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Dettaglio seduta n.417 del 10/02/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 14.30 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Auddino, Boeti, Buquicchio Cattaneo, Comella, Gariglio, Larizza, Moriconi, Pizzale, Pozzi, Robotti Spinosa e Valloggia.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente alla crisi occupazionale in Piemonte


PRESIDENTE

Continuiamo il dibattito, a seguito dell'intervento della Giunta sulla crisi economica della nostra regione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente. Ritengo doveroso intervenire oggi su quest'argomento, perché è un argomento che impatta ogni giorno le famiglie del Piemonte e non solo. È un argomento con il quale, ormai, dobbiamo fare i conti costantemente, specialmente per i compiti cui siamo chiamati in quest'Aula, che a volte sono molto tristi e drammatici.
Occorre prendere atto di ciò che avviene nelle fabbriche piemontesi: le crisi ormai non si contano più, le chiusure non si contano più, non si contano più gli atti violenti - io li chiamo così - nei confronti di lavoratori che, fino a qualche giorno prima, avevano contribuito fortemente alla produzione ed al reddito dei grandi manager e che, di colpo, si trovano in mezzo ad una strada, non più utili a nessuno, se non nell'ottica di un problema da affrontare.
Crediamo che l'argomento debba essere dibattuto in quest'Aula nonostante l'assenza pomeridiana dei colleghi Consiglieri, e che sia bene esplorare le responsabilità e le colpe di un Governo.
Il mio non vuole e non deve essere un tono polemico, ma ritengo che quando si parla di questo tema, occorra guardare anche a quello che si potrebbe fare e a quello che non si è ancora fatto e che sembra non volersi fare.
Il Governo ha risposto in tanti modi, perlomeno così si dice, alla crisi: uno dei modi è stato emanare la famosa social card. Invito i colleghi Consiglieri a comporre il numero verde 800666888, per conoscere i criteri d'erogazione di questa carta (chiamarla elemosina è generoso) ed i vincoli per chi ne diventa possessore. Non tutti possono diventare possessori di questa carta; abbiamo parlato tanto della drammatica vicenda di Eluana, ma basta avere una situazione di quel tipo in famiglia, o magari percepire un assegno per accompagnamento, per non aver diritto alla social card.
Quando si fa demagogia, occorrerebbe farla con la consapevolezza di quello che si forma, come Governo, dal punto di vista legislativo, delle misure che si adottano. Quindi, tante parole per poi fare i conti con una realtà, che è questa.
Un'altra realtà, per quanto riguarda gli interventi del governo e il lavoro, è racchiusa in un articolo del Corriere della Sera dal titolo "Tafferugli all'INSE". L'INSE è una fabbrica del Milanese, dove gli operai hanno assistito ad una chiusura improvvisa e, per difendere i macchinari da una probabile delocalizzazione, hanno deciso di autogestire e occupare la fabbrica, senza fare del male a nessuno. La risposta del Governo è stata l'invio di ingenti forze di polizia che hanno tentato di "liberare" la fabbrica, con un conteggio di contusi e feriti abbastanza evidente e con una risposta sociale piuttosto lacunosa.
Questo fatto segue quello di Pomigliano del 6 febbraio, quando gli operai FIAT sono stati picchiati con brutalità dalle forze di polizia durante un blocco stradale, nel quale chiedevano attenzione e riguardo nel gestire la loro situazione di cassaintegrati, con stipendi da fame (con 600 800 euro non si va molto lontano, quando si devono fare i conti con una famiglia e con i costi quotidiani come mutuo, bollette, ecc.).
Anche qui, come risposta è stata inviata la polizia. Ci sono stati scontri piuttosto decisi che hanno visto numerosi feriti e contusi. Ancora una volta, le risposte sono state lasciate cadere.
Occorre prendere atto di cosa sta succedendo nel nostro paese e guardare anche oltre i confini della nostra regione. Certo, la situazione è critica in Piemonte; stamattina abbiamo citato l'Indesit, la Vertec di Condove e tante altre aziende. È un elenco infinito e, purtroppo, anche in VII Commissione - la Commissione lavoro - ci troviamo spesso a discutere di appelli, lettere, richieste di attenzione da parte dei lavoratori che hanno il futuro sbarrato, di colpo, in seguito a scelte dettate non solo dalla crisi.
Anche questo va detto: alcune scelte sono il frutto di una politica economica insensata; creare precariato pensando che, con redditi di 400-500 euro, si crea un'economia, per chi crede nel modello consumistico, è addirittura utopico, perché quando non si ha moneta da far circolare, anche l'economia ristagna.
Quando si trattano i lavoratori più come soggetti da colonizzare che da rendere partecipi alla gestione di un'impresa, credo che non ci si debba stupire se poi c'è un crollo delle vendite, un crollo degli acquisti, un impoverimento generale, quindi anche una crisi industriale.
Il problema, però, non sono solo i soldi che mancano. C'è un problema di trasferimenti, questo continuo a dirlo e mi collego a quanto diceva il collega Larizza: il problema c'è, esiste, molte aziende chiudono perch trovano più conveniente trasferire la loro produzione all'estero e alcuni sindacalisti indicano nell'Est il "Far Est", riprendendo il tema del Far West, prendendo in giro questo "selvaggio Est", selvaggio non naturalmente come cultura o terra - sia ben chiaro - ma come tipologia di diritti dei lavoratori, come sostegno ai lavoratori, come tutela e garanzia ai lavoratori.
Si abbatte, quindi, il costo della manodopera - e quella italiana è già tra le meno care d'Europa - e si compie la scelta scellerata di spostarsi laddove il costo è ancora più a buon mercato, addirittura dove non ci sono regole, dove si può usare il lavoratore come uno strumento, una merce così si diceva una volta - da poter "prendere o lasciare" secondo le esigenze dei nostri imprenditori, non sempre corretti, a volte molto responsabili, altre molto pirateschi.
dunque, importante prendere in considerazione anche questo fenomeno.
Non può essere Berta, in un editoriale su la Repubblica di domenica, a darci delle indicazioni. Tra l'altro, la Regione è molto attenta e di indicazioni non ne ha bisogno, perché interventi ne ha già fatti. Berta dice due cose: la prima è di aiutare la FIAT, ma con la ricerca, con gli incentivi a nuovi modelli, a modelli del futuro o del presente, ma che guardino al futuro, quindi ad una produzione che prenda atto che siamo nel 2009 e dei problemi che questo pianeta ha.
Questo lo diciamo ormai da quattro, cinque o sei anni. Ogni volta che la FIAT va in crisi e chiede aiuti al pubblico - tra l'altro, per noi FIAT è in gran parte un'azienda pubblica - per non lasciare a casa i lavoratori il ricatto è questo - e non impoverire un territorio, noi diciamo: va bene, ben vengano gli aiuti in quest'ottica - l'ottica sociale - di sostegno ai lavoratori, oltre che all'industria, ma in cambio si chieda anche di spendersi - da parte dell'azienda - in una direzione strategica che tenga conto che non si può sempre tamponare e continuare a produrre le stesse cose, magari più a buon mercato. Occorre anche prendere atto delle risorse del territorio piemontese e trasformarle in idee, in inventiva, in proposte, vincolando i contributi a queste idee, a queste proposte, a questa inventiva.
Noi, senza fare demagogia, ribadiamo che non è solo un problema della Regione, ma che è un problema nazionale, di una nazione che dovrebbe essere più attenta ai contributi che dà. Dovrebbe vincolare queste realtà - che non sono obbligate a prendere contributi - una volta presi i soldi pubblici, a mantenere l'occupazione e il lavoro su quel territorio. Non è un discorso campanilistico o nazionalistico, sia ben chiaro, ma è un discorso di legalità, perché o garantiamo uguali diritti a tutti i lavoratori nel mondo, e allora la globalizzazione è utile, oppure dobbiamo fare in modo che nessuno approfitti per lucrare meglio e ottenere più guadagni. Pertanto, anche i contributi affidati a quelle realtà devono tenere conto di questo.
Noi siamo ancora molto legati alla Thatcher, che è già superata da tempo (l'Italia arriva sempre un po' tardi sui percorsi fallimentari che altri hanno già attuato), ma in America, il Presidente Obama (non ho il mito di questa persona, non vedo in lui la soluzione a tutti i problemi, ma credo sia un buon segno di cambiamento) ha detto: "Attenzione, cari manager privati, perché nel momento in cui prendete dei contributi pubblici, i vostri stipendi non possono superare i 500.000 dollari l'anno". Questa è una cifra che potrebbe garantire a molti una vita serena, ma per i top manager non è una grande cifra. In Italia le cifre sono ben più alte: parliamo di milioni di euro l'anno. Infatti, è partito un coro di sdegno dai nostri manager su questa proposta, che è una proposta non sovietica non da soviet supremo, ma di buonsenso. Perché è anche vero che non si pu sempre solo socializzare le perdite e anche questo è un nostro vecchio slogan, concreto ed attuale, e invece far sempre solo propri gli utili.
Quindi, crediamo che di materiale su cui discutere ne abbiamo tanto dalle cooperative che spesso pagano altri ritardi o altre difficoltà che poi si abbattono sui lavoratori stessi, questo anche a causa di trasferimenti che lo Stato non sempre fa in tempi utili al nostro Ente, che poi vede a sua volta un ritardo nei pagamenti alle cooperative che lavorano nel nostro Ente.
Anche questo vuol dire tagli, vuol dire chiusure e vuol dire crisi. Gli ammortizzatori sociali sono estesi ad una piccola fetta dei lavoratori interessati da questa come da altre crisi, ma molti altri ne sono rimasti fuori.
Noi crediamo che di argomenti su cui discutere ce ne siano tanti e non basta mai il tempo che dedichiamo alla discussione e, spero, anche alle soluzioni. Crediamo anche che qualcuno in questo momento invece invochi un mercato libero e assoluto, ma crediamo che quella formula sia sbagliata e la storia lo dimostra.
Crediamo che finalmente occorra mettere mano, come enti pubblici, a questo dramma quotidiano con finanziamenti - non dico i sei miliardi della Francia, ma neanche i 300 milioni promessi tempo fa dal Governo Berlusconi e con atti che vedano anche un ritorno per il pubblico, perché crediamo che solo regalare non porti il Paese da nessuna parte, se non ad un disastro più grande di quello che già viviamo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere.



BOTTA Marco

Devo annunciare che gli interventi cui abbiamo assistito oggi testimoniamo una vera e propria rivoluzione copernicana del centrosinistra.
Qualche anno fa certe argomentazioni e certi toni sarebbero stati probabilmente unicamente usati dal centrodestra e magari dalle forze del centrodestra che un tempo si definivano più retrive. Chi qualche anno fa pensava di difendere il lavoro italiano di fronte alla rivoluzione liberal liberista e turbocapitalista veniva indicato come un retrogrado, uno che non capiva niente.
Oggi c'è una rivoluzione copernicana: tutti si scoprono difensori del lavoro italiano, tutti vogliono mettere le clausole di salvaguardia per il lavoro italiano, tutti vogliono aiutare le aziende solo se mantengono l'occupazione in Italia.
Meglio tardi che mai! Un nostro celebre slogan dice: "Eravamo pochi a chiamare Patria l'Italia, oggi siamo in molti". Potremmo utilizzare questo slogan dicendo: "Eravamo in pochi a difendere l'italianità del lavoro adesso siamo in molti". È un fatto che ci lascia soddisfatti, nel senso che quando avversari politici di origine internazionalista vengono su posizioni di difesa nazionale, questo non può che farci piacere. Significa che evidentemente, una cultura tanto avversata sta facendo presa anche su chi probabilmente tra qualche mese sarà pronto a assicurare che era stata una fase, ma che in realtà le sorti progressive sono quelle mondiali, i cui confini non esistono, dove i lavoratori sono tutti uguali.
Invece nei momenti di crisi anche questi settori della sinistra devono rendersi conto che, per mantenere un minimo di attenzione verso la realtà devono andare su teorie che non le sono proprie e di cui sono anche poco autorevoli diffusori.
In particolare, se poi queste teorie si riferiscono ad aziende abbiamo sentito parlare più volte della questione Indesit - gestite da imprenditori - mi scuserete se lo ricordo - che stanno politicamente da sempre non nel nostro campo, ma nel campo del progressismo e che evidentemente sono stati aiutati, sono stati esaltati e sono stati onorati in ogni modo proprio per una scelta di campo che oggi non viene più ricordata, dando a questi imprenditori solo la definizione di imprenditori che devono essere soggetti a certe regole, il buon gusto viene proprio meno.
Ma parliamo di crisi e devo dire che è troppo facile e troppo ingeneroso pensare che il Governo non abbia fatto tutto quello che doveva fare, che il Governo quello che ha fatto lo ha fatto male.
Non parlate di social card, non parlate voi di social card, che avete riempito i giornali con una diminuzione delle aliquote IRPEF che porta 40 euro l'anno ai cittadini piemontesi questa volta, mentre la volta scorsa 20 euro! Abbiate almeno il buon gusto di tacere, perché le vostre misure questo portano ai cittadini piemontesi. Poi tutto si può discutere, tutto si pu migliorare e tutto si può rafforzare, però bisogna avere un po' meno la faccia tosta! chiaro che su questa crisi bisogna agire, ma devo dire che non ho sentito ancora un accenno al discorso banche. Io avevo già sollecitato in precedenza la Presidente ad assumere iniziative sulla questione banche. Mi era stato detto che ci sarebbe stato un tavolo generale specifico solo con gli istituti di credito, che spero si sia svolto. Magari l'Assessore potrà darci qualche nozione, visto che su questo piccolo particolare che strangola il sistema produttivo piemontese non ci siamo molto dilungati in giornata.
Devo dire che anche su questo l'Italia non ha nulla da imparare da nessuno, perché siamo l'unico Paese che non ha messo soldi nelle banche, ma ha messo dei soldi a disposizione delle banche, chiedendo alle banche che dovessero fare uso di questi soldi per mandare a casa il proprio management; non di ridurgli lo stipendio, ma di mandarlo a casa! Dico questo tanto per essere chiari su di chi sono le responsabilità di chi non opera bene.
Ma il problema vero è quello che noi, come Regione, riusciamo a fare.
Mi auguro che l'Assessore Bairati ci dica qualcosa sulla questione banche a noi, che siamo così attenti, fa piacere che ci sia il tavolo di crisi sulle banche - e che cosa abbiamo ottenuto dal sistema bancario piemontese che, in questo momento, come probabilmente il sistema bancario nel suo complesso, si sta comportando male con le piccole e medie imprese. Non è sufficiente interessarsi delle grandi realtà industriali, perché c'è anche un tessuto artigianale, commerciale e di servizi che soffre per il rapporto con gli istituti di credito.
Gli istituti di credito - lo dico e lo ripeto - stanno attuando una politica di chiusura del credito che getta nello sconforto gli imprenditori, che assilla l'imprenditoria minore con continui richiami al rientro, all'attenzione ai pagamenti e quant'altro, che non mette nelle possibilità gli imprenditori di dare sviluppo alla propria impresa.
Ritengo che questo sia uno dei temi su cui la nostra Regione, con la nostra autorevole Presidente, si deve concentrare per ottenere dei risultati, affinché questi tavoli diano dei frutti concreti e si aprano vere possibilità di dialogo tra gli istituti di credito e i nostri imprenditori.
Un sistema non può progredire e sostenersi se non c'è un rapporto virtuoso tra banche e imprenditoria.
Questo è uno dei punti su cui, a nostro avviso, il nostro intervento e le sollecitazioni che arrivano da questo Consiglio possono trovare una loro sostanziale chiarezza e concretezza.
Un altro momento su cui dobbiamo lavorare è la questione delle infrastrutture. Caro Assessore, Confindustria oggi diceva: "Tra i quattro cinque miliardi di euro per opere infrastrutturali pronti a partire cantierabili, ma che non partono". Il Piemonte è in una condizione similare. Abbiamo lavorato per anni per la costituzione di un braccio operativo sulle infrastrutture: cosa stiamo facendo? Cosa sta facendo SCR per dare un suo contributo alla partenza delle infrastrutture in questa regione? Tutti ieri abbiamo appreso dell'inaugurazione del passante di Mestre un'opera realizzata in quattro anni, pensata dal passato Governo - quello ancora precedente all'Esecutivo Prodi - e fortunatamente inaugurata facendo un salto sul Governo che è venuto dopo. Un passante che ha risolto un nodo per tutto il Nord-Est. Cosa stiamo facendo per il Nord-Ovest? Cosa stiamo facendo, come Regione, sulle grandi opere infrastrutturali che servono al nostro Piemonte? Su questo vorremo avere notizie. È troppo facile costituire società, disfarne altre, per poi farne altre uguali, ma poi non muoversi per ottenere da queste operatività concreta.
Quello delle infrastrutture - non lo dico io che non so niente, ma gli economisti come l'Assessore lo sanno sicuramente - è uno dei settori che può far ripartire l'economia italiana, anche quella legata alla nostra regione. Su questo noi vogliamo delle risposte chiare.
Attenzione al mondo delle banche, attenzione al mondo del rapporto tra piccolo e medio imprenditore, naturalmente anche la grande imprenditoria, e il sistema bancario per non avere lo strozzamento del credito, quindi della produzione. Attenzione al sistema delle infrastrutture, l'unico grande momento che ha a disposizione fondi, che può mettere in movimento grande lavoro, che può creare quella manovra anticiclica, quella che tutti noi crediamo possa essere creata, anche con il contributo di una Regione che non sia sempre lì solo a dire cosa manca, cosa si poteva fare di più e di meglio, ma inizi a tirarsi su le maniche e pensare a se stessa, a pensare a cosa potrebbe fare per dare risposte ai cittadini piemontesi.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Alberghiero "E. Maggia" di Stresa (VC)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Alberghiero "E. Maggia" di Stresa in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Ricordo che state assistendo ad una discussione sulla situazione socio economica della nostra Regione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazione della Giunta regionale relativamente alla crisi occupazionale in Piemonte (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Il quadro che hanno tracciato questa mattina gli Assessori Migliasso e Bairati e poi la Presidente Bresso dà l'idea della gravità della crisi che investe il nostro Paese.
Non vorrei, con questo intervento, fare polemica con i colleghi che mi hanno preceduto, anche se vi confesso che, forse, le relazioni svolte dagli Assessori avrebbero richiesto uno sforzo per individuare insieme i punti sui quali è necessario, invece, svolgere un'azione nei confronti del Governo, anziché giocare a rimpiattino e sollevare questioni che, con tutto rispetto, c'entrano pochissimo con l'oggetto della discussione.
Confesso che una serie di polemiche sul bilancio regionale erano un modo per parlare d'altro; invece le questioni che oggi abbiamo di fronte mi sembrano chiarissime dal punto di vista politico.
Prima questione: esiste o non esiste una sproporzione tra la gravità della crisi che investe il Paese e le scelte fino ad ora compiute dal Governo? Questa è la prima domanda. Se esiste, discutiamone. Personalmente penso che esista, Consigliere Botta, una sproporzione. Lo ha raccontato l'Assessore Bairati dando conto della trattativa in corso con il Governo che è allarmante rispetto alla gravità della situazione! Del resto, basta scorrere i giornali di questa mattina e risulta evidente che esiste un problema tra l'Italia e il resto d'Europa; tra il fatto che i Governi europei impegnino risorse ingenti, sei miliardi la Francia, per il settore auto, e il fatto che l'Italia, che ha problemi di vincolo di bilancio (questo non lo escludo, non lo discuto, semmai parliamo anche di questo), impegna un sesto di quelle risorse! Ma questo crea o no un problema di competitività al nostro Paese? Se usciremo dalla crisi, Assessore Bairati, come usciremo? Quale sarà lo stato dell'industria dell'automobile francese rispetto a quella italiana? Negare questo mi sembra negare l'evidenza dei fatti, Consigliere Botta.
Converrebbe fare un discorso di onestà intellettuale e prendere atto che esiste un divario enorme da questo punto di vista.
La Regione fa una politica di rilancio e di bilancio con la quale contenere gli effetti della crisi e introdurre elementi di sviluppo. Non devo essere io a ricordare ai colleghi ciò che prevede il bilancio della Regione: investimenti per alcune centinaia di milioni di euro, ripeto alcune centinaia di milioni di euro. Abbiamo rifinanziato il sistema dei Confidi, o mi sbaglio? Abbiamo creato il fondo di controgaranzia Consigliere Botta, per allentare la stretta creditizia che riguarda le piccole imprese. Questo ha fatto la Regione: ha creato, in questi giorni il fondo di controgaranzia, centinaia di investimenti o finanziamenti nell'ordine di un miliardo di euro. Non stiamo discutendo di aria fritta! Abbiamo deciso una politica di sostegno al reddito: 20 milioni di euro 30 milioni di euro. Il bilancio regionale, per quanto importante, è piccola cosa rispetto alle dimensioni della crisi che investe il nostro Paese. In questa vicenda, Consiglieri della maggioranza, l'assente - lo dico non per ragioni di polemica ma con rammarico, perché sono preoccupato delle conseguenze che questo avrà sulla crisi del Paese - è il Governo nazionale.
Il Presidente del Consiglio ogni tanto s'inventa 40 miliardi d'investimento è il gioco dei bussolotti - ma poi non troviamo otto miliardi di euro per finanziare la cassa integrazione. È vero o non è vero? Come possiamo, da una parte, andare in televisione e sui giornali, inventarci investimenti per 40 miliardi di euro, tutti da dimostrare, e poi trascinare una trattativa con le Regioni per mesi perché non si trovano otto miliardi per fronteggiare l'emergenza delle precedenti politiche passive? Questo è il punto della situazione.
Non ci sono i soldi? Non lo avrei detto in un'altra epoca: trovateli i soldi! Quando avete voluto, li avete trovati. Noi abbiamo deciso in questo Paese, non lo faccio per ragioni di polemiche, di impegnare quattro miliardi del bilancio statale per abolire l'ICI. Mi sbaglio? Gente come noi l'ICI poteva anche pagarsela, cari colleghi della maggioranza e della minoranza. Abbiamo eliminato l'ICI: quattro miliardi.
Posso continuare. Cinquecento milioni a Catania, colleghi della Lega, e 500 a Roma. Tre miliardi e mezzo per Alitalia, fa otto miliardi: i soldi per la cassa integrazione sono qui. Potevate trovarli in questo modo otto miliardi per la mobilità lunga e la cassa integrazione. Non mi dite che non era possibile trovare i soldi. Non c'è stata la volontà politica di trovarli.
Ciò detto, prendo atto del fatto che, invece, questa è un'emergenza che le risorse vanno trovate. Non vanno trovate utilizzando quelle del Fondo Sociale Europeo. Il paradosso, Assessore Bairati, qual è? Noi dovremmo, con la cassa integrazione, garantire gli ammortizzatori sociali e avere le risorse del Fondo Sociale Europeo per avviare quelle politiche che devono riqualificare i lavoratori, che dovrebbero trovare un lavoro diverso da quello che facevano prima. È chiaro che se utilizzo quelle risorse per la cassa integrazione, non avrò risorse per fare politiche attive del lavoro, che sono la precondizione per uscire dalla crisi se io, nel frattempo, tento di fare una politica di innovazione e di rilancio dell'economia.
Il Governo ha adottato una serie di provvedimenti per quanto riguarda i settori in crisi. Posso domandare per quale ragione si è scelto di escludere un settore strategico come il tessile e il sistema della moda? Perché? Qual è la ratio? Non lo sta chiedendo un vecchio bolscevico, lo chiedono gli industriali biellesi.
Sulla base di quale ragionamento il Governo spende un milione di euro per finanziare, giustamente dico, l'automobile e non il settore settile che è un pezzo importante dell'industria del nostro Paese? Anche qui, mi sembra che esista una contraddizione evidente dal punto di vista della politica di questo Governo. Mi sembra di capire che qui, pur essendo noi Consiglieri regionali di un Piemonte in cui il settore tessile è importante, anziché dire al Governo che, forse, una correzione di rotta deve essere imposta, c'è qualcosa che non va. Sembra di capire che quest'operazione venga completamente dimenticata.
Ricordo ai colleghi della maggioranza che parliamo di un sistema per lo più di piccole e medie imprese, quelle piccole e medie imprese che, un giorno sì e l'altro anche, voi dichiarate di voler rappresentare.
del tutto evidente, invece, che qui siamo in presenza di una scelta di politica del Governo e di politica economica, che, in qualche modo, non fa i conti con l'esigenza di adottare misure di sostegno per i settori produttivi che oggi rappresentano tanta parte dell'industria italiana e dell'occupazione del nostro paese.
Colleghi, francamente, avrei voluto che noi, oggi, avessimo compiuto uno sforzo per individuare insieme, anche sulla base della relazione onesta svolta dal collega Bairati, i punti sui quali questa Regione ha titolo per chiedere al Governo alcune scelte.
Penso si sia persa un'occasione, perché in questo Consiglio regionale tutte le volte che si affronta una questione, c'è la tendenza a schierarsi a prescindere.
Discutiamo se le scelte operate dalla Regione sono adeguate, ma intanto alcune le ha fatte, le ho ricordate; possono essere giudicate insufficienti, ma le ha fatte! Qui, oggi, il tema all'o.d.g. è un altro: in quale misura noi ci poniamo di fronte alla politica del Governo, conveniamo o no su tre esigenze? Innanzitutto, che vi sia con le Regioni una trattativa seria altro che federalismo! Come si fa a parlare di federalismo, spendere fiumi di inchiostro per parlare di federalismo se, poi, nei fatti l'atteggiamento del Governo verso le Regioni che discutono di ammortizzatori sociali è vessatorio? Come si fa a parlare di federalismo? Qual è la coerenza tra questo e l'atteggiamento del Governo? In secondo luogo, occorre reperire adesso le risorse per garantire una politica passiva (ammortizzatori sociali e mobilità lunga), perché la crisi incombe adesso, la cassa integrazione va pagata adesso! Inoltre, è strategico il nodo delle politiche di sviluppo, perché da questa crisi usciremo tutti trasformati. Penso alla mia realtà, il Biellese, a come sarà diversa tra due o tre anni! Per determinare uno sbocco piuttosto che un altro sono determinanti le politiche con le quali noi oggi interveniamo per impedire che la crisi crei il deserto dal punto di vista industriale. Allora la sfida riguarda la qualità e l'innovazione, i settori nuovi sui quali dobbiamo puntare.
Francamente, quando assisto a certe discussioni - non qui, naturalmente in televisione, tra qualche Ministro, avverto che questa sproporzione della quale parlavo all'inizio è un dato preoccupante.
Forse, siamo uno dei pochi paesi in cui questa percezione della crisi non si avverte e se non si avverte, siccome la crisi richiede risposte immediate e concrete, il pericolo è che si determini una situazione di non ritorno, che avrà effetti devastanti sull'industria italiana e sull'occupazione.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Liceo classico "L. Lagrangia" di Vercelli


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti del Liceo classico "L. Lagrangia" di Vercelli, in visita a Palazzo Lascaris.
State assistendo ad un dibattito sulla situazione socio-economica della nostra regione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla crisi occupazionale in Piemonte (seguito)


PRESIDENTE

Riprendendo il dibattito, ha chiesto la parola il Consigliere Vignale ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Proverò a svolgere una riflessione partendo dai ragionamenti che il centrodestra e il nostro Gruppo consiliare hanno provato a svolgere dal mese di ottobre 2008, cioè nel momento in cui la crisi economica era ormai manifesta e quando, prima ancora che iniziasse in Commissione l'iter di discussione del bilancio (salvo la presentazione in I Commissione) chiedemmo di attuare una modifica sostanziale al bilancio regionale.
Non ripercorro tutte le tappe, cioè la richiesta di stanziamento di alcune centinaia di milioni - 500 erano i milioni che avevamo individuato come necessari - che il centrodestra fece relativamente a politiche di sostegno alle imprese e alle fasce sociali più deboli della popolazione.
Credo vada dato atto ai nostri Gruppi consiliari che, relativamente al bilancio e alla legge finanziaria, abbiamo cercato di mantenere una discussione improntata sulla responsabilità e sulla sobrietà.
Evidentemente, ognuno ha portato avanti le proprie tesi in merito alla discussione sul bilancio e anche alle filosofie che dovevano sottendere alla scrittura del bilancio, come è legittimo che accada nelle Commissioni e in Aula. Non soltanto abbiamo acconsentito che il bilancio venisse approvato prima della fine dell'anno, ma credo che anche nella discussione tra maggioranza e opposizione si sia mantenuto un confronto dialettico assolutamente sobrio.
Vedete, vi è una situazione un po' anomala - non so se sia una fortuna o una sfortuna; certamente, per quanto ci riguarda, una fortuna - perch abbiamo vissuto tre differenti stagioni di governo - una fortuna perch significa che la seconda stagione, quella del Governo di centrosinistra, è stata per la nazione e anche per questa regione molto breve - e abbiamo potuto osservare il comportamento dei Gruppi consiliari del centrosinistra all'interno di quest'Assemblea nel momento in cui governava ancora il Governo Berlusconi, nei due anni in cui ha governato il Governo Prodi e nel momento in cui è tornato a reggere il paese un Governo di centrodestra.
Allora, le posizioni sono state profondamente diverse. Se una Regione vuole rivendicare, nei confronti del Governo, trasferimenti economici, un sostegno, un confronto e quant'altro, lo deve fare sempre, non solo quando la compagine di Governo è amica e smettere quando la compagine di Governo è nemica. In due anni di governo, certamente non eravamo di fronte ad una crisi economica come questa, altrettanto certamente non ci trovavamo di fronte ad un momento florido, ma non ricordo ordini del giorno, interventi dei colleghi di maggioranza o quant'altro che avessero inteso significare richieste economiche forti.
Qualche collega ricorderà che il Governo Prodi stanziò tre miliardi di euro per "sanare" la sanità della Regione Lazio, retta in quel momento come oggi, dal Governatore Marrazzo. Non ricordo che qualcuno si sia alzato scandalizzato per dire che era un errore, come è stato, trasferire quelle risorse, così come lo è stato per la Città di Catania; diverso è per la Città di Roma, ma non ne faccio una questione politica o di parte.
Credo che uno Stato normale non possa permettersi il dissesto economico della città capitale, che ha una possibilità di investimento economico di otto milioni di euro per l'anno a venire e un passivo di 500 milioni di euro a bilancio.
Ritengo sia stato un errore il trasferimento economico avvenuto nella Città di Catania, per sopperire, invece, ad una cattiva gestione. Credo altresì che il federalismo fiscale, se dovutamente attuato - lo vedremo non è dato saperlo né a noi né ai colleghi di maggioranza - riuscirà anche ad evitare queste situazioni.
Penso occorra guardare casa nostra, cioè le necessità e gli interventi che la Regione Piemonte deve attuare in termini di politiche attive, ma anche di politiche passive, per il lavoro.
Vi sono le risorse sufficienti per soddisfare le richieste del mondo dell'impresa e delle classi sociali più deboli? No, e questo è dimostrabile prendendo il bilancio e imputando per singola voce le disponibilità economiche. Oppure, se si chiede uno sforzo straordinario allo Stato per far fronte alla crisi, ricordo che quest'Aula deve discutere - non so quando, mi auguro a breve - un collegato alla legge finanziaria; nulla vieta che quel collegato alla legge finanziaria sia incentrato su un sostegno alle politiche attive e passive del lavoro.



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Poi andiamo come dei treni! Non è vietato. Quindi, certamente, attendiamo che il collegato che si sta scrivendo parola per parola, un giorno arriverà in Commissione e sarà certamente incentrato su quelle che sono le necessità che la nostra Regione ha di fronte. Se così non sarà, saranno parole al vento.
Ciascuno di noi, dopo aver trascorso tanti anni all'interno degli Enti locali, ha imparato ad usare le parole; se vogliamo fare una dialettica sterile, finalizzata cioè a combattere gli avversari politici della parte avversa, siamo capaci tutti. Tuttavia, appare un po' anomalo il fatto che si richiedano interventi economici straordinari nei confronti del Governo nazionale e non ci sia la stessa sensibilità economica e politica per quelli che sono gli interventi a livello regionale. Almeno in questa sede legiferiamo, votiamo i bilanci, le leggi finanziarie, individuiamo quelle che sono le misure prevalenti per attuare una politica attiva e passiva rispetto alle politiche del lavoro.
A nostro avviso, abbiamo perso un'occasione e lo abbiamo ripetuto in più circostanze. Ma quand'anche non fosse così (noi riteniamo di sì) e credessimo che sia opportuno fare uno sforzo straordinario, cerchiamo almeno di guardare in casa nostra. È legittimo fare le richieste, rammento però, alcuni passaggi: il centrosinistra presenta un ordine del giorno quindici giorni fa in cui richiede un intervento relativo al settore manifatturiero legato all'automotive (non al resto, ma solo all'automotive). Quest'intervento da parte del Governo c'è stato.
Concordo con il collega Ronzani sul fatto che l'insieme delle misure a sostegno delle imprese manifatturiere sia un ottimo pacchetto, perché ha tenuto in considerazione gran parte del comparto manifatturiero italiano.
Ha tuttavia una pecca, che è quella legata al tessile, che investe in particolare la nostra Regione (e qualche altra). Queste è un aspetto che può e deve anche essere valutato, ma a livello regionale.
Il collega Ronzani - perché era in quest'Aula - ricorderà che la precedente Giunta regionale intervenne anche in modo importante nei confronti del settore tessile. Non è vietato farlo anche da parte di questa Giunta! Se questa Giunta si sostituisse al Governo nazionale e investisse in modo consistente rispetto ad un settore che ritiene sia stato dimenticato gli elettori lo terrebbero in considerazioni, così come gli imprenditori.
Ma ad oggi mi sembra che non vi siano misure straordinarie nei confronti di questo settore; non c'erano nel bilancio che abbiamo appena approvato e non mi sembra che ad oggi siano in cantiere rispetto ai documenti che conosciamo, ma, ovviamente, non possiamo essere nella testa degli Assessori! Questo riguarda un aspetto di carattere generale, ma si riferisce, come ricordava il collega Botta, anche ad aspetti relativi alle opere infrastrutturali; riguarda alcuni importanti investimenti che io ogni volta richiamo e che ricorderò ogniqualvolta siederemo in questi banchi (quindi fino al 2010) relativamente a TNE. Noi abbiamo fatto un grande investimento che sembrava fosse la soluzione del problema della produzione dell'automotive, e non soltanto di FIAT, con una legge a sostegno della filiera produttiva dell'automotive (non è questo il titolo esatto, ma il significato è quello). Ad oggi abbiamo risorse investite e finalizzate di cui ha beneficiato un soggetto; a cascata, non solo ovviamente per quell'intervento, il miglioramento di FIAT è andato a creare benefici economici a tutte le imprese dell'indotto.
Ma oggi lì siamo; e la nostra conoscenza, anche formale, rispetto agli adempimenti di legge relativi a quell'intervento non dico che sia sconosciuta, ma certamente non è stato quel volano che tutti annunciavano e che avevano, in qualche modo, significato.
Un'ultima considerazione rispetto alle risorse del Fondo Sociale Europeo: certamente una buona politica interviene rispetto alle politiche passive e crea strumenti rispetto alle politiche attive che non si limitano solo alla formazione professionale, ma in cui la stessa riveste un ruolo preponderante.
Vogliamo un giorno - lo dico perché i criteri sono passati - fare un ragionamento con cui inseriamo delle priorità sulla formazione professionale affinché non sia avvantaggiato chi da più anni lavora con la Regione Piemonte, ma chi impiega davvero le persone che hanno partecipato ai corsi che la Regione ha promosso? Mi sembrerebbe un modo utile per utilizzare quei 600 milioni.
Certo viene da sorridere, perché se oggi verificassimo quella che è la modalità di spesa per la formazione, potremmo dire che se riducessimo i soldi della metà, moltissimi non se ne accorgerebbero neanche. Se ne accorgerebbero alcuni, lo ricordava bene il collega Lepri la volta scorsa ovvero coloro i quali formano all'interno delle imprese e che, ovviamente hanno un legittimo posto di lavoro. Non so, tra i formati, quanti si accorgerebbero di quella diminuzione economica.



(Commenti dell'Assessore Bairati)



VIGNALE Gian Luca

Sì, la Giunta. Ma lei sa, Assessore Bairati, che è un organo collegiale: non siete singoli individui che fanno ciò che credono con le disposizioni che il bilancio regionale dà alla Giunta.
Questi sarebbero indicatori positivi che riconosceremmo anche dai banchi dell'opposizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Avrei evitato volentieri di intervenire, ma quando sento dei colleghi che amano lodarsi e, ahimè, imbrodarsi, non posso farne a meno. Mi riferisco, in particolare, agli interventi di due Consiglieri che ho giudicato molto divertenti. Uno è del collega Ronzani, che lamenta i 500 milioni per Roma e i 140 per Catania, come se, quando lui stesso era a Roma con Governi di centrosinistra, quei Governo non avessero stanziato fondi straordinari per il Sud.
Devo ricordarle, collega, almeno quattordici o quindici anni fa, i 700 miliardi di lire (che corrispondono almeno a 500 milioni di euro di oggi) stanziati per il progetto "Roma capitale"? Li avete votati voi, quindi attenzione, collega! Non si può dire che oggi, stanziando soldi per Roma, è uno scandalo quando ieri i Governi di centrosinistra ne stanziavano di più e per più volte e scandalo non era: almeno stiamo zitti! Ma veniamo al collega Bossuto, che si lamenta della social card: il Governo Prodi non solo non ha istituito una social card, ma ha eliminato pure i 1.000 euro previsti dal Governo Berlusconi per ogni nuovo nato! Collega Bossuto, capisco che forse chi ti vota non è così povero e non ha bisogno di quei soldi, però, ahimè, nell'elettorato della Lega Nord ci sono persone che sono felici di poter aver la social card e sarebbero altrettanto felici di poter continuare a ricevere un "bonus bebè".
Probabilmente, nel tuo partito questi problemi non ci sono, ma nel mio sì e in altri pure.
Dopodiché, parliamo e diciamo ciò che vogliamo, ma anziché sentire solo ed esclusivamente critiche dai colleghi del centrosinistra nei confronti del Governo di centrodestra, vorrei ascoltare ciò che il Governo Prodi invece, ha fatto per l'impresa - ma attenzione! - prima della grande crisi mondiale.
Perché due anni fa non c'era la crisi che c'è oggi a livello mondiale e a livello nazionale. Ma, ahimè, il Governo Prodi, che governava con il centrosinistra, in quel periodo, nonostante non ci fosse la crisi che c'è oggi, non ha fatto assolutamente nulla per l'impresa. Anzi, per l'impresa del Nord qualcosa ha fatto, e vi dico anche che cosa: avete mai sentito parlare di "Sviluppo Italia", nato da quella che era una volta la "Cassa del mezzogiorno"? "Sviluppo Italia" stanziava dei soldi - il 70% al Sud e un misero 30 al Nord - per finanziarie l'imprenditoria nuova. Per intenderci, bisognava essere disoccupati, avere voglia di rimboccarsi le maniche, pensare di aprire un negozio, una piccola impresa o un'attività (bar, ristorante o quant'altro), presentare domanda tramite un apposito modulo e arrivavano dei soldi (una parte a fondo perduto, una parte con finanziamento a bassissimo tasso di interesse), con un impegno minimo a resistere per cinque anni, altrimenti sarebbero stati chiesti indietro i fondi così concessi.
Hanno anche aperto, come "Sviluppo Italia", una buona struttura su Torino; struttura che, quando il Governo Prodi è andato al governo, ha snellito e svuotato: da tre funzionari ne è rimasto uno. Non solo. Quel miserrimo 30% di disponibilità è diventato un 10%. Così avete portato una disponibilità del 10% al Nord e del 90% al Sud. Questo avete fatto, come Governo Prodi! E noi dovremmo ringraziarvi per la vostra grande attività e dovremmo sentire voi che dite che il Governo Berlusconi sta facendo poco per l'impresa? Allora ditemi voi quanto sta facendo Eurofidi? Lo sapete che Eurofidi dovrebbe intervenire per aiutare le piccole e medie imprese in crisi che, ad esempio, non riescono a pagare le tredicesime, non riescono ad arrivare a fine mese e hanno problemi di liquidità? Lo sapete quanto ci mette, mediamente, una pratica in Eurofidi per essere sbrigata? Eurofidi attenzione! - è, di fatto, totalmente in mano alla maggioranza, è in mano a Finpiemonte, è un pezzo della finanziaria della Regione. Ci mette un anno! Vi rendete conto che un'impresa che è in ginocchio, che ha bisogno di soldi per pagare gli stipendi e ha bisogno di soldi da restituire per le rate alla banca, se aspetta un anno fa in tempo a chiudere? Questo lo state gestendo voi, cari amici! In Finpiemonte i vertici sono nominati dalla maggioranza che governa la Regione. I Presidenti e i Direttori sono nominati dalla vostra maggioranza, sono nominati dalla Presidente Bresso. Come mai, allora, ci mettete tanto tempo così? Come mai Finpiemonte, quando deve intervenire, è peggio che un elefante? Come mai i progetti e le proposte per lo sviluppo rurale, pur approvati, arrivano a metterci quasi due anni e, in alcuni casi - ne abbiamo già parlato quattro anni, perché la liquidità arrivi in mano all'agricoltore? Quattro anni! Nel frattempo, aspettando i vostri soldi, qualcuno avrà già fatto quattro raccolti. Questo funziona, secondo voi? Guardatevi in casa, prima di insultare gli altri! Non sarei voluto intervenire, perché a me dispiace fare polemica su questi argomenti. Ho proposto e lanciato alla Presidente Bresso il famoso Tavolo sulla crisi che finalmente sta partendo. Avete detto: "Uno della minoranza pu partecipare". Vi abbiamo risposto: "Arrangiatevi". Certo, uno della minoranza può partecipare, ma arrangiatevi! Arrangiatevi! Però, dateci delle risposte. Non metteteci un anno a dare i fondi ad un'impresa che affonda, perché non serve a niente: non la salvate più! Ad esempio, lo sapete che la vostra coalizione di maggioranza, quando si è presentata alle elezioni regionali, ha sottoscritto un documento - capofila Nichi Vendola governatore della Puglia - che chiedeva un impegno a quello che sarebbe poi diventato il Governo Prodi. Lo avete fatto proprio quando c'era quella campagna elettorale per portare Prodi al Governo - che ci è andato chiedendo di liberalizzare a livello mondiale la circolazione di persone e merci! Voi avete sottoscritto, come coalizione di centrosinistra, prima che Prodi andasse al Governo, la richiesta a Prodi che, se avesse vinto avrebbe dovuto liberalizzare il movimento di uomini e merci a livello mondiale. Ciò significava che nessun nostro cittadino avrebbe più trovato un posto di lavoro, che nessuna nostra impresa sarebbe stata competitiva.
Per fortuna, nei disastri che ha fatto il Governo Prodi, questa proposta non è stata recepita. Per fortuna! Ma voi l'avete fatta. La vostra Presidente, insieme a Nichi Vendola e ad altri governatori del centrosinistra, l'ha sottoscritta. Vogliamo ricordare cosa avevate proposto? Questo è quello che arriva dalla vostra gestione politica di questa Regione! Dovreste vergognarvi ad accusare l'attuale Governo: guardatevi in casa! Si è rivolta a me un'impresa, tra le poche che riesce a sopravvivere con 60 dipendenti; l'impresa produce cavi per aziende automobilistiche e si trovava (stiamo parlando di un anno e mezzo fa) troppo "stretta" dov'era.
Mi ha chiesto: "È possibile che in Regione non ci sia alcuno strumento per potersi trasferire a due Comuni di distanza, a 12-13 chilometri di distanza, dove ci sono dei capannoni dismessi da un'azienda che ha chiuso e quindi potersi allargare?" Non c'era niente. Questa azienda, per fortuna era solida; per stare ad aspettare anni l'ok ad un finanziamento, ha chiuso; si è spostata a spese sue; si è sistemata il capannone e ha continuato a lavorare, salvando le 60 persone più l'indotto. Grazie a voi? No! Grazie a loro, che erano solidi. Se quell'impresa non fosse stata solida, o lo fosse stata così, così, sarebbe andata a casa, lei con i suoi dipendenti.
Questo ve lo può confermare l'Assessore Peveraro, cui avevo chiesto se era possibile per un'azienda solida trasferirsi di 12-13 chilometri rimanendo nella stessa Provincia, in capannoni dismessi e abbandonati. Non è stato possibile, non ha avuto diritto a niente. Questa Regione gli ha dato diritto a niente. Oppure, avrebbe dovuto aspettare tempi biblici per avere qualcosa. Quindi, questa è un'altra risposta che dà la vostra maggioranza, il vostro governo regionale alla crisi della nostra Regione e del nostro Paese.
Lo ripeto ulteriormente: se si vuole fare qualcosa di buono, smettiamo di far polemiche. Io ho parlato, dopo aver sentito le polemiche vostre contro il nostro Governo. Ma di proposte vostre non ne ho sentite. Allora vi devo rispondere nello stesso modo in cui voi avete attaccato: ricordandovi quello che non avete fatto quando eravate al Governo; quello che pretendevate facesse il Governo quando governava Prodi e che, per fortuna, almeno in quel caso, non ha fatto; e quello che non state facendo o state facendo male, adesso, come Giunta regionale.
Vi invito ad andare a chiedere alle imprese che si sono rivolte agli organismi della Regione, al braccio finanziario di Finpiemonte 1, 2 e 45 partecipanti a seguire, come si sono trovate. Vogliamo andare a "bere il bottiglione" di SITO? Vogliamo andare a vedere le consulenze di SITO? Vogliamo andare a vedere lo stipendio del direttore di SITO? Vogliamo a vedere le dismissioni delle quote pubbliche e private a SITO? Vogliamo andare a vedere la cessione dei capannoni? Bene: ve lo dico subito! Deposito immediatamente una richiesta di audizione e cominciamo da SITO.
Analizziamo cosa sta succedendo a SITO e i costi che ha SITO sulla pubblica amministrazione, che dovrebbe dare tanto lavoro a SITO. Cominciamo da quello e facciamo una bella audizione in commissione, così ne parliamo, con nomi e cognomi che in Aula non si possono fare, e vediamo come lavorate a SITO. Poi andremo a prenderli uno per uno: andiamo dal CIM e da tutte le altre. Vediamo come lavorate, come gestite, come aiutate le imprese in Piemonte!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Stamattina abbiamo sentito e commentato alcuni interventi, fra cui quello di Rocco Larizza che, da antico sindacalista, prendeva ciò che di buono il Governo dava e chiedeva probabilmente - come si fa - anche di più ma non gettava via quello che il Governo del nostro Paese ha approvato in questi giorni.
Credo che bisogna stare con i piedi per terra e dire che le misure assunte dal Governo sono proporzionate alle possibilità che il nostro Paese ha. Il nostro è il Paese con il più alto deficit in tutta Europa destinato, fra l'altro, a salire anche nel 2009. In questi giorni, l'Unione Europea ha tirato le orecchie all'Italia e alla Grecia, dicendo: "Attenti siete quelli peggio messi sotto tutti i punti di vista". Eppure, di questo noi spesso non teniamo conto nei discorsi che facciamo, quasi che questo deficit si fosse creato soltanto negli ultimi giorni e non fosse, invece il frutto di anni in cui tanti hanno responsabilità, tanti hanno governato.
Probabilmente è il frutto di un sistema politico e amministrativo che fa sì che l'Italia sia un Paese molto assistenziale nel rapporto fra governo amministrati, governo-privati, governo- enti pubblici.
Siamo un Paese che è considerato un paese clientelare. È per questo che si fa fatica a fare dei cambiamenti, sotto tanti punti di vista, cioè a mettere in campo politiche efficaci e innovative. Il discorso che hanno fatto prima alcuni colleghi sul sanare i debiti di alcuni Comuni che sono in difficoltà rientra in un modo di fare, per cui, di tanto in tanto, c'è qualcuno che sana. C'è un metodo di amministrare che, evidentemente, è figlio di un passato non certamente recente, ma che nessuno osa cambiare.
Credo che se non teniamo conto di queste cose, i discorsi che facciamo oggi sono fini a se stessi, sono forieri del gioco delle parti. Voi la pensate in un modo, noi in un altro; poi cambierà il Governo e ridiremo le stesse cose, ovviamente, cambiando di sedia. La difesa del Governo che c'è viene fatta, ovviamente, dai partiti e dai Gruppi che a livello nazionale ne fanno parte.
La situazione internazionale è quella che è: non è una situazione soltanto a livello regionale o nazionale, ma è una situazione a livello internazionale. I problemi sono complessi e l'Italia è il paese più esposto, perché ha una struttura economica più debole. Che la crisi ci sia ce ne accorgiamo anche noi che viviamo in provincia, dove fino a qualche anno fa la parola "cassa integrazione" era veramente straordinaria; invece nell'ultimo semestre del 2008, in Provincia di Cuneo, è aumentata del 65 rispetto all'anno precedente. Questo testimonia che la crisi c'è anche in quelle zone dove la struttura economica era più forte, basata su fondamenta solide, sotto tutti i punti di vista, anche quelli del settore finanziario dell'accesso al credito, e sappiamo che durerà per tutto il 2009 e che probabilmente peggiorerà, facendo aumentare il numero dei cassaintegrati delle aziende e delle famiglie in difficoltà.
Però è anche vero che il nostro paese, per scelte fatte non soltanto da chi amministra oggi la Regione, il Governo o i Comuni, è un paese che risponde meglio di altri, anche nei confronti di chi è in difficoltà.
Mi è capitato pochi giorni fa di incontrare una famiglia di persone anziane che chiedevano aiuto, come spesso capita anche a molti di voi.
Ebbene, facendo l'elenco delle possibilità di usufruire di vantaggi presso l'Amministrazione comunale, risulta un sistema che comunque funziona.
Una famiglia in difficoltà ha già un contributo sulla locazione, se non ha una casa di proprietà. Una famiglia in difficoltà, soprattutto se formata da persone anziane, ha uno sconto notevolissimo sulla tassa smaltimento rifiuti. Una famiglia in difficoltà può chiedere contributi per persone in stato di bisogno, oppure utilizzare la filiera che esiste dei consorzi socio-assistenziali. Una famiglia in difficoltà o persone in difficoltà, anche se sole, non pagano il ticket, hanno delle esenzioni. Nel corso degli anni, tante cose che sono state fatte dalle amministrazioni comunali e regionali.
Credo che ci piangiamo addosso un po' troppo spesso, proprio perch abbiamo questa mania che la difesa del Governo nazionale, oppure l'opposizione del Governo nazionale, debba rappresentare il faro nella nostra azione politica. Questo è fondamentalmente sbagliato.
Come è sbagliato, mi consenta, Assessore Bairati, anche l'atteggiamento della Giunta regionale del Piemonte, che non fa sistema con il Governo nazionale, che forse è fra quelle che si distingue per un'opposizione a prescindere nei confronti del Governo nazionale. Questo, secondo me, fa male.
Lo abbiamo sentito anche in alcuni interventi di alcuni colleghi della maggioranza che hanno tirato fuori oggi la crisi del tessile, collega Ronzani, o dell'Alitalia. Ma il tessile è in crisi da dieci anni, non soltanto nella zona di Biella, ma anche nella zona di Alba, dove, di fatto ormai è stato delocalizzato tutto e questa crisi non è il frutto della situazione economica mondiale: se vogliamo, è peggiorata ma ormai esiste da dieci o quindici anni.
Sulla questione Alitalia adesso basta, però.
Ricordiamo che, nel 2007, la prima gara di vendita ai privati di Alitalia è fallita, per ammissione di coloro che vi parteciparono, per i troppi paletti che imposti dal bando del Ministro Padoa-Schioppa. Ve lo ricordate il primo bando? Fallì, nessuno partecipò, perché i paletti erano difficili da superare.
Perché? Il Governo Prodi aveva dovuto inserire nel bando questioni di carattere contrattuale e sindacale, chiaramente imposte dalle sigle sindacali (che erano tante e non erano soltanto quelle di CGIL, CISL e UIL ma di tutto il sistema sindacale che sta attorno al sistema della compagnia) e sappiamo le difficoltà che ci sono state.
Quindi, evidentemente, è successo qualcosa: quella gara è andata deserta, poi si è aperta una trattativa privata, alla quale alcuni hanno partecipato e poi, alla fine, si è arrivati (circa un anno fa) alla crisi del Governo, alla crisi della maggioranza in coincidenza con la questione dell'Alitalia.
Quindi ricordiamoci che quella vicenda, anzitutto, è stata gestita male dal Governo Prodi. Poi, quando le vicende arrivano in campagna elettorale ognuno si assume le proprie responsabilità, ma ai diktat della CGIL e anche all'azione di Berlusconi Prodi e il suo Governo erano liberi di dire "no".
Cosa che non ha fatto approvando un ulteriore prestito-ponte di 300 milioni, che adesso l'Alitalia (quella vecchia, la cosiddetta "bad company") è costretta a restituire.
Poi, siamo arrivati nel momento peggiore della crisi economica del nostro Paese a dire - tutti - che per risalire la china bisogna incentivare le infrastrutture, gli investimenti nei lavori pubblici. Ci siamo arrivati dopo che Governo Prodi ha decretato la chiusura di moltissimi cantieri (perché erano stati dati in appalto senza la legge obiettivo), arrivando anche alla revoca di gara, e basta ricordare il tratto di Alta Velocità proprio sulla Milano-Torino; evidentemente, ci sono anche delle responsabilità.
Quindi dico che la Regione dovrebbe farsi carico in modo propositivo e positivo del rapporto con il Governo e non venire qua, mi consenta Assessore, ogni volta, a piangere e spostare la responsabilità unicamente al Governo nazionale.
Abbiamo perso molti mesi a discutere della fine della nostra Agenzia regionale per le strade e la costituzione di un nuovo organismo, come è stato ricordato prima, che avrebbe dovuto essere il volano di tanti investimenti. Abbiamo perso quanto di buono è stato fatto prima e non abbiamo, secondo me, avviato nulla di buono per il futuro. Basterebbe un'azione della Regione Piemonte sulle infrastrutture, sui nodi della viabilità, sugli accordi di programma che avete spostato nei pagamenti 2009/2010, perché il debito della Regione impedisce di intervenire in tempo, ma basterebbero anche questi interventi, assai banali, assai semplici, per dare un contributo all'economia piemontese.
Credo che poi, Assessore, la scelta di erigere questo totem dell'innovazione e della ricerca, seppure comprensibile, abbia dato assolutamente pochi frutti. Li darà tra qualche anno: intanto, quei soldi oggi non producono nulla, non producono posti, non producono occupazione non producono lavoro e neanche reddito.
Questa è la verità: dobbiamo tenerne conto. Sarebbe interessante un giorno sapere, effettivamente, che risultato è stato ottenuto dopo aver investito sull'innovazione e sulla ricerca anche nell'ambito del sistema universitario piemontese che, solo pochi giorni fa, il Presidente dell'Unione Industriale di Torino ha criticato per le sedi distaccate, per le spese che sono raddoppiate, per la ricerca a tutti i costi dell'Università.
Credo che questi sono i temi su cui varrebbe la pena di discutere e su cui invito la Giunta a ragionare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pace.



PACE Massimo

Anch'io non volevo intervenire, però, al di là delle parole discriminanti, vorrei semplicemente portare tre piccolissimi esempi che denotano, secondo me, la mancanza di responsabilità di fronte a questa situazione.
In un anno, in Piemonte, nel 2008, siamo arrivati al 499% della cassa integrazione rispetto al 2007; se è vero che in Piemonte siamo passati dal 12 al 22% del peso della cassa integrazione straordinaria (che mediamente è l'anticamera dei licenziamenti). Non riesco comunque a capire perché questo Governo, quando si è insediato, ha fatto alcune piccole "cosette": anzitutto, ha eliminato il limite dei 36 mesi ai contratti a termine e ditemi se non l'ha fatto. Voglio saperlo. Voglio capire. Questo ha significato che tante persone, che potevano essere confermate a tempo indeterminato e che, successivamente, potevano godere di ammortizzatori sociali e non perdere la titolarità del posto di lavoro, non hanno potuto avere questa opportunità, in questo periodo.
Inoltre, l'altra scelta "incredibile" è l'aver eliminato la cosiddetta vergogna dei "licenziamenti in bianco": sappiamo che quando si è assunti si firma una lettera di licenziamento in bianco che, a seconda delle situazioni, viene tirata fuori.
Anche questo ha messo in cattive condizioni tanti lavoratori, tante persone come noi, che non mi importa nulla che cosa votano! Voteranno grazie a Dio, spero ancora per tanti anni, liberamente, come meglio credono. Ma si può continuare a non vedere questi piccoli fatti, queste piccole cose, che però cambiano la vita di tantissime persone? Basta semplicemente andare a vedere che cosa è successo tra ottobre novembre e dicembre del 2008 e confrontare i dati delle iscrizioni al collocamento obbligatorio del 2007 e vedete che sostanzialmente sono cresciute alcune categorie, ma i contratti a termine e i contratti di lavoro interinali non sono confermati.
Queste cose ce le siamo già dette tante volte da dicembre ad oggi quindi mi sembrerebbe davvero serio uscire da un clima di contrapposizione e provare a misurarci a partire dai problemi che vivono i nostri concittadini, i nostri amici e le persone che noi conosciamo. Proviamo insieme a fare, una volta tanto - uso un termine un po' forte - una lobby positiva nei confronti del nostro Governo, che ci aiuti a reagire in questa valle di lacrime. Perché accanto ai casi sociali che già conoscevamo, e ci siamo detti anche questo, sta nascendo una nuova frontiera che è quella delle persone che diventano vulnerabili, delle famiglie che diventano vulnerabili, delle famiglie che vedono dimezzare i loro redditi.
Ci siamo anche detti che a dicembre c'era una situazione un po' drogata dalle tredicesime, ma abbiamo appena iniziato, siamo solo a febbraio e purtroppo - mi dispiace dirlo - quello che sta succedendo è veramente incredibile.
Non so se siamo capaci, se siamo attrezzati per rispondere a queste nuove emergenze, che non sono disagio sociale inteso nella maniera in cui si è sempre inteso, ma sono una debolezza della nostra società.
O ragioniamo così, con serenità e con serietà, partendo dalle situazioni concrete, oppure credo che non arriveremo da nessuna parte.
La cassa integrazione è la possibilità di non perdere il posto di lavoro, mettiamola così. Non risolve neanche il problema del reddito, viste le cifre che oggi eroga la cassa integrazione, ma intanto non si perde la titolarità del posto di lavoro. Inoltre insieme, così come si sta cercando di fare, proviamo a concretizzare, guardando avanti, l'aiuto al sistema delle nostre imprese, perché se non c'è impresa, non c'è lavoro.
questo il nodo, è questa la chiave di volta del nostro impegno.
Quindi, da un lato l'impegno di farlo insieme, dall'altro l'aiuto al sistema delle imprese, perché si rinnovino e continuino a mantenere e a far sviluppare e crescere i posti di lavoro. Perché questo ci chiede la gente non aria fritta e non - scusatemi la battuta - elemosine.
Grazie, signor Presidente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente, sarò brevissima.
Davvero senza spirito polemico, ma per precisare alcune questioni che stamattina e ancora oggi pomeriggio, hanno percorso la nostra discussione.
Ho sentito delle espressioni molto belle, che condivido: stamani dal Presidente Burzi "fare il proprio dovere"; oggi pomeriggio dal Consigliere Guida "fare sistema".
Io sono d'accordo. Fare sistema vuole anche dire però, Consigliere Guida - come si dice nel gergo politico, parlamentare e istituzionale avere con gli Enti locali, quindi con il sistema delle Regioni, delle Province e dei Comuni, da parte dello Stato e del Governo, quei rapporti di stretta e leale collaborazione che devono essere praticati sempre perseguiti sempre, e non soltanto quando la casa brucia e si chiamano le Regioni a sedersi al tavolo e si chiede loro di utilizzare - io credo in modo improprio fino a che l'Unione Europea non ci dirà che potremo legittimamente utilizzarli per fini diversi da quelli che sono stabiliti i fondi del FSE per finanziare gli ammortizzatori sociali: dalle indennità di disoccupazione ordinaria, dalle indennità di disoccupazione con requisiti ridotti, dalle indennità di mobilità, dal sostegno al reddito di chi aveva un contratto e se l'è visto revocare e non ha più reddito, fino alla cassa integrazione straordinaria e a quella in deroga. Perché di questo stiamo parlando, di questo stanno parlando i gruppi tecnici, ed è su questa materia che non si trova l'accordo a livello nazionale, non perch le Regioni siano egoiste e non vogliano fare la loro parte o perché abbiano un atteggiamento pregiudizialmente contrario al Governo.
Su quella discussione si confrontano le opinioni di tutte le Regioni, e voi sapete bene quanto me, se non di più, che al tavolo siedono Regioni di centrodestra e di centrosinistra, ciascuna con gravi preoccupazioni e gravi problemi da risolvere, ma che si dichiarano tuttavia disponibili ad un accordo sull'utilizzo di una parte dei fondi, se l'Unione Europea dà il suo via, e a patto di sapere quello che diceva la Presidente stamattina, cioè se quei circa cinque miliardi, che si dice siano in disponibilità del Governo, vengono fatti emergere, e se ci si dice da quali capitoli nascono.
La sottoscritta, che di solito non parla delle cose che non sa, di questa questione un pochino ne mastica, se non altro per dovere d'ufficio.
La sottoscritta sa una cosa sola: quanto a disponibilità del Governo a mettere fondi sugli ammortizzatori sociali complessivamente intesi - quelli che ho elencato prima e anche qualcuno di più, come il reddito minimo garantito - ci sono soltanto 600 milioni stanziati nella legge finanziaria per il 2009, destinati agli esclusivi ammortizzatori sociali in deroga cioè quelli che vengono distribuiti ogni anno in misura diversa alle Regioni per poter fare gli accordi a livello regionale tra le parti sociali e la Regione medesima, siglati poi in sede governativa per finanziare quei settori, dall'artigianato alle imprese sotto i 15 dipendenti, che non sono cassaintegrabili.
Questi sono certi, su questi noi abbiamo chiesto l'anticipo di 25 milioni e ci è stato negato.
Come si dice in gergo, ecco un "nanetto". Oggi pomeriggio ho ricevuto una deliziosa lettera che altri colleghi di altre Regioni hanno ricevuto come me, in cui si autorizzano le Regioni. È una lettera del Ministro del Lavoro che non ha mai risposto alla lettera in cui chiedevamo l'anticipo di 25 milioni e non chiedevamo l'elemosina, ma il rispetto di un diritto sancito dal comma 9 bis dell'articolo 19 della legge n. 2.
Dicevo, abbiamo ricevuto una deliziosa lettera, in cui benevolmente il Ministero del Lavoro ci comunica, attraverso la firma di un suo dirigente che le Regioni che hanno un avanzo dei soldi stanziati gli anni precedenti per la cassa integrazione in deroga possono utilizzarlo per quest'anno.
Grazie, siamo molto felici di tutto questo. Siamo molto felici che molte Regioni, a differenza della nostra, che è la Regione più in crisi di tutte, abbiano avuto degli avanzi e sia loro concesso, benevolmente, di utilizzarli per sostenere lavoratrici e lavoratori nelle loro regioni.
Peccato che il Sottosegretario Viespoli - che non è della mia parte politica, ma della vostra - abbia sentito il dovere, più di un mese fa, su sollecitazione delle Regioni e anche a seguito di un incontro che ho avuto personalmente con lui, di chiedere il permesso al Ministro Sacconi di dare il via libera ad anticipi di almeno cinque milioni a ciascuna Regione che ne avesse bisogno! Credete che il Ministro Sacconi abbia risposto al suo Sottosegretario? Manco per niente! Non hanno risposto.
Ci si dice: "Fate il vostro dovere". Vorrei rivolgere un'altra domanda a chi ha detto questa cosa: gli ammortizzatori sociali, il sistema di protezione sociale, è un problema delle Regioni o è una stretta competenza dello Stato nazionale, così come è di competenza di tutti gli Stati nazionali che se ne dotano, secondo le diversità della loro economia e della loro condizione sociale? È di competenza del Governo.
Prima di chiedere alle Regioni di fare il loro dovere sulla questione degli ammortizzatori sociali, il Governo faccia il suo. Le Regioni saranno ben disponibili - noi lo stiamo facendo - a fare la loro parte, mettendoci anche i "cip" necessari, se sarà possibile.
Il bilancio che anche voi avete contribuito - e vi ringrazio - a far approvare entro i tempi utili, potrà essere utilizzato in via sussidiaria rispetto alle garanzie che il Governo nazionale deve dare sugli ammortizzatori sociali. Questo non lo sappiamo ancora e siamo già a metà febbraio. Voi sapete che prima che si facciano i decreti attuativi, che si appongano le firme sui decreti interministeriali, che siano vagliati dalla Corte dei Conti e che vengano in possesso delle INPS regionali, passano mesi e intanto la crisi si aggrava e le persone non sanno come fare. Se a queste persone va bene, ci sono le aziende che anticipano, ma se va male, i Comuni, quelli che anticipano la cassa integrazione quando l'INPS ha già emesso i decreti, non lo possono fare perché i Comuni anticipano solo se l'INPS ha già emanato i decreti, perché poi hanno un titolo certo sul quale rivendicare la restituzione dei soldi anticipati.
Oggi il Direttore del mio Assessorato è andato a Roma per discutere con un Direttore ministeriale degli ammortizzatori sociali, proprio della questione della cassa integrazione, segnalando il caso del Piemonte, come era nostro dovere. Mi ha riferito alcune cose che sono a dir poco preoccupanti, mettiamola così.
Se la situazione non si sblocca entro pochi giorni, penso che dovremo mettere in atto pressioni e sollecitazioni di altra natura, non per minacciare nessuno, ma per proteggere la nostra gente, per proteggere le nostre imprese, le nostre lavoratrici e i nostri lavoratori che non possono andare avanti in questa condizione.
Questo era quello che mi sentivo, molto responsabilmente, di dire. Non ci si può imputare di non avere fatto il nostro dovere. Abbiamo accettato doverosamente tutte le sollecitazioni che da questo Consiglio regionale unitariamente, ci sono pervenute. Abbiamo fatto pressioni sul Governo, lo stiamo facendo tutti i giorni, sulla Bertone, sul decreto, che non è ancora stato emanato, sulla cassa integrazione e quant'altro, ma non abbiamo ricevuto un minimo di risposta.
Fare sistema, caro Consigliere Guida, vuole anche dire che quando una Presidente, certo, di una "misera" Regione come il Piemonte, scrive al Ministro Sacconi significandogli la situazione e chiedendogli gli anticipi della cassa integrazione per "traghettare" i primi mesi, si aspetta perlomeno una risposta. Anche un no, ma una risposta. Fare sistema vuole anche dire essere educati.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bairati per una replica.



BAIRATI Andrea, Assessore all'industria

Grazie, Presidente.
Sono stato interrogato da più Consiglieri su alcune questioni delicate su cui vale la pena dare qualche cenno di risposta, soprattutto tenendo conto del fatto che domani riprende il confronto con il Governo, dal quale ci auguriamo di ottenere alcune delle risposte cui faceva cenno l'Assessore Migliasso.
La prima delle risposte è una risposta molto semplice. Cioè capire poi discuteremo se questa deve essere una responsabilità e una competenza che passa dallo Stato centrale alle Regioni, ma non è questo l'argomento in discussione, come ricordava l'Assessore Migliasso - se le risorse che bisogna trovare per finanziare il sistema dell'ammortizzazione sociale sono politiche di responsabilità del Governo.
Il Governo ha chiesto aiuto alle Regioni per affrontare insieme questo problema molto delicato che assume rilievo e dimensioni molto importanti in questo momento. Le Regioni hanno dato la loro piena disponibilità a farlo ma oggi dobbiamo innanzi tutto darci una risposta molto semplice: se quelle risorse che sono a carico dell'amministrazione centrale e del bilancio dello Stato ci sono, questa collaborazione ha qualche livello di possibilità di successo. Se quelle risorse non ci sono, ci ritroveremo martedì prossimo affrontando un altro ragionamento e un altro ordine di discorso su come trovare i soldi per tamponare una situazione socialmente molto seria.
La prima domanda cui deve rispondere il Governo, senza nessun livello di polemica, è se quei cinque miliardi e 600 milioni di euro che il Governo mette sul piatto della questione hanno una reale consistenza o meno.
Seconda questione. Diversi Consiglieri hanno fatto interventi sugli incentivi, ma se siamo seri dobbiamo fare un ragionamento che ha una valenza: essere responsabili e tenere conto delle serie preoccupazioni di finanza pubblica che ha il Ministro Tremonti, altrimenti stiamo parlando di cose che non hanno valore; quindi capire se la dimensione degli incentivi alla domanda messi in campo è commisurata alla possibilità di spesa e di indebitamento che il nostro Paese ha. Ovviamente è una leva più modesta rispetto a quella francese e tedesca, perché il problema del debito pubblico francese e tedesco ha una consistenza diversa.
Detto ciò, trattasi di incentivi alla domanda, quindi di incentivi, di risorse messe nelle tasche del cittadino, che è indotto a consumare da questa stimolo. Non si tratta di misure più tipicamente di politica industriale, di carattere negoziale, che sono trattate - direttamente o indirettamente per via bancaria, come fa Sarkozy - con il sistema delle imprese e su cui, peraltro, tutti noi abbiamo ascoltato ieri riserve più o meno marcate (per esempio, piuttosto puntuali, ma severe da parte tedesca).
Misure dirette che certamente hanno un forte valore simbolico, e se si tradurranno in misure reali di finanza pubblica avranno anche un valore materiale molto robusto, purché non siano una forma di protezionismo mascherato.
Questo dibattito non lo abbiamo ancora fatto per una ragione molto semplice, perché per ora abbiamo varato una misura di incentivi alla domanda che ha quelle dimensioni, ma dobbiamo essere seri nel valutarla così. È una misura limitata a certi settori ma che, in qualche modo costituisce una misura di politica industriale, di sviluppo per il sistema manifatturiero nazionale, o di parte del sistema manifatturiero nazionale come invece si configurano in altri Paesi. Quando queste misure ci saranno le discuteremo.
Terzo, e poi concludo, invitando a tornare sull'argomento, perché è tutt'altro che chiuso.
Per quanto riguarda il credito - mi rivolgo all'assente Consigliere Botta, ma relata refero - noi ieri abbiamo assicurato - lo diceva il Consigliere Ronzani - un miliardo e 300 milioni di credito per le PMI questo è fatto. Al tavolo annunciato, convocato e costituito dalla Presidente abbiamo negoziato con il sistema delle banche i vincoli, le misure e i tassi bancari sul fondo di riassicurazione.
Mi auguro - sono certo che avverrà - che, come dicevo questa mattina il Governo adotti una misura analoga alla nostra, che ancora è in attesa di regolamentazione - se mi permettete, c'è ancora qualche elemento di conflittualità all'interno del Consiglio dei Ministri su chi dovrà gestire la misura, ma di questo parleremo un'altra vota - così avremo un duplice strumento, che sarà una misura virtuosa di assicurazione del credito appoggiato su fondi regionali e su fondi nazionali. Questo dovrebbe consentire di completare quella misura ponte che tutti noi abbiamo considerato essenziale, la prima misura da prendere, che è il mantenimento del circolante in favore del tessuto delle piccole imprese. Però, oggi, è di primaria importanza - l'ho detto nella mia introduzione, lo ripeto adesso - sciogliere il nodo degli ammortizzatori sociali, non è soltanto una misura di politica sociale; se questa misura non verrà assunta rischiamo slittino via intere parti di filiera del nostro sistema manifatturiero.
Quindi, domani riprende il confronto e non ho motivo di dubitare che una parte delle risposte ci saranno. Secondo me, alcune misure sono tecnicamente difficili da costruire, però il discorso tecnico verrà dopo.
Il Governo deve sciogliere questo punto essenziale, se rispetto alla propria competenza ci sono le risorse per coprire due terzi della manovra allora le Regioni si comporteranno responsabilmente.
assente il Consigliere Cavallera al quale dico che, ovviamente potremmo discutere a lungo sulla ripartizione dei fondi strutturali europei secondo la cosiddetta regola aurea 85-15, 85 al Sud e 15 al Nord, ma oggi non entro in questo ordine di ragionamento, perché ci porterebbe molto lontano. È evidente che il riparto lo faremo secondo le quote parte che ci siamo dati sulle risorse, non esiste altra regola. In questo caso, dal punto di vista delle ore di cassa integrazione, noi rappresentiamo, se mi consentite l'espressione, un po' il Mezzogiorno, perché siamo la punta estrema di domanda. Quindi, come avviene in tutte le situazioni più difficili, che, tendenzialmente, sono più beneficiarie che tributarie, il riparto andrà fatto sui riparti storici che abbiamo sempre utilizzato nella distribuzione delle risorse.
Ripeto - non entro nel merito della questione Catania, o dell'ICI, o di CAI, nella cassa integrazione lunga, che è sempre stata presa dallo stesso cespite, anche quello è un discorso che faremo - che, come sono state trovate risorse per emergenze nazionali, che il paese ha riconosciuto come tali - qui non si tratta di responsabilità, perché le abbiamo anche noi su alcune emergenze nazionali - trattandosi di un'emergenza nazionale, domani nel confronto che noi svolgeremo come capofila della delegazione delle Regioni, quei cinque miliardi e 600 milioni di euro dovranno trovare copertura.
In caso contrario, si aprirebbe uno scenario rispetto al quale personalmente, in questo momento, sinceramente, non saprei trovare risposta alternativa dal punto di vista del fabbisogno di cui necessita non solo il Piemonte, ma l'intero paese, per coprire un problema estremamente serio.
Quindi, l'invito è di tornare a discutere, credo la prossima settimana dopo le comunicazioni che domani, alle ore 10, il Governo svolgerà nella Conferenza delle Regioni.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi, immagino sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Sulle comunicazioni. Ogni volta che la Giunta parla, il Consiglio commenta. Se, poi, la Giunta parla, il Consiglio commenta. Se, poi, la Giunta parla, noi non abbiamo alcuna fretta particolare, altrimenti intervengo sull'ordine dei lavori, se lei preferisce, non ho particolari esigenze di forma.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie.
Stabilito che non so se tutti abbiano seguito - io sì, con molta attenzione - si fa per dire, il dibattito odierno, prendo atto del tentativo attuato di comune accordo con il collega Cavallera, dopo un'ampia e tempestosissima riunione di Gruppo, in cui falchi e colombe si sono confrontati con estrema durezza - come d'altronde è classico di un partito dalle lunghe tradizioni e abitudini alla dialettica, come il nostro - dove però, con fatica, è emersa la posizione delle colombe, che richiamandosi al senso di responsabilità, pur con le critiche interne, ha portato all'approvazione del bilancio il 23 dicembre. In questo modo, si è consentito - si fa per dire - a questa Giunta e - si fa per dire - a questa maggioranza di fare la prima figura - si fa per dire - decorosa della legislatura.
Questa mattina, dopo altre discussioni, perché alcuni sostenevano che "questi non capiscono, questi rimandato tutto su Roma, questo non è un Governo, questa è una componente di minoranza di alcune delle componenti di minoranza del PD, questi fanno solo politica", mentre altri dicevano: "No chiamiamoci al senso di responsabilità, il Piemonte non va bene dimentichiamo il senso della parte e proponiamo delle cose che abbiano un senso", abbiamo tentato.
Chiedo scusa ai colleghi, abbiamo fatto due errori. Il primo, facile lo devo al collega Dalmasso: la battaglia di Curtatone e Montanara è stata combattuta il 29 maggio e non l'11 febbraio, per il resto quanto detto sull'argomento rimane valido.
Per quanto riguarda il secondo, prendo atto che questo Governo non se ne fa nulla dei 19,5 miliardi che ha nel suo - si fa per dire - bilancio perché aspetta Roma, allora delle due l'una. O la Presidente Bresso l'Assessore Migliasso, l'Assessore Bairati - metterei anche l'Assessore Peveraro, perché fintanto che sta a Roma qualche buco in meno lo fa - si incatenano a Roma - e io vengo a guardare, sacrificandomi - in attesa che Sacconi dia le risposte e il Governo replichi, di modo che, almeno, il Piemonte per un po' eviti i danni, ove ciò non capiti, e temo non capiti da adesso in poi noi facciamo opposizione.



(Commenti in aula)



BURZI Angelo

No... Sì! Così l'Assessore Bairati si diverte a capire le sue simpatiche leggi due, scritte da noi e firmate da lui - che fine faranno.
Sull'Assessore Migliasso non ho niente da dire, è persino peggio dell'Assessore Peveraro per quanto riguarda le risorse produttive e già a noi sembrava un dramma. Aspettiamo con calma che...



(Commenti dell'Assessore Migliasso)



BURZI Angelo

Sto parlando io, Assessore, lei ascolti.



PRESIDENTE

Per cortesia!



BURZI Angelo

Lei qui è ospite, perché fa parte della Giunta.



(Commenti dell'Assessore Migliasso)



BURZI Angelo

Legga il Regolamento, se non lo conosce.



PRESIDENTE

Per cortesia, Assessore, lasci terminare l'intervento.



BURZI Angelo

Anche senza fretta, dopo quattro anni, avrebbe dovuto imparare qualcosa dal Regolamento.
Adesso, con calma, con moderazione, si fa per dire, non me ne vogliano i colleghi - Giuliano Manolino - non saremo affatto moderati, adesso vi facciamo vedere cosa vuol dire fare opposizione! Buon lavoro, colleghi!


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla proposta del Consigliere Cavallaro di considerare collegati alle comunicazioni della Giunta regionale sulla crisi occupazionale in Piemonte l'ordine del giorno n. 1173 dei Consiglieri Deambrogio, Moriconi, Clement, Bossuto, Barassi Dalmasso, Comella, Travaglini, Motta, Ferraris, Turigliatto, Boeti Auddino, Chieppa, Muliere e Cattaneo, inerente a "Medici e immigrati", e l'ordine del giorno n. 1178 dei Consiglieri Cavallaro, Dalmasso, Comella Deambrogio, Reschigna, Rutallo, Travaglini, Bizjak, Rabino, Barassi Bellion e Bossuto, inerente a "Disegno di legge 733"


PRESIDENTE

Possiamo procedere.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori il Consigliere Cavallaro; ne ha facoltà.



CAVALLARO Sergio

Grazie, Presidente.
Volevo soltanto proporre nella discussione l'aggregazione di un ordine del giorno già presentato questa mattina dal Consigliere Deambrogio, avente ad oggetto "Medici e immigrati" e un altro ordine del giorno che ho presentato io sempre sullo stesso argomento.
Grazie.



PRESIDENTE

Collega Cavallaro, va da sé che quando porremo in votazione l'ordine del giorno "Medici e immigrati" iscritto all'o.d.g. dell'odierna seduta sarà allegato, come sempre da prassi, e posto successivamente in votazione anche il suo ordine del giorno.
Saranno dunque posti in votazione in sequenza.
Prima di procedere con l'esame della proposta di legge n. 568 "Abrogazione dell'articolo 29 della legge regionale 23 maggio 2008, n. 12 (Legge finanziaria per l'anno 2008)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
comunico che sono state presentate 11 richieste di iscrizione nuovi punti all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Avanzerei una proposta ai colleghi. Chiederei, se fosse possibile, di sospendere per cinque minuti la seduta - non credo che occorra più tempo per trovare, su questo provvedimento, una soluzione che ad oggi non siamo ancora riusciti a trovare (non che sia semplice, ma almeno ci proviamo).
Altrimenti, dovremmo ricominciare con il cabaret di rito, insomma.



PRESIDENTE

stata avanzata una proposta di metodo, in merito alla quale ha chiesto di intervenire la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Intervengo semplicemente per accettare l'invito del Consigliere Vignale, per verificare se sussistono le possibilità per giungere ad una definizione e ad un accordo su questa problematica. Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.46 riprende alle ore 18.28)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Non vorrei essere smentito dai fatti, ma penso che la Conferenza dei Capigruppo abbia individuato delle modalità con cui rendere possibile una ripresa fruttuosa dei nostri lavori.
Proporrei, dunque, di passare all'esame del punto 4) all'o.d.g.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Tutela dagli inquinamenti idrici

Esame proposta di legge n. 568, inerente a "Abrogazione dell'articolo 29 della legge regionale 23 maggio 2008, n. 12 (Legge finanziaria per l'anno 2008)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame della proposta di legge n. 568, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ricordo che nella seduta pomeridiana del 19 gennaio avevamo iniziato l'esame del provvedimento in oggetto con la relazione del collega Travaglini e la discussione generale.
Procedendo con l'esame dell'articolato, in merito all'articolo 1 era stata annunciata la presentazione di un emendamento da parte del Consigliere Vignale, che era stato posto in votazione. Tale votazione non era risultata valida per mancanza del numero legale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ritiro sia quell'emendamento sia tutti gli altri presentati.



VIGNALE Gian Luca

ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 46) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Ruggiero: all'articolo 1, comma 1, le parole "presente legge" sono sostituite dalle parole "legge stessa".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento della Giunta regionale.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 46.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione nominale sull'articolo 2.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato Sì 31 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Procediamo con le dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il voto sulla legge, così come sugli articoli che abbiamo votato, sarà negativo per una serie di considerazioni che abbiamo già fatto in sede di discussione e di discussione generale sulla presentazione delle varie inversioni all'o.d.g.
Anche perché riteniamo che sia una modalità di concepire lo sviluppo ambientale territorialmente parziale.
Noi abbiamo fatto una scelta con l'introduzione dei vincoli del PTA su due aste fluviali, perché su queste vi erano state o studi o pressioni da parte di alcune comunità locali. Non ci siamo, ovviamente, preoccupati di pensare o di fare una valutazione sul resto delle comunità locali interessate dalle aste idrografiche piemontesi. Chiunque conosce la realtà del nostro Piemonte comprende che sia un po' anomalo, pur tenendo conto del pregio che sicuramente ha la Val Sesia, e anche se pur in maniera minore non fosse altro per l'orografia alpina che manca alle sue spalle, la Valchiusella, pensare che vi siano molte altre valli (Val Po, Valli di Lanzo ecc.) che non debbano beneficiare di uno strumento che consenta uno sviluppo ambientalmente sostenibile e, inevitabilmente, una valutazione di carattere parziale.
Noi crediamo che siano stati inseriti degli strumenti di vincolo e di impossibilità nell'analizzare alcuni interventi all'interno di queste valli, senza che alle spalle, in realtà, vi sia una politica di sviluppo montano, armonica, all'interno della Giunta regionale.
Vi sono alcuni Assessori che su questo hanno una certa sensibilità e certamente ce l'ha l'Assessore alla montagna. Ve ne sono altri che, in qualche modo, non esplicano quelle che sono le funzioni di potenzialità delle aree montane in un lavoro collegiale di Giunta. La montagna, ancorch vi sia un Assessorato che per delega viene assegnato ad un singolo Assessore, inevitabilmente è una delega interasessorile. Noi crediamo che questo sia avvenuto molto poco. Si introducono dei vincoli che potrebbero essere utili se vi fosse questa politica alle spalle; non essendoci crediamo che rischi di penalizzare fortemente alcune realtà montane.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione dell'intero testo del disegno di legge. La votazione avverrà mediante appello nominale Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato Sì 32 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame proposta di deliberazione n. 380, inerente a "Modificazioni del Piano regionale di tutela delle acque approvato con deliberazione n. 117-10731 del 13 marzo 2007 del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 380, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Comunico che è stato presentato alla proposta di deliberazione un emendamento a firma della Giunta regionale a firma dell'Assessore De Ruggiero.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore De Ruggiero: al punto 1 sono soppresse le parole da "11.6 a Dora Baltea e"; la seconda linea è sostituita dalla seguente: "di dare atto che la scheda applicativa dello lettera d) articolo 23 relativa alla Dora Baltea è abrogata e verrà sostituita con successivo atto da adottarsi entro 20 giorni dall'applicazione della presente deliberazione. Non trova quindi applicazione quanto previsto dall'articolo 23, commi 2, 3 e 4 in relazione alla Dora Baltea fino all'adozione del nuovo atto".
La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore alle risorse idriche



PRESIDENTE

Un solo piccolo accenno sul fatto che, sulla base degli studi che abbiamo individuato nelle zone ad alta attenzione, per così dire, è ovvio che è un percorso in progress. In questo momento, sono definiti due tratti di torrenti e di fiumi importanti del nostro territorio. Noi ci auguriamo di poter presentare al Consiglio Regionale altre modifiche.
Vorrei anche ricordare che non c'è dubbio che la tutela del fiume Sesia provenga da studi effettuati in passato. Invece quella del torrente Chiusella, in particolare, proviene una nota dell'Istituto di ricerca delle acque del febbraio 2007, e anche proprio per questo è stato oggetto, quasi in tempo reale, in Commissione, di inserimento e quindi, in tempo reale, si è proceduto ad individuare anche una parte dell'area del torrente Chiusella come zona ad elevata protezione.
Del resto, però, lo dicono i numeri, le caratteristiche dei punti di prelievo che sono condotti regolarmente sulle due assi fluviali di cui stiamo parlando che variano, infatti, regolarmente tra il buono e l'elevato. Purtroppo, essere di un'integrità elevata è merce rara in regione Piemonte.
L'emendamento che si propone (come da accordo nella Conferenza e nella riunione precedenti), sostanzialmente, dice che siamo in grado di reintrodurre già ora la stessa scheda che avevamo presentato relativamente alla Valsesia (vale a dire modificando soltanto un elemento), dicendo che sono possibili analisi degli interventi previsti dal progetto di valenza strategica, ma riconosciuti tali d'intesa dalla Regione, dalla Provincia e dalla Comunità montana (sostanzialmente, dalla Giunta e dalla Comunità).
Mentre, invece, abbiamo trovato un accordo che vede, entro 30 giorni (cioè entro poco tempo), anzi entro 20 giorni, come è previsto nel dispositivo finale relativamente alla Valchiusella, riconoscendo che appare necessario un approfondimento con le popolazioni, con il Sindaco (che in particolare ha presentato un progetto di derivazione idroelettrica, che sarebbe evitato, ovviamente, da questo piano di tutela) e questo è possibile con un approfondimento successivo assieme alle comunità locali.
In buona sostanza, l'emendamento propone di approvare oggi la monografia che riguarda l'area 16-Alto Sesia, con l'impegno di approvare entro 20 giorni una modifica anche per la Dora Baltea.
Quindi, non approviamo una monografia specifica in questo momento per la Dora Baltea. Ovviamente, nell'abrogazione precedente, la Dora Baltea rimane tra le zone ad elevato valore ambientale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine per dichiarazione di voto.



GIOVINE Michele

Intervengo, per mettere un po' d'ordine dal punto di vista procedurale.
Ho avuto piacere di partecipare alla riunione dell'ARPA, che alla fine, ha permesso che fosse sbloccata questa situazione che si stava trascinando un po' e, finalmente, si arrivasse ad una decisione da parte del Consiglio Regionale in merito a questa importante questione, soprattutto, per alcune comunità piemontesi, in altre parole la questione relativa al Piano territoriale delle acque.
Presidente, vorrei fare presente che è una situazione nata un po' farraginosa: precedentemente, si è modificata una deliberazione con una legge. Con la legge abbiamo rimodificato una legge, che per quanto si tratti della legge finanziaria, è sempre una legge. Adesso andiamo a ri modificare un'altra deliberazione e abbiamo trovato un accordo politico importante. Chiedo, semplicemente, dal punto di vista grafico, se era possibile - lo dico per la prossima volta, adesso va bene così - averlo stampato in modo chiaro.
Perché, è già stato complesso spiegarlo adesso ai miei colleghi: già è difficoltoso leggerlo nella sua forma organica quando sarà definita completamente, quindi immagino la difficoltà di comprensione anche da parte di molti colleghi che oggi devono votarlo. Non solo, diventa anche utile la massima chiarezza possibile, anzitutto perché questo diventerà un documento assolutamente importante, soprattutto per le comunità che ci vivono in queste due vallate.
Credo che la chiarezza sia determinante anche dal punto di vista della forma grafica con cui presentiamo gli emendamenti che andiamo a votare.
Abbiamo dei computer, abbiamo delle stampanti: qui ci sono anche delle cancellazioni, ci sono dei rimandi, eccetera.
Non voglio rimproverare nessuno, anzi so che l'Ufficio ha fatto un lavoro straordinario e non so se questo emendamento l'ha scritto fisicamente l'Assessore: ci sarebbero voluti 30 secondi in più, un minuto in più per scriverlo e stamparlo, per avere una visione il più chiara possibile di quello che andiamo a votare.



PRESIDENTE

Consigliere Giovine, ha ragione.
Ritengo sia già stato un errore procedere modificando un atto amministrativo attraverso un atto legislativo, sovvertendo, quindi, un corretto uso delle fonti del diritto. D'ora in avanti speriamo non capitino più casi di questo tipo. Nel momento in cui si dovranno modificare atti amministrativi si procederà attraverso le regole ordinare e, soprattutto non attraverso modifiche introdotte in legge finanziaria, specie con emendamenti posti all'attenzione dell'Aula, che poi sono di difficile lettura da parte dei colleghi.
Quindi spero che si riesca, anche attraverso un'istruttoria e un'analisi rigorosa, a porre all'attenzione del Consiglio in modo chiaro l'atto che si sta compiendo, prima che sia compiuto, per poter compiere una scelta politica legittima, però è chiaro che crea i problemi di coordinamento e di comprensione cui lei correttamente faceva riferimento.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Chiederei all'Assessore un chiarimento: come cambia la scheda 11.3 Monografia di area A1.16 Alto Sesia, con questo emendamento nel caso in cui passasse o non passasse? Perché proprio non l'ho capito e, tra l'altro quando cambierebbe?



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Barassi per dichiarazione di voto.



BARASSI Paola

Intervengo semplicemente per annunciare che i nostri Gruppi voteranno l'emendamento presentato dall'Assessore De Ruggiero, anche se non ci convince al 100%, perché avremmo preferito che in questa seduta venisse votata e deliberata anche la scheda monografica legata al bacino della Dora Baltea, per quanto riguarda la parte del torrente Chiusella a monte del Comune di Vibracco.
Comunque, voteremo questo emendamento perché nella Conferenza dei Capigruppo c'è stato un accordo condiviso che ha permesso di sbloccare l'ostruzionismo che stava andando avanti da giorni rispetto sia al progetto di legge sia alla proposta di deliberazione.
Questo ci sembra comunque un atto importante che ci permette di affermare, da una parte, un principio, che è quello di identificare le due aree come aree ad elevata protezione, così come veniva già stabilito dal PTA e da tutti gli studi allegati al PTA (è vero che quella del Sesia è un'area che già da anni godeva di questo tipo di protezione, come anche il Chiusella che è stato inserito in Commissione due anni fa). Quindi, ci sembra importante riaffermare questo principio. Ci sembra importante anche il fatto che, all'interno dell'emendamento, sia posto un vincolo temporale rispetto alla norma di piano legata al Chiusella che sostiene che entro 20 giorni dovrà essere reintrodotta una norma di piano, così come ci sembra importante l'impegno che l'Assessore ha assunto di fare un'ulteriore verifica, e ha questo ampio mandato, per trovare un accordo, possibilmente più giusto per tutti, rispetto all'area del Chiusella.
Noi voteremo a favore dell'emendamento, chiedendo che ci sia, da parte di tutti, l'impegno formale, entro venti giorni, dopo che l'Assessore ha espletato tutte le indicazioni che ha ricevuto durante la Conferenza dei Capigruppo, a reinserire la norma di piano legata al torrente Chiusella.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Travaglini per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



TRAVAGLINI Marco

Per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico. Le ragioni le abbiamo espresse più volte in questo dibattito, e non solo di stima. Al di là di ciò che ognuno di noi si può aspettare da un provvedimento di questo genere, nel senso che la soglia dei desiderata è sempre molto alta crediamo che sia questo l'utilizzazione del termine esatto un compromesso momentaneo onesto e sostenibile. Tuttavia, pensiamo che si debba rispettare in modo molto fermo, i tempi ce li siamo dati, per recuperare la dimensione di protezione necessaria sul Chiusella, così come oggi per il Sesia.
Per questo il nostro voto è favorevole. Anche noi accogliamo in modo positivo l'impegno che l'Assessore ha pronunciato e crediamo che questo Consiglio possa essere messo, in quei tempi, in condizione di esaminare e approvare anche la parte che ci sta a cuore della deliberazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Crediamo anche noi che l'emendamento sia accoglibile e che consenta un percorso che possa non penalizzare delle comunità locali e addivenire alle stesse finalità che si intendevano realizzare con il vincolo. Noi lo sottolineiamo ancora, esistono molti strumenti per utilizzare un'area senza porre vincoli, o porre vincoli nel momento in cui questi consentono non solo lo sviluppo, ma anche maggiori trasferimenti.
I Parchi fluviali esistenti danno aree ad elevata protezione, ma garantiscono anche trasferimenti economici per le singole comunità.
Attenzione, o si ha un concetto da sabato e domenica della montagna - per cui meno si costruisce meglio è, se le case fossero tutti in pietra con i tetti in losa sarebbe più bello - ma se si vive per un po' di tempo in montagna e si conosce la realtà montana, si capisce che tutto quello che da un punto di vista paesaggistico e turistico è molto attraente, se non si garantisce un'adeguata ricaduta economica, in realtà, diventa un peso ulteriore per chi già vive. Un peso o difficoltà nel vivere in un'area che è più lontana, più disagiata, in cui vi sono precipitazioni maggiori ecc.
Questo può essere certamente un periodo che consente alla Giunta, lo sottolineiamo alla Giunta regionale, di trovare una mediazione con le comunità locali che sia sostenibile. Ci permettiamo di sottolineare un aspetto non politico, ma di correzione della delibera.
L'emendamento corregge l'aspetto deliberativo, per cui il nostro voto sarà favorevole augurandoci che, in questo lasso di tempo che correttamente l'emendamento indica, la Giunta interessi le comunità locali per trovare un soddisfacimento comune.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, va da sé che modificando il dispositivo tutta la parte di narrativa, specificatamente laddove si parla di Dora Baltea, verrà conseguentemente modificata.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

La chiedo, Presidente, se può leggere per intero l'emendamento dall'inizio alla fine.



PRESIDENTE

Leggo il periodo come risulterebbe laddove venisse approvato l'emendamento.
"Il Consiglio regionale delibera di approvare le seguenti modificazioni e integrazione al Piano di tutela delle acque approvato con deliberazione del Consiglio il 13 marzo 2007. La scheda 11.3 della monografia di area A1 16 Alto Sesia è sostituita con quella prevista all'allegato A, parte integrante della presente deliberazione. In coordinamento è sostituito il capitolo A1 11 della relazione illustrativa con quello previsto nel citato allegato A.
Delibera di dare atto che la scheda applicativa della lettera d) dell'articolo 23 relativa alla Dora Baltea è abrogata e verrà sostituita con successivo atto da adottarsi entro venti giorni dall'approvazione della presente deliberazione. Non trova quindi appropriazione quanto previsto dell'articolo 23, comma 2, 3, e 4 in relazione alla Dora Baltea fino all'adozione del nuovo atto".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine per dichiarazione di voto sull'intero testo della deliberazione; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Annuncio il voto favorevole al provvedimento nel suo complesso.
Nell'audizione improvvisata che c'è stata in Sala Viglione - ne approfitto perché molti degli auditi sono presenti - qualcuno nell'intervento finale, un po' solleticato nell'interpretazione, anche da qualche intervento che c'è stato da parte istituzionale, attribuiva la colpa della dilazione di questa tempistica al nostro Regolamento consiliare. Intervengo perché voglio difendere a spada tratta, caso mai qualche collega se lo fosse dimenticato, il Regolamento, e la difesa avverrà, oltre che in questa sede, anche in altre.
La dimostrazione l'abbiamo avuta oggi, perché non è un problema di Regolamento, è un problema politico, tant'è che, trovata la soluzione politica, si è sciolto il nodo e si è passati oltre. Quando, davanti alle indecisioni del gruppo dirigente, si pongono questioni puramente regolamentari è perché ci si vuole nascondere dietro la foglia di fico del Regolamento. Nella pratica effettiva delle decisioni che vengono attuate il Regolamento non cambia nulla, perché ricordiamoci che è lo stesso Regolamento con il quale era stato approvato l'emendamento che aveva messo in difficoltà queste due comunità, la Valchiusella e la Valsesia. Quindi non capisco come mai questo Regolamento all'epoca non poteva essere utilizzato strumentalmente per bloccare questo emendamento, che, invece, è passato - è stato votato anche dalla maggioranza politica - quando, invece vicendevolmente è stato detto che c'è qualcuno che, peraltro, come ci ha spiegato il collega in oggetto, difende comunque alcune realtà e istanze territoriali, di fatto, con il concorso di tutti o comunque di coloro che ci hanno lavorato.
Ringrazio tantissimo per il lavoro svolto dall'Assessore, dal Presidente del Consiglio e anche da buona parte della sinistra cosiddetta radicale o massimalista che, comunque, ha concorso alla soluzione del problema politico. Siccome questo è un luogo in cui si fa politica, non si vince con le prove muscolari, ma con soluzioni politiche, quando la politica vuole trovare queste soluzioni.
Questo lo dico perché credo che qualcuno voglia anche riaccendere la questione regolamentare, sfruttando in modo abbastanza strumentale le vicende che riguardano, invece, le comunità piemontesi, che sono molto interessate al proprio sviluppo sociale ed economico, oltre che ambientale.
Vi posso dire di stare tranquilli, se si tratta di lavorare per l'interesse dei piemontesi siamo ampiamente disponibili, se, invece, volete inserire altre questioni estranee, ma inerenti alle regole del gioco, sulla barricata non ci sarà più il Consigliere Vignale, ci sarà il Consigliere Giovine, ve lo posso garantire fin da ora.
Grazie, colleghi.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento per dichiarazioni di voto indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 380, il cui testo verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Comuni

Esame ordine del giorno n. 1137 dei Consiglieri Gariglio, Cotto, Placido Chieppa, Spinosa, Botta e Novero, inerente a "Rieleggibilità dei sindaci dei comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti"


PRESIDENTE

Colleghi, è stato sollecitato il punto successivo all'o.d.g., relativo all'ordine del giorno n. 1137, "Rieleggibilità dei sindaci dei comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti", ampiamente discusso.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusi, collega Giovine.
Chiedo se ci sono le condizioni per procedere.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Bene.
La parola al Consigliere Novero sull'ordine dei lavori.



NOVERO Gianfranco

Chiedo scusa, avendo perso la nozione del tempo, non so più quando avevo svolto un intervento in cui facevo notare che questo ordine del giorno si può anche bocciare, ma non votarlo è vergognoso per il nostro Consiglio regionale.
Il Consiglio della Lombardia lo ha già votato; se vogliamo bocciarlo bocciamolo, però è deludente che il Consiglio regionale del Piemonte non riesca a votare un ordine del giorno...



(Commenti del Consigliere Cavallaro)



NOVERO Gianfranco

Chiedo scusa, collega Cavallaro, io per adesso non sono ancora...



PRESIDENTE

Prego i colleghi di non disturbare e di rimanere in aula, se possibile.



NOVERO Gianfranco

Faccio rilevare a questa maggioranza che, pur perplesso, ho votato la votazione precedente con voto favorevole, perché mi ero impegnato a farlo in Commissione - è chiaro? Nelle scorse sedute, quest'Aula si era impegnata a votare questo documento; per carità, se qualcuno vuol fare saltare il voto, lo faccia personalmente d'ora in avanti non mi sentirò più impegnato moralmente a niente, è chiaro?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi! Per carità, collega Novero.



(Commenti del Consigliere Novero)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Collega Novero, sono d'accordo, abbiamo inserito quel punto all'o.d.g.
proprio perché nella Conferenza dei Capigruppo era stata sottolineata da più parti l'esigenza di procedere in tempi celeri, posto che, anche qui come nel caso precedente, il tempo gioca contro, nel senso che le regole devono essere definite.
Quindi, se l'Aula è d'accordo, procediamo con il punto 6) all'o.d.g.
aprendo la discussione.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Per carità, se qui vince chi sbraita di più...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Collega Giovine, mi scusi, è un punto all'o.d.g., abbiamo esaminato il punto 5) all'o.d.g., passiamo ora al punto 6).



GIOVINE Michele

Questo ordine del giorno è stato iscritto come nuovo punto all'o.d.g.
senza votare, con il parere di tutti i presenti, perché obiettivamente non c'erano i presenti e questa è stata la consuetudine che anche in quel momento si è applicata.
Lei sa perfettamente che il sottoscritto, ma non solo, è totalmente contrario a questo ordine del giorno, non perché venga votato o meno perché io voglio che venga discusso...



PRESIDENTE

Collega Giovine, questa discussione l'abbiamo svolta in Conferenza dei Capigruppo, nella quale è stato iscritto in elenco all'o.d.g.
Se i colleghi desiderano intervenire, lo possono fare, dopodiché lo poniamo in votazione.



GIOVINE Michele

Se lei ritiene che soltanto il contributo del Consigliere Novero sia propositivo e utile allo svolgimento dei lavori e quello del Consigliere Giovine non lo sia, ne prenderò atto. Questo vuol dire che...



PRESIDENTE

Collega Giovine, per cortesia, lei è intervenuto...



GIOVINE Michele

In Commissione VIII.



PRESIDENTE

No, collega Giovine!



GIOVINE Michele

Sì, Presidente!



PRESIDENTE

Lei è intervenuto sul merito al punto iscritto all'o.d.g.
L'ordine del giorno è stato iscritto al punto 6)...



GIOVINE Michele

Sono intervenuto sull'ordine dei lavori!



PRESIDENTE

Non a caso, ma dopo sollecitazioni in Aula...



GIOVINE Michele

Presidente, sull'ordine dei lavori!



PRESIDENTE

già intervenuto sull'ordine dei lavori!



GIOVINE Michele

Ho ancora il tempo di iscrivermi.
Lei - non si ricorda, ma sicuramente è in buona fede - si era impegnato di portarlo in VIII Commissione, perché la questione del terzo mandato è molto delicata.
Abbiamo appena terminato una riunione parlando di alcune valli in questione, nella quale si parlava di situazioni concatenate al fatto che ci sono dei personaggi che amministrano in queste realtà da oltre dieci anni e qualcuno dei colleghi - non io - ha detto: "Vivaddio che adesso c'è il secondo mandato, così ricambiano i giochi".
Adesso, qui, di fronte all'opinione pubblica vogliamo dimostrare di essere più realisti del re, è questo il problema. Adesso sappiamo benissimo che se lo poniamo in votazione viene approvato, perché anche coloro che sono contrari...



PRESIDENTE

Collega Giovine, adesso ha superato il tempo a sua disposizione.



GIOVINE Michele

Visto che non ci sono le condizioni, perché il sottoscritto lo ha chiesto e credo di essere stato responsabile oggi, chiedo che venga spostato come primo punto all'o.d.g. di martedì prossimo.



PRESIDENTE

Collega Giovine, mi spiace, ma è stato già oggetto di questa richiesta due o tre volte l'abbiamo già rinviato. Penso che le osservazioni che sono state poste, che sono alla base di questa collocazione in seno all'o.d.g.
giustifichino la votazione su questo ordine del giorno su cui ciascuno voterà come ritiene. Faccio anche notare che non parliamo di un atto che sostanzialmente è impegnativo, perché è un enunciato al Governo. So che il Governo è sempre attento alle volontà degli Enti locali, ma non pensiamo Esaminiamo pertanto l'ordine del giorno n. 1137, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Chiedo se ci sono colleghi che desiderano intervenire.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Ritengo sbagliato votare questo ordine del giorno anche per come è formulato. È formulato in una maniera tale per cui non ci sarebbe nessun limite temporale alla ripetitività dell'elezione del Sindaco.
Non credo che avere un Sindaco che possa ripetere a tempo indeterminato questo ruolo, non lo ritengo utile per un avvicendamento a livello locale.
vero che adesso assistiamo a dei fenomeni per cui, chi fa dieci anni il Sindaco, in seguito, si trova a fare il Vicesindaco per altri cinque per poi ritornare a fare nuovamente il Sindaco per dieci anni successivi.
Almeno obbligano le persone ad inventare qualche sistema. In questo modo avremmo un Sindaco a vita, perché, ripeto, non c'è un termine temporale.
Rispetto al fatto di votare, oggi, l'ordine del giorno, mi sembra che non sia stata solamente un'imposizione del Consigliere Novero, perché è un ordine del giorno firmato da tutta la presidenza del Consiglio. Quindi, mi sembra un ordine del giorno che rappresenta una proposta di livello istituzionale.
Per quello che mi riguarda, non ritengo corretto votare a favore.
Pertanto, invito anche gli altri ad un voto negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Noi esprimiamo voto favorevole rispetto all'o.d.g. per la finalità anche se sarebbe stato opportuno apportare alcune modifiche. Una di queste modifiche è inerente alla modifica dei mandati, in quanto ritengo anch'io che abbiamo conosciuto nella nostra recente storia repubblicana Sindaci trentennali, quarantennali nella nostra Provincia. Credo che una persona quando fa il Sindaco per così tanti anni perde un po' di dinamismo e voglia di fare quest'attività. Credo, soprattutto, che il limite dei 5.000 abitanti sia un limite un po' alto, relativamente al limite dei mandati.
vero che noi con il dato che viene rappresentato abbiamo un numero assolutamente elevato di Comuni, è altrettanto vero che il problema riguarda i Comuni sotto i 2.000, addirittura 1.000 abitanti. Non è elevato il numero dei Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti all'interno della nostra Regione (credo che siano meno di un centinaio), quindi crediamo che si sarebbe dovuto ridurre il numero degli abitanti e porre un limite di vantaggio che, magari, poteva essere il terzo mandato. Però, condividendo lo spirito dei proponenti, voteremo a favore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Ci sono argomentazioni a favore e contro. Contro perché, in effetti sono sensate alcune osservazioni di colleghi profondamente legati intelligentemente al territorio e alla democrazia, come il collega Vignale sul fatto che non si creino conservazioni e incrostazioni, così come ha anche detto anche il collega Moriconi.
Nel contempo, sono uno che ha fiducia nei cittadini. Secondo me dovrebbero poter esser i cittadini a decidere chi deve essere rieletto o meno. Sarei curioso e interessato di sentire come votano i colleghi della sinistra radicale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Su questo ordine del giorno lasciamo libertà di coscienza. Abbiamo delle forti perplessità perché sapete qual è la situazione. Se c'è un attimo di onestà politica intellettuale, sappiamo che sono molti i Comuni in cui non vi è più una situazione democratica ma podestarile, specie nei Comuni piccoli. Il ruolo delle minoranze è ormai irrisorio. Rinnovare anche il terzo mandato senza prevedere che vengano ricreate delle situazioni dove la minoranza e il Consiglio comunale abbia un qualche contrappeso, non mi sembra corretto. Secondo me bisognerebbe ritornare davvero in Commissione e fare una proposta dove il terzo mandato possa magari essere accettato e concepito per Comuni fino ai 2.000 o 3.000 abitanti, o anche 5.000, ma che siano contestualmente previsti dei contrappesi per ridare ruolo e legittimità e forza al Consiglio comunale e alle minoranze.
Oggi, questo, se siamo onesti con noi stessi, indipendentemente dal fatto che il Sindaco sia di centrodestra o di centrosinistra, non c'è più.
I Consiglieri comunali sia di maggioranza che di minoranza - di maggioranza, a volte, peggio ancora di quelli di minoranza - hanno a volte difficoltà di accesso agli atti. Perché? Ormai, in questi Comuni si sono create situazioni, incrostazioni, una cementificazione del potere legata ad una persona o a pochissime persone, per cui è difficile esercitare il ruolo del Consiglio comunale, proprio perché si è creata un'eccessiva personalizzazione della figura del Sindaco.
Reiterare ulteriormente questo ruolo senza prevedere un maggior ruolo al Consiglio comunale, secondo me, è un errore. Come anche il sistema elettorale troppo legato alla personificazione e all'imposizione di una sola lista, che peggiora ulteriormente questa situazione.
Pertanto, anche al nostro interno, siamo contrari all'ulteriore allungamento del terzo mandato, considerando, peraltro, una particolare situazione del Piemonte, dove molti Comuni sono di piccole dimensioni. Su questo ordine del giorno, si asterremo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Collega Novero, credo che sia importante arrivare a discutere e poi approvare gli ordini del giorno.
Ripensare solo di arrivare e non discutere - perché questa non è una discussione ma interventi buttati qua e la - e poi, non approvare, perch c'è il rischio che non si approvi, è assurdo. Condivido larga parte dello spirito di quest'ordine del giorno, ma sono del tutto convinto che non possiamo, dal punto di vista normativo, avere lo stesso trattamento nel Comune di Massello o di Salza come nel Comune di Torino. Il limite di 5.000, secondo me, è un po' esagerato.
Vorrei puntualizzare un'altra questione. Sono contrario a quelli che vengono chiamati "i veri Sindaci". Molte volte leggiamo "firmato A.D.
Sindaco", che sta per Vicesindaco. Poi, però quando parlo con loro li chiamo veri sindaci, perché sono coloro che hanno fatto le due legislature hanno preso un pupazzetto e lo hanno messo lì a fare il Sindaco.
Questo non vuol dire che uno possa fare il Sindaco per trenta o quarant'anni. Bisognerebbe introdurre nell'ordine del giorno un vincolo, se vogliamo dare al legislatore dei suggerimenti che siano un minimo corretti.
Dovevo andare via alle 18 ma sono rimasto qua, anche se avevo da fare un'altra cosa importante. Sto qua fino alle 20 o alle 21, fino a quando necessita. Credo però che sarebbe più utile, per l'ordine del giorno, per lo spirito dell'ordine del giorno, provare a riverificare un attimo, per trovare quei correttivi sui quali si possano raccogliere maggiori attenzioni, per poi discutere e votare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Sarei voluto intervenire nel merito, ma se l'ordine del giorno viene ritirato e proposto un'altra volta, è chiaro che ne discuteremo in una prossima seduta. Non so cosa intenda fare il Consigliere Novero. A me sembrerebbe giusto votarlo oggi, ma può essere ritenuto più opportuno cercare un accordo più largo. Aspettiamo la risposta dei proponenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo, sull'ordine dei lavori.



LEO Giampiero

Considerando i ragionamenti del Consigliere Pedrale integrati con quelli del Consigliere Clement, il quale ha portato ragioni pro e contro ma di grande sostanza e di equilibrio, così com'è, oggi sono disposto anch'io a votare (infatti vedete che sono qua), però, avendo ascoltato i vari interventi, mi sembra ragionevole creare un sistema di contrappesi, di maggiore definizione e di maggiore equilibrio.
Se dobbiamo votare degli ordini del giorno, non votiamoli a casaccio ma con consapevolezza, quindi sposo la proposta del Consigliere Clement.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

L'Italia andrà a votare, piaccia o no a quest'Assemblea, a giugno.
Anch'io ho delle perplessità sul testo dell'ordine del giorno, dal momento che questi argomenti - tutti validi - è almeno la terza volta che li sento ripetere, perché abbiamo rinviato più volte questa discussione.
Penso sia perfetto il ragionamento del Consigliere Clement, ma non conosco un solo Comune dove si sia verificato quanto sostiene il Consigliere Clement, dove il Vicesindaco avesse portato qualcosa di positivo al Comune stesso. Tutti i Comuni che conosco! Forse, sono sfortunato, non so, ma tutti hanno avuto difficoltà enormi di gestione, e sono tutti piccoli Comuni.
Sono d'accordo sui 5.000, però noi non stiamo votando una legge, ma chiediamo al Parlamento...



(Commenti in aula)



NOVERO Gianfranco

Allora, se non sono d'accordo su 5.000, Consigliere Clement, perch vorrei abbassarlo, come faccio? Vado a dire al Parlamento nazionale che io cambio orientamento? Dico al Parlamento nazionale: "Per favore, votate e decidete voi", perché non siamo noi a decidere! Però il senso di questo ordine del giorno è di dire al Parlamento nazionale che siamo a febbraio e che si andrà a votare a giugno. Cosa aspettano questi signori? Detto soltanto da me non avrebbe senso, perch non ne ho la forza. Poi, fate come volete! Non sono il primo firmatario anzi, magari vi chiedo di ritirare la mia firma, perché a questo punto, in questa situazione mi chiedo che senso abbia!



(Commenti in aula)



NOVERO Gianfranco

Però, personalmente voterei questa sera.
Rinviarlo significa che il messaggio al Parlamento nazionale arriverà in ritardo e sarà tutto inutile e, magari, questo ordine del giorno non lo voterò nemmeno, se continuiamo a rinviarlo, perché non avrebbe più senso perché saremo fuori tempo massimo!



PRESIDENTE

Poiché tutti si sono espressi, data la situazione, non ha senso posticipare la discussione e la votazione, visto gli esiti del Governo.
Ciascuno può votare liberamente, tanto - ribadisco - è un atto di indirizzo rispetto al Governo nazionale e non alla Giunta regionale, quindi non è un atto che ha una caduta immediata.
Vorrei evitare di riaffrontare la questione nella prossima Conferenza dei Capigruppo, dal momento che abbiamo avuto un mese per discuterlo.
Propongo quindi di metterlo in votazione, perché abbiamo altri punti di rilievo regionale, su cui è bene che il Consiglio si pronunci.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 1137, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che l'istituto dell'elezione diretta del sindaco e la limitazione temporale a non più di due mandati è stata introdotta nel nostro ordinamento dalla legge 25 marzo 1993, n. 81 (Elezione diretta del sindaco, del presidente della provincia, del consiglio comunale e del consiglio provinciale) la disposizione è successivamente confluita nel d.lgs. 18 agosto 2000, n.
267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali), che all'art. 51, comma 2, recita: "Chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di sindaco e di presidente della provincia non è, allo scadere del secondo mandato, immediatamente rieleggibile alle medesime cariche" considerato che la legislazione prevede il divieto di terzo mandato consecutivo indipendentemente dalla dimensione dell'ente territoriale la realtà dei comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti, che peraltro rappresentano già solo in Piemonte l'89,3% (1073) della totalità dei comuni della regione (1206), è completamente diversa da quella dei comuni di medie dimensioni e delle grandi città ritenuto che la limitazione del terzo mandato per i comuni con popolazione al di sotto dei 5000 abitanti non permette di garantire la continuità dell'azione amministrativa l'introduzione di una differente disciplina legislativa per i comuni al di sotto dei 5000 abitanti sia fondamentale per riconoscere e tutelare le diversità e le peculiarità di tali comuni tutto ciò premesso invita il Governo ad approvare un disegno di legge in forza del quale non si applichi ai comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti il limite del divieto del terzo mandato consecutivo".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 22 Consiglieri hanno votato NO 4 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Pedrale e del Consigliere Giovine, di esaminare il testo unificato delle proposte di deliberazione n. 420 e 421 relative a "Dimensionamento delle autonomie scolastiche"

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Placido, di esaminare l'ordine del giorno n. 1175 dei Consiglieri Placido, Leo, Travaglini, Cotto, Cavallera Chieppa, Ferrero, Pedrale, Dalmasso, Clement, Dutto, Larizza, Barassi Guida, Bellion, Auddino, Rutallo, Ronzani, Bizjak, Reschigna, Cattaneo Valloggia, Manolino, Pizzale, Pace, Laus, Nicotra, Rostagno, Gariglio Bossuto, Spinosa, Deambrogio, Boeti e Cavallaro, inerente a "Istituzione dell'ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra"


PRESIDENTE

Colleghi, è stato sollecitato l'ordine del giorno n. 1175, "Istituzione dell'ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra", firmato da quasi tutti i colleghi.
Ci sono le condizioni per procedere ad una votazione di questo ordine del giorno? La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Mi pare sia atteso, un provvedimento abbastanza importante, che è quello del dimensionamento scolastico.
Sono le ore 19.30. Se ci sono urgenze reali chiedo siano affrontate gli altri ordini del giorno li approfondiremo e li discuteremo la prossima seduta.
Noi stiamo collaborando fattivamente a garantire il numero legale quindi bisogna che anche la maggioranza venga un po' incontro alle situazioni del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine.
Consigliere Giovine, mi scuso perché, in effetti, prima non avevo visto mano alzata.



GIOVINE Michele

la giusta chiosa della precedente votazione.
Mi spiace, ma in questo caso, lei sa l'affetto che ho per lei, le scuse le rimando al mittente e non le accetto, perché almeno avevo diritto di intervenire sul merito.
Intervengo soltanto per appoggiare la richiesta del Consigliere Pedrale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Premettendo che esprimeremo un voto contrario sulla deliberazione e sull'ordine del giorno, pensiamo che la deliberazione sul dimensionamento scolastico non sia propriamente una presa d'atto di quanto deciso in Commissione o quant'altro, ma è un provvedimento che ha una rilevanza politica non indifferente. Le regioni governate dal centrosinistra, e non solo, per protestare contro l'articolo 64, della legge 133 (l'Assessore ha capito quale) - che prevedeva il commissariamento dei presidenti, quindi il Commissario ad acta nei casi in cui il dimensionamento non venisse fatto entro il 30 settembre - hanno bloccato per qualche mese la Conferenza Stato Regioni. Questo è un tema lungamente e giustamente dibattuto per molte e molte settimane nell'autunno appena trascorso. Quindi, pur ritenendo anch'io che sia importante l'approvazione della deliberazione, così come è uscita dalla Commissione, non credo si possa affrontare un argomento di questa importanza alle ore 19.30.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Non intervengo sull'ordine dei lavori, ma sull'ordine del giorno n.
1139 (già distribuito), che è stato votato da un numero altissimo di colleghi sia della maggioranza che dell'opposizione, da quasi tutto l'Ufficio di Presidenza, compresi i colleghi Cotto e Leo e molti altri colleghi dell'opposizione.
un ordine del giorno che nasce dopo la riunione straordinaria del Comitato...



PRESIDENTE

Scusi, La interrompo, perché, infatti, ho proposto di passare a questo punto all'ordine del giorno. Volevo sapere se c'era il consenso a procedere.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Infatti, sul dimensionamento scolastico ho preso atto delle indicazioni del collega Vignale, che penso siano condivise dai Gruppi di opposizione che ha appena rilevato che non ci sono le condizioni per discutere di un argomento che, se non erro - dalle parole del Consigliere Vignale - non comporta un mero voto di ratifica, ma sottende un ragionamento politico una discussione politica che mal si addice a quest'ora. Quindi, mi pare di capire che il Consigliere Vignale abbia proposto questa indicazione. Il collega Pedrale, invece, si è espresso in senso contrario.
Prima avevo proposto di affrontare la questione dell'ordine del giorno di cui sta parlando il collega Placido, sottoscritto dalla gran maggioranza dei Consiglieri regionali.
Analizziamo le questioni dal punto di vista procedurale. Ho posto l'ipotesi di votare e affrontare l'ordine del giorno n. 1175, "Istituzione dell'Ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra", su cui si è espresso in senso contrario il collega Vignale.
Quindi, chiedo se c'è una persona che si pronuncia in senso favorevole successivamente, metteremo ai voti la proposta di passaggio all'ordine del giorno del documento che ho citato. Se tale proposta verrà approvata distribuiremo l'ordine del giorno e lo affronteremo.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Glielo ribadisco, collega Pedrale: avendo una serie di punti all'o.d.g., ho avanzato una proposta procedurale, che è stata già oggetto di intervento, circa il passaggio alla discussione e approvazione dell'ordine del giorno n. 1175, "Istituzione dell'Ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra", rispetto al quale alcuni colleghi si sono già espressi in senso contrario.
Chiedo se c'è qualcuno che intende esprimersi in senso favorevole dopodiché...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Vi chiederei di evitare la votazione e capire se su questo punto c'è la possibilità di andare ad una celere discussione e votazione o se altrimenti, dobbiamo soprassedere, vorrei capirlo dall'Aula.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Prima di affrontare il punto, vorrei capire se ci sono le condizioni per votare il documento.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Stiamo parlando dell'ordine del giorno, poi c'è la questione che è stata posta da altri sul testo unificato sul dimensionamento scolastico che proceduralmente affronteremo dopo.
Se non ci sono indicazioni in senso contrario, procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1175.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 1175 inerente a "Istituzione dell'Ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra"


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame dell'ordine del giorno n. 1175 presentato dai Consiglieri Placido, Leo, Travaglini, Cotto, Cavallera, Chieppa, Ferrero Pedrale, Dalmasso, Clement, Dutto, Larizza, Barassi, Guida, Bellion Auddino, Rutallo, Ronzani, Bizjak, Reschigna, Cattaneo, Valloggia Manolino, Pizzale, Pace, Laus, Nicotra, Rostagno, Gariglio, Bossuto Spinosa, Deambrogio, Boeti e Cavallaro, inerente a "Istituzione dell'Ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra".
La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Colleghi, non vorrei abusare del tempo, però, con molta tranquillità ricordo che il Consiglio regionale è convocato fino alle ore 20; se anche una volta arriviamo in prossimità non penso sia grave. Per quanto riguarda l'ordine del giorno, come ho già avuto modo di dire, recentemente è stato convocato in seduta straordinaria il Comitato per la difesa dei valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, un attimo di attenzione.



PLACIDO Roberto

Il Comitato, con ampia partecipazione, ha indicato una serie di iniziative da porre, tra cui un ordine del giorno che, come potete vedere a vostre mani, è firmato da moltissimi colleghi, sia di maggioranza che di opposizione.
Impiego pochi secondi e termino. Pur condividendo la necessità di addivenire ad una condivisione dei tragici fatti di quel periodo, non ritengo sia la soluzione migliore istituire l'onorificenza e un vitalizio annuo, tra l'altro, parificando chi ha sacrificato la vita per la democrazia e chi si è reso responsabile di atti che hanno comportato decine di migliaia di morti, in particolare nella nostra regione, dove le vallate le vie delle città e dei paesi portano ancora i segni dei tragici episodi.
Ecco la motivazione per cui abbiamo presentato questo ordine del giorno che ho avuto il piacere di illustrare, pertanto vi invito a votarlo.
Grazie, Presidente e colleghi.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Plaudo all'iniziativa dell'Ufficio di Presidenza e al collega Placido perché non si può dire o pensare che io sia un facinoroso o che voglia conservare odio e rancori, anche perché la nostra stessa storia, per esempio nei confronti delle Brigate Rosse, è fatta di pentiti e di perdono.
Però, cari colleghi, annuncio che noi abbiamo sottoscritto e voteremo convintamente questo ordine del giorno perché un conto sono i fatti umani che sono importantissimi e su cui si è parlato tante volte - fra gli altri sono intervenuti Violante, Fini e altri - ma altro è il dato storico, che è estremamente chiaro. In certi momenti, nella storia si fanno delle scelte anche con emotività e difficoltà, ma esiste ancora una scelta giusta e una scelta sbagliata, pur rispettando le condizioni storiche ed umane.
Da questo punto di vista, condivido - l'ho già detto ad altri colleghi integralmente l'ordine del giorno firmato, che è intelligente, equilibrato e motivato, in quanto, in ogni caso, noi dobbiamo trasmettere alle generazioni future, ma anche alle presenti, la verità storica. Certo col limite, del buonsenso e dell'equilibrio, ma questo sforzo deve essere compiuto.
Approfitto della presenza di alcuni colleghi non solo simpatici, ma anche amici, come Rocco Larizza e altri, per dire che i revisionismi forzati sono sempre un po' pelosi e non solo penosi, sia che vengano, tra virgolette, da "destra" o da "sinistra".
Allora, mi permetto di fare una battuta - non per par condicio, ma per alleggerire il discorso - relativamente ai revisionismi alla Furio Colombo che ad una Festa dell'Unità, ospite del collega Larizza, mi disse che mi ero sognato gli attentati ai democristiani, che non c'era mai stata violenza contro di loro! Presidente Gariglio, anche quelle sono forme di revisionismo come quelle di Tranfaglia e De Luna, che hanno liquidato la stagione delle violenze estremiste in università con "scontri tra fascisti e antifascisti". No c'erano i democratici che venivano aggrediti e pestati; c'erano colleghi come Dino Sanlorenzo, che ricordo sempre con ammirazione, che hanno difeso la democrazia integralmente e anche colleghi come Piero Fassino e altri che hanno corso un rischio fisico. Io potevo solo prenderle, data la mia linea politica e ideale, loro che potevano anche darle si sono attivati per far sì che le elezioni si svolgessero.
Insomma, lasciano il tempo che trovano anche i revisionismi alla Boffano che critica Vernetti e si chiede come quest'ultimo faccia a parlare, visto che andava a sprangare. Ha ragione Boffano, solo che Boffano apparteneva alla stessa "squadra", quantomeno nel senso di area politica fortemente intollerante verso i movimenti cattolici c'è questo piccolo problema.
Allora, ho la presunzione, e me lo riconoscono un po' tutti, di essere sempre stato coerente nell'antifascismo, nell'antitotalitarismo, nella difesa della democrazia e sostenitore della libertà di coscienza - (da questo punto di vista, mi permetto di dire al collega Lepri che ho molto apprezzato le ultime posizioni assunte da lui e altri colleghi) - anche in questo senso esprimo un voto favorevole, perché su alcune questioni deve esserci una linea di coscienza, di democrazia e di libertà inequivocabile per cui votiamo a favore dell'ordine del giorno.
Ancora, desidero ringraziare il collega Placido per queste e altre belle iniziative, quale quella del 25 Aprile scorso, perché la piazza non deve andare per forza solo a Grillo, ma anche a chi la democrazia la difende sostanzialmente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ovviamente, occorrerebbe troppo tempo per svolgere considerazioni di carattere storico e nemmeno ne ho la conoscenza e la possibilità di farlo.
Mi sembra che in questi anni non sia stato compiuto alcuno sforzo non per individuare una memoria condivisa, perché non credo che sia facile o possibile per un popolo avere un'unica memoria condivisa. È possibile per un popolo, con difficoltà e con il passare del tempo, provare ad individuare alcune verità sulle quali costruire una base di consenso comune. Il fatto che poi persistano delle parti che continuano a mantenere posizioni che non coincidono con quelle di una comunità nazionale, è assolutamente legittimo.
Certamente, la lotta di resistenza e i movimenti partigiani hanno rappresentato, unitamente all'inevitabile sostegno delle forze alleate, lo strumento che ha sconfitto il nazifascismo. Ma è altrettanto evidente che se si intende continuare in una lettura (che talvolta è agiografica) del movimento resistenziale, così come è stato raccontato in un momento in cui serviva per finalità di carattere politico e, comprensibilmente, di carattere politico... Noi siamo abituati a che il 25 aprile sia, in qualche modo, il momento in cui le istituzioni repubblicane si ritrovano per festeggiare la "liberazione" e anche la fine della guerra.
All'interno della Repubblica, fino agli anni Sessanta non è mai stato così, salvo con alcuni Presidenti. Nel senso che era una manifestazione in cui soprattutto le forze di sinistra rivendicavano quella che ritenevano peraltro, fosse stata una battaglia in cui avevano speso molti dei loro uomini, in cui gran parte delle fila erano composte dal movimento partigiano delle Brigate Garibaldi, piuttosto che dal resto del movimento partigiano. Io credo che, di fatto, sia così.
Non è certo interesse di questo Consiglio, né del sottoscritto, provare a fare delle "riletture" della storia, perché la storia non si rilegge.
Fortunatamente, nel corso degli anni, la storia viene man mano a galla e cerca di andare a coprire le lacerazioni. Perché, certamente, se penso alla comunità umana in cui ho iniziato a fare politica quando ero ragazzino, che aveva al proprio interno delle persone che avevano combattuto la guerra civile dalla parte sbagliata, si dice non sempre... Ma non "non sempre" per la scelta, perché un aspetto che questo ordine del giorno tiene in considerazione è che i tre quarti di coloro che prestarono servizio militare all'interno della Repubblica Sociale Italiana erano chiamati alla leva. Tutti sanno che vi era la leva obbligatoria e, come accade ancora oggi nel Codice di guerra della nostra Repubblica, la diserzione in guerra è punita con la fucilazione.
evidente che il numero considerevole di coloro i quali parteciparono alla Repubblica Sociale Italiana (nomi altisonanti come Albertazzi Tognazzi, Walter Chiari e altri ancora) lo fecero perché in quegli anni ebbero la sventura - non certo la fortuna, visto che si trattava di una guerra! - di essere negli anni della leva. Poi ci furono, per carità, molte centinaia o migliaia di persone che aderirono in modo volontario, ma questa è un'altra valutazione.
Io credo che quest'ordine del giorno, così come il progetto di legge presentato per il riconoscimento e per l'istituzione di un Ordine del Tricolore (perché, forse, non era la modalità migliore), sia ancora, in qualche modo, "figlio di un passato"; passato che ha visto alcune comunità politiche (penso a quella da cui provengo io e a quella di molti colleghi e colleghe seduti in questi tavoli, quella dell'esperienza comunista) fortemente contrapposte, non tenendo conto di quelli che, innanzi tutto sono stati i cambi generazionali. Per nostra fortuna, abbiamo conosciuto magari i nostri nonni o i nostri padri, che hanno fatto o assistito non solo alla guerra di liberazione, ma alla guerra, ma non abbiamo contribuito a quegli eccidi.
Tuttavia, credo davvero che fintanto che ci sarà l'inseguirsi fra chi propone una cosa e chi si oppone al riconoscimento, non faremo tanta strada. Per carità, ciascuno manterrà la propria memoria, che è assolutamente legittima e condivisibile, ma certamente rimarremo una delle nazioni che avrà sempre maggiori difficoltà a trovare un periodo di storia condivisa.
Lo facciamo con difficoltà, ormai con grande dimenticanza, nella storia del Risorgimento. Ovviamente, diventa impossibile in quella del ventennio fascista e abbiamo difficoltà anche nei decenni successivi della storia repubblicana.
Fortunatamente, il mondo all'esterno vive di sensazioni, di sentimenti e anche di ricerche storiche che, in qualche modo, vanno oltre a questo.
Basta leggere la resa dei conti dell'Assessore Oliva, che descrive in modo abbastanza obiettivo quello che avvenne, giustificando "la violenza chiama violenza".
Al di là di questo, esprimeremo un voto di astensione rispetto a questo documento. Con sincerità, avrei personalmente espresso un voto contrario così come non ho mai proposto riconoscimenti per chi militò nella Repubblica Sociale, quindi né l'una né l'altra cosa.
Il voto sarà di astensione perché non vorrei che, rispetto a quella che è la parte politica da cui arrivo e di cui non mi vergogno, anzi vado fierissimo, venisse fatta una valutazione che non sia di carattere storico e culturale, ma di carattere politico, che proprio non mi appartiene.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Rinuncio all'intervento per non essere bastonato dalle mie spalle! Il prossimo anno invierò una lettera al Consigliere Vignale e una al Consigliere Leo, che ci ha raccontato, per la decima volta, di essere stato picchiato negli anni Sessanta.
Già tre anni fa gli avevo risposto che mi spiaceva tanto, però non me la sento di ripeterglielo in tutti i Consigli!



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1175, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale vista la proposta di legge n. 1360 recante "Istituzione dell'Ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra", attualmente all'esame della IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati rilevato che tale proposta prevede espressamente, all'articolo 2, l'equiparazione ai fini del conferimento dell'onorificenza dell'istituendo Ordine del Tricolore e della concessione del conseguente assegno vitalizio di euro 200,00 annui, tra partigiani e prigionieri nei campi di concentramento da un lato e combattenti nell'esercito della Repubblica Sociale Italiana dall'altro considerato che il Comitato per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana, riunitosi appositamente, su richiesta dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, in seduta plenaria il 4 febbraio ultimo scorso, ha giudicato grave e inaccettabile sia dal punto di vista storico e morale sia da quello giuridico tale equiparazione preso altresì atto che il Comitato ha assunto unanimemente la decisione di intraprendere, a partire dal Piemonte, regione che reca ancora tra le sue montagne e nelle sue città i segni profondi ed i ricordi indelebili della lotta di Liberazione e dei crimini nazifascisti, una serie di iniziative pubbliche volte a sensibilizzare i soggetti istituzionali, le forze politiche e sociali, gli enti territoriali e l'opinione pubblica al fine di evitare che il legislatore nazionale approvi una norma vissuta come una profonda ferita alla coscienza civile e democratica del nostro Paese ricordato che a seguito di tale riunione il Comitato ha indirizzato una missiva a tutti i parlamentari eletti in Piemonte, ai componenti della Commissione Difesa della Camera, ai Presidenti di Senato e Camera, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Presidente della Repubblica rivolgendo loro un invito affinché, nel rispetto del ruolo istituzionale di ciascuno e delle prerogative del Parlamento, adottino le iniziative necessarie per evitare che tale proposta divenga legge della Repubblica Italiana la costruzione di una memoria storica nazionale condivisa non possa basarsi su ingiuste equiparazioni tra chi ha combattuto, è stato imprigionato deportato o ha dato la vita per la libertà e la democrazia e chi ha difeso il regime fascista e il nazismo auspicando che, al di là delle legittime e naturali differenze di schieramento, sia possibile ricostituire attorno ai valori della Resistenza lo straordinario scenario di unità tra le forze politiche democratiche che permise la conduzione vittoriosa della lotta di Liberazione, la stesura della Costituzione e la nascita della nostra Repubblica esprime la più netta contrarietà alla proposta di legge in questione invita le forze sociali e politiche, l'associazionismo, le istituzioni culturali gli Istituti Storici della Resistenza, le associazioni dei partigiani, dei deportati, degli internati militari e dei perseguitati politici, la società civile piemontese tutta ad una mobilitazione capillare sul territorio in difesa dei valori della Resistenza, della libertà, della democrazia e a tutela della memoria storica sollecita i Consigli provinciali e comunali del Piemonte a voler discutere e approvare il presente Ordine del Giorno, impegnando il Presidente del Consiglio regionale alla trasmissione del medesimo a tutte le Assemblee elettive della regione sostiene la pubblica sottoscrizione di un appello rivolto al Parlamento per chiedere che non venga approvata la proposta di legge n. 1360".
Il Consiglio approva.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta, da parte del Consigliere Rossi, di rinviare l'esame delle proposte di deliberazione n. 420 e 421, relative a "Dimensionamento delle autonomie scolastiche"


PRESIDENTE

Se non vi sono indicazioni in senso contrario, procederei con l'esame del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 420 e 421 "Disposizioni transitorie in materia di revisione del dimensionamento delle autonomie scolastiche statali - anno scolastico 2009/2010".
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, è un provvedimento che è passato in Commissione in 20 secondi perché non c'era tempo per illustrarlo: credo che occorra discuterlo e valutare i vari punti. Tra l'altro, il collega Claudio Dutto aveva dei dubbi riguardo a un accorpamento sulla Provincia di Cuneo.
Non ritengo sia il caso di passare alla votazione. Se lei ritiene ovviamente faccio subito un intervento in discussione generale e andremo avanti in quel modo, glielo dico subito.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, non vi sono intenzioni di fare delle forzature, è un provvedimento però di estrema urgenza, posto che abbiamo delle scadenze perentorie poste anche dalla normativa nazionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Chiederei che l'Assessore ci illustrasse le ragioni per cui questo provvedimento è di estrema urgenza e noi siamo "costretti" a discutere di una delibera in sette minuti, una delibera che ha occupato quattro sedute della Commissione.
Da quel che mi risulta, gli Uffici Scolastici Provinciali stanno già agendo come se noi la delibera l'avessimo già approvata, cioè attribuendo i nuovi codici alle strutture scolastiche così come proposto dalla Provincia.
Allora, se è così, mi chiedo che cosa noi ci stiamo a fare in Consiglio regionale e per quale ragione dobbiamo esprimere un voto in modo così urgente, visto che gli Uffici Scolastici Provinciali hanno già proceduto senza che noi approvassimo nessun atto ufficiale da questo punto di vista.
Poi, evidentemente il Consiglio procederà come ritiene. Io farò un intervento se si ritiene di procedere nel merito e nelle dichiarazioni di voto, ma non sono affatto convinto - questa è una mia opinione - che trovandoci in questa situazione, questo sia un atto, non politicamente (per certi aspetti posso anche concordare con le posizioni del collega Pedrale) ma normativamente, di somma ed estrema urgenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, la ringrazio. Intervengo brevemente solo per dire che il Consigliere Bizjak ha espresso esattamente il mio pensiero, quindi concordo con la sua richiesta e con le sue osservazioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente. Voglio soltanto spiegare che la somma urgenza deriva dal fatto che il Ministero ha dato due proroghe per l'inserimento dei codici. È ovvio che le procedure, essendo lunghe e complicate, sono iniziate a fronte della delibera della Giunta regionale; devono essere completate entro domani, altrimenti vengono annullate.
Vorrei precisare al Consigliere Rossi che nella Provincia di Cuneo non esiste alcun accorpamento e quindi non so, probabilmente si rifà a qualche altra Provincia. Se avessi avuto l'occasione di spiegare la delibera probabilmente poteva essere utile.
Dicevo, l'urgenza è determinata da due scadenze che sono già state prorogate: la prima era il 30 di dicembre, la seconda la metà di gennaio e l'ultima è stata fissata per il 12 febbraio. Siamo l'unica Regione che non ha approvato il Piano di dimensionamento scolastico; proverò a chiedere un'altra proroga, ma non credo che mi sarà concessa e ciò vorrà dire che i Piani approvati dalle Province saranno completamente annullati. Forse a qualcuno questo può andar bene, ad altri magari no. Vuol dire che quanto di positivo, secondo l'opinione di alcuni e non di altri, era espresso nei Piani sarà completamente annullato.
Domani, se quest'Aula non voterà questo provvedimento, proverò a farmi parte attiva presso il Ministero. Non so quali risultati potrò ottenere poiché sono procedure molto complicate, necessarie per avviare il prossimo anno scolastico, quindi si parte già da ora per avere gli atti appositi per procedere sul prossimo anno scolastico, e questo è determinato dalla necessità della scadenza.
Tra l'altro, non credo di essere stata cinque minuti in Commissione a discutere di questo atto, ma abbiamo tenuto ben quattro Commissioni, dove sono stati portati due pareri legali a supporto di quelli che erano gli elementi per i quali alcuni Consiglieri avevano espresso delle perplessità sull'iter adottato.
Ricordo che in Commissione avevamo concordato di approvare il Piano per l'anno scolastico 2009-2010 e di approvare altresì un ordine del giorno che mi pare sia stato depositato. Questo è quanto è stato concordato ed è stato detto nella Commissione di giovedì scorso.
Aggiungo soltanto che, laddove esistevano elementi - nel rispetto di quelle che sono le competenze attribuite a Comuni e Province - che in qualche modo non trovavano condivisione, ho lavorato e cercato di far sì che le Province potessero eliminare gli aspetti non condivisi. Alcune situazioni sono state condivise dalle Province stesse, altre no. Pertanto i Piani sono stati riconfermati. Ricordo ancora che la legge n. 59 e il decreto legislativo n. 112 attribuiscono delle specifiche competenze.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Io, non casualmente, anzi per idem sentire, sono d'accordo (com'ero d'accordo prima sulla vicenda dei Sindaci) con il collega Pedrale. Dunque noi potremmo dare la disponibilità.
Certo è che ci sono dei colleghi che vogliono approfondire la materia e sono le 19.57. Se si vuole fare, io sono per garantire il numero legale e proseguire. Se ci viene richiesto, noi siamo disposti a garantire il numero legale e a proseguire. Noi: siamo due...



PRESIDENTE

Il pronome usato è quello giusto.



LEO Giampiero

A scuola ero bravino. Detto questo, due considerazioni politiche rapidissime.
La prima. Spero che, anche se in misura ridotta, si sia apprezzato che su una serie di questioni abbiamo garantito il numero legale e facilitato la votazione di ordini del giorno importanti.
Al collega Dalmasso - verso cui nutro grande stima, per la verità voglio dire che questa volta non ho assolutamente rinvangato le mie memorie personali, ma il fatto che Furio Colombo avesse negato la quantità di attentati - una roba un po' più grave - ai democristiani è una cosa diversa. Ripeto, rimandiamo a scuola un po' di gente.
Quindi va bene il dimensionamento, Assessore Pentenero.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Mi verrebbe da usare l'aggettivo "irresponsabile" per definire il comportamento di alcuni settori - non di tutti - della maggioranza perch da quanto abbiamo sentito dall'intervento dell'Assessore Pentenero, questo provvedimento pare davvero urgente e sembra indifferibile l'approvazione di quest'Aula.
Da quanto abbiamo capito, c'è il rischio che i Piani di dimensionamento vengano in qualche misura annullati e quindi, anche da un punto di vista giuridico, non so cosa può capitare se stasera non viene approvato questo dimensionamento, su cui noi abbiamo alcuni pareri positivi e altri negativi, ma comunque riteniamo che l'approfondimento in Commissione ci sia stato ampiamente. Mi risulta che ci siano state almeno tre Commissioni, mi pare che la Giunta abbia richiesto un inserimento all'o.d.g. di questo provvedimento, tant'è vero che fa parte delle integrazioni dell'o.d.g. e questo evidentemente perché è ritenuto un provvedimento assolutamente da discutere e da votare questa sera.
Ebbene, davvero vi invito a un atto di responsabilità. Se è vero quello che ha detto l'Assessore Pentenero - mi sembra che l'abbia detto con chiarezza - c'è il rischio di creare un corto circuito istituzionale fra Regioni, Ministero e Province, col pericolo anche di un annullamento di deliberati e di atti amministrativi, con conseguenze che non riesco ben a decifrare.
Pur non essendo completamente d'accordo, riteniamo comunque importante che le istituzioni non si incartino su se stesse. Mi sembra che stasera rischiamo davvero che ciò avvenga per situazioni e probabilmente per fibrillazioni interne alla maggioranza, ma noi su questo non vogliamo far polemica. Vista anche l'ora tarda, vi invitiamo a votare questo provvedimento.



PRESIDENTE

Collega Pedrale, voglio solamente avere chiarezza su come procedere.
Hanno chiesto ancora di parlare i Consiglieri Rossi e Clement.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Intanto sono le 20, quindi di norma si chiude.
Per quanto riguarda la nota di cui dicevo all'Assessore, mi sono sbagliato, non riguarda la proposta di accorpamento, ma il diniego (relativamente all'area di Cuneo) all'istituzione presso il Comune di Canale di una seziona staccata, limitata al biennio del liceo scientifico di Alba. E riguarda proprio Canale, liceo scientifico di Alba.
Assessore, la motivazione del diniego non è chiara, e il collega Dutto voleva proporre un emendamento, anche perché la motivazione del diniego è "parrebbe in contrasto". O è in contrasto oppure non lo è: utilizzare il condizionale "parrebbe" penso sia spiacevole se riguarda una norma.
Per quanto riguarda, invece, Alessandria...



PRESIDENTE

Però, Consigliere Rossi, intendo il suo intervento come disponibilità ad entrare sul punto, quindi è in favore di discutere e votare l'ordine del giorno?



ROSSI Oreste

No, assolutamente.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, non voglio intervenire sul merito. Vorrei solo capire se ci sono le condizioni per aprire la discussione.



ROSSI Oreste

Questo metodo non ci piace: se c'era l'urgenza lo si faceva in apertura di giornata, anziché sospendere due ore il Consiglio oggi pomeriggio. Si sospendeva e poi si rinviava il punto, per procedere su questo punto.
Oppure, anche prima dei due ordini del giorno votati. Se non è così urgente, lo voteremo martedì prossimo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Clement.



CLEMENT Gian Piero

Per quattro riunioni di VI Commissione abbiamo discusso per tentare di capire se questo provvedimento era emendabile oppure no.
Lo scorso giovedì abbiamo chiuso questa discussione con un po' insoddisfazione sicuramente da parte del sottoscritto, ma anche da parte di molti altri Consiglieri.
Abbiamo convenuto che, a fronte di questa insoddisfazione, è opportuno intervenire sul prossimo anno. È stato approntato un ordine del giorno che dice alla Giunta che prima di arrivare alle deliberazioni delle Province quindi quando vengono definiti i criteri, ci sia il confronto con il Consiglio e che la deliberazione sui criteri arrivi in Consiglio, per valorizzare effettivamente il ruolo del Consiglio. Adesso stiamo qua a discutere su un mancato accoglimento. Non c'è "trippa per gatti"! Sono le 20.05, abbiamo fatto 30, facciamo 31: chiudiamo questa partita e votiamo l'ordine del giorno. Poi affronteremo tutte le discussioni, che credo saranno molto impegnative, il prossimo anno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale, sull'ordine dei lavori.



VIGNALE Gian Luca

Secondo me è sufficiente guardare l'orologio per capire cosa dobbiamo fare: andare a casa.
Come diceva correttamente il collega Clement, visto che il prossimo anno sarà impegnativo (non che quest'anno non lo sia stato o poteva esserlo di meno), perché ci saranno alcune considerazioni da fare che, poi, scaturiscono in termini positivi sull'ordine del giorno che abbiamo presentato, sulla deliberazione che è stata apportata, se il Paese ha discusso (diciamo un po' di più il centrosinistra) tre mesi di dimensionamen to, è legittimo chiedere due ore di discussione in Aula (a me basta mezz'ora) per farlo? Credo di sì.
Dopodiché, ripeto, è sufficiente guardare l'orologio. Non mi risulta che sia convocato un Consiglio alle ore 20, quindi credo che il Presidente non può far altro che mandarci a casa.



PRESIDENTE

Colleghi, vista l'ora, mi pare che non ci siano le condizioni per procedere.
La prossima Conferenza dei Capigruppo calendarizzerà un momento opportuno per la discussione, anche, eventualmente, anticipando la seduta del Consiglio a martedì prossimo.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.06)



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