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Dettaglio seduta n.440 del 05/05/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



(Alle ore 14.30 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.10)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Bossuto, Buquicchio Cattaneo, Laus, Motta, Pizzale, Placido, Robotti, Ronzani, Spinosa e Valloggia.



PRESIDENTE

Il numero legale è 26.



PRESIDENTE

Colleghi, comunico che la Conferenza dei Capigruppo non si terrà, come comunicato, al termine della seduta odierna; nel corso della seduta riceverete la convocazione formale, come da prassi.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Proseguimento esame disegno di legge n. 228, inerente a "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 228, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Nel corso delle precedenti sedute siamo giunti all'esame dell'articolo 17, di cui abbiamo iniziato ad analizzare gli emendamenti.
Procediamo con l'emendamento n. 42.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Volevo comunicare che alla fine della seduta precedente, a seguito di un incontro, avevamo individuato un accordo per svolgere un incontro giovedì con l'Assessore e i colleghi che vorranno partecipare, per esaminare una serie di articoli o in ogni modo di modifiche su questa proposta che è stata licenziata dalla Commissione per essere discussa in Aula.
Per evitare di far perdere tempo - ne ho parlato con l'Assessore vorrei che anche lui esprimesse la sua opinione - ho proposto di ritirare questi emendamenti e votare gli articoli 17 e 18, per poi lasciare proseguire l'esame delle altre proposte che sono ferme.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore De Ruggiero; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

come dice il Consigliere Boniperti. Del resto, sono molto curioso lo dico sinceramente - di conoscere la sostanza dell'opposizione m'interessa per curiosità intellettuale. Quindi, giovedì, se riusciamo verifichiamo quali sono i punti delicati delle sue priorità.
Ritengo ci sia l'opportunità di chiudere questo Capo, che termina con gli articoli 17 e 18, per poi aggredire le parti successive.



PRESIDENTE

Se ho capito bene, è stato proposto un iter procedurale che prevede l'esame di questo disegno di legge limitatamente agli articoli 17 e 18 contestualmente verranno ritirati dal collega Boniperti gli emendamenti presentati ai suddetti articoli. Quando verranno votati questi due articoli, procederemo ad esaminare gli altri punti all'o.d.g. del Consiglio regionale.
Se non ci sono osservazioni, così rimaniamo intesi.
Emendamento rubricato n. 42) presentato dai Consiglieri Casoni, Boniperti Botta, D'Ambrosio e Vignale.
All'articolo 17, comma 1 Sostituire la parola "di un quarto" con la parola "di un sesto" L'emendamento rubricato n. 42 è ritirato.
Emendamento rubricato n. 35) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: All'articolo 17, comma 3 ", oltre alle spese di trasferta sostenute per la partecipazione alle sedute del consiglio" sono soppresse.
All'articolo 17 è aggiunto infine il seguente comma: "4. Al Presidente, al vice Presidente e agli altri componenti del Consiglio dell'ente di gestione spettano altresì le spese di trasferta sostenute per la partecipazione alle sedute del Consiglio".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35.
Il numero legale è 27.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Pertanto, ai sensi dell'articolo 52, comma 4, del Regolamento del Consiglio regionale, sospendo la seduta per un tempo non inferiore a 30 minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.15 riprende alle ore 15.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con la ripetizione della votazione.
Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35.
Il Consiglio approva.
Gli emendamenti n. 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53 e 54 presentati dal Consigliere Boniperti, sono ritirati dal proponente.
Emendamento rubricato n. 55) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: All'articolo 17, comma 3 le parole "altre spese di trasferta sostenute per la partecipazione alle sedute del Consiglio" sono soppresse.
Comunico che l'emendamento rubricato n. 55 è da considerarsi decaduto.
Ricordo che il numero legale è 27, poiché ci sono 10 congedi. Il numero legale era 26, essendosi scongedato il Consigliere Manolino è salito a 27.
I congedi sono a disposizione di tutti i Consiglieri.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 17, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 18.
Il Consiglio approva.
Consiglieri, come convenuto, sospendiamo l'esame del disegno di legge n.
228.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Esame proposta di deliberazione n. 443, inerente a "Modifica al programma degli interventi in edilizia ed attrezzature sanitarie" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 443, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ci sono Consiglieri che desiderano intervenire? È stata chiesta correttamente, la presenza dell'Assessore competente. Siamo verificando se vi è la disponibilità dell'Assessore competente.
Sospendiamo l'esame del punto in oggetto in attesa della presenza della Giunta regionale.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame proposta di legge n. 603, inerente a "Interventi per la tutela della memoria delle vittime del terrorismo e degli atti eversivi contro l'ordinamento costituzionale in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di legge n. 603, di cui punto 7) all'o.d.g.
Visto il tenore dell'iniziativa legislativa, licenziata all'unanimità possiamo dare per letta le relazioni da parte dei Consiglieri Leo e Placido? Ci sono Consiglieri che intendono intervenire? La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di relatore.



PLACIDO Roberto, relatore

Intervengo brevemente su questo provvedimento che ha avuto la condivisione di tantissimi colleghi, su un argomento che ha riguardato drammaticamente l'Italia e, in particolare, la nostra città e regione. Mi riferisco a quelli che sono stati definiti "gli anni di piombo".
Il Consiglio regionale, il Comitato per la Difesa dei Valori della Resistenza e della Costituzione, da un paio d'anni almeno, insieme all'Associazione Nazionale Vittime del Terrorismo ha dato vita ad una serie d'iniziative, con più obiettivi. Innanzitutto, quello di ricordare i fatti che sono successi in quegli anni, di informare i giovani, gli studenti delle scuole medie superiori e universitari, che nulla sanno di quel periodo, in quanto la scuola tratta poco e in maniera superficiale il periodo più recente del nostro Paese.
Tutto è finalizzato a quest'obiettivo: è stata intrapresa un'iniziativa da parte del Consiglio regionale, che rappresenta il momento finale di un percorso che ha visto impegnati centinaia di docenti, con corsi di formazione cui hanno partecipato magistrati, storici, rappresentanti delle Forze dell'Ordine, dell'Associazione Nazionale Vittime del Terrorismo parenti delle stesse vittime. Questo corso di formazione è proseguito nelle scuole, con un'iniziativa al Teatro Alfieri, rivolta alle scuole medie superiori.
L'obiettivo - e concludo la relazione di un testo di legge formato da pochissimi articoli (sono praticamente cinque, compresa la norma finanziaria) - è quello di dare un risarcimento morale a chi è stato vittima del terrorismo, a chi ancora porta i segni, alle famiglie, sapendo che in questi anni abbiamo assistito ad un fatto singolare: i mezzi di informazione, le televisioni, i convegni hanno dato maggiore risalto non a chi ha subito gli attentati, ma a chi quegli attentati li aveva realizzati.
Il fine della proposta di legge - e ringrazio tutti i colleghi che l'hanno firmata - è quello di porre delle lapidi, nei posti in cui sono avvenuti gli attentati. Voglio citarne uno per tutti: l'attentato, non mortale, in cui furono feriti diversi studenti e docenti; avvenne nella scuola di Amministrazione Aziendale in Corso Unità d'Italia. Chi si trova ad andare in quell'aula e chiede agli studenti che stanno frequentando i corsi post laurea (non parliamo di ragazzi di 15-16 anni) se sanno cosa è successo in quel luogo, ebbene, non lo sanno. Non sanno cosa è avvenuto una trentina di anni fa - poco meno - nella scuola di Amministrazione Aziendale.
Lo stesso discorso vale per alcuni luoghi in cui i "servitori dello Stato" - come si usava dire allora, ma anche adesso - hanno lasciato la vita.
Il motivo è, dunque, quello di porre delle lapidi a ricordo, a memoria.
un discorso che facciamo normalmente quando parliamo della Resistenza perché un popolo che non ha memoria è un popolo che non ha futuro.
Questo è uno degli obiettivi: far ricordare, perché naturalmente certi fatti non devono ripetersi, quindi ricordare per non dimenticare.
Questa è stata la motivazione che ci ha portati a presentare questa proposta di legge, per ricordare quegli attentati e quelle vittime.
Ringrazio anche i colleghi che - numerosi - hanno firmato la proposta di legge n. 603.



PRESIDENTE

Grazie, collega Placido, per aver svolto, anche a nome del Consigliere Leo, la relazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Ritengo che questa sia un'iniziativa veramente importante, da apprezzare e sostenere anche nel dibattito in Aula.
Personalmente non ho sottoscritto la proposta di legge, forse perch non vi è stata l'opportunità, visti anche i tempi ristretti seguiti durante lo svolgimento dell'iter in Commissione.
Voglio rimediare con quest'intervento, dicendo che vi è un'assoluta disattenzione sulle tematiche di questo tipo. In qualche caso, ritengo che la disattenzione sia anche voluta, nel senso che probabilmente, da parte di coloro che hanno militato nelle forze politiche ed anche nelle aree culturali che sono state vittime di aggressione, c'è un impegno poco importante ed incisivo per salvaguardare la memoria; forse, da qualche altra parte, c'è qualche coscienza che rimorde. Non sempre le persone appartengono a quella schiera che, con obiettività, è capace di guardare il pregresso ed adattare il proprio pensiero e le proprie decisioni, la propria operatività al consolidamento di una condivisione - superati magari i momenti dello scontro acuto - indirizzandosi verso il riconoscimento del ruolo di difensori della libertà e delle Istituzioni, che è stato ricoperto da personaggi pubblici, aventi rilevanti posizioni anche economiche ed istituzionali (pensiamo ai politici).
Io appartengo ad un'area politica che forse troppo in silenzio, dal punto di vista della condivisione e della conoscenza, ha avuto feriti e morti, iniziando dall'Onorevole Aldo Moro, che è un fatto eclatante, ma ce ne sono tantissimi altri, in tantissime parti d'Italia.
Spesso, si condivideva questa posizione con altri soggetti che venivano ritenuti un ostacolo per l'affermazione, anche attraverso sbrigative strade rivoluzionarie, di valori e concezioni liberticide, e comunque non di evoluzione democratica.
Adesso, a mio avviso, si sta ponendo rimedio e ritengo che la memoria non debba essere solo un fatto lapideo, da consegnare alle lapidi, che sono importanti e durano nel tempo, ma occorre soprattutto un comportamento coerente da parte delle Istituzioni. Mi riferisco alla tematica delle condanne inflitte a quei soggetti che si sono macchiati di reati di questo genere, che è giusto che paghino il debito che hanno contratto con la società civile e democratica.
Nella relazione si faceva riferimento ad alcuni momenti, nei quali sembrava quasi che il riconoscimento, con una giustificazione implicita, ed anche a volte esplicita, venisse dato da riflettori che si sono accesi più sui carnefici che sulle vittime.
Con questo provvedimento, la Regione Piemonte, il Consiglio regionale desidera riequilibrare una situazione che, come tutte le questioni almeno, questo è il mio punto di vista - deve essere vista con obiettività senza eccedere ad indulgenze fuori luogo e consegnando alla storia la vera essenza dei fatti che si sono succeduti.
Penso, dunque, che di meglio non si possa dire, se non intrecciare il destino di coloro che sono rimasti vittime del terrorismo con la difesa della libertà e della democrazia.
Mi auguro che anche complessivamente lo Stato, in tutte le sue articolazioni, sia disponibile e prodigo verso i superstiti di queste situazioni che molte volte hanno dovuto penare, non avendo tutti quei riconoscimenti morali e anche economici che competono a coloro che sono passati, essendo figli di vittime del terrorismo, attraverso esperienze veramente negative.
Quindi, personalmente, condivido la proposta. Ringrazio i relatori e ovviamente, mi auguro che il provvedimento venga varato al più presto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Credo giusto, e l'ho già detto in altre occasioni, ricordare i fatti di violenza e di terrorismo e le vittime. Ho partecipato alle varie iniziative che sono state messe in piedi in questi mesi, quella che il Consigliere Placido ricordava, al teatro Alfieri e altre che si sono tenute in questa sede con ricordi, iniziative, confronti e qualche valutazione storica.
Ripropongo semplicemente alcune brevissime considerazioni che abbiamo compiuto in Commissione, che non cancellano il valore di questa legge, che voterò e che credo utile, ma che semplicemente cercano di offrire alcuni dati che spesso vengono confusi in una memoria che mette sullo stesso piano tutto e offusca una serie di questioni.
Primo dato: Gli anni Settanta sono stati segnati da una conflittualità profonda, sociale e politica, che avuto, purtroppo, al suo interno, o comunque ai margini, una serie di spinte e tendenze estremamente gravi, di tipo anche terroristico - possiamo usare questo termine, ma non è una questione puramente terminologica e nominalistica.
esistito, indubbiamente, un terrorismo di sinistra con mille sigle e in alcuni casi anche estremamente diffuso che appartiene, a mio parere, ad una degenerazione profonda, a forme di ideologismo, alla mancanza di prospettive, ad una sconfitta subita in quegli anni, e che ha cancellato speranze.
Vi è stato (la cosa viene anche dimenticata in molti interventi) un terrorismo di sinistra. Non è il caso di citare elenchi, statistiche numeri, di operare confronti o altro, ma la gravità del terrorismo di destra è spesso sottaciuta o rimossa.
Vi è stata una stagione in cui l'Italia è stata il centro di forme di eversione che avevano sicuramente una matrice interna ma anche matrici internazionali. Ancora oggi si discute comunemente se, per esempio, dietro al delitto Moro vi fosse o meno la mano di organizzazioni internazionali di spionaggio e controspionaggio internazionale. Se vi pare una valutazione di parte, cito semplicemente un libro che ha scritto un ex parlamentare democristiano di Cuneo, Mazzola, in cui si sostiene che l'omicidio Moro derivò dalla volontà di due paesi che non volevano una serie di aperture politiche che Moro aveva messo in atto. Quest'intreccio di tentativi di golpe e di stragismo e di altri fatti si è articolato in modo drammatico dalla strage di Piazza Fontana a quella di Brescia, dai treni che sono saltati per aria alla strage di Bologna nell'agosto 1980 su cui ancora ci s'interroga (andamento, motivazione, mandanti e altro). Di fronte ai numerosi tentativi anche di uscita da un quadro democratico, questo Paese ha tenuto solo perché evidentemente allora c'era un tessuto sindacale culturale e sociale molto più solido di quello che esiste oggi a livello politico.
Quando abbiamo parlato di queste iniziative, in Consiglio ho sempre sostenuto che occorre ricordare, far conoscere fatti e dati, confrontare valutazioni e interpretazioni, ma è che è necessario contestualizzare.
Vorrei poter concludere in un minuto, nonostante questo baccano in aula.



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

Non è colpa sua. Non mi permetterò di polemizzare con lei né ora n mai. Neanche in questi ultimi dieci mesi in cui comparirò da queste parti.
In una fase - ripeto - in cui i giovani vivono una specie di presente continuo, per cui eventi accaduti trent'anni fa sono pari a quelli accaduti 500 o 1.000 anni fa e in molti casi vengono confusi, serve ricordare questi fatti, spiegarli e, soprattutto, contestualizzarli.
Finisco ricordando che una vulgata comune parla di quegli anni solo in termini negativi, ma furono invece gli anni di una grande partecipazione di un movimento sindacale e sociale molto importante in questo Paese, di una crescita politico-culturale di non poco conto, di un gran movimento delle donne che ha avuto una funzione sicuramente epocale.
Il confronto fra anni in cui si elabora la legge 180 e anni in cui la si vuole cancellare, fra anni in cui si produce il diritto di famiglia, che pone la parità uomo-donna all'interno della famiglia, e anni in cui invece, questa tematica sembra vecchia, rischia di essere un po' impietoso per l'oggi.



PRESIDENTE

Non essendoci Consiglieri che desiderano intervenire, procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Pozzi e Muliere: Dopo la parola fondazioni aggiungere "delle istituzioni scolastiche".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 35 Consiglieri Il Consiglio approva.
Prima di procedere con l'esame della proposta di legge n. 291, "Promozione di gemellaggi tra comunità del Piemonte e comunità di Paesi esteri", di cui al punto 8) all'o.d.g., verificherei la disponibilità delle relatrici.
Passerei, pertanto, alla proposta di deliberazione n. 443 che avevamo sospeso.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Esame proposta di deliberazione n. 443, inerente a "Modifiche al programma degli interventi in edilizia ed attrezzature sanitarie approvato con DCR n. 131-23049 del 19 giugno 2007" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 443, di cui al punto 6) all'o.d.g..
Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo richiede un chiarimento - peraltro era già stato richiesto dal collega Vignale, oggi non presente - in merito alla proposta di deliberazione in oggetto. Nella tabella, infatti, si parte da una spesa regionale di quattro miliardi di euro in otto anni, ma tale cifra non ci pare certificata da entrate certe.
Siccome c'è una tabella allegata a questa delibera, inerente a interventi in edilizia ed attrezzature sanitarie, vorremmo che il documento licenziato da questo Consiglio regionale avesse, così come avviene per tutte le altre opere pubbliche, dei presupposti certi: mi riferisco alla certezza del finanziamento, ai tempi del finanziamento, al cronoprogramma relativo e la rimodulazione in base alle entrate degli interventi previsti.
Per le opere di edilizia stradale, ad esempio, in questa Regione siamo abituati a specificare l'autostrada o la tangenziale tal dei tali, il finanziamento di tot certificato, il cronoprogramma, la progettazione preliminare, la progettazione definitiva, la progettazione esecutiva, i tempi delle opere e l'apertura al pubblico.
A nostro avviso, un documento serio deve comprendere questi elementi non si deve limitare a fare un mero elenco di opere sulle quali è previsto un finanziamento espresso con una cifra che però non è certa come entrate (a meno che l'Assessore non dica che la cifra è certa, come entrata, con i relativi tempi e rimoduli la tempistica dell'esecuzione sulla base di queste entrate). Altrimenti, scriviamo un libro dei sogni, perché diciamo che dovrebbero essere disponibili quattro miliardi di euro e che intenderemmo fare queste cose, senza precisare, però, come, quando, con quali tempi, con quali certezze, con quali procedure e quando i cittadini potranno aspettarsi l'inaugurazioni di queste edilizie sanitarie. Poi si sa che in corso d'opera possono verificarsi dei ritardi di sei mesi o un anno per problemi relativi ai lavori o alle procedure che si devono affrontare ma va da sé che ogni opera di una certa rilevanza deve avere il suo cronoprogramma e la sua certezza di entrate.
Siccome questa delibera ha per oggetto "Modifiche al programma di interventi in edilizia ed attrezzature sanitarie", un programma prevede gli elementi che ho citato prima, così come avviene in tutti gli altri comparti.
Noi chiediamo, quindi, che venga rimodulato l'elenco delle opere, con la certezza dei finanziamenti e con un cronoprogramma preciso per ogni singola opera, in modo che si possa dire ai vari territori e alle varie ASL che la programmazione regionale di edilizia sanitaria ha previsto di assegnare la tale opera, che partirà attraverso queste fasi di progettazione. In tal modo, si calcoleranno i tempi (peraltro, sono anche abbastanza standard, perché quando un'opera parte e ha la certezza del finanziamento, il progetto preliminare viene redatto in qualche mese, per quello definitivo occorrono circa sette o otto mesi, per l'esecutivo un po' di più).
Si specifichino i tempi, in modo che la Regione approvi una legge sulla quale c'è certezza e, indipendentemente da chi la governa, sia chiamata a risponderne dell'esecuzione.
Altrimenti, si rischia di fare ciò che è stato fatto anche nelle precedenti Amministrazioni: siamo reduci (il collega Cavallera lo sa quanto me) dei cosiddetti "piani ANAS nazionali" che la Presidente Bresso conosce benissimo, che non facevano altro che creare un elenco infinito di opere dire che potevano essere inserite, salvo non precisare la certezza dei finanziamenti, i tempi degli stessi o il termine di realizzazione.
Molte di queste opere, alla luce di quell'esperienza, sono ancora in quest'elenco. Quindi noi tenderemmo ad eliminare...
La stessa ANAS, già da alcuni anni, ha adottato il sistema di precisare, nel caso dell'opera tal dei tali, i soldi stanziati, il cronoprogramma, i lavori di realizzazione e l'apertura al pubblico.
Un serio piano di edilizia sanitaria, specialmente in fase di modifica... La modifica dovrebbe essere, dunque, una precisazione; invece qui, continuiamo a vedere degli elenchi senza date, né certezze di finanziamento, né una rimodulazione temporale della realizzazione.
Noi chiediamo solo di non approvare la solita deliberazione pletorica e generica, dicendo che facciamo tutto senza specificare, però, quando, come e con quali opere lo facciamo. Perché allungare questi elenchi diventerebbe anche semplice se non seguissimo queste facili procedure.
Si dice spesso che i cittadini perdono fiducia nella politica, ma forse la perdono perché la politica non sa garantire certezze sulle cose che promette di fare. Tale certezza deve essere garantita secondo impegni precisi che gli Amministratori, siano essi nazionali, regionali provinciali o comunali, devono saper assumere di fronte ai propri amministrati.
In questo documento scriviamo che realizziamo queste opere sanitarie che sono sicuramente importanti e condivise. Ma non abbiamo la certezza dei fondi, né garantiamo ai cittadini che tali opere siano effettivamente realizzate, né in quali tempi.
Se facessimo come prima, tra un anno potremmo apportare una modifica o aggiungere altri dieci interventi e rimetterla in giro senza specificare altro. Forse, sarebbe meglio precisare che quest'opera potrà essere fatta nei prossimi cinque anni, quest'altra nei prossimi dieci o quest'altra ancora sarà messa in cantiere nei prossimi dieci anni. I cittadini, ormai giudicano il rinvio come un elemento di chiarezza quando c'è la certezza delle date (lo abbiamo visto per le autostrade e per tanto altro). Anzich prenderli in giro, è meglio dire che l'opera sarà realizzata a partire dalla tal data, che i cantieri inizieranno tra quattro anni, che il cronoprogramma prevede una durata di altri quattro anni, per cui prima di otto anni quest'opera non sarà pronta.
Qui, invece, scriviamo un bel "libro dei sogni", come i piani ANAS di una volta, dove qualunque tangenziale veniva inserita, c'erano elenchi di dodici pagine, ma alla voce "risorse" c'era "zero". Infatti, non sono mai state realizzate.
Adesso - ripeto che lo ha già fatto l'ANAS, così come tanti enti che si occupano di programmazione - è ora che lo faccia anche la Regione in edilizia sanitaria.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "Marro" di Moncalieri (TO) e al gruppo studentesco partecipante al "Progetto Etwinning"


PRESIDENTE

Desidero salutare, a nome di tutti i Consiglieri, gli allievi dell'Istituto Marro di Moncalieri in visita al Consiglio regionale e i loro ospiti tedeschi, che integrano la delegazione.
Vi auguro buona visita.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Esame proposta di deliberazione n. 443, inerente a "Modifiche al programma degli interventi in edilizia ed attrezzature sanitarie approvato con DCR n. 131-23049 del 19 giugno 2007" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 443, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Il collega Casoni ha già approfondito la questione della programmazione delle opere di investimento (parliamo di edilizia sanitaria e di attrezzature sanitarie). Io vorrei sottolineare l'aspetto delle attrezzature.
Va da sé che condividiamo assolutamente la proposta di realizzare il nuovo blocco operatorio di Casale, inserito all'interno del provvedimento.
Vorrei tuttavia richiamare alla vostra attenzione una questione di cui mi sono occupato, insieme a tutti i colleghi della Provincia di Alessandria, da quando siamo entrati nuovamente in carica nel 2005: mi riferisco all'attrezzatura della PET, la diagnostica moderna, utile soprattutto per la prevenzione dal punto di vista oncologico, ad esempio.
Ebbene, il nostro quadrante ne è tuttora privo.
Pensate che la Provincia di Alessandria, su cui gravita anche buona parte del territorio astigiano, è un quadrante che comprende anche il territorio casalese, che, dal punto di vista dell'alimentazione del circuito diagnostico, purtroppo non è secondo a nessuno, così come anche in altre parti della Provincia vi sono una serie di situazioni ambientali (che adesso sono in fase di superamento) che storicamente, nei tempi passati hanno creato - ahimè - quelle condizioni che oggi possono determinare alcune patologie che richiedono accertamenti molto accurati e precisi.
Dobbiamo domandarci come mai, ad esempio, nel quadrante torinese cuneese o novarese - parlo di aree sovrazonali (una volta lo chiamavamo quadrante, nel nuovo piano le chiamate aree sovrazonali) - ci deve essere una zona che è, aprioristicamente, di serie B, dove alcune presenze non sono garantite.
stato detto, nei primi anni di questa legislatura, che andava rifatta la gara, perché non era stata bandita secondo i sacri crismi; dopo è stato detto che era stato impostato il nuovo procedimento. Adesso ci siamo quasi mi rivolgo al Vicepresidente, ma anche a tutta la Giunta - per cui sta per scadere anche il tempo utile per fare l'inaugurazione prima delle prossime elezioni regionali. Non dovrei dirlo, perché, magari, potrebbe giocare contro la mia parte politica, però ho a cuore anche gli interessi umani e sanitari e di tutela della salute dei concittadini della Provincia di Alessandria. Pertanto, non posso non rimarcare all'Assessore Peveraro tale questione.
Se si parla di piano di investimenti, si dice che è all'interno dei bilanci ordinari. Se si parla di bilanci ordinari, si dice che comunque sono state trovate delle risorse straordinarie anche vendendo alcune proprietà. A questo punto, come diceva il collega Casoni, quando si parla di proposte di investimento di progetto edilizio o di attrezzature, d'ora in avanti facciamo, per cortesia, un patto tra gentiluomini: stabiliamo il costo dell'intervento e la copertura nominativa dell'opera.
Questo è un male diffuso in tutte le Amministrazioni; nel Titolo II dei bilanci anche di certi Enti locali si fanno magari delle previsioni che superano di quattro o cinque volte l'effettiva possibilità di finanziamento. Si dice: "Dobbiamo inserirle, altrimenti non possiamo costruire un patrimonio-progetto", ma non è vero. Facciamo lo stanziamento per redigere il progetto, e poi, per piacere, in modo trasparente, andiamo ad individuare cosa si fa.
Ha perfettamente ragione il collega che mi ha preceduto; abbiamo un vecchio sistema che prevedeva di inserire, in un elenco lunghissimo, un mucchio di opere, così poi si era legittimati ad individuare, all'interno di quell'elenco, ciò che faceva più comodo o che si poteva realizzare meglio.
Questo non può più essere tollerato, se si vuole dare una svolta per quanto riguarda l'approvazione dei bilanci da parte del Consiglio. Ci sono tante questioni che ci sottopone anche l'Assessore in ordine alla cassa e all'effettiva certezza degli accertamenti e delle previsioni di impegno, ma una di quelle è proprio questa. Ringrazio quindi il collega Casoni per aver richiamato l'attenzione su tale vicenda.
Per chiudere più modestamente, ma non con meno impegno nelle questioni locali, in merito a questa benedetta PET di Alessandria date, una volta per tutte, una risposta, precisando una data entro la quale sarà disponibile.
Perché sono convinto che i Direttori generali la installerebbero anche domani se fossero posti nelle condizioni di avere la copertura finanziaria.
Sotto questo profilo, si attende una risposta.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore all'edilizia sanitaria e valorizzazione del patrimonio immobiliare delle Aziende sanitarie regionali

Grazie.
Non so se supera alcune obiezioni, ma vorrei fare il punto su quello che rappresenta questa delibera e come si inquadra nel ben più articolato programma degli investimenti di edilizia sanitaria, che l'amministrazione ha sostanzialmente lanciato con la delibera cui faceva riferimento il Consigliere Casoni di metà anno 2007.
Voglio solo ricordare - chi ha partecipato alle Commissioni lo sa compreso il Consigliere Vignale che aveva già posto alcune questioni - che nella presentazione dell'articolato avevo fatto una distinzione in tre blocchi.
Il primo blocco, rappresentato da una delibera che il Consiglio ha approvato circa quattro sedute fa, era una riarticolazione, all'interno di fondi già stanziati e previsti - ex articolo 21 - di alcuni interventi che richiedevano non variazioni nell'ammontare complessivo dell'investimento ma solo una diversa distribuzione.
Un secondo blocco, che è questo...



(L'Assessore Migliasso cade tra i banchi dei Consiglieri)



PRESIDENTE

Prego di verificare le condizioni di salute dell'Assessore Migliasso.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.38 riprende alle ore 16.44)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore all'edilizia sanitaria e valorizzazione del patrimonio immobiliare delle Aziende sanitarie regionali

Spero di non essere stato causa dell'incidente dell'Assessore Migliasso.
Riprendo. Questa delibera, come certamente hanno presente i Consiglieri, in realtà non riarticola il programma originario. La delibera esamina alcune situazioni specifiche, solo ed esclusivamente finanziate con l'articolo 21, oltre alle integrazioni dei fondi regionali, per i motivi più svariati. Ciascuno di voi, scorrendo i vari interenti, sa quali sono le ragioni per cui è necessario integrare le risorse messe a suo tempo a disposizione.
Faccio un esempio significativo. Per l'ospedale di Chivasso è stato fatto un progetto sulla base di un prezziario vecchio, quando il prezziario è stato riaggiornato, purtroppo o per fortuna, l'ospedale di Chivasso ha avuto bisogno di un'integrazione di quattro milioni e 100 mila euro.
Per questo progetto, complessivamente, sono previsti 86 milioni di euro di investimenti, di cui 48 milioni e 574 mila sono finanziati sull'articolo 21; la restante parte è finanziata con mezzi regionali, di cui una parte già stanziati a suo tempo; ed un'ulteriore integrazione - richiesta con questo provvedimento - di 25 milioni di euro.
Perché l'abbiamo tenuta svincolata rispetto alla terza delibera che dà continuità al Piano del 2007? Semplicemente perché, su questi interventi vi è una particolare urgenza di intervento in quanto devono essere attivati entro ottobre 2009. Da qui è nato anche un po' il canale preferenziale e velocizzato per questa delibera che, ribadisco, riguarda solo una parte di interventi per i quali è necessario ed indispensabile proseguire ed avere un'integrazione di risorse.
La terza delibera - che conto di portare in Commissione intorno a metà mese - è quella che articola gli interventi di manutenzione straordinaria e umanizzazione del 2009 e gli ulteriori interventi di edilizia sanitaria così come sono stati programmati nel Piano sanitario, e sulla base dello stato di avanzamento dei singoli interventi.
Come si compone questa terza delibera? La terza delibera si compone attraverso incontri che abbiamo fatto, Direzione per Direzione, assieme all'Assessore Artesio, avendo cura di evidenziare gli interventi considerati più urgenti nelle singole ASL e ASO e che, naturalmente, hanno una continuità con il programma di interventi di manutenzione straordinaria che abbiamo messo in campo con l'intervento, nel 2008, per oltre 100 milioni di euro, sul fronte umanizzazione.
Dall'altra parte si terrà conto - con un programma che, ovviamente, non è triennale, ma decennale - degli ulteriori interventi di edilizia sanitaria sulla base dello stato di avanzamento, sulla base di una previsione dell'investimento e sulla base di una copertura di costi.
Tale copertura di costi, indubbiamente, avrà più fonti di entrata. Una delle quali sarà rappresentata dalle dismissioni del patrimonio immobiliare. Su questo fronte stiamo facendo alcune operazioni, stiamo lavorando per fare alcune operazioni che sono una fonte di entrata e che ovviamente saranno documentate.
Una fonte di entrata anche per grossi interventi di edilizia sarà rappresentata dai finanziamenti che lo Stato ha messo, o intende mettere a disposizione, per il finanziamento dell'opera.
La terza modalità è rappresentata da risorse regionali che potranno essere o risorse regionali specificatamente destinate con l'accensione di mutui, o modalità di pagamento attraverso rate di leasing come, per esempio, immaginiamo per una quota dell'operazione che riguarda l'ospedale di Novara. Tra i nuovi interventi è quello un po' più avanti degli altri che ci permetterà di illustrare compiutamente questa modalità. Non mischierei le varie delibere, perché sono elementi ben distinti.
A questo proposito, e anche in merito all'intervento del Consigliere Cavallera, assicuro che, a seguito della valutazione che è stata fatta con il direttore Giorgione per quanto riguarda l'ospedale di Alessandria, negli investimenti del 2009 è previsto anche l'intervento e finanziamento relativamente alla PET.
Rispetto alle considerazioni sui soldi investiti o meno dall'Amministrazione regionale, vorrei solo precisare che nel corso del 2008 abbiamo impegnato 256 milioni di euro in edilizia sanitaria complessivamente previsti, sia per le quote a stanziamento degli investimenti, sia per le quote relativi all'acquisto di attrezzature, sia per le quote di interventi di manutenzione e umanizzazione. Sinceramente non ritengo che siano cifre modeste.
Posso dire che per il 2009 arriveremo ad impegnare una cifra almeno uguale a quella del 2008. Vuol dire che, sostanzialmente, arriviamo nel biennio 2008-2009 a stanziare 500 milioni di euro, che sono già sul bilancio.
Da questo punto di vista, sottopongo e pongo all'attenzione del Consiglio sinceramente l'urgenza di questa delibera, nei limiti che ho cercato di rappresentare, confermando qui quello che ho già detto in sede di Commissione, ovvero che, nel momento in cui presenteremo la prossima delibera (quella del piano degli investimenti sul 2009 e non l'integrazione di vecchi provvedimenti), ovviamente il piano sarà completo; completo per quanto riguarda gli interventi di manutenzione straordinaria e completo per quanto riguarda una programmazione pluriennale dell'edilizia sanitaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta, in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente. Devo dire che questa delibera, che sostanzialmente è una delibera ponte, se vogliamo, anche per quanto ci ha fatto sapere l'Assessore, ci interessa in particolare per quanto riguarda la questione del blocco operatorio di Casale, ma evidentemente ci sono anche altri spunti interessanti.
Diciamo che il finanziamento deriva in parte dal famoso ex articolo 20 e in parte, per quanto riguarda il blocco operatorio casalese, da una somma non indifferente proveniente da alienazioni dell'Azienda Sanitaria probabilmente sono le alienazioni del famoso terreno di Corso Francia, una tranche, perché mi sembra che quell'alienazione fosse molto più capiente e andasse tra i nove e i 10 milioni di euro, e mi auguro che anche il resto della cifra che è stata presa dalla Regione dalla vendita del terreno possa ritornare in qualche maniera su Casale.
Ora, è chiaro che non possiamo che salutare con interesse lo stanziamento per il nuovo blocco operatorio, perché sappiamo che la centralizzazione delle sale operatorie e in un unico blocco rappresenta sicuramente uno degli elementi di maggiore attualità e funzionalità della moderna scienza medica. Resta fuori soltanto la sala operatoria di ostetricia e ginecologia che, per ragioni di tipo pratico, non può essere centralizzata in quel blocco operatorio, avendo dinamiche di utilizzo diverse.
Devo dire che per noi, che abbiamo un minimo di memoria storica perlomeno delle questioni che riguardano la nostra provincia - questo lo dico sapendo di dare magari un dispiacere a qualcuno - non è una grande novità, perché non l'ultimo, ma addirittura il penultimo Direttore generale dell'ASL allora 21 prima dell'accorpamento, il dottor Zerella, aveva iniziato la progettazione della costruzione di un nuovo e unico blocco sanitario. Quindi, ripeto, salutiamo con piacere il fatto che possa avvenire, sempre se avverrà, Assessore. Ricordo che non si tratta di una novità apportata dalla Giunta Bresso, ma si è proseguito - com'è giusto che sia - un iter amministrativo di un progetto che ha visto il suo inizio tra la fine del 2003 e l'inizio del 2004.
Va benissimo, l'importante è arrivare al termine delle cose che si iniziano. È chiaro che il problema è di capire se poi - come hanno già ripetuto i colleghi - le risorse che qui vengono indicate sono reali e se tutto questo non rimanga un'enunciazione, seppure importante, di obiettivi.
Quello che l'Assessore ci ha detto nella sua prima contro-relazione ci fa ben sperare rispetto alle cifre indicate per la questione casalese, che sono cifre importanti, ma non così significative come altre, ad esempio la questione di Chivasso, che ha un respiro sicuramente maggiore. Speriamo soprattutto, riguardo alle risorse del casalese derivanti in parte da alienazioni di patrimonio della nostra ASL, che possano arrivare a buon termine.
Rimane poi tutta un'altra serie di situazioni aperte, che andremo ad analizzare successivamente. Per quanto riguarda la questione della strumentazione, naturalmente ci si può ricollegare a quanto già detto dal collega Cavallera relativamente alla PET. Per quanto riguarda l'edilizia sanitaria, Assessore, rimane evidentemente tutto il discorso del nuovo ospedale di Alessandria, che per noi rappresenta un grande obiettivo che è stato posto alla fine della scorsa legislatura come idea progettuale di massima; riproposto in questa legislatura, ha avuto già alcuni momenti iniziali quali l'accordo di programma e l'individuazione del sito.
Riguardo all'individuazione del sito, devo dire che qualcuno aveva anche osato avanzare delle critiche pensando a un'individuazione diversa ma la tragicità dell'alluvione della scorsa settimana ha dimostrato invece come l'individuazione fatta dall'Amministrazione comunale di Alessandria fosse particolarmente virtuosa e intelligente. Infatti, se avessimo individuato come sito del nuovo ospedale quello che qualcuno aveva suggerito, oggi ci troveremmo con un sito alluvionato per l'ennesima volta.
Per fortuna non siamo caduti in questa non dico trappola perché non lo era ma in questa indicazione che veniva da settori del Consiglio comunale di Alessandria ben definiti.
In sostanza, queste sono le vere grandi partite aperte per quanto riguarda la nostra provincia, che ha dovuto già subire nel corso di questa legislatura la cancellazione di un ospedale di eccellenza che, a nostro avviso, risultava invece importante per la zona tra Novi e Tortona, dove le strutture sanitarie risultano datate. Ci aspettiamo che almeno sul nuovo ospedale di Alessandria si arrivi a qualche concretezza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente. Anch'io credo - come diceva l'Assessore Peveraro che questa sia una delibera a se stante e che certamente le partite più grandi, quelle che riguardano i grandi ospedali che sono in progetto nella nostra regione, saranno poi oggetto di ulteriori delibere e di ulteriori discussioni.
Noi con piacere diamo il nostro assenso a questa delibera, che prevede come sottolineava l'Assessore Peveraro - innanzitutto 86 milioni di euro di investimenti, che si aggiungono ai milioni di euro già spesi nel 2008 e a quelli che saranno spesi ancora nel 2009, portando a 500 milioni la cifra di investimenti in questo settore da parte della Regione.
Una boccata d'ossigeno importante perché si tratta di soldi veri per un settore, quello dell'edilizia, nella nostra regione che attraversa, come gli altri settori produttivi del Piemonte, un momento di grande crisi.
Quando abbiamo cominciato ad occuparci del governo della sanità di questa regione, ricordo i dati che avevamo: una capacità di spesa di 50 milioni di euro l'anno da parte delle nostre Aziende Sanitarie. Ebbene, mi pare che in questi ultimi anni, soprattutto, si sia fatto un bel passo avanti.
Si tratta di progetti di riqualificazione, di ammodernamento, di ampliamento, che certo hanno una storia ormai vecchia, che però per fortuna in qualche modo giunge a compimento.
Anch'io voglio fare una considerazione sul nuovo reparto di Chivasso.
Ricordo che uno dei primi problemi di cui ci siamo occupati quando abbiamo cominciato a governare la Regione è che sembrava fosse fermo per questioni urbanistiche il nuovo progetto che qui oggi andiamo a definire. Quello di Chivasso è un ospedale che funziona, che lavora molto, che può contare su un vasto bacino e che riceverà sollievo anche dall'apertura, credo a giugno, del nuovo ospedale di Settimo; un ospedale piccolo che disporrà però, di posti di lungodegenza e di post-acuzie, ciò di cui i nostri ospedali sentono maggiormente la mancanza.
L'ospedale di Chivasso ha una vocazione all'urgenza, pertanto dovrà occuparsi, soprattutto, dell'urgenza di una parte importante della provincia di Torino.
Soprattutto, vedo con estremo interesse e con grande piacere un grande investimento sui poliambulatori. Realizzare un grande ospedale è prassi che richiede molto tempo, mentre un poliambulatorio può essere realizzato in tempi più brevi. Noi siamo convinti che la sanità nella nostra Regione infatti, si basi certo su ospedali moderni, efficienti e che funzionano, ma anche su strutture territoriali in grado di fornire risposte ai bisogni di salute dei cittadini. Guardo con estrema soddisfazione, per esempio, il Poliambulatorio di Orbassano, anche questo un progetto di cui mi ero occupato quando ero Presidente dei Sindaci dell'ASL 5, che sembrava non dovesse mai vedere la fine (peraltro, lì trapelava anche qualche incertezza da parte dell'Amministrazione comunale, che non riusciva a capire il luogo nel quale il poliambulatorio sarebbe dovuto essere inserito).
Penso, ancora, al Poliambulatorio di Ivrea, un progetto del quale la città si occupa da molto tempo, che ha comportato un investimento di 12 milioni e mezzo di euro, che la città di Ivrea, una città importante aspetta da molto tempo.
Ricordo ancora le Case della salute di Asti, che hanno richiesto 14 milioni di euro; mi pare che il Direttore Generale di quell'ASL sia uno dei più attivi nel ricercare, nella medicina territoriale, una possibilità di offerta di servizi sanitari adeguati.
Insomma, voteremo con soddisfazione un progetto che certo ha modificato i suoi costi da quando è cominciato, ma, del resto, se occorrono dieci anni per concluderlo, è chiaro che i prezzi devono essere aggiornati.
Non credo che sia un problema che riguardi solo il Piemonte, ma tutto il nostro Paese. Anche il Governo ha tardato molto a finanziare l'ex articolo 20. Ogni tanto verrebbe voglia di dire: "Possiamo partire da qui" pensando che le prossime opere i progetti possano essere velocizzati affinché non siano necessarie più risorse per poterle finanziare ed appaltare.
Non solo. Man mano che passa il tempo, aumentano i bisogni e cambiano le esigenze, per cui i progetti vengono rivisti in continuazione e questo non è certamente un aspetto positivo. Noi vediamo comunque con soddisfazione questo progetto che oggi l'Assessore Peveraro (insieme naturalmente, all'Assessore Artesio) porta all'approvazione di questo Consiglio; rappresenta una boccata d'ossigeno per l'edilizia della nostra Regione, ma anche un passo importante nella realizzazione di un sistema socio-sanitario regionale, disponibile e amico dei cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione la relazione che l'Assessore Peveraro ha voluto innestare a metà di questo dibattito. In particolare, condivido le considerazioni svolte poc'anzi dal Consigliere Boeti, perché ha inquadrato complessivamente il valore di questa delibera.
Ma in questo dibattito, come si è visto, si sono innescate anche delle discussioni che solo in parte fanno riferimento a questa delibera. Prover a tornare anche su questo, perché ci sono aspetti che ritornano, come una sorta di mantra, per cui qualche risposta credo che vada fornita (peraltro ritengo che l'Assessore ne abbia già date, mentre altre si potranno argomentare nel prosieguo).
Mi soffermerei, intanto, sui tempi che sono stati qui evocati.
Naturalmente, i tempi dell'Amministrazione sono quelli che sono: non penso che si faccia a gara a chi fa prima. Ma è del tutto evidente che questa delibera segnali una doppia attenzione. La prima, a proposito dei tempi, è mirata a portare a compimento iniziative che (ha ragione, a tal riguardo il collega Botta) sono state assunte, o almeno iniziate, in tempi in cui l'Amministrazione non aveva questo segno, in cui il Presidente della Giunta si chiamava Enzo Ghigo e l'Assessore alla sanità era Antonio D'Ambrosio. Mi riferisco, per esempio, alla misura prevista sull'ASL 21 per la messa a punto del nuovo blocco operatorio. Il Direttore dell'ASL, dottor Zarella, a quel tempo parlava addirittura di un nuovo ospedale, nel senso che era già pronto un plastico; insomma, si cercava di "volare alto" e forse fare del fumo. Ma l'inizio di questa storia, e quindi di questa misura sull'ospedale di Casale, risale appunto agli anni 2003 (credo). E a proposito dei tempi e delle capacità di portare a compimento delle iniziative, forse si avverte una piccola differenza, visto che si iniziò allora e solo adesso in qualche modo...
Dicevo, appunto, di una doppia attenzione, sia ai tempi, sia alle esigenze che giungono dal territorio. Io non posso e non voglio dimenticare che sempre sulla costruzione del nuovo blocco operatorio a Casale si arriva alla definizione della cifra di nove milioni e 200 mila euro anche a seguito di un'attenta relazione con la Dirigenza della stessa ASL locale che, in qualche modo, ha fatto presente che c'erano delle esigenze in tal senso. Pertanto, da una prima definizione che si aggirava intorno ai due milioni e 228 mila euro - mi corregga se sbaglio, Assessore Peveraro - si passa, appunto, a nove milioni e 200 mila euro per fare fronte a quell'esigenza riconosciuta sul territorio.
Si parla, dunque, di tempi e di esigenze territoriali che, in qualche modo, vengono riconosciuti, rimarcando, forse, anche una differenza rispetto al passato, che giudico non marginale.
Sono state citate, come dicevo prima, alcune tematiche che non hanno molto a che fare con questa discussione, ma in qualche modo ci voglio stare, perché se viene evocato un tema, è giusto discuterne.
Il Consigliere Cavallera, ad esempio, ha risollecitato, come ha fatto spesso negli mesi e negli ultimi anni, il tema del rinnovo del parco tecnologico, in modo particolare di quello che lui ha chiamato quadrante (ma riferiamoci alla Provincia di Alessandria, lì stiamo). Penso l'impostazione di questa Giunta e degli Assessori competenti abbia tenuto presente due aspetti, al di là dei limiti, delle risorse e delle scelte da operare in quei termini: innanzitutto quello di non correre dietro a "mode tecnologiche" o a tecnologie che, in qualche modo, non abbiano un'efficacia comprovata (sta dietro anche il Piano Sanitario). Io la giudico una manovra corretta, che indica una politica sanitaria giusta, soprattutto per quello che produce verso i cittadini.
Il secondo elemento è stato quello di provare, in un quadro di risorse a fare delle scelte che collocano la tecnologia all'interno delle esigenze territoriali. È anche il caso della PET. Per quello che so (naturalmente non sono il Direttore dell'ASL di Alessandria), la gara per assegnare la PET "chiavi in mano" (perché di questo mi pare si tratti) è stata esperita si stanno aspettando delle autorizzazioni che, se non erro, sono di origine comunale, che attengono ai lavori accessori per collocare questo strumento e credo che tra settembre e ottobre questo strumento sia a disposizione.
Non so se ho dato una notizia positiva al collega Cavallera, rendendolo più tranquillo, ma di questo si tratta. Vedremo se andremo insieme a tagliare il nastro o meno, ma questi mi pare che siano i tempi).
E a proposito di tecnologia, mi pare che sia davvero ingeneroso continuare a dire che in quell'area non ci sia tecnologia sufficiente: forse non abbiamo rincorso spinte lobbistiche - questo, in effetti, non lo abbiamo fatto! - però ricordo ancora la PET, ma anche la risonanza magnetica di Casale, con tutti i problemi collegati alle ben note e tragiche patologie amiantocorrelate. Anche questa mi è sembrata una scelta importante, collegata alle esigenze del territorio e non appunto a spinte lobbistiche.
In ultimo, non so cosa induca il Consigliere Botta a pensare che la scelta dell'area indicata dal Consiglio comunale di Alessandria per il nuovo ospedale sia quella corretta.
Assessore Peveraro, già in uno scorso intervento ho avuto modo di dire: "Vigilate su quella scelta". Può darsi, pure, che l'ultima alluvione abbia creato dei problemi su un'altra opzione possibile. Ma quello che so, è che è del tutto evidente che la scelta che il Consiglio Comunale di Alessandria ha avallato (a maggioranza, credo), è irrazionale da molti punti di vista.
Come ricorderà, avevamo parlato dell'ipotesi di rimettere in piedi un'unità spinale nuova, scelta irrazionale da questo punto di vista proprio per questo tipo di collocazione, e poi perché, in qualche modo, ci chiede dei "soldi" per essere effettuata (parliamo, se non erro, di 20 milioni di euro).
Credo che su questo si possa e si debba ragionare ancora, perché quando si fanno scelte importanti come queste, di ricollocazione di un nuovo ospedale a rilevanza nazionale per un territorio come quello, nessun particolare, nemmeno la sua collocazione, va sottovalutato.


Argomento: Varie

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta, da parte del Consigliere Pedrale, di chiarimenti sulle modalità di utilizzo dei telefoni fissi nell'emiciclo consiliare


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Signor Presidente, non vorrei inutilmente tornare sull'argomento, ma probabilmente, vista l'indifferenza con cui alcuni colleghi dell'Ufficio di Presidenza continuano a telefonare dai propri banchi, temo che a lei non sia stata neanche riferita la questione, rilevando anche la sua contestuale indifferenza.
Credo che quanto è stato detto questa mattina con un po' di ironia sia, invece, confermato dai fatti: qui ci sono degli umili Consiglieri regionali di maggioranza e di minoranza, e poi ci sono altri Consiglieri regionali o dell'Esecutivo che sono di un altro livello.
La informo, Presidente, che da alcune settimane i Consiglieri regionali umili, quelli che siedono da questa parte, sia di destra che di sinistra non possono utilizzare i telefoni al banco della Presidenza, perché pare che disturbino.
Viceversa, i colleghi della Giunta, in particolare dell'Ufficio di Presidenza, continuano a telefonare, come hanno fatto beatamente questa mattina, perché, evidentemente, loro non disturbano.
Vorrei comprendere definitivamente la situazione: l'avevo chiesto questa mattina e l'allora Presidente vicario Chieppa ha precisato che avrebbe prontamente riferito al Presidente del Consiglio e, in apertura dei lavori pomeridiani, avrebbe fornito una risposta e trovato una soluzione.
Tutto ciò non è avvenuto. Ho lasciato passare un po' di tempo, ma vedo che, con una non chalance e un'indifferenza irrispettosa nei nostri riguardi, i colleghi dell'Ufficio di Presidenza continuano a telefonare.
Evidentemente, non disturbano.
Il collega Leo, giustamente, me lo ha fatto nuovamente notare qualche minuto fa (magari interverrà anche lui sullo stesso argomento).
Vorrei sapere se su questo problema il Presidente del Consiglio ha deciso il da farsi.



PRESIDENTE

Collega Pedrale, mi pare una tempesta in un bicchier d'acqua. C'erano due telefoni sul lato destro del banco dell'Ufficio di Presidenza e due sul lato sinistro.
Quello sul lato destro era utilizzato continuativamente dai Consiglieri, creando andare e venire di persone che non era assolutamente favorevole all'ordinato svolgimento dei lavori. Peraltro, alcuni Consiglieri parlavano al telefono ad un volume che, francamente, disturbava i colleghi.
Abbiamo provato, quindi, a toglierlo per una giornata; dopodiché, le proteste continuative dei colleghi hanno indotto a reinstallarlo. Quindi il telefono c'è.
chiaro che, essendo posizionato sul banco del collega Botta, quando lo stesso è presente lo tiene un po' più a destra. Quando lo stesso collega non è presente, lo si può trovare sull'altro lato più spostato, però il telefono è sempre lì.
I colleghi possono, quando vogliono, telefonare. Ma verranno sempre richiamati, laddove lo facciano ad alta voce, per non disturbare il dibattito, a prescindere dal luogo in cui sia.



(Commenti del Consigliere Pedrale)



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Pedrale!



(Commenti del Consigliere Pedrale)



PRESIDENTE

Le cabine, peraltro, non sono più utilizzate, per cui provvederemo a rimuoverle, visto che, a quanto pare, nessun collega...
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

evidente che ci sono cose molto più importanti, però il collega Pedrale ha perfettamente ragione.
Peraltro, Presidente Gariglio, rilevo che la conduzione del Consiglio da parte dei dirigenti e commessi è svolta con estremo garbo professionalità e piacevolezza. Ho usufruito tante volte delle cortesie e delle informazioni delle due brillantissime signore al suo fianco, quindi da questo punto di vista, non possiamo che ringraziare.
Detto questo, noi sappiamo che una norma o vale per tutti - erga omnes ...siamo laureati in giurisprudenza, Presidente Gariglio! - oppure non vale.
Questa mattina - ha ragione il Consigliere Pedrale - ci siamo avvicinati e ci hanno detto che lì non si poteva telefonare, perché chi lo faceva da quei banchi disturbava.
Lei ci ha detto che da sinistra non c'è mai stato problema, da destra non si può telefonare. Presidente, specie da lei, mi aspetterei una maggior equanimità, data la sua nota collocazione che apprezzo molto.
Per cortesia, ci dica soltanto, se è proibito, che è proibito per tutti. È un po' come per il telefonino: per anni ho tenuto il cellulare staccato, dopodiché tutti mi dicevano: "Sei l'unico Consigliere non raggiungibile. Che vergogna, perché ti imboschi?" Per cortesia, si stabiliscono pure le regole che si vogliono e le si comunichi, ma che valgano per tutti.
In merito alla vicenda attuale, il collega Pedrale - che ringrazio per aver fatto una piccola opera di democrazia - ha ragione. Oltretutto, oggi il collega Chieppa ha ripreso tutti i punti sollevati da noi, li ha messi in ordine e li ha comunicati in una maniera esemplare.
Presidente Gariglio, noi ci aspettiamo da lei, cortesemente un'indicazione chiara, erga omnes.



PRESIDENTE

Grazie, collega Leo, anche per l'apprezzamento circa l'operato del collega Chieppa, le cui propensioni ai ruoli istituzionali sono note a tutti all'interno di quest'Aula.
Detto ciò, collega Leo, sappia che non è intenzione di nessuno esprimere interpretazioni non erga omnes del Regolamento. Semplicemente, a seguito del disturbo arrecato dai colleghi che si muovono e che usano il telefono all'estrema destra del banco della Presidenza ad alta voce, è stato installato un altro telefono - vi è stata data comunicazione al riguardo - molto più vicino ai colleghi, che può essere utilmente utilizzato. È a disposizione di tutti, senza essere, peraltro, in un luogo così visibile, che in qualche modo condizionava i nostri lavori.
Pertanto, i colleghi che desiderano telefonare e non vogliono farlo all'esterno, per evitare di perdere preziosi minuti di dibattito in Assemblea, possono utilizzare i telefoni con postazione fissa. Ma sono invitati, possibilmente, se sono della parte destra dell'emiciclo, ad utilizzare il telefono sito nella parte destra, mentre se sono della parte sinistra dell'emiciclo, ad utilizzare quello nella tribuna di sinistra.
All'insegna del bipolarismo, ci siamo adeguati e abbiamo pensato di installare due apparecchi. Per la zona centrale, è a disposizione il telefono della Presidente della Giunta regionale e quello dell'Ufficio di Presidenza, che, ovviamente, si fanno carico di uno sforzo ecumenico per coloro che non si sentissero rappresentati né dal telefono di destra, né da quello di sinistra.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Esame proposta di deliberazione n. 443, inerente a "Modifiche al programma degli interventi in edilizia ed attrezzature sanitarie approvato con DCR n. 131-23049 del 19 giugno 2007" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo al dibattito sulla proposta di deliberazione n. 443.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere D'Ambrosio; ne ha facoltà.



D'AMBROSIO Antonio

Grazie, Presidente.
Nell'intervenire, volevo innanzitutto ringraziare l'Assessore Peveraro e l'Assessore Artesio per essere venuti celermente incontro alle sollecitazioni pervenute da più parti del territorio, nel fare questa deliberazione di integrazione, come ha detto l'Assessore Peveraro stesso, a costi che, per motivi vari, anche per alcune negligenze di taluni funzionari di ASL, si basavano su preventivi espressi con prezzi del 2000 e 2001. Quindi, in realtà, c'è un grazie sentito.
Non posso però esimermi dal dire che, così come ha precisato il mio Capogruppo, che è necessario, quando ci sono delibere di questo tipo anticiparle con una certezza del finanziamento e un cronoprogramma.
Penso che il Consigliere Casoni mi autorizzi a dire che noi voteremo questa delibera, con questa eccezione e queste riserve.
Ciò detto, non posso esimermi dal ricordare al Consigliere Boeti e al Consigliere Deambrogio qualcosa. I Consiglieri sono molto bravi a fare propaganda, a svolgere il ruolo politico che loro compete. Vedete, in sanità - ho vissuto otto anni e mezzo in quell'Assessorato terribile - non ci sono certezze assolute; nessuno ha la bacchetta magica e ogni azione che si intraprende può essere soggetta a critiche e quant'altro. Devo ricordare, con molta cortesia, ai due Consiglieri intervenuti, che durante il mio mandato, durante la Presidenza Ghigo, sono stati utilizzati tutti i fondi dell'articolo 20, ex legge n. 67 del 1988: la prima Regione d'Italia subito dopo di noi veniva la Regione Toscana. Questo è un appunto, senza fare celebrazioni di alcun tipo, che non accetto.
Colgo l'occasione per dire anche che la sanità piemontese, così come è stato detto da molti esponenti della maggioranza, è una buona sanità. Se questo è vero, e se è vero come è vero che questi quattro anni si sono caratterizzati per un totale immobilismo, vuol dire che la sanità lasciata in eredità a questa Giunta è, complessivamente, una buona sanità (uno più uno fa due, non si scappa di qui).
Debbo ribadire, purtroppo, che questa Amministrazione si è caratterizzata per un totale immobilismo e si è mascherata dietro un grande progetto: un Piano Sanitario che doveva risanare tutti i guai della sanità piemontese (in sostanza, la montagna ha partorito un mini-topolino).
L'unica cosa che questo Piano ha concretizzato fino ad oggi è l'accorpamento delle ASL.
Assessore Peveraro, lei che è anche Assessore al bilancio, fra qualche anno mi potrà dare ragione: questo accorpamento porterà ad ulteriori costi senza portare benefici sostanziali e sostanziosi alla cittadinanza.
Ultima questione. La inviterei, Assessore Peveraro, a definire meno protocolli di intesa e meno accordi di programma con le popolazioni e con i Sindaci del Piemonte. Si stanno creando delle attese alle quali sappiamo benissimo che non si possono dare risposte concrete: i soldi non ci sono.
Su questo noi non strumentalizzeremo mai, faremo presente che alcune cose si possono fare e tante altre no, però non penso sia corretto dare tutte queste assicurazioni e fare Accordi di Programma e protocolli di intesa.



PRESIDENTE

Chiudiamo la discussione generale con un supplemento di replica dell'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore all'edilizia sanitaria e valorizzazione del patrimonio immobiliare delle Aziende sanitarie regionali

Vorrei fare solo una puntualizzazione rispetto all'intervento del Consigliere D'Ambrosio sulla questione degli Accordi di programma o delle intese. Intanto bisogna precisare che, nel momento in cui siamo all'Accordo di Programma, siamo in una fase già avanzata. Come lei ben sa, l'Accordo di Programma completa anche le parti relative alle varianti urbanistiche, di conseguenza sono già state assunte decisioni chiare e immodificabili.
Non so quali erano gli aspetti che stava considerando il Consigliere nel momento in cui ha fatto questa riflessione. Oggi stiamo lavorando sull'Accordo di Programma di Novara, a proposito del quale mi sento molto sereno sul fatto che l'operazione possa andare avanti ed essere completata così com'era stata, a suo tempo, definita.
un Accordo di Programma molto complesso perché, in realtà, riguarda l'area su cui sorgerà l'ospedale ma, nello stesso tempo, riguarda anche l'area del vecchio ospedale, riguarda le aree possedute dal demanio che devono essere valorizzate nell'ambito complessivo dell'operazione. Insomma siamo nella fase di avvio di un percorso che è, fuor di dubbio irreversibile.
In questo momento stiamo trattando con il demanio l'acquisto dell'area è stata lanciata la fase di progettazione preliminare, vi è un piano finanziario impegnativo, ma assolutamente sostenibile. Ci sono tutte le condizioni perché le ipotesi che a suo tempo erano state definite, si realizzino.
Lo ripeto spesso - il Consigliere D'Ambrosio è sempre presente in Commissione sanità e quindi lo sa bene - è un programma ambizioso. Provo ad elencare i progetti che abbiamo in corso, quelli più significativi di edilizia sanitaria: Biella, Alessandria, Moncalieri, Novara, Vercelli Valle Belbo, Alba, Città della Salute di Torino, Venaria, Ivrea, Fossano Cuneo e Molinette (probabilmente è incompleto questo elenco). È evidente che ciascuno di questi progetti è a fasi diverse di avviamento. Biella è nella fase conclusiva. Come il Consigliere sa, purtroppo, anche lì abbiamo dovuto supportare una variante da 52 milioni di euro di integrazione dei costi. Adesso non so e non voglio attribuire responsabilità, ma diciamo che ce la siamo trovata un po' sul groppone.
Ci sono altre situazioni, come Moncalieri, dove è in corso lo studio di fattibilità. Ci sono situazioni come Alessandria dove ci stiamo muovendo mi sento di poter dire anche in perfetta sintonia con il Comune, per la realizzazione del piano dello studio di fattibilità che ci metterà anche nelle condizioni di fare la valutazione definitiva sulle questioni dell'area. Abbiamo finanziato, sarà poco, questo aspetto.
ciò su cui vorrei entrare nella prossima riunione di Commissione nella riunione in cui presenteremo il Piano, sulla base degli stati di avanzamento e gli impegni finanziari che l'Amministrazione regionale si assume da qui a dieci anni. Penso che ci siano le condizioni, con un percorso determinato, ma anche supportato dalle risorse finanziare adeguate, per arrivare a completare quello che nel 2007 era un piano con certe caratteristiche. È giusto che dopo due anni possa essere riaggiornato nelle sue varie componenti di interventi e di finanziabilità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Ho sentito la replica del Vicepresidente Peveraro. Prendo atto che ci fornirà delle ulteriori precisazioni su questi e anche su interventi successivi.
L'Assessore, giustamente, diceva che questa è una delibera che va, a volte, a modificare solo procedure in corso, rimodulazione delle spese maggiori costi, iniziative più chiare. L'Assessore richiamava l'attenzione sul fatto che questa delibera è necessaria perché, entro il 18 ottobre devono essere presentati i progetti per non perdere il finanziamento nazionale. Vedo anche che qui sono compresi interventi come quello della riunificazione dell'appalto relativo all'intervento di Ivrea, "Costruzione del nuovo poliambulatorio", per cui, ancora oggi, non è pronto nemmeno al bando necessario.
Dubito che la tempistica di questo intervento possa rientrare nel 18 di ottobre, che è tra qualche mese. Se ancora oggi non abbiamo pronto nemmeno il bando relativo alla costruzione del nuovo poliambulatorio, difficilmente potremo finire la cantierabilità o quant'altro, quindi l'accesso al finanziamento senza questi strumenti espletati. Può essere vero che in altri casi sia puntuale la spesa e la definizione entro il 18 ottobre.
Quindi, chiedo che venga messo a verbale (è questo che mi interessa) garantendo il voto favorevole condizionato, come ha detto il Vicepresidente, al fatto che ci fornisca d'ora in avanti, sia per questi interventi, sia per quelli che andrà a definire, un'ipotesi di tempi e certezza sui finanziamenti che sia più precisa di quella che non è definita in questa delibera. Questa è solo un'integrazione, ma come lui ci ha preannunciato, specialmente nel corso della prossima ridefinizione di un nuovo aggiornamento globale del Piano di edilizia sanitaria, saremo ancora più attenti e comunichiamo già sin d'ora all'Assessore, che ci ha detto che entro pochi giorni lo dovrebbe presentare, che sarebbe utile che uscisse già con le caratteristiche che qua abbiamo delineato di certezza dei finanziamenti e anche con un cronoprogramma relativo alla realizzazione dell'opera stessa.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto? La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Anche noi avevamo dato un orientamento favorevole in Commissione riservandoci poi in Aula l'assunzione di una posizione.
Riguardo alla parola PET, mi ricordo che in gioventù ero stato sul Mar Nero e in Bulgaria la parola PET vuol dire cinque. Sono passati cinque anni dal 2005 ad oggi, quindi, probabilmente sarà stato proprio un qualcosa che doveva andare così.
Mi auguro che quello che qui è emerso sotto questo profilo, che viene a coprire con ritardo le esigenze di un'area sovraregionale, veramente possa essere verificato, non solo con l'installazione ma con l'inserimento dell'attrezzatura nell'operatività dell'area sovraregionale. Adesso purtroppo, situazioni che hanno patologie pesanti devono fare decine e decine di chilometri per andare negli ospedali o negli ambulatori che sono dotati di questa attrezzatura.
Comunque, credo che saremo qui a stimolare e a verificare se quello che è stato prefigurato sarà effettivamente messo in pratica.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 443, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Musei

Esame proposta di legge n. 552, inerente a "Interventi a sostegno del Museo regionale dell'Emigrazione"


PRESIDENTE

In attesa delle indicazioni dalle colleghe relatrici della proposta di legge n. 291, propongo di passare subito ad esaminare la proposta di legge 552, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Clement.



CLEMENT Gian Piero, relatore

Il Museo dell'Emigrazione di Frossasco nasce nel 2006, realizzato dall'Associazione Piemontesi nel Mondo e dal Comune di Frossasco, grazie anche all'operato dell'Azienda Turistica Montagnedoc ed ai contributi della Regione Piemonte, della Provincia di Torino, della Comunità Montana Pinerolese Pedemontano, dalla Fondazione CRT e di altri enti patrocinatori.
Dal mese di settembre 2006 è stato collocato in ampi locali (ex scuole) messe a disposizione dal Comune di Frossasco e ha come finalità quella di dare visibilità alla storia, di quanto hanno fatto e fanno i piemontesi nel mondo.
Il Museo intende, attraverso la raccolta delle testimonianze documentarie, fotografiche e d'ambiente sull'immigrazione dei piemontesi offrire informazioni e conoscenze della storia dei nostri avi che, a costo di enormi sacrifici, lasciarono la propria terra e la patria per andare a lavorare e cercare migliori prospettive di vita in altri paesi.
Il Museo è anche di grande interesse dal punto di vista turistico, in particolare se si pensa ai circa sei milioni di piemontesi emigrati che attraverso la visita, possono ricordare l'esperienza trascorsa.
Riveste una particolare importanza anche del punto di vista dei dati con il fine di far conoscere ai nostri ragazzi questa pagina così importante della nostra storia, della storia di tutti noi.
Infine, può essere di aiuto anche agli attuali immigrati, che potranno sentirsi maggiormente vicini al paese che hanno scelto per abitare. Nel futuro questa legge prevede che l'Associazione organizzi il Museo seconda una logica a rete che coinvolga anche gli altri Musei dell'emigrazione presenti in Italia.
La proposta di legge è stata modificata in sede di Commissione e riscritta da un emendamento presentato nel corso dell'esame del testo, teso a snellirlo e renderlo nel contempo maggiormente incisivo ed efficace.
In particolare, è stata meglio definita la convenzione con il Comune di Frossasco e l'Associazione Piemontesi nel Mondo e la Regione, ed è stata prevista, in luogo del comitato di gestione e del comitato scientifico, la costituzione del solo comitato di gestione, organo utile per avviare tutte ricettive volte a valorizzare il museo.
Quindi, oggi arriviamo, mi auguro, a definire questa legge, una legge per molti versi molto attesa. I Consiglieri che conoscono questa realtà conoscono le aspettative, soprattutto dell'Associazione Piemontesi nel Mondo, che più e più volte ci hanno sollecitato di andare in questa direzione. Credo che sia un passo importante e significativo proprio perch tende a valorizzare - come dicevo prima nella relazione - un pezzo di storia importante della storia del nostro paese e di questa Regione, un prezzo troppe volte non conosciuto dai nostri ragazzi.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Ovviamente voterò a favore di questa proposta, intanto perché so che il collega Clement ci ha lavorato molto, e poi perché questa iniziativa raccoglie una cultura politica positiva, di umanità.
Vorrei tuttavia sottolineare come spesso si tenda ad utilizzare strumenti di misura diversi per leggere o interpretare fenomeni immigratori che nella storia dell'umanità ci sono sempre succeduti: se in un caso come questo vengono valorizzati, ricordati e, in qualche modo, anche sostenuti perché investiamo risorse pubbliche per costruire la memoria e per garantirne la continuità - in altri casi, soprattutto rispetto alla quotidianità, chiudiamo le nostre conoscenze e i nostri cervelli di fronte al disagio, al degrado, alla violenza di molti immigrati, che sono i "nuovi piemontesi", quelli che vengono qua a cercare fortuna, nel tentativo di sfuggire alla fame, alla morte, alla persecuzione o semplicemente per cercare una vita più normale di quella che avevano. Questi li "leggiamo" come clandestini, come quelli che ci rubano il lavoro, quelli che stuprano le nostre figlie, anche se sappiamo benissimo che, nella grande maggioranza dei casi, le violenze avvengono all'interno delle famiglie, tra italiani non di certo per colpa di immigrati! Consideriamo queste persone come un problema e non come una risorsa.
La legge che approveremo, che creerà il Museo degli immigrati piemontesi, servirà, forse, a far comprendere meglio alle nuove generazioni che andranno a visitarlo che non c'è una chiave di lettura della storia a senso unico, che non ci sono solo i "buoni" e i "cattivi", ma ci sono buoni e cattivi ovunque; ci sono persone che hanno bisogno o che hanno avuto bisogno in tutte le epoche, in tutte le razze, in tutte le culture. E forse, ricordando come sono stati trattati e accolti i nostri concittadini corregionali piemontesi nei Paesi dove sono emigrati (nell'America del Nord e del Sud e in tante altre parti del nostro pianeta), riusciranno a capire meglio che anche gli immigrati che oggi entrano in Italia per costruire un futuro per sé e per le proprie famiglie meritano di essere trattati con più dignità e rispetto, proprio per non ricommettere gli stessi errori del passato, come quando i lavoratori italiani andavano in Germania e non potevano neanche iscriversi al sindacato tedesco, perché non li riconosceva alla pari dei lavoratori tedeschi.
Nel passato sono stati commessi errori e, soprattutto, drammi che hanno travolto la vita di migliaia di esseri umani.
Sarebbe opportuno che le nostre culture fossero più aperte, disponibili e soprattutto meno pronte ad esprimere giudizi, come spesso accade, invece anche dai banchi della politica, sia nazionale che regionale, nei confronti di chi è qua non per delinquere, ma per vivere in pace.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Il collega Robotti ha fatto un encomiabile sforzo per convincermi a non votare questa legge: mi spiace, ma non è stato sufficientemente convincente. Pertanto, noi voteremo con piacere e con forza questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Devo dire che il collega Novero ha fatto una riflessione che probabilmente, coinvolge tanti Consiglieri, ma è chiaro che l'amico e collega che ci ha preceduto, in rappresentanza del centrosinistra, ama sempre fare interventi politici per richiamare anche tematiche esterne alle discussioni che stiamo affrontando. Io ricordo che stiamo parlando del Museo dell'immigrazione piemontese nel mondo: questo votiamo, non altro.
Mi sembra un'occasione importante - lo dico ai rappresentanti della Giunta, ma mi rivolgo anche al Presidente del Consiglio - per richiamare l'attenzione di tutti noi relativamente ai rapporti che il Consiglio e la Giunta hanno avuto (e dovrebbero avere) sia nel presente che nel futuro con le Associazioni dei piemontesi nel mondo.
Perché, caro Assessore, se questa legislatura sarà ricordata per qualcosa, sarà sicuramente per l'allentamento, la diminuzione o una presenza sempre meno costante del Consiglio regionale con le Associazioni dei piemontesi nel mondo. Non so se in quest'ultimo anno di legislatura ci sarà una ripresa di questo tipo di rapporti, ma so per certo che ormai tante Associazioni lamentano di essere state dimenticate o abbandonate. Ma lo dico sommessamente.
Però, visto che l'argomento è quello, se questo Museo ha un senso, lo ha per quello che le Associazioni dei piemontesi nel mondo potranno fare per questo Museo, per le esperienza che verranno messe al suo interno, i racconti, lo sviluppo, la storia delle nostre comunità piemontesi, che rappresentano veramente un baluardo non solo di piemontesità, ma anche di italianità in ogni parte del mondo; in ogni missione dei Consiglieri regionali, rappresentano una delle pagine più toccanti che i Consiglieri e i loro accompagnatori incontrano all'estero.
Questa sommessa denuncia la voglio fare proprio da questi banchi, e la rivolgo nei confronti della Giunta, assumendomene una quota parte anche come componente dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. Perch come ripeto, è bello creare i Musei, è bello portare ogni due anni le Associazioni dei piemontesi in Italia, ma non possiamo pensare, poi, di far passare anni e anni senza andare a visitare i piemontesi che stanno in Argentina o in Australia o nel Nord America o in Europa, che vedono il contatto col Consiglio regionale come un momento essenziale per la loro attività; attività non facile - lo ricordo - perché sappiamo quale sia lo stato di tante Associazioni piemontesi; sappiamo quanto sia difficile tramandare anche i ricordi dell'immigrazione piemontese alle giovani generazioni; sappiamo quanto sia importante non solo la lettera che ogni tanto arriva, ma anche la presenza dei rappresentanti della Giunta e del Consiglio per queste persone.
Adesso andremo a verificare l'articolato di questo provvedimento, che a mio avviso, è giusto, doveroso ed importante, ma che non chiude il discorso con le Associazioni dei piemontesi nel mondo, sul quale dovremmo invece, riportare la nostra attenzione non solo come questione di tipo affettivo, di memoria e di valori, ma anche come punto di riferimento importante per la nostra cultura, per la diffusione delle nostre tradizioni, come punto importante per richiamare l'attenzione sul turismo in Piemonte, sulle nostre capacità economiche, per creare economia tra il Piemonte e quelle zone dove i nostri immigrati hanno raggiunto a volte posizioni di rilievo nella vita sociale dei Paesi di loro appartenenza ormai da tanti anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie, Presidente.
Intervengo molto brevemente per sottolineare il ruolo che il Museo dell'Emigrazione può svolgere, che è già stato illustrato dal Consigliere Clement nella relazione. Voglio evidenziare due aspetti, anche a seguito dell'intervento del collega Robotti.
Per quanto riguarda il primo, questo Museo non si propone di mantenere come in una specie di teca la memoria dei protagonisti, ma di trasmetterla soprattutto alle giovani generazioni. Soltanto attraverso la conoscenza delle proprie radici e della propria identità è possibile avere l'atteggiamento mentale del riconoscimento dell'identità altrui e spesso il non riconoscimento dell'identità altrui è proprio causata dall'ignoranza della propria.
Così, attraverso il lavoro che il Museo svolge nei confronti dei giovani, con il materiale documentale ivi custodito, ordinato e organizzato, credo sia possibile per le scuole e per i giovani piemontesi che lo frequenteranno avere la percezione della fatica dell'emigrazione e del dramma vissuto nei luoghi in cui i piemontesi emigrati abitavano. Le fotografie di quelle case devastate, in cui molti piemontesi vivevano, oggi possono essere riscoperte girando per alcuni centri delle nostre città.
Sarà possibile comprendere lo sforzo per essere accettati e il dramma dell'emigrazione clandestina di molti piemontesi che scappavano dall'Italia a causa della miseria, che facevano fatica ad entrare nei nuovi paesi in cui andavano in cerca - non dico di fortuna - di lavoro e dignità.
Sono convinta che il lavoro di questo Museo per ricordare la storia dell'emigrazione sia prezioso, perché i nostri giovani vengano educati a non ascoltare alcune sirene che, invece, oggi parlano contro gli immigrati nel nostro paese.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento, procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
Il numero legale è garantito da un voto del terzo banco dell'emisfero destro.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, pregherei gentilmente i colleghi dei Gruppi, in special modo quelli che compongono la maggioranza, di garantire il numero legale, cui sarebbero tenuti.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Clement per dichiarazione di voto.



CLEMENT Gian Piero

Intervengo soltanto per ringraziare i colleghi.
Credo si possa arrivare a valorizzare una struttura di questo genere anche per motivi diversi. C'è chi guarda maggiormente il versante storico e chi quello attuale, però fare cultura, informazione e didattica su queste vicende è sempre molto importante.
Il collega Laus, che purtroppo oggi non è presente, aveva sollevato una questione in Commissione e si era impegnato a presentare un ordine del giorno relativo alla possibile istituzione di un'iniziativa - non dico simile - maggiormente legata alle problematiche del grande fenomeno dell'immigrazione, soprattutto tra gli anni Sessanta e Settanta, dei nostri concittadini, dal Sud al Nord. Purtroppo, oggi non è presente, l'ordine del giorno non c'è, probabilmente dovremmo votarlo in una seduta delle prossime settimane, anche se normalmente gli ordini del giorno vengono in qualche modo collegati alla legge in discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo per dichiarazione di voto.



LEO Giampiero

Intervengo quale uno dei firmatari del disegno di legge.
Come prima considerazione, concordo con quanto detto dal collega Clement e altri colleghi. Un'iniziativa con queste caratteristiche rappresenta un bel segnale, in particolare in questi tempi.
In secondo luogo, Presidente Gariglio, è la seconda volta che volentieri esprimo un apprezzamento circa il lavoro degli uffici per quanto riguarda le leggi presentate in Commissione e tutto quel piano statistico.
Ho visto che le leggi condivise, con presentatori di vari Gruppi, sono la minoranza ed è mia opinione personale che sono le più azzeccate, perch fanno parte di un ragionamento, di un lavoro, di un percorso.
Sono contento che si voti questa legge. Mi complimento con il primo firmatario, ma sono felice di una così vasta partecipazione di firmatari mi sembra che diamo un buon contributo nel metodo e nella sostanza.
Oggi abbiamo approvato due leggi importanti, questa e quella sulle vittime del terrorismo - ricordo ancora una volta quel libro di Sanlorenzo che andrebbe diffuso ovunque per la storia oggettiva e seria che racconta.
Sono due belle leggi, due leggi importanti, significative, emblematiche e possiamo dirlo senza retorica, di civiltà. Qualche piccolo lumino, in questo momento - non lumino in senso religioso, ma in senso anche civile al paese non fa male. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Voto con molta soddisfazione questa legge. Appartengo ad una famiglia che abitava in un paese dove appartenevamo tutti ad una stessa famiglia.
Alcuni paesani, che mio nonno considerava fortunati, sono andati in America - gli Americani erano signori - mentre noi eravamo più poveri. La mia famiglia, però, era tra le più ricche del paese perché alla domenica divideva in quattro un'arancia (mangiavo un quarto di arancia). Qualche famiglia in Piemonte non mangiava le arance alla domenica.
I nostri cugini in America erano orgogliosi di aver portato il lavoro piemontese in quel Paese. Spero che se ne ricorderanno. Si ricorderanno che i nostri piemontesi sono partiti, sono andati in America, sono stati selezionati e sono stati ammirati dagli Americani perché emigravano per lavorare. Ai nuovi emigrati che fanno la stessa cosa che hanno fatto i nostri antenati, tutta la mia ammirazione.



PRESIDENTE

Non ho più altre richieste di intervento.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Attivita' di promozione

Esame proposta di legge n. 291, inerente a "Promozione di gemellaggi tra comunità del Piemonte e comunità di Paesi esteri"


PRESIDENTE

Consiglieri, prima abbiamo soprasseduto all'esame del punto 8) all'o.d.g. la proposta di legge n. 291. Non sono presenti le relatrici, ma era un testo ampiamente condiviso, quindi propongo di esaminare ancora la proposta di legge n. 291 e la proposta di legge n. 215 e di terminare con l'argomento dei gemellaggi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Se il Presidente dice di avere il mandato dei relatori noi acconsentiamo purché, espletato quello che il Presidente ha detto, si chiudano i lavori. Non possiamo andare continuamente aggiungere provvedimenti su provvedimenti, quando le intese erano di terminare presto i nostri lavori.
Abbiamo acconsentito al passaggio di legge sulle quali ci saremmo fermati anche più diffusamente, ma da parte vostra dovete dare un limite a queste accelerazioni.



PRESIDENTE

Consigliere Casoni, non ho fatto alcuna contrattazione con le relatrici. Ovviamente, seguendo una prassi che seguo sempre quando devo inserire all'o.d.g. un provvedimento e non ci sono i relatori, mi accerto prima con coloro che rappresentano la voce della Commissione in Aula. In questo caso, entrambe le colleghe sono favorevoli che la legge venga esaminata, quindi, se non ci sono indicazioni in senso contrario procederei all'esame del punto portando avanti i nostri lavori per la seduta del prossimo Consiglio.
Passiamo dunque ad esaminare la proposta di legge n. 291, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Diamo per letta la relazione, il cui testo recita: "Illustre Presidente, Egregi Consiglieri, la presente proposta di legge oggi all'esame dell'Aula consiliare intende contribuire in modo diretto allo sviluppo delle relazioni tra i comuni del Piemonte e le comunità istituzionali di paesi esteri, attraverso il supporto delle iniziative degli enti locali dirette a favorire le relazioni di interscambio culturale, turistico, sociale. L'attività politica regionale è rivolta a favorire la riscoperta degli aspetti legati alla tradizione ed alla storia piemontese, che contribuiscono ad instaurare rapporti tra comuni piemontesi, singoli associati, e le comunità istituzionali di paesi esteri dove forte e determinante è la presenza dell'immigrazione piemontese nonché, dove esistono significativi legami sociali, culturali ed economici con la comunità locale. Con il presente provvedimento si intende, pertanto attivare investimenti promozionali in grado di sostenere iniziative che uniscono lingua e cultura, arte e storia, utili a rinsaldare e sostenere le relazioni con i numerosi cittadini di origine piemontese. L'iniziativa legislativa in esame intende, inoltre, favorire le azioni a sostegno dei gemellaggi con comunità da cui l'emigrazione verso il Piemonte è particolarmente intensa e presenta caratteri di stabilità. In molti comuni soprattutto in quelli di minori dimensioni, esistono comunità straniere che, ancorché piccole, mantengono forti legami con la propria terra di provenienza rappresentandone in maniera significativa le tradizioni che non possono essere disperse ma tutelate e conservate.
In merito al pdl 291 sono state svolte le consultazioni, unitamente alla pdl 215, presentata dalla Provincia di Cuneo, finalizzata anch'essa alla 'Promozione di gemellaggi tra comunità del Piemonte e comunità di paesi esteri'. L'VIII Commissione consiliare ha espresso voto negativo in merito alla pdl di iniziativa popolare ed ha inoltre approvato una proposta, al Consiglio regionale, di un ordine del giorno di non passaggio agli articoli della pdl 215. Questo in quanto i contenuti della stessa sono stati parzialmente ricompresi nella pdl 291.
Il testo della pdl 291, nel testo licenziato dalla Commissione, recepisce alcune delle osservazioni e proposte avanzate in sede referente e si compone di 9 articoli.
L'articolo 1 indica le finalità del provvedimento, individuate nel riconoscimento da parte della politica regionale dell'importanza sociale economica e culturale delle associazioni di comuni di Stati diversi, volte a favorire la riscoperta delle radici, le relazioni umane, commerciali culturali e turistiche, con la conseguente promozione delle iniziative degli enti locali dirette a favorire lo sviluppo dei gemellaggi tra i comuni singoli o associati del Piemonte e le comunità istituzionali dei Paesi esteri, dove è forte e determinate è la presenza dell'immigrazione piemontese, dove esistono significativi legami sociali, culturali ed economici da parte della comunità piemontese. Sono incentivati, inoltre, i gemellaggi tra comunità dove è determinante l'emigrazione verso il Piemonte.
L'articolo 2 prevede il sostegno della Regione, anche attraverso la concessione di contributi ai comuni singoli o associati del Piemonte che svolgono gemellaggi con i comuni di paesi esteri, nel rispetto dei criteri e delle modalità stabilite dalla presente proposta di legge.
Nell'articolo 3 si specifica che i compiti istituzionali relativi all'organizzazione, accoglienza, allestimento e gestione delle cerimonie del gemellaggi ancorché i relativi oneri sono completamente a carico dei comuni singoli o associati che intraprendono tale attività.
L'articolo 4 è dedicato invece all'individuazione delle finalità dell'erogazione dei contribuiti regionali, specificando che gli stessi sono finalizzati, in particolare, all'organizzazione di attività culturali connesse al gemellaggio aventi per oggetto il tema dell'emigrazione all'erogazione di borse di studio per studenti provenienti dai Comuni gemellati esteri che frequentano corsi di formazione professionale in Piemonte, nonché di borse di studio per docenti che partecipano a corsi di aggiornamento della lingua italiana e piemontese in Italia e che frequentano istituzioni scolastiche e corsi di formazione professionale.
L'ammontare del contributo è determinato in relazione all'importanza dell'iniziativa, al carattere bilatera e/o multilaterale del gemellaggio alla situazione demografica, geografica, sociale e finanziaria degli Enti locali interessati alla tipologia del Comune ed alla quantità di soggetti interessati.
L'articolo 5 dispone in merito alle procedure per la richiesta dei contributi, demandandone alla Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, la definizione dei criteri nonché delle procedure e delle modalità per la richiesta dei contributi stessi alla Regione da parte dei Comuni singoli o associati interessati all'attività di gemellaggio.
L'articolo 6 specifica che i Comuni singoli o associati, prima di dare esecuzione all'attività di gemellaggio con enti territoriali interni ad altro Stato, ne danno comunicazione alla Regione, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed al Ministero degli affari esteri, in ottemperanza a quanto disposto dall'articolo 6, comma 7, della legge 5 giugno 2003, n.
131 'Disposizioni per l'adeguamento dell'ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3'.
Gli eventuali gemellaggi realizzati anteriormente alla data di entrata in vigore del presente provvedimento trovano la propria disciplina nell'articolo 7, nel quale è specificato che i Comuni singoli o associati che hanno già realizzato attività di gemellaggio con le comunità istituzionali individuate all'articolo 1, possono accedere ai contributi erogati secondo le procedure previste dall'articolo 5.
L'articolo 8 prevede la presentazione annuale da parte della Giunta regionale alla Commissione consiliare competente di un monitoraggio sullo stato di attuazione della legge.
L'articolo 9 reca infine la norma finanziaria che prevede, per l'anno finanziario 2009, una spesa quantificata, in sede di prima applicazione, in 100.000,00 euro.
Per il biennio 2010-2011 agli onori quantificati in 500.000,00 euro annui si provvederà con le risorse finanziarie individuate secondo le modalità previste dall'articolo 8 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte) e dall'articolo 30 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (legge finanziaria per l'anno 2003).
Il gemellaggio, così disciplinato dalla proposta di legge 291, può dunque rappresentare un passo importante per instaurare la reciproca conoscenza e la promozione di attività tra enti locali ed enti istituzionali dei Paesi esteri, e può essere utilizzato per porre le basi utili a promuovere progetti più ampi, che possono investire molteplici aspetti".
Passiamo all'esame dell'articolato.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.



PRESIDENTE

Consiglieri, prendo atto che non ci sono le condizioni per continuare.
Martedì prossimo inizieremo ripetendo la votazione.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.10)



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