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Dettaglio seduta n.427 del 17/03/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 15.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Caracciolo, Spinosa, Cattaneo Buquicchio, Turigliatto, Bossuto, Valloggia, Robotti, Bresso, Chieppa e Gariglio.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di legge n. 581, inerente a "Modifica agli articoli 19, 28 e 37 della legge regionale statutaria 4 marzo 2005, n. 1 'Statuto della Regione Piemonte'"


PRESIDENTE

Per quanto riguarda il punto 5) all'o.d.g., inerente a "Nomine", non lo tratteremo in questa seduta, quindi le nomine saranno effettuate la prossima seduta del Consiglio regionale o, comunque, dopo la Conferenza dei Capigruppo di domani.
Passiamo quindi all'esame della proposta di legge n. 581, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Con il consenso dei relatori, i Consiglieri Cotto e Chieppa, diamo per letta la relazione, il cui testo recita: "La proposta di legge in oggetto è volta a modificare la disciplina del diritto d'accesso dei consiglieri regionali prevista dall'articolo 19 dello Statuto della Regione Piemonte nonché quella prevista dagli articoli 28 e 37 in materia di nomine di competenza regionale.
Per quanto concerne la modifica all'articolo 19 si osserva che il diritto d'accesso del consigliere è finalizzato al pieno svolgimento delle funzioni assegnate al Consiglio regionale, non è legato ad un interesse personale del consigliere stesso che richiede l'accesso a documenti o informazioni, bensì alla cura di un interesse pubblico connesso al mandato conferito e alla funzione di rappresentanza della collettività.
Per tali motivi, l'accesso del consigliere regionale non si pu equiparare al diritto d'accesso ai documenti amministrativi riconosciuto ai cittadini per la tutela di situazioni giuridiche rilevanti, disciplinato dalla legge 241 del 1990, ma è più ampio, generale e strumentale all'attuazione del potere d'indirizzo e controllo politico-amministrativo riconosciuto all'organo legislativo regionale.
La proposta di modifica si rende necessaria in quanto si sono riscontrate difficoltà nell'interpretazione e nell'applicazione dell'articolo 19 dello Statuto, e si rende indispensabile comprendere in tale ambito tutti gli enti, le agenzie, le aziende, le società e le fondazioni istituite, dipendenti, controllate o partecipate anche non direttamente dalla Regione.
Si propone pertanto la riformulazione dell'articolo 19, comprendendo al comma 1, oltre alle informazioni e ai documenti connessi all'attività della Regione che i consiglieri hanno diritto di ottenere, anche i dati e i provvedimenti, tra cui gli atti "preparatori" in essi richiamati.
Si propone inoltre l'inserimento di un secondo comma in cui si esplicitano le modalità d'esercizio del diritto d'accesso, attraverso la visione e l'estrazione di copia degli atti che il consigliere ritiene utili ai fini dell'espletamento del proprio mandato e si precisano i soggetti nei cui confronti si può esercitare tale diritto: Giunta regionale; uffici della Regione; enti istituiti, controllati, dipendenti o partecipati, anche non direttamente, dalla Regione; agenzie, aziende, società e fondazioni istituite, controllate, dipendenti o partecipate, anche non direttamente dalla Regione; concessionari di pubblici servizi regionali; enti che svolgono attività o funzioni nelle materie di competenza regionale sottoposti alla vigilanza o al controllo della Regione.
Al comma 3, infine, si amplia il contenuto dell'attuale comma 2 dell'art. 19, dando facoltà al consigliere non soltanto di "prendere visione" ma anche di "esercitare il diritto d'accesso sugli atti e sui documenti riservati", quindi implicitamente di ottenerne copia. Si ritiene che non possa essere opposta alcuna limitazione derivante dalla natura riservata degli atti, in quanto il consigliere regionale è già vincolato all'osservanza del segreto nei casi determinati dalla legge.
Il diritto di accedere alle informazioni necessarie per l'espletamento del mandato consiliare viene ulteriormente ampliato anche attraverso la modifica all'art. 28 dello Statuto.
Con detta modifica inoltre si intende rafforzare il rapporto fra il Consiglio regionale ed i soggetti nominati o designati dalla Regione o da Enti, agenzie, aziende, società e fondazioni ove istituite, controllate dipendenti o partecipate, anche non direttamente, dalla Regione stessa.
Ciò attraverso la previsione della facoltà attribuita alle Commissioni permanenti e speciali, competenti per materia, d'audire i soggetti nominati o designati, rafforzando il ruolo d'indirizzo e controllo del Consiglio regionale.
Anche la modifica all'art. 37 dello Statuto, prevedendo che la Giunta regionale e il suo Presidente comunichino, entro dieci giorni, al Consiglio regionale le nomine (o designazioni) effettuate si colloca nell'ottica di rafforzare il potere di controllo del Consiglio regionale sull'attività dei soggetti nominati e, al contempo, genera un maggior raccordo con la Giunta regionale".
Essendo il punto un iter di modifica statutaria, il percorso, ai sensi dell'articolo n. 101 dello Statuto della Regione Piemonte, è il seguente: in prima lettura, approvazione dalla maggioranza assoluta e ci possono essere gli emendamenti; in seconda lettura, intervallo non minore di due mesi, quindi quella proposta non può essere trattata prima di due mesi dalla prima lettura, non sono ammessi emendamenti e il testo deve essere approvato a maggioranza assoluta.
Successivamente, se l'iter prosegue secondo quanto stabilito dallo Statuto della Regione, c'è la pubblicazione per fase notiziale; se entro tre mesi non viene richiesto il referendum, pubblicazione sul BUR (Bollettino Ufficiale della Regione) e naturalmente a quel punto segue la numerazione della legge statutaria.
Questo è l'iter previsto nel caso in cui la proposta di legge ha come obiettivo la modifica statutaria.
La proposta di legge n. 581 e presentata praticamente da tutto l'Ufficio di Presidenza.
La parola al Consigliere Vignale, sull'ordine dei lavori.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Chiedo un'inversione dell'o.d.g., per un aspetto tecnico: ai sensi di quando è previsto dal nostro Statuto, credo che mettendo in votazione il punto 6) all'o.d.g., rischiamo di non raggiungere il numero che ci consente di approvare la norma.
Pertanto, chiedo al Presidente di anticipare l'esame del punto 7), con la disponibilità, eventualmente, di sospendere e votare (tanto questa è una legge condivisa). Solo che rischiamo di dover attendere 60 giorni, qualora non ci fosse il numero sufficiente.



PRESIDENTE

Grazie della segnalazione, Consigliere Vignale, ma in base, appunto, a quanto previsto dal nostro Regolamento, la maggioranza è 32. Attualmente ci sono 37 Consiglieri che hanno firmato. Il numero legale è 27, ma la presenza è 37.
Quindi, se non ci sono altre considerazioni, che si possono condividere o meno, in base al nostro Regolamento ci sono le condizioni per poter trattare la proposta di legge, a maggior ragione, essendo come anche lei affermava, una proposta condivisa.
Ci sono interventi sulla proposta del collega Vignale?



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Vignale, finita la prima lettura, in base a quanto previsto dal nostro Statuto, devono decorrere due mesi dalla prima lettura alla seconda lettura. Cioè, se noi in questo momento approviamo il testo, per due mesi non può essere trattato, in base all'articolo n. 101 dello Statuto. Forse, ero stato poco chiaro nella lettura dell'iter.
Approfitto per rileggere l'iter, che non è usuale, dei lavori del nostro Consiglio, perché raramente trattiamo proposte di legge che modificano lo Statuto. Quindi, l'iter della modifica statutaria, ai sensi dell'articolo 101 dello Statuto è il seguente: in prima lettura approvazione a maggioranza assoluta e possono essere presentati degli emendamenti; in seconda lettura, con un intervallo non inferiore ai due mesi, non è possibile presentare emendamenti e l'approvazione deve essere a maggioranza assoluta.
Poi ci sono le fasi successive: pubblicazione della fase notiziale, tre mesi per poter richiedere un eventuale referendum, dopodiché può essere pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione.
A questo punto, mi sembra che ci sia la condivisione di tutti i colleghi presenti. Possiamo proseguire con la proposta di legge n. 581.
Non ci sono richieste di interventi in sede di discussione generale.
Pertanto, passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
La votazione non è valida.
Colleghi, è stato raggiunto il numero legale, (fissato a 27, hanno votato 28 Consiglieri) ma non il quorum previsto per le modifiche statutarie, che è di 32.
Constatato il mancato raggiungimento del quorum necessario, ai sensi dell'articolo 101, comma 1 dello Statuto, la votazione sarà ripetuta fra mezzora.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! evidente, colleghi, che il Consiglio riprenderà tra trenta minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.42 riprende alle ore 16.12)


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "Petratti" di Montechiaro d'Asti (AT)

Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ad una rappresentanza di cittadini del Comitato per la costituzione di Mappano Comune


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo i nostri lavori salutando i docenti e gli studenti della Scuola elementare "Petratti" - la classe quinta - di Montechiaro d'Asti in visita a Palazzo Lascaris, e i cittadini del Comitato per la costituzione di Mappano Comune (che, peraltro, hanno già incontrato alcuni Consiglieri regionali: il tema che li riguarda è iscritto al punto 10) all'o.d.g), ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di legge n. 581, inerente a "Modifica agli articoli 19, 28 e 36 della legge regionale statutaria 4 marzo 2005, n. 1 'Statuto della regione Piemonte'" (seguito)


PRESIDENTE

Dobbiamo ripetere la votazione sull'articolo 1, relativamente alla proposta di legge n. 581 "Modifica agli articoli 19, 28 e 36 della legge regionale statutaria 4 marzo 2005, n. 1 'Statuto della regione Piemonte'" di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ricordo che il numero legale al momento è 29, ma, trattandosi di una modifica statutaria, sono necessari almeno 32 voti. L'iter corretto prevede, in prima lettura, la presentazione di eventuali emendamenti, non più possibili in seconda lettura, che deve avvenire non prima di due mesi dalla votazione della prima. Successivamente, prima di pubblicare la legge licenziata dal Consiglio sul Bollettino Ufficiale della Regione, devono trascorrere altri tre mesi per la possibilità di un eventuale referendum Procediamo, quindi, con la ripetizione della votazione dell'articolo 1 della proposta di legge n. 581.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
Prima di passare al voto dell'intero testo, faccio presente che per un problema di coordinamento tecnico alla lettera f) del comma 2 dell'articolo 19 dello Statuto, come sostituito dall'articolo 1, comma 1 della proposta di legge n. 581, le parole "enti e società" sono sostituite dalle parole "enti, agenzie, aziende, società e fondazioni". Ringrazio gli Uffici per l'accortezza.



(L'Assemblea, tacitamente, prende atto)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi, per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Intervengo non tanto per annunciare quello che sarà, ovviamente, un voto positivo (vista anche la votazione dell'articolato), quanto per suggerirci - era un po' che non rileggevo questa legge - che nel modificare, estendere e chiarire il diritto di accesso dei Consiglieri regionali ai sensi dello Statuto, come facilitazione della lettura della legge n. 241/1990, che è la legge madre cui questa norma regionale in modifica statutaria fa riferimento, alcuni di noi si domandavano se non valesse la pena (ove la risposta fosse sì, con quale iter?) ragionare dell'estensione degli stessi diritti per i cittadini.
Molto spesso noi lamentiamo o sentiamo lamentele, non sempre del tutto infondate (anzi) sul fatto che le istituzioni hanno, nella gestione delle loro procedure, una tendenza non superficiale alla non trasparenza, vera che sia o ritenuta.
Mi domandavo - e nel domandarmelo, evidentemente, diventa una domanda retorica, perché, per quanto mi riguarda, la risposta è evidentemente sì se non valesse la pena (in questo caso, evidentemente, è l'Ufficio di Presidenza che in qualche modo si è fatto attore di questa legge e della gestione del consenso attorno ad essa) riflettere di analoga estensione ai sensi della legge n. 241/1990. Per procedere alle proposte necessarie, se non ricordo male, servono delle prese di posizione dei Consigli regionali di un certo numero di Regioni, onde questa diventi una proposta di legge idonea per il Parlamento e non semplicemente una proposta di iniziativa popolare. Un po' come facemmo alcune legislature fa per un'applicazione delle leggi Bassanini, che videro una serie di Regioni attrici contestualmente, di quanto loro competeva non soltanto in attuazione, ma anche in sede propositiva.
Credo che i cittadini, sia che ne siano consci o meno, dovrebbero avere gli stessi diritti che abbiamo noi.
Questo aumento di trasparenza (o di ipotesi di trasparenza) potrebbe essere non solo un segnale della Regione Piemonte ai cittadini piemontesi ma anche a quelli di tutte le regioni che volessero farsene carico.
Ciò detto, confermo il voto positivo del nostro Gruppo in merito alla modifica di questi articoli della legge statutaria.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Burzi, non solo per l'intervento ma per il contenuto dello stesso, che merita una riflessione.
Talvolta, occorrerebbe più attenzione e maggiore riflessione sui vari punti del nostro Statuto.
La ringrazio, collega Burzi, per la condivisione, oltre che per l'intervento sul tema specifico.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione l'intero testo di legge.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio approva.
L'Aula è sovrana e con questa votazione ha dimostrato che anche lo Statuto si può modificare.


Argomento: Sistema informativo regionale

Esame proposta di legge n. 132, inerente a "Norme in materia di pluralismo informatico sulla adozione e la diffusione del software libero e sulla portabilità dei documenti informatici nella Pubblica Amministrazione"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame alla proposta di legge n. 132, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Il progetto di legge si pone l'obiettivo di favorire il pluralismo informatico, garantire l'accesso e la libertà di scelta nella realizzazione di piattaforme informatiche ed eliminare ogni barriera dovuta a diversità di standard, anche attraverso l'incentivazione di attività formative e di ricerca.
Infatti, nel quadro del crescente sviluppo che le tecnologie dell'informatica e della comunicazione hanno conosciuto negli ultimi decenni, sta assumendo sempre maggiore rilevanza la recente diffusione di programmi liberi, in grado di assicurare legalmente, a tutti gli utenti, la possibilità di eseguire, copiare, modificare, migliorare e distribuire il software.
Più precisamente, sono quattro le libertà fondamentali che il cd.
"software libero" garantisce agli utenti: la libertà di eseguire il programma, senza vincoli sul suo utilizzo; le libertà di studiarne il funzionamento, adattandolo alle proprie esigenze, e di ridistribuirne copie nonché la libertà di migliorare il programma stesso, diffondendone le evoluzioni.
Per poter dare concreta attuazione alle su indicate libertà si rende necessaria, in via preliminare, l'accessibilità al cd. codice sorgente, che costituisce l'insieme delle istruzioni su cui si fonda ciascun programma informatico.
Uno dei cardini principali della proposta di legge è la progressiva introduzione nel sistema informatico delle strutture regionali di programmi a sorgente aperta, dei quali, cioè, l'Amministrazione regionale abbia la disponibilità del codice sorgente.
Invero, duplice è lo scopo perseguito da tale proposta di legge. Da un lato, come già accennato, essa si prefigge di promuovere il pluralismo informatico, sia privilegiando l'adozione nel sistema regionale di nuovi strumenti sia mediante la contestuale eliminazione delle barriere dovute alle diversità di standard, servite sinora a garantire condizioni di monopolio sul mercato dei software; dall'altro, la legge si pone il conseguente obiettivo della riduzione dei costi per le licenze dei pacchetti applicativi, che incidono pesantemente sulla spesa che la Regione sostiene per la realizzazione e la gestione delle reti informatiche.
Infatti, tali programmi non comportano il pagamento di licenze d'uso.
Tuttavia, appare opportuno precisare che il concetto di software libero (free software) non coincide con quello di software gratuito (freeware).
Malgrado la maggior parte del software libero sia anche gratuito, la sua definizione non pone vincoli di prezzo riguardo alle operazioni di copia distribuzione o sviluppo dei programmi.
Inoltre, come ha riconosciuto lo stesso Ministro per l'innovazione e le tecnologie, molteplici sono i vantaggi tecnici ed economici derivanti dall'introduzione del software libero nella pubblica amministrazione.
Il suo utilizzo consente, infatti, sia di guadagnare in efficienza e velocità di innovazione sia, come già affermato, di far conseguire all'Amministrazione regionale un risparmio cospicuo.
La significativa contrazione degli investimenti destinati al continuo aggiornamento dei pacchetti di software, resi necessari dalla frequente incompatibilità fra versioni precedenti e versioni successive dello stesso prodotto anche in presenza di marginali differenze funzionali sussistenti fra le stesse, permette di liberare importanti risorse da destinare all'adozione di soluzioni informatiche alternative a quelle sinora impiegate, in grado di accelerare la diffusione di piattaforme software libere.
La ricollocazione delle somme risparmiate permette, altresì, di dirottare gli investimenti verso iniziative di formazione del personale regionale e nei servizi di assistenza informatica.
Investire sul software libero può, inoltre, produrre ricadute di rilevante impatto economico sulle imprese di servizi informatici presenti sul territorio regionale, promuovendo in tal modo anche l'economia piemontese.
Inoltre, non trascurabili sono i vantaggi di natura tecnica evidenziati dalla direttiva 19 dicembre 2003 del Ministro per l'innovazione e le tecnologie in materia di 'Sviluppo ed utilizzazione dei programmi informatici da parte delle Pubbliche Amministrazioni': il software libero in quanto strumento di sviluppo e trasferimento tecnologico, consente un maggior scambio di informazioni tra le amministrazioni, attraverso la trasferibilità delle soluzioni acquisite nonché l'interoperabilità e la cooperazione applicativa tra le stesse.
Proprio allo scopo di perseguire tali obiettivi, la proposta di legge promuove la predisposizione di futuri capitolati d'appalto che, oltre a non escludere dalla partecipazione alle gare tutti coloro che intendono proporre l'uso del software libero, comprendano clausole contrattuali che contemplino la possibilità di trasferire la titolarità delle licenze d'uso ad altre amministrazioni senza oneri aggiuntivi o che permettano il riuso dei programmi sviluppati anche su altre piattaforme.
Passando più in dettaglio all'esame dell'articolato, si evidenzia che la presente proposta di legge si compone di 12 articoli.
Articolo 1: enuncia le finalità della legge, diretta a incentivare il pluralismo informatico, attraverso l'accesso e la libertà di scelta nella realizzazione di piattaforme informatiche, nonché abbattendo ogni barriera dovuta a diversità di standard e favorendo la diffusione del software libero, a partire dalle strutture regionali.
Articolo 2: definisce cosa si intende, ai fini dell'applicazione della legge, per licenza di software libero, software libero, programma per elaboratore a codice sorgente aperto, software proprietario e formato di dati liberi.
Articolo 3: esplica il contenuto del cd. 'diritto allo sviluppo portabile'.
Articoli 4 e 5: impegnano l'Amministrazione regionale ad avvalersi, nel rispetto della vigente normativa statale in materia di accesso e di protezione dei dati personali, di programmi per elaboratore a codice sorgente aperto sia per la diffusione in formato elettronico di documenti sia per il trattamento elettronico di dati personali. Infatti, solo dalla disponibilità del codice sorgente discende l'effettiva conoscenza di tutte le funzionalità del software ed è possibile garantire la sua sicurezza informatica.
Articolo 6: impone alla Regione di utilizzare, nella propria attività programmi di software libero ovvero programmi dei quali detenga il codice sorgente.
Articolo 7: riconosce l'importanza del software libero nella pubblica istruzione e favorisce il recepimento dei principi della legge nelle scuole e nei programmi didattici.
Articolo 8: prevede l'incentivazione di attività di ricerca e sviluppo di programmi software a licenza libera da parte di enti pubblici o privati.
Articolo 9: istituisce presso la Regione uno specifico Fondo per lo sviluppo del software libero.
Articolo 10: demanda ad apposita deliberazione della Giunta regionale il compito di individuare le modalità operative necessarie a dare attuazione alle misure previste dalla legge.
Articolo 11: fissa i termini per l'adeguamento delle strutture regionali e dei programmi di formazione del personale in funzione dei diversi adempimenti previsti dalla legge.
Articolo 12: reca la copertura finanziaria delle norme di cui al presente progetto di legge".
Svolgo altresì alcune considerazioni. Ormai, sono decine le comunità scientifiche, che spesso vivono nell'ombra, che lavorano in modo silenzioso, ma con grandissima intensità e una grande metodologia legata allo scambio di informazioni paritario, senza alcuna forma di finalità commerciale o finanziaria. Hanno costruito e continuano a costruire prodotti informatici di altissima qualità in tutti i settori, da quelli matematici a quelli finanziari, a quelli office per l'utilizzo quotidiano dall'elaborazione dei dati alla videoscrittura e videografica, utilizzando come metodo la totale disponibilità e apertura dei codici sorgente, ovvero la possibilità per chiunque, in ogni parte del mondo, di modificare quella stringa di programma secondo le necessità e modalità con cui intende utilizzarlo.
Ovviamente, questo non ha mai fatto piacere alle grandi case produttrici di software. La fortuna e l'enorme quantità di risorse che possiedono le grandi case di produzione di software è data dalla protezione da parte degli stati nazionali dei codici sorgente dei loro programmi, che permette loro ogni anno di vendere le proprie licenze non solo ai privati cittadini, ma in modo particolare all'enorme numero di pubbliche amministrazioni, che sono un pochino più costrette ad avere software licenziato e non scaricato dalla rete.
Solo due anni e mezzo fa abbiamo speso qualcosa come due milioni e mezzo di euro in licenze, mentre l'aggiornamento delle licenze dei computer della Regione Piemonte è costato circa cinque miliardi delle vecchie lire così cominciamo a capire le dimensioni del fenomeno.
Sostanzialmente, con questa legge proponiamo che la Regione, con una certa gradualità, senza rivoluzionare nulla nell'immediato, proceda a trasformare gli attuali software proprietari - di proprietà di Microsoft piuttosto che di Sun o di qualche altra grande software house internazionale - in software libero, cioè senza royalties e protezioni licenziatarie. Questo permette non solo di risparmiare sul costo della licenza, ma di incentivare comunità scientifiche e tecnologiche già residenti sul nostro territorio, che avrebbero la possibilità di venire alla luce per creare sistemi di impresa territoriali. La ricchezza dell'idea è data dalla licenza che è libera; quindi, l'assenza di una royalty sulla produzione dell'idea genera l'indotto, che segue la gestione e manutenzione di questo software, cioè l'applicazione pratica. Il CSI ha già settori specifici che da anni sviluppano prodotti che hanno come core la totale libertà dei codici sorgente.
necessario fare emergere i tanti programmatori che agiscono sul nostro territorio, ad esempio le tante comunità legate a Linux, che con questa nostra iniziativa potrebbero costruire veri e propri elementi di impresa, creando lavoro e sviluppo nel settore, favorendo altresì la costruzione, per quanto riguarda la nostra Regione, ma anche Comuni Province e Comunità montane, di software dedicati, studiati territorialmente, che possono corrispondere maggiormente alle esigenze amministrative e gestionali dei nostri enti. Contestualmente faciliterebbero la penetrazione nel mercato privato di questi prodotti informatici, che ridurrebbero drasticamente il costo delle licenze, che ricordo essere altissimo, favorendo comunque la creazione sempre più vasta di una comunità scientifica utile allo sviluppo del nostro territorio.
Questa è l'idea fondamentale che ha ispirato la presentazione della legge, che ci guida nell'aiutare centinaia di coloro che da anni operano in questo settore, che da sempre sono vessati dalle grandi case di produzione di software, che non hanno mai visto riconosciuta la loro professionalità competenza e profonda conoscenza delle piattaforme informatiche libere. In qualche modo, adesso gli verrebbe riconosciuta la possibilità di venire alla luce, mettersi in mostra e produrre idee che possano essere utilizzate dall'intera comunità piemontese, affinché collegarsi con il lavoro svolto in eguale misura in altre realtà del paese e del nostro pianeta. Tale attività permette la connessione di competenze e comunità scientifiche garantendo la portabilità del dato, ovvero la possibilità che quest'ultimo possa essere da chiunque usato, rielaborato, ridisegnato e riformulato senza avere l'obbligo di passare attraverso il filtro della multinazionale che gestisce la licenza informatica.
Il mondo sta andando in questa direzione, colleghi. In ogni parte del pianeta questo settore si sta sviluppando enormemente. I Paesi che hanno prodotti interno lordi molto più avanzati del nostro e che stanno correndo molto più di noi, come l'India e come la Cina, da anni utilizzano piattaforme libere. Questo ha permesso, in quelle realtà, di fare emergere le comunità scientifiche che sarebbero state compresse e schiacciate dai piani industriali e aziendali delle grandi multinazionali.
Tempo fa, parlando con un dirigente di una grande multinazionale di software che lavora in campo internazionale, sono venuto a conoscenza di come facevano a selezionare i programmatori più bravi. Ogni programmatore firma la propria stringa di programma con un nome, tutte le grandi multinazionali del software hanno il personale dedicato a leggere queste stringhe e quando vedono idee innovative, geniali e nuove, immediatamente contattano il programmatore che l'ha scritta e gli fanno l'offerta commerciale per andare a far parte della squadra.
Se, invece di cedere a una società di Seattle, piuttosto che ad una di Londra, piuttosto che ad una di Bruxelles questi cervelli e queste competenze, noi potessimo incentivarli a restare in questa regione, a creare sistema di impresa in questa regione, a entrare in relazione con il nostro sistema informatico pubblico e a creare impresa qua, non sarebbe meglio, colleghi? Io dico di sì. Questa non è una proposta di legge bolscevica, è una proposta di legge liberale che punta a sostenere la capacità, la volontà e la voglia di fare dei nostri migliori cervelli che operano in questa regione e in altre realtà del Paese, e che oggi non hanno la possibilità di mettersi in mostra, di poter raccontare e di far valere il lavoro che fanno.
Credo che questa legge possa essere sostenuta da tutti senza nessun tipo di appartenenza di parte, maggioranza o minoranza. È una legge utile necessaria, moderna e che guarda al futuro e non al passato.
Credo che il compito di una Regione come la nostra sia proprio quello di favorire il futuro e di agevolarlo perché sia il più utile, plurale e aperto possibile a tutti coloro che hanno delle idee e delle possibilità e che vogliono attuarle da noi senza dover scappare da un'altra parte.
Grazie.



PRESIDENTE

Passiamo al dibattito generale sul provvedimento. Avendo citato una proposta liberale, non avevo dubbi che il Consigliere Burzi si sottraesse ad intervenire su una citazione del genere da parte del collega Robotti.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Mi sottraggo. Mi sottraggo e mentre mi sottraggo, faccio una richiesta più semplice. Siccome non capita molto spesso che in quest'Aula si discuta di un disegno di legge proposto da un Consigliere, in questo caso, di maggioranza (siamo più abituati, si fa per dire, a discutere disegni di legge proposti, come la logica vuole, dalla Giunta), non credo sarebbe inutile - data la complessità del tema che il collega Robotti ha, con grande passione, qui illustrato - andando al di là della mera lettura della sua relazione, se l'Assessore competente volesse darci, qualora lo ritenesse opportuno, l'opinione della Giunta in materia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore alle telecomunicazioni

Nell'esprimere il punto di vista della Giunta non voglio fare ovviamente, chiose ai punti di vista liberali del Consigliere Robotti e non mi permetterei mai. Faccio solo qualche piccola premessa, che consente anche di inquadrare la proposta di legge del Consigliere Robotti nel quadro generale non tanto delle politiche ma della cultura del software libero in Piemonte.
Occorre ricordare che questa Regione ha avuto storicamente un ruolo di ricerca, sperimentazione e promozione molto importante per quanto riguarda il software libero e, più recentemente, in un campo di applicazione un po' più aperta e generale, che è in quella cosiddetta proprietà libera da diritti. Su questo, cito alcune figure accademiche e non (per chi è interessato alla materia) largamente note come il professor Angelo Meo attuale presidente dell'Accademie delle Scienze, il professor Juan Carlos De Martin, il professor Luca Ricolfi, che sono stati punti di riferimento nazionali e internazionali e le loro iniziative accademiche e non hanno visto il finanziamento, il sostegno e l'adesione dell'Amministrazione regionale non solo in questa legislatura, ma in parte anche di quella precedente.
Quindi, il disegno di legge del Consigliere Robotti si inscrive in un quadro generale culturale di sensibilità del nostro territorio già ampiamente fertile.
Inoltre, credo che occorra fare una precisazione, perché molto spesso quando si parla di software libero si rischia di incorrere in qualche ambiguità o non completa comprensione dei termini.
Il disegno di legge, per come è strutturato, non impone alcun vincolo o obbligo all'Amministrazione regionale, ma semplicemente definisce un quadro di norme che dà un ruolo importante all'Amministrazione regionale nell'incentivare e sollecitare al proprio interno, ma anche in generale nel sistema piemontese, l'utilizzo di software a sorgente aperta.
Ricordo, e lo ricordo anche all'amico Robotti, che già da tempo e con atti che sono stati confermati in questa legislatura, ma che erano in parte della legislatura precedente, la Regione su una serie di applicazioni di uso interno ha cominciato ad abbandonare il software proprietario. Questo è contabilizzato in risparmi annuali crescenti, ma che l'anno scorso ammontavano a circa 550 mila euro. Questo per dire che il disegno di legge interviene a chiarire, normare e definire un quadro di regole che sono già state in parte maturate da un quadro culturale, sperimentale, di riflessione e di ricerca che in Piemonte ha forse la punta più alta sul panorama nazionale.
Non l'ha detto il Consigliere Robotti, e spero che non censuri il mio intervento, ma le grandi company del software mondiale oggi sono le prime ad avviare una riflessione molto seria sull'utilizzo del software libero da programmi, nel senso che, come si dice oggi, il modello di business sta cambiando: non più la vendita di licenze ma la vendita di servizi e di continua innovazione sulle applicazioni che le company del software mettono sul mercato.
Noi stiamo parlando di una questione che riguarda la messa a disposizione libera della grammatica, cioè le parole, i termini e i vocabolari diventano di pubblico dominio. Ovviamente, i prodotti , le applicazioni, le narrative che derivano dall'utilizzo di questi vocabolari sono oggetto di transazione di prezzi di mercato. Quindi, il giudizio della valutazione della Giunta sul disegno di legge, con alcune osservazioni che ho già fatto in Commissione quando discutemmo a suo tempo dell'articolato e che sono state recepite negli articoli che abbiamo di fronte oggi, è un giudizio positivo che deriva da queste tre considerazioni che ho esposto.
Finalmente dà norma ad un quadro di sensibilità che è nato spontaneamente dal basso e che è molto forte nella nostra Regione.
Secondo: aiuta un percorso della Pubblica Amministrazione che è già in corso e che già qualche parziale risultato ha dato.
Terzo: in qualche modo interpreta una tendenza del mercato, che non è più solo una tendenza delle piccole factory o dei piccoli singoli programmatori, ma che è una tendenza ormai generale a livello planetario cioè mettere a disposizione di tutti la grammatica per generare processi sempre più innovativi sulle applicazioni.
Quindi, veniva chiesta una valutazione complessiva della Giunta. La valutazione complessiva della Giunta su questo disegno di legge è positiva.
Poi valuteremo articolo per articolo se saranno necessari emendamenti o integrazioni. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo sostanzialmente condivide le finalità della legge. Vi sono però alcuni aspetti che andrebbero chiariti per far sì che la legge e in particolar modo alcuni articoli - non rimanga una pura enunciazione di principio. Considerando che oggi i programmi liberi esistono e sono utilizzabili, un conto è suggerire - come recitano gli articoli 6, 7, 8 e 9 per esempio alle istituzioni scolastiche piuttosto che agli Uffici regionali, l'utilizzo del software libero. Altra cosa è l'incentivazione alla ricerca e allo sviluppo. Temiamo che, relativamente invece a quelli che sono gli aspetti legati a programmi che hanno invece una tutela, quanto previsto dall'articolo 4, comma 2 il dettato di legge non sia sufficiente.
Dove in quel punto si dice: "In caso di ricorso a formati proprietari la Regione motiva analiticamente le ragioni per le quali è impossibile convertire gli stessi dati in formati liberi e rende disponibile anche una versione più vicina possibile agli stessi dati, in formato libero".
Questo è certamente un aspetto che, in qualche modo, è attuabile, ma lascia aperta una possibilità di scelta relativamente ai programmi che è amplissima.
Io non sono un esperto, ma chiunque s'intenda un po' di informatica sa che utilizzando le "grammatiche", in realtà ogni programmatore pu utilizzare un software libero esistente con i programmi di cui necessita.
Indubbiamente, siamo ormai abituati, con il monopolio del pacchetto Office, ad utilizzare alcune tipologie di programmi, per cui ci è più facile utilizzare il tal pacchetto di posta piuttosto che l'altro o il tale formato di calcolo piuttosto che un altro, anche se in realtà sono assolutamente simili ad altri formati liberi.
L'aspetto più interessante per quanto ci riguarda è però l'articolo 11 cioè la parte attuativa della legge: "Entro sei mesi dall'approvazione della presente legge, la Regione adegua le proprie strutture secondo quanto previsto all'articolo 5" e "Entro dodici mesi... gli enti dipendenti dalla Regione" fanno altrettanto.
Occorrerebbe comprendere se è condivisibile che una proposta del Consigliere Robotti, (presentata e licenziata in Commissione, ed ora all'esame dell'Aula), raccolga il favore della maggioranza, costretta a non respingere una proposta di un Consigliere di maggioranza, e divenga attuativa con l'appoggio della Giunta. Per questo ci sembra importante l'articolo 11.
Diversamente, potrebbe invece rientrare in una filosofia che la Giunta regionale intende seguire, in un'ottica che non riguardi soltanto l'acquisto del software, ma l'utilizzo dell'accesso al mondo dell'informatica e i servizi ad esso correlati.
evidentemente anomalo che un Consiglio regionale sponsorizzi ed approvi una norma che, come dicevo, è condivisa soprattutto rispetto a propositi generali, e poi non si pronunci rispetto al CSI.
Tant'è che con il collega Robotti le riflessioni che abbiamo fatto magari non in modo formale, riguardavano l'uno e l'altro. Mi spiego. Da una parte c'è un aspetto liberale, di minore spesa, di praticità, di contratti di monopolio - chiamatelo come volete - di utilizzo dei sistemi informatici e, dall'altra, continuiamo a mantenere un ente dal gran numero di dipendenti, assolutamente monopolistico nei confronti del mercato e con costi in alcun modo non paragonabile con quelli di mercato.
Possiamo anche votare la legge e continuare a mantenere lo stesso tipo di rapporto, di convenzioni, di modalità di sistema del CSI. Per cui paghiamo il CSI, che fa svolgere il lavoro da terzi e lo rivende a noi. Questo non accade sempre, ma in moltissimi casi.
Ma va bene lo stesso: non confligge con la legge...
Concordo sul fatto che il CSI non sia l'unica partecipata regionale ad operare un certo monopolio rispetto ad altri; però, visto che parliamo di informatica e di uso libero dei programmi, apparirebbe anomalo che un Consiglio regionale si doti di una buona legge di libertà - o liberale nell'utilizzo di programmi di minore spesa e poi continui a mantenere un...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Vignale. Colleghi, capisco che il tema possa non appassionare...



VIGNALE Gian Luca

Devo dire che, al di là dell'attenzione, che non pretendo, attimi di silenzio come questo, nel sindacato ispettivo, ce li sogniamo... Per ripeto, appaiono un po' anomale queste due modalità di interpretazione: da una parte si è estremamente liberali, dall'altra fortemente monopolistici.
Con ciò l'articolo 11, quando prevede al comma 2 che anche "gli enti dipendenti dalla Regione adeguano le proprie strutture secondo quanto previsto dall'articolo 4", significa se non altro che bisogna ricominciare a pensare, cioè non è sufficiente comprare un pacchetto e rivendercelo.
Almeno bisogna motivare perché non si è comprato e si è rivenduto e non si è utilizzato un programma libero da elaboratori che dovrebbero fare questo di mestiere, che in alcuni casi fanno, in molti altri no, non ovviamente per responsabilità del singolo dipendente, ma credo per incrostazioni decennali di una visione delle strutture partecipate, in questo caso della maggiore - se non fosse altro come numero di dipendenti - della nostra Regione.
Le valutazioni sono sostanzialmente positive rispetto alla norma. Ci auguriamo che non sia soltanto la proposta del collega Robotti, che comunque se diventa legge, diventa legge del Consiglio regionale e come tale va attuata.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento sul dibattito generale passiamo ad esaminare l'articolato.
ARTICOLO 1 Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 2) presentato dal Consigliere Robotti: Art. 4, punto 2, capo I il punto viene riscritto: "In caso di ricorso a formati proprietari, la Regione motiva le ragioni delle proprie scelte e rende disponibile anche una versione più vicina possibile agli stessi dati, in formato libero".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 3) presentato dal Consigliere Robotti: Si propone di cancellare al punto 4 dell'art. 6 del capo II la parola "analiticamente".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 4) presentato dal Consigliere Robotti: Art. 10, punto 1, capo IV al punto 1 togliere le parole "di categoria".
Tale emendamento è ritirato e sostituito dal seguente: Emendamento n. 4 bis), presentato dal Consigliere Robotti: All'articolo 10, comma 1, l'espressione "sentite le associazioni di categoria maggiormente rappresentative" è sostituita dall'espressione "sentite le associazioni maggiormente rappresentative in ambito informatico".
Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4 bis.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 10, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Robotti: L'articolo 13 è così sostituito: "Art. 13 (Norma finanziaria) 1. Per il finanziamento delle imprese, degli enti pubblici e privati e degli istituti scolastici che favoriscono lo sviluppo del software libero nell'esercizio finanziario 2009, all'istituzione di un fondo regionale pari a 500.000,00 euro, in termini di competenza e di cassa, e iscritto nell'ambito dell'unità revisionale di base (UPB) DB08981 (Programmazione strategica, politiche territoriali ed edilizia Collaborazioni direzione Titolo I spese correnti) si fa fronte con le dotazioni finanziarie dell'UPB DB09011 (Risorse finanziarie Bilancio Titolo I spese correnti) del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2009.
2. Per il biennio 2010-2011 si provvede alle spese di cui al comma 1, in termini di competenza, con le risorse finanziarie individuate secondo le modalità previste dall'articolo 8 della legge regionale 11 aprile 2001, n.
7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte) e dall'articolo 30 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (Legge finanziaria per l'anno 2003)".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Essendo l'emendamento rubricato n. 1 interamente sostitutivo dell'articolo 13, il voto è esteso all'intero articolo 13 nella sua nuova formulazione.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Sarò rapidissimo.
Innanzitutto volevo ringraziare l'Assessore Bairati, dal quale ho ricevuto una grandissima collaborazione nel definire questa proposta di legge, e anche uno dei suoi collaboratori - non so se lavora ancora con lui il dottor Schiavi, che è stato assolutamente cortese, disponibile e paziente nella stesura del testo definitivo della proposta di legge.
Altresì ringrazio le decine di operatori e ricercatori che operano nel campo del software libero, con i quali, ormai due anni e mezzo fa, abbiamo iniziato un percorso, nella loro totale desolazione, perché nessuno li ascoltava e li riteneva credibili per poter affrontare questa tematica.
Invece, hanno dimostrato una grande maturità nel saper affrontare le difficoltà nel definire una legge così complessa, anche in rapporto con le necessità della Giunta e degli altri Gruppi consiliari; hanno saputo raccogliere nuove competenze e conoscenze rispetto a questo mondo, che sono sicuramente utili per loro, per poter affrontare le potenzialità che questa legge offrirà loro e agli altri che operano in questo ambito.
stata una esperienza bella, lunga e difficile, ma importante; credo sarà un ottimo strumento di lavoro per la nostra Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Il numero legale è sempre 30.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 35 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale, sull'ordine dei lavori.



VIGNALE Gian Luca

Solo per il futuro, così anche noi sapremo come comportarci, volevo comprendere se in quest'Aula vale il voto per delega, perché, se vale, noi come altri colleghi, stiamo fuori, mettiamo la testa dentro e un collega vota per noi.
Non abbiamo detto nulla durante la votazione appositamente, fatecelo sapere, perché, se vale, anche noi, così come altri, invece di stare puntualmente seduti al nostro posto, ci allontaniamo, facciamo i fatti nostri, poi facciamo presente con la manina che siamo metaforicamente seduti e fisicamente, invece, il compagno di banco vota per noi. Fatecelo sapere, così potremo comportarci di conseguenza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
In quest'Aula il voto per delega non è ammesso dal Regolamento, né il voto elettronico con impronte digitali, non avendo al momento la necessità pur essendo una proposta che ho condiviso, anche non essendo parlamentare.
La prego, ringraziandola in anticipo, di voler segnalare alla Presidenza del Consiglio situazioni che potessero essere considerate voto per delega, insomma, né con la manina né con altro.
Invito i colleghi a votare rimanendo al proprio posto perché altre modalità non sono ammesse. La ringrazio comunque, la prego di segnalare alla Presidenza situazioni del genere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, volevo informare i colleghi Consiglieri, anche se credo lo sappiano tutti, che domani un milione e 400 mila cittadini piemontesi riceveranno dalla Regione Piemonte il riassunto dell'attività svolta da quest'ultima nell'anno 2008.
A parte che vorrei conoscere come è possibile che la Regione Piemonte sia in possesso di un milione e 400 mila mail in Piemonte, ovviamente tutte corredate di autorizzazione all'uso per la privacy - lei capisce che è un po' difficile raccogliere un tale numero di autorizzazioni! - la caratteristica di questa notizia è data - dicono gli uffici della Giunta regionale - dal fatto che tale scelta di modalità di informazione del Piemonte sull'attività della Giunta risponde ad una priorità: raggiungere la maggior parte dei cittadini, che può costare molto poco, tant'è che si dice circa 25 mila euro.
Quello che dico come Consigliere regionale, e che è compito della Regione Piemonte, è che quando si comunica l'informazione ai cittadini, ad esempio, con il nostro Bollettino ufficiale o con il giornale che edita la Regione Piemonte, si annuncia anche il parere sull'attività delle minoranze. In questo caso, invece, io, come Capogruppo, non sono stato informato e gradirei che i miei colleghi Capigruppo mi dicessero se sono stati informati e hanno dato un loro parere perché, in caso contrario assisteremmo, a meno di tre mesi dalle elezioni, ad una Giunta regionale che manda informazioni sulla sua attività esclusivamente con la sua posizione e con le sue informazioni ad un milione e 400 mila caselle di posta elettronica, senza includere quelle che sono invece le posizioni dei vari Gruppi, perlomeno del mio Gruppo di minoranza. Vorrei sapere se c'è quella dei Gruppi di maggioranza e di minoranza, liberamente e senza controllo, con un'informativa assolutamente di parte.
Caro Presidente, mi auguro che lei lo sappia, ma avrei gradito di essere informato prima che, domani, ad un milione e 400 mila piemontesi arriverà una mail con l'attività 2008 della Regione Piemonte. Avrei gradito, oltre ad esserne informato, di dare magari il mio apporto con la posizione del Gruppo, come avviene sul giornale della Regione.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Rossi, ma la Presidenza del Consiglio non è assolutamente a conoscenza di quanto lei ha appena affermato. Naturalmente sarà nostra premura chiedere informazioni. Sa benissimo che domani c'è la Conferenza dei Capigruppo dove, fra i tanti argomenti e problemi, può anche essere indicato questo.
Sempre sull'ordine dei lavori, c'era la richiesta del Consigliere Vignale. Lei è già intervenuto sull'ordine dei lavori.
In ogni modo faccia pure, ma le ricordo solo che era appena intervenuto sul problema delle modalità di votazione sulla legge.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Prendiamo atto di quest'aspetto, che conoscevamo perché la Giunta ha anche trasmesso un meraviglioso comunicato stampa per annunciare la propria iniziativa. Quindi è un'iniziativa da qualche ora di pubblico dominio, ma questa situazione risulta oggettivamente anomala per una serie di motivi.
Uno lo ricordava già il collega Rossi, e cioè utilizzare uno strumento che prevede l'autorizzazione da parte dei piemontesi a ricevere sulla propria casella di posta elettronica un'informazione da parte della Giunta regionale. Un altro aspetto riguarda i costi e, ovviamente, non è così oneroso, ma è anomalo che questo avvenga senza che ve ne sia comunicazione anche all'Ufficio di Presidenza.
Mi auguro che domani la Conferenza di Capigruppo affronti questo problema anche in un momento in cui vi sono altre elezioni che non sono elezioni regionali, ma è estremamente evidente che l'escalation della comunicazione, prevista e prevedibile - basta leggere alcune delibere - non sarà l'unica e sarà anche quella già iniziata con i veicoli 6x3 e altri strumenti pubblicitari, relativi alla comunicazione istituzionale, per modo di dire, della Giunta regionale, non sia una cosa da tacere. Mi auguro che domani la Conferenza dei Capigruppo presenti alla Giunta il problema. Oggi c'è anche l'Assessore per i rapporti con il Consiglio. Quindi immagino che l'Assessore Deorsola sia al corrente di quest'iniziativa, ma sembra che non lo sappia neanche lui. Speriamo che domani qualcuno in Conferenza dei Capigruppo ci dica qualcosa. Almeno trasferiamo questa domanda all'Assessore Deorsola, in modo tale che la nostra curiosità, al di là dei comunicati stampa, possa essere soddisfatta. È evidente che la questione ha delle grandi anomalie. Immagino sia più un protagonismo della Presidente che non altro. Anche la delibera di acquisto di questi indirizzi fa capo alla Presidente della Giunta, che fa un'iniziativa a spese dei piemontesi.
Per carità, non saranno le decine di migliaia di euro utilizzati per comprare questi indirizzi di posta che penalizzeranno il futuro dell'economia piemontese, ma certamente, in questo momento, non ci sembra una delle modalità più sobrie per cercare di dare una risposta, almeno in termini di educazione istituzionale, ai tanti problemi che hanno i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, la parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Presidente, intervengo per dire che, oltre a quello che hanno detto i miei colleghi, c'è anche un fatto importante. Io, adesso, ho in mano la mail che è stata mandata dalla Regione, che dice che sono oltre un milione e 400 mila i piemontesi che domani riceveranno per posta elettronica un report, un messaggio articolato sull'attività svolta dal Giunta regionale dello scorso anno.
Oltre alle cose che sono state dette, vorrei fare due domande. Leggo dal verbale della Giunta di ieri, proprio ieri a puntino, che il dottor Angelo Soria è stato rinominato responsabile del Settore "New media". Tale iniziativa è affidata a questo Settore.
Chiedo se c'è una relazione tra la nomina del dottor Soria di ieri al Settore "New media"; perlomeno se questa nomina, viste le note vicende poteva essere sospesa, prima di appurare tutto quello che è in corso, credo a vari livelli, e se questo abbia una relazione, visto che presumo che il Settore "New media" si occupi non della comunicazione tradizionale che come chiamava il collega Rossi, è fatta attraverso i bollettini.
Evidentemente questa è una pensata - chiamiamola così - che viene da questo Settore. Sono due atti che giungono lo stesso giorno e due domande me le faccio.
C'è una correlazione fra queste due cose, come ha giustamente chiesto il collega Vignale? Quanto è costata e quanto costerà quest'operazione? Sembra opportuno assegnare quest'operazione ad una persona che, in questo momento, perlomeno, nella Giunta di ieri, poteva essere lasciato a parte in attesa degli sviluppi di quello che è in corso? È opportuna questa nomina in un ambito che è quello di comunicazione della Regione verso l'esterno dove, evidentemente, si potrebbero anche influenzare i messaggi che passano e vanno a finire ai cittadini? Credo che questa sia una questione più seria di quanto non sia quelle del messaggio che viene mandato perché, combinazione, queste due cose avvengono contemporaneamente. Quindi, vorrei sapere quanto è costato quest'invio. Noi in merito faremo una comunicazione a tutti giornali del Piemonte per dire come vengono spesi i soldi della Regione e a quali funzionari vengono affidati. Poi faremo in modo che i cittadini piemontesi probabilmente, ne traggano le conclusioni che ritengono.
Non ci sembrava opportuna né l'una né l'altra cosa. Sono state fatte tutte e due, quindi faremo in modo di farlo sapere ai piemontesi.



PRESIDENTE

Come dicevo già prima al Consigliere Rossi, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio non era informato di questo. Domani c'è la Conferenza dei Capigruppo e sarà il momento per decidere cosa dibattere, nelle sedi e nelle forme che i colleghi riterranno, quali interpellanza, interrogazione o conferenza stampa.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Per chiedere un'inversione all'o.d.g., quindi per chiedere che non si vada in questo momento all'esame del punto 8) all'o.d.g., la proposta di deliberazione n. 430, con l'attenzione però che la scheda relativa al torrente Chiusella sul piano di tutela delle acque martedì prossimo sarà uno dei primi punti da discutere all'o.d.g. del prossimo Consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

Non ci sono le condizioni per poter trattare il punto 9), il disegno di legge n. 313, in assenza dell'Assessore Conti.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Manolino ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente.
Era proprio per dire che credo che ci sia lo spazio e il tempo per trattare il punto 10), perché ormai è da tempo immemorabile che questo punto è in attesa di una definizione. C'è in discussione anche la collegata proposta di legge della VIII Commissione, ma mi pare che questo primo passo che l'Aula consiliare dovrebbe fare si possa fare utilmente. Abbiamo tutto il tempo a disposizione per procedere alla discussione del testo unificato del disegno di legge n. 476 e della proposta di legge n. 124.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Credo che abbia ragione il collega Manolino. Abbiamo la necessità di affrontare questa tematica. Tra l'altro, su questa tematica noi abbiamo anche un'altro provvedimento costruito appositamente e relativo al tema del Comune di Mappano, che è fermo in VIII Commissione non per colpa della Presidenza della Commissione, ma per colpa anche mia, che sono il presentatore e ad alcune sedute non ho potuto partecipare.
Credo che, nel momento in cui affrontiamo il punto 10), contestualmente si possa anche affrontare la proposta di legge n. 521 e finalmente dare una risposta positiva alle giuste richieste e rivendicazioni degli abitanti di Mappano, che vogliono oggettivamente - e io dico anche augurabilmente - che la loro località diventi Comune.
Quindi, se affrontiamo il punto 10), chiederei anche l'iscrizione all'o.d.g. della proposta di legge n. 521 per affrontare anche quel tema.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.31 riprende alle ore 17.33)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Rispetto a quanto detto negli interventi dei colleghi Manolino e Robotti, dopo questa consultazione con gli altri colleghi, il Presidente della Commissione Reschigna, l'Assessore e tutti coloro che hanno partecipato a definire un percorso condiviso, si è convenuto di trattare il punto 10) all'o.d.g.
Entro 30 giorni la Commissione competente licenzierà la proposta di legge alla quale faceva riferimento il collega Robotti per arrivare con tutti i testi sia di Giunta che di Consiglio ed altro riguardante l'argomento Mappano, anche perché sull'argomento c'è un'ampia condivisione della stragrande maggioranza dei Consiglieri e dei Gruppi presenti in Consiglio.
La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Se lei mi dice che entro 30 giorni arriveremo in Aula con la proposta di legge, prendo atto delle sue parole, Presidente.
Lo dico già subito: se arriviamo in Aula entro 30 giorni, bene altrimenti chiederò l'iscrizione in Aula della proposta di legge indipendentemente dal punto in cui si troverà in Commissione. Perché non è che possiamo continuare a prendere in giro le persone!


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Esame testo unificato del disegno di legge n. 476 e della proposta di legge n. 124, inerente a "Modifiche alle leggi regionali 16 gennaio 1973, n. 4 (Iniziativa popolare e degli Enti locali e referendum abrogativo e consultivo) e 2 dicembre 1992, n. 51 (Disposizioni in materia di circoscrizioni comunali, unione e fusione di comuni, circoscrizioni provinciali)"


PRESIDENTE

Passiamo quindi ad esaminare il testo unificato del disegno di legge n.
476 e della proposta di legge n. 124, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano, relatore

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche per i chiarimenti e, in qualche modo, per l'impegno corale che deriva da quest'Aula per completare un iter che ha una data non riportabile.
Stiamo discutendo una proposta di legge che riguarda una previsione di modifica della legge regionale n. 4/73 nella parte che riguarda il Titolo III, "Referendum consultivo per l'istituzione nel territorio della Regione di nuovi Comuni, per la modificazione delle circoscrizioni comunali e delle denominazioni comunali", come previsto dall'articolo 133, comma secondo della Costituzione, e anche per modificare la legge regionale n. 51/92, che dà invece disposizioni in materia di circoscrizioni comunali, unione e fusione di Comuni.
Non mi limiterò a leggere la relazione così com'è stata predisposta cartograficamente, ma voglio nei punti sostanziali evidenziare qual è il problema che, come intendo sottolineare in questa fase, non riguarda un Comune specifico, ma che con questo testo unificato può riguardare tutti i Comuni della Regione Piemonte.
Quindi, voglio informare i Consiglieri che anche se qualcuno avesse com'è stato evidenziato anche in Commissione, qualche perplessità, non è il caso di singolarmente individuare dei Comuni, ma di affrontare l'argomento a livello regionale.
Sappiamo che in Piemonte vi è una parcellizzazione di Comuni e di piccoli Comuni tali per cui è necessario in alcuni casi provvedere all'unione dei Comuni, che era tanto spinta ed invitata dalla legge 142/90 ma che ha fallito tragicamente in tutta Italia e non solo in Piemonte per il fatto che il campanilismo, le tradizioni e la cultura dei territori comunali hanno impedito a molti Comuni, anche laddove fosse utilmente necessario per questioni economiche o per le risorse, di fare delle unioni.
Invece la modifica di questa legge è una modifica che si adatta in particolare al Piemonte, che ha 1.206 Comuni, perché con la modifica dell'articolo 5 della legge nazionale è diventata competenza regionale la definizione della entità abitativa della popolazione e, quindi, la possibilità di ridurre a 5.000 abitanti, anziché 10.000. Poiché nel territorio piemontese l'88% dei Comuni sono sotto i 5.000 abitanti, il limite di 5.000 abitanti è sicuramente utile a fare sì che si possano creare queste nuove realtà. In particolare, ne abbiamo una in Provincia di Torino che supera di gran lunga i 5.000 abitanti e che da anni, da tempo immemorabile, attende una risoluzione ad un problema cronico, che comporta un'impossibilità gestionale.
Propongo al Consiglio regionale di fare tale modifica sulla modalità di espletamento del referendum, in particolare quando più Comuni vengono coinvolti. Per modalità si intende la possibilità di varare una legge ad hoc che consenta anche in casi limite, come è il caso di Mappano, di non fare votare tutte le popolazioni dei Comuni coinvolti, ma anche solo le popolazioni interessate dalla modifica e dalla costituzione degli stessi.
Sarebbe a dire che quando ricorre questo caso eccezionale, la votazione è limitata alla sola popolazione interessata.
Ricordo che la legge n. 51, all'articolo 5, prevede l'eventualità che si possano avanzare richieste di numero inferiore di Consigli comunali, in modo che non tutti debbano necessariamente essere coinvolti anche quando hanno porzioni di territorio interessate, ma non hanno popolazione attiva sul territorio. Motivo per cui viene abbassata la soglia minima demografica da 10.000 a 5.000 abitanti, e viene eliminato il riferimento alla legge n.
142/90, che imponeva, originariamente, o l'unione dei Comuni o i 10.000 abitanti. In questo caso, poiché questa legge è stata abrogata nel tempo la Regione può utilmente legiferare in materia per fare sì che tutte le previsioni sia di costituzione di nuovi Comuni, sia di istituzioni di referendum, siano cose fattibili e non teorie scritte sulla carta da norme legislative e poi, in alcuni casi, irrealizzabili.
Chiedo a tutta l'Assemblea consiliare di approvare questa norma, che va incontro a tutte le esigenze dei piccoli Comuni del Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Manolino, per l'approfondita relazione sull'argomento, che conosce molto bene.
Passiamo al dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Non mi è stato chiaro un passaggio, ossia perché è stato abbassato il limite da 10.000 a 5.000 abitanti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Deorsola.



DEORSOLA Sergio, Assessore al decentramento e rapporti con Enti locali

La domanda del Consigliere Pedrale pone l'attenzione su un problema che abbiamo affrontato molte volte.
Ridurre il limite da diecimila a 5.000 abitanti pare in controtendenza rispetto alla previsione che va verso gli accorpamenti. Questo in sede nazionale.
Ma ormai questa competenza, essendo del Consiglio regionale, è competenza esclusiva regionale. La nostra regione, così come la Lombardia ha un numero altissimo di Comuni, circostanza che non si riscontra nelle altre Regioni. Per il Piemonte, il limite dei 5.000 abitanti è un limite entro il quale sta più del 90% dei Comuni piemontesi. Non abbiamo la situazione che ha l'Emilia e la Sicilia - faccio due esempi di Regione a Statuto ordinario e Regione a Statuto speciale - che, con una popolazione non molto dissimile dalla nostra, hanno poco più di trecento Comuni, cioè il numero di Comuni che si riscontra nella sola Provincia di Torino.
La proposta che avevamo avanzato, dopo molte discussioni, di portare a 5.000 il numero di abitanti necessari per istituire nuovi Comuni, è una scelta che va incontro a quell'indicazione che abbiamo nella nostra legislazione regionale, la legge n. 15, dove si fissa il limite di 5.000 abitanti per l'individuazione dei piccoli Comuni. Credo perciò che sia una scelta opportuna e chiedo all'Aula di favorire questa indicazione, perci di dare il voto positivo alla proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano

Presidente, non dico che volevo integrare perché l'Assessore è stato molto chiaro, ma dare una risposta completa ed esaustiva al Consigliere Pedrale.
Volevo dire che la legge regionale n. 15 già prevede una differenziazione e una contribuzione di misure a sostegno dei piccoli Comuni che hanno un limite catalogato sui 5.000 abitanti.
Anche nell'ambito dell'ANPCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani) - che ha valenza soprattutto nel Nord, in particolare in Piemonte, infatti la Presidente è del Piemonte - si prevede la tutela delle misure di sostegno e della legislazione per i Comuni fino a 5.000 abitanti anche come associazione nazionale.
La misura del 5.000 è una misura indotta, originariamente. Sappiamo che emerge un problema importante di un Comune che è compreso tra quattro Comuni, che ha la necessità di potere essere organico alla popolazione, che è quello di Mappano. Diciamo anche che il limite dei 5.000 abitanti non trova contrarietà legislativa e normativa nella consuetudine e nella prassi abituale, sia dell'ANCI sia delle legge regionale in vigore.
Per questo motivo, 5.000 è ritenuta la misura corrispondente, come diceva l'Assessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

In Commissione non esiste la rendicontazione, quindi lascio due parole per il verbale.
In politica, quando la valanga inizia a scorrere a valle e nessuno la può fermare. A me sembra di dover sottolineare che si va ad un'accettazione di un principio che mi sembra un po' strano, ovvero che chi vuole dividersi decide da solo di dividersi. In nome dell'eccessivo numero di piccoli Comuni presenti in Piemonte, ci dotiamo di una legge che permette di aumentare il numero dei piccoli Comuni.
Poi per altri versi, da altre parti, facciamo delle leggi in cui invitiamo i piccoli Comuni, poiché non possono rispondere alle richieste che arrivano dalle diverse leggi, ad unirsi. Mi sembra un modo di procedere un po' ondivago.
Ripeto, la valanga sta precipitando a valle, quindi che precipiti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Credo, Presidente, che dobbiamo avere la consapevolezza che esistono comunità, soprattutto sulle aree di cintura delle aree metropolitane, che hanno il diritto di vedersi riconosciuta la possibilità di diventare Comuni.
Non possiamo più permetterci di avere cittadini che vengono sballottati dalla Pubblica Amministrazione perché non hanno una propria autonomia e una propria identità. È sbagliato, non stiamo parlando di un piccolo Comune montano o collinare; stiamo parlando di aree densamente popolate, che vivono le difficoltà legate alla vicinanza dell'area metropolitana e ai disservizi che questa crea da un punto di vista della qualità della vita soprattutto della possibilità per i cittadini di determinare autonomamente la propria vita.
Ritengo giusto riconoscere ad un numero così alto di cittadini - 5.000 abitanti sono tanti, all'incirca un medio paese piemontese - la possibilità di poter scegliere come strutturare la propria comunità. Noi parliamo tanto di federalismo, mentre io mi sono sempre espresso contro le ipotesi federaliste in campo. Però, in ordine all'idea dominante di trasferire sempre più vicino ai cittadini il governo e la possibilità di autodeterminare le proprie modalità di governo, questa scelta credo vada nella direzione di garantire alle comunità la possibilità di costruire insieme il proprio modello di convivenza.
necessario sostenere questa proposta di legge, accompagnandola con altri provvedimenti che, in modo particolare, risolvono un problema che registriamo in Provincia di Torino, che non è più possibile rinviare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Deorsola.



DEORSOLA Sergio, Assessore al decentramento e rapporti con Enti locali

Grazie, Presidente, sarò brevissimo.
Mi rivolgo al Consigliere Moriconi: se questa legge verrà approvata come auspico, non sarà possibile in Piemonte avere piccoli Comuni, se il limite è 5.000.
Noi abbiamo proprio voluto individuare un limite, come già diceva anche il relatore Manolino, che è adeguato per il nostro Piemonte.



PRESIDENTE

Assessore Deorsola, la ringrazio del contributo.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Ricordo che il numero legale è sempre 30.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 10.
Il Consiglio approva.
Il numero legale è sempre 30.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato Sì 33 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio, Assessore al decentramento e rapporti con Enti locali

Grazie, Presidente.
A seguito della votazione, desidero ringraziare il Consiglio e il Presidente del Consiglio, che ha consentito di inserire nel nostro corpus normativo una legge regionale, secondo me, di interesse puntualissimo, per garantire alle comunità locali una traduzione istituzionale nelle dimensioni che ritengono opportune.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Semplicemente anch'io voglio ringraziare il Consiglio regionale e, in particolare, i Consiglieri dell'opposizione che hanno voluto sostenere nonostante il disaccordo originario, questa proposta di legge. Mi auguro che per completare il procedimento questa accettazione, o comprensione, di una necessità territoriale venga anche attivata dagli stessi Gruppi in sede di Commissione per l'esame della seconda proposta di legge. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Manolino.
Per passare ad altro argomento, come un noto personaggio, ringrazio a nome di tutti.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame ordine del giorno n. 1202 dei Consiglieri Auddino, Leo, Caracciolo Motta e Laus, inerente a "Manifestazione nazionale 'Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie' - Napoli 21 marzo 2009"


PRESIDENTE

Passiamo passare all'esame dell'ordine del giorno n. 1202.
Mi sembra che sia preponderante la lobby calabrese, non c'è solo quella cuneese, nel senso che i colleghi... Vedo che manca il collega Larizza quindi ritiro quello che ho detto, perché c'è la firma di Auddino e Leo.
Adesso mettiamo in votazione l'ordine del giorno cui aveva già fatto riferimento il collega Auddino nella seduta precedente. Al di là della leggerezza, dopo un tema importante, è un argomento quanto mai serio e importante, che penso sia condiviso da tutti i colleghi.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1202, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerato che negli ultimi dieci anni oltre 2500 persone sono morte per mano del crimine organizzato e di queste circa 200 erano vittime innocenti in alcuni casi anche bambini ed adolescenti considerato, altresì, che non possono essere dimenticati i cosiddetti 'morti vivi' ovvero tutte le numerose vittime dell'usura e del racket e che, inoltre, i traffici delle mafie fanno anche altri caduti: ci sono infatti, il contrabbando e la tratta degli esseri umani dietro alle oltre 7000 persone che dal 1988 ad oggi sono morte sulle rotte per l'Unione Europea appreso che le associazioni nazionali e piemontesi, che fanno riferimento all'Associazione 'Libera', e che si battono per l'educazione alla legalità e contro le mafie, hanno organizzato a Napoli la manifestazione nazionale del 21 marzo 2009, intitolata "Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie' tenuto conto del valore altamente educativo dell'iniziativa, soprattutto verso il mondo giovanile tenuto anche conto che il 19 marzo 2009 ricorrerà il quindicesimo anniversario della brutale uccisione di don Peppe Diana, protagonista della lotta e del contrasto alla criminalità organizzata, ucciso dal cosiddetto 'clan dei Casalesi' nella sacrestia della sua chiesa esprime la propria adesione alla 'Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie', che si svolgerà a Napoli il 21 marzo 2009 invita il Presidente del Consiglio e la Giunta regionale a promuovere iniziative di sensibilizzazione e di sostegno per favorire la più ampia partecipazione dei cittadini piemontesi alla manifestazione".
Il Consiglio approva.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame ordine del giorno n. 1206 dei Consiglieri Robotti, Ronzani Travaglini, Leo, Caramella, Pace, Deambrogio, Moriconi, Barassi, Rabino Cirio, Dalmasso, Larizza, Cavallaro, Manolino, Rostagno, Turigliatto Bizjak e Auddino, inerente a "Defiscalizzazione reddito cassa integrazione"


PRESIDENTE

L'altro ordine del giorno ampiamente condiviso, che ha come primo firmatario il collega Robotti, è il n. 1206.
La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Le chiedo di metterlo in votazione per l'approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Volevo solo far notare al collega Robotti come siamo più ecumenici anche se oggi il PD ha perso un'occasione sul tema della democrazia e della libertà. Noi votiamo volentieri questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Il bene, collega Leo, trionfa sempre.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1206, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale visto l'acuirsi della crisi economica che sta coinvolgendo sempre più lavoratori che subiscono la perdita del lavoro ed il dramma della cassa integrazione con una perdita di potere di acquisto netto delle proprie buste paga, mediamente di oltre il 35% sui salari percepiti considerato che la cassa integrazione viene tassata dallo Stato come reddito ai fini IRPEF, portando il netto percepito a circa 680 euro di media chiede al Governo di provvedere con procedura di urgenza alla defiscalizzazione della cassa integrazione, lasciando l'intero importo ai lavoratori e alle loro famiglie impegna la Giunta regionale a trasmettere al Governo tale richiesta e a porre alla Conferenza Stato Regioni tale soluzione".
Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 1196 dei Consiglieri dei Consiglieri Travaglini Muliere, Ferraris, Cavallaro, Barassi, Caracciolo, Cattaneo, Turigliatto Valloggia, Novero, Pozzi, Rutallo, Dalmasso, Bizjak, Larizza, Motta e Spinosa, inerente a "Rifinanziamento del fondo nazionale per gli sminamenti"


PRESIDENTE

C'è un altro ordine del giorno condiviso, l'ordine del giorno n. 1196 presentato da molti colleghi, di cui al punto 13) all'o.d.g. Mi sembra che possiamo votare anche questo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1196, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: il 1° marzo 2009 si celebrerà il X Anniversario dell'entrata in vigore della Convenzione di Ottawa per la messa al bando delle mine antipersona il 4 aprile 2009 si svolgerà la IV Giornata Internazionale per la sensibilizzazione sul problema delle mine e a sostegno della Mine Action delle Nazioni Unite il 28 maggio 2008, l'Assemblea del Senato, in sede di discussione delle mozioni 1-00003 e 1-00004, sulla messa al bando delle bombe a grappolo, ha approvato all'unanimità l'o.d.g. (G1) a sostegno del Processo di Oslo per il raggiungimento di una messa al bando delle bombe cluster e per l'attuazione degli impegni umanitari correlati a tale riconoscimento le mine antipersona e le cluster bombs costituiscono una delle più immorali forme di armi convenzionali poiché colpiscono, nell'85% dei casi, la popolazione civile e rimangono attive per oltre 50 anni dalla fine dei conflitti, provocando ogni anno, la morte o il ferimento di quasi 20.000 persone, delle quali il 20% sono bambini almeno 90 Paesi - soprattutto nel Sud del mondo - sono infestati da mine antipersona, cluster bombs ed altri residuati bellici inesplosi che provocano effetti disastrosi e permanenti sull'agricoltura, sull'ambiente sull'economia, sulla salute e sullo sviluppo delle popolazioni già impoverite da altri fattori l'Italia è stata tra i leader mondiali nella produzione di tali ordigni e la presenza di mine italiane in Paesi quali Afghanistan, Angola, Cambogia El Salvador, Iraq, Mozambico, Nicaragua, Somalia, ex Jugoslavia, continua a mettere in pericolo la popolazione civile e ad ostacolare la ripresa postbellica considerato che le bombe a grappolo, per le loro caratteristiche intrinseche, tra cui quelle di diffusione di centinaia di submunizioni su un'ampia superficie e di instabilità delle submunizioni inesplose, rendono difficile se non impossibile rispettare le norme di diritto internazionale umanitario previste a protezione delle popolazioni civili le bombe a grappolo hanno un impatto umanitario assimilabile a quello delle mine antipersona ed, in particolare, le submunizioni sono causa di un elevato numero di incidenti mortali, soprattutto fra i bambini che sono attratti dalla loro forma e dal loro colore i più recenti dati statistici forniti da organizzazioni umanitarie internazionali, evidenziano che il 98% delle persone rimaste uccise, ferite o mutilate a causa delle bombe a grappolo è rappresentato da civili ed un quarto di questi è costituito da bambini gran parte delle persone sopravvissute all'esplosione delle submunizioni versano in gravi condizioni di disabilità e di conseguente emarginazione sociale gli ordigni inesplosi rappresentano un serio ostacolo allo sviluppo dei Paesi che sono stati e sono teatro di conflitti ed inficiano il raggiungimento degli obiettivi del "Millennio" ed, in particolare, relativi all'eliminazione della povertà la contaminazione di ordigni inesplosi si è aggravata con l'utilizzo delle cluster bombs nella maggior parte dei più recenti conflitti gli esempi più recenti degli effetti intollerabili dell'utilizzo delle cluster bombs si sono registrati in Libano dove, secondo stime dell'ONU sono rimasti sul terreno circa 100.000 ordigni inesplosi, con potenziale effetto devastante sulla popolazione civile in Georgia e, secondo alcune recenti denunce in attesa di conferme, nello Sri Lanka il 30 maggio 2008 a Dublino è stato raggiunto un accordo sul testo della Convenzione di Oslo sottoscritto il 3 dicembre 2008 da 95 Paesi e contestualmente, ratificato dall'Irlanda, dalla Norvegia, dalla Santa Sede e dal Sudan il 3 dicembre 2008 l'Italia è stata fra i 95 Paesi sottoscrittori della Convenzione di Oslo e si è impegnata formalmente per una sua rapida ratifica e per onorare gli impegni umanitari ad essa connessi e correlati le Convenzioni di Ottawa e di Oslo, in realtà, si rafforzano reciprocamente, dal momento che hanno entrambe come obiettivo la messa al bando delle armi con effetti indiscriminati e la salvaguardia delle popolazioni di civili in tempi di conflitto e post-conflitto la Convenzione di Oslo, così come la Convenzione di Ottawa, oltre alla distruzione degli stock, la proibizione del commercio ed il blocco della produzione e dell'uso di questo sistema d'arma, impegna i sottoscrittori a numerosi ed urgenti adempimenti come l'immediata assistenza alle vittime la prevenzione del rischio per le popolazioni attraverso programmi di risk education, il reinserimento socio-economico delle vittime e l'attuazione dei programmi di bonifica umanitaria la Convenzione di Oslo, riscrivendo un capitolo del diritto umanitario identifica come "vittima" non soltanto il singolo individuo, ma la sua famiglia e la comunità di appartenenza, estendendo il concetto grazie all'esperienza maturata durante gli interventi umanitari di "mine action" le suddette Convenzioni si perfezionano e rafforzano in relazione alla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità e del suo 1 protocollo ancora non ratificati dal nostro Paese il Fondo per lo sminamento umanitario risponde a linee guida e parametri che sono alla base delle predette convenzioni e le risorse ad esso assegnate sono strettamente correlate a priorità umanitarie, permettendo la continuità dell'azione, la programmazione, il monitoraggio e la valutazione di progetti e programmi di competenza del nostro Paese a differenza di altri stanziamenti che possono essere destinati a progetti di mine action, il Fondo per lo sminamento umanitario agisce su linee guida e criteri strettamente modellati sulla Convenzione di Ottawa e risponde chiaramente alla logica ed allo sviluppo degli impegni sottoscritti anche con la Convenzione di Oslo le azioni di bonifica umanitaria e le altre azioni di mine action alle quali il Fondo era destinato non discriminano tra mine antipersona, cluster bombs, submunizioni cluster ed altri ordigni inesplosi (ERW) chiede al Parlamento di agire urgentemente affinché, nell'ambito della cooperazione umanitaria, siano reperiti fondi per i finanziamenti destinati al Fondo per lo Sminamento Umanitario, istituito con Legge 58/2001, in misura adeguta alle effettive necessità ed agli impegni sottoscritti con le Convenzioni di Ottawa ed Oslo".
Il Consiglio approva.
Grazie, colleghi.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.05)



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