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Dettaglio seduta n.421 del 03/03/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


CHIEPPA VINCENZO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Chieppa comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.36)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boeti, Bresso, Buquicchio, Larizza Moriconi, Pizzale, Placido, Reschigna, Ronzani e Spinosa.


Argomento:

b) Approvazione processi verbali


PRESIDENTE

Il giorno 24 febbraio sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 20 gennaio 2009, del 10 e 17 febbraio 2009.
Se non vi sono osservazioni, s'intendono approvati.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta, da parte del Consigliere Robotti, di una comunicazione della Giunta regionale relativamente alla proposta di legge sull'istituzione del Comune di Mappano


PRESIDENTE

Colleghi, sospenderei la seduta, perché relativamente al sindacato ispettivo per un verso, manca la disponibilità degli Assessori, per l'altro mancano i Consiglieri interroganti quando invece c'è la disponibilità degli Assessori, come l'Assessore De Ruggiero. Lo cito in maniera particolare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Approfittando della presenza dell'Assessore Deorsola in aula, magari alla ripresa della seduta, chiederei all'Assessore gentilmente un'informativa rispetto a tutta la vicenda che riguarda la costituzione del Comune di Mappano.
Noi abbiamo ferma in Commissione ormai da mesi una proposta di legge istitutiva del Comune di Mappano. Abbiamo una situazione ormai ingestibile da un punto di vista della vita di questi cittadini che continuano ad essere vessati con servizi e strumenti istituzionali suddivisi su almeno quattro Comuni tra Torino e la sua prima cintura.
I cittadini di Mappano hanno proposto l'istituzione di un referendum per chiedere la costituzione del proprio Comune. Chiederei di capire a che punto è l'iter della proposta di legge ferma in Commissione, qual è il punto di vista della Giunta e, soprattutto, se c'è la volontà politica da parte della Giunta di fare crescere e di portare a termine l'iter d'approvazione di questa legge che servirebbe a semplificare la vita di alcune migliaia di cittadini della nostra Regione, che continuano a rivendicare giustamente la possibilità di avere un loro Comune d'appartenenza, essendo già in qualche modo strutturati come fossero un Comune, senza nessun tipo di risposta da parte delle istituzioni di questa nostra Regione.
Credo che sia arrivato il momento di avere delle risposte certe. Chiedo all'Assessore Deorsola di spiegarci a che punto siamo. Grazie.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente all'istituzione del Comune di Mappano (TO)


PRESIDENTE

Do un'informativa prima che l'Assessore Deorsola risponda al Consigliere Robotti.
Il disegno di legge a firma dei Consiglieri Robotti e Chieppa è in VIII Commissione. Ci sono state le consultazioni recentemente dei soggetti interessati e devo dire la messa in discussione da parte del Presidente dell'a VIII Commissione, Reschigna, due sedute fa, non è potuta procedere per l'assenza contestuale di entrambi i firmatari. C'è l'impegno del Presidente Reschigna a rimettere in discussione rapidamente ed avviare l'iter di discussione e di votazione in VIII Commissione.
Mentre rispetto alle domande puntuali che rivolgeva sull'orientamento dell'Assessore Deorsola, darei la parola all'Assessore stesso.



DEORSOLA Sergio, Assessore al decentramento e rapporti con enti locali

Grazie, Presidente.
Non ho difficoltà a dare un'informativa ulteriore rispetto a quanto il Presidente pro tempore Chieppa ha detto.
Sul problema Mappano c'è un disegno di legge della Giunta che non tratta specificatamente il problema Mappano, ma che pone le condizioni perché il procedimento possa avere un esito positivo.
C'è una proposta di legge specifica da parte di Consiglieri, che è all'esame della VIII Commissione, e che non ho motivo di dubitare che procederà fin da lunedì prossimo nel normale svolgimento.
Già sono state svolte le consultazioni che hanno visto delle posizioni articolate, non decisamente contrarie, ma hanno visto delle posizioni articolate dei tre Comuni più interessati (Caselle, Borgaro e Leinì).
In particolare, la posizione espressa dal Sindaco di Leinì mi sembrava quella più contraria, nel senso che il Comune di Leinì verrebbe a perdere oggettivamente un pezzo del proprio territorio, che è fortemente industrializzato e realisticamente verrebbe a perdere anche i tributi rispetto a quegli immobili.
Il progetto Mappano si è finora sempre ipotizzato su cinque Comuni, tra i quali il Comune di Torino è interessato marginalmente, e anche il Comune di Settimo Torinese non è interessato per un insediamento urbano abitativo molto consistente.
Il nucleo centrale resta quello dei tre Comuni di cui ho detto prima (Leinì, Borgaro e Caselle); su questo c'è una posizione articolata degli amministratori e ad alcune condizioni è stata valutata la possibilità di non opporsi.
La posizione della Giunta è quella che, trattandosi di una proposta di legge, verrà valutata e realisticamente l'attività di sostegno deve essere lasciata all'esplicarsi dei Consiglieri e del Consiglio.
Sicuramente, con la presentazione del disegno di legge di cui facevo riferimento prima, c'è un favore della Giunta a che gli Enti locali siano i più armonici possibile e rispondano alle esigenze dei cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Volevo soltanto sostenere e ribadire con forza la posizione di cui si è trattato finora e cioè la proposta del Consigliere Robotti, che è quella di accelerare e di sveltire o, comunque, di prendere seriamente in esame la questione, perché si tratta di due posizioni diverse.
Una è la questione del referendum e del disegno di legge, l'altra è la questione dell'accorpamento o riduzione da cinque a tre Comuni e, comunque della facoltà di Commissione. Fermo restando che siccome è un disegno di legge che mi pare fosse all'o.d.g. dell'Aula e l'altro in VIII Commissione credo che non sia sufficiente inserirlo nell'elenco degli ordini del giorno, ma debba risultare al primo posto degli elenchi dell'o.d.g. della Commissione per essere discusso.
Viceversa, se lo troviamo sempre al terzo, al quarto o al quinto punto è chiaro che nelle migliori intenzioni sembra esserci la volontà, per questa volontà non viene mai portata avanti a livello di Commissione.
Tant'è che in VIII Commissione ieri pomeriggio abbiamo iniziato la discussione di un testo di legge sugli usi sociali ed è stata bypassata questa proposta. Lei, Presidente, lo sa bene.
Detto questo, credo e spero di poter invitare tutti a farsi parte diligente, a cominciare dall'Assessore Deorsola, che giustamente è intervenuto come parte in causa, come Assessorato di competenza, per fare sì che almeno nella VIII Commissione riusciamo a licenziare questo testo.
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Manolino, in questo caso il nostro interlocutore non è l'Assessore Deorsola, ma il Presidente dell'VIII Commissione, il Consigliere Reschigna.
La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

L'unica cosa che chiedo, perché credo sia molto importante in questa fase, è una presa di posizione netta da parte dell'Amministrazione regionale.
Se, cioè, l'Amministrazione regionale, a partire dal Presidente per arrivare all'Assessore Deorsola, ha intenzione di sostenere l'iniziativa dei cittadini di Mappano, affinché riescano ad avere finalmente il loro comune, è il momento che la stessa Amministrazione dica esattamente come la pensa, ovvero esprima pubblicamente, anche nei confronti dei Sindaci di Caselle, Borgaro, Leinì, Settimo e Torino, per quanto possa incidere su Torino, la volontà che intende promuovere, sostenere, coadiuvare sospingere tutte le iniziative volte alla costituzione del Comune di Mappano.
Manca un anno alla fine della legislatura; penso che questa Regione debba dire una parola chiara a quei cittadini che tanto l'hanno sostenuta senza nessun tipo di confusione o fraintendimento.
Quest'Amministrazione deve dire che sta lavorando, vuole lavorare e lavorerà per produrre l'iniziativa affinché quel Comune si possa istituire.
Chiedo, pertanto, all'Assessore una parola chiara sotto questo punto di vista. Capisco che, per una storia personale dell'Assessore, abbia una natura dorotea, però su una vicenda come questa è il momento di dire come la si pensa esattamente fino in fondo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Robotti. Ovviamente, avremo occasione di riprendere, tutti insieme, questo tema nella sede più opportuna:quella dell'VIII Commissione.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio alla direzione didattica "Muratori" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i rappresentanti della direzione didattica "Muratori" di Torino e dell'Istituto speciale per ciechi di Torino.
Voglio ringraziarli, ovviamente, per la presenza; immagino che siano interessati al punto 5) all'o.d.g., il proseguimento dell'esame delle proposte di deliberazione sul dimensionamento delle autonomie scolastiche statali. Prima, però, esauriremo alcuni altri punti all'o.d.g.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente. Se ascolterà le parole del mio intervento, credo che ella ed i Consiglieri della Regione Piemonte non avrete da obiettare nulla se andrò oltre i due minuti concessi.
Innanzitutto, ringrazio l'Assessore Artesio per avermi permesso di colloquiare con la struttura sanitaria che si è occupata di redigere linee guida regionali sulla ventiloterapia e portare così un importante e determinante risultato, che è quello di fare in modo che la ventiloterapia sia anche eseguita in assistenza domiciliare. Ma vi è un episodio a dir poco increscioso che vorrei richiamare alla vostra attenzione.
Il comportamento...



PRESIDENTE

Consigliere Toselli, non le tolgo la parola, volevo solo ricordarle che nel nostro Regolamento non c'è l'istituto del question time. Il suo è un intervento sull'ordine dei lavori? Solo per capire in quale ambito collocarlo.



TOSELLI Francesco

Guardi, Presidente, la prego di lasciarmi andare avanti e credo che avrò tutta la sua attenzione nel merito della questione che sottopongo anche quella della Presidente Bresso e dell'Assessore Artesio. Ne sono convinto.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere.



TOSELLI Francesco

Vi è un episodio increscioso che vorrei richiamare alla vostra attenzione, che è il comportamento di scorrettezza istituzionale dimostrata da un direttore sanitario, e probabilmente uno dei possibili sostituti di un direttore regionale di ASL, che per altri incarichi ricevuti dovrebbe lasciare la guida di un'ASL del Piemonte. Comportamento istituzionalmente scorretto verso un Consigliere regionale - che è il sottoscritto - ed un operatore che lavora presso uno dei nostri ospedali.
Tutto nasce un mese fa, quando con cortesia ed educazione telefonai al direttore sanitario per informarlo della necessità, da parte di uno dei reparti di ventiloterapia di un nostro ospedale, di ottenere l'acquisto del materiale richiesto ben due anni fa, che ammonta complessivamente a circa 60 mila euro, più i lavori di ristrutturazione dei locali, la cui richiesta risale addirittura a circa cinque anni fa.
In tutti questi anni, a tali legittime richieste non è stata data compiuta risposta. Faccio alcuni esempi, in modo che possiate comprendere al meglio quale tipo di materiale è stato richiesto: ventilatori meccanici visto che attualmente viene utilizzato un ventilatore prestato addirittura da una ditta; un broncoscopio nuovo, perché quelli attualmente in uso hanno oltre 10 anni e non possono essere sterilizzati con le tecniche moderne e la vecchia tecnica richiede una serie di procedure che impegnano gli infermieri per molto tempo; spirometro completo, visto che quello in uso era stato comprato con i soldi di una sperimentazione; MIP-MEP, che si è rotto a maggio e si è riavuto finalmente nuovo a dicembre (il MIP-MEP ha un costo di circa 2000 euro e per sette mesi i pazienti con distrofia muscolare e quant'altro non si sono potuti valutare compiutamente).
Il direttore sanitario mi aveva riferito che se ne sarebbe occupato.
Per un mese tutto tace, e nessuna telefonata o acquisto vengono fatti. Io chiedo notizie e richiedo copia dell'elenco dei materiali, al fine di provvedere ad inoltrare una e-mail al direttore sanitario. Ecco cosa dice la mia e-mail, ricordandovi e sottolineando ancora una volta che un mese prima avevo...



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Toselli, sta parlando da quattro minuti. Era un intervento sull'ordine dei lavori. La prego di terminare, collega Toselli.



TOSELLI Francesco

Presidente, queste sono considerazioni, tra poco entrerò nel clou del mio intervento...



PRESIDENTE

Collega Toselli, il suo intervento tra poco finisce. La prego di concluderlo.



TOSELLI Francesco

Tutti quanti, invece, avremmo bisogno di ascoltare e meditare.
Leggo la mia e-mail: "Caro dottore, francamente resto stupito del fatto che non si è ancora provveduto all'acquisto del materiale sanitario richiesto..."...



PRESIDENTE

Collega Toselli, il tempo è terminato. La prego di condensare la proposta.



TOSELLI Francesco

Vorrei ottenere da lei una risposta...



PRESIDENTE

Consigliere Toselli, il suo tempo è scaduto. La parola le è tolta.
Grazie.



(Il Presidente Gariglio toglie la parola al Consigliere Toselli)



(Il Consigliere Toselli continua a parlare fuori microfono)



PRESIDENTE

Collega Toselli, per cortesia, l'avevo avvisata!



PRESIDENTE

TOSELLI Francesco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo una riunione dei Capigruppo di minoranza, così spiego la questione. Sono convinto che rientreremo in Aula compattamente, così tutti ascolteranno cosa ho da dire!



PRESIDENTE

Collega Toselli, le richieste che vengono poste in questo Consiglio in modo formale, sono evase in modo formale. Questo Consiglio è convocato ed ha all'o.d.g. una comunicazione richiesta formalmente, avanzata in Conferenza dei Capigruppo, su una vicenda importante, come la questione che poneva lei, che tocca SITO.
Pertanto, ora verranno rese comunicazioni, come da richiesta dei colleghi Presidenti dei Gruppi consiliari. Collega Toselli, se ci sono altre indicazioni, vengano poste in sede formale e in sede formale avranno risposta.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Presidente, sull'ordine dei lavori. Credo che il collega Toselli stia segnalando un fatto molto grave, addirittura di mobbing totale nei confronti di qualche dipendente di Azienda sanitaria.
Credo, pertanto, che si possa affrontare seriamente, eventualmente dopo la questione Bresso, in una riunione di Capigruppo, ma non di minoranza non solo la questione relativa alla sanità, ma anche - caro Presidente quanto apparso sui giornali di oggi. Infatti, risulta dai giornali: "Circolare della Bresso: 'Vietato denunciare i clandestini in ospedale'".
Questo, o è un falso, oppure è vero. Falso può esserlo - è sempre colpa dei giornalisti, ovviamente, che scrivono cose false, ci mancherebbe! - ma se è vero, è evidente che è un altro caso di mobbing gravissimo, perché se la legge dice che il medico può scegliere, è impensabile che il datore di lavoro di quel medico possa dire "vietato denunciare", perché sarebbe un gravissimo caso di mobbing fatto, se così fosse. Altrimenti è un falso e ovviamente, Presidente, poi lo dovrà dire e denunciare, perché se è un falso la colpa è del giornalista, altrimenti la colpa è sua ed è evidente che sarebbe un gravissimo fatto di mobbing del datore di lavoro, Presidente della Regione Piemonte, nei confronti di dipendenti, cioè medici alle dipendenze delle Aziende Sanitarie Locali e comunque della Regione.
Sono due fatti gravissimi, e penso che la Conferenza dei Capigruppo debba valutarli attentamente, sicuramente dopo la relazione concordata; ci mancherebbe, su questo siamo d'accordo, ma non possiamo sottovalutare che fatti di gravità inaudita come questo avvengano all'interno delle nostre Aziende o addirittura forse avvengano per responsabilità del nostro massimo rappresentante istituzionale che è la Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Intervengo solo per ricordare a tutti noi che, come ha detto prima il collega Chieppa che stava presiedendo in sua assenza, il nostro Regolamento non prevede - è stato correttamente sottolineato - il question time.
Non vorrei che poi passasse il fatto che il nostro Regolamento è inadeguato per responsabilità dei Gruppi di opposizione. Capisco che il collega Chieppa ogni tanto faccia fatica a ricordarsi di far parte di una maggioranza che avrebbe, secondo alcuni di noi, un'interpretazione piuttosto originale: il dovere di imporre le linee e di discuterle comprese quelle del Regolamento.
Noi siamo in attesa paziente ormai da quasi quattro anni. Questa maggioranza, dopo aver criticato l'esistenza del Regolamento attuale e sottolineato le sue carenze, non mi sembra stia facendo molto per ottenerne la revisione, con le dovute eccezioni, perché probabilmente il clima della campagna elettorale e alcune tensioni, ove ci sono, attorno alla formazione delle liste distraggono le persone. Da noi il problema non si pone perch le deciderà tutte Berlusconi, credo, in uno dei giorni successivi; ci verrà comunicato per tempo, quindi vedete voi come l'assenza della dialettica talora apporti dei miglioramenti.
Proprio per questa ragione, mi permetto anch'io di sottolineare come il tema sollevato dal collega Toselli, su cui torneremo non appena la Presidente avrà finito la sua comunicazione e ne sarà seguito il lungo e certamente democratico dibattito, non è certamente meno grave, anzi, di tanti episodi che nel corso di questi anni, anche solo di questa legislatura, in termini di ordine dei lavori sono stati sottoposti.
Allora - ripeto - siccome quanto diceva il collega Toselli mi sembra di un peso non certamente inferiore a molti dei temi che sono stati correttamente, secondo me, portati all'attenzione dei Consiglieri all'inizio delle sessioni, onde non discriminare eccessivamente i temi - su questo torneremo non appena possibile - troverei la modalità per mantenere un senso di equità fra i colleghi che talora hanno difficoltà o a parlare o a ottenere delle risposte. Anche perché lei sa bene che, in termini di interrogazioni e interpellanze, che è la modalità classica che i Gruppi di opposizione hanno per interagire con la Giunta, l'elenco dei tempi di risposta che è a sue mani non è brillantissimo. Non che le precedenti legislature avessero dei voti in condotta molto più alti, ma adesso che siamo tornati ai voti vedo che questa Giunta, in termini di tempistica per dare le risposte, più di cinque non credo che prenderebbe.



PRESIDENTE

Collega Burzi, penso che ci siano le condizioni per trovare le modalità più appropriate per dare delle risposte.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Comunicazione della Giunta regionale sulla società SITO S.p.A. di Orbassano


PRESIDENTE

Proseguiamo con la comunicazione richiesta alla Giunta regionale in merito alle vicende che hanno interessato gli azionisti della società SITO S.p.A. di Orbassano.
La parola alla Presidente Mercedes Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
stata chiesta una comunicazione relativamente alla società SITO S.p.A. di Orbassano; in coda farò alcune aggiunte rispetto alle interrogazioni che sono state presentate al riguardo.
Intanto, credo che sia necessario, in particolare per i Consiglieri nessuno di noi era qui all'epoca - ripercorrere brevemente la storia della costituzione di questa società, che è stata costituita con legge regionale nel 1980; con quella stessa legge fu promossa la realizzazione di infrastrutture per il trattamento delle merci e per l'interscambio tra sistemi di trasporto su strada e ferrovia mediante Centri Intermodali Plurifunzionali, demandando l'attività di progettazione e realizzazione a Società di intervento o Consorzi appositamente costituti, partecipati oltre che dalla Regione e dagli Enti locali, da Finpiemonte S.p.A.
dall'Azienda Ferrovie dello Stato, da Istituti e Società Finanziarie Assicurative, Associazioni di Categoria, Imprese e Consorzi di imprese altri Enti e Consorzi pubblici e privati.
Questa era la legge in base alla quale poi fu istituita SITO, ed era la legge che allora diede vita ai Centri Intermodali.
La società SITO S.p.A. è stata costituita, per la realizzazione del Centro Intermodale Merci di Orbassano, in data 29 maggio 1980 con capitale sociale di lire 450.000.000, sottoscritto totalmente da azionisti privati e da Finpiemonte S.p.A. con una partecipazione del 55%.
Attraverso i vari momenti nella vita societaria si è proceduto ad aumenti di capitale (1981, 1982, 1983, 1984, 1985, 1991, 1992, 1996) che hanno portato l'attuale capitale sociale interamente sottoscritto a 5.170.000 di euro (naturalmente siamo passati dalle lire agli euro), con i seguenti interventi.
Nel 1982 la Finpiemonte S.p.A. cede alla Regione Piemonte n. 4050 azioni del valore nominale di lire 100.000 per complessivi nominali lire 405.000.000 nel 1983 avviene un'ulteriore cessione da parte di Finpiemonte alla Regione Piemonte di ulteriori 360 azioni, di pari valore nominale, per complessive lire 36.000.000: a seguito delle suddette cessioni, il capitale sociale risulta sottoscritto al 49% da parte della Regione Piemonte, che insieme a Finpiemonte S.p.A. detiene il 55% delle azioni complessive.
Nel 1991 la SOCOTRAS acquista le azioni di Unione Industriale, della Provincia di Torino e della Federazione delle Associazioni Industriali del Piemonte, variando le quote possedute come segue: Regione Piemonte 44 Finpiemonte S.p.A. 6%, SOCOTRAS 45%, Ferrovie dello Stato 5%.
Tralasciando ulteriori passaggi intermedi, nel 2003 la Regione Piemonte acquista dalla SOCOTRAS n. 116.501 azioni del valore di un euro, aumentando la propria quota societaria al 46,74%. Finpiemonte S.p.A. con 310.200 azioni mantiene il 6% e SOCOTRAS assume il 43,26% del capitale. Le FS Logistica S.p.A. passano al 4%.
Successivamente, in attuazione della legge regionale del 26 luglio 2007, n. 17 "Riorganizzazione societaria dell'Istituto Finanziario Piemontese Finpiemonte S.p.A.", la Regione Piemonte ha conferito a Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. la propria partecipazione azionaria, con un apporto complessivo di capitale societario di quest'ultima pari al 52,74% (46,74% + 6%).
Gli investimenti che la Regione e Finpiemonte, da un lato, e SOCOTRAS dall'altro, hanno effettuato nel corso degli anni tramite sottoscrizione di aumenti di capitale in SITO ammontano rispettivamente a 2.726.834 euro e a 2.236.366 euro.
In data 20 febbraio 2007 SITO S.p.A. ha esercitato il diritto di recesso - questo è un punto importante della conflittualità Regione-SITO dal Contratto di Associazione in Partecipazione concluso con SOCOTRAS il 1 aprile 1999, in ragione della fondata opinione che lo stesso fosse contrario alla vigente disciplina in materia di appalti e che potesse esporre la stessa SITO alle possibili iniziative giudiziarie dei concorrenti di SOCOTRAS - perché, praticamente, con l'associazione in Partecipazione la società privata partecipante a SITO realizzava tutte le opere senza gara e questo non era più giuridicamente possibile - di fatto estromessi dalla possibilità di concorrere all'affidamento degli incarichi di progettazione e realizzazione degli immobili dell'Interporto.
A tale azione è intervenuta la proposizione di domanda di arbitrato da parte di SOCOTRAS nei confronti di SITO, chiedendo l'accertamento di pretesi inadempimenti di quest'ultima rispetto agli obblighi assunti con il contratto, oltre al risarcimento di tutti i danni eventuali.
Come dicevo, questo è uno dei punti di cui forse avrete anche letto.
Esiste un arbitrato tuttora in corso. Credo sia stata assolutamente dovuta l'azione di SITO e che oggi non esistono i termini giuridici per il mantenimento di un'associazione in Partecipazione come quella di cui vi dicevo. Ma, ovviamente, questo ha toccato interessi privati che hanno cercato, legittimamente dal loro punto di vista, di tutelarsi. Non credo però, che si sarebbe potuto fare diversamente, pertanto condivido totalmente l'azione che è stata intrapresa.
In data 27 febbraio 2008 il Consiglio regionale approva la legge regionale n. 8, "Norme e indirizzi per l'integrazione dei sistemi di trasporto e per lo sviluppo della logistica regionale", nella quale sono prefigurate le linee di sviluppo e di impulso che la Regione intende dare al settore.
In questo quadro, va considerato anche il nuovo assetto delle società miste pubblico-private scaturito dal decreto Bersani del 2006 - come ricorderete, questo decreto legge metteva ordine nel rapporto di partecipazione del Pubblico con società private - che impone una nuova configurazione ai casi e alle modalità di partecipazione da parte di soggetti pubblici e privati a società costituite per la produzione di beni e servizi strumentali all'attività delle Amministrazioni pubbliche.
In relazione alla bozza di piano industriale della società SITO esaminata in sede di Consiglio di Amministrazione il 4 febbraio 2008, ed elaborata con riferimento agli obiettivi della nostra legge regionale n. 8 i Consiglieri espressi da SOCOTRAS manifestavano disaccordo, rendendo evidente che gli orientamenti di SOCOTRAS sui futuri indirizzi dell'attività esulavano ormai dagli obiettivi che SITO si proponeva di raggiungere nell'ambito del sistema logistico regionale (d'altronde è evidente, perché la ragione della loro partecipazione era stata altra).
Si doveva quindi temere, in relazione all'entità della partecipazione azionaria di SOCOTRAS e alle regole di funzionamento consegnate nello Statuto (di cui poi vi parlerò), che la divaricazione degli orientamenti dei soci potesse comportare il concreto blocco dell'operatività della società.
A questo proposito, preme sottolineare come l'attuale Amministrazione regionale - naturalmente anche Finpiemonte - si sia trovata ad operare all'interno della compagine societaria con vincoli fissati da norme statutarie preesistenti che impongono le maggioranze in assemblea straordinaria in prima e in seconda convocazione al 66% del capitale sociale e al 75% per la nomina del Consiglio di Amministrazione.
Vi renderete conto che, con una percentuale del 43%, si blocca, de facto, tutta l'operatività della società, se si vuole. Questo è lo Statuto vigente, che può essere cambiato solo con l'accordo di una minoranza (un po' come per il nostro Regolamento), che ha, ovviamente, tutto l'interesse a non cambiarlo (in questo senso, invece, la nostra opposizione è disponibile).
Al fine di superare tale grave impasse, Finpiemonte Partecipazioni si è dichiarata disponibile a valutare con SOCOTRAS le modalità più appropriate e convenienti attraverso cui consentire a quest'ultima di uscire dal capitale di SITO sottoscrivendo un documento di intenti (anche questo è apparso sui giornali) in data 15 marzo 2008, secondo il quale si sarebbe potuta sospendere la procedura di arbitrato avviando, contemporaneamente d'intesa con la Regione Piemonte, una valutazione di opportunità di dare corso ad una scissione parziale di SITO, ovvero di una diversa soluzione che dovesse in futuro rivelarsi maggiormente favorevole o conveniente.
A tale fine, SITO avrebbe disposto una stima analitica aggiornata indicando un perito indipendente nominato dal Tribunale.
Anche in questo caso, la questione della scissione dei privati da SITO è stata più volte espressa come intento di questa Amministrazione, proprio per superare una situazione di impasse che non consente di fare di SITO lo strumento per la politica logistica in quell'area.
Per quanto concerne le perizie richieste dalla Regione e da SITO espletate dal dottor Tealdi, in adozione della legge regionale n. 17 del 2007, che elenca le partecipazioni regionali da trasferire a Finpiemonte, e della legge n. 8 del 2008, che dà gli indirizzi per lo sviluppo della logistica, la Giunta regionale, con deliberazione del 7 aprile 2008, n. 39 ha stabilito il trasferimento a Finpiemonte Partecipazioni delle proprie partecipazioni azionarie nelle società SITO, CONSEPI e Interporto Rivalta Scrivia.
Per effettuare tale trasferimento, trattandosi di azioni non quotate era necessario acquisire la relazione giurata di un esperto designato ai sensi dell'articolo 2343 del Codice Civile dal Tribunale di Torino. Per dare corso a tale operazione, la Regione Piemonte e Finpiemonte Partecipazioni hanno presentato istanza congiunta al Tribunale di Torino in data 10 aprile 2008 per la nomina dell'esperto. Il Presidente della Sezione competente ha conferito l'incarico di valutare le partecipazioni azionarie della Regione nelle tre società al dottor Luigi Tealdi, dottore commercialista di Torino, scegliendolo tra una rosa di cinque esperti.
In concomitanza con detta nomina, la società SITO, intendendo conseguire la valutazione della propria entità patrimoniale, conferiva incarico allo stesso dottor Tealdi, in quanto era già stato nominato dall'autorità giudiziaria, per compiere la determinazione del valore della partecipazione azionaria della Regione in SITO.
Il dottor Tealdi esplicava gli incarichi rimettendo rispettivamente alla Regione e alla società SITO le proprie relazioni. La relazione delle partecipazioni azionarie della Regione nelle tre società - CONSEPI Interporto Rivalta Scrivia e SITO - è stata asseverata dal Notaio Ganelli in data 25 luglio 2008 e sulla base di essa è avvenuto il conferimento delle partecipazioni azionarie della Regione Piemonte a Finpiemonte Partecipazioni in data 28 settembre 2008.
Il compenso all'esperto per la stima delle partecipazioni azionarie della Regione nelle tre società non è ancora stato corrisposto. La deliberazione della Giunta regionale aveva previsto che la liquidazione potesse essere effettuata dallo stesso Tribunale che aveva disposto la nomina, ma quest'ultimo non si è ravvisato competente a procedervi rinviando alla determinazione delle parti.
Si ritiene che l'entità del compenso debba essere determinata considerando il congruo contenimento della sua entità trattandosi di prestazione nei confronti di Ente pubblico, considerando l'unitarietà dell'incarico per le tre società e considerando, altresì, il collegamento dell'attività espletata dal perito riguardante la valutazione della società SITO effettuata nei riguardi della Regione e nei riguardi della stessa società SITO, con il medesimo contenuto e con conseguente esclusione di duplicazione dei compensi. Ci risulta che la stessa cosa abbia fatto la società SITO, la quale, nel concordare il compenso (non potendo chiedere al Tribunale), ha tenuto conto dell'esistenza dell'incarico da parte della Regione attraverso la nomina del Tribunale. Noi, però, non abbiamo ancora pagato la prestazione perché abbiamo valutato le ipotesi in base alle tariffe professionali e intendiamo trattare anche uno sconto, che ci pare congruo, in quanto oggi, a differenza di una volta, si può fare; quindi la trattativa è in corso, non è stato ancora erogato.
Il conferimento della partecipazione azionaria da parte della Regione a Finpiemonte è stato effettuato sulla base del valore patrimoniale periziato dal dottor Tealdi in 64.164.608 euro, alla data del 15 luglio 2008.
La valutazione è stata effettuata applicando il metodo misto patrimoniale reddituale, assumendo come valore di stima quello delle immobilizzazioni e come ipotesi conservativa che i risultati economici storici permangono per un periodo di tre anni in misura annuale pari al livello medio ricavabile dai tre ultimi esercizi chiusi.
Per quanto riguarda la voce Terreni e Fabbricati, si dà atto nella perizia che l'acquisto e l'edificazione delle aree è stato in gran parte finanziato con contributi della Regione Piemonte, dello Stato e dell'Unione Europea. Tale aspetto, nella perizia medesima, non è stato ulteriormente indagato, non rilevando ai fini del conferimento della partecipazione azionaria alla Società Finpiemonte da parte della Regione, essendo, come sapete, Finpiemonte una controllata della Regione.
Nei rapporti della Società SITO con i soci privati tale aspetto necessita, invece, di essere approfondito in quanto alle risorse pubbliche acquisite dalla società non possono, a mio avviso, indifferentemente essere attribuite ai soci a prescindere dalla loro natura, ciò, ovviamente, a tutela del pubblico interesse.
La società SITO ha comunicato l'elenco delle contribuzioni pubbliche ricevute dal 1991 al 2007, che ammontano a complessivi 64.758.365 euro provenienti dagli stanziamenti disposti con una serie di atti: nel 1988 per euro - è stato tradotto in euro - un milione 807 mila e rotti; nel 1990, per 41 milioni 833 mila euro - questo era un contributo statale - nel 1990, per 6 milioni 721 mila 800 euro; con delibera CIPE del 1996, per 3 milioni 344 mila euro; con DOCUP 1994-1996 - non ho la data esatta - per un milione 876 mila euro; con DOCUP 1997-1999, per 4 milioni 113 mila euro con DOCUP 2000-2006, per 5 milioni 61 mila euro - vi ho risparmiato i rotti, ma sono indicati.
Risulterebbe che, alla fine del 2007, la realizzazione dell'Interporto ha comportato un esborso complessivo pari a euro 80.267.847 - ci sono anche le virgole - a fronte di euro 64 milioni 758 mila, erogati a SITO dallo Stato e dall'Unione Europea, attraverso la Regione Piemonte, mediante contributi a fondo perduto (in conto capitale e in conto impianti) contabilizzati secondo la disciplina civilistica e fiscale vigente all'epoca di ogni singola erogazione.
Come vedete, l'esborso complessivo e i contributi non sono la stessa cifra, perché quella coincidenza casuale dei valori può far apparire che non sia avvenuto nulla nel frattempo. Non è così, però, certamente, i contributi pubblici sono stati di grandissima rilevanza, anche se anch'essi non possono essere semplicemente addizionati, essendo avvenuti in anni che vanno dal 1988 al 2004-2005, all'incirca.
La Giunta regionale è pertanto intenzionata a che non si proceda oltre all'esame dell'ipotesi della scissione della società SITO, senza preventivamente provvedere ad una valutazione patrimoniale della società che, al fine della scissione o dell'uscita con altre modalità del partner privato, tenga conto del valore attuale delle suddette erogazioni pubbliche, così come si è venuto a determinare nel corso degli anni considerati. Detto valore, ovviamente, dovrà essere scorporato dal valore patrimoniale stimato nella perizia del dottor Tealdi. Ovviamente, molti di questi valori sono stati ammortizzati e devono essere scontati, quindi il totale, come vi riferivo, non è la somma delle cifre che vi ho detto.
Tuttavia, pur essendo, da un punto di vista giuridico, la situazione di grande delicatezza, perché i contributi sono stati erogati ad una società mista, ritengo che non sia possibile addivenire ad una scissione senza avere espletato tutte le possibilità giuridiche in nostro possesso. Non sono certa che alla fine sarà possibile tutelare l'interesse pubblico, ma quanto meno occorre provarci, può essere stata la ragione delle due successive interruzioni delle delibere che andavano nella direzione di decidere la scissione.
Tale specifico valore patrimoniale, al netto delle contribuzioni di natura pubblica attualizzate, potrà costituire la base di discussione per stabilire le più opportune condizioni d'uscita del socio privato da SITO.
Faccio un inciso dicendo che analoga questione va affrontata per i moltissimi casi che sussistono, sui quali abbiamo dato mandato a Finpiemonte di fare le opportune valutazioni, indipendentemente dal fatto che, in questo momento, i soci privati escano o meno; dal 2000 in avanti esistono norme del Codice Civile che consentirebbero la separazione degli apporti di capitale pubblici e privati, mentre prima non esistevano.
Quindi, in realtà, si sarebbe dovuto, da quel momento in poi, quantomeno tenere conto di questa possibilità, ma ciò non è avvenuto.
Al momento è stata avviata una disamina puntuale sui diversi titoli delle contribuzioni pubbliche pervenute negli anni alla società contestualizzandole nel periodo di riferimento alla normativa allora vigente. Tale operazione permetterà di distinguere e di verificare la legittimità degli apporti finanziari di cui potrà eventualmente beneficiare il privato, anche nel caso della sua fuoriuscita dalla società; anche in questo caso si tratta di verificare la legittimità, il titolo e la possibilità di tutela del pubblico.
Sarà inoltre cura dell'amministrazione regionale chiedere alle proprie società partecipate di evidenziare specificatamente nei propri atti contabili le contribuzioni pubbliche ricevute, relazionando sulla loro consistenza e natura - di questo, come dicevo, è stato dato mandato a Finpiemonte, anche di verificare che ciò avvenga.
Rispondendo all'interrogazione dei Consiglieri Rossi, Burzi, Casoni e Dutto, rubricata "Scelte azionarie di SITO", e alla successiva, che mi è stata consegnata questa mattina, del Consigliere Turigliatto, almeno come primo firmatario...



(Commenti del Consigliere Turigliatto)



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

vero, 17 giugno, però non l'avevo, me ne scuso, mi è stata data questa mattina; magari qualcuno l'aveva, ma, essendo passato del tempo l'avevamo dimenticata e me ne scuso.
Per la parte non già richiamata nella mia comunicazione al Consiglio rendo noto che la sottoscritta, pur non essendo a conoscenza degli incontri avvenuti nella sede della Giunta regionale puntualmente elencati - non controllo le agende degli Assessori o dei miei collaboratori - è sempre stata informata sugli sviluppi della vicenda, tant'è che, presa conoscenza delle modalità con cui si intendeva procedere, ha chiesto un supplemento di valutazione per meglio ponderare ogni decisione.
Poiché nel prosieguo dell'operazione la situazione continuava a non essere chiara, in data 3 agosto 2008, ho chiesto di sospendere l'operazione di scissione ipotizzata, perché la cosa, ciò malgrado, stava andando avanti.
Non sono mai stata messa al corrente della "scrittura integrativa" alla lettera di intenti del 15 marzo 2008, sottoscritta il 21 luglio 2008, tra SOCOTRAS e Finpiemonte S.p.A., ricevuta solo stamani via fax. Tuttavia questa scrittura integrativa riguarda solo la questione dell'arbitrato cioè sospensione e quantificazione dell'indennità, differimento termine e udienza, non rileva rispetto alle questioni di cui stavamo parlando.
Gli indirizzi dati agli Assessori regionali competenti in materia rientrano nel normale conferimento della delega e non sono pertanto stati formalizzati con uno specifico atto.
Ancora, nell'interrogazione del Consigliere Turigliatto si chiede se i Consiglieri abbiano relazionato in merito: in più casi lo hanno fatto. In particolare, però, i Consiglieri si sono molto interessati al tema del doppio incarico della valutazione degli immobili conferita al dottor Tealdi che, a mio avviso, ma anche ad avviso dei legali interpellati, è stata condotta in modo corretto, nel senso che nell'affidamento si è tenuto conto del fatto che l'incarico era già stato dato da Finpiemonte.
Questo, però, ha attirato molto l'attenzione dei Consiglieri di Amministrazione, mentre - proprio perché, a mio avviso, nel tempo sono molto variate le norme relative ai contributi pubblici e alle modalità di tutela del denaro pubblico conferito - non ha attratto l'attenzione dei nostri Consiglieri d'Amministrazione su questo aspetto che, secondo me, è quello rilevante.
Tuttavia, così è. Quindi, il mio forse è un intervento un po' anomalo ma credo che, indipendentemente dal titolo giuridico, che probabilmente esiste, al riparto di questa somma, vorrà verificare se non esistono delle modalità di tutela di un così rilevante contributo pubblico, attribuito per una finalità certamente pubblica come la realizzazione degli interporti che, per il meccanismo legislativo di allora - azionario prescelto e sua evoluzione - rischia di produrre, indipendentemente dalla legittimità o dalla volontà dei soggetti partecipanti, un danno al "pubblico".
Quindi, prima di andare avanti, pur confermando il nostro interesse alla scissione della società e all'individuazione della sua nuova funzione anche in rapporto alla legge regionale che il Consiglio ha approvato ritengo che per farlo occorra affrontare tale questione, utilizzando tutti gli strumenti giuridici a disposizione.
Sarà mia cura tenervi al corrente delle valutazioni incrociate che stiamo cercando di avere, per capire se ciò sia possibile anche giuridicamente: ciò che è corretto da un punto di vista di gestione del denaro pubblico ed etico, non necessariamente lo è dal punto di vista giuridico. Sono scelte che sono state fatte nel tempo anche a seguito dell'evoluzione legislativa.
un tema molto delicato, perché, come sapete, il denaro pubblico ha irrorato una quantità rilevantissima dell'economia italiana e anche europea e, quindi, isolare un caso non deve far dimenticare quale è stato il contesto generale nel quale queste politiche sono state fatte, ovvero di sollecitazione anche all'intervento dei privati.
Quello che però ritengo sia necessario è fare, in modo accurato, la verifica dello status legislativo di ognuno di quei contributi, in modo da essere certi di quale sia il titolo di conferimento e quale sia quindi il diritto di privati e pubblici a quelle erogazioni e al tipo di contabilizzazioni avvenute.
Nulla, al momento, ci dimostra che non ci siano state delle cose corrette ma, a volte, la somma di azioni tutte corrette produce un risultato che nessuno vuole. Il tema è quello di una verifica accurata per valutare se, però, tutto fosse inevitabile e quindi se, alla fine, la separazione - o no, perché comunque la proprietà ad oggi esiste - debba produrre questo risultato.
Se così non fosse, noi faremo tutto quello che è possibile per tutelare il denaro pubblico conferito, ovviamente tenendo conto della situazione legislativa e della sua evoluzione nel corso del tempo.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

PRESIDENTE.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

aperto il dibattito generale.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Poi, ci saranno molte fasi che saranno valutate nella II Commissione alla quale sono stati conferiti i poteri d'indagine.
Presidente Bresso, capisco che lei oggi sia membro del PD, inteso come "Partito Depresso", ma non può venire qui a raccontare cose palesemente false, come alcune di quelle che ha detto e che adesso andremo a verificare.



(Commenti in aula)



ROSSI Oreste

Presidente, le andremo a vedere. Palesemente, false. Glielo ribadisco glielo confermo e glielo dirò tra pochissimo.



PRESIDENTE

Per cortesia! Prego tutti di affrontare il dibattito moderando i toni!



ROSSI Oreste

Dopodiché, Presidente, quello che mi aspettavo da lei è che lei venisse qui dicendo: "Sì, la situazione, forse, mi è sfuggita dalle mani, perch poi sono io l'Assessore competente" - sto parlando come se fosse lei. Dico ciò che mi sarei aspettato che lei dicesse - "Sono io l'Assessore competente alle partecipate. Mi è sfuggita dalle mani la situazione, perch ho delegato altri e oggi io chiedo la testa di questo, di questo e di questo, perché effettivamente sono stati fatti degli errori, leggerezze disattenzioni..."; non lo so, veda lei. Io non voglio dire cosa è successo ma sicuramente qualcosa di strano è successo, Presidente.
Cominciamo dal fatto che il 25 gennaio 2008 (circa un anno fa) c'è stata una riunione con il Vicepresidente della Giunta, il Presidente di Finpiemonte Partecipazioni, Presidente e Amministratore delegato di SOCOTRAS e il Presidente di SITO.
Il 18 febbraio 2008, si incontrano il Vicepresidente della Giunta e come partecipante in più rispetto alle persone dell'incontro precedente l'Assessore Borioli e, di nuovo, il Presidente di Finpiemonte Partecipazioni, il Presidente e Amministratore delegato di SOCOTRAS ed il Presidente di SITO.
Circa un mese dopo (15 marzo) viene sottoscritto un accordo. Un accordo teoricamente tra le parti che, però, per le leggi del nostro Paese vale come un contratto. La scrittura privata, nel nostro Paese, sottoscritta e firmata, è un contratto.
In questo documento, Presidente, che tra l'altro risulterebbe non essere passato dal Consiglio d'Amministrazione di Finpiemonte, ma firmato su espressa scelta del Presidente di Finpiemonte Partecipazioni probabilmente con l'avallo delle persone che avevano partecipato alle due riunioni di cui ho detto prima. Presidente, non si dice che la Regione farà quello che vorrà, ma si dice: Punto 1, "Le parti intendono perseguire in buona fede l'obiettivo di consentire a SOCOTRAS" -per i colleghi che non lo sanno, proprietaria di oltre il 43% di SITO (Società privata) - "di separare i propri interessi da quelli di SITO, divenendo titolare esclusiva di una parte" - attenzione - "del patrimonio della stessa, proporzionale alla quota di capitale sociale, oggi detenuta da SOCOTRAS".
Ora, colleghi, voi sapete tutti che se ci sono due soci (quello che ha il 4% conta poco - Ferrovie dello Stato), un socio di maggioranza assoluta con il 53%, pubblico e un altro socio che ha il 43%, se andiamo a mettere sul mercato quel bene e lo vendiamo, il 53% non vale in proporzione del 43%, perché decide chi ha la maggioranza! Quel 43% vale molto meno! Ma attenzione, il Presidente di Finpiemonte Partecipazioni, senza l'avallo del suo C.d.A., dice, scrive e firma - e firma! - che SOCOTRAS (privato) diventerà titolare esclusiva di una parte del patrimonio (capannoni, beni piazzali, strade, non so quale) della stessa, proporzionale alla quota di capitale sociale.
Questo è scritto, Presidente, non altro.
Ha detto un'altra cosa falsa. Si è arrabbiata? Ma glielo dico subito cosa ha detto di falso, Presidente. Lei ha detto, prima - verbale docet che nell'integrazione del 21 luglio 2008 (qui siano a marzo, il 15), come se non bastasse - in mezzo c'è stata un'altra riunione dei soliti soggetti di cui vi ho detto prima, attenzione - il Presidente di Finpiemonte Partecipazioni, non contento, fa un'altra scrittura privata di poche righe.
Colleghi, l'avete tutti adesso, perché ho fatto la richiesta al Presidente e il Presidente correttamente l'ha fatta distribuire. Cosa scrivono di nuovo, non contenti della prima? Attenzione! Presidente, lei ha detto che si parla solo del famoso contenzioso. No. Prima riga: "A integrazione della scrittura privata, firmata il 15 marzo 2008, le parti ne confermano il contenuto". Le parti ne confermano il contenuto, Presidente: Finpiemonte Partecipazioni e SOCOTRAS.
Cosa vuol dire in italiano e anche per la legge? Che quello che era stato scritto il 15 marzo è confermato. Non solo. Dato che c'è un contenzioso SOCOTRAS-SITO per 500 mila euro, che nella precedente scrittura si diceva che Finpiemonte Partecipazioni ne prendeva atto, qui cambia.
Diventano, anziché 500 mila, 350 mila, ma il Presidente di Finpiemonte Partecipazioni non è che ne prenda atto; ne conviene! Per la legge è diverso. Prendo atto della richiesta che mi fai, ne convengo dei 350 mila! A casa mia, è diverso, molto diverso.
Ma andiamo avanti. Il 18 giugno c'era stato un altro incontro - avevo visto il Vicepresidente Peveraro che arricciava il naso - ma prima di questo documento, di cui vi dicevo, di conferma di quello del 15 marzo firmato il 21 luglio 2008 a Torino, c'è stata un'altra riunione - ahimè anche se storce il naso, Assessore - il 18 giugno 2008 tra il Vicepresidente della Giunta regionale, il Presidente di Finpiemonte Partecipazioni, il Presidente e l'Amministratore Delegato di SOCOTRAS e il Presidente di SITO.
Poi arriviamo a luglio e poi al 3 agosto, quando la Presidente Bresso dichiara virgolettato sui giornali - anche questo può essere falso, ma la Presidente Bresso ha detto prima che era vero - che aveva scritto due giorni prima, quindi il 1° agosto - è vero, la lettera c'è - una lettera al Presidente di SITO per bloccare o per sospendere per lo meno l'operazione di scissione.
Vede, Presidente, noi questa lettera gliela chiediamo, perché a noi risulta che lei non abbia scritto nessuna lettera dove dice al Presidente di sospendere la scissione o comunque di fermare la scissione. Se c'è, ce la faccia pervenire, dove lei scrive esattamente le parole che ha detto che sono a verbale. Se c'è, ce la faccia pervenire, perché magari mi sbaglio.
Andiamo avanti. A dicembre, come se non bastasse, nonostante lo stop della Presidente Bresso - così dice la Presidente sugli articoli di giornale, ma aspettiamo di leggere la lettera dove lo scrive anche, perch noi non l'abbiamo - c'è un ulteriore incontro tra Finpiemonte Partecipazioni, Presidente e SOCOTRAS per definire gli aspetti tecnici della scissione.
Quindi, l'operazione va avanti o per lo meno il Presidente di Finpiemonte Partecipazioni prosegue con questa iniziativa.
Dopodiché si ricorda che c'è anche il C.d.A. di Finpiemonte e va nel C.d.A. di Finpiemonte, dove pare che qualcosa non vada tanto diritto.
Quindi, cosa fa questo signor Presidente di Finpiemonte Partecipazioni? Su richiesta dei soci privati di SITO viene convocata un'Assemblea dei soci, dove non va il Presidente Trabucco, quello che ha firmato i documenti e che ha fatto ulteriori riunioni, ma manda un suo uomo! Questo suo uomo arriva e fa tutto un racconto, dicendo che è tutto da vedere quello che si farà, in parole povere.
Ovviamente il socio privato un po' si altera, perché 28 milioni di euro che rischiano di saltare o di cambiare come cifra, preoccuperebbero chiunque. Figuriamoci un socio privato in un momento di crisi! Allora gli chiedono: "Signor rappresentante con diritto di voto che rappresenti la maggioranza di SITO..." - attenzione perché il delegato mandato da Trabucco, Presidente di Finpiemonte Partecipazioni, aveva diritto di voto e pesava per la maggioranza - "del documento che abbiamo...". Risposta: "Documento? Io non ne so niente".
Il documento non c'è più, non ne sa niente. Il rappresentante mandato dal Presidente di Finpiemonte Partecipazioni all'assemblea di SITO convocata apposta per quello, non lo sapeva; non sapeva del documento! Vi rendete conto? Questa è la situazione.
Presidente, lei mi viene a dire che è tutto normale? Lei mi viene a dire sui giornali - poi magari è finto perché i giornalisti, per carità...
che la responsabilità è del passato. Ma se il documento è firmato il 15 marzo e riconfermato il 21 luglio del 2008! Ma chi governava nel 2008? Il passato? Il suo passato, magari, e comunque c'è un consigliere all'interno di SITO - mi scusi! - che è lì da ben dieci anni e lei l'ha nuovamente riconfermato. Anche lui rappresenta il passato, ma è stato nominato da lei tanto per dirne un'altra!



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, la prego di chiudere.



ROSSI Oreste

Presidente, su un argomento di questo tipo di solito non sforo, ma i due minuti in più me li può anche dare, come fa spesso per altri colleghi.
Il tutto però non è stato un giochetto, perché abbiamo giocato su capitali pubblici in buona parte. Abbiamo speso soldi in consulenze, perch due consulenze immobiliari sono state fatte da SITO per un importo di circa 182 mila euro, pagati.
Lei ha detto prima che non è stata pagata la perizia del perito Tealdi.
Quella della Regione, ma quella di SITO sì e si tratta di 182 mila euro perché i periti erano due: Tealdi e Gianasso - non vorrei sbagliare il nome, ma adesso non vado a leggere tutte le carte.
Non solo: su richiesta di un membro del C.d.A. di SITO, che era lì da 10 anni, confermato comunque dalla Presidente Bresso, sono state fatte anche due perizie legali o due consulenze legali, pagate. E arriviamo a quattro! Dopodiché ci sentiamo ancora dire dalla Presidente che, se è il caso si rivolgerà per vie legali per appropriazione indebita. Non so di che! Visto che sono i suoi uomini, da lei nominati, e su cui lei ha le deleghe che hanno fatto queste scelte.
Ma addirittura leggiamo - e chiudo, Presidente - che Trabucco sta facendo fare un'altra consulenza, sempre pagata,-magari da Finpiemonte anziché da SITO, perché in questo caso pagherà Finpiemonte. Spiega il Presidente di Finpiemonte, Trabucco: "Ho dato mandato ad un noto studio legale affinché valuti il percorso che hanno seguito i contributi pubblici e l'utilizzo che è stato fatto negli anni". Un'ulteriore consulenza chiamiamola così o come volete - che pagheremo.
Io le chiedo, Presidente: ma non abbiamo degli studi legali e degli avvocati all'interno di questa società o della Regione che possano occuparsene grazie allo stipendio che prendono? Non abbiamo persone in grado di fare queste valutazioni? Dobbiamo fare una serie di consulenze e di perizie che costano alla fine centinaia di migliaia di euro a carico della Regione? E lei viene qui e dice: "È tutto a posto, madama la marchesa, va tutto bene". Ma sta scherzando? Qui qualche testa deve saltare, Presidente; chi ha scritto questa roba e l'ha confermata, è una persona che ha agito o per conto suo, suo di lei Presidente, oppure per conto proprio! Se ha agito per conto suo, ne deve rispondere lei, cara Presidente, ma se ha agito per conto proprio, deve perdere la sedia su cui siede! Su questo non c'è alcun dubbio.



PRESIDENTE

Colleghi, vista la delicatezza della questione, vi pregherei di astenervi da riferimenti personali, a meno che si decida di utilizzare quanto disposto dall'articolo 45 del Regolamento, ossia la seduta segreta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con molta attenzione la relazione della Presidente, che come sempre, è stata molto chiara.
Non avevo dubbi che oggi avrebbe denunciato con forza questa situazione incredibile, ma vera. Non so come altro definirla.
Vorrei innanzitutto dire al collega Rossi che ha qualche buon argomento su cui tornerò per denunciare qualche inadempienza dell'attuale Amministrazione, ma vorrei ricordare a lui e ai banchi del centrodestra che, in realtà, questa situazione dipende soprattutto, come ha voluto e saputo ben ricordare la Presidente, dalle vostre Amministrazioni. Perché è evidente che tutti i contributi regionali che la Presidente ha prima ricordato e che sono stati iscritti nel modo in cui sono stati iscritti nei conti di SITO, sono contributi erogati nel decennio della Giunta Ghigo e sono stati iscritti, per quanto ho avuto modo di capire, in un modo diverso da come avrebbe fatto qualsiasi persona di buon senso.
Non c'è bisogno di essere manager finanziari, ma basta gestire un bar per sapere che se ci sono due soci che hanno delle percentuali, quando qualcuno aggiunge delle risorse, la sua quota di capitale sociale aumenta.
Ed è questo che non è avvenuto, a meno che non sia smentito.
Mi pare che la Presidente abbia detto che, negli anni di governo del centrodestra e della Giunta Ghigo, tutti i fondi iscritti a SITO, relativi a fondi europei e a fondi statali pervenuti, siano stati iscritti in un modo non corretto. Avrebbero dovuto essere iscritti a capitale sociale, per cui la quota della Regione, essendo fondi pubblici, avrebbe dovuto crescere, oppure, come normalmente si fa, come prestiti da parte del socio che sarebbero poi stati iscritti come debito da parte della società nei confronti del socio pubblico.
Sembra che questo non sia avvenuto, cioè che questi contributi siano finiti iscritti come contributo a fondo perduto, quindi alla fine hanno valorizzato il patrimonio della società, beneficiando il socio privato che ora pretende di poter uscire portando a casa il malloppo di questa incredibile incapacità di chi ci ha preceduto.
Voglio ricordare alla Presidente - ma l'ha già ricordato lei - che questo giochino - poi lo commenterò - vale anche su altre società. So che relativamente a CONSEPI (faccio un nome per non parlare a vanvera) stiamo procedendo nel considerare una richiesta della SITAF - la cito, non credo di fare nulla di particolare - che intende uscire dalla società.
Penso di poter ritenere con fondatezza che, anche in questo caso, siamo di fronte a contributi pubblici di cui, nel caso dell'uscita di questa società, beneficerebbe la società privata.
So che i membri della Giunta sono allertati, perché questa operazione non si può fare, ma deve essere fatta con le avvertenze che la Presidente ha ricordato.
Passo a considerazioni un po' più autocritiche, nei confronti di questa maggioranza.
Ricordo alla Presidente che sulle questioni legate al ruolo che gli amministratori devono assicurare nelle società partecipate, a suo tempo per una vicenda che ha riguardato Finpiemonte Partecipazioni, la Presidente pretese - probabilmente a ragione - la piena limpidezza del cursus honorum degli amministratori e promise, un po' come ha promesso adesso - mi pare che l'Assessore Oliva, in questo caso, sia un po' in ritardo, ma lo aspettiamo - anche allora un codice etico o - come lo chiamò - un codice di autotutela, per garantire la Regione anche rispetto alla correttezza dei trascorsi degli amministratori.
Questo codice di autotutela ancora lo attendo, signora Presidente, e lo dico anche perché in Finpiemonte Partecipazioni vi sono persone naturalmente non faccio nomi e cognomi - mi risulta anche un esponente dell'attuale opposizione (naturalmente la presunzione di innocenza c'è sempre), nei confronti dei quali ci sono dei procedimenti giudiziari in corso.
La invito, quindi, Presidente, a procedere nel senso della piena applicazione di questo codice di autotutela, perché questo probabilmente consentirebbe di inserire anche all'interno delle partecipate quel principio di correttezza e di perseguimento dell'interesse pubblico a cui tutti teniamo.
Mi avvio alla conclusione, anche se ho ancora un po' di tempo, e le pongo, signora Presidente, alcune domande, dando anche alcune risposte.
Rispetto alla prima domanda so già dare la risposta, ma gliela pongo solo per ricordarle che spesso questo avviene - ahimè - e io, finché ho voce, non mi stancherò di ricordarglielo: su decisioni importanti come questa, il Consiglio dovrebbe essere perlomeno informato. Mi risulta addirittura, e lei lo ha ammesso candidamente, che neanche lei fosse informata, ma su questo tornerò, perché mi pare particolarmente grave.
Su decisioni così importanti - la più grande società di Finpiemonte Partecipazioni che deve scegliere un percorso diverso, cambiare il socio ritengo che si sarebbe dovuto prevedere un percorso di confronto.
Lei oggi ha detto di essere d'accordo, quindi in qualche modo ha avallato questa scelta, ma, rispetto ad una scelta così importante, non si è confrontata con la sua maggioranza e con il Consiglio.
La seconda domanda è se non ritenga di agire retroattivamente.
Questo lo ha già detto chiaramente, per riconsiderare il modo in cui sono stati iscritti i contributi regionali nei conti di SITO.
Alla terza domanda mi pare che lei abbia già risposto, ma gliela formalizzo nuovamente: la Giunta, come spesso fa, ha delegato Finpiemonte Partecipazioni a procedere nella firma di questa scrittura privata? Leggo spesso che la Giunta consegna opportunamente ai propri amministratori, nelle varie società, gli indirizzi cui gli amministratori sono tenuti a rifarsi nella scelta strategica delle società, soprattutto su scelte così importanti.
Mi pare che lei abbia ammesso oggi - e questo, mi consenta, è molto grave - che non c'è una delibera della Giunta regionale che autorizza il Presidente di Finpiemonte Partecipazioni a procedere nella firma di quella scrittura privata.
Sulle caratteristiche della scrittura privata, mi rimando a ciò che ha detto il collega Rossi, perché obiettivamente non pare essere una lettera d'intenti, ma pare a tutti gli effetti una scrittura assolutamente impegnativa.
Le domando ancora, soprattutto perché lei ha anche la delega alle partecipazioni - come qualcuno ha ricordato - se anche sull'arbitrato, o meno, ci sia stata una delega da parte della Giunta, oppure no, perché è pur sempre una scelta non insignificante.
Domando, poi, se il C.d.A. di Finpiemonte sia stato informato della scrittura privata, e non mi pare che anche questo sia avvenuto.
In conclusione, le rivolgo, signora Presidente, due domande più politiche. Premesso ciò che ho detto, cioè che la responsabilità di questa situazione è tutta attribuibile al centrodestra che ha utilizzato fondi pubblici, iscrivendoli, con i propri amministratori, non nell'interesse generale pubblico, le domando: vista questa situazione, quale pensa sia la ragione che ha spinto a questo, che non posso che chiamare pasticcio potrei anche chiamare disastro? Primo: leggi demenziali (delle tre l'una) secondo: incompetenza politica e tecnica conclamata, perché non mi pare che si possa dire diversamente; terzo - la metto lì, perché lei l'ha escluso quindi sono con lei - promiscuità (uso un eufemismo) tra interessi privati e interessi pubblici.
Ultima domanda: lei ha annunciato ai giornali che è pronta ad agire per indebito arricchimento. Vorrei domandarle verso chi, nel senso che noi saremo parte lesa, ma siamo anche azionisti di maggioranza. Siamo al contempo carnefici e vittime.
Mi piacerebbe capire un po' meglio cosa vuole dire e verso chi intende eventualmente agire per indebito arricchimento. Grazie.



PRESIDENTE

Il collega Rossi ha avanzato, nel suo intervento, un'affermazione che voglio rettificare. I documenti, che ho acquisito su istanza del collega Rossi, sono a disposizione dei colleghi Consiglieri. Non tutti, però, ne hanno preso visione, nel senso che abbiamo fatto una richiesta e i colleghi che hanno ottenuto i documenti hanno formulato un impegno a rispettare quanto disposto dall'articolo 19 dello Statuto.
Comunque, i documenti sono a disposizione di tutti i Consiglieri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Sento un po' di nervosismo oggi in Aula, ma probabilmente dipende dal fatto che il recente esito della competizione elettorale, quella in cui noi del centrodestra abbiamo perso le elezioni regionali, ha ancora delle code, e quindi è normale che chi è in avvio, con una certa sorpresa, come il collega Lepri, al governo di questa nuova legislatura, che è iniziata direi negli ultimissimi giorni, possa avere ancora delle scorie, delle tensioni della recente campagna elettorale.
Questo è comprensibile. D'altronde, mi permetto di far loro i complimenti, dato l'esito. È stata elencata, da parte della Presidente e di tutti coloro che si sono attivati legittimamente, con successo, tutta una serie di comportamenti inidonei della precedente Amministrazione. L'elenco è piuttosto lungo ed è disponibile, perché una delle cose divertenti, se uno è ordinato, è che le cose dette rimangono; bisogna soltanto tirarle fuori con ordine al momento opportuno e ricordarle.
Capisco bene che la gestione delle partecipate sia stata per lungo tempo un'area che correttamente, utilmente, il centrosinistra ha criticato.
Cito fra tutti - mi spiace che oggi non sia presente - il collega Ronzani che ha fatto della gestione non sempre efficiente ed efficace del sistema delle partecipate uno dei suoi tanti cavalli di battaglia.
Tra l'altro, ritengo che molte delle argomentazioni che Ronzani ha addotto nel corso della scorsa legislatura sono corrette e, quindi, con molta attenzione e molta disponibilità vediamo, all'inizio di questa legislatura che si è appena avviata, se e come il centrosinistra vorrà darsi da fare.
Ciò detto, credo di parlare oggi - mi corregga la Presidente se sbaglio non con la Presidente, lungi da me toglierle questo incarico che ha appena ottenuto, ma con l'Assessore alle partecipate, perché lei, se non sbaglio, è appena neonominata Assessore alle partecipate di questa Regione.
Bene.
Allora, tolgo per un attimo il compito della vigilanza su come vanno le cose, perché su questo ha già detto il collega Rossi. Cambiando i toni evidentemente non posso che essere d'accordo su quello che ha detto d'altronde è il succo della parte più importante dell'interrogazione di ieri, tra l'altro quella che mi interessa di meno personalmente. Invece vorrei tornare a quello che mi interessa di più.
A me non interessa, al momento, quello che ha fatto Finpiemonte Partecipazioni, questo lo lascio volentieri ai compiti di vigilanza della Giunta, che ce li ha, e a coloro che di ciò vorranno occuparsi, se riterranno opportuno farlo.
Parrebbe di aver capito - altrimenti dovrei dedurre che almeno due autorevoli Assessori, oltre a lei che era assente... ma non è che quando uno è assente perde le deleghe, come posso dire, uno rimane delegato anche quando dorme, tranne nel caso che pro tempore deleghi a sua volta - che c'erano almeno tre persone che all'inizio dello scorso anno hanno ipotizzato una scissione. Devo dedurre che questa sia una volontà politica della Giunta perché, ove ciò non deducessi, il problema diventerebbe...



(Commenti in aula)



BURZI Angelo

Appunto. Non so chi l'ha appena detto, ma vedrà che si troverà bene seguendomi. Mi segua con fiducia.
Al di là di come questa ipotesi si sia svolta in termini di perizia, di tempi di informazione ai vari organi competenti e di procedura - è palese che questa procedura è carente - lascio volentieri alla Giunta il compito di vigilanza e di critica, ove questa presenti i margini per essere criticata, e a mio avviso in questo caso i margini sono significativi per essere criticata, la scissione è, nell'ambito delle prassi di una S.p.A.
una delle possibilità. Trattasi di capire, in primo luogo, se e in che modo l'Assessore competente (Mercedes Bresso) ad agosto abbia cambiato idea di nuovo.
Dice la Presidente che ad agosto ha modificato quello che pensava. Non ha modificato quello che pensava qualcun altro, ha modificato quello che pensava con se stessa; d'altronde io spesse volte modifico il mio pensiero anche D'Alema non sempre è d'accordo con se stesso, figuriamoci se la Presidente Bresso legittimamente, conferendo come Assessore alle partecipate, con la Presidente della Giunta, cioè con se stessa, decide di cambiare idea. E cambia idea.



(Commenti in aula)



BURZI Angelo

Dicevo, la Presidente Bresso, parlando con l'Assessore competente alle partecipate, cioè con se stessa, modifica il suo precedente pensiero e dice che il 3 agosto lo rende pubblico.
Credo che esista un documento, essendo la Presidente l'Assessore competente all'esercizio delle funzioni, che sarebbe utile far conoscere ai colleghi, certamente a me, perché ho già sentito due volte questa data del 3 agosto. Io ero in vacanza come tutti i perditempo del centrodestra o perlomeno, per quanto mi riguarda, io ero in vacanza, però sarei interessato a vedere il documento, soprattutto per comprenderne le motivazioni.
Se ho un'idea - voglio studiare la scissione, non ho ancora capito subito perché, ma ci torno alla conclusione del mio ragionamento - e poi la cambio, sono interessato a conoscere il percorso di evoluzione, pur all'inizio della legislatura.
Mi rendo conto che all'inizio uno non sa esattamente come orientarsi attorno a un passaggio di un'azienda rilevante, tra l'altro neonata: era appena nata nel 1980. Quindi capisco che tutte le evoluzioni della sinistra e del centrodestra abbiano un po' distratto, ma uno è un neonato, nasce nel 1980, nel 2008 ha 28 anni, non è che proprio subito possa capire che cosa è successo a Orbassano in questi brevi 28 anni in cui il centrosinistra e il centrodestra hanno fatto le cose che dovevano fare.
Nondimeno, il 3 agosto evidentemente c'è una dialettica tra il Presidente della Giunta e l'Assessore competente alle partecipate (Mercedes Bresso/Mercedes Bresso) perché, nonostante la Presidente abbia deciso di cambiare idea - non ho ancora capito perché, ma mi verrà detto - la procedura della scissione apparentemente va avanti. Ma è normale in tutti gli organismi pluralistici un minimo di dialettica tra Presidente della Giunta e Assessore competente. Quindi le due persone si allontanano: una segue il percorso della scissione e l'altra, tranquilla, è convinta che tutto sia finito. Ma non è così perché, come ha detto il Consigliere Rossi i due percorsi vanno avanti.
E arriviamo ai giorni d'oggi. Consiglio di amministrazione del 24 febbraio: su come si sia svolto, sulle modalità di deleghe, sulla correttezza delle procedure rimando a quello che ho detto in precedenza. A me rimane un passaggio: che cosa facciamo di SITO? Vede, Presidente nell'ultima riunione lei si è un po' seccata nel momento in cui le ho detto che, quando si autodefinisce liberale... Insomma, posso comprendere che lei abbia letto delle cose, ma ricordo un percorso che nella nostra maggioranza ha trovato molte difficoltà, tant'è vero che non sono riuscito ad applicarlo.
Io ero convinto, sono convinto e credo che rimarrò convinto che l'intervento pubblico abbia ragione d'essere oggi più che mai quando esistano, se usassi il linguaggio tecnico, direi internalità non esternalizzabili, come direbbe il professor Colombatto - lui sì davvero liberale - cioè cose di interesse di un territorio che, se non le fa il pubblico, non le fa nessuno.
SITO probabilmente è stata così nel 1980 e presumibilmente negli anni successivi, ma è da tanto, tanto, tanto tempo che ha finito la sua missione originaria, quindi non si vede perché - aggiungo, per dare ragione al laureato in storia contemporanea Stefano Lepri, che anche nella scorsa legislatura ho detto le stesse cose, ma io sono testardo, imparo una cosa alla volta e mi ci ancoro - secondo me avrebbe semplicemente da essere posta in vendita. Venduta, e quanto vale? Vale quello che il mercato riconosce. Qualunque perito si attivi, si sia attivato o si possa attivare le cose valgono quello che il mercato riconosce nel momento in cui vengono poste in vendita per esaurito mandato. È evidente che oggi c'è una dialettica tra parte pubblica e parte privata ma, se la memoria non mi falla, nella parte privata ci sono strutture d'impresa che non sono così miopi, così distratte, così lontane dall'Amministrazione pubblica da decidere di porsi in conflitto con un'autorevole Amministrazione pubblica come quella regionale.
Francamente non credo - se la memoria mi sorregge - che la lista degli investitori privati oggi presenti in SITO sia disponibile, come Hamas o altre strutture, a fare la guerra costi quel che costi alla Regione Piemonte, perché la Regione Piemonte è un autorevole organo di colloquio oggi, lo è stato ieri e probabilmente lo sarà anche domani indipendentemente da chi lo governa.
Quindi quello che vorrei sapere, non necessariamente oggi, è: abbiamo deciso di venderla e con il ricavato (sia esso un euro o 70 milioni o quello che è, quanto sarà valutato, che è quello che il mercato riconoscerà) fare una delle tante decine di cose di cui questa Regione avrebbe bisogno come intervento pubblico, a maggior ragione oggi, quando per tanti motivi, che non è questo il momento di ricordarci, la parte dell'economia reale o dell'economia privata soffre in maniera evidente? Mi pare che su questo punto manchi - probabilmente sono distratto - un punto fermo.
Si vuole vendere? Perché se sì, io credo che questa decisione, con tutta l'aleatorietà del mercato e delle procedure, possa essere accompagnata, per quanto ci riguarda, da un mandato pieno, dal giusto supporto, non certo contraddittivo con l'attuale linea politica. Altrimenti vorremmo capire che cosa vorreste fare, indipendentemente dalla procedura che intendete seguire, che avete seguito e dai disordini che, nell'ambito della mutevolezza delle decisioni e della modalità con cui le procedure sin qui sono state seguite, hanno caratterizzato questo breve inizio di legislatura. Ma siccome, appunto, le legislature fortunatamente durano cinque anni, auguro al centrosinistra, appena vittorioso, di dare al Piemonte le soddisfazioni che si merita.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Noi avvertiamo, oggi, un elemento di grande novità, che riguarda il fatto che la politica abbia anticipato la Magistratura.
L'azione intrapresa dalla Presidente Bresso, volta a bloccare l'acquisizione delle quote private a fronte dei 28 milioni di euro ceduti agli stessi, credo che sia forte ed importante, e che anticipi quella che sarà sicuramente un'attenzione che la Magistratura vorrà porre su questo tema: per alcuni aspetti, ha già iniziato ad essere coinvolta, perch abbiamo peraltro assistito al deposito di atti presso la Procura, sia da parte del Presidente di SITO (così ci risulta), sia da parte di alcuni Consiglieri del Consiglio di Amministrazione.
La Magistratura interverrà certamente su questa partita, ma oggi la politica ha anticipato le scelte e l'attenzione che la stessa porterà avanti.
Non vi sono critiche, dunque, sulla modalità di gestione della Presidenza. Semmai, può essere mossa una critica sul coinvolgimento dei Consiglieri, sul fatto che il Consiglio spesso non è coinvolto, non sa o non è al corrente, o che le Commissioni intervengono a cose fatte, fornendo talvolta poche informazioni: è colpa di noi Presidenti o dei Consiglieri stessi che non sempre si attivano; è colpa anche di un meccanismo che, da questo punto di vista, non è certo tra i più efficaci. Spesso apprendiamo anche noi le notizie dai giornali, e non è mai piacevole.
Comunque, non mancano certo i paradossi in questa vicenda - e sono tanti - a partire da quelli relativi ad un contratto, quello citato più volte anche dal collega Rossi, che ha avuto la firma di soci di minoranza tra l'altro, i quali decidono; le due quote di Finpiemonte e SOCOTRAS non arrivano al 51% (all'epoca le quote erano ancora della Regione, ed erano in sovra-unità alla stipula di quel contratto). Abbiamo quindi il paradosso di due soci che decidono per tutti la scissione e l'uscita della società dando vita ad un documento che è, di fatto, secretato a tutti, anche ai Consiglieri di Amministrazione.
Ci risulta che abbiamo avuto noi, come Consiglieri, il documento prima degli stessi Consiglieri di Amministrazione, ossia dei nostri rappresentanti pubblici in SITO. Questa è un'altra grave anomalia. Il fatto che questo documento circolasse, fosse pubblicato dai giornali e che i nostri Consiglieri pubblici in assemblea non ne avessero traccia, è una grossa anomalia. Oltre, naturalmente, al paradosso delle quote percentuali in merito alla quale subentra un'altra anomalia: di solito, una minoranza che va via entra nella trattativa. La quota di minoranza solitamente non ha un valore: ci spiace dirlo, ma è vero. Su altri aspetti sono molto distante dal pensieri del collega Rossi, ma questa è sicuramente un'affermazione di fatto, ed è proprio il diritto societario - il Codice Civile - che ce lo insegna.
C'è una trattativa in corso, quindi ben vengano le perizie. Tra l'altro, sarebbe opportuno disporre sempre di due perizie, perché si parla di due interessi contrapposti, ossia quello del pubblico e quello del privato.
Ma si può anche decidere che nel dare e avere, nell'offerta e nella domanda, quelle quote valgano anche solo - paradossalmente - 100.000 euro.
Anche perché i privati - questa è un'altra piccola anomalia - tra la distribuzione del profitto (gli utili), i loro investimenti e le quote distribuite, hanno già avuto modo di far valere il loro investimento.
Se mai fosse avvenuta la sciagura di questa scissione a 28 milioni avrebbero avuto un'ulteriore valorizzazione (moltiplicata al loro investimento, parliamo addirittura di 43 volte!). Si tratta, dunque, di un grande vantaggio per i privati e, forse (anzi sicuramente) un grande svantaggio per il pubblico, che, ancora una volta, avrebbe rimesso dei soldi del contribuente - soldi nostri, senza voler essere demagogici - a vantaggio di arricchimenti da parte del privato.
Avvertiamo quindi un'anomalia in questo primo contratto, che precede già un arbitrato di 500.000 euro (poi ridotti a 350.000) su una causa che era da vedere se andava vinta o persa. Emergono una serie di contraddizioni e di paradossi. Spunta anche la cosiddetta "contraddizione Tealdi", scusate il nome, quella relativa al consulente, che già redige una perizia per la Regione Piemonte, in più SITO gli affida l'incarico di una seconda perizia che richiede addirittura l'ausilio di un tecnico esperto in valori immobiliari (tecnico che per la Regione Piemonte non ha speso, ma in questo caso pensa di avvalersi anche di questa figura), e presenta fattura.
Quindi, se c'è un atteggiamento da verificare, credo che sia proprio quello in capo al professionista stesso, che forse - uso il condizionale, perch non sono un giudice - ha peccato un po' di leggerezza.
Sarà comunque compito di chi avrà il dovere di giudicare - magari proprio l'ordine professionale a cui appartiene il professionista - la legittimità della presentazione di una parcella (che tra l'altro varia da un minimo di 70.000 euro in su) in merito a questa seconda perizia che secondo alcune notizie di giornale, oltre che alcune segnalazioni all'interno del Consiglio di Amministrazione, pare essere la "fotocopia" dell'altra perizia. Qualcuno, scherzando di fronte al Presidente SITO diceva: "Sì, abbiamo risparmiato". Qualcun altro diceva ancora: "Sì, ma forse con le fotocopie si risparmiava addirittura di più rispetto a questa opportunità". È un'altra eventualità da prendere in conto.
Non dimentichiamoci però del privato: va bene controllare il pubblico ma ogni tanto sarebbe opportuno dare un'occhiata anche agli atteggiamenti del privato, anche quando questo è un professionista (forse ancora di più).
una vicenda alquanto contorta e per quanto riguarda le sue premesse ci chiediamo anche qual è stato il ruolo dei nostri Consiglieri pubblici ossia i Consiglieri del Consiglio di Amministrazione, che sicuramente sono state le "vittime" di una mancanza di trasparenza. Non è cosa da poco il fatto che atti di una società privata siano qua a nostra disposizione, come Consiglieri. Tutto sommato, sono atti di una società, per cui bisogna capire fino a che punto il diritto nostro arriva a possedere quei documenti. È una concessione? Va bene, ne siamo grati, però è anomalo che i Consiglieri pubblici di quell'ente non potessero avere quei documenti in visione. Questa è una grave lacuna di trasparenza che credo debba preoccuparci non poco.
Nel verificare il loro atteggiamento, occorrerebbe anche visionare i verbali, poiché quelli distribuiti in questa occasione sono un po' stringati. A noi risulta, per esempio, che da luglio alcuni Consiglieri abbiano dato vita ad una battaglia con la Presidenza di quella società battaglia che penso risulti anche dai verbali. Mi ero fatto carico anche di una richiesta in II Commissione affinché venissero auditi anche i Consiglieri di SITO, perché si deve sapere qual è stata la loro posizione.
A noi risulta che l'opposizione dei Consiglieri di minoranza non sia stata molto combattiva, se non in questi ultimi giorni. È strano, ma si sa che in politica ci sono delle alchimie o delle manovre oltre che machiavelliche che legittimano anche atti di questo tipo, magari per coprire (politicamente), per fare, per aiutare o mettere qualcun altro (politicamente) nei guai. Chi lo sa cosa c'è alla base di queste belle e sante manovre ! Mentre altri Consiglieri, che hanno avuto meno visibilità ma che hanno lavorato mostrando forse un'attenzione più leale verso il pubblico, quindi meno portata al clamore... Ma la battaglia è difficile nei Consigli di Amministrazione, non è come quella politica: solitamente è una battaglia astiosa e complessa. A mio avviso, sarebbe interessante chiedere a questi Consiglieri la loro opinione e la loro attività. Sono sicuro che rimarremmo sorpresi nell'osservare un ribaltamento, nel vedere che i Consiglieri cosiddetti "espressi" da una certa parte del Consiglio hanno dato prova di grande combattività, mentre altri - forse - non tanto, se non all'ultimo momento. Questo è un altro punto che sarebbe bene che la II Commissione verificasse nel suo momento di inchiesta e di discussione.
La politica, che in questo caso ha giocato sicuramente di anticipo, ma che altre volte dovrebbe davvero tenersi lontana da queste sedi amministrative, da questi luoghi, o perlomeno dovrebbe essere garante e prestare attenzione per evitare scivoloni come quello che per poco non si stava facendo, dovrebbe essere magari più vigile a non mescolarsi troppo con dinamiche che danno adito a delle letture molto ambigue, pericolose molto vicine agli accertamenti della Magistratura di cui abbiamo parlato prima. La politica dovrebbe essere in grado, ogni tanto, di fare un passo indietro, di essere meno strumentale a certi ambiti all'interno di questo Consiglio ed essere più in grado di fare il suo lavoro di verifica, senza rispondere a dei legami non sempre chiari e non sempre limpidi.
Naturalmente, in questo contesto, noi ribadiamo che sarebbe opportuno far luce - questo è indubbio - e bloccare la cessione, specialmente su cifre di quel tipo, che ci paiono assurde, anche se forse sono il frutto di un appalto mancato da parte di SOCOTRAS per quanto riguardava alcuni capannoni, che ha creato un po' di animosità.
Tutto sommato, riteniamo opportuna una verifica sugli esponenti pubblici, a partire dal Presidente di SITO.
Siamo convinti che non si debbano cercare capri espiatori, in questa occasione facili; non si deve colpire qualcuno grazie a legittime manovre politiche, magari ben architettate. Occorre verificare questa mancanza di trasparenza e attenzione non tanto da parte di un Consiglio, ma, forse, di chi riveste un ruolo esecutivo importante, quale il Presidente, che mi pare esca da questo dibattito "intoccato", assolutamente come se fosse inesistente.
C'è un Presidente, che è responsabile, pertanto riteniamo utile un azzeramento del Consiglio d'Amministrazione, della parte pubblica naturalmente, a partire dal suo Presidente, che, tra l'altro, avrà modo in opportune convocazioni di chiarire la ragione di alcune scelte e atteggiamenti all'interno del Consiglio stesso.
Grazie, Presidente; chiedo scusa per aver superato il tempo a mia disposizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Non voglio riprendere i temi che sono stati trattati nella relazione della Presidente perché mi sembra abbia fornito una risposta soddisfacente esauriente e completa, nella quale mi riconosco e su cui non ho nulla da aggiungere o chiosare; però volevo tornare un attimo indietro.
Quando presentai la mia interrogazione, in tempi in cui di queste questioni non ci si occupava ancora con la drammaticità e l'intensità odierna, intanto ero allarmato e preoccupato da alcune notizie che leggevo sui giornali, che avevo ricondotto alla mia personale esperienza in altro ruolo, nel momento in cui con SITO, per la parte che riguarda SITO vero e proprio, e con CAAT, cioè i mercati generali, che sono una parte di un unico grande intervento, mi ero trovato ad avere a che fare relativamente ad alcune varianti urbanistiche nella destinazione d'uso degli immobili.
Qui - parlo degli anni 2000-2001 - avevo ritenuto quantomeno singolare che manager pubblici giocassero al piccolo capitalista con i soldi degli altri che è un po' un vizio che si ripropone con eccessiva tranquillità nel nostro paese. Su questo, forse, la politica - noi siamo la politica dovrebbe svolgere una riflessione, perché tutti questi movimenti e documenti, sempre usando il denaro degli altri, meriterebbero un po' più di considerazione, attenzione e cautela.
Mi ero preoccupato perché, fondamentalmente, partivo dall'idea per la quale - mi sembra che qui siamo in molti a pensarla così - nel momento in cui la ragione sociale di una realizzazione viene meno o si trasforma, la trasformazione deve essere accompagnata pacificamente con tutti gli strumenti che la politica, la tecnica e la finanza sono in grado di mettere insieme, soprattutto con grande trasparenza, perché parliamo di soldi pubblici ivi investiti nel corso del tempo, parliamo di manager pubblici che hanno responsabilità che vanno al di là della corretta e buona gestione del loro lavoro - ci mancherebbe ancora, figuriamoci! - e, soprattutto parliamo di ingenti interessi in campo. Tali interessi, nel caso di SITO si concretizzavano fondamentalmente in due aspetti.
Per quanto riguarda il primo, c'era l'interesse a costruire, ecco la motivazione per cui i privati erano all'interno di SITO, perché erano il ramo operativo, erano coloro che realizzavano le urbanizzazioni e costruivano i capannoni, da una parte. Per fortuna, ad un certo punto questo modo di affidamento diretto non è più stato possibile, quindi si è dovuto ricorrere a gare e bandi. Sarebbe interessante vedere i risultati di quelle gare, che cosa hanno prodotto dal punto di vista del costo al metro quadrato della costruzione dei capannoni rispetto a quello che SITO pagava prima, che non conosco. Per esempio, questo è un dato importante che noi politici, che decidiamo in merito a queste questioni, dovremmo conoscere per capire se quella operazione, al di là della sua legittimità - certo che era legittima - ha prodotto un beneficio complessivo per l'intero sistema e anche per quanto riguarda gli investimenti pubblici, ma quello appartiene al passato.
Il secondo aspetto è relativo, oltre alla funzione, anche dal punto di vista economico, al tipo di resa che questo tipo di partecipazione ha per la Regione, inteso come ente pubblico. Conviene o meno venderla, conviene renderla interamente pubblica? Non lo so, queste valutazioni si fanno sulla base dei numeri e dei ragionamenti.
Per fortuna, la Presidente è intervenuta a rimettere sulla giusta carreggiata questa operazione che, sinceramente, era per me fonte di grandi preoccupazioni. Però, proprio per il fatto che è dovuta intervenire la Presidente della Regione, vuol dire che c'è qualcosa di strutturale e profondo che non funziona in tutti coloro che, nel corso di questi mesi hanno gestito questa operazione. Ed è per questo che mi permetto di formulare un suggerimento. Non chiedo e non rivendico, mi permetto di suggerire che si valuti l'opportunità di un azzeramento, da una parte come dall'altra, per fare in modo che questa importante e interessante operazione possa essere rimessa sui binari giusti, anche dal punto di vista della managerialità che deve occupasi, in un modo o nell'altro, della sua liquidazione, ovvero del suo futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Alcuni colleghi hanno correttamente ricordato quali sono le deleghe della Presidente, tra cui quella alle partecipazioni - quindi non si pu che ascrivere alla responsabilità diretta della Presidente quanto è avvenuto - e qualcuno, in particolare modo del centrosinistra, si è dichiarato soddisfatto delle garanzie date dalla Presidente.
Noi - è quanto si deve fare all'interno di un'Aula - ragioniamo per atti concreti, al di là dei verbali, perché, soprattutto quando si parla di acquisizioni e vendite, quando vi sono scritture, le parole non solo non bastano, ma non servono.
Salvo che, ovviamente, la Presidente, in tempo quasi reale, non smentisca quanto stiamo dicendo, noi rileviamo un aspetto: ad oggi esiste una presa di posizione politica, che la Presidente ci ha manifestato relativamente alla scelta di non procedere alla vendita, ma ad oggi non c'è alcun documento che dimostri che non si intende procedere alla vendita.
Questo è un aspetto assolutamente dirimente, per un motivo di carattere contrattuale che riguarda ciò che è stato siglato.
Vedete, è evidente che c'è...



(Commenti della Presidente Bresso)



VIGNALE Gian Luca

Vede, ci sono due modalità nell'affrontare le discussioni. C'è la sua modalità e quella del collega Borioli, che prima, dopo l'intervento del collega Rossi, diceva: "È ignorante, può dire quello che vuole", ed è la modalità del dire che tutto quello che viene sottoposto...



(Commenti della Presidente Bresso)



VIGNALE Gian Luca

Arriveremo nel merito, poi vedremo non chi ha ragione, ma se le argomentazioni saranno o meno motivate.
Oppure, un'altra modalità è quella di tentare di svolgere un'argomentazione.
Allora, le scritture private all'interno nel nostro paese valgono ancor più se sono siglate dal Presidente di Finpiemonte e dal socio privato.
Adesso il collega Bossuto non c'è, ma nei confronti del socio privato non è che non mi interesso, posso al limite fare una valutazione di carattere etico, a me interessano le attività che ha svolto il socio pubblico.
Veniva rilevato che vi sono molte modalità per alienare le azioni private all'interno di una società pubblica che detiene la maggioranza. C'è il mercato, a cui si ricorre quasi sempre e in molti casi c'è un vincolo che nel caso in cui il soggetto privato intenda vendere si riserva il pubblico di acquisire. Rispetto ad alcune partecipazioni importanti, in cui spesso il pubblico non ha la maggioranza relativa, si ritiene magari opportuno aumentare la sua partecipazione se si ritiene strategica e prioritaria quella partecipazione. Però, al collega Bossuto dico che pu stare assolutamente tranquillizzato dalle dichiarazioni della Presidente però noi abbiamo un atto (ed è ciò che oggi fa fede) che è una scrittura privata, tra Finpiemonte e il soggetto privato, in cui le parti si impegnano l'una a separare i propri interessi da SITO (quindi uscire dal capitale sociale di SITO) e l'altra a comprare. La Regione dice: "Divenendo titolare esclusiva di una parte del patrimonio della stessa proporzionale alla quota di capitale oggi detenuta da SOCOTRAS".



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Andiamo avanti e leggiamo il punto 2: "Le parti sono quindi disponibili a valutare, d'intesa con la Regione Piemonte, l'opportunità di dare corso a una scissione parziale di SITO, che preveda l'associazione a una società beneficiaria appositamente costituita di una parte del patrimonio sociale di SITO, proporzionale alla quota di capitale detenuta da SOCOTRAS".
"Valutare la possibilità", sì, ma vi è un aspetto: poi, noi possiamo prendere in giro il Consiglio, se riteniamo, ma quando il Vicepresidente incontra (il 25 gennaio, il 18 febbraio e il 18 giugno) i responsabili del pubblico e del privato e, esattamente un mese dopo, viene firmata la scrittura privata, qualcuno non ne era a conoscenza! Ma se la Presidente non era a conoscenza di quanto avvenuto o della scrittura privata o della lettera è una responsabilità unicamente attribuibile alla Presidente perché è una delega alla Presidente. E se la Presidente, perché spesso non svolge il suo ruolo, ritiene di delegare il Vicepresidente per una sua delega, è un affare che riguarda unicamente la Presidente.
Dopodiché, se il Vicepresidente Peveraro l'ha fatto con leggerezza oppure se il Presidente di Finpiemonte l'ha fatto con leggerezza, sono fatti vostri, perché per noi questi fatti riguardano chi ha la delega.
In questo Paese e anche in questa Regione il gioco delle responsabilità è un gioco che si persegue troppo spesso e, secondo noi, senza una grande utilità, perché mi sono un po' stufato di sentire tutte le volte cosa è accaduto nell'1988, nel 1990, nel 2000, nel 2001 e avanti! Andava bene i primi sei mesi, ma adesso sono quattro anni che governate questa Regione e questo atto è unicamente ascrivibile alla vostra Amministrazione.
Prendetevi almeno le responsabilità rispetto a ciò che avete scritto! Ma questo lo dirà il futuro.
Vedete, se la politica ha anticipato la Magistratura è perch l'opposizione ha creato una grande cagnara su questa vicenda: ad oggi ripeto, un atto che blocca la trattativa privata non esiste! Se esiste, ci smentirà la Presidente, ma se non esiste, come noi crediamo, un atto che blocca la vendita, oggetto della scrittura privata non esiste. Un atto formale, una deliberazione di Giunta, una lettera non esiste. Esiste, per la dichiarazione che la Presidente rilascia questa mattina all'interno di quest'Aula, che è all'interno del verbale. Se esiste da qualche altra parte, poi, ditecelo, così sappiamo che non è stato così. Altrimenti, è stato il gran can can che ha fatto l'opposizione che ha denunciato quello che era un rischio di malversazione delle risorse dei cittadini, perché non si è voluto seguire il criterio del mercato.
Se ci fosse un'assoluta trasparenza rispetto a quella che era la vendita, si sarebbe usato il mercato, ma come diceva il Consigliere Lepri "fate gestioni da bar". Ma non si sapeva che un soggetto che viene costituito con una piccola percentuale iniziale, che oggi ha una dotazione patrimoniale così importante, avrebbe avuto un valore proporzionalmente legato al valore patrimoniale e non solo patrimoniale di quel soggetto? Era assolutamente evidente. Ovviamente, io non so se il valore reale sia 64 milioni e sarà certamente così, perché non ho le capacità tecniche di fare una perizia; è evidente che ci sono decine e decine di situazioni, in cui il soggetto privato ha voluto vendere, dove si è lasciato che mercato regolamentasse quelle che sono le possibilità di uscita da una situazione così complicata.
Quindi, crediamo che, per esempio, il futuro dirà se, come noi crediamo che sia, la scrittura privata (questo è un aspetto importante) possa essere anche oggetto di contenzioso da parte del soggetto privato oppure no. Voi direte, certamente, no, ma noi sosteniamo di sì. Noi sosteniamo di sì perché crediamo che, essendoci una scrittura privata che prevede la possibilità di acquisizione delle quote private che viene confermata, sia possibile che il soggetto privato impugni questa scrittura...



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Ma lo vedremo. Infatti, ho detto che voi direte di no e noi crediamo di sì. Tanto non lo stabiliamo questa mattina, lo stabiliamo ovviamente davanti a un Tribunale e lo vedremo rispetto a quelle che saranno le attività che il soggetto privato andrà a fare (che è una parte non minimale, ma sostanziale). Ciò non toglie che una linea ben precisa sia stata delineata e che all'interno di questa linea ben precisa, posto che la politica sia arrivata prima della Magistratura, cosa che noi non crediamo per i motivi che dicevo prima, ci è arrivata - meno male che c'è - la Presidente. Perché, se la Presidente ad agosto non avesse detto che quello che era stato fatto fino ad allora era tutto sbagliato e che non si vendeva, si sarebbe venduto! Ammesso che esista una lettera, perch altrimenti questa è la giustificazione...



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Vede, Assessore Borioli, in politica i "no" davanti a un'Aula non servono a niente. La politica si fa con gli atti pubblici e formali. Questi sono atti pubblici e formali, una testa scossa vale meno di niente ed è il valore che voi avete apportato alla soluzione di questo problema.
In ultimo, così concludiamo con un aspetto ironico, la Presidente non si arrabbi nel momento in cui qualcuno dice che qualche volta racconta delle bugie in Consiglio, perché 15 giorni fa ne ha detta una quando ha asserito che il dottor Soria non aveva mai siglato delle deliberazioni a favore del Premio Grinzane.



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Non erano dirette, erano indirette. Ho capito, ma se qualcuno dà del denaro al dottor D'Ambrosio che lo passa a me, alla fine conta a chi va in tasca, non è il tramite diretto a chi...



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Appunto, gli atti dicono esattamente questo.



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Ma non è vero! Gli atti dicono...



PRESIDENTE

Per cortesia!



VIGNALE Gian Luca

Comprendo perfettamente. Nel momento in cui c'è una deliberazione che dà dei benefit a un soggetto e a una società, la quale lavora in nome e per conto del Grinzane Cavour, evidentemente è un beneficio che ha ottenuto il Grinzane Cavour. Dopodiché, se si vuole dire che non c'è mai stata una deliberazione diretta nei confronti del premio è un'altra cosa. Ma è solo l'ultima, perché ce ne ricordiamo molte altre. Non credo che sia il caso di alterarci. Basta vedere il comportamento della Giunta nei confronti dell'opposizione, dalla lettura del labiale a quello che dite.
Il fatto che qualcuno vi dica che spesso lavorate male non deve essere oggetto di questa rimostranza di carattere comportamentale. Lo fate e noi ve lo diciamo e se, in coscienza, siete sicuri di lavorare bene, state tranquilli, come lo siamo noi ogniqualvolta ci dite che non facciamo il nostro dovere. Noi, in coscienza, siamo certi di fare il nostro dovere e siamo assolutamente sereni.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente della Giunta regionale, Mercedes Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Poiché tutti continuano a parlare di un atto presentandolo addirittura come un contratto, vorrei fare rilevare che il documento in questione è intanto, siglato dal Presidente di Finpiemonte Partecipazioni, che all'epoca, sia del primo documento che del secondo, possedeva il 6% della società e, quindi, ovviamente, non avrebbe potuto vincolare il socio di maggioranza, che era la Regione.



(Commenti in aula)



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

così! Sono gli atti che contano.
Le fornirò anche la documentazione della corrispondenza intervenuta fra me e il Presidente di Finpiemonte, di cui parlate, perché qui nessuno ha chiesto nulla! A parte il fatto che io sono assolutamente titolata anche a dare un'indicazione orale a un rappresentante della Regione, il fatto che questo atto venga compiuto dimostra che è stato deciso di non andare avanti con l'operazione che, vorrei ricordare, non è un'operazione di vendita. Si era ipotizzata un'operazione di scissione. Comunque non è una vendita, ma è una scissione.
Siccome ognuno dice quello che vuole in quest'Aula e gliene chieder conto rispetto anche alle dichiarazioni di falso, ricordo che il documento dice: "Le parti sono quindi disponibili a valutare, d'intesa con la Regione Piemonte, l'opportunità di dare corso...".
Quindi, in primis le parti erano un soggetto minoritario e un soggetto che aveva il 6%, il quale era a conoscenza dell'opportunità che noi, come Regione, ritenevamo di separare le nostre attività, tenuto conto che la società SOCOTRAS non era più interessata al nuovo mandato che SITO doveva ricevere.
Tuttavia questo è un documento che rappresenta una dichiarazione d'intenti fra un soggetto minoritario e un altro soggetto minoritario, e inoltre stabilisce che dovrà essere d'accordo la Regione Piemonte. Quindi è una valutazione preliminare ad una esposizione della situazione della Regione Piemonte. Questo dice.
La preoccupazione del Presidente in quel caso era legata essenzialmente alla questione dell'arbitrato che intanto andava avanti. Riguardo a questa vicenda dell'arbitrato, vorrei che tutti ricordassero che l'associazione in partecipazione risale al 1999, e quindi io non accuso mai nessuno di responsabilità, se non quelle che ha. E non è neanche un'accusa, però io annoto che tutto nasce da questa associazione in partecipazione, che ha praticamente ceduto al socio privato tutte le attività di costruzione dei capannoni di Finpiemonte e che non era più compatibile né con la legge n con il buonsenso. Questo è il problema. E noi siamo bloccati nella possibilità di scindere le nostre sorti da uno statuto capestro, non approvato da noi, che non consente di decidere nulla se non con una maggioranza del 66%, che non abbiamo.
Quindi, pur ipotizzando di scindere una società, questa società, senza un accordo con il socio di minoranza, non è scindibile a causa dello statuto capestro. Questo vorrei che fosse del tutto chiaro.
Dopodiché non esiste nessun atto impegnativo per la Regione mai compiuto su questa materia da Finpiemonte, che non ne aveva il mandato n aveva la maggioranza delle azioni. Punto.
Siccome lei, Consigliere, continua a sostenere delle cose diverse e altri le hanno sostenute, vi invito alla calma e al rispetto degli atti ufficiali! Dopodiché esiste la corrispondenza fra me e il Presidente di Finpiemonte, che chiedo di rivedere tutta, perché non ritengo che al momento sia realizzabile quell'attività. Esiste una corrispondenza via mail fra me e il Presidente di Finpiemonte che riconferma questa nostra non disponibilità.
Peraltro esiste una lettera di questa mattina da parte del Presidente di Finpiemonte che ribadisce come quel documento - d'altronde me ne ero accorta anch'io - non sia assolutamente impegnativo. Tuttavia gli atti rilevanti sono uno statuto capestro e l'associazione in partecipazione, che allora, secondo me, era inopportuna mentre oggi è assolutamente vietata.
Quindi, stare in una società in cui i privati potevano fare tutto senza gara, ma facendo loro le gare e attribuendo anche a proprie società, non era possibile, ma per uscire occorre trovare un accordo, perché abbiamo uno statuto capestro.
Questi sono i punti politici della questione. È inutile che voi cerchiate quisquilie false - false! - rispetto a valutazioni che il Presidente di Finpiemonte e il Presidente di SITO hanno cercato di fare per trovare un accordo per uscire da una situazione non possibile. È inutile che uno, sulla base di quisquilie, neghi il fatto che esista una situazione de facto che non consente la gestione della maggioranza di questa società.
Questo è il punto. Con quello statuto la maggioranza è completamente bloccata nella sua possibilità operativa e nella sua possibilità di riorientamento che è stato più e più volte comunicato - lo dico ai Consiglieri di maggioranza e di opposizione - negli orientamenti politici dall'Assessore Borioli, il quale giustamente si occupa della logistica e oltre a fare una legge, ha anche seguito gli aspetti di merito della questione.
Noi sappiamo benissimo come riorientare l'attività di SITO; il problema è che non lo possiamo fare, perché abbiamo una maggioranza che de facto non è attiva, non è attivabile; i privati, pur essendo minoranza, possono bloccare qualunque decisione e siamo in minoranza nel C.d.A.
Questi sono i problemi reali; certamente il Presidente di Finpiemonte può anche avere commesso degli errori. Tuttavia si trova di fronte ad una situazione oggettivamente di grandissima difficoltà gestionale.
Anche per questo penso che, essendo, almeno dal mio punto di vista, non praticabile una separazione consensuale che conferisca ingenti contributi pubblici, pur giuridicamente legittima, perché sono proprietaria del 43 continuo a non capire come sia possibile che avvengano meccanismi di questo tipo, e quindi li voglio indagare, ma non è facile. Infatti i giuristi, che operano tutti in modo formale, vi diranno che, poiché i fondi sono stati conferiti alla società che è posseduta per il 43%, quella società ha diritto al 43%.
Questa è anche la ragione per cui poi le cose vanno avanti sulla base di un presupposto, che io però intendo verificare, ivi compreso il fatto se non ci sia stata leggerezza nel momento in cui sono stati attribuiti i finanziamenti ad una società che aveva non solo una così forte partecipazione dei privati, ma aveva anche uno statuto di blocco che li rendeva di fatto determinanti, e c'era un'associazione in partecipazione che faceva sì che i fondi direttamente erogati andassero direttamente alla quota minoritaria privata della società.
Tutte queste cose, nei pochi mesi che abbiamo avuto da quando siamo maggioranza, abbiamo cercato di sbrogliarle in modo difficilissimo, perch la situazione di fatto e di diritto in cui siamo stati lasciati non ci consente di operare.
Queste sono le realtà. Quindi, prego tutti, prima di parlare, di leggere i documenti, e di fare attenzione al fatto che le date in cui si firma determinano anche i poteri di chi firma.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Borioli; ne ha facoltà.



BORIOLI Daniele, Assessore alle infrastrutture

Intervengo solo, Presidente, giacché il mio nome è stato evocato, per puntualizzare brevissimamente due aspetti che la Presidente, nella sua già esaustiva comunicazione introduttiva e in questo suo ulteriore intervento ha forse trascurato di puntualizzare.
L'associazione in partecipazione, che è stata evocata ed è stata sottoscritta nel 1999, aveva per oggetto la traslazione di fatto sulla compagine privata riunita in SOCOTRAS (partner di SITO) delle funzioni di stazione appaltante e committente per tutta l'esecuzione dei lavori di ampliamento e di completamento delle funzioni e delle attività collocate in SITO, essenzialmente realizzata attraverso investimenti alimentati da denaro pubblico.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

SAGAT chi li fa? Solo per capire se è un unicum.



BORIOLI Daniele, Assessore alle infrastrutture

Sotto questo profilo, essendo nostro compito quello di produrre il completamento dell'area di SITO, che poi abbiamo chiuso nel contesto nella legge sulla logistica approvata da questo Consiglio, abbiamo ritenuto, in prima istanza, di verificare con i soci privati che ci sono, la possibilità di concludere il percorso di realizzazione della piattaforma logistica intermodale di SITO, con gli interventi di completamento che sono stati ricompresi in una bozza di Piano industriale. Su di esso, come è stato ricordato opportunamente dalla Presidente, la compagine privata di SITO si è espressa negativamente, dicendo contestualmente a SOCOTRAS, per le ragioni che ha già detto la Presidente, che il procedere attraverso lo strumento dell'associazione in partecipazione, che conteneva in s l'aggravante che la parte privata agiva con funzioni di stazione appaltante e di committente nella spesa di investimento di denaro pubblico, non assumendo su di sé nemmeno una quota di rischio di impresa, non era più praticabile. Questo per tutte le opposizioni di legge che sono state dette prima, in materia di procedura di appalto.
Avendo rilevato, a quel punto, la compagine privata che la sola ragione strategica della presenza in SITO coincideva con la possibilità di continuare ad esercitare la funzione prevista dall'associazione in partecipazione, e non ritenendo quindi di approvare il diverso orientamento strategico, credo che gli approfondimenti in corso dovranno anche valutare in quale misura si configuri, come adeguata e sostenibile da parte di SOCOTRAS, una posizione di questo genere, essendo SOCOTRAS il socio privato che ha comunque usufruito dei finanziamenti pubblici che derivavano da leggi finalizzate alla realizzazione di piattaforme logistiche. Quindi fino a che punto, in un'eventuale situazione di contenzioso, SOCOTRAS potrebbe dire che a questo punto, poiché non c'è più l'associazione in partecipazione, quella cosa non le interessa più? Ritengo che questa parte vada adeguatamente verificata, perché i denari pubblici della legge n. 240 erano finalizzati non a costruire genericamente capannoni, ma infrastrutture e strutture destinate all'intermodalità all'interportualità e alla logistica.
A fronte di quella situazione, si è ritenuto di conferire e concordare su un indirizzo esplorativo affidato a Finpiemonte Partecipazioni, che allora deteneva il 6% circa, quello che c'è scritto.
Per rimanere agli atti, intanto voglio dire una cosa precisa: visto che si è parlato degli atti e questo tema è un pochino aleggiato, vorrei precisare che non è scritto da nessuna parte, neppure nelle due citate lettere di intenti di cui ignoravamo l'esistenza, ma che comunque ormai sono allegate a questo dossier, che si intende valutare la possibilità di procedere ad un acquisto, da parte del socio pubblico, delle azioni del socio privato.
Se lei mi trova questo, Consigliere Vignale, io le pago da bere per tutto il resto della nostra esistenza. Si parla di scissione, che è una cosa diversa, le cui forme...



(Commenti del Consigliere Vignale)



BORIOLI Daniele, Assessore alle infrastrutture

Raccolgo il suo invito ad attenermi non alle parole, ma a quelli che lei chiama atti. Poiché si continua a parlare della sventata operazione di vendita da parte dei privati, che ovviamente implica l'acquisto da parte del pubblico, altrimenti non si capisce a chi vendevano, sottolineo che le modalità della scissione, i loro contenuti a tutela della patrimonialità pubblica, così come le forme della scissione, al di là della valutazione di merito che si può dare di queste scritture, di cui chi le ha fatte si assume la responsabilità, non evocano mai in alcuna parte il concetto della scissione per acquisto da parte del pubblico delle quote private.
Questo lo dico - come diceva quel tifoso dell'Inter, che ogni tanto appariva nelle trasmissioni di Cabaret la domenica pomeriggio - per la precisione, perché se vogliamo rimanere agli atti, la precisione evoca che si dica quello che c'è scritto nelle lettere e, anche in questo caso, nelle lettere del Presidente di Finpiemonte Partecipazioni, non si parla mai di scissione per acquisto da parte del pubblico delle quote private.
Lo dico, altrimenti si ingenera la credenza che ci fosse qualcuno pronto a pagare 28 milioni, che ci fosse già qualcuno con una borsa e fosse arrivato qualcun altro che... Non è così la situazione.
Dopodiché credo che, come ha detto la Presidente, come Giunta abbiamo esercitato prima funzioni di indirizzo e poi funzioni di controllo e di verifica su quelle che adesso sono le "scaturigini" da cui la vicenda prese le mosse, in termini sia peritali che per tutti gli approfondimenti che stiamo svolgendo, con tutte le valutazioni che ne seguiranno, per tutelare prima di tutto l'interesse pubblico, combinato con l'obiettivo di ridare a quel complesso, le funzioni che abbiamo voluto conferirgli anche dopo aver speso congrue battaglie. L'obiettivo è di far rivalorizzare SITO, che sembrava destinato ad andare alla deriva secondo altre scelte strategiche collegate alla riconfigurazione infrastrutturale di questo territorio: forse in passato si erano ritenute meno penalizzanti del territorio piemontese.
Noi ci siamo posti il problema di rivalorizzare la funzione dello scalo interportuale di Orbassano e abbiamo cercato di agire in conseguenza ovviamente senza mai decidere di vendere nulla. Sfido chiunque a trovare una riga da qualche parte in cui anche il Presidente di Finpiemonte Partecipazioni abbia detto che si concorda sull'acquisto, da parte del pubblico, delle quote dei privati.
Francamente questo non mi risulta e, se dovesse emergere da qualche parte una cosa del genere, sarebbe totalmente in contravvenienza alle indicazioni e agli indirizzi della Regione, che erano quelli di esplorare una cosa al fine di valutarne l'opportunità.
Come si dice, carta canta! È detto in maniera abbastanza chiara, quindi non credo ci siano molte altre cose da aggiungere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente. Spero che queste non siano le repliche definitive che chiudono il dibattito da parte dell'Assessore.
Dirò tre cose, molto rapidamente. Noi crediamo che la Presidente abbia agito bene in questa vicenda, per tutelare l'interesse pubblico, quindi gli interventi sul piano politico compiuti da parte della Presidente sono da noi pienamente condivisi.
C'è chi, anche un po' maldestramente - ma i componenti dell'opposizione fanno il proprio mestiere - cerca di tirare in ballo la Presidente anche su questa vicenda, ma mi pare che non ci siano gli elementi oggettivi per tentare un'operazione di questo genere.
Seconda questione: forse sono un po' noioso, ma da ogni vicenda cerco di trarre un insegnamento di tipo generale. In seguito alla vicenda Soria ho chiesto all'Assessore competente di rivedere profondamente i meccanismi di formazione dei soggetti che producono cultura o pseudocultura. Su questa vicenda vorrei sollecitare anche l'Assessore Peveraro, che è un pilastro fondamentale di questa politica, ad una riflessione profonda che credo dovremmo fare in sede politica.
La riflessione riguarda il modello delle società miste pubblico/private. Noi crediamo che quel modello sia oggettivamente da superare; è stato imposto come modello usuale in moltissime attività, da Amministrazioni di centrodestra e di centrosinistra. Era una modalità usuale, ma se noi oggi andassimo a fare l'elenco di queste società pubblico/private, vedremmo in gran parte...
So che questo non interessa, almeno credo che resti a verbale, perché è più interessante attaccare Tizio o Caio, oppure dividersi in correnti, come abbiamo visto fare anche oggi, da parte di un grande partito. Probabilmente è più interessante quello; a me interessa, invece, discutere di un tema che riguarda le azioni di governo di questa Regione.
Dicevo, facendo un rapidissimo elenco di quelle società, c'è un trait d'union tra quasi tutte. Il pubblico è il soggetto che mette i denari e il privato è quello che massimalizza gli utili o il pubblico comunque ripiana in gran parte le perdite.
Potremmo fare un esempio lunghissimo di società miste pubblico/private in cui l'andazzo è questo. Un giorno ne discuteremo. Quando vorremo discutere in un convegno di SAGAT, ad esempio, approfondiremo. Ma, voglio dire, questa è una modalità di governo di alcune questioni che secondo noi deve essere superata. Nel caso specifico, i privati erano dentro e sono dentro la SITO perché avevano un interesse (legittimo) a realizzare alcune infrastrutture.
Noi crediamo che quel modello sia sbagliato, profondamente sbagliato. A nostro avviso, quando il pubblico ritiene di fare degli investimenti (giustamente), deve poterli gestire in prima persona, facendo le gare pubbliche e chiamando ovviamente poi i privati a realizzare le opere che ritiene di pubblica utilità. Ma ormai bisogna cominciare a ragionare per tagliare questo, io credo perverso e sbagliato, rapporto che in numerosissime società si è instaurato tra pubblico e privato, dove molte volte il pubblico è l'elemento che soccombe, indipendentemente dalla quantità di azioni che detiene (vedi SAGAT, ma potremmo ricordarne altre decine).
Ovviamente questo discorso di sistema non interessa nessuno, me ne rendo conto perché è bene che le cose poi procedano così, in qualche modo sistemeremo la vicenda SITO e continueremo poi allegramente, maggioranza di centrodestra e di centrosinistra, a realizzare società pubblico-private dove il privato guadagna e il pubblico mette i soldini. Perché non è interesse di nessuno - diciamo così - aprire oggi una discussione vera di sistema su questo tema.
Lo dico a beneficio del verbale perché doverosamente si debbono trascrivere queste cose, altrimenti probabilmente non verrebbero neppure trascritte.
Terza questione, e poi chiudo, strettamente collegata alla prima. Bene benissimo l'azione della Presidente su questa vicenda, ma ombre - ombre non parlo di malversazioni personali - di cattiva gestione da parte del Consiglio di Amministrazione di quella società.
Assessore Borioli, non è lei che firma i decreti di nomina, però ha un evidente interesse amministrativo per le sue deleghe. Assessore Borioli Presidente, Vicepresidente: non possiamo far finta di non vedere che grazie all'intervento della Presidente, si è bloccata un'operazione quantomeno discutibile. Oggi la prima cosa da fare è sospendere dall'incarico chi è stato nominato dal nostro Ente in quel Consiglio di Amministrazione. Sospendere dall'incarico in via cautelativa, senza condannare nessuno.
Da questo punto di vista, noi Comunisti Italiani ci associamo alla richiesta che altri Consiglieri (Turigliatto, Bossuto) hanno avanzato affinché la Regione dia questo segnale immediato, preciso.
Peraltro, credo che non ci sarebbero neanche conseguenze di tipo personale. Ho visto che alcuni sono già sistemati in liste elettorali per le prossime elezioni provinciali, quindi non parliamo neanche di destini personali, non ci sono problemi di questo tipo.
necessario un intervento che metta un punto. Il fatto che la Presidente sia venuta a conoscenza in ritardo di questa vicenda, il fatto che (ci viene detto) alcuni Consiglieri di Amministrazione (e non ho motivo di dubitarne) non erano a conoscenza di quella vicenda, insomma, dimostra che vi è stata una serie di passaggi che impongono un intervento chiaro da parte della Regione.
Un punto: vengano sospesi quegli amministratori, quei "manager". Dico manager tra molte virgolette, perché alcuni sono ottimi manager, ma in questa fase è necessario comunque provvedere in tal senso.
Spero, anzi chiedo che nella replica venga data risposta rispetto a questa richiesta che avanziamo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Chieppa. Chiudiamo a questo punto la discussione in seguito alle comunicazioni della Presidente Bresso. Sono prenotati altri interventi da parte dei Consiglieri, a cui si darà spazio nel corso della seduta pomeridiana.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori solo perché nel primo pomeriggio non potrò essere presente e, dato che si tratta di una richiesta nei confronti dell'Assessore Borioli, ne volevo approfittare per la sua presenza.
L'altra volta in Aula ho presentato un'interrogazione sul traforo del Frejus, sulla canna di sicurezza. C'è stata un'incomprensione tra me e l'Assessore Borioli sulle modalità con le quali lui si approcciava ai giornali e invece non rispondeva alla mia interrogazione, però su questo ci siamo chiariti.
invece aumentato il livello di preoccupazione da parte mia, quindi volevo corresponsabilizzare, avere la compartecipazione dell'Assessore Borioli e della Giunta, su una questione.
Leggo su un giornale, Assessore: "Seconda canna del Frejus: l'appalto entro 40 giorni"; l'annuncio è del Presidente Sarkozy. La SITAF dice: "Non ci passeranno i tir". E poi c'è scritto: "Italia e Francia martedì hanno siglato un accordo ufficiale nell'ambito del settore dei trasporti che prevede che entro sei settimane saranno pronti i bandi internazionali di gara per la realizzazione del secondo traforo. Sarkozy ha inoltre espresso apprezzamento per il Governo italiano per gli sforzi messi in atto per convincere i Comuni".
I Comuni sono incazzati neri nell'Alta Val di Susa. I cittadini sono incazzati neri. La domanda è: quando ci sarà questa cantierizzazione, tutto il materiale di risulta dove andrà a finire? Lo chiedo a lei in modo che non lo si interpreti come un atto contro di lei. Chiedo la forza della Giunta per mettere poi SITAF nelle condizioni di non poter più cambiare in futuro la destinazione da canna di sicurezza a canna di transito.
Il motivo della mia interrogazione è avere qui questa risposta perch volevo concertare con la Giunta un meccanismo e degli strumenti per evitare che nel prossimo futuro ci siano aumenti di pedaggi autostradali e quindi cambiamenti di destinazione d'uso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Laus. L'Assessore Borioli ha avuto modo di ascoltare direttamente la sua richiesta.
I lavori antimeridiani finiscono qui. Ricordo che il Consiglio è convocato alle ore 14.30 con la continuazione della discussione sulle comunicazioni della Presidente Bresso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.05)



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