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Dettaglio seduta n.416 del 10/02/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


COTTO MARIANGELA



(Alle ore 10.00 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PLACIDO ROBERTO



(La seduta ha inizio alle ore 10.34)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Buquicchio, Gariglio Motta, Pizzale, Pozzi, Rabino, Robotti, Turigliatto e Valloggia.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Distribuzione processi verbali


PRESIDENTE

È stato distribuito ai Consiglieri il processo verbale del 20 gennaio 2009 (seduta antimeridiana).Verrà posto in approvazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che in data 3 febbraio sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 9, 13, 14 e 19 gennaio 2009. Se non vi sono osservazioni, si intendono approvati.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Ho aperto i lavori del Consiglio in base alle firme che certificano la presenza di Consiglieri pari o superiore al numero legale. Al momento, il numero legale risulta essere 27 e quando è stato aperto il Consiglio risultavano presenti 29 Consiglieri.
È evidente che in qualsiasi momento, in balse al nostro Regolamento, è possibile verificare la sussistenza o meno del numero legale. In base agli accordi intrapresi in sede di Conferenza dei Capigruppo, è prevista una comunicazione da parte della Giunta regionale relativamente alla grave crisi occupazionale che sta attraversando il nostro Paese e la nostra Regione. Mi hanno testé informato che tale comunicazione sarà resa dalla Presidente Bresso, che pare stia per arrivare in Aula. A questo punto sospendo i nostri lavori per cinque minuti in attesa dell'arrivo della Presidente Bresso.
I lavori riprenderanno con le comunicazioni della Giunta regionale.
Grazie, colleghi.



(La seduta, sospesa alle ore 10.37 riprende alle ore 10.47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del "Giorno del ricordo dell'esodo istriano, fiumano e dalmata"


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, la data del 10 febbraio è stata scelta dal Parlamento italiano fin dal 2004 come "Giorno del ricordo", in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale.
Oggi siamo invitati a ricordare e a riflettere su una delle pagine più inquietanti e tragiche del Novecento, quell'imperdonabile orrore contro l'umanità costituito dalle foibe, ma anche l'esodo forzato da Fiume dall'Istria e dalla Dalmazia imposto dal nazionalismo jugoslavo, nel quadro di una vera e propria "pulizia etnica", a migliaia e migliaia di cittadini italiani.
Ricordiamo, dunque, le migliaia di vittime di un giustizialismo sommario scomparse nelle foibe tra il 1943 e il 1947, ma anche la tragedia di quanti sono stati espulsi dall'ex Jugoslavia ed hanno dovuto ricominciare da capo la loro vita con grandi sofferenze e privazioni. Per molti anni su questa tragedia dell'Europa contemporanea era calato un silenzio che il Parlamento ha voluto rimuovere istituendo questa giornata come tributo di riconoscenza alle vittime, come occasione per diffondere una memoria che ha già rischiato di essere cancellata, per trasmetterla soprattutto alle giovani generazioni. Come Consiglio regionale del Piemonte attraverso l'attività del Comitato Resistenza e Costituzione - abbiamo inteso dare un significato concreto a questa giornata con iniziative pubbliche, ma soprattutto diffondendo nelle scuole pubblicazioni e saggi che contribuiscono a studiare avvenimenti gravi e poco conosciuti, che convenienze internazionali per anni hanno rimosso.
Propongo un minuto di silenzio in memoria delle vittime delle foibe.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni - Commemorazioni

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle osservazioni del Consigliere Muliere in merito alla non avvenuta commemorazione in aula della "Giornata della memoria"


PRESIDENTE

Il Consigliere Muliere ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Bene ha fatto ad invitare l'Aula ad osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime delle foibe; ritengo che sia stato un gesto doveroso ed importante. Ho tuttavia appurato che in data 27 gennaio, "Giornata della memoria", era stata convocata una seduta consiliare e mi chiedo perché la stessa attenzione non sia stata riservata anche a quell'occasione. Come ho detto, oggi abbiamo fatto benissimo, ma avremmo dovuto farlo anche il 27 gennaio; se non lo abbiamo fatto, abbiamo commesso un errore; errore che ho commesso anch'io, perché avrei dovuto rammentarlo. Effettivamente non ricordavo se l'anno precedente era stato fatto. Oggi è stato ricordato e abbiamo fatto bene, ma bisognava farlo anche il 27. Abbiamo commesso un errore a non farlo.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega.
Concordo e condivido le sue affermazioni. Le confesso che non lo ricordo, a memoria, ma per non rischiare di sbagliarmi farò fare una verifica puntuale, visto che c'è anche un protocollo, oltre che un Regolamento, che regola quanto avviene in quest'Aula.
Sarà premura personale, come Presidente pro tempore di questa seduta nonché come Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione, dare un'informazione precisa e puntuale al riguardo, e cogliere questa occasione, da tutti condivisa, per chiarire quali sono le giornate da commemorare. Se mi permettete, senza voler essere offensivo per la giornata di oggi, vi è ormai un eccesso di giornate da commemorare, alcune più importanti e significative, altre meno, al punto che hanno superato i 365 giorni dell'anno. Ma servirebbe una riflessione decisamente più ampia.
La ringrazio ancora.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Intanto condivido, in senso lato, quanto diceva il collega Muliere.
Però mi sembra che il problema sia un altro, a mio avviso.
Adesso la memoria mi sfugge, per cui chiederò supporto ai colleghi, ma se non erro l'11 febbraio del 1848 gli studenti combatterono una battaglia che persero.
Il '48 fu un anno importante per il Piemonte: è anche l'anno dello Statuto Albertino.
Chi all'epoca studiava - pensate che si seguiva un modello per cui si andava a scuola per studiare e qualcosa si imparava, anche perché se non lo si faceva, c'era questa strana conseguenza che si veniva bocciati o non promossi! - ricorderà, anche oltre i sessant'anni, ad esempio il sottoscritto, che occhio e croce intorno all'11 febbraio del 1848, gli studenti universitari combatterono e persero una battaglia importante a Curtatone e a Montanara, che per lungo tempo è stata, da un lato, una festa dell'orgoglio studentesco, perché non c'era solo la goliardia all'epoca che c'era - ma c'era anche l'orgoglio di essere studenti universitari di quello che, un tempo, era uno degli atenei più importanti del nostro Paese Torino (ho detto "era", usando l'imperfetto non casualmente).
La memoria svanisce quando svanisce la cultura. E non credo che sia sufficiente un mero elenco di giornate: comprendo bene che la burocrazia e il protocollo debbano aiutare la nostra memoria, ma quando la gente non ha memoria è fondamentalmente perché è ignorante. Quando è ignorante o è sfiga o è colpa di De Ruggiero e del problema delle polveri ambientali o, molto più semplicemente, si possono cercarne le radici in un fenomeno che è quello di una scuola che, essendo uguale per tutti, non insegna più nulla a nessuno.
Buon lavoro, colleghi.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente alla crisi occupazionale in Piemonte


PRESIDENTE

Proseguendo nei lavori del Consiglio, come concordato, prenderà la parola la Presidente Bresso per una comunicazione rispetto alla crisi occupazionale. Interverranno l'Assessore Migliasso, l'Assessore Bairati e infine, la Presidente Bresso quando lo riterrà opportuno.
La parola all'Assessore Migliasso.



(Commenti del Consigliere Dalmasso)



PRESIDENTE

Consigliere Dalmasso, mi scusi, ma avevo già dato la parola all'Assessore Migliasso. Collega Dalmasso, verificheremo anche l'esattezza delle date storiche e delle battaglie. Il Parlamento subalpino, alle mie spalle, può essere di riferimento. Grazie.
Prego, Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Prima di fornire i dati aggiornati della cassa integrazione in deroga come della restante cassa integrazione, cioè la ordinaria e la straordinaria aggiornata al mese di gennaio 2009, a riprova della gravità della crisi e anche - io ritengo - di atteggiamenti che utilizzano, in modo spesso strumentale, la crisi, per regolare i conti e fare operazioni di delocalizzazione e di chiusura di impianti, vorrei ricordare alcuni nomi.
Alcuni che ormai in quest'Aula sono risuonati più volte, come quello della Bertone, su cui comunico che, dopo la sentenza del Tribunale di Torino, che chiamava in causa anche la controllante, mettendo quindi nelle mani dei commissari la disponibilità del marchio, dei terreni, di tutto lo stabilimento e non solo la parte "carrozzeria", non è ancora stato emanato da parte del Ministero delle Attività Produttive, la cui firma è la sola necessaria, il decreto di nomina dei tre commissari come commissari per tutta la vicenda, avendo la disponibilità di tutta la Bertone. Vengono così ritardati i tempi per l'emanazione del bando, indispensabile per vedere le carte da vicino e capire se su questa situazione molto complicata e molto difficile, che ci trasciniamo dietro ormai da anni, ci sono possibilità di soluzioni soddisfacenti.
Ho telefonato per ben tre volte al Capo di Gabinetto del Ministro Scajola, ma ancora ieri sera mi è stato detto che il decreto era quasi pronto e doveva essere firmato.
Potrei citare altre situazioni più vecchie e che tutti conosciamo, come quella della Johnson Electric di Moncalieri, della Stampal che abbiamo trattato ieri; situazioni, tutte quante, molto diverse e molto difficili con la fosca previsione di chiusura, contro la quale validamente le organizzazioni sindacali stanno battendosi con il supporto e l'aiuto concreto della Regione e di tutti gli Enti Locali interessati.
Potrei citare altre due vicende che ci toccano molto da vicino, non solo per l'improvviso scoppiare delle situazioni, ma anche per la loro dimensione che, in qualche modo, dimostra quel che dicevo prima. Accanto alle vecchie crisi che si prolungano e non si risolvono mai, accanto alle situazioni nuove, veramente determinate dal calo di ordinativi, ritengo che ci sia una componente pesantemente manovriera che - ripeto - utilizza la crisi per condurre certe operazioni e fare annegare nel calderone e nella drammatizzazione generale singole situazioni che meritano, invece un'attenzione specifica.
Cito l'Olimpias del gruppo Benetton. Ieri sera, insieme ai Consiglieri regionali Auddino e Clement, insieme a tutte le autorità locali, Provincia e numerosi Sindaci della zona, ho partecipato all'assemblea di quest'azienda, che produce tessuti di lana sottile molto pregiati, fa parte del Gruppo Benetton e occupa 147 lavoratrici e lavoratori che lavorano su turni, che hanno accettato negli anni scorsi pesanti sacrifici pur di mantenere l'occupazione.
È arrivata non alla Regione (perché si sono anche sbagliati a mandare la comunicazione) ma alla Provincia la richiesta, da parte dell'Olimpias di messa in mobilità di tutti i 147 lavoratori. L'azienda si è dichiarata disponibile, qualora nei 75 giorni della procedura s'intendesse aprire delle trattative, a prendere in benevola considerazione qualche forma meno cruda di intervento, qualche ammortizzatore sociale. Naturalmente i lavoratori chiedono il lavoro, sono disposti ad altri sacrifici tipo contratti di solidarietà ed altro, ma si oppongono alla chiusura dello stabilimento.
Per quanto riguarda l'Indesit di None, dalla sera alla mattina, la maggior parte di quelle lavoratrici e di quei lavoratori hanno appreso dal telegiornale del Piemonte di essere in mobilità. L'Indesit di None, 650 occupati, avrebbe chiuso. Avendo sette stabilimenti in Italia tra Campania Marche e non ricordo più dove, più uno piccolino e molto specializzato in Provincia di Pordenone, il gruppo ha deciso di chiudere lo stabilimento di None. Strana cosa, perché non più di due anni fa, vi sono stati 10 milioni di investimenti sull'innovazione di processo e di prodotto, e si tratta di prodotto altamente qualificato (lavastoviglie), con un mercato non saturo con ordinativi in arrivo. Quindi, è una vicenda molto complicata, molto drammatica. Oggi pomeriggio avremo un primo approccio al di fuori di quella che è la normale procedura, che verrà attivata qui a Torino, sede nazionale di confronto tra le organizzazioni sindacali e l'azienda, il 24 febbraio.
Ho ricordato questi nomi ma naturalmente, con l'intervento dell'Assessore Bairati, ne seguiranno, credo, altre decine, insieme o in modo separato, e siamo fortemente preoccupati, ma credo che tutto il Consiglio lo sia.
Lo è perché non posso immaginare che, al di là, di quelle che sono le differenze politiche, l'impostazione e il giudizio che si dà sulle misure del Governo, che personalmente ritengo assolutamente insufficienti e assolutamente inidonee a fronteggiare la gravità della crisi e soprattutto, a fronteggiare i primi mesi di questa crisi in attesa di mettere a punto tutto il marchingegno che l'accordo Stato-Regione dovrebbe consentire, ammesso che quest'accordo avvenga (ma di questo parlerà poi l'Assessore Bairati), che tali misure ci consentano di avere gli anticipi di cassa integrazione che, in questa fase, possono supportare il sistema dicevo - non posso immaginare che in quest'aula ci sia qualcuno, che non ha certezza della gravità della crisi.
Se non otteniamo gli anticipi di cassa integrazione che, peraltro, il comma 9 bis dell'articolo 19 della legge 2 ex decreto 185 convertito in legge consente al Ministero di erogare e che noi abbiamo già richiesto parecchi mesi fa, ipotizzando che, fino ad aprile 2009, ci sarebbero serviti 25 milioni di anticipazione a scomputo, naturalmente, di ciò che sarebbe dovuto arrivare, il quadro si aggraverà.
Alcuni brevi dati e poi concludo.
Come dicevo, abbiamo la possibilità di darvi alcuni dati (se ritenete li metterò ben volentieri a disposizione facendone fare delle fotocopie) che testimoniano che per il mese di gennaio - raffrontando gennaio 2009 con quello del 2008 - assistiamo ad un eccezionale aumento della cassa integrazione ordinaria, che nella nostra regione sfiora il 500%; siamo al 499,1% in più rispetto all'anno scorso, passando da 650 mila ore a 3.930 mila. È il tasso di aumento più elevato in tutto il Centro-Nord, dopo quello del Trentino, pur nelle dovute proporzioni, dove pesa fortemente l'edilizia: due volte e mezzo superiore alla media nazionale, più 209%.
Sto parlando della cassa integrazione ordinaria, quella che, secondo alcune prime dichiarazioni del Ministro Sacconi, induceva all'ottimismo (se c'è l'ordinaria, la straordinaria non aumenterà di molto, diceva!). Il Ministro è stato puntualmente smentito dai fatti che si sono verificati in queste ultime settimane. Infatti, per quanto riguarda la CIGS, la cassa integrazione straordinaria (sto parlando di quella permessa dalla legge quella che fa riferi,emto alle leggi nazionali e dipende direttamente dall'INPS), rileviamo un incremento molto sostenuto in Piemonte, 96,5% in più; inferiore a quello della Lombardia, tuttavia ben superiore a quello medio del Nord-Italia, (il 41%) e ben superiore del dato nazionale che subisce una variazione di 8,5% in più.
Infine, l'ultimo dato (per poi darvi quelli della cassa integrazione straordinaria), molto interessante, riguarda il peso del monte ore di cassa integrazione in Piemonte, relativamente al peso che esso ha sul totale nazionale: sia per la cassa integrazione ordinaria sia per quella straordinaria, la nostra regione assorbe, da sola, il 20% dell'intera dotazione di integrazione salariale in Italia.
Dò solo un dato: il Piemonte, l'anno scorso, sul monte ore della cassa integrazione ordinaria, incideva per il 10,2%; quest'anno, siamo al 19,8 di fatto un raddoppio. Sulla cassa integrazione straordinaria pesavamo il 12,1%, ora siamo al 22%. Una sola Regione incide, rispettivamente, per quasi il 20% e per il 22% sull'intero monte di cassa integrazione, sia ordinaria sia straordinaria.
Termino fornendo alcune informazioni sulla cassa integrazione in deroga, quella concessa dall Regione (su finanziamenti nazionali girati dal Ministero all'INPS Piemonte) tramite accordi tra le parti sociali, con protocolli di intesa che ogni anno firmiamo prima a livello locale ed ion seguito a livello governativo. Quest'anno operiamo in base alle intese dell'anno precedente, perché non sappiamo ancora che cosa dirà la legge quali saranno i decreti attuativi, quanti saranno i miliardi che il Governo metterà a disposizione, per quali interventi, se ciò che si chiede sul Fondo Sociale Europeo potrà essere utilizzato: c'è chi dice "sì" e chi dice "no", ma - ripeto - su questo l'Assessore Bairati sarà più preciso.
Io dico soltanto che, nell'anno 2009, il totale delle domande arrivate al 5 febbraio, quindi piuttosto vicino alla giornata di oggi, ammonta - li abbiamo suddivisi per Provincia - a 318 domande, che coinvolgono 1.809 lavoratrici e lavoratori, con un monte ore calcolato a preventivo di 880 mila ore, e con una spesa a preventivo di quasi nove milioni di euro. Mi riferisco solo alle domande pervenute fino al 5 febbraio 2009.
La cosa interessante è il tipo di aziende che avanzano richiesta di cassa integrazione o, meglio, che fino al 5 febbraio hanno avanzato richiesta di cassa integrazione. Le imprese artigiane sono 306, e incidono per il 96% sul totale delle domande e per l'82% sulla spesa. Le imprese industriali fino a 15 dipendenti sono sei, pesano per l'1,9% sulle domande e per il 3,1% sulla spesa. Le imprese industriali con più di 15 dipendenti sono sei, pesano per l'1,9% e 14,8% sulla spesa.
Un'altra tabella riguarda la suddivisione per numero di dipendenti e durata. Ve la risparmio; credo che le considerazioni iniziali e l'esposizione nuda e cruda dei dati giustifichino largamente la nostra preoccupazione e la nostra richiesta di avere, fin da subito, le anticipazioni di cassa integrazione come strumento a disposizione per dare alle aziende una possibilità di opzione ha la messa in mobilità e l'utilizzo di altri strumenti, altri ammortizzatori sociali. Perché è vero che anche in presenza di una panoplia di possibilità di interventi si pu sempre scegliere di mettere in mobilità, ma è un po' più complesso e un po' più difficile, nel momento in cui sono disponibili altre azioni.
Tutti abbiamo interesse - e concludo - che quando la crisi sarà passata, anche se non so quando passerà (perché ormai alcuni, in Europa dicono non prima della fine del 2010 o dell'inizio del 2011) a capire che cosa sarà la nostra regione. Che ne sarà del Piemonte, se non facciamo tutti insieme, il massimo di sforzo, ciascuno per le proprie competenze per le cose che può fare e che deve fare, per salvaguardare il tessuto produttivo? Noi non possiamo immaginare che questa sia la fase in cui si rade a terra un pezzo importante dell'industria piemontese, del suo tessuto produttivo, anche perché questa è una crisi che coinvolge non soltanto l'industria, ma anche tutti gli altri settori: è diversa dalla crisi del 2003/2004, perché incide pesantemente sul tessile, sul metalmeccanico, sul metallurgico, sulla chimica e sulla gomma, su settori come l'alimentazione sui quali sembrava non ci fossero grandi problemi.
Quindi, il mio è davvero un invito, una sollecitazione, pur nella diversità delle impostazioni, degli atteggiamenti e dei giudizi, a fare squadra per il Piemonte, per la nostra regione, che non deve trovarsi impreparata.
Stiamo facendo di tutto, come Giunta regionale e come maggioranza, per non trovarci impreparati alla ripresa, offrendo tutti gli strumenti di cui disponiamo, ma chiediamo altrettanta disponibilità da parte di tutti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore all'industria

Grazie, Presidente. Sui numeri non aggiungo altro, se non il fatto che ieri tutti abbiamo visto le previsioni del Fondo Monetario Internazionale che prevedono crescita negativa, ovviamente per tutto il 2009 in misura molto robusta (-2,5%), ma anche per il 2010 si prevede una contrazione seppure ridimensionata, del PIL, quindi tutti gli analisti ormai convengono sul fatto che i numeri della crisi sono numeri gravi e che avranno presumibilmente una durata protratta.
Su questo intervengo per dare un ragguaglio al Consiglio circa l'andamento della trattativa con il Governo, che riprende nella giornata di domani; trattativa che dura dall'inizio del mese di novembre 2008, quando la Conferenza dei Presidenti delle Regioni mise a punto il documento delle Regioni sulle misure da assumere per affrontare lo stato di crisi.
La trattativa con il Governo verte essenzialmente su due questioni.
Primo: il dimensionamento complessivo della manovra. Il Governo ha stimato in otto miliardi di euro il fabbisogno per la copertura degli ammortizzatori sociali 2009-2010; fabbisogno suddiviso in due quote: una a carico regionale di euro 2.400.000.000 prelevati dal fondo sociale europeo i restanti 5.600.000.0000 di euro, lo dico con una certa cautela, a carico dell'Amministrazione centrale, prelevati una parte (euro 1.500.000.000) sul decreto n. 185, convertito in legge 2, la restante parte (euro 4.000.000.000 circa) sui fondi FAS, che come sapete sono diventati il portafoglio da cui il Governo preleva risorse su un'ampia gamma di materie.
La prima questione, come dicevo, riguarda il fabbisogno, cioè la sua effettiva copertura, perché è evidente - i numeri dell'Assessore Migliasso danno anche la misura della serietà e dell'entità delle cifre in ballo che i numeri di cui stiamo parlando devono essere obbligatoriamente numeri di cassa: trattasi di misure di sostegno e integrazione del reddito dei lavoratori, quindi la competenza non è sufficiente.
Se quindi, da un lato, i 2.400.000.000 di euro delle Regioni sul Fondo Sociale Europeo danno la garanzia della cassa, analoga garanzia di copertura sui 5.600.000.000 di euro del Governo al momento attuale non c'è.
Questo è il primo elemento di considerazione perché, laddove la copertura ci fosse, ciò metterebbe quantomeno al riparo la manovra del 2009 consentendoci di operare da subito almeno su quel portafoglio e di ragionare con la dovuta cautela sulla questione del Fondo Sociale Europeo di cui dirò tra poco.
Se questa copertura non ci fosse, è chiaro che si apre uno scenario di ragionamento completamente diverso, perché i due terzi della manovra non avrebbero copertura e le uniche risorse disponibili sarebbero quelle del Fondo Sociale Europeo, che peraltro non possono essere utilizzate sugli ammortizzatori sociali come comunicatoci in un'audizione - a cui credo partecipò l'Assessore Pentenero - dal Commissario Spidla, ma confermata con lettera formale dalla Commissione e dai tecnici, che ha comunicato alla Conferenza delle Regioni che quelle risorse possono essere utilizzate soltanto a scopi formativi e non a scopi di ammortizzazione sociale.
Quindi, i primi due elementi di confronto sono la copertura effettiva e la legittimità dell'utilizzo delle risorse europee.
Seconda questione. I Presidenti posero a novembre - e via via, di rimando in rimando, riporranno nella giornata di domani - una questione decisiva: quella dei tempi con cui interveniamo su questa vicenda. Noi siamo, di rimando in rimando, fermi da tre mesi su una questione di primario interesse nazionale e, se la struttura della manovra - come pare oggi lasciar pensare - imporrà alle Regioni di riprogrammare le proprie attività sul Fondo Sociale Europeo, ancorché questa spesa fosse considerata legittima - cosa su cui personalmente ho qualche dubbio, ma vedremo, non avanzo giudizi - porrebbe un problema serissimo, perché anche nella nostra massima efficienza sabauda possibile, tra attività di riconcertazione con le parti sociali, giuste attività di discussione consiliare della riprogrammazione, la stima che noi facciamo è che un'attività di riprogrammazione di quel peso, cioè su quei 2.400.000.000 di euro in carico alle Regioni, porterebbe via non meno di sei mesi, vanificando di fatto la possibilità di intervenire tempestivamente adesso, saltando di fatto l'esercizio 2009.
Terza questione. Noi abbiamo più volte - lo abbiamo detto a Roma e lo abbiamo detto qui - che è necessario tenere un equilibrio sensato tra le risorse da destinare agli ammortizzatori sociali e gli investimenti a sostegno della domanda interna. Quindi il secondo tavolo di confronto è il tavolo con il Governo che deve autorizzare gli investimenti previsti sui fondi per le aree sottoutilizzate (per il Piemonte circa 1.000.000.000 di euro), che ci consentirebbero di dare ossigeno, oltre a quello che già abbiamo fatto, anche ad una serie di opere di rilevanza pubblica e strategica che consentono di tenere vivo un tessuto di piccole e medie imprese, una filiera lunga che lavora ai cantieri, di tenere in piedi una base occupazionale forte, di avviare anche quel percorso di capillarizzazione tra i settori che il settore edile delle opere pubbliche ha per sua natura e che, come abbiamo visto, ha funzionato nel compattamento anche di crisi passate.
Ma se questa autorizzazione del Governo non avvenisse, saremmo in estrema difficoltà nel sostenere alcuni degli investimenti che abbiamo programmato sui fondi FAS. Ne cito uno per tutti, molto importante per il tessuto manifatturiero piemontese: la gara che il sottoscritto e l'Assessore Peveraro stanno strutturando per l'acquisizione e il rinnovo di tutto il parco autobus regionale. Si tratta di circa 1.000 mezzi di trasporto, pari a un investimento complessivo di circa 350.000.000 di euro il che darebbe una certa tonicità - ferme restando le procedure europee di pubblica evidenza - ai costruttori di mezzi di trasporto (ci auguriamo).
Gara che è ferma in attesa di autorizzazione governativa sui fondi aree sottoutilizzate.
Quarta questione, che riguarda un punto delicato di bilancio: la nettizzazione (il congelamento, l'estrazione) della quota comunitaria dal Patto di stabilità, su cui non abbiamo ancora trovato una quadratura complessiva con il Ministero delle Finanze, ma che è assolutamente necessaria - ripeto - per liberare una quota ulteriore di investimenti che noi abbiamo previsto.
Quindi, in estrema sintesi, come vedete, sulla trattativa incombono ritardi che sono sempre più seri - siamo consapevoli dell'entità dei problemi che stiamo affrontando - e qualche incognita sia sul piano della copertura che sul piano della legittimità.
Mi auguro che, nel corso degli incontri che tra domani, giovedì e venerdì concluderemo con la delegazione guidata dal Ministro Fitto e dal Ministro Sacconi, alcuni di questi punti si sblocchino. In caso contrario ovviamente, come diceva la collega Migliasso, si apre uno scenario delicato e, per certi versi, inquietante dal punto di vista della tenuta sociale, in quanto ricordo che alcuni problemi sono ancora sottotraccia, perché in molti casi in tante aziende i lavoratori stanno consumando ferie pregresse e quindi la fase socialmente acuta della crisi non l'abbiamo ancora percepita.
Brevemente, noi, come Regione, che cosa abbiamo realmente fatto? Primo: domanda interna. In questi mesi abbiamo autorizzato, tra opere finanziate e date in realizzazione alle Province, mutuo e opere date da realizzare a SCR, circa 400.000.000 di euro di opere, che sono: opere nuove prosecuzioni di cantieri già avviati, conclusione di cantieri che erano in via di completamento, ma che attendevano la copertura finanziaria.
Secondo. Ieri abbiamo deliberato il fondo di riassicurazione automatica per affrontare quel problema di cui abbiamo già parlato molte volte anche in quest'Aula: tenere in circolazione credito per le piccole e medie imprese.
Ieri con l'Assessore Peveraro abbiamo preso una delibera che destina un fondo che consentirà di riassicurare 1.180.000.000 di linee di credito (tra linee di credito da riattivare e linee di credito da dare a nuove imprese che ovviamente nella fase di crisi hanno un peggioramento del rating e quindi cambiano il loro fabbisogno finanziario). Ci auguriamo che il fondo di controgaranzia del Governo, che è inserito nella finanziaria e che è in attesa di regolamento e di autorizzazione, parta presto per poter aggiungere ulteriori risorse al circolante di cui abbiamo detto.
Quarto e ultimo punto. Delle gare ho detto, esemplificando sugli autobus. Liquidità: due cose. Una già fatta: in questi tre mesi, abbiamo mosso liquidità dalla finanziaria regionale per circa 250.000.000 di euro di pagamenti delle forniture ed è in via di definizione, con il Vicepresidente, una misura che aiuti il pagamento dei fornitori della questione di primaria importanza per le forniture pubbliche piemontesi, che è la questione della sanità.
Quindi l'Amministrazione regionale ha messo in piedi un complesso di interventi che riguardano sia la liquidità sia il circolante in favore delle piccole e medie imprese sia opere sui lavori pubblici e sul sostegno alla domanda interna. che crediamo abbiano importanza e rilevanza, oltre che essere di sostegno reale all'economia piemontese.
È chiaro che tutto ciò ha bisogno assoluto, rapido, tempestivo dell'accordo con il Governo; in primis, sugli ammortizzatori sociali e, in secundis, sulla liberazione degli investimenti regionali, che sono risorse che spettano alla Regione da molto tempo, sulle quali peraltro abbiamo acconsentito alla richiesta del Ministro Tremonti di un taglio del 6% per finanziare opere di interesse nazionali, ma che, a questo punto, data la nostra disponibilità anche alla riduzione del nostro budget, è assolutamente indispensabile autorizzare.
Grazie, Presidente.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente Placido ai Sindaci e agli Amministratori delle Comunità montane della Valsesia e Valchiusella


PRESIDENTE

Grazie, Assessore Bairati.
Informo i colleghi che stanno assistendo ai nostri lavori, insieme ad alcuni cittadini, i Sindaci dei Comuni di Vistrorio, di Alice Superiore, di Becco, di Trausella, di Vidracco e il Presidente della Comunità montana Valchiusella. È in corso una comunicazione della Giunta regionale: prima è intervenuta l'Assessore Migliasso, adesso l'Assessore Bairati e presto interverrà la Presidente Bresso, rispetto alla crisi occupazionale che attraversa l'Italia e la nostra regione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente alla crisi occupazionale in Piemonte (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera, sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Poiché i rappresentanti della Giunta espongono dati molto dettagliati, quindi siamo di fronte ad un'ampia relazione, prima che parli la Presidente Bresso, che rappresenta la Regione nel suo complesso chiedo se è possibile ricevere informazioni da un punto di vista della partecipazione delle varie Regioni a questo ipotetico storno dal Fondo Sociale Europeo.
Poiché la crisi va da Nord a Sud, vorrei sapere qual è la partecipazione di tutte le Regioni a questo sforzo, per evitare che una regione come il Piemonte, che ha fatto i propri sforzi e li farà ancora alla fine abbia il danno e la beffa. Penso alle drastiche conseguenze sul settore della formazione, qualora alcune voci si concretizzassero, pertanto un'informazione completa consentirebbe a noi Consiglieri di poter esprimere un giudizio di tipo complessivo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cavallera.
Rispetto alla richiesta del collega, la parola alla Presidente della Giunta, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Brevemente, perché non ripeterò le cose che sono già state dette. Affronto una questione che in questi giorni è comparsa più volte sui giornali, cioè se servano assestamenti di bilancio in questo momento e, in questo contesto, risponderò anche alla domanda del Consigliere Cavallera.
Come hanno già ricordato sia l'Assessore Migliasso che l'Assessore Bairati, la situazione in questo momento è di estrema confusione, nel senso che il Governo ha adottato alcune misure, che ben conosciamo e che sono sicuramente utili per il nostro territorio, sul settore dell'auto e, in misura più ridotta, sui settori dei beni di consumo durevoli.
Non mi risulta - e questo invece dovrebbe essere tenuto in conto nelle programmazioni future - che siano state prese le misure sui beni di investimento, che sono quelli la cui domanda crolla in maniera più drammatica, arrivando rapidamente, in tempi di crisi, anche al 50% di calo.
Sono, invece, totalmente da definire tutte le misure di carattere sociale perché, in questo momento, la trattativa in corso a cui faceva riferimento l'Assessore Bairati è di un'estrema complicazione. Perché? Perché, come sapete, le politiche attive del lavoro sono competenza delle Regioni e delle Province, per delega di parte di questa funzione - almeno nel nostro caso - e le politiche passive sono competenza del Governo.
Pertanto, queste voci dovrebbero essere appostate nei capitoli di bilancio del Governo. Una quota, in effetti, sembra esserci, perché viene citata in 1.500 milioni - un miliardo e mezzo - ma dai capitoli di bilancio da noi reperibili sembra essere meno. Comunque, una quota dovrebbe essere disponibile nel bilancio del Ministro Sacconi.
Le altre voci che sono state richiamate, sono invece voci che riguardano altre politiche. E' il caso del Fondo Sociale Europeo, che è stato con chiarezza richiamato dalla Commissione ed è destinato a politiche attive per il lavoro. Nel caso della nostra Regione, è impegnato nella sua totalità, di qui al 2010, cioè il primo triennio. Infatti, abbiamo un tasso d'impegno che sfiora il 60%, per consentire contratti triennali nel campo della formazione. Poi ci sono le voci tecniche (assistenza tecnica, ecc.) che alzano leggermente la quota.
Inoltre, il Fondo Sociale Europeo è regionalizzato, cioè tutte le Regioni hanno dei Piani regionali che sono presentati e approvati dall'Unione Europea.
Questo pacchetto di risorse, che il Governo continua a dire debbano venire dal Fondo Sociale Europeo, nel corso della trattativa non si è mai capito da dove debbano venire e per cosa debbano essere usate. Cioè, quanto si preleva dalle singole Regioni è pro quota o è differenziato a seconda della quantità di risorse che le singole Regioni hanno? E, poi, questa cifra va in un fondo comune, il che significa una riprogrammazione, quindi almeno un anno di tempo con il rischio di perdere la riserva di programmazione e il premio di programmazione? Vi sono, dunque, una serie di questioni aperte, che il tavolo di trattative non è mai riuscito ad approfondire.
Collega Cavallera, non esiste risposta alla domanda che lei pone. E' una delle domande che rivolgiamo da fine ottobre-inizio novembre al Governo, chiedendo di mettere nero su bianco una stima del fabbisogno (è una stima, perché il profilo della crisi nessuno lo conosce). La stima del Governo sembra essere di otto miliardi, in due anni, di fabbisogno per gli ammortizzatori sociali. Anche in questo caso, sarebbe utile sapere cosa si intende per ammortizzatori, cioè quali siano gli addendi che vanno a comporre questi otto miliardi per due anni (quattro miliardi in ognuno dei due anni).
Questo non è noto, perché nella trattativa non è mai stato detto e questo è un punto importante, perché, per capire se si possono usare risorse di vario tipo, anche regionali - quelle che abbiamo a bilancio, non necessariamente dal Fondo Sociale Europeo - noi abbiamo detto: "Stabiliamo quanto le Regioni mettono, poi valuteranno le Regioni come possono fare magari possiamo prenderli da altri capitoli, però bisogna capire cosa si deve fare". E questo non è chiaro.
In secondo luogo, per quanto riguarda le risorse stimate nelle cifre che prima l'Assessore Bairati richiamava, non è chiaro se siano risorse la cui disponibilità di cassa esiste, perché credo tutti ricordino che, nella finanziaria dello Stato, le risorse relative ai Fondi FAS (tutte, sia nazionali sia regionali) sono collocate - c'è stata una polemica fra le Regioni e lo Stato su questo - a partire dal 2011, pochissime dal 2012.
Questo vuol dire che oggi non sono appostate, in termini di cassa, nel bilancio dello Stato, né di quest'anno né dell'anno prossimo, e che quindi dovrebbe essere modificato il pluriennale e dovrebbero essere appostate queste voci. Diversamente, sono dati contabili la cui disponibilità di cassa non esiste nel periodo in cui si dovrebbe programmare l'uso di risorse che, essendo ammortizzatori sociali, devono essere erogate in cassa e non possono essere erogate in competenza.
Questi sono i problemi aperti con il Governo.
Il terzo elemento è quello di avere quantomeno l'accordo sui Fondi FAS per la parte regionale, in modo che questi possano essere avviati come investimenti. Gli investimenti, come sapete, richiedono una programmazione.
La programmazione è stata fatta da tempo e questo passo avanti ci consentirebbe di dare l'avvio, ad esempio, alla gara degli autobus e ad una serie di investimenti previsti sui fondi FAS, che si potrebbero fare anche in assenza della cassa, perché i fondi per l'investimento richiedono una o due anni per potere iniziare ad essere concretamente erogati, ma questo consentirebbe di avviare gli ordini, e quindi sostenere l'economia in un momento complicato.
Ribadiamo anche che, nel testo - due fogli - presentatoci dal Governo si parla di devoluzione alle Regioni e alle forze sociali della competenza in materia di politiche passive per il lavoro.
Vi rendete sicuramente conto che non si può devolvere con un documento.
Occorre un atto giuridico di devoluzione, a meno che non s'intenda l'incarico di coordinare, ma siamo di fronte ad una situazione di grande complessità e difficoltà e crediamo che occorra un atto chiaro.
A fronte di tutto questo, da ormai tre mesi veniamo rinviati di settimana in settimana dal Governo, salvo il periodo delle feste, in cui siamo stati rinviati di tre settimane. Di settimana in settimana si concorda che si farà un'accurata disamina di queste questioni, che non sono solo questioni tecniche, ma sono questioni che comportano delle risposte e delle soluzioni ed anche una ricerca comune di soluzioni.
Noi ci siamo detti disponibili a trovare una soluzione comune, perch abbiamo ben chiaro che è urgente prendere delle decisioni.
Il problema è che non esiste un luogo dove stia avvenendo una trattativa vera, nell'ambito della quale noi potremmo poi eventualmente chiedere se sarà necessario adattare il bilancio, e noi riteniamo che al momento non lo sia, perché abbiamo già fatto un bilancio che teneva conto della crisi e lo abbiamo adattato in corso d'opera per tenerne conto.
Quindi, riteniamo di avere ad oggi le poste di bilancio necessarie ad intervenire e, per quanto di nostra competenza, lo stiamo facendo.
È evidente che potrebbero esserci degli aggiustamenti necessari nella programmazione del Fondo Sociale Europeo, ma qui non si tratta tanto di assestamenti di bilancio quanto di una riprogrammazione, quindi di una trattativa preventiva con l'Unione Europea per capire i tempi di un'eventuale riprogrammazione, che non sono brevi, come tutti sappiamo.
Questa è la situazione e secondo noi è veramente drammatica.
Oggi il Governo ha preso le misure relative ad alcuni settori produttivi colpiti da particolare crisi. È però di urgenza estrema ed assoluta chiudere la trattativa su questa partita.
Anche da questo punto di vista, non esiste ad oggi né il fabbisogno n l'esigenza o, quantomeno, l'opportunità di modifiche del nostro bilancio almeno fino a quando non sarà stata chiusa la trattativa e sarà anche chiaro se tocchi alle Regioni - solo in questa occasione o, da adesso in poi, in modo permanente - la gestione di una partita così delicata come quella delle politiche passive per il lavoro, in tutto o in parte.
Non è chiaro, ad esempio, se questa devoluzione riguardi tutto il sistema o solo le aziende fino ad un certo numero di addetti e dipendenti e se le grandi aziende restino di competenza del Governo. Anche questo, in termini di risorse, ha rilevanze non piccole.
Questo è il vero problema ed è una situazione che angoscia molto le Regioni, proprio perché tutte quante, in modo certamente diverso, si trovano a confrontarsi con una crisi il cui profilo non è del tutto prevedibile, ma è prevedibile quanto meno nei suoi tempi brevi.
Il crescente utilizzo della mobilità, le richieste di cassa integrazione ai diversi livelli e gli strumenti di welfare ai diversi livelli crescono con i ritmi che l'Assessore vi ha ricordato. Questa è la situazione.
Credo che sarebbe utile che il Consiglio tutto sollecitasse una ferma rapida e chiara presa di posizione da parte del Governo su questa questione, che è quella più urgente in assoluto, perché sulle altre partite sia il Governo sia le Regioni, per le partite in cui la competenza è chiara, si sono mosse, ed in particolare noi ci siamo mossi e ci stiamo muovendo, mettendo in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione salvo la partita dei FAS, che è assolutamente urgente, perché ci consentirebbe di far partire una serie di cantieri per opere pubbliche e per opere sociali, di edilizia scolastica e di edilizia per i bambini e gli anziani, oltre ad una quota per il Programma casa, per la partita degli autobus come per tutta una serie di misure di opere pubbliche previste nel programma presentato dai FAS, che credo il Consiglio conosca bene, in quanto dallo stesso Consiglio è stato approvato, e che potremmo far partire immediatamente.
Salvo questa partita, in questo caso certamente sarebbe successivamente necessario l'assestamento di bilancio per inserire nel triennale, non solo in quest'anno, i dati relativi al FAS approvato.
In questo momento però non avrebbe senso farlo, perché non è ancora approvato e fa parte del pacchetto di trattativa in corso.
Nel ringraziarvi, ricordo che, se saranno necessari ulteriori chiarimenti, li forniremo al termine del dibattito.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico Commerciale per Periti Aziendali e Corrispondenti in Lingue Estere "A. Bermani" di Novara


PRESIDENTE

Volevo informare i colleghi che, oltre ai cittadini ed agli amministratori della Valchiusella, stanno assistendo ai nostri lavori gli allievi dell'ITC "Bermani" (le classi IV A e IV B) di Novara. Saluto loro e chi li accompagna.
Si è appena conclusa la comunicazione della Giunta regionale, in particolare degli Assessori Migliasso e Bairati e della Presidente Bresso sulla crisi occupazionale ed economica del nostro Paese e della nostra Regione.
Comunico inoltre che era stato concordato un incontro con i rappresentanti e gli amministratori della Valchiusella. Erano state indicate le ore 12. Se i colleghi sono d'accordo, l'incontro potrebbe essere spostato alle ore 12.30.
Quindi, sospenderemo i lavori del Consiglio per incontrare amministratori e cittadini e quanti, fra Capigruppo e colleghi, sono interessati al problema, in Sala Viglione.
Mi pare che non vi siano contrarietà, quindi i lavori saranno chiusi alle ore 12.30.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Viabilità

Richiesta, da parte del Consigliere Laus, di una comunicazione della Giunta regionale relativamente al progetto del traforo del Frejus

Argomento: Commemorazioni

Richiesta, da parte del Consigliere Buquicchio, relativamente all'osservazione di un minuto di silenzio in aula per ricordare la scomparsa di Eluana Englaro


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Ho preferito dare prima spazio alla Giunta, perché intervenisse su un tema così delicato qual è quello della crisi.
Ho avuto modo di interloquire con alcuni cittadini e qualche Sindaco dell'Alta Val di Susa, e mi è stato denunciato l'assordante e rumoroso silenzio in merito al progetto relativo al traforo del Frejus. Un silenzio molto preoccupante.
Chiedo quindi agli Assessori competenti, all'Assessore De Ruggiero e all'Assessore Conti, di riferire sull'attuale situazione, perché le voci sono preoccupanti. Tra queste, le prime preoccupazioni sono quelle relative all'aumento delle tariffe. Quindi, vorrei capire qual è la posizione della Provincia di Torino, essendo questa azionista anche della SITAF. Non mi dilungo su questo, dico solo che in merito presenterò un'interrogazione urgente per avere dei chiarimenti, non per ostacolare, ma per capire qual è lo stato di fatto delle cose, perché credo che la Regione abbia espresso anche un parere sulla valutazione di impatto ambientale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Senza alcun imbarazzo, ma con estrema sincerità, mi sentirei di richiamare l'attenzione dell'Aula e dell'Ufficio di Presidenza per valutare l'opportunità di osservare un minuto di silenzio su una questione che ha comunque, a torto o a ragione, interessato tutte le Istituzioni, ai più vari livelli della politica. Parlo del caso di Eluana Englaro.
Ritengo che dopo questo triste epilogo, senza alcun commento, tutti insieme dovremmo, comunque, poter onorare questa fine con un minuto di silenzio.
È quello che mi permetto di chiedere rispettosamente all'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi sull'ordine dei lavori? Rispetto alla richiesta del Consigliere Laus, gli Assessori sono presenti, perciò, quando riterranno opportuno intervenire in merito, lo faranno.
Rispetto alla richiesta del Consigliere Buquicchio, comprendendone assolutamente le motivazioni, non mi sento - faccio fatica ad esprimermi in questo senso - di fare osservare un minuto di silenzio su un tema che personalmente - cerco di non andare oltre il mio ruolo, in questo momento di Presidente di Consiglio - ritengo sia un fatto molto privato, doloroso e tragico. Ritengo, altresì, nelle sedi legislative, che non sia il modo migliore quello di accentuare quanto avvenuto fino adesso, nel rispetto delle convinzioni di ognuno di noi, sia personali, sia religiose.
Consigliere Buquicchio, con tutta l'amicizia e tutte le difficoltà, non mi sento di accogliere la sua richiesta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente alla crisi occupazionale in Piemonte (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo al dibattito in merito alla crisi occupazionale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente.
A me pare che i numeri e il quadro che ci ha descritto la Giunta siano drammatici per lo stato della tenuta del tessuto produttivo della nostra regione.
Faccio alcune considerazioni. Ci troviamo di fronte a numeri gravissimi: decine di migliaia di famiglie piemontesi che oggi vedono messa in discussione, pesantemente, la possibilità di continuare a mantenere il loro tenore di vita. Inoltre, richiamo la più generale e importantissima questione che l'Assessore Migliasso ricordava in chiusura del suo intervento: cosa potrebbe diventare la nostra regione quando questa crisi dovesse passare. Avremo ancora un tessuto industriale e produttivo degno di questo nome? Questa è la domanda che ci angoscia profondamente.
Ci troviamo di fronte, dall'altra parte - lo dico senza voler sollevare polemiche, ma dovete consentirmi di esprimere la mia idea - ad un'azione di completa irresponsabilità da parte del Governo nazionale, che sta discutendo da mesi, con tutte le Regioni, non solo con la nostra, senza trovare un punto di sintesi. Parliamo di centinaia di migliaia, sul piano nazionale, di lavoratrici e di lavoratori. Mentre per la tristissima vicenda Englaro, Berlusconi ha fatto il decreto, il Senato si è riunito sembrava ci fosse.Non so, non trovo le parole.
Per intervenire rispetto alla gravissima crisi industriale che "caccia" nella povertà centinaia di migliaia di famiglie italiane, e molte migliaia del nostro territorio, non si trova il tempo. I Senatori sono troppo impegnati a picchiarsi e a insultarsi con quello spettacolo vergognoso che abbiamo visto l'altra sera, tutti quanti. Uno spettacolo vergognoso, ma era su un'altra questione che probabilmente il Governo e Berlusconi ritengono più importante, sciacallare su un vicenda di quel genere. Siamo in presenza di una completa assenza di politica industriale, di una completa assenza di interventi mirati a salvaguardare il settore produttivo.
Seconda questione. Questo Governo è certamente prigioniero di un'ideologia neoliberista che vede sempre l'intervento del pubblico nel mercato come il "diavolo e l'acqua santa", nonostante le affermazioni di Tremonti. Tremonti dice delle cose, ma poi fa degli atti strettamente coerenti con la propria ideologia neoliberista, del libero mercato, della deregulation, quella cosa che per tanti anni ci hanno raccontato che doveva migliore le condizioni economiche del Paese e, naturalmente, delle lavoratrici e dei lavoratori.
Noi Comunisti crediamo che questa profonda crisi, oltre a richiamare interventi diretti, finanziamenti mirati a sostegno dei redditi - lo stiamo facendo come Regione, ma crediamo che debba farlo il Governo nazionale, che incalzeremo, per quanto potremo, su questo - dovrebbe mettere in campo anche una riflessione profonda: c'è bisogno di una radicale riforma di sistema in questo Paese, e non solo. Oggi c'è il periodo di crisi, e lo pagano le lavoratrici e i lavoratori, anche quelli che percepiscono la cassa integrazione.
I livelli di cassa integrazione in questo Paese sono scandalosamente bassi. Li vogliamo ricordare? Dai 600 ad un massimo di 800 euro al mese.
Questa è la condizione per chi percepisce l'indennità di cassa integrazione e/o di mobilità. Ma quando l'economia tira e le imprese e gli imprenditori rimpinguano i propri bilanci in maniera scandalosa, il periodo delle "vacche grasse", Assessore Bairati - lei lo sa bene perché è attento a queste cose - non c'è mai per le lavoratrici e per i lavoratori. Quando poi c'è la crisi più acuta, allora ne pagano le conseguenze.
Vorremmo che la nostra Regione, così autorevolmente rappresentata sul piano nazionale nella Conferenza Stato-Regioni, portasse anche queste questioni al Governo nazionale: il finanziamento a copertura di tutta la cassa integrazione della mobilità necessaria, ma anche l'affrontare un ragionamento sui livelli scandalosamente bassi degli attuali contributi degli attuali cassaintegrati, dell'attuale mobilità.
Incalziamo il Ministro Tremonti affinché passi dalle parole ai fatti e rimetta al centro la politica, se ne è capace, quella che pianificava e programmava lo sviluppo industriale del Paese (lo so che quando uso il termine pianificare l'Assessore Bairati si spaventa, ma non pensavo a quella pianificazione).
Noi crediamo che questo passaggio, particolarmente drammatico, debba avere, e concludo, la priorità su qualunque altra vicenda che non attenga a questioni concrete. Per quello auspico che nessuno qui voglia aprire una discussione sul caso Englaro, che ritengo assolutamente inopportuna da questo punto di vista. L'esempio dello sciacallaggio lo abbiamo avuto ad altri livelli, credo potremmo lasciarlo a loro, senza perderci nulla ognuno restando della propria opinione - la mia è nota, pertanto non la ripeto in questa sede, ma non è questo il tema. Oggi dobbiamo dare un forte sostegno all'azione della Giunta affinché incalzi il Governo nazionale. Il Governo nazionale deve assumere come priorità gli interventi anticrisi mettere i fondi e aiutare le famiglie delle lavoratrici e dei lavoratori che non ce la fanno, perché qui chiudono le fabbriche, ma non solo, le aziende e complessivamente il tessuto socioeconomico; i numeri ci ricordano che nella nostra regione la situazione è particolarmente drammatica.
Noi crediamo che sul piano nazionale questa vicenda debba essere assunta come priorità - altro che decreti e decretini su questioni che certamente, hanno una loro importanza - che ad essa deve essere assegnata un'importanza centrale, ma relativa rispetto ad un passaggio - questo del 2009 - che potrebbe essere davvero pesantissimo per tutto il nostro paese e la nostra regione.
A cominciare dal Consiglio regionale, noi dobbiamo dare forza alla delegazione della Giunta, che sta discutendo con il Governo nazionale, e avanzare anche una fermissima critica al disinteresse e all'assenza di qualunque misura importante e incisiva da parte del Governo nella propria azione anticrisi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Chieppa.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Devo ammettere che dopo l'ultimo intervento fatico un po' nel cercare di mantenere lo spirito originario dell'intervento, cioè uno spirito in qualche modo costruttivo.
Siccome la situazione - alludo evidentemente alla parte prevalente delle comunicazioni della Giunta di questa mattina, quelle attinenti alle condizioni economiche della regione - è oggettivamente molto difficile così vediamo di fare qualche sforzo in questa direzione; lo spazio per la polemica lo possiamo sempre recuperare in qualunque momento.
La situazione della regione dal punto di vista economico e finanziario come è stato detto, è difficile; dal mio punto di vista, la cosa sorprendente è che non c'è alcuna sorpresa, non da parte nostra, credo da parte - purtroppo - di tutti coloro che abbiano voluto in qualche modo osservare le cose nel loro divenire.
Senza qui voler fare il gioco di chi è arrivato primo, secondo o terzo in certe conclusioni, mi limito soltanto a ricordare ai colleghi che hanno partecipato ai discorsi e alla loro evoluzione che alcuni Gruppi di opposizione, nel novembre scorso, consegnarono non ai giornali, ma ai colleghi della maggioranza, un loro documento ricco di preoccupazione, che si riteneva essere all'epoca condivisa o condivisibile, che in funzione della preoccupazione - che i dati odierni ci fanno ritenere, ahimè, fosse ancora inferiore a quella della realtà che si sta verificando non soltanto qui, ma nell'ambito dell'intera comunità economica mondiale - portava non tanto all'espressione di una preoccupazione, ma a delle ipotesi di lavoro siamo nel novembre 2008.
Portammo anche dei suggerimenti e ci sembra - non abbiamo in tal senso modificato, neanche oggi, il nostro punto di vista - che in tal senso ancorché non lo abbia potuto sentire del tutto, andasse l'intervento del collega Cavallera quando auspicava uno strumento, quello di una legge.
Quest'Aula è nata nello spirito fondante dello Statuto per fare delle leggi e la legge di assestamento altro non è che una legge di variazione di bilancio, che semplicemente obbliga alla ripresa di alcuni dati, che in qualunque momento qualunque parte, sia essa la Giunta o la maggioranza, pu proporre e, qualora si ritenga ve ne sia la necessità, discuterne nelle opportune Commissioni e l'Aula nella sua autonomia approvare.
Allora, proponemmo delle soluzioni...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere.
Colleghi, per cortesia!



BURZI Angelo

Tanto l'Assessore Peveraro, che è l'oggetto del discorso, non a caso è disinteressato e la Presidente Bresso la sua conferenza stampa l'ha fatta.
Intanto io continuo secondo lo scopo che ho deciso di mantenere, che è quello costruttivo, perché, come ho detto, Presidente, scivolare verso la polemica è sempre possibile in qualunque momento e la serietà di quanto sta succedendo fuori riteniamo imponga un certo comportamento, magari con una certa fatica - d'altronde, si sa, ho un carattere dolcissimo, quindi non fatico a mantenermi all'interno della fase della conduzione.
Proponemmo anche delle soluzioni, che per comodità ricordo, non tanto perché le ritenevamo giuste, ma in quanto pensavamo che non essendo state seguite o non essendo state del tutto seguite - in questo, evidentemente c'è una forte differenza d'opinione rispetto a quanto la Presidente ha poco fa affermato in quest'Aula - non fosse tardi per farlo, perché il Piemonte non è morto, sta abbastanza male, come tutto il resto delle regioni d'Italia, dell'Unione Europea e della comunità economica mondiale, ma, a nostro avviso, c'è il tempo e il dovere di intervenire.
Noi sostenevamo di prendere il bilancio che ci è stato proposto, non fermandoci a criticarlo più di quanto questo pur meriterebbe, perché la situazione richiede un momento di condivisione e non di critica, per fare due cose, che ricordo perché, non essendo state fatte, o erano delle sciocchezze - a nostro avviso non lo erano e neanche lo sono - o, non essendolo, tuttora possono essere fatte. Prendiamo risorse già allocate e spostiamole, non certo perché non se ne debbano necessariamente condividere le finalità, ma - buon Dio - persino l'Assessore Alfieri - scelgo volentieri un esempio esterno a quest'Aula per non accendere polemiche oggi, rispetto a Luci sulla città o a qualunque altra delle brillanti iniziative che, nel corso della sua carriera in Comune, ha svolto, sono convinto ritenga prioritarie le condizioni economiche del Piemonte rispetto ad altre iniziative, quindi spostiamole.
Perché dissi "spostiamole"? Perché il bilancio della Regione purtroppo, non consente più ulteriori indebitamenti, perché questi sono già stati fatti. È evidente che noi non condividiamo né l'entità né la modalità, ma se una struttura è già stata indebitata ai limiti del possibile, evidentemente, non è più disponibile la leva dell'indebitamento che oggi sarebbe indispensabile - lo dice un liberale - utilizzando la mano pubblica nell'ambito del sostegno dell'economia complessiva del sistema del lavoro e dell'impresa.
Quindi, spostiamo delle risorse e, in secondo luogo, nella patria del postfordismo e del mondo sindacale, impieghiamo un termine che in qualche momento è stato utilizzato anche come elemento di polemica - non era allora il nostro scopo e non lo è tutt'oggi. Utilizziamo l'efficienza del sistema pubblico per produrre risorse che in ambiente sindacale, se non sono cambiati i termini, chiamano "produttività" e utilizziamo queste risorse che il sistema pubblico non può non essere in grado di produrre non essendo nato per questo, dedicandole al mondo dell'impresa e del lavoro e non più come avremmo suggerito negli anni scorsi, al ripristino, al riammodernamento e, perché no, al mantenimento dell'efficienza e dell'eccellenza dello stesso.
Indicammo genericamente una misura: 500 milioni di euro. In tal senso ci rendemmo disponibili a partecipare al ridisegno, ci rendemmo disponibili a votarlo in maniera veloce, perché lo strumento, oltre che essere disegnato, doveva essere prestamente disponibile.
Che cosa è avvenuto? È avvenuto che, con grande segno di responsabilità, di cui affatto ci vergogniamo, il bilancio è stato votato il 23 dicembre, con una grandissima disponibilità - è evidente - di tutti i Gruppi di opposizione, tenuto conto del Regolamento di cui disponiamo.
Ma arriviamo ad oggi, quando succedono due cose: la prima la riteniamo interessante, ma esulante dalla competenza. Essendo un ingegnere, faccio fatica a comprendere tutti i meccanismi della ragioneria, come più volte alcuni, tra cui il Vicepresidente Peveraro, mi hanno ricordato. Tuttavia prima di vedere che cosa gli altri possono o debbono fare, rifletto per cercare di capire in che cosa noi abbiamo la competenza e, avendola, a mio avviso, il diritto, e, avendo il diritto, a mio avviso, il dovere di fare.
Vediamo, quindi, il nostro bilancio. Che cosa avviene? Il 19 gennaio (non ieri, come riportano i giornali) una delibera di Giunta definisce la possibilità di impiegare i fondi deliberati per legge finanziaria al 75%.
Allora, dice mia madre: "Scusami, Angelo, ma che senso ha avuto che vi deste molto da fare per approvare la legge il 23 dicembre se poi al 19 di gennaio il 25% di questi fondi non vengono utilizzati? Non ti sembra un controsenso?" Lo è, cari colleghi. Perché se andaste ad esaminare codesta delibera - capisco che sia faticoso leggere le delibere, però ogni tanto può essere "non inutile" per chi esercita il ruolo di Consigliere regionale vi accorgereste che all'interno vi sono due modalità.
Innanzitutto ci si accorge, pur tardivamente, che il documento (ci è sembrato di averlo ripetuto in tutte le sedi) da circa un anno e mezzo è sforante il Patto di stabilità di 400 milioni di euro, lira più o lira meno (quando, poi, il Vicepresidente Peveraro vorrà venire in Commissione bilancio ne discuteremo anche dal punto di vista numerico; se poi sono 398 o 402 lascio volentieri i ragionieri dibatterne); inoltre, le decisioni di taglio vengano effettuate in maniera indiscriminata...



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Mi scusi, Consigliere Burzi, prima le avevo segnalato i dieci minuti.



BURZI Angelo

Ha perfettamente ragione; mi sono distratto, ma prometto all'Aula oltre che a me stesso, nei prossimi interventi, di far risparmiare il tempo perso. In questo caso avverto l'esigenza di continuare, ma sarò breve.
Ad oggi tutto ciò che è stato detto per tempo non è stato seguito. Non è obbligatorio che quanto dice l'opposizione debba venir seguito, è per certo che nell'ambito del nostro bilancio, al di là dei rapporti con lo Stato centrale o con la Comunità europea, esistono, a nostro avviso, dei fondi (addirittura in parte già deliberati, più quelli che con la legge di variazione, come dice correttamente il collega Cavallera, potrebbero essere rideliberati o rispostati) per far fronte, in maniera più chiara, alla crisi esistente.
Quanto dice il collega Cavallera rappresenta esattamente il dovere che a nostro avviso, tutti i Consiglieri dovrebbero avere per porre un argine per competenza.
Se, invece, vogliamo giocare a quanto Berlusconi non fa, Sacconi smentisce, l'Englaro commenta, facciamolo. Però lo faremo dopo aver compiuto tutto ciò che è possibile nell'ambito di quello che la competenza esistente permette.
Poi, se proprio dobbiamo fare polemica, il collega Cavallera ed io, da sempre note "colombe" del territorio piemontese, con rammarico metteremo l'elmetto e ci rassegneremo a farla. Ma lo avremmo evitato per scelta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Burzi.
Prima di cedere la parola al Consigliere Larizza, fornirò alcune informazioni di servizio.
Continuano ad assistere ai nostri lavori - essendo numerosi si alternano - gli allievi e gli insegnanti dell'Istituto Tecnico Commerciale Bermani di Novara, con le classi 4 A e 4 B, che salutiamo.
Dopo le comunicazioni della Giunta regionale, rese dagli Assessori Migliasso, Bairati e dalla Presidente Bresso, è in corso un dibattito relativo alla crisi economica della Regione e del nostro Paese.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Iscrizione nuovi punti all'o.d.g.:

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 1172 "Crisi della democrazia, solidarietà al Presidente della Repubblica" presentato dai Consiglieri Deambrogio Barassi, Bossuto, Dalmasso, Moriconi, Chieppa (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Ordine del giorno n. 1173 "Medici e immigrati" presentato dai Consiglieri Deambrogio, Moriconi, Clement, Bossuto, Barassi, Dalmasso, Comella Travaglini, Motta, Ferraris, Turigliatto, Boeti, Auddino, Chieppa, Muliere Cattaneo (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Ordine del giorno n. 1178 "Disegno di legge 733 (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica)" presentato dai Consiglieri Cavallaro, Dalmasso Comella, Deambrogio, Reschigna, Rutallo, Travaglini, Bizjak, Rabino Barassi, Bellion, Bossuto

Argomento: Norme generali sui trasporti

ordine del giorno n. 1174 "Crisi dei trasporti ferroviari in Piemonte" presentato dai Consiglieri Deambrogio, Moriconi, Clement, Bossuto, Barassi Dalmasso, Comella, Chieppa (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

ordine del giorno n. 1175 "Istituzione dell'ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra" presentato dai Consiglieri Placido, Leo, Travaglini, Cotto, Cavallera, Chieppa, Ferrero Pedrale, Dalmasso, Clement, Dutto, Larizza, Barassi, Guida, Bellion Auddino, Rutallo, Ronzani, Bizjak, Reschigna, Cattaneo, Valloggia Manolino, Pizzale, Pace, Laus, Nicotra, Rostagno, Gariglio, Bossuto Spinosa, Deambrogio, Boeti, Cavallaro


PRESIDENTE

Colleghi, vi informo che, nel frattempo, sono stati depositati alla Presidenza sono stati presentati i seguenti ordini del giorno: ordine del giorno n. 1172 "Crisi della democrazia, solidarietà al Presidente della Repubblica" presentato dai Consiglieri Deambrogio Barassi, Bossuto, Dalmasso, Moriconi, Chieppa ordine del giorno n. 1173 "Medici e immigrati" presentato dai Consiglieri Deambrogio, Moriconi, Clement, Bossuto, Barassi, Dalmasso, Comella Travaglini, Motta, Ferraris, Turigliatto, Boeti, Auddino, Chieppa, Muliere Cattaneo ordine del giorno n. 1178 "Disegno di legge 733 (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica)" presentato dai Consiglieri Cavallaro, Dalmasso Comella, Deambrogio, Reschigna, Rutallo, Travaglini, Bizjak, Rabino Barassi, Bellion, Bossuto ordine del giorno n. 1174 "Crisi dei trasporti ferroviari in Piemonte" presentato dai Consiglieri Deambrogio, Moriconi, Clement, Bossuto, Barassi Dalmasso, Comella, Chieppa ordine del giorno n. 1175 "Istituzione dell'ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra" presentato dai Consiglieri Placido, Leo, Travaglini, Cotto, Cavallera, Chieppa, Ferrero Pedrale, Dalmasso, Clement, Dutto, Larizza, Barassi, Guida, Bellion Auddino, Rutallo, Ronzani, Bizjak, Reschigna, Cattaneo, Valloggia Manolino, Pizzale, Pace, Laus, Nicotra, Rostagno, Gariglio, Bossuto Spinosa, Deambrogio, Boeti, Cavallaro Essendoci il numerosi Consiglieri necessario, li diamo per iscritti, poi si vedrà quando trattarli.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente alla crisi occupazionale in Piemonte (seguito)


PRESIDENTE

Rispetto a quanto concordato precedentemente, dopo l'intervento dei Consiglieri Larizza e Cavallera, sospenderemo i lavori del Consiglio per incontrare gli Amministratori e i cittadini della Valchiusella, con i Capigruppo e quanti saranno interessati, in Sala Viglione. Comunico che sono ancora iscritti ad intervenire - evidentemente nella seduta pomeridiana - i colleghi Bossuto, Ronzani e Deambrogio. Dopo gli interventi dei colleghi Larizza e Cavallera è dunque prevista la sospensione della seduta antimeridiana; seguirà l'incontro con la delegazione della Valchiusella. La ripresa dei lavori è prevista per le ore 14.30. Vi ringrazio per la condivisione.
La parola al Consigliere Larizza.



LARIZZA Rocco

Grazie, Presidente.
Le comunicazioni odierne della Giunta ci portano a discutere di un tema che è già stato al centro dell'attenzione del Consiglio regionale in altri momenti; abbiamo dedicato una seduta intera alla crisi.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Chi per motivi di servizio, di diletto o quant'altro ha necessità di interloquire, è pregato di accomodarsi fuori dall'aula.
Prego, Consigliere Larizza.



LARIZZA Rocco

O, quantomeno, se posso permettermi, di parlare più piano del sottoscritto! Come dicevo, non siamo nuovi a questo tipo di dibattito. Ovviamente il passare del tempo ci porta nuovi dati, purtroppo non positivi, almeno dal punto di vista della situazione economica.
Abbiamo dedicato una seduta anche alle questioni della povertà, per cui siamo più volte ritornati su questi temi.
I dati che ci sono stati forniti oggi evidenziano, intanto, la gravità della crisi e le caratteristiche del sistema produttivo ed economico del Piemonte. Perché se il 20% della cassa integrazione ordinaria (circa 19.8%) è in Piemonte, rispetto al dato nazionale, mentre il 22% è il dato di quella straordinaria, se ho compreso bene, è evidente che la drammaticità della crisi colpisce tutto il Paese ma, da questo punto di vista, colpisce in modo particolare quelle Regioni che hanno una struttura produttiva ed economica come quella del Piemonte.
Se poi aggiungiamo anche la caduta dei contratti di lavoro nel corso dell'ultimo trimestre, ci rendiamo conto che il numero delle persone in cerca di lavoro è destinato a crescere molto. Quindi, mettendo assieme coloro che finiscono in cassa integrazione o in mobilità e che non sempre riescono ad avere nei tempi necessari questa cassa integrazione che è già una decurtazione di salari già magri, come abbiamo detto più volte, ci rendiamo conto che se non ci muoviamo per tempo (su questo vorrei almeno essere chiaro, perché poi non si venga qui a parlare di altre questioni che non sono quelle della crisi), la questione dei rapporti anche sociali all'interno della Regione Piemonte potrebbe cambiare.
Non so se sono io che sopravvaluto la gravità della situazione, per guarderei ai fatti di Pomigliano e ai fatti della crisi che si stanno sviluppando nella nostra Regione con una certa preoccupazione. Non vorrei che in una questione sociale di massima importanza si trasformasse in questione di ordine pubblico. Per questo motivo, le Istituzioni hanno il dovere di intervenire in modo preventivo. In questo senso vanno prese misure a livello regionale e ne abbiamo già parlato.
Non escludo - mi pare fosse già nelle dichiarazioni della Giunta - che a fronte di tutti gli interventi che si devono fare, anche quelli nazionali, ad un certo punto si debba valutare per ulteriori interventi sul bilancio, per capire se risorse ci sono e se possono esserne trovate altre.
Perché? Perché credo che la portata delle risorse messe oggi complessivamente a disposizione non sia sufficiente. Comunque, esiste anche un problema di tempi e i tempi sono soprattutto importanti per le famiglie che hanno delle scadenze. Si è soliti pensare che quando non arriva la cassa integrazione, quando non arriva il reddito sufficiente, le altre scadenze che hanno le famiglie siano rinviate. No, non è così, non sono rinviate. È per questo che i tempi sono importanti.
Abbiamo discusso a lungo. Credo ci sia ancora una discussione in corso tra le Regioni e il Governo. A parte le questioni relative alla destinazione delle risorse, anche qui bisogna pensare che, prima o poi dalla crisi si deve uscire. Se usciremo dalla crisi, non possiamo non avere sufficienti risorse per le politiche attive. Non possiamo non immaginare che, proprio nel momento più acuto della crisi, ci sia la necessità di guardare a quelle politiche come la formazione, come la ricerca o come l'innovazione, che sono la condizione per non uscire dalla crisi in modo devastante.
Pertanto, le preoccupazioni segnalate dall'Assessore Migliasso dobbiamo averle in testa quando facciamo delle politiche d'intervento sulla crisi perché non possiamo solamente garantire il sostegno al reddito, che è una cosa fondamentale. Si stupiscono tutti che le famiglie non si orientano verso i beni di consumo durevole, ma prima di comprare una lavastoviglie o un'automobile, uno si preoccupa di comprare i generi di prima necessità.
Questo vale in tutte le famiglie e vale in modo particolare in quelle che sono già esposte ad una condizione di grave emarginazione economica. Penso che su quest'aspetto dobbiamo prestare molta attenzione.
Vorrei adesso richiamare l'attenzione su una questione. Essendo una crisi non solamente nostra, credo che sia un esercizio utile dare uno sguardo a quanto avviene in giro per il mondo. I miei strumenti sono quelli che hanno i comuni cittadini e cioè i giornali, le agenzie e qualche documento che circola. Siamo in grado di affermare che, da un punto di vista quantitativo e qualitativo di intervento sulla crisi, il nostro Paese stia facendo esattamente quello che stanno facendo gli Stati Uniti, la Francia e la Germania? Su questo, penso che dovremmo soffermarci per capire. Anche perché, se c'è un disequilibrio di interventi di sostegno di fondamentali settori trainanti del sistema produttivo di un paese, rischiamo di uscirne proprio a pezzi. Io, per esempio, saluto positivamente i provvedimenti sul settore auto, però mi chiedo se questi provvedimenti siano sufficienti, se si ha intenzione di prestarvi attenzione, se sono qualitativamente indirizzati bene, cioè se ci stiamo preoccupando di dare contributi che ci consentiranno di avere, successivamente, un sistema di innovazione tale da poter competere con i sistemi produttivi di altri paesi che stanno soprattutto investendo in questa direzione.
Mi chiedo se gli interventi nel settore automobilistico riguardano semplicemente il sostegno all'acquisto del prodotto finale, se c'è un qualcosa che possa intervenire nella filiera e che aiuti l'indotto, che consenta all'indotto di mantenersi un mercato che non è solo un mercato interno. Questo è un punto, secondo me, debole, sul quale bisogna intervenire. Mi chiedo che cosa si sta facendo sulla ricerca e sull'innovazione.
I provvedimenti non riguardano solo l'auto, riguardano anche gli elettrodomestici. Per esempio, l'Indesit usufruirà di questi incentivi? Perché se usufruisce di questi incentivi, la prima condizione che bisogna porre all'Indesit sarà quella di non delocalizzare. Sono provvedimenti, vi assicuro, non di estrema sinistra, sono le cose che dice Sarkozy, sono le cose che dicono tutti i governanti del mondo. Quando in America si danno risorse alle banche e si dice loro di abbassare i livelli della retribuzione dei manager, sembrerebbero interventi di stile sovietico. No non è così, sono semplicemente interventi di controllo del mercato. C'è un'attenzione negli altri paesi sull'utilizzo del denaro pubblico che vorrei vedere anche nel mio.
Quindi, sono per l'intervento pubblico, ma l'intervento pubblico, come ho già detto in un altro intervento, non può essere gratuito. L'intervento pubblico non può essere dato così, a pioggia, si utilizza e poi si torna a farla da padroni. No. Il denaro pubblico deve essere condizionato a obiettivi chiari, a obiettivi e a ricadute sociali.
La nostra Costituzione, di tipo sovietico a detta del Presidente del Consiglio, recita che le imprese devono avere anche una loro finalità sociale. Ci sono degli articoli che conoscete bene, ma allora utilizziamoli! Rinverdiamo la Carta Costituzionale anche in economia, così saremo in grado di dare una risposta adeguata.
Apprezzo le cose che ci ha detto la Giunta, ma mi pare che la conclusione di questa nostra discussione è quella di un'azione ancora più incisiva. Ripeto, apprezzo il provvedimento del Governo sull'auto. Richiedo che la Giunta, nel suo confronto con il Governo nazionale, tenga conto del fatto che questi provvedimenti, forse, non sono sufficienti dal punto di vista quantitativo; soprattutto, non se ne capisce la finalizzazione, salvo quella generale di sostegno alla domanda.
Varrebbe la pena, in una discussione complessiva, tenerne conto per l'auto, per l'indotto, per la ricerca, per l'innovazione e anche per gli altri settori che fanno meno notizia, ma che richiederebbero e richiedono un'attenzione particolare se vogliamo uscire dalla crisi con una condizione sociale migliore e, soprattutto, con un sistema produttivo più competitivo perché nel frattempo si è innovato a sufficienza da poter competere a livello mondiale nella globalizzazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera.
È l'ultimo intervento prima dell'incontro con gli Amministratori dei cittadini della Valchiusella e della Valsesia.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Cercherò di stare nel tempo residuo per arrivare alle 12.30.
Si diceva prima che, giustamente, noi abbiamo già una programmazione che è delineata e impegnata, per quanto riguarda gli interventi legati al Fondo Sociale Europeo, fino al 2010. In Prima, quando ho rivolto la domanda alla Presidente e agli Assessori, in ordine ai lavori preparatori che si svolgono nella Conferenza delle Regioni, devo dire che non c'è stata una risposta precisa - mi rivolgo all'Assessore Bairati, che presumo rappresenti la Regione - per quanto riguarda i fondi europei. Se non sbaglio, la Regione Piemonte coordina i fondi europei tra le Regioni quindi, quando sento dire che vi sono difficoltà di rapporto con il Governo, mi preoccupo.
"Atteso che il rapporto tra lo Stato e le Regioni non è mai stato idilliaco, sotto nessun governo", abbiate pazienza, questa affermazione non l'accetto, perché vuol dire che non siamo in grado di stabilire un dialogo su una materia sulla quale dobbiamo pronunciarci, in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Poiché il Presidente Errani, dando informazioni giornalistiche, ha detto che le Regioni concorrono per circa due miliardi e mezzo del Fondo Sociale Europeo a queste risorse che il Governo mette a disposizione per un'altra parte, allora mi domando: quando il Presidente Errani ha detto che concorre con due miliardi e mezzo aveva concertato con le Regioni come ripartire questi fondi, in termini negativi, visto che si parla di storni si parla di tagli? Questo è un fatto importante, perché tutti i programmi di intervento (come dicevano giustamente l'Assessore Migliasso, lei stesso la Presidente, eccetera) sono basati sulle risorse. Senza le risorse parliamo solo di programmi e di interventi che restano sulla carta; con le risorse immediate, invece, riusciamo a fare qualcosa.
È inutile che parliamo di cassa o non di cassa e che facciamo il processo alle intenzioni, a Berlusconi, a Tremonti, a Sacconi, ma noi, come Regioni, questi due miliardi e mezzo, uno e mezzo, due o quello che sarà il nostro contributo a questo intervento, abbiamo già concertato tra di noi come suddividerlo? Perché o sono informato male e allora ho letto dei report giornalistici errati oppure, se non sono informato male, mi auguro che il Tavolo delle Regioni, non quello Stato-Regioni, abbia al suo interno già ipotizzato qualche cosa, naturalmente auspico sotto il coordinamento anche del Piemonte, visto che parliamo di fondi europei.
Perché il "bottino", come lo definirei, ma dico l'"ammontare" dei fondi per le Regioni del Sud è molto alto per quanto riguarda il Fondo Sociale Europeo. Quattro o cinque Regioni hanno circa tre miliardi di fondi europei e, aggiungendo tutti gli altri, hanno un totale di sette miliardi e mezzo.
Quindi, è chiaro che se ci fosse uno storno solo sui fondi del Centro Nord, quelli cosiddetti dell'obiettivo della competitività, e non si andasse ad incidere.



(Commenti in aula)



CAVALLERA Ugo

Faccio delle ipotesi. A pensare male, lo diceva un autorevolissimo Senatore, in altre epoche, a volte, si indovina, anche se magari si fa peccato, però sta di fatto che, nel momento in cui si chiede al Consiglio un sostegno per andare in una certa direzione, che magari tutti condividiamo, e cioè di creare le condizioni per avere possibilità di politiche di tipo passivo, ma soprattutto, in questo caso, anche la difesa di politiche di tipo attivo, ovviamente dobbiamo essere chiari e stabilire dove andremo.



(Commenti in aula)



CAVALLERA Ugo

Dobbiamo essere chiari tra Regioni. Se domani il Governo dicesse di sedersi ad un tavolo per definire una linea, tra le Regioni l'abbiamo già definita? Andremo ad incidere percentualmente su tutti questi fondi che fanno capo al FSE in modo percentuale o no? Quale sarà il concorso di tutti? Chiunque abbia un minimo di esperienza di Conferenza Stato-Regioni sa che finché i discorsi sono ancora castelli in aria sono tutti d'accordo, ma quando si va a toccare le Regioni nel portafoglio, a quel punto casca l'asino.
Addirittura, per suddividere il fondo sanitario si organizzano delle specie di conclavi di alcuni giorni per poterne venire fuori. Penso che la trasparenza, sotto questo profilo, è chiaramente un fatto molto importante.
Ieri ho avuto modo di parlarne con alcuni parlamentari piemontesi che hanno espresso delle preoccupazioni su questa vicenda.
Volevo cogliere l'occasione, senza star qui ad aggiungere altre argomentazioni, condividendo quanto è stato detto dal nostro Capogruppo per chiedere un chiarimento sotto questo profilo: sollecitare un'attenzione e una forte incisività nei confronti del Governo che, dal vostro punto di vista avrà mille colpe, potrà essere criticato, ma anche noi dobbiamo fare attenzione, come Regioni, perché dobbiamo dimostrare di essere in grado tra di noi, di definire una linea.
Quando si parla di Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Basilicata a volte bisogna anche ammettere che hanno una maggiore specializzazione rispetto a noi, di "piangere", di "richiedere", di "mungere", mentre noi con il nostro approccio sabaudo, molte volte rimaniamo anche con un palmo di naso.
Non vorrei che anche in quest'occasione si verificassero situazioni di questo tipo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cavallera.
Era l'ultimo intervento. Sono già segnati per il pomeriggio i colleghi Bossuto, Ronzani, Vignale e Botta.
Come convenuto, sospendiamo i lavori del Consiglio per incontrare la delegazione di Amministratori e cittadini della Valchiusella e della Valsesia, in Sala Viglione, con i Capigruppo e quanti interessati.
Alle 14.30 riprenderanno i lavori del Consiglio con cinque interventi già prenotati rispetto alle comunicazioni della Giunta regionale sulla crisi economica della Regione in particolare.
Grazie e buona pausa.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.33)



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