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Dettaglio seduta n.411 del 29/01/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


CHIEPPA VINCENZO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Chieppa comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 10.30 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bossuto, Bresso, Clement, Rabino Robotti, Rutallo e Spinosa.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Comunicazione dell'Assessore Manica relativa a "Applicazione legge 11/2008 - Istituzione di un fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti"


PRESIDENTE

stata richiesta una comunicazione da parte dell'Assessore Manica.
Prego, Assessore.



MANICA Giuliana, Assessore alle pari opportunità

Grazie, Presidente. In merito all'applicazione della legge n. 11 del 2008, relativa all'istituzione di un "Fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti", voglio informare le Consigliere e i Consiglieri che lo scorso 16 gennaio si è svolta, presso la Sala degli Stemmi della Giunta, l'ultima di una serie di riunioni tra i rappresentanti degli Uffici regionali e i rappresentanti di tutti i Consigli degli Ordini degli avvocati operanti in Piemonte (in totale 16), con i quali, ai sensi dell'articolo 3 della legge stessa, si devono siglare le specifiche convenzioni per l'istituzione degli elenchi di avvocati patrocinanti, che possono accedere al fondo.
Il confronto avviato nello scorso anno, in seguito all'approvazione della legge, è stato molto approfondito, anche perché, su molti articoli della legge, gli Ordini ci hanno fatto rilevare consistenti dubbi interpretativi e di legittimità - poi vi dirò le questioni che hanno sollevato - che necessitavano scelte condivise, al fine di ridurre al minimo i rischi di cattive applicazioni e/o ricorsi da parte dei soggetti esclusi dall'accesso al fondo.
Questa la preoccupazione degli Ordini: che eventuali avvocati, esclusi attraverso una procedura poco chiara e leggibile, potessero presentare ricorsi. Le questioni poste in quelle riunioni riguardavano la legittimità dell'istituzione di elenchi relativi alla professione, perché la disciplina delle varie professioni è normata solo da leggi dello Stato e non da leggi regionali, pertanto ritenevano che la Regione non potesse intervenire. La risoluzione è stata che saranno gli Ordini ad istituire questi elenchi, in quanto la legittimità della legislazione regionale nel normare le professioni non è prevista.
Un'altra questione era relativa all'identificazione precisa dei beneficiari, perché la legge scrive "ogni forma di violenza", mentre gli Ordini volevano precisare di quale tipo fosse. La legge, cioè, non precisa se riguarda le donne straniere o italiane e residenti, pertanto, non essendo stato demandato quest'aspetto ad un Regolamento di Giunta regionale perché quest'ultimo è relativo alle convenzioni, si sono dovute dirimere tutte le interpretazioni che gli Ordini hanno dato.
Vi era, poi, una questione economica: gli Ordini pensavano di proporre la media delle tariffe, mentre la Regione è riuscita ad ottenere il minimo in modo da potere utilizzare quel milione di euro nel modo più vasto possibile, sapendo che, per legge, sono escluse le donne che hanno un reddito inferiore agli 8 mila euro, perché beneficiano già del gratuito patrocinio. Gratuito patrocinio e questa forma di assistenza non possono essere sovrapposti, come è noto al Consiglio e alle Consigliere Risolti questi dubbi, la Giunta regionale è in grado di prendere atto lo farà nella sua prossima riunione - della bozza di convenzione e della bozza di Regolamento, che saranno immediatamente trasmesse al Consiglio regionale, affinché la Commissione competente possa esprimere, come da legge, il proprio parere. Parere che, a norma di legge, è obbligatorio sul Regolamento, ma io ritengo utile trasmettere anche la convenzione, in quanto connessa, per evidenti motivi di raccordo tra gli atti applicativi della legge stessa; li approviamo e li trasmettiamo al Consiglio, in parallelo.
Nel corso degli ultimi mesi del 2008, l'Assessorato ha individuato in Finpiemonte SpA l'ente gestore del fondo, assegnando una prima parte del finanziamento disponibile. Ha, inoltre, concordato con i Consigli degli Ordini forensi, di affidare al Consiglio dell'Ordine di Torino l'organizzazione delle attività di formazione e aggiornamento per tutti gli avvocati che intendano richiedere l'iscrizione agli elenchi.
Anche questo è un elemento utile, perché il momento di formazione degli avvocati su un argomento come questo, che ha una sua particolarità e delicatezza, è stato segnalato, sia nel dibattito in Commissione sia in Aula, come punto di grande importanza.
L'Ordine di Torino si assumerebbe l'onere del coordinamento e della gestione, per procedere alla sigla degli atti di convenzione necessari per lo svolgimento delle attività più indicate.
Attendiamo di conoscere il parere della Commissione consiliare competente, per quanto riguarda le risorse, indicate dall'articolo 6 della legge regionale citata, nella cifra di un milione di euro a partire dal bilancio 2008, tenuto presente che il Piano Operativo Regionale per il 2008 è stato approvato, nella sua ultima versione, con la DGR n. 141 del 12 novembre 2008, che dava la certezza finale nelle risorse ad ogni Assessorato.
Nel Piano è stato stabilito un taglio di risorse a disposizione di quest'Assessorato - così come per altri - per il rispetto del Patto di Stabilità. Nonostante questo, l'Assessorato alle pari opportunità, pur dovendo far fronte al taglio di risorse che ha riguardato i vari Assessorati regionali e nonostante il processo - ancora in corso - di regolamentazione degli articoli di legge da condividersi con il Consiglio degli Ordini, ha ritenuto - sul 2008 - di assicurare comunque, per una prima applicazione della legge, una somma di 110 mila euro, assegnata a Finpiemonte per l'attivazione del fondo, e una somma di 50 mila euro, da assegnare al Consiglio dell'Ordine per le attività formative.
In questo modo, nonostante sia ancora in itinere la definizione del Regolamento, vi è una prima assegnazione del fondo affinché l'attività possa partire già sul 2008, per essere compiutamente operativa con la sigla definitiva del Regolamento, per quanto riguarda il 2009.
Relativamente al 2009, in seguito all'approvazione del bilancio l'Assessore al bilancio sta predisponendo il Piano operativo, che invierà ai vari Assessorati, con le risorse effettivamente disponibili assegnate e da impegnare.
Ovviamente, predisporremo la copertura finanziaria della legge al più alto livello possibile, stanti i tagli complessivi subiti complessivamente dai vari Assessorati nella quota relativa al Patto di stabilità, ma quello del compiuto finanziamento della legge sarà ulteriore argomento che sottoporrò alla riunione della Giunta di lunedì, quando porterò il Regolamento.
Questo sarà, dunque, un impegno preciso. Tra l'altro, condividerò anche con gli altri sette Assessorati che hanno predisposto il Piano la possibilità di arrivare insieme alla completa copertura di un importante momento come questo, nonostante la restrizione delle risorse finanziarie per garantire la copertura, attivando magari altre forme di collaborazione con Assessorati Il tempo che si è reso necessario all'applicazione della legge citata è dipeso, quindi, dalle necessità di approfondimento della norma, che adesso hanno trovato una loro definitiva conclusione.
Colgo l'occasione per informare brevemente sulle attività sostenute dall'Assessorato nel settore della prevenzione e contrasto della violenza contro le donne in Piemonte. Come è noto, nel dicembre 2007 l'Assessorato alle pari opportunità ha avviato, insieme ad altri sette Assessorati, il percorso di analisi e confronto all'interno delle strutture regionali costituendo uno specifico gruppo di lavoro interdirezionale di cui fanno parte i rappresentanti di tutte le Direzioni coinvolte. Questo lavoro di coordinamento è stato considerato un elemento importante anche dalle Consigliere, essendo questo un argomento che non può essere affrontato da un unico punto di vista (sanitario, culturale o legale), ma che richiede un approccio più complessivo, data la dimensione del fenomeno, la cui parte emersa è minima, mentre la parte sommersa ha grandissima rilevanza.
Quindi, un gruppo di lavoro interno, ma anche gruppi di lavoro con gli Enti locali e organizzazioni senza scopo di lucro del territorio, che ha portato all'approvazione, da parte della Giunta, del Piano regionale contro la violenza alle donne, nella delibera di Giunta regionale del 7/7/2008.
Il Piano ha stabilito in forma condivisa gli obiettivi e le aree di attività che le Direzioni regionali devono prendere in considerazione per attuare iniziative di prevenzione, contrasto e assistenza alle donne vittime di violenza e maltrattamenti.
Insieme all'avvio del Piano, l'Assessorato ha destinato inoltre la somma di 750.000 euro per intraprendere le prime attività nel settore assegnando 450.000 euro alle Province piemontesi e 300.000 euro all'ASO Sant'Anna di Torino che, insieme all'ASO Molinette, organizza l'attività di formazione e aggiornamento del personale sanitario e socio-assistenziale di tutto il territorio regionale affinché possa accogliere nel modo migliore le donne che arrivano presso le strutture, con una formazione specifica.
Le risorse destinate all'attività dello stesso Settore, a valere dal bilancio 2008, sono state 1.080.000 euro, dei quali - oltre ai 160.000 che ho citato, per una prima applicazione della legge, che sono stati assegnati per l'attuazione dei primi programmi di attività del Piano - 100.000 euro sono andati all'IRES Piemonte per l'istituzione e l'attivazione del Centro regionale contro la violenza alle donne, cui fanno capo le attività di coordinamento e supporto tecnico ai soggetti attuatori del Piano; 100.000 euro sono stati destinati alle attività di sensibilizzazione e comunicazione in ciascuna Provincia, così come previsto dal Piano regionale stesso.
Per l'anno 2008 l'Assessorato ha quindi utilizzato il 50% di tutte le risorse a sua disposizione per iniziative contro la violenza alle donne sia in attuazione del Piano regionale sia per avviare la legge; quest'anno ci sarà un incremento ulteriore perché ci sarà la copertura piena - avendo ultimato le procedure del Regolamento. Informo poi il Consiglio che il Ministero per le Pari Opportunità ha accolto ed approvato nella graduatoria del bando nazionale il progetto sulla violenza della Regione Piemonte, che comporta un contributo ministeriale di ulteriori 150.000 euro.
Come sapete, l'8 marzo e le intere attività di quest'anno saranno dedicate ai temi della violenza, con iniziative che terremo in tutte le città capoluogo di provincia del Piemonte, anche attraverso progetti di carattere europeo. Terremo al più presto un incontro (già la prossima settimana) con la Consulta delle elette e poi con il Tavolo delle organizzazioni di parità per coordinare tutti i nostri interventi. Inoltre non l'Assessorato, ma la Consulta delle elette, sta avviando un monitoraggio serio della situazione in Piemonte che può essere utile ad indirizzare ulteriormente meglio il Piano, cui l'Assessorato farà riferimento e si rivolgerà affinché questo lavoro possa essere il più coordinato possibile.
Abbiamo anche realizzato un manuale che si chiama "La città sicura" sui temi della sicurezza dal punto di vista delle donne, che presenteremo nelle varie realtà piemontesi, che consente delle buone prassi e suggerisce delle attività per rendere più facilmente sicure le nostre città e le nostre realtà, che non hanno un grande costo e che possono dare una risposta concreta alle cittadine e ai cittadini che si trovino in quest'evenienza.
ovvio che un tema come questo non può essere risolto da una sola Giunta, da un solo Consiglio, dallo sforzo dei singoli, ma può essere affrontato solo con uno sforzo coordinato di tutti - le istituzioni, le Forze dell'ordine, il volontariato, a partire dalla presenza nostra all'interno delle istituzioni. Si tratta, infatti, di un fenomeno di grande rilevanza del quale, come dicevo, quella emersa è solo una piccola parte mentre la parte sommersa - tutta da conoscere - è quella su cui bisogna intervenire, realizzando le azioni più coordinate e più incisive possibili.
Questo è uno di quei temi che deve trovare la più alta condivisione ed unità da parte di tutti; soltanto con un impegno comune potremo realizzare un più alto livello di civiltà nelle nostre società, sapendo che ancora oggi la prima causa di morte per le donne non sono le malattie oncologiche o cardiovascolari, ma le violenze che si subiscono all'esterno e dentro le mura domestiche (fenomeno che ci dicono tutte le statistiche essere in aumento).


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola media "Primo Levi" di Carmagnola


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola media "Primo Levi" di Carmagnola in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Se alcuni colleghi lo desiderano, possono incontrare i ragazzi nel corridoio dietro al Consiglio regionale e rispondere anche a qualche loro domanda.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Comunicazione dell'Assessore Manica relativa a "Applicazione legge 11/2008 - Istituzione di un fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti" (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente. E' con soddisfazione che rilevo, a seguito delle pressioni realizzate insieme alle colleghe dal mese di dicembre, che il 16 gennaio ci sia stata l'ultima riunione con i rappresentanti dell'Ordine degli Avvocati. Chiederei all'Assessore di comunicarci anche le date delle riunioni avvenute prima del 16 gennaio e i relativi verbali, per fugare alcuni dubbi interpretativi. Ad esempio, se siano comprese o meno le donne straniere; mi chiedo il motivo di eventuali dubbi: noi non abbiamo mai fatto, assolutamente, questo tipo di distinzione. Ci mancherebbe! In questi giorni tutti i giornali parlano di violenza alle donne; in tanti siamo rimasti colpiti dalle espressioni che la folla, all'arresto gli stupratori, ha lanciato: "Dateli al padre di lei!", "Dateli al fidanzato!" "Dateli al fratello!", come se il corpo femminile fosse di proprietà maschile.
Noi, con questa legge, abbiamo veramente voluto spiccare un grande salto di cultura, un salto contro il pregiudizio, abbiamo voluto dire: "Diamo alle donne il coraggio e la forza economica di denunciare chi fa loro del male". Perché se è vero che si grida forte quando avviene uno stupro per strada, cala il silenzio quando tali abusi avvengono nell'ambito delle mura domestiche. Silenzio abbiamo voluto rompere con una legge approvata da tutto il Consiglio regionale, che ha visto Consigliere e Consiglieri svolgere un ottimo lavoro in Commissione e in Aula.
Consigliere che poi rimangono veramente male - mi creda, Assessore perché proprio lei, che da sempre parla di queste cose, fin da quando era Presidente della Consulta delle elette, non ci ha informato delle difficoltà per attuare il Regolamento. E, nonostante le tante richieste che la Consigliera Spinosa le ha rivolto a nome di noi tutti per poterla incontrare, lei non aveva mai tempo.
Io ringrazio il Capogruppo del PD, ringrazio il Presidente, ringrazio la Conferenza dei Capigruppo; ieri lei sosteneva di dover essere, oggi, nel Verbano-Cusio-Ossola e di non poter avere, assolutamente, il tempo di venire a rispondere in Consiglio (l'ha detto presente anche il suo Capogruppo). Nell'elenco della sua agenda non ci risulta; anzi risulta che lei oggi non ha alcun impegno.
Ha usato un linguaggio forte nei confronti del Governo quando pareva che alcune risorse per il Fondo dedicato alle vittime di violenza venissero decurtate dal Ministero per le Pari Opportunità e ci fa piacere sapere oggi che la Regione Piemonte ha ottenuto un finanziamento per portare avanti questo discorso. Su questi temi non ci dobbiamo dividere; Consiglio Giunta, i vari organismi di parità, i Comuni, le Province, il Ministero: dobbiamo essere nella battaglia e superare, forse, il discorso della sensibilizzazione. Siamo già tutti abbastanza sensibilizzati: diamo prove concrete! La inviterei, dunque, a ripensarci un attimo: abbiamo stanziato un milione per il Fondo per la tutela legale alle vittime di violenza. Oggi se ho ben compreso - lei ha precisato che il 50% di tale fondo è destinato all'Ordine degli Avvocati per la formazione. Io credo che gli avvocati siano formati e quindi vorrei capire meglio questo aspetto - potrei aver frainteso: ne discuteremo ancora in sede di Commissione - che reputo molto importante.
Da moltissime consultazioni sul territorio è emersa la richiesta di un Centro antiviolenza presso ogni Pronto soccorso dell'ASL (almeno uno per Provincia), come quello esistente al Sant'Anna, che noi tutti sosteniamo.
Sono convinta, infatti, che se ci fosse un Centro antiviolenza presso i vari Pronto soccorso, probabilmente ci sarebbero meno donne che, portate d'urgenza, sosterrebbero: "Ho battuto la testa contro lo spigolo della porta", "Ho saltato uno scalino", soltanto perché non hanno il coraggio di dire: "Sono stata picchiata dal mio compagno, o da mio marito o da chi altri". Queste le iniziative concrete che il Consiglio regionale le chiede facendosi interprete di quanto abbiamo sentito sul territorio.
Oggi si è discusso molto delle "case segrete"; si ignora tutto quanto c'é già stato, anche che esistesse già l'Assessorato alle Pari opportunità sembra che lo stesso sia nato con lei, Assessore. Ma non è così.
Il Piemonte è ricco - non ce ne sono mai abbastanza - di case protette per le donne vittime di violenza, di "case di fuga", come le chiama il Gruppo Abele, o di altri luoghi protetti come le "cascine solidali", nate da una convenzione con l'associazione coltivatori diretti, e tanti altri luoghi sicuri che possono cambiare di volta in volta, a seconda della gravità della situazione: può essere una famiglia disposta a dare ospitalità, così come un albergo o un convento. Sono soluzioni dei nostri Comuni o Consorzi socio-assistenziali alla quotidianità del fenomeno.
Perché sono loro ad essere chiamati a trovare una soluzione.
Dell'argomento si parla sin dal 2006; tant'é vero che con la legge finanziaria regionale 2007 avevamo già anticipato la cifra di 250.000 euro istituendo un fondo di tutela legale.
Sappiamo che una prima parte di questi finanziamenti è stata attribuita all'Assessorato alle politiche sociali, anche se a nostro avviso sarebbe stato meglio attribuirli all'Assessorato alle pari opportunità: non si tratta di un discorso di assistenza, ma di un discorso di diritti. Avremmo però gradito, da parte della Giunta - mi rivolgo a lei, signor Presidente del Consiglio - almeno un cenno su come sono stati spesi quei 250.000 euro posto che l'Assessore Manica ha parlato di un coordinamento tra tutte le Direzioni, una precisazione in merito a chi sono andati, se al Comune di Torino piuttosto che a quello di Domodossola, e quanti casi hanno trovato risposta in questo finanziamento, ci pare dovuta.
Concludo, perché il tempo sta scadendo, chiedendo all'Assessore maggior disponibilità al dialogo nei confronti del Consiglio, che ritengo goda del diritto di poter parlare senza aspettare mesi con l'Assessore - perch questi deve girare per il Piemonte. Così come mi permetto di sorridere dell'appuntamento del 17 febbraio, quando lei incontrerà tutti gli organismi di parità per concordare cosa fare l'8 marzo: lei lo ha già deciso; lo verrà a comunicare.
Quella per annunci o slogan non è la miglior forma di collaborazione: si rischia di non essere credibili. Si è credibili per quanto si fa, non per quanto si dice.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie Presidente.
Ringrazio altresì l'Assessore per averci relazionato sul lungo e sicuramente faticoso lavoro condotto per realizzare il Regolamento attuativo della legge che abbiamo approvato proprio l'8 marzo (o intorno all'8 marzo) dello scorso anno.
Nel nostro Paese, quando si toccano questioni che riguardano gli Ordini professionali, la situazione si fa difficile.
Una legge come la nostra non intendeva assolutamente disciplinare o regolare la professione degli avvocati. Prevedere degli elenchi, l'eccesso ai quali doveva essere condizionato da un'adesione ad una formazione personale-professionale specifica sul campo della violenza alle donne secondo gli Ordini degli avvocati (o perlomeno di alcuni di questi) significava lederne l'autonomia.
Rivolgo dunque alle colleghe e ai colleghi un invito a sollecitare affinché ci sia, anche per la violenza sulle donne, una norma nazionale così come esiste per la violenza sui minori, che prevede, per legge, che gli avvocati che si occupano di codesta materia debbano avere una formazione specifica.
Se esistesse una legge nazionale in materia, saremmo più tranquille, perch sapremmo che gli avvocati che si occupano della tutela legale delle donne avrebbero ricevuto una specifica formazione e quindi sarebbero in grado di trattare professionalmente questo argomento così come andrebbe trattato.
Anche nei confronti del Governo e del Parlamento abbiamo, dunque, qualcosa da chiedere in questo campo.
Nel ringraziare, quindi, per il lavoro svolto, auspico che sia pronto quanto prima, come già l'Assessore ci ha annunciato, il Regolamento da esaminare in Commissione.
Mi permetterei soltanto di sottolineare due aspetti all'attenzione dell'Assessore, affinché se ne tenga conto nella redazione finale del Regolamento.
Se è vero che il patrocinio gratuito è previsto nella fase del procedimento, la nostra legge - dico "nostra" perché è di tutti noi prevede volutamente un intervento di sostegno economico per la tutela legale anche nella fase prodromica al procedimento Abbiamo discusso a lungo in Commissione su questo aspetto e anche su questo aggettivo, che sembrava un po' ostico, perché spesso le donne non iniziano neppure il procedimento se non hanno qualcuno che le aiuti a farlo o che le aiuti a capire che cosa succede se denunceranno il loro marito o il loro convivente o il loro padre - se si tratta di giovani che vivono in famiglia -, che cosa potrà loro succedere, se i fatti verificatisi sono tali da meritare di essere portati in giudizio.
Questo non sapere, questo avere paura, questo sentirsi sole, questo essere economicamente non autosufficienti, spesso rende silenziose le donne di fronte a violenze che subiscono soprattutto tra le mura domestiche.
Quindi, anche per le donne che godranno del gratuito patrocinio nella fase del procedimento, è necessario un sostegno anche nella fase che lo precede, con le risorse che questa legge destina.
E veniamo alla questione delle risorse.
Cinquantamila euro saranno stati destinati agli Ordini degli Avvocati anzi a quello di Torino che si è assunto il compito di coordinare le attività di formazione. E questo va bene.
L'importante è che per il prossimo anno - parlo del 2009 - siano garantite tutte le risorse previste per garantire la tutela legale alle donne vittime di violenza.
Altro fatto importante - riferito dagli operatori ospedalieri dei Centri antiviolenza - è che questi elenchi siano esposti e visibili in tali centri, in modo che gli operatori che avvicinano le donne che si recano al Pronto soccorso con lividi sulla schiena, dicendo di essere cadute dalle scale, possano ricevere dagli operatori stessi l'indicazione: "Se per caso non è caduta dalle scale, ci pensi bene. Se per caso ci sono altri motivi sappia che ci sono questi avvocati a sua disposizione per aiutarla a risolvere i suoi problemi".
E' molto importante che questo avvenga nei luoghi dove le donne si recano.
Ultimo suggerimento all'Assessore, se mi posso permettere. Lo scorso anno, con i 250 mila euro previsti nel bilancio è stata avviata una prima sperimentazione. In allora, il Regolamento prevedeva come attori della questione i consorzi socio-assistenziali e noi avevamo manifestato qualche perplessità come Consigliere in Commissione sul fatto che siano le donne già seguite dai consorzi socio-assistenziali ad avere bisogno di questi interventi.
A volte sono donne che non rivelano alcun problema apparente e che non rientrano tra le persone seguite dai servizi sociali. Tuttavia tra mura della loro abitazione capitano fatti gravi. Donne magari apparentemente benestanti, ma che non dispongono di risorse economiche proprie e non sanno come fare a pagarsi un avvocato.
Queste donne, spesso non sono seguite dai servizi sociali, devono godere del diritto di avere accesso al fondo che la legge regionale destina loro.
Concludo. Sono lieta che sia finalmente giunta a definizione la convenzione sulla quale sarà possibile realizzare il Regolamento attuativo della legge, che auspico giunga in Commissione quanto prima, in modo da poterne approfondire eventualmente ulteriori aspetti.
Naturalmente, credo di interpretare la volontà non solo delle Consigliere, ma di tutto il Consiglio nell'auspicare con forza che non un euro in meno di quanto stanziato dalla legge sia a disposizione della tutela legale delle donne nella nostra regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve, anche perché condivido gli interventi che mi hanno preceduto.
Volevo ringraziare l'Assessore per aver riferito stamattina in Aula e per il lavoro sostenuto con l'Ordine degli Avvocati per questa Convenzione che riteniamo importante e che speriamo venga approvata dalla Giunta e quindi portata al più presto nella Commissione competente per approvarne il successivo Regolamento.
Sappiamo che non si tratta di un provvedimento risolutivo. Occorre lavorare su molti fronti: occorre innanzitutto modificare la cultura, come diceva prima la collega Cotto. Una cultura difficile da rimuovere, perch insita da anni; un atteggiamento secondo il quale è competenza degli uomini difendere le donne: è una cultura che dobbiamo cambiare.
Mi ha preoccupata moltissimo vedere un servizio a un telegiornale nazionale in cui gli amici del ragazzo che ha confessato lo stupro di Capodanno, hanno affisso striscioni di solidarietà, smentendo la confessione rilasciata, sostenendo che erano tutte bugie. Questo ci fa capire che il lavoro che dobbiamo fare è ancora lungo; dobbiamo iniziare dai ragazzi, dalle scuole.
Quindi, il lavoro di tutti, cui ci invitava l'Assessore, è un lavoro importante. Non ci devono esserci divisioni, dobbiamo cercare di lavorare con tutti gli enti competenti nella stessa direzione: solo così potremo ottenere risultati utili.
Un'ultima cosa. Le informazioni, che devono essere fornite il più possibile, devono essere scritte in più lingue: dobbiamo rivolgerci non solo alle donne italiane, ma anche a quelle straniere. Quanto uscirà come campagna informativa dall'Assessorato, dovrà essere in più lingue - arabo rumeno - per aiutare tutte le donne di qualunque nazionalità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Molte cose sono già state dette e io mi limiterò ad una riflessione con l'Assessore e le colleghe intervenute in un dibattito, che anch'io ritengo importante per l'attualità del tema e per i dati sempre più sconfortanti ed allarmanti che quotidianamente leggiamo, di quanto purtroppo accade.
Sicuramente sono minimi gli eventi che conquistano le pagine dei giornali e dei telegiornali; sono gli eventi eclatanti ed esterni, che non attengono a quanto accade - come diceva giustamente la collega Cotto nella sfera domestica delle donne, vittime di violenza. Tuttavia, noi abbiamo un nemico ancora più forte da combattere, che è, appunto, quello della sfera domestica.
Dovremmo poter agire con strumenti che siano in grado di convincere la donna che ha subito una violenza all'interno della sfera domestica - quindi in un contesto molto difficile - a reagire.
Mi permetto una riflessione, oltre a sollecitare anch'io una regolamentazione la più veloce possibile (la legge è datata marzo 2008 quindi ormai siamo ad un anno di distanza da quel momento, che personalmente ritengo importante per il Consiglio regionale). Al di là dell'ammontare della somma - 50 mila euro per il Consiglio regionale non sono una cifra assolutamente significativa - che senso ha per una Regione preoccuparsi di sostenere finanziariamente un percorso di formazione per avvocati. Nel momento in cui nasce un'esigenza che si modifica nel tempo che è quella di difendere una donna che subisce violenza, dobbiamo avere come riferimento lo stimolo nella donna ad autodifendersi. L'avvocato che ha bisogno di lavorare studia le leggi esistenti, i percorsi di formazione che la scuola gli ha dato, o, in caso contrario, bisogna far presente all'Università una nuova esigenza su cui formare (è il classico problema della scuola: generalmente insegna quello che non serve).
Sarebbe opportuno che chi ha il compito di formare avvocati che intendono seguire questo filone di specializzazione, lo facesse; non siamo noi a dover pagare l'Ordine degli avvocati. É vero, sono solo 50 mila euro ma vorrei capirne il senso.
Un conto è sostenere, secondo modalità che è giusto approfondire, il percorso della donna che si deve autoconvincere che c'è qualcuno disposto ad aiutarla senza pretendere da lei una grande spesa; altro è mettere a disposizione delle risorse per formare degli avvocati.
Gli avvocati nel loro percorso di crescita formativa sanno che all'esterno c'è - scusate il brutto termine - un mercato diversificato che ha l'esigenza di essere servito; a mio avviso, è un'opportunità per chi diventa avvocato di specializzarsi in questo settore. Quindi compra i testi, se li studia e, pian piano, si forma un'esperienza.
La formazione non è compito della Regione, ma dell'Università. Se nessuno intende farlo, è utile far capire che si deve iniziare. Esattamente quanto sarebbe opportuno accadesse nella scuola secondaria, soprattutto nel comparto della formazione professionale, accadesse. Dare un input all'Università in questo senso potrebbe essere più utile che non stipulare accordi con l'Ordine degli avvocati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Segretaria Spinosa, in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



SPINOSA Mariacristina

Grazie, Presidente.
Per curiosità personale, mi piacerebbe sapere di quali altri corsi di formazione necessiterebbero gli avvocati per dare il giusto sostegno ai vari ambiti di intervento. Penso che, come ben sottolineava la Consigliera Ferrero, il più delle volte gli avvocati producano delle autocertificazioni sostenendo di essere all'altezza di svolgere un determinato ruolo.
Nel ringraziare del lavoro fin qui svolto l'Assessore Manica e ricordare che questa legge è stata, come anche precisava la Consigliera Cotto, fortemente voluta in Consiglio da tutti i Consiglieri, ricordo anche che questo progetto di legge è nato su suggerimento e proposta della Consulta femminile regionale.
A questo proposito quindi volevo citare uno slogan della campagna attivata proprio dalla Consulta femminile regionale: "Uscire dal silenzio si può, fermiamo la violenza".
Questa legge lavora in quest'ottica: aiutare le donne vittime di violenza ad uscire dal silenzio, dando loro un aiuto effettivo.
Anche, e non solo, alla luce dei recenti ed ignobili fatti di Roma e di Guidonia, in ultimo della violenza perpetrata nei confronti di una dodicenne l'altro ieri a Torino, auspico che questa legge trovi il prima possibile la sua piena attuazione, nonché applicazione, e che la stesura definitiva della bozza di convenzione tra Regione e Ordini degli avvocati sia completata quanto prima affinché si addivenga, in tempi stretti, alla firma e all'approvazione della convenzione stessa.
Ritengo, al di là dei tempi che si sono protratti, che per la nostra Regione sia comunque un risultato soddisfacente l'essersi dotata di una legge che possa aiutare le donne che vivono questo dramma.
Non si dimentichi, infatti, che a beneficiare della legge sono le donne, coloro le quali hanno subito un'esperienza dolorosa, terribile.
Permettere a queste donne il diritto di una difesa gratuita, di uscire allo scoperto denunciando il proprio aggressore è, e resta, l'obiettivo primario della legge. L'obiettivo cui bisogna guardare prima di tutto. L'obiettivo che deve sollecitare un intervento rapido da parte di tutti noi - me compresa - affinché la legge trovi un'immediata applicazione. Sarebbe opportuno anche che i giornali e le televisioni dedicassero più spazio a certi tipi di informazioni utili alle donne, e quindi alle donne che vivono questo dramma.
Per finire, vorrei ricordare che il 6 febbraio ricorre la "Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili". Chiedo, quindi all'Assessore Manica un'attenzione adeguata a quest'altra forma di maltrattamento e violenza che si perpetra alle donne da sempre.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Molto velocemente. Le colleghe intervenute prima di me hanno già detto molto rispetto al tema in discussione oggi.
Volevo, da una parte, ringraziare l'Assessore Manica per la comunicazione che ci ha reso e anche per averci informate che il Regolamento, finalmente, dopo molte traversie e discussioni anche con l'Ordine degli avvocati, è arrivato ad una definizione e lunedì sarà portato in Giunta.
Un appunto: se ci fosse maggiore collaborazione tra Consulta delle elette e Assessorato, forse avremmo potuto evitare di discutere in Consiglio questa partita. Confrontandoci sulle problematiche aperte ed occupandoci, ognuna per la propria parte, di portare avanti delle interlocuzioni coi propri riferimenti, avremmo forse potuto accelerare il percorso per arrivare alla definizione di questo regolamento.
Intendo qui ribadire l'importanza della legge votata l'8 marzo dello scorso anno e, quindi, l'importanza che le venga data piena attuazione: è uno strumento importante per aiutare le donne ad uscire dal silenzio.
Tutti sappiamo che la percentuale delle donne che denunciano la violenza è minima rispetto al sommerso reale esistente e sappiamo benissimo che i tam tam riportati dai giornali e dai titoli eclatanti si riferiscono sempre ed esclusivamente a violenze avvenute all'esterno, sul territorio nelle città; oppure a violenze estreme quali l'omicidio di donne e bambini che spesso vivono con loro. Non viene data mai alcuna rilevanza alla percentuale, molto più alta, delle violenze che le donne subiscono all'interno delle famiglie o all'interno di rapporti interpersonali tra la donna e il proprio violentatore.
Stiamo parlando di un problema enorme, che tocca la cultura complessiva del nostro Paese, ma non solo.
Mi piace ricordare la frase riportata dalla Consigliera Cotto rispetto ai fatti di Guidonia, dove la popolazione, tentando di linciare gli stupratori, urlava, in quell'istinto a farsi giustizia da sé, "dateli al loro padre, dateli ai loro fratelli".
Frasi che denotano la cultura patriarcale e maschilista radicata nel nostro Paese. Ben vengano tutti gli atti concreti: ma personalmente non penso che militari messi al fianco alle "belle donne" risolvano il problema, anzi, questo è un ulteriore elemento di una certa cultura radicata nel nostro Paese.
Tra gli atti concreti messi in atto all'interno - e non solo - delle istituzioni, sto pensando a tutte le iniziative della Consulta delle Elette (alla legge che il Consiglio Regionale ha votato; alla proposta di legge di iniziativa popolare sull'istituzione dei Centri antiviolenza con "case segrete" - chiamiamole pure in altro modo) e so benissimo che la Regione Piemonte non è da oggi che sta lavorando su questo tema. Già la Giunta precedente aveva messo in atto iniziative concrete e importanti in questa direzione, ma mi sembra che la legge depositata in Commissione dia indicazioni ulteriori, quando parla di Centri antiviolenza in ambito provinciale, quando parla di connessione in rete tra tutte le realtà e le associazioni che si occupano e che intervengono per la prevenzione della violenza sulle donne. Ma penso che l'operazione maggiore che tutti insieme dobbiamo compiere sia di tipo culturale, ribaltando i modelli che quotidianamente ci vengono imposti attraverso i media, attraverso un sistema di vita e un sistema sociale che sempre più tende a presentare le donne come proprietà maschile e come unico mezzo di puro utilizzo da parte dell'uomo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

A me pare che nell'ambito del dibattito attorno alle comunicazioni dell'Assessore oltre alle cose che le colleghe hanno elencato in termini di iniziative, almeno due componenti dovrebbero, sembrare evidenti alla maggior parte di colleghi.
L'una è quella che con molta gentilezza ha sottolineato la collega Ferrero: non si vede a quale titolo si dovrebbe finanziare la formazione di un Ordine professionale. Credo che qualunque Ordine professionale abbia insito in se stesso il dovere di informarsi. Tenderei non tanto a risparmiare 50 mila euro - o qualunque altra cifra nel bilancio del Consiglio - ma a rimarcare un principio, questo sì, in maniera chiara: il tema del rapporto attorno al mondo degli Ordini professionali è tema non nuovo, che ha toccato più legislature e più parti politiche, senza arrivare, per evidenti ragioni, ad una sua composizione. Penso che l'ultimissimo dei problemi sia, da parte dell'ente Regione, finanziare una formazione implicita nei diritti e doveri di coloro che si vogliono dedicare una professione.
Quindi, chiederei, neanche tanto sommessamente, che la Giunta ci riflettesse sopra - modo gentile per dire "cambi idea" - onde non cercarsi delle grane maggiori. L'elenco degli Ordini professionali questuanti potrebbe essere molto lungo e non si vede in che modo, una volta riconosciuto un principio che, secondo me, non ha alcuna ragion d'essere non debbano essere prese in considerazione con identica modalità - temo convenute richieste provenienti da altri Ordini.
Il secondo tema è quello sottolineato dalla collega Pozzi - anche lei con estrema gentilezza - che si appellava affinché le cifre rimanessero le stesse: è indecente che le cifre siano solo un milione di euro.
Se il problema della violenza alle donne, della violenza ai minori, del mondo della violenza, è problema che questo Consiglio sente - e deduco che lo senta: abbiamo creato una legge, il che comporta lavoro di Commissione e Aula, e le dovute riflessioni - è assolutamente di solare evidenza che un milione di euro è semplicemente un modo per poter dire "abbiamo fatto una legge impegnando un milione di euro".
Non ho alcuna critica da muovere all'Assessore, ma al Consiglio regionale, sì.
Sul tema della violenza, in questo caso declinato in termini di violenza alle donne, vorrei sottolineare un aspetto, tra i più importanti per chi si occupa di integrazione: buona parte delle violenze non denunciate avvengono anche all'interno di alcune comunità in cui vigono modelli culturali - non solo patriarcali e maschilisti cui già la Collega Barassi faceva riferimento - per i quali la componente religiosa fa sì che questo tipo di violenza sia addirittura codificato e previsto. Quindi problema culturale affiancato a quello dell'integrazione: un milione di euro è semplicemente inutile.
Le cose inutili non si fanno a meno che semplicemente si voglia dire (non credo sia lo scopo né di questa Giunta né di questa Presidenza, n come credo e spero, della Giunta e degli Assessori precedenti): "Noi di questo ci siamo occupati".
Siamo in un'Aula che ha deliberato, con rarissimi voti contrari (tra i quali il mio), l'acquisizione di aree sulla TNE: 35 milioni di euro agli azionisti, non al mondo della componentistica! Un sostegno non alla FIAT, non al mondo dell'auto e della componentistica, ma al mondo del lavoro e dell'impresa. Buon dio! Se il tema della violenza è il tema sentito, e non può non esserlo, da un punto di vista dei diritti e delle conseguenze, faccio notare che un milione è lo 0,2/1000 del bilancio dell'Assessore Artesio.
Tra l'altro, oltre al calpestare i diritti, oltre a impedire le integrazioni, oltre a essere un fatto culturale, comportano anche una serie di costi se, come è vero, queste violenze non solo non vengono stigmatizzate, ma vengono addirittura, in qualche modo, legittimate e perché no, anche incensate attraverso l'uso di canali che noi stessi possiamo utilizzare.
Cosa impedisce alla Presidente Bresso, così attenta al mondo della comunicazione (è un consiglio e non critica), di utilizzare una parte dei soldi dedicati alla comunicazione? Sedici milioni di euro vuol dire che la comunicazione, per la Giunta regionale, che mi sta a sentire, vale sedici volte il problema della violenza; cosa impedisce di utilizzare gli stessi canali di informazione - chiamati normalmente social network - per cominciare a incidere sulla mentalità soprattutto dei giovani indipendentemente dai sessi, dalla cultura, dalla religione - o dal non essere religiosi - per stigmatizzare in maniera decisa che un atto di violenza, verso un minore, verso una donna, è un atto contro tutti noi.
Questo si fa comunicando. E si comunica con delle leggi, le leggi si applicano con dei Regolamenti - che però non abbiano al proprio interno cose indecenti come quella di cui ho parlato prima, e una palese insufficienza di fondi. Cari colleghi, la violenza vale per questo Consiglio un milione di euro. Buon Dio! Credo che si possa e, quindi, si debba dare di più, altrimenti ci tocca dire che continuiamo a sentire delle prediche - e se voglio sentire delle prediche mi alzo e vado nella chiesa di mia competenza, qui prediche tenterei a non sentirne.
Auspichiamo che nella prossima legge di variazione di bilancio piaccia o no all'Assessore Peveraro verrà discussa prima che l'alluvione ci sommerga - fra le tante cose, qualcuno ponga un limite all'indecenza di discutere della violenza alle donne e destinare al problema un milione di euro. Non raccontiamoci delle inutili fiabe. Le fiabe lasciamole ai bambini che ne hanno tanto bisogno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi; ne ha facoltà



ROSSI Oreste

Quando si parla di questioni di parità di sessi, o questioni uomo donna, spesso e volentieri - purtroppo - nelle Consulte cui siamo invitati (non parlo di quella regionale, parlo di quella provinciale di Alessandria), si pone l'attenzione su norme di leggi che prevedano l'obbligo per le forze politiche di candidare una percentuale minima di donne all'interno delle liste. L'ultima volta che siamo stati convocati ad Alessandria, ci siamo sentiti dire che non solo avrebbero voluto il 50% di presenza femminile in lista ma, addirittura, uomo-donna alternata o donna uomo alternata.
Colleghe, che magari fate parte di queste Consulte, spesso determinate posizioni vanno a cozzare contro quelli che sono i reali interessi del mondo delle donne.
A livello regionale ritengo che molte cose buone siano state fatte: dalle leggi dedicate, ad esempio, a favore dell'imprenditoria femminile, o fondi dedicati alle donne per dare un supporto non solo morale o psicologico, ma vero e proprio supporto economico a quelle donne che subiscono violenza o sono oggetto di violenza o di sopraffazione. Un aiuto diretto, reale.
Non sempre dovremmo spingere altri a far qualcosa che magari non si ritiene non corretta. Cerco di chiarirmi. Come Gruppo della Lega, siamo contrari alle quote-rosa perché riteniamo che all'interno della nostra formazione politica, se vi sono donne che valgono e sono capaci, non subiranno mai alcunché. A Torino abbiamo due parlamentari, un uomo e una donna. Ad Alessandria abbiamo un parlamentare, ed è una donna. Nella mia provincia abbiamo presentato il primo candidato Sindaco della Lega di una grossa città, ed è una donna. Non è questo il problema; il problema è che poche donne per altri motivi, per mentalità, per problemi di famiglia fanno politica. Ci sono meno donne, nelle sezioni, questo è vero.
Orientiamo le nostre attenzioni a far sì che finalmente anche a livello di mentalità - tanto maschile quanto femminile - le donne scelgano la politica e abbiano la possibilità di esercitarla. Quindi con un'attenzione particolare ad esempio per i figli, per la famiglia, per la casa, per i lavori domestici, in modo che abbiano più possibilità di scegliere di uscire, e di dedicarsi anche a far politica. A quel punto la parità la otterremmo automaticamente; perché se nel mondo e nel nostro Paese, più o meno il numero delle donne e degli uomini combacia, se veramente le donne facessero classe, le poche donne inserite nelle liste - a mio parere perch poche donne vogliono far politica - sarebbero tutte elette. Come mai invece quando in una lista come il Comune di Alessandria, di 40 candidati - dieci donne e trenta uomini - di donne elette ce n'è una sola? Ci sarà un motivo? Come mai le stesse donne, tante volte, non scelgono di votare donna? Si fanno condizionare? Male. Lì sì che la Consulta delle elette dovrebbe dare più coraggio alle donne di libertà di scelta. Dovrebbe arrivare a dare anche indicazioni di voto alle donne: "donna vota donna". Perché no? Oggi così non è.
Tante volte, gridare "vogliamo le quote rosa, vogliamo le riserve indiane" non è bello. Tante volte si ottiene l'effetto contrario. Però non ho sentito le varie Consulte, comprese quelle della mia Provincia, gridare allo scandalo perché un certo magistrato decide di prendere un violentatore reo confesso - quello "famoso" della notte di Capodanno e dire: " Poverino lo mandiamo ai domiciliari, anziché, in galera". Non ho sentito urlare.
cosa vergognosa. Non ho le varie Consulte sentito urlare più di tanto quando a quel famoso personaggio extracomunitario, il Magistrato, ha dato delle attenuanti di pena perché la donna che ha ammazzato dopo aver violentato, si era strenuamente difesa. Come a dire, che dato che quella si è strenuamente difesa lui ha dovuto ammazzarla, perché questa si difendeva e lui si è dovuto di difendere da questa che si difendeva. Ma le Consulte non si sono strappate le vesti su questioni di questo tipo.
Prestiamo attenzione a come ci poniamo.
Certamente dobbiamo lavorare affinché cambi la mentalità degli uomini ma anche delle donne. Dobbiamo lavorare perché le donne siano più coscienti dei loro diritti, dei loro doveri, delle loro possibilità di scelta; quindi scegliere donna quando possono o quando lo ritengono. Ci mancherebbe! Non solo. Si deve iniziare ad intervenire quasi casa per casa, per spiegare alle "nuove" italiane, che arrivano da Paesi dove forse le donne sono ancora più sottomesse rispetto al nostro e cercare di coinvolgere queste nuove cittadine. Far capire loro che nel nostro Paese hanno più diritti hanno delle strutture in grado di seguirle adeguatamente a tutti i livelli: cercare di liberarle da eventuali sopraffazioni, che possono subire nelle famiglie, e non solo, anche magari nei gruppi in cui vivono.
Occorre pensare a quelle donne buttate sulle strade, e che continuiamo a vedere sulle strade; dimenticate da tutti, se non da associazioni o da gruppi religiosi. Molte volte giovani consenzienti (fatti loro); altre volte sono giovani sfruttate. Ma perché non facciamo un servizio. Oggi assistiamo sulle strade, grazie alle scelte dei nostri Comuni tra cui Torino, non tanto pattuglie di Vigili urbani, magari accompagnati da psicologi o da altre donne, che chiedono a queste ragazze se vogliono uscire dal mondo della strada, ma a pattuglie di Vigili urbani che controllano chi si ferma, per far loro la multa. Sono due cose molte diverse. Ci interessa far pagare la multa a chi si è fermato o ci interessa cercare di dare una vita diversa a queste donne che sono sulla strada? Credo che come legislatori e come Regione, dovremmo invece tentare di far sì che quante vorrebbero uscire dal mondo del racket lo possano fare; non è chiudendole in case chiuse che risolviamo il problema del loro sfruttamento, se sfruttamento c'è.
Dobbiamo stare attenti, lo ripeto per l'ultima volta, a non far valere la questione-donna, solo sotto la rappresentatività. Quante donne, in percentuale, sono presenti in Parlamento, quante donne ... Lavoriamo sul far sì che tante donne, ancora nel loro guscio, ne escano; sul far sì che queste donne sappiano che ci sono organismi che si interessano a loro bisogna far sì che queste donne sappiano che c'è chi le può difendere. Non deve più succedere che una ragazza, sia ammazzata dopo aver denunciato disperatamente il suo aguzzino, che la aspettava sotto casa, la spintonava cercava di metterle le mani addosso, picchiava il suo fidanzato. Ammazzata dopo due anni di persecuzione, mentre esce dal lavoro.
E' inammissibile: perché il Magistrato che si occupava di quel caso non ha fermato il ragazzo? Dovrebbe andare lui in galera! Questi fatti gravi non devono più succedere nel nostro Paese! Di questo, però, quasi non si parla, resta in secondo piano.
Pertanto, colleghi, la rappresentatività è una cosa, interventi veri a favore delle donne sono un'altra.
Devo riconoscere che, a livello di Consiglio regionale e di Regione qualcosa si sta facendo anche in termini di un aiuto reale alle donne - e non si fa solo propaganda.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Intervengo brevemente per sottolineare una questione che considero molto importante: nei giorni scorsi, proprio mentre a Roma l'on. Di Pietro accusava il ministro Alfano del famigerato "Lodo Alfano", e il capo dello Stato di essere silente o non incisivo, secondo i desiderata dell'ex pubblico ministero, ora diventato leader di partito, il ministro Alfano ha reso una comunicazione molto importante: la decisione del Governo di proporre al Parlamento di introdurre il patrocinio gratuito per tutte le vittime di violenza sessuale.
Volevo sottolineare tale iniziativa, che può rientrare nell'elaborazione di quegli interventi ai quali faceva riferimento l'Assessore Manica.
Nel corso del dibattito, sia il nostro Gruppo sia tutti coloro che sono intervenuti, hanno detto tutto quanto si poteva dire; si cerca di correre ai ripari per sanare un ritardo difficilmente negabile, ma si tiene anche conto del fatto che, a livello nazionale, sarà presa questa decisione.
un fatto da sottolineare; probabilmente si libereranno risorse in direzione di un sostegno più tangibile alle vittime di violenza, che ha implicazioni di vario tipo: da quelle psicologiche a quelle del recupero della normalità, al continuare a risiedere nei luoghi dove magari i violentatori - come ricordava il collega Rossi - sono stati messi troppo presto in circolazione, ai rapporti con gli ambienti familiari, laddove le violenze hanno un'origine di tipo familiare, più tutte le realtà in cui sono presenti degli immigrati, con rituali o comportamenti che, per buona parte, nei nostri territori sono fortunatamente superati da tempo.
Ritengo opportuno ricordare l'iniziativa del Governo, perché il ministro Alfano solitamente viene ricordato dall'opposizione nazionale e della maggioranza...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Cavallera, lei con grande esperienza riesce a parlare anche tra le intemperie, però la condizione non permette certamente di intervenire e, a chi è interessato, di ascoltare.
Pertanto, colleghi, per cortesia! Su argomenti così sensibili, si rendono tante belle dichiarazioni, ma, alla prova dei fatti, non si ascolta chi interviene! Abbiate pazienza! Chi deve parlare d'altro è pregato di accomodarsi fuori.
Prego, collega Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie Presidente. Sono sempre convinto che, chi ha da intendere intende.
Questa la motivazione del mio intervento: sottolineare la particolare attenzione del Governo - sottolineo "del Governo" - perché a volte si prendono a pretesto parole dette con un intento non offensivo, per costruirci sopra un castello. Il Governo, anche in questo campo, sta rispondendo con fatti positivi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente. A me spiace sentire la collega Barassi affrontare un tema così importante e delicato culturale, definendolo solo, o anche una questione maschilista e patriarcale. Mi sembra riduttivo nei confronti della dignità e delle conquiste sociali e culturali che le donne hanno acquisito in questi ultimi anni.
Occorre affrontare il problema, non tanto delle risorse - un milione in più o un milione in meno - ma nella sua problematicità, perché, soprattutto a Torino e provincia, oggi abbiamo sottovalutato un aspetto molto importante.
Presidente Placido, prima di ammonire i colleghi, ammonisca se stesso...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, la ringrazio, ma il compito di chi presiede è anche quello di ascoltare chi viene a interloquire, chi chiama al telefono e chi sta parlando!



SCANDEREBECH Deodato

Poiché la reputo un interlocutore di altissimo livello, gradirei mi ascoltasse. Con me, anche i miei colleghi gradiscono che la Presidenza sia sempre attenta e vigili non solo per riprenderci...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, di per sé la Presidenza del Consiglio è sempre attenta e vigile.



SCANDEREBECH Deodato

Stavo dicendo, Presidente Placido, che oggi abbiamo sottovalutato il problema principale, il nodo della questione. Cos'è successo ultimamente sul nostro territorio? Non solo sono accaduti fatti molto spiacevoli, ma dati comparsi su "Il Sole 24 Ore" rivelano che Torino è al centotreesimo posto - su 103 province prese in esame - per quanto riguarda ordine pubblico e sicurezza. Si tratta di un dato costruito su tutte le denunce avanzate dalle fasce deboli e dalle donne: dobbiamo partire da questo dato per estirpare il male. Il tumore va sempre contrastato con ogni mezzo e con tutte le medicine necessarie e sufficienti per sconfiggerlo; questa la scommessa sia sulla qualità della vita sia per reprimere, condannare ed estirpare la violenza nei confronti delle donne.
Pertanto, cara collega Barassi, non è un problema maschilista o patriarcale; è un problema culturale e sociale, ma soprattutto è un problema di sicurezza: diversamente, qui ci giriamo attorno non focalizzando la vera questione. Le donne chiedono maggiore sicurezza affinché possano camminare liberamente per strada, affinché gli effetti mediatici del "Grande fratello", dove tutto è possibile, dove tutto è facile da ottenere, non si trasferiscano su quella che è l'incolumità, la salvaguardia, la dignità della donna.
Dobbiamo fare attenzione a come comunichiamo, dobbiamo fare attenzione a come applichiamo le leggi e a come programmiamo il futuro della nostra società. È proprio nella programmazione che noi dobbiamo intervenire offrendo maggiore sicurezza alle donne. Cosa che oggi purtroppo non avviene: i dati parlano a nostro sfavore, a sfavore delle donne.
Se volete, leggete "Il Sole 24 Ore" on-line: sono riportate tutte le tematiche che hanno portato Torino e provincia al 103° posto. Fra queste tematiche - ripeto - c'è la violenza contro le donne. Quindi, non è sufficiente destinare un milione di euro alle vittime; dobbiamo intervenire prima che questo accada, altrimenti il nostro compito non è stato fatto con decisione e non è incisivo.
Dobbiamo prevenire che le donne diventino vittime di violenza o che non abbiano garantita la loro incolumità personale.
Detto questo, noi abbiamo votato una legge sulla sicurezza, l'abbiamo discussa, l'abbiamo confrontata, ma non ha dato i frutti sperati: diversamente, gli esiti non sarebbero così disastrosi.
Essere l'ultima provincia in Italia per quanto riguarda ordine pubblico e sicurezza non ci fa onore; è inutile raccontarci favole. Dobbiamo verificare come intervenire su questo problema.
Questa legge è una buona legge, è già oltre quello che deve essere il nostro intervento: come Regione, non possiamo essere assenti, non possiamo essere silenti rispetto a una situazione così disastrosa. Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo intervenire magari su quella legge che abbiamo votato 4 5 mesi fa sulla sicurezza dove avevamo previsto 4,5-5 milioni da destinare ai Comuni per installare ulteriori telecamere e per fornirsi di ulteriori mezzi.
In quell'occasione avevo proposto di destinare risorse non solo per le telecamere, ma anche alle Forze dell'ordine; spesso la Polizia non ha la benzina per uscire con le proprie auto; in qualche modo dobbiamo sopperire a quanto lo Stato non fa.
Di sera e di notte in giro ci sono poche volanti della Polizia e non ci sono Vigili urbani; come possono le donne camminare liberamente, quando in ogni angolo della nostra città ci sono 2-3 spacciatori? Questo è il problema! Ho una nipote che frequenta l'Università qui a Torino e abita nella zona San Salvario. Non le è stato possibile rientrare nella lista degli studenti ospitati negli alloggi riservati agli universitari poiché mio fratello ha un reddito alto. Ebbene, tutte le sere, quando vado a casa mia penso a mia nipote perché, passando dalla zona di San Salvario - nessuno può smentire quello che sto dicendo - ci sono 4 persone che spacciano per incrocio, e non c'è una volante, non c'è un Vigile urbano. Questo è il problema: come fa una donna a camminare e a girare in una simile situazione?



MOTTA Angela

Come fa a casa quando il marito la picchia? Non pensiamo solo alla strada!



SCANDEREBECH Deodato

Certo, però i casi denunciati sono violenze sono mentre le donne ritornano a casa, mentre escono dalle discoteche; il problema è presidiare il territorio, cercando di prevenire le possibili cause che creano violenza.
Anche perché gli uomini usano violenza principalmente se sono nella condizione di non essere visti. Se, viceversa, permettiamo alle donne di poter camminare liberamente, perché il territorio è presidiato dalle Forze dell'ordine, perché il territorio è libero da eventuali pericoli costanti oggi presenti sul territorio, allora preveniamo quello che è il reato di cui stiamo parlando e delle relative vittime.
Non dobbiamo permettere che le donne diventino vittime. Noi vogliamo tutta la società, maschi e femmine - che le donne possano camminare liberamente, come gli uomini, in ogni posto e in ogni luogo. Questo il nostro intento, questo il nostro obiettivo. Destiniamo pure questo milione di euro, ma non è questo che risolve il problema.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della del Liceo statale internazionale europeo "Ugo Foscolo" di Asti


PRESIDENTE

Saluto gli undici allievi della delegazione di diverse classi del Liceo Statale Internazionale Europeo di Asti in visita a Palazzo Lascaris, i quali rappresenteranno l'Italia al Parlamento Europeo dei Giovani, a Rotterdam, per una settimana.
Rivolgo loro i migliori auguri affinché facciano e ci facciano fare bella figura, anche perché nel 2010 Torino sarà la Città Europea dei Giovani. Quindi, buona permanenza a Palazzo Lascaris e buona permanenza a Rotterdam.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Chiedo scusa, Presidente, ma chiedo ai colleghi della maggioranza e della minoranza se sono d'accordo, dopo l'intervento del collega Cirio, ad iniziare a discutere almeno per mezz'oretta (fino alle ore 13) la legge sulla forestazione.
Non che questa discussione, rilevantissima e di cui ancora ringraziamo l'Assessore, non sia importante, però c'è una legge che tanti piemontesi stanno aspettando e che potremmo iniziare a discutere in mattinata, per proseguirne l'esame nel pomeriggio.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Motta. Mentre il collega Cirio svolgerà il suo intervento, cercherò di capire se ci sono le condizioni per iniziare immediatamente a trattare la legge sulla forestazione o, altrimenti chiudere i lavori ed esaminare l'argomento all''inizio dei lavori pomeridiani.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Comunicazione dell'Assessore Manica relativa a "Applicazione legge 11/2008 - Istituzione di un fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti" (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cirio.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente. Il mio incipit è sull'ordine dei lavori.
Credo che una degna conclusione del dibattito spetti all'Assessore e non a un umile Consigliere di minoranza, nel senso che i tanti colleghi che sono intervenuti prima di me hanno rivolto dei quesiti e posto delle riflessioni all'Assessore: sarebbero opportune delle risposte. Anche perch chi ha posto dei quesiti non ha posto domande di concetto o di filosofia ma interrogativi concreti circa tempi, modalità e contenuti, che l'Assessore dovrebbe prendere in considerazione.
Non so con quale Assessore parlare; potrei parlare con De Ruggiero e se lui volesse dare una risposta, ci potrebbe far piacere. Oppure l'Assessore Sibille insieme al collega Ferraris... Non so con chi parlare, perch quando parlo con l'Assessore Artesio mi si dice che non è a lei che devo dire che nelle mense vengono serviti pesci che fanno male, ma ad altri...



PRESIDENTE

Collega Cirio, per non sbagliare - vale sempre - si rivolga alla Presidenza del Consiglio. Così è sicuro.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente. Allora mi rivolgo a lei, e voglio essere molto serio, data la drammaticità dell'argomento trattato.
Come dicevo, non sono ancora entrato nel merito, ma sull'ordine dei lavori ritengo - e ribadisco - che sarebbe più opportuna una conclusione da parte dell'Assessore, magari con qualche precisazione in più oppure - ce lo auguriamo - con ulteriori risposte.
Veniamo all'aspetto di merito. Non intendo ripetere, evidentemente quanto è già stato detto, ma emerge un problema generale che non è solo limitato a questa legge (effettivamente, ci rendiamo conto che i problemi esistono quando le leggi ci toccano più da vicino!).
La legge che istituisce questo fondo importante per le donne vittime di violenze, proprio in un momento in cui questo argomento sta ritornando di grandissima attualità, è uno dei tanti casi che registriamo in Piemonte, ma non è certo l'unico.
Moltissime leggi tardano ad essere approvate e a far sentire i loro servizi sul territorio perché mancano i regolamenti attuativi. Mi viene da sorridere quando penso che tutti noi diciamo che il Consiglio regionale ha mostrato un grande senso di maturità politica nell'approvare il bilancio entro la fine dell'anno per poter disporre dei soldi, quando poi mancano gli strumenti attuativi per spenderli: tutti i nostri bei gesti si riducono, di fatto, a niente. Perché la gente che è all'esterno, e soprattutto chi ne ha bisogno, non si rende conto di questo nostro impegno.
Come ho detto, non è l'unico caso, perché ci sono molti altri esempi come questo. Quando entrai in Consiglio - parliamo di circa tre anni e mezzo fa - venni nominato in alcuni comitati che non si sono mai riuniti nell'arco dei tre anni e mezzo.
In questa sede - peraltro siamo pagati anche per questo -abbiamo votato per istituire dei comitati (che probabilmente avranno degli uffici, delle segreterie e quant'altro) che non si sono mai riuniti nell'arco di tre anni e mezzo: forse sarebbe opportuno sopprimerli, perché esistere soltanto per "costare" e non per "dare dei frutti", non ha alcun senso.
A tal riguardo, se il mio Presidente mi autorizzerà (attualmente il mio Presidente è Angelo Burzi), sarebbe il caso di fare l'elenco degli Enti (anche se il termine non è propriamente corretto) o degli "istituti inutili" che abbiamo all'interno della Regione, inglobando Comitati Commissioni o altri soggetti che reputo improduttivi per il semplice fatto di non essere operativi. Se ci fosse una prescrizione per l'inattività di questi organismi, molti di questi sarebbero già spirati.
Ciò detto, la materia è di drammatica rilevanza e la sua evoluzione, se andiamo indietro nella storia, è recentissima.
Non va dimenticato che fino a poco tempo fa la violenza sulla donna nell'ambito del Codice Penale, non era considerata un reato contro la persona, ma contro la morale. Questo é stato un passaggio importante: forse, ha rappresentato l'inizio della presa di coscienza collettiva della gravità di questa situazione.
evidente che alle situazioni gravi devono essere anteposte dalla politica soluzioni altrettanto concrete.
Questa legge, nonostante abbia molti rivoli di spreco, è certamente importante. Personalmente, nutro grandissimi dubbi sul concetto di "formazione", perché mi piacerebbe capire cosa significa "fare formazione" abbiamo sentito dall'Assessore che l'Ordine degli Avvocati prenderebbe 50.000 euro per formarsi nella propria attività. Ci sono migliaia di avvocati in Piemonte: che si formino per i fatti loro! Li deve formare la scuola: quelli più bravi andranno avanti e presteranno i propri servizi, quelli meno bravi non lo faranno. Usare risorse pubbliche per questa attività, rischia di creare un precedente strano. Dopo, visto che tratteremo la legge sulla forestazione, prenderemo l'ordine degli ingegneri o degli agronomi, per esempio, e diremo che bisognerà formare anche loro? La formazione professionale ricade nell'ambito della capacità individuale di ciascun singolo di mettersi sul mercato con la propria esperienza, con le proprie doti e coi propri studi. E credo che questo debba valere anche per l'Ordine degli Avvocati: altrimenti ci dovrebbero dire che quando calcolano la parcella, la tagliano del 50%, oppure che non difendono gli stupratori. Perché uno che si iscrive all'Albo di coloro che utilizzano questo fondo, ovvero di coloro che danno assistenza alle vittime, può anche difendere, in un altro processo, uno stupratore?


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare "A. Gambaro" di Torino


PRESIDENTE

Mi scusi, Collega Cirio, ma volevo informare lei e i colleghi presenti in Aula che stanno assistendo ai nostri lavori gli alunni della scuola elementare Gambaro di Torino, con le classi 5 C e 5 D. Auguriamo loro e ai loro accompagnatori una piacevole visita.
in corso un dibattito sul patrocinio gratuito alle donne vittime di violenza.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Comunicazione dell'Assessore Manica relativa a "Applicazione legge 11/2008 - Istituzione di un fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti" (seguito)


PRESIDENTE

Prego, collega Cirio, concluda il suo intervento.



CIRIO Alberto

Come mi ricorda il mio Presidente, ho già molti problemi a mantenere il filo del discorso, se lei mi interrompe...
Per carità... giustamente, l'ospitalità è sacra!



PRESIDENTE

Collega Cirio, non era mia intenzione interromperla, ma considerata la particolarità del tema, ho voluto informare lei, che stava intervenendo che stavano assistendo ai lavori dei ragazzi delle elementari. Era solo per questo motivo.
Prego, collega Cirio.



CIRIO Alberto

Se lei ritiene che il mio intervento avesse degli aspetti di scabrosità, io...
Dico soltanto che nel momento che in cui uno decide di fare l'avvocato giura di rispettare quelli che sono gli obblighi deontologici della propria professione. E dal momento che noi riteniamo, in uno Stato garantista, che si è innocenti finché non sia stato provato il contrario, è naturale che un avvocato difenda anche persone che poi risultano essere colpevoli.
In questo senso, col fatto che diamo dei soldi agli avvocati per formarsi, diamo loro anche dei vincoli per cui possano difendere soltanto le vittime? Perché se noi li formiamo e loro utilizzano la nostra formazione per difendere i colpevoli (uso un termine più blando), questa situazione diventa veramente il paradosso dei paradossi! Allora, prima di stanziare i soldi, bisognerebbe pensare a cosa servono questi soldi, cosa si deve fare, cosa si vuole fare e lo si faccia in quel famoso "Regolamento" che purtroppo manca e che non ci permette di dare corso concreto ad una legge così importante.
Non posso far altro che auspicare - perché qui non possiamo far altro che esprimere tale auspicio con ulteriori azioni di sensibilizzazione - che i regolamenti attuativi permettano di sbloccare questo risorse. Tra il "niente" e il "piuttosto" è meglio il piuttosto. Il collega Scanderebech sosteneva che non risolverà la situazione: lo sappiamo anche noi, ma almeno, per certi versi, aiuterà o potrà quantomeno limitare i danni.
Nello stesso tempo, diciamo che non si tratta di un caso isolato: il fatto giacciono nella nostra Regione molte leggi inattuate perché la Giunta non procede alla regolamentazione della disciplina accade frequentemente.
Non so se accadeva anche prima o solo adesso: oggi, comunque, lo registro e ribadisco che si tratta di un fatto di estrema ed assoluta gravità.
Pertanto, chiedo cortesemente all'Assessore, quando avrà modo (adesso in Commissione o quando lo riterrà opportuno), di spiegarci meglio se questa è una nostra competenza (prima di farlo, altrimenti lo farà dopo, ma a quel punto il nostro parere sarà pressoché inutile), per capire come, in concreto, queste risorse vengono spese sul territorio e dare al concetto "formazione" dei contenuti chiari, indicando i destinatari, la finalità e soprattutto, indicando quali sono gli obblighi ai quali coloro che usufruiscono di questi soldi si devono uniformare per poter ottenere questo tipo di sostegno da parte delle Regione Piemonte. Grazie.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Burzi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Molto velocemente, perché credo - se ho ben capito - che si passi alla discussione generale in merito alla legge sulla forestazione.
Ricordo solo - perché tema toccato anche negli ultimi giorni - che le presenze in Aula di codesta Giunta non siano brillantissime. Ne abbiamo discusso amichevolmente con il collega Deorsola; d'altronde, come si fa col collega Deorsola a non discutere, se non amichevolmente? Tutto il resto sarebbe tempo del tutto inutile.
Giusto per la cronaca, nelle 112 sedute che ci sono state nel 2008 testé chiusosi, c'è un unico Assessorato, a nostro avviso, quello gestito da Ricca e da Caracciolo, che ha, con rispetto, atteso praticamente a tutte le sedute (107 su 112). Ci sono quattro Assessori, tra cui l'Assessore Sibille, che arrivano ai due terzi (80 su 112) e poi c'è una lunga serie di insufficienze.
Visto che siamo in presenza di allievi delle scuole, l'insufficienza delle presenze un tempo causava l'inagibilità per gli esami. Da noi questo non è consentito. I Gruppi di opposizione, come abbiamo già detto contribuiranno a far sì che il peggiore, Borioli, (e - ahimè - non soltanto per le 41 presenze) fino ad arrivare a Migliasso (77: direi 6-) migliorino le loro presenze. Glielo consigliamo caldamente, se desiderano che eventuali loro disegni di legge o proposte orientate al Consiglio regionale, oltre alle normali discussioni, abbiano un iter regolare.
Qualora le insufficienze di presenze fossero così continuative, oltre alla richiesta di un colloquio sistemico col genitore (la Presidente Bresso, peraltro quartultima con 56 presenze), il dialogo diventerà più faticoso. Come si fa a dialogare con chi non c'è? Noi siamo abituati a dialogare con chi non capisce, con chi non la pensa come noi, ma con chi non c'è è tecnicamente impossibile! A questo provvederemo, perché l'attuale Regolamento ce lo consente; provvederemo a fare in modo che le presenze come a scuola, siano tenute in considerazione, sperando che anche qui in Aula inizi questa prassi.
Assessore Deorsola, lei di Giunte ha una certa esperienza - in confronto, i surfisti della California hanno una scadente capacità di cavalcare le onde e di prenderle al momento giusto! Ebbene, se le Giunte precedenti hanno sbagliato (alcune hanno perso), non è un buon motivo perché la Giunta attuale continui a perseverare negli stessi errori.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Comunicazione dell'Assessore Manica relativa a "Applicazione legge 11/2008 - Istituzione di un fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti" (seguito)


PRESIDENTE

Vi è un'informazione dell'Assessore Manica rispetto al dibattito che si è svolto, che presumo sia su dove avverrà l'aggiornamento, in che Commissione e quando.
La parola all'Assessore Manica.



MANICA Giuliana, Assessore alle pari opportunità

La Giunta ha approvato il Regolamento e la Convenzione; demanderà immediatamente alla Commissione competente questi testi. Io ho puntualmente segnato le osservazioni e le sollecitazioni fatte dalle Consigliere e dai Consiglieri. Avremo modo in quella sede di esaurire compiutamente l'argomento.
Rassicuro solo sulla questione relativa all'Ordine degli avvocati: fino a questo momento, non è stata erogata una lira da questa Regione, perch qualsiasi erogazione è sottoposta alla sigla di quella Convenzione.
Pertanto, pur essendo stato questo un elemento che aveva accompagnato il dibattito della legge in senso positivo, se il Consiglio non lo ritiene più utile, esso è sovrano; pertanto l'erogazione, visto che la Convenzione e il Regolamento verranno da voi discussi, non ci sarà, ritenendola cosa inutile e particolarmente dannosa.
Ho parlato del dibattito, non della legge.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, c'erano alcuni segnali discordanti tra di loro rispetto a proseguire con la legge sulla forestazione per 10 minuti o interrompere i lavori a questo punto.
La Presidenza non ha problemi.


Argomento: Montagna

Proseguimento testo unificato dei progetti di legge n. 511, 345, 423, 427 "Gestione e promozione economica delle foreste"


PRESIDENTE

Passiamo al provvedimento sulla forestazione, punto 6) all'o.d.g.
Prosegue la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Noi ci apprestiamo a discutere e a votare gli articoli di un provvedimento che riteniamo veramente importante, sintesi di diverse approfondite proposte hanno trovato un iter convergente in sede di Commissione.
Ritengo che per questo provvedimento occorra sottolineare due questioni. Da un lato, il lavoro utile e costruttivo in Commissione e dall'altro, anche un rapporto dialettico con Giunta, Assessorato, Assessore e i suoi collaboratori.
All'inizio si pensava ad un intervento limitato ad un'impostazione di politica attiva per quanto riguarda alcune delle potenzialità insite nelle foreste presenti nella nostra regione. Ma da parte nostra si è fatto presente che, visto che veniva anche preannunciata la volontà di arrivare ad un testo unico sulla forestazione, forse era necessario cogliere l'occasione per pervenire subito a quest'obiettivo.
Così è stato. Devo anche dire che la legge è stata in qualche modo un po' sfrondata: si è lasciata la parte normativa classica, demandando tutti gli aspetti procedurali al Regolamento.
chiaro che al Regolamento, proprio per assicurare una convergenza, la maggioranza aderisce non dico in modo acritico, ma in modo fiduciario (non a caso si parla di fiducia tra maggioranza e Giunta). Per quanto riguarda l'opposizione, ovviamente si è ritenuto di dover visionare in precedenza non tanto il testo definitivo del Regolamento, quanto l'ossatura e l'impostazione.
Queste verifiche sono state operate; ma su una materia così complessa che tocca un territorio così diffuso, abbiamo rilevato che nel testo finale permangono alcune difficoltà, alcune attese non completamente soddisfatte e alcuni rilievi, che ovviamente balzano alla nostra attenzione. Questioni che a loro volta hanno determinato da parte nostra la presentazione di ultimi emendamenti che hanno il significato di valutare definitivamente qualche nodo ancora da sciogliere. A mio avviso, si potrà fare qualche modifica normativa per migliorare la definizione di bosco. Mi riferisco soprattutto, alla coltivazione del castagno da frutta, mi riferisco soprattutto all'acquisizione della disponibilità dei territori forestali per politiche attive da parte di consorzi. Si chiede anche se possono essere considerate altre forme di aggregazione, da quelle societarie a quelle cooperative, secondo quanto prevede il Codice civile. Nel pomeriggio, quando entreremo nel merito dei vari articoli, illustreremo le varie questioni.
In sintonia con la scelta di non dilungarmi troppo nella relazione iniziale, anche da parte mia l'intervento può avere termine. Ciò non significa che non sarà prestata la dovuta attenzione ad una tematica che riguarda il 50% - forse - del nostro territorio, che ha rilevanza dal punto di vista ambientale, paesaggistico, della difesa del suolo, della sistemazione idrogeologica, dell'assetto idrogeologico del nostro territorio. Le alluvioni hanno avuto il loro innesco indubbiamente in eventi atmosferici eccezionali, verificatesi sia nelle bassi valli ma soprattutto, nelle alte valli, dove le foreste non sono adeguatamente mantenute. Si sono ridotti in modo eccezionale, drammatico i tempi di corrivazione, ci sono state delle frane; in passato anche dei morti: quindi, non solo danni alle cose o all'ambiente.
un'apertura di fiducia, nel senso che se non arriveranno risorse a livello nazionale, dall'Autorità di bacino o da chi di dovere, la Regione dovrà fare la sua parte, con stanziamenti autonomi. Se entriamo nel campo di quello che sarà il federalismo fiscale e delle possibilità che si apriranno, non ci sarà più la scappatoia di dire che il Governo non ci dà soldi. A quel punto, potremmo vedere in modo più trasparente la volontà e l'impegno verso l'ambiente e verso le zone forestali.



PRESIDENTE

Sul dibattito generale c'era stato solo l'intervento del Consigliere Travaglini.
evidente che se il dibattito generale non è chiuso, non si può aprire l'articolato. Se non ci saranno altri interventi alla riapertura dei lavori, si intenderà chiuso il dibattito generale e si passerà all'articolato.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Bellion ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



BELLION Marco

Il brillante intervento del Consigliere Cavallera non ha fatto che riprendere ciò che era già scritto nella relazione che abbiamo dato per letta (non per nulla l'abbiamo data per letta).
La legge è in aula dal settembre dell'anno scorso, perciò proporrei Presidente, se nessuno è contrario, di andare all'articolo 1, votare l'articolo 1, sospendere e riprendere dall'articolo 2. Temo che se riprendiamo oggi, stasera non finiamo.



PRESIDENTE

Proviamo a trovare una sintesi.
evidente che non può essere la Presidenza del Consiglio che di imperio chiude il dibattito generale.
Possiamo chiudere i lavori della mattinata ritenendo concluso il dibattito generale, e riaprire i lavori del pomeriggio partendo dall'articolato.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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