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Dettaglio seduta n.430 del 31/03/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 9.58 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Spinosa, Valloggia, Bellion, Rutallo Bossuto, Rabino e Ronzani.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Comunico che sono state presentate le proposte di legge n. 607, 608 609, 610 e 611, a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

c) Distribuzione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 17 marzo 2009. Verranno posti in approvazione la prossima seduta consiliare.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g., "Approvazione verbale precedenti sedute", comunico che il giorno 24 marzo 2009 sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 10 marzo 2009. Se non vi sono osservazioni, s'intendono approvati.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, rammento che la Conferenza dei Capigruppo, svoltasi mercoledì scorso, ha convenuto che, dopo il sindacato ispettivo, venga discusso e messo in votazione l'ordine del giorno n. 210, "Dimissioni Assessore Gianni Oliva", presentato dal Consigliere Burzi e altri, cui pertanto provvederemo dopo l'effettuazione del sindacato ispettivo.
Il Consigliere Monteggia ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Intervengo per denunciare una situazione, un fatto che sta succedendo riguardo al pendolarismo. Il problema è importante, perché i pendolari che acquistano gli abbonamenti regolarmente su internet, poi, sul treno pagano la multa.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Monteggia, siccome l'intervento è sull'ordine dei lavori e non nel merito, lei chiede una comunicazione?



MONTEGGIA Stefano

Chiedo che l'Assessore ci dica qualcosa su questo problema del pendolarismo e sugli abbonamenti ottenuti da internet.
Stamattina ho ricevuto molte proteste dai viaggiatori perché chi acquista questi abbonamenti su Internet, poi, sul treno paga la multa. Mi pare inconcepibile che vengano concessi ugualmente. Pongo questo problema all'attenzione dell'Assessore, perché mi sembra un fatto abbastanza grave per i pendolari che effettuano l'acquisto tramite Internet ritrovarsi poi a dover pagare una multa.
Quindi, vorrei che l'Assessore sollevasse la questione presso Trenitalia perché si tratta di un problema importante, che stamattina è stato discusso ampiamente sui treni: ho ricevuto le lamentele di almeno una decina di persone che riferivano di quest'errore.



PRESIDENTE

L'Assessore ha ascoltato il suo intervento. Avremo cura, nella Conferenza dei Capigruppo, vista la già annunciata disponibilità dell'Assessore Borioli, di trovare le modalità per darle una risposta in tempi rapidissimi.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 2551 del Consigliere Caramella, inerente a "Trasporto pubblico locale, applicazione della normativa comunitaria e nazionale"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., "Svolgimento interrogazioni e interpellanze", esaminiamo l'interpellanza n. 2551.
Risponde l'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Sostanzialmente, l'interpellanza ha per oggetto la richiesta di chiarimenti rispetto all'applicazione da parte della Regione delle procedure previste in materia di concorrenza, rispetto al sistema del trasporto pubblico locale.
In realtà, la ricostruzione, piuttosto puntuale, fornita nella risposta all'interrogazione, ripercorre quello che è stato l'iter con il quale, per la prima volta con gli Accordi di Programma sottoscritti nel 2007, e poi con gli addendum definiti più di recente a valere sulle risorse aggiuntive stanziate dalla Finanziaria del 2008 (l'ultima Finanziaria approvata dal Governo Prodi), che per la Regione Piemonte ammontano a 43 milioni d'euro attraverso tutto questo meccanismo oggi si sia proceduto ad attribuire agli enti soggetti di delega, che sono le Province per l'extra-urbano e i Comuni e le conurbarzioni per l'urbano, le risorse, vincolandone la destinazione soprattutto delle parti finanziarie integrative intervenute successivamente alla finanziaria del 2008, alla pubblicazione dei bandi di gara.
Quindi, in sostanza, per quanto riguarda il trasporto pubblico locale in ordine all'applicazione dei principi contenuti nel decreto n. 482 del 1997, in virtù delle risorse erogate a valere sul bilancio 2009 (e poi progressivamente 2010 e 2011) oggi, tutto il sistema del trasporto pubblico locale è chiamato ad arrivare alla stipula dei nuovi contratti mediante le procedure concorsuali, previste dalla legge, che sostanzialmente concorrono all'apertura di questo settore al mercato.
In estrema sintesi, questo è ciò che mi pareva opportuno richiamare. Il processo è stato molto lungo e dobbiamo ricordare, peraltro, che noi siamo passati da una situazione in cui la precedente impostazione del contratto di servizio non muoveva neppure da un quadro di programmazione triennale formalmente licenziato e approvato. Quindi, abbiamo dovuto metter mano, per la prima volta, ad un programma triennale che ha fatto tutti i passaggi in Conferenza Regioni e Autonomie Locali e negli ambiti consiliari di Commissione definiti.
Sulla base di quel Programma triennale, abbiamo predisposto gli Accordi di Programma con tutti gli Enti locali, che oggi, integrati delle parti finanziarie aggiuntive e derivati dalla norma finanziaria che richiamavo sono stati tutti quanti sottoscritti e che indirizzano...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Vi prego di accomodarvi fuori dell'aula, se non siete interessati alla risposta. Il trasporto pubblico locale è notoriamente un argomento non appassionante e quindi capisco, però vi prego di consentire la risposta dell'Assessore.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Quindi, sostanzialmente, noi stiamo avviando il sistema a regime, in corrispondenza con i principi e comunitari e nazionali che individuano nelle procedure di gara ad evidenza pubblica l'apertura del settore alla concorrenza, fermi restando gli obiettivi di carattere generale che questo settore deve perseguire nel garantire la mobilità.
Questo naturalmente per quanto riguarda il trasporto pubblico locale su gomma, perché relativamente a quello su ferro la normativa (in parte corrispondente a quella su gomma, in realtà), rispetto alle tempistiche e alle procedure concorsuali, prefigura dei canali molto più complessi e ancora in via di definizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caramella per la replica.



CARAMELLA Luca Giuseppe

Grazie, Presidente. Ho fatto un po' fatica a seguire, ma adesso ascoltata la risposta, volevo chiedere: l'Assessore ha risposto all'interpellanza n. 2551? Allora, o non ho capito nulla di quello che mi ha detto o probabilmente manca molto di ciò che avevo richiesto.
Non so se l'Assessore ha fatto in tempo a rileggere la mia interpellanza, perché ho scritto un sacco di "boiate" (e ho fatto anche fatica a scriverle), altrimenti ho chiesto espressamente "quali sono le motivazioni per cui la Regione Piemonte non abbia applicato i principi comunitari ed interni sopra richiamati, con riguardo al diritto alla concorrenza".
L'Assessore mi ha risposto, ma volevo sapere se mi sto evidentemente sbagliando sul fatto che non siano stati applicati i previsti principi comunitari.
Detto questo, "su quale fondamento giuridico, rispetto sia ai principi comunitari sia, soprattutto, rispetto alla legge 5 maggio 1989 n. 160 richiamata dall'articolo 21 comma 3 del D.lgs. 422/97, si basa il finanziamento pubblico accordato in questi anni (ancora nel Programma Triennale 2007- 2009) ai servizi sub 1. e 2. dei Criteri sopra ricordati attesa l'assenza di ogni verifica sulla tecnica di trasporto meno costosa per la collettività sotto il profilo economico ed ambientale?".
Anche questa è una cosa che mi piacerebbe comprendere, perché ci sono alcune situazioni dove non sembrerebbe - sto sottoponendo un problema, non è assolutamente un'accusa - che si siano ricercate le strade meno costose.
"Quali sono le motivazioni per cui, col risparmio di spesa derivante dalla soppressione dei finanziamenti - in conto esercizio ed in conto investimenti per acquisto di autobus relativamente ai servizi sub 1. e 2.
dei suaccennati criteri - non si è inteso migliorare le condizioni di trasporto dei pendolari col potenziamento di ulteriori carrozze ferroviarie e servizi per l'utenza pendolare?". Rispetto a questa domanda, forse non ho sentito la risposta.
"Quali sono le motivazioni della mancata supervisione sul rinnovo delle concessioni per i servizi sub 1. e 2. e sui sussidi erogati alle aziende concessionarie dei medesimi sulla base della DGR n. 74-25984 del 16/11/98 che assume, a fronte di obblighi di servizio pubblico imposti a mente del Regolamento, non già i metodi comuni di compensazione di cui alla sezione IV del medesimo, bensì la media dei contributi in conto esercizio ex legge 10 aprile 1981 n. 151 erogati nelle annualità 1996/97: in ci cristallizzando posizioni di rendita cosicché chi nel previgente sistema avesse esposto più alti costi gestionali, ricevendo più alti contributi in esercizio, si è ritrovato dal 1999 una base economica più consistente rispetto a chi avesse gestito meglio gravando con minori costi sulla collettività?". Anche qui non mi sembra di aver sentito risposta.
"Quali sono le motivazioni per cui non si è ritenuto di vigilare sulla formazione di sussidi incrociati a favore delle aziende concessionarie dei servizi sub 1. e 2., beneficiarie di finanziamenti corrispondenti de facto ai contributi in conto esercizio ex legge 151/81 e, al contempo, dei corrispettivi versati da Trenitalia S.p.A. per l'effettuazione di servizi sostitutivi di corse ferroviarie e/o di servizi suppletivi. Tale situazione avendo alterato sensibilmente la parità di trattamento fra operatori in vista di future aggiudicazioni a mezzo di procedura concorsuale? Quali azioni si intendono adottare a difesa dei pendolari utilizzatori del servizio ferroviario, degli utenti residenti nelle aree esterne al circuito ferroviario, nonché dei vettori su gomma ivi concessionari di questi servizi, penalizzati a vantaggio di quelli concessionari dei servizi paralleli alla ferrovia?".
Ribadisco, Assessore, forse non ho seguito bene la sua risposta, ma tutti questi punti emergono da una valutazione che è stata fatta incrociando quella che è la condizione di tutti i giorni - che ormai conosciamo bene e che viene sottoposta alla sua attenzione per la situazione ormai totalmente degenerata del servizio pubblico di trasporto in particolar modo quello vissuto dai pendolari quotidianamente - con alcune informazioni da parte di chi gestisce il trasporto pubblico su gomma e che si trova in una circostanza francamente difficile da sostenere, di fronte al fatto che sembrerebbe che ci siano state delle posizioni cristallizzate da parte di qualcuno che, in qualche modo, ha avuto dei vantaggi rispetto a quella che dovrebbe essere una gestione assolutamente controllata dell'economicità del trasporto stesso.
Evidenzio anche il fatto che ci sono ancora oggi delle percorrenze doppie, cioè non ci sono lavori in corso, non ci sono motivi per i quali realizzare un trasporto sostitutivo su gomma, ma abbiamo, da una parte, il treno che viaggia su rotaie e, dall'altra, con quasi gli stessi orari, il trasporto pubblico da noi finanziato che viaggia su gomma.
Proprio per questi motivi, volevo capire qual'era stata la ratio che aveva mosso la Regione ed eventualmente i suoi uffici (o altri, se del caso) a portarci a una situazione che credo - ribadisco, chiedo solo conferme - non sia esattamente sotto il controllo della Regione, ma in questo momento abbastanza lasciata a se stessa, soprattutto dal punto di vista - alla fine di tutto il mio ragionamento - della qualità disastrosa del servizio che stiamo offrendo in particolare su alcune tratte. Grazie Assessore.


Argomento: Trasporti su ferro

Interpellanza n. 2577 dei Consiglieri Caramella e Leardi, inerente a "Funzionamento e qualità del servizio ferroviario regionale"


PRESIDENTE

L'Assessore Borioli risponde anche all'interpellanza n. 2577.
Ha chiesto la parola il Consigliere Caramella; ne ha facoltà.



CARAMELLA Luca Giuseppe

Mi scusi, Presidente. Voglio solo brevemente precisare che, se l'Assessore non risponde nulla su quanto ho richiesto prima, ripresenter la stessa interpellanza per vedere se è possibile ottenere un riscontro.



PRESIDENTE

Collega Caramella, l'Assessore ha sentito le sue osservazioni. Sono convinto che nella risposta attuale possa anche cogliere l'occasione per rispondere alle ulteriori questioni che lei ha posto.
La parola all'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Consigliere Caramella, io ho dato una risposta di estrema sintesi; lei troverà nella risposta scritta maggiori elementi di informazione.
Le richiamo semplicemente questo. Noi abbiamo dato corso alla compiuta applicazione della legge regionale n. 1/2000, che prevede compiti di monitoraggio e di vigilanza incrociati alle funzioni delegate agli Enti locali, i quali hanno compiti di programmazione dei servizi e di messa a contratto dei servizi stessi.
La definizione del Programma Triennale, degli indirizzi in esso contenuti, degli Accordi di Programma che da esso sono scaturiti, dei Piani Triennali a loro volta elaborati dagli Enti soggetti di delega, tutto si è svolto in conforme attuazione degli indirizzi contenuti nella legge regionale n. 1/2000, che non era mai stata applicata. Quindi il nostro primo compito è stato quello di modulare l'intervento sul settore del trasporto pubblico locale in aderenza ai principi della legge che riprendendo la normativa del D. Lgs. n. 422/1997, pone come obiettivo conclusivo di portata strutturale la messa a gara dei servizi nell'esercizio di tutte le funzioni di indirizzo e anche di monitoraggio e di vigilanza che la normativa stessa attribuisce per competenza sia agli Enti locali, in parte, sia alla Regione. In sostanza, si tratta di tutta la procedura di definizione degli impianti degli Accordi di Programma dell'individuazione delle risorse, delle modalità di individuazione delle risorse di investimento, compresi gli indirizzi volti all'efficienza e alla razionalizzazione anche attraverso il prosciugamento di quelli che più semplicemente vengono definiti parallelismi.
Sono tutte indicazioni contenute nel Programma Triennale e negli Accordi di Programma e che, naturalmente, presuppongono l'esercizio di una serie di azioni positive da parte degli Enti soggetti di delega, i quali hanno il compito prioritario di programmare e di attuare gli indirizzi stessi, anche perché se accentrassimo tutta questa partita nelle mani della Regione allora dovremmo "rimangiarci" quel processo di decentramento che aveva portato a configurare un modello di gestione del trasporto pubblico locale imperniato su un Ente finanziatore ed emanatore di indirizzi che è appunto la Regione, e poi il sistema degli Enti locali, cui è attribuita la programmazione e la gestione minuta dei servizi.
Naturalmente, in tutti gli ambiti si può cercare di introdurre principi di migliore efficienza e di ottimizzazione del rapporto tra le risorse messe a disposizione e il risultato, ma credo che tutta la partita sia stata svolta conformemente alle leggi, proprio per dare ad esse quell'attuazione che non avevano mai trovato nella modalità di configurazione di questo comparto, prima del 2005.
Infatti - come ricordavo - non solo noi avevamo proceduto a determinare gli indirizzi per la messa a gara dei servizi, per introdurre, attraverso la messa a gara, i principi progressivi di efficienza e razionalizzazione ma, anche nella sostanza, avevamo configurato l'erogazione delle risorse a favore del sistema degli Enti locali su un modello che era il prolungamento applicato sugli anni di disservizio delle vecchie modalità, prima di concessione, passando al contratto di servizio con il modello della concessione, reiterando sul quadro dei gestori storicamente consolidati e ribaltando su di essi un sistema che non era che l'adeguamento del retaggio storico.
Pertanto, siamo andati nel senso dell'applicazione, che peraltro contiene un'ottemperanza a tutte le osservazioni che lei ha posto. Tenga presente che, per noi, il punto di riferimento di fondo sono le normative nazionali, e poi quelle regionali, soprattutto la legge 1/2000, fino a quando non verrà modificata.
In ogni caso, ci sono una serie di elementi di dettaglio nella risposta scritta.
Per quanto riguarda l'interpellanza n. 2577, relativa alla linea Novara Borgomanero-Domodossola, ma che rappresenta una condizione estensibile ad una molteplicità di linee del trasporto ferroviario regionale, a tutto raggio (nel senso che questa è la situazione in cui si trova il trasporto ferroviario locale in tutta Italia), naturalmente abbiamo chiesto a Trenitalia la motivazione di dettaglio per cui si sono determinati particolari condizioni di disservizio.
La questione di fondo riguarda principalmente il tema dell'inadeguatezza del materiale rotabile e il tema - anche in questo caso della mancanza di contratti di servizio, volti a regolare in maniera efficace il rapporto tra contraente - in questo caso, in termini di committenza, siamo noi come Regione - e azienda Trenitalia.
Com'è noto, dallo scorso anno tutte le Regioni sono sprovviste di contratto, per mancanza di risorse. Si tratta di una situazione che mi auguro possa essere recuperata e portata a regime a breve; stiamo aspettando che venga fatto il riparto delle risorse aggiuntive (per la nostra Regione dovrebbero ammontare a circa 58 milioni di euro) stanziate dallo Stato, in favore del sistema regionale. Questo riparto, ad oggi, non è ancora stato effettuato, quindi non siamo nelle condizioni di stipulare nuovi contratti.
Con la stipula dei nuovi contratti, si dovrebbe, non dico risolvere miracolosamente la situazione, ma certamente innescare una controtendenza positiva rispetto alla situazione che abbiamo registrato e che continuiamo a registrare costantemente sul sistema trasporto ferroviario, compreso quello cui fa riferimento l'interrogazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caramella.



CARAMELLA Luca Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per alcune delucidazioni riguardanti l'intervento precedente; semmai avremo modo di approfondire anche in separata sede.
Per quanto riguarda quest'interpellanza, Assessore, la situazione, al di là della questione della soppressione della corsa - i motivi che potrebbero aver addotto Trenitalia a spiegare perché ha soppresso quell'importante corsa posso anche immaginarli - rimane, ancora oggi, al limite della decenza.
Sottoporrò alla Giunta la richiesta di sostenere le spese di un legale per quei pendolari che volessero far causa a Trenitalia, per le inadempienze che giornalmente devono subire, affinché queste persone, che hanno già dei problemi quotidiani nel raggiungere il proprio posto di lavoro, possano vedere concretamente che la Regione in qualche modo è loro vicina.
Voglio ricordare che ogni giorno viene stipulato un contratto tra il pendolare e Trenitalia: il biglietto di viaggio, come sappiamo, è un contratto; noi siamo obbligati a pagarlo, ma Trenitalia non mantiene e non rispetta quello che è previsto dalle più elementari norme.
Detto questo, al di là del materiale rotabile da rinnovare, al di là degli interventi messi in campo dal punto di vista economico per acquistare nuove carrozze, per migliorare la situazione generale delle strutture, la situazione sul personale si è incancrenita.
Ci sono dei fatti che lasciano senza parole: sappiamo, per esempio, che spesso e volentieri le carrozze sono insufficienti dal punto di vista numerico, ma ancora oggi continua ad accadere che in alcune tratte arrivi un treno composto da sette-otto carrozze e ne siano aperte soltanto sei o sette, perché il capotreno, per contratto, può seguirne la gestione solo ed esclusivamente di sei - il collega Cavallera me lo conferma, essendo più esperto nella materia. La settima o l'ottava rimangono chiuse a chiave, e le persone non possono prendere il treno, rimangono a terra, perché nelle altre carrozze sono stipati come nei carri bestiame e non possono accedere alla parte intercomunicante tra i due vagoni.
Il collega Cavallera mi fa vedere che è abbonato, quindi la situazione la vive tutti i giorni.
Queste sono cose inspiegabili. Comprendo che ci sia un contratto di lavoro, un mansionario, la necessità di seguire determinate responsabilità ma, se ci sono persone che non riescono a raggiungere il posto di lavoro e chi sta lavorando sul treno dice semplicemente che non può aprire, perch non può permettersi di controllare la settima carrozza, per un motivo di contratto, questo ha del paradossale. Primo.
Secondo, ha del paradossale che le società pagate da Trenitalia che si devono occupare della pulizia, della stessa se ne occupano poco. Sono in possesso di alcune immagini fotografiche che mostrano situazioni disastrose sulle carrozze dal punto di vista igienico (non nelle stazioni, lasciamo perdere le stazioni, che sono molto spesso abbandonate a se stesse, nessuno le controlla e, rispetto ad esse non si parla neanche più di pulizia, ma della gestione degli aspetti più elementari). In alcuni casi, non c'è la possibilità di sedersi per quanto sono sporchi i sedili, senza toccare l'argomento rifiuti.
Questo accade e alcuni capitreno hanno risposto a dei pendolari che protestavano che le carrozze erano appena state pulite, che non dovevano prendersela con loro, perché loro si occupano di altro servizio.
Allora, anche rispetto alla gestione del personale, evidentemente nessuno controlla. Assessore, mi rendo conto che non spetta a lei, ma probabilmente, se la Regione iniziasse a far vedere che scende in piazza accanto ai pendolari, creando problemi a Trenitalia, minacciando la stessa di non rinnovare alcunché, di fare una gara cercando altri interlocutori addirittura trovando la strada verso la quale gli interlocutori siano privilegiati rispetto ad altri e, se possibile, anche rispetto a Trenitalia, sarebbe un segnale importante.
La situazione è diventata insostenibile e io, come Consigliere - ma non penso di essere l'unico - sono fermato quotidianamente dai pendolari e sottoposto ad un interrogatorio al quale non so cosa rispondere.
Ci chiedono "cosa state facendo?", e noi non siamo in grado di rispondere, perché non c'è la possibilità di avere una collaborazione stretta con gli uffici.
Pertanto, ribadisco: creiamo, se è possibile, insieme all'Assessorato un piccolo ufficio di controllo ed ispezione del servizio di trasporto su ferro, che è finanziato dalla Regione e ha la necessità di essere, non solo controllato, ma anche migliorato nelle questioni semplici.
La pulizia è banale, il riscaldamento è banale, ma quando all'esterno ci sono 20 gradi e nelle carrozze 40, spegniamo il riscaldamento! Non è questione di materiale! Chiedo solo di essere un po' più vicini a coloro che tutti i giorni vivono questi problemi. Grazie.


Argomento: Trasporti su ferro

Interpellanza n. 2318 del Consigliere Cavallera, inerente a "Ridimensionamento e smistamento ferroviario alessandrino"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 2318, cui risponde l'Assessore Borioli che ha pertanto facoltà di intervenire.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Nel rispondere all'interpellanza n. 2318 faccio solo un'osservazione sulle considerazioni del Consigliere Caramella, dicendo che le condivido e che occorre però che acquisiamo tutti consapevolezza di un tema cui lei stesso peraltro accennava.
Trenitalia è un'azienda gestita con forte centralizzazione; è un'azienda che ha come socio di riferimento e socio unico, il Tesoro; è gestita secondo criteri e sistemi di regole fortemente centralizzate e determinate a livello generale, che poi vengono trasportati a livello locale, per cui anche il rapporto che lei evocava rispetto alle modalità di funzionamento e del sistema di appalti sulle pulizie. Adesso finalmente stanno andando in pensione i vecchi appalti che tanti guai hanno provocato, ma c'è voluto tanto tempo, perché tutto il sistema degli appalti era essenzialmente accentrato e deciso a livello romano dai vertici dell'azienda. Tutto il sistema che regola i rapporti con il personale è un sistema definito in sede contrattuale e si trascina.
molto importante che su questo si cerchi di fare un'azione che vada anche nel senso di dare alcuni input a livello centrale, perché cambi questo quadro di regole; altrimenti possiamo fare tutti i contratti che vogliamo, ma si trascineranno.
la fattispecie che lei ricordava prima molto puntualmente, cioè dei vagoni chiusi. Quello dipende essenzialmente dalla configurazione dei rapporti contrattuali all'interno dell'azienda che, sul versante della sicurezza, comportano che ogni certo numero di carrozze ci vuole un'unità di personale addetta. L'azienda non ha unità di personale da mettere e il risultato è quello, inspiegabile agli utenti, per cui ci sono i vagoni chiusi e magari gli altri sono superaffollati o tenuti in maniera indecente.
Quindi, c'è tutto un sistema di regole che va rivisitato e che, come credo sia chiaro, non abbiamo la forza di rovesciare soltanto a livello regionale.
Tenga presente, per fare un esempio banalissimo, che ai nostri ispettori è addirittura interdetta la possibilità di fotografare le condizioni dei vagoni.
Faccio il caso del Piemonte, perché alcuni ispettori hanno cercato di farlo e gli è stato impedito; in Regione Lombardia il mio collega è addirittura stato oggetto di un verbale e di una sanzione, perché si è recato personalmente sui treni per cercare di fotografare e dovevano solo più arrestarlo. Questa è la situazione che evidentemente va smossa.
Ultima considerazione, e vorrei che di questo fossimo consapevoli.
Noi abbiamo cercato di costruire un processo di apertura al mercato anche in questa direzione. Mi dicono - e abbiamo anche configurato gli atti che c'è un ultimo emendamento già approvato in Commissione, che dice che i contratti ferroviari comunque affidati dovranno avere vigore di almeno sei anni più sei.
Capite che se passa questo emendamento significa che per dodici non si parla più di gare. Ed è un emendamento che è già stato approvato in Commissione.
Sarebbe preferibile almeno capire qual è l'orientamento generale, se si decide di soprassedere alle liberalizzazioni, almeno che sia chiaro e si configuri un percorso per migliorare i servizi con l'attuale gestore.
Vi invito a leggere l'emendamento già approvato in Commissione che stabilisce che i contratti ferroviari devono avere durata minima di sei anni più sei.
Passo adesso all'interpellanza del Consigliere Cavallera.
Noi siamo impegnati a verificare la situazione. C'è stata, e credo che anche il Consigliere lo sappia, una riunione recente ad Alessandria per cercare di riparare e stringere le tempistiche per l'avvio degli investimenti necessari a realizzare, presso lo scalo merci di Alessandria l'hub retroportuale. È stata una riunione utile, perché il porto, la Regione, la Provincia e il Comune hanno ribadito i loro impegni. Il porto di Genova prefigura un investimento intorno ai 25 milioni su quell'area ed è un investimento importante. FF.SS. Logistica, che è il soggetto che oggi ha avuto mandato dalla holding FF.SS. S.p.A. di governare questa partita ha ribadito l'interesse sullo scalo di Alessandria.
chiaro che, accanto a questa partita di investimenti, su cui si tratta di stringere i tempi di avvio, oggi si proietta l'ombra di una progressiva marginalizzazione sulla funzione classica della manovra ferroviaria, quella che storicamente ha formato l'attività dello scalo di Alessandria, che indubbiamente induce a più di una perplessità e soprattutto induce moltissime preoccupazioni sul fronte dei lavoratori occupati in quella sede.
Noi siamo impegnati da questo punto di vista a cercare di fare in modo non appena - e ci siamo dati un mese di tempo - sarà chiaro il piano di investimenti e il piano industriale del costituendo soggetto che dovrà realizzare e poi gestire il nuovo scalo, anche di configurare in quale rapporto starà la nuova funzione attribuita allo scalo ferroviario di Alessandria, con la permanenza delle vecchie funzioni di manovra immaginando tuttavia che la manovra ferroviaria in quanto tale in questo progetto di rifunzionalizzazione dello scalo non occuperà più lo spazio che occupava nel precedente core business di quella struttura.
Tuttavia, è del tutto evidente che bisognerà fare in modo di porsi un obiettivo di tutela dell'occupazione e, se del caso, di una sua riqualificazione professionale collegata alle nuove funzioni abbinate alle attività retroportuali e alle attività logistiche. Su questo, anche con le organizzazioni dei lavoratori siamo ovviamente impegnati a cercare di tenere le fila di un rapporto che, mi rendo conto, in questo momento suscita molte apprensioni, anche perché il momento non è un momento particolarmente propizio per vedere il prosperare di traffici e scambi di merci, proprio perché la crisi generale induce qualche rallentamento.
Tuttavia, mi impegno a cercare di contenere dinamiche di contenimento in attesa che parta finalmente questo progetto di investimento.
C'è tutto, ma devo dare al Consigliere Cavallera una notizia di cui si è parlato a mezzo stampa. Almeno per tutto il 2009, ho avuto rassicurazioni rispetto alle funzioni che in questo momento sono esercitate dallo scalo da DB Railion, che è la divisione tedesca del trasporto merci. Esistono effettivamente diversi intendimenti da parte di RFI circa la disponibilità degli asset su cui DB oggi svolge la sua attività, anche con una buona ricaduta in termini occupazionali.
Tuttavia, ho avuto rassicurazioni dall'amministratore delegato di RFI che tutto questo rapporto per il 2009 non è rimesso in discussione, le due aziende - perché di aziende si tratta - stanno trattando per vedere che cosa succederà dopo il 2009.
Anche su questo mi auguro che nulla delle attività di DB Railion venga smantellato, almeno fino a quando non si siano avviate altre attività in grado di assorbire le stesse quote di manodopera e di generare le stesse quote di fatturato e di lavoro che DB genera.
Questo è il tentativo che stiamo facendo e, come lei può immaginare non è banalissimo, perché comunque si tratta di due aziende che oggi ragionano secondo logiche da S.p.A. e naturalmente non si comportano esattamente come le aziende si comporterebbero sul mercato. Intanto per il 2009 abbiamo messo in sicurezza la garanzia che non verranno toccate le attività che le ferrovie tedesche stanno svolgendo e quindi anche gli occupati possono stare relativamente tranquilli, almeno per un periodo medio-breve.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
chiaro che la molla che ha fatto scattare l'interpellanza è soprattutto quella occupazionale in una fase quale quella odierna in cui anche un solo posto di lavoro perso in un'attività di servizi importante come quella ferroviaria, deve richiamare tutta la nostra attenzione.
Ci sono, ovviamente, dei sistemi ferroviari tradizionali che devono essere riconvertiti, laddove è possibile (per lo scalo di Alessandria questo è possibile), in una nuova configurazione quale quella del sistema logistico moderno, nel quale entra la ferrovia dello Stato. Quello che praticamente aveva colpito noi e anche la pubblica opinione locale era il fatto che da un lato veniva l'amministratore delegato Moretti a firmare degli accordi con il Comune, quindi diamo atto al Sindaco di Alessandria di aver colto la necessità, non solo di difendere in generale la presenza ferroviaria di Alessandria, ma di avere fatto delle proposte che hanno incontrato l'adesione di Trenitalia. Ovviamente, l'Accordo di Programma ha visto anche la partecipazione della Regione. Quindi da un lato si configura una nuova situazione, dall'altro chiudiamo l'attuale situazione e, non dico licenziamo, ma riduciamo l'occupazione che è a servizio di un sistema che non è più nelle strategie delle ferrovie; semmai, vediamo di fissare un cronoprogramma in modo tale da realizzare una riconversione.
Ci sono anche i corsi di formazione professionale. Ormai, proprio perché sono società per azioni, non devono agire da ente, ma devono confrontarsi con il territorio e utilizzare tutti gli ammortizzatori o quelle procedure intese a salvare l'occupazione e preparare i lavoratori a nuove attività.
L'altra questione importantissima, a mio avviso, è quella di avere un centro di smistamento moderno (mi sembra più di trenta binari appaiati con instradamenti automatici ecc.), collocato a margine dell'autostrada 26.
Noi andiamo alla ricerca di nuovi territori da occupare quando abbiamo dei milioni di metri quadri di superficie ferroviaria, parte destinata allo smistamento, parte recuperabile come superficie logistica. Abbiamo addirittura, l'autostrada che passa sopra il viadotto. Allo smistamento basterebbero due piccoli raccordi e avremmo la possibilità di inserire lo smistamento di Alessandria facendolo diventare un vero e proprio centro logistico nel sistema logistico generale.
So che su questo l'Assessore è sensibile, ma voglio sottolineare un aspetto sul quale credo che anche l'Assessore sia sensibile e lo richiamo qui, a fatica, di fronte ad un'Assemblea che, purtroppo, non è sempre attenta alle interrogazioni, ed è questo. L'amministratore delegato Moretti ha dei meriti nel sistema ferroviario italiano, ma, a mio avviso, è un po' troppo orientato a fare delle inaugurazioni di facciata. Ad Alessandria ha inaugurato il rifacimento della stazione, quando la stazione poteva essere considerata al 50%; a Torino, lo stesso. Io, che viaggio ogni giorno, dico che, indubbiamente, ha un bel coraggio. È un amministratore che guarda avanti, tuttavia, ahimè, i pendolari, le persone e le merci viaggiano sui treni di oggi. Quindi assessore, se, eventualmente, ha più possibilità di me di incontrare l'amministratore Moretti, gli dica pure di guardare avanti, ma di curarsi anche dei problemi dell'oggi, tra i quali inserisco quello dello smistamento di Alessandria.
Grazie, comunque, per la risposta. È sempre un lavoro a tutto campo dal Comune alla Regione; penso anche ai parlamentari. Trasmetter quest'interpellanza anche ai parlamentari piemontesi e alessandrini (al di là dei colori politici), che sono attenti a queste cose, affinché si impegnino il più possibile, nelle sedi opportune, per attuare quello che io ho sottolineato nell'interpellanza e che l'Assessore ha confermato e ha indicato come scelta strategica della Regione.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione n. 2337 dei Consiglieri Dutto, Rossi e Novero, inerente a "Trombe d'aria in Provincia di Torino e Cuneo"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 2337, presentata dai Consiglieri Dutto, Rossi e Novero.
Risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente. L'interrogazione n. 2337 faceva riferimento al fortissimo maltempo corso il 6 luglio del 2008, nel quale ci sono stati in zona di Carmagnola e nel Cuneese una serie di eventi atmosferici molto pesanti, che hanno creato gravi danni sul territorio.
Relativamente a questi eventi atmosferici, si fa presente che la Regione Piemonte, per quel che riguarda le questioni inerenti all'agricoltura, come prevede la procedura, ha richiesto al Fondo di Solidarietà Nazionale l'intervento, che è stato deliberato con delibera di Giunta regionale ed è stato riconosciuto a livello nazionale come evento sostenibile dal Ministero competente.
Quindi, siamo in attesa, da parte delle competenti amministrazioni, di sapere quali saranno i fondi stanziati per intervenire presso i danni che sono inseriti, ai sensi della normativa nazionale, tra quelli indennizzabili con le norme inerenti all'agricoltura. Non sfugge a nessuno che l'entità degli interventi in questi ultimi anni è stata via via sempre più esigua e, quindi, non c'è da farsi grandissimi illusioni, ma non per i danni strutturali, che vi possono essere riconoscimenti di danni significativi all'agricoltura.
Per quel che concerne, invece, i danni alle opere pubbliche, sono stati immediatamente, già nel settembre del 2008, inviati alle amministrazioni comunali le richieste di segnalazione di danni ai sensi della legge n. 225 del 1992. Con una delibera di Giunta regionale del 1° dicembre 2008, sono stati approvati i criteri e le modalità di concessione dei contributi stessi; si è già provveduto con determina dirigenziale n. 3218 del 18 dicembre 2008 ad assegnare i contributi ai Comuni danneggiati, dopo un'attenta valutazione fatta dal Settore Opere Pubbliche, per cui direi che, su questo fronte, l'intervento è gia stato avviato. Come dicevo prima per quel che concerne il comparto agricolo, siamo in attesa di parte dell'assegnazione delle risorse da parte del Ministero, per poi provvedere ad andare a peritare e valutare i singoli interventi nei confronti delle aziende agricole.



PRESIDENTE

Interviene, per replica, il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Assessore. Direi che da una parte posso ritenermi soddisfatto della risposta, ma non altrettanto soddisfatto per quanto riguarda gli agricoltori. Sopratutto mettendomi nei panni di chi ha avuto il danno.
una questione di tempi che mi lascia perplesso. Se ho ben capito devono ancora essere fatte le perizie di danni. Forse ho capito male.
Perché a questo punto mi sembrerebbe impossibile una cosa del genere.



PRESIDENTE

Appena avrà finito, collega Dutto, daremo la parola all'Assessore e poi a lei per un supplemento di risposta.



DUTTO Claudio

Volevo solo questo chiarimento: volevo sapere se le pratiche relative a chi ha subito dei danni sono già avviate, per cui questi soggetti sono semplicemente in attesa di liquidazione (naturalmente prendiamo atto che non sarà del cento per cento, ma quello che sarà disponibile), o se invece, devono ancora essere evase. Perché nel primo caso va bene, nel secondo no.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Taricco, per un supplemento di risposta; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Vorrei solo fornire un chiarimento: la procedura prevede che venga effettuata una prima valutazione sommaria per designare l'area che pu essere oggetto dell'intervento e una prima quantificazione dei danni.
Quando viene fatta l'assegnazione sulla base delle risorse nazionale viene eseguita la verifica con perizia specifica sulla singola azienda agricola e una verifica dei criteri di finanziabilità concreta.
In pratica, c'è una valutazione di danno generale superiore al 30% sul territorio che fa scattare la designazione; dopo l'assegnazione delle risorse, vi è una valutazione del danno reale sulla singola azienda che fa scattare l'indennizzo. Questo "pezzettino" di valutazione finale deve ancora essere espletato.


Argomento: Opere di bonifica e consorzi

Interpellanza n. 2397 del Consigliere Cavallera, inerente a "Situazione irrigua Bassa Val Curone"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 2397, presentata dal Consigliere Cavallera.
Risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Alla luce della situazione esistente per i consorzi irrigui della Bassa Val Curone e del rapporto tra Consorzio di primo grado e Consorzio di secondo grado Alessandrino Orientale Scrivia, l'interrogazione del Consigliere Cavallera chiede di conoscere qual è la situazione gestionale di utilizzo delle acque nella zona della bassa valle del torrente Curone chiede, altresì, il dettaglio delle domanda di derivazione d'acqua di questa zona e quali sono gli orientamenti regionali circa l'attuazione del riordino delle gestioni irrigue, con particolare riferimento alla situazione delle infrastrutture di derivazione di questi soggetti gestori sul territorio.
Nel febbraio del 2005, con delibera del Consiglio regionale n. 413, la Regione ha riconosciuto, come consorzio irriguo di secondo grado, quello Alessandrino Orientale Scrivia. All'interno di questo consorzio irriguo, vi è il consorzio di primo grado della Bassa Val Curone.
Come spesso è successo anche altrove, si sono create delle divergenze diciamo così, in generale sulla gestione, ma in particolare sulle modalità di assegnazione delle concessioni che dovevano essere attribuite nel piano di riordino.
Alla luce di queste divergenze, il Comune di Volpedo recedeva dal consorzio irriguo della Bassa Val Curone e costituiva un autonomo organismo denominato "Distretto Irriguo Media Val Curone".
Tale situazione, ovviamente, creava una non indifferente situazione di difficoltà di gestione per quel che concerne il sistema delle assegnazioni delle concessioni irrigue.
Nel settembre del 2008 veniva stipulata una convenzione tra il consorzio irriguo di primo grado della Bassa Val Curone e il Distretto Irriguo Media Val Curone nella quale, fra l'altro, si stabiliva che entra a far parte del consorzio irriguo di primo grado della Bassa Val Curone, in qualità di consorziato, e, pertanto, si impegna a rispettarne, alla pari con gli altri consorziati, lo Statuto e il Regolamento. Tale atto concludeva la fase un po' complicata di ricostruzione del quadro su questo consorzio irriguo.
Per quanto riguarda il riconoscimento del titolo di derivazione, la competenza in questo momento è in capo alle Province. La Provincia sta sostanzialmente redigendo, a cura del Servizio Tutela e Valorizzazione Risorse Idriche della Provincia di Alessandria, l'elenco dettagliato di tutte le concessioni in essere per avviare la procedura di riassegnazione.
Sostanzialmente, la Regione, in questa fase, accompagna questo lavoro che sta portando avanti la Provincia di riassegnazione.
Su questo la politica regionale è stata molto chiara: noi abbiamo interloquito esclusivamente con i consorzi di secondo grado, assegnando loro risorse per i programmi che sono stati presentati e quindi sostanzialmente, da un punto di vista di gestione regionale, nulla è cambiato su quella che era la strategia e l'orientamento che già dalla precedente Amministrazione è venuta avanti nei confronti dei consorzi irrigui di secondo grado.
Per quanto riguarda il tema specifico, la Regione ha chiesto ai consorzi e alla Provincia di portare avanti la questione.
Come dicevo poc'anzi, è la Provincia che già sta gestendo il percorso che dovrebbe portare all'assegnazione delle concessioni irrigue del nuovo piano di riordino. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Intanto chiederei copia della traccia scritta che è servita all'Assessore per la risposta.
Lo scopo dell'interpellanza era di ottenere in questa sede la riconferma - così com'è avvenuto - che gli interlocutori delle istituzioni regionali e locali devono essere, per quanto riguarda l'irrigazione, i consorzi irrigui.
Nello schema piemontese non abbiamo più di trenta o quaranta consorzi di secondo grado (circa 35 o 36) che coprono tutto il Piemonte irriguo, che fanno la programmazione e coordinano gli interventi di razionalizzazione della rete.
Per la gestione e la distribuzione dell'acqua abbiamo i consorzi irrigui locali, realizzando una progressiva concentrazione che non ha destabilizzato i 700 o 800 consorzi che c'erano in Piemonte, ma, tutto sommato, ha consentito di migliorare la programmazione e razionalizzare l'uso delle acque, almeno, in un medio periodo.
Ritengo che sia anche ipotizzabile che vi siano dei Comuni che hanno un merito storico laddove sopperiscono, ovvero, sostituiscono i consorzi istituiti.
Tuttavia, qualora vi siano i consorzi costituiti e si presentino delle domande di derivazione nello stesso tratto sia da parte del consorzio sia da parte del Comune, è chiaro che l'ente concedente - che giustamente l'Assessore ha ricordato essere la Provincia competente (nel caso particolare, parliamo della Provincia di Alessandria) - deve seguire le direttive regionali. Perché la Regione ha sì trasferito le competenze però, fino a prova contraria, sia la parte legislativa che la parte di indirizzo competono alla Regione.
Ebbene, in Provincia di Alessandria, con una serie di tatticismi, di rinvii, di non chiare prese di posizione a vantaggio dell'attività agricola, si è mantenuta una situazione che poi rischiava di degenerare: il Comune ha messo i lucchetti negli incastri.
Insieme con altri amministratori e Consiglieri, sono stato coinvolto in una mediazione e si sono trovate delle intese.
L'Amministrazione concedente le derivazioni, nel caso particolare la Provincia di Alessandria, doveva parlare chiaro e agire in modo diverso come ha fatto la Regione. Voglio dare atto alla Direzione competente, al Settore competente della Regione che, interpellata per iscritto, ha risposto secondo le linee di impostazione pluriennale della Regione in campo irriguo, peraltro riconfermate nel Piano di tutela delle acque. La Provincia di Alessandria, contrariamente, non ha agito in questo modo. Alla fine, comunque, si è trovata una soluzione.
Tuttavia, volevo riportare in questa sede situazioni che, localmente emergono e che sono determinate da discussioni e conflitti storici tra Comuni e Consorzi. Queste situazioni sono diffuse in Piemonte e se non si tiene la barra orientata verso l'obiettivo, che è quello del riordino, che assegna il ruolo che compete ai Consorzi di primo e secondo grado, non arriveremo mai ad un risultato. Avremo una smagliatura di qui, un compromesso dall'altra parte, che non farà il bene del risparmio della risorsa acqua che si ottiene con la razionalizzazione della rete offrendo agli agricoltori un servizio irriguo a costi, tutto sommato, accettabili.
Prendendo atto della risposta dell'Assessore, mi auguro che voglia anche ribadire con una circolare - se lo ritiene, insieme all'Assessore all'ambiente che è competente in materia - quell'indirizzo che adesso ha dato rispondendo alla mia interpellanza.


Argomento: Zootecnia

Interpellanza n. 2649 del Consigliere Cavallera, inerente a "Vigilanza e controlli sul sistema delle quote latte"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2649, sulla quale risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

L'interrogazione n. 2649 chiedeva quale fosse la situazione dei contenziosi in essere, avviate con le aziende che hanno superato, nella produzione, la quota loro attribuita, e quali provvedimenti si intendono adottare per tutelare gli allevatori in regola con il rispetto delle normative vigenti.
Avevo una risposta molto articolate, che vi farò pervenire, ma da tre giorni è superata. Ringraziando il cielo, nei giorni scorsi, il Consiglio di Stato ha ribadito, in via definitiva e con sentenza, la vittoria della Regione Piemonte nei confronti delle aziende che hanno prodotto oltre la quota, per quello che riguarda le cartelle esattoriali, ribadendo tre questioni che ci sembrano assolutamente fondamentali (se il Consigliere è interessato, farò avere copia della sentenza).
Primo. Diversamente da quanto eccepito dai ricorrenti, la normativa italiana è perfettamente coerente con la normativa comunitaria di riferimento, quindi non c'è nessuno sfrido interpretativo, così come era stato paventato dai ricorrenti. La legge n. 119, quindi, è perfettamente in linea con tutti i decreti, le norme e i regolamenti comunitari di riferimento.
Secondo. Le procedure messe in campo dalla Regione Piemonte per la procedura di esecuzione tramite cartelle esattoriali, è perfettamente in linea con la normativa comunitaria e nazionale. Quella è la procedura corretta da mettere in campo in casi di percorsi di recupero.
Terzo. Il cosiddetto e paventato danno soggettivo, la norma di tutta una serie di normative portate dai ricorrenti che avrebbe dovuto bloccare l'esecuzione delle cartelle perché avrebbe generato, sulle stesse aziende un danno grave e irreparabile, non sussiste in quanto, la normativa italiana, e la stessa Costituzione, affermano, in modo chiaro e inequivocabile che, qualora un danno soggettivo sia "il costo" da sopportare per la tutela di un generale interesse, questo non può essere n bloccato né sospeso. In qualche misura, si è autorizzata l'esecuzione di tutte le cartelle esattoriali piemontesi, con decorrenza immediata.
Oggi è in discussione in Parlamento la modifica della legge nazionale di recepimento del decreto legge di questa primavera sulle quote latte (l'articolo 1); la sospensione per 45 giorni di tutte le cartelle esattoriali, la procedura di esecuzione forzata per permettere, anche a quelle aziende che sono oggetto di procedura, se vogliono, di derattizzare passati i 45 giorni, senza che sia stata avviata la regolarizzazione o ripartire la procedura. Questo è il testo che avevamo l'altro giorno vedremo oggi cosa uscirà dal Parlamento. Vedremo cosa succederà in queste ore in Parlamento.
Rispondendo alla domanda del Consigliere Cavallera, la Regione Piemonte ha fatto quello che era in suo potere per il pieno rispetto della norma.
Solo domenica pomeriggio ho richiamato il Ministro Zaia al buon senso nel fare un decreto che non stravolga tutto l'impianto giuridico in essere in questo momento con un danno, questo sì grave e irreparabile, per tutta la nostra economia lattiero-casearia. Vedremo cosa partorirà oggi il Parlamento e, alla luce di ciò, potremmo trarre ulteriori considerazioni sul percorso di ricerca di un pieno rientro all'interno delle regole di questo settore.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, il Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Devo sottolineare che l'Assessore Taricco si è tenuto al cuore dell'interpellanza, all'argomento centrale, senza cadere in valutazioni sulla vicenda delle quote latte che si prestano a polemiche sulle quali si sono esercitate anche tante parti politiche, esponenti politici che non conoscono a fondo una vicenda che, comunque, è complessa e che deve insegnare tante cose nel momento in cui, da un lato, si parla di liberalizzare di più e, dall'altro di contingentare alcune produzioni.
Stiamo attenti che tutte le volte che si interviene, gli strumenti non sono mai idonei, non lo erano nell'Unione Europea più ristretta e, più si allargherà il mercato, più difficile diventerà introdurre regolamentazioni.
Adelante con juicio, nelle regolamentazioni.
Per quanto riguarda lo specifico, il mio obiettivo era quello: non allontaniamoci dalla battaglia vera, che è quella della legalità che deve a mio avviso, essere prevalente in una vicenda di questo tipo, rifugiandosi nelle polemiche su quello che hanno fatto o non hanno fatto in Parlamento.
Il Senato ha già dato un bel colpo recuperando tantissimi contenuti che c'erano nelle richieste di emendamento delle Regioni, mi auguro che anche alla Camera si faccia qualche passo in avanti, alla fine potremmo avere un provvedimento utile.
Condivido totalmente la validità e la svolta della legge n. 119. Mi ricordo personalmente le battaglie dell'allora Ministro Alemanno sostenuto dalle Regioni. Allora lo scontro è stato veramente durissimo, anche e soprattutto per trovare degli equilibri tra le varie Regioni italiane. Ci sono quelle che splafonano per ragioni storiche, e quelle che, invece vorrebbero avere maggiori quote senza avere una vera vocazione lattiero casearia (le stalle, il foraggio, i caseifici e così via).
Il Consiglio di Stato - se poi arriva in copia la sentenza ringraziamo l'Assessore - ha sancito un'impostazione che conosco bene, perch all'inizio era stata suggerita. È stato più facile coinvolgere l'Avvocatura regionale che non quella dello Stato. Ovviamente, bisogna dargli atto che hanno lavorato sodo anche loro, ma hanno dovuto farsi carico dell'innumerevole mole di ricorsi che puntualmente in tutti i Tribunali possibili venivano presentati (TAR, Consiglio di Stato, Tribunale Civile) insomma, si è verificata una situazione che solamente i super esperti giuridici della materia hanno cercato di comprendere.
Per quanto riguarda il Piemonte, mi sembra si sia sulla buona strada ma, a mio avviso, occorre sempre tenere sotto controllo l'operatività delle Province, perché relativamente a questa vicenda sono in prima linea.
Assessore, senz'altro ne diamo atto anche alle Province di Cuneo e Torino che, sotto questo profilo, hanno mantenuto una stretta coerenza, perché è in queste due Province che si registra il massimo del contenzioso.
Da un punto di vista politico generale, si prevedano, ad esempio rateizzazioni lunghe, perché è chiaro che, quando parliamo di cartelle queste sono soggette ad una gestione. Quindi, salviamo il principio e mettiamo nella condizione chi vuole pagare e rientrare nel percorso regolare di farlo, senza troppi moralismi, senza eccedere di fronte alla richiesta di giustizia di coloro che sono sempre stati a posto o in precedenza hanno già intrapreso la strada onerosa per regolarizzare la propria posizione.
Grazie per la risposta.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2497 del Consigliere Cavallera, inerente a "ARPA VCO" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che, con il consenso dell'interrogante, è stata data risposta scritta da parte dell'Assessore De Ruggiero all'interrogazione n. 2497 del Consigliere Cavallera, inerente a "ARPA VCO".
Dichiaro concluso il sindacato ispettivo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Annuncio che sono pervenute varie richieste di intervento sull'ordine dei lavori, a cominciare dal Consigliere Muliere. Seguiranno gli interventi dei Consiglieri Deambrogio, Novero e Cavallera.
Come convenuto nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, al termine del sindacato ispettivo i Gruppi hanno definito di procedere all'esame del punto 19) all'o.d.g., inerente all'ordine del giorno n. 1210, "Dimissione dell'Assessore regionale Giovanni Oliva".
La parola al Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Ho chiesto di intervenire prima di iniziare la discussione perch vorrei ribadire in Aula quanto abbiamo già detto in Commissione e nella Commissione d'indagine Grinzane Cavour nella giornata di ieri.
Noi pensiamo che l'ordine del giorno presentato dalle minoranze, nel quale si richiedono le dimissioni dell'Assessore Oliva, rischi di pregiudicare il lavoro della stessa Commissione, che, adesso che è stata costituita, ha una funzione importante d'indagine rispetto ad una vicenda che occupa le pagine dei giornali e non solo, ma che deve essere oggetto del confronto all'interno del Consiglio.
La Commissione ha iniziato i suoi lavori e a distribuire del materiale ai Commissari, inoltre disporremo delle audizioni; insomma, svolgeremo un lavoro di approfondimento nei tempi fissati dal Consiglio regionale al momento dell'istituzione della Commissione.
Penso che questa Commissione debba proseguire il proprio lavoro libera da una discussione che rischia di pregiudicarne il futuro. Ecco perch invito i Gruppi della minoranza a riflettere rispetto alla prosecuzione di questa richiesta, perché un'ulteriore tensione su questo punto davvero rischia di privarci della serenità che, invece, occorre per procedere nel nostro lavoro, che sarà estremamente delicato e impegnativo.
Questo è il motivo per cui ho chiesto di intervenire all'inizio e rivolgere questo invito ai Gruppi della minoranza, ai firmatari dell'ordine del giorno che è stato depositato lo scorso Consiglio.
Sicuramente, sgombrare il campo da questa richiesta aiuterebbe il lavoro della Commissione e dell'Ufficio di Presidenza della Commissione, il Presidente e il Vicepresidente ad essere più sereni nel confronto con gli altri Commissari e nel condurre il proprio lavoro.
Presidente, mi fermo qui e mi auguro che su questa mia riflessione e richiesta di ulteriore valutazione ci sia una risposta da parte dei Gruppi della minoranza.
Grazie.



PRESIDENTE

Per dare ordine ai nostri lavori, se i colleghi che hanno chiesto la parola sull'ordine dei lavori lo consentono, cercherei di risolvere una questione per volta, fermo restando che tutti coloro che intendono intervenire sull'ordine dei lavori avranno tale possibilità.
stata posta una questione di metodo rispetto all'esame del punto 19) all'o.d.g., pertanto darei la parola a coloro che vogliono intervenire su questo punto.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Per ragioni del tutto diverse da quelle motivate dal collega Muliere nella sua richiesta, l'esito è positivo, ma con un percorso del tutto differente.
Innanzitutto partiamo dalla diversità delle ragioni. Il collega Muliere, come altri colleghi Capigruppo e altri colleghi Consiglieri, era presente ieri alla seconda sessione della Commissione d'indagine, peraltro poco affollata - sarà stato l'orario mattutino delle 9.30 - rispetto a chi crede davvero nella sostanza e non soltanto nelle parole all'utilità dei lavori della stessa. Se n'è dibattuto e a noi è parso - spero non sussistano dubbi, che potrebbero essere facilmente sciolti leggendo il dispositivo che il Consiglio regionale ha votato per la costituzione della stessa - che renda i lavori della Commissione, originariamente fissati per quattro mesi, del tutto avulsi rispetto al tema che il collega Muliere ovviamente non solo in maniera legittima, ma anche molto chiara, ha sollecitato.
Traduco: la Commissione d'indagine ha tutti i compiti possibili che si vorranno assegnare tranne quello di assolvere o colpevolizzare non solo l'Assessore Oliva, ma anche altri Assessori di questa Giunta o la Presidente Bresso, altri Assessori o altri Presidenti che nel corso degli anni hanno svolto la loro attività connessa con il caso Grinzane.
La Commissione, negli intenti di chi l'ha chiesta - essendo tra coloro che l'hanno chiesta mi si permetta di essere un autorevole commentatore ciò nonostante non pretendo sia la verità, ma potrebbe avere autorevolezza ha lo scopo di comprendere in quale punto le procedure dell'Ente - non del centrosinistra - siano - se lo sono - carenti nell'erogazione di denaro pubblico, sia che si tratti di poche migliaia di euro o, come nel caso del Grinzane, di parecchi milioni; se sono carenti, trovare le modalità, se le identifichiamo, per correggerle. Chi ascolta sa che non è da ora che sostengo come l'ente Regione (non soltanto in questa legislatura) non ponga nel mondo del controllo di gestione, dei controlli formali, dei controlli fiscali, sufficiente attenzione. Quindi noi abbiamo l'ambizione di conoscere, altrimenti avremmo chiesto una Commissione d'inchiesta, se avessimo voluto colpevolizzare, invece abbiamo chiesto una Commissione di indagine conoscitiva (perché il Regolamento, che non ci piace, lo conosciamo bene), appunto per conoscere.
Quindi, dal nostro punto di vista, l'Assessore Oliva poco "ci azzeccherebbe" (come direbbe il collega Buquicchio) né in un senso, n nell'altro; il che non significa che non sia invece un attore utilissimo e immagino che nel piano di consultazioni che i Consiglieri Caramella e Laus vorranno definire insieme ai colleghi Commissari, se questo è il programma: finora ci si è molto confrontati sui documenti notevoli da recepire e in tal senso credo che la Presidenza e la Commissione abbiano già indirizzato alla Presidenza della Giunta una richiesta con un lungo elenco di documenti che possono essere utili ai nostri lavori.
Siccome, però, noi temiamo che questa Commissione d'indagine non vada nella direzione che noi abbiamo auspicato nel chiederla e nell'ottenerla con un dibattito che i colleghi Capigruppo ricorderanno, non è stato entusiastico. Noi l'abbiamo chiesta, come credo sia nostro diritto e dovere, nell'ambito dei dibattiti dei colleghi Capigruppo. La Commissione è stata poi sancita con un accordo, come al solito, sempre rispettato, perch di questo i colleghi Capigruppo di quest'Aula sono tutti lealmente rispettosi. In questa legislatura, non è mai successo che i colleghi Capigruppo abbiano preso un impegno, magari non ne hanno presi, ma se ne hanno presi, mi pare che con una certa fatica li abbiamo sempre rispettati tutti. È successo che alcune componenti autorevoli della maggioranza (Italia dei Valori e Gruppo dei Moderati) abbiano aderito, pur con un'attivazione non totalmente identica, all'utilità di questa Commissione e sulla base di ciò si è poi convenuto di farla. Sistemata la Commissione d'indagine.
Dicevo, temiamo questo possibile (anche citato stamattina dal collega Muliere) ridotto "clima di serenità", anche se non so bene dove il collega Muliere veda un clima di serenità, ma forse allude a quello che esiste nell'ambito dei Gruppi di opposizione.
Non mi pare che nei Gruppi di opposizione ci siano tensioni, ma mi pare (ma non vorrei girare il coltello nella piaga) che nell'ambito della maggioranza anche su questo tema, se le nostre orecchie non sono sorde molte siano le differenze all'interno dei Gruppi che ne fanno parte differenze che non sempre emergono in Aula, ma emergono tristi abitudini che alcuni hanno di parlare di politica al bar, per telefono e di farlo con diversa qualità e tasso di ipocrisia decisamente maggiore in sede pubblica.
Non vale per tutti, ma è certamente un'abitudine che a me non sembra utile ai nostri lavori, ma che è molto diffusa e non soltanto nei banchi dell'attuale maggioranza.
Allora, per togliere ogni motivo di ridotta serenità, o se volete, ogni alibi, per vederla dal mio punto di vista, non ci dà alcun fastidio rimandare. Come posso dire? Alcuni sostengono, teorici della Prima Repubblica (il collega Deorsola ha tenuto importanti seminari, oltre che a Mappano anche fuori della provincia di Torino, su questo tema) che il modo migliore per consolidare un Assessore sia di chiederne le dimissioni. E, in effetti, le mie dimissioni nel corso dei cinque anni in cui sono stato Assessore di codesta Giunta (sedevo all'"infelice" posto del collega Taricco), credo che l'abbiano chieste dalle 100 alle 150 volte. Soltanto il collega Placido, credo che viaggi intono alle 90 volte.
Devo dire (e credo che i colleghi che c'erano me ne potrebbero dare atto) che mi sono dimesso nell'unico momento in cui nessuno, né della maggioranza e devo dire, neanche dei miei colleghi, se l'aspettava, cioè mi sono dimesso quando a me sembrava utile farlo, non certo quando mi veniva chiesto, anzi mi aiutava, obbligava.
Allora abbiamo riflettuto: a noi l'Assessore Oliva va bene dov'è. Direi che ci vanno bene tutti gli Assessori dove sono. Stanno lavorando benissimo nell'ambito di un interesse che non è il nostro preminente, perché il nostro è quello dei cittadini del Piemonte, ma siamo anche parte politica.
Da opposizione, riteniamo che sia utile per i cittadini del Piemonte diventare maggioranza e quindi a noi l'Assessore Oliva come tutti i suoi colleghi, compresa la Presidente, vanno bene dove sono. Qualora il nostro Gruppo cambiasse idea, non abbiamo difficoltà e credo che non ci mancheranno le possibilità o gli argomenti per riprendere il tema.
Quindi, tra l'altro, in segno di profondo e sincero rispetto verso tutti i colleghi della maggioranza e ovviamente di quello che considero il capo, in Aula, di questa maggioranza, che è il Capigruppo del PD volentieri sospendiamo la discussione sul punto in oggetto e passiamo a un nuovo elemento di polemica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Concordo con buona parte di quanto il Consigliere Burzi ha detto, per un po' di polemica ci deve essere, perché quando leggo su la Repubblica l'intera paginata dedicata alla Presidente Bresso un po' di sorriso mi viene. Leggo: "Non temo rivali, vinco contro tutti" (virgolettato). O leggere: "Chiamparino, lui è più bravo di me come politico, ma io amministro meglio. Degli avversari nessuno mi spaventa, tanto meno che mai il leghista Cota". Io sono obbligato a sorridere, perché, Presidente, sulla questione Grinzane Cavour può darsi che non tutte le responsabilità siano le vostre, però ricordiamoci che quando la Presidenza del Consiglio regionale dà 1.000 euro ad un'associazione benefica, a un piccolo museo di paese, a una piccola associazione (1.000, 1.200, 750 euro all'anno) chiede la rendicontazione e se la rendicontazione non torna, chiede indietro i soldi. E parliamo di cifre irrisorie per una Regione. Qui parliamo di cifre considerevoli, non controllate, ma attenzione, quando la Regione ha addirittura un Revisore dei Conti all'interno dell'Associazione! Quindi qualcosa non ha funzionato, Presidente. Lei dovrebbe dire: "Sì noi abbiamo controllato, abbiamo sbagliato".
A volte porgere le scuse, o un minimo di umiltà di fronte anche al Consiglio ci sta da parte della Presidente, ma in questo caso, più che da parte della Presidente, da parte dell'Assessore Oliva, il quale ha pensato bene, senza neanche dirlo al Consiglio (che lo ha letto sui giornali) di nominare il professor Piergiorgio Odifreddi Presidente del Comitato dei garanti del Premio Grinzane in accordo, ovviamente, con l'associazione Grinzane Cavour.
Assessore Oliva, lei che è anche professore, capisce che per fare una scelta di quel tipo era cosa dovuta informare almeno i Consiglieri, che sono l'organo legislativo del Consiglio regionale della Regione Piemonte! Ma dovevamo leggerlo sui giornali? Mi sono tolto la soddisfazione di leggere l'Enciclopedia libera di Wikipedia, che definisce Piergiorgio Odifreddi nel modo seguente: "Oltre che attivo nel campo scientifico, è un vivace polemista, saggista e pubblicista ateo ed anticlericale".
Quindi voi avete fatto una scelta pesantemente contro la maggioranza dei piemontesi, ma non solo. Andiamo a vedere gli impegni politici di questo signore: nel 2007 si è candidato alle primarie del PD in una lista a sostegno di Walter Veltroni. È risultato eletto nel collegio Torino Centro.
Il 28 ottobre 2007 è stato nominato membro della Commissione manifesto dei valori dello stesso partito. Quindi, Assessore, una scelta anticlericale e nettamente di sinistra. Ma le pare corretto? Doveva scegliere una persona sopra le parti politicamente e anche dal punto di vista della - possiamo chiamarla - "scelta religiosa". Ma dirò di più.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, lei conosce bene il Regolamento. Lei ha chiesto un intervento sull'ordine dei lavori.



ROSSI Oreste

Scusi, ha fatto parlare il collega sei minuti e 57 secondi.



PRESIDENTE

Non le sto contestando il tempo, Consigliere Rossi, le sto contestando che è un intervento sull'ordine dei lavori.



ROSSI Oreste

No, Presidente. Io prima sono venuto da lei e le ho detto che piuttosto che continuare con gli interventi sull'ordine dei lavori, sarebbe meglio esaurire il problema sollevato dal Consigliere Muliere, relativo all'ordine del giorno di cui si era concordata la discussione oggi, al termine delle interrogazioni e interpellanze. È evidente che non può pensare che in due minuti si risolva un problema di questa delicatezza. Le ho già detto che sono d'accordo con il collega Burzi, che accetta di rinviare questa discussione, ma le ho anche detto che ho intenzione di dire il mio parere.
Visto che il collega Burzi ha parlato per oltre sei minuti, non capisco perché io - Capogruppo del Gruppo della Lega - non possa fare altrettanto.



PRESIDENTE

Collega Rossi, non le contesto il tempo, ma sto seguendo un'intenzione di natura procedurale.
Il Consigliere Burzi ha sforato il tempo a sua disposizione con un intervento che era sull'ordine dei lavori, ma non l'ho richiamato vista la delicatezza della questione, come d'altronde non sto richiamando nemmeno lei sul tempo.
L'intervento del Consigliere Burzi era un intervento sull'ordine dei lavori che ha sforato il tempo, e io non l'avevo richiamato vista la delicatezza della questione, come d'altronde non sto richiamando nemmeno lei sul tempo.
Era un intervento in cui, a nome dei proponenti, il collega Burzi domandava di spostare la discussione di un punto che doveva essere discusso e votato oggi ad altra data, quindi il proponente chiedeva di non discutere e votare ora.
Ad ogni modo, se gli interventi sono sull'ordine dei lavori, dovrebbero attenersi all'ordine dei lavori; se invece combiniamo di fare una discussione sul punto, allora mi devo regolare di conseguenza e aprire un dibattito sulla questione.



ROSSI Oreste

Veda lei. Io ho intenzione di dire alcune cose e pensavo di utilizzare lo stesso tempo usato dal Capogruppo Burzi. Sono anch'io firmatario dell'ordine del giorno come Capogruppo: valuti lei, Presidente, se ho a disposizione lo stesso tempo del collega Burzi o ne ho di meno.



PRESIDENTE

Infatti, non le sto contestando il tempo. Semplicemente, se il punto non c'è più perché a nome dei proponenti è stato ritirato...



ROSSI Oreste

Lo ha ritirato per conto di proponente se stesso; io parlo per conto di proponente Lega Nord, caro Presidente. D'altronde sa che, se voglio, tra cinque minuti richiedo la parola sull'ordine dei lavori e riparlo due minuti.
Allora, parlavo del pensiero di Odifreddi. Dal suo libro "Perché non possiamo essere cristiani": "In fondo, la critica al cristianesimo potrebbe dunque ridursi a questo: che, essendo una religione per letterali cretini non si adatta...
Ma non finisce qui. Odifreddi ritiene che il cristianesimo, ancora più delle altre religioni, sia stato d'ostacolo allo sviluppo civile, morale politico e scientifico dell'Europa. E aggiunge, sempre dal libro "Perch non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)": "La parola cretino aveva in origine il significato di cristiano".
Ebbene, questo è il signore che la Giunta regionale, a nome del suo Assessore, ha posto come capo dei Comitati dei Garanti del Premio Grinzane Cavour.
Assessore, mi vergogno! Mi vergogno di averlo letto sui giornali! Mi vergogno! E lei dovrebbe vergognarsi! Solo per questo motivo, lei dovrebbe dimettersi! Dopodiché, cara Presidente Bresso, dico un'altra cosa. Lei oggi sta bloccando anche Finpiemonte Partecipazioni: ha sfiduciato il Presidente e il Direttore di una società mista! Io credo, cara Presidente, che lei dovrebbe essere "attapirata"! Per questo, le regalo il "tapiro verde" della Lega Nord!



(Il Consigliere Rossi si dirige verso il banco della Presidente Bresso dove depone un "tapiro verde", suscitando accesi commenti in aula)



ROSSI Oreste

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



ROSSI Oreste

Pagliaccio!



ROSSI Oreste

Ho concluso, Presidente. Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.06 riprende alle ore 12.10)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, alcuni Consiglieri hanno chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori in materia attinente al rinvio della discussione e votazione dell'ordine del giorno n. 1210, appena annunciato dai Consiglieri Burzi e Rossi. Darò la parola ai colleghi che chiedono di intervenire su questo punto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Credo sia veramente inopportuno aprire una discussione di due minuti per discutere di nulla, visto che il Capogruppo Muliere ha fatto una proposta chiara e l'opposizione ha risposto in modo altrettanto chiaro di ritirare il punto. Poi il Presidente della Lega si è un po' dilungato su altri aspetti, ma adesso non è che dobbiamo fare cinema per due minuti e continuare.
Quindi, se non si discute nel merito, non discutiamo; questi due minuti sono utili solo per far perdere tempo al Consiglio.
Se non è così, chiedo una breve sospensione della seduta per una riunione di maggioranza.



PRESIDENTE

Condivido le sue valutazioni, collega Laus, ma alcuni Consiglieri hanno chiesto comunque di intervenire ai sensi dell'ordine dei lavori e la Presidenza non ha, ai sensi del Regolamento, facoltà di negare questi interventi.
Collega Laus, se il suo Gruppo chiede la sospensione della seduta, io dispongo la sospensione.
C'è una richiesta formale di sospensione del Consiglio? La parola al Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano

Presidente, vedo che sono le 12.15 e credo che le 12.30 vadano bene per riprendere.



PRESIDENTE

Collega Manolino, questa la interpreto come richiesta di sospensione del Consiglio. Vista l'ora però, siccome di prassi - abbia pazienza - è il Presidente che individua i tempi della sospensione, sospendo il Consiglio solo per cinque minuti.
I lavori riprenderanno alle ore 12.20. Prego i colleghi di accelerare so che il pluralismo imperversa, però prego di fare sintesi.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.15 riprende alle ore 12.23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i colleghi di accomodarsi nei banchi. Per cortesia, colleghi! Assessore Taricco, colleghi Novero, Lepri, Turigliatto! Non vorrei essere irriguardoso nel richiamare all'ordine anche la Presidente Bresso e il Consigliere Manolino! Bene, possiamo proseguire nei nostri lavori.
Gli interventi sull'ordine dei lavori contenevano, come peraltro è prassi in questo Consiglio regionale, delle valutazioni politiche che avevano spinto altri colleghi ad intervenire.
I colleghi che desideravano intervenire sulle modalità con le quali sono stati svolti i due interventi sull'ordine dei lavori, rinunciano ad intervenire.
C'era una precedente richiesta del Consigliere Novero, sull'ordine dei lavori. È un intervento relativo a problematiche che erano state accantonate, perché si era posta una questione procedurale sull'ordine del giorno n. 1210.
La parola al Consigliere Novero. La prego di stare nella questione dell'ordine dei lavori.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente. Sono un po' rammaricato, perché - i latini dicevano de minimis non curat praetor - non vorrei che i colleghi pensassero che la mia questione sia minimale di fronte ai grandi problemi! una questione che riguarda qualche centinaio di migliaia di cittadini che rischiano di lavorare in perdita; sono lavoratori che lavorano in perdita, perché, pur essendo proprietari delle cascine e delle mucche, sono pur sempre lavoratori. Nella falce e martello c'è prima la falce e poi il martello! Lo stakanovismo era un modello antico della sinistra e gli unici stakanovisti, gli unici che lavorano ancora dalle 4 del mattino alle 9 di sera sono gli agricoltori.
Questi agricoltori, in questi giorni - l'Assessore Taricco sa meglio di me lavorano in perdita e mi pare che proprio in questi giorni ci sia stato un ulteriore calo.
Non voglio affrontare l'argomento, perché sarà in discussione prossimamente, però ritengo che un aiuto debba essere dato. Il famoso tavolo delle trattative, che qualcuno dice che è inutile, non può essere che un tavolo di trattativa sia...



PRESIDENTE

Scusi, collega Novero, la prego di puntualizzare la questione. Cosa chiede il suo intervento sull'ordine dei lavori?



NOVERO Gianfranco

Presidente, vista la gravità della situazione - poi, l'Aula può anche dirmi di no, o l'Assessore può anche non essere preparato - volevo porre il problema: c'è una crisi in Piemonte dovuta alla mancanza dell'accordo sul latte.
L'Assessore diceva che anche in Lombardia non c'è stato alcun accordo ma a me qualcuno ha detto che in Lombardia, il 13 marzo 2009, c'è stato un accordo con Italatte. Mi corregga se è sbagliato, ma a me risulta questo.
Pertanto, mi dicono che in Lombardia, il 13 marzo, è stato fatto l'accordo con Italatte, mentre in Piemonte l'accordo non c'è. Gli industriali continuano a ridurre il prezzo, a causa delle importazioni dall'estero, ma anche perché manca l'accordo.
Ritengo che la Regione abbia la possibilità di intervenire sulla produzione del latte, magari minacciando di non concedere più le agevolazioni.
In questo momento di crisi è gravissimo che un'altra categoria di lavoratori vada in crisi, lavorando non gratis, perché, sostenendo delle spese, sono in perdita. Grazie.



PRESIDENTE

Sarà mia cura sollevare la questione durante la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi di domani e chiedere che sia oggetto di una comunicazione nella prossima seduta di Consiglio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio, sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente. Chiedo una comunicazione della Giunta, poi cercher di motivare il perché, in Aula o in Commissione, rispetto all'andamento dell'accordo FIAT-Chrysler che si sta perfezionando in questi giorni, o meglio, che ha 30 giorni per potersi perfezionare.



PRESIDENTE

Per cortesia, prego di silenziare i cellulari. Grazie.



DEAMBROGIO Alberto

Chiedo questa comunicazione, o meglio, chiedo un'attenzione continua che diventi anche una comunicazione, perché in questi 30 giorni succederanno alcune cose.
Intanto, il Presidente Obama ha annunciato che il piano Chrysler, così com'è, non funziona e Chrysler pagherà - almeno questa è la proposta creditori e fondi pensione in azioni.
Se questo non funzionerà, significa che quel piano non è più valido quindi penso che anche il rapporto con FIAT sarà messo in discussione.
D'altro canto, ci sono autorevoli esponenti dell'economia e del sindacato che sostengono che l'intesa che si deve perfezionare è importante, ma non risolve i problemi, e che la crisi che stiamo vivendo costringerà tutti i produttori europei a fare ulteriori ridimensionamenti e a razionalizzare ulteriormente le produzioni, quindi penso che tutto il gruppo FIAT sia assolutamente in fibrillazione.
Abbiamo letto che riguardo allo stabilimento di Torino ci sarebbero delle rassicurazioni. A me stanno a cuore le lavoratrici e i lavoratori di tutti gli stabilimenti FIAT, quindi vorrei che ci fosse un'attenzione anche da parte del Governo su tutto l'impianto, però visto che la Presidente...



PRESIDENTE

Per cortesia, collega, la prego di stare nei termini.



DEAMBROGIO Alberto

Presidente, sono una persona attenta alle forme: gli altri colleghi hanno parlato tantissimo...



PRESIDENTE

L'intervento sull'ordine dei lavori è di due minuti.



(Commenti del Consigliere Deambrogio)



PRESIDENTE

Ha ragione, però l'ho richiamata per ricordarle che l'intervento sull'ordine dei lavori è di due minuti. Gli interventi precedenti sull'ordine dei lavori sono stati di due minuti, tranne - lo ammetto - gli interventi del Consigliere Burzi e del Consigliere Rossi che, essendo sostitutivi di una discussione sugli ordini del giorno, hanno superato i due minuti senza un mio richiamo.



DEAMBROGIO Alberto

Mi rimetto all'attenzione della Presidente Bresso. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Deambrogio. Me ne scuso, ma ho dovuto fare questo richiamo.
La parola alla Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Per evitare rimproveri del Presidente, ho preso atto della richiesta.
Assicuro la nostra massima attenzione ed anche la speranza di poter dare prossimamente, comunicazioni interessanti al Consiglio. In ogni caso secondo le regole che saranno concordate dalla Conferenza dei Capigruppo siamo pronti ad esprimere la nostra opinione e ad illustrare quanto stiamo facendo.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Bresso. Anche questa problematica sarà posta all'oggetto della prossima Conferenza dei Presidenti dei Gruppi.
La parola al Consigliere Cavallera, sull'ordine dei lavori.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Ovviamente, la stampa quotidiana riporta notizie che ci aiutano nel nostro lavoro. Ho qui una brevissima notizia che dice: "A battere cassa, oggi, il Vicesindaco di Casale e i Sindaci del Casalese dalla Sibille".
Si parla di calamità, di danni del maltempo. È una situazione veramente critica che ho già sollevato anche in Aula e non solo in Commissione.
Essendo presenti, nel giorno del Consiglio, sui banchi dello stesso, c'è una regola non scritta, un gentlemen's agreement, in base al quale, se si tengono degli incontri con delegazioni sociali o istituzionali degli Enti locali si fa sapere qualcosa ai Consiglieri che sono in Aula provenienti da un certo territorio.
Penso di poter interpretare anche il pensiero del collega Botta, che è a Casale per altri eventi politici, ma chiedo a questo punto all'Assessore Sibille, che era presente - e come tutte le volte lei è sempre in Aula - di riferire brevemente sull'esito di queste sollecitazioni "battere cassa"; se ha prodotto qualche risultato o meno.
chiaro che ci sono questioni che riguardano anche il Governo, il Parlamento, i soldi che non arrivano per la calamità, però ricordo i fatti successi in altre epoche. Cito per non essere tacciato di fare citazioni di convenienza: negli anni settanta-ottanta diverse volte ci furono calamità e la Regione, in attesa di interventi del Governo, con la Giunta del Presidente Viglione, intervenne anche con risorse proprie. Quindi, chiedo che l'Assessore Sibille faccia una brevissima comunicazione su questa notizia di un incontro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cavallera. Però, anche su questa questione, la prego di avere la bontà di comprendere che dobbiamo valutare le modalità con cui dare risposta a questo quesito.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame testo unificato delle proposte di legge n. 12, 22, 106, 155 e 378 in materia di "Tutela e valorizzazione del patrimonio linguistico regionale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il testo unificato delle proposte di legge n. 12 22, 106, 155 e 378, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Sono relatori i Consiglieri Travaglini e Dutto.
La parola al Consigliere Travaglini.



TRAVAGLINI Marco, relatore

Grazie, Presidente.
Credo che sia un giorno abbastanza importante oggi per i rappresentanti delle minoranze linguistiche nella nostra Regione.
Importante perché noi abbiamo già tutelato con la Costituzione nazionale e con lo Statuto della Regione l'importanza di questo patrimonio culturale.
L'impegno della Regione per la tutela e il riconoscimento del proprio patrimonio linguistico risale al 1979 quando fu varata la prima legge di settore, la legge n. 30 del giugno 1979, successivamente poi sostituita dalla legge regionale n. 26, tuttora in vigore, che è stata poi integrata nel 1997 dalla legge n. 37, che ha fissato di fatto le norme per promuovere la conoscenza della storia e della cultura del patrimonio linguistico e storico del Piemonte, con particolare riferimento a quello della minoranza occitana, franco-provenzale e walser.
Voglio ricordare che il nuovo Statuto, quello in vigore nella nostra Regione, ha colto l'innovazione introdotta da quella legge, prevedendo in modo esplicito al quarto comma dell'articolo 7 la tutela e la promozione regionale del patrimonio linguistico del Piemonte nonché delle minoranze occitana, franco-provenzale e walser.
Dunque si tratta, come si può ben capire, di un riconoscimento significativo per le minoranze linguistiche e storiche dell'arco alpino piemontese.
Questo provvedimento, quello che stiamo discutendo e discuteremo consentirà loro di esprimere ufficialmente un'identità culturale forte riconosciuta, rinsaldando in qualche misura le radici delle proprie comunità, facendosi conoscere da tutti gli altri cittadini.
Il Piemonte, per evidenti ragioni connesse alla sua collocazione geografica e alla sua storia, presenta un ricco e variegato panorama linguistico.
Siamo convinti che l'impegno della nostra Regione per la tutela e il riconoscimento di questo patrimonio vada potenziato. Vada potenziato innanzitutto promuovendo la conoscenza della lingua piemontese e dell'originalissimo patrimonio linguistico ad esso connesso, riconoscendo il ruolo che hanno avuto anche le minoranze storiche soprattutto nella fascia alpina.
C'è il francese, c'è la lingua occitana o lingua d'oc diffusa in varie valli cisalpine nelle province di Cuneo e Torino; c'è il franco-provenzale un idioma parlato anch'esso prevalentemente nel Cuneese e nel Torinese e c'è, infine, la lingua walser di ceppo germanico, la cui presenza sul territorio piemontese è frutto delle migrazioni vallesane protrattesi dal XIII fino al XVIII secolo.
E il walser è parlato ancora oggi in sei Comuni del VCO ed altrettanti Comuni dell'alta Valsesia.
Proporre interventi diretti alla conservazione e alla valorizzazione delle tradizioni storico-linguistiche...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, prego coloro che non sono interessati a seguire il dibattito ad uscire dall'aula.



TRAVAGLINI Marco, relatore

Visto il livello di caos, spero davvero che nessuna di queste minoranze abbia l'opportunità di guardare attraverso internet lo spettacolo che quest'Aula sta dando.
Dicevo: proporre interventi diretti alla conservazione e alla valorizzazione delle tradizioni storico-linguistiche; immaginare il consolidamento e lo sviluppo delle attività economiche e produttive importanti per la permanenza della popolazione nei luoghi di origine ai fini del mantenimento delle identità linguistiche e culturali di queste comunità; promuovere l'insegnamento di queste lingue; incrementare le iniziative di studio, di ricerca, di documentazione; attuare, d'intesa con le emittenti pubbliche e private, trasmissioni culturali in piemontese e nelle lingue minoritarie; istituire da parte della Giunta regionale borse di studio per tesi di laurea relative al patrimonio originale linguistico e culturale del Piemonte.
Crediamo che siano tutte azioni necessarie e passaggi molti importanti per tenere vive queste tradizioni, come anche istituire un registro regionale delle associazioni che se ne occupano e dar vita all'apposita consulta permanente, che abbia compiti di osservatorio sullo svolgimento delle funzioni propositive e consultive nei confronti della Giunta regionale.
C'erano molti progetti di legge in materia presentati già all'inizio di questa legislatura. Ne abbiamo discusso molto, è stato poi istituito un gruppo di lavoro specifico che ha lavorato per mesi con grande pazienza ed in modo unitario fino a produrre il testo unificato.
Devo riconoscere l'impegno di molti colleghi sia di minoranza sia di opposizione che hanno contribuito a fare questo lavoro e a rendere il testo condiviso, e devo anche ringraziare gli uffici che hanno dato una forte collaborazione nel preparare, soprattutto con gli intrecci di carattere internazionale e nazionale e legislativo, tutto questo lavoro che sarebbe stato altrimenti di una mole tale che difficilmente si sarebbe potuto svolgere con facilità.
Lascerei a questo punto la parola al correlatore Dutto, che ha collaborato attivamente a questo lavoro collettivo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio, relatore

Grazie, Presidente.
A questo punto continuo nella relazione, illustrando quello che sarà il testo della legge che stiamo per approvare.
La legge regionale in questione è composta da 12 articoli.
L'articolo 1 individua le finalità della legge, nel rispetto della pari dignità e del pluralismo linguistico sanciti dalla Costituzione ed in attuazione della carta statutaria regionale, tutelando e valorizzando l'originale patrimonio culturale e linguistico del Piemonte nonché quello delle minoranze occitana, franco-provenzale, francese e walser.
L'articolo 2 individua gli interventi e le azioni atte a sostenere la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico delle minoranze occitana, franco-provenzale francese e walser.
L'articolo 3 riguarda l'erogazione dei contributi ai Comuni per ricerche finalizzate all'eventuale ripristino delle denominazioni storiche prevedendo l'erogazione dei contributi regionali a favore dei Comuni singoli o associati per ricerche finalizzate all'eventuale ripristino delle proprie denominazioni storiche. Le richieste di contributo sono sottoposte a preventivo parere obbligatorio di un apposito comitato scientifico, la cui posizione trova compiuta disciplina nel medesimo articolo.
L'articolo 4 sostiene e promuove indagini sulla toponomastica locale e contribuisce alle iniziative in tal senso promosse dai Comuni singoli o associati.
L'articolo 5 promuove e sostiene altresì le informazioni regionali e prevede, in particolare, l'impegno della Regione a riservare sulle proprie pubblicazioni periodiche e di informazione generale appositi spazi aperti alla collaborazione di enti e di istituti qualificati destinati alla promozione dell'uso della conoscenza del patrimonio culturale linguistico del Piemonte.
L'articolo 6 istituisce il registro regionale delle associazioni di tutela e valorizzazione dell'originale patrimonio culturale e linguistico del Piemonte e delle minoranze occitana, franco-provenzale francese e walser.
altresì istituita e disciplinata all'articolo 7 un'apposita consulta permanente con compiti di osservatorio e svolgimento di funzioni propositive consultive, nei confronti della Giunta regionale.
L'articolo 8 riguarda la procedura di erogazioni dei suddetti contributi regionali.
L'articolo 9 istituisce la festa del Piemonte, che ricorre il 22 maggio, nel giorno anniversario della promulgazione dello Statuto regionale, avvenuta il 22 maggio 1971.
L'articolo 10 concerne la clausola valutativa. La Giunta regionale deve rendere conto e relazionare periodicamente al Consiglio circa lo stato di attuazione delle disposizioni legislative e dei risultati ottenuti, in termini di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale linguistico del Piemonte e delle lingue minoritarie.
L'articolo 11 abroga la legge regionale del 10 aprile 1990 n. 26 "Tutela e valorizzazione e promozione della conoscenza dell'originale patrimonio linguistico del Piemonte", modificata dalla legge regionale n.
37 1997, fatta salva l'eccezione di cui al medesimo articolo.
Infine, l'articolo 12 concerne la norma finanziaria e autorizza la spesa complessiva di due milioni di euro per il 2009.
Annuncio che, in accordo con la Presidente della Commissione e il relatore Travaglini, abbiamo predisposto alcuni emendamenti migliorativi di questo testo e condivisi all'unanimità da tutti i colleghi che hanno partecipato ai lavori. Grazie.



PRESIDENTE

Apriamo la discussione generale sul provvedimento. Ci sono colleghi che desiderano intervenire? La parola al Consigliere Cirio.



CIRIO Alberto

Il mio è un intervento soltanto per segnalare il difficile lavoro che è stato fatto all'interno della Commissione. Ne ho avuto la percezione diretta con la Presidente della Commissione e anche con lei, Presidente Gariglio, sempre attento a richiamare noi Consiglieri all'attenzione e mi permetto di...



PRESIDENTE

Ha ragione, accetto il richiamo.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente.
Le dicevo, anche lei ha avuto prova delle difficoltà che questo testo di legge ha avuto inserendosi in una serie di proposte che arrivavano non soltanto dall'interno di quest'Aula, ma anche dall'esterno e, quindi, è stata condotta una sapiente opera di mediazione nel rispetto delle diverse esigenze, delle diverse sensibilità.
Di questo vorrei dare atto alla Presidente della Commissione e a lei Presidente Gariglio, con il quale abbiamo organizzato un incontro specifico proprio per individuare una modalità di individuazione di criteri che potessero eliminare queste tensioni. Credo che, alla fine, si sia fatto un buon lavoro, si sia dimostrata attenzione e rispetto, che non vuol dire necessariamente condivisione; rispetto vuol dire che uno accetta che ci possano essere idee diverse e le valuta. Evidentemente l'Aula che deve definire e approvare un testo è questa, che rappresenta l'intero popolo piemontese.
Un grazie, intanto, ai due relatori di maggioranza e di minoranza, che hanno seguito questa legge. Credo che, al di là della retorica demagogica che molto spesso porta con sé questa materia, oggi invece ci sia un atto concreto che possa salvaguardare realmente e concretamente quelle che sono le nostre tradizioni e che, nello stesso tempo, non sia il monopolio sbandierato di qualcuno, ma sia invece un atto di rispetto verso il Piemonte e verso la sua storia. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ci sono altri colleghi che desiderano intervenire in sede di discussione generale? La parola al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Poche parole su un argomento che apparentemente non ci ha mai toccato ma che non è così.
Il testo unificato che andiamo a votare oggi, in realtà, tocca un argomento profondamente culturale, previsto da una sinistra sempre molta attenta, sin dagli anni settanta. Ricordiamo che la valorizzazione delle radici storiche e di percorsi culturali linguistici è sempre stato un tema che anche la sinistra in anni passati, addirittura, già negli anni settanta, assimilava nel suo patrimonio politico e culturale.
Crediamo che questa sia una legge importante, che va a riconoscere proprio quel bagaglio culturale di un territorio molto variegato che è quello piemontese, fatto di tanti percorsi, fatto di tanti popoli che insieme fanno un popolo unico, che è quello italiano, sicuramente europeo e che sicuramente hanno alle loro spalle un percorso molto interessante con dialettiche che sono quasi lingue, con modi di espressioni e modi di dire che fanno parte di una quotidianità anche in città come Torino, e che quindi riconoscono a loro volta questo percorso e questa caratterizzazione.
un patrimonio che porta con sé dei modi di dire e dei linguaggi che non si devono disperdere. La ricchezza della differenza è una ricchezza che riconosciamo e vale da sempre, sia quando è fatta di un colore diverso di pelle, quindi la diversità come appartenenza, come ricchezza, come eterogeneità, sia quando è fatta di idiomi, di parlate, di linguaggi, di modi di dire, di percorsi vari.
Tra l'altro, anche sul settore occitano, che conosciamo un po' di più abbiamo anche noi i nostri esperti, i nostri studiosi; abbiamo personaggi che hanno scritto, che hanno fatto letteratura, hanno fatto dibattiti su questi argomenti. Un po' riprendendo l'antico sogno dei trovatori e il loro passaggio per le Alpi, la loro difesa di poesia, di costumi, di libertà.
Quindi, vedere di trovare oggi in quel patrimonio che è rimasto le tracce di quegli antichi percorsi di libertà, comunque di contrasto a sistemi feudali a volte stringenti, spessi, che incatenavano le persone.
Convinta, quindi, e chiara è l'adesione del mio Gruppo a questa legge che è il frutto di un lavoro molto complicato e complesso, che ha messo insieme diverse tendenze e diverse identità anche in Commissione, e che crediamo abbia dato comunque un risultato di cui si può essere soddisfatti e che avrà certamente il nostro appoggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

Sarò estremamente breve. Il lavoro della Commissione è stato intenso: molte proposte sono state sintetizzate, altre sono giunte quando ormai la discussione era in corso o, in un caso, praticamente al termine.
Credo che sia corretto rilevare come lingue e parlate siano state, in molti casi, sottovalutate. È una caratteristica di molti regimi l'averle cancellate: è il caso della Spagna sotto il franchismo; l'Italia fascista aveva cancellato qualunque lingua; sappiamo che in alcune Regioni vi è stata una drammatica cancellazione di ogni presenza di altri lingue e si sono cambiati gli stessi cognomi. Questo è accaduto anche in altri Paesi.
Un testo molto interessante, di trent'anni fa, di uno studioso, Sergio Salvi,- "Le lingue tagliate" - raccontava come in Italia, per decenni sostanzialmente, la stessa coscienza di appartenere ad altri ceppi linguistici, quelli di cui si parla in questa legge piemontese, ma anche quelli esistenti in molte Regioni meridionali che fanno capo ad altri Paesi o ad isole linguistiche che esistono (il greco e l'albanese in alcune regioni meridionali o altre), fosse praticamente stata cancellata, mentre usi, costumi, parlate, lingue, culture, poesia, teatro si sono potuti recuperare solo negli ultimi tempi.
Voterò questa legge con quella riserva che ho espresso in sede di Commissione in più di un caso.
Abbiamo avuto una discussione molto interessante con un professore universitario torinese che ci ha parlato di questo "piemontese", delle varie forme che assume, arrivando a dirci che a parere suo non si pu parlare di un piemontese, ma di centinaia e centinaia di piemontesi, tante sono le parlate che ogni singolo paese (o ogni singola borgata, in alcuni casi) presenta. Ciascuno di noi sa come le parlate cambino talvolta per un solo chilometro di distanza, oppure siano segnate da un corso d'acqua che divide il medesimo paese.
Vi è stata una lunga disputa che un Gruppo consiliare ha espresso (dal suo punto di vista molto legittimamente) sul termine di "lingua piemontese". È una posizione che non è propria solamente di quel Gruppo, ma è espressa da associazioni, da gruppi, da centri culturali, da persone che in alcuni casi sono anche vicine non tanto al nostro partito, ma alle nostre posizioni culturali.
Continuo a credere che la controversia tra lingua e dialetto sia talvolta accentuata in modo eccessivo e rischi di diventare una disputa puramente terminologica e nominalistica e di ricadere, poi, a catena perché c'è una lingua regionale e non ci sono delle sottolingue regionali perché alcune regioni ritengono di avere una lingua e altre Regioni, che pure hanno una cultura e una produzione letteraria di grande peso, no? alcuni autori erano persino cancellate da qualunque antologia liceale di quando andavo a scuola: Porta non c'era, Belli non c'era e qualunque poeta dialettale - lo dico tra virgolette - era inesistente ( sarebbe comparso poi alcuni anni dopo).
Volevo fare questa dichiarazione perché esprimerò un voto chiaramente positivo su questa legge. Ritengo che l'incistarsi all'eccesso su una disputa terminologica abbia motivazioni politiche più che comprensibili ma, in alcuni casi, credo che presenti anche dei limiti.
Venendo dalla Provincia di Cuneo, ho assistito - credo che altri Consiglieri la conoscano almeno quanto il sottoscritto - ad una disputa durata anni sull'occitano, su quale grafia l'occitano debba avere, se si possa parlare di occitano o se il termine "occitanista" non assuma un significato sostanzialmente colonizzante davanti al termine "provenzale".
Credo che queste dispute siano culturalmente molto valide e molto interessanti, - in altri anni le ho anche seguite minimamente, ma in alcuni casi rischiano di divenire oziose.
Il significato di una legge di questo tipo è quello di ricordare che ognuno di noi ha alle spalle culture e storie che non devono assolutamente essere cancellate. Occorre cercare un rapporto tra queste storie e una società che oggi dovrebbe aprirsi, per logica, al mondo intero senza registrare presenze egoistiche e di chiusura localistica, che divengono gravi e preoccupanti dal punto di vista sociale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
La mia vicina di casa diceva sempre: "Adesso vado a torre mio nipote dall'asilo". Evidentemente, la mia vicina di casa arrivava dal Veneto! Il fatto che dicesse "vado a torre", non mi ha mai fatto pensare che l'italiano non fosse una lingua, sebbene a Napoli l'italiano venisse, tra virgolette, storpiato con dei localismi, così come a Torino o in qualunque altra Regione.
Una lingua è tale per un insieme di fattori: ciò non significa che laddove si parlano forme diverse, quella non sia una lingua. Le lingue sono "vive" e, per fortuna, finché saranno tali, cambieranno e si evolveranno.
La lingua piemontese, a mio avviso, è una lingua, anche se il parlato di Torino è diverso da quello di Alessandria.
Ricordo di aver letto una bellissima grammatica, "El piemunteis d'Alisandria", molto bella ed interessante, ma che è una derivazione del piemontese come lingua, ossia della lingua parlata in Piemonte.
Ho insistito molto su questo termine e mi spiace che il collega Dalmasso, forse troppo idealista, abbia pensato che vi fossero motivi politico-partitici dietro al nostro "incaponirci" su questo aspetto. La vecchia disputa sulla guerra di Troia, se fosse avvenuta per motivi economici o per la bella Elena, dovrebbe ricordarci che tutto (o gran parte del nostro mondo) ruota attorno al denaro e alle donne: la seconda parte mi fa certo piacere, la prima un po' meno, ma è la realtà.
Allora, se qualcuno (non sono certo Gruppi appartenenti al mio partito) si è agitato in passato per il termine "lingua", lo ha fatto per un dato banale: i finanziamenti previsti per le lingue, se non viene riconosciuto il termine, non... Quindi non è un aspetto accademico.
Ritengo che sia giusto e anche accademicamente importante. Ma, del resto, uno dei motivi per cui ritengo che questa sia una legge importante è che ci saranno degli interventi finanziari, senza i quali le famose "nozze coi fichi secchi" hanno sempre un risultato scadente.
Bene ha fatto questa legge a riconoscere il termine di "lingua", anche per i motivi che vi spiegavo poc'anzi, ossia per un riconoscimento nelle varie leggi. Credo che faccia bene a prevedere degli interventi economici e noi voteremo decisamente a favore.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie, Presidente. Sarò brevissima, anche perché i colleghi che mi hanno preceduto hanno ampiamente sviluppato il tema e ne hanno sviscerato tutte le sfaccettature.
Intervengo perché, com'è già stato detto, il lavoro di Commissione è stato lungo, articolato, molto concreto e attento alla valorizzazione delle diverse sensibilità che in quella sede si sono espresse.
Ci siamo a lungo soffermati sulla questione "lingua" e abbiamo preso atto che l'uso di questo termine è presente in altre leggi regionali non impugnate. Pertanto, la remora che avevamo nel non voler correre il rischio di impugnazione, è stata, in questo modo, vanificata.
Non erano delle preclusioni di tipo ideologico, anche perché i linguisti (almeno quelli a cui abbiamo fatto riferimento) ci insegnano che non esiste una distinzione di tipo scientifico-linguistico preciso e non confutabile circa la differenza tra lingua e dialetto.
Il collega Novero citava l'opera sulla grammatica del dialetto alessandrino: ogni lingua e ogni dialetto, nel momento in cui hanno le loro regole, possono avere una propria grammatica.
il riconoscimento, che viene fatto o no, di questa parlata che la rende lingua o dialetto, o la fa considerare tale. Non voglio entrare in questi dettagli.
La mia richiesta di intervento è per giustificare e introdurre evitando di dover intervenire successivamente su ciascuno di essi, la presenza degli emendamenti. Come mai, dopo tanto lavoro in Commissione avendo unificato i testi e avendo, quindi, raggiunto l'unanimità sul testo di legge, frutto di questa unificazione, ci sono degli emendamenti? Essi sono stati presentati per un impegno assunto nei confronti dei presentatori della proposta di legge di iniziativa degli Enti locali (al punto successivo all'o.d.g.). Impegno assunto dalla sottoscritta, in quanto Presidente della Commissione e a nome della medesima, di tener conto degli elementi migliorativi della nostra legge che potessero essere contenuti in quella proposta.
Questo è il motivo per cui, dopo tanto lavoro, sono stati ancora presentati degli emendamenti, che sono la dimostrazione della volontà della Commissione, dei relatori che li hanno sottoscritti e mia, di non avere preclusione nei confronti di quella proposta di legge, ma di essere assolutamente disponibili a recepire quanto, in quella proposta di legge potesse essere uti lizzabile e inseribile all'interno della nostra.
Del resto, anche la relazione fa cenno di questo. Questo era un impegno assunto nei loro confronti, impegno che abbiamo voluto soddisfare e portare a compimento.



PRESIDENTE

Con questo intervento, possiamo dichiarare chiuso il dibattito generale sul provvedimento e chiudere lavori della seduta antimeridiana.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.07)



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