Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.476 del 17/07/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

Scarica PDF completo

Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.01 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Auddino, Barassi, Bellion, Boeti Bresso, Buquicchio, Cavallaro, Clement, Deambrogio, Laus, Motta, Pizzale Spinosa e Valloggia.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla sollecitazione, da parte del Consigliere Cavallera, in merito agli interventi per far fronte ai danni causati dall'alluvione di fine aprile 2009


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Siamo impegnati in questa maratona legata alla discussione del nuovo Regolamento. Adesso c'è l'Assessore Migliasso che rappresenta la Giunta, però volevo ricordare che i problemi comunque restano e, in modo particolare, mi riferisco ad una questione che mi sembra un po' dimenticata: quella delle conseguenze dell'alluvione verificatasi a fine aprile. L'Assessore Sibille di allora aveva constatato, la Presidente Bresso è venuta, c'è il...



PRESIDENTE

Assessore Migliasso, la pregherei solo di accomodarsi nei banchi perch l'intervento del collega Cavallera è rivolto alla Giunta regionale.



CAVALLERA Ugo

C'è il problema, indubbiamente, del ponte di Alessandria che verrà risolto con il concorso di tutti, però vi sono dei cittadini che hanno avuto l'alluvione in casa. Era stato suggerito - e l'Assessore Sibille sembrava orientata in quel senso - di intervenire nei loro confronti con un minimo di acconto per poter consentire almeno la pulizia dei locali e la sostituzione del mobilio, almeno quello più essenziale, poi demandando ad un provvedimento più organico col concorso del Governo anche il ripristino definitivo e le altre opere.
Però passano le settimane e i mesi, qui non si ha alcuna notizia.
Volevo fare un sollecito al rappresentante della Giunta; l'Assessore formale è la Presidente Bresso, perché le deleghe le ha mantenute lei con l'Assessore Borioli che sovrintende, non so con che grado di autonomia.
Però, al di là di quello interessa a quest'Aula, a me personalmente, ma credo a tutti, interessa conoscere quali sono gli orientamenti della Giunta per un intervento il più possibile urgente verso coloro che attendono un aiuto per un ritorno alla normalità. Per fortuna non sono molti; proprio per questo, a mio avviso, sul fondo del barile ci potrebbero essere quelle poche risorse che servono. E la cosa riguarda le Province di Alessandria Asti e penso, in minima parte, anche Cuneo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cavallera.
La Giunta ha preso atto della richiesta, che quindi sarà oggetto di approfondimenti e di trattazione secondo il calendario che daremo oggi delle prossime sedute di Consiglio.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richieste d'inversione punti all'o.d.g


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, comunico la presentazione di n. 40 richieste d'inversione dell'o.d.g. (presentate ai sensi dell'articolo 51, comma 2 del Regolamento) e n. 40 richieste di inserimento di nuovi punti (presentate ai sensi dell'articolo 51, comma 5 del Regolamento).
Richiesta d'inversione rubricata n. 1) presentata dai Consiglieri Giovine Lupi, Nicotra e Scanderebech: si richiede, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, l'inversione del punto all'o.d.g. della seduta odierna originariamente contraddistinto dal n. 11 con il punto originariamente contraddistinto dal numero 12.
La parola al Consigliere Lupi per l'illustrazione.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Questa prima proposta d'inversione di punti all'o.d.g. ha come proprio obiettivo quello di definire una nuova organizzazione dei nostri lavori di Aula; in particolare si chiede di invertire il punto all'o.d.g. della seduta odierna, originariamente contraddistinto dal n. 11, con il punto originariamente contraddistinto dal n. 12. Il n. 12 riguarda la proposta di legge n. 159, che fa riferimento all'utilizzo di materiali e attrezzature sanitarie nei paesi in via di sviluppo. Quindi trattasi di un'importante questione per due differenti motivazioni. Da una parte, una generica importanza dovuta al fatto che qualunque iniziativa rivolta a portare aiuto ai paesi in via di sviluppo può essere giudicata e valutata sicuramente con un apprezzamento positivo. Anche gli organismi internazionali che si sono riuniti negli ultimi tempi hanno posto all'attenzione del loro dibattito la questione di un reale aiuto allo sviluppo dei paesi in difficoltà.
In questa generale valutazione positiva di tutte le iniziative che si ripropongono di andare a limitare il gap esistente tra i Paesi industrializzati - i Paesi sviluppati - e tutta la larga fascia, invece delle nazioni che ancora vivono sotto il livello minimo vitale di dignità umana, e a maggior ragione questa particolare iniziativa, la proposta di legge classificata con il n. 159 deve essere vieppiù apprezzata, perch trattasi di un aiuto finalizzato ad un settore particolarmente delicato, e cioè il settore dell'assistenza sanitaria.
Noi sappiamo che qualunque aiuto all'economia dei Paesi in via di sviluppo è comunque un investimento per i paesi maggiormente industrializzati, in termini di possibilità di crescita di questi ultimi.
Lo è quindi per motivi economici, lo è per motivi umanitari, dato che abbiamo comunque il dovere morale di garantire dei livelli minimi di dignità dell'esistenza a tutta la popolazione mondiale; lo è ancor più quando un intervento come quello proposto da questa proposta di legge è un aiuto incentrato sull'area dell'assistenza sanitaria. La legge in questione prevede una serie di interventi specifici volti a valutare la possibilità di riutilizzo di alcune strutture sanitarie che nel nostro Paese vengono considerate ormai inutili o comunque inutilizzabili per il livello e per i nostri standard, ma che possono essere utilizzati proficuamente, invece all'estero in situazioni di difficoltà.
Per questa ragione, chiediamo convintamene un voto positivo dell'Aula per poter discutere al più presto questa proposta di legge.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Interviene, in senso contrario, il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Sì, Presidente, intervengo per esprimere parere contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta d'inversione all'o.d.g.
rubricata n. 1.
Il Consiglio non approva.
Richiesta d'inversione rubricata n. 2) presentata dai Consiglieri Giovine Lupi, Nicotra e Scanderebech: si richiede, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, l'inversione del punto all'o.d.g. della seduta odierna originariamente contraddistinto dal n. 11 con il punto originariamente contraddistinto dal numero 13.
Ha chiesto di illustrarla il Consigliere Lupi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Questa nuova formulazione che noi proponiamo dell'o.d.g. può essere, a nostro avviso, ottenuta attraverso una semplice modifica dell'o.d.g., e cioè attraverso l'approvazione da parte dell'Aula di un'inversione del punto all'o.d.g. della seduta odierna, originariamente contraddistinto dal n. 11, con il punto all'o.d.g. contraddistinto dal n. 13.
Come nelle giornate precedenti, non posso non sottolineare il fatto che le proposte di legge da noi sollecitate attraverso lo strumento regolamentare del richiamo in Aula previsto dall'articolo 34 del nostro Regolamento interno hanno, come loro scopo, quello di sottolineare l'importanza e la significatività di alcune proposte di legge regionale depositate nel corso della legislatura e che, in questo particolare momento e passaggio politico, riteniamo assumano una particolare valenza e significatività politica.
In particolare, la proposta di legge che sottoponiamo all'attenzione dei colleghi è la proposta di legge regionale n. 300, che è stata presentata il 16 giugno 2006. Il contenuto della legge recita "Tutela e promozione della famiglia", quindi un tema non nuovo, ma sempre particolarmente attuale e interessante, sul quale ovviamente le proposte di legge presentate sono state molteplici. Molte di esse contengono elementi di sicuro interesse. Quello che è mancato, probabilmente, è stato un dibattito in Commissione che potesse confrontare i diversi contenuti di tali proposte di legge e potesse evidenziare sia le particolarità di ciascuna di esse sia i punti comuni che avrebbero potuto portare ad un progetto unico di proposta di legge regionale.
La proposta di legge regionale n. 300 parte con l'articolo 1, in cui i proponenti sottolineano quelle che sono le finalità precipue e gli ambiti di interesse di questo provvedimento. Vengono sottolineati alcuni principi fondamentali, a partire dal comma 2, in cui si ribadisce che la famiglia deve essere intesa come nucleo, ma nello stesso tempo devono essere considerati anche i vincoli di parentela, di adozione, di affinità; deve essere considerata come un nucleo allargato e deve essere sottolineata anche la valenza dei rapporti intergenerazionali. In questo senso, la famiglia diventa un nucleo esteso, un nucleo in cui i rapporti tra i membri di generazioni diverse possono assumere una notevole significatività, per dare un livello qualitativo maggiore alla vita di tutti gli individui che la compongono.
Un altro principio fondamentale che l'articolo 1 sottolinea è quello contenuto nel comma 3 della stessa legge, dove si afferma che la Regione promuove e tutela la famiglia e la considera come una risorsa primaria per la costruzione di un sistema organico e positivo e tramite per incentivare tutta una serie di interventi di politiche sociali.
Dunque, si tratta di una proposta di legge estremamente interessante che noi chiediamo venga collocata con un posizionamento più idoneo all'interno del nostro o.d.g.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

In senso contrario, ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Innanzitutto dico che siamo contrari all'inversione e poi vorrei fare una riflessione (per come la vedo io). Questa notte ho visto un po' di sorrisini alla lettura del quotidiano La Stampa che è arrivata in Aula, in cui comparivano un titolo e un articolo dedicato ad una dichiarazione della Presidente Bresso. Vorrei quindi leggere il comunicato della Presidente Bresso, perché è totalmente differente da quello che scrive La Stampa, che lo ha stravolto completamente. La Stampa dice che la Presidente Presso, in pratica, sollecita e invita i Consiglieri regionali che stanno facendo ostruzionismo a smetterla per approvare la legge elettorale. Vi leggo il comunicato. Siccome ogni tanto io e la Presidente - non sempre, perché io sono uno molto discreto - ci sentiamo, quando ho letto La Stampa ho detto: "Mah...". Mi sono dunque fatto mandare il comunicato dall'Ufficio stampa della Presidenza e vorrei leggere il testo.
Il comunicato della Presidente inviato ai giornali dice questo.
"Da tempo ho sostenuto pubblicamente la necessità di arrivare ad una modifica sostanziale del Regolamento del Consiglio regionale per ridare efficienza ed efficacia ai suoi lavori e permettere che i tempi di funzionamento di un'istituzione così importante siano simili a quelli con cui funziona la nostra società. Solo così il Consiglio potrà rispondere celermente alle domande che vengono dalla Regione.
Per questo ho visto con soddisfazione l'accordo raggiunto tra maggioranza e opposizione per la modifica del Regolamento. Un'intesa che va in quella direzione: da una parte, garantire un'efficace azione di governo dei problemi da parte della maggioranza, dall'altra riconoscere spazi e ruoli all'opposizione, in modo che possa portare alla discussione le sue proposte e le sue posizioni.
L'intesa raggiunta è molto importante, anche perché in un quadro generale in cui il dialogo tra maggioranza e opposizione è molto difficile, in Piemonte si lavora insieme per riscrivere le regole. Mi sembra un fatto politico-istituzionale di un certo peso.
Contro quest'intesa è però in atto, da diversi giorni, un'azione ostruzionistica condotta da soli quattro Consiglieri sui 63 presenti in Consiglio. Se da un lato è comprensibile e legittimo che ogni Consigliere sostenga con decisione le proprie tesi e le porti alla discussione, mi sembra inaccettabile che si arrivi a bloccare il Consiglio per interi giorni e notti, con un atteggiamento strumentale su un tema così importante. È una scelta che danneggia non solo il Consiglio, ma la sua credibilità presso la pubblica opinione, ed è anche per questo che chi la compie si assume una grave responsabilità.
In Consiglio si sta parlando anche di legge elettorale. Le forze che sostengono il nuovo Regolamento hanno avanzato una proposta ai quattro Consiglieri contrari, nella quale viene esplicitata la volontà di arrivare in tempi certi ad una discussione su una nuova legge elettorale che apporti modifiche, come il superamento dell'attuale listino.
un tema delicato che necessita, anche per Statuto, di un'intesa la più larga possibile. Per questo c'è bisogno di tempo e della disponibilità di contributi tecnici che permettano di arrivare ad una nuova legge elettorale, in grado di sopravvivere ad esigenze politiche momentanee. Non si può cambiare ogni sei mesi la legge elettorale. Per questo l'approvazione veloce del nuovo Regolamento permetterebbe di avviare in fretta una discussione seria ed approfondita sulla legge elettorale.
Per questo faccio un appello al senso di responsabilità dei Consiglieri regionali" - ecco l'unica cosa che non approvo, perché la Presidente non ha assistito ai nostri lavori e probabilmente, se lo avesse fatto, non avrebbe scritto questa ultima frase, cioè l'appello al senso di responsabilità "in particolare a coloro che stanno conducendo l'ostruzionismo, affinch permettano finalmente che si arrivi ad un confronto e ad un'approvazione senza intoppi strumentali. È inaccettabile, per il bene dell'istituzione e della nostra Regione, che si tenga sotto scacco un intero Consiglio regionale".
Fate il confronto tra quello che è apparso su La Stampa e questo comunicato. In ogni caso, lunedì mattina la Presidente sarà in Aula e spiegherà a sua viva voce quello che pensa.
Io aggiungo questo: questa notte abbiamo interrotto i lavori perché il Consigliere Burzi ha avanzato una proposta. Naturalmente sono convinto della bontà della nostra azione, cioè arrivare nel più breve tempo possibile all'approvazione del Regolamento. Poiché l'abbiamo scritto in un documento che viene richiamato anche dalla Presidente Bresso, dando tempi certi alla possibile discussione della nuova legge elettorale, credo che sarebbe bene approvare il Regolamento e lunedì costituire questo gruppo di lavoro del Consiglio per iniziare a lavorare sulla proposta di legge elettorale. Tra l'altro, condivido le osservazioni della Presidente, quando dice che la legge elettorale non si scrive in cinque minuti; se si sbaglia qualcosa nella legge elettorale, la si tiene per anni. Noi abbiamo il cosiddetto porcellum e ce lo terremo, visto anche com'è andato il referendum: questa legge elettorale ce la teniamo e ce la terremo per tantissimi anni.
Quindi nel fare la legge elettorale non possiamo sbagliare. Dobbiamo lavorare per fare una buona legge elettorale, come abbiamo lavorato per molti mesi per fare un buon Regolamento, come quello che è in discussione o sarà in discussione nel momento in cui inizieremo a discutere del documento che abbiamo presentato in quest'aula.
Pertanto, approviamo il Regolamento. Abbiamo bisogno di oggi, di lunedì; lunedì insediamo anche il gruppo di lavoro sulla nuova legge elettorale, ma approviamo il Regolamento! Dico questo perché - e finisco Presidente, scusandomi se ho abusato del tempo - questa mattina (mi è già successo anche negli altri giorni, ma questa mattina, chissà perché, ne ho ricevute tre) ho ricevuto tre telefonate di amici e persone che mi chiedevano: "Ma com'è possibile che in un Consiglio regionale, non in un Consiglio comunale, in un Consiglio regionale, con la stragrande maggioranza dei Consiglieri regionali che vogliono fare una cosa, voi siete lì bloccati da quattro giorni?" Tutto ciò è incomprensibile ai cittadini normali! Ecco perché io dico: mettiamo in campo tutta la nostra responsabilità approviamo questo Regolamento; iniziamo a lavorare sulla proposta della nuova legge elettorale. Infine, c'è un detto: "Chi troppo vuole, nulla stringe". Se c'è qualcuno che vuole troppo, alla fine si troverà con un pugno di mosche in mano! Poiché qui ci sono tante persone serie che vogliono lavorare e raggiungere degli obiettivi, allora lavoriamo, sapendo che cosa vogliamo raggiungere: Regolamento e altri obiettivi. Se andiamo in questa direzione, forse portiamo a casa tanti risultati, altrimenti l'impressione è che quest'Aula non porterà a casa nulla.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta d'inversione all'o.d.g. rubricata n. 2.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Statuto - Regolamento

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle considerazioni del Consigliere Muliere relative al comunicato emesso dalla Presidente Bresso e pubblicato dal quotidiano La Stampa il 17 luglio 2009


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Nei due minuti che mi competono sarò velocissimo.
Comunicato della Presidente Bresso: ineccepibile. Non avrei saputo scriverlo meglio. È palese che non l'ho scritto io, perché l'ultima frase non l'avrei appunto scritta.
Intervento del Presidente Muliere: eccellente. Lo condivido dalla prima all'ultima parola.
Programma: inalterato. Era e rimane quello: lo ribadisco per i non capenti.
Piano casa: fatto.
Regolamento: esiste una legge elettorale da noi presentata. Quindi, se qualcuno ha qualcosa da dire, ce lo dica, perché non avremmo modo di dire meglio di quello che abbiamo detto, se non scrivendo la legge elettorale come l'abbiamo proposta. Il Consiglio la può esaminare quando vuole, in qualunque momento: è lì, la nostra.
Conseguenze, perché il Consigliere Muliere ha chiuso con un proverbio "Chi troppo vuole, nulla stringe": condivido. C'è anche il rischio che qualcuno faccia un doppio, triplo, quadruplo gioco. Io ho apprezzato molto il documento che la maggioranza ha scritto e che non è stato, in maniera del tutto legittima, accettato - per ora - dai componenti che stanno facendo ostruzionismo. Quello è un documento che porta idealmente le firme di 59 membri di questo Consiglio, tra cui, evidentemente, ci sono i venti del Gruppo che presiedo, del Gruppo di AN, del Gruppo della Lega, del Gruppo della Libertà. Finché si rimane 59, non si può non ottenere questi risultati, perché sono quelli giusti. Che nessuno si sfili, onde la compattezza diventi un elemento di forza di quest'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Io, ovviamente, condivido l'intervento del Presidente Muliere e l'integrazione del Presidente Burzi. La mia è una richiesta di chiarimento ai colleghi che stanno facendo ostruzionismo. Cioè, non è possibile che, di fronte ad atti concreti come anche la lettura del comunicato stampa della Presidente Bresso, ci sia questo silenzio da parte vostra. Noi vogliamo sapere a che punto è la vostra riflessione. Nulla esiste come immutato e immutabile. Nel dialogo e nel confronto, ovviamente, cambiano le convinzioni, cambiano i punti di osservazione, cambiano anche gli orizzonti a cui si guarda.
Adesso sembra che ci sia una disponibilità grande e una presa di responsabilità, da parte della Presidente Bresso, anche a fare da garante rispetto ad un percorso che la maggioranza vi ha proposto. Ovvero, da parte della Presidente c'è la volontà di andare ad una modifica della legge elettorale, oltre che del Regolamento. A me sembra che adesso tutti i tasselli del puzzle ci siano: basta solo comporlo. Bisogna dare un segnale di buona volontà, cioè smetterla di essere cocciuti; oltre una certa soglia, la cocciutaggine diventa un'altra cosa. Evitiamo! Anche oggi ci sono le condizioni per iniziare un confronto che possa terminare nella giornata di lunedì. Lunedì, quando la Presidente sarà presente, ci darà il suo contributo e dichiarerà il proprio impegno a vigilare sul rispetto degli accordi.
Però partiamo, o quantomeno diteci qualcosa; altrimenti sembra veramente di fare una battaglia contro i mulini a vento, dove voi siete i mulini a vento e, ovviamente, noi continuiamo a prenderci i colpi di pala.
Così non è possibile!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Sull'ordine dei lavori, raccolgo la cortese sollecitazione del Consigliere Robotti.
Parto innanzitutto da una considerazione generale sull'intervento del Consigliere Muliere, che considero assolutamente corretto; nel senso che ha ritenuto di portare una sorta di interpretazione autentica di quello che era stato un messaggio da parte della Presidente, ravvisando il fatto che fosse riportata su un importante giornale cittadino un'informazione non perfettamente coincidente con quella che era invece la volontà della Presidente. È stato importante portare il documento reale con le parole originali della Presidente per una chiarezza, anche comunicativa all'interno dell'Aula. Quindi - ripeto - è stato sicuramente un intervento importante, che ha fatto chiarezza.
Devo però dire - ed è questo l'aspetto che noi valutiamo positivamente da un punto di vista dell'interpretazione politica - che la Presidente sottolinea l'importanza di una questione che noi abbiamo riproposto con forza, e cioè l'importanza dell'approvazione non solo del Regolamento, ma anche di una modifica della legge elettorale. Nel suo documento la Presidente afferma che è importante modificare anche la legge elettorale e noi apprezziamo questa sua sottolineatura.
Altrettanto giustamente e altrettanto opportunamente, con molta precisione di esposizione, il Presidente Muliere ha sostenuto il fatto che per fare una buona legge elettorale - e naturalmente se, come Consiglio, ci accingiamo a cercare di approvare un provvedimento così importante come la legge elettorale, che poi non può essere rimesso in discussione immediatamente dopo la sua approvazione (si spera) - sono necessarie delle riflessioni, è necessario un minimo di tempo di confronto. Io sono d'accordo su quest'affermazione, nel senso che una legge elettorale è costituita anche da una serie di precisazioni tecniche che vanno valutate con molta attenzione, che vanno sottoposte a simulazione, che vanno interpretate in proiezione futura. Quindi è giusto che ci sia la richiesta e la necessità di prendere in considerazione con molta attenzione le specificità della nuova legge elettorale.
Quello che sosteniamo è però che, se è opportuno probabilmente aspettare qualche giorno - so di un'importante riunione della prossima settimana del maggiore partito di maggioranza che dovrà affrontare, nella sua struttura regionale, i temi della legge elettorale, quindi questo ci dice che probabilmente sono necessari alcuni giorni per addivenire a una valutazione complessiva sulla legge elettorale - se è vero che la legge elettorale non può essere immediatamente approvata perché giustamente si tratta anche di sviluppare una serie di mediazioni, di confronti probabilmente di trovare un punto di equilibrio complessivo non così immediato, quello che sosteniamo noi di fronte a questa condivisione è che se l'approvazione, pur necessaria, del nuovo Regolamento ha necessitato un tempo di attesa di circa 19 anni, penso che qualche giorno possa essere dedicato ad arrivare a una soluzione anche sulla legge elettorale e che a questa esigenza possano essere concessi alcuni giorni.
Tanto per intenderci, non penso che le sorti dell'umanità intera siano legate all'approvazione immediata del nuovo Regolamento. Abbiamo vissuto in pace per oltre quarant'anni con questo Regolamento. Pur condividendo il fatto che è giunto il tempo di una sua modifica per moltissimi motivi, e credo che l'intero Consiglio regionale condivida il fatto che detto Regolamento debba essere modificato, ma prendendo in considerazione che abbiamo vissuto per quarant'anni con questo Regolamento e non esiste questa tremenda urgenza di addivenire immediatamente a una sua modifica, potremmo avere la capacità politica di attendere qualche giorno per definire il quadro complessivo sulla legge elettorale e, dopo questa paziente attesa prima della fine della sessione estiva, potremmo chiudere in pace tutta la discussione.
Se poi, per spirito di produttività dell'Aula, in questi giorni di attesa volessimo cominciare a lavorare sul collegato alla finanziaria probabilmente daremmo un segnale positivo di operatività, mentre aspettiamo di riuscire a definire le finalità della nuova legge elettorale; ripeto: potremmo dare un segnale positivo anche nei confronti dell'opinione pubblica, mettendoci nel frattempo a lavorare sul collegato alla finanziaria, nell'attesa che i problemi complessivi legati a modifica del Regolamento e modifica della legge elettorale possano essere portati a termine.
Mi sembra una proposta costruttiva, una proposta che ci darebbe la possibilità di lavorare in modo positivo e che noi speriamo possa essere quantomeno presa in considerazione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il collega Travaglini; ne ha facoltà.



TRAVAGLINI Marco

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione l'intervento del Consigliere Lupi. Credo però che il primo segnale di operatività di questo Consiglio - perché c'è una sequenza logica delle nostre azioni - stia nell'approvare il Regolamento. Non si può, considerato che da quarant'anni quest'assise legislativa lavora con un Regolamento che tutti ritengono ormai superato dai tempi, andare avanti ancora in questo modo: noi pensiamo che sia giunto il momento. Abbiamo lavorato. Al di là del fatto che in Giunta il Regolamento si sia discusso per molto tempo per questioni a volte procedurali, su questioni più tattiche, su posizionamenti più di natura politica, molti colleghi hanno lavorato e discusso anche nel merito e si è stabilito un quadro largamente condiviso. Mi sembra di capire che, persino da parte di chi oggi contesta con l'ostruzionismo la possibilità immediata di approvare il nuovo Regolamento, nel merito dei temi non ci sia un'opposizione ostativa tale da giustificare, se non per altre note questioni, un giudizio negativo o di contrarietà sul Regolamento.
Pertanto, poiché occorre sempre, anche con estrema franchezza, sapere ciò che si fa, mi sembra che il Presidente del mio Gruppo abbia detto con estrema chiarezza qual è la sequenza logica delle azioni e degli impegni che quest'Assemblea può assumersi sotto il profilo politico. Sicuramente in testa all'agenda, c'è - e non può che essere così - l'approvazione del Regolamento.
Non entro nel merito della questione, perché l'abbiamo già fatto durante queste estenuanti sedute diurne e notturne. Abbiamo avuto numerose occasioni per introdurre anche elementi di merito sul Regolamento, e non voglio riprenderli. Però, sicuramente, se quest'Assemblea avrà la voglia e avrà la responsabilità di entrare nel merito, potremmo scoprire che non ci sono solo differenze, ma ci sono consensi e anche una comune consapevolezza del vantaggio che può avere quest'Assemblea con un Regolamento nuovo, che garantisce chi governa, ma garantisce ancora di più le prerogative di chi dissente o si trova all'opposizione. Questo Regolamento ha comunque un comune denominatore, ed è una più forte e più ricca democrazia. Se vogliamo costruire delle ragioni per lavorare meglio e far valere di più le nostre opinioni in questa sede legislativa, credo che lo strumento principale sia quello. Poi ci sono gli altri passaggi, ma quello è il primo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Ho apprezzato molto l'intervento del collega Travaglini che, come al solito, è svizzero e preciso; ha spiegato la questione del Regolamento in maniera apprezzabile.
Invece, vorrei ricordare al collega Lupi un fatto di cronaca di questi giorni. Lei, fortunatamente, non fa il direttore di banca e io non faccio il panettiere. Però, credo che le ragioni che hanno portato a quell'atto gravissimo possano risiedere nell'atteggiamento di un direttore di banca molto simile al suo.



(Commenti in aula)



ROBOTTI Luca

No, no, no: io sono il panettiere. Non è possibile che da giorni noi vi chiediamo una risposta e voi continuiate a dirci sempre esattamente la stessa cosa.
Noi continuiamo a fare passi verso di voi e voi siete inamovibili, come l'Arma dei Carabinieri, il cui motto è "Nei secoli fedele". Non avete cambiato la vostra posizione di un millimetro; è inutile che lei dica: "Io apprezzo il comunicato stampa della Presidente Bresso, apprezzo la disponibilità..." e poi chiuda, dicendo: "Beh, fermiamo la discussione affrontiamo queste altre due questioni e votiamo insieme".
Quella cosa lì non esiste! È un film che vedete solo voi! La massima carica di questa Regione, sostanzialmente, ha detto alla sua maggioranza: "Garantitegli la legge elettorale". Nei fatti è accaduto questo: vi ha incontrati ed ha incontrato anche lei, collega, che adesso andrà nel Coordinamento regionale del PdL, se non sbaglio. Vi ha incontrati e si è aperta un'interlocuzione: non mi sbaglio, collega Lupi? Quindi, siamo arrivati a questi momenti così straordinariamente strani, stravaganti ed italiani, molto italiani.
E di fronte a questo quadro voi ci ripetete la messa esattamente come vi hanno insegnato al seminario. Ma dal seminario si esce, si va nelle campagne, nelle città e nei quartieri dove, di volta in volta, si comprendono le reali dinamiche. Voi, niente! Zero! Noi, oggettivamente, siamo stati quelli più disponibili a lavorare in tutte le direzioni. Io ero uno di quelli che diceva: "Legge elettorale mai!", e per questo ancora adesso il collega Manolino m'insulta, ogni volta che ci vediamo al bar mi riempie di nomi e mi dice che non sono una persona che mantiene la parola. Io sono uno che mantiene la parola, però mi rendo conto che, a volte, bisogna fare dei passi per trovare delle soluzioni.
Siamo tutti pronti e disponibili a trovare delle soluzioni, ma da parte vostra deve esserci una disponibilità. Invece: niente! Zero! Siamo fermi qui, ancora un'altra giornata. Lunedì mattina la passeremo a parlare con la Presidente Bresso; in seguito lavoreremo un paio d'ore nel pomeriggio per poi interrompere, in modo da consentire ai colleghi del PD di svolgere la Direzione regionale. In questo modo arriviamo a martedì. E martedì ricominceremo.
Nel frattempo, il gruppo di lavoro sulla legge elettorale non si è costituito; da parte vostra non è arrivato niente di scritto che ci dica come accidenti volete questa legge elettorale. Infatti, oltre a chiederle le cose bisogna anche impegnarsi un minimo a studiarle e ad avanzare una proposta. Adesso in campo c'è una proposta del PdL ed immagino che probabilmente anche il Gruppo del PD ne presenterà una nei prossimi giorni il collega Comella ed io stiamo lavorando per predisporre una nostra proposta di legge elettorale.
Santo Cielo! Presentateci qualcosa di scritto per capire quali sono le vostre idee e quali sono le vostre soluzioni! Oppure sono solo le cose che avete scritto in quel documento? Consigliere Lupi, mi rivolgo direttamente a lei e le chiedo: "Sono solo le cose che avete scritto in quel documento"? Cioè, tutta la legge elettorale si riconduce a quelle tre questioni: firme...



(Commenti del Consigliere Lupi)



ROBOTTI Luca

Sì, sono importanti, quindi perché non vi applicate a scrivere, a stendere, a redigere una proposta di legge complessiva sul tema della legge elettorale? Perché non permettete ad uno "scemo" come me di poter capire cosa pensate? Quanto meno, decidiamo oggi e discutiamo della costituzione di questo gruppo di lavoro, ma costituiamolo! Iniziamo a discutere di questo, per blocchiamo l'ostruzionismo e contestualmente discutiamo anche di Regolamento. Iniziamo la discussione sul Regolamento! Quanti articoli ha il Regolamento? Qualcuno me lo ricorda? Sessanta? Mi dicono che è una delibera, quindi si tratta di un'unica votazione.
Iniziamo a discutere del Regolamento. Diteci qualcosa in questa direzione, fate qualcosa. Faccio come fa il collega Scanderebech: "È una cosa importante: diteci qualcosa!" Collega Scanderebech, dite qualcosa anche voi! Così come ci "frantumate gli zibidei" e ci dite sempre: "Diteci qualcosa!" Per una volta lo diciamo noi a voi: "Diteci qualcosa!" Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Raccolgo ancora la costruttiva sollecitazione del collega Robotti facendo però mia la considerazione che, dall'inizio di questo dibattito, a mio modesto avviso, una serie di passi avanti sono stati fatti, nel senso che ...



LUPI Maurizio

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



LUPI Maurizio

Noi li abbiamo fatti!



LUPI Maurizio

Prendo nota del fatto che da parte vostra indubbiamente vi è stato uno sforzo politico notevole per cercare di addivenire ad una soluzione positiva.
Noi crediamo di essere stati, nel nostro posizionamento sulla trattativa, molto onesti, molto chiari e di aver sempre giocato correttamente fin dal primo giorno.
Già durante gli interventi ostruzionistici del primo giorno, ho cominciato a ripetere in maniera ossessiva quelle che erano le nostre posizioni, che non erano posizioni finalizzate ad una trattativa, nel senso di partire da cento per ottenere cinquanta, o quaranta; era veramente un posizionamento onesto di chi si poneva nei confronti del dibattito consiliare in maniera totalmente sincera. Abbiamo ribadito alcuni valori per noi fondamentali, che fanno riferimento al patrimonio della tradizione del proporzionalismo italiano e che sentiamo appartenerci in maniera totalizzante. Si tratta di questioni su cui è difficile trattare, nel senso che o veramente una legge elettorale ha un'ispirazione concretamente proporzionalista o, secondo noi, non svolge quella funzione di tramite tra il corpo elettorale e la sua effettiva rappresentanza.
D'altra parte, il dibattito ricco di tensioni e polemiche che c'è stato nel nostro Paese sulle questioni inerenti alla legge elettorale e agli sbarramenti - pensiamo alle fortissime polemiche che abbiamo registrato in occasione dell'approvazione della legge per il Parlamento europeo - è indicativo dell'effettiva esistenza, all'interno del panorama politico italiano, di sensibilità e di forze che sono ancora convintamente legate ai valori del proporzionalismo. Noi non abbiamo neanche la possibilità di rinnegare queste posizioni: sarebbe come rinnegare noi stessi, sarebbe come dicevo ieri in un intervento - rinunciare a recuperare quei due scudetti che ci sono stati rubati, o rinunciare ad una precisa identità, per esempio, sportiva o di appartenenza, magari etnica o culturale.
Da questo punto di vista, difficilmente e con tutta la buona volontà si può fare un passo in direzione della vostra proposta, per esempio rinunciando a quella parte della nostra proposta scritta che faceva riferimento alla possibilità, per il singolo Consigliere regionale, di poter presentare liste in esenzione. Invece, su elementi di buon senso credo che ci sia la massima disponibilità, per cui consideriamo pure di poter rinunciare, per esempio, a quel tipo di richiesta, che tra l'altro noi abbiamo scritto.
Dal punto di vista della concretizzazione, in realtà le nostre proposte sono estremamente semplici, perché l'abolizione degli sbarramenti si ottiene semplicemente con l'abolizione di un articolo della legge elettorale attuale, l'articolo 7: se noi aboliamo l'articolo 7 dell'attuale legge elettorale, immediatamente gli sbarramenti scompaiono dall'architettura della legge elettorale e non esistono più. Al limite, si può discutere - noi siamo per l'abolizione completa di questi sbarramenti ed è possibile che in una dialettica di confronto si possa arrivare ipotizzo - ad una soluzione di mediazione. Secondo me, dal punto di vista comunicativo, è molto meglio dire "aboliamo gli sbarramenti" piuttosto che ridurli, operazione in cui si dà l'impressione di andare in controtendenza rispetto alla volontà di una serie di forze politiche maggioritarie.
La questione dell'esenzione delle firme è una disposizione presente già oggi in cinque Regioni italiane, quindi non ha niente di particolarmente innovativo, di particolarmente dubbio giuridicamente parlando, perché già in cinque Regioni italiane i Gruppi costituiti nei rispettivi Consigli regionali hanno il diritto di presentare le proprie liste con l'esenzione delle firme. Tra l'altro, questo comporta anche un alleggerimento del lavoro amministrativo, perché i costi che i Comuni devono affrontare per far fronte a questi passaggi organizzativi sono notevoli; quindi alleggerire il lavoro delle Amministrazioni comunali, soprattutto quello per le forze politiche che hanno già dimostrato in passato di avere una rappresentanza politica, può essere utile.
L'ultima considerazione è sulla questione dei tempi. Come ho già detto prima, non credo che ci sia veramente nessuno che possa smentire questo fatto: noi abbiamo da quarant'anni un Regolamento e ne abbiamo condiviso il giudizio; personalmente, come giudizio storico, do un giudizio positivo di questo Regolamento. Posso condividere il fatto che oggi ci si trovi davanti alla necessità di cambiarlo, ma nessuno potrà mai convincermi che esiste un'urgenza assoluta, dopo quarant'anni, visto che il Regolamento in vigore ha permesso sempre a tutti di poter governare. Allora, cambiamolo...



(Commenti in aula)



LUPI Maurizio

Ma certo, sono d'accordo. Cambiamolo! Ma non siamo di fronte ad un'istituzione in fin di vita; non siamo nella Repubblica di Weimar, in cui è necessario arrivare ad un cambiamento del sistema democratico, altrimenti da un giorno all'altro crolla l'istituzione! Anche se il Consiglio regionale per una settimana ha ancora il vecchio Regolamento, non penso che sia un disastro planetario. Ecco, se qualcuno pensa di poterci convincere che il ritardo nel cambio del Regolamento costituisca un disastro planetario, evidentemente ci trova su posizioni opposte.
Pertanto, abbiamo la massima disponibilità...



(Commenti in aula)



LUPI Maurizio

Ma sì, credo che in politica si possa vincere...



LUPI Maurizio

TURIGLIATTO Mariano (fuori microfono)



LUPI Maurizio

Non hai il diritto di degradare così la politica!



PRESIDENTE

Per cortesia! Per cortesia! Collega Turigliatto, per cortesia! Adesso ha la parola il collega Lupi.
La prego di terminare, il tempo è scaduto.
Collega Turigliatto, per cortesia, lei non può...
Collega Lupi, chiuda il suo intervento, per cortesia!



LUPI Maurizio

Quello che volevo esprimere è che in politica si può anche vincere portare a casa un risultato, avendo la capacità e non la pretesa di stravincere. Cos'è importante, per voi? Portare a casa il risultato del Regolamento? E allora cerchiamo di portarlo a casa, cercando...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Collega Lupi, grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.
Collega Robotti, per cortesia!



TURIGLIATTO Mariano

Nei due minuti a disposizione per intervenire sull'ordine dei lavori voglio esclusivamente segnalare che il solo fatto che si viva questa situazione di degrado personale e dell'istituzione per effetto di un'azione politica - io non so se legittima o illegittima, non me ne importa nulla è di per sé il segno che c'è qualcosa che non va e bisogna metterci mano.
Primo. Lo sai benissimo quali sono le mie posizioni, però, se te lo dico con questo tono è perché c'è un motivo, perché io non parlo mai con le persone in questo modo e non interrompo mai i colleghi quando parlano.
Seconda questione. Ci sono stati altri momenti di ostruzionismo, ma si capiva che cosa volevano gli interlocutori. In quei casi, anche se il negoziato conteneva forti elementi di conflitto, alla fine però tu sapevi cosa voleva l'altro, e il resistere o il concederti dipendeva dagli esiti dalle modalità, dai ragionamenti politici che ti portavano a cercare di concludere, quando ritenevi di farlo, la trattativa.
Voi, nel corso di questi quattro giorni, siete diventati inaffidabili! Ma non inaffidabili politicamente, che sarebbe, secondo me, una virtù, non un difetto. Siete diventati inaffidabili sul piano della parola: cioè, dopo che uno ha detto una cosa, tu cinque minuti dopo non ci credi già più perché è già un'altra cosa! questo, Maurizio Lupi - chiedo scusa se ti ho chiamato per nome - che non funziona! È questo che spinge anche gente come me a ribellarsi. Se io devo stare qua dentro per mesi e mesi, perché c'è qualcuno che sta conducendo una battaglia che mi fa girare le scatole, ma che ha un suo fondamento, pazienza: mi attrezzo, mi porto il computer, i giochini, cioè faccio le cose che stiamo facendo tutti quanti. Ma il problema è che noi qui stiamo diventando veramente il famoso bivacco di manipoli: è questo che voi dovete capire! E più voi fate così, più porterete a casa niente: questo è il fatto. Voi avevate in mano una splendida carta, e ve l'abbiamo scritta noi: non avete neanche dovuto fare la fatica di scriverla, caro Lupi! (Commenti in aula)



TURIGLIATTO Mariano

Niente, neanche così! Allora, lo volete capire o no che siamo inchiodati sul Regolamento e che questo Regolamento, in un modo o in un altro, deve uscire da quest'Aula? Se questo Regolamento non esce da qua, voi progressivamente perderete tutte quelle poche o tante cose attaccate a questo Regolamento e che abbiamo appeso. Allora, non so come diavolo farvelo capire diversamente però è evidente che voi non dovete superare il limite oltre il quale io mi sento un criminale a venire qui dentro, a giocare con i miei giochini per passare il tempo tutta la notte, perché se tu mi porti a quel punto lì poi, andiamo oltre la politica, non è più una questione di battaglia politica: diventa davvero una questione di salvaguardia della dignità del posto dove si sta, che non può essere ridotto ad una stalla! Tutto qua! E se voi non capite in fretta questa roba qua e quindi si partorisce insieme se ritenete, una soluzione, le cose degenereranno sempre di più!



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

Grazie, consigliere Turigliatto.
Colleghi, per cortesia.
Allora, al momento ho iscritti a parlare i Consiglieri Reschigna Larizza, Vignale, se non ho dimenticato nessuno, Robotti e poi gli altri a seguire.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Credo che lettura fatta questa mattina del comunicato stampa della Presidente Bresso, nel quale noi ci riconosciamo integralmente, e l'intervento reso in aula dal nostro Presidente di Gruppo, nel quale noi ci riconosciamo integralmente, abbiano rappresentato un punto fermo in una vicenda che dire farsesca è dire poco.
Io non credo che in politica contino i richiami agli affetti e neanche i richiami ai comportamenti etici e morali. In politica contano i fatti. E allora, sotto quest'aspetto, vorrei partire da una riflessione molto banale, molto semplice, molto immediata che ha fatto il nostro Presidente Rocchino Muliere: chi troppo vuole, nulla prende. Che cosa vuol dire Consigliere Lupi, Consigliere Nicotra, Consigliere Giovine, Consigliere Scanderebech? Significa sostanzialmente che in una condizione politica nella la quale noi ci troviamo, verso la fine della legislatura, in una condizione politica che rende possibile sia per il centrodestra, sia per il centrosinistra, poter vincere le prossime elezioni regionali, il centrodestra e il centrosinistra hanno deciso di ridisegnare le regole del funzionamento del Consiglio regionale. E hanno deciso di farlo assieme assumendosi le responsabilità di darsi uno strumento che garantisca la capacità e la possibilità di governo e garantisca il ruolo della forza dell'opposizione. In questo contesto si è prodotto il lavoro che è stato portato avanti, con accelerazioni molto diverse durante questi anni, ma che oggi è nelle condizioni di poter produrre un risultato importante per la comunità piemontese, per il prestigio dell'Istituzione, per la capacità di quest'Istituzione di poter corrispondere ai bisogni della comunità locale.
In questo scenario voi vi siete inseriti, esercitando un'operazione di ricatto politico, che è quella di dire: se l'interesse, in una condizione d'incertezza rispetto al risultato elettorale futuro, di centrodestra o di centrosinistra, è quello di ridisegnare le regole per dare funzionalità a quest'Istituzione e avete colto che c'era passione, forza, convinzione da parte del centrodestra e del centrosinistra, voi vi siete inseriti per introdurre un tema che è tutto di vostro interesse e che può essere anche d'interesse più ampio della comunità piemontese, che è quello della riforma elettorale. Lo avete fatto esercitando un ricatto, convinti sostanzialmente che ad un certo punto centrodestra e centrosinistra sarebbero crollati nei confronti della vostra azione. Credo che il comunicato della Presidente Bresso e quanto stamattina in Aula autorevoli Presidenti di Gruppi hanno detto dimostrano sostanzialmente una cosa: che un conto è esercitare una responsabilità, un conto è non essere disponibili a subire un ricatto. E allora, cari Consiglieri, v'invito ad immaginare anche una possibile uscita da questa situazione. E cioè - a fronte di una possibilità che assieme si ridisegnino le regole di funzionamento del Consiglio regionale, e che assieme si ridisegni una legge elettorale capace di corrispondere alle diverse sensibilità che sono in campo - quella di un terzo scenario: che non si faccia né l'uno, né l'altro. Questo dev'essere chiaro, avendo una consapevolezza: che per noi, complessivamente 59 Consiglieri regionali sarebbe una sconfitta non fare il Regolamento, perché riteniamo in questo Regolamento di non metterci delle questioni nostre di parte, ma di aver lavorato per il funzionamento della Regione; ma per voi, ottenere delle serrande chiuse sulla revisione della legge elettorale vuol dire qualche cosa rispetto alla quale abbiamo capito tutti, in questi giorni, per che cosa vi state battendo: per la vostra sopravvivenza! A voi capire se si pu ritornare a ragionare in quest'Istituzione o se, alla fine, non si prende proprio niente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Ha chiesto la parola il Consigliere Larizza; ne ha facoltà.



LARIZZA Rocco

Io, come molti di voi, sto seguendo stancamente questi lavori del nostro Consiglio e vi confesso che ogni tanto anch'io sono preso un po' dallo sconforto: nel senso che non si capisce se siamo in grado di arrivare ad una conclusione.
Ho preso la parola non perché abbia da dire cose più importanti di quelle che sono state dette precedentemente questa mattina, a partire da quelle dette dal mio Capogruppo e da quelli che mi hanno adesso preceduto.
Però ho preso la parola per dire una cosa: dire che, se un Regolamento per quarant'anni ci ha consentito di andare avanti, significa, tutto sommato che non dipende tutto da esso mi fa un po' preoccupare, perché ci dicono che la società va avanti veloce; figuratevi cos'è cambiato da quarant'anni! Faccio solo un esempio: un Regolamento di questo tipo, che può impedire al Consiglio regionale di funzionare, come dimostrano questi giorni, negli anni '70 poteva avere una sua ragione perché il sistema politico aveva un'altra impostazione e ogni tanto si faceva ricorso all'uso dell'ostruzionismo. Ricordo la storia di un partito politico che è stato sempre all'opposizione, praticamente, salvo qualche breve parentesi, e nella storia della Repubblica ha fatto - giusto o sbagliato nel merito l'ostruzionismo in settant'anni di vita tre volte: tre volte, non so se sono stato chiaro! E riguardava i rapporti internazionali e il Patto Atlantico, una legge elettorale che allora aveva una certo significato oggi ci farebbe ridere, una legge di quel genere lì - e una questione di carattere sociale come la scala mobile. Io non do un giudizio nel merito ma questo è quello che è avvenuto. Ma qui ogni cosa è un pretesto. Allora un Regolamento che è utilizzato solo per impedire agli altri di fare, ma che non si può utilizzare per proporre qualcosa d'intelligente, è un Regolamento che è contro gli interessi della comunità che noi rappresentiamo.
Noi rivendichiamo sempre il ruolo del Consiglio: ma un Consiglio che è incapace di decidere non potrà che avere un ruolo sempre meno importante.
Allora, queste cose sono state dette da tutti e vorrei concludere con una considerazione. Noi siamo chiusi qua dentro, però leggiamo i giornali ognuno di noi delle notizie che arrivano si fa delle idee. Vi confesso che alcune notizie su come si va organizzando questo Paese, sulle spinte che ci sono al Nord e le spinte che ci sono al Sud, mi fanno pensare ad un qualcosa che potrebbe portarci, in tempi non troppo lontani, ad una degenerazione davvero difficile e ingovernabile.
Ora, se nel nostro piccolo c'è stato un momento di lucidità istituzionale e forze di maggioranza e d'opposizione hanno capito che cambiare il Regolamento era un piccolo segnale in controtendenza, che fa delle istituzioni il bene comune attorno al quale tutti lavoriamo, credo che tutti i Consiglieri dovrebbero prendere quest'elemento in modo positivo e ognuno dovrebbe portare il proprio contributo. Essendoci stata una discussione ed essendoci anche l'impegno ad affrontare anche altri aspetti della nostra vita istituzionale come la legge elettorale, penso che un po' di buon senso ci aiuterebbe tutti a fare almeno una cosa positiva, che non è ascrivibile né alla maggioranza né all'opposizione, ma alla capacità di questo Consiglio regionale di saper pensare nell'interesse generale.
Guardate che questo sarebbe sicuramente apprezzato e andrebbe a vantaggio della politica, che oggi viene vista molto lontana dai cittadini.
Spero che uno sforzo in questa direzione lo possiamo fare tutti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Larizza.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Devo dire che non so quanto gli interventi, pur apprezzabili e condivisibili dei colleghi di maggioranza e di minoranza, possono essere oggi utili, se non per il verbale, in una discussione importante, perch stiamo affrontando un momento nodale di questa legislatura, cioè la volontà di modificare il Regolamento. Credo che rischino d'essere inutili, almeno oggi, le nostre parole perché questa, oltre ad essere un'istituzione, è un parlamento, è un luogo in cui si fa politica; e la politica è fatta di scelte, è fatta anche di mediazione, è fatta di capacità di leggere le esigenze di una società. Noi qua siamo fuori dalla politica, ha ragione il collega Turigliatto: con la scelta che i quattro Consiglieri hanno fatto siamo in un ambito che è assolutamente estraneo alla vita politica. Non c'è nulla, in questa battaglia, che abbia un significato politico. E, badate io non contesto l'aspetto dell'ostruzionismo. Il nostro Gruppo consiliare in alcune occasioni, credo due o tre - ricordo il Piano Socio Sanitario cioè due o tre momenti in cui si affrontavano provvedimenti normativi importanti - ha utilizzato questo sistema, non certo con questa determinazione, anche in termini di tempo. ovviamente non perché non se ne abbia la capacità, perché il nostro Gruppo consiliare è certamente più presente dei quattro Consiglieri che oggi stanno facendo ostruzionismo. Se una cosa li contraddistingue verosimilmente è quella dell'assenza dai lavori del Consiglio, non quella dell'apposizione della firma, ma certamente dell'assenza dai lavori del Consiglio.
E allora, quando si è fuori dalla vita politica, che è anche quella che comporta la possibilità di mediazione, la possibilità di rivendicare alcuni aspetti legittimi, anche per la tutela delle formazioni minori, che oggi la legge garantisce ampiamente - perché, se in coalizione, sono ampiamente garantite, nel senso che non c'è neanche lo sbarramento - non si ottiene niente; non soltanto perché in qualche modo si fa un lavoro defatigante nei confronti della grande maggioranza del Consiglio, ma quando si è fuori dalla politica si è fuori dal gioco. Come se in una partita di calcio una squadra affrontasse un'altra squadra che pratica un altro sport. Non si gioca e se non si gioca non c'è né un vincitore né uno sconfitto: si torna a casa, cioè, non si sta più in campo, si torna tutti a casa. Ed è quello che si rischia seriamente di fare. Facendo cosa? Non modificando un Regolamento che è desueto, ma non soltanto per l'aspetto che quattro Consiglieri possono tener paralizzata un'Aula - anche con il Regolamento che è stato presentato c'è la possibilità di tenere bloccata una Commissione o un'Aula, bisogna però lavorare di più: non è sufficiente fare le inversioni; allora quello è già un discrimine credo importante - ma anche per ciò che riguarda la legge elettorale.
Allora deve essere chiaro, per ciò che riguarda, ovviamente, il nostro Gruppo consiliare, che c'è un percorso che prevede l'approvazione del Regolamento e la discussione e l'approvazione di una nuova legge elettorale, che funziona proprio con questa modalità temporale, prima l'uno e poi l'altra; senza l'uno non c'è l'altra. Dopodiché è evidente che se qualcuno preferisce mantenere tutto com'è nella speranza di avere poi una soluzione, questa è una scelta che farà.
Io non rivesto ruoli istituzionali all'interno del partito che in parte rappresento, cioè il PdL; mi auguro solo che il PdL nei confronti del collega Lupi - perché è l'unico che ne fa parte - ma anche nei confronti d'altri colleghi, come il collega Giovine e il collega Nicotra, che rappresentano partiti che sono andati in coalizione, alle scorse elezioni con il centrodestra, faccia di questa attività un discrimine rispetto alla possibilità di coalizione. Perché è vero che è importante vincere le elezioni regionali, ma credo che sia importante vincerle con persone con le quali vale la pena fare un tratto di strada. E credo che questo sia il discrimine. E noi faremo il possibile perché questo discrimine - visto che le elezioni sono fra non molti mesi e le coalizioni si decideranno fra non molti mesi - sia un aspetto determinante rispetto alle coalizioni che si andranno a costituire.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti che ha già parlato, quindi presumo sull'ordine dei lavori; non lo vedo, quindi possiamo passare al Consigliere Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Riccardo

Grazie, Presidente. Mi dispiace che non ci sia il Consigliere Robotti in Aula, perché volevo partire da...
Ah, eccolo qua! Bene, bene. Volevo partire da alcune affermazioni anche simpatiche, che aveva fatto in questi ultimi giorni il Consigliere Robotti. Il Consigliere Robotti l'altra notte - non mi ricordo più se erano le tre o le quattro - ci ha tenuto a precisare che lui era leninista e che non si autodefiniva un non violento; oggi ci ha detto che si metteva nei panni di un panettiere: tutte cose che vanno bene. La cosa che però mi suona un po' strana è quando, oltre al non violento, al leninista, al panettiere, si vuol mettere anche nei panni del prete e ci spiega cosa fa il prete quando esce dal seminario. Ci sembrava che queste caratteristiche ultime in questo Consiglio le potesse rivendicare qualcun altro. Però va tutto bene, quindi non è un problema.



NICOTRA Riccardo

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



NICOTRA Riccardo

Anche Stalin era stato in seminario.



NICOTRA Riccardo

Ma non era un prete, però.



PRESIDENTE

Collega Robotti! Abbia pazienza! Mi scusi, Consigliere, l'ho chiamata perché era il suo turno e lei non c'era; ho dovuto passare al collega Nicotra. Quindi non interrompa il Consigliere che parla: quando toccherà a lei, dirà quello che ritiene.
Prego, Consigliere Nicotra.



NICOTRA Riccardo

Detto questo, volevo un po' riassumere l'andamento dei lavori di questo Consiglio. Alle ore 14.30 di oggi saranno quattro giorni che stiamo discutendo di almeno tre problemi importantissimi: il Regolamento, la legge elettorale, il collegato alla finanziaria. Ancora non sono finiti quattro giorni e si grida allo scandalo perché non ci sono votazioni di merito ancora, su queste tre faccende. Io non sto a ripetere quanto ha detto il Consigliere Lupi - quarant'anni, diciotto anni, quindici anni - perch insomma, sono cose che tutti, o quasi tutti, conosciamo, ma devo entrare proprio nel merito dei discorsi: se questi quattro giorni sono stati utili o no, se è vero com'è vero che negli ultimi mesi su argomenti come la riforma elettorale e il Regolamento si chiacchierava, si discuteva, si presentavano proposte, da parte di qualcuno, ma non si è mai arrivati ad un'unità di intenti nel tentare di risolvere questi problemi.
Credo che in questi quattro giorni questa unità di intenti è stata totalmente ribadita, da parte di tutti, per lo meno dei molti che sono intervenuti; sia per quanto riguarda il Regolamento, sia per quanto riguarda la legge elettorale. Sono stati fatti molti passi avanti, siamo tutti d'accordo su questi argomenti in quest'aula, in soli quattro giorni.
Non voglio parlare degli anni passati, ma dei mesi sicuramente. E quindi ritengo che il Consiglio ha lavorato non bene, benissimo, se su questi due argomenti c'è un'unità di intenti, come sembra, così larga. E non sono d'accordo quando il Consigliere Robotti dice, su quelle proposte che noi abbiamo letto in Aula: "Sono solo queste le cose che chiedete?" Ecco, è questo uno dei punti di grande differenza fra noi e chi la pensa come il collega Robotti: che quei punti che lui definisce in questo modo per noi sono di vitale importanza, perché noi vogliamo mettere in condizione il cittadino, che intende candidarsi a far parte dell'Ente Consiglio regionale, a non dovere sottostare ad una serie di forche caudini che anche l'attuale legge prevede.



NICOTRA Riccardo

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



NICOTRA Riccardo

Caudine!



NICOTRA Riccardo

Caudine. Il collega è anche insegnante: maestro, panettiere, leninista prete, ecc. ecc. Allora, spiego quali, perché l'abbiamo dette molte, molte volte in questi giorni! Evidentemente qualcuno non vuole sentire queste argomentazioni, le voglio ripetere. Se un cittadino del Piemonte si vuole candidare a Consigliere regionale, oggi, è costretto a mettersi d'accordo con i grandi raggruppamenti di destra o di sinistra perché, se fa così con lo 0.8-0.9 viene premiato e potrebbe diventare Consigliere regionale; se invece non va in progressione nei due raggruppamenti, il cittadino del Piemonte - non il Consigliere - allora ha bisogno di quattro volte quei voti, per venire in Consiglio regionale: quattro volte, perché se lui non prende il 3% sta a casa, il cittadino del Piemonte, a prescindere dalle sue idee politiche. Quindi è una battaglia di libertà, quella che noi proponiamo, di maggiore garanzie ai nostri concittadini del Piemonte. Altro che "queste piccolezze"! questo uno dei motivi fondamentali per cui noi rivendichiamo di discutere insieme queste modifiche. Non si tratta di altro perché, come tutti voi mi insegnate, per i partiti piccoli come il mio, che è il più piccolo di tutti, sarebbe molto comoda l'esistenza del listino, e magari rivendicare di farne parte, a prescindere che uno l'ottenga o meno. E badate che io parlo da Consigliere eletto, non nominato dal listino, perch 17.000 cittadini del Piemonte hanno deciso di votare il partitino di cui io facevo parte. Questi sono, dunque, gli argomenti. E mi dispiace Consigliere Muliere: alle telefonate di sostenitori, conoscenti, cittadini che le chiedono del perché c'è questa divisione in Consiglio regionale, a mio parere è sbagliato rispondere che c'è una divisione in Consiglio regionale; io avrei detto che l'intero Consiglio regionale è d'accordo a fare la modifica delle regole, per la prima volta. L'intero Consiglio regionale, dire 59 sono a favore e quattro contrari è una risposta sbagliata! L'intero Consiglio regionale è d'accordo a modificare il Regolamento e la legge elettorale, dalle dichiarazioni che facciamo in quest'Aula.
Quindi, semmai, dovreste spiegare a chi vi telefona - a noi telefonano molto meno perché siamo piccoli - perché non volete discutere di queste cose insieme, ma volete discuterne separatamente; perché forse c'è qualche problema da parte vostra, forse sui discorsi di libertà qualche Consigliere vostro è più vicino a queste posizioni che alle vostre; forse, non lo so.
Lo verificheremo quando discuteremo nel merito e noi vi facciamo subito una proposta, per evitare subito ulteriori incomprensioni: sabato e domenica non è convocato nessun Consiglio regionale. Noi siamo pronti a lavorare insieme a voi sabato e domenica: fuori dal Consiglio, dentro il Consiglio come preferite. Siamo pronti a lavorare per discutere non solo della legge elettorale e del Regolamento, ma anche del collegato alla finanziaria.
Abbiamo due giorni di lavoro, quando vogliamo sappiamo produrre molto.
Siamo a vostra disposizione, grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Nicotra.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori - solo due minuti perch era già intervenuto - il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

No, colleghi: quando ci sono interventi particolari non si è fiscali sui cinque minuti, ma il Regolamento prevede cinque minuti sul dibattito due minuti sull'ordine dei lavori; lui è già intervenuto, quindi sull'ordine dei lavori, senza problemi, ha due minuti a disposizione.
Prego, collega Robotti.



ROBOTTI Luca

Non è che la predica la fa solo a me, Presidente!



PRESIDENTE

Ne ho approfittato e la ringrazio del fatto che si è verificato il problema per informare tutti i colleghi. La ringrazio dell'opportunità che mi ha dato.



ROBOTTI Luca

Va bene. Fa Vishinskij di secondo cognome, lei? Sì? Forse non si ricorda chi era Vishinskij, poi glielo ricordo.



PRESIDENTE

La posizione che sto occupando non mi permette di poterle rispondere ma lo farò appena non presiedo il Consiglio.
Prego, collega Robotti.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Non so come dirvelo più. Vi voglio solo ricordare che qualche giorno fa perché così almeno ci parliamo chiaro - siete andati a mendicare alla Bresso per entrare in maggioranza. Non facciamo i furbi, in quest'Aula! Adesso è ora di finirla di avere un atteggiamento in Aula, poi averne un altro fuori. L'ho già detto da qualche giorno. Qui bisogna parlarci in modo chiaro. Adesso fate i paladini di una battaglia democratica, fate i paladini dell'autonomia quando l'altro giorno eravate lì con la scritta "salve" sulla schiena - eh? - "dalla Presidente Bresso". Quindi è ora di finirla.
Il 2 agosto, qua, non avete la certezza di essere accolti dal centrodestra, tranne il collega Lupi che fa parte del Coordinamento regionale del PdL; non c'è la certezza che il centrosinistra vi accolga e allora cercate la nuova via, che è quella di cancellare gli sbarramenti perché il cittadino - la signora Pautasso che abita in Barriera di Milano possa farsi la lista e accedere al Consiglio regionale.



(Commenti in aula)



ROBOTTI Luca

No, ma certo! Peccato che qui però non si parla della signora Pautasso ma si parla di un professionista discomane...



(Risate in aula)



ROBOTTI Luca

Si parla anche di un altro che ha un passato e un pedigree che lo portava ad essere uno dei collaboratori più fidati di Giusi La Ganga. Cioè siamo a questi livelli; non parliamo di due verginelle, ecco: di un democristiano e di un socialista con qualifiche e pedigree diversi.
Ma voi pensate seriamente che la legge elettorale si possa fare in qualche giorno? Cioè, voi pensate che io, Manolino e Buquicchio ci facciamo convincere nel giro di ventiquattro-quarantott'ore sulla legge elettorale?



PRESIDENTE

Collega Robotti, la prego.



ROBOTTI Luca

Presidente, quest'Aula serve per discutere e confrontarsi, se no non andiamo da nessuna parte. Ci faccia discutere! Perché tanto questo facciamo. Per fare delle inversioni è meglio che ci si confronti politicamente, magari alla fine si trova anche la soluzione, no? Perch altrimenti facciamo delle inversioni. È meglio perdere del tempo a fare delle inversioni o a trovare delle soluzioni politiche? Lei che ha la Presidenza del Consiglio, mi dica! Mi faccia finire, tanto qua, oggi, si fa questa discussione.
Io, il collega Buquicchio e il collega Manolino avremo bisogno di tempo per poterci convincere della legge elettorale, sempre che ci si riesca a convincere. Vedo che Manolino mi guarda ancora con odio perché mi accusa oramai sistematicamente di averlo abbandonato in questa battaglia. Ma allora, il Regolamento è una cosa fatta, assodata, su cui c'è l'accordo di tutti; lo portiamo a casa. Dopo il Regolamento approviamo il collegato alla finanziaria, che è un impegno che ci siamo presi tutti quanti ai Capigruppo, e nel frattempo, nel giro di dieci-quindici giorni - venti giorni? - chiudiamo la discussione sulla legge elettorale. Io penso che addirittura potremmo anche arrivare ad una proposta unitaria prima della chiusura estiva. Però bisogna cominciare a lavorare, accidenti! Bisogna che questo gruppo di lavoro inizi a lavorare.
Ma guardate che se non c'è l'approvazione del Regolamento, io - ma credo anche altri colleghi - il gruppo di lavoro non lo faccio partire.
Perché per noi è determinante che si approvi il Regolamento. Poi, fatto il Regolamento, parte il gruppo di lavoro, stiamo qui anche giorno e notte a discutere di legge elettorale, e ce ne sarà da discutere! Ma se non si capisce questo non si capisce come stanno le cose. Perché le stesse identiche cose che ha detto anche il Presidente Burzi questa mattina per noi sono la "linea del Piave": Regolamento e poi parte tutto il resto della discussione, con l'impegno anche della Presidente.
Però, ecco l'unica cosa che vi chiedo: non passate come due verginelle perché verginelle non siete, proprio per niente. Soprattutto lei, collega Nicotra, per i suoi trascorsi con Giusi La Ganga: credo che abbia ormai una conoscenza approfondita della politica, quella fatta con la "p" minuscola!



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente. È stato detto moltissimo, finora; sono d'accordo con gli interventi dei colleghi Turigliatto, Burzi, Muliere. Io mi sono fatto un'idea, ve lo dico molto onestamente. L'idea che mi sono fatto è quella che noi, se continuiamo così, non caviamo un ragno dal buco. Nel senso che in politica il fatto che si tiri troppo la corda produce il risultato contrario. Cioè, nessuno si illuda che se in quest'Aula continua l'ostruzionismo sul Regolamento questo facilita la discussione sulla legge elettorale. Per quanto mi riguarda è vero esattamente il contrario. Se qualcuno ritiene che continuare ancora per alcuni giorni con l'ostruzionismo significa determinare contraddizioni nei rapporti fra i colleghi Muliere e Burzi, un pezzo della minoranza che è d'accordo con il Regolamento e la maggioranza, guardate che sbaglia i suoi calcoli. In politica i calcoli sbagliati portano a picchiare nasate che non finiscono più.
Per quanto mi riguarda, l'atteggiamento dei quattro Consiglieri non crea le condizioni per consentire una riforma della legge elettorale.
Questo vorrei che fosse chiarissimo e, per quanto mi riguarda, se continuasse questo atteggiamento - lo dico a Deo - io sarò tra quelli che si opporranno a discutere di riforma della legge elettorale. Perché noi siamo persone serie. Qui c'è un problema di serietà, collega Nicotra, prima ancora che politico; c'è un problema di serietà! Noi abbiamo condiviso un percorso riguardante il Regolamento, il Consigliere Nicotra rivendica di avere contribuito a predisporre il nuovo Regolamento.
Le rivolgo una domanda, collega Nicotra: se è d'accordo e se l'intero Consiglio lo condivide, spiega lei a quelle tre persone che hanno cercato questa mattina Muliere perché non lo vota? Glielo spieghi! Se lei ritiene che l'intero Consiglio vuole approvarlo, mi spiega perché non lo vota, il Regolamento? C'è una ragione per non votarlo?



(Commenti del Consigliere Nicotra)



RONZANI Wilmer

Abbia pazienza! C'è una ragione? Lo capirei se esistesse una pregiudiziale di fondo sul Regolamento: io mi batto perché non voglio che il Regolamento faciliti l'attività del Consiglio regionale, consenta decisioni più rapide, tuteli le minoranze. Ma lei ha detto esattamente il contrario, tre minuti fa: l'intero Consiglio condivide il Regolamento.
Votatelo! E se lo votate, facciamo - ha ragione il collega Burzi - un servizio al Piemonte; un servizio a chi verrà dopo di noi in quest'Aula, un servizio alla Giunta che dovrà governare il Piemonte nei prossimi cinque anni, un servizio ai Gruppi di opposizione che siederanno in quest'Aula nei prossimi cinque anni. E faremo tutti insieme la prima cosa importante di questa legislatura.
Una classe dirigente sa che sui regolamenti e sulle leggi elettorali si trova l'intesa, perché le regole vanno definite insieme! Poi ci dividiamo sul resto, ma le regole vanno definite insieme. Questo vorrebbe il buon senso. Perché se invece qui dentro qualcuno pensa di utilizzare una vicenda sulla quale si dichiara d'accordo, per la verità, per trarre un beneficio su un piano diverso, sbaglia i suoi calcoli! Aggiungo, e ho finito, Presidente, che la maggioranza - intendo per maggioranza, Consigliere Burzi, non soltanto noi, ma chi condivide questa impostazione - ha fatto dei passi avanti. Poteva dirvi sin dal primo momento - e io ero tra quelli - che non c'era rapporto di causa-effetto fra Regolamento e legge elettorale. Invece questa maggioranza ha fatto un passo avanti e vi ha detto che era disposta a discutere di legge elettorale e si è spinta fino al punto - secondo me esagerando - di indicare un percorso possibile. Allora, chi lo vuole? Una classe dirigente seria prende al volo questo risultato! Lo prende al volo e poi negozia le condizioni politiche quando si entra nel merito. Se è così si discute, colleghi Consiglieri; se non è così non ce n'è per nessuno, ma neanche per voi. Sia chiaro: il collega Muliere ha il consenso di tutti noi, l'interlocutore del PD in quest'Aula si chiama Rocchino Muliere e non ci sono altre persone che possono trattare per conto del PD; non ci sono affidamenti, vorrei che fosse chiaro, per quanto ci riguarda, qui dentro non esistono.
Una legge elettorale non si fa in quattro e quattr'otto. Una legge elettorale di una classe dirigente che pensa al Piemonte di questo millennio è noto che dura quindici-vent'anni, se Dio vuole. E io vorrei che mio figlio non si vergognasse di aver avuto un padre che sotto ricatto ha fatto una legge elettorale per consentire a due o tre persone di tornare in quest'Aula. Non vorrei che funzionasse così la politica piemontese.
chiaro questo? E allora sono d'accordo nel fare la riforma della legge elettorale, ma solo perché la gente la discuta seriamente; e ci va il tempo, per discuterla seriamente! Io vi dico che la faremo, la legge elettorale, e sono una persona seria; ma non la farò mai sotto ricatto, una legge elettorale. Chiaro, questo? Chiaro? Perché ho la faccia da difendere! Ho la faccia da difendere! Allora, il percorso è semplicissimo: approvate il Regolamento, date un segnale voi - non noi - di disponibilità, facciamo il gruppo di lavoro discutiamo del merito e faremo anche la riforma della legge elettorale, che non sarà quella che vorrete voi: sarà quella che la maggioranza di questo Consiglio vorrà. Se è così, la politica è ancora una cosa seria; se non è così, qui dentro siamo alle comiche, Consiglieri!



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Grazie. Per cortesia, colleghi. Grazie, collega Ronzani.
Ha chiesto la parola il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



PRESIDENTE

Vai, Mano!



PRESIDENTE

Robotti, non siamo allo stadio!



MANOLINO Giuliano

Chiedo, Presidente, che venga tacitato il Consigliere Robotti, o che gli venga messo il silenziatore, se è possibile; perché lui dice che io ce l'ho con lui, ma questa mattina non sono ancora riuscito a incrociarlo per caricarlo di miserie, come dice abitualmente.



(Risate in aula)



MANOLINO Giuliano

Presidente, colleghi, volevo esternare alcune considerazioni personali che mi è difficile esternare dopo una buona omelia, devo dire, e corretta "istruzione sull'uso" fatta dal collega Ronzani. Perché mi pare che davvero, se vogliamo ragionare seriamente, i problemi siano quelli che lui ha evidenziato. Però, siccome ognuno di noi ha un cervello, una mente, un modo di agire diverso, è bene che ognuno la dica a modo suo. Io voglio dire che c'è un problema di serietà nella politica, è vero, ma c'è anche un problema di ragionamento; e cioè di convinzioni.
Guardate, quanto il collega Nicotra dice "noi vorremmo lavorare e trovare un accordo su un'ipotesi di modifica della legge elettorale su cui più o meno sono d'accordo", io non ho mai detto, e non lo dico, che noi non siamo d'accordo a modificare la legge elettorale. Anzi, devo dire che se una modifica di legge elettorale, secondo il nostro modo di ragionare, va nella direzione che noi possiamo ipotizzare, non ci metto un mese, non ci metto venti giorni; ci metto un'ora, dopodiché dico "va bene". Il problema è che la legge elettorale non è una cosa scontata e non è una norma da scrivere: è un modo di vivere, è un modo di candidarsi, un modo di partecipare; è una cosa difficilissima che coinvolge non solo me, non solo Robotti, non solo Buquicchio, ma coinvolge 63 consiglieri che ragionano per 18 Gruppi - mi pare - politici; con idee, sfumature e sfaccettature sicuramente diverse.
Ora mi sembra, quando qualcuno, pensando di dire "noi abbiamo individuato uno, due, tre punti" - che io posso anche condividere, sia ben chiaro - "però dateci questi punti, modifichiamo la legge in questo modo passa il Regolamento", che sia come pensare di fare il Duomo di Milano in una settimana. C'è qualcuno che nel passato è riuscito in tre giorni a resuscitare, ma era uno solo! Certe altre cose credo impegnino molto, ma molto tempo in più.
Ora, poiché noi un mese fa siamo partiti con un'ipotesi - e lo ripeto perché è una serietà operativa che va ricordata - non era in ballo la legge elettorale: era in ballo una progressione di tempi che portava entro la fine di luglio ad approvare collegato, legge sulla casa e Regolamento. Il Regolamento è molto più facile - lo ripeto - di una legge elettorale, ma ciononostante, pur essendo una normazione, ha comportato una gestazione di due anni mezzo. Io mi chiedo solo com'è pensabile che uno ipotizzi che in dieci giorni si ragioni e si faccia la legge elettorale. Salvo dire: "Cosa volete? Questo!"; "Bene, ve lo diamo; fine delle trasmissioni". Ma non è così.
Allora, se non è così, il Capogruppo del PD ha detto giustamente in tempi non sospetti - cioè, parlo di alcuni giorni addietro e lo ripeto a beneficio del collega Dutto, che ama molto i treni - che questo non è un binario parallelo, ma è una monorotaia. Traduzione: su questo argomento del Regolamento, che era ed è all'o.d.g., non è pensabile di viaggiare in parallelo, perché si rischia davvero di non concludere nulla, condizionati da una cosa e dall'altra. E ha detto: "Noi siamo disponibili, noi vogliamo ragionare sulla legge elettorale, ci impegniamo anche a fare il gruppo di lavoro".
Io non ero e non sono d'accordo su tempi così ristretti, fissati prima di parlarne, perché è solo un'utopia; ma fa lo stesso, è andato avanti e ci si è spinti anche di più. Però cosa vuol dire? Vuol dire che una cosa la fai sapendo che l'altra l'hai iniziata; e non è detto che duri un giorno dieci, venti, trenta, perché bisogna trovare una quadra, ma è iniziata! Se noi questo ragionamento non lo portiamo avanti perché potrebbe anche avere un buon excursus, potrebbe anche avere un buon risultato, rischia davvero come diceva il collega Ronzani - che non inizi proprio. Ma il fatto che non inizi può lasciare tutti a bocca asciutta. Siccome io sono uno che ama quando è ora di andare a mangiare, mangiare qualcosa, credo che sia brutto doversi sedere a un tavolo, avere davanti più piatti e non poterne mangiare nessuno. L'ho detto con un'allegoria per farmi capire meglio.
Capisco le reazioni, capisco la proposta fatta dai quattro Consiglieri che fanno ostruzionismo, però mi pare di aver capito che la buona volontà di venire incontro a questa esigenza, che non era in programma un mese fa perché della legge elettorale si parla da anni - credo che potrebbe essere una buona soluzione per dire a un certo punto: prendiamo atto della buona volontà, non solo della maggioranza ma dei 59 Consiglieri, tutti d'accordo di parlare, discutere, cercare di individuare una soluzione ragionevole ma valida. Perché ha ragione il collega Ronzani, è un problema non di faccia solo, ma di dignità: dignità del pensare di modificare una legge elettorale che ha valenza negli anni per un'intera Regione. E non lo si può fare neanche solo sotto ricatto, ma non lo si può fare se non è a ragion veduta se non è dibattuta, se non è sviscerata e smussata. Perché qui 18 Gruppi possono avere 18 sfumature diverse e questo credo che voi lo sappiate proprio perché non siete novizi della politica.
Quindi mi dichiaro disponibile a questo ragionamento, come peraltro si sono dichiarati credo quasi tutti. I tempi, però - sappiatelo - può darsi che siano brevi, come può darsi che siano lunghi o non concludibili. Un Regolamento di cui da due anni e mezzo si discute e di cui tutti hanno detto "bene, è utile per questa Regione" è un discorso concludibile: è un ragionamento finale. L'approvazione di questo documento comporta il fatto che un impegno preso da tutti noi di fare il gruppo di lavoro, di ragionarci e di fare la modifica della legge elettorale scatta automaticamente. Allora, prendiamone atto! Secondo me c'è da prendere la palla al balzo, non mettere limiti, tra virgolette, alla politica - non dico alla Provvidenza, perché altrimenti Giampiero mi scomunica - ma facciamolo! Altrimenti qui continuiamo a perdere giorni e giorni in Aula su posizioni che tutti ormai conosciamo ma che non hanno una via di uscita perché da una parte non è pensabile, né ipotizzabile cedere; dall'altra non è neanche ipotizzato mollare.
E allora, cosa facciamo? Andiamo avanti? Va beh, meno male, andiamo avanti fino alle vacanze, poi andiamo in vacanza; qualcosa succederà qualcuno dice. Ma perché aspettare che qualcosa succeda a settembre: facciamolo succedere prima. Quindi chiedo davvero, se è possibile, che la giornata di oggi sia conclusiva di un iter di ostruzionismo e di stazionamento in Aula inutile, perché se il Regolamento non si approva, il gruppo di lavoro per la legge elettorale non decolla. Allora, vogliamo usare il buon senso? È vero, chi troppo vuole nulla stringe, ma in questo caso potremmo avere soddisfazioni da entrambe le parti se ci decidiamo a farlo. Grazie.



SPINOSA MARIACRISTINA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Chi vorrà leggere l'intervento di ieri sera troverà in modo sintetico il mio pensiero.
Penso che la politica debba essere l'arte del possibile; anche l'arte dell'individuazione della migliore mediazione che tenda a elementi di nobiltà e non di ignobiltà, per cui è difficile che riscontrerete nelle mie parole un pensiero diverso dalla sera alla mattina, o dalla mattina al pomeriggio.
Devo constatare con grave rammarico che purtroppo in quest'Aula, così come altrove, a molti colleghi appartiene, invece, la capacità di mutare pensiero e posizione in breve tempo. Non è il mio modo di fare né di pensare, per cui rimarco ancora una volta con estrema forza, per quel che posso, che di fronte ad un atto, che ritengo ignobile, di ricatto, di mancata discussione ancor prima, di un Regolamento che si dichiara di condividere e sul quale addirittura ci si lamenta per aver dichiarato che 58-59 Consiglieri su 63 sarebbero d'accordo, un Regolamento di questa natura non si vota perché si pone in modo oramai veramente nauseante un ricatto; perché di ricatto si parla! E io, dopo aver espresso grande disponibilità sino alla sera prima al confronto, dopo l'ignobile controproposta di ieri, ho detto che per quel che mi riguarda - e me ne assumo tutta la responsabilità, per il momento parlo a titolo personale, non avendo coinvolto il Gruppo - il tavolo è saltato: non si parla e non voglio che si parli, per quel che mi compete di legge elettorale subordinando la votazione e la discussione del Regolamento a questo. Qualora il Regolamento passi e la maggioranza decida di dover affrontare i ragionamenti, le discussioni e gli approfondimenti sulla legge elettorale, si farà. Ma mai e poi mai, per quel che mi riguarda, questo dev'essere fatto solo perché imposto come elemento di ricatto da chicchessia.
Pertanto, avviso anche i colleghi alleati della maggioranza che non parteciperò più a nessuna riunione e neanche a nessuna Capigruppo che abbia come finalità quella di trovare, sulla base che ho detto e che è stata chiaramente esposta con vivacità interlocutoria dai quattro Consiglieri, un accordo con loro. Con loro non si trova nessun accordo, su queste basi! Loro o votano o non votano il Regolamento e poi sarà la maggioranza, sarà il Consiglio a decidere se sarà opportuno fare altro.
Peraltro mi auguro che per l'ultima volta, nell'ambito di questa legislatura, si debba assistere a questi gravissimi atteggiamenti, lesivi della democrazia, cari colleghi. Avete un'interpretazione molto soggettiva della democrazia: la democrazia impone che vinca chi ha più numeri, nel rispetto di chi ne ha di meno; nel rispetto, ma non sotto ricatto! Altrimenti c'è l'impossibilità di governare. E allora mi auguro che stiate dando per l'ultima volta nel 2009 un esempio di questo tipo e mi auguro che cambino le condizioni, sia in termini di persone sia in termini di condizioni per poter proseguire prossimamente un lavoro più dignitoso.
Quindi non mi sento neanche di reiterarvi l'invito a modificare il vostro atteggiamento, perché ormai avete intrapreso una via a fondo cieco dalla quale non so, voi, come uscirete. Perché noi saremo qui a difendere sino in fondo la dignità di questa Istituzione. Non vi dico altro, perch effettivamente da ieri ho manifestato in modo chiaro, come sono abituato a fare, il mio sentimento su questa vicenda.
Non si può, non si deve accettare mai più il ricatto su niente! Si parla e si discute di elementi che sono di interesse comune, riconosciuti da una maggioranza, non dal singolo Consigliere che addirittura vuol modificare la legge elettorale per poter presentare autonomamente delle liste personali, perché ritiene che questo sia il volere della gente, o questo sia un elemento di democrazia. Andiamoci tutti a ristudiare l'educazione civica e il concetto di democrazia e forse arriveremo a delle sintesi diverse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Devo dire che il dibattito di stamattina, se non altro, è stato interessante e sicuramente superiore, a livello di contenuti, rispetto alla liturgia delle inversioni. Sicuramente, da questo punto di vista, pu essere considerato un momento positivo di confronto. Devo dire che ho apprezzato, in particolar modo, in generale tutti gli interventi dei colleghi, ma in particolar modo l'intervento del Consigliere Ronzani perché, al di là della vis oratoria che ha messo nel suo intervento, mi è parso di cogliere un'autenticità di passione politica nelle sue parole; non solo un recitare un intervento per finalità utilitaristiche: c'era veramente il sentire qualcosa. E questo ci fa piacere, perché se cominciamo e esprimerci in modo tale da essere autentici - e non sempre tutti lo fanno, in quest'Aula - penso che si possano fare dei passi in avanti.
Quindi ho apprezzato moltissimo l'intervento del collega Ronzani, per mi è venuto un dubbio da porti, a proposito di quando dicevi: "Un giorno non vorrei vergognarmi di aver contribuito a far approvare una legge che serve unicamente per dare qualche possibilità di rielezione a quattro disperati che si comportano in maniera da pirati nell'assemblea pubblica".
anche vero, però, che potrebbe succedere allo stesso modo, in fondo, che magari i tuoi figli si ponessero l'interrogativo: come mai mio padre appartiene a un partito politico che in quattro e quattr'otto ha approvato in un parlamento una legge liberticida che ha ucciso la partecipazione e la presenza politica di due formazioni politiche che sono andate addirittura oltre il 3% e ha permesso che migliaia di voti di cittadini italiani non trovassero rappresentanza politica? E allora credo che i tuoi figli potrebbero porsi anche questo interrogativo, chiedendosi: "Dove sta la giustizia? Dove sta il principio della rappresentanza democratica?" Quindi secondo me, bisogna stare sempre molto equilibrati nel dire: questa è la legge elettorale giusta. Bisogna trovare gli equilibri tra governabilità e rappresentanza.
Per esempio, non credo che sia un grande passo in avanti, per la società italiana, che migliaia di elettori non siano rappresentanti al Parlamento europeo. E non vorrei che certe operazioni politiche fatte in passato in pochissime ore si tentasse di riproporle anche in quest'Aula a livello regionale. Certo, sarebbe comodo stroncare definitivamente la presenza dei disturbatori, di piccole forze legate semplicemente a piccoli interessi personali, come quelle che stanno, magari, conducendo questa battaglia. Sarebbe facile, sarebbe auspicabile: così i grandi accordi potrebbero essere fatti in piena pace e serenità. E però questo non è oggi, semplice da realizzare.
Un'altra considerazione va poi fatta sul termine ricatto. Io non mi scandalizzo che mi venga affibbiato il termine ricattatore; lo accetto perché sono abituato al confronto e quindi non mi soffermo neanche tanto sul significato etimologico e semantico del termine ricattatore e della sua carica offensiva. Certo rilevo che alle stesse azioni non viene corrisposto lo stesso apparentamento nominalistico. Nel senso che non capisco come mai la minaccia che alcuni Gruppi consiliari hanno fatto durante la riunione dei Capigruppo, quando - attenzione - è stato affermato "se non si vota il Regolamento, un attimo dopo noi partiamo con l'ostruzionismo e non facciamo passare più niente", non sia stata considerata allo stesso modo. Ma questo cos'è? Non è anch'esso un ricatto? E le minacce, pur legittime, del collega Manolino, quando dice "attenzione, ragazzi, toccatemi il "listino, e qui non si muove più foglia", non sono un ricatto, invece? È diverso? Qual è la differenziazione classificatoria tra questi atti? Spiegatemelo e ve ne sar particolarmente grato.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
In effetti non intendevo intervenire questa mattina, ma la ricchezza degli interventi e l'importanza dei colleghi che sono intervenuti hanno spinto alla fine anche il sottoscritto a dare il suo modestissimo contributo. Proviamo a riordinare la serie di risposte e precisazioni che intendevo dare.
Innanzitutto, sono felice di vedere che il collega Ronzani è di nuovo attivo, preso da passione e che è ritornato all'attività politica nel pieno delle energie e delle forze, perché mi sembrava che dopo il risultato elettorale delle provinciali di Biella fosse rimasto un attimino stordito.
Sono contento di vedere che è tornato assolutamente propositivo.



(Commenti del Consigliere Reschigna)



GIOVINE Michele

Al collega Reschigna, che invece adesso interviene fuori onda, rispondo che dice che c'è qualcuno, qui dentro, che lotta per la sopravvivenza. Ha ragione, effettivamente ha ragione, collega Reschigna: tutti i colleghi e i Gruppi che lottano per il mantenimento del listino, che è l'unico modo per entrare in quest'Aula, lottano per la sopravvivenza loro, personale e non politica. Ha ragione il collega Nicotra quando dice che stiamo facendo una battaglia per la democrazia e per la libertà, indipendentemente dal fatto che qualcuno qui dentro non lo capisca e non lo voglia capire. Ha perfettamente ragione il collega Nicotra.



GIOVINE Michele

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



GIOVINE Michele

Sei uno sporcaccione!



GIOVINE Michele

Presidente!



PRESIDENTE

Per cortesia, cerchiamo di far finire l'intervento al Consigliere Giovine!



GIOVINE Michele

Chiedo anch'io come mai c'è differenza di nobiltà fra ricatto politico posto da alcuni o da alcuni altri Gruppi, non solo durante questa legislatura o durante la precedente, ma specificatamente su questa vicenda.
Li ha ricordati il Consigliere Lupi i ricatti politici posti dal collega Manolino e da altri colleghi, per esempio quelli del gruppo dell'Italia dei Valori, sulla questione listino; o da altri gruppi politici appartenenti all'opposizione che ricattano il Consiglio, la maggioranza e la Giunta dicendo no, il collegato non si approva se non passa prima il Regolamento perché a quel punto si mettono loro a fare ostruzionismo. Qual è la differenza di nobiltà politica? Noi siamo dei ricattatori biechi, loro sono dei nobili politici che lottano per la democrazia in Piemonte? Non riesco a capire.
Sinceramente sono, come dicevo all'inizio, un giovane Consigliere e devo capire, se mi potete spiegare, qual è la differenza tra i nobili e i plebei. Tra l'altro, è curioso quel che ha detto il Consigliere Robotti.
Forse ieri, forse stamattina, il collega Robotti, di tradizione comunista anzi, lui si definisce leninista - ci ha accusato, fra le varie cose, di essere anche dei plebei. Bene, noi...



(Commenti del Consigliere Robotti)



GIOVINE Michele

Certo, lui dovrebbe difendere i poveri plebei e giudica questo termine un'accusa, o comunque un'offesa. Una scelta interessante, in effetti, da chi ha anche difeso ieri a spada tratta il Capogruppo di Forza Italia: a spada tratta, difesa che non ho sentito, in siffatto modo, neanche dai colleghi di Forza Italia. In effetti, è uno degli aspetti interessanti il fatto che, come accusa e come offesa, ci dia dei plebei e degli straccioni: mi sembra assolutamente lineare...



GIOVINE Michele

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



GIOVINE Michele

Non hai capito! Vai a prendere un vocabolario!



GIOVINE Michele

Presidente! Presidente, se mi fa...



PRESIDENTE

Consigliere Robotti! Se vuole la parola, gliela posso accordare.
Facciamo finire il collega!



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.



(Commenti in aula)



GIOVINE Michele

Devo dire che l'intervento doveva essere più completo, perché collegato ad alcune cose dette dal collega e amico Lupi. Posso dire nel tuo caso amico, sì? No, perché in quest'aula abbiamo anche visto che perfino la definizione di amico, o di amicus (dipende se si prende dal latino) è pure messa in contestazione. Di colpo si scopre che perfino un'offesa si richiama al fatto personale di essere appellato come amico. Quindi a questo punto chiedo specifica autorizzazione, perché non vorrei essere ripreso.
Mi permetto di completare alcune ricostruzioni che ha fatto il collega Vignale. Perché effettivamente lui dice che ha fatto ostruzionismo col suo Gruppo quelle due o tre volte, così: cosette da niente. Volevo solamente per completezza di ricostruzione storica di quest'Aula, ricordargli il caso Valchiusella, sul quale si è messo in atto un ostruzionismo per nobilissimi intenti e nobilissime motivazioni; oltre che ovviamente le ore e ore giornate, nottate di ostruzionismo - di cui io posso essere ampio testimone oculare - che il collega Vignale effettuava quand'era in Circoscrizione sui contributi alle associazioni. Per non citare anche tutti gli altri nella legislatura, dall'inizio ad oggi, di attività di ostruzionismo del Consigliere Vignale in Commissione e in Aula. Ma vorrei capire dai colleghi le nobili motivazioni dell'ostruzionismo sul caso Valchiusella; magari possiamo aprire un dibattito sulla questione, così cerchiamo di capire chi sono i nobili e i plebei.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Intervento solo perché nell'ultimo intervento, o nel penultimo, si sono dette cose - niente di grave, succede spesso - semplicemente non vere. Se volete, faccio un attacco a Manolino; ne ho fatti, credo, negli ultimi nove anni un certo numero, molti dei quali quando Giuliano faceva ancora parte del nostro Gruppo, fino a non tanto tempo fa. Non avrei difficoltà: non sono juventino, è noto, e non sono neanche un supporter di Giuliano Manolino; né a titolo personale, né tanto meno del partito - non ricordo neanche bene come si chiami - del quale lui fa parte.



(Risate in aula)



BURZI Angelo

Non me lo ricordo, non è grave; l'anzianità mi permette di dimenticarlo. Ma che si dica che il Consigliere Manolino è contrario a priori al listino non è vero: lui, nel documento che la maggioranza ha con fatica prodotto - non l'ho prodotto io, l'hanno prodotto loro: io non faccio parte della maggioranza - ha sottoscritto un impegno a discutere.
Nel loro statuto, che non ho mai letto - glielo dico quando voglio prenderlo in giro, cosa che faccio spesso, e lo statuto non so neanche se ci sia - credo che ci sia scritto da qualche parte "dipende"; dipende nel senso, proprio, di "dipende". Perché, essendo un "moderato", non ha degli apriorismi: dipende. Questo dipende può essere molto alto, molto basso: dipende. Non è vero, non esiste nessun documento che dica che il collega Manolino si schiera per terra, per traverso: non lo farebbe mai, né come categoria, né come sindaco, né come geometra, tantomeno appartenendo a un partito che ha come statuto "dipende".
E non è su queste basi che possiamo venirne fuori. Su queste basi possono venirne fuori coloro, e ce ne sono - e su questo, invece, va il monito - che vogliono che nulla cambi. Quelli che vogliono che nulla cambi si devono rendere conto che può anche essere: le partite si fanno per essere giocate. Se però nulla cambia, lo mettano in conto coloro che hanno responsabilità anche di maggioranza. In questo caso certamente non alludo ai colleghi che stanno facendo il loro percorso; non sempre non ho difficoltà a comprendere che cosa vogliono, ma questa può anche essere una mia difficoltà interpretativa: coloro che vogliono che nulla cambi lo traducano in "non si produce più la legge in quest'Aula fino alla fine della legislatura". Se lo dicono così, può essere; ma non mi sembra un grosso risultato né per l'Aula e neanche per la maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Il Consigliere Larizza ha ricordato, avendo memoria storica, che l'ostruzionismo è stato fatto dalla sinistra in questo Paese su casi gravi pesanti: la NATO prima; la legge elettorale maggioritaria nel 1953, che era brutta ma, a confronto di quelle di oggi, l'ho già detto una volta, era una cosa splendida; la questione,nel 1984, relativa al taglio autoritario di alcuni punti di scala mobile. Anche lì quel taglio era autoritario e sbagliato, ma sciagure ben maggiori sarebbero avvenute in seguito.
A fine '800, la sinistra, allora diversa - radicali, socialisti...
fece una grande battaglia per difendere alcune garanzie democratiche davanti a un attacco profondo, che costituiva una sorta di colpo di stato che la monarchia conduceva con le forze più conservatrici e reazionarie di questo Paese. Credo quindi che l'ostruzionismo debba avvenire su casi gravi, pesanti e, avendo fatto il Consigliere per tanti anni in altri consessi molto più piccoli di questo, sono rimasto stupito quando, entrando qua, l'ho visto applicato fin dal primo assestamento - estate 2005 - e quando poi ce lo siamo trovati davanti molte volte: qualunque bilancio ha sempre visto forme ostruzionistiche, non sempre per motivi collettivi, ma spesso per alcune questioni specifiche che venivano sciolte dopo notti insonni in incontri nei corridoi.
Ora, però, mi sembra che siamo davanti a un circolo chiuso. Quattro consiglieri dicono: si sta discutendo questo Regolamento. Io ho detto che con maggiore o minore convinzione, questo Regolamento deve essere modificato, ma i quattro dicono che non si potrà fare se non si discute contestualmente la legge elettorale. Un Gruppo, quello di Forza Italia nel Partito del Popolo delle Libertà, dice: se si abbandona la discussione del Regolamento e si discute di altri temi, compresi i collegati alla finanziaria che giacciono da parecchi mesi, saremo noi a bloccare i lavori.
Il Gruppo dei Moderati - il Consigliere Manolino lo ha detto in modo molto chiaro e ho apprezzato quanto ha detto - sostiene: il cambio di una legge elettorale è un fatto complesso, pesante, ci sono qui non so se 18 o 16 Gruppi - si sono moltiplicati come i pani e i pesci, in questi anni - e quindi non è possibile risolverla nel giro di breve tempo, per cui non mettiamo mano a questo, perché apriamo un vaso di Pandora tale che non si può chiudere.
Il Consigliere Buquicchio - non faccio, lo sa, alcuna polemica personale - ha detto questo in termini ancora più netti e più forti ieri sera e ancora oggi.
Mi sembra che siamo davanti a una situazione da cui non so come si possa venire fuori. Ora si attende lunedì, che è il giorno in cui torna la Presidente, il Partito Democratico ha un suo incontro di grande importanza ma, insomma, il quadro è a tinte fosche.
Continuo a credere che le leggi elettorali non dovrebbero favorire frammentazioni eccessive, ma dovrebbero favorire una forte rappresentanza.
Ora, se la Signora Pautasso, che abita nella Barriera di Milano che veniva citata dal Consigliere Robotti, fa una lista che prende un numero di voti consistente perché interpreta una parte del sentimento collettivo, credo che la Signora Pautasso abbia diritto di sedere nel Consiglio comunale provinciale e regionale, anche se non pensa neanche lontanamente le cose che penso io.
Quando ci furono, in altri anni, fenomeni degenerativi nella vita politica italiana - penso alla seconda metà degli anni '40 con "l'uomo qualunque", che anticipava molte valutazioni e tendenze, spinte al negativo, che poi abbiamo visto manifestarsi dagli anni '90 in poi l'"uomo qualunque" non fu sconfitto con sbarramenti elettorali, leggi elettorali, atti autoritari: fu sconfitto perché c'era una politica in cui esistevano partiti di massa - la Democrazia Cristiana, che non ho mai votato, il PCI, il PSI e altri - che rappresentavano una spinta rappresentavano interessi complessivi di una società. Quando negli anni '50 in Francia si manifestò un fenomeno - il cosiddetto "poujadismo" - che aveva molta familiarità con il "qualunquismo", fu anch'esso sconfitto anche se poi la Francia andò a una crisi politica profonda (la IV Repubblica).
Ora il problema di oggi mi sembra sia quello per cui alle elezioni europee ultime ha votato in Europa il 43%; in Italia ha votato un numero maggiore perché c'erano le elezioni comunali e le elezioni provinciali che erano maggiormente vicine, altrimenti avremmo avuto anche noi, credo percentuali negativissime. All'ultimo referendum - io dico fortunatamente ha votato una percentuale di votanti irrisoria, mi pare sia stato il 24 io l'ho ritenuto un referendum illiberale e non ho partecipato, facendo anche propaganda per l'astensione.
A me pare che si tratti di questo: non penso che in due giorni si possa risolvere una legge elettorale, ma continuo a credere che se si cercasse di fissare in un documento i punti che sono stati fissati, che sono stati ritenuti importanti; se si indicasse una minima direzione...Perché non basta indicare i punti su cui discutere, ma occorrerebbe forse indicare verso quale direzione si cerca di andare: una forma maggiormente proporzionale, una forma che garantisca la governabilità ma garantisca al tempo stesso anche i diritti di tutte le formazione e le opzioni di essere rappresentate.
Ho ricordato un'altra volta come pezzi di società si debbano esprimere come alcune tematiche che poi sono diventate importanti - penso alla tematica nucleare, in altri anni, Turigliatto può confermare perché era interessato a questi temi - furono rappresentate in un primo tempo da piccolissime minoranze, che non avevano quasi rappresentanza: il Partito Radicale e la piccola formazione di cui Turigliatto e io - poi abbiamo fatto scelte diverse in seguito - facevamo parte. Queste sono poi diventate tematiche di massa al di là delle maggiori rappresentanze istituzionali.
Vorrei ancora fare sì che alcuni interessi, alcune questioni, alcune tematiche, alcune istanze, alcuni ideali, alcune storie avessero modo compresa quella socialista che il Consigliere Caracciolo rappresenta e che rispetto molto - di essere espresse. Io non credo che il Parlamento italiano, che non ha socialisti e comunisti per la prima volta, viva una situazione migliore rispetto a quelle vissute in altri tempi; non lo credo proprio, al di là dei nostri limiti che ho ricordato mille volte.
Se si decide di convocare il Consiglio per 24 ore consecutive sette giorni su sette, io sarò qui a schiacciare tasti. Ma mi auguro che l'incontro dei Capigruppo di oggi tenti ancora una soluzione politica che si è trovata in altri casi - bilanci, assestamenti... - e che mi auguro si ricerchi anche oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pace, che è l'ultimo iscritto a parlare prego.



PACE Massimo

Intervengo semplicemente non per fare ragionamenti di tipo politico che mi pare in questa mattinata siano stati fatti in abbondanza, ma semplicemente per esprimere una questione di metodo.
Caro Giovine, caro collega Giovine, basterebbe che tu chiedessi a tuo padre, che ha lavorato tanti anni in fabbrica, visto che stamattina ero davanti alla fabbrica dove lavorava tuo padre, perché hanno lasciato a casa cento persone, per capire perché sbagli. E mi spiegavano stamattina che, se oggi pomeriggio l'azienda non ritira la dichiarazione unilaterale di licenziamento, non si apre la trattativa e non si apre la discussione.
Allora, semplicemente credo che dal punto di vista pratico, se si vuole riaprire la discussione e il ragionamento, andare avanti, bisogna che lo stato di agitazione in corso, chiamiamolo così - quindi questo ostruzionismo in corso - sia ritirato. Ripristinate la normalità, ridate a tutti pari dignità e in questo modo sarà possibile, io credo, intraprendere tutte le strade che qui sono state richiamate, questa mattina.
Non si può discutere con - uso questo termine - una pistola puntata alla tempia: togliamo la pistola e si ricomincia a discutere. Quindi dateci la possibilità, adesso, di incardinare e di cominciare la discussione sul Regolamento. Questo ripristinerebbe condizioni di normalità. Una volta ripristi nate condizioni di normalità, credo che si possa ricominciare a ragionare e a discutere.
Grazie.



PRESIDENTE

Voglio solo ricordare che oggi pomeriggio, alle ore 14.30 si terrà la Conferenza dei Capigruppo; a seguire, alle ore 15 (si suppone), è fissata la ripresa della seduta pomeridiana del Consiglio. Specifico che la Conferenza dei Capigruppo è in Sala Morando.
Sono le ore 12.55, i lavori di questa mattina sono conclusi.
Arrivederci.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.55)



< torna indietro