo con il Consigliere Burzi.
Lo ha detto anche il Consigliere Reschigna nella relazione: per questa legislatura noi abbiamo attuato la legge nazionale n. 108 del 1968 con le modifiche della legge n. 43 del 1995 che stabiliva il listino, cosiddetto premio di maggioranza, e la legge n. 1 del '1999 per quanto riguarda l'elezione del Presidente.
In questo quadro, la scorsa legislatura abbiamo votato lo Statuto con una Commissione presieduta dal collega Ennio Galasso - allora appartenente al Gruppo di Alleanza Nazionale - Consigliere con esperienza giuridica in materia essendo avvocato di professione, e con tutti i Gruppi rappresentati.
Uno Statuto, voglio ricordare ai colleghi che non erano presenti votato all'unanimità, votato anche da chi lo ha appena definito un pessimo Statuto. Personalmente, se un documento lo ritengo pessimo non lo voto o mi esprimo in tale maniera.
Non mi ricordo espressioni negative, oltre al voto a favore dello Statuto...



PLACIDO Roberto

LEO Giampiero (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Abbiamo visto sul buono scuola!



PLACIDO Roberto

Ringrazio il Consigliere Leo che ricorda alcuni passaggi, ma nella vita essere coerenti è complicato, poi bisogna far seguire le opinioni ai fatti.
Veniamo alla situazione attuale. Nell'ultimo intervento - non so se del Consigliere Burzi o del Consigliere Buquicchio - si sostiene che abbiamo già toccato la materia della legge elettorale, modificando il punto riguardante la raccolta delle firme. Interpretazione personale, si pu condividere o meno, ma la materia, essendo di un certa complessità, va approfondita. Personalmente ritengo che siamo già nella fase di non poter più applicare la legge nazionale n. 108, in regime di transitorietà, avendo iniziato il percorso riguardante la parte delle firme, quindi siamo tenuti interpretazione personale, ma non è solo mia - a continuare non modificando la legge, come normalmente diciamo, ma a dotarci, finalmente di una legge elettorale. Il comma 4 dell'articolo 17 dello Statuto prevede oltre al numero dei Consiglieri (60), la possibilità di dotarsi di una legge elettorale.
Noi non abbiamo una legge elettorale, abbiamo utilizzato la legge n.
108 perché lo Statuto è entrato in vigore successivamente alle elezioni del 2005. Questa è la situazione.
Ho un punto fermo. Ritengo che il numero di 60 Consiglieri sia un aspetto non secondario da mantenere: quello è. Con 60 Consiglieri, lo potrebbe dire chi si è esercitato nella simulazione di applicare la legge elettorale, i partiti sono rappresentati ampiamente, sia di maggioranza che di opposizione; sono rappresentati i territori e sono rappresentate tutta una serie di cose che sono espressione della complessità di una regione di quattro milioni e 200 mila elettori.
Non sono assolutamente d'accordo che si debba garantire tutto e tutti con una concezione della democrazia ad personam. Con 60 Consiglieri si pu garantire tutto quello che si vuole, ampiamente.
Questo è il punto. Ritengo che tutto, quando si discute, è utile, anche nelle dinamiche della discussione e del dibattito, anche vivace, che c'è stato in VIII Commissione. Sono emerse posizioni nette, ribadite anche questa mattina. Se non altro, se vogliamo vedere l'aspetto positivo, sono servite ad iniziare il dibattito sulla legge elettorale.
Si è costituito un gruppo di lavoro cui auguro di svolgere il migliore lavoro possibile. Ho dichiarato ieri pomeriggio, ma lo voglio ribadire anche in Aula così rimane agli atti, la mia disponibilità - se serve, se è utile - a dare un contributo per arrivare alla migliore legge elettorale.
Faccio fatica a capire, ma al di là di come vi si era giunti, quando si sottoscrivono degli accordi, vuol dire che si condividono. Ricordo c'è un ordine del giorno sottoscritto praticamente da tutti e condiviso da tutti che dice che dobbiamo dotarci di una legge elettorale. Tutti vogliamo la legge elettorale, o almeno la stragrande maggioranza dei Consiglieri che hanno sottoscritto, da quello che mi risulta, quell'ordine del giorno.
Le opinioni sono sempre legittime, chiunque le esprima. Se si è contrari, si deve accettare la legittimità a qualcun altro di essere contrario su un altro argomento. Quasi tutta l'Aula, almeno il 90-95 condivide la necessità di fare la legge elettorale. Legge che, voglio ricordare, ci è richiesta dallo Statuto della Regione Piemonte e noi siamo inadempienti, fino ad oggi, su quel punto, sul punto di dover dotare la Regione di una legge elettorale. Personalmente, ritengo che, e lo risottolineo, il numero dei Consiglieri debba essere 60. Altrimenti una modifica nel numero - opinione personale - ritengo che non sarebbe capita non dagli elettori di centrosinistra, ma dai piemontesi.
Non è solo un problema personale. Mi fa piacere che il Gruppo del PdL FI si sia espresso ieri pomeriggio in questa direzione, nel sostenere...



(Commenti del Consigliere Leardi)



PLACIDO Roberto

Ripetere, ribadire aiuta, quindi ripeto: mi fa piacere.
A questo punto - vado alla conclusione - nella dinamica della discussione qualcuno cercava, legittimamente, di utilizzare un dissenso personale, fermo, annunciato, ribadito in pubblico e in privato, come una responsabilità del Gruppo del PD a volere ostacolare la discussione e il lavoro sulla legge elettorale.
Poiché è giusto, opportuno e necessario - ed auguro buon lavoro a coloro che lavoreranno nei prossimi primi giorni di agosto e nei primi giorni di settembre, quando alcuni di lavoreranno meno o non lavoreranno affatto - oltre al ringraziamento non formale a quei colleghi che utilizzeranno queste giornate per fornire la traccia della nuova legge elettorale della Regione Piemonte, per evitare che un legittimo dissenso come dicevo prima, venga utilizzato per bloccare tutto, dichiaro che sono assolutamente contrario alla modifica che prevede l'inserimento di una formulazione transitoria per poter andare oltre il numero di 60 in modo da salvaguardare la governabilità. La governabilità può essere assolutamente salvaguardata con 60 Consiglieri, e tutte le esercitazioni lo dimostrano ciò è anche garantito dal fatto che è prevista una seconda lettura: il provvedimento non passa con la prima lettura, serve la seconda.
Quindi, come dicevo, pur essendo assolutamente contrario, per disciplina di partito, per evitare che ci siano strumentalizzazioni e si utilizzi questo come scusa per non discutere e votare la legge elettorale di cui la nostra Regione ha bisogno, voterò a favore di questo provvedimento perché ho la garanzia della seconda lettura e perché non ci siano alibi, affinché ognuno - mi auguro con spirito costruttivo - lavori per dotare la Regione Piemonte della legge elettorale di cui abbiamo bisogno e che, in base allo Statuto, aspettiamo da quattro anni e mezzo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Nel discorso generale introdurrò già il ragionamento che è alla base dell'emendamento che ho presentato e che è stato distribuito, così eviter di intervenire due volte, con grave perdita di tempo.
Noi oggi siamo in una situazione giuridica con uno Statuto che prevede un numero di Consiglieri fissato in 60; è in vigore una legge elettorale che, in certe ipotesi, prevede un numero variabile di Consiglieri. Per garantire la governabilità, anche se il numero dei Consiglieri è fissato ordinariamente in 60, la legge prevede il superamento di questo numero e la possibilità di aggiungere Consiglieri alla coalizione vincente. L'esempio più pratico è dato proprio da questo Consiglio, dove siamo in 63. In passato non vi erano problemi, nel senso che, al momento delle precedenti elezioni, la legge elettorale era la stessa, ma il nuovo Statuto non era ancora in vigore, quindi non c'erano problemi.
Se noi andassimo alle prossime elezioni con questo stato di cose, cioè con questo Statuto e la legge elettorale vigente, ci sarebbero, invece, dei problemi, in quanto avremmo uno Statuto in contrasto con la legge elettorale. Se si applicasse la legge elettorale in vigore e il numero di Consiglieri eletti fosse maggiore di 60, ci esporremmo a dei ricorsi, con una spada di Damocle tale per cui il Consiglio rischierebbe di non poter funzionare, non essere legittimato o, comunque, potrebbe essere tenuto in sospeso da tutta questa serie di ricorsi.
Per evitare una simile ipotesi, è stata presentata la proposta - che chiamo proposta Gariglio - che avevo sottoscritto e che risolverebbe questo problema. È pur vero che noi abbiamo l'impegno di arrivare ad approvare una nuova legge elettorale. Ad oggi, però, ho sentito proposte molto molto diverse tra loro e sembra, non dico assolutamente impossibile, ma diciamo difficile arrivare ad una proposta unitaria, con un numero di voti sufficienti per avere la certezza di una nuova legge elettorale. Pertanto il timore di arrivare a fine legislatura con la vecchia legge c'è ed è reale.
Quindi la proposta di modificare lo Statuto per renderlo compatibile con la vecchia legge elettorale non è assolutamente una proposta da scartare, anzi è, a mio avviso, una linea assolutamente da seguire.
La proposta di modifica, così come è stata formulata, espone però ad un rischio, nel senso che la sua formulazione è alquanto generica, per cui, se da una parte mette a posto le cose e toglie i problemi di contrasto tra Statuto e vecchia legge elettorale, dall'altra permette ad una nuova legge elettorale, che potrebbe essere varata in un prossimo futuro, di scavalcare il numero di 60 Consiglieri.
Questa ipotesi per noi è inaccettabile. Nella passata legislatura c'è stato un dibattito pesantissimo sul numero dei Consiglieri; alla fine si è arrivati ad indicare nello Statuto il numero di 60 Consiglieri. A mio avviso, questo numero va rispettato, quindi qualsiasi nuova legge elettorale dovrà prevedere come massimo il numero di 60 Consiglieri e questo numero non potrà essere superato.
I miei ragionamenti - uno: nessuna certezza di riuscire ad arrivare ad una nuova legge elettorale, quindi è indispensabile modificare lo Statuto affinché non sia in contrasto con la vecchia legge; due: nessuna possibilità per un'eventuale nuova legge elettorale di oltrepassare il numero di Consiglieri previsti dallo Statuto, quindi 60 - mi hanno portato a riscrivere, con l'emendamento numero 1 che suppongo abbiate tutti a vostre mani e abbiate già tutti letto, la proposta di modifica dello Statuto.
Con questo emendamento, che riscrive completamente la proposta di modifica dello Statuto, che cosa si prevede? Si prevede la possibilità che il numero di 60 Consiglieri venga superato solamente nell'ipotesi di applicazione della legge elettorale ora vigente, cioè della vecchia legge elettorale. Se si arrivasse ad una nuova legge elettorale, questa non potrebbe superare i 60 Consiglieri.
Aggiungo ancora una cosa: questa è una clausola di salvaguardia.
Sappiamo che oggi siamo in prima lettura e che fra due mesi dovremmo riapprovare la stessa identica clausola al fine di arrivare alla modifica dello Statuto.
In questi due mesi vedremo se riusciremo o no a redigere una nuova legge elettorale e a trovare un accordo in merito.
Se ciò avverrà in seconda lettura, questa clausola diventerà del tutto inutile, quindi potremo tranquillamente non più procedere al voto. Per questa clausola ci dà due garanzie. Da una parte, se non riusciamo ad approvare una nuova legge elettorale, quella vecchia attualmente in vigore potrà funzionare, quindi eviteremo corsi, ricorsi, controricorsi, stalli e problemi vari; dall'altra garantisce però che la nuova legge elettorale che andremo prossimamente a discutere e - mi auguro - ad approvare, non possa superare i limiti voluti dallo Statuto di 60 Consiglieri.
Quindi, approvando la proposta di legge n. 639 non così come impostata in origine, ma nel modo da me emendato, non corriamo il pericolo di essere accusati di voler aumentare il numero dei Consiglieri regionali, pericolo paventato dall'Aula, e rispettiamo perfettamente lo Statuto e la volontà di chi aveva votato lo Statuto stesso.
Contemporaneamente, abbiamo però la salvaguardia che se non riuscissimo ad arrivare ad approvare una nuova legge elettorale, si riuscirebbe perlomeno ad andare alle elezioni con la vecchia legge, ma con la tranquillità che questa vecchia legge è valida.
Ringrazio per l'attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Vorrei cominciare dicendo che forse a qualcuno può apparire una novità ma per quanto ci riguarda noi la legge elettorale la vogliamo cambiare.
All'inizio di quest'anno noi avevamo una priorità, che era la modifica del Regolamento; era molto tempo che avevamo questo obiettivo e abbiamo perseguito con convinzione il raggiungimento della modifica del Regolamento.
Al termine della discussione, nei mesi scorsi e soprattutto nel mese di luglio, quando siamo arrivati in Aula ci è stato detto: o c'è un impegno anche a modificare la legge elettorale o non si modifica neanche il Regolamento.
Noi non eravamo entusiasti dell'idea del cambiamento della legge elettorale. Adesso ci avete convinto, ci avete talmente convinto che adesso noi la legge elettorale la vogliamo cambiare.
Non so quanti in quest'Aula hanno la fortuna di confrontarsi con gli organismi dirigenti del proprio partito. Per me è importante, tant'è vero che la direzione regionale del PD si è riunita e ha dato mandato al Gruppo consiliare e agli organismi dirigenti del PD a livello regionale di lavorare per modificare la legge elettorale.
Questo è un impegno che ci siamo assunti ed è per questo che abbiamo sottoscritto quell'ordine del giorno. Adesso ci vogliamo lavorare seriamente alla modifica, anzi alla nuova legge elettorale, perché noi dobbiamo fare una nuova legge elettorale.
Il collega e amico Luca Robotti nel suo intervento ha dichiarato: "Mi rivolgo a chi era convinto di cambiare la legge elettorale". Non so se ha detto una verità o era una sua supposizione. Ho l'impressione, per come sta andando il dibattito, che ci sono molti che hanno usato strumentalmente la questione della legge elettorale e adesso non sono poi tanto convinti di cambiare la legge elettorale.
Vorrei dire che verificheremo nei fatti chi è convinto o meno, e lo denunceremo pubblicamente, anche se sarà il gruppo di lavoro, ma poi arriveremo in Aula e in Aula si vedrà chi ha giocato o meno su una questione molto seria come la legge elettorale! Noi la legge elettorale la vogliamo cambiare e poiché abbiamo uno Statuto, anche su questo ricordo che non abbiamo scherzato: nella scorsa legislatura l'opposizione, cioè noi quando eravamo all'opposizione, ha dato un contributo importante per arrivare all'approvazione dello Statuto. Anche il collega Marcenaro, insieme al Gruppo del PD, ha dato un contributo importante.
Ricordo che la Commissione Statuto era presieduta da un esponente della maggioranza di allora e noi abbiamo dato il nostro contributo fattivo.
anche grazie al nostro contributo che si è arrivati a dotare la Regione Piemonte di uno Statuto, che è perfettibile.
Sicuramente sono d'accordo con il collega Burzi che questo Statuto è da perfezionare. Avremo modo di farlo, ma non è questo oggi l'oggetto della nostra discussione. Ricordo la discussione che si è fatta in occasione della redazione dello Statuto. Abbiamo deciso tutti, votando lo Statuto che il Consiglio regionale è composto da 60 Consiglieri e noi, per quanto ci riguarda, vogliamo rispettare quello che è scritto nello Statuto.
Abbiamo condiviso e c'è stata una discussione alla luce del sole, che è andata a finire sui giornali. Ricordo che queste discussioni ormai sono sempre alla luce del sole e vanno sui giornali.
Abbiamo discusso all'interno del Gruppo consiliare e oggi siamo qui a dire che votiamo quella modifica del Regolamento. Forse se avessi fatto l'intervento all'inizio, avrei evitato certi toni nel dibattito di questa mattina. Però è giusto farlo quando lo si ritiene opportuno.
Noi abbiamo deciso, all'interno del Gruppo, di approvare questa modifica regolamentare e questa salvaguardia. I giornali hanno scritto quello che ritenevano opportuno scrivere, e naturalmente si dice che oggi il Piemonte si appresta ad allargare il proprio Consiglio regionale. Non è così! Ricordo che con questa legge elettorale, l'attuale, nella scorsa legislatura siamo arrivati qui in 60! È la prima che si supera il numero dei 60, è la prima volta, ma tutte le altre volte, e si è votato con questa legge elettorale tre volte - se non ricordo male - il Consiglio regionale era composto da 60 Consiglieri. Soltanto questa volta si è superato il numero di 60. Quindi, non è per forza che si va in quella direzione.
Dopodiché, come ha precisato il Presidente Gariglio, questa è una norma di salvaguardia; quindi, non stiamo decidendo di aumentare il numero dei Consiglieri del Consiglio regionale del Piemonte. Ribadiamo, come abbiamo fatto nelle scorse settimane, che qui dobbiamo discutere di una modifica della legge elettorale, affinché la stessa si adegui allo Statuto, in modo tale che il Consiglio regionale del Piemonte sia composto da 60 Consiglieri. Non vogliamo certo aumentarne il numero, tanto è vero che il PD in Regione Toscana ha espresso un voto contrario (credo che sia stato di alcune forze politiche di centrosinistra) soprattutto sulla questione dello sbarramento. Ma relativamente al numero dei Consiglieri, in Regione Toscana abbiamo proposto una riduzione: si è ridotto, quindi, il numero dei Consiglieri regionali, portandolo, mi pare, a 55.
Ma noi, naturalmente, non solleviamo tale questione; non abbiamo questa intenzione. Vogliamo soltanto rispettare il numero fissato dallo Statuto in vigore. E lo vogliamo fare - vogliamo cioè cambiare la legge elettorale con un confronto vero all'interno del Consiglio regionale.
Noi abbiamo lavorato - credo che tutti ne diano atto - per far sì che il Consiglio regionale potesse avere una larga maggioranza per votare il Regolamento. Noi vogliamo lavorare perché la legge elettorale venga votata possibilmente, dal più alto numero di Consiglieri regionali che sono seduti qui. Questo è il nostro obiettivo politico. Lo dico anche agli amici e compagni della coalizione di centrosinistra: in questi anni (credo che il collega Buquicchio ne possa dare atto) il Partito Democratico si è confrontato lealmente con le altre forze del centrosinistra. Che adesso si venga a dire che si nutrono dei dubbi sul fatto che il Partito Democratico voglia perseguire con convinzione l'obiettivo dell'unità della coalizione che noi riteniamo sia indispensabile per poter vincere alle prossime elezioni, ci pare quantomeno ingeneroso nei confronti del lavoro che questo Partito Democratico ha svolto in quest'Aula.
stato detto ieri che si configurava come una forma di arroganza il fatto che il sottoscritto fosse intervenuto e poi, scusandosi, avesse dovuto assentarsi: in questi quattro anni sono sempre stato presente in Consiglio e in quasi tutte le Commissioni. Ho ascoltato con tanta pazienza ribadisco, con tanta pazienza - tutte le obiezioni e le osservazioni mosse anche dai colleghi della maggioranza. Il fatto che si colga questa occasione per mettere in un angolo il Partito Democratico, lo giudico un atto quantomeno ingeneroso (voglio così classificarlo) e miope dal punto di vista politico. Mi permetto, appunto di classificarlo come "progetto miope".
Se vogliamo tentare, nei prossimi mesi, di approvare leggi importanti in questo Consiglio e affrontare un appuntamento elettorale decisivo ed importante, credo che ci sia bisogno di chiarezza all'interno della coalizione. Da questo punto di vista, il Partito Democratico darà il suo massimo contributo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Sono contento, dal punto di vista politico, perché finalmente, in questi giorni, sono emersi tutti i problemi. Ma sono contento soprattutto perché finalmente si parla di legge elettorale, cosa che il sottoscritto insieme ai suoi colleghi di percorso, ha cercato di fare, con un'opposizione tra virgolette strumentale, ma sempre all'insegna della democrazia: il risultato di oggi ne è la dimostrazione.
Volevo evidenziare il fatto che il sottoscritto sosteneva (e lo ritiene anche oggi, anche se ha votato a favore) che il Regolamento non fosse una riforma così importante per questa Assemblea. Tuttavia, visto che la maggioranza ne era convinta, e visto che c'erano i presupposti per cercare di mantenere il rispetto delle minoranze nel dibattito e nel confronto politico, alla fine l'ho votato, anche perché è stato raggiunto un accordo politico, sia pure faticoso, che ha portato al dibattito di oggi.
Volevo altresì sottolineare che non era importante votare un nuovo Regolamento perché questa Assemblea, al contrario del Parlamento nazionale (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica) è stata sempre rigida e ligia ai doveri; fino ad oggi, anche con la legge elettorale esistente, ha sempre rispettato la pluralità del dibattito e del confronto, senza mai bloccare niente (bilanci, proposte di legge o disegni di legge proposti dalla Giunta regionale). Tutto questo cosa vuole dire? Significa che se fino ad oggi, con la legge elettorale vigente, non vi è stato mai un ostruzionismo o un impedimento burocratico che avesse potuto bloccare una qualsiasi iniziativa della Giunta, ne deduco che non c'era il bisogno di affrettare i tempi e di fare una riforma regolamentare come quella che è stata fatta.
La situazione mi affascina oggi ancora di più ascoltando il collega Manolino precisare cosa pensano i parlamentari nazionali della nostra Assemblea. A tal proposito, ai nostri parlamentari nazionali "politicamente e mentalmente frustrati dal proprio lavoro", rispondo di pensare ai loro affari politici nazionali. Perché il bipartitismo o bipolarismo ha prodotto qualcosa come 4.016 leggi o proposte di legge consegnate in questa legislatura (sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica) ma sapete quante sono state trasformate in legge? Solo 68, su 4.016 leggi depositate. Di queste 68, Presidente Gariglio, sapete quante sono state presentate dal Governo? Ben 61. Quindi dai nostri Parlamentari nazionali sono state approvate solo e soltanto sette proposte di legge: è una cosa vergognosa! Si vergognino! Quindi, caro collega Manolino, devi dire agli amici che hai incontrato all'aeroporto, di farsi più furbi. Perché se sono frustrati a livello nazionale, non lo devono a questa Assemblea, ma lo devono al sistema maggioritario, un sistema di bipartitismo che non crea democrazia: vi è un vulnus su questo! Attenzione, quindi, cari colleghi! Ma torniamo alle nostre questioni. Questa Assemblea ha sempre lavorato bene, a livello di deliberazioni, proposte di legge e persino di atti ispettivi. Dunque, tutto quello che rientrava fra i compiti di questa Assemblea è stato fatto, senza che nulla, nel vecchio Regolamento o nella legge elettorale, ne costituisse impedimento. Cosa significa questo? Vuol dire che il Regolamento vecchio ha garantito alle minoranze di svolgere un dibattito e un'opposizione programmatica e costruttiva al momento giusto anche se a qualcuno ha potuto creare qualche fastidio (oggi ne abbiamo la dimostrazione pratica), anche in quelle poche notti che abbiamo passato qui dibattendo di temi importanti. Perché anche nei momenti più delicati di ostruzionismo, portato avanti dal sottoscritto e dai suoi colleghi, abbiamo comunque parlato di povertà, di sensibilità sociale, ovvero di quei temi che oggi sono all'ordine del giorno anche a livello nazionale e territoriale (vi ricordo che siamo passati da sei milioni di poveri a circa nove milioni a livello nazionale!).
Pertanto, il problema della legge elettorale è, in qualche modo correlato al problema della gente: quando il collega Robotti diceva che possiamo resistere una settimana o 15 giorni sulla legge elettorale, mi permetto di dire, anche se è assente (glielo ripeterò personalmente), che non ha capito niente, allora, di cosa vuol dire fare opposizione in modo costruttivo, nel raggiungimento della democrazia di un dibattito democratico! Noi oggi - lo ripeto - è vero che stiamo portando avanti un discorso relativo ai 60 Consiglieri, perché lo Statuto è stato improntato con quel limite, ma è altrettanto vero che quello Statuto è stato un "parto" faticoso, pieno di contraddizioni politiche e quant'altro, perché dovevano essere 70! Poi è arrivato all'esame dell'Aula e poiché la Giunta Ghigo doveva vendere questo prodotto come una sorta di panacea, una riforma strategica che permettesse alla Giunta Ghigo di vincere, allora, a tutti i costi, in un giorno ci fu un blitz, una riunione, e subito fummo tra i primi in Italia ad avere lo Statuto nuovo. Ma ritorniamo alla nostra legge elettorale.
Il primo vincolo deve essere il rispetto delle minoranze. Anche se nelle varie leggi a livello nazionale è prescritto che il primo vincolo sia il diritto della maggioranza a governare - i relativi premi di maggioranza il sottoscritto continuerà a fare una battaglia in modo convinto e democratico, per tutti i giorni che ci saranno a disposizione, affinché il primo vincolo sia il rispetto delle minoranze. Perché se non c'è il rispetto delle minoranze, non c'è democrazia, e ce ne stiamo accorgendo a livello nazionale! La nuova legge elettorale, quindi, potrà avere tutte le sfaccettature che si vorranno; peraltro, sarebbe meglio se fosse tutta proporzionale, ma siccome per vari motivi sappiamo che non sarà possibile, valuteremo quali saranno i modelli giusti che si avvicineranno di più al rispetto delle minoranze per primo, e poi al rispetto dei premi di maggioranza. Farò tutto ciò che sarà possibile in tal senso, indipendentemente da quello che i media potranno comunicare. Sono convinto che la mia battaglia di democrazia oggi mi stia dando ragione, per il lavoro che io e i miei colleghi avevamo svolto, perché tutti volevamo, forse, raggiungere l'obiettivo di cambiare la legge elettorale. Ma cambiarla affinché la democrazia vincesse, affinch fosse garantita la rappresentatività, cosa che è stata negata a livello nazionale, per alcuni partiti che rappresentano il territorio e che sono espressione sociale, culturale e di democrazia. In quest'Aula questo non succederà, caro amico Placido e cari amici colleghi, almeno fino a quando ci sarà il sottoscritto! Non so cosa pensa l'UDC a livello nazionale, ma qui, in Regione Piemonte, fino a quando ci sarò io, questo rispetto verrà garantito con tutto il lavoro possibile ed immaginabile dei colleghi che pensano che questa sia la strada giusta per continuare a governare e dare risposte concrete ai nostri cittadini piemontesi. Tutti i cittadini dovranno sentirsi rappresentati in quest'Aula, cosa che - lo ripeto - a livello nazionale... Con i blitz di interesse politico che sono stati fatti ultimamente. Qui, collega Manolino, questo non succederà.
Sono favorevole a questa proposta di legge che permette, in qualche modo, di cominciare a parlare di legge elettorale in modo tranquillo. Sono fiducioso, come tanti altri miei colleghi che mi hanno preceduto, sul fatto che la legge elettorale si farà. Però, come ripeto, dovrà essere rispettato quel principio fondamentale che permette la democrazia e il dibattito democratico, così come è stato fatto fino ad oggi in quest'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Grazie, Presidente.
Tenterò, nel mio intervento, di rimanere sul tema che abbiamo in discussione oggi, per evitare di rimandare l'inizio del dibattito sulla legge elettorale.
Noi crediamo che questa modifica che andremo a votare oggi sia, come diceva qualcuno, un atto dovuto dal punto di vista formale per uniformare il nostro Statuto all'attuale legge elettorale vigente, ma anche un atto dovuto dal punto di vista politico. Perché se non venisse approvata questa modifica (l'ho già detto ieri in sede di Commissione), i lavori sulla riforma elettorale rischiano di essere pesantemente condizionati.
Credo che quel gruppo di lavoro debba potersi esprimere liberamente e valutare le diverse opzioni senza vincoli particolari e specifici, nel tentativo di trovare una sintesi che risponda ai desiderata e alle sensibilità della stragrande maggioranza dei Gruppi.
Ritengo che l'attuale legge elettorale - che non è la legge elettorale della nostra Regione, ma è la legge nazionale applicata nelle varie Regioni sia attenta ed equilibrata rispetto alle due questioni che sempre sottolineiamo quando ragioniamo di legge elettorale e di sistemi elettorali: da una parte l'esigenza di garantire la governabilità (la governabilità si garantisce con i numeri), dall'altra l'esigenza di non penalizzare le voci di minoranza e di opposizione.
Credo che questo equilibrio debba, sostanzialmente, rappresentare un riferimento importante per il gruppo di lavoro che lavorerà sulla legge elettorale. Ma, anche in questo caso, non costruiamo immagini e soluzioni che colpiscano dal punto di vista dell'immagine, ma che poi, nei fatti siano diverse da quanto ci si immagina.
Ho letto stamattina sui giornali che la Regione Toscana ha approvato una nuova legge elettorale. Una legge elettorale che, per quel poco che ho avuto occasione di leggere, assolutamente non condivido, che però viene venduta come un grande fatto positivo: si riducono da 65 a 55 i Consiglieri regionali in Toscana. Peccato che poi l'articolo non precisi che nella legge nazionale il riferimento per la Toscana era di 50 ed erano arrivati surrettiziamente, con modifiche di legge, a 65. Avrebbero dovuto ritornare a 50, ma con un'operazione di immagine, decidono per 55, dicendo con enfasi: "Grande lavoro della Regione Toscana. Abbiamo dato un segnale importante rispetto ai problemi dei costi della politica, e ai problemi della casta".
Ritengo che tali soluzioni vadano evitate, magari anche introducendo nella nostra nuova regolamentazione elettorale altre misure. Come ho già detto ieri sede in Commissione - qualcuno lo ha ripreso questa mattina - se esiste un problema di costi nella politica, credo che non ci siano problemi a rapportare o a riparametrare i costi di tutte le nostre indennità, di tutti i nostri benefit, al numero di 60. Se saremo in 65, vorrà dire che alla fine, i costi dovranno essere sempre quelli per 60 Consiglieri. Se il problema è quello di mettere in discussione i privilegi di quella che viene definita "casta", credo che anche su questo si possa addivenire ad un accordo. Per non essere casta, non si deve pensare di fare, per tutta la vita, quel mestiere: si fanno due legislature e poi si va a fare altro.
Credo che queste siano delle proposte su sui si possa entrare nel merito per risolvere i problemi che qualcuno in questi giorni ha sollevato.
L'ultimo argomento che volevo significativamente toccare riguarda la questione della coerenza e della coalizione.
Credo che il nostro Gruppo, in questi quattro anni, abbia dato ampia dimostrazione che per noi la coalizione è un valore fondamentale. È un valore fondamentale non in quanto tale, ma perché attraverso la coalizione riusciamo a portare a casa e a realizzare tutta una serie di punti che avevamo individuato nel programma che noi ritenevamo qualificato.
Quindi, credo che per questo non ci possano essere fraintendimenti all'interno della coalizione né ci possano essere posizioni tattiche che in un momento pensano una cosa e poi dopo ne fanno un'altra o cose di questo tipo.
Noi, molte volte, coerentemente con la coalizione, abbiamo dovuto fare dei passi indietro su una serie di questioni: coerentemente. Allora coerenza è che la legge sul diritto allo studio io la voto anche se non mi piace, non uscendo dall'Aula in quel momento o inventandomi altre cose.
Quella è la coerenza.
La coerenza è mantenere il numero legale - l'abbiamo mantenuto per un giorno - sulla questione dello snellimento delle procedure urbanistiche arrivando alla fine a non votare quel provvedimento, ma mantenendo in quest'Aula il numero legale per la coalizione. Questa è la coerenza. Le altre sono posizioni di comodo che ci si inventa di volta in volta.
Noi su questa vicenda della legge elettorale, coerentemente, abbiamo condotto un ruolo e abbiamo assunto delle posizioni, soprattutto rispetto alla questione del Regolamento, perché ritenevamo, da una parte fondamentale che quest'Aula arrivasse ad approvare il Regolamento avendo visto le difficoltà e le criticità che provocava quel tipo di Regolamento dall'altra parte, ritenevamo importante che, a fronte di quel Regolamento che andava comunque nella direzione di dare maggiore governabilità, di attribuire un peso ancora più significativo all'organo esecutivo rischiando di indebolire il Consiglio, ci fosse una modifica della legge elettorale che continuasse a dare la possibilità a quelli che desiderano cantare fuori dal coro di poterlo fare. Coerentemente con la maggioranza, non abbiamo assunto posizioni ostruzionistiche e abbiamo lavorato perché alla fine si arrivasse ad un accordo. Ecco, penso che questa sia la coerenza che dobbiamo praticare.
Da quella lunga discussione è sortito un ordine del giorno. Non voglio entrare nei temi specifici, ma credo che quell'ordine del giorno debba diventare l'elemento al quale fare tutti riferimento. Il passo seguente è quello di costituire il gruppo di lavoro; il gruppo di lavoro lavorerà in questo mese e mezzo e alla fine si arriverà alla discussione in Aula. Se al termine della discussione in Aula si arriverà ad un accordo largamente condiviso (come sono stati largamente condivisi quei due ordini del giorno), si approverà una nuova legge elettorale che potrà avere l'esigenza di avere la seconda lettura rispetto allo Statuto o potrà anche non avere quell'esigenza, ma l'importante è che alla fine il percorso sia largamente condiviso.
chiaro che se qualcuno ritiene che surrettiziamente o bloccandola oggi o poi pensando che tanto in seconda lettura non se ne parlerà, credo che oggettivamente sarà molto difficile pensare di arrivare all'approvazione di una nuova legge elettorale.
Voglio essere chiaro. Ribadisco: da parte del nostro Gruppo c'è la disponibilità a discutere fino in fondo di quei punti che sono stati individuati nell'ordine del giorno, ma oggi, se vogliamo avere un dibattito libero, franco e che alla fine possa portare a qualche risultato, non possiamo avere questa spada di Damocle sulla testa che vincola a 60 il numero, anche perché nella stragrande maggioranza delle Regioni dove si è andati a modifica della legge elettorale, proprio per l'equilibrio che c'è nella legge nazionale, questa norma è stata in larga misura riconfermata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallaro; ne ha facoltà.



CAVALLARO Sergio

Grazie, Presidente. Prendo atto, dalla discussione che si è svolta stamattina, che c'è una decisa volontà di voler modificare radicalmente la legge elettorale, tant'è che non solo il PD, il più grande partito di maggioranza, ma anche il più grande partito della minoranza, ha prodotto una legge che modifica la nostra legge elettorale.
Veramente ero rimasto all'ordine del giorno che avevamo approvato, che dava mandato ai Consiglieri di modificare solo tre punti della legge elettorale, se si esclude la proposta che abbiamo approvato molto prima dell'ordine del giorno di modifica della raccolta firme.
Ricordo quali erano i tre punti (non in ordine di enunciazione): il primo era un maggiore equilibrio di genere nelle liste elettorali; il secondo era la modifica dello sbarramento verso una riduzione; il terzo era la ridistribuzione del listino. Questi erano i punti sui quali il Consiglio aveva dato mandato ai Consiglieri di modificare la legge elettorale.
Ora si parla molto di modifica radicale, si cita anche tantissimo la legge che è stata recentemente approvata dalla Regione Toscana. Io non la considererei un passo avanti verso la moralizzazione della politica e molto di più la considererei invece un passo avanti verso la limitazione di quella che è la rappresentatività nella nostra democrazia. Secondo me, è sicuramente una limitazione della rappresentatività delle minoranze nella minoranza e anche delle minoranze nella maggioranza.
Se vogliamo parlare di moralità, sono molto d'accordo con quanto ha enunciato il Consigliere Clement, che in parte ha tolto argomentazioni al mio discorso. Sono convintissimo che, se si vuole moralizzare e si vuole alzare l'asticella dell'eticità della politica in Italia e nel nostro Consiglio, allora non bisogna agire tanto sui numeri quanto piuttosto sulla spesa. Fatta 100 la spesa storica per i nostri Consiglieri, sia che siano 60 sia che siano 80, si dovrebbe mantenere questo livello di spesa: così potremmo dare sicuramente un segnale di non voler essere i rappresentanti della casta.
Poi ci sono tante altre possibilità di moralizzare la politica: rendere trasparenti i bilanci dei vari partiti, non indulgere nei conflitti di interesse dei vari Consiglieri che ricoprono diverse cariche, evitare di intervenire nella nomina dei primari, dei Consiglieri nelle società partecipate e così via. Quindi, se si vuole fare un discorso di moralizzazione, ben altri sono i campi su cui bisogna agire.
Ricordo solamente, se si vogliono evitare conflitti e intoppi nel lavoro dei Gruppi, che il mandato dato dall'ordine del giorno verteva solo su tre punti che sono modificabili.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Presidente, volevo solamente ricordare ai colleghi che magari hanno seguito un po' meno le vicende nelle varie Commissioni, nei vari gruppi di lavoro e nelle riunioni dei Capigruppo, ai rappresentanti della stampa e ai cittadini che ci stanno ascoltando da casa o dalle postazioni di lavoro che, in realtà, quello che stiamo approvando oggi non è l'aumento del numero dei Consiglieri, ma un semplice adeguamento normativo alla legge elettorale vigente.
In verità, ha ragione il Consigliere Burzi quando afferma che quando fu approvato lo Statuto ci fu un errore normativo, perché non si mise in previsione questa casistica. Un'ulteriore precisazione va fatta aggiungendo, come hanno ricordato gli Uffici in questi giorni, che è cambiato il parere costituzionale e giurisdizionale nel merito. Il nuovo Statuto si applicava il giorno dopo l'entrata in vigore della nuova legislatura, quindi il Consiglio è stato eletto con il vecchio Statuto e questa casistica non si veniva a verificare.
Non solo. Anche in quel caso, all'epoca, si riteneva che la legge nazionale statale, per quanto transitoria, fosse, comunque, leggermente superiore, in termini giuridici, rispetto alla legge regionale statutaria.
I pareri della Corte Costituzionale e i vari giuristi che si occupano di queste cose negli ultimi anni sono andati nel senso opposto. Il che ci porta a fare alcune riflessioni. La prima. È evidente che è mutato il parere giuridico, ma potrebbe ancora, in futuro, rimutare in senso opposto a quello che si è creato fino ad ora. La seconda è che, comunque, in ogni caso, nulla osta per noi mettere in sicurezza quella che è l'attuale normativa.
indubbio - questo è un passaggio politico sulla legge - che dietro a schermaglie tattiche emerse nei giornali e nelle Commissioni e che emergono oggi in Aula, si nascondono, in realtà, volontà opposte in merito alla legge elettorale, al di là di quelle che sono le dichiarazioni ufficiali.
Credo che la posizione del sottoscritto sia stata ampiamente esplicitata nelle due settimane precedenti, avendo portato all'attenzione dell'Aula la questione legata alla legge elettorale con una battaglia politica molto forte.
indubbio che, anche all'interno dei Gruppi maggiori, ci sono volontà desideri e aspettative diverse. Tuttavia, a fronte di un atto forte, di un ordine del giorno forte, di un deciso impegno pubblico firmato e votato dalla totalità del Consiglio, adesso dobbiamo affrontare la legge elettorale.
Questo assicura il termine del percorso? Questo assicura il varo di una legge elettorale ampiamente e largamente condivisa da quest'Aula? Assolutamente no. Quindi cosa fare? È giusto che il Consiglio, oggi, metta in sicurezza l'attuale normativa. Non possiamo prevedere quale sarà il voto finale sulla legge elettorale. Non possiamo prevedere che ci sia una maggioranza, non possiamo prevedere che ci saranno i voti necessari. Non possiamo neanche prevedere che, fra mezz'ora o anche meno, quando si andrà a votare l'attuale provvedimento normativo, ci siano i 32 voti presenti e favorevoli. Noi non lo possiamo prevedere.
Recentemente, solo due giorni fa, abbiamo votato il via libera al referendum per il Comune di Mappano e, nonostante a parole ci fosse la più ampia condivisione, fino all'ultimo il Consigliere Robotti era correttamente e giustamente preoccupato che, alla fine, mancassero i 32 voti necessari.
Non potendo avere la sfera di cristallo e prevedere quella che sarà la legge elettorale, come e se sarà votata da quest'Aula a settembre o ottobre, riteniamo assolutamente corretto, in questo momento, mettere in sicurezza l'attuale normativa regionale, secondo quelli che sono gli orientamenti giuridici prevalenti, ma non univoci, a livello nazionale.
Non entro nel merito dei 60 Consiglieri sì o 60 Consiglieri no. Ricordo una parte dell'intervento, che mi vede totalmente concorde, del Consigliere Muliere, il quale sosteneva che in tre volte che si è votato con questa legge, solamente una e una sola volta è accaduto di sforare il tetto dei 60 Consiglieri, in virtù della norma nazionale. Non abbiamo sforato arrivando a 70 Consiglieri o a 68, ma si è arrivati a 63 Consiglieri. Tutto sommato un prezzo politico, un prezzo dei costi della politica che si può anche pagare in virtù di una maggiore esibizione di democraticità da parte di questo consesso regionale. Su tre volte, una sola casistica mi sembra abbastanza poco.
Voglio anche ricordare, peraltro, che quella fu la volta in cui le due coalizioni andarono molto vicine e appaiate; in seguito, solamente per il voto sul Presidente, ci fu un prevalere di una coalizione rispetto all'altra. Quindi, si è stressata già una possibilità che, magari, anzi solo vedendo i dati elettorali delle Europee 2009, probabilmente non si verificherà, a meno a che non ci siano degli aggiustamenti, degli altri smottamenti elettorali tellurici.
In virtù anche del fatto che le modifiche statutarie prevedono una doppia lettura, con intervallo di due mesi e una tempistica prevista e ipotetica per un'eventuale e possibile referendum, chiedo che debba essere votata e passata questa modifica che, in realtà, non modifica nulla, ma è un semplice adeguamento, come giustamente ha ricordato il Consigliere Burzi, alla normativa attuale.
Poi ci si mette di buzzo buono e tutto l'impegno necessario per modificare la legge elettorale affinché tutte le componenti politiche trovino, nella futura legge elettorale, in base all'ordine del giorno che è stato votato (che, ricordiamolo, prevedeva solo tre punti nella sua declinazione), la massima condivisione.
Per quanto riguarda l'emendamento proposto dal Consigliere Dutto, mi auguro, ma penso di aver capito che l'Aula andrà in questa direzione, ci sia un respingimento forte per due motivi: uno di merito e uno di metodo.
Riconosco al Consigliere Dutto il diritto di presentarlo e di fare una battaglia politica perché, nel merito, ci sono anche delle potenziali verità.
Il problema nasce nel merito perché vincola, comunque, il discorso sulla legge elettorale nei prossimi mesi e pone delle problematiche peraltro non solo in essere, nelle volontà politiche e nelle dichiarazioni di tutti i Gruppi, ma è scorretto porle in antitesi.
Nel merito, anche nella formulazione scritta, mi pare veramente incredibile inserire nella norma statutaria riferimenti a leggi nazionali e, peraltro, transitorie, con una difficoltà di comprensione non indifferente anche per noi colleghi.
Un altro aspetto è nel metodo. Se si esce dalla Commissione con un testo che è stato, comunque, sofferto ma su cui, bene o male, si è riusciti a trovare un punto di equilibrio votato dalla stessa forza politica che l'ha votato - questo vale per lo Statuto come per la legge elettorale - non è ammissibile né accettabile che ci sia un emendamento che, comunque, per quanto in minima parte, lo modifichi e lo modifichi in Aula. Si deve dare il tempo a tutti i colleghi di poterlo esaminare, perché stiamo parlando di una legge fondamentale. Riconosco il diritto al collega Dutto di avere un ripensamento, ma se vogliamo raggiungere dei risultati questo procedimento non sta né in cielo né in terra.
Questo potrebbe essere un precedente da applicare anche in riferimento alla prossima, spero, futuribile legge elettorale. A questo non ci stiamo non ci stiamo ad emendamenti all'ultimo minuto. È per questo che ci opponiamo fermamente ad un'approvazione modificativa rispetto a quello che è uscito ieri dalla Commissione.



PRESIDENTE

stato presentato un emendamento, che è stato illustrato, dal Consigliere Dutto; altresì sono stati presentati venti subemendamenti da parte del Consigliere Giovine.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Dutto e Filiberti: L'articolo 1 della proposta di legge n. 639 è sostituito dal seguente: Art. 1 (Integrazione delle norme transitorie e finali della legge regionale statutaria 4 marzo 2005, n. 1).
1. Dopo la II norma transitoria e finale della l.r. statutaria 1/2005 è aggiunta la seguente: 'III. Nelle more dell'approvazione della legge elettorale regionale di cui all'articolo 17, comma 4, il numero dei membri del Consiglio regionale è fissato dall'articolo 17, comma 1 fatti salvi gli effetti dell'applicazione dell'art. 15, comma 13, numeri 6, 7 e 8, e comma 14 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, così come modificata dalla legge 23 febbraio 1995, n. 43, e dall'art. 5, comma 1, della L.Cost. 22 novembre 1999, n. 1'".
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

Naturalmente mantengo l'emendamento, ma temo di non essere stato ascoltato dall'Aula, perché questo emendamento, a differenza di quanto appena affermato dal collega Giovine, rappresentava la soluzione di tutti i problemi emersi ieri in Commissione.



(Commenti del Consigliere Robotti)



DUTTO Claudio

Evidentemente non lo è, ma c'era questo tentativo di arrivare ad una mediazione, visto che, fino a ieri sera, risultava difficilissima l'approvazione della legge così come proposta originariamente.
Sottolineo la questione: la modifica dello Statuto è assolutamente necessaria per poter eliminare i contrasti esistenti tra Statuto e legge elettorale vigente, perché non vi è assolutamente la sicurezza di riuscire ad approvare una nuova legge elettorale entro la prossima legislatura.
Contemporaneamente, però, così come è stata scritta, la modifica permetterà ad una nuova legge elettorale di aumentare il numero dei Consiglieri, su cui noi non siamo a favore, ma decisamente contrari, molti colleghi di tutte le forze in Aula si sono chiaramente espressi contro.
L'emendamento che ho presentato, con la riscrittura della modifica allo Statuto, prevedeva esattamente di eliminare i contrasti tra Statuto e vecchia legge elettorale, così da avere la possibilità di far funzionare la vecchia legge elettorale, nell'ipotesi in cui non si arrivasse ad approvarne una nuova, ma non permettere ad una nuova legge elettorale di sforare il numero di Consiglieri previsto dallo Statuto, che era 60.
A mio avviso, questo emendamento non rappresentava una novità, ma la trascrizione della volontà espressa dalla maggior parte dei Consiglieri sia ieri in Commissione che oggi in Aula, pertanto mi sembrerebbe logico che venisse votato e approvato.
Sinceramente, non riesco a capire perché oggi questa scritturazione delle volontà espresse dalla maggioranza dei Consiglieri vada incontro ad un voto contrario, lo ritengo veramente assurdo. A questo punto, potrebbero aver ragione quei Consiglieri che paventavano l'eventualità che con l'approvazione della modifica dello Statuto, così come proposta in origine si approfittasse della possibilità di aumentare il numero dei Consiglieri che non ritengo possibile dalla maggior parte di questo Consiglio.
Pertanto, mantengo l'emendamento; chiedo al collega Giovine di ritirare i subemendamenti, di cui non comprendo il motivo - se non è d'accordo voti contro, però non perdiamo altro tempo - e invito l'Aula a ripensare la questione. Ben lontano dal tentare un colpo di mano o di invertire le tendenze, ho semplicemente scritto quello che tutti dicono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Sono contrario all'emendamento presentato dal Consigliere Dutto e voterò contro per una ragione molto semplice: ritengo che anche la nuova legge elettorale debba garantire che l'attuale premio di maggioranza ovvero i 12 Consiglieri - vengano ridistribuiti in modo proporzionale. Se venisse approvato l'emendamento presentato dal Consigliere Dutto, la nuova legge elettorale non potrebbe avere un premio di maggioranza di 12 Consiglieri, così come è oggi, da distribuire in modo proporzionale. Per questa semplicissima ragione, voto contro l'emendamento Dutto.
Approfitto dell'occasione per dire che sono rimasto molto colpito negativamente dall'intervento del Vicepresidente Placido. Non si pu cantare e portare la croce: o si porta la croce o si canta! Come ha detto prima anche il Consigliere Clement, noi abbiamo rispettato la coalizione ingoiando rospi enormi, vedendoci anche tirare addosso i rospi di pezza (lo ricordo a tutti in quest'Aula). Credo invece che lui non lo abbia fatto! Anche e soprattutto per la responsabilità che ricopre, dovrebbe essere un po' più attento a rispettare il mandato che ha ricevuto dalla sua maggioranza.
Di conseguenza, non accetto che lui abbia atteggiamenti populisti e demagogici come quelli tenuti in questi giorni o in precedenti occasioni come sulla legge sul diritto allo studio, alias "buono scuola". Noi, che siamo la parte più critica, quelli che hanno avuto più difficoltà a sostenere quelle posizioni, così come anche oggi, siamo qui coerentemente a sostenerle; lui, invece, chiama Borghesan e si fa pubblicare gli articoli di mezza pagina su La Stampa di Torino per iniziare la campagna elettorale.
Io lo voglio dire...



(Commenti in aula)



ROBOTTI Luca

Ovviamente, non ce l'ho con l'amico Luciano Borghesan: ci mancherebbe! Lo voglio dire chiaramente. Ripeto, non si può cantare e portare la croce: o si canta o si porta la croce. Certi atteggiamenti del Vicepresidente Placido in quest'Aula, su questioni così delicate - la sua maggioranza fibrilla sempre, ma alla fine tiene - non sono più accettabili!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Vedo che il clima migliora.
A proposito dell'emendamento del Consigliere Dutto, noi voteremo a favore, per tre ordini di ragioni. Intanto, perché rispettoso dello Statuto; come abbiamo già detto prima, approvare lo Statuto è stato faticoso ed, essendo la madre di tutte le nostre leggi, ci sembra utile o indispensabile rispettarlo.
Secondo, l'emendamento rispetta quello che è stato definito un "pleonastico comunicato" - ed è vero - che abbiamo fatto ieri, che ribadiva semplicemente che il punto di vista di PdL-FI, nell'ambito del gruppo di lavoro della legge elettorale, è di adesione al tema e di partecipazione convinta ai lavori. Inoltre, se la discrasia tra lo Statuto e la legge elettorale attuale fosse stata nota al momento del dibattito sul tema elettorale, avremmo introdotto, come condizione, che la prossima legge elettorale, qualunque sia la fatica che si dovrà fare per farla e per ottenerla, ci vedesse impegnati a costruirne una, se migliorativa, rispetto all'attuale, ma evidentemente in rigida applicazione alle norme statutarie.
Aggiungo un passaggio, perché da alcuni interventi mi è parso di capire che sfugge un altro degli impegni che in quest'Aula ci si era dati. Quando si è discusso dell'impegno per tentare di costruire una legge elettorale sia per coloro che erano convinti sia per coloro che all'epoca lo erano più che legittimamente meno, ci si è detti: proviamo a farla; vediamo se si raccoglie un numero di consensi attorno alla nuova base almeno di 38 Consiglieri - perché questo è il numero minimo - garantendo quindi un dibattito forse acceso nell'ambito dei contenuti di questo gruppo di lavoro, ma aurotoregolamentato nella forma, perché si era detto che i Gruppi che partecipano al gruppo sulla legge elettorale, in quest'Aula avrebbero garantito un lavoro rispettoso nei fatti e nei modi della maggioranza, del tutto senza inutili e deteriori ostruzionismi.
Ora apprendo che qualcuno è contrario all'emendamento del collega Dutto, e capisco bene che qualcuno possa essere contrario - noi siamo convintamente a favore sia che passi sia che non passi - però se cominciamo ad aggiungerci venti subemendamenti, legittimi, che sia ben chiaro, ma non rispettosi della logica che ci siamo dati di discutere di questo tema confrontandoci con durezza nella sostanza, ma rispettosi delle opinioni della maggioranza nella forma - questo è l'impegno che all'epoca ci si diede - prendiamone atto.
Poletti, terzino del fantomatico Torino che noi adoravamo, commetteva scientemente fallo al primo minuto e al secondo minuto della partita, e se l'arbitro lo ammoniva, se ne faceva una ragione; qualora l'arbitro non se ne fosse accorto, prendeva atto che quella era una partita buona e dal primo minuto al novantesimo picchiava tutti gli avversari.
Qui chiunque può rompere i patti, è legittimo. Noi ne prendiamo atto e ricordando ai colleghi della - si fa per dire - maggioranza che l'unico compito che non ha una forza di opposizione è quello di governare, perch non ce l'ha assegnato la consultazione democratica, evidentemente ci preoccupiamo meno di eventuali ostruzionismi, ma anche in questo caso ne terremo conto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Voglio esprimere apprezzamento per il lavoro del collega Dutto, perch sicuramente la situazione di ieri in Commissione era una situazione molto delicata e prefigurava un Consiglio regionale particolarmente difficile per arrivare ad una soluzione.
Credo che però la situazione da ieri si sia modificata, non nel senso che molti di noi hanno cambiato idea, perché probabilmente ognuno è rimasto sostanzialmente con le idee che aveva ieri; però a me sembra di poter dire che l'idea ci accomuna tutti è che questa mattina affrontiamo questo provvedimento come atto dovuto. Questo provvedimento come atto dovuto permette al gruppo di lavoro di lavorare senza vincoli particolari. Alla fine, vedremo cosa ne verrà fuori e in occasione della seconda lettura decideremo eventualmente cosa fare.
Il rischio è che quell'emendamento che, nel clima e nella convinzione di ieri, poteva essere un emendamento che serviva a smussare un po' di spigoli e a facilitare un accordo, in questo momento, data questa situazione - non so se l'ho colta fino in fondo, ma mi auguro di sì rischia di peggiorare la situazione stessa o di impedire che si arrivi ad approvare il provvedimento.
Quindi, mi permetto di chiedere al collega Dutto, pur apprezzando lo spirito con il quale ha costruito quell'emendamento, di ritirarlo; che si chiuda anche abbastanza celermente la seduta, perché il rischio è che, per un motivo o per l'altro, non ci siano più i numeri e che si vada a disattendere una volontà politica forte da parte di tutti; e, infine, di procedere alla votazione finale.
del tutto evidente che se viene ritirato l'emendamento, vengono ritirati i subemendamenti e quindi si può procedere subito alla votazione del provvedimento.
Sarà poi il gruppo di lavoro sulla legge elettorale e sarà poi la seconda lettura che dirimeranno queste questioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Quello che dice il Presidente Clement è condivisibile, quindi mi associo alla richiesta inoltrata al Consigliere Dutto.
Non vedrei così grave la possibilità di esprimere democraticamente un voto nei confronti del lavoro che legittimamente ha fatto il Consigliere e Presidente Dutto.
Non penso che sia mortificante per nessuno mettere al vaglio democratico di questo consesso una proposta.
Mi permetto invece di aggiungere un'altra richiesta che inoltro al Presidente Giovine, perché ritengo, con estrema sincerità e trasparenza inopportuna la presentazione di questi subemendamenti. L'emendamento del Presidente Dutto ha un senso, una sua legittimità, quindi come tale lo possiamo porre ai voti. Poi sarà l'Assemblea a decidere se approvarlo o meno, ma questi subemendamenti, che sarebbero l'espressione solo di una nuova fase di ostruzionismo, li ritengo abbastanza inopportuni.
Quindi, inviterei il Consigliere Giovine a rivedere la sua posizione su quell'argomento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Credo che al punto in cui siamo diventa difficile rimettere in discussione tutto il lavoro che abbiamo fatto e il rischio è reale, perch il clima è un po' questo. Noi abbiamo bisogno di fare dei passi in avanti martedì inizia l'attività ufficiale del gruppo di lavoro, ed è anche il motivo per cui questa mattina siamo venuti in Aula a dire di votare il provvedimento, perché intanto, come ho detto prima, non è un allargamento ma è una garanzia a tutela che non subentrino problemi nel nostro percorso.
Vogliamo iniziare a lavorare subito sulla legge elettorale. Abbiamo detto con molta chiarezza che vogliamo lavorare per fare in modo che la legge elettorale sia coerente con quello che viene fissato nello Statuto.
Però ci rendiamo anche conto che il clima in Aula è tale per cui se adesso rimettiamo in discussione il provvedimento com'è stato discusso e presentato, rischiamo di bloccare nuovamente tutto, non usciamo più da questa situazione e rischiamo di compromettere il lavoro che vogliamo iniziare a fare per cambiare la legge elettorale. Quindi, credo che sarebbe davvero utile il ritiro dell'emendamento, perché aiuterebbe il lavoro di tutti noi.
Nel caso non fosse ritirato, il Gruppo PD si dovrà astenere, perché pur condividendone il principio, perché abbiamo detto che lavoreremo in quella direzione, oggi vediamo in esso una complicazione seria all'inizio dell'attività del gruppo di lavoro sulla legge elettorale.
Quindi, inviterei i colleghi della Lega a ritirare l'emendamento perché questo gesto aiuterebbe molto tutti noi.



PRESIDENTE

Prima di procedere alla votazione dell'emendamento, vi sono altri emendamenti da esaminare, quindi chiedo al collega Giovine se intende mantenerli.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

stato usato più volte, in queste settimane quest'aggettivo, per credo che nella fattispecie, per quanto mi riguarda, non riesco a trovare una definizione migliore e più calzante di questa. Trovo ineccepibile e perfetto l'intervento del collega Muliere, che ringrazio perché la mia azione emendativa andava a sottolineare proprio questi aspetti richiamati dal Consigliere Muliere.
Sulle regole fondamentali si è arrivati con difficoltà, con grande impegno e sforzo di tutti ad un testo che, peraltro, ha avuto anche il voto positivo del Gruppo della Lega in Commissione. Modificare all'ultimo minuto (era il senso del mio intervento precedente e della fase emendativa) andava a rendere molto più farraginoso il passaggio successivo, ossia la votazione e, quindi, tutto ciò che ne sarebbe conseguito, e stiamo parlando della legge elettorale.
Prendo atto della rivendicazione di astensione del Gruppo del PD, delle dichiarazioni del collega Clement e non solo del collega Buquicchio, due importanti Capigruppo di maggioranza. Capisco, dal punto di vista politico il collega Dutto e la Lega, che fa una battaglia che però mette un po' in imbarazzo altri gruppi di questo Consiglio che sono nella stessa situazione della Lega, però oggettivamente hanno difficoltà, com'è normale che sia, a tenere posizioni che, purtroppo, sul livello comunicativo, esternamente verrebbero strumentalizzate.
Quindi, accolgo l'invito del Consigliere Dutto e accolgo anche l'invito del collega Muliere a ritirare i miei emendamenti. Ritiro tutti i miei emendamenti, Presidente Gariglio, affinché si possa fare un passo avanti e procedere.
Lascio la facoltà al collega Dutto se porre in votazione (a questo punto mi pare, e spero, abbastanza scontata) lo stesso emendamento o fare anche lui lo stesso passo distensivo. Peraltro, colleghi, faccio presente che siamo sempre in prima lettura e abbiamo sempre il tempo, con la seconda lettura, per eventuali ripensamenti successivi. In mezzo a tutto questo ci sarà la scrittura della legge elettorale. Tutte le obiezioni politiche - il Regolamento, grazie a Dio lo consente - in merito alla legge elettorale sul numero ipotetico e teorico dei Consiglieri, il collega Dutto e la Lega potranno benissimo applicarle in quella sede e nella redazione del documento della legge elettorale regionale.
Per questi motivi, ci tengo che oggi abbiamo in un certo modo stabilito una sorta di principio sulle regole fondamentali. Parliamo di legge regionale statutaria e legge elettorale regionale, di quello che con grande difficoltà uscirà dal gruppo di lavoro. Una volta che ci sia la più ampia condivisione in merito, non sarà più soggetto a blitz e all'emendamento presentato dell'ultimo minuto, peraltro come è possibile con il Regolamento, ma questo apre la porta ad altri colleghi che, giustamente anche solo perché semplicemente non hanno avuto modo di vagliare con calma i provvedimenti emendativi presentati, potrebbero fare altrettanto per bloccare tutto.
Credo che questa debba essere anche la procedura da adottarsi poi quando dovremo fare ulteriori modifiche statutarie, ma soprattutto quando dovremo redigere la legge elettorale. Non esiste che si arrivi all'ultimo minuto e ci si trovi un emendamento capestro di qualche Gruppo (volendo essere malizioso), nella fattispecie, al di là di quella che sia la bontà nel merito, di quello che si scrive. Peraltro, c'è stato tutto il tempo eventualmente, di porre le obiezioni in essere già nella Commissione di ieri.
Per questi motivi, Presidente, ritiro gli emendamenti e chiedo si proceda a votazione con l'esito che, speriamo, mi pare di aver assunto nelle dichiarazioni dei Consiglieri che mi hanno preceduto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Ho ascoltato le varie istanze dei colleghi e sono giunto alla conclusione che, per favorire i lavori dell'Aula, è più logico ritirare quest'emendamento.
Sottolineo ancora una cosa. Era stato scritto proprio sulla base dei problemi emersi ieri in Commissione. Sotto un certo punto di vista, mi è incomprensibile che oggi venga bocciato, perché doveva essere un emendamento, quindi tutt'altro che un blitz, che doveva servire a concludere una questione che doveva andare bene a tutti.
Annuncio, comunque, quello che sarà un nostro punto cardine sulla nuova legge elettorale. Con la nuova legge elettorale non si potrà in alcun modo superare i 60 Consiglieri regionali. Su questo ci sarà il nostro impegno assoluto e non ci sarà la possibilità in nessun modo di superare questo blocco, di superare quello che prevede lo Statuto. Ho sentito delle posizioni da parte di alcuni Consiglieri che sono contrari su questo. Ci sono delle posizioni che tendono chiaramente a superare questo limite e questo non sarà ammissibile.
un punto base che mi fa pensare che sarà non semplice riuscire a trovare un accordo su una nuova legge elettorale che, sotto un certo punto di vista, mi vede un po' pessimista.
Ritiro l'emendamento, però, a questo punto, sono obbligato anche a fare un secondo ritiro, e cioè ritirare la mia firma sulla proposta di legge n.
639 originale. Ripeto, quando l'avevo firmata ero nell'ottica pura di eliminare il contrasto fra lo Statuto e la legge regionale esistente ma, in realtà, ci siamo accorti che apre un buco, cioè quello di permettere alla nuova legge elettorale di oltrepassare il limite dei 60 Consiglieri.
Pertanto, non posso più essere d'accordo su questa legge.
Nuovamente, per non bloccare e creare problemi, ritiro la firma e non voteremo la legge. Ritiro l'emendamento, ritiro la firma e non voteremo la legge.



PRESIDENTE

Non vi sono più emendamenti, quindi procediamo con la votazione dell'articolo 1. Per la votazione sono necessari n. 32 voti favorevoli perché si tratta di modifica statutaria.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
Procediamo con la votazione dell'intero testo della proposta di legge statutaria n. 639.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è la seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato Sì 44 Consiglieri Il Consiglio approva.
La proposta di legge statutaria n. 639 è approvata in prima lettura.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 462, inerente a "Modifica alla deliberazione del Consiglio regionale n. 268-12415 del 30 luglio 1996 (Costituzione dell'osservatorio sul fenomeno dell'usura)"


PRESIDENTE

Colleghi, abbiamo iscritto all'o.d.g. la proposta di deliberazione n.
462, "Modifica delle deliberazioni del Consiglio regionale sulla costituzione dell'osservatorio sull'usura".
Il Consigliere Botta l'ha illustrata in Commissione. È stata licenziata all'unanimità. Se non ci sono osservazioni, possiamo approvarla.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 462, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario

Ordine del ordine del giorno n. 1260 dei Consiglieri Larizza, Dalmasso Cavallaro, Deambrogio, Bossuto, Moriconi, Buquicchio, Turigliatto, Auddino Travaglini e Boeti, inerente a "Youssef Maged Al Molky" (Richiesta inversione punto all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Erano in votazione altri ordini del giorno e sarebbe importante, io credo, visto che sono le 13.30, votarli tutti. Qualora non fosse possibile votarli tutti, chiederei che si invertisse l'ordine dei lavori e che, data l'assoluta urgenza, fosse trattato il punto 8) all'o.d.g., l'ordine del giorno relativo alla scomparsa di Youssef Maged Al Molky. Forse necessiterebbe di un minuto di discussione.



PRESIDENTE

Se i Consiglieri rimangono in Aula, nulla osta a passare all'esame del punto 8) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Sono favorevole che il punto diventi il primo da trattare, se ho ben colto la seconda parte della proposta del Consigliere, nella prossima riunione.
Oggi c'era questo dibattito. Gli ordini del giorno, chiunque li abbia proposti, massima quelli di opposizione (il Presidente ne ha un elenco lunghissimo che non sono stati discussi) si mettono in coda.



PRESIDENTE

Consigliere Dalmasso, non vedo il consenso di una parte dell'emiciclo.
Se lei chiede un'inversione all'o.d.g., la metto in votazione.



DALMASSO Sergio

Chiedo l'inversione per un motivo molto semplice. Insisto pateticamente come ho fatto mercoledì, nel dire che, al di là di qualunque valutazione sul caso specifico, si tratta di una persona scomparsa da 33 giorni. La prossima seduta di Consiglio, nel migliore dei casi, sarà martedì 15 settembre.
Il problema era semplicemente chiedere che l'Ufficio di Presidenza si attivasse per chiedere che fine avesse fatto la persona scomparsa. Non implicava nessuna valutazione di merito sul caso specifico, sulla Palestina e su quello che, evidentemente, c'è alle spalle.



PRESIDENTE

Qualche Consigliere intende intervenire in senso contrario? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Ciò che è patetico è che qualcuno, dopo quattro anni e mezzo, non abbia ancora capito che per avere l'unanimità la si discute prima, si fa in modo che sulle proposte ci sia unanimità, e appunto l'unanimità si ottiene.
Questo è patetico.
Se il Presidente del Consiglio vuole attivarsi per far sì che questo come tanti altri problemi (non metterei una scala gerarchica) vedano anche l'attenzione del Consiglio, lo faccia. L'ordine dei lavori ha un rispetto che deve essere mantenuto sempre e da tutti.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, se la richiesta è reiterata la metto in votazione ai sensi del Regolamento.
Prima di votare, comunico che il Presidente della IV Commissione, a seguito di consultazione all'interno della Commissione, ha chiesto all'Ufficio di Presidenza - la richiesta è accordata - di convocare per lunedì 7 settembre, alle 10.30, una seduta della Commissione in ordine a "Proposte di atto deliberativo della Giunta regionale sui requisiti e procedure per l'accreditamento istituzionale delle strutture socio sanitarie".
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g.
La votazione non è valida per mancanza numero legale per deliberare.


Argomento: Prevenzione infortuni

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla segnalazione, da parte del Consigliere Bossuto, di un'esplosione avvenuta presso lo stabilimento della Federal Mogul di Alpignano


PRESIDENTE

Il Consigliere Bossuto ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Questo ordine del giorno diventerà probabilmente una lettera indirizzata alla Presidente Bresso. Volevo segnalare che, poiché in VII Commissione ci occupiamo anche di sicurezza sul lavoro, pare che vi sia stata un'esplosione - chiederò una verifica - alla Federal Mogul di Alpignano. Per fortuna non ci sono vittime, ma due feriti ustionati che ci riporta alla mente un evento di qualche tempo fa. Era solo una comunicazione.



PRESIDENTE

Grazie, colleghi.
Non penso che vi siano le condizioni per passare agli altri punti all'o.d.g.
Auguro buone vacanze ai colleghi che partiranno questa settimana.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.37)



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