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Dettaglio seduta n.426 del 17/03/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



(Alle ore 10.00 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 10.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Barassi, Boeti, Bresso, Chieppa Moriconi, Pozzi, Pizzale, Rutallo, Spinosa e Valloggia.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

b) Insediamento Commissione d'indagine "Grinzane Cavour"


PRESIDENTE

Comunico che, in data odierna, si è insediata la Commissione d'indagine conoscitiva "Grinzane Cavour", cui va l'augurio dell'intera Aula, fiduciosi del fatto che il Presidente Luca Caramella e il Vicepresidente Mario Laus sapranno guidarla in questa difficile impresa con rigore e prudenza.


Argomento:

c) Distribuzione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che il giorno 10 marzo sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 3 marzo 2009. Se non vi sono osservazioni, s'intendono approvati.
distribuito ai Consiglieri il processo verbale del 6 marzo 2009 verrà posto in approvazione nel corso della prossima seduta consiliare.


Argomento: Varie

d) Incontro con l'associazione CSA


PRESIDENTE

Comunico che è in corso un incontro, in Sala Viglione, con una delegazione di genitori di ragazzi disabili (Associazione CSA).
Nel frattempo, possiamo rispondere ad alcune interrogazioni.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito il punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che il giorno 10 marzo 2009 sono stati distribuiti ai Consiglieri il processo verbale del 3 marzo 2009. Se non vi sono osservazioni s'intendono approvati.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Leardi e del Consigliere Cavallera di una comunicazione della Giunta regionale relativamente ai danni provocati dalle precipitazioni nevose


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leardi, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



LEARDI Lorenzo

Grazie, Presidente. Intervengo perché vedo presente l'Assessore Sibille. Un mese e mezzo fa circa avevamo richiesto un documento riguardante i danni provocati dalla neve e l'Assessore si era impegnata non so se mi sono perso qualche passaggio - a fare una relazione in proposito, perché stava ancora aspettando le risultanze che dovevano pervenire dalle diverse Province piemontesi.
Chiedo, pertanto, se questo documento è pronto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Per ringraziare l'Assessore Sibille della sua disponibilità, che speriamo duri in tutta questa legislatura. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Toselli, anche se l'augurio cela un pensiero malizioso! La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Visto l'intervento dei colleghi, non posso non ricordare che queste calamità hanno causato anche dei danni molto pesanti ai privati.
Sabato scorso ero nella zona tra Alessandria e Casale e ho visto che ci sono state addirittura delle esondazioni, perché quando in montagna ed in collina nevicava, in pianura c'erano precipitazioni piovose.
In quelle zone non c'è alcuna disposizione, perché né le Prefetture n la Regione hanno, se non sommariamente, i dati.
Non so se questi saranno seguiti direttamente dall'Assessore Sibille o dall'Assessore Ricca, o dagli Assessori alle attività economiche e produttive (le deleghe in questa Giunta sono plurime), ma fate almeno un censimento dei danni alle imprese, in modo da conoscere i contorni degli stessi. Il genio civile e i settori decentrati alle opere pubbliche hanno raccolto i danni causati alle opere pubbliche e alle case, ma rispetto alle attività produttive non è ancora stato detto nulla.
Questo è grave, vista l'attenzione che tutti pongono ai problemi delle piccole e medie imprese, per quanto riguarda la crisi generale. In questo caso, sarebbe veramente un intervento necessario.
Mi associo, pertanto, alla richiesta precedente, con una sottolineatura particolare per le attività produttive.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente ai danni provocati dalle precipitazioni nevose


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore alla difesa del suolo

Quando affrontammo, ormai un mese e mezzo fa, le problematiche connesse ai danni della neve, era in fase di raccolta tutta la documentazione relativa ai danni che, ai sensi dell'ordinanza del Sottosegretario Bertolaso, relativa all'interno territorio italiano, riguardavano i due mesi di novembre e dicembre.
Rispetto a questi danni, per quanto riguarda significativamente gli interventi di somma urgenza d'opere, l'importo ammonta a circa 140 milioni d'euro, comprensivo anche delle spese di sgombero neve - non ho portato con me la documentazione, ma arriverà tra cinque minuti - che eccedono la media degli ultimi cinque anni.
Ci è sembrato corretto, in questo modo, corrispondere questi danni come segnalazione; danni che sono già rendicontabili e che, in molti casi riguardano spese che i Comuni e le Province hanno già affrontato.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, questa presenta un'acuzie particolare in provincia di Cuneo, Asti, Alessandria e Torino mentre è leggermente più limitata nelle altre province.
Quindi, il Piemonte sud è fortemente interessato da una serie di danni anche molto gravi.
All'incontro, fissato con l'onorevole Bertolaso tre settimane fa, al quale hanno partecipato anche alcuni parlamentari piemontesi, oltre che alcuni sindaci (io sono stata invitata in rappresentanza della Regione nell'ambito di un incontro che alcuni sindaci del Monregalese avevano chiesto all'onorevole Bertolaso), l'onorevole Stradella, la Presidente della Provincia di Asti e l'onorevole Costa, l'onorevole Bertolaso ha evidenziato che i problemi relativi alle grandi nevicate di novembre e dicembre avrebbero avuto ripercussioni enormi.
Le problematiche si stanno rilevando adesso, tant'è che, ad un esame dei danni, sempre per quanto riguarda le strutture pubbliche, relativi a frane, alla rimessa a posto dell'intero manto stradale, ecc. (parlo di danni alla struttura pubblica, perché sono quelli che riguardano la mia competenza), siamo al limite dei 500 milioni.
Dovete sapere che, a fronte di questi danni, a livello nazionale sono stati stanziati 100 milioni di euro per l'intero territorio nazionale, 30 dei quali sono già stati indirizzati: 15 per il Lazio (per il Tevere) e 15 per interventi diretti della Protezione Civile.
Pertanto, i 70 milioni sono una cifra assolutamente inadeguata.
Proprio in questo senso, è previsto, per la settimana prossima - lunedì prossimo - un incontro con i parlamentari piemontesi, su iniziativa dell'Associazione dei Comuni, per chiedere una deroga in questo senso.
Sarà mia cura consegnarvi la tabella delle due lettere che abbiamo mandato all'onorevole Bertolaso, relativa ai danni in questione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Anch'io volevo ringraziare l'Assessore per la tempestività.
Prima era comparso l'Assessore Bairati: non so se per le attività produttive sia competente lui oppure l'Assessore Peveraro. Ad ogni modo ipotizzo - ma posso anche sbagliarmi - che ci possono essere dei residui per quanto riguarda i fondi destinabili ai danni delle attività produttive di precedenti calamità. Vorrei chiedere - a questo punto mi rivolgo all'Assessore Sibille, che è presente - di verificare sotto questo profilo.
chiaro, sono d'accordo con lei: le cifre proposte sono inadeguate.
Tuttavia, a volte il poco si conta. Faccio comunque presente la necessità di fare anche per le attività produttive un censimento di massima. Adesso per le opere pubbliche e per le abitazioni abbiamo certamente i danni di massima stimati; per le attività produttive i danni dovrebbero essere rilevati attraverso una metodologia concertata anche con l'Assessorato alle opere pubbliche, in modo tale da avere poi una quantificazione di massima e poter fare tutte le operazioni.
Tutto questo anche alla luce dell'incontro che ci sarà lunedì, e noi sappiamo quanto tutti oggi si interessino giustamente dei problemi del sistema produttivo, delle piccole e medie imprese e di quant'altro. Dalle parti alessandrine alcune imprese sono state alluvionate addirittura in pianura, mentre da altre parti nevicava centimetri se non metri di neve quindi bisogna avere un censimento e, sulla base di questo censimento poter trarre delle stime.
Si tratta di procedure che in precedenza sono state consolidate dalle varie alluvioni che si sono susseguite negli ultimi 15 anni; in più domandavo se c'erano degli avanzi, dei residui di precedenti calamità sempre per le attività produttive, che magari potrebbero consentire di fare qualche considerazione.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Caramella; ne ha facoltà.



CARAMELLA Luca Giuseppe

Grazie, Presidente. Intervengo perché questa mattina c'è un articolo molto interessante su La Stampa: "Un metro di case in più se si risparmia energia". In questo caso si tratta del Comune di Torino, ma devo dire proprio a riguardo di questo tema che in una legge regionale è prevista la possibilità di alzare il tetto delle abitazioni anche di recente costruzione per creare lo spazio necessario per l'impiantistica o per la strutturazione della parte relativa al risparmio energetico. Questo è un fatto molto importante.
Il tema è di grande interesse perché sono molti i cantieri che hanno bloccato i propri lavori per avere l'autorizzazione ad innalzare il tetto non di 60 centimetri, ma anche solo di 25-30 centimetri. Tuttavia, in alcuni casi i tempi tecnici di risposta della Regione sono talmente lunghi che i cantieri rimangono fermi addirittura per alcuni mesi.
Allora benissimo il risparmio energetico, benissimo la proposta, ma è necessario che si diano risposte in tempi celeri, onde permettere ai cantieri e a chi investe denaro nelle strutture, che poi creano comunque lavoro, occupazione e quindi movimento dell'economia, di procedere in tempi rapidi. Altrimenti, anziché dare un'opportunità, creiamo un ulteriore problema burocratico, tecnico ed economico.
Se questa situazione si potesse risolvere con una migliore gestione delle pratiche all'interno degli uffici, sarebbe di certo un grande vantaggio per la Regione e per tutti gli operatori economici del settore dell'edilizia.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Grazie, Presidente. Vorrei provare, cercando di portare via il meno tempo possibile, a porre alcune questioni, perché stiamo arrivando a livelli di preoccupazione che veramente rischiano di sfociare in tensioni sociali non indifferenti, se non riusciamo a individuare delle procedure dei meccanismi per far pervenire un po' di risorse. Non sto qui a pronunciare l'ennesimo discorso sulla crisi, perché credo che tutti abbiano in mano i dati e si rendano conto della tragicità della situazione, ma voglio semplicemente porre tre questioni agli Assessori competenti, per capire se poi sia possibile avere qualche risposta.
La prima questione è legata alla cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria. Negli anni passati abbiamo assistito a dati forsennati nei confronti dell'INPS, con richieste continue (continuano anche oggi) di riforma del sistema pensionistico, mentre scopriamo che l'INPS è l'Ente pubblico che continua a resistere, anzi il bilancio del 2008 presumibilmente si chiuderà con un forte attivo (si parla di 11 miliardi).
I lavoratori e le aziende che regolarmente versano i contributi all'INPS anche sulla cassa integrazione ricevono regolarmente i pagamenti anche in presenza di questa situazione straordinaria e difficilissima.
C'è un problema: sia sulla cassa integrazione straordinaria sia sulla cassa integrazione ordinaria la funzione di anticipo della cassa che finora veniva normalmente fornita dalle imprese, in alcuni casi come partita di giro e in altri casi anche con sforzi da parte delle ditte, in molte aziende sta diventando improponibile; sta diventando improponibile perch sono molto di più i lavoratori posti in cassa integrazione dei lavoratori che lavorano e anche perché l'accesso al credito è diventato più oneroso e quindi è più difficile per le aziende di ricorrere a questo anticipo.
Sarebbe interessante capire se, come Regione, riusciamo a costruire dei meccanismi con le banche, col sistema creditizio per sostenere l'anticipo della cassa integrazione. Molti Enti locali che in questi anni hanno anche svolto questa funzione sono sull'orlo del collasso dal punto di vista finanziario e non possono più garantirla. Questa è la prima questione.
La seconda questione è legata sostanzialmente agli ammortizzatori sociali straordinari. Non lo dico con polemica perché tendenzialmente non mi interessa polemizzare più di tanto, però mi interessa capire come si possono affrontare e risolvere certi problemi. Ad ogni piè sospinto sentiamo da parte del Governo che sono state individuate risorse, si parla di partite di miliardi fantastici, di accordo Stato-Regione, si mettono otto miliardi in pista, si sta discutendo di che cosa possono fare le Regioni, di quali saranno le risorse che dovranno mettere in campo, si sta cercando di capire se questo andrà a discapito del sistema della formazione professionale o di altri strumenti di politica attiva del lavoro. Ebbene non riusciamo a capire quand'è che vengono messe in disponibilità le risorse che lo Stato ha promesso. Da quello che mi risulta - poi l'Assessore Migliasso sicuramente è molto informata e saprà darci delle delucidazioni - su tutta la partita delle casse integrazioni in deroga e di tutti gli strumenti di ammortizzazione sociale che possono interessare eccezionalmente tutta una parte di lavoratori, ad oggi non c'è nulla sembra che ci sia una disponibilità di 10 milioni per la nostra Regione però ad oggi la stragrande maggioranza dei lavoratori posti per la prima volta in cassa integrazione in deroga non ha ancora ricevuto un centesimo.
Credo che questa situazione sia inaccettabile, è una situazione destinata a creare problemi di carattere sociale non indifferenti e rischia anche di diventare un problema di ordine pubblico. Ultima questione, e concludo. Nel nostro bilancio di previsione del 2009 abbiamo inserito tutta una serie di risorse per sostenere chi è più in difficoltà rispetto a questa crisi, che vanno anche a integrare i classici strumenti di ammortizzazione sociale.
Sappiamo che qualcosa si sta muovendo, sappiamo che c'è l'esigenza anche su questo di intervenire in fretta, sappiamo che c'è la necessità di costruire uno strumento per misurare il reddito: in termini tecnici e molto semplici mi riferisco ad un ISEE "istantaneo". Vorrei capire che cosa sta facendo la Regione direttamente per quanto riguarda questo argomento.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Rispetto a quanto diceva il Consigliere Clement sulle tensioni sociali abbiamo presentato un ordine del giorno sulle vicende dell'università improntato, a me sembra, alla moderazione, all'equilibrio e all'affiancamento, da parte del Consiglio regionale, in un ruolo di mediazione.
Presidente Gariglio, chiederei di iscriverlo, visto che dall'ordine dei lavori si prosegue su quelle tematiche, ma chiedo a lei, Presidente Gariglio, di dirmi qual è l'ordine dei lavori. Non ho urgenza. Se non si prosegue su quella materia, non pongo nessuna pregiudiziale.



PRESIDENTE

Collega Leo, il primo atto previsto all'o.d.g. è la ripetizione del voto sull'ordine del giorno n. 1199, a prima firma Consigliere Bossuto.
Quindi, il suo ordine del giorno viene messo in votazione successivamente.
La prego solo però di presentarlo.



LEO Giampiero

Stiamo raccogliendo le firme.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

Viste le ultime dichiarazioni del Presidente del Consiglio sull'opportunità che alla Camera votino soltanto i Capigruppo, avrei voluto chiedere se la Presidenza non pensava di convocare per il Consiglio i soli Capigruppo: si risparmierebbero...



PRESIDENTE

Collega Dalmasso, è un'ipotesi molto allettante, però ad oggi è vietato dal nostro Regolamento, però sicuramente sarebbe meno defatigante...



DALMASSO Sergio

Sarebbe molto più semplice, anche se questi sono 16 e dopo il 7 giugno magari, saranno alcuni in più, perché ci sono spostamenti progressivi e continui.
Però ci sono altre due questioni più serie, almeno la prima.
Vorrei segnalare il caso di un'industria in Provincia di Cuneo che rischia di chiudere entro breve tempo, buttando sulla strada 250 persone.
Cento dipendenti, più gli appalti, più i trasporti, più una cava. Si tratta dell'Italcementi S.p.A. di Borgo San Dalmazzo.
L'Assessore conosce sicuramente il caso, che si somma a tutta una serie di altre crisi che hanno colpito altre industrie di questa zona, un tempo ricca di industrie ma ora ormai desertificata.
L'aspetto più grave è l'assenteismo della Direzione aziendale che ha annunciato la cassa integrazione, ma che si rifiuta di presentare qualunque piano, idea, prospettiva, di comunicare qualunque notizia anche sul proprio stato. Oltretutto, questa industria, come altre, lo scorso anno ha chiuso in attivo.
Vi sono 250 persone che non hanno prospettive e sembra che gli Enti locali non abbiano alcun ruolo, ancora una volta, come in altri casi.
Ho partecipato ieri ad un'assemblea di questa fabbrica, insieme al Consigliere Rostagno, anch'egli della Provincia di Cuneo, che conosce il caso almeno quanto me e ci parrebbe opportuno (penso di poter parlare anche a nome suo e di altri) che si convochi l'azienda per avere delle risposte anche se questo non sarà semplice; la mancanza di questa risposta confermerebbe, almeno per quanto pensiamo noi, un concetto, un'espressione sul carattere eversivo della borghesia, secondo un termine gramsciano e che credo che, in questa fase attuale, abbia una veridicità estremamente forte.
La seconda è una questione che può sembrare personale, molto dolorosa e molto spiacevole, almeno per me.
In Provincia di Cuneo, Rifondazione Comunista e il PdCI hanno chiesto alle forze di centro- sinistra di discutere, per le prossime elezioni provinciali, elementi di programma: risposte parziali alla crisi, beni comuni, acqua, moralità politica, eccetera.
Il Partito Democratico ha risposto dopo lungo tempo, con una pregiudiziale, ritenendo impossibile qualunque collaborazione con noi almeno al primo turno, ammesso che ce ne siano altri, perché abbiamo un simbolo e un nome scomodi (l'aggettivo che ci accompagna), perch storicamente ricordano e rappresentano alcune cose che ad alcuni oggi sembrano superate e vecchie, ma a noi pare di no, soprattutto in questa drammatica situazione.
Caso vuole che il candidato del PD (perché le primarie a Cuneo si sono svolte all'interno del solo Partito Democratico) sia Assessore in questa Giunta. Credo che vi sia una contraddizione di un Assessore di questa Giunta, che si basa anche sui nostri voti: ricordo che nel lontano 2005, in altre condizioni, furono circa il 9% i voti ottenuti, sommando i dati di Rifondazione e del Partito dei Comunisti Italiani (che comportò l'elezione di otto Consiglieri regionali, poi diventati sette per il passaggio di una Consigliera ad altro Gruppo). Tuttavia, credo di non dovere guardare contraddizioni altrui, ma di dover pensare alle mie: sono abituato a vedere il fuscello o la trave nel mio occhio e non cercarlo in quello altrui.
La contraddizione è abbastanza chiara: tra un comportamento e una collocazione in questa sede e un comportamento e una collocazione locale.
Comunico quindi alla Presidenza (per quanto vale la mia presenza - sono sicuramente un Consigliere ininfluente e di pochissimo se non nullo - peso) che non parteciperò a incontri della maggioranza per tutto il periodo della campagna elettorale, si chiuda questa con un "cappotto" della destra, il giorno 8 giugno, o si chiuda, con il ballottaggio, il giorno 22 giugno.
Il Presidente sa che ho senso istituzionale, per cui parteciperò alle Commissioni e non farò ostruzionismi (che penso debbano essere fatti solo in casi estremamente gravi) e parteciperò ai Consigli, ma è evidente che questa contraddizione sento profondamente dal momento in cui, alcuni giorni fa, abbiamo avuto un incontro in cui ci è stato comunicato quanto ho ricordato.
Faccio presente che la mia prestigiosissima carica di Vicepresidente di una Commissione consiliare è disponibilissima, se la Presidenza, i Gruppi di maggioranza e la Giunta la richiederanno.
Faccio sempre mia una massima dei grandi fratelli Marx, che per tranquillizzare parte di questo Consiglio, nulla ebbero a che fare con un famoso sociologo, filosofo ed economista tedesco dell'Ottocento, oggi molto fuori moda, tanto che ha come unico estimatore, nel mondo intero, il solo ministro Tremonti), che dicevano: "Non farei mai parte di un club che avesse tra i suoi componenti uno come me".
L'applico sempre e quindi anche in questo caso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Dalmasso, anche per la pacatezza con cui ha espresso le sue ragioni. Speriamo che vi siano presto le condizioni per superare le questioni che lei ha posto in modo civile e da sempre la contraddistingue.
La parola al Consigliere Auddino.



AUDDINO Angelo

Grazie, Presidente.
Ho chiesto di parlare per ricordare al Consiglio che, sabato 21 marzo si svolgerà a Napoli l'annuale manifestazione contro la mafia, in memoria delle vittime che sono state uccise dalla mafia.
Credo che anche quest'anno, come è già avvenuto in passato, il Consiglio possa approvare in giornata un ordine del giorno che io ho già presentato, ma che tutti i Consiglieri possono sottoscrivere, perché questo Consiglio e i Consiglieri hanno sempre dimostrato grande unità di intenti in questo campo.
Quest'anno è importante perché si svolge a Napoli, città emblema della malavita organizzata, dove è presente sul quel territorio la camorra, come in altre parti d'Italia, la mafia e la 'ndrangheta.
Stamattina, vedendo le notizie sui TG, notavo che in Lombardia la mafia cerca di espandersi e di portare anche al Nord modelli criminali tipo quelli dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, per utilizzare questo esempio anche nelle infrastrutture del Nord. Mai come quest'anno credo che sia importante un ordine del giorno come questo, che sottopongo alla vostra attenzione e che vi chiedo di votare, così come abbiamo fatto in altre occasioni. Grazie.



PRESIDENTE

Collega Auddino, abbiamo ricevuto il testo del suo ordine del giorno.
Sarà mia cura chiederne l'iscrizione prima di passare ai punti deliberativi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente. Vorrei sottoporre alla vostra attenzione due elementi.
Ho sentito l'intervento del collega Clement, che condivido integralmente. In questi giorni ho partecipato ad alcuni incontri o iniziative con gli aderenti al Patto territoriale della zona ovest, ove i sindacati, con i Comuni della zona, attraverso il lavoro del Patto territoriale, hanno siglato un accordo affinché ci possano essere degli investimenti, in termini di sostegno al reddito, da parte dei Comuni della zona ovest.
Attraverso una semplice formulazione di regolamento interno hanno stabilito di applicare il "disegno istantaneo", tema ormai non più rimandabile, da un punto di vista politico, anche nell'ambito dei provvedimenti che stiamo adottando a sostegno dei redditi dei lavoratori anche da parte nostra. Sarebbe opportuno, a mio avviso, sentire il Patto territoriale e i Comuni di Collegno, Rivoli e Grugliasco che hanno siglato questo Patto, per capire come tecnicamente anche noi, in tempi brevissimi si possa applicare il "disegno istantaneo".
Se è stato già fatto, l'Assessore me lo dirà e ne sarei contento vediamo solo di giungere rapidamente alla sua applicazione. Sto predisponendo - lo consegnerò a breve - un ordine del giorno per chiedere al Governo la defiscalizzazione della cassa integrazione. Noi sappiamo che oggi la cassa integrazione è di circa 680 euro/mese, perché viene applicata un'aliquota che sottrae al lavoratore circa 120-140 euro/mese.
Credo che il Governo, in questa fase così tragica per la vita materiale di milioni di lavoratori di questo Paese, potrebbe decidere di derogare la fiscalizzazione della cassa integrazione lasciando l'intero importo ai lavoratori. Presenterò adesso l'ordine del giorno e chiederei anche ai colleghi tutti, di maggioranza e di minoranza, di sottoscriverlo. Noi chiediamo al Governo di lasciare più soldi in tasca ai lavoratori eliminando la fiscalizzazione alla cassa integrazione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente.
Intanto intervengo per esprimere la mia solidarietà personale (ma credo anche quella di tutto il mio partito) nei confronti del Consigliere Dalmasso, per la sua scelta.
Mi pare che i fatti che ci ricordava lo stesso Consigliere Dalmasso Assessore Taricco, presti attenzione, perché la riguardano - avranno, per quello che io penso, sicuramente un riflesso anche sul piano regionale.
Siamo di fronte ad un'inaccettabile discriminazione anticomunista da parte di un componente della Giunta regionale. Assessore Taricco, se fosse semplicemente un "Dirigente" del Partito Democratico, questo aspetto rimarrebbe nell'ambito di un confronto politico. Il motivo per cui, invece assume necessariamente un rilievo politico importante (che apro oggi, ma sul quale avremo tempo di confrontarci, Assessore) che chiedo alla Giunta di non sottovalutare, è il fatto che l'Assessore Taricco a Torino svolge le funzioni di Assessore regionale anche grazie ai voti dei Consiglieri regionali comunisti, di cui non si vergogna, neanche se sventolano le bandiere con le falci e il martello. A Torino però. A Cuneo, invece, dove lei, Assessore, si candida come Presidente della Provincia, dove non si è potuto discutere di convergenze o di divergenze di programma, sarebbe stato disponibile ad accogliere i nostri "compagni cuneesi" dei Comunisti Italiani e di Rifondazione a condizione che non avessero presentato una lista riconoscibile come comunista, quella con la falce e il martello.
Assessore, questa manovra avrebbe potuto farla in maniera assolutamente spensierata se non rivestisse questo ruolo, che invece ricopre - glielo ricordo ancora una volta - anche grazie al sostegno dei comunisti.
Assessore, gliela pongo in questi termini: se fossi in lei, proverei uno scatto di orgoglio e di coerenza, per cui se "con i comunisti mai", n a Cuneo, ma neanche a Torino.
Se "con i comunisti mai", perché fa schifo il simbolo con la falce e il martello, la danneggia o appanna la sua immagine nel Cuneese, la sua immagine dovrebbe risultare appannata anche a Torino e in tutta la Regione Piemonte.
Allora io la invito - non glielo chiedo, perché non voglio fare battaglie, non mi interessa - alla coerenza: senza i comunisti a Cuneo, ma senza i comunisti a Torino.
Prenda atto di questa dicotomia: fossi in lei, mi dimetterei da Assessore - glielo dico così - per portare avanti coerentemente questa posizione politica, che è legittima. Ma è legittima e sostenibile fino a quando lei non riveste un ruolo anche grazie al voto dei comunisti, di cui poi, però, a Cuneo se ne vergogna. Gliel'ho posta in maniera un po' diretta, perché non ho le doti oratorie né la cultura del compagno Consigliere Dalmasso, quindi mi scuserà se gliel'ho presentata brutalmente.
Mi pare, però, che i termini siano chiari.
Da oggi apriamo un percorso. Da oggi è ovvio che lei rappresenta un elemento di forte - anzi fortissima - anomalia all'interno di quella Giunta. Io le chiedo un gesto di coerenza: valuti lei con la sua coscienza.
Ovviamente, nel Cuneese noi spenderemo i nostri sforzi pienamente e totalmente affinché se qualche cittadino del Cuneese ancora non lo sapesse venga informato che qui lei svolge quel ruolo grazie a quei "cattivi e ignobili comunisti, di cui si vergogna, con la falce e il martello". Lo dovranno sapere tutti.
Poi, se per lei la coerenza è acqua fresca, è un giudizio suo personale che io continuerò a rispettare.
Ho fatto questo intervento perché da oggi si apre questo percorso di confronto con l'Assessore Taricco, cui chiediamo semplicemente coerenza sotto questo punto di vista.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
da qualche mese che diversi Consiglieri, giustamente e legittimamente, denunciano situazioni di crisi, con aumenti di cassa integrazione e società in difficoltà.
Una crisi come questa ha due facce, o comunque due correnti di pensiero: una, alla quale io voglio aderire, è quella di cercare strumenti per lo sviluppo e la ricostruzione, finalizzati a rilanciare tutto il sistema produttivo. E ciascuno, a seconda dei livelli di competenza esprime i propri suggerimenti. Vi è, poi, l'altra faccia della medaglia un'altra corrente, che io voglio contrastare come di sicuro faranno altri colleghi di questo Consiglio, che è quella di chi, invece, approfitta dello stato di crisi.
Se ad approfittare dello stato di crisi è il privato, dobbiamo ostacolare il privato. Ma se dalla situazione di crisi ad approfittarne è l'Ente pubblico, la situazione diventa leggermente spiacevole. Adesso io non sto a sindacare se l'Ente pubblico è governato dal centrosinistra o dal centrodestra, ma mi risulta che negli ultimi mesi, nelle fondazioni o istituzioni pubbliche, vengono utilizzate forme improprie di lavoro. Le forme improprie di lavoro sono ritenute d'acconto, sono contratti a progetto quando progetti non sono, sono delle forme improprie.
Molte volte l'amministratore delegato di un ente, il Presidente di un ente, cerca di risparmiare. Per risparmiare è necessario però sviluppare dei ragionamenti e degli impianti con delle capacità, non con la violazione più elementare dei diritti dei lavoratori. Allora chiedo (l'ho chiesto già in altre sedi e non lo chiedo più) formalmente all'Assessore Migliasso di promuovere un'indagine con i suoi uffici, per capire se le società partecipate della nostra Regione o degli enti pubblici utilizzano forme improprie di lavoro. Non so se mi sono spiegato e lo chiedo all'Assessore al lavoro, perché non so a chi altro lo devo chiedere.
Faccio un esempio più chiaro, prendiamo un ente a caso, il CSI. Se in questo ente ci sono 300-400-500 forme improprie di lavoro, sta a significare ritenute d'acconto, contratti occasionali o contratti a progetto, quando invece non è possibile questo tipo di affidamento. Allora chiedo all'Assessore (ho fatto un esempio a caso perché non è quell'ente cui stavo pensando: questo significa che il Presidente di quell'ente comunica all'Assessore, nel senso di Giunta regionale, "state tranquilli che da me tutto funziona?". Perché dico questo? Perché un ente pubblico tanto meno la Regione, non può non iniziare a brandire la tutela di diritti in un momento di crisi, altrimenti poi ci avvitiamo ogni volta che veniamo a denunciare la tutela dei diritti dei lavoratori.
Su quello che sto chiedendo, gradirei avere una risposta precisa specifica e dettagliata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Credo che, rispetto alle richieste di comunicazioni dei colleghi vi sia un aspetto che, certamente, va trattato e interessa anche il nostro Gruppo consiliare. La situazione è di grave problematica economica sociale soprattutto legata ai posti di lavoro. Il mercato del lavoro credo che sia un aspetto che interessa tutto il Consiglio, come evidenziato in più occasioni.
altrettanto legittimo che si richieda un intervento speciale del Governo, le modalità dell'intervento del medesimo ecc. Non sarà l'ultima volta, ma rilevo soltanto che ci sta sfuggendo qual è l'intervento speciale che sta mettendo in campo la Regione Piemonte. Faccio un esempio rispetto ad alcuni passaggi, che condivido, del collega Clement. Il rapporto con le istituzioni di credito (istituzioni bancarie) ad oggi si è fermato ad un incontro, rispetto alle cose che sappiamo noi, evidentemente. Non possiamo essere nella testa della Giunta né possiamo apprendere ciò che evolve dai giornali. Non mi sembra che la situazione nei confronti di imprese o rispetto ad anticipi nei confronti dei cassaintegrati sia modificata. Poi voi avrete idee magnifiche e progressive rispetto al rapporto con le istituzioni bancarie, ma oggi rimangono tali. Non sono trasformate in un aiuto concreto alle imprese rispetto alle elargizioni di credito. Dicevo prima che, rispetto a questo, siamo rimasti all'incontro di un sabato pomeriggio di molte settimane fa, della Presidente, che certamente è stato utile ad aprire sui giornali, ma mi sembra che sia stato un po' meno utile a garantire maggiore credito.
La stessa delibera anticiclica presentata dall'Assessore Bairati e Migliasso in sede di VII Commissione non mi sembra oggi abbia sortito gli effetti che venivano magnificati sui giornali. L'elenco possiamo farlo e andare avanti lo stesso. Per esempio, sottolineiamo che in finanziaria abbiamo inserito un milione di euro per i mutui, ma da due mesi a questa parte non si è ancora provveduto a fare la delibera che consente alle famiglie di chiedere il sostegno che la Regione ha previsto in legge.
Potremmo andare avanti con molti adempimenti mancanti.
Detto ciò, che potrebbe anche essere uno dei motivi che mettiamo in ogni apertura di Consiglio, invito (e lo faccio con estremo rispetto di quelle che sono le dinamiche e la discussione all'interno dei partiti) il Consiglio regionale a non impiegare una parte consistente del suo tempo per una discussione che è più da segreteria regionale che di partiti, piuttosto che da aula assembleare. È un aspetto che noi rileviamo. Non facciamo alcun tipo di valutazione: è un po' anomalo e lo sottolineiamo.
Dopodiché, se volete che facciamo solo una valutazione, lo dico al collega Chieppa e al collega Dalmasso, il timore è che questi lamenti o rivendicazioni all'interno, giuste o sbagliate che siano, avvengano perch tanto vi è la certezza che i comunisti, ancorché quelli con la falce e il martello, alla fine votano in aula. Si è sempre fatto così in questi anni con il 4% avete manifestato la vostra riluttanza per votare qualunque tipo di delibera, continuerete a farlo fino alla fine della legislatura. Allora perché Mino Taricco dovrebbe in qualche modo caricarsi i comunisti in una Provincia, in cui i comunisti prendono pochi voti e non danno una gran visibilità nella competizione elettorale del candidato? Tanto in Consiglio regionale non accade assolutamente nulla: lo vedremo nella seduta d'oggi così come nella seduta precedente. In ogni caso, sono fatti vostri; ma fareste bene a parlarne, colleghi della coalizione del centrosinistra negli incontri di segreteria regionale dei partiti del centrosinistra comunisti inclusi. Noi facciamo l'opposizione, e approfittiamo della situazione per sottolineare le manifeste spaccature che si compiono in aula, ma che all'atto pratico non si trasformano in nulla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi



BURZI Angelo

Desidero esprimere la nostra preoccupazione come forza di governo perché nulla togliendo alla democrazia dell'Aula, mi pare che sia giusto e corretto che tutte le forze d'opposizione abbiano modo di esprimersi.
Comprendiamo bene, sapendo che il Regolamento nostro non prevede al momento né question time o altre forme. L'Aula, purtroppo, trova nelle forze d'opposizione la necessità di esprimere temi che in altra sede non trovano la giusta eco, né sui giornali né in aula. Lei si renderà ben conto che data la situazione esterna, essendo un partito pur democratico, liberale ma di maggioranza, noi tenderemmo anche a fare delle cose. Cercheremmo di arrivare ad una qualche operatività nel rispetto delle posizioni di tutti.
Sia ben chiaro! Che nessuno si senta limitato nella propria possibilità di esprimersi né oggi, né nelle altre sessioni, né d'Aula e né di Commissione tenderemmo a mettere un pochino d'ordine.
Per esempio, trovo abbastanza comprensibile quello che dice, pur da una forza di minoranza, il collega Chieppa. Per carità, usa toni che sono classici dell'opposizione, noi avremmo preferito espressioni più lievi e dialettiche, come "mai più con", ma capisco anche le pulsioni: "facciamo un ordine del giorno o qualcosa che votiamo", perché mi sembra che le sue posizioni siano ragionevoli.
Per esempio, senza interferire a livello personale nei riguardi del collega Taricco, né tanto meno del collega Chieppa, cercando di tradurlo in termini politici, noi saremmo favorevoli che il Gruppo dei Comunisti Italiani dicesse con molta chiarezza che qualunque cosa proporrà il collega Taricco - non certo per fatto personale, ci mancherebbe, per fatto politico, che deve essere espresso - non verrà mai più votata. A noi questo piace, anzi saremmo lieti di dare una mano, pur non essendo noi gli autori né oggi né ieri, di una posizione sulla quale vorremmo riflettere nei nostri prossimi congressi, perché ritengo sia una tesi su cui si debba dibattere. Questa tesi "senza i comunisti" è nuova per noi, credo valga la pena di approfondire alcuni contenuti, senza eccessive asprezze, sempre senza interferire sul piano personale; però vorremmo si traesse qualche conclusione, altrimenti qualcuno che - sciagurato lui - ci vedesse via rete o - ancora più sciagurato - fosse qui presente, potrebbe pensare che in quest'Aula vi sia un Regolamento che impedisca alla maggioranza legittimamente eletta - noi - di governare.
Noi vogliamo che sia ben chiaro che la responsabilità è tutta dell'opposizione, perché mentre fuori, come alcuni dicono, ci sono dei problemi, che a noi non sembra ci siano - la minoranza, si sa, fa il suo lavoro e dice che ci sono dei problemi - qui si perde tempo. Noi vorremmo fosse ben chiaro, se la posizione del collega Chieppa può trovare formalizzazione in un ordine del giorno o in una richiesta d'autosospensione e di congelamento - non oserei parlare di dimissioni perché tendo sempre a scegliere la minore delle armi possibili - sappia che, pur non condividendola - noi difendiamo le posizioni di tutti purch vengano espresse nelle sedi opportune e in maniera legittima - noi ben volentieri la votiamo, però tenderemmo a voler addivenire ad una conclusione.
Vorremmo governare anche in quest'ultimo anno di questa dura legislatura, dopo aver ottenuto eccellenti risultati nei primi quattro perché quando andremo a chiedere il rinnovo vorremmo portare a tutti i risultati. Siccome ci viene impedito di governare, vorremmo che lei ci aiutasse a far sì che quest'Aula tornasse alla sua primitiva funzione quella di fare le leggi, possibilmente proposte dalla maggioranza, su cui la minoranza abbia diritto di esprimersi, ma poi che si arrivi ad un voto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Burzi, anch'io condivido assolutamente il suo auspicio.
Spero che, nonostante la mancanza di strumenti regolamentari, il buonsenso dei colleghi consenta di esaminare il prima possibile i punti iscritti all'o.d.g.
La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Il mio intervento è soprattutto volto a sdrammatizzare, visto che i compagni li conosco personalmente per frequentazioni pluriennali - io e il Consigliere Dalmasso ci conosciamo dal 1991, ormai siamo una coppia consolidata! Al di là delle riflessioni del collega Dalmasso, che sono amare, a causa di una situazione che si sta sempre più complicando nei rapporti tra la cultura massimalista-anticapitalista e quella del centrosinistra, volevo tranquillizzare i colleghi.
Conosco bene anche il collega Chieppa, credo che neanche il Battaglione Padova dei Carabinieri riesca a mandarlo via dalla maggioranza, quindi siamo tranquilli!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Mi scuso con l'Aula e con lei, non è mia abitudine intervenire prima dell'inizio ufficiale del Consiglio, anche se questa fase fa parte dei lavori, è per questo che sono d'accordo anche con il Consigliere Burzi. Qui occorre che il Consiglio addivenga ad una decisione in merito alla modifica di questo Regolamento, oppure, nell'assumere questa decisione, di qui alla scadenza della legislatura, diamoci una modalità che ci consenta di discutere anche in Consiglio regionale delle questioni dell'attualità, così come vengono poste dai singoli Consiglieri. Capisce che, se ogni Consigliere pone legittime questioni legate all'attualità o al territorio, noi rischiamo di impegnare tutta la giornata del martedì a discutere di queste tematiche, senza affrontare i punti all'o.d.g.! Presidente, credo che nella prossima riunione dei Capigruppo occorra riflettere su questo tema, altrimenti non riusciamo a svolgere il sindacato ispettivo e a rispettare l'o.d.g., che prevede la discussione di proposte e disegni di legge e deliberazioni. Il problema è estremamente serio, se non vogliamo trascorrere la nostra giornata a discutere di questioni legittime e importanti, che alla fine rendono impraticabile il nostro lavoro. Per quanto riguarda la seconda questione, ritengo giusto da parte mia, essendo il Presidente del Gruppo del Partito Democratico, rivolgere un invito all'Assessore Taricco a continuare prima di tutto il suo lavoro. Siccome le questioni poste dai colleghi Dalmasso e Chieppa sono serie, occorre discuterle dal punto di vista politico, come diceva il Consigliere Vignale.
un tema da segreteria dei partiti e non certo del Consiglio regionale anche perché, come Partito Democratico, non abbiamo mai posto questioni vero collega Chieppa? - quando partiti all'interno di questa coalizione hanno avuto sul territorio atteggiamenti di rifiuto nell'appoggiare nostri candidati, anche se non fanno parte...



(Commenti del Consigliere Chieppa)



MULIERE Rocco

Certo, fa parte della Giunta, ma sono questioni politiche diverse.
Quindi, se vogliamo, affrontiamole politicamente. Naturalmente, da parte mia non ci sono problemi in tal senso, ma non credo sia un tema da porre in quest'Aula. L'Assessore Taricco può continuare il suo lavoro, come è avvenuto in questi anni, troveremo la sede opportuna per discutere dei rapporti politici tra le forze politiche che compongono questa maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cirio.



CIRIO Alberto

Sono albese e cuneese, per cui non posso non apprezzare che si parli della Provincia di Cuneo, forse è la prima volta che se ne parla in questi termini, poi se ne discorre concretamente nei vari interventi. A noi che veniamo da questa Provincia ci dicono sempre che abbiamo una sensibilità maggiore verso casa nostra, è un peccato che se ne parli per questioni puramente di carattere partitico.
Il Presidente Muliere ha ragione, ma allo stesso tempo non siamo stati noi del centrodestra a porre queste osservazioni. Sarebbe come se io adesso intervenissi per dire all'amico Tino Rossi della Lega che le Province di Biella, Cuneo o Novara non vanno alla Lega, ma al PdL, oppure dicessi agli amici di Alleanza Nazionale, con cui condividiamo la definizione dei collegi provinciali, che il tale collegio è di un uomo di Forza Italia e non di AN o viceversa. Se si comincia con domande e risposte di carattere politico all'interno del Consiglio regionale, lo facciamo anche noi del centrodestra, avendo di che parlare, ingolfando per sempre i lavori di questo Consiglio, che già di per sé sono difficili. Però c'è una differenza: è vero che questo è un discorso di segreterie politiche, ma diventa un discorso del Consiglio regionale quando l'analisi politica si conclude con la richiesta delle dimissioni di un Assessore. Nel momento in cui una forza della maggioranza richiede ad un Assessore di dimettersi questo non è più un dibattito politico da segreteria di partito, ma è un dibattito da Consiglio regionale, perché noi, che abbiamo a cuore l'agricoltura e la gestione politica dell'agricoltura piemontese avremmo piacere di sapere se l'Assessore Taricco sarà ancora Assessore, se lo farà ancora, che cosa risponde alla richiesta di dimissioni che arriva da un autorevole esponente della maggioranza.
Noi possiamo avere i problemi della campagna elettorale, i problemi delle elezioni, ma alla gente non interessano tanto questi problemi; alla gente interessa che la guida della nostra Regione, in tutte le sue articolazioni e anche quella dell'agricoltura, che ne è una delle principali, sia una guida salda e ferma, che l'Assessore magari non sia distratto da campagne elettorali da una parte o da beghe politiche interne alla maggioranza dall'altra, perché non facciamo in questo caso gli interessi del Piemonte.
Per cui era dibattito di segreterie politiche fintanto che diventava un ragionamento in termini di alleanze; diventa dibattito del Consiglio regionale e non possiamo prenderne atto e non chiedere che comunque qualcuno ci dica qualcosa, nel momento in cui scaturisce nella richiesta formale di dimissioni da parte di un membro della maggioranza, che peraltro segnala un'incongruità che tante volte c'è...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, capisco che dopo un'ora di interventi diventa estenuante per tutti garantire il silenzio in Consiglio. Vi prego però di accomodarvi fuori dall'aula affinché si possa procedere con i lavori.



CIRIO Alberto

Dicevo che non è più dibattito, caro Presidente del PD, di segreterie politiche quando l'intervento di un esponente della maggioranza finisce con la richiesta di dimissioni dell'Assessore.
Quello non è più dibattito di segreterie politiche, ma diventa dibattito di Consiglio. Ci piacerebbe sapere cosa intende fare l'Assessore.
Ci piacerebbe sapere, anche se Chieppa, come qualcuno dice, non si smuove però se al 5 maggio verranno presentate le liste e il candidato Presidente Taricco non porterà la componente comunista all'interno della sua coalizione, che cosa succederà, se verrà sfiduciato? Se la Giunta regionale si troverà senza Assessore? Ci piacerebbe sapere tante cose, ma ripeto: non è per interesse di partito, è per l'interesse del Piemonte, perché gli agricoltori coltivano e vanno in campagna tanto il 6 maggio che il 6 giugno, il giorno delle elezioni e il giorno delle amministrative. Non è che gli interessi più di tanto quali sono le coalizioni. A loro interessa che la guida del Piemonte sia una guida ferma e stabile.
Peraltro, non ci si deve stupire delle incongruenze di alcuni esponenti di questa maggioranza. Noi a Cuneo li vediamo tutti i giorni: abbiamo dei colleghi della vostra maggioranza che, a Torino, sono statalisti e a Cuneo sono liberisti. A Torino sono per gli immigrati e poi vengono a Cuneo e dicono che ci vuole il rigore, il rispetto assoluto della legalità. Uno parla a seconda di quelli che sono gli interlocutori che ha davanti e non invece a seconda di quelle che sono le proprie idee. Ciò non toglie che se noi adottassimo lo stesso metodo che usa il centrosinistra, potrei parlare per un'ora agli amici della Lega, ragionando su a chi vanno le Presidenze delle Province, e loro potrebbero parlare un'altra ora; potremmo parlare ancora con gli amici di Alleanza Nazionale e potremmo tenere tutto il giorno il Consiglio regionale fermo a parlare di tematiche che credo con questo Consiglio regionale non hanno nulla a che fare.
Pertanto, sarebbe bene chiudere questa parte di dibattito, ma avendo avuto un finale di carattere molto amministrativo e regionale, sarebbe bene che qualcuno ci rispondesse e ci dicesse che cosa accadrà.
Anche perché a Cuneo magari interessa a qualcuno saperlo e ai nostri cittadini piemontesi interessa saperlo: se il 5 maggio l'Assessore Taricco in qualità...



PRESIDENTE

Per cortesia, collega, concluda.



CIRIO Alberto

Lei mi ha preso un minuto e mezzo. Dicevo che l'Assessore Taricco in qualità di candidato...



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Cirio, il suo tempo è scaduto.



CIRIO Alberto

Ripeto che lei mi ha preso un minuto e mezzo quando ha dovuto interrompere il mio intervento perché c'era rumore.



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Cirio, il suo tempo è scaduto. La prego di chiudere l'intervento.



CIRIO Alberto

Lo chiudo, auspicando che qualcuno dia a noi, ma in generale ai nostri cittadini che ci stanno pagando lautamente il gettone per essere qua, una risposta su quello che sarà il futuro della guida dell'agricoltura piemontese a seconda di quelle che saranno le scelte prese dal centrosinistra. Grazie.



PRESIDENTE

Il Consigliere Rossi aveva una questione da porre. Non è presente l'Assessore, però se vuole già esplicitarla in modo che resti a verbale.
Peraltro la documentazione che lei ha inviato alla Presidenza in questi giorni è stata già inoltrata all'Assessore.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie. Solo per chiedere all'Assessore se poteva relazionare in base a quanto richiesto al Presidente del Consiglio, relativamente ai noti fatti riferiti dai giornali accaduti all'interno di un ospedale torinese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Migliasso; ne ha facoltà.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Io credo di dover dare qualche risposta non relativamente all'ultimo argomento che è stato trattato testé dal Consigliere Cirio, ma ai quesiti che mi sono stati sottoposti ad inizio di seduta. Se però si ritiene che in questa fase sia meglio proseguire nei lavori dell'o.d.g. come mi pare di avere interpretato, posso rendermi disponibile in un altro momento a rispondere ai quesiti posti dal Consigliere Clement.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, ma noi abbiamo un o.d.g. che è oggetto di una calendarizzazione in seno alla Conferenza dei Capigruppo. I colleghi hanno sottolineato dei problemi estremamente rilevanti e di sicuro interesse.
Nel corso della Conferenza dei Capigruppo di domani, si vedrà se calendarizzarli nella prossima seduta del Consiglio regionale o se destinare a questi temi uno spazio nell'ambito delle attività delle Commissioni di merito.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente all'articolo pubblicato su Torino Cronaca del 12 marzo 2009 riguardante il concorso dell'Amedeo di Savoia


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Artesio per le comunicazioni richieste; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Il Consigliere Rossi ha chiesto di fornire informazioni in merito all'articolo pubblicato su Torino Cronaca del 12 marzo 2009 riguardante il concorso dell'Amedeo di Savoia, rispetto al quale venivano indicate, da un lato, situazioni di relazione di parentela rispetto al trapelato nominativo del vincitore del concorso e la Direzione sanitaria. Dall'altro lato un'indicazione, di fonte anonima, in ordine al fatto che, per interventi di terzi, alcuni candidati sarebbero stati dissuasi da presentare la propria candidatura.
Per rispondere alle indicazioni richieste dal Consigliere Rossi e anche riprese da dichiarazioni di altri Consiglieri regionali, farò riferimento all'esposto depositato alla Procura della Repubblica dal Direttore generale dell'ASL Torino 2, esattamente in ordine all'articolo riferito, riguardante la struttura complessa di medicina interna del comprensorio ospedaliero Amedeo di Savoia. Esposto nel quale il Direttore generale fornisce un'illustrazione delle procedure seguite, nonché indica una propria disponibilità a costituirsi parte civile laddove l'azienda avesse ricevuto dei danni rispetto all'impossibilità di valutare tutte le potenziali candidature e tutti i curriculum che potessero risultare funzionali alla scelta della persona maggiormente qualificata.
Veniamo, quindi, alla definizione delle procedure adottate dall'Azienda Sanitaria. Noi siamo Amministrazione regionale, diamo indirizzi e regolamenti, il nostro compito è verificare che indirizzi e regolamenti siano correttamente applicati dalle aziende sanitarie. Quindi l'excursus della procedura è il seguente: la Regione Piemonte a gennaio 2008 ha autorizzato il posto di Dirigente medico, Direttore di struttura complessa di medicina interna, attraverso l'adozione di deliberazione che, assumendo i piani di riqualificazione dell'assistenza, programmavano lo sviluppo e le sostituzioni dell'attività di coordinamento. Inoltre, la Regione Piemonte sempre nello svolgimento della propria funzione di indirizzo, con la collaborazione della IV Commissione consiliare, a maggio 2008 ha deliberato le linee di indirizzo per il conferimento di incarichi. I Consiglieri ricorderanno come ci siamo dedicati ad affrontare il tema della composizione delle commissioni esaminatrici, nonché del relativo sorteggio dei membri esterni.
L'ASL Torino 2 ha applicato la deliberazione regionale con la seguente modalità. È stato riunito il Collegio di Direzione aziendale, nel corso del quale risultava assente il Direttore sanitario. Nel corso del Collegio di Direzione aziendale, sono stati espletati i sorteggi di competenza delle diverse parti per la selezione dei membri esterni della commissione esaminatrice.
Inoltre, dopo il sorteggio, l'ASL Torino 2 ha nominato la commissione esaminatrice recependo i sorteggi avvenuti in seno di Collegio di Direzione e nominando, quale Presidente della commissione, un Direttore sanitario di azienda diversa dal Direttore sanitario...



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri di fare un attimo di attenzione. I Consiglieri che sono nei banchi e non sono interessati al dibattito, sono pregati di accomodarsi fuori.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutele della salute e sanità

La commissione esaminatrice, dicevo, è stata composta con i risultati dei sorteggi avvenuti in Collegio di Direzione e con la nomina di Presidente anziché del Direttore sanitario dell'Azienda Torino 2, del Direttore sanitario di altra azienda. Persona, peraltro, anche Presidente dell'Associazione Nazionale Medici di Direzione sanitaria. La commissione così nominata, ha svolto la propria attività individuando, come previsto da Regolamento, una terna di candidati all'interno dei quali il Direttore generale ha determinato il candidato più idoneo - risultato essere la persona indicata nell'articolo - e che, nel verbale della commissione distaccava per preparazione, esperienza professionale nonché per i risultati delle prove, le altre candidature.
Dal punto di vista del procedimento interno sono stati garantiti l'indipendenza della commissione, l'assenza di conflitto di interesse (non risultando parte della commissione esaminatrice, la Direzione sanitaria di Torino 2) e il rispetto dell'introduzione di giudici indipendenti. Ricordo che i commissari esterni non sono commissari della Regione Piemonte.
Pertanto, dal punto di vista procedurale, la situazione risulta coerente con gli indirizzi dati dall'amministrazione regionale.
Questo è l'aspetto che concerne il coinvolgimento dell'Azienda Sanitaria Torino 2. Altro capitolo è la questione che non si riferisce alla logica interna della procedura concorsuale, ma all'eventuale vizio ab origine. Vale a dire che non sia stato permesso alla commissione esaminatrice di considerare tutte le candidature potenziali in quanto, una o alcune, abbiano subito atteggiamenti di dissuasione. Su questa seconda parte, che è quella sulla quale il Direttore generale si dichiara pronto alla costituzione in giudizio, evidentemente non ci sono prove di riscontro, se le dichiarazioni sono anonime e se non sono stati avanzati ricorsi.
Tuttavia, mi permetto di dire che quest'eventuale vizio non è una fattispecie riconducibile al rapporto di parentela tra il candidato prescelto e la Direzione Sanitaria, ma un vizio di tale natura, laddove sussistesse e in modo più preoccupante di quanto non ci preoccupiamo per questo caso, potrebbe sussistere in ogni tipologia di concorso. Quindi, non è questione riferibile a questo particolare concorso, ma preoccupazione laddove esistesse questo costume, che dobbiamo avere in linea generale.
Concludo con un'osservazione non formale. Fino a questo momento mi sono attenuta alla forma del procedimento, ma con un'osservazione di tipo valutativo. Nelle dichiarazioni a caldo dei Consiglieri regionale sulla vicenda, si faceva riferimento alla necessità di ricercare condizioni d'indipendenza della commissione valutatrice; in alcuni casi - faccio riferimento al Consigliere Buquicchio - anche all'indicazione di introdurre, nei componenti della commissione, membri dell'Università degli Studi, preferibilmente di Università diverse da quelle piemontesi per il già richiamato tema dell'indipendenza. Voglio sottolineare che nulla osta a che i clinici selezionati dagli elenchi delle discipline delle altre Regioni siano contemporaneamente titolari di cattedra universitaria. Il nostro regolamento non lo esclude, ma il nostro Regolamento non lo indica come criterio esclusivo.
Mi permetto di dire che se nell'azienda ospedaliera universitaria pu essere raccomandabile una condivisione della parte clinica e della parte universitaria nelle procedure di selezione, mettere in capo all'università anche le procedure di selezione delle funzioni propriamente cliniche, non formative e di ricerca può introdurre un'assimetria nei ruoli che ritengo non essere equa e, certamente, nemmeno gradita alla componente ospedaliera.
Infine - valutazione personale - si ravvisa in questo procedimento una qualche parzialità? Io posso ritenere, sul piano personale, che la scelta di candidarsi in un concorso, in un'Azienda all'interno della quale il proprio congiunto svolga funzioni di direzione, possa essere inelegante od inopportuna. In base ai procedimenti seguiti dalla Commissione esaminatrice, però, non mi sento di giudicarla irregolare.
Mi permetto ancora di aggiungere una seconda osservazione: mi attendo proprio in nome dell'opportunità, non della legittimità, scelte di comportamento del Direttore sanitario conseguenti all'eventuale conferma di quest'incarico e, infine - ma questo lo faccio con la cordialità che spero si possa ancora praticare in quest'Aula - mi domando se, a parti invertite cioè se il Direttore sanitario fosse stata una donna e il candidato al concorso il congiunto, avremmo visto titoli come: "Il bel marito della Direttrice sanitaria si candida al concorso", o discusso in quest'Aula di tale questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Quello che abbiamo chiesto è una comunicazione su un fatto, che, secondo quanto riportato dal giornale, poteva o potrebbe essere estremamente grave. Non era per fare indispettire l'Assessore pertanto poteva evitare le sue battutine finali! A noi nulla compete se era un uomo o una donna, o quello che succede o può essere successo; a noi compete, come Consiglio regionale, di capire se qualcosa di non corretto, non chiaro, non consono a quello che doveva essere, è accaduto all'interno di quell'Azienda Sanitaria.
Leggiamo sui giornali fatti riportati in modo sicuramente troppo evidenziato; era addirittura tra virgolette la presunta minaccia o promessa "non presentarti agli orali e noi ti ricompenseremo". È chiaro che chiediamo all'Assessore di spiegarci cosa è successo all'interno di quella struttura: se è aria fritta, invenzione giornalistica, o - ahimè - se c'è qualcosa che non ha funzionato all'interno della stessa, all'interno della Commissione esaminatrice o in chi ha fatto, o no, proposte in buona o in cattiva fede ad altri candidati.
Semplicemente questo: chiediamo di svolgere il nostro lavoro. Siamo Consiglieri regionali, siamo l'organo legislativo della Regione; c'è una Giunta, che è l'organo esecutivo che nomina i Direttori generali (sanitari ed amministrativi), quindi chiediamo alla Giunta di verificare che sia tutto a posto, in particolare quando un quotidiano locale dedica due pagine ad una situazione che, se fosse reale, sarebbe sicuramente imbarazzante.
Non stiamo vivendo un momento piacevole, come Regione; ricordo, uno per tutti, il caso Grinzane Cavour, ma anche il caso SITO, e così via.
Considero, pertanto, corretto, lecito, anzi dovuto, l'interesse del Consiglio regionale nei confronti di fatti che vanno a toccare i dipendenti della struttura regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente. Quanto tempo ho a disposizione?



PRESIDENTE

Cinque minuti.



BUQUICCHIO Andrea

La ringrazio, Presidente, per avermi dato la parola.
Entro nell'ambito della discussione, non certo per toccare nel merito la vicenda, perché probabilmente sarebbe di cattivo gusto farlo, ma perch è una di quelle rare occasioni che abbiamo per approfondire un tema che mi sta estremamente a cuore, perché ho vissuto nell'ambiente sanitario, tra l'incudine dell'Università e il martello dell'Ospedale, per oltre 25 anni.
Conosco, pertanto, molto bene le dinamiche di un concorso. Ciò che è vero, e ritengo che sia inconfutabile, avendolo anche dichiarato a verbale nell'ambito della IV Commissione, nel maggio 2008, è che il provvedimento che la Giunta ha ritenuto di dover adottare, relativamente ai concorsi primariali, è purtroppo molto insufficiente.
Non è colpa della Giunta; la colpa è a monte, in una grave confusione esistente nel momento in cui si parla di Azienda Sanitaria e nel momento in cui si attribuisce al Direttore generale di un'Azienda sanitaria il massimo potere discrezionale nella scelta dei dirigenti.
Si chiama spoil system? Questo potrebbe avere un significato, qualora si tratti di una struttura privata. Nell'ambito del privato, cioè, il Direttore, responsabile amministrativo dell'azienda, sceglie i dipendenti che ritiene più idonei a svolgere il servizio.
Ma il Servizio Sanitario Nazionale non è un'azienda privata, pertanto le regole concorsuali devono rispettare ampiamente i diritti di partecipazione nell'ambito del pubblico di tutti i cittadini.
Ecco, allora, che all'origine vi è un vulnus: la discrezionalità del Direttore generale.
Nel caso della collega - collega perché sono un medico anch'io - che peraltro conosco, perché ho lavorato con lei alle Molinette per molti anni non ho assolutamente da spezzare una lancia né da esprimere giudizi e critiche al riguardo. Non mi sento di farlo e non voglio farlo. Ricordo che è una professionista estremamente preparata, ma questo non significa niente; quello che è vero - ed è vero - è che è il Direttore generale che decide e il Direttore generale, in questo caso, ha nella triade di potere la nomina del Direttore sanitario.
E il Direttore sanitario, in questo caso, è molto vicino a chi ha vinto il concorso.
Si potrebbe desumere che, se tutto questo è vero, è anche vero che è legittimo, da parte di qualcuno, confutare la totale assenza di discrezionalità da parte di chi ha deciso. Non lo so. Lascio a voi il giudizio. Una cosa è certa: i metodi concorsuali andrebbero riformati radicalmente e andrebbe eliminata totalmente la capacità discrezionale di scelta, individuando metodi di oggettiva valutazione.
Questo è possibile farlo; mi chiedo perché, nel terzo millennio, ci rifiutiamo ancora di farlo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "Nicola Pellati" di Nizza Monferrato (AT)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "Nicola Pellati" di Nizza Monferrato in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale - Università

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Muliere di rinviare l'esame degli ordini del giorno n. 1199 e n. 1203


PRESIDENTE

Procediamo col punto 4) all'o.d.g., relativo all'ordine del giorno n.
1199. Rammento ai colleghi che la votazione sull'ordine del giorno recante la materia "Incidenti presso l'Università di Palazzo nuovo in Torino" era risultata non valida; pertanto la votazione va ripetuta.
Rammento inoltre che il collega Leo ha presentato, nella seduta odierna, un ordine del giorno che verrà messo immediatamente in discussione e in votazione subito dopo la votazione sull'ordine del giorno Bossuto rimasto pendente in seguito a votazione non valida.
Il Consigliere Vignale ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Non so se mi sono distratto o se, avendo partecipato all'incontro con le Associazioni l'ho perso in apertura di Consiglio, ma il sindacato ispettivo è stato fatto?



PRESIDENTE

Collega Vignale, non l'abbiamo fatto, ma abbiamo fatto una question time che ha portato via, dall'apertura dei lavori, un'ora e mezza.



VIGNALE Gian Luca

Non è la prima volta che ciò accade e io la invito a seguire i punti all'o.d.g., salvo diversa determinazione della Conferenza dei Capigruppo nel senso che altre volte è accaduto quanto è avvenuto stamattina, cioè che sull'ordine dei lavori dei colleghi siano intervenuti, ma il sindacato ispettivo è sempre stato fatto. Oppure lo rinvii all'apertura della seduta del pomeriggio, ma credo che non si possa prevedere perché questo lo prevede non soltanto il Regolamento, ma anche l'o.d.g. che ha fatto la Conferenza dei Capigruppo stabilendo, successivamente alle comunicazioni e all'approvazione dei verbali, il punto 3), "Svolgimento interrogazioni e interpellanze". Oppure si faccia un'inversione all'o.d.g. e si preveda di saltare il punto 3), cosa sulla quale noi siamo ovviamente contrari.



PRESIDENTE

Il collega Vignale richiama a un adempimento puntuale delle procedure e, da questo punto di vista, ha assolutamente ragione.
Io, colleghi - ma chiaramente mi rimetto alla valutazione dell'Aula poiché abbiamo dedicato la prima ora e mezza dei nostri lavori ad argomenti che avevano in gran parte anche un aspetto di sindacato ispettivo, su cui sono intervenute risposte puntuali da parte di alcuni degli Assessori interpellati e quindi di fatto integrando gli estremi di un question time laddove i colleghi Consiglieri hanno proceduto nella giornata di ieri e nella mattinata di oggi a informare preventivamente gli Assessori in maniera tale da garantire la loro possibilità di risposta documentata ritenevo di aver in tale modo espletato quanto sostanzialmente previsto in sede di Conferenza dei Capigruppo, cioè di dedicare la prima ora dei nostri lavori alla possibilità di avere risposte sui quesiti dei Consiglieri.
Di conseguenza, proporrei di considerare pertanto espletato il punto 3) e di procedere al punto 4) all'o.d.g., avendo sostanzialmente acquisito verbalmente le risposte che erano più urgenti e che erano oggetto di atti anche formali.
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Vorrei intervenire sulla questione degli ordini del giorno.
Vorrei chiedere all'Aula, se fosse possibile, di non arrivare alla votazione, visto che oggi è stato presentato un altro ordine del giorno da parte del collega Leo, e verificare con un gruppo di Consiglieri, visto l'argomento e vista anche la possibilità, secondo me, di trovare un'intesa tra tutti i Gruppi per portare all'Aula un ordine del giorno condiviso.
In sostanza, vorrei chiedere di avere la possibilità di portare la prossima settimana un ordine del giorno condiviso, spero da tutti i Gruppi consiliari, e poterlo votare.
Quindi, Presidente, le chiederei, se è possibile, di sospendere la discussione di questo punto e di verificare l'opportunità di stendere un ordine del giorno condiviso tra tutti i Gruppi consiliari da discutere la prossima settimana.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente. Devo dire che - come sempre, non è una novità rispetto a un ordine del giorno che possa essere ampiamente condiviso da una larga maggioranza su tematiche come questa - anche perché nell'ordine del giorno io chiedo che il Consiglio regionale, tramite il Comitato per la Resistenza, assuma un ruolo importante - siamo sicuramente favorevoli a fare uno sforzo per trovare una soluzione unitaria.
Consultandomi con i colleghi, noi siamo disponibili - anche perch abbiamo firme autorevoli come quelle dei Consiglieri Laus e Caracciolo - a trovare una composizione e, se possibile, un ordine del giorno unitario. Ci sembrerebbe però non opportuno far passare un'altra settimana. Di conseguenza, potremmo lavorare in contemporanea adesso o oggi pomeriggio e votarlo stasera prima della fine del Consiglio.
La nostra opinione è questa, per cui l'idea del Consigliere Muliere di trovare una convergenza mi sembra assolutamente giusta e opportuna, per secondo me potremmo fare tutto entro oggi.
Oso dire che l'ordine del giorno da noi presentato è estremamente equilibrato ed è stato anche fatto d'intesa - Presidente Gariglio, posso dirlo - con l'Università, cioè le cose che noi abbiamo scritto nell'ordine del giorno sono ampiamente condivise dall'Università, e questo mi pare un fatto di grande equilibrio.
La sostanza del nostro ordine del giorno rispecchia - ovviamente non alla lettera, il Consiglio si esprime diversamente - il documento del Senato accademico dell'Università, e soprattutto auspica il massimo dell'appoggio del Consiglio regionale alla democrazia in Università.
Di conseguenza, ripeto, la mia tesi è: troviamo un accordo, ma secondo me il tutto si potrebbe fare anche oggi. Potremmo riunirci subito in un'altra sala o farlo nel primo pomeriggio. Insomma, la nostra proposta è d'accordo a non votare il documento adesso, ma secondo noi si può il tutto entro oggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente. Credo che abbia ragione il Consigliere Muliere: occorre avere il tempo necessario per poter affrontare questa nostra discussione con la dovuta calma e la possibilità di riflettere attentamente. Ricordo a tutti i colleghi che nella giornata di ieri precisamente ieri mattina, per impegni politici io ero a Roma, dove siamo accorsi tutti perché un gruppo di neofascisti è entrato nella sede dell'Ateneo con spranghe e catene da moto, mandando all'ospedale sette studenti dei collettivi studenteschi (quattro con trauma cranico grave).
Quindi la situazione è pesante in tutto il Paese; ci sono atteggiamenti di provocazione e anche di violenza che non hanno niente a che vedere con lo studio, con il diritto al libero confronto e alla democrazia.



PRESIDENTE

Prego "silenziare" i cellulari



ROBOTTI Luca

colpa mia, chiedo scusa.
Abbiamo, quindi, la necessità di avere il tempo necessario per poter anche verificare altri casi con un ordine del giorno che, collega Leo, per sia chiarissimo nel denunciare le forme di violenza che spesso provengono da una parte ben precisa, cioè da chi usa l'intolleranza come strumento di risoluzione delle problematiche politiche. Questo per noi è inaccettabile.
Quindi prendiamoci una settimana, riflettiamo e vediamo anche gli altri casi che sono accaduti, vediamo anche da che parte arriva la violenza e pronunciamo un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi sull'ordine dei lavori a cui sarà data voce rammento però che la nostra procedura prevede che quando una votazione non è valida, la seduta successiva riprende da quella votazione. Va da sé che se l'Aula acconsente, possiamo fare una sorta di inversione e posticipare questo punto, ma ovviamente ci vuole il consenso dell'Aula per passare oltre, perché stiamo parlando di una votazione che non è risultata valida e quindi con un pronunciamento che il Consiglio deve dare, perché è vero che stiamo ragionando ma è come se fossimo in votazione. Pertanto, o c'è il consenso di tutti i colleghi e si trova una soluzione che consenta di rinviare ad un momento successivo questo pronunciamento e da questo pronunciamento, purtroppo, sono costretto a prendere le mosse.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Presidente, ha già anticipato in parte ciò che volevo svolgere, quindi non ripeto le cose che lei ha detto. Credo che non soltanto per rispetto della procedura, ma anche per rispetto della palese sostanza: basterebbe rileggere l'ordine del giorno, che vede il Consigliere Bossuto come primo firmatario, e risentire l'intervento che ha fatto un attimo fa il collega Robotti, perché io dica che per quanto mi riguarda ritengo di interpretare anche abbastanza bene l'opinione del Gruppo compreso quello dell'ecumenico Consigliere Leo.
Ci sembra difficile che le strade si compongano e quando dico "difficile" mi sembra impossibile. Quindi, ove l'ordine del giorno riassunto - non si intitoli "massima libertà, massima responsabilità" e sarei stupefatto se il collega Robotti lo firmasse, ma qua accadono cose ogni giorno, e non soltanto qua, purtroppo, che aumentano il mio stupore voterei l'ordine del giorno su cui abbiamo interrotto (per colpa nostra e ci scusiamo), perché questa maggioranza non sembra avere la capacità di mantenere l'ordine dei lavori (abbiamo alcune responsabilità e certamente ne risponderemo nei confronti degli elettori) e, per connessione diretta chiederei che venga discusso l'ordine del giorno presentato dal collega Leo, perché è strettamente connesso e vorremmo dibatterlo e votarlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Clement, sull'ordine dei lavori.



CLEMENT Gian Piero

Credo che la soluzione del collega Muliere possa essere una percorribile. Io non metterei limite alla Provvidenza, Consigliere Burzi...



(Commenti in aula)



CLEMENT Gian Piero

PRESIDENTE



CLEMENT Gian Piero

Il collega Clement è sempre stato fiducioso nella Provvidenza.



CLEMENT Gian Piero

Con l'intercessione del collega Leo credo che da questo punto di vista si possano fare miracoli! Sono d'accordo affinché si trovi un affidamento reciproco sul fatto che questo tema non sia trattato in questo momento. Si rinvii e si formi un "gruppetto" che analizzi la possibilità di arrivare ad un ordine del giorno condiviso. Le basi di partenza sono i due ordini del giorno, che partono da considerazioni e valutazioni abbastanza distanti. Io, per esempio, ho qualche difficoltà a trovare quel grande equilibrio che il collega Leo individuava nel suo ordine del giorno: sarà anche equilibrato questo ordine del giorno, ma equilibrato soltanto rispetto ad una certa parte.
Tuttavia, ripeto, credo che sia importante che su aspetti della democrazia e dell'ordine pubblico così forti, così importanti anche per la nostra Regione, si cerchi di arrivare ad un sentimento comune.
Se poi non è possibile, ognuno voterà i suoi ordini del giorno o magari tutta l'Aula converrà su un ordine del giorno di un certo tipo e un'altra parte ne voterà un altro, però il passaggio credo che possa assolutamente essere fatto.
Tagliare il nodo gordiano, come propone il collega Burzi, mi sembra rinunciare ad una possibilità che invece bisogna sempre esperire fino in fondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi, sull'ordine dei lavori.



ROSSI Oreste

Ritengo che le soluzioni siano due: anzitutto, i colleghi firmatari dell'ordine del giorno sul quale la volta scorsa non si era raggiunto il numero legale possono decidere di ritirarlo, quindi non è necessario ripetere la votazione e, poi, si può sospendere per trovare un testo congiunto, da portare in Aula oggi (noi riteniamo oggi, perché pensare di rinviare di una settimana sarebbe assurdo). Oppure, si può procedere con le votazioni e, in questo caso, si apriranno poi discussioni, dibattiti e votazioni anche sull'ordine del giorno del collega Leo.



PRESIDENTE

Il Presidente Rossi ha dato le valutazioni del caso: o l'ordine del giorno viene ritirato, visto che non vi è ampio consenso dell'Aula per procedere a una deroga del nostro Regolamento, quindi un rinvio del punto o siamo attenuti a metterlo in votazione.
La parola al Consigliere Vignale, sull'ordine dei lavori.



VIGNALE Gian Luca

Io inviterei a procedere sulla discussione, perché per noi è un aspetto pregiudiziale...



PRESIDENTE

Mi scusi, è preliminare, però, la votazione dell'ordine del giorno pendente, che è rimasto...



VIGNALE Gian Luca

Certo. Infatti, per quanto ci riguarda è preliminare la votazione. Poi su questo andrebbe compreso qual è l'interpretazione regolamentare, perch noi in questo momento siamo sulla votazione di un ordine del giorno sul quale è mancato il numero legale, su cui si deve aprire il Consiglio.
Sempre per interpretazione regolamentare, noi colleghiamo un ordine del giorno che il collega Leo ha presentato sulla stessa questione; ordine del giorno che io non condivido ma che ho sottoscritto appositamente, perché si mantenga la discussione anche laddove venisse ritirato l'ordine del giorno da parte dei colleghi Bossuto e altri.
Perché questo aspetto è un po' anomalo: nella precedente seduta di Consiglio, il Gruppo di Alleanza Nazionale ha presentato un ordine del giorno e un altro lo ha presentato il collega Bossuto. Non casualmente viene a mancare il numero legale o comunque non c'è alcuna volontà di arrivare a un documento che sia condiviso. L'ecumenismo del collega Leo è noto, quindi formula un emendamento che cerca di tenere conto di sensibilità che sono differenti.
Il centrosinistra, secondo me, non vuole affrontare questo tema e appare assolutamente evidente, dalle dichiarazioni del collega Robotti, che gli spazi per trovare un documento condiviso dai più (ovviamente non potrà esserlo dal nostro Gruppo consiliare) siano assolutamente limitati. Quindi consiglio nel procedere così come l'ordine del giorno ha indicato altrimenti, vedete, sarebbe un po' anomalo: la Conferenza dei Capigruppo si ritrova, stabilisce che vi sono le comunicazioni, l'approvazione dei verbali e il sindacato ispettivo, poi, sostanzialmente, per aspetti che riguardano più dinamiche regionali del centrosinistra che non per altro discutiamo per un'ora di aspetti che non riguardano in alcun modo l'attività consiliare; non facciamo il sindacato ispettivo, arriviamo al punto 4) all'o.d.g. e potremmo anche non discuterne.
Le ipotesi, dunque, sono due: o non convochiamo la Conferenza dei Capigruppo, oppure ci atteniamo all'indicazione che viene espressa in quella sede. Altrimenti, ci regoleremo di conseguenza.
Non vi è alcuna volontà di rispettare un calendario e di affrontare alcuni temi in esso indicati? Vorrà dire che faremo lo stesso nel prosieguo dei lavori.



PRESIDENTE

Colleghi, ribadisco le considerazioni testé mosse: non essendovi un ampio consenso dell'Aula per derogare alle procedure regolamentari, non possiamo nemmeno procedere ad un'inversione punti all'o.d.g. perché il Consiglio regionale è da considerarsi in fase di votazione essendo mancato il numero legale nella seduta precedente. Pertanto, siamo tenuti a porre in votazione l'ordine del giorno presentato dal collega Bossuto. Procedo quindi, in tal senso.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Università

Proseguimento esame ordine del giorno n. 1199 dei Consiglieri Bossuto Clement, Dalmasso, Barassi, Moriconi, Turigliatto, Cavallaro, Comella e Chieppa, inerente a "Incidenti presso l'Università di Palazzo Nuovo in Torino"


PRESIDENTE

Ripetiamo la votazione dell'ordine del giorno n. 1199, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Vi ricordo che il numero legale è 31.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1199, il cui testo recita: "Premesso che: Nella mattinata del 9 marzo nella sede delle facoltà umanistiche dell'Università di Torino, presso Palazzo Nuovo, veniva allestito un banchetto di raccolta firme e propaganda da parte della forza politica FUAN considerato che: un nutrito gruppo di studenti presidiava l'area intorno al banchetto FUAN poiché ritenevano quella forza politica vicina ad ideologie di matrice fascista, attivando una democratica contestazione preso atto che: le forze di polizia sono entrate nell'edificio universitario, dove la tensione in seguito aumentava, mettendo in atto ripetute "cariche" di sgombero, (o alleggerimento), cariche che hanno causato numerosi feriti tra gli universitari contestatori e le forze dell'ordine stesse considerato ancora che: in seguito alle suddette cariche sono stati prodotti tre fermi di polizia tra i giovani della sinistra, di cui uno tramutato in arresto, evidenziando così un preoccupante clima repressivo nell'università come oramai nella società stessa, come dimostrato le numerose cariche effettuate ai danni dei lavoratori nelle scorse settimane.
Il Consiglio regionale esprime: piena solidarietà a tutti coloro che hanno riportato ferite in seguito agli eventi elencati in narrativa, lavoratori di polizia e studenti viva preoccupazione per gli eventi accaduti, considerando che l'Università deve essere luogo di libera circolazione di sapere ed idee, ed in cui ogni opinione, non legata all'apologia di fascismo e nazismo, deve poter trovare casa: in un clima dove dovrebbe essere bandito l'ingresso a qualsiasi arma da qualsiasi persona portata".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Università

Esame ordine del giorno n. 1203 del Consigliere Leo, Burzi, Caracciolo Caramella, Cavallera, Ferrero, Guida, Laus, Leardi, Novero, Pedrale e Toselli, inerente a "Rispetto delle libertà democratiche all'interno degli Atenei"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1203, avente ad oggetto "Rispetto delle libertà democratiche all'interno degli Atenei", il cui primo firmatario è il collega Leo.
La parola al Consigliere Leo, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Come premessa, ribadisco la disponibilità espressa dal Capogruppo Rossi, purché se ne discuta entro oggi, anche perché ciò che sostenevano alcuni colleghi a proposito della recrudescenza di violenze nelle sedi universitarie, rende la vicenda ancora più attuale.
Il mondo giovanile non deve subire violenza; non ne deve essere coinvolto.
Consigliere Muliere, spero ancora che si possa eventualmente sospendere...



(Brusìo in aula)



LEO Giampiero

Come volete; non mi importa assolutamente...
Illustro l'ordine del giorno, così possiamo coralmente riflettere sul suo contenuto.
Il provvedimento parte dal testo "Premesso che tutte le involuzioni autoritarie sono sempre passate nella storia recente dell'Europa attraverso attacchi alla cultura e al libero svolgimento delle attività universitarie". Questa è una forte sottolineatura dell'importanza della libertà e della cultura universitaria. Il testo prosegue: "Quando la società è attraversata da forti tensioni il primo luogo in cui tali tensioni esplodono è l'università. Proprio perché la cultura anticipa le trasformazioni, i luoghi in cui la cultura si manifesta ai suoi livelli più alti attraggono i primi e meno riflessivi sintomi del disagio sociale. Per questo è indispensabile che l'università assicuri il libero confronto intellettuale delle opinioni e il più rigoroso approfondimento anche dei temi più delicati". Quindi non è accettabile che ciò venga impedito da poche decine di persone che intendono sostituire allo scontro delle idee lo scontro fisico".
Per coloro che non ne fossero informati, questa è, testualmente, la dichiarazione del Senato accademico. Questo ordine del giorno, a parte degli aggiustamenti derivanti dal fatto che è presentato in Aula, non è letteralmente quello approvato dal Senato, ma la sostanza è quella. Io ho avuto un lungo e proficuo colloquio col Rettore Pellizzetti e col Pro Rettore Roda su questo argomento.
L'ordine del giorno continua: "Domandandosi come mai un gruppo di individui abbia tentato di impedire un'attività politica ispirata ad opinioni diverse dalle proprie in nome di un sedicente 'antifascismo militante' che ha una grave responsabilità per le vicende degli anni di piombo". Anche questo si ritrova testualmente nella dichiarazione dell'Università. L'Università si preoccupa per questa forma di c.d.
"antifascismo militante". Mentre tutti consideriamo l'antifascismo un pilastro della nostra democrazia, questa forma di cosiddetto 'antifascismo militante' l'università lo ha già vissuto ed esprime un giudizio storico su cosa questo abbia provocato.
Continua: "Chiedendosi inoltre come mai non siano ancora chiarite le dinamiche che hanno portato la Polizia ad entrare nel palazzo, senza nei fatti riuscire ad impedire il degenerare della situazione".
Quindi, colleghi della sinistra, non è un atteggiamento acritico di fronte alle posizioni della Polizia, ma una domanda su come si siano svolti i fatti; un approfondimento.
Il testo prosegue: "Affermando" - quello che sto per dire mi pare fortemente condivisibile - "che il ruolo di una università in un Paese democratico deve essere ispirato ai seguenti principi: la tutela dei valori della Costituzione repubblicana" - che tutti conosciamo, quindi non la tutela dei valori in astratto, ma della Costituzione repubblicana - "la tutela dell'autonomia dell'università da qualsiasi pressione e ingerenza esterna; la ricerca di ogni trasparente collaborazione tra le istituzioni dello Stato; la solidarietà nei confronti delle Forze dell'ordine per il delicato ruolo che sono chiamati a svolgere; la necessità di definire in via preventiva e nelle sedi opportune modalità operative delle istituzioni pubbliche ispirate ad equilibrio e fermezza" - quindi una grande trasparenza nelle scelte dell'università, affinché ove ci vogliono i permessi, tutti li abbiano - "l'impegno ad assicurare l'agibilità delle sedi universitarie non esacerbando il clima senza peraltro tollerare che l'università sia usata come terreno di scontro e vetrina di chi è a caccia di consenso". Chi vuol intendere, intenda. Questa proposizione è assolutamente chiara: noi non vogliamo che sia strumentalizzato in alcun modo il nostro Ateneo.
Prosegue: "Dichiarando che bisogna respingere l'utilizzo strumentale di questi fatti deprecabili come occasione per esprimere prese di posizione nel merito fortemente discutibili e che hanno l'effetto di esasperare ulteriormente gli animi allontanando la possibilità di una indispensabile riflessione critica". Per non essere omissivo, questo è soprattutto rivolto ad alcuni docenti di estrema sinistra (radical-marxisti, radical chic), che hanno ritenuto che comunque la Polizia non debba esistere, che l'università sia terreno franco e hanno criticato il Rettore e il Pro-Rettore per le posizioni prese. Noi siamo a fianco del Rettore e del Pro-Rettore; non condividiamo neanche le polemiche sollevate da altre forze politiche (neanche dalla destra).
Il testo continua: "Fa voti affinché il Consiglio regionale si pronunci in maniera inequivoca a favore delle libertà di espressione, della tolleranza e del rispetto delle regole democratiche".
Caro collega Robotti, lei ha ragione sulla tolleranza, e io penso di essere stato, nella mia vita universitaria, un campione in quel senso: le ho prese a Reggio Calabria dai "boia chi molla", le ho prese a Torino dall'estrema sinistra... Insomma, non mi sono fatto mancare nulla! Ma quando ero Presidente dell'Assemblea a Catanzaro con il 99% dei voti, il pluralismo era assicurato al 101%! Non è stato certo così, invece, quando l'egemonia la ha esercitata l'ultra-sinistra! La mia componente, quella cattolico-democratica o cattolico- popolare non ha mai esercitato alcuna forma di violenza, neanche quando la ha subita da diverse parti. Ci sono molti colleghi che conoscono questa storia (come il collega Turigliatto), che è stata riportata anche da ex leader dell'estrema sinistra, come Stefano Della Casa, che ha detto: "Riconosciamo alle componenti di cui Leo era il leader di essere state sempre pazienti hanno subito violenze, non accettando neanche la scorciatoia della chiusura dell'università e dell'abolizione delle elezioni universitarie". Noi chiedemmo di tenerle anche nel clima più rovente e l'allora Partito Comunista - caro collega Boeti e caro collega Muliere - seppe svolgere una funzione di grande garanzia democratica e di difesa ferma della democrazia.
Voglio far notare che l'ordine di non intervenire della polizia provoc "massacri" in università, perché la assoluta non presenza delle Forze dell'Ordine in Ateneo lo rendeva terreno di caccia.
Infine, invito il Consiglio stesso ad attivarsi in ogni modo possibile proprio per sancire la massima trasparenza democratica e la massima adesione ai valori costituzionali, per esempio, attraverso il Comitato della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana, perché per noi conta l'antifascismo vero, non quello fasullo, come quello di chi applica i metodi che dovrebbe condannare e se ne vanta. Anche Pol Pot e Stalin erano antifascisti, ma non erano certo esempi di democrazia. Invece, il democratico, il moderato e il tollerante sono sempre antitotalitari.
Invito il Consiglio stesso, per esempio tramite il Comitato della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana, ad affiancare l'Università, come fece il grande Presidente del Consiglio Sanlorenzo, che svolse una funzione preziosissima - non so se qualche collega ricordi quel periodo. Era sua la proposta - io in quell'occasione lo sostenni come rappresentante dell'area cattolica - per affiancare l'Università in un'opera di mediazione, ma altresì di attiva difesa dell'esercizio di libertà democratiche e costituzionali all'interno dell'Ateneo. È firmato da molti colleghi di numerosi Gruppi; in particolare desidero ringraziare pubblicamente i colleghi Laus e Caracciolo, che, di fronte ad un documento che ritengo equilibrato, moderato, democratico e chiaro nei principi e nelle affermazioni, ancora una volta, hanno avuto la generosità di firmare per dimostrare che cerchiamo un forte terreno di incontro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
La mia parte - visto che il collega Leo ricordava la sua - ha avuto circa 2.500 fucilati durante la Resistenza e complessivamente sono stati comminati circa 200 mila anni di galera, siamo stati confinati e internati.
Questo paese ha subito il fascismo e dal fascismo ha saputo uscirne a testa alta, grazie alla Resistenza, valore assoluto su cui si fonda la nostra Carta costituzionale.
Allora, collega Leo, non possiamo fare finta di nulla, non possiamo mettere tutto sullo stesso piano. Non possiamo mettere sullo stesso piano chi oggi si batte per l'affermazione di quei principi costituzionali e resistenziali con coloro che impunemente in tutta Europa, in modo particolare in Italia, continuano a fare apologia di fascismo e di nazismo.
C'è una rete internazionale, che fa capo ad organizzazioni di estrema destra, che sta riorganizzando anche militarmente, dal punto di vista della formazione, centinaia di giovani, ispirando all'odio razziale, etnico politico, allo scatenamento vero e proprio di un'azione contro la democrazia e il pluralismo.
Vediamo con i nostri occhi e sentiamo con le nostre orecchie cosa accade in varie parti del paese, nel Nord-Est, nel Centro e in altre zone dove si organizzano marce, si inneggiano le figure di Benito Mussolini e di Adolf Hitler, si alza il braccio al saluto romano e si portano gagliardetti che richiamano la storia della Repubblica Sociale e del ventennio fascista.
Questa è la realtà, le altre sono frottole! Allora, quando questo accadde occorre avere il coraggio di dire che la difesa del pluralismo e della democrazia avviene riaffermando i valori dell'antifascismo e della resistenza, che coloro che fanno apologia del ventennio fascista, o che si richiamano a quei valori terribili, assassini e oppressori, devono essere messi da parte, non possono essere messi sullo stesso piano di chi, invece, vuole riferirsi alla democrazia, alla Resistenza e alla Costituzione! Non è vero che tutti hanno il diritto di esprimere la propria opinione se si tratta di apologia di reato, che produce disinformazione ed elementi di frattura sociale non più ricomponibili! Nessuno se la prende con gli studenti che fanno capo ad Alleanza Nazionale o ad altre organizzazioni che democraticamente sono all'interno del quadro costituzionale. Certo non dobbiamo avere niente a che fare con i personaggi che sono a quei tavoli - qualcuno seduto di fronte a me lo sa bene - che ad ogni manifestazione pubblica alzano il braccio al saluto romano, inneggiano al Duce, si richiamano ai valori del ventennio fascista e organizzano sulla rete telematica e nei circoli la ricostruzione di una cultura che ha portato l'Italia al disastro, che ha massacrato milioni di giovani, portandoli prima in guerra, poi nei campi di concentramento e infine in carcere, neanche la destra che oggi vuole sedere a pieno titolo nel Parlamento e, magari, si vuole candidare a guidare questo paese! Rispetto a quei soggetti che la polizia, gli antifascisti e molti di noi, pur non facendo militanza, conoscono come gli organizzatori di questa rete neofascista che coinvolge tutto il nostro continente, in modo particolare il nostro paese, noi dobbiamo avere il coraggio di dire che non c'entriamo nulla e io queste parole dai colleghi di Alleanza Nazionale non le ho ancora sentite! Voglio sentire dai colleghi e dai dirigenti di Alleanza Nazionale che rispetto a questi soggetti che vestono i vessilli di chi ha portato al massacro milioni di italiani non c'entrano nulla. A quel punto, si potrà discutere, cari colleghi! Non si può fare finta di nulla, come fa lei collega Leo, dicendo che ci vuole il pluralismo.
Io sono il primo difensore del pluralismo. Credo che senza pluralismo e democrazia non ci possa essere sviluppo, però, prima occorre isolare chi invece, del pluralismo se ne fa un baffo, chi del pluralismo ne farebbe una fascina per poi bruciarlo, come è accaduto in un lontano passato ancora molto vivo nella memoria delle italiane e degli italiani! Colleghi, su questi temi non si può scherzare e io non intendo scherzare. Possiamo fare ragionamenti di collaborazione su mille altre questioni amministrative e di governo, ma su un tema che riguarda lo stesso DNA con cui questo nostro paese è rinato, uscendo dalle barbarie in cui è stato portato dal fascismo, io non intendo avere alcun elemento di mediazione fino a quando non vedrò i colleghi che provengono dalla storia della Repubblica Sociale, poi del Movimento Sociale, che oggi siedono nei banchi di Alleanza Nazionale, dichiararsi apertamente contrari a chi oggi ancora si richiama a quei valori terribili e disastrosi che hanno portato solo morte, distruzione e sofferenza.
Io queste parole non le ho ancora sentite. Quando le sentirò allora si ragionerà e per sentirle - lo dico al collega Vignale che, come il sottoscritto, faceva parte delle giovanili dei nostri partiti in tempi in cui ancora si discuteva...



(Commenti in aula)



ROBOTTI Luca

Ecco, tanto per capirci.
Occorre - io l'ho già fatto - prendere le distanze in modo netto ed inequivocabile, allontanando dai nostri banchetti ed iniziative coloro che usano la violenza, l'intolleranza, la lotta alla democrazia sistematica come propria bandiera e stile di vita. Io questo l'ho fatto, voi non l'avete ancora fatto!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato solo una parte dell'intervento del collega Robotti.
Intanto si devono mantenere le situazioni nei luoghi in cui si sono svolti i fatti e non tutte le volte servirsi di richiami antichi. Noi non abbiamo paura di dire...



(Commenti del Consigliere Robotti)



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Robotti!



CASONI William

In merito alle nostre organizzazioni giovanili, che riscuotono il 40 45% dei voti in tutte le elezioni che si stanno svolgendo nelle università noi non abbiamo paura di dire che, se avessero voluto passare a elementi di estremità, ne avrebbero tutte le condizioni, esistono tre-quattro movimenti alla destra di Alleanza Nazionale. Non è il caso di specie perché Azione Universitaria e Azione Giovani - che, tra l'altro, oggi esprimono anche un Ministro della Repubblica, Giorgia Meloni, che mi sembra sia quanto di più lontano possa esistere da quello che evocava il Consigliere Robotti - hanno la piena titolarità della democrazia e la democrazia viene decisa attraverso libere elezioni così come avviene al Governo, nelle Regioni, nei Comuni, nelle università e nelle scuole.
Impedire di esercitare questo diritto è un sopruso che noi capiamo bene da chi provenga. Purtroppo questi valori che lei evocava dovrebbe vederli dalla parte di chi con la violenza tenta di impedire ad altri di esercitare liberamente il diritto di raccogliere firme per presentare un lista che come dimostrato, raccoglierà anche a Torino, molti voti e lo vedremo quando ci saranno le elezioni.
Credo che questi richiami continui a 70 anni fa siano solamente le argomentazioni di chi oggi non ha documenti, non ha prove, si aggrappa sempre a queste cose. Però, lo ripeto e l'ho già detto una volta, queste cose a noi fanno solo piacere e ci faranno aumentare i voti, ci faranno aumentare i voti alle liste di azione universitaria, ci faranno aumentare la presenza della destra democratica e di tutti i consessi nelle quali intende operare.



BOTTA MARCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Ci coglie un po' lo stupore ogni volta che il collega Leo presenta ordini del giorno in merito a questo dibattito che, puntualmente, a sua volta si presenta in questa Aula consiliare.
Conosciamo il collega Leo come un collega aperto e democratico, quindi questo suo dichiararsi in modo netto ogni qualvolta alle università avvengono dei problemi ce lo fa vedere in una luce diversa, in questo caso a prescindere da uno schieramento ideologico. Tuttavia, non credo che la proposta del Consigliere Leo abbia l'adesione di tutto il mondo universitario. Non lo credo, perché bastava leggere i giornali nei giorni scorsi per vedere quali erano le opinioni di questo mondo universitario.
C'erano dei radical chic, c'erano dei radical-fascisti che dicevano la loro, c'erano dei professori radical chic che dicevano la loro. Mi pare che, comunque sia, c'era una concordanza sul fatto che un'operazione di polizia così massiccia dentro l'Ateneo sia un qualcosa che sarebbe meglio evitare. Un qualcosa che non segna sicuramente né civiltà nel nostro paese e rappresenta un segnale preoccupante per tutti.
Ci aspetteremmo un collega Leo un po' più sensibile a questo tema. Non dico di votare il nostro ordine del giorno ma di non presentarne uno così.
Per carità, il suo lavoro è di spaccare la maggioranza, quindi il tentativo c'è, però al di là di quello riteniamo che non sia condivisibile e opportuno.
Tra l'altro, ci tengo a dire che non è opportuna questa ambiguità di fondo. A noi spesso viene chiesto - come comunisti - di far dell'abiura in un paese in cui (lo diceva prima Dalmasso) questa ideologia, assieme ad altre forze, è servita a liberare questo paese da una pesante dittatura e ha dato una carta costituzionale che è la più avanzata al mondo.
Questa abiura è richiesta spesso e io la ritengo una cosa odiosa e antipatica, ed è un'abiura che non viene mai chiesta ai nostri antagonisti.
difficile sentire dire no, è raro. L'altra volta ho preso atto per quanto riguarda il Presidente della Camera Fini, ma so che non è tutto così all'interno della destra e questo ce lo dice la Repubblica oggi in un articolo. A pagina 13, si dice che i neofascisti di strada a destra del governo vanno a braccetto con nostalgia. Si è parlato di un nuovo libro che sta uscendo per scoprire i volti dei nuovi "balilla", e poi sono pubblicate alcune foto che ritraggono il Ministro Ronchi insieme a Roberto Ionchi e a Lavarini, che è un frequentatore del circolo "Cuore nero"; abbiamo Ignazio La Russa con Ciccio Crisafulli che è simpatizzante di destra e frequentatore di Cuore nero; abbiamo alcuni Sindaci del famoso Nord-Est che vanno a braccetto con militanti provenienti dalle fila di un'estrema destra che mai ha rinnegato il fascismo. Del resto, abbiamo anche una Mussolini che ha mai rinnegato nulla e che è stata eletta.
Sulla democrazia ne andiamo fieri, perché al contrario di altri abbiamo contribuito a farla.
Per carità, non voglio mettere in discussione i numeri, i circoli e non voglio mettere in discussione tante cose. Prendo atto di un sistema che probabilmente, è fallito. È vero che il fascismo non si abbatte con la legge, si abbatte con le pratiche di buona democrazia che, purtroppo forse, non siamo stati in grado di dare o, forse non siamo stati in grado di fornire come servizio al cittadino, forse la colpa è nostra. Non do la colpa di tutto a questi ragazzi, a volte, un po' sbalestrati e un po' confusi. La colpa forse è nostra, di come a volte le istituzioni vengono condotte, di come a volte la democrazia fa fatica a decollare, di come a volte la partecipazione e la trasparenza annaspano. Probabilmente, in situazioni di questo tipo, prendono piede ideologie disperate come queste.
Comunque, non mi risulta che nessuno di questi soggetti abbia mai rinnegato. Quindi abbiate pazienza e la cortesia di prendere atto di questo e di partire da questa ambiguità che non sta a legittimare nulla e alcunché. Però è un'ambiguità che ci piacerebbe non fosse stata presente nel documento di Giampiero Leo. Avremmo condiviso una critica a questa ambiguità, che ci sarebbe piaciuta, ma non ne abbiamo trovato traccia. Alla fine, si sa, ormai sta diventando un tutt'uno il partito di Leo, quel il partito che esprime giovani e altri, e che in alcune parti d'Italia ha cambiato nome. Qui a Torino è rimasto lo stesso nome. Anche questo, cioè il fatto che in altri parti d'Italia cambi nome e qua no, avrà un significato.
Nessuno chiede abiure, ripeto, nessuno lo chiede. Si può assolutamente criticare un metodo di contestazione. Si critica con forza una presenza di quel tipo, che ci pare assurda, per risolvere il problema. Ripeto ancora una volta, si tratta di studenti e lavoratori di polizia, però credo che ci sia un nodo in Italia che non vada trascurato. L'altra volta i colleghi Chieppa e Robotti parlavano di foto che ritraevano alcuni militanti giovanili di Torino che erano a Predappio a fare il loro viaggio mistico non a Lourdes. Questo è un altro esempio di ambiguità perché, giustamente magari si critica quando alcuni fondano siti e fanno riferimento a Stalin.
Io non ne faccio parte, perché per me questo è un problema che non si pone perché non sono mai stato uno stalinista. Ci possiamo anche unire alla critica in un certo percorso che non è quello ideale che noi avremmo voluto e che vorremmo ma lo diciamo, mentre da altre parti questa critica non c'è e non viene mossa.
Ripeto, è il giornale che ce lo dice. Anche sfogliando i giornali vediamo in che cosa consiste questa ondata xenofoba. Sono gli slogan che ce lo dicono: la caccia al rom, la caccia al diverso, le botte date a chi magari ha i capelli un po' lunghi e ha un orecchino o un look che non è gradito a questi gruppi. Ricordo i problemi che c'erano stati qualche tempo fa a Verona.
Spero che il concetto si sia capito. Il nostro sarà un voto negativo a questo ordine del giorno e invito i colleghi tutti a meditare su un fenomeno che non è da prendere sottogamba né da giustificare. A forza di prenderlo sottogamba, giustificarlo e magari dare ancora esempi che aiutino questo fenomeno a crescere, noi, nel giro di pochi anni, arriveremo ad un'involuzione che non auspicherei. Magari altri sì, ma io non me l'auspicherei. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Un ex neofascista oggi presidia l'Assemblea, quindi, attenzione alla deriva antidemocratica del Parlamento regionale.
Vi è un solo strumento per distinguere le interpretazioni che si danno quello del rispetto nella legge e degli atti formali. Le favole possiamo raccontarle. Ne hanno raccontate alcune il collega Robotti e il collega Bossuto, alle quali potremmo rispondere con altrettante favole che, forse hanno alcuni aspetti di validità storica maggiore, peraltro sull'immediato. Storica di storia recente o di cronaca.
Se dovessi giustificare alcune incapacità personali con il fatto che a tre o quattro anni i miei genitori si sono comportati male con me, vuol dire che, avendone quasi quaranta, ho qualche problema nel relazionarmi oppure ho un'incapacità nel giustificare quelle che sono assenze. Quando rispetto a qualunque mancanza del cosmo ci si rifà non al neofascismo ma al periodo fascista, è evidente che c'è qualcosa che diventa difficile da comprendere se non come quella che è una giustificazione. Attenzione, che oggi il fascismo, inteso come fenomeno storico, abbia un grande appeal è un dato di fatto, perché La Stampa, per vendere più copie, mette i 15 CD sul fascismo, perché lo fa Il Messaggero, perché "fascismo" è la terza voce più cliccata su internet dopo quella dei siti pornografici. Questo è un dato di fatto.
Chi confonde questo con il fatto che ci sia una deriva, un ritorno valoriale a quelli che sono gli aspetti del fascismo, fa un errore marchiano.
Oggi alcuni di quegli aspetti sono diventati un fenomeno quasi più da marketing; trovate quindi questi gadget in autostrada, come li trovate degli aspetti comunisti. Un imprenditore che fa il vino si è inventato le bottiglie con Stalin, Lenin, Mussolini e credo anche Hitler, e le ha anche vendute. Sono fenomeni che hanno più a che fare con strumenti di vendita che non con aspetti culturali, sui quali non torno, ma non ci vado nemmeno perché mi interessa poco.
Dico con fermezza una cosa chiara: già quando facevo il responsabile di un'organizzazione giovanile, quindi lo pensavo quando avevo 18 anni, quando gli animi sono diversi e si ha forse un po' meno saggezza e i tempi forse avrebbero anche indotto a fare scelte differenti, e tanto più adesso credevo che chiunque utilizzasse la violenza come strumento di lotta politica compiesse un errore marchiano, non soltanto perché è un errore, ma perché mette a rischio la comunità che rappresenta, che è la cosa che facevo sempre presente quando parlavo con i ragazzi che avevo l'onore di rappresentare.
Una sberla data in un liceo fa scattare un fenomeno di risposta o emulazione, per cui poi vanno a colpire il ragazzino più indifeso e più debole. Ovviamente non vanno a colpire quello che sa difendersi meglio all'interno di una scuola. Questo vale da una parte e vale dall'altra.
Però c'è un aspetto che è dirimente rispetto alle tante considerazioni che i colleghi hanno fatto, cioè quello relativo all'esercizio della violenza, ed è quello relativo alle sentenze della Procura della Repubblica.
Questo è il dato. All'interno della nostra Università, come all'interno dell'Università di Milano, come di quella di Roma - parlo sempre di gruppi che si confrontano con il corpo elettorale, non parlo di frange impazzite che rispondono a loro stesse per non fare riferimento a nessun partito politico, non si presentano alle elezioni e fanno un po' ciò che credono e noi non ne rispondiamo, perché non potremmo rispondere di qualunque matto che vada in giro per il mondo ad enunciare o fare qualunque tipo di dichiarazione - da questo punto di vista oggi emerge - oggi come ieri e come dieci anni fa, anche se fortunatamente in modo meno violento - un aspetto: i giovani della destra universitaria e non subiscono aggressioni da parte di coloro i quali nascondono l'utilizzo della violenza come strumento di lotta politica, che è una cosa che accade in questo Paese da decenni e non è mai cambiata rispetto a momenti in cui era praticata in modo molto più virulento e da un numero molto maggiore di soggetti.
Oggi, fortunatamente, è un residuo di persone che utilizza questo strumento e che vengono condannate dalla Magistratura.
Perché, vedete - lo dico ai colleghi Robotti, Bossuto ed altri - la differenza è questa: due mesi fa la Magistratura di Torino ha condannato una decina di persone per i fatti accaduti di nuovo all'Università due anni fa. La Magistratura di Torino, che notoriamente non è una Magistratura vigorosamente schierata con il centrodestra - perché è una Magistratura indipendente, ma diciamo che il Procuratore Capo ed altri hanno una storia ed un passato che non sta proprio a destra - ha emesso condanne per questi e per altri atti, che nulla hanno a che fare con l'antifascismo e nulla hanno a che fare con l'aggressione alle Forze dell'Ordine, ma piuttosto con le distruzioni durante alcune manifestazioni delle vetrine di banche o di McDonald's, cioè hanno a che fare con soggetti che utilizzano la violenza e in alcuni casi atti di devastazione, come strumenti di lotta politica come accadeva negli anni '70, come accadeva marginalmente negli anni '80 e come accade di più dagli anni '90 ad oggi.
Questa è la sostanziale differenza. Dopodiché, noi lavoriamo con la parola e se vogliamo raccontare frottole siamo capaci tutti, ma sugli atti concreti non c'è discussione che tenga. Oggi all'interno delle Università e ancora la settimana scorsa è accaduto esattamente questo: da una parte gli studenti del FUAN-Azione Universitaria che raccoglievano le firme per la presentazione delle liste alle elezioni studentesche, dall'altra parte un gruppo di antifascisti militanti che, con il loro classico striscione hanno tentato di allontanarli dall'Università.
Qual è la vera anomalia di questo consesso, in alcune parti del nostro Paese? È che esiste il giustificazionismo. Perché il collateralismo fra alcune forze politiche e alcuni elementi, alcuni soggetti che sono stati non pluridenunciati, ma pluricondannati è assolutamente evidente.
Il collega Bossuto si scandalizzava dei siti che promuovono la cultura o quant'altro fascista. Io ovviamente li conosco meno di lui, che magari va a visitarli per documentarsi. Abbiamo condannato in decine di occasioni tutti quelli che sono gli aspetti che vengono richiamati rispetto a questo periodo.
Lo dico non in termini assoluti, perché i termini assoluti storicamente sono un errore, cioè il male assoluto esiste se uno crede nel diavolo e ha un atteggiamento fideistico, non può essere un aspetto di valenza storica ma al di là di questo ci sono i dati oggettivi sui quali si deve ragionare.
Le altre sono fantasie, oppure le valutazioni che ognuno di noi fa. Anch'io reputo che vi siano una serie di soggetti che a sinistra si muovono con una forma di antagonismo, ma dentro a questi ce ne sono due diversi: ci sono quelli che stanno ancora nei partiti che solitamente sanno quali sono i confini, perché i confini li abbiamo sempre conosciuti, e ci sono quelli che stanno al di fuori dei partiti. E mi permetto di dire che stanno al di fuori di quello che è il vivere normale di una società, ai quali purtroppo in quella società tutto è concesso e tutto possono fare.
Ma se voi prendete il casellario giudiziario di alcune di queste persone vedrete 32, 41, 50 condanne e sono fuori. Poi ne arrestano uno che va davvero in carcere e si mobilita il mondo dell'anarchia torinese per dire "libero!". Ma libero cosa? Alla trentaquattresima condanna? Perché non eri dentro alla quinta? vero che non sono mai reati gravissimi, è sempre resistenza a pubblico ufficiale, occupazione abusiva, ma è normale una città che ha 15 luoghi pubblici e privati occupati senza che l'Amministrazione non chieda neppure, per esempio come ha fatto quella di Milano, una cosa del tipo: "Volete rimanere se l'edificio è pubblico? Vi costituite in associazione e con un rappresentante legale rispondete di quelli che sono i costi".
Questa è la differenza e il vero limite della sinistra. Noi non abbiamo mai giustificato le violenze con questa modalità. La scorsa settimana accadde una violenza e non c'è una condanna rispetto alla violenza avvenuta. Qual è la risposta? Il giustificazionismo: "Perché loro sono fascisti". Ma cosa? Sono studenti di un'organizzazione che tentano di presentare una lista alle elezioni e nei confronti dei quali non c'è non solo una condanna, ma non c'è neanche un rinvio a giudizio nell'arco di trent'anni di attività politica.
E allora di cosa stiamo parlando? Sono frottole. Voi non volete condannare soggetti con cui avete un collateralismo politico evidente.
Il collega Bossuto, quando emette un comunicato stampa, viene pubblicato sui siti all'interno dei quali militano persone che hanno decine di condanne.
Il sottoscritto no, il collega Larizza no, e dico Larizza come altri del PD.
Allora c'è una diversità: la diversità è che rispetto a quello si cerca consenso politico e per quel consenso politico si giustifica la violenza come purtroppo una parte del mondo extraparlamentare ha fatto dagli anni '70 in poi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Una delle mie idee fondamentali è che occorre combattere il fascismo.
Cos'è il fascismo? Hanno scritto fiumi di inchiostro sul fascismo, ma secondo me si può rappresentare con due parole: antidemocrazia e violenza.
Sono le caratteristiche che ho sempre inteso combattere. Se fascismo vuol dire combattere chi è antidemocratico e violento, ho sempre ritenuto, e continuo a ritenere, che questo sia quello che dobbiamo fare.
Non vorrei scandalizzare nessuno, ma se vogliamo fare una piccola analisi di chi in Italia, nel periodo repubblicano, ha fatto la maggiore azione contro il fascismo, inteso come violenza e antidemocrazia, credo che si debba dare atto a Fini e ad Alleanza Nazionale di aver lavorato per portare delle posizioni, che potevano arrivare a degli estremismi negativi su posizioni democratiche.
Quando la guerra finì, non eravamo così fratelli come molti pensano.
Quando la guerra finì, c'erano degli odi profondi nati da una guerra civile che ha coinvolto gli italiani lasciando dei solchi di violenza nei confronti del nemico, che era di qua o di là secondo dove si era collocati.
Non si può avere uno Stato democratico con un'azione che incita la violenza contro il diverso. Ho sentito delle incitazioni alla violenza contro cittadini e ragazzi che intendevano esprimere un voto. La loro azione era democratica, perché chiedevano un voto, non era violenza.
Democratica e non violenta. Chi è arrivato con violenza, è quello il fascista.
Ho sottoscritto l'ordine del giorno del Consigliere Leo perché mi riconosco pienamente in quel documento che condanna chi rifiuta la democrazia e chi rifiuta la violenza. Vedendo la veemenza usata dal Consigliere Robotti, mi è venuto il dubbio che abbiate paura che vi manchi il nemico. Se non si picchiano né da una parte né dall'altra, qualcuno perde il suo lavoro, ma deve perdere il lavoro chi incita alla violenza.
Trovo strano che, in un consesso come il nostro, dove tutti si proclamano democratici e antiviolenti, non si arrivi a un ordine del giorno condiviso.
Spero che questo ordine del giorno non dico sia condiviso all'unanimità, ma almeno da gran parte del Consiglio. Chi non aderisce deve spiegarmi perch deve spiegarmi che questo documento non è per la democrazia, non è contro la violenza. Se qualcuno mi spiega, con logica, che in questo documento c'è anche solo una frase antidemocratica e violenta, ritiro la mia firma e voto contro. Non ho visto niente di tutto ciò, quindi, secondo me, questo ordine del giorno dovrebbe essere votato da chi è democratico e non violento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Dopo l'intervento dei Consiglieri Casoni e Vignale poco rimane da aggiungere. Tuttavia, volevo che rimanesse a verbale, oltre il mio voto a favore di questo "democristiano" ordine del giorno del Consigliere Leo alcune considerazioni che brevemente andrò ad illustrare.
Al di là delle sparate ideologiche, rispetto alle quali questo Consiglio è abituato ad essere protagonista, da parte di soggetti che dovrebbero, perlomeno, prima di parlare della storia altrui, guardarsi personalmente e fare un esame di coscienza della propria storia, sia politica che personale, rimane il fatto che la realtà non può essere messa in discussione. La realtà recita di un gruppo di studenti che si è recato all'università per cogliere delle firme utili alla presentazione di liste per le elezioni universitarie; la realtà recita che questi studenti sono stati aggrediti all'interno dell'università da altri studenti e non studenti. Anche questo è un fatto che va sottolineato. Nel senso che gli aggressori, molto spesso, non sono frequentatori dell'università, ma provengono da realtà sociali esterne. Aggressori che ritengono l'università una cosa propria, dove esiste un diritto di permanenza e di frequentazione soltanto per alcune parti politiche bene identificate.
La realtà ci dice che, rispetto a questa situazione di aggressione, è sopraggiunto l'intervento delle Forze dell'Ordine. Questa è la realtà dei fatti. Se non ci fosse stata l'aggressione, non ci sarebbe stato l'intervento delle Forze dell'Ordine. Siamo d'accordo che sarebbe più naturale che le Forze dell'Ordine si impegnassero su altri campi, che non entrassero all'università, ma laddove una frangia di non studenti aggredisce degli studenti impegnati in un'attività assolutamente normale e pacifica, quella di raccolta di firme, è più cha naturale che le Forze dell'Ordine intervengano per frapporsi e limitare le aggressioni. Non si può prima fare gli aggressori e poi stigmatizzare l'intervento delle Forze dell'Ordine.
Ripeto, l'università - è questo il concetto che deve passare - è di tutti; tutti possono mettere un banchetto per raccogliere delle firme soprattutto se sono firme utili per la presentazione di candidature.
Qualcuno, forse malato perché si tratta di una patologia, pensa che i corridoi delle università, i cortili delle università, siano di proprietà esclusiva di realtà politiche radicali, estremiste, esterne all'università si arroga il diritto di una pulizia etnico-culturale dei locali universitari, non si sa in base a quale ragionamento. Questo fatto non è assolutamente tollerabile. Non dovrebbe essere tollerabile soprattutto da chi si dice continuamente democratico, da chi si dice continuamente difensore dei valori della Costituzione, da chi si dice continuamente difensore della Repubblica. Questi sono i fatti che, invece, vanno veramente ripudiati, questi sono i fatti che vanno stigmatizzati. Tutto il resto, tutto il contorno, il continuo richiamo a ideologie morte e sepolte oltre settant'anni fa, a differenza di altre ideologie che continuano ad essere richiamate, esercitate, compiaciute ed esaltate, fa parte del teatrino brutto della politica che si svolge anche all'interno di questo Consiglio regionale.
Se tutti noi avessimo acquisito l'apertura democratica, il senso delle istituzioni, la capacità di essere tolleranti, la capacità di accettare l'altro, come ha saputo creare il centrodestra, in un percorso lungo difficile, faticoso, ma che oggi rappresenta una conquista, fatti come quelli accaduti all'Università di Torino non si verificherebbero più.
Se rimane una minoranza, per fortuna sparuta, assolutamente priva del consenso popolare, che non rappresenta neanche più l'élite, ma una retroguardia assolutamente superata dei fatti, che ritiene di poter esercitare la violenza per impedire ad una forza universitaria presente da sempre nel nostro Ateneo e, tra l'altro, oggi anche molto spesso maggioritaria, anche in unione con altre forze studentesche, ebbene, questa minoranza radicale, estremista, ormai condannata dalla storia, va messa in condizione di non nuocere più al legittimo scambio delle idee.
Questa è la realtà dei fatti. Tutto il resto è poesia, è litania superata; tutto il resto non è niente!



(Commenti del Consigliere Robotti)



BOTTA Marco

Beh, cosa vuoi, il problema, caro Robotti, è che la storia dà ragione...



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Robotti, la prego di non interrompere.



BOTTA Marco

Di questo dovete prendere atto, perché alle elezioni universitarie non eleggete neanche più un delegato. Prendete atto di questo! Non è impedendo la presentazione delle liste che riprenderete in mano le università, perch il vostro uso continuo, perdurante e strategico della violenza porterà all'emarginazione sempre più totale...



(Commenti del Consigliere Robotti)



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Robotti!



BOTTA Marco

Dei vostri falsi studenti, caro Robotti, perché quelli che hanno aggredito gli studenti del FUAN, che da sempre concorrono per le elezioni universitarie, sottoponendosi al giudizio degli studenti universitari, non sono neanche studenti, sono dei poveracci che - ripeto - sono legati a una storia che non esiste più! Accettate il giudizio della storia: ricominciate da capo! Relegate in un angolo questi personaggi che screditano il mondo della sinistra ed anche dell'estrema sinistra, con i loro metodi. Tornate a fare politica con i banchetti in mezzo alla gente, per vedere se qualcuno vi segue ancora e non usando metodi violenti per impedire l'accesso alle università a persone che vogliono soltanto confrontarsi in maniera democratica! Non lo volete fare? Andate avanti così; finché queste persone troveranno chi li difende anche nei parlamenti, continueranno ad esercitare queste forme di violenza, ma saranno sempre più marginalizzate, sempre meno in numero e sempre meno attinenti alla storia del nostro paese.
Fortunatamente, il nostro Paese ha acquisito quei valori di cui tu prima parlavi, ma di cui spesso non riesci a comprendere il significato vero, se difendi personaggi come quelli e ti poni in condizione di essere il loro alfiere, insieme ad altri colleghi, giustificando le forme di violenza, che non vanno giustificate mai.
Dovresti imparare dalla destra politica e prendere le distanze dalla violenza; non da oggi, ma da trent'anni a questa parte. Basta vedere programmi come "Porta a Porta". Ieri parlavano del compianto Giorgio Almirante, quando, negli anni '70 e negli anni '80, diceva: "Doppia pena di morte per i terroristi di destra". Non lo diceva certo a cuor leggero! Sapeva che era una ferita importante per certi ambienti vicini al Movimento Sociale Italiano.
Non ho mai sentito dire a certi colleghi, Consiglieri regionali: "Doppia pena, doppi anni di carcere, doppia ammenda a chi esercita la violenza nelle scuole e nelle università, se lo fanno in nome della nostra ideologia". Non l'ho mai sentito. Vorrei sentirlo più spesso, perch sarebbe un vero passo per raggiungere la democrazia compiuta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Dopo aver sentito l'intervento del collega Robotti sinceramente mi sembra di essere tornato indietro di tanti anni, quando frequentavo le scuole superiori, l'Istituto di Chimica a Casale Monferrato.
Allora erano indette delle riunioni da quei pochi che avevano il coraggio di dirsi di destra e non di sinistra. Questi venivano insultati, aggrediti spintonati; ad alcuni veniva anche sputato addosso e io, che in quel momento non appartenevo assolutamente alla destra, per provocazione, visto che quei pochi venivano trattati in quel modo dagli altri tanti partecipavo alle loro assemblee, pur non facendone direttamente parte.
Infatti, all'età di 18 anni sono entrato nei movimenti autonomisti, quindi la distanza tra questi movimenti locali, piemontesisti, e la destra fascista era molta.
Quei giovani facevano provocazioni, aggredendo altre persone che erano legittimate ad allestire banchetti o a raccogliere firme. In ogni caso anche se non fossero state legittimate, non spettava ai provocatori intervenire, ma, al limite, al personale dell'Università e, in caso di necessità, al personale delle Forse dell'Ordine.
Se così fosse stato, oggi non saremmo in questa fase, perché la violenza, che sia di sinistra o che sia di destra, nei confronti di altri non deve essere tollerata né consentita né sostenuta, in particolare da persone che siedono all'interno di un Consiglio regionale.
Anche il caso - che ho visto pochi giorni fa - dei giovani dei centri sociali che sono venuti a manifestare contro l'intestazione a Francesca Calvo - ex sindaco di Alessandria, tra l'altro oggi morta di cancro - della biblioteca che lei aveva voluto recuperare e restaurare, è un fatto vergognoso.
Compiere azioni di quel tipo è vergognoso! Insultare con slogan una persona morta, alla quale viene intestata una biblioteca, è una vergogna ma alcuni giovani, appartenenti a quell'area "sinistra" - non di sinistra ma sinistra nel termine dispregiativo della parola - che spesso e volentieri non è in grado di controllare i propri aderenti, l'hanno fatto.
Sono quelle persone che aggrediscono le Forze dell'Ordine, che scrivono frasi offensive nelle chiese; sono le stesse persone che a Torino, poco tempo fa, in pieno giorno, sono andate ad urinare contro le porte di una chiesa, insultando la gente che era a messa.
Sono sempre quelle persone e sono convinto che quelle persone probabilmente erano riconoscibili anche tra coloro che hanno assaltato i giovani della destra all'interno dell'Università.
Un Consiglio regionale non può tollerare comportamenti di questo tipo.
In questo caso, parliamo di personaggi appartenenti all'ala sinistra della sinistra; altre volte potevamo parlare di personaggi appartenenti all'area destra o ad altro.
In ogni caso, una caratteristica accomuna tutte queste persone: l'intolleranza nei confronti degli altri e spesso questi altri sono anche i leghisti.
Quante volte è successo, a Torino, che i giovani dei cosiddetti "centri sociali", antagonisti, e così via, abbiano aggredito persone autorizzate ad allestire banchetti della Lega Nord, nelle piazze o nelle strade? Alcuni dei nostri anziani, in particolare, sono dovuti ricorrere addirittura a cure mediche; sono stati insultati, i banchetti rovesciati; c'è stata gente malmenata e spintonata.
Succede regolarmente e voi sostenete che sono legittimati dal fatto di pensarla in modo diverso? L'intervento del collega Robotti mi ha fatto veramente paura; come a dire che se uno la pensa in modo diverso da questi giovinastri è giusto che sia picchiato ed allontanato. No, caro collega Robotti, se la pensi in questo modo non avresti neanche diritto a sederti in Consiglio, perché sei tu il fascista, nel momento in cui fascista è chi è intollerante e chi accetta il disprezzo nei confronti degli altri. Il fascista sei tu! quello il problema.
Quindi l'ordine del giorno presentato dal collega Leo, che addirittura va oltre quello che avrebbe voluto fare e scrivere (sottoscritto anche dal Gruppo della Lega Nord), dice di tenere in conto il parere - ritengo considerevole - del Comitato antifascista regionale. Ma cosa vuoi di più Robotti? Hai il coraggio di criticare anche l'operato del Comitato antifascista regionale? A quel punto, non so su che posizioni ti collochi oggi tu; sicuramente fuori dall'arco parlamentare, sicuramente fuori dall'arco costituzionale. E allora non candidarti più la prossima volta.
Tanto, per venire qui a tenere - come si dice da noi - bordone a dei delinquenti e a dei criminali, forse è meglio che tu qui non ci venga più!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente. Auspico che l'ordine del giorno venga approvato in un modo o nell'altro, con varie modalità: sarebbe una negazione della posizione espressa dalla grande maggioranza dell'Università. Chi l'ha criticato in certi termini come il collega e amico Bossuto - non l'ha letto!, perché la dichiarazione di antifascismo è netta e chiara! ma spero che almeno ne consenta l'approvazione.
Se non vi fosse l'approvazione, sarebbe uno smacco all'Università e al Comitato antifascista. Dopodiché ognuno motiverà come vuole. Ripeto, se il documento non venisse approvato, sarebbe uno smacco all'Università, e una dimostrazione, da parte del centro-sinistra, di una assoluta incapacità di prendere posizioni minimamente coraggiose!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Clement, per dichiarazione di voto.



CLEMENT Gian Piero

Intervengo solo per annunciare il voto contrario del mio e degli altri Gruppi della sinistra e per esprimere un rammarico dal punto di vista personale (con questo non voglio coinvolgere nessuno dei nostri Gruppi).
Trovo perlomeno strano - e non so che altro aggettivo usare - pensare che a questa vicenda abbiamo dedicato credo due ore del passato Consiglio e un'ora e mezza di questa seduta e questa mattina non siamo riusciti a trovare un'ora per discutere di cassa integrazione, di ammortizzatori sociali, di sostegno ai più deboli relativamente alla crisi.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1203, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che tutte le involuzioni autoritarie sono sempre passate nella storia recente dell'Europa attraverso attacchi alla cultura e al libero svolgimento delle attività universitarie. Quando la società è attraversata da forti tensioni, il primo luogo in cui tali tensioni esplodono è l'Università. Proprio perché la cultura anticipa le trasformazioni, i luoghi in cui la cultura si manifesta ai suoi livelli più alti attraggono i primi e meno riflessivi sintomi del disagio sociale. Per questo è indispensabile che l'Università assicuri il libero confronto intellettuale delle opinioni e il più rigoroso approfondimento anche dei temi più delicati. Quindi non è accettabile che ciò venga impedito da poche decine di persone che intendono sostituire allo scontro delle idee lo scontro fisico domandandosi come mai un gruppo di individui abbia tentato di impedire un'attività politica ispirata a opinioni diverse dalle proprie in nome di un sedicente 'antifascismo militante' che ha una grave responsabilità per le vicende degli anni di piombo chiedendosi inoltre come mai non siano ancora chiarite le dinamiche che hanno portato la polizia ad entrare nel palazzo senza nei fatti riuscire ad impedire il degenerare della situazione affermando che il ruolo di un'Università in un Paese democratico deve essere ispirato ai seguenti principi: la tutela dei valori della Costituzione repubblicana la tutela dell'autonomia dell'Università da qualsiasi pressione o ingerenza esterna la ricerca di ogni trasparente collaborazione tra le istituzioni dello Stato la solidarietà nei confronti delle forze dell'ordine per il delicato ruolo che sono chiamate a svolgere la necessità di definire in via preventiva e nelle sedi opportune modalità operative delle istituzioni pubbliche ispirate ad equilibrio e fermezza l'impegno ad assicurare l'agibilità delle sedi universitarie non esacerbando il clima senza peraltro tollerare che l'Università sia usata come terreno di scontro e vetrina a chi è a caccia di consenso dichiarando che bisogna respingere l'utilizzo strumentale di questi fatti deprecabili come occasione per esprimere prese di posizione nel merito fortemente discutibili e che hanno l'effetto di esasperare ulteriormente gli animi allontanando la possibilità di una indispensabile riflessione critica fa voti affinché il Consiglio regionale si pronunci in maniera inequivoca a favore della libertà di espressione, della tolleranza e del rispetto delle regole democratiche e invita il Consiglio stesso ad attivarsi in ogni modo possibile (per esempio tramite il Comitato della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana) per affiancare l'Università in un'opera di mediazione, ma altresì di attiva difesa dell'esercizio delle libertà democratiche e costituzionali anche all'interno dell'Ateneo".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Ordine del giorno n. 1202 dei Consiglieri Auddino, Leo, Caracciolo, Robotti e Laus, inerente a "Manifestazione nazionale 'Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie' - Napoli 21 marzo 2009" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Ordine del giorno n. 1206 dei Consiglieri Robotti, Ronzani, Travaglini Leo, Caramella, Pace, Deambrogio, Moriconi, Barassi, Rabino, Cirio Dalmasso, Larizza, Cavallaro, Manolino, Rostagno, Turigliatto, Bizjak e Auddino, inerente a "Defiscalizzazione reddito cassa integrazione" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Prima di sciogliere la seduta, stata richiesta l'iscrizione di due ordini del giorno, il primo sulla Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, il secondo in materia di detassazione e defiscalizzazione della cassa integrazione.
Se non ci sono obiezioni, li considererei iscritti all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Colleghi, ricordo che la delegazione dell'Associazione Padri Separati che era in Sala durante i lavori della mattina, ha chiesto un incontro con i Gruppi consiliari. L'incontro è stato disposto per le ore 14.30 nella Sala dei Presidenti.
La seduta del Consiglio viene conseguentemente fatta slittare e convocata alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.34)



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