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Dettaglio seduta n.483 del 23/07/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



(Alle ore 15.01 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.38)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boeti, Bresso, Buquicchio, Lepri Moriconi, Placido, Rabino, Robotti, Rossi e Spinosa.


Argomento:

b) Distribuzione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti i processi verbali delle sedute consiliari del 7 luglio c.a.
Verranno messi in approvazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 322 inerente a "Nuovo Regolamento del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 5) all'o.d.g. che reca: "Nuovo Regolamento del Consiglio regionale", ritornato in Aula ai sensi dell'articolo 34 comma 4, del Regolamento interno del Consiglio regionale.
aperta la discussione generale.
Rammento che nella Conferenza dei Capigruppo si è convenuto di dedicare alla discussione generale il lasso di tempo dalle ore 15,30, apertura effettiva dei lavori, alle ore 17. Dopo una successiva sospensione di mezz'ora e si riprenderanno i lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Il mio intervento era in programma, non è un intervento a tempo. Credo importante, su un argomento come questo, avere uno spazio di dibattito seppur limitato per non rubare tempo all'Aula.
Però il Regolamento è un atto importante per la vita del Consiglio quindi altrettanto importante è che i Consiglieri si esprimano, anche come sintesi di anni di lavoro.
Ricordo che la Giunta per il Regolamento ha lavorato parecchi mesi sui testi pervenuti alla sua attenzione; hanno lavorato anche gli uffici tramite un lavoro molto capillare ed attento che si è trasformato in materiale web, nel senso che anche con la tecnologia gli uffici hanno aiutato i Consiglieri ad orientarsi in mezzo a questo mare delicato di articoli e di norme che regola il gioco democratico in Consiglio.
Credo che il Regolamento sia davvero un atto importante. Non mi stupisce neanche tanto che sul Regolamento siano avvenuti gli episodi che abbiamo alle spalle, anche episodi ostruzionisti, anche dibattiti e anche tempi dilatati, perché in ogni caso qualcosa è cambiato e l'anno prossimo qualcosa cambierà sicuramente.
Abbiamo avuto in questi quattro anni rari e sparuti momenti ostruzionistici, sempre gestiti egregiamente dalla Presidenza del Consiglio.
Purtroppo gli argomenti a volte hanno un po' svilito il nostro operato perché in un'Assemblea democratica anche l'ostruzionismo è parte del gioco quando gli argomenti lo richiedono.
Oggi non c'è il collega Moriconi, ma mi ha chiesto espressamente di ricordare quando l'ostruzionismo fu usato nel passato. Fu usato nei confronti di grandi riforme, o per lo meno presunte tali, di grandi momenti deliberativi e legislativi voluti da una maggioranza e che caratterizzavano quella maggioranza.
Ecco che allora su quei momenti la minoranza attuò una battaglia grazie ad un Regolamento che un po' per prassi, un po' per normativa lo permetteva.
Parliamo dei buoni-scuola, parliamo di tutto il pacchetto sanità e di quelle grandi materie che rendono importante l'opera del Consiglio, e quindi anche nobile il momento in cui si arriva ad attimi di ostruzionismo e di dialettica politica, anche se molto accesa e dirompente, che in qualche modo porta sempre ad una sintesi.
Da questo i dubbi che ha avuto il nostro Gruppo nel portare avanti questa riforma. Noi ritenevamo e abbiamo ritenuto per lungo tempo che l'attuale Regolamento fosse uno strumento sufficiente e che, con l'accordo di tutti, si potesse lavorare ad un aggiustamento di alcune prassi e ad una limatura di alcuni punti. Ad esempio, si poteva mettere in discussione il sistema dell'inversione dei punti all'o.d.g., così come il sistema della presentazione degli emendamenti, laddove l'emendamento non era di sostanza ma soltanto di perdita di tempo, di dilatazione dei tempi o se l'emendamento fosse utile con sinonimi, virgole, punti e quant'altro.
Credevamo che questo potesse essere sufficiente con una sorta di patto della politica per superare l'empasse che l'attuale Regolamento dava.
Però dalla discussione sono emerse altre posizioni; abbiamo visto un lavoro che andava avanti in maniera apparentemente lenta, ma assolutamente forte nel porre novità, nel porre in discussione l'esistente, fino ad avere accettato una riforma del Regolamento che tenesse conto anche delle nostre opinioni e sensibilità.
Crediamo quindi che il nuovo Regolamento debba essere un'occasione di dibattito, un'occasione che dia modo a maggioranze e minoranze di praticare il proprio mestiere, senza che nessuno passi sulla testa di qualcun altro che quindi la maggioranza possa sì governare, ma anche che la minoranza abbia diritto non solo di tribuna - perché dalla tribuna si fa ben poco visto che è il luogo da cui si assiste a dei lavori e male che vada si pu brontolare qualcosa se non si è soddisfatti.
Credo che il diritto della minoranza vada ben al di là della tribuna ma sia un diritto reale di influire, di entrare in maniera magari non consociativa, ma sicuramente critica e costruttiva nei provvedimenti che la maggioranza pone.
Abbiamo provato a guardare i Regolamenti di altre Regioni; qualcuna è molto attenta ed attiva nel valutare la partecipazione dei cittadini. Noi crediamo che la partecipazione attiva dei cittadini, dei residenti sia singoli sia rappresentati da associazioni o gruppi istituzionali, sia importante e sia una misura che vada tenuta ben sotto controllo.
Crediamo invece che possa essere molto negativo ridurre il dibattito su emendamenti e su articoli di legge in pochi minuti. Risolvere il tutto in una manciata di minuti può essere davvero riduttivo e va a scapito del gioco democratico di quest'Aula, in cui ogni Consigliere rappresenta la Regione Piemonte, oltre il suo territorio, perché non c'è vincolo di mandato come in Parlamento. Ogni Consigliere rappresenta questa Regione ed ogni Consigliere ha il diritto di esprimere la propria opinione nei confronti dei vari provvedimenti e anche di presentare degli emendamenti laddove lo ritenga utile. Ed ha anche il diritto, laddove lo ritenga necessario, di discutere di questi emendamenti.
Quindi, ben venga un contingentamento dei tempi, ma che non sia un annullamento dei tempi, perché in questo caso avremmo davvero di fronte a noi un Consiglio monco, in cui la politica delega il tutto al settore esecutivo e quindi in cui l'Assemblea legislativa delega tutto alla Giunta e in cui rischia di vigere e di tornare in voga il detto: "Non disturbare nel modo più assoluto il manovratore".
Crediamo che non vada mai asfaltata l'opposizione; è un modo di dire nel senso che i nuovi regolamenti in qualche modo asfaltano e piallano l'opposizione. Noi crediamo che qualunque sia l'opposizione che viene rappresentata in questo Consiglio abbia dignità e dovere di rappresentare gli interessi e le ideologie che porta avanti e debba difenderle fin dove le è possibile e in tutti i modi in cui è concesso.
Tra l'altro, fa anche sorridere pensare che illudersi di evitare blocchi dei lavori consiliari sia davvero un'illusione, poiché i modi per bloccare i lavori sono svariati e crediamo che il solo Regolamento non sia sufficiente a garantire lavori fulminei ed eccellenti. Alla fine, ha la meglio la politica, la capacità di sintesi o di progettualità politica quindi la politica stessa.
Tra le questioni interessanti, sicuramente c'è quella che in Parlamento viene denominata "Question time", permettendo così alle interrogazioni un percorso più rapido, senza che i Consiglieri attendano dei mesi per espletare il diritto ispettivo.
Invece, riteniamo possa suscitare qualche perplessità la nuova veste delle Commissioni in sede redigente, che potranno elaborare, votare o costruire progetti legislativi a prescindere dall'Assemblea. È vero, questa modalità permette di velocizzare i lavori, specialmente in riferimento ai provvedimenti più modesti, ed è sufficiente che si opponga un Consigliere per richiamare il progetto in aula. Però, è anche vero che tale introduzione, se non gestita bene, può davvero essere pericolosa, in qualche modo svuotando l'Assemblea delle sue funzioni, per demandare a Gruppi più o meno piccoli, addirittura, il potere legislativo, di cui ricordo l'importanza. Quindi, prima di privarsene, è sempre bene valutare la questione a fondo, senza rimanere soltanto su valutazioni superficiali.
Comunque, la norma che prevede che anche un solo Consigliere possa richiamare il provvedimento in aula ci ha rassicurati e ci consente di esprimere un giudizio non negativo su questo nuovo Regolamento.
Permane ancora qualche perplessità in ordine agli emendamenti.
Riteniamo interessante l'idea di poter proporre gli emendamenti 24 ore prima della seduta del Consiglio, però speriamo che non ci siano due vie diverse, una per la Giunta, che può proporre emendamenti fino all'ultimo minuto, anche stravolgendo i testi, e una per il Consiglio, che, invece, ha le mani legate, in assenza dell'intervento di due o tre Capigruppo o dei Consiglieri - formulo degli esempi relativamente ad un testo che non è ancora definitivo - correndo il rischio che l'Assemblea abbia un passo un po' da anatra zoppa rispetto al potere della Giunta.
Certamente, questo Regolamento imporrà anche alla Giunta di lavorare diversamente, ed è un aspetto che, tutto sommato, si valuta positivamente perché dovrà rispettare dei tempi e darsi una disciplina in ordine ai lavori, se vorrà agire in simbiosi con il Consiglio e rispettare il testo regolamentare. In caso contrario, davvero avremmo un'arma spuntata, che, in qualche modo, potrebbe facilmente diventare il semplice non disturbo del manovratore, che assolutamente non vorremmo.
Termino l'intervento dichiarando che le mie parole sono condivise anche dal Consigliere Moriconi, che oggi è impegnato per una consulenza presso il Tribunale e non può essere qui con noi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Travaglini.



TRAVAGLINI Marco

Grazie, Presidente.
Mi auguro davvero che, possibilmente, tra oggi e domani, possa concludersi questo lavoro, che è stato paziente e lungo, per il quale magari strappando un po' la regola, vorrei ringraziare, innanzitutto, per la preziosa collaborazione, il personale degli uffici, i dirigenti e i funzionari che hanno lavorato nella Giunta per il Regolamento, nell'ufficio legislativo e nella gestione d'aula per addivenire a tale testo. Non so se rappresenta davvero una svolta così grande come molti di noi ritengono, ma il testo del Regolamento, che vige dalla nascita di quest'Istituzione (1970), fu modificato in modo consistente soltanto una volta, diciannove anni fa, ed è di fondamentale importanza per garantire l'efficacia, la certezza dei tempi e il prodotto legislativo, così rilevante sotto il profilo qualitativo, di quest'Aula e delle Commissioni. Per questo ritengo giusto ringraziare chi ha lavorato insieme a noi, ai molti Consiglieri che a questo testo hanno dedicato tempo, passione e impegno. Questo non è avvenuto da parte di tutti i Consiglieri, c'è anche chi, lo voglio dire con franchezza, anche in queste ore, non sta agevolando il nostro lavoro.
Mi auguro che si possa addivenire ad un'intesa, però non possiamo disconoscere che c'è chi lavora e chi, come faceva Penelope, disfa il lavoro compiuto, per cui speriamo che, anche in queste ore, ci sia qualche elemento di ragionevolezza che illumini chi ancora è rimasto su posizioni non collaborative, per poter davvero approvare questo Regolamento. Lo dico perché, francamente, non possiamo nemmeno prenderci in giro e nemmeno possiamo nascondere la verità sotto un velo pietoso.
Era ed è nostra convinzione che il Regolamento vada radicalmente riformato. In passato sono state apportate modifiche marginali che non avevano intaccato l'impianto e noi oggi ci troviamo di fronte ad un insieme complessivo di regole datate e superate, che non tengono conto di quanto nel frattempo è avvenuto all'interno delle istituzioni italiane, in particolare relativamente alle riforme costituzionali intervenute, che hanno profondamente modificato il ruolo e la funzione dei Consigli regionali. I Consigli regionali, ormai da alcuni anni, non sono l'Assemblea legislativa che nacque nel 1970, le competenze sono cambiate radicalmente e non possiamo pensare che i regolamenti che gestiscono il dibattito e la formazione del processo legislativo rimangano tali a com'erano allora.
Come abbiamo ripetuto più volte, la questione del Regolamento non è un fatto formale, perché incide sulla qualità del lavoro dell'Assemblea legislativa; a nostro parere, non porsi seriamente il problema di aggiornarlo equivarrebbe a non vedere il rischio che si corre relativamente ai tempi del palazzo, sempre più distanti e anche ostili all'opinione pubblica, alle categorie economiche, ai cittadini e ai piemontesi.
In buona sostanza, questo è quanto già oggi accade e noi non possiamo più tollerare che rimanga così; certo, c'è la politica, c'è la mediazione ci sono le idee, i programmi e le scelte, ma le regole hanno di per se stesse una grande importanza.
Dunque, a nostro parere, modificare il Regolamento significa rendere più rapido, più efficace, più produttivo e meno dispendioso anche il lavoro dell'Assemblea legislativa regionale, non soltanto nell'interesse di chi pro tempore siede su questi scranni, è interesse di tutta la società piemontese.
noto che una proposta complessiva di riforma interviene anche sui temi introdotti dal nuovo Statuto, approvato nel 2005, che, da un lato, ha reso desuete e in contrasto rispetto al nuovo testo molte disposizioni contenute nel Regolamento consiliare che vogliamo cambiare, ma nel medesimo tempo ha introdotto novità di rilievo, che devono trovare disciplina di dettaglio nel Regolamento. Penso, ad esempio, alla Commissione in sede legislativa, che è una grande novità, che andava disciplinata, che, in presenza di un largo consenso, potrebbe anche aiutare il lavoro dell'Aula.
Riteniamo necessario, come abbiamo scritto nel Regolamento, apportare un impianto complessivo di garanzie a tutela delle prerogative di chi sta all'opposizione; occorre uno statuto dell'opposizione che renda ampie chiare e fruibili queste prerogative, che sono state indicate con estrema precisione. La definizione di tempi certi per l'esame dei provvedimenti con una riserva di tempi per l'opposizione, garantirebbe, ad esempio, sia la maggioranza e sia l'opposizione, permettendo di organizzare in modo più funzionale il lavoro delle Commissioni permanenti, che noi vogliamo ridurre da otto a sei. Perché in Commissione ci si va per lavorare. In Commissione si va, si entra e si esce dopo aver compiuto fino in fondo un lavoro di legislatori, che è la mansione cui siamo chiamati.
Per questo motivo, con sei Commissioni, rivedendo anche le competenze ci si può garantire l'opportunità di lavorare meglio e rispondere in maniera più adeguata al mandato che i cittadini hanno assegnato a ciascuno di noi.
Di pari passo noi crediamo che vada garantita anche maggior efficacia agli atti di Sindacato Ispettivo, in particolare alle interrogazioni e alle interpellanze, per le quali era ed è necessario rendere più spedito e funzionale l'iter di discussione e tempi certi di risposta, tant'é che si propone l'introduzione del "question time", che sarebbe una grande novità.
Sarebbe stato molto più bello (in futuro non è detto che non si possa fare) riorganizzare i lavori di questa Assemblea come accade in altri Consigli regionali: penso alla Liguria, dove ci sono sedute specifiche riguardanti le questioni legislative e sedute specifiche per il Sindacato Ispettivo.
Vogliamo introdurre, ad esempio, la "sessione di bilancio". Perch quando si discute il bilancio, il rendiconto, l'assestamento e legge finanziaria, occorre sapere quando si comincia e quando si finisce. È un modo, lo voglio ribadire, per togliere agio al mercanteggiare sulle politiche di bilancio. Talvolta abbiamo bisogno anche di trasparenza e chiarezza. Le rivendicazioni, le posizioni politiche, le scelte devono essere rese molto più chiare: si discuta in quei tempi e con quelle modalità. È un modo per ridare dignità a quest'Aula, per riportare il Consiglio regionale ad un ruolo e ad un lavoro d'indirizzo, di controllo e di realizzazione importante del programma di Governo di chi ha la responsabilità temporanea di esprimerlo e, soprattutto, una funzione di controllo disciplinata ed estremamente incisiva da parte di chi si trova momentaneamente all'opposizione.
Per questo motivo, noi crediamo che sia importante il Regolamento. Il vecchio Regolamento è non il "Talmud": non è un insieme di regole che non si possano discutere.
Il Regolamento è stato senz'altro, nel ruolo di tutti questi mesi, anzi anni, l'oggetto di un approfondimento che oggi credo possa conferire a quest'Aula una possibilità di utilizzare queste norme nel modo più efficace possibile.
Se vi é oggi un consenso così largo su quelle norme, che io credo non debbano essere stravolte, credo che un equilibrio si possa trovare quando è condiviso. Ma la condivisione è frutto di un lavoro che non si fa in poche ore, ma nell'arco di mesi, mesi e mesi di discussioni, di confronti e di dibattiti.
Per questo motivo, auspichiamo, come Partito Democratico, che ci sia il voto positivo dell'Aula e che finalmente si possa davvero dotare la nostra Assemblea legislativa di regole moderne, che ne rendano più efficace l'azione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Interveniamo indubbiamente al termine di un percorso che ha consentito a tutte le parti politiche, anche alla nostra, di esprimere il proprio punto di vista. Ci troviamo di fronte ad un documento che, indubbiamente non rappresenta il pensiero integrale di questa o di quell'altra parte, ma la sintesi di un equilibrio, come veniva detto prima, che presenta tutte le caratteriste per essere tradotto in un atto deliberativo qualificato del nostro Consiglio.
Il Regolamento andava cambiato per tante ragioni, e non solo perché è passato tanto tempo dalla sua approvazione. Va cambiato perché abbiamo modificato anche il sistema elettorale dal quale trae origine questa Assemblea. A suo tempo c'era un Regolamento assemblearistico, perché vigeva un sistema proporzionale puro e quindi, in qualche modo, il Regolamento aveva la finalità di assicurare la partecipazione e la convergenza delle varie parti politiche attraverso un'azione di mediazione che non sempre era con la "M" maiuscola, ma talvolta arrivava e scadeva in un consociativismo che, oggi come oggi, in un sistema maggioritario con l'elezione diretta del Presidente da parte degli elettori ha bisogno di chiarezza di programmi, di proposte e anche di chiarezza nelle responsabilità.
Pertanto, chi dalla prossima legislatura vincerà le elezioni, deve essere messo in grado di poter attuare il proprio programma, così come chi sarà collocato dagli elettori all'opposizione dovrà avere il diritto di potersi opporre e di avere dei percorsi chiari e riconosciuti, sia per quanto riguarda la conoscenza di tutti i dati di fatto (il cosiddetto "Sindacato") delle azioni del Governo e della Giunta, sia in merito alla possibilità di interloquire su ogni atto sul quale deve pronunciarsi il Consiglio, per fare le proprie proposte, sempre in un quadro di certezze di tempi per arrivare all'adozione delle decisioni.
Indubbiamente alcuni articoli prevedono dei percorsi rafforzati di nuovo tipo, non solo perché questo documento non è la Bibbia, per cui potrebbe essere un domani rivisto, ma anche perché la sperimentazione potrebbe indurre ad ulteriori messe a punto.
Sta di fatto che, oggi come oggi, costituisce anche un equilibrio tra le diverse culture politiche e i modi di affrontare la regolamentazione di un'assemblea legislativa quale quella regionale, che, pur essendo tutelata da un'autonoma potestà statutaria regolamentare ben più ampia, garantita dal proprio ruolo legislativo, non può non tener conto di quello che è avvenuto (e sta avvenendo) in questi anni nel più vasto mondo degli enti locali, comunali e provinciali.
Talvolta, nello svolgere la funzione di amministratore comunale o provinciale ci si trova in mondi diversi: qui si ha l'impressione di vivere in una situazione regolamentare, almeno con le norme vigenti, che sono certamente non più possibili a livello di Enti locali.
In qualche modo, noi riassumiamo anche un ruolo di indicazione e di riferimento per tutto il sistema del Governo locale nella nostra Regione anche prevedendo dei particolari contrappesi e forme di garanzia che sono ovviamente assicurate dalle maggioranze qualificate, dalle possibilità di intervento e da una limitata ma comunque importante possibilità di proporre, da parte di ogni Gruppo, all'inizio di ogni seduta, non più una pletora di inversioni punti all'o.d.g., ma un numero limitato, che io, per esempio, collego a eventuali problemi emergenti, situazioni urgenti su cui ciascun Gruppo potrà in qualche modo concentrarsi.
Naturalmente, per quanto riguarda le questioni relative alle Commissione, se il numero giusto sia sei, quattro o otto, ho vissuto durante la mia presenza in Consiglio regionale, una situazione un po' a fisarmonica: nel 1990 in Regione c'erano quattro Commissioni, con cui si faceva il lavoro legislativo, pur essendo stata una legislatura molto travagliata per tutti i fatti che sono avvenuti nel quadro politico nazionale e regionale. Posso assicurarvi che un numero inferiore di Commissioni induce ad una programmazione migliore dei lavori e ad una concentrazione delle forze in ordine alle priorità e alla significatività dei provvedimenti.
Ogni Commissione, poi, ha la sua autonomia (provocando un eccesso di commissioni) e si rischia di accantonare certe discussioni in qualche Commissione, perché i tempi sono limitati, quando magari in un'altra Commissione si discutono argomenti che non sono particolarmente prioritari.
Quindi, su questo si è trovata la mediazione di sei Commissione, che tiene anche conto delle esperienze storiche.
Mi auguro che questo possa portare, poi, ad un ampio lavoro che è quello dell'incontro (formale o informale) dei Presidenti di Commissione è infatti, previsto il loro invito eventuale a partecipare anche alla Conferenza dei Capigruppo.
Credo che questo lavoro deve essere fatto a tutto campo se si vuole davvero rendere funzionale i lavori del Consiglio, se si vuole davvero dare una possibilità anche alle opposizioni che quel famoso "Statuto delle opposizioni" diventi operativo e, quindi, questo percorso di circa un quinto dei lavori di Commissione ed Aula riservati a temi cari all'opposizione o di importanza per l'opposizione. Non deve solamente essere una concessione formale di mettere dei punti all'o.d.g. ma veramente un impegno limitato (perché la maggioranza avrà la stragrande maggioranza del tempo, ma comunque limitato) di seguire un percorso che porti i provvedimenti eventualmente anche della minoranza al traguardo.
Naturalmente, poi c'è tutto il discorso delle Commissioni legislative e quelle non legislative: sono tutte previsioni che, come fino adesso si è dimostrato, funzioneranno se ci sarà la volontà politica, perché la Commissione in sede redigente esiste già, ma se non mi sbaglio negli ultimi vent'anni non è mai stata attuata; qualche volta si è tentato di andare sul redigente, ma poi si è fatto retromarcia, perché non si è arrivati al risultato. Questo, ovviamente, è collegato anche al proliferazione dei gruppi consiliari, perché, è chiaro - e me ne rendo conto - che un gruppo consiliare formato da una sola persona oggettivamente ha difficoltà a seguire tutti i lavori, in modo particolare quelli in sede legislativa o redigente, dal momento che la presenza è obbligatoria perché o dici la tua in quella sede altrimenti non avrai più la possibilità di interloquire.
Quindi, ritengo che questo sia un Regolamento necessario, perch costituisce un aggiornamento. Naturalmente, almeno dal mio punto di vista personale, come tutte le cose di questo mondo, qualche ombra c'è ancora però sono notevoli le ragioni che ci inducono ad approvare il Regolamento stesso.
Credo che se noi approvassimo il Regolamento in questa sede, la legge per la presentazione delle candidature e poi la legge elettorale, veramente tradurremo in pratica quell'auspicio che dal Capo dello Stato a tutti i leader politici hanno fatto e cioè quello di dire "confrontiamoci scontriamoci politicamente, ma mettiamoci d'accordo almeno sulle regole del gioco".
Noi piemontesi siamo sul traguardo per raggiungere questo obiettivo.
Non so se altre Regione lo hanno già raggiunto, ma indubbiamente noi (pur essendo la nostra un'Assemblea molto vivace e con contrasti politici) essendo presenti tutte le opzioni politiche che ci sono sulla scena politica e nazionale e locale, comunque dimostreremmo un grosso senso di responsabilità nel dare ai piemontesi qualche provvedimento normativo regolamentale e di regolazione, condiviso. Penso che questo sia un risultato soddisfacente, proprio alla vigilia di una campagna elettorale che mi auguro possa veramente mettere i piemontesi in condizioni di capire quali siano le proposte delle varie parti politiche e, ovviamente, i migliori che, per quanto mi riguarda, penso siano i rappresentanti seduti nella parte destra del dell'emiciclo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come alcuni colleghi hanno già sottolineato, credo che sia importante fare la discussione sul Regolamento anche in Aula, per la dignità che l'Aula consiliare ha, ricordando però alcuni aspetti che questo Consiglio ha legiferato in molte sue norme importanti, cercando di affinare quelli che erano i testi nelle sedi più opportune, che sono certamente le Commissioni consiliari.
Ebbene, io credo che questo sia un buon Regolamento che potremmo portare al voto, ovviamente, comprensivo dell'emendamento n. 396, perché è un Regolamento che bilancia quelle che sono le necessità del Consiglio, è un Regolamento che non sottrae potestà al Consiglio e che ricorda che questa è un'Assemblea parlamentare (quindi non un consiglio comunale o provinciale; non vorrei sminuire i secondi, ma vi sono prerogative differenti che danno all'Aula una potestà maggiore, soprattutto per ciò che concerne l'attività legislativa), ma al tempo stesso tutela anche nell'attività legislativa, sia la Giunta, sia la maggioranza, sia le opposizioni.
La Giunta e la maggioranza certamente nell'esplicazione del programma di governo, quindi cercando di dare tempi definiti (non tempi certi) alle proposte che vengono fatte e le opposizioni nel dar loro la possibilità di avanzare proposte di legge che possano arrivare in Aula evitando il meccanismo attuale: tutti i colleghi sanno che oggi per far sì che un testo delle opposizioni possa arrivare in Aula deve avere inevitabilmente il sostegno da parte di alcuni colleghi della maggioranza. Senza questo sostegno l'iter normativo non inizia neppure in sede di Commissione e tanto meno arriva poi all'Aula.
Allora, io credo che questo, che è uno dei punti dell'articolo 2/bis dello "Statuto delle opposizioni", sia un punto importante perché equilibra quella garanzia di tempi che invece viene data dal Regolamento rispetto all'attuazione del programma di governo da parte della Giunta e della maggioranza.
Questo non riguarda soltanto l'aspetto importante, cioè di per sé di evitare che tutte le leggi siano frutto di defaticanti mediazioni, ma consente soprattutto di produrre in tempi celeri leggi importanti e attese.
Il momento che stiamo vivendo ne è una dimostrazione: credo che tanto nel collegato, quanto nell'assestamento vi siano - condivisibili o meno manovre che i piemontesi attendono, perché fanno riferimento al problema della crisi economica, ma che con il nostro Regolamento (ho fatto un esempio, come molti altri) spesso i provvedimenti tardano a divenire perché c'è la necessità di una mediazione continua che con il Regolamento vigente non sarebbe più necessaria.
Questo non significa violentare o limitare l'attività di un'Assemblea parlamentare, perché credo che questo Regolamento ne individui un percorso che consenta anche alle opposizioni di esercitare un ruolo di critica serrata, ma almeno con una maggiore capacità di lavoro tanto nella quantità quanto nella qualità.
La presentazione degli emendamenti 24 ore prima, salvo alcune modalità che già il collega Bossuto ricordava precedentemente, oppure il fatto che non si possa più fare opposizione con lo strumento delle inversioni, che vengono mantenute con la possibilità di ogni Gruppo consiliare di presentare un inserimento o un'inversione, perché questo può essere un'esigenza legittima, obbligherà a Regolamento approvato, i gruppi che legittimamente intenderanno fare opposizione e intervenire nel merito del provvedimento.
vero che c'è una sorta di fiducia mascherata in un articolo del Regolamento, ma è altrettanto vero che è stato scritto in modo tale che la Giunta, qualora voglia attuare questa modalità cioè quella della presentazione di uno o più emendamenti che, qualora votati facciano decadere gli atti presentati, lo debba fare con un percorso che deve essere motivato dall'urgenza e dalla necessità. Saranno poi le Giunte che verranno (perché un regolamento, come abbiamo visto in questo caso, solitamente dura più legislature) che dovranno esercitare questo ruolo con quanto c'è scritto nel Regolamento stesso, cioè quando c'è veramente un momento di necessità e di urgenza e non utilizzarlo senza la possibilità di evadere il lavoro in Commissione.
Il fatto che lo possa fare la Giunta solo sui disegni di legge, e non sulle proposte di legge, è un altro fatto importante, perché significa che la Giunta, essendo un organo differente rispetto al Consiglio, non pu sostenere, con un trucco, i progetti di legge della maggioranza o anche della minoranza. Ovviamente, sarà difficile che questo accada, grazie appunto - a questo artifizio che abbiamo inserito all'interno del Regolamento.
L'altro aspetto che non sottovaluterei - anzi, per quanto ci riguarda è uno degli aspetti più importanti - è certamente quello del lavoro delle Commissioni, in particolar modo, delle Commissioni redigenti. Io credo che la Commissione in sede legislativa, con le modalità inserite nel Regolamento che richiamano lo Statuto e la normativa nazionale, cioè che un ventesimo dei Consiglieri (tre consiglieri) possa richiedere che ciò non avvenga o un quinto o cinque Consiglieri in Commissione, farà sì che, se si utilizzerà, come credo, lo strumento delle Commissioni in sede legislativa avverrà attraverso le Commissioni in sede redigente, lasciando poi all'Aula il voto del provvedimento stesso.
Però, è altrettanto vero che molte volte ci troviamo in Commissione a condividere largamente dei provvedimenti, maggioranza e opposizione, e poi torniamo a fare in Aula un lavoro che in realtà è stato molto più minuzioso e molto più ben fatto in sede di Commissione: invece, lo ripetiamo tale e quale all'interno dell'Aula.
Questo garantirà certamente uno sveltimento dei tempi di approvazione di una legge, ma comporterà anche un'inutile perdita di tempo e del lavoro dei Consiglieri: quando si è condiviso o meno in sede di futura Commissione redigente un testo, i Consiglieri hanno già avuto la possibilità di esprimere il loro parere in quella sede.
evidente che rispetto alla situazione attuale, le Commissioni e le presidenze delle Commissioni avranno un'importanza più elevata di quella che hanno oggi; saranno ancora più importanti, perché il lavoro di coinvolgimento di tutto il Parlamento regionale si dovrà fare in Commissione redigente, in sede di Commissione e non all'interno dell'Aula.
Questo darà possibilità alle Commissioni (grazie anche alla Commissione del controllo legislativo o qualcosa di simile che è stato prevista all'articolo 39 bis) di fare, ad esempio, attività di verifica. Noi sappiamo che molte norme regionali prevedono che vi sia una clausola valutativa, una relazione annuale o biennale al Consiglio; sappiamo altresì (essendo quasi al termine della legislatura), che molte di queste clausole valutative, in realtà, non vengono messe in pratica all'interno delle Commissioni.
Il Comitato, ai sensi dell'articolo 39 bis, in realtà, ha esattamente questo compito, che da maggiore importanza a quello che è il ruolo anche di controllo e di verifica che spetta al Consiglio regionale. Pertanto crediamo che questo sia un Regolamento bilanciato, come già dicevano altri colleghi. Verosimilmente avremmo apportato alcune modifiche a qualche articolo, ma tuttavia ritengo che sia un Regolamento equilibrato, che garantisce tanto le Giunte, quanto la maggioranza, quanto l'opposizione e l'intero Parlamento regionale, senza svilirne il compito, in quanto il compito di legiferare o di fare delle delibere consiliari spetta sempre al Parlamento regionale.
Peraltro, rimangono inalterate le modalità di modifica del Regolamento dello Statuto e della legge elettorale (con la richiesta di una maggioranza qualificata); ciò garantisce che il Parlamento della prossima legislatura (la IX) non possa, utilizzando alcuni strumenti di velocizzazione della norma, servirsi di questi mezzi per modificare il Regolamento.
Ci troviamo dunque di fronte ad un documento importante, che potrebbe essere, anche per il numero vasto di colleghi che hanno condiviso il lavoro di redazione, uno degli atti più importanti di questa legislatura, che certamente dovrà trovare compimento con la legge elettorale, come prevede l'ordine del giorno che abbiamo votato qualche giorno fa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Intervengo semplicemente per dare un piccolo contributo su quanto è avvenuto, esprimendo il nostro parere in merito al nuovo Regolamento che sta per essere approvato - che ci auguriamo venga approvato - e sulle modalità di attuazione.
Le devo dire, Presidente che, dal mio punto di vista, l''opportunità che ci troviamo a vivere dopo questo lavoro di due anni e mezzo sul Regolamento, onestamente, mi sembra un'opportunità del tutto negativa. Le spiego il perché. Se i Consiglieri regionali e i Gruppi politici sono arrivati ad una determinazione di dovere, dopo sette legislature, anzi quasi otto, cambiare un Regolamento di funzionamento del Consiglio regionale che ha retto per oltre trentasei anni, questo credo sia stato dettato da un'esasperazione dei Consiglieri, dei Gruppi politici, dei responsabili politici dei partiti; un'esasperazione dovuta al fatto che non si poteva più trattare la politica così come nei primi anni di costituzione sia delle Regioni, sia dei Regolamenti regionali.
E questo vuol dire che siamo ridotti male. Vuol dire che c'è stata una "depravazione" del comportamento politico, che c'è stato un impoverimento del dialogo politico. Questo vuol dire anche che quella che veniva definita la politica della mediazione, la capacità di mediazione, di dialogo e quindi, di accordo, non era più utilizzabile; anzi, da un certo numero di anni, si è iniziato a ricorrere a sistemi "coercitivi" (anche se il termine non è proprio esatto), a condizionamenti che, con un termine eufemistico possono essere chiamati tali, ma dovrebbero avere un altro nome.
Questa non è più politica; questo è mercanteggiare, è condizionare per non dire ricattare; questo è non tradurre un dialogo politico in una mediazione di intenti e di indirizzi, ma è tradurre in un "dare e avere".
Per questo motivo, credo davvero che, oggi, da un punto di vista politico generale, non ci facciamo bella figura. Stiamo dichiarando che la politica in questi anni ha perso e, a mio giudizio, stiamo dichiarando che il nuovo Regolamento è il frutto di un impoverimento del dialogo, di un'incapacità di dialogo e di una necessità di contenere tempi ostruzionismo, emendamenti e quant'altro utile e abitualmente ricorrente in quest'Aula. Nel nome di che cosa? Nel nome di una governabilità che per 35 anni ha retto con una vera politica e oggi non regge più, forse perché la classe politica - mi ci metto per primo - non è in grado e non è preparata per fare questi tipi di veri ragionamenti politici; forse perché la società non ci ha più consentito e dato la spazio per creare le condizioni di dialogo. Oggi siamo alle contrapposizioni, siamo al tutti contro uno e uno contro tutti, siamo all'esasperazione di un bipartitismo o di un bipolarismo che automaticamente crea contrasti maggiori, distacchi maggiori e sempre minori opportunità di dialogo.
Questo è un pensiero personale rispetto a quello che viviamo e che constatiamo, e credo che nessuno possa negare questa situazione, questa io dico - triste realtà. Ad ogni modo, da qui si deve passare, Presidente perché se non si modifica questo Regolamento, devo pensare che negli anni a venire la cosa sarà ancora più difficile, sarà ancora più imbarbarita, ci sarà maggiore difficoltà di dialogo e sarebbe sempre peggio se non intervenissimo con il nuovo Regolamento.
Quindi mi rendo perfettamente conto della realtà e sono d'accordo sulla modifica di questo Regolamento, sull'entrata in vigore di queste nuove norme che in qualche modo tutelano la governabilità, che si avvicinano anche se non completamente, a quelle che sono le norme che regolano la vita dei Comuni, nei quali le maggioranze non hanno più dialogo, ma hanno governabilità, nei quali valgono i numeri, quindi nei quali è dimostrato che la democrazia non è più un dialogo politico, non è più una possibilità di mediazione, ma è una valenza numerica, matematica. Qui siamo arrivati allo stesso punto.
Detto questo, siamo ovviamente d'accordo nel cercare la governabilità perché l'interesse dei piemontesi non è il dialogo politico di cui stavo parlando, ma è sicuramente un fattore di governabilità, di attuazione dei progetti, delle leggi e di quanto può servire a migliorare la vita sociale.
Quindi, ripeto, siamo d'accordo.
Tuttavia, abbiamo ancora una perplessità, Presidente, e la espongo anche se nella disquisizione sugli emendamenti vorrei fare un intervento nel merito. La nostra perplessità rimane su quattro emendamenti che abbiamo presentato, tutti relativi all'articolo 14, che riguarda la costituzione dei Gruppi consiliari.
Ora, credo che la modifica del Regolamento sicuramente sia utile per una funzionalità, ma non avrei ravvisato la necessità di modificare anche questo articolo, perché in questo caso stiamo facendo davvero una cosa che è un controsenso, contro la logica. Molto semplicemente, è di queste ultime ore la discussione che noi faremo in modo che chi è uscente dal Consiglio regionale come Gruppo politico o come movimento politico non avrà più la necessità di raccogliere le firme. Questo significa che, se oggi il numero dei Gruppi consiliari è formato da quattro o cinque Gruppi con un solo Consigliere, probabilmente con questa nuova modalità è prevedibile (non dico che sia facile, ma è prevedibile) che nella prossima legislatura di Gruppi con un solo Consigliere, anziché quattro o cinque, ve ne siano dieci. Perché così è. L'agevolazione che diamo, la modifica della soglia l'eliminazione del listino potrebbe sicuramente comportare questo.
Se è vero che questo è anacronistico rispetto alla tendenza nazionale mi pare che sia anche un controsenso rispetto a quello che sull'articolo 14 viene scritto, in particolare al comma a), dove noi diciamo che i Gruppi devono essere formati da almeno tre Consiglieri. Mi sembra davvero un controsenso illogico che va contro quelle che sono le modifiche che stiamo per fare alla legge elettorale e contro la nuova leggina elettorale sulla presentazione delle liste.
Quindi vorrei chiedere all'Aula di ragionare due minuti su questo tipo di problema e valutare se non è il caso, visto che stiamo snellendo in un tutte le forme le modalità partecipative sia con l'ordine del giorno sia con la nuova legge elettorale, di ricondurre questi due commi dell'articolo 14 ad una logica operativa più consona, più adatta e più confacente a quelli che sono i nuovi indirizzi della legge elettorale che ci stiamo dando.
Fermo restando che questo lo riporterò e lo discuterò in sede di dibattito sugli emendamenti più avanti, per il momento mi limito a dire che, alla luce delle considerazioni che ho svolto e della situazione di fatto, è davvero indispensabile modificare il Regolamento.
Chiudo dicendo che è stato fatto un grosso sforzo da molti Consiglieri che hanno lavorato su questo Regolamento. Devo dire anche bravi a quelli che, pur avendo delle opinioni diverse su questo Regolamento, sulle modalità della tempistica, del contingentamento dei tempi o comunque dell'ostruzionismo e del parere contrario, hanno lavorato per cercare di smussare i vari spigoli. Ecco, in questo caso si è dimostrata la vera volontà di fare la politica, cioè si è mediato su argomenti ragionevoli e quindi a loro vanno i miei complimenti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Oggi ci accingiamo a modificare uno degli strumenti basilari per il funzionamento della Regione Piemonte: il Regolamento interno del Consiglio regionale. Quello utilizzato sinora aveva ormai dimostrato tutti i suoi limiti: si trattava di un Regolamento redatto all'inizio dell'attività della Regione Piemonte, modificato circa 17 anni or sono e che, come dicevo, aveva dimostrato tutti la sua inadeguatezza poiché nato in un momento in cui il modo di fare politica, gli schieramenti, le leggi elettorali erano profondamente diverse dal contesto di oggi.
Proprio in questi giorni il limite e le deficienze di questo Regolamento sono stati sotto gli occhi di tutti. Il vecchio Regolamento dava, di fatto, la possibilità anche a un solo Consigliere o magari a un piccolo gruppo di Consiglieri di bloccare completamente l'attività del Consiglio regionale, cosa assolutamente non più accettabile: la politica deve avere il suo corso. Bisogna dare alla maggioranza la possibilità di governare e, contemporaneamente, all'opposizione la possibilità di controllare l'operato della maggioranza e di intervenire in caso in cui questa vada oltre i limiti previsti dalle leggi.
Ebbene, il vecchio Regolamento non permetteva di fatto né l'uno n l'altro, portava a un consociativismo forzato, dove tutto veniva trattato fra maggioranza e minoranza, con il risultato di togliere la possibilità alla maggioranza di perseguire i suoi obiettivi, di perseguire magari le sue promesse elettorali, ma anche col risultato di annacquare completamente il lavoro della minoranza, che in qualche modo veniva coinvolta nelle scelte di carattere consociativo e quindi non svolgeva più il suo lavoro di controllo, ma si affiancava nel lavoro di governo, competenza invece pura della maggioranza.
Quindi era ora di modificare questo Regolamento. La cosa è risultata assai difficile. Già nelle precedenti legislature si era discusso, si era tentato di modificare il Regolamento esistente senza arrivare a nulla all'inizio di questa legislatura se n'era parlato, ne è seguito un lavoro molto lungo, ma a mio avviso anche molto approfondito, che ha dato vita a questa nuova proposta di Regolamento interno del Consiglio regionale che ora andiamo ad approvare.
Io penso che a guadagnarci non sarà tanto la maggioranza che governerà questa Regione nei prossimi cinque anni, ma saranno tutti i cittadini piemontesi. Sarà tutto il Piemonte ad usufruire delle possibilità offerte da questo nuovo Regolamento, cioè di un tipo di fare politica più snello più veloce, meno burocratico che potrà dare ai cittadini piemontesi dei vantaggi enormi, che sia una o l'altra parte a governare.
Siamo quindi decisamente favorevoli all'approvazione di questo nuovo Regolamento ed invitiamo tutti i Consiglieri a procedere nella sua approvazione, facendo ancora un ultimo invito, a chi fino ad oggi ha lavorato contro questa modifica, ad accettare la volontà della stragrande maggioranza dei Consiglieri, in modo da approdare al più presto all'approvazione del nuovo Regolamento.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, ricordo gli impegni assunti in sede di Conferenza dei Capigruppo; sospenderei dunque i lavori, ricordando che alle ore 17.00 è convocata la Conferenza dei Capigruppo in Sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.40 riprende alle ore 18.16)



PRESIDENTE

Comunico che, visto il protrarsi dei lavori della Conferenza dei Gruppi consiliari, la seduta avrà inizio alle ore 18.30.



(La seduta sospesa alle ore 18.17 riprende alle ore 18.44)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ricorda che è terminata la discussione generale sulla proposta di deliberazione n. 322 "Nuovo Regolamento del Consiglio regionale".
Colleghi, comunico che vengono ritirati gli emendamenti rubricati n. 29) n. 30), n. 31), n. 32), n. 33), n. 34) e n. 35) e che, conseguentemente decadono tutti i sub-emendamenti ad essi collegati.
Passiamo dunque all'esame dei subemendamenti presentati all'emendamento rubricato n. 36 (interamente riscrittivo dell'intero testo del Regolamento).
Subemendamento rubricato n. 441) presentato dal Consigliere Giovine: Art. 9, comma 1 Si propone lo stralcio delle parole "l'ordine e" al punto contraddistinto dalla lettera "i) tra le parole "le misure necessarie a garantire" e "la sicurezza".
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Illustrerò solo qualcuno dei subemendamenti presentati. Prima, per chiederei alla cortesia del Presidente alcune indicazioni relativamente alla Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Nella Conferenza dei Capigruppo sono stati già esaminati tutti i subemendamenti e si è addivenuti ad un consenso largo, se non unanime, a favore o contro i vari emendamenti. L'emendamento rubricato n. 441 del Consigliere Giovine recita: "All'articolo 9, comma 1, sopprimere tra le funzioni dell'Ufficio di Presidenza la garanzia dell'ordine delle sedute rinviando solo alla garanzia della sicurezza".
Prego, Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Semplicemente per far sì che, nella nuova formulazione, l'Ufficio di Presidenza garantisca la sicurezza e non l'ordine.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 441.
Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 442) presentato dal Consigliere Giovine: Art. 9, comma 1 Si propone l'aggiunta della lettera "m)" col seguente testo: "si pronuncia sulle controversie relative alla costituzione dei Gruppi".
I Presidenti dei Gruppi hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 442.
Il Consiglio approva.
Subemendamento rubricato n. 443) presentato dal Consigliere Giovine: Art. 12, comma 3 A conclusione del terzo comma dell'articolo 12 si propone di sostituire le parole: "24 ore prima della data di convocazione della Conferenza dei Presidenti" con le seguenti: "prima dell'inizio della Conferenza dei Presidenti".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 443.
Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 444) presentato dal Consigliere Giovine: Art. 14, comma 3 Si propone l'inserimento della lettera "d)" col seguente testo: "da almeno due Consiglieri che trovino corrispondenza in gruppi politici o partiti che alle ultime elezioni abbiano conseguito almeno un seggio italiano presso il Parlamento europeo".
La parola al Consigliere Giovine per l'illustrazione.



GIOVINE Michele

Lo illustro un attimo, perché su questo tema, magari, anche il collega Manolino vorrà intervenire.
Si tratta dell'annosa questione della formazione dei Gruppi consiliari che nella precedente formulazione era rubricata all'articolo 13. L'attuale versione riprende esattamente l'ultima modifica regolamentare apportata in questa legislatura, in data dicembre 2006, ma prevedendo l'aggiunta della lettera d), affinché il Gruppo consiliare autonomo possa essere formato "da almeno due Consiglieri che trovino corrispondenza in gruppi politici o partiti che nelle ultime elezioni abbiano conseguito almeno un seggio presso il Parlamento europeo".
Questo emendamento è finalizzato ad adeguare il provvedimento con quella che sarà la legge elettorale, in ordine all'esenzione della raccolta firme, prevista per quei partiti che si riconoscono in Gruppi che hanno ottenuto almeno un eletto al Parlamento europeo.
Nella Conferenza dei Capigruppo mi è stato domandato per quale motivo non è stato previsto il Gruppo parlamentare europeo, a cui ho risposto semplicemente che i Gruppi parlamentari europei sono molto diversi rispetto ai Gruppi parlamentari italiani e sarebbe problematico immaginare una casistica.
Invece, prevedendo, come fa esattamente la leggina che andiamo a votare, semplicemente l'elezione di un seggio presso il Parlamento europeo si riconduce esattamente al testo la leggina e nella fattispecie attuale ad esempio, si riduce a quattro o cinque - credo cinque - ipotetici Gruppi che sono gli stessi che hanno il Gruppo parlamentare italiano.
Faccio notare che la differenza tra il punto b) e il punto d) è pressoché inesistente, cioè il riferimento è al collegamento europeo anziché al collegamento nazionale.
Qualche collega mi ha fatto presente che, magari, sarebbe meglio inserire il termine "un seggio italiano presso il Parlamento europeo". Io non ho problemi ad accogliere l'emendamento ed eventualmente a riformularlo in sede di discussione. Nella riunione dei Capigruppo qualcuno era a favore e qualche altro era contrario; in questo caso, la Capigruppo ha lasciato il voto libero all'Aula per la decisione in merito.
Spero di essere stato chiaro.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano

Signor Presidente, visto che il collega mi ha richiamato per l'unico emendamento che è rimasto in vita, volevo solo sapere...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega Manolino, l'ho messo io nella fretta, lo pongo in votazione subito dopo.



MANOLINO Giuliano

Appunto, era per sapere, perché è collegato a questo. Se parliamo di Parlamento europeo quando addirittura, a livello nazionale, cerchiamo di pensare per la nostra Regione ad un minimo di "tre", credo non si possa neanche prendere in considerazione il fatto che venga eletto in Italia davvero siamo fuori.
Se rispettiamo il nostro territorio, chiedo dopo, nella discussione del mio emendamento, il numero di "due", per uniformità dell'articolo, ma non posso essere d'accordo su questo.



PRESIDENTE

Ha ragione, collega Manolino, ho sbagliato io nella formulazione dell'ordine degli emendamenti.
La parola al Consigliere Clement.



CLEMENT Gian Piero

Difficilmente nei prossimi anni ci troveremo davanti alla casistica che prende in esame questo emendamento, però potrebbe succedere. Occorre aggiungere "nelle circoscrizioni italiane", altrimenti anche per noi questa formulazione non è accoglibile, nel senso che non possiamo pensare di avere qualcuno che, sfruttando un apparentamento con eletti in Svezia o da qualche altra parte, formi un gruppo qui.
Quindi, con una specifica relativamente al territorio italiano, noi potremmo anche essere interessati a votarlo, altrimenti credo che nemmeno noi lo voteremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Travaglini.



TRAVAGLINI Marco

Signor Presidente, noi siamo contrari a questo emendamento, per le stesse ragioni che abbiamo più volte illustrato, ma adesso non vorrei tediare l'Aula, non abbiamo nemmeno molto tempo.
Comunque, in sostanza, il nostro è un voto negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine per dichiarazione di voto.



GIOVINE Michele

Intervengo per dichiarazione di voto, ma anche per dire che accolgo la richiesta del collega Clement, magari non servirà a molto.
Comunque, per accogliere la richiesta, dopo si ritenga riformulato l'emendamento con il seguente testo: "conseguito almeno un seggio italiano presso il Parlamento europeo".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 444, come riformulato.
Il Consiglio non approva.
Comunico che il collega Manolino ha ritirato i subemendamenti rubricati n.
10, 12 e 13.
Subemendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Manolino, Laus Pizzale: Art. 14, comma 3, lettera a) Si sostituisce "da almeno tre consiglieri" con "da almeno due consiglieri".
La parola al Consigliere Manolino per l'illustrazione.



MANOLINO Giuliano

Brevemente, ma anche per chiarezza nei confronti di tutti coloro che non hanno seguito il dibattito svoltosi nella riunione dei Capigruppo su questo emendamento, volevo esprimere quanto segue. Siccome l'articolo 14 nei commi b) e c) prevede comunque due Consiglieri per la costituzione di un Gruppo, provenienti sia da un collegamento con il Parlamento nazionale che, come l'ipotesi attuale, dal Parlamento europeo, non capisco la motivazione per cui anche i Gruppi consiliari costituiti da un solo Consigliere, eletti regolarmente sulla Regione Piemonte, debbano essere in tre per la costituzione di un Gruppo, qualora dovessero farlo.
Anche in questo caso, per coerenza, bisognerebbe scrivere comunque "due", che è preferibile rispetto a lasciare Gruppi singoli costituiti da un Consigliere, è più economico per la Regione Piemonte, ma anche meno dispersivo per i voti e gli indirizzi politici dati in Aula.
Quindi chiedo che il comma a) venga così modificato: "due", anzich "tre".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Travaglini.



TRAVAGLINI Marco

Grazie, Presidente.
Il nostro parere è contrario. Faccio notare che sull'articolo 14 c'è una ratio, sulla quale, tempo fa, l'Aula si era già espressa con un voto proprio perché al primo comma si era consentito che si potessero formare Gruppi da uno, qualora fossero rappresentati in alcune delle Circoscrizioni piemontesi. L'Aula aveva già votato per portare a tre il numero dei Consiglieri che potevano costituirsi in Gruppo, dopo la formazione del Consiglio, post elezioni. Per cui, noi intendiamo mantenere questa formulazione e siamo contrari all'emendamento proposto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 11.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 440), presentato dal Consigliere Scanderebech viene ritirato dal proponente.
Subemendamento rubricato n. 445) presentato dal Consigliere Giovine: Art. 22, comma 2 Si propone la soppressione del comma 2.
La parola al Consigliere Giovine per l'illustrazione.



GIOVINE Michele

Semplicemente, vorrei spiegare all'Aula che così, di fatto, si cancella l'unico punto del Regolamento che prevedeva la simultaneità in specie della convocazione di due o più Commissioni. Cancellando questo punto, rimane la prassi in essere, ovvero l'impossibilità della contemporaneità di più Commissioni, in modo tale che i Gruppi minori composti da un Consigliere ma anche quelli che hanno minori Consiglieri, possano agevolmente partecipare a tutti i lavori consiliari.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Travaglini; ne ha facoltà.



TRAVAGLINI Marco

Grazie, Presidente. Siamo favorevoli a questo emendamento, anche se preciso che, di fatto, con la stesura si normava un'ipotesi eventuale e comunque, visto che si è concordato che può essere anche considerata superflua, siamo favorevoli all'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 445.
Il Consiglio approva.



GIOVINE Michele

Comunico il ritiro del subemendamento rubricato n. 446



PRESIDENTE

Il subemendamento rubricato n. 446 è pertanto ritirato.
Subemendamento rubricato n. 447 presentato dal Consigliere Giovine: Art. 37, comma 2 A conclusione del secondo comma si propone l'aggiunta della seguente proposizione: "Sull'accordo di entrambe, due Commissioni possono deliberare in comune".
Colleghi, l'orientamento dei Gruppi consiliari su questo emendamento è stato positivo.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 447.
Il Consiglio approva.
Comunico il ritiro del subemendamento rubricato n. 448.
Subemendamento rubricato n. 449 presentato dal Consigliere Giovine: Art. 54, comma 2 Si propone la modifica della seconda parte del comma nel seguente modo: "ogni Consigliere può richiedere delucidazioni intervenendo per non più di cinque minuti".
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 449.
Il Consiglio non approva.
Il subemendamento n. 450, presentato dal Consigliere Giovine, viene ritirato dal proponente.
Subemendamento rubricato n. 451 presentato dal Consigliere Giovine: L'art. 57 è sostituito dal seguente: "Art. 57 Ordine del giorno delle sedute 1.dopo la comunicazione dell'ordine del giorno da parte del Presidente, se non viene chiesta alcuna modifica, tale ordine del giorno si intende approvato.
2. L'iscrizione di nuovi punti all'ordine del giorno, per i quali sia stato dato preavviso scritto nell'avviso di comunicazione della seduta del Consiglio, è proposta dal Presidente del Consiglio o dal Presidente della Giunta regionale. L'iscrizione di nuovi punti all'ordine del giorno pu essere richiesta anche dal Presidente di un gruppo consiliare, da un suo delegato. La proposta è approvata se ottiene il voto favorevole della maggioranza dei Consiglieri assegnati al Consiglio regionale.
3. L'iscrizione di nuovi punti all'ordine del giorno, che non rientrano nel caso di cui al comma 2 ma che sono previsti nel programma o nel calendario definito ai sensi dell'articolo 12 è proposta, con richiesta motivata, dal Presidente del Consiglio e dal Presidente della Giunta. L'iscrizione pu essere proposta anche dal Presidente di un Gruppo consiliare, da un suo delegato. Su tale proposta può chiedere di parlare, dopo il proponente, un solo Consigliere contrario. La proposta è approvata se ottiene il voto favorevole dei due terzi dei Consiglieri assegnati al Consiglio.
4. La richiesta di iscrizione di punti non previsti nel programma o nel calendario definito ai sensi dell'articolo 12 deve fare riferimento a fatti o eventi che si siano verificati dopo la definizione dell'ordine del giorno della seduta e non può eccedere il numero di una per ogni Gruppo consiliare. La proposta è approvata se ottiene il voto favorevole dei due terzi dei Consiglieri assegnati al Consiglio.
5. Le richieste di iscrizione di nuovi punti all'ordine del giorno di cui ai commi 2, 4 e 4 sono presentate all'apertura della seduta consiliare e in ogni caso, non oltre l'approvazione dell'ordine del giorno.
6. L'inversione di punti all'ordine del giorno può essere proposta specificandone la motivazione: dal Presidente del Consiglio o dal Presidente della Giunta dal Presidente di un Gruppo consiliare, da un suo delegato.
7. Sulla proposta di cui al comma 6, se non accolta tacitamente dal Consiglio, può chiedere di parlare, dopo il proponente, un eventuale Consigliere contrario e la votazione avviene per voto palese. La proposta è approvata se ottiene il voto favorevole della maggioranza dei Consiglieri presenti".
Rispetto alla stesura a vostre mani, l'emendamento è stato riformulato dal proponente. In particolare, tengo a sottolineare che le frasi "o da tre Consiglieri" sono tutte soppresse; inoltre, le frasi soppresse "limitatamente ad una per seduta" diventano "limitatamente a due per seduta".
L'indicazione prevalente dei Presidenti dei Gruppi consiliari era per un voto contrario.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 451.
Il Consiglio non approva.
Il subemendamento rubricato n. 452, presentato dal Consigliere Giovine viene ritirato dal proponente.
Subemendamento rubricato n. 454) presentato dal Consigliere Giovine: Art. 67, comma 6 Si propone la sostituzione delle parole "un terzo" con "la metà", tra "comunque almeno" e "del tempo complessivo".
Su questo emendamento, l'indicazione prevalente dei Presidenti dei Gruppi consiliari era negativa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Spiego velocemente. Questo è un emendamento che va a incidere sulle sessioni di bilancio che, come immagino chi avrà letto la proposta emendativa finale, verranno di fatto contingentate (tutte: assestamento bilancio, rendiconto e quant'altro).
Si vuole dare, nella complessità del tempo previsto per i Gruppi consiliari, almeno la metà del tempo ai Gruppi di opposizione. Ciò non cambia nulla al fine della votazione finale o della possibilità di rallentare l'esame del bilancio, ma nella pratica, evidentemente dà più possibilità a chi vi ha partecipato dalle opposizioni e non dalla maggioranza di dibattere e presentare le proprie obiezioni in sede politica.
Si fa presente, a onor del vero, che nel testo originario c'è scritto "almeno un terzo", il che vuol dire che effettivamente si può anche arrivare alla metà del tempo. Con la proposta emendativa fatta si vuole garantire che ci sia almeno la metà del tempo. Personalmente spero che sia capito il senso della proposta e che quindi venga accolta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 454.
Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 454 bis) presentato dal Consigliere Giovine: L'art. 70 è così sostituito: "Art. 70 Presentazione degli emendamenti 1.Gli emendamenti e i subemendamenti sono presentati dai Consiglieri o dalla Giunta al Presidente del Consiglio almeno entro 24 ore prima della seduta consiliare nella quale è iscritto all'ordine del giorno il provvedimento e comunque prima dell'inizio dell'esame degli articoli. Detti emendamenti e subemendamenti sono comunicati ai Consiglieri e sono distribuiti all'inizio della seduta o comunque prima di essere discussi.
1 bis. Nel caso di convocazioni delle sedute consiliari ai sensi dell'articolo 49, comma 3, gli emendamenti possono essere presentati prima dell'inizio dell'esame degli articoli.
2. La presentazione di emendamenti è ammessa dopo i termini di cui ai commi 1 e 1 bis: qualora siano presentati da un rappresentante della Giunta qualora siano presentati dai relatori del provvedimento qualora siano presentati da almeno 3 Presidenti di Gruppo qualora siano relativi ad atti per i quali sia stata votata l'iscrizione di cui all'articolo 57, commi 2 e 3.
3. I subemendamenti agli emendamenti di cui al comma 2 possono essere presentati fino a un'ora prima dell'inizio di ogni seduta o fino a diverso termine deciso dal Presidente del Consiglio.
3 bis/1 Nel caso di presentazione da parte di più consiglieri di emendamenti e di subemendamenti è indicato il primo firmatario.
3 bis. Qualora la Giunta regionale ravvisi, per motivi di urgenza e necessità di una approvazione celere di un disegno di legge dalla stessa presentato ha facoltà di proporre, prima della votazione di ciascun articolo, gli emendamenti necessari ad esprimere l'orientamento conclusivo del provvedimento. Tali emendamenti sono votati per primi e la loro approvazione fa decadere ogni emendamento per singolo articolo.
3 ter. Nel caso i cui la Giunta regionale voglia utilizzare quanto previsto al comma 3 bis, ne dà comunicazione alla Presidenza del Consiglio la quale interrompe immediatamente i lavori del Consiglio per convocare una Conferenza dei Presidenti in cui il Presidente della Giunta o un Assessore delegato espone i motivi dell'urgenza o della necessità.
4. L'Assemblea può decidere che la trattazione degli emendamenti richieda il rinvio in Commissione o per l'esame dei soli emendamenti o per la riapertura della fase referente sull'intero testo, con le modalità definite all'articolo 88.
5. Il Presidente ha la facoltà di negare l'accettazione e l'esame di emendamenti presentati dallo stesso Consigliere aventi tra loro contenuto alternativo e collegati in un rapporto di subordinazione nonché formulati con frasi sconvenienti o che siano relativi ad argomenti estranei all'oggetto della discussione o privi di reale portata significativa ovvero siano preclusi da precedenti votazioni. Se il Consigliere presentatore insiste e il Presidente ritenga opportuno consultare l'Assemblea, questa decide votando senza discussione.
6. Gli emendamenti che comportano aumento di spesa o che comunque incidono sul bilancio della Regione sono trasmessi dal Presidente, subito dopo la loro presentazione, alla Commissione competente perché esprima il proprio parere che può essere dato, anche verbalmente, nel corso della seduta".
Si tratta di una riformulazione tecnica dell'articolo 70: introduce il comma 3 bis in cui si prevede che, nel caso di presentazione da parte di più Consiglieri, di emendamenti e subemendamenti è indicato il primo firmatario.
una correzione tecnica coerente con le scelte operate sugli altri emendamenti; è una riformulazione necessaria dell'articolo 70.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 454 bis.
Il Consiglio approva.
Subemendamento rubricato n. 455) presentato dal Consigliere Giovine: Dopo l'art. 73 bis è aggiunto il seguente "Art. 73 bis/2 Ordine del giorno delle sedute relativo ai provvedimenti di cui al presente Capo 1. Nelle sedute consiliari nelle quali è iscritto all'ordine del giorno un'approvazione o una modifica di uno dei provvedimenti di cui al presente Capo l'inversione di punti all'ordine del giorno può essere proposta dallo stesso Presidente, o dalla Giunta, o dal rappresentante di un gruppo consiliare, o da tre Consiglieri.
2. Sulla proposta, se non accolta tacitamente dal Consiglio, può chiedere di parlare, dopo il proponente, un eventuale Consigliere contrario e la votazione avviene per alzata di mano. La proposta è approvata se ottiene il voto favorevole della maggioranza dei Consiglieri presenti.
3. L'iscrizione di nuovi punti all'ordine del giorno, per i quali sia stato dato preavviso scritto nell'avviso do comunicazione della seduta del Consiglio, può essere proposta dal Presidente del Consiglio, dalla Giunta dal rappresentante di un Gruppo consiliare o da tre Consiglieri. Su tale proposta può chiedere di paralare, dopo il proponente, un solo Consigliere contrario e la votazione avviene per alzata di mano. La proposta è approvata se ottiene il voto favorevole della maggioranza dei Consiglieri assegnati al Consiglio regionale.
4. L'iscrizione di nuovi punti all'ordine del giorno che non rientrino nel caso di cui al comma 3, può essere proposta dal Presidente del Consiglio dalla Giunta, dal rappresentante di un Gruppo consiliare o da tre Consiglieri, soltanto, salvo casi eccezionali, all'inizio della seduta subito dopo la comunicazione dell'ordine del giorno di cui al comma 2. Su tale proposta può chiedere di parlare, dopo il proponente, un solo Consigliere contrario e la votazione avviene per alzata di mano. La proposta è approvata se ottiene il voto favorevole dei due terzi dei Consiglieri assegnati al Consiglio".
Il parere prevalente dei Gruppi consiliari è favorevole.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 455.
Il Consiglio approva.
Chiedo scusa.
Bisogna tornare indietro perché è stato riformulato il subemendamento n.
535 bis, relativo alla riscrittura dell'articolo n. 71, condivisa nella Conferenza dei Capigruppo.
L'articolo n. 71, comma 2, non è stato distribuito, quindi lo leggo.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Si tratta della riformulazione definita insieme alla Conferenza dei Capigruppo dell'articolo n. 71, comma 2.
Subemendamento rubricato n. 535 bis) presentato dal Consigliere Giovine: L'art. 71 è così sostituito: "Art. 71 Discussione sugli articoli e sugli emendamenti 1. Terminata la discussione sulle linee generali si procede all'esame congiunto di ciascun articolo e degli emendamenti e subemendamenti ad esso proposti.
2. Hanno diritto di intervenire per primi i presentatori di emendamenti e subemendamenti, nell'ordine stabilito dall'articolo 72, comma 3. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 67, comma 6 il consigliere primo firmatario di cui al comma 3bis/1 dell'articolo 70 ha diritto di intervenire per non più di tre minuti su ciascun emendamento o subemendamento; gli altri Consiglieri firmatari hanno diritto ad intervenire per non più di due minuti su ciascun emendamento o subemendamento.
3. Conclusa la discussione di cui al comma 1, si procede alla discussione congiunta degli emendamenti o subemendamenti nel rispetto dei tempi indicati al comma 2. Il Presidente di ogni Gruppo o un Consigliere da lui delegato svolge un'unica dichiarazione di voto rispettivamente sul complesso degli emendamenti e sull'articolo. Per ogni dichiarazione di voto è prevista la durata di tre minuti.
4. La Giunta e i relatori possono esprimere i loro pareri sugli emendamenti e subemendamenti prima che siano posti in votazione.
5. Chi ritira un emendamento o subemendamento ha diritto di esporre le ragioni del ritiro per un tempo non eccedente un minuto.
6. Sugli emendamenti o subemendamenti non sono ammesse le questioni pregiudiziali e sospensive".
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 535 bis).
Il Consiglio approva.
Sono conseguentemente ritirati gli emendamenti rubricati n. 535, n. 536, n.
537, n. 538, n. 539 e 455 bis).
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Scusi, Presidente.
Non ho capito quale emendamento è stato ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 455 bis, del quale vi erano due riformulazioni.
Subemendamento rubricato n. 540) presentato dal Consigliere Giovine: Art. 72, comma 4 Si propone la soppressione dell'intero quarto comma dell'articolo 72.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Chiedo che venga votato in Aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Travaglini.



TRAVAGLINI Marco

Sull'emendamento n. 540 siamo radicalmente contrari. Perché - almeno si sa che cosa si vota - il comma 4 dice che quando sono presentati emendamenti ad uno stesso testo una pluralità di emendamenti fra lo differenti esclusivamente per variazione a scalare di cifre si vota il primo e l'ultimo, cioè i più distanti e gli altri decadono (tra l'altro come avviene per una norma prevista dalla Camera), in caso contrario presentando emendamenti con cifre...
Quindi, è chiaro che diventa un'operazione ostruzionistica, pertanto siamo contrari.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 540.
Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 540 bis) presentato dal Consigliere Giovine: L'art. 85 è sostituito dal seguente: "Art. 85 Annuncio ed assegnazione dei progetti di legge 1. I progetti di legge devono essere sottoscritti da chi li presenta e accompagnati da una relazione illustrativa e, per i progetti di legge che comportino nuove o maggiori spese ovvero diminuzione di entrate, da una relazione tecnico-finanziaria sulla quantificazione degli oneri recati e sulle relative coperture. In caso di più proponenti, è indicato il primo firmatario.
2. Essi sono annunciati al Consiglio nella seduta immediatamente successiva alla loro presentazione.
3. Il Presidente del Consiglio assegna i progetti di legge alle Commissioni competenti secondo quanto previsto dall'articolo 25. Copia dei progetti di legge con l'indicazione dell'assegnazione distribuita a ciascun Consigliere.
4. Il Presidente riferisce al Consiglio qualora sorgano dubbi sulla ricevibilità dei progetti di legge presentati; qualora i dubbi concernano la loro ammissibilità, la Commissione competente ne riferisce al Consiglio.
In entrambi i casi decide il Consiglio con votazione palese".
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 540 bis.
Il Consiglio approva.
Subemendamento rubricato n. 541) presentato dal Consigliere Giovine: Art. 86, comma 1, nel 1° periodo Si propone l'aggiunta delle parole "di un Presidente di gruppo o" tra "su richiesta" e "o della Giunta".
L'indicazione prevalente dei Gruppi consiliari è stata positiva.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 541.
Il Consiglio approva.
Subemendamento rubricato n. 542) presentato dal Consigliere Giovine: Art. 94, comma 7 Sostituire le parole "limite massimo di una" con "limite massimo di due".
L'indicazione prevalente dei Gruppi consiliari è stata contraria.
La parola al Consigliere Giovine per l'illustrazione.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Sull'articolo n. 94, che riguarda le interrogazioni normali e semplici si chiede semplicemente di aumentare il limite da una a due interrogazioni per Consigliere.
L'opposizione che è stata fatta credo sia strumentale, perché si dice che se i Consiglieri che presentano interrogazioni sono 63, le interrogazioni diventano 126 e quindi l'articolo diventerebbe ingestibile e inapplicato.
anche vero, però, che sappiamo che la pratica consiliare non è così sappiamo che ci sono Consiglieri che lavorano tanto e presentano tante interrogazioni, e altri che ne presentano di meno. Quindi, mi spiacerebbe limitare i Consiglieri che hanno molta voglia di presentare interrogazioni perché hanno tante istanze anche territoriali di limitare la possibilità di presentare interrogazioni e di richiederne appunto una rapida discussione.
Quindi, chiedo all'Aula di rivedere questo limite, anche perché, peraltro non pregiudicherebbe per nulla e non andrebbe ad incidere minimamente sulle questioni ostruzionistiche.
Pertanto, chiedo all'Aula di portare da uno a due il termine che attualmente è previsto nella formulazione del testo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Travaglini.



TRAVAGLINI Marco

La spiegazione che ha testé espresso il Consigliere Giovine è sufficiente per motivare il nostro no, perché è esattamente la ragione opposta. Ci sembra un ingorgo, e non è detto che bisogna per forza limitare un'intera seduta. Potrebbe essere soltanto attività di sindacato ispettivo aumentando da una a due la facoltà per ogni Consigliere di presentare le interrogazioni. Siamo quindi contrari.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 542.
Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 543) presentato dal Consigliere Giovine: Art. 95, comma 4 Si propone la sostituzione delle parole "una interrogazione" con "tre interrogazioni", tra "non può presentare più" e "interrogazione a risposta immediata".
La parola al Consigliere Giovine per l'illustrazione.



GIOVINE Michele

Esprimo sempre le motivazioni precedenti, solo che riguardano il cosiddetto "question time", ovvero l'interrogazione a risposta immediata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Travaglini.



TRAVAGLINI Marco

Siamo contrari, perché in questo caso c'è l'aggravante che, così facendo, andiamo a infilarci in una vicenda che addirittura lo negherebbe.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 543.
Il Consiglio non approva.
Sub-emendamento rubricato n. 544) presentato dal Consigliere Giovine: Art. 95, comma 4 Si propone la sostituzione della parola "tre" con "cinque" tra "di un numero superiore a" e "interrogazioni", alla terza riga del quarto comma.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 544.
Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 545) presentato dal Consigliere Giovine: Art. 95, comma 6 Si propone la sostituzione della parola "tre" con "cinque" tra "per non di più di" e "minuti".
La parola al Consigliere Giovine per l'illustrazione.



GIOVINE Michele

La questione è sempre legata al question time. In questo caso, si chiede per il presentatore dell'interrogazione a risposta rapida un maggiore tempo per l'illustrazione, portando da 3 a 5 minuti la possibilità di rappresentarla.
Credo che sia una questione di buon senso, anche perché si pu eventualmente, prevedere che lo stesso tempo possa essere suddiviso fra la presentazione e la contro replica alla Giunta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 545.
Il Consiglio non approva.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 19.28 riprende alle ore 19.29)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, comunico il ritiro di tutti gli emendamenti aggiuntivi a firma dei Consiglieri Giovine e Lupi.
Abbiamo esaurito la fase degli emendamenti. Quindi non ci sono più emendamenti e non ne riceviamo più perché abbiamo esaurito l'esame dell'intero articolato.
Va da sé che sarà necessaria un'azione di coordinamento tecnico da parte degli Uffici. Approfittiamo, a questo punto, di qualche ora prima del voto finale per procedere a una riverifica del testo in modo da assicurarne il coordinamento tecnico-formale.
Il voto finale sul maxiemendamento, che equivale all'approvazione della delibera con allegato il nuovo Regolamento, avverrà nella giornata di domani, così come la fase delle dichiarazioni di voto.
Ricordo che per l'approvazione sono necessari 32 voti favorevoli.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Esame proposta di legge 637 inerente a "Disposizioni in materia di presentazioni delle liste per le elezioni regionali"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'o.d.g. Il punto 4) prevede l'esame della proposta di legge 637; relatore è il collega Giovine.
Possiamo dare per letta la relazione? La Commissione ha nominato lei Consigliere Giovine... Collega Giovine, darei per letta la relazione che è stata condivisa dalla Commissione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Ribadisco il concetto. Con il collega Reschigna, ieri è intercorsa una telefonata, per cui si è arrivati alla soluzione che il relatore (vorrei che risultasse a verbale) di questa "leggina" sia il collega Reschigna.
Quindi deciderà il collega Reschigna se vuole darla per letta o meno.



PRESIDENTE

Il collega Reschigna acconsente a dare per letta la relazione, il cui testo recita: "Il presente progetto di legge introduce, per le elezioni regionali modalità semplificate in materia di presentazione delle liste dei candidati di cui dall' articolo 9 della legge n. 108 del 1968 (Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale) nonché di presentazione delle liste regionali di cui all'articolo 1, comma 11, della legge n. 43 del 1995 (Nuove norme per la elezione dei consigli delle regioni a statuto ordinario).
Tale progetto intende allineare la legislazione regionale piemontese a quella nazionale e di altre regioni.
Infatti, così come disposto dalla legislazione statale per l'elezione della Camera dei Deputati, del Senato della Repubblica e del Parlamento europeo, nonché da numerose leggi regionali intervenute in materia, si prevede che non sia richiesta alcuna sottoscrizione per la presentazione delle liste di candidati effettuata da soggetti che hanno già avuto una loro espressione nelle istituzioni nazionali, europee o nel Consiglio regionale.
Più precisamente, tale semplificazione riguarda: a) le liste di partiti o gruppi politici che hanno presentato candidature con un proprio contrassegno e che hanno conseguito almeno un seggio in occasione delle ultime elezioni per il Parlamento europeo o per il Parlamento nazionale o per il Consiglio regionale del Piemonte b) le liste contraddistinte da contrassegno singolo o composito che sia espressione di partiti o movimenti rappresentati da gruppi consiliari già presenti in Consiglio regionale al momento della convocazione dei comizi elettorali c) liste contraddistinte da contrassegno singolo o composito che abbiano ottenuto una dichiarazione di collegamento con gruppi consiliari già presenti in Consiglio regionale al momento della convocazione dei comizi elettorali. La dichiarazione di collegamento è conferita dal Presidente del gruppo consiliare, informata la Conferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari, per una sola lista e può essere effettuata anche a favore di lista con denominazione diversa da quella del gruppo consiliare di collegamento.
La fattispecie di cui alla lettera c) è alternativa a quella prevista dalla lettera b).".
Se non ci sono interventi in sede di discussione generale, procediamo con l'esame degli emendamenti, seguendo l'ordine del testo.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Muliere, Clement Comella: All'art. 1 al comma 1 lettera a) Dopo la parola: "elezioni" sono inserite le parole: "nelle circoscrizioni elettorali ricompresse nel territorio nazionale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3.
Il Consiglio non approva.
conseguentemente decaduto l'emendamento rubricato n. 2.



(Commenti del Consigliere Dutto)



PRESIDENTE

Consigliere Dutto, non posso metterlo in votazione, perché le due dizioni si sovrappongono.
Mi spiace non posso metterlo in votazione.



PRESIDENTE

DUTTO Claudio (fuori microfono)



PRESIDENTE

Allora bisognava votarlo prima.



PRESIDENTE

Lo pongo in votazione ugualmente, però segnalo che l'eventuale approvazione comporterebbe una situazione impraticabile.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Dutto, Novero Giovine: All'art. 1 al comma 1 lettera a) Dopo la parola: "elezioni" sono inserite le parole: "nella circoscrizione elettorale che ricomprende la regione Piemonte" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Dutto, Novero Rossi: Art. 1 La lettera c) al comma 1 dell'art. 1 è abrogata.
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

Mentre siamo d'accordo sull'impianto complessivo della legge, riteniamo che il punto c) dia un'estensione inaccettabile allo scavalcamento della modalità di presentazione delle liste tramite raccolta firme. Mi spiego meglio.
Se tutti i Gruppi presenti in Consiglio lo sono perché, a suo tempo hanno raccolto le firme, si sono presentati ad un'elezione e sono stati eletti - e quindi è accettabile e ragionevole che per le prossime elezioni non debbano ripetere tutta l'operazione che hanno già effettuato almeno una volta (se non di più) favorevolmente e diventa logico che per i Gruppi esistenti in Consiglio non si debba procedere alla raccolta firme, ma questi Gruppi possano presentare automaticamente le loro liste per le prossime elezioni - non riteniamo invece ammissibile che i Consiglieri facenti parte di alcuni di questi Gruppi possano firmare, e quindi permettere la presentazione di liste con denominazione e contrassegno diverso dal contrassegno con cui sono stati eletti e con cui hanno vissuto in Consiglio.
A nostro avviso, nel momento in cui un Gruppo cambia completamente denominazione e cambia simbolo, dovrebbe nuovamente raccogliere le firme e ripartire da zero, rifacendo tutta la trafila.
Pertanto con il nostro emendamento chiediamo di sopprimere il punto c) ritenendo comunque che il punto b) copra già ampiamente tutte le necessità logiche presenti in questo Consiglio.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio non approva.
Procediamo con la votazione sull'articolo.
Ricordo che tale votazione necessita per il raggiungimento del quorum di 38 voti favorevoli ed anche sull'intero testo.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 41 Consiglieri hanno votato NO 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 1254, inerente a "Riconoscimento ai volontari della Protezione Civile e al capo del Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo sull'ordine dei lavori.



LEO Giampiero

Ho letto una cosa abbastanza stravagante e sconvolgente sul CORECOM pertanto vorrei ricevere qualche informazione.



PRESIDENTE

Collega Leo, tale richiesta è stata avanzata in apertura di seduta dal collega Giovine.



LEO Giampiero

Allora, Presidente, domani cosa facciamo?



PRESIDENTE

Collega, domani, il Consiglio sarà dedicato alle dichiarazioni di voto e voto finale sul Regolamento.



LEO Giampiero

Tutto il giorno o solo la mattina?



PRESIDENTE

Tutto il tempo necessario per farlo, dopodiché i Consiglieri saranno congedati.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Per cortesia, colleghi! Prego coloro che non sono interessati di uscire dall'aula. Grazie.
La parola al Consigliere Toselli sull'ordine dei lavori.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Abuso della pazienza dei colleghi Consiglieri e anche della sua per chiedere l'iscrizione di un ordine del giorno in merito al riconoscimento del Capo del Dipartimento della Protezione Civile ai volontari della Protezione Civile.



PRESIDENTE

Collega Toselli, non vi è alcun problema ostativo, capisce che sono le ore 19.44, lo faremo domani ad inizio seduta.



(Commenti del Consigliere Toselli)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Collega Toselli, di prassi, le iscrizioni le facciamo ad inizio seduta e non al termine. Gli Uffici hanno preso nota della sua richiesta, sarà il primo atto che domani, in apertura di seduta, compierà la Presidenza.
La parola al collega Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
In effetti, per una volta, ho anticipato il collega Leo.
Sempre in merito alla questione del CORECOM, che ricordava il collega Leo, chiedo se è possibile, almeno domani, visto che tutto sommato avremo un po' di tempo libero, socializzare la sentenza del TAR, che di fatto cassa...



PRESIDENTE

Domani, la sentenza del TAR verrà distribuita in copia cartacea a tutti i colleghi.



GIOVINE Michele

Chiedo altresì una breve comunicazione.



PRESIDENTE

Invece, per quanto riguarda le comunicazioni, siccome è un adempimento del Consiglio, sarà prima coinvolto l'Ufficio di Presidenza.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.45)



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