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Dettaglio seduta n.433 del 07/04/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


COTTO MARIANGELA



(Alle ore 14.30 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



GARIGLIO DAVIDE



(La seduta ha inizio alle ore 15.10)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Bossuto, Buquicchio Caracciolo, Cattaneo, Cavallaro, Chieppa, Lepri, Placido, Robotti e Spinosa.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Sull'ordine dei lavori, relativamente alla proposta di deliberazione n. 436, "Approvazione finanziamento emergenza terremoto in Abruzzo - l.r. 28 gennaio 1982, n. 42"


PRESIDENTE

Comunico che il Comitato di solidarietà ha deliberato, all'unanimità, di stanziare 200.000 euro per l'emergenza alla Regione Abruzzo.
La proposta di deliberazione n. 436, "Approvazione finanziamento emergenza terremoto in Abruzzo - l.r. 28 gennaio 1982, n. 42", è in corso di formalizzazione; pertanto, nel seguito della seduta odierna, sarà iscritta all'o.d.g. e assunta dal Consiglio regionale per essere pienamente operativa.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame disegno di legge n. 228, inerente a "Testo Unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 228, "Testo Unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza, il Consigliere Travaglini; relatore di minoranza, il collega Cavallera.
La parola al Consigliere Travaglini; ne ha facoltà.



TRAVAGLINI Marco, relatore

Grazie, Presidente.
Il Testo Unico sulle aree protette è il frutto di un lavoro che è durato molto tempo e credo vada riconosciuto l'impegno dei Commissari e degli Uffici nelle 29 sedute di V Commissione, con un iter molto complicato e molto lungo, che ci ha portato a definire una legge che, abrogandone circa 150, riassume l'intero tema della tutela del territorio naturale piemontese, riconducendo la politica della salvaguardia ambientale alla pianificazione territoriale, coinvolgendo attivamente le comunità locali accorpando e ricucendo della metà circa gli Enti di gestione.
evidente come questo disegno di legge si ponga l'obiettivo di garantire la salvaguardia delle aree naturali e la tutela della biodiversità, nel rispetto delle convenzioni internazionali e delle normative europee che regolano la materia.
La situazione attuale della legislazione regionale in materia di salvaguardia dei valori ambientali e degli ecosistemi è tale da permettere di avviare un progetto di largo respiro, che può riportare il Piemonte ad essere punto di riferimento per tali politiche, come già fu in passato. Il sistema delle aree protette piemontesi che si è venuto a definire dal 1975 in poi, e che costituisce uno degli elementi fondamentali sui quali si basa la struttura complessiva della presente legge, è stato a lungo considerato come modello nel panorama nazionale della protezione ambientale. Oggi questo modello risente di una fase di stagnazione che, di fatto, ha impedito alla realtà delle aree protette un adeguato sviluppo, soprattutto alla luce delle sollecitazioni innovative provenienti dalle direttive europee.
Il disegno di legge prevede la costituzione della rete ecologica regionale, comprendente il sistema delle aree protette piemontesi, le zone speciali di conservazione, i siti d'interesse comunitario e le zone di protezione speciale, i corridoi ecologici e i siti d'importanza regionale.
La prevista carta della natura regionale, è uno degli strumenti fondamentali di questo disegno di legge e si connota come un elemento di studio, di valutazione e d'approfondimento conoscitivo, che si colloca all'interno del processo complessivo della pianificazione territoriale.
L'utilizzo della pianificazione del territorio per l'individuazione e per la gestione dell'intero sistema fa sì che sia possibile una partecipazione collettiva al processo di tutela coinvolgente molteplici livelli di governo, da quelli locali fino a quello regionale, e tutti gli attori interessati alle politiche territoriali.
La complessità della costruzione della nuova politica che s'intende attivare ha imposto di rileggere l'intero corpo normativo in materia di tutela ambientale-territoriale ed ha suggerito di procedere alla sua riscrittura, tenendo però conto delle realtà ormai storicamente presenti sul territorio come le aree protette piemontesi. Esse, nel tempo, si sono affermate come un sistema valido ed efficace e, pertanto, sono confermate nella loro connotazione di sistema. Ciononostante, si è ritenuto opportuno apportate alcune significative modifiche alle forme gestionali, che necessitano di essere rafforzate.
Nella nuova mappatura si passa dagli attuali 29 enti di gestione, oltre alla Provincia di Torino e ad alcuni comuni ai quali è già affidata la gestione di alcuni ambiti territoriali protetti, a 14 enti un'amministrazione provinciale e ad insiemi di comuni con compiti gestionali su quattro aree e una Comunità Montana. Con questo nuovo assetto le aree protette mantengono la loro identità e restano soggetti singoli da tutelare secondo le loro caratteristiche ambientali e territoriali. Esse sono affidate a gestioni caratterizzate dalla territorialità, con l'unica eccezione dei sette sacri monti che sono oggetto di gestione unitaria per tipologia.
La gestione unitaria dei sacri monti deriva da una valutazione positiva dell'attività di valorizzazione di tali aree, svolta fin dagli anni Ottanta dalla Regione Piemonte e riconosciuta anche dall'UNESCO nel 2003.
Sulla base di questo stato di fatto e del contesto comune che caratterizza queste aree, nasce anche la proposta di una loro gestione particolare all'interno del sistema, che vede in un soggetto gestionale unico l'espressione amministrativa della politica di conservazione e di tutela del territorio di tutti i sacri monti.
Un elemento qualificante e di forza del presente disegno di legge è quello connesso alla partecipazione attiva alle politiche di tutela della natura di tutti i soggetti istituzionali interessati.
Va sottolineato, infatti, che la proposta apre una nuova strada nella gestione delle aree protette. Esse, pur rimanendo incluse in un sistema regionale, possono essere affidate alla gestione diretta dei soggetti che avevo prima richiamato.
Analogamente è prevista la delega della gestione per le zone speciali di conservazione, i siti di importanza comunitaria e le zone di protezione speciale. La rete ecologica regionale diviene pertanto un oggetto trasversale di partecipazione alla gestione e tutela del territorio.
Altro elemento fondante della normativa proposta risiede nell'individuazione del ruolo della comunità delle aree protette, composta dai rappresentanti di tutti gli enti territoriali coinvolti. La comunità diversamente dal passato, assume un ruolo decisivo, diventando organo degli enti di gestione regionali e, comunque, soggetto al quale è affidato il compito importante di predisporre il piano economico-sociale delle aree di competenza, che risulta essere uno strumento base nella tutela del territorio e si configura come elemento cardine della programmazione e come punto di riferimento per la pianificazione del territorio.
Per quanto riguarda le aree protette gestite da enti strumentali della Regione non va poi dimenticata la presenza dei rappresentanti del territorio all'interno dei consigli degli enti, nominati, ovviamente con una diretta partecipazione, dalle rappresentanze dei Comuni e delle Province, coniugata con l'importantissima presenza di rappresentanti del mondo ambientalista e anche delle attività agricole.
Sarà inoltre drasticamente e considerevolmente diminuito il numero dei consiglieri degli enti. Ciò comporta anche la conseguenza di snellire l'ente, abolendo la giunta esecutiva e dando al Presidente un ruolo più forte e più pregnante, con un rapporto diretto sia con il territorio, sia con la stessa Regione.
La struttura di pianificazione territoriale delle diverse aree protette resta quella esistente e consolidata in riferimento ai piani di area, ai piani naturalistici, ai piani di gestione e ai piani di assestamento forestale. A questi viene aggiunto il piano economico-sociale già citato che, di fatto, diventa l'elemento che tiene insieme tutta l'attività di programmazione.
Un altro aspetto importante preso in considerazione dal disegno di legge è lo sviluppo dell'attività di informazione, di comunicazione e di formazione sui temi inerenti la Rete Natura 2000. Tale attività ci consentirà di instaurare un diretto rapporto con la popolazione, le scuole gli operatori agricoli, le istituzioni, i tecnici e i progettisti.
Nell'impostare una politica così complessa, che vede nella rete ecologica e nella tutela dei diversi aspetti della biodiversità il proprio punto di riferimento, non è possibile dimenticare che i confini regionali non costituiranno e non costituiscono un limite invalicabile per i valori naturali oggetto di attenzione. La rete assume infatti un carattere di continuità che esce dalla competenza istituzionale della singola Regione ma che deve essere comunque presa in considerazione.
Si prevede, quindi, la valorizzazione di parchi internazionali e interregionali, rendendo possibile agli enti gestionali delle aree naturali protette di procedere a collaborazioni internazionali e interregionali.
Questo tema è di grande attualità se pensiamo, ad esempio, ai progetti transfrontalieri tra le Alpi Marittime cuneesi e il Mercantour oppure il Veglia-Devero, che fu la prima area istituita nel 1978 dalla nostra Regione, con l'Area Protetta svizzera di Binn.
I sessantasei articoli, che sono contenuti in sei titoli, danno l'insieme di questa politica, però voglio ricordare che questo sarà uno strumento inclusivo e importante anche in futuro.
Questo provvedimento consentirà l'istituzione di nuove aree, anche di gestione locale, modificando sia il sistema attuale di classificazione delle aree protette, sia le norme vincolistiche di pianificazione e di regolamentazione delle stesse. In particolare, il disegno di legge semplificherà le procedure per l'istituzione di nuove aree protette, in quanto non prevedrà più la stesura di un articolato normativo specifico e complesso, bensì la sola approvazione di una cartografia e l'identificazione della tipologia dell'area protetta istituente, ossia parco naturale o riserva naturale di salvaguardia o riserva naturale associando a ciascuna di queste forme di tutela i vincoli e le finalità generali già definiti dal testo unico stesso.
Nel lavoro svolto abbiamo tenuto conto di moltissime osservazioni sollevate dalle categorie economiche. Penso, ad esempio, al mantenimento di importanti attività, come quelle estrattive, ma non solo, che sono state normate, pur essendo in zone a protezione speciale; così come alle richieste avanzate dal mondo del lavoro e dalle rappresentanze sindacali che hanno sollecitato una particolare attenzione ai temi delle piante organiche di chi lavora nei parchi; così come, più in generale all'attenzione proposta dai territori che chiedevano una norma precisa, ma che coinvolgesse le comunità locali in questa azione positiva e propositiva di tutela dell'ambiente.
Credo ragionevolmente che il testo unico abbia davvero raccolto queste necessità che oggi si portano all'attenzione del Consiglio. Mi auguro davvero che l'esame degli articoli e il voto finale relativamente a questa importantissima legge di riforma possa giungere in tempi rapidi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al relatore di minoranza, Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo, relatore

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa per non aver potuto approntare per iscritto la relazione comunque cercherò di svolgerla oralmente. Naturalmente, in questa sede non assumerò posizioni tanto distanti da quelle da noi assunte in Commissione.
Sostanzialmente, era condivisa l'esigenza di intervenire per riordinare tutta la partita delle aree protette, tant'è che anche nella precedente legislatura si erano fatte delle ipotesi. Qui abbiamo un testo che ha compiuto tutto il suo iter, che, soprattutto, ha una certa rilevanza per quanto attiene il numero di strutture gestionali previste per le aree protette nel loro complesso. Però, sorge subito una questione relativamente al rapporto tra la struttura gestionale e le comunità locali. Di certo si potrebbe obiettare che, comunque, sono previsti momenti di partecipazione ma non vi nego che ci sono delle preoccupazioni. Dopo tanti anni si sono consolidati dei sistemi di rapporto e di incidenza sulle decisioni delle varie aree protette, pertanto un certo tipo di centralizzazione può anche ingenerare qualche preoccupazione; sarà il futuro a determinarne la positività o negatività, la veridicità o meno.
Occorre altresì sottolineare alcuni passaggi della relazione di maggioranza che abbiamo testé ascoltato, ad esempio, quando si dice che la struttura della pianificazione non cambia. Per certi versi, a volte, le parole tradiscono il pensiero, nel senso che lo confermano. A mio avviso, è proprio questo che andava un po' rivisto, facendo delle anticipazioni rispetto all'altra normativa di pianificazione del territorio oppure cercando di innovare in questa sede. La preoccupazione non riguarda tanto l'avere o meno un'area protetta, ma, soprattutto, poter intervenire in quest'area protetta con degli interventi - ovviamente, quando questi interventi non siano in contrasto con le finalità dell'area - a volte anche migliorativi da parte del privato, per quanto riguarda la fruibilità di immobili, piuttosto che di altre strutture o infrastrutture ricettive e così via.
Si poteva cogliere meglio la necessità di una svolta perché è chiaro che, essendo passata l'epoca nella quale l'area protetta serviva soprattutto come freno per arginare delle trasformazioni troppo pesanti sul territorio e minavano il territorio stesso, oggi è la stagione della fruizione, della valorizzazione, anche ai fini del turismo, di un certo tipo di turismo in queste aree. Naturalmente, favorendo anche l'accesso che, a volte, non è facilmente assicurabile.
Sotto questo profilo, avremmo preferito, quindi, una normativa che, da un lato, si inserisse meglio, semplificandola, nella procedura e nell'articolazione della pianificazione, dall'altro che fosse meglio collegata alla normativa turistica.
chiaro che qui non era facile, me ne rendo conto. Avevamo una pletora di leggi vigenti che regolavano ciascuna ogni area protetta e qualcuno potrebbe accontentarsi di averle ridotte a norma, in una norma unificante che, come si diceva prima, consente di istituire eventuali future aree protette con una maggiore facilità.
Non si è fatto molto sforzo sotto questo profilo anche se, ovviamente ci sono quadri normativi nazionali ed europei che devono essere rispettati.
Quando si è in minoranza, si cerca anche di analizzare ciascun articolo in quest'ottica. Visto che è una legge importante, fondamentale, di gestione delle aree naturali e di tutela delle aree naturali e della biodiversità adesso seguiremo la discussione che si farà, articolo per articolo, proprio per approfondire il significato di ciascun articolo e magari per riproporre, in qualche caso, più che l'argomento, l'argomentazione e vedere se in questa sede possono essere apportati determinati miglioramenti.
Va da sé che potremmo presentare una serie di emendamenti, ma per ora non l'abbiamo fatto. Vorremo capire la portata degli emendamenti dell'Assessore, che non mi sembrano, a prima vista, stravolgenti. In seguito, avremmo la possibilità, se lo ritiene, di ascoltare un intervento preliminare dell'Assessore che potrebbe darne conto, perché il provvedimento è stato discusso e ridiscusso. Anche se gli emendamenti non sono molti, mi hanno un po' sorpreso.
Abbiamo alcune questioni rilevanti, per esempio la questione del personale. La questione del personale potrebbe essere ritenuta secondaria da un certo punto di vista. Invece noi riteniamo che il personale, essendo dislocato su tutto il territorio regionale, possa concorrere, naturalmente assolti i compiti primari di vigilanza sull'area protetta, anche ad una vigilanza più generale sul territorio, avendo delle funzioni, per esempio di pubblica sicurezza, che sarebbe opportuno che assumesse ben sapendo che in questo caso, le strutture della pubblica sicurezza se ne potrebbero avvalere, qualora ve ne fosse le necessità.
Voi sapete qual è l'attenzione che noi poniamo alle questioni della sicurezza, che non sono solo legate alla vigilanza con le telecamere o con altre strutture tecnologiche, ma indubbiamente anche all'opera dell'uomo.
Laddove si vigila su elementi di valore naturalistico, si può anche vigilare affinché non ci siano degli eccessi da parte di persone che possono avere atteggiamenti sospetti.
Molte volte siamo in zone rurali, in zone decentrate, dove abitano anziani. Se vogliamo utilizzare le risorse, anche umane, in un'ottica integrata, come ho ribadito, prima si opera la vigilanza sull'area protetta, ma poi, a scavalco e a completamento, si può intervenire per manifestazioni, si può intervenire quando l'autorità di pubblica sicurezza lo ritenga opportuno.
Un'altra questione è l'equilibrio che è stato trovato nel tempo con l'attività venatoria e piscatoria. Per quanto riguarda la pesca, abbiamo una legge recente. Per quanto riguarda la caccia, purtroppo, in questi anni, un adeguamento della normativa è sempre stato visto con grande difficoltà e preoccupazione da parte di alcuni per cui dobbiamo, di contro anche in questa sede, mantenere un certo tipo di atteggiamento. Non si vuole far fare nessun passo in avanti, nessuno tira la corda da una certa parte, però valuteremo a fondo anche le dizioni, in modo tale che ci sia un'ultima verifica, anche in questa sede, nel senso di mantenere lo status quo.
Torniamo al discorso della pianificazione. Gli strumenti di pianificazione previsti sono troppo schematici e, forse, complessivamente eccessivi. Probabilmente, questi strumenti rischiano di essere dei percorsi troppo obbligati e, magari, impediscono all'area protetta, o a chi per esso ai Comuni, alle Comunità collinari, alle Comunità Montane, all'Unione dei Comuni, alle associazioni economiche o di valorizzazione no profit che ci sono sul territorio - di cogliere eventuali opportunità che possono derivare anche da misure europee (Piani di sviluppo rurale, POR e quant'altro). È chiaro che deve essere previsto il Piano pluriennale economico-sociale, tutta una serie di strumenti di pianificazione territoriale e socio-economica devono essere elaborati. Mi auguro che poi abbiano un seguito, che determinino delle conseguenze operative e non siano solamente documenti teorici che, di contro, rischiano di impedire dei percorsi celeri per cogliere delle opportunità.
chiaro che non si vuole fare un processo alle intenzioni, forse è meglio atteggiarsi per discutere passo per passo, cioè articolo per articolo, le varie questioni riportando, in questa sede, su una legge fondamentale come questa, pareri e fare nascere dalla dialettica quelle soluzioni che, forse, potrebbero essere migliorative, almeno dal nostro punto di vista.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola l'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Intervengo solamente per dare qualche elemento utile rubando poco tempo.
stata un'amplissima consultazione e non finisce, nel senso che anche in tempo reale possiamo ancora vedere alcuni approfondimenti ed alcuni nodi.
Gli emendamenti proposti vanno in questo senso, nel senso che non si è conclusa una consultazione e sono andate via via elaborandosi alcune conclusioni ed alcune proposte. Una è quella ad esempio degli agenti di PS vale a dire il riconoscimento degli agenti di pubblica sicurezza, che era un elemento che in Commissione era parso utile.
Volevo sottolineare un solo punto. Per la verità qui si sta dando proprio dopo trent'anni di storia, un maggiore peso, potere e competenze ai livelli locali nelle partite più classiche di un Consiglio comunale, che vanno dall'urbanistica al piano economico sociale e al bilancio.
C'è una certa attesa da parte non solo del mondo che si occupa delle aree protette in generale, ma anche dal mondo confindustriale nella sua partita delle attività estrattive, avendo trovato un modo di procedere che spero in futuro eviti contrasti ed ambiguità e, dall'altro canto, anche dal mondo sindacale e dal mondo del personale, perché questo oggettivamente consente di rifare piante organiche sulla base di nuovi enti rideterminati e quindi offrire - e di questo ne sono convinto - una minima potenzialità occupazionale rispetto ai grandi numeri, ma che sia un'occupazione degna di futuro.
Un solo punto volevo ribadire, perché non è stato citato, Consigliere Travaglini e Consigliere Cavallera.
Devo purtroppo dire che sulla partita più generale di questo secondo tempo delle aree protette, verso la Rete Natura, verso la Carta ecologica e verso l'inserimento di tanti altri attori, che sono direttive europee ("Habitat" e "Uccelli"), nei giorni scorsi al Ministero si è aperta una prima istruttoria per verificare il livello di ritardo e le difficoltà di applicazione.
Sia pur su punti piuttosto specifici, cioè di aree specifiche, di siti di importanza comunitaria e specifici, di beni da conservare, si sono aperti diversi meccanismi di infrazione europea, che lasciano intendere una preoccupazione che vi possa essere un'infrazione europea sulla nazione Italia, poi ribaltata sulle singole Regioni, che ci dà oggettivamente qualche urgenza a lavorare.
Sto rileggendo per l'ennesima volta la partita pianificazione, c'è probabilmente una semplificazione che nasce dal fatto che il piano forestale può essere anche inserito all'interno del piano naturalistico vista anche la nuova legge approvata dal Consiglio che ci impone qualche cambiamento per il quale gli uffici stanno lavorando.
Credo che non sia un quadro particolarmente pesante; se però ci sono semplificazioni e chiarezza di impianto della pianificazione, siamo ancora in tempo per fare qualche passo avanti. Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media "Papa Giovanni XXIII" di Pianezza (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola media "Papa Giovanni XXIII" di Pianezza in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
State assistendo all'inizio della discussione della nuova legge regionale sulla tutela delle aree naturali, cioè dei parchi della Regione Piemonte.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame disegno di legge n. 228, inerente a "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito generale sul disegno di legge n. 228.
Ha chiesto la parola la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Un intervento breve, perché la relazione di maggioranza è già stata molto ampia ed esauriente, così come la relazione di minoranza, con posizioni diverse rispetto a quelle che esprimerò io, così com'è stata amplia, esauriente e molto approfondita la discussione all'interno della Commissione consiliare.
All'inizio dell'intervento vorrei ringraziare il lavoro svolto dagli uffici della V Commissione, in raccordo anche con gli uffici dell'Assessorato, che ci hanno permesso di vedere, rivedere, approfondire e coordinare un testo che è arrivato in Commissione nel 2006, che abbiamo licenziato nel gennaio 2009, che ha visto 29 sedute di Commissione. Ci ha visti discutere, approfondire e cercare di integrare ed andare avanti e rileggere pezzi di legge già approvati.
Quindi, in definitiva, si è trattato di un lavoro molto complesso ed approfondito su questo tema, che è di importanza fondamentale per la nostra Regione.
Prima di tutto un ringraziamento per i funzionari e per chi ha lavorato con noi ed un ringraziamento a tutti i Consiglieri presenti nella V Commissione, che in modi diversi ed ognuno con il proprio contributo, ci hanno permesso di arrivare a licenziare questo testo che, dal mio punto di vista, è un testo molto condivisibile, che ha tenuto presente una serie di esigenze e di sollecitazioni che, anche nel corso della discussione in Commissione, al di là del momento delle consultazioni che abbiamo fatto consultazioni anche molto approfondite e partecipate - ci ha permesso di andare avanti in una costruzione condivisa e anche partecipata del testo che andiamo oggi a discutere.
Rispetto a questo testo c'è da dire che la Regione Piemonte sicuramente è stata una delle prime Regioni che sul tema della tutela di alcune aree del territorio, delle istituzioni di parchi e di riserve, ha lavorato Possiamo dire che questo lavoro è uno dei fiori all'occhiello della Regione Piemonte, che nel corso di trent'anni è stato fatto.
Proprio la scorsa estate abbiamo festeggiato i trent'anni dell'istituzione del Parco La Mandria e i trent'anni dell'istituzione del Parco Veglia Devero.
Quindi, momenti importanti che dimostrano quanto la Regione su questo tema ha lavorato, se pensiamo che circa il 7% del territorio regionale è stato tutelato con l'istituzione di parchi, di riserve e di aree protette e che, anche nel corso di questa legislatura, una serie di interventi in questo senso sono stati fatti.
A questo punto, di fronte al lavoro che era stato fatto precedentemente, è sicuramente importante e fondamentale procedere con la definizione di un testo unico sulle aree protette e sulla biodiversità.
Un testo unico che, da una parte, andasse per certi versi a snellire un sistema legislativo un po' datato e molto complesso rispetto ad ogni legge istitutiva di un parco; dall'altra - e lo ricordava prima l'Assessore De Ruggiero - va a recepire finalmente a distanza di anni, perché le direttive europee sono del 2000, la direttiva "Habitat" e la direttiva "Uccelli", che sono importanti e fondamentali proprio per la tutela della biodiversità e la tutela di una serie di specie protette e non, la tutela di tutte le rotte di migrazione degli uccelli nei loro spostamenti, cosa che diventa fondamentale anche per la vita delle persone e non solo per l'ambiente.
Quindi, dicevo che questi sono gli elementi importanti e nel mio intervento volevo sottolineare l'articolo 2 e l'articolo 3 di questa legge.
L'articolo 2 prevede la rete ecologica regionale, che è uno strumento importante e nuovo e diventa anche uno strumento di programmazione territoriale di cui le Province e i Comuni dovranno tenere conto all'interno dei loro strumenti di programmazione territoriale che, da una parte, recepisce le due direttive, e dall'altra definisce la rete ecologica regionale, come, per esempio, l'integrazione del sistema delle aree protette, l'integrazione di tutti i siti della Rete Natura 2000, i siti d'importanza comunitaria alle zone di speciale conservazione, le zone di protezione speciale, i siti d'importanza regionale (anche questi vengono definiti successivamente in un articolo successivo all'interno di questo testo di legge che sono, anche loro, un elemento importante per la tutela della biodiversità) e, infine, i corridoi ecologici, che vengono poi definiti in modo specifico all'articolo 54, ma sono un elemento importante per garantire le rotte migratorie e per garantire anche le zone d'interconnessione tra le aree protette e il resto del territorio.
Questo ci sembra un elemento importante proprio per avere una visione complessiva del territorio e non pensare che soltanto alcune aree vengono protette e su quelle vengono messi dei vincoli particolari, mentre sul resto del territorio si può fare sostanzialmente quello che si vuole.
Questo vuol dire aumentare la tutela, ma non solo, aumentare anche la possibilità di valorizzazione dell'intero territorio regionale.
Quindi, questo è un elemento importante, così come mi sembra importante sottolineare la carta della natura regionale. Questo strumento di programmazione, ma anche di lettura del territorio, che entro tre anni dall'adozione della presente legge dovrà essere adottato dal Consiglio regionale, sostanzialmente, diventa parte integrante della pianificazione territoriale regionale e individua lo stato dell'ambiente naturale del Piemonte, evidenziando i valori naturali e i profili di vulnerabilità e determinando la rete ecologica regionale e i territori che, per particolari caratteristiche ambientali e naturali, possono essere oggetto di istituzioni di nuove aree protette. Questo è un elemento importante, che dovrà poi entrare in tutti momenti della pianificazione regionale.
Secondo me, al di là delle cose ha ribadito anche il Consigliere Travaglini prima rispetto alla riorganizzazione degli enti, alla partecipazione più ampia di tutti i Comuni e di tutte le comunità locali alla gestione dei parchi, alla definizione dei programmi di sviluppo e di tutela all'interno dei parchi, mi sembrava importante sottolineare questi due aspetti importanti e fondamentali, che vanno un po' al di là della riorganizzazione, che sono aspetti di respiro che vanno al di là del Piemonte, ma di respiro europeo, quanto meno, andando a recepire le direttive che sono state emanate nel 2000.
Sicuramente, sono elementi importanti che intendiamo sottolineare maggiormente, e tutto quello che riguarda il Capo II, quindi la gestione e il recepimento della direttiva europea, che vanno dalle misure di conservazione, che dovranno essere stabilite e definite anche sulla base degli indirizzi che il Ministero dell'Ambiente produce e produrrà, ai piani di azione per la difesa degli habitat delle specie.
Volevo sottolineare questi aspetti che secondo me sono fondamentali e ovviamente, sulla base di questi ragionamenti, il voto dei Gruppi di Rifondazione Comunista e degli Ecologisti Uniti a Sinistra sarà sicuramente favorevole a questo disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Parlo totalmente in opposizione alla collega Barassi, perché qui si viene a predicare e predicare e poi nessuna di queste persone che tanto blaterano è mai andata in campagna a vedere cosa vuol dire e cosa sono le rotte migratorie, le biodiversità, così come cosa vuol dire stare in mezzo alla natura.
Tralascio tutte le questioni tecniche perché mi verrebbe l'ulcera a doverle ribadire tutte. Però voglio portare all'attenzione di tutti una cosa. Il Titolo VI dice: "Gli oneri per la gestione delle aree protette sono stimati, per l'esercizio finanziario 2009, in 32 milioni e 423 mila euro". Vale a dire che tutti questi soldi verranno sperperati in giro in migliaia e centinai di piccoli parchi che non c'entrano niente e che non hanno nessuna finalità sul territorio, perché vengono lasciati all'abbandono solo delle erbacce che crescono, delle piante infestanti delle persone poco scrupolose che vanno a gettarci i rifiuti e non hanno nessun potere di educazione o di tutela della natura.
Forse sarebbe stato meglio concentrarsi su pochi parchi, come per esempio la Mandria, parchi importanti (nel nostro caso il Parco del Ticino) dove veramente vi è la necessità della tutela delle specie che sono protette, perché sono parchi grossi e importanti all'interno dei quali queste specie possono vivere. All'interno di piccoli parchi dove, di fatto la natura è circondata da strade, autostrade e da tutto ciò che l'antropizzazione ha portato nulla serve. Soldi buttati al vento. Sarebbe meglio invece portare questi bimbi qualche volta in campagna, mentre invece crescono in città e ciò che vedono è solo quello che riportano i libri di scuola. Sfido qualsiasi dei colleghi a dire quante persone sono all'interno di un parco e sono a contatto con la natura tutti i giorni. Nessuno! Tante parole e niente fatti.
Personalmente, mi spiace, ma il mio voto sarà contrario. Mi dispiace per l'Assessore De Ruggiero, perché comunque so che ci ha messo del suo e ha fatto di tutto per cercare di fare una norma. Purtroppo la burocrazia è una cosa, la natura è tutt'altro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Ammetto che sono un po' disorientato dalle ultime parole che ho sentito, perché mi sembra che non esca chiara l'idea di che cosa è la natura e di quale sia la funzione dei parchi.
Una volta ho sentito una frase che diceva che i libri sono come i bambini, una volta che sono scritti devono andare per il mondo. Credo che per le leggi valga lo stesso principio. Le leggi si fanno con le migliori intenzioni e poi se ne vedranno i risultati quando vanno per il mondo e quando saranno applicate. Il concetto che è alla base di questa legge, come delle prime leggi con le quali si sono istituiti i parchi, credo sia chiaro a tutti: la necessità della difesa dell'ambiente. Rispetto alle parole mi hanno preceduto, semplicemente il principio da richiamare è quello.
Sappiamo che i mutamenti climatici che stiamo vedendo l'antropizzazione del territorio e il modo con cui l'uomo interviene sull'ambiente determinano conseguenze sulla flora e sulla fauna. L'idea dei parchi era proprio venuta per tutelare la biodiversità, ovvero la variabilità e varietà delle specie viventi, animali e vegetali.
Di qui nasce quel contrasto, che noi vediamo purtroppo nella società attuale, tra il principio della difesa a tutela della flora e della fauna e il principio dello sfruttamento economico che, da parte sua, contrasta direttamente col principio della tutela (con l'antropizzazione, appunto).
Non dobbiamo smettere di tutelare l'ambiente in virtù dell'antropizzazione.
Anzi, quanto più attuiamo azioni di antropizzazione, tanto più sarebbe necessario tutelare parti maggiori del nostro territorio.
Come ho detto all'inizio del mio intervento, le leggi si valuteranno nella loro applicazione, perché la tutela dell'ambiente - l'Assessore lo sa bene - non si realizza solo con la legge che oggi andiamo a votare, ma anche con una serie di leggi estranee alla presente che regolano lo sviluppo industriale, l'antropizzazione e le altre scelte che adottiamo per il territorio.
Il territorio è unico: pertanto, quanto più andiamo ad incidere in modo negativo, tanto più viene inficiata l'azione benefica che ci aspettiamo da questo tipo di legge.
Volevo porre un esempio semplicissimo, relativo, ahimè, alla caccia.
Abbiamo sentito dalle parole del Consigliere Cavallera il richiamo ostinato a questo concetto. Non possiamo dimenticare che in questi giorni in Parlamento è stata presentata una proposta di legge di cui si è discusso molto, in base alla quale, in futuro (se passera questa idea), si potranno addirittura prevedere azioni di caccia all'interno delle aree protette. Si realizzerà, dunque, un ribaltamento del concetto di "area protetta" quell'area protetta che dovrebbe servire a difendere e a tutelare la flora e la fauna diventerà un luogo in cui anche i cacciatori potrebbero entrare sia pure in determinate condizioni. Assistiamo, dunque, ad un'ennesima contraddizione: se nelle aree protette si va per godere dei benefici della natura, per cui non si può portare neanche il proprio cane per non arrecare fastidio alla flora, ecco che i cacciatori potranno entrare con fucili e mute di cani.
Questo è un esempio palese di come con questa legge si sia cercato di tracciare degli indirizzi. Tuttavia, dovremo continuare in questa opera di tutela anche in riferimento ad altri strumenti di legge.
Come ha già ribadito la collega Barassi, il nostro voto sarà positivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta, in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Rilevo che è piuttosto irrituale ciò a cui stiamo assistendo: siamo nella fase delle dichiarazioni generali di una legge - parliamo, tra l'altro, di una legge importante, composta da quasi 70 articoli - e affiorano già gli schieramenti fra chi voterà a favore e chi voterà contro.
una cosa che non succede quasi mai, per cui lo faccio rilevare: evidentemente, emergono già delle convinzioni molto forti, dovute anche al fatto, forse, che la legge ha avuto un iter molto lungo, grazie anche al lavoro svolto dall'Assessore, dagli Uffici e dalla Commissione (si parla di quasi trenta sedute!) durato quasi due anni.
una legge che ha alternato momenti di grandi accelerazioni a momenti di grandi decelerazioni, momenti di grande attività e momenti in cui è stata lasciata da parte perché altre urgenze incalzavano. Questo ha allungato un po' i tempi del suo arrivo in Aula.
una legge che anche in Aula - lo dico senza volontà di minaccia - a mio avviso dovrà essere ancora analizzata e limata, nel senso che, essendo una legge importante e significativa, che fa il punto su un intero settore non troverà un'applicazione piana di 67 articoli, come magari a volte succede, ma ci saranno sicuramente articoli in cui si aprirà, giustamente ancora un confronto; confronto che, sebbene in sede di Commissione sia stato approfondito, dovrà trovare anche in Aula un suo ritorno, quantomeno su alcuni punti.
Quello che intendevo ribadire in questo intervento generale è che evidentemente, la Regione Piemonte non parte da zero, nel senso che gli amministratori che hanno preceduto il collega e Assessore De Ruggiero avevano già lavorato molto su questo tema ambientale delle aree protette e delle riserve. È impressionante vedere come, a diverso titolo, in Piemonte nel corso degli anni, siamo arrivati a più di cento aree protette.
Probabilmente, sono anche aumentate, perché questo Consiglio regionale, che ha una basa produttività in fatto di leggi - non è un aspetto del tutto negativo - ha un'alta produttività nella creazione di aree protette, il che meriterebbe una riflessione in sé.
Come dicevo, la Regione Piemonte non parte sicuramente da zero, anzi parte da una tradizione molto ampia, grazie anche all'azione portata avanti dal collega Cavallera, quando ricopriva il ruolo di Assessore, di grande volontà di estendere la tutela ambientale.
L'attuale legge è una doverosa sistemazione di una summa normativa che stava non dico esplodendo, ma diventando difficile da gestire, con una messa in carreggiata di alcuni meccanismi di gestione di tutta questa massa che si era prodotta in questi anni, che, naturalmente, doveva essere ricondotta ad una maggiore organicità.
Se volessimo far rilevare alcuni aspetti di positività (o negatività perché bisogna sicuramente coglierne le potenzialità, ma sollevare anche i dubbi), certamente alcuni momenti di azzeramento dei soggetti gestori e la loro riunione da 29 a 14 (dunque con un'aggregazione molto forte) potrebbero essere visti, da un certo punto di vista, fattori positivi per lo snellimento e per una minore burocratizzazione, per un ampliamento dei confini di questi Enti gestori; dall'altro lato, però, hanno suscitato - lo abbiamo visto all'interno delle memorie - alcuni momenti di non condivisione, perché è chiaro che chi viene privato di una propria peculiarità e di un proprio pezzettino di potere, se vogliamo usare questa espressione, tanto per farci capire, non è mai particolarmente contento. Ma un ente regolatore come la Regione, a mio avviso, deve assumersi anche questo carico.
Naturalmente c'è la questione dei Sacri Monti che, invece, è stata mantenuta come peculiarità a se stante, proprio per segnalare l'importanza di questa istituzione (quasi tutti sono diventati ormai patrimonio dell'UNESCO). Pertanto, anche se vivono un momento di difficoltà dal punto di vista delle risorse (è di pochi giorni fa l'appello del Vescovo di Casale per quanto riguarda il Sacro Monte di Crea, a seguito delle frane dovute alle piogge e alle nevicate del recente inverno), è chiaro che, pur mantenendo questa grande forza evocativa, i nostri Sacri Monti necessitano anche un'attenzione particolare.
Vorrei ricordare che la legge contiene, a mio avviso, una norma importante, di cui mi ero fatto propugnatore nella passata legislatura, che è quella di ricondurre alla Giunta regionale e alla Presidente della Giunta regionale il potere di nomina dei Presidenti di queste nuove configurazioni non è un particolare da poco, perché è un modo anche per sottolineare che di fronte ad un esborso economico così importante, come ricordava il collega Boniperti, più o meno siamo nell'ordine dei 70 miliardi delle vecchie lire, tra i 32 e i 35 milioni di euro.
Mi sembra opportuno che a capo di queste strutture ci sia un personaggio nominato da chi il denaro, quello vero, lo conferisce per il funzionamento degli enti. In particolare nella passata legislatura, abbiamo assistito a situazioni in cui enti, sganciati da questo tipo di momento riconoscevano la Regione solo quando quest'ultima doveva "cacciare il grano", poi, giustamente, agivano con la massima indipendenza.
Voglio citare il caso, per me emblematico, del Presidente di un ente regionale dell'Alessandrino - evito i riferimenti - che, rimanendo Presidente di quell'ente, non essendo nominato dalla Regione, in occasione di un'elezione amministrativa, ha avuto anche l'ardire di candidarsi contro l'Assessore regionale all'ambiente che ricopriva la carica in quel momento.
Questo stona un po', ma tanto la nomina non proveniva dalla Regione, ma dalle associazioni ambientaliste e agricole, che è giusto coinvolgere.
L'altro grande tema di questa legge è quello della partecipazione, che come tema in sé, non può che vederci d'accordo, purché questa sia regolata e non sia soltanto la partecipazione di chi, sicuramente, in termini di competenza, sensibilità e presenza, reca un grande apporto, che non pu essere assolutamente determinante rispetto a chi fa andare avanti l'ente mettendoci le risorse necessarie.
chiaro che, a nostro avviso, rimangono aperti alcuni punti, che sono proprio quelli dei rapporti, ad esempio, con tutto il mondo venatorio e piscatorio. Certo, Consigliere e amico Moriconi, è facile dire "divieto assoluto di caccia", però, provi a parlare con gli agricoltori, che vengono depredati del loro raccolto, o con gli automobilisti, a volte, depredati della vita o incolumità dalle centinaia se non migliaia di cinghiali che si rifugiano sistematicamente nelle nostre riserve (quando devono stare al coperto), per poi sciamare in libertà e procurare danni incalcolabili.
Ormai, la Regione non riesce più a stare dietro ai pagamenti di quei danni è un dramma di dimensione non più quantizzabile.
Allora, lì, capisco che occorre adoperare le norme con buonsenso. Poi c'è il discorso del rapporto con le attività agricole in generale, le attività agricole presenti nelle zone delle aree protette o le aree in qualche maniera ad esse riconducibili, i cosiddetti corridoi ecologici, su cui ci sarà tanto da discutere. Se è vero che i corridoi ecologici sicuramente rappresentano un momento importante per la tutela - come anche le aree contigue, ma in particolare i corridoi ecologici - che per definizione permettono alle specie animali di riprodursi...



PRESIDENTE

La prego di terminare.



BOTTA Marco

Occorrerebbe svolgere tutto un altro discorso anche con gli abitanti delle aree protette.
Nello sforzo di antiburocratizzazione, che pure la legge contiene in questa rimodulazione degli enti gestori, sollecito attenzione in merito all'istituzione del Comitato tecnico delle aree protette, che non vorrei costituisse un appesantimento; abbiamo già un Assessorato che funziona e che potrebbe svolgere il ruolo di regolatore e guida.



PRESIDENTE

Per cortesia, la prego di terminare.



BOTTA Marco

Sono 67 articoli...



PRESIDENTE

Per 67 volte ha la possibilità di intervenire, collega Botta.



BOTTA Marco

Se lei non mi fa terminare, interverrò sicuramente 67 volte.



PRESIDENTE

Non voglio pregiudicare la possibilità di intervenire sugli emendamenti, però...



BOTTA Marco

Ho finito.
Anche per quanto riguarda il discorso informazione chiedo di fare attenzione, affinché questa informazione, che noi riteniamo sicuramente importante, non diventi un momento di spreco, spesa e appesantimento perché sappiamo che dietro ogni giornalino, dietro ogni libro, dietro ogni questione c'è una deliberazione di spesa, una consulenza o un giornalista bravissimo da aiutare. Insomma, su questo noi fisseremo la nostra attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Penso che questa legge sia tra quelle veramente importanti della nostra Regione, anche se, forse, può sembrare non tale. È una legge estremamente complessa, per cui il giudizio, secondo me, dovrà avvenire articolo per articolo, esprimendo una singola posizione sui singoli articoli, intanto perché già il numero degli articoli - 66 - è indice della grande complessità degli elementi.
Voglio esprimere poche parole sullo spirito generale che spero guiderà il Consiglio regionale. Mi auguro che il Consiglio regionale dia vita ad una legge che protegga veramente, come dice il titolo, la biodiversità delle aree naturali.
Vorrei fare notare che l'area naturale, secondo me...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Prego coloro non interessati di allontanarsi, specie coloro che si trovano in prossimità del collega Novero.
Grazie.



NOVERO Gianfranco

Vorrei fare notare che, a mio parere, le aree naturali del Piemonte corrispondono con i luoghi di confine di Francia, Valle d'Aosta, Svizzera Lombardia e Liguria. Cioè, l'area naturale del Piemonte è il Piemonte! Poi il Piemonte, come qualcuno dice, è stato, usando una parola che a me non piace tanto, antropizzato.
Cosa vuol dire che è stato antropizzato? Vuole dire che una specie naturale, il bipede autoctono che viveva in questa regione, si è riprodotta, è stata capace di conquistarsi degli spazi e ha allargato le sue aree di influenza.
Allora, questo bipede, se noi diciamo che vogliamo proteggere la biodiversità, va protetto, magari guidato quando si adopera per cose che poi, in sostanza, potrebbero danneggiarlo. Cioè, con l'abolizione della biodiversità - qui siamo alla biodiversità - il bipede cui prima mi riferivo sarebbe il primo ad essere danneggiato, quindi va protetto contro il suo eccesso, a volte, di azione con delle leggi. Questa dovrebbe essere una legge che protegge la biodiversità in senso lato, quindi bipedi con la barba, come me, che abitano sulle montagne, insieme alle aquile e a tutto il resto, insieme a quelli che abitano in pianura, ecc.
Per favore, finiamola con l'ideologizzazione per cui l'uomo, ovunque vada distrugge la natura, perché non è vero. I fossati irrigui, che tanto irritano alcuni, irrigano la campagna quando serve, ma servono per 365 giorni all'anno a mantenere vivi i "portafas" (non so quanti di voi conoscono questo animale). Si tratta di un animale che vive solo nelle acque pulite, se l'acqua è inquinata, muore. Dalle mie parti l'acqua è ancora pulita, era più inquinata negli anni '60. Per fortuna adesso abbiamo migliorato.
Questi animaletti - che si chiamano "portafas" perché portano le fascine - si fanno una casetta con sassi o pezzi di legno. Questi animali quando manca per una settimana l'acqua, si infilano nella "pauta", come si dice in piemontese (fango in italiano) e sopravvivono. Dopo una settimana all'asciutto muoiono. Noi dovremmo difendere questi animali. C'è una miriade di animali che dovremmo difendere che chi vive in città non conosce, che magari conosce bene la tigre della Malesia perché l'ha vista in televisione, ma non sa cos'è il "portafas". Facciamo sì che l'uomo conosca sempre di più questa vita e difendiamola, globalmente, tutta.
Con un animale come il corvo, che distrugge tutto, io non so ancora cosa fare, non sono un cacciatore, non so bene cosa si possa fare. La pianura ciriecese in primavera era piena di cardellini, di piccoli uccelli che non esistono più perché i corvi "puliscono" tutto. Il bipede autoctono cosiddetto uomo, visto che ha il cervello, quindi è dotato d'intelligenza dovrebbe fare qualcosa per difendere la biodiversità. La biodiversità non si difende solo con i parchi, ma anche.
Sono favorevole ad un parco intelligente, che serva veramente a difendere l'esistenza del maggior numero di esseri viventi, compresi i vegetali, ma che si basi sulla conoscenza della realtà e considerando in assoluto parco tutto il territorio piemontese. Guardate che i merli che in queste settimane sentivo cantare a Torino sono superiori ai merli che sento cantare in campagna. Quando passo per Piazza Solferino, sento più di un merlo cantare, la natura è estremamente complessa e se non le si impedisce di vivere, vive ovunque. Estremizzo citando Torino, ma c'è una forte vita naturale in Torino. Ci sono molti Parchi in Torino che sono usufruiti anche dall'essere umano.
Finiamola di lamentarci dell'antropizzazione, per favore, ormai siamo amici di tutti gli animali, esclusi noi stessi. Allora mi si dica che sono il nemico, oppure siamo amici di tutti gli animali, tutti, compresi quelli come me che, magari, hanno qualche diritto di vivere bene in questo mondo.
Quando facciamo il regolamento di un parco, facciamo in modo che vada bene anche per l'uomo che vive lì, che è uno di quelli che molte volte consente la sopravvivenza di tante specie proprio con il suo lavoro. Quando saranno spariti tutti i prati e avremo solo più boschi incolti che marciranno, sì, è vero, saranno morti, come dice qualcuno, molti insetti che vivono nutrendosi del legno marcio ma, attenzione, molti altri animali non ci saranno più. Le montagne sono fatte di boschi e di prati, ma i prati stanno scomparendo. Tutti si allarmano per la scomparsa delle foreste, ma le foreste stanno occupando tutto. Facciamo in modo che l'incolto non prenda il sopravvento. Bisogna che ci sia la gestione umana, altrimenti sarà incolto e basta.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale sul provvedimento.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Iscrizione all'o.d.g. ed esame proposta di deliberazione n. 436, inerente a "Approvazione finanziamento emergenza terremoto in Abruzzo (l.r. 28 gennaio 1982, n. 4)"


PRESIDENTE

Prima di passare all'esame dell'articolato, riterrei opportuno iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 486, avente per oggetto "Approvazione finanziamento emergenza terremoto in Abruzzo (l.r. 28 gennaio 1982, n. 4)". Si tratta di iscrivere e votare la deliberazione assunta all'unanimità nel Comitato di Solidarietà di oggi. Inizierei ad iscriverla, poi la metteremo in votazione.
Se non ci sono indicazioni contrarie, l'Aula unanime acconsente all'iscrizione.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Nel corso della seduta pomeridiana la metteremo in votazione. Se ci sono esigenze di approfondimento la mettiamo in votazione più tardi altrimenti la votiamo subito, così diamo la possibilità di poter contare sulle risorse.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 436, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame disegno di legge n. 228, inerente a "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 228, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Procediamo con l'esame dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Vorrei poi avere la possibilità di presentare qualche emendamento rispetto a questo articolo ed altri. Ve ne saranno certamente, anche se non sono tutti scritti e presentati; anzi di presentati nessuno, ma quelli che presenteremo saranno ovviamente di importanza differente.
Ve ne saranno alcuni che tendono a modificare anche da un punto di vista politico, ma anche sui termini normativi, la scrittura dell'articolo.
Ve ne saranno altri invece di maggiore sostanza, alcuni dei quali sono già stati scritti e verranno presentati, mentre altri li produrremo su alcuni aspetti che, in particolar modo, il collega Botta ha già avuto modo di indicare nel suo intervento.
Certamente i principi generali in qualche modo individuano l'asse portante e i principi generali della legge che sono inevitabilmente abbastanza generici, anche se al comma 3 scendono nel dettaglio, ma evidentemente essendo una legge di 66 articoli e di svariati allegati, è inevitabile che sia abbastanza generico.
Crediamo, fra le altre cose, e poi lo specificheremo meglio nella discussione dei singoli emendamenti, che si debba dare più importanza al rapporto con le comunità locali relativamente ai processi di pianificazione e gestione.
Crediamo che la Regione non debba sono valutare quelle che sono le istanze, le progettualità e le finalità di cui al comma 1, ma debba tenere in debita considerazione quelle che, in realtà, sono le problematiche che vi sono con le comunità locali.
Lo diceva già prima il collega Botta: in molti casi, seguendo un iter legislativo assolutamente corretto che, per esempio, prevedeva le audizioni, abbiamo istituito un numero non irrilevante di parchi ed aree protette; tutti luoghi in cui vi sono dei vincoli.
evidente che, come dovrebbe accadere, un vincolo dovrebbe essere uno strumento che pone degli obblighi e dei divieti, ma che dall'altra parte pone anche delle possibilità di sviluppo.
Se pensiamo all'attività normativa del Consiglio regionale in questa legislatura, ha sì individuato molte nuove aree protette, ma di fatto ha dedicato una legge in termini di intervento economico, perché, come dicevo è facile mettere i vincoli.
I vincoli pongono tutta una serie di problematiche; ci si deve ad esempio chiedere perché molti Comuni chiedono o manifestano la volontà di uscire dai parchi, addirittura i Comuni che sono all'interno dei parchi nazionali.
evidente che vi è tutta una serie di ristrettezze date dal fatto che all'interno di un parco nazionale regionale e di un'area protetta della Rete Natura 2000, vi sono una serie di vincoli che rendono l'attività di presenza dell'uomo all'interno di quelle aree più difficile o se non altro più complessa nel confronto con la burocrazia che in altre aree.
Se a queste invece si ha, per contro, un'attività di ritorno economico per l'area che, essendo divenuta un'area vincolo, dovrebbe essere un'area di pregio, è evidente che questi vincoli possono essere meglio accettati dalle persone che vivono all'interno dell'area stessa.
Se non ricordo male, la Regione, da un punto di vista turistico promozionale, ha fatto un intervento, che è quello sul turismo nelle aree protette, che ha un finanziamento assolutamente irrisorio, nel senso che serve a finanziare qualche decina di interventi.
La legge che accompagnammo con l'altra lodevole legge sul turismo religioso fece un percorso comune in sede di Commissione e in sede di Aula.
Questo è uno dei pochi provvedimenti, salvo alcuni interventi previsti all'interno del PSR, se verrà votato, che prevede interventi economici a favore di queste aree.
Qual è il rischio? Il rischio è che intanto continueremo a dare vincoli e obblighi e non daremo possibilità di reale sviluppo. Il rischio reale è che gran parte della cittadinanza vive questi vincoli come la volontà di una minoranza - minoranza sempre più organizzata rispetto alla maggioranza silenziosa che deve subire i vincoli che vengono posti.
Pertanto, accade che abbiamo molte realtà che sono assolutamente a macchia di leopardo sulla nostra Regione.
Parliamo di realtà montane, come quelle collinari, quelle di pianura e quelle lacustri, in cui la presenza di un'area trasformata in area tutelata dalle differenti forme previste dalle norme regionali non ha dato una possibilità di sviluppo economico complessivo, non solo dal comparto turistico, ma complessivo.
la cittadinanza che vive in quelle aree, ma ha dato solo la presenza di maggiori vincoli.
Bisogna poi fare attenzione, se uno conosce il territorio, anche a quella che è la capacità di organizzazione.
Ciò è evidente e abbiamo visto sui PTA della Valchiusella e della Valsesia - ma l'abbiamo visto anche quando istituimmo l'ennesimo parco, a Cameri, a Borgo Ticino, un altro nel VCO e un altro nell'Alessandrino - che esiste una realtà ambientalista molto organizzata che sa farsi sentire e abbiamo un'altra realtà, che è quella delle persone comuni, siano esse agricoltori, artigiani o dipendenti, cioè quelle che vivono quella realtà e quei vincoli.
Se devono fare ristrutturare la loro casa hanno un vincolo maggiore rispetto al comune vicino, che è all'esterno del parco.
Se devono anche solo fare attività silvocolturali, hanno vincoli maggiori rispetto ai loro vicini che sono all'esterno del parco.
Se noi non mettiamo in equilibrio doveri e trasferimenti economici credo che i cittadini piemontesi vivranno sempre più questi vincoli non come una possibilità di sviluppo, ma come una possibilità di presenza della burocrazia e senza che le possibilità di sviluppo poi vengano veramente date per tutte le comunità dei presenti e non solo - ed è lodevole che questo avvenga - per cinque albergatori e dieci ristoratori, ma per tutte le popolazioni che vivono in quelle aree.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Era solo per fare una riflessione sulla formulazione dell'articolo 1.
In sostanza, qualche dubbio che mi viene è in ordine al rapporto tra l'uomo e la natura.
Qui recuperiamo sotto questo profilo, facendo riferimento alle generazioni future, però io avrei preferito forse, meditando meglio e più a fondo la stesura dell'articolo, che si fosse fatto un riferimento anche proprio alla funzione della natura come corollario all'attività umana, sia per le interazioni che hanno le due sfere. È chiaro che l'uomo, ovviamente immerso nel territorio e nell'ambiente, ha bisogno della natura e del suo apporto in termini di biodiversità ma, peraltro, il tutto è finalizzato proprio alla possibilità e all'opportunità che l'uomo deve avere di potersi muovere rispettando l'ambiente come operatore di sviluppo sostenibile, di realizzazione di quelli che sono fini non solo individuali, ma anche sociali.
Mi sembra che qui, tutto sommato, si sia dato eccessivamente peso ad un approccio di tipo conservativo, ad un approccio che, in qualche modo parte da un valore assoluto che è quello dell'ambiente senza intersecarlo o bilanciarlo come una visione, non dico antropocentrica, ma in qualche modo che classificasse e valutasse, anche nella dizione stessa, non solo il futuro ma anche il presente.
Ho voluta fare una rilettura critica ma mi è venuta questa osservazione. Ho ritenuto opportuno di fare questa osservazione anche perché ci siamo cimentati, una settimana fa, in un congresso di parte quindi non fa testo in questa sede se non come opinione del Consigliere che parla, ma è chiaro che in quella sede si è molto riflettuto sulla libertà dell'uomo, sui valori dell'uomo, sull'interazione con un ambiente che non deve essere deturpato, non deve essere intaccato, perché indubbiamente è un capitale che deve essere salvaguardato per le future generazioni, ma qui un approccio di questo tipo mi sembra di non rilevarlo o, comunque, che sia dato per implicito. Forse sarebbe stato meglio se lo avessimo esplicitato.
Quindi proseguo e inizio dall'articolo 1 questa valutazione dei vari articoli in un'ottica costruttiva, nel senso di approfondire le questioni e sottoponendo l'articolato ad una valutazione finale, visto che poi si passa alla votazione dei singoli articoli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere.



BOTTA Marco

chiaro che probabilmente, soprattutto negli articoli iniziali, dove ci sono le norme generali e un po' il richiamo ai valori, il discorso si fa teorico, più di principio, non potrebbe essere diversamente. Proprio scorrendo l'articolo 1, Assessore, balza all'occhio, per esempio al comma 1, l'utilizzo di un termine che, a mio avviso, definisce l'ambito della legge e la filosofia che sta dietro a questa legge.
Il termine in parola è per me il termine "prioritaria". "La Regione Piemonte riconosce l'importanza prioritaria dell'ambiente naturale".
Bisogna intendersi su cova vuole dire "prioritaria", perché, evidentemente se l'ambiente è una priorità, bisogna capire cosa c'è che non è prioritario rispetto a questa priorità. Non vorrei che la filosofia che dà senso a questa legge anteponesse l'ambiente, in modo prioritario, rispetto all'uomo, all'essere umano. Perché una degenerazione dell'ambientalismo è proprio la considerazione dell'ambiente come bene assolutamente indifferente alla presenza o no dell'uomo. Quindi, o andiamo a individuare rispetto a che cosa l'ambiente è prioritario o non possiamo lasciare il dubbio che un'istituzione come la Regione Piemonte consideri l'ambiente prioritario rispetto al genere umano e che quindi la normazione, la legiferazione, le deliberazioni che conseguiranno a questi principi partano da questo assunto. Guardate che non è una questione di poco conto, è una questione di contesto culturale, di filosofia, di approccio al problema.
Chi oggi non può o non ritiene di considerarsi "ambientalista"? Nessuno.
Oggettivamente, la tematica ambientale, uno dei punti positivi che il dibattito politico sostenuto da forze politiche che l'hanno imposta, con decenni di sottolineature e di dibattiti, come una delle tematiche più significative da collocare nella lista delle priorità amministrative o politiche, è un fatto positivo e come tale riconosciuto da tutti, ma non vorrei che portasse a un degenerazione di questo assunto. Ci sono state forze politiche che hanno fatto entrare nel dibattito politico termini come "federalismo" e "ambientalismo", che sicuramente rappresentano adesso delle costanti nella nostra discussione. Tuttavia, l'atteggiamento di fare intendere l'ambiente come una priorità rispetto ad ogni altra cosa non è accettabile. Messo in questa forma, ossia dire che l'ambiente è davanti a tutto, è una specie di assoluto. La mia concezione non mi permette di accettare che l'ambiente stia davanti al genere umano, perché alla fine non ne faccio una questione di classificazione, non mi interessa che prima viene l'uomo e poi viene l'ambiente, ma non voglio neanche che si sostenga il contrario, altrimenti sarebbe un'ideologia regressista che sinceramente non ci appartiene, ma appartiene soltanto ad alcune frange dell'ambientalismo più estremo, che non è neanche condivisa da gran parte dell'ambientalismo.
Quindi, a mio avviso, occorre un'attenzione sulla formulazione di questo articolo 1, che è un articolo importante, perché se partiamo con il piede sbagliato o partiamo con una formulazione confusa o perlomeno molto interpretabile, magari in maniera maliziosa, evidentemente tutto lo svolgimento della successiva normativa ne può rimanere in qualche maniera condizionato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti e Vignale: All'articolo 1, comma 1, eliminare il termine "prioritario".
La Giunta regionale intende esprimersi?



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Eliminando il termine "prioritaria", il testo finale risulterebbe: "La Regione Piemonte riconosce l'importanza dell'ambiente naturale...".
La Giunta regionale esprime parere favorevole.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Boniperti e Cavallera: All'articolo 1, comma 1, alla terza riga sostituire le parole "di territori tutelati" con le parole "dei territori".
La parola all'Assessore De Ruggiero, per esprimere il parere della Giunta Regionale.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

La Giunta regionale esprime parere favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti Vignale e Cavallera: All'articolo 1, comma 2, alla seconda riga sostituire le parole "ne valuta" con "tiene in prioritaria considerazione".
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Boniperti e Cavallera: All'articolo 1, comma 3, alla lettera a) sostituire, cassando le lettere a) e b), con la seguente nuova lettera a) "a) istituisce la rete ecologica regionale e la carta della natura regionale;".
Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti e Vignale: All'articolo 1, comma 3, lettera e) cassare le parole "e ad enti strumentali".
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Boniperti e Cavallera: All'articolo 1, comma 3, lettera f) dopo le parole "le risorse finanziarie" cassare la parola "necessarie" La parola all'Assessore De Ruggiero, per esprimere il parere della Giunta Regionale.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Per semplificare, Presidente, farò un unico intervento per esprimere il giudizio sugli emendamenti n. 14, 15, 16 e 17.
In merito all'emendamento n. 14, non ne comprendo bene il senso pertanto esprimerò parere negativo.
Relativamente all'emendamento n. 15 esprimo parere favorevole, perch alleggerisce, se vogliamo, il testo.
Mi soffermerei, invece, sull'emendamento n. 16, perché in contraddizione con tutto il resto. Noi stiamo affidando a territori e ad enti strumentali la gestione delle aree incluse nella Rete Natura 2000, per cui tutta la legge gioca sul fatto che esistano enti strumentali regionali. Pertanto tale emendamento inficerebbe il resto della legge.
Dunque, sull'emendamento n. 16 la Giunta regionale esprime parere negativo.
positivo, invece, il parere sull'emendamento rubricato n. 17, che prevede di cassare la parola "necessarie", che implicava, effettivamente, un appesantimento del periodo.



PRESIDENTE

In sintesi, il parere è negativo sugli emendamenti rubricati n. 14 e 16 mentre è positivo sugli emendamenti rubricati n. 15 e 17.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16 Su tale emendamento la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Anche noi vorremmo chiarezza. Mi sembra di avere visto nel testo della legge che viene affidata ad enti territoriali o ad enti gestori delle aree protette. Dato che qui c'è una dizione generica, "enti strumentali" esagerando, potrebbe essere Finpiemonte - chiedo se è possibile una precisazione relativamente a cosa si intende per "enti strumentali", in modo da votare a ragion veduta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Il Consigliere Cavallera sa benissimo che siamo all'articolo 1 di un testo unico, quindi evidenzia anche gli enti territoriali, che possono essere diversi. Anche gli enti strumentali regionali, ovviamente, possono essere di diversa natura.
In generale, il buonsenso vuole che l'affidamento avvenga ad un ente con quella finalità. Mi pare abbastanza chiaro: enti strumentali con queste finalità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

A questo punto, al limite, per specificare, varrebbe la pena scrivere "enti strumentali di settore", perché al limite umano non c'è mai fine.



PRESIDENTE

Faccio riferimento all'emendamento presentato, quindi devo porre in votazione l'emendamento n. 16.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16, sul quale l'Assessore De Ruggiero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Boniperti e Cavallera: All'articolo 1, comma 3, lettera f) dopo le parole "le risorse finanziarie" cassare la parola "necessarie".
Su tale emendamento sul quale l'Assessore De Ruggiero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 24) presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti e Cavallera: Al comma 2, eliminare la lettera d).
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Qui, indubbiamente, si fa un'enumerazione dei contesti nei quali si interviene, che vengono presi a riferimento, in quanto devono essere regolati, da un punto di vista procedurale e operativo, a livello regionale.
Quindi, abbiamo senz'altro il sistema delle aree protette; le zone speciali di conservazione, i siti di importanza comunitaria proposti ed approvati e le zone di protezione speciale, facenti parte della Rete Natura 2000; i corridoi ecologici, che sono da individuare sulla base di una pianificazione di un certo tipo; i siti di importanza regionale.
Dato che vi è la possibilità di proporre dei siti di importanza comunitaria - ci sono i SIC e pSIC - credo che, a questo punto, sia opportuno inserire le nostre aree protette, o aree su cui prestare attenzione, all'interno di una normativa, con un riferimento anche normativo di rilevanza generale, come possono essere le direttive comunitarie oppure le leggi nazionali.
A questo punto, non capisco perché ci devono essere i SIC nazionali gli SIC (cioè le proposte di SIC) e poi i SIR. Insomma, signori, non si capisce più nulla con questa serie di sigle e graduazione di vincoli o situazioni articolate dal punto di vista del rapporto con le altre leggi urbanistiche, piuttosto che di realizzazione delle infrastrutture agricole.
Nel momento in cui abbiamo le aree protette, i siti di interesse comunitario, le zone di protezione speciale e i corridoi ecologici riteniamo abbastanza completa la cassetta degli attrezzi. A questo punto ritengo che l'emendamento che abbiamo presentato meriti di essere accolto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Anch'io mi associo a quanto appena detto dal Consigliere Cavallera. Vi sono una serie di vincoli: la zona speciale di conservazione, i siti di importanza comunitaria proposti e approvati, le ZPS (Zone di Protezione Speciale) facenti parte della Rete Natura 2000, i corridoi ecologici, i siti di importanza regionale. Mi sembra che indicare una zona sull'altra Assessore, possa creare dei disguidi, se non degli imbarazzi.
L'abbiamo già provato quest'anno con le ZPS che si trovano, nel caso della Provincia di Novara, una parte su un'area vincolata, un'altra su un territorio dell'ATC; un'altra ancora ricade su aziende faunistiche venatorie. Non si capisce nulla, non si capisce dove si può fare attività venatoria, dove ci sono vincoli, dove vogliamo fare delle tutele. Dovremo meglio definire e semplificare tutto questo sistema.
Infatti mi permetto di consigliare di approvare o, comunque, prendere in considerazione l'emendamento che abbiamo sottoscritto.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? La parola all'Assessore De Ruggiero per una replica.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

La mia proposta è molto semplice. Poiché condivido l'approccio alla semplificazione ricordata dal Consigliere - che credo si manifesti con questo articolo - la mia proposta è di ritirare l'emendamento. All'articolo 55, infatti, abbiamo il punto specifico dei siti di importanza regionale lì ne discuteremo perché sono convinto che ci siano delle buone ragioni dopo aver visto l'intero panorama delle proposte.
Chiederei, dato che il punto che ricordava il Consigliere Boniperti di fatto è toccato all'articolo 55, di ritirare l'emendamento, altrimenti il parere in questo momento è negativo, ma con un atteggiamento positivo a riasiminarlo quando affronteremo l'articolo 55.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 24 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.



(Commenti del Consigliere Boniperti)



PRESIDENTE

Consigliere Boniperti, quando ho domandato se c'erano interventi, non ha chiesto di intervenire. Da adesso in avanti la guarderò sempre prima di fare partire la votazione sugli articoli La parola al Consigliere Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Intervengo per fatto personale. Credo che ci sia un modo di comportarsi nei confronti di tutti. Se stiamo discutendo un testo, si deve dare la possibilità ai Consiglieri di consultarlo, non dobbiamo correre. Abbiamo lavorato tanto in Commissione, si può perdere qualche minuto in Consiglio.
Le chiedo, da adesso in avanti, di verificare se qualche Consigliere vuole intervenire e di lasciare qualche secondo ai colleghi per valutare.
Chiedo, inoltre, a termine di Regolamento di lasciare trascorrere il minuto di tempo necessario per ogni votazione. Anche prima non ci ha dato il tempo di votare.



PRESIDENTE

Sarà mia cura garantire la certezza dei tempi, ma guardi che ho sempre avuto cura di far trascorrere il tempo.
ARTICOLO 4 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'articolo 4, come una parte della legge, credo sia un po' ridondante nella sua articolazione. Abbiamo una serie di articoli che poi, in realtà non hanno un rimando rispetto alle modalità gestionali e quant'altro negli articoli successivi.
Se, da un certo punto di vista, è normale che accada in una legge di comparto che individua tutte le modalità di classificazione e di tutela e gestione delle aree, dall'altra rende un po' ridondante la legge stessa.
Vi è un aspetto dell'articolo 4, il comma 4, che prevede la possibilità di promuovere intese e accordi, a livello internazionale e interregionali con i soggetti gestori delle aree confinanti o limitrofe, al fine del coordinamento gestionale dei territori tutelati. È evidente che c'è un principio di buon senso che vorrebbe dire che il parco confinante, il Parco del Gran Paradiso, dialoga, può stringere accordi con la parte non solo piemontese e valdostana, quindi interregionale, ma può promuovere intese ed accordi anche con la parte francese. Questo riguarda le aree protette confinanti.
Per ciò che riguarda le aree protette limitrofe, è un aspetto differente, nel senso che non hanno una continuità fra loro, ma al di là di non avere una continuità, come sempre accade, la definizione, cioè l'aggettivo, non dà delle definizioni precise.
Pertanto possiamo avere un'area che è limitrofa, perché per pochi chilometri sono distanti i confini del parco, quindi si possono individuare modalità gestionali, e ne possiamo avere altre che sono ben più lontane.
Quindi, credo che sarebbe stato meglio non metterlo.
Credo che in molti articoli della legge - l'articolo 4 ne è un esempio si ripetano alcune parti che, anche se non fossero scritte all'interno della legge, sarebbe assolutamente indifferente. Nel senso che i commi 2, 3 e 4, se non fossero presenti nella legge, non cambierebbe assolutamente nulla, perché è assolutamente evidente - non lo decide la Regione Piemonte che i parchi nazionali o le riserve naturali statali sono regolate sulla base delle vigenti disposizioni dello Stato, anche se noi dicessimo il contrario.
Le aree protette a gestione regionale, provinciale e locale sono regolate dalla presente legge. Il comma 1 le individua e gli articoli successivi ne indicano la regolamentazione presente negli articoli della legge, così come nel comma 4 indichiamo una modalità di gestione. Anche nel caso in cui non la scrivessimo, sarebbe prevista una gestione comune per un parco confinante come già oggi avviene. Infatti il Parco nazionale del Gran Paradiso ha una gestione comune del parco tanto nell'area piemontese quanto nell'area valdostana.
Dopodiché possono anche essere condivisibili rispetto alla dizione e non nello spirito complessivo della legge, però abbiamo inteso sottolinearlo, perché in queste come in altre parti abbiamo queste serie di ripetizioni presenti all'interno della legge stessa.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Ha chiesto la parola il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Riguardo all'articolo 5 ci sono un paio di punti che, secondo me sarebbe bene valutare.
Al comma 1 si dice "i parchi naturali, caratterizzati da una molteplicità di valenze naturalistiche, paesaggistiche, culturali, storico artistiche dove la presenza umana si integra in modo equilibrato con l'ambiente".
Va bene, stiamo parlando di aree protette ed andiamo ad identificare comunque un parco naturale con delle presenze storico-artistiche, culturali e paesaggistiche.
Secondo me, varrebbe la pena individuare altri parametri in un articolo così importante di una legge sulle aree naturali e sulla biodiversità.
Il comma b) recita: "riserve naturali, caratterizzate dalla presenza di uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica e per la conservazione del patrimonio genetico o da aspetti geologici geomorfologici o paleontologici di rilievo". Anche qui tiriamo in ballo questioni di storia o comunque di nascita del nostro sistema che nulla hanno a che vedere con la biodiversità.
Al punto c) si dice: "zone naturali di salvaguardia nelle quali il regime d'uso e di tutela non condiziona l'attività venatoria caratterizzate da elementi di interesse ambientale o costituenti graduale raccordo tra il regime d'uso e di tutela ed altre tipologie di aree facenti parte della rete ecologica regionale e di territori circostanti".
Mi sembra un po' farraginoso questo testo, che invece di semplificare va solo a rendere più intricato e più difficilmente comprensibile il tutto.
Il punto d) riguarda "riserve speciali caratterizzate da specificità di rilievo di carattere archeologico, storico, devozionale, culturale ed artistici". Qui ci abbiamo aggiunto pure la devozione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per un chiarimento dell'Assessore.
Ho presente, nella zona delle Prealpi nostre, una zona in cui c'era una pianta rarissima, l'euphorbia gibelliana; non è bellissima, ma ha un fiore.
Siccome era rarissima, abbiamo deciso di proteggerla, vietando l'accesso all'uomo.
Qui c'è un'area dove gli uomini non devono entrare. Dopo una decina di anni in cui l'uomo non entra più e nemmeno le sue mucche, che mangiavano l'erba e che consentivano alla euphorbia di sopravvivere, l'euphorbia da quella zona è sparita, perché l'erbaccia che in quella zona viene alta circa un metro. Questo fatto ha determinato la scomparsa di questa pianta.
Se qualche collega vuole vederla, io lo porto a visitare la zona di Vi dove è ancora presente.
Nessuno ne parla e io non voglio parlarne perché è meglio lasciarla tranquilla. Infatti in quei luoghi, siccome vanno a pascolare le mucche l'euphorbia vive ancora.
La mia domanda è: in questo elenco sono comprese anche aree di questo tipo oppure è vietato l'accesso all'uomo? Non mi sembra come definizione che ci sia un'area del genere.
L'Assessore può spiegarmi se, in uno dei cinque punti, ci sono anche queste aree o non ci sono più? Sono zone in cui è vietato l'accesso all'uomo, c'è il cartello "vietato l'accesso alle persone", escluse le guardie forestali.



PRESIDENTE

Chiudiamo la discussione con la replica dell'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Per quanto riguarda la fattispecie di cui parla il Consigliere Novero la regolamentazione delle aree sta ovviamente dentro la regolamentazione delle singole. Nelle nostre aree protette, noi abbiamo alcune situazioni in cui si è ritenuto opportuno, per un certo lasso di tempo e in termini transitori, limitare l'accesso alle sole guardie parco o guardie ecologiche, come pure la stessa cosa avviene per i siti di importanza comunitaria laddove la conservazione di quello che vogliamo conservare nei siti di importanza comunitaria porta con sé un certo rallentamento. Questo in alcuni casi, è assolutamente necessario, perché tante opere di rinaturalizzazione hanno bisogno proprio di un'attenzione tutta particolare e semmai limitata nel tempo.
Non è qui scritto, perché qui siamo solamente nell'ambito delle fattispecie e non delle regolamentazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Sono contrario alle applicazioni ideologiche in particolare di questa legge. In questo caso, confesso, farò un peccato contro i miei principi e voterò contro questo articolo. Capisco la motivazione, ma che sia vietato all'uomo di andare, per effetto della sua mancanza, come io ho constatato... Poi potrà capitare. Capisco, Assessore, che possa capitare che in qualche caso sia opportuno. Il mio è un voto ideologico, sono qui tanto passa, tanto i colleghi la voteranno.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti e Casoni: All'articolo 6, comma 2, dopo le parole "caccia controllata" eliminare fino a "contigua".
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

L'articolo 6 è un articolo, a mio avviso, significativo e importante al di là dell'emendamento che ne riguarda soltanto una parte minimale, ma proprio per questo concetto delle aree contigue.
Se da una parte si può accettare un regime vincolistico su alcune parti del territorio dovuto a una normativa di tipo regionale, fatto salvo evidentemente il discorso della partecipazione degli Enti locali e dei soggetti interessati, altro discorso è la questione delle aree contigue.
Anche se è vero che la Regione delimita queste aree contigue - che, per spiegarci, sono aree fuori dalle aree parco, dalle aree protette e quant'altro, ma come dice il nome stesso sono nelle vicinanze - allora l'allargamento ulteriore rispetta già il momento vincolistico che pu essere giustificato, può essere richiesto, può essere interesse di più soggetti, seppur derivante sicuramente da delle normative superiori (diciamo così), a mio avviso va gestito con grande oculatezza, altrimenti noi andiamo a un'estensione ancora superiore del regime di vincolo e comunque di limitazione di azione dell'uomo che allarga o potrebbe allargare a dismisura il discorso.
chiaro che poi bisogna capire cosa vuol dire quel "d'intesa", cioè se "d'intesa" vuol dire che non si può prescindere dal parere positivo dei gestori delle aree protette, ma anche degli Enti locali e quindi della Provincia, del Comune o dei Comuni, allora la questione delle aree contigue può essere veramente legata a una volontà anche locale. Ma se questo "d'intesa" è una sorta di comunicazione da parte della Giunta regionale della volontà di creazione di queste aree contigue, è chiaro che è un altro peso che si mette sulla schiena degli amministratori locali. Ecco, è molto importante dare una giusta definizione e se intesa deve essere, deve essere intesa nel senso che, se uno non è d'accordo, la cosa non si fa o si vota a maggioranza. Non so come l'Assessore spiega, come usa la legge questo termine "d'intesa".
Quindi questo è l'oggetto della mia perplessità, che potrebbe essere estesa anche alla questione dei corridoi, su cui noi non abbiamo voluto neanche presentare un emendamento ad un articolo precedente (il n. 2) che lo fissava, ben sapendo che anche il corridoio rientra in una normazione di tipo superiore, però qui il problema è che, da una parte, abbiamo - per carità, ben vengano, laddove c'è una condivisione - le aree protette, poi abbiamo le aree contigue, poi abbiamo i corridoi, cioè non vorrei che arrivassimo a una mappa del nostro Piemonte dove poi, alla fine, non si sa cosa rimane di libero per la libera attività, senza riferimenti sempre e solo alla caccia e alla pesca, ma alla libera attività dell'uomo, qualunque essa sia.
Questo è un po' il timore che abbiamo dall'appesantimento, qualora non ci fosse il coinvolgimento forte degli Enti locali che possono esercitare anche un ruolo di buon senso rispetto a una regolazione magari più sulla carta che nella concretezza dei luoghi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. A ben vedere, sono contrario all'introduzione di una regolamentazione in questa sede. Non che non ci siano i riferimenti normativi di carattere generale, ma non mi sembra corretto intervenire in materia di caccia, quando ci sono alcune questioni pendenti. Sappiano che nella scorsa legislatura, dopo 34 o 40 sedute di Commissione, il provvedimento giunse in Aula e venne naturalmente fermato da una serie di emendamenti di numero ben superiore a quelli che stiamo discutendo oggi.
Oltretutto, credo che ci possa essere anche una qualche nota non so se di contrasto con lo Statuto regionale, perché di solito i provvedimenti che la Regione adotta li adotta anche sentiti i soggetti interessati, per cui la Regione, che sarebbe la Giunta regionale operativamente, d'intesa con i soggetti gestori delle aree protette e con gli Enti locali, raggiunge determinati accordi. Ma le organizzazioni venatorie, i cosiddetti "portatori di interessi diffusi", quando le vogliamo sentire? In una procedura di questo tipo possono eventualmente, bontà loro, solo essere sentiti dal Consiglio regionale quando istruisce la delibera di Giunta (prima di venire in Consiglio). Ma è troppo tardi. Perché prima i soggetti istituzionali come la Regione, i gestori delle aree protette e i Comuni hanno raggiunto tutti il loro accordi... Magari, per quanto riguarda le attività estrattive, ma anche qui non è così, perché ci sono, anche in questo caso, i portatori di interessi diffusi. A mio avviso, questa impostazione deve essere rimeditata, perché così com'è formulata non va bene. Ma soprattutto non va bene per la caccia: se le leggi nazionali sulla caccia e sulle aree protette esistono da anni e prevedono le aree contigue ma finora nella nostra Regione non sono state istituite, una qualche ragione ci sarà.
A questo punto, per quanto riguarda la caccia, penso che si vada a toccare una situazione che era in equilibrio, ancorché precario, rimettendo in corsa un'azione che poi, se vogliamo andare ad ampliare il ragionamento da una parte ci può essere l'introduzione di un SIC, avente una valenza limitativa per quanto riguarda l'attività venatoria, dall'altra parte una ZPS, da un'altra parte ancora le aree contigue. Queste ultime, inoltre quale ampiezza possono avere? Qui non lo dice. Naturalmente, se ci sono aree protette con andamento articolato, ci possono essere delle situazioni che inducono a realizzare delle vastissime zone dove poi la caccia è nominalmente riservata ai residenti. Vorrei ricordare che ci sono dei Comuni di montagna dove i residenti sono veramente pochi. Se la limitiamo ai soli residenti, snaturiamo quegli equilibri che finora si sono raggiunti: noi siamo la Regione che, più di altre, in materia di caccia, ha un rapporto molto rigido, con procedure rigide, per ammettere i cacciatori negli ATC e nei CA.
Signori, quando si vuole strafare, il troppo stroppia! Qui siamo in questo caso.
Io non riesco a valutare il discorso delle attività estrattive. So solo che qui, aree continue o meno, lungo il Po ci sono delle maxi-attività estrattive in aree protette, che, per fortuna, vengono salvaguardate sulla base di una normativa del Parco del Po, che è in atto da più di vent'anni.
Poi andiamo, magari, ad impedire l'attività estrattiva in un territorio decentrato: pensiamo, ad esempio, all'attività estrattiva delle pietre ornamentali. Anche in quel caso, ci saranno delle aree protette.
Insomma, si è lavorato per anni per trovare degli equilibri; adesso volendo regolare qualsiasi cosa, rischiamo, a mio avviso, di creare delle situazioni ingestibili.
Sia comunque ben chiaro che se arriverà in Consiglio regionale, in questa legislatura, la deliberazione per istituire le aree contigue, la risposta sarà assolutamente di "blocco", perché non se ne sente la necessità. Abbiamo tanti problemi e non credo che le difficoltà si risolvano andando ad aprire nuovi fronti di scontro, laddove l'equilibrio in questi anni, è stato trovato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Già i colleghi che mi hanno preceduto hanno rimarcato, con assoluta tranquillità, il senso contrario di una legge che vorrebbe sistemare e alleggerire tutte queste norme, ma che rischia di creare ulteriori problemi sui nostri territori.
Tralascio il comma 1 e vado direttamente al comma 2, per farvi comprendere quante contrarietà vi siano.
Il testo recita: "All'interno delle aree contigue, ai sensi dell'articolo 32, comma 3, della l. 394/1991, la Regione può disciplinare l'esercizio della caccia sotto forma di caccia controllata, riservata ai soli residenti dei Comuni dell'area protetta e dell'area contigua".
La Regione ha creato gli Ambiti Territoriali di Caccia e i Comparti Alpini, che sono gli Enti deputati a gestire l'esercizio venatorio su tutto il territorio regionale; di fatto, sono quelli che hanno il controllo del prelievo venatorio, perché al loro interno ci sono i cacciatori, gli ambientalisti, gli agricoltori e i rappresentanti degli Enti locali.
Prima riconosciamo loro la gestione e la tutela di questi luoghi e adesso gli togliamo questa delega perché andiamo a creare le cosiddette "aree contigue"? Peraltro, non si capisce se sono parco o territorio libero: è un altro aspetto da definire, perché da una parte ci sarà un vincolo, dall'altra parte un'altra legislazione che andrà a definirla.
Insomma, noi andiamo a creare altre aree che non sono né carne n pesce, e togliamo tale mansione agli Enti che sono stati creati da questa Regione proprio per controllare l'esercizio venatorio.
Così facendo, andiamo verso un casino, scusate la volgarità, perché non è possibile pensare di gestire una partita simile. Io non riesco a capire per cui mi chiedo se non vi sia un volere nascosto, mi permetta, Assessore.
così semplice la situazione: sono stati creati gli Ambiti Territoriali di Caccia e gli Ambiti Alpini col preciso intento di creare delle aree omogenee che le Province non riuscivamo a gestire, all'interno delle quali tutti i quattro soggetti (rappresentanze dell'attività venatoria rappresentanze degli enti ambientalisti, l'agricoltura con tutte le associazioni agricole e gli Enti locali) sono in quota parte uguali (non vi è, dunque, alcuna maggioranza).
Facendo così, Assessore, noi andiamo a togliere loro tale mansione perché diciamo chiaramente che "la Regione può disciplinare l'esercizio della caccia sotto forma di caccia controllata riservata ai soli residenti". Ma già le ATC hanno la priorità, e prima, all'interno dell'ATC danno la priorità ai propri residenti. Anzi, proprio le ATC e i CA effettuano, prima di tutto, un'analisi più precisa del territorio stabilendo un numero limitato, per capire quanto è vasta l'area venabile e quante sono le persone che possono insistervi.
In secondo luogo, attuano i piani di abbattimento, soprattutto in particolari aree attigue alle aree protette, dove sappiamo esservi delle specie (vedi i caprioli e quant'altro) che normalmente non sono venabili ma che sono sotto protezione o sotto selezione, individuano i capi che devono essere selezionati e le persone che devono fare un corso, che devono iscriversi, che devono essere valutate prima di potersi recare su questi territori ad effettuare il prelievo; poi viene fatto il prelievo venatorio.
Così si sminuisce il lavoro fatto in 10-12 anni dalle ATC, scusate! Veramente, ci scontriamo su questioni che uno non capisce o non conosce scusate! Non credo della malafede, siamo tutti qui per lavorare, però, prima di scrivere su un pezzo di carta, non è sufficiente leggere, prima occorre conoscere le questioni, perché, veramente, ci sono cose che non stanno n in cielo né in terra! Poi, una volta per tutte, voglio portare l'attenzione sulla questione delle aree contigue. Mi piacerebbe sapere chi è in grado di definire un'area contigua. In genere, i parchi vengono delimitati attraverso confini naturali - non sulla carta! - che possono essere corsi d'acqua avvallamenti o coste, cioè una serie di elementi naturali disegnati originariamente dalla natura, quella è la vera area da tutelare, al di fuori di questo cosa vuol dire "fare l'area contigua"? Non ha senso, non è né carne né pesce! Per carità, ognuno bada alle proprie idee, ma cerchiamo di ragionare un attimo! Se dobbiamo arrivare alla produzione di un pezzo di carta tanto per far vedere che l'abbiamo fatto, va bene, ma la ragione per cui siamo stati eletti, cioè lavorare per il territorio piemontese, è un'altra cosa cerchiamo di valutare meglio queste questioni.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi sull'articolo 6, dichiaro chiusa la discussione con la replica dell'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Ho molta ammirazione, ho impiegato quattro anni per capire qualcosa invece vedo che in tre minuti riesci facilmente ad inquadrare tutto.



(Commenti del Consigliere Boniperti)



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

No, ti ringrazio. Non ho nessuna voglia di fare carta, solo per essere chiari, assolutamente no.
Intervengo sulla questione delle aree contigue solo per un punto perché, ovviamente, se c'è un atteggiamento di questo tipo, inserire "aree contigue" significa aumentare il territorio.
Vorrei ribaltare la questione. Ci sono state delle delimitazioni - non dico con la grossa matita, ma, in alcuni casi, in trent'anni di storia, ci sarà stata anche qualche delimitazione di questo tipo - in cui, in alcuni casi, nell'ambito delle aree protette, sono state inserite alcune aree che oggi fatichiamo ad individuare in modo equilibrato. L'esempio più classico si riferisce alle attività estrattive. In cui alcuni disegni - non direi grossolani, ma di grande massima - oggi incontrano delle difficoltà.
Personalmente, uno dei progetti a cui tengo particolarmente è proprio l'istituto delle convenzioni con le attività estrattive lungo il Po affinché, al termine delle loro attività - guadagnando, magari, 60 o 70 invece di 100 - restituiscano al pubblico un'area rinaturalizzata, in qualche caso bucata, che poi diventa un lago per i pescatori.
Il Consigliere Cavallera ha annunciato che non lo voterà mai. Mi auguro di presentare qualche proposta che, invece, permetta l'utilizzo di questo strumento flessibile delle aree contigue, in cui lo svolgimento di alcune attività è più facile, perché ritengo sia uno strumento nuovo molto importante, di superamento di un'eccessiva rigidità di confini, che spesso comporta preoccupazione. Per esempio, non è possibile cacciare a un metro di distanza dal luogo dove, invece, è ammesso. Le aree contigue hanno proprio questo significato, è sufficiente leggere la legislazione nazionale, che, relativamente a questo passo, è stata seguita, in questi ultimi, da Governi di alterno colore politico.
Ritengo che le aree contigue costituiscano una nuova strumentazione molto importante, in un verso o nell'altro, se vogliamo dirla così.
Sull'emendamento il parere è negativo perché stiamo riprendendo una legislazione nazionale sulle aree contigue che ancora non abbiamo oggettivamente sperimentato - questo è certamente vero - in cui, però, la caccia è proprio così organizzata, controllata e in disponibilità dei residenti dell'area protetta e della stessa area contigua.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Fatte salve le perplessità espresse dai colleghi Cavallera e Boniperti a cui mi associo, sulla questione generale delle aree contigue, riteniamo eccessivo intervenire con una legge regionale sulle aree protette per disciplinare momenti relativi all'attività venatoria, scendendo così in profondità, tanto da riservare l'attività venatoria soltanto ai residenti dei Comuni dell'area protetta e dell'area contigua. Insomma, che la Regione possa disciplinare l'esercizio della caccia sotto forma di caccia controllata può essere, pur uscendo dalla normale regolazione regionale che è affidata ad una legge tuttora vigente, che stabilisce determinate cose una formula accettabile; ma che si arrivi a dire che la caccia nelle aree contigue sia riservata ai soli residenti mi sembra una specificazione veramente eccessiva, tenendo conto che se non ci sono cacciatori nelle aree contigue, anche lì, nessuno può entrare a cacciare. Qual è il senso di limitare il numero dei cacciatori nelle aree contigue? Gli ATC e CA penseranno a fare il loro lavoro.
Sull'ulteriore limitazione rispetto ad aree su cui già esistono perplessità circa la loro istituzione sarebbe opportuno un ripensamento anche se ho sentito che l'Assessore ha già dato un parere contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera, che interviene sull'emendamento n.
20.



CAVALLERA Ugo

Grazie.
Prima eravamo intervenuti sull'articolo, ora sull'emendamento.
Vorrei sottolineare la questione delle aree contigue dal punto di vista venatorio. È chiaro che, se ci trovassimo in una situazione in cui vi fosse una fortissima pressione venatoria in zone limitrofe ai parchi, lo strumento delle zone contigue potrebbe essere di alleggerimento, perch anziché consentire la caccia alla generalità dei cacciatori ammessi in ATC o CA, sarebbero autorizzati solo quelli residenti nel Comune; a parte che istituiremo una nuova forma di domanda di residenza, quella ai fini venatori. Lasciamo stare, nel passato c'è stato un eccesso di regolamentazione. Ricordo che quando ero all'ENEL rilevavo delle situazioni in cui, magari, marito e moglie risiedevano in luoghi diversi, perché c'era uno sconto riservato ai residenti.
Quindi, un eccesso di regolamentazione e di burocratismo crea tutta una serie di distorsioni.
Finora, nella nostra regione - parlo anche per esperienza, perché nel Comune dove abito c'è un parco fluviale e c'è una zona ATC - tutta questa grande necessità, questo grande allarme sociale o di altro tipo, per regolamentare le zone che, in qualche modo, sono limitrofe alle aree protette. Non esiste.
Anzi, se andiamo a vedere nel Parco del Po tra le zone veramente parco e quelle che sono PTO dove è ammessa la caccia, cioè l'istituzione delle varie aree protette nella nostra regione, fatta con criterio, in trent'anni, ha già determinato una serie di normative che hanno creato degli equilibri accettabili. Anzi, semmai c'era la discussione se all'interno delle aree protette, si facevano o no i piani di contenimento di particolare specie (vedi cinghiali, ecc). Fatte delle eccezioni, che esistono in tutti i campi, devo dare atto, per quanto ne conosco, che in questi anni c'è stato un miglioramento sotto questo profilo.
Se voi mi dite di fare una norma teorica, allora non è necessario perché c'è già una legge dello Stato che prevede le aree contigue. Qui, se faccio una norma così tra i primi articoli, vuol dire che la voglio attuare. Se mi dite che è necessaria per le attività estrattive, allora non capisco, perché abbiamo il Piano delle attività estrattive, abbiamo una serie di norme vigenti.
Ritengo che queste cuciture tra vari segmenti della nostra attività quindi tra le aree protette e le attività estrattive, tra le aree protette e la caccia, per la tutela dell'ambiente e della biodiversità, secondo me non portano da nessuna parte, creeranno solo dell'allarme, acuiranno il contrasto. Se proprio dovesse essere attuata la norma delle aree contigue secondo me, potrebbe essere attuata rivedendo anche la normativa sulla caccia (ci sono alcune questioni pendenti), allora facciamo un pacchetto e a qual punto potremmo trovare un equilibrio.
Altrimenti, avremo la solita questione che, ogni volta che si pu intervenire nella regione che, più di altre, ha le normative vincolistiche per l'attività venatoria, andiamo ancora ad aggravarla. Non vedo dove si vuole arrivare. Non è che l'attività venatoria non si possa svolgere, ma diamo dei privilegi a soggetti, senza regolarne le conseguenze.
Non voglio neanche pensare che possa essere un risarcimento per i locali, del tipo visto che faccio l'area protetta, mando a caccia solo chi risiedi lì. Per carità! Cosa facciamo? La riserva dell'area protetta? C'è l'area protetta, c'è una riserva riservata - scusate il termine - ai residenti per andare a caccia? Non mi sembra. Con quale carniere? Con quali tempistiche? La questione della caccia è tutta un'altra cosa. C'è una legge che la regola.
Perché sobbarcarci a regolare la caccia con la legge sulle aree protette? Allora mettiamo dentro anche la legge sulla caccia e rivediamo tutta una serie di articoli pendenti da anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Volevo ricordare all'amico Assessore che già nove anni fa, quando ero Assessore alla Provincia di Novara, ho dovuto confrontarmi con le associazioni degli agricoltori che vennero a protestare sotto la sede della Provincia per i danni causati dai cinghiali. È da lì che iniziai a interessarmi del problema, al di là che come cacciatore e come amministratore. Abbiamo prima costituito le zone speciali di caccia al cinghiale, abbiamo cercato, con le guardie, di fare la selezione, e poi con una legge regionale, abbiamo creato le ATC. Il dato di fatto è che le ATC sono spesso anche allo sbando perché la Regione Piemonte non le tutela e non le sta vicino. Vorrei chiedere quanti Consiglieri sono a conoscenza che ci sono migliaia di richieste di danni causati dai cinghiali, di gente che ha sfasciato la macchina quando, per fortuna, non si è fatta male e stanno ancora attendendo i danni dalla Regione. Istituiamo nuove ATC, diamo altri soldi, ma iniziamo a pagare prima chi, invece, ha ricevuto un vero danno dagli errori di questa Regione.
Proprio per questo motivo, come avevo detto prima, al di là delle scelte di ognuno, il mio voto sarà contrario per quanto già ribadito.
Evidentemente, nessuno vuole sentire questo grido di allarme, andiamo avanti così, da qualche parte ci fermeremo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Comunico che sull'articolo 7 sono stati presentati degli emendamenti rubricati n. 1, n. 28, n. 2, n. 3, n. 26 e n. 27.
La parola all'Assessore De Ruggiero per il parere della Giunta.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Due emendamenti sono di completamento. Oltre al termine "cultura" viene sempre aggiunta la parola "educazione". Con l'altro emendamento, dopo le parole "sulle tematiche dell'ambiente", si aggiungono le parole "e all'educazione alla sostenibilità".
All'ultimo emendamento do un senso particolare: "Favorire la partecipazione dei cittadini, attraverso forme associative finalizzate al sostegno delle azioni volte al raggiungimento della finalità dell'area protetta". Non mi piace molto la dizione in italiano che abbiamo scelto per due volte abbiamo ripetuto il termine "finalizzata", potrei migliorarla.
Il senso è che esistono molte associazioni di volontari del Parco che sono uno strumento molto utile ed è giusto indicare specificatamente.
Esprimo anche un parere sugli emendamenti n. 26, 27 e 28. Il parere è negativo sull'emendamento n. 26, in quanto questo comma è importante così come è scritto per individuare finalità molto più specifiche delle singole aree protette. Il parere è negativo anche sull'emendamento n. 27.
Invece, ritengo si possa accettare e dare un parere favorevole all'emendamento n. 28, anche se in qualche misura rende un po' limitativo il disposto che abbiamo all'esame.
Quindi, il parere è favorevole sull'emendamento n. 28, mentre è negativo sugli emendamenti n. 26 e n. 27.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Cominciamo ad entrare in alcuni articoli significativi, perché laddove si pongono le finalità delle aree protette, si dà un po' il compito, la mission delle stesse. Quindi, sono articoli di grande significato.
Devo dire che, in linea generale, non si può essere totalmente contrari che fra le tante finalità che le aree protette hanno ci possano essere anche quelle illustrate da questo articolo.
Ci fa piacere evidentemente che l'Assessore, pur nella limitazione che l'emendamento apporta, concordi sul fatto che sia meglio limitare la promozione sociale e sostenibile alla diffusione della cultura ambientale al livello delle aree protette, senza spingerci a livello internazionale altrimenti potremmo dare la stura alle idee.
Noi siamo un popolo con grande fantasia, quindi è meglio tenersi con i piedi per terra ed agire su azioni non limitate, importanti, ma legate al nostro ordine regionale e locale.
Non sono invece d'accordo sulla bocciatura degli altri due emendamenti perché questo articolo, al comma 2 a) 2), recita "sviluppare la ricerca scientifica".
Questo mi lascia perplesso. Se noi diamo ai soggetti gestori come una delle mission nelle riserve naturali - neanche nei parchi, ma nelle riserve naturali, quindi in una situazione significativa, ma di minore significato rispetto al parco - il compito di sviluppare la ricerca scientifica, non è che facciamo una cosa di poco conto.
per questo che ci siamo permessi di fare un emendamento per chiedere la soppressione di questo comma, ma anche un'altra proposta, per far sì che gli enti gestori possano promuovere delle convenzioni con le università e con gli istituti di ricerca scientifica.
Altrimenti corriamo il rischio di creare dei doppioni. Magari non succederà mai, ma se un domani un qualsiasi Consiglio di Amministrazione di un ente gestore di una riserva naturale volesse mettere in piedi un laboratorio scientifico tipo quello della Facoltà di Scienze Naturali, o se volesse iniziare una ricerca scientifica, ne ha l'assoluta possibilità.
Invece sul territorio abbiamo degli enti e delle istituzioni che fanno quello per missione istituzionale (le università, gli istituti di ricerca i centri di ricerca agricola). Vi è già una quantità di soggetti che fanno la ricerca cosiddetta scientifica. Avevo solo questa perplessità sull'andarli a moltiplicare, perché poi dobbiamo sempre pensare all'estremizzazione della questione.
Se ci fosse da parte dell'Assessore la volontà anche per fare rete cioè per evitare che ci sia qualcuno che parte per la sua strada, sempre per nobili motivi naturalmente, non è che lo si metta in dubbio...
Non sono uno scienziato, però mi sembra che la ricerca scientifica sia una cosa abbastanza impegnativa e che non competa ad un ente di gestione di un parco. Con tutto il rispetto degli enti di gestione dei parchi, la ricerca scientifica la fa chi è strutturato per farla e strutturarsi per farla sarebbe difficile.
Questo volevo dire rispetto all'articolo, poi magari interverr nuovamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Intervengo dando una valutazione dei diversi emendamenti anche per vedere di accelerare l'esame dell'articolo.
Devo dire che, a mio avviso, la dizione di diffusione della cultura ambientale comprende anche l'educazione ambientale. Non andare a specificare ulteriormente mi sembra una cineseria, forse spinta dalla lobby dell'educazione ambientale. Già la dizione di base attuale comprende tutto.
L'emendamento n. 3 propone "di sostenere forme associative finalizzate al sostegno delle azioni volte al raggiungimento delle finalità dell'area protetta". Cosa si pensa? Ad un'associazione amici del parco? Quindi, il problema è che una volta c'erano gli amici e compagni nelle assemblee; adesso sono tutti amici ed è più difficile riconoscerli però se si va a fondo, andreottianamente, se ne può discernere l'interlocuzione.
Comunque questo emendamento, a mio avviso, può ancora avere una sua validità, anche se non era impedito dalla normativa vigente.
Per quanto riguarda gli emendamenti che abbiamo presentato, ne ha già parlato il Consigliere Botta e quindi non sto a ripetere. Comunque vediamo di non appesantire troppo la normativa, perché questo è un articolo molto pesante, forse fin troppo articolato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Intanto da una parte, visto che l'Assessore rispetto all'emendamento rubricato n. 3 aveva espresso una sorta di difficoltà lessicale, faccio una modestissima proposta che magari non va nemmeno bene. Invece di "finalizzate", direi di mettere "orientate al sostegno delle azioni volte".
Invece, sull'altro emendamento presentato dai colleghi del centrodestra, che sul punto b) del comma 1 dell'articolo 7 chiedono che venga eliminata la parola "anche", e su cui l'Assessore si è anche espresso, vi è un aspetto su cui starei attento, perché qui non è solo una questione lessicale su cui si può anche soprassedere.
del tutto evidente che "promuovere la fruizione sociale e sostenibile e la diffusione della cultura ambientale" con "anche" significa che si pu fare anche con gli strumenti che vengono dopo.
Se si cassa la parola "anche" è del tutto evidente che quelli che vengono dopo sono gli unici strumenti con cui si può fare esattamente quello che ho detto prima.
Quindi, sarei per riflettere e per non togliere il termine "anche".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

C'è un primo punto sull'emendamento n. 3 che bisognerebbe modificare.
Possiamo cambiarlo, perché scrivere "orientato a" o "a sostegno a" sono espressioni troppo finalizzate. È una cosa un po' complicata.
Volevo raccogliere la preoccupazione del Consigliere Botta sul fatto che gli enti, oltre a tutte le altre cose, debbano fare anche ricerca scientifica. Se siamo d'accordo, proporrei di dire, tra gli obiettivi "contribuire alla ricerca scientifica". Va bene contribuire invece di sviluppare? Con la parola "sviluppare" si può intendere un ruolo un po' troppo autonomo di ricerca scientifica. Contribuire alla ricerca scientifica mi sembra che vada bene.
L'emendamento propone di eliminare da "anche" in poi, che penso fosse un appesantimento eccessivo, mentre "promuovere la produzione sociale e sostenibile e la diffusione della cultura ambientale" mi sembrava più tranquillo, non mi sembra che sia necessario dire "anche attraverso attività di cooperazione decentrata". E uno degli strumenti è quello quindi era solamente raccogliere qualche messaggio di alleggerimento del testo. Nulla vieta, dopo, mi pare chiaro, di approfittare della cooperazione decentrata.
Quindi, il mio intervento era solo per togliere l'ultima parte.
PRESIDENTE



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli emendamenti.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: Alla lettera b) del comma 1, dopo le parole "e la diffusione della cultura" sono inserite le seguenti "e dell'educazione".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 28) presentato dai Consiglieri Botta, Vignale e Cavallera: Al comma 1, lettera b) eliminare dalla parola "anche".



PRESIDENTE

L'emendamento n. 28 del collega Botta viene riformulato, nel senso di eliminare dalla parola "anche" fino alla fine del periodo. L'emendamento riscrive la lettera b) limitandosi alla parola "ambientale". La Giunta esprime su di esso parere favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: Alla lettera c) del comma 1, dopo le parole "sulle tematiche dell'ambiente" sono inserite le seguenti "e dell'educazione alla sostenibilità".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: Dopo la lettera d) del comma 1 è inserita la seguente: "e) favorire la partecipazione dei cittadini anche attraverso forme associative finalizzate al sostegno delle azioni volte al raggiungimento delle finalità dell'area protetta".



PRESIDENTE

L'emendamento n. 3, presentato dalla Giunta regionale, è stato riformulato: il testo dell'emendamento rimane invariato, ma si sopprimono le parole "anche" e " finalizzate".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 26) presentato dai Consiglieri Botta, Vignale e Boniperti: All'articolo 7, comma 2, sostituire l'articolo nella sua interezza con il seguente: "2) promuovere convenzioni con Università, Istituti di ricerca scientifica relativamente alla gestione degli ambienti naturali e seminaturali oggetto della tutela e promuovere e diffondere modelli sperimentati".



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 26 viene ritirato da parte dei proponenti e conservato agli atti.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 27) presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti e Cavallera: All'articolo 7, comma 2, lettera b) eliminare il punto 2).



PRESIDENTE

L'emendamento viene riformulato e diventa: al punto 2), sostituire le parole "sviluppare la" con le parole "contribuire alla".



PRESIDENTE

Quindi, anziché "sviluppare la ricerca scientifica", il testo diventa "contribuire alla ricerca scientifica".



PRESIDENTE

Sull'emendamento, così riformulato, la Giunta esprime parere favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27, come riformulato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7, come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 8



PRESIDENTE

Sono stati presentati gli emendamenti rubricati n. 1, n. 9, n. 18, n. 21 e n. 22, primo firmatario il Consigliere Botta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Abbiamo presentato un emendamento riguardo al punto b) dell'articolo 8 che dice: "Nelle aree protette istituite e classificate come parco naturale e riserva naturale si applicano i seguenti divieti:". A parte il primo, che giusto e lecito, il secondo divieto riguarda la "introduzione e utilizzo da parte di privati di armi, esplosivi e qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura, se non autorizzati nominativamente".
Vi pongo un caso: poiché sono tantissime le aree naturali che si trovano sulle fasce dei fiumi, se una persona deve attraversare quest'area col proprio mezzo, quindi deve passare su una strada, per andare ad esercitare l'attività venatoria o qualsiasi altra attività, come il tiro a segno, dall'altra parte del fiume, con questa norma, se venisse fermato verrebbe arrestato.



(Commenti in aula)



BONIPERTI Roberto

Sì, perché parla di "introduzione e utilizzo di armi da parte di privati". Questa norma non sta né in cielo né in terra.
Quindi, nel nostro emendamento abbiamo proposto di eliminare la parola "introduzione", perché chi deve transitare (magari, anche un metronotte) non potrebbe farlo in queste condizioni, perché è vietato.
Quindi, pregherei l'Assessore o i funzionari che hanno visto deciso questa norma di sistemare questa parte, perché non è lecita e neanche sta in piedi. Con questa legge cadiamo nel ridicolo, perché limitiamo la libertà delle persone a spostarsi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Se permette, intervengo sui quattro emendamenti che sono stati presentati.
Un parere favorevole sull'emendamento al comma 3, dove si dice: "L'esercizio di attività venatorie, eccezion fatta per le selezioni programmate", perché è già scritto dopo, al comma 6. Può essere utile inserirlo, scrivendo, alla fine del comma "di cui al comma 6". Può anche essere utile, perché rimanda al comma successivo. Quindi sull'emendamento n. 19 il parere è favorevole, ma se si aggiunge "di cui al comma 6".
Consigliere Boniperti, questo punto è stato oggetto di molte discussioni, ma i commi vanno letti tutti. Qui stiamo dicendo "se non autorizzati nominativamente", il che vuol dire che si può essere autorizzati nominativamente, ed è quello che avviene regolarmente.
Questa norma non introduce nuovi vincoli, perché è la situazione attuale, prevista dalle leggi nazionali, ed è anche il tentativo di modificare alcuni punti sulla caccia (che è in discussione). Chiunque pu essere autorizzato nominativamente, come avviene regolarmente, un metronotte, eccetera.
Voglio dire che, in Commissione, abbiamo fatto un'ampia discussione (e ci torneremo alla fine) sulle sanzioni, su cui, nonostante i pareri tutti negativi - stiamo parlando di legislazione nazionale - stiamo riportando alla legislazione nazionale, stiamo "stressando" i nostri dirigenti sul punto che è l'allegato al semplice trasporto, semmai, anche del fucile smontato. Però questa è una legge nazionale: è possibile avere, ovviamente un permesso, e soprattutto chi lavora ce l'ha. Quindi un parere negativo sull'emendamento n. 18.
Un parere negativo sull'emendamento n. 22, che riguarda l'abrogazione della lettera o).
Per quanto riguarda l'emendamento n. 21, è certamente una specifica dire "a bassa quota". Non è assolutamente in contraddizione dire che è vietato "a bassa quota". Non vorrei, però, che - lo dico per ribaltare la questione - introduciamo un'altra tipologia, perché nella legislazione nazionale, per la verità, questo punto non è chiarito.
Se c'è una definizione precisa di "bassa quota" - e non so chi, poi possa controllare, ovviamente - per me è giusto, stiamo parlando di diritto di sorvolo a bassa quota, perché tutti gli altri sono autorizzati.
Quindi, un parere favorevole, dandomi solamente la possibilità, con più calma, di verificare che cosa significa alla fine "bassa quota" e non introdurre altri elementi di ambiguità.



PRESIDENTE

Procediamo con i singoli emendamenti, uno per uno.
Emendamento rubricato n. 19) presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti e Vignale: Al comma 3, lettera a), aggiungere dopo la parola "venatoria" le parole "eccezion fatta per la sezione programmata".
Tale emendamento riceverebbe parere favorevole se integrato con le parole "di cui al comma 6".
La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere.



BOTTA Marco

Faccio un intervento generale su tutti gli emendamenti. In particolare sulla questione dell'introduzione della portabilità.
L'emendamento è stato presentato per gli esercenti dell'attività venatoria, proprio perché il caso, che ci è stato sottoposto da più soggetti, della persona che magari va a caccia in un posto, ha il fucile smontato nel fodero, in macchina e attraversa un'area - le strade sono provinciali e comunali, non sono strade di campagna chiuse o limitate viene fermato da un soggetto vigilante qualsiasi, scatta la denuncia penale e il sequestro del fucile. Questa era la questione che si voleva evitare.
Per carità, sarebbe sufficiente un'autorizzazione nominativa, ma occorre premettere che molto spesso colui che utilizza una strada provinciale non sa di essere all'interno di un ente protetto e, comunque non si è assolutamente costretti a conoscere tutta la morfologia dei parchi o delle riserve regionali. È una fattispecie su cui ha ragione l'Assessore ne abbiamo discusso molto anche in Commissione, però ci sembrava giusto riproporla in Aula. Non c'è la volontà di fare i cowboy e di andare nei parchi con le armi, però, purtroppo, è una fattispecie che, a volte, si verifica, senza la volontarietà da parte dei cacciatori di contravvenire ad una norma, che non vanno lì a caccia, ma attraversano una strada che si trova in un'area protetta, con determinate regole, magari senza neanche esserne a conoscenza; sono tante le tipologie e si voleva evitare il verificarsi di simili casi.
Poi, va molto bene se aggiungiamo quella selezione programmata nell'altro emendamento.
Per quanto riguarda la questione del sorvolo a bassa quota, letta così la norma parrebbe che impedisca il passaggio a qualsiasi quota di qualunque aereo, salvo gli autorizzati.
Non so se i voli Alitalia o Air France che atterrano a Malpensa sono tutti autorizzati a passare...



(Commenti dell'Assessore De Ruggiero)



BOTTA Marco

Non ci sono dubbi che sorvolino aree protette, che questi siano autorizzati...



(Commenti dell'Assessore De Ruggiero)



BOTTA Marco

Mi auguro che non scarichino, però non so se non sono autorizzati.
Evidentemente, il senso della norma è di evitare che i piccoli velivoli passino a bassa quota; non si pone il problema per quelli che passano a 9 10 mila metri, anche perché non si potrebbe pensare di far autorizzare tutti i voli che, partendo da Malpensa, passano sul Parco del Ticino o sul Parco del Po, perché ci passano sicuramente. Visto che le norme hanno un senso se è possibile farle rispettare, la dizione "a bassa quota" significava che non chiediamo ad Alitalia, Air France, KLM e British Airway che siano autorizzati per i 50, 100 o 500 voli giornalieri che passano sull'area, magari per un metro quadrato; altrimenti dovremo introdurre un ente di sorveglianza per monitorare i 10.000 metri, abbiamo i telescopi però, sinceramente, diventa un lavoro un po' strano.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Barassi.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Intervengo molto velocemente su quest'ultima proposta di emendamento sul sorvolo a bassa quota. Effettivamente, capisco il senso dell'emendamento, ma il fatto di dire "bassa quota" o "alta quota" è di poco conto in assenza di una norma, diventa davvero - questo sì - poco applicabile e molto discrezionale.
Piuttosto, ribalterei il ragionamento dicendo: "Fatte salve le rotte nazionali e internazionali, è fatto divieto di sorvolo di velivoli non appositamente autorizzati".



PRESIDENTE

Procediamo con l'emendamento n. 19, che viene riformulato dal collega Botta con le aggiunte di cui al comma 6 e sul quale la Giunta regionale esprime parere favorevole.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19, come riformulato.
Il Consiglio approva.
Chiedo scusa al Consigliere Buquicchio, perché nella concitazione sull'emendamento non le ho dato la parola.
Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti e Vignale: Al comma 3, lettera b) dopo la parola "nominativamente" aggiungere le parole "eccezion fatta per gli esercenti attività venatoria che attraversino le aree protette per raggiungere altri luoghi".
Su tale emendamento la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Volevo qualche chiarimento su questo punto. Stiamo parlando dell'emendamento n. 18, sul quale ho anche avuto uno scambio di idee con l'Assessore, che mi ha detto della sua disponibilità a rivederlo, perch effettivamente, ritengo che le osservazioni dei colleghi Boniperti e Botta fossero più che pertinenti. Cioè, l'introduzione è in termini di passaggio e chiunque passa di là con il permesso di porto d'armi, anche di semplice pistola, ai fini di difesa personale, perché deve incorrere in sanzioni qualsiasi esse siano? Pertanto, questo punto meriterebbe una riflessione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Questo punto è stato oggetto di approfondimento in Commissione.
Qui dobbiamo fermarci un attimo, per cui il parere è negativo, perch la legge nazionale - nessuno ha rivisto questo punto - prevede questa autorizzazione personale. C'è un problema serio per quanto concerne l'indicazione dei confini, quindi c'è il dovere di fornire informazioni e il diritto da parte dei cittadini di avere informazioni.
L'altro punto riguarda l'introduzione o l'esercizio, che ovviamente sono due cose diverse, o l'uso. Altresì ritengo opportuno rivedere ancora la partita del trasporto di armi non consone all'uso, sostanzialmente smontate.Adesso, in questa fase, non possiamo dare una valutazione negativa sull'emendamento così presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Poiché esiste già una legge nazionale che dirime questa materia, vorrei suggerire all'Assessore di togliere quel punto, perché sarebbe superfluo.



(Commenti in aula)



BONIPERTI Roberto

Si può anche eliminare, visto che c'è questo problema.
Diversamente, insisto nel dire che "introduzione e/o utilizzo da parte di privati di armi" significa che chiunque attraversi una strada provinciale con la propria macchina, senza andare a caccia, senza fare nulla, ma solo per transitare, se viene fermato e trovato in possesso di un'arma, grazie a questo articolo, è perseguibile penalmente in termini di legge.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessore De Ruggiero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Botta, Vignale e Boniperti: Nel comma 3, la lettera "o)" è abrogata.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22, sul quale l'Assessore De Ruggiero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Botta, Boniperti e Boniperti: Nel comma 3, lettera o) aggiungere dopo la parola "sorvolo" le parole "a bassa quota".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21, sul quale l'Assessore De Ruggiero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Boniperti, per dichiarazione di voto sull'articolo n. 8.



BONIPERTI Roberto

Ho notato che oltre a questo punto b), per il quale comunque le perplessità rimangono, c'è uno il punto i) sul quale sono totalmente contrario.
Riepilogando, siamo d'accordo sul punto a) e cioè sull'esercizio dell'attività venatoria che, in questo caso, è vietata, e siamo d'accordo sul punto c), perché sono vietate le seguenti attività: l'apertura di nuove cave, l'apertura di discariche, la movimentazione di terra tale da modificare la morfologia dei luoghi, la realizzazione di nuove strade, il danneggiamento o l'alterazione della sentieristica esistente, il danneggiamento e l'alterazione degli ecosistemi naturali esistenti.
Tuttavia, il punto i) vieta la cattura e uccisione e danneggiamento delle specie animali, fatta salva per l'attività di pesca. Vorrei far notare che all'interno di tutte le aree naturali dei parchi - lo sapete voi meglio di me - vanno ad annidarsi i nocivi, che se non sono adeguatamente regolamentati, cioè tenuti sotto controllo, prolificano e creano dei problemi che stanno venendo fuori col problema dei cinghiali, delle nutrie di tutti i corvidi, delle volpi e il collega Bellion (che sbadiglia, perch non ce la fa più) ne sa qualcosa, perché in Commissione lo stiamo assillando.
Quindi, penso sia necessario fare una valutazione accurata anche in questo caso, perché porre divieti assoluti crea problemi: da un lato creiamo un danno evitando l'attività di controllo e di selezione dei nocivi e, dall'altro, non siamo in grado di risarcire gli agricoltori, perch mancano i soldi, e poi andiamo a fare il ricovero dei nocivi altrove! Penso che dovrebbe esserci un minimo di gestione di questi territori.
Inoltre, penso che sarebbe stato molto meglio vietare l'attività di pesca; anche su questo ci sarebbe qualcosa da dire, perché la pesca è tale e quale la caccia, in questo senso: se è un parco naturale vale per tutti.
Personalmente, ritengo che tutto il resto vada bene, sia il divieto, la racconta e danneggiamento di specie vegetali, sia l'introduzione delle specie non autoctone.
Tra l'altro, vorrei significare un piccolo episodio che si ripete costantemente: nell'area del Parco del Ticino novarese dove è vietato inserire le trote marmorate che vengono recuperate nel canale di Grignasco: si tratta di una specie di trote difficilissime da trovare, irriproducibili in cattività. Quindi, la Provincia di Novara si occupa della cattura di queste trote per trasferirle al Parco del Ticino lombardo, perché, al di là del ponte, è possibile inserire questo tipo di trote. Questo è il modo in cui in Piemonte sono gestiti i parchi e questo ho voluto significarvi.



BONIPERTI Roberto

BELLION Marco (fuori microfono)



BONIPERTI Roberto

Vai a leggere!



BONIPERTI Roberto

Ci sarà pure il comma 6 che dice: "In materia di tutela sono consentiti i prelievi faunistici e gli abbattimenti selettivi necessari per ricomporre...



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Bellion, non interrompa!



BONIPERTI Roberto

Allora, prima scriviamo una cosa e poi la contraddiciamo. Sarebbe molto più semplice scrivere le cose una volta sola, non scrivere "pero" e poi dire che è "melo" una riga dopo. È dall'inizio della legge che siamo in queste condizioni.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 29) presentato dai Consiglieri Botta e Boniperti: All'articolo 9, comma 4 aggiungere dopo la parola "le Province" le parole "e i Comuni interessati".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29, sul quale l'Assessore De Ruggiero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 9, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 4) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: Al comma 1 la parola "medesimi" è soppressa.
Emendamento rubricato n. 25) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: Dopo il numero 8) della lettera h) è aggiunto il seguente: "8 bis) Riserva speciale di Bene Vagienna", conseguentemente è abrogata la lettera i.
La parola all'Assessore De Ruggiero per l'illustrazione.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Ho bisogno di un attimo di attenzione su uno dei due emendamenti.
L'emendamento n. 25 è banale. È una piccola cosa che è rimasta, come spesso succede nei taglia e cuci, per cui l'area di Bene Vagienna, riserva speciale, era stata scorrettamente classificata.
Sull'emendamento n. 4 la proposta è di eliminare il termine "medesimi".
Le aree protette sono confermate con i confini riportati nelle cartografie.
Questo perché c'è una richiesta di otto Sindaci della Vauda che ci hanno chiesto in Commissione delle modifiche di confine. Ho risposto che dovevano farcele pervenire loro delle leggerissime modifiche di confine (era da molto che stavano chiedendo questo). Abbiamo fatto un errore materiale sul Bosco Solivo, e c'è una legge due punti dopo all'o.d.g. che modifica i confini. C'è una richiesta di tutta la Valle Pesio di modificare alcuni confini, quelli più importanti, che sarà oggetto di qualche discussione.
Garantendo tra galantuomini che non ci sarà nessun colpo di mano sugli allegati, non poter correggere qualche errore materiale o qualche richiesta dei Comuni o dei Sindaci di piccole modifiche, mi sembrava sbagliato. Ecco perché la proposta di eliminare il termine "medesimi", ma sono confermate con i confini riportati, in maniera da avere qualche margine di libertà di piccole semplificazioni per evitare di dovere fare leggi apposite.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Anche su questo articolo torniamo sul punto di prima. Mi sono ritrovato, come al solito,visto che anche l'Assessore l'ha ricordato, la Riserva naturale del Bosco Solivo, un altro pozzo dove la Regione ha buttato via dei soldi. È stato istituito l'anno scorso, mi ricordo che il Consigliere Travaglini è stato un promotore dell'istituzione della Riserva naturale del Bosco Solivo. È un bosco che conosco ben perché l'ho frequentato, dove nulla c'è da tutelare, se non c'era la richiesta del Sindaco che voleva fare vedere....



PRESIDENTE

Consigliere Boniperti, scusi, la prego di precisare a che titolo ha frequentato il bosco.



BONIPERTI Roberto

Come cittadino, non come cacciatore. Era già stato oggetto di tutela.
Sono stato invitato dai cittadini di quel territorio per verificare quale vergogna era istituire un Parco naturale lì dentro. Sono andato, l'ho visto, mi sono scusato come Consigliere regionale e ho detto: "Purtroppo capita di tutto in Regione".
Questo è un altro dei modi dove noi buttiamo i soldi. Il mio invito a riflettere è sempre valido.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Sono le 19.08 e capisco che alcuni Consiglieri della maggioranza siano comprensibilmente stanchi. Tuttavia, vi ricordo che c'è un modo semplicissimo quando si è stanchi: basta uscire e la sessione si chiude.
Mi fa molto piacere vedere che c'è del buon umore, essendo solo mercoledì santo, suggerisco di riflettere e così mercoledì, quando torniamo e parliamo di Finpiemonte Partecipazioni, vediamo se il buon umore permane in alcuni Consiglieri del Partito Democratico. C'è un limite che, secondo me, viene superato. Poiché sui limiti mi adeguo facilmente, scendiamo in curve e prospetto per mercoledì un'interessantissima riunione su Finpiemonte Partecipazioni: ieri, oggi e domani.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Prendo la parola perché non ho capito l'intervento dell'Assessore. Se dopo aver votato chiudessimo il Consiglio, sarei d'accordo.
Nel frattempo volevo chiedere la cartografia di cui all'Allegato A, che credo sia unita. Non è che se fra una settimana qualcuno chiede di cambiarla, si cambia. Mi sembrava che il motivo per cui l'Assessore ha detto di eliminare il termine "medesimi" è perché così non dobbiamo fare un'altra legge. Ma in ogni caso, anche se eliminiamo "medesimi", se cambiamo la cartografia, dobbiamo fare una modifica della legge. O sbaglio?



PRESIDENTE

Consigliere Novero, questa è la cartografia allegata, con l'approvazione dell'articolo si approvano questi documenti che non sono più modificabili nel corso dell'esame della legge. Questi sono i documenti allegati e tali rimangono.
La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Quello lo davo per ovvio. Non ho messo in dubbio, che fosse così.
ovvio che la cartografia e l'Allegato A ci sono, ma l'Assessore ha giustificato l'emendamento dicendo che eliminando la parola "medesimi" non ci sarà bisogno di fare una nuova legge, ma non mi pare che funzioni così.



PRESIDENTE

Vorrei fare una precisazione. Nel momento in cui si approva questo articolo, si approva l'Allegato A. Gli allegati sono le cartografie che delimiteranno i parchi e le aree a cui fanno riferimento. Nel caso in cui si volesse cambiare queste cartografie, bisognerà intervenire con un atto normativo, cioè una legge, che avrà in allegato una nuova cartografia che modificherà i parchi, ma si passerà attraverso una procedura di tipo legislativo. Bisognerà introdurre, a parziale correzione, una norma che conterrà un allegato tecnico.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Chiedo solo una copia delle cartografie, anche perché ci spettano di diritto.



PRESIDENTE

Ha assolutamente diritto a riceverle, quindi gli Uffici sono a sua disposizione. Prego gli Uffici di procedere.
Mi scusi, collega Boniperti, queste cartografie sono state depositate in Commissione e sono state distribuite anche su supporto informatico a tutti i Consiglieri, quindi non c'è un elemento di innovazione rispetto ai documenti che avete già avuto, in modalità cartacea ed informatica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Il supporto informatico qui non ce l'ho. Per votare chiedo di poter verificare le cartografie. Diversamente, secondo me, il voto non è assolutamente valido e non si può andare avanti.
Ho il diritto di vederle!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Semplicemente per ribadire il fatto che le cartografie erano disponibili in formato cartaceo in Commissione, ovviamente in una copia.
Sono stati predisposti dei CD, che sono stati distribuiti durante le sedute di Commissione ai Consiglieri che li hanno ritirati e quindi tutti potevano accedervi durante i lavori di Commissione. Quindi, sono a disposizione dei CD per poter consultare subito.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Boniperti ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Non mi sembra che ci sia stato l'obbligo di partecipare alla Commissione. Come Consigliere ho diritto di partecipare a questo Consiglio di votare e di vedere i documenti quando sono in quest'aula. Quindi ribadisco la mia intenzione di verificarle.
Volete aspettare? Aspettiamo un quarto d'ora, le verifico e poi ve le riconsegno, altrimenti riprendiamo la prossima volta!



PRESIDENTE

Collega Boniperti, i documenti sono sempre disponibili. In questo Consiglio c'è la massima disponibilità verso tutti i colleghi, ma non ci sono le condizioni per rinviare la votazione.
Quindi, metto in votazione l'emendamento n. 4 e successivamente l'articolo.
Mi dispiace, collega Boniperti; comprenda però che è stata data la disponibilità di quei documenti a tutti i colleghi.
Collega Boniperti, è già intervenuto due volte; le do la parola ancora una volta, poi procederò alla votazione.
La parola al Consigliere Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Scusi, Presidente, chiedo che venga messo a verbale che non ritengo valida questa votazione. Poi vedrò come comportarmi conseguentemente su tutta la votazione.



PRESIDENTE

Collega Boniperti, ogni intervento viene stenografato, quindi la sua dichiarazione è assolutamente a verbale.
Procediamo con la votazione degli emendamenti e successivamente dell'articolo, in modo da chiudere la seduta.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24.
Il Consiglio approva.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Credo che i lavori oggi siano stati già particolarmente lunghi e pesanti e alla fine è abbastanza evidente che viene fuori anche un po' di tensione. Poi ci sono Consiglieri che hanno delle sensibilità più forti su questi argomenti.
Visto che il cammino di questa legge - non voglio essere facile profeta lo vedo ancora lungo, non fosse altro per i numeri, credo che potrebbe essere un segnale di distensione il fatto che si dia la possibilità a chi vuole di esaminare in maniera più attenta le carte rispetto a questo articolo, e quindi di votare l'articolo ad inizio del prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

La mia proposta era quella di terminare l'articolo. Prendo atto delle indicazioni, se non ci sono voci in senso contrario. Proporrei però di non lasciare un articolo a metà.
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Abbiamo già votato un emendamento e mi pare che ci sia un altro emendamento e poi possiamo votare l'intero articolo.
Mi sembra una cosa... Non è che è mancato il numero legale su un emendamento, quindi potremmo votare l'altro emendamento e concludere con la votazione dell'articolo 9.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Intervengo sull'ordine dei lavori.
Due questioni: mi associo alla richiesta del collega Boniperti per quanto riguarda i documenti che ha chiesto. Poi siccome c'è un Capogruppo che suggerisce una cosa e un collega Capogruppo che ne suggerisce un'altra votiamo quale delle due, a meno che il Consigliere Clement non ritiri la sua proposta. Il Consigliere Clement ha proposto di interrompere qui mentre il collega Muliere propone di andare avanti.
Vorrei votare; ovviamente sono favorevole con quello che propone il Consigliere Clement.
Quindi, o il collega Clement ritira la sua versione o la ritira il collega Muliere; oppure votiamo.



PRESIDENTE

C'è una richiesta di votazione su un'istanza procedurale.
Il Consigliere Clement chiede di sospendere i nostri lavori; se persiste la richiesta, metto in votazione tale richiesta, a meno che non la ritiri.
Va da sé che comunque i nostri lavori termineranno in qualsiasi caso dopo la votazione dell'articolo 10.
Ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

La mia proposta, più che una proposta di carattere procedurale, anche se andava ad infliggere sulla procedura, era finalizzata a cercare di rasserenare un minimo il clima rispetto a questa vicenda.
Visto che sembra che diventi essenziale votare un emendamento e un articolo oggi, votiamo l'emendamento e l'articolo.
Mi sembra un paradosso arrivare a fare una votazione sul fatto se votare o meno. Dovremmo essere in una situazione un po' più seria.
A me sembrava una proposta utile a distendere un po' il clima, visto che dopo l'articolo 10 ce ne sono altri 57.
Se si ritiene importante votare oggi, votiamolo oggi. Nessun problema.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 10, come emendato.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.24)



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