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Dettaglio seduta n.434 del 15/04/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



(Alle ore 10.00 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.35)



PRESIDENTE

La seduta è aperta


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Spinosa, Buquicchio, Auddino Rutallo, Bossuto, Bresso, Robotti, Turigliatto, Placido e Gariglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Varie

c) Devoluzione gettone di solidarietà


PRESIDENTE

Comunico che presso la postazione dell'Ufficio Aula ubicata alle mie spalle è a disposizione dei Consiglieri e Assessori il modulo da compilare per chi è interessato ad evolvere il gettone di presenza della seduta del Consiglio regionale del 7 aprile 2009 in favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo.


Argomento: Assestamento di bilancio

d) Deliberazioni di variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2009


PRESIDENTE

La Giunta regionale in data 8 aprile 2009 ha trasmesso, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24, della legge regionale n. 7 2001, il nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte; n. 7 deliberazione del 9 marzo 2009; n. 4 deliberazione del marzo 2009; n. 4 deliberazione del 23 marzo 2009.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.



PRESIDENTE

Comunico ancora che la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari avrà luogo al termine della seduta pomeridiana.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Dobbiamo rappresentare una difficoltà tecnica per l'avvio dei lavori di questa seduta la cui richiesta è stata sottoscritta dal nostro Gruppo. Per questioni logistiche il nostro Capogruppo, che dovrebbe intervenire tarderà ancora una decina di minuti. A questo punto chiederei, anche per non surrogare in modo inadeguato, dieci minuti di sospensione al fine di consentirgli di arrivare.
Chiedo pertanto al Presidente di concederci questa breve sospensione.
Ringraziando per la comprensione gli altri Gruppi.



PRESIDENTE

Vedo cenni d'assenso da parte dei Consiglieri della maggioranza.
Il Consiglio è aggiornato alle ore 10.55.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.40 riprende alle ore 11.01)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Efficienza della sanità pubblica piemontese" richiesta presentata dai Consiglieri Burzi, Cotto, Dutto, Ferrero, Cirio, Leardi, Caramella Toselli, Novero, Leo, Casoni, Vignale, D'Ambrosio, Scanderebech, Rossi e Botta


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Per cortesia, colleghi, vi prego di accomodarvi nei banchi. Grazie.
Ricordo che il Consiglio è convocato ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto in sessione straordinaria, per dibattere il tema dell'efficienza della sanità pubblica piemontese come richiesto e avanzato dal collega Burzi e altri. Si tratta del punto 2) all'o.d.g.
Come convenuto, iniziamo la seduta con l'intervento dell'Assessore Artesio.
La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Ho provato a riorganizzare gli elementi relativi al finanziamento regionale del servizio sanitario ai fini di dare un'indicazione complessiva dell'andamento economico del sistema e un'indicazione di dettaglio dell'andamento dei costi in rapporto all'erogazione delle prestazioni.
In ordine alla tematica generale, il finanziamento del servizio sanitario regionale, come i Consiglieri sanno, è garantito da più fonti.
In primo luogo, vi è il finanziamento indistinto, definito annualmente in sede di riparto del fondo sanitario nazionale, per il quale vengono considerate due valori: il valore della quota capitaria relativa alla densità della demografia e la correzione per indice d'anzianità, essendo la Regione Piemonte, insieme alla Regione Liguria, una Regione con una percentuale significativa, il 22,6%, di popolazione ultrasessantacinquenne.
Questa variabile è una variabile importante.
Il secondo flusso di finanziamento nazionale sono le cosiddette quote finalizzate. Sono costi fissi aggiunti al finanziamento indistinto e riguardano il rimborso per l'esclusività dei medici, le borse di studio dei medici di medicina generale, la partecipazione al servizio sanitario per le spese relative agli stranieri temporaneamente presenti e gli obiettivi di Piano sanitario nazionale.
Vi è, inoltre, il finanziamento da parte delle ditte farmaceutiche con il sistema del payback, in sostituzione dello sconto sui farmaci.
Infine, il finanziamento integrativo regionale, che utilizza fonti finanziarie regionali proprie, in primo luogo l'addizionale IRPEF per garantire gli extra LEA e la copertura del maggior fabbisogno del sistema sanitario regionale.
Esaminando queste quattro voci, che sono le voci prevalenti di composizione del costo del servizio sanitario regionale, un'analisi orizzontale dal 2004 al 2009 per quello che è l'attuale bilancio di previsione del 2009 ci porta a questo tipo di valutazione.
Per quanto riguarda la prima valutazione, il rapporto tra il costo del finanziamento statale sul bilancio regionale. Secondo valore, la percentuale del costo regionale di maggiore copertura del sistema sanitario regionale in rapporto al bilancio. Entrambi le voci, analizzate nell'arco 2004-2009, sono voci in decremento. La percentuale del finanziamento statale sul bilancio regionale nel 2004 era il 76,57%; nel 2005 il 74,76 nel 2006 il 70,18%; nel 2007 il 72,05%; nel 2008 il 70,91%; nel 2009 il 74,19%.
Quindi, pur aumentando in valori assoluti l'uno e l'altro il finanziamento nazionale e il bilancio regionale, la quota parte di copertura dello Stato è progressivamente in diminuzione.
La partecipazione regionale. Assumiamo i valori del 2004, comprensivi del cosiddetto disavanzo e comprensivi della copertura degli extra LEA.
Relativamente al disavanzo, il valore era 9,7, ed extra LEA 1,7.
Nel 2005, accorpando ciò che la Regione ha dovuto fare - sia pure in tempi successivi, perché si ricorda al Consiglio che la copertura del maggior fabbisogno è avvenuta a scavalco su due annualità e per comodità le riporto all'unica annualità sulla quale si era intervenuti a coprire il maggior fabbisogno, onde non ricevere comunicazioni dal Ministero centrale l'integrazione regionale è del 4,6%; nel 2006 è del 4,4%; nel 2007 è del 4,2%; nel 2008 (anno d'intervento sulla rimodulazione del ticket) è del 4,2%. Senza l'intervento del ticket, che ha ridotto le entrate di 168 milioni, l'integrazione regionale sarebbe stata del 3,8%. Nel 2009, con la riduzione nota a questo Consiglio, la percentuale di integrazione regionale oggi programmata è del 2,4%.
Quindi ininterrottamente, dal 2004 al 2009, si è ridotta la percentuale del costo regionale sul bilancio complessivo.
La seconda osservazione riguarda l'eventuale originalità del Piemonte nel dover intervenire a maggior copertura del costo del servizio sanitario.
Cito i dati dell'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari, Analisi dei conti economici 2004-2007, prendendo a confronto le tre Regioni con le quali nel piano di rientro siamo raffrontati (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna).
Nel 2007 la Lombardia integra con fondi propri per un valore di 115.304.000. Nel Veneto nel 2007 s'integra per 252.398.000. Nell'Emilia Romagna s'integra per 150.000.000 nel 2007, più un fondo a parte costituito per l'assistenza ai non autosufficienti di 100.000.000, quindi 250.000.000.
In quello stesso anno, l'integrazione piemontese è di 317.000.000.
Vale quindi un principio per il quale anche le Regioni virtuose collocate nell'arco delle Regioni che non hanno bisogno d'interventi straordinari di piano di rientro e che si collocano dal punto di vista del rapporto dei servizi e delle prestazioni d'efficienza del sistema prevedono un'integrazione regionale.
Veniamo al dato riferito invece al valore dei costi che vengono sostenuti in una Regione come la nostra, caratterizzata - come prima dicevo da alcune specificità. Una specificità territoriale: la distribuzione del territorio e le caratteristiche di dispersione territoriale che vengono sovente richiamate in questo Consiglio quando parliamo della tutela dei piccoli presidi. L'altro dato riguarda l'indice d'invecchiamento della popolazione.
Prendiamo a riferimento due valori: uno riguarda il valore dell'Agenzia nazionale e l'altro riguarda il valore dell'Università di Roma Tor Vergata che sono normalmente i due parametri considerati. In base allo studio dell'Agenzia Nazionale riferito al 2006, la spesa pro capite piemontese ammonta a 1.639 euro, a fronte di una spesa nazionale di 1.674 euro. Con riferimento alle Regioni di confronto, il Veneto ha un valore unitario di 1.650 euro, la Lombardia ha un valore unitario di 1.558 euro, l'Emilia Romagna ha un valore unitario di 1.593 euro.
Prendendo ad esempio l'Università di Roma Tor Vergata - parliamo di studi che introducono le variabili per costo della prestazione in rapporto alle caratteristiche territoriali e demografiche - la spesa pro capite piemontese è di 1.757 euro, la media nazionale di 1.744 euro, la Lombardia 1.686 euro, l'Emilia Romagna 1.714 euro, il Veneto 1.749 euro.
Perché l'Agenzia Nazionale e l'Università ritengono opportuno considerare i costi pro capite adeguandoli all'andamento territoriale e anagrafico? Perché gli stessi dati sottolineano come un'indagine condotta in un'Azienda Sanitaria Locale di medie dimensioni (275.000 abitanti) nella quale vengano calcolati i costi complessivi e unitari d'assistenza farmaceutica, d'assistenza ospedaliera, d'assistenza specialistica d'assistenza riabilitativa, ovviamente di rette private, rileva che nella classe d'età 5-14 anni i costi complessivi e quelli unitari sono minori nella classe d'età dai 65 anni a salire i costi sono di 8,1-9,4 volte superiori. Cosa significa questo? Che le Regioni con maggiore percentuale di invecchiamento hanno, per l'erogazione di servizi analoghi, dei costi aggiuntivi.
Veniamo ancora, per dare e concludere una visione generale delle situazioni, all'andamento del bilancio complessivo, prima di passare a quello delle voci distinte, misurando il solito indicatore utilizzato in tutte le analisi macroeconomiche, vale a dire il rapporto della spesa sanitaria in ordine al prodotto interno lordo, usando due indicazioni di raffronto: una relativa al valore nazionale, l'altra relativa al valore piemontese.
Valore nazionale. La spesa del servizio sanitario dell'Italia è il 6,9 del prodotto interno lordo. In Francia è il 9,9; in Germania è il 9,2. Il Piemonte consuma il 6,45 del prodotto interno lordo, pertanto è al di sotto della media nazionale.
Concluso con ciò il quadro generale, andiamo all'analisi di dettaglio ovvero ai valori di costo ripartiti per l'erogazione delle diverse funzioni. Per quest'esame di composizione dei costi, ho preso in considerazione le stesse voci che dobbiamo produrre presentando il piano di rientro: acquisti e manutenzioni.
Nell'arco temporale 2004-2007, la voce è cresciuta del 21,67 calcolata su tre anni (7 e rotti annuali); l'incremento del 2008 è del 6,62, quindi procediamo con un andamento decrescente. Se confrontiamo, come ci chiede il Ministero, la stessa voce per lo stesso triennio con le regioni virtuose l'incremento è equivalente a quello dell'Emilia Romagna ed inferiore a quello del Veneto.
Quali sono le motivazioni dell'incremento in Piemonte, in particolare per i farmaci in distribuzione diretta - indicazione, questa, che credo sia vicina al sentire del Consiglio - che è cresciuto di 32 milioni, nello stesso triennio? Seconda composizione di spesa: assistenza sanitaria di base (questo insieme ai titoli successivi, va sotto il capitolo "Assistenza territoriale").
L'assistenza sanitaria di base - come chiedono di calcolarla i dati nazionali - comprende il costo della medicina generale, il costo del passaggio alla dipendenza per i medici convenzionati e i costi degli andamenti contrattuali.
L'assistenza sanitaria di base, nel periodo 2004-2007, per questa voce è lievemente inferiore al dato nazionale ed è inferiore alle due Regioni di confronto. Peraltro, il costo pro capite è superiore a quello nazionale ed a quello delle regioni di confronto.
Pertanto, partiamo da una base maggiore sulla quale sta avvenendo una decrescita.
La seconda voce dell'assistenza territoriale è quella farmaceutica.
Nel 2008, abbiamo un incremento della farmaceutica del 3,83 l'andamento è motivato dalla rimodulazione del sistema di esenzione del ticket. Se il Piemonte avesse registrato l'andamento medio nazionale avremmo avuto una minore spesa, di 37 milioni.
Voglio analizzare le conseguenze della scelta politica complessiva, non della politica sanitaria, ma della politica finanziaria di quest'ente, che è andata ad intervenire sulla partecipazione privata dei cittadini tendendo a calmierarla.
Vediamo se questo dato è vero. Cito il rapporto dell'Osservatorio della Salute 2008, Università Cattolica Sacro Cuore (le fonti sono quelle ufficiali che il Ministero utilizza per i dati di comparazione). La spesa pro capite privata del cittadino per ticket e compartecipazione, nel 2004 in Piemonte era l'8,9% della spesa sanitaria. In Lombardia era l'8,6%. Dal 2006, con l'intervento di rimodulazione dei ticket, la spesa privata in Piemonte è scesa al 6,8%; anche in Lombardia è scesa, ma del 7,6%.
Quindi, uno degli elementi considerabili in termini di efficacia sulle scelte complessive è quello della riduzione della partecipazione privata dei singoli cittadini, significativa anche in questo momento di difficoltà economica.
La terza voce dell'assistenza territoriale è quella specialistica. La voce della specialistica ha registrato un incremento significativo sia nella componente esterna (convenzionati) sia nella componente interna (produzione diretta): +11,2%, aumento dell'ambulatorio specialistico del sistema sanitario regionale; +12,7%, aumento di quello privato.
Questo è dovuto ad un costo unitario delle prestazioni? In parte sì, in parte è dovuto ad una maggiore copertura della domanda. Le prestazioni erogate sono cresciute dell'8,7%.
Altra voce dell'assistenza territoriale è quella riabilitativa.
Questa voce registra un incremento significativo: +10,18%. Il confronto con i valori nazionali e con le altre regioni è reso difficile da differenze nella rete dei servizi, perché, nel nostro modello, ad un intervento di fase acuta e gestione ospedaliera segue un intervento di riabilitazione, caratterizzato dalla classica sintesi dei 60 giorni di riabilitazione, che è completamente a carico del servizio sanitario regionale.
In altri contesti regionali, la post acuzie compresa nel periodo di riabilitazione viene considerata equivalente alla residenzialità socio sanitaria, quindi con richiesta di partecipazione all'utente del 50%. In questa fase, con questi valori economici e con quest'andamento del sistema non è intenzione della maggioranza far partecipare l'utente in quota parte alla spesa di riabilitazione.
Altra voce dell'assistenza territoriale è l'assistenza integrativa.
L'incremento registrato nel 2008 è del 5,54%; nel periodo 2004-2007 è stato del 24,04%, vale a dire 6% annuo. Stiamo, cioè, decrescendo.
L'andamento è analogo a quello dell'Emilia Romagna ed inferiore a quello del Veneto.
Cosa dobbiamo rilevare riguardo all'assistenza integrativa? Che, a fronte di quest'andamento, abbiamo un costo pro capite superiore a quello nazionale, quindi possiamo dare due spiegazioni: o questo costo pro capite è superiore, perché l'acquisto dei presidi monouso piuttosto che la protesica, complessivamente, nella relazione tra fornitori e sistema sanitario non vede il sistema sanitario particolarmente vantaggiato.
Questa può essere una delle spiegazioni. Peraltro, ho citato i dati del 2004-2007, quindi il dato di partenza era più elevato e, in base a quel dato, stiamo decrescendo.
L'altra spiegazione è che eroghiamo, in termini di cambi, quantità di presidi monouso, frequenza dei cambi, ampliamento della protesica, una dotazione maggiore di quasi tutte le altre regioni, essendo anche tra le prime Regioni che hanno inserito i presidi con i comunicatori vocali per le malattie di SLA.
Complessivamente, quindi, il Piano Socio Sanitario, che prevedeva un trasferimento di costi sull'assistenza territoriale, sta registrando, in un dato che vede la decrescita dal 2004, un significativo incremento su tutte le voci dell'assistenza territoriale.
Andiamo all'assistenza ospedaliera.
L'assistenza ospedaliera si compone di due voci: una diretta e una convenzionata accreditata. Nel dibattito di questo Consiglio regionale spesso si è detto che la relazione con la risorsa complementare - così la definisce il decreto legislativo n. 502 e il decreto legislativo n. 229 che è il sistema di sanità privata, non è stata, nel tempo sufficientemente controllata.
Voglio fornire due valori. 2000-2004: avvio dell'accreditamento convenzionato. Attività di case di cura convenzionate in regime di acuzie: crescita +135,9%. Post acuzie 2000-2004: crescita +39,5%. Gestione 2005 2009: l'assistenza ospedaliera delle case di cura accreditate ha un incremento del 3,92%, in applicazione dei contratti negoziati, ai sensi del decreto legislativo n. 229 del 1999, mai applicati in questa regione.
Quali sono le cause dell'incremento? Alcune spiegazioni. La prima: si passa dall'accreditamento provvisorio all'accreditamento definitivo.
Si è chiesto cioè al sistema di sanità privata come a quello pubblico di adeguare strutture, organici e requisiti definiti ottimali. Questo comporta un aumento del DRG.
Secondo. Le associazioni di categoria hanno sottoscritto a livello nazionale i contratti di lavoro.
Come unanimemente questo Consiglio ha ritenuto di prevedere delle integrazioni per tutti i datori di lavoro che, operando nel sistema sanitario, devono applicare migliorie contrattuali ai propri dipendenti, la Regione ha riconosciuto un incremento del 2% alle case di cura provvisoriamente accreditate, perché applicassero l'accordo contrattuale quello vecchio, perché quello nuovo non l'ha ancora applicato nessuno.
Andiamo alla voce "altra assistenza". La voce altra assistenza riguarda l'incremento degli inserimenti degli ultrasessantacinquenni nelle RSA l'adeguamento delle tariffe nelle RSA e nelle RAF, l'avvio degli assegni di cura. L'incremento registrato nel 2008 è del 14,85% superiore a quello del 2004-2007, che complessivamente fu del 23,3% ed è dato da due stanziamenti straordinari (2007 e 2006), 20 milioni più 20 milioni per aumentare la ricettività dei posti letto nelle RSA. A regime saranno 3.100 posti letto in più, oggi sono 1.350.
Adeguamento delle tariffe. I Consiglieri sanno bene, per aver rappresentato le necessità degli erogatori e dei propri territori, come la progressione della DGR n. 17, per adeguare il costo di ospitalità, pretenda una maggiore copertura del 50% della spesa regionale.
Infine a Torino dal 2005 vi è l'assegno di cura, che oggi porteremo a regime con le deliberazioni approvate dalla Giunta. Quindi, in una regione di anziani, con i valori che ho cercato di rappresentare di come cambia l'assistenza agli anziani - se lo ricordate 8,9-9,4 per le stesse prestazioni - il costo pro capite nel 2007 è di 147 euro sulla voce degli ultra sessantacinquenni, a fronte di una media nazionale di 119, superiori all'Emilia Romagna, che è di 121, ed inferiore al Veneto, che è di 157.
Riteniamo di potere giudicare un motivo di orgoglio questo valore e non una sofferenza economica.
Ultime due voci sono quelle relative ai costi fissi del sistema, vale a dire il personale e i servizi.
Per quanto riguarda il personale, l'incremento registrato nel 2008 è pari al 5,19% e deriva dall'applicazione del rinnovo contrattuale per il biennio 2006-2007, che da solo fa il 4,9%.
La differenza è motivata da: passaggio alla dipendenza di 62 medici del 118; stabilizzazione del personale sanitario precario e anche del personale amministrativo che, avendo i requisiti, rientrava nella legge nazionale sulla stabilizzazione; assunzione di personale per nuove attività, l'unità spinale unipolare del CTO e il Borsalino di Alessandria.
Il confronto con le altre Regioni.
L'incidenza del costo del personale sul costo totale in rapporto al Veneto e in rapporto all'Emilia Romagna. Il dato è comprensivo, come avviene nel livello nazionale, dell'incidenza dell'assistenza ospedaliera e specialistica del privato: 9,39 in Piemonte, 10,42 in Veneto, 9,38 in Emilia Romagna. Ci sembra che i costi fissi di sistema non siano così fuori controllo.
Vero è che abbiamo un'anomalia nel ruolo amministrativo, che è del 3,38 in Piemonte, del 2,5 nel Veneto e del 2,5 in Emilia Romagna.
La prima voce che ho richiamato è l'incidenza del costo del personale sul costo totale.
Servizi appaltati, che è l'altra voce per la quale, se non si ha personale, si ricorre alla gestione in appalto o all'acquisto di beni e servizi. Nel 2008 abbiamo un incremento del 7,28, nel periodo 2004-2007 un incremento del 19,7.
L'incremento tra il 2004 e il 2007 nel livello nazionale è stato del 40,6%. Nel Veneto è stato del 24,9%, nell'Emilia Romagna è stato del 32,2%.
Il che significa - può essere giudicato un bene o un male - che normalmente questo sistema regionale non procede nella produzione di servizi sanitari al ricorso a modalità di gestione indiretta e contiene sia le spese del personale sia le spese di affidamento.
Questi sono i valori macroeconomici e microeconomici analizzati sull'arco temporale ormai relativamente stabile per essere giudicato un periodo ragionevole. È un valore confrontabile che indica lo stato di salute della sanità regionale, non particolarmente compromesso, una situazione di tenuta rispetto ai bisogni rappresentati dalla popolazione e nell'affiancare questo andamento esclusivamente economico, tenta ed introduce alcuni modelli organizzativi di ulteriore miglioramento.
Ne cito soltanto uno: quello degli acquisti. I Consiglieri hanno avuto modo di discutere con altri colleghi ed in altre parti del bilancio di operazioni strutturali, come quelle della società di committenza regionale.
Nell'arrivo a regime dell'attività di SCR voglio sottolineare che già ora stiamo procedendo con l'organizzazione degli acquisti per stazioni appaltanti unificate.
Il lavoro dei provveditori e degli economi ha consentito di individuare innanzitutto la riduzione delle tipologie dei beni da acquistare. Tutte le analisi nazionali dicono che il problema dei costi diversi non sta nella procedura di gara, ma sta in ciò che si va ad acquistare. Vale a dire: il procedimento interno è vantaggioso in quasi tutti i sistemi. L'errore che comporta maggiori costi deriva dal fatto che si acquistano 32 tipologie di beni differenti quando le tipologie potrebbero essere ridotte ad un numero minore.
Quindi, il primo lavoro dei provveditori è stato questo: accorpare per omogeneità i beni da acquistare; passiamo da 32 bende a 14.
E poi assegnare ad un'unica centrale di acquisti il compito di comprare per tutti, su area funzionale sovrazonale.
Alcune operazioni hanno già dato i propri risultati; faccio riferimento alla gara unica condotta da Molinette per l'acquisto dei farmaci, che ha consentito un milione di euro di risparmio, non sui farmaci oncologici. Ci sono valori che anche questo Consiglio deve assumere come valori forse immodificabili, a meno di operazioni non solo strutturali, ma macromondiali strutturali, che dipendono dal fatto che ci sono produttori unici di alcuni farmaci, e quindi monopoli di mercato in alcuni farmaci e farmaci sensibili, come quelli delle malattie oncologiche.
L'altra operazione che voglio ricordare è quella del risparmio consentito dall'unica gara realizzata dall'ASL Molinette per l'assicurazione contro i grandi rischi in sanità.
Infine, le altre misure di riorganizzazione delle competenze professionali che sono preliminari all'introduzione di qualunque innovazione tecnologica.
Voglio citare l'esperienza del farmacista di reparto, che è un'esperienza significativa nell'ASO Molinette, che consente non solo la riduzione del rischio nella somministrazione, ma anche il contenimento della spesa, dosando in maniera adeguata il prodotto immagazzinato.
Su questo si potranno introdurre tecnologie, come l'armadio farmaceutico? È possibile. Si possono introdurre riorganizzazioni strutturali, come il magazzino unico? È possibile. Ma prima di introdurre delle innovazioni tecnologiche o strumentali, occorre che ci sia una riorganizzazione del personale adibito a gestirle, ed è questo che stiamo facendo.
Nella speranza di aver interpretato, ma forse non sono mai all'altezza le aspettative dei Consiglieri in ordine al titolo che mi era stato assegnato, ringrazio per l'attenzione dedicata.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore Artesio.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media "A. Vivaldi" di Borgaretto, Comune di Beinasco (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola media "A. Vivaldi" di Borgaretto, Comune di Beinasco di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza. State assistendo ad un Consiglio straordinario sul tema dell'efficienza della sanità pubblica in Piemonte.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Efficienza della sanità pubblica piemontese" richiesta presentata dai Consiglieri Burzi, Cotto, Dutto, Ferrero, Cirio, Leardi, Caramella Toselli, Novero, Leo, Casoni, Vignale, D'Ambrosio, Scanderebech, Rossi e Botta (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo con il dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore Artesio di cui al punto 2) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Intanto ringrazio l'Assessore per il ricchissimo intervento. Poich credo che essenzialmente abbia letto, non pretendo l'intervento della parte dialettica, sono evidentemente molto interessato alla parte numerica, visto che, come ho detto prima, è stato un intervento d'apertura estremamente ricco.
Devo ammettere che all'inizio ero un po' preoccupato, perché ho temuto che a quasi due anni dal suo ingresso in questa Giunta, con le competenze che lei oggi ha (in sostituzione dell'Assessore Valpreda, in funzione della malattia che lo colpì) pur tardivamente ci fosse stato un cambio d'indirizzo nel suo pensiero. Ma, come lei aveva anticipato, dopo le prime 10 o 15 parole, mi sono tranquillizzato, perché ho visto che in maniera molto documentata che lei va avanti nella direzione che ha sin qui intrapreso.
Questo, dal mio punto di vista politico, mi ha molto tranquillizzato perché noi riteniamo (evidentemente, anche questo in maniera soggettiva) che la sua azione in sede politica darà gli esiti che ci sembrano già percepibili oggi, ma questo lo vedremo fra circa un anno e, direi, due giorni, perché secondo i nostri conti, si dovrebbe votare il 18 aprile 2010. Poi, se non sarà il 18, ma l'11, poco cambia, sarà sempre l'aprile 2010. Credo che il giorno previsto sia il 18 aprile, quindi fortunatamente manca solo più un anno.
Poi, la seconda parte, anche questa, inizialmente, mi ha preoccupato ma mi sono tranquillizzato, perché mi ha telefonato mia madre. Lei sa che ogni tanto uso mia madre come test. Avendo 89 anni, è delle tante fortunatamente, numerosissime e sempre più numerose, persone che questa Regione oggi considera tra i suoi cittadini, e spero che questo permanga, e non soltanto per mia madre, ancora per alcune decine di anni.
Mia madre ha detto: "Sai, Angelo, stavo seguendo l'intervento e ne capisco poco". Ho detto: "Non ti preoccupare, mamma, è normale perch l'Assessore" - in questo caso senza attribuire alle mie parole alcuna volontà di critica - "usa, come spesse volte capita" e probabilmente è capitato molto spesso anche a me, quando avevo la sfortuna di fare il lavoro che sta facendo lei oggi - "un linguaggio molto tecnico", come lei ha usato, e quindi non sempre un linguaggio molto tecnico, condivisibile o meno che sia, è facilmente percepibile all'esterno.
Le ho detto: "Però, mamma, se hai pazienza e ti fidi di me, rimani collegata". Mia madre è una grande navigatrice in internet; come molte persone anziane che hanno un sacco di tempo, passa il tempo a navigare spero soltanto nell'ambito di siti legittimi, perché anche gli anziani hanno talora la tentazione di andare, con i desideri, in siti che gli ricordano anni più frenetici di attività non soltanto mentale.
Dicevo: "Mamma, tranquillizzati, perché nel mio intervento di replica cercherò non certo di spiegare che cosa ha detto l'Assessore, che l'ha spiegato benissimo, ma di dare la mia interpretazione".
Prima di dare la mia interpretazione, cerco di collegare anche l'Assessore, oltre che, evidentemente, i colleghi al momento in cui questo dibattito capita. Anche qui, non c'è nessuna critica, perché, Assessore chi fa il suo lavoro (che ha delle componenti di carico estremamente impegnative e che lei svolge al di là del fatto che sia condivisibile la linea che lei segue in maniera assolutamente presente, quindi non lo fa per finta) è talmente oberato che, anche senza volerlo, tende ad astrarsi da quella che è la vita reale, perché si tende ad immaginare che la vita reale sia quella dell'ufficio (io una volta scherzando, tra gli altri motivi, ho detto del "fortino" di Corso Regina Margherita) e non quella che avviene al di fuori del "fortino", nel resto della città, nel resto della provincia e nel resto della regione.
Allora, cerchiamo di considerare quanto sta avvenendo come se oggi fosse il suo primo giorno di scuola; le è capitato soltanto due anni fa, e poi la scuola è un ambiente che conosce benissimo e molto meglio di me. Lei oggi diventa Assessore alla sanità in un Piemonte che attraversa una crisi economica. Se si leggono i giornali, anche solo superficialmente, ci si rende conto che, proprio in questi giorni, una parte dei commentatori spera, auspica e, forse, si illude che il peggio sia passato, e io ovviamente mi unisco a questo auspicio, perché se le conseguenze della crisi finanziaria avessero abbandonato i lidi dove le crisi finanziarie si esplicano (essenzialmente, le borse di tutto il mondo) e se le conseguenze di questa crisi, nell'ambito dell'economia reale, avessero finito di incidere sulla "carne viva" delle nostre imprese e dei nostri lavoratori evidentemente saremmo tutti un po' più attenti.
Temo possa non essere così. Trovo più convincenti le parole di molti analisti, che vengono chiamati oggi "pessimisti", e che dicono che l'alluvione non è ancora passata e prima che passi la nottata è ancora lunga.
Allora credo, non certo per fare delle scommesse sul futuro, che dovendo scommettere, mi auguro, come tutti voi, sia il più positivo possibile, ma dal punto di vista dell'amministratore, normalmente, si tende ad essere prudenti, perché se le cose vanno bene, a festeggiare c'è sempre tempo, ma è bene essere preparati, qualora le cose continuino ad andare bene o peggiorino.
Ricordo solo che siamo in una regione che è contraddistinta, per la tipologia del suo sistema di impresa, da un livello di ordini che è andato calando nella seconda parte del 2008, per poi avere un tonfo nella prima parte del 2009, con condizioni di pagamento normalmente molto lunghe, molto più lunghe di quelle di altre Regioni, il che significa che, dalla fine del primo trimestre (dal 31 marzo in poi), che cosa succederà nei sistemi di impresa? Che incasseranno di meno in funzione degli ordini decrescenti nella seconda parte dell'anno, e con condizioni di pagamento che sono ancora allungate rispetto a quelle precedenti.
Quindi, non sono affatto certo - ahimè - che la crisi sia passata e se la crisi non è passata, un buon amministratore dovrebbe premunirsi. Che cosa fa? Guarda nel bilancio di casa propria, perché deve vedere, in funzione di ciò che è disponibile, quali siano le urgenze più importanti per destinare le risorse rispetto alle necessità.
Senza voler scomodare delle tragedie, perché di questo si tratta parlando dell'Abruzzo, è evidente che tutti gli italiani e non soltanto gli abruzzesi, oggi devono, soprattutto man mano che le notizie spariranno dalle prime pagine dei giornali, come sta già avvenendo e non soltanto nel quotidiano locale, pensare che la ricostruzione dell'Abruzzo non sarà una questione di pochi mesi, ma sarà un impegno che durerà negli anni e già emergono opinioni diverse circa le preoccupazioni. Se la ricostruzione durerà anni, se il patrimonio costruttivo ed edile coinvolto - sembra scollegato, ma non lo è - è danneggiato nell'ordine dal 30 al 50%, è un problema che non tocca solamente gli abruzzesi, ma tocca l'interesse collettivo dell'intera nazione. Interesse collettivo vuol dire "risorse" perché le case si fanno con le risorse, siano esse destinate all'edilizia essenziale, siano esse destinate a edilizia pubblica.
Quindi, arriviamo a noi. Assessore, lei sa benissimo, e ne ha fatto anche un fugace accenno nel suo intervento, che questa Regione ha un indebitamento molto forte; qualora sia eccessivo - e io lo ritengo tale non è a lei che ha da essere ascritta la responsabilità di tale eccesso, ma comunque è un indebitamento molto alto. Allora, lei entra in quest'azienda da otto miliardi e mezzo, lira più lira meno... Lo dico per mia madre: le cifre non sono precise, ma otto miliardi e mezzo di euro all'anno sono sulla base del 2008, il costo della sanità piemontese.
Parte del suo intervento ha teso a convincerci di una cosa di cui ero già convinto prima, che la sanità piemontese è buona. "Buona" nel senso che i servizi che eroga hanno una loro efficacia.
Devo dire che noi la pensavamo così anche prima, quando in quest'Aula un simpatico signore, normalmente seduto lì in mezzo, in seconda fila, che oggi fa pro tempore il Presidente della Provincia di Torino, ci ha (come posso dire, devo cercare un neologismo, perché quello che mi viene in mente non è dicibile di fronte ai ragazzi, ma credo che voi facilmente possiate indovinare) occupato parte del nostro tempo spiegandoci quanto la sanità piemontese, ma non del 1212, degli anni che anche lei ha toccato, fino al 2005, fosse uno sfacelo e un disastro sotto ogni punto di vista. Ha scritto anche un libro su questo, che non le consiglio di leggere, perché sarebbe una perdita di tempo totale; probabilmente, in questa fase, lo ridistribuirà a tutti, onde convincere ulteriormente gli elettori, che già sono convinti, a non votarlo. Spero che lo distribuisca a tutti, così la gente, anche tardivamente, capisce.
Nell'ambito di questo testo - tutta la sanità del centrodestra, minuto per minuto - edito dall'attuale Presidente Saitta, si diceva che questa sanità fosse pessima (nel 2005). Pensi che allora eravamo convinti...
Presidente, mi concede un po' di tolleranza? Giuro che oggi pomeriggio farò un solo intervento per recuperare i cinque minuti che le chiedo di sforamento.



PRESIDENTE

Assolutamente, Consigliere Burzi, se mi consente di far diventare il giuramento una prassi per richiamarla a questo.



BURZI Angelo

Per quanto mi riguarda, la mia parola vale molto più del mio giuramento. In ogni modo le assicuro che in cinque minuti concludo.
Come dicevo, l'attuale Presidente Saitta era convinto che la nostra sanità fosse pessima - noi già allora ne eravamo convinti - e tuttora è una buona sanità. Non è oggetto di discussione che il servizio ricevuto mediamente, evidentemente - nella nostra Regione sia un buon servizio.
Probabilmente meglio... Non conosco le classifiche, perché ognuno le gira a modo proprio, tranne quelle del Torino che, invece, sono tendenzialmente fissate dove sono, fra il terzo e il quart'ultimo posto! Ma comunque è una sanità buona. Ma non è questo l'oggetto della discussione e non lo è nemmeno se stiamo meglio o peggio di altre Regione.
Ma poiché questa è un'azienda, è strutturata come tutte le altre aziende. In quanto tale, è costituita da ricavi: che poi si facciano coi PRG o con altre alchimie contabili più o meno complesse che mia madre non capisce, sempre ricavi sono; il fatto che poi arrivino dallo Stato o dall'indebitamente regionale, sempre dalle tasche dei cittadini escono fanno solo un giro più lungo se transitano da Roma e un giro apparentemente più breve se vengono prelevati direttamente qui. Ma lei sa bene che il federalismo fiscale per ora è soltanto un'ipotesi di lavoro che occuperà i piemontesi e gli italiani non prima di sette, dieci o quindici anni, perch questi sono i tempi di chi seriamente su ciò lavora.
Come azienda ha anche dei costi. E, anche qui - originalità clamorosa! ha i costi classici di qualunque azienda, che abbia uno o 60.000 dipendenti: ha il costo del personale (poi, normalmente, lo si divide in più settori, onde poterlo conoscere e contrarre meglio); ha dei costi di acquisto, di cui lei ha parlato, di beni e servizi, di beni durevoli, di attrezzature, di investimento; ha degli oneri generali; ha degli oneri finanziari, perché la sanità piemontese, o buona parte di questa, è indebitata (mi pare che a fine anno l'indebitamento della sanità si aggirasse intorno agli 808 o 809 milioni di euro, ma lo deduco da una vostra delibera, per cui voi avete anticipato in sede di finanziaria le risorse per pagare i fornitori con una tempestività meno inaccettabile di quella che loro ritengono oggi sia).
Questa è l'azienda dove lei entra. Io insisto - ma non per volerla convincere, anzi la prego di non cambiare idea, perché a noi va bene così che in qualunque azienda, qualunque tipo di servizio eroghi (ma proprio qualunque), di qualunque dimensione sia, l'espressione "efficienza di gestione aziendale" ormai è quasi più vecchia dell'Antico Testamento! E si fa senza inventare proprio nulla, perché è già stato detto tutto e il contrario di tutto. Si fa gestendo il personale, gestendo gli acquisti e la manutenzione, si fa gestendo gli investimenti, si fa gestendo i costi fissi e si fa gestendo gli oneri finanziari.
Questo si fa nelle aziende di tutto il mondo in maniera sistemica dal 1975 in poi, tranne che qua.
Noti che lei è in buona compagnia, perché nel chiudere la questione vi pongo di fronte a questo simpatico dilemma che tanto primo o noi riaffronteremo. Perché il Vicepresidente Peveraro, dopo aver ricevuto il bilancio approvato il 23 dicembre, grazie anche al lavoro dell'opposizione e averne erogato soltanto il 75% a gennaio (perché gli sembrava strano avere tutte quelle risorse disponibili), è in ritardo nel presentarci l'assestamento. Ma quando lo farà, su questo tema torneremo, ma mica perch non le vogliamo bene. Ci torneremo perché riteniamo che le risorse non vadano sprecate. E senza più sentir parlare, se sarà possibile, tagli nei riguardi dell'efficienza. Perché sappiate che ogni volta che sentiremo il termine "taglio" - e lo sentiremo - ci indurrà un lieve cattivo umore. E come ho già spiegato più volte, il cattivo umore di parte dell'opposizione ineludibilmente si traduce in una lentezza dei lavori legislativi e in una lentezza nell'approvazione della stessa.
Lei è a capo di un'Amministrazione sanitaria - di questo sì che è responsabile - che si rifiuta di misurare il livello dei propri servizi e il livello dei propri conti economici, certificandoli ottobre 2007, quando grazie alla stima umana che all'epoca noi nutrivamo per la sua Giunta (stima ormai finita e non più riproducibile), ci impegnammo a consentire l'approvazione di un Piano Socio Sanitario totalmente inutile, nell'ambito del quale i 60 milioni di euro firmati dall'Assessore Valpreda come risparmio sono diventati un'effimera felice, perché annegati nell'ambito di numeri estremamente efficienti, con cui lei ci ha dimostrato una cosa che già sapevamo: la sanità è buona, nonostante voi. È semplicemente inefficiente come buona parte delle strutture pubbliche in tutta Italia.
La differenza è che lei, grazie anche ad un pensiero politico fortunatamente molto diverso dal nostro, ritiene che vada bene così. Noi no.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Noi siamo grati al centrodestra, perché ci permette, oggi, di fare chiarezza su un sistema sanitario, quello regionale, che, a nostro avviso ha finora risposto bene alle domande di salute provenienti dai cittadini piemontesi. E lo ha fatto con costi che non si discostano dalla media nazionale, simili a quelli delle Regioni del Nord Italia che, come noi offrono servizi sanitari di grande qualità.
Speriamo che il dibattito serva davvero, e che non sia utile soltanto ad una "comparsa" sui giornali di domani o ad un intervista sul TG3, nel tentativo di confondere i numeri, dei quali ha parlato l'Assessore Artesio e dei quali parlerò anche io.
Ci scusiamo col centrodestra se amiamo i numeri e la chiarezza delle cose fatte e dei dati. Mi sembra che nell'intervento del Presidente Burzi invece, vi siano state più argomentazioni di tipo politico.
Un sistema sanitario - abbiamo il dovere di dirlo - che abbiamo ricevuto nel 2005, certamente di qualità - in questo caso il collega Burzi ha ragione - da un punto di vista della professionalità degli operatori del settore, ma gravato di un deficit iniziale nel 2004 di 400 milioni di euro che abbiamo dovuto ripianare, di un mutuo che la Giunta Ghigo aveva aperto di 500 milioni di euro, per cercare di far quadrare i conti. E - non me ne voglia il centrodestra se ci ritorno, perché mi rendo conto che è un nervo scoperto - la vergogna della questione del Mauriziano: soltanto più le Nazioni Unite si devono pronunciare sulla vostra responsabilità rispetto a quell'ospedale e all'Ordine tutto.
Tutti coloro che hanno avuto titolo per pronunciarsi, la vostra responsabilità l'hanno dimostrata. Anzi, l'hanno certificata, come hanno fatto tutti quelli che se ne sono occupati.
Penso che dovreste sentire la responsabilità morale e politica di quello che avete combinato. In questo momento, a noi restano 65 milioni di euro da riconoscere alla banca che ci ha fatto causa (poi vedremo come finirà con i ricorsi).
Abbiamo ereditato un sistema sanitario - anche qui è necessario dirlo denso di progetti sbagliati o incompleti: penso all'ospedale di Biella, per il quale abbiamo dovuto recuperare 36 milioni di euro per poterlo mettere in ordine e completare; penso all'ospedale di Venaria, per il quale erano previsti 15 milioni di euro e, come tutti sanno, ce ne vorranno almeno 35 (l'aumento dei costi non dipende dal fatto che sia cambiato il luogo nel quale edificare l'ospedale, ma da un deficit progettuale iniziale); penso ancora all'ospedale di Settimo, un curioso intreccio fra pubblico e privato, che un Governo di centrosinistra ha giustamente ricondotto alla sanità pubblica.
Abbiamo concluso e stiamo ancora concludendo le cose sbagliate che il Governo di centrodestra aveva cominciamo.
Ma veniamo ai conti, e mi scuso per il fatto di dare dei numeri.
L'Assessore lo ha detto, ma voglio rafforzare con qualche nota politica le sue considerazioni: dal 2004 al 2005 il finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale è passato da sei miliardi a sei miliardi e 576 milioni di euro. Quindi, durante l'ultimo anno di governo del centrodestra l'incremento è stato dell'8,50%. Nel 2006, quando noi abbiamo cominciato a governare la Regione, l'incremento è stato del 3,15%; nel 2007 del 5,44 nel 2008 del 3,1% e nel 2009 del 3,54%; cioè, aumenti assolutamente minori rispetto all'ultimo anno di gestione del Governo regionale precedente.
Anche a me piace ripetere quanto riferito dall'Assessore: la spesa pro capite ammonta a 1.639 euro, a fronte di una media nazionale di 1.674 inferiore a quella del Veneto, dove il sistema socio-sanitario funziona egregiamente, credo sia uno dei migliori del Nord Italia - tanti anni fa ho imparato a fare l'artroscopia all'ospedale di Vicenza, dove c'era un chirurgo eccellente - un po' superiore a quella della Lombardia e dell'Emilia Romagna, che si attesta intorno a 1.593. Un aumento complessivamente modesto del 3,5%, del quale anche io voglio analizzare alcuni costi.
L'assistenza farmaceutica è certamente aumentata, lo ha detto l'Assessore, a causa del diverso sistema di rimodulazione dei ticket.
Semplicemente, abbiamo mantenuto un impegno che in campagna elettorale avevamo preso con i cittadini piemontesi. Avevamo detto che avremmo eliminato il ticket sotto un certo reddito per gli over 65, ma abbiamo fatto di più: abbiamo eliminato il ticket fino a 36 mila euro per tutti i cittadini piemontesi, cioè quelli che, secondo noi, non avevano un reddito sufficiente per pagare anche il ticket sui farmaci. L'Assessore ha detto che questo ha portato ad un risparmio del 2% rispetto alla spesa delle famiglie in questo settore della medicina.
Mi piace il fatto che l'assistenza specialistica sia aumentata del 12 magari questo sarà l'argomento di un prossimo dibattito in Consiglio regionale - le liste di attesa sono diminuite e quando ci saranno i privati all'interno del CUP metropolitano noi spiegheremo ai cittadini di questa regione che, oggi, siamo in grado di rispondere nei tempi indicati dal Governo, ma anche nei tempi attesi dagli stessi cittadini per una risposta alla visita specialistica.
C'è stato un aumento modesto anche della "convenzionata esterna", a dimostrazione del fatto che, pur nella convinzione che la sanità debba essere pubblica, non abbiamo lavorato per penalizzare il privato. Certo abbiamo stabilito delle regole, perché i privati svolgono un ruolo importante, soprattutto nell'abbattimento delle liste di attesa; siamo passati da un accreditamento provvisorio che non dava certezza al personale ad un accreditamento definitivo.
Abbiamo la necessità - Assessore, lo abbiamo detto tante volte - di una verifica sull'appropriatezza di quello che, soprattutto, viene operato nelle strutture accreditate ed è un compito che, a poco a poco, cercheremo di svolgere.
L'aumento del personale derivante dal rinnovo contrattuale ci differenzia profondamente dal centrodestra. Noi pensiamo che i precari debbano essere stabilizzati, che colui che lavora da sei-sette anni in un ospedale non possa poi che lavorarci in maniera definitiva. Siamo convinti che il posto di lavoro garantisca la famiglia e un progetto di vita rispetto anche a quanto sta facendo il Governo nazionale, ci rendiamo conto che è una differenza sostanziale. Se vogliamo fare un confronto con le altre regioni, nel Veneto la spesa è aumentata del 9,61%, mentre in Emilia Romagna la spesa del personale è aumentata del 10,67%.



(Commenti in aula)



BOETI Antonino

Appunto, non solo in linea con le altre regioni del Nord Italia, ma, in alcuni casi, più bassi.
Per quanto riguarda l'assistenza integrativa, rivendico con orgoglio il fatto che il Piemonte è stata la regione guida relativamente ai comunicatori per i pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica. Il Ministro Turco ha raccolto la nostra sollecitazione, gli Assessori alla ricerca, innovazione e sanità hanno provveduto a redigere una delibera affinché oggi i comunicatori fossero ammessi nell'offerta pubblica di strumenti a disposizione di quei cittadini che ne hanno bisogno.
Un incremento maggiore si è verificato ancora nell'integrazione socio sanitaria. Mi piace pensare il fatto che per gli over 65, oggi, la disponibilità di posti letto raggiunge il 2%, mentre prima in molte delle nostre ASL si attestava sullo 0,50% e 0,70%; i numeri forniti dall'Assessore sono significativi di questa situazione.
C'è un aumento della medicina riabilitativa che si verifica in tutta Italia. Anche qui sarebbe opportuno svolgere un controllo, in quanto c'è molta fisioterapia inutile, che ci fa spendere soldi che potrebbero essere diversamente impiegati.
Quindi, l'aumento è in linea con il resto delle Regioni nelle quali il sistema sanitario funziona ed è in linea con i sistemi sanitari di tutto il mondo dal punto di vista della qualità e non della spesa, perché tutti gli altri paesi d'Europa, compresi gli Stati Uniti, spendono più del nostro paese per offrire servizi sanitari di qualità. E i servizi sanitari di qualità - checché ne dica il Consigliere Burzi - sono sotto gli occhi di tutti, dalla Rete oncologica piemontese al Centro trapianti delle Molinette, alla neurochirurgia e al reimpianto di arti del CTO.
Certamente, è un sistema che può e deve migliorare nell'accoglienza nel confort alberghiero, nella diminuzione delle liste di attesa; sollecito ancora la realizzazione di un CUP chirurgico, che ci permetta di mettere ordine anche in questo settore così delicato. Può migliorare la costituzione della medicina di gruppo e sappiamo, Assessore, che c'è un grande interesse da parte dei medici di famiglia. Siamo passati dal 6% di quattro anni fa a quasi il 20% di medici che hanno deciso di mettersi insieme per offrire un servizio territoriale ai cittadini che ne hanno bisogno.
Per concludere - ho preparato un intervento che mi permettesse di stare nei dieci minuti, non interverrò nel pomeriggio - nei prossimi cinque anni noi completeremo il lavoro che abbiamo iniziato, con la stessa onestà e la stessa chiarezza che ha caratterizzato il nostro lavoro in questi anni. I piemontesi hanno capito che un sistema così complesso, che spende otto miliardi di euro all'anno, può essere gestito con serietà e onestà, quella che ha caratterizzato il lavoro dell'Assessore Valpreda prima, quella che caratterizza il lavoro dell'Assessore Artesio adesso, quella di noi tutti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Siccome so che il Consigliere Burzi è uomo di buone letture, gli do un piccolo consiglio: provi a rileggersi, se ne avrà voglia, magari prima di dormire, alcuni scritti non di un membro del movimento operaio, ma di un grande Presidente americano, Franklin Delano Roosevelt, che, ad un certo punto, negli anni Trenta, ha avuto modo di dire le seguenti cose. Quando un sistema privato impazzito domina e diventa preponderante sul pubblico e sulla politica si possono verificare due condizioni molto negative: per quanto concerne la prima, la tendenza del sistema a diventare fascistoide per quanto riguarda la seconda, neanche la capacità produttiva del sistema diciamo la capacità di produrre beni per soddisfare delle esigenze, è più tutelata.
vero, come diceva il Consigliere Boeti, il Capogruppo Burzi ha fatto soprattutto un intervento politico, ma al sottoscritto non sfugge anche la sfida politica di fondo che quell'intervento ci pone; per me è una sfida totalmente da raccogliere e da interpretare con modalità totalmente differenti. Nella crisi senza confini che viviamo oggi occorre stare attenti a salvaguardare il sistema pubblico e, in modo particolare, il sistema sanitario pubblico; altrimenti, se crollasse anche quel pilastro ci troveremmo in quella condizione che, come cercava di dire il Presidente Roosevelt, proprio non va perseguita, anzi, va scongiurata. Oggi dobbiamo stare molto attenti a questo e quando parliamo di sistema sanitario pubblico, in particolare del nostro sistema sanitario, dobbiamo capire che al di là dei conti, è un elemento anticrisi decisivo e che la sua difesa è per noi assolutamente centrale.
Credo che l'Assessore, oggi, qui, ci abbia proposto uno schema di valutazione, che si può anche criticare, ma finora non ho visto la capacità di prenderlo di petto, cioè di avviare un corpo a corpo con quel corpus di dati, con quel corpus di valutazioni, con quel corpus di comparazioni che l'Assessore ci ha posto, perché da questo hic Rhodus, hic salta, non si sfugge da qui. Si può criticare, ma bisogna dire, laddove si critica, il perché, quali sono le cose che non funzionano e portare degli argomenti al contrario, altrimenti non ci capiamo.
Mi pare che, dalle prime avvisaglie del Consiglio di oggi, si potrebbe dire, con un vecchio adagio, "tanto tuonò che piovve". Questo corpus offerto oggi dall'Assessore Artesio, dal mio punto di vista, pone, nero su bianco, con tanto di dati, un'idea centrale che è esattamente l'opposto di quello che in quest'Aula abbiamo sentito dire, soprattutto dai banchi del centrodestra, più volte essere l'idea dei conti in sanità assolutamente non sotto controllo.
Siamo in una condizione assolutamente diversa e, anche laddove si dimostrano costi in espansione, è giusto valutare, come l'Assessore ha fatto, punto per punto, quali sono le motivazioni. Penso che davvero la politica, che spesso interviene anche con modalità non conseguenti con i propri principi, debba fare una valutazione. Lo dico anche rispetto alle cose che ho detto all'inizio.
Ci sono alcune voci che crescono in un contesto che abbiamo visto - i trasferimenti statali sono di un certo tipo e sono in decremento - voci macro che stanno dentro un trend di diminuzione o, comunque, di comparabile situazione con altre Regioni a noi vicine o, comunque, comparabili alla nostra. Dire che questo è il contesto, significa anche enucleare, con una certa precisione e con una certa valutazione, le voci che, invece, in decremento non sono.
Stiamo parlando, appunto, di un sistema sanitario pubblico che vogliamo salvaguardare e che abbiamo bisogno di capire, voce per voce, che cosa significa la scelta politica che sta dietro a quell'eventuale incremento sapendo che si può sempre fare meglio, sapendo che alcuni elementi di ulteriore messa a controllo della spesa, di razionalizzazione della spesa sono stati messi avanti (si ricordava gli acquisti unificati).
Ci sono altre voci che crescono e, dal mio punto di vista, crescono su una base di sacrosanta scelta politica a tutela del sistema sanitario nel suo complesso e, soprattutto, di alcune fasce deboli che in questa regione esistono e che nella crisi devono vedere la loro condizione non peggiorare.
Si ricordava una regione che invecchia, si ricordavano alcune prestazioni rispetto a questa parte di popolazione, quindi anche un incremento della spesa. Rivendico quell'incremento come un incremento che va incontro alle loro esigenze.
Scelte politiche, alcune cose erano ricordate. Per esempio la cosiddetta assistenza integrativa. Si potrebbe discutere a lungo se dare meno strisce per gli ammalati di diabete oppure altre prestazioni di questo genere. Penso che, da questo punto di vista, dare di più e più frequentemente può essere anche una scelta che, politicamente, si pu sostenere di fronte alla gente del Piemonte.
Secondo elemento. Si diceva della sanità privata. Dentro un elemento di crisi come questo, credo che sia giusto, senza penalizzare nessuno, fare capire alla gente del Piemonte qual è il settore che più si vuole salvaguardare. Se decidiamo che da salvaguardare è il settore pubblico a fronte degli aumenti a due cifre che abbiamo visto dal 2000 al 2004, penso che questa scelta sia sacrosanta, una scelta molto avversata. Ricordo a tutti che, su quella scelta di controllo e di comprensione della spesa sul privato, ci sono stati ricorsi al TAR che la Regione Piemonte ha vinto.
Ho fatto questi due esempi per dire che bisogna stare attenti anche sugli incrementi che ci sono e che sono stati fatti sulla base di scelte politiche di un certo tipo, che vanno in una certa direzione, dal mio punto di vista assolutamente condivisibile.
Certo, in un momento come questo, va ribadito il diritto alla salute per tutti, non è una cosa di poco conto, ma l'Assessore Artesio spesso ci ricorda anche un'altra cosa. Il diritto alla salute come diritto esigibile oggi, è comunque in crisi. Dirò alla fine anche perché, perché questo Governo ci sta preparando alcune cose simpatiche. Ed è in crisi anche una cultura generale della salute come bene condiviso.
Sono in crisi, quindi, quei luoghi dove, nella ristrettezza delle risorse, si cerca di capire quali sono le priorità condivise che si danno.
Anche la politica, a volte, ha delle difficoltà a fare delle scelte che, in qualche modo, trovano, luogo per luogo, una certa condivisione. Ed è questa una sfida culturale che, secondo me, al di là dell'aspetto ragionieristico questa maggioranza, in modo particolare, si deve porre.
In ultimo. Non voglio parlare d'altro, ma ci è stata chiesta, in questi anni e in questi mesi, efficienza, efficienza. Io voglio parlare anche di decenza, cari colleghi del centrodestra che ci chiedete efficienza.
Nel Patto per la Salute 2010-2012, articolo del Sole 24 Ore di ieri che sta predisponendo questo Governo e che dovrà essere discusso tra Esecutivo e Regioni è previsto un taglio complessivo di 27 mila posti letto a livello nazionale e di circa 1.700 posti letto in Piemonte. In questo modo, a detta di questo Governo, si mettono i conti a posto e si sposta la politica dall'ospedalocentrismo al territorio. Alla faccia! Il piano dei tagli dei posti letto è, invece, secondo me, del tutto assurdo e la dice lunga sull'idea di sanità pubblica o di sanità che questo Governo ha.
Ovvero, un costo da tagliare e da rendere, magari, privato.
Soprattutto come possono, queste forze politiche del centrodestra piemontese nel loro insieme - mi rivolgo soprattutto alla Lega Nord - fare una campagna martellante sui territori piemontesi in difesa dei piccoli ospedali, dei presidi di montagna e poi decidere le cose che stanno decidendo a Roma? Agli esponenti leghisti e, più in generale, a tutto il centrodestra, vorrei ricordare che recentemente avete fatto anche un convegno in cui le camicie verdi, oltre ad attaccare, frontalmente i clandestini, hanno anche posto al secondo punto del loro programma per la salute dei piemontesi, la difesa dei piccoli ospedali del territorio. Mi chiedo: i vostri esponenti, a livello nazionale, che cosa voteranno? Voteranno questi tagli dopo aver chiesto queste cose in quel convegno? Vi chiedo anche di ragionare intorno al termine di decenza, perché il nostro Piano Socio Sanitario ha già parlato di uno spostamento radicale verso il territorio della sanità pubblica. Forse non ve ne siete accorti ma questi tagli che ci state proponendo sono la morte del sistema sanitario pubblico e i cittadini piemontesi lo devono sapere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Vorrei ricordare, per fugare in parte le preoccupazioni del Consigliere Deambrogio, che quando governò Berlusconi nel periodo 2001-2006 il Fondo Sanitario Nazionale, se mi ricordo bene, passò da 54 miliardi a 99 miliardi. Alla fine sono questi i dati che contano.
Avremmo anche preferito che l'intervento dell'Assessore iniziasse così.
Abbiamo un costo totale, che era nel 2004, nel 2005-2006 fino ad arrivare al 2009, poi andiamo a vedere il di cui. È chiaro che andando a vedere il di cui, cioè lo specifico, le singole voci, chiaramente bisogna andare a vedere nello specifico le singole voci, chiaramente bisogna andare a vedere per capirne l'andamento le varie tipologie di intervento diagnostico curativo e riabilitativo, acuto e post-acuto. Si dovrebbe cioè usare un approccio ragionieristico per valutare l'andamento delle questioni guardando anche alla qualità del servizio per comprendere cosa c'è dietro ad una determinata cifra. Non possiamo esaurire la valutazione solo in quel modo.
La spesa è un indicatore importante, però quel documento a cui faceva riferimento prima il collega, indubbiamente, è un documento più articolato.
Esso prevede (per quello che ne so io che sono informato sommariamente, ma poi sono comunque documenti che verranno esaminati in questa Regione nelle sedi opportune in un percorso di prevenzione e intervento di acuzie e post acuzie) una distribuzione più corretta della spesa dal punto di vista della programmazione, come in parte ha fatto l'Assessore, che ha sottolineato come determinate spese sono superiori ad un determinato indice, per altre si cerca di comprimere e per altre ancora si cerca di difenderle e salvaguardarle per il loro contenuto e valenza sociale.
Credo tuttavia che si debba, da parte nostra, proprio perché siamo l'opposizione, domandare anche qualche ulteriore cifra. Ad esempio, è stato detto che bisognava fare la rivoluzione organizzativa, perché se venivano portati avanti questi accorpamenti delle ASL avremmo avuto a regime, se ricordo bene, 60 milioni di euro di risparmio.
Sono intervenuto soprattutto per chiedere all'Assessore Artesio subentrata al collega Valpreda a metà della legislatura, se può illuminarci o riferire qualcosa sotto questo profilo. Gli accorpamenti, per ragioni politiche o per ragioni normative, potevano e dovevano essere fatti, ma noi avevamo dei dubbi che si cercasse di venderli come un'opzione che avrebbe favorito già nell'immediato, durante la validità del Piano, questo contenimento della spesa. Abbiamo qualche dubbio, anche perché vivo in una Provincia nella quale si è pensato bene di articolare l'organizzazione sanitaria in modo tale da avere una sede in un posto, l'altra in un altro posto con tutta una serie di aggravio di costi.
Comunque, sotto questo profilo, volevo ricordare all'Assessore che siamo in attesa di avere questi dati, visto che il collega Deambrogio parlava di sfide. Quella era stata una previsione, come tutte le previsioni può avverarsi o non avverarsi, ma sta a noi, ovviamente, chiedere conto di quelle che sono state le considerazioni che hanno guidato determinate scelte. Non è solo per curiosità o per politica, credo che ci sia anche un dovere di trasparenza, che viene sempre rivendicata. Per questo chiedo dei dati che ci confermino o meno quella che era stata la cifra indicata da parte dell'Assessore che ha preceduto l'attuale Assessore Artesio.
Nel momento in cui si fanno delle valutazioni in ordine alla capacità o meno di tenere sotto controllo tutte le variabili con delle indicazioni di tipo stringente o di riorganizzazione che tende all'efficienza, è necessario fare anche delle considerazioni riguardanti la gestione ordinaria che, per quanto riguarda la sanità, è una gestione importante perché è l'interfaccia quotidiana con i pazienti, con il territorio, con il cittadino. Tuttavia, nel momento in cui si cerca di contenere o di orientare in senso economico ed efficiente la spesa di gestione, vi sono ovviamente, le necessità di investimento per quanto riguarda anche l'adeguamento delle strutture e delle attrezzature e l'ammodernamento tecnologico.
Io, sotto questo profilo, ricordo che abbiamo di fronte un maxi piano sanitario di una cifra di poco inferiore ai quattro miliardi (3,6 miliardi). Questo piano, secondo me, è scarsamente finanziato. È un piano bello da illustrare perché si lascia intravedere. E' una specializzazione atavica della sinistra quella di tratteggiare, nel senso di prevedere che cosa succederà per la Città della Salute, in quel di Novara, a Torino piuttosto che ad Alessandria, anche se qui, le parole "Città della Salute" vengono sostituite dalle parole "Villaggio della Salute". Tuttavia, al di là delle polemiche, voglio dire che occorre trovare un migliore equilibrio tra la spesa corrente e un maggior impegno per quanto riguarda gli investimenti.
Credo che si debba venire ad un chiarimento. Siete convinti che con le risorse pubbliche riuscirete ad attuare, in via totalmente autonoma, il piano di investimenti sostenuto dalla Giunta, in modo particolare dal Vicepresidente Peveraro? Penso che qualche idea anche integrativa di coinvolgimento del capitale privato nel dotare il Piemonte di tutte quelle che sono le strutture di cui ha bisogno nell'arco di dieci o vent'anni, sia assolutamente un percorso ineludibile, del quale non si potrà fare a meno.
Credo che sia arrivato il momento di accantonare i pregiudizi ideologici per quanto riguarda le prestazioni ordinarie, perché l'importante è che siano date gratuitamente a tutti, che siano date in modo efficiente e in modo celere. Poi, che le dia il pubblico o che le dia il privato, a mio avviso diventa un fatto relativo.
Quando eravamo noi al governo avevamo comunque privilegiato la risposta pubblica, soprattutto per le situazioni più complesse. Allo stesso modo per realizzare i nuovi ospedali e le nuove strutture, credo che questa funzione integrativa del capitale privato e dell'impegno del privato efficiente, accreditato e controllato, è senz'altro un qualcosa che qui, in Aula, settori della maggioranza disdegnano per pregiudizio ideologico, ma senz'altro non ne potremo fare a meno se vorremo attuare quel piano di investimenti che abbiamo esaminato e che è caldamente sostenuto dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
A sentire l'Assessore, la sanità piemontese è solo rose e fiori. Per quanto ci riguarda, sicuramente sulle spine delle rose siamo d'accordo perché - caro Assessore - credo che lei il mondo della sanità lo viva solo ed esclusivamente tramite i suoi funzionari: forse non ha avuto recentemente colloqui né con associazioni che rappresentano i malati (o con i malati direttamente) né con i sindacati (chiamiamoli così) o le associazioni di categoria che rappresentano dai medici del 118 ai medici di base, per arrivare agli infermieri, passando anche per coloro che svolgono prestazioni occasionali, per così dire i precari del mondo della sanità.
Se lei, Assessore, avesse parlato con una qualunque di queste associazioni di rappresentanza e/o di categoria o con i pazienti, eccetto alcuni casi dove sicuramente si deve una buona operatività alla buona volontà e all'alta qualificazione professionale di dipendenti e/o dirigenti di strutture ospedaliere, avrebbe ricevuto solo critiche. E questo viene dal mondo della sanità.
Recentemente (sabato scorso, non questo di Pasqua, ma quello precedente), come Gruppo della Lega Nord, abbiamo organizzato un convegno aperto a qualunque associazione e rappresentanza dei medici, da quelli di base a quelli ospedalieri, e tutti i rappresentanti che sono intervenuti per tutti, dall'Ordine dei Medici ai rappresentanti sindacali dei medici hanno presentato e segnalato forti criticità. E non erano persone di area della Lega, anche perché sono state non negate, quindi fatte, critiche anche a scelte del Governo nazionale, ma sicuramente ne sono state fatte tante relativamente al governo regionale. Di questo lei deve prenderne atto, Assessore.
Lei non può venire qui in Aula a dire che la sua sanità - la "sanità targata Mercedes Bresso e la sua Giunta" - è solo rose e fiori, perch viene qui mentendo al Consiglio regionale.
Non credo che lei si sia mossa molto all'interno delle strutture ospedaliere, perché basta andare nelle cosiddette sale d'attesa a vedere le code di persone in attesa, basta entrare all'interno delle strutture convenzionate per vedere i ritardi che vengono fatti addirittura relativamente alle prenotazioni (posti prenotati che slittano di ore con la gente in attesa, ad esempio dove ci sono anche le maternità, ma gliene potrei fare a centinaia di questi esempi), basta vedere i ritardi legati a liste d'attesa terribili, spesso e volentieri anche per fare delle semplici protesi. I malati scappano e vanno in strutture esterne o in strutture "private" perché convenzionate, poiché il pubblico non è in grado di rispondere alle richieste e alle esigenze del territorio.
Devo ricordarle da quanto tempo la sua Giunta e il suo Assessorato promettono, addirittura dal suo predecessore, una PET ad Alessandria, una macchina importante? Finalmente arriverà. Arriverà. Sono passati oltre quattro anni e non è ancora arrivata. Lei capisce, Assessore, che non è possibile pensare che determinate strumentazioni siano disponibili solo a Torino e Novara e le altre Province si arrangino o si trasferiscano.
Voi avevate promesso, con un Piano sanitario ormai approvato da due anni, di mettere in rete i medici di base: non siete stati in grado di farlo. Noi vi avevamo detto (e voi avevate risposto in modo affermativo): "Mettiamo in rete i medici di base; diamo la possibilità al paziente di potersi scegliere il medico e, se non è contendo del suo medico, di poterlo sostituire; di andare dal suo medico di fiducia, fare lì la prenotazione nell'ospedale che magari fa prima a visitarlo o a fornirgli la presentazione richiesta oppure, se non ha fretta, nell'ospedale più vicino a casa, ma che lo possa fare senza andare a mettersi in coda agli sportelli magari con 200-300 persone in attesa, come ad esempio avviene ogni mattina nei principali ospedali del nostro Piemonte, con code inenarrabili".
Dunque: coda per prenotare, coda per pagare il ticket, coda quando si va a eseguire la prestazione, coda per andare a ritirare gli esami. Ebbene noi, mettendo in rete i medici, dando ovviamente un incentivo a questo loro servizio, potremmo evitare al malato almeno due su tre code, fargli fare solo la coda per andare a fare l'esame, evitando le altre due.
Ci avevate detto di sì in sede di discussione del Piano Sanitario Regionale, ed è stato un no in realtà, perché ad oggi quella realtà non viene sfruttata, anzi i medici che fanno abitualmente proposte interessanti alla Regione non vengono nemmeno presi in considerazione.
Devo dire qualcosa sul 118, sulle vostre scelte e su quanto queste scelte siano invece avverse dai medici del 118? Lo devo dire? Lo sappiamo tutti qui dentro, perché i medici del 118 sono andati a lamentarsi presso tutti i Gruppi presenti in questo Consiglio regionale.
Devo dirle la stessa cosa per quanto riguarda il settore veterinario.
Devo dirle la stessa cosa per quanto riguarda il settore della pediatria.
Non abbiamo la guardia medica pediatrica: noi mandiamo un bambino che sta male dove non c'è un ospedaletto in servizio (e in tutto il Piemonte ce l'abbiamo solamente a Torino e ad Alessandria) da un medico generico che non ha le competenze adeguate per assisterlo, ma la maggior parte delle volte è proprio perché non è il suo lavoro quello di assistere un bambino che magari non è neanche in grado, perché troppo piccolo, di dirgli dove ha male e che cosa ha che non va, perché non è ancora capace di parlare.
Bene, questo è il Piemonte che voi, secondo quanto lei dice, avete migliorato rispetto alla precedente esperienza di Enzo Ghigo. Io non le vedo queste grandi migliorie.
Voi avete promesso, all'atto del vostro insediamento, la Città della Salute: non c'è neanche il progetto oggi, Assessore, però intanto continuiamo a operare di appendicite alle Molinette. Lei capisce che non ha senso, in una sanità del futuro vero (il nostro convegno si chiamava "Quale ospedale per il futuro?") pensare di operare alle Molinette, oggi Città della Salute per eccellenza del Piemonte. Lei capisce che devono esserci degli ospedali di ampio respiro, funzionali, centri di ricerca operativi a livello europeo, interconnessi con una rete di ospedali di livello nazionale e internazionale, dove si fanno interventi di eccellenza.
Inoltre deve esserci una rete - qui rispondo anche al collega casalese Deambrogio - di piccoli ospedali sul territorio, di vicinato, dove si facciano gli interventi più semplici, dove dopo l'intervento d'eccellenza si va a fare la degenza, una volta che il malato è stabilizzato, dove funziona un pronto soccorso 24 ore su 24, perché spesso e volentieri la vita la salviamo nei primi istanti dell'intervento. È fondamentale che abbinato al pronto soccorso, ci sia un 118, sempre con un medico preparato a bordo, perché così possiamo intervenire, stabilizzare il malato, portarlo all'ospedale e molte volte salvargli la vita. Basti pensare che per pochi minuti di anossia o senza ossigeno al cervello si rischia di rimanere rovinati per il resto della vista, se si vive, e comunque di continuare a vivere male; se invece interviene il medico capace a bordo dell'ambulanza del 118 possiamo salvare delle vite o migliorare quello che è il proseguimento di quella vita, magari meno menomata e così via.
Questo è l'ospedale del futuro: grandi centri d'eccellenza, una rete di piccoli ospedali sicuramente economici, molto più economici sul territorio dove si fanno gli interventi più semplici e dove si fa l'emergenza e il primo intervento.
poi fondamentale - cosa che non è neanche stata presa in considerazione da questa Amministrazione e dal suo Assessorato alla sanità la guardia medica pediatrica, perché la guardia medica pediatrica è indispensabile ovunque non vi sia una struttura di ospedali pediatrici funzionale; dove c'è quella struttura, deve essere possibile anche avere il medico che esce dall'ospedale e va a casa del bambino che sta male altrimenti si rischia di intasare in modo esagerato il pronto soccorso degli unici due ospedali pediatrici che abbiamo in Piemonte.
Quindi tutta l'aria fritta di cui noi abbiamo parlato quando si è discusso di Piano Sanitario Regionale, una volta in più ha dato ragione al Gruppo della Lega Nord. Noi gliel'avevamo detto: "Assessore, questo Piano regionale enorme, diversi chili di Piano regionale, è un libro dei sogni".
Lei, Assessore, lì sopra scrive: "La migliore attrezzatura, le migliori cure, le migliori strutture ospedaliere. Rinnoviamo la rete degli ospedali". In realtà, non avete fatto nulla ad oggi.
Nulla: non solo non avete reperito le risorse e utilizzato meglio le risorse, ma non siete stati capaci nemmeno di ridurre le spese rispetto all'anno precedente, nonostante abbiate d'imperio ridotto il numero delle aziende sanitarie.
Devo ripeterlo ancora una volta: qualche Azienda forse è meglio rispetto ad altre proprio solo perché vi sono dei Direttori generali, del personale, dei primari, dei medici, dei barellieri che ce la mettono tutta ma mettono del loro per riuscire, perché voi, come Assessorato, non riuscite neanche a gestire le turnazioni del personale sul territorio regionale o ad intervenire quando le cose non funzionano. Lo dimostra il fatto che, ad oggi, non avete dato risposta ai gravissimi e numerosi casi di meningite che si sono verificati in Piemonte.
Ad oggi, non è stata fatta la scelta di vaccinare gratuitamente i bambini del Piemonte contro la meningite, caro Assessore, però avete pensato di realizzare i centri di assistenza per gli extracomunitari clandestini, dove, a spese del cittadino piemontese, l'extracomunitario clandestino ha diritto, senza fare code e gratuitamente, ad una serie di prestazioni tra le quali le riabilitazioni, le visite mediche, le prestazioni specialistiche. Alla faccia del cittadino piemontese, non devono neanche fare la coda.
Questa è la sanità che avete dato al Piemonte, in quattro anni di Amministrazione Bresso e in due anni di sua amministrazione, come Assessore alla sanità! Come piemontese, non posso di certo ritenermi contento.



PRESIDENTE

Sono iscritti a parlare i Consiglieri D'Ambrosio e Vignale. Ci sono altri colleghi che desiderano intervenire? Poiché è convocato il Comitato di Solidarietà, chiuderei la seduta con l'intervento del Consigliere D'Ambrosio o del Consigliere Vignale. Va da s che gli interventi che non si svolgeranno in mattinata, si terranno in apertura della seduta pomeridiana.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Per fare un bilancio dell'Assessorato alla sanità è fondamentale ragionare su due aspetti: il Piano Socio Sanitario che è stato approvato e il programma con il quale il centrosinistra si è presentato agli elettori, tanto quello illustrato in campagna elettorale quanto quello presentato in quest'Aula.
Il programma elettorale, soprattutto nei suoi aspetti più populisti che la Presidente e molti colleghi del centrosinistra hanno utilizzato si può banalizzare in due affermazioni: "La sanità regionale costa troppo perché il centrodestra ricorre troppo ed indebitamente alla sanità privata"; "La sanità regionale costa troppo, perché è male organizzata, non è efficiente e quindi vi sono sprechi. Quando noi governeremo, ridurremo la spesa complessiva della sanità piemontese, ma non ridurremo alcun servizio".
Tale affermazione non è solo stata fatta in campagna elettorale e presentata nel programma, ma è anche stata scritta in un documento che l'Assessore Valpreda diede alla IV Commissione, che prevedeva una riduzione di spesa di 90 milioni di euro, a partire dall'approvazione del Piano Socio Sanitario, con l'accorpamento delle ASL e tutto ciò che ne consegue.
Per discutere di sanità, come di qualunque altro dato riguardante il territorio piemontese, è evidente che si possono esercitare le proprie argomentazioni basandosi su aspetti diversi. O si fa un atto di fede oppure una valutazione che è totalmente scollegata dai dati reali; i dati reali sono i dati di bilancio, i dati di percezione della buona sanità da parte degli utenti, di quanto è stato approvato e come sta funzionando la nostra sanità.
Diversamente, come hanno fatto molti colleghi del centrosinistra in quest'Aula, si dice ciò che si vuole, nel senso che si fa una difesa d'ufficio della gestione della sanità piemontese che è assolutamente svincolata dai dati.
Informo il collega Deambrogio - l'ho informato più volte, così come altri colleghi della sinistra e del centrosinistra - che questa Giunta ha aumentato - sottolineo "aumentato" e lo dico lentamente, affinché sia compreso - la spesa nei confronti dei privati. Questo lo dicono i bilanci che ci avete presentato e se l'Assessore vuol dire che non è vero, lo dica ma è certamente vero, perché compare sui numeri. O ci avete fornito bilanci taroccati, oppure quello che dico è vero.
I dati sono i seguenti: 493 milioni nel 2005; 492 milioni nel 2006; 512 milioni nel 2007; 521 milioni nel 2008. Li avete aumentati e l'avete fatto garantendo che alcuni settori - vedi la medicina nucleare - siano totalmente monopolizzati, in mano ad un privato che indebitamente utilizza più strutture di quante ne potrebbe utilizzare. Questo è noto all'Assessorato, perché la società IRME S.p.A. ha comunicato all'Assessorato, nel novembre 2008, di utilizzare, dal dicembre 2006, tre macchine al posto delle due accreditate.
Pertanto, spendiamo di più, spendiamo male (in alcuni casi, non sempre) e garantiamo anche delle sacche di monopolio. Dopodiché, va rilevato che se non ci fossero dei contatti con la sanità privata, le nostre liste d'attesa sarebbero assolutamente più lunghe. Ma se il centrodestra governava male, perché questa è l'ipotesi che fate voi, avete peggiorato quella situazione, sia in termini d'impegno economico sia in termini di strutture di "amici" - come li chiamavate voi, come li chiamava la Presidente in campagna elettorale - che beneficiano delle convenzioni della Regione.
Questo è un dato, ma ci sono anche quelli relativi ai costi della sanità. Questa è una sanità che costa di più rispetto a prima; è la sanità che costa di più, ma non ha un'incidenza del 2% d'aumento della spesa come accade nelle regioni virtuose.
I colleghi che hanno un po' di memoria ricorderanno che in quel pamphlet inutile di parole che è il Piano Socio Sanitario - pamphlet inutile perché non ha quasi nessun momento in cui sia possibile andare a verificare se il Piano è rispettato o meno - c'erano tre dati verificabili: il taglio dei posti letto - e tornerò su questo - ex Allegato 1, poi cassato dal Piano; la percentuale di spesa ripartita fra spesa ospedaliera medicina di base e prevenzione, dato anch'esso cassato; aumento percentuale annuo della spesa sanitaria (era scritto 2%).
Noi abbiamo un aumento costante intorno al 5% della sanità, cioè la sanità nel 2004 costava - debiti inclusi - meno di sette miliardi d'euro mentre oggi costa più di otto miliardi di euro.
Questo si è tradotto, ad oggi - non rispetto alle chiacchiere che state producendo per la campagna elettorale - in termini di servizi, in servizi migliori per i cittadini? In alcune ASL sì, in altre no.
Tendenzialmente, il dato è che da quando voi governate questa Regione e da quando avete voluto fare, prima i commissariamenti, poi gli accorpamenti delle ASL, molte ASL hanno accorpato dei servizi, com'era inevitabile che fosse, quindi oggi i servizi per i cittadini sono ridotti, perché - anche questo è un macrodato che va preso guardando i rapporti delle singole ASL qualunque persona che abbia voglia di fare una valutazione macro sui tempi delle liste d'attesa (sono pubblicati sul sito della Regione, in modo un po' arzigogolato: singola lista d'attesa per singola ASL, per singola prestazione) vedrà che questi, non di moltissimo, ma sono aumentati.
Pertanto, in termini di prestazioni, il potenziamento della medicina territoriale, che è un altro cavallo di battaglia, non c'è stato. Avete operato un aumento della medicina territoriale, che non arriva neppure a 30 milioni di euro in più rispetto al dato che avevate trovato, cioè un dato millesimale rispetto al bilancio della sanità.
Ottima esperienza quella dei gruppi di cura primaria, che, però, è stato bloccata e limitata ad un numero estremamente esiguo di pazienti.
In realtà ci sono alcune sperimentazioni positive che non assurgono al sistema e, quindi, sono alcuni dati assolutamente marginali in un servizio che non ha potenziato la medicina territoriale, se non per un importo complessivo: l'assistenza sanitaria di base era 423 milioni nel 2006; siamo passati a 434 milioni nel 2007. Non abbiamo ancora il dato complessivo del 2008.
Non c'è stato, dunque, nemmeno dal punto di vista numerico del servizio, un potenziamento della medicina di base.
L'edilizia sanitaria è un altro punto: quello dell'ottimizzazione delle strutture sanitarie in cui i nostri pazienti sono presenti.
L'edilizia sanitaria credo che rappresenti, ancor più che il dato relativo alla prestazione di servizi, il vero fallimento di questa Giunta.
Questa Giunta ha perso - poi ovviamente vengono recuperati nell'Accordo di Programma successivo, ma è un dato economico, sono persi come legge prevede 90 milioni di euro in edilizia sanitaria nel 2006 e, lo comunico ai colleghi, li perderà anche quest'anno.
Perché se qualcuno di voi avesse voglia di leggere l'Accordo di Programma, che sono 300 pagine molto dettagliate, che la Regione fa con lo Stato e che scade ad ottobre di quest'anno, dove è previsto che per ottenere il finanziamento ci deve essere un progetto definitivo - credo che entro 180 giorni si debba aprire il cantiere - si renderebbe conto che abbiamo ancora un numero importante di quegli ospedali per i quali deve ancora iniziare la progettazione preliminare.
Ivrea è uno di questi, perché abbiamo dato l'incarico all'ASL di progettare e dieci giorni prima della scadenza della gara abbiamo bloccato tutto.
Non sarà l'unico, perché vi saranno molti ospedali presenti nell'accordo di programma che non verranno finanziati. Oppure ci dovete spiegare con quali risorse andrete a finanziare i tanti ospedali di carta perché tali sono, che avete inserito nella deliberazione votata nel luglio 2007.
Abbiamo chiesto una cosa banale, che ad oggi non ci è stata fornita, cioè il cronoprogramma dei tempi per capire quando quegli ospedali verranno realizzati. Non ci è stato dato, così come non ci è stata data la simulazione economica sull'assistenza domiciliare.
Anche le ultime due delibere fatte dall'Assessore Artesio, in particolar modo quella sull'assistenza domiciliare, è totalmente condivisibile nel principio, ma quando si mettono quelle cifre (1.650 1.300, 1.100, 800 euro) per l'assistenza con le badanti, quindi si indica un costo decisamente superiore al costo complessivo delle badanti. Quando noi con questi soldi andremo a garantire - prima della campagna elettorale del 2010, perché oggi non c'è un piemontese che con questo becca un soldo salvo quando lo fanno i Comuni - 2.500 o al massimo 4.000 piemontesi, è evidente che è di nuovo un provvedimento deficitario.
Il bilancio è passivo, ma lo certificheranno i piemontesi, perché non c'è altro settore come quello della sanità in cui il bilancio si può dire estremamente passivo.
In merito all'onestà, credo che da qui alla fine di questa legislatura potremo capire se questa Giunta e tutta l'articolazione della struttura sanitaria abbia agito sempre in maniera onesta oppure no.
Noi abbiamo qualche dubbio, che non riguarda l'Assessore.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



PRESIDENTE

Volevo ricordare che c'è ancora tempo per sottoscrivere il modulo per cedere il gettone di presenza della seduta del 7 aprile 2009. Per ora hanno sottoscritto 34 Consiglieri e quattro Assessori.
convocato il Comitato di Solidarietà in sala Morando.
La seduta pomeridiana inizierà alle ore 15 e continuerà il dibattito non ancora concluso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.51)



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