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Dettaglio seduta n.46 del 13/12/05 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.09 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(Alle ore 10.31 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.07)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Rutallo.


Argomento: Trasporti su ferro

Dibattito relativo a "Realizzazione della tratta Alta Capacità Torino Lione", richiesto dai Consiglieri dai Consiglieri Casoni, Vignale, Botta Boniperti, Ghiglia, Lupi, Giovine, Scanderebech, Allasia, Pichetto Fratin Guida, Dutto, Monteggia, Ghigo, Leo, Cotto, Burzi, Rossi e Ferrero (mozioni e ordini del giorno collegati; interpellanza n. 416 ed interrogazione n. 470 assorbite dal dibattito)


PRESIDENTE

Il Consiglio, come si evince dalla convocazione, è riunito ai sensi degli articoli 40 dello Statuto e 46 del Regolamento, per la trattazione del seguente punto all'o.d.g.: "Realizzazione della tratta Alta Capacità Torino-Lione".
Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Grazie, Presidente.
In relazione al punto iscritto all'o.d.g., mi permetto di avanzare quest'ipotesi di lavoro per la giornata odierna.
Proprio per dare la possibilità agli interventi di abbracciare e di considerare maggiormente gli eventi che si sono succeduti in questi ultimi giorni, noi gradiremmo, se fosse possibile, un intervento esplicativo e rappresentativo, da parte della Presidente Bresso, su quanto è accaduto a Roma, nonché sullo stato attuale dell'arte in merito al tema in oggetto affinché si possa, da lì, intraprendere un dibattito.
Naturalmente, all'esito dello stesso, vedremo e considereremo ciò che emergerà. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio, Presidente Ghigo.
Chiedo alla Giunta, nella persona della Presidente Bresso, se intende intervenire, come da richiesta del Presidente Ghigo (in nome dell'opposizione), per rendere edotti i colleghi del Consiglio circa l'esito dell'accordo sottoscritto a Palazzo Chigi nella giornata di sabato scorso, 10 dicembre.
Ha chiesto la parola la Presidente della Giunta regionale, Mercedes Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Esito un po' sul taglio da dare al mio intervento: mi pare di capire che si voglia un'informativa in merito alla riunione tenutasi sabato scorso a Roma. Sulla stessa riferirò immediatamente e vi fornirò, altresì, qualora ne siate interessati, il testo dell'accordo firmato dagli esponenti del Governo presenti, dalla sottoscritta, dal Sindaco di Torino Chiamparino e dal Presidente della Provincia di Torino Saitta. Come si evince dai giornali, la delegazione dei Sindaci della Valle e i due Presidenti delle Comunità Montane, pur considerandolo una buona base d'accordo, hanno chiesto di riferire agli altri Sindaci e ai Consigli comunali. Non hanno pertanto firmato tale accordo, riservandosi di far conoscere le determinazioni; determinazioni che, a tutt'oggi, almeno per me, non sono del tutto chiare.
L'oggetto della riunione a Palazzo Chigi partiva dalla richiesta che noi abbiamo avanzato al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio in data 8 dicembre. Come sapete, nella stessa giornata è partita da Roma la fiamma olimpica, che giungerà a Torino 64 giorni dopo (ormai mancheranno 59 giorni).
In quella giornata, chiedemmo al Sottosegretario Letta un incontro per sottoporre allo stesso la situazione creatasi in Val di Susa, per discutere degli scontri che erano avvenuti, della situazione di sempre maggior tensione e delle relative preoccupazioni che tutti noi avvertivamo, sia per la sicurezza delle popolazioni che delle forze dell'ordine, schierate le une contro le altre, in un momento, tra l'altro, di maltempo e di inverno avanzato. La grave situazione è resa ancora più delicata dall'avvicinarsi delle Olimpiadi, e dal rischio che non solo queste ultime, ma anche l'intera stagione invernale in Val di Susa vengano pesantemente danneggiate da questa situazione.
Siamo stati ricevuti nel pomeriggio dal Sottosegretario Letta, a cui abbiamo esposto, più in dettaglio, la situazione e le nostre valutazioni.
Si è deciso che lo stesso Sottosegretario Letta avrebbe organizzato un incontro - definito tecnicamente "Tavolo di emergenza", proprio perché la situazione era di emergenza - che, in effetti, è stato convocato per sabato 10 dicembre a Roma, con una numerosa delegazione del Governo, composta dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministro dell'Interno, dal Ministro delle Infrastrutture, dal Ministro della Salute dal Ministro delle Politiche Comunitarie, dal Sottosegretario agli Affari regionali, dal Sottosegretario al Ministero dell'Ambiente, dal Sottosegretario dei Beni Culturali e Ambientali, dal Prefetto di Torino dalla Presidente della Regione Piemonte, dal Presidente della Provincia di Torino, dal Sindaco di Torino, dal Presidente della Comunità Montana Alta Val di Susa, dal Presidente della Comunità Montana Bassa Val di Susa e da cinque Sindaci indicati dai due Presidenti (a cui era stato chiesto di scegliere una delegazione). Erano altresì presenti due Assessori, uno della Regione e uno della Provincia - nel nostro caso, nella persona dell'Assessore Borioli - oltre al Presidente delle FS, l'Amministratore Delegato di RFI e funzionari vari.
In questa riunione si è svolto un lungo dibattito sulla situazione di emergenza e sui problemi conseguenti: sono state da noi riportate le preoccupazioni che vi ho indicato, nonché la richiesta di trovare un percorso che consentisse di dare una risposta alle preoccupazioni della popolazione e, contemporaneamente, garantire i tempi della realizzazione della tratta Torino-Lione.
Si è partiti dalla constatazione - confermata dal Ministro Lunardi che fino al mese di maggio circa la trivella per il tunnel di Venaus non sarebbe stata pronta, dal momento che nel periodo invernale le attività di predisposizione del cantiere non possono essere di grande entità (basterà un tempo più ridotto per predisporre il cantiere una volta che si è certi della data di arrivo della trivella, che, oltretutto, vista la situazione nella Valle, non sarebbe bene lasciarla inutilizzata per troppo tempo).
Sulla base di queste valutazioni tecniche oggettive - che il Vicepresidente Fini ha definito "dati di realtà" - si è delineato un percorso che consente di dare una risposta da qui ad allora, ovvero fino al momento in cui ci saranno le condizioni per proseguire nei lavori preparatori e progettuali, per giungere al progetto definitivo della Torino Lione.
Tale percorso di accordo è costituito da cinque punti.
Il primo riguarderà questo Tavolo, finora chiamato "di emergenza", che si istituzionalizzerà. Si chiamerà "Tavolo di Palazzo Chigi" e verrà integrato dai rappresentanti dei Sindaci della Gronda, che in quella situazione non erano stati invitati, essendo un Tavolo di emergenza riguardante la situazione della Val di Susa (sulla Gronda di Torino infatti, non erano state riscontrate emergenze). Nel momento in cui si affrontano, invece, tutte le questioni tecniche, progettuali, economiche sanitarie ed ambientali legate alla Torino-Lione, è ovviamente opportuno che siano presenti anche i Sindaci della Gronda, come peraltro essi avevano formalmente richiesto, e un rappresentante della Commissione Europea, cioè l'altro soggetto interessato all'opera.
Questo tavolo politico ha una struttura tecnica che fa le istruttorie necessarie, costituita dall'Osservatorio dei lavori pubblici già esistente che viene ridefinito ed esteso ai Ministeri della Salute, dell'Ambiente delle Politiche Comunitarie e aperto agli esperti dei diversi soggetti del tavolo di Palazzo Chigi, quindi anche gli esperti dell'Unione Europea quelli di cui la coordinatrice De Palacio ha più volte parlato e che tutti avete visto citati sui giornali - gli esperti delle Comunità locali, gli esperti della Regione, della Provincia e del Comune di Torino. Quando dico comunità locali, intendo anche in rappresentanza dei Sindaci della Gronda come da allargamento di cui sopra.
Viene riconosciuto e rispettato il sito del Tunnel di Venaus, che è già stato formalmente identificato; come sapete, quando c'è una procedura di accesso ai terreni, questi si identificano e, da quel momento, sono in possesso del soggetto che ne deve avere la titolarità.
I terreni - dicevo - sono già stati identificati, quindi il punto dice: "Riconoscimento e rispetto del sito già identificato". Riconoscimento e rispetto vuol dire che ognuna delle due parti riconosce che quel sito è identificato; la società LTF non lo picchetta e cinta, ma sono i Sindaci che garantiscono che resti libero, a disposizione (ad esempio, che non venga occupato). Il cantiere, pertanto, viene formalmente consegnato alla società LTF.
Viene immediatamente dato avvio a una procedura straordinaria di VIA sulla galleria di prospezione di Venaus.
I lavori di scavo della galleria di prospezione iniziano solo al termine di tale procedura di via e solo dopo che l'Osservatorio avrà presentato la sua relazione conclusiva al tavolo di Palazzo Chigi.
Aggiungo ancora una cosa sulle competenze dell'Osservatorio: l'Osservatorio sarà il luogo per gli approfondimenti di carattere ambientale, sanitario ed economico - lo si dice esplicitamente - anche per rispondere alle preoccupazioni espresse dalle popolazioni della Valle.
La questione è stata posta anche su richiesta di alcuni Sindaci, ma parecchi Ministri erano già andati via, quindi non c'è stata la possibilità tecnica di modificare il testo; i Sindaci hanno chiesto di integrare con il termine "progettuali", cioè "approfondimenti progettuali".
Si è concordato che il tavolo di Palazzo Chigi andrà sempre nella direzione di ampliare l'indicazione di quanto deve fare l'Osservatorio e che nella dicitura "approfondimenti economici", ovviamente, si comprende la valutazione comparata dei diversi progetti alternativi, altrimenti cosa significherebbe approfondimento economico? Quanto costa? Questo è già scritto nel progetto, cioè si sa quanto costa il progetto (costa circa 6 miliardi, se volete posso darvi la cifra esatta) nella tratta internazionale, poi le due tratte, quella italiana e quella francese, hanno un loro costo che è anche cifrato e che, ovviamente, è un costo da progetto preliminare. È chiaro che sul progetto definitivo si avranno i costi definitivi.
Anche quest'aspetto è stato considerato accettabile dai Sindaci perché, anche se non compare la parola "progettuale", l'espressione "valutazioni economiche" sussume il fatto di poter comparare anche alternative progettuali.
Su questo c'è stato un agreement informale, non essendo stato possibile modificare il testo, per i motivi che ho già detto.
Questo è lo stato dell'accordo del 10 dicembre, che ritengo abbia molti pregi. Innanzitutto, riconosce un fatto che è stato oggetto di richieste molto forti da parte degli abitanti della Valle, e non solo degli amministratori: il Tunnel di Venaus - che è formalmente una galleria di riconoscimento, che serve a fini geognostici ed è così perché ci sono 2500 metri di montagna sopra il tunnel di base che dovrà essere fatto - è probabilmente il tunnel di base che ha sopra di sé la maggiore dimensione di roccia, come peso e come altezza, quindi c'è una serie di approfondimenti tecnici da definire, prima di poter realizzare il progetto definitivo.
Tuttavia, anche se ha caratteristiche strettamente legate alla fattibilità del progetto finale, è anche considerata una galleria di servizio, proprio per evitare di lasciare un'opera a metà (probabilmente per gli scopi progettuali basterebbero 5 o 6 chilometri). In passato infatti, quando la Regione Piemonte era rappresentata dall'attuale opposizione, anche se erano rappresentate componenti di centrosinistra nel Comune, nella Provincia di Torino e in molte amministrazioni locali, si era stabilito che questo tunnel fosse allungato e diventasse una galleria di servizio, per evitare di avere un'opera abbandonata a se stessa, con tutte le conseguenze che si hanno in questi casi. Quindi, era stata fatta una scelta legata all'utilizzabilità di un'opera già notevolmente costosa.
Poiché, però, è un'opera di servizio e fa parte del progetto preliminare, era stato deciso che non dovesse essere sottoposta a VIA individualmente, ma all'interno del progetto preliminare, che ha avuto la valutazione di impatto ambientale, documentabile dalla documentazione a cui fra un attimo farò riferimento, e che ha avuto, se ricordo bene, 64 prescrizioni da parte della Regione Piemonte e osservazioni da parte di un certo numero di soggetti pubblici e privati.
In questo caso, non è che non si faccia una valutazione di impatto ambientale della galleria che non è mai stata realizzata, ma si fa una valutazione di impatto ambientale separata dall'intero progetto e quindi specificamente legata a quell'opera.
Questo, secondo me, è un punto molto importante.
Un altro punto importante è quello di avere un tavolo di confronto tecnico di altissimo livello - che dovrà essere presieduto da una personalità di alto profilo e avente la fiducia di tutti - cioè una sorta di cabina di regia - altra cosa che molti avevano richiesto per poter confrontare le posizioni e trovare delle soluzioni che consentissero di evitare il conflitto fra i poteri dello Stato. Com'è stato ricordato in quella riunione, il conflitto fra i poteri dello Stato è estremamente delicato e pericoloso da governare, perché gli Amministratori sono, prima di tutto, come tutti noi, rappresentanti dello Stato.
Inoltre, possono essere approfondite tutte le questioni che verranno man mano poste dagli Amministratori, dalla Regione, dalla Provincia, dal Governo o dall'Unione Europea, la quale entra, per la prima volta, in un tavolo tecnico e potrebbe avere una serie di approfondimenti da chiedere.
Ultima cosa rilevante è quella dell'arresto dei lavori: fino alla fine della predisposizione e validazione della valutazione di impatto ambientale, non inizieranno i lavori a Venaus, quindi si dà risposta alle paure espresse da molti abitanti sui rischi per la salute o per la sicurezza di quel tunnel. I dati dell'ARPA a nostra disposizione dicono che non è così; tuttavia, quando le notizie vengono fatte girare, diventano potenziali realtà, anche se magari non lo sono nei fatti, quindi la preoccupazione che possa esserci amianto o uranio nel tunnel di Venaus troverà una risposta tecnica precisa.
Si è valutata anche la possibilità di fare alcuni microsondaggi sul tracciato della galleria di Venaus per consentire alla valutazione di impatto ambientale di fornire le considerazioni puntuali.
Questo per quanto riguarda la riunione di sabato, che io valuto molto positivamente, in quanto ha consentito innanzitutto di riaprire il dialogo fra Governo e collettività locali e di definire un percorso che permette di dare risposta a tutte le domande che sono poste seriamente, cioè poste con l'obiettivo di conoscere la situazione reale e non in maniera retorica.
chiaro che alle domande retoriche, finalizzate ad opporsi all'opera, non si può dare risposta, ma alle domande reali, che esprimono preoccupazione per la salute, la sicurezza, la sostenibilità anche economica dell'opera, si può e si deve dare risposta.
In questi giorni, per dovere d'ufficio, ho letto molti - non tutti perché credo che nessuno vi sia riuscito - articoli, saggi, conventi pareri su questa vicenda, espressi dalle persone più disparate, per la stragrande maggioranza dei casi poco informate sui fatti, poco informate soprattutto sulla storia di questa vicenda. Poiché molti dei Consiglieri presenti, di maggioranza e di opposizione, sono nuovi o si sono in passato occupati di altre cose, mi è parso utile chiedere agli uffici della Regione di fare una cronistoria della vicenda Torino-Lione.
La documentazione che mi è stata fornita può sempre essere ampliata, ma mi pare che sia già molto imponente. Ne voglio richiamare alcune parti; poi chiederò di farne copia e di distribuirla a tutti i Consiglieri, in modo che d'ora in poi ognuno possa - e pregherei di farlo in totale onestà intellettuale - tenerne conto. Oltre che a tutti i colleghi, la farò avere anche ai giornalisti, per tenere conto della realtà dei fatti.
Si può contestare un'opera, si può ritenere che sia buona o cattiva utile o inutile, ma non si può contestare la realtà. Il principio di realtà significa ricordare qual è la storia. Alcune cose che si è detto non sono state fatte, in realtà sono state fatte; tra queste c'è l'informazione.
vera una cosa, ma a questo stiamo ponendo rimedio: che non è stato aperto, come in Francia, un sito informativo e quindi che per la popolazione non c'è accesso diretto alle informazioni; ad esempio, per un giornalista, non vi è accesso a una documentazione tecnica di tutti i lavori che sono stati fatti. Tuttavia, è invece a mani di tutti gli amministratori locali interessati alla linea tutta la documentazione delle istruttorie fatte e delle prescrizioni in atto. Credo che questo dimostri in maniera chiara e trasparente che non è vero che in Italia non c'è stata informazione e in Francia sì; in Italia, nel timore di creare una sorta di provocazione in Val di Susa, si è rinunciato ad andare ad aprire un centro di informazioni in Val di Susa. Ad ogni modo, lo apriremo, in accordo con LTF, a Torino il 20 p.v., se ricordo bene. Al riguardo, vi manderemo una comunicazione, speriamo che sia pronta per tale data, in modo che chiunque voglia possa accedere, anche da cittadino, attraverso il sito (noi metteremo sul sito della Regione Piemonte questa documentazione, altra ne abbiamo già introdotta) per sapere almeno di cosa si parla, come sia lo stato dei progetti, che cosa sia stato valutato e non valutato.
Meditavo se leggervi tutte queste pagine, perché secondo me a volte sarebbe utile fare una lettura collettiva di tutta la storia della vicenda.
Questa ha inizio nel 2002, ma dato che sono stata, come sapete, membro di questo Consiglio e in un breve periodo anche Assessore, potrei dire che risale ancora a prima, alla fine degli anni '80. Questo anche per ricordare che non parliamo di un'opera avulsa da un insieme di opere - anche questa è una cosa che spesso si dimentica - ma fa parte di un progetto complessivo che, oltre la tratta internazionale (da Lione a Torino), riguarda un'opera già in parte realizzata (Torino-Milano, Milano-Verona in diverse tratte Verona-Padova, Padova-Venezia, Venezia-Trieste) e che, per quanto riguarda la tratta italiana (sappiamo tutti che il corridoio è Lisbona-Kiev) prevede il passaggio attraverso un altro tunnel di base verso la Slovenia.
Quest'opera è iniziata come progettazione e come valutazione alla fine degli anni '80. Nel '94, anno che ricordo perché ero Assessore regionale non feci personalmente tutta la trattativa, ma la portai a termine. Nel '94 concludemmo la Conferenza dei Servizi sulla Torino-Novara - il tratto seguente, al di là di Novara, era competenza della Regione Lombardia approvando l'opera che oggi potete vedere realizzata e che durante le Olimpiadi collegherà Torino a Novara e a Malpensa.
Quindi la Torino-Lione fa parte di un'opera già in corso di realizzazione, per quanto riguarda la Torino-Trieste, e realizzata per quanto riguarda la tratta torinese in pianura, che prevede il quadruplicamento dei binari: due nuovi binari di una ferrovia che tutti chiamano ad Alta Velocità, ma che non lo è più, perché è una ferrovia ad Alta Capacità, con una finalizzazione prevalente al trasporto merci, anche se avrà delle tracce (in numero che dipenderà dalla domanda) per il trasporto persone. Questa tratta è stata riprogettata integralmente, in particolare nei raggi di curvatura, nelle caratteristiche dell'opera, in quanto trasportare merci comporta pesi maggiori e le linee progettate solo per i passeggeri non sono adeguate.
Quindi il tratto da Torino verso Lione, poiché era oggetto di una trattativa internazionale, ebbe tempi più lunghi, per cui in realtà siamo in ritardo, non siamo in anticipo. Spesso si legge che quest'opera potrebbe anche non essere realizzata. Voglio ricordare che la sua non realizzazione significherebbe che l'investimento che va da Torino a Trieste diventerebbe di fatto un investimento su una linea passeggeri, perché non sarebbe possibile - e voi leggerete qui perché non sarebbe possibile - immaginare una potente linea per il trasporto merci nella Pianura Padana, con l'impossibilità di andare verso est o verso ovest. È ovvio che le merci hanno percorsi lunghi; mentre i passeggeri hanno percorsi medi di 5-6 ore e quindi, a seconda della velocità del treno, si può più o meno calcolare qual è il percorso tipo di un passeggero, le merci hanno invece percorsi di migliaia di chilometri: per giustificare l'uso di una linea ferroviaria deve trattarsi di lunghi percorsi.
Lo voglio ricordare, perché oggi noi non siamo di fronte a una decisione nuova: in realtà, le decisioni sono state prese. Ricordo alla mia maggioranza che quest'opera stralcio internazionale fu firmata da Bersani e Danesi(allora iscritto ai Comunisti Italiani), che erano rispettivamente Ministro dei Trasporti e Ministro dei Lavori Pubblici. La valutazione ambientale che consentì di firmare fu fatta da Edo Ronchi, che era Ministro dell'Ambiente, e credo - ma di questo non sono certa - che fosse Ministro dell'Agricoltura, quindi membro del Governo, Pecoraro Scanio; però - ripeto di questo non sono certa, perché i Ministri sono cambiati nel tempo: ricordo quelli che firmarono perché io ero Presidente della Provincia e ricordo bene la vicenda.
Non sto polemizzando, voglio solo ricordare che quest'opera, essendo collegata a un trattato internazionale, è stata firmata da rappresentanti chiunque fossero, del Governo italiano, e quindi che c'è un impegno del Governo italiano nei confronti dell'Unione Europea e della Francia, con le difficoltà che ricorderete, perché la Francia in partenza ha esitato potendo optare per un percorso di trasporto al nord delle Alpi. Poi si convinse dell'importanza del tracciato del Corridoio 5, cioè del passare al di qua delle Alpi per cogliere tutte le potenzialità economiche che sono rappresentate proprio dalla Pianura Padana, dalla Pianura Lionese e da Grenoble, cioè le aree del sud della Francia e del nord dell'Italia.
Vedrete da questo testo che non si può dire che non ci sia stata partecipazione. La storia che vi ricordo inizia dal 2002 e per questo vi ho fatto una breve sintesi di ciò che è avvenuto in precedenza.
Prego l'Assessore Borioli di fare ricostruire anche la parte ante 2002 fin dalla prima presentazione del progetto che, secondo me, è stata verso il 1987.
Solo fra il maggio 2002 e il marzo 2003, periodo in cui furono esaminati tutti gli studi di fattibilità del tracciato, ci sono state 23 riunioni. Poi furono presentati i progetti e - come potete verificare - vi è stata una quantità di riunioni che qualcuno ha quantificato in 105. Sono riunioni formali convocate come Conferenza dei Servizi o come Tavoli di concertazione nei quali, ogni volta, è stata fornita tutta la documentazione, che è a mano degli amministratori, tant'è vero che l'abbiamo sentito in questi giorni. Appare evidente che hanno documentazione a mano, perché parlano continuamente dell'opera, ma, al di là di questo, ci sono anche dei verbali formali di consegna della documentazione: non stiamo parlando di documentazione non consegnata.
Furono fatte una serie di prescrizioni regionali indicate in una deliberazione della Giunta regionale del 21/7/2003, che sono circa 65 furono fatte una serie di prescrizioni, ci furono valutazioni di queste prescrizioni, alla fine delle quali furono ulteriormente approfondite tali questioni.
Ricordo che il progetto ha avuto una serie di modifiche importanti, tra cui quella relativa alla cintura nord di Torino. Ricorderete che, in prima battuta, si doveva ave re un'area di smistamento a Chivasso; sia per ragioni territoriali (difficoltà del progetto per tutti i Comuni della Gronda nord) e ragioni trasportistiche e necessità di usare come area logistica l'area di Orbassano, fu fatta un'importante modifica, che è stata approvata formalmente solo quest'anno al CIPE già durante la nostra Amministrazione, e che ha radicalmente modificato il progetto della fascia della Gronda. Tant'è vero che, a partire da una posizione abbastanza forte dei sindaci della Gronda, si è oggi in presenza ancora di preoccupazioni e necessità di approfondimenti, ma di un sostanziale accordo su quel tracciato, che è stato recepito con una deliberazione del CIPE ancora in scrittura. Poiché è una cosa che costa, la si continua a scrivere, perché è stata formalmente approvata.
Furono anche valutate tutte le questioni relative alla tratta in Val di Susa. Qualcuno di voi che era Consigliere regionale ricorderà che l'interconnessione detta di Caprie fu espunta dal progetto.
L'interconnessione fu stabilita all'altezza della Gronda per consentire di andare a Orbassano e quindi per non mescolare i treni lungo tutta la linea storica in Val di Susa; è poi prevista un'altra interconnessione nella Piana di Bruzolo.
Quindi, fu modificato radicalmente il progetto con un'interconnessione eliminata a Caprie e una doppia interconnessione a Bruzolo e in corso Marche, in modo da consentire un totale diverso utilizzo di questa linea.
Linea che, infatti, la Regione Piemonte ha previsto di utilizzare come linea regionale, prevedendo un aumento consistente di utilizzo di tracce dal momento in cui fossero disponibili. Per capirci, dalle attuali 40, cioè 40 tracce di treni regionali (che significa 20 e 20 perché devono essere nei due sensi) dovrebbero arrivare a 120, fornendo una vera linea metropolitana lungo la Val di Susa. Quindi, 120 vuole dire 60 e 60 treni al giorno nei due sensi.
Questo può avvenire se quella linea storica non si utilizza per altri fini; per questo vi chiederei di guardare le tabelle che ci sono al fondo e che evidenziano come si può utilizzare la linea storica nella situazione attuale o potenziata.
Anche potenziata, la linea storica può essere utilizzata per le merci e, in tal caso, se va bene si possono fare passare i 40 treni attuali, con alcune difficoltà, perché essendo velocità diverse e fermate diverse non è neanche sicuro che passino.
Se invece si vogliono usare le 120 tracce, la portata della linea storica modificata sostanzialmente arriva a quella attuale dal punto di vista del trasporto merci. Ci sono tutte le opzioni che consentono di verificare non tanto le opzioni tecniche se vi interessano, ma soprattutto di capire come tali questioni siano state accuratamente valutate dalla Regione Piemonte, come siano state oggetto di prescrizioni e anche di valutazioni.
Infatti la Regione Piemonte ha ritenuto che sia importante poter utilizzare la linea storica come linea metropolitana regionale e quindi ha dato la prescrizione relativa a corso Marche per consentire di liberare la linea fino all'arrivo a Torino, fino alla congiunzione con la Gronda di Torino, e poi ha considerato non possibile un progetto di utilizzo della linea storica per le merci proprio finalizzato all'utilizzo che lei prevede di fare della linea storica.
Ovviamente adeguata, perché la linea storica attuale con tutti questi treni anche regionali avrebbe dei problemi di funzionamento, quindi l'adeguamento deve essere fatto, è previsto ed è - come sapete - anche in corso.
Potrete vedere tutta la procedura e come la valutazione di impatto ambientale di Venaus sia stata fatta e sia stata oggetto di prescrizioni in un numero che non ricordo, ma che è molto elevato, e che quindi gli attuali lavori previsti a Venaus scontino le prescrizioni che la Regione Piemonte ha fatto sulla base della valutazione ambientale da lei fatta. Richiamo questo anche ad onore dei tecnici che non sono cambiati, anche se i politici sono cambiati.
Non andrei oltre, ma vi invito ad analizzare tutta la verifica delle alternative; lo dico perché poiché l'analisi delle proposte alternative è una delle questioni che emerge continuamente, per quanto ci riguarda - e queste cose sono anche a conoscenza degli amministratori - la valutazione è stata fatta. Quindi, quando noi diciamo che servono non due, ma quattro binari anche in Val di Susa e che senza il tunnel di base tutta l'opera diventa, non dico inutile perché i passeggeri viaggeranno comodamente nella Pianura Padana, ma diventa inutile dal punto di vista del progetto trasportistico dell'Unione Europea - leggi Corridoio 5. Non lo diciamo perché ce lo siamo inventati o perché è una valutazione politica, ma perch sono state fatte approfondite valutazioni che ci dicono che non solo il puro miglioramento della linea storica con l'uso del tunnel allargato attuale non ha prospettive future, ma ci dicono anche che già dal completamento di questi miglioramenti si è di fronte ad una situazione sostanziale di saturazione, se si vuole utilizzare la linea per la finalità concordata. Infatti queste cose sono state anche concordate con gli amministratori, cioè che la linea deve essere finalizzata al trasporto metropolitano regionale.
Tutte queste considerazioni le potete trovare e vi pregherei di dedicare un po' del vostro tempo a queste valutazioni che sono di una struttura - quella regionale - secondo me di grande livello, di grande capacità e di grande onestà intellettuale. Vi pregherei di fare lo sforzo di dedicare a questo lavoro, che è costato a decine di persone, non solo ai funzionari ma all'ARPA e a tutte le persone e a tutte le strutture coinvolte anni di approfondimenti, un po' di attenzione, non fosse altro che per il rispetto che si deve a chi da tanti anni lavora e può anche avere sbagliato.
Tutti possono valutare in un modo o nell'altro il lavoro fatto, per chi certamente ha lavorato e lavorato con impegno e attenzione, ha tenuto conto di tutti gli aspetti economici, ambientali e trasportistici, dando sempre risposta alle domande poste agli amministratori. Io sono stata una degli amministratori della Provincia di Torino e, insieme ai miei Assessori, ho posto più problemi. Se avrete la pazienza di leggere i verbali, vedrete quante volte la Provincia di Torino è intervenuta (il Consigliere Casoni se lo ricorda) ponendo questioni e obbligando a verifiche. Anche in tal senso questo rendiconto, pur brevissimo rispetto all'infinita storia di questa vicenda, mette tutti a conoscenza di quante modifiche al progetto iniziale siano state apportate, anche se, come vi dico, è un rendiconto non completo, quindi vi farò avere il completamento prima del 2002, perché in questa storia manca la scelta del portare la ferrovia nel tratto da Torino a Venaus, piuttosto in galleria, rispetto all'ipotesi iniziale, che prevedeva una tratta quasi tutta all'aperto.
Questo manca, perché parte solo dal 2002 (anno in cui si firmò l'accordo fra i due Governi).
Nella fase precedente e nel lavoro fatto nella tratta italiana, furono apportate tutta una serie di modifiche che vi rendiconteremo in un fase successiva, in modo che abbiate l'intera storia completa, dall'origine ad oggi, dell'opera Torino-Lione (in genere della parte italiana, meno piemontese del corridoio).
Io ho finito. Il mio compito era quello di rendicontare sulla riunione di sabato, ma ho voluto fare un punto sulla storia dell'opera per consentire a tutti di avere una documentazione che credo sia, almeno per noi Consiglieri regionali, doveroso conoscere.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Bresso.
Se gli uffici della Giunta sono disponibili a consegnarci già oggi la copia della documentazione in corso di seduta, possiamo distribuirla a tutti i Consiglieri. Grazie anche per l'invito preannunciato ai Consiglieri di essere presenti alla prossima apertura del punto informativo sull'Alta Capacità a Torino.
Ha chiesto la parola per mozione d'ordine il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Sull'ordine dei lavori, visto che in questi giorni ci sono stati distribuiti gli ordini del giorno. Ma visto che in questi giorni è stato più volte annunciato sui giornali un ordine del giorno unitario della maggioranza, oltre a quello di condanna per i gravi fatti ecc., e visto che non è ancora a nostre mani, anche se io ne ho una bozza informale che mi è stata spedita alcuni giorni fa, penso che abbiate a quest'ora raggiunto l'accordo, chiedo se è possibile averlo, in maniera tale che discutiamo utilmente di tutti gli ordini del giorno, però dobbiamo almeno poterlo leggere, perché altrimenti, al di là dell'esposizione della Presidente Bresso, che ringraziamo, ci manca un pezzo importante del tavolo, ci manca la quarta gamba perché il tavolo stia su.
Appena ci fa distribuire la quarta gamba, noi potremmo anche procedere nella discussione, altrimenti diventa difficile, perché i tavoli a tre gambe si reggono male. Assessore Bairati, si fidi, quattro è sempre meglio.
Così potremo approcciarci al dibattito in una maniera oppure nell'altra sapendo cosa intende fare la maggioranza, perché è evidente, alla luce di ciò che è accaduto in questi giorni, che l'intendimento della maggioranza è di rimedio formale oltre che sostanziale per lo svolgimento del dibattito.



PRESIDENTE

Il documento è pervenuto pochi minuti fa. È in corso di stampa, e lo stiamo distribuendo fra i colleghi.
Dopo le dichiarazioni della Presidente della Giunta, ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

In relazione al fatto che non abbiamo a nostre mani l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza della Regione, le chiederei una pausa di 10 minuti o un quarto d'ora, in modo da poter affrontare, in seno alla opposizione, in maniera compiuta, anche le dichiarazioni che la Presidente ha rilasciato in Aula.
Io, da una prima analisi evinco una certezza in relazione ai giorni e alle settimane passate. Ogni tanto ero stato colpito dai sensi di colpa che avevo rappresentato al Vicepresidente Casoni che in questi anni nell'ambito della Giunta aveva seguito tutto il tema TAV, perché sembrava quasi che la Regione, nei dieci anni precedenti non avesse mai fatto nulla non avesse mai fatto nessuna riunione, non avesse mai incontrato gli amministratori della Val di Susa.
Credo, perlomeno dalle prime considerazioni che posso evincere dalla relazione della Presidente Bresso, che finalmente, almeno su questo, da parte della Presidente si sia fatta chiarezza, e si sia detto in modo chiaro ed esplicito che non solo i rappresentanti delle istituzioni regionale hanno lavorato bene, ma - mi permetto di dire - anche la classe politica precedente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ghigo.
La seduta è sospesa. Il Consiglio riprende alle ore 12.10. Vi prego però di stare in Aula perché vi verrà distribuito il documento.



(La seduta, sospesa alle ore 11.56 riprende alle ore 12.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i signori Consiglieri di riaccomodarsi in Aula.
La Presidente della Giunta è rientrata in Aula, possiamo riprendere il dibattito.
La parola al Consigliere Casoni che interviene sull'ordine dei lavori.



CASONI William

Intervengo per mozione d'ordine, perché noi abbiamo ascoltato la relazione della Presidente Bresso.
Abbiamo visto un ordine del giorno assolutamente generico, che non fa altro che rimandare alla Presidente tutte le decisioni che saranno prese.
Siccome la Presidente ha detto che quello è un tracciato che va approfondito ma rimane l'unico tracciato, non ci sono al momento alternative da studiare e da approfondire, se non quelle insite nel progetto principale. Noi siamo su questa posizione, sull'inderogabilità di realizzazione della linea, dopo qualunque approfondimento che questo tavolo debba fare. Questo vuol dire, come è scritto nel documento, che a maggio inizieranno i lavori del tunnel di Venaus, perché questo dice il documento approvato dal Consiglio dei Ministri. Quindi c'è la "tregua", però questo è il programma che viene dato e che deve essere approfondito.
Poiché ci sembra che ci siano differenti prese di posizione, mi rivolgo ai Capigruppo di alcuni partiti della maggioranza, a seconda che siano in una piazza, in Val di Susa, nei Consigli comunali di qualche Comune della provincia o in Aula. Noi vorremo sapere, anche per intervenire sul merito dei provvedimenti, cosa pensano della relazione della Presidente Bresso il Capogruppo dei Verdi, il Capogruppo dei Comunisti Italiani e il Capogruppo di Rifondazione Comunista. Sapere cosa pensano i nostri colleghi sulla questione è di aiuto per un dibattito sereno e un confronto sulle nostre posizioni. Quello che dobbiamo dire lo diremo, siamo disponibili anche ad alternare gli interventi, ma dobbiamo capire. Mi rivolgo al Consigliere Robotti, che annuisce. Voglio sapere se condivide...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Robotti)



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri!



CASONI William

Voglio capire se il Consigliere Robotti, il Consigliere Dalmasso, il Consigliere Moriconi condividono che quello è un progetto unico, che a maggio inizieranno i lavori al tunnel di Venaus. Facciamo tutti gli approfondimenti del caso, ma i Consiglieri sono disponibili a sostenere il percorso così come è stato annunciato dalla Presidente? Dobbiamo intervenire sapendo quello che pensano i nostri colleghi. Se dobbiamo affrontare un dibattito, lo dobbiamo fare conoscendo le posizioni dei vari partiti. Abbiamo chiesto di convocare un Consiglio straordinario, perch non ci sembrava che ci fosse una posizione univoca sul tema. Abbiamo letto sui giornali, ma, peggio ancora, abbiamo sentito...



PRESIDENTE

Consigliere Casoni, la richiamo al rispetto del Regolamento. Lei ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori, ma le ricordo che il tempo a disposizione è di due minuti.
chiaro che il dibattito deve rappresentare tutte le parti e sono convinto che i colleghi dei partiti che ha chiamato in causa interverranno ma il richiamo ad intervenire mi pare superfluo.



CASONI William

La richiesta di conoscere il parere dei partiti della maggioranza la faccio a nome di tutta la minoranza. Non è un'iniziativa personale, ma di tutta la minoranza per un dibattito serio sul tema.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

abbastanza singolare la situazione in cui ci troviamo. Il Consiglio straordinario è stato chiesto in particolare modo dal Gruppo di Alleanza Nazionale e dalla Lega. Alleanza Nazionale - è uscito su tutti i giornali ha chiesto le dimissioni della Presidente Bresso: volevamo sapere perché.
Se si chiede un Consiglio straordinario e si chiedono le dimissioni della Presidente, bisognerebbe anche motivare la convocazione del Consiglio e la richiesta di dimissioni della Presidente. Dopodiché, noi siamo qui Consigliere Casoni, per intervenire, ognuno di noi interverrà senza le sollecitazioni che vengono dalla minoranza. Spiegateci perché avete chiesto le dimissioni della Presidente Bresso. Giustamente, il Consigliere Ghigo ha chiesto l'intervento della Presidente della Giunta perché, nel frattempo, è emerso un fatto nuovo: la riunione di sabato scorso a Palazzo Chigi. Il Consiglio straordinario lo avete chiesto voi per chiedere le dimissioni della Presidente: spiegateci perché. Dopodiché, noi interverremo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Solo per rispondere al Consigliere Muliere - visto che il Consigliere Casoni ha parlato anche a mio nome - e spiegargli perché abbiamo bisogno di capire quale sia la posizione dei suoi colleghi, Presidenti di Gruppo, che sostengono la Presidente Mercedes Bresso. Vogliamo sapere se i suoi colleghi, Presidenti di quei Gruppi che fino all'altro giorno hanno manifestato in Val di Susa proclamando che la TAV non si fa e non si farà mai, hanno cambiato idea e se lo dichiareranno. È chiaro che la Presidente Bresso ha la maggioranza.
Vogliamo conoscere qual è la posizione di autorevoli Gruppi di maggioranza che, se dovessero dire no alla TAV, sarebbero ancora in linea con quanto sostenuto all'inizio, quindi non sosterebbero la Presidente Bresso, la quale sarebbe obbligata a dimettersi perché non avrebbe i numeri che la sostengono. Se questi, Presidente, hanno cambiato opinione, ce lo dicano e anche noi faremo le nostre valutazioni. Non esisterebbe più il problema della mozione di sfiducia perché ci sarebbero i numeri. Se, al contrario, hanno mantenuto la loro posizione, quella sbandierata nelle piazze, quella sbandierata nella Valle, quella sbandierata a Venaus, quella sbandierata davanti alla polizia e ai carabinieri, è chiaro che andremo avanti chiedendo: "Cara Presidente, si dimetta perché non ha più i numeri per stare in piedi", ma se non lo dicono non possiamo saperlo.
Ci pare anche legittimo chiederlo. Durante la scorsa seduta dedicata all'Alta Velocità, alla TAV, da quelle parti, da quei banchi, da quelle tre componenti politiche ben segnate e ben riconoscibili, non si è levato un solo filo di voce, nonostante i solleciti. Se anche questa mattina, alcuni Consiglieri di maggioranza non interverranno, avremmo grosse difficoltà a capire cosa vogliono fare e capire qual è il futuro della vostra Giunta. I loro pareri sono diversi a seconda di dove si trovano.



PRESIDENTE

Consiglieri, vi prego, in qualche modo, di riportarvi alla logica dei dibattiti. I dibattiti consistono in un'alternarsi di prese di posizione tra maggioranza e opposizione; sarà il corso del dibattito che consentirà il confronto tra maggioranza e opposizione. Non vedo il motivo del contendere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne fa facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Volevo solo fare alcune precisazioni: il Consiglio straordinario è stato chiesto non per sfiduciare la Presidente Bresso, ma per ottenere chiarimenti nella sede adeguata, l' Aula del Consiglio regionale del Piemonte, e non sui giornali o sul territorio. Tali chiarimenti devono riguardare le posizioni politiche dei partiti e dei Capigruppo rappresentanti di quest' assemblea. Questo è il vero motivo per cui è stato chiesto il Consiglio straordinario.
Per quanto riguarda la posizione della Presidente Bresso, il sottoscritto e l'UDC non hanno mai chiesto le sue dimissioni, al contrario ciò che il Gruppo UDC chiede è che i partiti estremisti che hanno strumentalizzato la questione presenziando in loco, e che per altro fanno parte della maggioranza, siano meno ipocriti: se le loro intenzioni sono quelle di abbandonare la maggioranza che lo dicano apertamente, che ci dicano se sono d'accordo sulla TAV, o altrimenti abbiano il coraggio di uscire dalla maggioranza, questi partiti, non la Presidente Bresso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Sono l'unico che non è stato evocato dai Consiglieri di minoranza, vi ringrazio di questo.
Abbiate pazienza, lo ha detto molto bene il Consigliere Muliere prima: quando si pone un problema così drammatico come la sfiducia nei confronti della Presidente, si richiede anche la decenza di presentarsi con una requisitoria che spieghi le ragioni per le quali dovrebbe dimettersi o noi dovremmo sfiduciarla. Mi sembrerebbe il minimo per il rispetto non solo alla Presidente, per carità, ma all'istituzione nella quale tutti quanti noi lavoriamo.
Tuttavia, capisco anche che su un tema che ha diviso, frantumato, anche in modo trasversale, coscienze e posizioni politiche (e non solo quelle) ci sia la voglia di insinuarsi, come credo sia normale fare nell'attività politica, per tentare di rompere coalizioni, maggioranze, magari ben più solide e consolidate della nostra. Capisco anche questo.
Le posizioni di ciascuno di noi, su questa tema, sono chiare. Così come è chiaro e netto, secondo me neanche in modo diverso a seconda dei luoghi in cui ci troviamo, che nessuno di noi - questo mi permetto di poterlo dire ha mai minimamente messo in discussione la fiducia nei confronti della nostra Presidente; magari ha criticato, quando riteneva, certe posizioni ma non è questo il nodo del contendere, tanto che siamo qui oggi, su vostra iniziativa, a discutere un tema già lungamente discusso.
Alla fin fine, comunque, gli aspetti più importanti sono gli aggiornamenti e le informazioni che la Presidente ci ha, doverosamente in questo caso, portato e prodotto, relativamente all'evolversi dei fatti.
Dopodiché, in quest'Aula più volte abbiamo ribadito, in vari modi, che quando un'istanza così forte viene presentata in modo così importante e coinvolgente, la politica, qualunque sia lo schieramento, ha il dovere di fermarsi un attimo e ascoltare; non necessariamente per condividere, ma per ascoltare e provare a dare risposte e soluzioni.
Ricordo che la Commissione Rivalta - la cosiddetta Commissione Rivalta perché non so come altro chiamarla - non è in vigore da sei, sette, dieci quindici anni o da quando si parla di Torino-Lione, di Alta Capacità e di Alta Velocità, ma è in funzione - ahimè - da pochissimi mesi. Si confida nel fatto che riprenda i suoi lavori, ma certamente, se si è arrivati a questa situazione, un deficit di comunicazione e di ascolto c'è stato e, se c'è stato, è nostro dovere, a maggior ragione perché siamo l'Unione colmarlo. È quello che si sta, tra strappi e turbolenza, egregiamente facendo. Tutto qua. Gli approfondimenti e tutto il resto vanno bene, ma questo è il nocciolo della questione.
Sul punto, credo che si possa e si debba discutere, ma senza pretendere che vengano assunte posizioni, strumentalmente o meno, o che si diano risposte a quesiti che, per loro natura, non hanno risposte.
Siamo arrivati, signori Consiglieri e colleghi, alla domanda se si vuole più bene a mamma o a papà. Mi pare che i temi di cui ci occupiamo meritino un atteggiamento e un approccio più culturalmente robusto di quello usato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Vedo che il Consigliere Turigliatto ha rotto il ghiaccio. Noi siamo culturalmente robusti, quindi non ci possiamo sottrarre, anche se mi tocca rimarcare - Presidente Bresso, lo dico a lei che probabilmente lei ha dato o ha fatto dare un ordine di scuderia alle truppe di non parlare, perché...



(Commenti in Aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi, avete modo di replicare, lasciate parlare il collega Ghiglia.



(Commenti in Aula)



GHIGLIA Agostino

Ma perché parlano sempre fuori microfono e non quando devono Presidente?



PRESIDENTE

Avranno modo di parlare a microfono.



(Commenti in Aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia!



GHIGLIA Agostino

Colleghi, se avete tutta questa verve, prenotatevi per intervenire.
Capisco che lei abbia dato l'ordine di scuderia di parlare per secondi perché riprendo una metafora detta ieri: voi siete un po' come ad una cena di Natale in cui si invitano anche parenti lontani, quelli che magari politicamente non sono d'accordo, e allora si dice: parluma di tut ma nen di polìtica, perché nel momento in cui dovete parlare, vengono fuori divisioni e quindi più state zitti meglio è.
Le voglio però dire, Presidente, che questa cena natalizia non si conclude qua, perché noi vogliano chiudere questo Consiglio straordinario capendo - e credo che lo vogliono anche i piemontesi, non solo gli abitanti della Val di Susa - non solo la posizione della Presidente Bresso (abbiamo apprezzato quella di oggi, non quella tentennante delle passate settimane e neanche quella occhieggiante ai "No TAV" della campagna elettorale, ma che apprezziamo come posizione di oggi...



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Mi citi una sola frase...



GHIGLIA Agostino

Si vada a rileggere...



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Mi porti dei dati!



PRESIDENTE

Presidente, per cortesia...



GHIGLIA Agostino

La Presidente può replicare.
Allora, o lei assicura a tutti di poter parlare... Le porto i volantini anche dei candidati dei DS che si schieravano contro la TAV in campagna elettorale. Glieli porterò.
Noi vorremmo uscire da qua con una posizione...



(Commenti in aula)



GHIGLIA Agostino

GHIGLIA Agostino



GHIGLIA Agostino

Presidente, posso parlare o no? Mi dica se posso parlare in quest'aula o no.



PRESIDENTE

Lo sta chiedendo a me? Ne ha piena facoltà. Ha la parola, le è stata data la parola.



GHIGLIA Agostino

Ecco, allora assicuri la...



PRESIDENTE

Ho evitato che venisse interrotto, quindi non ha bisogno di chiederlo.



GHIGLIA Agostino

L'estremista Presidente - lo dico come battuta - mi impedisce il dialogo democratico che da più parti viene continuamente auspicato.



PRESIDENTE

Garantiremo e tuteleremo le sue prerogative.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente, mi tuteli almeno lei, noi che siamo di matrice comune in quanto cattolici. Mi tuteli almeno lei.
Allora, noi vogliamo - Presidente, glielo dico - uscire da questo o da un altro Consiglio regionale (decidetelo voi, colleghi, perché di Consigli straordinari ne possiamo chiedere uno ogni quindici giorni) per capire se non lei, ma la sua maggioranza l'appoggia su questo. Vede, è facile fare la cena di Natale, poi dopo Natale viene la Befana che tutte le feste porta via, ma i problemi rimangono. Ci sono dei partiti della sua maggioranza che, contro il parere del suo collega Chiamparino, vogliono ancora fare il corteo sabato. Ci sono dei partiti della sua maggioranza, importanti esponenti nazionali dei partiti della sua maggioranza (segnatamente di Rifondazione Comunista) che nelle agenzie, ancora di ieri e dell'altro ieri, continuano ad esprimersi contro la TAV comunque e, addirittura contro tutte le tratte ad Alta Velocità e ad Alta Capacità presenti passate e future.
Allora, da questo equivoco bisogna uscire, Presidente. Bisogna uscirne perché, vede, a me venerdì hanno mandato la bozza di quello che era il primo vostro ordine del giorno (quello della maggioranza, in cui avete cancellato tutte le parti difficili, le parti su cui vi dividevate), per presentarci questa acqua fresca, quest'acqua di fonte, che di tutto parla tranne che dell'oggetto della nostra discussione.
Vedete, colleghi, noi ve lo spieghiamo. Vi spieghiamo il motivo per cui abbiamo chiesto, e magari ne chiederemmo altri 50, un Consiglio straordinario sulla TAV, però voi non ci rispondete, perché se la vostra risposta è questo documento, una cosa che parla di dialogo e di tante cose ma non di TAC (e, guarda caso, il vostro ordine del giorno parla di tutto tranne che della linea ad Alta Capacità), allora capite che per noi è imbarazzante spiegarvelo. Noi cerchiamo di spiegarvelo (se volete, vi facciamo anche i disegnini) però, per quanto ci sforziamo, continuate a rispondere ciò per bròca (come avrebbe detto mia nonna: chiodo per brocca).
Se noi lo intendiamo come chiodo e voi come brocca per l'acqua, diventa difficile trovare un punto di sintesi serio. Visto che siamo persone serie e vogliamo parlare di Alta Capacità, vi chiediamo di essere persone altrettanto serie e, anziché darci la brocca, predisponete un ordine del giorno in cui la Presidente Bresso e voi tutti dimostrate di essere favorevoli o contrari all'Alta Capacità.
Questo è un non documento e, a un documento che dà una non risposta anche una minoranza responsabile (personalmente parlo per Alleanza Nazionale) darà risposte conseguenti per pretendere quelle risposte che voi state cercando di eludere.
Dico questo perché nella premessa dell'acqua fresca, nella prima versione, era scritto: "La propria approvazione e gli indirizzi programmatici presentati dal Presidente della Giunta regionale" - e avevate aggiunto, ma poi l'avete tolto - "in particolare sulle politiche dei trasporti...



GHIGLIA Agostino

MULIERE Rocco (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Ma qui stiamo parlando del documento depositato o di altre cose?



GHIGLIA Agostino

No, no...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Muliere. Il collega Ghiglia ha facoltà di parola prendo anche atto che lei riesce ad avere i documenti...



GHIGLIA Agostino

Presidente, lei non si permetta, come non si permette Muliere, di sindacare quello che io dico! Lei mi lasci parlare.



PRESIDENTE

Collega Ghiglia, non la sto sindacando, stavo dicendo...



GHIGLIA Agostino

Non accetto sindacati né dai comunisti né dalla Presidenza. Io sto...



PRESIDENTE

Collega Ghiglia...



GHIGLIA Agostino

Vi porto le motivazioni...



PRESIDENTE

Stavo richiamandola al fatto, però, di attenersi ai documenti presentati...



GHIGLIA Agostino

Io mi attengo a quello che...



PRESIDENTE

Perché gli altri documenti, se non sono siglati...



GHIGLIA Agostino

Per attenermi ai documenti, Presidente, faccio tutte le premesse che ritengo utili.



(Commenti del Consigliere Burzi fuori microfono)



PRESIDENTE

Collega Burzi, per cortesia, il collega Ghiglia esprime le sue ragioni senza bisogno di sostegno.



(Commenti del Consigliere Burzi fuori microfono)



PRESIDENTE

Infatti sono stati richiamati.



(Commenti del Consigliere Robotti fuori microfono)



PRESIDENTE

Collega Robotti, per cortesia!



GHIGLIA Agostino

Potremmo anche chiudere il Consiglio, perché se l'autorevole Segretario dei Comunisti italiani ha detto: "Siamo la TAV, quindi siamo rompiballe" la Bresso non ha la maggioranza.



(Commenti del Consigliere Robotti fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Robotti, ti devi alzare e dire che sei "No TAV", hai capito? Anzich andare a fare la quarta fila a Venaus, perché non hai neanche il coraggio di fare la prima, abbi il coraggio di venire qua e dire che sei "No TAV" Robotti, ma dillo a microfono che sei "No TAV". Smettila di fare il "battutaro", perché di avanspettacolo ne avete fatto fin troppo in questi mesi e in queste settimane!



GHIGLIA Agostino

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Qui non siamo al Circo Togni!



GHIGLIA Agostino

Il Circo Togni fallo tu! Alzati e dì che sei "No TAV".
Stavo dicendo che è un documento che non dice nulla.
Allora, noi vorremmo uscire di qui per capire come la pensa questa maggioranza, perché - entro nel merito, Presidente, poi, ovviamente, ci riserviamo tutti gli altri interventi - c'è una nostra posizione tradizionale di omogeneità e di favore alla linea ad Alta Capacità. Noi diamo una lettura completamente diversa. Il Governo ha fatto da supplente all'inanità delle istituzioni locali, ha fatto da supplente! Se non ci fosse stato il Governo a istituire un Tavolo, le vostre maggioranze sarebbero ancora metà a Venaus e metà in quest'Aula. Se non ci fosse stato il senso di responsabilità del Governo, del Vicepresidente Fini e del Sottosegretario Letta, voi sareste ancora metà a Venaus e metà qui. Avete dimostrato di non saper gestire questa situazione, perché non avete i numeri, perché non avete le maggioranze per gestirla. È legittimo, ma questa è una realtà.
Il Governo può avervi dato una mano, però, vede, Presidente, vorrei capire una cosa: visto che lei è venuta in quest'Aula qualche settimana fa a dirci che si sarebbero persi i fondi - lo ricordo, aveva fatto anche i comunicati stampa - se entro novembre non fossero iniziati i lavori, questo è un fatto dirimente: o abbiamo la certezza sull'opera o vogliamo capire cosa è cambiato rispetto al dibattito di tre settimane fa. Abbiamo la sicurezza che l'Unione Europea ci dà ancora i soldi o no? O abbiamo solo i soldi iscritti a bilancio, eventualmente, per il cantiere di Venaus? Questo è fondamentale.
Vede, Presidente, la nostra preoccupazione è la seguente: non abbiamo una concezione di "territorio", abbiamo una concezione di "terra". Il territorio è quello su cui si appoggiano i piedi in un determinato momento la terra, invece, è la Provincia di Torino, il Piemonte e l'Italia.
nell'interesse di questa terra che vogliamo portare avanti l'Alta Capacità non soltanto nei confronti dei presunti interessi di un territorio limitato.
Per questo vogliamo risposte precise, in quanto ritengo importante uscire di qui con il Presidente del Piemonte forte di una maggioranza, non su un documento general-generico che parla di tutto, ma, soprattutto, di niente. È necessario un documento che dice, definitivamente e inequivocabilmente, se avremo ancora i soldi, che indichi i tempi a disposizione, ma, soprattutto, se tutta la maggioranza all'unanimità intende portare avanti questo progetto strategico e vitale per la Val di Susa, per la Provincia di Torino, per il Piemonte e per l'Italia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Signor Presidente, sono sempre al punto iniziale dell'intervento del collega Casoni che - mi stupisce - ha posto, mi pare, in maniera molto chiara una pregiudiziale di natura politica, che non mi sembra abbia ricevuto alcuna risposta, a meno che il silenzio delle persone a cui questa pregiudiziale è stata indirizzata valga come risposta, cosa che potremo tranquillamente considerare.
Ritorno all'intervento del collega Turigliatto che, da verginella probabilmente, avendo negli ultimi giorni avuto altro da fare, scopre due elementi. Intanto, ne parlo con tranquillità, perché appartengo a un Gruppo che non ha chiesto le dimissioni della Presidente Bresso, ma di dibattere sul tema della TAV. Se però il dibattito prosegue così, temo che si vedrà costretto a richiederle.
Sul fatto della sfiducia, prendo atto che il collega Turigliatto rivoterebbe la fiducia, qualora questo fosse richiesto, ma non è argomento che ci interessa.
Ci interessa molto un altro fatto nuovo, che mi stupisce probabilmente, sono stato disattento, in tal senso abbiamo bisogno dell'aiuto - verificatosi in quest'Aula. Non ho il testo della relazione della Presidente Bresso, quindi su quanto dico magari cambierò idea nel corso della giornata o in futuro, ma, vado a memoria per aver sentito l'intervento: se lo trasformiamo in ordine del giorno io lo voto, anzi trovo che sia stato eccellente per chiarezza e didattico nei fatti. Come posso dire, per un attimo ho avuto il pensiero di aver sbagliato Presidente nei tempi scorsi. Questo è il Presidente che su questo punto specifico...



(Risate in aula)



BURZI Angelo

Le code di paglia si allineano un po' dappertutto nell'arco dei banchi delle Giunte! Se volete, vi posso anche rispiegare, non ho nessuna difficoltà.
Su questo punto, oggi, la Presidente dice quanto ho desiderato sentir dire. Apprezzo la chiarezza del suo intervento che ripete ad abundantiam quello che ha già detto nell'incontro con il Governo sabato scorso. Ha fornito una ricostruzione molto puntuale degli avvenimenti dal 2002, anche perché li ha vissuti dal 1994. La ringrazio anche dei documenti che ci farà avere, noi li abbiamo già, ma magari li confrontiamo per essere sicuri di non esserci persi dei passaggi nel tempo: io la trovo eccellente.
Allora, caro Consigliere Turigliatto, caro Consigliere Rocchino o cari colleghi, delle due l'una: o abbiamo letto giornali diversi in questi giorni, abbiamo seguito programmi televisivi diversi oppure - uso il termine che hai usato tu - questa frantumazione politica ce la siamo inventata? È stata sopita? Non voglio un sì da te, voglio un sì dal compagno Robotti. Voglio capire se il compagno Robotti...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Per cortesia!



BURZI Angelo

Lo escludo, tu sei un compagno! Ho detto che io sono un compagno? Tu sei il compagno Robotti! Voglio sapere se ha cambiato idea, se non ha cambiato idea, se ha dei gemelli che girano per le sedi e per le valli. Voglio sapere. Non me lo dice? Ne prendo atto, però, la domanda, cari colleghi, non è legittima.
Sarebbe stato sciocco se non l'avessimo fatta. Siccome, però, la domanda è stata fatta, caro Presidente del Consiglio, rinnovo il tema, che varrà anche in futuro: quando un uomo della minoranza, a nome della minoranza pone una pregiudiziale politica, è ritenuto obbligo politico ricevere una risposta. Ove le risposte non ci siano, le troveremo in altre sedi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Innanzitutto, chiedo scusa al Consigliere Casoni se non mi sono messo d'accordo con lui rispetto a quanto dovrò dire. Insomma, ho pensato di telefonarle prima, ma questa volta mi sono assunto la responsabilità di pensare con la mia testa. Oggi non voglio svolgere un intervento sui flussi di traffico o sulle merci da trasportare, non essendo questo il tema del dibattito, anche se si è ascoltato di tutto su questo argomento in questi giorni. Lo stesso Ministro Alemanno, uomo che, peraltro, mi sembra di buonsenso, ha detto l'altra sera che, oggi, si trasportano 40 milioni di tonnellate di merci e si prevede il raddoppio nei prossimi anni. Tutti sanno che su quella linea transitano oggi 9 milioni di tonnellate di merce ed è impensabile che diventino dieci volte tanto, considerato che, in questo momento, lo sviluppo non ha le stesse caratteristiche degli anni precedenti.
Parole in libertà, ha ragione la Presidente, da parte di tutti coloro che hanno accompagnato i fatti che hanno sconvolto la Val di Susa nei giorni scorsi.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Scanderebech!



BOETI Antonino

Può sembrare presuntuoso dire che, forse, quello che è successo avrebbe potuto essere previsto e che era necessario ascoltare un po' di più, ma oggi, è necessario andare avanti.
Mi rivolgo al Consigliere Ghiglia: nessuno dei DS ha fatto campagna elettorale in Val di Susa scrivendo...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia!



BOETI Antonino

Presidente, posso proseguire?



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Collega Burzi! Collega Ferrero!



BOETI Antonino

Vi farò avere una copia del mio programma elettorale, in cui non si legge che ero contro l'Alta Velocità, per evitare appunto una strumentalizzazione. Abbiamo il consenso in generale della gente e non abbiamo bisogno di utilizzare altri strumenti per poterlo avere.
In Val di Susa vi è uno scontro di presunzione, arroganza e indifferenza. Inoltre, i problemi posti negli anni scorsi in mille occasioni non sono stati tenuti nella debita considerazione. Si pu discutere, e il Consigliere Casoni lo ha fatto, ma i problemi sono rimasti nonostante lo svolgimento di molte riunioni, esattamente dov'erano prima: sul tappeto.
Si è ritenuto che, alla fine, le forze dell'ordine avrebbero comunque risolto il problema, commettendo così un grave errore di valutazione. Tutti riconosciamo il lavoro fatto da questa Regione, dalla sua Presidente e dalla Provincia di Torino con la Commissione Rivalta, un lavoro vanificato dall'urgenza di iniziare i lavori: se fosse stato fatto negli anni passati la situazione, probabilmente, sarebbe stata diversa.
Presunzione ed arroganza. La presunzione di ritenere che il parere dei valsusini in fondo non dovesse contare più di tanto (era nella mente di chi trattava negli anni passati).
L'arroganza del Ministro Lunardi e dell'Onorevole Martinat: il primo ogni volta che ha aperto bocca ha insultato i valsusini; il secondo, a manifestazioni in Val di Susa in corso, inaugurando la terza corsia dell'Autostrada Rivoli-Bardonecchia, dichiarava solennemente che il primo lavoro sarebbe stato il raddoppio del Frejus, dimostrando, quindi, la verità per quanto riguarda il centrodestra. Per loro l'Alta Capacità è soltanto un grande progetto edilizio, non un progetto ambientale di riconversione del trasporto delle merci, perché non si riesce a capire come stiano assieme i due aspetti: se i tir devono andare sul treno, non devono più passare in Val di Susa; di conseguenza, come sostiene la Presidente ormai dall'inizio di questa vicenda, il raddoppio del Frejus non è più necessario.
L'Onorevole Martinat - non me ne voglia - credo, peraltro, che non avrà il tempo di portare a termine questo progetto, perché fra cinque mesi, dopo le elezioni, da parlamentare dell'opposizione non avrà più nessuna responsabilità sulle opere pubbliche di questo Paese (lo dico con un po' più di fiducia, dopo il risultato elettorale di ieri di Messina).
La Regione si è assunta - il collega Ghiglia ha ribaltato il problema in questa vicenda responsabilità non sue: è il Governo che ha appaltato i lavori. Al Governo tocca la responsabilità di affrontare i problemi e di risolverli.
Il Presidente Ghigo ha ribadito più volte che abbiamo vinto le elezioni, pertanto tocca a noi ripianare il deficit della sanità. Io sono d'accordo con lui.
Ognuno si assuma le proprie responsabilità di governo, così come è del Governo la responsabilità dell'altra notte a Venaus.
inammissibile uno Stato che interviene di notte, aggredendo donne e uomini che dormono nelle tende. Ancora oggi non riesco a credere che questo sia potuto succedere nel nostro Paese, nella nostra Regione.
Siamo sempre stati grati alla Polizia e ai Carabinieri - soprattutto chi ha fatto il Sindaco si rende conto di quello che dico - anche per il buonsenso con il quale hanno sempre svolto il loro lavoro. E ci offendono gli insulti e le pietre a loro rivolte, ma in questa vicenda si è perso il senso della ragione, che bisogna ritrovare.
Ho sempre pensato che la collaborazione tra maggioranza e opposizione fosse indispensabile, pur nelle diversità delle posizioni, per governare un Comune come una Regione, e il rispetto reciproco - lo dico con convinzione assoluta - è necessario. Ma oggi noi non siamo interessati - parlo naturalmente per me - alle offerte che giungono da Forza Italia: non ci saranno maggioranze diverse in Piemonte su questo tema. Non illudetevi.
Questa è la coalizione che hanno espresso i piemontesi con il loro voto e questa continuerà il suo mandato.
Il Piemonte non è solo Alta Velocità: è anche politiche di sviluppo, di lavoro, sanitarie e sociali, su cui esiste omogeneità assoluta nella maggioranza e costituiscono il collante di tutti noi.
Esistono divergenze su questo problema che non sono solo nostre.
Ricordo che uno dei leader della protesta in Valle è un uomo che si disseta ogni anno alla sorgente del Po con l'Onorevole Bossi: mi riferisco al Presidente della Comunità Montana dell'Alta Valle, Mauro Carena, iscritto alla Lega Nord.
Sono grato ai Sindaci per la coraggiosa decisione di non organizzare la manifestazione del 17 a Torino, che considero un grave errore. Non aggiunge niente alla trattativa in corso con il Governo, e può rappresentare invece, un grande problema per la città di Torino e per la stessa causa dei valsusini. Mi è incomprensibile - ha ragione chi lo ha detto l'ostinatezza di chi vuole a tutti i costi che la manifestazione si faccia.
Torino si appresta a vivere un grande momento di fronte al mondo intero con le Olimpiadi, che devono essere "Olimpiadi della Val di Susa", e non solo di Torino. Non bisogna mescolare le due cose: una grande Olimpiade è interesse di tutti, e nessun uomo di buonsenso può lavorare perché questo non succeda. Così come la protesta, seppur legittima, non può essere responsabile del fallimento dell'economia della Valle, così come purtroppo è successo nei giorni scorsi.
Abbiamo invocato la politica; adesso che è disponibile, raccogliamo lo sforzo e cerchiamo di capire nel merito i problemi che questa linea pone e quali sono le soluzioni per risolverli. Non si può pensare a vent'anni di tensione. I nati oggi diventeranno adulti quando la linea sarà finita, e gli adulti di oggi, a quel tempo, potrebbero non esserci più.
Raccogliamo la speranza di questi giorni. Utilizziamo questi quattro o cinque mesi che abbiamo davanti evitando di sprecare quest'ultima grande opportunità di dialogo.
Una linea ad Alta Capacità, Presidente, figlia di uno studio serio di impatto ambientale, che tenga conto delle osservazioni della Val di Susa credo che alla fine possa essere un obiettivo raggiungibile per questa maggioranza e per questa Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Riprenderei molto brevemente le considerazioni che l'opposizione ha fatto negli interventi precedenti, per risollevare nuovamente un problema che è ancora più evidente dopo l'intervento del Consigliere Boeti, che ho apprezzato negli anni passati per le capacità che ha posto in essere come Sindaco e come Amministrare, ma che in campagna elettorale - mi stupisce che oggi dica queste cose - ha assolutamente sovvertito.
Esistono documenti e articoli di giornale in cui il Consigliere Boeti durante la campagna elettorale, diceva in Valle che l'argomento "Alta Capacità" sarebbe stato riaperto e lui sarebbe stato il Consigliere di riferimento per riavviare questo dibattito e ridiscuterlo, e che assolutamente non si sarebbe fatto. Oggi, sostanzialmente, in questa sede dice cose diverse: diverse da quelle che ha detto in campagna elettorale e diverse da quelle che dice non solo a Venaus, ma anche in Val di Susa.
Noi ribadiamo questa richiesta alla maggioranza, anche a seguito delle dichiarazioni della Presidente Bresso, che ringraziamo per la chiarezza; ma è una chiarezza che ha, di fatto, assolutamente sbugiardato questa maggioranza, perché la Presidente Bresso vi ha detto che l'alibi delle informazioni era soltanto un "alibi", perché il territorio è stato informato, perché ci sono state innumerevoli riunioni, innumerevoli approfondimenti e perché il progetto è stato definito con le conferenze di servizi e con tutto quello che serviva per approfondire e tutelare il territorio.
La Presidente Bresso vi ha detto, di fatto, che è un progetto condiviso da lei e dalla sua Giunta, e che voi non avete capito andando in Val di Susa, perché parlavate una lingua diversa dalla sua continuando a porre in essere tutta una serie di problematiche che non esistono.
questo il problema sul quale vogliamo discutere, non sulle dimissioni della Presidente Bresso: a questo penserete voi, e noi, eventualmente decideremo come votare. L'esito, da parte nostra, penso sia abbastanza scontato.
Noi pretendiamo di discutere con una maggioranza non frustrata. Voi state dimostrando di essere stati portati a questo dibattito col bavaglio con un ordine del giorno assolutamente inconsistente, che non parla il linguaggio che avete usato non in quest'Aula, ma sui giornali e sulle piazze in questi giorni. Noi chiediamo la correttezza da parte vostra di riportare quei temi in quest'Aula; dopodiché noi esprimeremo il nostro pensiero, che, peraltro, mi pare sia stato correttamente ripreso dagli interventi che mi hanno preceduto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Signora Presidente della Giunta, buongiorno. Io sono uno di quelli che non si è risparmiato in questa battaglia e che è stato a fianco della nostra gente, delle persone che in Val di Susa, da più parti (sia da chi proviene dal centrodestra, sia da partiti che appartengono oggi allo schieramento che guida il Paese), hanno deciso pacificamente e in modo non violento di schierarsi contro quest'opera e di chiedere a tutti - ai Comuni, alla Provincia, alla Regione e al Governo - di essere ascoltati e soprattutto, di comprendere il loro malessere per un'opera che considerano aggressiva, che punta a stravolgere gli stessi equilibri ambientali sociali, economici e culturali della loro Valle; una Valle che è già pesantemente infrastrutturata e che pertanto già subisce il nostro modello di sviluppo e le dinamiche dell'economia della nostra Regione e del nostro Paese.
Sono appelli che giungono da più voci da tantissimi anni. Sono ormai quindici anni che va avanti la lotta "No TAV". Ma mai sino ad oggi sono stati colti in tutto il loro spessore politico e in tutto il loro valore culturale. È drammatico pensare che ci siano volute le vicende di Venaus vicende brutte e drammatiche, con cariche notturne da parte della Polizia contro una popolazione inerme, che stava dormendo nelle tende, perché il tema della Val di Susa e dell'Alta Capacità diventasse patrimonio della politica italiana e, quindi, anche di questo Consiglio.
Noi siamo contrari a questo tipo di progetto, non al corridoio ad Alta Capacità, l'abbiamo sempre affermato e l'abbiamo scritto anche nel nostro programma elettorale (ve ne darò copia nei prossimi giorni, in modo che possiate leggerlo). Siamo contrari ad un progetto che continuiamo a ritenere faraonico, nel suo sviluppo e articolazione. Chiediamo che questo progetto venga cambiato e che si apra al suo interno un ragionamento di forti mitigazioni, per renderlo il meno impattante possibile. Vogliamo soprattutto, che questi temi non siano il frutto di una discussione solo interna al movimento valsusino "No TAV", oppure al confronto istituzionale tra la Giunta, la Giunta e il Consiglio o la Giunta e il Governo.
Siamo favorevoli a quanto sta avvenendo oggi, affinché questo sia il tema della politica italiana e il confronto coinvolga tutti gli attori che appartengono a questa drammatica vicenda: i Comuni, le comunità locali, la Provincia, la Regione, il Governo.
Se qualcuno pensava - ed è stato pensato - di poter gestire questa vicenda militarizzando la base, mettendo check point in ogni angolo della Val di Susa, dove anche i cittadini residenti erano costretti a mostrare i documenti per andare a scuola o a casa, pensando che attraverso le cariche della Polizia si potessero avviare i lavori nei cantieri di Venaus, ebbene quel progetto, quell'idea malsana di qualche politico di questo Paese è stata abbattuta.
stata abbattuta, non dagli scontri o dalla violenza, ma dalla partecipazione popolare, da migliaia di persone (uomini, donne, famiglie bambini e anziani) che hanno partecipato pacificamente, in modo non violento, a tante manifestazioni belle, allegre, in cui c'è stata la presa di coscienza, la consapevolezza che quel tema non riguarda quattro montanari, ma tutti noi, anche voi, che oggi siete in minoranza e che siete stati in maggioranza, che magari continuerete ad essere maggioranza del Paese - spero di no! - e che deve farci discutere e riflettere.
Il contributo fondamentale per aprire questa discussione è venuto da questo grande movimento trasversale, pacifico e non violento, ma anche dal fatto che è cambiato il governo di questa Regione; un governo che ha detto sì all'opera, e io ho sempre sostenuto con la Presidente Mercedes Bresso che ci possono essere opinioni diverse, perché sono contrario alla logica padronale.
Lo dico francamente: forse voi siete abituati ad avere un capo e a rispondere a quel capo; noi non siamo abituati ad avere un capo padrone e a rispondere a un capo padrone. Ve lo dico proprio così, è chiaro? Mercedes Bresso non è Berlusconi, che comanda e tutti corrono come fanno i cocker.
chiaro? Noi non siamo cocker, siamo molossoidi o altre razze di cani, ma non cocker - lo dico francamente - e con la Presidente Mercedes Bresso il dialogo e il confronto lo facciamo tra uomini e donne alla pari. Il confronto avviene sui contenuti e sulle scelte politiche che dobbiamo assumere insieme e anche questo ordine del giorno è il frutto del confronto e della mediazione dialettica e dinamica della nostra maggioranza.
Io continuerò ad essere al fianco di quegli uomini e di quelle donne che si battono pacificamente in Val di Susa; sarò al fianco di quegli amministratori che rappresentano il Paese e lo Stato come lo rappresentiamo noi. I Sindaci, i Presidenti delle Comunità montane, sono rappresentanti di questo Paese come lo siamo tutti noi, non sono nostri avversari o persone da far "caricare" dalla Polizia; sono persone con le quali dialogare e costruire delle prospettive per modificare questo progetto, per renderlo accettabile, il meno impattante possibile e - io dico - se fosse possibile per cambiarlo radicalmente.
Non so se questo si realizzerà, ma intanto oggi abbiamo riaperto la possibilità di discutere e di confrontarci, cosa che prima non avveniva. Il Governo ha dovuto accettare questa apertura di dialogo, obbligato dalla pressione popolare, dal fatto che quella pressione popolare ha occupato le prime pagine dei giornali, obbligato dal fatto che è stato argomento di apertura dei telegiornali ed oggetto di un confronto nazionale.
Certo, c'è stato il contributo reale della nostra Presidente e di questa Giunta, affinché il Governo accettasse il confronto in tempi rapidi ed è stato un bene che la Presidente Mercedes Bresso abbia partecipato, a fianco dei Sindaci, del Presidente della Provincia e del Sindaco di Torino all'incontro a Palazzo Chigi. Quell'incontro, infatti, ha preso la svolta giusta: via la legge obiettivo, valutazione di impatto ambientale sui progetti, sul progetto definitivo e sul tunnel di Venaus, ma anche valutazione di impatto economico, per capire quali sono i costi di quel progetto e quali saranno le ricadute sull'economia di questa regione. Ma soprattutto, ha fatto in modo che le discussioni e il confronto non avvengano solo tra i vertici, ma anche con la base, ovvero con quei Sindaci che, a fianco delle loro popolazioni, si battono contro quel progetto.
L'abbiamo detto tante volte alla nostra Presidente: siamo leali e coesi a lei, perché riconosciamo in lei una visione giusta rispetto al rilancio industriale di questa regione, una visione laica della società che ci appartiene, un'idea pragmatica nell'affrontare i problemi, necessaria in questo momento di difficoltà e di crisi sociale che attanaglia la nostra Regione.
Su alcuni argomenti possiamo non essere perfettamente in sintonia; su questo non lo siamo, ma non per questo viene meno la fiducia e il sostegno alla Presidente, l'appoggio vero nei confronti del suo operato e delle scelte strategiche che indica alla sua maggioranza e ai piemontesi.
Con lei realizzeremo ancora tanti progetti, per il bene di tutti noi e della nostra gente, ed anche rispetto alla vicenda TAV vi posso assicurare che saremo ancora al fianco delle comunità locali, di quei Sindaci, di quei Presidenti delle Comunità montane per dire no alla violenza, ad ogni forma di violenza, che venga dallo Stato o dai manifestanti, no a ogni forma di chiusura di dialogo, affinché il dialogo continui, sia sempre più proficuo e, soprattutto, più concreto rispetto alle modalità e alla tipologia del progetto che doveva essere attuato.
Siamo orgogliosamente parte del popolo "No TAV", ma lo siamo con i contenuti che vi ho appena descritto; lo siamo perché quel progetto venga radicalmente modificato e perché la politica, il confronto democratico e la dialettica prendano il sopravvento sulle contrapposizioni. Con le contrapposizioni, anche quelle che volete alimentare, e che noi non raccogliamo, non si va da nessuna parte: si isolano delle persone che chiedono di essere ascoltate, si isola la democrazia, si impedisce la dialettica.
Noi vogliamo la democrazia, vogliamo la dialettica, vogliamo che le persone siano ascoltate, comprese e che le loro ragioni vengano raccolte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Prendo atto che la Presidente Bresso, come suo solito, quando intervengo si allontana; succede tutte le volte e anche adesso, casualmente, è stata in Aula fino a due minuti fa! Certo, non è un problema, perché come sempre il buon amico Borioli, che con pazienza mi ha sopportato anche come Consigliere provinciale, quando era Assessore in Provincia, le riferirà quanto ho detto.
A parte questo, credo sia giusto smorzare un po' gli animi e tenere nel contesto di un Consiglio regionale, quindi di un organo estremamente importante, politico e decisionale, un argomento fondamentale per il territorio del Piemonte: il collegamento viario con il resto d'Europa l'apertura del Piemonte a nuovi mercati, la trasformazione del trasporto oggi preponderante su gomma, da gomma a rotaia. Inoltre, accelerare i collegamenti con gli altri Paesi d'Europa.
inutile ricordare perché è importante essere collegati al Corridoio 5, oppure perché è importante, per il porto di Genova, nel caso dell'Alessandrino, avere un'apertura su Milano diretta , rapida e veloce.
L'Assessore Borioli è spesso intervenuto a favore del Terzo Valico, con dei distinguo, perché il progetto andava modificato, così come è intervenuto a favore della linea Torino-Lione, il completamente naturale della Torino-Milano pressoché ultimata. Tant'è che nel programma presentato da questa Giunta e sottoscritto - glielo ricordo - anche dai colleghi dell'estrema sinistra e dai Verdi, veniva posta come punto fondamentale la centralità del trasporto ferroviario per il cui adeguamento si prevedono nuove opere come il nuovo valico ferroviario (Terzo Valico), il collegamento del sistema portuale, il completamento della linea Torino Milano, il collegamento TAC-TAV verso la Francia.
Quindi già questa Giunta, già la Presidente Bresso avevano posto come punto fondamentale nel programma che li ha portati a dirigere politicamente e ad amministrare la Regione Piemonte l'Alta Velocità, questa famigerata TAV. E i Gruppi che qui siedono di Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi sapevano a cosa andavano incontro.
Il comportamento politicamente scorretto che noi critichiamo - ed è per questo che volevamo sentire l'intervento di qualcuno di loro, almeno del collega Robotti - è che, mentre hanno sottoscritto un documento a favore della TAV e del Terzo Valico, sia in Val di Susa sia in provincia di Alessandria si sono schierati contro il Terzo Valico e contro la TAV.
Ma dov'è la coerenza politica di chi sottoscrive un documento e poi va ad aizzare le folle? Perché si è trattato di aizzare le folle. Purtroppo in mezzo a onesti e corretti cittadini che manifestavano perché spaventati dall'informazione errata - molte volte, non del tutto, ma molte volte è errata - si sono infiltrate persone che hanno compiuto azioni illegali.
Non possiamo dire che è legale occupare le stazioni, non possiamo dire che è legale tirare i sampietrini contro le vetrine, non possiamo dire che è legale danneggiare le auto, non possiamo dire che è legale mettere i pacchi bomba e mandare i proiettili a spasso, non possiamo dire che è legale ferire tredici poliziotti e quattro carabinieri. Signori colleghi vediamo anche di capire da che parte si sta: se dalla parte della legalità o dalla parte dell'illegalità.
Sono d'accordo su quello che diceva un esponente del mio partito l'avvocato Cota. Come mai, quando bande di personaggi ben noti dell'area della sinistra estrema hanno danneggiato Torino e i portoni delle chiese offeso la gente, rotto le vetrine, la Polizia e i Carabinieri sono stati a guardare, e invece stranamente in Val di Susa, dove c'erano sempre gli stessi violenti, ma anche tanta gente normale, sono intervenuti? È strano secondo me, avrebbero dovuto intervenire in entrambe le situazioni - ben più grave la prima, quella dove hanno messo a ferro e fuoco Torino - contro gli stessi personaggi che creano problemi in Val di Susa e probabilmente lo faranno anche col Terzo Valico.
Non me la sento e non posso criticare l'operato delle forze dell'ordine, perché il loro compito è quello di far rispettare la legalità mettiamocelo in testa - e la legalità non è né di destra né di sinistra le regole si rispettano. Questo è importante. Non ho sentito dire niente del genere né da parte del collega Boeti, che ha fatto anche il Sindaco e dovrebbe ben sapere quali sono le leggi dello Stato da rispettare, ma lui le parole di lode le ha dette solo per una parte, condannando l'intervento scorretto delle forze dell'ordine, né dal collega Robotti, che parla sempre di gente che manifesta pacificamente e in modo non violento. Sì, la maggior parte, ma in mezzo ci sono delinquenti o personaggi che si muovono apposta da tutta Italia minacciando sfracelli anche per la prossima manifestazione.
Se andiamo a leggere le dichiarazioni rilasciate da un certo personaggio di Napoli, da un certo personaggio di Roma e da un certo personaggio, parente - era scritto sui giornali - del Sindaco di Venezia tutte dicono: "Verremo lì con l'elmetto, verremo lì pronti a fare sfracelli, verremo lì pronti per reagire". Attenzione ragazzi, attenzione a sobillare questi personaggi, perché se la manifestazione di Torino, cosa che mi auguro non succeda, dovesse sfociare in un qualcosa di pericoloso, a quel punto le forze dell'ordine devono o non devono intervenire? E, se intervengono, succede che dei colleghi Consiglieri di sinistra prendono la parola e urlano allo scandalo perché sono intervenuti? E se invece non intervengono, danneggiano la città, rompono le macchine e danno fastidio alla gente, non succederà poi che dei colleghi di sinistra domanderanno perché le forze dell'ordine non sono intervenute? Quindi, mettiamoci d'accordo qui dentro, dove sinceramente dobbiamo mettere da parte un pochino anche le cose più viscerali, più politiche e parlare di logica: se c'è illegalità, si tollera o si interviene? Noi siamo per intervenire: l'illegalità, di destra o di sinistra, non deve essere tollerata; in questo caso era di sinistra e si doveva intervenire comunque.
D'altronde, le dichiarazioni di Saitta e di Chiamparino sono state molto decise e molto chiare. Chiamparino ha detto: "Cari signori di Rifondazione Comunista, o accettate l'opera o ve ne uscite dalla maggioranza". Quella è serietà. Lo dovrebbe dire anche la Presidente Bresso.
Poi un'altra cosa. Come mai, colleghi, continuiamo a parlare - questo vale anche per il Governo - e a incontrare sempre quelli che protestano? C'è stato anche un corteo di un manipolo di eroi (io li chiamo così), di coraggiosi, perché hanno rischiato veramente, che ha manifestato persino a Torino a favore della TAV. Essi dicono: "Ci toglieranno tanti camion che passano dalla nostra valle, quelle sono opere fondamentali". Benissimo, un solo giornale ha riportato la notizia di questa manifestazione, scortata pesantemente da forze dell'ordine, ma - attenzione - non perché i partecipanti tiravano i sampietrini contro le vetrine, ma perché venivano insultati dai militanti di Rifondazione Comunista che facevano i banchetti contro la TAV.
Quindi vediamo due pesi e due misure: i violenti da una parte e attenzione - quelli che manifestano con parere diverso da questi violenti che dovevano essere scortati dalle forze dell'ordine per non essere aggrediti. È scandaloso.
Addirittura, vi sono dichiarazioni fatte da gente anche di Venaus. Uno dei manifestanti viene da Venaus, l'ombelico della protesta, e dice: "Pubblicate solo le mie iniziali perché ho paura. Con l'aria che tira dalle nostre parti, chi non la pensa come loro è costretto a vivere in un clima di intimidazione, quasi di apartheid. Gente che ti conosce da trent'anni ti toglie il saluto. In tutti i paesi chi non ha partecipato ai presidi "No TAV" è stato individuato e quasi marchiato. Chi, come me, ha portato generi di conforto ai poliziotti è visto come un nemico. I rappresentanti delle istituzioni hanno creato un clima insurrezionale. Ho visto una vigilessa in divisa prendere a calci un carabiniere".
A queste persone non è dato nessuno spazio. Perché queste persone non sono state incontrate dai politici, dalla nostra Presidente? Perché queste persone non sono state incontrate dal Governo? Perché non diamo voce anche a quei pochi (ma perché hanno paura) che la pensano in modo diverso da chi invece, a questo punto arriva anche a minacciare? Quindi è chiaro che c'è una situazione di forte conflitto all'interno del centrosinistra. Robotti ha una linea precisa che è contro la TAV mentre la Presidente Bresso questa mattina ha chiarito una volta in più oltre ad averlo fatto sui giornali, che quest'opera va fatta ed è importante.
vero che c'è uno stop, cari colleghi, ma lo stop dura fino a maggio.
Se a maggio, come probabilmente sarà, ci saranno indicazioni favorevoli nel senso che se la valutazione di impatto ambientale avrà un esito favorevole, cosa succederà? Voi, colleghi di estrema sinistra, che siete però fondamentali per tenere in piedi la maggioranza della Presidente Bresso, cosa farete? Questo è il problema politico; non è che oggi lo abbiamo risolto con uno stop di quattro o cinque mesi. Lo stop - diciamocelo chiaro, non nascondiamocelo - è legato anche alla paura di tutti (di Chiamparino, di Saitta, della Bresso e del Governo) che manifestazioni di piazza possano degenerare nel periodo delle Olimpiadi con una ricaduta terribile in termini di immagine per il Piemonte a livello mondiale. Quindi lo stop diciamocelo chiaro, è legato sicuramente anche a quella paura, e non solo alle pressioni fatte dai cittadini.
Bene, cosa succederà a maggio? Che vinca o che perda Prodi, non entro nel merito, ma a maggio dovrà succedere qualcosa in questa Amministrazione in questa maggioranza, nella vostra maggioranza, dovremo capire cosa avrete intenzione di fare.
Un'ultima cosa che mi preoccupa. Nel momento in cui, con le manifestazioni anche pesanti e le occupazioni, si riesce ad ottenere uno stop, cosa succederà sul Terzo Valico? Perché io sto già leggendo che si stanno organizzando, per spostamenti di massa, gli stessi personaggi (non le famiglie in buona fede, gli altri) per andare a fare le stesse cose che facevano qui anche sulla questione del Terzo Valico, che sembrava quasi giunta a soluzione. Adesso non vorrei che anche là si rischiasse di rimettere tutto in discussione, perché non è che le sospensioni dei cantieri dei lavori non costino niente, diciamocelo. Le badilate di miliardi che buttiamo via in questi mesi non è che le paga lo Stato, le paghiamo noi, perché i fermi ai cantieri costano fior di miliardi ogni giorno e tutti coloro che non lavorano, se sono dipendenti, sono comunque pagati se non lavorano, ma se sono professionisti, spesso e volentieri non sono neanche più pagati, quindi perdono anche la giusta retribuzione che spettava loro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Credo che fare, non dico, un'operazione "verità", perché ci hanno già pensato i giornali ed è chiara la frantumazione, come qualche collega diceva, in seno alla maggioranza, ma almeno ricordare alcuni passaggi ai colleghi sia necessario.
Il collega Robotti diceva che non c'è un capo e non fa il cocker; io mi domando però, nell'ordine del giorno che ha presentato il centrosinistra, a che cosa serva rinnovare la piena fiducia alla Presidente Mercedes Bresso e alla Giunta regionale.
assolutamente inutile perché nel momento in cui una Giunta ha la maggioranza del Consiglio, non ha bisogno che la maggioranza gli rinnovi la fiducia.
Se questa avviene, accade perché è ovvio e comprensibile che tra le dichiarazioni che la Presidente ha fatto in apertura e le posizioni dei partiti del centrosinistra c'è una diversità che è sostanziale.
Ricordo ai colleghi che oggi hanno sottoscritto l'ordine del giorno che presentarono e votarono un medesimo ordine del giorno il 31 maggio, perch il 16 maggio, giorno di apertura del Consiglio regionale, già undici dei colleghi di questa maggioranza si perorarono di far sapere ai giornali che loro erano contro l'Alta Velocità.
Il 31 maggio la maggioranza del Consiglio regionale approva un ordine del giorno che approva gli indirizzi programmatici presentati alla Presidente della Giunta regionale, "in particolare sulle politiche dei trasporti". Oggi "in particolare sulle politiche dei trasporti" scompare.
Quindi, capite che se non c'è neanche un riferimento alle politiche programmatiche legate ai trasporti significa che la coesione di questa maggioranza è tenuta insieme dal 27 del mese, cioè dalla volontà di non affrontare una nuova campagna elettorale e dalla volontà di prendere ogni mese un lauto stipendio, pur dividendosi nei modi più totali.
E questo non lo diciamo noi, ma lo dicono i giornali e ne ricordo due che sono del mese di maggio e neanche di questi giorni, che sono stati molto più coloriti. Il collega Robotti, dopo avere sottoscritto poche settimane prima innanzitutto un programma elettorale e, in secondo luogo un programma di governo che la Presidente ha presentato al Consiglio ed è stato approvato dal Consiglio stesso, diceva: "Ribadiamo la centralità del trasporto ferroviario per il cui adeguamento si prevedono come nuove opere il completamento della Torino-Milano e il collegamento TAC verso la Francia".
Quindi, il giorno 15 viene sottoscritto l'accordo ed il giorno 16 si vota un altro ordine del giorno e si fanno delle dichiarazioni, dicendo una menzogna, però tutto è lecito, tanto chi se ne frega della coerenza politica e di ciò che si è detto agli amministratori, motivo per cui non solo si è stati eletti ma si siede in quella sedia, come alcuni esponenti fanno, perché hanno vinto le elezioni senza prendere un voto personale.
Dice il collega Robotti: "Questa è una battaglia che facciamo, al di là del vincolo di maggioranza". Ergo: questa è una battaglia che facciamo sconfessando il programma elettorale che abbiamo sottoscritto.
Ora un esponente del gruppo di Rifondazione Comunista dice: "Siamo coerenti con la nostra linea che è contro l'Alta Capacità. In questo senso siamo coerentemente comunisti".
E il collega Robotti ha esordito dicendo che non era contro l'Alta Capacità, ma era contro questo tipo di Alta Capacità, ma poi, per onore di verità, ha concluso dicendo: "Siamo No TAV". Altrimenti è un po' anomalo che una persona sfili in cinquanta manifestazioni dove non solo ci sono i cartelli "No TAV", ma dove ci sono i cimiteri con le croci "No TAV" e poi dica che non è sostanzialmente contrario a questa idea di sviluppo.
Forse chi sostiene un'idea di sviluppo della Nazione differente da quella della Val di Susa dovrebbe parlare con qualche collega della Regione Toscana, perché forse è sfuggito ad alcuni colleghi della sinistra massimalista che in Regione Toscana passa l'Alta Velocità e che nel Mugello sono state seccate 53 falde acquifere, ma sono state fatte opere di compensazione per qualche centinaia di miliardi che le imprese e i Comuni della zona hanno preso, salvo due Comuni, perché in quei due Comuni in Toscana governa il centrodestra e non il centrosinistra - il collega Dalmasso sorride, ma sa che è la verità.
Gli altri venti-trenta Comuni sono stati soddisfatti economicamente quindi l'alta valenza della battaglia ecologica è stata soddisfatta con un alto gradimento della pancia e del denaro pubblico da emanare per vincere le elezioni. Questo è accaduto.
Quindi, se uno fa la battaglia sull'Alta Capacità non ci dica che è una battaglia ideale di un progetto di sviluppo diverso, non ci dica che non c'è un vincolo di mandato, perché un vincolo di mandato c'è ed è quello che ha ricordato la Presidente.
Quindi, dite il motivo per cui la fate: è una marchetta elettorale perché da una parte il Presidente Ferrentino sperava che rimanesse la vecchia legge elettorale e che magari gli dessero il collegio della Val di Susa e perché, dall'altra parte, qualche esponente locale ricava un po' di consenso personale facendo queste battaglie.
Con tutto il rispetto che ho - ce l'ho in modo istituzionale e non per quello che dice - per il Presidente Ferrentino, voi immaginate l'effetto che fa il Sindaco di un piccolo Comune o il Presidente di Comunità Montana pur rilevante, che viene intervistato dalla BBC o che è sulle prime pagine dei giornali nazionali di tutta Italia? È ovvio che è una questione mediatica, che ha anche dei risvolti politici che non sottovalutiamo dentro la quale c'è una protesta anche legittima di chi abita nella Valle ma due questioni devono essere poste all'attenzione del Consiglio e non dimenticate sul tema dell'Alta Velocità, sul quale non voglio dire altro perché sia i colleghi sia i giornali ne hanno parlato molto.
I due temi sono la legalità e lo sviluppo della Valle, oggi, non fra quindici anni.
Sulla legalità, credo che il distinguo, come sta accadendo in altre città e come ha detto il sindaco Chiamparino, vada fatto fra la legalità e la non legalità. Quindi, occupare abusivamente un territorio, che viene preso per la realizzazione di un cantiere, è un reato.
Una persona per dieci-venti giorni può invitare gli occupanti a sgomberare, ma se gli occupanti non sgomberano, io altri metodi non conosco né conosco se vengono utilizzati in altri Stati - per intervenire e rimuovere fisicamente coloro i quali occupano. Non ce ne sono, la rimozione pacifica non esiste, ma non esiste né con il governo di centrodestra, come non è esistita con i governi di centrosinistra. I fatti di Napoli e di Bologna di queste settimane e tanti altri lo dimostrano. La legalità o è un punto di riferimento o non lo è.
Noi non abbiamo sentito una sola parola di conforto per le forze dell'ordine, non fosse altro quelle che sono state violentemente e fisicamente danneggiate da parte dei gruppi massimalisti.
Non abbiamo sentito una sola parola da parte di gruppi massimalisti di condanna reale nei confronti di delinquenti comuni che si sono intromessi all'interno di una manifestazione popolare legittima, che possiamo non condividere ma legittima. Una sola parola in merito non c'è stata.
Quindi, dovete dire che le cinquecento o mille persone arrivate da tutta Italia, che sono quelle che si sono scontrate in gran parte con la Polizia, sono agitatori comuni, delinquenti comuni più volte condannati dal Tribunale della Repubblica. Sono le persone che dicono "dieci, cento e mille volte Nassyria". Con questi, una parte di voi è assieme! Certamente visto che l'Unione è questa voi non potete fare altro che presentare un documento che non dica niente e che, come i cocker, rinnovi la fiducia alla Presidente.
Un ultimo dato e mi auguro che qualche esponente della Giunta, ma anche qualche collega che vive nella provincia di Torino presti attenzione a questo; nel ponte dell'Immacolata l'impresa turistica dell'Alta Val di Susa ha perso l'80% del fatturato. In questi giorni le imprese turistiche della Val di Susa fanno i last minute. Chi è della Provincia di Torino sa che, se si telefona adesso per andare in Alta Valle a Natale, dicono che per il Natale 2006 c'è posto, ma per il 2005 è tutto esaurito.
Noi stiamo creando un danno economico incalcolabile ad un'intera realtà territoriale a sessanta giorni dalle Olimpiadi. Oggi non un agitatore di estrema destra, ma Chiabrera, il Presidente della TL2, che è dei DS, non di Alleanza Nazionale, ha detto: "Non possiamo permettere che qualcuno, per fare pubblicità a se stesso o alle proprie idee, sfrutti l'evento olimpico creando danni incalcolabili al territorio". Su quest'ultima valutazione vogliamo fare un ragionamento oppure no? Continuiamo nella battaglia qualunque essa sia? Mettiamo in ginocchio un intero territorio a due mesi dalle Olimpiadi? Perché le motivazioni per tutelare un territorio ci sono ma valgono per tutti, non valgono solo per gli amministratori della Bassa Valle e i loro amici che non hanno alcuna ricaduta di carattere turistico.
E poi vorremmo, e concludo, che magari qualche esponente del centrosinistra esprimesse, in merito alle politiche ambientali, qualche timore su tutto ciò che inquina in Val di Susa.
Io devo capire perché scavare un tunnel è inquinante e far morire la gente (lo dico banalmente) per una presenza sopra i livelli normali di diossina è assolutamente tollerato, perché alle acciaierie Beltrame, contro la quale non si può dire niente, lavorano 400 dipendenti valsusini. Allora se si fa la politica di tutela ambientale dobbiamo dire che si deve fare un intervento straordinario, perché le acciaierie lavorino senza inquinare cosa che non è stata fatta neanche con il disegno di legge della Giunta che indennizza gli agricoltori. L'acciaieria continua a inquinare e sembra che non interessi a nessuno. La diossina della Beltrame va benissimo; invece il rischio ipotetico che non conosciamo (l'ARPA ci dice che non è vero) dell'amianto e dell'uranio, ci fa morire di tumore.
Queste e tante altre cose che continueremo a dire nel corso del dibattito dimostrano quanto siano strumentali le prese di posizione di alcuni Gruppi che antepongono l'interesse personale, rispetto all'interesse collettivo di una Regione per una manciata di consensi.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13.39 riprende alle ore 15.38)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i signori Consiglieri di accomodarsi, anche i membri della Giunta, in maniera tale da riprendere i nostri lavori.
Ci spiace, ma non è ancora presente tutta la Giunta regionale. Appena possibile, iniziamo il dibattito.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Elementare Statale "E. Giachino" di Torino


PRESIDENTE

Nel frattempo, saluto i docenti e gli scolari della Scuola Elementare "E. Giachino" di Torino, che sono venuti in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza mentre hanno la possibilità di assistere ad un pezzo del nostro dibattito sul tema dell'Alta Capacità.


Argomento: Trasporti su ferro

Dibattito relativo a "Realizzazione della tratta Alta Capacità Torino Lione", richiesto dai Consiglieri dai Consiglieri Casoni, Vignale, Botta Boniperti, Ghiglia, Lupi, Giovine, Scanderebech, Allasia, Pichetto Fratin Guida, Dutto, Monteggia, Ghigo, Leo, Cotto, Burzi, Rossi e Ferrero (esame mozioni e ordini del giorno collegati; interpellanza n. 416 ed interrogazione n. 470 assorbite dal dibattito) seguito


PRESIDENTE

Riprendiamo ora il dibattito relativo alla comunicazione delle Presidente Bresso sulla questione della linea ad Alta Velocità.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Non pensavo di dover riaprire questa seduta con un intervento che giocoforza, debba richiamarsi a quello che questa mattina il Consigliere Robotti ha detto, e volevo parlare non da cocker ma da Consigliere regionale che ragiona e pensa in un modo logistico e operativo. Mi sembra che quello che il Consigliere Robotti ha detto non vada altro che in una direzione: la conferma di una disgregazione da un punto di vista idealistico, per quel che riguarda semplicemente questo argomento, cioè la TAV o la TAC, se vi piace di più.
Sono rimasto piuttosto scioccato dal fatto che, al di là delle presunte coperture e allineature che sono state definite e rivendicate da qualcuno perché non si è sentita parola da parte di coloro che in questi giorni, in queste settimane e in questi mesi hanno fatto il doppio gioco, finalmente dopo l'intervento del collega Robotti, qualcosa si sta movendo. La così tanto rivendicata voglia di assistere le popolazioni della Val di Susa, di seguire questi lavori della TAV e soprattutto di dire: "No TAV", cioè di contrastare questo progetto, sono emerse, nonostante si tenti di fare il doppio gioco con un ordine del giorno che, invece, parrebbe volere riallineare la maggioranza.
Credo di dover ribadire che siamo in un Consiglio regionale e non a San Damiano. Prendo in prestito San Damiano d'Asti dalla mia collega Cotto, per dire che qui non è che si deve buttare la pietra e togliere la mano. Lo dico in italiano, come fanno quelli di San Damiano, e dicono che sia così.
Mi pare vi siano i Gruppi consiliari che sinora hanno operato in senso contrario a quello che, giustamente, la Presidente Bresso questa mattina ha detto. Devo dire che ne ho apprezzato moltissimo l'intervento sia dal punto di vista della relazione, che ha giustamente richiamato la logica e lodevole iniziativa del Governo (per qualcuno è obbligatoria, ma per me è lodevole), sia perché ha ribadito e descritto che sinora è stata ripresa tutta una serie di attività, di delibere e di programmazioni, di indagini e anche di valutazioni ambientali che con la Giunta Ghigo erano state fatte per cui mi pare che con la riunione governativa del 10 dicembre non si è cambiato assolutamente nulla, se non l'aggiunta di un'indagine di valutazione ambientale integrativa, straordinaria, settoriale che non modifica i termini della situazione.
Non penso, parlando logisticamente e parlando istituzionalmente, che questo possa permettere a dei Gruppi politici che finora si sono comportati in modo diverso e che, secondo quando ha detto Robotti, continueranno a comportarsi in modo diverso, di dire: "Va bene, abbiamo scherzato, ma per oggi siamo tutti allineati e coperti".
Non c'entra nulla! Qui ci vuole la coerenza di coloro che devono avere il coraggio delle proprie azioni e dire una volta per tutte: "Non vogliamo che la Presidente Bresso si dimetta (mai nessuno di noi l'ha chiesto, parlo per il mio Gruppo); non vogliamo che questa maggioranza chiuda o non abbia i voti, assolutamente no". Noi vogliamo che oggi emerga con chiarezza che qualcuno non è d'accordo su questo argomento. Se non ci sono i numeri, non è un problema. Glieli daremo noi, lo diremo noi "sì" alla TAV, "sì" all'organizzazione di questo nuovo programma di Alta Velocità che qualcuno non vuole o che qualcuno, per pochi voti, vuole ostinatamente continuare a sbandierare in altre sedi che non lo vuole.
Non è un problema di copertura di voto. L'istituzione vuole che ci sia la maggioranza del Consiglio regionale che sostenga una firma che la Presidente della Regione Piemonte, giustamente, ha apposto in quel di Roma sabato 10 dicembre.
Vi chiedo soltanto di essere coerenti come lo è stato nella sua dichiarazione il collega Robotti e non trovare scuse del tipo: "Sì, c'è stata la carica della polizia; sì, hanno assalito di notte". Questi sono fatti del tutto marginali, e ti spiego perché, Robotti. La verità sta nel fatto che tu continui a dire, e altri come te continuino a pensare: "No TAV, non così il progetto". Siccome il progetto a Roma non è cambiato, n cambierà, non ci saranno mutamenti di sorta. Non sono un mago, è scritto in questo documento che spero tu abbia letto. Se tu l'hai letto, vedi che non c'è niente di nuovo, se non una presa d'atto. Se vuoi, Robotti, lo leggiamo assieme. Giustamente la Presidente ha ribadito che il tracciato non cambia.
Vorrei soltanto che il Gruppo dei Verdi, che vedo rappresentato dalla collega Spinosa (non c'è neanche il collega Moriconi), e il Gruppo di Rifondazione Comunista, che presumibilmente la pensano come te, cioè continueranno questo tipo di battaglia immaginaria, pensando di essere vicino a qualcuno che sta fomentando l'Alta Valle, fossero onesti e dicessero: "Su questo problema continuiamo a non essere d'accordo". Questa è lealtà, questo è non fare come quelli di San Damiano! Lo dico, perché c'è anche un problema istituzionale.Finora ho parlato della Regione, ma, se parliamo dei Sindaci della Val di Susa, che voi continuate a corroborare con le vostre ipotesi di necessità di modifica o di variazione, mi sembra molto strano che dei Sindaci - lo dice uno che è stato Sindaco, quindi a ragion veduta - che rappresentano le Istituzioni, vadano ad un tavolo governativo, nel quale non firmano, non dicendo: "Non firmiamo perch dobbiamo tornare nei nostri Comuni, per chiedere ai nostri Consigli comunali", che - ricordo - sono sovrani, "cosa ne pensano, dopodich firmeremo", ma dicendo: "Ci riserviamo di firmare dopo aver sentito i comitati", comitati che non hanno valenza istituzionale. Credo che un Sindaco non possa, in questo caso, in cui c'è un tavolo intergovernativo con tutte le istituzioni...
Presidente, capisco che dia noia quello che sto dicendo, però credo che un minimo di logica su questo argomento anche i Gruppi dissidenti la debbano avere! Poiché il tempo corre, chiedo soltanto che diciate chiaramente - come ha fatto il collega Robotti - che volete continuare in questa attività contro la TAV, contro questo progetto, senza accampare scuse di tavoli scuse di Governo, scuse di cariche militari che non c'entrano. Qui c'entra un progetto di cui si parla da anni. Se sarete leali in questo, dichiaro pubblicamente che, se mancheranno dei voti per votare un ordine del giorno che sostenga la Presidente su questo argomento, io e il nostro Gruppo siamo sicuramente favorevoli a dare il nostro contributo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente. Oggi, dopo la linea oltranzista, portata avanti dal Ministro Lunardi, dopo le cariche della Polizia ordinate forse con eccessiva fretta dal Ministro Pisanu, dal quale ci aspettiamo un chiarimento in Parlamento, possiamo momentaneamente e cautamente esultare perché finalmente la politica ha riabbracciato ed intrapreso la strada giusta: la strada del dialogo.
Forse con considerevole ritardo, anche per colpe nostre, è giunto per tutti il momento di fare un passo indietro, è giunto il momento di pescare a man bassa tra le grosse opportunità offerte da questa pausa riflessiva e di studio.
una strada invocata con tenacia, grazie al responsabile sforzo congiunto, portato avanti da Regione, Provincia, Enti locali, Comunità montane e cittadini della Valle. Uno sforzo congiunto che, mi auguro produrrà una proficua mediazione, purtroppo fino ad oggi solo sventolata e promessa, ma sostanzialmente elusa dall'attuale Governo nazionale.
Quella che inopportunamente viene indicata come tregua, altro termine usato con forza, quasi a ribadire la natura drammatica dello scontro, è in realtà uno strumento fondamentale del quale ci siamo dotati innanzitutto per cercare di porre rimedi a pecche del passato, e mi riferisco alla responsabilità accertata della politica, di certa politica, di aver affrontato con eccessiva leggerezza molte fondamentali tematiche legate al discorso TAV.
Una leggerezza che, per esempio, ha finito con lo scoraggiare o quantomeno, col rendere nebuloso l'emergere di corrette e chiare valutazioni circa l'eventuale incidenza dell'impatto ambientale. Una leggerezza che si è tradotta anche nella mancanza di un'attenta programmazione o, perlomeno, nella sua mancata divulgazione, in grado di fornire risposte ferme e rassicuranti circa la concreta quantificazione dello spostamento del trasporto merci dalla strada alla ferrovia. Le carenze, i dubbi, le perplessità hanno giustamente creato ed alimentato tensione e paura nei cittadini della Valle. Un dialogo, una fase di studio raggiungerà i suoi scopi solo se, fornendo risposte adeguate, riuscirà a stemperare l'eccessiva drammatizzazione della vicenda. Solo operando in questo modo e mettendo da parte improponibili ed improvvisate alte competenze in materia economica, sanitaria o ambientale, che tutti - e dico tutti - frettolosamente ed indistintamente ci siamo sentiti in dovere di sussurrare ai quattro venti, riusciremo ad imporre le buone ragioni di chi è favorevole alla realizzazione di un simile progetto.
Detto questo, non posso che rinnovare il mio sostegno e i miei complimenti alla Presidente Bresso, che, usando con saggezza tutti gli strumenti forniti dalla politica, è riuscita con fermezza e tenacia ad ottenere l'istituzione dell'Osservatorio; un Osservatorio i cui risultati ne sono certo - concorreranno a rafforzare, anziché indebolire, la linea dell'attuale maggioranza del governo regionale.
Anche se, a mio avviso, la situazione attuale è quella migliore, spero che dalle discussioni future possano emergere suggerimenti utili e soprattutto, dati e certezze in grado di dissipare ogni dubbio sulla bontà del progetto TAV.
Ai tanti che, nella situazione che si sta delineando, vorrebbero approfittare della classica ed ennesima subdola occasione per cavalcare la tigre, dico solo di stare tranquilli: non ci sono elezioni, preferenze campagne elettorali, giochi politici o trucchi di sorta in grado di reggere, nemmeno lontanamente, il confronto con le ragioni dei cittadini della Valle.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente. Ho sentito poco fa il collega Laus - quindi mi rivolgo a lui con rispetto - esordire evocando il Ministro Lunardi e la sua azione in questa vicenda, che forse avrebbe dovuto essere un po' diversa più aperta alla mediazione.
Quando parliamo delle cariche della Polizia, non posso fare a meno di ricordare alcune interviste apparse su autorevoli quotidiani, proprio in questi giorni. Ne leggo una, dove la Presidente Bresso dice: "Azione inevitabile, i valsusini non dialogavano. Mi spiace, sono ovviamente preoccupata, ma non si poteva fare altrimenti. Al punto in cui si era arrivati era inevitabile che accadesse, non c'era altra soluzione". E di più, Emma Bonino, mia concittadina, che avete da poco accolto nella vostra alleanza, scrive: "Quando si compie per protesta un'azione illegale, è chiaro che o si ragiona con la controparte, oppure prima o poi arriva lo sgombero, ma qui se l'obiettivo dell'occupazione è "No TAV" ad ogni costo non c'è molto da dialogare".
Credo che queste siano le risposte più autorevoli di fronte a chi riduce tutta la vicenda all'atteggiamento della Polizia.
Ho cercato, non conoscendo più di tanto la situazione della Val di Susa, di comprendere le ragioni delle comunità della Valle, cercando di capire se effettivamente la loro richiesta di mediazione, di approfondimento, se il loro "no" fosse in qualche modo giustificato o comprensibile. Credo che, come me, lo abbiano fatto moltissimi italiani.
Mi sono domandato, soprattutto, visto che da molti Sindaci della Val di Susa veniva richiesto l'intervento della politica più autorevole, se la politica avesse sbagliato. Forse la politica ha sbagliato; ha sbagliato la maggioranza del Governo, che probabilmente non ha compreso che, di fronte ad una così forte massa di cittadini che dicono "No TAV", bisognava fare qualcosa di diverso: mediare, concertare. La trasparenza in politica è necessaria, indispensabile, lo è ancora di più quando è difficile spiegare le ragioni della politica di fronte a chi chiede soltanto un no, a chi chiede soltanto di ritirare il progetto.
Ha sbagliato, colleghi Consiglieri della maggioranza regionale e della minoranza governativa, anche la sinistra! Ha sbagliato cercando di cavalcare la vicenda in vista delle imminenti elezioni politiche, ma non ve lo deve dire il sottoscritto che è così, non dovete spiegarlo a chi fa politica da tanti anni come stanno le cose. Io sono fra coloro che ritiene che deve essere trovato in Aula un accordo tra maggioranza e opposizione non potete limitare la vicenda alla mozione di sfiducia presentata da Alleanza Nazionale. Mozione che il sottoscritto non avrebbe mai presentato perché se c'è un modo per ricompattare una maggioranza è proprio quella di chiedere le dimissioni di chi la presiede, mentre era necessario mettere in evidenza le contraddizioni che esistono all'interno della maggioranza anzi nelle due maggioranze: quella formale, uscita dell'esito delle elezioni, e quella che, invece, condiziona in sostanza gran parte dell'attività, rappresentata dai consiglieri di Rifondazione, dei Comunisti italiani e dei Verdi..
Devo ringraziarla, Presidente Bresso, per quanto ci ha detto una settimana fa in Aula, dopo che la sua auto era stata presa di mira.
venuta in Aula e con molto buon senso, con molta moderazione, con molto sangue freddo, ci ha detto come stavano le cose. Devo ringraziarla anche per quanto ci ha detto oggi, relazionando sull'accordo di Roma.
Come il Presidente Ferrentino della Comunità Montana ha chiesto alle sue Comunità di approvare o meno il documento che lui aveva avuto, e non ha firmato, a Roma, credo che oggi abbiamo soltanto un dovere da compiere: approvare o no l'operato della Presidente della Giunta regionale a Roma.
inutile distinguere le nostre posizioni, sappiamo quali sono. La maggioranza può anche non "cadere" se una parte di essa non è d'accordo con la TAV, ma il dovere di un politico - attento ai problemi del trasporto ferroviario, autostradale, della politica dei trasporti del Piemonte - è quello di dire se quanto la Presidente Bresso ha firmato a Roma sia giusto o meno. Mi attendo che qualcuno, più autorevole di me, prenda questo documento, lo trasformi in un ordine del giorno, e lo ponga in votazione in Aula. Questa è l'unica soluzione per dire se il Piemonte vuole o non vuole quest'opera, le condizioni che il "Tavolo di Palazzo Chigi" ha messo nero su bianco. Tutto il resto, le posizioni di ciascuno di noi, sono opinabili e fanno soltanto demagogia o campagna elettorale.
Questo è il modo migliore per uscire dall'Aula oggi e dire che il Piemonte vuole la TAV, e la vuole alle condizioni che la Presidente Bresso ha firmato. Soprattutto, è un modo per allontanare le tensioni di questi giorni in vista dell'appuntamento importante delle Olimpiadi e, forse anche dell'appuntamento che subito dopo arriverà nel nostro Paese, quello delle elezioni politiche, che qualcuno vuole giocarsi anche sul tavolo della TAV: azione che io ritengo non debba essere fatta soprattutto per rispetto alle comunità della Val di Susa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie Presidente.
Non è mai bello iniziare un intervento dicendo: "Noi lo avevamo detto".
Tuttavia mi sarà consentito farlo in questa occasione perché, come sanno i Consiglieri di minoranza, uno degli argomenti, purtroppo non sufficiente che abbiamo usato in campagna elettorale per far capire ai piemontesi la negatività di una scelta rivolta verso il centrosinistra, era proprio quello legato all'incapacità del centrosinistra, che oggi si manifesta in tutta la sua forza, di gestire uno degli argomenti più significativi di cinque anni di legislatura regionale. La modernizzazione dell'infrastruttura della nostra regione, i grandi progetti legati alla capacità di fare del Piemonte non più una regione che non respira, come alcuni insigni economisti ci disegnano, ma una regione che invece diventa un momento di passaggio importante tra l'Italia e l'Europa.
Ebbene, noi lo avevamo detto che questo nodo sarebbe arrivato al pettine, ed è arrivato al pettine in maniera pesante, non ancora tragica fortunatamente, ma ci siamo. Ci siamo oggi sulla TAV, con un Governo regionale, una maggioranza regionale che riescono a compattarsi su enunciazioni molto generali, ma non assumono posizioni precise. Ci saremo domani su altri grandi progetti infrastrutturali che interessano il nostro Piemonte. Sarebbe troppo facile vaticinare che nuove TAV e nuovi problemi li incontreremo, ad esempio, sul Terzo Valico dove, grazie all'esempio della Val di Susa, si stanno già creando comitati di segno similare, dove importanti esponenti delle amministrazioni stanno facendo votare nei propri comuni il "no" al Terzo Valico, cercando di creare una situazione molto simile a quella della TAV.
Del resto cosa possiamo aspettarci da una maggioranza del Consiglio regionale in cui dovrebbero convivere, ma in realtà mal si sopportano elementi che fanno parte di quella tradizione riformista, propria anche della sinistra italiana, con persone e movimenti che, invece, fanno della lotta alla modernizzazione, dell'attenzione forzosa a richieste legate all'ambientalismo più radicale, l'elemento della loro battaglia quotidiana.
Certo, in gioco noi abbiamo la TAV, ma il gioco, Consiglieri e Presidente è un gioco molto più ampio: è la capacità di modernizzare la regione e il Paese.
Alleanza Nazionale ha cercato, negli anni passati, di essere la forza che si poneva a capo di questa volontà modernizzatrice; siamo una regione siamo un Paese, dove sull'infrastrutture si è fatto poco o niente per trent'anni. Solo negli ultimi dieci anni si è cercato, a livello regionale e negli ultimi cinque a livello nazionale, di intraprendere un cammino che è sicuramente irto di difficoltà, ma indispensabile per rimanere attaccati all'Europa, per non scivolare verso l'Africa.
Il dibattito di oggi, che il Gruppo di Alleanza Nazionale ha richiesto fortemente, non ha fatto altro che sottolineare questi elementi di diversificazione esistenti nella maggioranza. A mio avviso bene ha fatto il nostro partito a mettere in rilievo questa spaccatura che, anche dall'unico intervento (quello del Consigliere Robotti), è stato ancora più reso visibile a tutti i piemontesi che vorranno andare oltre la futura approvazione in termini unitari dell'ordine del giorno presentato dal centrosinistra.
Guardate, quando un Segretario regionale di un partito sostiene, come ha sostenuto il Consigliere Robotti, che è contrario al progetto, che sulla TAV il suo partito e la Presidente Bresso non sono in sintonia - parole testuali del Consigliere Robotti - a nostro avviso emerge un problema politico. Non abbiamo ancora sentito, perché ancora non sono intervenuti, i Consiglieri di Rifondazione Comunista, i Consiglieri dei Verdi che, anche nello scorso Consiglio dedicato alla TAV, sono stati diligentemente in silenzio. Ditemi se è sbagliato, ditemi dove abbiamo errato a dire che oggi, la maggioranza a sostegno della Presidente Bresso, non c'è più. Non c'è più perché abbiamo un distinguo palese dei Comunisti Italiani, abbiamo il silenzio, più pesante di un distinguo, di Rifondazione Comunista e dei Verdi. Tenete conto che tutto questo succede quando, fortunatamente diciamo noi, a livello nazionale c'è ancora un Governo di centrodestra e non c'è ancora Prodi. Immaginatevi - e se lo immaginino i piemontesi e gli italiani cosa succederà quando, sfortunatamente e malauguratamente (personalmente spero proprio di no) a Roma tra qualche mese potrebbe esserci il Governo Prodi con qualche Ministro, magari dei trasporti, proveniente da queste forze politiche antimoderne e antimodernizzatrici.
In queste brevi note c'è tutto il significato e l'importanza di aver voluto mettere in rilievo che oggi, su un tema così importante e significativo per il Piemonte e per l'Italia, che travalica l'opposizione o la maggioranza, non c'è più, in questo Consiglio regionale, una maggioranza coesa.
Dopodiché, sono soddisfatto che il centrosinistra sappia compattarsi su un documento molto all'acqua di rose: almeno eviteremo che qualche collega di grande peso politico e fisico si faccia cilindrare a Venaus, cosa che personalmente mi avrebbe fatto veramente dispiacere, perché spero di poter condividere con voi qualche anno di Consiglio regionale. Queste esposizioni personali e questo voler mettere il proprio corpo al servizio della causa fa parte di una retorica più vicina al passato che non ai nostri giorni.
Al di là di ogni battuta, spero che ancora una volta si dia ascolto a quella ragione che ci dice che questa è un'opera fondamentale e che il progetto, con tutti i distinguo e gli approfondimenti, deve essere portato avanti, anche se occorre avere la certezza dei numeri, anche in questo Consiglio. Soprattutto, vi deve essere la certezza di condividere la modernizzazione di una Regione che non merita di essere fuori dall'Europa ma che merita di continuare un cammino che la porti, finalmente, ad essere veramente collegata con l'Europa e con il resto del mondo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

La Val di Susa è fortemente segnata da infrastrutture: due strade statali, un'autostrada, una linea ferroviaria internazionale, gallerie e dighe. Ha subito, progressivamente, un impoverimento per un declino industriale, che ha interessato il tessile e altri settori. Ha cercato di rispondere a questo declino con ipotesi di sviluppo locale che valorizzassero maggiormente il territorio. Vive difficoltà profonde in agricoltura, anche per inquinamenti crescenti dovuti - anche ma non solo all'acciaieria Beltrame Il progetto della TAV non è cosa nuova, ma dura da lungo tempo e ha trovato in Valle, per vari motivi (non credo per quattro untorelli che sono andati in questi ultime settimane in Valle frequentemente, come dicono alcuni interventi e alcuni documenti) una forma di opposizione che non ha visto distinzione di età, di ceto sociale, di collocazione e di voto politico.
La protesta è nata per timori ambientali e per la salute. Il progetto ha avuto valutazioni e studi (già nel 1996 è uscito un libro su questo tema, che offriva dati, calcoli economici e tentativi di valutazione alternativi). È un'opposizione cresciuta negli anni e in questo territorio: pensiamo alle tante manifestazioni - queste sono state le ultime - alle Giunte comunali, ad una stessa lista anti TAV che si presentò alle elezioni provinciali di circa un anno e mezzo fa.
I motivi sono numerosi. Credo che sia inutile elencare quanto è stato chiesto e ricordare le criticità. Sulla salute saranno necessarie ancora valutazioni e indagini (ricordo che sull'amianto c'è una legge in vigore del 27 marzo 1992, la n. 257, che riflette profonde preoccupazioni).
Il discorso, però, è forse più largo, anche se l'attenzione alla Valle è nata solo in questi ultimi mesi, forse settimane. C'è un calo di investimenti delle varie finanziarie sulle linee ferroviarie esistenti. Nel 1998 vi erano 4,2 miliardi di euro di investimenti, nell'anno 2005 siamo scesi a 2,9 milioni. Siamo al totale collasso delle linee locali e si prediligono sempre più le grandi linee (ancora oggi Porta Nuova era praticamente bloccata per treni che non partivano e non arrivavano per non so quali motivi).
C'è un timore, manifestato anche in altre aree, che il passaggio di merci (oggi esiste già con i tir) non produca ricchezza e reddito per le zone toccate. Ci sono valutazioni critiche e preoccupate su alcune grandi opere realizzate e sul fatto che l'assenza di investimenti privati, per molte di queste opere, sia un dato di fatto. Per carità, non ci spacciamo per tecnici e non abbiamo le conoscenze sufficienti, ma, come diceva un grande poeta tedesco, sia lode al dubbio.
Ricordo gli studi dell'Università senese, contraddetti da valutazioni dell'Università torinese. Ricordo come che L'Unità, il giorno successivo alle cariche di Venaus, ha pubblicato una pagina su quei fatti di cronaca ma la parte inferiore della pagina riportava due articoli. Il primo diceva: "Senza la Torino-Lione non c'è progresso. L'amianto è solo un'idea". Il secondo richiamava una valutazione di Andrea Bottani, consulente già di Ministeri economici, che esprimeva un giudizio esattamente contrario.
L'Espresso della settimana passata ha ospitato saggi del professor Ponti, docente del Politecnico di Milano, non certamente schierato su posizioni ambientaliste, che davano, anche dal punto di vista economico valutazioni preoccupanti.
In questa Valle è nato un movimento profondo: alla manifestazione di giugno hanno partecipato trentamila persone, che sono diventate il doppio pochi mesi dopo. Nei giorni successivi, questo radicamento è stato valutato e verificato da chiunque si sia recato in Valle ancora ieri, testimoniato anche dalle fiaccolate autoconvocate: quindicimila persone in un giorno alla presenza immediata di tutte le varie iniziative che vi sono state.
Analoghe mobilitazioni erano avvenute, negli scorsi mesi, in aree povere di questo Paese, come Scanzano, Acerra e Melfi. Ora tocca anche al Nord, in una zona meno povera, per quanto emarginata per alcuni aspetti.
stata interpretata come protesta contadina, ma ha coinvolto anche molti operai. Ha stupito tutti lo sciopero del giorno 16, compattissimo; ha stupito lo sciopero nelle fabbriche in occasione di tutti i momenti focali e drammatici che la Valle ha vissuto in questi ultimi giorni.
Una protesta definita localistica è diventata oggi un caso nazionale.
Forse non è un caso l'adesione della FIOM, ma anche della stessa Coldiretti, che è un po' difficile far passare per formazione estremistica che vuole creare il caos. Hanno aderito tutti i maggiori gruppi ambientalisti in Italia (Lega Ambiente, WWF, Italia Nostra, ProNatura) che hanno qualche merito, perché se li avessimo ascoltati un po' di più nei primi anni '50, non avremmo cementificato tutte le spiagge in questo Paese e le aeree di mare. Ha visto l'adesione di figure importanti: Don Ciotti e Libera, Padre Alessandro Zanotelli, la cui coerenza credo sia indubbia. Ha visto l'interesse della stampa: un articolo di Luciano Gallino di pochi giorni fa sollevava dubbi. Io non esprimo certezze, non ne ho avute mai neanche quando avevo vent'anni.
Nella manifestazione di sabato 17 dicembre, condivisa da tutti spettacolo, ecc. - interverranno attori di grande fama. Eugenio Scalfari che pure non condivide fino in fondo la protesta, in un articolo di due giorni fa, lunedì 12, la Repubblica ricordava il caso della Val di Susa come elemento esemplare delle tante fratture che lacerano il mondo, alcune delle quali sono certamente maggiori: pensiamo ai paesi arabi, ai drammi della guerra o alle periferie delle grandi città.
Questa è una ribellione che ha riproposto il problema della comunità in termini non certamente regressivi - sappiamo che il termine piace all'estrema destra - schiacciata da un mondo sempre più globalizzato, che riprende il discorso sull'uso della scienza, non in chiave reazionaria come ha fatto anche tanta filosofia dello scorso secolo, che credo obblighi tutti ad interrogarsi sul perché di certe paure. Si tratta di un'idea di progresso lineare che c'era quando ero ragazzino. Eravamo entusiasti per i primi satelliti nello spazio, il primo uomo nello spazio, l'uomo sulla luna (non ero più ragazzino in quel tempo). Quest'idea di progresso oggi si è trasformata e rovesciata, producendo paure, timori e terrori in moltissimi casi.
Chiediamoci se un sistema produttivo debba e possa continuare producendo sempre più in maniera sostanzialmente lineare, quali costi induca un sistema di trasporto spesso irrazionale, per cui gli stessi prodotti corrono da nord a sud e da est a ovest, quando economisti parlano sempre maggiormente di sviluppo autocentrato e di agricoltura a ciclo corto.
Nella mia modesta dichiarazione durante la prima seduta consiliare, in cui ero entrato un po' per caso, parlavo della necessità, anche su questa vicenda, di un profondo legame demografico con la comunità, con la gente con gli Enti locali e con le comunità di ogni tipo. Pensavo alla Val Bormida, all'esperienza che avevo seguito per tanti anni. Anche lì c'erano le accuse di localismo (pensate che il mondo cominci a Cortemilia e finisca a Saliceto!) e di passatismo (siete contro il progresso)! Anche lì ci fu un presidio, si chiamò anche allora in questo modo, sul Bormida contro il percolato, e ci furono cariche con teste, se non rotte, quasi. La Regione fu incerta nel 1988, si mosse l'anno dopo, dopo uno sciopero del voto che vide la gran parte della Valle non andare alle urne. Si mosse in modo definitivo solo dopo che entrò in scena Alba con le sue industrie e il suo peso economico. Anche là c'era, dietro a quello, un po' l'idea di un rilancio di uno sviluppo differente rispetto a quello che la Valle aveva vissuto per oltre cento anni.
Abbiamo apprezzato della Giunta, lo diciamo senza doppiezze, il dialogo con gli Enti locali, che è cominciato nei mesi scorsi, fin da subito, da maggio, con la Commissione Rivalta. Abbiamo apprezzato l'impegno degli ultimi giorni, che ha portato ad un accordo che ha punti aperti. Nella Valle si può tornare, forse, ad una vita regolare, lo abbiamo scritto su questo documento: i lavori vengono interrotti, c'è una pausa che non è solo legata alla questione Olimpiadi.
Abbiamo anche criticato - ci sono i testi - elementi di rigidità.
Quando abbiamo chiesto un Consiglio in Valle lo abbiamo fatto con grande convinzione, nella certezza che solo con un dialogo si potesse ricreare un rapporto con gli Enti locali e con la popolazione, e che la sconfitta di quell'esperienza potesse significare - ne siamo convinti ancora oggi - il crollo di una grande esperienza democratica che si è manifestata.
Abbiamo criticato duramente, lo sapete, l'intervento delle forze dell'ordine in più di un caso. Critichiamo con la stessa nettezza qualunque forma di violenza gratuita e stupida che vi è stata, dalle vetrine infrante alle fontane imbrattate che erano appena state rimesse a nuovo, a qualunque violenza ci sia stata, che speriamo non si ripeta più.
un fatto positivo che, oggi, la valutazione di impatto ambientale avvenga non solo sulle questioni ambientali, ma anche sugli elementi socio economici che stanno alle spalle. Chiediamo ancora che si rifletta, come hanno chiesto i Sindaci ieri, su tutte le ipotesi che possono portare a scelte anche parzialmente differenti.
Abbiamo preso un impegno con questa Giunta relativamente a lavoro salute e diritto allo studio, cioè i grandi problemi sociali, che vogliamo assolutamente mantenere. Speriamo che questi mesi di pausa servano per un dialogo, che si deve assolutamente riaprire, per non spezzare anche un fronte che esiste fra i Sindaci, ai quali, di qualunque partito siano anche quelli lontanissimi da noi, riconosciamo una coerenza e un ruolo estremamente positivo: erano loro a fare i cordoni i giorni scorsi, erano loro a costituire un tessuto connettivo, mancando il quale ci possono essere rischi profondi.
Mi auguro che intervengano altri Consiglieri del gruppo, che amplieranno queste osservazioni, che, per motivi di tempo, ho concentrato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Signor Presidente, intervengo per esprimere solidarietà alla Presidente Bresso. Mi complimento per la correttezza e determinazione che ha saputo mantenere da quando (mi pare fosse la seconda seduta del Consiglio) parte della sua maggioranza ha iniziato a manifestare con striscioni, proprio qui davanti al Palazzo, con le scritte "Bresso: No TAV adesso".
Esprimiamo anche solidarietà alle forze dell'ordine e a tutti i Sindaci della Valle, che, probabilmente, mai come in questo momento, si sentono soli e, come noi, sono fortemente preoccupati per il danno incalcolabile che, come è stato già detto, queste lotte stanno arrecando al turismo e allo sviluppo di tutta la Valle, e anche all'immagine delle Olimpiadi.
Sovente, ad amici, amministratori e politici che mi facevano notare che la Presidente Bresso parlava a nome di una Regione e di una maggioranza che, di fatto, non si riconosceva nelle sue dichiarazioni, ho sempre risposto prendendo a prestito la seguente dichiarazione del Capogruppo Ghigo: "La Presidente su questo argomento può contare sui nostri voti".
Il progetto della TAV parte da molto lontano, così come abbiamo sentito dire nella relazione della Presidente, e va molto lontano. Ci vuole chiarezza: non ho capito bene - sono sincera - l'intervento del collega Dalmasso, probabilmente, è un mio limite, mentre è stato chiaro il collega Robotti, che non è di San Damiano, perché il collega Robotti non ha tirato la pietra e nascosto la mano.



(Commenti fuori microfono)



COTTO Mariangela

Tu sei di Porta Comaro, certo! chiaro il discorso della sua coerenza. Lui ha sempre detto: "No TAV" e continua a dirlo. È legittimo che ognuno pensi come ritiene. È meno legittimo che non si voglia più fare quanto scritto in un programma.
Ritengo che la proposta del collega Guida serva veramente a fare chiarezza ai piemontesi. Il collega Guida ha detto: "Votiamo, mettiamo ai voti l'accordo che la Presidente Bresso ha firmato a Roma". Noi sappiamo che alcuni Sindaci, prima di firmare, hanno detto di aver bisogno di sentire come la pensavano i cittadini.
Il maggior conforto che noi possiamo dare alla Presidente Bresso è proprio questo: dichiarare se ha fatto bene a firmare questo accordo, e noi diciamo che ha fatto bene, così non ci sono più dubbi.
Vorrei - anche se ancora non ho chiesto il permesso al mio Capogruppo non perché io sia un cocker - sottolineare un aspetto nei confronti del Governo, cioè l'aspetto della credibilità. Vorrei che da questo Consiglio partisse un forte richiamo al Governo affinché si riesca veramente a far funzionare i treni. Parlo da pendolare: tutti i giorni migliaia e migliaia di pendolari perdono ore di lavoro a causa del disservizio di Trenitalia.
Credo che questo argomento non possa essere sottaciuto mentre si discute di "Alta Capacità". Sto pensando di proporre all'Assessore al lavoro, per il prossimo bilancio, l'istituzione di un "fondo" finalizzato a ripagare i pendolari per tutte queste ore che perdono, rivalendosi, ovviamente, nei confronti di Trenitalia.
Questo lo voglio ribadire con forza e con determinazione. Chiaramente su questo argomento torneremo ancora, ma avevamo precisato, a suo tempo che quanto aveva detto l'Assessore Borioli non ci soddisfaceva.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Larizza; ne ha facoltà.



LARIZZA Rocco

Grazie, Presidente.
Sarebbe più facile, per ognuno di noi, poter fare una discussione con gli stessi toni usati all'inizio della seduta, rinfacciando, cioè, alle coalizioni avverse le contraddizioni interne. Il movimento della Val di Susa è una cosa davvero complessa e composita, pertanto non renderemmo un buon servizio né alla Val di Susa né a noi stessi se ci concentrassimo su questi aspetti. Tanto, ormai, ne abbiamo parlato a lungo.
Tra gli interventi della minoranza che mi hanno più colpito - in senso positivo, ovviamente - emerge quello del Consigliere Guida, che ha sollevato un problema vero. Per quanto mi riguarda, partirei da qui: sarebbe stata ben strana questa discussione se la Presidente Bresso, a Palazzo Chigi, il 10 dicembre, non avesse firmato questo documento di incontro e i suoi contenuti; documento aperto, ma abbastanza esplicito.
Il problema vero è che il confronto di oggi in questa sede deve tener conto del fatto politico nuovo, ovvero della nuova situazione che si è determinata proprio il 10 dicembre. Si tratta di una situazione politica nuova e, per certi versi, anche di una condizione nuova all'interno della Valle, che consente un'agibilità diversa intanto per quei cittadini, ma anche per coloro che si vogliono recare nella Valle per varie ragioni (lavoro, turismo o altro).
Come ha sostenuto qualcuno, credo che questo fatto nuovo - il verbale di incontro - possa essere giudicato sicuramente una base importante di confronto. Tuttavia, dev'essere valutato soprattutto come metodo di concertazione, che prevede, appunto, l'istituzionalizzazione del "Tavolo di Palazzo Chigi" e introduce, rilancia e potenzia l'Osservatorio.
Vi è, dunque, anche un aspetto di merito, e non solo di metodo. L'aver accolto, in particolare, l'avvio di una straordinaria "procedura VIA" per la galleria di prospezione di Venaus, non è questione secondaria dal punto di vista delle richieste della Valle, oltre che nostre.
Penso, quindi, che si possa partire da qui. Le dichiarazioni che la Presidente Bresso ha reso questa mattina sono importanti nel merito e consentono un confronto più sereno nelle istituzioni. Saremo tutti impegnati ad esaminare tali documenti: c'è chi li conosce di più, chi di meno, ma saranno comunque utili per capire esattamente quanto è avvenuto.
Mi permetto di dire soprattutto ai colleghi della maggioranza che occorre qualcosa di nuovo nel rapporto con la Valle. Dobbiamo capire che cosa ha rappresentato questo movimento e cogliere il significato di quelle forme di lotta dei cittadini della Valle e dei problemi che hanno sollevato (mi permetto di precisare che non sono solo legate alla questione della TAV).
Vorrei altresì ribadire ai colleghi che sono stati protagonisti di questo movimento che è soprattutto chi li guida che ha il dovere di trovare uno sbocco positivo, perché una lotta lanciata a così alta velocità passatemi il termine - deve anche avere i freni buoni per sapere qual è il punto di approdo.
I movimenti sono importanti non sono in quanto tali, ma anche perch hanno, al loro interno, dei contenuti, pongono delle domande e chiedono delle risposte; quelle risposte le devono dare le istituzioni democratiche.
In questo contesto, ho apprezzato la posizione dei Sindaci dopo l'incontro di Palazzo Chigi. Ho apprezzato soprattutto il fatto che in merito alla manifestazione del 17 abbiano espresso una parola chiara, e non perché le manifestazioni non si possono fare: ma ci sono fasi e fasi della lotta, momenti e momenti, ci sono forme di lotta adatte e forme di lotta non adatte. Penso che vada garantito il massimo sostegno a questa posizione dei Sindaci della Valle, che trasformano la giornata del 17 in un momento di incontro e direi persino di festa.
Non so se le battute di Grillo fanno ridere quando si dichiara "valsusino, anarchico e insurrezionalista": se fossi un valsusino, mi offenderei un po' e non ci troverei molto da ridere, perché sono due aspetti davvero diversi. Perché diverso è, per quanto ci riguarda (se è vero), il nostro giudizio nei confronti di quei gruppi estremisti che hanno agito in modo violento a Torino, tentando di portare le manifestazioni dei cittadini della Val di Susa fuori dalla legalità, soprattutto nella giornata dell'8 dicembre; una giornata davvero difficile e carica di tensione.
Mentre a proposito del blitz della Polizia di Venaus abbiamo espresso un giudizio duro, in modo particolare nei confronti di chi lo ha ordinato bisogna dare atto che in molte occasioni, soprattutto l'8 dicembre, le forze dell'ordine, in una situazione così difficile, hanno mantenuto un atteggiamento responsabile ed intelligente.
Per quanto riguarda, invece, il blitz di Venaus, più che esprimere un giudizio vorrei precisare una cosa che riguarda noi, la politica: quando per fare un'opera importante, come quella di cui stiamo discutendo, bisogna utilizzare la forza contro una parte della popolazione, significa che la politica ha fallito.
Il fatto che il 10 dicembre, a Palazzo Chigi, la questione sia stata analizzata da un altro punto di vista, lo giudico un fatto importante e positivo, perché significa che la politica non ha perso la speranza (non mi riferisco al centrosinistra o al centrodestra).
Anche nel Governo sono prevalse le posizioni di coloro che danno alla politica, e non alla forza, la priorità. Questo è un aspetto importante.
Sul merito, ovviamente, saranno le fasi successive che indicheranno cosa fare. Pur avendo imboccato la strada giusta per recuperare la credibilità di tutte le istituzioni nei confronti della popolazione della Val di Susa credo che occorra fare qualcosa di più, come dicevo prima.
In queste settimane autorevoli commentatori hanno posto delle domande sugli organi di informazione. Penso, quindi, che il verbale di Palazzo Chigi preveda un percorso che potrà aiutare a dare delle risposte: non c'è niente di peggio, per la politica e per le istituzioni, che non saper rispondere - non dico per soddisfare le attese - in modo convincente ed efficace alle domande che vengono poste.
Bisogna capire le profonde ragioni del malessere che esiste all'interno della Valle. Vorrei ricordare un particolare: il malessere della Val di Susa - passate il termine - è quello di una periferia che ha accumulato nel corso di decenni delle problematiche che con la TAV c'entrano in modo indiretto, non diretto.
Credo che dobbiamo avere nella nostra memoria, e dobbiamo quindi sapere ascoltare quello che dicono i cittadini, non gli estremisti, ma i cittadini normali della Val di Susa, ciò che è successo nella Valle soprattutto durante la costruzione dell'autostrada. Che cosa ha rappresentato? Che cosa ha significato non avere fatto delle politiche nell'insediamento dei cantieri e che cosa significa, ad esempio, continuare ad insistere sull'incremento del trasporto su gomma? Come fa a capire la gente che noi stiamo lavorando per un'alternativa? Non possiamo capire ciò che vive nella memoria dei cittadini della Valle se non facciamo un'analisi seria di che cosa è il sistema produttivo di quella Valle, per capire qual è l'impatto ambientale di quel sistema produttivo per sapere se si sono fatte o meno iniziative efficaci per migliorare le condizioni di vivibilità della Valle.
Vorrei ribadire che, per quanto riguarda il collegamento Torino-Lione non credo che vi sia bisogno di ulteriori precisazioni per quanto riguarda noi. Noi siamo favorevoli a questo collegamento nell'ambito della rete trasportistica europea e per noi questa resta una scelta necessaria per caratterizzare lo sviluppo economico e produttivo della nostra Regione.
Il confronto tra chi sostiene che tra vent'anni ci saranno più merci e chi sostiene il contrario, mi sembra un po' sterile. Se pensiamo ad uno sviluppo che nella nostra regione preveda anche e ancora un ruolo importante per il manifatturiero, dobbiamo creare anche le condizioni logistiche perché questo possa avvenire e per attrarre investimenti all'interno della nostra Regione.
Poi c'è un'ultima cosa che vorrei dire, e la dico soprattutto alla sinistra. C'è il trasporto su gomma e su ferro, noi possiamo discutere, ma sul fatto che noi siamo per la scelta del ferro non è invenzione degli ultimi mesi. Fa parte della storia della sinistra e anche del movimento operaio. Quindi, non si tratta solo di un'astratta coerenza, si tratta di una risposta di sviluppo sostenibile che noi non possiamo abbandonare.
Ora le condizioni ci sono, la politica riprenda a svolgere la propria funzione. D'altronde noi, cari colleghi di destra o di sinistra, siamo qui per questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Vorrei partire con un apprezzamento all'intervento del Consigliere che mi ha preceduto. È la dimostrazione che su certi temi, a volte, ci si pu trovare.
Lui giustamente ha detto che siamo qua tutti, siamo stati eletti per governare e per aiutare una Giunta eletta a governare il Piemonte. Dobbiamo fare queste cose.
Quanto è successo in questo periodo in Val Susa ha lasciato tutti maggioranza o minoranza, in una condizione di disagio, perché nessuno ha piacere a vedere alla televisione e sapere che tutta l'Italia sa che succedono cose simili, che ci sia gente che si prende a botte.
Sono successi una serie di interventi che alcuni colleghi della maggioranza definiscono provocatori o comunque antipacifisti da parte delle forze dell'ordine, mentre i colleghi della minoranza sicuramente ritengono che questi interventi siano stati fatti da persone che erano a fare il proprio dovere e dovevano ripristinare la legalità.
Non ho apprezzato, ma non me ne voglia, l'intervento del collega Robotti, però mi fa dispiacere vedere che sorride e si esalta quando un collega cita l'episodio di una vigilessa che a prende a calci un carabiniere. È un'altra vergogna questa, è una vergogna! Perch un'istituzione deve fare ripristinare la legalità e stare al dovere per cui è preposta. Come dispiace sapere che Consiglieri regionali, perciò persone democraticamente elette e deputate a tutelare la legalità, vadano ad accettare degli scontri.
I facinorosi ci sono dappertutto, bisogna isolarli ed è compito nostro e specialmente di chi in questi momenti è vicino alle popolazioni che forse si agitano, molto probabilmente perché non hanno capito o non gli sono stati spiegati i benefici di un'opera simile. È compito loro cercare di isolare questi violenti.
Sono violenti che ci faranno fare qualche brutta figuraccia anche con le Olimpiadi e la responsabilità in buona parte è anche di questi Consiglieri che li alimentano.
La protesta dei valsusini, da un lato concepibile, sarebbe concepibile se questi venissero a vedere o comunque avessero capito cosa è l'Alta Velocità. L'Alta Velocità non passa solo in Val di Susa, passa anche nella Pianura Padana e altre popolazioni con buonsenso hanno capito e hanno accettato i disagi e quanto si veniva a costruire.
Ricordatevi che luoghi come la Provincia di Novara o la Provincia di Vercelli non hanno accettato supinamente, ma hanno valutato e, pur essendo aree molto meno disagiate rispetto alle popolazioni e all'agricoltura di montagna, hanno accettato, perché c'è un senso di dovere nei confronti di tutto il sistema italiano, di tutto il sistema, in primo luogo, torinese che sta soffrendo della situazione della FIAT e di tutti i problemi dell'indotto.
Invito la Presidente e i colleghi delle aree più moderate della maggioranza a valutare queste prese di posizione; non possiamo ritardare quest'opera, bisogna far sì che alle popolazioni valsusine si spieghi e si faccia comprendere che tutte queste paure che sono state inculcate nella mente in questi mesi, sono solo paure, non è verità. L'Alta Velocità va fatta.
Mi dispiace anche per un'altra questione: che il collega Boeti ha accusato il nostro Ministro Ugo Martinat di avere fatto dei danni e si è augurato che non ne possa più fare nel prossimo mandato alla Camera.
Io vorrei ricordare che grazie ad Ugo Martinat tanti soldi e tante opere sono arrivate, tra cui la metropolitana a Torino. Qualcuno mi raccontava che volevano farla arrivare fino a Rivoli, perciò qualcuno era ben contento di questo.
C'è da pregare che Martinat rimanga almeno fino alla fine del mandato e possa fare partire la metropolitana di Rivoli, altrimenti tra le tante parole di questa sinistra non avremo opere, avremo solo tanto parlare.



PRESIDENTE

La città che lei citava era Rosta. Lo dico per correttezza.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Inizio ancora una volta il mio intervento esprimendo l'apprezzamento per il comportamento della Presidente della Giunta e dell'esecutivo in questa vicenda complicata e complessa.
Nessun tentennamento, un impegno coerente tra programma e comportamenti, non un atteggiamento pilatesco nel trincerarsi dietro competenze che sono di altri, ma un'azione per mettere in atto un percorso costruito politicamente.
Devo dire che se è vero che la politica ha subito dei passaggi negativi in questi mesi, ha anche lavorato molto, fino a raggiungere il risultato di sabato scorso. La Regione, fin dal luglio scorso, ha lavorato con i Sindaci e il risultato raggiunto è da accreditare soprattutto alla politica, e non solo, ma anche a quella spinta emotiva, che non va sottovalutata, che ha saputo esprimere il movimento nelle popolazioni della Val di Susa.
una Regione che è stata interlocutore forte e senza cedimenti programmatici. Devo dire che questo risultato è stato possibile proprio perché c'è questa maggioranza in Regione, che è diversa da quella del Governo, che non ha svolto soltanto un ruolo di supplenza, ma che contempla nel suo programma la realizzazione della TAV e che, credendovi fermamente ha indotto un cambiamento nell'atteggiamento del Governo, costringendolo ad aprire un tavolo vero di confronto.
necessario dire che la stessa popolazione della Val di Susa (quella che alza quei cartelli che sono stati richiamati prima, dalla collega Cotto) ha la consapevolezza del ruolo di questa maggioranza, quindi non c'è da illudersi, e lo dico all'opposizione, di un risultato diverso in Piemonte, avvicinandosi il confronto elettorale.
Tra l'altro, ho letto di un'indagine sui Presidenti di Regione pubblicata solo l'altro giorno. Ci sono sei Presidenti che aumentano la loro popolarità e il loro consenso in questi primi mesi di governo. Uno di questi è la Presidente Bresso, il cui consenso aumenta del 4,5%. Vorrei che questo fosse chiaro, anche perché altrimenti la minoranza correrebbe il rischio di capire "ciò per bròca" (richiamando un detto piemontese). Volevo specificare al collega Ghiglia che "ciò per bròca" non vuol dire scambiare un chiodo per una brocca, ma nel dialetto piemontese "ciò e bròca" vogliono dire entrambe "chiodo", sia pur con sfumature diverse. Quindi non vorrei che voi, davanti ad argomentazioni diverse, capiste sempre la stessa cosa e non vi rendeste conto di quanto sta cambiando nel rapporto tra questo esecutivo e la Valle, del ruolo svolto da questo esecutivo.
Io giudico estremamente positivo l'accordo raggiunto. Ha fatto bene la Presidente a sottoscriverlo, perché ha consentito alla Valle di tornare alla normalità e alla vita quotidiana. Ha potenziato il ruolo dell'Osservatorio, che consentirà di approfondire tutti gli aspetti ambientali. La razionalità e il confronto limitano gli eccessi delle posizioni ideologiche e della disinformazione. Credo che sia necessario utilizzare i tempi del confronto per avere un'informazione più puntuale.
vero che c'è stata, lo diceva la Presidente Bresso nella sua relazione stamattina, ma credo che si sia fermata un attimo sui tavoli istituzionali che non sia stata trasferita correttamente alla popolazione, perch l'atteggiamento non sempre disponibile di RFI, portato a non discutere troppo sui progetti presentati, non ha agevolato l'informazione.
Credo sia anche necessario utilizzare questo tempo per sondare gli aspetti controversi del progetto, sapendo che alla fine (portando le correzioni dovute) una cosa è chiara: fermare il progetto se i risultati dimostreranno evidenti e seri pericoli per la salute. Diversamente l'alternativa non è fare o non fare la TAV, ma come farla. Quindi, è necessario utilizzare questo confronto per svuotare quella visione di paura che ha portato tanta gente, in buona fede, a opporsi alla realizzazione dell'opera.
Lo SDI ribadisce la propria valutazione sull'indispensabilità dell'opera per non compromettere lo sviluppo dell'intero Nord-Ovest, e ribadisce anche che la decisione che dovrà prevalere da opinioni diverse deve essere quella della maggioranza, di chi guarda all'interesse generale del Paese, perché questa vicenda non riguarda solo il Piemonte. Credo anche che la vicenda sia emblematica della nostra capacità di stare in Europa.
Qualcuno ha scritto che il "no" alla TAV equivale ad un "no" francese alla Costituzione europea.
Noi italiani siamo convintamente disponibili a manifestare la nostra adesione all'Unione Europea, ma a volte dimostriamo di essere incapaci politicamente e tecnicamente di entrarvi, quando ci sono scelte complesse e difficili come questa.
Finora, non c'è stato un confronto tra posizioni contrastanti sui costi e i benefici ma, come dicevo prima, un eccesso di posizioni politiche. C'è stato uno scontro anche con il particolarismo, sia pur con la necessità di capire quel malessere che il Consigliere Larizza richiamava prima, e con un movimentismo che non ha ben chiaro il punto di sbocco, mentre è forte la necessità della costruzione politica di un percorso che affronti la strada della modernità e dello sviluppo compatibile.
Credo che questa vicenda evidenzi un problema vero, che ha reso pubblica la mancanza di governo del Paese durante l'organizzazione delle grandi opere, e l'incapacità di creare condizioni condivise per creare una base comune di rapporto tra cittadini e progetti.
necessario non nascondere che l'incapacità di governo ha portato anche a coalizzare posizioni contrarie, che mettono insieme una varietà di situazioni: dal futile rifiuto della coca cola al rifiuto delle Olimpiadi da chi dice no a Scanzano,e alla realizzazione di qualsiasi opera di un certo rilievo e complessità.
bene non nascondere che, all'interno della maggioranza o in una parte del movimento in Valle, ma soprattutto anche al di fuori di questa, vi è anche la posizione di chi non vorrebbe costruire assolutamente nulla in nessun luogo e in nessun momento. Lo SDI ritiene irresponsabile questa posizione. Ritiene irresponsabile che qualcuno pensi di raccogliere vantaggi di schieramento o di partito, convinto che queste posizioni, se sfruttate solo per gioco politico, non possono che produrre danni per tutti.
Non credo sia questa la posizione anche di chi manifesta opinioni diverse in questo Consiglio, e siamo convinti che dal percorso che è stato avviato si possa uscire superando sia le posizioni deboli, quelle di voler accontentare tutti o scontentare quasi nessuno, sia quella del muro contro muro.
Certamente non è stato bello vedere la polizia ricorrere alla forza per rimuovere gli occupanti del sito di Venaus. Abbiamo condannato con fermezza chi ha dato ordini in quella direzione ma, con la stessa fermezza esprimiamo solidarietà alle forze dell'ordine, anche esse vittime di fatti di violenza che vanno condannati con la stessa forza e la stessa misura.
Credo anche che sia necessario non sminuire il ruolo e la presenza di chi ha alimentato momenti di violenza. Non basta richiamarne i protagonisti e definirli come untorelli, ma credo sia necessario isolarli con fermezza.
Su questo, non ci può essere nessuna ambiguità.
Credo di dover fare appello al senso di responsabilità istituzionale di chi rappresenta, nelle Istituzioni le posizioni contrarie all'opera richiamandole alla necessità di disinnescare ogni possibile occasione di strumentalizzazione e violenza che potrebbe verificarsi con la manifestazione di sabato prossimo. Meglio non farla. Credo che questo rafforzerebbe anche il ruolo dei Sindaci che siederanno al tavolo della discussione e che, responsabilmente, hanno detto no a quell'iniziativa.
Vado verso la conclusione parlando proprio dei Sindaci, ai quali va il nostro sostegno e comprensione, ma richiamandoli anche alla grande responsabilità che debbono affrontare: quella di definire rapidamente una posizione rispetto all'accordo che è stato trovato, che non è un'apertura di credito illimitato, che non è senza scadenze. Penso che debbano sottoscriverlo e che debbano svolgere un ruolo per rassicurare la popolazione che i lavori dell'Osservatorio rispondono alle sollecitazioni che sono state poste sul tavolo, testimoniare che non è un lavoro o un confronto virtuale, ma che invece entra nel merito e vuole dare risposte. I Sindaci devono cioè certificare la qualità e la serietà del confronto aiutando a smascherare mistificazioni e a cancellare le paure che, in buona fede, possono aver accresciuto nella popolazione. Il loro compito è far capire anche che i risultati nel confronto dovranno essere accettati quali ne sia il responso.
Credo anche che dovremmo avviare quel percorso che, proprio con i Sindaci, con le espressioni ambientaliste, è stato trovato sull'altro versante delle Alpi, sul versante francese. Quindi, a chi è contrario alla TAV, anche in Consiglio, non chiedo di esprimersi a favore dell'Alta Velocità, ma di attivarsi fin da subito per avere una politica più rigorosa, anche fiscalmente, contro il trasporto merci con i mezzi pesanti su gomma, così da creare quelle condizioni, anche di convenienza, per il trasferimento del trasporto merci da gomma a ferro, che comporta quella riduzione del carico ambientale che noi vogliamo ottenere in Valle realizzando l'Alta Velocità.
Sono anche convinto che dovremmo pensare ad un piano strategico di sviluppo della Valle, e non solo a compensazioni. Non è forse tempo, in questo momento, di addentrarsi nel merito di una legge speciale. Credo sia prioritario, adesso, andare avanti per assicurare l'applicazione di un accordo positivo, con quella ricerca di dialogo e di confronto che vuole rafforzare le posizioni della Valle da un lato, senza cedimenti sul piano programmatico dall'altro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Nastri; ne ha facoltà.



NASTRI Gaetano

Grazie, Presidente.
Quello che sta accadendo e quello che è accaduto in questi giorni nella Val di Susa, dimostra che la condivisione di progettualità, importante per l'intera nazione sia un traguardo non ancora raggiunto. Il localismo ha trovato la forma di presentarsi come una realtà politica che si deve necessariamente confrontare con il potere centrale, vista la palese incapacità della Giunta regionale, incapace di trovare una posizione chiara e inconfutabile, di comprendere e di esercitare i nuovi poteri, che qualcuno in questa sede si è dimenticato, e le nuove competenze di un federalismo ormai reale rispetto alla realizzazione dell'opera. Troppo peso hanno infatti le componenti ambientalistiche più estreme e più fondamentaliste, nel facile equilibrio su cui si basa una coalizione che non mostra di condividere i programmi, ma solo la gestione del potere.
Nell'assenza di capacità della Regione, l'unico dialogo serio e costruttivo è stato sviluppato in questi giorni dal Governo centrale l'unico che si è dimostrato in grado di formulare proposte utili, sia per valorizzare la difesa di una comunità, sia per sostenere le ragioni di un'opera sociale ed economica troppo importante. È solo il Governo, data la pochezza della Giunta Bresso, a rappresentare il binario preferenziale per sostenere lo sviluppo della periferia. Compito di questa Regione assente poteva essere la capacità di spiegare i progetti cercando il consenso con le comunità, dimostrando di sapere apertamente sostenere la realizzazione di opere che rientrano in un disegno complessivo di rimodulazione della mobilità delle merci in tutto il suo spazio europeo.
L'Alta Velocità rappresenta certamente il modo essenziale di ancorare l'Italia all'Est dell'Europa, ma la realizzazione delle reti transeuropee dovrà necessariamente tessere una rete efficiente, capace di attivare un dialogo tra spazi sociali ed economici diversi, sostituendo il trasporto su gomma lento ed inquinante e abbattendo i tempi di percorrenza che sul piano economico determinano la differenza di costo e maggiore competitività.
Tutte queste considerazioni sono calzanti per il territorio novarese che si trova ad oggi ad essere baricentro della nuova rete transeuropea luogo di intersezione fra la tratta Lisbona-Kiev e la tratta Genova Rotterdam e che, un domami, mi auguro prossimo, si potrà porre come esempio dello sviluppo dei trasporti verso il Mediterraneo.
Ritardare ulteriormente i lavori in Val di Susa, o peggio, evitare di prendere posizioni a riguardo, sperando che il tempo trasformi un'opportunità vicina in una cattedrale nel deserto, significherebbe rafforzare le richieste che comunità politiche più coese su temi di interesse nazionale, come la Germania e la Francia, che spingono per l'alternativa settentrionale dell'attuale tracciato del Corridoio 5, sanno affrontare.
Per questo ho chiesto ufficialmente che il territorio novarese si attui in tutte le sue componenti istituzionali - Comune, Provincia - produttive e sindacali, al fine di formulare e sottoscrivere un protocollo d'intesa che sostenga la realizzazione dell'opera attraverso una corretta valutazione dei rischi, un corretto dialogo con le comunità periferiche che non hanno ancora ben compreso la ricaduta positiva sull'intera società, e che ne affermi la necessità in tempi anche abbastanza brevi.
La Regione non può sottrarsi ad un confronto con le sue periferie, che più avrebbero necessità di infrastrutturazioni dei trasporti, come non deve farsi da parte, lasciando che un atteggiamento non corretto possa far sorgere manifestazioni di violenza come la militarizzazione della Valle da parte di finti pacifisti o di residui anarchici. Nessuno vuole mettere in dubbio le paure che in questi giorni attraversano la mente degli abitanti della Val di Susa. È comprensibile, soprattutto alla luce delle notizie più o meno previste, di un fondamento reale che sono state diffuse in merito ai suoi rischi per quanto riguarda la salute. È, tuttavia un concetto privo di sostanza, è una condizione non certa, a fronte della certezza di perdere ogni giorno che passa opportunità turistiche ed economiche.
Il Governo di centrodestra ha investito ingenti finanziamenti nella Val di Susa in strutture per i giochi Olimpici invernali che avranno ricadute positive sul turismo per decenni. Ai Sindaci non hanno ancora...



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri per cortesia di fare un po' più di silenzio per consentire al Consigliere Nastri di completare l'intervento.



NASTRI Gaetano

La grande preoccupazione è che i Sindaci, come ha detto giustamente il Consigliere Manolino, che non hanno ancora firmato l'intesa scaturita dagli incontri romani, di fatto ostacolano l'economia valligiana oggi con la giustificazione di un temuto danno futuro che le moderne tecnologie possono evitare. Soprattutto non si comprende come sia stato possibile che dei rappresentanti istituzionali dei cittadini abbiano accolto tra le proprie file truppe speciali dei centri sociali, ovvero quelli che agitano le masse, sfidano la legalità e mettono in crisi l'ordine pubblico sperando nella carica della polizia, nel ferito e, possibilmente, anche nel morto.
Le seppur giuste dimostrazioni di una parte di popolazione di fronte ai timori dell'impatto di un'opera come la TAV, su un territorio valligiano smettendo di essere tali, non fanno più parte della legittima libertà di espressione, non sono punto di partenza del dialogo e della diplomazia, ma divengono alibi di un'illegalità violenta. Ora, fermate le illegalità e disperse le violenze, l'accordo proposto dal Governo agli Enti locali della Val di Susa ha un obiettivo fondamentale: realizzare una grande opera importante per l'intera nazione italiana...



PRESIDENTE

Consiglieri, so che tutti quanti siamo stanchi. Prego coloro che devono parlare di farlo fuori dall'Aula perché diventa difficile, per chi ha la parola, riuscire ad affermarsi. Prego tutti coloro che non hanno diritto a rimanere in Aula, di accomodarsi fuori e prego i commessi di fare un po' d'ordine.



NASTRI Gaetano

Se la ragione fa ancora parte di questa assise, allora è necessario che anche la sinistra del governo del Piemonte dica apertamente ciò che non ha il coraggio di dire, che l'opera la vuole anch'essa. L'accordo con Palazzo Chigi e con gli Enti locali interessati per le informazioni, valutazioni e consultazioni comuni può colmare qualche precedente vuoto e, soprattutto assicurare la realizzazione dell'opera nei modi e nei tempi previsti nell'interesse del Paese.
Sarebbe opportuno adesso, dopo ore di discussione - questa è la proposta - ritirare tutti gli ordini del giorno e prepararne uno che possa andare bene per tutti. È chiaro che portare avanti una discussione con otto ordini del giorno diventa difficile. È fondamentale, dal mio punto di vista, creare un unico percorso per arrivare ad un unico documento.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Volevo rinunciare all'intervento perché non ritenevo che nell'Aula ci fosse il giusto clima per intervenire. D'altra parte, è comprensibile che ad una certa ora, e dopo una miriade di interventi, sia pure diversi e articolati, si sia stanchi e non si abbia più voglia di ascoltare chi interviene. Pertanto, cercherò di intervenire nel modo più sintetico possibile non leggendo, parlando a braccio e cercando di individuare una diversa visuale, un punto di vista diverso, con cui si possa affrontare l'argomento.
Innanzitutto, mi rivolgo ai colleghi della minoranza dicendo che, alla fine, anche loro non possono che concordare sul fatto che discussioni in Aula di questo tipo, che utilizzano un'intera giornata di lavoro, non siano, alla fine dei conti, utili per nessuno. Sicuramente sono rispettose del confronto dialettico-politico tra diverse forze politiche, tra le due coalizioni - maggioranza e minoranza - ma non sono utili alla risoluzione del problema. Se si mirava, da parte dei colleghi della minoranza, a mettere in difficoltà la Presidenza, e quindi la Presidente, penso che l'obiettivo non sia stato raggiunto. La Presidente, infatti, ha ricevuto solidarietà e sostegno, non solo dalle forze di maggioranza, ma anche da molti Consiglieri della minoranza.
A cosa poteva servire questo confronto? A fare emergere diversità normalissime e fisiologiche in un sistema bipolare: esistono nel Polo così come nell'Ulivo. A cosa può portare far emergere queste diversità? Sicuramente a nulla di valido, pregnante e decisivo sul piano politico.
Per quel che riguarda l'azione delle Istituzioni sul territorio della Valle, sicuramente sarebbe più utile, invece di cimentarci sulle valutazioni del Governo - di questa Istituzione o di quella che l'ha preceduta, sulle azioni delle forze di Polizia e su tante altre argomentazioni oggetto della discussione sino a questo momento - chiederci quanto pretestuose siano le argomentazioni addotte e quanto, viceversa siano degne di attenzione.
Inizierei dalla considerazione relativa alle conseguenze sulla salute degli abitanti della zona. La radioattività o la cancerogenicità di certe sostanze che potrebbero essere diffuse nell'ambiente durante il lavoro e durante gli scavi, ritengo sia stata sufficiente analizzata. Con questo comunque, non escludo la necessità di un eventuale approfondimento, anche se è stata sufficientemente analizzata, altrimenti sarebbe grave gravissimo - aver pensato di proseguire in una progettualità, di qualsiasi tipo essa fosse, in presenza di una mancanza di certezze sull'argomento.
vero che esistono, non relativamente alla radioattività e quindi alla cancerogenicità di determinate sostanze, ma su altri campi. La pericolosità dei campi elettromagnetici, ad esempio, sappiamo che, ad oggi, non è certificabile, sia sul piano della sicurezza sia sul piano della insicurezza. Relativamente ad altre sostanze facilmente rilevabili, ritengo che studi sull'argomento siano stati fatti, quindi sarebbe veramente curioso se oggi emergesse qualcosa di diverso. Sarebbe veramente grave se ulteriori analisi portassero a conclusioni diverse. Non posso pensare che succeda così.
Per quanto riguarda il ruolo della Presidente e della Giunta, ritengo che nulla, se non in positivo, le si possa attribuire, relativamente a questo argomento. È ovvio che il ruolo degli amministratori è un ruolo diverso da quello dei cittadini, e dove inizia la responsabilità degli amministratori non può finire la libertà dei cittadini, e viceversa.
L'aspetto un po' curioso e un po' strano che mi lascia perplesso è quando andiamo a sovrapporre e a confondere i ruoli, o quando andiamo ad utilizzare, in modo retorico e demagogico, determinate argomentazioni.
Sicuramente, però, questo non riguarda nessuno dei presenti.
Ritengo che i risultati ottenuti con la costituzione del tavolo delle istituzioni (l'istituzione dell'Osservatorio costituito da personalità super partes che quindi garantiscono un'imparzialità di giudizio; l'avvio di una valutazione di impatto ambientale; lo stop ai lavori sino a maggio) possano essere elementi positivi.
A questo punto mi sembra veramente capzioso decidere e attribuire i meriti agli uni o agli altri. Non porta assolutamente a nulla.
La scelta, per quanto riguarda il mio partito, del ferro rispetto alla gomma è assodata. Mi auguro che anche gli ambientalisti italiani possano condividere questa scelta, visto che i loro colleghi d'oltralpe hanno già abbracciato questa scelta da tempo, al punto tale da penalizzare il traffico su gomma, limitandolo e razionalizzandolo, sia temporalmente sia quantitativamente. Vorrei concludere richiamando l'attenzione di tutti noi di tutte le forze politiche, perché si tratta di una faccenda che riguarda tutti: è iniziata sotto un Governo, è continuata sotto un altro. Ha visto a livello locale, istituzioni che poi sono cambiate. Quindi, se di responsabilità si tratta, o se di responsabilità decidessimo di voler trattare, le responsabilità sarebbero da condividersi.
Penso, però, che non si debba parlare di responsabilità, ma si debbano capire i cittadini, i valligiani, coloro che, vedendosi cadere sulla testa o sotto i piedi opere di quelle dimensioni, legittimamente chiedono garanzie. Una di queste garanzie, che doverosamente ritengo la si debba assicurare, non solo in termini di semplice comprensione e quindi di solidarietà, ma proprio sul piano pratico, è di quantificare i danni che inevitabilmente subiranno e di provvedere, con opportune azioni di governo (legislative o meno), al risarcimento.
Ritengo che questo tipo di garanzia sia doverosa. La Francia ci ha preceduto da molti anni sull'argomento, con la cosiddetta taxe professionelle, che prevede una quota di pedaggio per quanto riguarda le opere infrastrutturali, e quindi le autostrade, da destinarsi all'indennizzo dei privati o degli Enti locali. Sicuramente, noi dobbiamo attivarci in questo senso.
Concludo con un flash e uno slogan: facciamo attenzione. Sono certo che la Presidente Bresso, sicuramente, in questo come in altro, si farà grande.
Facciamo attenzione che non viaggino solo, come qualcuno ha detto, i treni ad Alta Velocità, ma non viaggino anche in parallelo gli affari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, questa mattina abbiamo iniziato questa assemblea in modo strano. È chiaro che alcune delle dichiarazioni giunte da parte della minoranza, secondo me, riflettevano più che altro un desiderio di provocazione, in quanto la minoranza, ogni giorno che passa, si sente sempre più esclusa, chiaramente non solo dal Governo regionale, e sente come un pericolo l'esito delle prossime elezioni nazionali: tutti i segnali indicano che questo Governo perderà sicuramente.
Quindi, non credo che queste provocazioni meritino una risposta, è chiaro che ognuno può pensarla come vuole. Per quanto riguarda questa maggioranza, invece, è nostro dovere rispondere a chi ci ha votato (dalla Val di Susa ad Alessandria, a Cuneo, al VCO), in quanto vogliono che noi governiamo.
Questa vicenda ci pone dei problemi, ma costituisce anche uno stimolo e un invito per ragionare su molti temi non solo regionali, ma anche nazionali e di ordine generale.
In questo momento, non voglio intervenire quale tecnico, in quanto ritengo che le questioni tecniche dovranno essere affrontate, e possibilmente risolte, in altri tavoli. Sarebbe interessante approfondire quanto ci insegna questa vicenda, che, innanzitutto, ci pone il problema del percorso della decisione politica in quel sistema che noi chiamiamo democrazia.
Quando in quest'Aula abbiamo parlato di Statuto, molte volte, abbiamo discusso di democrazia decidente e di democrazia rappresentativa.
Ascrivendomi tra coloro che ritengono che la democrazia debba essere rappresentativa, ritengo questa vicenda una bella palestra per dimostrare cosa noi crediamo sia la democrazia. Penso che la democrazia debba privilegiare il confronto e l'ascolto, cercando di evitare idee preconcette.
Noi abbiamo ascoltato la Presidente, la sua posizione è chiara, quello che chiediamo è di sapere come discutiamo e su cosa discutiamo. Ci sono argomenti sui quali è necessario riflettere insieme. È faticoso, ma per noi la democrazia è discussione, confronto senza pregiudiziali.
La minoranza ha cercato di spostare il punto principale della discussione. Credo che per noi i principali punti politici siano, ad esempio, il problema del metodo di un Governo che non si è confrontato, se non tardivamente e all'ultimo momento, con i cittadini e con i Sindaci della Val di Susa; un Governo che ha fatto un uso della polizia che noi abbiamo condannato; un Governo che - speriamo abbia dimenticato questa posizione - pensava di costruire tale opera ricorrendo alla polizia.
Per noi il metodo è il confronto politico, che si deve instaurare tra i Sindaci, le Comunità montane e i cittadini della Valle. Tale confronto è mancato, ma è stato rilanciato dall'Amministrazione di questa Regione.
Riteniamo che un problema fondamentale riguardi la legge obiettivo, che invece di accelerare i lavori, ha soltanto scontentato tutti.
Voglio ricordare che, a livello nazionale, la coalizione di centrosinistra ha affrontato il problema delle scelte infrastrutturali, su cui si sta lavorando. Le ipotesi che si costruiscono a quel tavolo sono per noi punti di partenza per ragionare anche sul collegamento Torino-Lione.
Per noi, la vicenda della Torino-Lione è un momento di confronto non solo locale, o, peggio, localistico, ma nazionale, in quanto le problematiche che stiamo discutendo sono le stesse che si propongono in varie parti d'Italia. Solo recentemente abbiamo avuto contatti con nostri colleghi altoatesini e abbiamo scoperto che il Brennero e il suo tunnel di base presentano molte similitudini con le problematiche che stiamo affrontando in Piemonte.
Non accettiamo di portare la discussione sui temi della destra. Noi sappiamo che la strada richiede pazienza e voglia di confronto. Il nostro sostegno alla Presidente è convinto, perché sappiamo che il compito che ci attende è complesso e importante: pensiamo solo al riordino della disastrata sanità ereditata dal centrodestra.
Noi accettiamo il confronto al nostro interno. Guardiamo, invece, con preoccupazione quanto avviene al Parlamento, dove la maggioranza di centrodestra vota supinamente leggi che pure non approva, come la ex Cirielli o le modifiche alla legge elettorale. Non vogliamo che questo accada anche all'interno della nostra coalizione. Noi non votiamo con il centrodestra.
Voglio fare un richiamo particolare: in alcuni momenti, abbiamo fatto dei paragoni ai cocker e ad altre razze di cani, ma credo sarebbe meglio non ripeterli, anche perché non meritano di essere coinvolti in questo genere di discussioni.
Riteniamo che la politica sia discussione e confronto. Sul tema della TAV pensiamo di essere in un momento importante. La politica deve saper scegliere, ma deve anche saper ascoltare.
Noi, tutti insieme, possiamo costruire un momento nel quale ci si possa ascoltare: Regioni, Sindaci e cittadini. Noi siamo convinti che questa sia la funzione della politica: non svolgere un ruolo tecnico, ma un ruolo di confronto. Per questo, non abbiamo problemi a votare l'ordine del giorno che abbiamo proposto, proprio perché pensiamo che la strada iniziata debba essere proseguita, non solo in Val di Susa, ma nel governo complessivo della Regione, che ci richiede scelte importanti per il nostro futuro, ad esempio, relativamente al lavoro, alla scuola e alla sanità, solo per fare qualche citazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Signor Presidente, la ferrovia Torino-Lione è solo un piccolo tratto di un'opera ben più vasta e ben più importante. Stiamo infatti parlando del cosiddetto Corridoio 5, che parte da Lisbona e arriva a Kiev, attraversando l'Europa meridionale e tutta la Padania. Oltre a questo Corridoio, la Torino-Lione rappresenta un altro collegamento altrettanto importante, cioè quello che parte dall'Italia meridionale e che unisce Roma e anche Milano a Parigi, e da Parigi, tramite il tunnel sotto la Manica, a Londra.
Aggiungo di più: è quel tassello che collega l'intera rete ad Alta Capacità italiana, che è praticamente una "T", cioè Torino, Milano Venezia, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, con tutta la rete francese, che non elenco, perché, in questo caso, si tratta di una rete sviluppatissima, enormemente più sviluppata di quella italiana, e dalla rete francese a tutta quella italiana.
Quindi, si tratta di un collegamento a dir poco indispensabile: sotto questo profilo, è impensabile non farlo. Non approfondisco in questa sede altri studi, non ce ne sarebbe il tempo. Sicuramente, la mancata realizzazione della Torino-Lione spezzerebbe il Corridoio 5, isolerebbe l'Italia dai collegamenti europei e costituirebbe un inestimabile danno per la nostra economia.
Fatta questa prima considerazione, che induce a chiedersi come sia pensabile non realizzare questa ferrovia, la mia analisi si sposta sulle proteste.
Tutta la rete ferroviaria, europea ed extraeuropea, è stata accolta in modo relativamente favorevole, o decisamente favorevole, dalle popolazioni.
In questo caso, poi, sul versante francese, non solo non ci sono state contestazioni, ma l'opera è richiesta, voluta e desiderata. Altrettanto vale per la Svizzera, dove è in corso una realizzazione colossale, ben più imponente del contestatissimo traforo di 50 chilometri: il traforo del San Gottardo sarà il più lungo del mondo e avrà una vasta stazione all'incirca nel centro, raggiungibile con ascensori lunghi, se non erro, oltre un chilometro. La realizzazione di tale opera sarà, quindi, molto più impegnativa, ma anche in questo caso ha riscontrato il consenso favorevole di tutte le popolazioni. Come pure si è realizzata col consenso favorevole di tutte le popolazioni la nostra Torino-Novara (futura Torino-Novara Milano).
Mi domando, allora, perché in tutte questi casi la gente è felice e contenta per la realizzazione di una ferrovia ad Alta Velocità e solo in Val di Susa la questione è contestatissima. A tal riguardo, mi sono fatto un'opinione molto precisa, sia pure personale: la gente è stata malinformata sulle conseguenze di questa ferrovia. Anzi, permettetemi di dire che è stata terrorizzata con argomentazioni spesso non fondate. Per contro, non è stata, invece, ben informata sulle ripercussioni positive per la Val di Susa: se, da una parte, la presenza di amianto e di uranio è da provare - proprio i carotaggi e i sondaggi serviranno a verificare innanzitutto se vi sono questi elementi, in che quantità e in quali punti si trovano - in ogni caso disponiamo di tecnologie all'avanguardia, che permetteranno di scavare gallerie anche in presenza di queste sostanze senza alcun pericolo per le popolazioni e per gli operai, giustamente.
Pertanto, in quest'eventualità, tutt'al più occorre che queste tecnologie vengano applicate e si verifichi che gli scavi avvengano secondo i criteri previsti nel caso in cui ci si trovi in presenza di questi materiali. Come ripeto, però, non era il caso di terrorizzare le popolazioni locali.
Le conseguenze favorevoli che ricadranno sulle popolazioni della Val di Susa con la realizzazione di questa ferrovia sono state, per contro taciute. Innanzitutto, durante i cantieri, si riscontrerà un forte incremento economico nella Valle come riversamento degli investimenti su questa ferrovia. Una volta terminata l'opera, le previsioni indicano che il 30% delle merci viaggeranno su ferrovia anziché su tir; inoltre, i tir trasportati su ferrovia - la cosiddetta "autostrada ferroviaria" - saranno 1.500 al giorno. Tutto ciò significherà "disintasare" il traforo autostradale del Frejus, "disintasare" le autostrade, ridurre drasticamente l'inquinamento, le polveri sottili, le altre polveri e i rumori nella vallata. Questi sono i vantaggi previsti dallo spostamento da gomma a ferro.
Inoltre, siccome i treni merci e i treni a lunga percorrenza verranno nella maggior parte dei casi, instradati sulla nuova linea, la vecchia linea resterà libera, consentendo un efficiente servizio regionale per la vallata di tipo metropolitano, con collegamenti ogni mezz'ora o venti minuti verso il centro di Torino, con un conseguente vantaggio per i pendolari e, in genere, per tutti i residenti della Valle, nonché per i turisti e per coloro che praticano gli sport invernali.
Si tratta, dunque, di una enormità di fattori positivi che la popolazione della Val di Susa ignora. Per contro, come ripeto, la popolazione è terrorizzata da elementi negativi tutti da provare, le cui conseguenze che oggi vengono citate è garantito che si possono evitare.
Il motivo di questa situazione lo si evince da una campagna elettorale fatta soprattutto dalle forze di sinistra per attirare i voti della protesta e portarli dalla propria parte. Sotto questo punto di vista, anche se oggi ci sono stati degli interventi che smentivano quest'ipotesi l'impressione che ciò sia avvenuto è decisamente palese, al punto che certe forze politiche si sono forse sbilanciate eccessivamente e oggi hanno qualche difficoltà a far coincidere le posizioni prese e le promesse fatte in Val di Susa con quanto avviene in quest'Aula, dove queste forze continuano, comunque, a sostenere la Presidente Bresso e l'attuale Governo che pure ha chiaramente indicato già in campagna elettorale che la ferrovia



TAV Torino-Lione rientrava fra le opere prioritarie da realizzare. Tale

progetto, o programma, è stato ribadito più volte da questo Governo e oggi stesso è stato chiaramente riconfermato dalla Presidente Bresso; programma che tutti i Consiglieri di queste forze politiche, che sono fautori delle proteste in Val di Susa, qui in Aula continuano, invece, a votare, magari arrampicandosi sui vetri, per riuscire a spiegare questa divergenza fra quanto dicono in Valle e il voto che esprimono in quest'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente. Sarà dura avere la vostra attenzione in questa fase finale di Consiglio, ma ci proverò ugualmente.
Oggi si è discusso molto del tema all'ordine del giorno, ma in realtà non se n'è parlato neanche molto. È stata solo un'impressione quella di averne parlato tanto, ma alla fine si è andati su tematiche ben più ampie che poco c'entrano in questo atto, forse oggetto del contendere anche in questi giorni. È stato uno oggetto del contendere che forse ha legato il nostro dovere di Consiglieri. Come ho detto la volta scorsa - ci tengo a ripeterlo - noi siamo Consiglieri e ne siamo consapevoli; come tali probabilmente è giusto, logico e necessario che si dibatta, si discuta e ci si confronti fra di noi e, naturalmente, col territorio che dovremmo rappresentare.
Credo che alla base di questo stia l'agire di alcune forze politiche stia il confronto e stia questo Consiglio straordinario che oggi è stato convocato. Mi auguro che ci sia anche un momento seminariale e di dibattito: il materiale che ci è stato fornito lo ritengo interessante, va ad unirsi a tutto il materiale che abbiamo in una cartella che ognuno di noi, come Consigliere, si è procurato. Ce n'è molto contro, ma tutto pu servirci per fare un'analisi completa di un'opera, che comunque è grande e fondamentale come impatto e come presenza.
Qualcuno diceva una volta che era meglio prevenire che punire, quindi è meglio sapere prima a cosa si va incontro, è meglio sapere prima di cosa si tratta, così come è meglio sapere prima quali sono i nodi cruciali e le difficoltà per evitare dopo di pentirsi o di andare a fare autocritica su quello che è avvenuto.
L'agire dell'amministrazione pubblica di solito verte su tre principi che sono l'economicità delle azioni, l'efficacia e l'efficienza. Credo che a questo bisogna attenersi come Consiglio e come Consiglieri. Non voglio dare lezioni a nessuno, ma è proprio un ripasso che faccio io stesso in questo settore. L'azione del pubblico agire e l'azione pubblica verte su questi tre principi.
Quindi, ritengo una cosa molto positiva che il documento siglato, che tra l'altro viene citato nell'ordine del giorno di maggioranza - quindi se ne parla e non è vero che è assente - citi anche un'analisi economica sull'opera.
Credo che sia un grande passo avanti, che sia una bella cosa di cui prendere atto e che sia giusto esprimere più che mai un voto favorevole all'ordine del giorno che andremo a votare più tardi.
L'economicità dell'opera è fondamentale, non possiamo pensare di essere negli anni passati. Nell'Ottocento le opere pubbliche si facevano su alcuni principi, che erano variegati, a volte si faceva una grande opera pubblica per dare lavoro e così per garantire un po' di ammortizzatori sociali.
Altre volte si faceva un'opera pubblica per attuare una sorta di invasione culturale di alcune zone del territorio; altre volte ancora si facevano opere pubbliche per legarle a dei nomi importanti, quindi un sovrano si riconosceva molto nell'opera pubblica sulla quale sapeva che sarebbe vissuto in eterno.
Temo - e mi dispiace, ma non voglio fare polemica - che purtroppo la versione che il Governo talvolta ha dato di questa opera sia davvero legata ad uno di questi tre casi. Non abbiamo ancora avuto modo oggi - ed è da questo che è nata la dialettica - di capire, se non il nascondersi dietro parole come "interesse nazionale", la vera sostanza di un'opera che sembrava intangibile, assolutamente eterea nei suoi percorsi ed assolutamente immodificabile.
Non si riusciva ad avere giustizia dei quesiti e delle domande che a volte sorgevano; se queste domande sono sorte anche da parte di una valle intera, vuole dire che probabilmente qualcosa che non ha funzionato c'è stato, perché su alcune opere a volte scatta una cattiva comprensione magari dovuta al fatto che non c'è l'opera oppure perché l'opera è dannata oppure è stata mal spiegata. Su quella reazione scatta un'attenzione da parte di chi amministra e, a volte, cogliendo le osservazioni di chi si arrabbia, si migliora l'opera, a volte addirittura si decide di non farla o, comunque, le cose prendono pieghe diverse.
Crediamo che, da questo punto di vista, sia importante quello che è avvenuto in Val di Susa in questi mesi, perché si è preso atto che qualcuno ha iniziato ad esprimere concetti non necessariamente legati ad un nuovo modernismo.
Mi dispiace, perché, come Gruppo, mi sono spesso sentito chiamato in causa come antimoderno. Io non credo che siamo antimoderni, ma credo che siamo legati ancora ad un percorso culturale che era quello dei progressisti, di chi guarda il progresso con fiducia e con serenità. Per crediamo che quel progresso - questo sì che è importante soprattutto per la collettività umana - vada affrontato con grande calma, avendo tutti i dati possibili per sciogliere i nodi e anche per privarsi mai di opzioni alternative per costruirlo.
Quindi, il progresso va costruito su molte opzioni, e sicuramente tra le opzioni va scelta quella che più guarda al benessere umano e di quella collettività di cui noi tutti facciamo parte e che esprime, in ultima istanza, le istituzioni.
Credo che sia importante anche il dibattito di oggi e che in quest'ottica vada anche data un'occhiata a tutte le problematiche, ma io lo trovo anche un'occasione di riflessione sulle criticità, perché anch'esse vanno ricordate, che lo sviluppo futuro del sistema ferroviario genererà.
Per questo motivo, sarebbe necessario arrivare prima o poi ad un dibattito più ampio. Ad esempio, ci sono i pendolari che ormai tengono banco tutti i giorni sui giornali; ogni giorno leggiamo notizie di "agitazioni" di pendolari che non si ritrovano più in questo sistema di collegamento ferroviario, che li porta tardi al lavoro, che a volte mette addirittura a rischio il loro posto di lavoro.
Vediamo un sistema ferroviario che è troppo spesso carente, forse anche a causa di una sorta di privatizzazione che ha subito: potrebbe essere dal punto di vista delle strutture, dal punto di vista dei vagoni o della sicurezza, dei binari unici che spesso comportano quei disastri a cui assistiamo allibiti.
Di fronte a tutto questo credo, che sia legittimo chiedersi se le opere reggono, se i piani economici di queste opere reggono e se non sarebbe inutile una pianificazione. Senza essere tacciati di sovietismo, a volte pianificare l'economia non guasta e non fa male.
La montagna poi entra a piedi giunti in questa partita, perché quando si affronta un'opera in montagna vuol dire che le difficoltà che si vanno ad affrontare diventano alte come le vette, perché aumentano i costi aumentano le difficoltà legate alle risorse idriche, ai cantieri che si diffondono letteralmente negli unici spazi in cui possono operare, quelli del fondovalle, a ridosso degli abitati stessi.
Quindi, non si rischia di cadere nella banalità quando si affrontano questi argomenti e tanto meno nella retorica. La retorica sarebbe arrivare a trincerarsi dietro ad interessi non meglio definiti, che ci porterebbero a dire che anche la conquista di Marte diventa strategica a quel punto.
Probabilmente anche conquistare Marte diventa strategico, a fronte dei problemi che ha la collettività terrestre. Però anche quest'opera, se viene motivata e spiegata, può diventare strategica e non soltanto una dichiarazione di intenti quasi fantascientifica.
Un'altra cosa che spero non si dimentichi nella discussione è che di quel che è avvenuto in Val di Susa non si sottovaluti l'importanza dal punto di vista dell'agire democratico. I Sindaci hanno avuto un ruolo importante nei loro territori e nei confronti delle loro popolazioni, hanno saputo fare sintesi di quelle che erano le preoccupazioni delle popolazioni. I Sindaci hanno saputo portare queste sintesi presso istanze più alte e la Regione e la Provincia le hanno sapute, a loro volta cogliere e rilanciarle a piani ancora più elevati.
Ricordiamo anche però - ed è bene non dimenticarlo - la limitazione di democrazia che vi è stata nella Valle nei mesi scorsi, perché di questo si tratta. Abbiamo assistito da pochi giorni alla rimozione dei check point ma fino a qualche giorno fa era facile essere fermati più volte in un tragitto piuttosto breve, per chiedere chi si era e dove si andava. Ma anche una celerità della Polizia che noi non abbiamo mai negato, anche in relazione agli interventi scorsi. La solidarietà alla popolazione ipercontrollata e a quella Polizia che purtroppo non aveva neanche la legna per accendere un fuoco. Questa è una cosa che va ricordata. Noi abbiamo espresso la volta scorsa la non solidarietà a chi ha ordinato alcune azioni notturne piuttosto brutali, ma sicuramente non si è mai negata la solidarietà a chi le ha subito a modo suo, seppure dall'altra parte della barricata.
Per concludere, l'appello che lancio è di attenzione a quello scollamento che c'è stato, perché lo scollamento tra le istituzioni e la popolazione c'è stato, è inutile negarlo. A me dispiace che anche qualche Consigliere, che nei Consigli delle autonomie locali vede un grande momento di partecipazione, abbia dimenticato che anche questa è partecipazione.
Molto spesso l'impressione che si può dare, avallando anche un qualunquismo che ormai imperversa ampiamente, è che la politica stia nei suoi palazzi e non riesca ad uscirne per confrontarsi con la gente.
Mi auguro che da oggi in avanti ci sia quest'inversione di tendenza che ci porti a affermare che la politica, come diceva il collega Larizza, non ha fallito, anzi ha iniziato nuovamente ad essere protagonista dei percorsi sociali di sviluppo della nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Allasia; ne ha facoltà.



ALLASIA Stefano

Grazie, cercherò di essere meno ecumenico e un po' più vivo degli interventi precedenti, dato che si sono "smollati" un po' rispetto ai discorsi di questa mattina.
Stiamo assistendo ad uno sviluppo economico e sociale della nostra comunità che comporta un continuo aumento della richiesta di trasporti, a differenza di altri Paesi della Comunità Europea, ove il trasporto ferroviario assorbe una cospicua quota della richiesta globale. In Italia e in Padania questo mezzo occupa una quota assai modesta, eppure la ferrovia garantisce un livello di sicurezza maggiore rispetto a quello offerto dal trasporto su gomma, garantisce un inquinamento quasi nullo. Ovviamente, nel caso di ferrovie elettrificate occupa, a pari potenziali di trasporto, una superficie minore e permette un impatto ambientale assai più accettabile.
Questi sono i motivi per cui il trasporto ferroviario in Italia deve essere incrementato e pertanto deve ricevere tutta l'attenzione e tutti i finanziamenti necessari al potenziamento delle sue infrastrutture.
In questo contesto le linee ad Alta Velocità, o Alta Capacità o quadruplicamenti veloci, possono contribuire in modo determinante all'assorbimento su vettore ferroviario delle quote crescenti di richiesta dei trasporti.
Nella rete dei trasporti italiani si è sempre favorito l'asse nord-sud a discapito dell'asse est-ovest. Con la Lione-Torino-Milano-Venezia, si otterrebbe un giusto equilibrio, ricollocando il Piemonte, come logico, al centro dei commerci e degli scambi fra la Francia meridionale, la Padania e l'Est europeo, con tutti i benefici economici che ricadrebbero sul territorio.
Benefici consistenti si avrebbero già immediatamente, con l'apertura dei cantieri, che assicurerebbero un prezioso assorbimento di manodopera, a patto che l'intera manodopera venga assorbita dallo stesso territorio interessato dall'infrastruttura. L'entità degli investimenti per l'Alta Velocità sarebbe in grado di mettere in moto la macchina della ripresa economica, favorendo l'indotto locale, e non dei soliti noti o gli amici degli amici o, ancor peggio, delle lobby dei perforatori di montagne creando una vera gallina dalle uova d'oro per il Piemonte.
Dunque tutti questi elementi non possono che farci prendere una posizione favorevole alla realizzazione delle nuove linee, compresa quella in Val di Susa, con il traforo verso la Francia.
Certo non possiamo dimenticare le giuste rivendicazioni delle popolazioni della Valle e tanto meno andare ad incidere negativamente sul territorio, ma ritengo sia possibile l'armonizzazione di queste diverse esigenze: gran parte del percorso avverrà in galleria e già da subito possiamo pensare a soluzioni che, per quanto costose, possano tutelare la salute dei cittadini. Ad esempio, è possibile non impattare la Val Cenischia: il tragitto potrebbe non uscire dalla montagna, ma passare sotto la vallata. Sappiamo benissimo che il costo sarebbe molto elevato, ma la salute dei cittadini e i problemi ambientali non hanno prezzo.
Per la Valle nasce, per contro, una buona opportunità di ottenere diversi miglioramenti. Occorre infatti pretendere che importanti opere vengano contemporaneamente realizzate anche relativamente alla vecchia ferrovia. In alcuni centri, primo fra tutti Avigliana, la ferrovia va interrata, con l'eliminazione dei passaggi a livello e conseguenti benefici per gli abitanti, che oggi hanno la città tagliata in due dalla ferrovia.
Dunque, come ho detto, la realizzazione della nuova linea potrebbe coincidere con un netto miglioramento della situazione di vita della vallata e non con un peggioramento.
Certo non bisogna dimenticare il carattere strategico del Corridoio 5 ma c'è anche il fatto che l'intero progetto è stato concepito negli uffici di Bruxelles, è un prodotto dei poteri forti europei, sottoscritto dal Governo di sinistra di Amato nel '93, ed è stato difeso anche in questi giorni da un politico che risponde al nome di Romano Prodi. E voglio ricordare che nelle Commissioni di merito proprio quegli esponenti della sinistra e dei verdi che oggi si schierano contro hanno sempre brillato per la loro assenza e inconcludenza.
La Lega Nord ha, da sempre, sostenuto la necessità di quest'opera. La linea ferroviaria ad Alta Velocità produrrà certamente effetti positivi: il Piemonte non verrà tagliato fuori dalla grande rete di collegamenti europei e certamente il fatto che gran parte del trasporto merci venga dirottato dalla gomma alla rotaia non potrà che apportare benefici al nostro territorio.
Ma non possiamo nasconderci dietro a un dito: realizzare una grande infrastruttura significa modificare il territorio e dunque arrecare disagi alle popolazioni. Lo sa bene la Val di Susa, che ha già pagato un prezzo altissimo per la realizzazione di grandi opere. Lo sanno bene anche i torinesi, che vivono da mesi in una città lacerata dai cantieri: metro passante ferroviario, parcheggi sotterranei. Nei valsusini è ancora troppo vivo il ricordo di quanto avvenne nei decenni passati con la realizzazione dell'autostrada Torino-Bardonecchia: forte la paura che anni di cantieri possano compromettere il turismo, che la mafia, italiana o di importazione possa tornare a farla da padrone sulle loro montagne, che il territorio possa subire modificazioni destinate a produrre devastanti conseguenze. E allora occorre tenere conto, di queste paure. Siamo d'accordo con la concertazione, ma i residenti valsusini non vogliono solo essere ascoltati: attendono proposte concrete e soluzioni.
Da tempo questa realtà chiede un'autonomia che trova una sua ragione d'essere nella peculiarità geografiche e culturali di questo territorio: è tempo di ragionarci insieme. Possiamo mettere in campo una serie di misure che possano aiutare questo territorio a superare le difficoltà che certo la realizzazione dell'Alta Velocità produrrà: penso all'esenzione dell'Irpef regionale e a una forma di defiscalizzazione per i residenti e per le imprese che hanno sede in Val di Susa. Ma resto convinto che la risposta politica che si deve dare alle istanze della Val di Susa è una sola, e si chiama autonomia, che significa concedere ai Comuni condizioni e forme speciali di autonomia, secondo uno schema che la Lega ha fatto inserire nella passata legislatura nello Statuto della Regione Piemonte e che oggi vale per le Province con prevalenti caratteristiche montane ma che, per quanto riguarda la Val di Susa, deve essere esteso ai Comuni. Autonomia vuol dire far partecipare i territori alle scelte e ai processi decisionali.
La sinistra invece, lo sappiamo, è da sempre con lo Stato centralista.
Noi sulla Val di Susa non abbiamo mai promesso cose che non si potevano mantenere.
Oggi stiamo assistendo alla strumentalizzazione di istanze concrete da parte di chi non ha niente da proporre in alternativa.
Per comprendere le ragioni che ci spingono a chiedere l'autonomia per la Val di Susa, bisogna evidenziare pochi punti.
La situazione geopolitica. La Valle nasce dalla più bella ed estesa catena montuosa d'Europa, le Alpi, in particolare le Cozie e Graie che le fanno da corona. Ricca di acque, di foreste e di erbe, che tra le "materie prime" sono le uniche, inestimabili e rinnovabili ricchezza per gli esseri viventi, dispone di due strategici passi alpini, il Moncenisio e il Monginevro.
La situazione etnica ed economica. Le genti delle Alpi di origine celtica, cementatesi con genti gote, longobarde e franche, hanno originato l'alpinità con lo strumento oculato dei pascoli, creando l'incomparabile filiera autoctona dei prodotti degli alpeggi. Nel fondovalle si sono create attività (artigiani, imprenditori, negozianti) e produzione da industria idroelettrica, di cui siamo i primi produttori in Europa.
L'arte. In Val di Susa vi è la più copiosa presenza di reperti dell'antichità, incisioni rupestri, archi, castelli, chiese, conventi abbazie, in comparazione con altre vallate alpine.
La situazione turistica. La Val di Susa ha grande tradizione in questo segmento, essendo tra le prime in Europa per l'oculato utilizzo e valorizzazione delle proprie belle naturali a scopo turistico.
Gli sbocchi. Il fondovalle è collegato con una delle pianure a ricchezza più diffusa dell'Europa: la Padania (già riconosciuta duemila anni fa da Polibio).
Infine, i vantaggi economici e giuridici. Con forma di "Regione autonoma Val di Susa", nella costituente Regione viene utilizzato il personale delle istituzioni, vengono ridotti i costi di gestione ed i tempi di decisione, come suggerisce Coase, Premio Nobel 1991, permettendo la fruizione di benessere ai cittadini, attori della sovranità di cui sono i veri ed unici depositari.
Vorrei fare ancora qualche considerazione su quanto accaduto la scorsa settimana. Occorre riflettere sul blitz del Ministro Pisanu. Non si pu blindare la Val di Susa come se si fosse in guerra. E non si può essere in guerra coi propri cittadini. Perché non si inviano mille agenti a ripulire la Stazione di Porta Nuova o a San Salvario e Porta Palazzo a Torino, dove ci sono zone piene di clandestini che delinquono impunemente? Siamo di fronte a due pesi e a due misure: in occasione della protesta di Scanzano Ionico per lo stoccaggio delle scorie nucleari, ci si è comportati in modo cosiddetto responsabile, qui si usa il manganello.
Questo atteggiamento non ci piace, la sinistra ha strumentalizzato la protesta aizzando la gente, parlando a vanvera e promettendo cose che non poteva mantenere.
Un'ultima considerazione per sciogliere quei nodi fondamentali tipo l'amianto e il materiale radioattivo. Gli accertamenti sono essenziali anche se fossero pregiudiziali all'opera stessa. La salute non è in vendita, non vogliamo essere complici e legittimare eventuali omicidi a favore del cosiddetto progresso, qualunque esso sia.
"Piemont Liber!"



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Questa mattina sono intervenuto chiedendo che ci fosse un'espressione politica dei rappresentanti dei partiti della maggioranza, il che è avvenuto con chiarezza da parte di alcuni partiti. Ho apprezzato un paio di interventi, anche se non ne condivido assolutamente il merito, come quelli dei Consiglieri Robotti, Larizza e Ricca, che hanno toccato alcuni temi centrali e hanno ribadito, legittimamente e con chiarezza, le proprie posizioni. Non ne abbiamo apprezzati altri, che hanno tentato di fare degli slalom giganti (visto che siamo in tema di Olimpiadi invernali), come quelli di Rifondazione Comunista e del Capogruppo dei Verdi, che fuori dall'Aula fanno certe affermazioni, ma in Aula non hanno il coraggio di ripeterle, come invece il Consigliere Robotti, che apprezzo, ha fatto a nome dei Comunisti Italiani.
Per togliere dall'imbarazzo tante persone che magari non possono dare interpretazioni diverse sulle sfumature, le premesse, gli aggettivi che si aggiungono a frasi, la minoranza ha deciso di ritirare tutti gli ordini del giorno e di presentarne uno molto chiaro, che dice semplicemente: "Premesso che nel programma di Governo dell'attuale amministrazione regionale a pagina 45 si legge"- programma che voi avete votato per la Presidente Bresso - "Ribadiamo la centralità del trasporto ferroviario per il cui adeguamento si prevedono come nuove opere: il collegamento della Torino Milano e il collegamento ad Alta Capacità verso la Francia Torino-Lione".
Questo punto è firmato dalla Presidente Bresso. Noi chiediamo: "Impegna il Presidente della Giunta regionale a rispettare quanto previsto nel programma di Governo".
Nel nostro documento non c'è un aggettivo in più o in meno di quello che è scritto nel programma che voi avete votato e che noi condividiamo.
Abbiamo sempre detto di voler la realizzazione dell'Alta Capacità, per noi è un punto centrale e non politico. Nell'ordine del giorno abbiamo raccolto l'adesione di tutti i Consiglieri della minoranza e ci auguriamo che lo votino anche tutti i Consiglieri della maggioranza. Qualora non lo votassero, non avendo noi espresso nel documento giudizi, premesse o aggettivi aggiuntivi a quanto specificato nel programma della Presidente di fatto smentirebbero quello che è scritto nel programma che qualche mese fa è stato votato eleggendo la Presidente.
Ripeto, noi ritiriamo tutti i documenti che possono essere ritenuti strumentali, ma chiedo che facciano altrettanto gli altri Consiglieri, se si vuole giungere ad un punto concreto di chiarezza. Quale sia il metodo visto che noi chiediamo il rispetto del programma, sarà la Presidente Bresso ad esserne garante. Nell'ambito del tavolo degli impegni che abbiamo sottoscritto, noi la deleghiamo pienamente purché sia rispettato il programma che la Presidente ha presentato. Anche per parte nostra è un atto di fiducia nell'accordo preso, perché con questo ordine del giorno chiediamo di far chiarezza su un punto che non interessa soltanto a noi di Alleanza Nazionale, ma anche a Forza Italia, ai Democratici di Sinistra o a Rifondazione Comunista. Abbiamo semplicemente estrapolato due righe del programma della Presidente, chiedendole semplicemente di rispettarlo.
La Presidente avrà i mezzi e gli strumenti per rispettarlo nell'ambito dell'accordo appena raggiunto con il Governo, ma fra due mesi sarà un'altra cosa. L'importante è che venga rispettato quanto presentato agli elettori quanto votato qualche mese fa in Aula, quanto ci si è impegnati a realizzare. Non ci sono volontà strumentali o diverse, ribadiamo un punto centrale. Se poi questo punto non è più centrale per voi, diteci: "L'abbiamo votato sei mesi fa, l'ha presentato la Presidente, ma per noi non è più un punto fondamentale". Nel nostro ordine del giorno non abbiamo aggiunto una virgola, né tolto un accento, abbiamo estrapolato due righe dal programma della Presidente che abbiamo votato qualche mese fa.
Diamo piena delega alla Presidente di attuarlo e chiediamo che si impegni a raggiungere quanto ha scritto nel suo programma elettorale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

A nome del nostro partito volevo ringraziare la Presidente per l'impegno, più che decennale, che ci ha ricordato nel suo excursus storico.
Il suo impegno ma, per correttezza, l'impegno, come ha voluto correttamente riconoscere anche la Presidente, dell'ex Presidente Ghigo e dell'ex Assessore Casoni.
Noi dobbiamo riconoscerle, in queste settimane e in questi giorni grandi doti di equilibrio, grandi capacità di gestire situazioni complesse.
L'accordo di sabato, ricordato da molti Consiglieri, è un risultato importante, è una mediazione molto significativa, e io sono convinto che non sarebbe bastata la mobilitazione straordinaria dei cittadini della Val di Susa per arrivare a questo risultato. C'è voluta la capacità di mediazione della Presidente Bresso, del Presidente Saitta, del Sindaco Chiamparino per convincere il Governo di centrodestra a definire un accordo che è sicuramente un primo passo importante, come abbiamo voluto ricordare nel nostro ordine del giorno, per sciogliere una questione ormai troppo intricata.
In effetti, il Governo non si è potuto sottrarre all'accordo. Non si è potuto sottrarre perché ormai era evidente che l'opera faceva "fatica" e nonostante questo, appariva con assoluta evidenza l'importanza nazionale non solo regionale e locale, dell'opera. Così come appariva ormai evidentissimo che il Governo aveva e ha colpevolmente mancato di accompagnare l'opera. È mancata la politica dell'ascolto, quella politica che noi cerchiamo e che abbiamo cercato, con tanta fatica, in questi mesi di realizzare. Invece, sempre per rimanere all'accordo di sabato, abbiamo apprezzato molto - lo abbiamo sentito riportare dalle testimonianze della Presidente e di altre persone presenti sabato - i segnali di autocritica che sono giunti dal Governo.
In modo particolare, voglio citare l'autocritica del Ministro Pisanu che ha chiesto scusa per la mano pesante che è stata inopinatamente usata quella sera, ma, al contempo, evidenziamo la lealtà e la correttezza, nella gran parte dei momenti, delle forze dell'ordine impegnate nel tutelare la legalità.
Finalmente, la mediazione che occorreva, con un Tavolo di alto livello e con un Osservatorio composto da alti esperti, autorevoli terzi finalmente, la valutazione d'impatto ambientale, la grande assente in questo dibattito, e quindi il riconoscimento dell'inopportunità di strumenti come la legge obiettivo, che poi finiscono per rivelarsi false scorciatoie.
Ai Sindaci, chiamati a quest'accordo e ancora indecisi sul da farsi rivolgiamo un appello affinché possano considerare questa scelta assunta dal Governo, dalle amministrazioni regionali, provinciali e comunali, un passo importante che conviene anche a loro. L'autorevolezza che hanno dimostrato in questi mesi rischia di venir meno e di essere travolta da quanti, in questa mobilitazione, cercano la strumentalizzazione.
Sicuramente vi è stata una grande mobilitazione di popolo e questo l'abbiamo voluto riconoscere nel documento che ci accingiamo a votare.
Dicono bene gli amici della nostra coalizione quando evidenziano come dobbiamo seriamente interrogarci sulle paure, sulle incertezze e sul modello di sviluppo che è andato in crisi. Dobbiamo sicuramente riconsiderare quest'episodio e, in questo senso, ci deve aiutare quell'idea, sempre più fallimentare, di un progresso infinito. Tuttavia, la TAV e la TAC non possono essere l'icona della modernità ma, al contempo non possono essere neanche il demone che distrugge il futuro della Val di Susa e della nostra Regione.
Relativamente alla nostra proposta politica, siamo convinti della bontà dell'opera. Siamo convinti che sia insufficiente la linea storica, anche se potenziata (e sarà potenziata). Come ben ha ricordato la Presidente, quella linea storica è destinata a diventare metropolitana della Valle e non pu per evidenti ragioni di capienza e di sostenibilità, prevedere di ospitare il passaggio di merci, sicuramente in numero sempre maggiore. Così com'è evidente che l'utilizzo della linea storica, seppure potenziata determinerebbe un impatto ambientale molto negativo, per esempio in termini di acustica; così com'è evidente che in tutte le Regioni e le Nazioni d'Europa, i tunnel si costruiscono non portandoli in alta quota, ma tenendoli a bassa quota; così com'è assolutamente evidente, essendovi molta esperienza anche in Italia (penso agli ultimi lavori negli Appennini nonostante qualche limite di cui ho letto sui giornali) che la capacità tecnica ci consente oggi di affrontare con sicurezza anche gli imprevisti e i materiali più difficili da trattare.
Dobbiamo - e questa è la grande sfida ricordata da tutti - trasferire nel più breve tempo possibile e nella maggiore quantità possibile, il trasporto su merci da gomma a ferro. Certamente la TAV ci consente di fare questo passaggio, ma naturalmente non potrà essere l'unica scelta importante. Pensiamo, in modo particolare, all'esigenza di avviare, quanto prima, una politica tariffaria e fiscale che disincentivi notevolmente l'utilizzo del trasporto su gomma, soprattutto sui valichi alpini.
Ai colleghi del centrodestra voglio porre due precise domande su alcuni punti, che considero largamente trascurati dal Governo in questi anni e verosimilmente, anche dal Governo regionale di centrodestra. Siete d'accordo o no - credo di sì, ma non lo abbiamo sentito dalle vostre dichiarazioni - che occorra, quanto prima, avviare un sistema chiaro di compensazione a favore degli abitanti della Valle? Questo è un tema troppo sottovalutato. Ho incontrato persone che hanno abitazioni in Val di Susa e hanno già registrato un forte deprezzamento dei valori immobiliari. Vogliamo impegnarci per fare in modo che questo deprezzamento sia coperto e vengano date garanzie ai cittadini che quell'opera, oltre a portare paura, non porti anche ulteriore povertà ed ulteriore deprezzamento dei loro immobili? Seconda domanda. Siete d'accordo o no che occorre un grande investimento per rilanciare la Valle, soprattutto dal punto di vista infrastrutturale? Sul punto dobbiamo fare ancora molti passi avanti: la Provincia di Torino sta approvando un piano di rilancio infrastrutturale ma mancano le risorse per realizzare queste opere. Il nostro partito ha assunto l'iniziativa, insieme ad altri Deputati del centrosinistra, di presentare, proprio in questi giorni, un emendamento che prevede la creazione di un capitolo, in Finanziaria, stabilmente dedicato alle opere infrastrutturali che potranno ricadere ed essere realizzare nella Val di Susa. È un impegno che ci assumiamo solo noi, o vi assumete anche voi? Abbiamo notizie di una possibile valutazione negativa dell'emendamento.
Verosimilmente sarà bocciato, ma si tratta di un problema importante che crediamo che anche il centrodestra debba considerare, a cominciare da questa Finanziaria. Crediamo che il modello di TAV, così com'è stato prefigurato nel lavoro di questi anni, sia positivo e vada realizzato, sia pure con correttivi e aggiustamenti, se necessari, che in questi mesi sicuramente emergeranno dai tavoli istituiti. Questo modello di TAV dovrà essere realizzato con compensazioni, investimenti, non solo sulla Valle, ma anche sui Comuni della Gronda interessati da quest'opera, e informazioni anch'esse mancate - che sciolgano molte delle comprensibili paure alimentate in questi mesi.
Relativamente alle mozioni e agli ordini del giorno presentati, il nostro partito voterà convintamene la mozione depositata e firmata. Proprio perché siamo convinti che in quella mozione ci sia scritto tutto (è scritto in modo molto chiaro che il programma della nostra Presidente e del centrosinistra va realizzato), pensiamo che sia inutile considerare gli altri documenti, gli altri ordini del giorno e le altre mozioni presentate dai colleghi del centrodestra.
Anticipo, quindi, il nostro voto negativo verso gli altri ordini del giorno. Questa è la linea condotta dalla nostra Presidente.
questa la linea, non solo ferroviaria, che intendiamo perseguire, per la quale intendiamo lavorare nei prossimi anni e nei prossimi mesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Grazie, Presidente.
Personalmente, ho apprezzato l'intervento della Presidente Bresso.
Voglio ricordare, proprio in relazione ad alcune considerazioni espresse anche nell'intervento del Consigliere Lepri, che la Presidente Bresso ha invitato i Consiglieri della sua maggioranza a leggere attentamente i documenti che la Direzione Trasporti ha preparato a partire dal 2002. La Direzione ha chiesto all'Assessore Borioli di elaborare anche una cronistoria di tutto quello che si è fatto negli anni precedenti.
Faccio questa considerazione, perché uno degli elementi che, secondo me, non viene sufficientemente messo in risalto è la disinformazione, non nel senso che intende qualche sostenitore della non necessità di realizzare quest'opera, ma esattamente nel senso contrario. Ritengo che in Val di Susa, in maniera inopinabile, siano state veicolate informazioni distorte e che non corrispondono alla verità. Se avrete tempo e voglia di leggere tutta la documentazione elaborata in questi anni, vi renderete conto, se affronterete questa lettura con una discreta onestà intellettuale, che molte delle cose dette e paventate, le cose che hanno suscitato quella legittima paura nella popolazione, non corrispondono, scientificamente alla verità.
Questo è un elemento al quale si deve tentare di arrivare se serve a questo dibattito in Consiglio regionale.
Relativamente all'amianto, lo abbiamo anche individuato nelle opere olimpiche, eppure è un problema che abbiamo risolto, anche grazie all'aiuto dell'attuale Assessore Valpreda, all'epoca responsabile della sanità pubblica regionale, attraverso un trattamento del materiale di riporto in cantiere, che ha permesso di mettere in sicurezza i cantieri. Nello stesso modo, si potrà intervenire nel caso in cui si verificasse la presenza di amianto o di uranio nello smarino del tunnel di Venaus. Pertanto, è necessario procedere a queste verifiche, per mettere successivamente in sicurezza il cantiere.
Sono convinto che ci sia stata disinformazione in questo senso, in quanto, a differenza di molti di voi, avendo vissuto l'intero iter della discussione dell'Alta Capacità, ritengo ci sia stata una strumentalizzazione politica e che si sia incautamente assecondata una protesta che, oggi, obiettivamente, dal punto di vista politico, è diventata imbarazzante, tentando ora di riportarla nell'alveo istituzionale.
Il collega Robotti, che, fortunatamente, evidenzia un approccio culturale diverso nei confronti dei problemi - vivaddio, perché siamo su due posizioni naturalmente opposte - ha più volte ribadito che il modello da lui auspicato è quello della concertazione amplificata. Invece, il sottoscritto ritiene che proprio quello sia un errore fondamentale. Al di là della storia e del percorso politico di ognuno di noi in questo Paese il precedente che stiamo vivendo oggi rappresenterà un vulnus di carattere istituzionale molto pericoloso e difficile. Vi faccio un esempio: abbiamo assistito all'incontro del Governo a Palazzo Chigi, a cui ha partecipato la Presidente Bresso e i Sindaci della Val di Susa. Alcuni di loro hanno firmato il documento proposto dal Governo, assumendosene la responsabilità.
La Presidente Bresso è venuta oggi in Aula a spiegarcelo. Il Presidente della Comunità Montana, invece, ha detto di non poterlo firmare, di voler riunire i Comitati "No TAV" prima di decidere e di assumere una posizione in relazione alla discussione. Non ha detto: "Vado in Consiglio comunale" che, nell'ottica della rappresentatività democratica, sarebbe stato per lo meno auspicabile o accettabile. No, oggi si è introdotto il meccanismo per cui dobbiamo ascoltare i comitati spontanei, che sono legittimi, ma come si garantisce la rappresentatività democratica delle istituzioni? Attraverso i voti che i cittadini hanno assegnato o attraverso il coinvolgimento e l'ascolto di comitati spontanei, che nasceranno su qualsiasi cosa? Guardate, relativamente al Terzo Valico - mi rivolgo all'Assessore Borioli e alla Presidente Bresso, anche se loro ne sono altamente a conoscenza - i cittadini di Arquata si sono domandati: "Bene, se per la Val di Susa è stato istituito un tavolo a livello di Governo, perché per noi che siamo un Comune dell'Alessandrino, un tavolo del Governo di questo tipo non deve essere creato?" Ritengo che un meccanismo del genere si ripercuota e si riproduca su altre vicende, ma anche che istituzionalmente il nostro Paese non se lo possa permettere. Il percorso decisionale in questo Paese è difficile e credo che le istituzioni debbano tentare di riacquisirlo.
Secondo me, sarebbe sufficiente che queste decisioni le assumesse l'Europa, e notate che c'è già un principio di sussidiarietà verticale molto allungato: l'Europa, la Nazione, la Regione, la Provincia e i Comuni.
Invece, noi siamo di fronte a ciò che definisco un vulnus istituzionale perché, ormai, le decisioni non vengono più assunte nei luoghi deputati dal processo democratico, che è quello che permette di ottenere la rappresentanza democratica.
Su questo punto dobbiamo riflettere, in quanto rischiamo di incorrere in un immobilismo totale. Relativamente ai Comitati ne so già qualcosa: quando presenterete il Piano sanitario, nel quale tenterete di accorpare qualche ASL, dobbiamo aspettarci comitati contro l'accorpamento delle ASL? E i Sindaci dei Comuni di quelle ASL cosa faranno, decideranno di assecondare la decisione dell'organismo di governo superiore, che è la Regione, o, come hanno fatto i Sindaci della Val di Susa, decideranno di fomentare ed ascoltare l'opinione di parte dei cittadini della Val di Susa? Siamo così sicuri che si tratti della maggioranza dei cittadini della Val di Susa? Questi sono temi che è bene, in questa sede, al di là delle considerazioni di carattere politico, commentare e cercare di dipanare.
Per questi motivi e per altri, chiaramente, non siamo né contenti n soddisfatti del chiarimento politico, in quanto abbiamo chiesto la convocazione di questo Consiglio straordinario per chiarire la posizione della maggioranza di Governo di questa Regione. Abbiamo avuto la fortuna grazie all'intervento della Presidente Bresso, di capire con certezza qual è la posizione della Presidente Bresso. D'altro canto, forse, con un po' di provocazione dialettica e di sollecitazione, abbiamo anche capito qual è la posizione dei tre partiti (Verdi, Rifondazione Comunista e Comunisti italiani), che, sostanzialmente, sono contrari all'Alta Capacità. Anche questo, per onestà intellettuale, lo dobbiamo dire.
D'altronde, come Forza Italia, siccome riteniamo quest'opera prioritaria per la nostra Regione, abbiamo già avuto modo di dire in occasioni precedenti che comunque non avremmo fatto mancare il sostegno politico attraverso un voto alla Presidente Bresso, nel caso in cui lei naturalmente, ce lo avesse richiesto. Questa è l'occasione per ribadirlo.
Chiaramente, oltre all'approfondimento sui temi di carattere tecnico non posso dire che non mi abbia fatto piacere il riconoscimento dell'operato della Giunta precedente. È stato apprezzabile che la Presidente lo abbia fatto, ma era impossibile non farlo, in presenza dei documenti che attestano le date delle riunioni e i verbali delle stesse.
Da questo dibattito emerge in maniera chiara - qui lo dobbiamo dire che sul tema dell'Alta Capacità non possiamo girare pagina. Credo che nessun componente della maggioranza - se un po' onesto intellettualmente con se stesso - possa dire: "La giornata è passata, la discussione l'abbiamo fatta, domani è un altro giorno - per citare una frase celebre di un film - le cose continueranno, andranno avanti". No, le cose continueranno esattamente come sono andate oggi. È questo l'elemento che mi permetto di porre all'attenzione della Presidente. Naturalmente, nel gestire una maggioranza possono esserci dei momenti di tensione e di flessione, degli alti e dei bassi, però, rivolgo un invito alla Presidente Bresso, ed è questo l'elemento che noi ci auguriamo possa anche emergere dalla votazione del nostro ordine del giorno.
Lei, Presidente, ha, chiaramente, una posizione netta e chiara, ma credo che sul tema dell'Alta Capacità la sua maggioranza - non devo dirlo a lei, credo farei torto alla sua intelligenza, mi rivolgo a coloro che ci ascoltano - non sia assolutamente compatta. Ne prendiamo atto e naturalmente, svolgiamo con serietà e coscienza per il bene del Piemonte la nostra parte.



PRESIDENTE

Vi è solo più un Consigliere iscritto a parlare. Non essendo pervenute altre richieste di iscrizione a parlare, considererei chiuso il dibattito.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, innanzitutto, vorrei scusarmi con i colleghi che ho interrotto questa mattina, è frutto un po' della tensione del dibattito odierno e dell'attenzione dei mass media al nostro dibattito, poiché molti si aspettavano il botto. In questo Consiglio, il botto non c'è stato perché la maggioranza, a seguito di tanta discussione, ha presentato un ordine del giorno che non è vero che è superficiale: afferma e riafferma alcune cose. Quindi, questo botto non c'è stato, pur sapendo - e non ci nascondiamo, non ci siamo nascosti neanche nel dibattito - che ci sono differenze al nostro interno, ma che ci sono alcune questioni, anche rispetto all'importante tema dei trasporti, che ci uniscono, e ce ne sono tante altre che compongono il programma che ci ha non soltanto consentito di vincere le elezioni, ma che ha anche permesso a questa maggioranza di lavorare insieme.
Rispetto alla questione dell'Alta Capacità, credo non sia sufficiente dire che quest'opera, perché è strategica, bisogna farla e si deve fare.
Non è sufficiente affermare questo, e i fatti lo hanno ampiamente dimostrato.
La nostra forza politica è, da sempre, favorevole alla realizzazione di quest'opera, tanto è vero che l'allora Ministro Bersani, noto esponente dei Democratici di Sinistra, aveva firmato gli accordi con i francesi. Nessuno può quindi smentire il fatto che i Democratici di Sinistra siano pienamente convinti della necessità di realizzarla. Ma è proprio perché non è sufficiente dire che quest'opera comunque si deve fare e si farà che riteniamo importante quanto è avvenuto sabato a Roma.
L'accordo siglato a Palazzo Chigi apre, com'è stato ribadito, una nuova fase, sulla quale dobbiamo insistere e lavorare.
La Torino-Lione è diventata una questione emblematica, e lo dimostra il fatto che la politica nazionale sia interessata a questa vicenda. Ma lo ha dimostrato, altresì, quell'attenzione che tutti i mezzi di informazione hanno rivolto a quanto sta avvenendo, ed è avvenuto, in Val di Susa, nonch a quanto sta avvenendo anche all'interno di questo Consiglio regionale.
Il "Tavolo di Palazzo Chigi" ha affermato alcuni punti: ci sarà appunto, questa Cabina di regia, un Osservatorio e, soprattutto, una nuova valutazione di impatto ambientale sul tunnel di Venaus.
Vorrei ricordare agli amici della maggioranza che proprio il centrodestra, con la legge obiettivo, aveva messo in crisi la valutazione di impatto ambientale. Il fatto che venga riaffermata nell'accordo di sabato è un aspetto importante.
Non so se il Consigliere Ghiglia aveva il testo dell'ordine del giorno che avevamo stilato, nel quale noi, prima dell'accordo di sabato chiedevamo, appunto, di impegnarsi per attuare la valutazione di impatto ambientale sul tunnel di Venaus.
Non eravamo, quindi, proprio dei "matti" a richiedere quel particolare! C'era, vero, collega Ghiglia?



MULIERE Rocco

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



MULIERE Rocco

Sì.



MULIERE Rocco

Naturalmente, siccome è stato raggiunto un accordo su quell'aspetto non era il caso di riaffermarlo: era già stato concordato. Comunque noi l'avevamo richiesto perché la ritenevamo una questione importante.
inevitabile che in un dibattito in Consiglio regionale, così come in altre istituzioni, si cerchi di evidenziare le contraddizioni degli avversari: è naturale. Sarò però curioso di vedere quale sarà la vostra compattezza dopo il voto di aprile sulla questione "devolution".
Ma lo vedremo nei mesi successivi alle elezioni politiche; valuteremo la compattezza del centrodestra sulla riforma costituzionale, questione altrettanto importante.
chiaro che dobbiamo guardare la nostra compattezza: sono convinto che la coesione di una coalizione sia un aspetto molto importante e penso di aver dimostrato come ci teniamo e come abbiamo lavorato per tener compatta questa coalizione.
Credo invece che sia rilevante, per questa maggioranza, valutare come sia possibile realizzare quelle opere che riteniamo importanti per il futuro del Piemonte e che noi abbiamo inserito nel nostro programma. Sarà ancora più importante quest'aspetto, perché è sulla base della nostra capacità di realizzare quel programma che saremo giudicati dai cittadini piemontesi.
Oggi è apparso sul Corriere della Sera un sondaggio relativo all'opinione degli italiani sulla Torino-Lione: il 48% degli italiani ritiene importante realizzare questa e altre opere, anche se possono creare dei problemi (in questo caso di impatto ambientale) alle popolazioni locali. Nello stesso tempo, però, il 53% dei cittadini ha dichiarato che è comprensibile la reazione della popolazione della Val di Susa.
Non abbiamo bisogno dei sondaggi per capire che quella protesta aveva bisogno di una nostra attenzione. Chi, come noi, fa politica, comprenderà che quando 30.000 persone reagiscono, così come hanno fatto, all'intervento della Polizia, significa che bisogna fare qualcosa: lo ha capito il Governo, lo ha capito il Ministro Pisanu, lo ha capito il Presidente Berlusconi; ma noi l'avevamo capito prima perché, come abbiamo ricordato più volte, questa maggioranza, questa Giunta, e soprattutto la Presidente Bresso, hanno subito operato per riaprire il confronto con i Sindaci e le istituzioni della Val di Susa. La decisione di convocare i Sindaci della Val di Susa è stata una delle prime azioni di questa Giunta. Soprattutto grazie all'impegno di questa maggioranza, della Giunta, della Provincia di Torino e del Comune di Torino, si è dato vita alla Commissione Rivalta, che non è stata un fatto casuale: l'autorevolezza del suo Coordinatore e del suo Presidente hanno permesso a quella Commissione di godere di credibilità anche nei confronti delle istituzioni della Val di Susa.
Dopo l'accordo di sabato, credo che anche i Sindaci della Val di Susa si trovino di fronte ad un bivio sul quale riflettere, soprattutto in merito a quale strada bisogna intraprendere: sedersi intorno ad un Tavolo anche con posizioni diverse, com'è stato ricordato anche dal Presidente della Comunità Montana Ferrentino, oppure continuare in una mobilitazione che ha degli sbocchi incerti, come ricordava prima il collega Larizza.
Ritengo doveroso ribadire, in questa sede, che la manifestazione di sabato è un errore. Credo che anche i compagni di Rifondazione, che si apprestano a dare l'appoggio a quel corteo, debbano riflettere, perch quella manifestazione non è sbagliata soltanto tatticamente, ma anche politicamente, perché adesso più che mai bisogna riaffermare la necessità di un confronto, e ribadire che se le istituzioni nazionali, i tecnici, le istituzioni della Val di Susa, i Sindaci e i Presidenti delle Comunità si possono sedere intorno ad un Tavolo e verificare tutte le ipotesi valutando come realizzare quell'opera sulla base della documentazione e di tutto quello che ci ha ricordato questa mattina la Presidente Bresso sarebbe utile anche per le popolazioni della Val di Susa.
Ecco perché credo che si debba continuare a lavorare in questa direzione, riaffermando la strategicità di quest'opera: sappiamo benissimo che, rispetto al trasporto delle merci, non possiamo essere tagliati fuori da uno sviluppo che rischia di concentrarsi al di sopra delle Alpi. Non possiamo permettercelo per il futuro del Piemonte.
Visto che è stato ricordato, vorrei anche precisare che è naturale che l'attuazione della Torino-Lione sia legata anche alla realizzazione del Terzo Valico. Naturalmente, la situazione è molto diversa anche per l'atteggiamento delle istituzioni di quella Provincia. Anche in quel caso noi dovremo avere la capacità di confrontarci, così come abbiamo cercato di fare in questi mesi. Ecco perché credo che questa pausa, concordata sulla base dell'accordo di sabato a Palazzo Chigi, dovrà permettere di realizzare i nostri obiettivi; quegli obiettivi che abbiamo inserito nel nostro programma e riaffermato della nostro ordine del giorno.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, dichiaro chiuso il dibattito a seguito della richiesta di convocazione del Consiglio regionale del 29 novembre.
Ha chiesto la parola l'Assessore Borioli, per una breve replica.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti e infrastrutture

Per prima cosa, desidero sottolineare un aspetto. Personalmente, per l'incarico che rivesto come Assessore ai trasporti, ho vissuto queste ultime settimane con particolare sofferenza per il precipitare di una situazione rispetto alla quale, insieme alla Presidente, abbiamo cercato mi fa piacere che la maggioranza, nella sua proposta di ordine del giorno ne dia atto - di svolgere un'azione di "ricucitura" di un confronto tra il territorio, tra la nostra istanza di governo e tra le istanze del Governo nazionale, che potesse essere utile a far sì che la gestione di questo, che è uno dei punti qualificanti del nostro programma, potesse essere svolta in un rapporto di migliore condivisione e di dialogo con le popolazioni locali.
Il fatto che questo tentativo non sia riuscito a portare a tutti i risultati che auspicavamo - anche se qualche risultato l'ha prodotto e vorrei rivendicarlo - è stato personalmente motivo di sofferenza.
In questo senso, voglio sottolineare e dare atto al Consiglio e al dibattito che oggi si è svolto, di un sostanziale senso di responsabilità e di questo ringrazio il Consiglio, perché questo rende più facile il lavoro dell'esecutivo, e quindi anche del sottoscritto - nell'evitare che questa questione molto delicata e complessa diventasse oggi il trofeo su cui scatenare prioritariamente pulsioni politiche di resa dei conti.
Non sarebbe stato utile e credo non fosse questo che il Piemonte e la popolazione della Val di Susa si aspettasse da noi. Complessivamente il dibattito, fermo restando che sono molte le esposizioni espresse - e la Giunta ed io personalmente alcune le condividiamo, altre no - mi pare che abbia tenuto un profilo adeguato ad un momento che non è sicuramente semplice.
Da questo punto di vista, in sintonia con la Presidente - anche se non è compito mio in quanto non sono membro votante di questo Consiglio desidero esprimere in modo particolare e dettagliato un giudizio sugli ordini del giorno e sulle mozioni proposte. Voglio fare una valutazione su ciò che ritengo sia più utile per il lavoro che dobbiamo fare da qui in avanti, visto che, in ogni modo, si apre su questa vicenda, al di là di come la si valuta, una fase nuova. Quindi, esprimere una valutazione su ci che mi pare sia l'approdo utile della discussione di oggi.
Quindi, provo a dirla con qualche semplificazione. Evidentemente che cosa sia scritto nel programma di Mercedes Bresso e della maggioranza che regge questa Regione rispetto a questa vicenda è cosa nota e non ci ritorno.
L'attuazione del programma non è un fatto burocratico, è un fatto che si costruisce nella materialità dei rapporti e delle relazioni con i territori. Non è un caso che nell'accordo del 10 dicembre, per primo anche il Governo abbia tenuto conto della materialità dei rapporti e delle relazioni che si costruiscono sul territorio. L'attuazione di quello che è un punto qualificante per noi lo è, a maggior ragione, per il Governo, che ha una competenza primaria su questa vicenda rispetto a quella che invece ha la Regione.
In questo senso, credo che oggi l'attuazione di quel programma di Mercedes Bresso e di questa maggioranza parta dal punto che, nonostante il rispetto che, al di là della profonda differenza politica che ci distingue noi, come istituzione, portiamo al Governo nazionale.
Si deve tenere in considerazione un'evoluzione.
Anche il Governo nazionale, che ha sottoscritto quell'accordo, dice che oggi l'attuazione di quel punto programmatico passa attraverso l'istituzione e il lavoro del Tavolo istituzionale di Palazzo Chigi l'istituzione dell'Osservatorio, la procedura di valutazione di impatto ambientale e tutte le cose che sono scritte in quell'accordo.
In questo senso, Presidente Casoni, devo dire che la mozione che avete presentato non aiuta e non aggiunge nulla al lavoro che, come Giunta dobbiamo fare, perché non ci dice nulla di quello che dobbiamo fare oggi per attuare quel punto di programma, nel contesto di un accordo e di un'intesa che è stata raggiunta con il Governo, che ha su questo la competenza primaria. È fermo a prima del 10 dicembre e non è attualizzato.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti e infrastrutture

CASONI William (fuori microfono)



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti e infrastrutture

L'avete scritto voi!



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti e infrastrutture

evidente, però, che se l'avete presentato è perché pensate che quella sia una mozione migliore e più qualificante, ma io dico quello che serve alla Giunta per lavorare in questo contesto.
Vorrei dire alcune cose con schiettezza da questo punto di vista. Credo che questa pausa operosa di riflessione e di approfondimento, che si svolgerà al Tavolo, penso e mi auguro che serva a fare tante cose. Prima di tutto, vorrei dire con estrema schiettezza che dobbiamo dare atto - e lo faccio volentieri - al Governo e, in modo particolare, al Sottosegretario Letta, che è stato l'artefice di questo accordo, della presa di consapevolezza che la strada precedentemente imboccata era quella che probabilmente portava con più certezza a non riuscire a realizzare l'opera ma si è aperta da sabato la strada di una ripresa di confronto che evidentemente lo stesso Governo ritiene fondamentale per potere rifondare il processo di realizzazione della Torino-Lione su basi diverse.
Dobbiamo dire con schiettezza anche in quest'Aula - e voi non lo avete detto - che il primo punto per cui oggi ci troviamo qui è che evidentemente la realtà, la costruzione materiale dei rapporti sul territorio ha dimostrato che quell'opera pur essenziale - e condivido questa valutazione non si può realizzare attraverso il percorso che il Governo aveva intrapreso.
Mi meraviglio anche che nel dibattito di oggi non sia emersa con sufficiente nettezza, anche da parte dell'attuale minoranza, la consapevolezza di un punto, che è emerso in maniera palese invece nella discussione e nell'iter di questi mesi, cioè che l'obiettivo che il Governo si era prefissato con la legge obiettivo sta fallendo miseramente ogni qualvolta è messo alla prova dalle conflittualità e dalle problematicità presenti sul territorio.
Di questo dovete prendere atto, e non è solo l'accordo del 10 dicembre che ce lo dice, ed introduco questo argomento perché ci tengo personalmente a sottolinearlo. La stessa Conferenza dei Servizi, istituita ai sensi della legge n. 81, da cui è scaturita la Commissione Rivalta, contrattata e strappata al Governo pochi mesi fa, è una procedura straordinaria nell'ambito di una legge obiettivo che non la prevede. Rispetto alla legge obiettivo, il Governo ha dovuto già allora rendersi conto e tradurre con un atto formale il fatto che le sue procedure esautoravano completamente i territori dalla possibilità di esprimere la propria voce in questi processi, determinando una situazione di empasse.
Credo che, con molta franchezza, bisognerebbe che su questo si avviasse una riflessione e certamente lo farà il centrosinistra, se avrà la maggioranza parlamentare per governare, proprio perché la realizzazione di quelle opere richiede invece che i processi di confronto con il territorio siano condotti con chiarezza di procedure, con certezza di tempi e non nel contesto di uno sforzo che posso anche riconoscere volentieri a chi mi ha preceduto.
So che sono stati fatti numerosi e ripetuti incontri con gli amministratori locali, so che da parte della Giunta regionale precedente si è pure tentata la strada di un confronto, però evidentemente un conto è confrontarsi con il territorio, dando la sensazione di una procedura che nella sostanza, esautora la sua voce ricorrendo a qualche pannicello caldo con cui mitigare le ferite; altra cosa è dare la sensazione al territorio che, su alcune questioni così importanti - fermo restando che la decisione e la competenza della decisione ultima compete poi ai livelli adeguati - si apre un confronto vero, in cui in gioco ci sono la partita della strategicità delle grandi opere, ma anche quella di come si rilancia una funzione, un ruolo ed una prospettiva strategica di crescita economica e di sviluppo sociale per i territori che da queste opere sono toccati.
Questo è quello che è mancato e se io devo fare un rimprovero a chi ha potuto lavorare in questi dieci anni, non è quello di non avere fatto abbastanza incontri, ma di non avere fatto capire al Governo nazionale e all'Europa che quella, molti anni fa, era la partita da aprire e che uno dei problemi fondamentali, che abbiamo di fronte quando affrontiamo queste grandi infrastrutture, è che molto spesso si parla di queste infrastrutture solo come di opere pubbliche, e se ne comincia a parlare quando sono pronti i progetti e i progetti si calano sul territorio. Intendo dire che si parla di questi grandi progetti di infrastrutturazione di dimensione europea mondiale, globale e nazionale senza cominciare a costruire prima le premesse con cui si contratta sul territorio quali sono i termini di prospettiva di sviluppo strategico e le ricadute positive per il territorio stesso.
Questo era il lavoro che andava fatto e che non poteva essere recuperato in pochi mesi, per quanto ce l'abbiamo messa tutta.
Questa è la questione che abbiamo di fronte e che ci auguriamo possa essere davvero giocata con spirito nuovo da parte di tutti gli interlocutori, a cominciare dal Governo, che io rispetto e che, in qualche modo, ringrazio per il senso di apertura e di disponibilità manifestata a partire da sabato, che se ci fosse stata prima, ci avrebbe aiutato (lo dico con molta sincerità), perché qualcuno di questa minoranza ha preso le distanze.
Non hanno aiutato il dialogo e il confronto sereno con le popolazioni i colpi di teatro e le dichiarazioni a mezzo stampa, le esibizioni di muscoli in posa da federale con cui si diceva: "Adesso basta, è ora di finirla con questi rompiscatole della Val di Susa". Qualcun altro ha definito gli abitanti della Val di Susa come degli scansafatiche. Credo che questo abbia avuto il suo ruolo non secondario per determinare un'accensione di animi rispetto alla quale abbiamo poi dovuto registrare i fatti spiacevoli della settimana scorsa.
Abbiamo di fronte un nuovo tentativo, al quale ci accingiamo sapendo che non è semplice, ma che credo ci tocchi spendere con senso di responsabilità. Vorrei spendere anche una parola per la Commissione di Gigi Rivalta. La Presidente Mercedes Bresso invitava all'inizio a leggere tutta la documentazione prodotta dagli uffici della struttura. Lo dico senza nessuna supponenza: consiglio a tutti i Consiglieri della maggioranza e della minoranza di leggere anche gli elaborati tecnici di una Commissione che in questi mesi ha lavorato bene. Il suo lavoro sarà la base fondamentale per tutti gli approfondimenti che, in sede del nuovo Osservatorio e del Tavolo istituzionale convenuto a Palazzo Chigi, sarà pur necessario sviluppare. Lo dicono solo per il prestigio, la rispettabilità e l'imparzialità che ha da sempre contraddistinto una persona come l'architetto Rivalta. In quella Commissione per un po' di tempo, prima che si interrompesse un percorso, hanno lavorato anche i tecnici delle comunità locali sui modelli d'esercizio e sulle problematiche ambientali. Quindi rivendico (lo devo dire per rispetto nei confronti delle persone che vi hanno lavorato) un lavoro importante che sarà comunque fondamentale per arrivare a capirci meglio.
Infine, credo che noi abbiamo di fronte ancora un lavoro importante, su cui avremo modo, anche come chiedono le popolazioni locali, di ritornare a riflettere, poiché si tratta di un percorso che noi riteniamo sia stato fatto in maniera piuttosto approfondita, rispetto alle diverse opzioni che erano in campo, per realizzare questo fondamentale tratto, perché è il tratto del Corridoio 5 che attraversa le Alpi.
Tuttavia, le popolazioni locali ci chiedono oggi di riesaminare quelle proposte alternative che via via sono state accantonate negli anni.
Facciamolo e facciamolo seriamente. Contribuiamo a togliere un po' della confusione che oggi regna sotto il cielo. Voglio dire anche questo con molta franchezza: sappiamo che oggi, sul fronte di chi si oppone alla realizzazione della Torino-Lione, convivono posizioni che tra loro hanno prodotto un'alleanza tattica destinata a non durare. Stanno insieme le opzioni di quanti pensano che si possa rendere compatibile - e lo condividono con noi - l'obiettivo di spostare il traffico delle merci dalla gomma alla rotaia, e le posizioni - cito, tra tutte, quelle del professor Ponti, che è uno dei guru dell'anti TAV - di chi sostiene invece che le ferrovie sono una tecnologia ottocentesca, destinata ad essere superata. Il professor Ponti sostiene che non serve più investire in quel campo e che tutt'al più, serve raddoppiare il traforo del Frejus perché le merci sono destinate a diventare sempre di meno, quindi, con il miglioramento del trasporto su strada e i mezzi meno inquinanti, il problema si supera così.
Sappiamo che le contrapposizioni vengono rappresentate un po' schematicamente e culturalmente con una distinzione di campo, per cui ci sarebbero gli ambientalisti contro la TAV, i produttivisti a favore della TAV. In realtà, le confusioni, le contaminazioni e le sovrapposizioni di campo sono molte. Noi continuiamo a pensare che quell'opera è parte fondamentale del Corridoio 5, non solo delle strategie di sviluppo dell'Europa e di questo territorio, ma anche delle partite che riguardano il riequilibrio ambientale nelle modalità di trasporto.
Su questo, dobbiamo fare un lavoro importante per convincere i territori. Di quello che forse non siamo riusciti a fare fin qui, noi ci possiamo prendere la parte di responsabilità dal mese di maggio in avanti (non prima, perché non governavamo il Piemonte).
Ci auguriamo che il percorso avviato con il Governo consenta di ritrovare un quadro composito del rapporto con le comunità locali e che, in questo senso, il ruolo di grande responsabilità che in questi giorni i Sindaci hanno cominciato a mettere in campo possa trovare ascolto anche tra le popolazioni locali, di modo che non si determinino fratture anche lì perché non ci aiuterebbero in questo percorso.
Credo che nel contenuto dell'ordine del giorno proposto dalla maggioranza ci siano tutti gli elementi, per quanto ci riguarda come esecutivo, per lavorare con chiarezza, tenendo in vista gli obiettivi programmatici e anche l'altro punto, che ci fu posto all'inizio di questa nostra avventura in amministrazione regionale, che è quello che gli obiettivi programmatici devono essere costruiti nel massimo possibile rapporto di condivisione con il territorio. Tuttavia, ad un certo punto bisognerà prendere una decisione definitiva su questa vicenda, senza per quelle scorciatoie che fin qui, badate bene, hanno soltanto impedito di fare passi in avanti.
Consigliere Casoni, che su questo tema (lei lo ha anche detto in una recente intervista) si aprissero dei problemi non irrilevanti di rapporto difficile e complesso con il territorio è dimostrato dal fatto che le attività di sondaggio potevano partire diversi mesi prima che la Giunta si insediasse. Come lei ha detto nell'intervista, fu deciso di rimandare tutto perché c'erano le elezioni. Pertanto, che questa questione fosse un pochino complicata lo sapevate anche voi, non è che siamo arrivati noi a fermare tutto.
Io dico che noi siamo arrivati e stiamo cercando di rimettere le cose sulle gambe giuste, sperando che quest'intervallo di tempo porti consiglio a tutti e ci permetta di assumere delle decisioni senza contrapposizioni con le popolazioni locali.



PRESIDENTE

Possiamo passare alla fase conclusiva del nostro dibattito.
Su questo tema erano state presentate due interpellanze urgenti: la n.
416 del Consigliere Robotti e la n. 470 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni Boniperti, Botta e Vignale sempre sullo stesso tema. Possiamo concludere che queste due interpellanze hanno già avuto risposta nel corso del dibattito.
Risultano presentate alcune mozioni e ordini del giorno, in particolare: Mozione n. 1 "Nessun arretramento sulla linea ferroviaria Torino-Lione" presentata dai Consiglieri Vignale, Boniperti, Botta, Casoni, Ghiglia.
Ordine del giorno n. 158 "Solidarietà popolazione Valle di Susa" presentato dai Consiglieri Allasia, Rossi.
Mozione n. 176 "Realizzazione linea Alta Capacità Torino-Lione" presentata dai Consiglieri Casoni, Boniperti, Botta, Ghiglia, Lupi, Vignale.
Ordine del giorno n. 190 "Condanna delle violenze in Val Susa" presentato dai Consiglieri Giovine, Lupi.
Ordine del giorno n. 197 "Solidarietà alle forze dell'ordine nei cantieri TAV" presentato dai Consiglieri Ghiglia,Vignale, Boniperti, Botta, Casoni.
Ordine del giorno n. 199 "TAV" presentato dai Consiglieri Rossi, Allasia Dutto.
Ordine del giorno n. 198 "Realizzazione linea ferroviaria Torino-Lione" presentato dai Consiglieri Ghigo, Scanderebech, Guida, Lupi, Giovine Rossi, Burzi, Nastri.
Ordine del giorno n. 200 "Politiche dei trasporti in Piemonte" presentato dai Consiglieri Muliere, Lepri, Robotti, Dalmasso, Ricca, Buquicchio Spinosa, Larizza, Bizjak, Rostagno, Rabino, Laus, Cavallaro, Moriconi Chieppa, Placido, Boeti, Travaglini, Auddino, Reschigna, Bellion Turigliatto, Pozzi, Valloggia, Ronzani, Comella, Bertetto, Motta, Pizzale Clement, Bossuto, Ferraris, Barassi, Deambrogio, Cattaneo.
Mozione n. 201 "Realizzazione linea Alta Capacità Torino-Lione" presentata dai Consiglieri Casoni, Ghigo, Boniperti, Botta, Ghiglia, Vignale, Dutto Rossi, Allasia, Monteggia, Ferrero, Lupi, Guida, Pichetto Fratin.
Chiedo ai proponenti delle varie mozioni e ordini del giorno di dichiarare se intendono mantenerli in vita, oppure se li possiamo considerare ritirati.
La mozione n. 1, "Nessun adattamento sulla linea ferroviaria Torino-Lione" a prima firma del Consigliere Vignale, presentata il 18/5/2005, è ritirata dai proponenti e conservata agli atti l'ordine del giorno n. 158, a prima firma del Consigliere Rossi Oreste presentato il 10/11/2005, avente per titolo "Solidarietà alla popolazione della Val Susa", è ritirato dai proponenti e conservato agli atti la mozione n. 176, avente per oggetto "Realizzazione di Linate capacità Torino-Lione", prima firma Casoni del 29/11/2005, è ritirata dai proponenti e conservata agli atti l'ordine del giorno n. 190, a firma dei Consiglieri Giovine e Lupi è ritirato dai proponenti e conservato agli atti l'ordine del giorno n. 191 "Grave situazione Venaus-Val di Susa" a prima firma Deambrogio, è ritirato dai proponenti e conservato agli atti l'ordine del giorno n. 197, "Solidarietà alle Forze dell'Ordine nei cantieri TAV", dei Consiglieri Ghiglia, Boniperti, Casoni e Vignale viene mantenuto.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 197, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte premesso che la TAV è un'opera fondamentale per lo sviluppo del Piemonte; considerato che la realizzazione della TAV necessita della disponibilità dei terreni indispensabili allo svolgimento dei carotaggi; preso atto che deve essere preservato il diritto di chi intende manifestare la propria contrarietà alla realizzazione dell'opera, impegna il Presidente della Giunta regionale ad esprimere la propria solidarietà alle Forze dell'Ordine che in questi giorni, in Val di Susa stanno presidiando i terreni necessari allo svolgimento dei carotaggi e alla realizzazione della TAV".
Il Consiglio non approva.
L'ordine del giorno n. 198 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 199 avente per oggetto "TAV", il cui testo recita: "Premesso che la Linea ad Alta Capacità Torino-Lione è un'opera assolutamente prioritaria per l'economia del Piemonte e della Padania poiché costituisce un imprescindibile anello di congiunzione tra Lisbona, e dunque l'Europa meridionale, e Kiev, ovvero i paesi emergenti dell'Est e contemporaneamente, tra Roma, Milano e Parigi-Londra.
La mancata realizzazione della Tav verrebbe risolta dagli altri Stati Europei risolverebbero la situazione con lo spostamento a Nord dell'asse trasversale che dalla Francia raggiungerebbe la Germania e poi la Polonia.
In questo modo il Nord Italia resterebbe completamente isolato.
Le moderne tecnologie consentono, senza alcuna difficoltà, di estrarre amianto e uranio, eventualmente presenti, senza alcun pericolo per le popolazioni e per i lavoratori dell'opera.
Ritenuto che: le strumentalizzazioni politiche e pre-elettorali di alcuni partiti di estrema sinistra hanno creato una grave situazione di paura e disinformazione sulla popolazione valsusina che, terrorizzata, ha scelto di scendere in piazza a oltranza manifestando legittime preoccupazioni per la tutela della salute.
Alla popolazione valsusina si sono uniti gruppi eversivi di estrema sinistra che hanno dato origine agli scontri dei giorni scorsi, provocando una vera e propria guerriglia, con il ferimento di polizia e di inermi cittadini.
Il centrosinistra ha pesantissime responsabilità su una situazione che è sfuggita di mano anche ai suoi orchestratori: la TAV, pensata dal leader dell'Unione Romano Prodi, è nel programma della Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, ma è contestata da alcuni partiti che fanno parte organica di quella maggioranza.
Ritenuto ancora che: la protesta della gente della Valle non può essere ignorata. Occorre isolare gli estremisti e ascoltare le ragioni dei cittadini in buona fede.
La protesta degli Anti-TAV rischia di vanificare i benefici turistici e di immagini che l'evento Olimpico dovrebbe portare alla nostra Regione.
Considerato che: sabato 10 dicembre scorso il Governo ha incontrato gli Enti Locali. Dall'incontro sono scaturite alcune proposte di mediazione tra cui il rinvio degli scavi in attesa del completamento della procedura di impatto ambientale e l'istituzione di un tavolo permanente e di un Osservatorio per la Salute.
Il Consiglio regionale del Piemonte plaude all'iniziativa del governo che ha incontrato sindaci e rappresentanti della Val di Susa per avviare il dialogo." Il Consiglio non approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Scusi, Presidente, prima le ho detto erroneamente che avremo ritirato l'ordine del giorno n. 198 a nostra firma. Invece, se fosse possibile gradirei metterlo in votazione.



PRESIDENTE

D'accordo.
Indìco pertanto la votazione sull'ordine del giorno n. 198 avente per oggetto "Realizzazione linea ferroviaria Torino-Lione", il cui testo recita: "Richiamata l'importanza del sistema ferroviario per una mobilità delle persone e delle merci più sicura e più rispettosa dell'ambiente e considerata la realizzazione della nuova rete italiana ed europea ad 'alta capacità' che per quanto riguarda il Piemonte costituisce un'occasione di sviluppo poiché inserisce e consolida il nostro territorio all'interno dei previsti "corridoi" est-ovest e nord-sud facilitandone l'accesso e valorizzando le attività produttive, logistiche e terziarie della nostra Regione valutata l'imminente attivazione della tratta A.C. Torino-Novara ed il successivo completamento fino a Milano, risulta necessario il collegamento transalpino tra Torino e Lione per non restare ai margini dei nuovi sistemi infrastrutturali che si stanno realizzando nei principali paese europei considerate le procedure attivate in questi anni dalle Società ferroviarie per l'esame e l'approvazione del progetto, sia del tratto Torino-Bussoleno sia del tratto in galleria che collegherà la Val di Susa con la Valle della Maurienne, che hanno visto impegnate nell'istruttoria le istituzioni nazionali, regionali e locali nel rispetto delle vigenti disposizioni legislative, per l'approfondimento di tutte le questioni progettuali territoriali ed ambientali ritenuto necessario assicurare, insieme ad una corretta informazione ai cittadini, l'adozione di tutte quelle misure occorrenti per la tutela della salute pubblica per mitigare al massimo l'impatto sull'ambiente della Val di Susa, sia in fase di cantiere sia in fase di esercizio della nuova linea ferroviaria, anche in considerazione delle specificità geologiche del contesto alpino interessato richiamate le vicende delle ultime settimane che hanno fatto registrare uno stato di forte tensione nella valle tendente a contrastare l'avvio delle attività di ricognizione e di prospezione nei terreni autorizzati e legittimamente occupati, determinando una situazione che ha visto le forze dell'ordine impegnate nella difesa della legalità e della sicurezza pubblica preso atto dell'intervento della Presidenza del Consiglio dei Ministri che in data 10 dicembre, sulla base di un'intesa espressa da Regione Piemonte Provincia e Comune di Torino, ha attivato un "tavolo" interistituzionale Governo-Regione-Enti locali con la partecipazione delle Ferrovie e del Rappresentante della Commissione Europea oltre al rilancio dell'"osservatorio" ed ad all'avvio di una "procedura straordinaria" di valutazione ambientale della galleria esplorativa di Venaus insieme ad altre misure per l'informazione e la partecipazione.
Il Consiglio Regionale del Piemonte valuta positivamente l'iniziativa avviata dal Governo ed il protocollo siglato a Roma per ricondurre le vicende della nuova linea ferroviaria ed alta capacità Torino-Lione in un ambito di confronto e di leale collaborazione tra le diverse istituzioni al fine di assicurare tutte le soluzioni utili per realizzare un'opera di questo tipo nel rispetto dell'ambiente e con la tutela della salute dei cittadini e di coloro che opereranno nei cantieri anche in considerazione del particolare contesto geologico alpino interessato Ribadisce l'importanza dei nuovi collegamenti ferroviari con la Francia, la Liguria e la Lombardia che inseriranno la nostra Regione nei nuovi corridoi infrastrutturali privilegiando il trasporto ferroviario e valorizzando le nostre attività produttive, logistiche e terziarie Impegna la Giunta regionale a svolgere ogni attività utile affinché quanto delineato al tavolo interistituzionale possa attuarsi nei migliori dei modi tenendo costantemente informate le competenti Commissioni consiliari Invita gli Enti locali della Val di Susa a collaborare affinché il protocollo siglato a Roma in data 10 dicembre 2005 possa essere attuato per assicurare tutte quelle verifiche e quelle valutazioni che sono necessarie per realizzare correttamente la nuova linea ferroviaria Fa appello a tutti i soggetti istituzionali e a tutte le forze sociali affinché sia assicurato un clima di accoglienza e di convivenza democratica in questo periodo di vigilia e di svolgimento dei Giochi olimpici invernali Torno 2006" Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 200, avente per oggetto "Politiche dei trasporti in Regione", il cui testo recita: "Il Consiglio regionale, ribadisce la propria approvazione degli indirizzi programmatici presentati dalla Presidente della Giunta regionale; condivide li indicazioni contenute nel programma; apprezza gli impegni assunti dalla Giunta regionale a seguito dei quali è stata costituita la "Commissione Rivalta"; condanna 1) la decisione del Governo che ha portato all'azione delle forze dell'ordine e el modalità improvvise e violente con cui tale azione è stata condotta nella giornata di martedì 6 dicembre 2005 a Venaus 2) tutte le forme ed azioni violente che si sono verificate nei giorni scorsi auspica che il confronto avvenga su un piano esclusivamente pacifici isolando ogni comportamento violente; ribadisce la necessità di riportare alla normalità la quotidiana vita della Valle nel pieno rispetto dei diritti dei cittadini e delle regole democratiche; riconosce che la mobilitazione di migliaia di cittadini della Val di Susa e l'impegno delle Istituzioni (Regione, Provincia e Comune di Torino, Sindaci e Comunità montane della Val Susa) hanno indotto finalmente il Governo a modificare il proprio atteggiamento; giudica come un primo importante e significativo passo l'incontro di sabato 10 dicembre a Palazzo Chigi, consapevole che con il risultato emerso dalla riunione si è aperto un diverso metodo utile al dialogo e al confronto tre le diverse istanze; impegna la Giunta regionale a mantenere aperto il dialogo con le istituzioni e le popolazioni della Val di Susa; a vigilare e ad adoperarsi affinché i punti dell'accordo raggiunto sabato 10 dicembre trovino applicazione e consentano ulteriori chiarimenti puntualizzazioni ed approfondimenti rinnova piena fiducia alla Presidente Mercedes Bresso e alla Giunta regionale" Il Consiglio approva.
Indìco la votazione sulla mozione n. 201 avente per oggetto "Realizzazione linee alta capacità Torino Lione", presentata dal Consigliere Casoni, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che nel programma di Governo dell'attuale Amministrazione regionale a pagina 45 si legge: 'Ribadiamo la centralità del trasporto fer roviario per il cui adeguamento si prevedono come nuove opere: il completamento della Torino-Milano e il collegamento TAC verso la Francia' impegna il Presidente della Giunta regionale a rispettare quanto previsto nel programma di Governo".
Il Consiglio non approva.
Ribadisco che l'interpellanza n. 416 inerente a "Manifestazione no TAV", presentata dal Consigliere Robotti e l'interrogazione n. 470 inerente a "Incontro delegazione Sindaci a Roma - TAV", presentata dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta, Vignale, vengono assorbite dal dibattito A proposito dell'ordine dei nostri lavori, proporrei, se non ci sono indicazioni in senso contrario, di aprire il Consiglio in seduta ordinaria esclusivamente per votare la proposta di deliberazione n. 103. Dopodich proporrei di chiudere il Consiglio, convocare una velocissima Conferenza dei Capigruppo per fissare la data del prossimo Consiglio che, ad oggi risulta essere fissato nella giornata di venerdì 16.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.09)



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