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Dettaglio seduta n.438 del 28/04/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.04 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.



PRESIDENTE

XXXX



PRESIDENTE

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale



PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

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Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Boeti, Bossuto, Bresso Buquicchio, Chieppa, Deambrogio, Laus, Moriconi, Motta, Pizzale, Placido Robotti, Rutallo e Valloggia.


Argomento:

b) Distribuzione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono in distribuzione i processi verbali del 15 aprile. Saranno posti in approvazione nel corso della prossima seduta consiliare.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà elencato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito il punto 2) all'o.d.g., comunico che il giorno 21 aprile sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 7 aprile 2009. Se non ci sono osservazioni, s'intendono approvati.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente. Intanto, per chiedere una verifica del numero legale, perché non mi sembra che in Aula sia garantito. Se iniziamo la seduta del Consiglio, sarebbe bene che l'Aula si presentasse, la Giunta e i Consiglieri che devono garantire...



PRESIDENTE

Consigliere Toselli, c'è una serie d'interventi sull'ordine dei lavori dopodiché procederemo immediatamente alla votazione, se lei formalizza una richiesta d'inversione, o qualsiasi altro tipo di richiesta che comporti una votazione.



TOSELLI Francesco

Chiedo che sia inserita all'o.d.g., come primo punto, una comunicazione sugli eventi alluvionali, calamitosi, che sono capitati in questi giorni...



PRESIDENTE

Collega Toselli, le chiedo scusa, ma per evitare di discutere con lei di Regolamento, se ritiene, chiedo agli Uffici di darle indicazione su come proceduralizzare una richiesta che comporti immediatamente una votazione in modo che avvenga secondo Regolamento. Come sa, una comunicazione non la iscriviamo come punto all'o.d.g.



TOSELLI Francesco

Scusi, Presidente, credo sia dovere della Presidenza garantire che in Aula vi siano i Consiglieri, al di là di procedere attraverso la votazione o meno. Credo sia solo buonsenso istituzionale. Poi, se lei vuole autonomamente verificare la presenza della maggioranza per procedere con i lavori, ritengo che questo rientri in ciò che lei deve svolgere come ruolo istituzionale; è ciò che le compete come Presidente del Consiglio.
Detto questo, visti gli eventi alluvionali, ritengo necessaria ed urgente una comunicazione dell'Assessore alla Protezione Civile, che so essere stato impegnato, nella giornata di ieri e credo anche nella nottata per verificare la situazione che si è venuta a creare nelle diverse zone del Piemonte.
Questa è la prima richiesta.
La seconda domanda - e mi avvio alla conclusione, così non intervengo più sull'ordine dei lavori - è relativa ad una mia richiesta della settimana scorsa, riguardante un'inversione all'o.d.g. per esaminare un mio ordine del giorno sulla crisi suinicola; ordine del giorno datato - mi pare novembre 2008 e più che mai attuale.
Chiedo una comunicazione dell'Assessore regionale all'agricoltura sulla questione della crisi suinicola, diventata altrettanto importante...



PRESIDENTE

Collega Toselli, la sua richiesta - come tutte le sue richieste - non è caduta nel vuoto. Me ne sono fatto carico personalmente, portandola alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, i quali - mi consenta - senza eccessivo entusiasmo non hanno obiettato affinché la iscrivessi. Infatti la trova iscritta all'o.d.g.



TOSELLI Francesco

Grazie mille, Presidente.



PRESIDENTE

Il tema dei suini mi è molto caro.



TOSELLI Francesco

Anche perché lei, essendosi maritato in un'area della Provincia di Cuneo, che è terra prevalentemente agricola, credo comprenda bene che prima o poi, anche lei deve occuparsi di queste questioni. Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono un po' di interventi sull'ordine dei lavori.
La parola al Consigliere Monteggia.



MONTEGGIA Stefano

Presidente, la ringrazio. L'intervento è sull'ordine dei lavori, per chiedere che l'Assessore Borioli relazioni in Aula riguardo al discorso delle Ferrovie.
Probabilmente sono logorroico, ma pare che sulla linea Torino-Milano saranno tolti dei treni ad Alta Velocità (i TGV che vanno a Parigi), perch in Italia non c'è un sistema che la Francia, invece, ha adottato. C'è un sistema controllo marcia treno, che, però, non è presente sui treni francesi ad Alta Velocità.
Siamo in una situazione paradossale: se saranno tolti quei treni, i pendolari che prendono il treno alle 7.14 del mattino da Novara (posso fare quest'esempio, perché è il treno che prendo io) e arrivano a Torino alle 8 per recarsi al lavoro, dovranno alzarsi verso le 6.20-6.30 per riuscire a prendere il treno regionale che arriva a Torino a quell'ora, magari anche fuori orario, perché quella linea ferroviaria presenta una forte criticità.
Le chiedo, pertanto, che l'Assessore Borioli venga a riferire all'Aula relativamente a questo problema, che considero abbastanza pesante per la linea ferroviaria Torino-Milano.
Il problema non riguarda solo la linea Torino-Milano, ma anche coloro che dovranno andare a Parigi, perché, se saranno tolti quei treni, non ci sarà più il collegamento con Parigi. Attualmente non abbiamo l'Alta Velocità; se non avremo nemmeno i treni che vanno a Parigi, la situazione diventa abbastanza paradossale e pesante per quella linea, già penalizzata dalle situazioni esistenti.



PRESIDENTE

Collega Monteggia, ho preso atto della sua richiesta e la trasmetter alla prossima Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Vorrei portare una situazione di emergenza riguardante la città di Alessandria e tutta l'asta del Tanaro.
Si parla di codice di allertamento 3, che è il massimo codice di allerta. Tutte le golene sono allagate, l'acqua sta salendo negli argini e il rischio è veramente grosso, tant'è che dopo aver chiuso le scuole sospeso i mercati, adesso si parla di evacuare l'ospedale Borsalino ed addirittura il rione Orti di Alessandria.
Il problema è veramente preoccupante. Sicuramente l'Assessore ieri sera era...



PRESIDENTE

Scusi, la interrompo solo per dire che l'Assessore Ricca mi ha comunicato, in apertura di seduta, di essere disponibile, anzi ci tiene, a renderne comunicazione al Consiglio, quindi, terminati gli interventi sull'ordine dei lavori, lascerei subito la parola, vista la gravità della situazione, all'Assessore Ricca.



CAVALLERA Ugo

L'ordine dei lavori, per quanto riguarda noi Consiglieri della zona, è quello di andare sul posto a collaborare, per quanto possiamo, perlomeno a condividere con la cittadinanza una situazione veramente critica.
Ci sarebbero delle cose da dire, ma solo dopo una comunicazione della Giunta, perché non voglio porre ora dei problemi che sono noti a tutti: rii non puliti, rii non terminati, questioni arginali da definire.
Volevo comunicare che la situazione è molto critica e prego di tener conto di questa vicenda per quanto riguarda l'ordine dei lavori, nel senso che, come Consigliere, penso anche con i colleghi provenienti da quella zona, ci orienteremo verso una presenza in loco. Naturalmente, ci sono delle questioni da dire in ordine alla situazione di manutenzione e alla situazione degli interventi infrastrutturali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Presidente, la ringrazio per la comunicazione, che le avrei chiesto di fare...



(Commenti del Consigliere Muliere)



PRESIDENTE

Consigliere Muliere, mi spiace, ma li ho segnati in ordine di presentazione.



ROSSI Oreste

Se gli Assessori fossero stati impegnati sul territorio, avrei chiesto a lei di fare una comunicazione.
Ieri sera, ad Alessandria, c'è stata una riunione; sembrava che la situazione fosse più tranquilla, visto che le due piene (quella della Bormida e quella del Tanaro) non si sarebbero accavallate, però pare che la situazione sia molto critica.
Vorremmo capire, quindi, come intende muoversi la Protezione Civile ad Alessandria, in particolare nel quartiere Orti e nelle altre zone che sono già state alluvionate nel 1994 e nel 1996.
Chiedo, poi, se l'Assessore non ritenga di fare subito un provvedimento di estensione dell'emergenza già esistente per la questione delle nevicate abbondanti, che diventando una proroga sarebbe immediata e permetterebbe comunque di utilizzare tutte quelle linee di finanziamento che non tengono conto del Patto di stabilità, quindi la possibilità per gli Enti locali di avere velocemente disponibilità economiche per intervenire.
Di conseguenza, chiedo all'Assessore se ha intenzione, in modo immediato, di prorogare l'emergenza legata alla neve, per partire subito con gli interventi e poi che cosa intende fare per uno stato che credo ormai si possa definire di calamità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Non ho altre cose da dire rispetto a quello che hanno esposto i colleghi Cavallera e Rossi.
La situazione è pesante in tutto il territorio piemontese, ad Alessandria in modo particolare, perché il Tanaro rischia di esondare in città, tant'è vero che l'ondata di piena è prevista per oggi pomeriggio. In questo momento non so se il Prefetto ha già firmato l'ordinanza di evacuazione del quartiere Orti, già colpito dall'alluvione nel '94, ma si sta ragionando appunto su questa ipotesi del quartiere Orti e di alcune vie del centro; poi c'è la questione relativa all'Ospedale Borsalino e credo dei piani bassi dell'Ospedale Civile, quindi la situazione è estremamente seria.
Avremo modo di discutere nelle prossime sedute; c'è anche una questione, a questo punto, di interventi e di risorse, e qui la materia è aperta. Dovremo capire come affrontare questa nuova emergenza dal punto di vista delle risorse che oggi naturalmente sono tutte concentrate su altre zone del nostro Paese che hanno molto più bisogno di noi, però ovviamente questo problema degli interventi da parte nostra esiste e dovremo vedere come affrontare questa situazione.
Ora, Presidente, si tratta di valutare anche di dare la possibilità ai Consiglieri della zona - come diceva il collega Cavallera - di essere presenti sul territorio, perché sarebbe sbagliato, mentre c'è un'emergenza di questo tipo, essere qui e non a fianco degli Amministratori e dei cittadini di quella zona.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
Il Consigliere Toselli ha ritirato la propria richiesta di inversione all'o.d.g.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente ai danni causati dalle recenti piogge, con particolare attenzione all'emergenza che interessa la Città di Alessandria per l'esondazione del fiume Tanaro


PRESIDENTE

Procediamo con la comunicazione richiesta. L'Assessore Ricca e l'Assessore Sibille sono disponibili.
La parola all'Assessore Ricca.



RICCA Luigi Sergio, Assessore alla protezione civile

Grazie, Presidente. Credo che in questo momento sia importante focalizzare l'attenzione sulla realtà di Alessandria e sull'onda di piena del Tanaro, prevista per oggi pomeriggio intorno alle ore 14.
Tralascio quella che è una relazione che, se necessario, presenterò più avanti, relativa all'andamento del fenomeno dal 1926-1927 ad oggi, che ha evidenziato 44 fenomeni di esondazioni e di allagamento su diversi rii e torrenti della nostra regione: 90 frane e smottamenti, oltre 92 interruzioni della rete viaria, 3 evacuazioni preventive, 3 frazioni isolate.
Voglio solo dire che, a fronte della situazione che ho appena richiamato, questa mattina la Presidente Bresso firmerà (o ha già firmato) la richiesta di emanazione dello stato di emergenza ai sensi della legge n.
225/92. Diciamo che in questo momento l'attenzione è tutta concentrata su Alessandria, in particolare sul Ponte Cittadella.
Sia io che la collega Sibille abbiamo seguito da vicino l'evolversi della situazione ieri fino a tarda notte e siamo presenti in questo momento ad Alessandria; ho sentito il Prefetto due volte questa mattina e c'è anche la presenza di un dirigente del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile.
Credo che sarà presa la decisione di evacuare le persone a monte e a valle del Ponte Cittadella a scopo precauzionale, perché è prevista un'ondata di piena con una portata che sta tra i 2.400 e i 2.500 metri cubi il secondo. C'è il timore che, se la struttura non dovesse reggere, si possa verificare un collasso di carattere strutturale e ci sono dei rischi anche per l'onda di rigurgito che si potrebbe generare. Quindi il Prefetto probabilmente assumerà questa decisione. In questo momento la situazione è comunque presidiata, monitorata; personalmente penso anche di portarmi sul posto nelle prossime ore.
L'Assessore Sibille si è recata ad Alessandria ieri ed è stata presente fino a tarda notte; la situazione stava evolvendo in termini positivi, ma col passare del tempo è aumentata la preoccupazione per la tenuta del Ponte Cittadella.
Questa è la situazione. Vi informeremo dell'evoluzione della medesima nelle prossime ore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Sibille; ne ha facoltà.



SIBILLE Bruna, Assessore alla difesa del suolo

Grazie, Presidente. Credo di non dovere aggiungere molte questioni a quelle già in maniera molto puntuale il collega Ricca ha messo in evidenza.
Siamo in presenza di una situazione che già dalle prime battute di ieri mattina, per quanto riguarda alcune aree del Piemonte, si rappresentava sotto forma di una presenza franosa molto intesa, strettamente collegata con questioni che non sono certo nuove: vi è una situazione di invilimento del terreno che risale ormai a novembre dello scorso anno e che, con le grosse nevicate e le piogge primaverili, ha creato condizioni di grande apprensione, peraltro assolutamente esplicitate dallo studio ARPA che esattamente due mesi e mezzo fa metteva in evidenza.
Di fronte a questa situazione, quali sono state le risposte? Le risposte sono state quelle di una presenza costante per quanto riguarda in particolare le quattro Province interessate, inizialmente soprattutto la Provincia di Cuneo, poi quelle di Asti, di Alessandria e di Torino, marginalmente altre, ma comunque costantemente monitorate; una presenza degli uffici del Genio Civile per verificare lo stato di portata delle frane.
La situazione, viceversa, per quanto riguarda la parte relativa agli aspetti esondativi, ha cominciato a dare qualche rilevante problematicità nel tardo pomeriggio di ieri, tant'è che verso le 19 si è deciso, di concerto con il Prefetto di Alessandria, di mettere in piedi una riunione (c'era già la sala operativa aperta), perché il nodo di Alessandria - com'è noto - presenta una serie di difficoltà, una delle quali è costituita dal Ponte Cittadella cui faceva riferimento in precedenza il collega Ricca.
Sulla base di ciò è stata richiesta anche la presenza della Protezione Civile Nazionale, che è arrivata attraverso la presenza del dottor Menduni giunto ieri sera in tarda serata. Per quanto riguarda i tecnici, hanno presenziato l'intera notte; la sottoscritta è stata presente, insieme anche ad alcuni Consiglieri, fino a tarda serata durante la riunione.
Devo dire che l'andamento dava letture che, mano a mano, avevano indicazioni di carattere diverso, ma così è. Ciò dipende dalla concomitanza tra il deflusso delle acque dei diversi fiumi.
Questa mattina, allo stato anche di una situazione che indubitabilmente denota degli elementi di apprensione, si è valutato di evacuare un'area nella zona in prossimità del ponte Cittadella. Un'area molto grande. Ieri sera si era già predisposta la chiusura delle scuole e dei mercati per eliminare il maggior numero di circolazione all'interno dell'area di Alessandria.
Questo aspetto è monitorato dai tecnici presenti sul territorio; vi è un continuo raccordo tra il lavoro che viene effettuato da ARPA, che fornisce, mano a mano, i dati su cui i tecnici di AIPO, della Provincia del Comune e della Regione stanno predisponendo un lavoro di sintesi per.
Questo è, in buona sostanza, l'intervento che viene fatto mentre contemporaneamente, sulle altre zone nelle quali l'emergenza acqua è passata, vi è l'esame dettagliato di tutti i punti in cui sono presenti elementi di frana.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ricca, per un'ulteriore precisazione.



RICCA Luigi Sergio, Assessore alla protezione civile

Volevo precisare al Consigliere Rossi che non è possibile chiedere una proroga dell'emergenza neve del 2008. L'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri è circoscritta, puntuale e precisa e non possiamo pensare di estendere e di attingere a risorse - che, peraltro, sono state elargite in modo molto limitato anche rispetto alle esigenze dell'emergenza neve del dicembre scorso - per questo evento. È meglio non diffondere messaggi non corretti. Non è possibile, in questo momento, pensare ad un'estensione automatica di uno stato di emergenza che deve essere riconosciuto, invece, per questo evento specifico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Ringrazio gli Assessori per le loro comunicazioni. Ovviamente, quando si è in emergenza, si deve puntare solamente a contribuire a che le cose vadano nel migliore dei modi. Mi aspettavo che la richiesta dello stato di emergenza fosse stata dichiarata ieri, ma mi risultava che la Presidente ieri fosse all'estero.



SIBILLE Bruna, Assessore alla difesa del suolo (fuori microfono)

La Presidente era all'estero, ma è tornata ieri per firmare.



CAVALLERA Ugo

L'emergenza l'ha dichiarata la Regione stessa. Quando si emette un bollettino con il codice 3 penso che riguardi tutta l'asta di un fiume da Alba fino ad Alessandria, peggio di così non so cosa ci possa essere. Tutte le golene sono allagate.
Vorrei dare un contributo sottolineando alcuni punti che ho avuto modo di osservare ieri sera.
Punto primo. L'Assessore sa benissimo che noi abbiamo il massimo del rischio e del reticolo idrografico in Piemonte, ma l'AIPO, purtroppo, ha il personale a valle del Piemonte. Il personale dell'AIPO del Piemonte è un'eredità negativa dal MagisPo, è assolutamente insufficiente. Ero presente alle telefonate al buon ingegner Condorelli dal Cuneese dall'Astigiano, dal Vercellese. Credo che veramente si debba aumentare questa presenza. L'Assessore Sibille è Presidente dell'AIPO e ha la delega relativa alla difesa del suolo regionale, lo dico perché è una questione impellente. Nel momento in cui dovessero cedere gli operatori, è chiaro che il sistema di supporto tecnico e l'emergenza rischiano di essere messa in discussione.
L'altro punto è che il territorio in quell'area è preso in una tenaglia. Da un lato c'è il rischio dell'acqua che scorre lungo il fiume per fortuna dentro gli argini, allagando le golene; dall'altro c'è il rischio che le acque dei rii di pianura, quelli superficiali, i cui nomi sono tristemente noti dai tempi delle precedenti alluvioni (Rio Loreto di San Michele, Rio Rottaldo di Occimiano, Rio Grana della zona Giarole) invadano il nostro territorio.
A questo punto ci sono delle opere incompiute, Assessore. È stato fatto un grandissimo lavoro, spendendo centinaia di miliardi di vecchie lire, ma per il Rio Loreto deve essere ancora realizzata l'opera di innesto nel fiume Tanaro con le paratoie e le idrovore da usare in caso di emergenza.
un lavoro che costa una cifra non enorme rispetto a tutto l'investimento fatto per la difesa idraulica della città di Alessandria, ma questo bisogna, comunque, metterlo in cantiere.
Per quanto riguarda il problema delle risorse, faccio presente che purtroppo, chi è ubicato in zona depressa dal lato dell'altitudine o, come ieri a San Michele, gente che vive a fianco del Rio Loreto e si difende con i sacchetti di sabbia e...



PRESIDENTE

Vi chiedo scusa, Consiglieri, si sta parlando di un rischio di alluvione che tocca una parte importante del nostro territorio. Capisco che questo può non interessare a tutti, tuttavia pregherei coloro che non sono interessati di accomodarsi fuori.



CAVALLERA Ugo

Concludo facendo presente che, nella graduazione degli interventi, è chiaro ci sono comuni che vengono fuori con le ossa rotte dagli eventi alluvionali invernali. Ad Occimiano, zona industriale tra Alessandria e Casale, le stesse fabbriche che sono andate a bagno la precedente volta sono andate a bagno anche questa volta.
L'effettiva alluvione, l'effettiva sommersione dovrebbe essere, a mio avviso, un indice per intervenire verso i Comuni, verso le infrastrutture verso le opere di difesa, ma anche in parte verso i privati di concerto con l'Assessorato alle Attività produttive della nostra Regione che indubbiamente, è rivolto all'innovazione e all'internazionalizzazione.
Tuttavia, qualche volta guardiamo anche per terra, guardiamo ai corsi d'acqua, ai problemi di tutti i giorni, altrimenti le imprese danneggiate da questi eventi rischiano di smettere, perché non hanno più quel minimo di sicurezza per svolgere l'attività e portare avanti anche tutte quelle innovazioni e quei rilanci che sono giustamente all'interno dei nostri programmi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Ringrazio le relazioni degli Assessori competenti che, ahimè, ancora una volta, si trovano a gestire un'emergenza. Tra un'emergenza e l'altra non hanno elementi per gestire l'ordinaria amministrazione. Che il clima sia cambiato, credo sia assolutamente chiaro a tutti, indi per cui bisogna prevedere risorse cospicue nei bilanci dello Stato, delle Regioni e delle Province per affrontare momenti di emergenza che inizierei a chiamare purtroppo, drammaticamente, di ordinaria amministrazione visto che non capitano una tantum, ma sovente.
Le richieste che pervengono dalle Province per i danni alluvionali e calamitosi sono ingenti e in perenne aumento. Quando non mettiamo in sicurezza i fiumi con le difese spondali e l'acqua esonda, noi abbiamo danni non solo alle infrastrutture, oltre alla beffa e alla pericolosità nella quale mettiamo i nostri cittadini piemontesi, ma abbiamo anche danni eventuali alle imprese indi per cui, a tot milioni di euro se ne aggiungono altri.
Bisogna che il Consiglio regionale decida come porsi, anche rispettivamente allo Stato, al fine di verificare tutte le opportunità da mettere in campo in occasioni come queste. L'Assessore e il Consigliere regionale Cavallera hanno assolutamente ragione quando parlano dell'AIPO.
In questi momenti si sente la lontananza dell'AIPO e la "inefficienza" intesa come mancanza di uomini e di risorse, nella gestione di eventi del genere. Sentiamo l'AIPO sempre molto lontano.
Bisognerebbe prevedere, forse, un distaccamento della sede anche in Piemonte remunerando gli eventi che sono capitati in questi anni, i danni subiti dal nostro territorio e forse si comprenderebbe che una presenza costante sarebbe molto più utile anche in una riverifica della programmazione delle difese spondali del nostro Piemonte, che dal punto di vista morfologico è cambiato nel corso dei tempi.
Abbiamo un clima diverso rispetto a decenni di anni fa e un territorio che, sostanzialmente, è cambiato e che si è anche plasmato. Sarà stata colpa dell'uomo, degli eventi alluvionali che si sono succeduti nel tempo colpa di chi si vuole, ma noi amministratori, oggi, ci ritroviamo di fronte ad eventi che, ovviamente dopo 72 ore di pioggia, creano i danni che tutti quanti abbiamo sotto gli occhi. Aggiungiamo anche le buche sulle, con i relativi danni alle macchine e la pericolosità per gli automobilisti. Tutto questo perché il manto stradale viene fatto con il bitume di prima qualità quando le buche vengono ripristinate nelle nostre comunità, oppure quale bitume viene usato e, quindi, quante spese maggiori, visto che le piogge sono soventi e la buche vanno sempre riempite? Questi sono ulteriori disagi che noi creiamo successivamente ai nostri cittadini, in questo caso agli automobilisti.
Mi avvio alla conclusione ricordando a noi tutti che abbiamo diversi Comuni piemontesi che non hanno adeguato il proprio strumento urbanistico il PAI. Sono ad oggi il 34% e il PAI serve per limitare il rischio idrogeologico. Un quinto di questi Comuni non ha neanche fatto gli studi preliminari. Siccome il Piemonte è a bagno, chiedere di valutare anche l'opportunità di stare maggiormente vicino (questa è una provocazione) ai Comuni virtuosi, a quelli che, almeno, si sono preoccupati del loro territorio. Nel senso che hanno adeguato il proprio strumento urbanistico al PAI. Ciò vuol dire che hanno avuto la giusta, necessaria sensibilità almeno per mettere in atto quelle norme cui erano stati chiamati precedentemente.
Chiedo, quindi, la cortesia di avere l'elenco del 34% dei Comuni piemontesi che io chiamo virtuosi, perché perlomeno si sono adeguati alle norme. Quindi, quelle poche o tante risorse verifichiamo anche dove indirizzarle e cerchiamo di spronare gli altri amministratori ad adeguare il proprio strumento urbanistico. Certamente lo dovrebbero fare loro, ma noi pungoliamoli, così li mettiamo nelle condizioni di essere guardati dalla Giunta e dal Consiglio con la giusta sensibilità rispetto all'indirizzare risorse quando vi sono eventi calamitosi.
tanto facile, chiedere e dire "io, Sindaco di questo Comune, ho avuto un sacco di danni, quindi mi arrabbio con Provincia, Regione, Stato e chicchessia". Ma lo ha adeguato lo strumento urbanistico? No. Allora lo adegua e poi apre la bocca.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Innanzitutto, devo ringraziare l'Assessore Sibille perché ieri sera e stanotte è stata ad Alessandria (ci siamo visti all'incontro) e ha dato tutta la sua disponibilità.
Quello che però le devo dire, Presidente, che passato questo (senza ulteriori gravi danni) evento alluvionale, dobbiamo cominciare a ragionare come Consiglio regionale su come debba essere organizzata la rete degli interventi e dell'informativa sul nostro territorio.
Credo che glielo possa dire il collega Cavallera, l'Assessore Sibille e le altre persone che erano presenti lì, compreso il Presidente della Provincia di Alessandria e ora Presidente della Provincia di Asti. Ieri sera abbiamo rasentato il ridicolo. Sentire che persone che, come lavoro fanno solo quello, si devono occupare dell'assetto idrogeologico del territorio, dei livelli dei fiumi, non sono in grado di dirci dopo quanto tempo sarebbe arrivata la piena... Uno diceva che ci volevano tre ore, un altro sei e un altro ancora forse domani pomeriggio.
Lei capisce, Presidente, che se l'avessimo fatto noi e ci fossimo messi a guardare, in qualunque altra piena si calcolavano i tempi in maniera da poterlo sapere per la volta successiva; mezz'ora più mezz'ora meno parliamo di 50 chilometri tra Asti e Alessandria. Fatto una volta il conto e fatto un'altra volta il controllo, lo si sa per sempre. Lei capisce che essere lì, con i giornalisti presenti, che mi auguro non lo scrivano, e vedere che nessuno sapeva dopo quanto tempo sarebbe arrivata la piena, se arrivava prima quella del Tanaro o della Bormida, se ce n'era una e poteva arrivare l'altra, se l'acqua usciva o meno, è preoccupante! È veramente preoccupante e io mi spavento se non sono in grado di fornire al Prefetto questi dati. È allucinante! Ieri mi sono vergognato, perché non erano in grado di dire dopo quante ore sarebbe arrivata la piena! Detto questo, vi dico anche un'altra cosa. Bisognerebbe prendere in mano un'altra situazione che, in questo caso, il Comune ha cercato di risolvere, e cioè l'abbattimento del Ponte Cittadella di Alessandria. Caro Presidente, ci auguriamo che non succeda, ma tutti gli studi dicono che quel ponte è pericoloso. Oltre una certa portata, lì sotto l'acqua non passa, perché le arcate sono troppo strette, ma, nonostante la devastazione del '94, ad oggi il Ponte Cittadella è lì perché non si riesce ad ottenere dai Ministeri competenti l'autorizzazione ad abbatterlo e noi dobbiamo tenere la città di Alessandria con almeno il 30% della popolazione, circa 20.000 abitanti, sotto la spada di Damocle del Ponte Cittadella, che risale al 1800, non è un reperto archeologico di inestimabile valore e ogni volta che piove viene chiuso! Oggi possiamo dire che forse, se va bene, siamo fortunati, perché se non va bene che quel ponte non tiene alla piena e cade, anche perché i suoi piloni sono costruiti su palafitta modello Venezia e poggiano su un basamento di tronchi di legno. Il rischio qual è? Se arriva un'onda di piena violenta, i piloni vengono giù provocando dieci metri di sbarramento il che significa che l'acqua si trova a doversi alzare almeno di sei-sette metri, con il rischio di far fuori un terzo della città di Alessandria.
Voi capite che questo significa spaventare continuamente la gente ogni volta che piove un po' troppo, anche se poi chiudono il ponte (quest'anno è successo quattro volte). Tutta la gente evacua sempre d'ufficio il piano terra e la porta al piano sopra. Naturalmente chi può, chi non può va a casa di un parente. Adesso, forse, pare che evacuino l'intera area, quindi spostano qualcosa come 15-20.000 abitanti con famiglia a seguito. Se non viene fatta quell'ordinanza, colleghi, vi rendete conto che ci troveremo la gente in piazza con il forcone? Non è possibile che dal 1994 al 2009, per negligenze di chi deve dire "abbattetelo", rischiamo veramente un'altra alluvione con dei danni folli come sono stati folli i danni del '94? Presidente, lasciamo perdere tutto quello che è stato prima e vediamo tutto quello che si può fare. Speriamo che gli orti non siano da evacuare speriamo che il ponte tenga di nuovo e che non esca ulteriore acqua. Ma dopo, Presidente, prenda per le briglie questi signori che si dovrebbero occupare di questi fatti e li metta di fronte alla loro responsabilità. Li convochi in Commissione e, con la Giunta presente, chiediamo loro perché in tanti anni non hanno firmato l'autorizzazione che quel ponte è veramente pericoloso. Se è di così grande valore, lo si smonta e lo si ricostruisce.
Lo hanno fatto con le piramidi! Ci dicano che quello è un pezzo che non si può perdere, lo si smonta in estate e lo si ricostruisce. Lo hanno fatto con le piramidi e lo possiamo fare con il Ponte Cittadella. Nel caso in cui, invece, sia semplicemente un mucchio di mattoni, lo si elimina ed evitiamo a 10.000, 12.000 o 15.000 persone di vivere nella paura ogni volta che piove.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "Figlie della Carità" di Montanaro (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e agli allievi della Scuola elementare "Figlie della Carità" di Montanaro in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Siete capitati in una fase di fibrillazione: alcuni Consiglieri hanno infatti chiesto delle comunicazioni alla Giunta regionale in merito al pericolo di alluvioni che sta toccando, in particolare, la Provincia di Alessandria.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente ai danni causati dalle recenti piogge, con particolare attenzione all'emergenza che interessa la Città di Alessandria per l'esondazione del fiume Tanaro (seguito)


PRESIDENTE

In merito alle comunicazioni della Giunta regionale, ha chiesto la parola il Consigliere Ferraris; ne ha facoltà.



FERRARIS Giorgio

Grazie, Presidente.
Intanto, vorrei dare atto agli Assessori di aver fatto tutto quanto fosse nelle loro possibilità e di essersi mossi tempestivamente: credo che questo aspetto sia unanimemente riconosciuto.
Volevo altresì sottolineare due aspetti: innanzitutto la tenuta e la positività degli interventi svolti in passato in alcune aree interessate dai precedenti eventi alluvionali; penso, ad esempio, all'asta alta del Tanaro, dove i lavori svolti hanno impedito danni eccessivi.
tuttavia emerso un enorme problema, e credo che tanti Consiglieri regionali ne siano a conoscenza perché informati dai Sindaci, soprattutto quelli dei Comuni montani e collinari: mi riferisco, sostanzialmente, alle frane che si sono riversate sulle strade comunali.
Oggi i Sindaci si trovano in grande imbarazzo, perché quanto è successo imporrebbe a tantissimi Comuni di compiere numerosi interventi, emanando le relative ordinanze, che però non possono fare perché privi delle coperture finanziarie.
Purtroppo, a seguito degli interventi di questo inverno per lo sgombro neve, aggiunti ai primi danni emersi dopo lo scioglimento della neve, le finanze dei Comuni collinari e montani si trovano in una situazione di emergenza.
Personalmente, ho ricevuto parecchie telefonate da parte dei Sindaci che lamentavano di avere alcune strade di frazioni chiuse, che mi chiedevano: "Dovrei intervenire, ma come faccio? Non ci sono soldi a bilancio; chi me li paga?". È chiaro che poi telefoneranno ai Geni Civili ma la difficoltà che sta emergendo è senz'altro grave. Mi risulta che vi siano Comuni con cinque o sei strade di frazioni chiuse, che non sanno sinceramente come intervenire, salvo togliere la terra dalla strada. Ma a parte quello, non sono in grado di fare alcun intervento di messa in sicurezza o di consolidamento delle strade comunali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Sibille per un supplemento di comunicazione; ne ha facoltà.



SIBILLE Bruna, Assessore alla difesa del suolo

Credo che vi siano alcune questioni che necessitano qualche precisazione. Partirei proprio dall'ultimo intervento, quello del Consigliere Ferraris.
Quella evidenziata dal collega era la prima delle emergenze emerse, ed è quella che ci caratterizzerà ancora nelle prossime ore. La questione delle frane, infatti, è un problema enorme, che ha difficoltà ad essere affrontato tanto dai piccoli Comuni, quanto dalle Province.
Badate che Province grandi, come quella di Cuneo, con strutture finanziarie anche consistenti, sono ormai fuori di svariati milioni e non sono in grado di far fronte ai pagamenti di questi danni. Mi risulta che vi siano aziende che, a fronte di una richieste di intervento, hanno chiesto chi avrebbe pagato, perché sono eccessivamente fuori di somme da parte degli Enti.
Credo che questo sia il primo dei problemi che dovrà essere affrontato domani mattina. Terminata la grande emergenza a cui faceva riferimento il collega Rossi, credo che emerga la necessità di mettere insieme un ragionamento per chiedere al Governo di adempiere agli impegni assunti relativamente all'alluvione del maggio 2008, alle nevicate del 2008 e all'attuale situazione, dal momento che ieri sera, con grande tempestività è arrivato il dottor Menduni a significare che siamo in presenza di evento di tipo C sulla nostra regione, rispetto ai dati che abbiamo.
In questo senso e con queste dimensioni, sia per maggio dell'anno scorso, sia per la neve, sia rispetto ai danni di questi giorni, non rientriamo nell'ambito di un intervento a scala regionale. Infatti, ciò che poteva essere inserito su scala regionale, in queste settimane è stato fatto - lo sanno i Comuni - attraverso la legge n. 38, grazie anche ad interventi che erano stati fatti in approvazione di bilancio; abbiamo destinato il 100% del destinabile su questi interventi, ma sono poca cosa.
stato fatto un primo elenco relativamente alla legge n. 18, che, in gran parte, è servito per coprire questi tipi di interventi; un secondo è in via di predisposizione, ma anche qui siamo nell'ambito di una "goccia" in un vaso.
un problema urgente e grave che si sta rivelando molto problematico soprattutto nella zona di Alessandria.
Per correttezza, devo fornire due informazioni assolutamente necessarie. La prima è rivolta al Consigliere Toselli, relativamente all'AIPO.
Credo che sia ingiusto dire che l'AIPO sia lontana, perché la stessa ha una sua presenza (in Regione Piemonte) ad Alessandria e a Torino.
Ha una presenza significativa, costante e continua sui corsi d'acqua garantita sin dal primo momento in cui è scattata l'emergenza.
Detto questo, il fatto che vi sia un numero di dipendenti limitato e sproporzionato rispetto ad altre Regioni, è una questione legata purtroppo, a fatti non nobili che hanno riguardato in passato gli uffici AIPO della nostra Regione. A tal riguardo, cercheremo di compensare con nuove assunzioni, sebbene sia estremamente complicato rispetto ad atti che è giusto che siano portati a conoscenza di tutti.
In secondo luogo, vorrei rispondere al Consigliere Rossi in merito alla non certezza dei dati. Purtroppo, è proprio così: quando si esaminano gli andamenti di piena, talvolta la concomitanza di una piena ha effetti totalmente diversi (a volte anche solo di poche ore) rispetto a quelli preventivati, in termini di tempi di passaggio di un colmo di piena rispetto all'altro. Ed è proprio quello che caratterizzava la discussione di ieri sera. Alessandria è un nodo complesso, ma normalmente non vede mai tutti e tre i fiumi con colmi di piena di livello più elevato (per la verità sono quattro, ma i tre di cui si parlava ieri sera sono il Belbo, il Tanaro e il Bormida). Se il Bormida avesse avuto tempi di transito di sei ore in anticipo rispetto al Tanaro, così come appariva in un primo momento vi erano reali possibilità di poter gestire il passaggio del fiume. Invece nel corso delle ore notturne si è capito che questo poteva non succedere tutto ciò ha messo ovviamente i tecnici in stato di allerta. Pertanto piuttosto che correre dei rischi, è stato meglio evacuare anche un'intera zona, con tutti i rischi e le difficoltà del caso.
Rispetto al 1994, credo che molto lavoro sia stato fatto dal punto di vista della prevenzione. Certo i cittadini non hanno piacere di evacuare le loro case in momenti come questi, ma sarebbe senz'altro peggio se, non avvertiti, l'acqua fosse entrata direttamente nelle loro abitazioni.
Credo, quindi, che qualche disagio e qualche apprensione in più sia ripagata dal fatto di avere qualche danno in meno, in termini di vittime.
In merito al Ponte Cittadella, non dobbiamo nasconderci che su questa problematica si sono confrontate Amministrazioni, schieramenti e problematiche diverse.
L'indirizzo su cui ci siamo espressi in maniera molto chiara è quello rivolto all'abbattimento. Credo anche che sia giusto che, a bocce ferme con il contatto che abbiamo avuto nelle scorse settimane con la Protezione Civile, possano essere presi provvedimenti del caso, che possono essere presi solo dal Comune di Alessandria.
Devo anche dire che noi possiamo dare tutte le indicazioni, tutti i suggerimenti, tutti i supporti tecnici e attivarci perché insieme troviamo i fondi per sostituire questo ponte con un altro, ma in ultima analisi la responsabilità rispetto a questa decisione spetta al Sindaco di Alessandria.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Mi scuso per non essere arrivata all'inizio della discussione, ma abbiamo deciso di farla in data odierna, per integrare la lettera con gli elementi che ormai avevamo, perché ieri sera era stato impossibile firmare materialmente la lettera (si è persa nei meandri burocratici) e quando poi, l'ho firmata, non si è riusciti a protocollarla; in questi casi, è bene che il protocollo corrisponda al momento esatto della firma, quindi l'abbiamo rifatta e protocollata in data odierna.
Inoltre, ho consegnato al Presidente la copia della dichiarazione dello stato di emergenza.
Vorrei fare un'osservazione: l'emergenza è stata illustrata dagli Assessori Ricca e Sibille, e credo sia chiara. Stiamo vivendo e vivremo una primavera a grandissimo rischio, perché l'accumulo di neve in montagna, le piogge che hanno preceduto la neve e che l'hanno seguita in queste settimane hanno provocato un "invilimento" delle nostre montagne e colline che, man mano che la temperatura sale, sta provocando frane dappertutto.
Tra l'altro, sono arrivata in ritardo anche perché è franato un tratto della strada di Superga, che è dunque interrotta.
Notizie di frane giungono da tutte le parti, come c'era da attendersi: dopo le nevicate invernali sapevamo già che la primavera sarebbe stato il momento più pericoloso.
Credo, però, che insieme al Governo, l'AIPO e l'Autorità di Bacino, le Regioni del bacino del Po debbano fare un ragionamento strutturale. Come sapete, non esistono risorse ordinarie di funzionamento che consentano di programmare e realizzare gli interventi di sistemazione idraulica di un bacino della complessità di quella del Po. Non tutto è fattibile insieme quindi, è del tutto evidente che anche avendo a disposizione le risorse, ci sono delle priorità e si devono stabilire, però occorre poter lavorare e programmare, perché oggi le conoscenze ci sono tutte: è stato fatto il Piano di bacino, il Piano fasce, sono stati modificati i Piani regolatori ci sono tutte le istruttorie regolarmente autorizzate per la rilocalizzazione delle imprese collocate negli alvei in situazione a rischio. Ma la legge, che prevedeva gli stanziamenti per le rilocalizzazioni, che comporta un'addizionale imposta sui conti correnti dei cittadini di tutto questo Paese, non ha mai visto messa a disposizione né una lira prima e neanche un euro poi di questo prelievo; quindi abbiamo le aziende bloccate che attendono di rilocalizzarsi, anche se l'istruttoria è già completata. Né i due governi precedenti (il secondo Berlusconi e il secondo Prodi) né il terzo Berlusconi hanno messo a disposizione un euro di quelle risorse.
In secondo luogo, come dicevo, non esistono risorse correnti ordinarie adeguate all'intervento sul bacino del Po e, per quanto ci riguarda, sul bacino piemontese, che è la parte che presenta maggiori difficoltà, per ragioni orografiche evidenti.
Credo che dovremmo elaborare una proposta che valuteremo se proporre al Consiglio con un ordine del giorno; certamente lo faremo come Giunta: una proposta che individui una fonte fiscale o parafiscale di risorsa permanente destinata agli interventi idraulici sul bacino. Altrimenti, ogni volta gli eventi, come quello alluvionale dello scorso anno, mettono in evidenza esigenze urgentissime, che erano già note ma che da quell'evento vengono ulteriormente aggravate. Ricordo l'intervento per mettere in salvaguardia Savigliano; ricordo le casse di espansione in Valle di Susa o sulla Dora, che possono mettere in sicurezza Torino (tutto è sempre relativo, naturalmente). Torino è a rischio continuo, come Savigliano, come Alessandria, per le ragioni che l'Assessore ricordava, così come sono a rischio moltissime aree del nostro territorio.
Questi interventi, alcuni di ripristino, altri di evidente emergenza a seguito di quell'evento che ha individuato punti di difficoltà ulteriori non sono fattibili, perché non ci sono risorse sulle quali si possa contare. L'AIPO e la Regione non hanno risorse ordinarie che consentano di effettuare interventi: per avere risorse bisogna avere una fonte. Poich oramai siamo in epoca di federalismo fiscale, la fonte non potrà che essere una fonte fiscale o parafiscale - per capirci - analoga a quelle che stanno consentendo alle Comunità montane di fare una serie di piccoli interventi utilizzando il sovrapprezzo della tariffa dell'acqua, che è l'unica risorsa ordinaria di manutenzione idraulica che esista in questo Paese, attraverso una legge regionale. È chiaro però che si tratta di interventi minuti mentre in questo caso occorrono risorse adeguate a fare interventi maggiori.
Quindi, poiché non si può andare avanti sperando sempre che scatti soltanto la solidarietà nazionale, perché la quantità di eventi che ci troviamo a dover affrontare nel nostro Paese con il cambiamento climatico sarà sempre maggiore, vi sarà una sorta di guerra fra poveri per strapparsi le risorse, perché un'alluvione ne cancella un'altra, un incendio fa dimenticare l'alluvione, il terremoto fa dimenticare l'incendio e, alla fine, gli interventi non si riescono mai a fare.
Credo quindi che, almeno per ciò che è più prevedibile (i terremoti sono meno prevedibili), come ad esempio alle piogge torrenziali, debbano essere destinate delle risorse ordinarie che ci consentano di fare quegli interventi ormai conosciuti, ma che non sono realizzabili perché richiedono risorse ingenti. Nella maggior parte dei casi, si tratta di cifre che i Comuni non sono in grado di coprire, che le Province non sono in grado di coprire con in propri bilanci, in particolare le Province con pochi abitanti e territorio esteso (pensate all'estensione del VCO). La Regione da sola, non può sopperirvi. Pensate ai 400 milioni dell'emergenza neve: le nostre finanze non consentono un intervento di quel genere.
Come dicevo, la situazione è molto delicata. Attraverso questa dichiarazione, chiederemo che lo Stato dia un aiuto nella situazione di emergenza in cui ci troviamo, per affrontare alcune situazioni puntuali anche molto gravi. Tuttavia, ribadisco che si deve trovare un accordo, che io vedo solo di tipo fiscale o parafiscale, per avere risorse ordinarie che consentano di programmare gli interventi, oggi noti in larga parte.
Purtroppo, gli studi vengono meglio chiariti dagli eventi. Gli studi danno uno spettro di possibili rischi, ma sono gli eventi che poi mettono in evidenza quali sono i punti effettivamente più complessi sui quali occorre intervenire.
Dovremo riflettere su queste cose, ed è mia intenzione chiedere al Governo - che la presiede - di convocare l'Autorità di Bacino. Da troppo tempo l'Autorità di Bacino del Po, visto che non ci sono state alluvioni disastrose, è di fatto depotenziata e non è più quello strumento di promozione, di programmazione e di reperimento di risorse che in alcuni anni ci ha consentito di fare interventi importanti che si sono rivelati molto preziosi: in tutti i luoghi dove sono stati fatti gli interventi, la situazione è stata messa in sicurezza.
Occorre tornare ad una stagione di interesse e di volontà d'investimento nel bacino del Po, perché è la risorsa più preziosa che abbiamo al Nord; risorsa sulla quale occorre assolutamente intervenire.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Solo pochi secondi per segnalare, oltre ai temi che sono già stati toccati finora e che sono stati oggetto di comunicazioni esaurienti e complete, il tema dell'ospedale Borsalino, sul quale mi piacerebbe essere informato se nel corso della giornata intervengono cambiamenti.
Ho ricevuto un messaggio da un paziente dell'ospedale che mi dice che stanno spostando i malati ai piani superiori.
Mi sembra di capire che questa volta ci sia un coordinamento e ci sia un'attenzione, nel senso che tutti sanno esattamente che cosa fare. E così mi risulta che sia anche lì.
Sarebbe però bene che noi Consiglieri, nel corso della giornata e dei giorni successivi, fossimo celermente messi nella condizione di capire se la cosa evolve favorevolmente, e quindi passa questo momento difficile oppure se sia necessario adottare interventi e strategie per fronteggiare un'emergenza ancora più grave.
Intanto, me lo dicono dall'ospedale, il fatto che tutti sappiano che cosa fare segna quanto meno un piccolo ma importante passo avanti, rispetto ad altri momenti in cui invece neanche questo aspetto era garantito.
Però chiederei su questo se fosse possibile saperne di più.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Intervengo brevemente sulle comunicazioni.
Credo che alcune riflessioni che ha fatto la Presidente siano anche condivisibili, ma è opportuno fare alcune puntualizzazioni.
evidente che, nel momento in cui c'è una difficoltà o un pericolo reale, anche l'evacuazione di alcuni quartieri è uno strumento che diventa purtroppo necessario.
Diventa difficile però fare comprendere ad alcuni cittadini che hanno già vissuto la stessa situazione drammaticamente nel 1994, e meno drammaticamente solo da un punto di vista delle vite umane perse nel 2000 e negli anni a seguire, che a 15 anni dall'alluvione che ha provocato più morti all'interno della nostra Regione, vi siano ancora situazioni simili.
Molte cose sono state fatte; uno fra tutti è l'aspetto legato alla capacità di intervento della Protezione Civile e dei singoli cittadini piemontesi. Gran parte delle morti del 1994, in realtà, derivarono proprio da questo, cioè da una distanza dell'alluvione precedente di molti decenni che aveva disabituato gli stessi soggetti che dovevano non solo allertare ma creare situazioni di sicurezza, dalla Prefettura a scendere, per operare in modo adeguato.
Però credo che sia necessario fare alcune considerazioni su quelli che sono gli aspetti delle istituzioni, perché questo è determinante.
vero che oggi, a 15 anni di distanza, abbiamo una progettazione su tutte quelle che sono le aste fluviali del Po, che ci consente di sapere cosa andrebbe fatto. Una parte dei lavori, in realtà, sono stati eseguiti o una buona parte. Penso a quelli della Provincia di Torino, quelli sulle aste più importanti.
altrettanto vero che viviamo da una parte la mancanza di fondi e dall'altra parte molto spesso la prevenzione non è certo il migliore investimento anche di carattere elettorale. Lo abbiamo visto in molte altre istituzioni; non è una critica che pongo a questa Giunta.
Non sono certo i soldi che fanno; ad esempio, una rotonda dà molto più ritorno piuttosto che un intervento di arginamento idrogeologico o altri aspetti simili. Però questo è un dato di fatto, tant'è che lo vediamo quando in una situazione successiva ad un'alluvione, con la decretazione della situazione di emergenza, i Sindaci utilizzano i poteri dei commissari è il caso del 16 maggio - che la Presidente conferisce loro per fare tutta una serie di lavori che altrimenti gli stessi Sindaci saprebbero bene che verrebbero fatti molti e molti mesi dopo.
Su questo credo che ci si debba interrogare e fare anche una valutazione, che faceva correttamente la Presidente, relativamente ai fondi.
Vale per la neve e vale per le alluvioni - evidentemente non quando hanno delle dimensioni tali per cui sono davvero un'emergenza nazionale ma le Regioni, e in questo caso la Regione Piemonte, così come le Province dovrebbero avere dei fondi con cui poter fare interventi continuativi relativamente a quelli che sono i problemi di assetto idrogeologico.
Credo che non sia pensabile che ogni qualvolta accade una nevicata eccezionale o una pioggia eccezionale si possa unicamente ricorrere alla richiesta di fondi governativi.
Poi potremmo dire che nel bilancio di quest'anno, salvo modifiche, i fondi stanziati sono di sette milioni di euro inferiori a quelli dell'anno precedente, che nonostante il nostro bilancio sia stato votato a fine dicembre, cioè quando le nevicate erano già palesemente superiori alla normalità, non sono stati stanziati fondi maggiori e che ancora nel collegato alla finanziaria che stiamo votando, pur avendo delle modifiche anche in termini di bilancio, non vi sono su questo tema delle modifiche.
Sarà pur vero che potremo arrivare ad un'autonomia finanziaria anche da questo punto di vista con il federalismo fiscale o ricorrendo alla fiscalità generale, ma crediamo che è altrettanto vero che nelle pieghe del bilancio sarebbe recuperabile una parte importante di fondi non vincolati da destinare a queste finalità piuttosto che ad altre.
Così come, e concludo, è bene poi conoscere quali sono le differenti realtà: le esondazioni nelle parti di pianura e gli eventi franosi nelle parti montane.
Inoltre, vi è un ulteriore aspetto che diventa determinante anche per quelle che sono le spese della Regione e, a caduta, le spese della Provincia, nonostante sia un aspetto già previsto da legge: quello della verifica dei lavori.
Anche in questo caso non voglio farne una questione di parte politica ma ogni tanto diventa davvero insopportabile per i cittadini, ma anche per le istituzioni, verificare che a fronte di lavori fatti nella primavera scorsa, nonostante le abbondanti precipitazioni nevose o le abbondanti piogge, strade rifatte sei mesi fa oggi siano in una situazione di assoluta impraticabilità.
Credo che su questo varrà la pena svolgere una riflessione, che non sia solo - l'abbiamo già fatto - l'ordine del giorno da trasmettere al Governo per chiedere maggiori fondi; così, davvero, eserciteremmo anche molto poco la nostra autonomia.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Non intervengo per ripetere quanto è stato detto in precedenza sulle dichiarazioni dell'Assessore. Ovviamente, intervengo per portare un contributo e collaborare, poi, se c'è qualcosa da dire, lo si dirà quando si valuterà complessivamente l'elenco.
In quest'ottica, voglio ripetere anche alla Presidente quello che, in generale, è noto: le opere degli anni 1994 e 2000 necessitano ancora di qualche piccolo completamento. Va bene il ragionamento della Presidente quando dice di aprire un discorso, di porre il problema del bacino del Po della difesa idraulica e della sistemazione idrogeologica.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi! Prego i colleghi di consentire al Consigliere Cavallera di svolgere l'intervento. Grazie.



CAVALLERA Ugo

Va bene l'approccio di carattere complessivo, augurandoci che, poi trovi il suo equilibrio anche finanziario.
Il PAI, o il Piano di bacino, oggi come oggi, prevede 10 mila miliardi di vecchie lire, 36 mila dissesti...



(Commenti della Presidente Bresso)



CAVALLERA Ugo

Però, ad un certo punto, è inutile fare piani di quel tipo, se, poi non hanno la possibilità di essere attuati; semmai, essendo nota la pianificazione, si tratta di fare un check up per aggiornarla.
Ripeto: a fronte di un evento che è legato alle condizioni meteorologiche e al deflusso di enormi quantità d'acqua, abbiamo delle questioni puntuali che localmente rischiano di essere esplosive. Faccio un esempio relativamente al famoso rio Loreto di San Michele, che è stato interessato dalla tangenziale di Alessandria: un pilastro della tangenziale è stato costruito allo sbocco di questo rio e la parte finale del rio è dell'AIPO. Occorrendo fare una paratoia con le pompe idrovore di sormonto in caso di piena, quando si chiude, si è provveduto a redigere il progetto ma il lavoro non è ancora stato fatto.
Per quanto riguarda punti del genere, c'è un report raccolto dai sindaci della zona. Per esempio, sul torrente Rotaldo (affluente del Po) abbiamo rifatto dei ponti, così il deflusso è stato facilitato. Questo è un problema generale: laddove si velocizza la corrente, alla fine, l'acqua scorre a valle in modo più accelerato, creando dei problemi.
Veramente occorre fare la pianificazione, portare a casa le risorse provvedendo alla regia unica, che oggi c'è fino ad un certo punto, perch l'Autorità di bacino come la conoscevamo non c'è più, non c'è il MagisPo abbiamo l'AIPO, che è interregionale - quindi siamo noi.
Si deve assolutamente rafforzare il coordinamento tra la difesa del suolo regionale e l'AIPO, tenendo conto che sulle spalle dell'AIPO ci sono duemila chilometri di corsi d'acqua. Abbiate pazienza, qui occorre trasferire delle competenze dall'AIPO al sistema ordinario, perché, alla fine, l'AIPO non può correre dietro a tutti i corsi d'acqua minori, che minori non sono, perché, se non seguiti, creano problemi ad Occimiano, a Giarolo, cioè nella pianura.
A questo punto, ben venga l'impostazione di carattere generale, ma si prosegua quel lavoro di organizzazione anche gestionale della partita idraulica. Una volta, quando era responsabile della Provincia di Torino, la Presidente aveva proposto il cantoniere idraulico, come personaggio terminale di un sistema che si prendeva cura del territorio; ricordo le discussioni fatte in passato. L'obiettivo è questo, non si può non avere un responsabile di una gestione e politica attiva - non tanto un responsabile che, se succede qualcosa, va in galera - perché i corsi d'acqua sono quelli che poi creano i guai e costringono ad evacuare i rioni, come succede in Alessandria in questo momento.
Pertanto mi auguro avvenga una svolta, che è la sommatoria delle volontà, anche dell'opposizione, che vuole contribuire, che deve fare leva su una politica di tutti i giorni. Poi, chiaramente, andiamo in Conferenza Stato-Regioni, andiamo nel bacino del Po, poniamo al Governo dei problemi riuniamo i parlamentari piemontesi, facciamo una battaglia unitaria intanto, in questo momento, il Presidente del Consiglio è abbastanza attento alle sollecitazioni bypartisan relativamente a tante questioni che sembravano anche impossibili.
Quindi, al di là della battuta, che serve per alleggerire l'atmosfera non sottovalutate le questioni minimali di tutti i giorni, quali, ad esempio, il rio che necessita dell'opera finale o l'argine da completare perché sono quelle che mettono in discussione i lavori per centinaia di miliardi che sono stati fatti, che, ovviamente, hanno già migliorato notevolmente la sicurezza.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "Santorre di Santarosa" di Torino


PRESIDENTE

Desidero salutare gli allievi della Scuola elementare "Santorre di Santarosa" di Torino in visita al Consiglio regionale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, desidero comunicarvi che, in via straordinaria, la VII Commissione è convocata per domani alle ore 15.30, mentre la II Commissione è convocata per giovedì alle ore 14.30, a seguito di intese maturate all'interno delle Commissioni e tra le due Commissioni interessate, per una più fruttuosa calendarizzazione e svolgimento dei rispettivi lavori.
Colleghi, vista la situazione di emergenza, se non ci sono indicazioni in senso contrario, proporrei di passare subito all'esame del punto 6) all'o.d.g. e seguenti, in maniera tale da poter liberare l'Assessore consentendole di portarsi sulla zona di emergenza.


Argomento: Comunita' montane

Esame proposta di deliberazione n. 437, inerente a "Integrazioni all'allegato 1 alla DCR del 3 novembre 2008, n. 217-46169. Zone omogenee della Provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 437, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Vignale sull'ordine dei lavori.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non intervengo sull'ordine dei lavori. Chiederemmo solo all'Assessore anche per rinfrescarci la memoria, se potesse svolgere una relazione complessiva - tanti punti sono gli stessi, solo divisi per Provincia sulla varie proposte di deliberazione.



PRESIDENTE

Sicuramente.
La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Per intanto, le delibere riguardano Comuni non montani inseriti in Comunità montana.
Il criterio che abbiamo provato a dare, per avere un criterio oggettivo su tutto il territorio regionale, è il seguente: che, a fronte della richiesta del Comune, vi fosse la corrispondente positività di almeno una comunità montana tra quelle interessate al riordino. I Consiglieri ricorderanno che, in prima battuta, nella legge di riordino delle Comunità montane i Comuni non montani non furono inseriti.
Successivamente, in sede di discussione della legge, venne data questa possibilità, che alcuni Consiglieri richiesero; la Giunta addivenne alla possibilità che questo avvenisse. Venne posto, però, il problema che, a fronte della richiesta dei Comuni, vi dovesse essere corrispondente disponibilità di almeno una Comunità montana.
Nel VCO vi è questa situazione, quindi non ci sono stati problemi per quanto riguarda la Comunità montana Novara-VCO e i Comuni che hanno presentato richiesta sono stati tutti inseriti.
Per quanto riguarda la Provincia di Vercelli, lo spostamento dei due Comuni in una Comunità montana della Provincia di Biella era già avvenuto non ci sono state eccezioni da parte della Comunità montana Valsesia pertanto questa partita è andata a posto.
Per quanto riguarda la Provincia di Torino, c'erano due Comuni con problematiche di questo tipo (Fiano, e un Comune del Canavese); per entrambi c'è la corrispondente disponibilità di una Comunità montana. Lo stesso discordo avviene per quanto riguarda l'Astigiano, per i Comuni non montani che ne hanno fatto richiesta, e per le Comunità montane dell'Alessandrino. Pertanto, laddove c'era una possibilità, la disponibilità è stata data.
Vi sono due sole eccezioni: una è in Provincia di Biella, dove la richiesta del Comune di Masserano di entrare nella Comunità montana avrebbe determinato un livello altimetrico al di sotto dei 750 metri, per quanto riguarda l'intera Comunità montana, quindi ci è sembrato che, pur essendoci la disponibilità da parte di una Comunità montana ad accogliere Masserano la richiesta non potesse essere accolta.
Un secondo problema si è posto relativamente a due Comuni della Comunità montana Langa delle Valli, e segnatamente il Comune di Cossano Belbo e il Comune di Santo Stefano Belbo, i quali hanno fatto richiesta di entrare nella Comunità montana, ma né la Comunità montana Alta Langa né la Comunità montana Langa delle Valli hanno espresso parere favorevole.
Di fronte ad una situazione di questo genere, che è l'unica - ripeto in tutto il panorama regionale, non mi sono sentita, e altrettanto ha fatto la Giunta, di avanzare una proposta di inserimento di questi due Comuni.
Per tutto il resto e per tutti gli altri casi - parlo dei Comuni che erano transitati nell'Alta Langa e che hanno chiesto di tornare nella Langa cebana, piuttosto che i Comuni di Beinette, di Vignolo o di Bernezzo, vi era sempre una corrispondenza tra la richiesta del Comune e la disponibilità di uno degli Enti ospitanti ad accogliere. L'unico elemento di disguido è stato, dunque, il problema del Comune di Masserano ed il problema di altri due Comuni che non hanno trovato corrispondenza nelle Comunità montane di accoglimento della richiesta.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame specifico della proposta di deliberazione n. 437 inerente alle zone omogenee della Provincia di Alessandria.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Abbiamo discusso e affrontato il problema in Commissione e adesso, in questa sede, possiamo esprimere un giudizio da un punto di vista generale.
Questo provvedimento è figlio del provvedimento di legge iniziale, che ha tracciato una determinata strada e ha dato origine all'emanazione della legge regionale di riferimento (adesso siamo nella fase attuativa). Non sto a ripetere quanto avevamo già detto in allora: ritengo che il principio seguito, basato sulla valutazione di queste aggregazioni anche come aggregazioni per la gestione dei servizi, e quindi la volontà di non scombinare, laddove sono già in essere sotto forma di unione di Comuni e non di Comunità montane in senso classico, il sistema vigente, sia un criterio senz'altro condivisibile. Noi siamo per la gestione associata dei servizi tra i Comuni, al fine di renderli più efficienti ed avere delle economie di scala.
Da un punto di vista specifico, ci può anche essere qualche parere discordante sulle singole delibere - giustamente l'Assessore ha portato una serie di delibere - quindi vorrei svolgere un intervento di raccordo tra l'approfondimento di metodo, di procedura, di obiettivi da perseguire in Commissione e la verifica finale che si fa in Aula, dove, più che in Commissione, sono presenti i Consiglieri di tutte le zone del Piemonte. Non mi sorprenderei se su un provvedimento fosse presentato qualche emendamento, oppure ci fosse una votazione diversificata su qualche punto.
Noi avevamo avuto un atteggiamento critico sull'allora provvedimento dell'allora Governo; quello che fu detto in allora ovviamente costituisce ancora il nostro pensiero, però non riteniamo, visto anche il momento che stiamo vivendo a livello piemontese, di farla più lunga del necessario e di demandare semmai alle singole delibere eventuali prese di posizione di qualche collega della nostra parte, che solleverà qualche questione che mi auguro l'Assessore vorrà esaminare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

evidente che questa proposta di deliberazione non può avere ragione d'essere se non si parte dai precedenti, cioè dal nuovo assetto delle Comunità montane che la Regione Piemonte ha voluto offrire loro con un provvedimento tra i primi emanati in Italia, anche sotto la tagliola di una legge nazionale.
Sappiamo che il dibattito sulle Comunità montane non si è esaurito con il provvedimento del Governo nazionale né con quello del Governo regionale perché è un dibattito politico che riguarda l'organizzazione dello Stato e dei diversi livelli di competenza dello stesso, e delle Autonomie locali.
chiaro che in quella sede, dove ci fu un atteggiamento legato ad una serie di criteri che dovevano essere posti anche in base alle indicazioni nazionali, non furono comprese, all'interno dei territori montani, una serie di località che per tradizione e storia, per adesione spontanea trovavano da molti anni nella Comunità montana un punto di riferimento.
Naturalmente, mi soffermo sulla deliberazione relativamente alla Provincia di Alessandria, su quello che non era stato possibile fare, anche se c'era l'impegno che oggi è richiamato e rispettato. Oggi facciamo quello che non potemmo fare all'interno della legge di riordino delle Comunità montane, ma che questi Comuni hanno voluto fortemente.
Mi sembra quindi che tutte le richieste dei Comuni provenienti dalla Provincia di Alessandria siano state accolte. Esiste poi una problematica ripeto - a monte; esiste una problematica interna alle nuove Comunità montane, il cui riordino sulla carta è stato fatto non dico velocemente, ma abbastanza velocemente, che però trova difficoltà ad avere una concreta applicazione, perché anche lì ci sono meccanismi da mettere a punto e ci sono ambizioni, non dico personali, ma ambizioni di territori, che vanno in qualche maniera smussate e reintegrate in un nuovo contesto.
C'è, insomma, qualche tensione (mi riferisco sempre alla Provincia di Alessandria); volendo usare un eufemismo dolce, qualche tensione di cui l'Assessore è chiaramente anche a conoscenza e che bisogna accompagnare al fine di evitare che questi organismi, che comunque nella nostra Provincia ma in gran parte del Piemonte... Anche perché gli scandali sulle Comunità montane non sono oggetto piemontese; magari, se ci sono, sono oggetto di valutazioni in altre Regioni, ma nella nostra Regione, e in particolare nella Provincia di Alessandria, la totalità delle Comunità montane ha svolto un lavoro importante in questi anni, dove si sono consolidati dei rapporti, dove la legge di riordino è intervenuta, dove questa ulteriore determinazione ricrea una situazione sostanzialmente quo ante, cioè riportare un po' le Comunità montane a quelle che erano prima della legge di riordino, non nel numero, ma nella interezza dei Comuni che vengono in qualche maniera coinvolti.
Adesso - ripeto - bisogna superare ancora le difficoltà che esistono per far marciare questa macchina, sperando che poi i finanziamenti, la capacità di fare rete, la capacità di lavorare assieme, la capacità di offrire maggiori servizi a questi territori, la capacità di evitare, anche attraverso gli strumenti che la Comunità montana può mettere a disposizione, la fuga di abitanti e di giovani da questi territori possano trovare anche nell'azione regionale una valida attenzione.



PRESIDENTE

Colleghi, desidero informarvi che purtroppo, stante l'emergenza alluvionale, siamo costretti a sconvocare la seduta delle ore 12.30 del Comitato di Solidarietà che doveva fare il punto sugli interventi nella regione Abruzzo proprio perché sia l'Assessore che tutti i tecnici sono impegnati ad Alessandria.
Resta valida la convocazione del Comitato di Solidarietà per domani sempre alle ore 12.30, con riferimento all'incontro con il Generale Valotto per la rendicontazione delle azioni svolte a seguito di deliberazione del Comitato di Solidarietà in Afghanistan dall'Esercito Italiano.
Se non vi sono altre richieste di intervento, metto in votazione la proposta di deliberazione n. 437.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 437, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Se posso, intervengo sull'ordine dei lavori, tenuto conto delle circostanze di oggi.
Sentivo una serie di colleghi non della provincia di Torino che hanno obiettive esigenze di tornare nei loro territori per buona parte degli argomenti che sin qui sono stati discussi.
Se il Presidente ritiene, noi saremmo orientati a non sospendere la seduta per 30 minuti a causa della non validità della votazione, a garantire la presenza, a consentire il voto sulle delibere di cui si sta discutendo, purché nel pomeriggio, per tenere conto delle esigenze dei colleghi (credo anche di maggioranza), la sessione venga sospesa a un'ora che consenta appunto un rientro facile per seguire i lavori sui territori.
Altrimenti andiamo avanti secondo le regole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Si tratta di fare una valutazione. Ritengo che la proposta del collega Burzi sia ragionevole, e credo che possiamo andare avanti con le votazioni e concordare l'ora di chiusura del Consiglio soprattutto per dare modo all'Assessore Sibille di seguire questa situazione di emergenza.
Per quanto mi riguarda (ma penso per tutti gli alessandrini), finita questa votazione andrò giù perché, se la situazione è quella, vorrei seguirla insieme agli amministratori di Alessandria e non dal Consiglio regionale.
Colgo anche l'occasione per dire ai colleghi di maggioranza che, quando ci sono le votazioni, bisogna stare in Aula. Siccome so che ci sono alcuni colleghi che sono fuori a fare altre cose, ricordo che i Consiglieri regionali quando sono in Consiglio non devono fare altre cose, ma devono stare in Consiglio e votare. Se vogliono fare altro, prendono e se ne vanno fuori dal Consiglio, ma forse magari a fare proprio altre cose.
So che ci sono dei Consiglieri che fumano, che chiacchierano, che incontrano e poi in Aula manca il numero legale. Insomma, questa è una situazione che mi irrita particolarmente. Poi può capitare che un Consigliere non senta il campanello, ecc. però...



PRESIDENTE

Colleghi, se non vi sono interventi in senso difforme, potremmo orientarci nell'affrontare subito le proposte di deliberazione (il pacchetto illustrato dall'Assessore Sibille), accantonando quella su Alessandria che, per ragioni procedurali, non possiamo rivotare subito, ma voteremo come ultima. Dopodiché procederei alla chiusura del Consiglio perché mi pare che questo sia l'orientamento prevalente.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Proposta di deliberazione n. 443, inerente a "Approvazione di modifiche al programma degli interventi in edilizia ed attrezzature sanitarie approvato con DCR n. 131-23049 del 19 giugno 2007" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere, così poi possiamo iniziare la votazione, se sono presenti 42 Consiglieri, di iscrivere all'o.d.g. una delibera approvata in Commissione a maggioranza, inerente a "Approvazione di modifiche al programma degli interventi in edilizia ed attrezzature sanitarie approvato con DCR n. 131-23049 del 19 giugno 2007". Credo che ci sia la disponibilità, non so se approvarla nella giornata di oggi, ma bisognerebbe intanto iscriverla. È un provvedimento di una certa urgenza. Concordiamo quando discuterla e votarla, intanto sarebbe bene iscriverla, ma se fosse possibile anche votarla, sarebbe un fatto estremamente positivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere D'Ambrosio; ne ha facoltà.



D'AMBROSIO Antonio

Semplicemente per dire che condivido la proposta del Consigliere Muliere di dibattere in Aula la delibera in oggetto.



PRESIDENTE

Procediamo come convenuto.
Se non vi sono obiezioni, la proposta di deliberazione n. 443 è iscritta al punto 10 bis) all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Comunita' montane

Esame proposta di deliberazione n. 438, inerente a "Integrazioni all'allegato 1 della DCR n. 217-46169 del 3.11.2008. Zone omogenee della Provincia di Asti"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 438, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Non ci sono colleghi che desiderano intervenire.
Indico la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 438, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Comunita' montane

Esame proposta di deliberazione n. 439, inerente a "Integrazione all'allegato 1 alla DCR n. 217-46169 del 3.11.2008. Zone omogenee della Provincia di Cuneo"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 439, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Interverrà dopo di me il Consigliere Casoni, anche perché cuneese.
L'Assessore ha ricordato nella sua relazione introduttiva quelli che sono stati gli unici tre Comuni non inseriti all'interno delle singole delibere. Con qualche perplessità, ho notato che per il Comune della Provincia di Biella c'è una motivazione legata ai possibili trasferimenti economici, nel senso che, com'è noto, la finanziaria prevede una differenza di trasferimento economico fra le Comunità sopra i 750 metri o quelle sotto. Ricordo che anche il nostro Gruppo consiliare, ma tutti i Gruppi che oggi fanno parte del Popolo della Libertà, rilevarono come fosse importante individuare, successivamente, una valorizzazione che tenesse conto della montaneità, quindi anche dell'altimetria.
Tuttavia, non necessariamente un Paese che ha un'altimetria sopra i 500 metri, piuttosto che 750, può essere considerato montano e, soprattutto viceversa. Evidentemente è un aspetto oggettivo.
Vi è un unico aspetto che riguarda i due Comuni della Provincia di Cuneo che sarebbero gli unici non inseriti all'interno delle Comunità montane, pur non dovendo fare valutazioni di questo tipo. Saranno i colleghi cuneesi a fare valutazioni che si addentreranno di più nel merito.
Tuttavia, mi sembra che, nel momento in cui si inseriscono tutti i Comuni che fanno richiesta, ancorché con i distinguo che l'Assessore Sibille ricordava, appare un po' anomalo che soltanto due Comuni rimangono fuori della delibera che andiamo a votare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Le argomentazioni le ha già sollevate il Consigliere Vignale. In questo testo si opera una gravissima discriminazione nei confronti di due Comuni Santo Stefano Belbo e Cossano Belbo - che non sono inseriti in virtù della legge. Possiamo dare atto che, territorialmente, questo non avviene, ma se la competenza è regionale e la Regione è sovraordinata rispetto al controllo di questa materia, la Regione deve mantenere equità territoriale indifferentemente dalle volontà.
Se in un'azienda o in una controllata c'è un direttore d'accordo su una procedura, se quella procedura è dovuta, la Regione, come Ente sovraordinato, può modificarla in termini di legge. Chiedo che venga fatto un emendamento. Chiedo all'Assessore, perché non voglio che proponga di fare un emendamento in questo senso, che ci sia un emendamento in questo senso. Mi fa piacere che sia arrivato il collega Cirio, così potrà confermare la mia stessa versione.
Quindi, propongo che ci sia un emendamento che inserisca questi due Comuni. La modifica della legge permetterebbe di ristabilire un criterio di equità perché, in questo caso, ci sarebbe solamente una discriminazione nei confronti di questi due Comuni. A questo punto, il Consiglio può superare questo atto in libertà - se lo vogliamo chiamare così - perché gli altri Comuni non avevano i requisiti montani, gli altri entrano e questi due non entrano. Quindi, l'Ente sovraordinato, la Regione, con un emendamento a questa proposta di deliberazione può farlo. Quelli che sono sottordinati non dovranno fare altro che eseguire. La Regione è un organo che detta gli equilibri e controlla le cose sul territorio. Peraltro, l'Assessore mi ha sempre detto che era d'accordo su questa linea, l'opposizione, invece, dice che è perfettamente d'accordo nell'inserire anche Santo Stefano Belbo e Cossano Belbo, così come sono stati inseriti gli altri 10/12 Comuni che non avevano requisiti di montanità.
Qui, lasciamo in mano a qualche amministratore locale decidere chi non entra e la Regione fa la figura di non sovrintendere nemmeno a questa materia, che è di sua piena competenza poiché già delegata dallo Stato tempo fa. Quindi, volevo chiedere al Presidente e all'Assessore di darci modo di fare una sospensione di due minuti per formulare quest'emendamento tecnico da inserire nella deliberazione.



PRESIDENTE

Ritengo che l'Assessore abbia avuto modo di ascoltare il suo intervento, ma se serve una sospensione...



CASONI William

Solamente di due minuti per formalizzare quest'emendamento.



PRESIDENTE

Va bene.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.24 riprende alle 12.35)


Argomento: Comunita' montane

Esame proposta di deliberazione n. 440, inerente a "Integrazioni all'allegato 1 alla DCR del 3 novembre 2008, n. 217 - 46169. Zone omogenee della Provincia di Torino"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i colleghi di accomodarsi in Aula.
Propongo di sospendere l'esame di proposta di deliberazione n. 439 e di procedere con la proposta di deliberazione n. 440, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere la soddisfazione per questa delibera della Provincia di Torino, per come è stata condotta e per il risultato finale. Intervengo anche perché, giustamente, il deliberato è sintetico. Parla di zone omogenee, per cui accogliamo la domanda. Per vorrei anche che sia messo a verbale e, magari, che i colleghi conoscono la realtà dei due Comuni che noi decidiamo di mettere insieme alle Comunità montane.
Quella di Rocca Canavese, a parte l'omogeneità territoriale, veramente è una cosa stranissima, perché il vicino Comune di Levone, che aveva le stesse caratteristiche, in anni passati era stato classificato montano.
Rocca Canavese aveva avuto un torto: siccome in passato aveva delle vigne che da decenni non sono coltivate, sulla carta aveva dei terreni più pregiati di altre e, quindi, l'avevano tolto dalla zona montana perché era troppo "ricco". Quelle vigne, però, non rendono neanche quello che rende un prato in pianura. In pratica, Rocca Canavese, con i criteri usati, sarebbe stata un Comune montano, ma non era stata a suo tempo ammessa per queste motivazioni, quindi abbiamo fatto bene ad inserirla.
Per il Comune di Fiano è una cosa ancora più logica. Noi abbiamo fatto l'accorpamento delle Comunità montane Val Ceronda e Casternone con quelle delle Valli di Lanzo. Le due comunità sarebbero state non comunicanti se non attraverso qualche pietra in alta montagna, perché il Comune di Fiano è proprio fra l'una e l'altra Comunità, quindi sarebbe stata una vera assurdità non metterlo. Non è stato solo un desiderio della popolazione quella che, secondo me, è sempre una cosa interessante da seguire, ma è stata proprio la logica della realtà che è stata giustamente valutata.
Quindi, sono d'accordo pienamente che avvengano questi due inserimenti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 440, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Comunita' montane

Esame proposta di deliberazione n. 441, inerente a "Integrazioni all'allegato 1 alla DCR del 3 novembre 2008, n. 217 - 46169. Zone omogenee delle Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 441, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 441, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Comunita' montane

Esame proposta di deliberazione n. 437, inerente a "Integrazioni all'allegato 1 alla DCR del 3 novembre 2008, n. 217-46169. Zone omogenee della Provincia di Alessandria" (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della deliberazione n. 437, di cui al punto 6) all'o.d.g., su cui precedentemente la votazione è risultata non valida.
Pertanto, ne dispongo la ripetizione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 437, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "R. Luxemburg" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto "R. Luxemburg" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
State assistendo ad una fase un po' concitata di votazioni su alcune proposte di deliberazione.


Argomento: Comunita' montane

Esame proposta di deliberazione n. 439, inerente a "Integrazioni all'allegato 1 alla DCR del 3 novembre 2008, n. 217 - 46169. Zone omogenee della Provincia di Cuneo"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 439, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Comunico che è stato annunciato un emendamento. Invito i proponenti a depositarlo presso la Presidenza.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Casoni: La lettera c) del punto 1 del dispositivo è sostituita dalla seguente: "c) nella zona omogenea n. 12 (Alta Langa e Langa Valli Bormida e Uzzone) i Comuni non montani di Cassano Belbo, Santo Stefano Belbo e Trezzo Tinella" alla lettera f) del dispositivo il numero "36" è sostituito dal numero "39" (numero definitivo comuni zona n. 12 - Nota).
Tale emendamento è già stato illustrato dal proponente.
La parola all'Assessore Sibille, per esprimere il parere della Giunta regionale.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

In merito a questo emendamento, visto il criterio generale che la Giunta regionale si è data rispetto all'impostazione della delibera, è stata suggerita un'integrazione. Emerge, quindi, la scelta, da parte del Consiglio regionale, di differire rispetto ad un coerente criterio che ci siamo dati in tutte le varie occasioni.
Tuttavia, trattandosi di due Comuni che già in passato facevano parte della Comunità montana, penso di poter esprimere un parere di adeguamento alla richiesta avanzata dal Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento 1, in merito al quale la Giunta regionale ha espresso il parere favorevole.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 439, come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Proseguimento esame disegno di legge n. 228, inerente a "Testo Unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 228, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Erano stati votati gli articoli fino al n. 15. Procediamo, quindi, con l'articolo n. 16.
ARTICOLO 16 Non essendovi richieste di intervento, pongo in votazione l'articolo 16.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 16 Il Consiglio approva.
Collega Botta, faccio notare che gli emendamenti sono stati consegnati fin dalla scorsa votazione.



BOTTA Marco

Capisco che tutti vogliamo chiudere in fretta, però il minimo rispetto perché se non viene neanche consegnata la legge prima che lei chiami la trattazione del punto e dell'articolo, allora qui non ci siamo proprio più.



PRESIDENTE

Collega Botta, faccio presente che la legge è stata distribuita "n" volte ai colleghi Consiglieri, cioè ogni volta che abbiamo affrontato il dibattito in questa sede. Dopodiché, io ho chiamato la votazione. Se ci sono esigenze di maggiore attenzione della procedura, prego i Consiglieri Questori di aiutarmi nella gestione dell'Aula. Grazie.
Procediamo con gli emendamenti all'articolo n. 17.
Ho un solo emendamento depositato che è l'emendamento n. 35.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie Presidente.
Intervengo in merito all'articolo e non sull'emendamento.
Credo che l'articolo n. 17 lasci spazio ad una possibilità per la Giunta di una liberalità rispetto alla scelta dell'indennità, tanto del Presidente quando del Vicepresidente e anche dei componenti il Consiglio dell'ente, perché sono collegati, anche se con due differenti deliberazioni della Giunta regionale (se ho ben compreso), che non viene indicata all'interno dell'articolo.
Può anche andare bene che si possa prevedere con una deliberazione della Giunta regionale, nel senso che, a differenza di altre leggi in cui il Consiglio determina il compenso dei Presidenti, del Vicepresidente e dei componenti, può anche essere corretto che sia una deliberazione della Giunta regionale, anche perché ci troviamo di fronte a Parchi che hanno grandezze diverse, necessità di interventi differenti, eccetera. Credo che però sarebbe opportuno prevedere, come spesso accade, rispetto alla carica del Consigliere regionale, un limite massimo che non possa essere superato in modo tale che...



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Dov'è? Magari, è nell'emendamento? Chiedo scusa, non lo avevo visto. Sul massimo, di un quarto forse...
Bisognerebbe capire qual è l'indennità che oggi percepiscono i Presidenti di Parco che credo, però, essere inferiore e, a caduta, tutti gli altri soggetti presenti all'interno del SIA (quindi, sia il Vicepresidente che i componenti del Consiglio dell'ente). Credo che oggi le percentuali siano decisamente inferiori, almeno per alcuni pari, che conosco io, della Provincia di Torino, poi non so dire sul resto del Piemonte.
Quindi, su questo varrebbe la pena fare un ragionamento, anche perch dal minimo al massimo la differenza, oggettivamente, è importante.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Anzitutto, mi spiace perché alcuni emendamenti sull'articolo n. 16 in qualche misura erano di alleggerimento del testo, mi permetto di dire "non determinanti", Consigliere Botta; lo dico per una questione più di procedura che di sostanza. Però, dato che il provvedimento, se il Consiglio lo approverà, avrà un'applicazione, come è scritto nelle norme transitorie a partire dalla prossima legislatura, noi avremo, lo voglio dire, semmai anche solamente sulle partite dei confini, altri momenti di approfondimento, quindi sarà possibile recuperare ulteriori contribuiti.
Questo emendamento è sull'indennità di trasferta. Nella lettura del testo mi parlava solo dei Consiglieri, ho sentito dire che le indennità si possono andare ai Presidenti e ai Vicepresidenti. Stiamo parlando di un ordine di grandezza leggermente superiore all'attuale, però l'articolo degli accorpamenti parla di 14 Enti di gestione rispetto ai 32 attuali quindi ci sembrava che fosse una tipologia di buonsenso l'ordine di quantificazione. Certo esiste un ventaglio che va da un quarto a un ottavo e questo significa un quarto dell'indennità del Consigliere; siamo nell'ordine di 2.000 lordi, per Enti che hanno le loro responsabilità.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, avrei bisogno di due minuti di sospensione per esaminare gli emendamenti presentati all'articolo n. 17 dal Consigliere Boniperti quindi sospendo per due minuti la seduta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13.02 riprende alle ore 13.05)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ci sono colleghi che desiderano intervenire sulla discussione generale? Passiamo all'esame degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 39) presentato dai Consiglieri Boniperti, Botta e D'Ambrosio: Dopo la parola "di gestione" inserire la parola "non".
La parola al Consigliere Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Il senso del mio emendamento sta proprio nelle parole che lei ha detto.
Se vogliamo e se decidiamo di mandare queste persone che hanno tutta questa passione per la natura, per i parchi e per il territorio, vuole dire che queste persone sono amanti del territorio, quindi possono farlo per il popolo, per la natura e per il territorio stesso.
Martedì scorso sono stati bocciati alcuni emendamenti in cui avevo chiesto democrazia, avevo chiesto di ammettere all'interno dei Consigli di gestione dei Parchi tutte le categorie, compresa quella dei cacciatori.
Non è stato recepito, perché evidentemente hanno la rogna evidentemente non sono degni di farlo, evidentemente non hanno scopi così nobili come quelli delle persone che invece possono farci parte.
A questo punto, chiedo che queste persone lo facciano per la patria, lo facciano per il senso d'amore per la natura o lo facciano per il "volemose bene", come dicono a Roma.
L'articolo 17 parlava d'indennità e mi piacerebbe che i colleghi che lavorano e che fanno i Consiglieri regionali, con un certo rispetto per quello che è il ruolo che ne dovrebbe conseguire, leggano bene quest'articolo.
L'articolo recita: "Al Presidente di ogni Ente di gestione spetta un'indennità di carica nella misura stabilita con deliberazione della Giunta regionale".
Poi riprende: "L'indennità di carica mensile lorda varia da un minimo di un ottavo ad un massimo di un quarto dell'indennità mensile lorda spettante ai Consiglieri regionali".
Cosa significa questo? Significa che una persona che va a fare il Presidente di un parco - e tutti sappiamo quanto sia l'impegno per gestire un parco, che è un'area naturale che va avanti per se stessa - si troverebbe a percepire tra un ottavo ed un quarto dello stipendio dell'indennità mensile lorda dei Consiglieri.
Sapendo che al Consigliere spetta un importo di 9.900 euro circa 10.000 euro per arrotondare, vuol dire che il Presidente di un ente di gestione va a percepire 2.500 euro lordi per recarsi nell'ufficio e tornare a casa tutti i giorni - quando ci va in ufficio - o addirittura per neanche andarci tutti i giorni e magari andarci una volta la settimana o una volta il mese.
Uno dei tanti momenti in cui si sarebbe potuto dimostrare ai cittadini che i tagli ci sono, è questo. Invece no, come al solito il carrozzone burocratico va avanti, come al solito dobbiamo mantenere i "trombati" che ci sono in giro, come al solito dobbiamo fare in modo che ci sia della gente che vive senza fare niente.
Presidente, vuol dire che prendiamo in giro i cittadini. Lei è il Presidente del Consiglio! Lei è una persona per bene e queste cose dovrebbe vederle. Voglio vedere con quale faccia andate a votare queste cose! Con quale faccia davanti ai cittadini! Questi sono i numeri che bisognerebbe tirare fuori. E poi vogliamo fare vedere che siamo bravi e che risparmiamo? No, Presidente! Ho terminato il tempo, quindi continuo dopo. Grazie.



PRESIDENTE

Le sue osservazioni non trovano un vuoto di accoglienza. Faccio presente che l'Ufficio di Presidenza ha proposto alcuni atti tesi a rimodellare in riduzione i compensi di alcuni importanti istituti, tra cui il CORECOM.
Confidiamo che la stessa sensibilità possa consentire di andare ad una riduzione dei costi della politica in senso lato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39, sul quale l'Assessore De Ruggiero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 40) presentato dai Consiglieri Boniperti, Botta e D'Ambrosio: Al secondo paragrafo dopo la parola "carica" sostituire la parola "mensile" con il termine "annuale".
La parola al Consigliere Boniperti per l'illustrazione.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Proseguo con la seconda puntata di quanto stavo dicendo.
Tutti i colleghi seduti in quest'aula, che fanno il loro dovere dovrebbero rendersi conto che sono stati votati dai cittadini, che siamo in un momento in cui c'è la crisi e la gente rimane a casa. Noi invece andiamo a proporre e a votare in modo che creiamo dei posti di lavoro per persone che prenderanno uno stipendio senza fare niente. Ritenete che questa sia una cosa giusta? Siete convinti che fare il Presidente in un ente parco sia così impegnativo da remunerarlo con 2.500 euro lordi al mese? Provate a chiedere a chi è qui, lavora per molto meno e lavora tutti i giorni, se la pensa come la pensate voi.
A meno che qualcuno non pensi già di crearsi un posto, perché non sa se un domani potrà sedere ancora a questi banchi o pensa di garantirsi una via di fuga, sistemando con questi balzelli, che andiamo a chiamare "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e sulla biodiversità".
Questo è solo ed esclusivamente aggiungere un carrozzone a un carrozzone, creare posti di lavoro che non servono a nulla per retribuire persone che sarebbe meglio che andassero a lavorare.
Nessuno dei colleghi qui presenti risponde, perché voglio vedere se c'è qualche collega che ha il coraggio di ribattere a queste cose! Avevo letto solo il punto 1). Al punto 2), al comma 2, dello stesso articolo, si cita: "Al Vicepresidente di ogni ente di gestione spetta un'indennità di carica pari ad un quarto di quella spettante al Presidente"". E quindi vuol dire che a carrozzone aggiungiamo altro carrozzone, altra gente che va a fare presenza e a portarsi a casa lo stipendio. È un altro refugium peccatorum per chi verrà "trombato" alle elezioni.
Comma 3: "Agli altri componenti del consiglio dell'ente di gestione è corrisposta un'indennità annuale, stabilita con deliberazione della Giunta regionale, non superiore al 70% delle indennità spettanti al vicepresidente".
Aggiungiamo un altro carrozzone ancora, così che qualche centinaio di migliaia di euro vengono buttati in stipendi, stipendietti e stipendini, a seconda dell'importanza del papavero che va a sedersi su quelle sedie, una volta alla settimana se non una volta al mese.
La cosa ancora più vergognosa sta proprio nell'ultima parte, perch oltre allo stipendio, il comma 3 dell'articolo 17 recita "oltre alle spese di trasferta sostenute per la partecipazione alla seduta del consiglio".
Aggiungiamo ai 2.500 euro le spese, quindi a seconda dei chilometri che uno percorre per recarvisi si aggiungono ulteriori prebende. Vuol dire che in questo caso, i 2.500 euro non bastano più, così come non basta più la cifra spettante al vicepresidente e ai consiglieri, che, per poco che sia comunque è tutto regalato. Vuol dire che buttiamo via un sacco di soldi.
Scusi, proseguo dopo.



COTTO MARIANGELA



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 40.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 41) presentato dai Consiglieri Boniperti, Botta e D'Ambrosio: Sostituire la parola "ottavo" con il termine "dodicesimo".
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Non so se l'Assessore De Ruggiero...



(Commenti dell'Assessore De Ruggiero)



BURZI Angelo

Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Volevo cogliere il senso degli emendamenti, che non condivido nel loro essere tranchant. Il Consiglio ha bocciato un emendamento che diceva "non spettano", però volevo cogliere il punto che citava il Consigliere Boniperti.
Spesso è nostro vizio normare "troppo", tra virgolette, ad esempio le indennità di trasferta, che sono oggettivamente un qualcosa in più, per certi versi, che noi avevamo inserito nel testo e che la Commissione aveva discusso.
Voglio dire al Consigliere Boniperti che la Commissione ha discusso e lavorato sulla questione, anche ragionando per definire una cosa di buonsenso, non esiste il giusto.
Nel testo unico si può benissimo non inserire le partite legate all'indennità di trasferta per il presidente, il vicepresidente e i consiglieri, perché, effettivamente, può essere un qualcosa in più che in un testo unico, che cerca di volare alto, può anche non essere inserito.
In definitiva, la mia proposta al Consigliere Boniperti è di accettare sostanzialmente, l'ultima parte dei suoi emendamenti. Capisco che è una proposta di mediazione, che non era quella l'intenzione, però il primo emendamento, che recitava "non ci sono indennità", è stato bocciato dal Consiglio; di questo stiamo parlando adesso.



PRESIDENTE

Sospenderei i lavori due minuti per avere il tempo materiale di riscrivere l'emendamento.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Due minuti di sospensione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13.23 riprende alle ore 13.24)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiedo al Consigliere Boniperti se ritira l'emendamento n. 41 o se lo vuole illustrare.



BONIPERTI Roberto

Lo illustro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Mi dispiace che solo dopo tanto tempo trascorso in Commissione si sia compresa la necessità di ridurre queste spese. Mi dispiace, perché questi fondi e altri si sarebbero potuti investire per la difesa e il miglioramento del nostro territorio, affinché ne usufruissero i bambini, i ragazzi e le persone adulte che in questi territori vivono o vi si recano per ammirare quello che rimane della nostra natura. Mi dispiace perch comunque, sa di contentino, di briciola.
Caro Assessore, non servono le briciole! Qui, per volare alto su questo testo, occorreva veramente dare un taglio, ma vero, e spendere questi soldi, e tanti altri che vengono dati nelle dotazioni dei parchi effettivamente per i parchi, effettivamente per il territorio effettivamente per opere che, invece, non vengono mai realizzate, perché i soldi non bastano mai. Quando aumentano i soldi aumentano i Consiglieri dei parchi, quando aumentano i fondi e le dotazioni aumentano le spese di gestione degli uffici, della burocrazia e di quant'altro atto a garantire a qualcuno lo stipendietto; al territorio rimangono sempre e solo le briciole. Complimenti a chi è stato tanto tempo in Commissione ed è riuscito a fare uscire un simile pastrocchio! Non avrei mai accettato una cosa simile. Non sono molto incline alla mediazione: nelle cose si crede o non si crede e, se si crede, si va fino in fondo. Io andrò fino in fondo e, se qualche collega mi darà una mano nei momenti difficili, arriveremo a Natale, colleghi, ve lo garantisco! Con un po' di curiosità ho studiato tutti gli articoli mancanti: abbiamo la possibilità di avere almeno 20 emendamenti per ogni articolo e facendo i conti, con 20 emendamenti per ogni articolo vi garantisco che le ferie potremmo trascorrerle qui dentro con l'aria condizionata e un po' di fresco! In questo testo è stata dimostrata la poca democrazia di chi governa questa Regione, perché quando si va a gestire un parco o un'area o un territorio che ci è caro lo si fa con il cuore, non con la mano sul portafoglio. Siccome ci sarebbero state tante persone che con il cuore comunque, il territorio veramente lo vivono, veramente lo utilizzano e veramente lo amano, tutti coloro che fanno parte delle associazioni venatorie e delle associazioni di pescatori, sono stati brutalmente tagliati fuori.
Prima della fine della discussione...



(Scampanellìo del Presidente)



BONIPERTI Roberto

Scusi, Presidente, proseguo dopo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boniperti. Ci sono altri interventi? Qualcuno intende intervenire per dichiarazione di voto? La parola al Consigliere Boniperti, per dichiarazione di voto.



BONIPERTI Roberto

Come sapete, non posso che essere favorevole all'emendamento, avendolo presentato, e vado avanti a spiegarne il perché.
Quanto tempo ho, Presidente, per la dichiarazione di voto?



PRESIDENTE

Cinque minuti.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente. Proseguo spiegando perché ho presentato l'emendamento; lo stavo spiegando anche prima, ma il tempo è tiranno e purtroppo mi è stata tolta la parola.
Voteremo a favore di questo emendamento, che è contrario all'articolo in oggetto, di questa infausta legge, perché è negata la possibilità a chi ha piacere, a chi ama il territorio, a chi il territorio lo vuole veramente tutelare, di partecipare, di essere presente e dare il proprio apporto gratuitamente, senza emolumenti, senza rimborsi spese, solo perché il territorio lo si ama veramente.
Mi piacerebbe sapere quanti dei Consiglieri attuali, nominati da questa maggioranza, manterrebbero il proprio ruolo all'interno degli Enti di gestione dei Parchi, qualora comunicassimo loro che abbiamo approvato un emendamento che toglie le indennità. Mi piacerebbe proprio vederlo! Mi piacerebbe vedere quanti compagni, quanti ambientalisti o pseudoambientalisti - come li chiamo io - rimarrebbero in carica senza poter mettere la mano sul portafoglio.
Sarebbe veramente una bella esperienza, questa! Proporrò ai due Capigruppo qui al mio fianco di fare un'indagine magari attraverso i mass media - possiamo avere l'elenco dei rappresentanti negli Enti di gestione dei Parchi - per vedere quanti rimarrebbero alle stesse condizioni e quanti sarebbero disponibili a rinunciare all'emolumento, in un momento così difficile, perché c'è gente che fa veramente fatica e i fondi della Regione devono essere utilizzati per problemi più nobili.
Mi piacerebbe veramente vederlo! In ogni caso, vedo la maggioranza compatta e, da compatta qual è, mi auguro che voti contro il mio emendamento, per confermare che, in Commissione, hanno perso il tempo a redigere questa norma. Riusciranno a confermare quella che secondo loro è la bontà di questo testo.
Quando dopo Natale passerà questo testo, lo stamperò a mie spese e lo farò pervenire a tutte quelle associazioni che sono vicine ai poveri e alla gente che non riesce ad arrivare alla fine del mese, dicendo: "Ecco cosa hanno fatto i vostri compagni! Ecco come pensano di splendere i soldi! Ecco dove dilapidano i soldi dei cittadini!".
Va giusto bene, perché arriveremo a dicembre e, a gennaio, ci appresteremo alla campagna delle elezioni regionali. Voglio vedere quanti compagni saranno tirati per le orecchie da chi fa veramente fatica ad arrivare alla fine del mese! Sono cinque minuti e ringrazio.



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 41.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, ci sono ancora una decina di emendamenti su questo articolo.
Vorrei capire se è possibile una riformulazione che li superi.
Colleghi, ritengo non ci siano le condizioni per procedere utilmente nella gior nata. La seduta, pertanto, termina qui. La seduta pomeridiana è sconvocata.
Grazie, colleghi.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.39)



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