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Dettaglio seduta n.420 del 24/02/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


COTTO MARIANGELA



(Alle ore 14.30 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PLACIDO ROBERTO



(La seduta ha inizio alle ore 15.06)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bossuto, Bresso, Chieppa, Comella Gariglio, Laus, Moriconi, Rabino, Robotti, Ronzani, Spinosa e Valloggia.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Distribuzione processi verbali


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 20 gennaio 2009, del 10 e 17 febbraio 2009. Verranno posti in approvazione la prossima seduta consiliare.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g., "Approvazione verbali precedenti sedute", il giorno 17 febbraio 2009 sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 27, 28 e 29 gennaio e 3 e 4 febbraio 3009.
Se non vi sono osservazioni, s'intendono approvati.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne - Personale del servizio sanitario

Interpellanza n. 2517 dei Consiglieri Caramella e Burzi, inerente a "Affidamento al dottor Giorgio Grando d'incarico di collaborazione coordinata e continuativa a supporto dell'attività della Direzione Sanità"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interpellanza n. 2517, presentata dei Consiglieri Caramella e Burzi.
Risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Gli interpellanti, nelle considerazioni introdotte nell'interrogazione esprimono la propria opinione circa l'inopportunità della Direzione dell'Assessorato alla Tutela della Salute e Sanità di conferire un incarico professionista al quale la Regione Piemonte, in ottemperanza ad una sentenza emessa dal Tribunale di Torino, ha risarcito un danno patito.
La condanna e il risarcimento pagato da parte della Regione Piemonte confermano, al contrario, che non vi erano motivazioni concernente le competenze, capacità professionali e ai risultati conseguiti tali da risolvere la decorrenza del contratto di Direttore Generale di un'ASL attribuito dalla Giunta regionale dell'epoca.
La sentenza certifica la scelta operata dalla Direzione della Sanità.
Infatti, com'è noto, ogni Pubblica Amministrazione si regge e agisce su "atti" che non possono prescindere dai principi della "motivazione" e della "legittimità".
Quali sono le ragioni d'opportunità che hanno indotto la Direzione Sanità ad affidare l'incarico? Il professionista, per la competenza maturata come dirigente della sanità pubblica, attestata da un curriculum vitae difficilmente eguagliabile in Piemonte, risponde alle esigenze dell'Assessorato relative alla previsione dei programmi operativi di riorganizzazione, riqualificazione e potenziamento del Servizio Sanitario Regionale, in particolare per le attività di definizione ed aggiornamento periodico del fabbisogno complessivo delle prestazioni; all'assistenza e alla consulenza in sede di negoziazione degli accordi con le associazioni di categoria di sanità privata; al supporto alla Direzione nella fase di contrattazione con le case di cura private provvisoriamente/definitivamente accreditate e con i presidi nella fase di monitoraggio della coerenza dell'evoluzione dei costi derivanti dall'attività ex articolo 43 della legge n. 833; infine, al supporto, nella situazione attuale, in sede di monitoraggio, dell'applicazione dell'accordo relativo alla neuropsichiatria.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Caramella.



CARAMELLA Luca Giuseppe

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta che potevamo immaginare.
Tuttavia, riteniamo che non sia soddisfacente per il semplice motivo che nessuno aveva intenzione, con quest'interpellanza, di criticare le capacità professionali del dottor Grando che, indiscutibilmente, è stato capace di gestire il suo ruolo durante gli anni nei quali lo ha ricoperto.
Credevamo fosse necessario, in un momento di grave difficoltà economica della nostra Regione e del nostro Paese, stare molto attenti a come sono utilizzati i soldi pubblici, soprattutto nel momento in cui si parla d'incarichi a professionisti. In questo caso è stata scelta una persona certamente capace ma che, nel momento in cui ha avuto l'opportunità di scegliere se non solo farsi rimborsare e rifondere il danno, si è fatto risarcire dei danni per ben 400 mila euro, se non ricordo male, dalla Regione. Di fatto, ha ritenuto di dovere procedere fino in fondo all'azione legale nei confronti della stessa per i fatti accaduti allora.
Ci sono tantissimi professionisti non credo che vi manchino possibilità di scelta e di nomi. Non si parla di legittimità o d'illegalità, ma d'opportunità nel puntare magari su una figura che fosse assolutamente, dal punto di vista del rapporto con la Regione, non solo in stato di serenità personale, ma che ponesse anche, dal punto di vista politico, la possibilità di non essere criticato in alcun modo.
La sentenza ha dato ragione al dottor Grando, che è già stato risarcito in modo adeguato. Evidentemente aveva ragione, nessuno ha intenzione di criticare una sentenza (le sentenze si accettano e basta), ma si pu giudicare, dal punto di vista politico, una Giunta che decide, dopo aver già risarcito il danno, di impegnarsi con il dottor Grando quasi ad ipotizzare - questa è un'opinione personale - un ulteriore indennizzo: ti affidiamo un altro incarico perché ciò che è accaduto, deve essere rivisto e corretto.
Dal nostro punto di vista, sarebbe stato il caso, visto che il dottor Grando non ha rinunciato al suo risarcimento, ma lo ha incassato totalmente, che la questione finisse lì.
Di fronte ad una situazione economicamente difficile, soprattutto per il suo Assessorato che assorbe oltre il 70% delle risorse della Regione credevamo fosse opportuno fare una scelta che ci vedesse sicuramente impegnati in una critica di carattere politico e non professionale.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 2507 dei Consiglieri Pedrale, Burzi e Caramella, inerente a "Ripristino del servizio di guarda attiva del DEA presso l'ospedale San Biagio di Domodossola"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2507, sulla quale risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'interrogazione riguarda il ripristino del servizio di guardia attiva del DEA presso l'ospedale di Domodossola, in modo particolare la questione relativa alla sorveglianza dei punti nascita.
La vigente organizzazione dei punti nascita prevede che quello collocato presso il Presidio Ospedaliero di Domodossola garantisca il supporto all'espletamento del parto a seguito di gravidanza fisiologica.
L'attività del Punto Nascita di Domodossola nel periodo del secondo semestre 2007 e durante tutto l'anno del 2008 è stata la seguente: dal 1 agosto 2007 al 31 dicembre 2008, n. 505 parti; dal 1° luglio 2008 al 31 dicembre del 2008, n. 276 chiamate di reperibilità notturna (rispetto a n.
518 turni complessivi di 12 ore ciascuno), di cui n. 169 chiamate conseguenti ad accessi al DEA.
Tali volumi d'attività in reperibilità, pari ad una chiamata ogni circa due turni notturni, confermerebbero l'opportunità di mantenere l'organizzazione attualmente in essere. Tuttavia, i requisiti previsti dalla vigente normativa sull'accreditamento dei Punti Nascita ospedalieri (delibera del Consiglio regionale del 2000 e il Decreto Ministeriale del 2000, "Progetto Obiettivo Tutela Materna Infantile") stabiliscono, invece che sia istituita la Guardia attiva ostetrico-ginecologica, superando il principio della reperibilità. E, laddove la Guardia attiva ostetrico ginecologica non sia compatibile in relazione alle possibilità dei professionisti, piuttosto il Progetto Obiettivo nazionale preferisce la redistribuzione dei Punti Nascita sul territorio, anche, eventualmente attraverso la chiusura e la concentrazione di Punti Nascita.
Nonostante queste indicazioni del Progetto nazionale, anche in considerazione del numero dei parti che superano la soglia d'attendibilità (è quella definita nello standard dei 500 parti), la Direzione generale dell'ASL Verbano-Cusio-Ossola, d'intesa con l'Assessorato, conferma la decisione di mantenere a Domodossola il Punto Nascita dedicato ai parti fisiologici. I Consiglieri ricorderanno, dall'organizzazione della rete ospedaliera, che per i parti patologici, in particolare a seconda dei livelli di complessità, vengono invece individuati i Punti Nascita con le dotazioni dal punto di vista specialistico-professionale adeguate al livello di complessità dei parti patologici.
La Direzione generale, quindi, pur ritenendo sufficiente il modello organizzativo fin qui sperimentato, si adegua all'indicazione del Decreto Ministeriale Progetto Obiettivo adeguandosi agli standard esistenti all'interno del Decreto.
Pertanto, dal 1° marzo 2009 verrà riattivata la Guardia attiva.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Artesio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Caramella; ne ha facoltà.



CARAMELLA Luca Giuseppe

certamente una scelta importante la riattivazione di una Guardia proprio in un'area montuosa come quella del presidio ospedaliero di Domodossola. Lei sa bene che, effettivamente, ci sono località di quella zona che, solo per raggiungere l'ospedale, richiedono molto tempo (alcune ore in taluni casi). Questa era un'interpellanza urgente, che c'eravamo riproposti di presentare proprio perché, con la chiusura di questo punto molte erano le difficoltà emerse che, come Consiglieri regionali, c'era stato chiesto di sottoporre all'Assessorato. Ci auguriamo, quindi, che il servizio, nel momento in cui verrà ripristinato, possa continuare a garantire operatività sulla Regione, al fine di tutelare quella che, poi, è la salute di queste località. Sebbene siamo coscienti che la sanità debba rispondere a determinati requisiti nella gestione e nell'organizzazione del territorio, non si deve dimenticare, però, che alcune zone hanno caratteristiche talmente particolari da richiedere riflessioni e verifiche del tutto eccezionali, proprio in virtù del fatto che l'area presidiata da queste strutture sanitarie è peculiare e assolutamente diversa da quella d'altri presidi ospedalieri della Regione. Attendiamo, quindi, la riapertura di questo punto e auspichiamo che rimanga al servizio della sanità del nostro territorio. Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo all'esame dell'interpellanza n. 2594 inerente a "Servizio guardia attiva della specialità obbligatoria di ostetricia/ginecologia presso il DEA dell'Ospedale San Biagio di Domodossola", il cui primo firmatario è il collega Pedrale.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Questa risposta non ce l'ho.



PRESIDENTE

Allora sarà trattata nella prossima seduta, così sarà presente anche il collega Pedrale.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Viabilità

Interrogazione n. 2222 del Consigliere Cirio, inerente a "Revisione Regolamento criteri danni da ungulati" (risposta scritta)

Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Viabilità

Interrogazione n. 2237 del Consigliere Cirio, inerente a "Gestione sinistri stradali con fauna selvatica" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta da parte dell'Assessore competente all'interrogazione n. 2222 e all'interrogazione n. 2237.
A questo punto, nell'incrocio fra gli Assessori e i colleghi presenti in Aula, non vi sono altre interpellanza che possono essere trattate.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Burzi nei confronti dell'Ufficio di Presidenza, relativamente alla programmazione dell'esame delle interrogazioni e delle interpellanze in base alla data di presentazione

Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Vignale, relativamente ad una sospensione dei lavori del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Il Consigliere Burzi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Non vorrei farle torto, Presidente, ma diciamo che la Giunta non è molto presente. Capisco i suoi problemi di incrocio...



PRESIDENTE

In questo caso, quasi pareggia l'Aula, e non mi fa piacere.



BURZI Angelo

Io ho le deleghe dei miei dieci, tanto è vero che la collega Artesio...
E qualora ci fossero delle interpellanze che prevedessero che i colleghi di Forza Italia... Non mi esprimo, per ora, per quelli del PdL, perché siamo solo all'inizio di un lungo cammino, che, se e quando ci porterà alla nascita di questo partito, cercheremo anche di suddividere le responsabilità, termine che a me interessa moltissimo.



PRESIDENTE

Qualcuno potrebbe dare qualche esperienza in Aula, non certo il sottoscritto in questo momento.
Se fosse presenta la Giunta, è evidente che per le interpellanze delle quali non sono presenti i firmatari, varrebbe la risposta scritta.
Nel frattempo, ci ha raggiunto l'Assessore De Ruggiero.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per ricordare che il Consiglio regionale, in modo inusuale, ha riaperto i lavori pomeridiani con gli atti di sindacato ispettivo perché nella sessione mattutina si è ripetuto esattamente lo stesso problema, nel senso che sebbene non fossero tanti i Consiglieri presenti (noi qui, comunque, fra i colleghi di Forza Italia e quelli di Alleanza Nazionale rappresentiamo una parte consistente della minoranza) anche questa mattina il problema si poneva con la Giunta.
evidente che se abbiamo rimandato al pomeriggio la discussione delle interpellanze e non siamo nelle condizioni di poterlo fare, propongo di sospendere il Consiglio in attesa della Giunta.
Perché, altrimenti, se passasse il principio per cui se la Giunta è assente s'interrompe il sindacato ispettivo, sarebbe un aspetto un po' anomalo.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega.
Lei sa che sono da sempre sensibile a questa problematica e ho sottolineato più volte durante la legislatura, anche in maniera energica se mi permette, la necessità della presenza della Giunta.
Mi permetto però di sottolineare (lo dicevo prima con una battuta al Presidente Burzi, la cui lunga frequentazione in quest'Aula mi permette di poter fare, e di questo lo ringrazio) che mancano alcuni Assessori, ma anche alcuni Consiglieri e, nel caso, non potrebbe che esserci la risposta scritta. Non è che questo bilanci le presenze della Giunta - non vorrei essere frainteso - perché io concordo pienamente con lei.
L'Ufficio di Presidenza - naturalmente se lo riterrà, ma per quanto mi riguarda farò presente la vicenda - ancora una volta segnalerà alla Presidente della Giunta la necessità che la Giunta sia presente durante i lavori del Consiglio, in particolare durante il Sindacato Ispettivo.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Concordo con lei, come spessissimo mi capita da quando ho avuto il dispiacere di conoscerla; dispiacere che per ora si rinnova con ruoli diversi, ma sono abbastanza ottimista sul fatto che avremo modo di allungare il nostro dispiacere cambiando magari l'impostazione e semmai cambiando i ruoli...



PRESIDENTE

Le posso garantire che se mai succedesse non la farò annoiare!



BURZI Angelo

Non ho alcun dubbio: è per questo che cerco di portarmi avanti col lavoro! Ciò detto, sorvolerei sulla sua interpretazione - che ritengo comprensibile, per quanto mi riguarda - per chiederle, come Ufficio di Presidenza, per la riunione dei Capigruppo di domani, qualora la mole del lavoro fosse compatibile, delega per delega (perché immagino che, come per gli ordini del giorno, così pure per le interrogazioni ce ne siano di giacenti in maniera differenziata, non come la raccolta dei rifiuti, perch il paragone poi risulterebbe eccessivamente favorevole all'Assessore De Ruggiero o, peggio, inutilmente infamante per i colleghi di Giunta), a che punto è l'attesa o la coda (anche questa è stata eliminata, come nel resto della sanità - da parte della Giunta, in modo che il Consiglio sappia da chi stiamo attendendo risposte e come, affinché noi Consiglieri possiamo differenziare non la raccolta, ma gli esiti della nuova raccolta rispetto alle deleghe.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Burzi.
Fino ad ora abbiamo sempre evidenziato le interpellanze e interrogazioni per periodo, a partire da quelle in attesa da più di un anno, poi quelle da più di sei mesi, da più di tre mesi e quelle in attesa da 20 giorni.
Mi auguro - senz'altro sarà così, perché i nostri Uffici sono sempre precisi e preparati - per la prossima seduta del Consiglio di far pervenire a lei e a chi lo richiederà - sicuramente a tutti i Capigruppo - anche numericamente per periodo e per Assessore, tale elenco, così che si possa stilare una classifica, che so interessare particolarmente qualche Consigliere.
Dopodiché, non ci sono altre interpellanze che, nell'incrocio tra Giunta e Consiglieri, possono essere trattate. I colleghi che - lo dico in particolare per i nostri ospiti - non sono fisicamente presenti in Aula sono in una sala qui a fianco, stanno ragionando per individuare la soluzione relativamente al testo unificato delle proposte di deliberazione n. 420 e 421, di cui al punto 5) all'o.d.g.
A questo punto, in attesa di ricevere informazioni dai colleghi e dall'Assessore Pentenero, se siete d'accordo, potremo passare all'esame della proposta di deliberazione n. 299, inerente a "Piano naturalistico della Riserva naturale speciale del Fondo Toce e piano di gestione del sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale Fondo Toce", di cui al punto 6) all'o.d.g., licenziata a maggioranza dalla V Commissione il 24 gennaio 2008 e riguardante l'Assessore De Ruggiero, che è presente.
La parola al Consigliere Vignale, sull'ordine dei lavori.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Pochi minuti fa ho chiesto la sospensione del Consiglio perché, come dicevo, si è ripetuta l'impossibilità di provvedere alla discussione delle interpellanze per l'assenza anche della Giunta. Per quanto riguarda il mio Gruppo, il Presidente, probabilmente, rammenta che noi firmiamo sempre tutti e cinque ogni interrogazione che presentiamo, quindi non avremmo problemi - oggi non ve ne sono iscritti all'o.d.g., ma per un altro aspetto.



PRESIDENTE

Chiamiamola una fortuita coincidenza.



VIGNALE Gian Luca

Una fortuita coincidenza.
Al di là di questo, come ricordava il Presidente, in questo momento si sta tenendo una riunione di maggioranza per trovare una soluzione all'interno della maggioranza relativamente alla deliberazione sul dimensionamento scolastico.
Quando la maggioranza avrà individuato un parere concorde, occorrerà in qualche modo condividerlo o comunicarlo alla minoranza.
Visto che, in realtà, con i colleghi avevamo un appuntamento alle ore 14.15, chiedo la sospensione del Consiglio per due motivi, si dia il tempo di chiudere il punto indicato all'o.d.g., altrimenti si proceda con il voto.
Intanto ho presentato una domanda di sospensione. In più, per fare un'inversione all'o.d.g. - questo stiamo facendo - dobbiamo provvedere alla votazione; dopodiché sarebbe anomalo, ma non ne faccio una questione alla Presidenza, che, ovviamente, non ha responsabilità rispetto a ciò che si tiene durante il dibattito consiliare. Lo dico - sono testimoni alcuni colleghi di Commissione VI - perché giovedì scorso ho posto il problema relativamente alla deliberazione del dimensionamento; si era calendarizzata una riunione per questa mattina alle ore 10, ma la maggioranza non aveva deciso, è stata rinviata alle ore 14.15, ma ancora la maggioranza non aveva deciso.
Ora, che si debbano fare questi incroci, per cui si tengono contestualmente due Consigli, mi sembra anomalo. Si sospenda il Consiglio.
Quando avranno determinato le loro decisioni e le vorranno comunicare alla minoranza, riprenderemo i lavori d'Aula.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Vignale.
evidente che per procedere ad un'inversione di punti all'o.d.g., il Regolamento prevede un intervento a favore e uno contrario, poi la successiva votazione. Non penso sia il caso di arrivare a quanto prevede il Regolamento, ma di affrontare il punto 5) all'o.d.g. con l'Assessore Pentenero presente e i colleghi interessati - siamo tutti interessati - che stanno esaminando l'argomento.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame testo unificato delle proposte di deliberazione n. 420 e n. 421 inerente a "Disposizioni transitorie in materia di revisione del dimensionamento delle autonomie scolastiche statali - Anno scolastico 2009 2010"


PRESIDENTE

Pertanto, passiamo all'esame del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 420 e n. 421, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Con questa proposta di deliberazione si intende mettere in votazione la proposta di Piano di dimensionamento scolastico pervenuta dalle otto Province della nostra Regione.
Per quello che riguarda la Provincia di Alessandria, la richiesta pervenuta presso la nostra Regione è di istituire tre CPIA presso la Città di Alessandria e l'istituzione di altri tre CPIA presso la sede di Novi Ligure.
La Provincia di Asti ha richiesto l'istituzione di un CPIA.
La Provincia di Biella ha chiesto la disaggregazione della sezione del Liceo Scientifico Tecnologico di Valle Mosso dall'Istituto tecnico Quintino Sella di Biella, la disaggregazione dell'Istituto Tecnico ex Motta di Valle Mosso dall'Istituto Tecnico Bona di Biella e l'aggregazione della succursale dell'Istituto Tecnico ex Motta di Valle Mosso e sezione del Liceo Scientifico Tecnologico di Valle Mosso all'Istituto Professionale di Stato per i Servizi Commerciali Turistici e Sociali Sella della Valle Mosso e, conseguentemente, la trasformazione dell'Istituto Professionale in Istituto di Istruzione Superiore; conseguentemente, la trasformazione dell'Istituto Tecnico Industriale in Istituto di Istruzione Superiore e l'istituzione di un CPIA presso la Città di Biella.
Per quello che riguarda la Provincia di Cuneo, è stata richiesta l'istituzione presso il Comune di Canale d'Alba di una sezione staccata limitata al biennio, del Liceo Scientifico Cocito di Alba e l'istituzione di un CPIA per il bacino di Cuneo, Mondovì e Ceva. È stata chiesta l'istituzione di un CPIA presso il bacino di Saluzzo, Savigliano e Fossano e l'istituzione di un CPIA presso la città di Alba.
Dalla Provincia di Novara è stato richiesta la soppressione dell'Autonomia comprendente l'Istituto Tecnico Industriale e l'Istituto Tecnico per il Turismo; la soppressione dell'Autonomia comprendente il Liceo Classico di Arona, con la conseguente creazione della nuova Autonomia scolastica in Arona, con l'accorpamento dell'Istituto Tecnico Industriale e dell'Istituto Tecnico Commerciale con l'Istituto Tecnico per il Turismo creando quindi una nuova Autonomia scolastica; l'accorpamento dell'Istituto Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente a Lesa e la conseguente chiusura della sezione staccata di Romentino e l'unione con la sede di Novara.
Sempre nella Provincia di Novara l'istituzione di un CPIA presso il Comune di Novara stesso.
Per quello che riguarda la Provincia di Torino, è stata chiesta l'aggregazione all'Istituto Comprensivo Pacinotto della Scuola dell'Infanzia Statale di via Fossano, ora aggregata alla Direzione Didattica Gambaro.
stata chiesta la soppressione della Scuola secondaria di primo grado "U. Saba" ed è stata chiesta la creazione di un nuovo Istituto Comprensivo con l'aggregazione della Scuola secondaria di primo grado "U. Saba" sede e succursale "S. Pertini", della Scuola primaria di Corso Grosseto e della Scuola Primaria succursale "D. Galimberti" in Via Mosca.
Sempre dal Comune di Torino, la creazione del nuovo Istituto Comprensivo con l'aggregazione della Scuola Primaria "Don Murialdo" di Via Casteldelfino e la Scuola Secondaria di 1° grado "A. Vivaldi" di Via Casteldelfino; la soppressione della Didattica "Fontana"; la creazione del nuovo Istituto Comprensivo con l'aggregazione della Scuola Primaria "M.
Lessona" di Corso Regio Parco e la succursale di Via Fiocchetto con la Scuola Primaria "E. De Amicis", succursale di Via Masserano, e la Scuola Secondaria di 1° grado "B. Giacosa" di Via Messina con la Scuola dell'Infanzia Statale di Corso Ciriè; la creazione di un ulteriore Istituto Comprensivo con l'aggregazione della Scuola Primaria "A. Antonelli" succursale di Vezzolano, e la Scuola Secondaria di 1° grado "G. Marconi" di Via Asigliano Vercellese; la creazione di un nuovo Istituto Comprensivo con l'aggregazione della Scuola Primaria "Fontana" di Via Buniva con la Scuola Primaria Muratori di Via Ricasoli, la Scuola Secondaria di 1° grado "C.
Rosselli", succursale di Via Ricasoli e la Scuola dell'Infanzia "G. Rodari" di Corso Regina Margherita.
stata richiesta la soppressione dell'autonomia scolastica legata alla Scuola Secondaria di 1° grado per ciechi. In seguito a queste aggregazioni si chiede anche l'istituzione di un nuovo Istituto Comprensivo "A.
Manzoni", all'interno del quale la Scuola per ciechi viene riaggregata.
Sempre dalla Provincia di Torino, è stata richiesta la soppressione dell'autonomia del Circolo Didattico di Susa e dell'autonomia dell'Istituto Secondario di 1° grado Bartolomeo Giuliano, con l'accorpamento che diventa un Istituto Comprensivo.
Sempre su Torino, è stata chiesta l'aggregazione delle Scuole dell'Infanzia Comunali alle Scuole Scolastiche Statali di Torino.
Dalla Provincia di Verbano-Cusio-Ossola è stata chiesta l'istituzione dell'autonomia scolastica di un CPIA con sede in Omegna ed è stata chiesta la trasformazione di Istituto di Istruzione Superiore in Istituto Tecnico di Istruzione, che comprende anche il Liceo Scientifico Biologico e Tecnologico.
A Vercelli è stato chiesto lo scorporo dell'Istituto Tecnico per Geometri "Mercurio Arborio" di Gattinara e la creazione di quattro autonomie scolastiche con l'IPSSAR "G. Pastore" di Varallo (con dirigenza a Varallo), l'Istituto Superiore di Varallo (con dirigenza a Varallo), l'IIS Ferrari di Borgosesia (con dirigenza a Borgosesia) e l'IIS Lancia (con dirigenza a Gattinara).
L'Istituto Comprensivo di Asigliano Vercellese, i Comuni con sede di Scuola dell'Infanzia e Scuola Primaria di "Motta de' Conti", Pezzana e Stroppiana chiedono l'accorpamento presso l'Istituto Comprensivo Ferrari di Vercelli.
I Comuni di Tricerro e Ronsecco chiedono l'accorpamento presso l'Istituto Comprensivo di Trino.
Delle proposte che sono state formulate dalle Province, in base ai criteri dei regolamenti e in base alla legge 233, riteniamo di non poter recepire alcuni aspetti. Partendo in ordine sulle singole Province, per quanto riguarda Provincia di Asti non è possibile istituire un CPIA e dobbiamo chiedere lo spostamento per l'anno scolastico 2009-2010; la stessa questione è stata posta per la Provincia di Biella.
Per quello che attiene la Provincia di Cuneo, che chiede un'istituzione presso il Comune di Canale di una sezione staccata del Liceo Scientifico sembrerebbe in contrasto con quanto approvato con l'articolo 3, comma 4 ter, del decreto legge 154, convertito in legge 189, per la quale non sarebbe possibile autorizzare, stante la consistenza numerica dei punti di erogazione previsti nell'anno scolastico 2009-2010, nessun nuovo punto di erogazione del servizio e pertanto su questa questione si chiede di conoscere il parere del Ministero in merito.
Per quello che riguarda il Comune di Torino, non è possibile accogliere l'aggregazione delle Scuole dell'Infanzia Comunali, poiché prima è necessario richiedere il passaggio alla Scuola Statale.
Per quello che concerne la Provincia di Vercelli, è una questione di denominazione. Non è possibile riconoscere la definizione di Polo Tecnologico, in quanto si fa riferimento ad altre norme vigenti. Non è possibile autorizzare il CPIA, poiché è richiesto alla Provincia di Vercelli di spostare l'approvazione del CPIA all'anno scolastico successivo.
La stessa questione, per quello che attiene i CPIA, riguarda la Provincia di Novara e non ci sono altre questioni che, a parere della Giunta, debbano essere respinte a seguito delle richieste che sono state formulate e approvate dalle Province su comunicazione dei singoli Comuni.
Questo è il contenuto della delibera di Giunta approvata in data 9 gennaio 2009, a seguito della verifica di tutte le concertazioni che sono state effettuate sui territori delle otto Province Piemontesi.
Resto ovviamente a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Ringrazio il Presidente e attendo il dibattito in Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Non in merito alla discussione generale, ma pongo una questione pregiudiziale che è stata più volte posta all'interno della Commissione, sulla quale abbiamo pareri, non voglio dire discordanti, ma certamente non simili da parte della Giunta e del Consiglio in merito a questa delibera.
Non tutti i colleghi sono ovviamente componenti della VI Commissione.
Oggi noi, se ci comportassimo come la Giunta chiede - infatti pongo la questione al Presidente e all'Ufficio di Presidenza - ci troveremmo di fronte a questa situazione.
Per la prima volta in questa legislatura (ma non credo solo in questa legislatura), ci troviamo di fronte a una delibera che avrebbe le caratteristiche del voto di fiducia. Secondo quanto ha asserito l'Assessore in sede di Commissione, la delibera è o approvabile o non approvabile, cioè si può votare sì o no. Ovviamente non c'è nessun passo né dello Statuto n del Regolamento che prevede una fattispecie simile.
Noi sosteniamo - l'abbiamo sostenuta e in una parte del parere gli uffici la sostengono - la possibilità dell'esercizio che il Consiglio ha nel senso che quando vota ha potere emendativo, ha potere non soltanto di discutere, ma anche di modificare le delibere.
Allora, la questione che pongo alla Presidenza del Consiglio e sulla quale chiedo una risposta, che è ovviamente pregiudiziale rispetto anche alla discussione che andremo a svolgere, è se ci troviamo di fronte a una nuova fattispecie normativa, cioè una sorta di voto di fiducia rispetto a una delibera della Giunta, oppure se, come in tutti gli altri casi che abbiamo sempre affrontato in questa legislatura e nelle precedenti, essendo un atto di potestà consiliare, in quanto tale, l'atto è emendabile oppure no.
Noi presenteremo alcuni emendamenti alla delibera perché sosteniamo la potestà del Consiglio. Se il Consiglio vota, considerato che nel nostro Statuto e nel nostro Regolamento vi è la fiducia, l'atto in oggetto è un atto modificabile.
Prima di iniziare la discussione - perché ovviamente questo cambia anche le cose relativamente al merito e al metodo che si andranno a definire e vorremmo avere, da parte della Presidenza del Consiglio, una valutazione nel merito - non so se sia necessario sospendere la seduta per convocare i Capigruppo o quant'altro. Il Presidente sa svolgere molto bene il proprio ruolo. Per quanto ci riguarda, vorremmo solo che ci rispondesse e dicesse anche al Consiglio qual è la possibilità relativamente al testo di questa delibera.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale. Lei sa che, a differenza della Camera, non esiste il voto di sfiducia, se non con una procedura più lunga di quella che può avvenire in un qualsiasi momento in Aula; mi riferisco al nostro Regolamento e al nostro Statuto.
Adesso stavo andando a memoria e con gli uffici stiamo cercando di recuperare se, fra questo Statuto che è entrato in funzione con questa legislatura e quello precedente, si è verificata una situazione molto particolare, che non è quella che lei stava dicendo.
Rispetto al suo intervento, se l'Assessore ritiene, può intervenire altrimenti andiamo avanti. Ad ogni modo, l'Ufficio di Presidenza - è evidente, collega Vignale - in questo momento non è in grado di dare una risposta al suo quesito, nel senso che nel nostro Statuto e nel nostro Regolamento non esiste il voto di sfiducia.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Chiedo scusa, Presidente, forse mi sono spiegato male.
La tesi della Giunta è: la delibera non è modificabile. Allora, per estremizzare il concetto, dico: considerando che non esiste il voto di fiducia o sfiducia - dove, come accade alla Camera dei Deputati o al Senato, il sì o il no determina il voto testuale della delibera o della legge così com'è dalla prima all'ultima parola - noi dobbiamo comprendere e vorremmo sapere dall'Ufficio di Presidenza se questa delibera è emendabile oppure no.
La Giunta sostiene che la delibera non è emendabile. Noi chiediamo alla Presidenza del Consiglio - il quesito ovviamente lo poniamo alla Presidenza del Consiglio, perché la Giunta non ha la facoltà di interpretare il Regolamento, fortunatamente, perché i compiti sono appositamente distinti se è emendabile oppure no. Questo è fondamentale per il lavoro che dobbiamo svolgere, perché se è inemendabile - e ci spiegherete perché - gli emendamenti presentati non saranno accettabili oppure, se è emendabile, gli emendamenti che presenteremo saranno votabili; poi se si voteranno a favore o contro è un'altra cosa, però ognuno almeno si esprime su una serie di proposte di modifica che intenderemo porre. Questo, però, lo rimandiamo all'intervento sul merito nel momento un cui sarà chiarito un aspetto pregiudiziale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente per fornire qualche ulteriore elemento, senza per questo voler prevaricare le competenze del Consiglio.
Credo che sia necessario intanto ripercorre quelle che sono le competenze che la legge attualmente attribuisce partendo dal DPR n. 233/98 che affida alle Regioni il compito del coordinamento dei Piani territoriali di dimensionamento e programmazione dell'offerta formativa presentati delle Regioni, per il quale quest'Aula nel 2000 approvò i criteri secondo i quali le Province dovevano articolare i propri piani di dimensionamento scolastico.
Va inoltre considerato che, con l'approvazione della legge n. 59 e quindi con l'istituzione delle autonomie scolastiche e con gli istituti educativi, s'inserisce il processo di riduzione dell'autonomia scolastica e della riorganizzazione dell'intero servizio formativo. Di conseguenza, le funzioni periferiche, per quello che riguarda il sistema scolastico, sono state attribuite alle autonomie scolastiche.
In base a quest'attribuzione, con l'approvazione del decreto legislativo n. 112/98 furono conseguentemente attribuite le competenze relative al dimensionamento scolastico, per quello che attiene alle scuole dell'obbligo, ai Comuni e, per quello che attiene le scuole superiori, alle Province.
Riprendendo poi quello che dice il DPR n. 233, si affida alle Province il compito di raccogliere le istanze che i Comuni intendono presentare in merito al dimensionamento, all'organizzazione e alla programmazione dell'offerta formativa sui propri territori. Le Province hanno il compito di avviare intanto una serie di conferenze articolate sul proprio territorio provinciale e di raccogliere le istanze che i Comuni intendono presentare.
Nel momento in cui le istanze sono state presentate, le Province hanno il compito di verificare che queste facciano riferimento ai criteri previsti dal DPR n. 233 e ai criteri dati dal Consiglio regionale. Ogni anno, come d'abitudine dal 1998 in poi, la Giunta ha assunto e ha eventualmente fornito ulteriori integrazioni rispetto alla delibera del 2000 del Consiglio regionale. In ordine a queste due indicazioni, le Province raccolgono le istanze dei Comuni e formulano i piani di dimensionamento scolastico.
La competenza della Regione è di verificare se quanto presentato e quanto predisposto dalle Province rientra all'interno dei criteri delle leggi definite dal Consiglio regionale, nonché - come dicevo prima ratificate ed eventualmente integrate da ulteriori indicazioni da parte della Giunta. Ricordo che questo Consiglio e questa Giunta hanno usato questo tipo di metodologia dal 2000 in poi.
La Provincia ha il compito di approvare e di inviare il tutto alla Regione. La Regione, a quel punto, che cosa fa? Controlla se quanto proposto dalle Province all'interno dei propri piani è conforme ai criteri che sono stabiliti (DPR n. 233, delibera del Consiglio regionale indicazioni date dalla Giunta ed eventualmente nuove norme che nel frattempo siano state approvate su base nazionale), verifica che ci sia corrispondenza e sottopone il Piano al Consiglio regionale. Nel sottoporre il Piano al Consiglio regionale, la competenza - come sembrerebbe anche dal parere fornito dall'ufficio giuridico della Giunta regionale - è quella di verificare la rispondenza e l'armonicità, quindi l'attività di coordinamento all'interno degli otto piani proposti dalle otto Province.
La Giunta può fare delle osservazioni e formulare degli emendamenti, ma sono emendamenti che attengono ai criteri o alle eventuali valutazioni che non siano state fatte nel modo corretto da parte delle Province nell'approvazione dei piani. Questo è un meccanismo per il quale esiste una corresponsabilità da parte degli enti territoriali nella formulazione e nell'articolazione dei propri piani di dimensionamento scolastico, è quindi una modalità per la quale esistono dei meccanismi di partecipazione e risottolineo - di condivisione su base territoriale che, a loro volta vengono ripresi e racchiusi all'interno del Piano provinciale sottoposto all'approvazione in sede di Giunta.
Tutto questo è garanzia di un processo di concertazione che parte dalle autonomie scolastiche, parte dal territorio, quindi dagli Enti locali che hanno competenza specifica sul dimensionamento delle scuole dell'obbligo processo che deve essere rivisto all'interno di un Piano che viene ratificato e approvato dalle Province. In tale contesto va inserita l'azione di approvazione e di condivisione o non condivisione da parte della Giunta.
La Giunta stessa, per alcune Province, per alcune situazioni rispetto alle quali non esistevano delle condizioni di condivisione all'interno del DPR n. 233 e all'interno delle indicazioni date dalla Giunta stessa, ha, a sua volta, espletato un parere negativo o ha riposto, per quello che riguarda la Provincia di Cuneo, il parere al Ministero e in ordine all'Ufficio Scolastico Regionale, poiché siamo di fronte ad una norma nuova per la quale non esiste né un regolamento né una circolare applicativa.
Noi stessi abbiamo messo elementi di diniego ed elementi di non condivisione rispetto a quanto è stato proposto dalle Province. Riteniamo che gli elementi principali, cioè l'aver rispettato tutti i requisiti previsti dal DPR n. 233 e i requisiti previsti dalla delibera del Consiglio regionale e della Giunta regionale, siano stati rispettati. Quanto si sottopone al Consiglio è un'approvazione dei piani, ma una valutazione deve essere fatta in ordine a questi elementi, cioè a quanto previsto dal DPR n.
233 e a quanto le Province ci sottopongono.



PRESIDENTE

Colleghi, su questo punto abbiamo due pareri che vi legger naturalmente farò anche le mie valutazioni che, in questo momento, ritengo di poter e dover fare.
Un primo parere è quello della Giunta. Vi leggo solo la parte conclusiva: "In conclusione, in considerazione dei dati testuali riportati e della successione criteri regionali-adozione-approvazione, si ritiene ragionevole e coerente con il quadro normativo che con l'approvazione del Piano regionale di dimensionamento la Regione apprezzi e valuti la compatibilità, la coerenza e il coordinamento dei piani adottati a livello 'provinciale' con gli indirizzi di programmazione ed i criteri generarli regionali, tenendo conto dei parametri di cui all'articolo 2 del DPR 233/1998".
Farò avere copia delle parti conclusive che sto leggendo per vostra informazione e anche per valutare.
C'è anche un parere degli Uffici del Consiglio, che ritengo condivisibile e a questo mi attengo - poi l'Aula, come sempre, è sovrana che recita: "Alla luce di tale considerazione, tenendo conto, sulla scorta di quanto sopra illustrato, della ripartizione di competenze tra i diversi soggetti protagonisti del processo riorganizzativi della rete scolastica effettuata dal DPR 233/1998, il quale attribuisce espressamente alle Regioni la potestà di approvare il Piano regionale di dimensionamento scolastico sulla base dei rispettivi Piani provinciali, assegnando loro un'azione di coordinamento nei confronti di questi ultimi, e considerando altresì le funzioni di programmazione attribuite al Consiglio regionale dall'articolo 28 dello Statuto della Regione Piemonte, pare si possa affermare la possibilità per la Regione di intervenire sulle proposte di revisione al dimensionamento contenute nei Piani provinciali, se non altro per assicurarne il necessario coordinamento e per valutarne il rispetto dei criteri generali preventivamente adottati dalla Regione stessa".
evidente, colleghi, che non si possono adottare e non si pu procedure a garanzia di soggetti privati che intervengono nella procedura per esempio la pianificazione territoriale. In quel caso è evidente che non si può intervenire.
Nel caso specifico, è evidente anche che noi ci troviamo di fronte ad un iter lungo che ha portato il provvedimento in Aula. La mia valutazione è che concordo con gli Uffici del Consiglio regionale, faccio notare ai colleghi che siamo di fronte ad un procedimento che ha toccato, a vari livelli, tutte le assemblee elettive, circoscrizionali, comunali e provinciali per arrivare poi al Consiglio regionale.
Concludendo, ritengo che si possa emendare per coordinamento, ma mi permetto di sottolineare ai colleghi il fatto che siamo di fronte ad un iter molto lungo che penso abbia il suo peso nella decisione che prenderemo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Sul merito del dimensionamento scolastico sono profondamente ignorante.
D'altronde, basta guardare da che banchi intervengo per comprenderne la necessità, direi ontologica, dell'ignoranza come propedeutica al fatto di appartenere ad un duro schieramento di destra.
Sulla forma, sarà perché è l'unica cosa che riesco a capire, mi sembra che stiamo rendendo - non che io non concordi con l'attuale interpretazione della Presidenza del Consiglio - le cose più complesse di quanto sono.
Provo a riassumere che cosa ho capito, in modo che seguendo i cenni che il Presidente del Consiglio vorrà farmi, capisca se sono sulla strada giusta perché, qualora non lo fossi, mi comporterei diversamente.
Mi pare evidente che su questo provvedimento, come su qualunque altro atto della Giunta che in quest'Aula arrivasse, occorre trovare una modalità di procedere per rendere le cose più semplici. Lo dico male, ma sono le 16.02 di un'ennesima e inutile giornata in cui la solida maggioranza che rendeva di così buon umore la Presidente Bresso questa mattina sta dando prova di sé.
Se l'atto della Giunta è condiviso dalla maggioranza, direi che stiamo perdendo tempo. Poiché i nostri emendamenti - la prego di volerne verificare il numero - tutto hanno tranne che la modalità di essere dispersivi nel tempo, uno li presenta, ci si consente di esprimere delle opinioni diverse, li si boccia, si approva la delibera di dimensionamento scolastico - perché oggi di questo stiamo parlando - nell'ambito della sovranità dell'Aula, e si passa oltre.
Pare evidente - a me pare così, avendo seguito pochissimo i lavori della VI Commissione e per nulla questa delibera - che emergano dei problemi, come è normale che sia, nell'ambito della gestione territori governo centrale. Non a caso - non vorrei che qualcuno avesse dei dubbi sono un abolizionista nei confronti dell'Ente Provincia, ma non perch inutile, semplicemente perché è l'unico anello eliminabile più facilmente nell'ambito della catena del comando che ha correttamente ricostruito, nel caso della delibera, il Presidente Placido.
Circoscrizioni. Pessima applicazione della legge 142: abolire. Comuni: ineliminabili. Chiunque provi a toccare un Comune deve vedersela con Deorsola. Sono circa cinquant'anni che l'Assessore sta cercando di accorpare i Comuni di Mappano e Leinì; aveva ancora tutti i capelli neri neri, neri quando ha iniziato ad occuparsi di Mappano e Leinì! Essendo un doroteo, è ancora lì che aspetta perché alla fine ha anche ragione.
Chiederei a Deorsola, che è brillantemente presente nel tenere i suoi splendidi rapporti nella Giunta Bresso con il Consiglio.
Siccome ci sono dei problemi all'interno della maggioranza, credo che l'interpretazione che dovrebbe darsi, che parrebbe essere inutile, non è a tutela della Giunta. Se la maggioranza non condivide quanto dice, anche solo in parte, la delibera della Giunta, credo che abbia avuto modo di comunicarlo, ma non lederei la sovranità dell'Aula nella possibilità di emendare quanto qui passa. Altrimenti mi tocca convocare Marcenaro, che è stato uno degli ispiratori, come leader dell'opposizione, dell'attuale Statuto.
Marcenaro era certo di perdere, sicurissimo di perdere, perché se non c'eravamo noi in effetti avreste perso, ma poi siamo arrivati noi con il nostro grosso contributo, e quindi sta succedendo quello che sta succedendo. Io c'ero, guardate che per l'attuale Statuto, quello di cui alcuni si fanno interpreti, io vi porto Marcenaro come testimone. Se Marcenaro, buon Dio, una volta tanto dicesse la verità nella sua vita, vi direbbe che ha fatto di tutto affinché il Consiglio avesse un ruolo.
Essendo sicuro di perdere, ha detto: "Mi attesto nel Consiglio, qualche Commissione e resisto, resisto, resisto!" Escludo che l'interpretazione dell'opposizione nella parte redigente dello Statuto attuale - scorsa legislatura - fosse lesiva dell'autonomia dell'Aula nei riguardi di un qualunque esecutivo. Quindi pensava, e aveva ragione, che se non fossimo intervenuti noi, fosse il Governo Ghigo.
Fate quello che volete, del dimensionamento scolastico non me ne pu interessare di meno, nel senso che c'è chi, all'interno del nostro Gruppo ha seguito questa come altre iniziative di merito, ma non toccate la forma della sovranità dell'Aula. Mi sembra veramente eccessivo, finanche per un atto importante come questo di cui mi dolgo che l'Assessore Pentenero debba occuparsi, ma sappia l'Assessore che quando è stufa di occuparsi c'è sempre l'istituto delle dimissioni: uno pone fine alle sue sofferenze.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
Lei sa che il Senatore Marcenaro non è presente in quest'Aula ed io non posso certo esprimere il Marcenaro pensiero. Non lo possiamo convocare.
Quindi, rispetto all'interpretazione, mi sono espresso nell'intervento precedente.
Volevo comunicare che è stato presentato un ulteriore ordine del giorno (ce n'era già uno, quindi siamo a due) e circa una decina di emendamenti otto sul CPIA e due sull'attivazione didattica in oggetto. Li stanno stampando e saranno distribuiti.
La parola alla Consigliera Pozzi.



POZZI Paola

Mi inserisco in questo interessante dibattito (che, peraltro, non facciamo per la prima volta, perché si è sviluppato nel corso di ben tre sedute, se non ricordo male, della VI Commissione) su un problema neppure tanto filosofico delle competenze o meno del Consiglio regionale a intervenire sulla deliberazione di Piano di dimensionamento, presentato dalla Giunta, la quale a sua volta ha recepito i Piani provinciali, i quali a loro volta hanno recepito, in un gioco di scatole cinesi piuttosto complicato, le proposte dei Comuni.
Mi permetto di correggere il Presidente (se non ho capito male), quando ha detto che l'iter è stato molto lungo ed ha interessato diverse assemblee elettive. In realtà, la prima assemblea elettiva che nel corso di questo lungo iter affronta il tema del dimensionamento è questa, dal momento che non mi risulta che né i Consigli comunali, né i Consigli provinciali abbiano discusso e proceduto ad approvare i Piani.
Si tratta, quindi, di provvedimenti che la legge mette in capo ai Sindaci, poi alle Conferenze provinciali e, soltanto in ultimo, alle Regioni, quindi ai Consigli regionali. Ma tant'è.
Il nostro compito è quello di verificare se il Piano di dimensionamento, che è stato presentato, tenga conto dei criteri espressi dalla Giunta in una sua deliberazione che li ha definiti, tenga conto della legge sul dimensionamento e anche dei criteri non espressi, ma che sono comunque importanti quando si parla di scuola, quali sono la necessità che non ci siano delle scuole con caratteristiche di un certo tipo a danno di scuole vicine, magari, con altre caratteristiche, che ci sia un rapporto tra le scuole ed il territorio e, inoltre, non ci siano dei "mostri" di istituzioni scolastiche fatte da scuole che tra loro sono troppo lontane e non afferenti al medesimo territorio.
Ciò detto, c'è un problema di legittimità ed uno di opportunità.
Noi abbiamo, quindi, condiviso il parere espresso dagli Uffici del Consiglio che attribuisce alla Regione il compito di coordinare i Piani provinciali, di far attenzione a svolgere un ruolo che sia quello della programmazione dell'offerta sul territorio regionale ed evitare che ci siano situazioni di sperequazione che non sono compatibili con i criteri che la Giunta ha dato e anche, però, quello di cercare di verificare qual è l'iter che ha portato a queste decisioni.
Non a caso, abbiamo più volte chiesto all'Assessore di interloquire vuoi con le giunte comunali, vuoi con le giunte provinciali, perché questo iter venga sufficientemente conosciuto, messo a conoscenza del Consiglio e approfondito, in modo che sappiamo se le decisioni che sono state assunte siano frutto di un'imposizione o se siano frutto di un processo di partecipazione.
Ora, su questo dobbiamo però intenderci: il processo di partecipazione non necessariamente porta al risultato che noi auspichiamo, perché se è vero che democrazia si fa tenendo conto anche dei numeri, a volte i numeri ci danno ragione e a volte ci danno torto.
Quindi, mi fermo qui, perché sull'importante questione che si discuteva ho espresso quanto intendevo esprimere: noi possiamo ovviamente intervenire sul Piano - questa è la mia opinione - ma si tratta di capire se è opportuno farlo o meno una volta che abbiamo verificato qual è l'iter che ha portato a questa decisione, quali sono le procedure che sono state seguite e se è giusto o meno mettere in discussione procedure che hanno comunque portato ad un risultato (che ci piaccia oppure no) che - così ci viene detto - è stato condiviso da una maggioranza di persone coinvolte e interpellate (tra queste anche i Comuni, le Commissioni consiliari eccetera).
Quindi, non si tratta di impossibilità bensì di opportunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turigliatto.



TURIGLIATTO Mariano

Sono d'accordo con larghissima parte delle considerazioni della Consigliera Pozzi e sono personalmente convinto che il Consiglio regionale non possa e non debba (forse, può, ma non deve) entrare nel merito dei singoli pezzi e aspetti di una procedura così complessa ma poi soprattutto, così articolata per livelli territoriali, qualche volta intersecantisi uno con l'altro e dove ci sono già abbastanza problemi di rispetto delle reciproche competenze, senza andare a sovrapporne delle altre.
Credo, perciò, che l'attitudine - se vogliamo - emendativa di provvedimenti di questa natura, forse, dovrebbe essere riferita, qualora la si voglia praticare, soltanto al riscontro circa il fatto che quanto previsto dal punto di vista dei criteri e quanto previsto dal punto di vista delle procedure sia stato effettivamente applicato.
Tuttavia, proprio per questo motivo, poiché noi siamo l'unica Assemblea elettiva - lo ricordava la Consigliera Pozzi - alla quale viene chiesto di approvare questo Piano, non possiamo prendere atto, in modo notarile, di quello che è accaduto, perché diversamente non avrebbe, credo, nessun senso avallare delle decisioni nelle quali svolgiamo soltanto la parte finale della procedura, sulla base di pur interessantissimi, importanti autorevoli e assolutamente stimabili pareri di legittimità, di rispetto eccetera.
Se noi siamo in difficoltà oggi - per essere chiari - non è tanto perché, magari, siamo oggetto, come capita, rispetto a tutti gli atti di un certo rilievo di questo Consiglio, di pressioni da parte di questo o di quel soggetto interessato, ma perché abbiamo l'oggettiva necessità, nel momento in cui adottiamo delle misure (perché sono più di una) di questo tipo, di sapere che stiamo prendendo la decisione giusta, o quantomeno quella meno ingiusta tra tutte, a fronte del fatto che ciò che doveva essere fatto è stato fatto.
In questo senso - e solo in questo senso - credo che non dobbiamo entrare nel merito dei singoli provvedimenti, ma laddove ci sono dei dubbi di carattere politico o delle considerazioni che riguardano il modo con cui magari certe decisioni sono state assunte, dobbiamo certamente evincerli e se possibile, risolverli, non tanto con una mediazione, ma con un chiarimento di tutto ciò che serve a ricostruire la decisione presa nella sua fondatezza e, quindi, nel suo essere una decisione che permette a tutti noi, magari anche a malincuore, di poter dire: "Ragazzi è così, ed è giusto che sia così".
Questo è il mio personale atteggiamento, ma credo di suggerirlo come atteggiamento del Consiglio regionale nei confronti di questo tema.
Non so quali siano gli emendamenti, immagino che se ne parlerà successivamente, quando si esamineranno. Credo, però, che il nodo della questione sia questo.
su questo che la maggioranza, o almeno coloro che, per conto della maggioranza, si sono attivati aspramente e lungamente, forse anche con un certo tormento, ha tentato di lavorare, per comprendere la questione e per addivenire ad una qualche soluzione che non dico accontenti tutti, perch sovente le soluzioni che accontentano tutti sono le peggiori, ma che in qualche modo determinasse lo sposare un profilo un pochino più alto che non il barcamenarsi tra una situazione e l'altra.
L'Assessore ha seguito puntualmente questo lavoro, anzi si è fatta parte attiva e, in qualche modo, si è dimostrata più che interessata e partecipante a questo percorso.
Credo che oggi vi siano tutti gli elementi per poter assumere la decisione migliore relativamente a questo benedetto Piano, sul quale, se proprio emendamenti vi devono essere, per quanto mi riguarda, sarebbe meglio che venissero dalla Giunta, la quale, presa atto - se ritiene dell'istruttoria, della superistruttoria o degli approfondimenti fatti o che ancora bisognerà fare (speriamo di no), formulerà le sue proposte.
Personalmente, non mi ritengo del tutto soddisfatto - lo dico sin da subito, così eviterò di ripeterlo successivamente - del prodotto a cui siamo giunti fin qui, anche se ha già un bel livello di affinamento. Mi aspetto, perciò, che nel corso del dibattito qualcosa possa ancora cambiare per rendere questa delibera un pochino più convincente per ricevere il mio voto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Turigliatto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Se si desiderava alternare, c'era anche il Consigliere Vignale che aveva chiesto di intervenire. Decida lei.



PRESIDENTE

Volentieri, così alterniamo gli interventi fra maggioranza e opposizione.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Buquicchio studia per entrare nell'Ufficio di Presidenza... È solo una battuta! Credo che il percorso che abbiamo discusso - per "abbiamo" intendo la Commissione, non solo il sottoscritto - e approvato per portare in Aula questa delibera (al di là di chi ha espresso un voto favorevole e di chi come il nostro Gruppo, invece non lo ha fatto, ma questo è un dettaglio) sia un esempio da non prendere in considerazione come modalità funzionale per approvare (anche con urgenza, perché l'Assessore sottolinea da più settimane che è un provvedimento urgente) un atto.
Questo per alcune motivazioni. Il Consiglio regionale - è sufficiente scorrere la memoria degli uffici legislativi del Consiglio, oltre che verificare sul sito della Regione Piemonte, sul Settore dell'Istruzione ha sempre votato due cose: prima i criteri e, successivamente, il dimensionamento.
Posto che, come dicevo precedentemente, ritengo che nel momento in cui il Consiglio vota un atto abbia potestà di modificare l'atto stesso, credo che la parte più interessante per il Consiglio sia quella relativa ai criteri.
Un Consiglio che ha la facoltà di dare indirizzo alla Giunta avrebbe dovuto votare perlomeno i criteri con cui si andava ad attuare il ridimensionamento. E questo, come i colleghi sanno (perlomeno come sanno i colleghi della VI Commissione), non è avvenuto. Non è avvenuto perché la Giunta, nel giugno del 2008, ha deciso di votare, senza portare all'attenzione della Commissione né del Consiglio i criteri per il dimensionamento scolastico.
Fatto ciò, diventa inevitabile che il Consiglio si esprima e che noi si ritenga opportuno di esprimersi in merito al dimensionamento, perché non siamo intervenuti in merito ai criteri e perché, come andremo a vedere...
Anzi, diciamo anche le tre fattispecie per cui interveniamo e sulle quali abbiamo presentato gli emendamenti: perché non abbiamo discusso i criteri perché gli stessi criteri votati dalla Giunta non sono, in tutte le parti della delibera, applicati; perché gli stessi criteri della Giunta prevedono una sorta d'anomalia, ossia prevedono che, a fronte degli accorpamenti di alcune Direzioni didattiche, le stesse alla fine siano pari, per cui non si arriva ad una riduzione delle Direzioni didattiche, ma ad un sostanziale pareggio.
Infatti, su questo verteranno gli emendamenti, ma avremo tempo per illustrarli quando arriveremo al punto.
Ma il punto è un altro e riguarda il metodo. Secondo voi ha senso che un Gruppo consiliare manifesti in Commissione e in Aula la propria contrarietà rispetto ad alcune parti della delibera, e chieda, in più occasioni (credo che i colleghi della VI e la stessa Presidente ne possano essere testimoni), di trovarsi prima di arrivare in Aula? Perché noi licenziammo il testo: noi non esprimemmo un voto favorevole, ma fummo favorevoli a licenziare il testo, perché dicemmo: "Evitiamo di continuare a contorcerci in sede alla Commissione in merito alle problematiche sul dimensionamento. Licenziamo il testo e ci troviamo - perlomeno chi è interessato a farlo - prima della discussione della delibera in Aula e vediamo se è possibile trovare una quadra, visto che non abbiamo discusso i criteri e che la delibera non sempre rispetta gli stessi criteri votati dalla Giunta". Tutto ciò non è avvenuto. Non chiedetemi i motivi, perch non li conosco. Non voglio neanche sindacare se il problema è della maggioranza o meno. A me - e a noi - non interessa, salvo il parere degli uffici Il fatto è che fino a tre quarti d'ora fa noi non sapevamo neppure se la delibera era emendabile o meno; non conoscevamo nemmeno la disponibilità da parte della maggioranza e da parte della Giunta di intervenire per eventualmente - modificare la delibera stessa.
Fino a tre quarti d'ora fa, la posizione della Giunta era questa: la delibera è intoccabile, non è modificabile. Tant'è che nella stessa stesura della delibera, abbiamo una parte - l'allegato A - che è anomalo che sia all'interno della delibera stessa, perché l'allegato A è la proposta che le Province fanno alla Provincia. Ma facendone...



(Scampanellio del Presidente)



VIGNALE Gian Luca

Ma non sono dieci i minuti concessi per la discussione generale?



PRESIDENTE

Più che un dibattito generale, si era partiti da alcune considerazioni sull'ordine dei lavori. Se lo vogliamo considerare un intervento sul dibattito generale...
Tanto è vero che gli interventi degli altri colleghi sono stati più o meno di cinque minuti. Gliel'ho segnalato per omogeneità di comportamento da parte di chi presiede.
Termini pure il ragionamento senza problemi, collega Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come dicevo, fino a 45 minuti fa non sapevamo né se la deliberazione era emendabile, né se c'era la disponibilità della Giunta ad arrivare non voglio dire ad una mediazione, ma al rispetto dei criteri che voi stessi avete votato.
Lo risottolineo: il nostro Gruppo consiliare non ha alcun'intenzione di mantenere gli emendamenti per avere una bandierina in mano. Se vi è la disponibilità da parte della maggioranza - evidentemente gli emendamenti devono essere votati o le modifiche devono essere apportate - o da parte della Giunta a trovarci - cosa che non abbiamo fatto - e a recepire una parte...
L'Assessore può sorridere, però è così, è la verità. Io sono arrivato alle ore 10, mi avete detto che c'era una riunione di maggioranza, sono tornato alle 14.30 e c'era una riunione di maggioranza. Io, educatamente sono uscito.
Se c'è questa disponibilità, evitiamo di "incartarci" all'interno dell'Aula. Se la disponibilità, evidentemente, non c'è, useremo gli strumenti soliti e trasparenti - gli emendamenti che abbiamo già presentato per cercare di far cambiare idea alla maggioranza nel merito della deliberazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Indubbiamente, c'è molto imbarazzo e, in ultimo, in questa giornata che è iniziata stamani circa alle ore 9.30, si è cercato di discutere per individuare una soluzione, che, a questo punto, non può che essere politica, in seno alla maggioranza. Questo, da persone serie quali tutti siamo, non può quanto meno che produrre imbarazzo. Il fatto che sul piano tecnico le richieste di alcuni Gruppi e di diversi Consiglieri della maggioranza possano coincidere con quelle di altri Consiglieri della parte opposta non deve rappresentare un elemento di pregiudizio; anzi, quando le istanze coincidono, si dovrebbe avere il dovere di affrontarle in termini di analisi per poter giungere ad una sintesi, la più costruttiva possibile.
indubbio che i Consiglieri di quest'Assemblea legislativa non possono che rivendicare la propria potestà di non ratificare soltanto in modo notarile un documento - in questo caso una deliberazione - oltre che potersi, come il Regolamento ancora consente, esprimersi a volontà, in termini di tempo, grazie al Regolamento stesso. Al di là di tutto questo c'è una reale e concreta esigenza, un reale e concreto desiderio di poter constatare, prima, nell'ambito della maggioranza e nel rapporto tra le forze che la sostengono e la Giunta, una capacità di comprensione innanzitutto delle varie istanze e, immediatamente dopo, una capacità di soluzione delle problematiche che, di volta in volta, si portano all'attenzione dei colleghi della Giunta.
strano, perché sono trascorsi circa quattro anni - su questo punto con tutto il rispetto, voglio richiamare l'Assessore - dall'inizio di questa legislatura e sono circa quattro anni che il Gruppo che rappresento è presente - scusate il gioco di parole - in quest'Aula e non si è mai verificato un'impasse di questa natura. Mi chiedo se è attribuibile alla caparbietà di qualcuno o all'incapacità risolutiva di qualche altro. Questo è il dilemma e ai posteri l'ardua sentenza, al punto tale che...
Presidente, qual è il tempo a mia disposizione?



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
Siamo in un mix tra dibattito generale e interventi sull'argomento, gli altri colleghi si sono fermati a cinque minuti.



BUQUICCHIO Andrea

Mi attengo anch'io ai cinque minuti.



PRESIDENTE

Intanto ci sarà la possibilità di entrare nel merito.



BUQUICCHIO Andrea

Sicuramente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Quindi, in questa fase, se non ci sono altre richieste, passerei ad esaminare gli emendamenti presentati, dove c'è la possibilità di poter intervenire, come ha già richiesto la collega Pozzi.
Sulla deliberazione 420 e 421, esaminiamo l'emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Buquicchio, Spinosa, Turigliatto, Laus Valloggia e Pizzale.
La parola alla Consigliera Pozzi, sull'ordine dei lavori.



POZZI Paola

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori in quanto, avendo dibattuto sulla possibilità da parte del Consiglio di intervenire o meno sulla deliberazione, adesso si entra nel merito.
Il collega Vignale ha lamentato l'impossibilità da parte sua, come rappresentante dell'opposizione, di discutere con la maggioranza questioni che, evidentemente, stanno a cuore a lui, ma anche alla maggioranza. Già in Commissione aveva preannunciato che avrebbe voluto poter avere un incontro con la maggioranza. Questo non è stato possibile perché abbiamo discusso a lungo tra di noi.
Pertanto, chiedo al Presidente se non si ritenga opportuno sospendere i lavori per un quarto d'ora, in modo che l'incontro che avevamo immaginato di poter avere con il Consigliere Vignale possa avere luogo, prima di iniziare la discussione degli emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pozzi, non ci sono problemi circa la sua richiesta.
Il Consiglio è sospeso per 15 minuti, riprenderà alle ore 16.50.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.36 riprende alle ore 17.36)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiedo, per cortesia, di richiamare i colleghi che si trovano in sala A. Chiedo scusa agli altri colleghi, ma la riunione è durata più di quello che pensavamo. Tra l'altro, essendo presente l'Assessore De Ruggiero verifichiamo la possibilità o meno di trattare la proposta di deliberazione n. 299, "Piano naturalistico della riserva naturale e speciale del Fondo Toce - Piano di gestione del sito di importanza comunitaria e della zona di protezione speciale Fondo Toce".
Per quanto riguarda Testo unificato delle proposte di deliberazione n.
420 e 421, "Disposizioni transitorie in materia di revisione del dimensionamento delle autonomie scolastiche statali - anno scolastico 2009 2010", nella riunione che è appena terminata - anzi, in realtà c'è una coda di riunione - si è concordato di effettuare un ulteriore approfondimento e di trattare il provvedimento (poi sarà domani la riunione dei Presidenti di Gruppo che deciderà su questo, anche perché alla riunione erano presenti diversi Capigruppo) martedì prossimo come primo punto all'o.d.g., subito dopo il sindacato ispettivo, per arrivare ad una definizione.
Oggettivamente, il provvedimento è da più settimane presente in Aula e viene atteso da molte realtà della nostra Regione.
Quindi, questo provvedimento è, al momento, sospeso.
Si tratta di capire se ci sono le condizioni - chiedo segnali da parte dell'Aula - di chiudere e trattare la proposta di deliberazione n. 299 relativa al Piano naturalistico della Riserva naturale del Fondo Toce. Ci sono 13 emendamenti. Oggi possiamo avere almeno l'illustrazione da parte dell'Assessore, per poi concluderla la prossima seduta di Consiglio. Non ho problemi a fare come volete voi. Sono 13 emendamenti e tutti della Giunta quindi potrebbe essere anche una cosa meno lunga del previsto. Mi sembra che ci sia l'assenso. Quindi penso che domani la Conferenza dei Capigruppo confermerà la decisione (dopo una serie di approfondimenti) di trattare come primo punto all'o.d.g., nella seduta di martedì prossimo, dopo il sindacato ispettivo, il "dimensionamento".


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di deliberazione n. 299, inerente a "Piano naturalistico della Riserva naturale speciale del Fondo Toce e Piano di gestione del sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale Fondo Toce"


PRESIDENTE

Passiamo adesso ad esaminare la proposta di deliberazione n. 299, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Prima di dare la parola all'Assessore De Ruggiero, salutiamo gli ospiti che hanno seguito con molta attenzione i nostri lavori e hanno avuto la pazienza di ascoltarci. Auguro loro una buona serata.
La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Grazie. Rubo tre minuti per presentare questo provvedimento.
Siamo nella Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, in gran parte nel Comune di Verbania e in piccola parte nei Comuni di Baveno e di Gravellona Toce. Ci troviamo in una delle zone belle e preziose della nostra regione area protetta con legge istitutiva del 1990, poi definita anche sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale. Per la verità, siamo in una zona davvero di grande interesse.
La Riserva naturale del Fondo Toce ha particolare importanza poich davvero costituisce, da una parte, un raro ecosistema e, dall'altra, anche un raro ecosistema che deve equilibrare la protezione di questa zona in particolare per fini scientifici, didattici e naturalistici, ma anche per consentire le normali attività agricole e turistiche nell'ambito dell'area del territorio di cui parliamo.
Si tratta di trovare il giusto equilibrio, perché la conservazione della natura serva al turismo e il turismo serva, in un certo senso, al godimento della natura. Il che è un punto di particolare interesse.
In Commissione abbiamo tenuto - ma d'accordo, per la verità - un po' in stand by questo Piano naturalistico semplicemente perché buona parte dei punti toccati in esso e che viene poi riversato negli emendamenti è un po' il portato finale delle discussioni che abbiamo tenuto in Commissione parlando del testo unico delle aree protette, quindi alcuni punti di caduta trovati all'interno della discussione del testo unico delle aree protette trovano qualche attenzione in questi emendamenti.
Vorrei anche ricordare ai Capigruppo che il testo unico di tutela delle protette e della biodiversità è pronto per essere portato in Aula ed è un lavoro importante, egregio e anche pesante che la Commissione ambiente ha svolto, che a mio parere merita di essere portato in Consiglio per la discussione, e certo non solo per l'affetto per il lavoro svolto.
I diversi emendamenti sono sulla parte finale, vale a dire sulla normativa, perché prima c'è tutto il quadro introduttivo. I diversi emendamenti tendono essenzialmente a non creare ambiguità sul fatto che esistono delle attività, e queste attività noi vogliamo che, con tutta la giusta attenzione, il giusto rispetto e il giusto equilibrio, trovino futuro. Sono tutto ciò che è possibile in vista del mantenimento delicato delle attività che ci sono sull'intera area e poi qualche, come dire rilettura che abbiamo fatto del testo unico per evitare qualsiasi altra ambiguità. Per esempio, quando parliamo di mezzi, bisogna specificare che le biciclette possono transitare, così come bisogna specificare altre cose come quando parliamo di fuoristrada con l'esclusione delle biciclette e quant'altro. Sono tutti emendamenti che riguardano i punti a cui siamo arrivati lavorando (davvero lavorando, in questo caso non è un eufemismo) sul testo unico delle aree protette.



PRESIDENTE

Non vi sono richieste di intervento sull'argomento.
Passiamo agli emendamenti, che sono tutti della Giunta. Assessore riesce a fare un'illustrazione unica di tutti gli emendamenti?



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente (fuori microfono)



PRESIDENTE

L'ho già fatta.



PRESIDENTE

Quindi gli emendamenti sono già stati illustrati. Passiamo alla votazione.
Ricordo che il numero legale è 28 e invito i colleghi a votare.
Emendamento rubricato n. 1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: all'articolo 2, comma 1, sostituire la lettera f) con la seguente: "f) costruire e ampliare strade se non in funzione del mantenimento delle attività esistenti presenti sul territorio e della fruibilità della Riserva;".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: all'articolo 2, comma 1, lettera g) dopo le parole "fuori strada" inserire le parole "con l'esclusione delle biciclette nei percorsi autorizzati".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: all'articolo 2, comma 1, la lettera h) è sostituita dalla seguente: "h) effettuare interventi di demolizione di edifici esistenti o di costruzione di nuovi edifici o di strutture, stabili o temporanee, che possano deteriorare le caratteristiche ambientali dei luoghi. Gli edifici e le strutture relative ad attività produttive e turistiche esistenti possono essere oggetto di adeguamenti funzionali e strutturali e di opportune riconversioni d'uso finalizzate al mantenimento delle stesse attività. Gli interventi devono essere autorizzati ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 del 'Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'art. 10 della L. 6 luglio 2002 n. 137'".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 4 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: all'articolo 3, comma 2, dopo le parole "strade esistenti" inserire le parole "e delle attività esistenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: all'articolo 3, comma 4, dopo le parole ", salvaguardando le attività economiche esistenti".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5.
Il Consiglio approva.
Il voto del Consigliere Dalmasso è da ritenersi favorevole su tutti gli emendamenti e le votazioni che sto elencando.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: all'articolo 9, comma 1, dopo le parole "alle abitazioni" aggiungere le parole "ed altri insediamenti esistenti".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: all'articolo 11, comma 1, dopo le parole "appositamente individuati" aggiungere le parole "con esclusione delle indicazioni turistiche relative ad attività interne al parco. Sono escluse dal divieto le insegne all'interno del perimetro delle attività esistenti, per le quali dovrà essere predisposta una tipologia concordata con la riserva".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: all'articolo 15, comma 1, le parole "Sono ammesse esclusivamente" sono sostituite con le parole "Sono ammessi esclusivamente pontili e".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: all'articolo 16, comma 1, dopo le parole "aree demaniali" eliminare la parola "e".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: all'articolo 26, comma 2, le parole "può essere ammesso" sono sostituire con le parole "e in quelle ove insistono attività economiche, è ammesso".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: all'articolo 30, il comma 4 è sostituito dal seguente: "4. Nelle aree a campeggio la formazione di alberature dovrà essere oggetto di un piano approvato dalla Riserva".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 13 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: dopo l'articolo 33 aggiungere il seguente articolo: "Art. 33 bis (Percorsi pedonabili e ciclabili) 1. Sul territorio della Riserva naturale speciale del Fondo Toce sono promosse iniziative pubbliche e private atte alla creazione di percorsi pedonali e ciclabili da destinarsi allo svago ed usufruibili da tutta la popolazione".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 299, il cui testo, come emendato, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 472, inerente a "Sanzioni relative alla normativa del Piano naturalistico della Riserva naturale speciale del Fondo Toce"


PRESIDENTE

Esaminiamo il disegno di legge n. 472, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Turigliatto.
Diamo per letta la relazione, il cui testo recita: "Con il presente disegno di legge si propongono all'esame del Consiglio Regionale le sanzioni relative alla normativa contenuta nel Piano naturalistico della Riserva naturale speciale del 'Fondo Toce'.
Il Piano naturalistico è uno strumento previsto dall' articolo 7 della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57 'Norme relative alla gestione del patrimonio forestale' per garantire la gestione di aree di particolare interesse ambientale e naturalistico. Lo stesso articolo prevede che sia costituito "generalmente ed ove occorra, dal rilevamento del patrimonio faunistico, botanico e forestale, dallo studio geologico, biologico ed idrobiologico dell'area e da ogni altro studio ritenuto opportuno, e contenenti direttive e normative per il mantenimento e la gestione delle caratteristiche ambientali, paesaggistiche e naturalistiche individuate'.
L'articolo 8 della succitata l.r. 57/1979 prevede che i piani naturalistici siano approvati con deliberazione del Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale e stabilisce che le previsioni e le normative contenute in tali piani hanno efficacia dalla data di esecutività della deliberazione del Consiglio regionale che li approva. Inoltre l'articolo 8 prevede che apposite sanzioni a tutela delle direttive e delle normative contenute nei piani naturalistici siano disposte con legge regionale.
La V Commissione ha esaminato il disegno di legge dopo averlo sottoposto a consultazione presso gli enti e le organizzazioni interessate.
Nel corso dell'esame particolare attenzione è stata posta nell'aggiornare i riferimenti normativi alla legislazione nazionale e regionale vigenti.
Le sanzioni definite dall'articolo 1 sono sviluppate garantendo, ove possibile ed adeguato, la massima omogeneità, integrazione e coerenza con il quadro normativo di riferimento nelle varie materie trattate, sia sotto l'aspetto tecnico, sia rispetto a quello sanzionatorio, ma anche in considerazione di quanto emerso nei processi legislativi di adeguamento in corso.
L'articolo 2 prevede che, ove possibile, per gli interventi e le opere realizzati in difformità rispetto a quanto normato dal piano naturalistico e sanzionati ai sensi dell'articolo 1, possano essere disposte, a cura del responsabile, misure di ripristino o di compensazione al fine di garantire il più possibile la ricostituzione di situazioni ambientali ed ecologiche simili alla situazione pregressa. Nel caso in cui non sia possibile ordinare la rimessa in pristino è comunque possibile stabilire un risarcimento per equivalente.
L'articolo 3 prevede che le sanzioni e i risarcimenti siano incassati sul bilancio della Provincia Verbano Cusio Ossola che li deve destinare per interventi di ripristino ovvero di miglioramento degli assetti ambientali.
L'articolo 4 introduce una norma transitoria per normare le sanzioni relative alle violazioni all'articolo 8 della normativa del piano in materia di raccolta, asportazione e detenzione di funghi, in attesa dell'entrata in vigore della legge regionale 17 dicembre 2007, n. 24 (Tutela dei funghi epigei spontanei)".
Assessore De Ruggiero, ritiene già illustrata anche la legge? La ringrazio.
C'è un solo emendamento rubricato n. 1 sull'articolo n. 4, quindi andiamo avanti con l'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Barassi, Travaglini e Turigliatto: l'articolo 4 del disegno di legge 472 è abrogato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1, sul quale l'Assessore De Ruggiero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il numero legale è 28.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato Sì 28 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame proposta di deliberazione n. 313, inerente a "Approvazione del Piano territoriale della Provincia di Vercelli ai sensi dell'articolo 7 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

Colleghi, vi chiedo ancora due minuti di attenzione, anche per premiare la pazienza e la costanza dell'Assessore Conti, che ha atteso fino adesso.
Salterei il punto n. 8) all'o.d.g., relativo al disegno di legge n. 513, su cui occorrono alcuni approfondimenti richiesti da più colleghi, e passerei a votare (sono due votazioni senza emendamenti e senza illustrazioni) due proposte di deliberazioni che attendono da tempo di essere approvate.
Esaminiamo quindi la proposta di deliberazione n. 313, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La consideriamo illustrata. Grazie, Assessore Conti.
Non ci sono richieste di intervento.
Il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 313, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame proposta di deliberazione n. 340, inerente a "Approvazione del Piano territoriale della Provincia di Cuneo ai sensi dell'articolo 7 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

Esaminiamo infine la proposta di deliberazione n. 340, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Non essendoci richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 340, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.56)



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